Sei sulla pagina 1di 326

^ /-e^

DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI

SPECIALMENTE INTORNO
Ai PRINCIPAII SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEtìni SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARII GRADI DELIA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA , ALLE CITTA ,PATRIARCALI
ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
,

AI RITI, ALLE CÉREMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI , CARDINALIZIE E


PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, KOM
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.

COMPILAZIONE

DEL CAVALIERE GAETANO MOROJNI ROMANO


SECONDO AIUTANTE DI CAMERA

DI SUA SANTITÀ PIO IX.

VCL. XLI.

IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCXL VI.
^s.^ ?>
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO -ECCLESIASTICA

M
MAC MAC
Cenni storici della città vescovile te dal consiglio, onde dar como^
di Macerata. do ai crescenti cittadini di fabbri *
carvi le abitazioni. All'intorno del
suo recinto apresi amenissima via
M..acerata giace in elevato colle, che serve di pubblico passeggio.
che occupa il centro di tutto il L' occhio rimane incantato dalla
Piceno, per cui venne osservato estesa veduta del mare che dilatasi
che tale celebre regione intera- da una parte, mentre dalle altre
mente quasi da specola astrono- va gradatamente innalzandosi una
mica vi si contempla. Questa no- corona di fiorenti e popolose colli-
bilissima ed antica città presenta ne, che terminano in distanza colle
di se la più vaga mostra e pro- creste delle montagne. L' ingresso
spettiva, venendo circondata da sal- è maestoso per le due principali
de mura , erette nel secolo XIV porte decorate da esterni sobbor-
dal cardinal Alboinoz legato , co- ghi, ed a quello denominato Porta
ronate da trentatre fortezziui o tor- romana si entra dalla strada cor-
rioncini condue lunette, una alla riera per un arco di trionfo chia-
porta Romana, altra a quella del mato delle Sopra questi
tre porte.
Mercato ed alla porta Montana o
; tre archi il coli' opera
magistrato
s. Domenico vi era un bastione. 1 del Jacometti avea collocato il bu-
fortezzini esistono ancora quasi tut- sto di bronzo del cardinal Pio da
ti, sebbene convertiti in gran parte Carpi legato della Marca, distrutto
ad altro uso. I tre forti vennero nella fatale epoca del 1799- Av-
demoliti nei primordi del corrente vertiamo che la porla Romana ver-
secolo. Anche i pomeri della parte rà riedificata col nome di Grego-
interna delle mura sono quasi to- riana, od in altro modo ridotta
talmente sparili per concessioni fat- tosto che potrà darsi esecuzione al-
6 M\C MAC
la risoluzione del consiglio comu- dice che la chiesa di s. Maria dolla
nale, fatta in occasione della venu- Fonte ha bella facciala con statue
ta in Macerata di Gregorio XVI. di marmo, con convento magnifìi-
All'altro ingresso si giunge per co- co. Noteremo che il convento di s.
moda strada dalla sottoposta spiag- Maria della Fonte fu distrutto ai
gia dell'Adriatico, e s' incontra la tempi del dominio francese; della
bella chiesa di s. Maria delle Ver- chiesa nulla ora esiste , tranne la
gini con ardita cupola ottangolare, facciata priva però della memora-
ch'ebbe origine dall'apparizione, ta statua : l'area della chiesa e del
che a' IO aprile 1 548 fece la Bea- convento è ridotta ad uso di pub-
ta Vergine a Bernardina de Do- blico cimiterio. Terminato l'edifl-

mino maceratese, al modo che rac- zio di s. Maria delle Vergini nel
conta il p. Civalli nella Fisita trien- iSyS, i compatroni incominciarono
nale^ parlando di Macerata, presso rornamento delle cappelle e l'ere-
il Coìiìccì, Antichità picene t. XXV, zione degli altari; la non degna
p. 62. Si disse delle Vergini, per la facciata vuoisi aggiunta poscia. Nel
processione che di esse desiderò la i574 la congregazione de* bifolchi
Madonna nel giorno di sabbato, nella sua maggiore fece
cappella
pio costume osservato costantemen- dipingere dal Conti le Nozze di Ca-
te ed anche al di d'oggi, recando- na in Galilea; quindi la medesima
visi ogni sabbato il sodalizio detto nel 1593 rinnovò la cappella. In
dei servitori. tale anno Gio. Battista Ciccolini
11 marchese Amico Ricci ma- fabbricò la cappella ordinata da
ceratese nelle dotte e preziose Me- Ciccolino suo padre , con quadro
morie sloriche delle arti e degli del maceratese Giuseppe Bastiani.
artisti della marca Anconad* La famiglia Mozzi fece dipingere
Macerata i834, tipografìa Man- la tavola dell'Assunta da Gaspare
cini, nel parlare di molti edifi- Gasperini pur maceratese, li qua-
zi ed opere artistiche che sono in dro poi della Beata Vergine coi ss.
questa città, diverse notizie riporta Girolamo e Nicola da Tolentino è
su questa chiesa. Dice che i ma- opera dell'altro maceratese Giusep-
ceratesi ne fu architet-
l'eressero e pe Sebastiani Mancini detto Giu-
to egregio Galasso da Carpi po- ,
seppino. Inoltre si ammirano in
nendovi la prima pietra nel i5ao questa chiesa la Fuga in Egitto del-
Berardi vescovo di Camerino vice- la sacra Famiglia del cav. d'Arpi-
legato della Marca. Riuscì maesto- no, e l'Adorazione de' magi del Tin-
sa e grave, uno de' modelli archi- toretto. Ma non è nostro scopo far
tettoniciche maggiormente onora- la descrizione delle chiese di Ma-
no la ed in forma di
provincia , cerata, ne di questo bellissima teni-
croce greca, terminando ogni capo pio, che il Ricci non dubitò chia-
semicircolarmente. Il compimento mare la patria pinacoteca. Abbia-
soffrìqualche ritaido, per una lite mo da fr. Girolamo Maria Vico:
che confrati detti delle Vergini
i Descrizione istorìca dell'orìgine ed
dovettero sostenere coi religiosi di erezione del tempio di 5. Maria
s. Agostino, abitanti il vicino con- delle Vergini di Macerata. Ivi pel

vento di s. Maria della Fonie mag- Cortesi 1790.


giore eretto nel iSaG. 11 p. Civalli Presso detta chiesa vi è il ci-
MAC MAC 7
miterlo modernamente eretto, po- scc o tramonta , segnando i due
scia il convento de'cappuccini con fiumi Potenza e Chienli , che ba-
chiesa di santo Stefano, ove tra gnano le falde del colle Macerate-
gli altri quadri , il san France- se, una doppia spaziosa argentea
sco è del Fanelli, ed il macera- striscia dai monti al mare , che i
tese Marcello Gobbi vi eseguì due feraci campi, le case di delizia, i

affreschi.Il luogo è detto de' cap- folli paesi abbelliscono in guisa


puccini vecchi per distinguerlo da che questa cima fu chiamato il sas-
altro convento che colla chiesa s'in- so d'Italia^ per analogia colla fa-
cendiò nel 1799, ^ ^^^ ^^ ^\ive cose mosa rupe aprutina di tal nome.
Ti perirono, il convito di s. Fran- Fra le secondarie porte, l' una gui-

cesco con s. Chiara, di Andrea Bo- da alla chiesa di s. Maria delie


scoli, dipinto eh' era nel refettorio ;
Grazie e convento di s. Domenico,

ed un s. Pietro che riceveva la po- prendendone il nome ; \ altra alla


destà delle chiavi, del Giuseppino. rurale parrocchia di s. Stefano det-
Jl p. Civalli reputava il convento ta de' cappuccini vecchi^ perchè que-
nuovo il più belio della provincia, sti religiosi un tempo vi dimora-
mercè Margherita Ricci che donò rono ; e la terza chiamata del duo-
il sito con un palazzo parla di ; mo dà l'accesso al piccolo ma ce-
altri stupendi quadri
d'una sacra , lebre tempio di s. Maria della Pa-
spina che vi si venerava , donata ce, con che a* 2 3 marzo i323 si
da un re di Francia al p. Gioiosa, volle eternare la memoria della
e d'un fr. Francesco da Macerata cessazione delle guerre civili nella
di santa vita. Si trova finalmente Marca , agitata per le fazioni dei
in questo suburbano il pio ospizio guelfi e ghibellini; ma edificata in
che serve agli ojfani per ricetto, diverso modo da quello che si vede.
quindi s' incontra la porta del Mer- Presso la chiesa di s. Stefano, lo ri-

cato. Prossima alle tre porte è la petiamo, è il'cimiterio modernamen-


casa de' signori della missione, ed te eretto nel luogo ovverà il convento
in laterale eminenza sulla romana degli agostiniani di s. Maria della
via vede l'ampio convento di s.
si Fonte suddetto, poscia il convento dei
Croce de' minori osservanti , cosi cappuccini, ove tra gli altri quadri
chiamata anche la chiesa per un è il s. Francesco del Fanelli questo :

pezzo di legno della vera croce convento venne rifabbricato sul luo-
donato dal p. Battista Frontoni di go dell'antico che colla chiesa s'in-
Macerata. Ivi era un coro magni- cendiò dai francesi nel 1 799. La
fico e il quadro dell'altare mag- sesta porta della città è situata die-
giore di Carlo Crivelli, creduto di tro il palazzo governativo , mette
Pietro Perugino, cioè nell'antica nel pomerio, ed è chiusa ora total-
chiesa barbaramente distrutta nel mente, essendovi stato costruito un
1799, ^"* successe l'odierna riedi- ampio ed elegante fabbricato ad uso
ficata nel convento vi fiorirono pa-
: della mattazione delle bestie per lo
recchi religiosi in santità e dottri- sfamo della popolazione.
na. Volendo progredire fino all'e- Le vie interne quanto si può ,

strema punta di questo erto luo- agevolmente conducono al punto


go, si gode uno spettacolo della della maggiore altezza , ov' è la
natura, massime quando il sole na- piazza principale cosi ridotta ver-
8 MAC MAC
so il i58t, tuttavoita il p. Ci- pontificato di Giulio II, meno pe-
valli narra che la fabbrica delia rò quelli che fanno fregio alla por-
piazza e strada fu cominciata nel ta, che fìirono scolpiti ne' primor-
1606, essendo legato della Marca di del secolo XVII dal romano Ca-
il cardinal Taverna. Era la piazza vagna ( i lavori incominciati sotto
prima occupata dalla chiesa di s. Giulio furono compiti nel i586
li,

Antonio abbate, e da diverse case, da monsignor Landriani). Forse in


per l'acquisto delle quali concorse questo tempo fu chiusa l' antica
il magistrato : la chiesa possedeva porta,che rimaneva dalla parte di
quella tavoletta che si ammira nel- settentrione a pochi palmi di di-
la sagrestia della cattedrale, rap- stanza dall'odierna, e dove i rilievi
presentante la Madonna e diversi in terra cotta si scorgono nell'arco
santi, e lateralmente s. Antonio e con grappoli d'uva, mentre il fon-
s. Giuliano, dipinta nel iSSg da do a mosaico non presenta nessu-
Alegretto Nuzio. Questa piazza seb- na diversità di colore nelle pietruz-
bene sia alquanto declive, pure rie- ze che lo compongono. Sopra i due
sce bastantemente ornata dal pa- palazzi del comune e de' presidi
lazzo comunale da ultimo riedifi- sono a leggersi le note e XI del- X
cato, con ampio portico, dal pa- l'opuscolo stampato in Foligno nel
lazzo governativo , dalla chiesa e 1781 con questo titolo: ISole in-
collegio de' chierici regolari barna- torno alcune cose che riguardano
biti, dall'edifìzio ov* è un elegante la città di Macerata^ contenute nel
teatro, e dalla sovrastante altissima libro dello Stato civile delle terre
torre, donde funesto suono d'allar- pontificiedopo la venuta del car-
me e di sciagure rimbombò per le dinal Albornoz in Italia. Se ne
Talli picene negli ultimi anni del dice autore il canonico Dionizj. In
secolo passato. L'antico palazzo co- questo palazzo governativo detto
munale già esisteva nel 1284. H apostolico, per la residenza de' pre-
palazzo governativo o dei presidi sidi pontificii ed al presente dei
della Marca, fu edificato nel vica- prelati delegati, si ammira l'amplis-
riato di Leone Palatini da Lodi a sima sala d'ingresso, decorata dagli
spese del comune, che lo cedette stemmi dipinti dei rispettivi presi-
poi al governo. Ne fu architetto il di che governarono la provincia
rinomalo Bartolomeo da Forlì nel colle loro epciche e nomi. La chie-
1286, e riuscì una delle più ma- sa ed il collegio dei barnabiti fu
gnifiche opere di quel tempo, men- fondata nel suo palazzo dal mace-
tre era podestà di Macerata Bo- ratese Vincenzo Berardi, che mo-
naccorso figlio di Agapito di Ac- rendo dispose de' ricchissimi ave-
coramboni da Tolentino. Si con- ri in favore de' poveri della sua
serva di tal costruzione la memo- patria : il Berardi fece erigere la
ria in una lapide , che riportano chiesa di Paolo con sotterraneo
s.

Compagnoni e Ricci; ma del resto a volta piatta da Rosato Rosati ;


non se ne vedono che miseri a- le storie del santo nel coro sem-
vanzi, dovendosi ascrivere i mag- brano pitture del Fanelli, le figu-
giori ornati (ed il portico e la re colossali dipinte intorno la chie-
fàbbrica sopra , essendo legato il sn, sono di Francesco Boniforti di
cardinal Farnese poi Paolo III) al Macerata. Nel i66o per la prima
MAC MAC 9
volta si eresse un teatro di legno rota ;
3." da quello de* conti Pai-
in Macerata, il quale venne dedi- lotta, e dal teatro ;
4*" dalla chie-

cato a monsignor Franciotti presi- sa di s. Paolo. Nel capo inferiore


de della provincia, per cui ne por- della strada, che si apre tra il pa-
tava nome. Dopo pochi anni s'im-
il lazzo apostolico e la chiesa di s. Pao-
maginò di riedificarne uno nuovo, lo, sorge la chiesa cattedrale, di
e si stabili nel 1767 il luogo ove recente vaga costruzione, con sot-
esiste con disegno di Francesco Bi- terranea confessione. L'antica fu
biena, le cui idee furono poi al- riedificata dal vescovo Nicolò d'Asti
quanto modificate dal cav. Cosimo nel i464} coli' opera di Giacomo
Morelli imolese, ed eseguilo come Peruzzij venendo compila la tri-
suol dirsi a ferro di cavallo ne : buna ov' era il coro nel i47<^>
fa la descrizione il march. Ricci, da coir eredità del maceratese Venan-
cui desumiamo diverse delle notizie zio Antoni arcidiacono della me-
artistiche che qui riportiamo. Deter- desima ; e la torre campanaria fu
minatosi il comune di erigere sulla costrutta nel i^jS dal pubblico in
detta principal piazza la torre, il onore del suo patrono s. Giuliano.
magistrato !x i marzo i558 ne
a' Il maceratese Sforza Compagnoni
ricevette modello dal nominato
il dipinse la macchina che si espone-
Galasso da Carpi architetto valen- va per le quaranta ore, e vi operò
tissimo, venendo dato ad esamina- con esso il Boniforti. Il p. Civalli
re a parecchi architetti , e poi ef- la chiamò bella, con molte cappelle

fettuato, essendo vice- legato della abbellite principalmente dal vesco-


Marca monsignor Cesare Gambara vo Galeazzo Morone. Aggiunge che
vescovo di Tortona. E questa tor- tra le molle sue reliquie possiede
re di figura quadrata , avente o- un braccio di s. Giuliano tutelare
gnuno de' lati una larghezza di pal- della città che visse a' tempi di
,

mi 4^. Va restringendosi in modo Domiziano, il quale portasi in pro-


che nell'ultima parte la figura è cessione a' i4 gennaio, ed a' 3i a-
ettagona, decorata da pilastri che gosto noteremo che di recente ven-
:

sostengono gli archi contermina iu


: ne eretta una cappella arricchita
volta elittica, che dal punto della da una collezione di reliquie^ e si
piazza alia sommila si eleva a 240 copiosa che non ve ne manca al-
palmi. Di sotto a questa torre ven- cuna dei santi descritti nel marti-
ne collocato nel 569 l' orologio , 1 rologio romano, oltre poi altre in
che in que' tempi fu tenuto per numero di sopra diecimila, la qual
uno de' migliori d' Italia , come o- collezione è tutta opera del sacer-
pera de' fratelli Giulio e Lorenzo dote Amico Amici canonico della
Maria Rinaldi da Reggio, e perciò slessa cattedrale, e deputalo della
quasi eguale a quello di s. Marco curia vescovile per le sacre reliquie
in Venezia, di furono eziandio
cui per cinquant'anni. Questo ecclesia-
autori. In progresso questa torre stico è pure benemerito di una col-
fu ornata con arme di diversi Pon- lezione di buon numero di marti-
tefici e legati. rologi,menologi, leggendari, ed al-
I quattro lati della piazza sono treopere relative ai santi, che do-
formali: i.° dal palazzo apostolico; po studiale per compilare un in-
2." dai palazzi comunale e della dice ragionato comprovante l' ideu-

I
IO MAC MAC
tilh de' santi , e l'nulenticith delle quale pittura si nota il foro ed il

loro reliquie, le ha donate alla bi- bello stile del Pintnricchio. Presso
blioteca coiiiunale Mozzi. Parla in- la cattedrale sono gli edifizi dell'e-
oltre il p. Civalli della cappella piscopio e del nuovo seminario-col-
Pellicani, de' mansionari, e de* ca- legio che rimpiazza
l'antico con-
nonici, i quali cappe il
si misero le vento di Agostino, e sorgono ai
s.

giorno di Pentecoste a vespero del lati della contigua piazza. Appren-


1624, per concessione fatta al ve- diamo dal p. Civalli , che agli 8
scovo cardinal Centini da Urbano settembre i6i5 furono vestiti otto
Vili, onde il cardinale le impose giovanetti, ed aperto il seminano
colle sue mani ai canonici. Nel in Macerata. Dal medesimo si dice
pontificato di Clemente XIV, es- che la magnifica chiesa di s. Ago-
sendo vescovo Carlo Augusto Pe- stino fu coperta nel i6o3, e che
ruzzini, coH'opera del suddetto Mo- il p. Antonio Ciminelli maceratese
relli venne eretta la presente cat- e benefattore del convento, gli do-
tedrale. nò un pezzo notabile della vera
Questo tempio di vasta mole cioce, ed un braccio di s. Seba-
è dignitoso, venendo sostenute le stiano. Questo convento antichissi-
volle da colonne joniche, che po- mo fu per alcun tempo abitato da
sano su d'un dado quadrato o ste- s. Nicola di Tolentino. La detta
reobato. I capitelli sono alla mi- chiesa di s. Agostino più non esi-
chelangelesca, le cornici molto or- stCj e nel suo luogo fu fabbricato
nate, le colonne binate sostengono il nuovo seminario-collegio. Nella
gli archi, e le navate non corris- mentovata piazza vi è pure la no-
pondono all'ampiezza della tribuna. bilissima cappella marmorea di s.

11 cardinal Mario Compagnoni Ma- Maria della Misericordia , monu-


rcfuschi ottenne da Clemente XIV mento della pietà della famiglia
in dono il famoso mosaico di s. patrizia Marefoschi, venerata qual
Michele Arcangelo, opera di Gio. santuario anco dai paesi circonvi-
Battista Calandra e disegno del , cini , e che ricorda la strage ivi
cav. d'Arpino, già ammirato nella fatta nel 1799 dei miseri rifugiati,
cappella a lui dedicata nella basi- per militare vendetta eccitata da
lica vaticana, come si legge a p. 44 commosse turbe. Fu eretta dalla
dell'Orazione a lode di detto car- città nel i447 P^^*
intercedere la
dinale, recitata da Pirro Aurispa cessazione della pestilenza , e nel
nell'accademia de* Catenati di Ma- 14B6 il consiglio di credenza or-
cerata, tenutasi pub-
nel palazzo dinò che si rinnovasse, e vi si di-
blico a' 3o dicembre 1771, e pub- pingesse la Beata Vergine che ri-

blicata in Osimo colle stampe del ceve sotto il manto il popolo ma-
Quercetti nel 1772. Nella sagrestia ceratese, avente a* lati i ss. Seba-
evvi un quadro in tela riportata stiano e Rocco: questo quadro si

sopra antica tavola, e rappresentan- slima volgarmente di Pietro Peru-


te nella parte supcriore la Beata gino, ma i periti lo vogliono di
Vergine col Bambino in mezzo ad Carlo Crivelli. Questa chiesa fu
angeletti, e nell'inferiore parte si assegnata da principio ai religiosi

vede s. Giuliano patrono della cit- di s. Agostino, che avevano il con-


tà con s. Francesco d' Asisi , nella vento annesso, e alla confraternita
MAC MAC li

li scliiavi o schiavoni emigrati di Lanfranco rappresentante il Tran-

dai propri paesi per l'invasione; dei sito Maria Vergine; mirabile è
di
turchi. Estinta detta confraternita la Crocefissione, forse opera di Cola

il vescovo Galeazzo Moroui la con- dell'Amatrice; ivi è pure il Tran-


cesse a quella della ss. Trinità nel sito di Maria del Lanfranco, uno

1574. La nuova chiesa si deve alla de'suoi capolavori. Questa chiesa era
munificenza del conte Guarniero dapprima de'gesuiti, ed in essa ebbe
Marefoschi, uno de' confratelli della Ja primiera origine la divozione
confraternita, e ne fu architetto il delle quaranta ore in tempo di car-

cav. Luigi Vanvitelli per la riedi- novale, come dicemmo al voi. XKX,
ficazione ch'ebbe luogo nel 17 35. p. 121 del Dizionario. Quanto ai
Ivi si distinsero nelle pitture il Con- gesuiti, richiesero ed ottennero la
ca e Francesco Mancini, negli stuc- chiesa di s. Maria delle Vergini ai
chi, intagli ed altre pitture valenti 18 giugno i562. Volendosi loro
uomini di quel tempo. Lo stesso assegnare una comoda abitazione
JMarefoschi l'arricchì di cappellanie con chiesa con facente al sacro loro
e preziose reliquie del suo fratello ministero, e che servisse a mag-
Mario allora cardinal vicario di giore onore di Dio e decoro del-
Roma. La confraternita della ss. la città. Rosato Rosati di Montalto,
Trinità, spogliata nell'invasione fran- cittadino maceratese e valente ar-
cese di non pochi capitali, è ritor- chitetto, ne fu benemerito concor-
nata ad essere la proprietaria e rendo alla spesa, facendone il dise-
custode di dello santuario. gno ed occupandosi dell'esecuzione,
In fondo alla breve e piana via, per cui nel 1625 sotto l'invoca-
che può avere il nome di Corso, ewi zione di Giovanni fu posta sulla
s.

la chiesa collegiata di s. Giovanni, di porta maggiore iscrizione a lui o-


bel disegno, già della compagnia di norevole. Dappoiché fece eredi i ge-
Gesìi. La collegiata con la dignità suiti d' un capitale di quarantami-
di preposto e collegio di canonici la scudi, anco pel conqji mento del-
era prima in s. Salvatore j cil il p. la chiesa, coU'obbligo che dovesse-
Civalli loda per gran letteratura e ro ammaestrare nelle scienze otto
ministeri ecclesiastici il prevosto giovani, cioè due di Montalto, uno
Antonio Angelucci niaceralese. Col- di Castel Fi dardo, uno della fami-
la soppressione della chiesa di s. glia i^ahnncci, e gli altri di Ma-
Salvatore si perde il quadro de'ss. cerala a scelta del p. rettore de'ge-
Leonardo e Pietro Martire, che pel suiti. La facciata della chiesa, ricca
maggior altare avea colorito il re- di travertini, termina in forma pi-
canatese Marini. In una cappella ramidale : al di dentro è decorata
di s. Giovanni si venerano molle di pilastri dorici, girando intorno
ed insigni reliquie, specialmente dei un fregio con triglifi e metope. Nel
ss. martiri. L'abside della chiesa di mezzo si eleva una cupola che con-
s.Giovanni, i profeti e i dottori tribuisce al pregio dell'edifìzio. Nel
che decorano pennacchi della cu-
i locale annesso a detta chiesa ,
già
pola li dipinse l'anconitano Fanel- dei gesuiti ed ora di proprietà del-
h. L'unica tela eh' è in Macerala la biblioteca comunale, esisteva colle-
del cittadino Boniforti, esiste nella gio e convitto, in cui five\iìjiis pa-
prima cappella. Ewi un quadro tivnato l'antichissima famigliaCassii4i,
t% MAC MAC
Incontro alla chiesa di s. Gio- polirono col restante della fabbri-
anni , vi è quella di s. Filippo ca ; poiché la chiesa fu demolita
della congregazione dell'oratorio, nel 1825, onde con porzione del-
edifìcata bene: ivi nel 1694 fu se- l'area formarvi una nuova piazza
pollo Lodovico Trasi ascolano, che di cui abbisognava la città per l'ai»,
dipinse il quadro di s. Gaetano, montatosi commercio. 11 restante fu
Nella chiesa di s. Giorgio, riedifi- in parte riiiibbricato , erigendovisi
cata dal cav. Morelli, Sforza Cora- un vasto edificio che serve per ca-
pagnoni rappresentò il santo nel- serma della truppa di guarnigione
l'altare maggiore, e vi è l'arcipre- e dei carabinieri. Dalla parte di
tura. In Macerata vi furono già i detta piazza sorge ampio porticato,
minori conventuali ecco quanto ; e l'antico chiostro è stato conver-
iie scrive il maceratese padre Ci- tito ad uso di pescheria e becche-
valli del medesimo ordine. Il con- ria.
vento era grande e bene spartito Non vi sono palazzi che vantino
con nobili appartamenti pei supe- sublime architettura, ma ve ne so-
riori, ed un refettorio tenuto il più no molti per ampiezza e per sup-
bello della provincia ; essendo mol- pellettili distinti, rimarcandosi so-
lo antico, fu fondato prima della pra gli altri il frontispizio del pa-
chiesa, ed esisteva nel 1274, anzi lazzo Torri ora Santacroce, che pe-
la campana maggiore portava la rò eccede in superfluità di ornati,
data del iiS'j, rifusa poi nel 15^5 Nel luogo ove esisteva il palazzo
da Taddeo Girolamo Ricciano ma- del conte Bonifazio Contini pro-
ceratese. La chiesa s' incominciò nel nipote del cardinale vescovo di
i3i6, e fu consecrata nel i385 Macerata e Tolentino, edificò Rai-
nel dì della Pentecoste in onore di mondo Bonaccorsi il di lui palaz-
essa. Fra le ragguardevoli cappelle zo con disegno del romano Centi-
loda quella di s. Francesco, aven- ni. Le statue che decorano il cor-
dovi dipinto il Gasparini. Clemente tile sì scolpirono dal padovano
Vili celebrò messa all'altare maggio- Bonazza. La galleria ricca di bei-
re a' 1 4 dicembre 1 598. Vi fiorirono lissimimarmi, venne dipinta da
sempre padri molto onorati, come Dardani e Rambaldi, e i'abbel-
fr. Pietro di Macerata , caro a s. lirono con grandi tavole apposita-
Celestino V e missionario in Ar- mente ordinate. Solimene, Già-
menia. Nel i4ii fr. Nicolò di Mace- quinto, Franceschiui, del Sole, ed
rata fu dalla città inviato ambascia- il cav. Crespi. Del palazzo Razzanti
tore a Giovanni XXIII. Il b. fr. Pao- ora de'Ciccolini Silenzi, ne fu ar-
lo di Spoleto ivi venne sepolto, chitetto il bolognese Pellegrino Ti-
Vi fiorirono pure fr. Bartolomeo baldi, e dipinse un fregio nella sa-
Giardino di Macerata, celebre pre- la : sono stimati gli affreschi del
dicatore, lettore di filosofia nell'u- portico. Il medesimo fece il dise-
niversità e prelato dell'ordine; fr. gno del palazzo edificato da A-
Viucenzo ed altri. Molti ca-
Civalli, lessandro Fioriani, ch'ereditato dal
pitoli si celebrarono nel convento cav. Pietro Paolo Compagnoni
per l'amore che la città ebbe som- venne da lui ridotto in nuova
pre per l'ordine. Cesare Conti di- forma 1765. Non sono poi
nel
pinse le lunette del diiosiio, che molti anni che si vendette al con-
MAC MAC i3
te Telesforo Carradori, attuai gon- fondala Vincenzo Berardi, già
da
faloniere della città , da cui di in cura de'barnabiti. Vi è il mon-
presente si possiede, insieme a ven- te di pietà; ed i monti frumenta-
tiquattro pregiati quadri; vi sono rii, riuniti due in uno, som mini-
pure molte iscrizioni , vari semi- nistrano in prestito agli agricoltori
busti antichi, ed una bella statua annue rubbia i5o di grano, essen-
in marmo greco dell' imperatore do sotto l'amministrazione del ve-
Marco Aurelio, il tutto ritrovato scovo, sotto il titolo della santissima
negli scavi dell'aulica Recina. Di re- Trinità e di s. Antonio. Il terzo
cente il conte Telesforo ha restau- monte detto Borroccio dipende da
rato il palazzo, riducendolo in più una deputazione prescelta dal con-
bella forma, con ampio cortile e siglio, e distribuisce annualmente
due nuove fabbriche laterali. An- 5oo rubbia di grano con modica
che nel palazzo comunale vi sono elemosina a vantaggio dello stabi-
molte iscrizioni ed urne antiche limento e mercede del custode
Tra gli altri palazzi che meritano montista. Possedeva Macerata una
rimarco nomineremo quello dei buona fabbrica di vetri , succedu-
marchesi Costa; il palazzo Mare- ta da altra di fosfori, diverse ti-

foschi ove alloggiò Pio VII ; il pografie, e lungo il vicino fiume


palazzo dei baroni Narducci, disc- molte mole da grano e da olio,
gno del Bramante, ed il monte Ornamento e vantaggio singolare
di pietà, fabbrica di pregio. Il della città è la sua copiosa e
vivente cardinal Ugolini sul disc- ben situata biblioteca , eh* ebbe
gno del cav. Valadier fa ora com- principio dalla munificenza di Cle-
piere il palazzo che riesce d'una mente XIV e dalla liberalità del
vastità e magnificenza veramente maceratese Bartolomeo Mozzi, che
principesca. Nel palazzo de Vico può dirsene fondatore, avendovi
vi sono nove bei quadri; in ca- aggiunto un buon numero di li-
sa Ricci vi è la Castità di Giù- bri di giurisprudenza 1' avvocato
seppe del Guercino ; in quella dei Francesco Mornatti. Nel i833 ter-
Lazzarini vi è una raccolta di ra- minò di arricchirla m. Tom- il p.
re edizioni del i4oo; Cavallini e- maso Borgetti domenicano, onde
reditò il gabinetto naturalista di si fa ascendere a circa ventidue-
Spadoni, esistendo pure in Mace- mila volumi. Nella Mozziana è un
rata la raccolta numismatica del codice biblico del i4oo: nella Bor-
Montechiari. gettiana sedici manoscritti in per-
TJn' ampia piazza serve ai rie- gamena, uno bambacina, ed
in
chi settimanali mercati, ed ivi da altri in carta bene conser-
assai
ultimo fu edificato l'ospedale pe- vati: rendite annue servono ad
gli infermi. Altro ne hanno gli a- aumentarne la serie. Vi sono tre
lienati di mente. Vi è la ca- monasteri di monache, cioè le cap-
sa del rifugio di s. Martino, fon- puccine presso s. Vincenzo ; le
data da Martino Pangal ducei ar- monache del Corpus Domini^ del-
tiere, ove i maceratesi invalidi le quali parlammo al voi. J, p.
hanno ogni giorno ricovero e sus- gS del Dizionario; le Clarisse in
sidio; due orfanotrofi per ambo s. Lorenzo non lungi dalle porte
i sessi ^ ed una farmacia gratuita della città: un grandioso affresco
i4 MAC MAC
jappresenlanle la Ci'ocefissione elei sntla descrizione della magnificenza
Rcdciilore è stalo eli recente rin- cui venne eseguita questa comme-
venuto entro il nobile monastero morazione della Passione del Re-
di s. Lorenzo, opera molto prege- dentore, dopo la divozione delle
vole del primo tempo del i5oo. tre ore di agonìa. Ivi si legge che
Asilo alle donne convertite è il pio la chiesa di s. Paolo fu decorosa-
luogo di s. Rocco. Fra le diverse mente parata a lutto con ricca
confraternite avvi quella del ss. illuminazione, e che nel cappello-
Sagramento, la prima che f<i isti- ne in elevato palco sorgeva una
tuita e che ogni anno solennizza macchina rappresentante il monte
con istmordinaria pompa l'esercizio Calvario, con la detta immagine
delle quaranl'ore nella chiesa cat- di Gesù trasportatavi dal sotter-
tedrale. A questa confraternita, og- raneo oratorio ed a lato quella
,

j^t arciconfraternita, Paolo V con dell'Adtlolorata sua madre; che le


hreve dc'^.fi novembre i6i4 accor- vie della città per dove passò la
dò il privilegio di liberare annual- processione furono vagamente illu-
mente un reo di delitto capitale, minate; che v'intervennero il clero
ed usò di tal diritto sino al cade- secolare e regolare , portando i
re del secolo XVIII. Altra delle cappuccini i misteri della Passione;
molte confraternite è quella del s. concerti e bande funebri ;
gruppi
Sepolcro, istituita sul finire del di giovanetti vestiti a lutto tra-
secolo XVII dai Inamabili, che scinanti bandiere funebri, appres-
ad essa cedettero l'oratorio sotto- so all'immagine dell'Addolorala che
}>oslo alla loro chiesa di s. Paolo. portavasi dopo la macchina col
Quasi nel mezzo dell' oratorio, in feretro del Redentore, chiudendo
un tempietto formato a perfetta la processione la truppa de' cara-
somiglianza del s. Sepolcro eh' è binieri a piedi ed a cavallo e la

in Gerusalemme, si custodisce una truppa provinciale. Nel numero 26


antica immagine di Gesù morto, del Diario di Roma 1845 si leg-
Ja quale con particolare divozione ge come la confraternita delle sa-
venerata da tutta la città, solenne- cre Stimmate di s. Francesco di
mente si reca ogni anno per le Macerala, volle in detto anno nel
principali vie in processione nella giovedì santo, nella sua chiesa di
sera del venerdì santo, con appa- s. Caterina, rappresentare l'ultima
rato di nobile pompa ecclesiastica. cena del Signore per mezzo di
Ad accrescerla da ultimo
i confrati statue naturali, come l'espresse in
nel 1844 fticero costruire una de- pittura Leonardo da Vinci, e de-
corosissiraa macchina, per traspor- stò meraviglia e lodi ne'riguardanti.
tare la detta sacra immagine del Ora passiamo a parlare del ma-
morto Redentore, sovrastata da gnifico sferisterio, la cui descri-

magnifico baldacchino la descri- : zione si legge nell'opera intitolata:


zione e disegno della bella mac- Lo stato pontificio del eh. Castel-
china si riporta neW Album, gior- lano a p. 388 ; x\e\V Album de' [2
nale romano de* 6 aprile
, detto giugno 1841 ; e meglio pel bene-
anno. Dal numero 20 delle Noti- merito architetto ingegnere del
zie del giorno del i844 stesso medesimo, Ireneo A leandri di San-
viene riportata una succinta ed e- severitìo, in quella che uraiiiò al Pa^
MAC MAC i5
pa Gregorio XVI in Macerala, colla primo ordiiK; esterno da lui me-
pianta, prospetto delle loggie e mu- desimo; quindi dovendosi recare a
ro d'appoggio, e prospetti laterale Fermo a costruire una villa, se
a ponente e longitudinale a mez- ne affidò l' esecuzione del suo di-
zogiorno. Dal formare un luogo segno ad altro architetto che por-
pel giuoco del pallone e per la tò r edifizio all'altezza del zoccolo
caccia de' tori, e che servisse pure del secondo ordine d'archi ; indi
alla scherma, alla cavallerizza, alla nella ulteriore prosecuzione e com-
picca, ed a lutti gli esercizi gin- pimento della fabbrica ebbero luo-
nastici e che al pari del magni-
,
go diverse variazioni. Nel 1829
fico anfiteatro Corea di Roma con per la festa del patrono s. Giu-
fuochi d'artifizio e con notturne liano, solita celebrarsi a' 3 1 ago-
illuminazioni ricreasse il pubblico sto e seguita da fiera nei successi-
con isvariati spettacoli, nacque nel vi giorni, si apri solennemente il

1821 il pensiero di costruire pres- luogo a pubblica ricreazione. In


so le mura della città questo son- Macerata vi è pure un casino per
tuoso e vasto edifizio, a pochi in le amene conversazioni^ per la de-
simil genere secondo, col concorso clamazione drammatica e per le
di generosi azionisti. Con solennità danze.
fu gittata la prima pietra coi no- Delle sue accademie letterarie
mi incisi in metallo degli azionisti sussiste quella deCalenati, una del-
e dell'architetto comunale che ne le più auliche tuttora esistenti in
avea fatto il disegno. Ma non era Italia, che ricoida con gloria di
r edifizio sorto di terra che pochi essere stata eletta dall' immortale
piedi, quando restò fermo il lavo- Torquato Tasso per la revisione della
ro per nuove osservazioni, che a- sua Gerusalemme liberata. 11 conte
strinsero a cangiar piano e depu- Paolino Mastai Ferretti nelle IVolì-
tarne l'esecuzione all' Meandri. A- zie storiche delle accademie y a p.
vendo egli consideiato che la for- 5'j citando variche nescrittori
ma semi-eliltica e la iella non erano parlarono con lode, dice che l'ac-
opportune allo scopo, usò invece cademia ùe'Calenati fu fondata nel
una forma composta, curva cioè i54o per comando di Paolo III;
dicontro al muro di appoggio, e e TAlanagi in una lettera del 26
retta alle testale dell'edifizio. L'in- agosto i559 che
attesta, fin d'al-
terna decorazione la fece consiste- lora si avevano in questa città a-
re in ampia gradinata, con due dunanze lellerarie, forse presso Ip-
giri di cinquantadue loggie cadau- polito Aurispa di nobile famiglia
no, ed una superiore terrazza, ove maceratese ancora esistente, che
lasciò all' arbitrio di praticare piti vanta tra' suoi maggiori Giovanni
semplici o più ricercati ornamenti. grecista del secolo chiamatoXV
Due ordini di finti portici si pro- il padre delle muse. Ma l'Aurispa
pose per abbellire l' aspetto este- nella citata Orazione y narra che
riore, nel primo de* quali apri u- il dì natale dell' accademia fu
tili botteghe. Nel dicembre 1828 r 8 maggio 1573 ovvero il 2
l'Aleandri pose mano all'opera, la luglio i574, avendo avuto prin-
quale fu proseguita e condotta cipio nel 1572, quando fu chiama-
sino all' imposta degli archi del to in Macerala Girolamo Zoppio
i6 MAC MAC
a professare lettere umane, che fu i fondi. Si compone di sessanta
principe dell' accademia : l'emble- soci ordinari esercenti, tutti nativi
ma di essa è la catena d'oro im- della provincia maceratese, oltre
maginata da Omero, la quale scen- gli onorari ed i corrispondenti. Di
dendo dal cielo in terra congiun- lei scopo si è di promuovere nel
ge le cose terrene a quelle del proprio paese l'istruzione relativa
cielo. L' accademia divenne subilo all'agricoltura, alle arti ed al com-
rinomatissima e si fregiò dei nomi mercio, al quale oggetto si congre-
di Torquato Tasso, di Costantini, gano ufìa volta ogni mese i soci per
Massoni, Mureto, Piccolomini, A- discutere materie del proprio isti-

laleona, Lazzarini e Crescimbeni. tuto, esporre in iscritto il risultato


Nella medesima
Orazione parla di osservazioni ec^ esperienze, con-
di accademie che già fioriro-
altre ferir premi, per lo che costituisce
no per breve tempo in Macerata, i suoi atti, i quali vengono resi
come dei Concordi^ de'quali nel di comune ragione mediante pe-
1612 era principe Camillo Com- riodica pubblicazione. La società
pagnoni ; degli Accinti^ degli Uniti, è retta dal presidente che n'è il

degli Imperfetti, e di altre famose delegato apostolico pro-tempore, in


accademie e loro produzioni, oltre assenza del quale un vicepresiden-
la Colonia Elvia. Il vescovo car- te ne tiene le veci, da un econo-
dinal Centini fondò quella detta mo e da un segretario, i quali ia
dal suo nome Centina : altra ac- unione di otto membri fra gli or-
cademia venne ravvivata dal go- dinari, che si credono corrisponder
vernatore conte Onorali. Anche ai meglio allo scopo della società stes-
nostri giorni v' ebbero quattro a- sa, ne formano il consiglio di
dunanze letterarie, cioè degli Affati' amministrazione.
canti, degli Ambulanti, de Feri a- Lustro singolare ha mantenuto
mici, e dei Foligrafi ; ma queste per più secoli Macerata in ogni
pure ebbero breve esistenza. Ab- genere di seri ed ameni studi. E
biamo dal can. d. Carlo Herco- tuttora in vigore l'università isti-
la ni Memorie storiche delV accade-
: tuita da Nicolò IV nel 1290, che
mia de^ Catenati, Macerata 1829. in seguito delle ultime riforme e-
Lo scientifico istituto poi della seguite da Leone XII è divenuta
Società di agricoltura e d'industria di seconda classe, e conta venti cat-
della provincia di Macerata, ebbe tedre. Quel Papa nell'ottobre 1824
origine previo le necessarie superio- inviò a visitatori apostolici della
ri approvazioni fino dali843, e medesima, l'avvocato concistoriale
nel primo giorno di maggio tenne Teodoro Fusconi, ed il p. abbate d.
la sua prima adunanza colla pre- Mauro Cappellari^ poi Papa Grego-
sidenza di monsignor Savelli allora rio XVI, e per essa assegnò dal
delegato apostolico, dal quale ven- tesoro pontificio annui scudi tremi-
ne solennemente inaugurata. Come la. Afl'erma il p. Civalli che l'asco-

indica il di lei titolo, tal società lano Nicolò IV nel 1290 diede a
è provinciale e riceve per conse- questa città lo studio generale, e che
guenza sussidi dal provinciale con- nell'archivio del palazzo comunale
siglio, che
annualmente nella sua ne appariscono ventiquattro scrittu-
riunione in Macerata ne assegna re. 11 Compagnoni a p. i5o della
MAC MAC 17
Bc^gin picena^ scrive che Nicolò nelle Memorie di Cingoli^ narrando
IV istituì ili Macerata, checche a a p. 383 che Paolo III per inter-
Federico 1 1 altri 1' attribuiscano, cessione di monsignor Furialo Sil-
riiniversilà pubblica delle scienze, la vestri concesse l'università degli stu-
primiera ed unica, toltone Roma di o dello studio generale a Mace-
e Bologna, in pon-
tutto lo stato rata, doveva dire che ne restaurò ed
tificio, citando T Ughelli. Aggiunge aumentò la fama: in questo erro-
che il grido delle leggi del signor re, tra gli altri, cadde pure il dot-
Giulioso da Monte Granaro, e Giu- to Tiraboschi. Sisto V con la co-
lio, nome frequenlalissimo ned' an- stituzione 3Iuneris, nel ristabilire l'u-
tica famiglia de' Conventati nobili niversità di Fermo l'istituisce ad
maceratesi, costituì lo studio di Ma- instar Bononien, Paduanen, Perusi-
cerata fra gli ottimi e di gran nien,Senen et Blaceraten, cioè nel
nome nella provincia. Pertanto si i585. Veggasi la costituzione Insti'
bandirono lettere nel settembre 1 290 tulio studii generalis in civìlate Ma-
per le pubbliche piazze di Sanseve- ceratensi cum aliorum sludiorum ge-
rino, di Monlesanto, di Montecchio, neralinm graliis et privilegiis, pres-
di Monte Cassiano, di Tolentino, di so il I. Antonio
Cherubini, Bull. t.

Civitanova, di Monte Cosaro, di Ser- Palm ucci: De


Maceratensis
lycei
ra s. QuiricOj di Fabriano, di Male- praestantia, in studiorwn instaura-
lica, di Camerino, di Recanati , di tione oratio, Maceratae 177 5, ex
Ascoli, di Monsam-
Amandola, di typ. Capitani. Pirro Aurispa profes-
martino, ed altri luoghi al nume- sore primario di Macerata: Prefa-
ro di ventiquattro della Marca : zione delVanno 1777 ove espongon-
pubblicandosi insieme, esservi anche si i principii delle piìi antiche uni-
aperto per l'abbondanza dei viveri versità d'Italia e di quelle di Ma-
un emporio doviziosissimo. Dal con- cerata e Fermo j alV occasione di al-
corso degli studenti e dei forestieri si cune controversie tra alcuni mace-
riconobbe in Macerata un accresci- ratesi e ctì!/7ieme.9/. Macerata 1780,
mento di popolo e di abitazioni no- per Bartolomeo Capitani stampato-
tabilissimo. Il Marangoni nelle Me- re del pubblico, dell'università degli
morie di Civitanova a p. 269 errò studi e dell'accademia dei Catenati.
citando il Compagnoni, si della pag. 11 giureconsulto Aurispa con eru-
1 26, come nel fargli dire che nel 1 246 dita dissertazione provò la fondazio-
fu erètta in Macerata la pubblica ne di Nicolò IV; su di che può leg-
università degli studi, alla quale egli gersi la nota XII del summentova-
dice che concorsero molti della Mar- to opuscolo stampato in Foligno nel
ca e fra questi ancora quelli di Ci- 1781. Molti de' professori che vi

vitanova. Paolo III nel primo giu- fiorirono, sono riportati dal p. Ci-
gno iS/j-O restaurò ed accrebbe il valli a5^; wdV Orazione dell'Au-
p.
lustro dell'università di Macerata, rispa a pag. 22, 28 e 32, si par-
onde beneficare i popoli già da lui la d' illustri professori , massime
come cardinal legato prudentemen- nelle lettere greche, non che a p.
te e da saggio governali. Il p. Ci- VI della Prefazione. L' università
valli dice inoltre, che lo studio per ebbe sempre a professori uomini
alcun tempo tralasciato, da Paolo IH di altissima fama; tra essi a cagione
fu di nuovo restituito. L'Avicenna d'onore citeremo fr. Felice Pereti»,
VOL. XL[.
i8 MAC MAC
poi Sisto V,clie vi lesse filosofia nel somma per l'acquisto di oggetti a-
i55o; Filippo Sega poscia amplissi- nnloghi. Sino al primo maggio 1808
mo cardinale; Gregorio Pelrocchiiii ha esistilo olire l'università un col-
pure fatto cardinale; il celebre Ales- legio di avvocati e di procuratori,
sandro Guccini ed altri che si re- chiamalo di s. Calerina, insignito
sero famosi per opere, invitali con del privilegio di conferire le lauree
vistosi onorari; per cui con tali in- nel diritto civile e canonico. Que-
signi uomini ne uscirono dottissimi sto collegio composto di quaranta
discepoli. In difesa dell'università e lalvolla ciiupianta individui, fu
maceratese sono molte di quelle eretto dal cardinal Egidio Albor-
opere e scritture, di cui parleremo noz nel 1 364- Perciò fu cosa rara
facendo cenno dell'antica città di nella storia delle scienze che una
Recina e della relativa dissertazio- città possedesse il privilegio di due
ne di Troili. Cancelliere dell'univer- collegi. Oltre l'università in Macera-
sità di Macerala è il vescovo prò ta vi è un ginnasio per l'istruzio-
tempore. L' università si compone ne elementare, belle lettere, elo-
dei quattro collegi teologico, legale, quenza e le cattedre di filosofia
,

medico-chirurgico, e filosofico. Le e belle arti sotto la direzione del


venti cattedre sono: di sacra scrit- magistrato, e per esso d'una depu-
tura, di teologia dommatica, di teo- tazione prescelta dal consiglio.
logia morale, d'istoria ecclesiastica, Fu altresì Macerata lungamente
delle istituzioni canoniche, delle ilprimario seggio della giurispru-
istituzioni civili, del testo canonico, denza picena, e Sisto V vi istituì
del testo civile, delle istituzioni cri- la celebre Rota maceratese^ della
minali, di anatomia e fisiologia, quale sino all'ultima invasione fran-
di patologia - semiotica- terapeutica ,
cese si rispettarono gli oracoli, li

di medicina teorico-pratica, di chi- Papa Sisto V considerando la ce-


rurgia ed ostetricia, di chimica, di lebrità di Macerata per l'università,
materia medica, di medicina po- per più collegi, cioè degli avvocali,
litico-legale, di farmacia, di botani- dei dottori e dei notari, e per l'ab-
ca, di fisica, e di matematica. L'u- bondanza d'insigni dottori, i quali
niversità è corredata dei gabinetti per profonda scienza legale, per de-
di fisica, storia naturale, chimica, ed clamare, interpretare, patrocinare o
agricoltura. Questo ultimo nell'an- avvocare con particolar loro studio,
no 1816 era nello stalo ecclesiasti- a tutti andavano innanzi,
gli altri

co forse l'unico, perchè fra le al- colla autorità della bollaRomaniis


tre cose pregevoli possiede una se- Ponti/ex de* 1 5 marzo 1 589, Bull.
rie di modelli di tutti gli attrezzi Rom. tom. V, par. J, pag. 52, vi
rurali. Oltre i suddetti stabilimenti eresse un tribunale supremo per
è fornita l'università anche dei ga- tutto il Piceno per le controversie
binetti botanico, patologico, anato- civili, criminali ed ecclesiastiche;
mico ed agrario, non che d'un giar- cioè fondò il tribunale della Rota
dino botanico. Vi è una crescente maceratese^ la quale, al dire del p.
collezione di numismatica, essendo Civalli, quanto alla sua giurisdizio-
stato istituito un museo archeolo- ne si estendesse sopra qualsivoglia
gico con decreto consiliare de' 19 città della provincia soggetta alla
giugno 1 8 1 9, assegnandosi un'annua santa Sede. A quanto disse il cita^
MAC MAC 19
lo autore del libro Dello stato cwi- Rota di Macerata. La bolla d'ere-
le delle terre pontificie, che il tri- zione di Sisto V è pure registrata
bunale della rota di Mncernta non dal Tom a ti, Decis. Macerai, tom. I,
avea in Camerino giurisdizione or- pag. I. Giudicava le cause di se-
dinaria, tranne la volontaiia appel- conda ed ulteriore istanza, dai giu-
lazione de'cameririesi, va letta la dicati emanati nelle città, terre, ca-
nota XIV del pur citato opuscolo stelli e luoghi della provincia del-
pubblicato in Foligno. Dell'erezio- la Marca, tanto tra laici, quanto
ne di questa rota il Bernini ne fa tra ecclesiastici anche regolari: ne
menzione a p. i5 della sua ope- potevano di consenso delle parti
ra : // tribunale della romana
s. ventilarsi fuori di detta rota tali

rota. L'Avicenna nelle Memorie di cause, come con bolla prescrisse


Cingoli, a p. 364, ^'^e che Sisto Clemente XII. Restavano eccettua-
V eresse il tribunale della rota te le cause esecutive, per le quali
maceratese, per mezzo di Sebastia- poteva r appellante rivolgersi al
no Silvestri cingolano, figlio d'un tribimale dell' A. C. Non avea giu-
Angelucci di Macerata, per cui la risdizione sulle cause spirituali; né
città lo domandò per vescovo. Nel- poteva conoscere quelle che risguar-
le Memorie istoriche de' perugini dano la sacra visita, la correzione
uditori della sacra romana rola^ de' costumi e le altre materie nelle
non solo si parla de' lettori peru- quali è vietata l'appellazione sos-
gini dell' università maceratese, ma pensiva, come ordinò con bolla Gre-
si rimarca che a' 17 aprile iSSg gorio XIV. Erano pure eccettuate
la città in forza delle convenzioni le cause di seconda istanza, ove
stipulate fra le due comunità di questa si trovasse per privilegio
eleggere a vicenda nelle respetti ve accordato ad alcuno de'luoghi del-
rote un uditore com'era con Ge- la Marca, come sosteneva averlo
nova, nominò per primo uditore Recanati per concessione di Pio II
della rota di Macerata Francesco del i45>8. L'appellante però si cre-
della Penna perugino, uffizio che deva potere, se voleva, tralasciar la
esercitò sinché Gregorio XIV lo seconda istanza, e andare imme-
trasferì alla romana; quindi si ci- diatamente alla rota, su di che ci-
ta il Vincioli, Decis. sac. Eotae ta e si rimette alla posizione /?e-
Maceraten. p. i e seg., e p. 55 cìnaten della segnatura de' 1 5 mar-
in Catalogo auditorum ejusdeni zo 1781, riservata sempre la terza

Rolae, sub num. i, e pag. 70 ed ulteriore istanza alla rota. Si-


not. I. Nel Bull. Rom. Continua- milmente sosteneva di aver la se-
tio tom. IX, p. 541 5 si riporta la conda istanza il governo di Mace-
costituzione di Pio VI de* 4 ago- rata da tutti i luoghi della pro-
sto 1795: Conjirniatio praescriptio- vincia, col consenso però delle par-
num publicatarum a Sixlo , et F ti, e qualora se ne eccettuava la
Benedicto XIV super ahsentia au- facoltà con decreto della segnatu-
ditorum Rotae Maceratensis. A da- ra. Erano anche eccettuate le cau-
re un'idea di questo tribunale, ac- se criminali in vigore degli ordini
cenneremo quanto il Villetti nel su ciò dati dalla congregazione di
tom. II della Pratica della curia consulta a' 20 ottobre 1600, e 28
Romana, dice nel cap. II, Della settembre 1671, e di un decreto
20 MAC MAC
dell'uditore del Papa de* i3 olto- ne si eseguiva coli* emettersi avvi-
bre 1722. Finalmente non si po- so al pubblico, informandolo dei
teva appellare alla rota maceratese giorni destinati per il sindacato.
nelle cause non eccedenti la som- Giunto il tempo, si alzava tribu-
ma di scudi cento in questo era : nale nella loggia sottoposta al pa-
giudice di ricorso nelle cause dei lazzo apostolico per sentire i recla-
pupilli, vedove, carcerali e mise- mi di gravame, sopra i quali l'u-
i-abili il pretore; e nelle altre uno ditore doveva giustificarsi.
degli uditori della stessa rota da Coli* invasione francese, succedu-
estrarsi a sorte, come prescrisse to al governo pontifìcio l'italico,

Sisto V e meglio dichiarò Inno- terminò la rota di Macerata e il


cenzo X. Negli ultimi tempi tal tribunale di appello, e vi si so-
regola non piti osservavasi, poiché stituì un tribunale di prima istan-
l'uditore di rota ad istanza de' li- za civile e criminale, giusta la for-
tiganti, lo assegnava la segnatura. ma di quel governo; ma Pio VII
Nelle questioni avea luogo l'ap-
Sfj a' 6 luglio del 1816 invece v'isti-
pellazione, la rota avea la facoltà tuì il tribunale superiore d' appel-
della segnatura, la quale piìl volte lo,riconoscendone il diritto che vi
decretò Utatur jure suo in rota
: avea Macerata, componendolo di
Maceratensiy e dal successivo giu- sette giudici. Nella riforma giudi-
dizio non si dava appellqzione. Chi ziaria però lo perde sotto Deone
godeva del privilegio della legge XII nello spirar del 1824. 11 Pa-
unica, poteva declinar da questa ro- pa Gregorio XVI nel i83i col
Questo tri-
ta, e rivolgersi all'A. C. regolamento del 3i ottobre rein-
bunale di misto foro, era composto tegrò Macerata del tribunale di
di cinque giudici che si chiamavano appello, con giurisdizione sulla le-
uditori di rota, a forma della ro- gazione di Urbiuo e Pesaro, e sul-
ta romana, i quali dovevano esse- le delegazioni di Macerata, Fermo,

re chierici celibi, ed a turno col- Ascoli, Ancona, Camerino e Lore-


legialmente giudicavano tanto in to, oltre il tribunale di prima istan-
prima istanza che in appello tutte za per tutta la provincia, l'assesso-
lecause della provincia, divisa nel rato legale, e il tribunale per le

1808 in tre dipartimenti, non esclu- cause ecclesiastiche, su di che si

so il ducato d'Urbino. Gli uditori possono leggere gli articoli relativi,


della medesima passavano quasi e quello delle Delegazioni aposto-
sempre alle rote di Lucca Ge- e liche.
nova. La carica di uditore durava Ne' secoli passati Macerata fu il

cinque anni; prima che spirasse il luogo dell' ordinaria residenza dei
tempo, il consiglio di credenza, che legati e rettori della Marca, pei
tutelava tultociò che aveva rela- quali, come abbiamo detto, fino dal
zione agli affari pubblici, compren- 1286 fu edificato il palazzo per
sivamente alla nomina di delti u- abitarvi. Nel iSyi ventitre comu-
ditori e di tutti gl'impiegati, for- ni della provincia della Marca sup-
mava una deputazione composta plicarono il cardinal vicario per
almeno di due membri di creden- Gregorio XI, che per la continua
za, i quali facevano il sindacato dimora che in Macerata avevano
all'uditore che cessava. L'operazio- fatto i rettori e presidi della Mar-
MAC MAC 2 1

ca, come siiuala nel centro della la signora e donna del Piceno, ne
provincia, e la curia generale dei riporta le testimonianze, li giure-
medesimi co' quattro giudici, ivi consulto Sebastiano Medici nella
continuassero a risiedere. L'ordina- dedicatoria delle definizioni o de-
ria residenza de'rettori fu in Ma- cisioni della rota maceratese, al car-
cerala; tuttavolta essi o la loro dinal Alessandro Peretti nel 1596,
curia temporaneamente dimoraro- si esprime: Macerata illius provi n-
no in Ancona, in Ascoli, in Fer- ciae caput est. Leone nel bre- X
mo, in Camerino, in Montolmo, ve de' 5 maggio 5 1 3, scrisse:
1 le-

ed anche alti ove. Sì vegga la no- gati provinciae Marcìdae, qui in


ta IX dell'opuscolo stampato in civitate Macera tae, nipote tolius
Foligno. Scrive il p. Civalli nella provinciae caputa residentiam fa-
Plsita triennale della 31arca pag. cere consucverunt. Pih onorevol-
58, che diversi Pontefici chiama- mente si espresse Clemente Vili
rono Macerata, Boinanis Pontiflx nel breve de' 5 maggio 1597: se
cihus legationìs sedes et provinciae priniuni obtulit fidtlisy et dilecta
caput, perchè in essa era la corte nohis civitas Maceratae, quae noti
generale dove fecero e facevano immerito a nohis, caeterisque ro-
ancora residenza tanti legati, e manis Pontificibus legationis sedes,
quantunque al tempo di Clemente et provinciae caput electa fiat, et
VII con l'archivio fu rimossa, ed Wide caetera civitates exempla su-
altrove trasferita con gravissimo mere, et vestigia sequi dcdignari
danno e incomodo della provincia, non queant. L'Ughelli poi nell' Italia
fu nondimeno da Paolo III suo sacra chiama la città caput et me-
immediato successore restituita e tropolis Picenae provinciae non se-
stabilmente fermata. E sebbene al- mel enuncialur in pontificiis diploma-
tre volte si trova che i legati in tibus. Nel secolo passato anche Be-
altre città della Marca dimorarono, nedetto XIII con chirografo de' 16
questo si deve intendere, secondo settembre 1728 le diede il titolo
alcuni, perchè elleno ancora erano di capo della provincia della Mar-
con Urbino, Camerino, con suoi ca^ e la chiamò fedelissima. Il
stati e contadi nella legazione com- Compagnoni nella Reggia picena^
prese, come si legge nella costitu- oltre la serie di molti presidi del
zione egidiana, e però in occasione Piceno, riporta quelle de'raarchesi
di visite o di altri accidenti a quel- della Marca Anconitana incomin-
le si trasferivano; ma i curiali che ciando da Guarniero del io53;
aveano Macerata per residenza fer- de' legati e cardinali ( oltre Romo-
ma, in essa e non altrove le loro lo o Romano cardinale del 493),
facoltà e palazzi fondarono, e ma- principiando dal cardinal Vidone
nifestamente si dimostra, non a- del 1 199, sino al cardinal Lodovi-
vendo tutta la provincia palazzo co Scarampo Mezzarota del i44^J
antico per la corte così comodo, e de' presidi della Marca d'Ancona o
con tante arme di Pontefici e di per ragione di principato, o come
legati adorno, come il maceratese. marchesi, o legati, o rettori, e si-
L'Aurispa a p. 35 e seg. dell' O- mili, Guarniero del io53, al
da
vazioue, parlando delle singolari dello cardinal Lodovico; degli uf-
prerogative di Macerata e diceiido- fiziali di Macerata, come consoli,
12 MAC MAC
poclestà, vicari ed altri giudici, da delle ipoteche, quello del bollo e
Matteo Visconti e Coiiìpagnone del registro col suo ispettore generale,
1191», consoli del coaiune, al po- l'altro del bollo straordinario, quel-
destà Bonhancesco de' Bongìovanni lo dei catasti con suo ispettore ; la
del 1445 » e de* giudici generali cassa camerale, la direzione posta-
della Marca, da Alberico giudice le, l'udizio del bollo di garanzia,
della curia di Macerata nel 12 12, l'amministrazione dei macinati, uu
a Gabriele de* Massioli giudicatore magazzino con deposito di sali e
del 444» cui successe Gerardo dei
1 tabacchi , il rappresentante delle
Gerard ucci. Il marcii. Filippo Bru- società di assicurazioni.
ti Liberati coi tipi del Julfei di Inoltre Macerata ebbe la tesore»
Ripalransone, nel 1843 ci diede ria del Piceno e del ducato d'Ur-
un importante inedito elenco dei bino, risiedendovi il tesoriere. Da-
podestà di Macerata^ che incomin- gì' istromenti del 1283 e 1289 si

cia da Paolo Gualtieri giudice e rileva che il pubblico maceratese


vicario del i253, a Nicola Asclepi fino d'allora somministrava l'abi-
eletto podestà e pretore a* 3 luglio tazione ai tesorieri della Marca. Ma
iSSy. Già sino dal 1824 coi tipi non ostante che Martino V nel
del Morici il eh. conte Monaldo 1417 raccomandò da Costanza il
Leopardi avea pubblicato in Re- tesoriere monsignor Marino ai ma-
canali r importante; Series recto- gistrati di Macerata ; non ostante
rum Anconitanae Marchiae guani che Leone X dando facoltà per la
collexit, sino al 1823 in cui era difesa delle mura, il comune po-
delegato apostolico monsignor Spi- tesse imporre dazi ne' beni degli
nola ora cardinale. All'articolo Dele- ecclesiastici per le ragioni, che ci-

gazioni Apostoliche indicammo quali vitas Maceratae dieta provincia


luoghi della Marca aveano il prelato umhellicidus existat, victualibus a-
governatore, tale essendo quello di bnndetj aedificiis comniodis sit or-
Macerata; dicemmo pure che Pio nata, aeris amenitale a domino do-
VII nel 1800 istituì la delegazio- nata j curiam genera lem dictae pro-
ne apostolica di Macerata con un vinciae ab immemorabili tempo-
prelato per delegato apostolico; che re citra habiierit, et habeat, et ob
Leone XU nel 1827 unì alla de- ìd vicelegati, thesaurarii, judices,
legazione Macerata quella di
di advocatij procurato re s et alii qffi*
Camerino, e ne stabilì gli uffiziali cialeSj et curiales quamplurimi re-
ed i ministri; e che nel i83i il sideant; non ostante questi ed al-
Papa Gregorio XVI separò Ca- tri moltissimi monumenti, pur non-
merino da Macerata, ed alla dele- dimeno i tesorieri, più al loro uti-
gazione di questa diede miglior le, che al comodo della provincia
ordinamento, essendo la prima nel- avendo riguardo, tentavano di po-
la gerarchia delle delegazioni apo- ter altrove trasportale e fissare la
stoliche. Oltre il preside della pro- loro residenza. A questo rimediò
Tincia con la sua congregazione Clemente XIV, con breve de' 18
governativa eia commissione ammi- maggio 1771, col quale ingiunse
nistrativa provinciale, risiedono in ai tesorieri della Marca, che sicco-
Macerata il commissariato de' re- me ne' passati tempi così in futuro
sidui j ruffizio della conservazione e perpetuamente lisiedessero in Ma-
MAC MAC 23
cerata. Questo tesoriere terminò col infermiccio, negli ultimi periodi di
pontificato di Pio VI: di molti di sua vita compilò le memorie slo-

essi ne faremo menzione in pro- riche della zecca di sua patria, le


gresso dell' articolo. Narra il p. Ci- quali rimaste incomplete furono poi
valli , che Macerata fu anco da terminate dallo stesso monsignore,
principio onorata della zecca, della e fanno parte dell' opera del Za-
quale fanno fede molti scudi e du- netti.
cati di camera, battuti in essa ah Anticamente la città si regolava
tempo d'Innocenzo Vili del i4S4> a forma di municipio: quattro e-
col nome espresso di Macerata, rano gradi civici che la distin-
i

ed essendo per alcun tempo trala- guevano, cioè il consiglio generale


sciata l'arte, da Paolo ili del i534 che dava la qualifica di cittadino ;
le fu di nuovo conceduta, onde si il priorato che si accordava a chi
batterono monete d'ogni sorta, nel- veniva ascrìtto alla nobiltà; il con-
le quali non pure il nome, ma an- siglio di credenza eh' era formato
co r arme della città impresse si di tutti i nobili; ed il supremo
veggono. 11 Marchesi nella Galle- consiglio di riformanza , eh' era il

n'a dell'onore par. II, p. i, dice più rispettato ed onorifico , non


che Macerata ebbe il ragguarde- potendovi appartenere che i patri-
vole privilegio di coniar moneta zi più distinti. I membri di questo
d'oro e d'argento sino dal 1392,6 corpo rispettabile formavano le leg-
perciò dal Pontefice Bonifacio IX gi per il buon regolamento della
l'ottennero i maceratesi. 11 primo città, ed avevano l'esclusivo diritto
eh* esercitasse 1' ulTizio di zecchiere di conferire tutti gradi, mediante i

in Macerata , fu un maestro Si- ilmotu-proprio Leonino del 1827.


mone Benedetto da Norcia. Mon- Le prerogative che esercitava il det-
signor Marini pretende che questo to consiglio di riformanza per ag-
privilegio rimonti a più antica o- gregare ai gradi, sono state trasfe-
ligine^ ed aggiunge che dovevano rite ad una deputazione chiamata
esseredue le zecche, che in un araldica, composta del prelato de-
tempo medesimo battevano mone- legato pro-tempore presidente, del
la in Macerata: una per conto del gonfaloniere , e di otto consiglieri
governo, ed era nel palazzo apo- appartenenti al ceto de' patrizi più
stolico; l'altra per conto del comu- Sino da' 24 luglio i8o4
rispettabili.
ne, e l'officina doveva essere a fian- Pio VII con breve volle decorare
co della fabbrica attuale di s. Pao- la città (fi un nuovo privilegio, ac-
lo, all'erezione della quale fu di- cordando al magistrato nelle pub-
strutta.Veggasi Vincenzo Bellini bliche funzioni il rubbone di lama
De monetis M
acerata e , exst. in d'oro, sottoveste ponsò, fascia con
op. de mon. Ilal.; e Pompeo Com- fiocchi d'oro, e berretta nel modo
pagnoni giunioie, Notizia della e forma come l'usano i conserva-
zecca di Macerata, exst. nel t. IV lori di Roma, privilegio singolarìs-
del Zanetti, Delle zecche d'Italia. simOj perchè accordato solo a due
Ci avverte il Zanetti che ad ecci- altre città dello stato, cioè Roma
tamento Annibale Olivieri di
di capitale, e Viterbo.
Pesaro, monsignor Compagnoni ve- Il citato Marchesi, dopo aver ce-

scovo d' Osimo dottissimo, sebbene lebrato la bellezza di Macerata,


24 MAC MAC
detto Pio IV la chiamò in
che muovere il culto delle belle arti e
una bolla Cwitas insignis accen- , della letteratura , avendo istituita
nata la sua origine da Helvia Re- nella propria casa lafamosa acca-
cina, da chi fu ne* diversi tempi demia de' Disuguali, de' signori di
dominata, dichiara eh' è piena di Allena, e marchesi della Guardia in
nobiltà e popolo assai civile, aelor- Abruzzo ; la Panici germogliata dal
na di buoniAggiunge, qui-
edifìzi. tronco de' Compagnoni, signora di
vi fiorirono e in parte ancora fio- Falcino e della Petrella col titolo
riscono varie stirpi illustri e qua- di contea. A voler far menzione
lificate, tra le quali l'Amica de' vi- degl' illustri maceratesi sarebbe ar-
cari di Monte Milone ( l'opera por- gomento assai copioso, per cui qui
ta la data del 17 35); la Floriana ci limiteremo dopo i santi, beati e
de' signori di Ficano e Castel s. cardinali, solamente a que'principali
Pietro ; la Filippucci de'conti di s. che ci riuscì raccogliere da diver-
Angelo in Fontano, da cui uscì ai si libri, oltre i già mentovali ed
nostri giorni Gabriele, che con ra- altri che nomineremo in progresso
ro esempio di moderazione ricusò dell'arlicolo.
la dignità cardinalizia , alla quale Molti maceratesi si distinsero
era stato esaltalo da Clemente XI in dottrina, per opere, nelle ar-
(per cui ne facemmo la biografia, ti , nelle armi , nelle magistratu-
giacche ne* Diari di Roma di quel re , nella gerarchia ecclesiastica
pontificato è notato tra i cardinali In santa vita dunque fiorirono,
defunti, mentre nel voi. XXVIII, cioè nacquero o morirono in Ma-
p. 57 del Dizionario descrivemmo cerala: s. Claudio primo vescovo;
il funerale fattogli celebrare dal s. Liberalo de'conti Brunforti no-
Papa); l'Aurispa de'signori di Mon- bile maceratese, morto nel 1^07 ,

te Fortino e Castel Volubre; la il di cui ritratto conserva nella


si

Struzza de* signori di Mogliano ; la comune ; beato Pietro minorila che


Carbona de* signori di Lomano; la si crede della famiglia Compagno-
Biccia de* marchesi di Castelbasso; ni, e fu terzo vescovo, parlando di
la Bonaccorsi de' conti di Castel esso il p. Arturo nel suo Martiro-
s. Pietro ed altre, ed in partico- logio, Hubero nel Meiiolo-
ed il p.
lare le seguenti che produssero ca- g/o francescano a'29 ottobre. Il p.
valieri all'ordine militare di s. Ste- Arturo a* 3i marzo riporta come
fano. Compagnoni, una delle più oriundi, o come quivi morti se- i

nobili e segnalate della provincia, guenti. Beato Paolo della JMarca


da cui uscirono moltissimi cospi- francescano; bealo Bernardo da Fos-
cui soggetti, che riconosce per sti- sombrone. Il p. Hubero poi a' i3
pite Forte d'OIFone, uno degU ulti- marzo nota il bealo Bernardino da
mi conti di Villamagna, imparen- Mont' Olmo, e il beato Alessandro
tata colle primarie famiglie non so- da Fano della famiglia maceratese,
lo del Piceno, ma cogli Ottoni do- I cardinah maceratesi sono Evange-

minanti in Matelica , coi milane- lista Pallolta creato cardinale da


si Moroni conti di Pontecorano, Sisto V nel 1587; Giovanni Bat-
e con altre chiare famigHe d'Ita- tista Pallotta cardinale da
creato
lia ; la Ciccolini dello stipite dei Urbano VIII 1629; Gabriele nel
Guadambi, lodata pel zelo di pro- Filippucci creato cardinale da Gle-
MAC MAC 25
mente XI nel 1706; Prospero Ma- zio Pio VII al Brasile, ivi defun-
fli

refoschi nato in Montesanto, creato to ; Giuseppe Ugolini preposto della


cardinale da Benedetto XIII nel collegiata di s. Salvatore. Al pre-
1724; Simone Bonaccorsi, creato sente sono viventi , monsignor Lo-
cardinale da Clemente XIII nel dovico Conventati, canonico di s.

1763; Mario Compagnoni Marefo- Maria Maggiore già decano deno-


schij creato cardinale da Clemente tanti del supremo tribunale della
XIV nel 1770; Guglielmo Pallot- segnatura di giustizia, ora presiden-
ta, creato cardinale da Pio VI nel te della Comarca di Roma ; e mon-
1777 Antonio Palletta creato car-
; signor Lavinio de' Medici Spada,
dinale da Pio VII nel 1823 ; ed chierico di camera e presidente del-
il vivente Giuseppe Ugolini, creato le armi.
cardinale dal Pontefice Gregorio Primeggiarono tra i religiosi, il

XVI nel i838, e da lui fatto le- p. Gio. Battista Antonelli ; fr. Orazio
gato apostolico di Ferrara, e pro- Civalli ; fr. Liberato e fr. Pietro
tettore della confraternita della san- da Macerata ; fr. Cassiano Beligatti
tissima Trinità di Macerata. Se cappuccino missionario nel Tibet,
la morte non rapiva monsignor nella cui lingua scrisse diverse pre-
Ignazio Ranaldi arcivescovo di Ur- giate opere;Matteo Ricci gesuita,
bino, che cessò di vivere in Sar- celebre matematico ed astronomo,
degna speditovi da Pio VII per che pel primo predicò nella Cina
riordinare di quel
gli alfari religiosi il vangelo, e per la scienza i cinesi
regno , sarebbe stato creato cardi- lo riguardarono qual secondo Con-
nale. I vescovi e prelati sono: jGìu- fucio ; Giuseppe Asclepi matemati-
lio Cesare Compagnoni, già arci- co e astronomo ; Angelo Galluzzi
diacono della cattedrale, vescovo gesuita. Tra gli scrittori, autori di
di Sanseverino ; Claudio Ciccolini opere, giureconsulti e benemeriti
vescovo di Forlì; Amico Panici della patria.,sono a mentovarsi :

vescovo di Sarsina Cesare Costa ; Pier Nicola Mozzi, celebre special-


arcivescovo di Capua, e autore del mente pel suo trattato De conlra-
trattato, Variarutn ambiguitatiwi ctibus; Giardino;
Scipione Fabio
juris; Pompeo Compagnoni giunio- Ranucci; Alessandro Censi; Dome-
re vescovo di Osimo e Cingoli ed nico Troili ; Pompeo Compagnoni
autore delle Memorie sui vescovi seniore; Antonio Lazzarini; Giulio
d' Osimo, che il Muratori chiamò Con ventati; Marcello Ferri; Giulio
il pi eia io più dolio d'Italia, il de- Mancinelli Gio. Giacomo ; Panici;
coro e V esempio de' pastori d'ani- Giuseppe Mozzi ; Gio. Mario Cre-
me: il Vecchietti ne scrisse la vita scimbeni ristoratore delle buone
e le memorie, stainpate in Roma lettere e fondatore dell'Arcadia di
nel 1783. Cornelio Firmano mae- Roma; Antonio Palmucci ; Giusep-
stro delle cerimonie pontifìcie ve- pe Alaleoni; Antonio Costantini;
scovo d'Osimo e Cingoli: altro ce- Pier Francesco Palmucci de' Pelli-
remoniere pontificio fu Gio. Fran- cani; Mario Compagnoni; Vincen-
cesco Firmano ; Pellegrino Con- zo Berardi sullodato; Antonio U-
salvi vescovo di Fano; Giulio Com- lissi che nel 1 7 1 7 istituì un pin-
pagnoni vescovo di Sanseverino; gue monte di pietà, ma in vece le
Giovanni Fiaucesco Marefoschi, nuu- rendite furono impiegate dal ve-
a6 MAC MAC
scovo Peruzrini nella riedificazione vanni Ferracuti; Carlo Foschi; Gi-
della cattedrale; Giuliano Compa- rolamo Gagliardelli; Gaspare Gaspe-
gnoni, che costituì ampia rendita rini; Giuseppe Mancini, di cui tra

all'ospedale degl'infermi, in che fu gli altri si ha il quadi*o rappre-


imitato dalla sorella Diamante, e da sentante Giuseppe Ebreo; Marcello
Cesare Compagnoni; Pierantonio e Gobbi; Lorenzo Pittori; Bartolomeo
Guarniero Marefoschi, benemerito Pittori; Pompeo Pittori; Giuseppe
delle chiese; Simone, Mario, Jaco- Sebastiani Mancini detto Giuseppi-
po e Camillo Compagnoni capita- no. Gli architetti di merito sono
ni; Domenico Lazzarini; Giulio Pel- Giuseppe Aniballi, Narciso Aurispa.
licani; Gio. Ballista Compagnoni Pompeo e Pietro Floriani per l'ar-
giureconsulto; Pompeo Compagno- chileltura militare: il secondo for-
ni giuniore; Giuseppe Dionisi ca- tificò Malta, e le sue fortificazioni
nonico delia collegiata, autore di riuscirono di tanta eccellenza, che
diverse opere; Paolo Spadoni na- da lui presero nome di Floriane:
turalista, discepolo e compagno del- Gregorio XI li, Sisto V, Clemente
lo Spallanzani, autore di varie ope- Vili, Filippo III, Rodolfo II im-
re ; Leopoldo Armaroli; Giuseppe peratore e la repubblica di Vene-
Boccanera; Giuseppe Ciccolini; Giu- zia lo colmarono di onori. Altri va-
seppe Antonio Cervini; Lodovico sono Stefano Grandi,
lenti architetti
Ciccolini astronomo; Luigi Pellica- Giuseppe Matlei, Pier Francesco
ni; Giuseppe Boccanera autore del- Palmucci, Pompeo Spadari, conte
le Vile degli uomini illusivi di Na- Filippo Spada vivente. Inoltre so-
poli; Stefano Cambini canonico tjeo- no a rammentarsi Amico Amici
logo vicario in Macerata e rettore matematico ed ingegnere espertis-
lieiruniversità : di lui si hanno non simo; Matteo Cruciani mosaicista;
poche iscrizioni lapidarie di squisi- Vincenzo Giovanni Calamanzia, co-
to stile latino ed italiano , e non niatore di medaglie ; Polonio fon-
poche prolusioni accademiche, ed ditore di metalli ; Taddeo Girola-
altri componimenti. Tra i recenti mo Ricciano fonditore di metalli,
scrittori viene lodato il canonico e Fedele Bianchini scultore viven-
Carlo Hercolani ti'aduttore della te, il quale come allievo del gran

Cristiade del Vida, di molte ope- Canova dà saggi non equivoci del
re inglesi e greche, ed autore di profitto che ha fatto nella di lui
opere. Fiorirono negli ordini eque- scuola. Del Bianchini si ha in Ma-
stri : nel gerosolimitano, Gio. Bat- cerata, nella sala comunale, un bel
tista,Francesco e Pier Paolo Com- semibusto del Papa Gregorio XVI;
pagnoni ; Valerio marchese Ciccoli- neir università il monumento del
ni cavaliere di Malta ec; nell'ordine Giannelli; ed i cenotafi del ven.
di s. Stefano, Gio. Battista e Quin- vescovo Vincenzo Strambi e del
tiliano Compagnoni, ec; nell' ordi- marchese Bourbon del Monte nella
ne Maurizio e Lazzaro, Fran-
de'ss. cattedrale, non che quello dell'avv.
cesco Compagnoni; Leonardo com- Nicola Piccinini giudice di appello
mendatore Filippucci, ec. di onorevole rimembranza. Sui pre-
I pittori valenti sono Girolamo Ba- gi degli artisti maceratesi, come di
stiani; Girolamo Boniforli; Francesco molte notizie artistiche riguardanti
Bonifgrti; Sforza Compagnoni; Gio- Macerala, scrisse dottameots e eoa
MAC MAC 27
critica il marchese Amico Ricci altra cosa alla citta appartenente.
maceratese cav. de* ss. Maurizio e Tuttavolla confessa mancare Ma-
Lazzaro : Memorie storiche delle cerata d'una storia compita (Gia-
arti e degli artisti della Marca di como Lauro scrisse Alacerata il- :

Jncona, Macerata i834, tipografia lustrata con memorie più chiare


di Alessandro Mancini. della città Roma pel Grignani
,

Prima di descrivere le principali 164^5 in 4-° Questo libro non mi


notizie storiche di Macerata ci , riuscì rinvenirlo ne in Roma ne in
sembra indispensabile riportare qual- Macerata mi confessò cortesemen-
:

che tratto del maceratese Domenico te il marchese Ricci di averlo ci-


Troili della prefazione alla sua Dis- tato, ma di non averlo potuto mai
sertazione deW antica città di Re- trovare. Gio. Andrea Massei De :

cinaj Macerata 1790, presso An- Alacerata urbe in Piceno elegia,


tonio Cortesi e Bartolomeo Capi- che riportasi dal Bacci nelle Noti-
tani. Encomiando primieramente co- zie dell'antica Chiana ec. Macera-
loio che si dedicarono a corregge- ta 1716, contiene quarantasette
re con critica più sana e severa le note, colle quali s'illustra la sto-
antiche storie delle loro patrie, o ria maceratese ), la quale conten-
a scriverne esattamente delle nuo- tar possa i dotti e gli eruditi. Lo-
ve o almeno illustrarle, dichiara da Compagnoni, e per-
la storia del
quindi che anco i maceratesi han- chè la morte gì' impedì compirla,
uo la storia della città, scritta nel e per lo stile ed altro non la re-
secolo passato ( cioè il XVII) dal puta capace di soddisfare gli eru-
patrizio Pompeo Compagnoni ( se- diti moderni; però riproduce quan-
niore ), e l'anno 1661 per gli eredi to ne sciisse in encomio il Vec-
di Agostino Grisci e Giuseppe Pic- chietti, a pag. 40*^ delle Memorie
cini stampata in Macerata con que- de' vescovi d'Osìmo, che qualifica
sto titolo La reggia picena ov-
: l'opera del Compagnoni per utilis-

vero de' presidi della Marca, hi- sima e sommamente pregevole, non
s tori a universale degli accidenti di scevra di qualche difetto. Aggiun-
tempo in tempo della provincia j ge che quello che dopo di lui è
non meno che de' vari suoi reggi- slato scritto, oltreché non fu per
menti , sì come de' re ^ pretori o fare una storia, ma solo per soste-
proconsoli consolari, vicari, prefet- nere una contesa , non riempì il

ti pretori e legati cesarei del Pi- vuoto; aver perciò divisato compi-
ceno j conforme de' duchi , conti, lare una storia compita col titolo
marchesi, legati apostolici, rettori di Memorie storiche di Macerata,
governatori e luogotenenti della Mar- ossia una storia civile, ecclesiastica
ca; con tutti i vescovi, podestà ed e letteraria, volendo prima pubbli-
altri giudici di Macerata (però care tre dissertazioni ; cioè, dell'an-
pubblicò la sola parte prima che tica città di Recina, della prima
arriva soltanto al i445)' Quindi origine di Macerata, e delle vicen-
non mancò anco negli ultimi tem- de di Macerata ne' primi secoli
pi chi tra i maceratesi cercò d'il- della sua esistenza ( tranne la pri-
lustrare o l'origine o le prerogati- ma dissertazione niente altro pub-
ve della patria, o i principii del- blicò il Troili). Avverte poi, che
l'università degli studi, o qualche dovendosi nelle memorie e nelle
a8 MAC MAC
dissei lazioni esaminare la contesa no: I. Replica al
cavaliere mace-
tra'maceralesi e camcrinesi,e quan- ratese del suo amico di Camerino.
to le palli scrissero, slimava bene II. Risposta dì uno studente in Ca-

tesserne hievemeute la sloiia, della merino ad un suo amico studente


quale andiamo noi a produrne qui in Alacerata. III. Àvverlimenlo al-

un estralto. lo stampatore di Macerata per la


Nell'anno 1760 si portò un ca- prefazione premessa alla terza e-
"valiere maceratese Camerino in dizione della risposta d'un cava-
( lessi e non rammento dove che , lier maceratese ad un suo amico
fosse cerio Lorenzo Ranaidi Gre- di Camerino. IV. // cavaliere ma-
goriani ), e nel confronto che fece ceratese frustato dal bidello dell'u-
di essa colla propria patria, cui die niversità di Camerino. V. Dei ca-
la preferenza, adontò alcuni carne- merti umbri dissertazione apologe-
rinesi. Questi a' 5 del 1761 stam- tica istorico-crìtica. cava-
VI. //
parono una lettera colla quale ol- liere maceratese confutato nelle sue
traggiarono diversi cavalieri mace- osservazioni contro Camerino dagli
ratesi, i quali tacquero. Nel 1777 accademici Sinceri della medesima
nell'esaltazione al cardinalato di città, con varie illustrazioni sopra
Guglielmo Pallolta nato a Mace- l'origine e pregi di Macerata ( ve-
rata, ov'era ascritta la sua fami- ramente queste osservazioni sono
glia tra le patrizie, essendo del pa- in difesa di Macerata ). I macerti-
ri annoverata tra quelle di Cameri- tesi però non si stellerò nel 1780
no , vollero i camerinesi festeggiar- colle mani alla cintola, e stampa-
la anche con componimento dram- rono: I. Ragionamento dell'origine
matico di Domenico Pannelli, che e prerogative della città di Mace-
si permise versi e nota, che pro- rata, in risposta a quanto si dice
dussero acerba e letteraria contesa su tale articolo nella dissertazione
tra le due illustri città. Asserì che apologetica istorico- critica, e ri schia-
Macerata al civile ed ecclesiastico rimento della lettera del cavalier
governo di Camerino era slata sog- maceratese ( l'autore del Ragiona-
getta, laonde provocati i macera- mento e del seguente Estratto di-
tesi, uno di essi, forse Antonio Loz- cesi il Lazza ri ni ; come forse del-
zarini colle slampe di Macerala
, l'avv. Pieranlonio Frasca sono per
neir islesso anno scrisse e poi colla la maggior parte le cose stampate
data del 1777 pubblicò: Risposta pei camerinesi ; ma il libro degli
di un cavaliere maceratese ad un accademici Sinceri si ci*ede del lo-
6U0 antico di Camerino^ con varie ro segretario Sparapani ). II. jE*-

osservazioni intorno ad alcune no- stratto di proposizioni intorno alla


tizie, che fin da gran tempo van città di Camerino, e suo antico
pubblicando i signori camerinesi ducato, contenute nella dissertazio"
della città di Macerata. Nel 1780 ne apologetica ìstorico-critìca , pub-
s'incominciò a vendere e subito blicata in Camerino in risposta al-
ne furono fatte tre edizioni , due le osservazioni del cavaliere mace-
con prefazioni dell'editore, la terza ratese nel mese di luglio 1780,
di Teramo con lunga confutazione. con critiche riflessioni a ciascuna
Contro questa lettera nel medesi- di esse. III. Prefazione del 1777,
mo anno i camerinesi pubbiicaro- ove espongonsi i pvincipii delle piii
MAC MAC 29
antiche università d* Italia e di quel- letterari sulla controversia tra li si-

le di Macerata e di Fermo , de- gnori di Camerino e di Macera-


dix^ata allora ai signori maceratesi ta. HI. Note intorno alcune cose
dal sig. Pirro Jurispa, professor che riguardano la città di Mace-
primario^ ed ora all'occasione dì rata, contenute nel libro dello stato
alcune controversie tra alcuni ma- civile delle terre pontifìcie dopo la
ceratesi e camerinesi trasportata venuta cardinal Albornoz in.
del
dal latino neW italiana favella ^ con Italia. IV. Confutamento di quan»
una hrevissiì::a aggiunta o prolu- to alcuni anonimi camerinesi, il
sione del traduttore. sig. abbate Francese Antonio Zac-
Nel 1 78 1 i camerinesi mandarono caria, il novellista di Firenze, e
fuori Ire cose che prolungarono la lite. memorie enciclopedi'
l'autore delle
I. Risposta alle osservazioni del cava- che, che sistampano in Bologna,
lier maceratese e dimostrazione del- al n. 24 nel mese di luglio 1781,
la prima origine e polizia di Ma- contro Macerata hanno calunnio'
cerata ( leggo nel Ranghiasci che samente scritto e affermato. Della
ne fu autore l'ab. Gio. Ballista Pre- prima di queste cose si crede au-
celti). \\. Slato civile delle terre tore il dotto maceratese cav. Giu-
dopo
pontifìcie la venuta del car- lio Convenlati, e dell'ultima, stam-
dinal Albornoz in Italia^ con al- pata nel 1782, è autore l'ab. Gian-
cune osservazioni intomo all'origi- francesco Lancellotti di SlafFolo,
ne deW università^ e confutazione perciò ascritto tra i patrizi di Ma-
di ciò di' è stato scritto dall'auto- cerata. Nella collezione che posseg-
re del ragionamento dell'origine e go delle nominate stampe, in quel-
prerogative della città di Macera- la della III. Note, ec. trovo scrit-
ta ^ e da altri intorno V università to: del canonico Dionizj. Di tali

di Macerata. III. Congressi lette- stampe il Banghlasci nella sua Bi-


rari sulla contesa ira li signori dì bliografia, agli articoli Camerino,
Camerino e di Macerata tenuti in Macerata e Umbria, osservo che
casa dell' ab. Francesco Antonio ne riporta circa dodici soltanto.
Zaccaria, da lui medesimo distesi Dopti questo tempo i maceratesi e
in alcune lettere ad istanza d'un i camerinesi tacquero. Nel 1 786 il

amico. La prima fu ristampata in Colucci pubblicando il primo tomo


Bologna, la seconda in Macerata. delle Antichità picene, grato di es-
A difesa de' maceratesi , massime sere stato aggregato al patriziato
contro Zaccaria, quattro cose
il camerinese, nella dissertazione XII
stamparonsi. I. Lettera di un ma- \i prese a difendere la confedera-
ceratese anonimo intorno ai prin- zione de' camerli col popolo roma-
cipii dell'università di Macerata, in no. Ciò mosse due anonimi ad im-
risposta a ciò che n ha scritto il pugnar di nuovo il sentimento dei
sig.abbate Francese Antonio Zac- camerinesi, esser la loro città l'an-
caria ne' suoi letterari congressi. tico Camerino umbro, i cui abita-
II. Commenti e spiegazione d'alcu- tori camerti furono confederati dei
ne notizie appartenenti alla città di romani. Quindi nel 1786 si pub-
Macerata, pubblicate dal signor ab- blicò : Notizie istoriche di Carne-
bate Francese Antonio Zaccaria nel ria e Camerio città del Lazio,
libro che ha per titolo congressi forse dell'ab. Giuseppe Tondini (del
3o MAC MAC
quale ho nella citala collezione un proprie, tranne quelle messe nel §
nis., ignoro se originale o copia ,
IH dell* appendice. Leggo nel Co-
cioè Riflessioni su la nota iscrizió- lucci, che il Troili recitò la disser-
ne Munibach pubblicata dui
di tazione air apertura della copiosa
Muratori j e riprodotta prima dal e scelta biblioteca di Macerata, di
Frasca mila, sua dissertazione sui cui fu destinato prefetto: egli era
canierli unibri^ indi dall'ab.Zac- stalo trenta anni in Modena nella
caria in quc suoi congressi Igtle- rinomatissima biblioteca Estense. 11

rari^e pare opinamènto analogo alle Salinon nella sua opera intitolata:
Notizie istorie he ), che volle prova- Lo stato di tutti i paesi e popoli del
ie, che i camerti umbri confede- mondo, non solo ricorda tutti i brevi
rali de' romani, de' quali parla T. e bolle de' Papi, con cui fu Macera-
Livio, furono chiusini, e Cameria ta decorata della curia generale
non fu dov' è ora Camerino. Nel della rota, dell'università, della zec-
1787 poi venne fuori: Lettera ca, e di altri privilegi, non che del
d' autore anonimo sopra quel tanto sigillo; ma eziandio per provare la

che dal signor ab. Giuseppe Co- derivazione da Recina, riporta la


lucci patrizio di Camerino nella seguente antica memoria.
XII dissertazione suo primo del
tomo delle Antichità picene si dice In dorso Macerata sedei post bella
circa il passaggio fatto nella selva Gotoruni
Ciminia dal console Q. Fabio con Edita et ex priscis Recinae genero-
l'esercitoromano. L' autore nega sa recinis.
che quel Camerino fosse l'odierno.
Ai due anonimi rispose Colucci pu- Macerata come Recanati {Fedi),
re nel 1787 con un libretto Let- : ripete l'origine da Recina o Ri-
tere apologetiche in difesa di quan- cina, antichissima ed illusile città
to si è detto nella dissertazione XTI del Piceno, i cui avanzi maestosi
delle Antichità picene, sulla confe- esistono ancora sulla sinistra spon-
derazione de' camerti umbri col po- da del fiume Potenza , lungi tre
polo romano y ec. Il Troili braman- miglia da Macerata alla volta di
do che le contese non si riaccendes- Recanati, nel luogo chiamato il /^/^v-
sero, promise che avrebbe esami- so o ponte di Macerata. Recina
nato diligentemente senza passione trovavasi a pie del colle e veniva
tutte le cose stampate nelle Dis- attraversata da detto fiume. Alcu-
sertazioni e nelle Memorie ch'erasi ni fanno derivare il suo nome da
proposto pubblicare, senza far pa- un tempio dedicato a Venere Eri-
ragoni tra Camerino e Macerata. cina in quelle vicinanze, attribuen-
Finalmente avverte, che avendo il done l'erezione al re Cino che do-
Colucci nel t. Ili delle Antichità minò in Italia quattro secoli circa
picene pubblicato un estratto della dopo il diluvio, al che ripugnano
sua dissertazione Dell'antica Reci- i critici. Non mancarono parecchi
na, e da lui mandatogli, ed aven- scrittori di celebrarne 1' antichità ,

do osservato parecchie cose che a la nobiltà, la potenza, ed altri pre-


lui sono sembrate degne di ami- gi, al pari delle più famose città
chevole censura ; il Troili dichiara picene. Ebbe gli onori di colonia
iroler contrassegnare ìe aggiunte romana e di municipio, e conser-
MAC MAC 3i
ò reggimento anco in tem-
libero afferma il eh. conte Leopardi, par-
ào degl' imperatori romani, che la lando dell'oiigine di Recanati, nel-
elevarono al più alto grado di gran- la Sene de' vescovi di Recanati.
dezza. Tulio copiosamente , e con Dalla stamperia Quercetti d' Osi-
erudizione viene narralo dal Com- mo fu pubblicato un opuscolo in-
pagnoni, dal Troili, dal Colucci e titolato: Osservazioni di un ano-
da altri. Bisulta però da incontra- nimo sulla dissertazione dell' anti-
stabili documenti, che Plinio il vec- ca Recina pubblicata in Macera-
chio, il quale mori neiraniio 79 ta dall' abbate Domenico Troili
dell' era cristiana, nomina i nemesi Vanno 1790. Dalla copia che pos-
o recinesi fra i popoli mediterra- seggo col publicetur del can. Pe-
nei del Piceno. Di poco fu a lui rucci V. G., e di fr. Domenico Cri-
posteriore Sèsto Giulio Frontino, stian opulo prò vicario del s. oflizio,
che parla dell'agro di Reciti a _, e si legge la data de' 12 agosto 179^'.
de'suoi confini : noto è però, che ciò L'anonimo si dichiara maceratese :

che spelta al Piceno antico è dello severamente critica il Troili, lo ri-


scrittore agrario Balbo, i cui fram- marca di contraddizione nella pro-
menti furono inseriti nell'opera di perchè l'osser-
testata imparzialità,
Frontino. L'imperatore Traiano che va prender parte alle contese e ga-
morì nell'anno 117, donò alla re- re slate tra i camerinesi ed i ma-
pubblica ricinese l'eredità di Tu- ceratesi ; come pure di avere scrit-
scilo Nominato per impiegarsi nel to contro gli autori che scrissero
restauro del bagno, del foro o del- su tali controversie, ed ancora con-
le piazze, e di questa disposizione tro quelli che scrissero vantaggio-
si conserva un marmo in Macera- samente sopra Recina, non escluso
ta. Altro marmo esistente in Re- Compagnoni, e particolarmente con-
canali dichiara che Lucio Publi- tro Peranzoni e Lancellotti ; rin-
ciò Aproniano prefetto del preto- facciandogli di aver seguito Frasca
rio era il protettore del municipio detrattore Macerata. Passando
di
de' recinesi. Altra lapide conservata poi l'anonimo ad analizzare l'opi-
eziandio in Maceiata attesta che nione del Troili, che Recina ebbe
l'imperatore Settimio Severo, che principio ai tempi di Giulio Cesa-
terminò di vivere l'anno 212, fu re, o almeno del suo nipote Au-
gran benefattore della colonia di gusto, e prima delia nascita di Ge-
Ricina, anzi ne viene chiamato fon- sù Cristo, con sensate riflessioni
datore, perchè la restaurò grande- vuol provare che Troili non intese
mente, o vi condusse nuovi abitan- bene Plinio né seppe leggere le
,

ti, o le compartì altri singolari fa- lapidi di Traiano, di Severo e di


vori. Una iscrizione che si trova Marco Aurelio, e perciò doversi ri-
nella città di Tarragona dichiara tenere più antica l'origine di Re-
che Lucio Ovinio Rustico Corne- cina, e che a cagione della sua van-
liano console des'^nato, era il pro- taggiosa posizione, ampiezza e fer-
tettore della repubblica ricinese, e tilità di territorio, Recina forse sor-
questo Ovinio fu console nell'anno se dalle rovine di altra città pre-
237. Tulli questi marmi furono esistente, e conchiude non potersi
riprodotti dal Grutero, dai Coluc- asserire che Recina non esisteva
ci, dal Calcagni e da altri , come prima di Cesare.
32 MAC MAC
Narrano gli storici, che i reci- ed in morte i recinesi, come a pro-
nesi assoldarono gente per Giulio tettore tutelare e concittadino, nel
Cesare, sotto il quale in Reciua al- territorio gli eressero un monumen-
loggiarono la legione XII detta poi to sepolcrale, forse a cura di Lucio
fulminatrice d'Augusto,
a* tempi Publicio Floriano suo tribuno del-
ed in gran parte composta di re- la coorte nona pretoriana, compo-
cinesi, e la legione XXII, di cui sta di recinesi. Proseguì poscia l'im-
era prefetto Xucio Cerpinio della peratore Settimio Severo del iqS
tribù velina, alla quale fu aggre- la restaurazione di Recina ,
per le
gato quasi tutto il Piceno : la le- cui opere sublimi impressero i re-
gione XXII fu detta dallo stesso cinesi ne' marmi il nome di con-
Augusto primogenita, pia e fedele. ditore e di facitore; e visitando
La repubblica recinese ebbe il cu- nel 2o5> Recina per senatuscon-
ratore, dignità di gran preeminenza sulto gli furono decretati encomii
nelle città libere. L'imperatore E- da scolpirsi nel suo arco trionfale
lio Adriano chiamato l'Augusto dei eretto dalla riconoscenza de' reci-
piceni, e che mori l'anno i38, vi nesi di qua dal fiume, incontro al-
aprì il ginnasio e l' ateneo ; onde l'anfiteatro di Pertinace , l' uno e
obbligò Ja gioventìi recinese e la l'altro nel centro della città. Sicco-
picena tutta, per l'istituzione delle me Settimio Severo vendicò la mor-
buone lettere ed altre arti liberali, te di Helvio Pertinace, e ne prese
ad alzargli del proprio una statua il nome, così vogliono alcuni che
equestre dorata, ed allora cominciò Recina prendesse stabilmente il no-
la città a chiamarsi Elia Recina me di Helvia o Eivia Recina per
in onore del benefico principe. Gli onorare ambidue i munifici prin-
esempi di Traiano e di Adriano cipi. Dell' anfiteatro ancora esisto-
mossero Marco Aurelio Antonino no ruderi e la maggior parte degli
Pio, nel passaggio ch'egli tenne per archi.
Recina nell'anno i8o l'ultima vol- L' imperatore Clodio Pupieno
ta che parfi da Roma contro i mar- Massimo , nella spedizione contro
coma n ni, a spurgarvi i suoi anti- Massimino, nel 1^0 cinse di mura
chi grandiosi acquidotti , e resti- e di torri la città, dé'quali muri
tuirvi di bel nuovo l'acqua Marzia nuovi e forti propugnacoli ne esi-

tra fiume Potenza e il tempio


il stevano avanzi nel secolo XIV. '
Il

di Marte, ed oltre a ciò nominò senato e popolo recinese per gra-


Recina Antoniniana e città sacra. titudine gli decretò una statua di
Quindi l'imperatore Aulo Helvio marmo coti onorevole epigrafe. Per
Pertinace del 192, ne restaurò l'an- ultimo , come abbiamo dal Com-
fiteatro, il pretorio , ed altri più pagnoni, l'imperatore Licinio Gal-
antichi edifìzi ; la nobilitò di nuo- lieno del 260 beneficò Recina fab-
vi coloni romani, ne ampliò il ter- bricando pubblici granari e sontuo-
ritorio allorché rinnovò la legge si templi ed uno più celebre a
,

agraria che perciò Recina prese il


; Mercurio siccome suo nume tute-
nome di colonia Helvia o EWia lare ; ed i recinesi nel 262 fecero
Recina. Ebbe poscia a prefetto del battere in onore di Salonino, crea-
pretorio, o giudice generale del Pi- to cesare da Gallieno suo padre,
ceno, Lucio Publicio Àproniano, una medaglia colla testa di Mer-
MAC MAC 33
curio e l'epigrafe : Colonia Ricina ta e consunta da' goti verso la
Felix Helvia. Inoltre vi fu rap- metà del secolo VI, dicendola però
presentala Recina coronata di torri già decaduta ; il Lancellotti mette
come metropoli di provincia e reg- la distruzione di Recina per opera
gia delle città circostanti. Questa de' longobardi, dopo il 568; e il

colonia figurata nella medaglia sot- Troili si unisce al sentimento dei


to l'immagine della dea Cibele, chia- Compagnoni che la dice rovinala
ramente rappresenta Recina dal , nel principio del V secolo. Che Re-
fiume Potenza che corre nel mez- cina sussisteva nel 898, e che fu
zo della città, e dalle due mole o distrutta da' goti verso l'anno 4o6
macine da grano, arma sua anti- sotto la Radagasso o
condotta di
chissima per l'ubertà del suo ter- Redagaiso, lo riporta il conte Leo-
ritorio, abbondando i suoi campi pardi. Nel luogo ove fu Recina ^
di frumento ed altre biade, e i suoi oltre i mentovati marmi, si rin-
colli in vino, laonde nelle vigne di vennero pavimenti di mosaici, scul-
Montanello sopra Recina fu trova- ture, statue, idoli, amuleti, ed al-
to un sigillo col grappolo d' uva tre anticaglie, non che medaglie di
impresso. Che Mercurio fu nume bronzo e di argento di Giano, dei
tutelare di Recina, lo si ha pure consoli romani, e degl' imperatori
da una lapide di Licinio Saturni- Augusto, Caio, Tito, Traiano, Se-
no, che da Recina portata a Ma- vero ed altri, tutti testimoni del-
cerata, prima si conservò dentro la l'antichità, del lustro e della gran-
chiesa, antica di s. Giovanni con dezza de' recinesi. Ne' pubblici è
ospedale de' cavalieri gerosolimita- privati luoghi di Macerata, Reca-
ni, e poi nel palazzo apostolico a- nati, Montecassiano, ed altri luoghi
vanti la torre, collocata nei 1646 si vedono molti de' monumenti ac-
a pie delle scale. Ma di tanto Splen- cennati, ed appartenenti a Recina.
dore e magnificenza di Recina non Non si deve tacere, che il eh. De
rimane che il nome, dopo l'eccidio Mirticis ne' Cenni storici e numis-
cui soggiacque per opera dei bar- matici di Fermo, pag. i5, scrive
bari. essersi erroneamente fin
ritenuto
Alarico re de'goti, sospinto dal- qui da molli che la colonia Helvìa
l'ambizione di Stilicone, colle sue nel Piceno, da cui è sorta la città
genti feroci, preceduto dalla strage di Macerata, avesse avuto sue mo-
e dalla devastazione, occupò tutto nete coloniche, opinione eh' ebbe
il Piceno nella sua
marcia verso forse fondamento da ciò che ne
Roma, tutto ponendo a soqquadro, scrissero Tristano e Patino dappoi- ;

e le città specialmente di Recina ché secondo riferisce tre tipi di


il

e di Urbs Salvia interamente di- monete colla leggenda Col. Hel.


stinisse nel 4o^> essendo l'una dal- ch'egli spiegò Colonia Heh'ia, ag-
l'altra distante circa sette miglia. giungendo che i coloni coniarono
Diverse sono le opinioni sull'epoca una di tali monete per render gra-
della distruzione di Recina : Pe- zie agi' imperatori Pertinace e Se-
ranzoni l'attribuisce ad Attila re vero, e le altre due a Caracalla*
degli unni, e verso la metà del V L'Harduino però nolo pel primo,
secolo; il Fanciulli stima che Re- che le monete colla leggenda Col*
cina fosse con Veregra saccheggia- Hei. ad Heliopolim Caelesyriae do-
voi. xn. 3
34 MAC MAC
vevano attribuirsi j al quale autore che di Cjiinerino e di Fermo, Ixi-
soscrisse poscia il Vaillant nella sua gnando le falde del suo colle il
opei-a, corrt^gendo il Tristano e il Potenza e il Cliicuti fiumi celebri;
Palino, i quali erano stati seguiti quindi partecipò Macerata della
dal Cupcro e dal Mczzabarba. Con- Penta poli da settentrione verso il
chiude il de Minicis, che la mo- castello di s. Giuliano o s. Pelle-
neta con le lettere singolari Col» grino contermini di Umana e di
Hel. non può appartenere alla Ck)- Recanati, per la via di Potenza al
Ionia Helvia, ma aòHeliopolis^ poi- mare; e dall'occaso in vicinanza di
che le colonie italiche, e specialnien- Osimo Savino e Miligiano
verso s.

tequelle vicine a Roma, non avevano o Miglianzano, da Forano a s. Ma-


il diritto della coniazione delle mo- ria in Selva. Della Marca di Ca-
nete. Caduta Recina, i suoi abita- merino, dal meriggio verso Lor-
tori si divisero in più popolazioni, nano, Corogliano Colmargone o ,

e con le reliquie di quelle alte mu- Colmaggiore, e Villa Maina o Ma-


ra edificarono le due città più gna, da Chiaravalle e dall'Arancia
Ticine, Macerala e Recanati. Altri o Rancia alla chiesa di s. Croce
scrivono, che recinesi si ritiraro-
i di Rambona. E dall'altra Marca di
no dopo il disastro nel seno dei Fermo, dall'orto verso Corneto,
più erti colli, e la parie maggiore Canaleccio di là dal Chienti, Nun-
convenne nella sommità, ove quasi castro, la Torricella ovvero il Castel-
dalie macerie sorta si edificò Macera- lare del Colle, e il castello di Ca-
ta, sebbene taluni pretendano che sale colla chiesa di s. Claudio, tut-
Macerata preesistesse e in tal fatale te contee antichissime della giuris-
circostanza venisse ampliata. L'Au- dizione di Macerata, o dominate
rispa nella più volle citata Ora- da patrizi e nobili maceratesi. Par-
zione, riferisce a pag. 7, che Ma- la poi degli autori che magnifica-
cerata avesse i suoi principii dal- rono i pregi di Macerata, ricono-
l'anlica e chiara città di Ricina, sciuti pure dai Pontefici, e della
allorché questa venne disfatta, non sua antica ma incerta origine
Jia bisogno di prove, basta leggere Quanto al nome di Macero o
ilBiondo, Jodoco Hondio , Marco Macro da cui vuoisi il principio
Guazzo, Smetio, Amantio, Reusne- del nome Macerata, poco conto
ro. Volterrano, Alberti, Bacci, Ip- facendone il Compagnoni, piulto-
polito Aurispa ed altri scrittori, sto l'attribuisce a Martio Macro
come Panfilo, riportando il prin- nobile romano: Non longe a RI'
cipio dell' iscrizione esistente nella dna cìvìlate in aniaeno colle circa
galleria Gregorio XIII nel pa-
di an. Domini 822 fuit conditunt
lazzo Vaticano Macerata e vetu-
: oppidum nobile a Martio Macro
statis' Helviae Ricinae ruinis et patritio romano de gente Aemitia
niaceriae dirutae excitata provin- Inter patritias majoruni gentium,
ciac Picenae praesidum sedes. et vocavit a suo nomine Macera-
11 Compagnoni nella Reggia pi- tam. Narra pure che vi fu chi
cena, a pag. 60, chiama Macerata pretese, che un Macareo da Ma-
colonia de' recinesi. A p. 3o scrive carea città d'Arcadia, nell'invasione
che Macerata è posta in mezzo dei pelasgi vi deducesse una colo-
tra l'antica Pentapoli e le due Mar- nia, e che col proprio nome la
MAC MAC 35
cìiia masse Macerata. Riporta anco- In seguito i recinesi o macera-
ra ah re congetture sul nome, al- tesi seppero schermirsi per la for-
cuni facendolo derivare da Licinio tezza del sito, e col loro valore,
Macro o altro di sua famiglia, di- dalle barbarie de* re goti, come
fensore o patrono, o flamine o de- dalle calamità de' tempi, onde Ma-
curione della medesima; tutte con- cerata potè servire di comodo al-
getture prive di certezza. Nota poi loggio ai soldati di Belisario. Poco
che Appiano e l'Amanzio scrissero: mancò, sebbene piazza fortissima e
apud Macerelum novam in Pìce' l3enpresidiata, che non cadessero

no Heh'ia Ricina col., ed il Ga- per sempre recinali sotto il fer-


i

Macerata colonia Ricinen-


lesino, ro di Teja ultimo re de' goti,
siitm. Dopo la partenza di Alarico quando portò la guerra nel centro
da Roma e nel seitembre circa del quasi del Piceno. Il Compagnoni
4 IO, si dice che uscendoi recinesi dice pertanto, che solo a patti i

dai loro asili, cominciarono a ri- recinali , e per timor del sacco,
parare o edificare B-Ccina o Ma- cederono dopo ostinata difesa, e
cerala, vi trasportarono le cose più nominando diversi storici vuol pro-
memorabili della città sacre e pro- vare che per recinali altri non deb-
fane, venerando per patrono san bano intendersi che i maceratesi :

Giuliano in Recina, di cui era al- in vece il conte Leopardi, per il

lora e fu ultimo vescovo s. Clau- luogo espugnato tiene che sia sta-
dio, il primo de' maceratesi al dire lo il castello campestre abitato dai

dal Compagnoni, contraddetto dal lecinati, fortissimo pel presidio di


conte Leopardi, il quale riporta Cumade, poi città di Recanali. Ai
la fondazione di Macerala e suo goti oltre altri barbari successero
vescovato ad epoca assai più tar- i longobardi, che occuparono an-
da, dichiarando non aver tiovato cora il Piccfjo, laonde le supersti-
notizie di s. Claudio, ne di altro ti città e terre colla libertà per-
-vescovo di Recina. L'evangelo era derono ancora le proprie leggi, e
slato predicato nel Piceno dall'apo- dovettero invece obbedire alle lon-
slolo s. Pietro, reduce dalla Dal- gobarde. Nel pontificato di s. Gre-
mazia, essendo stato protomartire gorio II e circa l'anno ySo i po-
de' piceni s. Catervo suo discepolo, poli delle Provincie dell' Eoiilia,

e s. Giuliano quello che introdus- della Pentapoli e del Piceno scos-


se il cristianesimo in Recina. In sero il giogo degl'imperatori gre-
Macerata non solo si vogliono tras- ci e de'longobardi , e si posero
portati i più ragguardevoli monu- sotto dominio e protezione della
il

menti di Recina, ma eziandio le santa Sede; e per tale spontanea


magistrature de' decurioni, duum- dedizione, acquistò la Chiesa roma-
viri, curatori, ed altri che forma- na il dominio temporale sulle no-
rono decreti pubblici scolpiti in minate Provincie, massime sul du-
tavole di marmo, quae apud Ma- calo di Spoleto e sulla Marca
cera tam siint, e le franchigie an- Frattanto Desiderio ultimo re dei
cora si mantennero come in Recina, longobardi, minacciando Roma del-
non che lo stemma della gran l'estremo eccidio, s'impadronì di
mola o macina, col quale asserisce molti dominii della Chiesa, fra'qua-
il Giardino si rinvennei'o medaglie. li il Compagnoni pone Macerata,
36 MAC MAC
ed il conte Leopardi Recanatì, ci- obbligò le città della provincia al
tando l'Ammiani. Il Papa Adriano giuramento di fedeltà. Tra cro- i

I ricorse al possente aiuto di Car- cesignati che nel 88 passarono i 1

lo Magno, che vinto nel 778 De- nella Palestina per liberare luo- i

siderio, pose fine al regno longo- ghi santi dai saraceni, si arrota-
bardico, restituì al Papa le occu- rono molti maceratesi, seguendo lo
pate terre, ed altre ne donò. Flut- stesso imperatore, che incontrando-
tuò dipoi Macerata lungamente ora vi la morte, gli successe ncIT im-
ai Papi, ora ai re d'Italia, ora agli pero Enrico VI suo figlio. Questi
imperatori assoggettata col rima- nel 1195 concesse il marchesato
nente della Marca Anconitana. SoftVi d'Ancona a Marcualdo sud dapìfe-
inoltre sotto i Berengari devasta- ro. I marchiani riguardavano co-
zioni, ed Arnolfo re di Germania me sovrano l'imperatore, e per es-
e d' Italia dopo l'anno 896 la bru- so i consoli de'Iuoghi, così Mace-
ciò e disfece. Nel seguente secolo le rata; ma Marcualdo commise nel
città e castella governarono con
si paese ogni eccesso e malvagità.
differenti leggi, così nel secolo XI. Essendo morto Enrico VI nel
Sembra che a questa epoca Mace- 1197, aspirarono all'impero il suo
rata avesse il proprio conte che la fratello Filippo di Svevia, ed Ot-
signoreggiasse, ma gli abitanti era- tone IV di Sassonia Macerata se- :

no immuni e liberi da qualunque guì il partilo del Appena


primo.
superiorità, benché spirituale, dei Innocenzo III 1198 fu subli-
nel
confinanti, perchè osservavano le mato al pontificato, come dicemmo
leggi de* longobardi secondo i ca- alla sua biografia, volle ricuperare
pitolari di Carlo Magno, come si i dominii della Chiesa e quelli del-
raccoglie da un documento del o55. i la Marca colla forza delle armi e
INel iio8 Macerata sempre più si delle censure ecclesiastiche. A tale
ampliò e divenne considerabile edetto vi spedì per legato il car-
Dopo essere soggiaciuto il Piceno dinal Vidone
di s. Maria in Tras-
alle armi de' longobardi, l' impera- tevere reprimere le tirannie
per
tore Eurico IV rinnovando le pre- di Marcualdo, e guadagnare i po-
tensioni de' predecessori sulle terre poli al paterno dominio della Chie-
della Chiesa, nel 1 1 o5 era calato sa. In seguito vi mandò altri lega-
con poderoso esercito in Italia, ed ti, ed ottenne il bramato intento.
occupato il Piceno, ne die l'inve- Nel 1202 essendovi dissensioni tra
stitura a Warnerio Guarnerio o molti popoli della Marca , perchè
suo famigliare, con di mar- titolo alcuni favorivano Filippo, altri Ot-
chese della Marca d'Ancona, il tone IV, Innocenzo III ne procurò
quale sottomise al dominio impe- la concordia; ma nella pace che se-
riale tutta la provincia. Nel ii3o guì in Polverigi tra le parti, non vi
la Marca fu dominata dal conte furono compresi i maceratesi ed altri,
Ruggiero fatto re di Sicilia dall'an- come aderenti di Filippo di Svevia.
tipapa Anacleto II. Le maggiori Abolito il comando dei consoli, ogni
calamità della regione seguirono città, terra e castello elesse in vece i

nell'imperio di Federico I, che podestà, e nel i2o3 di Macerata fu


venne in Italia la prima volta nel eletto Rainaldo de'signori di Monte
II 55, e poi eatrato nella Marca Verde, coli* aggiunta di Poggio di
MAC MAC 37
s. Giuliano ossia di s. Pellegrino, quali erano subordinati i collate-
castellocome dicemmo contermine rali o giudici, e competendogli il

di Hiiroana e di Recanati, che es- mero e misto impero, disponevano


sendo del pallilo di Ottone IV era ad arbìtrio non meno del governo
stato compreso nella pace di Pol- politico che d'ogni altro emergen-
verigi. Atterrato dai maceratesi il te che spettava all'uno e all'altro
castello di s. Giuliano, gli abitanti foro di qualunque sorte, e tra qual-
passarono ad aumentar quelli di sivoglia persona ancorché privile-
Macerata, che perciò fu ingrandita giata o regolare; tanto si verificò
con edifìzi, e nel luogo del castello nella causa agitata tra il monaste-
fu eretto un forte o castellare chia- ro di Chiaravalle e Commodo di
mato eziandio s. Giuliano e s. Pel- Rainaldo e Festa sua moglie, a-
legrino, per la generosa ospitalità vanli Rainaldo da Recanati giudi-
che il santo usò coi pellegrini. E ce di Monte Verde, podestà di Ma-
qui nota il Compagnoni , che del- cerata e del Poggio, come si rile-
l'unione del castello di s. Giuliano va dai registri di quell'abbazia del
con Macerata errarono alcuni, co- i2o3. Ma venuto Innocenzo III in
me errarono sulla distanza di tre cognizione dell'eccessiva autorità che
miglia, credendo essere tulio una esercitavano i magistrati secolari
cosa, ne differire un luogo dall'al- sugli ecclesiastici, vi prese provve-
tro. Aggiunge, che nulla pregiudi- dimento e spedi legato in Ancona
cherebbe a Macerata, se avesse sor- e nella Marca il cardinal Cencio.
tita denominazione dal suo prin-
la Filippo di Svevia morì nel 1208,
cipale protettore, loche però nega, ed Ottone IV fu senza contrasto ri-
essendo la città così chiamata dalle conosciuto da tutti; ma questi in-
macerie e rovine di Recina , pre- grato al suo costante protettore In-
giandosi più di una città assumere nocenzo III, contro giuramenti i

il nome da quello del suo patrono. fatti, occupò molte terre della Chie-

JNelle controversie tra Camerino e sa, ed anco nella Marca; quindi


Macerata camerinesi scrissero essere
i nel 12 IO a' 20 gennaio in Chiusi
il Poggio san Giuliano una cosa conferì il marchesato d'Ancona ad
stessa con Macerata gli rispose pe- : Azzo VI d'Este suo parente. Nel-
rò l'anonimo delle Note stampate r investitura non fu nominata Ma-
in Foligno nel 1781, colla nota V. cerata, ne quelle altre città che il
Dichiara inoltre il Compagnoni, che citato anonimo riporta nella nota
scorse bensì Macerata diversi secoli VI, solendosi talvolta nelle investi-
fuori rango di città, ridotta
del ture specificare soltanto alcime città
dalle vicende politiche de' tempi e terre; d'altronde si sa che Azzo
senza il suo antico vescovo, e qua- VI in Macerata vi tenne il giudice
si in forma di vico o castello, seb- della sua curia, ed il giudice Al-
bene nel reggimento non era diver- brico aggiudicò in detto anno al-
so dalle altre città libere e grandi, l' economo di Chiaravalle un ter-
riportando alcuni esempli che col reno, presenti vari nobili macera-
nome di castelli, perchè
muniti e tesi, giureconsulti ed altri curiali.
forti, furono bene spesso chiamate Dopo diverse paterne ammonizioni,
diverse città antiche ed insigni. Ob- il Papa scomunicò Ottone IV ed i

bedivano i popoli ai podestà, a! suoi fautori, e perciò anche i mar-


38 MAC MAC
chiani, sostituendogli nell* impero pregìiiere né con censure avea po-
Federico II re di Sicilia, figlio di tuto ottenere dai maceratesi la rie-
Enrico VI. Morto Azzo VI nel dificazione del castello. Tuttavolta
12 12, come nelle altre prefetture l'Estense avendo compresa la giu-
paterne , anche nel marchesato di stizia della causa de'ii»;»eeratesl, e
Ancona gli successe
Aldobrandino per non irritarli nelle turbolenze
II d'Este, in che lo confermò In- suscitate nella Marca da Bertoldo
nocenzo III, commettendogli tenere de* duchi di Spoleto, ne diderì l'e-
la provincia in divozione alla Ghie* secuzione. Abbiamo dal Martorelli
sa romana, e pagare ad essa an- nelle Memorie di Ostino^ e dal
nuo censo. Essendo la Marca in Marangoni nelle 3Ie/none di Civi-
angustie per Gualtiero conte di Ce- tanovay che nel 1222 Macerata
lano soccorso dai fautori d'Ottone spedi ambasciatori ad Osimo per
IV j dopo averlo Aldobrandino ottenere la licenza di potersi colle-
II vinto in diversi conflitti , col- gare con Civilanova, Sant' Elpidio
la sua morte il paese tornò tran- e Monte Kubbiano, dal che si co-
quillo ; ma i conti di Celano tron- nosce che Macerata era unita con
carono nel I2i5 giorni dell'Esten- i Osimo. Dal medesimo Martorelli si
se col veleno, che lasciò i suoi stati rilevache Onorio III avea inve-
e tutta la Marca ad Azzo VII suo stito il vescovo di Fermo Rainal-
fratello. Essendo molti marchiani do e successori di Sant'Elpidio, Ci-
seguaci di Ottone IV , mal volen- vilanova, Monte Santo, Monte Co-
tieri sopportavano la dominazione salo, Morrò valle et Podio sancii
Estense, e siccome amanti di li- Juliani nunc Maceratae, Già le fa-
bertà si sollevarono. Innocenzo III zioni de' guelfi e ghibellini nel 1224
gli ammonì a riconoscere per im- ripullularono ferventemente, né i
peratore Federico II, e per signore marchiani andarono esenti da sif-
Azzo VII. Nel pontificato di Ono- fatti odii intestini, primi seguaci
i

rio III, e dopo la morte di Ottone del Papa, i secondi dell' imperato-
IV, i marchiani vaghi di novità si re, com'è noto. Mentre era pode-
prmarono per sostenere le comuni stà Inghiramo da Macerata gene-
libertà: unitisi gli uomini di Pog- rale Benvenuto di
de* fiorentini
,

gio coi maceratesi, si coliegarouo Pedone che primo usò il co-


pel
co*montolmesi loro vicini, ad e- gnome di Panico, uno de* capi ghi-
sempio di altre comuni, e con for- bellini maceratesi, trasferì in Ugo-
male atto contro ogni altra poten» lino di Gregorio tutti i suoi beni
za , fuorché del partito imperiale, di s. Angelo di Villa Magna.
liei 12 i8. Corsero intanto i mace- 1226 Onorio III per tene-
Nel
ratesi in gran numero a diroccare re maggior freno i marchiani,
in
il Poggio o loro antico castello di comandò alle comuni delle città ed
Casale, venendo costretti a incru- altri luoghi che in tutto obbedisse-
delir contro i propri coloni ,
per ro il marchese j ed il successore Gre-

opporsi colle armi alle pretese ra- gorio IX ordinò al suo suddiacono
gioni della chiesa fermana. 11 ve- e cappellano, che Macerata e Mon-
scovo Rainaldo Monaldi si procurò tolmo li mantenesse a nome suo.
l'aiuto di Azzo VII ed un moni- Imperversando Federico II contro
Xorio di Onorio III, perchè né eoa la Chiesa, da cui tutto dovea ripe-
MAC MAC 39
tere, Gregorio IX si trovò costret- Macerata, trasportò il teatro della
to a scomunicarlo, affidando il co- guerra nel reame di Napoli. Uno
mando Giovan-
delle sue milizie a dei tre eserciti pontificii a Macerata
ni di Brenna re di Gerusalemme, e alle Ripe trovò tale resistenza che
con grado di capitano generale di non potè progredire nella marcia.
Romagna e della Marca. Costretto Reduce Federico li dalla Palestina,
Federico li giusta i giuramenti a ove fece empi patti coi nemici del
partire per la sacra guerra di Pa- nome cristiano, nel 1229 destinò
lestina, Ranaldo suo viceré in Si- nella Marca vicari imperiali Ric-
cilia per suo incarico occupò ostil- cardo conte di Caserta e Giacomo
mente le Provincie pontifìcie e per Morra. Quindi pacificatosi col Papa
prima la Marca, avanzandosi sino a ordinò alle città e fortezze ghibel-
Macerata. Dalla sorpresa di Mace- line che ritornassero alla Chiesa,
rata sperava Ranaldo soggiogare al- mentre Gregorio IX ad onta delle
Timpeiatore il restante della Mar- pretensioni del marchese d'Este, in-
ca, e ritenutola per posto impor- caricò il vescovo di Beauvais retto-
tante per la sede della guerra, la re della Marca d'Ancona, di Spo-
fortificòcon buona architettura mi- leto e del Patrimonio, che prendesse
litare, con un giro nuovo di mura sotto di se Macerata e Montolmo, co-
più grande assai del presente, con me luoghi immediatamente sogget-
propugnacoli o torrioni, terrapieno, ti alla santa Sede, munendolo di
largo e profondo fossato. Allora gente d'arme. All'anno I233 ese-
Macerata avea più di quattro miglia guenti il Compagnoni riporta i no-
di circuito, contenendo da Fonie mi di vari podestà e giudici ge-
Maggiore per la via detta antica- nerali della Marca residenti in Ma-
mente Tiburtina, alle fonti di Ma- cerata. Nel 1239 Gregorio IX coi
cerata per la via Flaminia, sei no- guelfi della Marca ed il cardinal
bili ed ampli quartieri, chiamati Colonna, si volse contro Enzio o
di s. Giuliano, di s. Paolo, di s. Enrico re di Sardegna, bastardo
Pietro, del Monte, di s. Salvatore di Federico 11; ma al primo arri-
e di Macerata, senza comprender- vo dei regi in Macerata, fuorusci- i

vi gli esteriori borghi di s. Salva- ti ghibellini ripatriarono lieti ed ac-

tore e di 6. Giovanni, guardati an- clamati. Per l'espugnazione di Ma-


ch'essi con ridotti ed altre antiche cerata il re si portò prima olla
fortificazioni. Fatta Macerata piazza conquista di Montecchio, luogo for-
d'arme e camera cesarea, convenne tissimo. Sostennero coraggiosamen-
ai maceratesi di sostenere le gra- te gli abitanti un tempo l'assedio,
vezze delle contribuzioni, dogli allog- toccando a' maceratesi soccorrere il

gi, ed incomodi della guerra.


altri campo regio con vettovaglie e mu-
li Papa scomunicò Ranaldo, prepo- nizioni da guerra, onde dal re con
se alla difesa della Marca il re Gio- encomii di fedeltà e quali ausilia-
vanni, e vi deputò legato il cardi- ri ebbero grazie e privilegi , con
nal Giovanni Coloima. Varie e lut- la conferma del dominio assoluto
tuose furono le conseguenze, e per di Casale ed altri suoi antichi ca-
la superiorità delle armi imperiali, stelli, l'esenzione del proprio foro,
Gregorio IX per costringere Ra- esclusone ogni altro ancorché eccle-
naldo ad abbandonare la Marca e siastico, l'immunità sopra tutti i
4o MAC MAG
porli della Marca Anconitana, ad quisto del bagaglio, del corroccio
instiir romanoruni ex foederf^ con degli anconitani e della persona di
somiglianti prerogative espresse nel Marcellino. II Colucci nella sua
dipiuma, col pieno ed assoluto reg- Tre/a o Ulontt'crhìo, dice che i pa-
gimento di se stessa, come rileva il pali furono sconfini due volte dagli
più volte citato anonimo nella imperiali, prima dal Castiglione pres-
nota Vili. so Osimo, poi nelle vicinanze di Civi-
Frattanto Gregorio IX rinnovò tanova dal conte Riccardo; ma se-
la scomunica contro Federico II , guendo il Collenuccio
dice che i
ed alla medesima sentenza vi as- prigioni e morti furono circa due-
i

soggettò ilEnzio ed i suoi


figlio mila; di poi Federico li fece bar-
seguaci. Nel 1241 morì nel con- baramente impiccare il vescovo. Ri-
cento di s. Francesco di Macerata tornò il conte in Macerata a modo
il beato fr. Paolo da Spoleto det- di trionfo, col carroccio e le bandie-
to della Marca, già confessore del re nemiche ed i prigioni. Il cardinal
santo fondatore del suo ordine dei Raniero legato compartì indulti ai
minori. In questo tempo il conte seguaci della Chiesa, ed a quelli
Roberto da Castiglione teneva pres- che ritornarono all'obbedienza; ma
so Macerata la vicaria dell'impera* punì gli aderenti degl'imperiali, così
tore nella Marca. Nel 1245 Inno- i maceratesi per aver dato il gua-
cenzo IV, già rettore della provin- sto al monastero di s. Fermano nei
cia,nel concilio generale di Lione confini di Monte Lupone, e dan-
I scomunicò e depose dall'impero neggiato Montolmo. In questa epo-
e dal regno Federico II, e tra le ca si trova il conte Riccardo co-
incolpazioni vi furono quelle di a- mandare nella Marca qual capita-
ver usurpato la Marca ed altre no generale e vicario dell'impero,
Provincie della Chiesa. Continuan- e sotto di lui in Macerata il giu-
do mole-
tuttavia Federico II nel dice della curia imperiale della
stare que* luoghi che obbedivano al Marca convalidò la vendita che poi
Pontefice, altre milizie spedì nella fecero al comune di Macerata del
Marca sotto il reggimento di Ric- castello di Lormano i Carboni ca-
cardo conte di Civita di Chieti suo pi de'guelfi, ed altri signori di es-
figlio, per cui Innocenzo IV inviò so. Divenuto Federico li padrone
capitani e gente d'armi per unirsi di tutta la Marca, Macerata gl'in-
ai guelfi, capo de* quali era Mar- vio tre nobili ambasciatori per ot-
cellino vescovo di Arezzo, constan- tenere la conferma de' suoi privi-
do la maggior parte d'anconitani, legi, e di quelli concessi da Enzio
camerinesi, montecchiesi e recana- Enrico, e l' ottenne. I due ca-
tesi. Uscì in campagna nel 1247 stelli Nuncastro e Lornano fu-
di
il conte Roberto di Castiglione, vi- rono dati a Macerata nel 1289 o
cario generale della Marca per l'im- 1 249 dal re Enrico, confermando
perio, co'suoi teutonici e saraceni, la donazione lo stesso Federico II,
maceratesi, senigalliesi, jesini , osi- i cui diplomi in pergamena con si-
mani e matelicani, ed altri ghibel- gilli sono nell'archivio segreto della

lini. Attaccato 1' esercito pontificio città. Sopraggiunto nella Marca per

sotto Osimo, lo ruppe con strage legato il celebre cardinal Pietro


di più di quattromila uomini, l'ac- Capocci, si portò in Macerata, ove
MAC MAC 41
fecero ritorno i guelfi esuli da un ce generale della Marca, Mercataur
decennio, per animare i quali alla te bolognese. Nel 1254 fu esalla-
costante fedeltà verso il Papa li , to al pontificato Alessandro IV, il

segnalò tra i primi della Marca con quale domandò subito aiuto alle
specialità di grazie e favori, e con città della Chiesa, contro Manfredi,
essi il popolo di Macerata. Rifor- ed a Macerata scrisse una lettera
matasi nel 1349 dal cardinale in in forma di breve che al pubblico
Macerata la camera pontificia per di Macerata presentò il vescovo di
la resideiiìia de' legati , in tempo Faenza spedito nella Marca per
anco che i maceratesi dilatavano i provvedere soldati e denari. Que-
fori e le pubbliche vie per la co- sto Papa chiamò nella lettera Ma-
modità de' curiali , come rilevasi cerata, colle qualifiche di città, di
dalle molte compere di quartarole fedele e di figlia . Reggendo per
di piazze prese in diversi quartie- Alessandro IV la Marca il nipote
ri ; laonde alcuni congetturano l'in- Rolando giudice generale, fu in
graiulimento dell'antica Macerata. Macerata, e vi emanò qualche de-
Dagl' istromenti perciò stipulati, so- creto.Dopo la partenza di Rolan-
no nominati i Gualteri, gli Ugolini, do levarono molti luoghi e città
si

i ed i Ricci patrizi d'an-


Giliotti, marchiane, onde il successore Ani-
tico sangue di parte guelfa. baldo di Trasmondo degli Anni-
Nel i25o morì Federico II sof- baldeschi della Molara, altro nipo-
focato da Manfredi suo figlio na- te delPapa, colle sue maniere in
turale, per Io che molti nobili con poco tempo le riguadagnò, per cui
altri capi de* guelfi danneggiati e si Montec-
costituì avanti di lui in
oltraggiati dai ghibellini maceratesi chio d'Attone sindaco di
Pietro
nelle passate turbolenze , ricorsero Macerata, al quale confermò certe
al Pontefice, così fecero i signori capitolazioni fatte con altri sinda-
di Lornano per la riedificazione del ci. Sì compose poi il comune di
castello, benché Io avessero venduto Macerata di pagargli certa quanti-
al comune. Macerata per sottrarsi tà di moneta per qualunque atto
da tante molestie supplicò Inno- ostile commesso sotto la domina-
cenzo IV, e con altri si compose zione imperiale, contro gli ascola-
collo sborso di gran danaro , me- ni, montolmesi, tolentinati, ripani,
diante l'approvazione del cardinal e qualsivoglia altra persona e co-
Capocci, al sindaco di Macerata mune, e non meno per la somma
nel i25i. Da questo Papa non fu di cinquecento libbre ravennate ed
inoltre denegata a' maceratesi , col anconitane. Assistette presso il ret-
ricorso la cognizione delle loro cau- tore Anibaldo per giudice genera-
se per giustizia , avanti al rettore le Marca Guglielmo de Gui-
della
della Marca. Innocenzo IV nella dalotti ma dopo essere stato in
;

concessione conferma a Macerata alcuni luoghi principali della Mar»


ì privilegi, nel breve riportato, co- ca, fermò la sua residenza in Ma-
me tanti altri documenti, dal Com- suo vicario
cerata, ivi costituì per
pagnoni. Neir istesso tempo eserci- il podestà del comune Matteo da
tava in Macerata la giudicatura s. Alberto romano. Commossi i ghi-

come vicario del comune. Paolo bellini della Marca da Manfredi ,


Gualtieri spoletino, e come giudi- che colle armi avea occupato il re-
4:2 MAC MAC
gno di Napoli, tentarono dì notte te le due piazie inespugnabili per
sorprendere Macerata e cacciarne il la fortezza del sito e valore de' di-
rettore, cogli altri del partilo della fensori,ne partì dando il gua-
se
Chiesa. Per la fortezza del luogo sto campagna. Continuando la
alla

e pel valore de* maceratesi non gli tracotanza di Manfredi e per le in-
liusci,ed il Papa indirizzò un bre- solenze che in Roma commetteva-
ve di lode al podestà , consìglio e no Banderesi (Fedi), Urbano IV
i

comune di Macerata. Ai fuorusciti chiamò in Italia Carlo d'Angiò, ed


maceratesi si unirono altri ghibel- il successore Clemente IV lo inve-

lini e Perei valle d'Oria vicario ge- sti del regno delle due Sicilie;
nerale della Marca d' Ancona per quindi il re nel 1266 vinse Man-
Manfredi, che ricuperò diveisi luo- fredi in battaglia, e questi restò
ghi vicini a Macerala. Il Pontefice morto. Siccome molti guelfi mar-
perchè colla sua espugnazione t ne- chiani avevano seguito gli stendardi
mici non passassero ad invadere del re Carlo I, egli li creò cava-
Spoleto, domandò soccorso dai pe- lieri e gli onorò del rastrello ver-
rugini da Anibaldo. Frattanto
e miglio e de'gigli d'oro, per cui mol-
Percivalle proseguendo con successo te famiglie anche maceratesi pose-

la sua marcia, rese alla divozione ro tali segni ne' loro stemmi. Inol-
del re Manfredi tutta la Marca, e tre il re fece restituire alle loro
siccome Macerata si vide costretta patrie i guelfi usciti dalla Marca.
riconoscerlo per signore , migliorò Dopo la morie di Clemente IV,
la sua condizione pei privilegi che nella lunga sede vacante, si rinno-
ne conseguì nel isSg. varono le crudeli guerre tra alcu-
Nella vicaria di Percivalle fu in ne città e terre della Marca, e gli
Macerala giudice generale della Mar- anconitani invasero i lerri torli dei
ca Bartolomeo da Rando, e giudi- maceratesi, essendo podestà del co-
ce del comune Rosario da Civita- mune Grimaldesco da Lornano. Il

nova, pel podestà Jacomuccìo da popolo di Macerata pacificò i suoi


Lornano. Divenuto regio vicario ge- guelfi e ghibellini, ed unite le sue
nerale Enrico di Ventimiglia conte forze uscì in campagna, innoltran-
dell'Isola maggiore, parte risiedè in dosi arditamente pel contado e di-
Macerata nella casa de'Mulucci, e stretto anche a vista d'Ancona. Re-
parie in Tolentino. Il Papa Urba- ciproco fu il danno e i guasti, e
no IV nel 1 264 pubblicò una cro- tanti furono quellimace- fatti dai
ciata contro Manfredi, e tra i pri- ratesi, che nel 1269 convennero di
mi che si dichiararono pel Ponte- compensare gli anconitani con sei-
fice furono i maceratesi con altri mila libbre. Di questo accoido tra
guelfi. Manfredi spedì nella Marca i due comuni, ne riportano Tallo
contro i ci'ocesignali i saraceni sot- il Compagnoni, ed il Saracini, Nò-
to il comando di Corrado, che fat- tizie ìsloriche di Ancona, Ne faci-
to prigione, il suo suocero Guai- Hlò la conclusione le esigenze dei
fano con formidabile esercito si veneziani sopra le merci de' navi-
presentò avanti Macerala residenza ganti dell'Adriatico, mentre i ma-
del rettore ; e lasciata quivi gran ceratesi venivano lesi ne* privilegi
parte di cavalleria, si avanzò ad as- imperiali , come liberi dai tributi
sediar Montecchio; ma ricouosciu- de' porti per tutto il distretto della
MAC MAC 43
Marca. Intanto si riconciliaroiio con ra.Essendo i camerinesi in guerra
Macerata, Monte Cassi a no e Mon- con Sanse veri no e Matelica, nel
te dell'Olmo, per quanto era ac- 1287 spedirono ambasciatori a' ma-
caduto nelle precedenti guerre. Di- ceratesi amici antichi, per richie-
venuto Papa nel layi Gregorio X, derli bisognando d'aiuto, e di strin-
per dimostrazione di slima parte- gersi con loro in lega ; al che pie-
cipò a Macerata la sua esaltazione^ namente convennero i maceratesi
al dire dell'Aurispa. Nel 1277 i nel consiglio composto di duecento
maceratesi fecero un accordo con uomini, de' quattro quartieri prin-
Monte Mi Ione pei confini del ter- cipali, tutti enumerati dal Compa-

ritorio, nel quale anno reggeva la gnoni. Il rettore Giovanni Colon-


podesteria di Macerata il cardinal na alcun tempo fece la sua resi-
Matteo Rosso Orsini nipote di Ni- denza in Macerata, la quale fu da
colò IH. Nel pontificato di Marti- lui obbligata pagare a Simone di

no IV i rettori della Marca s* in- Bonaccorso da Pistoia, tesoriere ge-


titolarono marchesi generali. Nel nerale della Marca, duemila lib-
1283 il di lui rettore Gilliedo Gae- bre, per gli eccessi commessi con-
tani spedì la patente di podestà di tro il comune e gli uomini di Mon-
Macerala al nobile Sinibaldo d'U- te Mi Ione. Agapito figlio del ret-
golino d'Osimo de' conti di Monte tore e suo vicario generale , eoa
Zaro. Invece i maceratesi per l'an- buona comitiva di maceratesi e
tico possesso di eleggere i ministri marchiani, per ordine di Nicolò IV,
pubblici, chiamarono per podestà si condusse a Ravenna, per la li-

del comune Bartolomeo Prendi par- berazione di Stefano Colonna con-


ti nobile modenese; ma minacciati te e rettore di Romagna. Il mar-
dal rettore con pene spirituali e diiano Nicolò IV nel 1290, come
temporali, appellarono alla santa abbiamo già narralo, istituì in Ma-
Sede avanti Berardo vice-pieva-
, cerata r università pubblica delle
no della chiesa di s. Giuliano. Dal- scienze, accrescendone così il lustro
l'assenza del rettore che risiedeva e l'importanza che riceveva già dal-
iu Tolentino, si riaccesero nel po- l'ordinaria residenza de' rettori del-
polo sensi di novità, onde Giffre- la Marca. Inoltre Nicolò IV, ad
do raffrenò le agitazioni con por- onta di quanto avea fatto il ret-
tarsi colla sua curia in Macerata ,
tore Giffredo, confermò i privilegi
e tranquillati colla sua presenza ì di Macerata e le concesse il pri-
cittadini, li fece assolvere dalle cen- vilegio sopra l'elezione degli uffiziali
sure. Dicemmo di sopra che nel e podestà, il quale godeva l'auto-
1286 incontro al palazzo del co- rità del mero e misto imperio. X
mune venne creilo dai maceratesi quesl* epoca Macerata era in ista-?

quello pei presidi della Marca. to di floridezza e di copiosa popo-


] ghibellini di Pesaro ribellaro- lazione, esistendovi molli monaste-
no la città, onde il rettore per re- ri di monache, come di s. Marghe-
primerli invitò pubblico di Ma-
il rita, di s. Domenico, di s. Cateri-!-

cerata a somministrare scelti ca- na, di s. Agnese, di s. Croce e di


valli, pedoni e balestrieri, non che s.Maria Maddalena, a' quah il co-
guastatori, e tutti ben montali e mune pagava aniuia somma per le
provvisti d'ogni munizione da guer- tonache ; elemosina che pur som-
44 MAC MAC
ministrava a* frati di s. Domervico, che a favore della Chiesa le co-
di s. Andrea, e di s. Agostino o muni di Jesi e di Macerala spie-
degli eremitani tra* quali viveva s. garono ne' gonfaloni l'arme antica
Nicola di Tolentino. Nel pontifi- della croce. Narra
Colucci nella il

cato di Bonifacio Vili fu rettore sua Trt'ja, che l'esercito guelfo ar-
e tesoriere generale della Marca rolato da Geraldo, si adunò pres-
Guglielmo Durante vescovo Mima- so Macerata per combattere i ghi-
tense ed il cardinal Napoleone
; bellini della Marca. Superati da
Orsini legato apostolico e rettore Geraldo gì' insorti, con alto dato
della Marca, confermò nel i3oi in Macerata nel i3o8 commendò
a' maceratesi l'indulto di eleggersi la fedeltà e fermezza de' macera-
il podestà e gli altri uffiziali. Nel tesi nel difenderlo, e con pienezza

i3o3 il rettore Orso vescovo di di grazia li giudicò degni di esser


Fiesole, sì nello spirituale che nel loro mantenute e conservate tulle
temporale, promulgò in Macerala le esenzioni , libertà ,
privilegi ed
e per le terre della Marca le co- onori comparliti specialmente o ge-
stituzioni di Bonifacio Vili, coptro neralmente dalla santa Sede, o suoi
de' rettori, tesorieri, notari ed aU legati e rettori della Marca, come
tri uftlziali. Dopo la morte di Be- ogni altra consuetudine o statuto.
nedetto XI, eletto nel i3o5 Cle- ìie\ i309 Geraldo sulla pubblica
mente V, stabilì la residenza pon- piazza di Jesi, ed alla presenza de-
tificia in Francia nella città di A- gli ambasciatori di Macerata, con-

vignone, ove restarono altri sei suc- cesse al sindaco di Macerata, chia-
cessori, con immenso danno dell'I- mato Macerata di Giovanni, con-
talia e dello stato pontificio. In donazione ampia delle sue passate
fatti marchiani rup-
subito molti colpe. Per timore della peste il ret-
pero il freno della subordinazione tore partì da Macerata , e poi vi
e presero le armi contro il rettore ritornò colla corte, mantenendovi
Bambaldo de' Collalti conti di Tre- nella sua assenza la ragione i giu-
vigi, e suoi seguaci. Sostennero i dici generali delia Marca e quello
maceratesi d' affetto guelfi , come del comune.
de' più divoti e fedeli alla Chiesa, Nel i3|3 Vitale Prost era ret-
la difesa del rettore contro le forr tore, vicario spirituale e tempora-
ze de' ribelli , i quali dal guasto le, ed anche tesoriere generale del-

delle campagne passarono a mir la Marca. Questi stimò espediente


nacciar Macerata stessa, manometr- di riunire e riformare Iq curia ge-
tendo tanto le cose profane che le nerale in Macerata, come sede di
sacre. Clemente V per pacificar la s. Chiesa, de' suoi rettori ed altri
provincia spedì due legati, che ia uflìzi^li della Marca. Nuovi rumori

Macerata emanarono diverse provr ebbero luogo nella provincia dopo


videnze Essendo rettore generale
. la morte di Enrico VII, per par-
della Marca Bertrando de Got, nir te de' fuorusciti e ghibellini mar-
potè di Clemente V, e suo vicario chiani, che fecero una formidabile
generale nel temporale Geraldo de lega di pii4 città e castelli forse ,

Tastis, o per la novità de* ministri per abbattere i maceratesi come i


francesi o per le fazioni, quasi tutti più preponderanti presso i rettori,
i marchiani si sollevaroDo; se aon nella difesa che ne facevano ad o-
MAC MAC 45
gni evento. All'anno i3i4il Com- non che poco appresso riportò dal
pagnoni nel narrare certa rissa ac- re Enrico e da Federico II suo
caduta nelle fiere di maggio dette padre per ispecial privilegio di es-
di s. Claudio, il giorno dell' Ascen- sere confermata immune e libera,
sione , fra alcuni cittadini e i de- ab omnibus cìi'ìtatibus et ecclesiis,
putati della festa, parlando di e seu praelatis earuni^ nel 1239 e
un mandato amplissimo fatto dal nel 1249. Sinché Macerala pei ca-
comune di Macerata per iscusa al stelli distrutti e dismembrati dalle

vescovo ed altri di Fermo, difen- due mense di Fermo e dr Cameri-


de la patria da diverse incolpazio- no, fu da Innocenzo IV i252nel
ni, e la sua libertà nativa, contro prima, e dopo nel 1290 da Nico-
quanto venne scritto da alcuno. Me- Io IV dichiarata, Firmatine et Ca-
llidi quanto egli dice. » So-
riportarsi merinensis dioecesis, cioè a dire in
Jamente tacer non si deve, non l'in- parte, e parte non in altro solo
nata divozione de' maceratesi verso che nella giurisdizione spirituale,
s. Claudio suo antico pastore, ed Adunque dal primo all'ultimo ap-
una qualche riverenza dovuta al pare lo stato libero ed illibato di
vescovo di Fermo come a diocesa- Macerata e de' suoi cittadini ". Nel
no; ma sibbene l'attributo di ma- i3i5 il vicario Vitale donò a' ma-
ternità e di padronanza da quella ceratesi diversi beni confiscati ad
città vanamente sopra macerate- i alcuni collegati nella insurrezione
si vantata. Macerata tuttoché allo- summentovala ,
per le incursioni
ra priva della dignità episcopale, fatte. Sopite le prime turbolenze
un tempo regolò sé stessa ,
giusta della Marcaaltre ne suscitarono
le proprie leggi approvate dal suo nel luglio i3i6, contro s. Chiesa,
popolo, vivendo per indulto del- i suoi marchesi e curia, per cui fu
l'imperatore Carlo Magno, all'uso pubblicato un bando contro i po-
de' longobardi ; indipendentemente desta ed uffiziali delle comuni ri-
però sempre da ogni qualunque belli. Non andò guari che gli uo-
superiorità delle città vicine e suoi mini di Monte Milone provocati
aggiacenti. Passata dal dominio dei dal conte di Monlefeltro Federico,
conti al comando de' consoli, giù- capo de' ghibellini , ardirono pre-
dicava per con sovranità cosi
essi sentarsi ostilmente con bandiere
delle cose, come delle persone e spiegate presso le mura di Mace-
profane e sacre. Né con minorar- rata, che colla curia generale, le
bitrio ella nel i2o3 disponeva stan- ricchezze de' privati, ed il denaro
do sotto la signoria dei podestà, della camera pontificia, serviva co-
Cresciuta poi per l'unione del Pog- me di capitale e di erario alla pre-
gio di genti e di forze, pareva che vincia. Ma il rettore Vitale assicu-
non riconoscesse verun' altra mag- rato dal presidio de' cittadini, usci
gioranza, excepta imperatoris cu- in campagna aperta col suo eser-
rìa nel 12 19. Da Gregorio IX nel cito, componendosi maggior ner-il

1227 immediatamen-
fu sottomessa bo di fanteria e cavalleria mace-
te alla Sede apostolica nel tempo- ratese; quindi piombando sui coU
rale e nello spirituale ; ed in sua legati ribelliruppe e disperse,
, li

vece nel 1280 la subordinò al go- Vitale a compensare maceratesi i

verno del rettore della Marca. Se dai disagi della guerra, e per le
4G MAC MAC
spese incontrate, gli applicò i beni sua grazia^ reltiflcundo i motivi di
confiscati ai fuorusciti cittadini ed tanto eccidio, e distinguendo i citta-
altri marchiani piti colpevoli. dini rei dal resto della città. Suc-
Giovanni XXll die per succes- cesse una pace generale tra ghi- i

sore a Vitale, Amelio di Lautrcc bellini e gnelft della Marca


i ed ,

rettore generale nello spirituale e nel in memoria nel i323 fu in Mace-


temporale, che inviando a Recana- rata fabbricata la chiesa di s. Ma-
ti il maresciallo Pontio di Arnal* ria della Pace, per opera di Gen-
do, suo cugino o nipote, questi ven- tiluccio Compagnone, Andreuccio
ne trucidato, commettendosi dai ri- Carbone, e Giuliano Ulisse, lutti
belli ogni nefandità; il perchè ven- primari patrizi maceratesi, ad in»
ne da) Papa trasferita la sede ve- tuilo del Macerata Fe-
vescovo di
scovile di Recanati in Macerata nel derico e del rettore Amelio. Nel
i32o, erigendola in città, ed in medesimo anno venne restaurato il
cattedrale la chiesa di s. Giuliano. fonte maggiore, al dire del p. Ci-
Venuto Giovanni XXH in cogni- ma il Compagnoni chiara-
valli;
zione che i ghibellini della Marca mente afferma che nella podeste-
scopertamente procedevano a per- ria dell'Accoramboni da Tolentino,
turbare a Macerata la tranquillità i maceratesi per decoro e comodo
del suo stato con apposita bolla
, del pubblico edificarono il fonte
nel 1821 proibì qualunque incur- maggiore, una delle opere più ma-
sione macchinata sopra la città gnifiche secondo la frugalità di quel
terre, castelli o luoghi del territo- tempo, e riporta una lupidc del
rio e distretto di Macerata, ed ogni medesimo colla data del 3^6. Spie- 1

altra offesa contro de' suoi cittadi- gando poi la tavola di pietra colla
ni attentata, sotto gravi pene spi- che ivi fu posta per ornamento e
rituali e temporali. Quindi conces- divisa in sei spartimenti , dice che
se a' maceratesi il privilegio del nel primo fu rappresentato s. Giu-
mero impero con lettera
e misto liano a cavallo, e negli altri alcu-
data in Avignone a' 12 febbraio ne insegne gentilizie antiche ;
quel-
i322, che esercitavano da tempo la a scaglie di pesce era del po-
antico edam gladii polcslalenij con destà nominato, due con rastrelli
condanne a morte ed altre puni- de' Mulucci , una delle quali con
zioni; ed il podestà procedeva con- mula Fedo detto di
e tre gigli di
tro qualunque persona, benché pri- leone ram^
Nucciarello, l'altra del
"vilegiatissima, ed avea la prevenzio- pante con cinque gigli di Fedo di
ne sopra il rettore stesso della Mar- Bonleone, ed in mezzo V arme di
ca. Nello stesso tempo il Papa ban- Macerata coronata. Dovendosi poi
di la crociata contro Recanati, per nel secolo XVII restamare lo stem-
cui fu facile al rettore di prender- ma e la corona di Macerata, rotta
la, facendone bruciare una parte, se- forse per invidia. Urbano Vili con
condo il conte Leopardi, e diroc- breve del i638 ordinò la rein-
care, al dire del Compagnoni e di tegrazione della corona sull'arme,
altri, sebbene questi dubiti del nar- non solum to nixa^ quia ci-
jiire
rato da Giovanni Villani, anzi pro- vitas hiijusmodi diclaeprovinciae
duce una lettera del Papa ai re- caput, illiusque legatoruni, seu gu-
canatesi, colla quale li rimise nella htmatorum residentia, et universi-
MAC MAC 47
tate studii generalisy miiltiiique aliis Divcnuif) rettore della Marca Ca-
praerogativis ornata existit, etiarn nardo da Saballiano, appena giun-
ab antlquissimo tempore. Nella guer- to nella sua residenza di Macerata
ra che il rettore Amelio dovette vi pubblicò un editto per rendere
fai-ea diversi ghibellini della Mar- pih abbondante commercio del- il

ca, sperimentando costante la fe- la città, una fiera set-


stabilendovi
deltà de* maceratesi, co' quali e coi timanale, da incominciarsi il merco-
jesini ed anconitani avea liberato ledì all'ora nona, proseguire nel gio-
Fano dal dominio di Federico di vedì e tisrminare il venerdì alla
Montefeltro, prima di lasciare il stessa ora. Nella ribellione dei mar-
reggimento della provincia gii ono- chiani di alcune città, Benedetto
rò con nobile indulto; e Giovanni XII nel 1339 spedì un breve alla
XXII nel i33o emanò un breve città di Macerata, lodandola come
per l'elezione libera del podestà o figlia divota e fedele della Chiesa,
rettore di Macerata , senza pagar raccomandandole il rettore della
altro in camera apostolica che , Marca fr. Giovanni di Riparia priore
quanto contribuivano le città della di Roma e di Pisa dei cavalieri ge-
Marca che non ne godevano il pri- rosolimitani. Nel i34o FedodiBon-
vilegio. Mentre era legato e retto- leone de' Mulucci restituì a Mace»
re generale della Marca il cardinal rata il castello o Poggio di Casale
Bertrando o Bernardo de Poyet o che aveale già concesso il pubblico,
Poggetto, si tenne un generale par- ed maceratesi a difesa della città lo
i

lamento in Macerata, come luogo munirono e fortificarono. Per la


principale di s. Chiesa, e vi fu im- morte seguita in Macerata di Ber-
posta una taglia o gravezza da pa- trando tesoriere generale della
garsi alla camera apostolica, a ra- Marca, il detto rettore nel 1 34^
gione di undici soldati per ciascun sostituì Bartolomeo de
nell'uffizio
migliaro di fumanti o cammini Manassei da Prato e Contuccio di
e di otto fiorini d oro per soldato, Matteo da Macerata. Prosegui vasi
da incominciarsi nel primo otto- dalla città ad assicurare i confini
bre i332, che a Macerata sola- con altri forti e castelli, alzandone
mente per i5oo fumanti ascende- uno nuovo come di frontiera sopra
va alla somma di i585 fiorini d'o- quello antico recinto di muraglia,
ro. Arnando vicario generale della opera di Pupieno, che per la vene-
Marca pel detto cai dinaie, prima razione benché diru-
dell' edifizio,
di lasciar la sua carica, nel i333 to in parte, anche dopo 935 anni
con diploma volle riconoscere la riteneva la rinomanza di muri di
città di Macerata della sua divo- Recina; ed il rettore convalidò con
zione e fedeltà , de' servigi presta- alto l'operazione. In questi tempi
tigli , assolvendola da qualunque calamitosi, i maceratesi presero par-
colpa. Altra assoluzione la diede il ticolar cura dei pubblici affari, no-
rettore Arnaldo da! Piano nel i336, minando diversi magistrati e gon-
i

a! podestà, priori, consiglieri ed al- falonieri nei quartieri di s. Maria,


tri nobili maceratesi, per qualunque di s. Giuliano, di s. Giovanni, di s.

pena incorsa, in considerazione che Salvatore, tutti riportati dal Com-


più volte i ribelli di santa Chiesa