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C 3 7*6

DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI

SPECIALMENTE INTORNO
AI PRINCIPALI SANTI, BEATI,
MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI,AI VARII GRADI DELLA GERARCHIA
E PIÙ
CHIESA CATTOLICA, ALLE CITTA PATRIARCALI, ARCIVESCOVILI E
DELLA
ALLE ERESIE, Ai CONCILII, ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
VESCOVILI, AGLI SCISMI,
AI RITI, ALLE CERIMONIE SACRE,
ALLE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E
EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI,
CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.
CHE ALLA CORTE E

COMPILAZIONE

DEL CAVALIERE GAETANO MORONI ROMANO


SECONDO AIUTANTE DI CAMERA

DI SUA SANTITÀ PIO IX.

VOL. LXXVIII.

IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCLVI.
*\&\ & ^

La presente edizione è posta sotto la salvaguardia delle leggi


vigenti, per quanto riguarda la proprietà letteraria, di cui

l'Autore intende godere il diritto, giusta le Convenzioni

relative.
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORI CO -ECCLESIASTICA.

TOR TO R
J.ORRECREMATA o TURRECRE- i43i lo nominò Maestro del sagro pa-
MATA o TORQUEMADA Giovanni, lazzo apostolico, e lo spedì per teologo
Cardina /^.Nacque in Vagliadolid inlspa- al concilio di Basilea, del quale riparlai

gna, e preseli cognome da una terra ap- a Svizzera, dove gli fu commesso l'esame
partenente alla sua nobile casa, nella Ca- sulla controversia della Concezione Im-
stiglia vecchia presso Palencia. Professò macolata della B. Vergine Maria (V.),
la regola di s. Domenico nel convento di ora dogma di fede pel narrato con tene-
Vagliadolid, dove fece rapidi progressi ne- ra e divota esultanza a Teatine; e dove
gli studi, a'quali si applicò ancora in Pa- combattè valorosamente contro gli ussiti,
rigicon tanto fervore, che l'unico piacere esostennecon forza le ragioni della s. Se-
che provava era nell' acquisto delle co- de. Indi e colla stessa qualifica , insieme
gnizioni scientifiche , per cui teneva per col cardinal b. Albergati, si condusse al

nulla le vigilie e le fatiche più gravi e diu- concilio generale che Papa avea trasfe-
il

turne. Quindi non tardò ad essere rico- rito in Ferrara, donde passò a Firenze

nosciuto per uno de' più famosi teologi e quando vi fu traslocato, ed in cui colla
canonisti del suo tempo. Ottenuto il gra- sua robusta eloquenza fece ammutolire
do di maestro tornò in Ispagna, ed essen Marco arcivescovo d'Efeso e fiero avver-
do zelante custode delle regole e costitu- sario della chiesa latina. Ivi tanto scrisse,
zioni dell'ordine, fu eletto priore del con- ragionò e si adoperò, con pazienza ed e-
vento di s. Paolo di Vagliadolid, poi in nergia,e cogli esempi di condotta irrepren-
quello di Toledo nel qual ministero si
, sibile, che finalmente si ottenne la sospi-

diportò in maniera, che eguale all'amo- rata unione delle chiese latina egreca. In-
re fu ii ebbero suoi
rispetto che per lui i caricato in seguito con V arcivescovo di
fiati. Divulgatasi anco perremote re- le Spalatro e due altri, del ministerodi nun-
gioni la fama del suo profondo sapere, non zio apostolico, per stabilirla pace tra 're di
meno che delle sue virtù, Eugenio IV nel Francia e d'Inghilterra, trovandosi nel-
4 TOR TOR
J'Angiò ebbe la notizia, che Eugenio IV ria fu benemerito per le preziose opere da
nel concilio fiorentino a' i8t)icembre 1439 lui donate, edificando pure la ricca e ma-
l'atea creato cardinale prete, e poi gli con- gnifìca cappella della ss.Annunziata, esot-
ferì per titolo la chiesa di s. Sisto, donde to questo titolo vi fondò il sodalizio poi
secondo Cardella passò al vescovato d'Al- arciconfraternita (la quale ora nobil-
bano, ma rUghelli non ne parla neW'I- mente restaurò la cappella, nella gene-
talia sacra; e poscia a quello di Palestri- rale riduzione della chiesa a gusto goti-
naueIi455,cioèdiamministraloreecom- co,che descrissi nel voi. LXXV, p. 216,
mendatore, il che nota Petrini nelle Me- ed a*25 marzoi855 in essa vi si tornò a
morie di Palestrina, mentre Pio II nel celebrare la cappella papale per la festa
1460 Io dichiarò effettivo vescovo, e nel della ss.Annunziata), che ha per morale,
seguente anno il Papa onorò di sua pre- benefico e generoso istituto di contribuire
senza la città, ma ne'suoi aurei Commen- con opportuni sussidiidiDotea'oiaritaggi
tari la dipinse troppo in istato deplora- delle povere e onoratezitelle, e alle mona-
bile, che realmente non era tale; indi Pio cazioni di quelle impotenti a effettuare la
li trasferì il cardinale nell' altro vesco- loro pia vocazione,e ne fa la dispensa per la

vato suburbicario di Sabina nel r 464? al festa della ss. Annunziata. Istituto che ce-
dire di Sperandio nella Sabina sagra e lebrai in tanti luoghi,comenel voi. LVIII,
dell' Ughelli, e Petrini anticipa tale desti- p.147: nondimeno qui mi limiterò al se-
nazione a' 1 o maggio 463. Inoltre Euge
1 guente cenno. Dopo che il cardinale per
ilio IV l'inviò legato ala tere al re di Fran- onorare la B. Vergine istituì sotto la sua
cia contro l'antipapa Felice Vdi Savoia, invocazione la societàdi 200 cittadini ro-
per confermarlo nell'ubbidienza e divo- mani, e ne formò le costituzioni, secondo
zione della s. Sede, presso di cui nell'as- le quali univausi in alcuni giorni nella
semblea di Bourges ne sostenne con gran delta chiesa, essi neh 465 stabilirono di
vigore i diritti, e restituitosi a Roma me- rendersi prossimo, raccogliendo
utili al

ritò dal Papa il glorioso titolo di Difen- le limosine per dotare povere fanciulle; in-

sore della fede. La fermezza di questo di Gregorio XIII nel 1 58 1 eresse la pia
v
grand'uomo nelle materie riguardanti il unione in arciconfraternita, e successiva-
dogma e la cattolica religione, fu tale, che mente molti benefattori, fra'quali Urba-
ne per preghiere, né per minacce giara • no VII> promossero con pii legati e doni
mai avrebbe ceduto d' un punto, da ciò l'eccellente intrapresa. Pio VII vi deputò
che la sua mente e il suo animo avesse un cardinal visitatore e Gregorio XVI ,

creduto poter nuocere alla verità ortodos- ne restituì la libera amministrazione al so-
sa. Gli fu commesso dal Papa l'esame del- dalizio sotto la protezione del cardinal Vi-
le Rivelazioni di s. Brigida , delle quali cario, e neli85o furono distribuite 632
dopo accurato e diligente studio diven- doti per la complessiva somma di scudi

ne impegnatissimo difensore. Ridusse al 20,020. Neh 855 poi se ne distribuiro-


seno della chiesa cattolica due principi e no 679 per la somma di scudi 21,375,

retici, assai potenti nella corte del re di dallaquale però furono detratti scudi
Boemia. Compartì immensi benefìzi al 1000, onde impiegarsi a soccorrere po- i

convento e Chiesa dis. Maria sopra Mi- veri orfani del cholera che afflisse Ro-
nerva del suo ordine de' Predicatori (V.), ma i854, secondo il volere del Pa-
nel
di cui fabbricò 1' ampio chiostro e l'ab- pa. Tenacissimo il cardinal Torreere-
bellì di pitture, rappresentanti le storie mata delle costituzioni dell'ordine da lui
del Testamento vecchio e nuovo. Edificò professato, non volle giammai cambiare
la volta di quella vasta chiesa, e alcune neppure la forma dell'abito, ritenendo nel
parti del convento, della cui privata libre- cardinalato lo slesso metodo di vita, che
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avea intrapreso da fiate. Essendo stato colle Meditationes in vilam Christi del
fatto nel i455 da Calisto III peli. abba- medesimo cardinale, Coloniae 1607 e An-
te commendatario dell'abbazia di Subia- tuerpiae 1607.
co (V.) t ebbe l'onore di ticevervi Pio II TORREGIANl Luigi Mari a, Cardino*
(il cardinale abitò pure in Subiaco, oc- le. Patrizio fiorentino, applicatosi in Ro-
cupandosi nella riforma degli statuti ab- ma allo studio delle leggi, sotto Innocen-
baziali, il casamento in via della Valle, zo XIII die le prime mosse nella carrie-
cbe appartenne a'Contestabile, cognome ra dell'ecclesiastiche prelature, ed essen-
derivato a tal famiglia per avere alcuno dosi fatto merito non ordinario nel cover-
esercitato la carica di contestabile in Su- no di varie città dello stato pontificio, la
biaco, ufficiale comandante di 5o solda- sua prudenza e integrità ricevè il giusto
ti, che eleggevano 1' abbate di s. Scola- compenso da Denedetto XIII, che gli as»

stica e 1' università di Subiaco, per im- segnò un luogo tra' ponenti di consulta.
pedire le risse eomicidii che per ispiritodi Fu quindi nel 1738 promosso da Clemen-
parte succedevano tra'primari sublacen- te XII al posto di segretario dell'immu-
si),che avendogli conferito il vescovato di nità, eneli743 da BeuedettoXIV a quel-
Leon, non potè prenderne possesso per la lo della consulta, dove avendo dato chia-
manifesta contrarietà d' Enrico IV re di ri segni di valore e disinteresse, a'2b no-
Casliglia,che pertinacemente glielo im- vembre 1753 lo creò cardinale diacono
pedì, lo che fu cagione di molestie e di- de' ss. Cosma e Damiano. Iuoltre lo di-
sturbi fra il re e il Papa. Da Pio II nel chiarò protettore dell'ordine de' minori e
1460 ebbe altresì i vescovati di Mondo- de* riformati, del 3.° ordine degli Olive-
nedo e Orense nella stessa Spagna. Final- tani e di Monte Vergine. Clemente XIII
mente dopo aver scritto molte opere, che nel 1758 meritamente lo nominò suo se-
risentono della barbarie e secchezza sco- gretario di stato, e lo annoverò presso-
lastica di sua epoca, delle quali ci die l'e- ché a tutte le congregazioni cardinalizie
satto catalogo rOldoino Ro- ne\\* Ateneo di Roma. Perseverò nell'importante ca-
mano, ed pp. Quietif ed Echard, Degli
i rica in tutto lo scabroso pontificato di Cle-
scrittori domenicani; e dopo aver man- mente XIII, dopo la cui morte avendo
tenuto stretta corrispondenza co' primi maggior agio di frequentare le congrega-
letterati contemporanei, comeBiondo,Pe- zioni a cui era ascritto, oltre al farlo con
rotti, Campano, cardinal Bessarione e al- sollecitudine e diligenza mirabile t
espo-
morte in Roma neh 468 a'26 set-
tri, la neva in esse con franca ingenuità e pre-
tembre lo trasportò pieno di meriti, co- cisione i suoi sentimenti. La sua casa era
me ci giova sperare, alla regione de' bea- l'asilo de'bisognosi, verso i non me-
quali
ti, in età di sopra 80 anui, e fu sepolto no in vita che in morte mostrò inaisem-
nella detta chiesa di s. Maria sopra Mi- pre viscere di carità e di compassione. In-
nerva, col solo nome e titoli vescovile e tervenne a' conclavi di Clemente XIII,
presbiterale, scolpiti sulla lapide sepolcra- Clemente XIV, e Pio VI, il quale gli as-

le, che riporta l'Ughelli. Nella stessa chie- segnò la carica di segretario del s. ofBzio.
sa, al destro lato della sua cappella della Una morte repentina lo trasportò in un
ss. Annunziata, si vede il bel monumen- momento dal tempo all'eternità in Roma
tino col busto del cardinale in metallo as- neli777,d'8o anni. Rimase sepolto nella
sai naturale e ornati simili, avendolo e- s. Giovanni de'fioren-
chiesa naziouale di
relto con magnifica iscrizione il sodalizio tini, nella tomba che vivente erasi costrui-
da lui istituito e tuttora floridissimo. Da ta nella cappella di s. Filippo Neri, da lui
Francesco Sverzio si ha la Vita del car- quasi del tutto rinnovata, e con ecclesia-
dinal Tur recremata in latino , che sta stica magnificenza abbellita e ornata.Que-
.

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slo porporato fu uomo d' ingegno pene- ce dell'ordine, aggiungendogli il titolo ad
trante e sottile, amante del giusto e del una commenda coli' assegnamento di 4
retto, iufalicabile e paziente Dell' eserci- leghe quadrate di terra nell' impero del
zio delle sollecite e gravi cure annesse al Brasile. Il prelato savio e virtuoso , ac-
i,uo ministero. Amatore della giustizia e cettando nobilmente la decorazione ono-
ammiratore dell'innocenza, sebbene per- rifica , nella persuazione dell' annuenza

seguitata accanitamente da' potenti, co- pontificia ne ricusò ogni emolumento.


,

nobbe che la lega de'filosofi increduli erasi Giovanni VI nel decreto regio pel rista-
proposta per fine d'annientare la religio- bilimento dell'ordine, stabilì: Che il re ne
ne col distruggere prima que-
i gesuiti, e fosse sempre il gran maestro, il principe

sti difese vigorosamente per coscienza. reale erede della corona gran commen-
TORRE ROTONDA. Sede vescovile datore, e gli altri principi della famiglia
d'Africa nella provincia di Numidia, sotto reale gran croci; giacché divise 1' ordine

la metropoli di Cirta, ebbe a vescovo Do- in gran croci, in commendatori ed in ca-


nato che nel 4 1 * intervenne alla confe- valieri. Aggiunse poi a quest'ordine una
renza di Cartagine e segui il partito de' medaglia d'oro ,espri mente da un lato una
donatisti. Morcelli, Afr. dir. t. i. torre,dall'altro l'epigrafe: Calore e Leni-
TORRE e SPADA .Ordine militare ed dadc. Questo medesimo motto forma la

equestre di Portogallo, istituito dal re Al- leggenda della croce dell'ordine di Torre
fonso V quando creò 27 cavalieri in me- e Spada, mentre la sua faccia rappresenta
moria del numero d'anni cheavea quan- il busto del re.

do prese Fez ai mori di Marocco, il che TORRE TAMALL1ENSE. Sede ve-


verrebbe a corrispondere verso V anno scovile d'Africa della provincia Bizacena,

145*9. Altri però riportano la conquista sotto la metropoli d'Hadramito, e si co-


di Tatigcr nel regno di Fez al 147 ', per noscono i seguenti vescovi. Gaudenzio tro-
la quale e altre fatte dal re nell'Africa fu vossi al couciliodi Cartagine nel 348, Sa-
chiamato l' Africano. In processo di tem- brazio intervenne alla conferenza di Car-
po decaduto l'ordine cavalleresco dal suo tagine nel 4 1 1 j e Penlasio sottoscrisse
lustro, lo ristabilì nel dicembre 1808 il la lettera che il concilio Bizaceno inviò nel
re di Portogallo Giovanni VI, quando vi- 64» all'imperatore Eraclio Costantino
vente sua madre Maria
era reggente del-I contro monoteli ti. Morcelli, Afr.chrX.
i 1

la monarchia portoghese. Imperocché a- TORRES. V. Sassari.


vendo i francesi insistito che fossero chiusi TORRES Pietro, Cardinale. F.Ro-
agl'inglesi i porti di Portogallo, disgu- driguez Pietro.
stati gli esclusi si portarono con una flotta TORRES Lodovico, Cardinale. Ro-
a bloccare il porto di Lisbona, onde il reg- mano , ma originario di nobile famiglia
gente prese la determinazione di trasfe- spagnuola(dello stabi li mento inRoma del-
rirsi nel Brasile colla reale famiglia, e di la nobile famiglia e del suo palazzo feci

stabilirsi nella capitale Rio Janeiro. Ad e- parola nel voi. LII, p. 284: forse appar-
ternare quindi la memoria di questo tra- tenne ad essa quel conclavista Ferrante,
^Incamerilo singolare, e per premiare chi di cui riparlai nel voi. XVI, p. 1 3), dopo
crasi reso benemerito nel suo servizio, vol- aver applicato allo studio di giurispru-
le ripristinare il reale ordine portoghese denza nell'università diPerugia o forse nel
diTorre e Spada. Siccome seguì la corte collegio della Sapienza vecchia, ottenu-
r
mg. Lorenzo Caleppi nunzio di Lisbona, ta in Bologna la laurea di dottore, si tra-
e perciò ili." nunzio del Brasile e il i.° a sferì in Sicilia presso lo zio Luigi arcive-
esser ivi creato cardinale, il re per la sti- scovo di Monreale, e in età di 20 anni si
ma che ne faceva lo nominò 1

gran ero- die con fervore ad aiutarlo nella cura pa-
TOH TOR 7
florale di quella diocesi, in qualità di vi* souiuiinistròa'primi tantoché bastasse lo-
cario generale. Condottosi a LI orna, tu (at- ro a menar vita comoda e agiata, e dispen-
to vicario di s. Lorenzo in Dainaso, cano- sò agli altri larghe Iimosine,oiide prov-
nico Liberiano e scrittore apostolico; riu- vederne a'bisogni, laonde si meritò il glo-
scì talmente segnalati! nell'ecclesiastica e- rioso titolo di padre de' pò veri. In tempo
iudizioue che dipoi fu incaricalo da Paolo
}
di carestia conducevasi in persona per la
V d'ordinare il Pontifica leRotnanojnsie- città, a oggetto d'informarsi delle mise-
me con altri dotti prelati, e di rivedere a rie de'bisognosi, visitandone con singoiar/
istanza del gran cardinal Baronio, che l'a- diligenza le parrocchie. Recava sovente il

vea in alta stima e sommo pregio. le sue. ln- ss. Viatico agl'infermi, e se il bisogno Io
nolazioitin\ Martirologio RomanoAu ta- richiedeva lasciava loro copiosi so v venir-

letempo contrasse stretta amicizia col ce- meli ti. Predicava il popolo, e
vangelo al

leberrimo poeta Torquato Tasso, che di- ne'dì festivi istruiva con somma pazienza
morando in Roma usava conversare con i fanciulli ne'misteri della fede e uè' do-
uomini dottissimi, uno de'quali era il pre- veri della morale cristiana. Manteneva pa-
lato^ l'altro l'Antoniano fornito di squisi- recchi vicari abilissimi, e uondimeno vi-
ta letteratura, co'quali Tasso tratteuevasi sitava ogni anno l'arcidiocesi,avendo sul-
molte ore in eruditi ragionamenti. Morto la lingua e molto più nel cuore la gran
lo zio, per favore di Filippo II ottenne da massima intesa da pochi: Che non già a'
Sisto V ne'primideli588ilsuo arcivesco- vicari, ma sibbeue a' vescovi, posti dallo
vato di Moureale, eoa pensione di 1 0,000 Spirito santo a reggere la Chiesa di Dio,
scudi a favore del cardinal Bouelli. D'or- incombe 1' obbligo della cura pastorale.
dine di Sisto V pose fine alle controver- Colmo di sante opere, rese lo spirito al suo
sie insorte tra 1' arcivescovo di Palermo Creatore inRoma nel 1 6og, d'anni 58, ed
e il suo capitolo. Stimalo da Clemente ebbe tomba nella chiesa del suo titolo sot-

Vili, fu destinato visitatore generale di to rozza lapide, posta innanzi l'altare mag-
tutte le chiese di Roma. Paolo V in pre- giore, con semplicissima iscrizione scolpi-
mio del suo sapere e virtù, aghi 1 settem- ta e che vivente erasi da se stesso com-
bre 606 lo creò cardinale prete di s. Pan-
1 che il car-
posta. L'Amidenio lasciò scritto,
crazio, basilica che imprese a rinnovare dinale arricchì i suoi parenti, e che non
quasi da'fondamenti con isplendida ma- vi fu uomo che quanto lui ambisse il car-

gnificenza, quantunque la morte gì' im- dinalato, da cui Clemente Vili lo tenne
pedì portare a perfezione. Di più Paolo sempre lontano. Queste sono calunnie ed
V nel 1607 lo ascrisse alla congregazione esagerazioni viziose, di cui abboudano le

de'rili e ad altre, e dichiarò bibliotecario biografie di quell'acre scrittore, il quale


di s. Chiesa, lu Monreale fondò il semi- di propria autorità censurò 1 personaggi
nario, a cui donò la propria biblioteca co- più rispettabili e degni. Il cardinale stam-
piosa di scelti libri, e comparti immensi pò il sinodo celebrato dallo zio in Mon-
benefìzi alla sua chiesa, non meno che alla monache, la
reale, scrisse le regole per le
a
città, con arricchire la 1 . di vasi sagri, di storia di sua chiesa, quella del monaste-
preziose suppellettili, di lampade di gran ro di s. Maria Nuova, alcuni ragiouamenti
valore, d'un nuovo pavimento di marmo, sulla Salve Regina, e alcun' altre opere
e di due conche per l'acqua santa, per gran- di minor conto. Il cardinal Baronio gli de-
dezza e vaghezza mirabili, oltre due no- dicò il voi. XI de'suoi Annali ecclesia-
bili cappelle che vi fece costruire; ed a- sticijed Aldo Manuzio e GianoNicioE-
dornò la 2.' con vari generi di edilìzi e di ritreo gli scrissero parecchie lettere. La
bellissime fontane. Sollecito del bene de' sua memoria è iu pereuue benedizione.
suoi famigliari e del sollievo de' poveri, La nobile famiglia de'suoi pareuli mar-
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diesi De Torres, è più d' un secolo che in molte cause gravi e interessanti. Elet-
si è stabilita nella città dell' Aquila, ove to dal capitolo di Toledo in arcivescovo
fiorisce. di quella città, non potè ottenerne le bol-
TORRES Cosimo, Cardinale. Nobile leda Innocenzo IV, perchè questi credè
romano e oriundo spagnuolo, nipote del troppo utile e necessaria 1' opera sua in
precedente, 01 nato di ragguardevole let- Roma, per valersene in servigio della chie-
teralura, avendo dato saggio di straordi- sa universale. Altri però con Bzovio an-
nario talento nel riferire le cause nel tri- nalista sono di contrario sentimento, e
bunale di segnatura, dove mostrossi assai sostengono che fu realmente arcivescovo
efficace ed energico, fu destinalo nunzio di Toledo, e che oltre le bolle riportò da
di Polonia,dove diporto»! con tanta sod- Onorio 111 lettere commendatizie al re s.
disfazione del re Sigismondo 111, che ri- Ferdinando III, ad Alfonso X suo primo-
masto pienamente appagato del suo pro- genito e al capitolo della metropolitana.
cedere, ottenne che Gregorio XV a'5 set- In vece Cardella co'registri Vaticani so-
tembre 1622 lo creasse cardinale prete di stiene, che in luogo dell'arcivescovo Ro-
S.Pancrazio, e protettore di Polonia pres- derico Zimenes, non già il Torrez, ma gli

so la1. Sede. Urbano Vili, al cui concla- successe Giovanni cappellano pontificio e
ve intervenne, nel 1624 gli conferì il ve- nipote del vescovodi Burgos. Pare clieO-
scovato di Perugia, diocesi che governò norio III l'inviasse ad Alessandro II re di
con gran fama di pietà, zelo e prudenza, Scozia, per domandare soccorsi alla cro-
in cui celebrò il sinodo che poi fece stam- ciata diTerra Santa, e tutto ottenne per
pare. Per nomina del re di Spagna, il Pa- quella sagra guerra come leggo in Le-
.

pa nel i634 'o trasferì all'arcivescovato sleo, De origine Scotorum p. 23 1. Morì


d\ Monreale, dove nel 638 tenne il sino-
1 nel 254,senza sapersi in qual luogo,dopo
1

do diocesano, che parimenti fu pubblicato essere intervenuto a'sagi comizi di Gre- i

colla stampa nella stessa città, avendo già gorio IX, Celestino IV e Innocenzo IV,
sino dal 1 635 incominciata la visita gene- a parecchie bolle de' quali appose la so-
rale dell'arcidiocesi, nella quale con gran- scrizione del proprio nome.
dissimo zelo emendò quanto eravisi in- TORRI Costanzo o Costantino, Car-
trodotto non conforme alle leggi canoni- dinale. V. Boccafuoco Costanzo.
che ed ecclesiastiche. Attaccato da lenta TORSO Jacopo, Cardinale. V. Jaco-
idropisia, sperando di potersene liberare po da Udine, ed Udine.
col beneficio dell'aria nativa, si traj>ferì TORTI VOLI, Turtibulum. Sede ve-
in Roma; ma in breve la violenza del male scovile e antica città d'Italia, nella pro-
lo ridusse alla tomba
642,di 58 anni
nel 1 vincia di Capitanata del regno di Napoli,
come lo zio, e presso di lui futumulato lontana da Benevento per via di Paduli
nella titolare basilica di s. Pancrazio con e Roseto 3o miglia, e 8 da Lucerà. Ro-
illustre elogio. Meritava certamente più vinata la città dalle vicende de'tempi, di-
lunga vita, perchè all' insigne letteratura venne feudo rustico con comodo palazzo
di cui era fornito, congiunse le più belle del duca Piguattelli di Monte Calvo. La
e amabili qualità. Era amico generoso, sin- sede vescovile già esisteva nel io3 suf- 1

cero, e insignemente officioso. fraganea della metropolitana di Beneven-


TORREZ Egidio, Cardinale.Spagnuo- to, poiché narra il Sai neìli, Memorie degli
lo e canonico della chiesa di Burgos, nel arcivescovi di Benevento .che in tale anno
dicembre 12 16 Onorio IN lo creò cardi- curn Turtibule usi Episcopo, fu mandato
nale diacono de'ss. Cosma e Damiano. Fu da Papa Pasquale II in Dalmazia, Unghe-
amministratore del monastero di Farfa in ria e Belgrado il cardinal Agostino del ti-

Sabina, e giudice ne' tribunali di Roma tolo de'ss. Quattro Jpochrisarius. Que-
T OR TOtt 9
sto vescovo non fu conosciuto da Ughelli, ma trovasi ora interamente distrutta, per
il quale nell' Italia sacra, t. 8, p. 389: aver incorsa la sorte di varie altre fortez-
Turtìbulenses Episcopi , dice che igno- ze del Piemonte da quel re eziandio re-
rasi il nome del suoi. vescovo, il quale staurate o accresciute, che il trattato di
venne postulato per sede di Firenze dal
la pace co'francesi nel 1796 prescrisse do-
capitolo di quella chiesa nel 236 kal. no- i versi smantellare. Poco degne d'osserva»

vemb. al Papa Gregorio IX. Gli altri ve- zione tuttavia sarebbero rimaste si l'une,
scovi sono: Stefano da Ferenti no o de Fer- che mutazioni del sistema
le altre, per le

rentino monaco cisterciense di Fossanuo- politico in Europa, e per l'apertura del-

va, eletto dall'arcivescovo di Benevento l'Alpi ne sarebbe stata ad ogni modo sce-
e confermato nel i 254 da Innocenzo IV; mata l'importanza, non se i loro avanzi
Egidio neoccupava la sede nel 286, e con
1 facessero ancor fede appunto delle virtù
altri vescovi confermò l'indulgenza con- pacifiche dell' encomiato re. E' pur sede
a
cessa alla chiesa parrocchiale di s. Vin- d'un tribunale dir. istanza, e delle au-
cenzo di Tivoli; Bartolomeo nel 1 3oo; fr. torità della provincia e del mandamento.

Giordano deh 366 per la sua povertà fu La cattedrale è una bella chiesa sagra alla
dispensalo dalle tasse delle bolle, commu- B. Vergine Assunta in cielo e sotto l'in-
ni subsidiojh\ Bartolomeo di Benevento vocazione di s. Lorenzo martire, con fonte
domenicano nel i36y, fatto da Urbano battesimale ch'è l'unico della città. Piife-
V; Giovanni intruso come eletto neh 383 riscel' Ughelli, Italia sacra t.
4, p. 623,
dall'antipapa Clemente V 1 ,che solvit so-
1 Derthoncnses Episcopi. Cathedral Ec-
litimipensum ^'Bartolomeo vescovo di Le» clesiam primi UH christijìdelibus ere-
sina neli4°9 fu trasferito a questa chiesa xerunt apud quam in acclivo colle re-
)

dal Papa Gregorio XII. Quindi soppres- giaspene et munificentissimas episcopa-


sa la dignità vescovile, la diocesi di Torti- lcs canonicasque aedes exaedificarunty
ì

voli fu unita al vescovato di Lucerà (F.). quae deinceps praeterito saeculo a re-
TORTONA (Derthonen). Città con re- giis ministris ann.i 554 ^ n niunitissimam
sidenza vescovile, grande e antica del Pie- arcem accomodata, nec sine magno Der-
inonte, negli stati sardi , nella divisione thonensium moerore alibi translata ac
d'Alessandria, da cui è distante 1 o miglia, a fundamentis constructa nova est ca-
da Voghera vaga e piacevole quasi
città thedralis, ubi SS. corpora etc. et reli-
altrettante, e da Torino 5o, comechè si- quiis ss. Marlyrum Apolloniae, Vitalis
tuata in cielo ameno tra Genova e Pia- et Agricolae solemni pompa ab episco-
cenza, colla quale confina Voghera. E' ca- po Gambara translata fuere. Fra le san-
poluogo della fertile provincia del suo no- te reliquie vi in grande venerazio-
sono

me e del mandamento egualmente omo- ne il corpoMarciano martire, suoi
di s.

nimo, presso la sponda destra dello Seri- vescovo e patrono della città, ed corpi i

via in pianura, ed appiè d'un'altura sul- de'ss. Innocenzo e A.riberto vescovi e que-

la quale ancor veggonsi gli avanzi del ce- st'ultimo martire. II capitolosi compone
lebre e già munito castello di Tortona, e di 3 dignità, la maggiore essendo l'arci-

delle sue importanti fortificazioni. Que- diacono (prima essendo di 5, cioè l'arci-

sta rocca, situata iu eccellente posizione, diacono, il preposto, il primicero, l'arci-


dopo l'acquisto che ne fece il re Carlo E- prete e il decano, con 7 canonici,
altri 1

mauuele 111, col paese denominato il Tor- secondo 1' Ughelli), di 16 canonici com-
tonese, di cui pure era capoluogo Tortona, prese le prebende teologale e penitenzia-
in virtù della pace conclusa a Vienna nel ria , e di altri preti e chierici addetti al

1789, fu da quel monarca resa formida- servizio divino. Il palazzo vescovile, buo-
bile per le opere di difesa che vi aggiuuse; no e decoroso edifìcio, è alquanto distante
io TOR TOR
dalla cattedrale. Fra le altre chiese, sono solitos admoneri eum a sefractus panis
parrocchiali seuza batlislerio quelle di s. maduisset cruore: quae quis non v ideai
Maria de'Canali, di s. Giacomo, di s. Mat- fabulosa esse, dignaque anilibus coro-
a

teo, di s. Michele, la i. già insigne col- iiulis? Al tempo de' romani divenne co-

legiata cou preposto e canonici. Vi sono lonia e fu commerciantissima, chiamata


un monastero di religiose, ed i cappucci- Coloniam Juliam Derlhoiiam. Soggiac-
ni, alcuni sodalizi, fra'quali inerita men- que successivamente a'goti ed a'iongobar-
zione quello dell'oratorio della B. Vergi- di, i quali tolsero alla chiesa romana il p i-

ne Annunziata per le pie e generose ope- trimonio che possedeva colle Alpi Co-
vi

re che esercita, due ospedali, il monte di ziej le quali con Tortona e le altre città
pietà, l'ainpioseminario cogli alunni, il col- che comprendevano, restituì a Papa Gio-
legio regio,e vari altri stabilimenti istrutti- vanni VII nel 707 A liberto II re de' lon-
vi e benefici. Tortona fu patria di molti gobardi. Nel 773 distrutto regno lon- il

uomini illustri per santità di vita, dignità gobardico, Tortona divenne dominio de-
ecclesiastiche e per la scienza. Mi limiterò gl'imperatori franchi e germanici, facen-
a ricordare cardinali Enrico Rampino,
i do parte dello stato di Milano più tardi.
Gio. Paolo Chiesa, Carlo Alberto Caval- Mentre in Pavia trovavausi nell'877 Pa-
chi/ii, che poco mancò ad essere eletto Pa- pa Giovanni Vili, e l'imperatore Carlo II

pa, e Francesco Guidobono Cavalchila. il Calvo, il nipote di questi Carlomanno


Di Bosco poi diocesi di Tortona, furono scese dall'Alpi con un esercito per com-
il glorioso Papa s. Pio V, ed il suo nipo- battere lo zio. Sbigottito per tale notizia
te cardinal Michele Bonetti, a cui Filippo l'imperatore si fuggì con Giovanni Vili a
11 die la stessa terra di Bosco con titolo di Tortona, nella qual città non sì tosto l'im-

marchesato. La città conta più di i o,5oo peratrice Puchilda ebbe dalle mani del Pa-
abitanti; possiede de'palazzi e delle belle pa l'imperiale cousagrazione,che essa pre-
case, ha manifattura di seterie, per la gran che seco avea la fuga per Mo-
se col tesoro
copia di sete che produce, e fabbriche di riaua. Si trattennenondimeno alquanto
preziose slolIe.Abbonda di granaglie,legu- colPapa 1' imperatore in Tortona ; ma
mi, riso, vino, bestiame, e funghi che iu quando inlese ravvicinamento di Carlo-
notabile quantità manda a Genova. Tra manno precipitò frettoloso in Savoia, e il

Tortona e Voghera si passa il fiume Ca- Papa immediatamente tornò a Rom a. Per
lorie, e l'occhio si spazia iu bella campa- quanto dirò a Toscanella, sembra che
gna sparsa d'inuuinerabili alberi di tuo V imperatore si fermasse in Pont-Yon,
rocelsi, e negli amenissimi luoghi de'din- dove il pontiGcio legato Giovanni vesco-
torni. Tortoua , Derthona , Darthana, vo Tosca uiese gli presentò l' impera tri -
Terdonam e Torlonum nella Liguria, ce- ce. Indi Tortoua si eresse in repubbli-

lebrala dagli scrittori antichi, si vuole e- ca, e come le altre città italiane si go-
dilìeata da'liguri, o secondo altri da'galli vernò colle proprie leggi. Eletto in Clu-
penetrali in Italia sottoBrenuo,che la chia- tiy Papa Calisto II, uel recarsi a Roma
marono Antilia e poi Terdona ab eventi- t
si fermò in Tortona, al modo narrato
bus tribus,quimortalium videntur rape- da Ughelli. Neh 55 l'imperatore Fede-
1

re adi ni ratio ne ni, vomii riporta l' Ughelli. rico per compiacere Pavia, e in odio del
I

.Varrai/ 1 cniiii primu/n praedurum sa- vescovo di Tortona fedele a Papa Ales-
xuni uber rimani exsudasse oleum j se- sandro III, prese Tortona, l'arse e abbat-
minio in s. Joannis Baptistae pervigi- tè da'fondamenti, come poi dirò. Indi i

Ho te imeni alioq itili scaturiginem liber- milanesi la riedificarono, si formò poscia


tini.-, lagnasse aquisj tertio nobiles quos- come le altre città italiane iu repubblica,
que Dcrtlioncnses propinqui fati fuisse e ne fu conte il proprio vescovo, e poi fo-
TOR T OR ic

ce parte del ducato di Milano, e alle va- na vi restasse nella seguente notte con ,

rie sue molteplici vicende andò soggetta. pubbliche dimostrazioni segnalarono la


Neh 538 recandosi Paolo IH a Nizza per loro divozione al vicario di Cristo, e mol-
Carlo V con Francesco I, pare
pacificare ti l'accompagnarono a piedi sino alle ripe
chea'3 maggio si recasse da Piacenza aTor- della Scrivia. Poco dopo gli austro-russi
tona. Neh 734 s'impadronì della città il tolsero a'fraucesi Tortona e il Piemonte,
marchese di Maillebois, che poi il duca di ma in conseguenza della strepitosa vitto-
Modena gli ritolse alla testa degli austria- ria riportata a Marengo, l'una e l'altro to-
ci, dopoché era stata riunita Tortona ai sto tornarono nel dominio di Francia, e
domimi dell'augusta casa di Savoia ,
per sotto l'imperoTortona fece parte del di-
quanto già notai. Pio VI nell'essere con- partimento di Marengo, finché neli8i4
dotto alla sua penosa deportazione a Va- divenne nuovamente soggetta alla monar-
lenza di Francia, l'onorò di sua presenza chia sarda.
nel 799, quando già francesi che lo te-
1 i La sede vescovile è una delle più. anti-

nevano prigione se n'erano impadroniti che degli stati sardi di Terraferma, poi-
nel 796, e avendo fatta saltare in aria la
1 ché ne'primordii della Chiesa ricevè il sa-
ricordata fortezza. Dopo avere il Papa lutare lume anno 73 di
della fede. Neil'
pernottato a' 18 aprile in Voghera , nel nostra era, Marciano o Marziano I, di-
s.

palazzo de'conti Dattili, s'incamminò per scepolo di S.Barnaba, ne fu eletto peri.


Tortona, incontrato divotamente in folla vescovo, e governò la chiesa /\.5 anni san-
da'torlonesi, alcuni de' quali però vi ac- tamente,decapitato a'6 marzo circa il 20 1

corsero per curiosità o per ischerno, co- regnando l'imperatore Adriano, sebbene
me narra con particolari dettagli il Bal- il Martirologio romano riferisca aver pa-
dassari del seguito pontifìcio, e descritto- tito glorioso martirio sotto Traiano, ma
re del viaggio, Relazione de'patimenti di esso era morto nel 1 7. Il suo corpo ven- 1

r
Pio VI. Il vescovo mg. Fassati accolse ne deposto da s. Secondo d'Asti in un'ur-
con venerazione nell'episcopio il veneran- na di terra cotta, e sepolto con l'iscrizio-
do Pio VI, a cui prodigò le più delicate ne: Hic rea uiescit corpus Mar tiani, epi-
cure: diversi del corteggio furono corte- scopi et mar ty ri's. Il martirio essendo sta-
semente e lautamente ospitati dalla rag- to ordinato da Saprazio Pelleta prefetto
guardevole famiglia Ratti. 11 Papa con- romano in Asti, egli fece poi altresì deca-

cesse diverse facoltà straordinarie al ve- pitare s. Secondo. Gli successe s. Àriber-
scovo, secondo i bisogni della diocesi, e to ordinato verso il 128, e dopo i5 anni
ricevè benignamente al bacio del piede colla corona del martirio riposò nel Signo-
diversi tortonesi che lo bramarono, es- re a'5 maggio. Il can. Bima nella Serie

sendo nella massima parte sinceramente cronologica de' vescovi di Tortona, an-
affezionati alla religione e ossequiosi al su- ticipa l'elezione di s. A liberto al 1 20. Que-
premo capo della Chiesa. Per l'inflessibi- gli inoltre afferma che neli52 gli succes-
le e riprovevole durezza dello spietato co- se s. Ammonio , che I' Ughelli vuole nel
mandante di piazza, ad onta che la Seri via 161, e dopo io anni morì a' io gennaio.
per le pioggie si fosse gonfiata, convenne Indi circail 175 s. Terenziano, martiriz-

al Papa nel suo stato infermiccio e lagri- zato nel 186, e la sua festa celebrasi il

mevole partire nelle ore pomeridiane del i.° settembre. Nel 187 s. Costanzo o Co-
20, e guadalo il fiume e la Bormida tro- stantino, che dopo 5o anni di vescovato
1

vossi a riceverlo mg. Mossi vescovo d'A- ottenne palma del martirio. Nel 240 o
la

lessandria, per la qual città si diresse.! buo- 246 s. Lorenzo, anch'esso martire dopo
che tanto eransi premurosa-
ni tortonesi 2D anni. Nel 272 s. Anastasio che passa-
mente adoprati perchè il Papa in Torto- li nella sede 5 anni, patì il martirio. Nel
ii tou TOR
277 Marcellino martirizzato nel 291
s. Ambrogio di Milano e Massimo di Tori-
nel 294* In questo gli fu surrogato il suo no, i quali ne scrissero le lodi, negli alti
diacono s. Giuliano, che dovè soccombe- del concilio leggendosi questo suo voto.
re a penoso martirio per non aver voluto Pallàctium f qui sec.tam Ariiì vel efus do-
offrire l'incenso agl'idoli, dopo 6 mesi o ctrinam damnare nòluit, ut caeteri con*
nel 3oo circa, fuori porta Pavia: fu sepol- sortes mei damnavere et ego condenti lo:
to di notte da Quinzio presso il fiume Ge- Exmpcranlius episc. Derton. Ma se l'U-
lubio, creduto l'odierno Scrivia. Verso il che governò 4° anni, non pa-
ghelli dice

3 o o il 3 5 s. Meliodoro levita, ordina-


1 i re giusta la data del suo annotatore. Nel
to da s. Materno vescovo di Milano, del- 4o4 o nel 4*5 s. Marziano II, e sedè i5
la quale metropolitana divenne suffraga- anni. Nel 4^1 s> Quinto o Quintino o
lieo il vescovo di Tortona. Nel 3 18 s. ln- Quinziano, intervenne al concilio di Mila-
nocenzio figlio di Quinzio tortonese e di no 4^2. Nel 472 s. Marcello. Nel 4<S£
del
nobilissima madre, consagrato da Papa s. s. Albino non conosciuto da Ughelli. Nel

Silvestro I a'24 settembre d'anni 33: se- 498 s. Albonio o Saturnino, fu al sinodo
condo Bollandisti non sarebbe parti lo per
i romano del 4g9, e governò con prudenza
la sua diocesi prima del 326, perchè a- sino al 568, in cui gli successe Giovanni
vrebbe da Roma date le disposizioni acciò li, dal cari. Bima registrato al 557. Nel
fossero riparati i disordini cagionati dai 579 o 58o Sisto santissimo e probo. Nel
presidenti gentili, ad onta chel'imperalo- 602 o ne! 614 Procolo Peno visse 47 an-
re Costantino Iavea concesso il libero cul- ni nel vescovato, che avendo recato mo-
to a'cristiani; ed osserva il can. Bima, che lestie al monastero di Bobbio , Papa O-
forse per questo l'Ughelli lo registra nel norio I lo prese sotto la sua protezione.
326, Egli fece eseguire gli ordini pon- Malliodoro si sottoscrisse nel 649 al con-
tifìcii e imperiali, obbligando colla pena Laterano, mininius cpiscopusDer-
cilio di

d'esilio tanto i gentili che gli ebrei ad ab- tonensis. Nel 660 Beato, cui successe nel
bracciare la fede cattolica: distrusse i tem- 662 Lorenzo intervenuto al sinodo di Mi-
pli di Giove e di Ercole, e la sinagoga con- lano dell'arcivescovo Mansueto. Nel 679
vertì in chiesa di s. Stefano, fondò un mo- Àudacio fu al concilio di Roma, e dopo di
nastero di sagre vergini, ricuperò i beni lui sederono nel 70 tOttavio, nel 7 1 1 Be-
di sua chiesa, e fece costruire la primiti- nedetto, nel 727 Tondero di santa vita,
va cattedrale ei2 chiese minori in onore nel 744 Giacomo, nel 753 Giuseppe, nel
de' 12 Apostoli. Trovò corpo di s. Mar-
il 765 Fla viario, nel 786 Girolamo, nel 793
ciano coll'anipolla e la sponga del vivido Desiderio, nel 799 Roberto, uell'8o8 Va-
suo sangue, e con solenne pompa lo de- lerio, nell'828 Giovanni III, nell'838 Rof-
pose nella chiesa edificata in onore del suo fredo, nelP848o858 Teodolfo, che nel-
nome e consagrata a'20 ottobre. Gli atti F876 fu al concilio di Pavia, ove Papa Gio-
dell'invenzione del corpo di s. Marciano vanni Vili fece confermare l'elezione di
li riprodusse l'Ughelli. Morì s. Innocenzo Carlo il Calvo, ed a quello di Ravenua.
trionfante de'suoi nemici e calunniatori ai Nell'878 Giovanni IV, nell'890 Gerar-
17 aprile 34^, glorificato da Dio con mol- do, nell' 898 lldegtno, nel 90 Garebal- 1

timiracoli. Nel 343 Giovanni I, qualifi- do. nel9i3 Benedetto II, nel 926 Andrea
cato per santo dal Massa e dal Galizia, e Rada nobile piacentino, di cui V Ughelli
sedè 2 anni. Nel 364 o nel 3y4, e secon- pubblicò il testamento, monumento di sua
do il Coleli nel 38r,s. Esuperanzio oSu- divozione verso la B. Vergine. Nel 940
peranzio già canonico di Vercelli e disce- Giovanni V, nel g43 Geriprando o leri-
polo di s. Eusebio, che nel 38 i assistè al prando,che intervenne nel 9)2 al concilio
concilio d'Àquileia contro Palladio, co'ss, d' Augusta, e sottoscrisse diversi atti. Nel
4

TOR TOR i3

984 Eriberto, nel 987 o 997 Litifredo, hai. maji, cu/usa. ad fundamcntum ne-
nel 1 oo4 Agirio che fu alla dieta di Ron- quitta vicinorum fiat desolata, et in l il.

caglia con l'arcivescovo di Milano per Te- maji per Mcdiolancnses est medificaia,
lezione del re d'Italia. Pietro del ioI 1 et miserunt Epistola cwn tribus donis,
intervenne al sinodo di Pavia neh 046, e scilicettubae aeneae ad convocandum
\isse chiaro per virtù sino al 1 07 7. In que- populum, vexillo albo cimi Cruce rubca,
sto Oddone, nel 084 Vido o Vidone, nel
t in quo edam erat Sol significata lìledio-
I io5Laaibat*do e fu al sinodo di Milano, lanum, et Luna significans Terdonam;
nel 1 1 1 1 Pietro II, ma consagrato neh 120 miserunt edam sigillum ad sigillandum
dall'arcivescovo di Milano Giordano nel- UtteraS) in quo erant sculptae duae civi-
la chiesa di s. Marziano, in occasione che tate s^ Mediolanum vide lice t, et Ter do-
Papa Calisto II fu nella città. Il vescovo na: quoniam sicut Sol et Luna sunt lu-
tenendo un legno in mano, investi con- i minaria hujus mundi\ sic Mediolanum,
Tortona del Monte Àrimannoe del
soli di et Terdona sunt totius luminaria regni.
castello, riservandosi alcune facoltà; e qui Profugit deinde Obertus episcopus ad
dirò con l'Ughein, che il vescovo di Tor- Alexandrum III iram Friderici 1, et
tona: IlabetduoOppida, Salcunum,Ca- Victoris V antipapae declinans, a quo
stellettum alterimi prò medie tate tpro al- plura ornamenta
retulit privilegiorum
tera EcclesiisPapiensi} ac Januensi sub- anno 6 sicut antea ab AdrianoIV re-
1 1 1

jccta. Episcopus Comes Derlhonae sub- tulerat. Oberto I pieno di meriti, inter-
scrìbiturj in vigiliti Oppida, ac Villas venne neh 1 79 al concilio generale di La-
liberam habuit, et absolutam jurisdi- tetano III. Gli successe neh 1 83 Ugone,
ctionem cimi mero et mixto imperio } ac che foedus iniit, et concordiam cumeon-
omnimoda gladii potestate. In cujusju- sulibus Dertlionensibus prò jugaticis a-
risdictionis argumentum hactenusex ve liisque ' juribus sui Episcopatus, il cui at-
tustissima consuetudine, denunatum en- to riprodusse Ughelli, fatto nel palazzo
sem a latere deferre jubet. Pietro II in vescovile, in cui Ugone è chiamato Epi-
pena della poco onorevole sua condotta scopum Comitem Derthonensem, e fu
et
fu privato della dignitàepiscopale nel con- sottoscritto l'atto al suono delle campa-
cilio di Pisa da Innocenzo 1 1. Nel 1 1 34 Gu- ne. Questo vescovo fu caro a Federico I,

glielmo, neh 53 Oberto


1 I preposito dei il quale confermò tutti i privilegi conces-
canonici regolari di Mortara,acui Papa si alla chiesa di Tortona dagl'imperatori
Adriano IV con amplissimodiploma con- suoi predecessori. Neh 186 il vescovoGan-
fermò beni di sua chiesa, prendendola
i dolfo, eletto da Papa Lucio III, ottenne
sotto la protezione di s. Pietro , enume- la conferma delle prerogative e privilegi
rando nel diploma le singole possessioni, goduti dalla sua chiesa. Neh 196 gli suc-
come si può vedere nell'Ughelli. Oberto cesse il vescovo Ottone , al quale scrisse
I nel 1 1 58 fu alla dieta di Roncaglia, e Innocenzo III, quibus Mi potestà tem fa-
per mostrarsi fedele al Papa Alessandro ciebat religiosos viros suae diocesis coni-
111 incorse V indegnazione del suo fiero pellendi ad observantiam regularem.
nemico l'imperatore Federico I,onde vi- Anno 97 Commune prò una parte Ci-
1 1

de co'suoi occhi l'estremo eccidio di Tor- vita tis, prò alia parte marchionem Al-
tona, cosi narrato dalla Chronicidavipov- lertum Malaspinam, ejusdem nepotem
tata da Ughelli. Ann. 55xri hai. mar- 1 1 investivisse Othonem. Neh 202 Opizzo-
iti, prima e t secundaferia in tran tis Qua •
ne, che concesse privilegiai monastero di
dragesimae Terdonensis civitas, et sub- s. Maria de Peroalio; neh 220 Pietro III
iti bium, obsessa est ab imperatore Fri- Buselto di Torlo, rinunziò nel 1 235 la se-

dcrìco et eatlcm civitas capta fui t xiv


ì de a favore del nipote e concittadiuo Mei-
i4 TOR TOR
chiorre Busetto, già preposto della catte- mandasse d'essere assolto, ne potesse pre-
drale e fu vittima sventurata del furore sentarsi al Papa, poiché avea giurato di
di Guglielmo VII il Grande, potentissi- stare a'suoi comandi e dato sicurtà d'ub-
mo marchese di Monferrato, che lo fece bidire perfettamente, gl'ingiungessero che
uccidere dalle sue truppe nel pomerio del- andasse pubblicamente a piedi nudi, dal
l'espugnata città, restandovi insepolto mi- luogo nel quale fu preso il vescovo fino al-
seramente. Pertanto narrano il Rinaldi la chiesa di Tortona, e dalle porte di Ver-
Annali ecclesiastici e l'UghelIi, che
negli celli e di due altre città, cioè Ivrea e Alba,
avendo Guglielmo VII neh 284 con gran- fino alle chiese cattedrali di quelle a pie-
de impeto assediata e presa Tortona , i di, non portando veste veruna sopra la to-
suoi soldati vi presero il vescovo e lo mi- naca e senza niente in testa. Che se tut-
sero in prigione, ove corso il marchese di tociò non faceva il marchese, con autori-
Monferrato gli fece levare ceppi; e per- i tà apostolica Io privassero insieme alla sua
chè alcuni parenti di lui tenevano certa posterità d'ogni padronato, feudo e enfi-
rocca ben guernita alla difesa, vi fu man teusi, ed altra cosa che teneva dalla chie-
dato il vescovo Melchiorre accompagnato sa di Tortona, alla quale il tutto ritor-
da più masnadieri, acciocché gl'induces- nasse liberamente; che la posterità sua
se a dare la fortezza; e mentre sopra di non potesse sino a 4 generazioni ottenere
ciò si parlamentava, fu ucciso il vescovo benefizio alcuno da quella chiesa; che il
con 3 altri. Udito l'atroce eccesso, il mar- marchese restituisse le castella e poderi, e
chese mostrò di sentirne molto dolore, e le terre ad essa appartenenti: che dopo e-

fece fare al cadavere grandissime e bellis- seguite le cose imposte,assol vesserò il mar-
sime esequie. Poco dopo il nuovo Papa chese secondo la consueta forma della
Onorio IV indignato per l'assassinio e per Chiesa, comandandogli che facesse un al-
la gravissima olfesa fatta alla libertà ec- tare alla detta chiesa e Io dotasse di an-
clesiastia, commise con sua lettera all'ar- nue i5 libbre di Genova pel mantenimen-
civescovo di Conza , ed domenicano e
al to di due preti che ivi di continuo dimo-
provinciale dell' ordine in Lombardia e rassero ; che dovesse finalmente passare
Dell'Insubri*, di prendere severa cogni- oltremare per la crociata, o andare in pel-
zione del crudele e sacrilego avvenimen- legrinaggio a visitare il santuario di s. Gia-
to. Ordinatosi quindi almarchese di com- como di Compostella,ed inoltre gl'ingiun-
parire innanzi alla s. Seóe per giustificar- gessero digiuni, orazioni e altre opere pie,
si, allegò più. scuse, fra le quali , che se secondo la qualità dell'eccesso e avessero
fosse partito dal Monferrato, il suo stalo slimato bene per l'anima sua. Ancora vol-
soggiacerebbe a molti evidenti pericoli; il le Onorio IV, che dopo l'assoluzione gli
suo non aver che 7 anni, il conte
figlio comandassero da sua parte.che allorquan-
di Savoia essere suo nemico genovesi , i do cessassero le scuse dal marchese addotte
non permettergli d'entrare inGenova;non per sicuramente poter venire a Roma, si

esser sicuro viaggiare per mare su legno presentasse fra un anno avanti la s. Sede
genovese, per gli odii de'pisani, non poter per udire e adempiere efficacemente ciò
venire sopra una nave raonese, ed esser- che gli fosse ordinato. Notai a Monfer-
gli chiusi tutti i passi. Le quali cose udi- EATo,chedipoiGuglielmo VII morì in una
te il Papa, richiedendo per una parte l'e- gabbia di ferro! Quindi Onorio IV elesse
normità dell'eccesso rigore, e per l'altra in vescovo Giacomo II Calcinano di Tor-
se valevano le scuse, l'equità esigeva che tona degli umiliati, dottore esimio ne'sa-
la clemenza temperasse I' asprezza del- gri canouijcheil can.Bima ritarda al 1 288,
la giustizia. Ordinò quindi all'arcivesco- il quale egregiamente governò sino al

vo e al provinciale, che se il marchese do- 1 3oo. In tale anno gli successe Pietro IV
TOR TOR i £
Tasio di Pavia , che introdusse i dome- Giovanni XXIII nello stesso anno elesse
nicani in Tortona; nel i 3og il torlonese vescovo della patria Enrico Rampino no-
Manfredo Calcinano; nel i 3 i 3 Tiberio bile toi tonese, che con atto presso P ri-
Tornano nobilissimo di Milano e cano- ghelli neli4>4 confermò al duca di Mi-
a
nico della metropolitana, poi traslato a lano Filippo M. Visconti l' investitura
Brescia; da dove Giovanni XXII nel 323 1 del feudo del castello di Surla detto il Ve-
trasferì a Tortona Princivalle Fieschi no- scovato e parte de'domiuii temporali del-
bilissimo genovese, col quale il senato di la chiesa di Tortona, della quale il ve-

Tortona per molli anni fu in gravi dis- scovo s' intitolava pure conte, colle sue
sidi, occasione jugatici (ut vocant:/octf- pertinenze e regalie qual feudo libero ;

lia, cose preziose, come gioie e altri or- nel i437 Pavia e poi a Mi-
fu trafilalo a

namenti, ma nel nostro caso piuttosto do- lano e creato cardinale. Nel 1437 da Co-
quod ho-
nativi, regalie, censi tributari) mo vi fu trasferito Giovanni VII Barba-
minvs Eniscopa lui olmo jcii cidem sella- vara milanese, legato del duca di Mila-
tili a temporibus Vgonis episcopi solve- no a Papa Eugenio IV. Nel 1 /\.5i Fabri-
hant. Le quali deplorabili contestazioni zio Maritano nobile milanese, che vis-
I

furono terminate nel palazzo del comu- suto un anno, Eugenio IV neh 453 no-
ne in Porta dorata nel 347, P er 'atto di i minò il suo cubiculario Bartolomeo Ca-
concordia e transazione concluso tra Raf- stiglione nobilissimo milanese d' esimia
faele Fiesco conte di Lavagna e procura- virtù, morto neh 4-55. In questo gli suc-
tore del vescovo e conte di Tortona suo cesse Giovanni Vili Marino; nel 1462
parente, e Giovanni Ferracavallo sinda- Michele Marnano nobile milanese, am-
co della città, e riportato da Ughelli. Cle- ministratore di Nocera e Foligno, e tras-
mente VI nel i348 elesse Giacomo Vi- lato a Piacenza. Nel i^j6 Fabrizio II
sconti nobile diMilano e canonico della Mai liano parente del precedente, e in sua
metropolitana. Nel 363 d'Albenga vi tu 1 morte nell'anno stesso gli successe a Pia-
traslato Giovanni VI de'marchesi Ceva, cenza con dispiacere de' tortonesi. Nel
che nel 386 a mezzo del suo vicario nel
1 1477 Giacomo IV Botta nobile pavese;
castello di Surla di questo fece investir- neh496 Giovanni IX Zazio di Pavia, al

ne Gio. Galeazzo Visconti signore di Mi- quale Massimiliano Sforza duca di Mila-
lano, con mero e misto impero, ed ogni no, con diploma presso l'Ughelli, confer-
giurisdizione, qual feudo libero, nobile mò i privilegi e le giurisdizioni del vesco-

e antico, e il Visconti fece al vescovo il vato. Nel i5a8 Uberto Gambara bre-
giuramento di fedeltà. Nel documen- sciano, di somma estimazione, celebre
to d' infeudazione, riportato da Ughelli nunzio apostolico, prolegato, di Bologna
coti quello della ratifica fatta dal vescovo e chierico di camera,e cardinale nel i548,
In s. Giorgio di Tortona, il vescovo s'in- per cui rinunziò la sede al nipote Cesare
titola: Dei grafia Episcopus Derthonen- Gambara, il quale colla sua prudenza e-

sis et Comes
temporalihus generalis.
in gregiarnente governò il Piceno,enel 1 584
Ma poi il Visconti espulse da Tortona Gio- edifìcòil palazzo vescovil(j ,leggendosi nel-
vanni VI, che morì esule nel i3c)2. Nel l'iscrizione che vi pose: Antiqua Episco-
1 3g3 gli successe Antonio, che morto nel porum sed olim in summo colle sita et
i 394,in questo Papa Bonifacio IX gli sur- Caroli V imp. jussu Arci construendae
rogò Pietro V De Giorgi pavese, che fu destr ucta, atquc a Philippo II regè ae-
nel 1 4og al sinodo di Pisa, Derthonae do* re propterea penso, Caesar Gambara
minio Philippo Marine VicecomitiMe' etc. Morto nel 5g gli successe nel 5§i
1 r 1

diolani duci procuravit deferendum, e il nipote Matteo o Maffeo Gambara, che

nel 1 4 3 passò
f alla sede di Novara. Papa celebrò 5 sinodi, lodalo per pietà e sin-
8

i6 TOR TOR
gelare equità, morì cieco nel 6 1 2. Pao- 1 vo l'odierno mg/ Giovanni Negri di Fon-
lo V in tale anno gli sostituì Cosmo Dos- tanetto arcidiocesi di Vercelli, in quel se-
serio pavese,generale de'barnabiti, dotto minario lodato professore di teologia e ca-
e piissimo, fatto già da Clemente Vili vi- nonico penitenziere della metropolitana,
sitatore delle chiese di Roma, ottimo pa- dicendolo vir gravitate, integritate, ze-
store, riformatore de' costumi e limosi- lo aniniarum> et prudentia praeditus,
niero. Nel 1620 Paolo Arese nobile mi- ac optimis imbutus moribus } dignus prò -
lanese, dotto teatino e facondo predica- pterea censetur^ qui praefatae Eccle-
tore, illustrò colle sue virtù la sede, ri- siae in Episcopum praeficiatur. Narra
nunziò nel 1 644'Perciò Urbano "Vili con - il n.° 33 del Diario di Roma i833, che

feiì il vescovato a Francesco Fossati di nella domenica de'2 aprile nella chiesa
1

Milano procuratore degli Olivetani e ab- interna della casa della Missione il car-
bate di s. Maria Nuova di Roma, versa- dinal Fransoni, assistito da'prelati Della
to nella letteratura. Neh 653 Carlo Se- Porta e Bottiglia, poi cardinali, consa-
r
ptala nobile milanese e arciprete della grò vescovo di Tortosa mg. Negri, e ve-
1

patria metropolitana, e gli successero nel scovo d' Alessandria mg. Dionisio An-
i683 Carlo Francesco Ceva nobile di drea Pasio torinese, alla presenza di mol-
r
Milano e di quella chiesa canonico peni- li distinti personaggi. Mg. Negri meritò
tenziere e vicario generale, e nel 1 70 1 che gli encomiati Papa e re lo facessero,
Giulio Resta nobile milanese, già referen- iIi.°prelato domestico e assistente al so-
dario e lodato preside di Norcia^ Jesi e glio pontifìcio, il 2. commendatore de*
Civitavecchia, Nel y44 Giuseppe Lui-
1 fi'- ss.Maurizio e Lazzaro. Sollecito e prov-
gi de Àndujar domenicano, del Forte di vidissimo pastore, celebrò il sinodo dio-
Fuenles diocesi di Como e oriundo spa- cesano e lo pubblicò con molta lode: Sy
gnuolo, traslalo da Bobbio.Nel 1 783 Car- nodus Dioecesana s. Ecclesiae Dertho-
lo MorizioPeiretti. Nel 1796 fr. Pio Fas- nensis quamExcellentissimus ac Reve*
sati di Casale domenicano, che dopo a- rendissimus Dominus Dominus Episco-
ver compianto con Pio VI le Iagrimevoli pus Joannes Negri habuit diebus 6, 7
vicende de'tempi, sotto il governo fran- et 8 septembris i843, Derthonaeex ty-
cese vide soppressa neli8o3 da Pio VII pographoeo Episc. F. Rossi 844- Nello 1

lasua sede di Tortona e unita a quella di stemma gentilizio dell'illustre prelato si

Casale fatta suffraganea della metropoli- vede tra le insegne, oltre la mitra e il pa-
tana di Torino; per cui rinunziato il ve- storale, anche la spada in memoria del
scovato, si ritirò in patria ove morì. Nel principato temporale de'predecessori, in-
]8o5 fatto vescovo di Casale Gio. Cri- titolandosi Princeps Campi Beati. Que-
sostomo de Villaret parigino, già d' A- sto sinodo fu ed è assai ammirato quale
miens, ripristinato nel 18 14 il governo monumentoirn portantissimo e imperitu-
sardo abdicò nell'ottobre, e morì a Pari- ro della dottrina e pietà del celebrato ve-
gi nel 1824. Lo stesso Pio VII ad istan- scovo. Ogni nuovo vescovo è tassato ne'
za del re Vittorio Emanuele I, ripristi- libridella camera apostolica in fiorini
nò la sede vescovile di Tortona, la dichia- 800, ascendendo le rendite della mensa
rò suffraganea della metropolitana di Ge- a circa scudi 4°o° nonnullis oncribus
nova e lo è tuttora, ed a'2 dicembre 8 1 1 1 gravati. Ampia è la diocesi che si esten-
preconizzò in vescovo Carlo Francesco de a quasi i5o miglia, avendone circa 3
Carnevale patrizio di sua patria Torto- di circuito la città, e contiene molti luo-
na, e morto neli83r. Gregorio XVI nel ghi e 282parrocchie comprese alcune suc-
concistoro de* 5 aprile 1 8 33, per nomina
1 cursali, divise in 12 distretti o regioni e
di re Carlo Alberto, preconizzò in vesco- vicariati, inclusi vamente alle parrocchie
,

TOH TOR »
7
della città ed a quelle suburbane de'Cor- terno ridotto tutto piegato alla scabrosità
pi Santi. del terreno; l'Opera a Corno ch'è costrut-
TORTOSA. V. AnTarada, e Tolosa ta sullo stesso contrafforte su cui giace il

per averla conquistata nel 1 1 02 dal conte castello e fa parte sporgente del suo siste-
Raimondo IV. ma di difesa; il forte d'Orleans costruito
TORTOSA (Derthusien).C\llà con re- dopo guerre di successione per la mo-
le

sidenza vescovile della Spagna, nella Ca- narchia e assai più proprio a compiere l'a-
talogna, compresa nella provincia di Tar- zione difensiva dell'Opera a Corno, con-
ragona e a 16 leghe da essa distante , da tro gli attacchi diretti sull'alto ripiano de'
Valenza 37.Giace in ameno e fertilesuolo, Carmi, di quello che a proteggere le o-
fra'monti e la pianura in cui si avvalla- pere della pianura nella parte inferiore
no le acque del Tebro o Ibero, a poche della città. Havvi pure una testa di ponte
miglia dalla sua foce nel Mediterraneo sulla riva destra del fiume,e ancorché sem-
all'estremità della piccola penisola d'Al- plice, è dessa in sì efficace maniera dalle
faques. II fiume va radendo il piede delle opere della città fiancheggiata, ch'è diffi-

case^inserrandosi alquanto e sopra e sotto cile di prenderla, ove queste pure non sia-

la corrente in largo alveo e assai profon- no al tempo vivamente


stesso battute e
do, che il diviene ancor più allorquando assaltate. Tortosa è pur sede d'un gover-
ì venti cacciano le acque del mare con- natore militare e civile, qual piazza forte,
tro del fiume. 1 vi è un ponte
barche nel- di come da 6 castelli, e
difesa vi si entra per
la parte più. stretta, ed è il solo che tro- 4 porle. Anguste ne sono le vie e in ge-
vasi su questo gran fiume nel lungo tratto nerale male insiniciate, come le case vec-
di cammino daSaragozza alla sua foce.SuI- chie male fabbricate; oltre la pubblica
la sinistra le estremità de' vari contrafforti fontana, gli edilìzi più rimarchevoli so-
che discendono dal monte di Nostra Si- no il palazzo della contessa di Vall-Cabra,
gnora dell'Alba precipitano ripide nel pia- il palazzo vescovile e la cattedrale che gli
no della città e ne frastagliano le forme è prossima. Questa chiesa di stile gotico,
in più burroni di diversa longitudine e am- grande e ben ornata, e nella quale am-
piezza. Sulla diritta i colli perdonsi a dol- miratisi de'bassirilievi di Cristoval di Sa-
cissimo pendio della pianura, e si aprono lamanca, secondo 1' ultima proposizione
a più strade che conducono ne' regni di concistoriale esige delle riparazioni, ecosì
Valenza e d'Aragona. Quindi èche la biz- l'episcopio. E' sotto l'invocazione della B.
zarra natura del sito ha resa del pari ne- Vergine Maria de Stella, con battisterio
cessariamente varia e a saliscendi bizzar- e cura d' anime affidata al capitolo che
ra la cinta della città. Un castello le giace la fa esercitare da ^rationarios. Antica-

nel mezzo sopra un masso di roccia che mente il capitolo era di canonici regolari
sporge più che gli Ebro, e
altri verso l* di s. Agostino.L'odierno, secondo la detta
benché angusto ha però pel suo dominio, proposizione concistoriale, si dice compo-
siccome si alza sui dintorni a cavaliero, sto di 12 dignità, di cui lai." è il priore
un'azione efficace alla difesa generale. La maggiore, di 20 canonici comprese le pre-
cinta poi ivi è doppia, altrove è sempli- bende del teologo e dei penitenziere, to*
ce o preceduta da forti; dappertutto però tidem rationariis> tribus dìaconis, sex
essa offre difficoltà non poche agli attac- subdiaconis, atque scptem supra vigiliti
chi, e perchè gli attacchi sono colti di fian- beneficiatis divino servitio addictis.k te-
co o di rovescio da forti chesi elevano sui nore del concordato o convenzione stipu-
colli dominanti. Tali forti sono la Tene- lata dalla regina Isabella II colla s. Sede
xa nella parte superiore della città, ch'è neli85i, che riportai nel voi. LXVIir,
propriamente un fronte bastionato con in- p*i9g, dovrebbe essere quale nel mede*
VOL. LXXVIII.
i8 TOH TOR
simo lo descrissi insieme alle rendite , e Berengario V venuto in cognizione delle
similmente dissi la statuita mensa del ve- straordinarie prodezze faltedalgentileses-
scovo. Nella città vi sono 5altre chiese par- so, istituì a loro favore l'ordine delle cava-
rocchiali, 3 delle quali munite del s. fonte, Scure (V.). Questo esempio
lieresse della
3 monasteri di religiose, diversi sodalizi, fu imitato nel secolo XIV dalle donnedi
I* ospedale, il seminario. Prima delle af- Placencia contro i portoghesi aiutati da-
fliggenti condizioni della Spagna, le cui Giovanni I re di Gastiglia
gl'inglesi, laonde

ultime deplorai a Toledo, 9 erano le case fondò per premiarle l'ordine della Bau*
religiose inTortosa.Ameni sono passeggi i da (V.). Anche in altri tempi Tortosa di-
pubblici, ed il clima mitissimo. Vi si fab- venne memorabile ne' fasti militari, sic-
bricano acquavite, seterie, lavori al torno, come contrastata con accanimento da fa-
sapone, maiolica, carta, e vi si preparano mosi capitani. Nel 1649 l'assaltò il fran-
corami; attiva n'é la pesca, essendo la sua cese maresciallo Scomberg dalla pianura
rada accessibile a' mediocri bastimenti, al bastione s.Pietro,e s'impadronì di Tor-
energico essendone il commercio. Questo tosa; ma passati due anni venne ricupe-
abbraccia precipuamente il vino e l'olio, rata dagli spagnuoli sotto Filippo IV. Nel-
i grani e il sale; grosse imbarcazioni pon- la famosa guerra di successione, occupò
no risalire il fiume sino alla città, dov'è nel 1708 la città co'suoi francesi il duca

un porto che fa alcune esportazioni e il d'Orleans e dopo un brillantissimo asse-


piccolo canottaggio. Delizioso il territo- dio, per Filippo Vdi Borbone re di Spa-
rio e ubertosissimo, contiene miniere di gna. A quell'epoca un falso attacco fu con-
ferro, piombo, mercurio, calamina, allu- dotto contro il forte la Tenaxa; l'attacco
me e carbone fossile; cave di marmo, a- vero fu diretto sull'altura contro i forti
labastro, diaspro de'colori più belli e don- de'Carmi e di s. Spirito. La notte del 26
de estraggonsi colonne magnifiche, sali- ottobrei7i 1 ebbela Starhemberg. Il du-
ne considerabili e acque minerali. Tor- ca di Vendòme giaceva in Tortosa tran-
tosa, Dertosa, Derthusìa, è antichissima, quillo, come già Villeroy in Cremona, al-
ed i romani la dichiararono municipio, lorché il principe Eugenio cogl'imperiali
dopoché due Scipioni vi combatterono
i lo sorprese nella piazza; i generali Sta-
Asdrubale e Imilcone, accordandole vari rhemberg Wesel, accompagnati da'ge-
e
privilegi. Fu poi presa nel 716 da'mori nerali Stanhope,Estren e Roannes, si av-
saraceni, e quindi diventò argomento di vicinarono improvvisamente e di tanto al-
parecchie pugne accanite tra'mori ei vi- la piazza sopra due direzioni da'loro cam-
sigoti-spagnuoli, finché il conte di Bar- pi di Tarragona, che mentre gli uni s'im-
cellona Raimondo Berengario V a'primi possessavano della mezzaluna del Tem-
la tolse neli 4*, dopo aver sposato Pe-
1 pio e applicavano le scale al bastione di
tronilla regina erede del regno d'Arago- s. Giovanni ed i petardi alle porte, gli al-
na, per cui a questo regno la riunì, onde tri assalivano dall'opposto lato il borgo
segui le sue vicende e quelle della Spa- Reucollins e la falda dell' alture del ca-
gna. I mori tentandone la ricupera con stello.Tutlo fu dapprima vittoria nelle file
grande ardore,l'assediarono nel 149, e la
1
imperiali , disordine e scompiglio nelle
più parte de'difensori cristiani ne rimasero francesi; ma qui, come a Cremona, andò
vittime; onde essendo la città prossima ad allora l'esito fallito per la virtù de'pochi
essere espugnata, si armarono virilmente difensori, per l'accordo mancato fra gli
le donne alla difesa della pericolante pa- assalitori. Dopo quella formidabile e lun-
tria, e tali segnalate prove dierono di co- ga guerra, nel 1708 Filippo V fece eri-
raggio, che obbligarono i maomettani a gere il forte d' Orleans. Allorché Napo-
sciogliere l'assedio e ritirarsi. Raimondo leone I imperatore de'francesi, con que-
, .

TOR T OR '9
sti e gl'italiani si propose la conquista dì promesso il loro onore, più che la vita-
Spagna per sostenervi il fratello Giusep- 11 bellissimo e famigerato assedio di Tor-
pe che avea dichiarato re, Tortosa di tosa servi alla fama de'francesi: senza gl'i-
10,000 abitanti avea 8000 uomini di pre- taliani non si faceva; e gì' italiani tenuti
sidio, e molte provvisioni; ma gli anglo- lontani, ma protettori, non si dissiparo-
ispani loro nemici sommavano a 20,000 no, e ne' perigli furono più grandi. Su-
nel 1 8 io. I generali Suchet e Macdooald chet espugnò Tortosa nel 1 8 1 1 1 francesi
con apparecchio formidabile marciarono furono tacciati d'avere esposti nelle guer-
suTortosa,tanto più meraviglioso in quan- re di Spagna gl'italiani. Scrive il general
to che trova vansi in mezzo agli eserciti ac- Vacani nelle sue storie,che gl'italiani spes-
caniti degli spagnuoli uniti agl'inglesi di so lasciati con pochi uomini in difficili po-
Catalogna , di Valenza e di Castiglia. Il siture, spesso mandati a perigliosi assalti,
maresciallo Suchet più accorto del duca spesso;negati d'aiuti, chiarirono amici e ne-
d'Orleans, edotto de'suoi errori, fu a bel mici che cervelli vale vanoquanto le brac-
i

segno per respingere i posti esterni, invi- cia: gl'italiani non mai affievolirono, e di-
luppare la piazza occupare all' intorno , minuiti di numero crebbero d'animo, par-
tutti i risalti per difendere e coprire. Ha- vero raddoppiarsi allorché li spazzava la
bert stette alla testa di ponte; Vallee gè* mitraglia nemica.» Quelli ch'ebbero par-
nerale dell'artiglieria imitò V Orleans e te alla loro studiata separazione, mentre
con un ponte volante facilitò il contatto gli altri armata erano tenuti
corpi d'
reciproco de'carapi. A' 16 dicembre Ro- congiunti ad alte imprese, se nou furonvi
guiat generale del genio stabili d'assalire mossi dall'invidia o dalla gelosia, il pos-
Tortosa pel lato della pianura fra l'Ebro sono essere stati da priucipii ancor più
e il forte d'Orleans, comunque i forti di ignobili, da quelli cioè di esporre e fama,
quest'ultimo sembrar potessero minaccio- e vita a un tempo stesso di una truppa
si alla marcia degli attacchi nel sottopo- dotata, al dir di molti, di valore, di di-
sto piano, e comunque il prestarsi co' par- ma pur troppo tenuta da altri
sciplina,
chi d'artiglieria inferiormente alla parte poco meno al leata che ausiliaria, meno da
sinistra dell'Ebro con alla schiena e Tar- nazione libera che nazione tributaria e
ragona e il mare apparisse un'impresa te- schiava." Restituita la Spagna a'suoi re,
meraria. Due finti attacchi al forte d'Or- Tortosa soggiacque ad altre vicissitudini,
leans e alla lesta di ponte, e due simili alle e nel 1 82 i fu devastata dalla febbre gial-
alture doveano lasciar comodo all'attac- la, che ne portò via gran numero di gente.
co principale, fingere quello che in elfetto La sede vescovile fu istituita in Tortosa
operò l'Orleans: intanto trasportavansi le avanti il 55o, fatta sulfraganea della me-
cose necessarie alla trincea dell' attacco tropolitana di Tarragona e lo è ancora.
principale, e nonostante il cannoneggiar Ne furono primi vescovi Orso che sotto-
della piazzasi adempiva la trincea e si dap- scrisse al concilio di Tarragona del 5 1 6, e
presso ad essa, che parve non che mera- Maurelio che intervenne a quello di Leri-
viglia, miracolo. Gl'italianifurono posti da nel 524. Nel grande scisma d'occidente
a campo a cielo scoperto a Tarragona,fra all'antipapa Clemente VII successe in A-
Lerida e Tortosa a far viveri e foraggi vignone l'autipapa Beuedetto XIII, e fu-
a proteggere i lavori che si moltiplicava- rono ubbiditi dalia Spaglia e da Tortosa.
no d'approcci, costruzioni di batterie, pas- Sottrattasi parte della Spagna da Bene-
saggi di fossi, apertura di breccie, sino alle detto XI li, dopo il sinodo di Pisa, ove nel
convenzioni d' accordo cogli spagnuoli ;
i4°9 l'eletto Alessandro V scomunicò
spesso isolali, sempre in inauipoli diversi l'autipapa, che il concilio avea deposto,
con grave pericolo di ciascuno di essi, coni» Beuedetto XIH si ritirò io Perpìg nano t
20 . TOR TOR
ed in Pauiscola (F.) nella diocesi diTor- nel 1 42^, ma solo fu riconosciuto dagli a-

tosa e poco lungi dalla cittadella quale poi ragonesi, regnando Papa Martino V elet-

si recò a dimorare. 11 p. Galtico,.4cto cete- to nel concilio di Costanza. L'antipapa ri-

remonialia^ p. 1 62 e seg., descrive il sog- nunziò la pseudo-dignità a'26 luglio 1429,


giorno fatto dall'antipapa Benedetto XI li ericonobbe Martino V, mediante l'opera-
in Tortosa colla sua curia, e le funzioni, to del cardinal Pietro de Foix legato d'A-
concistori e glandi atti che vi celebrò, vi- ragona, al quale prestò la sua ubbidien-
sitato a' 12 novembre i4'2 con solenne za ius. Matteo, terra contigua a Paniscola,
ingresso da Ferdinando 1 re d'Aragona, i cui scismatici abitanti furono assolti dal
dalla regina e da'ieali infanti, che infeu- Papa. Quindi nell'istesso anno fu celebra-
dò de* regni di Triname o Sicilia, di A- to in Tortosa un concilio/adunato dal car-

ragona, Sardegna e di Corsica; iuve-


di dinal Foix quale legato della s. Sede , e
5

stimenli seguiti con tutte le formalità a composto di tutti i prelati e principali ec-
21 novembre i4>2 colla tradizione del- clesiastici de' regni d'Aragona e di Valea-

l'anello; ed il re fece giuramento di fe- za, e del principato di Catalogna. Nel con-
deltà sugli evangeli, e quello d'omaggio cilio fu dato perfetto fine allo scisma du-
ligio col porre le sue mani tra quelle del- ralo quasi 5i anni con sommo discapito
l' autipapa, baciandogli i pollici posti in dell' unità delia Chiesa, venendo in esso
forma di croce, il piede e la mano. Bene- confermata la rinunzia dell'antipapa Cle-
detto XII 1 con tutto il ceremoniale aven- mente VIII,efuricouosciutoda tutti Mar-
do tenuto due volte a mensa il re co'falsi tino V, Inoltre nel concilio nel fine della
suoi cardinali e gì' infanti, la regina de- 4 sessione si lessero 20 regolamenti o ca-
sinò nella propria camera. Altra volta il noni, intorno alla vita e costumi de' chie-
re pranzò cogli anticardinali nell'episco- rici, e le doti richieste in quelli che de-
pio, e con essi assistè a 'divini uffici celebra- vonsi eleggere per occupare i benefizi. In-
ti dall'antipapa nella cappella segreta e in torno la proibizione di portare abiti di co-
pubblieOjSedendo il re dopo i cardinali ve- maniera poco con-
lore e d'essere vestito in
scovi, ed il suo primogenito dopo il cardi- forme allo staloecclesiastico,Sopra la con-
nali ."prete, mentre l'altro figlio si assise danna de'eoncubinarii. La maniera d'i-
dopo il cardinal 1 .°diacono;ricevendo il re struire il popolo. L'ordine di battezzare
e gl'infanti il bacio di pace da'cardinali, nello spazio d'8 giorni i figli de' novelli
ed i figli la passai onoa'cardinali che sede- cristiani, Contro la negligenza degli ab-
vano dopo di loro. Continuando Benedet- bati nel correggere i loro religiosi. Contro
toXIll a dimorare colla curia in Torlosa, i chierici e i religiosi, che confessa vano sen-
nel 4 3 vi ricevè due ambasciatori diGio-
1 • za averne ottenuta la permissione degli
vanni 11 re di Castiglia e Leon, che furo- ordinari. Contro prelati che s'impadro-
i

no ammessi all'assistenza de'divini uffici. nivano collo spoglio de'beni de'defunti ec-
Diverse di queste cose le narrai ne' voi. clesiastici. Sopra sacerdoti che hanno cu-
i

LXV,p. 216, LXY1I, 3i5,LXVIII, p. re d'anime, e all'amministrazione de'sa-


p. 104. Deposto Benedetto XIII nel i4i5 gramenti nelle cappelle o nelle case pri-
anche dal sinodo di Costanza, sebbene a- vate. Fu altresì ordinalo di leggere ne'si-
vesse contribuito all'elevazione al trono nodi la bolla di Bonifacio Vili Quidam ,

di Ferdinando I, non solo fu dal re ab- ut intellexìnius, contro coloro i quali ci-
bandonato, ma dichiarato antipapa, scel- tano gli ecclesiastici davanti a'giudici se-
lerato e perturbatore della Chiesa. Per cui colari per opprimerli. Labbc 1. 1 2, Ardui-
con grosse squadre Benedetto XIII si ri- no t. 8. Ma pochi anui dopo Tortosa fu
tirò a Paniscola e ivi mori. In Paniscola nuovamente ravvolta nello scisma, poiché
il suo vescovo Ottone fu uuo
gli succise neirantipapato Clemente V1U degli spu-
TOR TOR . 21
gnuoli che nel conciliabolo di Basilea e- ne parve impresa tanto eccedente alle sue
lessero nel 1439 contro il legittimo Eu- forze, che taluno osò tacciarlo tli presun-
genio IV l'antipapa Felice V, il quale lo zione. Ma egli colle copiose rendile d'una
creò anticardinale. Però conosciutosi da giusta parsimonia ridusse a compimento
Ottone grave errore, neh 44^ »'i nU11 -
il il collegio, se non con invidia, con mera-
ziò ai Papa l'insegne e il titolo di sua falsa viglia certamente de'grandi. Frattanto per
dignità e tornò alla sua ubbidienza come la morte di Filippo l re di Spagna, il suo
p.161, e narra Ciacco-
rilevai nel voi, IV, primogenito Carlo I, poi celebre e potente
nio, Vitae Cardi nali um, t. 2, p. 939, che imperatore Carlo V, sotto la cura dell'a-
ce riporta lo stemma, Eugenio IV assol- vo paterno Massimiliano I, giunto che fu
vendolo dall'iucorse censure. Ne'primi an- alla puerizia e all'età di 7 anni, trai tossi
ni del secolo XVI Tortosa ebbe a vescovo per lui la scelta d'un maestro, che gì' i*

un celebre cardinale, che divenne Papa, stillasse nell'animo colle lettere la pietà,

dotto e virtuoso, ma poco conosciuto, anzi e come Adriano fu riconosciuto degnissi-


calunniato assaijper cui oltreal detto alla mo nell'uno e nell'altro pregio, fu da Mas»
biografìa e in tanti luoghi, aggiungerò su similiano scelto per maestro del nipote
di lui altre nozioni; potendosene leggere Carlo I. Ma Guglielmo o Carlo Ceures o
la storia uelGiovio, Vita HadrianiVl Croy signore di Chievres belga, ch'era di
Pont, Max., Florentiae 1 55 ; enei Ciac- 1 questi governatore, scorgendo dipoi che
conio, Vitae Pontificum ) t. 3, p. 4^3, ove il principe non amava lo studiose non per
riporta la sua effigie, lo stemma e il ó'w l'arte militare, s'ingegnò d' allontanarlo
segno del suo monumento sepolcrale, del dal suo fiancOjCollo splendido titolo d'am-
quale parlai nel voi. LXIV,p. 109. Adria- basciatore nella Spagna al re Ferdinan-
no Florenzi d'Utrecht, di basso lignaggio, do V
avo materno di Carlo I, ed al quale
privo di cognome, ond'egli prese quello egli dovea succedere in altri regni. 11 soa-

di Florenzi dal nome del padre Floren- ve e candido trattare d' Adriano, il suo
divenuto Papa non volle in vece as-
zio, e sapere e prudenza guadagnò al nipote
,

sumere altro nome. Privo pure di mezzi l'animo del vecchio e possente re d'Ara-
per applicarsi agli studi, se li procacciò gona, il quale nominò e designò Adriano
a Lovauio in uno di que'collegi che ali- al vescovato di Tortosa, colla dignità di
menta vano per carità alcuni bisognosi sco- generale inquisitore della fede nelle Spa-
lari e denominato Portium. Fece tosto mi- gne.Seguendo la divina provvidenza a sol-
rabili avanzamenti nelle più severe disci- levare per vie impensate il dotto e virtuoso
pline, e riuscì negli anni i più verdi rag- vescovo di Tortosa, ad istanza di Massimi-
guardevole per dottrina e per innocenza liano I nel 5 7 Leone X lo creò cardinale,
1 1

di costumi. Intanto godendo bella fama, quando già Carlo I passato neh 5 6 nella 1

mosse Margherita figlia dell'imperatore Spagna avea preso possesso di tutta la mo-
Massimiliano I e governatrice delle Fian- narchia; e divenuto neh 5 19 imperatore
dre a conferirgli la parrocchia di Goetea Carlo V e perciò costretto a tornare in
in Olanda ; indi fatto decano della prin- Germania ,
pensò a deputare il cardinal
cipale chiesa, e poscia vicecancellieiedella Florenzi all' amministrazione di que're-
celebre università di Lovanio, cominciò gni. Fu a ciò persuaso da Guglielmo o
a fondarvi unnuovocollegio,ove altri stu- Carlo Croy, quale per discostare nuo-
il

denti poveri ricevessero il beneficio ch'e- vamente Adriano dal suo fianco, gli di-
gli avea ricevuto, allora chiamato Adria- mostrò che a niuno meglio che al cardi-
no e poi Pontifìcio, gli altri essendo quelli nale poteva un tal carico addossarsi , sia
detti Lilium, Falconimi!, e Castrense ,
qual dottissimo teologo e profondo giu-
olire il ricordato Portium. Tale foudazio* reconsulto, sia per la venerazione ch'era-
22 TOR TOR
si acquistata sullo spirito de'popoli, sia per suo famigliare che lo accompagnava (e poi
la fede radicata in lui suo antico allievo. vicario generale di Gio. Marlinez Siliceo
Adriano però per la ritiratezza a cui lo arcivescovo di Toledo e precettore di Fi-
portava il proprio naturale, e per la tor- lippo II ), osserva nella Descrizione del
bidezza che scorgeva negli umori, mostrò viaggio. » Qui fu dove per la 1
.'
volta spe-
«Iella ripugnanza; ma poi dalle stringen- rimentammo negli abitanti di questi pae-
ti istanze di Carlo V fu necessitato a con- si una certa indifferenza d'umanità e di
discendere. L'Or tiz Descrizione di
nella costumi, mentre in Castiglia fummo trat-
Adriano VI , dice che fu Carlo V che tati con molta cordialità, e Aragona con
in
presentò a Leone X il maestro Adriano molta religione". Il Papa ebbe alloggio
pel vescovato di Tortosa. Nel governo del- nel palazzo vescovile, e il dì seguente, fe-
la Spagna il cardinale vinse la sedizione sta del Corpus Domini, il Papa portò col-
popolare, mandando al supplizio Padilla le sue mani il ss. Sagramento, accompa-

e Bravo, e da'francesi ricuperò Pamplo- gnandolo prelati con molti cavalieri ve-
i

na. Morto Leone X, mentre il cardinale stiti a gala e gran folla di popolo. Il Pa-

trovatati in Vittoria, sebbene poco cono- pa somigliò a un altro David a cagione


sciuto nella curia romana, a' 9 gennaio dello spirituale gaudio, che in questa so-
ì522 fu eletto Papa con istupore univer- lennità dimostrò , terminata la quale se
sale; elezione che dicesi fitta per essere il ne tornò al palazzo da gran comitiva se-
cardinale tenuto per favoritoda Carlo V,e guito.Sebbene questa città sembrasse d'es-
perciò meglio d' ogni altro poteva abbat- seremossa ad allegria pel felice arrivo d'un
tere la crescente eresia di Lutero. 11 ve- tanto pastore, in realtà noti si fecero quei
scovo di Tortosa, accettando ripugnante segni di trasporto, come ne' regni di Ca-
il chiamò Adriano VI. Do-
pontificato, si stiglia e d' Aragona, e lo rimarca Ortiz ,

po promulgatele regole di cancelleria, de- che aggiunge: pensano e opera-


i catalani
putò per l'esame delle suppliche e pel ma- no in altra maniera, ei loro costumi trop-
neggio degli affari pontificii il Tavera, più. po sono differenti dagli altri spagnuoli.
tardi cardinale; il dottore Coldesanzu già Frattanto Adriano VI vegliava sopra og ni
suo vicario generale nel vescovato di Tor- cosa, e pensava tanto alla spedizione dei
tosa, dotto e molto esperto nelle cose del- negozi, quanto a preparare il viaggio per
la curia; Paternia abbate della collegiata mare in Italia. Essendo già imminente il
di Vittoria e l'Ortiz. Ad essi aggiunse il
; tempodella navigazione, e volendo il Pa-
suo uditore e segretario Teodorico Ezio, pa lasciar nelle Spagne un suo vicario ge-
creandolo datario, uomo eccellente per sa- nerale, die in Tortosa la carica di nunzio
pere,timorata coscienza, virtuosa dolcezza apostolico a d. Bernardino Pimeutel. Di-
e peritissimo nella scienza della curia. Ai morando il Papa nella ben fortunata Tor-
12 marzo Adriano Vi partì da Vittoria tosa, che colla sua presenza era stata con-
per Roma, con viaggio trionfale inceden- decorata, e la cui chiesa avea poco innan-
do per la Spagna. A' i3 giugno, accom- zi governata in qualità di vescovo, instan-
pagnato da gran corte e popolo, da Sara- do ormai il tempo della partenza, all'im-
gozza s'avviò per la già sua sede di Tor- provviso e a 3 ore pomeridiane deh" 8 lu-
tosa, trattato alla Pigna magnificamente glio partì con un caldo gagliardissimo da
dal suo signore conte Sastago; pernotta- Tortosa verso il famoso porto dell' Am-
to nelle terre di Caspi e di Favera, non polla, distante 4 leghe, ed ivi imbarcato-
senza gran fatica, pe'luoghi disastrosi, per- si, giunse a' io a Tarragona. L'impensa-
venne a Tortosa la vigilia del Corpus Do- ta partenza del Papa da Tortosa e in ora
minij e pel ponte di barche incatenate ar- sì inopportuna destò un parapiglia nella
tifieiosameule entrò nella città. L' Oitiz città, correndo arcivescovi, vescovi e uo-
TOR TO R 23
biliper seguirlo avidamente, onde buo- zio. Onde quasi tutti si davano a credere
na parte dell'accompagnamento giunse al e desideravano, che invece del datario ve-
porto verso sera. Arrivato Adriano VI in scovo di Tortosa, piuttosto fosse aggre-
Roma, subito fece il suoamico, concittadi- gato al loro collegio cardinalizio il mae-
no e agente Enchenvoer (F.) datario (no- stro Teodorico Ezio sullodato, segretario
tai nel voi. LXVI, p. 95, che co'Ioro con- del Papa che avea destinato di farlo car-
cittadini d'Utrecht introdussero l'attuale dinale. Ma
Adriano VI, anche per l'istan-
scrittura nella dateria) e vescovo di Tor- ze del conte di Cabra duca di Sessa am-
tosa. Nel seguente anno ammalatosi gra- basciatore di Carlo V, creò cardinale En-
vemente il Papa, suoi famigliari fiam-
i chenvoer a' io settembre 1 52 3, conferen-
minghi presentivano imminente la di lui dogli il già suo titolo cardinalizio, cioè 3
morte, e perciò gli fecero grandi istanze, giorni innanzi alla sua morte, arricchen-
onde venisse creato cardinale Enchenvoer dolo altresì di molti benefizi, e conferman-
vescovo di Tortosa, anco affinchè essi non dolo pure nel vescovato di Tortosa e in
restassero abbandonati, seDio pe'suoi giu- altri ufiìzi. Questo porporato per gratitu-
dizi lo avesse tolto di vita. Adriano VI o dine, dal Vaticano a sue spese fece tra-
per le persuasioni de'suoi famigliari o per sferirne le spoglie mortali nella chiesa na-
altri motivi, avea ciò ardentemente desi- zionale cle'teutonici o germanici di s. Ma-
derato. Avverte l'Orliz, che se i cardinali ria dell'Anima, e un sepolcro di
gli eresse
avessero tenuta per certala prossima mor- marmo assai bello e magnifico, cou ono-
te delPapa, difficilissimamente ne avreb- revole iscrizione posta in mezzo a' due
,

bero dato il loro consenso (allega il Bur- stemmi del cardinale stesso. I vi si legge es-
manno, nelle note alla Vita Hadriani VI sere stalo il VapB Ecclesiae Dertusensi
}

di Gerardo Moringo, in questo luogo il Antistes,e terminando colle parole: JVi-


dubbio, se il Papa possa creare in Cori' Ihelmus Enckenvoirt illius benignità te
cistoro alcun Cardinale senza il consen- et auspiciis tt. ss. Jo. et Pauli presbyler

so del Sagro Collegio, anzi senza che gli Cardinalis Dertusen faciundum cur.
altri cardinali sieno di ciò consapevoli; su L'elogio e meriti del cardinale Enchen-
i

di che ponno vedersi gì' indicati articoli. voer si lesiono


OC nel Ciacconio. Dissi i>ià
O
Inoltre Burmanno , che sembra ritenere nella biografia di Adriano VI,ò\ avergli
l'Ortizcon animo mal prevenuto contro alcuni rimproveralo d'aver scritto men-
Enchenvoer, invita a leggere le note di H. tre era teologo di Lovanio: plures Pon-
V. R. fatte a Ma Storia ecclesiastica di fuerunt haerelici. Notai chi lo di-
tifices
Heussen,t. 2, p. 1 35. Dichiara quindi De fese, equi aggiungo, che ponno vedersi:
Lagua, annotatore d'Ortiz, limitarsi sul Bellarmino, De Rom. Pont. lib. 4 e. 2, }

delicato punto solamente aggiungere le e Melchior Cano, lib. 6, cap.i. 11 t. 7 del-


parole del Panvinio nella Vita di Mar- l'Effemeridi letterarie di Roma del 822 1

cello II, riportate dal Rinaldi all' anno a p. 22 contiene del dotto avv. Carlo Fea:
i555. Collegium Cardinalium supra Difesa istorica del Papa Adriano VI
omnia purgare consti titerat, nec quem- nel punto che riguarda la infallibilità
quam praeterea in eorum numerum, le- de' sommi Pontefici in materia di fede.
gè veteri repetita, sine omnium consen- Il propugnatore non menoconfuta la pro-

su legere, quaesitis quoque in eorum e- posizione gallicana: Che in materia di fe-

lectionibus summorum virorum testiniO' de il sommo Pontefice non è infallibile;


niis), poiché Enchenvoer era un uomo 0- ma che lo è soltanto la Chiesa radunata o
dioso, e poi era stato poco innanzi cono- con o anche senza di lui; che difende
lui,

sciuto in uffizio, e perciò i cardinali lo ri- Adriano VI d'avere scolasticamente pro-


pillavano come indegno del loro consor- ferito, essendo privalo membro dell'uni-
24 TOR TOR
versila di Lovanio: Che il sommo Ponte- niente affezionato alle prerogative del Pa-
fice preso separatamente dalla Chiesa ro- pa. L'edizione romana fu eseguita da al*
mana, ossia personalmente,può errare con tri, alta sua insaputa e prima che il Pa-
sua determinazione, o decretale in cose pa arrivasse in Roma, ed è falso eh' egli
che tocchino la fede, asserendo anche una ebbe la vanità coraggiosa di farla fare.
eresia» Lo difende quindi dalle calunnie Appena venne nefu sdegna-
in cognizione
che Adriano vescovo di Tortosa, cardina- to assaissimo! come dichiarò Corrado Ve-
le e Papa, mai sempre in tali suoi diver- gerio segretario imperiale di Carlo V, nel-
si stali abbia insegnalo la stessa dottri- la stampata: Funebris O ratio in morte ni
na; e che nell'ultimo di Papa, anziché ri- divi Hadriani VI Pont. Max. Roma in
trattare, come già Pioli neh 463, la sua Rev* St R. Eccles. Card* Consessu. Ec-
opinione, intese ripeterla e confermarla, cone il testo: Quolicetpraelo postmodum
col dare alle stampe il suo libro Coni* ab amicis tradita fuè rint; (ile tamen et
:

mentarius inlibrum Sententiarum quar* ìgnoravit) etòuum rcscivisset, plurimum


tum Pclri Lombardi : Quaest. de sacr, fiat indignatus. L' asserto dall' avv. Fea
Confirmatione ) giunto egli appena dalla è comprovato con quanto già avea stam-
Spagna in Roma nel 522. Quelli che ciò pato il sunnominato De Lagua, parlando
1

riferisconOjCon raffinata malizia,encomia- delle opere di Adriano VI. Laonde è fal-


rono Adriano VI, per poi fortificarsi del- so che Adriano da vescovo di Tortosa, da
la di lui autorità ad altro oggetto, cioè cardinale e da Papa continuò a insegna-
per dar peso alla di lui privata opinione. re e a predicare la detta sua privata opi-
Dal contesto e dalle parole sembra chia- nione,cioè proposto quasi di passaggio una
ro, avere il professore Adriano ristretto questione scolastica. Nel i5j5 fu tenuto
l'errore possibile ne'Papi come a dottori in Tortosa un altro concilio, relativamen-
privati;non mai quali capi della Chiesa te alla disciplina ecclesiastica. Altro vesco-
romana, come si pretende da alcuni spie- vo di Tortosa degno di special menzione
gando a loro modo la proposizione. Al- è il cardinal Agostino Spinola, da Urba-
trimenti non lo avrebbe stimato pe'suoi no Vili fatto vescovo di Tortosa. Nelle
talenti il rigido Giulio li,che volea ser- Notizie di Roma sono registrati i seguen-
virsene, se non si fosse impegnato a far ti 1720 Bartolo-
vescovi di Tortosa. Nel
da aio e precettore al giovane Carlo V. meo Comancho-y-Modueno di Montoro;
Ne cardinali lo avrebbero eletto Papa,
i nel 1757 Francesco Borrull di Valenza;
se egli avesse spiegate con tanto coraggio nel 1 759 Luigi Garcia Mauero di Sotillo;
massime contrarie alle romane in un pun- nel j65 Bernardo Velarde di Santillana;
1

to di prima classe. II professore Adriano nel 779 Pietro Cortes-y-Gorranz di Bel-


1

in sostanza non fece altro, che quasi di chitte, già arcivescovo di Guatimala, colla
passaggio proporre una questione scolasti- ritenzione del titolo arci vescovilejnel 1 786
ca alla quale forse mai più non pensò.
, Vittoriano Lopez Gonzalo di Tergaga ,

Essendo ben diverso il paragone con Pio traslato da Tlascala; nel 1790 fr. Autouio
li, che egualmente da privato, tanto avea Giuseppe Salinas minore osservante di
detto e scritto, e moltissimo avea influito Hellin; nel 1 8 4Ernanuele Ros-y-Medra-
1

nel conciliabolo di Basilea. L' opera fu no di Orense; nel 1824 Vittore Damiano
stampata in Parigi nel i5i2 e nel i5i6 Saez Sanchez Mayor della villa di Budia.
mentre era vescovo di Tortosa, clandesti- Per sua morte il Papa Pio IX nel conci-
namente furando il mss. all' autore, per storo de'3 luglio 1848 preconizzò l'odier-
1
timore ch'egli non lo sopprimesse, e «sen- no vescovo mg. Damiano Gordo-y-Saez
za ch'egli vi avesse dato l'ultima mano, di Cantaloyas diocesi diSiguenza,già ret-
come espressamente rimarca il Moringo, tore e professore di filosofia e teologia di
TOR TO S 2j
Siguenza,canonicodella cattedrale diTor- per il lato di ostro-libeccio il mare Me-
losa, e della medesima governatore eccle- diterraneo. Però dichiara il celebre Re-
siastico, vicario generale capitolare della pelli, che il vero confine geografico della
città e diocesi, lodato per probità, scienza Toscana antica, o piuttosto di quella a'
ecclesiastica e sperienza. Ogni nuovo ve* tempi della repubblica romana, è tutto-
scovo è tassato ne'libri della camera apo- ra sconosciuto, per mancarsi di notizie e
stolica in fiorini 2660. La diocesi è al- testimonianze autorevoli per sapere qua-
quanto ampia e contiene 161 parrocchie lifurono popoli aborigeni d'Etruria, e
i

Diuuile del battisterio. fino dov' essi occuparono la giogaia del-


TORUSK o TORRUSKOI, Toru- l' A pennino tra le sorgenti della Magra e
scuittk Sede arcivescovile di Moscovia, quelle del Tevere. Come pure ignorasi
riunita a quella di Susdal. tuttora fino a qual punto allora si esten-
TOSA o TOSA, Alaesa> Halacsa. desse, a partire dalla costa dell'Apenni-
Sede vescovile di Sicilia eretta nel secolo no meridionale, la dimora de'toscani in-

"VII sotto la metropoli di Messina, e poi nanzi che in questa celebratissima con-
riunita a Cefalu. Inoltre Alaesa seu Ila- trada si propagassero le varie razze de'
laesa fu pure sede vescovile di rito greco, liguri, vinti poi ed espulsi dall' A penni-
sotto l'eguale metropolitana di Siracusa. no Frignano
del Mugello, di Pistoia, del
Quest'antica città sulla costa settentrio- ec. dalle romane legioni. Bensì che nel

nale di Sicilia, al presente non è che un penultimo secolo della repubblica roma-
borgo chiamato Tosa e Tusa nella valle na la Toscana fosse circoscritta tra l'Ar-
Demona, per cui passava il fiume chia- no, il Tevere, V A pennino e il mare Me-
mato Alesius e oggi Pittineo. Appartie- diterraneo lo disse chiaramente Polibio,
ne alla provincia e distretto di Messina, in guisa che il lato più angusto partiva
quasi 3 leghe da Mistretta e 2 da s. Ste- dalle Balze di Vergherete) neh' Umbria
fano. Giace in cima a una montagna, a Sarsinatense,dove sorge il Tevere, fino al
poca distanza dal mare Tirreno. Fa rac- monte della Falterona,dove nasce l'Ar-
colta e traffico d'olio, seta, lino e manna. no; mentre illato più esleso dovea cor-
Annovera circa 4ooo abitanti. Era feu- rispondere a quello litoraneo, da ostro
do della famiglia Branciforti de'principi a ponentecontemplando il punto più me-
di Scordia. Si può vedere Rocco Pirri, ridionale la foce sinistra del Tevere a O-
Sicilia sacra p. 4^9- slia fino allosbocco dell'Arno presso Pi-
TOSCANA, ETRURIA, Thuscia o sa, che allora era il punto più occiden-
Tuscia, Hetruria. Granducato d'Italia tale. Lungo però tali due fiumi di con-

nella parte centrale, Ira ^i° 22 e 44°' 2 fine esistevano alcune città antiche situa-
di latitudine nord, e tra 7 56 e
9 5j di te sul lato opposto e fuori de'limitidel-
longitudine formalo dagli stati di Fi-
est; l'Etruria, le quali sebbene una di esse,

renze, Pisa, Siena, Lucca^ìaìlo stato de' come Tiferno, ora Città di Castello, fos-
Presidii (di cui a Sicilia, Siena e Spa- se di là dal Tevere, e Fiesole sulla de-
gna), dall'isola d'Elba, dal principato di sila dell'Arno, nondimeno si considera-
Piombino e sue dipendenze, e dagli an- rono ambedue comprese nella Toscana
tichi feudi imperiali di Vernio, Montau- antica, e in vece Pisa per quanto situata
to, e Monte s. Maria. La Toscana, che at- fra l'Arno e il Serchio fu riguardata da'
tualmente occupa circa due terzi dell'an- più come separata dalla confederazione
tica Etruria, confina da ostro-scirocco a etrusca, riguardandola qual colonia del-
maestrale collo stato pontifìcio, da mae- la Grecia ; e restò questione irresoluta,
strale a ponente co'ducati di Modena e di se Pisa posta ne'confini dell'Etruria me-
Parma e col regno di Sardegna, avendo dia uè facesse mai parte, ovvero della Li-
vol. ixxviii. 3
26 TOS TOS
guria orientale, o se appartenesse all'E- gì Patrimonio di s.P/Wno, mentre la lo-
lmi ia Circompadana. S'ignora pure l'e- ro Toscana Regale non oltrepassò con- i

poca tlelle prime conquiste fatte da' ro- fini meridionali del fiume Fiora chia- ;

mani nell'Etrnria occidentale. Il perime- mando Toscana ducale quella soggetta


tro della Toscana si allargò poi dalla par- a'duchi longobardi di Spoleto fino ad A-
te occidentale non solo sotto il romano mclia (di cui riparlai a Spoleto) pi esso
impero, ma fino da quando la repubbli- il ponte Felice sul Tevere. Quindi tro
ca romana mediante le vittorie riportate vasi, che sotto i longobardi la Toscana

sopra i liguri apuani e marittimi fra gli si suddivide va: i.°\aToscana Rega le,Tu>

anni 55g~74 avanti l'era corrente, con- scia Regni, dipendente da're di Lombar-
segnò il litorale fra l'Arno, l'Alpe Apua- dia, della quale molti geografi disegna-
na e la Magra a'popoli di Pisa e di Lu- no la Magra per confine occidentale, la
ni, comprendendo in quest'ultima città il cresta tortuosa dell' Apennino centrale
vasto suo porto e golfo di Spezia. I quali per confine settentrionale, il litorale per
popoli sin d' allora erano socii di nome limile australe, Toscanella per termine
romano, finche sotto l'impero d'Augu- orientale; i.° la Toscana Ducale, detti
sto i Toscana furono portati
limiti della talvolta Tuscia Longobardorum, sollo-
definitivamente al fiume Magra, che lo posta a'duchi di Spoleto con Orvieto, Boi-
Genovese parte dal Toscano. Ma que- sena, Bagnorea e altre città di cui par-
sta divisione politica dovea essere ben di- lo a Viterbo ; 3.° la Toscana Suburbi»
versa dalla ripartizione economica, poi- caria, dipendente dall' impero greco e
ché in tal caso Limi sarebbe rimasta nel poi da' Papi, della quale era capoluogo
suolo toscano, mentre il suo porto con una Roma, ossia faceva parte del ducato ro-
gran parte della Lunigiana suo territo- mano e poi formò la provincia di Viter-
rio veniva dato alla Liguria. Siffatta di- bo e il ducato di Castro (T.J. La Tosca-
visione non era alla morte d'Augusto ge- na Regale pertanto, fu quella provincia
neralmente adottata. Pegli altri lati i con che anco sotto il governo de'Carolingi si
fini della Toscana restarono come quelli appeWbToscana de' Longobardi. Tuscia
degli ultimi tempi della repubblica fino Longobardorum , coroechè all'imperato-
all'età dell'imperatore Giustiniano I. Pe- re Lotario 1 una legge
fosse attribuita
lò i confini della provincia in discorso speciale che suddivideva questa porzio-
verso il lato orientale cominciarono a su- ne in 4g" v erni,i di cui capoluoghi sai eb-
bire una modificazione sino da Giustinia- bero stati indicali a Lucca, a Firenze.
no 1, allorché espulsi i goti dall'invaso do- a Siena, e forse a Chiusi, poiché man-
miniod'Italia nel 553 di nostra era,quel- cano documenti sufficienti a dimostrare
l'imperatore ordinò, che fra il Tevere, il tale divisione. Il Reumont riferisce che
Savio e il Monte Feltro
una nuo- si creasse la provincia di Tuscia fece parte del re-
va provincia, cui per qualche tempo fu gno de'longobardi, trovandosi divisa in
dato il nome d'Alpi Apennine, più tardi due parti: Tuscia Regni conducati diLuc-
della Massa Trabai ia (della quale si for- ca, di Firenze e di Chiusi; e Tuscia Lon-
mò in seguito uno de' Presidati Ponti- gobardorum, contenente il ducato di Ca-
jìeii), Masse Verona, ossia di Val di Ve- stro. Quanto a'eonfini geografici dellaTo-
rona, e di ftagno. Assai maggiore però di« scana sotto le repubbliche del medioevo,
venne la ristrettezza della Toscana orien- la storia delle repubbliche di Pisa e di
tale sotto il regno de'longobardi, i quali Lucca dopo il secolo XI trattano del do-
dividendola in 3 parti, cioè in Toscana minio eh' ebbero queste due città nella
Suburbicaria , Regale e Ducale, non oc- Lunigiana, anche sulla destra e di là dal-
cuparono mai stabilmente la i a , delta og- . la Magra, senza dirci però se Lerici e Por-
TOS TOS 27
to Venere no compresi
allora fossero o litorale maremmano e nell'isole dell'El-

nella Toscana. Rispetto poi alla Carfagna- ba, Pianosa, Montecristo ec, e perchè do-
na, essa fece parte non solo ne'primi se- po il 1814 furono riuniti al granducato
coli dopo il ooo della repubblica di Luc-
i colle isole uominate il principato di Piom-
ca, ma ancora a'tempi del governo di Ro- bino ed i Presidii di Orbetello. Era re-
ma dopo la cacciata de'liguri dall'A pen- stala in mezzo alla Toscana la repubbli-
nino degli etruschi, mentre la sua catena ca di Lucca, poi ridotta a ducato, meno
occidentale, centrale dalle sorgenti della una parte della Garfagnana toccata al du-
Magra fino al Monte Coronare, posto fra ca di Modena con tutti gli ex feudi della
le due Balze e Verghereto , divideva la Lunigiana, dove agli stati della repubbli-
Toscana dalla Lombardia, dal Bologne- ca di Genova sottentrò il dominio del re
se, dall'Esarcato di Ravenna, dall'Urbi- di Sardegna. Le variazioni accennate con-
nate e dalla Pcntapoli (terrestre o mon- sistono, in conseguenza dello stabilito nel
tana o mediterranea o Flaminia), ed al- congressodi Vienna, che per diplomatiche
lora sembra che si perdesse memoria
la convenzioni del 1 844» k,lte tra'governi to-
della provincia dell'Alpi Apennine fonda- scano, modenese e lucchese (per quando
ta da Giustiniano 1, intorno alle sorgen- il duca di Lucca fosse stato reintegrato
ti del Tevere, del Savio, della Maiecchia del ducato di Parma, come tosto si veri-
e del Metauro. Fu poi sotto il dominio ficò) , il regnante granduca Leopoldo II

della repubblica Ooreutina quando il suo cede al duca di Parma territori di Pon- i i

governo estese il dominio non solo nella tremoli, Bagnone,Filattiera,Grappoli,Lu-


Lunigiana, ma ancora sopra molti paesi suolo, ec. Invece il duca cede il ducato di

dell'Esarcato, nelle diocesi transapennine Guastalla al duca di Modena e altri terri-


d'Imola, di Faenza, di Forfì, di Berti- torii, in cambio del vicariato di Pietrasan-
noro e di Sarsìna (tutti domimi della s. tacheriteneva il granduca. Con altra con-
Sede), e finalmente nella Massa Trabaria venzione del 1847, conclusa tra il gran-
diSeslino nella valle dellaFoglia ossia l'an duca di Toscaua e il duca di Lucca, que-
tico Isauro (il territorio di Sestino nella sti rinunziò a quello il ducato di Lucca.

Massa Trabaria è compenso che ri- il solo Dall'altro canto il granduca restituì al
masealla Toscaua di quanto Leone X con- duca di Modena territori*! della Lunigia-
i

cesse a detta repubblica in compenso dei na che gli spettavano, di Gallicano, Mon-
somministrati 800,000 ducali d'oro, pel lignoso e Minucciano, già nel ducato di
conquisto del ducato d'Urbino). Final- Lucca, e le frazioni de'vicariati di Fiviz
mente il Repetti, circa i confini geografi- zano, Barga e Pietrasanta. Queste permu-
ci della Toscana nello stato attuale, dice te si effettuarono negli anni 847-48? co " 1

che il perimetro di essa dal lato meridio- me e meglio dissi ne' voi. L1V , p. i32,
nale, come pure dal lato settentrionale, LVII, 44» e luoghi ivi indicati, e dovrò
p.
non variò durante il governo granducale riparlarne con particolari in fine dell'ar-
(egli ciòpubblicava nel 846, onde le va- 1 ticolo. Così la Toscana, oltre gli altri no
riazioni che noterò spettano al 1847-48), minati paesi, perde Pontremoli città ve-
durante il quale per altro si estese sotto scovile e capoluogo della Lunigiana To-
le due dinastie de' Medici e Austro-Lorc- scana o Granducale , che possedeva dal
nese regnante, dal lato occidentale nella 1 65o; ed acquistò la città arcivescovile dì

Lunigiana e oltre la Magra con l'acquisto Lucca col suo ducato. Prima di tali cani

di vari paesi, i più lontani de'quali furo- biamenti la topografia della superficie cWI
no di Calice e Veppo nella diocesi di Pon- granducato di Toscana avea 3 raggi, cioè
tremoli nel vallone della Vara. Si estese di Pontremoli il più considerabile, di Pie-
bensì nel corrente secolo dalla parte del trasanta e di Fivizzano situali al nord-
9.8 TO S TOS
ovest: ili. "compreso tra gli stati sardi, lo toferraio, detta già Cosmopoli per un tem-
stato di Parma, ed ducati di Modena e
i po, il quale oltre un grandioso e sicuro gol-
di Lucca; due altri rinchiusi fra questi
i fo trovasi fortificato dalla natura e dal-
dueultimistati.il mare Tirreno, sul qua- l'arte. Per essere slata l'isola concessa in

le il granducato possiede oltre a 5o leghe dominio e breve soggiorno di Napoleone


di coste, non vi forma che piccolo nume* I imperatore de'francesi (de'rami de'suoi
io di seni, tra 'quali si hanno a dislingue- antenati di s. Miniato e di Sarzana t par-
re golfi di Piombino e Grosseto, e so-
i lai a tali articoli), che nella storia militare
prattutto quello d'Orbelello e Porto Er- e politica del mondo occuperà sempre un
cole, che determinano In penisola rimar- posto eminente, poiché dopo aver vinto
cabile di Monte Argentaro, al continen- 100 battaglie e conquistata la metà del-
te attaccata mediante una lingua di ter- l'Europa, quivi formò la sua reggia, an-
ra straordinariamente angusta. Presente- gusta sede da lui dopo pochi mesi abban-
mente granducato è diviso in 7 Com-
il donala per correr dietro a quella sorte che
partimenti o provincie,cioè: Firenze LuC' t
gli avea voltale le spalle; così credo indi-

ca, Pisa, Siena, Arezzo, Grosseto, Li- spensabile qui con semplice digressione
vorno compresa l'isola dell'Elba. Parec- dare un cenno dell'isola immortalala dal-
chie isole dipendono dalla Toscana, oltre lo strepitoso avvenimento. L'intera isola
altre minori isolette o scogli. Le isole del- dell'Elba è divisa in 4 comunità, cioè Por-
l'arcipelago Toscano propriamente sono toferraio la principale e la più forte; Mar-
8, due delle quali, la Palmaria e la Ca- ciana la più industriosa; Lungone la più
praia, spettano al re di Sardegna; le al- comoda; e Rio la più ricca per le sue im-
tre 6 al granducato. Di queste 6, due so- mense miniere di ferro. E' distante circa
no disabitate dagli uomini, Montecristo e 8 miglia dalla terraferma e dal porto di
Giannutri; due altre appena abitate da Piombino, e conta un giro di circa 60 mi-
guarnigioni militari e da pochi uomini di glia con una superfìcie di quasi 85 mi-
mare, Gorgona e Pianosa; e le altre due, glia quadrate. Eanno parie di quest'iso-
maggiori per estensione, Giglio ed Elba, la due isolotti o scogli, Palmaiola e Cer-
abitale da molte famiglie e ridotte in cor- boli ,
posti nel canale che divide il pro-
po comuuilà. L'isola Montecristo èia
di montorio di Piombino dalla costa orien-
più elevata, la meno portuosa , e la più. tale dell'isola dell'Elba. In generale il cli-

lontana dall'altre del continente toscano. ma è temperato e sano, meno nel piano
L'isola Giannutri è l'isoletta la più meri- di Lungone e in qualche altra insenatu-
dionale,di figura semilunare. L'isola Gor- ra, massime là dove all'acque marine si
gona è un isolotto quasi da ogni lato im- promiscuano quelle terrestri de'suoi tor-
portuoso, con un solo scalo e un piccolo renti quando vi ristagnano. Non vi è poi
castello. L'isola Piauosa, di figura triango- situazione nell'isola che non oiFra un a-
lare, quasi del tutto piana, è dipendente spetto magico , variato e sorprendente,
dalla sua vicina dell'Elba. L'isola del Gi« d'ogni parte l'occhio scuoprendo prospet-
glio è la più abitata dopo quella dell'El- tive variate e pittoresche. Considerata l'i-

ba e di figura ovale, difesa da molte tor- sola dell'Elba dal lato della sloria natu-
ri: vi siraccoglie molto vino, e conliene rale, si può chiamare il più dovizioso ga-
in abbondanza un bel marmo. L'isola del- binetto mineralogico della Toscaua. E'
l'Elba, Iloa oliva de' latini, e Aethalia questo il silo la natura
dove sembra che
o Oelìialìa de'greci, è l'isola regina del- abbia voluto riunire mi piccolo diame-
io
la rei pelago Toscano e la più grande, ric- tro sorprendenti fenomeni, e tali da ri-
ca di seni e di porti, fra'quali è famoso il chiamarvi costantemente di lei cultori, i

capoluogo del suo governo e città di Por- spiuli e allettali, non solamente dalla sin-
TOS TOS 29
golare coslituzione geognostica di questi ca o a Pisa. Nel secolo XI però l'isola del-
monti , ma ancora dalla ricchezza delle l'Elba sembra che restasse sotto la spe-
miniere, e dalle preziose variate cristal- ciale dipendenza de'reggitori del comune
lizzazioni de'molti minerali ohe in quelle di Pisa, cui venne tolta da' genovesi nel
rocche si aggruppano e in belle forme si 1 290, 6 anni dopo la fatai giornata del-
accoppiano. Quindi visono marmi bian- la Meloria. La ricuperarono primi a pat- i

chi e colorati , e si può dire ogni genere ti onerosi dettati da'secoudi mercè d'un
di metallo. Fra'molti che ne scrissero ri- 1309: in tale occasione mer-
trattato nel i

corderò: Ermenegildo Pini, Osservazio- cantied più ricchi cittadini si trovaro-


i

ni mineralogiche su la miniera di ferro no dal governo obbligati a somministra-


di Rio ed altre parli dell'isola d'Elba, re la somma di 56,ooo fiorini d'oro, de-
Milanoi777. Pietro cav. Carpi, Osser- stinata a pagare l'imposizione per l'acqui-
vatola naturali all'isola dell' Elba Mo' t
sto dell'Elba, col ricevere in cambio una
deuai827. La miniera del ferro ha dato proporzionata partita di vena della mi-
una remota celebrità all'isola dell'Elba : niera di Rio. L'isola dell'Elba si governò

essa è rammentata a'tempi d'Alessandro colle leggi di Pisa, finche neli3g9 il ca-
Magno nell'opera attribuita al suo mae- pitano e tiranno di quel popolo Gherar-
stro Aristotile, De mirabilibus ausculta- do, figlio di Giacomo I di Appiano, ne-
tionibus y sotto nome di ferro Populonio, goziò e vendè la patria, e con essa tutto
non solamente perchè l'isola appartene- il dominio pisano al duca di Milano Gio.

va al distretto di Populonia, ma perchè Galeazzo Visconti. Di che venne egli ri-


erano in Populonia e poi nel territorio munerato con grossa somma di moneta e
di Piombino i forni, ne' quali anche nei con rilasciargli il libero dominio e gover-
primi secoli dell'era volgare quel minera- no della porzione più remota del con-
le si fondeva, non potendosi ciò fare nel- tado pisano, cioè della maremma e ter-
l'isola per mancanza dell'opportuna ac- ritorio di Piombino, insieme colle isole
qua. I vini sono di ottima qualità, scar- dell'Elba, di Pianosa edi Moutecristoche
seggiano i cereali , copiosi i pascoli, tra i allora ne dipendevano. Morto nel i4%
bestiami il più abbondante è il caprino, Giacomo d'Appiano senza eredi, ebbe
II

-squisito il miele: non manca di volatili e per successore Domenico Rinaldo Orsini
di selvaggina, ed ilmare offre abbondan- suo genero e marito della figlia Caterina,
tissime e variate pescagioni, avendo pure il quale col soccorso de'fiorentini eseue-
saline. Ha una rendita imponibile di più si seppe resistere nel 44& a d Alfonso
1 V
che 4o°>ooo lire. In quanto alla storia re d'Aragoua. Dopo molte vicende succe-
civile e politica dell'isola dell'Elba man- dute per la morte di Caterina, neliooc
cano notizie certe sino al secolo XI del- Cesare Borgia tolse a Giacomo IV d'Ap-
l'era nostra; le anteriorimeno dubbiose piano, coli'aiuto de'senesi, l'isola dell'El-
sono che nel VI secolo l'isola dipendeva ba e altri paesi. Nulla ostante, dopo la
dal governo civile ed ecclesiastico di Po- morte di Papa Alessandro VI Borgia, po-
pulonia (V.) , e che in essa il santo ve- tè Giacomo IV neli5o3 tornare in pos-

scovo di quella chiesa Cerbone, ed suoi i sesso de'suoidomimi e si pose sotto la pro-
preti si rifugiarono dalla persecuzione di tezione della Spagna, ed assoggettò il suo
Gummaritt duca longobardo,quando tut- statoali'imperatoreMassimiliaooI,in qua-
ta la volterrana maremma e la città di Po- lità di feudo imperiale. Neil 534, in mez-
pulonia fu messa a ferro e fuoco. Durante zo a una perfetta calma, sbarcò nell'iso-
il dominio de'longobardi l'isola dell'Elba la dell'Elba il famoso corsaro Barbarossa,

e tutto il litorale toscano dipendevano dal saccheggiando Rio e facendone schiavigli


duca della Marca Toscana residente aLuc- abitanti: di nuovo l'isola fu danneggiata
3o TOS TOS
uel 1 544 d a f ue Eia mancato già
l
' p>«** ' 1 555 una flotta turca unita ad altra fran-
da 3 anni Jacopo Appiano V dinasta di cese comparve a'7 agosto davanti all'El-
Piombino, che lasciò un figlio pupillo sot- ba con animo d'insignorirsi di Portofer-
to la reggenza della madie, quando nel- rato. Smontò a terra le sue truppe dalla
l'api ilei 548 gli apparati di varie poten- parte di porto Lungone, prese Capolive-
ze indussero I* imperatore Carlo V a far ri, Giogo, sopra mon-
assalì la fortezza del

consegnare una porzione dell' isola del- te Giove , e devastò le terre di


Rio e di
l'Elba, cioè il territorio di Porto Ferraio, Marciana, mettendo a sacco e fuoco tutta
al duca di Firenze Cosimo 1 per fortifi- la contrada, e facendo turchi schiavi cir- i

carlo e presidiarlo. Quest'ultimo paese è ca 900 abitanti; ma Portoferraio gagliar-


così ben favorito dalla natura , che me- damente provvista da Cosimo I di solda-
diante un colle bicipite posto alle sue spal- tie di munizioni, restò illesa da Unito dan-
le, il seno del Ferraio resta quasi chiuso no e sorpresa. In tutto il restante dell'iso-
dall'aperto mare, ed ha poi al suo ingres- la dell'Elba, costituente le 3 comunità di
so ima lingua di terra, che stendendosi in Marciana, Lungone e continuarono Ilio,

mezzo al golfo, viene a formare la bocca a comandare Piombino, se si


i principi di
del porto. Furono infatti da Cosimo I in- eccettui il porto di Lungone, nel quale il
viati al Ferraio con 1 00 soldati, 3oo gua- governo di Filippo II re di Spagna, sotto
statori e muratori per intraprendere sot- aspetto di ricovrarvi una flotta di galere,
to la direzione dell'architetto militare Ca- ma in realtà per tenere in soggezione le

merini la costruzione de' 3 punti da esso fortificazioni del Portoferraio, nel 1596
lui disegnati. Fu quindi dato il uome di profuse un'enorme moneta per fabbrica-
Falcone alla fortezza eretta sulla promi- re sul corno sinistro di quel seno la gran-
nenza maggiore posta a settentrione del diosa fortezza che ivi si vede , dove pel
porlo; si appellò Stella l'altra fortezza sul- corso d'uà secolo e mezzo stette di presi-
la prominenza a grecale del paese, poiché dio una numerosa guarnigione spagnuo-
le di lei fortificazioni trovami disposte a la, rimpiazzala nel j5g dalle truppe del
t

guisa di raggiera; e fu detta Linguetta la re delle due Neh. °del 1794 sbar-
Sicilie.

solida torre ottangolare situata all'estre- carono a Portoferraio 4ooo realisti emi-
mità d' una lingua di terra sull'ingresso grati da Tolone sopra legni inglesi. Indi
interno del porto. Alle quali forti (ìcazio- dopo che le truppe della repubblica fran-
ni, eseguite con mirabile sollecitudine e cese ebbero occupalo Livorno, sopra que-
diligenza,il granduca che a tutto provve- sta piazzasi diresse un'armata inglese dal-
deva dalle sue stanze di Livorno, fece ag- la Corsica, ed in forza d'una convenzione
giungere un recinto interno al sottoposto 1796, dal presidio del gran-
de' io luglio
paese di gagliardissime mura, chiaman- duca diToscana fu ceduta agl'inglesi. Que-
dolo dal suo fondatore col vocabolo Co- sti poi nell'aprile 1797 dovettero ricon-
smopoli. Il territorio in quell' occasione segnare la piazza al suo legittimo sovra-
assegnato a Porto Ferraio si estendeva no, ma nell'aprile 1799 l'isola dell'Elba
dentro terra per un raggio di circa due cadde sotto il dominio del direttorio fran-
miglia ne' limiti a un dipresso di quelli cese. 11 presidio napoletano della fortezza
che costituiscono l'attualecomunità.II fo- di Lungone sostenne un assedio, ed insor-
nale esistente sulla punta estrema del for- ti gli elbani uniti a dette truppe napole-
te Stella, fu fatto innalzare nel 1788 dal tane assediarono le repubblicane francesi
granduca Leopoldo!. Barba rossa essendo nelle fortificazioni di Portoferraio, ob-
tornalo nel 1 55 f a molestare l'isola, inva- bligandole alla resa a' 17 luglio 1799, e
no assediò Portoferraio, anzi dovette riti- quindi vi fu ristabilito il governo del
rarsi pegli aiuti inviati da Cosimo I. Nel granduca Ferdinando III. Fu tale la fé*
TO S TOS 3i
deità degli elbani verso quel principe, die Fontainebleau l'ii aprile 18 i4> obbligò
energicamente si ricusarono di conse- Napoleone I dalla Francia a recarsi nel-
gnare Portoferraio, quando pel trattato l'isola designata per sua scelta, e formar-
de* 9 febbraio 1801 di Lune ville, pre- ne un principato assoluto da possedere in
vio l'indennizzo nella Germania promes- piena sovranità, sua vita durante. Vi ap-
so al granduca, l' isola dell' Elba essen- prodò la sera de'3 maggio 1814, e Por-
do stata ceduta insieme colla Toscana al- toferraio ad un tratto passò al colmo del
l' infinite Lodovico di Borbone duca di giubilo, in vedere suo sovrano chi avea
Parma nuovo re di Etruria moderna, i fatto tremare l'Europa per più lustri. Pe-
francesi quindi pretesero d'occupare quel- rò memorabili vicende che resero cele-
le

la parte dell' isola che dipendeva anco- bre dell'Elba e famoso Portofer-
l'isola

ra dal governo granducale, e Lungone raio, pel nuovo principato d'un Napoleo-
colla parte dell' isola spettante al princi- ne I, ch'egli avea scelto per soggiornarvi
pe di Piombino, colla promessa a questi finche fosse vissuto, oltrepassano di poco
di compensarlo nel regno di Napoli. JMa i ro mesi. Imperocché nel cougresso di
il presidio di Portoferraio unito a'corag- Vienna il celebre ministro francese Tal-
giosi abitanti si opposero e resisterono a- leyrand dichiarò che bisognava far trion-
nimosi alle forze unite di terra e di mare fare le dinastie legittime, ch'erano in con*
spedite dalla Francia per riconquistar l'i- t rasto colle ancora esistenti rivoluziona-
sola; laonde ogni sforzo riuscì vano, finche rie; perciò doversi allontanare Napoleone
Ferdinando III, dopo la conclusione del dall'Europa,e trasferirlo all'isola di s. Lu-
trattato d'Àmiensde'2 5 marzo 1802, non cia o di s. Elena; togliere il ducato di Par-
inviò al comandante di Portoferraio la ma e Piacenza al suo figlio , e cacciare
sua annuenza per sottomettersi al gover- Gioacchino dal regno di Napoli, restituen-
no francese, cui era stata ceduta tutta l'El- do quegli stali a'ioro antichi sovrani. Si
ba. Le 7 parrocchie, cui eransi ridotte stabilì di fatti sul fine di gennaio 18 1
.">
di
quelle dell'isola d'Elba, furono staccate trasferire Napoleone I a s. Eleua. Venti
dalla diocesi di Massa-Marittima, e date to Napoleone I in cognizionedi tali discus-
alla diocesi di Aiaccio in Corsica. L'isola sioni minaccievoli e di quanto erasi stabi-
dell'Elba venne da prima separatamen- lito a suo riguardo, ed insieme trovando

te amministrata, poi a'7 aprile 1809 riu- per lui favorevoli le circostanze attuali di
nita al ristabilitogranducato di Toscana Fraucia, volle tentare di ristabilirvi il suo
sotto 1'ammiuistrazione di Elisa Bonapar- potere e profittarne. Prevenuto il reGioac-
te Baciocchi, sorella dell' imperatore dei chino suo cognato di tutto, nella sera dei
francesi Napoleone I , da esso pur fatta 26 febbraio 181 5 alle ore 8 imbarcossi
principessa di Piombino sino dah8o5 e sopra il suo bi ick da guerra, e seguitato
dominio della Francia, la qua-
sotto l'alto da 8 bastimenti di trasporto colla sua
le teneva un presidio nell'isola dell'Elba. truppa ch'era vi salita 4 ore prima, e com-
Ma quell'uomo straordinario essendo sta- posta di circa 1000 uomini della guardia,
to vinto nella Russia dal gelo e dal fuo- di cui 84 polacchi, e di 5oo voloutari prò-
co a Mosca, alla Beresina, a Lipsia nella venieuti dalla Corsica e di pochi stranie-
Sassonia, e perfino sotto le mura di Pa- ri. Consisteva questa piccola squadra nel
rigi, si trovò finalmente costretto a ridur- brick l'Incostante, che portava 18 grossi
re il suogrande e potentissimo impero al- pezzi d'artiglieria da 24; nel brigantina
la piccola isola dell'Elba, erigendo in ca- senza cannoni montali; d'un carico d'ar-
pitale e residenza del gran genio la pic- tiglieria d'assedio ivi raccolta alla rinfu-
cola e bella città di Portoferraio. Questa sa; d'ima polacca francese, il cui equipag
inaspettata metamorfosi politica, decisa iu gio portava la nappa bianca e la baudic-
,

3i TOS TOS
ra di Luigi XVIII redi Francia; due bar- Parigi (/ .), dove ora regna il nipote im-
clic di Ilio, che potevano contenere 3oo peratore Napoleone III, che gli ha fatto
uomini per ciascuna; 3 speronare, fra le compiere il magnifico mausoleo erettogli
quali la Carolina, ed un altro legnetto dal re Luigi Filippo. Così Portoferraio e
coni 4 mattina del 27 (metta
cavalli. Alla l'isola dell'Elba, dopo una varia catastro-
flottiglia fu veduta presso Capraio, e de- fe di i i anni, furono restituiti dalle poten-
luse le crociere inglese e francese disposte ze alleale al suo legittimo sovrano Fer-
ne'vicini paraggi. Un bando era stato af- dinando III, sebbene alle sue truppe fa-
fìsso in alcune parti dell'isola che annun- cesse breve resistenza il comandatile la-

ziava la sua partenza. 11 commissario in scialo in Hortofen aioda Napoleone I. L'i-


gleseChampbell, incaricato di sorvegliare sola fu consegnala al granduca che ne ,

ogni menomo alto di Napoleone I, trova- prese possesso a' 9 agosto 8 5, e 1


sol- 1 1 i

vasi in Livorno, enon arrivò nell'isola che dati francesi che vi si trovavano furono
4o oi e dopo la partenza dell'imperatore. trattali con distinzione. Avendo essi chie-
Porloferraio, abbastanza ben munito, era ste notizie dell'imperatore al comandan-
difeso da due uffiziali chiamati Lapi. La te fiorentino, questi rispose loro, che Na-
sua guarnigione si componeva di 4° gra- poleone I magnanimità la
tollerava con
natieri, e d'un battaglione franco dell'isa- dolorosissima sua condanna: que'soldati
la d'Boo uomini. L'impavido e audace Na- proruppero in un dirotto pianto! Il gran-
poleone I, senza sgomentarsi che il ten- duca annullò qualunqueatto derivato dul-
tativo d'Antibo eragli fallito, per avere il ia convenzione militare fatta co' francesi

presidio fallo prigioniero il capitano e 25 per la consegna di Portoferraio ,


perchè
uomini che vi avea inviato per sedurlo, quella guarnigione non apparteneva ad
con miglior ventura e successo sbarcò il alcun governo. La residenza fatta nel pa-

i.° marzo a Cannes città di Francia nel lazzo , ora del governatore civile e mili-
dipartimento del Varo nella Provenza, e tare dell'isola dell'Elba, di Portoferraio,
'^inoltratosi nella Francia, fu accolto dai essendo un avvenimento memorabilissi-
soldati e dal popolo con entusiasmo tale, mo, venne impressa in lettere d'oro so-
che in pochi giorni arrivò trionfante a Pa- pra la porta maggiore del forte della Stel-
rigi, donde n'era fuggito Luigi XVIII. Ma la, presso il quale era la reggia di Napo-
la comparsa non meno improvvisa che leone I, la seguente iscrizione. Napolco-
avventurosa di Napoleone I in Francia, a nis Magni Galliae Imp. Ilaliae Rcg.
riassumere il potere imperiale, non oltre- Praesentia Decorata Civitas iv non.
passò ioo giorni, giacche a' 18 giugno
i maj. mdcccxiv Posuit iv calend. mari,
j'8 1 5 la famosa giornata di Vaterloo (di die Reddilus in Galliam mdcccxv. In
cui anche nel voi. L, p.i47)> tirò dietro Portoferraio vi è la sola chiesa parroc-
nuovamente l'intera perdita di tuttol'im- chiale e arcipretale, dedicata alla Nativi-
pero, non che dell'umile principato del- tà di Maria Vergine, compresa nella dio-
l'Elba, che Napoleone di mal'animo per 1 cesi di Massa Marittima, già di Popu-
sua perpetua residenza avea accettato. lonia, nel compartimento di Pisa. Le no-
Quindi per la quiete d'Europa, e ad on- tizie del principato di Piombino, a quel-
ta delle proteste di Napoleone I, egli ven- T articolo di rinvio promisi di riportarle
ne rilegato all'isola di s. Elena nell'ocea- in questo; siccome esse si rannodano a
no Atlantico equinoziale, fra l'Africa e quelle dell'isola d'Elba, che gli è rispet-
l'America , della quale riparlai nel voi. to e pel canale marittimo di Piombino 8
XXXV, p.i ig, dicendo pure che essen- miglia distante, che fece parte del mede-
do ivi morto, le sue spoglie mortali furo- simo principato , ora col Repetti princi-
no trasportate uella chiesa degl'Invalidi di palmente trovo meglio di qui riferirle
T O S TO S 33
scusa tornare a interrompere le narra/io- rino,i boschi e le granaglie, oltre la pesca di

ni riguardanti la bella, nobilissima e ce- njare.Iia buoni pascoli e miniere, segnata-


lel untissima Toscana. mente una ricchissima d'allume in Mon-
Piombino, Plombiauto, e anticamente cone. Il padule o palude di Piombino
Populinum ossia \a piccola Pupulonia,co- formasi da un vasto e variabile ristagno
ine nata dalle rovine della grande di si- d'acque, formalo da più rivi che scendono
tui! nome; precola città marittima munita dal Campigliese e più dal fiume Cornia;
di mura e di due fortezze con rada e ca- i bonificamenti cominciati nel 83 1 1 pro-
nale di mare, stata capoluogo dell'omo- gredirono vantaggiosamente, rimoveudo
nimo principato, nella diocesi di MassaMa- i danni e l'infezione che recava, e conver-

riltima e 20 miglia da essa lungi com- , tendosi in pubblica utilità, anche pel van-
partimento di Grosseto e già nel com- ,
taggio procurato alla città collo stabili-
partimento di Pisa. E' situata sulla punta mento delle sue fornaci da mattoni e d'o-
meridionale del promontorio di Populo- gni sorte di materiale di terracotta. Al-
nia, clie ha al suo levante il Porto Vec- quanto al nord di Piombinosono le rui-
chio di Piombino, già appellato di Fale- ne di Populonia ,
grande e celebre città
sia, poi Faliegi, nel 1678 dichiarato porto etrusca. Il Iago di Piombino, Vetulonius
franco dal principe Nicolò Ludovisi. A di- Z^cu.?, riceve la Cornia e scaricasi nel ma-
fendere la città, oltre la naturale sua gia- re Tirreno. La rendita del principato si

citura, concorse l'arte mediante imi ben in- calcola a più di 200,000 franchi, e gli a-
teso cerchio dimuraedi fossi guardati da bitanti a quasi 20,000. Incerte sono le no-
3 fortilizi, a settentrione dalla Porta di tizie storiche di Piombino avanti il 1 000,
Terra, a grecale dalla Rocchetta pianta- se pure non si volessero innestare a quelle
ta sopra uno scoglio sporgente in mare del paese di Falesia che fu ne'diutorni ,

sulla puuta estrema del promontorio, e con porto e stagno pescoso di tal nome.
a maestrale dal Castello che risiede so- La i." memoria sembra rilevarsi dal di-
pra il palazzo della Cittadella ode* prin- ploma d'Ottone I del 969 a favore d'un
cipi a cavaliere di Piombino sopra allo fedele di quell'imperatore, cui donò di-
stretto. Il palazzo regio, bello ed elegante, versi beni situati ne' contadi dell'alta I-
gode una magnifica veduta marina. La talia, e in quelli Bulgariense e Plum-

chiesa parrocchiale arcipretale di s. An- biense. Nel i 1 1 4- Uberto abbate de' be-
timo in s. Michele, già di s. Lorenzo, pri- nedettini di s. Giustiniano di Falesia,
ma fu trasferita in quella di s. Antimo nel monastero edificato nel 1022 da'figli del

secolo XIII, poi nella chiesa più vasta di conte Teuderigo per rimedio dell' ani-

s.Michele nel 1807, denominata di s. A- me loro, sotto la podestà della santa Se-
gostino perchè nel precedente anno l'a- de, rinunziòdiverse possessioni e 3 porzio-
veano lasciata i soppressi agostiniani ro- ni del castello, rocca, poggio, torri e ca-

mitani, dove esistono vari depositi sepol- se dentro e fuori di Piombino, a favore
crali degli Appiani. Vi sono pure le chiese dell' opera della primaziale di Pisa, con
di s. Francesco già de'frati minori con- compensi per restaurare la detta sua chie-
ventuali, che prima della loro soppressio- permuta l'abbate la fece nel 1 35
sa; altra 1

ne erano passati nel monastero delle eia- col l'arci vescovo Lanfranchi. Paredu nque
risse , e di s. Anastasia già di dette mo- che l'origine del paese, con rocca e mura
nache, l'ospedale della ss. Trinità de'ben- castellane sia anteriore al secolo XII, roc-
fralelli, scuole elementari, e tribunale di ca e castello guardati e governati da'pi-
a
1 . istanza: la popolazione somma a più di sani. Neh 124 genovesi con una flotti-
i

2iooindividui. I suoi prodotti principali glia, comparsi avanti Piombino, posero


sono il bestiame bovino, cavallino e peco» fuoco al castello e al borgo, esportando a
34 1QS TO S
Genova uomini, donne, fanciulli e il de- ilconte Guido da Montefeltro podestà e
naro che poterono prendere. Altro assalto capitano generale di Pisa, iuviò a Piom-
ostile dierouo le galere genovesi neh 12 5, bino gente armata a cacciarne i fuorusciti
e s'impadronirono del castelloche i pisani col l'atterra re le loro torri e abi tazioni. Do-
aveano restaurato. Innocenzo III neli2i5 minando Pisa Pietro Gambacorti, verso
dichiarò l'abbazia d( Falesia sopra Piom- ih 3^2 fece edificare in Piombino la chie-
bino immediatamente soggetta alla s. Se- sa di s. Michele col suo stemma. Non cor-

de, concedendo all' abbate la facoltà di se molto tempo che fuorusciti pisani sol-
i

prendere da qualsiasi vescovo il crisma e levarono Piombino, del cui castello s'im-
l'olio santo, d'ordinare chierici e di con- padronirono; ma accorsovi Benedetto fi-
sagrare purché comprese nel di-
le chiese, glio di Gambacorti, colla morte de' capi
stretto territoriale di Piombino eh' era , faziosi restituì la quiete alla terra. Nel
giurisdizione del suo monastero di s. Giu- 1 376 Gregorio XI partì co'cardinali da A-
stiniano. Colla stessa bolla il Papa confer- vignone per restituire la residenza papale
mò all'abbate il padronato di varie chiese a Roma,accorn pagliato da una flotta, sbar-
della Maremma Masselana e Volterra- cando a Pisa a'6 novembre, e gli furono
na, compresa s. Lorenzo 1. 'parrocchia di fatti grandi doni, come pure a'cardinali;

Piombino, concedendo libera sepoltura vi dimorò 8 giorni, indi ripreso il mare

dentro il territorio di Piombino, ordinan- si rifugiò per una tempesta a Piombino,

do che niuno presumesse fondarvi chiese. donde partito e con una burrasca conti-
Per tuttociò il Papa impose all'abbate l'an- nua giunse a Corueto a'5 dicembre, e poi
nuo censo d'un bisanzio o marabottino. proseguì per Roma. Dal 399 in poi la 1

La giurisdizione ci vile e politica sul castel- storia municipale di Piombino comin-


lo, distretto e abitanti di Piombino con- cia a divenire importante, poiché il ca-
tinuava ad appartenere governo di Pi-
al stello fu scelto a residenza e quindi die ti-

sa, che per un capitano vi faceva amrni- tolo ad una signoria nuova. Dopo la ca-
uistrare la giustiziamosi in Populonia, por- tastrofe che costò il dominio di Pisa e la

to Buratti e nell' isola dell' Elba; i quali vita a Pietro Gambacorti, il suo segreta-

capitani sino dal secolo XIII ebbero un rio ser Jacopo figlio di ser Vanni d'Ap-

giudiceassessore.Avendoi monaci abban- piano s' impadronì del potere, dominò


donalo il monastero di Falesia, nel i5>j 1 quasi 6 anni assoluto signore in Pisa e ,

Alessandro IV l'aggregò alle Clarisse di s. morendo nehSgS tramandò illeso il do-


Maria di Piombino, le quali volendo sot- minio al suo figlio Gherardo. Questi pri-
tenlrare nella giurisdizione quasi episco- vo dell'ingegno paterno, sopraffatto dalle
pale de'benedettini, fu cagione di lunghe politiche ingiunzioni fattegli da' ministri
dispute co' vescovi di Massa Marittima, e di Gio. Galeazzo Visconti duca di Mila-

furono terminate con un lodo a favore del no, che tendeva a insignorirsi di Pisa,
vescovo , tranne una coi risposta di cera presto aderì alla proposta fattagli di ven-
allemonache. Piombino neh 283 fu in- dere quella città e il suo contado mediante
vestitada numerosa flottiglia genovese,co- l'offerta di 200,000 fiorini d'oro, e della

mandata dall'ammiraglio Corrado Doria, signoria di Piombino, di Populonia, Scar-


allorché affroutò quella pisana composta lino, Suvereto, Boriano, e dell'isole del-
di 4o galere nel porto vecchio di Piom- l'Elba, di Pianosa e di Moutecrislo, paesi
bino, già di Falesia. Poco dopo agitala lutti che facevano parte ilei territorio del-
Pisa da'partiti, de'quali restò tragica vit- l' estinta repubblica pisana. Stabilite in
limail famoso coute Ugolino co' !>uoi, rnoU questa forma le cose, a' 9 febbraio
1
1
3gg
ti cittadini esuli furono accolli in Piom- fu consegnata la città di Pisa al vicario del
bino e vi si fortificarono; laonde nel 1
289 duca di Milano, in nome del quale ven-
e

TOS TOS 35
nero presidiate le fortezze della città e del nato a Jacopo d'Appiano suo padre d'al-
suo territorio; e dopo pagati 100,000 fio- tra moglie di casa Elei, ed Antonio suo
rini aGherardo di Appiano, e data sicur- nipote figlio di Vanni d'Appiano. Final-
tà per altrettanta somma, egli montato mente al suo figlio infante assegnò in tu-
sopra una galera armata si fece traspor- tore comune di Firenze, cui lo racco-
il

tare a Piombino, che destinò a residenza mandòcaldamenteeche deputasse un go-


della signoria eh' erasi riservata. Assicu- vernatore al pupillo, olirei contutori mo-
ratosi Gherardo uno stato per se e per la glie e nipote, e altri 4 personaggi, due de'
sua discendenza, si giovò de'tesori acqui- quali di Piombinola cambiarsi ogni an-
stati colla vendita di Pisa per fortificarvi no. Nel maggio la signoria di Firenze no-
Piombino e per innalzarvi un confacen- minò tutore del principino Filippo Ma-
tc palazzo di residenza (ora uffizio doga- galotti, e nel 1406 rinnovò l'atto di ac-
nale), nel tempo che cercava di render- comandigia per altri 4 anni a favore di
si benevoli que' popoli colla concessione Jacopo II, con riduzione di provvisione a
d' alcuni privilegi e la conferma de' loro i5o fiorini mensili, e fece cingere il pu-
A meglio convalidarsi nel potere,
statuti. pillo cavaliere col cingolo militare, e l'a-

dopo la morte del duca di Milano, il ti* scrisse co'suoi alla cittadinanza fiorenti-

gnore di Piombinosi rivolse a cercare Ta- na. L'accomandigiasi rinnovò nel 1 4- « 3,


micizia della repubblica fiorentina, che neh 4^9 fu ridotta perpetua con diverse
ottenne con convenzione de' 16 giugno capitolazioni , nel tempo cioè in cui Ja-
i4o4; onde ih.° signore di Piombino fu copo II, sua madre e due sorelle si reca-
accolto inaceomaudigia, tutela, prolezio- rono in Firenze a ossequiare Papa Mar-
ne ed alto dominio, con tutto il suo sta- tino V
Colonna (che certamente pare fra-
to per 6 anni a patti favorevoli, cioè di quali principi non solo
tello di d. Paola); i

3oo fiorinid'oro mensili per provvisione dal Pontefice, ma dalla città, furono ben
coli' obbligo di far guerra a volontà de* accolli, onorati e di ricchi doni presen-
a
fiorentini contro Filippo M. duca di Mi- tati. Jacopo II con nera ingratitudine cor-
lano; nella qual circostanza si doveano da- rispose a'iuminosi benefizi de' fiorentini,
re all'Appiano 5o lance ei5o fanti spe- collegandosi nel i43i coi duca di Mila-
sati, rilasciando a di lui prò tutti i luo- no loro fiero nemico e mentre essi era-
ghi che avesse militarmente occupato del- no in guerra con Siena. In conseguenza
la giurisdizione di Pisa,dovendoegli man- di ciò molti paesi della Maremma soggetti
dare a Firenze ogni anno un palio nel gior- a'fiorentini si ribellarono, mentre Jacopo
no di s. Gio. Battista. Poco sopravvisse II tolse loro Monteverdi,e molte robe de'
Gherardo, e con testamento de'25 aprile cittadini che si trovavano in Piombino
i4o5 destinò d. Paola Colonna sua mo- fece prendere e si ritenne. Ma dopo la vit-
glie (nel Coppi, Memorie Colonnesì, tro- toria d' Anghiari del 1 44° riportata da'fio-
vo contemporanea una Paolella figlia rentini sui milanesi comandati dal Picci-
ci' Agabito Colonna di Genazzano, il cui nino, il signor di Piombino e d. Paola sua
fratello fu poi Martino V) signora dello madre, pensando meglio a'easi loro, cer-

stato finche vivea, quindi istituì erede e carono e ottennero di rinnovar l'amicizia
successore il figlio pupillo Jacopo II, la- con Firenze, ed essa prese di nuovo Ja-
sciando scudi 3ooo per dote a Caterina copo II in accomandigia. col godimento
sua figlia nubile, mentre l'altra figlia Vio- a'fiorentini dell'antiche franchigie nel do-
lante erasi maritata al signore di Came- minio di Piombino. Mentre Balduccio
rino. Nel caso poi che mancassero i suoi d'Anghiari capitano di ventura avea oc-
discendenti, volle che succedessero per e- cupato Suvereto, mori senza figli Lucre-
gual porzione il di lui fratello Emanuele zia de' conti Fieschi di Lavagna, moglie
36 TOS T OS
di Jacopo II, il quale poco dopo la segui sercito napoletano,e nel giugno 44$ 1 sl a v*
«ella tomba o di veleno, redi-
d'afflizione vicinò a Piombino mostrando ogni sforzo
mendo d. Paola Suvereto con grossa mo- peraverlo, senza riguardo che lo stato fos-

neta e 1000 fiorini d' oro pagati dal co- se accomandato da'sanesi, da'quali l'Orsi-
mune di Piorubiuo. Sebbene lo stato ap- ni era stato favorito d'aiuto con 3oo fanti
partenesse a Emanuele assente e dimo- per guardia di sue terre. da Ma l'Orsini
rante in Troia, d. Paola arbitra assoluta valente uomo, quando nemico av-
vide il

di PiombinOjper meglio assicurarsi del po- vicinarsi da Campigliaalle mura di Piom-


tere, vi associò il valoroso conte di Taglia- bino, gli chiuse le porte sul viso, e pro-

cozzo Domenico Rinaldo Orsini cbe avea curò impedirgli l'arrivo delle vettovaglie
maritato a d. Caterina sua figlia, mentre per mare. Quindi vedendo egli non ba-
l'Orsini era generale de'sanesi. Frattanto stare sanesi a difenderlo, invocò e otten-
i

Emanuele inlesa la morte del nipote pri- ne l'aiuto della signoria di Firenze, a mez-
vo di prole, si recò a Firenze e Siena senza zo animoso gonfaloniere Luca Pitti
dell'

trovar protezione, perciò si rivolse a Bai- e di Cosimo de' Medici il Vecchio, che lo
daccio perchè volesse tornare colle sue ma- fecero soccorrere energicamente per terra
snade alla testa di lui a impossessarsi di e per mare. Vedendo Alfonso V che in-
Piombino: l'impresa essendo fallita, Ema- vano attorniava Piombino, dove suoi pa- i

nuele tornò a Troia, e Barlaccio ne! set- tivano infiniti disagi, prima d' abbando-
tembre 44 1 l fa falto assassinare da' fio- narne l'assedio volle tentare un ultimo
rentini. La repubblica di Siena non solo sforzo, dopoaverinfiauamatoi suoi a por-
accettò per 5 anni inaccomandigia d. Pao- tarsi valorosamente. Però I' Orsini erasi

la, ma ancora l'Orsini e la moglie co'lo- meravigliosamente preparato a sostener


ro dominii; e neh44 2 portatosi Eugenio 1' assalto della fortezza della cittadella e
IV in Siena, con magnifico apparato vi degli altri punti, con sassi, artiglierie, saet-
a
fu accolto, e nella 4- domenica di quare- tarne^ d'animosi giovani avea cintole mu-
sima donò all'Orsini solennemente la Ro' ra. Cominciatosi con gran vigo-
l'assalto
.sa d'oro (V.) da lui beuedetta. Nel 1 44^ re, non è a dire quanto operarono Alfonso
morì d. Paola Colonna, la quale destinò V e l'Orsini all'espugnazione e alla difesa,
al governo di Piombino sua figlia d. Ca- animando gagliardamente loro. Grave i

terina ci' Appiano, sicché d' allora in poi danno recò agli assalitori l'acqua bollen-
ella resse lo stato coll'Orsini di lei marito, tissima con calcina viva, e il punto dove
diesi applicò ad accrescere le fortificazio- combatteva l'Orsini contro il Cardona.Nel
ni esteriori della Rocchetta e della Porta calore del furioso assalto comparve la ca-
di Terra di Piombino, e fece pur costrui- valleria fiorentina, onde il re fu costretto
re il palazzo di giustizia e degli anziani di ritirarsi, e considerando la dillicoltà d'in-

Piombi no. Continuando lo stato nella tran- signorirsi di Piombino avendo perduto
quillità e prosperità, fu restaurata la chie- più di 25oo soldati, se ne parti, dopo a-
sa parrocchiale di s. Lorenzo,ora distrutta, ver minacciato a'fiorentini aspra guerra.
nella piazzetta di Piombino,e vennero fab- Appena l'Orsini si vide liberato dal gra-
bricati nuovi mulini a beneficio della co- ve pericolo, lasciato Piombino guardato
munità. Sapeva l'Orsini che Alfonso V re da forte presidio, si recò a Firenze a rin-
d'Aragona e di Sicilia, che avea sposato graziare la signoria, che con lauto dispen-
d. Celia sua figlia naturale ad Emanuele dio gli avea mauleuuto lo stato, ed eb-
d'Appiano, per rappresaglie fatte da'suoi be la condotta di capitano della repubbli-
corsari su bastimenti piombinesi avea a- ca colla pensione dii5oo fiorini il mese,

nimodi togliergli lo statojdifatti neh 447 sì perchè la guerra gli avea assorbì lo tu Ito
il re marciò in Toscana alla lesta dell'e- l'entrate, sì perchè slaudo egli a Piombi-
TO S TO S 37
no lenesse colle sue genti in freno i sol- sidenza di Piombino, fece fabbricar la Cit-
dati napoletani lasciati dal re di presidio tadella per sua abitazione, abbandonan-
a Castiglion della Pescaia, e da Ini conqui- do il palazzo vecchio di piazza, antica se-
stalo nel 1 448- Tornato l'Orsini a Pioni- de de' suoi maggiori. Fu solto la Citta-
bino,espugnò Castiglione, meno la rocca della che pochi anni dopo fu edificato il

superiore; ma sopraggiunta una flottiglia tempio di s. Antimo, nel quale vennero


napoletana il castello fu ricuperato dagli trasportate le prerogative della i." chiesa
aragonesi. Nel i45o la peste orribilmente plebana di s. Lorenzo. Jacopo 111 avendo
imperversò in Piombino, e ne fu vittima occupato Castiglion della Pescaia, s'ini-
ancor l'Orsini; quindi pacificandosi fio- i micò Ferdinando I re di Napoli, figline
rentini con Alfonso V, vi compresero la successore d'Alfonso V; indi Papa Pioli
vedova d. Caterina signora di Piombino, obbliga Jacopo III a cederglielo per in-
a patto ch'essa dovesse pagare ogni anno vestirne il suo nipote Andrea Piccolomi-
al re di Napoli il tributo d'una coppa d'o- nij allora fu che Jacopo III si pacifìcòcol
ro del valore di 5oo fiorini d'oro, rinno- re di Napoli, che nel i 463 lo ricevè in rac-
vando l'accomandigia
o- P e »'
tutto lo stalo. comandato col suo sUilo , e gli concesse
Ritiratasi d. Caterina in Scarlino, vi morì d'innestare l'arme de'reali di Napoli e il

neli45i, avendo lasciato pel governo un casato d'Aragona a quello degli Appiani.
consiglio di reggenza. Per acclamazione A render più valida la regia protezione,
degli anziani di Piombino fu acclamalo Jacopo IH accolse in Piombino una guar-
loro signore Emanuele d'Appiano che vi- nigione napoletana, e in tal guisa gli Ap-
a
vea in Troia, protetto dal suocero Alfonso piani si sottomisero la r. un gio-
volta ad
V, e divenuto ben affetto de'senesi e fio- go straniero, e sposò Batlistina de' Fre-
rentini, ad onta che gli Orsini tenessero gosi.Jacopo III al pari de' principi suoi
in mano le fortezze, parte delle quali fu- antecessori avea Magnifico Mi-
i titoli di

rono redente col denaro e parte a forza lite,Signore e Conte di Piombino, e mo-
d'armi riconquistate. Così Emanuele si vi- rendo neh 47 7 lasciò al primogenito Ja-
de pacifico signore di tutto lo stato, rin- copo IV d'Appiano d'Aragona la sovra-
novando l'accomandigia con Siena e Fi- nità dello slato di Piombino. Questo prin-
renze; ma il dominio di questo principe cipe, benché in tenera età,d'eccellente in-
ben amato morendo nel i4^7>
fu breve, dole e d'ottime massime, coli' assistenza
e lasciando governo e signoria di Piom-
al e favore della signoria di Siena e di Fer-
bino il suo figlio Jacopo 111 d' Appiano dinando I re di Napoli prese le redini del
d'Aragona. Più prosperi di quelli del pa- governo, e toslo ripristinò gli antichi sta-
dre furono primordi di Jacopo III asserto
i tuti, restituendo a'piombinesi i privilegi
figlio legittimo d'Emanuele, contro 1' o- concessi dal di lui avo e tolti dal padre;
pinione che poi dichiarò Papa Paolo II, i quali statuti furono più tardi pubblicati
ma non egualmente a lui prosperi riusci- in doppia lingua a Piombino nel princi-
rono gli anni successivi. La sua condotta pato di d. Isabella ed. Gregorio Boncom-
immorale e arbitraria mosse varie fami- pagni Ludovisi. Jacopo IV si maritò a d.
glie a cospirare contro di lui nella capi- Vittoria figlia d'Antonio Piccolomini du-
tale, ed egli si vendicò de'congiorali colla ca d'Amalfi e di d. Maria d'Aragona na-
morte, la prigionia e 1 esilio. I fuorusciti turale del re Ferdinando I. Divenuto ti£
commossero il duca di Milano Galeazzo fiziale superiore del pontificio e regio e-
a
M. Sforza a impadronirsi di Piombino, sercito inviato contro i fiorentini dopo la
e poco mancò che di nottetempo noi pren- congiura de'Pazzi, sebbene si portasse va-
desse. Frattanto Jacopo 111 dubitando di lorosamente nella battaglia combattuta
macchinazioni più serie contro la sua re- fra Colle e Poggibonsi, restò prigione de'
38 TOS TOS
fiorentini. Riscattato e tornato alla sua re- di R.omagna, caduta quasi tutta in pote-
sidenza Jacopo IV, ebbe a soifrirenon po- re, con altre provincie e vicariati ponti-
che inquietezze perle allumiere eli Mon- ficii, del duca Valentino Cesare Borgia

tione,lequali insiemecolla vicina tenuta di figlio d'Alessandro VI, quando I* ambi-


Valli da'vescovi di Massa se gli contrasta- zioso duca stesso volgendo le sue armi ver*
vauo.Uno di essi, il vescovo Ghianderoni, so la Toscana, chiese a'fioreotini passo e
peristromento del 4-7^, avea ceduto 1
alla vettovaglie peluoghi del comune, senza
camera apostolica nelle mani di Sisto V, I esprimere qual cammino avesse a tenere.
mediante l'annuocenso di 4oo ducati d'o- A tale inchiesta aderirono i magistrati in-
ro, qualunque ragione e diritto sulle te- timoriti dalle fortunate imprese e dalla
nute di Montione e Valli situate nel ter- numerosa osle che conduceva l' audace
ritorio di Piombino. Ciò fece il Papa per duca, mediante convenzioni del maggio
procurare alla camera apostolica l'esclu- 1 5o i , che le due parti non dovessero aiu-

sivo commercio deH'allumedell'Allumie- tare inemici dell'altra, e che la repub-


re di Tolfa, delle quali riparlai nel voi. blica fiorentina non dovesse impacciarsi
L1X, p. i3o, il cui prodotto dovea im- della guerra che il Borgia intendeva fare
piegarsi per guerreggiare i turchi, a sal- al signore di Piombino per quanto fosse
vezza della cristianità minacciata formi- dalla repubblica raccomandato. Il duca
dabilmente. Ma tal canone senza riscatto intanto marciò col suo esercito nel terri-
sembrando gravoso a Papa Innocenzo torio di Piombino, dove in pochi giorni
Vili, con breve del 1 484 liberò la came- prese Suvereto, Scarlino, l'isole dell'El-
ra apostolica dal peso del censo, rivolgen- ba e della Pianosa. In tale emergente Ja-
done l'aggravio sulla mensa vescovile di copo IV non vedendo riparo che bastasse
Massa,che indennizzò mediante la conces- a tanta piena, e la residenza stessa in pe-
sione de'beui dell'abbazia de'vallombro- ricolo di cader in mano del duca, dopo
sani di s. Donalo di Siena dopo la morte avere raccomandato il piccolo primoge-
del commendatario. Il Cesaretti nella Sto- nito alla custodia d'Antonio Filicaia, a'7
ria di Piombino, soggiunge che intanto agosto s'imbarcò in Piombino per Livor-
i Papi non cessavano di mandare scomu- no, e di là corse a gittarsi nelle braccia
nichee di citar più volte Jacopo IVacom- del re diFrancia Luigi XII, affinchè col
parire in Roma, ma tutto invano. Il si- di lui favore nell'avito dominio fosse con-
gnore di Piombino, continuando nel pos- servato. Infatti per quanto da'piombinesi
sesso delle due tenute, affittò le sue al- stretti d'ogni parte da numerosa oste si
lnmierediMontione,finchè nel 1 490 men- usasse ogni possibile precauzione di di-
tre agita vasi la causa avanti la rota roma- fesa, pure trovandosi privi del loro si-

na sul diritto di quelle miniere, fu con- gnore e di buon capitano, dovettero capi-
venuto fra le parli che peri 2 anni il si- tolare col duca Valentino, ricevendo esso
gnor di Piombino, mediante il pagamento e le sue genti dentro le mura e consegnan-

di iooo ducati da Parsegli dalla camera do loro le fortezze. Frattanto il signor di


apostolica, si dovesse astenere dall'esca- Piombino, dopo aver tentato inutilmen-
vazione di quelle vene d'allume e d'ogni te protezione e soccorso dal re di Francia,
altro minerale dentro il distretto di Valli ebbe la notizia che il Papa Alessandro VI
e Montione. Nel i4<)6 Jacopo IV prese navigando si era trasferito a Piombino
servizio militare colla repubblica di Sie- per trionfare col figlio della sua vittoria,
na, e poi co'fiorenlini in guerra co'veneti e che di quello stato erasi impadronito,
fautori del bandito Piero de Medici. Cre- sotto pretesto di alcune ragioni che fino
scevano sempre più sul finir del secolo dal secoloXI vi avea la s. Sede, forse per
XV i disordini e i pericoli per le guerre causa del monastero di Falesia, pi ulto-
T OS TOS 39
sto che per concessioni imperiali.. Il Fel- da \ due cardinali e il du-
.°pretc; gli altri
lone, De viaggi de* Sommi Pontefici, ca Borgia sederono in banco ordinario,
ignorò questo d'Alessandro VI a Piom- tutti cardinali avendo assunte le cappe.
i

bino, dicendo che solo fu a Orvieto e Pe- A' 28 febbraio partirono a cavallo per
rugia, ed avrebbe proseguito per Venezia, Corneto il vescovo di Nami Guzman fa-
se non era sicuro di tornare a Roma. In ve- migliare pontificio, con altri 100 fami-
ce il Novaes nella Storia cV Alessandro i.°marzoAlessandro VI
gliari pontificii. Il
VI, riferisce che neli5oi fu a Piombi- entrò nella sua galera co' 6 cardinali, il
no, che avea costretto ad arrendersi dal sagrista e gli altri famigliari; il duca Bor-
l'usurpazione degli Appiani al suo domi- gia colla gente sua montò in altra gale-

nio,donde tornando da quest'impresa col ra. Voluerunt navigare solatio: super-


duca e altri signori, a' 5 marzo entrò in venit tempus contrarium^ex quo non pò-
Massa, ove restò alcuni giorni a spese de' tuerunt secare navigare, nee voluere re-
sanesi. Ma il p. Gattico, De itineribus dire Plumbinum. Manserunt propterea
Boni. Pont., a p. 6, pubblicò il diario del in galeis usquein diem veneris \mar-
contemporaneo Burcardo: Iter Alexan- tii supradicti,quo in mane ante diem
driPP, VI Plumbinum. In esso si legge, arripuerunt iter versus Portimi Ilercu-
che Alessandro VI a* 17 febbraio i5o2 lis (situato nell'estrema punta orientale

parti da Roma a cavallo con 6 cardinali del Monte Argentalo, già promontorio
e 7 prelati compreso il tesoriere, e il du- Cosano, nella diocesi di Soana), in quo e-
ca Borgia, per Cerveteri, Corneto e per ratpulcherrima navis anglicana, quam
mare a Piombino con 6 triremi, dopo a- vidit Papa ab extra, sed noluit in ca
\er pernottato a Palo e in Corneto nel ascendere, et mansit ibidem illa nocte.
palazzo Vitelleschi. Arrivò a Piombino Sabbatho 5 martii licei mari, et tempo*
dopo vespero il cardinal Giovanni Bor- re turbato ambae galeae prosecutae
gia con circa 80 persone di famiglia a'20 sunt iter suum versus Cornetum, adeu-
febbraio, nel qua! giorno e ora il Papa jus conspectum applicuerunt. Dux na*
s'imbarcò in una galera con 5 cardinali, vis periculum suspicatus circa horam
e duca Borgia, con quasi r 00 persone,
il prandii descendit de galea ad barchet-
e circa il mezzodì del 2 pervenne a Piom-
1 tam, in qua venit in terram, et misi t prò
bino e vi restò sino al 24, prendendo pos- equis Cornetum j post quorum adven*
sesso del principato temporale per la chie- tum equitavitCornetum: Papa vero cum
sa romana. Nel dì seguente con una ga- galea sua non potili t attingere por tum j
lera, Alessandro VI co'6cardinali si tras- ex quo omnes in galea per ferriti, et ex
ferì all'isola dell'Elba e vi rimase sino al- lurbatione maris commoti hinc et inde
la sera de' 26, nella quale si restituì a in galea, sunt prostrati, solo Papa dem~
a
Piombino. A'27 domenica 3. dt quare- pto, qui in sede sua in puppifirmiter,
sima fu parato l'altare maggiore della et intrepide sedens perpexit omnia; et
chiesa di s. Agostino con croce preziosa, cum mare versus galeam forlitcr sae-
ed ivi il cardinal Borgia celebrò pubbli- viret,dicebatPapa, Jesus, et signo cru-
camente la solenne messo (come nella pie* cis se signabat. Inlerpellavit saepe
nau-
cedente domenica avea fatto nel palazzo tas, uteibum parar cut prò prandio, quo
di Corneto) in paramenti violacei pre- propter maris perturbationem, et venti
iiosi, assistito dal diacono e suddiacono continuationem ignem fieri non posse
come nella cappella pontifìcia, ed il Pa- excusabantj tandem mari aliquantu-
pa v'intervenne vestito di piviale e mitra lum pacificato frìxcrunt certo pisces,
preziosa con altri 5 cardinali, 3 de'quali quosPapacomedit. In scro ejusdem sab-
assisterono il Papa, due da diaconi e uno bathi Papa in galea sua cum comitiva
8

4o TOS TOS
rcdiit ad Portimi TTereulis, et Uhi no- principato il figlio Jacopo V. Sposato que-
rie misi tCorne limi prò equitaturis,quae sti a Maria d'Aragona, figlia del duca di
in dominion sequenii venerunt.Domini- Villa Hermosa e nipote di Ferdinando V,
ca IV quadratesimac 6 mensis martiis e restato vedovo si maritò successivamen-
SS. D. N. cum eardinalibus audivit mis- te a Emilia e Clarice sorelle Hidolfì, ni-
sam rectoris parochiae Portus Hercu- poti di Leone X, e per ultimo celebrò le
lis in quaderni Ecclesia, sive Sacello, nozze con Elena Salviati che gli die suc-
ubi cani legitc. . . . Feria i circa 3 oram cessione. Ottenne dall'imperatore e re di
noetis SS. D. N. cum eardinalibus ', et Spagna Carlo V l'investitura dello stato
familia sua verni Cornctum, ed ivi re- di Piombino co'concessi privilegi^ di po-
stò sino al mercoledì, e nelle ore pomeri- tere aggiungere nel suo stemma l'aquila
diane passò aCivitavecchia,ovedormìco* imperiale. Fino al 53g le tenute di Valli
1

6 cardinali e il duca. A' i o andò a Palo e e Montione restarono unite alla camera
vi pernottò, rientrando in Pioma nel dì apostolica, quando il cardinal Alessandro
seguente. Dopo tultociò Jacopo IV nello Farnese amministratore vescovile di Mas-
stesso i5o2 si rivolse all'imperatore Mas- sa le conseguì per quella mensa dallo zio
similiano I, e ottenne per se e pe'suoi e- Paolo III. Si oppose Jacopo V, in guisa
redi l'investitura del principato di Piom- che il cardinale imploiò il braccio seco-
bino, dove fortunatamente ritornò nel lare per entrarne in possesso, ma inutil-

i5o3. Imperocché i piombinesi avendo mente; mentre il signor di Piombino non


inteso che Alessandro VI era morto a' 1 solo reclamò l'alto dominio dell'impera-
agosto, ribellatisi a'ministri del duca Va- tore, ma impegnò in quest'affare Cosimo I
lentino, a'21 coU'aiutode'fìorentini cac- duca di Firenze, col quale avea contrat-
ciarono dalla rocca e dalla loro città i sol- tato il fitto delle miniere di Montione:
dati di quel prepotente eambizioso tiran- contullociò CosimoI dovè sospendere l'e-

no ei Jacopo IV, al
suoi uflìziali. Inoltre Pe'maneggi di Francia e de*
sca vazioni.
riferire dell'encomiato Repetti, invocò e turchi temendosi neh 534"» imminen-
ottenne pure la prolezione di Filippo I te disastro in Italia, Carlo V ordinò a un
re di Spagna e figlio di Massimiliano I, suo generale che insieme a Cosimo I po-
per essere succeduto nelle ragioni de' re nesse il litorale toscano in istato di più
di Napoli (sarà meglio ritenereFerdinan- sicura difesa, onde al duca di Firenze fu
do V d'Aragona il Cattolico; egli fu re aifidato l'incarico di guardar Piombino
non Filippo I, e
di Napoli e di Sicilia, e e tutta la sua costa. All'avvicinarsi della
si recò a Napoli neli5o6), quaudo ivi si flotta turca, Jacopo V permise per neces-
porlòneIi5o7(era morto neli5o6)sbar- sità che truppe medicee, sotto il coman-
eòa Piombinoinvitatovidalui,nelIaqua- do del capitano Otto da Monlauto, pre-
le occasione il re lo dichiarò generale e sidiassero Piombino, le quali comincia-
gli affidò il comando di 4°° ^ ant '
Pa s " rono ad aumentarne le fortificazioni. Av-
gnuoli ch'erangli già stali inviati permet- vicinatasi la poderosa flotta turca coman-
tersi in guardia da'genovesi. Finalmente data dal feroce e abile corsaro Barbai os-
con diploma di Massimiliano,degli 8 no- sa, fortunatamente il vento contrario gli
vembre 509, 1 la signoria di Piombino fu impedì l'ingresso nel canale di Piombi-
dichiarala feudo imperiale, con facoltà a no, ma si diresse sventuratameule sulla
Jacopo IV e a tulli i suoi successori di vicina isola dell'Elba, ove il pascià rila-
poler coniare monete d'oro e d'argento. sciò all'arbitrio d'un brutale equipaggio
Nel 5 1 Jacopo IV prima di morire ot-
1 1 e di un'indomita soldatesca turca ogni li-
tenne dagli anziani e dal popolo di Piom- bertà di fare sopra quegl' infelici isolani

bino, che tosse riconosciuto successore nel severa vendetta. Nel i535 il pascià Bar-
TOS TOS 4i
barossa di nuovo veleggiò sull'isola del- so senz' effetto il tempo, per le lagnanze
l'Elba, e giunto a Porto Ferraio spedì un di Cosimo I l'imperatore fece trattare con
naviglio a Piombino, per rinnovare la ri- d.Elena Sai viali tutrice del figlio Jacopo
chiesta del fanciullo figlio di Sinai» pa- VI, la permuta dello stato e il compenso;
scià, che preso da una galeotta piombi- ma essa virilmente si ricusò essendo in ,

nese era stato battezzato e godeva l' af- corrispondenza co'francesi. Intanto Car-
fètto di Jacopo V, in cambio del quale e- lo V incaricò il duca di Firenze della di-
sibì la liberazione di tutti i cristiani deb fesa dell'isola dell'Elba e la fortificazione
lo stalo di Piombino ch'egli teneva schia- di Porloferraio, e poi con diploma de'4
vi. Couvenuti su tale riscatto, s'mviaro- maggio i54& lo investi dello stato di Piom-
110 dal pascià 12 galere turche a Piom- bino qual feudo imperiale, non ostante
bino per ricevere il prediletto giovinetto, le proteste di d. Elena; onde Cosimo 1 lo

il quale appena messo il pie sopra la ga- fece, occupar dalle sue truppe e deputò in
lera del comandante fu abbracciato da governatore politico ecivile Girolamo Al-
tutto l'equipaggio, e salutato da una sal- bizzi. La vedova di Jacopo V, appena ri-
va generale dell' artiglierie e da stre- tiratasi a Genova, spedì alla corte di Spa-
pitose acclamazioni. Dopo tale tripudio gna il figlio Jacopo VI, già prossimo al-
l'armata turca salpando alla volta di Le- l'età maggiore, affinchè assistito dall'ope-
vante, lasciò piombinesi e le marem-
i ra de'genovesi e del confessore di Carlo V,
me toscane. Liberato in tal guisa lo sta- colla sua presenza potesse ispirare nell'a-
to degli Appiani dal Darbarossa, il du- nimo dell'imperatore il pentimento d'a-
ca di Firenze fece chiedere a Carlo V la ver ordinato un atto contrario alla giusti-
consegna libera di Piombino, sia pe'ser- zia. Infatti vi riuscì, e Carlo V non tardò
vigi resi, sia perchè non vi era sito più di comandare a Cosimo I la restituzione
opportuno di quello alle flotte delle po- dello stato e fortezze di Piombino, dichia-
tenze nemiche, le quali nutrissero bra- rando d'aver ecceduto ne'poteri metten-
ma di conquistare la Toscana o il regno dolo in possesso di quella signoria. Colpi-
di Napoli. Carlo V nel i5^.5 incaricò il to Cosimo I di così repentina mutazione,
generale spagnuoloDe Luna di trattare inutilmente fece rammentare a Carlo V la

coll'Appiauo della cessione e ricompensa sua fedeltà e il vistoso credito di circa


del suo stato; e siccome Jacopo V cadde 4oo,ooo ducali; ed a'24 luglio1 548 do-

gravemente infermo, il generatesi assicu- vè riconsegnare spagnuolo Mendoz-


allo
rò del suo stato appena morto, occupan- za la piazza col distretto di Piombino, a
dolo in nome dell'imperatore per conser- riserva delle fortilicazioni del Porloferra-
varlo al pupillo Jacopo VI figlio del de- io e dell'entrate del ferro di quell'isola sta-
funto. Per questo stato di cose Cosimo I promessa di re-
te a lui affittate, previa la
insistè vieppiù coli Carlo V per la cessio- ad ogni ordine dell'imperatore,
stituirle
ne, onde rimperatore,ch'era unode'tuto- purché questo fosse accompagnato dal
li diJacopo VI, ingiunse al De Luna di rimborso dell'imprestilo e delle spese.Con-
prender possesso formale dello stato di titillarono le truppe spagnuole a ritenere
Piombino, senza che fosse ceduto a Co- Piombino a titolo di deposito, finché Ja-
simo 1, mentre dovea mantenere il presi- copo VI non ricompensasse Cosimo I de-
dio spagouolo e curare le fortificazioni con gl'iraprestiti e spese fatte. Però nel 552 1

dispendi. Impegnato Carlo V colle guerre trionfando i francesi sugli spagnuoli, il

contro i protestanti, nel 1346 ottenne da duca d'Alba comprendere a Carlo V


fece
Cosimo 1 l'imprestilo di 200,000 scudi, essere necessaria l'amicizia di Cosimo I, e
con promessa di dargli 1' investitura e il dargli qualche soddisfazione nelle penden-
possessodi Piombino dentro 9 mesi. Scoi- ti turbolenze de'sauesi. Quindi non puleu

\0L. LXXM1I. 4
42 To s TOS
do il Mendozza difendere bastantemente ni e il popolo di Piombino si trovarono
Piombino dalla flotta turca e del princi- in libertà d'eleggersi un altro signore, e
pe di Salerno, gli ordinò l'imperatore di preposti il granduca di Toscana e la re-
mettere in possesso dello stato il duca di pubblica di Venezia, prevalse il parti lo dei
Firenze a titolo di deposito e custodia, con congiurati d'offrire al comandante della
l'obbligo di restituirlo ad ogni richiesta: guarnigione spagnuola la sovranità di
laonde a' 1 2 agosto Signorotto da Mon- Piombino. Questi però l'aceettò in nome
tatilo generaledel duca prese formale pos- di Filippo II re di Spagna, mentre il gran-

sesso di Piombino , Populonia, Scai lino, duca Ferdinando I procurò die la vedova
Suvereto e Burlano in terraferma, di Piio, d. Isabella Mendozza e i figli dell'ucciso
Capoliveri, Marciana, Poggio ed annessi, fossero sai vati dal furore de'congiurati (on-
oltre Cosmopoli o Portokrraio nell'isola de sembra calunnia l'incolpazione ad. Isa-
dell'Elba. Indi per tale acquisto Cosimo I bella d'aver fatto barbaramente trucida-
nel 1 553 sborsò a Carlo V altri 16,000 re il marito, cedendo alle insinuazioni del
ducati d'oro. Terminata la famosa guer- comandante spagnuolo suo amico), e che
ra di Siena e la consegna di quella città i popoli dell'Elba e quelli di terraferma
col suo territorio a Cos'uno 1, questo prin- limitrofi al suo stalo si mantenessero fe-

cipe in vigore del trattato di Londra dei deli al pupillo Jacopo Cosimo a cui spet-
29 maggio 557 fu obbligato di cedere lo
1 tava la successione. A 'reclami (alti a Fi-
Piombino agl'imperiali per resti-
>tato di lippo II, si rispose con aumentare il "pre-
tuirsi agli Appiani ,, tranne Porloferraio sidio d'Oibetello, coil'occupazione di Ilio
con due miglia quasi di circuito, il quale e delle sue miniere del granduca che l'a-

fu lasciato liberamente al duca di Firen- vea inappaltodall'uccisoAlessancho. Non-


ze. III. "agosto i559 Girolamo naturale dimeno nel 1591 furono arrestati molli
di Jacopo V prese possesso di Piombino complici dell'assassinio, e si ottenne dal
e del suo stalo per Jacopo VI d'Aragona governatore spagnuolo la consegna di
di lui signore, e questi nelP ottobre con Piombino e dello stato a nome del pupil-
giubilo de'piombiuesi ritornò alla residen- lo che si chiamò Jacopo VII, sotto la tu-
za de'suoi antenati. Due anni dopo lo stes- tela dello zio Alfonso d'Appiano d'Ara-
so Jacopo V 1 ottenne dall'imperatore Fer- gona. Nel i594 Jacopo VII ottenne dal-
dinando I, oltre la conferma dell'investi- l'imperatore Ridolfo II, oltre l'infeuda/.io-
tura del fendo, la legittimazione del suo ne di Piombino, l'erezione del suo stato
figlio Alessandro, abilitandolo co' figli di in principato, ma senza successione morì
poter succedere nella signoria di Piombi- di 22 anni nel 1600. Estinta la linea so-
no, a paltò di ricevere nella Cittadella di vrana degli Appiani, insorsero varie con-
Piombino una guarnigione spaglinola. Nel troversie perla moltiplicitàde'pretenden-
i564 Jacopo VI fu eletto dal duca di Fi- li, tra 'quali 3 figli di Carlo Sforza d'Ap-
renze generale delle sue armale die guar- piano discendente di Jacopo III, d. Isabel-

davano la cesta inaiittima, e poi dichia- la d'Appiano sorella di Jacopo VII, oltre
rò il proprio figlio Alessandro luogotenen- altri, i quali lutti attendevano che l'im-

te nel governo Piombino e di tutto lo


di peratore Ferdinando II, a cui era stata ri-
stato; ed alla sua mot te fu solennemente messa la causa, vi provvedesse. Ma Fer-
riconosciuto per signore. Non era appena dinando II dopo aver con decreto della
Alessandro salito sul li 0110 paterno, quan- camera aulica nel 1624 dichiarata l'inve-
do cominciò a rendersi intollerabile a' vas- stitura del feudo di Piombino in favore
salli sino al punto d'essere trucidato a'28 di detti figli di Carlo Sforza, il cui ceppo
settembre 1589, P el npera di molti con- "
esiste tuttora in Piacenza, obbligandoli a
giurali delle primarie famiglie. Gli anzia- prendere la sotlo investitura dal re di
-

TO S TOS 43
Spagna col pagare a titolo di laudemio l'occupazione del 1 799, furono spogliati

800,000 fiorini del Reno alla camera im- da 'francesi dello stato avito,governavaoo
periale , non trovandosi i nuovi investiti il principato mediante due ministri, uno

in grado di sborsare quella vistosa som- di giustizia e l'altro di finanze, mentre pel
nia,dopo prorogato il tempo del pagamen- militarepiombinesi dipendevano dal co
i

to, finalmente l'imperatore dichiarò 3 i mandante d'una guarnigione napoletana


fratelli Sforza d'Appiano decaduti da o- compresa sotto il comandante de' reali
gni diritto al feudo. Finalmente con de- Presidii del re delle due Sicilie, residente
creto de'24 marzo i634,dato in Napoli nel in Porto Lungone all'isola dell'Elba. Fu
palazzo reale., dagli ambasciatori straordi- nell'estate 801 che i francesi impadroni'
1

nari dell'imperatore Ferdinando 11 e di ronsi del Piombinese dominio prima in


Filippo IV re di Spagna, fu investito del terraferma e poi nell'isola dell'Elba, e che
feudo di Piombino d.NicolòLudovisi prin- invece d'incorporarlo ai nuovo regno d'E
cipe di Venosa e nipote di Gregorio XV, truria, come si prometteva col trattato di
ivi presente e" accettante per se e pe'suoi Luneville de'9 febbraio 1801, lo aggre-
figli ed eredi tanto maschi quanto fem- garono al loro impero, finché a' 16 marzo
mine, con l'obbligo di pagare in due tem- 1 8o5 l'imperatore Napoleone I qual fèu-
pi determinati alia camera aulica un mi- do dell'impero francese diede Piombino
lione dì fiorini del Pveno, secondo il nar- col restante del suo stato nel continente
rato da Repetti. Altri poi dicono, che l'im- a Elisa di lui sorella, moglie di Felice Ba-
peratore dispose del principato a favore ciocchi, e loro discendenti maschi, i quali
degli eredi IMendozza, da'quali l'acquista- coniugi poco dopo, mediante il trattato di
rono i Ludovisi, attinenti anch'essi per via Bologna de'23 giugno 8o5,furono boati* 1

di femmine agli Appiani. Quindi il prin- nati anche priucipi dell'estinta repubbli-
cipe d. Nicolò Ludovisi a'20 maggio del ca di Lucca. Qui noterò col eh. anualista
lo stesso ib34 fece prendere formale pos- Coppi che nel 80, Portoferraio con
1 1

sesso di Piombino e degli altri paesi di guarnigione inglese, fu bloccato da'frau-


quello stalo. Gli successe nel 1670 il figlio cesi insieme all'isola dell'Elba, e l'ebbero
d. Gio. Battista Ludovisi, che fu padre di in forza pure del trattato di Londra con-
a
d. Nicolò M. lasciato successore di lui nel cluso nell'ottobre: quindi i francesi occu-

1679, e moiì u » el à pupillare. Suoi eredi parono tutta l'isola dell'Elba, con gravis-
furono i riportati a Ludovisi famiglia e simo danno de'principi Boucompagni-Lu
Jjon compagni famiglia, poiché per mari- dovisi. Avea il re di Napoli ceduto a Frau
taggio le ricchezze, le prerogative e il prin- eia Porto Longone etuttociòche poteva
cipato di Piombino de'Ludovisi si com- appartenergli nell'isola dell'Elba, unita-
pendiarono ne'Boncompagni discenden- mente al principato di Piombino, e allo
ti da Gregorio XII 1. 1 Boncompagui-Lu- slato de'Presidii in Toscana, onde la re-

dovisi ottennero da'redi Spagna succes- pubblica ne disponesse a piacere. Di con-


sivamente l'investitura del feudo princi- seguenza Bonaparte i.° console della re-
pesco di Piombino. In Piombino rimase pubblica, occupò pure le proprietà parti-
sempre la guarnigione spagnuola, finche colari del principe di Piombiuo. Questi
l'imperatore Carlo VI giunse a discacciar- reclamò al re di Napoli, il quale trovate
nela, in conseguenza della guerra di suc- giuste le laguauze, e confessato d'aver ce
cessione alla monarchia di Spagna e quale duto il suo e le altrui proprietà, invitò il

pretendente escluso; ma però l'infante di principe a ri volgersi ali. "console, rua que-
Spagna Carlo re di Napoli e di Sicilia ne sti Io rimandò al re come signore diret-
riconquistò il diritto in seguilo. Quando to e cessionario. Ad onta che il re inter-
1 priucipi Ludovi&i-Boncompagui, dopo pose i suoi buoni uffizi con Francia , ad
44 T° s TOS
onta dì tutte le posteriori rappresentan- scudi romani. Dopo
tuttociò il granduca
ze,tulto fu inutile. Ed il principe di Pioni, di Toscana Ferdinando II I incaricò il cav.
bino per un trattato concluso fra due go- Federico Capei a prendere formale pos-
verni senza il suo intervento ,
perde un sesso dello stato di Piombino col fare di
patrimonio che suoi antenati neh 634
i questa città la residenza d'un vicario re-
aveano comprato per la somma d'un mi- gio, la cui giurisdizione civile e crimina-
lione e cinquanta mila fiorini, e che al- le non oltrepassa il perimetro territoria-
lora gli rendeva 273,000 fianchi all'an- le della sua comunità. Il distretto però di
no, come afferma lo stesso Coppi citan- Piombino continuò a fare parte come iu
do Martens. Nel 8 4 alla caduta di Na-
1
1
antico del compartimento di Pisa, finché
poleone I, il principe d. Luigi Boncom- con moto proprio granducale de' 3i di-
pagni-Ludovisi a mezzo dell'avv. Vera ro- cembre i836 fu aggregato al comparti-
mano reclamò al congresso di Vienna la mento di Grosseto.
rapitagli sovranità di Piombino; in guisa Nel granducato di Toscana, ad ecce-
che se coll'articoloioo di quel trattato fa zione delle coste, lunghesso le quali sten-
convenuto neh8i5 che il suo priocipa- donsi le Maremme, pianure basse, palu-
tovenisse incorporato in sommo dominio dose, quasi deserte e malsane (migliora-
e sovranità al granducato di Toscana, vi te in notabile buona parte anche dal re-
fu anco la condizione che il principe Bon- gnante granduca, come dissi a'Iuoghi lo-
compagni-Ludovisi dovesse ricevere dal ro, e andrò riferendo in progresso del-
granduca una compensazione annua pei l'articolo), dal mare separate per mezzo
suoi beni allodiali e per le miniere dell'i- di colline di terra d'alluvione formate dal
sola dell'Elba, comprese le usine e saline, flusso e riflusso, e che hanno una super-
ovvero altrettanti fondi e somme di de- ficie di circa 33o leghe quadrate, il ri-
naro costituenti una rendita eguale; il che manente di questa ridente e feconda con-
ebbe effetto mercè d'una convenzione spe- trada gode di piacevole temperatura e sa-
ciale terminata nello stessoi8i 5 sotto la lubre, ed è montagnosa: la catena degli
garanzia imperiale , restando il titolo di A pennini penetrandovi al nord, riesce ai-
Prìncipi di Piombino a* Boncompagni- Test, dopo mandato nell'interno nume-
Ludovisi, che in Roma risiedono nel Pa- rose ramificazioni, tra le quali aprousi a-
lazzo Piombino (V .). Ecco poi come l'en- mene e fertili valli, e vi forma losparti-
comialo Coppi riporta l'operato del con- mento delle acque tra "baci ni del mar Tir-
gresso di Vienna sul principato di Piom- reno e del mare Adriatico: al ."apparten- 1

bino. Dichiarò che il principe Ludovi- gono la Serchia, che non fa che bagna-
si-Boncompagni conservasse per se e i re l'estremità nord-ovest; l'Arno, il fiu-
suoi legittimi successori tutte le proprie- me più importante, che traversala par-
tà che la sua famiglia possedeva in que- te settentrionale dall'est all'ovest; l'Ora -

sto principato, nell'isola dell'Elba e nel- broneal sud, ed Tevere all'est, che qua -
il

le sue dipendenze prima dell'occupazio- si subito penetra negli stati pontificii. Dal

ne francese del 1799 ; e che fosse inol- mare Adriatico dipeudono il Reno, il Se-
tre indennizzato dal granduca di Tosca- nio, il Montone e altri, i quali più non
na, per la supremazia concessagli e sovra- hanno in Toscana che le loro fonti. Al-
nità del principato di Piombino e sue di- l' est presentasi il rialto elevato e palu-
pendenze, di tutte le rendite che la sua doso d'Arezzo, notabile pel lago che n<
famiglia percepiva da'diritti di regalia pri- occupa il centro, e le cui acque scolano
ma del 1801. Dipoi il principe di Piombi- ad una volta nelF Arno al nord, per la
no cede tutti i suoi beni e diritti al gran- Chiana toscana, e nel Tevere al sud per
duca, e ne ritrasse la somma d'800,000 la Chiana romana. L'avv. Castellano nei
TOS TOS 45
suo Specchio geografico, chiama I1 Ar- le, e del sovescio o concime vegetale, per
no primo fiume della Toscana, il quale vincere la sterilità generale. Tutta volta vi
scaturisce dalla montagna di Falterona, sifanno raccolte ubertose e abbondanti,
e dopo un corso di 7 leghe volgesi al nord- poiché s varia tissimon'è il suolo e reso col-
ovest, e quindi verso Fireuze prende la le lavorazioni generalmente pingue; col-
direzione occidentale per gittarsi dopo tivandovisi particolarmente grano, raaiz,
Pisa nel Mediterraneo. Delle 55 leghe che granturco, patate, le piante leguminose
percorre, la metà è navigabile con zat- massime le fave e piselli, per non dire al-
un canale pratica-
tere e piccole barche : tro; il riso coltivasi nelle parti paludose.
to neli6o3 ne agevola il tragitto da Pi* I principali frutti e più abbondanti sono
sa a Livorno. Dice suo principale influen* l'uva, le olive, le raelaraucie, i limoni, i

te Chiana, considerabile palude che ra-


il fichi e altri. I vini di Toscana sono ge-
dunando l'acque de'monti ve ne scarica neralmente buoni , e come più generosi
la maggior parte, e versa la minore nel e squisiti, quasi tenendo il primato in I-
Tevere. Gli altri tributari suoi sono l'Am- talia, si considerano V aleatico, il chian-
bra, il Sieve, il Pesa, l'Eoa, l'Elsa, l'E- ti, il canaiolo, il moscatello; l'olio è un
ra, il Biseuzio e l'Ombrone pistoiese. Si prodotto importante, come rimarchevo-
scaricano inoltre direttamente nel mare le è quello de'bachi da seta. Ne'siti alpe-
il Magra, che muovendo dagli Apennini stri suppliscono al grano le castagne. Ol-
inette foce presso il golfo della Spezia, e tre del fieno de'prati si fa uso dell'erba
segna il confine tra gli stati Toscani e Sar- medica, e della lupinella seminata nelle
di; il Serchio che dagli stati di Modena pianure, né mancauo il lino, la canape, la
e Lucca scende uel territorio pisano, e robbia, il guado e altre utili piante. So-
l'Ombrone sanese che bagna le marem- no gli oli veti assai fiorenti, le varie spe-
me, e non lungi da Grosseto termina il cie d* alberi fruttiferi vedonsi sparse ne'
suo corso. Infiniti poi sono torrenti, le
i frequenti verzieri, e ne' molteplici gelsi
immane e ruscelli minori, che innaffian- trova pascolo il baco da seta. Precipua-

do le campagne si fanno strada al mare. mente si resero benemeriti dell'agricol-


Le più salutifere minerali sorgenti flui- tura, Cosimo I, Leopoldo I, Ferdinando
scono nei territorio pisano e lucchese. An- II e Leopoldo 1 1, per quauto fecero splen-
1

ticamente la Toscana facendo parte del- didamente a migliorarla e in ispecie nel-


l'Etruria o paese degli etruschi o etru- le Maremme, anche per rimuoverne l'in-
sci, questi davano il loro nome a'due ma- salubrità. Non è l'agricoltura moutata
ri d'Italia, poiché uno appellavasi Mare sopra un gran piede, tuttavolta sagaci i

Tuscum, e l'altro Mare Adriatico dal abitanti spiegano molta maestria e indu-
nome della loro possente colonia di Ha- stria iu certe occasioni, singolarmente nel-
dria della quale riparlai a Rovigo, nel-
ì
l'irrigazione delle loro terre. I ruscelli e

la provincia da'romani poi detta Trans- torrenti che scendono dagli Apenniui,do-
padana. E' la Toscana senza contraddi- po le grandi pioggie, trascinano seco mol-
zione una tra le più belle parti dell' I- ta fanghiglia e arena, che colmandone i
talia (F.), venendo chiamata Firenze il letti, cagionano inondazioni e danno ori-

Giardino d'Italia; eppure, a lato di fer- giue ad impaludamenti oggi toscani e- : i

tili pianure amene sorgono talvolta ari- vitano l'uicon veniente per via di dighe e
de e tristi monlagne.U terreno di alluvio- incassature ingegnosissime. L'orticoltura
ne onde il suolo toscano si forma, osser- e giardinaggio souo praticati a perfezione
va il Castellano, poco risponderebbe alla mediante l'artificiale irrigamento,ed han-
coltura senza l'operosa industria de' co- no luogo ne' chiusi ricinti copiosi agru-
loni, che si valgono del concimo anima- mi, ed uua quantità prodigiosa di fiori di
46 TOS TOS
tulle le specie, singolarmente a Firenze, verse specie di tante acque converrebbe
onde si fa traflico in qualunque stagione. fare un lunghissimo elenco, come nume-
Sonovi buoni pascoli sulle sponde de'fiu- rosi sono gli scrittori che le analizzarono
ini e nelle Maremme: il numero de'ca- e celebrarono a vantaggio della sofferen-
valli, pecore e bestie cornute è assai con- te umanità. Mi limito dunque a ricorda-
siderabile, onde se n' esporla nelle altre re che l'egregia opera del benemerito Re-
parli d'Italia quantità grande. 1 cavalli petti, di tulle le acque minerali e termali

io generale sono di mediocre qualità, es- ne dà opportune notizie, rammentando


sendo migliori i muli, gli asini, le capre, pure gli scrittori delle medesime. La cava

porci. Si mantiene la razza del bestia- sola del sai borace è una sorgente di ric-

ine grosso mediante l'importazione rego- chezze per il paese, ed è riconosciuto nel
lare di bestie svizzere; la lana delle pe- commercio perla migliore qualità che si

core ordinariamente è grossolana. Osser- conosca. Presso la terra di Marradi nella


va l'avv. Castellano, che non solo in To- Romagna Toscana, ed a non lunga di-
scana abbonda il bestiame grosso e mi- stanza dal poco considerevole fiume no-
nuto, ma che la sola Maremma nudrisce matola I3ura,che scende per iscorrere nel-
piùdi3oo,ooo pecore, più di 3o,ooo ca- la sottoposta valle da essa Valbura chia-

valli ; ed un numero copiosissimo di buoi mata, e per andare ad unire le sue acquo
e maiali si traggono dal Casentino, i cui a quelle dell' A mone, olfresi un impor-
monti somministrano pure ottima e sva- tante e grazioso spettacelo, che dilettan-
riata selvaggina. I dintorni di Pisa, sino do gradevolmente la vista desta l'interes-
dalla metà del secolo XVII, posseggono se de'riguardanti. Fatta copiosa la Buia
ima mandria di cammelli. Non è la To- dalle acque dell' A mone, e resa perciò più
scana ricchissima nelle miniere di metal- orgogliosa e rapida, muta spumante le

li, però vi si trova del rame, del piombo onde con istrepitoso declivio, e sbocca a
e del mercurio, già avendo celebrato l'i- traverso un selvoso in parte nudo ine-
sola dell'Elba per le sue famose minie- gualmente scosceso masso, in cui improv*
re di ferro. Gli A pennini danno cave no- visamente rompendo djvidesi in più brac-
tevolissime di marmo, alabastro, cristal- cia, che romoreggiando precipitano fra
lo di rocca e salgemma; come anche pie- gli annosi tronchi e gli scogli acuminati.
Ire calcaree, arenarie, ed una specie di Queste ripetute cascatesi hanno foggia-
macigno detto pietraforte, che adoperasi to altrettanti cavi bacini, che cadenti ac-
ne'migliori toscani edifìzi. Meritano spe- cogliendole in seno, ad altri nuovi sotto-
ciale menzione le così dette pietre Paesi- stanti più larghe le versano con sempre
ne, veramente singolari, poiché e natu- leggiadre e sempre scherzevoli pompe ove
ralmente nella loro superficie presenta- perpendicolari, ove serpeggianti, ove a
nosvariali quadri rappresentanti vedule ventaglio scorrenti. Che se il sole inve-
campestri, paesetli, castelli diruti, caso- ste co' raggi que' voluminosi fiocchi suo-
lari, bufère ed altre cose curiose a veder- nanti, sorprendente è la meraviglia per
si. Parte importantissima delle produzio- le iridi molteplici e vivissime, mentre le

ni naturali del suolo toscano sono le mol- onde ripercosse da slanci impetuosi, e
te e svariate acque minerali e termali, sollevati gli spruzzi in minutissime stille,

delle quali è largamente fornito, edica- quasi a riverbero delle iridi maggiori, ne
cissimea moltissime infermità, anche cro- creano infinite movibili, che salgono, di-
niche, per le quali hanno meritamente scendono, s'incrociano, si modificano a
acquistalo fama principalmente gli stabi- mille guise, presentando indicibili acci-
limenti di Cascia IMI, Chianciano e Mon- deuti all'occhici ucantato del paesista, che
tecatini. A voler nominare soltanto le di- a traverso di tante vivacità di colori ve-
T O S TOS 47
de nell'inverno masse di gelo vestir for-
le to ingrata a quelli che hanno dimorato
ine diverse, tutte nuove, bizzarre e so- in Roma, dove la pronunzia è d'una dol-

lide. Così nnche la Toscana vanta la sua cezza notabile, sicché ne provenne l'an-
cascata di acque,in quella deliziosa di Val- tico 'ecomune detto: lingua toscana in
bora, circondata da austera maestà na- bocca romana, per significare la purez-
turale. Fra le manifatture della Toscana, za eia grazia insieme congiunte alla mae-
Firenze somministra lavori di stucco, mar- stàdella pronuncia. Idioma che un moder-
mo e alabastro, bellissimi musaici in pie- no qualificò bellissimo sopra tutti, e che
tra dura, lavori di metalloe incera, galloni fu maestro al mondo di sapienza e di civil-
d'oro e d'argento fini e falsi, tabacco, sete- tà; e rilevando che i toscani sono maestri
rie rinomate, taffetà, raso, drappi lisci e o- della lingua domestica. Dell'origine e
perati, ombrelle, calzette, alcuue stoffe di grandi pregi della Lingua italiana o tosca-
lana, begli arazzi, cappelli di paglia stimati na o volgare, ne riparlai a Scrittura, nel
i migliori d'Europa, utensili di ferro, ool- *vol. LXXI, p. 1 3 i , e altrove, celebrando
triaratorii, vasi particolari d'argilla, con- i siciliani e i toscani benemeriti della me-
fetture, birra, fiori finti, vetri, saponi, car- desima, ed eziandio a Teatro pei soave
rozze, essenze, liquori, finissime porcel- uso che ne fa la Musica profana ; come-
lane e altro. Lucca fa grande commercio che eminentemente adorna di bellezze e
d'olio squisito, e produce manifatture ec- ricchezze, armonia e maestà, forza ed e-
cellenti d'ogni sorte di tessuti di lana, co- spressione. Egualmente notai a'suoi luo-
tone e seta. Pisa, già principale emporio ghi, quanto la Crusca, che in Firenze si
italico del Mediterraneo, ha i suoi pro- attribuì il sacerdozio della patria lingua,
dotti, così Siena e le altre illustri città e fusempre e anco attualmente intenta (per
luoghi della regione. Livorno sommini- quanto riportai nel voi. LX1II, p. 8) al- 1

stra copiose manifatture di corallo e sa- la sua perfezione, ed alla conservazione


pone. Empoli le porcellane e altre stovi- della sua purezza e riputazione, coll'in-
glie, Pescia la carta, Volterra marmi e ala- cremento di nuove voci, e colla rimozio-
bastrine. ec.Livorno,PortoferraioePioui- ne di corruzioni e viziature. I caldi ama-
bino sono principali porti della Toscana:
i tori eammiratori dell' italiano idioma,
ih.°fa da se solo quasi tutto il commer- onde primeggi elevato gloriosamente fra'
cio marittimo del paese, e se ne esporta- viventi linguaggi, si accendono d'ira e di
no cappelli di paglia rinomati, legnami sdegno magnanimo, ià vedere fatalmen-
da costruzione, potassa, sego, seta grezza, te di frequente noi italiani, riuegar le so-

canapa, tela da vele, olio, vini, lavori d'a- vrane bellezze del nativo e nobilisimo i-
labastro, formaggio, ferro, pelli ec. I to- dioma, per correr dietro pusillanimi e
scani generalmente sono ben fatti e tra sbrigliati a'vocaboli stranieri ed a' fran-
tutti gl'italiani notabili per la dolcezza del cesumi, in che si delizia 1' età moderna;
tratto, la civiltà delle maniere, la fran- contribuendo con tal vituperio al quoti-
chezza mista a innata urbanità; sono al- diano decadimento di nostra favella, po-
tresì industriosi e di sottile ingegno; atti nendo così in non cale la maggior gloria
economi e sobrii. Le
agli affari, accorti, che la nemica fortuna non potè rapirci,
donne sono belle e bene educate, di modi e distruggendo quasi il solo monumento
gentilissimi. EinToscaoa,e singolarmen- che ancora rimane in piedi dell' antica
te in Siena con maggior grazia ed elegan- nostra grandezza, e tutto questo mentre
za, che parlasi più puramente la sonora con aperta contraddizione ci vantiamo
e soave lingua italiana, la più armonio- italianissimi. La Toscana conserva l'an-
sa delle lingue; ma un accento uaturale tico suo splendore, poiché le lettere, le

spietatissimo la fa parere talvolta alquau- scienze e le arti vi godettero sempre prò-


48 TOS TOS
tezione e incoraggimento. Firenze, In gen- gè di progresso non uniforme ma vario
til metropoli del granducato, si suole secondo il variare delle condizioni politi-
chiamare per più rispetti P Atene d' I- che più o men favorevoli alla civiltà ri-
talia. Le lettere, le scienze e l'arti belle nascente, e il più o men abbondare d'ec-
sono tuttora in Toscana felicemente col- cellenti ingegni atti a rigenerarla e cre-
tivate, ed a' rispetti vi articoli delle princi- scerla. E l'Italia, come ognun sa, fu la pa-
pali città toscane lo celebrai, dicendo del- tria felice di questo incivilimento novel-
le accademie, università e stabilimenti lo; qui esso nacque, crebbe e grandeggiò
scientifici, artistici e benefici che fiori- dapprima, e quinci poi propagossi alle al-
scono in questa regione gentile e tran- tre genti d'Europa, le quali non che o-
quilla, ed in progresso aggiungerò in que- sassero mai contrastarle una gloria sì bel-
sto articolo altre nozioni. Anche P avv. la, s'accordano anzi tutte nell'attribuir-
Castellano celebra l'amore delle scienze gliela,e lei riveriscono qual madre e mae-
e delle arti ch'é stato sempre l'appannag- stra prima della moderna col tura, come
gio de'gentili abitatori della Toscana, da' già dell'antica ri veri vasi presso gli anti-
quali attinse Roma antica i primi semi chi la Grecia. Ma se in Italia vi è con-
della civiltà e del pubblico diritto. Quin- trada a cui tocchi una parte più ricca di
di è che in ogni età vi fiorirono maestri in tal gloria, questa è senza dubbio la To-

ciascun ramo dell'umano sapere, e la lo- scana, terra feracissima in ogni tempo di
ro mano ingegnosa seppe vivamente ani- grandi ingegni, cosicché egli è forse im-
mare i sassi e le tele. I famosi Orti Ru- possibile di trovare in tutta la superficie
cellai servirono di modello alle letterarie del globo un egual tratto di paese che ne
adunanze, e la prima scintilla di quella abbia mai generato altrettanti. Il che so-
vivida luce, che dilatossi poi con inestin- prattutto si avvera di quell'età, di cui
guibilifiamme, balenò dalle sue antiche ora discorriamo, che fu la prima delle ri-

accademie del Cimento e della Crusca. nate lettere, giacché dove mai troveran-
Ben a ragione la Civiltà cattolica, i* se- nosi tanti e sì illustri intelletti quali e
rie, 1. 1
1 , p. 4^6, nel dare erudita contez- quanti ne partorì la sola Toscana in que'
za di Tre scritti inediti e Intorno alcu- suoi secoli d'oro, che furono il secolo di
ne opere, di Leonardo Pisano matema- Dante Lorenzo il Magnifico e
e quel di
tico del secolo XIII, scritti e notizie pub- di Michelangelo? Ora queste condizioni
blicati dopo dotte e indefesse indagini dal di tempo e di patria che accompagnaro-
eh. linceo d. Baldassarre Boncompagni- no il risorgimento delle lettere, delle arti
Ludovisi de'principi Piombino, si e-
di e d'ogni più amena coltura, furono vere
spresse come segue. » Quel risorgimento eziandio delle scienze naturali giunte og-
delle lettere e d' ogni arte bella che ap- gidì a sì mirabili progressi, e di quella in
parve sì splendido nella seconda mela del ispecie che tra esse è la più elevata e se-
quattrocento e toccò poscia nel cinque- vera, voglio dire della matematica. An-
cento suo pieno meriggio, ebbe se ben
il ch'esse videro la prima luce della loro au-
si guarda la sua aurora fino a due otre rora nella nostra ftaTiae principalmen-
secoli innanzi tra quelle ombre di tene- te in Toscana, e benché non pigliassero
brosa ignoranza; in cui si suole rappre- grande splendore se non nel secolo XVI f
sentare avvolta Petà di mezzo. Già se ne da Galileo e dalla sua celebre scuola, pur
veggono primi albori in sullo scorcio del
i cominciarono fin dal secolo XIII ad al-
XII secolo, quali splendono poi nel XIII
i beggiare e a crescere rompendo la folta

assaipiù chiari, e vanno quindi vieppiù notte in che erano giaciute per tanti se-
si

crescendo di splendore e dilatandosi d'o- coli in occidente. " Innumerabili sono


rizzonte nell'età segueute,beu che cou leg- quindi celebri e gl'illustri toscani che
i fio-
TO S tos 4a
rirono in ogni epoca per santità di vita musei di statue e altre sculture, di colle-

e dignità ecclesiastiche, come narrai pre- zioni di rare medaglie e altri cimelii, di

cipuamente nelle biografìe de'santi, de' storia naturai»', di botanica, di anato-


vescovi, de'cardinali e de' Papi, e di que- mia, di macchine di fisica; quindi vi so-
sti ultimi ne feci l'enumerazione a Pa- no eziandio musei di fisica e storia natu-
tria; non che per valorose gesta e mili- rale, di numismatica e di preparazioni
tari imprese'per tutti i rami delle scien- anatomiche anche in cera e celebratissi-
ze e dell'erudizione, in ogni arte mecca- me. E' pur doviziosa di pinacoteche e
nica e bella, virtù e magnanime azioni, insigni biblioteche con preziosi codici e
de' quali ragionai alle loro patrie o di- mss., private e pubbliche, cospicui essen-
cendo delle loro mirabili e numerosissi- do gli archi vii per monumenti di som-
me opere; il perchè se volessi solo indi- mo pregio istorico. Le città e le chiese
carne celebrati nomi, certamente non
i sono ripiene de' capolavori dell' arte, sia

sarebbe sufficiente un grosso volume. Gli nell'architettura, sia nella scultura, sia
ordini religiosi ch'ebbero dilla iti Tosca- nella pittura e in ogni genere d'ornato.
na, furono seminari di santità, dottrina Nella Toscana si ammirano in gran nu-
e virtù, e molti lo sono ancora; come le mero magnifiche chiese, sontuosi palazzi
congregazioni de' Camaldolesi Eremiti e altri edilizi, oltre i teatri. Molte chiese
e Monaci, de Vallombrosani, degli O- potino dirsi musei e pinacoteche, princi-
livetani, de' Canonici regolari, de Giro- palmente in Firenze, illustratedal p.Giu-
lamini, de' Chierici regolari della Ma- seppeRicha gesuita, Notizie (sieriche del-
dre, di Dio, dell'ordine òq Servi di Ma- le chiese fiorentine. Tutte le arti del di-
ria, e di altri de'quali pure feci articoli, segno fioriscono nella Toscana, che pos-
come de'toscani fondatori di altri ordini siede pure notabili stabilimenti tipogra-
e congregazioni religiose, ed eziandio de' fici. Bernardo e Domenico Cennini furo-

non più esistenti, come de' Girolamini no i primi che stampassero libri in Firen-
r
eremiti di Fiesole (/ .). Anche il sesso ze; e il loro Virgilio col commentario di

femminile vanta in Toscana molte beate Servio ha la data del i47 2 Poco dopo -

e sante, secolari e religiose. Nel bel pae- fr. Domenico da Pistoia e fr. Pietro da

se vi sono quasi tutti gli ordini regolari Pisa domenicani, che assistevano le reli-

di uomini e di donne, e possiede parec- giose del loro istituto del monastero det-
chi santuari, di cui parlai a' loro luoghi. to di s. Jacopo di Ripoli, introdussero nel-
Il Riccardi nella Storia de' santuari pili la casa di loro abitazione l'arte tipogra-
s. Maria de'Mi-
celebri , tratta di quelli di fica, che si faceva a spèse di tali mona-
racoli a Lucca, di Maria dell'Umiltà e
s. che. In principio stamparono piccole cose
del Letto a Pistoia, di s. Maria delle Car- e una Grammatica del Donato fu forse
ceri a Prato,di s. Maria Annunziata a Fi- la 1 .'Tra la fine del 1 476 e principio del
il

renze, di s. Maria di Monte Nero presso seguente anno stampò la Vita di s. Ca-
si

Livorno, di s. Maria del Conforto in A- terina da Siena, composta da Raimondo


rezzo, ed altre immagini miracolose del daCapua, la quale ebbe credito e spaccio
1796. Inoltre delle sagre immagini pro- grande. Dipoi s'impresse il Confessionale
digiose della B. Vergine di tutta la To- di s. Antonino arcivescovo di Firenze, poi
scana, abbiamo V Atlante Mariano del le Regole grammaticali di Gio. Batti-
p. Gmnppenberg gesuita, che ne discorre staGuerino, e L'arte del ben morire del
ampiamente. Nel santuario del monte cardinal di Fermo, e tutto questo nel
Verna o Alvergna s. Francesco d'Asisi vi 1477. S'introdusse anche presso detto
ricevè le ss. Stimate (f^.). Vanta la To- monastero l'arte di gettare i caratteri; e
scana un ricco e inestimabile tesoro di in un libro antico di conti si trovano re-
5o TOS TOS
gistrate tutte le spese fatte per servire al- di Firenze e Livorno; la 1/ delle quali cit-

la formazione eli caratteri e altre cose ne- tà nel 85 conlava


1 1 1 io, 343 abitatori,
cessarie all'uso di stampa. Alcune reli- e 84,907 la 2/ E per venire ora ad ac-
giose aiutavano a compone, e il celebre cennare con ordine retrogrado la popo-
ser Bartolomeo Fonzio, di lungo ra- cui a lazione di 3 decenni, nel 1820 ascese a
giona il dotto Gio. Lami nelle Dclicìac 1,172,342, nel 83 a 1,365,703, nel 1 1

crudi tor um, n' era il correttore. Ad istan- 1841 a 1,489,980, Trovo poi nella sta-
za di esso fu data mano alla stampa del- tistica del i853, che nel [852 gli abitan-

le Stive di Stazio, e di altri libri latini ti del granducato si aumentarono, risul-


tradotti in toscana lingua. Si trovano li- tando di 1,778,021, e nel 1 853 erano
bri stampali in questa stamperia fino al giuntial numero di 1,796,076, e nel

i484> ne quale anno essendo mancato


' i855 ad 1,816,466 abitanti, secondo
di vita fr. Domenico, mancò ancora la {'Almanacco Etrusco del [856. 11 Bi-
stamperia, dopo di essere durata 8 anni e lancio di Revisione per l'anno 1 853,
poco più. Abbiamo: Notizie istoriche so- sulle finanze 'della Toscana, presentato
pra la stamperia diliipolije quali pos- dal ministero all'approvazione sovrana
sono servire all'illustrazione della sto- e quindi fatto di pubblica ragione, fa a-
ria tipografica fiorentina, raccolte e scendere l'entrate dello stato per detto
pubblicate dalp, Vincenzo ineschi do- F annoalla somma di 36 milioni e 376,400
menicano, archivista del convento di », lire toscane: le spese si valutarono a 36
Maria Novella, Firenze 78 1 r .Dagli An- milioni e 3o8,8oo; quindi la tenuissima
nali statistici che si pubblicano in Fi- differenza di 67,600 lire. Le spese ven-
renze per cura dell'erudito capo della se- gono distribuite ne'7 ministeri dell'inter-
zione statistica nel ministero degli affari no, degli esteri, dell'istruzione pubblica,
ecclesiastici,meritano d'essere riporta- della grazia e giustizia, degli affari eccle-
te le seguenti notizie. Prima noterò, che siastici, delle finanze e della guerra. Fra
coli' aggregazione del Lucchese al gran- gli articoli d'aggravio il cumulo degl'in-
ducato, questo acquistò 175,160 indi- teressi de'debiti dello stato ascese a 4 mi-
vidui. Nel i85o la popolazione di To- lioni e 4Ì7>7 2 ° me - La spesa del mini-
scana ascendeva a un milione e 780,777 siero della guerra, e della ricomposizione
individui; e nel 85 1 a un milione e1 e nuovo ordinamento delle milizie,si ele-

761,140. Laonde in un solo anno essa vò alla cifra di 7 milioni di lire. L'assegna-

aumentò di 25,363. Se un tale risulta- mento fissa al sovrano, che in altri paesi
to di crescente popolazione per lungo dicesi listacivile, èdi 2 milioni e 764,000
correr d' anni andasse avverandosi con lire. Il ministero degli esteri cou 3 lega-
questa misura, eccederebbe senza al- zioni a Roma, a Vienna e a Parigi, e 24
cun dubbio la media di molli paesi fio- consolati in altrettante città marittime,
renti per abbondanza di suolo e per este- ebbe un dispendio di 276,400 lire. 11 Mo-
si commercii. La popolazione stessa di- nitore Toscano pubblicò un real decreto,
stintane'due sessi, ascendeva iti detta ul- secondo il quale il bilancio preventivo del-
tima epoca, gli uomini 897,939, le don- l'entrate e delle spese generali dello stato
ne 863, 20 distinta nelle religioni, cat-
1 : i pel [856 resta determinato nelle somme
tolici sommavano 1,731,690, gli etero- qui appresso: entrate 37, 7 i6,4oo;s^e- lire

dossi 2o38, gli ebrei 74» 2. Fra'cattoli- se lire 37,728, 00. La pubblica istruzio-
1

ci erano gli ecclesiastici 0,348, religiosi


1 i ne vi figura per 844>8oo lire. Il debito
3076, le monache 3918. Si osserva che pubblico itiToscana è una istituzione
più della 9/' parte della popolazione del- nuova del [853, ne il paese avea ancora
la Toscana è agglomerata ne'due centri esposto il suo credito sui pubblici mei-
TOS TOS Si
cali delle borse europee, mentre già tutti date dalle bande o milizie volontarie ch'e-
quasi tutti gli altri stali e governi han- rano presso a poco della natura delle guar-
no da un mezzo secolo in qua se non e- die civiche. Pietro Leopoldo I d' Austria
saurito, ampiamente profittato di questa fidava più nella vigilanza della polizia e
sorgente di pecuniari soccorsi. Il Moni- de'bargelli che nelle milizie, e le licenziò
tore Toscano de'20 febbraio! 853 pub. totalmente; anzi a causa d'una rissa in-
blicò il regolamento sulla leva militare, sorta in Firenze fra 'sbirri e granatieri i

imponendo l'obbligo del reclutamento a della sua guardia, die il torto così mar-
tutti giovani, compiuto che abbiano il
i ciò a questi, che incontanente li disciolse
loroig.mo anno di età; dà liceuza però a e esiliò di Toscana. Né si parlò più di trup-
ciascuno di sostituire a se stesso un cam- pa in Toscana fino all'epoca del gover-
bio,purché sia di specchiata condotta mo- no Napoleonico, e la memoria spaventosa
rale e politica, e venga guarentito dal so- delle coscrizioni francesi dura ancora ne-
stituente: gli ebrei vengono esclusi dal ser- gli animi del popolo delle campagne, ch'è

vizio militare personale, ma debbono pe- nemico del mestiere delle armi e talmente
rò sostituire un cambio per ciascuno di restìo al servigio militare, che a qualun-
essi a proprie spese. La durata della ca- que più grave sogrifìcio andrebbe incon-
pitolazione, ossia del servizio obbligato- tro, anziché a, prestarsi volonteroso co-
rio, è di 8 anni; ed un decreto posteriore me in altri paesi al reclutamento; ma la
stabilì per detto anno il contingente mi- tutela dell'ordine pubblico e l' indipen-
litare ini5oo uomini, estratto fra tulli i denza dello stato lo esigono. 11 /Monitore
compresi mediante estrazione a sorte.
, Toscano pubblicò poi il decreto graudu-
Sembra che il quadro delle truppe tosca- calede'2 febbraio 856,col quale si ordinò
1

ne al completo, compresa la gendarme- definiti va mente, che sopra la classe de'gio-


ria, e i corpi de'cacciatori di confine , e vani nati dal 1. "gennaio i836 al 3i di-
della costiera o litorale marittimo, deb- cembre inclusive sarà levato un contin-
ba essere progressivamente condotto a gente di numero 2000 uomini, destinali
i4,ooo uomini, dicuiiOjOOO di truppa a passare eflettivamenle al servizio delle
attiva, e 4 di riserva, o milizia provin- armi; contingente ripartito fra' diversi
cialenon assoldata. La gendarmeria a pie- compartimenti del granducato. Lo stesso
di e a cavallo fu compiutamente organiz- Monitore nel fine di marzo pubblicò uà
zata, e compresa in un solo reggimento decreto granducale, per la promulgazio-

di oltre a 2000 uomini. La fanteria di li- ne del codice penale militare, e della leg-
nea è divisa in 8 battaglioni, che som- ge che costituisce la compagnia di casti-

mano a circa 5ooo uomini, pochissima go, ed un esemplare stampato fu inviato


la cavalleria, più. numerosa l'artiglieria alla cancelleria di ciascuno degli uditori
da piazza, ch'è destinata a guarnire i forti militari di Firenze, di Livorno e di Por-
dell'Elba e del litorale. Pei ciò la spesa del toferraio, ad ogni comando di piazza e di
ministero della guerra, che in detto anno corpo, alla cancelleria d' ogni tribunale
a
1 853fu statuita a 7 milioni di lire, dice- dii. istanza e ad ogni pretura; non che
si che potrà arrivare a 10 milioni allor- alla cancelleria della cortesuprema di cas-
ché l'armata sarà giunta al suo pieno. La sazione, ed all'archivio del comando ge-
Toscana non si è forse mai trovata od as- nerale delle rr. truppe. E divisa la To-
soldare tanta truppa quanto al presente. scana, come dissi, in 7 provincie o com-
1 granduchi Medicei non furono mai mi- partimenti: Firenze, Pisa, Siena, Lucca,
litarle solda vano un corpo di lance sviz- Arezzo, Grosseto e Livorno con l'isola del-
zere o tedesche per guardia delle loro per- l'Elba (prima erano due governi civili e
sone, e le fortezze e presidii erano guai*- militari, Livorno e sue comunità, e l' i-
5* TO S TOS
sola dell'Elba e sue comunità); ed è Fi- loro che nella carriera delle armi, ren-
renze la capitale del granducato e resi- dendosi per fedeli servizi benemeriti del
denza del sovrano, delle autorità e del , principe e dello stato, acquistano titolo
corpo di plomatico,fra il quale d'un incari- ad essere specialmente distinti ad esem-
cato d'affari pontificio, che di presente è pio degli altri che seguono la stessa car-
r
mg. Vincenzo Massoni: prima ebbe un riera; perciò il granduca, sentito il suo
Nunzio apostolico. Il governo,monai ciu- consiglio de'ministri, essendo in Pisa, a'
co assoluto, ha per capo il sovrano che 19 dicembre 853 1 istituì l'equestre Or-
trattasi co'titoli d' Altezza Imperiale e dine del Merito militare. Ecco il decreto
Reale Serenissima , ed egli prende per che riportò il n.°i del Giornale di Ro-
titoli: Leopoldo II per la grazia di Dio ma del i854. Articolo 1 .° E' istituito nel
principe imperiale d* Austria, principe granducato un nuovo ordine equestre sot-
reale d' Ungheria e di Boemia, arcidu- to il titolo di Ordine del Merito milita-
ca d* Austria , Granduca di Toscana, re. i.° Il sovrano è il gran maestro del-
Duca di Lucca ec.ec. Il primogenito s'in- l'ordine. 3.° I gradi ne'quali il nuovo or-
titola, Granduca o Granprincipe ere- dine si distingue saranno 3 : cavalieri di
ditario. granduca è gran maestro de-
Il prima, di seconda, di terza classe. 4° La
gli ordini equestri di Toscana. Essi sono: collazione dell'ordine dipenderà intera-
I .° L'insigne ordine di s. Stefano I(V>), mente dalla volontà sovrana colle regole
celebree benemerito per militari imprese che appresso. 5.° La decorazione potrà es-
navali contro i pirati infedeli. 2.° L'or- sere concessa non solo a'sudditi toscani,
dine di Giuseppe (V.) del Merito ci-
s. ma anche agli esteri. 6.° Le decorazioni
vile. 3.° L' ordine della Fedeltà (V.) o di 1* e 2. a classe si concederanno per re-
Croce bianca del Merito militare , nel gola solamente agli uffiziali. 7." La deco-
quale articolo parlai pure della Medaglia razione di 3. "classe potrà essere conferita,
d'anzianità militare qual decorazione. Pe- oltre gli uffiziali, anche a'sotto-uffiziali e
rò tanto per tale medaglia ,
quanto per soldati. 8.° Il gradodi cavaliere di 1/ clas-
l'ordine della Fedeltà, conviene tener serei caso che sia attribuito a persona non
presente quanto dirò dell' Ordine del Me- nobile, gli darà diritto d'essere ascritto,

rito militare. Dopo che pubblicai i vo- senz'aldina spesa,alla nobiltà della città
lumi in cui potevano aver luogo le se- cui appartiene, o più prossima al luogo
guenti istituzioni, esse ebbero effetto per di sua origine, e questa nobiltà sarà per
decreti del regnante granduca Leopoldo conseguenza ereditaria. 9.°! sotto-uffiziali
a
11, e qui vi supplisco. Decorazione d'an- e soldati insigniti della decorazione di 3.
zianità. Fu istituita a' 19 dicembre i85o classe avranno diritto ad un'altra paga
per gli uffiziali di qualunque grado delle 100 all'anno, e ne godranno finché
di lire
reali truppe toscane, conseguibile dopo non pervengano al grado duffiziali. Ri-
compiti 3o anni di non interrotto servi- formati per età o per salute, mentre ne
zio. Contemporaneamente fu determina- sono ancora al possesso, la conserveran-
ta altra decorazione simile con leggenda no vita durante, senza pregiudizio del sol-

diversa, da potersi conferire senz' alcun do di ritiro a cui avessero titolo secondo
riflesso all' anzianità, a tutti quegli uffi- i regolamenti. ro.°La decorazione dell'or-
ziali che per qualche speciale o segnalata dine consiste in una croce a 5 spicchi ,

azione si fossero resi benemeriti dello sta- riuniti ad uno scudo di forma circolare,
to. Dipoi il granduca volendo ampliare avente sul diritto la cifra: L. II, con at-
quel mezzo di onorifica rimunerazione, torno l'epigrafe: Merito Militare. Sul ro-
onde essere in grado di poter premiare a- vescio l'indicazione dell'anno dell'istitu-
a n
dequatamenle, secondo le circostanze, co- zione 1 853. Le decorazioni di i. e 2. clas«
°

TOS TOS 53
se, distinte per grandezza, saranno legate sente decreto, in quella classe che sarà de-
corona reale me- terminata dal sovrano grati maestro. 2 1.°
in oro, colla dell'isteSso
a
tallo. Le decorazioni di 3. classe avran- Le medaglie di merito militare, istituite
no la legatura e la corona di argento. con decreto de' 9 maggio 84 ,già confe-
1 1 1

1 1.° La croce dovrà tenersi appesa con rite o che verranno conferite in appresso,

nastro rosso e nero; per la larghezza e di- saranno portate al nastro prescritto ne'
stribuzione de'colori conforme a'modelli cavalieri di 3." classe del nuovoordine.il
contemporanea mente approvati. i2.°l ca- Monitore Toscano quindi, riportato dal
valieri di redasse porteranno la croce ap- n.°j6de\Giornale diRoma i85hdescv\se
pesa pendente sul petto. Quelli di
al collo la solenne inaugurazione del nuovo ordine
a a
2. e3. classe la porteranno sulla parte si- equestre del Merito militare istituito dal
nistra del petto. 1 3/Nel caso di morte d'un granduca Leopoldo II e da lui eseguita a'

cavaliere dell'ordine, gli eredi del medesi- 26 marzo in Firenze nel regio palazzo di
mo saranno tenuti di rimettere al ministe- residenza, nella sala detta delle Nicchie,
ro della guerra la decorazione. i4.°Gli af- con quel decoro che si conveniva alla cir-
fari dell', ordine saranno trattati nel mi- costanza. Solo accennerò, che assistero-
nistero della guerra. Il ministro segreta- no alla ceremonia i priori, bali e cavalieri
rio di slato pel dipartimento della guer- di s. Stefano I, ed i grancroci, commen-
ra sarà gran cancelliere dell'ordine, an-
il datori e cavalieri di quello del Merito di
che quando non abbia grado militare, e s. Giuseppe. Il granduca portando al collo
non possa perciò essere insignito della de- la decorazione del nuovo ordine si assise
corazione. i5.° La consegna della deco- sotto il trono, avente alla sua destra sul
razione dell'ordine all'insignito si farà o il suo figlio l'arciduca
ripiano di quello
direttamente dal sovrano gran maestro, Ferdinando gran principe ereditario, ed
ove e come piace al medesimo, o per mez- accanto al trono le cariche di corte e i mi-
zo d'un suo delegato; ed in questo 2. caso nistri segretari di stato. Il ministro gran-
si farà avanti la truppa riunita sotto lear- cancelliere in nome sovrano annunziò a'
tni, colle fot me che sa ranno slabi lite. 1 G.° candidati che venivano ammessi a riceve-
1 forestieri che verranno insigniti dell'or- re dalle mani del gran maestro la deco-
dine saranno dispensati da ogni formalità razione dell'ordine, al quale egli erasi de-
e riceveranno la decorazione e il diploma gnato nominarli i primi, volendo che quel
pel canale del mini stero della guerra. 1 7. segno di onore fosse per essi testimonian-
gl'insigniti potranno essere privati della za insieme della loro fedeltà e buoni ser-
decorazione nel caso che se ne rendesse- vigi, e maggiore incitamentoa sempre più
ro indegni con una condotta disdicevole meritare del principe e del paese per sen-
al loro grado, e contraria al loro dove- timenti ed opere di virtù, illustrando l'or-
re. 1 8.°Le determinazioni in tal propo- dine di cui entravano a far parte, giusti-
sito emanano dal sovrano gran maestro ficando l'onorificenza conseguita, e facen-
dietro ie preventive circostanziale infor- dosi esempio degno di un'emulazione a
mazioni del gran cancelliere dell'ordine. tulli coloro che seguono la nobil carrie-
i q.° Le disposizioni del sovrano decreto ra dell'armi. Alle quali parole il generale
de' 19 dicembre i85o, in quanto concer- maggiore cav. Federico Ferrari da Gra-
nono l'istituzione della decorazione, Fe- do in nome di tulli canditati convenien- i

deltà e Valore, restano revocate. 20. temente rispose con forinola di solenne
Tutti coloro che avranno già ottenuta la promessa che divenne normale per tutti
decorazione anzidetta , riceveranno in i nuovi insigniti. Dopo di che ciascuno de'
cambio la decorazione dell'ordine del Me- candidati accompagnali al trono da'cava-
rito militare, nuovamente fondato col pre- valieri di §, Stefano e di s. Giuseppe, ri-
54 TOS xo s
ceverono dal granduca con benigne pa- nel paese nuove industrie, promuovendo
role la decorazione; la fuuzionefu chiusa o migliorando quelle che esistono o in ,

colla letturad'un atto solenne. Prima di altromodo giovando distintamente all'in-


questo tempo il granduca Leopoldo li , cremento di esse, abbia acquistato titolo

con decreto dato in Firenze a'2 giugno i alla pubblica riconoscenza. 6.° I decorati
i852 , e riprodotto a p. 5ao del Gior- di 1/ classe riceveranno da noi insieme
nale di Roma \ 852, dichiarò. Che consi- colla decorazione un diploma che attesti

derando dovunque l'industria, non pro- la riportata collazione, ed esprima la cau-


a
mossa con mezzi artificiali e non nutrita sa che vi ha dato motivo. I decorati di 2.
fra'privilegijSia rilasciata alle regole della classe riceveranno in quella vece un cer-
libera concorrenza, meritano più che al- tificato rilasciato nel nostro uome dal mi-
trove stima e riconoscenza coloro che o- nistro delle finanze, del commercio e de'
ìioralamenle ad essa applicando giungo- lavori pubblici. 7. Oli esteri abitualmen-
no ad ottenere ad utilità del paese cospi- te dimoranti iti Toscana, e che qui ab-
cui risultati, interamente dovuti al pro- biano stabilito manifatture e fabbriche di
prio ingegno ed alla più commendevole prodotti industriali, ed abbiano così gio-
perseveranza. E volendo cheque'soggetli valo all'industria del paese, potranno es-
i quali per tal modo si sono resi beneme- sere insigniti della decorazioue al pari de-
riti dello stato, possano essere pubblica- granducato di Toscana ha
gli statisti." Il

mente distinti d'onorevoli contrassegni, dominante il cullo cattolico, e presente-


che valgano a loro di premio, ed alimen- mente contiene 4 arcivescovati, cioè Fi-
tino negli altri una nobile e generosa e- renze, iSYe7i<2,P/.?tf,consuffraganei,e Luc-
m illazione; sentito il consiglio de'ministri, ca senza suffraganei; e 18 vescovali, tre
venne nella determinazione d' ordinare de' quali ne hanno uni li altri tre, senza
quanto appresso. « i. 'E' istituita la deco- contarvi che a Massa Marittima antica-
razione del Merito industriale a distin- mente fu unita la sede di Populonia, co-
guere e rimunerare chiunque abbia real- me a Grosseto si fece con quella di Ro-
mente e notoriauieuU: acquistati titoli di selle (della quale parlai anche a Soana),
benemerenza verso l'industria toscana. 2. una delle primarie città etrusche e una
La decorazione consisterà in una meda- delle 12 Lucumonie o capi d'origine del-
glia d'oro avente sul diritto l'effigie del l'Etruria, ecomprendeva nella sua giu-
sovrano fondatore, e sul rovescio l'epigra- risdizione lamaggior parte dell' attuale
fe: Alla Industria. 3.° Due saranno le Maremma Grossetana. Sono poi 18 ve- i

classi della decorazione. 11 distintivo della scovati, ed tre ad essi uniti, i seguenti.
i

I." classe consisterà nella corona reale so- Arezzo, Cortona Montalcino Monte , ,

vrapposta alla medaglia, mentre che quel- Pulciano, tutti immediatamente soggetti
a
la di 2. classe terminerà con un gam- alla s.Sede. Lo erano pure Pescia e Vol-
bo lavorato a foggia di foglie di quercia. terra, ma il regnante Pio IX le dichiarò
4°La decorazione potrà essere portata al- suffraga tiee della metropolitana di Pisa
l'occhiello dell'abito appesa ad un nastro nel 855. Colle, s. Miniato, Pistoia unito
1

di due colori bianco e rosso a più righe a Prato , Fiesole , Borgo s. Sepolcro ,

minute: ma è inibito di far uso del nastro Modigliana, tutti suffragane! della metro-
senza la decorazione. 5.° La decorazione politana di Firenze. Grosseto, Chiusi u-
non si domanda, ma si accorda ultronea- nito a Pienza, Massa Marittima, Soa-
mente dal sovrano sia al seguilo delle pub- ria unito a Pi tigliano, tutti suffragarti
bliche esposizioni di prodotti industriali, della metropolitana di Siena. Livorno,
sia in altre circostanze che facciano palese Pontrcmoli, Massa di Carrara, già tut-
il merito del soggeUo, che introducendo ti sulh aganei della metropolitana di Pi-
T OS TO S 5j
sa, ma nell' odierno arcivescovato del della proposizione concistoriale per V o-
caidinal Cosimo de Corsi fiorentiuo, a' dierno suoi. "vescovo mg.' Mario Melini
19 dicembre 1 853 traslatovi da Jesi, di Monlalcino, già canonico della catte-
nel formarsi la provincia ecclesiastica di drale di Pienza e rettore del suo semina-
Modena (co' suoi vescovati già suffraga- rio, pro-vicario generale di quella dioce-
ne! di Bologna, ed a questa vennero in si,preconizzato nel concistoro de' 9 di- 1

vece assegnate per suilraganee le sedi ve- cembre 1 853, siccome ornalo di que'pi e-
Faenza, ora suffraga-
scovili di Forlì e di gi riferiti dal Papa nella della proposi-
nee della metropolitana di Ravenna, il ùoaeMod\f>\ÌBaa(Mutilan) ) Mutilianiimi
che però avrà effetto alla vacanza ili que- Castrimi Mutilimi seu Mutillium, nella
sta ultima metropolitana) e questa sede valle e presso il torrente o fiumana Mar-
eretta in metropolitana nel 1 855, per zeno, piccola e nobile città con residenza
quanto dichiarai nel vol.LXXVH, p. 273 vescovile della Romagnad Granducale nel-
(dicendo pure dell' ordine equestre di s. la Toscana; perciò la diocesi forgiata ap-
Con tardo d'Este,istituito dal regnante du- parteneva col territorio a quelle di For-
ca di Modena Francesco V ), le fu assog- lì, Faenza, Bertinoro e Sarsina unite, men-
gettala la sede vescovile di Massa di Car- tre Modigliana propriamente era nella
rara, anco perchè la etile fa al presente diocesi di Faenza, già terra cospicua con
pai le di quel ducato: in vece a Pisa fu- sovrastante castello, dov'ebbe sede il i.°
rono soltoposte le suddette sedi di Pescia stipite de'celebri conti Guidi, di cui par-
e /"o/terra. Quanto a Pontremoli, come lai in tanti luoghi. Modigliana è lontana
notai in principio, forma ora parte del du- q miglia da Faenza ei5 da Forlì, in si-

calo di Parma e Piacenza e parte di quello }


tuazione amena, salubre e vantaggiosa pu-
di Modena, comechè nella provincia diLu- re pel commercio colla Romagna propria
nigiana. Di tulle le nominate città arcive- o papale, comechè giace Bell'estremo lem-
scovili e vescovili diToscana,avendo scrit- bo de'coutrafforti dell'Apennino, fra'tìu-
to articoli, e così dell'abbazia mv/Z/ws del- mi Montone e Lamone, capoluogo di co-
le Tre Fontane, che ha diversi paesi to- mune e di giurisdizione, sede d'un vica-
scani nella sua diocesi, essi ponno in parte rio regio e di altre autorità, nel compar-
supplire al laconismo di questo,che la na- timento di Firenze. suo fabbricato è
Il

tura di mia opera compendiosa esige, al- diviso in due quartieri, il i.°è la parte più
trimenti se dovessi descrivere come me- velusla del paese, denominala il Castel-
rita la celeberrima Toscana, sarebbe ar- lo, l'altro moderna chiamata
è la parte
dua egrave impresa non proporzionata il Borgo; ad ambedue si accede sul pon-
alla mia insufficienza. te triturrito che cavalca la fiumana del

Siccome Modigliana dal regnante Pa- Tramazzo. Nella parte antica o Castello
pa Pio IX fu eretta in sede vescovile a'^ trovasi il pretorio , che fu il palazzo dei
luglio i85o, colla bolla Ea quo licei im- conti Guidi, lo spedale fondato da'Rou-
merito quando già avea pubblicato da
,
coni nel 1 643, il monte di pietà aperto uel
qualche annoia lettera M, non avendo- 17 38 da Costanza Severoli, il collegio Ca-
ne fatto articolo, oia in breve ne farò cen- lasanzio e chiesa degli scolorii, che intro-
no, dovendo prima avvertire che da rag- dotti nel 1689 occupano il convento e la
guardevole persona fui indotto in errore chiesa de'domenicani. Nel Borgo poi esi-
nel dire la nuova sede, ne' voi. LUI, p. stono le fabbriche più decenti, alcuni con-
226, LXVI, 6o,suffraganea della me-
p. venti, vari stabilimenti pubblici e priva-
tropoli di Siena; qui ini correggo con qua- ti, e la cattedrale. Questa già collegiata e
lificarla invece suffraganea delia metro- pieve, è sagra a s. Stefano protomarlire,
politana di Firenze, e ciò con l'autorità buono edifìzio con battisteri©, e cura d'a-
5G TO S T O S
nime amministrata dal priore. D'antica impresa il motto: Pandi t Ttcr , ed alla
origine, fu riedificata nel secolo XV, e se- quale mi si fece l'onore di aggregarmi nel
condo il Repelli consagrata a'18 ottobre i845' anzi mi vanto appartenere anche
i5o6 da Papa Giulio II, che vi celebrò all'accademie toscane della Valle Tiberi-
la messa, dopo aver passato una notte in na, dell'Aretina, della Valdarnese di Mon-
Modigliana, quando si recò a Bologna per tevarchi, della Casentinese di Buonarro-
liberarla dal dominio de'Benti voglio, pre- ti, e degli Euteleti di s. Miniato, il che ri-

cisamente nel portarsi da Forlimpopoli cordo a cagione d'onore e di gratissimo


per Cast roca t*o a I mola nel p. Gattico sun-
, animo. Conta il suo i.° albore nel 1660,
nominato chiamandosi il luogo Mudia- quindi fu ravvivata dagli scolopii, più
nam. Sotto coro della cattedrale è l'ele-
it tardi rinnovala sotto l'attuale titolo nel

gante oratorio della Madonna del Canto- 1757, e finalmente con nuovi regolamen-
ne, antica e di vota chiesina. Il capitolo si tifu a piìi utile e più esteso scopo nel
compos* colle soppresse collegiate di s. 1795 destinata sotto gli auspicii del gran-
Stefano e di s. Bernardo, e si formò di 3 duca Ferdinando IH. Havvi inoltre nel-
dignità, lai. "delle quali è il detto priore, la città un piccolo teatro costruito nel
di io canonici compresi il teologo e il pe- 1794 dal cav. Bandita modiglianese, ed
nitenziere, di 6 beneficiati o mansionari, ora proprietà dell'accademia de' Sozofi-
e di altri preti e chierici addetti al servi- li. Vi è pure un'accademia filarmonica, e

zio divino. L'episcopio fu stabilito poco una cassa di risparmio. Modigliana conta
distante dalla cattedrale. Vi sono altre fra gliuomini di merito, autori d'opere
chiese, ma non parrocchiali, i cappuccini più o meno pregiate, 3 fratelli Fontana,
della Madonna della Pace sul monte Sion cioè il conte Agostino dottore nell'una e
r
con copiosa libreria e chiesa originata nel nell'altra legge, mg. Giovanni che fu ve-
1 56 1, un monastero di religiose per l'e- scovo di Cesena dove neh 7 16 mori, e il
ducazione delle donzelle, e gli altri ricor- p.Fulviogesuita. Anche il p. Pietro Cain-
dati pii istituti; quanto al seminario, di- padelli cappuccino fu autore d' una dis-

ce la proposizione concistoriale, nondum sertazione sopra il passaggio dell' A penni-


tamen perfir doni mandatimi. Ri m petto no fatto d'Annibale, e d'una lettera apo-
all'antica pievedi s.Stefauo esiste va il bat- logetica contro l'ab. P. Amati pubblicata
tisteri© di s. Gio. Battista, demolito nel in Faenza nel 1 77 1 . Spetta al p. Gabrie-
1697 per dilatar la piazza di s. Stefano, le Sacchini cappuccino un ms. intitola-
dopoché la pieve nel 1660 ottenne da A- to: Storia della Modigliana. Vi fioriro-
lessandro VII la collegiata di \i canoni- no anche valorosi nelle armi e nelle arti.
ci colla dignità del preposto pievano. Pa- Vanno di più rammentati due Ronconi e
r
re che il preposto già esistesse, e fra gl'illu- un Borghi, un mg. Ravagli, un p. Alber-
stri che vi fiorirono, diversi salirono alle to Papiaui delle scuole pie, un p. Fran-
dignità vescovile e cardinalizia , come il cesc' Anton io di lui fratello minore osser-
cardinal sldimari delibi 1. La chiesa già vante, e un Savelli ch'ebbe fama di distin-
collegiata di s. Bernardo fu fondata nel to giureconsulto. Nel secolo XVII furono
i645 insieme con 4 cappellani, per Usci- cardinali Gio. Francesco Guidi di Bagno,
ta d'un modiglianese. Esistevano in Mo- e Nicolò Guidi di Bagno, e nel seguente
digliana e nel suo territorio camaldole- i Romualdo Guidi, probabilmente discen-
si, i canonici regolai idi s. Antonio di Vien- denti da'eonti Guidi antichi sigoori diMo-
na, domenicani, e le monache agostinia.
i digliana. Gli abitanti della città superano
ne e domenicane. Vi è in Modigliana, sot- i 35oo, essendo Modigliana e Marradi i
to la prolezione granducale, l'accademia due più grossi paesi della Romagna Gran-
letteraria degl' Incammina (1 , che ha per ducale. 11 vicariato di Modi^liuua è il me-
TO S TOS 57
glio coltivato di tale contrada, giacche in forza d'acquistarlo, ma il conte osò con-
esso sono comuni gli uliveti, i vigneti, i durre il prelato prigione nella rocca di Mo-
morigelsiealtre piante fruttifere. In que- digliana. Tale narrativa in tutte le circo-
sta parie dell'aulico contado di Faenza^ stanze non è sicura. Gli scrittori che han-
la coltivazione dell'olivo conta un'epoca no trattato della nobilissima e potente fa-
delle più antiche fra'paesi dell'alta Italia. miglia de'conli Guidi, tutti la fanno ve-
Non manca di cereali, e di altri prodotti nire in Italia dalla Germania coll'impera-
in abbondanza e di sopravanzo al consu- tore Ottone I il Grande^ e che dal conte

mo della popolazione. Fra le manifattu- Guido ebbe principio la sua casa, nipote è
re quella della seta va accrescendosi e mi- parente di quel principe, dal quale fu fat-
gliorandosi, pe'continui impulsi che rice- to contedi Modigliana nel 967. Il Repet-
vè, specialmente dalla cooperazione del ti invece ritiene, che autore più remoto
perspicace Giovanni Zauli nobile possi- della famiglia de'conti Guidi sia il ricor-
dente modiglianese; poiché non solo egli dato conte Teudegrimo I palatino di To«
fuili.°ùeli82 3 a introdurre inModiglia- scana,e che dal suo matrimonio colla con
na una filanda a vapore, ma ne andò per- tessa Ingeldrada nacquero il conte Guido
fezionando meccanismi in guisa, che nel
i maritalo a d. Gervisa, e Ranieri che fa
1 838 fece innalzar da'fondamenti in una diacono, e ne riporta le testimonianze.
sua vasta possessione suburbana un nuo- Mentre uel 967 etano in Classe di Raven-

vo edilìzio per uso d'altra filanda a va- na Ottone I e il Papa Giovanni XIII, l'ar-
pore e di bigattiera, illustrata dall'erudi- civescovo Pietro chiese loro giustizia con-
r
to modiglianese d. Fraucesco Verità. E- tro il diacono Ranieri, che poc' anzi era
siste ancora una fornace di terraglie in entrato armata mano a dilapidare il suo
Modigliana, dove si con lano molti artisti episcopio di Ravenna, dove arrestò e mi-
pittori d'ornato. Modigliana sembra che se in carcere il prelato, portando seco il

debba V etimologia del suo nome al Ca- tesoro della chiesa. Citato Piauieri a coai-
strimi Mutilum, rammentato da T. Li- parire avanti il tribunale e restando con-

vio, appartenente alla regione de'galli boi, tumace, fu prouunziata sentenza a favor
e lo conferma Muratori, che dichiarò Mu- di Pietro, e condannato alla restituzione
ti 'luminine Mutìliaiia^ vetustissimumop- di tutti i possessi e cose mobili tolte alla
pidum. Dopo gli avvenimenti de' romani, mensa Ravenna, sotto pena di 200 man-
di
narrati da Livio, la storia tace sino al de- cosi d'oro. Quindi il Repetti rigetta gli al-
clinar del IX Imperocché il .°do-
secolo. i tri racconti sull'origine e principio di si-

cu mento relativo alla corte di Modigliana gnoria su Modigliana de'conti Guidi. Con-
nel territorio faentino trovasi in una car- viene che la loro discendenza crebbe e si

ta deli'896, e si vuole da alcuni che poi propagò, ma tra le diversegenerazioni so-


fosse donata agli arcivescovi di Ravenna, stiene quella de' conti di Modigliana fra
onde acquistarono de'diritti su Modiglia- le più anziane; indifa menzione di vari
na. Si racconta, che nel 924-n'era signo- di essi colla scortasempre di documenti,
ra la ravennate contessa Ingeldrada figlia per donazioni pie o permute di beni da
del duca Martino, e teneva splendida cor- loro fatte, massime alla cattedrale di Pi-
te nel castello di Modigliana quando vi ca- stoia, ove erasi scelto il sepolcro Teude-
pitò il conte Teudegrimo I palatino di To- grimo I, che avea dimorato in tale città.
scana, che divenuto suo sposo, egli e la di- A tempo del cardinal s. Pier Damiani fio-
scendenza divennero signori di Modiglia- rirono il chiarissimo conte Guido Guer-
ua.Recatosi il conte inRavenna e mostran- ra II, nipote di Teudegrimo III, e la se-

do l'arcivescovo Pietro pretensioni sopra renissima contessa Ermelliuasua consor-


il castello di Modigliana , si provò colla te, e molte memorie di loro produce }
e
voi. LXXVHI. 5
58 TOS TOS
che Guido Guerra li vivea ancora nel cesso a Guido Guerra
palatino di To- V
1099, trovandolo a far la sua corte alla scana e loro genitore. Questi 5 fratelli a-
gran conlessa Matilde in Firenze, e la se- veano palazzo anche in Firenze, ove nel
guì in Lucca ed in Lombardia al suo ca- 122 5 comprarono varie castella e corti
stello di Bi escello presso Reggio, e ivi di- nella valle di Bagno. Morto Ruggiero uno
chiarato figlio adottivo quanto alla do- di essi senza prole, gli altri medicante una
nazione fatta a quel monastero. Suo figlio nuova divisione di bèni divennero capi di
fu il conte Guido Guerra III residente in altrettante diramazioni della slessa fami-
Pistoiae da esso nacque il conte Guido
', glia. In vigore di tuttociò avvenne, che il

Guerra IV deh i45, qualificato per il più conte Guido Guerra VI costituì il ramo
polente signore della Toscana; e quale de'eonli di Modigliana e di Poppi, detto
confederato co'sanesi e lucchesi, neh 1^6 questi di Battifolle, mercè due figli avuti
respinse le masnade de'fiorenlini intente da Giovanna de'marchesi Palla vicini,cioè
ad assalirlo nel suo castello di s. Croce. Il il conte Guido Novello e il. conte Simone,
di lui figlio Guido Guerra V nel 1 1 85 a'quali Federico II nel 1247 spedì u,ì di-

corteggiava l'imperatore Federico I nel ploma da Cremona. Gli altri 3 fratelli di


suo passaggio per Firenze, e lo persuase Guido Gueira VI fecero rami de'signo- i

a togliere alia città la giurisdizione del suo ri di Dovadola e Tredozio di R.omena, ,

contado. Pare che nel 1 1 9 1 allo stesso conte di Porciano, che possederono indivisi an*
l'imperatore Enrico VI concedesse l'ono- che Monte Varchi, Monte Murlo ed Em-
rifico privilegio, col quale a lui e suoi e- poli, che dopo il 12 54 alienarono alla re-
redi furono confermali in feudo molti ca- pubblica fiorentina. Uno di essi ebbe a
stelli, paesi e villaggi sparsi per la Roma- figlioMarcualdo di Dovadola, che fu uno
gna e per tutta la Toscana, nominando de' campioni della parte guelfa mentre ,

peh.°, come degli altri maggiore, Muti- Guido Novello di Modigliana fu seguace
liaiìimi cimi rocca et castello et cum to- dell'opposto partito. Questi nel 12 52 alla
ta cìirte ejusdem. Nel ?g5 Guido Guer- 1 testa de'ghibellini assalì il castel di Figli-
ra V T 11 novembre comparve fra' ma- ne, e nel 1 253 stando
Bagno in Ilo- presso
gnati al congresso del Borgo s. Genesio, magna, fece quietanza di Poppi col fra-
per aderire alla lega guelfa de'comuni e tello Simone e co'nipoli; indi dal 26 al 1 1

dinasti della Toscana seguaci di quel par- 1266 governò la Toscana qual vicario di
tilo, coutro la fazione de'ghibellini. Nel- re Manfredi capoparte ghibellino, e nel-
lo stesso anno si vuole che il conte si das- l'anno precedente comandò l'esercito sa
se in accomandigia col suo castello e ter- nese contro fiorentini a Colle di Val d'El-
i

ritorio di Modigliana al comunedi Faen- sa. Laonde avendo poi i fiorentini supe-
za. Non crede certo il Repetti l'aneddo- rati i fulminarono un bando
ghibellini ,

to della bella e virtuosa Gnaldrada, che nel 268 contro Guido. Novello di Modi-
1

poi fu sposa di Guido conte di Poppi, da gliana, Simone di Poppi, ed i loro figlie
altri creduto figlio di Guido Guerra V, e nipoti. Avanti quest'epoca e nel 1258 si

da cui nacquero 8 figli. Dice indubitato strinsero in lega i comuni di Bologna e di


che il conte Guido di Modigliana avea Faenza contro conti di Modigliana, ma
i

sposato la sorella di Pietro Tra versali di poco dopo questi fecero concordia con
Ravenna, dal qual matrimonio nacquero Faenza pe'castelli di Modigliana, Ceppe-
5 figli maschi. Nel 1220 il conte Guido rano e Pietra Mora. Neli270 seguì una
Guerra VI signore di Modigliana, insie- capitolazione fra' comuni di Forlì e Mo-
me agli altri 4 suoi fratelli ottenne un , digliana, a nome della quale si sottoscris-
diploma dall' imperatore Federico li, in sero fratelli Guido Novello e Simone, e
i

conferma di quanto il padre suo avea con- Teudegrimo di Porciano loro zio. Dal con-
TOS TOS 59
te Bandi no di Guido Novello nacquero deie dalla borsa di quello di Castrocavo
Giovanni e Francesco che nel 35o furo- i Dopo il concordato del i445, che dichia-
no ricevuti in accomandigia da Firenze, rò Modigliana col suo territorio distret-
col castello di Modigliana e con tutto il re- tuale del dominio fiorentino, il paese con-
stante del loro dominio. Accesasi la guer- tinuò a reggersi nella forma accennata si-
ra tra il Papa Gregorio XI e fiorentini, i no ah 5i 1, nel capitanalo di Gastrocaro
Modigliana essendosi posta in libertà, con essendo compresa la podesteria di Modi-
cacciare conti Guidi che alquanto la ti-
i gliana. E siccome fu ordinato che gli no
ranneggiavano, dopo aver patito le armi mini del capitanato fossero obbligati di
inglesi collegate col Papa, si die col suo pagaie all'ospedale degl'Innocenti di Fi-
distretto alla repubblica fiorentina con renze un aumento sulle condanne detto
atto de'2 agosto 1377: la signoria ne ac- caposoldo, modiglianesi reclamarono
i se -

cettò la dedizione con piacere, calcolan- condoi raccomandali del co-


patti, essere

do l'importanza di questa piazza di fron- mune di Firenze e non sudditi, ed otten-


tiera, previa la consueta solennità dell'an- nero l' esenzione. Verso questo tempo la

nunzio al suono della campana del palaz- signoria di Firenze staccò la podesteria
zo di essa. Fra' capitoli della convenzio- di Modigliana da detto capitanato, dalla
ne, la signoria a meglio assicurare la li- quale epoca in poi il podestà ottenne fa-
bertà de'modiglianesi, stabili che ogni 6 coltà di giudicare nelle cause miste e cri-
mesi alla presenza del sindaco deputalo minali. Divenuto duca di Firenze Ales-
dal consiglio generale di Modigliana, sa- sandro de Medici, la comune di Modiglia-
rebbe estratto dalle borse dei cittadini ua lo supplicò a confermarle le antiche
guelfi fiorentini destinati a castellani di capitolazioni, e specialmente quelle rela-
i.°grado ne'forlilizi del suo contado, un tive alla podesteria separata dui capitana

castellano per Modigliana per custodirvi lo di Castrocaro, con giurisdizione civile,

la rocca, con istipendio da pagarsi dagli criminale e jmista, e fu esaudita nel 1 536.
abitanti. La signoria di Firenze approvò Tali privilegi subirono una leggera mo
gli statuti di Modigliana nel 1377 e nel dificazione nel \5^i d'ordine Cosimo
di

1 386; e poscia a istanza del comune fu- I, pe'delitti più gravi, il cui giudizio do
rono riformati neli44^> a motivo d'esser vesse spettare al capitano di Castrocaro,
stato il paese occupalo poc'anzi dalle sol- confermarono successori. Finché
ciò che i

datesche del duca di Milano e da altri ne- avendo nel 1772 Leopoldo deliberato I

mici della repubblica fiorentina. Essen- un nuovo compartimento ne'tribunali di


dosi perciò dichiarali i modiglianesi , di giustizia della Toscana, in Modigliana fu
pieno diritto appartener la terra, uomini eretta la residenza d'un vicario minore,
e distretto di Modigliana al comune di con giurisdizione civile e criminale non
Firenze, questo li esentò per 6 anni dal- solo nella terra e distretto comunitari vo
l'annua tassa o sussidio delle lance, ridu- di Modigliana , ma ancora in quella di
cendo la consueta tangente di 36o fiori- Ti edozio. In questa occasione restarono
ni d'oro a 200, e condonando l'arretra- soppresse le due podesterie, e fu amplia-
to. Dall'altro canto Modigliana si obbli- to in Modigliana il fabbricato del palaz-
gò rifare muri della rocca o fortezza, con
i zo pretorio, che oredesi l'antica abitazio-
perimetro di più ampio spazio; di paga- ne de'conti Guidi. In tempo della domi-
re i salari a'retlori, podestà e castellani; nazione francese Modigliana fu capoluo-
di ricevere cogli abitanti del distretto e- go d'una sotto-prefettura del dipartimen-
a
sclusivamente il sale da Firenze, ne' mo- to dell'Arno, con tribunale dii. istanza.
di e prezzi convenuti; e che 1' estrazione Finalmente neli837 il vicarialo di Mo-
del castellano della rocca bi dovesse preu- digliana per le filatelie di polizia fu sol-
1

Co TOS TOS
toposlo al commissario della Rocca s. Ca- di del clero. 4»° Di un'associazione di lut-
suario, e pe'giudizi criminali e cause civi- to l'Episcopato toscano per diffondere i

li a quel tribunale di 1/ istanza. Nel se- buoni libri in opposizione aitanti avversi
guente anno il regnante granduca onorò alla religione che si stampano o s'intro-
Modigliana col titolo di città nobile, col- ducono dall' estero nelle diocesi toscane.
la speranza di presto adempiere i voti de- 5.° Dell'uniformità da tenersi nell'adu-
gli abitanti per l'erezione del seggio ve- nanze de'sinodi provinciali, che avranno
scovile, come fu effettuato. Ogni nuovo luogo in breve. 6.° Di un metodo genera-
vescovo fu lassato ne' libri della camera le di conferenze del clero sulle materie
apostolica io fiorini 44^> e P er mensa fu- morali, come pure delle conferenze di spi -

rono assegnati 23oo scudi. La diocesi è rito tanto pe'sacerdoti che pe'chierici. 7.
sufficientemente grande, e comprende i Della più. frequente e più eslesa istruzio-
luoghi e le parrocchie esistenti in Tosca- ne del popolo per mezzo de'catechismi. Lo
na, e già appartenenti a'vescovi di Faen- stesso Giornale aggiunge, che vescovi i

za, Forlì, Bertinoro e Sarsina. toscani, raccolti in conferenze a Firenze,


Nella Toscana furono celebrati diver- prima di fare ritorno alle loro diocesi in-
si sinodi e concilii, come a Firenze, Pisa, dirizzarono una rispettosa petizione al
Siena e Lucca, che descrissi a tali arti- granduca. In questa toccarono del bisogno
coli, e degenerali di Firenze e Siena ri- di torre quanto più presto sia possibile
parlai a Sinodo insieme a quello di Pi- quelle difficoltà che ancora restavano tra
sa, ove dissi pure del suo Conciliabolo e la s. Sede e la Toscana, ed» provvedere effi-

così a Pistoia del suo.Per quanto dissi cacemente, che dal di fuori non siano por-
a Sinodo, nel 1849 anche l'episcopato to- tati e spaisi libri tra il popolo, i quali ne
scano determinò di tornare a radunarli, corrompano costume, e ne scemino o
il

provinciali e diocesani. Peli. "l'arci vesco- guastino la religione. Fu concluso poi quel
vo di Pisa annunziò con lettere pastora- concordato preparatorio d'altro più com-
li al suo clero
la convocazioue dell'eccle- pleto e definitivo, fra la Toscana e la san-
siastica assemblea, ordinando a tutti i fe- ta Sede, di cui ragionerò verso il fine di
deli di sua arcidiocesi preghiere a Dio pa- questo articolo in due luoghi. Nel 1 85
dre de'lumi e guida della Chiesa, perchè a'28 ottobre il regnante Leopoldo 11 con
diriga le menti e il cuore degli ecclesia- decreto pubblicalo dal Monitore Tosca-
stici a verità e virtù. Nel gennaio i85o co- no, ricompose le università toscane in gui-
minciarono in Firenze le conferenze epi- sa che offrono un solo e uniforme sistema
scopali della Toscana, alle quali interven- d'insegnam.ento, e provvedendo non tan-
nero i 4 arcivescovi del granducato, ed i to a'ragionevoli risparmi di varie ammi-
vescovi della provincia ecclesiastica di Fi- nistrazioni, quanto ad una più equa ripar-
renze. Nelle congregazioni degli arcivesco- tizione di studi, facendo tacere quegl in-
vi e vescovi della Toscana tenute in Fi* segnamenti, che oltre ad essere prematu-
renze nel detto mese, riferisce il Giorna- ri nei tirocinio accademico, o inopportu-
le di Roma a p. 1 06, che in esse vennero ni , sopraccaricavano i giovani di lezioni
parte discussi immediatamente e parte accessorie,e rendevano meno rapido e meo
fissati pe'concilii provinciali del grandu- sicuro il loro progresso nelle più essenzia-
cato seguenti articoli. 1 ,°Del bisognod'ar-
i li discipline. Pertanto dichiarò il grandu-
monia fra'due poteri. i.° Della necessità ca, due università di Pisa e
che le di Sie-
di ravvivare la disciplina del clero, e sta- na formassero una sola generale e com-
bilire a tal uopo congregazioni perma- pleta università, distribuita nelle facoltà
nenti de'più distinti ecclesiastici. 3.° Del- che notai ne'due articoli. Sinché nelle due
la uniformità e miglioramento degli slu- città uon sia ordinato un liceo, si stabilì
T O S TO S 61
di mantenere in Pisa (V Atene della To- se qual principio savissimo e fondamen-
scana) le lezioni delle istillile civili e cri- tale la dipendenza delle scuole tutte dai
minali per coloro che vogliono intrapren- vescovi, questi eccitarono con belle circo-
dere gli studi necessari onde abilitarsi al lari lo zelo e la vigilanza de'parrochi so-
notariato, agl'impieghi minori di giudi- pra di tutte le scuole della propria par-
catura, ed in genere a tutti quegl'impie- rocchia, sia perchè veglino sopra la scel-
ghi pe'quali siffatti studi si richiedono. Ed ta de'maestri e de'libri, sia perchè si oc-
in Siena, profittando ancora d'alcuni in- cupino da per loro stessi dell' istruzione
segnamenti del collegio Tolomei, si con- religiosa de'giovani, sia perchè informino
servarono e respettivamente istituirono le due volte all'anno impreteribilmente, e
cattedre necessarie all'anno preparatorio più spesso ove occorra, le curie vescovili
in tutte le facoltà, non che al corso degli sopra il buono o cattivo andamento delle

studi farmaceutici fino al 2. anno delle scuole nominate. K da augurarsi che que-
pratiche. Nell'università di Pisa si aboliro- sta pastorale vigilanza, esercitata con effi-
no le cattedre di filosofia del diritto, sto- cacia e senza intermissione, sia mezzo po-
ria e archeologia, lingua copta, sanscri- tente d'educare alla religione e alla fede,
ta ed elementi di lingua chinese, pedago- coll'aiuto d'un'istruzione appropriata al-
gia e metodologia , storia della filosofia , le diverse classi della società , le tenere
veterinaria, agraria e pastorizia; la catte- menti de* giovani toscani che a sì giusta
dra di storia del diritto fu intitolata sto- ragione formarono oggetto delle sollecitu-
ria del diritto romano: parimenti fu abo- dini del legislatore. Nel 1 853 si formò l'ar-
lita in Pisa la clinica ostetrica, la quale chivio centrale di stato, perciò interessa
però si fece sussistere nella scuola di com- di qui riportare il riferito dal Monitore
plemento e perfezionamento. In Siena ces- Toscano de'14 febbraio. I sovrani decre-
sarono le cattedre di geometria analitica ti che riunirono in un medesimo luogo i

e descrittiva , e di calcolo differenziale e più ragguardevoli archivi fiorentini e ne


integrale, che appartenevano alla facoltà commisero il riordinamento , riuscirono
di mate maliche, e quella di lettere greche, graditissimi a quanti amano le care e
italiane e latine che restò nella facoltà di splendide memorie di sì illustre paese
filologia. Poscia nel t852 fu emanata la qual è Toscana, e procacciarono mol-
la

legge sopra la pubblica istruzione, per la ta lode alla munificenza di Leopoldo II,
quale,ollre a due grandiosi licei che si apri- per avere provveduto che fossero degna-
rono in Firenze e Pisa, al culto delle let- mente conservate tante carte preziosissi-
tere greche, latine e italiane, ed alle di- me, e non più da' soli stranieri studiati
matematiche e filosofiche, in mol-
scipline que'docuuienti, da cui ponno soli tosca- i

non in tutte le città, paesi e co-


te se i i ni far nascere un efficace e solenne lin-
muni di Toscana si aprirono le scuole mi- guaggio. Prima che la nuova istituzione
nori e gratuite pel popolo. Il decreto gran- potesse dar saggi de'frutti sperati, spon-
ducale co! quale fu stabilito nel i853 il taneamente e con animo signorile il mar-
liceo in Firenze, dispose che in esso oltre chese Lorenzo Ginori Lisci di Firenze, sa-
gli studi propri di questo genere di scuo- pendo che nella biblioteca trasmessagli
le, si potrà fare anche ih.°anno univer- da'benementi suoi maggiori erano carte
sitario in tutte le facoltà. Questo liceo per- di raro pregio, e di non punto privata
ciò abbraccia la sezione ginnasiale e la fi- importanza, ha voluto che venissero a ri-
losofia. Le cattedre che compongono la congiungersi negli archivi dello stato con
/sezione sono a carico dell'amministra-
1 altre carte, che parevano desiderarle co-
zione coraunitativa, le altre sono a cari- me deserte compagne. Quest' atto volle
co del regio erario, E poiché la legge po- esser pubblicato, colla speranza che se uè
62 TO S TO S
ripeta l'esempio in Firenze, dove tanti <li ne : ed essi insieme al gonfaloniere for-
siffatti rimangono ancora supersti-
tesori mano la rappresentanza comunale. Il gon-
ti alle ingiurie del tempo e degli uomini. faloniere è scelto dal governo, ma tra il

Quindi sommariamente si discorre dal numero di coloro che ponno essere prio-
Moniloi e quante nuove ricchezze abbia ri. La carica del gonfaloniere dura \ an-
aggiunto a'ricchi archivi dello stato, cioè ui. Il consiglio generale si forma per trat-
delle Riformagioni dove i documenti del- ta a sorte fra tutti i possidenti impostati
la repubblica fiorentina si custodiscono, all'estimo di ciascun comune. I priori re-
e del Mediceo aumentato nelle preceden- sidenti nel magistratosi tolgono dalla me-
ti sue 10,000 e più filze. È nuovamente tà de' possidenti impostati all'estimo per
lodando decretati provvedimenti sopra
i ordine di maggior quota di rendita , o
gli archivi, e la fiducia de'privati i quali massa imponibile , col sistema misto di
a pubblica utilità consegnano all' archi- tralta e di elezione. Sono esclusi dal far
vio centrale dello stato que'tesori che non parte del consiglio e del magistrato gl'im-
tulli i nipoti sanno egualmente pregiare piegati comunali e governativi, e chiun-
e nemmeno custodire; ricorda quindi la que non ha compiti 25 anni. Il consiglio
sapienza di Leopoldo I, che non dubitò di generale del comune nomina deputati i

francamente pronunziarlo nel suo motu- al riparto della tassa di famiglia, delibe-
proprio de'^4 dicembre 1778, col quale ra sugli stipendi degl'impiegati comuna-
ordinò la riunione di tutte le pergamene li, sulle loro nomine e conferme de'medi-
disperse per gli archivi dello stalo nel ci , chirurghi condotti e levatrici , sulle
nuovo archivio diplomatico, e invitando approva il
stende, sulle spese comunali, ed
le famiglie a deporvi le proprie, provve- bilancio preventivo e consuntivo del co-
dendo in la) modo a quella conservazio- mune. Il magistrato composto del gonfa-
ne che può talvolta giovare all'interesse, loniere e de'priori delibera sopra tutti gli
e sempre al decoro. Il Monitore Toscano affari che riguardano l'amministrazione
egualmente nel' 853 pubblicò il moto 1 delcomune degl'istituti che vi dipendono,
proprio granducale de' 28 settembre, le ammette reclami degli stipendiati comu-
i

cui disposizioni cominciarono ad avere nali per decidere se debbano continuare


effetto col .°del i854, col quale venne ri-
1 a servire o cessare; interviene alle pub-
formato il regolamento comunale de'20 bliche comparsele. Le adunanze tanto
novembre 84g,dichiarando che ogni leg-
1 del consiglio generale, quanto de' magi-
ge, ordine e istruzione anteriori al rego- strati, sono dichiarale legali quando vi as-
lamento, concernenti comuni restano i sisteranno due terzi de' membri: le deli-
non abrogali dal niolu- pro-
in vigore, se berazioni saranno viute a pluralità di vo-
prio. « Con questo ogni comune è rappre- ti segreti, pel consiglio generale vi saran-
sentalo da un consiglio generale , da un no necessari però due terzi di voti. Il gon-
magistrato e da un gonfaloniere. Il con- faloniere, capo de' vari olfizi del comune,
siglio generale si compone del gonfalo- ha diritto di convocare, presiedere,sospen-
niere, de' primi residenti nel magistrato dere e sciogliere le adunanze del consiglio
e de'consiglieri stabiliti dalla legge: il ma- generale e del magistrato: in esse ha l'i-
gistrato poi sicompone del gonfaloniere niziativa: conserva sotto la sua responsa-
e de'priori in quel numero ch'è stabilito bilità le.carte spettanti all' amministra-
dalla legge. I consiglieri durano un anno, zione, forma gli stali preventivi e con-
i priori due, ma quesli si rinnovano ogni suntivi, sospende gl'impiegati d'accordo
anno per metà. Il numero de'priori e,dei co'priori, e di propria autorità può sospen-
consiglieri è detcrminato in ragione della dere gl'inservienti e scacciarli, se colpe-
popolazione del circondano d'ogni comu- voli, ma con deliberazione del magistra
TO S TO S 63
to ; dà esecuzione alle deliberazioni del le credutosi in dovere di prevenire i desi-
consiglio generale, spedisce, firma i man- derii de'riformisti, confidò a 3 abili giu-

dati di pagamento, presiede pubblici in- reconsulti lo studio d'un progetto di le-
canii, rappresenta il comune ne'coulrat- gislazione criminale. In 6 anni di lavoro
ti, in giudiziose occorre, ec; invigila sul- questi studi furono compili; e il consiglio
le rendite comunali, ordina 1* esecuzione di stato potè a suo beli' agio rivedere il

de'lavori approvali dal magistrato comu- progetto, e rivisto presentarlo alla sanzio-
nale, procura l'osservanza de'regolameu- ne sovrana. Col 1. "settembre! 8 53 il Co-

ti di polizia municipale} sopravvede a tut- dice Penale andò in vigore nella scala :

te le istituzioni e fondazioni di utilità e delle pene il massimo grado è la pena di


comodo pubblico dipendenti dal comune, morte, il minimola riprensione giudizia-
prepara tulle le notizie e informazioni da le. Il Monitore Toscano de'3 novembre

presentarsi al consiglio generale o al ma- i85i pubblicò un rapporto del cav. Peri
gistrato, sugli affari di maggior rilievo, e sopri nlendente generale agli stabilimenti
tiene le corrispondenze, ee. Il cancellie- carcerali della Toscana, diretto al mini-
re ministro del censo, come attuario e con- stro di giustizia e grazia , col quale rese
sultore legale negli affari di competenze contode'progressie dellostato attuale del
comunali , assisterà alle adunanze tanto sistema penitenziario introdotto da vari
del consiglio generale, che del magistra- anni inToscana, e portato a'suoi più com-
to, e senza prender parte alle discussioni pleti ordinamenti negli anni 1 849 e 85o. 1

e deliberazioni de' due collegi, dovrà vi- Ilrapporto non considera che tostato dei
gilare soltanto sull' osservanza della leg- i85o, sotto l'aspetto economico e disci-
ge. Inoltre dovrà assistere il gonfalonie- plinare , della moralizzazione, e dell'in-
re in tutte le operazioni che sono indica- fluenza della segregazione sullo stato men-
te nella presente legge". Seguono le mul- tale de'condannati, la cui media giornalie-
te per chi si rifiuta far parte della rappre- ra fu di 52o reclusi ne'di versi stabilimen-
sentanza comunale, e se appartenendovi ti penitenziari , de'^uali 477 continua-
non inette un sostituto. Con questa ri- mente occupati ne'lavori de'di versi opi-
forma delle leggi municipali, o ritorno ai ficii, e il rimanente tra infermi , inope-
sistemi e alle costituzioni comunali anti- rosi, in punizione, inservienti, ec. Conso-
che, fu abolita la libera elezione fatta per lanti oltre ogni dire furono i risultati del-

voti da'ciltadini de'rappresentanti il co- la moralizzazione ottenuta per via del si-

mune, si richiamarono a vita le borse dei stema in vigore; il che devesi sommamen-
priori e de'consiglieri, e la tratta a sorte te alle benefiche cure della evangelica So-
de'cittadini imborsati, come a'tempi del- cietà di Patrocinio, la quale presta la sua
l'aulica Firenze. Verso la metà deli 853 opera di moralizzazione intrapresa ne'pe-
fu pubblicato in Toscana il nuovo Codice nitenziarijCon affidare i liberati a specia-
Penale. Fino allora i tribunali toscani a- li patroni; benefica azione estesa da un an-
veano per norma le leggi criminali Leo- no anco alle femmine per la loro morale
poldine del 1786, ed altre leggi, bandi e rigenerazione. Eguali vantaggiosi risulta-
regolamenti parziali posteriori, cioè fino ti si ebbero, quanto all'influenza della se-

al 847; ma un corpo di leggi che abbrac-


1 gregazione sullo stato mentale de' dete-
ciasse tutto un sistema punitivo, da ap- nuti,comprovata dalle relazioni de'diret-
plicarsi alle molte e svariate categorie di toride'mauicomi di Toscana. Ouora l'u-
delitti che offendono la società, era cosa manità gli attuali sislemi penitenziari in
di cui sempre e molto erasi parlato, e mai confronto de'precedenti,e che la Toscana
nulla operato. Fu ne'primi bollori di ri- deve a'pertinaci sforzi e alla sapiente di-
forma deh 847, che il governo granduca- rezione del cav. Peri. II Monitore Tosca-
64 TOS TOS
no ile li oprile 1 853 riporta un cenno sta- de'sordo-muti, 1 855. Dichiara che l'edu-
tistico delle carceri del granducato, trat- cazione de'sordo-muti è uno di que' rami
to dallo stampato Rapporto e statistica moderna civiltà, che si deve special-
della
carceraria del soprintendente generale mente a'benefici influssi di quella religio-
degli s tabi limen ti penitenziari di Tosca- ne, che nelle opere della carità e nel sol-
na a S. E. il ministro di grazia e giu- lievo de'mali , che premono sull'umana
stizia per Vannoi%5i. Lo dice lavoro di specie, mostrò sempre industriosa, in-
si

non poca importanza, perocché gli espe- faticabile, inesauribile. Che il benemerito
rimenti del sistema penitenziario cellula- p. Pendola, autore di varie opere sull'in-
re adottato in Toscana, ponno contribuì' segnamento de'sordo-muti, scrisse il libro
re assai allo scioglimento delle gravi que precipuamente per preparare un nuovo
stioni agitate dagli statisti intornoa'di ver- metodo, o per sciogliere que'problemi che
siordinamenti carcerarii. Lo scopo del ancora sono sul medesimo dibattuti. Di-
rapporto è di dare ragguaglio di ciò che ri- piuta la condizione deplorabile del sordo-
guarda la condotta tenuta da'eoudanna- muto abbandonato a se stesso, ponendo-
ti dopo la loro liberazione dall'ultima me- lo a confronto col sordo -muto educato,
tà del 1
849 fino a tutto il 1 85 1 con mi-
, cita fatti e nomi di sordo-muti , celebri
gliori risultati di quelli recati nella prece- nelle lettere, nelle scienze, nelle arti. Ri-
dente statistica. Intorno a 1227 liberati, porta la statistica di tutte le scuole pei
de'qnali 162 maschi e 65 femmine, riu-
1 sordo-muti fondate in Italia, con notizie
scirono d'ottima condotta 621 maschi e storiche sui progressi e metodi. Parlan-
25 femmine, di mediocre 17 1 maschi e 1 do della scuola di Siena, come autore d'un
femmina, di cattiva 370 maschi e 3g fem- Corso d'insegnamento per il sordo-mu-
mine. All'articolo Prigione ricordai le o- to italiano, da lui pubblicato nel 1842,
peresui nuovi sistemi penitenziari del to- espone quello nel 1 854 dato alla luce dal
scano commendatore Primo Ronchivec- suo collega p. Bianchi, vice-direttore del-
chi (già delegato governatore di Livorno lo stesso stabilimento. Parlando poi dei
dopo la rivoluzione del 849, a cui succes-
1 lavori da farsi de'sordo-muti, dislingue i

se l'odierno cav. Luigi Bargagli), come vari linguaggi loro convenienti, segnalan»
dello stabilimento di Firenze, essendove- do il mimico come la lingua vera del sor-
ne pure a s. Gimiguano, a Volterra a , do-muto, il dattilologico anch'esso neces-
Lucca femminile e maschile, ec. In To- sario, l'articolato come improprio, la cui
scana oltre gli stabilimenti e istituti d'o- improba fatica non è compensata da van-
gni specie, educativi, ecclesiastici, scien- taggio, ripudiando il sistema francese di
tifici, artistici, numerosissimi sono i bene- rotazione, ec. L'antica ed edificante bene-
fici, caritatevoli e generosi, come monti i merita pietà toscana, non solamente a uti-
di pietà, gli ospedali, gli ospizi, i sodalizi, le e vantaggio spirituale e corporale dei
quelli della pubblica e privata beneficen- suoi concittadini e connazionali fondò in
za in favore del povero, ed avvi pure l'i- patria chiese, spedali, ospizi, e altri sta-
stituto da' Sordo-Muti. Nella Cronaca di bilimenti d' opere pie e caritatevoli, be-
Milano, del cav. Ignazio Cantù, anno 2. nefiche e religiose; ma perchè i toscani da
a p. 7, A. Pestalozza eruditamente rende tempo remoto sono sparsi per tutto il
ragione del libro intitolato : Sulla edu- mondo, pel traffico, mercatura e altre in-
cazione de' sordo-muti in Italia , studi dustrie, in che si distinsero i pisani veleg-

morali-storici -economici di Tommaso giando tra'primi pe' mari, così altrettanto


Pendola delle scuole pie direttore del y
iecero in moltissime città e luoghi stra-
/'. Istituto toscano de' sordo-muli in Sie- nieri,per l'esercizio di opere cristiane e pel-
na, ivi, tipografia del ìv istituto toscano ali umani sovvenimeuti a'iorocoucitladi-
V

TO S T S 65
ni e connazionali , onde prenderne cura raggiarono nell* arricchirla di privilegi.
se bisognosi con soccorsi, dola me le zitel- Paolo HI nel i54o le accordò la f icoltà
le, riceverli ne'loro spedali se inférmi, ac- morte ogni anno un con-
di liberare dalla
coglierli ne'loro ospizi se pellegrini, e mo- dannato per qualunque delitto; privilegio
rendo seppellirli e suffragarli. Di più mol- pienamente confermato dal successore
ti virtuosi e zelanti toscani, oltre il contri- Giulio III. Indi s. Pio V autorizzò i con-
buire alle nazionali pie fondazioni negli frati a eleggere a loro beneplacito il cap-
stati esteri, cooperarono ancora all'erezio- pellano e confessore, con facoltà di poter
ne di sodalizi e benefici stabilimenti loca- celebrare la messa avanti giorno a quelli
li; de'quali e de'nazionali tuttora ne fio- che debbono giustiziarsi, non che di con-
riscono decorosamente in Roma diversi, fessarli e di assolverli da'easi riservati, an-
cbe descrissi a'ioro articoli, in uno «'pri- corché compresi nella bolla in Cocna Do-
vilegiad essi accordati da'Papi. Dell'ul- mini, e di conceder loro l'indulgenza ple-
tima specie qui ricorderò seguenti, i naria in forma di giubileo. Benedetto XI
L' Arciconfratevnita di s. Giovanni neh 75 confermò tutti
1 i privilegi concessi
Decollato detta dellaMisericordia( V.) } all'arciconfrateruita. Pio VII le conservò
istituita da molti fiorentini dimoranti in quello della liberazione de'condannati al-
Roma per assistere condannati all'ulti- i l'estremo supplizio, nell'abolizione di tali
mo supplizio, aiutarli alla buona morte privilegi , come notai al suo articolo. E
e seppellirli nel cimiterio della loro pie- Gregorio XVI nel 1840 concesse l'indul-
gievole chiesa nel rione Ripa in via di s. genze dello scapolare del Carmine, appe-
Gio. Decollalo, presso la via e piazza dei na confrati lo pongono a'pazienti. Nel-
i

Cerchi (ora stabilita per l'esecuzione del- la bella chiesa dell'arciconfraternita, nel
le pene capitali, mentre prima avea luo- i.° altare a destra vedesi la nascita del
go ne'sili indicati ne'vol. XXXII, p. 20 Battista di mano di Giacomo Zucca; nel
e 2 1, LXVI, p. 20) o Madonna de' Cer- 2. vi è s. Tommaso che pone dito il nel
chi (pel riferito nel voi. LX1I, p. 232, de- costato del Redentore,opera a fi esco d'uno
scrivendo l'oratorio omonimo), nella par- scolare di Giorgio Vasari aretino; nel 3.°
rocchia della Chiesa di s. Maria in Co- osservasi la Visitazione di Maria, dipinto
smedin. Istituito il sodalizio nel 1488 nel- a olio con sopra altre figure a fresco di
la chiesa di s. Biagio della Pagnotta (che Roncalli. I sei santi dipinti inforno all'ar-
descrissi nel voi. LI, p. 326), fu trasferi- co della cappella maggiore, sono affreschi
ta in quella di s. Maria della Fossa da In- di Gio. Cosci; la tavola del suo altare col-
nocenzo Vili (così delta per la sepoltu- la Decollazione di s. Gio. Ballista è una
ra che ivi si dava a'poveri giustiziati, nel- delle buone opere del Vasari, di cui è di-
la prossimità della rupe Tarpea sul mon- segno l'ornato: egualmente le pitture che
te Caprino, ove a quel tempo eseguivan- sono sotto l'arco dell'altare sono di scuo-
si le condanne di morte, mentre nel fiorentina. III. "altare a sinistra è quel-
490 1 la

d'ordine dello stesso Papa si cominciò a lo del Crocefisso; nel 2. vi è dipinto s.

fare la capitale giustizia sulla piazza del Giovanni apostolo ed evangelista entro la
Ponte s. Angelo, dove il sodalizio fabbri- caldaia, quadro copioso di figure all'in-
cò una conforterìa), che approvata l'ar- torno, condotte da Battista Na idilli fio-
ciconfraternita e ornandola di privilegi, rentino, il quale colorì altri santi nel di
fra'quali d'essere soggetta al solo prelato sopra; nel 3.° altare le figure laterali, e la
uditore generale della camera apostolica, gloria de'santi nella volta sono opere di
concesse la chiesa a'confrali, i quali la ri- Jacopiuo del Conte fiorentino. Sulla por-
fecero da'foudamenli, ornandola con pit- ta di fianco entrando in chiesa é dipinto
ture assai pregevoli. I successivi Papi ga* il Battesimo di disio da Monanuo Mo-
66 TOS TOS
nanni fiorentino. Il s. Gio. Battista che seppellire per carità i defunti poveri, re-
predica, coloritosopra la porta che va nel stando però a lei sola il pio costume di rac-
chiostro, è del Cosci, che unito al Naldi- cogliere e seppellire annegati nel Fe-
gli

ni e al Roncalli, fecero gli Apostoli e al- vere e i morti nelle campagne; che con
tre figure superiormente presso il soffitto. l'arciconfraternita de'sauesi, di cui vado
Nelle cantonate del claustro sono due al- a far ricordo, furono le prime a intro-
tari, in uno vedesi la Decollazione di s. Gio. durre in Roma la divozione delle Qua-
Battista, creduta copia del Muziano, e nel- rant' ore (J^.), eh sanese anzi lai. "in mo-
l'altro la resurrezione di Lazzaro con mol- do privato; che l'arciconfraternita di s.
te figure,non opera del Cosci come pre- Maria fu pure in Roma lai. "a dar prin-
tendono alcuni, ma di Giovanni Ballino- cipio ad altre pie pratiche, come d' an-
ci. Congiunto alla chiesa è l'oratorio del- dare in processione alla visita delle Set-
la compagnia, ove pure sono pitture as- te Chiese, non che recarsi in pellegrinag-
sai belle. Nell'altare scorgesi la Deposizio- gio alla Santa Casa di Loreto, ad in-
ne dalla Croce, opera slimata la miglio- contrare fuori le porte nel Giubileo le
re di Del Conte; il s. Andrea e il s. Barto- confraternite filiali che recansi a lucrar-
lomeo Francesco Salvia-
da'lati sono di ne l'indulgenza, ed in qitesto pure fu i-

ti. Le storie di s. Giovan-


s. Zaccaria, di mitata dagli altri sodalizi. Egualmente a'
ni che predica, e del Battesimo di Cristo fiorentini si debbono in Roma i felici pri-
sono lavori giovanili dello stesso Del Con- mordi delle istituzioni eminentemente
te; la prigionia di s. Gio. Battuta è di Del caritatevoli del celeln'atissimo Ospizio e
Franco da Venezia; la cena d'Erode e il Arciconfraternita della ss. Trinità de*
r
ballo d'Erodiade sono di Pirro Ligorio; pellegrini e convalescenti (f .) e dell'ir- t

la Visitazione e la nascita di s. Giovanni ciconfraternita(V.)(X\ s. Girolamo del:


furono condotte dal Salviati, e meritaro- la Carità (^J, la quale inoltre ammi-
no d'essere incise in rame. Appresso vi è nistra h\ Prelatura (P.) Amadori istitui-
il cimiterio de' giustiziati. Bartolomeo ta da Felice Amadori fiorentino a favo-
Bandinelli fiorentino lasciò erede l'arci- re d\\n connazionale, per la gratuita di-
confraternita della Misericordia, con l'ob- fesa de'poveri, vedove, pupilli, orfani,che
r
bligo d'erigere il Collegio B anelinelli(K.) ora gode mg. Antonio Pellegrini-Ama-
peri i figli de'confrali o altri fiorentini. dori, il quale il Papa che reguanel feb-
Ì3el sodalizio tratta pure il sanese Camil- braio i856 elesse uditore di rota, non
lo Falliteci, V Opere pie dell' alma città in luogo del perugino marchese Spinello
di Roma, eh' è il più antico ed egregio Antinori che si dimise dall'uditorato nel
scrittore di sì ampio argomento, il qua- precedente dicembre, ma per raccoman-
le dice, che i confrati nella festa di s. Gio. dazione del granduca Leopoldo li. Per
Decollato con bell'apparato bruciavano i non dire d'altre benemerite istituzioni de-
capestri di que' ch'erano stati impiccati rivate inRomada'toscani, passo a fare ri-
nel periodo d'un anno (pena di morte or- cordo delle loro chiese e ospedali nazio-
mai non più. io uso nello stato papale, es- nali che hanno in Roma. Lucca (P.) vi
sendovi sostituita la decapitazione o fuci- ha la chiesa della ss. Croce e s. Bonaven-
lazione). Rimarca inoltre il Fanucci, che tura de lucchesi, nella contradadi tal no-
al sanese Crescenzio Selva sacerdote si de- me, con confraternita e contiguo spedale
ve l'istituzione dell' Arciconfraternita di nazionale, che descrissi nel citato articolo.
s. Maria dell'orazione e morte, e di es- Siccome nella chiesa de'lucehesi al presen-
sa riparlai ne' voi. LV, p. 338, LVI, p. te vi celebra ancora lesagre funzioni il so-

i 1 4e i 1 5, ad esempio della quale s'intro- vrano e sagro militare ordine Gerosoli-


dusse da' sodalizi, massime nazionali, di mitano, di cui riparlai a Rodi, mi è indi-
TOS T OS 67
spensabile una breve digressione, e ser- finedella congregazione è tutto spirituale.
virà per dare notizia d'una nuova bene* Gregorio XVI volendo formare un ap-
fica istituzione che in Roma si sta effet- posito spedale pe' Soldati delle Milizie
tuando. Presso il Ponte Sisto (F.), Si- pontificie, nell'ospizio Sistino, questo do-
sto V edificò la chiesa di Francesco con
s. nò colla chiesa all'ordine Gerosolimitano
ospizio, che descrissi insieme a quanto an- egliene affidò la cura temporale nel 835, 1

drò appena accennando, ne' voi. XXIX, mentre la spirituale la concesse alla con-
p. 278 e seg., XLIX, p. 247* LV, p. i4 gregazione della Regina degli Apostoli
ei6, LXVII, p.i 01, e altrove, per collo- (/^J,ossiadeirApostolatocattolico,la qua-
carvi i d'ambo sessi, onde elimi-
poveri i le possiede incontro la propria chiesa e ca-
nare T immorale accattonaggio, che de- sa a loro date dallo stesso Papa. L'ordine
plorai anche aSussimi. Dipoi Innocenzo si obbligò a un sussidio mensile a'sacer-
XII stabilì l'ospizio Sistino soltanto pe' doti che vi erano, e la pia congregazio-
vecchi e vecchie indigenti, unendolo al- ne de'Cento Preti e Venti Chierici ritor-
l'Ospizio apostolico di s. Micliele (F.), nò alla chiesa de'ss. Michele e Magno. Tot-
nel quale il successore Clemente XI tra- tavolta nel i844 Gregorio XV (credette
sferì gli uni e le altre (il cui numero ora di restituire all' Ospedale di s. Spirito
vuoisi ampliato dal Papa regnante, di- in Sassia l'incarico di ricevere i militari
minuendo quello delle zitelle, le quali in infermi, e l'ospedale militare restò sop-
Roma hanno altri Conservatorii). Sicco- presso, rimanendovi ad abitare il parro-
me lo speziale Vestii di Como, vedendo co e commendatore dell'ordine Geroso-
che in Roma non eravi particolare spe- limitano, che con titolo di rettore avea
dale pe' sacerdoti e solo V Ospizio di s. in custodia l'adiacente chiesa conventua-
Lucia de' Ginnasi (F.) pe'sacerdoti pel- le, ove celebrava con l'ordine le sagre fun-
avea fondato un piccolo spedale
legrini, vi zioni, ed il locale fu dichiarato ospizio Ge-
pe'sacerdoti bisognosi infermi (e qui mi rosolimitano. Il regnante Pio IX (come
piace avvertire, che i sacerdoti infermi riporta il Giornale dilìoma de*2 settem- 1

in Roma sono ricevuti da tutti i pubblici bre 8 55, e


1 la Civiltà cattolica nel 1. 1
2,
a
spedali in camere separate, e inoltre so- p. io3 evede'20 mar-
della 2. serie)con bt
no accolti con molta carità e riguardi da' zo 855 eresse V Opera pia dell'ospizio
1

benfralelli nel loro Ospedale di s. Gio- ecclesiastico, intesa a porgere con ospe-
vanni di Dio), ne affidò la direzione alla dale e ospizio benefica ospitalità a'poveri
congregazione de' Cento Preti e Fenti e infermi sacerdoti romani ed esterni, che
Chierici, già eretta nella chiesa de'ss. Mi- logori dalle fatiche del ministero, cer-
chele e Magno, della quale riparlai ne* chino un asilo ove condurre tranquilli i

voi. LI, p. 245, LXII, p. 54. In seguilo loro giornee a provvedere ancora col mez-
essendo stata la congregazione trasporta- zo loro la cultura spirituale de'contadini
ta nella chiesa del collegio Sistino, in que- che vengono a lavorare le campagne di
sto vi collocò il piccolo ospedale de'sacer- Roma. Considerando poi il Papa le ingen-
doti , divenendo il locale in processo di ti spese che richiedevansi per vedere in-

tempo piuttosto un ricovero di poveri pre- cominciare con sollecitudine e progredi-


ti bisognosi d'assistenza e riposo, e anche re con felice successo opere così vaste, ol-
abitazione d'altri preti che pagavano una tre l'avere destinato al nobile scopo il bel-
meusualità, onde erroneamente prese il lissimo e ampio locale e sue rendite che
nome, da quello della congregazione, di dirò, ed anco nuovi fondi, volle che
altri

Ospizio de Cento Preti, per cui invalse con analoga notificazione del cardinal Pa-
la falsa credenza che ivi fosse stato un o- trizi suo vicario generale (a cui affidò il re-

spizio ospedale per 100 preti, maitre il gime e l'amministrazione dell'opera pia,
68 TOS TOS
mentre per l'assistenza spirituale de'preti lata a'cs4 agosto 1 855 col ven. bali fr. Fi-
malati, e aiuto de'parrochi della campa- lippo Colloredo luogotenente dell'ordine
gna, tanto per la celebrazione della messa Gerosolimitano. Fra le altre cose questi
nelle feste,quanto per l'insegnamentodel- personaggi statuirono,che l'uso della chie-
ia dottrina cristiana a'fanciulli e fanciulle, sa e dell'abitazione fosse per un dodicen-
destinò i sacerdoti della suddetta congre- nio, abilitandosi l'ordine a fare nell'abi-
gazione dell'Apostolato cattolico), si fa- tazione qualunque cambiamento, senza
cesse un pietoso ed efficace appello a'fe- poi pretenderne compenso, mentre la pi-

deli, e in modo particolare agli ecclesia- gione d'annui scudi 35o dovuta al soda-
stici di qualunque condizione , e perciò lizio lucchese fosse a carico dell'ammini-
anche alle corporazioni regolari, perchè strazione del nuovo ospizio ecclesiastico.
volessero compiacersi per amore di Gesù. Che se nel dodicennio l'ordine ricevesse
Cristo di concorrere con una offerta men- stabilmente la chiesa e locale promessi,
sile allo scopo indicato. Di piti il Papa de- l' ospizio ecclesiastico potesse affittare la
putò una commissione di 12 ecclesiastici detta abitazione e pianterreni, e quindi
per coadiuvare amministrazione il
nell' consumati Ì12 anni restituirli al sodali-

cardinal vicario, e prendere le misure ne- zio lucchese. Che l'altare maggiore della
cessarie per aprire quanto prima l'ospe- chiesa veniva riservato agli ecclesiastici
dale e l'ospizio, che si stanno riducendo dell'ordine Gerosolimitano in tutte le fe-
e ultimando. Trovando poi il Papa a pro- ste dell'anno dalle orei 1 antimeridiane
posito e relativa a questa istituzione del- al mezzodì, e dalle 10 allei 2 pure anti-
l' opera pia dell'ospizio ecclesiastico , la meridiane ne'giorni di comunione gene-
chiesa e l'ospizio Sistino suramentovati, rale dell'ordine, e nella festa del patro-
posseduti dairordineGerosoIimitano,que« no di esso s. Gio. Battista l'intera gior-
sto cede liberamente tutto il locale colle nata de'24 giugno, oltre il tempo occor-
sue rendite. Quindi il Papa perchè sì ce- rente alla precedente novena.Finalmente,
lebre e benemerentissimo ordine non a- che in detto altare ne'giorni feriali il com-
vesse a mancare in Roma, ove risiede col mendatore priore e gli altri ecclesiastici

s. convento il ven. bali luogotenente del- cappellani dell' ordine vi potessero cele-
l'ordine stesso, di propria chiesa per ce- brar la messa a qualunque ora. Quindi
lebrarvi le sagre funzioni, e dell'abitazio- mg/ fr. Girolamo Feliciangeli (già inca-
ne contigua pel parroco priore commen- ricato d'affari delia s. Sede presso il gran-
datore e altri addetti^ con suo breve de'ao duca di Toscana), cameriere segreto d'o-
marzo 855 ordinò. Che finché non aves-
1 nore del Papa e protonotario apostolico,
se stabilito all'ordine altra chiesa e locale quale commendatore priore del ven. ospi-
per l'ospizio Gerosolimitano e chiesa con- zio Gerosolimitano e rettore parroco del-
ventuale, temporaneamente per le sagre la chiesa conventuale del medesimo, ver-
funzioni gli assegnò la chiesa della ss. Cro- so la fine del novembre 855 1 si recò ad
ce e s. Bona ventura de'lucchesi,e per abi- abitare nel casamento de'lucchesi. Siena
tazione del parroco priore commendatore (V.) possiede in Roma la chiesa di s. Cate-
ili.° piano del casamento di proprietà e rina da Siena con arciconfraternita, che
attiguo a detta chiesa nazionale, con pian- alle figlie delle nazionali dispensa doti: ri-
terreni pegli addetti , senza che i diritti parlai della chiesa nel voi. LXX, p. 16, e
della confraternita de'lucchesi venissero del sodalizio nel voi. LXXV, p. 216, ri-

punto lesi. Tutto poi combinarono il car- ferendo il suo intervento, con quello del
dinal Patrizi, ed il'cardinalD'Andrea qnal ss. Rosario, alla solenne processione per
visitatore apostolico della chiesa e soda- la traslazione del corpo di s. Caterina da
lizio de'lucchesi, con convenzione stipu- Siena, dall'altare laterale al maggiore e
TOS TOS 69
splendido della chiesa di s. Maria sopra uffizio si dedicarono vestiti di sacco nero,
Minerva magnificamente restaurata e ri- il quale cessato il morbo cambiarono io
dotta al primitivo stile gotico. Firenze colore ceruleo che conservasi tuttora. In-
(nel quale articolo parlando del diviu nocenzo Vili approvò la loro compagnia
Michelangelo che ne fece disegni , esso i e le regole che compilarono nel costituir-

per fallo tipografico è detto Michele), vi si in pia unione, le quali furono iu segui-
possiede la chiesa di s. Giovanni de* fio- to confermate e modificate da'Papi ricor-
rentini, edificata in onore di s. Gio. Bat- dati ne'citati articoli,e per ultimo nel 1784
tista e de' ss. Cosma e Damiano patroni da Pio VI, con quelle regole che sono iu
di Firenze, coli' Arcìconfraternita di s. vigore. Cariche principali di questa con-
Gio. Battista dcjiorentini detta della gregazione era il Console, e due Con- i

y
Pietà , ed annesso spedale e vicino ora- siglieri delT'università de mercanti, che

torio di s. Gio. Battista o Pietà de' fio- esercitavano un ricco ed esteso commer-
rentini. Ad essa Leone X concesse la par- cio in Roma, tenendo i loro banchi iu
rocchia e il battisterio, non solo pe' par- quella parte della città in prossimità dei
rocchiani, ma altresì per tutti fiorentini i ponte Angelo , che conserva ancora il
s.

esistenti in Roma, al cui arbitrio rimise nome Banchi. La detta università e-


di
di riconoscerla in luogo di loro vera par- rasi costituita a senso deW'ordinanze del
rocchia nella comunione di Pasqua. Di- celebre Consolato di Mare, che nato m
poi Clemente VII nella detta chiesa della Valenza Spagna e abbracciato dalle
di
nazione fiorentina vi trasportò il s. fonte piazze principali di commercio, era stato
e la cura d'anime. Anche Olimpio Ricci, anche in Roma ricevuto nel 107 5, aven-
9
De giubilei universali, p. i
g3, narra che done i romani neh. "marzo giurata l'os-
Leotie X fu quello che alla chiesa di s. servanza nella basilica Lateranense, co-
Giovanni de'fiorentini concesse i narrati me si trae dal Casaregi, che citai a Con-
privilegi. Egli inoltre racconta, che fra le soli. Potenti per ricchezza ed influenza i

feste principali che vi si celebrano, una è detti mercanti ambirono d'avere un tri-

quella di s. Stefano I a*2 agosto da'cava- bunale privativo e regole particolari pel

lieri dell'oidi ne: nel voi. LXX, p. i o e 1


6, disbrigo delle controversie, e ne avanzaro-
rilevai le vestizioni e funerali fatti nella no istanze al Papa che loro accordò am-
chiesa da questi cavalieri. Della chiesa a bedue le cose. Pertanto il fiorentino Leo-
3 navate, separate da pilastri, e con cap- ne X Medici eresse in Roma il tribuna-
pelle sfondate , riparlai in molti luoghi, le privativo del Consolato per le cause dei
come a Filippini, s. Girolamo della. Ca- nazionali fiorentini da conoscersi dal con-
rità , e ne'vol. LII, p. 22 5, LV, p. 267 sole e consiglieri, o loro assessore, e con
ed altrove. Ora dirò meglio sì del soda- facoltà di poter eleggere un cancelliere (o
lizio che della chiesa, e di quanto riguar- notaro matricolato, sive descriptus in ar-
da il Consolato e uffizio notarile de' fio- cliivio Romanac Curiae) da durare a vita
rentini, di cui altresì parlai in alcuni dei o ad tempus, a piacere de'due consiglie-
luoghi citati, ed istituito presso il detto o- ri, e da approvarsi da 20 almeno de'co*
ratorio nazionale, onde la via prese e con- sì detti giurati, che costituivano il con-
serva il nome di Consolato. Più positive siglio dell'università edecidevano tutti gli
notizie adunque dell'accennate sono le se- affari; e ciò per l'autorità della bolla Eas
guenti. Originò 1' arcìconfraternita nel auae prò commodo, de' 2 giugno 5i 5,
1 1

i448 nella pestilenza di Roma, per ope- presso la cancelleria nazionale fiorentina.
ra d'alcuni pii fiorentini, iu vedere che Non la trovai nel Bullarium Roinanum,
non si trovava chi volesse assistere gli at- bensì viene in esso ricordata, come vado
taccati e seppellire i morti, al cui pietoso a riferire. Nel l. 3, par. 3, p. 469 di del-
7o
TOS TOS
lo lìullarium, trovo la bolla Pastorali* siglieri e a due de'loro famigliari di por-
qffìcii dcbitum, de* io settembre i5i9 : tare per loro difesa le armudifeusive e of-
Jurisdictio, et alia privilegia Consulis, fensive.Permise finalmente che nel luo-
etConsiliariorum } et Universitatis Mer- go del consolato si costruissero carceri
eatorum Flore litinorum in alma Urbe. pubbliche pe'nazionali fiorentini, debito-
In essa si dice > che il Papa a petizione dei ri o colpevoli d'alcun delitto, non ostan-
capitani partis Guelfae et Consulum te qualunque contraria costruzione pon-
Communilatis civitalis Florentiae 3 ed a tificia o municipale, statuto e consuetudi-
favore de'mercanti, banchieri e fondoca ne, privilegi e indulti, ec. Siccome all'ar-
ri fiorentini dimoranti in Roma, dopo a- ticolo Consoli pontificii parlai ancora
vere approvato con lettera apostolica (la del consolato di altre nazioni, e di quello
già rammentata) gli statuti della nazione di questa in Pioma e ne'douiinii della s.

fiorentina esistente in Roma, essendo con- Sede, così cavai dall'archivio Vaticano i

sole e notaio Rernardo de Bini, nuova- titoli de'inonumeuti che di tali consoli in
mente la confermò. Pertanto, per tutte le esso esistono, fra'quali alcuni appartengo-
cause, liti, questioni e controversie che in- no al consolato fiorentino in Roma,qui av-
sorgessero, facoltizzò i consoli e consiglie- verto che quello riportalo all'annoi 535,
ri pro-tempore del sodalizio a procede- benché vi sia quello del i5i 5, debba piut-
re e decidere con sentenza, e questa fare tosto dire 5 9, poiché temo che il dot-
1
1
r
eseguire (exceplis illis) , ed occorrendo to tng. Marino Marini prefetto dell'archi-
anche far tradurre in carcere i delinquen- vio Valicano abbia errato nella trascrit-
ti o debitori, quindi esigere gli emolumen- ta data, mentre riguarda la concessione

ti e penali nella ricordata lettera ponti- di Leone X siili' elezione del console dei
ficia contenuti; senza le quali dichiarò che fiorentini, con due consiglieri e un can-
sarebbe stala nulla la loro giurisdizione, celliere, qui jndicaturam habet, e d'al-
nella quale non dovessero intromettersi, tronde il Papa era morto nel 52 1. 1 det- 1

sotto pena di scomunica, giudici di Ro-


i ti mercanti, che in pari tempo costituiva-
ma ecclesiastici o civili; sottoponendo al- no la pia aggregazione della Pietà, si riu-
la stessa censura o interdetto chiunque nivano nella prossima chiesa de'ss. Tom-
avesse indebitamente percepito denaro maso e Orso, odi s. Orsola, avente allora
spellante e appartenente al consolato fio- la cura d'anime. Desiderando essi d'ave-
rentino. Dispose inoltre, che quanto aves- re in proprietà tal chiesa, ne trattarono
sero trattalo e convenuto i mercanti fio- la cessione col vescovo Cristoforo Casa-
rentini per le loro mercature , i consoli neye che 1' avea in commenda, e con ti-
e il proprio cancelliere notaro pubblico tolo oneroso conseguirono il loro inten-
non fossero tenuti di portarne gli atli e to, venendo approvata la cessione dal fio-

islrumeuti, inclusivamente a' testamenti, tentino Clemente VII Medici con bolla
rogati da detto notaro ad altri archi vi, ma de' io maggio 1 534- Già Leone con X
che si dovessero conservare nel suo nota- altra bolla de' 12 gennaio 519 avea ac- 1

rile e nazionale. Ordinò pure, che tanto cordato a'fiorentiui la facoltà di erigere
il console quanto i consiglieri della nazio- una chiesa, che servir dovesse di parroc-
ne fiorentina, e gli altri ad essa apparte- chia a'fìorentini dimoranti in Roma, o-
nenti, per ispeciale onore e favore, per vunque abitassero, col privilegio di sod-
qualunque delitto o per debiti o altri ti- disfarvi al precetto pasquale senza il bi-
toli (non tamenlaesae majestatis), po- sogno di riportare la licenza del parroco
tessero carcerarsi ed esaminarsi, se non del luogo ove dimoravano, dovendosi
alla presenza del console e d'uno de'con- rapporto ad essi ritenere la nuova chiesa
siglieri. Concesse di più al console, a'eon- quando fosse eretta per vera parrocchia.
1

TOS TOS 71
Di detta chiesa ne avea fatto i) disegno di eleggere a suo beneplacito il curato e
Michelangelo Buonarroti a somiglianza gli altri preti inservienti, non che altri di-

del Pantheon. Spaventò la spesa e restò ritti di pontifìcia concessione. Ma non al-
quindi scelto disegno di Giacomo
l'altro trettanto può dirsi del tribunale privati-
della Porta, sebbene alcuni ritengano che vo accordato da Leone X, giacché dipoi
sia del Sansovino., per edificarla sull'area Innocenzo XII nella riforma de'tribunali
dell'antica chiesa di s. Pantaleone. Intan- di Roma, colla bolla o decreto Ad radi-
to Paolo III con bolla de'5 maggio 1 535 citus, de'3 1 agosto 1
692, Bull. Rom. t.

lasciando alla confraternita la chiesa di s.


9, p. 264j soppresse i giudici e tribunali
Orsola ad uso di oratorio, trasportò la giu- particolari di Roma, e ne abolì le giuris-
risdizione parrocchiale de'ss. Tommaso e dizioni. Nondimeno Quo vero dichiarò:
Orso o Orsola , alla nuova eretta chiesa ad interesse notariorum, necnon ad ar-
di s. Gio. Callista de'fìorenlini, della qua- tes, et Consulatus Urbis censuit eadem ,

le ne tuttora in possesso il sodalizio. An- congregatio posterum particu-


, esse iti

nesso alla chiesa nelle case ch'erano desti- lariter providendum. Lasciando così in-
nate al convitto de'preli, che anticamen- tatto il notaio o cancelliere del soppresso
te l'officiavano, a petizione dell'universi- tribunale, continuando ad agire come per
tà de'giovaui fornari, vi fu fondato a'20 l'avanti. Quindi Benedetto XIII prorogò
giugno 1606 uno spedale pe'poveri ma- a tempo le facoltà del uotaro della nazio-
lati della nazione, sotto il dominio, padro- ne fiorentina, restringendo con decreto dei
nato e patrocinio della compagnia, con- 28 aprile 1728 le facoltà del notaro,depu-
forme restò stabilito nel!' adunanza dei tando una cougregazione per definire gli
conflati. In conseguenza di che, a' 23 d» atti che si potessero fare dal medesimo :

detto mese, vigilia di s. Gio. Battista, l'u- però nulla si fece. Divenuto Papa il fio-
niversità presentò solenueinenlealla chie- rentino Clemente XII, colla bollaExpo-
sa la sua bandiera in segno di sudditan- ni nobis, de'4 gennaio 1 73 Rom. 1
, Bull.
za. Per l'ospedale fu gittata lai. 'pietra ai t. 1 3, p. 1 5g Confirmatur concessio a
:

20 dicembre 1607 dal cardinal Bandi ni, Leone X anno 1 5 5facta Notano etCan-
dopo aver celebrato all' altare maggiore cellario nationis Florentinae de Urbe }

della contigua chiesa, da cui si parli prò- ut quaecumque acta judicialia et con-
cessionalmenle, coli' intervento dell' am- tentiosa libere et licite conficerc possiti
basciatore di Firenze, de'preli della chie- quodofflciumin Urbe restituì tur. Adun-
sa, console, governatore e altri della com- que ritenuta la soppressione del tribuna-
pagnia. Minacciante I* ospedale ai nostri le privativo, autorizzò il notaio a fare li*

giorni rovina, fu restaurato di recente in bere, licite, et valide omnia, et quae-


uno alla chiesa, come poi diiò, a cura e eumque actajudiciaria, oltre rogare, il

spese della benemerita compagnia, la qua- riunendo così come per lo avanti il dop-
le risarcì pure e ridusse ad uno stato di pio uffizio di causidico e notaio. Per que-
di vola convenienza le sottoposte stanze, sti ed altri benefìzi da Clemente XII fat-
ancora celebri per avervi l'apostolo di Ro- ti alla patria, per gratitudine gli fu eret-

ma s. Filippo Neri fiorentino cominciato to un busto marmoreo con analoga iscri-

gli esordi della celebre sua congregazione zione, presso la sagrestia della chiesa na-
óe\Y Oratorio^.), essendovisi riunitoeou zionale di s. Giovanni de' fiorentini, che
12 compagni, fra'quali il gran cardinale avea nobilitato della facciata diesi am-
Barotiio, di cui tuttora esiste la lapide di mira. Però dopo la sua morte, dispiacen-
Cuoco perpetuo della santa società.Si con- do a'notari capitolini (de* quali riparlai
serva ancora dal sodalizio illeso il diritto aSenato romano) e camerali la sussisten-
della parrocchia, ed il privilegio che ha za del notaio fioreutiuo , e 1' estensione
72
TOS TO S
de'suoi privilegi, fu la questione giuridi- chiesa, spedale e oratorio, dava luogo al-
camenteda'meclesimi introdotta, evenne la scelta del notaro ,
quale dovea essere
rimessa per la decisione alla congregazio- approvato dalla congregazione generale,
ne tuttora esistente per la riforma de'tri- dietro la quale approvazione si procedeva
bunali, presieduta allora dalcardinal Geo- da'deputati delegati all'occorrente stipu-
tili, e portata a discussione con l'interven- lazione di contratto coll'eletto notaro. A-
to del preiato della chiesa mg/ Banchie- vendo però Benedetto XIU con breve dei
ri, ordinato, con decreto de'9 aprile 1743 1 5dicembre 1729 tolta l'azione della con-

dell'uditore del Papa* Conseguenza di tal gregazione generale, e ristretta la libera


questione fu la conservazione del privile- azione degli alFari alla congregazione se-
gio competente alla compagnia della Pie- greta, da questa quindi si è costantemen-
tà, di continuare ad avere e nominare il te proceduto alla scelta del notaro, come
notaio rogante quale altro notaro roma- praticò di recente per l'attuale. Qui deb-
no; e de* Notori dì Roma riparlai a Scri- bo fare debita e speciale distinzione, per
ni ario e Testamento. Questo privilegio evitare equivoci o amalgama di cose, dai
ch'ebbe principio colla prima nomina fat- consoli dell'antica università de'fiorenti-
ta dalla compagnia nell'ottobre 1 5i sen- 1 , ni,che duravano un auno nella loro cari-
za interruzione ha proseguito e prosegue ca, a'posleriori consoli generali del gran-
fino al presente, conforme lo prova la no- ducato di Toscana residenti in Roma i ,

niitia dell' attuale notaro d.' Gaetano quali in parte hanno il solo nome comu-
Sciarra. L'utfizio notarile sino a pochi an- ne a quelli del sodalizio, sul quale il con-
ni addietro rimase nelle case dell'orato- sole generale toscano non ha alcuna in-

rio suddetto de' fiorentini, nella via del fluenza. Poiché l'arciconfraternita, come
Cousolato e ad esso adiacenti; quindi tro- l'altra di s. Gio. Decollato, ritengono tut-
\asi trasferito nella vicina via del Banco ta l'indipendenza che aveano le istituzio-
di s. Spirito al n.° 44» accanto al porto- ni nate sotto tempi repubblicani, icui me-
ne del Palazzo Niccolini in Banchi (F.) t todi, trasfusi in tali pii stabilimenti, si os-
ora Amici, vedendosi sulla porta d'ingres- servano ancora. Ni una azione privativa
so una tabella con questa iscrizione: Of- nella scelta del notaro ebbe mai il conso-
ficio Notarile dell'I. R. Consolato Fio- le che pe'propri affari tiene la corte di To-
rentino. 11 sistema primitivo osservato scana in Roma. La sua destinazione sta-
nella nomina del notaro, portava che il bilisce una essenzialissima differenza co-
console e idue consiglieri dell'università gli antichi consoli dell'università de'fio-
de'mercanti scegliessero il soggetto, stan- rentini, e specialmente de'mercanti, che si
do a'gmra/jsunimentovati il diritto d'ap- eleggevano particolarmente dalla stessa
provare la fatta scelta. Abolito il tribuna- università a senso delle già notate Ordì»
le e scomparsa l'università de' mercanti nanze del Consolato di mare. Il console
fiorentini, per le variate circostanze dei toscano di Roma, per ragione di naziona-

tempi, nelle riforme degli statuti essendo lità, avea il diritto d'essere aggregato al-

rimasta la carica di Console e Consiglic- la compagnia, e per ragione di dignità so-

ri} in difetto de'mercanti, fu dali 661 in leva essere destinato alla carica di conso-
poi prescelto a coprire l'uffizio di console le della medesima , ma niun diritto gli
(che consisteva in una carica dignore del- compete per la semplice sua qualifica di
la compagnia), quello che si trovasse più rappresentante e impiegalo granducale, e-
rispettabile della fratellanza , il quale in sigendo lo statuto, che non possa occupa-
unione con tutti fratelli componenti la
i re la carica il detto console nella compa-
congregazione segreta, cui spelta l'ammi- gnia, se prima non sia stato aggregato al-
nistrazione e direzione degli affari della la medesima col vestire il sacco. L'indi-
1

TOS TOS 73
pendenza della compagnia nel far uso del o pensionali di Toscana, cioè que'giovani
suo diritto, in rapporto all'autorità resi- che la corte di Toscana tiene nel mede-
denziale toscana, si verifica rapporto an- simo, studenti nelle 3 arti del disegno, e
cora alla prefettura degli archivi, da cui dove eglino espongono a pubblica mostra
dipendono i notati romani , dovendo la le proprie opere ué'loro studi. Ne' voi. 1
, p.
persona del notato eletto officiare il pre- 297, X, p. 99, notai che da tempo anti-
1

lato presidente di detti archivi, e fargli co- co, uscendo il console generale di Tosca-
noscere semplicemente la seguita sua no- na in formalità dal palazzo Altovili (di
mina, ferma restando però l'ubbidienza questa nobile e illustre famiglia fiorenti-
del detto notaro a tutte le leggi discipli- na,de'personaggi e prelati che vi fiorirono,
nari della prefettura degli archivi, per es- delle loro benemerenze civili e religiose,
sere come uuo de'notari di Roma. E quan- copiose notizie riporta l'Ai veri, Roma in
to al console toscano in Roma aggiunge* ogni stato, t. 2, p. 1 00 non che del
e seg.,
io. Pio VII nel 800 colla bolla Post dia-
1 palazzo sulla piazza di ponte s. Angelo e
turnas: Super restauratione regiminis incontro al Castello, perciò sito eccellen-
Pontificii, decretò. » Sarà deputata una te per veder la sua girandola. Narra dun-
particolare congregazione, la quale, sen- que, che Bindo Aitovi ti fu padre d'Anto-
titi anche de'probi e periti negozianti, pro- nio, il quale sposò la nipote d'Innocenzo
cederà all'esame delle forme esteriori dei Vili, che fu ili. "a recarsi colla famiglia
consolati d'Ancona, Civitavecchia, e altri in Roma, ove colle sue comprò ricchezze
simili, e compilerà in correlazione delle molli beni e case, fra le quali memora- la

piazze estere un codice di leggi di com- ta, onde la piazza prese il nome di Alto-

mercio da osservarsi in qualunque luogo viti quando Biodo giuniore figlio d'An-

dello stato ecclesiastico. S'intenda abolita tonio generosamente la rese più. spaziosa
qualunque altra privativa di foro potes- con atterrare alcune case e restaurando
se esistere in Roma e nello stato ecclesia- splendidamente il palazzo ueli5t 4- U suo
stico, rimettendo i litiganti a' giudici or- figlio Gio. Battista fu depositario genera-
dinari". Ora in Roma vi è un cancellie- le e segreto dis. Pio V, comprò molti ca-
re console, invece del console generale to- sali in Roma, ed abbellì la vigna pater-
scano già residente in Roma nel magni- na situata nella ripa opposta del Tevere
fico Palazzo di Firenze (di cui riparlai incontro alla via dell'Orso e avente l'in-

nel voi. LV, p. 122 e altrove), posto nel- gresso per porta Castello, la quale ornò
la piazza di questo nome, e proprietà del di bellissime statue trovate nella villa A-
granduca di Toscana (il quale inoltre in driana di Tivoli e acquistate dal duca di
Roma anticamente possedeva il palazzo Savoia, al quale il padre avea fitto un
della Villa Medici e il Palazzo Mada- prestito allorché fu assalito dagli eretici.
maà\ cui riparlai nel voi. LXXI V, p. 36o, La ridusse a villa e divenne celebre per
ed a Tobre), con quelle prerogative de- la gran loggia che vi fece vagamente di-
gli altri Consoli, nel quale articolo regi- pingere da Giorgio Vasari, onde dopo la
strai, i consoli e vice-consoli toscani resi- famosa loggia, situata pure sul fiume, del-
denti nello stato pontifìcio, ed i consoli e la Farnesina dipinta da Raffaele, acqui-
vice-consoli pontificii residenti in Tosca- stò tale rinomanza, che meritò la pubbli-
na; ed oltre il console generale in Roma cazioue de' disegni incisi, nell'opera clas-
vi fupure il vice-console di Toscana, men- sica del Piranesi. Il celebre Benvenuto Cel-
tre Lucca ancora vi teneva residenti il con- imi, sommo nell'arte di niellare, ne scolpì
sole generale e il vice-console, prima che il busto in marmo, ed è forse l'unica scul-
fosse riunita alla Toscana. In quel palaz- tura in pietra conservata di tale artista),
zo il console sorvegliava i provvigionati col treno di carrozze per orarsi nella vi-
VOL. lxxviu. 6
-

74
T o s T OS
gilia e festa di s. Gio. Ballista (abbiamo Porla) sulla riva del Tevere , e in parte
iliPmolàM.'VmduHidi, Jnliqukates C/tri- basata, specialmente l'apside, sullo stesso
f danne de cultu s. .Toh. Baplistae, Ro- fiume, questo bellissimo tempio non po-
inae i 755) alla vicina chiesa nazionale, teva coli' andar degli anni non sentire i

nel passare per la piazza, per singoiar pri- funesti effetti della sua località. Infatti l'ac-
vilegio pontifìcio il Castel s. Angelo losa- que filtrando ne' sotterranei cominciaro-
lutava con salve di artiglierie, cioè nella no a rodere e minacciare grossi piloni, i

sera della vigilia con 3o colpi di canno- che sostengono 1* ardita cupola di Carlo
ne, e con 20 nella mattina seguente. Que- Maderno,enel pavimento produssero mol-
sto privilegio, che probabilmente avran- ti e pericolosi avvallamenti. Per cui nel
no concesso o Leone Xo Clemente VII, bisogno d'impedire che il guasto si faces-
ì' stato conservato per le stesse circostan- se maggiore e divenisse poi irreparabile,
te all' in Ro-
odierno ministro residente il zelante preside degli stabilimenti pii to-
r
ma granduca di Toscana presso la s.
del scani in Roma, mg. Corsi decano della
JSede. Imperocché notai nel voi. LUI, p. rota e poi cardinale, d'accordo colla be-
189, che il granduca accreditò Y attua- nemerita deputazione della chiesa, pen-
le saggio suo ministro di residenza iu Ro- sò a'necessari restauri, affidandone l'ese-
ma, con dimora nel suddetto palazzo; ed cuzione al valente architetto prof. Gaspa-
r
il console generale cav. eomm. France- re commend/ Salvi toscano di origine, e
sco Pandolfini divenne segretario di lega- mancato or son due anni all'onore del-
zione. Ma il granduca Leopoldo II, con l'arti. Quindi il Giornale \wva le parzia-

decreto de'3o settembre 853, soppresse 1 li lavorazioni e abbellimenti; io solo dirò


il consolato toscano in Roma, ed in sua che furono validamente fortificate le ba-
vece istituì un postò di cancelliere conso- si dell'apside, i corrosi piloni della cupo-
le della legazione e dipendente dalla le- la, e riparate le lesioni ue'soltoslanti ar-
gazione granducale ivi residente (che ha chi e lefondamenta; fu liberato il pavi-
pure 3 addetti), nominando per litolare mento dalla grandissima umidità con di-
del medesimo Rodolfo Pandolfini, e lo è verse notevoli costruzioni , e restaurati i

tuttora; essendo console di Toscana re- muri e i fondamenti de'molti sepolcri, che
sidente in Ancona il marchese Agostino racchiudono le ceneri d'illustri e beneme-
Ti ionfi.Consolegeneralepontifieio in To- riti losca ni; rinnovandosi il pa violento lo-
scana e residente in Livorno, è il cornuti.* goro e avvallato, tutto iu marmo
bianco
Vincenzo Calza. Rimarcai nel voi. XXV, e bardiglio, esegnilo dal bravo artista Fer-
p. 22, descrivendo la chiesa di s. Giovan- dinando Monachesi, conservandosi iuge-
ni de'fìoren tini, che pe'suoi grandi risiali guosameule le pietre sepolcrali, anco con
riallora si uffiziava nel vicino oratorio na- rinnovarsi nella massima parte, non che
zionale, i quali terminali si riaprì al cullo le sottoposte divisioni delle sepolture spet-
divino nel 1 85 1 . Pertanto riportasi dal n.° tatili alle rispettive famiglie patronali. In-

271 Giornale di Roma dello stesso


del oltre abbisognando la chiesa de'sagri uten-
anno, che sabato 5 novembre, giorno o-
1 sili e altri ornamenti necessari a rendere

nomaslico del regnante granduca di To- decoroso il culto di vino,e mancate le rendi-
scana, con pompa solenne e con grandis- te per le vicende politiche che funestarono
simo concorso di fedeli venne riaperta la il tramonto del secolo passato, non ostan-

chiesa nazionale di s. Gio. Ranista cle'lìo- te la pia arciconfraternila non venne me-
lenlini, dopo due compiuti lustii dacché no; piena di zelo pel decoro della casa del
era stata chiusa. Biella con disegno del Signore, si fece un dovere di pienamen-
Sansovino (dunque è da preferirsi all'opi- te secondare le intenzioni del presidente
nione che ne attribuiva il diseguo a Della cardinalCorsi; lodevole impresa uella qua
T OS TOS T5
le gli occorse spendere circa 4o,ooo scu- stanze di s. Filippo, allo slato in cui al
di.Così il fedele che entra nel maestoso timi mentesi trova, con ammirazione di

tempio, dopo aver mirati nelle cappelle il quelli che ben conobbero lo slato deplo-
quadro stupendo de'ss. Cosma e Damia- rabile, a cui si trovavano ridotti que'lo-
no di Salvatore Rosa, e dipinli del Lan- i cali, non essendo sta lo dall'encouiiato de-
franco e di altri valenti artisti, si arresta putato in pari tempo ricusata la cura di
a osservare i molli e importanti restauri provvedere la chiesa delle tanleesì sva-
degli altari, e specialmente del maggiore riale suppelletlili, utensili, arredi e bian-
architettato dal Iiorromini, e pel quale cheria, indispensabili ad una chiesa, che
prontamente accorse anche la nobile ca- in se riunisce la qualifica di parrocchia.
sa Falconieri, restaurando di questa sua Tanli e sì ben eseguiti restauri non po-
cappella gentilizia i sotterranei, i monu- tevano a meno di* attrarre numeroso po-
menti esistenti nella medesima , il pavi- polo in questa bellissima chiesa nel i.°
mento, e marmi che fregiano le pareti
i giorno di sua apertura. Alcuni vescovi e
laterali. L'ingrandimento della mensa, le cardinali vi celebrarono la messa:e il mar-
decorazioni al paliotto con ispecchi di ver- chese Scipione Bargagli ministro residen-
de africano e rosso mitico, sono princi- i te del granduca presso la s. Sede, cav.
pali lavori che fece eseguire la beneme- grancroce di più ordini (e consigliere in-
rita deputazione, onde rendere sempre più limo attuale di stato, fiuanze e guerra),
maestevole questo maggiore altare. 11 fé v'intervenne io forma pubblica, assisten-
dele mira pure i i3 altari forniti di bel- do alia messa soìenur, pontificala con iscel-
lissimi candellieri e controlumi nuovi, non ta musica dall'arcivescovo di Traianopo-
che tabelle dell'altare, il tutto di metallo li (già di Lucca) mg/ Stefanelli toscano.
patinalo, eseguiti dall'argentiere Filippo E invitali dall' encomiata deputazione, di
Pacelli sul disegno del Salvi; mira il bat- cui ognuno iti tale occasione dovette am-
opportu-
tislerio trasferito io luogo assai mirare il risultato felice di lauto alacre
no e chiuso da una cancellala in una del- impegno , vi assisterono tutti i prelati e
l'antiche cappelle,! confessionali rinnova- ed più distinti laici e
altri ecclesiastici, i

ti e i bussoloni alle porte, il tutto con di- damedel granducalo,che in Roma hanno
segno e sotto la direzione dell'egregio ar- stanza (vi furono invitati con biglietti an
chitetto Valentino Severini, il quale con co de' romani, fra'quali ini onoro esserne
mollo accorgimento, mediante ben co- stato uno, e mi fece molto piacere, ezian-
slrulla scaia , mise in comunicazione co- dio per soavi riminisceuze, poiché il mio
modissima la chiesa coll'abitazione de'sa- avo materno era oriundo di s. Miniato,
cerdoti addelti alla medesima, e dell'an- ove gli resi aifettuosameule un tribolo di
nesso spedale spettante al sodalizio fin dal giustizia).! toscani recaronsia dovered'ac

1729. Anche l'organo per opera de'fra- correre a questa sagra ceremonia, e per
telliPriori venne restaurato in modo, che rendere grazie a Dio di aver potuto re-
può reggere al confronto de' più stimati stituire all'antico suo cullo il magnifico
moderni. Nulla fu dimenticato dall'ope- tempio di s. Giovanni de'fiorentini, e per
rosissima deputazione, a mezzo del rispet- festeggiar colla prece il giorno onomasti-
tabile e nobile toscano avv. Giuseppe A- co dell'amato loro monarca e padre. A-
lessamlri. La deputazione si trovò piena- vendo descritto [echiese di Roma in que-
mente soddisfatta dell'operato zelante, stamia opera, ho voluto profittare del-
nella direzione e sorveglianza del depu- l'occasione per accennare il nobile restau
tato nobile Alessandri, il quale si rese me- 10 e abbellimento del discorso lem pio, sic
ri levole dell'accordatagli fiducia, col por- come vado praticando con altri, sebbene
lare il materiale della chiesa , spedale e già li avessi descrilti.ilche precipuamente
76
TO S TOS
feci a Titoli cardinalizi, ed a Tempio -per nomina ,ma per commendatizia del go-
per quelli di s. Paolo, di s. Maria sopra verno toscano, e vi siede come uditore ro-
Minerva, e di s. Nicola in Carcere. Tut- mano, sebbene fu surrogato al posto va-
tora i deputati de'sodalizi di s. Gio. Bat- cato per la promozione alla sede episco-
r
tista de'fiorentini, di s. Gio. Decollato, e pale di Valladolid dell'uditore mg. Ri-
di s. Caterina da Siena, quali rappresen- vadeneyra spagnuolo. Imperocché egli fu
tanti i deputati delle nazioni fiorentina e ammesso nel sagro tribunale, come udi-
sanese, godono ed esercitano il pontificio tore di rota spagnuolo : fatto poi a' 27
privilegio, comerilevai nel voi. IX, p. 58, gennaio i854 l'attuale uditore spagnuo-
62 ed altrove,di portare per un tratto di lo mg. 'Emanuele Rodriquez-y-Sanchez,
r
via le aste del baldacchino, sotto il quale mg. del Magno fu dichiarato uditore di
incede il sommo Pontefice col ss. Sagra- rota romano. L' odierno avvocato con-
nicnlo nella processione del Corpus Do- cistoriale è monsignor Cesare Lippi di
mini. Anzi allearciconfraternite di s. Gio. Lucca, anche votante di segnatura, de*
Battista de'fiorentini e di s. Gio. Decol- quali collegio e tribunale è sotto-decano.
lato, fu loro in unione accordato un posto Leggo nel Bernino, // Tribunale della
a diritta e a sinistra per la via che percorre s. Rota p. 48 e seg., sulla nazionalità de-
la processione, precisamente al principio gli uditori di rota, che uno è sempre to-

del Colonnato, verso la parte che guarda scano, quindi aggiunge. » Sotto l'ispezio-
la porta Cavalleggieri. Che altresì prosie- ne di esplicito o d'implicito pri vi legio, eh e
gua la dimostrazione onorifica e antica al a noi non consta, sostiene un luogo fìsso
rappresentante della Toscana e del suo so- nella s.Romana Rota un soggetto toscano,
vrano, delle salve d'artiglierie del Castel e benché il sopraccitato cardinal de Luca
s. Angelo, per la ricordata vigilia e festa (Relat. Rom. dir. discep. 3a, n.° 20) am-
di s. Gio. Battista, allorché in forma pub- metta una certa specie di alternativa fra
blica trapassa la prossima piazza del ponte la città di Perugia, che nella sua lata si-
s.Angelo,lo testifica annualmente il Gion gnificazione è parte della Toscana sog-
naie di Roma. Questo inoltre riferisce, getta al Papa, e la città di Siena o Pisa,
che il marchese Bargagli ministro resi- o altra qualunque città di quella superio-
dente, per tale festività si reca alla chiesa re e più alta provincia; tuttavia la pra-
nazionale decorosamente cogli addetti al- tica insegna altri menti,onde assolutamen-
la granducale legazione, e con essi assi- te ammettere non si debba l'alternativa
ste alla messa solenne , ordinariamente riferita dal de Luca. Conciosiacosachè si
pontificata da un vescovo , e poi nobil- annotano ne'soli due secoli decorsi (stam-
mente accoglie nelle sale attigue al tem- pò l'opera nel 17 17), 7 uditori di rota
pio le felicitazioni della massima partede' perugini, succeduti per linea retta l'uno
molti sudditi toscani dimoranti iu Roma, all'altro dal 1559." Di che, col Mariotti,
non che altri ragguardevoli personaggi ro- e con quanto avvenne dopo di questi, ne
mani ed esteri, e con gentilezza fa servire trattai nel voi. LII, p. 54- Indi soggiun-
1

di lauti rinfreschi. La Toscana di più si o- ge il Bernino. « L'altra parte della To-


nora di avere in Roma, oltre molti altri scana soggetta al dominio di Firenze go-
prelati, i prelati Uditore di Rota e V Av- de anch'ella luogo in Rota ne'suoi con-
vocato concistoriale nazionali. Di pre- nazionali a elezione e piacilo del Ponte-
sente l'uditore di rota è il suddetto mon- fice, non solamente Quia, soggiunge ilei-
signor AntonioPellegrini-Amadori tosca- tato de Luca, meritimi liabct altera Ifv-
r
no.Quantoa mg. Gio.Alcssandrodel Ma- tr uriti, in qua lega rivi Ics, poòt
gno diChianni diocesi di Volterra, egli en- rum causalem inventionem, cunabula
trò nel tribunale della rota nel 1 84$, non habucrunt, ma eziandio perchè alla u •
°

TOS TOS 77
suale prerogativa delle accennate cune, Biblioteca del viaggiatore delle strade
agginngesi la gloria dell'industriosa sol- ferrate.» Similmente volendo tessere bre-
lecitudine di que' connazionali soggetti, vemente la storia delle strade ferrate, uo-
pronti ad apprendere, inclinati a colli- po è menzionare qualmente la Toscana,
vare, e ben disposti dalla natura e dal- che forma in tal guisa V Italia centrale,
l'ingegno ad ogui scienza. " Degli Av- non si lasciò precedere da alcun altro stato
vocati concistoriali trattai in molti ar- in questa importante bisogna. Quasi uel
ticoli, in quello però ed a Lucca notai, tem pò slesso che si apriva la linea da Mila-
che Clemente XIII accordò un posto per- no a Monza, aprivasi in Toscana il tratto
petuo nel cospicuo collegio alla nazio- da Livorno a Pontedera, ch'è il 3.° della
ne lucchese, privilegio da esercitarsi dalla strada da Livorno a Firenze. Volgendo
città e repubblica di Lucca, poi esercitato l'annoi847, aprivasi il tronco da Pisa a
dal duca. Trovo nel Cartari, Advocato- Lucca: sul principiare del 1848 aprivasi
rum s. Consisterti Syllabum, che Leone quello da Firenze a Prato, che ora va fi-

X trovandosi colla curia in Firenze, ili. no a Pistoia, donde comunica con quello
dicembrei 5i 5, dichiarò avvocati conci- di Lucca. Terminavasi la linea da Livor-
storiali , Pietro Guicciardini fiorentino, no a Firenze denominata Leopolda, ed a-
de consensucardinalium^ curii nullus ex privasi col nome di Strada ferrata cen-
Urbe Consistorii Pontificii advocatus trale Toscana quella, che da Firenze
Florcntìnam petiisset civitatemj e Lan- conduce a Siena, donde un grandioso pro-
cillotto Politi saoese. Dopo l'incorpora- getto la guiderebbe a Roma passando per
zione politica del ducalo di Lucca al gran- Radicofini. Tratta vasi eziandio ora fra
ducato di Toscana, la nomina dell'avvo- pochi anni di costruire una linea, la qua-
cato concistoriale è devoluta al grandu- le da Livorno si dirigesse aali stati ro-
ca, in favore d'un lucchese. Anche la To- mani, costeggiando il mare ed attraver-
scana ha le strade ferrate e le linee te- sando le Maremme in tutta la loro lun-
legrafiche. Narrai aSTRADA,ove parlai del- ghezza. Ma quand'anche siffatta linea fos-
le ferrovie e de' telegrafi , ossia nel voi. se stata prolungata insiuo a Roma, co-
LXX, 1 6
62, 63, che le strade fer-
p. 1
, 1 1 sa allatto improbabile, abbisognerebbe
rate introdotte in Toscana sono quelle da anni e secoli forse, prima che le relazio-
Firenze, a Pisa e Livorno; da Pisa, a Luc- ni tra Livorno e Ptoma un ali-
offrissero
ca e Pescia; da Firenze, per Prato a Pi- mento sufficiente al mantenimento di u-
stoia; da Empoli a Siena, e delle loro di- na linea estesissima, la quale non potreb-

stanze. Della strada ferrata centrale To- be contare per nulla i prodotti de' paesi
scana e quanto la riguarda, per discen- intermedii, posti lunghesso la via." Quan-
dere da Sieua a Poggibonsi, e di là per to al telegrafo, quando fu introdotto in
la Val d'Elsa inoltrarsi fino presso Em- Toscana e comunicato cogli stali di Mo-
poli e ivi unirsi alla strada Leopolda. Del- dena e Parma, e della Lombardia, oltre
la convenzione conclusa tra lo stato pa- lo stato pontifìcio per Bologna, ne ripar-
pale e i governi di Toscana, Modena, Par- lai ne' voi. LXX, p. 171,174, LXXIV, p.
ma e Austria, per la costruzione delle li- i63. I lavori intrapresi per stabilire una
uee onde congiungerle a quel-
di ferro vie, linea telegrafica che mettesse in comuni-
regno Lombardo-Veneto, perlaTo-
le del cazione immediata Bologna e Roma, eb-
scana essendo stato deputato commissa- bero felice compi mento nei febbraio 1 855»,
1
rio il comineud. Alessandro Manetli. Di e Uri." esperienza si fece a' 26, e così fu
diverse ferrovie toscane e de'progetti d'al- riunita all'Estense. Trovo nel n.° 5l) del
tre strade ferrate, parla il Repetti a p. xv Giornale di Roma de'i3 marzo i855,
della sua Introduzione, Si legge nella che la telegrafia elettrica negli stati E-
.

rR TOS TOS
«.tensi forma oggi un mino interessante la giche. Il germe ebbe o-
poi del telegrafo

pubblica amministrazione, sia pel conti- rigine dalle antiche


Torri d'Italia e di
nuo servigio che ne ottiene lo stato, sia Toscana. Pel sin qui detto e per quan-
per T utile clie ne piovano privati e il i to mi resta compendiosamente a riferi-
commercio nel corso giornaliero degli af re, delle "principali cose della Toscana,
a
fìri,come dappertutto. Dall'epoca della i . ripeto che a tanta brevità, secondo le
istituzione della medesima sino al giorno proporzioni di questo mio Dizionario,
d' oggi, una gran parte degli stati euro- potranno in parte supplire tulli i citati

pei congiunse le sue linee telegrafiche con articoli e gli altri che andrò ricordan-
quelle della lega austro-tedesca, colla qua- do, e meglio assai i seguenti autori, al-
le lo stato Estense trovasi riunito fino dal tre opere avendo già ricordato parlando
principio del 1802 per il che vi ha in
,
delle citlà toscane, innumerabili posse-
una continuità di cor-
qualsiasi incontro dendone la Toscana e con documenti il

rispondenza immediata anco con paesi lustrativi. Istorie fiorentine di Scipione


lontanissimi. Gli stali italiani confinari Ammirato }
con V aggi unte di Scipione
coll'Estense rannodarono pure la lo- essi Ammirato il Giovane, Firenze 1647.

ro rete telegrafica col medesimo, Lo stato Sante Bartoli, Gli antichi sepolcri ro-
pontifìcio dietro apposito concordalo si mani ed etruschi, Roma 1704 cou rami.
unì all'Estense colle slesse massime adot- Anton Francesco Gori, Musami Ktrti-
tate dal duca di Modena nella convenzio- scum, exhihe.ns insignia veterum etru-
ne telegrafica coll'impero Austriaco, col scorum monumenta aereis tahulìs, eie.,
ducato di Parma e col granducato di To- Floreuliaei737. Ignazio Ursolini, Pon-
scana; ed intraprese immediatamente la tifìces etCardinales uationis fiorenti-
costruzione delle sue linee telegrafiche, nac, Romae 1708.
Orsini, Storia delie
sicché Bologna si mise in comunicazione monete de'granduchi di Toscana della
con Modena nell'ottobre 1 853, ed essen- casa Medici, Firenze 17 56. Memorie i-
do compi la tutta la linea da Bologna per sloriche degli uomini illustri della. To-
Ancona, Foligno, Roma e Terracina, si a- scana, Livorno 1757. J. M. Bruti, Fl<>-
prirono tosto colf Estense le corrispon- reniinae historiae, Logduoi J 5&X Vai-
denze per tutto lo stato pontificio fino al chi, Storia delle rivoluzioni di Firenze
confine napolitano. Di là segue poi la li- sotto i Medici, Colonia 72 .Manni, No- 1 r

nea telegrafica fra Terracina e il regno di tizia\dé'senatorifiorentinifi'wtme 177 1

Napoli, per la concordò analoga


quale si J. C. A. A., Serie de' duchi e marchesi di
convenzione fra lo stalo papale e il regno Toscana, Firenze 778. Descrizione di1

stesso. Finalmente la comunicazione fra tutte le famiglie della nazione fioren-


l'Estense Massa di Cari ara e il regno sar- tina Firenze 1780 con rami. Riguccio
t

do fu aperta sino dal principio deh 855, Galluzzi, Istoria del granducato di To-
e trovasi ora in piena attività anche per scana sotto il governo della casa Mali-
servigio de'privati, essendosi in tal modo ci, Firenze 1781: altnijFii'enze 83o. Po- 1

per una parte facilitato il trapasso de'di- tare de' vasi antichi cavate dalle colle-
spacci direlli dalla Toscana al Piemonte zioni del eav. Hamilton) tradotta e pub
ed oltre, e per l'altra offerta una nuova blicata da Francesco de Sanctis, Roma
\ia per quelli che movendo da queste sta- 1 8 1 4 ^ou la vole in lame. Antichi vasi di
lloni cisapennine fossero a. spedirsi alla pinti della collezione Feoli, descritti da
direzione suddetta. Orinai le ferrovie e Secondiano Campana ri A\oim\ io' 3 7 .Mi -
la navigazione a vapore souo divenu- cali, Storia degli antichi popoli italiani,
te ai. che potenti mezzi di guerra, e uti- Milano i836.Emanuele Gei ini, Memorie
lissimi alle grandi combiuazjoui strale» istorie/te d' illustri scrittoli e di uomini
TOS TOS 79
insigni dell'antica e moderna Lunigia- uà gran parte dell'antica Etruria, la qua
na, Massa 1829. Confronto de paesi del- le era assai più estesa della Toscana at

la Toscana, Firenze 1 793. No tizie sto- tuale.Era occupata da diversi popoli chia
rielle de'palazzi e ville appartenenti al- mali Etruschi, Tuscii, Tuscaniensis.Dì-
la real corona di Toscana, Pisa 8 5. 1 1 «ita dalla Liguria mediante la Macra ,
Savi, Ornitologia toscana, Pisa 1827. dal Lazio e dall'/"////*/ ia mediante il Te-

Giuseppe Giulj, Storia naturale di tut- vere. Al nord-est una porzione dell' A-
te V acque minerali di Toscana, Firen- penuino la separava dal paese de'popoli
ze 833. Della zecca e delle monete de-
1 boii e senoni, ed al sud-ovest era bagna-
gli antichi marchesi della Toscana, ra- ta dalla porzione del Mediterraneo chia-
gionamento del eav. Giulio Corderò mato Mare Toscano, Tuscumo Thyr re-
San-Quintino. Vincenzo Ercole Emilia* nimi, onde popoli furono detti anche
i tir-

v\,Riflessioni storico-politiche sui popo- reni e la stessa Etruria venne denomina'


li etruschi, discorso, Roma 1840. An- la Tirreniae Thyrrenia. Vuoisi che Tu-

tonio Fé r rieri, Descrizione geografica .v<7 abbia origine dal greco, sacrifico, poi-

della Toscana, Firenze 1839. Orlandi- ché gli etruschi erano un popolo religio-
11
i Zuccagni, Descrizione coreografica so e dato perciò a'sagiifizi, e furono cosi
della Toscana. Tavole cronologiche e detti quasi sacrificatori, secondo Feslo
sincrone della storia fiorentina compi- e Servio. Altri credono, come
dissi a Ne-
late da Alfredo Reumont d' Aquisgra- h, che fu detta Civitas Hetruriae, che
no, Firenze 184.I. Nardi, Istorie della questa parte di Toscana pontificia si de-
città di Firenzecon annotazioni di Ar- nominò Tuscia dalle turificazioni che i

bibyFiveme 842. Antonio Ferrini, Com-


1 tirreni oriundi di Macedonia facevano
pendio di storia della Toscana dall'o- a'ioro numi, poi detti da'latiui Etrusci e
rigine degli etruschi fino a' nostri tem- Tusci. Non debbo tacere che sonovi alcu-
pi3 Firenze 1 844- Dizionario geografi- ni che credono tirreni e gli etruschi sia-
i

co- fisico-storico della Toscana, conte- no due popoli distinti, anzi diversi, quali i

nente la descriziorle di tutti i luoghi del poscia si mescolarono: tirreni, secondo


i

granducato, ducato di Lucca, Garfa- Dionisio, erano della schiatta pelasga, del-
gnana e Lunigiana, compilato da Etna- la quale in tanti luoghi lagionai, parlan-

miele Repetti, Fu enze 1 833. Introdu- do delle origini de'popoli italiani; ma gli
zione al Dizionario, ec. con Supplemen- etruschi sopravvennero d'altronde esono
to al Dizionario, ec, Firenze 845-46. 1 di gente e di lingua diversa, secondo li

Opera preziosa, critica, elaboratagli cui Niebuhr, opinione a cui non aderisce il
mi vado giovando. Le nuove catacombe Micali. Plinio, seguendo Erodoto, crede
di Chiusi recentemente scoperte nella gli etruschi veuuli dalla Lidia, € condot-
contrada che appellasi s. Caterina, il- ti in Italia dal loro re Tirreno. Altri vo-
lustrate da tng.r Domenico Barlolini, gliono che Tirseni o Tirreni venga dal
Dissertazione, Roma i852. Saggio di greco, edificio, munito, cioè dall' uso di
lingua etnisca e di altre antiche d'Ita- ricingere e muuirecon forti mura le loro
9
lia per servire alla storia de popò li, e città. Altri sostengono che il primitivo no-
delle lingue e delle belle arti, dell'alt. me degli etruschi, e che seco trassero dal
Luigi Lanzi, Firenze 1824* Ora il sacer- nome generale della nazione Rasena o
r
dote d. Pietro Prezzoiini, Uà cominciato dall'aulica loro stazione, si tu quello di
a pubblicare in Firenze la sua Storia re- Rasenaci o Raseni; poi greci li dissero
i

ligiosa del popolo fiorentino. Tirseni o Tirreni j e Tuscia Toscani o


La Toscana è una illustre e celebra- Etrusci li chiamarono romani, come
i

tissiiua contrada, che tiene il luogo d'u- dice Stiaboue. Qui poi noterò con Diom-
8o TOS TOS
sio, che fu un tempo, in cui nnclie lati- i ne scacciarono toscani. Avvertono vari
i

ni, gli umbri, gli ausonii ed altri popoli scrittori, che s'intendono sempre per e-

d'Italia, da'greci furono appellati Tirre- truschi gli abitatori fra la Magra e il Te- t

ni. Non mancano sostenitori, che gli etru- vere, poiché osserva Polibio, che sin dal
schi fossero un popolo originario italia- suo tempo erano in errare quelli quali, i

no, con proprie istituzioni, dottrine e ar- quando si parlava degli stati dagli etru-
ti ; bensì ammettono che la nazione etni- schi posseduti, credevano parlare di ciò
sca, allorché ebbe commercio co* popoli che possedevano, e non di ciò che avea-
orientali e meridionali, traesse da loro mi- no posseduto quando occuparono da una
glioramento a se stessa nel vivere civile; parte le pianure tra l'Apenninoe le Al-
sostenendo la nazione etnisca originaria pi, e dall'altra quelle di Capua e di No-

italiana, cioè di schiatta e d'istituzioni, e la, parte che si disse Etruria Cistiberina,

avente i propri principii fondamentali. I ossia di là dal Tevere. Il sentimento de-


fiumi principali dell'Etruria erano l'Ar- gli scrittori è stato confermalo da'monu-

no, F Ombrane, la Chiana, il Tevere. I menti scavati in vari luoghi del regno di
maggiori laghi erano il Trasimeno e il Napoli, presso Padova, nel Veronese e al-
BolsenOjOra nella Etruria o Toscana pon- trove. Sono celebrile due lapidi romane
tifìcia, e ne parlai a Perugia e Viterbo, trovate anni addietro ne'colli più setten-
nelle quali provincie esistono : nell' ar- trionali delVeronese, dalle quali si ap-
ticolo Patrimoni della Chiesa romana, prende che gli abitanti di que'monti chia-
dicendo della provincia delta Patrimo- mavansi anticamente gli Armanti, do-
nio o Toscana pontifìcia, di cui è capitale ve sembra di riconoscere vestigio dell'an-
Viterbo, registrai le città etnische ch'e- tico nome etrusco Aruns. Scrive Eliano,
rano o sono sedi vescovili della stessa pro- come era fama, essere state anticamente
vincia. Ciascun cantone dell'Etruria era in Italia 1
197 città, sotto il quale nome
distinto da un nome particolare, poiché è da credere che fosse compresa ogni ter-
gli etruschi formarono tre corpi diversi, ra considerabile.Ora moltissime, e la più
quelli dell'Etruria, della Campania e del parte di queste saranno appartenute agli
Po, non dipendendo in nessun modo gli etruschi, signori quasi di tutta Italia. Di
uni dagli altri. Alla venuta nel Lazio del molte città occupale dagli etruschi feci

troiano Enea, dice Livio, l'Elruria em- parola nel voi. XXXVI, p. 197, parlan-
pieva del suo nome e impero per terra e do dell'origine de' popoli d'Italia. In mol-
per mare tutta la lunghezza dell' Italia ti luoghi ragionando dell' Umbria, di-
(F.) dall'Alpi al mare di Sicilia o Sici- chiarai cogli scrittori che ne trattano, che
liano; e nota come de'due mari, che l'ab- glietruschijSaliti in tanta celebrità e gran-
bracciano, l'uno era detto Toscano, e l'al- dezza d'impero su gran parte d'Italia fin

tro AdriaticodaAdria colonia etnisca. Ag- da più secoli innanzi Roma, ebbero con-
giunge Livio, che le colonie degli etruschi tesa di maggioranza co* popoli umbri;
aveanooccupatoi passi tutti di qua dal Po della qual contesa fu conseguenza l'innal-
sino alle Alpi, eccettualo un angolo sul zamento de'primi, la caduta de'secondi,
mare.Per autorità di Plinio si ha,che le fo- a 'quali, come ci tramandò Plinio, gli e-
ci del Po furono scavate da'loschi; e dove truschi debellarono 3oo citlà;avvenimen-
Polibio esalta pianure di Lombardia
le to che Dionisio riferisce accaduto 5 secoli
come le più felici d'Europa,dichiara anco- prima della fondazione di Roma, e secon-
ra che furono prima tenute da' tirreni, do Vairone 434 anni soltanto. Non é sen-
come Bologna, Mantova, Modena e Par- za difficoltà lo stabilire ove queste real-
e quando se ne impadronirono gal-
tita; i mente fossero, ma non é difficile a vede-
li, dicono gli autori coucordemeule, che re che tale conquista si eslese auco sulle
TO S TOS 81
terre che gli umbri aveano tolte a'siculi to, come la più comune opinione, sono:
ed a' liburni, e che poi furono in parte Vetulonia, di cui dice Silio Italico, esse-
occupale da' galli. Che è quanto a dire restata un tempo l'onor della gente Meo-
sulle lene ancora di qua dal fiume Efino, nia (della quale feci cenno a Polimarzio
e quindi ancor sullaRomagua.UDempste- oggi Bomarzo, città etrusca della lucu-
ro nella sua Etruria Regalis, die il ca- monia Falisca.ed ivi riparlai di Faleria,
talogo di sopra ioo città etrusche, e di mentre di Falisca ragionai a Monte Fia-
ciascuna di esse ha paratamente tratta- scone e articoli relativi), e da essa essere
to,non senza molli equivoci, come osser- venuto l'uso di far precedere al 1. "magi-

\ano critici. Quel che vi ha da notare


i strato 12 scuri ei2 fasci. Cortona o Cro-
in questo proposito si è 1' originale isti- tonio, detta da Stefano metropoli dell'E-
tuto degli etruschi di dividersi in 12 cit- truria (molte altre città etrusche si die-
tà, o siano repubbliche o siano popolazio- rono questo vanto). Bolsena stimata, co-
ni, o dinastìe come le dice Polibio, o prin- me allenila Valerio Massimo, la capitale
cipali come vuole Dionigi. E questo fe- della Toscana tutta, ornata prima di buo-
cero gli etruschi secondo che si ritrae da ni costumi edi leggijma datasi poi al lusso,

Livio, da Mrabone, e da altri nelle 3 par- sempre immorale e rovinoso,ed all'intem-


ti d'Italia che possedettero. Le 12 prin- peranza, venne a termine d'essere gover-
cipali città dell'Etruria di mezzo, prima nata e dominata da'servi,e Plinio la chia-
sede degli etruschi, secondo Dempstero ma città opulentissima,ove narra, chearse
furono Veio, Tarquinia, Faleria, Ve- un fulmine. Non si sa che volesse
tutta per
tulonia, Chiusi) Populonia, Corytus o ove dice, che Pirgi no-
significar Servio,
Cortona, Volsina o Bolsena, Cere o A- minata da Virgilio col titolo d'antica, fu
gylla, Fiesole, Luni, Arezzo. Di tutte nobilissimo castello degli etruschi,quando
scrissi articoli e ne riparlai in diversi al- davano opera alla pirateria (era porto e
tri, perchè poi ebbero la sede vescovile, arsenale di Ceri, come dissi a Tarquinia.
tranne Vetulonia della quale parlo a Vi- metropoli dell'Etruria marittima), e che
terbo, che si vuole ad essa succeduta, al- qui fu la metropoli. Livio nel V secolo di
tri credendola 1' attuale Piombino, altri Roma dice, che come capitali degli etru-
l'odierno Castiglion Bernardi, ma trop- schi erano Arezzo, Perugia e Cortona, e
po discrepanti sono l'opinioni degli ar- in altro luogo con Arezzo e Cortona vi
cheologi moderni sull' ubicazione della pone in luogo di Perugia nel numero del-
celebre Vetulonia. Noterò, che dagli abi- le capitali Bolsena. De'volterrani, al dir
tanti di Fiesole, lungi 3 miglia dall'Ar- di Servio, credono alcuni che sia stata Po-
no, ebbe principio la città di Firenze, che pulonia loro colonia; con che viene a por-
sotto Augusto essendo colonia militare si Volterra dell'ultima antichità, dicen-
avea proprio territorio.Gli antiquari han- dosi da Virgilio che Populonia mandò ad
no molto parlato di Firenze Romana, ed Enea 600 bravi soldati; e nota Dionigi
anche Etrusca. Le 12 principali città e- com'era la sola delle antiche città primi-
trusche, francamente le assegna anche il tive d'Etruria, per essere stata residenza
Biondo, e dopo di lui altri molti, tutti di re potente. Stancò la fama col suo la-
però tra loro discordanti. Ma potendosi berinto, e col nome del re Porsenna, che
iptendere per città, comunità e corpi ci- altri comunemente dicono in vece re di
vili, poteva un corpo solo aver più città, Chiusi; e Virgiliola nomina fra quelle che
ovvero niuna città e sole terre: prenden- fiorivano alla venuta d' Enea. 11 Fonta-
dosi anche strettamente, non è si facile lo ni ni, De antiqui Hortae, mette Orta
t. in
stabilire quali fossero le capitali. Quelle Toscana tra le 12 etrusche, assai contrad-
di cui si può aileroiure con più fonda uiui- detto dal MafFei nelle Osservazioni lett.
82 TO S TOS
Quanto all'Etruria di là dal Tevere e del- tico etrusco se non l'accento. Non solo al-
le sue ci Uà, Straboue ci dà Capita non cuni affermano essersi gli etruschi per /*Vr«
solo per una delle i 2, ma per la principa- rara avanzati per Rovigo sulla sinistra
le di lutte le città dell'Etruria da quella del Po, e pel Ticino nel paese de'grigio-
parie; indi Nola, essa pure fabbricata da' ni, ma vi sono-'argomenti che fanno cre-
toscani al dire di Velleio Patercolo. Poz- dere che dominassero pure nel Tiralo. Il
zuolo fu due volte della da Pausania cit- Ilicali, seguendo Livio, divide l'Etruria

tà de'tineni. Olenus Calenus, narra Pli- in meridionale e settentrionale, nella 1/


nio, ch'era un celeberrimo indovino del- regione come città principali pone Chiu-
l' Etruria consultato dal senato romano, si, Cortona , Arezzo e Perugia ; nella
per sapere che significasse l'essersi trova- a." regione Volterra, fetulonla, Rossel-
to nello scavare fondamento del mon-
il la, (di cui a Massa Marittima), Tarquinia,
te Tarpeo un capo umano; pure vi fu Ga- Cere, Polsino e Veii. Delle quali tulle,
leno nella Campania, la quale passava per olire il Micali, trattano il Guarnacci, O-
Etruria; e Strabone nomina Macina, co- rigini italiche ;\\ Mazzoldi, Dell'origine
r
me edilizio degli etruschi. Dell'Etruria italiche, ed altri. Osserva mg, Bartolini,
dalia parte dell'Apennino si ha , che da che nell'Etruria sebbene parecchie fosse-
essa «li etruschi, al dir di Plutarco, avea- ro le città principali degli etruschi , ciò
no 8 città quando furono assaliti da'galli
i nondimeno sembra che Volterra e Chiu-
al tempo di Tarquinio Prisco re di Ro- si a preferenza delle altre fossero le capi-
ma. Principale città di questa parte di E- tali. Che Vetulonia qualche tempo impe-
ti uria fu Felsinia ora Bologna, secondo rò all'Etruria, ne'primi tempi Cere ebbe
Plinio, il quale pone fra esse Adria e Man- il primato degli etruschi , Tarquinia fu
tova. 11 Dempstero assegna le 12 città pri- città regina dell'Etruria, Voi* tuia fu an-
mitive anco da questa parte, mettendo in ch'essa capitale di quelle genti, Arezzo,
i.° luogo Sermione, terra del Veronese, Cortona e Perugia ebbero ancora in ul-

che non ha mai saputo d'aver altro pre- ive età il principato dell' Etruria , e che
gio, che d'esser stala la villa di Catullo. Pirgo ancora, sebbene non sembrasse ap-
Vi computa ancora Bresciae J\lilano,che partenere alle precipue città confederate,
ognun sa essere state edificate da'galli. 11 pure nel tempo che gli etruschi erano pi-
Pan \ mio annovera con più verisimiglian- rati sembrò fosse la loro metropoli. Pare
za tra le prime 12 città Verona, atteso però che nell'età più vicina alia conquista
il silo e 1'
antichità immemorabile, e le che fecero i romani dell'Etruria, Chiusi
anticaglie etnische qui vi scavate, e l'esser- fosse la capitale floridissima e potentissi-
si chiamato da Catullo Lidio, ch'è
inoltre ma di quesla nazione. Porseuna così ce-
quanto il lago di Garda,
a dire etrusco, lebre nella guerra co'romani, onde rista-

e l'avere veronesi sulle loro rive Tuscu-


i regno l'espulso Tarquinio il Su-
bilire nel

laua terra di antico nome. Riguardo a


, perbo, avea portato la città di sua residen-
questa parte vi furono alquante città e po- za ad uu tanto lustro, che romani fu- i

polazioni nelle Alpi,o in molte e ampie rono presi da insolito timore quando sep-
valli alle Alpi adiacenti, dalle quali venne pero chequel re di Chiusi movea alla vol-
poi a costituirsi la Rezia. Oli etruschi cir- ta di Roma (V.) col bellicoso suo eserci-

cumpadani battuti da'galli presso al Tici- to. Da Plinio si deduce che Porseuna im-

no, si ritirarono 111 que'monli sotto il du- perava all' intera Etruria ; ed afferma
ce R.elo, come può vedei si in Plinio, e qui Dempsteroche per circa 5ooaoni si man-
rimasero, il che già notai a Svizzera; on- teune Chiusi nel principato dell" Etruria
de «i* lem pi di Livio, retti cambiati per
i più o meno florido e poteule. Dichiaragli -

l'asprezza de'luoghi non rileneauu dell au- cali, che iu Chiusi più che nell'altre città
T O S TO S 83
prini ipali d'Etruria si trovano ogni ili a macchina di legno costruita a guisa di
dovizia monumenti preziosissimi di prima monumento funebre, o catafalco, da ser-
antichità; il che fa conoscere quanto fos- vire solamente pe'fuuerali di quel re, e poi
se civile, eulta e nobile la reggia di Por- dopo talceremonia disfatto, di cui però
senna. Quanto al suo famoso laberinto ,
per la grandiosa mole ne rimaneva pres-
descritto da Vairone e ricordato da Pli- so i posteri la memoria. L'antica Campa-
nio, ambedue però conclusero doversi a- nia si disse anche Etruria Cistiberina, e
scrivere alle favole etrusche, non trovan- Nola era tenuta capitale di quelle genti;
dosi di tal monumento alcun rudere, seb- le altre precipue città che formavano l'E-
bene vuoisi che avrebbe superato nella truria Cistiberina e soggette a Nola, era-
mole le stesse piramidi egizie: tuttavia no Capua, Clima, Pozzuoli e altre della
pretese Dempslero, che al suo tempo e- Campania. Circa governo degli etruschi,
il

ii&tessei'O alcuni cunicoli del laberinto sot- quanto può ricavarsi dagli storici autichi
to Chiusi;ma secondo altri non poteva- si è. Chetra'oorpi divisi dal Tevere e dal-

no appartenergli perchè il sepolcro di


,
l'Apennino non vi sia stata alcuna colle-
Porsenna era fuori di Chiusi nella pianu- ganza, non trovandosi mai che 1' uno si
la, e perchè nella base quadrata di tal se- movesse per l'altro. Esservi stata lega tra
polcro rimaneva il laberinto. Le scoperte le 12 città d'ogni corpo, e le altre annes-
però avvenute ne' nostri giorni in Chiusi se a queste. Dell' Etruria di mezzo, rife-

per le praticate osservazioni hanno por- risce Livio replicatamene, come raduna-
tato per risultato che veramente sotto la va alle volte la generale assemblea ad Fa-
parie più alta del monte su di cui è fon- mmi Voltumnae (Voltunua era la dea
data Chiusi, e principalmente sotto la lun- della Benevolenza, così chiamata da bene
ga linea dal giuoco del palone fino alla volendo} gli etruschi che le tributavano
cattedrale dove rimaneva l'antica Acro- un culto particolare, si radunavano nel
poli, si è rinvenuto un buon numero di cu- suo tempio a concilio per tratiare i grau-
nicoli da costituire un vero laberinto; e di affari), o per eleggervi il supremo e co-
siccome dice Plinio che il laberinto di Por- mune Pontefice, per trattare gli altari dei
seuna avea il doppio scopo, di sepolcro diversi stati, o per deliberar sulla guerra;
cioè a quel principe, e di difesa a'clausi- e così una volta fu deciso di non assumer-
ni coulro gli attacchi de'nemici esterni, e la nell'assedio che i romani facevano dei
ritrovandosi questi cunicoli appunto sot- veieuti, e un'altra di prenderla, quando
to l'antica Acropoli, ch'è quanto dire nel fu stabilito, al dir di Dionisio, che tutte le

luogo di difesa, stima mg, Bartolini che città etrusche facessero guerra in comune
cjuesti cunicoli costituissero il laberinto di contro il re Tarquinio, e quella che ripu-
Porsenna, dove quel principe era sepolto, gnasse fosse esclusa dal corpo. Le stesse
e che formava questo suo sepolcro per la città e popolazioni non essere così vinco-
memoria delle sue militari prodezze qua- late tra loro che non reggesse ciascuna
si un nuovo palladio a difesa de'nemici. con particolare diritto, e che molte volte
11 non trovarsi poi alcun rudere esteriore un sol popolo o alcuni non volessero la

del sontuosissimo mausoleo fa credere al guerra, o non facessero pace. Così 5 sole
dotto prelato che la descrizione che ne fe- città accordarono l'aiuto a'sabini, e i vol-
cero Vairone e Plinio fosse del modello te chiesero pace a'romani 3 sole città. Lo
o disegno che aveano avuto gli etruschi scopo delle guerre degli etruschi non era
in mente d'eseguire, e che poi non essen- Io scacciare e il distruggere gli abitatori
do andato ad effetto era rimasta soltanto delle terre combattute e vinte, ma sibbe-
fra loro l'idea tradizionale di tale magni- ne quello di soprastare a' medesimi coi
fico progetto, Oppuie che quella fosse una dominai li, e lo diceStruboue.Secoudo que-
84 TO S TOS
sii, gli umbri, poiché furono dagli etru- Vairone chiama regolo dei
de' veienti, e
schi debellati, si confederarono a loro nel- medesimi De he ri. Vairone, Dionisi e Giu-
l'imprese. Plinio asserisce che gli umbri stino dissero Mesenzio, che pugnò contro
ebbero parte cogli etruschi, non tanto nel- Enea, in difesa di Turno re de' rutuli, re
la conquista, quanto nella signoria della degli etruschi, di Lio e di Cere, e di que-
Campania. Dionisio trovò gli umbri e gli st'ultima altrettanto riferisce Virgilio. Pei*
etruschi uniti insieme alla spedizione di conciliare siffatte contrarietà può ricor-
Cuma. Diverse altre testimonianze com- rersi a'tempi, a'iuoghi diversi, e al diver-
provano il lodevole sistema di colleganza so senso in cui si è preso dagli scrittori il

degli etruschi co'popoli conquistati, accor- vocabolo di Re. Servio afferma più vol-
ta politica che poi seguirono i romani con le, che Ì12 popoli ebbero altrettanti re,
tanto immenso successo. Molte iscrizioni, uno de' quali sovrastava a tutti gli altri.
ove apparisce promiscuità di cognomi, pa- Con ciò s'intende come lo slesso re si tro-
lesano che gli etruschi stessi s'imparenta- vichiamato re d'un popolo particolare, e
vano cogli stranieri e co' vinti, e che costo- insieme degli etruschi in universale. Fa-
ro partecipavano in Etruria a' diritti ci- ceasi inoltre l'elezione de' re e comuni e
vili di cittadinanza. Prudenti gli etruschi particolari per via di dieta , e così
si ha
nelle vittorie, quanto valorosi nelle bat- il governo regio aggiunto al popolare. Al-
taglie, usarono mitezza co' popoli soggio- cuni moderni dierouo la serie de're etru-
gali, esi(Ialtamente,che piacque loro, de- schi conosciuti, altri contandone 3o, altri
posti facilmente gli sdegni, di unirsi con 5o , altri 60. Dempslero cominciò con
essi e di formare insieme un popolo solo. Giano, r.°principe, al suo dire, subito do-
Tuttavolta di frequente si legge negli po il diluvio, e raccoglie i nomi de're d'E-
scrittori che gli etruschi cacciarono gli
, truria di i5oo anni; ma i critici dichia-
umbri o altri popoli dalle contrade che rarono il catalogo di Derapstero e di altri,
dominavano; forse saranno casi parziali, che o presero favole per istorie, o fanno
ovvero si deve intendere esclusi dal po- re toscani quanti trovano itali antichi qua
tere e dal dominio, naturale diritto che e là nominati , o deducono i nomi de're
esercita qualunque conquistatore. Il go- dalle città, come il re Clusio da Chiusi, o
verno degli etruschi pare che fosse regio, per altre somiglianti guise senza bastevo-
e molti passi d'antichi scrittori lo attesta- le fondamento li contano e li moltiplica-
no. Così Livio dice che Romolo i.° re di no. E' meraviglia che in tulli questi ca-
Roma, prese l'uso de' quali a littori (de' taloghi sia stato tralasciato un re, che tra
Iìoma, così degli costumanze e-
altri usi e gli antichi potea mettersi con più auto-
trusche,come religiose, adoltateda'roma- rità, cioè Arimuo di cui parla Pausania,

ni) dagli etruschi, i 1 2 popoli de'quali crea- trattando de'donari o donativi che pel 1

to in comune il re gli davano un littore fra're barbari o stranieri mandò al tem-


ciascuno. Altrove poi riferisce lo stesso pio di Giove Qlimpico, che conserva van-
Livio, che avendo i veienti, per noia del- si al suo tempo, cioè una sedia reale o
le dissensioni partorite dal crear magi- trono. La somiglianza del nome Arimno
strati ogni anno, eletto un Re, questo fat- con Rimini, lo fece credere ad alcuni fon-
to offese mollo gli animi de' popoli etru- datore di essa, mentre è noto che Rimini
schi, non meno per odio al Regno , che fu colonia degli umbri. Diversi scrittori
alla persona eletta. Dall'altra parte Livio de're etruschi formarono 4 serie: la 1
."
dei
ci narra le gesta di Porsenna re di Chiu- discendenti di Giano, chiamati Janni, e
si, e Dionigi ci racconta, che da tutta l'E- riguardati come altretlantiDei^as/ quel-
truria raccolse l'esercito conti o Roma. la de'coriutii, i regni de'quali sono oscu-
Tolumuio, ce lo dà Livio stesso, qual re li; la 3/ è quella de'Larthi, più illustre
TOS ToS Vi
qoeha dei
e più vicina a'romani; e la 4«* sulle altre a modo di capitale; onde in tal
Lucumoni. Alcuni hanno creduto che il modo può pure spiegarsi, perchè di ver-
re degli etruschi si chiamasse Lartc, tro- se città elrusche dissero metropoli d'E-
si

vandosi Lar "Por senti) e Lar Tolumnius. truria. L'encomiato avv. Castellano, al-
Ma più veramente si stima, che Lar in l'articolo Gran Ducato di Toscana ecco }

etrusco fosse un semplice antinome, e di quanto relativamente riporta. Dopo che


là lo prendesse LarErminioconsole di Ro- i galli discesi in Italia tolsero all'antica E-
ma nell'anno 3o6. L'autoredel-
di questa truria i possedimenti transapennini, ed in-
VEpitome de' Nomi, a pie di Valerio Mas- nanzi che i romani dilatassero al di là del
simo , dice Lar Larlìs pracnomen est. Tevere le conquiste, rimase il nome di
Com u nemen te si tiene, che Lucumone vo- Etruria alle regioni poste fra l'anzidetto
lesse dire Re, e che allei 2 città presiedes- fiume ed il Magra, che si divisero in 13
sero i 2 lucumoni. Vuole Dionisio,che pro- prefetture, ciascuna delle quali veniva go-
priamente tal voce non fu che un nome vernata da un Lucumone o capo del po-
proprio, e narra che una città etnisca polo, ed ili. Tra essi avea anche sugli al-
mandò in aiuto di Romolo un guerriero tri Lucumoni podestà suprema. Tal era
famoso per nome Lucumone: e Livio di- ilnovero delle genti nell'Etruria compre-
ce, che in tempo d'Anco Marzio redi Ro- se in quel tempo. i.°I Chiusini, Clusini,
ma, quivi venne un Lucumone, uomo le- che avendo la città di Chiusi per capitale,
sto e ricco, il quale era figlio di D<. inara- stanziavano in una parte del territorio di
to da Corinto, che essendosi stabilito in Siena e in quel d'Orvieto. i.° I Perugi-
Tarquinia, e presavi moglie etrusca, a- ni, PerMwz/,ch'estendevansi dalle sorgen-
vea posto per nome a'due figli che n'eb- ti del Tevere insino al Iago Trasimeno.

be, Lucumone e Arunte; meglio ne par- 3.° 1 Cortonesi, Cortonenses, i quali oc-
lo all'indicato articolo. Trovo nella Mito- cupavano una parte dell'odierno territo-
logia di tutti ipopoli del mondo, che Lu- rio Fiorentino al di sopra dell' anzidetto
cumone era il principe o capo particola- lago. 4-° Gli Aretini, Arredili, che da A-
re di ciascun popolo degli antichi etru- rezzo dilatavausi ne'dintorni di Fiesole,
che siccome l'Etruria dividevasi in
schi; e e da Firenze sino a Pistoia. 5.° I Volter-
12 popoli, così ciascun di essi avea il suo rani, Volaterrani, che da Volterram-
Lucumone; ma uno di essi godeva un'au- gombravano la costa mediterranea di Pi-
torità maggiore degli altri. I privilegi di- sa e di Livorno. 6.°
1 Vetulonii, che dal-

stintivi de' Lucumoni consistevano nel se- la distrutta città,onde assumevano il no-
dere in pubblico in una specie di cattedra me, dominavano una parte del Sanese e
d'avorio, nell'essere preceduti da 12 lit- Io stato di Piombino. 7. I Rosellani;/?M-
tori, nel portare una tunica di porpora sellani, abitatori della Maremma Sanese
ricca d'oro, con uno scettro alla cui estre- e del paese di Castro, della di cui capi-
mità eravi un' aquila. Il comune degli tale Roselle esistono appena poche rovi-
scrittori opina, che ognuna dellei2 prin- ne. 8.°1 Tarquinii, che dal capoluogo co-
cipali cittàd'Etruria avesse il suoLucumo- sì denominato, le contrade occupavano di
ne ossia Re, e fossero unite fra loro con Cornetoe Civitavecchia. 9. IV ulsini cen-
una confederazione; ed essendo gli etru- tralizzati nella città di Bolsena, e di là
f
schi bellicosi, in caso di guerra si sceglie- sparsi ne territori! di Monte Fiascone e
c
va dalle città confederate uno de' Lucu- di Orvieto. 1 o. l Ceretani, cheaveano per
moni che dovesse prendere la direzione capoluogo r antica Cere oggi Cervcleri,
dell'esercito quasi generale in capo, e al- e su Palo e Bracciano signoreggiavano (dei
lora la città il di cui Lucumone occupa- quali ultimi due luoghi tornai a parlare
va tale incarico prendeva l' ascendente uevol. L1V, p.23o,LVIII J p.i2o). n.°
K6 TO S T OS
] Fnlisci, che dall'estinta Falena davnn che si accennano copiosi esempi dal Pas-
leggi ad una parie dell'attuale provincia seri nella 1. "delle sue Lettere Roncngliesi
pontificia del Patrimonio di v. Pietro o inserite dal p.Calogero nella Raccolta
Viterbo. \i.° \ Yeienli, che dalla celebre d'Opuscoli, t. 71, p. 353, il che ricordai
Vcio imperavamo agli abitanti del
città di a Scrittura, dicendo che romani pare i

Monte Cimino, ed a que'di Nepi, Su tri, che tale arte l'apprendessero dagli etru-
e Baccano (di cui nel voi. LV11I, p. 7), i i schi e da'greci. Di più nella decadenza del-
infino al suburbicario confine di Roma. la lingua presero a scrivere gli etruschi
Le 5 ultime Lucumonie pertanto e la 2.* anche co' caratteri latini, come osservasi
trovansi da molli secoli incorporate nel- in più monumenti, anzi alcuni di questi
lo stato pontificio, in buona parte per la si trovano scritti in etrusco e spiegali iu
donazione della gran contessa Matilde, e latino, il che ha dato fondamento a de-
quindi la presente Toscana racchiude le terminare il valore dell'etrusco alfabeto,
altre 6 Lucumonie. Gli etruschi forma* su di che può vedersi il mentovato Maf-
rono la possente confederazione delle 12 fei, Osserv. letter. t. o,p. 33 5.01tre quan-
Lucumonie cisapennine e transapennine, Lingua sull'idioma etrusco e lo-
to dissi a
sotto reggimento la civiltà italica è
il cui scanico, per l'alfabeto etnisco si può ve-

stata condotta alsuo più bel fiore; e le cam- dere quanto notai ne' voi. XX. XVI, p.i 66,
pagne di Velulonia,di Pisa, di Videi, dal- LIV, p. 35. Gli antichi etruschi si segna-
la banda del Tirreno; di Felsina, di Pe- larono nelle scienze e nelle arti , ciò che
saro, d'Adi da quella dell'Adriatico, fu-
ia, celebrai ne'tanli relativi articoli, anzi qui
rono rese tanto opime. Gli eruditi volen- dichiarerò che non la finirei mai se do-
do dinotare l'antica lingua italiana non vessi ricordaregl'innumerabili luoghi do-
parlano che dell'etnisca o toscana, e ciò ve parlai della religione, pregi e cositi man-
perchè gli etruschi oltre ogni altro popo- ze tutle di questo antichissimo e colliri-
lo italico steseroil loro dominio e man- ino popolo, per cui dappertutto dovei ra-
darono colonie per tutta l'Italia, e perchè gionarne. Senza favellale delle divinità
gli etruschi di mezzo, detti più propria- adorate dagli etruschi, fondamentale prin-
mente tali, più lungamente degli altri po- cipio della loro religione fu il dualismo,
poli italici ritennero la loro lingua, essen- cioè due potenze contrarie, necessarie e-
do stati gli ultimi ad essere domali da'ro- umanazioni della suprema intelligenza de-
mani. Dell'antico alfabeto etrusco, oltre miurgica, grandeauima del mondo e prin-
il ricordato Lanzi, parla di esso il pure cipio generatore di tutte le cose. Le etru-
rammentato Goti che gli dà t 1 lettere pri- sche leggi teocralico-sacerdotali erano ri-

mogenie, e 4 aggiunte oltre all' aspirata piene di tanta saggezza , che bastavano
II; il Borgnit, che fìssa il numero delle per se medesime all'incremento della na-
lettere a 24; e il Malici che ne assegna zione. Tagete, secondo la credenza etru-
26, benché di sole 21 determini il valore. sca, maestro di religione e civile sapienza,
Ilcarattere di queste lettere è più verisi- le rivelava; e chi le udiva le trascrisse, e
mile che sia derivato dal fenicio o assi» io; le tramandò alla posterità. Principaledei-
e manca nelle stesse lettere PO. A Let- tà degli etruschi fu Bacco, chiamato col
tera riportai l'opinione che Demaralo fa nome etrusco di Manlù. Questo culto era
aulore dell'alfabeto etrusco; ed a Lingua da prima, qual si fu nella sua origine al-
quella del diverso numero delle lei tere del- trove, salutevole all' ordine dell' umana
l'alfabeto, e che vuoisi esservi 3 alfabe- 1 vita, poiché ni una laidezza vi si mesco-
ti etruschi e tutti varianti. Nello scrivere lava, ed era tutto rivolto a persuader l'uo-
usavano gli etruschi la maniera orienta- mo al vivere onesto per ben meritare del-
le,portandosi dalla destra alla sinistratici la divinila nella vita futura. Degenerati
TOS TO S
i misteri di Bacco in Italia, con turpezze lo scrivere toscano. Ma il Malfei con as-
le più nefande pei la depravazione dei sai forti ragioni lo vuole etrusco, il (pia-
,

costumi, con orgie segrete e notturni tri- le vuole pure etrusco il coturno tragico,
pudi, rimase il culto ne'templi, e i bacca- e Ovidio l'appella lidio. E' noto che ro- i

nali furono proibiti dal senato romano; ed mani presero dagli etruschi anche i ludi
allora o quando si costumò di bruciare scenici, l'arte inimica e la teatrale, e dai
i cadaveri, decadde verso il VI secolo di loro paesi fecero venire gl'istrioni. Di que-
Koma l'uso de'famosi vasi fittili, de'quali sto vasto e svariato argomento con qual-
andrò a far cenno, particolarmente nelle che diffusione in tutte le sue parli ne tor-
pompe funebri, e in poco tempo l'arte fu nai a trattare a Teatro, descrivendo pu-
obliata del tutto. Livio attesta, aver essi re gli anfiteatri e quanto in essi face va -
grandemente atteso agli studi, e all'inve- si. Però tutti i giuochi eie pompe, la poe-
stigazione della natura. Scrive Diodoro, sia e la musica, e gli spettacoli, ne' religio-

che ne'libri dell'etnisca disciplina si ve- sissimi etruschi erano sempre a decoro
deau dipinti più specie d'uccelli, che co- della religione e quasi atti di culto esterno,
me alFrrma Plinio, non eransi veduti nei e formarono il bello intellettuale della na-
passati secoli, ed erano mancati. Dal che zione. "A Sutri, cospicua etrusca città di

si può raccogliere quante antiche osserva- remola antichità, nel descrivere l'anfitea-
zioni avessero fatte sugli animali gli etru- tro scavato nel tufo, dichiarai il parere di
schi. Oltre alle opere perite , Snida alla quelli che lo vogliono etrusco, poiché an-
parola Tyrrhenia fa menzione d'un au- che gli etruschi ebbero anfiteatri, non di
tore toscano, il quale avea scritto la sto- materiale, ma scavati nel tufo. Inoltre gli
mondo, e una dis-
ria della creazione del etruschi dierono perfezione alle scienze
sertazione sulmodo, con cheqnesta gran- geodetiche. Essi che sì strettamente lega-
de opera era stata compiuta in 6 giorna- rono la politica colla religione, e le leggi
te. Vairone, e dopo di lui Censoiiuo, ci- e le arti costumi informavano da quel-
e i

tano molti storici etruschi, i quali avea- la, aveano posto l'agrimensura sotto gli
iio accuratamente descritte le gesta della aruspici che consagravano i coufìni dei
loro nazione, e Plinio e Seneca fanno men- territorii e delle Strade (ove ragionai de-
zione di Umbrizio Migliore d'Aquila, e di gli agrimensori presso romani auliclù), i

Cecina storici etruschi. Immensa è stata ponendoli sotto la tutela della divinità. Gli
la moltitudine degli scrittori etruschi, di etruschi furono eccellenti nelle arti, mas-
cose augurali e attinenti a' Sacrifizi. A sime nel maneggio de' metalli e ne'lavoi i
Superstizione riparlai degli auguri e degli de' vasi. La statua togata del museo Medi-
aruspici, scienze inventate o almeno per- ceo, la Chimera di bellissimo metallo, e
fezionate dagli etruschi, da'quali e come più altre opere vuote dentro, e lavorale
moltissime altre cose l'appresero i roma- con tutta perfezione, ne fanno prova ma-
ni ene fecero grandissimo uso. Dalla quan- nifestissima. Tuttora ne sopì avanza gran
tità e varietà di armonici strumenti, che quantità de'loro vasi di terra leggeri e du-
si trovano nelle figure elrusche, si dedu- rissimi, e dopo tanti secoli intatti, talché
ce essersi questi popoli assai dilettati nel- sembrano di fabbrica recente. Tali vasi

la musica; e dall'uso che aveano di can- con maggior eccellenza si lavoravano nel-
tare in versi le lodi de'loro Dei e l'impre- la terra di Pomarance nel Volterrano ed
se de' loro eroi ricavasi essere stati assai in Arezzo ,
questi di color azzurro e la
dediti auche alla poesia. Vairone parla maggior parie rosso, quelli di bella e lu-
d'un Volumuio scrittore di tragedie elru- cida vernice nericcia, e spesso dipinti con
sche: l'Olivieri incliua a credete quest'au- figure storiche e mitologiche ,
anche di

tore romano, e iusieme assai perito nel- buon disegno, e con geroglifici rappreseli-
88 TO S TOS
tanti le favole e le deità della nazione. pere poi illustrative de' vasi etruschi, del
Meravigliosa fu l'arte degli etruschi in dotto Secondiano Campanari di Tosca-
siffatte stoviglie d'ogni specie di vasella- nella, in quell'articolo le registrai; così

me in terra cotta, ed abbellano nostra- i parlai pure de' sepolcri e urne etrusche.
li e gli stranieri musei. Grande era l'uso Ivi si vedono la mescolanza del genere
di queste figuline in Italia, per la pompa straniero coll'indigeno, prove di comuni-
de'sagrifizi e de'funerali, perle sagre lu- cazioni e di commercio vicendevoli di po-
strazioni e libazioni, pel vivere domestico,- polazione; miti e rappresentanze di costu-
e per la solennità de'ludi religiosi e civi- mi sagri e profani, da'quali si può argo-
li. I vincitori de'certami atletici venivano mentare la religione o stabile o varia, e
premiati d'uno o più vasi, principalmen- le diverse istituzioni civili e religiose de-
te con l'epigrafe panatenaici. U uso per gli etruschi.Questi assai valsero nella Scul-
altro distinto e quasi primario che se ne tura (come rilevai in tale articolo ragio-
faceva, era d'ornarne i sepolcri. Quivi si nando delle arti del disegno e nuovamen-
riponevano che aveano servito pei
i vasi te della Pittura, e inoltre vi celebrai un
funebri conviti dell'estinto, o per le asper- gran numero di toscani moderni artisti

sioni di liquori sul cadavere o sul rogo; eccellenti e i loro capolavori), e tanto, che
quelli diche l'estinto medesimo era stato a'tempi di Cassiodoro correa opinioneche
premiato nell'atletiche prove, o donato in agli etruschi si dovesse l'invenzione delle
vita dall'amore o dall' amicizia; e quelli statue. Per il famoso Giove Ca-
formare
pure che gli erano prediletti negli usi del pitolino, non di Grecia , ma di Fregelle
vivere famifiare; a cui si aggiungevano gli (di cui a Ponte Corvo), prese l'artefice il
altri, de' quali spontaneamente gli veni- reTarquinio Prisco. Fu scritto che in Boi-
va fatta offerta nelle funerarie querimo- sena si trovassero nella sola città 2000
nie da'parenti e dagli amici. Dal collocar- statue allorché fu espugnata da' romani.
si i vasi etruschi ne'sepolcri ne derivò la Molto valsero similmente gli etruschi nel-
loro conservazione, e il gran numero che l'architettura, avendo essi dato il nome al
possediamo. Il Museo Gregoriano Etru- i.°e più aulico ordine della medesima il
sco (V.) nel Vaticano, formato dalla sa- Toscano; conviene esso più di tutti pei*
pienza e magnificenza di Gregorio XVI, porte, finestre e ponti di castella, di torri,
possiede un tesoro di monumenti etruschi porti di mare e fortezze, siccome più ro-
della più grande importanza, scavati nel- busto e più durevole. Peritissimi nell'ar-
1' antica Etruria,ora Toscana pontificia, chitettura militare, le loro città principa-
come in Videi, in Ceri, in Tarquinia, in li erano munite di torri e di mura fortis-

Toscane Ila. in Polimarzio, in Or te, ec, sime, composte a sterminati massi. Osser-
oltre la famosa statua militare in bronzo vò l'Alberti, che ne'lavori etruschi il ca-
scavata a Todi. Le arti belle sono il lin- pitello d'ordine dorico, nel suo fregio sem-
guaggio de'popoli che le professano, on- bra spiccare costume tosco di tirar tut-
il

de in questo mirabile museo si vedono i to a religione, mettendo tra mezzo a'tri-


progressi della civiltà nel progresso del- glifi la patera, il capo del bue sagrificato,

l'arti medesime. Ivi si ammirano una co- ec. Per erigere il Tempio di Giove Ot-
piosa collezione di vasi etruschi d'ogni for- timo Massimo Capitolino {ose narrai del-
ma e grandezza, bronzi, ori di lusso mu- lafamosa quadriga di creta fatta in Veii)
liebre, sculture, pitture e anche camere o Tarpeio, da ogni parte dell' Etruria, e
sepolcrali, de'sepolcri etruschi avendo ri- non di Grecia, fece venire Tnrquinio Pri-
parlato a Sepoltura, e nel citalo artico- sco gli artefici. Tra le mura meglio lavo-
lo ricordai diverse opere illustrative de- rate diesi trovassero a'suoi tempi, com-
gli accennali monumenti etruschi. Le o- putò Vitruvio le auliche d' Arezzo. Tra
T O S T O S 89
le Vairo-
parti della casa, l'atrio insegna mente taluno chiama vasi egizi. All'età
ne die si era denominalo da' Toschi A- successi va, cioè al 3.° e 4-° secolodi Roma,
triati, che l'aveano messo in uso; quindi e specialmente a quest'ultimo, in cui l'ar-
l'atrio toscano Viti uvio lo dice il più sem- te fece stupendi progressi, ponno rifei ir-

plice di tutti. Toscanico fu anche detto si tutti gli altri vasi, ne' quali però scor-
quel cavo degli edifizi , di cui parla Vi- gessi contiuuo avanzarsi dell'arte dal me-
truvio. 11 cav. Guazzesi, nella Disscrt. so- diocre al meglio, d'eleganti foggie e di
pra gli Anfiteatri Toscani e principal- pitture mirabili, rappresentauti storie e-
mente dell'Aretino, nel t. 2 de'dotti Sag* roiche e religiose di greca dottrina. Di
gì de II' Accademia Etnisca di Cortona, gran pregio sono pure i vasi di terra ne-

sostiene e pretende che il detto anfiteatro ra, etruschi come i rossigni, a differenza

sia stato opera degli etruschi prima di R.o- degli altri denominati vasi greci della det-
111 a, contraddicendo in ciò il march. Maf- ta 3/ età. Molti vogliono chei vasi di que-
fei ne' suoi Anfiteatri, e per non osser- st'ultima specie sieno venuti sempre dalla
vatisi il modo di fabbricare degli antichi Grecia in Italia, per Demarato fabbrica-
etruschi con pietre quadre e grandissime, tore di figuline, pieni di fasto e di lusso
e per tacere di tale opera tutti gli anti- moderno, e dalla sua scuola si fecero va-
chi scrittori. Finalmente, rimettendomi anche gli etruschi nella manifattura
lenti
peraltre arti, in cui si resero eccellenti gli al pari de'greci, in un'arte nata fra loro,
etruschi, come nella plastica (fu quella gre- senza tralasciare la lavorazione de'vasi pri-
ca portata da Corinto in Etruria da De- mitivi più. semplici e al modo nazionale
ruarato) e nella pittura, agli analoghi ar- antico, comechè di minor dispendio o per
ticoli ; e le svariale pitture che vedonsi recare varietà nell'uso che ne facevano le

negl'ipogei di Tarquinia e di Chiusi, quel- persone meno facoltose. Il non vedersi poi
le de' vasi etruschi , massime della greca ne' vasi così delti greci che sole epigra fidi
scuola da Demarato aperta in Tarquinia carattere e lingua greca, questo può pro-
e propagatasi nelle città vicine, attestano vare l'ellenismo invalso iti Etruria,e che
quanto la pittura fu carissima agli etru- fu cagione in gran parte di sua rovioa, co-
schi. L'arte de'vasi etruschi ebbe le sue me poi dirò; o veramente può far suppor-
diverse età, che alcuni distinguono : dai re che gli slessi etruschi, riguardando ta-
primi secoli dell'era etrusca, e precipua- li stoviglie di gusto assolutamente greco,
mente dall'introduzione in Italia del cul- volessero munirle talvolta d'iscrizioni gre-
to di Bacco, fino all'iniziarsi del 1 .°secolo che, anche per acquistar pregio a quelle,
di Roma. A questa età si attribuiscono i essendo la nazione divenuta vaga di cose
vasi di terra colla indurati al sole e cotti elleniche e schiva delle nazionali. Dissi già
con magistero ignorato, i quali serbano che l'arte dopo il 6.° secolo di Roma deca-
lucentezza e colore traente plumbeo, e al dendo fu totalmente obliata, non però iti

su'quali sono disegnate a stampa di bas- tale secolo o nel successivo, poiché ne pri-
sissimo rilievo simboliche rappresentanze, mi tempi dell'impero in alcuni luoghi an-
relative alla così detta Dottrina dell' E- cora fabbricarono e con maggiore per-
si

rebo, ossia alle cose e a'misleri della vi- fezione. Deve avvertirsi con Ateneo, do-
ta futura a cui Mantù presiedeva. All'im- versi agli etruschi l'invenzione della trom-
mediata età posteriore, cioè nel volgersi ba e de'corni da guerra, e dell'uso di com-
deli. "secolo di Roma e da questo al 2. battere a pie fermo in battaglione, da essi

si riferiscono que' vasi di terra cotta di- preso poi da'romani. Tra gli altri usi in-
pinti in colore rossigno, su'" quali vedon- trodotti dagl'ingegnosi etruschi, ricorde-
si effigiate in pittura mostruose forme e rò che ad essi deve riferirsi l'uso del rogo-
varie specie d' animali e che impropria- beuchè ancor costumassero seppellire ca-
VOL. IXXVUI. 7
9° TO S TOS
da veri interi, come apparisce in più ipo- chiesto di volontario aiuto le città più for-
gei, che degli antichi etruschi si scuopro tid'Italia per la conquista di Cartagine,

no, massime in Volterra. Il certame dei ottenne da Volterra armamento navium


gladiatori Funerali dice Ateneo che ro- ì
i et frumentum. La stessa favola riferita da
mani lo presero dai tirreni. Il certame dei Igino, che fa i toscani tramutati in del-
cavalli, come si trae da Tacito; il corso fìni, è argomento del loro potere sul ma-
delle quadrighe, viene insegnato da Soli- re. Non solo dominarono la Corsica, ma
no e da Festo ne'vcienli; il giuoco del pu- occupata la Sardegna vi fondarono la cit-

gilato e la lotta, lo indica Prudenzio, ac- tà, e così resero ambedue l'isole loro tri-
compagnata a suon di flauto, lo dice Era- butarie; come tributarie fecero l'isola del-
tostene; e la stessa idea de'trionfi de'ro- l'Elba, non che tutte l'altre isolelle situa-
mani fu imitazione delle pompe etrusche. tene! mar Toscano. Essi furono gl'inven-
Horo riferisce a'toschi il trionfo de'roma tori dell'ancora a bidente, non che dello
ni in cocchio dorato tirato a 4 cavalli; co- sprone aggiunto a'navigli da guerra. Fre-
me da'toschi pur venne la corona d'oro, quenti furono le loro navigazioni tanto
che sostenevasi sul capo del trionfante, e per la Spagna, quanto pe' lidi africani e
che perciò, come leggesi in Plinio, nomina- per V Egitto. Si occuparono pure delle
vasi etnisca. A dir breve, avverte Tertul- scienze astronomiche, indispensabili alla
liano, che i Giuochi e gli Spettacoli nel- loro estesa navigazione. Circa le forze ter-
l'Etruria , come atti di religione furono restri, ricordisi rammentalo Mesenzio,
il

istituiti. Dissi a Ceremonie, che il voca- accorso in aiuto di Turno, nella guerra
bolo derivò dalle azioni religiose di cullo contro Enea e Porsenna contro Roma.
,

esteriore, che si praticavano nell'etnisca Cose stupende e meravigliose operarono


Cere. Gli antichi toscani assai furono po- gli etruschi per terra, a fine di francheg-
tenti nelle forze militari navali e terrestri. giarsi col l'industria fra' popoli soggiogati
Ciascun etrusco atto alle armi era mili- e i L'amore al commercio fu
liberi vicini.

tare, e la necessità dell'ubbidire gliela pre- grande e straordinario; diseccaro-


in essi

scriveva la religione, la quale poiché in- no immense paludi, dicrono il corso a ca-
dicevasi la guerra, voleva dalle milizie il nali navigabili, e diressero ampie e lunghe
giuramento dell'unione e dello scontrare strade. Gli antichi toscani batterono Ma*
piuttosto la morte che l'onta della scon- neta, e se ne vedrebbero tult'ora in gran
fìtta. Non è quindi meraviglia se gli etru- copia, come querelasi il Maifei, se l'igno-
schi furono grandi maestri di guerra. Nar- ranza di quelli a cui furono offerte, mal
ra Diodoro, che toscani possenti ancor i conoscendole, non l'avessero rigettate co-
per forze navali, signoreggiando gran tem- me spregevoli ; cosicché se ne fusero un
po il mare, dierouo il nome di Tirreno al numero infinito, sino a formarsene in al-

more Italico. Anzi aggiunge, che tenta- cuni paesi le intere campane. Ne resta-
rono gli etruschi di mandar colonie fin no contuttociò molle in più gabinetti. So-
di là dalle colonne d'Ercole, in un'isola no di getlo, e bella raccolta ne ha pub-
dell Oceano scoperta da'fenicii,che si o- blicata il Buonarroti ne\Y Etruria Reale
pina essere un'isola «Ielle Canarie. Ero- del Dempstero. Di queste monete la più
doto poi c'istruisce, che a'tempi di Ciro frequente, e che solo può dirsi volgare, ha
avendo i focesi occupato la Corsica, e in- in lettere etrusche l elatri. attribuita dal
quietando il mare, fatta lega i cartaginesi Maifei o a Velletri o ad Alatri. I suoi li-

e gli etruschi, diedero a'focesi una terri- pisono Giano Bifronte, il Delfino e la Cla-
bile rotta, e che la città di Agilla o Cere va. Riporta lo slesso Buonarroti una gran
ebbe in questa guerra la principal parte. moneta di Gubbio, in cui si legge in etru-
Livioci fa sapere, che avendo Scipione ri- sco 1cuvini, e segna di qua una Rota, di
TOS TOS 91
là una Mezzaluna colla nota dell'asso lib al perfezionamento, favorito da un clima
lira le. Ve ne leti pure dell'altre, che han- felice e da fortunata posizione geografica,

no da una parte una Rana d'aito rilievo, potè con pochi procacciati soccorsi giun-
e dall'altra un'Ancora con 3 globetti e gere a tanta cima di senno da esser chia-
colle lettere Wj\e quali monete vuoisi mato giustamente il padre dell'italica ci-
dal MafTei, che appartengano a Bolsena. viltà, e lasciare di se splendida e impe-
Ma il cav. Biccobaldi nella Dìssert. stori- ritura ftuna. La prepotente fortuna del
co-crìtica, studiasi di mostrare come tan- 1 ornano impero, cui non bastava la terra
a
to lai. in cui si legge J ciaf ri, quanto que- alle conquiste, passò sopra a questa me-
st'ultime colle lettere W, appartengono morabile nazione e la calpestò,dopo averla
a Volterra, che in etrusco stima fosse detto prima temuta e poscia ingannata; e l'or-
Felatri; ciò che comprova e dagli antichi goglio di Roma si adoperò, perchè a quel-
sigilli della città, in cui si trova ora una l' infelice non anco il nome,
restasse ne
semplice V, ed ora anche due Tl\ e dal ingratamente dimenticando che princi- i

l'avervi vicino a Volterra una nobil terra pi! di sua colossale e sterminata possan-
detta Monte Veltraio o Voltraio, nel qual za eranle provenuti in gran parte da lei,

nome vedendosi aflìnità con quel di Ve- come osserva e dichiara con sapiente e-
latria pare che Monte Veltraio valesse lo loquenza il eh. Emiliani surricordato.
stesso che Monte di Volterra. Ma la sua Quelle cagioni le quali originarono l'in-

più antica memoria è del 967, bensì di- grandimento degli etruschi, come iti al-

pendeva da Volterra. Rimarcai a Todi, tre nazioni, racchiusero i semi de'trava-


che possiede molte monete etrusche, la cui gliosicambiamenti che ne produssero il
collezione non cede chea quella colla leg- decadimento. La princi pai causa di que
genda l'elettri. Delle celebri tavole di sto e della rovina degli etruschi, dice il

bronzo esistenti in Gubbìo àliì\ che alcu- t


lodato Emilianijfu nell'istituzione sua pri-
ni pretendono etnisca e più umbra, cosa i maria politica, o sia nella forma del lo-

contengono e se propriamente incise in ro governo; istituzione che in principio


caratteri etruschi, o meglio l'antico um- soccorsa da altre consentanee, e sostenuta
bro, lo dissi in quell'articolo. dal carattere nazionale, valse ad ingrati
Un popolo che comparso sulla faccia dirla, ma che poscia all'ampliarsi del do-
della terra, dilatò il suo impero per ma- minio, all'indebolirsi di quelle ed al va-

gnanime imprese, e colle intime fòrze sol- gare stolto delle menti, originò la deca-
tanto concessegli dalla natura crebbe in denza e la rovina della nazione. La re-
civiltà; un popolo che coll'armi recò alle pubblica federativa etrusca, dovea, e per
genti da lui conquistate la civiltà sua me- sua natura e per le circostanze de'tempi
desima, e preparò cosi alle future gene- che concorsero, del tutto soccombere. Se
razioni i mezzi della umana felicità; e po- durò più secoli a tenersi in vigore, ne fu
scia dopo non molti secoli di sua esisten- potente motivo sopra ogni altro la reli
za disparve dal mondo, al sopravvenire gione, chen' era la macchina motrice e
d'un altro popolo, che sortogli improv- e conservatrice. Sursero le ambizioni de-
visamente vicino, dopoché ebbe tolte da gli uomini, e principalmente de'capi delle
lui la religione, le leggi, le arti, i costumi, diverse lticumonie, e fransero spesse volte
gl'intimo guerra, lo vinse, lo prostrò, lo i palli di unione e di concordia con giu-
disperse; un popolo siffatto merita la com- ramenti solenni stipulati. Chi indisse la
passione, la riverenza e la riconoscenza di guerra agli stranieri e chi fermò la pace
tutta la posterità. Questi fu il popolo e- senza il consentimento dell'intera nazio-
trusco, che giovandosi della potenza e del ne. Talvolta una lucumonia fece guerre
naturale organismo dell' uomo, teodenti disperate all'altra, e cercarono di distrug-
92 TOS TOS
gersi a vicenda, come narra Livio. Niu- scipline e costumanze. L'astuta Roma ne
noormai più conveniva alle universali a- faceva tesoro, e procacciavasi principal-
dunanze della nazione. Que'grandi par- mente cognizione nell'arte della guerra.
lamenti soliti a tenersi nel tempio di Vol- Per qualche tempo fu, o sembrò alrne-
tumna (il p. Ranghiasci nelle sue erudite no, concordia mirabile fra le due nazioni,
Memorie di Ncpi, dice che Lai o Lu- i ti cioè finché Roma potè librare le proprie
cumoni erano magistrati che presiedeva- forze con quelle della vicina; e poiché eb-
no all'osservanza delle leggi, e di quan- be colei trovate queste inferiori, dimen-
do in quando univansi nel tempio di Vol- tica de' doni ricevuti, si fece ad affligge-
turno o sia Giano, per discutere e deli- re l'infelice con ostilità d'ogni maniera.
berare nelle bisogna di maggior impor- Correva il V secolo della romana repub-
tanza), quando i bisogni delia comune blica, e l'Etruria era di già scaduta dal-
patria lo richiedevano, non venivano più la sua primaria forza e grandezza; come-
convocati; e indarno la religione, di che chè la battaglia al lago di Vadimone (che
siffatti ordinamenti civili erano dettati , ora dal vicino Bassano si appella , nella
nerichiamo l'osservanza. Cosi dissenzienti provincia di Viterbo: Valdimone o Pro-
le parli infievolirono disgiuute la virtù e teo fu pure il nome d'una deità elrusca,
Ja potenza della nazione, e quindi venne chiamata Protos Theos, come a dire Pri-
ilgrand'urto al rovinare di essa. Si ag- mo Dio, poiché tale egli era in Toscana,
giunga la trascuranza e il disprezzo delle al riferire dell'Adami, Storia di VoUeno

proprie e primarie costituzioni, la depra- antica metropoli della Toscana), nel-


vazione de'costumi, indi l'invasione del- l'ultima guerra fatta da'volsenesi con l'a-
l'armi straniere. L'Etruria dell'Italia su- iuto di altri etruschi contro romani, fece i

periore venne invasa e depredata da galli dire a questi ultimi,a ver essi trovato tanta
che irruppero ferocissimi, prima dell'an- mirabile il valore degli etruschi nel com-
no di Roma 63 sotto la condotta di Sì-
1 battere, che sembrò loro d'aver pugnato
goveso e l'abbatterono, poi galli senoni i con uomini nuovi e non con un popolo
completamente la soggiogarono nel 36o. tante volte da essi abbattuto e vinto. Os-
L'Etruria dell'Italia inferiore fu corsa e serva eruditamente il eh. Emiliani che ,

conquistata da sanniti, altro popolo bel- il decadimento degli etruschi cominciò e

licoso, e cadde per opera loro nell'anno prosegui con abbandonare le loro primi-
33o di Roma. Restava l'Etruria media, tive istituzioni, onde ne furono corrotti
ossia il fiore della nazione, ed era questa i costumi. Era il carattere della uazione
riservata, come l'altre ancora a suo tem- severo, malinconico, superstizioso nella
po, cioè circa al cadere del V secolo di religione, e qualche volta feroce, come ri-

Roma, uon tanto al valore militare de* levasi da'monumenti etruschi e special-
romani, quanto alla scaltrezza loro; nel mente ne'più antichi, come eziandio ri-
mentre che romani, cartaginesi e sira- marcò il Winckelman, nelle forme spa-
cusani s'impadronivano, non senza vio* ventevoli graffite, o dipinte o in rilievo.
lazionede'patti,per parte specialmente de' Le costumanze etnische, perfino ne'ludi
secondi, delle marittime forze dell'Elru- sagri, teneano del terribile e del feroce,
ria e delle sue isolaue colonie. Da umili e i combattimenti de' gladiatori fu loro
esordii crescevarapidamente e gagliarda invenzione, come di sopra accennai e trat-
la romana potenza. L'Etruria se la ve- tai altrove. Nel 399 di Roma allorché ,

dea a poco a poco giganteggiare a lato, e combatterono in livore de'Tarquini de-


non la temea, perchè non fu accorta di tronizzati, contro i romani, si videro in
prevederne destini. Generosa le fu do-
i campo armati di vivi serpenti e di faci ac-
natrice d'ospitalità, di riti, e di civili di- cese. Per ritrarre io se stessi un'aria fé-
,

TOS TOS 93
roce, alteggiavansi a modi tenibili e spa- ca in Roma, sostituita all'etrusca, rese gli
ventosi; aggiunsero delle orecchie agli el- animi irreligiosi e rotti a ogni maniera di
mi, e li sormontarono di punte di ferro vizi. Così quando l'Etruria prese a imi-
con ismisurate eresie e pennacchi; si cre- tare i greci costumi, fu rapidamente pie-
spavano e attorcigliavano mustacchi i na di vizi d'ogni maniera, che vieppiù
non che le chiome, e queste quasi a guisa fecero sentire la debolezza della sua pri-
di giube leonine. Ma cambiò ben presto maria politica istituzione. Ricca de'soavi
la nazione etrusca questo fiero carattere, doni della natura, opulenta di procaccia-
e lo trasmutò in molle ed elFemminalo. Il te dovizie, lieta di fortunati eventi suc-
commercio coll'estere nazioni avea fatto cedentisi l'uno dopo l'altro continuamen-
gli etruschi assai troppo vaghi di costu- te, amò in fine i molli riposi della vita;
manze straniere, le quali perchè smodate e animi caduti nell'inerzia si apriro-
gli

o empie di loro natura, o non confaceo- no a' sensi corrompitori d' ogni virtù.
tesi a'fondamentali principii della nazio- Quindi non più la frugalità , la tempe-
ne, insinuandosi lentamente negli animi ranza del vivere antico;pingui e frequenti
fecero depravare.La religione loro gran
li furono le mense da vincerne sibariti, mol- i

macchina motrice dell'istituzioni civili, si li e affettate le vesti e tutti gli arredi do-
alterò pe'miti specialmente greci che vi mestici, ed ogni voluttà si mischiò ne' co-
s'fntrodussero/i quali piacquero maggior- stumi etruschi. I misteri di Bacco si de-
mente quando l'intelletto e la mano por- generarono per opera d'un sacerdote gre-
tentosi di ZeusiediFidia,epiù tardi d'À- co, e di Pacula Minia sacerdotessa capua-
pelle e di Protogene, ne dierono gli stu- na, che v'introdussero libidini e manie-
pendi simulacri. Vinte le menti da quel- re licenziose, onde baccanali furono poi
i

le forme, ne desiderarono riti corrispon- i soppressi. La rettitudine e la proibità,bau-


denti. Quantunque in Etruria le divinità dite dagli animi de'capi della nazione; la

elleniche fossero alcuna volta tramutate riservatezza e la castità non erano più le

di nome e anche di forma, nondimeno col- virtù che un tempo avean reso chiare le
le nuove credenze si scemò la credenza donne etrusche, le quali si abbandona-
antica e diminuì la fiducia alla dottrina ronoa ogni lussuria e divennero rinomate
e autorità del sacerdozio. Quiudi gli Dei per eccessi libidinosi. Queste fin qui nar-
per la voce sacerdotale non più valsero rale furono le principali cagioni della de-
a destare negli animi i salutari timori, cadenza degli etruschi, i quali perderono
a ricondurvi gli utili pensieri, a suscitar- in fine ogni speranza di risorgimento, al-
vi la possente favilla dell'amor patrio e lorché la prepotenza romana li assog-
dell'unione nazionale, a costringerli agli gettò giuridicamente al suo dominio, e
alti ardimenti, a* sagrifizi della vita, co' tolse ad essi il governo federativo, facen-
tremendi giuramenti dalla religione pre- do d'ogni città tanti municipii che dovea-
scritti. Il grecismo s'introdusse per tutta no unirsi a lei, e da lei medesima dipen-
TEtruria, anzi per tutta l'Italia, e di se denti. L' ordine sacerdotale, che forma-
stesso dava impronta a tutto; alla reli- va il potente corpo aristocratico della re-
gione, a'coslumi, alle scienze, allearti; e pubblica etrusca, fu irato da prima con-
alterando e togliendo così l'italo-etrusca tro gli oppressori della nazione, poscia si

originalità, portava estremo danno per- unì ad essi, e divenne anche istrumeu-
nicioso alla nazione. Narra Livio, che Sci* to della grandezza loro. Così cadde, non
pione venue incolpato d'aver corrotta la senza lotta però lunga e forte, un popo-
gioventù romana, con averla invaghita lo originario italiano, secoudo il parere di
delle costumanze greche. Dicono Tacilo molti critici, che per se medesimo e col-
e Yelleio Patercolo, che l'educazione gre- le intime forze della natura francheggia-
94 TOS TOS
ta in progresso tla pochi estranei intel- cispadani loro limitrofi. Che se quegli au-
lettuali soccorsi avvedutamente procac- tori si accordano nel l'asserire che le 1 2 cit-

ciati, era pervenuto de'primi del tuonilo tà principali ossiano capi d'origiue degli

ad una civiltà che fu il principio della ci- etruschi, reggevansi in istato federativo da
viltà d'Italia. Il Repelli stimò di evitare un i.°magistrdlochiamalolucumone, essi
i tempi della nazione elrusca, alla quale altronde discordano nell'indicazione delle
suole accordarsi una splendida antichità r 2Lucumonie,ossia delle capitali delPao-
inviluppala costantemente tra l'incertez- tica Elruria. Inoltre dichiara Repetti, che
ze e le congetture, e si limitò nel percorre- appartiene all'eia favolosa quella de' vasti
re brevemente i (> periodi successivi delle seni marinimi, che poi co'noon di Sta-
principali vicende politiche della Tosca- gno d'Orbetello, e di Paduli di Castiglio-
na, cioè li divise: .°Sotto Roma
i repub- ne, di Scarlino e di Piombino, mantenuti
blicana. 2.°Sotto Roma imperiale. 3. "Sot- sisono fino alla nostra età, accresciuti an-
to i barbari. 4-° Sotto gl'imperatori sas- che da altri laghetti, lagune e paduletle
soni, bava ri e svevi. 5.° Sotto le repub- prodotte da'tomboli, o da'terreni avval-
bliche del medio evo. 6.° Nello stato at- lati, per modo che quasi tutti que'seni di
tuale. Lo terrò presente e me ne giove- mare dovettero avere una diversa confi-
vero. Egli dice, che la prima conquista gurazione che ora non hanno. Fraltauto
che fecero nelPEtruria orientale immani, avvenne che uno de'4 seni marittimi surn-
dopo la battaglia accaduta presso Viterbo mentovati, quello d'Orbetello, conservasi
(cioè ove fu poi edificato), fu verso l'anno quasi come ne' primi tempi storici, rin-

47 3 di Roma 281 anni avanti l'era


(circa chiuso cioè fra'tomboli, un promontorio
corrente), essendo comandati da Tiberio ed una lingua di terra, dove non sboccò
Coruneanio, dopo il quale avvenimento mai un corso d'acqua di qualche entità,
l'Etruria perde perfino il nome di nazione mentre che negli altri tre di Castiglione
(a Roma parlai d<l le principali guerre co- della Pescaia, di Scarlino e di Piombino,
gli etruschi, e meglio negli articoli delle già di Falesia, come notai iti principio,
città, poi vescovili, contro le quali furo- ebbero foce fino da tempi remotissimi de'
no più diiette,come Teii principalmente; corsi non piccoli d'acque, fra'quali la Bru-
così di qualche altra posteriore contro i na ossia Salebroua neli.°,laPecora nel2.°,
falisciche osarono provocarla verso il5 1 2, la Cornia nel 3.° Quando la Toscana fa

e ridotti all'ubbidienza in 16 giorni colla fitta provincia della crescente Roma, ol-

morte di 5,ooo de'loro soldati, come leg-


1 treché contava 12 cillà capital-, avea pu-
go in Livio, insieme alla pure posteriore re più o meno eslesi tnunicipii e conta-
ribellione degli aretini, ec). La mancanza di. Tali furono fra le città municipali, nel-
di storici toscani, soggiunge, e la neces- le parli meridionali, al riferire di Repelli,
sità di leggerne gli avvenimenti in iscrit- quelle di Cere, Tarquinia, Faleria, ora
toli loro nemici , o veneratori di Roma Fa II ari presso Civita Castellana (della
(i romani furono accagionati d'orgoglio quale riparlai anche all'articolo Tosco),
e d' ingratitudine, con aver lascialo po- di Feti oggi Bolsena ( non ci convengo
che memorie de'vinti etruschi, e cancel- per quanto dirò a quell'articolo, ed è poi
lata col brando la sepolcrale sua iscrizio- notissimo che Veii è adallo diversodaVol-
ne!), uon lasciano veder gli etruschi in bel- seno ora Bolsena); e nella parte più set-
1' aspetto; e dopo la detta vittoria su di tentrionale Perugia: mentre nell' Elru-
essi riportata, tulli gli scrittori greci e Ia- ria centrale, a partire dal litorale, esiste-
lini non parlano più di guerre etniche, vano le cillà de'volsci presso Toseancl-
ma solamente di quelle intraprese molli la co' suoi porti di Gradisca e di Cosa
anni dopo contro i liguri e contro i galli presso il lago d'Orbetello, quelle di Sua-
TOS TOS 95
na, di Saturnia, di Roselle, di Vetulonia, dell'Etruria romana, sembra che il siste-

e di Volterra la più grande e la meglio ma municipale non restasse affatto di-


conservala di quante uè esistevano nel- strulto,siecome lo danno a conoscere le leg-
l'Elruria marittima anche dopo la con- gi introdotte nelle colonie di diritto latino
quista di Roma; alla quale ultima città e romane dedotte inCosa nel 48 diR.om i,

appartennero i porti di Populonia e di quindi in Arezzo, in Pisa, in Lucca e in


Vada Volterrana. Internandosi poi verso altre città dentro i confini e anche fuori
levante e settentrione si ritrovano tutto- dell'Etruria^enza togliere adatto agli an-
ra le città etnische di Chiusi, di Arez- tichi cittadini le proprie leggi ed i ma-
zo, di Cortona e di Fiesole, contutto- gistrati, solile darsi a'muuicipii, ed anco
ché quest'ultima, al pari diTiferno o Cit- a quelle città ch'erano rette da'magisti ali
tà di Castello, a rigore di termini fosse di Roma , laonde quelle città potevano
fuori dal territorio assegnalo all'Etrui ia, essere nuinicipii o anche prefetture e nel
essendo lai.* piantata sopra un colle di tempo stesso colonie; ma meglio ancora
oltr'Arno, il quale fiume servi di limite lo determinò la legge fitta adottare iu Ro-
all'Elruria sotto Roma, cioè dopo che i ma dal senato sotto il tribunato di Caio
liguri aveano occupato nelle parti occi- Gracco, allorché fu concessa a tutti i po-
dentali Lucca e Limi, due città pur esse poli d'Italia la cittadinanza romana. Al-
d'origine etrusca, e menile l'altra di Ti- l'articolo Chiusi, il Repetti, discorrendo
ferno è di là dal Tevere che al pari del- della ricca copia de'suoi vasi e delle iscri-
l'Arno servi di limite all'Etruria roma- zioni bilingui scolpite sui travertini o nel-
na. All'incontro la città di Pisa, situata le figuline,iu un'epoca posteriore alla con*
alla confluenza del Serchio nell' Arno, e quista di Roma, disse che il popolo chiu-
vicinissima al mare, fu edificata da una sino dovè conoscere per lunga età le sue
colonia greca, che sempre indipendente leggi patrie e la lingua propria, innanzi
si mantenne dalla federazione degli etru- che all'etnisca accoppiasse la lingua del
schi. A 3 epoche principali si rammenta Lazio. Gli scavi fatti e le scoperte che van-
da'romaui l'Etruria dopo divenuta loro no facendosi d' oggetti etruschi special-
suddita: la .' volta quando molte città.
i mente nel contado chiusino, giovano mi-
nell'anno 548 di essa fornirono genero- ra bilmeu te a giudicare dello stato dell'arti
samente di copiosa messe in vettovaglia belle negli ultimi tempi dell' etrusco re-
e in ajtre merci e suppellettili la flotta de- gno o ne'primi secoli della conquista fat-
a
stinata contro Cartagine; la 2. volta al- tane da'romaui, di che fanno fede molti
lorché Caio Mario approdò col suo na- oggetti con iscrizioni in caratteri tuttora
vigliodall'Africa al portodi Talamoneper etruschi. Repetti ripete coll'arguto stori-
portar la guerra contro Siila suo potente co Pignoni. «Siamo giusti, non si ponga
e più fortunato rivale, nell'anno di Ro- a confronto l'Etruria colla Grecia de'tera-
ma 677; finalmente uella 3/ volta quan- pi di Pericle, ma si convenga che essa era
do L. Domizio Enobarbo signore del ter- piuttosto maestra di se stessa, anziché di-
ritorio Cosano 4 anni dopo il suo conso- scepola di altra nazione." Che sei toscani
lato, nel 700 di Roma, adunò ne' porli non hanno lavori etruschi da porre in con-
di Cosa una flottiglia montata da que'ma- fronto cou quelli di Fidia, se ne contano
rinari per recarsi in aiuto de'marsigliesi per altro non pochi lavorati con tanta
allora assediati da Giulio Cesare, nel tem- maestria che a quelli si appressano. Av-
po ch'egli comandava colle legioni roma- vegnaché Chiusi non solo si distinse nel-
ne nelle Gallie (ina contro la repubblica l'intaglio delle pietre dare, ina nella quan-
romana per la quale eransi dichiarali i tità di vasi di plastica, uella quale arte
marsigliesi). Frattanto rispello al governo primeggiarono le città di Tarquinia e di
,

9G TOS TOS .

Arezzo; P ultima delle quali si rese cele- Catacombe di Chiusi, che pare veramen-
bre eziandio pe' suoi delicati e leggeris- che come da Ro-
te fosse consiglio divino,
simi vasi dipinti, e leggermente colorati ma capitale del mondo quasi da centro
in rosso, e ciò nel tempo che lo stesso A- per la predicazione di s. Pietro si span-
rezzo dava saggi insigni di valentìa nello dessero i «aggi di questa divina luce per
scolpire e fondere in bronzo statue, ani- tutto l'orbe, come ne insegna s. Leone l

mali e chimere, al pari di Perugia e diCor- nell' Jloniil. de ss. Aposi. Petro et Pau-
tona, e meglio che Volterra colle molle lo, così al paridi questa dalle altre pre-
sculture de'suoi alabastri e de'suoi ipo- cipue città si diffondesse alle rispettive re-
gei. Divenuta t' E ti uria provincia roma- gioni. Altrettanto avvenne nell' Elmi ia,
na, il governava teneva
preside che la dove sebbene parecchie fossero le città
l'ordinaria residenza in Chiusi, ch'era principali di quelle genti, ciò nondimeno
slata prima della conquista l'ultima ca- sembra che Volterra e Chiusi a preferen-
pitale della nazione. Se dopoché Roma za dalle altre ne fossero le capitali. Quin-
repubblicana ebbe incorporata al suo do- di è che s. Lino, che da Volterra trae-
minio l'Etruria cessarono gli scrittori di va la sua origine, fu uno de'primi disce-
questa nobile e bella parte d'Italia, a mag- poli di s. Pietro, e l'immediato successo-
gior diritto può dirsi che la sua storia si re di lui nel romano pontificalo nell'an-
fuse nella romana a'tempi dell' impero, no 69. Sappiamo da'Padri e dulie parti-
ne seguì i destini egli avvenimenti. Ma colari venerande tradizioni della chiesa
prima che io venga a parlare della To- romana, che s. Pietro spesso servi vasi de'
scana sotto il dominio diRoma imperiale, suoi discepoli s. Lino, s. Cleto, s. Clemen-
fa d'uopo che accenni l'avventurosa in- te 1 e altri, per propagare presso le genti
troduzione del cristianesimo, parzialmen- vicine al suolo romano 1' evangelo, e che
te avendone trattato negli articoli delle a nome di lui fondarono chiese, ordina-
città vescovili, massime nell'arcivescovili rono vescovi e preti. Ciò posto, niuua me-
di Firenze, Pisa, Siena e Lucca. raviglia deve recare se s. Lino etrusco d'o-
L'evangelica luce appunto illuminò la rigine,allasuagenle,e precipuamente alla
Toscana appena i principi degli Apostoli propria patria, e a Chiusi che n'era la cit-
nefecero scintillare daRoma i fecondi rag- tà principale,recasse per comando di s.Pie-
gi. Fissata da s. Pietro la sua cattedra a- tro la luce evangelica. E' questa la preci-
poslolica in Roma nell'auno^della cor- pua tradizione delle chiese di Etruria; ne
r
rente era a' 18 gennaio, secondo la più mg. Bartolini può convenire totalmente
a
comune opinione, vi predicò la dottrina con l'erudito scrittore Francesco M. Fio-
ih Gesù Cristo, e tosto si sparse nella cir- rentini, che nello scorso secolo pubblicò,
costante e vicina Toscana. Firenze rice- Deprima Thusciae christianilate, do-
vè il lume della fede oda'ss. Pietro e Pao- v»j asserisce poggiato a documenti uou
lo, o da'loro discepoli; in Fiesole si crede molto critici, tali riconosciuti anche poi
che la spargesse s. Romolo discepolo di s, dall'illustre Foggi ni, De ilin. d. Pelri e-
Pietro, e da lui inviato a dilfonderla; Sie- xercitat., e da'Rollandisti, J9e act. s. Ro~
na vuoisi convertita alla religione cristia- nudi ep. Fesul. ad diem 6 julii , che i
na da s. Crescenzio discepolo di s. Paolo; primi propagatori del vangelo in Etru-
Pisa vantalo stesso s. Pietro promulgato- riafurono a Pisa, Perino, Antonio e Tor-
le delle verità evangeliche, e anzi si gloria pete; a Chiusi e Colle, Marziale e Apol-
per laToscana ad esserne stata illu-
i ."in linare il ravennate, che secondo una sto-
r
minata; vanto che pretendono pure Vol- ria non molto veridica, dice mg. Rarto-
terra e Chiusi. Dichiara mg/ Darloliui lini, dopo aver predicalo quivi il van-
Dell' encomiata Dissertazione, le nuove gelo passò a fondare nell'Emilia la chiesa
T O S TO S 97
diRavenna'ja Volterra e Fiesole,Romolo, bedue pe'monumenti che descri-
insigni,
Paolino e Frontino, tutti discepoli di s. ve e riproducendone le numerose iscri-
Pietro, e quindi Lino posteriore a questi zioni e le piante, ambedue espressamente
nella predicazione evangelica. Noti nega scavati da'eristiani per seppellirvi i loro
il dissereute prelato, che tutti i nominati defunti, essendosi scoperto quello di s. Ca-
vescovi potessero essere discepoli di s. Pie- terina nel 1848, e che ambedue queste ca-
tro, e da lui spedili eziandio ne'vari anni tacombe tanto pregi evo! e interessanti al-
i

del suo apostolato e pontificato ad evan- la sagra archeologia, dimostrano chiara-


gelizzare rEtruria,ma non può a lui con- mente che Chiusi era la metropoli cristia-

sentire che Lino sì celebre anche nelle let- na dell'Etruria,come lo era stata del prin-
tere di 6. Paolo, e che fu riputato di tanto cipato civile.

inerito di succedere allo stesso s. Pietro Ritornando a parlare della Toscana


nella cattedra romana, non fosse il preci- sotto il dominio di Roma imperiale, è or-
puo luminare evangelico presso i popoli mai una questione non più dubbia, che
dell'£tru ria, da 'quali traeva sua origine, la Toscana sotto gì' imperatori fosse da

e che le precipue chiese da esso fondate prima governata da'pretori istituiti dal-
fossero quelle di Volterra e di Chiusi, sul l' imperatore Adriano del 1 17, cui suc-
quale primato lo stesso Fiorentini consen- cederono i correttori. Che se popoli e- i

te col prelato. Ma questi soggiunge, che truschi dovettero cedere a molti legionari
sembra a Chiusi fosse maggiore il nume- di R.oma una parte de' loro averi e ter-
ro de' cristiani come città forse più po- anteriormen-
reni, se la vittoria riportata
polata di Volterra e più centrale, per le te ad A2Ì0 da Augusto portò il colpo più
ragioni che riporta. Solo con lui riferirò fatale alla repubblica romana, contutto-
clie Chiusi ebbe molti martiri sino dalle ciò le città delia Toscana non sembra che
prime persecuzioni coutro cristiani, co- i perdessero né anche allora le forme di
muni all'Etruria e specialmente a tal città municipio.Poichè molte città continuaro-
che n'era la principale, quindi sepolti nel no a governarsi secondo le proprie leggi
eimiterioche i cristiani aveano scavato vi- antiche, ancora quando dovettero riceve-
cino a'muri della medesima, presso il po- re nel senoloro molte colonie militari. Co-
dere della clusina matrona s.Mustiola ver- sì quelle dedotte ne'primi tempi dell'im-
gine e martire, e per esservi deposta ne pero, ed anco del triumviratod'Augusto,
prese il nome, e poi vi fu eretta una ba- a Luni, a Firenze, a Perugia, a Pisa, ad
silica; cimiterio che discoperto nel secolo Arezzo, per tacere di altre città maritti-

XVII e poi abbandonato, neh 83 o fu re- me mediterranee della bassa Italia, con-
e
so praticabile e restituito alla divozione tultociò quelle stesse città governavansi
de'fedeli e al decoro della città, la quale secondo le patrie leggi e statuti propri. Il

a mezzo di questo monumento 1' addita Hepetti è di parere, che molte opere di
al mondo come culla della (ade cristiana belle arti, tenute peretrusche,quivisi per-
nell'Elruria, come chiesa di fondazione fezionarono nel secolo d'Augusto, quan-
apostolica, e come centro da cui si diJFuse do s'introdussero ue'monumenti e ne'vasi
ne'popoli toscani la luce evangelica. Anzi fìttili nomi latini, ora soli, non di rado

ha il singolare pregio, come Siracusa, di uniti ad altri in lingua etrusca,e benespes-


avere Chiusi doppio cimiterio, uno di-
il so accoppiati a' nomi degli artefici servi
stinto dall'altro, cioè di s. Mustiola e di o liberti di prosapie illustri romane che
s. Caterina, collocali in due opposte si- perle meusede'Luculli li lavoravano.Allo
tuazioni, e che per l'ineguaglianza del ter- fclesso secolo de' primi imperatori nelle

reno non ponno considerarsi l'uno conti- parti più occidentali dell' Etruria si ese-
nuazione dell'altro: ambedue ampli, am- guirono copioseescavazioni de'u.armi lu-
-

98 TOS TO S
neusi , alle quali presedeva un maestro rono anche in Toscana nel i.° secolo della
greco ed un ragioniere, entrambi della Chiesa. Resta ancora a sapere, quando la
classe degl'ingenui o liberti; e nella fine diocesi di Firenze oltrepassasse il giogo
deli. secolo dell'impero nelle cave di Lu- dell'Apennino, poiché fino almeno al se-
ni si scuoprì del marmo bianco statuario colo X, la sua criniera servì di limite e
preferibile anche al pario. Sotto l' impe- fu il confine naturale assegnato alla To-
ro di Traiano, cominciato Tanno 98, si scana con l'Esarcato, sia dalla parte del
prolungò poco dopo la nuova via Cassia Santeruo,couieda quella del Senio in R.O-
che da Chiusi conduceva a Firenze, men- magna. Comunque sia, dalla parte di ter-
tre sotto il successore Adriano, il gover- ritorio transapennino, fin dove s'innoltrò
natore dell' Etruria Elio Antonino, che la diocesi fiorentina, non si hanno me-

ad Adriano succede col titolo di pretore, morie valevoli a contestare un'antichità,


innanzi che salisse sul trono di Roma, fu che risalga al di là del secolo XIII. Ne'suc-
restaurata la via Aurelia Nuova o Emi- cessivi tempi furono fondate in Toscana
lia diScanio fino almeno a Pisa, nella diverse insigni abbazie, ed in Firenze fu
qual città l'imperatore Antonino lasciò celebre quella de'beuedettini, della quale
maggiori memorie del suo dominio che abbiamo; Ragionamento dell' origine e
in ogni altro paese della Toscana. Frat- badia Fioren-
de"primieri tempi della
tanto l'imperatore Costantino I avendo tina ì
Piomai773. La divisioue dell' im-
ridonata la pace alla Chiesa e reso libero pero in Orientale e in Occidentale ne af-
ilsuo culto, a meglio respingere barbari i frettò la decadenza, e del 2. la rovina ,

che al nord minacciavano l'impero, nel con tanto danno & Italia e della Tosca-
33o trasportò la sua sede in Co stanti'nopo- na, che ne seguì le sorti, gì' imperatori
li. Il governo e il senato di Roma nel re- d'occidente ficendo residenza in Roma,
staurare le grandi Strade le dava in ap- in Mdano,ed in Ravenna principalmen-
palto a'rispetti vi curatori delle vie, previa te. Uno degli ultimi avvenimenti precur-

l'approvazione de' consoli; però dopo la sori della caduta del romano impero, in-
metà del IV secolo dell'impero esegnata- teressa specialmente Firenze, allorché sot-
mente sotto gl'imperatori Valente, Gra- to il dominio d'Onorio imperatore del-

ziano e Valentiniauo 1, sembra che si a ili


1
-
l'impero d' occidente, dopo che Alarico
dasseroìe cure delle strade maestre a'siu- re de' Goti [V.) assali il cuore dell'impe-
goli municipii; talché esiste tuttora nel ce- ro con formare nel 4o3 l'assedio di Ro-
lebreCamposantodi Pisa una colonna che ma; quindi Fla vio Stilicone uno degli ul-
segnava le IV miglia dalla città di Pisa, timi generali romani, alla testa d'un'ar-
oltre l'iscrizione d' un cippo trasportato mata greca, nel f\.o5 chiuse in mezzo a'
a Nocchi e appartenuto al comune di Lu- monti fra Fiesolee.il Mugello un' immen
ni. Fu in questo ultimo tempo appunto sa turba di barbari, e riunita sotto la con-
che il governo imperiale cristiano fino , dotta di Radagasio che minacciò a Fireu -

da Costantino I, riconobbe in Toscana e ze con assedio e allaToscana il maggiore


in tutto T impero le diocesi ecclesiasti- esterminio. Radagasio fu uno de' capi ger-
che, nel tempo e mentre nel 3 76 proibi- ii» un che scese in Italia con una molti-
va le assemblee degli eretici, sicché quasi tudine di svevi, vandali, borgognoni, a-
ogni città,eapoluogo d'un municipio,d'al- lani, e di goti in sì gran numero che gli
loia in poi potè contare la cattedra d'un storici gli dierono il titolo di re de'goti:
vescovo proprio, il quale dovea estende- fatto cou molti altri prigione, gli fu tron-
re la sua giurisdizione su tutto il distretto cato il capo. I barbari del settentrione, pro-
o territorio assegnato a quel municipio; fittando della decadenza dell'impero occi-
alcune delle sedi vescovili però comi ucia -
dentale, continuarono ad invadere buona
TOS TOS 99
parie d'Italia, punendola a ferro e fuoco, de'goti,che lo fece morire. Costui, che u-
e nel 4°8 Alarico fece capitolare Roma nivaa'talenti militari i politici,adottò spe-
e nel seguente anno vi entrò per tradi- cialmente maniere italiane senza tra-
le

mento, dandole un furioso saccheggio. scurare metodi d'amministrazione te-


i

Poscia Papa s. Leone I il Grande che , nuti da Odoacre. Fu egli che promosse
alcuni vogliono toscano, nel fói colla mi- con saggi regolamenti il commercio, che
rabile sua presenza, non molto lungi da procurò di fare rifiorire l'agricoltura an-
Mantova, ottenne che Attila re de'feroci che in Toscana, dove si vuole che per cu-
unni, ritirasse il suo esercito dall'Italia, ra sua, se pure non fu per opera del pre-
che avea riempito di stragi e di rovine. decessore Odoacre , si propagasse la 1
.*

Ottenne pure, che Genserico re àevan- piantagione dell'olivo in un tempo, in cui


dali iuA 455 fermasse le sue ostilità con-
t
le terre della penisola erano state ripar-
tro romani e si contentasse del sacco di
i tile col vincitore,o lasciate incoi te,o trop-
Roma. Il cambiamento politico più no- po ristrettamente da alcuni possessori col-
tabile ch'ebbe a risentire la Toscana al tivate. Teodorico nel lungo suo regno d'I-

pari di tutta Italia, si manifestò in detto talia di 33 anni, negli ultimi del quale

anno dopo la morte del vilissimo impe- fu Papa il sanese s. Giovanni I, lasciò a'
ratore d'occidente Valentiniano III, po- vinti toscani le leggi proprie, e si conser-
co innanzi che l'estrema rovina dell'im- varono sotto di lui molte cariche del go-
pero fosse riserbata al condottiero degli verno romano per quanto restassero tra-
eruli Odoacre, che spogliando dell' im- impero: la-
volti vari offici del distrutto
pero Romolo Augustolo ultimo impera- li furono massimamente consolari, can- i i

tore d'occidente, nel 47 6 prese il nome cellieri, e i quanto s'in-


conti de'goti, per
di re d'Italia, e perciò i possidenti italiani troducessero anche in quel regno de'no-
a
dovettero cedere la 3. parte de'loro beni mi nuovi, come di saioui,ec. Ad onta che
agli eruli vincitori. Da quel tempo in poi Teodorico fosse ariano, rispettò nel prin-
cominciò per Toscana oppressa una se-
la cipio del suo regno cattolici a segno, che
i

rie di grandi sventure sotto il governo di per conciliarsi l'amore de'divoti, non so-
que'barbari, a partire dal regno di Odoa- lo non fece alcuna innovazione nel cul-
cre; le quali sventure continuarono sot- lo religioso, ma giunse persino a fare de'
to i goti e i Longobardi (V.) y
fino alla doni alla basilica Vaticana, talché si di-
riprislinazione dell'impero d' occidente rebbe ch'egli non avesse
barbaro che di

fatta da Papa s. Leone III nella persona il nome; tuttavia lo fuco») s. Giovanni I

di Carlo Magno, sebbene ciò non portasse e con altri, come Boezio e il non meno
maggior tranquillità all'infelice contrada illustre suocero di questi Simmaco. Si
già si florida. Gli eruli lasciarono sussi- può vedere la Civiltà' cattolica, 3/ serie,
stere gli ordini antichi sì civili che mili- t.
449» cne dà egregiamente, come
1, p.

tari ed economici ,
quali furono da essi sempre, dotta contezza del libro: Intorno
trovati alla caduta del romano impero, al luogo del supplizio di Severino Boe-
non cambiando che il titolo d'impero in zio, memoria del preposto Gio. Bosisio,
regno d' Italia, allorché il nome del re con un appendice intorno alla santità
Odoacre fu sostituito all'altro di Zenone dello stesso Boezio, Pavia 855. I tem- 1

imperatore greco d'oriente, a cui spella- pi cambiarono, gli ultimi anni di Teo-
va quello d'occidente dopo la deposizio- dorico furono il fosco tramonto d' un
ne del debole Romolo Augustolo. Però giorno sereno, e neh' uomo che appena
dopo 7 anni di regno Odoacre, rotto in
1 avea lasciato desiderio d'un principe la-
due battaglie, dovette cedere V Italia al tino e cattolico, apparve troppo il goto e
più valente conquistatole Teodorico re l'ariano, e io spirito che lo animava. Tut-
ioo TOS TOS
tavolta non si può negare, che le lettere colgodimento delle 9owaneRegalie(r.).
che il suo segretario Cassiodoro scrisse Nel V e VI secolo una gran moltitudine
sulla necessità d'equiparare l'imposte al- di monaci, che vissero sotto la discipli-
la natura e al prodotto del suolo, dimo- na dis. Basilio, vennero dall'Egitto e dal-

strano moderazione e saviezza di quel


la la Siria in Italia, scegliendo a preferen-
principe. Con
tali atti Teodorico prov- za l'isole dell'arcipelago Toscano, fra le

ale all'ordinamento durevoledel suo re- quali Monte Cristo e la Gorgona. Oltre
gno. A poco a poco le campagne d'Ita- a ciò monaci seguaci dell' ordine di s.
i

lia Toscana
e quelle in particolare della Benedetto, negli ultimi tempi di Teodo-
si rifecero de'perduli abitatori, dove suc- rico abbandonarono il mondo per riti-
cessivi drappelli di goti vennero a stabi- rarsi ne'luoghi più solitari, dove lunga-
litela loro dimora, mentre il 3.° delle ter- mente fiorirono le virtù cristiane; men-
re lasciate in gran parte vacanti dagli e- tre s. Scolastica sorella di tale istitutore,
Fìlli d'Odoacre divenne parte del regio die leggi e discipline alle vergini «anti-
demanio, come il territorio di Val di Cor- moniali e poi dette monache. Uno de'rao-
ina, dove sorse presso l'antica Vetulonia nasteri dell'odierna Toscana, che risata
il Bagno detto tuttora del Re. La virtù Teodorico, è quello fondato dal
all'età di
poi e la santità de* vescovi, nel I V e V ravennate s. Ilario sopra Galeata, dove
secolo, ossia ne' primi tempi dell'istitu- siraccolse un buon numero di monaci.
zione di altre molte diocesi ecclesiasti- Perla mansuetudine di certi barbari ver-
che, fu in molte provincie cotanto singo- so i vescovi si variò in Italia e modificò la

lare e meravigliosa,che giovò assaissi- condizione degli ordini e delle curie, in-
mo ad ingenerare nelle genti barbare ri- troducendovi la podestà vescovile, non
spetto e venerazione al nome cristiano e per legge di principe, ma pel fatto del
alla legge evangelica ; cosicché al dire, soccorso recato a'deboli per elfetto de'ini-
troppo genericamente, d'un istorico ita- ti molle virtù da essi iu
consigli e delle
liano, nella signoria d'Italia degli eruli e tempi Di tratto in trat-
difficili praticale.
goti si estinse totalmente l'idolatria; ma to non fuvvi più officio municipale per
peiò fu protetto e professato T arianesi- mezzo del quale non si facesse ricorso a'
mo, e minacciati di morte lutti catto-
i pastori ecclesiastici, pregati dal popolo a
lici d'Italia, se non rendevansi in orien- intervenire con l'austerità de'loro costu-
te dall'imperatore Giustino I le chiese mi e modo di vivere. In tal guisa per lun-
più decretò Teodorico, per
agli ariani; di ga stagione i vescovi d'Italia, quasi co-
suggerimento d'un ebreo, che si doves- stretti, posero la mano in ogni negozio
sero dagli ariani occupare le basiliche degli ordini e delle curie, per guarirne i

cattoliche in certa domenica,ch'egli igno- pubblici mali; e non di rado la riveren-


rava dover essere l'ultimo giorno di sua za verso di essi operò grandi prodigi,
vita. I più de' vescovi del V secolo erano quando la soverchia prosperità non cor-
personaggi grandissimo riguardo, mol-
di rompeva cuori, e quando gli abusi del-
i

ti de' quali furono onorali delle prima- lafeudalitào gl'istituti della barbarie non
rie cariche nelle loro città, e persino del- ponevano, come sovente accadde nel Me-
la dignità senatoria, sebbene allora dive- dio evo, la spada iu pugno alle persone
nuta priva di gloria; sicché da simile in- di chiesa ne'campi di battaglia. Queste
fluenza e dalla pietà de' fedeli ebbe prin- gravi osservazioni sono del eh. Carlo Tro-
cipio tanto in Toscana quanto in Lom- ia,Storia d'Italia del Medio evo. Il ca-
bardia quella ricchezza e possanza che i rattere di Teodorico non fu perfetto, uè
vescovi ottennero poi grandissima negli in tutto soddisfece gl'italiani, usati da se-
affari politici del regno, e in gran parte coli a riguardarsi signori del mondo ul-
TOS TOS 101
lora conosciuto : denigra la faina cìi Teo- zione e a condurre il loro re Vitige pri-
dorico non solo la morte di Simmaco e gioniere a'picdi dell'imperatore nel 54o,
di Boezio, che compiansi a' suoi luoghi, quando poco mancava alla totale conqui-
ma l'atroce ingiuria ch'egli fece al nome sta d'Italia il sospettoso Giustiniano I ri-

romano col decreto di togliere ad essi la chiamò Belisario da quell'impresa. Per-


facoltà di far testamento! Caduta era la ciò si rianimarono i deboli avanzi del go-
possanza di Roma, ne più sussistevano tico regno, e Giustiniano I, che appena
le formidabili sue legioui, poiché come avea i mezzi di difendere il greco impero,
l'Etruria che fu soggiogala dopo aver ab- anelava sempre a quello d'occidente, per
bandonato l'arte della guerra, altrettan- cui in vece d'assicurare'il centro de'suoi
to erale avvenuto, restando oppressa dal- regni dalle scorrerie de'barbari, che ar-
l'orde bellicose del settentrione. Ad on- rivavano sin presso le mura di Costanti-
ta però che avesse perduto l'impero e af- nopoli, impiegava tesori e armi per ri-

fievolita si fosse la sua rinomanza, pure cuperar l'Italia. Dopo molti vani tenta-
la forinola della cittadinanza romana con- tivi ne affidò l'impresa all'eunuco Nar-

ferita da un rito religioso nella chiesa e sele, il quale riuscì col suo valore a cac-
poi nel foro, contribuì a tener viva nel- ciare quasi da tutta la penisola ogni soi ta
l'Italia de'secoli bassi la gloria di Roma di governo gotico. Frattanto un podero-
eziandio fra 'barbari; i quali se volevano so esercito di franchi, condotto da Buce-
concedere a'ioro servi il maggior grado lino eda Lotario,calato dall'Alpi in Lom-
possibile di libertà, quasi dimentichi del- bardia, s'innoltrò verso l'Italia meridio-
l'essere barbarico, recitavano le parole nale, quando Narsete nel 553 spedì loro
usate dalla chiesa romana in prò de'servi incontro una parte del suo esercito, men-
di tutte le razze. Nella bocca del barbaro tre egli col restante si mosse contro i su-
in tale occorrenza il titolo di cittadino perstiti goti alla conquista della Tosca-
romano tornava per breve ora, grazie al na. Firenze, Volterra, Pisa e altre mino-
costume religioso, ad essere il precipuo ri città gli aprirono le porte; la sola Luc-
titolo di grandezza, di fama e d'onore. In- ca gli fece ostinata resistenza, ma alla fi-

tanto I' italiana penisola era agitata da ne anch' essa cedette, nel tempo che i
orribili guerre de'goti contro i greci che franchi raggiunti sul fiume Volturno, fu-
sempre signoreggiavano le Calabrie ossia rono ivi rotti e dispersi dal generale gre-
la Magna Grecia, per cui gl'imperatori di co.Durò Narsete a governar l'Italia per
Costantinopoli si credevano sempre gli molto tempo a nome di Giustiniano ; I

unici eredi di Roma. Governava sin d'al- ma dopo 6 1 anni, salito sul trono Giusti-
lora le cose d'oriente l'ambizioso Giusti- no lì, o la gelosia della sua grandezza, op-
niano I sotto il nome del vecchio Giu- pure il genio di novità facesse bramare
stino I, cui nel 527 succede nell'impero, agl'italiani un cambiamento, il senato di
quando da poco era mancato il re d' I- Roma per la sua avarizia, anziché i mot-
talia Teodorico senza figli maschi. Che teggi dell'imperatrice Sofìa, chiese a Giu-
se il regno de'goti non si eslinse che 16 stino liil suo richiamo. Formatosi l'Esar-

anni dopo la sua morte, la gloria però cato d'Italia (P .)con provincie soggette
del regno gotico si spense con Teodori- al greco impero, Ravenna fu stabilita sede

co.Imperocché salito Giustiniano I sul dell' Esarca o luogotenente imperiale per


trono orientale, tosto eseguì il progetto governarla. Gli scrittori sonodivisi ne'pa-
di riconquistar l'Italia con affidarne L'in- reri se ciò avvenisse sotto Narsete o dopo
carico al gran Belisario che pose alla te- la sua morie. Pi iva l'Italia di due uomini
sta d'una piccola armata; e quantunque così grandi, Belisarioe N.usete, passò pre-
egli riuscisse a vincere quella valorosa ua- sto dal giogo de'goti a quello de'Iougobar-
2

io2 TOS TOS


di,comandali dal feroce Alboino loro re ratore Leone III abbracciando l'eresia de-
nel 568. Le poche truppe imperiali si $ iconoclasti, dichiarò guerra crudele al-
chiusero nelle città murate, ma a poco a le ss. Immagini, ed attentò alla vita di Pa-
poco tutta la parte superiore della peni- pa s. Gregorio II. Questi avendolo inutil-
sola fu conquistata da'longobardi, da'qua- mente ammonito, lo scomunicò, e assol-
li ebbe il nome di Lombardia che tutto- vè gl'italiani dal giuramento di fedeltà e
ra conserva; indi non solo alla Toscana e da' tributi; onde verso il yZo molte cit-
all'Umbria toccò la stessa sorte, ma ad tà si resero indipendenti, altre si diero-
una parte eziandio del regno attuale di no ai longobardi, e Roma col suo duca-
Napoli; talché l'esarca Longino poco più to spontaneamente si sottopose all' ub-
di Ravenna colla Pentapolie Roma go- bidienza civile e al principato tempora-
vernava. Prima a risentire danni del fe- i le de'Papi, ond'ebbe origine la loro So-
roce conquistatore fu Populonia con tut- vranità (V.). Il ducato di Roma si com-
to il suo distretto, e l'ultime ad aprire le poneva di quelle città in quell' articolo
porte a'iongobardi sembra che fossero, a descritte, fra le quali diverse dell'antica
ponente la città di Pisa, a levante quel- Etruriao Toscana de'Piomani, come Por-
la di Soana. Una delle particolarità in- to s Civitavecchia, Ceri, Sidri, Ncpi, Gal-
trodotte anche fra* toscani da'longobardi lese, Bieda, Orte, Bomarzo o Polimar
fu quella de feudi. Il sistema che intro- zio, Amelia, Todi, Otricoli, Perugia ed
dusse l'esarca Longino nelle città italiane altre. Si deve notare, che la Toscana dei
restate dipendenti da' greci imperatori, Romani fu detta edivisa inToscana Cis-
die occasione alla nuova divisione di go- ciminia, ed in Toscana Trasciminia,se-
verni che fecero longobardi. Poiché Lon-
i condochè erano e sono le sue città e luo-
gino aboliti in Italia i nomi di presidi, di ghi situati di qua o di là dal Monte Ci-
collettori e di consolari, stabiliti nel ro- minio, ambedue celebri; ma quanto alle
mano impero e continuati sotto il regno città e luoghi di ciascuna, campo fecondo
de'goti, mandò in ciascuna città a gover- di archeologici combattimenti, per ulti-
narla uno col titolo di Duca (F.), imi- mo moltissime notizie raccolse l'encomia-
tato in ciò da'longobardi. Dall'epistole di to p. Ranghiasci, il quale nelle sue Me-
S.Gregorio 1 Papa del 590, si ha che la morie di Nepie suoi dintorni, aggiunse
Chiesa romana già da molto tempo pos- quelle: Dell' antico tempio di Diana nel-
sedeva de Patrimoni pingui e importan- la Falle Sub- Penloniaj e le Memorie
ti, uno de'quali
era quello di Toscana, ed is loriche apologetiche de' dintorni alla
a ciascuno dava un difensore, o retto*
si città di Nepi, cioè del Veii Etrusco, di
re, o notar o per amministrarlo e gover- Falerii antico e de luoghi e città ad es-
narlo, nominando il Papa personaggi a i so soggetti col designarne la vera posi-
cui affidò l'amministrazione del patrimo- zione. GÌ' italiani erano malcontenti di
nio Toscano. Quel Papa nel 6o4 ebbe a Leone IH sino dalla sua assunzione al tro-
successore Sabinianodi Volterra. Nel 7 1 no, e ne'loro parlamenti erasi risoluto di
si accese una disputa diocesana fra il ve- proseguire l'imposizioni pel mantenimen-
scovo di Siena e quello ò? Arezzo a ca- to dell'esercito romano, il quale avea per
gione di giurisdizione ecclesiastica, dispu- incombenza di sostenere il Papa nella s.

ta clie rinnovatasi, solo ebbe fine nel se- Sede, e di opporsi alle violenze de'ministri
colo XV. ludi divampò (ìerissima dispu- imperiali. La Pentapoli, V Esarcato, il

ta teologica, la quale produsse un gran- Piceno e altre provincie tutte armarono


de cambiamento politico nell'Italia meri- a difesa di s. Gregorio II, e tutti Io ac-

dionale, e quasi annichilò il potere de- clamarono vero sostegno della cattolica
gl'imperatori di Costantinopoli. L'impe- religione, nel propugnare intrepido il cui-
TO S TOS io3
io alle ss. Immagini e alle ss. Reliquie. ne delle più famose abbazie: la dinnan-
Narra l'Amiaui, nelle belle Memorie iste- zi la caduta del regno longobardo, quan-

riche di Fano, che s. Gregorio li persua- do i più. ricchi tentarono dì salvare il lo-

se ducili di Spoleto e di Toscana a col-


i ro patrimonio all'ombra della Chiesa, fi-

legati coli' esercito romano per opporsi gurando di donarlo agli oratorii, ospeda-
agl'imperiali, i quali usurpandosi le ren- li e monasteri, in cui essi stessi presedet-
dile del Patrimonio di s. Pietro, inquie- tero, destinandone in seguito il padrona-
tavano fortemente laChiesa. Secondo l' A -
to e l'amministrazione de'beni donati ai
a
miani, in questo tempo la Toscana vivea loro figli ed eredi; mentre la 2. epoca ap-
bensì con costumi e leggi longobarde, ma partiene all' età de' Carolingi. Spettano
come separata dal loro regno non dipen- all'età longobarda 1' abbazie di s. Poli-
deva dal re Luitprando. Nello spazio di ziano e di Frediano presso Lucca; di
s.

due secoli, da Alboino al re Desiderio si t. Pietro a Camaiore;di s. Pietro a Mcn-

contano in Italia i5
longobardi che
re , teverdi nella Val di Cornia ; di s. Bar-
riportai all'articolo Italia e ne riparlai tolomeo di Pistoia; di s. Bartolomeo in
a Pavia loro sede, duede'quali si distin- Recavata a Ripoli di Firenze; di s. Sal-
sero in politica, cioè Luitprando e Pmta- vatore sul Monte Amiata, ec. Apparten-
ri ,
per aver dato al paese che signoreg- gono poi all'epoca de'tempi Carolingi le
giarono le prime leggi scritte, dalle qua- ricche abbazie di s. Antimo in Val d'Or-
li si apprende che il codice giudiziario era eia; dell' A ulla in Val di Magra; di Setti-
stato approvato da'principali longobardi mo presso Firenze;di s. Savino presso Pi-
e dall'esercito, mentre il potere legislati- sa; di s. Salvatore a Sesto nel Lucchese;
vo era diviso fra il re, i magnati e i capi di s. Salvatore della Berardenga presso
dello stesso esercito. Il re Rachis lasciò il Siena, ec. Il rammentato re Astolfo, do-
regno ad Astolfo per vestir la cocolla mo- po aver occupata Ravenna, minacciò Ro-
nastica a Monte Cassino imitato dalla , ma facendo strage ne'luoghi circonvicini.
moglie e dalla figlia, che fabbricato poco Il Papa Stefano li detto HI ricorse al po-

distanteun monastero vi si rinchiusero. tente aiuto di Pipino rede'franchi e dei


Ciò avvenne per l'esortazioni fatte al re loro capi, i quali calati in Italia e asse-
daPapas.Zaccaria,sulla vanità dellegran- dialo in Pavia Astolfo l'obbligarono a re-
dezze umane. Penetrati da tale verità, mol- stituire alias.Sede l'Esarcato di Raven-
ti magnati in que'lempi si re-
principi e na eh' erasi ad essa già dato, e con altre
sero monaci ,e nella Toscana sorsero varie terre ampliò il principato sovrano della
abbazie, ed un gran numero di monasteri romana Chiesa, le chiavi delle quali Pi-
di religiose. L'abbazia diMonle Amiata fu pino fece porre sul sepolcro di s. Pietro,
fondata da Ersonenel 745;quella diMon- in signum veri et perpetui domimi. Po-
teverdi venne eretta nel precedente 744 co sopravvisse all' umiliazione Astolfo, e
da s.Walfredo longobardo diPisa e dal suo nel 756 gli successe Desiderio comandan-
cognato Gundualdo di Lucca, nel tempo te de'longobardi in Toscana, o duca o
ch'essi fecero costruire fuori di Pietrosa n- governatore, o com' altri vogliono d' I-
ta sulla Versilia il monastero di s. Salva- stria,contribuendo alla sua esaltazione il
-tore, per rinchiudervi le loro mogli con Papa. L'ingrato principe, sebbene contro
circa altre 3o donne. Molti piccoli mona- le vessazioni de'greci erasi unito alla di-
steri di uomini e di donne furono fonda- fesa d'Italia colle ducee di Benevento, di
ti tra il 700 e il
774 in Lucca e nella sua Spoleto e di Toscana, la relazione delle
diocesi, in Firenze, in Pisa, in Pistoia e quali co' longobardi consisteva nella co-
ne' loro distretti. Due epoche principali munione delle loro leggi , essendo sotto
lianuo segnalato in Toscana la fondazio- la protezione di s. Pietro , non solo non
1*4 TOS TOS
compì la restituzione alla s. Sede de'suoi 5q, parlando di certo Romano dell'816
domimi, ma eccitò longobardi di Tosca-
i che si dice dux nel Catalogo Farfense, e
na e di Spoleto a prendere le armi con- d'aver tenuto un Placito (V.) in Viler-
tro la Chiesa; quindi f ieppiù travaglian- bo. Dopo aver Fatteschi confutato le pre-
do Papa Adriano I, e ineditando la rovi- tensioni del Muratori, ligio alla sovranità
na di Roma, questi si rivolse a Carlo Ma- laica e contrario alla pontificia, come si

gno re de' franchi, il quale assediato in dimostra il Repetti appellando a docu-


jPavia Desiderio, nel 773 lo fece prigione menti lucchesi e particolarmente relativi
e die termine al regno longobardo lo Ita- alle Maremme Toscane, dice quanto se-
lia, che riunì dopo il conquisto delia Lom- gue. >* Non mi è ignoto esservi degli scrit-
bardia alla sua monarchia. tori, quali han preteso, che dal re Car-
i

Carlo Magno, ad imitazione di Pipino lo Magno l'antica Toscana colle altre cit-
suo padre, ingrandì la Sovranità de Ro- tà , dette oggi del Patri/nonio, cioè Vi-
mani Pontefici e della s. Sede, .con quei terbo, Soana, Orvieto, Bagnorea, ec, fos-
va^li dominii che riportai in quell'arti- se eretta in marchesato, smembrandola
colo , fra* quali la Toscana Longobarda, così dal ducato di Spoleto, cui la suppon-
cioè Città di Castello, Orvieto, Bagno* gono unita a'tempi de'longobardi, e che
rea, Viterbo, Ferenlo, Marta Soana,, a queste Romano col nome di duca pre-
Populonia, Roselle, ec. Di questa dona- siedesse per il medesimo re per l'ammi-
zione Carlo Magno pose l'autentico atto nistrazione della giustizia (lo stesso Fat-
sull'altare che sovrasta la tomba dis. Pie- teschi già avea detto, considerare Roma-
tro, e giurò di mantenerla; il tutto con- no uno di que'duchi che da Roma Pa- il

fermando il suo figlio Lodovico I il Pio pa spediva ad amministrarla giustizia ai


e altri imperatori, con que'solenni diplo- propri sudditi in diverse città del ducato
mi di cui trattai nel citato articolo e nei romano, come Totone duca di Ncpi, A-
tanti che vi hanno relazione. Mi sorprese gatone duca di Perugia, Matolino duca
in leggere nell'egregio Repelli, in diversi di Tivoli). Leggansi però quanto si vuo-
luoghi, espressioni avverse alla sovranità le Paolo Diacono, Anastasio Biblioteca-
della santa Sede, e ingiuriose a Carlo Ma- rio, equanti altri autori ci restano de'tern-
gno; dicendoche Carlo Magno è fama che pi Longobardici e Carolini, mai si trove-
confermasse le paterne donazioni (e re- rà, che il dominio del duca di Spoleto ol-
stituzioni), e che ve ne aggiungesse delle trepassasse il Tevere, o che que'duchi ili*
nuove fatte forse verbalmente al Ponte- latasseio i loro confini di giurisdizione fino
fice Adriano I, fra le quali contadi di i alle città sopraddette. E se Ariolfo secondo
Populonia e di Roselle che la Corte di duca spoletano trovossi con Gummarit,
Roma (non solo a tale articolo, ma anche Nordolfo ed altri duchi della Toscana al-
a Sede Apostolica, dichiarai il maligno l'assedio ed espugnazione di Soana, vi fu
abuso che si fa di tale vocabolo) non eb- quale ausiliare, vicendevolmente aiutan-
be mai nella Toscana, dove né anche Car- dosi que' barbari alla conquista de' paesi
lo Magno colle sue genti era ancora pe- loro vicini. Né può in modo alcuno du-
netrato (ammesso e non concesso, nel di- bitarsi, che Viterbo colle altre città so-

ploma di Lodovico 1 sono mentovate, per prannominale, e l' islessa Tuscania non
non dir altro). Per queste e altre asserzio- fossero compresi a'tempi Carolini nel du-
ni, io rimando il gentile lettore al citato cato romano , e che con piena sovranità
articolo. Riferisce opportune nozioni il non comandasse in esse il romano Pon-
Fatteschi, nelle Memorie islorico-dìplo- tefice, ponendovi a suo piacimento duchi
ma tielie de' duchi ria topografia de' tem- e conti per amministrar la giustizia a quei
pi di mezzo del ducato di Spoleto, a p. popoli. Più oltre ancora stende vasi il do-
j

TOS TOS io5


minio del romano Pontefice nella Tosca- nel t.r, p. 96, la conferma della donazio-
na Longobarda, rilevandosi dalle lettere ne fatta da Pipino e ripetuta dal figlio Car-
Caroline 88 e g2 , che oltre a Viterbo, lo Magno, sopra la tomba di s. Pietro al-
Tuscania, Bagnorca ed Orvieto, anche la presenza di Adriano I, di tutto il clero
Chiusi, Populonia e Roselle erano state e magnati romani, di tutti gli ordini mili-
dal re Carlo date in dono al s. Pontefice tari regi e d'immenso popolo, dice che fra

Adriano 1. Che nelle prime ponesse co- gli stati da lui aggiunti vi comprese il du-

stantemente il romano Pontefice chi a suo cato di Toscana. Quindi soggiunge.» Il


nome vi amministrasse la giustizia, si ren- ducato di Toscaoa donatoallaChiesa com-
de manifesto da Anastasio, da'monumen- prendeva Città di Castello detto antica-
ti Farfensi e Amiatini, e dalle costituzio- mente Castrum Felicitatis (fu confuso
ni di Lodovico I Pio, del gran Ottone I, con Civita Castellana, e ripeto che ne
e di s. Enrico II. JNVmonumeuti scritti in riparlerò a Tosco), Orvieto, Bagnorea,
quelle parti leggesi costantemente il no- Ferento, Viterbo , Marta, Populonia,
me del romano Pontefice nelle note tem- Soana e Rosella j ed il rimanente il re
porarie, lochedenota la di lui Sovranità Carlo ritenne in suo dominio". Che la vit-
né mai altro dinasta o signore incontra- toria del re Carlo su Desiderio portò al-
si ne'medesimi fino al cader del secolo X, l'Italia la sospirata pace, che V Esarcato
quando non saprei per qual combinazio- prese il nome di Romania o Romagna,
ne, cominciano a comparire dominanti in e la Pentapoli quello di Marca d'Anco-
Corneto, e nel comitato Toscanense i du- na. Inoltre arroge che io riproduca, con-
chi e marchesi della Toscana. Pare che il il dimo-
tro le assertive del eh. Repetti,
Sigouio fosse pietra d'inciampo a tali scrit- Breve istoria del do-
strato dal Borgia,
tori, che vogliono la Marca di Toscana minio temporale della Sede Apostolica,
o Toscanella, come dicesi in oggi. Nel ri- p. 275 eseg. Carlo Magno divotissimo di
ferire egli la citata costituzione di Lodo- s. Pietro, 5 volte si recò a venerarne il se-

vico I Pio , nella quale confermasi alla polcro, e altrettante volte arricchì di nuo-
Chiesa romana le donazioni fattele dal- vi e insigni doni il s. Apostolo. Lai /sua
Marcharn Tu-
l'avo e dal genitore, lesse venuta in Roma fu nel 773, ed a'2 1 apri-
scanam, invece di Martham, Tuscanam, le raffermò ad Adriano I la donazione di
ec. Abbaglio che con ogni chiarezza mag- suo padre, e l'accrebbe de'ducati di Spo-
giore vedesi tolto nella donazione mede- leto e di Benevento, e dell'isola di Corsi-
sima ripetuta da Ottone I il Grande, e ca, e di una pensione sopra il ducato To-
da s. Enrico II, in cui si legge: Martham, scano , con diploma che il re pose sulla
Bledam, Tuscanam, ec. Non sono di al- confessione di s. Pietro, e sottoscritto da
cun vigore le autorità che soglionsi cita- tutti ì vescovi, abbati e grandi ch'erano
re del s. Pontefice Gregorio VII, di s. Pier seco. L'altra veuutafu nel 774, ed a que-
Damiano, e del Cronografo di Farfa; poi- sta è da riferire il dono della Toscana dei
ché questi scrissero all'XI secolo, quando, Longobardi. Prima di tali doni e della
conforme si disse, dominavano almeno in venuta di Carlo in Roma, molti spoletini
Corneto marchesi e duchi della Tosca-
i i e reatini si offrirono al Papa, gli giuraro-
na, e qual Marca Toscana tenevasi dagli no fedeltà e si fecero tonsurare alla roma-
scrittori di que'ternpi. Bisognerebbe però na, cioè barbe che portava-
si recisero le
una testimonianza sicura del IX secolo per no all'uso longobardo (in che furono imi-
autenticare l'esistenza della pretesa Mar- tati immediatamente nello stesso 774 dai
ca Tuscania a' tempi di cui si ragiona, fermani, osimam, anconitani, e altri po-
escluso 1' equivoco preso dal Sigonio nel poli della Pentapoli, dell'Esarcato, dell'E-
suo Epitome". Il citato Atuiani narrando milia, dell'Umbria e dell'altre proviucie,
VOL. LXXV1II. 8
jo6 TOS TOS
come afferma Sigonio e allri scrittori) ; convicini e loro pertinenze/ Nardini, La
clonò in conseguenza Carlo quel ducalo i Pentapoli Nepesina ; Antonio Massa, De
cui popoli erano già offerti al Papa. Ah
si
F
origine et rebus 'ali scorimi'./Bussi, [sto-
tro dono Cai lo ad Adriano I, e que-
fece. ria dì Viterbo; Annibali, Notizie di Ca-
sto abbracciò ccnsum et pensiones, seu stro e suo ducato ; ed il p. Ranghinsci.
catterà» donationes. quae anima tini in Tornando alla Toscana Longobarda da
palatium Regis Longobar dorimi inferri Carlo Magno donata a s. Pietro, compren-
solebant, sive de Tuscia. Questo dono non deva: Castellimi Felicita ti s, Urbeni ve»
fu di terre, ma di alcune pensioni de Tu- terem, Balneum Regis, Viterbium, Or»
scia, cioè del ducato Toscano. Questo du- tem,Martanì, Bledam, Tuscanain^Sua-
cato va distinto dalla Toscana de'Longo- nam, Populonium, Roselles. E di questo
bardi, e dall'altra Toscana che faceva par- dono parlano 4 lettere che Adriano 1 scris-
a
te del ducato Romano; per la qua! cosa gli se a Carlo. Nella i. del 776 si mostra in
scrittori più recenti chiamarono il duca- tal possesso del Castello di Felicità (o Cit-
to Toscana Regale, k questa si attribui- tà di Castello, o Civita Castellana, sebbe-
scono le città di Luni, Pisa, Lucca, Vol- ne da una lettera di Pasquale 11 a Enri-
terra, Siena, Firenze, Pistoia, Arezzo e co V del 1 1 12, si dimostri chiaro che il

Chiusi nuovo. La Toscana Regale, col re- Castello di Felicità era diverso da Civita
gno Italico, ubbidì poi sempre agl'impe- una delle città della
Castellana), ch'era
ratori, all'opposto dell'altre due, giacché mentovala Toscana, che assolutamente la
l'una di esse per donazione, cioè la To- dice sua ; ma in quello stante si querela
scana de'Longobardi, e l'altra per spon- di Reginaldo già gastaldo del Castello e
tanea dedizione, cioè la Toscana del duca- allora duca di Chiusi, per aver ardito per
lo Romano
o Toscana de'Romani, chia- semetipsum cimi exercitu in tandem
mata oggi Patrimonio di s. Pietro , indi- civitatem nostrani Castelli Felicitatis
cata ne' diplomi imperiali, in Tusciae properans ,eosdem Castellanos abstulit.
partibus , passarono in dominio della s. Per la qual cosa lo prega di rimuoverlo
^ede. Nella Toscana ora Pontificia e de- da Chiusi, e di allontanargli un molesto
nominata Patrimonio di s. Pietro, e già vicino. Il Castello della Felicità fu tra'luo-
de'Romani , vi fu la Pentapoli Etrusco, ghi che all'arrivo di Carlo Magno in Ita-
o Toscana, poi detta Nepesina, e conte- liaabbandonarono il re Desiderio, e spon-
nente le 5 primarie popolazioni del terri- taneamente si dierono al Papa Adriano I,
torio* Falisco. Gli uni la composero: Fa- con tutti gli abitanti del ducalo di Fer-
lena capitale di dette città Falische, al- mo, Osimo e Ancona. In altra lettera del
la quale pretende essere succeduta Mon- 787 gli raccomanda di spedire nuovi mes-
te Fiascone. Nepi, che dopo la rovina di si qui nobis contradere debeantjìnes Po-
,

Faleria diventò metropoli della Pentapo- pulonienses seu Rosellanenses, sic ut e a


lie si chiamò Nepesina. Sutri, Or le, e antìquitus fuerunt. Ma nell'anno appres-
Fescennio la quale vuoisi succeduta da so dovette Adriano 1 richiamare al re la

CivitaCastellana , insieme a Faleria. Al- negligenza do'suoi messi, per non aver e-
tri dicono formata la Pentapoli Toscana seguito gli ordini, ncque de Roscllis, et
colle città di Ferento che sorse vicino a Populonio,nequepartibusBeneventanis.
Viterbo,d\Falisco creduto YoóìemoFal- Torna finalmente in discorso delle città
lari, di Nepi, di Fidene, e di Villa. Ma- della Toscana de'Longobardi in altra let-

gna il cui sito è contrastato. Per questo tera dell'anno medesimo in questi termi-
alUoIaberintoislorico-topografìco si pon- ni: Sed sieittin partibus Tusciae ch'ita*
no vedere gl'indicali urtinoli; il Degl'Ef- tcs idest Suanam, Tuscanam, Biternum,
fetti, Memorie del Soralle, e de luoghi et Balneum Regis, cacterasquecivitates,
TOS TOS 107
3
cum eorum, B. Pe-
finii) us et territoriis 5. De' duchi e principi antichi a" Italia,
tro offerentes condonastis, ita in co mo- riferisce che Fiorentini e Dalla Rena, giù
do civitates in partii) un Beneventanis diziosi scrittori , furono d' opinione, che
contradere nobis facialis. Tutte le nomi- al pari di Benevento e Spoleto, anche la
nate lettere sono nel Codice Carolino t. Toscana divenisse Ducato sotto i re lon
i, epist. 55, 88, 89, 9*2, non che in Vita gobardi. Imperciocché Fredegario nella
s. Hadr. Lodovico I il Pio, Ottone I, Ot- Cronicaó fa vedere nel secolo VII, Tan
tone II, Ottone III, e s. Enrico II confer- sonem Ducem provineiani Tuscanar ;ma
marono le restituzioni e doni di Carlo
i Muratori osserva, non potei si inferire con
Magno. Quanto alla Toscana de'Romani certezza, che costui
comandasse a tutta la
colle parole riferite, in Tusciae partibus, Toscana, polendo significar quelle paro-
idest: Portimi, Centunicclla< ) ec. Quan- le ch'egli era uno de'duchi della provin-
to alla Toscana de'Longobardi con que- cia di Toscaua,e non già governatore di
ste parole: Iteminpartibus Tusciae Lon- tutta la Toscana. Inoltre i citati autori
gobardorum Kastillum Felici tatis, TJr- affermano che in Toscana furono fregia-
bivetum, Balneum Regis , Ferenti, Ca- ti del titolo ducale Allonisirno, Walper-

strimi Bitervum (Viterbo), Orelas (Or- to, Oberto, Alberto e Tachiperto prima

te), MartamTuscanam (Toscanella),


, dell'anno 800; e poi Allone, Wicheramo,
Suanam, Populonium, Rosellas cum o- Bonifazio I e Bonifazio II suo figlio, pa-
mnibus adiacentibus et territoriis mari- rimenti chiamali duchi in queste contra-
timis, ec. Quanto alle pensioni sul du- de, quindi crederono che tutta la Tosca-

cato Toscano o Toscana Begale, o utile na governo sottoposta. Però


fosse al loro
dominio sulla medesima conceduto alla avendo il Muratori dimostrato, che an-
Chiesa romana, ritenendosi per loro l'al- ticamente duchi erano non altro che Go-
i

to dominio Carlo Magno e suoi successo- vernatori (V.) d'una sola città, conclude
ri, l'espressero così. Ncc non et censum che nulla si può dedurre da quella inizia-
etpensionem, seu ceteras dationes,quae tiva; e crede verosimile, che coloro regges-
annuatim palatium regis Longobar-
in sero la sola città di Lucca, perchè sola-
dorum inferri solebant, sive de Tuscia, mente negli strumenti di tal città si trova
sive de ducato Spoletino (il quale poi eb- il nome loro. Diceaver egli rinvenuto nel-

bero Papi anche coll'allo dominio), si-


i l'insigne archivio arcivescovile, del 71 3,
cut in supradictis donationibus contine- Domni Walperti duci nostro civitatis no
tur, et inter m. Adrianum Papam et
s. strae, ma non è chiamato duca della To-
dopnumKarolo imperatorem (ne' vecchi scana, bensì duca della nostra città, cioè
monumenti gli si die il titolo d'imperato- di Lucca. Soggiunge, non giovare il dire
re quando non lo era al tempo di cui si col Fiorentini, che Lucca era capo della
parla: nel diploma di Lodovico 1 vi è ag- Toscana, e che chi diceva duca di Lucca
giunto ac geni torem) convenit, aitando veniva a dire di quella provincia, come si

idem Pontifex eidem de supradictis Du- usava pe' duchi di Benevento e Spoleto,
catibus idest Tuscano et Spole tano suae ma non mai la provincia di Lucca. Con-
auctoritatis praeceptum coiifirmavit getturarono i due nominati scrittori e il

(cioè con diploma). Eo scilicet modo, ut Pagi, che Desiderio prima dell'assunzio-
a rinis singulis praedictis census ad par- ne al regno fosse duca della Toscana; pe-
tem ccclcsiae s. Petri per solvatur. Sai- rò Muratori secondo la cronica di Dando-
va super eosdem Ducatos nostra in omni- Io, lo dice qui Dux Istriae erat, auxilio
bus dominatione, et illorum ad nostrani Papae factus est rex Longobardorum.
partem subiectione. II Muratori neììeDis- Paolo Diacono non disse che anticamente
serL sopra le Antichità italiane t dissert. laToscana fosseeretta io ducato,meolre fu
108 TOS TOS
esatto in riportare duchi longobardi di i tre autorità sovrane. Dice Repetti, che
Benevento, Spoleto e Friuli, sebbene la Pisa fornì a Carlo Magno un maestro in

Toscana fosse provincia tanto ragguarde- Pietro Diacono (lo fu ancora il più ce-
vole. Conviene sul già ricordato duca Chi» lebre Alenino, di cui oltre alla biografìa
sina Ch'itati•, contro il quale ricorse A* tanto ne parlai), per quanto il suo disce-
d ria no I, ed inoltre nel Codice Carolino polo ignorasse le lettere, siccome non sa-
si fa menzione di Gundibrandus dux ci- peva scrivere il gran Teodorico (onde qua-
vitalis Florentiae. Adunque non uno, ma le inalfabeta notai nel voi. LXVI, p. 84?

piii duchi avea la Toscana nel secolo VII!, come faceva le sottoscrizioni, mentre in-
indi nel seguente della provincia realmen- vece di queste riparlai dello spacco della
te si formò un ducato, come sono prossi- Croce nel voi. LX1II, p. 1 5), entrambi
mo a trattarne. Forse n'ebbe di tutta il ignoranti, ma ambedue superarono i dot-
governo Bonifazio li, che nella spedizio- ti, Carlo Magno piti di Teodorico, facen-
ne contro corsari d'Africa sembra aver
i do ogni sforzo per risvegliare l'amore al-
comandato Tusciae Comitibus. Il vede- le scienze e alle Lettere belle nell' Italia
re chiamati Conti gli altri governatori di e in Francia ove aprì Scuole. La dinastia
Toscana, porge indizio di seguiti muta- Carolingia stabilita da Carlo Martello, Pi-
menti. Pare poi certo a Muratori, che pino e Carlo Magno, giunta al più alto
Adalberto I e Adalberto II, da'quali pa- splendore, sotto quest'ultimo, morto nel-
re discesa la serenissima casa d'Este, che 1*8 4» cominciò a declinare, ed figli del i
1

poi si diramò nella reale di Brunswick, primogenito successore Lodovico I, con-


furono duchi e Marchesi di tutta la To- trastando coll'armi l'ampio retaggio del-
scana, e cosi i loro successori. Ne'monu- l'avo, l'Italia eia Germania furono insan-
menti Adalberto II ora è nominato conte, guinate dalle loro crudeli discordie, ed i

perchè governatore di Lucca, ora duca e nipoti lasciarono sorprendere e saccheg-


ora marchese, perchè soprintendente alla giare tutte le Maremme toscane, e le cit-

Toscana tutta. Termina Muratori col di- tà litoranee devastare a riprese da' Sara-
re, che Lucca fu tenuta capo di Toscana, ceni,Normanni e altri. Finché la Tosca-
ma Liutprando nomina Pisàm t
loslorico na fece parte del regno Italico, goti e i

auae est Tusciae provinciae caput, e ciò quindi i longobardi la ressero inviando a
perchè duchi ora risiedevano in Lucca
i governarla, difenderla e amministrarla i

e ora in Pisa. Ed eccoci ormai alia me- duchi di provincia, ed i gastaldi o gover-
morabile epoca per tutta Europa, in cui natori delle città e distretti. All'epoca dei
neir 800 Papa s. Leone III ristabilì lo Carolingi alcuni di que'gaslaldi furono de-
spento Impero d 'occidente, pi ^clamando- corati del titolo di duchi, poscia di mar-
ne Imperatore Carlo Magno cui figli , i chesi e finalmentedi conti, nominati sem-
già Adriano I avea unti re, cioè Pipino pre dagli stessi re. Con questi nomi fu-
d'Italia e Lodovico I à'Aquitania, di che rono distinti durante il lungo periodo nel
riparlai a Tolosa. Fu allora, che Carlo regno i principali ministri regi della To-
Magno donò all'abbazia delle Tre Fon- scana, benché in questa come nell' altre
tane la città di Cosa, oggi Ansedonia, con provincie italiane, que' sommi magistra-
Orbetello, tutto il suo distretto, e le isole ti fossero soggetti nel)' esame delle cau-
vicine con 1 00 miglia di mare. Il codice lon- se in ultima istanza a' giudici supremi
gobardico fu corretto e accresciuto di va- itineranti denominali musi regii , per
rie leggi i m portau ti,che inserironsi ne' Ca- quanto dissi a Placito, stabiliti da Carlo
pitolarij e fu pure opera di Carlo Magno Magno; al quale si devono pure le cariche
l'istituzione de' Giudici, che esercitavano supreme de' Conti Palatini o conti del s.
la giustizia suprema indipeudente da al- palazzo, giudici superiori che nelle guerre
T OS TO S 109
dovean d' ordine del sovrano recarsi al- dovico I Pio successero a' conti mar-
il i

l'esercito, come al tempo de' longobardi, chesi, i quali doveano difendere le diver-
insieme coloro amministrali, e inclusiva- se Marche della Toscana. Da questi offi-
mente a'vescovi e abbati feudatari, giu- qualche volta appellati duchi, inco-
ciali,
dicando in ultima istanza le cause al re mincia il novero de'governatori di Tosca-
riservate; mentre al regio erario apparte- na. Bonifacio I, equal contedi Lucca (ar-

nevano le tasse pubbliche e le gabelle. ticolo che va tenuto presente) Bonifacio


Avea il re il diritto di richiamare edepor- II, si può riguardare col Muratori, come
re marchesi e conti, ne i loro figli succe- ili.°raarchese di Toscana. Nell'828 i sa-
devano legalmente al padre nella carica; raceni d' Africa tentarono uno sbarco in
ma ben presto invalse l'uso che i figli non Corsica, e Bonifacio I ebbe ordine da Lo-
potessero essere pri vati del loro uffizio sen- dovico I d'armare e di dar loro la caccia.
za un processo, e l'uso pericoloso di figli Egli infatti tolte alcune truppe di Tosca-
succeduti al padre nella carica rese spesse na, equipaggiò una piccola flotta, e fece
volte questa ereditaria. Due conti palati- il giro dell'isola; non avendo incontrati ne-
ni furono autori di due potenti famiglie mici, forse per fare un diversivo (alle scor-
di marchesi di Toscana, cioè del marche* rerie che gì' infedeli facevano ne' litora-
se Uberto sotto il re Ugo, e del marchese li Toscano e Pontificio), veleggiò in A-
Oberto longobardo sotto Ottone I: prima frica, sbarcò fra Utica e Cartagine i suoi
di loro figurarono inToscana due altre po- soldati, e die alcuni combattimenti di po-
tenti famiglie, cioè una salica che fu sti- co momento a'saraceni o mori, accorsi a
pite a' conti Aldobrandeschi di Soana e difendere la costa,e non senza qualche per-
di s. Fiora (della quale parlai a Sforza dita tornò in Italia. Nell'834 egli trovossi
come signora d'ambedue), e l'altra lon- fra 'signori che ricondussero l'imperatrice
gobarda, cui appartenne il marchese A- Giuditta da Tortona, ove Lotario I l'avea
dalberto II il Ricco, che divenne l* arbi- rilegata, ad Aquisgrana, ove l'attendeva
tro della corona d'Italia. \1 Arte di veri- lo stesso imperatore suo sposo. Bonifacio
ficare le date riporta la cronologia sto- I avendo poi incorso lo sdegno di Lota-
rica de' duchi , marchesi, governatori e rio 1, si ritirò in Francia. Gli successe il

granduchi Toscana, che terrò a guida


di figlio prima dell' 847, chia-
Adalberto I

di questi brevi cenni; mentre per gl'impe- mato duca e marchese in vari monumen-
ratori e re che andrò nominaudo, le loro ti. Servì con zelo Lodovico II imperato-

Francia, Germa-
serie e notizie riportai a re, che in ricompensa gli donò alcune con-
nia, Italia, ec. Essa vi premette l'osser- tee in Provenza. Nell'878 Carlomanno re
vazione, che soggiogata l'Etruria da' ro- di Baviera e d'itulia, istruito chePapa Gio-
mani dopo lunghe guerre, 280 anni a- vanni VIII gli anteponeva il re di Fran-
vanti la nostra era cristiana, restò som- cia per dargli la vacaute corona imperia-
messa al romano impero fino all'invasio- le, scrisse a Lamberto duca di Spoleto e
ne de'barbari, avvenuta verso il finir del ad Adalberto I cognato di esso, onde im-
V secolo. Sotto il domiuio de'goti per 60 pegnarli a fare cambiare al Papa le sue
anni circa fu governata da un prefetto di disposizioni. Dessi portatisi in Roma ar-
quella nazione. Nel 568 avendo longo- i ditamente se ne impadronirono, lo ten-
bardi conquistata sui goti la Toscana, no- nero sotto sicura custodia, e obbligarono
minarono a reggerla de'duchi amovibili, i romani a giurar fedeltà a Carlomanno.
che poi si estiosero nel 774? n un colla > Giovanni Vili eva-
Partiti essi dalla città,
longobarda dominazione.Carlo Magno di- so dalla prigione li scomunicò, anco quali
struttore di questa monarchia, sottomise predatori del suo stato, e si ritirò in Fran-
la Toscana a'conli. Sotto il regno di Lo- cia. Adalberto I uell' 879 si pacificò col
i.o TOS TOS
Papa, che I' assolse dalle censure. Morì tò con sì stupenda magnificenza, che il re
nell'Hgo e gli successe nel marchesato il disse a' suoi domestici : In verità questo
figlio Adalberto 1 il Ricco ,cosi detto per-
1 marchese dovrebbe piuttosto appellarsi
chè fu il più opulento principe del suo re , poiché egli non differisce da me che
tempo,e si rese molto illustre e prepoten- pel nome. Riportale tali parole al mar-
te in Italia. Nel gennaio 8g4 l'imperato- chese, egli s'iusospelìì che gli avesse inge-
re Arnolfo scese in Italia per sottomette- rito gelosia, per cui si riconciliò con Be-
re le ci Ita che ricusa vano ubbidirgli;e com- rengario I. Per la potentissima autorità
presi di terrore i marchesi delle varie fron- che avea in Roma, Adalberto li nel 904
tiere, si affrettarono a incontrarlo e a ren- fece richiamare dal popolo romano Ser-
dergli omaggio, ed Adalberto II col fra- gio 111, il (piale cacciò in prigione il pre-
tello Bonifacio furono di questo numero; decessore Cristoforo. Il marchese procu-
ma volendo mettere un prezzo alla loro rò la rovina di Luigi III e vi riuscì nel

sommissione, furono imprigionati e poi 905, indi morì in Lucca ove fu sepolto: s'i-
tosto liberati, dopo aver prestalo il giu- gnora l'anno e credesi nel 9 7, ma sembra 1

ramento di fedeltà. Né 1' uno né 1' altro die sia stalo prima. Gli successe il primo-
l'osservarono, collegandosi contro Arnol- gettito Guido, nato da Berta figlia di Lo-

fo con Berengario I re d'Italia Adalber- tario re di Lorena e vedova del conte d' A r-
to Il nell'896. In questo per la potenza les, pel favore di Berengario! imperato-

del marchese fu eletto Papa Stefauo VII, re e re d'Italia, il quale poi nel 9 9 mal- 1

che sacrilegamente oltraggiò il cadavere contento di^ Guido e di Berta, li fece ar-
di Papa Formoso che avea coronato Ar- restare e rinchiudere in carcere a Manto-
nolfo. Nell'898 Adalberto II, seguendo le va; senonchè non avendo potuto insigno-
parti di Berengario I, prese l'armi contro rirsi delle piazze di Toscana, videsi obbli-

Lamberto imperatore e re d'Italia suo e- gato a rimetterli iti libertà. Nel 925 mar- il

mulo, che era stato riconosciuto da Papa chese in seconde nozze sposò la famosaMa-
Giovanni X, contro il quale il marchese a-
l rozia, vedova d'Alberico I conte Tuscu-
vea contribuito all'intrusione di Sergio III latto e marchese di Camerino, figlia del-
de'Conti Tusculaui,cbe cacciato da Ro- la cortigiana Teodora, e madre d'Albe-

ma si recò fuggiasco per la Toscana. Quin- rico II che poi tiranneggiando Roma\V.)
di il marchese accampò con agguerri-
si se uè intitolò principe, nella qual città es-
to esercito vicino a Borgo s. Donnino per sa era potentissima ed avea fatto elegge-
assediarlo; ma Lamberto marciando con- re pel suo favore il Papa che regnava Gio-
tro di lui, e sorpresi i soldati ebbri di vi- vanni X. Nello stesso anno Ugo conte di
no, lo mise in rotta. Adalberto II fu pre- Provenza eutrò in segrete iutelligenzecon
so in una mangiatoia ov'erasi nascosto, e Berta sua madre, e con Guido e Lamber-
condotto al vincitore, fu con altri portalo to suoi fratelli uterini, onde spogliare Ro-
nelle prigioni di Pavia. Morto nello stes- dolfo Il redi Borgogna o Arles della co-
so anno Lamberto, il marchese fu posto rona d'Italia, e procacciarsela perse. La
in libertà da Berengario 1, che lo ristabi- sorella uterina Ermengarda marchesana
lì nel suo governo e gli rese tulli suoi be- i d'Ivrea fu l'anima dell'intrigo, e perven-
lìi. Nel 900 però disgustatosi il marche- ne a farlo eleggere nel 926. Mostrando-
se contro Berengario I, invitò Luigi 111 re siil Papa Giovanni malcontento di X
diPro\enza a impadronirsi del regno d'I- Guido e Marozia , per avergli in Roma
talia,il quale avendo accettalo la chia- usurpata l'autorità temporale, gli sposi
mata, nel 901 vi scese e tolse la corona onde prevenire le misure da lui prese per
a Berengario I, indi nel 902 si recò a vi- rientrare ue'suoi diritti, nel 928 inviato-
sitare Adalberto li, che lo ricevè e Irat- uo satelliti al palazzo Laterali cose, i qua-
T O S TO S in
lidopo aver ma ssacrato sotto gli occhi del g36 la fece arrestate insieme al marito»
Papa, l'ietto di lui fratello, arrestarono dopo aver fatto spargere voce ch'essi vo-
lui stesso e lo gettarono io oscura prigio- leano detronizzarlo; li spogliò di tulli i
ne, ove a'* 2 luglio venne strangolato o sof- loro tesori , fece chiudere Bosone in un
focato con un gua nciale. Nel seguente 929 carcere, e rinviò Willa in Borgogna. Non
morì Guido lasc iando della .'moglie
1 il fi- si sa cosa avvenisse in seguito di Bosone.
glio Adalberto, da cui Muratori fa discen- Nello stesso936 Ugo creò marchese di
dere la famiglia d'Esle. Gli successe il fra- Toscana il suo figlio naturale Uberto o
tello Lamberto, valoroso e potente: dava Umberto, o come dissi a Spoleto, Gedal-
ombra a Ugo re d'Italia suo fratello ute- do o Tudaldo, e gli die il titolo di conte
rino, che avea sposata l'avvenente e im- del s. palazzo; indi nel t)^3 aggiunse a tan-
pudica vedova Marozia sua parente, e fa- ti favori il ducato di Spoleto e il marche*
ceagli temere non pensassero signori ita- i sato o ducato di Camerino. Uberto venne
liani, malcontenti del suo reggimento, di spogliato di questi due stati, al più tardi
dargli la corona d'Italia. D'altronde avea nel 946* Nou si conosce l' epoca di sua
Ugo dal iato paterno un fratello nomina- morte e non prima del 961. Egli lasciò
to Bosone, il quale ardentemente deside- da Guilla o Willa sua sposa, figlia di Bo-
rava il marchesato di Toscana. Allora il nifacio duca di Spoleto, Ugo che segue, e
I

furbo Ugo fece spargere che la defunta Waldrada o Gualdrada moglie di Pietro
Berta madre di Lamberto non avea avu- CandianoIVdoge di Venezia. Ugo WG ran-
to figli d'Adalberto II, e che il marchese, de divenuto marchese, vide poi rifugiarsi
il defunto Guido ed Ermengarda erano in Toscana il Papa Giovanni XVI trava-
nati d'altra donna, da Berla sopposta al gliato da Crescenzio Nomentano, ma to-
marito per continuare l'autorità sovrana sto romani lo richiamarono per timore
i

sul marchesato* dopo la morte di lui. Lam- dell'imperatore Ottone III. L'avo di que-
berto non solili iu pace l'atroce calunnia, sti, e prima assai di tale epoca, l' impe-

e chiese di provare con duello la legitti- ratore Ottone I il Grande spogliò del re-
mità di sua nascila. Ugo presentò persuo gno italico Berengario II e il suo figlio
campione certo Theduiuo, che fu morto Adalberto. Dopo Carlo Magno non era
da Lamberto o dal campione di lui, Ugo comparso in Italia, anzi in tutta I' Eu-
trovossi coperto di confusione , ed acca- ropa, un sovrano del suo merito e che u-
nito di perdere il fratello uterino, impie- nisse al pari di lui la saviezza nel gover-

gò tante astuzie, che alla fine nel 93 se r nare e il valore nelle battaglie. Egli sta-
ne impadronì, e fattigli cavare barbara- bilì l'ordine nelle cose d' Italia, di cui

mente gli occhi, die la Toscana al fratel- si prese corona che restò all'impero, e
la

lo paterno Bosone: Lamberto tuttavia so- non senza superare grandi ostacoli fece
pravvisse vari anni alla sua disgrazia. Bo- rispettare a'romani, poco avvezzi ad ub-
sone già era sposo di Willa figlia d' un bidire, il sacerdozio e l'impero. Si crede
signore borgognone, da cui erano nate 4 che pel 1 ."l'imperatore accordò alle cillà
figlie e la primogenita delle quali Willa a- italiane il diritto d'eleggersi i propri ma-
vea sposato Berengario marchese d'Ivrea, gistrati municipali , sebbene in Toscana
poi Berengario li re d' Italia (dopo Lo- tale diritto da molto tempo preesisteva. Gli
tario che re Ugo suo padre avea associa- successe nell'impero e nel regno d'Italia
to al regno). La moglie di Bosone era a- il figlio Ottone II, il quale non ne ereditò
vara, e si permise ogni via per ammas- le magnanime qualità, come fu inferiore
sare ricchezze. Il re Ugo, egualmente a- di molto all'avo il di Ottone 1 1,
lui figlio 1

vido che sua cognata e similmente poco che visitò più volte sempre colla
l'Italia

scrupoloso nella scelta de'mezzi, nel luglio madre Teofania e col suo fedele Ugo mar-
ii2 TOS TOS
chesedi Toscana, co! quale si portò in Ro- avvicinarsi del mondo. Che mar-
la fine i

ma domare la
a tirannia ili Crescenzio chesi di Toscana da elettivi eransi resi ere-
Nomentano. Ugo 989 divenne anche
nel ditari mentre
, popoli nel desiderio di
i

duca di Spoleto, e nel 995 duca o mar- rendersi indipendenti da quelle servitù o
chese di Camerino. Nel 993 avea egli ri- di resistere all'autorità marchionale e im-
cevuto l'ordine dall'imperatore Ottone III periale si dierono a fomentare le fazioni
di portarsi a vendicar la morte di La tuie- de' G uelfi eGhibellini(^/^.j.L'av veni men-
Dulfo principe di Capua, assassinato dai to politicoche die le prime mosse all'in-
propri sudditi ribellati. Si pose in marcia dipendenza italiana fu dopo il 1000, al-
per assediar la città, ed a lui si congiunse lorché valicato il termine prefisso dalle
Frasirnondo conte di Chieti; obbligò ca- i predizioni sulla fine delmondo, il terrore
puani a consegnargli gli assassini, de'quali si dopo la caduta del-
dileguò, e gl'italiani
ne fece impiccar 6, egli altri condannò a l'impero d'occidente, dopo la morte d'Ot-
differenti pene. Ugo dee aver certamente tone HI e l'estinzione con lui della casa
fatte non poche altre imprese di rinoman- imperiale di Sassonia, pensarono non so-
za, per meritarsi il soprannome di Gran- lo a darsi nuovamente in Arduino un re
de. Moiì al più. presto sul finir deli 101 italiano, che poi restò soccombente nella
senza posterità, come vuole Repetti in lotta coll'imperatore s.Enrico II redi Ba-
una sommossa in Roma, suscitata per la viera; ma ancora a costituirsi indipenden-
decapitazione di Crescenzio, ed ignorasi ti dall'impero, nella lusinga forse che Ot-
l'erede de'beni allodiali. Muratori suppo- tonelll avea decretato,© meglio PapaGre-
ne, che la sua immensa successione pas- gorio V suo parente, che gì' imperatori
sasse per parte di femmina, sorella, figlia d'occidente dopo la sua morte dovessero
o zia, agli antenati di casa d'Este, e che eleggersi da'principi di Germania tanto
questa famiglia divenisse cosi in podestà ecclesiasticiche secolari, formanti il col-
di Rovigo, Este,e molte altre terre nel Pa- legio degli Elettori del s. Romano Im-
dovano e nel Ferrarese. Succedette nel go- pero(V.). Quindi è che molti italiani, con-
verno della Toscana Adalberto IH Al- vinti di non aver che sperare dall'impe-
berto primogenito d'un marchese di tal ratore, cercavano fra loro un appoggio
nome (sarà meglio riconoscervi Adalber- reciproco, talché associandosi promette-
tofigliodi Guido che dissi progenitore de- vansi gli uni cogli altri aiuto nella dife-
a
gli Estensi), che si qualificò possente mar- sa propria. Venezia fulai. a incorpora-
chese di Toscana. Si congettura da Mal- re al suo dominio tutte le città dell'Istria
let, ch'egli ebbe 4 figli, quali formarono i con altri paesi e isolette di Dalmazia. Al-
le primarie famiglie d'Italia, cioè rami i l'epoca stessa Napoli, Gaeta e Amalfi,
d'Este, di Malaspina e di Pallavicini, ol- respingendo gli assalti de'duchi longobar-
tre un 4-° che durò poco, ovvero al dire di di Benevento, si costituirono in regi-
di altri è quello di Ruffo o le Roux, spar- me libero. Dice il cav. Cibrario, Econo»
so in Italia e Francia. Osserva a quest'e- mia politica del Medio £V>o:»Che la for-

poca il Repetti, che fra le maggiori isti- ma con cui queste ordinarono a
città si

tuzioni monastiche che presero piede in reggimento di popolo non fu da principio


I talia, vanno celebrate quelledis. Romual- la stessa in ogni paese, sebbene quelle for-
do in Cam a Idoli, e di s. Gio. Gualberto in me si risolvessero poi generalmente nella
Valle Ombrosa, tuttora fiorenti e special- forma comunale". Più tardi nell'alta Ita-
mente in Toscana loro culla, ove fonda- lia sorsero due altre repubbliche maritti-
rono diverse abbazie; a' quali monasteri me, Genova e Pisa. iN'è le città mediter-
correvano in fòlla i cristiani spaventati ranee della Toscana, come Lucca, hilen-
anche dall'invalsa opinione, che fosse per ze e Siena, rimanevano straniere a que«
TO S TOS n3
sto spirito d'indipendenza, a questo prin- pia e piena di vari paeselli popolosi , dei
cipio dell' ordine colla libertà. Lucca al quali parecchi furono distrutti , irrigata
pati ci t Pisa sembra che cominciasse do- dal torrente Soana, che deriva da un vi-
po il iooo a dar segni visibili della rispet- cino laghetto, nel quale ergevasi un prin-
tiva indipendenza nelle pi ime guerre bat- cipale castello, detto dal torrenteomoni-
tagliate fin dal i i o4 fi a'pisani e i lucche- mo Soana; valle finitima ad una città ri-
si ne'confini occidentali del monte per cai nomata in qne' tempi per potenza cioè ,

ì pisani veder Lue e a non. potino. Appe- Ivrea, divenuta sedede're d'Italia Beren-
na que'cittadini ebbero fatto un primo e- gario II, e Arduino che fu l'ultimo de'ce-
tpert mento dell'armi, e tostochè le forze lebri marchesi d'Ivrea e l'ultimo de' re
tedesche si allontanavano dall' Italia, le italiani II recente e celebre biografo Voigt
città principali s'ingegnarono di riprodur- dichiarò esser nato s. Gregorio VII nella
re fra le proprie mura un simulacro del- città di Soana ossia Soana in Toscana, e
la repubblica romana con l'elezione dei un cittadino romano fale-
forse figlio d'
consoli e de' rettori annuali o semestrali, gname. Dopo il marchese Adalberto III,
nominali dal popolo; incaricati gli uni di nel o 4 circa era duca e marchese di To-
i «

comandare all'esercito, gli altri di ammi- scana Reginario o Reiniero o Ranieri del
nistrare con le rendite pubbliche la giu- Monte s. Maria , figlio del marchese U-
stizia. Aggiunge il Repetti: » Che se que- guccione. I saraceni assalendo di frequen-
sta nuova libertà ebbe ad essere bene spes- te i lidi de'dorainii pontificii, E'apa Bene-
so compressa dalle forze imperiali, ven- detto Vili con animo generoso si appli-
ne il tempo in cui ciascun paese dell'Ita- cò a reprimerli; e però radunala una flot-
lia tutta ricevè un nuovo appoggio dalla ta nel 1016 li attaccò ne'mari di Tosca-
Corte di Roma, quando appunto gover- na, riportando compita vittoria, onde re-
narono la Toscana due donne, la vedova stituì la tranquillità anche alle Marem-
cioè e la figlia del marchese Bonifacio lon- me e litorale Toscano. Morto nel 1024
gobardo. E vaglia il vero che la penisola s. Enrico II, ed eletto il bavarese Corra-
tutta deve molta riconoscenza al Ponte- do II il marchese Reginario fu
Salico, il

fice s. Gregorio FIIfF.), tostochè que- tra'signori italiani che rifiutarono di ri-
sti eccitava ne'popoli l'indipendenza dal- conoscerlo, il che fa manifesto quanta li-
l' imperatore allora regnante". Noterò bertà già godessero gl'italiani. Pavia ri-
che sulla patria di s. Gregorio VII v'ha cusò di riceverlo, ed il marchese di To-
incertezza: gli uni lo vogliono romano, gli scana colle sue genti impedì il passaggio
altri di Soana d'JLtvmia, la quale opinio- delle truppe imperiali per la Toscana, le
ne è pur seguita dal Breviario romano, quali accompagnavano a Roma Corrado
anzi alcuni lo dicono assolutamente del- li, che a'26 marzo 1027 vi ricevè da Papa

la famigl ia Aldobrandesca che signoreggiò Giovanni XX l'imperiale corona. Tutto


quel paese. Non debbo tacere, che ora il dimostra quanto gì' italiani desiderassero
can. d. Domenico Cerri nella sua Vita e di scuotere interamente il giogo aleman-
gesta de' sommi Pontefici Romani na* no. Ma Corrado 1 1, secondo l'Arte di veri'
ti od oriundi nel regno degli Stati Sar- ficare le date, assediò Lucca allora capi-
di , dopo aver esposto diligentemente Je tale della Toscana, ove si trovava Regi-
opiuioni de'precedenti scrittori, volle di- nario, solendovi i marchesi risiedervi, l'ob-
mostrare che la Soana, di cui parlano co- bligò ad arrendersi, ed è verosimile che Io
munemente gli autori, non è altrimenti deponesse; almeno da quel tempo non se
quella d'Etruria, cioè vicino a Siena, ma ne fa più menzione. Egli lasciò da Willa
sì la Soana del Canavese in Piemon-
valle sua moglie due figli, (JguccioneeSofia,che

te) nel medio evo assai celebre; valle am- succedettero ne' di lui beni allodiali. 11
,

n4 TOS TOS
passaggio di Corrado II in Italia si rese la Lombardia, e che poi fecero parte del
memorabile per la legge ch'egli emanò ricco e vasto patrimonio della sua figlia
sulla successione de'feudi, i quali isti tut- gran contessa Matilde (f.), magnanima
ti da'longobardi eransi resi più generali, eroina della s. Sede. Inoltre Corrado II

ed estesi ne'secoli successivi, a segno che fu costretto permettere che i marchesi


di personali a poco a poco divenendo ir- i vescovi, gli abbati e le slesse comunità
removibili, i figlied eredi succedevano d'Italia, facessero paci e guerre a loro vo-
senza beneplacito del principe, non solo imperocché trop-
lontà, senza sua intesa;
ne'feudi, ma ancora ne'go verni de' loro po potente appariva il genio d'indipen-
padri. Vero è che ne'grandi feudi, come denza, che poco tardò a prevalere irre-
«elle contee e marchesati, e molto più ne' sistibilmente in tutta Italia. Nel i o37Cor-
feudi subordinati, che si davano da'feu- rado li si portò a passar le feste del Na-
datari a'Ioro inferiori a guisa di sub-feu- tale a Parma, ove successe una rissa tra

di o benefizit beue spesso nascevano scom- le sue genti e gli abitanti, i quali uccisero
pigli a causa di successioni. Perciò nel il suo coppiere; ciò che eccitò la di lui col-

i 02(5 Corrado II, innanzi di recarsi in Ro- lera in modo, che sortito dalla città or-
ma, emanò una legge nella dieta di Ron- dinò al marchese Bonifacio II di condur-
Piacenza (e perciò ne
caglia presso feci gli milizie onde farne l'assedio. parmi- I

parola in tale articolo) da servir di nor- giani, visto contro di loro il marchese, si

ma a tutti i feudatari, stabilendo che i mi* perdettero di coraggio, e corsero a get-


«ori vassalli o sub-feudatari non po- tarsi a'piedi dell'imperatore, il quale rien-
tessero più essere spogliati de' feudi da' trato in città, ricevè il giuramento di fe-

regi jnissi, o da altri commissari, senza deltà da Bonifacio li, e dal canto suo giu-
causa conosciuta dal re, giacché tutti i rò conservare al marchese la vita e le di-
feudi dovea no passare per successione dal gnità di duca' e marchese, cosa veramente
padre ne'figli e nipoti, e in difetto di que- insolita, e che fece dire al poeta Doniz-
sti, ne'fi atelli del padre e suoi discendenti. zone nella Vita di Matilde: Nullus dux
L'imperatore neli027 nominò duca unquam meruit tam fo edera eulta. Nel
e marchese di Toscana Bonifacio II il Pio, io38 Bonifacio II ospitò splendidamente
figlio di Tebaldo contedi Modena, Reg- nella magnifica sua villa di Vivinaia po-
gio, Mantova, Ferrara, Cremona (V.) sta sul poggio di Monte Carlo nel terri-
ed altre città, nipotedel conte Alberto Az- torio lucchese, Corrado II coli' impera-
zone signore di Canossa di Reggio. De* trice e il suo figlio , oltre tutta la corte.
suoi ascendenti di legge longobarda, par- Bonifacio II rimase egualmente fedele al-
lai a Lucca e in tutti i ricordati articoli l'imperatore Enrico III figlio di Corrado
in che trattai dell'augusta casa d'Este; ed II, e nel i o/\i l'aiutò a prendere nella Sviz-
il Repelli ne ragiona nel cap. 6 dell' Ap^ zera il castello di Morat presso Neucha-
pendice al Dizionario della. Toscana , tel, nel regno dell' alta Borgogna, i cui
avvertendo che la gran contessa Matilde popoli eransi ribellati. Enrico neIio4ó
III

dopo aver lasciato verso il o8 il gover- i i passati i monti e giunto a Mantova, ven-
no Toscana, dichiaiossi d' origine
della ne regalato da Alberto visconte di quella
e legge salica. Noterò, che Bonifacio II città, cioè vicario di Bonifacio II, di 100
da alcuni fu chiamato HI, per la ragione cavalli e di 200 uccelli da preda, ciò che
che dissi del I. Era egli associato fin dal die all'imperatore alta idea dell'opulen-
ioo4 alle dignità di suo padre, cui poi era za d' un signore che avea un officiale si
succeduto nel io 12. Essendo ne'favori e magnifico al suo servigio; egli al suo ri-
devotissimo di Corrado II, ottenne pure torno ricambiò il visconte con pellicce, al-
la conferma di molti feudi che godeva uel- lora in gran uso, e l'invitò a pranzo: ma
5 ,

TOS TOS 1 1

Alberto si scusò poiché non avea l'onore vo parente Goffredo III il Barbuto o il
neppure d'essere ammesso alla tavola del lece hio duca della bassa Lorena, per ge-
suo signore, e solo ubbidì con permesso losia dell' aumentata potenza di questi ,

di Bonifacio 11. Questi fu tacciato d'es- venne fatta arrestare in uno al figlio da
sere un avido usurpatore di beni eccle- Enrico III, in un viaggio ch'egli fece in
siastici, però se ne pentì con confessione Italia nel io55, sotto pretesto che il ma-

a Guido abbate di Pomposa, che gli die trimonio erasi concluso senza il suo con-
per penitenza una disciplina sanguinosa, senso. Condusse Beatrice in Germania
forse obbligandolo purea restituir mal il e lasciò Federico in Italia per essere in-
tolto: sia qualunque la verità, no»» trovo fermo d'un male, da cui poco dopo morì.
giusto il Soprannome di P/o, che gli fu Lo sposo di Beatrice, Goffredo III, sde-
dato; dappoiché si conoscono le imperiali gnato del trattamento fattole sotto la fe-
annullazioni delle consuetudini perverse de d'un salvacondotto che lo stesso im-
del marchese Bonifacio 11 state duramen- peratore aveagli dato, si ritirò nel pro-
te imposte , e che la sua tirannide resta prio ducalo con ferma determinazione di
coperta dalla sua inclinazione religiosa, vendicarsi di tale affronto. Beatrice nel
che però fa contrasto ed è in opposizio- io55,dopo la morte del figlio, venne ri-

ne al suo operato sui beni di chiesa. Bo- conosciuta proprietaria usufruttuaria di


nifacio II divelluto vedovo di Richilde o Toscana e di tutti i beni del suor. ma-
Riccarda, figlia di Giseleberto conte del rito, contro la legge de'feudi, i quali in
sagro palazzo in Italia, e restato senza fi- difetto de'mas'chi erano devoluti al siamo-
gli, avea sposalo nelio36 Beatrice figlia re feudale. Ma Saint-Marc dichiara, esser
di Federico duca dell'alta Lorena. Indi- tale prerogativa straordinaria una clau-
?

cibile fu il lusso ch'egli spiegò ne 3 mesi sola del maritaggio di Beatrice con Boni-
impiegati a festeggiare queste nozze, ce- facio li, clausola che dovette essere auto-
lebrate a Marego città del Mantovano. I rizzata da Enrico III, onde dar qualche
molini situati sulle riviere vicine, macina- soddisfazione aFederico duca dell'altaLo-
vano aromi che profumavano l'aria d'in- rena, padie di Beatrice, il quale vantava
torno; i vini più squisiti attingevansi co- prelese sul legno dell'alta Borgogna. Inol-
me acqua ne'pozzi, e le secchie di cui la tre devesi notare con Repetti,che nel io 55
gente servivasi erano attaccale a catene già era seguito il matrimonio della gran
d'argento che pendevano da corde tessute contessa Malilde con Gotlifredo o Gof-
d'oro e d'argento; tutti i mense
vasi delle fredo il Giovane nato dalla 1
,"
moglie di
erano degli stessi metalli. La musica e gli Gottifredo o Goffredo il Secchio. Quel
spettacoli concorsero a rendere più. bril- Goffredo marito di Matilde e duca di Lo-
lanti le feste; e tutte le persone che vi si rena pur detto il Gobbo. Non senza
, fu
trovavano, ebbero prove della liberalità anacronismo V Arte di verificare le date
diBonifacio li, partendone cariche di pre- dice Malilde naia nel 1046, e maritata
senti. Portandosi esli da Mantova a Ci-e- vivente padre suo a Goffredo il Gob-
il

mona, traversando una folta foresta, fu bo, dopo aver detto morto Bonifacio li
ferito da una freccia avvelenata, per cui nelio52. Di altri anacronismi, senza ri-
ne moiì a'7 maggio o5*2, lasciando del1 levarli ne feci correzione, per rispetto a
2. suo matrimonio Federico che segue, quell'opera classica. Questi rilievi solo li

Beatrice a questo premorta, e la celeber- faccio, per ricordare sempre, che tutti fal-

rima Matilde. Federico detto pure Boni- liamo. Per eguale rispetto vado emendan-
facio, succedette fanciullo al genitore sot- do e taccio, gli anacronismi di Repetti
to la tutela di Beatrice sua madre, che ri- così dotto, così critico, così diligente. Se
maritatasi sul fiuir delio53 al pur vedo- tutto non mi sarà dato conoscere , e in
i.6 TOS TOS
epoche così tenebrose, par giustizia non 28 dicembre Gerardo colnomedi Nicolò
dovermisi attribuire a errore,ma di non li, e volle ritenere la sua chiesa di Firen-
mia pochezza co-
averli tutti potuti nella ze; partendo questi per Roma, accompa-
noscere. Perciò debbo ancor notare, che gnato da Goffredo III, tenne un concilio
avendo dovuto in tanti luoghi parlare de* a Sutri, co'vescovi di Toscana e di Lom-
due Gofhedi padre e figlio, ambedue du- bardia, per confermare la deposizione di
chi di Lorena e mariti di due marchesa- Benedetto X. Neil 061 tornando Nicolò
ne di Toscana, forse come altri avrò con- IIa visitare il suo vescovato di Firenze,
fuso le azioni di uno con quelle dell'al- ivi morì a' 22 luglio. Gli successe Ales-

tro, ed il presente articolo potrà servire sandro Il già vescovo di Lucca, chiesa che
a chiarire siffatti abbagli, sul padrigno e ritenne e volle poi visitare da Papa. Sde-
siili." marito di Matilde, il quale ultimo gnali Enrico IV e la madre della seguita
in opposizione alpadre fu di voto a En- elezione, senza esserne fatti consapevoli,
rico IV. Frattanto che Beatrice era pri- secondo il riprovevole abuso insorto, gli

gione in Germania accaddero grandi av- fecero eleggere contro l'antipapa Onorio
venimenti. Papa Vittore II andò in Fi- II, nell'ottobre. Questi colle truppe im-
renze per incontrarvi Enrico III nel i o55; periali nel 1 062 si portò a Roma per met-
e passalo da lui in Germania nel io56 tersi in possesso colla forza del preteso pon-
assistè alla sua morte; l'imperatore affi- tificato, si accampò ne'prati di Nerone e
dò alla sua tutela e a quella della
moglie molta gente uccise a'2 4 aprile nel batte-
imperatrice Agnese il figlio Enrico IV, re la città. Avendo Alessandro II chiamato
che poi fu famoso persecutore della Chie- dallaToscanaGoffredoIII,questoacerrimo
sa. Ritornato Vittore lì in Toscana nel nemico d'Enrico IV fautore dell'anlipa-
1 o5j, morì in Firenze a'28 luglio, e do- pa,glipiombò sopra colle sue forze,e l'anti-
po 5 giorni in Roma fu eletto successore papa a grande stento colla fuga potè sal-
Stefano IX detto X, fratello di Goffredo vare la vita tutto ferito, e sborsando mol-
III duca di Lorena e marito della mar- to denaro. Avendo il normanno Riccar-
chesana di Toscana, la quale già l'impe- do principe di Capua invaso alcuni do-
ratrice avea restituita al suo sposo, e ri- mimi della Chiesa, nel 1066 il Papa gli
tornata in Toscana insieme a Goffredo III marciò controcoll'esercito diGoffredo III,
l'amministrava, sia come proprietaria u- che combattendo con felice evento , co-
sufrulluaria e quale tutrice di Matilde. strinse Riccardo alla pace, colla media-
Stefano X considerando Enrico IV fau- zione di Guglielmo Testa Ardita conte
tore d'eretici e avverso alla s. Sede, di- di Borgogna, dopo vari fatti d'armi più.
visava collocare corona imperiale sul
la brillanti che decisivi, e ricevute molte ric-
capo del potente proprio fratello, e reca- chezze si restituì colle sue genti in Tosca-
tosi da lui in Firenze ivi morì a'2g mar- na. Per la fama che godeva di valoroso,
zo io58. romani desideravano a succes-
I appena egli apparse che Riccardo coll'e-
sore Gerardo vescovo di Firenze, ma una sercito abbandonò la Campagna di Ro-
fazione intruse l'antipapa Benedetto X, ma, e solo Giordano di lui figlio gli ten-
contro le ingiunzioni del Papa defunto, ne fronte fortificandosi in Aquino. Du-
che avea ordinato non doversi procedere rante quest' impresa, Enrico IV scese in
all'elezione, finché non fosse tornato il Italia col disegno di togliere a'normanni
gran cardinale Ildebrando, pois. Grego- le terre invase alias. Sede, per quindi pa-
rio VII, che avea spedito legato ad Eu- con Alessandro II e riceverne la
cificarsi
rico IV. Venuto Ildebrando in Toscana, corona imperiale, e giunse sino ad Aosta.
fece adunare nel duomo di Siena un con- Era uso che il marchese di Toscana do-
cilio, ove depostosi l'intruso, fu eletto a* vesseinconlrare l'impera torealloi che pas-
T OS TOS 117
sa va i monti; ma Goffredo III nulla fece, do eransi intavolate trattative di ricon-
onde offeso Enrico IV di tal mancanza, la s. Sede). Ciò avven-
ciliazione tra lui e
e diffidando d'altronde di sua fedeltà, se ne in epoca lagrimevole e funesta, prin-
ne tornò io Germania. Nel 1070 mori cipalmente per Y Italia e per Gernidn'ni,
Goffredo HI a^SjSettembre, senza lascia- perla terribile differenza insorta dopo l'as-

re continuando a governare la To-


figli, sunzioue alla cattedra pontificia del ze-
scana la vedova Beatrice, come avea fatto lantissimo s. Gregorio ìli contro gli ,

dopo la morte di Bonifacio li: ciò viene enormi abusi vigenti, tra il Sacerdozio
qualificato da Repetti, primo e forse u- e l'Impero, ch'è quanto dire tra il Papa
nico esempio di successione delle donne ed Eurico IV tenace sostenitore dell'/«-
al governo della Toscana. Dice inoltre che vesliture ecclesiastiche (J .). Deplorabile
Goffredo il Vecchio dopo il suo sposali- e vasto argomento, che per ragione di sto-
zio con Beatrice, avea presieduto a 'giudizi ria dovetti ripetere in tanti luoghi, e delle
marchionali della Toscaua,ora colla mo- grandi benemerenze di Matilde colla s.

glie ed ora solo; quindi lui morto, potè Sede e con s. Gregorio VII, che costan-
Beatrice ritenere le redini del governo temente difese dal perfido Enrico IV colla
marchionale insieme alla gran contessa sua potenza e colle armi che più volte ,

Matilde propria figlia ed erede del patri- capitanateda lei riportarono vittoria. lu-
monio paterno di Bonifacio li e al pari utilmente si fece mediatrice tra il tristo
che de'suoi titoli. Repelli chiama Gotti- principe sostenitore dell' antipapa Cle-
fredo I il Vecchio, Gottifredo li il Gio- mente III e degli eretici, persecutore cru-
vine, e riferisce che quest'ultimo finché dele della Chiesa e de'suoi degni ministri,
fu in Italia e che stette in buon'armonia col venerandos. Gregorio VII nel suo for-
colla moglie e co'Papi, partecipò anche tissimo castello di Canossa, ove l'assolse
del governo della Toscana , onde alcuni dalla scomunica. Questi iulelici e molte-
storici lo dissero marchese di Toscana e plici avvenimenti politico-ecclesiastici fu-
così il padresuo.Matilde nel febbraio 1076 nestarono le coscienze, e posero a soqqua-
restò vedova di Goffredo (altri dissero nel dro gli spiriti de'due diversi partiti. Ve
1086, ma qui trovo migliore l'altra epo- ne furono anche in Toscana di aderenti
ca), fatto uccidereda Roberto I conte di a Enrico IV, enon pochi de'vassalli della
Fiaudra nemico d'Enrico IV, e dopo due marchesana le ricusarono ubbidienza; ve
mesi perde la madre Beatrice, oude ri- ne furono per la malvagità de'tempi an-
mase sola al governo degli ampii suoi do- che di ecclesiastici, ma simoniaci, concu-
mini! e arbitra de'beui di sua illustre casa. cubinari e scismatici. Da simili combu-
Essa percorse la Toscana tenendo placiti stioni se la pontificia autorità fu rinfran-
in Firenze, in Volterra, in Pisa, e ciò sen- cata e resa indipendente laChiesa dall'Im-
za fare alcuna menzione, contro l'uso,del- pero pel suo imperturbabile propugna-
l'imperatore allora regnante (Enrico IV tore s. Gregorio VII, ne profittarono i po-
a rigore non si può dir tale, non essen- poli italiani per progredire nella loro e-
do stato coronato, anzi per cagione sua mancipazione dal potere assoluto de'so-
fu alterata la cronologia, essendo stato vrani.Lucca, Firenze, Pisa , Siena, Pi-
ommesso, chiamandosi il suo figlio En- stoia, ed altrecittà loscanegià fornite del-
rico V col nome d'Enrico IV; forse per le loro magistrature civiche, si liberaro-
questo Matilde ommise di nominarlo); no in gran parte dal dominio de'mai chesi
essa ne' placiti e altri supremi atti solo e vicari imperiali, la cui autorità più in
rammentava d'essere Gran Contessa per apparenza che in sostanza d'allora in poi,
la grazia di Dio (vi aggiunse il nome benché interrolta,ci viene dalla storia pre-
d'Enrico IV e quelli del suo regno quau- sentata. Nel pontificato di s.Gregorio VII
1,8 TOS TOS
non solamente per sua opera si consoli- a s. Pietro la signoria diToscana e diLom-
dò la sovranità temporale della chiesa ro- bardia, e perchè il documento fu invo-
7
mana ma moltissimo si aumentò colle
, lalo da qualche partigiano d'Enrico IV ,

donazioni della marchesana Matilde,y?/*o essa rinnovò la pia disposizione. D'allo-


remedio animar meae et parentimi inco- ra in poi la Toscana pontificia si chiamò
rimi, cioè di gran parte della Toscana e il Patrimonio di s. Pietro, perchè all'A-

della Lombardia e di tutta la Carfagna- postolo la donò Matilde. In seguito non la-
na (V.)j domimi che enumerai a Sovra- sciarono di molestarla gl'imperatori, pre-
nità' e con quali riserve vitalizie, cioè nel tendendo che loro appartenesse. Gl'un-
1077 o ^78 a s. Gregorio VII, e nel pugnatori della sovranità de' Papi e ligia
1 02 con rogito solenne li confermò aPa-
1 quella degl'imperatori, hanno declamato
squaleII;avendo notato negli articoli spe- contro tali donazioni, qualificandole ille-

ciali delle città e altri luoghi, che diversi- gali.Le chiamano segrete donazioni e ,

di essi giàappartenevano alla s. Sede, e checomprendevano oltr« beni patrimo- i

per le vicende de'tempi erano pervenuti niali di Matilde , in franco allodio e de'

in potere degli avi di Matilde. Valga per quali poteva liberamente disporre, altre-
un esempio il riferito dall' Adami, Sto- sì feudi che possedeva sotto dipenden-
ria di Volseno t. 2, p. j5, parlando del za diretta dalla corona d'Italia, e perciò
secolo XI. Riconosceva in questi secoli la feudi dell'impero di cui non avea il di-
Toscana differenti signori ; imperocché ritto di disporre. Che i Papi non fecero
quantunque tutta intera giuridicamente questa distinzione, ed arrogaronsi indi-
ella appartenesse alla s. Sede, per le do- stintamentegli uni e gli altri, tanto in di-
nazioni di CarloiMagno, di Lodovico I, e ritto che in fatto. Che gl'imperatori dal
di Ollonel fatta nel 967, contuttociò veli- loro canto si opposero ad un'usurpazio-
ne sovente smembrata, o per investiture ne così contraria a' diritti dell' impero ;
fatte dalla medesima s. Sede, o dalle oc- e le crudeli discordie ch'essa eccitò non
cupazioni de're d'Italia in tempi così tor- finirono che dopo la rivoluzione di ihie
bidi e bellicosi, come quel li furono; e quin- secoli. Io narrai queste gravi vertenze e
di trovasi spesso fatta menzione de' du- le pretensioni imperiali sulle donazioni di
chi, de' marchesi e de' conti della To- Matilde, e raccontai pure che gì' impe-
scana. A cagione dunque di guerra, egli ratori coscienziosi domandarono a'Pa-
crede che s'introducessero nel possesso di pi rinvestitura di parte del patrimonio
Jiolsena e d'altre terre i potentissimi an- di Matilde, come di Mantova, Parma,
tenati di Matilde, delle quali essa ricevu- Reggio, Modena, Garfagnana (1 .) e
tone per eredilà il dominio, la medesima loro territorii, e l'ottennero a vita col-
legovernò da sovrana; ma per nulla in- 1' annuo censo di 100 libbre d' argento,

superbita da questa signoria, né da quella col patto ancora di restituirlo alla loro
che vastissima possedeva in Lombardia, morte tutto intero e senza lesione al do-
sottoscriveva i suoi diplomi con questa u- minio romana Gli scritto-
della chiesa 1

milissima forinola: Mathi Ides Dei gra- ri del dominio temporale della Sede a-
fia Si Quid Est. Quest' insigne eroina si postolica ne riportano i documenti. Ma-
compiaceva tanto di Bo!sena,cheper gran tilde si meritò da'Papi i più gloriosi ti-

tempo vi si (ermo, e ad onore della voi- toli d'onore e dignità, come i\\ figlia pre-
senese s. Cristina martire le edificò una diletta di s. Pietro, di Generale di s.

bella chiesa e vi fece porre il corpo tro- Chiesa, e Vicaria d'Italia, ec. INel 1 080
vato nella vicina isola Mariana, ordinan- la marchesana mandò truppe a Ravenna
do che la città d'allora in poi si chiamasse percacciarue l'antipapa Clemente III, ma
di s. Cristina. Indi con testamento lasciò furono battute da quelle d'Enrico IV alla
TOS TOS 119
Volta nel Mantovano. Firenze sempre a- della s. Sede; il quale atto fu anche rin-
clerente di Matilde e di vota a s. Gregorio novalo nel r 102 dalla donatrice medesi-
VII, venne assediata nell'aprile 1081 da ma nella sua rocca di Canossa, e ciò do-
Enrico IV, eccitato a ciò dagli scismatici, po ch'erari separata senza divorzio dal 1."
assedio che durò sino al seguente luglio marito. Nel venerdì santo logr Enrico
o prima senz'alrun effetto. Nel 1082 En- IV tolse a Matilde Mantova, da Ini bloc-
rico IV tornò in Toscana e diede il gua- cala nel precedente luglio, conquista se-
sto al paese, senza prendere alcuna piaz- guita da tutte le terre al di là dal Po. Nel
za. Nel luglio 1084 l'esercito di Matilde 1093 sorprese le truppe di Matilde co-
pose in fuga quello d'Enrico IV, che sotto mandateda Ugo II marchese d'Este, mol-
gli ordini del marchese Olherto assedia- te ne uccise e fece prigioniere, le altre fug-
va il castello di Sorbara nel Modenese. girono; e continuò le sue conquiste, tra-
Perseguitato s. Gregorio VII dall'impla- lasciandole per tornare in Germania. La-
cabile Enrico IV, parti da Roma e riti- sciò l'esercito sotto il comando di Corra-
ratosi in Salerno morì nelio85. Per
vi dosuo figlio, che Matilde collo sposo ten-
pochi mesi gli successe Vittore 111, e do- tarono di guadagnare. Urbano li per con-
po di lui nel 1088 fu eletto Urbano II. siglio della contessa nel luglio 1094 partì
Questi per opporre ad Enrico IV e al suo per laLombardia,onde consolare colla sua
antipapa una forza che li potesse eonte- presenza que'popoli: alla fine dell' anno
nere, esortò la vedova Matilde disposa* giunse in Toscana accoltovi con gran di-
re Guelfo o Volfone V duca di Baviera vozione da Matilde e vi celebrò il Natale.
e nipote del marchese d'Iiste, di somma Indi Papa nel 1095 pas>ò a Piacenza e
il
1

potenza, ciò ch'ella eseguì nel 089, colla 1 vi promulgò lai." Crociata per la libe-

condizione, dallo sposo accordata, di con- razione della Terra Santa da' saraceni,
servare nel toro maritale illesa l'onestà e ed in queste guerre sagre si segnalò il va-
Ja pudicizia; dopo avere rifiutato la mano lore di molti toscani croce.signati. Con
di Roberto figlio di Guglielmo I il Con- GuelfoV alla testa, le truppe diMatilde nel
guistatore re d'Inghilierra. Per questo 1 096 riportarono vittoria su quelle d'En-
matrimonio non poco si rattristò Enrico rico IV. Il duca disgustato della moglie
IV,sul riflesso che il duca era bellicoso co- che disprezzava lo, soprattutto dopo che
me il padre, ed ambedue forti sostegni del d'Enrico IV aveano cominciato
gli affari

partito apostolico , imparentati stretta- a piegarmale, poco dopo determinossi


mente con molti principi della penisola. d'abbandonarla e di tornare in Baviera.
IlMuratori non sembra dubitare che nel- Sembra ignorarsene la vera cagione: si

l'alto matrimoniale fra la marchesa e il suppose che principal causa di questa se-

duca si fosse pattuito,! he nel caso di mor- parazione fosse l'essere Guelfo V venuto
te della sposa, i beni allodiali e tutti i luo- in cognizione della donazione fatta da Ma-
ghi, corti e paesi della ricca casa di Bo- tilde alla s. Sede, per cui vedendoci de-
nifacio li di lei padre avessero a ricadere luso nelle sue speranze d'eredità, non vol-
in quella del marito. Riflette però Repet- le aver più che fare con essa. Matilde non
ti, che s'è vero in legge, che il distruggere provò alcun rammarico per la sua par-
un atto di donazione inter vivos distrug- abbandonaro-
tenza; e Guelfo col padre
ga qualsiasi rogito in contrario, bisogna no per dispetto il partito del Papa e rien-
ammettere che quella clausola del con- trarono in quello d'Enrico IV; indi sce-
tratto mairi moniale non tenesse, essendo sero in Italia a portarla guerra a Matil-
stato preceduto il matrimonio col duca di de, però senza successo. Nell'autunno del
Baviera dall'islru mento di donazione fat- 1 101 ella marciò alla testa del suo eser-
ta nel 1077 dalla gran contessa a favore cito sopra Ferrara, ch'erasi ribellata da
i2o TOS TOS
vari anni. I ferraresi visto tale esercito, qualche tempo d'aver duchi, poiché Luc-
ed i che veneziani ed raven-
vascelli i i ca si vuole che sin d'allora s'incominciò
nati conducevano a Matilde per aiutar a governare da se, e Pisa si rese indipen-
per mare l'assedio, si arresero senza di- dente. Enrico V calato in Italia, a danno
fendersi. A vendoparmegiaui oltraggia-
i della s. Sede si usurpò i domimi diMa-
to il cardinal Uberti nunzio di Papa Pa- tilde, invitato da'suoi partigiani a pren-
squale II presso Matilde, questa trovan- derne possesso. Osserva il Repetti sul go-
dosi in Modena raccolse le milizie e mar- verno marchionale di Beatrice e Matilde,
ciò su Parma, la quale subito si sottomi- che il partito da loro preso a favore de'
se, e il cardinale le impetrò il perdono. Papi contro gl'imperatori, aprì a' popoli
Essa, secondo Repetti, pare che dopo il soggetti un campo opportuno per eman-
I 1 07 e dopo l'assedio di Prato, non pre- ciparsi dal dominio imperiale: talché do-
siedesse più al governo della Toscana, sul- po il governo assoluto e marchionale della
la quale crede che cessasse d'ogni giurisdi- gran donna, di lei successori, o uon fu-
i

zione marchionale. Poiché negli pub- atti rono più come per l'innanzi cotanto ser-
blici non vi comparisce più qual marche- vilmente ubbiditi, o poco eglino si man-
sa, né con viene che la gran contessa ritor- tennero al comando nella qualità di vi-
nasse a comandare in Toscana nel 1 1 1 2 cari degl'imperatori, e talvolta furono ar-
qual marchesa, nel cui tempo era gover- mata mano respinti da'popoli. Ne' regni
nala da un vicario imperiale d'Enrico V, d'Enrico Ve di Lotario II non trovatisi
succeduto ai padre Enrico IV, dicendo che governatori amovibili di Toscana, co'
che avendo tralasciato d'usare il titolo di titoli di presidenti e marchesi, ili.°de'quali,
marchesa, si chiamava contessa. Crede in- secondo Repelli, e immediato successore
oltre che il non trovarla più governali'!- dopo Matilde, fu il marchese Rimberto o
ce della Toscana, derivò forse da misu- Roberto, ucciso sotto Monte Cascioli, pic-
re politiche prese da Enrico V, e docu- i colo castello preso e disfatto nel 1 1 1 3 da'
menti posteriori ali 107 sono tutti datati fiorentini, ludi nel 6 Robodoue o Rat- 1 1 1

da s. Cesario presso Bologna, da Ronde- bodo, che neh 1 19 non era più in digni-
no di Reggio, da Polirone sul Po, e da tà. Corrado duca di Ravenna fu fatto mar-
altri paesi di Lombardia. Matilde si dis- chese da Enrico V in detto anno. Al suo
gustò con Enrico V quando questi s'ini- tempo cominciarono le famose guerre di
micò con Pasquale II, indi acconsentì al- rivalità tra Pisa e Genova, durate per
le proposizioni d' accomodamento, e si secoli. Corrado morì o cessò di governar
portò da Canossa a Bibianello, ove lac- la Toscana nel 1 1 3 poiché in questo tro-
1 ,

colse a'6maggio 1 1 1, festeggiandolo ne'1 vasi presidente e marchese di Toscana


3 giorni che rimasecon lei. Eurico V per Ramberto o Piimprelto, forse morto nel
gratitudine e per provarle la slima che 1 i32.L'imperatoreLotarioII investì del-
faceva di sue chiare virtù e rara pruden- la contea di Toscana e del ducato di Spo-
za, la chiamò madre e dichiarò vice-reg- leto, il suo genero Enrico il Superbo duca
gente o vice-regina di Lombardia. Mei di Baviera, della linea d'Este di Germa-
i 1ricuperò Mantova, e nel 1 1 i5 ivi
j
I
nia, in considerazione de' diritti derivati
o a Bondeno morì e fu sepolta nell'ab- a questo ramo da Guelfo V marito di Ma-
bazia di s. Polirone presso Mantova, don- tilde; ma vuoisi che essa nel separarsi da
de più laidi Urbano Vili fece trasporta- lui annullasse i patti dolali, co'quali di-
re corpo nella basilica Vaticana e le
il cesi l' avesse dichiarato suo erede. Papa
eresse un magnifico mausoleo. Dopo la Innocenzo li nel 1 1 34 »el concilio di Pisa
sua morte la Toscana vide a mano a ma- investì della Toscana, cioè nominò vica-
no distrutto il sistema feudale, cessò per riod'Enrico, il murcheae logilberto iu To-
TO S TOS i2i
Senna, poiché di questa egli già ne avea in- do Guelfo VII suo figlio per governare
vestito Lotario II qual feudo della s. Se- la Toscana in sua assenza. Il giovane prin-

de, mercè l'annuo tributo diioo libbre cipe si comportò da meritarsi l'affezione
d'argento, e lo confessa X Arte di verifi- de' popoli, ma mori nel 167; e Guelfo 1

care le date non certamente tenera per


ì
VI suo padre, vedendosi senza figli, isti-

la sovranità pontificia. Peròi lucchesi non tuì erede Enrico il Leone, suo uipole, pe-
volendo alcun comandante, rigettarono rò con l'obbligo di pagargli certa som-
il marchese, gli fecero guerra e lo caccia* ma di denaro. Non facendosi egli carico
rono, quantunque in certo modo e quali di pagar questo debito, Guelfo VI cam-
alleati dell'imperatore fosse sostenuto da' biò disposizione, e per punirlo cede e im-
pisani, presso i quali si rifugiò. Neh 37 i pegnò neli 169 tutti i suoi beni all'im-
Lotario II accorse in aiuto d' Ingilberto peratore Federico I,col quale anche Pa-
e lo ristabilì. Cessato di vivere in Germa- pa Urbano III nel 1 186 si lamentò,perchè
nia Enrico, l'imperatore Corrado III creò riteneva e avea disposto del patrimonio
marchese Ulderico o Ulrico conte di Len- di Matilde, spettante alla s. Sede. Guel-
feburgo sotto il cui governo le guerre
, fo VI morì Germania neh 195, dopo
in
de'lucchesi, pisani e genovesi cagionava- aver concesso a Lucca 6 miglia di giu-
no in Toscana disordini gravissimi. Nel risdizione nella città e dintorni. Già sino
1 153 Guelfo oWelfo VI d'Esle, fratello dah 83 eransi finalmente nel congres-
1

d'Enrico il Superbo, ricevè dal nipoteFe- sodi Piacenza stabiliti preliminari del- i

derico I di Svevia re de'romani l'inve- la famosa pace d' Italia, sottoscritta a Co-

stitura della Marca di Toscana, e quella stanza, tra Federico I e le città collega-
de'beni allodiali di Matilde e del ducato di te dellafamosa ^ga Lombarda, cioè di
Spoleto, qual nipote di Guelfo V Bava- Lombardia, Marca e Romagna. L'impe-
ro-Estense2.°marito della gran contessa, ratore convenne, che le città comprese
onde s'intitolò: T l elplius Dei gratin dux nella pace, restassero in possesso- di loro
Spoleti, MarcliioTusciae,Princeps Sar- libertà, delle regalie e delle consuetudi-
dinia e ae Corsicae > et Domimi.? totius ni, ossia de'diritti che da gran tempo go-
Doni us Comitissae Mathildis. Dunque devano, con riservare agl'imperatori l'al-
errò Pellini, nella Storia di Perugia, ri- to dominio, l'appellazione e qualche al-
portando che nel 54 Federico I donò 1 1 tro diritto riferito altrove più volte. In
allaChiesa il marchesato di Toscana, il du- sostanza tali riserve furono quasi vani ti-

cato di Spoleto e il principato di Sarde- toli e sterili atti d' omaggi, e la lega osò
gna già della contessa Matilde. Anzi nel porre de' limiti al potere imperiale del
detto anno recatosi Federico I in Tosca- valoroso e prepotente Federico I. Incre-
na, accolto con grandi onori anche da'luc- dibile fu l'allegrezza di tutta la Lombar-
chesi e pisani, per comporre le vertenze dia per questa pace, mediante la quale ri-

fra questi, i fiorentini e gli aretini ;


pas- stabilì, coll'approvazione dell'imperato-
sando nel 1 1 55 in Roma a ricevervi la co- re, la forma di repubblica in tante città,

rona imperiale da Adriano IV, questo ve- con governo diverso da quello de'secoli
dendolo veuire con un esercito e quasi co- precedenti, che in tanti luoghi ho descrit-
me nemico, cinse di mura e di torri Ha- to. Negli atti della pace, presso Muratori,
7
dicofani (f .), ch'era dominio della s. Se- non vi lessi alcuna città di Toscana com-
de, ed a Qui ri co volle che ad essa giu-
s. presa; tuttavia nelle città toscane viep-
rasse fedeltà prima d'entrare in Roma. più si regime indipendente e
sviluppò il

Nel 1 1
59 Guelfo VI aiutò l'imperatore a democratico, e non tardarono ad eriger-
ridurre Crema eh 'erasi ribellata, e nel se- si manifestamente in repubbliche,ad onta

guente anno tornò in Germania, lascian- che Federico I neh i85 alle città losca-
voi.. LXXVIII.
9
19.2 TOS TOS
ne restrinse le regalie consuete e il rispet- dissero Ghibellini o Gibellini. Di que-
tivo contacio, tranne Pisa e Pistoia. Suc- st'ultima fazione erano principalmente i

cessore aGuelfo VI defunto,Filippo figlio marchesi, i conti, i castellani, e altri no-


di Federico I venne nominato marchese bili godenti feudi dell'impero, per man-
di Toscana, e poi nel 97 duca di Sve- i i tenersi contro le città libere, che cerca-
zia dall'imperatore Enrico VI suo fra lei* vano assoggettarli.Moltecittà,anche trat-
lo,anzi secondo alcuni l'imperatore eresse tate favorevolmente dagli imperatori ,

la Toscana in ducato, e dopo la sua morte prodighi di diplomi e privilegi, entraro-


nel 1
1
98 Filipposi fece eleggere re devo- no nella fazione ghibellina, pel bisogno
niani, mentre pretendeva all'impero Ot- che avevano della loro protezione, onde
tone lV,che poi prevalse. E'probabile che non venire in servitù d'altre vicine città

per tutta la sua vita conservasse la Tosca- più potenti e più agguerritele due fazio-
na e gli altri beni della successionedi Ma- ni si distinsero per alcuni usi, come ne'
r
tilde, ma dopo la morte del fratello vi go- segui esterni, negli Stemmi (p .),ne\ la for-
r
dè poca autorità. Imperocché Enrico VI ma delle Torri (f >) che in immenso nu-
ordino morendo che si restituisse alla s. mero possederono, e alla loro volta ab-
Sede le terre della conlessa Matildee quel- batterono , nelle perpetue guerre di di -

le altreda lui occupate, sapendo bene che struzione durate più secoli. Inoltre le due
ilpadre suo Federico avea promesso a 1 fazioni costumarono proprie e particola-
Papa Alessandro III di restituirgli il pa- ri foggie nella forala delie case, delle fi-

trimonio della gran contessa, ma poi nella nestre e persino ne'campanili, il che pu-
pace di Venezia se lo riserbo. L'energico re rilevai a Torre Campanaria, e nel voi.
Innocenzo IH, dopo avere tatto lega colle LXXVI, p. 76; e quanto alle finestre, i

città toscane, tranne Pisa e Pistoia, do- guelfi leusavano con telati a croce in pie-
po avere ricuperato le marche d'Ancona, tra, ed ghibellini con due archetti per Io
i

di Camerino e di Fermo, che Enrico VI più acuminali con colonnetta nel mezzo.
avea date a Marcualdo; e volendo in se- Gli odii de'due partiti si accrebbero per la

guito ricuperareanche la Toscana, a mez- rivalità diFilippo diSvevia,edi Ottone IV


zo del cardinal Cintio Cenci legato apo- di Sassonia, competitori all'impero: ili.
stolico, fece lega formidabile con Lucca, discendente dall'antica casa deGliibling
Firenze, Pistoia , e altre città di questa avea contro il Papa Innocenzo IH, il qua-
Marca, che avevano aderito al partito ec- le favoriva Ottone IV, della famiglia de'
clesiastico,ed esse feceroal cardinale il giue- Guelfi; e da ciò venne che guelfo par-
ramento però ad eccezione di
di fedeltà, tigiano del Papa significasse in seguito,
Pisa^che sola rimaneva fedele a Filippo, come ghibellino partigiano dell'impera-
egualmente che aldi lui nipote e fanciullo tore. Altre opinioni sull' origine di que-
Federico 1 1 poi imperatore. Come alla le- ste terribili fazioni andai scrivendo ne*
ga col Papa delle città toscane si pose tanti luoghi ove dovei con pena ragio-
alla testa Firenze, così alla lega contra- narne. Quando gl'imperatori fecero guer-
ria sì pose Pisa, formando due opposte ra a'Papi,capi e difensori della parte guel-
fazioni. Secondo il Muratori,quesla fu nel fa, i vescovi di molte città toscane presie-
1 198 l'origine in Italia delle due fune- devano alle deliberazioni del popolo. Fi-
stissime e sanguinose fazioni de' Guelfi lippo di Svevia fu assassinato nel 1208,
e Ghibellini. Quelli che per conservare e con lui fermino la serie de' Marchesi
la loro libertà, e non essere più vessati da- di Toscana, e la regione si costituì in di-
gli officiali dell'imperatore, parteggiava- verse repubbliche. Ottone IV nel 1209
no pe'Papi s'appellarono Guelfi o fVel- divenne imperatore, pel patrocinio d'In-

fi: quelli che slavati per l'imperatore si nocenzo IH che lo coronò, e tosto ingra-
TOS TOS 123
temente anch'esso usurpo alIaChiesa par- mechè divìse e discordi per le fazioni de'
te del patrimonio di Matilde, onde fu sco- guelfi e de'ghibellini, chiamate pure de'
municato e deposto. Appena Papa Ono- Bianchi e ile Neri (tQ, cioè i bianchi si

rio IIIcoronò il successore Federico li di unirono a'ghibellini, neri i a'guelfi. Fatal-


Svevia ottenne la restituzione di parte
, mente a' nostri giorni si sono rinnovati
del patrimonio della contessa Matilde,se- tali vocaboli con qualche diversità di pò
condo le disposizioni del padre suo En- litico significatOjche rimarcai nel vol.LIH,

rico VI, ma presto tornò a usurparlo, di- p. 289. In tale memorabile e funesto pe .

Tenne persecutore della Chiesa, forse peg- riodo uscirono dal loro seno i più grandi
gio dell'avo Federico I, ed acerrimo fau- ingegni che celebrai ne'loro articoli. Fu
tore e sostenitore del ghibellinismo, perciò allora che Pisa ebbe sommi legislatori in
più volle da'Papi scomunicato e deposto Borgondio, celebri architetti in Bonan-
dall'impero. no, distinti pittori in Giunta detto Pisa-
Ormai tutla quanta la Toscana si go- no, sebbene di Calci, ed egregi scultori in
vernò a repubblica e con reggimenti mu- Nicolò Pisano: le glorie marittime de'pi-
nicipali, mediante i corpi decurionali e sani, le loro conquiste, sono troppo no-
magistrati consoli, podestà, rettori, prio- te nell'Isole Baleari, e in quelle di Sar-
ri, anziani e gonfalonieri, i quali molle degna e di Corsica, e sì ancora nelle cro-
città, terre e castella della medesima gli ciale di Siria. Nella loro città aprirono un
aveano mollo fempo innanzi al 1200. In emporio libero a'mercanti di tutte le na-
Toscana non potè durare lungamente al zioni; ma poi finirono con essere signo-
pori d'altre provincie d'Italia un domi- reggiati da diversi prepotenti, e conqui-
nio esteso di feudatari, massime dopo che stati da' fiorentini, le discordie co'quali
le città toscane, fatte forti e indipendenti, rimontano al 1220. Comparì Dante in
costrinsero i magnali di contado a cedere Firenze che fece sfolgorare in Italia il ge-
a quelle le loro rocche e castella, a pren- nio nelle lettere, come sfolgorò la sua pa-
dere stanza in città, ed a pagare un annuo tria nelle arti, nelle armi, ne'consigli, neh
tributo. Nel generale entusiasmo per una le ricchezze e nella mercatura. Pretese-
agitatissima e sanguinosa libertà, gli uo- ro* alcuni di fare risalire l'origine della
mini si trasportarono al di là de'giusti li- libertà fiorentina al 962, pe'privilegicon
miti, talché ogni popolo si considerò tanto cessi a Firenze da Ottone I: allora con-
più indipendente, quanto più avea mez- tava 6 miglia di circuito, e verso quel tem-
zi di mantenersi libero, formando quasi po vi si stabilirono le famiglie degli U-
esclusivamente le proprie leggi e statuti, berti, de'Lamberti e altri di stirpe ger-
in guisa che in Toscana dopo il 1 200 sor- manica, che figurarono nella sua storia
sero tante repubbliche e repubblichelte antica. Nel 1078 Firenze fece il 2. suo
quante furono le città, le terre e perfino cerchio delle mura; e neh 107 fioren- i

anche i borghi, quali ebbero la smania


i tini cominciarono ad ingrandire il picco-
di reggersi colle proprie costituzioni e sta- lo loro territorio, conquistando alcuni ca-
tuti. Primeggiai onoefui ono potenti, ric- stelli vicini, come Monte Orlandi e Pra-

che e famose le repubbliche di Firenze, to. I nobili del contado vinti dal comu-
Pisa, Siena, e Lucca che durò più di tut- ne, vennero obbligati a farsi cittadini. Nel
te con alternative vicende politico-reli- 1 1 88 Federico I portatosi a Firenze, mo-
giose e dopo tante pèrdite del suo terri- strandosi favorevole a Pisa e Pistoia, pel-
torio. Ciascuna di esse ebbe le sue epoche le lagnanze de'nobili del contado fioren-
brillanti di gloria, ed i particolari loro fa- tino, per 1' occupazione e distruzione di
sti furono deturpali dallo sparso sangue molti castelli, lo diminuì e tolse al co-
cittadino che innaffiò le patrie pianure,co- mune alcune regalie. Però neh 192 i fio-
n4 TOS TOS
rentini crocesignati, avendo fallo prova un piccolo giglio rosso sopra la testa in
del loro valore nella conquista di Damia- campo bianco. L* arme del popolo fu la
ta, la giurisdizione del contado fu estesa croce rossa in campo bianco. Firenze,
al circuito diio miglia fuori della città. grande, ricca e potente, die a conoscere
Firenze conta suoi consoli e il suo po-
i d' avere una fondata sperienza intorno

destà sino da'primi anni del secolo X IT, l'arte di governare, sia nell'usare i ma-
e nel 1200 ebbe il podestà forestiere in gistrati fiorentini alcune elargizioni ver-
Paganello da Porcari. 11 podestà di giu- so i vassalli che aderivano al loro invito,
stizia fu messer Gualderotto da Milano, come nel punire coloro che ricusavano
eletto nel 1207, durando un anno l'ufli- di ubbidire, escludendo questi da'diritti
zio. Neli2i5 inesser Buondelmonte de' di cittadinanza, dalle compagnie o Uni-
Buondelmontijdivotoal Papa, avendo ri- versità artistiche, ed ammonendo o e-
cusato di sposare la fidanzata, della fami- siliando i più faziosi coll'espugnazione
glia Amidei ligia all'imperatore, per spo- diroccamento delle loro torri in città, del-
sare un'altra dicasa Donali, fu ucciso nel lerocche e delle castella in contado,ocol-
giorno di Pasqua dagli Uberti, Lamberti, l'incorporare il loro distretto al contado e
Gangalandi, Fifanti e altri, per vendicare giurisdizione della repubblica. Allorché lo
la ripudiata della gente Amidei. Questo spirito democralicOjfavoreggiato dal guel-
fatto die principio a nuove discordie citta- popolo cominciò a
fismOjSi rese più. forte,il
dinesche, nelle quali tutte le case si divise- prendere nuovi spedienti per abbassare la
ro in due parti, che presero i nomi di fa- prepotenza della nobiltà. La signoria di Fi-
zioni di guelfi e di ghibellini. Nel 1218 renze impiegò somme enormi per dilata-
i fiorentini fecero giurare ubbidienza da re il suo dominio colla comprita di mol-
tutto il contado alla signoria del comu- te castella e corti, acquistate da prepo-

ne. Per la divisione de'nobili e popolo in tenti signorotti e tirannetti; laonde fu os-
due parti, essi aderirono ora a'guelfi, ora servalo, che ni un distretto o contado fu
a* ghibellini. Il popolo nondimeno fino a così caro prezzo acquistato,quanto quel-
da'primi tempi fu favorevole a'guelfi, e lo che andò formando il comune di Fi-
di qui venne, che quantunque i ghibel- renze, eminentemente guelfo. Firenze co-
lini restassero vittoriosi in più combatti- lonia di fiesolani e d'origine etnisca, col
menti, non poterono mantenere la loro progredir degli anni giunse a signoreg-
preponderanza se non per via degli aiuti giare la Toscana. Altra repubblica nobi-
stranieri. La vittoria di Carlo I d'Angiò le e potente fu Siena, che all'incominciar
sopra Manfredi chiuse per sempre al ghi- del secolo XIII andò tarpando le ali a'

bellinismo le porte di Firenze: a nulla più potenti magnati del suo contado, e
valsero gli sforzi d'Enrico VII, la vittoria ad obbligarli a molte cose. Essa sostenne
d'Uguccione a Monte Catini, ne la gran- una guerra accanita contro l'emula Fi-
dezza di Castruccio, perchè Firenze ri- renze e la lega guelfa toscana, che riuscì

mase costante nel guelfismo. Mentre ar- per le conseguenze forse la più memo-
devano tali ci vili contese fu cambiata l'ar- rabile delle repubbliche italiane del me-
me antica del comune. Il gonfalone metà dio evo, riportando sanesi la famosa vit-
i

bianco e metà rosso fu abbandonato; l'al- toria d'Arbia e di Monl'Aperto, che im-
tra insegna del giglio bianco in campo merse nella desolazione le famiglie di Fi-
rosso, fu mutata in quella del giglio ros- renze e anche di Lucca: la Toscana quin-
so in campo bianco: il gonfalone aboli- di fu riformata a stato ghibellino impe-
to rimase alla fazione ghibellina. La par- riale, con principi! oligarchici, onde Luc-
te guelfa prese per insegna un'aquila ros- ca avendo resistito e negato di aprire le
sa che ha sotto i piedi un drago verde, e porte a'viucitori, per qualche tempo ser-
TOS TOS 125
ri d' asilo e baluardo de' guelfi toscani. Castruccio di tiranneggiare la patria, pel
Siena sali allora all'apogeo di sua gloria, suo genio guerriero e politico più rinoma-
e prelese d'annientare l'esistenza di Fi- to di sua età; egli prese a regolare ghi- i

renze, con esigerne la demolizione, e che Toscana per farli operare d'ac-
bellini di
in Empoli si stabilisse la metropoli di To- cordo con quelli di Lombardia, e fece cose
scana, essendo unita a Manfredi capopar- lodevoli per Lucca, aspirando a rendere e*
te ghibellino e usurpatore di Sicilia. Di- reditaria la sua signoria. Gli riuscì domi-
venne poi Siena guelfa, e con Firenze fra nare buona parte di Toscana, e mentre si
le repubbliche guelfe di Toscana ebbe il proponeva di conquistarla interamente, i
coraggio di chiudere le porte all'impera- fiorentinipromossero contro di lui una po-
tore Enrico VII acerrimo nemico de'guel- tente lega guelfa, ch'egli completamente
fi. Tiranneggiata da'Petrucci, dopo osti- vinse adAltopascio(sollo questo nome nel
nata guerra; Siena fu penultima repub-
la secolo precedente nellaToscana era stato i-

blica a cadere in Toscana. Lucca , come stituito un ordine equestre, approvato da


Pisa, fedele a Enrico IV, ricevè da esso in- Gregorio IX). Cominciava le sue conqui-
sieme a. Pisa tali privilegi che si potino di- ste quando la morte ne troncò il corso, e
re primi segnali di loro municipale e-
i il principato cadde con lui. Egli ebbe il ti-

mancipazione, e uel 090 Lucca già avea


1 tolo di conte palatino, come nel secolo pre-
i consoli maggiori rappresentanti comu- cedente l'aveano portato Aldobrandini di
nali, e poi di varie classi e con diverse cu- Soana in Tuscia corniti's palatini come ',

rie. Inoltre Enrico IV le concesse il ter- 1' avo Ildebrando, i conti Guidi e conti i

ritorio in propria giurisdizione, la quale Alberti di Praia, come ricavo da Murato-


fu in seguito estesa da Guelfo VI al mo- ri. La repubblica soggiacque a un vicario

do detto. Dopo
morte dell'imperatore
la imperiale, si assoggettò poi al re di Boe-
Enrico VI neli 197 le città e magnati di mia, fu occupata da'pisani, finche ricupe-
Toscana tennero una dieta in s. Geuesio rò la libertà e si modellò nel reggimento

presso Miniato, tranne Pisa e Pistoia,


s. repubblicano come il fiorentino. Non tar-
e giurarono di non più riconoscere alcu- dò a passar nella signoria di Paolo Gui-
no per imperatore o duca o marchese,
re, nigi e di altri, finché ripristiuatosi il go-
senza il consenso del Papa. Ma appena In- verno democratico, questo cessò coll'in va-
nocenzo III coronò Ottone IV , fu rico- sione francese nel declinar del secolo pas-
nosciuto questi da diversi comuni e ma- salo. Cosìterminò l'ultima repubblica di
gnali, e specialmente da Lucca , per cui Toscana. Altre primarie repubbliche to-
l'imperatore largheggiò con essa iu privi- scane, e secondarie alle Dominate, furono
legi. E perchè essa avea usurpato diversi quelle di Pistoia, Arezzo , Cortona, VoU
feudi-delia Garfagnaua del patrimonio di terra, Massa Marittima, Grosseto, ec.
Matilde,l'intei disse Gregorio I X.Già Luc- Molte terre della Toscana erettesi pure in
ca avea il podestà e tribuni militari. Go-
i repubbliche, restarono più o meno tardi
vernandosi da se, la repubblica di Lucca vinte dalle più potenti per forza, per ma-
si onde due
collegò a quella di Firenze, i lizia, per divisioni intestine, o per dena-
governi furono per lungo tempo l'anima ro. II secolo XIV può dirsi il più bel se-
della lega guelfa in Toscana; ma anch'es- colo per le repubbliche e città toscane, nel
sa per la forza delle circostanze dovè pie- qual periodo fiorirono Dante, Castruccio,
gare a parte ghibellina, massime quando Arnolfo da Colle, Giotto, i Villani, Petra r •
l'oppresse Uguccioue della Faggiuola si- eAndrea Pisani, SimoneMem-
ca, Giovanni
gnore di Pisa e terrore de'guelfi, che vin- mi e Simone Tondi, per uon dire d'altri
se in battaglia campale a Monte Catini in ingegni toscani d'imperitura rinomanza.
Val di Nievole, Riuscì poi nondimeno a Il comune di Firenze uel secolo XV giuu-
i 26 TOS TOS
se al colmo maggiore della sua gloria, po- ze, i quali invece di svilupparli in quel-
tè riunire nel suo distretto la maggior l'articolo serbai'per questo più centrale,
parte delle città e terre emancipale, tol- come quella che prevalse a ciascuna nel-
tile dalle poche miglia di territorio che la potenza e nello splendore, ed è metro-
possedeva nel suo contado, giunse a poi- poli ben degna del granducato di Tosca-
tare il suo dominio da Livorno sino al di na, che a'nostri giorni fini di comprende-
làdell'Apenuino di Romagna, soggiogan- re tutte le repubbliche Toscane, colla riu-
do a poco a poco anche le maggiori città nione di Lucca e suo ducato.
della Toscana, meno Siena e Lucca, on- Firenze postasi io libertà,nellasua pos-

de il territorio della i epubblica fiorenti- sanza, successivamente si vide lacerata, e-


na divenne uno de' più rispettabili tra gualmenle che molte altre città, dalle fa-
quelli che allora figuravano in Italia, per zioni guelfe e ghibelline, le quali a vicenda
cui molti principi ambirono 1' amicizia e dominarono sotto nomi di bianchi e di ne-
i

la cittadinanza di es>a, finche Firenze al ri (e tornai a farne cenno nel voi. LXlV,p.

pari di Pisa essendo passala dallo stato di 287): e per sopirle e pacificarle inutilmen-
libertà alia tirannide, questa servì di sca- te si adoperarono Alessandro IV a mez-
la alla distruzione delle due repubbliche. zo del cardinal Beccaria, e Gregorio X in
Dice il Repelli , che Pietro e Giovanni persona. Pisa, Siena e Lucca, scosso il gio-
Gambacorti in Pisa, Cosimo il Fecchio e go imperiale, provarono gli stessi edetti
Lorenzo de Medici in Firenze, si puòquaai della discordia. Al fomentatore del ghi-
asserire che con un'influenza grandissima bellinismo Federico II, successe il figlio
sopra que' popoli preparassero la tomba naturale Manfredi che s'impadronì del re-
al governo repubblicano della loro pallia. gno di Sicilia, senza curarsi del nipote
Pisa dopo essere caduta in potere d'un Coi radino l'ultimo legittimo degli svevi,
traditore segretario, cadde in mano della e delle sue proteste. Ebbe 1' audacia di
sua odiata rivale, che trailo la ciltà e il portar le armi, anche saracene, ne'domi-
suo contado come un paese di conquisi.», uii della Chiesa, e capoparte ghibellino
finché 22 anni dopo Firenze ebbe a sog- soccorse i ghibellini di Toscana e di Lom-
giacere alla stessa aorte, conquistata dalle bardia. Aiutò i sanesi ghibellini, contro i

armi di quella casa potentissima che un i fiorentini e altri guelfi nel 1260, nella
secolo innanzi quasi adorava nella perso- disastrosa giornata di Moni' Aperto, per
na di Cosimo il / (((ìlio coi titolo di Pa> la quale divenne vicario di Toscana e vi
tire della patria. Le due superstiti repub- esercitò la suprema autorità, ficendo ri-
bliche, Siena e Lucca, che l'occhio Medi- siedere in Siena il suo vicario. i\eli263
ceo guarda va coni nquietudine,rispetto al- Lucca divenne ghibellina con tutto il re-
la i ."presto se ne impadronì; quanto alla sto della Toscana.Tuttavia non tardò il
piìi vecchia repubblica dellaToscana, Luc- tempo in che declinando il partito impe-
ca, essa seppe mantenersi libera dal i 100 riale ghibellino, si trovò costretto di ce-
circa fino al 1
799, mercè l'unione de'suoi dere a'guelfi la supremazia politica io To-
aristocratici senatoii, stata fino allora ap- scana. Firenze in mezzo alle agitazioni che
pena di nome dipendente dagl'imperato- sembrava dovessero distruggerla, eslese
ri, edopo aver figurato qual ducato, ven- la sua signoria al di fuori, sottomise le vi-

ne riunita alla Toscana. Dopo questi fu- cine città e divenne finalmente la capita-
gaci tratti sull'origine delle repubbliche le e la dominati ice di tutta la Toscana.
toscane, il di più potendosi leggere a'io- Le allre potenze italiane inutilmente ten-
ro articoli, ripiglio la narrazione generi- tarono impedirne progressi. i Il reggimen-
ca delie principali vicende storiche della to di Firenze repubblicana subì molte va-
Toscana, cou particolari speciali su Fi rea- riazioni. Da prima fu governata da 36 an-
TOS TOS 127
ziani con alla testa un capitano e ut> po- rono con tal mezzo di fare loro sforzi on- i

destà; poscia nel 1 267 clava la signoria per de stabilire l'oligarchia. Né molto andò
1 o anni al francese Carlo I d' Angiò re che sulle rovine della nobiltà antica, una
di Sicilia, investito de'due regni dal Pa- nuova ne sorse di ricchi popolani. Ab an-
pa Clemente IV, il quale bandita la cro- tico i soli nobili erano addestrati nell'ar-
ciata contro Manfredi nemico della Chiesa te del guerreggiare, e l'avidità delle ric-
questi vi perì scomunicato. Pertanto le re- chezze contribuì a rendere i fiorentini a-
pubbliche italiane e ghibelline ingelosite lieni dal mestiere dellearmi.Perfar frou-
di Carlo I, invitarono Corradiuo nipote te al partito ghibellino, fu dunque neces-
di Federico li per cacciarlo dal regno, e sario chiamar principi stranieri, a' qua-
gli fornirono poderosi aiuti, fra 'quali i pi- li fu concessa, per tutto il tempo che di
sani; ma restò disfatto e fu decapitato a loro ebbero bisogno, un'autorità quasi dit-
Napoli, con estremo abbattimento d'ani- tatoria, in apparenza limitata da alquan-
mo e dolore de'ghibellini. Di più. Clemen- te restrizioni. Questo fu il motivo che la
te IV nominò Carlo I , come capoparte casa d'Angiò, sostegno principalissimo de*
guelfo, vicario di Toscana, vacante l'im- guelfi nelle guerre, fu quella a cui più
pero pe'cootendenti, a condizione di la- spesso ricorse la repubblica fiorentina. Le
sciare subito tale titolo appena vi fosse un corporazioni delle arti, che nel 25oeran- 1

imperatore o re de'romaui, dignità in cui si costituite in corpo politico, presero for-


lo confermò poi il successore Gregorio ma più stabile nel 1266 colla creazione
X, sebbene fosse slato eletto in re Rodol- delle Arti co' rispettivi magistrati , fatta
fo d'Habsburg stipite dell'augusta casa
1 dal popolo, per abbassare la prepotenza
d' Austria, non ancora confermato dalia della nobiltà, e per avere un ceutro dove
s. Sede; il Papa anzi scomunicò isanesi per unirsi per propria difesa, e da cui dirige-
non averlo voluto riconoscere. Carlo do- I re tutte le sue operazioni, perciò divise le
po aver mandato a'guelfi di Firenze 800 arti in maggiori e minori. Nell'agosto del-
cavalieri francesi guidati dal coute Guido lo stesso 1267 Carlo I giunse a Firenze e
di Monfort, per cui i ghibellini uscirono, prese possesso del governo, ed alla sua par-
di città, vi destinò un vicario per reggerla tenza stabilì vicari per governare la To-
insieme con 12 buon'uomini, eletti trai scana in suo nome, senza però variare il

cittadini. Furono riparliti i beni de'ghi- reggimento di Firenze. Vi tornò accom-


uu 3.° fu dato al
bellini ribelli, de'quali pagnandovi Gregorio X, e si concluse la
comune, un altro 3.° venne assegnato ai pace co'ghibellini, ch'ebbe corta durata,
guelfi cheaveano perduto loro beni, l'ul- i oude Papa Nicolò III nel 1278 v'ioviòper
timo fu depositato pe'bisogni della parte suo legato il cardinal Latino Orsini per
guelfa. L'amministrazione di tali beni si nuovamente pacificare guelfi e ghibellini,
ad un magistrato composto di 3 per-
aftìdò ad un accordo tra essi. Riconosciu-
e riuscì
sone chiamate capitani di parte guelfa,
, to dalla s. Sede il re de'romaui Rodolfo
durava 2 mesi; magistra-
l'uffizio de'quali I, il Papa che guarda va in cagnesco i fran-
to che ne' tempi posteriori pervenne a cesi in Italia, indusse Carlo I a lasciare il

sommo potere. Tutta la Toscana si ridus- vicariato di Toscana, oude Rodolfo I ri-
se a parte guelfa, ad eccezione di Pisa e vestì del titolo di suoi vicari quasi tutte
Siena. Perchè sotto il pretesto di mante- le signorie delle repubbliche toscane, con
ner puro lo spinto guelfo, si pervenne ad annuo tributo o regalia alla camera au-
escludere dagli uffizi un gran numero di lica. Nel 1280 morì Nicolò III, ed ghi- i

famiglie, mediante \e ammonizioni clic ve- bellini di nuovo furono cacciati, per cui
nivano fabbricate da detto magistrato dei sosteguo iu Fireuze erano stali in luogo
capitani di parte guelfa, i più putenti fluì* di 12 governatori buon'uomini stabiliti
128 TOS TOS
i4, cioè 7 del partito guelfo e 7 del ghi- ro nome dalle fazioni insorte in Pistoia,
bellino, che il Papa dovea eleggete, e do- nelle contese de'quali con poco senno eran-
veano reggere annualmente. Nel 282 in- 1 si immischiati i fiorentini, facendo veni-
vece de' buon'uomini si crearono 3 prio- re a Firenze i capi delle due fazioni, che
ri delie arti maggiori di calunnia ossia dei presto la posero in discordia. De'bianchi
mercanti, de' cambiatori e della laua. Il era capo messer Vieri de'Cerchi, di fami-
loro uffizio durava 2 mesi, e poi se ne ag- glia nuova ma ricca e polente; capo dei
giunsero altri 3 delle arti de'medici, spe- neri era messer Corso Donati, chiamato
ziali e della seta: il numero delle arti da il barone per la sua superbia, di casa no-
cui si eleggevano i priori fu portato a 1 2, bile ma poco ricca. Tutti i grandi di Fi-
india 7 arti maggiori ei4 minori. A que- renze parteggiarono o per gli uni o per gli
sti priori spettava il potere esecutivo: fu- altri, attenendosi a'biauchi le antiche fa-
rono ammessi a detto oflizio grandi e po- miglie ghibelline fatte guelfe, con molte
polani, ma i primi solamente quando e- aumen-
case di popolani eartefici. Gli odii
rano ascritti a una delle arti. Presero quin- tandosi, i manda-
capitani di parte guelfa
di il titolo di signori, furono alloggiati nel rono due ambascerie a Bonifacio VI 1, ed è 1

palazzo della signoria, e si die loro udì- probabile che Dante fosse del numero de-
ziali e guardie , tuttociò eccitando gravi gli ambasciatori, indi venne eletto all'uf-
rancori tra la nobiltà e il popolo. 1 nobi- fizio di priore, come narra il ch.Reumont
li erano divisi tra loro: i Cerchi e i Do- nelle sue dotte Tavole della storia fio-
nati formarono due fazioni che dividea- rentina, assai importanti e diligenti. Es-
no la città e la misero in confusione e in se contengono conordine cronologico sto-
tumulto, e si finì con aperta guerra. In- ria politica, storia letteraria, storia arti-
tanto nel 1289 ritornando Carlo II d'An- stica, e avvenimenti contemporanei, nou
giò, figlio e successore di Carlo I, dalla pri- solo di Firenze, ma di tutta la Toscana,
gionia del re d'Aragona a Napoli, nel mag- ed anche del resto d'Italia, massime cen-
gio giunse a Firenze e vi lasciò il suo ca- trale, ed alcune eziandio d'oltremonte. La
pitano Amerigo di Narbona. Esacerbati |)arte bibliografica,massime della Tosca-
glianimi si venne in campo alle armi, e na, è ricchissima. Papa Bonifacio Vili vo-
V 1 del seguente giugno accadde la ri-
1 lendo ristabilire la tranquillità nella To-
nomata battaglia di Campaldino nel Ca- scana, vi chiamò Carlo di Valois, fratello
sentino. Gli aretini cogli altii ghibellini, di Filippo IV re di Francia, qual pacie-
capitanati dal vescovo d' Arezzo, tnesser re de'bianchi e de'neri, ed anco per com-
Guglielrnino de'Pazzi, e da Buonconte di piacere i secondi, non essendo riuscito a
Montefeltro, furono sconfìtti da' guelfi concordarli il suo legato cardinal Matteo
guidati da messer Amerigo capitano re- d'Acqnasparta, che sdegnato ne partì la-
gio, messer Vieri de'Cerchi, Corso Dona- sciando interdetta la città. Recatosi nel
ti ed altri: vi morì il vescovo Buonconte, i3oi a Firenze Carlo di Valois, la trovò in
etra i combattenti si trovò Dante Alighie- poterede'bianchi, ma poco avveduti: il po-
ri. 1 fiorentini presero e disfecero buon polo fiorentinojcome a pacificatore, gli ri-
numero di castelli aretini, e inutilmente mise la signoria e guardia della città, ed e-
assediarono la città, e prépondérante di- gli giurò di mantenerla in istato di tran-
venne in Toscana il partito guelfo. I fio- quillità edi pace; ma ben lungi dal mante-
rentini ,dopo guerra, si pacificarono coi nerla promessaci dichiarò pe'neri e lasciò
pisani, e assoggettarono al comune mol- che rientrasse inFirenzeCorsoDonati loro
ti castelli toscani. Dopo diversi tumulti capo e tutti gli altri dellostesso partito che
Firenze vide nel i3oo il principio delle n'erano stati espulsi. Questa misura cagio-
parti de'bianchi e de'neri, le quali prese- nò l'apertura delle prigioni, la cacciala dei
TOS TOS 129
priori, onde la città trovossi senza gover- ciò un'epoca lacrimevole per l'Italia, poi-
no: si commisero dappertutto omicidii, ché eletto neli3o5 Clemente V, preferì
saccheggi, incendii e rovine di case,dentro le rive del Rodano a quelle del Tevere
la città come nel contado. Si elessero nuo- (f^.)) al diredi Petrarca, con [stabilire la
vi gonfalonieri e il priore, tutti di parte residenza pontificia in Francia nella cit-
nera, e sesser Cante da Gubbio per po- tà d' Avignone (V.) t ove rimasero altri 6
."
destà. In queste zuffe s'incontra per la i successori, con luttuose conseguenze. Per
volta il nome della famiglia de* Medici l'assenza de'Papi da Roma, incrudelirono
(V.) 9 detti dal Compagni potenti popola- le fazioni e crebbe l'anarchia in Italia.
ni. Dante trovavasi in Roma presso Bo- Aspirando Corso Donati a rendersi sovra-
nifacio Vili, il quale rimandò a Firenze no di Firenze, scoperto 1' ambizioso suo
il cardinal d' Acquasparta, mostrando di disegno, fu dichiarato ribelle e traditore,
voler accomodare i neri e accomunare gli ed ucciso in una sommossa. Dovendosi re-
uffizi, ma non conseguì l'intento, e la cit- care a Roma per ricevervi la corona im-
tà rimase scomunicata. Nel 3oi 1 i bianchi periale Enrico VII, sida fece precedere'
furono interamente banditi da Firenze, e Lodovico di Savoia fatto senatore di Ro-
Dante essendo in Roma fu condannato , ma, il quale co'suoi ambasciatori si por-
ed esiliato da Cante come contumace, sot- tò nel 3 o in Firenze, per pacificare gli
1 1

to pretesto d'aver magi- commesso nella aretini co' fiorentini, e questi si ricusa-
stratura baratterie, e d'essersi mostrato rono. Giunto similmente in Firenze Ro-
avverso a'clisegni del Papa e di Carlo di berto re di Sicilia, invano si adoperò per
Valois; indi si die il guasjo alla sua casa ristabilire la pace tra'guelfi e neri divisi,
e alle altre sue possessioni. I neri signo- che aveano ripreso dominio sul popolo
il

reggiarono Firenze, e Carlo di Valois do- e sulla città. 1 fiorentini temendo Enrico
po aver così mal corrisposto all'intenzioni VII gran fautore de'ghibellini e bianchi,
di Bonifacio Vili, partì per Roma e pas- si fortificarono e collegarono co'bologne-
sò a Napoli per l'impresa di Sicilia, onde si e con tulli i guelfi toscani. Dante scris-
vendicare i vesperi siciliani. Dante si riti- se una lettera a'popoli e principi italiani,
rò presso Uguccione della Faggiuola, e poi invitandoli a darsi di buon animo ad En-
presso Bartolomeo della Scala in Verona rico VII, ed a questi altra ne inviò ecci-
ed altri. AfflittoPapa Benedetto XI per tandolo in nome de' fuorusciti fiorentini
le guerre civili di Toscana, e bramoso di ad affrettare il suo passaggio in Toscana,
pacificar le fazioni, nel i3o4 inviò a Firen- per cui fu nuovamente esdiato dalla pa-
ze per legato il famoso cardinal Alberi- tria con decreto de'6 settembre 3 .L'im- 1 r r

ni da Prato; cercò di favorire i bianchi e peratore offeso perchè i fiorentini non vol-
di abbassare neri, ed a nulla riuscendo
i lero ricevere i suoi ambasciatori, li con-
partì lasciando interdetta la città pegli ol- dannò alla privazione d'ogni libertà e pri-
traggi ricevuti; onde a vendicarlo il Pa- vilegio, formando il progetto di sottomet-
pa scomunicò i neri e i guelfi, e con essi terli al suo dominio. 11 perchè re Rober-
que'di Lucca e diPrato.ma poco dopo mo- to capoparte guelfo, mandò
gente armata
rì a'6 luglio i3o4 '° Perugia, con sospet- a Firenze, ed amunire Roma il fratello
to di veleno, e fra gl'incolpati vi furono i Giovanni principe d'Acaia e Morea, e lo
fiorentini. Alcuni giorni dopo, i ghibelli- fece soccorrere dalla lega guelfa toscana.
ni e i bianchi fuorusciti tentarono un' im- Dopo essersi l'imperatore coronalo in Ro-
presa contro Firenze, e sebbene gridasse- ma, non senza gravedifficollà, passòacon-
ro pace, furono respinti e fugati dal popo- quistare varie città diToscana di suo parti-
lo: tra'fuoruscili, oltre Vieri de'Cerchi, si to o intimorite,ma accampandocontro Fi-
vuole che fosse aucoDante. Intanto comin- renze e trovandosi debole per assalirla, die
i3o TOS TOS
il guasto ai contado e fu costretto a par- signoria della città al suoprimogenitoCar-
tire. Voleva muover guerra a Roberto, a lo duca di Calabria, il quale nel seguen-
cui fiorentini aveano dota la signoria
i tei326 spedì Firenze per suo vicario
in
per5anni,quandolocolselamorteaBuon- Gualtieri di Brienne duca titolare d'Atene,
convento e fu sepolto a Pisa. Nel i 3 4 fé* 1 giacche la gran compagnia de'catalani a-
ce progressi contro guelfi il ghibellino i vea conquistato il ducato sopra suo padre,

Ugo della Faggiuola, altro formidabile ucciso nella battaglia diCefisa,ecolla mag-
nemico de'fiorentini e capitano de'pisani; gior parte de' francesi rifuggiti di Grecia
prese Lucca e assediò Monte Catini in Val passò la sua gioventù alla corte di re Ro-
diiNievolenel i3 5, anno in cui Dante eb- 1 berto. Gualtieri accompagnato da 4°o
be l'ultima condanna di bando da Firen- cavalieri prese possesso di Firenze, e fece
ze. Nel 3 5 nella battaglia di Monte Ca-
i 1 giurare dal popolo fedeltà al duca di Ca-
tini, i fiorentini e i collegati guelfi capita- labria a' 17 maggio. 11 duca seguito da
nali da Filippo di Taranto e Pietro con- 2000 cavalieri vi arrivò, nel luglio accob
te di Gravina fratelli di re Roberto, fu- to con feste e alloggiato nel palazzo del
rono sconfitti da Uguccione, che insigno- podestà, e venne eletto a signore della cit-
ritosi diPisa minacciòinvadere tutta la To- tà peno anni. Mentre si facevano gli ap-
scana: fra'morti si contarono Pietro,e Car- parecchi di guerra contro i lucchesi e Ca-
lo figlio di Filippo. 1 guelfi divisi tra lo- struccio, il cardinal Giovanni Orsini lega-

ro, fu limitato il potere del regio vicario. to di Giovanni XXII bandì la crociata
Nel(3i6 Uguccione fu caccialo da Pisa, contro il signore di Lucca, lo scomunicò e
e poi da Lucca, della quale divenne signo- privò d'ogni dignità, permettendo a tutti
re Castruccio che battè i fiorentini a Val di nuocerlo, e tosto cominciò la guerra. I

di Nievole, guastandone il territorio. Dan- ghibellini procurarono la venuta di Lo-


te nel i 3 1
7 richiamato a Firenze, ricusò di dovico V il B avaro, pretendente all'im-
ritornarvi, perchè le condizioni imposte- pero, ribelle al Papa eda lui scomunica-
gli erano contrarie al suo onore e alla sua to. Egli neh 327 giunse in Lucca, accol-
dignità; nel seguente anno andò nel mo- to magnificamente da Castruccio, che poi
nastero dell'Avellana, ora nella diocesi di colmò di favori (piando l'accompagnò nel
Pergola, e poi a Gubbio presso Busone [328 a prendere la corona illegalmente
3 9 a Udine presso Pa-
ile'RafTaelli,e nel i
1
in Roma dove Lodovico V fece creare
,

gano della Torre, ove finì di scrivere il antipapa Nicolò V. Il duca di Calabria ve-
3.° canto del' suo inimitabile poema della dendo minacciato il proprio regno, lasciò
Divina Commedia. Nel 32 o recossi a Ra- 1 Firenze a'28 dicembre del precedente an-
venna presso Guido Novello da Polenta, no, senza aver fitto nulla per essa nella
ed ivi morì neh 32 1, e restò sepolto nel guerra, e invece fatto spendere a'iioren-
monumento che descrissi all'indicato ar- tini nella sua dimora 900,000 fiorini d'o-
ticolo. Cessò neh 322 la signoria di Ro- ro. Firenze così riraaSe indipendente, e si
berto in Firenze, ove si elessero il podestà riordinò a repubblica con nuovi consigli e
e capitano del popolo, prendendo agli sti- magistrati, poco dipoi morendo Castruc-
pendi Raimondo di Cordona nel 1 325; an- cio che avea conquistato Pistoia, la qua-
no pienamente rotto co'fìo-
nel quale fu le ripresero i fiorentini neh 3 29. Fu nel
rentini a*23 settembre ad A ltopascio,pres- settembre 328 che scese nella tomba Ca-
1

so il lago di Bientina in Val di Nievole, struccio, e nel dicembre lo seguì il duca


da Castruccio co'lucchesi che rovinarono divenne la famo-
di Calabria, la cui figlia

il contado di Firenze. Avendo Roberto sa regina Giovanna 1. I fiorentini fatti ac-


mandato 3oo cavalieri agli angustiati fio- cordi con diversi luoghi di Toscana e con-
rentini, questi a'24 dicembre dierono la tinuando la guerra co'lucchesi, questi nel
TOS TOS i3t
1 33o si diei'ooo a Giovanni re di Boemia si favorevole la plebe con introdurre nel-
e figlio dell'imperatore Enrico VII, il qua- la città spettacoli e passatempi, nuove fog-
le fece danneggiai e il contado fiorentino. gie di vestire e usanze rilassate. Non cre-
Gli successe per vendita nella signoria di dendosi poi sicuro, malgrado molti ar- i

Lucca, Gerardo Spinola genovese, e poi mati ila cui era circondalo, il tiranno fece
Can Grande della Scala signore di Vero- fortificare il palazzo de'priori sua residen-
na, contro il cui nipote Mostiuo neh 336 za. Staccò egli dalla giurisdizione di Firen-
i fiorentini si collegarono co' veneti e mi- ze le città dalla repubblica conquistate, al
lanesi. Se essi nel 1 33 i perderono Pistoia, fine di assicurarsene l'immediata sovra-
neh 337 acquistarono Arezzo, signoreg- nità; provocò in fine con tante maniere
giata fino allora da' Tarlati sostegno del l'odio de'fiorentini, che ogni classe del po-
ghibellinismo, e vi restarono compresi an- polo si dichiarò contro di lui. Simultanea-
che conti di i Mon lauto de'Darbolani in mente si formarono da'di versi ordini del-
Val Tiberina, la memoria più recondita la città tre separate cospirazioni contro di
967; ed inoltre
di tali signori risalendo al lui, e tutte scoppiarono terribilmente ai
nel 34o fiorentini ebbero la terra di Bar-
1 i 26 luglio 1 343; ed a'3 agosto il vescovo
ga situata in Garfagnana, e anticamente Acciaiuoli (la cui famiglia più tardi con-
soggetta a'iucchesi: però la guerra finì col- quistò sui catalani ducato d'Atene, con il

lo Scaligero, restandogli Lucca, la quale altre signorie dell'antica Grecia,la qua-

nel 1 34 1 comprarono fiorentini per i le quasi tutta divenne soggetta a un cit-

25o,ooo Se ne ingelosì Pisa, che


fiorini. tadino figlio d' un mercante fiorentino,
venne alle armi con Firenze, ed a'6 lu- cioè Ranieri Acciaiuoli nipote di Nicola
glio 1 34^ le tolse Lucca. In questa con- gran siniscalco di Napoli e amministrato*
dizione i fiorentini elessero a capitano e re del regno di Giovanna I, il solo incor-
conservatore del popolo Gualtieri duca ruttibile in mezzo a una corte licenziosa
d'Atene già vicario regio, che inutilmente e depravata), liberò la patria dalla tiran-
e con gravi sacrifizi avea tentato la ricu- nia di Brienne, che dovè rinunziare la si-

pera del suo ducato, e per caso ritornato gnoria, salva la sua persona e la sua gen-
a Firenze mentre il popolo irritato per te, ed a'6 partire e ritirarsi in Francia,
la perdita di Lucca ne accusava il de- oveGiovannilI lo fece contestabilejpoi pe-
bole governo, onde profittando del mal- ri nella battaglia in cui lo stesso re fu fat-
contento gli fu agevole a f irsi eleggere si- to prigione. Quindi fu ordinato celebrar-
gnore. Sedusse egli tutti i partiti con va- si di tal cacciata anniversario di festiva
ne promesse, e gl'inganno con falsi giura- commemorazione nel giorno di s. Anna,
menti; ma non ebbe appena ottenuto il coll'interventodi tutti i magistrati e del-
sovrano potere, quando 1*8 settembre fu le arti nella cappella della santa in Orsan-
proclamato signore perpetuo, diesi ab- michele , dove ancora sogliono spiegarsi
bandonò alle più vergognose passioni, go- le bandiere delle arti.
vernando dispoticamente con severità, ed Ristabilita in Firenze la tranquillità,
annullando l'autorità del popolo. Raccol- i aveano molto contribuito a
nobili che
se enormi somme colle più ingiuriose e- distruggere il governo dispotico, entra-
sazioui, fece perire sul palco un gran nu- rono nell'ufficio del priorato, in quello de'
mero di rispettabili cittadini, concluse coi 1 1 e de'gonfalonieri delle compagnie del
pisani una pace vergognosa, ma che raf- popolo, e in tutti gli altri uffizi. La città
fermava la sua tirannia, e die uno scan- fin allora divisa in sestieri venne o sesti,

dalo fino allora forse sconosciuto coll'ira- ripartita in 4 quartieri con nuove inse-
pudenza de' suoi depravati costumi. Im- gne. Breve fu la concordia, e sollevatosi
perocché abbattuti i potenti, cercò di far» il popolo contro i nobili li destituì dalle
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magistrature, riformò il governo che re- na, Volterra e 9. Miniato, ed i fiorentini
stò interamente nelle sue mani; e dopo gli pagarono 100,000 fiorini d'oro. Que-
terribile zufta tra i nobili e il popolo, i sti conquistata Bibbiena nel 1 36o,riceve-
priori, il gonfaloniere e gli altri magistrati ronoin guardia Voi terra. Nel 1 362 si riac-
furono scelti interamente fra' popolani, cese la guerra fra Firenze e i pisani mal-
per cui molte famiglie nobili della città contenti pel trasportato commercio al
e del contado si ascrissero al popolo. I fio- porto di Talamone, ambedue le signorie
rentini si pacificarono co' pisani, lascian- assoldando le[compagniedi ventura, e fi-
doli nel possesso di Lucca, mediante com- nì colla pace deli 364 e con utile de'fio-
penso di [00,000 fiorini d'oro. A'falli- rentini, dopo reciproci danni. Carlo IV
tnenti e tremenda carestia nel i
347, suc * tornò in Toscana neh 368 e volle eser-
cesse la spaventevole peste del i348, che citare la sua autorità, ponendo vicari im-
desolò Firenze dal marzo al settembre periali in Pisa, Lucca, e Siena la quale
con 6oo morti il giorno, e rapì più di poi lo costrinse a partire. Bernabò Vi-
1 00,000 persone, compresi rifuggiti del i sconti signore di Milano, uno de' vicari,
coutado; giacche la città allora contava difese s. Miniato ribellatosi a' fiorentini,
circa 90,000 abitanti, 25,ooo de' quali che 370. In questo fio-
lo ripresero nel 1 i

atti allearmi, con 3 ospedali, e 1 io chie- rentini entrarono in lega colPapa Gre-
se, 46 delle quali appartenenti a corpo- gorio XI, contro Bernabò, per consiglio
razioni religiose. Tutto il rimanente di degli Albizzi, capi della fazione aristocra-
Toscana, e la più gran parte d'Italia pa- tica di parte guelfa, emula e in gara co*
tirono il medesimo malore. Nel i35o e Ricci ch'erano alla testa de'sospetti di ghi-
nel 1 35 1 ifiorentini presero Colle e s. Ge- bellinismo.Nel 1 375 il cardinal Noellet le-

mignano, e ricuperarono Prato e Pistoia. gato di Bologna volendo toglier Prato a'
Ma considerandosi Firenze per la sua po- fjorentini,questi corruppero il capitano di
stura come la rocca de' guelfi contro la ventura Augut chedovea impadronirse-
prepotenza de' Visconti capo-parte ghi- ne, coni3o,ooo fiorini e annua pensio-
bellini e dominatori della Lombardia, nel ne, e quindi fecero lega con Bernabò Vi-
1 35 1 principiò la guerra col Visconti si- scontijCo'lucchesi e sanesi, e la regina Gio-
gnore di Milano, che terminò colla pace vanna I, e fecero inoltre sollevare diverse
del 353. In questo giunse a Firenze il
1 città dello stato ecclesiastico, oltre Bolo-
gran cardinal Albornoz,già arcivescovo gna, inviando ad esse ed a'romani ban-
di Toledo, spedilo legato in Italia da Inno- diere colla parola Libertas in lettere d'o-
cenzo VI per pacificare i domimi pontifi- ro; onde il Papa li scomunicò e interdisse
cie ricuperarli dall'usurpazione de'pre- Firenze nel 1376; eguale interdetto ful-
potenli signorotti. Anche la Toscana do- minò contro Genova e Pisa per non a-
vè pagare il tributo al famoso fr. Mon- ver cacciati i fiorentini, i quali furono e-
reale provenzale capo di masnadieri, i fio- spulsi d'Avignone residenza pontifìcia e
rentini con 25,ooo fiorini d'oro e i pisani dappertuttOjCon grave danno de'loro com-
con 16,000, oltre altri doni, il rubacchiato merci. I fiorentini mandarono loro am-
e il danneggiato. Vendicò tutti, con far- basciatore al Papa Donato Barbaclori, a
gli mozzare il capo, il famigerato tribu- lagnarsi contro i presidi pontificii; e or-
no o senatore di Roma Cola di Rienzo, dinarono a'preti di riaprire le chiese e ce-
di cui riparlai nel voi. LXXVI, p. 172. lebrare le messe non ostante l'interdetto.

Nel 1 355 portandosi Carlo IV in Roma Bernabò Visconti s'adoperò invano per
coronarsi imperatore, quale altro figlio ristabilire l'armonia tra il Papa e la re-
di Enrico VII, ma di parte guelfa, giunto pubblica fiorentina. Questa inoltre inviò
iu Pisa, si sottomisero a'suoi ordini Sie- ambasciatrici in Avignoue s. Caterina da
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Siena, la quale riuscì a placare alquanto era in grandissimo fa vore,pegHnsinuanti
Gregorio XI, ma la rottura tosto s'ina- suoi modi e per la sua generosità. Salve-
Nel suo zelo religioso, anch'essa fran-
sprì. stro propose a'i8 giugno una legge per
camente l'esortò a restituire a Roma la scemare l' autorità de' capitani di parte
resid