Vita del periodo: maggioranza in contesto rurale → ritmi di vita scanditi da rapporto
con natura; case di legno e paglia e recinti; incolto come risorsa alternativa per
caccia → colto e incolto parti inscindibili di un’unica realtà economica.
Gerarchia sociale ed economica dal regime di proprietà della terra → organizzazione:
sistema curtense → riorganizzazione e razionalizzazione. Due modalità: gestione
diretta=dominico → presenza di servi praebendari (schiavitù domestica perché
strettamente dipendenti dal signore), gestione indiretta=massaricio → coloni,
livellari, massari → sia servi che liberi → concessione delle terre con un contratto che
prevedeva pagamento di un canone e corvées.
Decadimento piccola e media proprietà e Sempre più divario fra poveri e ricchi →
critica della chiesa (Oddone abate di Cluny → vita di Geraldo, che si preoccupò in vita
di gestire cristianamente i possedimenti che aveva ereditato.).
Signori creavano guerriglia /disordine e poi offrivano protezione → contadini liberi
rinunciavano a proprietà per necessità econimiche e per stato di insicurezza e di
pressione signorile MA poi cadevano in stato ancora peggiore → declassamento di
molti per ascesa di pochi (instabilità sociale)
Processi fra signori e contadini (vedi esempio di Trento, 845) → ricorso al potere
regio per dimostrare che il loro status sociale non era quello di servi (pur prestando
servizio al padrone) ma di uomini liberi → tentativo dei signori fondiari di estendere
diritti sulle persone dichiarando servi gli uomini e servili le loro prestazioni d’opera
VS tentativo dei contadini di rivendicare il loro stato di uomini liberi
Carattere fondamentale: contrapposizione fra poveri (non solo servi) e potenti →
stato di debolezza giuridica nei confronti dei potenti che vogliono opprimere i deboli
→ protezione del re, che si occupa di amministrare la giustizia.
Tipi di servi:
Consumi → anche i ricchi non possedevano beni non necessari, limitata disponibilità
di beni di lusso indica complessiva povertà della società
Regime alimentare → differenza ricchi e poveri (pane bianco vs nero)più che altro
dettata dalla quantità di scorte, non dalla qualità del cibo; ma comunque i poveri si
cibavano di pesce/carne (dopo no)
QUINDI nel VI-IX c’era condizione di complessivo sottosviluppo, mobilità sociale
verso declassamento, carestie ed epidemie anche isolate (vedi Roma-->680, Napoli--
>721, Pistoia-->805).
Ceti mercantili fanno fortuna investendo nel contado; i signori rurali fanno l'opposto,
trasferendosi in città e guadagnando ingenti ricchezze nonchè iniziando a far parte
del governo cittadino.
Sperimentazione agraria:
1)perdita di distinzione fra dominico e massaricio
2)riduzione spazi incolti di uso comune
3)sparizione della frammentazione in mansi
4) alleggerimento prestazioni d’opera → signori rinunciano a corvees in cambio di
pagamento in denaro.
Libertà dei servi: in Italia vengono liberati dai Comuni, che trattano con i signori la
libertà, per volontà di controllo della città sui territori, soprattutto dal punto di vista
fiscale.
Ma l'acquisizione della libertà dei contadini voleva dire anche doversi preoccupare
personalmente delle proprie esigenze materiali, dovendosi mantenere da soli ed
inoltre pagare le tasse al comune.
Peste 1347-50: evento importante, per alcuni è un elemento periodizzante (Fine del
Medioevo, inizio dell'età Moderna); chiude il periodo di sviluppo partito dal Mille ma
in realtà è solo apice di decadenza già in corso:
famiglie contadine si erano impoverite progressivamente → contratti sempre più
penalizzanti; crescente richiesta dei cereali in città → cerealicoltura → squilibri nelle
disponibilità alimentari in campagna e mancanza di granaglie anche nel Sud Italia.
La Peste nera accelerò fenomeni già in atto es. clima che provocava carestie, che
causavano aumento prezzi ed epidemie.
In Europa vi era un raccolto insufficiente ogni tre anni ed una carestia generalizzata
ogni dieci anni!!!!
1339-40 difficilissimi perché non c’era cibo → unico modo per sopravvivere di
contadini è emigrare verso la città.
Peste → muore fra un quarto ed un terzo della popolazione europea→ situazione di
caos, spopolamento di moltissimi villaggi.
Crescita controllo da parte dei ceti cittadini → economia di mercato aveva reso la
campagna subordinata alle logiche economiche del ceto dirigente → ci sono rivolte in
Fiandre, Francia (Jacquerie, 1358) e Inghilterra (1381).
In Italia le rivolte riescono a essere contenute in realtà locali dei comuni, mentre in
Meridione episodi di violenza e brigantaggio --> Federico II aveva attuato una politica
agraria che favoriva l'esportazione, a scapito dei contadini che vivevano in condizioni
più difficili: una reazione possibile del contadino poteva essere abbandonare la
propria dimora.
Città romane con la crisi dell' impero persero importanza, ma comunque ci fu una
sorta di continuità della città come convergenza di vita politica e sociale (es. si
fondarono nuove città).
C’era ruralizzazione della società ma non sparirono le città e non ci fu mai netta
separazione fra campagna e città. Presenti diversi ceti sociali, sia poteri laici che
ecclesiastici (ci sono anche tensioni a Cremona fra vescovo e mercanti per quanto
riguarda i diritti sui dazi del Po).
In alcune città i negotiatores mostrarono interesse per un commercio interregionale
→ fervore edilizio legato alla committenza di re o vescovi, anche se furono costruite
strutture di bassa qualità.
Presenza poveri in città molto diminuita rispetto ad impero es. Milano dice che dà
loro accoglienza e aiuto. Comunque in periodi di bisogno i disperati si riversavano lì.
Gallia merovingia i poveri ricevevano attenzione dalla Chiesa → matricula dei poveri--
>elenco dei poveri che dovevano essere assistiti e struttura destinata ad accoglierli.
Poi queste strutture decadono per la corruzione e per la creazione dei monasteri →
meno aiuto per i poveri in città, forse perché è diminuito il loro numero.
Città governate dai vescovi che era difensore e custode → protettore dei deboli e
poveri, riassumendo nella sua persona cariche civili e religiose--> spesso era
l'imperatore a legittimare il governo del vescovo (vedi le concessioni di Ottone I ai
vescovi di Genova e Parma).
In alcuni casi (Cremona, Verona) ci fu anche scontro fra comunità e vescovo.
Realtà sociali ed economiche complesse → nascita Comuni: in alcuni, inizialmente il
vescovo e i consoli collaboravano.
Massimo sviluppo delle città: cresce numero abitanti, economia complessa, attività
manifatturiere e finanziarie → maggiore articolazione sociale → emergono nuovi
gruppi familiari da attività mercantile o prestito denaro.
Manodopera sia locale ma anche richiesta dai dintorni: quando c’è abbondanza di
manodopera bisogna accettare le condizioni imposte da committente.--> bassa
capacità contrattuale e precarietà lavorativa.--> retribuzione a giornata.
C’è anche mondo di “lavoro nascosto” di donne, bambini o persone che vivono a
margini di società e si spostano da città a città (vagabondi che lavorano all’occasione)
→ si unificano marginalizzati con criminali.
Crescita urbanistica per aggiunta di nuovi borghi che si formano fuori dalle mura da
nuovi immigrati → disordinata. I comuni cercano di avere politica di insediamenti
Povertà più diffusa: per Villani, nel 1330 a Firenze su 100000 abitanti, 17000 sono
poveri che ricorrono all'elemosina--> principalmente si trattava di poveri
congiunturali, che hanno dimora stabile e attività lavorativa ma vivevano ai limiti
della povertà.
Carestie e epidemie diventano elementi fisiologici → si arresta lo sviluppo, la
popolazione diminuisce → si creano spazi vuoti in città, non solo ai margini ma anche
al centro della città.
Libro del Biadaiolo: Domenico Lenzi registra i prezzi del grano a Firenze dal 1320-
1335, che si alzano/abbassano, dando molta importanza alla carestia del 1329 ed alla
cacciata poveri da Siena
Anonimo romano: gente che vende beni per mangiare → c’è chi si impoverisce e chi si
arricchisce.
Nel lungo periodo effetti positivi: rigenerazione della popolazione, aumento nascite.
Sconvolgimenti sociali → si creano grandi patrimoni per eredità → ostentazione lusso,
ma anche le classi più povere avevano benessere(seppur temporaneo).
Già i padri della chiesa avevano definito i principi generali della dottrina sulla
povertà: uguaglianza tra ricco e povero, dovere dell’elemosina, diritto dei poveri ad
uso dei beni della Chiesa.
Parere di altri ecclesiasti:
1) Cesario vescovo di Arles (470-543) → tutti devono donare, anche chi non ha niente
deve dare almeno acqua/tempo/conoscenze.
Ricco ha obblighi nei confronti dei poveri, è responsabile. Però no ridistribuzione
ricchezze per evitare la povertà → i poveri servono ai ricchi per salvarsi quindi
devono continuare ad esistere.
Povertà volontaria (pauperes Christi) per avvicinarsi a Dio, ma non devono rinunciare
a totalmente ai loro beni: devono avere cibo e vestiti sufficienti → vita umile e
misurata, non miserabile.
Dedito ai poveri → raccoglieva beni per i bisognosi e per liberare i prigionieri
Regola di Benedetto: parla più che altro del comportamento dei monaci (c’è obbligo
di assistere i poveri attraverso la carità, ma viene sottolineato solo alla fine). Monaco
Secoli VI-VIII: ampia diffusione monachesimo → adottano più o meno tutti la regola di
Benedetto
Una nuova idea di povertà: pauperes cum Petro, pauperes cum Lazaro
Povertà considerata un valore dalla Chiesa perché mezzo di avvicinamento a Dio, nel
Basso Medioevo è ancora più trattata in quanto più diffusa.
Conversione alla povertà--> richiamo a Chiesa delle origini, gruppi laici che
cercavano un’altra via rispetto alla carriera ecclesiastica o al monastero → nuove
forme di vita comunitaria che la Chiesa non riusciva a regolamentare, alcune vennero
approvate (francescani, domenicani) altre condannate, alcune furono esperienze
effimere e non si istituzionalizzarono, altre nuove forme di religiosità delle opere
(ospedali, confraternite)
1)Innocenzo III (1161-1216) scrive Libellus de eleemosyna in cui indica quali sono le
modalità corrette per fare carità (=amore verso Dio e verso il prossimo) → elemosina
=azioni con cui si soccorrono i bisognosi, atto motivato dalla carità cristiana: deve
alleviare le sofferenze dei poveri ma non sovvertire ordine sociale, fatto per ottenere
la salvezza eterna.
• Brano del Vangelo di Matteo → sette opere di misericordia corporale (dare da
mangiare, bere, vestire, alloggiare i pellegrini, visitare gli infermi e i carcerati,
seppellire i morti) → diventano molto diffuse/rappresentate come
insegnamento.
• Elemosina più importante di digiuno e preghiera → religiosità attiva.
Poveri più importanti per i ricchi che viceversa perché così i ricchi acquistano
la vita eterna → dà senso a presenza dei poveri in società, che hanno la
funzione di pregare per i loro benefattori.
• Le opere di misericordia possono essere uno strumento di perdono, se guidate
da un sentimento di carità.
• 4 modalità da rispettare per l’elemosina: causa (carità), fine (beatitudine),
modo (con gioia), ordine (secondo le regole=segretezza).
• indicazione delle priorità, distinguendo fra chi deve essere aiutato e chi no:
prima i propri familiari e la propria comunità, poi i buoni
• ciò che è stato rubato non può esser frutto di carità.
2)Pietro di Blois (1135-1204) → contro gli ecclesiastici che non aiutano i poveri
perché finiranno all’inferno (vedi il vescovo di Lisieux Rodolfo), paura della miseria
collettiva anche dovuto al periodo (povertà economica largamente diffusa).
Elenca sei opere di misericordia, non sette.
2)Bono Giamboni → battaglia fra vizi e virtù → povertà legata a peccati di coloro che
fanno cattivo uso di propria ricchezza, auspica ridistribuzione dei beni ai poveri →
novità
5)Raymond Llul → esempio del mercante che coinvolge tutta la comunità → bene
comuni deve identificarsi con corretto sviluppo della cosa pubblica.
Alto Medioevo culto dei santi in devozioni locali (non c’era ancora canonizzazione) in
persone che sembravano avere rapporto privilegiato con Dio. Martiri, confessori poi
vescovi, monaci, il culto si risvegliava dopo inventio del corpo/reliquie → memoria
santificante posteriore → testi agiografici dei santi
1)San Martino (326-397)--> importante per attenzione alla povertà (episodio della
cessione del mantello al povero) e passaggio da paganesimo a cristianesimo (era
soldato romano)-> santo patrono dei Franchi.
XII-XIII rinnovato interesse di autorità ecclesiastiche per culto dei santi → procedure
di beatificazione e santificazione, c’è modo di accettare santi laici (prima stile di vita
con famiglia e lavoro era considerato imperfetto per eccessivi legami con carnalità)--
> processo di canonizzazione definito.
Sviluppo di modello di santità legato a personaggi di estrazione sociale “media” come
artigiani o commercianti. Santità che inizia come culto locale, fino a diventare patroni
della città → stretto legame con le vicende cittadine e società.
2)Raimondo Zanfogni(1140-1200) sposato con 5 figli che muoiono, poi muore anche
moglie → fa pellegrinaggi e poi tornò a Piacenza e si dedicò a cura dei poveri e malati
→ ospedale centro della sua vita caritatevole.
Papa Simplicio (468-83) → decretale su uso dei beni che la Chiesa riceveva in dono
Gelasio I (492-96) → destinare un quarto di risorse all' assistenza dei poveri
Concilio di Tours 567 impose ai preti di città e campagne di aiutare i bisognosi per
mantenere l’ordine e evitare vagabondaggi.
Usarono anche la “scusa” che i possedimenti della Chiesa erano “beni dei poveri” per
evitare che i laici se ne impossessassero.--> necatores pauperes
Carolingi → continuità di idea del re come difensore dei poveri, soprattutto molto
legati alla Chiesa:
A loro volta autorità ecclesiastiche controllano attività dei sovrani es. Incmaro
condannava comportamento Carlomanno → volontà di controllo da parte della Chiesa
su autorità civili per quanto riguarda i poveri.
Dibattito sulla natura giuridica degli ospedali (in relazione alla raccolta della decima
nel 1349, per finanziare una campagna contro i Turchi) → distinzione fra beni dei
poveri (=ospedali) e beni della Chiesa: si arriva perciò a negare la stessa natura
ecclesiastica degli ospedali.
Nel Duecento presa del potere nei Comuni da parte del Popolo → progetto politico
nuovo che coinvolge strati più ampi della popolazione → necessità che sforzi rivolti
verso il bene comune quindi c’è maggiore interessamento per gestione delle
emergenze sociali → Comuni rivendicavano un proprio ruolo in attività assistenziali.
Siena → 1296 interesse nei confronti di ospedale di Monna Agnese e della Casa della
Misericordia → protezione da parte degli ufficiali pubblici, ma comunque c’è una lite
nel 1309 fra ministro e comune, che cercava di prendere possesso dei libri contabili.
Mentre in Italia meridionale l'amministrazione degli ospedali era già affidata ai laici
senza problemi con autorità ecclesiastiche locali.
Attenzione delle autorità politiche cittadine per ospedali grazie a ricerca del bene
comune es. Allegoria del Buon Governo con (Fede e Speranza, e sopra Carità).
Le autorità devono intervenire a favore dei poveri per questioni di ordine sociale,
infatti distribuiscono anche beni/cibo (politica annonaria).
Tutti questi enti sono conferma della pluralità di approcci per aiutare i bisognosi,
anche se le funzioni si confondono → due modelli principali: distribuzione aiuto e
accoglienza.
La rete di ospizi si espande sul territorio lungo le direttrici viarie: sono formalmente
sotto controllo di chiese o monasteri, ma in realtà erano lontani → posizione di
dipendenza ma realtà a sé stanti → tendenza a creare strutture separate
Dipendenze del monastero di Bobbio → elenco dei sette xenodochia e della capacità
produttiva, del numero di livellari e del numero di poveri che possono
sfamare/aiutare--> si ricorre spesso al numero simbolico di 12 poveri (=apostoli).
Interessante notare come in alcuni casi i livellari non siano tenuti alla prestazione di
corvees--> quadro complessivo molto variegato, che prevede anche fondazioni laiche
derivanti da autorizzazione regia--> domus Montis Cenisii, istituita da Ludovico il Pio.
Dopo un po’ il termine hospitale soppianta quello di xenodochium.
Dal XI secolo segni di novità in rete assistenziale per nuove esigenze dovute ad
accelerazione sviluppo demografico ed economico. Povertà urbana diffusa sempre
più→ nascita ospedali per iniziative spontanee.
Es Ariberto fonda il monastero di San Dionigi e vuole che ci sia al suo interno un
ospedale (ma già a Milano era cosa diffusa).
Ma c’è anche iniziativa laica → es. San Simpliciano fondato da laici, i coniugi Della
Pila e doveva essere amministrato da boni homines → gli ospedali tendevano ad
assumere una propria identità, anche istituzionale.
Dal XI secolo città si arricchiscono di nuove fondazioni, infatti aumenta anche numero
di bisognosi perché c’è pericolo di declassamento sociale.
Ci sono ospedali e confraternite che aiutano i poveri e si rapportano in modi vari con
ambiente vescovile/monastico e comunale.
Dalla fine del Duecento gli ospedali sono percepiti come elemento necessario e
diventano anche motivo d’orgoglio civico, anche se sono luogo di sofferenza e
sacrifici.--> vedi le citazioni di Bonvesin della Riva nelle sue lodi di Milano.
Ospedali: accolgono poveri, variano molto l’uno dall’altro, ma sono utili anche a fedeli
perché consentono di svolgere opere di carità con la raccolta di elemosine. Modo
migliore di fare carità agli ospedali (vedi Bonvesin della Riva)→ non si devono
soccorrere i poveri direttamente → soluzione dei problemi dei poveri passa da azione
del singolo a comunità.
Cambiamenti dal XII secolo in cui fratres e sorores servivano direttamente poveri e
malati a XIV secolo: laici e religiosi più occupati nella gestione che nella cura diretta
per cui c’era personale stipendiato.
XVsecolo: sistemi di amministrazione complessi per cui c’era personale retribuito. La
cura medica diventa attività preponderante ed unica.
Milano ospedale di Brolo → sia laici che davano cure ai malati sia laici che
amministravano → due differenti concezioni di carità: impegno personale VS capacità
organizzativa. Confratelli voleva dire più il secondo caso → risorse economiche e non
scelta di vita → azione caritativa come raccolta e distribuzione del denaro. Quindi
fare parte di una confraternita dava sicurezza e non si aveva obbligo di operare in
prima persona per i bisognosi.
Povertà laboriosa
povertà laboriosa è la situazione di persone che hanno vita “normale” (hanno dei
beni, un lavoro) ma sono in situazione precaria → rischio costante di cadere in
povertà per ristrettezza economica o mancanza di protezione. Due situazioni:
- Condizione salariata urbana del Basso Medioevo → in crescita tra XIII e XIV, difficile
capire se è povertà strutturale o congiunturale (dovuta a carestie ed epidemie),
comunque la povertà in città è presente anche fra artigiani e salariati, non solo
vagabondi e mendicanti.
Dovuta anche al diffondersi di uso del denaro: molti non hanno risorse necessarie per
tutte le spese quotidiane per le quali bisogna per forza passare dal mercato, inoltre
c'erano obblighi fiscali QUINDI ci sono gruppi di persone che pur praticando un
lavoro non hanno entrate sufficienti (ci sono molti lavori diversi). Lavoratori hanno
condizione economica incerta → lavoro o poco continuo o continuo ma privo di
libertà. In generale profonda incertezza anche perché non c’erano tutele → molta
mobilità sociale sia di ascesa che di declassamento.
Tutela → confraternite o corporazioni (per artigiani), niente per salariati (al massimo
distribuzione di elemosine).--> chiusura delle corporazioni nel Trecento.
I poveri dovevano spesso ricorrere a prestito di denaro che poi avrebbe potuto
portare a totale povertà. Prestito ad usura condannato dalla Chiesa → molto diffuso,
esercizio pubblico, altissimo interesse (fra il 20/40 % annuo)--> diventa possibile
rimediare con la confessione, riuscendo a scontare un soggiorno dell'anima in
Purgatorio.
Cambiamento della figura dell'apprendista→ diventa un semplice salariato; le
corporazioni impediscono la formazione di associazioni di piccoli artigiani → poveri
completamente senza tutele (ad esempio se stanno male perdono il lavoro e vanno in
povertà/vengono declassati socialmente). Infatti paura non era solo diventare
indigenti ma anche di venire privati di stile di vita dignitoso a causa del
declassamento.
Mendicanti e vagabondi sono una costante sin dall’inizio del medioevo → Agostino
dice che molti chiedono aiuto. Ma comunque non sono visti di buon occhio per
ostentazione dei loro bisogni: non si vergognano di chiedere aiuto, anche se è loro
necessità, e si diffonde il sospetto che molti siano falsi mendicanti.--> presenza
molesta, tenuta a distanza!! In pochi casi la condizione di mendicante è frutto di una
scelta--> caso di San Sigiranno, che vive una vita di quotidiana miseria.
Es. Nella prima regola di San Francesco (Regola non bullata)c’era l' esortazione nel
vivere tra i poveri senza vergogna; ma poi nella regula bullata approvata nel 1223
non c’è → mendicare è visto come una vergogna, soprattutto per i declassati, ma
anche per i poveri volontari → deve essere regolamentata la questua.
Povertà vergognosa
Nell'alto Medioevo c’è atteggiamento selettivo nei confronti dei poveri → non i più
bisognosi ma più meritevoli sono i vergognosi = turbamento e ritrosia nel chiedere,
motivo di disonore.
Presente sia nei primi cristiani che nella tradizione classica (Seneca, usanza di dare
un dono di nascosto; San Nicola dona tre monete d'oro ad un aristocratico decaduto,
padre di tre figlie avviate alla prostituzione.).
Persone impoverite che per non disonorare il loro ceto non vogliono manifestare il
loro stato di necessità → atteggiamento di vergogna dovrebbe essere comune a tutti i
poveri ma si trova solo nei ceti più elevati → povero vergognoso=aristocratico
impoverito.
Tommaso d’Aquino → bisogna tenere conto dei precedenti costumi di colui che viene
aiutato, perché può essere nobile. Diritto di essere aiutato ma anche di riservatezza e
vergogna per perdita delle ricchezze → si prova verecundia perché l' opinione
comune considera negativamente la povertà.
Carestia del 1095 → l'abate del monastero di San Martino fa opere di carità e
miracoli.
Rodolfo il Glabro 1031-33 uomini senza cibo che mangiavano addirittura la carne
umana → sono topoi letterari, mancanza di cibo che porta alla disperazione (si cibano
di alimenti non commestibili).
1267-77 cronista genovese dice che il prezzo del grano aumenta tantissimo: alla
carestia segue l'epidemia→ persone cominciano a vagabondare e si rifugiano a
Genova che cerca di aiutarli
Due aspetti importanti
1) vagabondare di masse di persone in cerca di cibo
2) reazione di autorità comunali → può essere di accoglienza o di cacciata (es.
Firenze vs Siena)
Anonimo Romano 1335-1338 Bologna → presenza di poveri vergognosi che non
vivono normalmente in stato di bisogno, ma non sono in grado di reggere alle crisi
(poveri congiunturali). In concomitanza con la crisi c’erano però anche più gesti di
carità.
Movimento inverso città- campagna--> esempio del massaro che mette a disposizione
le sue terre e le sue fave.
Povertà malata
Si poteva finire in ospedale, ma non era sempre cosa positiva → vuol dire stato di
povertà
Idea che i malati non dovessero essere abbandonati (Umberto di Romans)-->bisogna
aiutarli ad accettare le loro sofferenze ed aiutare a convertirli.
Negli ospedali i malati erano anche curati dai medici oltre che a livello materiale
(elemosine) → si punta a guarigione.
Negli statuti ospedalieri prendono piede le indicazioni che riguardano la cura dei
malati ricoverati:
ad esempio, in quello di Santa Maria della Scala(Siena)--> organizzazione strutture di
accoglienza, gestione beni fondiari, elemosine, doveri religiosi dei ricoverati;
a partire dal 1318, nel nuovo statuto invece vien lasciato ampio spazio ai dettagli
della cura medica--> modalità di preparazione dei cibi/medicine, necessità di medici
stipendiati, questioni igieniche.
Lebbra → dal XI secolo sempre più isolati dal contesto sociale → aderiscono a
comunità religiose di San Lazzaro, rinunciando ai propri beni per una vita di castità,
Il parto è momento di forte rischio sia per la madre che per il bambino, soprattutto in
condizioni igieniche disagiate e per chi partoriva fuori dal matrimonio → gli ospedali
si occupavano in gran parte di far partorire le povere, c’erano anche confraternite e
case di accoglienza.
Vedove--> spesso categoria protetta con elemosine e tutela giudiziaria, infatti era
una situazione di estrema incertezza. Infatti le donne dovevano badare alla casa,
crescere i figli, ma anche fare altri lavori (quindi non è che senza marito non ci
fossero più soldi, ma rischio).
Possibilità delle vedove → elemosina, monasteri, ospedali oppure confraternite
(testimonianza di numerose donne che vi aderivano come tutela).
Gruppi di donne religiose: aggregazioni spontanee con scelta di appoggiarsi
vicendevolmente e vivere in povertà, vivevano in stato di marginalità (ridosso le
mura) in stile eremitico/abbandono del mondo MA comunque estranee a ordini
religiosi--> vita regularis sine regula.
Stato di bisogno poteva condurre anche a prostituzione
Storia di Marcuccia → vedova che sta con uomo che poi si sposa e le lascia una dote
che lei dà ad altre ragazze bisognose.
Riguardata → conosce uomo dissoluto che le fa lasciare marito e poi la costringe a
prostituirsi
BAMBINI:
ci sono molte testimonianze di cure amorevoli verso i bambini (vs luogo comune che
nel medioevo sono trattati con incuria) → cura e attenzione ad educazione--> Dhuoda
Condizione orfani: oltre ad alta mortalità infantile c’era anche rischio di perdere i
genitori → potevano essere aiutati da parenti e vicini o da istituzioni ecclesiastiche o
civili, ma ci sono anche molti soprusi e inganni.
Però spesso c’era alta mortalità → i bambini non sopravvivevano molto: ad esempio, a
Firenze, solo un terzo di essi compiva 5 anni.
L’aiuto informale
Le modalità con cui si aiutano i poveri sono molte. Es. atti di liberalità quotidiana, di
aiuto ai vicini e parenti. Elemosina fatta pubblicamente → gesto occasionale e
spontaneo quotidiano. Mendicanti chiedevano fuori dalle case, chiese e monasteri →
rappresentati in modo ordinato e con rispetto dei ruoli.
Aiuto informale di donare privandosi dei propri beni → unisce carità e penitenza
(episodi soprattutto legati alla vita dei santi), vantaggio di ricompensa (immediata o
in vita dei cieli).
C’è anche donazione che non richiede privazione → es. dare gli avanzi dei pasti ai
poveri fuori da monasteri e ospedali.--> nei conventi domenicani l'elemosiniere
doveva raccogliere, dopo ogni pasto, gli avanzi e darli ai poveri fuori dalla porta.
XIII-XIV secolo--> confraternite ed ospedali sono tramite fra chi dona e chi riceve →
nei testamenti è meno frequente il termine generico pauperes e sempre più specifico
l’ente a cui dare soldi (di solito sono enti cittadini, ma a volte anche grandi ospedali,
anche in relazione alla tipologia di assistenza che danno). Più è elevato il potere
economico e sociale del testatore a più enti dà il suo patrimonio.
In assenza di figli si poteva lasciare tutto a enti caritativi o fondarne nuovi →
soprattutto in periodi di mortalità straordinaria in cui si sconvolgevano linee
ereditarie, soprattutto nel Trecento.
Testamenti variano dall’indicare chiaramente enti e persone ad inserire termini
generici, come quello di pauperes christi→ in questi casi lunghe procedure per
stabilire a chi dare i soldi.--> controversie giuridiche
Testamento 12 marzo 1336 (ultimo di sette): scelte non in sintonia con altri
contemporanei, presenti molte persone alla redattura del suo testamento. Strano:
solo dopo che sono morti tutti i figli dà cose ai poveri e esclude esplicitamente alcune
istituzioni che si occupano dei poveri.
Dimensione politica del suo lavoro → aveva rapporti privilegiati con la Chiesa per
finanziamento di costruzione di edifici religiosi → non si occupa direttamente di
opere di carità rivolte ai bisognosi.
Negli affreschi ci sono elementi voluti esplicitamente da lui → virtù più importante
non carità ma giustizia a significare gestione corretta delle proprie attività
economiche → il guadagno è giustificato e motivo di lode perché aumenta il
benessere della comunità.
Carità contrapposta all’invidia e non all’avarizia, non vengono mai rappresentate
esplicitamente le monete né i poveri. Infatti carità per Enrico è ottenimento di
ricchezza secondo giustizia e liberalità nella costruzione di chiese e nella possibilità
agli altri di istruirsi vedendo l’affresco → significato di carità legato a coscienza di
aver fatto buon uso della propria ricchezza.
Basso Medioevo culto per la Madonna sempre più diffuso → ispiratrice di compagnie
e confraternite, anche a livello popolare, legato a poteri taumaturgici.
Anche valenza politica nel Duecento a favore dei guelfi, importante anche a livello
caritativo come enti elemosinieri.
Culto di Maria manifestato anche nell’incarico a grandi artisti di realizzare immagini
sacre → diventano tipologie iconografiche e oggetti di culto:
es. Madonna di Orsanmichele a Firenze dal 1284 nel deposito del grano succedono
miracoli e l'immagine diventa motivo di devozione → si crea compagnia di
Orsanmichele che diviene sempre più importante, aiuta i poveri durante carestia del
1329, sostenuta dal vescovo e dal Comune → ha molti lasciti testamentari, ma ordini
mendicanti la criticano.
Comunque era simbolo e punto di riferimento della religiosità di Firenze.
Molte erano le motivazioni che spingevano i ricchi a fare carità: dimostrare di far
buon uso delle loro ricchezze, acquisire meriti/perdono per vita eterna, ottenere
prestigio sociale e rispetto, utilizzare la loro capacità di gestione per far funzionare
strutture caritative.
A volte scelte di interesse → prima erano avari, poi si pentivano per timore di Dio-->
esempio di Villana di Treviso.
Carità anche dei signori e dei sovrani, oltre che in attività di governo anche con
intervento personale.
Tendenzialmente ogni ospedale aveva la sua storia specifica e quindi il suo modo di
essere strutturato e di aiutare i poveri:
distinguere gli ospedali a seconda della loro appartenenza ad un ordine, del loro
rapporto con il vescovo e del loro grado di autonomia dalla chiesa cittadina/comune.
1). ospedale di Santo Spirito di Roma (sotto la protezione di papa Innocenzo III) dà
vita ad ordine ospedaliero, approvato dal papa, faceva diverse opere di misericordia
→ polifunzionale.
Lo statuto del 1314 normava la vita dell’ospedale con modelli di comportamento da
rispettare. Grande apertura nei confronti dei poveri: non solo venivano accolti ma
anche andati a cercare per la città. Si occupavano di tutti i tipi di povertà (malati,
orfani, donne partorienti etc).
Importanza della confessione/comunione → cura dell’anima prima della cura del
corpo.--> stretti legami dell'ospedale con la curia romana.
Poveri posti al centro di vita ospedaliera → religiosi al servizio dei poveri.
Vita quotidiana regolata da momenti di preghiera → dimensione religiosa era
caratterizzante.
2) Regole di San Lazzaro di Piacenza--> il papa nomina un vescovo e due abati per
fare le leggi → tutti i membri della comunità devono uniformarsi: regole per i religiosi
(riguardo ingresso in comunità: voto di povertà, castità e obbedienza → simile a
scelta monastica) e regole per i malati (simili a religiosi ma con attenuanti se sono
malati gravi). Obbedienza nei confronti del ministro → colui che governa la comunità,
ha il diritto di costrizione su ciascun membro. -->Necessità di mantenere ordine e
disciplina → divieti, separazione uomini e donne, rispetto reciproco.
Assoluto divieto di abbandonare l'ospedale-> separazione comunità dal mondo.
1). Rodolfo Tanzi di Parma è molto grande, c’è un inventario → ci sono anche
situazioni di ricchezza (alcuni pazienti, ministro), grande sia per assistiti che per
assistenti, c’è anche tutto il complesso necessario al mantenimento → terre, animali,
orto.
La carica di ministro era vista come occasione di arricchimento e controllo sociale su
Ad inizio Trecento gli ospedali sono quasi come cittadelle autosufficienti, crescono
sempre più di numero e dimensioni → c’è bisogno di nuovo modo di organizzazione e
gestione.
2)Santa Maria della Scala di Siena: struttura organizzativa con un organismo ampio
(Capitolo generale) formato da tutto il personale e poi Capitolo ristretto con rettore e
pochi altri → a loro spetta potere decisionale, poi diventa sempre più “moderno”
(votazione, verbale etc)--> gestione dei beni, controllo sul personale, rapporto con i
conversi ecc.
Ospedali ormai sono importanti sul piano economico e sulle reti di relazioni → hanno
capacità di avere rapporti con i potenziali finanziatori offrendo loro servizi tramite
accordi → capacità dell’ospedale di inserirsi nelle dinamiche economico-sociali di
ampi strati di popolazione cittadina.
es. I benefattori richiedevano fornitura di cibo, o di essere ospitati etc.