I calendari sono prodotti culturali che nella loro articolazione esprimono esigenze di tipo politico,
sociale e religioso inscindibilmente connesse sia alle scadenze stagionali e allorganizzazione delle
attivit economiche, che alla valenza sacra attribuita ai diversi momenti critici dei cicli produttivi. Per
questi motivi i calendari cerimoniali possono contenere pi cerimonie che presentano elementi
riferibili al rinnovamento.
1.6. CALENDARI CERIMONIALI ANTICHI
Calendario greco: l'anno era suddiviso in due stagioni quella cattiva e quella buona. Tuttavia,
dallo studio dei riti legati ai lavori campestri e ai cicli vegetali emerge un articolazione in tre
stagioni: le Tesmoforie per Demetra durante la semina, le Antesterie per Dioniso durante la
fioritura e le Targhelie in primavera inoltrata, con offerte primiziali a Apollo e Artemide. Per
quanto riguarda le Tesmoforie, la presenza a tali celebrazioni era riservata esclusivamente alle
donne sposate, che alloggiavano in capanne accomodate con i legni del bosco. Durante il rito
aveva luogo una
processione di fiaccole. Il primo giorno di festa era inteso come di lutto e si osservava il
digiuno, mentre la notte aveva luogo una festa con canti e balli. La cerimonia si concludeva
con il recupero dei resti dei maialini precedentemente gettati vivi in una fossa con riproduzioni
di organi sessuali, serpenti e rami di pino. Parte di questi resti veniva poi mescolato con le
granaglie destinate alla semina. Il fine era quello di propiziare la fertilit sia degli uomini che
dei campi.
Calendario celtico: si articola in due stagioni: la calda e la fredda, a loro volta suddivise in altri
periodi scanditi da diverse celebrazioni. In particolare Imbolc i primi di febbraio (in relazione al
l'allattamento dei nuovi nati del gregge), Beltaine, i primi di maggio (per l'inizio della stagione
dei pascoli, caratterizzata dall'accensione di fuochi e dal passaggio sulle braci di questi da
parte del bestiame a scopo purificatorio), Lughnasad tra luglio e agosto (per favorire la
maturazione delle messi), Samuin i primi di novembre (che creava un collegamento tra cicli
pastorali e vegetali, in quanto celebrava la semina e il ritorno delle greggi alle stalle dopo il
periodo del pascolo) che segnava la fine di un anno e l'inizio di uno nuovo.
Calendario egiziano: le principali feste a carattere agrario erano strettamente collegate alle
piene del Nilo. Al termine della mietitura veniva celebrata la festa in onore di Horus (dio della
fertilit), mentre nel periodo della semina veniva celebrata la Khoiak, che consisteva in una
sintesi tra culti funebri e agrari: lo scopo era quello di mettere in relazione i cicli di vita umana
e vegetale, basandosi sullanalogia tra la vicenda del seme e quella del defunto.
Calendario mesopotamico: veniva celebrata una feste allinizio della primavera e una allinizio
dellautunno. LAkitu (festa primaverile) era la festa pi importante e poteva essere celebrata
solo in presenza del sovrano.
Calendario anatolico: lanno era diviso in buona e cattiva stagione. Le celebrazioni principali si
svolgevano in primavera e autunno, in relazione alle fasi principali dei lavori agricoli e
pastorali. La festa del Purulli era la festa di capodanno, da celebrare in presenza del sovrano.
Con tale festa veniva ricordata la mitica sconfitta del serpante Iluyanka da parte del dio
Teshup. A tale scopo veniva riprodotta ritualmente una battaglia tra due gruppi, uno con armi
di bronzo e uno con armi di canna. Il gruppo vincente (quello con le armi di bronzo) prendeva
un prigioniero che veniva sacrificato al dio.
Calendario iraniano: era segnato da due grandi celebrazioni quella primaverile di Nauruz e
quella autunnale di Mhrjan. La prima, in particolare, celebrava la creazione del mondo e
delluomo e richiedeva la presenza del re. Nel giorno della celebrazione il sovrano doveva dare
dimostrazione del suo contatto con gli dei, eseguendo riti volti a risvegliare la natura e a
suscitare la fertilit universale.
Calendario israelita: si articolava intorno alla festa della Pasqua, in corrispondenza del periodo
di raccolta dellorzo, la Pentecoste e la Festa dei Tabernacoli, in prossimit della vendemmia.
2. San
A Sant'Angelo Muxaro: durante i festeggiamenti viene offerto in dono u cannistru. La sua fase
di preparazione inizia di solito il mercoled. costituito da quattro assi di legno e ferro
incastrati su una piccola vara, la struttura viene poi rivestita di fronde di agrumi e asparagi
selvatici. Infine, vengono posti, all'esterno dei quattro assi, aranci e limoni, mentre sulla vara,
offerte alimentari.
A Ribera: (vedi straula da feste dell'alloro).
2.6. IL PANE
Lelemento costante delle tavole di S. Giuseppe il pane (plasticamente lavorato). Le tavolate
vengono preparate da chi ha fatto voto al santo. Accanto a queste vengono anche allestiti gli altari. I
personaggi che prendono parte alla mensa
(generalmente tre che impersonano la sacra famiglia), mangiano quanto vogliono e alla fine viene
dato loro un pane ognuno.
La roba che resta viene poi distribuita a parenti e amici.
- Ad Alimena: il santo celebrato con una cena e con la processione del simulacro. La cena ha
luogo, generalmente, la mattina dei 19, ma anche nel corso della settimana precedente. La
tavola accoglie svariati cibi e nel luogo dove viene imbandita deve essere allestito anche un
altare per il santo. Il santo viene ulteriormente celebrato la prima domenica di maggio con la
processione del fercolo.
- A Leonforte: il 19 marzo, poco prima di mezzogiorno, la sacra famiglia si riunisce presso
lartaru. Il bambino che raffigura Ges sale su una sedia posta in modo da dominare laltare e,
alzate tre dita, recita per tre volte consecutive u dittu, benedicendo i presenti e segnandosi la
croce sul petto. Si procede con la lavanda dei piedi. La padrona di casa lava il piede destro di
Ges con del vino, lo asciuga con un panno bianco e lo bacia. Al bambino, poi, si avvicinano
Maria, Giuseppe e gli altri commensali e si chinano anche loro a baciargli il piede. A
ciascuno di loro viene consegnato un fagotto contenente una cuddura (pane a ciambella), una
lattuga, un finocchio e dolciumi. Segue il pasto. Quanto rimane viene distribuito tra parenti e
vicinato. La sera ha luogo la processione del simulacro di S. Giuseppe.
- A Santa Croce Camerina: si celebra la domenica pi vicina al 19 marzo. In questo giorno i tre
componenti della sacra famiglia, insieme alle famiglie offerenti si recano in chiesa per la
benedizione. Dopo tornano verso casa, dove avr luogo la celebrazione. Il sacerdote benedice
anche la tavola imbandita e dopo viene servito il pasto. Quando i santi assaggiano da ciascun
piatto, questi si ritirano portando con loro il cibo avanzato.
connessione tra bambini, poveri, morti e consumi alimentari tipici della festa di San Giuseppe, si
rende ncora pi esplicita nella celebrazione della Commemorazione dei Defunti che coincide con la
semina del frumento. Tra le forme assunte dai pani rituali, quelle spiraliformi hanno particolare
importanza.
VEDI APPUNTI (significato spirale, portelli di Castelluccio, cuddura, consumo cibo con i propri morti)
2.13. OSSERVAZIONI
Le Antesterie sono feste del ritorno: della primavera, di Dioniso, dei morti. Il caotico necessario
momento di rifondazione del cosmos naturale e sociale che vede sospese le norme della vita
quotidiana. I temi che hanno maggiormente suscitato lattenzione degli studiosi, riguardano la
triplice valenza delle Antesterie come festa dei bambini, festa dei morti e occasione del
matrimonio sacro (per propiziare la fecondit vegetale e animale).
scopo di riportarlo allinterno della citt. Questo era proprio uno dei temi fondamentali dellAkitu:
celebrare il ritorno del dio in citt dopo un periodo di assenza forzata, per questo si connota come
una vera e propria festa di rifondazione del tempo e dello spazio, una festa di capodanno. Altro
teatro delle celebrazioni era il tempio-torre dedicato a Marduk, dinanzi al quale due gruppi di
figuranti inscenavano il combattimento tra Marduk e Tiamat, il mostro marino dalle cui spoglio il dio
avrebbe creato il cosmo. Durante il terzo giorno venivano realizzate delle statue di legno (che
rappresentavano delle presenze demoniache), che durante la sesta giornata sarebbero state
decapitate e bruciate. Il quarto giorno si apriva con una preghiera a Marduk, mentre a sera aveva
luogo lEnuma elis. Il quinto giorno il tempio veniva pulito e contemporaneamente aveva luogo il
sacrificio di un montone, la cui carcassa veniva portata al fiume e gettata nelle acque. Pi tardi,
presso il tempio urbano aveva luogo il rito dellumiliazione del re da parte del sacerdote principale.
Veniva poi consumato il sacro matrimonio tra il re e una sacerdotessa. Con tale unione veniva
propiziata la fertilit dei campi, del bestiame e delluomo.
pellegrinaggio e la processione. Il ramo di alloro rappresenta il legame tra il fedele e il santo. [LE
FESTE DI SAN SILVESTRO A TROINA, IL PELLEGRINAGGIO DEI RAMARA vedi Feste dellalloro]
4.5 OSSERVAZIONI
Le analogie riscontrate tra le feste dellalloro dei Nebrodi sono tali da far supporre un antico sostrato
culturale comune, il cui pi immediato referente storico ravvisabile nelle Dafneforie greche.
James Frazer, nel suo saggio the golden bough descrive ampiamente la classificazione e
linterpretazione delle feste del fuoco in Europa. Rimane molto colpito dalla somiglianza delle
diverse celebrazioni, anche se queste sono distanti tra loro sia fisicamente che
temporalmente. Questo (secondo lui) dovuto al fatto che il fuoco considerato, ovunque e in
ogni tempo, promotore della crescita e del benessere, sia stimolandoli che allontanando
eventuali pericoli. Quello che ha condotto lo studioso ad affermare ci la teoria solare (che
vede il fuoco come una forza creatrice, che sostiene lo sviluppo di tutto ci che produce
salute) e quella purificatrice (che vede il fuoco come una forma di distruzione, che consuma
tutti gli elementi nocivi).
Van Gennep opera una differenziazione a seconda della ragione per cui i fuochi vengono
accesi. Individua, infatti, fuochi accesi in occasione di feste cicliche; fuochi accesi in
determinati giorni dellanni; fuochi accesi in connessione con le scadenze dei lavori agricoli;
fuochi accesi in occasione di avvenimenti particolari (nascita di un figlio); fuochi accesi come
accompagnamento a una festa solenne. Per quanto riguarda i fuochi agrari, questi sono
suddivisi ulteriormente in fuochi dei pastori e fuochi dei contadini. In entrambi i casi, il fuoco
pi che un valore profilattico ha un valore simbolico perch applicato soltanto a parte del
campo o del bestiame. Dallesame di Van Gennep si costituiscono due teorie: quella
profilattica, che fa riferimento allidea che il fuoco purifica, e quella cronologica, che
attribuisce al fuoco periodico una forza speciale solo in virt della sua scadenza calendariale.
Il metodo proppiano esclude lo studio isolato di singole feste e tende a individuare elementi
tra loro simili allinterno dellintero ciclo cerimoniale annuale. Da questo si pu ricavare che
gran parte delle feste possono essere ricondotte a poche fondamentali esigenze, quali la
fertilit della terra e la fecondit di animali e uomini. Secondo Propp i riti agrari sono
accomunati dalla funzione propiziatrice di una buona annata e dal voler influire sui cicli
produttivi.
Dallo studio di Cuisenier sulla cerimonia del foc viu, emerge la valenza magica-purificatrice del
fuoco. Laccensione del fuoco il primo atto da compiere al momento di costituire un ovile al
fine di stabilire la natura circostante come territorio abitato da essere umani (per cui le forze
del male non devono avvicinarsi). La cerimonia consiste, quindi, in una pratica magica che ha
la finalit di proteggere animali e uomini dagli spiriti del male.
Lanalisi fatta da Cacopardo sul calendario cerimoniale dei Kalasha e della festa del solstizio
dinverno, porta a vedere questultima come una vera e propria festa di capodanno. Liter
cerimoniale prevede una processione di torce nella parte preliminare, e laccensione di un fal
nella giornata centrale. Ci che colpisce Cacopardo che allinterno della celebrazione il fuoco
assume diverse funzioni: strumentale, espressiva, comunicatrice, ecc. Vengono cos distinti i
fuochi strumentali (che comportano una trasformazione del mondo fisico) e espressivi (che
dicono qualcosa sullo stato della realt). Questi ultimi possono avere funzione comunicativa
(fuochi che annunciano la festa), benefattrice (fuochi purificatori e profilattici) e ludica. Il limite
di questa teoria sta nel fatto che alcune celebrazioni ignee sono in decadenza o, addirittura,
scomparse (questo a causa delle nuove condizioni sociali). Tuttavia, negli ultimi decenni si
manifestato un particolare interesse per la cultura tradizionale, spesso in relazione a progetti
di promozione turistica.
SS. Crocifisso a Bilci: il 3 maggio accorrono numerosi pellegrini per ringraziare il Cristo del suo
miracoloso intervento a favore di mali del corpo e dello spirito. A questo proposito al santuario
vengono recati pani votivi raffiguranti parti del corpo, che sono successivamente benedetti e
distribuiti tra i fedeli. Dopo la distribuzione si avvia una breve processione del Crocifisso
intorno al santuario.
Cosa simile accadeva per la festa di S. Alessandro a Barrafranca: anche questa festa ha luogo
il 3 maggio e anche in questo caso vengono recati in dono al Santo pani votivi. In questo caso
il collegamento della festa con i cicli del grano reso evidente da un fatto che accadeva fino a
non molto tempo fa: la statua del santo era ornata da mazzi di grano e veniva fatta correre
in alcune zone di campagna, ai lati dei campi seminati. Questo rituale propiziava la buona
riuscita del raccolto.
S. Calogero a Caltavuturo: viene festeggiato il 18 giugno (periodo della mietitura). In questa
occasione venivano confezionati pani votivi raffiguranti parti del corpo guarite per
intercessione del Santo, che venivano poi distribuiti ai fedeli. Oggi lofferta del pane viene
anticipata al sabato precedente la festa, quando avviene la Sagra del pane. I pani raccolti
vengono poi benedetti e alla fine della funzione distribuiti tra i fedeli.