Sei sulla pagina 1di 49

franco stefano ruiu

I riti della
settimana santa
in sardegna

ImAGO
La memoria visiva

2 _ i riti della settimana santa in sardegna


I riti della
settimana santa
in sardegna
Foto di Franco Stefano Ruiu
Collana "La memoria visiva” Testi di Giulio Concu
I Riti della
Settimana Santa
in Sardegna

Progetto editoriale:
©Imago_multimedia

Ricerche e testi:
Giulio Concu
© Imago_multimedia

Foto:
Franco Stefano Ruiu
© Archivio Imago_multimedia

Grafica e impaginazione:
Nino Mele
Imago_multimedia

© 2007 Imago Edizioni


via A. Manzoni, 24
Tel. 0784 20 81 17
08100 Nuoro

www.imagomultimedia.it

ISBN 978-88-89545-05-4

Tutti i dirtiti riservati.


Nessuna parte di questa pubblicazione
può essere riprodotta, interamente o in
parte, memorizzata o inserita in un si-
stema di ricerca delle informazioni o
trasmessa in qualsiasi forma o con
qualsiasi mezzo (elettronico, meccanico,
in fotocopia o altro), senza il consenso
scritto dell’editore. ImAGO
4 _ i riti della settimana santa in sardegna i riti della settimana santa in sardegna _ 5
I RITI DELLA SETTIMANA SANTA

a festa della Pasqua affonda le sue radici nei rituali agnello sano di un anno e segnando con il sangue le porte

L arcaici dei popoli dell’area mediterranea legati al


culto della morte e rinascita del dio della vegetazio-
ne, cui la religione ebraica e quella cristiana diedero un
delle case. La notte un angelo di Javhè passò e uccise tutti
i primogeniti egiziani, saltando le case di coloro che aveva-
no segnato le porte con il sangue. Gli ebrei fuggirono senza
nuovo significato. Il termine Pasqua, tramite il latino Pa- avere il tempo di far lievitare il pane. La Pesàh-Hag hamat-
scha, deriva dall’aramaico Pasha (in ebraico Pesàh), che zot in ricordo dell’evento inizia il 15 del mese di Nissan: i
indicava una celebrazione primaverile delle tribù semite, giorni precedenti sono dedicati a una scrupolosa pulizia
in cui confluirono due tradizioni. La prima è quella della della casa per eliminare ogni residuo di sostanze lievitate.
Pasha (“passare oltre”, “saltare”), festa dei pastori nomadi La tradizione semita e quella mosaica si incontrano nel ri-
che, al primo plenilunio di primavera (mese di Nissan, tra to della Cena Pasquale: sulla tavola, fra gli altri cibi simbo-
marzo e aprile) in partenza per i pascoli esti- lici che ricordano la schiavitù in Egitto, vi sono il pane azzi-
vi, immolavano i primogeniti del gregge co- mo e un uovo sodo.
spargendo col sangue capanne e animali Proprio durante la celebrazione della Pa-
per proteggere famiglie e armenti dalle squa ebraica avvenne la Passione di Ge-
calamità. Fulcro della cerimonia era una sù Cristo, crocifisso quando “Mancavano
danza rituale che consisteva in una se- due giorni alla Pasqua e agli Azzimi”
rie di salti (da qui il senso di “saltare”). (Marco 14,1). Con il suo sacrificio e la sua
La seconda tradizione è la Hag hamatzot, Resurrezione il nuovo Agnello segnava il passaggio
festa degli Azzimi (dal greco “azùme”, senza lievito), cele- a una nuova vita spirituale per l’umanità. I riti pasquali cri-
brazione agraria il cui simbolo era il pane non lievitato fat- stiani ereditarono molti elementi dalla Pasqua ebraica: il
to con il primo frumento. Le due celebrazioni si fusero nel- nome, la data, la struttura liturgico-teologica con la sim-
la Pasha-Hag hamatzot quando le tribù divennero seden- bologia dell’agnello, del pane non lievitato (pane Eucari-
tarie. Avanti nel tempo, 1500 anni prima di Cristo, Mosè stico), dell’uovo. Ma rimandano a un’origine precristiana:
rinnovò il rito: passare oltre, sacrificare l’agnello, astener- infatti l’archetipo del Cristo-dio salvatore risolve le oppo-
si dal cibo lievitato, coincisero con il ricordo del passaggio sizioni di spirito e materia, di vita e morte, allo stesso mo-
del popolo ebreo dalla schiavitù in Egitto alla libertà. Alla do delle divinità precristiane primaverili che muoiono e ri-
vigilia della Pasha-Hag hamatzot Mosè ordinò ad ogni fa- nascono per rigenerare la natura, come Osiride, Dioniso,
miglia ebrea di prepararsi per la fuga immolando un Attis. Persino la dea celtica della fertilità Eostre, da cui de-

6 _ i riti della settimana santa in sardegna i riti della settimana santa in sardegna _ 7
riverebbe il nome della Pasqua in inglese (Easter) e in te- processione con fiaccole, praticando la flagellazione. La colore (bianco, nero, viola), caratterizzate da lunghi cap- dal fasto del clero spagnolo, in particolare dei Padri Mer-
desco (Ostern), era legata alla luce dell’Est e all’equinozio messa in scena della Passione di Cristo per le vie assolveva pucci a punta con i soli buchi per gli occhi, percorrono le cedari, ordine molto diffuso nell’isola nel XVII secolo. An-
di primavera. I primi schemi liturgici delle celebrazioni allo stesso scopo catartico collettivo, assumendo la morte strade di città e paesi: fiaccole e candele, stendardi e sta- che in Sardegna spettò alle Cunfràrias (Confraternite) il
cristiane si formarono in Palestina, si diffusero in area per controllarla e allontanarla. Con risvolti talvolta cruen- tue, canti tradizionali, creano un’atmosfera carica di sa- compito di tramandare i riti paraliturgici; i Cunfràdes Can-
greco-bizantina, giunsero nel contesto culturale franco- ti, come per i disciplinati (battuti o battenti) per cui l’auto- cralità e d’antico mistero. Strazianti, a volte sanguinolen- tores intonano i canti a quattro voci della tradizione latina
germanico e poi nella liturgia romana in periodo post-ca- flagellazione aveva lo scopo di espiazione dei peccati, ma te, alcune processioni nell’entroterra spagnolo, in Sicilia e (Stabat, Miserere, Ottava Trista) e sos gòsos (o gòccius o
rolingio. Solo nel 525 fu stabilito un tempo preciso per la anche quello pagano di ostentazione del coraggio. La in Calabria. Sebbene le celebrazioni liturgiche e paralitur- gòtzos), laudi religiose senza accompagnamento musica-
festività: tra il 22 marzo e il 25 aprile, la domenica succes- Chiesa vietò e regolamentò gli eccessi, affidando l’orga- giche della Settimana Santa seguano rituali definiti e simi- le. L’etimologia di gòsos conduce al castigliano gozos (go-
siva al primo plenilunio dopo l’equinozio di primavera, nizzazione delle funzioni paraliturgiche alle li dappertutto, in Spagna come in Italia ogni comunità ha le zar = godere, gioire): era uso in Spagna cantare le “gioie”
simbolico giorno di luce continua (la luna piena subentra Confraternite, associazioni laiche che avevano in origine il sue peculiarità di tempi e tradizioni. terrene e celesti di Maria, pratica che fu estesa alla lode di
al sole). Da allora la Settimana Santa è il tempo della ce- ruolo istituzionale di assistere, confortare e dare sepoltura Cristo e dei Santi. La maggior parte dei testi, anonimi e tra-
lebrazione della Passione e Resurrezione di Cristo. ai condannati a morte. La tradizione delle Confraternite, In Sardegna la ricorrenza pasquale è chiama- mandati oralmente, sono in sardo, altri in latino e spa-
Fin dalle origini del Cristianesimo, con no- delle processioni e del canto laudistico si estese ta Pasca manna (Pasqua grande) o Pasca ’e apri- gnolo. Durante sa Chida Santa hanno come tema
tevole impulso nel Medioevo ad opera a tutti i paesi cattolici dell’area mediterra- le. È la festa per antonomasia e la più coinvol- principale le sofferenze dell’Addolorata. Altri
degli ordini monastici, accanto alla nea. Nelle processioni confluivano la li- gente: ovunque sa Chida Santa (Settimana Confratelli suonano per le vie un tamburo o
preghiera ufficiale si sviluppò un pro- turgia ufficiale, riservata al clero, e le Santa) è vissuta con slancio mistico ma con la arrèulas, matràccas, rainèddas, reo-reo,
cesso di teatralizzazione della liturgia. pratiche devozionali, affidate alle Con- compostezza che distingue i sardi. Nonostan- taulìttas, strumenti in legno che producono
Si trattava di atti devozionali d’origine fraternite e alla creatività popolare. I te molti dei riti ancora oggi praticati non furo- rumori assordanti, con cui annunciano il pas-
colta: riempivano i momenti di vuoto della canti sacri, intonati dai Confratelli Can- no concepiti nell’isola, le sacre rappresenta- saggio delle processioni o l’inizio dei riti nei
liturgia ufficiale che concentrava i riti la matti- tori, risalgono in genere a un periodo tra il zioni s’innestarono su un substrato già ricco di ri- giorni in cui non possono suonare le campane.
na, lasciando liberi il pomeriggio e la sera. Queste forme XIII e il XV secolo. È un indizio che porta alcuni stu- tuali propri di culture ancestrali. Da cui, ad esempio, Anche questa tradizione ha simili espressioni in Spa-
di devozione paraliturgiche, sacre rappresentazioni mes- diosi ad individuare radici greco-ortodosse o aragonesi nei deriva l’usanza di esporre nelle chiese su Nènniri (o Nèn- gna dove si suonano corni, crepitacoli, raganelle o tamburi
se in scena oltre i muri della chiesa, avevano un impatto riti paraliturgici. Ma quali che siano le origini è indubbia nere), o quella de is allichirongius de Pasca (pulizie della battuti da centinaia di persone contemporaneamente. Uf-
maggiore sui fedeli rispetto alle prediche o alle formule una rimodulazione spagnolo-castigliana tra il XVII e il XVIII casa), eredità d’antichi riti di purificazione. Un riferimento ficialmente si vuole riprodurre il frastuono della flagella-
dogmatiche. Il popolo riusciva ad interiorizzare i riti, spes- secolo. Infatti l’odierna drammaturgia della Semana San- esplicito ai riti della Pasqua semita è rintracciabile nel no- zione o il trambusto che doveva esserci durante la salita di
so incomprensibili anche a causa dell’uso della lingua lati- ta di Madrid o Siviglia trova simili esempi nel Sud Italia, in me del Venerdì in sardo, Chenàpura (dal latino Coena Pu- Gesù al Calvario; ma è evidente il richiamo al fragore con
na, partecipando agli eventi della vita di Cristo come attore Sardegna, in Corsica. All’enfasi spagnola si deve l’accen- ra). Introdotto nell’isola dagli ebrei che giungevano dal- scopo apotropaico di rituali ancestrali come quelli del car-
e spettatore. Col tempo, all’interno delle rappresentazioni, tuata pateticità delle sacre rappresentazioni, l’iconografia l’Africa settentrionale, indicava un pasto durante il quale ci nevale. Intento simile ha il rito dei fucilieri, che celebrano
s’inserirono elementi estranei ai racconti evangelici e rie- della Vergine Addolorata o dei Sette Dolori, persino i co- si doveva astenere da alcuni cibi, proprio come per la Pe- con scariche assordanti l’incontro del Risorto con la Madre
mersero pratiche superstiziose e propiziatorie delle reli- stumi e la gestione delle Confraternite (Cofradías in spa- sàh-Hag hamatzot. I sardi chiamano così, ancora oggi, il la mattina di Pasqua. Con tempi e peculiarità che variano
gioni precristiane. Già durante le feste primaverili in onore gnolo). Durante la Settimana Santa mesti cortei di Confra- giorno in cui morì Gesù, durante il quale si deve praticare il in base alla tradizione locale, le rappresentazioni parali-
di Attis si rispettava il digiuno rituale e la sera si andava in telli con tuniche da penitenti di foggia spagnola e di vario digiuno rituale. La teatralizzazione dei riti cristiani giunse turgiche sono simili in tutti i paesi dell’isola.

8 _ i riti della settimana santa in sardegna i riti della settimana santa in sardegna _ 9
CALENDARIO DELLE CELEBRAZIONI
gni giorno della Settimana Santa la Chiesa rimembra un atto della vita di Gesù precedente la Pasqua; la liturgia uf-
O ficiale detta i ritmi alle celebrazioni e s’incrocia con le sacre rappresentazioni: un’unione che crea a volte un sor-
prendente sfasamento temporale degli eventi della Passione, segno della dimensione mitico-simbolica della Pasqua.

Domenica delle Palme: sei giorni prima della sua mor- Venerdì Santo: è la giornata più intensa e toccante. È un
te Gesù entrò a Gerusalemme: fu accolto da una folla fe- giorno aliturgico (privo della celebrazione eucaristica). Si
stante con palme e olivi in segno di benedizione. L’evento mettono in scena la velazione-svelazione della croce, le
è ricordato con una processione, durante la quale i fedeli processioni con le statue e il simulacro del Cristo morto.
portano rami di palma e olivo, e la lettura della Passione. Momento centrale della celebrazione in chiesa è l’adora-
zione della Croce, davanti alla quale i sacerdoti e i fedeli si
Riti paraliturgici: sas Prammas (mattina). inginocchiano o fanno un gesto di venerazione.
Lunedì e Martedì Santo: si rievocano gli atti di Gesù che Riti paraliturgici: Via Crucis, Processione del Cristo
si prepara alla Passione, in particolare la Preghiera del Morto e dell’Addolorata (mattina e pomeriggio), s’Iscra-
Getzèmani. vamentu (sera).
Riti paraliturgici: sos Misterios (pomeriggio e sera del Sabato Santo: è il giorno del silenzio e dell’attesa. Anti-
Lunedì, mattina e pomeriggio del Martedì). camente era segnato da un severo digiuno fino alla cele-
brazione della Veglia. Si medita la discesa agli inferi di Ge-
Mercoledì Santo: si rievocano la flagellazione e la coro-
sù per redimere e liberare i santi. Si slegano le campane e
nazione di spine.
la sera si celebra la Resurrezione con la Veglia Pasquale.
Riti paraliturgici: si preparano le celebrazioni del Triduo. Sul sagrato della chiesa si accende un falò, come si faceva
In alcune località s’inscena una processione con il simula- per i riti pagani, si benedice il fuoco da cui si accende il
cro della Madonna Addolorata. nuovo cero pasquale, simbolo del trionfo della luce di Cri-
Giovedì Santo: Con la Missa in Coena Domini (rievoca- sto sulle tenebre. Il sacerdote incide sul cero una croce,
l’Alfa, l’Omega e le cifre dell’anno in corso. Poi conficca nel
zione de L’ultima cena) si dà l’avvio al Triduo Pasquale. I
cero cinque grani di incenso a ricordo delle piaghe inflitte
temi sono l’istituzione dell’Eucaristia e il comandamento
a Gesù. Al termine della messa il sacerdote benedice l’ac-
dell’amore fraterno. Si mette in scena la lavanda dei pie-
qua del fonte battesimale spargendola ai quattro punti
di, la deposizione del Santissimo nel sepolcro (una cap-
cardinali, vi alita in forma di croce e infine immerge il cero
pella addobbata della chiesa) e si pratica l’adorazione eu-
nell’acqua.
caristica. Al termine delle celebrazioni si spogliano gli al-
tari. Sino al Sabato si rimuovono o si velano le croci in Riti paraliturgici: coincidono con la liturgia ufficiale. In
alcune zone il focolare di casa viene spento per essere
chiesa, si toglie l’acqua benedetta dalle pile. Le campane
riacceso con il fuoco benedetto.
vengono legate. I discepoli si privano della celebrazione
eucaristica fino alla veglia della Resurrezione. Domenica di Pasqua: è il giorno che celebra la Resurre-
Riti paraliturgici: su Lavabu, sos Sepurcros, sas Chircas, zione del Cristo.
s’Incravamentu (dal pomeriggio alla notte). Al posto delle Riti paraliturgici: s’Incontru (mattina). Per l’occasione
campane suonano matràccas e rainèddas. vengono confezionati pani decorati con uova.

10 _ i riti della settimana santa in sardegna i riti della settimana santa in sardegna _ 11
SAS PRAMMAS

on sono previste celebrazioni paraliturgiche per

N la Domenica delle Palme. I riti sono gestiti dai


sacerdoti seguendo la liturgia ufficiale. La tradi-
zione della processione con le palme e gli ulivi che ricorda
l’ingresso messianico di Gesù a Gerusalemme, fu messa
in scena fin dalle origini dai cristiani ebrei; fu poi introdot-
ta in Gallia e in Spagna, per giungere nella liturgia romana
solo nell’VIII secolo e diventare consuetudine liturgica
nell’XI. Anche in Sardegna le celebrazioni sono simili
ovunque, cambiano solo le pratiche d’intreccio de sas
Prammas per farne delle opere d’arte. La mattina si svol-
ge una processione oltre le mura della chiesa in un clima
festoso; al ritorno è tradizione bussare tre volte al portale
del tempio: la porta del Paradiso, chiusa alle spalle di
Adamo ed Eva dopo la loro cacciata, viene riaperta da Cri-
sto con il suo sacrificio. In chiesa palme e ulivi vengono
benedetti e poi bruciati: le ceneri saranno utilizzate nelle
celebrazioni del Mercoledì delle Ceneri dell’anno suc-
cessivo. I fedeli portano le palme e gli ulivi in casa e li con-
servano per un anno come segno di benedizione, attri-
buendo loro una funzione apotropaica. Lo stesso scopo
avevano alcuni ninnoli che si confezionavano in tutta la
Sardegna con foglie o legno di palma, e si portavano al
collo come panacea per tutti mali. A volte sas Prammas
vengono legate alla spalliera del letto, ai quadri dei santi o
alla porta d’ingresso della casa. I pescatori usano na-
sconderle all’interno della barca. In alcune località, come
Alghero, si svolgono processioni anche la sera, organiz-
zate dalle Confraternite.

12 _ i riti della settimana santa in sardegna i riti della settimana santa in sardegna _ 13
SOS MISTERIOS no: sette antiche statue lignee, portate in processione
dalla Confraternita del Santissimo Nome di Gesù, fanno
stone), alla sommità del quale vi è una croce d’argento. Il
corteo si ferma presso le chiese dove hanno sede le Con-
sosta in sette chiese per la meditazione sulla Passione. fraternite. L’ultima sosta è nella chiesa del Rosario: en-
trano il Crocifisso e l’Addolorata, i Cantori intonano lo
a pietà popolare fu stimolata in particolar modo Nieddu (il Cristo nero). Li Milteri vengono portati davanti BOSA (Martedì pomeriggio). La Confraternita della San- Stabat Mater o il Miserere e i fedeli si accostano per toc-

L dalle funzioni paraliturgiche dei Misteri dolorosi, di


chiara origine medioevale. Durante alcune accora-
te processioni – in risalto il colore rosso del sangue del
all’altare e i tre cori si dispongono per intonare Lu Mise-
rere, Lu Stabba, Lu Jesu. Quando sorge il sole comincia
la prucessioni: nell’ordine sfilano il Coro del Miserere
ta Croce gestisce le celebrazioni accompagnandole con
antichi gòsos. Sos Misterios vengono condotti dalla chie-
sa di Santa Croce alla Cattedrale lungo le stradine del
care e baciare le statue.

ALGHERO (Martedì sera). La Setmana Santa de l’Al-


Cristo flagellato – si mette in scena la Passione e morte di con lu cabbu de lu molti, poi sei Apoltuli incappucciati centro storico medioevale. guer è unica in Sardegna per l’origine catalana dei riti. Fin
Gesù. Sos Misterios sono oggetti-simbolo della sofferen- con Li Milteri: lu caligiu (il calice), la guanta, la caddena dal XVI secolo le sacre rappresentazioni sono organizzate
za del Cristo: il calice, il guanto (rappresenta gli schiaffi e l’acciotti (le corde), la culunna (la colonna), li disciplini SASSARI (Martedì pomeriggio). I Confratelli di Santa dai Jermans Blancs della Confraternita di Nostra Signo-
dei soldati), la corda, la catena, la frusta, la scala, la coro- (la frusta), la curona. Segue la pieddai e poi altri quattro Croce e dei Servi di Maria, del Santissimo Sacramento e ra della Misericordia. Indossano una tunica bianca con
na di spine e così via; in altre località sono statue condotte misteri - la crogi (la croce), la scala, lu malteddu e tina- dei Misteri gestiscono i riti. Indossano una tunica viola, mantellina e cordone ai fianchi, guanti bianchi, e portano
su sas andìas (portantine), rappresentanti scene della glia, la lancia e spugna - fino a un totale di 13 simboli. Il un fazzoletto all’egiziana e una cinta con un rosario. Al al collo lo stemma della Confraternita. Dalla chiesa di San
Passione, addobbate con tessuti ricamati; i catafalchi Coro dello Jesu con lu crucifissu chiude la proces- petto hanno un distintivo sul quale sono dipinti i segni Francesco conducono alcune antiche statue e 32 lampioni
e i carri sono colmi di candelabri, candele e fiori. sione che giunge fino al bastione del Castello. Li della Passione. Portano in processione sia simulacri li- fino alla Cattedrale di Santa Maria. I vicoli del centro stori-
Milteri rientrano alla chiesa di Santa Maria; li gnei del 1600 che oggetti-simbolo della Passione. Parto- co catalano sono illuminati da migliaia di farol, (fiaccole);
CASTELSARDO (Lunedì mattina e sera). I Cantori intonano l’attittu (antico lamento fu- no dal monastero delle Cappuccine di Santa Chiara, dove in testa al corteo un Confratello con una croce bianca, se-
membri della Confraternita di Santa Croce or- nebre), uno dei momenti più suggestivi della sono custodite le statue. Un Confratello suona un tambu- guito da altri Confratelli e Consorelle con vessilli e lam-
ganizzano gli eventi de Lu Lunissanti, ideato dai giornata. All’ora di pranzo, in un’atmosfera fe- ro all’esterno della chiesa per annunciare l’imminente pioni. I Misteri rappresentano Jesus engenollat (Gesù in-
benedettini nel XII secolo. Indossano l’abbiddu, tu- stosa, si svolge un banchetto intorno alla basilica. passaggio dei Misteri. L’atmosfera è allegra e chiassosa, ginocchiato), Jesus lligat a una colonna, Jesus encoronat
nica bianca con un cordone, e hanno il capo coperto da lu Al tramonto, nel centro storico, si snoda la processione con bambini vestiti da angeli o da Confratelli per scio- d’espines, Jesus amb a la creu (verso il Gòlgota), e l’Ad-
cappucciu. Sono suddivisi in Apoltuli e Cantori. I primi più attesa: le strade sono illuminate da lampade ad olio e gliere un voto. I fedeli portano candele con un paravento dolorata. Al termine della messa in Cattedrale vengono
hanno il cappuccio sempre abbassato sul viso e sono ad- da li Pabirotti, fiaccole rudimentali portate dalle Conso- colorato. In testa al corteo lu Pabarottu, un Confratello riportati nella chiesa di San Francesco. I fedeli si dirigono
detti al trasporto dei dieci Milteri. Dodici Cantori forma- relle; i canti polifonici rendono commovente l’atmosfera. con il cappuccio sul viso che porta una croce nera, e due verso la chiesa della Misericordia, sede della Confrater-
no tre cori che prendono il nome dal canto principale che Li Milteri vengono riportati nella chiesa di Santa Maria e ragazzi vestiti da Confratelli con lunghe candele su uno nita del Gonfalone, dove i Confratelli intonano i canti sa-
eseguono, e sono rappresentati da un oggetto-simbolo: il la giornata è chiusa da li Cantori con il De Profundis. La stelo di legno. Al loro fianco il suonatore di tamburo e il cri. In questa chiesa è custodito il San Christus, un prezio-
Coro del Miserere porta lu cabbu de lu molti (teschio), il notte i Confratelli partecipano a un sontuoso banchetto primo simulacro di Gesù nell’Orto. Seguono gli altri si- so simulacro ligneo spagnolo raffigurante il Crocifisso,
Coro dello Stabba la pieddai o Ecce Homo (busto del Cri- che si conclude con il canto collettivo del Te Deum. È il via mulacri fino a quello del Crocifisso, montato su un bal- oggetto di una profonda devozione; adagiato nel bressol,
sto), il Coro dello Jesu porta lu crucifissu. Le celebrazio- alle gare canore che durano fino all’alba. dacchino decorato con lentisco e fiori rossi. Chiude il cor- le sue ferite sono diamanti incastonati. Approdò ad Alghe-
ni iniziano all’alba presso la basilica medioevale di Santa teo l’Addolorata, con mantello e veste neri, sul petto con- ro nel 1606 in seguito al naufragio del galeone che lo tra-
Maria di Tergu, a pochi chilometri dal paese, dove si trova ORISTANO (Lunedì pomeriggio). Al rullare lugubre del ficcati sette pugnali. Li Andadori segnalano l’andatura, sportava in direzione di Alicante. La leggenda attribuisce
il più antico crocifisso ligneo della Sardegna: lu Criltu tamburo, is Misterios partono dalla chiesa di San Marti- le soste e le riprese della processione con lu rocciu (ba- il suo recupero proprio ai Jermans Blancs.

14 _ i riti della settimana santa in sardegna i riti della settimana santa in sardegna _ 15
CASTELSARDO

16 _ i riti della settimana santa in sardegna i riti della settimana santa in sardegna _ 17
18 _ i riti della settimana santa in sardegna i riti della settimana santa in sardegna _ 19
ORISTANO

20 _ i riti della settimana santa in sardegna i riti della settimana santa in sardegna _ 21
SASSARI

22 _ i riti della settimana santa in sardegna i riti della settimana santa in sardegna _ 23
24 _ i riti della settimana santa in sardegna i riti della settimana santa in sardegna _ 25
BOSA

26 _ i riti della settimana santa in sardegna i riti della settimana santa in sardegna _ 27
ALGHERO

28 _ i riti della settimana santa in sardegna i riti della settimana santa in sardegna _ 29
SU LAVABU SOS SEPURCROS

el pomeriggio, dopo l’omelia della Missa in Coe- l termine della Missa in Coena Domini, seppure vita del dio. Le donne piangevano la morte di Adone te-

N na Domini, ha luogo la lavanda dei piedi. Non vi


sono pratiche paraliturgiche specifiche, poiché
la messa in scena in ricordo dell’evento narrato nei Van-
A non sia stata ancora celebrata ufficialmente la
morte di Gesù, si svolgono gli antichi riti della de-
posizione e dell’adorazione dei Sepolcri..Il Santissimo
nendo in mano i vasi di piante appassite, poi ne rovescia-
vano il contenuto nei fiumi e nelle sorgenti per consenti-
re la sua rinascita. Il rito fu forse perpetuato dalla Chie-

geli è prerogativa della liturgia ufficiale. Nella prassi Sacramento (le ostie avanzate dall’ultima celebrazione sa Bizantina, che ebbe un grande influsso in Sardegna,

orientale era usanza offrire acqua all’ospite perché si la- eucaristica) viene portato processionalmente dal Taber- ed è praticato ancora oggi anche presso le comunità cri-

vasse i piedi impolverati dal viaggio. Al termine della Cena nacolo al luogo della deposizione, una cappella che rap- stiane greco-ortodosse. In Sardegna nell’allestimento de

Pasquale Gesù s’inginocchiò per lavare i piedi agli Apo- presenterà il Sepolcro del Cristo (Sepurcru in sardo): vi sos Sepurcros si manifesta il sentimento religioso più in-

stoli. Fin dalle origini l’atto si prestò molto bene alla tea- si svolgerà un’adorazione protratta ma senza parti- timo. La memoria dei giardini di Adone si tramandò

tralizzazione poiché Gesù stesso ne richiese la reiterazio- colari solennità. In un clima di mistico raccogli- con su Nènniri o Nènnere: consiste in un piat-

ne ai suoi discepoli: “Affinché come ho fatto io, facciate mento, spesso all’ombra del simulacro del- to con terra e bambagia, preparato all’inizio

anche voi”. La tradizione liturgica, di cui si hanno le prime l’Addolorata, sos Sepurcros vengono ad- della Quaresima, tenuta sempre bagnata

testimonianze del V secolo, proviene così dalla Chiesa di dobbati in maniera sobria ed essenziale, in un luogo caldo e buio, in genere, sotto il

Gerusalemme, dove veniva inteso come atto simbolico, con erbe e arbusti, fiori e chicchi di grano letto. Tradizionalmente si utilizza il grano,

provocatorio ed esemplare, che esprimeva il mandatum germogliati al buio a costituire dei veri e misto a semi di lino e orzo. Lasciati al buio,

di Cristo. Il gesto fu accentuato nella tradizione monastica propri “giardini”, simbolo cristiano della Re- i grani germogliano in un fitto fogliame, reso

in riferimento all’accoglienza degli ospiti. Entrò nella li- surrezione. Ma proprio in relazione al paramen- pallido dalla mancanza dell’azione clorofilliana.

turgia romana verso il VII secolo, quando assunse il signi- to de sos Sepurcros del Cristo la pietà popolare fece Il vaso con su Nènniri è posto su sos Sepurcros del

ficato di un atto di umiltà: lavare i piedi è la metafora di un riemergere pratiche devozionali in cui si rivela, una volta Cristo il Giovedì Santo. I germogli, una volta rinsecchiti,

umile e pratico amore verso il prossimo. È questa la lezio- di più, lo stretto legame fra le celebrazioni pasquali cri- vengono bruciati per non essere profanati. In tempi anti-

ne del Giovedì Santo. La messa in scena è prerogativa del stiane e i rituali agrari ancestrali. I sepolcri ornati da fio- chi li si conservava con cura e li si utilizzava per is affu-

sacerdote, che si porta davanti ai dodici Apostoli, imper- ri ed erbe rappresentano probabilmente la memoria dei mèntus (fumigazioni), toccasana per tutti i mali. A Ca-

sonati dai membri della Confraternita o dai chierichetti, “giardini di Adone”, dio della vegetazione che nasce in gliari is Nènniri veniva regalato a parenti e amici come

versa l’acqua sui loro piedi e li asciuga. Durante il rito si primavera e muore al solstizio d’estate (24 giugno), gior- augurio di fecondità e serenità, e veniva esposto al centro

cantano alcune antifone e talvolta dei gòsos. Dopo il rito in no in cui la Chiesa Cristiana celebra la festa di San Gio- del tavolo su cui si consumava il pranzo di Pasqua. Altro-

alcuni paesi si svolge sa Suchena, cena a base di pesce, vanni. Il culto di Adone era celebrato in Grecia e in Asia ve il grano de su Nènniri veniva seminato a fine maggio e

erbe non condite e dolcetti fritti, cui possono partecipare Minore e consisteva nella realizzazione dei “giardini”, raccolto il giorno di San Giovanni per sfruttare i poteri

solo i Confratelli. Il pasto viene consumato in religioso si- vasi pieni di germogli di cereali e ortaggi che crescevano magici che aveva acquisito con la seminagione fino al

lenzio, rotto alla fine solo dal canto del Miserere. e appassivano molto velocemente, metafora della breve solstizio estivo.

30 _ i riti della settimana santa in sardegna i riti della settimana santa in sardegna _ 31
32 _ i riti della settimana santa in sardegna
OROSEI

34 _ i riti della settimana santa in sardegna i riti della settimana santa in sardegna _ 35
SAS CHIRCAS

a morte di Gesù, secondo i Vangeli, avvenne il Ve- San Michele e viene condotto in altre sette chiese dove

L nerdì pomeriggio. Ma sos Sepurcros vengono alle-


stiti il Giovedì sera: i fedeli profittarono del mo-
mento di silenzio e attesa conseguente all’adorazione del
sono stati allestiti i Sepolcri. Al corteo prendono parte
molti bambini vestiti con la divisa dei Confratelli o da an-
gioletti. Un Confratello con il cappuccio sul viso dà una
Sepolcro lasciato dalla liturgia ufficiale, provando a im- cadenza funebre al corteo percuotendo un tamburo. Se-
maginare con quale angoscia i parenti di Gesù vissero gli guono le Consorelle del Santissimo Sacramento, il si-
istanti immediatamente successivi alla sua mulacro dell’Addolorata e i fedeli. La statua
morte. Ci si immagina che Maria abbia di- viene portata in chiesa dai Confratelli con il
speratamente cercato il figlio, e per ri- cappuccio abbassato sul viso e si adora il
membrare questa ricerca le Confraternite Sepolcro. Dopo l’ultima sosta presso la
conducono il simulacro dell’Addolorata in chiesa di San Francesco il corteo fa ritorno
una processione chiamata de sas Chircas. nella chiesa di San Michele.
Si fa visita a sos Sepurcros allestiti in set-
te chiese, anche in memoria dei dolori sof- BORTIGALI (Venerdì mattina). Tre Cun-
ferti da Gesù in diversi luoghi (Orto degli fràrias organizzano le processioni. Sos
Ulivi, case di Caifa, Pilato, Erode e sul Cal- Cunfrades de Santa Rughe indossano una
vario). Le campane sono legate ma s’into- tunica bianca, quelli de Sas Animas portano
nano sos gòsos, suonano cupi i tamburi e tuniche bianche con mantellina rossa,
sas matràccas. L’Addolorata, seguita dai mentre quelli de Su Rosariu indossano tu-
fedeli, entra in chiesa dove si pratica l’ado- niche bianche con mantellina nera. In se-
razione del sepolcro. gno di lutto tutti si coprono il capo con un velo
bianco. Di primo mattino il sacerdote riunisce i Confratelli
IGLESIAS (Giovedì sera). L’organizzazione del rito è af- nella chiesa parrocchiale, da dove parte la processione de
fidata alla Confraternita del Sacro Monte di Pietà. I sas Chircas: sa Cunfrària de Sas Animas conduce il simu-
Confratelli, chiamati is Baballòtis (insetti) a causa del lacro di Maria Maddalena, quella de Su Rosariu l’Addolo-
loro abbigliamento, indossano una tunica bianca di coto- rata e sa Cunfrària de Santa Rughe il Cristo che porta la
ne con una fascia di raso nero ai fianchi, un cappuccio a croce. All’armonia de sos gòsos del coro de su Concurdu, i
punta calato sul viso e guanti neri. Subito dopo il tra- fedeli rendono visita ai sepolcri allestiti la sera preceden-
monto il simulacro dell’Addolorata parte dalla chiesa di te nelle varie chiese del paese.

36 _ i riti della settimana santa in sardegna i riti della settimana santa in sardegna
IGLESIAS

38 _ i riti della settimana santa in sardegna


BORTIGALI

40 _ i riti della settimana santa in sardegna i riti della settimana santa in sardegna _ 41
42 _ i riti della settimana santa in sardegna i riti della settimana santa in sardegna _ 43
S’INCRAVAMENTU

on la processione de sas Chircas Cristo viene cer- due grandi scale. Seguono il baldacchino, le Consorelle, il

C cato e trovato; così si può inscenare la tragica rap-


presentazione de s’Incravamentu (crocifissione).
Rito di una struggente malinconia, che ancora sa suscita-
coro che canta il Miserere e il simulacro del San Cristus.
Chiude il corteo il sacerdote con la corona di spine e i fede-
li. In Cattedrale si mette in scena l’arborement, l’inalbe-
re profondi sentimenti di compassione, l’inchiodamento ramento della croce sulla quale è stato infisso il simula-
del Cristo alla croce è praticato in tutti i paesi con poche cro del Cristo. La croce (vera creu) viene fissata a una
varianti. È reso agevole dall’utilizzo di simulacri snodabili struttura simile al centro dell’altare (creu falsa); il Con-
che rendono più realistica la messa in scena. In genere si fratello che sta a sinistra della croce scende dalla scala,
tratta di opere realizzate tra la fine del ’700 ed i primi del- prende la corona di spine avvolta in un panno bianco e ri-
l’800 da scultori specializzati. Il Cristo viene innalzato sale per poggiarla sul capo del Cristo. I Confratelli si
con fasce o lenzuola bianche e inchiodato. La uniscono in preghiera mentre i fedeli si avvi-
croce è inalberata dai Confratelli, anco- cinano a baciare la base della croce.
randola a un foro praticato di solito al
centro dell’altare maggiore. Regna SANTULUSSURGIU (Giovedì not-
un’atmosfera di raccoglimento, a me- te). Quattro antiche Cunfràrias cura-
ditare l’assurdità del dolore del mondo. no i riti paraliturgici. Il repertorio di
I tempi della drammatizzazione sono dila- canti sacri, eseguiti in latino e sardo dal
tati da gesti lenti e dai canti tradizionali; tutto è coro a quattro voci de su Cuncordu ’e su Rosa-
appeso al filo del tempo e si rimane in silenzio quasi per il riu, è un prezioso patrimonio culturale e spirituale del
timore di spezzarlo. La cerimonia talvolta è commentata paese. Dopo la processione de sas criccas un altro corteo
in limba da un predicatore capace di suscitare profonda parte dalla chiesa di su Cunventu (Santa Maria degli An-
commozione fra i fedeli. I canti del Miserere e dello Sta- geli) con la croce e il Cristo. Su Cuncordu canta durante il
bat Mater, eseguiti dai Confratelli Cantori, risuonano per tragitto. S’Incravamentu è messo in scena nella chiesa
le vie e fra le pareti delle antiche chiese. parrocchiale con l’utilizzo de sas cotzas (corde e cunei di
legno) e iscalas de arrambu (scale). Il coro esegue il ver-
ALGHERO (Giovedì notte). Dopo la processione de las setto del Miserere longu (lungo), così chiamato per la sua
cerques, dalla chiesa della Misericordia parte la Via Cru- durata. La sacra rappresentazione termina con una strofa
cis che conduce un grande Crocifisso in Cattedrale. Apro- de sa Novena, che nella tradizione canora di Santu Lus-
no il corteo una croce bianca con i lampioni e i vessilli e surgiu sostituisce lo Stabat Mater in latino.

44 _ i riti della settimana santa in sardegna


ALGHERO

46 _ i riti della settimana santa in sardegna i riti della settimana santa in sardegna _ 47
SANTULUSSURGIU

48 _ i riti della settimana santa in sardegna i riti della settimana santa in sardegna _ 49
AIDOMAGGIORE

50 _ i riti della settimana santa in sardegna i riti della settimana santa in sardegna _ 51
SA CHENAPURA SANTA VILLACIDRO (Venerdì mattina). Protagoniste dei riti
sono le Confraternite delle Anime del Purgatorio, del
ta. In Basilica il penitente è sgravato della croce, che vie-
ne poi issata al centro dell’altare. A questo punto un altro
Rosario, di Sant’Efisio martire. Al mattino si mette in corteo solenne, con le Confraternite che recano il proprio
scena una peculiare Via Crucis, in cui il protagonista è su simulacro-simbolo, conduce sa rughe con il Cristo mor-
e celebrazioni paraliturgiche del Venerdì Santo so- no dalla chiesa di San Giovanni in direzione della Catte- Momotti, un penitente che trasporta una pesante croce di to, ricoperto da su velu (sudario), dal Convento alla Basi-

L no intense e articolate. Le sacre rappresentazioni


corrispondono alla Via Crucis, celebrazione chiave
della Quaresima. Si ricorda il cammino di Gesù con la
drale dove, secondo un patto tra la Confraternita e il clero,
deve giungere prima delle tre del pomeriggio, ora in cui
hanno inizio le celebrazioni della morte di Gesù. Altri-
legno per sciogliere un voto: indossa un abito nero con
cappuccio sul viso e percorre in silenzio le vie del centro.
Giunto alla chiesa parrocchiale è sgravato della croce,
lica. Con un sistema di corde sa rughe e sa contrarughe,
identiche per forma e misure, vengono unite a formare
un’unica croce e innalzate insieme. In serata il Cristo de-
croce in spalla fino al luogo in cui fu crocifisso, detto in menti il Crocifisso diventerà di proprietà del clero. Nella sulla quale viene inchiodato il Cristo. Su Momotti portava posto viene riportato nella chiesa del Convento.
ebraico Gòlgota, in latino Calvario (“luogo del teschio”). chiesa di San Giovanni la Priora e sei Consorelle tolgono il la croce anche durante la processione serale del Cristo
Concepita dalla Chiesa di Gerusalemme, la Via Crucis in- velo al Crocifisso; altre sette donne, per sciogliere un vo- morto che si svolgeva dopo su Scravamentu, e si conclu- IGLESIAS (Venerdì mattina e sera). L’Arciconfraternita
vita alla meditazione con quattordici stazioni; al- to, lo prendono in consegna e resteranno aggrap- deva nell’Oratorio delle Anime con l’allestimento del Sacro Monte di Pietà organizza due cortei. La
cune, come le tre cadute, l’incontro con Maria pate al baldacchino per tutta la processione. del Sepolcro. mattina la Processione del Monte muove dalla
e con la Veronica, non corrispondono ad Per primi sfilano sei ragazzi con i due sten- chiesa di San Michele a quella delle Grazie; è
eventi narrati dai Vangeli, ma sono frutto dardi della Confraternita; i penitenti porta- CUGLIERI (Venerdì mattina). Organizza- guidata da is Baballòttis con is farittas; se-
della fantasia popolare. Una variante coin- no una croce nera con una stola bianca. Poi no i riti cinque Cunfràrias: di Santa Croce, guono i bambini vestiti come Confratelli con
volgente della Via Crucis, di provenienza sfilano le Consorelle, il Crocifisso e i Canto- dell’Addolorata, del Rosario, del Carme- piccole croci di legno, il suonatore di tambu-
iberica, è la Processione del Cristo morto: ri; il corteo è chiuso dall’Addolorata, dal sa- lo, di San Giovanni. Momenti di grande ro, le Consorelle del Santissimo Sacramen-
si mette in scena una sorta di funerale di cerdote, dal Presidente e dal Primo Guar- emozione sono offerti da su Cuncordu che to, il Cristo e l’Addolorata. La processione
Cristo con due cortei in contemporanea, uno diano della Confraternita, che portano is va- accompagna il dramma sacro con i canti del della sera, chiamata del Descenso (deposizio-
con il Cristo, l’altra con l’Addolorata, che s’in- rittas, bastoni di comando con lo stemma dei Miserere e dello Stabat Mater. Le funzioni ne), è quella più attesa. Il protagonista è un Cri-
contrano in chiesa. Padri Trinitari, fondatori della Confraternita. I rit- iniziano al mattino con s’Ingravamentu presso sto del XII secolo, adagiato su sa lettèra (lettiga).
mi lenti della processione sono gestiti dal Sacrista Mag- la chiesa delle Grazie: il Cristo è appeso a sa rughe mai- Due fanciulli, con abiti di foggia orientale e carichi di pre-
CAGLIARI (Venerdì mattina e pomeriggio). Organizzano giore, cadenzati dal battito del tamburo e dagli intermezzi stra ed esposto all’adorazione dei fedeli. Fra di essi vi è ziosi monili, rappresentano San Giovanni e la Maddalena.
i riti le Confraternite della Solitudine e del Santissimo dei Cantori. Le Consorelle pregano incessantemente, i un penitente che per grazia ricevuta emula Gesù portan- Due Confratelli, is faroni o faraoni (dallo spagnolo “varo-
Crocifisso, che mettono in scena due imponenti Proces- Confratelli e i fedeli procedono in silenzio. Una volta giun- do in spalla la nera e pesante contrarughe (contro croce) nes”=nobili) impersonano Giuseppe d’Arimatèa e Nicode-
sioni del Cristo morto nei vicoli dell’antico borgo di Villa- ti in Cattedrale il Crocifisso è affidato al clero; l’indomani durante una peculiare Via Crucis. A metà mattina, indos- mo: indossano una tunica celeste con mantello marrone e
nova. I Confratelli indossano tuniche bianche col cappuc- l’Arciconfraternita ricondurrà il Cristo deposto a San Gio- sando l’abito della Confraternita dell’Addolorata, con un portano un cappello cilindrico; stringono fra le mani mar-
cio, una fusciacca in vita e una croce sul petto; le Conso- vanni. La processione affidata alla Confraternita del San- cuscino rosso per alleviare il carico de sa contrarughe, il tello e tenaglie che serviranno per liberare Gesù dalla
relle portano abiti neri con scialle, un velo sul viso, guanti tissimo Crocifisso si svolge nel pomeriggio: un crocifisso penitente si avvia in silenzio lungo i ripidi viottoli del pae- croce. Due servus portano le scale. Chiudono il Cristo,
bianchi, candele e rosari; fra i Cantori è importante la pre- ritenuto miracoloso viene portato dalla chiesa di San Gia- se fino alla Basilica. È accompagnato dai Confratelli e da l’Addolorata, il sacerdote e i penitenti con una croce nera. I
senza delle voci bianche. La prima processione è gestita como a quella di San Lucifero, dove verrà custodito fino al donne che recano in mano un lume: dovranno deporlo ai personaggi partecipavano a su Scravamentu che si svol-
dalla Confraternita della Solitudine: parte a mezzogior- pomeriggio del Sabato Santo. piedi dell’altare, prima che sa contrarughe sia inalbera- geva anticamente in Cattedrale.

52 _ i riti della settimana santa in sardegna i riti della settimana santa in sardegna _ 53
CAGLIARI

54 _ i riti della settimana santa in sardegna i riti della settimana santa in sardegna _ 55
56 _ i riti della settimana santa in sardegna i riti della settimana santa in sardegna _ 57
i riti della settimana santa in sardegna _ 59
60 _ i riti della settimana santa in sardegna i riti della settimana santa in sardegna
VILLACIDRO

62 _ i riti della settimana santa in sardegna i riti della settimana santa in sardegna _ 63
CUGLIERI

64 _ i riti della settimana santa in sardegna i riti della settimana santa in sardegna _ 65
66 _ i riti della settimana santa in sardegna i riti della settimana santa in sardegna _ 67
68 _ i riti della settimana santa in sardegna i riti della settimana santa in sardegna _ 69
70 _ i riti della settimana santa in sardegna i riti della settimana santa in sardegna _ 71
IGLESIAS

72 _ i riti della settimana santa in sardegna i riti della settimana santa in sardegna _ 73
i riti della settimana santa in sardegna _ 75

74 _ i riti della settimana santa in sardegna


S’ISCRAVAMENTU

a deposizione del Cristo dalla croce è uno dei più sentano alla Vergine. Per un attimo il Cristo rimane appe-

L antichi riti paraliturgici. In alcune località è cele-


brato il Venerdì mattina, ma nella maggior parte
dei casi il Venerdì sera, con modalità e personaggi simili
so, sostenuto solo dal sudario, poi termina la drammatica
discesa fra le braccia dei Confratelli. I Cantori intonano il
Miserere e il Cristo, riposto in su brassolu ornato di fiori e
ovunque. I cori rendono emozionante l’atmosfera di pro- ricoperto da su velu, è condotto con sa processione de
fondo cordoglio: sembra quasi che un uomo abbia cessato s’interru (dell’interramento) al sepolcro. Un Confratello
per davvero di respirare. Anche la Madonna assiste al veglia fino all’alba in attesa della Resurrezione.
dramma accanto all’altare come viva, ma paralizzata dal
dolore. In genere il rito inizia con una processione. Due CASTELSARDO (Venerdì pomeriggio). Durante la pro-
Confratelli impersonano Nicodemo e Giuseppe d’Arima- cessione che segue alla deposizione, i Cantori intonano il
tèa (sos Giudeos o Discipulos): su due fuèntes (vassoi) re- Miserere fugghi fugghiendi, il cui nome viene dal fatto
cano martello e tenaglie e una striscia di che il percorso verso la chiesa di Santa Ma-
lino bianco che useranno per de- ria è coperto quasi di corsa: questo
porre Gesù dalla croce. Nel com- perché, secondo i Vangeli, Gesù
pito talvolta saranno aiutati da dovette essere sepolto in tutta
Confratelli che impersonano San fretta prima della Parascève (vigilia
Giovanni e Maria Maddalena o da bambini del Sabato della Pasqua ebraica), quando
vestiti da anghelos (angeli). Altri Confratelli trasportano nessun tipo di attività poteva essere svolta. A Santa Maria i
sa lettèra o brassolu (feretro) nella quale verrà deposto il fedeli s’accalcano intorno alla lettiga per impossessarsi
Cristo morto, altri ancora le scale. Inizia il cerimoniale de d’un fiore e portarlo a casa come segno di benedizione.
s’Iscravamentu (lett. schiodamento). Sull’altare maggio-
re è allestito un palco con una grande croce; il profondo si- SARULE (Venerdì sera). Sotto il pulpito è allestito s’arre-
lenzio è rotto solo dagli ordini meticolosi in limba del sa- taulu (palco). Giuseppe d’Arimatèa e Nicodemo conse-
cerdote. Nicodemo e Giuseppe d’Arimatèa salgono lenti le gnano i chiodi a sos anghelos, che li baciano e li mostrano
scale; tolgono la corona di spine dal capo del Cristo, la ai fedeli. Maria Maddalena riceve su un piatto d’argento la
mostrano al popolo, discendono le scale e la depongono ai corona di spine, la mostra ai fedeli, la consegna all’Addo-
piedi o sul capo della Madonna. Fanno passare il panno di lorata. Il Cristo morto è accompagnato al sepolcro nella
lino fra le braccia e la nuca del Crocifisso, tolgono i chiodi, chiesa di Sant’Antioco, al canto de su prantu ’e Maria (il
li mostrano al popolo, li depongono sul vassoio e li pre- pianto di Maria). Il rito è chiuso dal canto de su Perdonu.

76 _ i riti della settimana santa in sardegna i riti della settimana santa in sardegna _ 77
CASTELSARDO
CUGLIERI

80 _ i riti della settimana santa in sardegna i riti della settimana santa in sardegna _ 81
SARULE

82 _ i riti della settimana santa in sardegna i riti della settimana santa in sardegna _ 83
SCANO MONTIFERRO

84 _ i riti della settimana santa in sardegna i riti della settimana santa in sardegna _ 85
S’INCONTRU

iorno d’immensa gioia intima ma soprattutto co- la Quaresima poiché ricordavano i pugni dei soldati roma-

G munitaria. Le campane, finalmente slegate, suo-


nano a festa. La notte la Madonna Addolorata di-
smette gli abiti del lutto per andare incontro al figlio risor-
ni al Cristo. In Sardegna, così come in Italia, in Corsica e in
Spagna, la tradizione pasquale dell’uovo è stata traman-
data dalle donne, che durante sa Chida Santa preparano i
to (su Sarbadore), vestito solo d’un drappo rosso in vita. dolci e su pane ’e Pasca con splendide decorazioni. Il pane
La pietà popolare ha voluto esprimere la gioia della Re- più ricco, con fogge antropomorfe (Pitzinna de obu o Pip-
surrrezione nella processione de s’Incontru (dallo spa- pia de ou = bambina) o zoomorfe (uccellino o agnellino),
gnolo encuentro). Il rito si svolge in tutti i centri del- era destinato ai bambini; dentro ci si metteva un uo-
l’isola: due cortei gestiti da diverse Confraterni- vo e lo si cuoceva nel forno a legna.
te, uno con Maria e l’altro con Gesù, partono da
due chiese diverse e s’incontrano in un punto OROSEI. Bianche le tuniche e candide le ro-
prestabilito. È un tripudio di mani che si se. Sos Cunfràdes de sa Cunfrària de Santa
stringono, di visi esultanti, di colori, fiori e Ruche escono dall’oratorio con il Risorto in
canti. I fucilieri sparano in alto per scacciare spalla in un tripudio di fiori. Sos Cunfràdes de
lontano i dèmoni, mentre il corteo si avvia in su Rosariu conducono la Madonna ad incon-
chiesa. È un incontro anche della comunità che trare il figlio. Appena i due gruppi s’intravedono
dimentica per un momento i problemi e i rancori. ecco le prime scariche dei fucilieri. Quando i simu-
Anticamente i due cortei erano condotti separatamen- lacri sono vicini viene tolto il velo alla Madonna: sos gòt-
te dagli uomini che portavano il Cristo e dalle donne con la zos de s’incontru de su Concurdu irrompono alti nel cielo,
Vergine. Mentre le campane suonavano il Gloria, si anda- incantato dal suono pieno delle campane.
va di casa in casa battendo alle porte e alle finestre per
scacciare gli spiriti maligni. La Domenica di Resurrezione OLIENA. Dalla chiesa di San Francesco esce il Cristo
era chiamata anche Pasqua d’Uovo, perché la si festeg- portato dai giovani in costume, coi meravigliosi corpetti
giava donando uova sode colorate e benedette in chiesa. rosso e viola; dalla chiesa di Santa Maria esce la Madonna
Una tradizione che ha origini antiche. Già gli Egizi si scam- avvolta in un velo stellato e carica d’ori votivi; è attorniata
biavano uova durante i riti di primavera come simboli di dalle donne con sos muccadores (fazzoletti) ricamati con
fecondità ed eternità. Nei paesi di religione ortodossa si mille fiori, concepiti, chissà, per sa Pasca ’e aprile. Quan-
posavano uova presso il sepolcro come simbolo di resur- do Madre e Figlio s’incontrano s’inchinano tre volte ed è
rezione; in ogni caso era proibito mangiare uova durante un tripudio di spari e voci al grido di “Vivu est Deus”.

86 _ i riti della settimana santa in sardegna i riti della settimana santa in sardegna _ 87
OROSEI

88 _ i riti della settimana santa in sardegna i riti della settimana santa in sardegna _ 89
i riti della settimana santa in sardegna _ 91
OLIENA

92 _ i riti della settimana santa in sardegna i riti della settimana santa in sardegna _ 93
94 _ i riti della settimana santa in sardegna i riti della settimana santa in sardegna _ 95
05 i riti della
settimana santa

08 calendario
delle celebrazioni

10 sas prammas

12 sos misterios

28 su lavabu

29 sos sepurcros
indice
34 sas chircas

42 s’incravamentu

50 sa chenapura santa

70 s’iscravamentu

84 s’incontru

96 _ i riti della settimana santa in sardegna i riti della settimana santa in sardegna _ 97

Potrebbero piacerti anche