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La teoria dei 5 elementi

Questa la rappresentazione tradizionale della filosofia Taoista.


Secondo il principio della filosofia Taoista, l'Unico, il Tao, si diviso in due opposti che sono stati
chiamati Yin e Yang (In e Yo in giapponese); tutto ci che vive sulla terra si trova in mezzo a questi
due elementi fondamentali e subisce l'influsso delle loro evoluzioni. Per il Taoismo, dopo l'Uno ed i
Due, l'uomo il Tre: dopo il divino e gli opposti c' il mondo "fluttuante".
Tutto ci che esiste ha quindi qualcosa con la quale ha un rapporto passivo ed un altro attivo;
all'interno del rapporto passivo c' qualcosa che gli apporta "energia" e qualcosa che gliela sottrae;
all'interno di quello attivo, c' qualcosa alla quale il nostro soggetto fornisce "energia" e qualcosa
alla quale gliela sottrae.
Riassumendo c' quindi un soggetto e quattro referenti (passivi e attivi, positivi e negativi) che
costituiscono un unico elemento attivo (una cellula in un sistema di interscambio) ed ognuno dei
cinque elementi diviene di volta in volta il soggetto con il quale gli altri quattro si confrontano.
Tutto ci, sempre secondo il Taoismo porta alla teoria dei 5 elementi; applicati al corpo umano si ha
la teoria dei 5 organi cavi e dei 5 organi pieni che abbiamo nel tronco, le 5 direzioni (4 pi il centro)
e cos via in ogni altro contesto.
In Cina, i cinque elementi canonici sono: acqua, legno, fuoco, terra e metallo; il metallo
contemporaneamente anche aria (difatti l'organo Yin che gli associato sono i polmoni); in
Giappone, la stessa sequenza, anzich con la coppia metallo-aria, termina con quella di vento-vuoto,
e sar questa seconda che prendemo come riferimento per la spiegazione del metodo Gorin, ma la
distinzione solo formale.
Secondo la teoria Taoista, questi elementi possono mettersi in relazione in quattro modi (chiamati
cicli).
- Seguendo il percorso esterno (pentagonale) in senso orario avremo il ciclo di costruzione o di
generazione:

il legno, bruciando, alimenta il fuoco;


il fuoco, attraverso la cenere, alimenta la terra;
la terra, dalle sue viscere fa nascere il metallo e, contemporaneamente, con le sue irregolarit,
muove l'aria;
l'aria, portando le nubi, alimenta l'acqua;
l'acqua, annaffiandolo, alimenta il legno
... ed il cerchio si chiude.
- Seguendo lo stesso percorso ma a ritroso (in senso antiorario) avremo il ciclo di sfruttamento,
perch ogni elemento utilizza il precedente per alimentarsi.
- Seguendo il percorso interno (a stella, sempre in senso orario) detto anche ciclo di distruzione o
di controllo (dipende dalle quantit in gioco):
il legno, con le radici o come aratro, controlla la terra;
la terra, assorbendola ed arginandola, controlla l'acqua;
l'acqua, soffocandolo e raffreddandolo, controlla il fuoco;
il fuoco, nella forgia, controlla il metallo e nell'aria controlla il vento (correnti convettive);
il metallo, come sega, ascia o cesoie, controlla il legno
... e il ciclo si chiude.
- Seguendo a ritroso il ciclo di controllo avremo il ciclo di rivolta:
troppo legno impedisce a poco metallo di muoversi, lo blocca, lo fa arrugginire;
troppo metallo soffoca un piccolo fuoco e troppo vento lo spegne;
troppo fuoco asciuga poca acqua;
troppa acqua dilava la terra superficiale;
troppa terra seppellisce il legno piccolo
... e il ciclo si chiude.
Solo l'equilibrio di questi cinque elementi pu quindi portare ad una situazione perfetta.

Il percorso evolutivo
La filosofia del Gorin porta al fatto che anche gli stadi di crescita di un marzialista completo si
possano dividere in 5 fasi o percorsi; va notato che i "vertici della stella" del simbolo proposto sono
"smussati" perch non vi un cambiamento di direzione reale ma solamente la ricerca di qualcosa
di diverso pur negli stessi gesti; il tutto poi racchiuso nel cerchio, simbolo dell'unit e della
continuit; inoltre, molto curiosamente, nella lingua italiana, i nomi dei cinque elementi che
costituiscono il Gorin, sono tutti composti, ognuno, da cinque lettere.

Seguendo il ciclo di controllo avremo:


- Dalla non consapevolezza del LEGNO alla TERRA, il materiale di base.
Questa molto importante perch in s racchiude (seppur poco visibili) anche tutti gli altri quattro
elementi; sulla terra e nella terra scorre l'acqua, nelle viscere dei suoi vulcani si trova il fuoco, nel
suo strato superficiale (quello aerato) vi affondano le radici del legno.
Per un periodo che pu durare normalmente 5 anni, bisogna imparare a muoversi su ogni terreno,
sul parquet liscio, pi o meno elastico, sul morbido Tatami (materassina giapponese) e sull'asfalto
rigido e ruvido; bisogna imparare ad eseguire in qualunque posto ci si possa trovare tutte le tecniche
fondamentali del combattimento: calci e pugni (Karate, Atemi-jitsu, Kick-boxing), chiavi e leve
articolari (Tuite, Aikid), squilibri, proiezioni e cadute (Judo, Ju-jitsu); questo periodo corrisponde
sostanzialmente al periodo dei Kyu (classe, in giapponese) detto anche delle cinture di colore; si
lavora sull'equilibrio e sulla coordinazione, a corta, media e lunga distanza anche con le 3 armi di
base: coltello, spada e bastone lungo (Tanto, Bokuto, Bo); quando saprete fare tutto questo avrete
conquistato il diritto di passare di "categoria", da Mudansha diventare Yudansha ed indossare la
cintura nera; qualcuno la pu considerare un punto d'arrivo, ma in realt solo l'inizio: eseguire "a
solo" un gesto e facendolo in modo formalmente e tecnicamente corretto (cio corretto nella forma
e nella sostanza, con soma e psiche in sintonia) porta a soddisfare contemporaneamente due
requisiti: la corretta forma e il primo passo verso una corretta tecnica.

- Dalla TERRA, materiale di base, all'ACQUA, il materiale pi adattabile.


Cos come l'acqua si adatta ad ogni recipiente, un combattente deve sapersi adattare ad ogni
avversario: tutto ci che siete in grado di eseguire da soli dovete farlo con un avversario reale (in
questa fase si completa la seconda parte della corretta tecnica); non pi ammessa l'incertezza;
dapprima con tecniche singole, poi legandole, passando dall'una all'altra con scioltezza e
disinvoltura, sia a mani nude (Aikid) che con la spada (Ken-jitsu) ma bisogna studiare ancora altre
armi (Kobud) come Nunchaku e Jo; l'uso della spada in lega di metallo (per lo Iaido, al posto di
quella di legno) diviene indispensabile; altri 5 anni sono quindi necessari per conseguire il II ed il
III Dan (la linea in questo tratto infatti discontinua) ma bisogna anche imparare a spiegare a se
stessi le tecniche per poterle spiegare agli altri ed allora possibile diventare Allenatori; lo studio
della storia delle arti marziali vi aiuter a capire perch ogni tecnica ha la sua ragione di essere.

- Dall'ACQUA al FUOCO, dall'adattabilit all'efficienza.


Altri 5 anni sono un tempo ragionevole per perfezionare le proprie tecniche al punto di non fare
differenza se si armati o a mani nude (Ken Tai Itchi); dopo aver acquisito la tecnica, incomincia la
ricerca dell'Arte: la tecnica pu ulteriormente migliorare soltanto se si coltiva lo spirito; la ricerca
interiore inizia dalla spada (Iaido) e, per chi lo desiderasse, anche dall'arco (Kyudo); ormai abbiamo
la conoscenza per raggiungere il grado di Istruttore e fare delle scelte per aiutare gli altri a
percorrere la loro strada marziale (Budo) aprendo un nostro Dojo (il Luogo della Via); il fuoco
avanza (lentamente o velocemente che sia) ma inesorabile, fermarlo molto difficile; quando ci si
avvicina a lui si incomincia a sentire il suo calore da lontano e quando siamo arrivati a contatto ci
siamo gi scottati prima di capire come; le tecniche di chi ha raggiunto questa fase devono diventare
corte e precise, senza troppo dispendio di energie, niente di superfluo, come fossero fiammelle
guizzanti ed allo stesso tempo distruttive; questo avviene soprattutto portandole con precisione sui
bersagli specifici dopo aver studiato i punti sensibili della medicina cinese (Kyusho-jitsu);
corrisponde al IV Dan.

- Dal FUOCO al VENTO, dall'efficienza all'inafferrabilit.


L'aria, normalmente in quiete, inizia a muoversi e diventa vento; il vento non si preoccupa di che
cosa si trovi sulla terra, animali, piante o montagne, lui soffia e nessuno lo pu fermare; lui solo pu
decidere se essere una piacevole brezza o fare i danni di una tempesta, di farsi sentire da lontano o
solo quando ti addosso (siccome il vento associato al metallo, pensate a come, con le mani,
potreste afferrare senza conseguenze una spada che altri impugnano); il gesto dapprima sostanziale
e pragmatico diventa raffinato; ogni tecnica pu essere portata in molti modi ed ogni gesto pu
avere molti significati (come negli antichi Kata di origine cinese); ormai qualunque tecnica con
qualunque arma alla portata di chi arrivato al livello di V Dan che una forma d'Arte pura, ma
per accedervi sono necessari l'abbandono all'ego e la rinuncia all'aggressivit, mantenendo uno
spirito libero e puro.

- Dal VENTO il ritorno al LEGNO, alla non consapevolezza.


Anche secondo le scuole buddhiste, attraverso il vuoto mentale (Mushin) si deve ritornare alla
purezza primigenia: ormai, superato il gradino precedente, siete Kodansha e "la ricerca" deve
diventare una cosa assolutamente personale ed ulteriori acquisizioni tecniche non hanno pi
significato; giunti a questo livello, lo Iaido deve essere praticato con una Katana autentica, una
spada vera; in quest'ultima fase, un Maestro pu indirizzare un allievo ma non pu pi condurlo e la
linea sulla carta del simbolo del Gorin si interrompe; il tempo non ha pi significato; ulteriori
progressioni tecniche non possono essere codificate; possibile ora ottenere il titolo di Maestro ma
nemmeno il titolo di Maestro ha pi significato: o si possiede la Maestria o nessuno pu
consegnarla come fosse una medaglia; su questi argomenti il cervello pu fare lunghi ragionamenti
ma nessuno sapr mai che cosa sia realmente fino a quando non vi si arriva personalmente.

Da parte di un insegnante verso un allievo, l'istruzione si completa quindi dopo un minimo di 20


anni di pratica, seguendo esperienze tecniche ed umane sempre nuove, dopodich il praticante,
divenuto ormai Artista, deve continuare la propria Via che si concluder (probabilmente solo)
quando egli passer in un altra dimensione dell'essere.

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