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e 3 7Aé

DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI

SPECIALMENTE INTORNO
AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
PADRI, AI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, GRADI DELLA GERARCHIA
AI VARII
DELLA CHIESA CATTOLICA, ALLE CITTA PATRIARCALI, ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII, ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
Al RITI, ALLE CERIMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.

COMPILAZIONE

DEL CAVALIERE GAETANO MORONI ROMANO


SECONDO AIUTANTE DI CAMERA

DI SUA SANTITÀ PIO IX.

VOL. LIV.

lu)-Se'KWCr*T/fc, Pop.

IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCLII.
^
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORI CO -ECCLESIASTICA

POD POD
r ODLACHIA (Podlachien). Vesco- concistoro mg.'' Francesco Lewinski ve-
vato di Polonia nel Palalinato, o voivo- scovo di Eleuteropoli, i quali tuttora go-
dia del suo nome ne'dominii russi, con re- vernano la diocesi. Il p. Thainer, Vicen-
sidenza del vescovo in Janow(F.), il cui de della chiesa in Polonia, p. 542 e 557,
capoluogo chiamasi Siedleco Podiachia, loda altamente l'eroico coraggio col qua-
città in riva al Muchawica, con bel ca- le mg.^ Gutkowskì propugnò la causa

stello e regolari fabbriche. La città di Ja- cattolica intorno ai matrimoni misti, ri-
now ha la cattedrale dedicata alla ss. Tri- cusandosi obbedire al governo tanto di
nità, con baltislerio e cura d'anime eser- togliere dalla biblioteca l'opera: Concor'
citata dal vice-custode e dal vicario. Il danza e discrepanza tra* greci e latini in
capitolo ha 4 dignità, i.^dellequali è il de- fatto di fede, come che si dasse a leggere
cano, 8 canonici e altri ecclesiastici. Vi nel seminario e scuole la pessima storia di
è altra chiesa parrocchiale pei greci -lati- Russia di Ustrialow, anzi fulminò la sco-

ni , un convento di religiosi ed il semi- munica contro chi la leggesse. Vittima


nario. La sede vescovile di Janow o Po- del proprio zelo, ne prese vigorosamente
diachia fu eretta da Pio VII colla bolla le difese Gregorio XVI con quei docu-
Ex impositay de'3o giugno 1818, Bull, menti riportati neiry^//oc«zi''o/2e^e'22 /a-
cont. t. i5, p. 61, dichiarandola suffra- glio i842,dap. ii5ap. 1 38, mai vo-
ganea di Varsavia, e formando la dioce- lendo aderire al governo, che olire averlo
si con 1 16 parrocchie; indi a'29 marzo privato delle lendite, bramava si desti-
1819 nominò i.° vescovo Felice Lewin- tuisse dalla sede, e poi lo rilegò nel mo«
ski già di Eretria. Nel 1826 a' 3 luglio nasterodi Ozeransk, onde il Papa ricol-
Leone XII gli die in successore mg.' Gio. mò con lettere consolatorie di giusti en-
Marcello Gulkowski della diocesi e ca- comi il degno vescovo. La diocesi si e-
nonico di Plosko, arcidiacono di Varsa- stende per tutto ilPalatinato ; ogni nuo-
via, ed a questi in sufFraganeo nello slesso vo vescovo è tassato in 1 1 12 fiorini, es*
4 POD POE
sendo le rendite scudi 6666 con alcuni di o misura di versi, essendo il verso quel
pesi. membro di scrittura compreso poetica
PODOCATERO Lodovico, Cardina- sotto certa misura di piedi odi sillabe, che
le. Nobilegreco, nalo in Nicosia nell'iso- in latino dicesi versus ^carmcnj metrum),
la di Cipro, werf/co d'Innocenzo VI II, mo- sermone ed armonia, mescolalauìente o
dello di virtù ed elegante nella persona, di per se, per rimuovere gli uomini dai
dotto, prudente e savio nel maneggio de- vizi e accenderli alla virtù. Laonde l'arte
gli affari, in giovanile età fu scelto ret- poetica o di comporre i poemi , ha per
tore dell'università di Padova, alla cui ri- iscopo l'istruire dilettando, migliorare i

putazione contribuì con opere magnifi- costumi e la condizione degli uomini. E'
che e ottime leggi. Nel i4B3 Sisto IV lo difficile l'assegnar l'origine di un'aite che
fecevescovodiCapaccio,ed Alessandro VI dovette nascere tosto che cominciò a svi-

suo segretario, che a'28 settembre i5oo lupparsi il fuoco dell'immaginazione, e


lo creò cardinale prete di s. Agata alla potè infiammar l'animo de'mortali,o pu-
Suburra, indi segretario de'brevi, inter- re tosto che il potere dell'armonia o con-
\enendo a 2 conclavi. 1 letterati frequen- certo di voci e di suoni si fece sentire al
tavano la sua conversazione per ammirar- loro orecchio. Essendo i primi uo- stati

ne il sapere, e sebbene la perdita della mini pastori o cacciatori o pescatori, la


sostanza paterna lo pose in gravi stret- prima poesia fu la pastorale, forse anche
tezze, non mancò di sovvenire i suoi na- la descrittiva: si cominciò dal cantare le

zionali e gli eruditi bisognosi. Giulio II imprese de'cacciatori, poscia de'guerrie-


nel i5o4 lo trasferì all'arcivescovato di ri più valorosi, indi lavori della cam- i

Benevento, morendo poco tempo dopo pagna, i frutti della terra, equindi si giun-
d'anni yS in Roma, e fu sepolto nella se a celebrare gli Dei e gli eroi. In prin-
chiesa di s. Maria del Popolo, nella cap- cipio la poesia si divise in due generi, se-

pella da lui fondata con messa quotidia- condo il carattere diverso degli autori:
na, erigendogli in essa il nipote Livio ar- il genere eroico, ch'era consagrato alla
civescovo di Nicosia un sontuoso mau- lode degli Dei e degli eroi, ed il satirico
soleo di marmo con pregiate sculture e che dipingeva e rappresentava gli uomi-
la statua del cardinale giacente, oltre un ni perversi e viziosi. In appresso s'intro-
nobile epitaffio. dusse l'epopea o poema epico o eroico,
POEMANIOoPOEMANITlLNO,Pof^- che pose o trasportò in qualche modo un
maniiim, Poemanìtinum. Sede vescovile racconto in azione, e questa produsse po-
di Ellesponto, sotto la metropoli diCizi- scia la tragedia, come la satira col me-
co, eretta nel V secolo. Ebbe 6 vescovi. desimo diede origine alla commedia. Qua-
Oriens dir. t. i, p. 769. lunque sia però l'origine di quest'arte di-
POESIA e POETA, Poesis,poela. Ar- vina, poeti dipinsero da principio coi
i

te del poeta e componimento poetico; fa- più vivi colori benefizi arrecati all'u-
i

ci tor di poemi e di poesie, dicendosi poeta mana specie, e i fenomeni e le meravi-


anche lo scrittore di versi o verseggia- glie che la natura loro rappresentava. A-
tore. Ne' tempi remoti i poeti furono i vanti che la ragione istruisse colla ener-
primi teologi, i primi legislatori de'popoli, gica sua voce gli uomini, e insegnasse le

valendo allora il vocabolo eziandio pro- leggi, tutti gli uomini seguivano la sem-
feta, dottore, filosofo, savio, inspirato (va- plice natura; dispersi ne'boschi cercan-
te). Diceil Varchi, che l'arte poetica è una do il nutrimento, la forza teneva luogo
facoltà,la quale insegna in quali modi si di diritto ; ma l' armoniosa tessitura del
deve imitare qualunque azione, affetto e discorso temperò la rozzezza di que' sel-
costui?ie,con aumero(determinato di pie- vaggi costumi, riunì gli erranti nelle C7^
POE POE 5
tà, spavenlò i delitti coi supplizi, e pose bero in onore; Virgilio e Orazio, padri
l'innocenza sotto la salvaguardia delle leg- illustri della poesia latina, erano intimi

gi. Secondo Boileau quest'ordine di cose d'Augusto; Arcadio e Onorio eressero u-


fu frutto de'primi versi; di là nacquero na statua nel foro romano al poeta Clau^
le dicerie che cogli accenti d'Orfeo le ti- diano. Vedasi Pedimontis inlloratii, Ar-
gri si spogliarono di loro ferocia, che ai tem poeticant^Yenelm, Aldus 554- Luisi- 1

concenti d'Amflone uiuovevansi le pie- nii in Horatii, De arte poetica comment.,


tre ad innalzar le mura di Tebe. ibid.1554. Nel 1844 in Firenze fu pub-
Avanti che gli uomini potessero tras- blicato Poeti latini nelle loro più celebri
:

mettere alla posterità gli avvenimenti traduzioni italiane ^ preceduti da un qua-


più rimarchevoli, riducendoli in un cor- dro della letteratura latina compendia-
po d'istoria, essi componevano con quel- to da quello di Fr. Ficker. I bardi sono
la serie di racconti una specie di poemi stali i primi storici degli scandinavi é de-
o \ersi atti ad esser cantati al suo-
lirici, gli scozzesi. Igrt//i ebbero anch'essi iloro
no della liia,checantavanoai loro figliuo- bardi, che cantavano in mezzo alle armi
li, affine d'ispirar loro l'amor patrio e at- ed ai banchetti. La poesia fu compresa
taccarli al medesimo con una specie d'or- nell'universale eccidio delle romane co-
goglio nazionale. Può credersi altresì che gnizioni; cadde essa pure nella barbarie
con canti poetici i primi uomini implo- e si il suo lustro, ma nondimeno
oscurò
rassero la divinità, ola ringraziassero del- in Italia continuarono ad esservi poeti
la sua munificenza. F. Canto e Musica. di qualche valoie anche dopo la caduta
In primi monumenti della storia
fatti i deirimpero;in Italia qualche lumedi poe-
ebraica sono cantici sacri, i salmi ed al- tico fuoco conservossi anche ne'tempi del-
tre poesie; l'espressioni, i sentimenti, le la più densa barbarie; dall'Italia forse

figure, la varietà, l'azione, tutto è gran- partirono quelle scintille, che animarono
de, forte, dignitoso nei poeti ebrei. Presso l'estro de'poeti ambulanti cantori delle
i greci antichi erano certi poeti cantori, belle e degli eroi, chiamati trovatori (di
i quali facevano come i nostri improv- questi poeti popolari parlai in diversi luo-
visatori, poi divennero veri poeti, e can- ghi, come ne' voi. XXVIj p. 221, XXX f,

tarono la storia e la morale, un col- in p. lyS), provenzali o di altre nazioni, dal


l'arte militare; i poemi sublimi d'Omero, rimare all'improvviso trovando pronta-
il più grande de'poeti, fecero conoscere le mente la rima, come pure de^poeti germa-
prime azioni de'greci,indi Aristotile com- ni e di altri popoli delle provincie setten-
pose le sue celebri poetiche. Vedasi la trionali. Abbiamo di Gio. Galvani, Ower-
Cronaca de' poeti anteriori e contempo- V azioni sulla poesia de trovatori, e sulle
raneiad Omero, Lugano 1826. Poetìgre- principali maniere eforme di essa confor-
ci nelle loro piìi celebri traduzioni ita- miate brevemente colle antiche italiane,
liane, Firenze 1841. Io Roma la poesia Modena 1829. Nel i833 si pubblicò in
fuda prima stimata pochissimo, ed pri- i Firenze: Raccolta dei favoleggiatori ita-
mi poeti furono schiavi, come Livio An- liani antichi e moderni. Al rinascere delle
dronico; ma ben presto quel popolo ge- scienze e delle arti rinacque in Italia, e
neroso sentì il pregio di cjuest'arte e inco- prima che altrove e più gloriosa che non
minciò a tenere in onore chi la trattava; presso qualunque altra nazione, la poe-
laonde Ennio fu amico di Scipione, Te- sia, che sino dal principio del rifiorimen-
renzio di Lelio, Accio di Bruto : Cicero- to sparse lumi amplissimi in tutta Eu-
ne nomina parecchi grandi di Roma che ropa. Basta qui il nominare i sommi e
commisero a'poeli la storia delle loro ge- incomparabili Dante, Petrarca, Ariosto e
sta. In progresso Ira'romaui i poeti creb- Tasso, senza dire dei tanti altri poeti che
6 POE POE
dal secolo XIV sino al presente in Italia e il veiso sciolto. Nella poesia narrativa
emiDenleuiente si distinsero in tutti i di* si registrano l'epopea o il racconto poe-
versi generi di poesia. 11 Lupi, Disserta- tico di un'azione meravigliosa, il poema
zioni t. 2, p. 6o e seg., dichiara l'epoca romanzesco, l'epopea eroicomica, la no-
pili certa del principio dell'arte poetica, vella e l'apologo. Alla poesia drammatica
ragionando de'poeti che fiorirono dal se- appartengono la tragedia, la tragedia ur-
colo XXVII del mondo sino alla nascita bana che anche dicesi semplicemente
,

di Gesù Custode de'poeti de'primi 6 se- dramma, la commedia la farsa o una ,

coli di nostra era. Dei poeti e delia poe- produzione comica di un solo atlo,il dram-
siane tratto negli analoghi articoli, come ma propriamente detto o il dramma sen-
Accademie, Letteratura, Erudizione, timentale, la tragicommedia, e il melo-
Letterato, Teatro. De'poeti principali dramma o l'opera in musica. Avvi pure
d'ogni nazione e delle più celebri poesie la poesia didascalica, e a questa appar-
ne parlo ne'relativi articoli ed in quelli tengono il poema filosofico, la salila, e
dellecittà estati, dicendo degli uomini il- talvolta i componimenti giocosi o berne-
lustri, massime parlando dei loro idiomi, schi , finalmente i sermoni e le epistole.

/^.Lingua. Lodovico Muratori, De//^ ^e/'- In tutti questi generi di poesia gl'italia-
fetla poesia italiana^ Yenezìa fj^S. Gio. ni si sono distinti, e tuttora fioriscono il-
Ballìsla^'ìssOyArte poetica, Bassanoi 828. lustri cultori dellemuse. Il Sarnelli, Lelt.
Gio. Barotti, Traduzione dell'arte poe- eccl. t. 8,let. 3o: Della sacra poesia, ren-
tica del Fif/tìf, Roma i838.Fr. Saverio de ragione perchè Platone voleva discac-
Quadrio, Della storia e della ragione di ciare i poeti dalla città; ed osservando
ogni poesia, Venezia 1 786. Gio. M.^Cre- che produzioni poetiche troppo licen-
le
scimbeni. Istoria della volgar poesia, Ho - ziose sono nocive a chi le legge ed a chi
ma 698. Commentari a detta storia, Ro-
1 le produce, narra che Paolo IV avendo
ma 1702. Trattato delle bellezze della chiamato dalla nunziatura di Venezia un
volgarpoesia,Roma 1 700. Le vite de'piìi arcivescovo alla segreteria di stalo, eccel-
celebri poeti provenzali, 1722. Roma lente nelle lettere umane e divine, e de-
Recentemente si è introdotta una nuo- stinato al cardinalato, nella sera prece-
va distinzione della poesia in due gene- dente al concistoro in cui voleva esaltar-
ri, cioè di poesia classica e romaiilica: la lo, ne fu distolto dalla lettura di alcuni
classica si appoggia all'imitazione de'grau- versi lascivi, composti da quello in altri
di modelli greci e latini; la romantica de- tempi. Tra' Papi che si distinsero nella
rivò dall'arbitrio con diverse forme, e in poesianominerò Giovanni XXIll, Pio li,
questo modo si architettò una poetica tut- Leone X, Urbano Vili, Clemente IX e
ta propria de'trovatori. L'esclusione della Clemente XI; tra 'cardinali citerò Anto-
greca mitologia ( F. Paganesimo) e la tra- niani, Bembo, Daniele Delfino, Barbaro,
scuranza delle regole degli antichi^ sono Sylva, Boba, Bernardino MafFei , Mar-
i due caratteri di questa nuova scuola. tellij Polignac, Cornelio Bentivoglio. La

Venendo ai diversi generi di poesia, in potenza de' poeti, per quella della pen-
particolare avanti tutto si alfaccia la poe- na, prima fra le armi più omicide, ven-
sia lirica, le cui forme diverse sono l'ode, ne qualificata dà Platone e ripetuta da
il ditirambo, al quale succedette presso Eugenio IV con quella sentenza che ri-
di noiil brindisi, e l'elegia ; daWa poesia porto nelvol.XXXVlII, p. 124. Adria-
campestre sì trasse il madrigale; seguo- no VI fu contrario ai poeti, e l'impera-
no l'epigramma, l'iscrizione e l'epitaffio, tore Filippo, volendo raffrenare la loio
il sonetto,gli endecasillabi catulliani, l'ot- soverchia libertà, li cancellò dalla lista

tava rima, la sesta rima> la terza rima, de* professori. Vedasi la Disserl. depoe-
POE POE 7
tìs priviiegioruni exoriihus, praeside d. dedusse aver essa principalmente mirata
de PuUniajin publice propugnata , Li- non solo a render omaggio alla religione,
psia 1777. Il celebre poeta Aratore, por- ma eziandìo a migliorar la poesia, gua-
tatosi iu Roma a visitar la basilica di s. XVII, vanto che ninno po-
sta nel secolo

Pietro, offri a Teodoro IPapa del 64^ trà mai negare a quest'accademia. Ed a
il suo nobile poema degli Aui apostolici, chiarire come con tal mezzo potea venir-
che recitò 7 volte per soddisfare il popo- le ciò fatto, il dotto oratore stabilì in pri-
lo numeroso, dopo aver fatto altrettanto ma alla poesia volersi verità d'immagi-
avanti la tomba dell' apostolo, alla pre- nazione e realtà di sentimento; espose
senza del Papa e del clero. E Rabano, ce- quindi il difetto di queste due essenziali
lebre sofista e poeta, mandò a Sergio I qualità essere sta tonno de' principali scon-
Papa del 687 il suo poema delKi Croce^ ci de' secentisti, cui ben si poteva rime-
acciò in suo nome 1' offrisse a s. Pietro. diare con temi, i quali tratti dalla reUgiO'
Tutto riporta Piazza^ Santuario roma- ne avessero dovuto per necessità avere
no par. 2, p. 3o. ambedue quelle doti. All'Arcadia è con-
1 fondatori della benemerita e celebre cesso pronunziare sentenza sulla corona-
Accademia d'Arcadia ebbero per prin- zione de'poeti in Campidoglio. L'uso di
cipal scopo nel prendere nomi e gli usi i coronarsi i poeti è antichissimo; prima
de' greci pastori e persino il loro calen- con edera, poi con l'alloro, la cui corona
dario, di romper guerra alle gonfiezze è simbolo di vittoria e di trionfo per la
del secolo, e ritornare la poesia italiana naturale proprietà delle sue foglie incor-
per mezzo della pastorale alle pure e bel- ruttibili, e perciò dai più antichi re por-
le sue forme. Fingendosi pastori, imma- tata, come dagl'imperatori romani fino a
ginandosi di vivere nelle campagne, bau- Costantino. Ne' voi. VII, p. i36, XVII,
dito ogni fasto, tolto fra loro ogni titolo p. i 74, XXXVIII, p. ^5 ed altrove, par-

|[ j^i preminenza^ studiando neoclassici gre- lando degli autori che scrissero de'poeti
ci, latini e italiani, vennero naturalmen- laureati, narrai le coronazioni seguite in
te da sé stesse a cadere quelle ampollose Roma nel Campidoglio colla corona lau-
metafore, que'stravolli concetti, e quello rea, di Petrarca principe de'poeti del suo
smodato lusso di erudizione, che forma- tempo(preferendo Roma a Napoli e Parigi
va la delizia non de'poeti soltanto , ma ove volevano coronarlo), di Sabellico, di
eziandio de'più applauditi oratori sagri, Perfetti edellaMorelli; come delle corona-
e su cui stoltamente si riponeva la sede zioni curiosede' poeti (con pampani efron-
del sublime e del bello. De' vantaggi re- didibieda)diBaraballo, ediQuernodet-
cali dall'Arcadia alla poesia, scrissero mol- to Varcipoela (con frondi di lauro, di cavo-
ti;ed oltre il citato articolo di sì celeber- lo e di vite) sotto Leone X, e di Brittonio

rima accademia parlai in più luoghi, co- sotto Paolo IH. L'imperatore Federico III
me a Portogallo, dicendo del Bosco Par- coronò d'alloro Enea Silvio, poi Pio II, e
rasio edificato principalmente con quan- Lodovico Lazzarelli di Sanseverino come
to somministrò re Giovanni V. Nel n.° principe de' poeti di sua età. Il celebre
Z^à^We Notizia del giorno diì Roma i845> Tasso ricusando d'essere coronato in Na-
si legge, che il p. Ciccaterri gesuita, nel- poli, si recò in Roma per ricevere la co-
r adunanza Arcadia per festeggiar le
d' rona laurea in Campidoglio, ma morì
glorie della B. Vergine, con forbitissimo prima presso girolamini : di ciò feci cen-
i

ed erudito discorso tolse ad investigare no a Passeri- Aldobrandini ed altrove. Il


la ragione per cui V Accademia d'Arca- p. Menochio, Stuore, t. 3, cent. 1 1 ,
e. 1 3,
dia determinossi a voler ogni anno trat- Dell'antico costume di coronare i poeti,

tati alcuni temi di sagro argomento, ne dice che la corona laurea fu detta apol-
8 POG POG
linafe,da Apollo cui è dedicato ralloro, lo di gran nome, che valorosamente sep-
onde la corona di tal fronde fu data ai pe sostenere la guerra crociata , quale
poeti per essere tenuto quel nume loro ebbe fine nella morie di Matteo Viscon-
principe e protettore; mentre l'edera, co- ti. Indi per quanto narrai nel voi. V, p.

me sempre verde e sacra a Bacco, allu- 293, e per l'insurrezione di Bologna il ,

deva all'estro poetico da cui devono es- legato tornò in Avignone, colla taccia di
sere investiti i poeti, ed alla loro gloria non aver impedito l'entrata in Toscana
che rimane continuamente verde. di Lodovico il Bavaro, mentre egli manca-
POGGETTO o POGUET o DE PO- va di milizie e quelle che avea per penuria
YET Bertr ANDO o Bernardo, Cardinale. didenaro non erano pagate. Ivi morì nel
Nacque Poget presso Castelnuovo del-
in i35i, dopo essere intervenuto a due con-
le Valli, diocesi di Cahors, nipote di Gio- clavi, e ^1 sepolto nella chiesa dei minori.
vanni XXII per canto materno, o come POGGI Giovanni , Cardinale. Bolo-
corse voce suo figlio, il che scrissero Villa- gnese scienziato e d'ottimi costumi , noi
ni, Petrarca e Panvinio. Fu di gran valore, i528 per morte della moglie che gli la-
massime nel militare, sapiente e magna- sciò numerosa prole, trasferitosi inRoma,
nimo, amatoredella giustizia e delle buo- Paolo Illneli54i lo fece tesoriere e ve-
ne lettere , ma vituperato dal Petrarca scovo di Tropea, quindi nunzio in Ispa-
dichiarato nemico del Papa. A'i6 o 17 gna a Carlo V e collettore apostolico ili
dicembre 3 1 6 dal zio fu creato cardina-
1 que'dominii, ove restò diversi anni con
le prete di
s. Marcello, e nel 827 vesco- i suo onore e soddisfazione pienissima non
vo d'Ostia e Velletri, non che decano del- menodicesarechedel Papa, avendo sem-
la chiesa d'Issìgiaco, diocesi di Sarlat. Da pre procurato con impegno l'unione tra
Avignone fu spedito legato in Italia con il sacerdozio e l'impero, e la convocazio-
amplissime domare la ribelle
facoltà, per ne del concilio di Trento. Nel i544 si

Ferrara, e presiedere alla Lombardia ,


trasferì in Germania al congresso di Bon-t
Marca e Romagna, che quasi tutte resti- na presso Colonia, iu cui difese inlrepi-'
luì al dominio della s. Sede, insieme a damente il cattolicismo contro gli eretici
Forlì. Per 16 anni governò Bologna, nel che espulse dal luogo , e impedì al lute-
qual tempo fu spedito a Napoli per pro- ranismo d'introdursi in Colonia. Indar-
cessare la regina Giovanna 1, imputata di no si adoprò perchè Francesco Borgia
reità nella morte del marito. Intanto Ge- 3.° generale de'gesuiti accettasse il cardi-
nova per la sedizione de'guelfi e ghibel- nalato, cui Giulio III voleva onninamen-
lini, espulsi questi ultimi, si die al Papa te innalzarlo, indi a lui in premio di tan-
ed a Roberto re di Napoli, per resistere te benemerenze lo conferì tal Papa a'20
alla contraria fazione, la quale invocò dicembre 1 55 1, col titolo presbiterale di
l'aiuto de'Visconli signori di Milano, che s. Anastasia , servendosi di lui negli af-
non mancarono soccorrerla, quantunque fari più ardui e valendosi sempre del suo
Giovanni XXII fece loro sapere pel le- consiglio. Fabbricò in Roma un
magni-
gato di non impugnar armi contro cit-
le fico palazzo, ed altro sontuosoBolognain
tà confederata della Chiesa. Non badan- poi dell'istituto delle sciepze. In Tropea
do i Visconti a tali rimostranze, furono fondò l'ampio convento presso s. Maria
scomunicati e fu mosso a loro danno un del Soccorso, e v'introdusse minimi. Ac-
i

esercito comandato da Filippo di Valois quistò fuori di porta del Popolo alcune
fratello del re di Francia, il quale gua- bellissime vigne, alle quali sovente si con-
dagnato poi dai Visconti con l' oro ab- duceva per suo diporto erigendovi bel
,

bandonò l'impresa, che venne affidata a palazzo che ornò di molti addobbi e pre-
Raimondo di Cardona capitano spagnuo- ziose rarità; e delle eccellenti pitture di
,

POG POG 9
Pellegrino Tibaldi. Saputo che le vigne liberale co'poveri, sino ad aggravarsi di
molto piacevano a Giulio III, il quale ne debiti per soccorrerli, e nel suo testamento
pos-ecleva alcune altre propinque e per- li dichiarò eredi universali. Pieno di me-
ciò avea mostrato desiderio di acquistar- riti mori in Roma neh 483, d'anni 60, e
le, gliene fece volontario e generoso do- fu sepolto nel suo titolo, dove nella cap-
no , onde si formò la Villa o Figna di pella del Rosario, eretta a sue spese con
Papa Giulio (V.). Dopo essere in ter ve* messa quotidiana in suo suffragio, fu in-
nnto a due conclavi, passato in Bologna nalzato un magnifico monumento di mar-
a riveder la patria , vi lasciò la vita nel mo con onorevole iscrizione.
i556, d'anni 63, e fu sepolto in s. Gia- POGGIO Mm-YETO {3Iandelen). Cit-
como degli agostiniani, nella cappella da tà con residenza vescovile di Sabina, 35
Ini fondata a s. Gio. Battista, ed arricchita miglia distante da Roma, sede di gover-
di nobilissime pitture e singolari reliquie. no distrettuale della delegazione di Rie-
POGGIO (di) Uberto, Cardinale, ti,da cui dipendono comuni di Aspra, i

Nacque in Lucca e fu crealo cardinale ve- Bocchignano, Cantalupo, Collevecchio


scovo di Palestrina da Stefano X a' i4 Configni,Cottanello, Forano, Montasoln,
marzo io58. il governo di Fara e di MaglianOj oltre

POGGIO (di) Auxia, Cardinale. Vide gli appodiati àescvìii'x daW Indice de luo-

la luce in Zativa nel regno di Valenza, ghi dello stato pontificiOy e da Castella-
ed illustrò splendore della nascita con
lo no, Lo stato pontifìcio, p. 278. Giace in
integrità di costume e con eccellente dot- dolce clima sopra ameno colle_, avendo a
trina. Laureato in ambe le leggi e in teo- levante una catena dì montagne, dirama-
logia, fu fatto canonico cantore di Bar- zione degli Apennini, presso il fiume Di-
cellona. Divenuto consigliere del re d'A- gentia e le deliziose valli dell'antica /l/^«-
ragona, fu spedito ambasciatore a diversi delaj le quali tanto piacquero al veno-
princìpi; Sisto IV lo dichiarò governatore sino Orazio, che ricordò Mandela nell'e-
diPvoma, ed a'y maggior 47 3 lo creò car- pist.18 del lib. r. Nibby, Dintorni di Ro'
dinale prete di s. Vitale, che cambiò col ti- ma, t. T, p. 295, parlando di Bardella'
tolo di s. Sabina, indi lo mandò legato al- Mandela, villaggio del distretto di Ti-
l'imperatore Federico III, ed ai re d'Un- voli unito a Cantalupo, diceche ne'tem-
gheria, Boemia e Polonia, per eccitarli a pi della decadenza Mandella die nome
prender le armi contro turchi. Nella die- i alla massa Mandelana, come si trae dal-
ta diFrancfort con decoro sostenne il suo la celebre iscrizione che riporta, ed esi-
ministero. Tornato in Roma fu deputa- stente nel palazzo baronale di Vicovaro,
to col cardinal Oliviero Caraffa a rice- lapide che servì a determinare il sito del-
nome Eleonora d'A-
vere nel pontificio la villa di Orazio in Sabina, riguardan-
ragona che andava a sposare il duca di do massa Mandelana de'Sepetri della
la

Ferrara. Inseguito fu dichiarato ammi- famiglia Valeria. Una parte di tale mas-
nistratore di Capaccio nel 1476, arcive- sa fu probabilmente il fondo Valeriane
scovo di Monreale, ed amministratore di nel territorio sabinese, donato alla chie-
Saragozza, il cui possesso gli contrastò sa de'ss. Silvestro e Martino a'Monti, pro-
Ferdinando V. Abbellì e ornò con fab- prietà come l'altro di Valeria Massima.
brichela chiesa e convento dis. Sabina, Del fondo Valeriane donato a detta chie-
aumentando il numero de' religiosi. Si sa da Papa s. Silvestro I, fa menzione Fi-
pregiava d'essere mecenate de'dotti e let- lippini Della chiesa de' ss. Silvestro e
,

terati, alcuni de'quali manteneva presso Martino, p. 4^> come di altri fondi sa-
di se, altri con sovvenzioni cavò dall'o- binesijStatiano ePerliciano. Nell'antiche
scurità cui giacevano negletti. Fu tanto carte della celebre abbazia di Farfa (^.),
IO POG POG
a cui fu già soggetto Poggio Mirlelo, tre- di Narnì, ed in vece disposto che l' ero-
Tasi questo frequentemente nominato , gassero per r erezione dell' ospedale di
Podium Mirletuniy Podius de Mirteti o Poggio Rlirteto. Protettore principale del-
MirtetuSf denominazione che vuoisi de- la città è s. Gaetano. Dei prodotti del suo
rivata dall'abbondanza de' mirti odorosi territorio, come delle sue antichità tratta
che in quantità la cingevano, tuttora es- Marocco Monumenti dello stato ponti-
,

sendovene piante ne'conlorni. Fatteschi, ficioj t. 3 p. 83. Il medesimo contiene


,

Memorie di Spoleto y nel 1801 chiamò diversi ruderi di luoghi diroccati , e nel
Poggio Mirteto, castello polito, in oggi il luogo delle Castellacce di Moni Orso si

più collo della Sabina. Ha buoni fabbri- vedono avanzi di TaragnanOy lunge un
cali, ampia piazza, e palazzo governativo, miglio dal quale sulla via di s. Valenti-
antico edifìzio chiamato la rocca. La cat- no vi è un recinto quadrilungo di mura
tedrale già collegiata, di vasta struttura, reticolale, credule appartenere ai bagni
è dedicala a Dio sotto l'invocazione del- di Lucilla. Altre antiche rovine sono nel-
l'Assunzione della B. Vergine : fu restau- le adiacenze di s. Savino, e verso il mon-

rata ed abbellita a pubbliche spese nel te di s. Cosimo esistono rimasugli di ma-


1843, ove in due tavole di marmo si ce- gnifico acquedotto che dicesi giungesse
lebrano le beneficenze di Gregorio XVI alla villa della preclara famiglia Flavia.

e del cardinal Lambruschini, leggendosi Ne' dintorni si rinvennero monumenti


le iscrizioni nel n.° 23 del Diario di Ro- pregevoli, ed in Poggio Mirteto il prezio-
ma 1844» mentre nel n.** 54 del 1887 so musaico che adorna il Museo Vatica-
è riportato come quel Papa dichiarò cit- no Chiaramonti, esprimente il simulacro
tà Poggio Mirteto. Vi è il s. fonte colla di Diana Efesina. Circa un miglio dalla
cura d'anime amministrata dall'arcipre- città trovansi il convento e chiesa de'mi-
te per tre sacerdoti, già chiamati ret- nori conventuali sotto l'invocazione di s.

tori e insigniti del titolo canonicale. Il Valentino nella villa omonima, presso
capitolo ha la dignità di detto arciprete, la quale molti ruderi si vogliono della

IO canonici compresi il teologo e il pe- villa di M. Terenzio Varrone. Abbonda

nitenziere, 6 beneficiati, ed altri preti e di acque, le quali anche giovano al rino-


chierici. L'episcopio era la residenza del- mato opificio e magnifico fabbricato, ove
l'abbate di Farfa, un poco distante dalla si fanno ogni sorta di eccellenti cristalli,
cattedrale, ed è bello e grande con am- situato nella via che conduce a Catino.
pia cappella , avendo congiunto il semi- Sperandio, Sabina sacra, p. i43, parlan-
nario con elegante cappella fregiata di pre- do Poggio Mirteto, dice che molte fa-
di
gevoli marmi questo edifizio venne ri-
: miglie di questo civil castello sono con
costrutto e ingrandito nobilmente per o- onore ricordate ne'monumenli da lui ri-
pera del munifico cardinal Lambruschi- portati , ed io vi lessi Gio. Fisiraga del
ni. Nella città vi sono altre chiese, come i34o exini. leg. doct., oltre Valente Fi-
di s. Rocco, il conservatorio, alcune con- siraga pubblico gastaldo. Marocco rilevò
fraternite, scuole pubbliche e l'ospedale. che vi ebbero natali e fecero onore al-
i

Di questo edifizio fu solennemente get- la patria diversi soggetti dell'antica fami-


tata la I .' pietra il 1 .° agosto 1 85 1 , ed è glia Pescetelli, come a'nostri giorni mg."*
centrale per le comuni di Poggio Mirte- Virginio promptor della fede, ed un ab-
to, Castel Nuovo, Monlopoli , Poggio s. bate cassinese; oltre alcuni della famiglia
Lorenzo, Monte s. Maria, Salisano, Boc- Amici e Domenico del Re nelle leggi ver-
chignano e Cerdomare, per averle Gre- satissirao, leggendosidiessiedialtri nelle
gorio XVI nel 1839 esentate dalle tasse chiese alcune lapidi; ai quali aggiunge-
^he pagavano all'ospedale della b. Lucia rò rag.»" Giovanni Corazza segretario del
1

POG POI 1

camerlengalo e maestro delle ceremonìe giungerò altre notizie. 11 luogo trovasi alle
ponlifìcie, e l'avv." Alessandro Farricelli. fdde di ameni colli, quasi in piano, lun-
La sede vescovile fu eretta da Grego- ge da 12 miglia e 17 da Farfa, in
Piieti

rio XVI con la bolla Studium, quo ini- salubre clima, con abbondanti e limpide
pense affìcimur^ de'23 novembre i84r, acque; magnifico è monastero abbazia- il

dichiarandola immediatamente soggetta le e donde usciro-


già celebre seminario,
alla s. Sede. Ne'vol. IV, p.i36, XV, p. no chiari allievi, ed il tempio contiguo è
228, XXIII, p. 189 e 190, narrai che il sacro al ss. Salvatore, d'imponente strut-
benemerito cardinal Lambruschini ab- tura, formato d'una sola nave con con-
bate di Farfa e s. Salvatore maggiore, veniente coro. Pasquale I gli assegnò mol-
da questa trasferì il seminario a Poggio ti beni; Onorio III con bolla dell 22 ac- I

Mirteto e lo ritornò al suo precedente comodò la controversia pel luogo Bellino


lustro,provvedendolo di tutto e con i?'e- insorta con un vescovo di Abruzzo; Ur-
g^o/e lui con 2 opuscoli com-
stampate, da bano VIII l'unì a Farfa, ed allora erano
poste (non con quell'incredibile numero di s. Salvatore i monasteri di s. Vittoria
d'alunni detto per errore di stampa), a- (dicui parlai ne'vol. XXni,p. 87,XXi V, 1

perlo con solennità a'6 novembre iSSy, p. 8, ed altrove, come degli altri luoghi),
al modo detto nel n.** 98 dei Diario di di s. Paolo di Force, di s. Lorenzo di Ro-
Roma, celebrato con medaglia monu- tella, di s. Angelo di MontelparCj di s. Ma*

mentale, stabilendo nell'antico semina- ria di Monte Cillano coi 9 suoi priorati,
rio i passionisti. Nei citati luoghi dissi tutti nelle Marche. La diocesi di Poggio
come Gregorio XVI con l'abbazia di s. Mirteto si estende in 89 miglia di ter-
Salvatore maggiore e porzione di quel- ritorio. Ogni nuovo vescovo paga 5o fio-
la di Farfa e della diocesi di Sabina (F.) rini di tasse, essendo le rendi te scudÌ2 58a,
istituì questo vescovato, col titolo al ve- POGOIANA. Sede vescovile di Mace-
scovo della prima abbazia ; ivi parlai donia sotto Tessalonica; ebbe 3 vescovi.
dell'allocuzione pronunziata nel concisto- Oriens chr. t. 2, p. 94.
ro de' 24 gennaio 1842 e della proposi- POISSY Stefano, Cardinale, Nacque
zione concistoriale con cui elesse ai.° ve- nella provincia diLione o in Vitriaco pres-
scovo l'attuale mgJ Nicola Grispigni già so Parigi, dottissimo nelle leggi, dottore
vicario generale di Tivoli, Amelia e Fe- in decreti, decano della chiesa di Parigi e
rentino. Nei n.i I o e 2 del Diario di Ro-
1 canonico di s. Quintino, vescovo di Pa-
mai^^i si parla della riconoscenza del- rigi nel 1 363, Urbano V a'22 settembre
la città e delle parrocchie aggregate a i368 lo creò cardinale prete di s. Euse-
questa diocesi verso Gregorio X VI, edella bio, e neh 370 penitenziere maggiore. In-
consagrazione del vescovo fatta dai car- tervenne al Qonclave per Gregorio XI e
dinal Lambruschini nella chiesa delle morì neli373 in Avignone, venendo tra-
Mantellale di Roma. Grata la città agli sferito a tenore di sua disposizione nella
onori e privilegi con cui Tavea decorata cattedrale di Parigi e sepolto con epitaf-
Gregorio XVI, iu morte gli celebrò so- fio in versi leonini.
lenne funerale nella cattedrale, coll'inter- POISSY. Cittàdi Francia, dipartimen-
\ento delle autorità civili e militari , e to di Senna-e-Oise, a 5 leghe da Parigi,
della filarmonica, recitando 1* elogio fu- capoluogo di cantone in situazione ame-
nebre il professore di teologia del semi- na. E' antica, con chiesa di stile gotico e
nario, ilche descrisse il supplemento del 2 belli campanili, che giace nel sito d'un
n.° 25 del Diario di Roma 184G. Del- palazzo che abitavano i re di Francia pri-
l'abbazia di s. Salvatore ragionai nel voi. ma della costruzione del castello di s. Ger*?
XXIII, p.i 84 e seg.: nondimeno t|ui agf mano. Carlo il Calvo vi tenue un parlai-!
i:i POI por
mento ueir869. Vi nacque il res. Lui- le reliquie vi è il corpo di s. Florenzia;
gi, ed ancora si conserva il suo fonte bat- l'episcopio è molto distante. 11 capito-
tesimale. Fu patria di alcuni ilinsUi, co- lo si compone di 8 canonici, del teolo-
me del lelleralo Meicier. K celebre per go e penitenziere, di diversi canonici o-
l'assemblea de* vescovi di Francia tenuta norari edepueri dechoro: Pio VII nel
neh 56 1, in occasionedelfaniosocollocjuio i8o2 concesse l' uso della mitra al dia-
omonimo tra' dottori cattolici ed mini- i cono e suddiacono ministranti al vesco-
stri riformati , facendovi i vescovi molti vo nella cattedrale. Vi sono altre 5 chie-
regolamenti disciplinari; cioè sopra la se parrocchiali col s. fonte , meritando
promozione di degni vescovi, sulla loro osservazione le chiese di s. Radegonda con
residenza nelle diocesi, sulla convocazio- grande e bella nave, e di s. Giovanni con
ne ogni 3 anni de' concilii provinciali e batlisterio antichissimo; la chiesa di s. I-
loro regole, sui curali, sulla celebrazione lario con monastero di canonici regolari
della messa, vietandosi leprivale in tem- avea il re per abbate, per capo del capi-
po suono dell' organo,
della solenne, sul tolo il tesoriere con diritto di portare la
uffizio divino, sagre immagini, ec. Questi mitra e cancelliere dell'università fonda-
regolamenti terminano con una profes- la neh 43 1 da Eugenio IV e Carlo Vlf.
sione di fede, nella quale si rigettano par- Esistono alcuni monasteri di religiose, di-
ticolarmente gli errori de'luterani, calvi- versi sodalizi, ospedale, seminario, socie-
nisti e altri settari. tà di maternità. Il vecchio castello tan-
POITIERS con re-
(Pictavien). Città to rinomato per quelli che vi abitaro-
sidenza vescovile di Francia, capoluogo no, fu distrutto in gran parte sotto Lui-
del dipartimento di Vienna di circon- , gi XI li, servendo gii avanzi di polverie-
dario e di cantone, a 68 leghe da Parigi, ra. Vi sono avanzi d'un anfiteatro, degli
situala nel declivio d'un colle, al confluen- abbellimenti romani, cioè del palazzo di
te de'fiumi Boivre e Clain che la circon- Giuliano, d'un grande acquedotto e di
dano quasi totalmente sulla sinistra del vari monumenti che si credono galli. Poi-
2.° E seggio d'una corte reale, di tribu- tiers è culla della congregazione de' P/c-
nali e di direzioni amministrative, di ac- pus (f^.), fondata dal diocesano ab. Cou-
cademia universitaria e di varie istitu- drin. E' patria di parecchi uomini cele-
zioni scientifiche e letterarie ,
gabinetto bri, tra gli altri di Esuperanzio prefetto
di storia naturale, giardino botanico, bi- delle Galliee fratello di Quintiliano, di
blioteca pubblica, teatro. La città è una s. Ptì!ter«o vescovo d'Avranches, di Mas-
delle più vaste della Francia, ma l'area n'è simino vescovo di Treveri , del dottore
occupata da orti, giardini e prati più che della Chiesa (tale dichiarato col decreto
da forma bislunga ecinta da vec-
case; di Quodpothsìtnum, de'4 aprile 1 85 1, della
chie mura con torri e 6 porte, 4 delle qua- cong. de'riti)s. Ilario vescovo, del car-
li hanno pontesul Clain, sul quale vi è uà dinal Balve^ del general Monlalebert, di
bel passeggio. Notevoli sono la piazza rea- La Quintinie, e delle poetesse Desroches
le, le caserme di cavalleria, principalmen- e Atenaidedi Mortmarto Montespan se-
te l'ampia cattedrale, reputata una delle polta nella chiesa de' francescani. Il suo
piùbelledi Francia, nello stile architetto- non è grande; possedè ne'dintorui
traffico
nico del medio evo; cominciata nel i i6i, cave di belle pietre da lavoro e indizi di
i Syg e consagrata dal ve-
tu terminata nel miniere carbon fossile.
di
scovo Bertrando di Malmonte celebre pre- Poitiersuna delle più antiche città
,

dicatore è sotto l'in vocazione di


: s. Pietro delle Gallie, fu piazza forte al tempo del-
apostolo, con battislerioecura d'anime e- la conquista di Giulio Cesare, e già rag-
sercitata dal parroco e da due vicari; tra guardevole sotto il nome di Lìmonuine
POI POI i3

di Àngostovituni j prese poi quello di Pi- nel r 1^7 passò sotto il dominio inglese.
clfU'iitm, per essere capitale dei piclnvi Ne'vol. Ili, p. 172, XIV, p. 32, XXVI,
popolo gallico sottomesso da Ce-
opìtloìii^ p. 3o I, XXXVIl p. 272, narrai come ,

sare, nia poi mandò 8,000 uomini alla Clemente V essendo arcivescovo di Bor-
confederazione delle Gallie, alternando deaux e mentre trovavasi nella diocesi di
gli assedi. Pretesero alcuni che V antica Poiliers fu eletto Papa onde chiamò a ,

capitale de' piotavi esistesse al principio se i cardinali e la curia che nella più'par-
dellamonarchia a Vieux-Poiliers a 2 le- te ricevèa Poiliers neh 3o6, ove soggior-
ghe da Chatellerault, in breve distanza nò alcun tempo, ritornandovi nel mag-
dal ClaiUj per le reliquie di monumenti gioi3o7 pel solennecongresso con Philip-
antichi ivi trovati; ma diversi scrittori e pò IV re diFrancia ed altri sovrani; co-
il dotto Dulaure dimostrano erronea ta- me gli fu impedita la fuga, finche dichia-
le opinione. Dopo la caduta dell'impero rando il tiasferimento della residenza pa-
d' occidente in più tempi mollo sollri. I pale in yé vignane (^.), da Poiliers vi si

vandali la saccheggiarono nel 4i o, e po- recò neir agosto i3o8, seguito dal reslo
scia cadde mani de' visigoti che e-
nelle della corte ne'primi giorni del iSog. Nel-
stesero dominio su tutto il paese
il loro le guerre tra gl'inglesi e i francesi, questi
che giace a mezzogiorno e a ponente della furono disfatti nel i346 nel Poitou, eoa
Loira. JN^ella seguente invasione del re- numerose loro perdite ma ; a' 1 9 seltem -
gno visigotico fatta da Clodoveo, le vici- brei356 presso Poiliers fu la scena del
nanze di Poiliers videro ili. °grandecon- 3.*' strepitoso combattimento, nel quale
flitto che le resero i più segnalali campi il principe di Galles riportò segnalata vit-
di battaglia della Francia. Alarico re dei toria su Giovanni lì re di Francia e lo
visigoti fu sconfìtto ed ucciso da Clodo- fece prigioniero : tutto descrissi ne' voi.
veo a Vouglé, che sembra essere il pre- XXVI , p. 3o4 e 3o5, XXXV, p. 59.
sente Vouillé, villaggio sul fiume Auzan- Poiliers fu nuovamente ceduta agl'ingle-
cCj poche miglia ad occidente di Poiliers, si nel 1 36o col trattato di Bretigni , e
onde di questa s'impadronì Clodoveo. Nel quindi ritornò allaFrancia pel volontario
782 i sobborghi furono posti a sacco e arrendersi che feceroi primi cittadini nel
fuoco da un immenso numero di sarace- 1372 a Carlo V, il quale concesse loro
ni guidali da Abd elrahman, che furono singolari privilegi. Nel medesimo voi.

disfatti da Carlo Martello, nel 2.° com- XXVI, p. 3i I e seg., narrai tremende
le

battimento che resememorabilePoiliers; guerre tra gl'inglesi e Carlo VII re di


grande fu la strage de' maomettani, ma Francia, che nel r422 si fece coronare in
la vittoria fu acquistata a gran prezzo e Poiliers, vi soggiornò qualche tempo, vi

salvò l'Europa occidentale dal giogo mu- trasferì il parlamento per avere nemici i

sulmano. Abbon nel 778 fu ili. "conte di conquistato quasi tulio il regno, e vi ri-

Poiliers. Nel IX secolo i normanni la sac- cevè la celebre Piilcella d' Orleans irion-
cheggiarono , benché divenuta capitale fatrice degringlesi.In questo tempo Car-
importante contea di Poitou. Nel
dell' lo VII accrebbe e fortificò la ci Uà, com-
1095 da Tours visi trasferì Papa Urba- partendole privilegi e reali beneficenze.
no li, donde passò ad Angers. Luigi VII Molti travagli patì nel secolo XVI nelle
"vi tenne la sua corte, l'accrebbe e forlifi- guerrecivili e religiose, perchè avendo gli
co: avendo ripudiala Eleonora d'Aqui- abitanti perla maggior parte abbraccia-
tania signora del Poitou, questa sposan- to il calvinismo, furono orribilmente sgoz-
do il duca di Normandia, poi Enrico II zali dai soldati cattolici, ai quali il mare-
re d'Inghilterra, gli portò in dotecol ric- sciallo di s. A ndré, impadronitosi della cit-
co suo retaggio Poiliers, che col Poitou tà, permise per 8 giorni orrendi assassi-
i4 POI POI
lìii. Ma Colignya vicenda ripresa Poiliers, deìBux, che divenuto Clemente V lo spo-
lungo e terribile fu l'assedio; quando gli gliò del vescovato e lorimandò al chio-
assediati trovato il modo di far traripa- stro nel 3o5; giunto a morte nel seguen-
1

re il Clain, forzarono gli assedianli alla te anno, citò il Papa per tal deposizione
ritirala. Nel i.°di luglio iS5i il vescovo al futuro concilio (Wadingo dice al di via
inaugurò con solenne benedizione la stra- tribunale), e con la carta della citazione
da ferrala , alla presenza del presidente in manosi fece seppellire nella chiesa dei
della repubblica Luigi Bonaparte, qua- il predicatori di Poitiers avanti 1* altare
le nel discorso che poi pronunziò al maire maggioie; 1807 essendo il Papa in
nel
rilevò che la città sotto Carlo VI! fu il Poiliers, e udita la fama di sua citazione,
centro d'una resistenza eroica, ed il rifu- fece aprire il sepolcro, trovossi incorrot-
gio per i4 anni della nazionalità nella to il cadavere, e letta la carta si emp\ di
Francia invasa ; mentre il vescovo con turbamento. Gli successe Arnaldo Ausi-
quello detto nella funzione celebrò la cit- Ho poi cardinale: fregiati di questa di-
tà per le memorie di s. Bernardo e di En- gnità, come riporto alle biografie, furo-
rico IV, e siccome antica, religiosa, asilo no: Qixiiòo Malosicco, Simone Cramaudj
pacifico della scienza, della giustizia e del- Gio. Frane." Tremoglia, Gabriele Grad-
le più nobili tradizioni. mont, Claudio Longny, ec. A^. Gio.Bes-
La sede vescovile fu eretta nel III se- ly, Serie cronologica de' vescovi di Poi»
colo e secondo Commanvillenel 260, suf- tiers : quella del secolo passato e del cor-
fraganea di Bordeaux. come Io è ancora, rente è nelle Notizie diRoma. Napoleo-
nella provincia della 2.'Aquitania. L'am -
ne nominò vescovo il famoso Domenico
plissima diocesi fu poi dismembrata da de Pradt,e Pio VII neli8o5 lo consagrò
Giovanni XXII per formare quelle di in Parigi: nella coronazione dell' impe-
Maillezay e Luconj aveva 5- abbazie, 9 ratore come re d'Italia celebrò la messa;
comunità di religiosi ei2 di monache. 11 lo seguì in diversi viaggi, ne godè il fa-
1

vescovo fu s. Siglario, come riporta vore, e nel 1809 nominato alla sfede di
fu
Chenu,p.4^0j Ardi, et episcopor. Gal- Malines, ma le bolle senza far menzione
line j il 4" s. Agon,il IO." s. Ilario, il della nominasi spedirono nel 1,81 f, poi
i4° Antemio, il i5.° s. Maxentio il
s. : si dimise neli8i6. Di versatile politica,

dottissimo s. Fortunato fiorì circa il 565. di mobile immaginazione, estremamen-


Gilberto Porrelano, come Abelardo abu- te leggero, fu dotato di profondo ingegno,
sando della teologia scolastica, cadde in compose varie opere, come sui Quattro
errori sul mistero della ss. Trinità, qua- concordati, e morì nel 1887, dando segni
liconfessòe condannò avanti Eugenio III che disapprovava suoi i scritti contro l'in-

nel concilio di Reims nel i i4S> onde tor- segnamento e la disciplina della Chiesa.
nò al governo di sua chiesa a s. Bernar- : Le necrologia si legge negli Annali del-
do toccò formular nel concilio 1' accusa le scienze relig. t. 6, p. 446- Dell'^'x/ior-
contro Gilberto e lo convinse, poscia con- tatio di Leone XII agli anti concordatisti
futando que'-suoi discepoli che ne difen- della diocesi di Poitiers, parlai nel voi.
devano gli errori. Nel ig5 fu vescovo i XXVII, i^i. Dal 1849 "'^ vescovo
p.
.s. Guglielmo. Nicolò IV nel i 289 consa- mg.'^Lodovico Pie di Pontgoin. Ogni nuo-
grò vescovo il dotto e santo francescano vo vescovo è tassato in fiorini 370. La
Guallero da Bruges, che Dio illustrò in diocesi è ampia e comprende diparti- i

morte con miracoli. Chenu e Be-


vita e in menti di Vienna e delle due Sevre.
noffi. 1 16, narrano
Storia minoritìca^ p. Concila di Poitiers.
che Gualtero a difesa de'suoi diritti in- Il i.° fu tenuto nel 355 contro gli a-

contrò una lite con l'arcivescovo di Bor- riaai. Il 2.° nel 589 contro le religiose
1 ,

POI POL i5
Casina e Croclielda. Il 3.** nel S^5 sco- voGualtero fece degli statuii. Il ig.** nel
municò le dette religiose per essersi ri- I 294 o sinodo, in cui il detto vescovo di
bellale ali' abbadessa di s. Croce, che fu Poitiers cogli statuti fece proibire 1' uf-
ristabilita. 11 4-° nelgSy.Il 5.° neh eoo fìzio divino in presenza degli scomuni-
presiedutodaSiguinoarciv.°diBordeaux. cati, di conferire benefizio ai parrochi
il 6° nelioo4 convocato da Guglielmo di ricevere sagramenti da chi non è au-
i

V il grande conte di Poitierse duca d'A- torizzato, di pagar le decime. Altri sino-
quitania, illustre per la sua pietà: furo- di si tennero neh 3o4, 1367,1387,1396,

no scomunicati gli spoglia tori delle chiese 1 4o5. Gallia christ. t. 2 ; Labbé t. 9, i o,
e de'poveri, proibiti i doni ai vescovi per 1 1; Arduino t. 6.

la cresima e penitenza, ed ai chierici te- POL (s.) DE LEON. F. Paul de Leon.


ner seco donne. II 7.° nel 1028 relativa- POL A (Poleii). Città vescovile d'Istria
mente all'apostolato di s. Marziale. L'8.° nell'Illiria, governo, distante da 2,5 leghe

nelioSo sui beni ecclesiastici. 11 g.° nel Trieste , in riva al mare Adriatico e ia
io32 sulla fede cattolica ed beni eccle- i fondo alla baia del suo nome, residenza
siastici. Il 10.° nel io36 sulla pace. L'i i.° di commissariato e presidio militare, co-
nel 1073 o 10740 107 5 alla presenza del me di quelle autorità che vi saranno sta-
cardinal Gerardo legato, contro Berenga- bilite, dappoiché neh 849 Pola fu desti-

rio, che corse pericolo di restarvi ucciso, nata a porto di guerra (perciò non vi po-
pei suoi errori sull'Eucaristia. Ih 2.° nel tranno entrare bastimenti da guerra stra-
1078 presieduto dal legalo Ugo vescovo nieri) e stazione del 2.° comando di di-
di s.Diez,per la disciplina ecclesiastica; il visione di marina : da quell'epoca si die
legato lagnò con S.Gregorio Vll,che il re
si opera ai lavori di fortificazione di terra
Enrico I avesse proibito al conte di Poi- e di mare all' erezione di magazzini e
,

tiers di permettere che si tenesse ne' suoi cantieri, onde la città avrà presto un a-
stati, delle prepotenze dell'arci v.°diTours spetlo affatto diverso pei tanti vantaggi
e del vescovo di Rennes. Il 1 3.° neh 094 che acquisterà. Il magnifico sicuro e im-
01095, in cui fu proibito ai vescovi rice- pareggiabile porto accresce singolarmen-
vere investiture dai re e altri laici. Ih 4.° te i pregi e l'importanza della posizione
neh 100 presieduto per Pasquale li dai di Pola : fu opera dei traci istriani, qua- i

cardinali Giovanni e Benedetto, assistiti ligrandemente si occuparono delle cose


da 80 tra vescovi e abbati, con Ivone di di mare, dicendosi gl'istriani già arditi
Chartres. Vi fu deposto per simonia Nor- navigatori sei secoli avanti l' era nostra,
galdo vescovo d'Autun; adonta delle ri- ed é fama che si distinguessero nella pi-
mostranze di molti vescovi e di Gugliel- rateria, non senza ferocia, per cui ebbe-
mo IX duca d'Aquitania, cardinali sco- i ro rinomanza. La baia di Pola, il cui in-
municarono Filippo I re di Francia e Ber- gresso, volto all'ovest e coperto dal pic-
trada cui erasi riunito, ma corsero rischio colo scoglio diBrioni, viene determinato
di restare uccisi; nondimeno la sentenza dalla punta Grippo edal capo Compare,
fu eseguita e le porle delle chiese si chiu- presso al quale trovasi il forte Giovanni,
sero : tra' canoni disciplinari fu ordina- forma una cala vasta comoda capace , ,

to che per la tonsura non si esigessero d'ogni grande armata navale e riparata
né forbici né tovaglie dai vescovi e abbati. da tutti i venti, e racchiude le piccole iso-
Il 1 5.° nel 1 04. 11 1
6.'' nel 1 1 06 pei soc- lette s. Andrea, s. Pietro, s. Caterina ed
corsi di Palestina. 1117.° nel 1 109, in cui Olivo. La cinge una catena di collinette
Roberto di FontEvraidt assoggettò mo- i assai vaghe, che in cerchio si spingono
nasteri dell'ordine al vescovo diPoitiers. in mare. E' cinta di mura con 4 porle,
Ih 8.° neh 2890 sinodo, in cui il vesco- circondata da bastioni, munita di fortez-
,

i6 POL POL
2a che inlieramenle la domina, lulle co- tino e s. Elena, concesse in diocesi al ca-

slruzioiii de' veneziani, le prime del prin- pitolo ecclesiastiche decorazioni; cioè alle
cipio del secolo XV, il forte eretto nel dignità e canonici la mantelletla , veste,
i63o con grandi massi di pietre riqua- fascia, collare e fiocco al cappello, tutto

drate, decoralo di belli ornamenti archi- di colorepaonazzo, e la croce d'oro eoa


leltonici,subendo qualche modificazione l'immagine della B. Vergii^p pendente dui
nella guerra di mare dal 180G ali8i3, collo con fettuccia rossa; a'beneficiati, cap-
indi in tempi recenti fu ristaurato e ri- pellani e mansionari, ut cani insigniamo
dotto a perfezione secondo l'odierno si- quani vulgo zanfardam vocant, gestare
stoma di guerra. La cattedrale dedicata infunctionibus, ec. Innanzi il duomo e-
all'Assunzione della B. Verginee memo- siste l'antico batlisterio, opera de' tempi
rabile meno per l'architettura, che per bizantini, singolare per la forma, con co-
l'equivoco d'Angincourt che le ha dato ce- lonne di marmo. Altre chiese degne di
lebrità, il quale credette essere 1' antica rimarco sono: quella mirabile di s. Ca-
eretta ncH'BSy e la dichiarò tipo dell'ar- terina, smantellata or son pochi anni, già
chileltura sacra in Italia del secolo IX. con monastero di donne, poi abbando-
Del qual tempo rimane qualche colon- nata e dali58o data per uso di famiglie
na di marmo e qualche capitello dell'e- greche venute jda Candia e da Morea, a-
poca romana, e il più de' capitelli ed il venle vicino la caserma di artiglieria, già
sesto delle arcate, che dall' acuto passa- monastero di religiose di s. Teodoro; la

no al semicerchio, e gli ornamenti accu- chiesa della B. Vergine della Misericor-


sano il principio della seconda metà del dia, già degli agostiniani ,
prossima alle
secolo XV„quando il gotico passava al rovine della insigne abbazia cassinese di
moderno. La distribuzione conserva del- Canneto, della cui chiesa magnifica divi-
l'antico.Forse sotto il coro esiste la chie- sa da colonnati a 3 navi, con pregiati mar-
sa sotterranea, nel pavimento sono anti- mi e squisiti musaici, dedicala alla Ma-
chissimi frammenti in marmo; forsedel donna, rimane una cappella a croce gre-
1

duomo bizantino erano le porte di ca di costruzione bizantina^ i cui marmi,
bronzo che nel 1379 tolsero genovesi, i colonne e bronzi passarono a Venezia
per quella battaglia che ricordai nel voi. dicendosi già sue 4 colonne trasparen-
le

XXVIII, p. 3o5. Meritano menzione la ti che si ammirano nella


di belli intagli

tavola che già decorava l'aliare maggio- basilica di s. Marco. A questa in commen-
re, ad intagli d'alto rilievo di genere go- da spetta r antica abbazia di Canneto
Verginee altri santi; un di-
tico, colla B. della quale vi è la serie degli abbati dal-
pinto esprimente una delle tante pesti r8oo ali3oo ne* papiri dell' archivio di
che desolarono la città; ed il quadro che Ravenna, ove possedeva fondi : le notizie
allude al vescovo Vergerlo morto nel si leggono m Dialoghi sulle antichità di
1 548, ritenuto protestante: tra le reliquie Pola del 1600, pubblicati dal eh. d.*^ P.
sonovi quelle del b. Salomone re d'Un- Randler nell'opuscolo: Cenai al forestie-
gheria, il quale ritiratosi in Pola nel 1 060 ro che visita Pola, Trieste 845.Per in- 1

circa presso il cognato Udalrico marche- cendio, nel dicembre i85i andò in rovi-
se d'Istria, visse penitente e morì santo. na il convento vecchio della B. Vergine
A' 12 settembre si celebra la dedicazione della Misericordia.
della cattedrale. Pio VII colla bolla In Osserva l'encomiato scrittore che eoa
s. Apostolicat sedisj degli 1 1 novembre nobile orgoglio può l' istriano dire che
i8o3, Bull. coni. t. 12, p. 87, in consi- nessun' altra città dell' impero austriaco
derazione ai pregi di questo tempioe del- tante antichità ed in istato di conserva-
la residenza che fecero in Pola Coslau- zione abbia siccome Pola; che in Euro-
,

roL POL 17
pa medesima^ se Pompei e Pioma si ec- getta dell'incertezza tanto sull'epoca in
cettuino, nessuna o poclie possono starle cui fu costruito, quanto sulla mano da cui
al paro, perchè non sì frequente è il lin- fu edificato d'ordine toscano. Dell'epoca
Tenire entro il giro d'un miglio un anfi- di sua costruzione nuH'altrodi certo può
teatro, due templi, un ninfeo, un arco non che fu alzato nel i.° secolo del
dirsi, se
tre porte, per tacere di monumenti mi- cristianesimo; la fama porta che lo fosse
nori , e di quelli che all' epoca cristiana per liberalità degl'imperatori, non meno
appartengono. A darne breve cenno prin- che il teatro, e se la proprietà esser potesse
cipierò dall'anfiteatro tanto celebrato. di norma sicura,
la tradizione avrebbe in

Entrando in Pola T occhio è vivamente ciòconferma,che di proprietà del patriar-


sorpreso dallo spettacolo di sì magnifico ca d' Aquileia sovrano feudatario della,

edifizio,uno de' più belli anfiteatri che provincia, furono questi due edifizi nei
si

l'antichità romana ci abbia lasciato. La tempi di mezzo. Ad Augusto non sem-


maestà di quella massa colossale ci ma- bra potersi attribuire, ma piuttosto a Ve-
nifesta quanto sia lo splendore che la ma- spasiano edificatore dell'anfiteatro o Co'
no de'secoli imprimesopra de'muri trion- losseo (V.) di Roma, dacché molte pos-
fatori degli sforzi dell' intemperie e del sidenze i Flavi ebbero nella provincia e
barbarismo. Le meravìglie di questo edi- molti liberti, per non dire di altri favo-
fizio nella cinta esterna sono ancora in- revoli argomenti. L'anfiteatro era desti-
tatte,poiché la mancanza di qualche pie- nato a spettacoli di gladiatori e di fiere; in-

tra non sturba l'insieme ch'è integro. La terdetti i combattimenti di sangue, servì
sua forma è elittica, somigliante a quella l'arena ai clamorosi trattenimenti del po-
di tutti i monumenti di questo genere. Si polo, sempre passionalo degli esperimen-
crede che la pietra con cui è stato costrui- ti di forza, di destrezza e degli spettaco-
molto bella, sia d'una cava non
to, ch'è li. In prossimità essendovi stato l'ospizio
molto lunge dalla città donde pure fu , de'templari, forse ne avranno profittato
tratta quella volta d'un sol pezzo che cuo- per giostre e tornei, che graditi ai polani
pre la Rotonda in Ravenna^
chiesa della nel14^5 ne ordinarono la rinnovazione
che misura in lume nella parte interna nel giorno di s. Giovanni. Gli spettatori
non meno di 3 piedi. La maggiore sua
1 sedevano sulle gradinate, riparati dal so-
altezza è di 86 piedi veneti il diametro : le con velario, che tutto Tedifizio copri-
dell'asse maggiore è di 38 1, quello degli va, teso sopra pennoni infissi nel muro
assi minori è di 3o5jla circonferenza e- di cinta esterna. La capacità dell'arena
sterna di ego, l'interna senza gradini
i i era di 21,000 persone, lasciando libera
di 493. Quest'anfiteatro ha tre piani, in la galleria superiore destinata ad ambu-
due de' quali è forato d' arcate, il 3." di lacro , altrimenti arrivava alle 26,000
finestre , 72 fori sono contenuti in ogni circa. Fino al secolo XIV sembra che l'an-
piano, eccettuato un fianco dell'inferiore, fiteatro siasi conservato pressoché inte-
ch'essendo contro monte segue il suo
il gro, dietro il divieto del patriarca di le-
declivio e ne perde una porzione. La sca- varne le pietre ; ma in questo secolo fu-
linata interna da questa parte era taglia- rono tolti i le mura,
gradini per riparare
ta nella roccia e nella parte opposta si
, e dato il mal esempio, la povertà persua-
pretende che potesse essere di legno. Non se a levar tutta la pietra che facile smer-
resta di questo anfiteatro che lo schele- cio trovava in Venezia per la via di ma-
tro con 4 controsporti ai 4 angoli e un re, destino che ad altri anfiteatri fu co-
quadrato supposto che servivano di sca- mune , sebbene questo di Pola ebbe la
le; questi controsporti lo distinguono da- sorte di conservare intera lacinia ester-
gli altri simili edifìzi. Questa circostanza na, mentre la mancanza di gradinate ec-
VOL. LIV.
, -

i8 POL POL
cita sorpresa e le accresce bellezza. Que* dall'incavo semicircolare del monte a cui
sta superba arena , antico soggiorno di poggiava e da qualclwi arcala che avan-
giuochi e di piaceri, oggidì è l'asilo del zò dalla totale sua distruzione. Esso era
silenzio edella solitudine. Vedasi P.Stan- ampio quanto la metà dell'anfiteatro, al-

covich, Anfiteatro di Po/rt', Venezia


1822. lo quanto questo, però di architettura
Quanto ai due templi d'ordine corin- ben più ornata e gentile: egualmente a
tio, unici avanzi dell'antico foro, uno si vea i sedili in pietra disposti a semicerchio
attribuisce a Diana che da più di 5 se- con gran velario potendo capire circi,

coli fu incorporato al palazzo pubblico, 10,000 persone. Le 4 colonne grandio-


l'altro dalla colonia fu eretto in onore di se di prezioso marmo che decorano l'al-
Roma e di Augusto con forme veramen- iare maggiore nella chiesa della Salute
te gentili, e al presente è deslinatoa cu- in Venezia furono traile dal teatro: è no-
stodia delle lapidi e altre anticaglie. 11 to che porfidi,
i serpentini e altre pre-
i

ninfeo è ora coperto da edifìzro ad uso di gievoli pietre,dicui abbondava Pola, fu-
fontana pubblica; ivi sgorga da naturale rono spoglie onde i veneziani abbelliro-
sorgente ricco filone d'acque, e Io sbocco no la loro patria. Pare che fosse integro
n'è ornato con gradini a semicerchio, di nel secolo XIV, ma i frequenti assedi a-
romana costruzione, a modo di bagno. vendo smantellato le mura di Pola , il

L'arco o porta de'Sergi è un bellissimo teatro fornì la pietra a ristaurarle ; un


edifizioben conservato, che oggi fa par- uragano ne terminò il guasto, e nel 1 63o
te d'una delle porte della città sotto il cogli avanzi Deville costruì la fortezza.
nome di Porta Aurea, ornato di colon- Da pochi anni fu scoperta la porta del
ne d'ordine corintio. Fu eretto a Ire edili Campidoglio, il quale era di forma elit-

e duumviri della famiglia Sergi, da una lica, cinto di doppio ordine di mura con
donna per testimonianza d'amore verso rocca pel presidio militare e ampia cister-
il marito, forse ai tempi di Traiano, ed è na. Le rovine della chiesa di s. Stefano,
uno de'monumenti più eleganti dell'an- già ornata di pitture a fresco e di colon-
tichità è un magnifico arco funebre a
: ne preziose, ricordano la tradizione che
foggia trionfale, di bellissima architettura fosse laprima eretta nascostamente nei
corintia. L'iscrizione tuttora esistente di- tempi delle persecuzioni, memorabile pel
ce che Salvia Postuma a sue spese lo fe- massacrode'Sergi, avvenuto nel 27 per 1 i

ce erigere a Sergio Lepido edile e tribu- opera del partito popolare guidato da ,

no della ^g.'* legione. La porta Gemina lonatasi. In fine la chiesa e il chiostro dì


con due aperture, principale fra quelle s. Francesco, comunque convertili in usi
dell'antica città, vagamente decorata, seb- profani, mostrano la loro importanza per
bene abbia perduto i suoi ornati di bron- decorazioni e marmi : questa chiesa fu ri-

acqua condotta
zo, serviva d'ingresso all' costruita dai Sergi per gratitudine di a-
da lontano in Pola, probabilmente per or- vere un francescano salvato l'unico ram-
dine di Augusto, poi perfezionata da un pollo di loro stirpe da della strage. Del
polense. Prossima è la porta Ercole , la palazzo comunale di bellissima architet-
cui semplice costruzione rimonta ai lem- tura a sesto acuto, con ricchi ornamenti
pi più antichi della colonia, con la testa ad intaglio, un solo lato rimane in piedi.
e la clava di quell' eroe, ed i nomi dei DeliSoo è il palazzo pubblico, il quale
duumviri, suprema magistratura di Po- fu sontuoso come si vede dalla parte re-
la, durante il reggimento de'quali venne stata. Tra i tanti dotti scrittori che illu-
aperta. Di altri preziosi antichi ediflzi strarono le venerande reliquie di Pola ,

ond'era doviziosa la città, appena resta- nominerò Gian Rinaldo Carli-Rubbì,y^/i-


no le vestigia. L'antico teatro é segnalo fileatro di Pola ec, Venezia yS i È dai i .
POL POL 19
suoi dintorni che le manifallure de' ve- repubblica nelle guerre civlU avvenute
tri di Venezia traggono l'arena necessa- dopo la morte di Cesare, fosse per ordi-
ria a detta fabbricazione. In cattiva fama ne d'Augusto smantellata, 4^ anni avan-
stava già Pola per l'inclemenza dell'aria, ti la nostra era , il quale poi la rifece a

e le più strane cose si dissero sulle cause preghiere di Giulia, quando dopo la vit-
che la viziavano. Ripetute osservazioni toria di B'ilippi la concesse in premio ai
fanno certi che l'aria nulla contenga di suoi soldati , e rifabbricatala la chiamò
maligno per la respirazione; che se la so- Julia Pietas j per la filiale pietà che Au-
verchia umidità agisce essenziahnente gusto avea per Giulio Cesare suo zio e
sulla cute, si può vivervi sani, purché cer- padre adottivo. Fondata la monarchia
te norme si osservino, dichiarate da Ran- romana 3 i anni prima di nostra era ,
dier a p. 32, 1 o massime a p. 43, in cui
1 , 1 l'impero si estendeva dal Danubio ai de-
traila della pretesa mal'aria dell'Istria. serti dell'Africa; giàsorgeva Aquileia ad
Po!a ha dato uomini illustri, de'quali al- emporio delle nazioni cisda nubiane e tras-
cuni furono patriarchi di Grado. marine. Pola trovavasi allora nell'incro-
La fondazione di Pola viene, come di ciatura di due grandi linee di movimen-
molte altre città dell' Istria (^^), attri- to, quella che da Roma dirigevasi per
buita ai colchi spediti da Aeta a perse- Ancona e attraverso il mare sino al Da-
guitare gli argonauti, co' quali era fug- nubio ; quella che dalla Bretagna per A-
gita la figlia Medea, che non avendo quileia dirigevasi a Costantinopoli; Pola
potuto trovarli e temendo di tornare al era il centro del passaggio per Ancona e
re senza successo, fermarono in Istria
si Zara. Aquileia prosperosa per commer-
e fabbricarono Pola. Questa tradizione cio e per 600,000 abitanti, il servigio di
favolosa piuttosto accenna alla trasmi- mare esigeva pel commercio d'Egitto e
grazione d' un popolo tracico dalle foci Levante numerosa flottiglia, onde Pola
del Danubio, ove avea stanza in peniso- alla navigazione e ai commerci prese par-

la che Istria dal nome del fiume chiama- te, per cui alla feracità del suolo uni il

vasi, popolo che togliendo ai celli lespiag- continuo movimento fra Roma e le pro-
gie delle estreme Alpi, le quali nell'Adria- vincie, fra queste e le grandi città, in un
tico in penisola scendono, a questa re- alla frequenza del navigare, per modo che
gione in memoria dell'antica patria die- non deve sorprendere se la prosperità di
de il nome d' Istria. Pola fu opera dei Pola fosse assai superiore all' estensione
traci istriani, colonia greca, e quando la della città eal numero del popolo. Le spe-
provincia venne conquistata dai romani dizioni daciche di Traiano tornarono as-
fu fatta colonia, eslrema fortezza d'Italia sai propizie a Pola, ed i tempi degli Anto-

e del dominio romano contro la Liburnia nini segnarono forse il punto di massima
e la Dalmazia^ ed allora si cinse di mu- prosperità, alla quale epoca l'antica città
ra, ebbe Campidoglio, e quella distribu- aggìravasi fìtta ne' fabbricati intorno al
zione di città propria delle colonie roma- colle, che oggi ancora è città, sull'alto del
ne. Prima che gli abitanti divenissero cit- quale stava Campidoglio. Fuori delle
il

tadini romani, la città teneva un rango mura, lungo le vie precipue sui colli cir-
distinto in queste provincie, e dopo Ae- costanti, si stendevano le borgate, i-i'ac-
gida, ora Capo d Istria^ Pola era la cit- cesso però a Pola era più naturale e più
tà più cospicua. Nel i ° secolo di sua co- frequentato per la via di mare,preientan-
lonizzazione pare che non rimanesse e- dosi in forma maestosae incantevole, eoa
stranea alle cose di mare, mediante co- mura coronate di torri; laonde si calcola
municazione con Ancona, Ravenna e A- che la popolazione ne'tempi floridi possa
quileia. Vuoisi che parteggiando per la essere giunta a circa 35,ooo abitanti.
20 POL POL
Ne'lempi di sua floridczznPolaftigra' provincia, volle di propria autorità leva-
dito e celebrato soggiorno dc'romani, che re l'antico modo di governo municipale ed
Tornarono monumenli degni
di superbi introdurvi le forme feudali, abborrite per
di loro grandezza. Tiberio ebbe il coman- le gravi violenze da lui adoperate, come
do delle Provincie d'Istria e Dalmazia e si legge nel prezioso documento optaci'
y'ì fece lunga dimora. Settimio Severo a- lo pubblicato da Randlera p. 3, donde1

vanti di pervenire all' impero fu molto rilevasi che Pola pagava all' rmperatore
tempo governatore dell'Illirio, indi con- greco per imposizione OtOt zecchini , così
servò predilezione per Pola. Illustri prin- Parenzo. I messi imperiali nel placito, u-
cìpij ai quali o sorte di guerra o vicende dileleangariedel duca Giovanni e le pro-
di corte costrinsero al confino, senza ri- messe di questi ricomposero gli animi
,

nunziare agli agi della vita ,


qui ebbero giustamente malcontenti; ma l'impera-
stanza. Rasparasano re de* lossolani vin- tore depose ilduca ad onta delle sue pro-
to d'Adriano circa il 120 si ritirò in Po- messe solenni di non voler aggravare più
la a vita privala, e sullo scoglio degli O- gl'istriani e di lasciarli nei godimento del-

livi nel porlo fu sepolto col figlio. Crispo le loro consuetudini. Più tardi l'eredità

figlio primogenito di Costantino qui ven- della carica di governatore e il genio pro-
ne rilegato e nel 826 ucciso benché in- grediente del secolo diedero carattere di
nocente. Nel 354 d'ordine di Costanzo vi feudalità all'amministrazione provinciale;
fu ucciso Gallo Cesare. Finché ebbe vita ma per la libertà data ai comuni ed ai di-

l'imperodiRoma, Pola ebbe propizi de- i nasti di muover guerra l'uno all'altro e
stini, non soggiacendo alle incursioni dei di trattare come fossero potenze, comin-
barbari e alle devastazioni d'Attila. Nel ciò a risentirnePola, perchè diminuite le

493 divenne soggetta a Teodorico ed ai relazioni coi vicini, i veneti a se tirarono


goti, fino al conquisto che ne fece Belisa- il commercio e la navigazione dell'Adria-
rio nel 539, continuando il saggio gover- tico, e colia preponderanza le altre città

no i tempi felici e conservandosi le isti- umiliarono.


tuzioni romane Ravenna avea preso il
: Verso la metà del secolo XII Pola si

luogo della distrutta Aquileia,e di profit- pose alla testa del movimento di tutte le

to erano le relazioni coll'Italia. Ai tempi città istriane, corsei mari a danno dei ve-

gotici, seguendo bizantini, il governo ri-


i neti con 100 legni che l'Adriatico ren-
cevè cangiamenti, e l'Istria fu sottoposta devano mal sicuro. Il doge Domenico Mo-
all'esarca di Ravenna, preponendosi al- rosini spedi una flotta al castigo degl'i-
l'Istria un maestro de'militi, specie di go- striani; Pola fu presa a forza e abban-
vernatore civile e militareche in Pola te- donata al saccheggio nel i 14B. Alla spe-
neva la residenza, di modo che questa era dizione della i.'' crociata forse Pola pre-
la capitaledell'lstria.Lerelazionicon Ra- se parte, perchè templari si stabilirono
i

venna e Costantinopoli erano frequentis- a S.Giovanni del Fonte con ospizio, ed a


sime e di grandissimo profitto alla città, s. Giovanni del Prato con commenda. Di -

per le navigazioni e pei traffici. Al cade- venuto ereditario il marchesato d'Istria


redel governo greco o bizantino Pola con- nel 1 170 Eppen-
circa, le famiglie degli
servava forma romana. Conquistata l'I-
la Stein, degliSponheim, degli Andechs che
stria nel 789 da Carlo Magno, la regio- n'erano investite, non tennero residenza
ne fu governata dai marchesi d'Istria e- in Istria, ma in Germania, con grandis-
lettivi. Polacoutinuòad esserne la metro- simo pregiudiz-io di Pola e della provin-
poli, non che residenza de'duchi o mar- cia, la quale priva di polente principe,
chesi. Il duca d'Istria Giovanni, nomina- risolvevasi in municipalità inetlqa difen-
to da Carlo JVIagno al reggimento della dersi contro gli esterni nemici^ Intanto
POL POL 21
scoppiò la guerra di gelosia fra Venezia, di Parenzo, di Pola e de'conti d'Istria, i

Pisa e Genova; Pola che in Venezia ve- quali poi l'ebbero dagl'imperatori, dicen-
deva la distruttrice di sua prosperità, tol- dosi vassalli d'Aquileia e vicari del pa-
lerò che nel i 193 i pisani la prendesse- triarca , con molti onori e privilegi, co-
ro; a questi la tolsero i veneziani sotto me di nominare nodari di Pola, armi-
i

la condotta di Enrico Dandolo doge, e ne geri per genio e per politica, prontissimi
diroccarono mura; parteggiò di nuovo
le a collegarsi per combattere. Monfìorito
pei genovesi, e nel1243 Giacomo Tie- di questa famiglia, venuto a contesa col
poloe Leonardo Quirini crudelmente la vescovo di Parenzo per certe in vestite feu-
castigarono ruinandola. Pisa e Genova in- dali, nel 1260 armata mano in quella
tendevano d'impedir a Venezia di farsi città assalì l'episcopio e gittò in marcie
padrona del commercio e della naviga- carte che avrebbero chiarito la questio-
zione per l'Adriatico, commercio che do- ne, in Pola i Sergi tenevano palazzo e pel
po le crociate avea preso maggiore svi- loro potere solevansi eleggere capitani ge-
luppo esembrava volersi dirigere per Ve- nerali del popolo, carica che divenne lo-
nezia. Questa non ancor determinata a ro ereditaria e come esercente il potere
insignorirsi di Pola,'rairava solo a render militare preparava la via alla signoria per-
impossibile uno stabilimento straniero petua. Allora i Sergi, lasciate le antiche
nell'Adriatico, per cui tendeva a ridurla residenze, abitarono la rocca di Pola, l'an-
nell'impossibilità di tenersi forte. Frat- tico Campidoglio, vasto castello fortemen-
tanto le sventure esterne suscitarono in- te torritoa uso di guerra, eretto ne'tempi
terne discordie, l'autorità de' patriarchi di mezzo, che stando nel centro della cit-
d'Aquileia, divenuti marchesi d'Istria nel tà la dominava intieramente. Dal castel-
i2 3o, essendo cessali quelli ereditari, ve- lo, che ormai in loro proprietà tenevano
niva spregiata; essi volevano ricondurre i Sergi, presero nome di signori di Castro
la provincia all'unità e forza di governo, Polae o Castropola e ne assunsero la for-
ma il rilassamento chemarchesi eredi- i ma nelle insegne gentilizie. Coi polani i

tari per r assenza loro aveano cagionato, Castropola tenevano le parti del patriar-
a tale giunse che dovettero i patriarchi ca, onde facile era loro chiedere in feudo
convenire con Pola ed accettar nel i258 la città. I polani mal comportando la nuo-
il pagamento d'annue 2,000, equi- lire va signoria, ne avendo forza a distrugger-
valente di que'diritti che su Pola crede- la, ricorsero al tradimento^ e fatto capo
vano poter esercitare e che al comune nella famiglia lonatasi giurarono la di-
lasciarono. Il tributo non fu sempre pa- struzione de'Castropola e l'effettuarono
gato,onde patriarchi fecero porre la
i la sera del venerdì santo 1271 in s. Ste-
bando dell'impero. Nel rilassa-
città al fano e nel castello; un solo fanciullo fu
mento degli ordinamenti generali il po- involato alla strage di tutti e potè poi rial-
polo proclive a novità voleva affrancarsi zare la potenza di sua infelice famiglia.
dal potere altrui; ma due partiti divide- Corre tradizione che Dante visitasse Po-
vano la città, l'uno che
popolo voleva
al la e albergasse nell'abbazia di Michele s.

conservato il dominio, l'altro che lo bra- de'camaldolesi; di che si ha conferma lad-


mava confidato a un solo, potente e va- dove nella sua Commedia accenna i tanti
loroso; capi del i.° erano i Tonatasi, del sepolcri che cuoprivano le vicinanze di
2. i Sergi, antica famiglia d'origine ro- Pola. Cambiando nell'Istria la cosa pub-
mana, doviziosa e in grande onoranza, blica, Parenzo, Rovigno e altri luoghi
cui appartiene il suddescritto arco. Nel- venivano signoreggiati dai veneziani, che
1 agro polense e parenti no eranvi grandi sostenevano i movimenti popolari delle
distretti tributari delle chiese d'Aquileia, città istriane per profittarne. Nel i328
12 POL POL
Fola (li nuovo pnrlegglò pel genovesi, to, purgala la città dalle rovine, rialza-
ne'quali spera va sostegno alle liherlù mn- to il duomo, ma tutto ciò inutilmente;
lìicipali ed ai traffichi. Sopraffatta poscia il commercio al di fuori era cessalo per
dalle armi venete, presa e abbandonata le cambiate condizioni de'paesi intorno
al saccheggio, lontana da Genova, non all'Adriatico; le pestilenze si ripeterono
polendo sperare aiuto dal patriarca, e vo- dal r5oo al i63i ; 72 ville che con-
di
lendo 1 Castropola impegnarla in fazioni tava il territorio, i3 appena ne conser-
di guerra, cresciuto il malcontento del po- vavano nome e segno. Nel 1 G3o la repub-
polo, la città i33i deliberò di darsi
nel blica veneta per porre argine alle scor-
alla repubblica veneta ebandir l'irrequie- rerie degli uscocchi, tribù d'origine sla-
ta famiglia. Il doge Giovanni Contarini va deiriIliria,Cioazia e Dalmazia, famo-
(secondo Randler, mentre in quell'anno si per le piraterie nell'Adriatico, ordÌLÒ

era doge Francesco Dandolo) accettò la la costruzione della fortezza nel sito già
dedizione con diverse condizioni, rinun- tenuto dal Campidoglio, all'ingegnere
ziando i polani alle appellazioni in Ra- francese Deville, adoperato con successo
venna e ricevendo un podestà con titolo nelle fortificazioni di Levante. L'ultima
Sebbene la convenzione non sal-
di conte. peste avendo popo-
tolta quasi tutta la
vasse i diritti del patriarcajpurei veneti gli lazione a Pola, potè appena giungere a
promisero 2^5 marche d'argento per Po- 600 abitanti, quando nel 'ji^j la repub- l

la, Dignano e Valle, e fu un'appendice blica di Venezia scioglievasi, onde seguì


alla pace del iSio, per la quale la re- i destini dell'Istria e di Parenzoj nondi-
pubblica dopo il compromesso del Papa meno quasi tutte le chiese sussistevano,
erasi obbligata pagare al patriarca 45*0 vi risiedeva il vescovo, v'erano le mo-
marche per le giurisdizioni istriane. Nella nache di s. Teodoro, i francescani in s.

feroce gtierra tra Genova e Venezia, i ge- Mattia e in s. Francesco, gli agostiniani
novesi nel i354 presero Pola e la trat- alla Misericordia, ma diserte erano dive-
tarono a ferro e fuoco; nel iByg dopo nute le abbazie. La soppressione de'con-
la vittoria riportata dinanzi al porto nel venti e delle chiese operatasi nel 1806
canale de'l^rioni la ripresero e vi fecero e le fortificazioni fatte in allora, di molti
pesare tutto il loro sdegno, non rispar- antichi monumenti furono rovina^perchè
miando il duomo e le altre chiese. Per- le chiese crollarono o vennero smantel-
tanto a questo secolo si riporta la distru- lale, l'antica lanterna distrutta. Conta in
zione di Pola, e al suo cadere non pre- oggi Pola circa 2,000 abitanti, i quali di
sentava che un mucchio di rovine. I fre- molto si aumenteranno per la prospera
quenti assedi, le ripetute prese della cit- condizione in cui il governo imperialc3 ha

tà costrinsero a por mano negli antichi posto la città, ed è a sperarsi il suo rifio-
edifizi per trarne materiale da rattoppa- rimento.
re le mura, contro il divieto de'patriar- Polaricevelle la luce evangelica insie-
chi che multarono di loo zecchini chi me a Trieste eAquileia fino dal i
."
seco-
levasseunapietradall'anfìteatroo dal tea- lo, essendone patrono s. Porporino mar-
tro; sopraggiunsero le pesti, che si rin- tire;dltri protettori della citlàsonos. Mas-
novarono continuamente, venne la po- simiano arcivescovo di Ravenna, nativo di
vertà a dare l'ultima mano, l'aria comin- Vistronel territorio polense, s. Florio ve-
ciò a farsi grave e pestilenziale. Nel se- scovoj s. Ottone polano martire (altro po-
guente secolo XV si die opera a ripopo- lanoè il b. Germano); della provincia Io
lare la città; nuove genti vi furono tras- sono s. Giuseppe e s. Marco; protettore

portate, cui si concessero terreni ed esen- della diocesi s. Tommaso apostolo, della
zioni; nuovo statuto delle leggi compila- cui chiesa sono restati pochi indizi. Ap-
POL POL 23
pena rassodalo in Pola il governo greco passava nel proprio alloggio. Com man-
«) bizantino, gli ordinamenti di chiesa si ville, Hist. de lous Veveschcz, dice che il

foggiarono sulle forme solite d'oriente; vescovato fu eretto avanti il 5oo,suffra-


capitoli, abbazie, monasteri si moltipli' ganeo del patriarca d'Aquileia, poscia se-
t^arono; la religione cristiana sfoggiò in condo un mss. di Gio. Pietro Ferretti si
Foia pompa maggiore che non il culto vuole passato sotto l'arcivescovo di Ra-
idolalio, precipuamente per opera di s. venna, e che nel 1028 ritornasse alla sog-
Massimiano, il quale costruì il magnifi- gezione del metropolita d'Aquileia. Be-
co tempio della B. Vergine di Canneto. nedetto XIV dopo avere soppresso il pa-
Kandler crede istituito il vescovato nel triarcato, nel I 753 erigendo Udine in ar-

524, anteriore come Trieste a quelli delle civescovato, tra le chiese suffragauee vi
altre città istriane, e lo dice il piti insi- comprese Pola. Nello smembramento del-
gne della provincia, per l'estensione della la diocesi avvenuto nel 1790, 20 par-

diocesi, la quale comprendeva due ver- i rocchie furono tolte a Pola e date a Trie-
santi del Monte Maggiore e la slessa città ste. Pio VII nel 18 18 unì Pola alla sede
di Fiume (capoluogo del litorale unghe- vescovile diParenzo (^.)^ ^ ^^ dichiarò
rese nel golfo Quaruero con porto fran- suffraganee del patriarca di P ciiezia, ciò
co, già sede del vescovo di Modntsca), per che meglio stabilì Leone XII nel 1828;
la dominazione temporale che esercitava finalmente Pio Vili sottopose nel i83o
su gran parte di quella, per la qualità delle le due sedi unite all'arcivescovo di Go-
abbazie e de'capitoli, per la copia del cle- rizia {V)y al modo detto a Parenzo.
ro, per la sontuosità degli edifizi sacri. Al- L'Ughelli, Italia sacra t. 5,p. 474>e
lorquando ne'tempi addietro il nuovo ve- t. IO, p. 325, descrive le notizie di Pola
scovo prendeva possesso della sede, la cit- e sua diocesi^ riportando la serie de' ve-
tà di Fiume mandava in omaggio unca- scovi. Egli dice che la fede cristiana vi

\allo, uno smeriglioneo uccello di rapi- fu predicata a'tempi di s. Ermagora i."

na e due cani bianchi. Castua o Rhostau, vescovo di Aquileia e discepolo di s. Mar-


; che le dignità del capitolo erano
antica capitale della Liburnia poi incor- co l'ar-

porala alla Carniola, in occasione di vi- cidiacono, lo scolastico o teologo, con 9


sita offriva 80 braccia di tela, 60 Mo- (12 scrive Coleli) canonici; indica le re-
schcnizze borgo sul Quarnero. Il vesco- liquie che si venerano nella cattedrale,
vo di Pola avea numerosa corte di vas- presso la quale era l'episcopio; parla del-
salli che a lui giuravano fedeltà, tra'quali la chiesa di s. Nicola di rito greco, de'pii
gli stessi Sergi o Castropola signorotti di stabilimenti, e che la mensa rendeva 1 5oo
Pola; non meno di undici capitoli, nu- ducati, tassata in fiorini i5o ue'libri del-
merose arcipreture^ conventi, monasteri la camera apostolica. Antonio fu il i.° ve-
e ricco patrimonio ecclesiastico. Quando scovo di Pola che si conosca, cui scrisse
il patriarca d'Aquileia si portava a Po- Teodorico re de'gotij che lo divenne d'I-

la, il vescovo gli andava incontro coi sa- talia nel 493, come ha da Cassiodoro
si

cerdoti e col clero in pianeta, colla cro- lib. 4, cpìst. 44- 1^2.° Veuerio o Vene-

ce, coi cerei e coll'incenso, cantando sa- rioso che intervenne ai concilii romani a-
cri cantici; i giudici col popolo uscivano dunati da Papa s. Simmaco nel 5o i e5o2.
coi vessilli e lo accoglievano coi miglio- Indi alcuni pongono Isaacio che nel 546
ri onori. Entrato il patriarca nell'episco- donazione di s. Massimia-
sottoscrisse la
pio, a'suoi piedi il vescovo ne poneva le no di Ravenna. Fiorironosuccessivamen-
chiavi, che il patriarca dava al proprio te Adriano che nel 579 fu al sinodo d'A-
maggiordomo e questi disponeva del pa- quileia o Grado (F.)j Massimo del 590
lazzo per 3 giorni ; nel 4-° J^ patriarca vescovo di Pola sive Jidiae al dire di Ba-
1

a4 POL POL
roniOj contraddetto da Luceozlo. Pon- del patriarca d'Aquileia per la contro-
tenzio o Potentino fu al concìlio Late- versia tra il comune di Parenzo e il pro-
ranonel 649. Ciriaco intervenuto al con- prio vescovo, riportata da Tomassini m
cilio di s. Agatone Papa nel G79. Pietro Istriat cornmcntariis. N. il nome non
cui
del 7^4) clic spogliato della sede dal pa« è espresso nella lettera d'Innocenzo IV
triarca di Grado, venne poi reintegrato dal del i25i, con la quale lo facollizzò ad
Pontefice. Neil' 806 ad istanza di Carlo assolvere dalle censure incorse il pode-
Magno s. Leone III ne fece amministra- stà e consiglio di Pola. Matteo morì nel
tore Fortuna to patriarca di Grado. War- 1 3o2. Oddone Sala domenicanonel 1 3o3
iierio, sotto il quale il re Lodovico eresse trasluto da Terralba, indi passò nel 1 3o8

la chiesa di s. Maria che die ai cassine- a Oristano, donde fu trasferito a Pola


si; ignorandone il nome TUghelli, vi sup- altro Oddo: ma Bima nella Cronologia
plì Luceuzi, Secondo Randler neir857 degli arcivescovi di Oristano chiama am-
era vescovo Andegiso, poiché in talean- bedue Oddone, il secondo dice che pas-
DO ricostruì il duomo ed era abbate di sò nel i3o8 alla chiesa di Pola, indi re-
s. Maria Canneto. Giovanni nel 933
di gistra Sala.
sottoscrisse la pace tra la repubblica di Nel 329 fu eletto Guido da Fossom-
1

VeneziaeWinticherioconte d'Istria. Ger- brone camaldolese; nel 1 33 1 Sergio, mor-


boldo o Gaspaldo nel 967 firmò la let- to in Avignone nel i342, in cui fu tra-
tera di Giovanni XIII contro l'arci vesco- slato da Dolcigno Grazia de'minori. Nel
vo di Salisburgo. Bertaldo del 998. Gio- 1349 Leonardo pievano di s. Geminia-
vanni del loSi.Adamans morì nel 1075. nodi Venezia, traslato a Chi usi e nel i353
Hellenardo del 1 1 18, alle cui istanze fu stesso succeduto da Benedetto vescovo di
fattauna donazione da Sigifredo ed He- detta sede. Nicola del 1374. Guido o Vin-
liza coniugi parentini al monastero di s. cenzo Memmo nobile veneto, poi di Ve-
Michele. A nfredo del 11 49- Warnerio rona. Nel 1409 Bartolomeo Recoverali
prestò giuramento di fedeltà nel i5o al i primicerio di s. Marco, ma Lucenzi dice

doge veneto (o meglio nel 1 148) Moro- che errò Ughelli, non essendo stato ve-
siuij in uno ai cittadini di Pola, ed ai suoi scovo di Pola. Alessandro V nel i4io
successori, di rispettare i veneziani in ter- nominò Biagio Molin nobile veneto, nel
ra e in mare, e somministrare alla basi- 1420 promosso a Zara, ed in sua vece fu
lica di s. Marco due migliara d'olio al- trasferito da Città Nova Tommasino ve-
l'anno, ed altre cose promisero. Filippo neto domenicano; questi passando nel
nel 1 177 intervenne in Venezia alla pa- 1424 a Urbino, da Modone fu traspor-
ce fra Alessandro HI e Federico I. Pie- tato a Pola Francesco de Franceschi. Nel
tro del 180. Prodrano con Olderico di
1 1426 Domenico o Dondeo de Lucleriis
Città Nova fu giudice in una controver- o deEusebiis canonico di Pola. Nel i^'^i
vescovo di Parenzo. I. vescovo di
sia col MosèBuffarelli, poi di Belluno nel i465.
Pola quale dilapidatore della chiesa fu Michele morì nel i497- Altobello Ave^
sospeso dal patriarca, appellò ad Onorio roldo nobile e dotto bresciano nel detto an-
HI che nel 1 2 1 8 ne commise la causa al no; Leone X lo spedì a Venezia per affa-
vescovo di Feltre e Belluno, indi nel 1 22 rie Clemente VII lo fece pro-legato di Bo-
provvide che fosse eletto altro pastore i- logna: scrisse alcune opere. Nel i532Gio,
doneo. Enrico del 1228. Guglielmo ar- Battista Vergerio di Capo d'Istria: con^
cidiacono di Pola, eletto dal capitolo nel sacrò vescovo di Modrusca il dottissimo
1237, Gregorio IX ne cassò l'elezione e fratello Pietro Paolo già nunzio pontifi-
di sua autorità nel i238 lo creò vesco- cio, poi vescovo della patria, indi aposta-
vo: nel 1246 è nominato nella sentenza la luterano, ne'cui errori trasse misera»
POL POL a5
mente il fratello. Per morte di questi nel POLEMIANI. 873 segua-Eretici del
1 548 fu vescovo di Pola Antonio Elio di ci di Polemio difensore d'Apollinare ve-
Capo d'Istria, poi patriarca di Gerusa- scovo di Laodicea nellaSiria (abusò del-
lemme, ritenendo il titolo patriarcale, co- le sue dotte cognizioni per ismania di di-
me notai nel voi. XXXV, p. 1 8 1
, dicendo spulare : i discepoli fecero passare molte
che qual vicario della basilica di s. Pietro sue opere sotto il nome di vescovi catto-
(com'è scritto sulla lapide sepolcrale), ri- lici, per cui molti furono ingannati ), il

cevè nel trionfo M. A. Colonna: Cancellie- cui principale errore fu la mistione che
riuè Possessi l'avea creduto vicario di Ro- dice va essersi fatta del Verbo e della ca rne.
ma. Per traslazione di Gregorio XI 11 nel V. ApoLLiNARisri co'quali furono confusi,
1572 divenne vescovo della patria.- Mat- condannati anche da s. Damaso I (f^.y
teo mori nel 583 e gli successe Claudio
1 POLEMONlO.Sede vescovile del Pon^
Sozomeno di Cipro oNicosia; per sua ri- to Polemoniaco sotto Neocesarea, eretta
nunzia nel i6o5 il concittadino Corne- nel V secolo. Sei vescovi riporta Y Oriens
lio Sozomeno, lodato per zelo e scienza. dir. t. i,p. 5 6. Polemonio, Polemonien^
1

IVel 161 8 Uberto Testa veneto. Nel 1624 è un titolo vescovile in parlibus dell'ar-
Innocenzo Serpa canonico regolare late- civescovato di Neocesarea. Lo conferì Pio
ranense. Rodolfo Sforza giureconsulto pa- VII, come dissi nel voi. XL, p. 78.
dovano 1625, sepolto in cattedrale
nel POLI Fausto, Cardinale. Nacque in
con onorevole epi tallio. Giulio Saraceni Usigni di Cascia e portatosi in Roma pei'
nobile vicentino nel 1627, letterato e sua gran fortuna entrò al servizio con Bar-
scrittore. Nel i64i Marino Badoario ve- berini , chierico di camera, poi Urbano
neto benedettino. Da Sebenico nel 1648 VI 11, la cui grazia essendosi guadagnata,
fu traslalo Luigi Marcello patrizio vene- fu promosso a quelle cariche palatine e
to somasco; portatosi in Pioma ad limi- cardinalato che descrissi nel voi. XLI, p.
na vi morì nel 166 I, sepolto in s. Maria, i52 e 256 (essendo arci vescovo consagrò
ove pose onorevole iscrizione F. Bartiro- in Roma la chiesa da' cappuccini), dell'or-
ma arcidiacono di Pola e vicario gene- dine de'preli col titolo di s. Grisogono, e
rale. Gaspare Calanco veronese nel 1662. nel 1645 vescovo d'Orvieto (nel i644di"

A mbrogio Fracassini nobile bresciano, do- ce Cardella), che governò con infaticabile
menicano e inquisitore veneto nel i663. zelo, convocando nel 1647 il sinodo, qua-
Bernardino Corneaneus veneto, professo- le fece stampare nel i65o. Accrebbe gli
re di Padova, nel 1 664- Eleonoro Pagelli alunni del seminario e arricchì la sua chie-
nobile vicentino arcidiacono di sua patria sa di preziose reliquie e de'corpi santi dei
nel 1689. Giuseppe M.^ Bottari venetoge- martiri Tiburzio e Faustina, Dai fonda-
nerale de' conventuali e predicatore e- menti ristaurò e ampliò 1' episcopio. Fu
gregio nel 1695. Con questi l'Ughelli ter- al conclave d'Innocenzo X che lo riguar-
mina la serie de'vescovi di Pola, che com- dò sempre per giusto e integro, non seni-
pirò colle7Vbz/z/e di Roma. 1 7 29 Lelio Va- brando allatto veroche abbiagli domanda-
lentiuoContessini Eltorio della diocesi di to conto delle gravose spese fatte nel pas-
Capo d'Istria.1782 Gio. Andrea Balbi di saggio della regina Maria per lo stato ec-
Veglia traslato da Nona. 1772 Francesco clesiaslico, per cui si disse morto di malin-
de Polesini di Montona diocesi di Parenzo, conia in Orvieto nel 653, ma di male spa- i

1778 Gio. Domenico Juras di Arbe, che smodico 72, dopo aver
di pietra, d'anni
morto neh 806, la sede restò vacante fin- gittata lai." lapide neifondamenti della
ché venneunitaa Parenzo, enei 1827 per chiesa di s. Giuseppe. Trasferito il cada-
I .° vescovo d'ambedue venne scello meri- vere in Roma, secondo il testamento fu
tamente l'odierno mg.*' Antonio Peteani. sepolto in s. Grisogono al destro Iato del-
26 POL POL
la cappella dell'Angelo custode, in sem- lemont lo colloca nel 166, e Basnaglo nel
plice nicchia con hnslo ili marmo e iscri- i6t) (epoca clie sarebbe da ritenersi per
zione (riporlala da Renazzi, Demnggìor- conciliare la confereuza di s. Policarpo
iiomìjdìe nel ixìstoetiv) creilo dal nipo- col Papa s. Aniceto, che fu eletto nel
te Sisinio Poli. L*Amidenio Io proverbiò 167). Egli morì di 120 anni, secondo lo
al modo che riporta Cancellieri nel 3Ier' slesso Basnagio; e s: Ireneo, uno de' suoi
calo, p. 21 I e 281. discepoli, parla di lui come d'un uomo
POLIANa o POLIANINA. Sede Te- decrepito. Vedesi ancora la sua tomba a
scovile diMacedonia sotto la metropoli Smirne in una piccola cappella, e la sua
di Tessalonica chiamata pure Bardìo'
, festa si celebra ai 26 di gennaio. Di tutte
/arwm, eretta nel IX secolo. Ebbe 3 ve- le lettere che s. Policarpo avea scritto,
scovi. Oriens dir. t. 2, p. 91. non ci rimane che quella ai filippensi ,

POLI BOTA, Polybotiwl Sede vesco- la quale fu tanto stimala dagli antichi,
vile della Frigia Salutare sotto la metro- che leggevasi pubblicamente nelle chie-
poli di Sinnada, indisuffraganea d' Amo- se d'Asia.
rio, eretta nel V secolo. Ebbe 3 vescovi, POLICASTRO (Polìcasiren). Città
fra*(|uali Giovanni che il menologio gre- con residenza vescovile nel regno delle due
co e il martirologio romano chiamano Sicilie, nella provincia del Principato ci-

taumaturgo a' 5 dicembre. Oriens chr. teriore, distretto, a 8 leghe da Sala, 22 da


t. i,p.844. Salerno e una da Boriati o Vibonati ca-
POLICARPO (s.), vescovo di Smirne poluogo di cantone, ove suole dimorare
e martire. Si convertì al cristianesimo il vescovo e le civili magistrature, peres-
verso l'anno 80 di Gesù Cristo, in età as- servi passata la maggior parte de'primi-
sai giovanile, approfittando delle istru- tivi abitanti , tanto perchè la città è ro-
zioni degli stessi apostoli. S.Giovanni e* vinata, quanto pel suo litorale deserto e
vangelista, a cui egli particolarmente si aria malsana almeno per 6 mesi dell'an-
strinse, lo ordinò vescovo di Smirne cir- no. Si trova alla base d' una collina, in
ca l'anno 96. Fece un viaggio a Roma, fondo al golfo del suo nome, che ha 8 le-
affine di conferire col Papa s. Aniceto in- ghe di apertura sotto 4 di sfondo. Il fiu-
torno la differenza con cui usavano le micello Busento (onde per esso e per l'o-
chiese di celebrare la Pasqua (1^.). Du- monimo vescovato cui successe fu chia-
rante suo soggiorno in Roma, condus-
il mata PoUcastriim Buxenlwn) entra in
se all'unità della Chiesa un gran nume- mare a poca distanza trovandosi que- ,

ro di eretici. Ritornato a Smirne, men- st'antica città presso la sua sinistra riva.
tre ferveva la persecuzione contro i cri. Sicuro è il suo porto e abbondante la pe-
stiani, Policarpo fu preso e condannalo sca. Nei contorni sono alcune antichità e
ad essere brucialo vivo; ma le fiamme si iscrizioni romane. Tra gli uomini illustri
incurvarono a guisa d'arco, e come una Cardella vinovera il cardinal Braticali
vela di naviglio gonfia dal vento si ste- (P^.)y ma nacque altrove, però della dio-
sero intorno al santo. Allora i suoi per- cesi di Policaslro,alIa cui chiesa di s. Gia-
secutori ordinarono ad un confetlore (co- como servì. La cattedrale basilica con fon-
sì chiamavansi coloro ch'erano destinali te battesimale e cura d'anime, ammini-
a dare l'ultimo colpo di morte agli uo- strata dall'arcidiacono, è buonedifìzio di
mini e alle bestie che rimaneano ferite gotica struttura e sacra alla B. Vergine
neiranfiteatro) di dargli una pugnalata; Assunta, possedendo tra le reliquie il cor-
e ciò eseguito ne sgorgò tanto sangue che po di s. Oronzio : prossimo è l'episcopio
estinse il fuoco. Leggesi ne'suoi alti, che di lodevole fabbricato. Il capitolo ha due
egli soffrì il martino ai 25 d'aprile. Til« dignità,!.' l'arcidiacono, 2.^ il cantore,
POL POL 27
IO cnnonicl compresi il le(jlogo e peni- dificata e con titolo di contea la die al suo
tenziere, ed altri preti. Nella città non vi Simeone. Nel 1
figlio
299 pervenne in po-
è altra chiesa parrocchiale; fuori di essa tere di Giovanni Ruffo, indi sotto Giovan-
trovasi l'ospizio de' certosini, ed un con- na l l'ebbero Gabriele e Luciano Grimal-
vento di francescani. Vi è pure il semi- di. Ne fu pure signore Antonio Petrucci,
nario con alunni. Il Rodotà , Rito greco poscia Giovanni Carafftidi Spina beneme-
in L'alia^ t. r, p. 356, narra che nell' Vili rito del regno, sotto i cui successori fu pre-
o IX secolo fu introdotto in Pii vello, città sa, diroccata e saccheggiata dai turchi nel
della diocesi di Policp.stro, ed ivi per lun- 1542.
go tempo fu rispettato e pressoché segui- La sede vescovile secondo Comman-
lo da tutti. Si videro ivi sorgere le col- ville fu eretta verso l'anno 5oo, e fatta
legiale con arcipreti, di s. Maria del Pog- siìffraganea di Salerno, di cui lo è anco-
gio numerosa di clero greco, e di s. Ni- ra, dicendola succeduta alla sede di Bu-

colò composta di sacerdoti Ialini. Ne'pri- xentnin (^.), della quale meglionetrat-
mi tempi parrochi de'due riti procede-
i ta V Italia sacra, 1. 10, p. 32, registran-

rono pacificamente nelle cure divise delle do 3 vescovi R.ustico che fu al concilio
:

loro anime, e gli ecclesiastici greci della romano 5oi; N. per la cui morte s.
del
diocesi ricevevano gli ordini sacri dal ve- Gregorio I nel 5g2 ne affidò la visita a
scovo di Policastrodi rito latino, non tro- Felice vescovo d' Àgropolij e Sabbazio
vandone del loro. Ne'primi delsecoloXVI che disputò contro monoteliti nel con- i

il rito greco decadde per gli oltraggi che cilio romanodel 640. Lucenzi annotato-

i chierici ricevevano dai latini, laonde il re d'Ughelli osserva che nel 1079 » ^^"
K clero greco verso il 1^72 domandò ed ot- ordinarsi s. Pietro Pappacarboni in vesco-
tenne dispensa da s. Pio V di passare al vo di Policastro, si rinnovò la sede vesco-
latino, ciò che fece eseguire il vescovo Spi- vile di Buxento e se ne restituì la digni-
sehbene i greci si fossero pentiti del
nelli, tà. Ili.° vescovo di Policastro fu il detto
cambiamento. La collegiata di s. Maria Pietro patrizio di Salerno, monaco della
continuò ad essere uffiziata dai greci di- Cava, nominato col voto del popolo e di
venuti latini ; ma in seguito la maggio- Gisolfo principe salernitano. Questo de-
ranza di matricità e le prerogative d'o- gno prelato non resse a lungo la sua chie-
nori tra due collegiate furono cagione di
le sa, perchè rinunziò dignità nel 1079,
la

gravi contese, massime per le pretensioni pochi mesi dopo la sua elezione ritor- ,

della già collegiata greca sulla latina di nando suo monastero di cui diventò 3."
al

s. Nicolò. Piicorsi alla s. Sede, questa nel abbate, econtai gradofuaiconcilii di Be-
1746 proferì la decisione in favore del- nevento e Melfi, ottenne pe'suoi abbati da
la chiesa di s. Nicolò e di preminenza Urbano II, del quale era stato precettore,

su quella di s. Maria, la quale dacché da l'uso della mitra; indi rinunziata l'abbaziti
greca divenne latina riguardavasi come mori nel 1 1 2 3, tumulalo presso lo zio s.
fu
membro dipendente dall'altra collegiata. Alferio, e meritò d'essere annoverato fra
Policastro venne edificata sulle rovine di i santi, riportandone Ughelli la vita, 1"
Velia, antichissima colonia di Sibari, la talia sacra ^ t-
7> P- ^4^ ^ ^^S* ^' 2.° ve-
quale fu famosa per possanza, per la sua scovo di Policastrofu Arnaldo, ricordato
corruzione (ne farò parola a Pranzo) e per in un documento deli i io. Non si cono-
la sua caduta, Strabone la crede succeduta scono i di lui successori fino al pontifi-
a Pitunzia. Anticamente fu Policastro cit- cato d'Innocenzo III, sotto il quale N. ar-
tà di qualche considerazione, ma venne ro- ciprete di Saponaria ne' Marsi dal capi-
vinata da Roberto Guiscardo nel i o65, in- tolo di Policastro fu eletto vescovo pre-
di dal re Ruggiero fu magnificamente rie- via la pontificia licenza. Innocenzo III nel

\
a8 POL POL
131 approvò l'elezione, annuliando riti-
1 chi Spinelli napoletano, già dlNeocastro;
trusione nella sede di Giacomo medico indi fu vescovo Filippo cardinal tS/^//u/-
di Federico II. Gli successe Guglielmo //,del quale come de'precedenti cardina-
de Licio francescano del 1222. Per gua lisono a vedersi le biografìe. Paolo V gli
liioi te una parte del capitolo elesse l'ar- surrogò nel i6o5 Ilario Cortesi teatino
cidiacono, ma Gregorio IX nel 1287 cas- napoletano dotto e virtuoso. Urbano Vili
sandone N. in vescovo.
l'elezione destinò nel 1 63o nominò Urbano Felice aquilano
Il cardinal legato nominò 6."* vescovo Gio- che nel i632 celebrò il sinodo e lo fece
vanni Casteilomata nobile di Salerno , stampare in Roma, egregio autore di va-
raccomandato dal capitolo e confermato rie opere.FilippoGiacobi nobile di Mes-
nel1254 da Innocenzo IV. Gli altri ve- sina nel i655 tenne
il sinodo diocesano,

scovi degni di particolar memoria sono : fu acerrimo difensore dell'immunità ec-


Francesco Capograsso salernitano già de- clesiastica, e nel palazzo vescovile d'Ur-
cano di Capua, consagralo nel 356 da i sacia operò ampliazioni, lo rifece, restau-
Innocenzo VI. Nicola abbate di s. Gio- rando memoriede'suoi
nella sala tutte le

Tanni a Piroeletto dal capitolo, nel i4i 7 predecessori. Qui noterò, che il vescovo
lo conferirlo Martino V. Carlo napoletano, di Policaslro era signore di Torre Ur-
agostiniano e dottore esimio in teologia, sacia e di Torre Petrasia luoghi della dio-
nel 1445 'o c>'*^ò Eugenio IV. Nel 1468 cesi. Vincenzo de Sylva nobile napole-

Enrico Languardo palermitano e dome- tano e domenicano degnamente fu fatto


nicano, confessore regio. Nel i47' ^^* vescovo nel 1671 rifabbricò l'episcopio
:

briele Attilio di Lucania peritissimo nel- di Policaslro, celebrò il sinodo, difese le


l'idioma latino, lepido poeta, in somma ragioni di sua chiesa contro Fabrizio Ca-
estimazione nella real corte e precettore rafa conte di Policastro, che armala ma-
di Ferdinando re di Napoli. Gli successe no assalì l'episcopio d'Ursacia, onde sen-
liei 4^5 il domenicano Girolamo A Iraen-
1 tenziò r interdetto e nel 1679 fu trasfe-
sa napoletano, esperto teologo, pieno di ritoa Calvi. Gli successe Tommaso de Ro-
prudente esperienza, in gran reputazio- sa vescovo di s. Angelo, the si pacificò col
ne della corte clie lo spedì ambasciatore conte, riparò la cattedrale che minaccia-
ad Alessandro VI. Nel 493 questa chie- 1 va rovina, scrisse opere erudite, e moren-
sa fu data in commenda al cardinal Lui- do in Ursacia fu sepolto nella chiesa par-
gi d'^rngona, il quale col diritto di re- rocchiale con isplendido elogio. Giacinto
gresso nel 5o4 la cede a Bernardino Lau-
1 Maradeo nel 1696 lodalissimo, morì in
reo spolelino, e neli5i6 a Giovanni na- Ursacia, lasciando erede la cattedrale, ove
poletano. Neli53o fu fatto amministra- fu tumulato con magnifico elogio. M.An-
tore il cardinalBenedetto^cro/f/, che la toniode Rosa napoletano, eleltonel 1 7o5,
rassegnò nel i535, per cui Paolo III la rifece in miglior forma la cattedrale, re-
conferì al cardinal Palmieri, ìndi per sua staurò il seminario, concesse de' beni ai
morte nel 1 53 7 fece vescovo Fabrizio A r- benefìcii ecclesiastici di s. Mauro e di s.

cella nobilissimo napoletano, traslato da Michele, difese la chiesa contro il conte


Bisignano. Lo s lesso Papa nel i542 eles- di Policastro, e fu sepolto in Ursacia pres-
se amministratore il cavàìnal Gambara, so lo zio. Andrea Roberti nel 1 7 i 3 fu tra-
il quale con regresso nel che 1 543 lasciò sferito da Ragusi e con questi nell'Ughel-
gli succedesse Nicola Francesco Massanel- li si termina la serie de' vescovi, quale si
la napoletano, morto nel 1577. Gli fu so- continuò nelle Notizia di Roma sino al-
stituito Lodovico de'conti Benti voglio bo- l'odierno mg.^' N icola M.^ Ladislao di Sar-
lognese, che neli58i Iraslalo a Città di no de'redentoristi, trasferito da Bova nel
Castello^ gli successe Ferdioando de'du- 1824- Ogni vescovo è tassalo iu 4^0 fio-
POL POL 29
lini , essendo le rendite circa 2000 du- Vantando aver goduto per mollissinù
di
cali con qualche peso. La diocesi sieslen- anni la benevolenza dell' illuslre porpo-
deper4o miglia econtiene le anticheab- rato el'adezionede'degni fratelli, mi go-

bazie di s. Nicola in Bosa, unila al capi- de l'animo ancheiu questo articolo di tri-
tolo Valicano, e di s. Giovanni a Piro del- butar loro un affettuoso omassio di rive-
l'ordine di s. Basilio, unila alla cappella rente ammirazione, che sebbene tolti al-
Sistina di s. Maria Maggiore, di cui par- losguardo mortale, vivono ancora presen-
lai nel voi. XII, p. 121. ti al pensiero e al cuore di quanti li co-
POLICRONIO, Polycronìon. Inno di nobbero. Paolo fu mandalo come i fra-
acclamazione con cui nella chiesa diCo- telli agli studi dell'università di Perugia,
slanlinopoli il propalaste o primo can- e quelli con somma lode e felice succes-
tore implorava da Dio per gì' imperato- so compiuti^ passo in Roma nel 1
797. De-
ri una lunga e felice serie d'anni, corri- dicatosi allo stato ecclesiastico^ 3 anni do-
spondente all'augurio de'Iatini Ad nml- : po ottenne il sacerdozio. Dimostrando in
tos dnnos. /^.Natale, Acclamazioni, Do- ogni allo un vivo esempio di clericale vir-
mestico, Palazzo Lateranense, Hosan- tù, percorlesiaed eloquenza di modi soa-
WA,DoMiNUS,ed il Buonarroti wq P'etri aii" vissimi , risplendente per singoiar pietà
tichi. Dell' elezione del Papa per accla- e prudenza, perito nella teologia, profon-
mazione parlai nel voi. XXI, p. 212, 217, do nel giuscanonico, il vescovo di Viter-
218, 219. bo Conuestabili bramò averlo per vica-
POLIDORl Paolo, Cardinale. Nac- rio generale nel 8o3 ufficio che funse
1 ,

que in Jesi (V. il voi. XXXVIj p. 263) 3 anni con gran beneficio della diocesi.
da civile famiglia di Loreto, cui saggi i Restituitosi in Roma ebbe la coadiutoria
genitori furono solleciti di educare la pro- d'un canonicato di s. Maria in Via La-
le in modo
che furono ampiamente be- ta, quindi subito il celebre cardinal An-
nedetti da Dio, imperocché con tre figli no- tonelli decano del s. collegio e vescovo di
li e due figlie tutti si videro consagrare Ostia e Velletri lo dichiarò suoaiulanle
al Signore, quelli abbracciando lo stato di studio e vicario generale del vescova-
ecclesiastico, queste professando voli sot- i to d'Ostia, non checonvisitatoreper la sa-

to la regola di s. Benedetto. Luigi il mag- cra visita in Ostia e in Velletri, ma am-


giore, sacerdote, meritò l'amore e la con- bedue soltanto poterono in persona com-
fidenza del conte Mellerio di Milano, il piere quella della città di Cori nel 1807,
cui nome è elogioj coltivò la classica let- a cagione delle circostanze politiche del-
teratura, col suo vasto ingegno e profon- l'occupazione imperiale francese: gli atti

da erudizione potè pubblicare diverse dis- della visita scritti con quell'aurea latinità
sertazioni di archeologia sacra , del suo tanto famigliare a Paolo, furono altamen-
sapere e delle sue virtù aveiydone parla- te encomiati da desiderarsene la slampa,
to Paolo Ballerini con necrologia ripor- sia per la purezza della lingua attinta da
tala negli Annali delle scienze relig,, se- classiche fonti, che perlebellee sanie nor-
rie 2." voi. 6, p. 147. L'encomiai co'fra- me delle regole ecclesiastiche e de' sacri
telli nel voi. XXXlX,p. 2 12; essendo il canoni in cui era tanto versalo. Occu-
2.° Arcangelo, da Gregorio XVI fatto ve- pata Roma dai francesi. Paolo essendosi
scovo di Foligno, che celebrai nel voi. distinto pel suo zelo e attaccamento al
XXV, p. i4i; il 3.** è Paolo di cui par- pontificiogoverno,fuimprigionatoequin-
lai in più luoghi del Dizionario, da lui di deportato in Milano. Fu allora che il

assai gradito, sino a pregare più volle a- fratello Luigi colpito d'acerbo dolorecor-
morevolmenle Iddio affinchè me lo faces- se in quella metropoli per essere di con-
se compiere a sua gloria e della s. Sede. forto all'amato fratello e per le contrat-
3o POL POL
te ragguardevoli amicizie vi si slabifi. A- ni cardinalizie, lo fece prefetto di quel-

ventlo l*uolo riacquistala la libertà, si con- la della disciplina e nel 1841 di quella del
dusse a Loreto e dimoi ò sino al 8 4*
vi 1 concilio, come dissi nel voi. XVI, p.
1
791

In (|uesl'anuo restituito Pio VII alla sua e 192. Nel 184*2 lo dichiarò abbate com-
sede, tornando Paolo in Roma, fu dal Pa- mendatario e ordinario di Snbiaco, ed agli
pa ascritto tra 'cani erieri d'onore. 11 nuo- 1 I febbraio i844 'o consagrò vescovo di
vo vescovo d'Ostia e Velletri, rispettabi- Tarso in partii iis. Inoltre Gregorio XVI
le cardinal Mattei, aflìdò a Paolo la di- lo deputò direltoredell'arciconfraternila
rezione di tutti gli affari delle due dio- degli amanti di Gesù e Maria e protet-
cesi, ed opera di questi fu il sinodo del tore di altrii3 sodalizi, de'rainimijdi Je-
1817, poi pubblicato colle stampe e pari- si e altre 1 5 città e luoghi, del monaste-
menti lodalo per l'erudita latinità degli ro di Falleroneedella collegiata di Can-
atti. Anclie il can. Dauco, nella 2." edi- tiano. Intervenne al conclave del 1846 e
zione della Storia di Vtlletri , encomiò contribiììall'elezione del regnante Pio IX,
il Polidori per ambedue le compilazioni. cui era legato con sensi di tenera amici-
Quando l'insigne prelato Mazio fu spe- zia ed estimazione. Coli* avanzarsi negli
dilo in missione diplomatica all' estero ,
anni si aumentò in lui il nobile comples-
ebbe a sostenere le sue veci comeoCgre- so di sue rare virtù, del pari che la sa-
tario delle lettere latine ^ quale perfetto cra scienza,onde si rese caro all'univer-
elegante scrittore e dotato di estese co- sale,modello di edificazione, infaticabile
gnizioni pel rilevante impiego. Per que- e laborioso nel disimpegno delle còse a
sti ed altri onorevoli servigi prestati al- lui commesse, amplissimo ornamento del

la Pio VII lo rimunerò prima


s. S)t(\Q y senato apostolico, per cui fu da tutti sin-
col nominarlo canonico della patriarca- ceramente pianta la sua perdita. Morìin
le Liberiana, e poi nel 1823 conferendo- Roma 2 3 aprile 1847, ^' ^""' 7*^ "^"^
a'

gli la prelatura domestica. Leone XII lo compiti, dopo lunga e penosa infermità
promosse a segretario della congregazio- sopportata con mirabile rassegnazione.
ne concistoriale, cui è congiunta la cari- Le solenni esequie si celebrarono coll'as-
ca di segretario del sacro collegio, pel qua- sistenza del Pontefice, dolente per veder
le gravissimouffizio nelle sedi vacanti per tolto alla Chiesa uno de'principali soste-
morte di Leone XII e Pio Vili entrò nei gni, nella chiesa di s. Ignazio, ove fu se-
due conclavi, disimpegnando le attribu- pollo innanzi l'altare di s. Luigi Gonza-
zioni di segretario di stato, compiendo- ga, a tenore della testamentaria disposi-
ne con sommi encomi le parti tutte ine- zione. Il degno e chiaro parente cav. Cle-
renti. Eletto papa nel 2.° conclave del mente Folcili gli pose onorevole iscrizio-
i83i Gregorio XVI, per l'amore e la ne marmorea stemma.
col gentilizio
grande stima che ne aveva per alcuni ,
POLIEUCTO Eia uffi-
(s.), martire.
giorni gli fece esercitare il segretariato di ciale nelle truppe romane, che stavano
stato e poco dopo lo nominò segretario a quartiere a Melitina, nella piccola Ar-
della congregazione del concilio, oltreché menia. Quantunque pagano, aveva stret-
appartenne ad altre congregazioni, ado- ta amicizia con Nearco cristiano zelan-
perandolo ne'piu delicati e gravi affari di tissimo, e questi gli parlò con tanta for-
quel memorabile pontificato. In premio za della religione cristiana, che lo indus-
di tante benemerenze, a'23 giugno 1 834 se ad abbracciarla. Conosciuta la verità,

lo creò cardinale pretedi s. Eusebio, don- Polieucto non desiderò più che di ren-
de Io trasferì al titolo di s. Prassede per derle testimonianza collo spargimento del
quanto notai nel voi. XII, p. io. Lo an- proprio sangue. In fatti, accesosi il fuo-
noverò a II delle primarie congrcgnzio- co della persecuzione, avendo dichiara-
POL POL 3i
(o [Hibblicanìente ch'egli era cristiano, malcontento di lui lo rilegò nella delta
venne preso e condannato a soffrire la abbazia. Nella quiete di quella solitudi-
più crudele tortura. Né tali tormenti, né ne die principio all'eccellente poema. All'
le lagrime di sua donna Paolina, de'suoi li-Lucrezio, che poi gli fece tanto onore;
figliuoli e di suo suocero valsero a vin- conosciutasi la sua innocenza nel 1702
cere la sua costanza, per cui fu condan- fu richiamato in corte e restituito agli an-
nato a perdere la testa. Mentre veniva con- tichi ministeri, nominato nel 1706 udi-
dotto al supplizio, esortava gl'infedeli ad tore di rota, si guadagnò la stima di Cle-
abbcindonare le loro superstizioni pera- mente XI. Indi nel 1 709 il re lo manda
dorare Gesù Cristo, ed ebbe la consola- in Olanda plenipotenziario al congresso
zione di convertirne parecchi.
Nearco di Gertruidenbergh col maresciallo d'U-
scrisse gli atti del suo martirio, che av- xelles, quantunque allora senza frutto;
venne durante la persecuzione di Decio, ma per morte di Giuseppe I s'intavolò
ovvero di Valerìano, cioè circa l'annoaSo un nuovo piano di pace, conchiusa nel
o 257. 1 cristiani seppellirono il suo cor- I7i3in Utrecht dal maresciallo e da Po-
po a Melitina, ove nel IV secolo trova- lignac per la BVancia. Ivi prima di se-
vasi una chiesa a lui dedicata, e ve n'era gnarla ricevè la notizia che Clemente XI
altresì una magnifìca a Costantinopoli a'3ogennaio 1718 loavea pubblicalo car-
sotto l'imperatore Giustiniano. I greci ce- dinale prete ad istanza di Giacomo III
lebrano la festa di s. Polieucto a*9 di gen- re d'Inghilterra, ricevendo la berretta pel*
naio, e il martirologio romano ne fa men- istrada tornando in Francia, vicino adAn-
zione a'i3 di febbraio. versa in paese cattolico, secondo il con-
POLIGAMIA. V. Matrimonio § IH. venuto ; laonde dalla corte fuprovvedu-
Poligamiti si chiamarono quelli che pre- to di 4 ricche abbazie e fatto maestro
tesero poter l'uomo aver più mogli con- della regia cappella. Nella reggenza del
temporaneamente; tali furono gli ebio- duca d'Orleans, divenuto sospetto al mi-
niti, i valentiniani e altri eretici. nistero, nel1 7 8 gli fu intimato di ritirar-
1

POLIGNACMelciijorre, Crtr^/«rtf/e. si nella sua abbazia d'Anchin e vi restò

Nacque in Puy, ove il padre era gover- 3 anni tranquillamente, continuando i


natore, d'antichissima famiglia, una delle 5 libri del suo nobile poema. Uscito di
più illustri di Francia, visconti e marche- tutela Luigi XV graziosamente nel 1722
si di Chalenson. Il rapido progresso dei lo richiamò in corte, e lo ammise agli af-
suoi studi eccitò l'ammirazione nell'uni- fari più interessanti della monarchia. Por-
versità di Sorbona e nella corte. Lo straor- tatosi in Pioma pel conclave del 1724»
dinario suo talento, congiunto alle più l'eletto Benedetto XIII gli conferì il ti-

gentili e insinuanti maniere, alla nobiltà tolo di s. Maria degli Angeli, diverse con-
de' natali ed a vantaggioso aspello, gli gregazioni cardinalizie, e nel 1726 l'ar-

conciliò l'amore e la slima del pubblico. civescovato d'Auch, visitandolo nella sua
Nel 1689 fu conclavista del cardinal Bu- infermità. Divenne protettore dell'ordi-
glione e piacque ad Alessandro Vili, in- ne Trinitario e ministro di Francia pres-
di Luigi XIV lo nominò abbate di Buon- so la s. Sede, contribuendo a ridurre alla
porlo e nel 1698 spedì ambasciatore in divozione di essa gli appellanti dalla bol-
Polonia, ove restò in tutto il regno di Gio- la C//z7ge/i77f/5. Dopo l'elezione di Clemen-
vanni HI, alla cui morte inutilmente si te XII, cui si trovò presente, nel 1782
adoperòcon energico impegno perchè gli richiamato a Parigi, soggiacque a nuove
succedesse il principe di Conty. Richia- vicende dispiacevoli, però nel 1733 fu di-
mato a Parigi nel 1698, dopo aver per- chiarato commendatore dell'ordine dello
duto per istrada lutto l'equipaggio, il re Spirito santo.Studioso delle antichità, pò-
e

32 POL POL
tè inRoma farne scelta raccolta in mo- cliiesnedel monastero, riportando Ughel-
numenti marmo e metallo, sì ^vecÀ che
(li li la storia della traslazione; ma soppres-
latini, qnali collocò nel palazzo eli Pari- sa l'abbazia da Sisto V, le grosse rendi-
gi. Finalmente con fama d' uno de' più te furono assegnate per la fonduzione del
colli e scienziati del suo secolo, morì d'i- Collegio di Bonaventura (^.), presso
s.

i 74 • > d'anni 80, non


dropisia in Parigi nel la chiesa de'ss. Apostoli di Roma. Gravi
senza rimorso, per non aver mai visita- scrittori questionarono intorno le reliquie
ta la sua chiesa, sempre distratto dagli af- di delti santi martiri, delle quali dilTeren-
fari, e fu sepolto nella chiesa di s. Sul* ti opinioni, oltre l'Ughelli, eruditamen-
pizio. Le due sue disgrazie produssero te trattò Piazza che citai a Chiesa de'ss.
Veduti 'Lue lezio, poema ispiratogli dalla Vito Modesto, ove parlai della virtù
e
religione e dall'amore della virtù, detta- concessa da Dio a s. Vito contro morsi i

to dalla sana filosofìa, ed eseguito da un de'cani rabbiosi, cui ancora non è uma-
ingegno ornato di tutti fiori della elo- i na medicina che giovi, giusta il detto di
quenza e della poesia. Le diverse dispu- Ovidio, De Ponto lib. 2 per questo mo- ;

te avute in Olanda col famoso Bayle, su tivo il santo suol dipingersi coi cani ap-
Epicuro, Lucrezio e gli sceptici» furono presso, come osservò Pompeo Sarnelli ve-
l'occasione dell'impresa. Il poema, diviso scovo di Biseglia nato a Polignano, Lett.
in 9 libri, contiene il più notabile della eccl. t. 3, lelt. 6, profondo erudito che
fisica, della cosmografia e della storia na- ci diede molte pregievoli opere, da me
turale. Amò grandemente lescienze e pro- citate in questo mio Dizionario. La cat-
tesse le arti, gli artisti, i dotti egli eru- tedrale è dedicata alla B. Vergine Assun-
diti; in Roma
amato e ammirato da
fu ta patrona della città, in essa tra le altre

ogni condizione di persone. Se ne legge reliquie venerandosi il braccio e il ginoc-


l'elogio storico nelle Notizie Ic.Uerarie del chio di s. Vito, come attestano Alberti e
174^}?- 97 J "^''^ Memorie di Trevoux Ughelli. Quest'ultimo aggiunge, che il ca-
del 1741» ai't- 4^ J "^' Gabinetto curioso pitolo componeva dell'arcidiacono, del-
si

deUibri, l. 4» 12 i : ne scrissero la vita l'arciprete, di 2 primiceri, di 1 5 canoni-


P-
il vescovo Corsignani, nella parte 4*' biel- ci compresi il teologo e il penitenziere,
le P'ite degli arcadi illustrij ed il p. Fau- di altri chierici. L'arciprete ha cura del-
cherche pubblicò a Parigi nel 1777.
la le anime, non essendo parrocchie le al-
POLIGNANO, Polinianum, Polynia- tre chiese della città. Vi erano diversi
mini. Città vescovile del regno delle due luoghi pii, e Pietro della Tolfa signore
Sicilie, provincia della Terra di Bari, di- di Polignano nel i585 vi fondò il mona-
stretto, a 8 leghe da Bari presso l'Adria- stero di s. Pietro alle cistcrciensi. Il mar-
tico. E fabbricata sulla sommità d'un'e- chese di Polignano Marino Radolovich
Dorme roccia che sorge perpendicolar- fuori della città eresse ai minori osser-
mente sul mare, ed a pie di esso scoglio vanti il convento e chiesa di s. Maria di
vedesi la così detta grotta del palazzo, Costantinopoli, col sepolcro per la sua fa-

che ha 25o piedi di profondità, e nelle miglia originaria d'Illiria. Di essae in Po-
cui vicinanze sopra una lingua di terra lignano, che pur fu patria di altri uomi-
che sporge assai dentro il mare, giace il ni illustri, nacque il cardinal Radolovich
magnifico monastero dell'abbazia bene- (f^-) La mensa vescovile rendeva 800 scu-
dettina de' ss. Vito, Modesto e Crescen- diannui, ed ogni vescovo era tassato di
zia protettori della città, i cui corpi ivi 5o fiorini. Narra Ughelli, che Giulio Ce-
furono posti nel luogo detto Maria num, sare in odio di C.Mario avendo distrut-
verso il 672 da Florenzia eroina illustre to Mariano, non lungi dalla via Appia
e principessa salernitana, fondatrice della edificò una torre che prese il suo nome,
POL POL 33
quindi i greci fabbricarono Todierna cit- rale il Vito abbate di s. Vito. Rao-
fratello
tà in salubre luogo, ferace dei prodotti no o Paolo de Castro Mediano di Lecce
della terra. Fu contea e poi marchesa* francescano, esimio teologo dell 4?. 4j"^or-
to, alquale spettava ancora la città di to nel i46o e sepolto in s. Francesco di
Mola sul mare, con forte rocca. Incerto Lecce, il cui convento ampliò. Neh 468
il tempo dell'origine della città, neppu- amministratore il cardinal Latino Orsini
re si conosce quando ricevè con sicurezza (V), che ebbe a vicario generale il ve-
il lume della fede. scovo diBoiano. Nel 147^ Giacomo To-
La sede vescovile fu eretta nel secolo raldo nobilissimo napoletano, assai lo-
Xe fatta suffraganea di Bari, finché Pio dato. Michele Claudio, di cui parlai nel
VII colla bolla Z?e utiliovi, ai 26 giugno voi. XXXII, p. 39. Giacomo Framarino
1818 la soppresse ed unì al vescovato di patrizio di Giovenazzo nel i5i7 lodato
Monopoli (^'.). Il i.° vescovo fu Pietro per virtù. Nel i54o a'i4 luglio ammi-
di cui sene ignora l'epoca. Il 1° vesco- nistratoreil cardinal del Monte, che si

vo fu Riccardo I delio35, dopo il quale dimise dopoun anno, poi Giulio III (V.).
non si trova memoria, se non che Riccar- A'28 novembre i54i Rosimano Casa-
do Ilviveva nel 1 1 o3, Ambrogio nel 1 1 1 6; massima di Bari chiaro giureconsulto, e-
Bonaventura nel ii4o. Nel iiyoMayo- dificò una chiesa alla B. Vergine,nel 1 544
ne nominato in una vendita fatta dal- cede la sede al nipote Pietro che mori in
l'arcidiacono di Polignarioa Giuditta fi- Roma nel 1570. Angelo Gazzino di Lu-
glia del vescovo e moglie di Maureliano go dotto teologo domenicano gli succes-
conte di Monopoli: in detto anno Gugliel- se. Nel 1572 Pier Francesco Ferri ma-

mo II re di Sicilia concesse privilegi e con- ceratese lodatissimo. Gio. Battista Guan-


fermò quelli che godeva l'abbazia dis. Vi- zato milanese sommo teologo, diletto e in-
to in Mariano. Arpinofu al concilio Late- timo famigliare di S.Carlo nel 1598. Gio.
ranensedei 179, cui scrisse Celestino III
i M.^ Guanzelli, del quale trattai nel voi.
in favore del monastero di s. Benedetto XLI, p. 214, degnamente governò fino
di Polignano, immediatamente soggetto al 16 19 e fu tumulato in cattedrale nel
alla s. Sede, per l'elezione dell'abbate. 11 sepolcro da lui edificato pei predecessori
medesimo Papa nel 1
194 circa deputò e successori. Francesco Nappi nobile an-
Processo con altri vescovi in una causa conetano nel 16 19, di grandi meriti, go-
tra il vescovo di Gallipoli e l'abbate Ne- vernatore di diverse città dello stato pa-
ritino. Riporterò tra'successori quelli me- pale, morto in Ascoli. Nel 1629 Girola-
ritevoli di particolar memoria. Bonagiun- mo Parisani nobile tolentinate pruden-
ta Boscholi nobile fiorentino del i332. tissimo. Antonio de Pezio nobile napole-
Nicola domenicano di Bari del i35i, di tano chiaro per virtù nel i638, traslato
cui è un singolare monumento in catte- a Sorrento. Vincenzo Pineri di Monte-
drale. Nicola abbate e canonico di Ta- fiascone conventuale nel i65o, ornò la
ranto cappellano del Papa del 1 363. Pa- cattedrale, aggiunse al campanile un al-
vo de Griffis nobile di Giovenazzo,con- tro piano, ristaurò e ampliò il palazzo,
sagrato nel 1378 da Urbano VI, che lo compì la serie degli stemmi de'predecesso-
spedì nunzio in Boemia, traslato a Tro- ri, migliorò le rendite, istituì la confra-
pea nel 1390: al suo tempo l'antipapa ternita del purgatorio, donò sei candel-
Clemente VII v'intruse Pasquale e An- lieri con croce d'argento di stupendo la-
gelo. Lupulo de Laco canonico di Mono- voro alla cappella de'ss. Vito, Modesto e
poli nel 1 390. Angelo o Anglono nel 1 Crescenzia, rinnovò quella del Crocefis-
39 1
poi visitatore apostolico del celebre mo- so. Nel 1672 Scipione de Martinis di Mu-
nastero di Subiaco, ebbe a vicario gene- ro traslato da Mariana, provvide di me-
VOL. LIV. 3
7

84 POL POL
clicie iii£t1ìciiiAli i bisognosi, fece dorare la pìetto della nobilissima casa Borgliese, in
cappella dc'saiiti patroni. Nel i G8 1 Igna- cui trovasi miracolosa immagine di No-
la

zio M/Fiumed'A versa domenicano, com- stra Signora che nel 1661 aprì gli occhi.
plesso di \irlù e dottrina, come si rileva Tra gli uomini illustri di Bomarzo al-
dalle opere, donò 6 vasi d'argento ai cuni noverano Sahiniano (V.) Papa del
santi proteltorij caritatevole coi diocesa- 6o4, secondo il Biondo citato da Massa,
ni,morì santamente. Nel 1694 Gio. Bat- De orig. et rebus falisco rum. 11 territo-
tistaCapilupi di Matera dottissimo, caro rio in piano e in colle è ferace di produ-
a Innocenzo XII, largo. coi poveri, rifece zioni, come osservò Calindri, Saggio del-
l'episcopio, abbellì diverse cappelle, assai Su Polimarzio
lo stato pontificio p. 197.
lodato morì in Roma e fu sepolto in ss. o Bomarzo abbiamo le importanti Me-
Cosma e Damiano. Gli successe nel 1 7 1
morie archcologico-storiche sulla città di
Pietro Antonio Pino nobile di Matera, ze- Polimarzio oggi Bomarzo , scritte dal-
lante e pietoso pastore, ornò la cattedra- l' arciprete Luigi Vittori, Roma pel Mo-
le con pitture e altre decorazioni. Con naldi 1846. Su queste l'ab. Pietro Arte-
questi rUghelli, Italia sacra t. 7, p.748> mi pubblicò un sunto con erudita lettera
ù t. io,p. 323, termina la serie de' vesco- nel voi. 5, p. 2 1 5 del Saggiatore roma-
vi, proseguita àd\\e Notizie di Roma ^ fi- no. In essa egli è d'avviso « che Poli-
no a Mattia Santoro di Bovino del 17 75, marzio fosse della Lucumonia Falisca, es-
che fu rultimo. sendo Faleria, ài presente Falleri, pros-
POLI MARZIO BOMARZO, Poly- sima alle terre Polimarzesi, onde leggesi:
marlium. Città vescovile del Patrimonio Polymartium oppidum HetruriaeinFa-
dis. Pietro, nella delegazione di Viterbo, liscorum finibus apud Maeoncm pa-
. . .

governo di Orte. Tra gli ediflzi va nomi- gumFaliscorum ... E giova qui ripetere,
nato il palazzo baronale eretto dal duca Faleria essere situata sul Cimino, là do-
Vicino Orsini nel Si^ sull'area dell'an-
i v'è oggi Falleri, luogo fecondo di tanti
tica rocca, con grandiosa architettura di monumenti già disolterrati,il qual giu-
Vignola, ornato di affreschi della scuola dizio è conforme alla storia e all'archeo-
dei Zuccari. Del tempo degli Orsini si logia; non potersi acconsentire per alcun
ammira un giardino con molte colossali modo all'opinione, che Faleria sorgesse
sculture, alcuni avanzi delle decorazioni un dì dove oggi è Monteflascone ". Sul-
che lo abbellivano ed un vago tempietto le diverse opinioni ove esistè Faleria,

eretto dal duca Corrado Orsini alla me- raccolsi alcune erudizioni in diversi ar-
moria di Giulia Farnese sua amatissima come Civita Castellana, Galle-
ticoli,

consorte. La chiesa principale e antica se,MontefiasconEjNepi, ne'quali parlai


cattedrale è dedicata a Maria Vergine, pure di Falleri. Circa poi la patria di s.
forse innalzata sulle rovine d'un tempio Anselmo vescovo di Polimarzio, l'ab. Ar-
idolatrico, che pei successivi ristauri non temi concilia le opinioni de'bomarzesi e
conserva la sua primiera architettura. Al- mugnanesi, con dichiarare loro comuni
tre chiese pur sagre alla Madre di Dio le patrie glorie per essere il castello Meo-

sono quelle del Pozzarello fuori le mura niano V antica Meonia o luogo di essa,
della città, fabbricata nel 161 3, in cui si attualmente M
ugnano, \\xo^o appodiato
-venera la sua prodigiosa immagine di- di Bomarzo, parte dell' antico Polimar-
pinta sopra una tegola ; altra simile im- zio; perciò s. Anselmo, nato in Meonia-
magine è nella chiesa della Madonna del no, equivale al dire che gli fu patria Po-
Piano costrutta nel 7 1 o ; la chiesa della
i limarzio per esser Meoniano contrada o
Misericordia è sotto 1* invocazione della luogo della città.

Vergine delle Grazie; ed un vago tem- A Lidia dissi che il suo regno si chia-
POL POL 35
ino Mconia^ ed a questo ailicolo parlai con fortificazioni e torri , onde munito
(Iella Sede vescovile nella provincia omo- dalla natura e dall'arte ebbe a sostenere
nima, ed appiendesi dai geografi che Meo- vari assedi, come nel i4^5, in cui lo fe-
nia, contrada dell'Asia minore, fu quella ce espugnare Martino V Colonna e de-
parte della Lidia situata verso il monte molirne le fortificazioni. Fu patria, al mo-
Tmolus, emeonii furono detti gli abitan- do detto, di s. Anselmo vescovo di Poli-
ti della Lidia, così i lidii stabilitisi nel- marzio, di Pietro possente signore che e-
l'Elruria. Ciò premesso, il zelante della difìcò uncastello cui die il proprio no-
patria istoria citato Vittori narra, che i me, di Simorietto generale delle mili/ie
lidii o meonii condotti da Tirreno, dal di Pio II, di Biagio Sinibaldi intrepido
greco arcipelago trasmigrati in Italia in- viaggiatore.
nanzi la guerra di Troia , si stabilirono La memorata Meonia, grandiosa ne-
nella regione Etrusca, che perciò fu pur cropoli etrusca di Polimarzio, fu ferace
detta lìhonia^ fondando la colonia nella di tombe etrusche,di sarcofaghi, d'ope-
parte superiore della riva del Tevere nel re di plastica, di copiose figuline e stovi-
piano poi denominato Pian Meoniano glie preziose per la loro varietà, di splen-
presso Bomarzo, probabilmente ove edi- didi vasellami con pitture di rappresen-
ficarono Polimarzio o Città di Marte lo- tazioni simboliche o con soggetti mito-
ro dio tutelare, nel cui agro eressero in logici, eroici e storici; nonché di rare pie-
suo onore un tempio cioè presso Mu- , tre incise, di avori lavorati, d'un prodi-
gliano nella contrada polimarziese chia- gioso numero di medaglie, di bronzi, di
mata Blavortana da Ma\'ors, Marte, vi- ori, di armi e arnesi militari, ricchezze
cinoal famigerato lago Fadìnione, di cui archeologiche che esercitarono dotte pen-
sono contermini i colli di Polimarzio (o- ne e bellamente descrisse con ricerche sto-
ve oggidì è Laghetto vicino a Bassano
il riche (massime nella topografia forma ,

nella Teverina), tenuto per sagro dagli delle celle e urne sepolcrali, delle pittu-
etruschi e dai romani, dappresso al qua- re, de'fregi, bassorilievi e iscrizioni etru-
le restò spenta la liberta etrusca. Inoltre sche) e artistiche V encomiato arciprete
i meonii innalzarono lunge quasi un mi- Vittori; alcuni de'quali monumenti pas-
glio dalla città del nume tutelare e qual sarono a decorare il Museo etrusco (F.)
parte di essa o sua fortezza (come lo fu- eretto in Vaticano dalla sapienza dell'im-
rono Castelluzzo, Bocchette, Castello e mortale Gregorio XVI, altri a formare
altre di cui si rinvennero diversi monu- il prezioso gabinetto del principe Mar-
menti, ma tutte costituenti sobborghi i c' Antonio Borghesebenemerito degli sca-
e la città di Polimarzio), altro luogo, al vi, da dove uscì quella classica tazzelta
quale diedero il nome di 3Ieonia, di cui di Bomarzo, contenente l'alfabeto etru-
sussiste coll'antica denominazione la va- sco, di cui parlai nel vol.XXXVJ, p. 16G.
sta sua necropoli , opinando alcuni che Vedasi Lettera del p. Ranghiasci so-
la

da essa sorgesse l'odierno castello di Mu- vra V alfabeto greco pelasgico etrusco riti'
gnano , fondati in diversi argomenti. In venuto nell'atliguenze di Bomarzo, Ro-
Mugnano fu un' abbazia di benedettini ma i85i. La totale rovina della necro-
propinqua alla chiesa di s. Liberato pa- poli polimarziese si vuole avvenuta circa

trono della terra. 11 castello nel i 194 si il V secolo dell'era cristiana, per opera
acquistò dai viterbesi, passò quindi agli de' goti e dei vandali. Non così accadde
Orsini, onde Matteo l'assegnò in feudo alla centrale Polimarzio, che per la forte
a Gio. Gaetanoche nel 277 divenne iV*- 1 e fÌAVorevole sua posizione trionfò del
colb IH (^.). La potente famiglia Orsi- tempo e della forza delle armi, come va-
ni diede al castello un aspetto guerresco do a narrare.

t
36 roL POL
Polimarzio^aldiredi Vittori, fu cospi- dosi al dominio imperiale nel pontifica-
cua città dell'epoca ctrusca e non mollo to di s. Gregorio II, facendo parte del du-
seconda alle altre nobili e popolose del- cato romano. Nel 740 occupala Bomai -
l'Etruria; la sua etimologia fu fatta de- zo di nuovo dai longobardi con tre altre
rivare da Plures ^/rt/Yc^, quasi che la città, per obbligare s. Gregorio 111, per
nioltiplicità delle battaglie accadute nel quanto notai a Orte, a consegnare Tras-
luogo deirodierna Comarzo dasse origi- mondo duca di Spoleto, inutilmente il
ne al vocabolo greco Polymartium. Si Pontefice si adoperò perchè fosse libera-
congettura che fosse governata dai lucu- ta, ciò che ottenne il successore s. Zac-
moni di secondo grado o soggetti alle lu- caria, al modo toccalo a BoMABzo. La for-
cumonie formanti la lega etrusco-italia- male consegna fu fatta dai ministri regi
na delle 12 metropoli, certamente con di Luitprando allo slesso Papa che da ,

leggi etrusche. Seguì ed politi-


i destini i Orle si recò a Bomarzo per riceverne il
ci sconvolgimenti dell'Etruria o Tosca- possesso. Non andò guari che Astulfo re
na, e con essa nel V secolo di Roma soc- de' longobardi avendo ripreso Bomarzo
combette al romane
valore delle armi e altre città, Stefano III coll'intervento
presso il lago Vadimone. Polimarzio fu di Pipino ne ottenne la restituzione; fi-

quindi colonia romana , ed i suoi citta- nalmente Carlo Magno ad istanza di A-


dini, comeOrte, furono ascritti in massa drianol estinse il regno longobardico, ri-
alla tribù Arniese o Arniense, col godi- conobbe e ampliò il civil principato della
mento de* relativi diritti. De' tempi ro- s. Sede, onde Bomarzo in seguito fu no-
mani si trovarono molte iscrizioni, le qua- minala ne' diplomi imperiali riguardanti
li ricordano le illustri famiglie romane e la sovranità pontificia, alla quale fu sem-
polimarziesì, non che innumerabili me- pre fedele inclusivamente nelle fazioni
daglie consolari e imperiali di bronzo e che divisero l' Italia, seguendo la parte
di argento, avendo Poli marzio sotto i ro- guelfa. Leggo nelle Memorie di s. Non-
mani conservato la sua grandezza e splen- noso p. 81 di Degl'Effetti, che fu neces-
dore. Invasa T Italia dai barbari alla me- saria la fortezza di Civita Castellana per
tà del secolo V di nostra era, la città di difendere il ducato romano, avendo ve-
Polimarzio o Bomarzo occupata da'goti duto espugnare nel 726 Gallese e nel
soffri levicende comuni a tutta la regio- 789 le città di Bomarzo, Amelia, Orte e
ne, non essendo riuscito al vescovo s. An- Bieda.
selmo di trattenere il re Totila dall' in- Verso il secolo X
Bomarzo ebbe i suoi
vaderla, ma pel prodigio operato da Dio duchi o signori feudali, soggetti alla ro-
in difesa del santo, quel barbaro conqui- mana chiesa, quali la fortificarono o per
i

statore umiliossi a lui. Vinti i goti da prepotenza o per difesa. Bomarzo nel
Narsete, successero nel SGg i longobar- 1 2 25 con l'aiuto di Viterbo, che ne pre-
di ad invadere le terre etrusche, ma Bo- se le difese, respinse gli orvietani che se
marzo con altre città opponendo forza e ne volevano impadronire, i quali erano
valore pari a quello dell'inimico, tratten- da buon numero di cavalleria ro-
aiutati
ne il corso di sue vittorie, finche soggiac- mana e da 200 cavalli senesi, come rife-
que al dominio di Agilulfo divenuto re risce Bussi, Ist.di Viterbo p. 118. Inve-
nel 59 1 ma per pochi
, anni, per il discac- ce racconta Monaldeschi, Comment.hist.
ciamento che fece de' longobardi Roma- d Orvieto il comune d'Orvie-
p. 4> che
no esarca di Ravenna. Liberata Bomar- to col consenso di Papa Onorio III fece
zo dal giogo straniero, sul cominciar del esercito, andò sopra Bomarzo con l'aiu-
secolo VII si pose sotto la protezione e to di 200 cavalli di Siena e 200 di Ro-
signoria de'Papi, poi del tutto sollmen- ma, e preso il castello lo distrussero. La
POL POL
37
testimonianza però deirarciprele Vitto- mente corse a Ronciglione. Questo me-
ri è secondo la narrazione di Bussi, dal morabile fatto d'arme che accennai pure
quale ancora si apprende, che nel 1293 nel voi. XLIX, p. i5>7, il Sansovino de-

Uffreduccio Risio, Veraldo e altri com- scrisse a p. 132 e seg. ^eWHist. di casa
padroni di Bomarzo, lo venderono al co* Orsina. Dipoi nel i5o3 le reliquie dei
mime di Viterbo insieme alla sua rocca ghibellini signoreggiando Bomarzo, Bar-
e cassero, alle torri, mura, fosse e forti- tolomeo d'Alviano generale delle milizie
ficazioni ond' era quasi inespugnabile. della Chiesa la restituì ai guelfi, ponen-
Divenne poi feudo degli Orsini (^.), e dovi in presidio i suoi partigiani e ami-
Matteo fu appellato Pater Palriae : be- ci. In seguito Bomarzo divenne ducato
nemerito della Chiesa, Gregorio IX gli della famiglia Lante[F.). La fedeltà dei
cinse solennemente il capo con fascia d'o- bomarzesi alias. Sede rifulse nell'inva-
ro, ed è la traversa che si vede nello stem- sione de' repubblicani francesi del 1798,
ma gentilizio degli Orsini. Nel i34o An- con atterrare più volte il vessillo demo-
selmo Orsini era signore di Bomarzo. cratico e rifiutando il maire. Nel i83i

L' implacabile duca Corradino Orsini colle armi valorosamente difese dai ri-
giunse a imprigionar la magistratura co- belli la sovranità di Gregorio XVI, ri-

munale nel carcere della ragione ed im- portando alcuni vantaggi sui medesimi:
pose eiiormi contribuzioni ai miseri cit- poscia spedì a Roma in deputazione al
tadini. Del tempo baronale vi sono re- Papa Gio. M.^ Popoli e Domenico Vit-
state negli archivi comunali orribili me- tori priore del comune, i quali furono ac-
morie, delle barbarie e prepotenze colle colti graziosamente e con paterna dilezio-
quali oppressero i vassalli con inaudite e ne ; ilsecondo in nome della patria rin-
immorali sevizie, oltre le squallide pri- novò tale omaggio nel i84i in Viterbo,
gioni sotterranee e gì' insidiosi traboc- reduce Gregorio XVI dal santuario di
chetti. Poco lunge dalla città tuttora e- Loreto, per attestare gli affettuosi sensi

siste l'antica rocca di Collecasale. Pres- di venerazione e sudditanza de' bomar-


so questa fortezza presidiata dagli Orsi- zesi. Dal 837 n'è benefico duca il prin-
1

ni a'240 26 gennaio 1497 '' duca Car- cipe Marc'Antonio Borghesi, che comprò
lo figlio di Virginio Orsini, colla piccola ì beni dei Lante insieme al titolo della
sua armata formala di vassalli, di peru- ducea.
gini, di lodini ealtri per soccorrere ^r^jc lume del vangelo probabilmente lo
Il

ciano assediato dall'esercito pontifìcio di ricevè Bomarzo o Polimarzio ne' tempi


Alessandro VI e difeso da Bartolomeo apostolici dai ss. Tolomeo e Eutichio, che
d'Alviano, per più ore arditamente com- avendolo diffuso nelle vicinanze di Pe-
battè e sbaragliò le milizie papali, che il rento e ritrovandosi essa cittadella Pe/t-
Pontefice avea mosse contro le terre di tapoli[P^.) limitrofa a Bomarzo, sembra
Virginio e altri Orsini quali aderenti dei che ancor questa ne fruisse, tanto più che
francesi. Il Reposati, Della zecca di Gub- s.Eutichìo era ferentinate. Quanto all'o-
bio t. I, p. 3 14, dice che la battaglia se- rigine della sede vescovile, il Vittori nar-
guì poco lunge da Soriano e Bassano ra, che dopo la metà del VI secolo nel
d'Orle : il cardinal Conati legato dell'e- ponlrficato di Gregorio I il vescovato
s.

sercito con Fabrizio Colonna si salva-


, di Polimarzio fu di molto aumentalo per
rono colla fuga ; Guid' Ubaldo I duca di la riunione della prossima sede di Feren-
Urbino fu fatto prigioniero in un al con* te (^.), la cui diocesi rimase a Polimar-
te di Nugolara e molti altri uomini di zio, perchè Bonito vescovo di Perento e
condizione , restando ferito il figlio del di Polimarzio sottoscrisse il concilio del
Papa duca di Gandia , che precipitosa- 649,0 per avere il Coleti, Italia sacra,
,

38 POL POL
l. IO, p. g3 (dopo riportati i Ire vesco- nesì sottoscrisse nel concilio romano del-
vi di Ferculo, Massiminodel 4^7, s. Bo- 1*826; Giorgio fu presente a quello del-
nifacio che fiori a* tempi dell'iniperalore l'853. Grimoaldo fu destinato con altri
Giustino, e Marciano che intervenne ai das. Nicolò I neirSGG legalo in Bulgaria

concilii del5^5 e 6o i) notato, che dopo per istruire que'popoli nella fede cristia-
il6o deficiente civiiate Ferculi, episco-
I
na, ed ungere l'arcivescovo: morto il Pa-
palem cathedram Polyniartium transla- pa prima che partisse, il successore Adria-
tam conjiciliir ex Bonito non tacendo , no II lo confermò nella legazione, ov'eru
l'opinione d'Olstenio, che Bonito possa a- ancora nell' 870. Tornato in Roma per
ver sottoscritto per le due sedi, che pe- essere stalo cacciato dai greci che pre- ,

rò oppugna con altre testimonianze che tendevano appartenere la Bulgaria alla


dicono da s. Gregorio I unita la diocesi giurisdizione del patriarca di Costanti-
Ferenlina allaBomarzese. Il principio di nopoli, senza il permesso di Adriano II,

questa è incerto, ma esisteva nel VI se- questi altamente lo censurò, con la tac-
colo, imperocché, morto il vescovo di Po- cia di aver seco recalo innumerabili ric-
limarzio, il clero e il popolo secondo la chezze. Il vescovo Marino fu decoro e

disciplina d' allora adunato nella catte- splendore della cattedra Polimarziese
drale per procedere all'elezione del suc- giacché nel pontificio nome presiedè al
cessore, prodigiosamente fu innalzato a celebre concilio d'Ingelheini (P^.) nel 948,
tal dignità il bomarzese 6. Anselmo cir- e fu bibliotecario della romana chiesa
ca la metà di detto secolo, il quale pare luminosa carica che conferivasi ai sapien-
che all'autorità episcopale riunisse anche ti e dotti. Lamberto trovossi all'inven-
la temporale. Pastore zelante e modello zione e traslazione de'corpi de' ss. Mar-
di virtù, fece asprepenitenze,e pianto nel- ciano e Giovanni nel 998 in Civita Ca-
la sua morte, accaduta negli ultimi pe- stellana, ed al concilio romano dell 01 5.
riodi del secolo VI, Dio lo illustrò coi mi- Dopo questi non si trovano altri vescovi

racoli, venendo sepolto in cattedrale, ed di Bomarzo ; nell'Ughelli, Italia sacra^


essendo il principale protettore di Bomar- t.io, p.i59, sono riportali i detti vescovi,
zo. Il Vittori ne riporta la vita e la leg- tranne Maurino, leggendosi di s. Ansel-
genda con commenti. L'Arlemi nelle Me- mo, che Polimarzio sacrwnque possidet
morie storiche della città e diocesi di Ba- s. Anselmi corpus, cujus pastorali cura

gnorea, pubblicate nel 1842, «egue le o- Con la


prefecisse fertur. diocesi di Bo-
pinioni di quegli scrittori che dicono s. An- marzo furono aumentale le limitrofe di

selmo nato inMugnano, alle quali il Vit- Or te, Viterbo e Bagnorea, ma sembra
tori rispose con diverse ragioni, quali fu- che la sede fosse congiunta a quella di
rono poscia conciliate con la Lettera ci- Bagnorea verso il secolo XI , cioè dopo
tata di sopra. Il 2.° vescovo chesi cono- il vescovo Lamberto, citando Vittori l'au-
sca è Bonito summentovato, sotto il qua- torità di Assemanni.
le la diocesi di Perento si crede incorpo- Leggo nel Supplemento alle Addizìo'
rata alla sede di Bomarzo, onde i di lui ni alla prima parte delle Memorie ist.
successori si sottoscrissero solamente co- della città di Nepi, cap. i, unadi sa mi-
me vescovi di Polimarzio o Bomarzcr.Bar- na delle Tliemone dell' arciprete Vitto-
baziano fu al concilio romano del 680; ri , scritta dal eh. p. Ranghiasci , in-
Maggiorino a quello del 72 1, ed a quelli titolala : Bomarzo Polimarzio del-
oli'ni

del ySi e 732. Giovanni trovossi al con- la regione falisca. Egli è di parere, che
romano del 753 e ricevette in Bo-
pilio i ruderi, la necropoli e le scoperte fatte
marzo s. Zaccaria. Maurino fu al conci- presso Polimarzio appellinoaì tempi pri-
lio di Laterano del 769; Àgato o Agate- mitivi dei pelasgi venuti da Tessaglia iu
POL •POL 39
Italia dopo i siculi , che crede i primi che non si debba annoveitire tra le città
abitatori del luogo, e non già dai meo* della Pentapoli elrusca de'falisci o Pen-
nii o lidii ossia dai tirreni, i quali secon- tapoli falisca nell' Elruria Gisminia. Fi-
do Erodoto vennero da Macedonia, vale nalmente, quanto al credere s. Tolomeo
a dire da quella parie chiamata (anche promulgalore del cristianesimo in Poli-
Retonia eTirrenìa da Tirreno figlio d'A« marzio, dice il p. Ranghiasci potersi ac-
ti o Atide re di Lydia o Lidia, e fratel- cordare; che sebbene nelle Meni. dlNepi
lo di Lidio) poi Meonia (i geografi rife- e. I, e. IO, p. 73, e e. 38, p. 261, avesse ri-

riscono che la Lidia j provincia d' Asia portato che il santo fosse il discepolo di
minore, fu denominata anche Meonia, s. Pietro, pure nel cap. i.^dellecitatey^^-
cioè l'alta e la bassa; questa fu detta Meo- ^/z/o/zi sostiene che s. Tolomeo fu vesco-
nia poi Ionia ), che diede uno de' nomi vo e martire del III secolo, fiorilo con Ro-
che portò /ittìf//^(/^.) in quella parte e ma- mano sotto Gluudio che per aver disfatto
re delle coste d'Etruria dallo stesso Tir- i il gotico jQ\\q regnò dal 268
goti fu detto
reno e dai suoi a poco a poco conquista- al 270, e perciò diverso da Claudio Ce-
ta , mentre i tirreni divennero padroni sare figlio di Druso, morto nel 54 di no-
di quelle toscane contrade dopo la deca- stra era.
denza de'falisci (di cui nel voi. XLVII, POLISTAURIO, Polystaurìum. Ve-
p. 283), cioè dopo che il loro duce Ale- ste o pallio sparso di molte croci, parti-
so di Micene (ne parlai ai relativi arti- colare ai patriarchi di Costantinopoli ed
coli fu ucciso da Fallante nella guerra
) agli arcivescovi greci di Gappadocia, Tes-
di Turno, onde falisci fecero lega coi fini-
i sa Ionica, Efeso, Corinto ec, secondo Ma-
timi etruschi, formando una sola nazio- cri. La descrissi in uno al significato nel
ne. Aggiunge il lodatop. Ranghiasci,che voi. XXII, p. 47» Polistaurio fu pure det-
1

in quell'epoca, come prova Nardini, for- ta la pianeta e altre vesti sagre tempe-
marono tutta una gente, giacché prima di state di croci , e perciò chiamate Multi-
tale alleanza i falisci possessori delle ter- cruciutJij usate dai vescovi greci, di cui
re di Polimarzio e delle altre propinque parlai nel luogo citato fu anche deno- :

erano separati e vivevano da sé, al dire minata Gamniadia(V.)


di Strabone. Inoltre opina , che se Poli- POLISTILIO. Sede vescovile della 2.*
marzio fosse stata una sontuosa città nei Macedonia nell'esarcato del suo nome,
tempi primitivi, ne avrebbero parlato le sutfraganea di Filippi, eretta nel IX se-
antiche storie, eche ancora Annio, citan- colo. Polistilio, Polystìlien, è ora un tito-
do Strabone, attribuì ai tirreni ciò che lo vescovile in partibus sotto Filippi.
spetta ai pelasgi- tessali. Gonchiude il p. POLlTEISMO.Credenzadi molti Dei,
Ranghiasci , che i ritrovamenti di Poli- sistema che ammette più Dei, pluralità
marzio sieno pelasgici- tessali od arcadici, di Dei, dalla voce greca PolyOteia, mol-
mischiati coi posteriori degli etruschi o titudine di Dei o molteplicità della Di*
tirreni, i quali fecero lega coi falisci già vinitày del quale vocabolo si servirono i

piima di essi conquistatori di quella re- santi Giustino, Epifanio e Agostino, co-
gione d'Italia che trovarono occupata dai me rileva Macri. Il politeismo è il Paga'»
avvertendo Nardini che in
pelasgi-tessali, nesimo(V.) unito ^W Idolatria (F.). Fu-
processo di tempo anche falisci ebbero i rono chiamati politeisti, dopo lo stabili-
comune il nome cogli etruschi. Crede poi mento della religione cristiana,quegli ere-
che il nome di Polimarzio sia piuttosto tici che seguirono ed ammisero il politei-

derivalo dalle formidabili guerre avve- smo: Basilide di Alessandria viene con-
nute in quella parte nel VI secolo; e per siderato il primo politeista, essendo stato
non dir di altro^ ritiene il p. Ranghiasci il primo che propagò la dottrina di molti
-

3o POL- POL
principfi supremi, e gli eretici suoi set- vorzio, offrendogli uno de'due vescovati
lari furono i Basilidianì (F.), ove par- di Winchester o di Yorch che ognuno
lai de'loro sistemi. Abbiamo di mg/ Aii- rendeva 3o,ooo scudi. Portatosi dal re
tonino de Luca vescovo d'Aversa: Rifles- per soddisfarne il desiderio senza compro-
sioni critiche sulla pretesa attitudine del mettere la propria coscienza, la provvi-
politeismo a preferenza del cullo ebreo denza dispose che non potesse proferire
e cristiano ad incivilire i popoli e a ren- parola di quanto si era proposto, ed in
dere le belle arti fiorentij Roma i83o. vece rappresentò sì vivamente la detesta-
POLLAN Roberto, Cardinale. V. bile azione, che il re non abituato a sen-
BOLLENO. tirsi contrariare con tanta libertà, irri-

POLLIONE (s.), martire. Era lettore tato fieramente per due volte fu in pro-
di Cibale, città della Pannonia, uomo di cinto di trafìggerlo con lo stilo. Invola-
grande virtù e assai ragguardevole per tosi pertanto dall'adirato sovrano, passò
la sua fede, di cui già avea dato non dub> in Avignone, indi a Padova, dove si con-
bie prove. Essendosi recatoin quellacitlà giunse in amicizia con Sadoleto poi car-
Probo, governatore della Pannonia sotto dinale, e altri dotti ed eruditi di que'tem*
Diocleziano, gli venne presentato Polivo- pi, che a lui cedevano nella eloquenza, per
ne, ed accusato che parlava degli Dei nel- averlo in credito del più eccellente ora-
la più oltraggiosa maniera. Sottoposto al- tore vivente. L' acquistala fama deter-
l'interrogatorio ed intimatogli di sagri minò il re a scrivergli onde riconosces-
iìcare, come prescriveva l'editto, vi si ri- se suo divorzio, promettendogli ampia
il

fiutò costantemente. Perciò il governa- ricompensa, ma n'ebbe negativa risposta,


tore lo condannò ad essere abbruciato vi- ritenendo illecito il divorzio e deploran-
vo; lo che fu eseguito lungi un miglio dal- do suo scisma. Il re che ad ogni costo
il

la città, a'27 aprile del 3o4. ^. Pollione voleva guadagnarlo al suo partito gli man-
è nominalo nei martirologi il di 28 di dò la propria apologia, a cui il Polo ri-

detto mese. spose col libro intitolato: Difesa dell'u-


POLO Reginaldo, Cardinale.De du- nità della C^/e.9a, dedicandolo allo stes-
chi di Suffolch del regio sangue de' re d'In- so Enrico Vili, con la prefazione diretta
ghilterra, illustre pel zelo della cattolica al figlio Odoardo VI, che si legge nelle
religione, per l'innocenza della vita e pei Amenità ecclesiastiche di Sehelchornio.
soavissimi ed aurei costumi, fu ben pre- Paolo III in premio di sì grandi meriti
stoprovveduto del decanato della chiesa e zelo ortodosso, e quale erudito nelle lin-

d'Oxfbrd. Di 19 anni si recò in Francia gue greca, ebraica e latina, perito nelle di-
prima in Parigi e poi in Pa-
e in Italia, scipline filosofiche e teologiche, come nel-
dova con grande ardore applicossi allo le sacre scritture, stabilì di elevarlo alla
studiodella filosofia e dell'eloquenza, con- porpora; laonde lo chiamò in Roma, per
traendo stretta amicizia con Bembo eCon- incaricarlo della riforma della disciplina
iarini poi cardinali, e con Caraffa poi Pao- ecclesiastica. Ma Polo conosciuta l'inten-
lo IV. Nell'anno del giubileo 1 525 por- zione del Papa, con preghiere e persua-
tossi in Roma e soddisfatta la sua divo- sive ottenne dilazione alla sua promo-
zione, ritornò in patria, ove la sua dot- zione. Non pertanto Paolo HI nel conci-
trina congiunta ad amabili e gentili trat- storo de'22 dicembre 1 536, mosso da in-
ti, lo resero l'oggetto dell'amore e del- terna ispirazione, lo creò cardinale prete
la slima universale. Avendo Enrico Vili de'ss. Nereo ed Achilleo. Ciò saputo dal
ripudialo la sua legittima moglie per u- re e montato in furore, lo privò delle ren-
nirsiad Anna Bolena, ambedue procura- dite ecclesiastiche, fece decapitare il fra-
rono guadagnarlo perché approvasse il di- tello, il nipote e la madre del cardinale set*
-

POL POL 4i
tuagenaria, col falso pretesto di rùacchi- XXXV, p. 8i e 82, quanto mirabilmen-
nar congiiwe, ed allreltanto avrebbe fat- te operò in Inghilterra pel ristabilimen-
to cogli altri fratelli, se con pronta fuga to del cattolicismo, qui aggiungerò che
noit si fossero salvati. Inoltre il re promi- tenne un sinodo in Lnmbalh, in cui fu-
se 5o,ooo scudi a chi avesse ucciso il car- rono fatti 1 2 decreti ed alcuni canoni, a
dinale, lo che tentarono 3 italiani e 3 in- fine di restituire all'antico stato la chiesa
glesi ; ma imprigionati, con eroica viriti d'Inghilterra, che si leggono in Labbé t.

il cardinale ottenne ai primi la libertà, i4, p- 1733, ed in Bercastel.il pai lamen-


e restò dolente che i secondi dopo bolla- to nel 1554 lo ristabilì ne'precedenti dirit-
li col ferro rovente fossero condannati in ti ed onori ; ed egli in nome di Giulio 1 li
galera. Altro sicario bolognese confessò presentò alla regina ed a Filippo II suo
poi di aver dimorato lungo tempo a Tren- marito lo stocco e berrettone, con la rosa
to per assassinare il cardinale,avendo per- d'oro benedetti, mediante lettera ripro-
ciò ricevuto buona somma di denaro da dotta da Rocca, Opere t. i, p. 210. Indi

Enrico Vili, il quale irritatisslmofece di- Paolo IV nel 1 555


promosse all'arci
Io
chiarare dal parlamento il cardinale reo vescovato di Cantorbery, ciò non pertan-
d'alto tradimento e tanto si adoprò col to gli sospese l'esercizio di sua legazione
re di Francia, che questi si scusò di ri- e sostituì a lui il cardinal Peto^ destina-
ceverlo, benché inviato a lui legato rt In- zione che, siccome dissi nella sua biogra-
tere per tentare un riconciliamento del fìa, la regina tenne occulta per non pri-
suo sovrano col Papa. Ritiratosi il cardi- varsi del richiamato Polo, divenuto pre-
nale in Cambiay sempre insidiato, per- sidente del consiglio reale e suo confesso-
chè non errasse per le Fiandre il vescovo re. 1 motivi che indussero il Papa a tale
di Liegi cardinal Mark gli offri per asilo risoluzione sono discrepanti negli storici;
lasua città, il che conosciuto da Enrico alcuni dicono per non essersi il Polo in Vi-
Vili fece grandi esibizioni al senato delle terbo dimostrato rigoroso quanto si con-
Fiandre se gli consegnavano Polo, il qua- veniva contro i sospetti di eresia; altri che
le senza turbarsi era disposto a sacriii- in Inghilterra fosse troppo condiscenden-
cnrsi per la religione e suo capo visibile. te cogli eretici ed i sacerdoti e religiosi
Ma richiamato in Roma dal Papa, gli as- ammogliati, poiché considera va quelli che
segnò guardie per sua difesa, nominan- erano caduti in errore come tanti fanciul-
dolo legato di Viterbo e del Patrimonio, li ammalati, che bisognava guarire e noa
poscia uno de'presidenti del concilio di uccidere; altri pel processo fattogli dal-
Trento, ove" col cardinal Pacecco difese l'inquisizione e presentato a Filippo li,

con grande ardore il mistero dell'imma- perché conoscesse procedersi per giustizia
colata Concezione (^.), per cui nel de- non per passione , essendo intrinseco di
creto sul peccato originale il concilio di- Carnesecchi eretico ostinato fatto poi bru-
chiarò non essere sua mente e intenzio- ciare da s. Pio V, e di Marc'Antonio Fla-
ne di comprendere in esso la Madre di minio sospetto in eresia. Avendo il cardi-
Dio. Nel 1 55o per sua virtù non fu elet- nale penetrata la sua sospensione, compo-
to Papa, per quanto narrai nel voi. XXI, se un'accurata apologia in sua difesa con-
p. 24' J l'eletto Giulio 111 gli permise ri- tro le procedure di Paolo IV, forse con
tirarsi presso Verona, nel monastero be- zelo poco discreto perchè feriva la sua ri-
nedettinodiMaguzzanOjdel quale era pro- putazione; ma avendola fatta copiare in
tettore. Morto Enrico VI Ile Odoardo VI, buon carattere, nel rileggerla pacatamen-
njontò sul trono la regina Maria zelante te, disapprovando l'energia frizzante da
cattolica, che ottenne per legato a Intere lui adoperata, virtuosamente la gettò sul
il cardinale. Avendo riportato nel voi. fuoco, dicendo ne discooperias verenda
:

I
4a POL POL
patris lui. Iiuli mandò a Roma Ormane- elonsy Lovanio 1569. 7.' De haptisnio
to datario della legazione, in segno di som • Constantinì, Romae i56i. B,** Discorsi
missione al Pontefice, giacché la regina detti in parlamento o diretti a Giulio III.
impedì l'andarvi in persona. Da sé slesso 9.'' Il Messale^ Bresfiario e Rituale di Sa-
depose la croce e tulle le insegne di lega» lisbury riveduti e pubblicati nel i554.
to, ne si vergognò comparire così umile Altre opere, e molte Lettere per ricon-
in quel regno, ove pel favore sovrano e durre nel seno della Chiesa ([uelli che si

per essere venerato dai popoli poteva fi- eranoda essa separati, che il cardinal Qui-
gurare quasi un altro Papa. Questa edi- rini pubblicò in Brescia dal 1744^^ '^747'
lìcante rassegnazione rese più illustre la La Fila del cardinal Polo fu scritta da
sua memoria. Paolo IV si mitigò per l'e- mg."^ Beccatelli, Venezia i563; Bernar-
semplare condotta del cardinale e per le dino Tomitano, Venezia 1 563 e Londra
discolpe fatte dall'Ormaneto, contentan- 1690, La traduzione in francese di Mau-
dosi di soprassedere, finché il cardinal Ca- croÌK fu aggiunta a quella, De schisma-
raffa ne trattasse con Filippo II e suoi mi- te anglicano di Sandero, Parigi 1677.
nistri.Continuò Polo di fatto quale lega- Altre notizie si leggono nel Moreri e nel
to a governare l'Inghilterra, ch'ebbe la Godwino.
disgrazia di perderlo per isfìnimento di for- POLONIA (di) Jagellone Federico
ze prodotto da febbre che involò vita sì Casimiro, Cardinale. Figlio del re di Po-
preziosa nel i558, i6 ore dopo la morte lonia Casimiro I V e fratello di s. Casimi-

della regina, d'anni 53, o 60 secondo al- ro, di elegante e grazioso aspetto, in età
cuni. Ebbe tomba nella sua cattedrale ,
di 19 anni ottenne il vescovato di Cra-
nella cappella di s. Tommaso da lui fon- covia, e poco dopo a'21 settembre r493
data con due cappellanie per celebrare da Alessandro VI fu creato cardinale dia-
messa quotidiana a di lui suffragio, col so* cono di s. Lucia in Septisolio e chiama-
lo nome inciso sulla lapide sepolcrale. I to il cardinal di Polonia. Ad istanza del
benefizi e le grazie che dipendevano dalla fi'atello re di Polonia venne conferito
gli

sua legazione, erano gratuitamente con- l'arcivescovato di Gnesna, dove celebrò


cessi;con una saggia economia però tro- il sinodo. Nel i5o2 nella cattedrale di
vava i mezzi di esercitare la sua immen- Cracovia impose corona al fratel-
la real

sa carità versoi poveri. Tutti gli scrittori, lo Alessandro duca di Lituania eletto re
anche protestanti, hanno concordemen- di Polonia, che nella sua assenza dal re-
te encomiato la dottrina, lo spirito, la mo- gno lo dichiarò governatore di Polonia.
derazione, la saviezza, la mansuetudine Ricolmò di molti e segnalati benefizi la
e la carità del cardinale, che possedette chiesa e città di Gnesna; la prima arric-
eminentemente i talenti diuomo di stato chì d'ogni genere di suppellettili d'oro e
e le virtù d'un gran vescovo. Come scrit- argento e di preziosi arredi; la seconda

tore volle imitare Cicerone, ma si dice in- d'un ospedale che fondò presso le sue por-
feriore a Bembo e Sadoleto. I suoi trat- le. Ma le immense ricchezze che posse-

tati dommatici sono scrìtti con metodo e deva contribuirono non poco a fomenta-
chiarezza, altri con eleganza ed erudizio- re i disordini di sua gioventù, quali più i

ne. Le sue opere sono: 1° Pro unitale ec- che le malattie gli accorciarono la vita,
clesiae ad Hetiricuui FUI, Romae. 2.° che perde nel bel fiore nel i5o3, in età
Orazione della pace a Carlo P', Roma di 29 anni, e fu sepolto nella cattedrale
1558. 3.° De concilio, Romae 1 562. 4-° di Cracovia, ove alla sua memoria fu eret-
De summo Pontifici s ufficio et potestà te, to un sontuoso mausoleo. Cromerò fe-

Lovanio 569. 5.° Reforniatio Angliae^


1 ce del cardinale un'assai svantaggiosa de-
Jlomae i556. 6.° Tractatus de j ustifica- scrizione, a cui Samuel, Porpora PannO'
,

POL POL 43
ìiica p. 20, non si potè indurre a prestar do fu sventurata per politiche vicende, i
tutta la fede. conquisti polacchi del secolo XV, che si

POLONIA, Polonia. Regno dell'Eu- estesero alla Livonia, Estonia, Moravia,


ropa orientale, annessoall'iiupero di Rus- Lusazia, Servia, Moldavia e Valachia non
sia il piti grande della terra, di cui for- si sono mai considerati come territorio

ma la parte più occidentale, cioè una pic- nazionale. La Polonia primitiva si divi-
cola parte in proporzione dell'antico va- deva grande e piccola Polonia, e com»
in
sto regno di Polonia, e trovasi situato fra prese poscia il granducato di Lituania

il 5o° 4 e ^3° latitudine nord, e fra il 1 (/^,), formandosi delle provincie che di-

i o'e 2 1 "4^' longitudine est: si estende nel- rò. Il nome di Polonia significa paese pia'
la superficiedi4>ooo leghe quadre. I con- ìio^ecì indica benissimo le vaste pianure
fini sono al nord e all'est le provincie po- di cui è composta la ragione, soltanto al
lacche incorporate all'impero russo, cioè sud si osservano alcuni deboli rami che
la Curlandia, Saraogizia, Lituania , Po- sporgono i Carpazi, e le principali cime
lesia e la Volinia; al sud la Galizia e Lo- de'quali toccano tutto al [>iù 2,000 pie-
domiria provincia polacca aggiunta al- di sopra il livello del mare: secondo al-
l'imperoauslriaco, insieme al territorio di tri il nome di Polonia qualifica la sua po«
Cracovia; all'ovest le Provincie polacche di sizione favorevole alla caccia, per la co-
Posen, della Slesia e della Prussia orien- pia di selvaggina che contiene. In polac-
tale, già Prussia ducale ossia de'cavalieri co si chiama Folska, in v asso Po Idia, m
Teutonici (f^.)y vassalli di Polonia, riu- tedesco Polen o Polilen.
nite alla monarchia prussiana. L'antico In generale la Polonia offre l'aspetto
regno di Polonia estendevasi dal 4^° ^^ di variati campi fertili in cereali, di step-
8"
5o° circa latitudine nord, e dal 3° ali pe incolte, di ubertose praterie, di lan-
longitudine meridiano di Roma.
est del de sabbioniccie, di folte selve e di paludi
La sua lunghezza era dÌ25,ooo leghe qua- estese. Tutto il regno appartiene al ba-

die. Lo cingevano, al nord il Baltico, cino del mar Baltico, ed ha la sua incli-
la Svezia e la Russia , all' est la piccola nazione generale verso il nord fiume suo
:

R.ussia e la Russia meridionale o piccola principale è la Vistola, di cui la sorgen-


Tartaria, soggetta allora agli ottomani te scaturisce dal monte di Skalzain Mo-
al sud la Moldavia, l'Ungheria e la Tran- ravia , e dalla Galizia scorre per mezzo
silvania, ed all'ovest la Boemia, la Sas- il paese, ed entrando nel territorio prus-
sonia eia Prussia. L'antica Polonia fu ri- siano si di vide in due braccia, uno si get-
nomata per le arti, per le scienze, perla ta nel seno di mare detto Fritsche-HalT
gloria militare, per li progressi dell'agri- non lungi da Ronisberga, l'altro shocca
coltura e per l'ingegno de' suoi abitanti. nel Baltico vicino a Danzica : il suo corso
Essa era il saldo baluardo della cristia- è di quasi200 leghe, e peri4o incomin-
nità control turchie gl'invasori del nord: ciando da Cracovia è navigabile. Tra i
tristi avvenimenti ne operarono la deca- molti laghi sono più considerevoli i quel-r

denza, ma non men comechè di- prodi, lidiDuza,d'Augustowedi Wieger; tan-


spersi, diedero in ogni tempo i polacchi to laghi che fiumi sono pescosi. La Por
i i

sublimi esempi di valor militare. Anche Ionia è forse la regione nella quale vede-
le belle lettere con successo
furono col- vi si la massima diversità di pietre ruoto-
tivate; le odi di Casimiro Sarbiewki o late o ciottoli, di quasi tutte le specie di
Sarbievio gesuita polacco, possono essere roccie primitive, di transizione e secon-
paragonate colle migliori prodotte dalia darie. Il clima è generalmente tempera-
latinità moderna. Questa già possentissi- to e salubre, tranne i rigori del freddo
ma nazione, sempre valorosa, non di ra- dalla parte boreale e le impure esalazio-
44 POL POL
ni dc'Iuoghi utniJi. Sola malattia ende- so e al minuto trovasi nelle loro mani ,

mica è la plica polacca, che dui IV se- per cui chiamasi la Polonia il paradiso
colo suole svilupparsi ne' capelli : spesso degli ebrei. Nel voi. XXI, p. 1 1 , accen-
Je epizoozie produssero di molte stragi. nai la nuovaGerusalemmeche ivi avea-
L'agricoltura è trascurata; le principali no edificato.
produzioni in grani sono il frumento e la Il regno di Polonia non è che una par-
segala o granaglia del Baltico, l'orzo e l'a- te piccola del primitivo, come quello ha
vena. Generalmente parlando produce per capitale f^arsavia(f^.) e sino al 1
844
pochi frutti e poche vili ; il legname vi si divise in 8 voivodieo patatinati o pro-
abbonda, cosi il lino e la canape; sonovi vincie, suddivise in 89 obvodie gover-
pingui prati e pascoli eccellenti ; la raz- ni circondari; essendo le voivodie Au-
za de'cavalli già in pregio trovasi dimi- gustow, Cracovia (diversa dalla summen-
nuita; numerose sono le pecore e le ca- tovata), Kalisch, Lublino, Masovia eoa
pre, i porci, il pollame, le vacche, i buf- Varsavia percapoluogo, Plocko Plosko,
Tra gli animali selvatici poi abbon-
fali. Sandomir, Siedlec o Podlachia : però il

dano cinghiali, le lepri e ve ne sono an-


i decreto imperiale de' 2 1 agosto 1 844 oi'-
che di bianche, i conigli, le volpi, i lupi dinò una nuova circoscrizione ne'gover-
e gli orsi. Tra i volatili vi sono in copia ni, per cui Sandomir e Rielec formaro-

i tordi, piccioni ed anitre selvatiche^ i gal- no quello di Radom; Podlachia e Lubli-


li selvatici neri e grigi scuri, i cigni , le no quello Lublino; Kalisch e Masovia
di
gru, le pernici, le lodole, ec. Le api for- quello di Varsavia. La popolazione del
micolano nella Polonia e danno la ma- regno Poloniadali8i6si è quasi rad-
di
teria per fabbricare l'idromele, bibita di doppiata, poiché nel 848 si dice giunta a
1

quegli abitanti, oltreché somministrano 4,790,061 anime. La Polonia prussiana


al traflico miele e cera. Trovansi minie- conta circa due milioni e 400,000 abitan-
re di carbon fossile, alcuni metalli, ferro, ti, la Slesia circa tre milioni, la Polonia au-

zinco, zolfo, pietra calcare e da fabbriche, striaca quasi cinque milioni, senza Craco-
buona terra per vasi e maioliche, sorgen- via, che conta circa 120,000 abitanti. A.
ti minerali, ec. Un tempo
formavano rie* dodici milioni poi si fanno ascendere quei

chezze inesaurabili fino dal secolo XIII delle Provincie incorporate integralmen -
le saline presso Wieliczka molto rinoma- te all'impero russo, cioè i governi diWil-
te perchè tenute una delle meraviglie del na, Grodno, Minsk, Bialistok, Witepsk,
mondo. Fioriscono le manifatture di pan- Mohilow, Volinia , Podolia , Ukrania ,
ni, di sete, di tele stampate e altre; non KioviaeCurlandia.Tredellequattro par-
che diversi stabilimenti di fonderie, cri- ti della popolazione del regno professa -

stalli, ec; nondimeno la condizione gene- no il culto cattolico e sono nella mede-
rale del paese è agricola : non ha verun sima proporzione gli originari polacchi.
punto sul mare, ma gode di libera navi- Gli ebrei sommano a
più di 460,000, vi
gazione ne'corsi d'acqua e ne'canali per sono circa 1 00,000 greci ruteni, 200,0 o o
mezzo a tutta l'antica Polonia, e per con- protestanti per lo più tedeschi, 280^000
seguenza sino al Baltico. Varsavia , Lu- lituani, 400,000 russi, moltissimi arme-
blino eKalisch sono le principali piazze ni e altri. Avanti la divisione del 1772
di commercio; massima parte dei ne-
la componevasi gran Polonia al nord o-
la
gozi si fa dagli ebrei, i quali hanno qua- vest de' 12 palatinati di Pomerelia o pic-
si il generale monopolio, prendono in af- cola Pomerania, Mariemburgo, Culm,
fitto i beni della nobiltà e della cittadi- Posnania Gnesna Kalisch, Lenciczka ,
, ,

nanza, appaltano le tasse pubbliche , in Si radia, Plosko, Bava, Masovia e Podla-


una parola tutto il commercio all'ingros- chia. La Lituania al nord abbracciava i
,

POL POL 4^
ducati di Curlandia e di Samoglzia, e gli abitava sullesponde del Danubio, innan-
8 palalinali di Troki, Wilna , Polosko zi di stabilirsi su quella della Vistola: la

"Wilepsk, Novogrodeck, Minsk, Mscislaw fìsica sembianza assomiglia molto i po-


o Miscislavia e Polesia. Nella piccola P.o- lacchi agli schiavoni loro antenati ed ai
lonia al sud erano 9 palalinali di Sando-
i russi.I polacchi sono una nazione pro-
niir, Lublino, Chelm, Cracovia, Beicz o de ed entusiasta della libertà: gli uomi-
Belzi, Lemberg o Leopoli, Volinia, Po- ni hannogeneralmente bell'aspetto, mol-
dulia ed.Ukrania. Le provincie polacche to brio , carattere franco e sincero; le
incorporale all'impero russo sono la Cur- grazie, i donne so-
vezzi e lo spirito delle
landia, Samogizìa, Liluania, Polesia e la no dall'universale celebrate. La nobiltà
Volinia ; quelle riunite alla monarchia numerosa è fiera, vana e credula non ,

prussiana o Prussia occidentale o reale senza belle qualità e maniere dignitose:


sono Posen, Slesia, Pomerania e Prus- il suo abito nazionale elegante offre un

sia orientale; la Galizia fu aggiunta al- miscuglio di vesti mongole, svedesi e mo-
l'impero austriaco, coll'ex repubblica di scovite. La popolazione racchiude due
Cracovia, giàsotlola protezione dell'Au- estremi, nobili e agiati cittadini, e gl'in-
i

stria, della Prussia e della Russia, ed il feriori : per mancanza della civile conve-
governo civile e militare della prima. niente graduazione, gli ebrei esclusiva-
Per la pace di Vienna del i4 ottobre mente fanno ogni traffico. Gli agiati vi-
1809 la città di Cracovia col territorio vono nelle estesissime possessioni con tut-
adiacente fu staccata dall'impero austria- to l'apparato della pompa feudale, cir-
co e riunita al ducato di Varsavia, ma condati da servi e cortigiani ; sono ospi-
poi in conseguenza degli avvenimenti mi- tali per eccellenza ,
generosi e. benefìcT.
Iilarideli8i2 conquistata dai russi, l'im- L'ordine inferiore abbraccia contadini i

peratore d'Austria Francesco I convenne o servi della gleba, che appartenevano


colle corti di Prussia e Russia pel tratta- come il terreno in piena proprietà ai lo-

to del 3 maggio i8i5, che Cracovia col ro signori , ed erano al pari di quello
territorio avesse a formare per l'avveni- venduti; dal 1807 cessò questa deplora-
re una città libera , sotto la protezione bile condizione, godendo libertà perso-
delle 3 potenze, colla condizione di non nale e il diritto d'acquistar proprietà.
concedere dimora o rifugio a nessuna Grossolano e modico è il loro cibo. La
sorte di fuggitivi sudditi delle 3 potenze lingua polacca, dialetto dello slavo, come
protettrici, e di consegnarli anzi alle com- notai nel voi. XXXVlll, p. 256, none
petenti autorità. Ma Cracovia non adem- ne armoniosa, ne ricca, senza però essere
piendo tali condizioni, nel l83o diven- ingrata malgrado al gran numero delle
ne focolare di maneggi ostili contro le 3 sue consonanti ; l'uso generale del lati-
potenze, di poi nel febbraio 1 846 si fe- no nelle composizioni letterarie ed anche
ce arena di atti violenti, pericolosi e ri- nel conversare della classe superiore, noc-
voluzionari ', quindi la città fu occupata que al perfezionamento dell' idioma na-
dalle medesime 3 potenze e posta sotto zionale, quale nondimeno produsse o«
il

ilgoverno provvisorio dell'Austria. Fi- pere pregiate nel nostro secolo e nel pre-
nalmente per la convenzione di Vienna cedente, flanno i polacchi una facilità os-
de'6 novembre 1846 le 3 potenze pro- servabile per apprendere le lingue stra-
tettrici rivQcando e annullando gli ante- niere con perfezione, parlando diversi i-

riori trattati , Cracovia e suo territorio diomi.


ritornò in perpetuo dominio dell'Austria La religione cattolica romana è stala
e incorporata suo impero. I polac-
al sempre dominante in Polonia, ma all'e-

chi discendono da una tribù slava che poca dello scisma de' G/a7(F.), pareo-
46 POL POL
cliie chiese di questo rilo, che erano sotto ganee, e dicci ne aveva il rito grecoru-
il tiomiuio polacco, ebbero laclisgrnzia di leno-unito. Ne'suoi parlaggi, senza i suf-
lasciaivisi trascinare; nondimeno la mag- fraganei gli restarono dodici vescovi e due
gior parte de'poiacchi rimase nella comu- arci vescovi, Gnesna e Leopoli. Ecco il no-
nione della s. Sede: qnesli furono chiamati verodelleattuali sedi arcivescovili e vesco-
greci -ruteni 'Uniti e gli altri di<i sì denti. Le vili tanto del regno di Polonia, che della
duecomunioni vivevano in pacee si fecero Polonia austriaca e prussiana, che hanno
anchealcuni tentativi per la loro riunio- articoli in questo mio Dizionnria, come lo
ne. Nel secolo XVll diversi vescovi gre- hanno quelle non più esistenti, ed i luoghi
ci rientrarono colle loro greggie nel seno in cui furono celebrati concilii./^Mg'M.y^oav,
della chiesa cattolica; riconobbero i con- Brest, Breslavia^ Belzi, Chelma^ CracO'
generalità processione dello Spirito
cilii via^Cujava, G/2e.?/z^ arcivescovato, Hai-
santo dal Padre e dal Figliuolo, la supre- licia o Alicia, Kalisch, Kaminiech, Leo-
mazia del Papa, e gli altri articoli di fe- poli o Leniberg arcivescovato di rito la-
de della chiesa romana; quindi fu loro in tino, altro di rito armeno, altro di rito
generale permesso di conservare propri i greco ruteno unito con Hnllicia o Ali-
lisi e riti particolari. JNel 1720 prelati
i cia, Kiovia, Kaminiech jLublino, Luceo-
greci ruteni uniti tennero un concilio in ria o Lu'cko, Ostrog,Pinsco, PloskOj Po-
J?-a«io^A:f (F.), che poi approvò Benedetto dlachia, Polosko arcivescovato di rito gre-
Xill. Sebbene la religione cattolica era co ruteno unito, con le sedi uni te di Or-
quella dello stato, pei dissidenti greci si sa^ Mscislaw o Mscislavia e FitepskojPo- ,

avea piena tolleranza sino 1772, quan- al sen o Posnania, Prezmislia, Sandomu\
do essi cominciarono a reclamare egua- Samboria, Saniogizia, Sanochia, Seyna,
glianza di diritti e di privilegi. Caterina Turovia FFladimiria JVladislavia ,
, ,

11 favorì gli scismatici, perseguitò i gre- Varsavia arcivescovato, Vilna, Zitome-


ci-uniti e li sforzò ad apostatare : da quel ritz. Tra santi polacchi nominerò
i ss. i

tempo si succedettero guerre civili, ed i Stanislao vescovo martire, Edwige e Cu-


tristi elFetti che le seguirono sono univer- negonda duchesse di Polonia, Casimiro
salmente conosciuti. In diverse epoche gli principe di Polonia, G/Vzfmto domenica-
eresiarchi diedero frequenti assalti alla no, Stanislao Koslka gesuita Giovanni ,

sua chiesa. Vi penetrarono dapprima i Canzio e altri. Furono polacchi i seguenti


proseliti di Giovanni Hus dalla Boeiaiia, cardinali che come precedenti hanno
, i

\i predicarono quindi seguaci di Lute- i biografie: Denojf] Giancasimiro, Gian-


ro e di Calvino le loro erronee dottrine, nalberto, Polonia Federico, TJpski, Mac-
ed il parteggiare animò fra \ polacchi le z/eo^V5A-/o Maciejowski, Matteo, Marti»
più vive esanguinose conlese. In fine pas- nusio j Olynitz j Oslo , Radzieowski o
sò da Siena a seminarvi Fausto Socino Radziejowski , Dolivac arcivescovo di
gli errori suoi, e nuovi germi diffuse di Gnesna (V.) ^ Rndziwil. Oltre ai quali,
religiosa ecivilediscordia. Malgrado tan- granc^ è il numero di polacchi che fiori-
ti pericoli, il maggior numero mantiene rono in santità di vita, nelle dignità ec-
la purezza della fede, sebbene sia libero clesiastiche, nelle scienze, nelle arti e som-
il culto ai protestanti, ai greci scismatici, mamente nelle armi. Furono illustri nel-

ai mennoniti , ai mussulmani ed altri ,


le scienze e nelle arti, RochanoAvski,Szy-
oltre gli ebrei che \i dimorano. Tutti monowicz, Skarga, Bielski, Krasicki, Na-
hanno le loro chiese, gli ebrei delle cap- ruszewicz, ec. ; nelle armi Carlo Chod- ,

pelle, i turchi 1 moschee. Prima del 1 778 xiewicz, Giovanni Sobieski, Giovanni Za-
il rito latino del regno di Polonia conta- moyski, Stanislao Potocki, Stefano Czar-
ta 80 sedi vescovili, comprese le sutfra- niecki , Taddeo Kosciuszko, ec. L' istru-
POL POL 47
2 ione pubblica possiede a Varsavia e in dice civile e criminale suo proprio , e le
allre città celebri licei, ginnasi, seminari, leggi e i privilegi delle città e dei comu-
scuole ed altri stabilimenti. La sola uni* ni rimangono in pieno vigore. Quind' in-
tersità polacca di tutta l'antica Polonia nanzi gl'imperatori di Russia e redi Po-
è in Cracovia, nonessendovene ne a Var- lonia saranno incoronati a Mosca con un
savia,uèaWiIna,nèinPosnania.In Cra- atto unico alla presenza delle deputazio-
covia sono le tombe ove riposano le ce- ni chiamale ad assistervi. Se ricorra il ca-
neri degli antichi re di Polonia, da Bo- so di una reggenza dell' impero, questa
leslao I in poi, mirabili per la loro straor- estende il suo potere anche al regno di
dinaria magnificenza. Polonia. E' guarentita la libertà de'culti;

Quantunque il regno sia soggetto al- la cattolica religione, siccome quella pro-
l'imperatore di Russia, veniva governa- fessata dalla massima parte dei sudditi
to come una separata monarchia, in virtù polacchi, è oggetto di speciale protezione
della caria costituzionale data da Ales- e benevolenza del governo. I fondi appar-
sandro ] nel novembre! 8 1 5. L'imperato- tenenti alclerocattolico, sì latino che gre-
re era re di Polonia, rappresentato da un co-ruteno-unito vengono riconosciuti
,

viceré, nel quale risiedeva il potere ese- quali proprietà comuni ed inviolabili; co-
cutivo. Vi era un senato composto di 3o me del pari sacro ed inviolabile viene di-
membri, cioè io vescovi, io voivodi eie chiaralo il diritto di proprietà non me-
castellani nominati dal re a vita; ed una no degl'individui che delle corporazioni
camera di rappresentanti con 77 depu- in genere. La libertà personale è guaren-
tati della nobiltà provinciale. La dieta tita. Ninno può essere arrestato senon nei
ordinariamente avea luogoogni biennio, casi previsti dalla legge e nelle formeda
ed era la riunione di detti due corpi; le essa prescritte. La confìsca de' beni non
sessioni non duravano che una quindici- ha luogo che nel criminale di 1.^ classe,
na di giorni ; non era il sovrano tenuto come ne'delilti di lesa La slam- maestà.
a convocarla se non una volta ogni due pa soggetta a restrizioni. Conservate le
anni, uè dovea votare se non le misure pubbliche imposte quali erano in prati-
d'interesse generale, come le imposte, e ca sino al novembre i83o. Le relazioni
gli atti suscettivi a modificare la costitu- commerciali fra il regno e l'impero saran-
zione. 11 debito pubblico fu diviso in due no regolate a seconda degli scambievoli
titoli: l'antico proveniente dal re elettore interessi. Quind' innanzi uu solo esercita
di Sassonia, ed il nuovo deriva lo dal gran- per la Russia e la Polonia; l'imperatore
ducato di Varsavia la Prussia assunse
: si riserva di determinare in appresso il

l'estinzione del i.°e 3 decimi del 2.°, gli contingente della Polonia. Gli abitanti dei
altri 7 decimi l'amministrazione del re- due paesi possono essere naturalizzali nel-
gno di Polonia. Diverse utili istituzioni l'uno e nell'altro. L'amministrazione su-
governavano il regno ; se non che pegli prema riposta nel consiglio d'amministra-
ultimi avvenimenti del i83o-3i le isti- zione presieduto da un luogotenente del
tuzioni subirono molte ed essenziali mo- regno e composta de' direttori generali, di
dificazioni, secondo il volere dell'attuale un controllore generale e di membri no-
imperatore Nicolò 1, manifestato nel suo minati dal sovrano. 11 consiglio d'ammi-
statuto organico de'23 febbraio i832 e nistrazione presenta i candidali arcive-
delle cui disposizioni principali ecco un scovi e vescovi, direttori generali, ec, che
brevesunto. Il regno di Polonia è incorpo- possono essere presi indistintamente fra
rato per sempre all' impero russo di cui tutti i sudditi dell'impero. V'ha inoltre
forma una parte integrante. Il regno a- un consiglio di slato, le cui attribuzioni
vrà un'amministrazione separata, un co- riguardano la legislazione amministrati-
4B POL POL
Ta. Tulle le leggi d'imporlan/a genera- pubblico reggimento ".Tre ordini caval-
le ed conli vengono nssoggellati alla
i lereschi ed equestri sono nel regno di Po-
, revisione e approvazione del consiglio di lonia, cioè dcW Aquila bianca (F.)^ di s.

slato dell' imperatore. Tulli gli oggetti Stanislao (F.), del Merito militare^ di cui
amministrativi sonolraltati in lingua po- parlai nel voi. XLIV, p. 243. La s. Se-
Jiicca. E mantenuta l'antica divisione del de ebbe già un nunzio in Polònia che ri-
regno e così pure le commissioni delle voi* siedeva a Varsavia capitale del reame,
vodié. Continuano pure le assemblee del- dal quale la religione ricevè sempre im-
la nobiltà, le comunali e quelle delle voi- portanti servigi e specialmente nella riu-
"vodie. Ma per le successive vicende po- nione de'greci-ruleni. Per ultimo Leone
litiche questi ordinamenti ebbero diver- A// mandò ad assistere all'incoronazio-
se variazioni. ne dell' imperatore Nicolò I come re di
L'antico governo polacco ,
quando la Polonia, mg.^' Bernetti che poi creò car-
nazione era in fiore , cosi lo descrive il dinale. Il regno avea un cardinale per
gesuita p. Bartoli. >» La nobiltà polacca protettore presso la s. Sede, ove pure ri-

non solamente nel far da


nell'essere, ma siedeva un ambasciatore ambedue go- :

signori, è qual forse altra non ve ne ha devano la nomina d'un individuo per fa-
\ in Europa che gli si agguagli. Ella ha re da apostolo nella lavanda che fa il Pa-
re, ma cui vuole: cioè non di qualunque pa il giovedì santo; su di che può leg-
falla gliel dia la natura per legge di suc- gersi quanto dissi ne' voi. I, p. 3o6, Vili,
cessione, ma cui ella per discernimento p. 298, XLI, p. 290 j mentre di alcuni
e giudizio di elezione approva e sceglie, ambasciatori elevati al cardinalato par-
fra molti degni per qualità reali , il de- lai nel voi. I, p. 3o8 e 3og.
gnissimo. Ne so, se a maggior gloria le tor- In Roma i polacchi oltre la chiesa e
na il fare essa il suo re , o il poterlo e$« ospizio de'monaci Ruteni (^.), hanno la
sere ciascun d'essa. Ubbidiente poi al fat- chiesa e Yospedale di s. Stanislao depo-
to re, ma in un tal mezzo fra suddita e lacchi nel rione s. Angelo, nella via delle
libera, che a cui si soggetta per elezione, Botteghe oscure. Questa chiesa è anti-
non può essergli sottomessa per oppres- chissima, dedicata al ss. Salvatore in Pal-
sione : così gli ha misurata l'autorità al co o de Pensili (forse perchè fabbricata
potere, col solo parutole conveniente a vo- sugli archi del circo Flaminio), come no-
lere, che tutto insieme voglia e possa dare, tò Marangoni p. 1 87, Ist. di Sancta San-
ma da re in repubblica. Perciò v'ha sena- ctoruni, dicendola vicina a s. Caterina dei
to e consiglio, e in esso podestà di voce a de- funari ed a piazza Margana, perchè ta-
cretare ne'pubblici affari. Il re n'è il ca- li due chiese egli le crede una sola. Can-

po: nesonoilcorpoin prima i vescovi, po- cellieri nel Mercato p. 26, narra che a
chi, perciocché grandi : appresso i palati- destra dell'ingresso dell'ospedale eravi u-
ni, tanti in numero, quante sono lepro- na lapide di Onorio IV Papa del i285:
\incie, o come
dicono palalinati, nei
ivi Rectori et clerico ecclesìae s. SaU'aloris
quali tutto il regno è parlilo e ciascun : in Pensili. Dat.apuds. Sahinanivi kal.
palatino è senza pari il sovrano nel suo. nov. pont, an. i. Nel catasto del ss. Sal-
Succedono i castellani, che ne sopranten- vatore sotto il 1455 si legge: Paulus fi-
dono alle parti. E finalmente, di rincon- lius Joannis Tutii sepultus in s. Salva-
tro al re, due cancellieri,, padri della cor- toris in Pesoli. Martinelli, Roma ex eth-
te e amministratori del lutto ; e due ma- nicasacra^ 390, parla delle due chie-
p.
liscalchi. Tutti insieme questi costituisco- se di s. Salvatore in Paleo e di s. Salva-
no r ordine senatorio soli essi siedono : tore in Pensili, la prima in Circo Fla-
una col re,e seco diffinisconogliaifari del minio prope s. Catharinanìj l'altra inier
POL POL 49
domus Pelli lìfargani.. forsanerit , idem chesecondo la mente del fondatore era go-
Clinidenominalo in Palco so Ilo la par- vernato da quattro nazionali amministra-
rocchia dis. Marco. Nel giardino si ve- tori ecclesiastici, eletti dall'annuale con-

dono fondamenti di una gran torre, do-


i gregazione composta de'polacchi o sud-
ve nel i527 pel sacco di Roma si ritira- diti di Polonia che trovavansi in Roma,

rono da 60 persone gentiluomini e si- tenendosi la chiesa con isplendoredi cul-


gnore, che aveano fatta gran piovvisio- to : aneli 'egli sbagliò, riproducendo l'epi-
nc di poi vere per difendervisi; ma aven- taffio del cardinale, sull'anno della mor-
do preso fuoco, la torre volò in aria con te. Tuttora in questo luogo i pellegrini
tutti gli abitanti. Considerando il cele- polacchi debbono avere alloggio e vitto
bra lissimo cardinal Osio ( P^.) polacco, che per piti giorni, che se ammalano si riten-
mentre tutte le nazioni per la visita dei gono fino al ricupero della salute, essen-
luoghi santi aveano ospizi, ospedali e do governato dal rettore e dagli ammi-
chiese in Roma, e mancandone la pro- nistratori. Descrivono la chiesa il Venu-
pria , domandò e ottenne daGregorioXlII ti, Roma moderna p. 669, e gli altri de-
la chiesa di s. Salvatore ov'eravi la par- scrittori delle chiese di Roma, dicendo che
rocchia, trasferita alla propinqua chiesa il cardinal protettore avea giurisdizione
di s. Lucia, colle sue rendite. Venuto a sulla medesima econtiguo ospedale. Notò
morte 1579 le lasciò de' beni perchè
nel r Artaud, Storia di Pio FIII,^. 211, che
si fondasse un ospedale pei malati, un o- l'imperatore Alessandro I fece restaura-
spizio pei pellegrini, e si restaurasse la re l'edifìzio, e che l'imperatore Nicolò I
chiesa, a cui subito si diede opera, fab- ordinò altri abbellimenti verso il i83o,
bricandosi l'ospedale e l'ospizio, e riedi- curati dalla legazione russa residente in
ficandosi la chiesa in miglior forma sotto R.oma. Il suo interno è piccolo, ma di bel-
l'antico titolo del ss. Salvatore edis. Sta- le proporzioni, con diversi ornamenti, la-
nislao patrono de'polacchi, onde nella fac- pidi e monumenti sepolcrali d'illustri po-
ciata esterna fu posta l'iscrizione: S. Sai- lacchi ivi tumulali. Il quadro dell'altare
vatorls et Slanislai Polonorum. Art. Do- maggiore, rappresentante Gesù Cristo in
mìni i58o. Fanucci che nel 1601 pub- aria, ed in basso ss. Stanislao e Giacin-i

blicò Y Opere pie, descrivendo a p. 1 12 to, fu dipinto da Antiveduto Gramma»


l'ospedale, dice che sebbene non fosse an- tica. Il morto e s. Edwige regina
Cristo
cora condotto a perfezione, nondimeno di Polonia, in uno degli altari laterali, è
nella parte compita con letti, ricettava i opera di Simone Cekovilz polacco; l'al-
poveri pellegrini polacchi che si recava- tro quadro incontro venne eseguilo da
noinRoma, somministrandosi loro il vit- Taddeo Runlz degli altri de' due altari
:

to per 3 o 4 giorni almeno; se infermi si ne dà un cenno Venuti. A'7 maggio vi si


curavano e si provvedevano del bisogne- celebra la festa del santo titolare.
vole. La pia opera già aiutava con limo- I bastami ed i peucini furono i prin-
sine i poveri nazionali. L'Amydeno, De cipali popoli che negli oscuri tempi abi-
pietate romana p. 44) ^'^^ descrivere que- tarono questa parte della Sarmazia eu-
sta chiesa e ospedale riporta la lapide se- ropea. In falli sarmati si appellavano, al-
polcrale posta al cardinale in Maria in s. lorché nelle foreste germaniche penetra-
Trastevere,sbagliata nell'anno della mor- rono le legioni romane. In seguito gli sve-
ie, quale esaltamente si legge con bellis- vi ed i goti irruppero piti volte e fissa-
sima ode nel Moretti p. 87, De s, Cali- rono ivi la loro dimora, ma furono di-
sto et s. M. J'm/i5//Z»enm. Il Piazza, Ope- scacciati poi dagli eneti, e finalmente da-
re pie o Eusevologio trat. 2,p. 109, de- gli slavi, de'quali i moderni abitanti si ri-

scrive questo pio stabilimento, dicendo conoscono progenie. Osservò Assemanni,


VOL. LIV. 4
So POL POL
Coniment. in calcnd. t. 2, e. '), p. 799,, nome suo de'Piasti, tanto cara ai polac-
che polncchi, boemi, dalmati, gl'istria
i i i

chi, incominciando dall'elevazione sua al
ni che s'impadronirono in diversi tempi supremopotereglì autentici fasti della na-
del paese, ov'essi ora abitano, sono schia- zione, il cui regno si chiamavaZiec/i/V7,con
Toni di origine. Gli antichi slavi oschìa> Gnesna per capitale. Dopo di lui regna-
voni erano stabiliti in certe provincie di rono, nelI'SGi Ziemovist, neir892 Lec-
quella parte della Scizia e Samiazia che co IV, nel 91!^ Ziemomislaf o Ziemomi-
oggid'i è conosciuta sotto il nome di gran slao, e nel 962 Miela o Mieczilaf o Miec-
Russia o MoscoK'ia. Questo popolo era lislaw o Miecislao I che si fece cristiano.
allatto differente dagli altri sciti appellati Si colloca nel X secolo lo stabilimento
unni, com'anco da'goti, nondimeno fu- del cristianesimo in questo regno, ma può
rono alcune volte confusi cogli unni. Le- credersi che diverse circostanze, quali so-
sco o Leszko o Ledi o Lecco I ne con- no la guerra ed il commercio coi boemi
dusse una numerosa colonia in Polonia ed i moravi stabiliti inCracovia, vi aves-
verso l'anno 5o i, divenne fondatore del- sero portato alcune cognizioni della vera
la nazione polacca, che lo considera come religione assai tempo innanzi. A quell'e-
loro i.° re o sovrano, e fabbricò Gnesna poca erano i polacchi ancora rozzi e su-
circa il 55o. Zecco suo fratello fondò un* perstiziosila pietà e Io zelo d'una don-
:

altra colonia dello stesso popolo in Boe- na furono l'origine della loro conversio-
mia,dopoavercacciatoimarcomanniche ne. Nel 965Dambrowska oDubrava fi-

aveano vinto boi alcun tempo prima:


i glia di Boleslao I duca di Boemia sposa
questi boi erano padroni di quel paese da di MiecislaoI, colle sue istruzioni e col

quasi 6 secoli addietro, e i suoi abitanti suo esempio, e coi suoi preti slavi, per-
ne portano ancora il nome. La forma- suase prima lo sposo a rinunziare al pa-
zione pertanto di uno slato regolare, se- ganesimo e solennemente ricevere il bat-
condo altri, s'incominciò in Polonia verso tesimo (altri dicono che con questa con-
il 55o, mediante signori di poco esteso dizione lo avea sposato) coi principali si-

dominio che assunsero il titolo di duchi, gnori, indi ambedue si occuparono della
e di cui Lecco I fu il i.° DelToriginedei conversione de'loro sudditi. Avendo essi
re o duchi polacchi la storia non porge con una lettera rispettosa fatto consape-
sicure certezze sino alla celebre dinastia vole il Papa Giovanni XIII di loro con-
de'Piasti, che saPi al trono nel secolo IX. versione e de'progressi della religione cri-
Nondimeno prima di tal epoca e dopo Lec- stiana in Polonia, quel Pontefice vi spe-
co I si registrano nella serie cronologica dì per legato il cardinal Egidio (/^.), con
de'sovranio duchi di Polonia 12 palatini, molti ecclesiastici missionari, per regola-
quindi interregno, e nel 600 700 Cra- re e perfezionare la grand'opera. La lo-
co. Poscia Venda regina, il governo di al- ro ignoranza della lingua del popolo a cui
tri r 2 palatini, e nel ySo e 760 Premislaf volevano predicare il vangelo, fu dappri-
o Premislao \. Nuovo interregno, Lecco ma un impedimento al successo delle lo-
]I neir8o4sino all'B io, in cui gli successe ro fatiche; ma quando fu superalo tale
Lecco III, ed a questi nell'BiS Popiel o ostacolojil pcpoloabbandonò prontamen-
Popiello I, che nell'83o ebbe a successo- te lesuperstizionij distrusse gl'idoli e ab-
re Popiel II sino air84o. Passati due an- bracciò con ardore il cattolicismo. Ne di-
ni d'interregno, neir842 fiorì Piasto Pia- venne tanto zelante, ch'è costume anti-
ste duca di Polonia: questo divenne ce- chissimo in Polonia, che tutti gli assisten-

lebre perchèda semplice paesano perven- ti alla messa, durante la lettura dell'evan-
ne alla dignità ducale, e si considera co- gelo, traggono fuori a metà della guaina
me lo stipite della 2.^ dinastia, detta dal le loro spade, in segno d'essere pronti a
POL POL 5i
difenderlo col proprio sangue. Il cardina- e porlo la Polonia a quel grado di pos-
le vi fece immenso bene sino al 995, epo- sanza, nella quale poscia lungamente si

ca di sua morte: vi ordinò vescovi, sa- mantenne. In vero, discacciò i boemi dal-
cerdoti e altri ministri, e vi stabiPi due la Crobazia, vasto paese ch'estendeasi fi-
arcivescovati, Gnesnn e Cracovia che i^oì no al Danubio e che prese il nome di Po-
restò vescovato, e sette sedi vescovili, Brc' Ionia -piccola j nello stesso tempo che la
slavia in Slesia, Kaminìec o Calma, Pio- Lechia ed i cantoni vicini assumevano
skoy Posnania, Cruscuis poi trasferita a quello di grande- Polonia, e trasportò da
Drcslavìa, ora nella diocesi di PVladislU' Gnesna a Cracovia la sede del regno. Dis-
Lehus o Lubasz nel marchesato di
i'ia, gustalo s. Adalberto o Alberto vescovo
Brandeburgo, indi soppressa per l'intro- di Praga de'suoi diocesani, dopo essersi
duzione del luteranismo nel 555, e Srao- 1 fatto benedettino col fratello Gaudenzio,
gra nella Slesia, riunita a Breslavia nel passò in Polonia presso Boleslao I suo a-
to35. Pel zelo e per le cure de'nuovi pa- mÌG0,e deliberò di darsi, con Gaudenzio
stori successivamente si convertì alla fe- e Benedetto suoi compagni, alla conver-
de cristiana l'intiera Polonia, come ripor- sione degl'idolaìri ch'erano restati nel re-
tano Cromerò e Rinaldi all'anno 965, n.** gno polacco, ed ebbe la consolazione di
() e 7, il regno di Po-
quale osserva, che il vederli in buon numero abbracciare il

lonia sino allora oscuro e poco conosciu- cristianesimo; poscia portando il vangelo
to, illustralo coi raggi della divina luce, nella Prussia e a Danzica vi patì il mar-
cominciò a risplendere nella repul^blica tirio: di poi Boleslao II riscattò il corpo
cristiana. Narra il Buller, a'2 settembre, del santo, che si depose nell'abbazia di
che Micislao I circa 34 anni dopo la sua Tiemezno, donde fu trasferito «ella cat-
conversione fece pregare Silvestro 11 Pa- tedrale di Gnesna. Boleslao I contribuì
pa del 999 a confermargli il titolo di re molto allo stabilimento del cristianesimo,
che avea assunto: il Pontefice gli accor- ai progressi della civiltà, ed assoggettò le
dò quanto domandava, e gli mandò una truppe polacche alla disciplina militare,
ricca corona rpale colla sua benedizione. volendo con tal mezzo formare della Po-
Mentre gli ambasciatori di iMicislao I lonia una nazione guerriera, e per la sua
erano in E.oma,egli morì nel 999, dopo grandezza innalzarla sulle altre nazioni.
aver guerreggiato con gloria, fatte alcu- Promulgò buone leggi e creò un consi-
ne conquiste e formata la felicità della glio di 12 savi,! quali divennero i me-
nazione. Gli successe il figlio Doleslao I, diatori tra il trono ed il popolo, dando
che si meritò il soprannome di cliabri origine al senato di Polonia. Nel i025
intrepido o grande, il quale nell'anno se- per morte di Boleslao I, gloria de'Piasti,
guente prese il titolo di re e fu ricono- gli successe Micislao II, che si lasciò sfug-
sciuto per tale dal Papa s. Silvestro II gire le conquiste paterne sui russi, boe
e dall'imperatore Ottone III, questi pro- mi e moravi; die in feudo la Pomerania
da mandolo re cristiano de'polacchi o po- a suo genero, e pei stravizzi divenne men-
loni, e protettore di tutti gli slavi, allorché tecatto; abdicò nel 1082 e morì nel io 34-
lo coronò colle sue mani : di ciò non con- Nel I o 36, profittando dell'interregno, en-
vengono gli storici polacchi e pretendono trarono in Polonia i boemi ed i ruteni
che la Polonia non abbia mai riconosciuta o russi, predando tutte le cose tanto sa-
la supremazia dell'impero. Questo princi- gre, quanto profane, come scrive Longi-
pe vinse moravi ed boemi, al cui du-
i i no.Quesli citato dalRinaldi all'anno 1 089
ca fece cavar gli occhi; sottomise la Rus- racconta, che la chiesa di Polonia man-
sia rossa o Lodomiria presso Riovia, re- dò a Benedetto IX Papa una legazione,
se tributarie la Prussia e la Pomerania, lamentandosi che Bretislao I duca di Boe-
-

5a POL POL
mia, ail istigazione tli Severo vcscoto ili denti. Mori pianto da lutti qual glorioso
Praga, avesse spoglialo le chiese tlclle re- ristoratore del regno.
liquie de'sanli edegli ornamenti, ed uccisi Wcl io58 divenne re Boleslaolir<7/Y//7o.
molli fedeli. Pertanto furono da llenedet* Travagliala la Polonia da continue irru-
lo IX. minacciati di scomunica il duca e il zioni di barbari edalleprepolenzedi un a-
vescovo se non restituivano il tolto, citan- mico straniero, sospirava da gran tempo
doli a comparire in Roma a discolparsi. I l'indipendenza eia pace. A caro prezzo Ca-
loro legati non poterono negare i fatti, solo simiro 1 aveva ricuperato la Slesia, perchè
procurarono scusarli, dicendo che per di- datosi alla prolezione del redi Germania
vozione erano state prese le reliquie ed sa* i Enrico III, si aveva con ciò creato un pa-
gri vasi ; quindi guadagnati con duni car- i drone. 11 suo primogenito Boleslao li vin-
dinali, si limitarono a promettere restila* citore de'russi,de'bocmi,degliungnri, sde-
zione del tolto. L'interregno ebbe fine nel gnando un regno tributario al tedesco, me-
io4i, quando salì sul trono Casimiro I, ditava redimerlo dal predominio d'Enri-
già monaco e diacono, che vinti nemi- i co 111. Avendogli questi intimato che for-
ci, fece rifiorire il regno e le scienze, edi- nisse 2,000 cavalli alla spedizione contro
ficando molti monasteri. Già ne' voi. IV, Sassonia, pensò di avere un'occasione pro-
p. 3ig, XIX, p. 241, ?>4'2j X^X, p. 122, pizia a scuotere il giogo di lui: perchè nella
riportai quanto riguarda questo memo* confusione del regno germanico, lacerato
l'abile avvenimento e celebre dispensa, da guerra ci vile,si prometteva un successo
poiché per l'anarchia e lagrimevole con- tanto migliore, in quanto che sapeva dì
dizione in cui trova vasi la Polonia, ribel* dover con ciò piacere al Papa s. Gregorio
lata pel cattivo governo di Micislao li, i VII. Pertanto autorizzato da questi pigliò
•vescovied i baroni del reame spedirono la corona reale e fu consagrato dai vesco-

ambasciatori a Benedetto IX, supplican- vi, a grave dispetto di tutta l'Alemagna.


dolo istantissimamente di dispensare Ca- Kra use. Storia dell' Europa , l .
4, p. 8 7 , os

simiro figlio di Micislao li dal monacato serva, essere incerto se Boleslao II abbia
e diaconato, per accettare la dignità re* preso la corona di Polonia per segreto
già ch'era stalo forzato rinunziare e per Papa, o col consenso del mo-
consiglio del
prendere moglie; narrando purea quali narca alemanno: da quanto ne dice Lamb,
singolarissime condizioni il Papa lo con- anno 1077,51 può conchiudere per la pri-

cesse. L' annalista Rinaldi iuttociò de- ma ipotesi. Se Boleslao II si acquistò non
scrive all'anno i o4 1 aggiungendo all'an
, poca gloria colle sue guerresche imprese^,
no 1045 che Casimiro I sistemate le co- disonorossi con atti orrendi di tirannia e
se del regno, mandò ambasciatori a Ro- ingiustizia, per cui fu chiamato il crudele,
ma col già imposto tributo del denaro divenendo in odio ai sudditi per le sue
di s. PietrOy dopo essersi confermata la dissolutezze e violenze usate alle più no-
promessa nell'assemblea generale delle bili dame senza pudore alcuno. Il vesco-
Provincie, per cui lo storico polacco Lon* vo di Cracovia s. Stanislao più volte a-
gino osserva, che da quel tempo il regno vendo procurato scuotere il re dalla sua
di Polonia divenne feudalario e tributa- riprovevole condotta, giunse a minac-
rio della s. Sede e del Papa, con lustro ciarlo di scomunica e poi lo privò della
del reame. Altrettanto conferma Grelse* comunione de'fedeli,onde il re colle pro-
ro. De munificentia principum in sedcm prie mani barbaramente l'uccise agli 8
aposlolìcani. Dopo il richiamo, Casimiro maggio 1079. Per questo orribile assas-
J pubblicò un perdono generale e si me- sinio i vescovi raccolti in concilio gemet-
ritò il titolo di pacìfico. Ricuperò la Ma- tero. Contristato s. Gregorio VII da que-
sovia, ed i prussiani si fecero a lui dipen- sto esecrabile delitto, esclamò essere ne-
POL POL 53
cessarlo un tremendo castigo. Cancellò bellalosi il fratello naturale lo fece ucci-
dal novero deVegni la Polonia nuova- dere, indi volle riparare il grave fallo con
mente da lui eretta in reame, pronunziò austera penitenza. Sconfisse grimperiali
Bolesiao II decaduto dal trono, sciolse dal nel 1 109 presso Breslavia, e riportò van-
giuramento sudditi, baroni o vassalli;
i taggi nell'Ungheria e Pomerania. Disfat-
dichiarò incapaci di qualunque ufficio ec- to poi dai russi, ne morì di malinconia,
clesiastico sino alla 4'^ generazione i di- dopo aver diviso tra'suoi
il regno in figli

scendenti de'complici dei re, ed ordinò quattro parli, cioè la grande e la piccola
a Pietro arcivescovo di Gnesna che met- Polonia, la Masovia, e la Slesia, in cui al-
tesse sotto l'interdetto tutta Polonia , se- lora comprendevasi la Lusazia: fu uno
condo Longino. Bolesiao II fuggito col fi- de'sovrani più ragguardevoli della Polo-
glio, trovò ricovero ospitale presso Ladi- nia. Idi lui figli, piccoli sovrani indipen-
slao I re d'Ungheria: ma nemmeno in denli,quantunque il duca diCracovia pos-
quella remota contrada potè nascondersi sedesse una superiorità nominale, prete-
dalla punizione della s. Sede^ che lo in- sero d'imitare il padre: la Polonia fu sud-
seguiva assidua e tremenda, oltre il ri- divisa all'infinito, ed il governo aristocra-
morso. Al re Ladislao I scrisse s. Grego- tico de'signori sostituito al governo asso-
rio VII, che dovesse bandir dai suoi sta- luto dei re. Nel 1 138 o 1 189 come pri-
ti l'uomo grondante del sangue d'un mar- mogenito successe Uladislao II, cui suo
tire: e Bolesiao II cacciato di terra in ter- padre avea conferito il titolo di re, con
ra, ramingò sino alla morte, che fu nel autorità sopra fratelli, benché non pos-
i

1 08 ,come riferisce Yoì^tySioria di Gre-


1 sedesse che la 4-^ parte del regno. Volen-
gorio FU, p. 5o4- Per tale avvenimen- do riunire le Provincie divise, ne spogliò
to i successori di Bolesiao II non furono due fratelli, onde vescovi ricorsero a Pa-
i

più re fino al 1 295 o meglio al 1 3o9,ma pa Eugenio III, che occupato nella cro-
solo principi. ciata non die risposta, ma poi scomuni-
Successe nel 1081 il fratello Uladislao cò la regina Agnese, autrice de'mali che
I detto Ermanno, che ad onta del divie- affliggevano la Polonia. I principi rifug-
to di Gregorio VII, che avea proibito
s. giti a Posen furono assediati; l'arcivesco-
ai principi reali di prendere il titolo di re vo di Gnesna scomunicò Uladislao II, che
e di essere unti dai vescovi senza il per- battuto fuggì a Cracovia e fu deposto nel
messo della s. Sede, l'imperatore Enrico 1 147, venendo innalzato al trono il fra-
IV coronare e consagrare a Gne-
lo fece tello Bolesiao IV, il quale assegnò a Ula-
sna. Domandò al Papa che fosse tolto Tin- dislao II la Slesia^ che d'allora in poi fu
terdelto al regno, e intanto ne fece ria- perduta per la Polonia. Eugenio III spe-
prire le chiese altri dicono che egli
: mon- dì un cardinal legato per la restaurazio-
tò sul trono col favore di s. Gregorio VII. ne del principe deposto, ma non venen-
Sottomise la Pomerania ribellata, ed as- do esaudito scomunicò principi e fece i

segnò al suo figlio naturale Zbigniew per chiudere le chiese nel i49- L'impera-
\

appannaggio Masovia e altri ricchi do-


la tore Corrado III suocero di Uladislao li,
minii; taleprima divisione è l'epoca fune- colla condizionediessere riconosciuto per
sta in cui cominciarono gli smembramen- supremo signore, ne prese la difesa, ma
ti e le calamità che oppressero per due inutilmente, rifiutandolo i polacchi, resi-
secoli la Polonia. Nel 1 1 02 gli successe il stentipure all'anatema rinnovato dal car-
figlio Bolesiao III, e prese il solo titolo di dinal legato. Federico l imperatore ot-

duca nel timore di spiacere al Papa, che tenne pei di lui figli la Slesia, che d'al-
dopo la scomunica di Bolesiao li avea lora in poi restò separata dal regno. A-
proscritto il titolo di re in Polonia. Ri- vendo Bolesiao IV conquistalo una parte
,

54 POL POL
della Pomerania, la fece ammaestrare nel Polonia da Celestino III, parlai nel voi.

vangelo da s. Ottone vescovo di Bamber- XXXVII, 281. Osserva llurler nella


p.
ga. Nel 1 168 il suo esercito fu taglialo a Storia d'Innocenzo HI, voi. 2,p. 46, che 1

pezzi dai prussiani nelle loro paludi, in- la Polonia a questo tempo era fra tulli i

di regnò con saggia amministrazione, la- paesi cristiani d'Europa quello che me-
sciando al figlio Lecco oLeszko i ducati no di tutti si avesse pratiche e commer-
-•
di Masovia e Cujavia. cio con Roma. Ripartito com'era in di-
Micislao III figlio di Boleslao III nel versi stati particolari, non avea esso al-
1 173 divenne duca , indignò i polacchi cuna politica importanza, posto a para-
col cattivo suo contegno, i quali neh 177 gone cogli altri regni. La civiltà romana
gli tolsero la corona che offrirono al fra- e il consorzio germanico erano, dove più,
tello Casimiro II signore di Sandomir e dove meno, legami che univano l'un con
i

di Dublino, ma non l'accettò chea sten- l'altro quasi tutti popoli d'Europa. Or
i

to, facendogli omaggio anche Ottone fi- questi due elementi non conobbero po- i

glio del deposto. Casimiro II si fece ama- poli slavi, alcuni de'qualifurono solo po-
re per la bontà e saviezza del suo gover- sti in comunicazione con Roma per la re-

no, e voleva rinunziare al fratello, se non ligione eie discipline ecclesiastiche avu-
che grandi del regno con ardire (che già
i Però questo poco
te dall' occidente. filo
cominciava a germogliare fra essi quello d'unione bastò a renderli superiori agli
spirilo d'indipendenza, che più tardi pro- altri popoli della medesima razza , e la
dusse le disgrazie della Polonia), gli rap- chiesa latina essendo ordinata per ogni
presentarono che gli avrebbe rovinati tor- rispetto in modopiù acconcio che
assai
nandoli sotto il dominio d* un principe non la chiesa anche più saluta-
greca ,

perverso e vendicativo. Allora Micislao re dovea esserne l'eflficacia da lei eser-


III attaccò guerra, che il fratello per gio- citata sulle nazioni che riconoscevano la
varlo non respinse con energia; nondi- sua legge. Boleslao III col dividere la Po-

meno Casimiro II die prove di valore, fa- lonia fra'suoi avea per lungo tempo
figli

cendo tributario il ducato d'Hallicia A- affievolito il regno e sparsivi i semi di


licia. Micislao III governò in qualche par- discordie intestine, sebbene uno di essi a-
te di Polonia dali iggalisoi e morì nel ver dovesse la dignità ducale e la premi-
I202. Intanto Casimiro II neh 180, co- nenza sugli altri; ma quello appunto che

me riporta Rinaldi, mandò ambasciato- dovea congiungerli li disgiunse. Neh 194


ri al Papa Alessandro III colle costitu- Lecco V
il saggio duca di Cracovia , fu

zioni del regno perchè le confermasse. Fu- pupillo preposto ai principi di Polonia
rono ricevuti nel Tuscolo e benignamen- né potè in tal condizione mantenersi, se
te trattati. Alessandro III in concistoro non combattendo con vario successo con-
rese molte grazie ai polacchi, perchè e- trolozio Micislao III principe della Polo-
rano stati costanti nella sua ubbidienza, nia superiore, alla morte del quale aven-
non riconoscendo gli antipapi insorti con- do la dieta di Cracovia, per partito posto
tro di lui, come aveano fatto altre vicine dal palatino e da suo fratello, il vescovo
nazioni. Longino riprodusse la formola di detta città, volutoimporre a Lecco V
con cui vennero confermali delti statu- i certe condizioni che a lui parvero incom-
ti. Casimiro li col nome di giusto morì portabili colla dignità sovrana, egli vol-
neh 194, lasciando tre figli. Lecco V che le piuttosto rinunziarla fra le mani di Ula-
gli successe, Corrado duca di Masovia, il dislao 111 figlio di Micislao III, che otte-
cui ramo si estinse nel i4i6 , e Salome nerla a danno delle sue prerogative o do-
moglie del figlio d'Andrea re d'Ungheria. verla conquistare con 1' armi. Pur non-

Del cardinal legato nel 1 197 spedito in dimeno insorse contro di lui il suo vas-
POL POL 55
sallo Romano principe d* Uladimiria e camente Papa, perchè si emen-
scrisse il

(rHaiIicia,di religione greca, chiamati i dasse dei suoi gravi falli, minacciando le
russi in aiuto suo ; ma Za-
nel 1 2o5 in censure della Chiesa. Nulla avendo con-
wichost fu rotto in battaglia da Lecco seguito, Innocenzo Ili autorizzò 1' arci-
V e perde principato e vita con gran per- vescovo a scomunicarlo coi suoi aderen-
dita de'russi. Volendo poi Lecco V uni- ti, ed invocò i sussidi de' vescovi polacchi
re gli stati dell'ucciso a'suoi, nel 1208 ne pel loro confratello esule per difendere
(iece tributo alla chiesa romana e ad In- le ragioni comuni. Per la presenza in Ro-
nocenzo III, dal quale gli ebbe di nuovo ma dell'arcivescovo di Gnesna, Innocen-
in feudo, e il Papa fu contentissimo di ri- zo III prese piena cognizione dello slato
cevere sotto la protezione di s. Pietro la della chiesa di Polonia , onde die opera
persona e il paese di questo principe, tan- a regolare la disciplina ecclesiastica e n-
to più che la Polonia intiera teneasi per muoveregli abusi, principalmente dei du-
tributaria della s. Sede, come si apprende chi nell'appropriarsi l'eredità de' vescovi,
da Cromer eda Alberico citati da Hurter. e intrudersi nelle loro elezioni a danno
Uladislao III eletto nel i2o3 duca di de' capitoli: per questi e altri gravami
Cracovia, divenuto duca di Polonia per la Innocenzo III concesse all'arcivescovo la
virtuosa moderazione del valoroso Lecco dignità di suo legato, onde procedere eoa
V suo cugino, colle proprie violenze disgu- maggiore autorità e vigore. Tornato En-
stò la nazione, per cui fu deposto nel 1 207 rico in Polonia convocò un sinodo, ove fe-
dai grandi, che invitarono Lecco V a Cra- ce giurare ogni ecclesiastico che avesse
covia per riprendere le redini del gover- concubina di cacciarla, come attesta Du-
no. Tutta volta Uladislao HI per retaggio ^ìoszy Hist. polon. Inoltre Innocenzo III
paterno conservandola gran Polonia, ivi scomunicò il vescovo di Posen per noa
tutto pose in disordine per le sue ingiu- lispettare i suoi ordinamenti, e prese al-
stizie, massime contro il clero e Tarci ve- tre provvidenze sui bisogni della chiesa
scovo di Gnesna Enrico, zelante dell'o- polacca. Non cessando Uladislao III dalle
nore di Dio e del chiericato, che voleva sue violenze, fu nuovamente scomunica-
trarre dalle immoralità in cui misera- to e deposto, laonde espulso dai suoi sta-
mente era caduto con iscandalo de' po- ti, mori nell'esilio l'annoi 23 1. Già fino
poli. Per le necessarie riforme e per ave- dal 1227 a LeccoV era successo Boleslao
re appoggio, Enrico ricorse ad Innocen- V il casto al trono ducale di Polonia, ma
zo 111, chegl'impose di non ordinare che dopo essere stato sotto la protezione di

degni ecclesiastici e bandir dalle chiese Enrico duca di Slesia il barbuto^ uscì di
le indecenze e le rappresentanze teatra- mi nori tà solo nel 1 2 3 7 Avendo sposato s.
.

li che le deturpavano. Colpiti gl'indegni Cunegonda figlia di Belali o IV re d'Un-


chierici dalle austere disposizioni dell'ar- gheria, com'essa fece voto di castità, sicco-
civescovo, ricorsero al duca già usurpa- me timido e condiscendente. Eppure non
tore de'diritti della Chiesa, che di prepo- aveva la Polonia più d'allora avuto mai
tenza conferiva i benefizi spettanti a En- bisogno d'essere governata da un princi-
rico, a cui tolse le reliquie, i sacri arredi pe fermo ed operoso. I tartari vi penetra*
e il tesoro della chiesa, ne sequestrò i be- rono nel 1 240 e Boleslao V fuggì presso
ni, lo fece custodire presso la cattedrale, il suocero e poi in un monastero di Mo-

carcerando vari ecclesiastici. L'arcivesco- ravia : la nobiltà polacca si rifugiò in Un-


vo fuggì e si recò in Roma a portar le gheria, ed il popolo si nascose dentro le
sue querele a Innocenzo III, che da al- foreste. Aperta ai tartari e senza difesa
tre parti ne avea ricevute contro le cru- l'infelice Polonia, fu posta a sacco e de-
deltà di Uladislao 111. A questi energi- solata; dialrussero Kiovia, n^anomiscro
56 POL POL
Sandomlria, e si ritirarono quandoli scon- Guido Borgogna celebrò un concilio a
di
fìsse Varadirairo palatino di Cracovia. Ri- Eresia via. Nel 1 2 7 GClementc I V canonizzò
tornati a combattimento, vinsero il pala- 8. Edw^ige. Compianto dal clero e disprez-

tinoj depredarono e arsero Cracovia. Ri- zalo dai grandi e dal popolo, morì Bole-
voltisi contro Breslavia piena di popolo slao V nel 2 79, dopo a ver adottato Lecco
I

e di ricchezze, alle preghiere di s. Ceslao VI il nero duca di Cujavia e fattane confer-


fu liberata, avendoDio mandato una co- mar la scelta con una specie di elezione
lonna di fuoco che costrinse barbari al- i nazionale. Nel 1282 volendo jadzvingi i

la fuga. In questo mezzo s. Edwige du- vendicarsi de' polacchi che li aveano bat-
chessa di Polonia (come vedova di En- tuti, si collegarono coi lituani; ma Lecco

rico il barbuto duca di Slesia, che per un VI duca diCracovlaedi Sandomir, col pa-
tempo era stato duca della gran Polonia trocinio di s. Michele arcangelo, ne fece
quando fu cacciato Uladislaolll, e mor- strage senza perdere un soldato; indi vin-
to santamente neli 2 38^ onde il suo pri- se il duca di Masovia Corrado, perdonan-
mogenito Enrico il pio per 3 anni fu du- do al palatino di Sandomir e agli abitan-
ca della grande e piccola Polonia e di Sle- ti la ribellione. Nel 1287 i lituani,! rute-
sia), lasciato il monastero di Trebuitz, do- ni, i sainogizi oppressero la Polonia, on-
ve conduceva vita religiosa, si ritirò col- de Lecco VI avendo ottenuto dal Papa
le monache di cuieraabbadessa la figlia contro loro la crociata, questa in vece ri-
Gertrude in Liguitz, mentre il duca En- volse a danno di Corrado; ma Dio lo pu-
rico suo figlio con autorità apostolica a- nì coir invasione de' tartari, colla peste ,

donato un esercito di crociati con eroi- colla sterilità de' campi, coli' inondazio-
smo combatteva i nemici, vi perde la vi- ne e con altri flagelli. Immenso fu il ma-
ta e con essa le armi cristiane la vittoria le recato dai tartari, segnatamente in U-
che già piegava a loro favore. La santa ladimiria,ove predarono migliaia di don-
avea già predetto la morte del figlio e , zelle. Tuttociò in punizione pure delle u-
virtuosamente si consolò uniformandosi surpazioni commesse dai principi polac-
alla divina volontà, tutto narrando Ri- chi sulle ragioni e sui beni della Chiesa;
naldi all'anno ii^\. Boleslao V dispre- in questo tempo Enrico duca d'Uratisla-
giato dai sudditi che avea vilmente ab- via vessando il vescovo Tommaso, ne fu
bandonati, uscì dal suo ritiro dopo par- pentito e lo reintegrò del tolto.
titi barbari, i quali nel 1260 depreda-
i Nel 1 289 per morte di Lecco VI inco-
rono di nuovo le provincie di Lublino, minciò l'interregno che durò lino al 1 295-.
Sandomir e le vicinanze di Cracovia. 11 per le devastazioni de'tartari, tanta fu la
duca rientrò ne' suoi stati donde n' era miseria del paese , che i piccoli principi
ripartito, e nel 1265 sconfisse jadzvingi
i polacchi furono costretti chiamar colonie
altri invasori. Nel 1266 il palatino di Cra- tedesche per ripopolare le loro città de-
covia vinse i rutenio russi coi tartari nu- serte. Nell'interregno i dominatori di Po-
merosissimi, per le orazioni di s. Cune- Ionia ebbero il titolo di governatori. U-
gonda ed il patrocinio de' ss. Gervasio e ladislao IV il piccolo dopo Lecco VI fu
Prolasio, in venerazione presso i polac- eletto capo della monarchia, ed acclama-
chi, come scrive Rinaldi ; ma nel 1267 to dal clero e dalla nobiltà del palalina-
l'esercito di Boleslao V fu disfatto dai rus- to di Cracovia, contro gli abitanti della
si. Sotto Boleslao V
Papa Innocenzo IV,
il città che aveano eletto nel 1290 Enrico
che canonizzò s. Stanislao, spedì due le- duca di Breslavia, il quale colle sue trup-
gati in Polonia; nel 1247 il cardinal Ca- pe costrinse l'emulo a salvarsi vestito da
poccij neh 25 1 Pantaleone poi Urbano religioso. Morto Enrico insorsero tre com-
ITj mentre nel 1267 il cardiiial legalo petitori alla corona Uladislao IV, Von- :
POL POL 5j
ceslaoll re Boemia, ePiemisIaooPrze-
(lì Giovanni re di Boemia formava preten-
4iiislao duca della gran Polonia. Il par- sioni sulla corona di Polonia Uladislao ,

lilo di quest'ultimo avendo pievalso, e- IV inviòambasciatori in A vignonea Gio-


gli fu consagiato e coronato a Gnesna nel vanni XXII, richiedendo che volesse ri-
1295, e secondo alcuni prese il nome conoscerlo e ornarlo del titolo reale. Il
di re e si chiamò Premislao li. Neil 2^6, re diBoemia mandò ancorai suoi perciò
dopo morte violenta di esso, Uladislao 1 V impedire , pretendendo appartenergli il
fu di nuovo scelto dalla dieta del regno, regno però lo negarono i polacchi , di-
:

ma solo assunse il titolo di sovrano del- chiarandospettarea Uladislao IV il prin-


la Polonia, domiims regni Polonìae. Nel cipato per legittima successione. In suo
i3oo i nobili in dispregio de'giuramen- favore era ben disposto il Papa, ma te-
li lo dichiararono decaduto dai suoi di- meva scontentare ilcompelitoreboemo.
ritti, chiamando alla corona Venceslao L'arcivescovodi Gnesna primate ed suoi i

1 1, che fu consagralo re. Cacciato dalle sue sulfraganei, coi nobili del regno, ancor
teri'e Uladislao IV, si ricoverò in Unghe- essi aveano ricorso alla s. Sede in que-
ria e di là in Roma, ben accolto da Bo- sto aliare, perchè il regno era immedia-
nifacio Vili. Questi altamente disappro- tamente soggetto alla chiesa romana, iu
vò che il re boemo avesse osato prende- segno della quale soggezione pagava ogni
re la corona polacca senza consultarne la anno il censo chiamato denaro di s. Pie'
8.Sede. Spedì un legato in Polonia, con tro 3 come riporta Rinaldi a detto anno.
ordine d'impiegare ogni mezzo per allon- Giovanni XXII scrisse ai vescovi e nobi-
tanare Venceslao II e reintegrare Ula- li polacchi.Noi non pronuncieremo o-

dislao IV. Il Papa scrisse al re boemo. ra sulla promozione del duca Uladislao,
»iSenza esserestato chiamato dal Signore, che voi ci avete domandata. Con ciò per
voi avete avuto la presunzione temera- altro non intendiamo di recare pregiudi-
ria d' andare di vostra propria autorità zio né ai vostri diritti , ne a quelli degli
in Polonia, di nominarvi re^ in onta alla altri , lasciandovi ogni libertà d' usarne
sede apostolica a cui appartengono, com'è come v'aggradirà ". Laonde fu stabilita
noto, le Provincie della Polonia. Noi vi la coronazione di Uladislao IV, e la ce-

facciamo divieto, ec. ". Uladislao IV re- remonia, che sotto i re e duchi preceden-
duce da Roma, entrò nel ducalo di Cra- ti si era fatta a Gnesna, seguì a Cracovia.
covia. Il suo partito neli3o5si fortificò Uladislao IV vi fuconsagratodelpariche
colla morte di Venceslao II: suo figlio, che la regina Edwige sua sposa, e scrivendo
assunse il titolo di re, fu assassinato men- poi al Papa s'intitolò, re di Polonia per
tre marciava su Cracovia onde Uladi- , la provvidenza di Dio e della sede apo'
slao IV fu nuovamente riconosciuto da slolica. Uladislao sostenne diverse guer-
tutti palalinali, ad eccezione della gran
i re contro i cavalieri teutonici , e pianse
Polonia, che scelse Enrico duca di Glo- iltermine de' principi russi o ruteni di
gaw nella Slesia. Questi essendo morto Kiovia, ch'erano slati lo scudo della Po-
nel 1809, la nobiltà di quel palatioato lonia contro le torme de'tartari^ sovrani
elesse Uladislao IV che fu in tal guisa ri- della Piussia rutena. I principi polacchi
conosciuto solo sovrano della Polonia. La di Slesia, obliando la loro origine, si era-
Pomerania orientale ancora lo riconob- no assoggettati al redi Boemia, che mi-
be, mentre i cavalieri teutoni coll'impa- nacciava Posnania e Cracovia, primarie
dronirsi di Danzica e de'paesi situati alla citlà delregno, per le pretensioni che re
destra della Vistola, furono cagione d'una Giovanni avea sulla Polonia, quali era-
guerra crudele che desolò 5j anni la re- 1 no comuni a Lodovico V imperatore, con-
gioue, sino al trattato diThorn. Siccome siderandola come avesse un tempo appar-
58 POL POL
tenuto air impero ; onJe con alleanze e hanno goduto in Polonia. Fino a questo
parentele si munì contro tali nemici. Mo- principe ipolacchi non aveano avuto re
rì il reUladislao IV in Cracovia nel 333 i che tolti nel loro seno; cominciarono al-
con lode di prudente, generoso, attivo e lora ad eleggerne stranieri , e questa fa
coraggioso. Gioachino Lelewel nel 182G una delle prime cause delle turbolenze
«pubblicò in Vai-savia: Dtlristabìlinien' che hanno desolato il regno. Il nipote Lui-
to della Polonia sotto Vladislao IF. gi I d'Angiò che dal i342 era re d'Uu-

Casimiro III Wgrande figlio del prece- gheria,fu acclamato re di Polonia, e sa-
dente, già segnalalo per valore è sovrano lendo sul trono confermò con giuramen-
dell'alta Polonia fatto dal padre, gli suc- to gli antichi diritti de'polacchi. Nondi-
cesse. Coi cavalieri teutoni, perpetui ne- meno annullò il testamento del zio , re-
mici della Polonia, convenne a prolungar legò le figlie in Ungheria, tolse i pala-
la tregua stabilita, con riprendersi Cuja* tinati ai loro titolane si alienò il cuore
i^ia e rinunziandoallaPomerania; veden- de' polacchi. Affidò la reggenza a Elisa-
do i cavalieri tergiversare, ricorse alla s. betta sua madre e preferì il soggiorno in
Sede per ottenere giustizia, che decise in Ungheria ; ma i consiglieri della regina
flivore del re e scomunicando i cavalie- suscitarono una sollevazione che l'obbligò
ri, i quali ricorsero a Lodovico V impe- a fuggire nel 1376. Il re fece ritorno in
ratore. Non avendo Casimiro III figlio Polonia nel 1377 e morì a Tyrnau nel
maschio, ed essendo l'ultimo deirilluslre i382. La sua figlia Edwige gli successe
stirpe de'Piasti,neliSSg scelse per suc- per elezione de'magnati polacchi, a con-
cessore Luigi d'Angiò figlio del re d'Un- dizione che non si mariterebbe se non
gheria e di sua sorella Elisabetta. Poco previo il loro consenso. Ne ricercò la de-
dopo s'impadronì della Russia, che avea stra Jagelloneduca di Lituania rinoma-
altre volte appartenuto alla Polonia^ si to per valore, che piacque alla regina per
pacificò nel 1 343 coi teutonici, e conqui- le sue qualità personali, ai magnati pei
stò quasi l'intiera Slesia, ma non ritenne vantaggi cui oflViva l'unione della Litua-
che la provincia di Frankenstein. Costrin- nia alla Polonia, onde la sposò nel 386, 1

se alla ritirata tartari e disfece boemi.


i i assumendo il nome di Uladislao V, del
Nel 347 nella dieta di Wilslicza ordinò
1 quale parlai a Lituania. Si accattivò l'af-

la rifusione delle leggi ad abili persone, fetto de'nuovi sudditi, rispettandone pri- i

e le sue ordinanze furono accettate. Le vilegi,onde potè trasmetterne lo scettro


paterne sollecitudini perla classe più ab- a'suoi discendenti. Nelgrande scisma in-
bietta de'sudditi, gli valsero il titolo di re sorto nel 378 contro Urbano VI, la Po-
1

de contadini. Ricondusse le arti ne' suoi Ionia restò a questi fedele, ripugnando
stati, che fortificò; fondò spedali, collegi agli antipapi d' Avignone: il Papa volle

e università. Tolse ai lituani quanto pos- creare cardinale il principe di Lignitz del-
sedevano nella piccola Russia , che poi la regia stirpe di Polonia, ma non accet-
perdette; ma nel 1 366 gli ritolse la Rus- tò e fu vescovo di Breslavia. Il succes-
sia rossa, lasciando a due signori in feu- sore Bonifacio IX neh 391 spedì per le-

do la Volinia e il palatinato di Reltz. Pa- gato in Polonia e Lituania il vescovo di


pa Urbano V lo ammonì ad abbando- Massa Gabrielli, di cui nel voi. XLIH, p.
nare le scandalose tresche, ripigliando la 233. Avendo il re perduta Edwige, spo-
moglie dalla quale erasi diviso. Morì nel sò Anna nipote di Casimiro III, indi ri-
1 370, le sue grandi qualità fecero oblia- cusò la corona boema. I teutoni di Prus-
re t suoi difetti e la sregolata passione per sia stancarono la sua prudenza, onde en-
le donne, fra le quali un'Ester ebrea che trato ne'lorodominii li costrinse alla tre-
ottenne molti privilegi, di cui gli ebrei gua che al solito ruppero. Nel 1409 man-
POL POL 59
dò i suoi ambasciatori al concilio di Pi' sagratoli re, con quel rito accennato al-
sa e poi a quello di Costanza per l'estin- la sua biografìa. Avendo Casimiro IV
zione dello scisma. Nel 1 4 1 o con gran stra- mandato in Roma i suoi ambasciatori a
ge riportò vittoria sui teutoni,il cui super- prestare ubbidienza a Nicolò V per la sua
bo gran maestro avea mandato a lui e al elevazione al pontificato, il Papa fece par-
duca di Lituania due spade per provo- tire il suo legato, il quale pre-
con loro
carli a battaglia. Occupata tutta la Prus- sentò al re rosa d'oro benedetta e altri
la

sia,usò moderazione e venne a patti, seb- pegni di sua benevolenza, incaricandolo


bene i turbolenti cavalieri lo tennero oc- di assolvere il cardinal Olyniz vescovo di
cupato finche visse. Adoperandosi per l'u- Cracovia , l' università di questa città e
nione della chiesa greca colla romana con l'arcivescovo di Gnesna fautori dell'anti-
religioso zelo, Martino V lo ringraziò con papa, aigomento che già trattai ne' voi.
lettere, e ad esempio di altri Papi che a lui lV,p.i67,XVlll,p.i7o,XXXl,p.245.
aveano concessi molti privilegi per aver Neh 45 1 Nicolò V scrisse caldissime let-
propagato ilcaltolicismo, glieli confermò tere al re per aiutare Giovanni III re di
e lo dichiarò vicario (come fece col prin- Cipro in guerra concedendocoi turchi,
cipe di Lituania) della chiesa romana ad istanza del cardinal Olyniz per tutto
ne'suoi stati, per meglio dilatare la fede il regno di Polonia e pel granducato di

e ridurre i greci all' ubbidienza della s. Lituania l'indulgenza plenaria del giubi-
Sede, come riferisce Miechovita o Micho- leo a chiunque gli avesse prestato soccor-
via, lib. 4, cap. 7.5 , ed io notai nel voi. so : il giubileo durò da dicembre al fine
XXXVII , p. 3o. Terminò i suoi giorni di agosto14^2, come leggo in Zaccaria,
nel i434> e la Polonia lo celebrerà sem- Dell'anno salito, p. 2o5. Nella dieta te-
pre tra i più grandi de' suoi re. Il figlio nuta nel i4^3 in Pelricaw o Petrikau i
Uladislao VI, nato dalla 4-^ moglie, che polacchi per garantire l' integrità dello
a preghiere del padre avea avulo a pa- stato formarono una confederazione se il
drino Martino V, gli successe; ma benché re persisteva a non difenderlo, e la giu-
riconosciuto dalla dieta, non essendo di- rarono in sua presenza. La Prussia stan-
sposto confermare gli antichi privilegi, in- ca de'cavalieri teutoni li cacciò e si die a
contrò qualche difficoltà e fu coronato re. Casimiro IV, ma ne risultò lunga guerra
Eletto neli44o »'e d'Ungheria, vi si por- con alternativi successi; finalmente i ca-
tò e fu ucciso a' i o novembre 1 444 ^o^ valieri si arresero nel 1466 pel trattato
cardinal Cesarmi ledalo di Polonia e Un- di Thorn,in cui la Prussia prese il nome
gheria, nella battaglia di Varua vinta da di reale o occidentale, ritenendo i teuto-
Amurat li. ni la ducale o orientale come feudo del-
Casimiro IV fratello del defunto e du- la Polonia , la quale estese alla Prussia
ca ò gran principe di Lituania, preferen- occidentale le sue frontiere. Ricusando le

do il suo ducato, ripugnante accettò la co- Provincie contribuire sussidi, fu statuito


rona neh 44^> ™^ appena consagrnto nel che ogni palatinato mandasse due nunzi
i447 l'ifiutò sottoscrivere agli obblighi terrestri per esaminar nelle diete gli af-
che la repubblica esigeva dai suoi re, ed fari del governo, istituzione chein appres-
alfrettossi a tornare in Lituania, ove dimo- so produsse gravissimi mali. Iboemieles-
rò quasi sempre, ingrandendola a spese sero loro re Uladislao suo primogenito,
della Polonia, per cui ne restarono sde- e gli ungheresi s. C<25/m/ro secondogeni-
gnati i polacchi. Nello scisma dell' anti- to che meritò gli onori dell'altare. Paolo
papa Felice ^,queslipercattivarsi la be- IIscomunicò Pogebrac pretendente al re-
nevolenza de'polacchi creò cardinale Do- gno di Boemia, che spettava a Casimiro
livac arcivescovo di Gnesna che avea con- IV per Elisabetta sua moglie. I tartari
6o POL POL
infeslandu la Potlolia e la Lituania, quc- Carlo V,cui restò ligio. Te-
elettori favorì
tila comprese che la propi la sicurezza di- muto dai vicini, quanto amato dai sud-
pendeva dall' unione colla Polonia; il re diti, non perde mai di vista l'ordinamen-
a/Iidò reserciloal figlio Albertocliescon- to delle finanze ed il ricupero dei domi-
iìsseilnemico, aiutalo da Innocenzo Vili nii dellacorona alienati dal fratello, men-
che perciò avea fatto bandir la crociala tre da Leone X
vide canonizzato l'altro
contro i barbari. Casimiro IV morì nel s. Casimiro martire della castità. A que-

1492 in Grodno, solo compianto dai li- sto Papa appena eletto avea spedito una
tuani. Giovanni Alberto suo figlio gli suc- ambasceria con Giovanni arcivescovo di
cesse, il cui fralello Federico di Polonia fu Gnesna alla testa, a prestare la solita ub-
creatocardinaleda Alessandro VI, il quale bidienza e riconoscerlo quale vicario di
prendendo la difesa de'veueziani contro i Gesìi Cristo, come per assistere al conci-
turchi, esortò il re a fare con altri princi- lio Lateranense V in nome della nazio-
pi un diversivo sugli ottomanienel i5oo ne. Leone X procurò pacificarlo coi teu-
gli spedì un legato. Morendo nel 5o la 1 1
, toni e ricevè in pubblico concistoro gli am-
dieta de' grandi preferì al re di Boemia ove l'arcivescovo pronunziò
basciatori,
Alessandro altro Hgiio di Casimiro IV commovente orazione, non senza lagrime,
granduca di Lituania,
perché questa re- onde si facesse lega tra il Pontefice ed i

slasse unita alla Polonia, e per estingue* principi per reprimere i tartari, i mosco-
le gli odii fra i due popoli. Di fallo i li- viti ed turchi che facevano frequenti stra-
i

tuani lusingati dal rivedere corona rea- la gi, ed altrettanto perorò nel senato vene-
Jesul capo del loro duca^ acconsentirono to. Il Rinaldi all'anno i5i4 narra la spe-
air unione de*due stati, a condizione di dizione del nunzio Pisone al re Sigismon-
aver diritto di suffragio nell'elezione dei do I ed ai moscoviti: Leone X ebbe pu-
re polacchi. Debole monarca regnò il fa- re a suo nunzio in Polonia Zaccaria Ter-
vorito Glinski, mentre tartari tribola-
i rier. Sigismondo I rilardò i progressi in-
rono la Lituania, poi tagliati a pezzi sul fausti delia pretesa riforma religiosa nei
Kiemen. Spirò in Wilna nel i5o6, indo» suoi stali, dichiarando incapaci d'eserci-
lente, taciturno e melanconico. tare pubblici impieghi que'che avessero
Sigismondo! il grande inhio figlio di cambiato culto, e vietando a'polacchi di
Casimiro IV, letterato, duca di Glogaw e frequentare le università di Germania;
governatore della Slesia, si guadagnò la maresempiode'grandiediqualchevesco»
slima de' popoli e 1* affetto de'grandi. I vo non poteva a meno di trovare imitato-
polacchi con fiducia lo elevarono al Irò* Bernini, j^Tz-yf. dell'eresie^ t. 4, P-SqG,
ri. Il

no e coronarono nel iSoj. Infestando i attribuisce l'introduzione dell' eresia in


russi annualmente la Polonia e guidali Polonia a Francesco Stancaro mantova-
dall'ambizioso Giinskigiàgovernalore dei no professore di teologia in Prussia, ed
lituani, furono in vestiti dal re olire il Bori- all'apostasia del marchese di questa Al-
stene, che fece porre a sacco 1 dintorni di berto di Brandembmgo gran maestro dei
Mosca e solo a dure condizioni accordò teutoni ; per cui il Rinaldi all'anno 1 526
la pace. Cacciò dalla Podolia i vallachi, deplora come re Sigismondo I, il quale
si oppose alle pretensioni dei teutoni e nel avendo vivamente supplicalo la s. Sede
i5i4 fece a pezzi russi, sempre disfat-
i per la soppressione di quell'ordine alla Po-
ti e mai vinti, che pel tradimento di Glin- lonia sempre infesto, cede iu feudo la
fiki aveano preso Smolensko. Andò a Prussia ad Alberto, osservando che Dio
Vienna coi re fratelli e si pacificò leal- lo punì con fare perdere alla sua stirpe
mente con Massimiliano I che avea pro- i reami di Boemia e Ungheria. Nondime-
vocato i russi alle oslililà, indi presso gli no Rinaldi loda il re per aver preserva-
POL POL 6c
to laPolonia dall'eresia Luterana (^.), dopo, pianta dai polncchiche lardi neap-
con reprimere severamente gii eretici e prezzarono le qualità. Malgrado lode- i

predicanti di Danzica. Molti saceidoli e voli provvedimenti di Sigismondo I, le

monaci, vinti dairallettamentode'piaceti, nuove opinioni nate in Germania fallo


contrassero matrimoni, quindi saziale le avevano grandi progressi in Polonia, nar-
loro sfrenatezze tornarono alla chiesa cat- rando Contin, Diz. delCeresie^ Lutero 5
tolica, il che con molto zelo curò l'arci- 9, che nel i520 un luterano si portò in
vescovo di Gnesna quale legato della s. Danzica per istabilirvi il luteranismo, pro-
Se(\e: ma
trovando gravi diflìcoltà ne're- cedendo nell'empio apostolato con mol-
ligiosi apostati, perla vergogna di ritor- ta cautela e insegnando solo nelle case par-
nare ne'chiostri, Clemente VII ordinò che, ticolari; che nel i52i un francescano apo-
condannata pubblicamente l'eresia, ve- stata predicò apertamente contro la Chie-
stissero come i preti secolari, dispensan- sa romana e persuase moltissimi: questi
doli dal ritornale ne'convenli e monaste- nuovi proseliti cacciarono i cattolici dalle
ri. Nel iSi'j i polacchi nella Lituania ri- cariche che occupavano, empiendo la cit-

portarono vittoria sui tartari e ne fecero tà di turbolenze. Ricorsi i cattolici a Sigi-


strage. I polacchi derogando alle leggi fon- smondo I, si portò a Danzica, espulse i

damentali del regno, dierono a Sigismon- magistrati intrusi, punì severamente i se •

do I una testimonianza assai notabile di diziosi ed interdisseai luterani ed evange-


affezione, eleggendo nel i53o a succeder- lici l'adunarsi. Tuttavia i luterani conti-
gli il Augusto d'anni io, ed il
suo figlio nuarono segretamente a spargere le lo-

re visse abbastanza pereducarlo.Nel i532 ro erronee dottrine per la Polonia, facen-


Clemente VII esortò gli ambasciatori po- do proseliti e attendendo l'opportunità
lacchi residenti in Roma ad insinuare al per dichiararsi pubblicamente. Questo
loro sovrano di unire le sue forze a quel- tempo giunse sotto Sigismondo II,il quale
le degli altri principi per opporsi ai pro- per gli sponsali colla Radziwil, avendo bi-
gressi de'lurchi minaccianti l'Ungheria. sogno del consenso de'palatini e del sena-
Jl successore Paolo III mandò in Polonia to, usò tutti i riguardi e la condiscenden-
Medici (poi P/o /^) commissario dell'e- za colla nobiltà. Molti signori e palatini
scrcilo pontifìcio contro turchi ed lu- i i adottarono le opinioni di Lutero, onde
terani. Morì Sigismondo I nel i548, la- fecero pubblica professione della sedicen-
sciando la sua memoria in venerazione, te riforma che si stabilì a Danzica, nella
avendo raddolcito i costumi de'polacchi, Livonia e in molti palatinati. In breve la
ispirato il genio delle arti e delle scienze Polonia divenne l'asilo de'riformatori, co-
che coltivò: molte città gli devono abbel- me Blandralo, Lelio Socino, Okino, Gen-
limenti e fortificazioni per preservarle dal- tili quali formarono un par-
e molti altri, i

le invasioni de' popoli vicini. Bello nella titoche allarmò cattolici e protestanti.
persona, la sua alfabilità guadagnava tut- Divenula Polonia piena di sette laceran-
ti i cuori. ti il cristianesimo, ifra loro si fecero guer-
Sigismondo II Augusto I, allevalo da re crudeli, solo unendosi a danno de'cat-
Buona Sforza sua madre nella mollezza, tolici,che per la loro potenza costrinse-
sedotto dalle attrattive di Barbara Rad- ro ad accordargli libertà di coscienza sot-
ziwil, la sposò segretamente e rese nolo to molti re, in virtù del Pacla conven*
il matrimonio nel succedere al padre Si- tnj per questo ai polacchi fu permesso
gismondo 1 : la dieta non volle riconosce- di essere ussiti, luterani^ sagramentariy
re questa unione, ma il re con fermezza calvinisti^ anabatlislì, ariani, sociniani^
si difese e riguadagnò il favore de'nobi- antitrinitari, triteisti, unitari, ec, quindi
li. La regina fu corouala,iiioreDdopoco la tolleranza de' culli. Il più de' magnali
-

G2 roL POL
che desideravano l'abbassamento del po- dà il merito di averla preservala dal per^
tere sacerdotale, si dicbiar?) pei rifornia- dere la religione cattolica, per la deplo-
ti; lo zelo ardente de' vescovi in persegui- rabile condizione in cui trovò la Polonia,
tar gli eretici neaccrebbc il numero; Dan- La prudenza e l'avvedutezza del nunzio
zica che avea abbracciala la Confessione evitò le pericolose insinuazioni di ambi-
augustana (^.), ne fu colpita, per cui nel zione e di vendetta di Giacomo IJcangio
i552 si pose sotto la protezione dell'ini arcivescovo di Gnesna e di Filippo Pa-
})eratore Carlo V che avea accordato li- druvio vescovo di Cracovia che lo con-
bertà di coscienza; ma Sigismondo li por- sigliavano a procedere contro Sigismon-
tatosi a Danzica, pe'suoi provvedimenti do II rigori, che avrebbero sottratto
con
conservò quell'importante città alla Po- tutto regno all'obbedienza del Ponte-
il

lonia. Nel i556 tolse ai teutoni la Livo- fice. In vece con l'elTicacia di sue parole

nia e disfece russi in più incontri. Fa-


i cangiò l'animo del re a cacciar gli ereti-
cendo divorzio con Caterina d'Austria, ci, a impedire il nazionale convento, ed
non lo approvarono ne il senato, ne la s. a lui e al senato persuase l'accettazione
Sede: per vendicarsi del rifiuto di Pio IV del tridentino concilio; come pure si op-
favorì i protestanti e ristabilì nelle digni- pose validamente al riconoscimento del
tà i deposti dal padre. A Pio IV da alcuni ripudio della reginaCaterina,a frontedel
fu attribuita la dispensa di matrimonio triste esempio dato daEnricoVII Ire d'In-
dopo gli ordini sagri contralto dal dot- ghilterra, ne valsero le suppliche, doni i

tissimo polacco Stanislao Oricovio, chia- e promesse regie; così stornò la pro-
le

malo il Demostene della Polonia, ^\ìi do- pagazione dell'eresia ed il pericolo dello
mandata a Giulio III, contrariata dalce- scisma che minacciava la Polonia, intro-
lebreLuigi Lippomano (tenne un concilio ducendovi la compagnia di Gesù che pre-
a hemht'i'Qo Leopo lì3 F".), che nel i556 sto ne divenne benemeri la, per quanto dis-
Paolo IV avea spedito nunzio in Polonia, si nel voi. XXX, p. i43. Creato Com-
indi trattala da Bernardo Buongiovanni mendone cardinale tornò in Polonia, ove
vescovo di Camerino che Pio IV nel i55g si trovava mentre in Roma si eleggeva s.

mandò al re di Polonia per nunzio. Que- Pio V. Il Catena nella vita di questi ri-
sto grave punto con squisita critica ed e- porta che spedì nunzi in Polonia pre- i

l'udizione svolse il gesuita Zaccaria, Dis- lati Giulio Ruggieri e Vincenzo Portico

sert. varie, t. 2, dissert. 8.^ Conchiude che lucchese arcivescovo di Ragusi, incari-
probabilmente Pio IV nel mandare in Po- cando il primo di esortare Sigismondo li
lonia il celebratissimo Conimendone(F.)y a rispettare la religione e non permette-
abbia data in voce istruzione di avverti- re innovazioni sulla libertà ecclesiastica;
re i vescovi del regno che, attesi i me- commettendo al secondo di distogliere il re
riti deirOricovio e per evitare ogni tur- dal passare ad altre nozze vivendo Cateri-
bolenza, noi molestassero sul suo matri- na, e di non domandar la comunione sotto
inonio,edi farne consapevole l'Oricovio le due specie, ordinandogli di spedire o-
medesimo per quiete di lui, senza pub- gni rescritto senza emolumento: il Por-
blica dispensa per non ferire con deroghe tico ottenne dal re che facesse sedere pres-
i recenti decreti del concilio di Trento ac- so di se nel senato il celebre cardinal O-
cettati dalla nazione. Quanto alla nun- sio, che qual vescovo di Warmia occu-
ziatura del Commendone, il can.° Maset- pava tra'vescovi che al car-
il 7.° luogo, e
ti nella bella Dissert. sulle nunziature apo- dinale legato in tutti luoghi egli dasse i

sioliche, descrivendo a p. 23 e seg. quel- la destra. Essendosi interrotta l'offerta del

la di Polonia disimpegnata egregiamen- denaro di s. Pietro, per le dispense ac-


te dall'illustre prelato, al Commendone cordate ai re dai Papi per tempo deter-
POL POL 63
mi un lo, Sigismondo buoni sud-II ed i me gli prestò ubbidienza in concistoro
diti si contentarono dì pagarlo a s. Pio V, pubblico, nella sala regia del Vaticano.
che non Io fece riscuotere per prudenza, Inutilmente quello di Francia genuflesso
benché vi fu chi consigliava si erogasse prima ch'entrasse protestò perchè tale ri-
ai luoghi pìi del regno, previa l'assolu- conoscimento non pregiudicasse le ragio-
zione del tributo impagato. Per le solle- ni d'Enrico III che pretendeva conser-
citudini di s. Pio V il re fondò tre colle- vare corona polacca. Indi il Papa s'in-
la

gi ai gesuiti, a'quali lasciò una libreria terpose con Filippo II re di Spagna pei
valutata scudi 20,000; e nel 1569 uni dissapori insorti col re Stefano, con felice
irrevocabilmente alla Polonia la Litua- successo. Questo re gloriosamente regnò
nia, rimasta sino allora nella sua fami- su tutte leProvincie, tranne Daozica di-
glia. Morì nel 1572 a Kouyssin e con lui vota all'Austria, che però costrinse a ri-

si spense la stirpe dei Jagelloni. Incorag- conoscerlo. Sostenne guerra contro i


la

gi le arti e i dotti, si fece amare per Taf- russi, che sconfìsse in diverse pugne, ob-

fabilità ; lento a risolvere fu dello // re di bligandoli a cedergli la Curlandia e par-


domanij la storia gli rimprovera la pas- te della Livonia e quanto aveano occu-

sione pei piaceri e l'indifferenza religio- palo in Lituania, restituendo loro le piaz-
sa. De'funerali celebrati in Roma feci cen- ze prese in Moscovia per mediazione di
no nel voi. XXVIII, p. 60. Gregorio XIIl. Quindi si dedicò al go-
Nell'interregno il cardinal Commen- vernamenlo del reame e alla disciplina
done, che trovavasi in Polonia d'ordine dell'esercito, cui formò quella cavalleria
di s. Pio V per determinare il re contro che divenne il nerbo della nazione, e si

i turchi, egli avea presentato considera- rese formidabile ai moscoviti e ai turchi.


bilisoccorsi per parte di Gregorio XIII, Assoldò i cosacchi e li oppose ai tartari.

procurò il mantenimento della pace, e su- Inviò a Gregorio XIII il nipote Andrea
perate grandi difficoltà contribuì all'ele- Battori con importanti commissioni, ed
zione d'Enrico di Valoisduca d'Angiòin il Papa lo creò cardinale. Morì Stefano
re di Polonia nel i573, onde Gregorio in Grodno nel 1 586 di collera contro l'in-
XIII gl'invio le sue congratulazioni per sorta Piiga, mentre stava per dichiarare
Serafino Olivieri uditor di rota colla rosa guerra trattando con Sisto
ai turchi, V
d'oro benedetta. Nel voi. XXVII, p. 17 la conquista di Moscovia: fu encomialo
e seg. parlai dei meriti di questo principe, per valore, sagacità e animo benefico. Si-
come fu coronato a Cracovia, e che di- sto V die per protettore alla Polonia il
venuto re di Francia col nome di Enri- nipote cardinal Peretti, e spedì un nunzio
co III, lasciò la Polonia, ad onta degl'im- in Polonia per assistere all'elezione del
pedimenti che vi frapposero i polacchi, ai successore, che nel 1087 cadde su Sigi-
quali era accetto. Aspi rò a succedergl Mas- i smondo III nipote di Sigismondo II e fi-

similiano II imperatore, favorito dal Pa- glio diGiovanni III re di Svezia. L'arci-
pa e da parecchi senatori, ma il resto del- duca Massimiliano d'Austria suo compe-
la nobiltà e l'impegno di Amurat III im- titore tentò d'impadronirsi del trono, ma
peratore de'turchi fece eleggere nel 1 57^ la sorte delle armi nel i588 die nelle ma-
Stefano Battori principe di Transilvania, ni al re l'arciduca che ritenne prigionie-
a condizione di sposare Anna Jagellone ro in Lublino, perchè inflessibile di rinun-
sorella di Sigismondo lì, e furono coronati ziare alle sue pretensioni. Inutilmente la
in Cracovia. Gregorio XIII procurò coN Spagna, l'impero e altri principi si ma-
legarlo nella lega pel ricupero dell'In- neggiarono per liberare l'arciduca, ciò che
ghilterra al cattolicismo, e nel 1579 ri- ottenne Sisto V a mezzo del legato car-
cevè il suo ambasciatore chenel regione- dinal Aldobrandini (poi Clemente Vili)
64 POL POL
cliespctlì in Polonia, il quale indusse l'ar- derglijdai polacchi fu acclamalo re Uladi-
cidiiciia rinunziare al titolo che avca pre- slao VII suddetto, cui poco dopo Urbano
so di le di Polonia, con diverse condi/io- Vili creò cardinale il fratello dannai-
onorevohuente pacilicato
ni giurate, e fu berlo. Avendo promesso di soddisfare i

con Sigismondo III. Di questa celebre le- partiti, venne coronato dopo il giuramen-
gazione parlai in altri luoghi, e lungamen- to de'patti convenuti j i diritti e le liber-

te il Vitlorelli nelle aggiunte a Ciacconio, tà nazionali, ne fatto pace o guerra sen-


Fit. Poni. t.
4, p. ?49. Nel i5oi ribel- za il consenso degli stati. Liberò Smolen-
Iati alcuni sudditi, Papa Innocenzo IX sko assediato dai russi ,
pei soccorsi del
scrisse al re che glielo avea partecipalo, principe Radziwil, riportandone vittoria
che lo avrebbe soccorso, deputando per- e vantaggiosa pace, cui seguì quella coi
ciò una congregazione di cardinali. Nel tartari. Allora Uladislao VII si risolse far

1592 divenne re di Svezia, per cui Cle- guerra governata dalla regi-
alla Svezia,
mente Vili l'esortò pel nunzio vescovo na Cristina, per aver occupato la Prus-
dis. Severino a ristabilire la fede in quel sia; si venne a patti, gli svedesi sgombra-

regno e consagrarsi con rito cattolico: tut- rono la Prussia ed ebbero la Livonia. Nel
tavolta il resi fece coronare dall'arcive- 1646 Innocenzo X,che da cardinale era
scovo d'Upsala eretico; ma professando stalo protettore del regno, creò cardina-
gli svedesi il luteranismo, ed essendo Si- le Giancasimiro ^esu'ìla e fratello del re,
gismondo III zelante della cattolica reli* indi elevò alla medesima dignità Sacel-
gione, divenne loro sospetto e lo depose- li ministro di Polonia in Roma, e Mai-

ro nel 1600. Prima di questo tempo Cle- dalchini nipote di sua cognata d. Olim-
mente VIII canonizzò s. Giacinto della pia, che fu fatto protettore di Polonia :

Devastando
diocesi di Breslavia. i russi per guerra mandò 3 0,000 scudi a U-
la

le frontiere, il re colle armi nel 1 609 tolse ladislao VII, il quale per la morte del-
loro la Severia ; indi offrirono il trono dei l'unico figlio e perchè la dieta gl'impedì
i:zar al figlio Uladislao, ma
occupato nel- guerreggiare coi turchi, perde la vita nel
l'assedio di Smolensko,aspirando egli stes- 1648, dopo aver conchiuso colla s. Sede
so a quella corona, con impolitica con- un concordato a mezzo del conte Osso-
dotta esacerbò i russi e perde l'occasione linski,ed avere introdottone! regno l'uso
di assicurare l'influenza della Polonia nel delle poste. La dieta elesse re il fratello
nord. Per la guerra che sostenne contro Giovanni Casimiro già cardinale, che
II

i tartari ed i turchi, fu aiutato di gene- con quella dispensa che riportai nei voi.
rosi soccorsi da Gregorio XV, ed ebbe XX, p. 12 7, XXX, p. 127, sposò la di lui

felicetermine pel valore e saggezza di Ula- vedova con disgusto de' polacchi. Ribel-
dislao. Nel 1625 portatosi in Roma pel lati i cosacchi collegati coi tartari, seb-
giubileo Uladislao, fu trattalo splendida- bene poi pacificali , i primi insorsero di
mente da Urbano Vili per tutto lo sta- nuovo e furono dal re battuti un' altra
to , ospitandolo nel palazzo apostolico; volta. Unitisi coi russi depredarono la Li-
per singolare distinzione lo fece canonico tuania, presero Smolensko, mentre tar- i

onorario di s. Pietro, onde potesse vedere tari operavano devastazioni nella parte
da vicino il Follo santo e mostrarlo al po- meridionale.Dissensioni intestine aumen-
polo, e donò lo Slocco e berrettone be-
gli tarono i mali. Il re di Svezia Carlo X per
nedetti ( V). le pretensioni che Giovanni II Casimiro
Inquietato sempre dagli svedesi, morì dichiarò alla rinunzia di Cristina, occu-
Sigismondo III neh 632 presso Varsavia, pò la Prussia fuggì Giovanni ; II nella Sle-
e ad onta delle pratiche di Gustavo A- sia, regno sotto la protezione del-
pose il

dolfo re di Svezia che agognava succe- la B. Vergine, indi mediante confedera-


POL POL 65
zionc scacciò gli svedesi cìa Varsavia. Ra- sliluitoGiovanni Sobieskichevinse i tar-
gotzki principe di Transilvania fece lega tari. Ricominciando polacchi le loro di- i

cogli svedesi ed invase la Polonia, entran- spute col re, stanco d'un grado pieno di
do i russi nella Liluania_, ma CarloX da affanni, senza gloria e potere , nel 1668
alcuni fu riconosciuto per re di Polonia rinunziò il trono, predicendo i mali che
sul fine di luglio i655, principalmente sovrastavano alla Polonia, che sarebbe ca-
per opera Giovanni Ragiewski sena-
di duta in potere de' russi, prussiani e au-
tore e vice-cancelliere ribelle a Giovan- Francia ben accolto
striaci. Si ritirò in

ni II. Questi abbandonalo da'sudditi per da Luigi XIV, che per appannaggio gli
la sua volubilità e debolezza, invocò la assegnò le abbazie di s. Germano de'Pra-
protezione dell'imperatore edelPapa con- ii e di s. Martino di Nivers, ove in ritiro
tro il comune nemico eretico. Alessandro mori nel 1672.
VII gl'invio per nunzio Pignatlelli (poi Nel 1 669 i polacchi rivolsero gli occhi
Innocenzo Xll) che s'inleipose coi ma- sul prode Giovanni Sobieski palatino di
gnati a favore del re, e terminò le verten- Lublino, d'una famiglia antica e fecon-
ze di alcuni vescovi colla s. Sede. Quan- da d' uomini illustri il quale divenuto ,

to efficacemente operò Alessandro VII in gran generale della corona pei suoi trionfi
aiuto di Giovanni II lo dissi nel voi. I, p. era l'onore de'polacchi e l'idolo delle ar-
245, 247 aggiungerò che scrisse cal-
;
qi»i mate. Non curando egli tali disposizioni,

dissimi brevi a tutti prelati e magnati


i l'assemblea dopo lunghe incertezze eles-
polacchi, mostrando loro le funeste con- se re Michele Roribut Wisniowizki d'o-
seguenze sei 'eresia conquistasse la Polo- rigine lituana, principe debole, il quale
potevano apprendere da quei
nia, lo che accettò piangendo.! cosacchi, pieni di dis-
regni che miseramente vi soggiaceva- pregio pel nuovo monarca, rientrarono
no, come l'Inghilterra e l'Olanda. Man- in Polonia, e furono respinti da Sobieski
dò 3o,ooo scudi a Giovanni li, e nell'an- che fece diverse conquiste. Questi coi pri-
no seguente altri soccorsi , dichiarando mi signori persuasi dell'incapacità di Mi-
che per la salvezza del regno avrebbe ven- chele, risolsero di farlo rientrare nell'o-
duto i calici delle chiese per impedire la scurità, ma egli colle armi si volle man-
propagazione dell'eresia. Pertanto l'im- tenere sul trono senza nulla intrapren-
peratore, l'Olanda e altre potenze vicine dere. Intanto neli672MaometloIV con
batterono Ragotzski e dispersero la flotta i5o,ooo turchi investì Kaminieck, l'an-
svedese nel i66o il trattato d'Oliva re-
: temurale del regno; 100,000 tartari en-
stituì parte della Prussia alla Polonia, che trarono in Polonia, ed i cosacchi faceva-
giàavea rinunziato ai diritti feudali sulla no scorrerie e depredazioni. Alla vista del
Prussia orientale o ducale; la Svezia con- pericolo il re e l'armata presero la fuga;
servò parte della Livonia, e Giovanni II in vece 36,ooo uomini comandali da
i

rinunziò le sue ragioni su quella corona. Sobieski, che aveano mosso contro il re,
Si continuò la guerra coi russi, che a fron- con questo valoroso capitano salvarono
te degli ammutinamenti dell'esercito fu- la patria. Mentre Sobieski tagliava a pez-
rono cacciati di Lituania conservando , zi e trionfava de'tartari, spaventato Mi-
Smolensko. Intanto il re espulse dal re- chele per la caduta di Kaminieck e inge-
gno i sociniani, e parteggiando pei fran- losito di Sobieski, purché Maometto IV
cesi propose alla nazione per successore l'aiutasse amantenersi sul trono, consen-
il duca d' Enghien figlio del gran Con- tì pagargli annuo tributo, cedere Kami-

dè. II gran maresciallo della corona Lu- nieck e parte della Podolia, rinunziando
bomirski fieramente si oppose e alzò lo all' Ukrania. Sobieski versò lagrime di

stendardo della ribellione, onde gli fu so- sdegno per la schiavitù di Polonia, fece
VOL. LIV. 5
66 POL POL
tlnlla dieto annullare il trattalo e la guer- p. 84 ed altrove celebrai Giovanni HI e
ra fu risoluta : tìialgradp rinfet ior nume- ri[)ortai quanto alacremente operò In-
ro del suo esei cito e diversi ostacoli, a' o i nocenzo X I per la liberazione di Vienna;
novembre 1678 riportò vittoria sui tur- che die 800,000 scudi, lo stocco e
al re
chi , nel qua! giorno morì Michele. Un berrettone benedetti, donandoal conte Ta-
nobile polacco ne portò in Ronna l'an- jenti suo segretario una collana d'oro con
nunzio a Clemente X cui ofTrl lo sten- ,
medaglie simili e d'argento, per avergli
dardo turco, ciò che il Papa fece espri- presentato il gran stendardo di Maomet-
mere in una medaglia coH'epigrafe Tur- : to colle parole T'eni, Vidi ^/W.,- che sta-
car. Signa A
Polonis Relata. La nazione bilì per tutto il mondo la festa del Nome
ondeggiò a lungo sulla scelta del succes- di Maria, per essere in singoiar venera-
sore, e poi nel 1674 proclamò Giovanni zione ne'polacchi e in memoria della vit-
111 Sobieskichel'avea difesa eroicamente. toria; che nel 1684 si alleò col re contro
1 turchi furono battuti e neli676si fece i turchi, giurandone capitoli il cardinal i

coronare in Cracovia, fermando la pace Barberini {)rotettore di Polonia, e crean-


coi turchi e coi tartari che aveano ripre- do cardinale Dtnqff dal re spedito pei*

so le armi, dopo i riportali vantaggi nel la lega. Nel giorno di Natale giunse in Cra-
giorno in cui in Roma veniva esaltato In- covia Giovanni III, divenuto l'eroe della
nocenzo XI, percui questi donò una som- crislianità ; ma
si lagnarono i polacchi
ma ai polacchi. Godendo Giovanni HI perchè fosse andato a spargere il sangue
le dolcezze della pace e della gloria , di per r impero, mentre turchi tenevanoi

cui avea circondalo il trono, nel 1 683 ven- Raminieck, e rimproverandolo d'essersi
ne tolto dal riposo per le pressanti istanze collegato pe'suoi particolari vantaggi, on-
d'Innocenzo XI, esi collegò con l'impera- de conservare il trono alla sua famiglia,
tore Leopoldo I minacciato da'turchi, che per la quale tentò il conquisto delia Mol-
invasa l'Auslria aveano assediato Vien- davia e Valachia, ma con dolore sotto-
na, sebbene poc'anzi gli avesse negato il scrisse il trattalo di Mosca che vedeva fa-
titolodi maestà. Giovanni IH marciò con tale alla Polonia ; questa per quello di
20,000 uomini invincibili, destando me- Carlowitz più tardi potè ricuperare Ka-
raviglia la cavalleria, venendo fatto du- minieck, che stava tanto a cuore de'po-
ce supremo di tutto l'esercito cristiano. lacchi. Nel 1 690 consolò il re Alessandro
Al solo suo nome i turchi furono colpiti Vili, a sua istanza creando cardinaljPowr-
di terrore, ed entrò il disordine nel cam- bin (su diche va letta la p. 204 del voi.
po di mano in mano che i cristiani si av- XV), che quale ambasciatore di Francia
vicinavano. A' 12 settembre riportò stre- avea contribuito alla sua elevazione al
pitosa vittoria sulle forze dell'impero ot- trono; ed il successore Innocenzo XII per
tomano del tutto disfatte , ricevendolo compiacerlo creò cardinale Grange di lui
Vienna come un Dio liberatore. Immen- suocero padre della sua diletta moglie
,

sa fu la strage degl'infedeli, come il bot- Maria Casimira. Dolente Giovanni IH


tino che nella maggior parte toccò a Gio- dellMncerto avvenire de'suoi figli, senza
vanni IH ed a'suoi che aveano combat- speranza di procurare ad essi una coro-
tuto a fronte del visir. Nella cattedrale na, co'suoi risparmi lasciò loro in com-
inluonò egli slesso il Te Dciim e ringra- penso delle ricchezze; fu egualmenteaf-
ziò Dio del memorabile trionfo, che con- flitto in vedere schiudersi il germe delle
tinuò nella ritirata de'turchi, poco soddi- discordie, che dopo morte agi- la di lui
sfatto di Leopoldo I. Ne voi. IV, p. 89, tarono la Polonia. Spirò come Augusto
XVIH,p. 77,78,XXlX,p.i68,XXXI, nel dì anniversario della sua elezione, ai
p. i28,XXXVI,p. 23, 27,30, XLVHI, i3 giugno 1696. La posterità disprez-
POL POL (Sj

zando Tinvidia el'ingralitiuline che Tol- Barberini protettore di Polonia. Il baro*


traggio, gli die il nome di grandej i po- ne del Gè raccontò al Papa i particolari
lacchi troppo tardi gli resero giustizia. 11 della conversione del monarca, che ne re-
suo primogenito Giacomo favorì l'elezio- stò commosso di consolazione; di poi In-
ne del successore, contrariando quel la del nocenzo XI I accolse in Roma la regina M.''
principe di Conlì, che d'ordine di Luigi Casimira, come notai nel voi. XXXVI,
XIV appoggiava Polignac poi cardina- p. 35, avendo parlato di essa ne'vol. X,
le la sua figlia M/ Clementina sposò Gia-
:
p. 94, XXXVIII, p. 98, XLIII, p. 2 14
como HI re cattolico d'Inghilterra, della e in diversi altri luoghi. Di questa regi-
quale parlai ne' voi. X, p. 3o6, XII, p. na Cancellieri riportò molte notizie nel-
28 r,XIV,p. 66, XXVIIl,p.64, XXXV, le sue opere, e nel Mercato a p. r 93 e seg.,
p. 99 eioo. L'altro figlio Alessandro fu dicendo cheabitò nel palazziuosulla piaz-
uno de' pretendenti alla corona, e come za della Trinità de'Monli, fra le strade
la sorella morì in Roma, onorato nel 7 Gregoriana e Felice , e che il senato in
14 i

con funerale solenne da Clemente XI, co- Campidoglio gli eresse un busto con iscri-
me accennai ne'vol. X, p. 3o6, e XXVIII, zione. Clemente XI usò alla regina più i

p. 63 fu sepolto nella chiesa de'cappuc-


: distinti riguardi e fu il padrino della ni-
cinijin un deposilo scolpito da Rusconi. pote M.^ Clementina. Questo Papa scris-
Nel 1697 ad esclusione del principe di se zelantissimi brevi in Polonia pel man-
Genti, che nel 1672 era stato domanda- tenimento della pace e della cattolica re-
to per re dallo stesso Sobieski a nome ligione; ed al re che dasse maestri callo-
de'magnali, e di altri pretendenti, favo- liei ad Augusto suo figlio per educarlo nei

rito dal nunzio d'Innocenzo XII Davìa, donimi ortodossi. Inoltre s'interpose col
fu eletto re Augusto lì elettore di Sas- re perchè restituisse alla libertà i princi-
sonia, il quale pose in opera tulio il suo pi Giacomoe Costantino figli di Giovan-
potere per diventarci, abiurando l'eresia ni IH, che di suo ordine erano stati ar-
luterana al modo narrato dal eh. p. Thei- restati ad Oslaw quando si recavano a
ner, Storia del ritorno alla chiesa di Fe- Breslavia, e posti nella fortezza di Pleis-
derico Augusto II, p. 78 e seg. Entrò in senburg, perchè il primo aspirava alla co-
Polonia con 10,000 sassoni e fu corona- rona, protetto dal re di Svezia. Augusto
to a Cracovia, mentre l'emuloContì tor- II per le conquiste del cavalleresco Car-
nò in Francia, lasciando al rivale una co- lo XII re di Svezia, improvvidaraentesi
rona, cui più facile era di conquistare che collegò con Pietro I czar di Russia, indi
di conservare, e non tardò ad accorger- tra questi e Carlo XII incominciò quella
sene. Augusto II partecipò e rinnovò a lotta celebrata dalla storia. Augusto lì
Innocenzo XII la sua abiura con lettera co'suoi sassoni dovette combattere la po-
presso Guarnacci, Vite de' Papi t. i , p. lacca insubordinazione ed il valore svede-
398, alla quale il Papa rispose con lene- se :regno che aveaacaro prezzo acqui-
il

re dimoslrazioni di paterno affetto, che stato era pieno di nemici irritati dal suo
si leggono neirOltleri, Storia d'Europa dispotismo, riguardandolo Carlo XII co-
t. I j p. 162. Indi gli spedì una solenne me un usurpatore del trono. Questi s'itn-
ambasceria, alla cui lesta trovavasi il con- pudronì della Curlandia e della Lituania,
te Zydaozolo per annunziargli il suo fe- ed incominciò a provocare la deposizio-
lice innalzamento a sì glorioso trono e , ne d'Augusto II, da questo patto facendo
presentargli tutta la sua sommissione ed dipendere la sua pace colla Polonia. II

omaggio come figlio fedele e difensore cardinal Radzieowski si fece capo del par-
della chiesa cattolica. Pel medesimo mo- lilo contro il re, nel quale primeggiava il

tivo inviò il baron di Fage al cardinal vescovo di Posiiania, per cui Clemenle X I,
68 P OL POL
che indefesso curava il pacificamento ilei povlntosi in incognilo da Carlo Xll che
regno, ordinò ai due prelati di recarsi in guerreggiava coi turchi, e ignorando che
Boma, ma inutilmente quanto al caldina» fosse fatto prigioniero, lo divenne ancor
le. Carlo XH disfece Augusto 11 coi sassoni lui. Il sultano nondimeno gli resela li-

epolacclii presso Cracovia, d'avrebbe fat- bertà e lo trattò magnificamente, eCarlo


to prigioniero se non si rompeva una co* XII gli donò il principato di Due Ponti,
scia. In questo tempo il re lece di lutto per ove si morte del
recò; vi restò sino alla
guadagnarsi i promisero
palatini, che gli 1720 passò in Francia, che gli ac-
re, e nel
una poderosa armata. Guarito Carlo XH cordò asilo a Weissemburgo, indi Luigi
battè gli avanzi deirarmata sassone, per XV sposò Maria sua figlia. Augusto 11
cui la dieta di Varsavia de* 1 9 aprile 1 704 fino dal 1709, dopo la disfatta del re di
dichiarò Augusto II inabile a portar la Svezia in Russia, era ritornato in Polo-
corona di Polonia e pubblicò rintene- nia, dove fuben accolto accordò ai par- :

gno. Carlo XII propendeva pei fratelli I un generale perdo-


tigiani di Stanislao
Sobieski, ma erano prigioni del loro emu- no e indusse il Papa a sciogliere suddi- i

lo, finché fu eletto in Varsavia a' 12 lu- ti dal giuramento di fedeltà verso quel

glio Stanislao I Lesczynski palatino di Po- principe, pubblicando a' 18 agosto un


snania, d' una famiglia antica che pro- manifesto per giustificare il suo ritorno
dusse molti uomini grandi , eloquente ,
al trono dopo averlo rinunziato. Clemen-
dotto e fornito di altre belle qualità. Tut- te XI scrisse ai vescovi e ai nobili perchè
di Augusto 11, del nunzio pon-
ti gli sforzi si opponessero alle insidie degli eretici e
tificioche giunse a minacciare la scomuni- difendessero i diritti della s. Sede, dichia-
ca ai prelati che lo abbandonassero, dello rando nulle le elezioni de'vescovi di Gncs-
stesso czar Pietro I, furono inutili, di tutto na e Breslavia come intrusi. Raccoman»
trionfando il re svedese che favoriva Sta- dò al corpo episcopale la residenza nelle
nislao I,e penetrò in Sassonia: allora Au- diocesi, massime a quello di Culma per
gusto li dovette convenire ad un tratta- bandirvi l'eresia che eravi penetrata, co-
to di pace, riconoscere Stanislao I e libe- me a Posnania, onde eccitò i canonici a
rare i Sobieski. fare altrettanto. Dell'erezione de'mona-
Nel 1 707 Clemente XI raccomandò al steri benedettini in congregazione,ne par-
vescovo di Varmia la tranquillità della lai nel voi. IV, p. 309. Tra le sollecitudini
Polonia, deplorando le condizioni della di Clemente XI per la Polonia, a'28 iu-
pace conchiusa colla Svezia , come pre- glioi7i I annullò colla costituzione Ad
giudizievole alla religione e alla s. Sede, aposlolaius i decreti del gran consiglio di
per cui ne riprovò e annullò relativi ar- i Varsavia pregiudizievoli agli ecclesiasti-
ticoli. Seguirono vari fatti coi russi par- ci; e rimproverò V arcivescovo di Gne-
tigiani d'Augusto li, che Stanislao vin- sna per aver ricusato i consueti onori al
se, indi colla sua dolcezza e affabilità si nunzio apostolico. D'altra parte accordò
guadagnò tutti i cuori, ridonando la pa- benignamente ad Augusto II il sussidio
ce e la tranquillità al regno. Carlo XII e- che desiderava dal clero secolare e rego-
clissato nell'invasione in Russia, pei gran- lare. Ne' voi. IV , p. 3o3, XIV, p. 64,
di rovesci sofferti, non fu più possibile al XXX, p. 128, narrai la conversione dal
suo alleato Stanislao di mantenersi in Po- luteranismo di Augusto figlio del re, con
lonia. Dovette difendere gli stati di Car- indescrivibile consolazione di Clemente
lo XII, chegl'impedì di accomodarsi con XI il sul lodato p. Theiner ne produsse
:

Augusto II che aspirava a rimontare sul l'esatta relazione a p. 109. Augusto 11 ri-
trono, per cui era pronto a cederglielo ; preso Io scettro coi suoi due disegni fa-
insistendo Stanislao I nel divisamento. voriti, di vendicarsi degli svedesi edipie-
,

POL POL 69
gore i polacclii a servitù, li conservò fin- non essere sostenuto, il genero Luigi XV
ché D'accordo con Pietro I assalì
visse. gli promise i più validi soccorsi, per cui
la Svezia, quando
ìurchi facendo un di-
i si arrese. Travestito giunse in Polonia e
versivo sparsero Io spavento; per lo che diffuse la massima allegrezza, ed agli i \

Clemente XI tanto benevolo colla Polo* settembre 1 733 con tutti suffragi fu pro- i

nia, gli spedì soccorsi e lo raccomandò a clamato re, tranne il cancellieredi Litua-
molti sovrani. Ritornato Carlo XII nei nia ealcuni malcontenti: Clemente XII lo
suoi stati e minacciando guerra accani- riconobbe e ordinò al nunzio che gli pre-
ta, Augusto promosse una lega contro
II stasse i dovuti onori. Ma non andò guari
di lui, raa la discordia non tardò a divi- che un'armata russa mosse contro Varsa-
dere i confederati , dappoiché Pietro I via, ove ne'sobborghi fece eleggere a'5 ot-
stava trattando il ristabilimento di Sta- tobre per re Augusto III figlio deldefun-
nislao I col re di Svezia, quando questi to , mentre Stanislao I erasi ritiralo in
morì neh 718. Non potendo Augusto II Danzica, i cui abitanti aveanogiurato fe-
esercitare l'assolutismo sui polacchi, che deltà. I russi r assediarono nel febbraio
armata mano difendevano le loro liber- 1734 , i non basta-
soccorsi di Francia
tà, a pacificarli ricorse allo czar; poscia rono; travestito Stanislao fuggì, ed in
si diede in braccio alla mollezza ed al lus- conseguenza delle vittorie riportate dai
I so a spese della Sassonia. Clemente XI fi ancesi suCarlo VI, a' 1 8 novembre 736 i

per resistere ai turchi mandò un soccor- fu statuito che Stanislao avrebbe rinun-
so di denaro al conte Scievanski genera- ziato, conservando! titoli e gli onori di
le in capo de'polacchi, esortando il re a redi Polonia, restituiti i beni patrimo-
vincere colia dolcezza suoi contrari e ad
i niali e messo in possesso de'ducati di Bar
ordinare l'esercizio libero del cullo cat- e Lorena (^.), i quali alla sua morte sa-
tolico nella Lusazia, e che cattolici se- i rebbero uniti alla Francia. Si acquistò il

guitassero a godere gl'impieghi e privi- nome di benefico , di principe perfetto


legi loro promessi quando Leopoldo I ce- protesse Gesuiti [F.), e pianto da tut-
i

de la provincia. Nel voi. V, p. i


7 , raccon- ta Lorena morì nel 1 766.
tai come Benedetto XIII annullò quan- Augusto 1 1 fu riconosciuto da Clemen-
1

to la dieta di Grodno avea decretato con- XI le dal suo nunzioPrtz/Z«m nel 1734,
te
tro le libertà ecclesiastiche e la nunzia- non però universalmente che nella dieta
tura. QuestoPapa canonizzò s. Stanislao tenuta in Varsavia nel 1736. Nel tempo
Koslka polacco gesuita, che Clemente X delle vertenze fra' due pretendenti dai ,

avea dichiarato principal protettore del- fautori di Augusto IIIsi pubblicò un vo-

la Polonia, come ss, Adalberto e Sta-


i to di 4 il quale scioglieva i po-
teologi,
nislao vescovo. Mentre Augusto II pro- lacchi dal giuramento con cui si erano ob-
gettava cedere alle vicine potenze alcune bligati a non ammettere per re chi non
Provincie della Polonia, a fine di rende- fosse piasta^cìoè nazionale. Per dare mag-
re corona ereditaria nella sua casa, mo-
la gior autorità a questa scrittura falsamen-
rì nel iy33. Diversi personaggi concor- te l'intitolarono Resolutio romana tìieo-
:

sero a succedergli, come il suo figlio Au- logorimi SS. D.N. Papae Clementis XI l
gusto elettore di Sassonia, sostenuto dal- deputatoruni super niillitate et invalidi-
la Russia e dal suo suocero Carlo VI im- tate juranienti tempore convocationis co *
peratore. Il primate ed i signori più in- miliorunipraestiti^adEm. et Rev. d. car-
signi di Polonia aveano scongiurato Sta- dinalem s. Clementis Albani Poloniae
nislao 1 ad andare a ricevere la corona, protectoreni transmissa. Clemente XII la
che tutti gli ordini dello stato gli vole- condannò severamente e risolvette con-
vano conferire. Temendo Stanislao di tinuare nella neutralità, finché uno dei
70 POL POL
pretcnilcnli fos^e pacifico possessore del- i vescovi di Polonia, come toccai nel voi.
la corona. Ligio alia Russia, Augusto Ili XIV 80, ove pur dissi del suo inte-
, p.
preferì il soggiorno di Dresda a quello ressamento pei gesuiti con re Stanislao
di Varsavia, procedendo la Polonia (|ua- I. I russi espulsero dalla Curlandia Car-

si senza amministra/ioncper 3o anni, in lo figlio del re, pel quale fu di grave dis-
regolare anarchia. Clemente XII onorò piacere , vedendoli impegnali ad allon-
il figlio quando neh 788 si recò in Ro« tanare dal trono di Polonia i principi sas-
ma, e mandò consueto donode'com-
gli il soni, per cui abbandonò il regno e si re-
iueslibili,al modo dello nel voi. XLI, p. ove morì nel 1763.
stituì nell'elettorato,
I 55; ed ancora onorò la figlia M." Ama- A'7 settembre 764 fu proclamato re, 1

lia quando passò suo stalo andando pel per l'impegno di Caterina II imperatri-
n Napoli moglie a Carlo Hi, e fece pre- ce di Russia, di cui godeva la benevolen-
mure ai padre perchè aiutasse l'impera- za, e de'propri zii Czartoriski, Stanislao
tore nella guerra coi turchi. Nel 742 la 1
liPoniatowski d'antica famiglia lituana,
Prussia conquistò all'Austria gran parte che alla coltura dello spirito accoppiava
della Slesia ch'essa dominava da'primi del i modi più. gentili e lutti gli esterni van-
secolo XV i, solo restando all'Austria la taggi, già ambasciatore del predecessore
regione settentrionale o Slesia austriaca. a Pietroburgo. Salito sul trono innalzò
Ne* voi. IV, p. 1 8 I , V, p.26, 28, 42, narrai la sua famiglia all'ordine principesco, or-
le provvidenze di BenedetloXIV sulla u- ganizzò 1' amministrazione, si condusse
niouede'basiliani ruteni in un sol corpo, con prudenza e moderazione e fece di tut-
sui matrimoni che facilmente si scioglie- to per rendersi gradito al popolo e alla
vanoinPolonia,sulIedignilà che nelle cat- nobiltà; ma tante vi erano nella nazione
tedrali sidavanoai monaci, sugli oratorii cause di divisioni e disordini, che gli sfor-

privati e sugli ebrei. Sulla disciplina eccle- zi suoi per farla felice e .pacificarla fin
siastica riguardante il matrimonio in Po- d'allora tornarono vani. La religione cat-
lonia, sui frequenti divorzi e sui matri- tolica era la religione dello slato , ma i

moni misti si può vedere il p. Theiner, dissidenti della chiesa greca, i luterani, i

Vicende della chiesa nella Polonia ^ p. calvinisti che aveano goduto gli stessi di-

521 e seg. Intimorito Augusto IH del- ritti, dopo il 7 I 7 n'erano slati spogliali:
I

l'ingrandi mento di Prussia, si collegò col- le potenze e soprattutto la Russia inlerce-


la regina d' Ungheria, ma soggiacque a derono per essi inutilmente fino al 1768,
sconfitte e ricorse ai russi ; e Federico II in cui fu loro concesso il libero esercizio
per seconda volta occupò Dresda. Nel
la d'ogni religione, con facoltà di giungere
1753 avendo il palatino di Culnia dal agl'impieghi. Se non che la nobiltà catto-
tribunale della nunziatura appellato ai lica formò una confederazione a Bar in
magistrati civili, il clero ne restò offeso e Podolia per distruggere tali libertà, e ne
minacciò le censure, il che produsse mol- risultò una delle pii^i crudeli guerre in-
te scritture; ma Benedetto XIV per me- testine. AfQitto Clemente XIll della pro-
diazione dei re e dell'arcivescovo di Gne- tezione che le potenze acattoliche da-
,

sna sopì Clemente Xlil nel


le discordie. vano in Polonia ai protestanti e scisma-
1 760 molti brevi indirizzò al duca di Cur- tici, per cui i vescovi di Cracovia e di
landia ed ai vescovi di Gnesna e di Livo- Kiovia erano stali deportati, e il secon-
nia sullo stato della religione in quel du- do giunto in Roma si fece gesuita, a
cato, Bull. cont. t. I, p. 3 08 e seg. Nei mezzo del nunzio Visconti esortò gli al-
1763 con la bolla Ecclesiastici ^ citato tri vescovi alla difesa della religione, im-
Bidl. 391, confermò quelle sul-
t.i I, p. plorando l'aiuto celeste con pubbliche o-
rallernaliva de'beuefizi tra la s. Sede ed razioni in Roma e processione a s. Pie-
POL POL 71
tro, cui inlerveruie col clero secolare e dente soffri grandi modificazioni dettate
regolare : laonde alle premure del Pon- dalla Russia, che viemmaggiormente in-
tefice si attribuisce la formazioneo ilcon- debolì il potere esecutivo e preparò nuo-
solidauieuto della confederazione per so- ve dissensioni. In luogo del consiglio del
stenere le patrie leggi e la cattolica reli- regno s'insti tn'i un consiglio permanente
gione dominante. Indi canonizzò s. Gio- presso al re, ed ilmonarca non fu in real-
vanni Catizio. Il successore Clemente tà che il presidente della dieta. Ridotto
XIV nel 1769 trovò che la Polonia pen- Stanislao II all'impotenza di fare il be-
savaalaiododi diminuire i privilegi del- ne, tentò migliorare l'amministrazione e
la nunziatura e di porre in conseguenza fece compilare nuovo codice di leggi. Di-
un limite all'autorità pontificia. Frattan- strutta per mala ventura la compagnia
to la confederazione di Bar dichiarò va- di Gesù, la quale intendeva con felicissi-

cante il trono, che Stanislao II verreb- ma riuscita ad allevare negli ottimi stu-
be rapilo e dato in mano
Pulawski ge- a di e nella vera pietà la gioventù ecclesia-
nerale de' confederati. A* 3 settembre stica e secolare, videsi il governo polac-
1 77 I il re fu di fatto rapito in Varsavia co gravato del debito di prendersi cura
e crudelmente feritoe strascinato nel mo- e sopperire alla disciplina degli antichi
do il più riprovevole; tultavolta potè maestri. Creò una commissione al re sog-
scampare dal grave pericolo e ritornare getta d'illustri personaggi che nel 1774
nel suo palazzo dopo indicibili patimen- stesero ben ordinata riforma della pub-
ti. Col prelesto della peste che afflisse Po- blica istruzione, che trasmisero per mez-
lonia, i vicini potentati Austria, Prussia zo del celebre nunzio Garampi a Cle-
e Russia raccolsero truppe sulle frontie- mente XIV, chiedendo l* autorizzazione
re, quindi profittando dell'anarchia che di aprire le scuole pubbliche ne'conven-
vi regnava per le violenti contese tra i ti sotto la disciplina de'regolari, e che nei
caltolici e i dissidenti sostenuti dalla Rus- monasteri delle monache si potessero e-
sia, stabilirono dioccupare e dividersi una d ucare le nobili fanciulle : il Papa appro-
gran parte del regno; quindi nel settem- vò ed istruì il nunzio pei relativi prov-
brei772 misero in campo varie preten- vedimenti e concerti coi superiori degli
Lo scopo della
sioni sul territorio polacco. ordini regolari. L'insegnamento fu affi-
guerra fu dunqueapertamente lo smem- dato quindi aoltre4oo ex gesuiti, ch'eb-
bramento del reame fra i tre potentati, bero le principali condotte ne'licei e col-
ed il trattato di divisione fu conchiuso do- legi delle Provincie, come nelle univer-
po lunghe negoziazioni, prima neh 772 sità di Vilna, Varsavia e Cracovia, ren-
a'5 agosto e poi definitivamente a Pie- dendosi celebri e benemeriti gli ex gesui-
troburgo nel 778. In conseguenza la re-
( ti Naruscewicz e Slrecki , preposti alla
gione tra la Dwiua o Duna, il Nieper e commissione degli studi.
ilDroutch toccò alla Russia (^'.); passa- La nobiltà restata malcontenta del co-
rono sotto il dom'ìuio dell'Austria (F.)f dice, credendosi olfesa nelle prerogative,
la parte più popolosa, cioè la Galizia, la lo rigettò nella dieta del 1779. Il re a sue
Lodomiria, Zyps e poi la Bukovrina, ed spese fece costruire un superbo ospedale
il quartiere dell' Inu; e gran parte della per gì' invalidi e procurò migliorare la

Prussia occidentale o reale cadde in po- coudizione del militare. Scoppiata nel
tere della Prussia (V.), vale a dire la por- 1788 la guerra fra la Russia e la Porta
zione più opulenta e commerciante. La ottomana , il re propose nella dieta mi-
uazionesi vide costretta a dare il suo con- glioramenti sulle finanzee l'aumentodel-
senso a tale spoglio in una dieta, e la co- l'esercito la Russia protestò contro qua-
:

blituzioue della Polonia rimasta iudipeu- lunque innovazione, la Porta in vece prò-
71 Pt)L POL
mise sostenere polacchi. Sin nlstao
i 1 1 pro- quella dello slato,gli altri culti permes-

pendeva per la Russia, ma si vide obbli- sicon libero esercizio. Ni uno potesse es-
gato cedere oU'influeuza della Prussia di- sere re di Polonia ( com' era stalo de-
venuta avversaria de'russi, questa dichia- cretato nel concilio di Pelricaw nell'an-
rando che la guarentita costituzione po- no 1578) e granduca di Lituania, se
lacca data dalla Russia non poteva im- non fosse cattolico romano. La corona
pedire il libero esercizio di sovranità che ereditaria nella casa elettorale di Sas-
appartiene a qualunque nazione. Nei sonia (per volere della Prussia). Man-
1
789 pel mantenimento della costituzio- tenuti i privilegi alla nobiltà ed i conla-
ne essendo esausto l'erario, i magnati nel- dini protetti da leggi speciali. Il potere
la dieta di Varsavia, ad esempio dell'as- legislativo devoluto agli stali divisi in due
semblea francese, decretarono di profit- camere; l'esecutivo al re, assistito da un
lare de'beni del clero, diminuendo le ren- privato consiglio, composto del primate,
dite de' vescovi, ponendo a contributo i di5 ministri e di 2 segretari. La Prussia
più facoltosi ecclesiastici pei bisogni del- approvò e rinnovò le proleste di prole-
la patria. 11 clero ricorse a Pio VI per zione; così altri potentati, tranne la Rus-
essere sostenuto ne' suoi antichi diritti, sia. Pio VI ne fu consolato, ma non po-
già rispettati dai russi e svedesi nelle guer- tè esaudire le suppliche della dieta per
benché di comunione diversa dallaro-
re, la reintegrazione de'gesuili nel regno, per
mana. 11 Papa ordinò al nunzio iSVz/wzzo le circostanze de'tempì e la gelosia di po-
che presentasse alla dieta le sue doglian- tenti sovrani che ne impedirono il risor-
ze, con quella memoria cheriportanoTa- gimento. Il partito dell' opposizione for-
vanli e Beccatini nella vita di Pio VI. I mandosi in confederazione a Targowicz,
polacchi già divoti alla Sede risposero
s. si rivolseallecortidiRussia e Austria per
corte di Roma non
."
con alterezza, che la rovesciare la costituzione ,
per cui la i

avea diritto a reclamare rendile che si nel 1792 dichiarò che non l'approvava
doveano impiegare nelle imperiose ne- e che la sua armala si muoveva in soc-
cessità della repubblica. Quindi la men- corso de' confederati onde Stanislao il ,

sa del vescovo di Cracovia da 800,000 stretto da tale esercito a'23 luglio ade-
fiorini ( da circa due paoli l'uno ) annui rì alla confederazione. La Russia allora
fu ridotta a 100,000; quella del primate occupò tutta la Polonia, e nella dieta di
arcivescovo di Gnesna da tre milioni a Grodno contribuì alla soppressione del-
soli 200,000. Pio VI fece passare a Var- la costituzione e al ristabilimento dell'au-
savia il conte Guiccioli uditore della nun- lica. La Prussia cambiò politica ,
prote-
ziatura di Colonia, peroltenere dalla die- stando che essendo in guerra con Fran-
ta moderazione verso il clero , ma inu- cia importava assicurarsi a tergo da un
tilmente. Nel 1790 la Prussia con trat- paese, in cui le fazioni potevano far na-
tato di nuovo promise la sua assistenza, scerede'pericoli.Quindi a'2 3 luglio 798 i

nel caso che la Polonia fosse assalita a r Austria, la Russia e la Prussia forma-
causa de' cambiamenti da farsi alla sua rono la seconda divisione della Polonia,
costituzione. La Polonia allora cominciò in modo che a tale paese non restò più
tale grande opera , mentre Stanislao li del terzo dell'antica sua superficie, e Var-
avea moltoguadagnato nella pubblica o- savia residenza del re divenne città di
pinione,ciòche gli faceva sperare influen- frontiera; dappoiché la Russia si prese
za nella dieta dell 791. In questa fu com- circa altre 3,ooo leghe quadrale di super-
pilata la nuova costit^izione, giurata dal ficie, la Prussia più di 1,000 con le im-
re e dall'assemblea^ in cui fu statuito pi in- portanti città di DanzicaediThorn.Ta-
cipalmcote. La religione cattolica essere le avvenimento mise la disperazione nei
POL POL 73
cuore (le'polacchi, scoppiando nuova ri- anche con lutto il territorio di Cracovia,
voluzione sotto gli auspicii del coraggio- colla pace di Vienna del 809. L'esisten-i

so Rosciusko. Griiisoili otleunero qual- za di questo stalo fu precaria, ed i rove-


che vantaggio sui prussiani , nia russi i sci di Napoleone ne affrettarono la oìi-

comandati da Souwarow presero Varsa- litare occupazione. Neli8i5 il congres-


via, e batterono Rosciusko; chiamalo a so di Vienna a'7 febbraio dopo aver sop-
GrodnoStanisIaoll,a'25novem}3rei794 presso il granducato di Varsavia, formata
1'obbligarono a sottoscrivere il trallalo la repuhblica di Cracovia al modo detto
dcir ultimo spartimento di Polonia Ira in principio di questo articolo, non poten-
Austria, Prussia e Russia, dare ilsuocon* do le tre potenze convenirsi sul suo ter-
senso alla distruzione del proprio reame, ritorio , riconosciuti dominii dell' Au-
i

a rinunziar per sempre a'suoi diritti ed stria (cui furono concedute le famose mi-
a deporre la corona. Visse quindi a Grod- niere di sai fossile a 5 leghe da Cracovia),
110 con una pensione di 200,000 ducati Prussia e Russia, per questa ultima eres-
che gli assegnarono potentati condivi-
i se il regno attuale di Polonia, di cui ne
denti, e morì a Pietroburgo nel 798, lo- i prese il titolo e le insegne a' 10 aprile l'im-
dato per le sue beile qualità e per la digni- peratore Alessandro 1. Questi a' 18 mar-
tà con cui si rassegnò alla sua disgrazia. Z01817 nel dargli la costituzione stabili
Pio VI che lo amava come saggio, reli- negli articoli 1 1 e 3i. » La religione cat-
gioso e di voto della s. Sede, ne pianse le tolica romana, riconosciuta sinodai tem-
sue avversità, consolandolo con lettere di pi più rimoti,anche in epoche nelle qua-
paterna dilezione. L'ultimo nunzio di Po- li il numero degli abitanti era molto più

lonia fu Lìtiaj poi ambasciatore in Rus- grande, come religione del popolo , go-
sia, come Io era stalo Jrcìictli^ e come drà anche in avvenire, come per lo pas-
lo fu y^rezzo: nelle biografie di questi e satOj per tal motivo il patrocinio parti-
degli altri cardinali stati nunzi, riportai colare del governo, senza però che in tal
nozioni riguardanti le nunziature di Po- modo venga minimamente limitala la li-

Ionia; per quella del Lilla le riportai a bertà delle altre religioni, le quali tulle
Kjovia ed a Mohilow, A questi artico- godranno senza eccezione, sotto la prote-
non che a tutti gli altri summento-
li, zione delle leggi, il pieno e pubblico^ eser»
vati delle sedi arcivescovili e vescovili di cizio di questa loro libertà. Gli ecclesia-
Polonia, si possono leggere le loronotizie stici cattolici romani e quelli della chie-
ecclesiastiche, le quali sono pure della sa greca unita invece delle somme che
Polonia civile. pagate venivano loro dal governo ,
per-
In Pietroburgo a' 3 gennaio lygSfu cepiranno annualmente una rendita de-
segnato dalle tre potenze il detto parlng- terminala di due milioni di fiorini polac-
gio, che cancellò la Polonia dal rango del- chi, assegnata sopra beni nazionali, dei
le nazioni europee, dopo essere stata per quali saranno usufruttuari, come piena
quasi due secoli teatro d' anarchia, per ed inalienabile loro proprietà. « Alessan-
le frequenti contese tra il senato e il so- dro I fondò l'ordinamento religioso qua-
vrano. Nel 1 807 le vittorie di Napoleone, si sui medesimi rei principii ch'eranoen-

che descrissi a Francia , col trattato di trati a comporre l'ordinazione della chie-
Tilsit lepermisero con quasi tuttala Po- sa cattolica latina nella Russia e nelle an-
lonia prussiana come di Cracovia di e- tiche Provincie polacche, per cui incon-
rigere in granducato Varsavia a favore trò forte resistenza presso l' alto clero ;

del gran principe Federico Augusto di giaccliè la nuova costituzione pose in ri>
Sassonia, il cui elettorato avea eretto in volgimento l'antica gerarchia della chie-
regno; il territorio gli venne aumentalo, sa polacca, essendosi inoltre la sedepri-
6

y4 ^Oh POL
tnaziale di Gnesna col ducato di Posna- erano necessari al compimento della con-
pia ceduta alla Prussia. All'articolo Gs' grua o all'intiera dotazione delle niense
SUITI raccontai che dopo la soppressione vescovili, dei capitoli cattedrali e de* se-
restarono in Polonia ne'dominii russi e minari; a condizione però che fosse prov-
grandemente vi fiorirono proietti da Rus- veduto al mantenimento dellechiese del-
sia e Prussia; narrandoti perchè nel 1 8 1 le abbazie, monasteri e benefizi semplici
ne uscirono, accolti in Galizia dall' im> da sopprimersi, e che in ogni diocesi ri-
peralore d'Austria; avendo detto a Rio- manesse un numero di benefizi semplici,
via che nel 1795 e nel 1839 nella Gali- acciò vescovi potessero rimunerare gli
i

zia fuben accolto il perseguitato clero ru- ecclesiastici benemeriti. Fatalmente un


teno. L' imperatore Alessandro I per la cumulo di tali proprietà d' annua visto-
riordinazione della chiesa cattolica nel sissima rendita passò al pubblico erario.
nuovo regno di Polonia istituì una lega- Insorsero a'2g novembre 83o polacchi, 1 i

zione diplomatica permanente in Roma incominciando il movimento a Varsavia;


russo-polacca presso la s. Sede, che tutto- fiera ed accanita fu la lotta che loro op-
ra esìste, a sostenere la quale pel i.° vi pose l'imperatore Nicolò I divenuto re di
destinò il principe Italinski in qualità di Polonia fino dal i825; ma finalmente
inviato straordinario e ministro plenipo- cadde Varsavia sotto i colpi del legittimo
tenziario a Pio VII. Tutti gliaffari con- potere agli 8 settembre 1 83 1, e nel suc-
dotti dal cardinal Consalvi terminarono cessivo anno lo statuto, di cui feci cenno
felicemente, ed a'28 gennaioi8 18 Tlta- in principio, mutò le sorti della Polonia,
linski sottoscrisse un concordalo in nome che fu dichiarala parte integrante della
della Russia per la Polonia, nel quale ven- Piussia. Allorché la Polonia in preda al
ne stabilitoche Farsavi a awehbe un ar- reospirito di sedizione, intieramente scon-
civescovo e che nel regno sarebbero 8 vi volta perle politiche vicende, Gregorio
sedi vescovili. Si determinarono nello stes- XVI qual maestro universale della gran
so tempo le modiche tasse che si dovreb- famiglia cattolica, geloso depositario e
bero pagare per la consegna delle bolle zelante sostenitore delle immacolate dot-
d' instituzione. In conseguenza Pio VII trine di una religione, cui fra le altre fu
dopoavere eretto l'arci vescovato di Far- e sarà sempre sagra la massima della per-

savia, emanò la bolla Ex imposila No- sommissione ed ubbidienza


fetta fedeltà,

Z»/^, de'3o giugnoi8i8,i5/f//. coni. 1. 15, dovuta dai sudditi al sovrano temporale
p. 6 e Annali della scienze rei. 1. 3, p.
1 , 1 il bisogno e sentì
nell'ordine civile, vide
828, per la nuova circoscrizione e rior- ildovere di rammentarla e d'inculcarla
dinamento delle diocesi nel regno di Po- opportunamenlealla nazione polacca, in-
Ionia, con la quale soppresse alcune an- dirizzò a que' vescovi una lettera eccitan-
tiche cattedrali, eresse il vescovato di Po- doli all'adempimento dell'obbligo annes-
(llachia, trasferì quello di Wigny a Sey- so al loro m mistero, di coltivare nel clero
iia, il Kielcense a Satidoinir, stabilendo e nel popolo la subordinazione, la fedel-

le diocesi di Farsa^na , Cracovia, La- tà, la Quindi deferendo alle istan-


pace.
hlinOj PFladislavia, le dotazioni ed epi- Gagarin nel
ze fatte dal ministro principe
scopii,dicliiarando che i beni degli ordi- nome imperiale, non lasciò di ripetere gli
ni regolari già soppressi sarebbero aggiu- amorevoli esaggisuoi avvertimenti ai ve-
dicali in sussidio delle chiese cattedrali e scovi del regno, nello scopo di cooperare
dei seminari. Al vescovo di Wladislavia col mezzo loro alla consolidazione dell'or-

Malezewski conferì la facoltà di soppri- dine politico poco prima ristabilito in Po-
mere nelle forme canoniche tanteabba- lonia , e di ricondurre sulla via del do-
zie, monasteri e beucQzi semplici, quanti vere quei particolarmente del clero , che
POL POL 75
per somma sventura se ne fossero allon- lebrarsi dinanzi al sacerdote greco-russo
tanati, mediante la lettera Cum prinium, con r obbligo di educar tutta la prole
de'9 giugno i832. nella religione greca non unita. Per tutr
Air articolo Kiovia (il cui prelato fu tociò,per imperioso dovere del suo su-
già metropolitano delle due Russie), ri- blime ministero e per l'ingiuriosa atro-
portai diverse notizie civili ed ecclesia- ce calunnia che quanto avveniva in Rus-
stiche della Polonia ( i cui re e principi sia e Polonia fosse risultato de'preceden*
lituani protessero le sedi cattoliche Iali- ti accordi col capo della chiesa cattolica
ne e greco-rutene) , non che della nun- o almeno di dissimulazione, l'impertur-
zialui'a apostolica ; come greci non uni-
i babile Gregorio XFI (/^.) si trovò nel-
ti acquistassero i diritti civili e religiosi l'indeclinabile necessità di alto alzar la vo-
degli uniti cattolici per volere di Russia, ce dalla cattedra di s. Pietro delle sue in-
la quale dopo primo smembramento
il cessanti sollecitudini perla chiesa catto-
delia Polonia travagliò sempre la chiesa lica in Piussia e Polonia, principalmen-
cattolica, e perciò narrai quanto sino ai te con quella celebre allocuzione corre-
giorni nostri questa operò e patì, come data di documenti irrefragabili ed au-
(guanto fecero i russi per ridurre alla lo- tentici, che ricordai nel citalo articolo, il
ro chiesa eterodossa i greci-ruleni-uniti, cui dolente grido giunse a tutti i figli del-
e quanto si adoprarono i Papi per difen- la chiesa cattolica in tulli gli angoli del-
dere gli ortodossi, massimamente Grego- la terra. In questa allocuzione si deplora
rio XVI, che fu visitato in Roma da Ni- lo stato della chiesa cattolica ne'dominii
colò I, e celebrai la storia pubblicata sul- russi e di circa dodici milioni di cattolici
le memorate vicende dal benemeiilo p. (sparsi nell'impero riunito di Russia e Po-
Theiner. All'articolo Mohilow metro- lonia), essendo proibita e impedita ai ve-

polita Ialino di tulli i domini! dell'im- comunica-


scovi ed ai cattolici la libera
pero e delia Russia Bianca (chiamata an- zione colla Sede negli affari spirituali,
s.

che rutena ), parlai di sua istituzione e mai essa avendo ottennio nelle tante e-
vicende, della chiesa cattolica latina ìu nergiche e reiterate istanze di poter te-

Polonia e nella Russia da Caterina 11 sino nere un rappresentante presso l' impe-
ai nostri giorni, dell' ambasciatore man- riai regia corte,afronledello stabilimen-
dato da Caterina II a Pio VI , il quale to della legazione russa inRouìa. Riepi-
deputò per legato all'imperatrice il nun- logò Gregorio XVI nell'allocuzione la se-

zio di Polonia Archellij come pure rac- rie delle sue cure zelantissime e delle ri-

contai quanto avvenne nelle diocesi del- mostranze oflìciose d'ordine suo fatte ai
le Provincie russe- polacche dopo lo spar- ministri plenipotenziari residenti in Ro-
timento di Polonia, e le gravezze cui sog- ma o direttamente all'imperalore, insie-
giacquero i cattolici non ostante i tratta- me all'esposizione degli aggravi della re-
ti solenni convenuti dalla Russia nel di- ligione cattolica nelle vaste regioni rus-
venir signora della regione ; delle nun- se,avanzale al ministero, invocando ri-
ziature di Lina e Arezzo sotto Pio VI e paro dall'equità e grandezza d'animo di
Pio VII ; di quanto di lagrimevole a Nicolò I. In questo prezioso documenta
pregiudizio della Chiesa e precipuamen- di apostolico zelo principalmente si re-
te nel regno di Polonia avvenne per le clama contro la quasi totale dipendenza
dure oppressioni e molteplici aggravi nei imposta dal governo russo ai vescovi nel-
pontificati di Leone XII e Gregorio XVI, l'eserciziodel loro ministero. Contro l'in-
sotto il governo del magnanimo impera- segnamento e l'educazione anche del cle-
tore Nicolò I, anche per ciò che riguar- ro, per l'esclusione de' vescovi e superio-
da i matrimoni misti che dovevano ce- ri religiosi. Contro i'impovcrimeuLo del-
,

76 POL POL
la Chiesa pei' lu privazione di sue prò rono onori, distinzioni e premi a quei del
pi'ietù e riduzione alla metà delle pen- clero russo che eftìcacemcnle si fossero a -
sioni assegnate ai vescovi , come pei* iu doperati per far prevaricare i cattolici
soppressione di 10-2 monasteri e conven- confiscandosi i beni a chi abbandonasse
ti Ialini di vari oidini,eper l'aggiudica- la comunione greco russa, oltre altre se-
zione al fisco de' fondi delle scuoie par- vere determinazioni. Contro le provvi-
rocchiali ede'collegi; tuttociò ad onta del sioni e collazioni di alcune sedi vescovili,
trattato conchiuso nel lyyS tra la Prus- senza alcuna intelligenza colla s. Sede.
sia e la Polonia, a fronte del disposto nella In fine contro il deplorabilissimo avve-
bolla Ex iinposila di Pio VII, ed in oppo- nimento dell'infelice defezione della chie-
promulgato
sizione allo slattilo orgrt/izco sa cattolica per opera de'suoi nemici, di
pel regno di Polonia nel i832. Contro più vescovi, buona parte del clero e del
le disposizioni presea danno degli ordini popolo e de'greci-ruteni-uniti nelle pro-
regolari e cessazione de' provinciali del- vincie polacco-russe. Su questa unione
l'ordine basiliano ( del quale parlai nei della chiesa rutena-cattolica colla chiesa
\ol.lV,p. i8i,i82,XXXVIl,p. 35ed nazionale russa, scrisse il p. Theiner: La
tdtrove) lustro, ornamento e precipuo so- chiesa scismatica russa, ed io ne tratte-
stegno della chiesa greco-rutenounita rò a Ruteni e Russia, riportandovi mol-
nella Lituania e Russia Bianca. Contro i tissime notizie riguardanti la Polonia e
funesti elFetti della troppa estensione del- sue chiese. Della chiesa di Galizia e Lo-
le diocesi e prolungata vacanza delle se- domiria parlai aLEoi'OLi oLetnberg. Di
di , e della nomina di pastori poco ido- quelle esistenti nella Prussia a quest'ar-
nei. Contro le chiese tolte ai cattolici dei ticolo, a GprESPTA, a Posivania, ec.
due riti greco e latino, e date agli etero- Le rimostranze di Gregorio XVI fu-
dossi di culto greco non unito, massime rono coronate di qualche successo ,
pel
il sontuoso santuario di Nostra Signora memorabile abboccamento avuto nel di-
di Poczaiow, celebre pei di voti pellegri- cembre i84t» col l'imperatore Nicolò I e
naggi, e dell'annesso ricchissimo mona- per le incominciate trattative per deve-
stero de'basiliani in Volinia, oltre altre nire ad una convenzione o concordato che
chiese e monasteri del medesimo ordine la morte gl'impedl di elFeltuare. Questa
in Lituania , in un alla gran certosa di ventura toccò al successore Pio IX j al
Bercza. Contro il sovvertimento della ge- modo che dissi a quell'articolo, il quale
rarchia de'greci -ruteni -uniti, e di copio- colla convenzione conchiusa con l'impe-
so numero di parrocchie cattoliche. Con- ratore a' 3 agosto 1847 e che qui ripor-
tro l'interdizione negli stati imperiali di lo, tranne gli articoli Vili, IX e X, che

ammissione d'ogni sorta di rescriltie bol- riprodussi a Patriarcato armeno per la


le pontificie. Contro le comminate pene numerosa popolazione di quel rito, e tran-
ai pretesi rei di procurata conversione ne gli ariicoli XXIII XXIV, XXVII,
,

dal culto dominante alla comunione ro- XXIX, suir accademia ecclesiastica di
mano-cattolica. Contro la proibizione al Pietroburgo dipendente dall'arcivescovo
clero latino di ascoltare le confessioni di di Mohilow, e alunni da mandarvisi dal-
persone sconosciute e di ammetterle al- le diocesi,che pubblicai a Pietroburgo,
la comunione eucaristica. Contro il di- furono regolati gli altari ecclesiastici di
vieto di ammettere alla comunione cat- Polonia e di Russia, anche colle lettere
tolica chiunque anche una volta e co- apostoliche ricordate a Pio IX pel rego-
munque avesse comunicato in ritogre- lamento delle diocesi di rito latino nel-
eo-russo,non potendo quegli mai essere l'impero russo. Nutrendo speranza il Pa-
separalo da questo; meulre si dispensa- pa per la ricomposizione degli alfari del-
POL POL 77
In cliiesanUena, die ai callolici sia ac- chie di ogni diocesi, e saranno sottoposti
cordata la libertà di comunicare colla s. alla sanzione della s. Sede.
Sede, che i beni sieno restituiti al clero, IH. Nelle 6 antiche diocesi si conserva
che sieno rimossi dai concistori de' vesco- il numero de' suffraganei istituiti dalla
vi laici posti dal governo, che sia tolta
i bolla di Pio Videi 1798.
la legge sui matrimoni misti, che sia le* IV.InSaratow vi saràunsuffraganeo
vaia la prescrizione sull'età della profes- del nuovo vescovo di Kherson o Cherson.
sione religiosa , che sieno ripristinale le V. Il vescovo di Cherson godrà l'as-
scuole ne'conventi ecclesiastici ed i supe- segno di 44^0 rubli d'argento. Il suo suf-
riori provinciali , ed eliminato l' impe- fraganeò riceverà un assegno eguale a
dimento della conversione al cattoli- quello degli altri vescovi suffraganei del-
cismo. l'impero, cioè 2,000 rubli d'argento.
I. Neil' impero russo resta determi- VI. Il capitolo cattedrale di Cherson sa-
nato a 7 il numero delle diocesi caltoli- rà composto di 9 membri, cioè due prela-
che romane , un arcivescovato cioè e 6 ti o dignità, il preposto e l'arcidiacono,
vescovati. i.° L'arcidiocesi di Mohìlow 4 canonici, 3 de'quali eserciteranno l'uf-
che abbraccia tutte le parti dell'impero fizio di teologo, di penitenziere e di cu-
non comprese nelle sei diocesi qui sotto ralo, e di 3 mansionari o beneficiati.
nominale; vi è annesso anche il grandu- VII. Nel nuovo vescovato di Cherson
cato di Finlandia. i° La diocesi di TVH' vi sarà un seminario diocesano: vi saran-
na che comprende governi di i Wilna e no mantenuti a spese del governo i5 a
Grodno come si trovano in oggi circo- 25 alunni siccome pensionali degli al-
i

scritti. S."" La diocesi di Telsce o Samo- tri seminari.


gizia che abbraccia i governi di Curlan- XI. Il numero delle diocesi del regno
dia e quello di Kowno entro que'limiti di Polonia rimane come è stato stabilito
in cui oggi si trovano. 4*° La diocesi di dalla bolla di Pio VII del 3o giugno
Minsk die abbraccia il governo di Minsk 1818. Nulla si è cambiato circa il nume-
ne' suoi limiti attuali. 5.° La diocesi di ro e la denominazione de'suffiaganei c-
Loulzk (o Luceorìa) e Z/Vo/w/r compósta sistenti in queste diocesi.
de' governi di Kiovia e di Volinia nei lo- XII. La designazione de' vescovi per
ro limiti attuali. 6." La diocesi di Kame- le diocesi e pei suffraganeali dell'impero

nclz o Kaiiìinieck che comprende il go- di Russia e del regno di Polonia avrà luo-
verno di Podolia ne' suoi limiti attuali. go ogni volta in seguilo di preventivo con-
7.° La nuova Rherson o Cher-
diocesi di certo fra l'imperatore e la s. Sede. L' i-

son (o ChersOi Fedi} nel Ponto Eussino, stituzione canonica sarà loro accordata
di cui parlai pure a Patriarcato armeno) da sua Santità nelle forme consuete.
che consta della provincia di Bessarabia XIV. Gli affari da sottomettersi pre-
(di cui parlai a Odessa), de' governi di ventivamente alle deliberazioni del con-
Rherson, di Eknteiinoslaw, di Tauride, cistoro diocesano sono 1.° Quanto agli:

di Saralow, d'Aslrachan,e delle contra- ecclesiastici della diocesi, a) Gli affari di-
de situate nel governo generale del Cau- sciplinari in genere, quelli però meno im-
caso (del quale parlai a Mingrelia a , portanti, i quali portano solo le pene leg-
Giorgia e analoghi articoli). una
gere, minori della destituzione o di
II. La bolla di circoscrizione fisserà l'e- detenzione più o meno prolungata, sono
stensione e i limiti delle diocesi come so- decisi dal vescovo senza il consiglio pre-
no indicate nell'articolo precedente. I de- ventivo del concistoro, rimanendo in po-
creti di esecuzione conterranno la nume- ter suo, se lo giudica opportuno, di con-
razione e la denominazione delle parroc- sultare il concistoro, come su questa sor-
,

78 POL POL
le di afTari così su tulli gli alili, b) Gli XVII. Tulli i membri del concistoro
nfTan contenziosi fra ecclesiastici relativi sono ecclesiastici. La loro nomina e la lo-
olle proprietà mobili ed immobili delle ro dimissione dipendono dal vescovo. Le
chiese, t) Le querele e i reclami portate nomine si fanno in guisa chesieno di gra-
contro ì membri del clero sia da eccle- dimento del governo. Nel caso che il ve-
da laici per ingiurie o danni
siastici, sia scovo stimasse in coscienza di allontana-
o per l'inadempimento di obblighi non re uno de'membri del concistoro, gli as-

contestati né in diritto ne in fatto, allor- segnerà subito un successore parimenti


ché il reclamante preterisce questa via di gradimento del governo.
per avere soddisfazione, d) Le cause di XV III. Il personale della cancelleria
nullità de' voti monastici saranno esami- del concistoro sarà confermalo dal vesco-
nale e giudicate a norma delle regole sta- vo sulla presentazione del segretario del
bilite dalla bolla di Benedetto XIV, Si concistoro.
tlalam. 2.*' Rdnlivamente ai laici. ^) Le XIX. Il segretario del vescovo incari-
cause matrimoniali, le verificazioni della calo della corrispondenza ufficiale e pri-
legittimità de'matrimoni, gli atti di na- vata del medesimo, è nominato diretla-
scita, gli atli di battesimo, di morie, ec. menle e immediatamente dal vescovo ;

3.° Misti, casi cui è d' uopo im- esso potrà essere scello a piacere del ve-
f^ I ili

porre una penitenza canonica per crimi- scovo, tra gli ecclesiastici.

ne, contravvenzione o delitto qualunque XX. Le attribuzioni de' rtiembri del


giudicati dai tribunali secolari. ^° Eco- concistoro cessano colla morte o dimis-
nomici, g) Determinazione o progetto sione del vescovo, come anche allo spira-
preventivo delle somme destinale al man- re dell'amministrazione della vacante se-
tenimento del clero ; revisione delle spe- de. Se il vescovo muore ovvero dà la sua
se, conti resi di queste somme, affari ri- dimissione, il suo successore o quegli che
guardanti la riparazione o la costruzione temporaneamente tiene il suo luogo (sia
di nuove chiese o cappelle, ec. Inoltre il un coadiutore con futura
ch'egli avesse
concistoro è incaricato di formare le li- successione j sia che il capitolo proceda
ste degli ecclesiastici e dei parrocchiani air elezione d' un vicario capitolare nei
della diocesi, dell'mvio delle circolari ed termini fìssati dai canoni della Chiesa) ri-
altre pubblicazioni che non concernono comporrà immediatamente il concistoro,
gli affari amministrativi della diocesi. il quale sempre, come si è detto di sopra,
XV. Gli affari predetti si decidono dal sia di gradimento del governo.
Vescovo dopo essere stati esaminali nel XXI. Il vescovo ha la suprema dire-

concistoro, che però ritiene il carattere zione dell'inspgnamento, della dottrina e


puramente consultivo. Il vescovo non è della disciplina in tulli i seminari della
obbligato a motivare le sue decisioni sua diocesi ,
giusta le leggi stabilite dal
nuche ne' casi in cui la opinione sua dif- concilio tridentino cap. i8,sess. 23.
ferisca da quella del suo concistoro. XXII. Le scelle de' rettori, ispettori,
XVI. Tutti gli altri affari della dio- professori o maestri per i seminari dio-
cesi qualificati ammmistrativij ed in cui cesani sono riservale al vescovo. Prima
si comprendono i casi di coscienza, di fo- di nominarli egli si accerterà che sotto il

ro interno, ed anche, come si è dello di rapporto della loro condotta civile, que-
sopra, quei di disciplina che meritassero ste scelte non daranno luogo ad obbie-
soltanto pene leggiere o pastorali esorta- zione da parte del governo. Nel caso che
zioni, appartengono immediatamente al- il vescovo stimasse necessario di allonta-

la autorità e decisione spontanea ed es- nare il rettore, l'ispettore o uno de'pro-


clusiva del vescovOi fessorio maestri, gli assegnerà subito nel-
1 j.^

POL POL 79
In slessa guisa un successore. Egli è Ube- Scrissero la storia di Polonia: Gio. Du
ro di sospendere temporaneamente uno Glosz detto Longino polacco arcivesco-
o più corsi di studi nel suo seminario. vo di LeopoW, Polonica hìstorica ^che con-
Nel caso ch'egli giudicasse indispensabile tinuò fino al 1480, epoca di sua morie,

di sospendere ad un tempo lutti corsi i che mss. è nella biblioteca de'^/Z/^/j/m di


e di rimandare gli alunni alle loro case, Roma. Mattia Miechovita o Michovia o
dovrà egli informarne senza dilazione il Miechow polacco medico di Sigismondo
governo. 1, Chronicaab ortii Polonorum iisque ad
XXV. I professori e aggiunti dellescien- annum 5o4, Cracoviae \5ii.De Sarma*
1

ze teologiche sono sempre scelti tra gli tia asiatica ci europnea, A ugusta 1 5 1 8.
ecclesiastici : gli altri maestri potranno Gio. Pistorio, Rerum polonicarwn seri-
scegliersi tra i laici che professano la reli- ploresj Basilea i582. Josse Luigi DeciOj
gione cattolica romana, preferendo quel- De velustatibus Polonorum; De Jagello-
li tra i medesimi, i quali avranno com- numfamiliaj De regìs Sigìsmundi tempo '
pito il corso degli sludi in uno stabilimen- ribus, Ciacoviae i52i. Martino Cromer
to superiore d'istruzione dell' impero e polacco vescovo di Varmia, Polonia, si-
che avranno de' gradi accademici. ve de origine et rebus geslìs Polonorum
XXVI. 1 confessori degli alunni dei dal 55o al 5o6; Oratio in funere Sigì-
I

seminari e dell' accademia non prende- smundi Ij Polònia, sive de silu^populis,


ranno veruna parte alla direzione disci- moribuSj magistratibus et republica re-
plinare dello stabilimento, essi saranno gni Poloniae, Cracoviae 1 SSy. Possevini,
scelti e nominati dal vescovo o arcive- Notae divini verbi et apostolicae ecclesia e
scovo. Poloniaeji5S6. Cellario, Regni Poloniae
XXVIII. 11 programma degli sludi magnìque ducatus Lithuaniae noviss. de-
per i seminari sarà redallo dai vescovi. jcr/yo/zo, Amstelodami i65g. Respublica,
L'arcivescovo lo farà per l'accademia do- sive status Poloniae, Lithuaniae, Prussiae
po averne conferito coi membri del suo et Livoniae,\jU^(\iu\'ì1642. Bizardiere,
consiglio accademico. Hist. des dietes de Pologne pour les eie*
XXX. Dovunque ilg'us padronato ctions des rois, Amsterdam 1697. Desfon-
non esiste, o trovasi temporaneamente taines, Hist. des révolutions de Pologne
sospeso, i parrochi sono nominali dal Amsterdam 1735. L'\^m'l\,Sioria della
vescovo di gradimento del governo in se- Polonia j 1825. Zaydier, Storia della Po-
guilo d'un preventivo esame e d'un con- lonia fino agli ultimi tempi,F'n'enze 1 83 1

corso tra i candidali secondo le regole Atlante istorico politico e statistico della,
prescrilte dal concilio tridentino. Polonia antica e moderna,Oà^o\i\^o 832. 1

XXXI. Il lestaiuo delle chiese catto- Observations sur les écrits qui se publient
liche romane viene fatto liberamente a de nos jours relatifs à la Pologne, Flo-
spese de'comunijode'privati i quali vor- rence iHÒi. /polacchi della rivoluzione
ranno incaricarsene. Nel caso in cui lo- i del 29 novembre iS3o, ossia ritratti dei
ro averi non fossero suflìcienti, eglino po- personaggi che hannofigurato nell'ultima
tranno ri volgersi al governo imperiale per guerra dell' indipendenza polacca accom-
oltenerei soccorsi necessari. Si provvede- pagnali da una biografa per ogni ri'
rà alla costruzione delle nuove chiese e tratto, Capolago i833.
all'aumento del numero delle parrocchie POLOSRO, POLOCK, PGLOTZK
ogni qualvolta potranno esigerlo l'au- (Polocien). Città arci vescovile della Rus-
mento della popolazione, ola troppa gran- sia Bianca o rutena in Europa, capoluo-
de estensione delle parrocchie esistenti e go sponda della Dwina
di distretto, sulla
la difficoltà delle eomunicazioni. a 1 5 leghe da Pietroburgo. Giace in par'
-

8o POL POL
la sopra Icireno basso e parie in pianu- 10 scisma, finché Clemente Vili la riu-
ra eie vaia, con alcune fortificazioni e cilla- nì al greml)o della vera Chiesa nel 593. 1

delia eretta nel secolo XVI da Stefano 11 p. Le Quien, Oricnx dir. t. i, p. 2H r,


Ba Itori re di Polonia. A nliche le case, s'in narra che Gregorio arcivescovo di Polo-
comincia a rifabbricarle più regolarmen- sko nel I ^94 assistè al concilio di Riovia,
te e di migliore gusto. Un convento e il riportando per successori Gedeone,s.G/o-
collegio già dei gesuiti sono gli edifizi piti safal (Fedi, del quale feci parola anche
notabili; oltre diverse chiese e raonasle- nel voi. IV, p. 181), Anastasio Sailova,
ri di greci ruteni uniti e greci-russi. Vi Nicola Lososki , Niceforo Goronski. Nel
è una scuola di cadetti, ed il Kremlin edi- 1619 fu unita all'arcivescovo di Polosko
ficato da Boris principe di Polosko. Que- (che per disposizione di Paolo Vnediven-
sta antichissima città un tempo si chia- ne pure l'amministratore) Mohìlow{V.)y
mò Pelliscum. grandu-
Allorché venne il cui erano unite le sedi di Mscisla'w(V.) o
ca Rurik a regnare sopra novgorodia- i Micislavia e di Orsa o Orsha o Orcha
,

ni, vi mandò per governarla un principe città vescovile dell'anticaPolonia nella


scelto tra i grandi della sua corte; i di- Lituania nell'impero russo, governo a 16
scendenti di tal principe vi regnarono si- leghe da Mohilow e 1 7 da Vitebsk, capo-
no a Uladimiro il grande, il quale im- luogo di distretto, sulla riva destra del
padronitosi della città, unì ai suoi stati il Dniepcr. HaOrsa4 5 con-
chiese greche,
principato, in seguito donandolo al suo venti e monasteri, ed una sinagoga. E' an-
figlio Isialsawche fu il ceppo de'secondi tichissima e fu già munita con forte. Nel
principi di Polosko, i quali più di 200 1 1 16 fu presa d'assalto dal granduca Ula-

anni regnarono in queste contrade, aven- dimiro, fece parte del principato di Smo-
do inoltre posseduto la Lituania, la Li- lensko, poi fu unita a quella di Vitebsk.
•vonia e la Gurlandia sino a Memel. Passò Sigismondo I re di Polonia nel i5o8 la

poscia questa citlà col granducato di Li- tolse ai russi, indi seguì i destini della Li-
tuania alla Polonia; nel i563 le fu tol- tuania e delle chiese rutene della Russia
ta dallo czar IvanIV. La ricuperò il re di Bianca cui appartiene. Nel 174^ era ar-
Polonia Baltori nel iSyg, ed polacchi i civescovo Rrebnicki che passò alla sede
la conservarono sino al i655, che russi i di Riovia. Benedetto XIV fece ripristi-
sotto Alessio Michelovilz per la seconda nar la sede di l\Iohilow,restando sotto l'ar-

volta se ne impadronirono, ma la resti- civescovo di Polosko, nella quale epoca


tuirono tantosto alla Polonia, alla quale dalle Notizie di Roma è riportato Polo-
rimase sino alla sua riunione definitiva sko, avente unite le sedi vescovili diOr-
alla Russia nel 1772. Sino al 1796 fu sa, Mohilow, Mscislaw e Vitepsco (^.).
capoluogo d'un governo, ora essendo sot- Clemente XIII nel 1760 ne fece arci ve-
to quello di Vilepsco o Vitebsk. scovo Giasone Junozza Smogorzewski ba-
La sede vescovile, secondo Commanvil- siliano di Vilna, e nel 1762 colla bolla
le, si vuole eretta nel secolo XIII suffra- Laudabile , presso il Bidl. coni. t. 2, p.
ganea di Kìovia (/^.), di rito greco-ru- 249,appi'ovò la concordia fatta tra l'ar-

teno unito, divenendo in seguito arcive- civescovo e il collegio de'gesuili di Polo-


scovile per autorità de'patriarchi di Co- sko fondato nel 1 582 dal re Baltori, sulle
stantinopoli. Si crede che fosse sede anche controverse insorte, ricevendo il collegio
d'un vescovo latino, sulTiaganeo di Leo- sotto la Sede; quindi
protezione della s.

poli o Lemberg. Ne'primi del secolo XV ai 4 dicembre col breve Mohilcwienseni


divisa Riovia da Mosca, alla prima se- ecclesianìy loco citato p. 819, ricusò la

guace della chiesa romana restò unita nomina d'uno scismatico alla sede di Mo-
Polosko. Dopo il 1 509 Kiovia ritornò al- hilow a pregiudiziodell'arcivescovodiPo-
,

POL POL 81
losko, ciò che confermò col breve Acce- de'suoi dominii, fuorché la sede di Polo-
pininsp. 320, diretto all'arcivescovo. Ma sko, volle assoggettare tutte le chiese ru-
nella partizione di Polonia del 1772 es- tene all'arcivescovo di Polosko nel 1795
sendo toccati alla Piussia quasi lutti i ve- (tranne Leopoli ePremislia perchè nella
scovati ruteni in uno alla diocesi di Po- Galizia e perciò non soggette alla Russia),
losko, Caterina II innalzò Mohilow a se- lasciandone la scella al legato Archetti,
de vescovile pe'suoi sudditi cattolici, ciò secondo Bercastel, ma continuò ad esser-
che poi la s. Sede eresse canonicamente, lo Lissowski, restando unico arcivescovo

restando l'arcivescovo greco-ruteno-uni- grecorulenounilo delle provincie polac-


to di Polosko con le chiese vescovili alla co-russe. Inoltre l' imperatrice per per-
sua sede unite di Oisa^ Mscislaw Mi- vertire i cattolici ed unirli alla chiesa rus-
cìslavia e FitepscOie lo sono ancora seb- sa, pose vescovi scismatici a Polosko, Luck
bene la sede è vacante. Essen<lo stato Gia- e Minsck, ordinando a Lìssowski d'incul-
sone nel 1780 traslato a Riovia, Pio VI care con lettera pastorale al clero e po-
con la lettera , La traslazione, presso il polo ruteno di non impedire a niuno il
Bull, de prop.fidcy Apptndix voi. 2, p. passaggio alla chiesa russa. Così la gerar-
262, pregò Caterina II acciò nella chie- chia dei greci uniti nelle provincie polac-
sa di Polosko gli fosse sostituito un sog- co-russe sconvolta, pernon dire distrut-
getto di. rito greco unito alla comunione Pio VI colla bolla
ta, fu riordinala. da

romana,fornilodi probitàeprudenza, an- Maximis iindique pressi,de i5 novem-


che a consolazione de'diocesani cattolici. bre 1798, e che fu il risultamento del-
Quindi nel 1 788 fu fatto arcivescovo E- l'inviato o legato pontifìcio Lilla alla cor-
raciioLissowski ruteno basiliano, poscia te di Russia sotto Paolo I. A senso di ta-
a' 12 novembre l'imperatrice Caterina II le composta dell'ar-
bolla la gerarchia fu
con editto per la Russia Bianca, coman- civescovo di Polosko capitale del palati-
dò che i ruteni sV laici che sacerdoti fos- nato del suo nome, che estendeva la sua
sero in avvenire soggetti al solo arcive- giurisdizione a Smolensko, Mscislaw ^Or-
scovo di Polosko, mentre-andava divisan- sa, ed anche alla provincia di Mohilow
do di unire le due primarie dignità della e FitepscO) eziandio con giurisdizione su
chièsa rutena e latina nel solo arcivesco- lutti ruteni che si erano mantenuti nel-
i

vo di Mohilow l'ambizioso Stanislao Sie- l'unità; il degnissimo prelato Lissowski


slrzencewicz che poi andò decimando l'ar- ne fu confermalo arcivescovo. Del vesco-
cidiocesi di altre, procurando
Polosko e vo di Luck o Luceoria, ove risiede altre-
ridurle al rito latinoonde più facilmen- sì il vescovo latino dello stesso titolo, con
te cadessero nello scisma. Stanislao ebbe giurisdizione su tutti i cattolici del rito
un sulfraganeo anche a Polosko in Cipria- greco in Russia, meno quelli delle dioce-
no Odynice vescovo d'i pponam/?<3/Zi"Z>«^. si di Polosko e prende
di Eresia, e perciò
Nel voi. XXX,
i5i narrai come nel
p. il Del vescovo di Eresia
titolo di esarca.
1782 fu eletto nel collegio di Polosko il o Uladimiria,il quale estendea la sua giu-
vicario generale de'gesuiti, quali conti- i risdizione sopra tutti i cattolici del rito
nuarono a fiorire ne'dominii russi, onde greco ne'governi di Lituania e di Minsk.
nel 1 786 avevano collegi di Polosko,Di-
i Ciascuno di questi tre arcivescovo e ve-
naborgo, Mohilow, Mstislaw o Mscislaw scovi era aiutato da un suffraganeo. A fron-
Orsa e Vilepsco con altrettante missioni te delle rimostranze pontifìcie non si po-
in varie parti della medesima provincia. tè ristabilire Kiovia, perchè Sieslrzence-
Ne'vol.XL,p. 79, XLVI, p.i4, ed a Kio- wicz volle dominare i riti latino e ruteno
viA riportai come Caterina II avendoabo- quale arcivescovo di Mohilow. Pertanto
lito Kiovia e soppresso i vescovati ruteni nel 1 8 o5 l'arcivescovo di Polosko zelan-
\0L. LIV. 6
82 POL POL
te Lissowski s'impegnò per la reintegra- di metropoli; quella di Polosko a metro-
zione alla chiesa rutena-greca-unita del poli di tutta la Russia Bianca, quella di
metropolita nella Russia, ed egli stesso ne Bresta a metropoli della Lituania, con ave-
fu eletto, ma senza Kiovia^ co-
il titolo di re sotto di se le chiese di Vilna, la cui sede
iHe dissi a questo articolo, riportando i fu soppressa, cioè il governo di Grodno e il

successori suoi Kochanowicz e Bulliak, palaliuata di Bialistok. 11 collegio greco-


quindi nel iBiS fu dall'imperatore Wico- unito comprenderà i concistori di Vilna
Io 1 ridotto a solo grado di onore. Frat- e di Luck e quelli di Polosko e Bresta,
tanto divenne arcivescovo di Polosko Gio. le avranno ognuna un concistoro,
quali
Damasceno Jafterzebiech Krassowski. un seminario e una scuola inferiore, ed
SulTraganeo di Polosko fu fatto Adriano in Polosko verrà eretta una università
Holow abbate di Braclaw con titolo
nia teologica greco-unita. Dipoi con altro
L'imperatore Alessan-
di vescovo d'Or5<2. decreto del 1 833 si stabilì inPolosko un
dro I proteggendo i benemeriti gesuiti, vescovato del culto dominante greco rus-
agli I I marzo i8i i innalzò il loro col- so,ed al vescovo scismatico Smaragde fu
legio di Polosko all'onore di università; dato il titolo di vescovo di Polosko e di
maalcuni giovani di famiglie principesche Vilna, formandosi la diocesi de'governi
allevati dai gesuiti nel collegio di Pietro- di Vilna, Vitepsco edella Curlandia, non
burgo essendosi convertiti al cattolicismo, che la diocesi di Minsk compresa nel go-
l'odio e il livore degli scismatici ribollirono verno di Grodno e di Bialistow.
e tumultuarono tanto, che la società ven- I rivolgimenti politici del i83o ritar-
ne nel 1 8 1 5 espulsa da Pietroburgo e nel darono Tesecuzione delle meditate rifor-
1820 da tutto l'impero russo, per causa, me imperiali per la chiesa rutena. Nel
dicendosi in detti bandi, della conversio- i832 fu chiusa l'accademia teologica di
ne di parecchi russi alla chiesa cattolica. Polosko, venendo costretti i giovani chie-
Nel 1825 un decreto imperiale avendo rici a studiare nella scismatica di Newski
divisa tutta la giurisdizione delle chiese a Pietroburgo. Per quanto dissi a Rio via,
greco-unite in Russia tra i capi delle due da questo punto la chiesa rutena diven-
eparchie, le cui chiese furono erette in tò semplice parte della scismatica, coope-
metropolitane, una per la Russia Bianca rante l'indegno Siemaszko vescovo di Li-
in Polosko, l'altra per la Lituania presso tuania e nel sinodo scismatico presiden-
il convento di Jerowitz destinato per la te della sessione rutena, il quale per Po-
residenza stabile del vescovo greco-unito losko elesse a vicario e vescovo su (Fraga-
di Bresta, soppresse di fatto il vescovato lieo Guglielmo Luzinski ,
per Bresta il

dello stesso rito in Luck, e rovesciò ad basiliano Antonio, ambedue nemici della
un tempo quanto era slato disposto dalla s. Sede. Quindi si procedette a ridurre
bolla di PioVi riguardo alla gerarchia allo scisma tutta la chiesa greco-rutena,
del culto greco-unito in quelle provincie. ed a rovinare le due metropolitane ru-
Nel 1 828 per decreto imperiale fu abolita tene di Polosko e di Bresta, in che si di-
definitivamente la sede di Luck(V.)j in- stinse Luzinski; imperocché la sua sfre-
corporandola al metropoli tanodiPolosko, nata audacia non arrossi di accettare i
dichiarandosi che soli vescovi delle due
i nuovi messali, breviari ed eucologi dalle
sedi arcivescovile di Polosko e vescovile mani del vescovo scismatico di Polosko
di Bresta o Uladimiria avranno il supre- Que-
e di ripartirli ai suoi preti e parrochi.
mo governo di tutte le chiese unite-ru- sti ehiamò dopo Pasqua i835 a genera-
tene, sotto la dipendenza del collegio ec- le adunanza inPoloskojli accolse con gran-
clesiastico di Pietroburgo; perciò ambe- di dimostrazioni, li condusse a banchetto
due le sedi verranno innalzate alla dignità dal collega scismatico e li ubbriaco eoa
POL POM 83
vini in cui era mescolata la cervogia, ed monasteri , 8 prima del pre-
ridotti a 1

altre spiritose bevande. Tolti di senno, sente scisma. Le basiliane possedevano 3


non badando che si facessero, apposero monasteri e ne contenevano complessi-
le loro sottoscrizioni per l'unione con la vamente 22. In Polosk fiorì un ricco mo-
chiesa russa; il solo curato di Lepel avve- nastero di basiliani. L'arcivescovo, il ve-
dutosi del vergognoso inganno si denegò, scovo suo sufFiaganeo, il seminario, il con-
per cui fu mandato colla famiglia ne'con- avevano il loro so-
cistoro e la cancelleria
fìui di Siberia a suonar le campane ad stentamento dai redditi della mensa ar-
un tempio scismatico. Imbaldanziti Sie- civescovile, consistente in 18,000 rubli
maszko e Luzinski da questi e altri trion- in beni stabili, e dai beni del nominata
fi, con frode, fecero di tutto per
riportati monastero basiliano. Il clero secolare a-
farscomparire ogni vestigio di cattolici- veva 20,000 rubli di capitale , e d' an-
smo nelle loro metropoli laonde tranne : nua rendita 3 100. I servi addetti ai vil-
molti del popolo e del clerOj i ruteni con laggi del clero secolare erano 600. Il cle-
le loro chiese e le dette metropolitane fu- ro regolare aveva in capitali 11 i,452
rono riuniti alla chiesa russa, con atto ce- rubli e l'annua rendita di 27,621. Il pre-
lebrato in Polosko nel i838, ivi conva- sente arcivescovo scismatico, oltre l'aver
lidato da altro de' 12 febbraio 1889 sot- messo in opera tutti gli artifizi della se-

toscrittoda SiemaszkOjda Basilio vesco- duzione, per far credere alla semplicità
vo di Orsa amministratore deireparchia del popolo che non v'ha alcuna differen-
della Russia Bianca, e da Antonio vesco- za tra' greci uniti e gli scismatici, ha po-
vo di Bresta vicario deli'eparchia della sto ogni studio per indurre que' curati
Lituania, i quali diressero una pastorale che aveano protestato a ritrattarsi coa-
a tutti i ruteni felicitandoli della seguita tro qualunque innovazione in materia di
unione. Afflittissimo Gregorio XVI pel de- religione. Quelli che gloriosamente si so-
plorabile avvenimento, ne pianse le fune- no tenuti fermi nella professione della
ste conseguenze: cosi fu compilo lo scisma fede cattolica ,
gemono esuli per opera
de'ruteni, con quelle lagrimevoli circo- dell'arcivescovo, occupati in vili uffizi nel-
stanze che deplorai a Kiovia ed a Rute- le fredde regioni di Siberia. Vedasi \q Al-
ni (F.). La sede di Uladimiria mai sem- locuzioni di Gregorio XFl de' 22 no-
pre appartenuta al vescovato di Bresta, fu vembre 1839 e 22 luglio 1842, ed il p.
convertita in eparchia russa scismatica. Theiner, Vicende della chiesa di amen-
Ai novelli vescovi furono assegnate a cat- due i riti nella Polonia e nella Russia.
tedrali chiese cattoliche latine e rutene; POMA (s.), vergine. Sorella di s. Metn-
quelli di Polosko e di Vilna vennero messi mio (V.), primo vescovo di Chalons-sur-
in possesso delle maestose chiese di s. Ca- Marne, che fiori nel III secolo. Non si sa
simiro, e di un'altra che fu già de'gesui- nulla della sua vita ; ma il suo culto è an-
li, poi de' religiosi delle scuole pie. Ora tico e celebre nella chiesa di Chalons. Le
accennerò altre notizie ecclesiastiche ri- sue reliquiesi custodiscono insieme a quel-
guardanti Polosko. le di s. Memmio nella chiesa abbaziale
Questa vasta arcidiocesi , secondo la de'canonici regolari di s. Agostino, fuori
relazione del nunzio Arezzo sotto Pio delle mura della città. La sua festa era
VII, nel 1804 era di 568,787 individui una volta indicata a'27 di giugno nei ca-
maggiori della pubertà ; ultimamente a- lendari, ma di presente si celebra agli 8
scendeva a 489,075. Le parrocchie era- di agosto.
no 4^3, con 5oo del clero secolare, i33 POMPEIOPOLI. Sede vescovile del-
monaci , 60 alunni del seminario. Nel la Cihcia i.^ sotto la metropoli di Tar-
principio del corrente secolo vi erano 22 so, eretta nel V secolo e nei XII arci ve-
8i POM •
POM
scovalo onorario. Prima si chiamava So' ed alla vila del popolo romano già re ,

li avanti cbe Pompeo le (lasse il suo no- per armi, ora meglio per religione e co- :

me, e fi\ della anche Palesoli. Ora è li- tale nobile ricordo avvivi il loro corag-
na citlìi in rovina e porlo della Turcliia gio, svegli la solerzia, l'operosilù, epiù
asialica, denominala Mezctlu sul Medi* colcuore che con le braccia accorrano,
terraneo. VOrienschr. t. 2, p. 87:), regi* ascendano , si affatichino, ove il pubbli-
slra 5 vescovi. AI presente Pornpeiopoli, co o il privato periglio li appella ". Me-
Pompej'opolilany è un titolo vescovile in glio non si poteva in brevi parole defi-
partibus sotto Seleucia. Per morte di nire l'ufTizio de' benemeriti vigili ponti^
Francesco de' baroni Celenti, nel 1840 fidi (che hanno quartieri ne Palazzi a*
Gregorio XVI Io conferì a mg/ Affre, posìolid Quirinale e Faticano Fedi^ _,

che Irasferilo a Parigi, ove lo celebrai, nel nelle piazze della Trinità de' pellegrini
1841 gli die in successore Jachimowicz, e di Ponte s. Angelo, e nell'archiginna-
di cui parlai nel voi. XXXV IH, p. 102. sio romano, il quale temporaneamente è
POMPEIOPOLI. Sede vescovile di stato trasportalo nel palazzo Gaetani o
Paflagonia eretta nel IV secolo sotto la Caetani, essendo il pi/ficipale situalo nel-
metropoli diGangres,nel IX divenne ar- la piazza di s. Maculo
sull' angolo del ,

civescovato onorario. VOriens dir. l.i, convento de' domenicani propinquo alla
p. 557, riporta i3 vescovi. Ora è un ti- chiesa di s. Ignazio), denominali volgar-
tolo \esco\'ì\e in partibus dipendente da mente pompieri con vocabolo francese,
Gangres. derivante dalla pompa o tromba idrau*
POMPIERI DI ROMA. Istituto del lica che adoprano per estinguere gì' in-

corpo de' vigili e guardia'permanenle con- cendi , cilindro o cubo cavo con varie ,

tro gì' incendi. Il governatore di Roma parli ad esso attenenti, che serve a sol-
mg.^ Grassellini, quale presidente o pre- levare r acqua e dirigerla con forza in
fetto de'vigili, in un ordine del giorno (ri- determinato luogo col canneljo idrauli-
portato nel n.° 1 7 deWelYotizie del giorno co di cuoio chiamato sifone. Il Calindri,
1847) ^°^^^ '^ dichiarava. « Le armi dei Saggio del pontificio stato p. 648, par-
vigili sono armi di pace, di confoito, di lando de' vigili o pompieri di Roma e Bo-
salute j lo attestano le famìiglie, cui Ira la logna (il cui uffizio viene pure disimpe-
rovina e l' incendio salvano sovente per gnato dagli artiglieri nel caso di bisogno,
Roma i pargoli , le spose , la suppellet- come da altri corpi di milizia), dice che
tile. Il pubblico plauso rende loro gra- nell'anno del mondo 8700 si pretende
zie dell'opera, della solerzia, dello zelo e che fossero inventate trombe per u- le

della vita che rischiano e spendono per so di estinguere gl'incendi. Dell' impro-
la comune salvezza. Né certo ad alcun prietà del vocabolo pompieri parlò già
corpo di vigili al mondo fu confidalo co* il tanto benemerito dell' istituzione di
sì allo ed invidialo tesoro, cornea quel- questa guardia, marchese Giuseppe Ori-
lo, cui fu confidata tal ciltà, della quale go defunto, tenente colonnello, direttore
ne più magnifica per monumenti, ne più e comandante, nella Dissertazione sulVo-
veneranda per antichità e per vicende, rigine della guardia permanente contro
uè più santa per religione non illustrò gl'incendi, letta nel 1818 nell'accademia
mai il sole. Sia dunque il vero orgoglio di archeologia e pubblicata ue^WAtliòeX-
del corpo de' vigili il tutelare Roma , il la medesima, t. r, par. 2.Imperocché
suo Colosseo, la Mole Adriana, la Mole egli osserva , che le tropbe o pompe i-
Augusta, e più che altro il Quirinale e drauliche usale contro il fuoco a spe-
il Valicano, vera sua gloria, sua speran- gner gì' incendi, non sono le uniche al-
sa, sua salute; il vegliare alla sicurezza l'uopo, in molti casi non principale stro-
PO M POM 85
mento, io alili inutile e dannoso, dichia- tìca, per cui gli assedianti usavano con-
randone inventore Ctesibio Alessandri- tro le città tela incendiaria, faci, malleoli
no ; che tale tromba dopo le successive (saette), falariche (arme che si ficcava in
diverse forme e modificazioni divenne terra a modo d' asta); e gli assediati del
IdraconiisleriOy come con ottimo voca- pari contro le torri ed altre macchine.
bolo Cristiano Wolflo l'appella, cioè Nondimeno non si trova un peculiar cor-
quando fu contro gl'incendi incomincia- po o guardia destinata a resistere al fuoco
lo a maneggiarla. Nelt. 46, p. a85 del ed opprimerlo, poiché soldati, cittadini,
Giornale arcadico j stampate anche a servi alla necessità accorrevano, e a spe-
parte nel i83o da Boulzaler in Roma e gnere travagliavansi con acqua, scuri, si-
lette nell'accademia de* Lincei, abbiamo foni e con quanto veniagli a mano, mas-
del medesimo marchese Origo, Ricerche sime in tempo di assedio. Per la città ove
sopra i mezzi più economici diretti a pre- tal calamità frequentemente veniva e im-
servare daU azione del fuoco gli abiti di pensata , il più spesso di notte, volevasi
uniforme che usano gì' individui addet-* una singolare istituzione, che le negligen-
ti al corpo de' vigili per gV incendi. L'i- ze prevenisse, le malizie impedisse, in prin-
stituzione di un corpo per estinguere gl'in- cipio il male soffocasse. Trovò Roma il

cendi, per se stesso civile, ma regolato rimedio a riparare alla calamità degl' in-
sotto forme militari, non è oltramonta- cendi. Dal giureconsulto Paolo, lib. .° de i

na , ma mentre
italiana , vigili erano i Digesti j de officio praefecti vigilum, si ap-
in attività fino ai tempi della repubbli» prende che in Roma repubblicana eran-
ca, e poi da Cesare Augusto ampliati e vi i triumviri notturni a vigilare notte e
corredati di molte cose da noi non cono- di per tener lungi gì' incendi; mentre si

sciute, di che vado a darne cenno con raccoglie da Livio 1' esistenza d'un ma-
l'autorità dell'Origo. Se non che,avendo gistrato annuale creato dal suffragio delle
Luigi Cardinali nel 1. 1 p. 1 45 delle Me-
,
tribù per la repressione degl'incendi: dal
morie romane ragionato della disserta- che si rileva quanto fosse la dignità loro
zione dello slesso marchese, il cui zelo e ed il pregio in cui erano tenuti. Vigilava-
indagini encomiò, può apprendere
ivi si no pericoli del fuoco anche gli edili ed
i

qualche sua osservazione. Tra le altre è i tribuni della plebe, primi perlacura i

d'avviso, che ne'grandi incendi sia scarso che avevano delle fabbriche. Per aver poi
il rimedio che può dai vigili aspettarsi e persone capaci, erano disposte compagnie
più guardare esso ad impedirne la propa- di servi pubblici alle porte e alle mura
gazione, che non ad estinguere l'arsione. della città in lutto il suo circuito, onde si

Le ruine del fuoco furono in tutti i chiamavano alle occorrenze e rapidamen-


tempi in Roma frequentissime: in Livio te dalla periferia al centro si portavano
e .negli altri scrittori di romane storie gli opportuni aiuti; ne mancavano fami-
trovansi narrate terribili arsioni di case, glie private, ossia squadre di servi, che i
officine, teatri, anfiteatri, templi, e fin loro padroni stabilirono per simili circo-
d'intere regioni della città, duratevi per stanze. Tuttavolta si mancava in Roma
più giorni a devastare colla violenza del- di regolarità e disciplina di servigio. In
l' attivissimo elemento , oltre il massi- fatti le arsioni vi continuarono e forse più
mo incendio comandato da Nerone. Non feroci: di molte avvenute prima e dopo
è credibile che la romana sapienza non di questa epoca ne parlai ai luoghi loro,
pensasse e trovasse a tante disgrazie un segnatamente nella descrizione degli an-
riparo, ma non potè imparare gran co- tichi edifìzi. Di quello di Nerone feci men-
sa dai greci. Nella guerra l'ardere le cose zione a Fuocoed altrove, parlando de' fuo-
del nemico formava gran parte della tat* chi di gioia e delle luminarie festive (in
86 POM POM
tale articolo citai i luoghi ove ho parla- cessante correre perla città nelle assegna-
to di s.Antonìoahhaie protettore contro il te regioni, e lo scrupoloso prevenire dc'piìi 1
male del fuoco sacro, degli scottati dal fuo- remoti pericoli. Nel n.° 1 1 del Diario di «

co e controgl'incendi: per gli scottati si pos- Roma 1820 narra che l'avvocato Fea
si

sono vedere Ospedale di s. Maria della die relazione all'accademia archeologica


Consolazione e Ospedale del ss. Salva- della scoperta fatta in gennaio negli scavi
tore). Sull'incendio di Roma sotto Ne- dell'ingresso della villa Malici sul monte
rone che arse 6, 7 o 9 dì, il Cardinali af- Celio di iscrizioni riguardanti i vigili e il

ferma che quel cesare era ad Anzio quan- loro quartiere della 2." regione, ch'era
do nacque e si allargò; e che
l'incendio precisamente in questo luogo, cioè della
cantò l'incendio di Troia non quel di Ro- 5.^ coorte, la quale badava anche ad altra
ma, dopo oltre un anno. Prima di que- regione, forse la i .^ e la 5.^ Tali iscrizioni
sto Augusto provvide al difetto e volle che le.riprodusse il n.°6 delle Notizie del gior-
una milizia pedestre presiedesse a vigila- no 1820. La I.'' iscrizione è la più inte-
re gl'incendi, stabilendo de'Iiberli, miles ressante, incisa nella facciata del piedistal-
liberlinus,che si dissero ^'ig'lì^ a scorrere lo della statua di Antonino Caracalla. Vi
la notte per la citta, onde prontamente sono nominati il prefetto, il sotto-prefet-
accorrere ad ogni scintilla o sospetto d'in- to, tribuno, 7 centurioni, un cometa del
il

cendio; ed ecco l'origine de* cos\ detti pom- prefetto, uno del sotto-prefetto ed uno del
pìerìj cioè gente soldata a modo e disci- tribuno. Vi è notata la patria di 6 centu-
plina di vera e legittima milizia, formata rioni, di di verse città della Pannonia supe-
in sette coorti di vigili notturni con loro riore. Negli altri 3 lati vi sono scritti vigi- i

stanze in sette luoghi opportuni della cit- li tutti dell'anno 208, in tutti piti di I zoo.
tà, che formandosi di 1 4 regioni, di due di Si raccoglie che la coorte era doppia delle
queste a ciascuna fu data la cura; con suoi ordinarie militari, forse perchè doveva as-
tribuni e col supremo comandante preso sistere a due regioni. Altra iscrizione pres-
dall'ordine de'cavalieri, chiamato uir spe- so il Grutero è della 2.^ coorte collo stesso
ctabilis, che mostra di quale alta dignità prefetto e so Ito -prefetto; rilevasi che tulle
fosse decorato. Lo stabilimento della be- le sette coorti in quell'anno eressero nel
nefica milizia de' spegnitcri degl'incendi loro quartiere una statua a Caracalla. La
risale all'anno di Roma 759 e G.** di no- seconda iscrizione sulla cornice di altro
stra era, dovendosi preporre Dione e Sve- piedistallo contiene la dedica di altra sta-
tonio, ad Appiano, meglio confermando- tua forse allo stesso Caracalla, per la data
Jo Lipsio. 210. La 3.' ha i nomi di 4 medici della
Dopo qualche tempo Augusto voleva coorte. Anche nella 2." citata da Grute-
sciogliere corpo de' vigili, ma poi spe-
il ro, vi sono scritti i medici. Se nel prin-
rimentatolo non che utile ma necessario, cipio i vigili furono di condizione liber-
lo ritenne e perpetuò. Anzi gì' impera- tina, ma da'tempi suoi testificò Dione che
tori successivi accrebbero le coorti, con- vi si ascrivevano anche altri soldati, di
sigliati dal bisogno, e al tempo di Vitto- libera origine e legionari, di altro ono-
re nel IV secolo di nostra età erano 38, rato e veramente guerriero corpo, venen*
divise nelle varie regioni della città. Cal- do con queste aggregazioni, co-
nobilitali
colala la coorte di 4^0 uomini, Au-
sotto me meritavano per l'utilità dei loro attri-
gusto i vigili notturni si componevano di buti. Circa l'età di Giustiniano sembra i
15940, ne' tempi di Vittore a 1 5^960. Fer- vigili aver prèso il nome di matricarii, for-
mandosi però al consueto numero, risul- se a matricula praetoris plebis in quani
ta essere slata a sufficienza fornita e di- retali erant; ma la bella e salutare isti-

fesa Roma, attesa l'attenta custodia, l'in- tuzione d'Augusto probabilmente venne
POM POM 87
soppressa dalle barbarie dei tempi longo- sue genti era commessa la tu-
vigili e alle

bardici.Per paga dei vigili Augusto asse- tela generale della città, convenendo col-

gnò cinquantesima parte del tributo


la le coorti urbane, che sebbene per queste
imposto al prezzo de* mancipii che ven- era fine primario tale tutela, pei vigili fu
devansi: ai tempi di Dione questo stipen- secondario. Cassiodoro chiamò uno di
dio si traeva dalle casse pubbliche, non questi prefetticuUos romanae civitatis
,

più da un tributo particolare. Quanto dicerisj quando cani ab intestino hoste


alla vigilanza di questi notturni custodi, defendis.
per loro debito erano sempre all'erta in Il prefetto dovea tutta la notte vigila-

l continua sentinella, e facevano


continua nelle parti della città
la ronda
da ciascu-
re e percorrere
re,
la città in

portando appresso tutti gli strumenti


arnese milita-

na compagnia sortite. Ad ogni sospetto opportuni ad estinguere gl'incendi, fa-


di fuoco si mettevano in movimento sen- cendo punire col bastone o flagello, ov-
za esser pur chiamati e udire il solito grido vero ammoniva acremente rimprove-
di accorri uomo. Perciò erano esenti dai rava gl'inquilini delle case negligenti nel
pesi della milizia e da qualunque carico tenere il fuoco, non coprendolo bene e
militare, e perchè meglio potessero es- non tenendolo lontano da materie com-
ser comandati e retti, venivano disposti bustibili, dovendo ciascuno, senza ecce-
sotto ordinanza e disciplina militare^ a- zione, tener l'acqua pel bisogno; provve-
vendo probabilmente anche centurioni. i dimenti tutti mirabili ed eccellenti, in-
La cura di prevenire gl'incendi vale più dispensabili agli usi domestici degli an-
che il coraggio e tutti gli espedienti mes- tichi romani. Dovendosi rammentare il

si opera contro l'incendio già fatto. Nel-


in perpetuo fuoco, non già quello dalle Ve-
la satira i4di Giovenale si legge, che una stali guardato per ordine di Numa ad imi-
coorte co'suoi arnesi vegliava per solo so- tazione degli orientali, ma quello che nel-
spetto d'incendio attorno la casa di un ric- le parti interiori delle private case a ono-
co. Il loro prefetto sotto Costantino eb- re dei domestici Manioìnvì era serbato;
be secondo rango fra'magistrati urba-
il la forma e il sito de'loro camini e foco-
ni e dipendeva dal prefeltodellacittà. Co- lari,presso cui era immensa quantità di
nosceva per la sua autorità gl'incendiari, legna secche, massime di quelle che per
i ladri notturni e quei che loro prestava- esca o fomite della fiamma si adoperava-
no asilo, facendoli inseguire e arrestare; no, cioè tede e altre materie resinose, an-
r inquisizione de' servi fuggitivi veniva che solforate; grandi fuochi che nell'in-
i

specialmente raccomandata ai vigili. Af- verno si usavano, e la copia di legna che


ferma Ulpiano che il prefetto non sen- si bruciavano nelle cucine de'magnati; so-

tenziava sugi' incendi studiosi o dolosi, prattutto riflettasi il poco amore de'servi
ma imprigionati i rei ne rimetteva il giudi- per la casa del padrone, la stupidezza e
zio al prefetto urbanoje confessando Pao- la noia prodotta in tutta la famìglia nel-
lo citatoche una certa limitazione gli fu l'eterne cene, dall'ebbrezza, dal frastorx
imposta intorno alle persone,essendoCar- no,dalla fatica,e si comprenderàcon quan-
dinali di parere, contenersi l'autorità del ta facilità una scintilla avventandosi a ma-
prefeltode'vigili nella parte punitiva, nel- teria combustibile trascorresse in incen-
l'ammonizione e nella fustigazione o fru- dio universale. A tuttocìò si aggiungano
statura. Dannava alla tortura i servi cu- gl'incendi prodotti dai fulmini o altro fuo-
stodi delle case, ove rottura di porte o fur- co elettrico, quelli derivati da fermenta-
to era avvenuto; faceva arrestare quei che zione ue'grandi ammassi di fieno, paglia,
in tempo d'incendio scappavano e li con- legna, esca, di cose untuose, di lane, ec.
segnava ai loro padroni. Al prefetto dei Ed a voler toccare di quelli che per in-
88 POM POM
teressee malizia si eccitarono, nell'anno dosi sifone o tubo,e dai tedeschi cos'i fu'
di Roma7 45 alcimi proprietà ri carichi rono dette le trombe con che il tremen-
di debili arsero le case loro per muove- do fuoco greco lungi si spingeva, hioltre
re la pubblica compassione, non che per si usavano ferramenti per andare da una
cavare dalle loro perdile un vantaggio che parete all'altra. Negl' insalilnculi si aiu-
ristabilisse i loro interessi con l'allrui li- tarono delle spugne e degli uncini , co-
beralità; però l'artificio andò a vuoto, e me di mille altri ingegni per salire e cor-
furono giustamente giudicati indegni di rere per l'alto, oltre il coraggio che dai
qualunque soccorso.Tuttavia si legge nel- dispiegava. Ulpiano ci istruisce,
vigili si

romane, che l'inganno frullò do-


le storie che per estinguere grincendi, olire l'ac-
vizie maggiori delle esagerate perdile, co- qua adoperavano l'aceto, il che fu giu-
me dall'epigramma di Marziale a Ton- diziosa pratica, specialmente se devesi o-
giIiano,cui si era bruciata la casa. Da tut- perare contro masse ardenti ontuose e
te le quali cose si comprende quanto fos- grasse, sopra cui l'acqtia si decompone e
se opportuna la scrupolosità delle squa- l'arsione accresce, massime quando non
dre de' vigili e del loro prefetto nel ricer- vi sgorghi sopra in getto forte e unito.
care i più minuti pericoli, tenendo tulli L'Origo sospettò l'uso d'acqua fangosa,
in guardia. Quanto ai mezzi coi quali gli argillosa, alluminala, poiché in vari luo-
antichi vigili romani reprimevano gl'in- ghi si riconobbe refTicacia a spegnere so-
cendi, l'Origo credette che in questo pun- stanze cretose e saline; così Toso posterio-
to falsamcnleci reputiamo superiori, dan- re contro il fuoco greco che brucia sul-
done il vanto ai pompieri antichi. Si gio- l'acqua (inventato da Callinico nel 670
vavano d'un istromento per distruggere come nolai a Costantinopoli), di urina e
il fabbricalo, di due ad estinguer le fiam- sabbia, gli fece credere non fosse ignora-
me; cioè la dolabra per romper le mura to e trascurato nelle occasioni di altri for-
occorrenti, togliere le .comunicazioni al ti bruciamenti.
fuoco e soffocarlo nelle sue rovine (istro- Muratori, Dissert. sulle antìchilà ila-
mento rustico alto a sterpar radici d'al- liane^ dissert. 21, parlando della costru-
beri fortemente a terra fitte ed implica- zione delle case d'Italia ne'bassi tempi e
te,ed anche militare a ruinare muraglie; ne'secoli barbarici, vuole rimarcare la fre-
agiva a modo di scure, ma con taglio da quenza degl'incendi. Osserva che nel se-
una sola parte, avendo l'altra acuminata colo XII milanesi nel rifabbricare la cit-
i

a guisa di piccone); dell'hama per recar tà formarono tetti di paglia, e che A-


i

leacque, del sifone per lanciarle verso la lessandria si edificò con terra raeschiala
parte della fabbrica che ardeva: il solido con paglia o piuttosto coperta di paglia,
slromenlo hama era simile a falce per lo di che parlai altrove, altrettanto avven-
slesso oggetto del dolabra, secondo alcu- nea Nizza della Paglia nel Monferrato. Nei
ni,però altri meglio lo dichiararono v«se secoli barbari si coprivano i tetti con as»
per contener acqua da congiungersi col sicelle di legno, conficcate con chiodi, co-
sifone, giacche i vigili oltre l'acqua che me ebbe Roma per alcuni secoli al dire
dovevano trovare nelle casede'particola- di Plinio. A questo Muratori attribuisce
ri, ne portavano seco coi vasi chiamali ha- i tanti incendi, che specialmente ne'secoli
me; quanto al sifone non era soltanto un XI e XII distrussero quasi le intiere cit-

canale, doccia fìstola per derivare e di-^ tà, fra le quali Milano, Piacenza, Bolo-
vider l'acqua, ma consisteva anche in mac- gna, Brescia, Modena appena : si attac-
chine per sollevarla e spingerla con gran cava il fuoco, che questo mattamente si
getto ad elevata altezza, come fanno le no- stendeva pel resto della città, come in Pa-
stre trombe pompe idrauliche,chiaman- dova nel 1 174- Ne' vecchi tempi trovan-
POM P OM 89
si ancora case di paglia, così nel 765, 968 Éallresì antichissima massima, che quan-
e io3o. In Germania anlicameiilecojni- do in un. incendio
abbattono le case vi-
si

vano tetti con canne, alferninndolo IMi-


i cine per salvare padroni delle
le altre, i

nio, essendovene esempi eziandio In Ita- case verisimilmente per qiò salvate, de-
lia rimarcati da Pianto, donde frequenti i vono contribuire all'indennizzazione de-
incendi e la loro facile dilalazione. Can* gli altri le di cui case vennero abbat-

cellieri nella Disseriaz. intorno agli uo- tute ". Hurter nella Storia d' Innocen-
ini/ii dotali di gran memoria p. vi e sog., zo III, all'anno 2 3, riporta che il Pa-
1 i

riporta erudite notizie su diversi grandi pa nel fare promulgare la crociata di Pa-
incendi, come della disperazione di An- lestina, die facoltà di concedere l'assolu-
tonio Urceo Codro per quello di sua li- zione agl'incendiari. L' Alberghetti, tSifo-
breria, le cui smanie durarono un seme- ria d'Imola par. 2, p. 64, narra che ver-
stre; di quello che distrusse la libreria, so il 1 155 la città fu liberata da un in-
le robe ed suoi scritti a Filippo Calli-
i cendio totale pel patrocinio di s. Agata

maco Esperien te de^Cuonaccorsi; della bi- protettrice contro la violenza del fuoco,
blioteca di Tommaso Bartolini, della pre- nel cui uffizio la Chiesa ci fa sapere che
gievolissima di Giacinto M." Brigantini, l'illustre martire sempre si distinse nel
gì Francesco Arisi, di Giorgio Federico liberare i popoli dalle conseguenze terri-
Franco de Franchenau, di Gio. Battista bili degl'incendi, contro i quali in Imola
Enrico du Trousset de Valincourt, di Al- a'5 febbraio, giorno di sua festa, si bene-
bino Luigi Millin. Il Madero e Schmidio dice pane e cera, con pubbliche preci, qua-
pubblicarono trattali sulle^/^//o//icc/5^e' li sono in uso pure altrove.
perditis, et igne consumplis. Si ha pure, L'origine dell'attuale corpo de' vigili o
Deincendio urbis Hafniensis,ethibliothe- pompieri di Remasi apprende dal mar-
cae. Delle biblioteche e altri ediflzi e luo- chese Origo nelle citate Ricerche , delle
ghi distrutti dal fuoco, ai loro articoli ne quali un estratto. Fino dal
riporterò
feci la descrizione. Si legge nella Biblio- 1810 governo imperiale francese in-
il

teca sacra, che» l'incendio è una combu- caricò il marchese di orsfanizzare


o il cor-

stione cagionata per malizia o per colpa pò de' pompieri laonde egli scelse uà,

di alcuno, oppure fortuitamente. Nel i." piccolo numero d'idonei e periti artisti,

caso gl'incendiari sono puniti colla mor- de'quali compose colle stesse leggi enei
te; nel 2.° caso, colui che ha cagionato modo medesimo de' pompieri di Parigi,
l'incendio per sua colpa è condannato al- una piccola compagnia, che da quel tem-
la riparazione dei danni che ha cagiona- po in poi notabilmente accresciuta, sem-
to; punito con pena pecuniaria, più o me* pre ottimamente corrispose alle molte
no folte, secondo le circostanze della col- cure dall'istitutore impiegate nell'islruir-
pa che cagionò l'iacendio, se cioè colpa la, e alle speranze de'cittadini e del go-
grave, ovvero leggiera. Così locatari so- i veino. Le prime pompe o trombe idrau-
no responsabili degl'incendi cagionati per liche pei vigili di R.oma furono fatte sul
loro colpa o per quella dei loro dome- modello di quelle immaginale dall'ar-
stici, a meno che una tale colpa non fos- chitetto Piermarini , sotto la direzione
se leggiera, secondo l' opinione, più co- del nipote cav. Scarpellini, ambo foligna-
mune. Nel 3." caso, cioè quando l'incen- li. Costretto ne' primi anni, perla man-
dio fu per accidente, fortuitamente, co- canza delle necessarie macchine idrau-
me per un fulmine, in allora il danno del- liche e di altri attrezzi a porre ogni ,

lecose abbruciate o danneggiate caddeso- studio per bene immaginarli, il marche-


pra padrone delle cose, giusta la ben
il se ebbe occasione e desiderio d'osserva-
nota massima, che res stia domino perii. re ifenomeni che accompagnano l'esliu-
,

90 PO M POM
«ione della fiamma ; e polé vedere che mianto (della cui proprietà feci cenno

in certi incendi assai frequenti ne'sotter- nel voi. XXVIII, 19) ricoperto di
p.
lanei e cantine di Roma, ove si conser- sovrapposta maglia metallica , ed un' e-
vano materie e sostanze combustibili, era guale maschera a cappuccio vestita essa
sovente impossibile ai pompieri pene- pure di maglia ; non che di aver imma-
trarvi per mettere in azione le piccole ginato scudi all'antica, culle ed altri at-
trombe o portarvi il zampillo o farvi al- trezzi, ne procurò il perfezionamento, e-
tre operazioni per estinguere il fuoco. scludeudo la rete imma-
metallica forse
Spesso però bastava un fazzoletto ripie- ginata da Davy, come creduto un iso-
gato, bagnato d' acqua e posto a difesa latore della fiamma e applicata alle sue
della bocca e del naso, per lasciare a chi lampade. Pertanto dopo i convenienti
s'innoltrava verso le fiamme libero il re- esperimenti per garantire il corpo uma-
spiro. Quindi fece costruire fasce di tela no dall' azione del fuoco, fece costruire
imbottite di spugna a grana fina per a- due paia di maniche chiuse di panno ter-
dattarle al viso di que'vigili che più do- minanti a guanto, imbevute di soluzioni
levano avvicinarsi alla sede del fuoco saline,di cui si valgono giuocolieri ma-
i

ed ottenne ch'essi senza nocumento po- neggiando impunemente ferri infuocati.


tevano avvicinarsi alla fonte del c£llore, Indi a due intieri abiti da travaglio o basse
servendo le loro vesti di lana a preser- monture di pannode'vigili aggiunse dello
\arli nelle parti del corpo dalle forti im- stessodrappo un paio di soprasti vali con la
pressioni , difendendo il capo con ma- scarpa intera, un paio di guanti alla ere-
schera immaginata dal marchese. Nel spein, ed un cappuccio adattabile alla testa
i8i4 tornato Pio VII alla sua sede, ri- che ricoprisse le spalle ed il collo. Di più
conobbe e confermò l'utile e fiorente i- per la parte che corrisponde al viso, fece
stituzione, sottoponendo il corpo ai pre- prendere una maschera ó^ carta pesta
lati Governatore di Roma e Tesoriere coperta del panno medesimo , guernita
(/^.). Nel 1818 il marchese con la sud- alla bocca e alle narici di spugna fina, e
detta disseriazione fece conoscere, come agli occhi prima due vetri da orologio,
gli antichi romani smorzarono fortissimi poi una finissima ramatina metallica coi
incendi con un composto di aceto e di vetri, attaccati al sopraberrello, ed il lut-
argilla, quindi ne fece esperimenti, dopo to fece immergere dentro soluzioni satu-
di che sostituì all'aceto una soluzione di re di solfato d' allumina e di solfato di
allume, come piìi economico e più va- calce ben carico di tali materie che do-

lido per r acido solforico che contiene, veano dare l'incombustibilità alla lana
unendovi l'argilla, eseguendone prove a così preparata. Indi a' 26 giugno 1829
villa Medici con successo pronto. Intan- fece costruire nell' arena del Mausoleo
to Leone XII nel 1827 dichiarò il pre- d'Augusto o anfiteatro Corea, una spe-
lato governatore presidente de' vigili, e cie d'ambulacro o corridoio, formato di
nel 1828 che come corpo civico non do- armatura di ferro atta a sostenere dalle
vesse dipendere duir autorità militare. due parti quantità di legna ben secche e
Avendo il marchese saputo che il cav. flicendo gettare sul suolo ricci e scheggie
Gio. Aldini di Bologna (autore dell' Art di legno. Accesa la massa, viva e rapida
de se preserver de r action de la flani • successe la combustione elevata a gran-
ine^ Paris 1 83o. Sur les incendies, 1 83 1 ), dissima altezza,che incrociandosi le fiam-
sul finir del 828 aveva in Milano potu-
1 me sembrava impossibile il transito nel-
to far passare illesi de'vigili fra due sie- l'ambulacro, quando i pompieri Angelo
pi di legna ardente, col solo artificio di Luswergh macchinista e sergente, e Do-
vestirli d'un grosso abito o tunica d' a- menico Marcelli, già ricoperti delle vesti
P OM POM gt
preservalricì, impavidi si laDciarono nel Giovanni de'principi Chigi. Ne'primi di
centro della pira e per più di o in 1 5 mi- i ogni anno il giornale ofllciale di Roma
nuti impunemente vi passarono in me2;- pubblica la statistica degl'incendi accadu-
zo senza alcun nocumento né alle per- ti nel precedente anno in Roma, ed estin-

sone, né al vestimento, maneggiando sen- ti dai bravi pompieri. Nel n.° 6 delle iV^o-
za danno coi guanti il fuoco, cadenti i tizie del giorno iSSg si leggono gli en-
ferri roventi e le legna ardenti, ed ese- comi degli uffiziali pompieri Pietro Bion-
guendo le manovre francamente. 11 fe- di e Angelo Luswergh,il i .° per aver fat-
lice esito di questa esperienza fu annun- to una macchina idraulica per uso del
ziato dal n.° 5i dei Diario di Roma con corpo ne' vari casi d' incendio, perfetta-
elogi al march. Origo pel suo ingegno- mente simile alle recentemente fabbrica-
so trovalo. Nell'opuscolo deWe Ricerche te dai più valenti artefici in Inghilterra;
parlò di altre sperienze, come di metodi il 2.° per altre macchinedi eccellente ef-

per estinguere gl'incendi senza l'acqua, fetto e altri lavori di questo genere. Inol-
particolarmente quando è molto esteso tre del Biondi nel n." 5 delle Notizie del
o per mancanza dell'elemento, essendo giorno iS^6 sono riportate altre lodi per
i principali il soffocamento eia compres- Ja costruzione di una macchina di sua
sione. Nel i.° si chiudono tulli passag- i nuova e ingegnosa invenzione, tanto per
gi all'aria ambiente l'incendio, talché in estrarre l'acqua dai pozzi, come per lan-
pochissimo tempo illanguidisce e si eslin- ciare le acque contro al fuoco. Nel voi.
gue. Del 2.°, cioè della compressione, si L, p. 209, menzione dell'esperimen-
feci

fa uso negl' incendi di sostanze di mol- to che il de'vigili eseguì nel gran
corpo
to volume raccolte in gran massa, come cortile di Belvedere alla presenza di Gre-
paglia, fieno, cotone e altre consimili : in gorio XVI il quale ne restò tanto sod-
,

questi casi poco giovando l'acqua o se disfatto e contento, che immediatamente


ne richiederebbe un'enorme quantità, chiamato nelle sue stanze il valente du-
con maggior celerità si ottiene l'intento ca Caetani, colle sue mani gli pose al col-
calcando e comprimendo le sostanze in lo la croce di commendatore dell'ordine
combustione, che si salvano senza detri- da concedendo premi agl'in-
lui istituito,

mento. dividui che si erano distinti, ed elogi al


Gregorio XVI cornei predecessori pro- corpo. L'esperimento si divisein tre par-
tesse Tutilissima istituzione de'porapieri, ti. Nella prima ebbe luogo esercizio : i ,

e nel i832 corpo


fece dichiarare, che il per innalzar le scale ; 2 , sacco di salva-
de' vigili di Roma non abbia a dipendere mento; ram-
3, scala di corda; 4) scala
tanto nella sua amministrazione, quanto pante ; mezzo del ca-
5, ascensione per
nel disciplinare, che dal cardinal segreta- vallo. Seconda parte: i, macchine aspi-
rio di stato e per esso da mg."^ governa- ranti e prementi ; 2, macchine premen-
tore di Roma qual presidente del mede- ti alimentate col passamano de' secchi

simo. Per morte del benemerentissimo di tela ; 3 macchina aspirante e pre-


,

marchese Origo, il Papa nominò a suc- mente che manda 1' acqua in altra mac-
cessore r attuale direttore , colonnello e china lontana, per mezzo di conduttu-
comandante d. Michelangelo Caetani du- re di tela passando a guisa di ponte so-
,

ca di Sermonela, di che e delle onorifi- pra una strada, onde non impedire il li-!-

cenze conferitegli da Gregorio XVI feci bero accesso dei carri 1' acqua per tal :

cenno nel voi. VI, p. 218, come emula- modo ascende sopra l'edifizio, percor-
tore dell'ingegno, delle profonde cogni- rendo circa 5oo palmi ; 4 "SO doppio »

zioni e dello zelo del predecessore. Inoltre del zampillo d'una macchina su vari pun-
nominò tenente colonnello onorai io d. ti d'un edifizio. Terza parte: applicazio-
9» POM POM
ne di alcuni da'siuklelti esercizi all'estin- 1847 '^ l'egnante Pio IX nel medesimo
rione di un determinato incendio. Aven- cortile di Belvedere assistè alle manovre
do Gregorio XVI nel giugno 845 sotto- 1 che con agilità , destrezza e coraggio e-
posto il corpo neldisciplinare sotto il se- seguirono vigili comandati dui duca d.
i

gretario per gli alfuri di stato interni, e Michelangelo, onde si meritarono le lodi
per esso il governatore di Roma in qua- del Papa e gli applausi del numeroso po-
lità di presidente, a' 28 dicembre fece polo spettatore, mentre fra gli esercizi

pubblicare dal cardinal iVlattei Regola- i ch'ebbero luogo, si appiccò fuoco ad un


menti pel corpo de' vigili di Rontay dicliia- fienile , al cui contatto era una casa di
landolo benemerito del pubblicoe del go- legno appositamente costrutta e piena di
verno, concedendo con altro Regolameti- materia combustibile. Una famiglia in
/<z agl'individui che lo compongono il be- essa racchiusa fu salvata; e l'incendio fu
nelìcio di essere ammessi non solo alla estinto per forza delle macchine idrau-
giubilazione per loro, ma ancora alla pen- liche, la cui perfezione e manovra nulla
sione per le famiglie, colle norme slabi- ha ora che desiderare. Finalmente Pio
lite in favore degl' impiegati civili ; non JX, ili. ° ottobre 1847 col moto-proprio
senza usare generoso Pontefice un ul-
il sul consiglio e Senato diRonia, a questo
teriore riguardo circa alla durata del ser- sottopose il corpo de' vigili. Nello stato
vizio, in vista delle straordinarie faliclie pontificio vi sono altri benemeriti corpi
e de' gravi pericoliai quali vigili sono i de'vigili, come in Bologna ed in Ancona.
esposti. corpo de'vigili fu formato del-
Il Nel n.°43 deWe Notizie del giorno Aq\
lo stato maggiore composto del colonnel- 1843 si descrive V apparecchio Paulin^
lo direttore ecomandante, del tenente dal nome dell' ingegnoso inventore , col
colonnello aggiunto quando egli vi sia (è quale rimediòal grave inconveniente del
onorario d. Giovanni de'principi Chigi), denso fumo, pel quale pompieri anda- i

del quartier mastro segretario , delme- vano soggetti a cadere in asfissia. Nel n.°
dico, chirurgo e scrivanoj della compa- 100 del Diario di RoniaiS^5s\ rileva,
gnia d' individui asoldo, cioè capitano, che in occasione dell'orribile incendiodel
tenente, sotto-tenente, aiutante sotto-uf- teatro di Berlino fu adoperata la scala
ficiale, 4 sergenti, 20 caporalij capo trom- di salvamento immaginata, oltre un pon-
betta maestro, 8 trombetti,! io comuni; te di soccorso, dal maggiore Kesseles di
tutti gii altri individui che vesliraimo la Brusselles e descritta, potendosi adope-
divisa del corpo de'vigili apparterranno rare sino all'altezza di 80 piedi, tanto per
al novero de'soprannuraeri in due classi, procurare l'immediato spegnimento del
cioè soprannumeri in esperimento d'ido- fuoco, quanto pel salvamento d' indivi-
ueilà per meritare l'ingresso nel ruolo dui ne'pericoli d'un incendio. Nel n.° 1
89
nelle vacanze, esoprannumeri beneme- (lei Giornale di Roma i85osi parla del-
renti, quali saranno vigili usciti dal ruo-
i la macchina Fire-Annihilator (annichi-
lo per rimanere nel corpo. speciale E latore del fuoco) inventata in Inghilter-
attributo de'vigili l'eslinzione degl'incen- ra dall'ingegnere Philip, col quale siste-
di in Roma e contorni , dovendo inter- ma il fuoco viene soffocato per mezzo del

venire ai teatri e pubblici spettacoli. 11 vapore con altrettanto di celerità che di


corpo costituito militarmente quanto al- effetto j onde il governo diede commis-
la disciplina e onori, è considerato come sione d' un numero vistoso di tali mac-
corpo civile. Tanto la truppa di linea ,
chine , le quali mandano suU' incendio
quanto gendarmi, durante l' incendio,
i una foj te corrente di vapore, in virtù del
dipendono dal comandante del corpo dei quale il fuoco viene spento all' istante.

vigili oda chi ne fa le veci. A'aS aprile Iln.° 121 di detto Giornale 1 85 1, cele-
PON PON 93
broncio questo trovato, aggiunge che nel- principio lo deve a Paolo IV e Sisto V,
la Spagna furono spedile un numero di parlai a quell'articolo, come di loro origi-
queste macchine per la marina reale da ne, autorità e prerogative, meqtre nel voi.
guerra. L'ingegnere A. Eichen di recen* V, p. 46 narrai che Benedetto XIV ag-
te inventò una pompa, ìa quale può es- giunse due prelati assessori perle cause
sere tiasporlata colla massima facilità e criminali. Siccome tra questi prelati di-
prontezza sul luogo dell'incendio, senza stribuì vansi le Provincie dello stato ec-
il concorso de'cavalli. clesiastico , col nome e vocabolo di po-
PONENTE Ponens. Relatore delle
, nenza ,
ponentia , così furono chiamati
cause sacre nella curia romana, secondo Ponenti, ognuno riferendo o proponen-
il DIz. (Iella lingua it. Ponenti si chia- do i negozi e le cause di sua ponenza.
cardinali che nelle congrega*
i Plettemberg a p. 746 dice di questi pre-
Imano
z/owf .riferiscono gli affari, quali relatori lati Horuni praelatorum offlciwn est
:

della causa di cui si tratta. Ponenti si di- ùcta, quae a gubernatoribus et locorum
cono que' prelati che in alcune congre* praesidibus prolixa valde ad congrega-
gazioni o tribunali di Roma riferiscono tioneni ut plurimum mittuntur^relegere,
o propongono le cause e gii affari, come ex iisque in coetu contenta referre j ut
3o6, Notitia con-
rileva l^lettemberg, p. vero dispertitum sii onuset officium, cui'
greg.Fino all'odierno pontificato vi fu- quesua attributa est provincia, quae vul-
rono prelati ponenti addetti alla Con-
i go diciturFonentìa, cujus causasetne-
gregazione dpi buon governo [V.) islilui* gotia examinanda suscipit. A tutto il

ta da Clemente Vili, cos\ chiamati per- 1846 i ponenti di consulta eranoi 2, di-
chè proponevano e riferivano alla con- visi in due turni, ali.'* de'quali presiede-
giegazione i rispettivi interessi apparte- va mg."^ segretario, al 2. ° rag. decano dei "^

nenti alla ponenza loro assegnata delle ponenti. Aumentò due ponenti Pio IX
comunità municipali soggette alla sovra- ili." gennaio 1847 "^"^ concentrazione

nità della s. SgìÌq^ come dichiarai a tale de'tribunali di Roma, e pose i tribunali
articolo, insieme alla loro origine e pre- delle Provincie sotto la vigilanza del su-
rogative, il cui emolumento eia eguale premo tribunale della consulta. Inoltre
a quello de'ponenti di consulta. Morcel- il Papa confermò mg.'^ segretario presi-
lichiamò il ponente di buon governo e dentedeli." turno, nominando presiden-
sgravi, Vir sacri consili i swnptibuspu- te del 2." altro ponente; al i.** assegnò
blicisniinuendiSy Firsumptibus minuen- mensili scudi 1 ad ogni
5o, al 2.° 70 , e
dis.Nel 1847 ^'"^"o S6'> ^^ Pio IX col ponente 5o, concedendone 4^9gli "di-
moto-proprio de'29 dicembre 1847 ^*^^ tori che die a ciascuno di detti prelati, i

riunire le attribuzioni che si esercitava- quali uditori neh 85 1 furono tolti eim-
no dalla congregazione al ministero del- piegati altrove. Del resto il tribunale fu
l'interno, cessarono la congregazione del organizzalo colla cancelleria, procura ge-
buon governo ed i prelati suoi ponenti. Ve- neralede'poveri, procura fìscalegenerale,
dasi De Vecchis, De bono regimine, Ro- commissario delle galere, sollecitatoredei
niaei732.Una collezione di costituzioni, poveri carcerati, ed aspiranti agl'impie-
editti e circolari riguardanti
la congrega- ghi giudiziali.
zione del baon governo e le comunità e PONONE,Crtr^/«^/e.Alessandrolldel
impiegati municipali, nel 1 824 si pubblicò 106 ilo creò cardinal pretedi s. Anastasia,
i n Roma: / doveri de cittadini verso la pa • si tenne fedele a s. Gregorio VII nello sci-
trìa e degl'impiegati municipali^ di Regi- sma dell' antipapa Clemente 111, e sotto-
naldo Angeli. De' prelati ponenti della scrisse il giuramento fatto da Roberto ve-
Congregazione di consulta (V.), il cui scovo di Charlres nella basilica Vaticana.
7

94 PON PON
PONS (de) Raimondo, Cardinale. No- nome. Vi furono tenuti 4 conciliì. III.''
bile francese e vescovo di Perigucux, Gre- nel 1257 sulla disciplina. 11 2." neli2G7
gorio IX nel 1287 o nel 1240 lo creò car- sulla disciplina, e fu ordinalo agli ecclesia-
tiinale prete. Dimorando ordinariamen- stici portare tonsura e abito ecclesiastico.
te in Roma, fa occupalo ne'più gelosi mi- Il S.** nel 1279 presieduto da Guglielmo
nisteri riguardanti ilgoverno della Chie- di Flavacour arciv.° di Rouen si fece- :

sa. L'epoca di sua morte è incerta, come ro 24 canoni riguardanti gli ecclesiasti-

quella di sua esaltazione. ci scomunicati, i parrochi, ec. che non


PONS DE Thomieres (s.), Fanuni s. celebrano messa, perturbatori della giu-
i

Pontìi Tomeriae, Città vescovile di J^ran- risdizione ecclesiastica ,


1* osservanza del
cia in Linguadoca, dipartimento d' He- concilio Laterano. Il 4-° nel i3o5 sulla
rault, capoluogo, a c) leghe da Narbona, giurisdizione ecclesiastica. Bessin, Lab-
in una vallata sulJean.E' assai ben fab- bé, Arduino.
bricata e amena, avendo ne'contorni ca- PONTECORVOfPow^w Curvi). Cit-
Ye di marmo. I^ons conte di Tolosa nel tà vescovile dello stato pontificio , nella
X secolo vi fece trasportare le reliquie di delegazione di Fresinone (F.), dipenden-
s. Ponzio i^V.) suo avvocato e vi fondò Marittima é Cam-
te dalla legazione di
un'abbazia di benedettini, dando il suo pagna, distante 20 miglia d'Aquino e 8
nome alla città. Giovanni XXII nel 1 3 1
da Ceprano, capoluogo del distretto del
eresse in cattedrale la chiesa del monaste- suo nome con residenza del governato-
ro e formò la sede vescovile e la diocesi, re. Posta nel regno di Napoli e nella pro-
dichiarandola sulTraganea di Narbona. Il vincia di Terra di Lavoro, verso la parte
capitolo regolare de*monaci benedettini occidentale adiacente alla pi^ovincia di
nel 161 I fu secolarizzato da Paolo V. Il Campagna dello stato ecclesiastico, gode
vescovo godeva 3o,ooo lire di rendila. il libero commercio con detta provincia
Pio VII pel concordato del 80 1 1 soppres- e regno per convenzione tra il sovrano
se il vescovato. Tra gl'illustri suoi vesco- di questo e Papa. Giace su d' amena
il

il cardinal Farnese, fatto nel


vi vi fu 5 4 1 [ collina in vicinanza del fiume Liiù o Ga-
da Leone X, che poi divenne Paolo III) il rigliano al di qua del ponte curvo, divi-
quale nel 1 534 conferì la sede al cardinal sa in due parti, una chiamata Civita in
Marino Grimani:^\\ due vescovi ultimi perfetto piano, l'altra Pastino alquanl^o
furono Paolo Alessandro de Guenet di in pendio. E ampliata dai due sobbor-
Rohan e Lodovico Enrico de Bruyere
, ghi dell'Annunziata e di s. Rocco, ambe-
de Chalabre di Pomerade diocesi di s. due in pianò, godendo all'intorno eslesa
Papoul, eletti il i.° nel 1728, il 2.° nel e fertile pianura, sparsa di colli deliziosi
1770. e fruttiferi ,
primeggiando nei prodotti
PONT. Luogo presso Sainles, dove fu l'eccellenle tabacco e il vino. In un pro-

tenuto un concilio nel 1294, in cui ven- pinquo isolato monte esiste il santuario
ne accordata una decima al re Filippo di Maria ss. di Monte Leuci, la cui chiesa
IV il Bello. Gali. dir. t. 2, p. 1076. è figliale dell' arcibasilica Lateranense ,
PONT-AUDEMIR, Pons Audemari. il capitolo della quale vi nomina il suo
Citlà di Francia in Normandia, diparti- vicario e il cappellano. Nel contiguo e-
mento d'Eui'e'e capoluogo. Circondata difizio i distinti cittadinivi passano la
di mura con fosse, ha belle strade e case convalescenza, per purissima aria che
la

assai ben fabbricate. Ebbe degli uomini vi si respira e per l'incantevoli vedute che
illustri e Aldejnaro suo signore per aver- vi si godono. La costruzione delle mura

la accresciuta considerabilmenle n'è con- che circondano Pontecorvo la forma e ,

siderato come fondatore, portandone il la mole delle pietre di cui sono fabbrica-
PON P ON 95
te, le lapidi, le monete, i sepolcri e altil rum, de'28 luglio 1818, Bull. coni.
1
5, 1.

antichi monumenti che si trovarono nel p. 1 1 I , concesse la facoltà di usare la moz-


suo territorio, che si estende per circa 3o zetta paonazza sopra il rocchetto. Nella
miglia^ dimostrano la vetusta sua origi- chiesa della ss. Annunziata vi è un egre-
ne. Queste mura vengono Tramezzate da gio dipinto del cav. Silvagni, esprimente
6 porte che danno ingresso alla città. La s. Tommaso d'Aquino. Lunge circa 2 mi-
porta Mascana, recentemente costruita glia dalla città è la chiesa di s. Gio. Bat-
con maestoso disegno del cav. Brandoli- tista, edificala a suo onore da s. Grimoal-

ni, è decorata dello stemma marmoreo do e dai pontecorvesi,neli 1 87 gittando-


di Pio IX, di graziosi bassorilievi e d' i- vi la i.^ pietra Guarino vescovo d'Aqui-

scrizione. fiume trattenuto da una chiu-


Il no cioè presso il Liri e vicino al luogo
,

sa per attivar le mole da grano, produ- ove il s. Precursore prodigiosamente ap-


ce una piacevole cascata. E' rimarcabile parve, probabilmente a' 4 aprile 1 36 o 1 1

il magnifico ponte ollremodo curvo, che prima a Gio. Mele, cui impose l'erezio-
accoglie l'impeto delle acque senza aver ne d'una cappella in suo onore, mentre
mai Sofferto nella solidità; si crede ope- con altra miracolosa apparizione il san-
ra romana e da esso derivò il nome alla to ordinò a Proietto che invitasse E^ober-
città. Non manca di antichi e moderni to a dipingerla. Lecircostanzedi tali ap-
fabbricati, fra'quali il palazzo municipa- parizioni e come s. Gio. Battista perse-
le e l'episcopio. La cattedrale è sotto Tin- guo di predilezione si dichiarò protetto-
vocazione di s. Bartolomeo apostolo, ove re di Ponlecorvo, si legge a p. i3 e 27
fia le reliquie si venerano le ossa di s. Narrazione storica della vila di s.
della
Grimoaldo (inglese secondo alcuni) già Grimoaldo del p. Pietro Pellissieri della
arciprete della medesima , cittadino e cong. della dottrina cristiana e abbate cu-
principaleprolettorediPontecorvo, la cui ralo di s. Marco di Ponlecorvo , Roma
festa si celebra a'29 settembre. Vi si os- i8i6. Nella chiesa già de'cappuccini vi
servano due belli quadri di eccellente pit-! sono 2 buoni quadri laterali dell'altaie
tore (del cav.Arpino ve n' è uno nella maggiore. La pubblica istruzione viene
chiesa suburbana detta della Canonica), confidata ai pp. dottrinari (frà'quali fio-
alcune mitre de' bassi tempi e de' calici risceil pontecorvesep. Pietro-Paolo Me-

di vetro; nell'archivio sono mss. longo- loccaro già preposito gen. di sua cong.)
bardi, goti e latini del secolo XI, e mol- nel collegio di s. Marco, la cui chiesa è par-
te pergamene segnate da s. Grimoaldo. rocchia. Nel 1 842 l'attuale vescovo affi-
Vi è la cura d'anime affidala alTarci- dò lo stabilimento per l'istruzione delle
prete, e il batlisterio. Il capitolo si com- fanciulle alle maestre pie, che convivono
pone di 12 canonici compresa la dignità sotto la protezione di s. Luigi Gonzaga,
dell'arciprete, il teologo e il penitenzie- per cui la magistratura comunale le for-
re,che hanno l'uso in coro della cappa nì di locale più comodo e più decente
con pelli di armellino neh 843 Grego- : dell'anteriore : al presente non esistono.
rio XVI gli concesse le calze, il collare Le monache benedettine vi hanno mo-
e il fiocco paonazzo al cappello. Le al- naslero,i passionisti un ritiro fin dal 85o, 1

tre chiese principali sono 16,comprese le cioè nel convento de'cappuccini; vi sono
suburbane 5 delle quali sono parroc-
, 5 confraternite, il monte di pietà, il naon-
chie. Le chiese di s. Nicola di Porta e di te frumentario ed il grandioso moderno
s. Maria di Porta sono due insigni col- spedale della ss. Annunziata. Gregorio
legiate e parrocchie assistite ciascuna da XVI a questo die in protettore il cardi-
8 canonici con l'abbate curato ai cano- : nal Luigi Ciacchi, calla città il cardinal
nici della i.'' Pio VII col breve Sacro- Gabriele Ferretti. Gli abitanti ascendo-
,

96 PON PON
no a circa 9,000, non compreso l'annes- sere medianic Iradmionto e inganno,
so casale di s. Olivn^ cli<;lanle dnlln cillà mentre i fregellatii colle loro donne la
quasi 3 miglia, che ne conia più di 4^0, dilèndevano valorosamente. Narra Livio
il Olii nome lo prende dalla sua chiesa nel hb. 8 che fu falla colonia romana, e
dedicata in onore di. s. Oliva vergine, il come una delle più famose la celebrò
cui corposi veneia nella cattedrale d'A- Slrabone (al cui tempo era divenula pic-
nagni, celebrandosene la festa a'i5 gen- cola contrada), ne' consolali di Publio
naio, come avverte Borgia , Difesa dtl Planilo Proculo e di L. Cornelio Scapa-
dominio temporale dclUi sede apostoli- la , sebbene Giulio Ossequente dice che
ca, p. 34B,cap. 7; Breve istoria del do- fosse già distrutta e che il 1° console fu
minio della s. Sede su di Pontecorvo o Marco Fulvio. Mancata Fregelle di fe-
Pontecurvo. Egli agginngeche ne' vecchi de romani, questi in punizione la fe-
ai

tempi ebbe allri luoghi dipendenti, per cero intieramente rovinare nell'anno di
essere allora il suo territorio più esteso. Roma 627 o 628 dal pretore Lucio O-
Lo stemma del comune è d'un ponte con pimio, che per la celebrità del luogo ne
tre archi, con sopra nel mezzo uti corvo; volle godere gli onori del trionfo, restan-
ma il Borgia osserva, che se si fosse ben dovi solo un vico. Il p. Theuli, Teatro
ponderalo quanto scrisse Leone Ostiense, islpr. p. 35 e 79, tratta di Fregelle e dei
copiando l'ignoto monaco cassinesc con- suoi uomini insigni, come di Marco Sc-
temporaneo del gastaldo Radoaldo fa- , st?lio che rispose per le 18 colonie che

rebbe invece per arma un ponte di for- promisero aiuto ai romani, e di Lucio Pa-
ma curva. Lo slemma inoltre ha 1' epi- pirio celebre oratore. Ricchi, La reggia
grafe : Senatus Popidusqiie Fregellanus. de\'olseij p. i 1 1, celebra la grandezza e
] ponlecorvesi sono docili, robusti e labo- magnificenza di Fregelle, e riporta alcu-
riosi, vantando molti uomini illustri in ne sue iscrizioni e monumenti esistenti
santità, dottrina e nelle armi. in Pontecorvo. Che questo sia fabbrica-
La celebre e antica città volsca di Fre- to sulle rovine di Fregelle sembra inve-
gelle, Fregellaey è da molti sto-
fissata ro confermarlo i magnifici avanzi d'una
rici, geografi e archeologi nel luogo ove aulica città sotterrata, che lungo ilLiri si

sorge Pontecorvo o ne'suoi dintorni, o estendono circa a 3/4 <^' miglia dappres-
contigua a Falvaterra ( di cui nel voi. so Pontecorvo al di là del ponte ; i pre-
XXVII, 278), disputandone iiyanto
p. gievoli musaici rinvenuti nel i838 nel
Ceprano (^.)j alcuno lo dà all'Isoletta terreno della famiglia Velloni , i fram-
e a S.Giovanni Incarico. Principalmen- menti di marmi e colonne che si rinven-
te in favore di Pontecorvo sono Sigonio, gono. Imperocché siha dalla tradizione
Biondo , Volterrano Leandro Alberti , e dalla storia, che gli abitanti di Fregel-
Baronio sorano Ferrari di Ceprano e
, le scampati dall'ultimo eccidio romano,
PeHissieri;in favore di Ceprano si dichia- fissarono il loro soggiorno in un angolo
rarono Plinio, Baudrand e Cluverio, il della distrulta città verso l'oriente, al di
quale in altra opera die la preferenza a là dell'antichissimo ponte assai curvo, e
Pontecorvo. Fregelle fu chiamata anche per essersi ivi riuniti il nascente paese
Gesoriaco e da Jornande Cesarea. L'in- da tal ponte prese il nome di Pontecor-
signe Fregelle fu capo di molte altre cit- vo, come alFermano Theuli, Pellissieri e

tà latine nel regno volsco; vi si adorava fu compreso in quello


altri. Il territorio

la dea Bona e altri numi. I sanniti aven- d' Aquino e la storia ne tace le notizie
dola tolta ai volsci , venne occupata dai fino alla metà del secolo IX, leggendosi
romani che la restaurarono, ma poscia i nel Baluzio t. 2, lib. 4, n." 1 3, CapitiUar.
sanniti con l'aiuto de'salricani la ripre- veg. francar, all'anno 867; e negli Aa-
, ,

PON PON 97
nalì et Italia diMuratori all'anno ^GQ, i non dar gelosia al
principi deposti a
che essendo in questa epoca devastata successore si tramutavano in monaci
Italia dai saraceni, l'imperatore Lodo- perla qual condizione perdevano attitu-
vico II per discacciarli riunì un esercito dine al governo. Cosi fece Radoaldo, con
formidabile, che per Roma nel declinar pregare Bertario abbate di Monte Cas-
di marzo, venhint ad Pontemcurvum^ in- sino a riceverlo nel chiostro. Magenolfo
di per Capua e Benevento si recò a Lu- vedendo che non avea più a temere del-
cerà. Pare dunque che il paese già fosse l' emolo, lo consegnò all' abbate. Narra

in grado di ospitare un esercito e som- Pellissieri, p. 8, che Radoaldo neir872


ministrargli de'viveri. non fondò Pontecorvo, che già esisteva e
11 p. Tosti nella Storia di Monte Cas- con tal nome, ma gli die la forma e il
sino 49> anno 865, ecco come nar-
1. 1 , p. nome di castello, perchè lo ingrandì con
ra l'origine di Pontecorvo. Radoaldo ga- nuove fabbriche nella regione superiore
staldo d'Aquino reggeva questa città de- detta Civita, Io fortificò con muraglie e
putato dal conte di Capua, nello stato di torri di grossi travertini , e nel sito piti
cui era compresa. Profittando delle scor- eminente, dove ora è la cattedrale, fab-
rerie de'saraceni, Radoaldo si volle to- bricò la rocca per difesa degli abitanti e
gliere dalla dipendenza del suo signore per sostenersi nell'indipendenza contro i
e formarsi uno stato proprio. Senza u- duchi di Capua, profittando di loro dis-
scire dal territorio del suo gastaldato sensioni e della loro ostinazione in vo-
Tenne al fiume Liri a pie de' monti che ler riconoscere per loro sovrano il princi-
dividono la valle d' Aquino dal mar di pe di Salerno. Da questa epoca cominciò
Gaeta, e proprio là ove sorgeva un gior- Pontecorvo a di venire uno de'Iuoghi più
no la vecchia Fregella; e parendogli ac- rispettabili della contrada, sì per le fa-
concio il sito a quel che divisava, costruì miglie nobili'che vi s'introdussero, sì an-
un castello chechiamossi Pontecorvo, dal cora per essere illustrato dalla residenza
ponte ad arco gettato sul fiume. Quivi de'conti e duchi che tennero la signoria
rinchiuso radunò quanta gente potè del di altre terre circonvicine.
contado, che tenne a se di vota, allettan- Da un diploma del 946 , di cui feci
dola colla preda che faceva scorrazzan- parola nel voi. V, p. 1 00, Pontecorvo era
do la contea di Capua. Aumentandosi i una delle contee del principato di Bene-
suoi, questi fabbricando case intorno al vento. Riferisce Borgia, p. 35 r, che dai
castello, dierono principio alla nuova cit- gastaldi d'Aquino, che quindi si dissero
tà. A punirlo si mosse Pandone suo si- anche conti ,
passò Pontecorvo ad aver
gnore, ma avendo Radoaldo ottenuto l'a- proprio signore, e questo pure con titolo
iuto di Magenolfo marito d' Ingena ni- di conte, acquistando il luogo indipen-
pote dell' imperatrice Engelberga , con denza, tranne l'ubbidienza che i suoi con-
promessa di divider con lui il dominio ti prestavano Capua, come
ai principi di
della nascente signoria, scampò il peri- notò il 1° conte di cui per-
p. Tosti. Il
colo che gli sovrastava. Però non andò venne certa memoria è Adinolfo pio ma-
guari che Magenolfo volendo restare rito di Maria, ricordato dal conte Guido
assoluto signore, fece prendere dai suoi suo figlio in un diploma del 998 circa,
Radoaldo e con due figli cacciollo in fon- dato in Pontecorvo, che si legge nel Gat-
do di torre; s'impadronì del suo tesoro tola, Hist, Casin. saec. VI, p. 298, do-
e de'suoi servi e si fece proclamar signo- natore di alcune terre ai cassinesi. Dopo
re della terra, i cui abitanti volle poi ci- Guido si conosce Landolfoconte di Pon-
vilizzare e istruirli a combattere rego- tecorvo, ricordalo anch'esso con Gemma
larmente. Era in que' tempi costume che sua moglie in più diplomi del conte Gio-
VOL. iiv. 7
98 PON PON
vanni Scinto loro figlio, presso il Gallo- ze conte cede al monastero cassìnese,
il

la, p. 2 1 4, ^ 1 5 ed alliove, segnali Fon- parte a questo vendè per 5oo libbre d'o-
tecurbo in castello qui nominatur Pika : ro, confermandone con solenne diploma
questo conte ebbe in moglie Alfarnna e e giuramento l'atto Riccardo li e suo fra-
\ivea nel i o65. Ma presto duchidi Gae- i telloRoberto l , ed a condizione che il
il loro dominio sopra Pon«
/rtf'^.) slesero monastero non facesse ingiustizia né al
tecorvo e se ne chiamarono conti ; cosi conte, né al principe, né ai loro eredi. I
il normanno LefTrido o JefTrido Ridal- documenti della compera e donazione
lo nel loyS loera,che poscia nel io8o sono presso Galtola À Riccardo II pel suo
.

produsse ragioni su Pcnlecorvo , poi- assenso cassinesi dierono


i 290 libbre d'o-
ché il fratello di Adinolfo conte d' A- ro, ed a Giordano Pinzasi, che molto si
quino, essendo conte di Ponlecorvo, fu adoprò a prò de'monaci, altre 30 libbre i

assunto al ducato di Gaeta, ed a que- d'oro, ed oltre a ciò l'abbate, conseguilo


sta signoria aggiunse la contea di Pon- ch'ebbe l'utile e diretto dominio di Pon-
lecorvo, secondochè rilevo nel p. Tosti, lecorvo, subito per annuLum aureiun lo

p. 4^- Nel 1087 Ponlecorvo fu onorato investì della metà di Ponlecorvo, a con-
dalla presenza di Papa Vittore 111 pro- dizione che lui morto fosse tornata in ba-
veniente da Roma con diversi cardinali lia del monastero; più gli donò una ca-

e vescovi : fra le cose che vi operò , no- sa con molino in s. Germano e i5 vas-
terò la consagrazione della chiesa del mo- salli dimoranti nel territorio che giace

nastero di s. Nicolò, ora non più esisten- tra Pignataro ePiumarola. Laonde ben
te. Nel declinar del secolo XI Ponlecor- a ragione l'abbate Oderisio II fece nelle
vo riebbe i suoi conti particolari e tra porte di bronzo della basilica di Monte
questi Rinaldo figlio di Leffrido, il qua- Cfl55mo(^'.) scolpire tra'dominii del mo-
le in diploma del 1098 ai titoli di con- nastero : Civilas Pontis Curvi cuni per-
sole e duca uni quello di dominalor ci' tineiiliis suis. Che Ponlecorvo già si chia-
vilalis Ponticiirvo. Dopo di questi vie- mava città lo attesta Pellissieri , p. 35,
ne nominato Gualgnanoo Gualgano pa- anzi osserva che nell'ampiezza forse su-
drone di Ponlecorvo, che non solo vi si- perava Aquino o almeno l'eguagliava.
gnoreggiò, ma
ne dispose eziandio, asse- Dopo che questo luogo passò in pote-
gnandolo in dote o dotarlo ( questa do- re del monastero cassinese, solFrì alcune
nazione sponsalizia de* tempi normanni vicende, prima per re Ruggiero I e poi
e longobardi spiega Borgia a p. 352) al- di altri. Mentre i figli di questo re con-
la sua moglie figlia di Rainolfo contedi quista vivoo il paese fino a Ceprano della
Caiazzo, il che riporta colle sue conse- s. Sede, egli si recò al monastero e con
guenze Pietro diacono continuatore del- decreto de'29 maggio 1 146 o prima tol-

la Chron. Casin. lib. 4, cap. 25. La ve- se ai monaci le terre di Cardilo e Comi-
dova ne perde poi il possesso per la sua no, non che Ponlecorvo, dicendo non pos-
fellonia contro Riccardo II principe di sedersi da loro a buon diritto, e perchè
Capua. Allora fu che Roberto fratello non gridassero gli cede il castello di Roc-
della punita e conte di Caiazzo , ricevè ca d'Evandro, rapinando la basilica del
il dominio Ponlecorvo da Riccardo
di più prezioso, trovandosi bisognoso di de-
II. Con questo l'abbate di Monte Cas- naro. Dall'anonimo cassinese si appren-
sino Oderisio (per quanto riferiscoWD Bor- de, che nel 1201 Ponlecorvo fu ricupe-
gia e Tosti ) incominciò pratiche per a- ralo dall'abbate di Monte Cassino. Non
ver Ponlecorvo ed il castello Vitecosi. dovettero essere lungamente quiete le co-
Convennero nel i io4 o più lardi: parte se, dacché narra Borgia p. 355 che In-
della terra di Ponlecorvo e suepertinen- nocenzo IV per la speciale tutela che la
PON PON 9r)

chiesa romana teneva


monastero cas- del zo VII le suo disposizioni non ebbero ef-
sinese, fece con due bolle del i254, Per fettoche sotto il successore Gregorio XI f,
operis e Cutn a nohis (presso Borgia, Ap- ilquale scrisse altra lettera perche subi-
pendice p. IDI e 102) rigoroso divieto a to avessero luogo. Il Tomacelli non se ne
chiunque di fabbricare in Pontecorvo al- die per inteso, per cui s'interpose re La-
cuna fortezza o munizione che valesse in dislao, che compose la lite tra lui e l'ab-
qualche modo a turbare la quiete dei luo- bate cassinese, con rilasciarsi a Tomacelli
go; e confermò agli abitanti tutte le esen- il godi mento di Pontecorvo per altri 5 an-
zioni, libertà e franchigie, delle quali era- ni, dopo i quali fu ricuperato dall'abba-
no in possesso per concessione del cardi- zia. Tuttavolta non giovò ad essa questo
nal Roth'edo (non lo trovo ne'biografidei possesso, imperciocché essendo il mona-
cardinali) abbate di Monte Cassino nel siero travagliato dagl'inquieti abitatori
I 1 00, e dell'imperatore Federico II redi de'suoi feudi, e parte da Braccio da Mon-
Sicilia nel 1229. Nel secolo seguente Pon- tone, che Giovanna II regina di Napoli
tecorvo si giltò dalia parte di Onorato teneva al suo soldo, avendo verso il 4*2 i 1

conte di Fondi (^F.), nemico di Bonifacio occupato colla forza diverse terre e castel-
IXj ma atterrita dalla crociata mossa dal la di Monte Cassino, dovè Martino V con

Papa e dalle continue censure che fulmi- sue lettere del if\.i'2 commettere a Gio-
nava, nel 1 3g9 tornò nella pontificia gra- vanni (Jacopo dice il p. Tosti, e l'Ughelli,
zia che la sciolse di scomunica, da cui era- Italia sacra) vescovo d'Aquino, vice-ret-
no i pontecorvesi allacciati, anche per se- tore della provincia di Marittima e Cam-
guir le parti degli antipapi Clemente VII pagna, perchè a nome suo e della chie-
e Benedetto XIII, come racconta il p. To- sa romana con piena autorità prendesse
sti t.127; quindi Bonifacio IX do-
3, p. il governo di Pontecorvo con mero e mi-

nò Pontecorvo al nipote Giovanni To- sto impero, ed ogni studio ponesse per
macelli milite, a spese e con dispiacere dei ricuperare gli altri luoghi tolti al mona-
monaci ch'erano governati da Enrico To- stero cassinese e li governasse, per termi-
nìacelli cugino del Papa e da lui fatfo ab- nare tante liti e scandali.
bate. Borgia dice che Pontecorvo fu dato Nel pontificato di Eugenio IV, essendo
a Giovanni in vicariato, forse per impe- nel 1435 morta Giovanna II, Alfonso re
dire a'ponlecorvesi di tornare agli eccessi d'Aragona pretendente al trono contro
e ribellioni, per le quali a'20 giugno Bo- gli angioini, tolseal Pontefice Pontecorvo
nifacioIX li avea fatti assolvere da Gio- per avergli negata l'investitura e dichia-
vnnni vescovo d'Aquino. Mori nel i4o4 rato il regno di Napoli devoluto alla s.

Bonifacio IX e gli successe Innocenzo VII. Sede. Eugenio IV ricorse alle armi, gli

A questi energicamente ricorsero i mo- spedì contro il prode Vìtellesclii poi car-
naci all'insaputa dell'abbate, e nel i4o6 dinale colle milizie, il quale ben presto
n'ebbero papale diploma dichiarante nul- ricuperò Pontecorvo e lo ritenne per la
la, irrita e cassa donazione fatta da Bo-
la romana Chiesa fino al i439, in cui es-
nifacio IX al nipote di Pontecorvo: a que- sendo partito dal regno tornò Alfonso ad
sti cittadini Innocenzo VII lo inviò, or- occuparlo altra volta. Al Borgia non riu-
dinando loro che sotto pena d'anatema scì conoscere quando Eugenio IV Io ri-
tornassero ai cassinesi,^ quali legittimi prese, certo è che nel 144^^"^^^^ luogo
possessori gli dassero ubbidienza, traen- ubbidiva a lui, pel documento del cardi-
dosi dalla soggezione di Tomacelli. Fece nal Mezzarota camerlengo de' 18 dicem-
esecutore del suo volere e delegato apo- bre, dal Borgia riportato a p. 106 del-
stolico r abbate di s. Erasmo in Castel- l'appendice; dicendosi che il Papa mosso
lone presso Gaeta. Per morte d'Innocen- dalla costanza dimostrata dai pontecor-
1

loo PON PON


\esi in (ante e gravi molestie sino allora tanti. Il r2.° riconobbe i beni e giurisdi-
soflferte prò stata ecclcsìae tucndo^ li ri* zioni de'cassinesi inPontecorvo esuo ter-
ceveva tamqnam vere fideleSy constantes ritorio, cioè avendo monaci perduto il i

ac devotos s. romauae ecclesiae in sinu diritto di sangue sotto Carlo I, ritnasero


sub protectione ac naturali tjusdem ec- signori feudali di Pontecorvo nelle giuris-
desine guhernio et ad osculum pacis; e dizioni civili, come spiega il p. Tosti. Il
3.**

quindi di molte grazie e privilegi li ar- che potesse Pontecorvo reggersi e gover-
ricchì, nfììnchè con l'uso de'medesimi po- narsi con giustizia, deputando Papi an- i

tessero ristorare l'afflilla patria. Nell'an- nualmente il capitano pel reggimento del-
no seguente Eugenio IV si pacificò con la terra, sottoposto al sindacato del comu-
re Alfunso,senza nulla innovarsi per Pon« ne. Il 4-° slaijilisce lo stipendio del capi-
lecorvo. Morto il re nel i458 pretese di tano in 5 o 0.0 oncie di gigliati d'argen-
I

succedergli nel regno Ferdinando suo fi- to, da pagarsi dal comune. 11 5.° vietò
glio naturale, che s'inimicò con Calisto 1 1 al capitano il farsi sostituire, tranne da
per avergli negato l' investitura, ed allora un pontecorvano. Il 6.° perdono ponti-
fu ch'egli occupò Pontecorvo. L'angioino ficio a tutti i delitti. Il 7.° statuì che in
Giovanni pretendente al reame, col favo- I
.' istanza gli abitanti e il comune ivi si

redi Cantelmo duca di Sora spogliò Fer- giudicassero. L'B." francò i pontecorvesi
dinando di molte terre e specialmente di dai pagamenti fiscali e dal tributo del sa-
Pontecorvo, mentre nello stesso anno sa- le, dimostrò che la s. Sede pri-
con che si

lì al pontificato Pio II. Questi con avve- ma di questo tempo stimava a sé sogget-
duto consigi io favorì Ferdinando con po- ta Pontecorvo. Il 9.° riconobbe la esen-
deroso esercito comandato da Federico zione delle gabelle tra Pontecorvo e Fe-
d'Urbino e da Napoleone Orsini, Io ras- rentino. Il io.° che questi articoli aves-
sodò nel trono e gliene die l'investitura; sero forza per la papale approvazione (che
ricuperò per l'Orsini alla s. Sede Ponte- Pio II vi appose a' io dicembre 1468).
corvo, i feudi al monastero cassinese che Acconciate per tal modo le cose, i pon-
n'era stalo spogliato da Giovanni, e pri- tecorvesi giurarono perpetua fedeltà a s.

'vòil duca di Sora di sue terre. Come riac- Pietro, a Pio II e successori (con la fur-
quistò Pontecorvo, Pio II lo descrisse liei mola presso il Borgia, Appendice p. 108),
suoi CommentariXxh. 1 2. Ritornati pon- i e deputarono per loro procuratori e sin-
tecorvesi sotto il dominio della romana daci Benedetto Marsella e Angelo di Spi-
chiesa, mal sopportando di avere a so- cola, affinchè si recassero ai piedi di Pio
vrano il monastero di Monte Cassino, ri- lì per dargli parte della seguita sponta-
solvettero di comun consensodi non iscuo- nea dedizione, ratificargli il solenne giu-
terne giammai il dolce giogo ; quindi ve- ramento di fedeltà e supplicarlo di con-
nuti a trattative con Lorenzo vescovo di fermare i detti capitoli. Il tutto esegui-
Ferrara e Fortunato vescovo di Sarsina rono in Tivoli, ov'era il Papa, agli 8 lu-
commissari pontificii, stabilirono con essi glio 1463. Di questa dedizione di Pon-
alcuni capitoli che riporta Gattola e ri- tecorvo e incorporamento al patrimonio
produsse il p. Tosti t. 3,p. 171 eseg. Il di s. Pietro, non reclamarono né re Fer-
primo de'quali si fu, che Pio li ed suoi i dinando, né i monaci cassinesi , che ri-
successori tenessero e conservassero la ter- conobbero la giustizia di essa , come si
ra di Pontecorvosolto l'immediata signo- rileva dal Pontano segretario del pri-
ria della s. Sede, con solenne divieto di mo. De bello Neapoli lib. 5, e dal Gat-
cederla ad altri, secolare o ecclesiastico tola abbate de' secondi, Ad hist. cas-
che fosse; confermando tutti i privilegi 547, giacché la s. Sede con
sin. access, p.
e statuti goduti dalla terra e dai suoi abi- molto suo dispendio avea ricuperato al
PON PON loi
monastero gli altri feudi de'quali era stato 309. Sempre re ì di Napoli riconobbero
spogliato, anzi Pio li restituì la giurisdi- Pontecorvo come di pieno e assoluto do-
zione criminale tolta al medesimo da Car- minio de'Papi, risultando dai libri della
lo I, e convenne quanto riportai al capi- regia zecca, che quei servigi feudali che ^

tolo :a.°, cioè gli conservò i beni e la giu- essi anticamente riscossero in Pontecor-
risdizione su Ponlecorvo. II Conlelori nel vo, finché fu sotto il governo del mona-
Mjìo intitolato a Urbano VjII: De im- stero cassinese, restarono affatto aboliti,
mediata super terrns Ponteciirvi sedis a- dacché questo luogo passò in mano della
jwstolicae /urisdictione, conta come per s.Sede, perchè questa non già in feudo,
Tolontaria dedizione de' pontecorvesi si ma in piena proprietàe sovranità lo riu-
raflermasse il dominio del Papa sulla lo- nì alle sue terre. Lo stesso avvenne nelle
ro lena. controversie insorte per conto de'confini
Per l'autorità del Platina nel voi. XV, del territorio di Ponlecorvo, poiché per
p. 284 Innocenzo Vili die
riportai che comporle i re di Napoli ammisero mi- i

Pontecorvoal cardinal d'Aragona nel de- nistri del Papa, come del sovrano del luo-
clinar del 1484» pelò essendo poco dopo go. Bellissimo è il documento che di ciò
morto il cardinale non ebbe effetto. Fi- riporta Chioccare Ho, Dell' archivio della
no al i485 i monaci cassinesi ritennero regia giurisdiz. t. 1
8, per occasione delle
ed esercitarono diritti feudali su Pon-
i dispute nate tra'sudditi pontifìcii di Pon-
lecorvo, ma Innocenzo Vili l'incorporò tecorvo ed i limitrofi regnicoli pei con-
in un coi beni che vi avea il monastero fini, specialmente dalla partedi RoccaGu-
alla camera apostolica, e da questa gli as- glielma, e che poi furonoamichevolmen-
segnò in compenso l'annua pensione di te composte nel 16 12 tra Paolo V e Fi-
200 fiorini d'oro nel di dell'Assunta al- lippo III. Nel 1621 Gregorio XV nel da-
l'abbate commendatario cardinal de Me- re l'investitura del reame di Napoli e Si-
dici, dopo la rinunzia del quale e dive- cilia a Filippo IV, nella bolla Regis ae-
nuto Leone X non furono più resi all'ab- terni, presso il Bull. Rom. t. 5, par. 4, p.
bazia, secondo ilp. Tosti. Borgia dice che 4o6, espressamente si riserbò, oltre il du-
Innocenzo Vili 1491 e poi Leone X
nel cato di Benevento, la terra di Pontecor-
diedero tal compenso a Monte Cassino vo, ed Alessandro VI fece altrettanto nel l

sopra alcuni benefìzi ecclesiastici. In tal i666con Carlo li. Anche InnocenzoXI II
maniera Pontecorvo rimase in assoluta nell'inveslirnenel 1722 Ti pera tore Car-
m
sovranitàdellas. Sede, la quale dopo aver lo VI colla bolla Inscrutabili t. 2,par.2, p.
fin dal 1 463 affidato il governo al retto- 242 Bull., l'accordò colle stesse riserve.
re ossia governatore della provincia diMa- Benedetto XIII colla bolla citata ad z^-
rittima e Campagna, che perciò agli al- quino{P*.), nel 1725 innalzò Pontecor-
tri suoi titoli aggiunse quello di gover- vo all'onore di città e di cattedrale ve-
iiatoic di Pontecorvo, sotto lo stesso In- scovile, con tutti i privilegi che godono
nocenzo Vili ne regolò il sistema delle le altre città dello stato ecclesiastico, sog-
pubbliche cose con una piena raccolta di getta immediatamente alla s. Sede, e l'unì
statuti fatta nel 1489 e approvata dal car- al vescovato d'Aquino, il cui vescovo pre-
dinal Uiario camerlengo. Il Borgia con- se il titolo d' Aquino e Pontecorvo: ec-
fata Giannone e altri storici, sugli erro- cone un sunto. « La terra di Pontecor-
ri riguardanti il possesso di Pontecorvo. vo fra le altre di quelle parti insigni e mol-
JNella guerra degli spaguuoli controP^io/o to celebri per la gloria di antichità, co-
IF (F.)y nel i556 invasero Pontecorvo me quella che stimasi fabbricata sulle ro-
e altri dominii, che abbandonarono nel vine dell'antica Fregella, città una volta
1 557 come toccai nel voi. XXVII , p. famosa del Lazio, si distingue pei^ la quau*
-

102 PON PON


tità considerabile di abilauli e di cilta- Che Pontecorvo col suo dislrelto, ter-
dini;ha 7 chiese [JaiT0Cchiali,3 dellequa- ritorio e pertinenze fuespressamente con
h souo collegiale con numero cunipeleu» Bcrnevenlo riserbuti alla s. Sede nella for-
le di canonici, molli cenobi di diversi 01- mola dell' investitura del regno di Na-
dioi religiosi d'ambo sessi, 4confiater-
i poli, si apprende ancora dalla bolla Ro-
nile, 2 spedali, il moule di pielà, la com- inaniun Pontìficem, de'4 febbraio 1 760,
menda de'cavalieii di Malta, nìolli no- Bull. coni. t. I, p. 279, con la quale Cle-
bili edilìzi e non poche famiglie assai di- mente XI li la concesse a re Ferdinando
stinte, edaltre soggette al casale di s. Oli va; IV, essendovi inserito il solenne giura-
possiede un leiiiloiio ampio e frultifei'o mento reso dal regio procuratore cardi-
che si estende a 3o miglia circa; ha dato nal Orsini, in cui si riconoscono exceplis
uè* tempi andati molli vescovi ed altri cii'ilale Dencveiilaiia,etlocoPoiilis Ciir-
personaggi distinti per la santità della vi- vìy ac loto territorio^ et omnibus distri'
ta, per la coltura delleollimearti e per va- elibus et pertinenti is secunduni antir/uos
lor militare, onde non solo ha meritalo /Ines territorii etpertinentiaruin^ et distri'
d'essere colmala di grazie e di favori spe- ctus civiLalis, et loci praedictoruni per
ciali romani Pontefici, ma di essere
dai ronianos Ponliflces dislinctos et imposte-
nominala alcune volle col titolo di cit- rum distinguendos. Questo giuramento
tà; e siccome vescovi d'Aquino per l'in-
i si legge pure nella par. 2, p. 2 i 7- delle
salubrilà dell'aria e per mancanza del pa- Mem. ist. di Benevento òiHoi^'ia. Nel voi.
lazzo vescovile non possono risiedere nel- V, p. 100 e 1 1 1 riportai come sotto Cle-
la loro chiesa cattedrale, cosi da tempo mente XIIIj^ev le vertenze col duca di
antico risiedono in Pontecorvo apparte- Panna (F.\ nel 1768 le truppe di Fer-
nente alla diocesi, e sogliono tenervi fissa dinando IV re di Napoli invasero Bene-
la cattedra e residenza episcopale, fire gli vento e Pontecorvo; la solenne prolesta
olii santi, conferire gli ordini sacri, ed e- di mg.^ Laute, che riuscì inutile come le

sercilare decentemente le funzioni ponti gravi rimostranze del Papa , e che per
Hcali nella chiesa collegiata di s. Barto- quelle di Clemente XI F questi ricuperò
lomeo di struttura nobile e spaziosa ". tali dominii pontificii sul terminar del
Vi fu eretto il seminario che ora è in to- 1773. Il Baldassari, /Je/tìtz. de patimenti
tale abbandono. Nel 1 8 1 8 Pio VII in for- di Pio FI,ì. I, p. i58, riprodusse una
za del concordato couchiuso con Ferdi- lettera de'22 ottobre 1796 del cav. d'A-
nando I re delle due Sicilie, unì ad Aqui- zara ministro di Spagna, al cardinal Ba-
no (situata circa 5 miglia distante dal fiu- sca segretario di slato, in cui parlando
me Melfi) le diocesi di Pontecorvo e di della pace che si trattava colla repubbli-
Sora, considerale ejusdem condilionis et ca francese tanto da Pio VI, che da Fer-
praeinintntiae^ onde il vescovo ne porla dinando IV, dice: « Tacitamente poi sarà
i 3 titoli: a SoRA riporterò la serie dei convenuto che alla pace col Papa, que-
vescovi di Pontecorvo, oltre quelli degni sti cederà Benevento, Ponte Corvo, e cre-

di particolar menzione tanto d' Aquino do ancora Castro e Ronciglione alla ,

the di Sora. Siccome Benedetto XIII in Francia, la quale ne farà un cadeau a


sede vacante conservòalsolocapilolo d'A- Ferdinando IV ". Osserva quindi Bul-
quino il diritto di eleggere il vicario ca- dassari, che rispetto a Benevento, Ponte
pitolare, che soleva deputare un canoni- Corvo, Ronciglione ed il ducalo di Ca-
co della cattedrale per vicario generale stro, ignora se si facesse allora nessuna
della città, Gregorio XVI benigno verso convenzione segreta fra'gabinelli di Pa-
Pontecorvo rese in ciò la sua cattedrale rigi e di Napoli ; ma poiché questi paesi

del tulio indipendente d'Aquino. erano stati domandati dal territorio fran-
PON PON io3
cese in uno de' 64 articoli presentati a seguenza della proprietà di questa atto
ujg.r Caleppi in Firenze (e ricusati con dominio e autorità superiore, la corte vo-
noia che si legge a p.i 34 delle belle Me- leva fare di verse innovazioni, di tenere nei
morie che di Caleppi pubblicò il com- due principati un presidio militare per-
mend. de Rossi), è certo che il diretto- manente, di non riconoscere più il dirit-
riomedesimo meditava di servirsene, non to di asilo, che si sarebbero introdotti va-
già per farneun cadeau a Ferdinando ricambiamenti sulle leggi de' disertori,
IV , ma per venire ad un baratto van- che farebbe leve di milizie urbane per
taggioso alla Francia ; forse il direttorio incorporarle nelle truppe regie. Indi si
voleva cedere a Napoli Benevento e Pon- fecero dalla repubblica francese diversi
tecorvo, e ricevere in cambio ciò che del- reclami contro 1' atto che stabiliva l'ac-
l'isola dell'Elba apparteneva a Napoli, cennala autorità superiore e contro gli
Piombino e lo slato de* presidii che a- effetti di questa autorità, ma sempre inu-
vrebbero ingrandito col ducato di Castro tilmente. Finalmente né' primi mesi del
e con Ronciglione, ed in 1801 fatti nel 1802 la corte di Napoli ritirò da Bene-
Ferdinando IV dovè cedere i nominati vento e Pontecorvo il suo presidio mili-
paesi alla repubblica francese. E' nolo tare, senza informarne Pio VII e senza
che ai Papi più volte furono offerti dai alcun alto di rinunzia alle prime prete-
re di Napoli altri dominii e compensi pe- se, lasciando in vigore l'editto de' 17 ot-
cuniari pel cambio di Benevento e Pon- tobre e gli altri successivi. Più, il re no-

lecorvo, ma sempre ricusati. Nel febbraio minò un capitano con residenza in Bene-
1 798 con detronizzare Pio VI francesi i vento per domandare disertori che vi i

compirono l'invasione dello slato ponti- s' introducessero, ma il Papa gli fece sa-

ficio, indi entrali nel regno di Napoli nel pere che si sarebbero restituiti a termini
gennaio 1799 occuparono Benevento e degli antichi concordati, invitandolo a ri-

Pontecorvo e li democratizzarono; dopo tirare il capitano da Benevento. In una


pochi mesi le truppe napoletane presero nota de*26 giugno 1802 al suo ministro
i due luoghi, che restituirono nel 1800 in Roma Cacault, Bonaparte di
scrisse
a Pio VII , il quale nominò delegalo di far conoscere al Papa, che avendo na- i

j5enei'e/ifómg.^Zambelli.Tutlavolta con- poletani sgombrato due paesi, era ne-


i

tinuandone l'occupazione militare, que- cessarioche li facesse occupare il più pre-


sto cessò nel 1 802 per interposizione di sto possibile, e che il re di Napoli non di-
Bonaparte i.° console della repubblica rà niente, giacche questo affare era ormai
francese, contro le pretese e sottili caviK finito, continuando a sostenere le ragioni
li del famoso nemico di Roma cav. Aclon, di piena sovranità della s. Sede, onde que-
che suppose avere il Papa implorato il sta vi ristabilì l'antica forma di governo
soccorso di Francia, non solo per questo in tutto.
argomento, ma ancora pel tributo della Divenuto Bonaparte imperatore dei
Ghinea (/^.), secondo il racconto del cav. francesi, nel febbraio 806 fece occupare 1

Arlaud, Storia di Pio VII^ voi. i, p. 209. Napoli e il regno, che die al fratello Giu-
Da questo si apprende, che con editto dei seppe, il quale subilo gli domandò l'au-
1 7 ottobre 1800 e per diverse lettere di torizzazione d'impossessarsi di Beneven-
Ferdinando IV Aclon
e del suo ministro to e Pontecorvo. In vece l'imperatore gli
la corte di Napoli dichiarò che darebbe eresse in feudi e principali immediali del-
al Papa soltanto \ utile dominio di Bene- l'impero, senza preventivo trattato o par-
vento e di Ponlecorvoe che riteneva per tecipazione al Papa, con quell' atto che
sé Xalto dominio, con che il Papa si ve- riportai nel voi. V,p.i 2, in un alle pro-
1

niya a rendere feudatario del re. In con- teste di Pio VII; ed ordinò che in piena
io4 PON PON
proprietà e sovranità, trasmissibili con or> incomode ad ambo i governi; che si era
dine di primogenitura alla discendenza d'accordo sulla reciproca utilità del cam-
mascolina, quello di Benevento si dasse a bio, ma Roma chiedeva l'equivalente in
Talleyrand, l'altro di Pontecorvo al ma- territorio, ed all'opposto il re offriva de-
resciallo dell'impero Carlo Gio. Berna- naro, perchè osservava, che cedendo por-
dotte (poi re di Svezia^ Fedi), col titolo zione degli Abruzzi, unico sito convenien-
di principe e duca di Pontecorvo, di cui, te, si sarebbe privato di posti militari im-
secondo alcuni, voleva compensarne ser« i portantissimi; ne derivò pertanto che nul-
vigi o contrariare le inclinazioni repub- la si conchiuse,anco per le dispute insor-
blicane. Nella partecipazione al governo te sulla domanda della chinea falla da Pio
pontifìcio (presso Artaud voi. 2, p. 78 e VII al re, secondo la sua promessa del
74) de' 16 giugno 1806, rimarcano i
si 1806. A Carbonari notai come rivolu-
pochi vantaggi e le tenui rendite che es- zionarono Benevento e Pontecorvo nel
so ricavava da tali separati dominii , e 1820, onde furono occupate dai costitu-
che la loro lontananza dal centro del go- zionali di' Napoli, indi nel 1821 ritorna-
verno vi rendeva debole l' amministra- rono all'ubbidienza papale, appena furo-
zione ; laonde il leggero sagriflzio che si no repressi rivoltosi napoletani, impe-
i

richiedeva dalla s. Sede sarebbe agevol- rocché la loro posizione isolata l'espose
mente compensato dalle convenienti in- a passeggere commozioni. Nelle vi-
tali

dennizzazioni che l'i m pera torcerà per of« cende politiche successive i pontecorvesi
frirle. A questi violenti spogli successe a dierono ulteriori prove della loro fedel-
poco a poco la prepotente usurpazione di tà e divozione alla sovranità pontificia.
tutto lo stato pontifìcio e nel luglio 1809 Nel i83i avendo Giovanni Arduini fat-
la deportazione di Pio VII(F.). Pon- to recluta di militi volontari pontecorve-
tecorvo sotto il novello signore godè l'e- si, li condusse a Roma in difesa del tro-
senzione della coscrizione, vari privilegi no di Gregorio XVI e della religione.
e immunità , a differenza de' circostanti Piacque tanto al Papa l'operato, che lo
paesi, per cui i pontecorvesi si lodarono rimunerò colla croce e titolo di cavalie-
del suo reggimento. 11 Castellano, Lo sta- re^ col grado e uniforme di tenente ono-
226, dice che Pontecorvo
to pontificio, p. rario, col dono di una gran medaglia
poscia venne unito all' impero francese, d'oro e col privilegio di tenere sul por-
e nel 8 4 passò a dominarvi il re di Na-
1 ( tone della propria casa lo stemma pon-
poli Murat; ma nel seguente anno fuga' tificio.

la colle proprie nazionali arnii la guar- • PONTEFICE, Ponti/ex. A Papa ed a


nigione napoletana, inalberò per prima Nome de'Papi parlai de' differenti nomi
con ispontaneo moto pacifici vessilli pon-
i propri del Pontefice romano vicario di
tificii. A Delegazioni, a Benevento, a Pio Gesù Cristo e sovrano temporale dei do-
VII e in altri articoli narrai, che nel giu- minii della s. Sede, come de'loro signifi«»

gno 181 5, in forza dell'articolo io3 del cali ed anche dell'etimologia di Pontefi-
congresso di Vienna, il principato di Pon- ce, citando Bracci che con diffusione ne
tecorvo fu restituito alla s. Sede. Abbia- trattò: dissi pure di tutto quanto riguar-
mo da Coppi, Annali d'Italia an. 1 8 1 6, da il sommo Pontefice, che in questo mio
ji." 6, che secondo il principio adottato in Dizionario svWuippaì con dettagli in innu-
detto congresso di rettificare i confini dei merabili articoli. Pseudo-Ponteficeofal"
rispettivi stati, dal Papa si era intavola- so Pontefice si chiama V Antipapa {F.),

lo col re di Napoli un negozialo per far Il Macri nel Hierolexicon dice chela vo^
cambio di Benevento e Pontecorvo, cit- ce Powf//ejCj sebbene convenga ottimai
tà rinchiuse nel territorio napoletano e mente ad ogni vescovo, ad ogni modo per
,

PON POxN
aatonomasia si riferisce sempre al sommo Pontefice in grecosignifica principato so-
Pontefice romano. Baronìo all'anno 4o5, pra tutte le cose sagre. Quel numero di

n.° 54) dice che la parola Papa anche an- Pontefici durò sino all'anno di Roma454,
ticamente significava il romano Ponte- in cui fu fitto dittatore Siila; questi am-
fice. NelTepist. 4^ ^à s. Bernardo scritta pliò il collegio de'Pontefici al numero di
ad Eurico arcivescovo di Seos, nel t. i di 8, a' quali furono aggiunti 5 auguri e i

sue opere, De moribus et officio episco' se ne formò un doppio ordine, di modo


poritniy dà al titolo di Pontefice una eti- che ì primi dovessero essere tutti patri-
mologia mista di sacro e proflmo, mora- zi ed erano appellati Pontefici maggiori,

lizzandola pienamente. Marangoni eru- e gli altri dell'ordine plebeo furono det-
ditissimo, Delle co^e gentilesche traspor- ti Pontefici minori, li Pontefice massi-
tale ad uso delle chiese^ ha riportato sul- mo sedeva in sedia di marmo, presiede-
l'origine del titolo Pontefice quanto rac- va al collegio de'Pontefici, godeva la pre-
colsero gli scrittori che lo precederono. cedenza su tutti i magistrati, non dava
Quinto Scevola Pontefice massimo di R.o- conto ad alcuno di sue azioni, soprinten-
ma gentile diceva che relimologia di que- deva alle cose sagre, ai sacrifizi, al cul-
sto titolo proveniva dal potere e dalTo- to portava una corona d' oro, non gli
:

perare : ma Varrone, De ling. lai. 1.


4 j
era lecito vedere i cadaveri abitava in ,

giudicò che ella derivasse da pons efa- una casa pubblica nella via sacra , che
ciò, specialmente dal Ponte Sublicio ( ^.), descrive Cassio, Corso delle acque, I po-
per essere questi stato prima volta fat- la sti vacanti nel collegio de'Pontefici , da
to restaurato dai Pontefici. Però il Ba- questi a plurilà di votisi conferivano, fin-
ronio nelle note al Martirologio a' 9 a- ché nell'anno 654 ^^ '^SS^ Domizia or-
prile, con molte incontrastabili ragioni dinò che i Pontefici fossero eletti dal po-
abbraccia il sentimento di Scevola; ed in polo convocato per tribù. Bensì va tenu-
vero, come riferisconoLivio e altri scrit- to presente che Anco Marzio, già creato
tori della storia romana, Numa Pompi- i.° Pontefice massimo, volendo congitm-

lio che successe a Romolo l'anno di Ro- gere alla città il Trastevere, dicevi che
ma 39, a fine di-contenere il popolo in fabbricò sul fiume un ponte tutto di le-
moderazione col sentimento di religione, gno, icui grossi travi senza chiodi o fer-
inventò il culto degli Dei, formò leggi e ro erano talmente congiunti , che si po-
istituì cere/7io/2ie sagre, e fra le altre co- tevano decomporre e riunire secondo i
se i collegi de'Pontefici, degli auguri, dei bisogni: questo ponte poi da Orazio Co-
flamini ossiano sacerdoti, e delle vergi- clite solo fu difeso contro gli etruschi e
ni vestali : quanto ai Pontefici furono 4 Porsenna l'anno di Roma 246, laonde
e tutti Patrizi (P'')j indi anno 44 nell' questo ponte fu tenuto e custodito per co-
creò Pontefice massimo Anco Marzio sa sagra, per cui se alcuna parte di esso
perchè fosse agli altri superiore, capo di cadeva, era incombenza de' Pontefici di
tutti gli altri sacerdoti; e Festo lo dice ripristinarla di solo legno, dopo che O-
Pontìfex maxiniuSj quod judexhabetur razio difendendolo, dietro a lui era slato
rerum divinarum^hunianaranique. Il p. disfatto stentatamente per impedire al ne-
Panelio, De Cistophoris, ha mostralo ab- mico l'accesso in città, facendo alcuni so-
bondantemente nel § 8 come gentili u- i lenni sagrifizi nel ristorarlo sulle due ri-
nivano il sommo sacerdozio co' sommi ve del Tevere. Essendo poi certo che An-
magistrati; e nelle persone reali si dice- co Marzio fabbricò tal ponte dopo che fu
vano massime sacerdotesse le regine, co^ eletto 4-° le di Roma, circa il 1 14) con-
me i re Ponlifices maxinii. Buonarroti, viene riconoscere che la denominazione
De' medaglioni, dichiara che il nome di di Pontefice è anteriore di molti anni al-
,

io6 PON PON


l'erezionedi dello ponte; che sebbene mol- mente politico e che loro servisse in di-
li antichi scrittori seguirono Vairone fesa piuttosto della religione contro gen- i

mollo è più propria l'etimologia spiega- Di questo ne parlai a /m^«?rrt;ore(/^.),


tili.

la (la Q. Scevola dal posse etfacere» In citando Marsella che sostiene il pontifi-
duemauiere perciò inlendonoalcuni que- cato non mai assunto dagl'imperatori cri-
ste parole posse elfacere, cioè dal poter stiani. Il Baronio nelle noie a\31artiro-
offrire sagrifizi ed esercitare le sagre fun* logio a' 22 agosto, dimostra essere egli
zioni, mentre tanto presso i gentili, quanto stato di parere che Costantino il Grande
presso gli ebrei la \ocefacere è lo stesso non assumesse il titolo di Pontefice mas-
che offrire sagrifìzi. L'altro senso del /705- simo, poiché avea osservato che una iscri-
^se^acere esprime un'amplissima autorità zione di lui con questo titolo appartene-
e potestà de'Pontefici, i quali la esercita* va a Diocleziano; nondimeno avendo più
vano anche sopra il senato e le persone maturamente esaminata la questione, si
stesse de'consoli, come rilevasi da Cice- ritrattò negli Annali &\\'?ìwx\q 3 12, e per
rone, De nalur. Deorurn
ed a que- lib. 2; stabilire che gl'imperatori cristiani assun*
sla^econda opinione aderisceGrutero nel' sero il pontificato massimo, riporta le i-

Ja sua insigne opera, Dejure veteri Pori- Ponte Cesilo in Ro-


scrizioni scolpite sul
tìficum^ ove spiega tutta la suprema au- ma di Valentiniano e Valente, ed altra
torità e le prerogativede'medesimì e so- di Graziano in Emerita di Spagna. Inol-
pra lutti del Pontefice massimo. Aven- tre dimostra che Costantino assunse il ti-
do occupala per forza questa dignità Le- tolo di Pontefice massimo e lo ritenne
pido, dopo la sua morte Augusto impe- anche dopo che fu perfettamente cristia-
ratore fu creato Pontefice massimo, quin- no, quella iscrizione del 826 esistente in
di i di lui successori nell* impero vollero Padova, e riportata daGrutero a p. 282
ritenerne il titolo e la dignità, intitolan- e da altri. Questo titolo ritennero suc- i

dosi Pontefici massimi, e assumendo la cessori sino a Graziano, il quale lo usò nei
stola checustodivasiin Campidoglio, co- principii del suo impero; ma osservando
me r autorità sopra tutte le cose sagre, che in senato erano già molti cristiani e
in tal maniera che poscia sembrava co- perciò non polevansi temere gravi distur-
stiluitiva del grado imperiale. Augusto bi contro la religione, giudicò di non ac-
permise ai Pontefici di ricevere nel col- cettare la stola pontificale offertagli dai
legio quelli che giudicavano degni, ser- romani, considerando che sebbene i suoi
bandosi la facoltà di creare i maggiori predecessori cristiani nonl'aveano assun-
Pontefici e tutti gli altri ministri della re- ta con riti eceremonie gentilesche, ne l'e-
ligione. sercitarono coi sagnfizi_, tutlavolta nella
Restituita la pace alla Chiesa, veden- sua prima origine era slata superstiziosa;
do gl'imperatori che il Pontificato mas- quindi con edillo proibì d'essere appellato
simo, per l'autorità suprema che avea so- Pontefice mussimo,con che rimase affatto
pra il senato e le cose sagre, se fosse sta- estinta negl'imperatori tale denominazio-
to ricusato da loro e conferito dal senato ne, come narra Resini, Antiq. rom. lib. 3,

ad altre persone, ciò sarebbe riuscito di e. 2. Questo rifiuto però fu tanto sensibi-
mollo impedimento e disturbo allo stabi- le ai gentili di Roma, che poco dopo of-

limento della religionecristiana, con av- frirono la stola e il pontificalo al tiranno


veduta circospezione e prudenza ne pre- Massimo che l'uccise; ma Teodosio I col-
sero il titolo e l'autorità, e rigettando da lega di Graziano lo vendicò colla morte
esso l'uffizio di sagrificare agl'idoli e vie- del tiranno, fece confiscare tutte le ren-
tandolo a tulli con leggi rigorose, ridus- dite de^ontefici e abolì intieramente il

sero il poulifìcato ad un essere cristiana- loro collegio e tutti i sacerdoti dell'aati-


PON POi\ 107
ca siiperslizione. Conchiude Barouio die mesi apprende da s. Paolo in detta epi-
gl'imperatori cristiani poterono assume- stola, ove parla non di Cristo, ma degli
re le insegne e il titolo di Pontefice mas- altri assunti a tal dignità : così il suo di*
simo senza nota alcuna d'idolatria. scepolo s. Dionigi areopagita. De eccles.
Questo titolo di Pontefice ne* primi hierarch.f quasi da per tutto nominando
tempi della Cliiesa fu comune a tutti i il vescovo Ponti/ex, parlando di sue sa-
J^escovi (T^.)y come riferisce Baronio, ed gre funzioni. Da tutto ciò risulta con
inoltre furono chiamati sommi Pontefi- quanta ragione venga attribuito il titolo
ci, ma poi iJ titolo di sommo Pontefice di Sonimo Pontefice al vescovo romano,
fu solamente attribuito al sommo Pon- poiché come successore del principe de-
tefice, come supremo di tutti e principe gli apostoli nel vicariato di Cristo in ter-
òe Pastori (F.). Non può certamente as- ra, con tutta la pienezza di potestà nel-
serirsi che sia derivato questo titolo dal la Chiesa, sopra tutti gli altri vescovi e
gentilesimo nella Chiesa, mentre il pon- per tutto il mondo, egli è il capo e il som-
tificato fu istituito da Dio nel popolo E- mo di tutti gli altri Pontefici, titolo de-
hreo (^.), in persona d'Aronne e de'suoi rivatogli non dal pontificato del genti-
figli e successori (la serie la riportai nel lesimo, ma
da Cristo medesimo, in uno
Tol. XXXI, p. i36) ordinò le vesti che
; al primato di tutta la Chiesa, ed anche
doveauo portare ( V. Gerusalemme ed i tutti gli onori che a sì sublime maestà
relativi articoli ) e spiegò il titolo di Pon- sono dovuti. Quanto poi al tempo in cui
tefice con quello di sacerdote massimo. principiò il romano Pontefice a denomi-
Abbiamo dai san ti padri che i gentili dal- narsi col titolo di Pontefice massimo, il
la divina Scrittura tolsero riti e ceremo- Baronio all'anno 216 riporta un'autori-
nie sagre ,
per cui si può dire che anco tà di Tertulliano, il quale essendo stato
questa denominazione di Pontefice e di scomunicato da Papa s. ZelKrino, inde-
Pontefice massimo si appropriarono, tra- bitamente inveisce contro il medesimo e
sformandola e trasferendola in coloro al- nel libro de Pudicitia, cap. i ( benché il
la curade'quali erano commesse le cose Pamelio nelle Annotaz. n. 5 prenda in
spettanti alla religione. Osserva Maran- buona parie le parole di Tertulliano )
goni che essendo stato nella chiesa ebrai - rammenta un suo editto, nella cui iscri-
ca questo pontificato e sommo pontifica- zione sono le parole Pontifex maximiis^
to sino al tempo della legge di grazia, chi episcopus episcoponini j con che dimo-
potrà persuadersi che Gesù. Cristo non stra apertamente che s. Zeffirino giusta
l'abbia trasferito nella sua chiesa? Tan- r antica denominazione avea posti tali
to più che il sommo pontificato d'Aron- titoli nel suo editto, ovvero secondo Ba-
ne era figura di quello di Cristo, fino al- ronio, se vogliamo credere che tali tito-
la venuta del quale doveva durare, ed in li furono apposti da Tertulliano, ciò dee

esso rimase trasfuso,


non più secondo l'or- credersi aver egli fatto secondo l'uso co-
dine à\ Aronne, ma di Melchisedech, che mune di que' tempi, che in tal maniera
perciò Paolo, Haehr. 4, intitolò gran-
s. fosse chiamato il vescovo di Roma. No-
de, cioè sommo Pontefice, e nel cap. 5 vaes, Disserl. alle vile de'sommi Ponte'
attesta eh' egli appellatur a Deo Poti- iicij t. che dopo accettato il
2, p. 6, dice
tifex sccundani ordinetn Melchisedech. Pontificalo (F.), comincia il successore
Immediatamente pertanto da Cristo de- (\is.Pielfo{F.) a chiamarsi ^(ym/720 (^^.)
rivò a'vescovi della sua chiesa, che sono Pontefice, per esser egli su*jremo e sopra
i suoi luogotenenti, questo titolo di Pon- tutte le dignità, come osserva pure Duar-
tefice. Con questo titolo furoro appella- do, Coninient. in bulla Coenae, lib, r,

li sino dal principio del cristianesimo, co- cap. 4, quaest. 3, n. 1 7 : Pontefice massi-
,

io8 PON PON


mo, l'itolo the una volta avenno ancora tuale (F.) e Pontificale romano , ecco
ì vescovi, che si conosce dal cap. Cle-
il quanto dice. » 11 primo abbraccia atiei sa-
rìcos, (lisi, lìf verbo Ponliftx. Vedasi gramenti e quelle funzioni ecclesiastiche
SarneHi, LtU. eccl., p. 20 e seg ,che di- che riguardano nella loro amministra-
ce Ja parola l^onledce esprimere l'ordi- zione o celebrazione il semplice prete: il

ne e la spirituale podestà, che dal chia- secondo contiene quei sagramenti e quel-
marsi ogni vescovo Pontefice, il libro di le funzioni ecclesiastiche che riguardano
loro funzioni si appella Pontificale (F.), nella loro amministrazione ocelebrazio-
e quivi nelle rubriche replicasi continua- ne il vescovo; di modo che quello eh' è
mente la parola Ponllfex in luogo di E- il Rituale pei preti è il Pontificale pei
piscopns : la parola Pontificio è addici- vescovi. E per quel che riguarda il Ri-
tivo e aggiunto di pontificale, comedi lut- tuale, bisogna osservare che quanto nel
to ciò che riguarda e appartiene al ro- medesimo viene prescritto, specialmen-
mano Pontefice. Stefano vescovo di Car- te circa riti e le ceremonie de* sagra-
i

tagine scrivendo a Papa s. Damaso 1 del menti, tutto è ricavalo dall' antica pra-
366 in nome di tre concilii africani , lo tica della Chiesa cattolica, e da'decreti dei
chiamò Padre de padri , sublimalo al sagri canoni e de'sommi Pontefici, come
colmo apostolico, sommo Pontefice di tut- si avvisa negli Avvertimenti generali ^vq-
ti i presuli. Mauro vescovo di Cesena ce- messi al Rituale medesimo, i quali con-
lebre in santità presentò a Papa Martino chiudono che debba perciò esso esser fe-
] del 649 la lettera dell'arcivescovo di delmente osservalo e custodito; riportan-
llavennacon questi titoli: Domino sancto dosi a tal uopo il canonei3 della sessio-
et meritis beatissimo, totoqiie orbe apo- ne 7." del concilio di Trento. Sarebbe qui
stolico 3 et universali Pontifici Martino da considerarsi la costituzione di Paolo
Papae. ^eWa vita di s. Godofredo, di Ni- V, Apostolicaesedis, de' 7 giugno 6 4, i 1
1

cola monaco che vivea nel i i i4> presso la quale ci fa sapere contenersi nel detto
Baronio, parlandosi del cardinal Cono- Rituale receptos etapprobatos catholicae
ne, chiama legato del Pontefice mas-
si ecclesiae ritus : che questi in sacramen-
simo Pasquale II. Su questo titolo si può to rum administratione, aliisque ecclesia-
leggere: Menochio, Stuore cent, c), cap. sticis functionibus servari debentj e che
56, etimologia di Pontefice. Gio. Andrea gli ecclesiastici tamquam ecclesiae roma-
Bosio, De Ponlifice maxima. Dom. Gual- nae filii, ejusdem ecclesiae omnium ma-
co, De romano Ponlifice, AugustaeTau- tris _, et magislrae auctoritate constiluto
linorumiSSy. Marracci Ippolito, Pon- Rituali in sacrisfunctionibus utanlur; et
tìfices maximi Mariani, Romae 1642. in re tanti momenti, quae catholica ec-
Zaccaria, Onomasticon rit., \ei'ho Ponti» clesia, et ab ea probatus usus antiquita-
fex romanus. tis statuii j inviolate observent. Sarebbe

PONTIFICALE , Pontificalis. kW^- anche da osservarsi la bolla di Benedetta


nenteaPo/i^f;?ce(^.),da Pontefice: Pon- XIV, Quam ardenti, de 2.5 mavzo\'j5i.
tificalmente, pontificum more, a maniera Quanto abbiamo detto del Rituale biso-
pontificale. Quindi Pontificale si chiama gna applicarlo al Pontificale, Clemente
il libro in cui sono prescritte le funzio- Vili nella costituzione Ex quo,de i o feb-
ni episcopali, i riti spettanti all'ufficio dei braio i5^6, dopo aver fatto correggere
vescovi. Zaccaria, Onomasticon rit., ver- ed avere approvato il roma-
Pontificale
bo Pontifica!*', lo óeCimsce Liber caere- no, ordina co' termini praecipimus ac
,

moni ascontine ns ad Pontificem, ejusque mandamus, a tutti coloro a'quali appar-


funcliones pertinentes. Ferrigni Pisone tiene il detto Pontificale, ut omissis, quae
Dissert. sulla liturgia^ trattando del Ri' sic suppressimus et abolevimus, caeteris
FON PON 109
omnibus Ponliflcalihus ^ hoc nostrum in altri, insieme all'esercizio di molte del-
suìs ecclesiìs, monnsteriis^com'cnlihus^ or- ceremonie, chi le gode si dice
le relative

dinibus^militiisj dioecesìhuset locisprae- ha de pontificali, ponlificalia orna-


l'uso
Une perpe-
dictìs recipiant^ illoque posi menta, y. Liturgia, Riti, Ceremonie.
tuo utantur. Ed un
poco prima nella stes- POiNTlFlC.\TO, Po/2^7?crtm.y.Digni-
sa bolla comanda che tutte quelle per- tà pontificale, ufficio del Pontefice {V^,
sone, quae Pontificalia munere exer- papato, durata del tempo in cui vive e
cere, vel alias, quae in dieta Pontificali regna il romano sommo Pontefice, e di-
continentur^ facere, aul exequi debenty cesianche del vescovato. A Pontefice
adea pera genda et praes landa, exhujus parlai del pontificato de' gentili assunto
Pontificalis praescriplo et ratione teneri: poi dagl' imperatori romani , come del
neminenique ex iis, quibus ea exercen- pontificato d'Aronne, figura di quello di
di etfaciendi niunus imposituni est^ nisi Cristo, da cui derivò quello de' vescovi
formulisi quae hoc ipso Pontificali con- della sua chiesa e principalmente il pon-
tinenlur^ seri>atis satisfacere posse jov- tificato massimo Papa suo vicario.
del
dinando perciò che il prefato Pontifica- Delle innumerabili e somme benemeren-
le nullo unquani tempore in tota vel in ze del pontificato ne tratto dilfusamen-
parte mutandum^ vel ei aliquid adden^ te in tutta questa mia opera, ed oltre a
dunij aut omnino detrahendum esse. É quanto toccai a Papa, mi piace qui ripro-
da leggersi ancora sudi ciò la costituzio- durre un analogo brano della bella let-
ne di Urbano Vili, Quamvis alias jdei tera pastorale di mg.^' Cullen, dotto e ze-

17 gìugnoi641,ela citala di Benedetto lante primate d'Irlanda e arcivescovo


XIV, Quani ardenti '\ Questo Papa col di Armagh, in occasione della festa di
breve Cuni sicut^ de'25 raarzo 752, fece 1
s. Pietro del i85i, in cui risplende la
pubblicare in Roma da Generoso Saio- sua profonda venerazione e il suo tene-
moni Pontificale ronianiim SS. D. N,
: ro attaccamento al pontificato romano e
Benedicti Papae XIV j'ussu cdituni et alla santa Sede, che per tanti anni po-
rt«c//«//i. Altrettanto fece col Rituale ro- tè ben conoscere e da vicino ammirare.
mano ed il Ceremoniale de' vescovi. Mi- » Ne, commemorando i grandi benefi-
biamo gli commentari sul
eruditissimi zi che emanarono dalla istitu-
spirituali
Pontificale romano del p. Giuseppe Ca- zione del Papato, dobbiamo mettere in
talano. Inoltre si appella Libro pontlfi- non cale gl'inestimabili vantaggi, dei
cale, Uber pontificalis, le vite de'romani quali è stato il fonte prolifico. Ha ope-
Pontefici che vanno sotto il nome d'A- rato più esso per la civilizzazione e pro-
nastasio Bibliotecario, attribuzione che gresso sociale del genere umano col man-
molti negano, su di che e su questo ce- dare in un secoloi suoi missionari in tut-
lebre libro può vedersi il voi. XVIII, p. te le parti del mondo, di quel che effet-

3j4- Dicesi Pontificale quando il Papa tuarono a questo riguardo gli sforzi tut-

oil vescovo celebra solennemente la Mes- ti congiunti de'governi civili, che si sta-
sa ( F.) di ciò a'Ioro articoli, e per quel-
: bilirono dietro la distruzione dell'impe-
li del Papa a Cappelle pontificie ed a ro romano, per non far parola dei vani
quegli altri articoli che vi hanno relazio- tentativi de' propagatori delle sette mo-
ne. Le vesti sagre che in tale funzione derne. Esso, il Papato, non soloha crea-
si assumono sì chiamano vesti pontifica' lo una società ove più non esistette, ma
li, delle quali tratto alle loro denomina- eziandio ov' era stata sciolta e messa ia
7,ioni : l'uso di queste vesti, ornamenti e soqquadro da convulsioni politiche, esso
insegne vescovili per pi ivilegio avendolo ne congregò insieme membri dispersi, i

i Papi accordato agli abbati mitrali e ad ne legò le ferite grondanti ancora di san-
no roN PON
gue, ed inspirandovi lo spirito d'ordine, conclavi, necompilai l'elenco nel voi. XV",
vi ha intromesso pure nuova energia e p. 29 1 . Quanto alla bassa origine e umi-
vitalità. Fin dai tempi in cui esso potè le condizione, incomincierò dal ricorda-
agire con libertà e senza impedinaenlo di re che la pietà, la purità del domma, l'e-
sorta, ha sempre cercato, e bensì col suc- rudizione e la dottrina, la viriti, il me-

cesso il più grande, o di rompere le ca- rito, la felice sperienza degli alfari del
tene o di uìitigare la condizione dello governo della Chiesa universale sono le
schiavo, mentre al tempo slesso denun- principali doti diesi richiedono per pro-
ziò sempre la pessima e dislruggiliva in- cedere a\V Elezione del Papa (^^•). Ge-
fluenza della dottrina dei socialisti e co- sù Cristo fondatore della Chiesa volle na-
munisti. L'Europa tutta èstata testimo- scere in una stalla ed essere ritenuto qual
ne dei più incontrastabili meriti nel far figlio d' un povero legnaiuolo. Scelse a
rivivere e promuovere la letteratura, e suo vicario e primo Pontefice s. Pietro
se il pittore è riuscito a far risplendere {/^.), semplice pescatore. I romani Ponte-
di tinte più celesti la sua tela, ed ha ispi- fici per mantenere sempre viva la me-

rato lo scultore uno spirito più nobile al- moria di essere successori di un pove-
i

le sue produzioni, e se per uno la musi- ro pescatore, a cui fu da Gesù Cristo ac-
ca ha stupito il mondo con delle armo- cordata la suprema podestà di governa-
nie non più udite da orecchio umano, e- re la Chiesa, introdussero l' uso di pre-
gli fu sotto la benedizione e patrocinio valersi per Sigillo (F.) di loro letlere del-
del sommo Pontefice, che le arti ricevet- V Anello pescatorio (F'.), rappresentante
tero maggior purifica mento ed ispirazio- il principe degli apostoli entro la navi-
ne, e nel divenire ad ordine di lui le an- cella e in atto di tirare le reti. Appena
celle della religione hanno da lei ricevu- eletto Papa, mentre riceve l'adorazio-
il

to una porzione di quella luce e bellezza ne de' cardinali, gli si pone questo anel-
divina, che riflettono dall'aspetto di lei ". lo nel dito. Inoltre i Papi in principio
Ad essere sublimato al sommo ponti- delle Bolle usano la formola Sennis :

ficato romano non è impedimento la bas- Servonun Dei (^.). L'origine de' Pa-
sa origine e l'oscura condizione; non lo pi de' primi secoli della Chiesa, essendo
è l'età, e neppure la patria e la parente- in molti incerta, meglio è il trasandar-
la. Questi ultimi due punti avendoli di- li ; di alcuni esempi degli altri parlerò
mostra ti a Patria ed a Pareivte, qui pro- coll'autorità di Novaes. Alle biografie di
verògli altri. Sarnelli, Lett. eccl. t. 5, lett. quelli che nominerò si potranno vedere
5o, che non trovasi canone
n.° 5, osserva le particolari notizie sulla condizione di
dell'età requisita o prefissa al papato; è loro nascita, e se ebbero scrittori che la
conveniente però che essendo egli som- dimostrarono illustre. Damaso II fu di
mo vicario di Cristo e vescovo della Chie- bassa nascita. Adriano IP^ èva di origi-
sa universale abbia almeno quell'età, nel- ne povera. Clemente //idi mediocre con-
la quale Cristo cominciò a predicare e dizione. Urbano IF era figlio d'un cia-
nella quale sono promossigli altri vesco- battino. Nicolò ir fu di bassa famiglia.
vi, che è di 3o finiti: i contrari esempi li S. Celestino V
nacque da un semplice
riporlo a Vescovi, parlando di loro età, agricoltore. Benedetto XI fu figlio d'un
mentre nel voi. IX,p. 291, parlai dell'età pastore e di una lavandaia. Giovanni
richiesta ne'cardinali e formai un elenco A'/V// alcuni dissero che prima fu ciabat-
di quelli creali in tenera e giovanile età; a tino o oste. Benedetto XII ebbe nata- i

p.298 nominai que'cardinali che godero- li da un molinaro. Innocenzo VI^\ vuo-

no meno di 3 mesi la dignità, e di quelli le dimediocre condizione. Alessandro V


die vissero assai e intervennero a molti fu d' incerta origine. ISicolo si vuole V
4

POxN PON III


da qualche scrillore figlio d'una galli- di 8. Paolo li ascese al trono pontifìcio
nera ( V. il voi. LI , p. 167 ). Sisto If^ di 46 anni e morì dopo circa 7. Leone
dicesi figlio di pescatore, /édriano Flki X di 37 anni fu eletto Papa e ne regnò

figlio di un fabbricatore di barche o d'un quasi 9. Clemente /-T/ eletto di 45 an-


tessitore, ovvero d' un birraio. Sisto V ni, ne visse altri i i circa. Benché questi
molti storici lo vogliono di bnssa condì* Pontefici fossero esaltati al ponlifìcato in
rione.Di mediocre fu Clemente XIV. A giovanile età, ninno arrivò a quello di s.

Nobile parlai della nobiltà acquistata col Pietro,onde ripeterò col Burio, Notitia
merito, di maggior valore di quella de- Boni. Pont. p. 364:
rivata dagli antenati, non che riportai di-
Sint licet assmnpti juvenes ad Pontificatumj
verse opportune sentenze.
Petri annos potuit nemo videre tamen.
Quanto a! non essere impedimento al
pontificato l'età, premetterò che il primo I seguenti Papi lo divennero in avanza-
Pontefice s. Pietro è comune opinione che ta eanche vecchia età.S. Agatone fu crea-
vivesse 25 anni nel pontificato : alla sua to d'anni io3 e ne governò circa 4- Cl^'
biografia riportai i diversi pareri e quan- mente II dopo 5o anni di cardinalato fu
to sedette nella cattedra d'Antiochia. A eletto Pontefice, ma regnò meno di io
Cronologia de' Pontefici si può vedere mesi. Gelasio II crealo in vecchia età,go*
quanti ne fi!orirono per secolo e du- la vernò un anno e 4 giorni. Innocenzo II
rata del pontificato di ciascuno; quindi di veneranda canutezza, visse poi circa 1
consultandosi le biografìe d'ognuno si po- anni. Anastasio IV di grave età, gover-
trà conoscere l'epoca critica di loro ele- nò quasi 7 mesi. Lucio III (SU età avan-
1

zione, quanto propriamente vissero nel zata e decano del s. collegio, regnò più di
pontificato, gli anni, i mesi, i giorni, co- 4 anni. Celestino /7/dopo Q5 anni di car-
si l'età; ma finora ninno de'successori go- dinalato e 85 di età ebbe un pontificato
vernò gli anni di s. Pietro, sebbene elet- di circa 7. Gregorio IXd'x 83 anni fu sol-
ti in giovanile età, che sono i seguenti. Di levato alla cattedra apostolica e ve ne sedè
20 anni o in giovanile età lo fu s. Ales- quasi i5. Alessandro i/^eletto in avan-
sandro /e governò più di o anni. S. Iìì- i zata età, regnò circa 7 anni. Di quasi o
nocenzo /di ^1 anni fu creato e ne vis- meno d'8o fu eletto Gregorio XII e ne
se poi più di 5. Giovanni XI fu eletto di
1 sopravvissealtri g circa. Calisto III even-
20 o 20 anni e ne regnò circa 5. Gio' to di77 anni, ne regnò più di 3. Paolo
vanni ^//divenne Papa di 160 18 an- IV 79 anni, go-
fu elevato al soglio di
ni e ne visse altri 8 circa. Gregorio F fu vernandone più di 5. Innocenzo /A^ elet-
creato di 24 anni e ne regnò quasi 3. Be- to d'anni 72, visse poi 2 mesi. Innocen-
nedetto IX A\ 18 o 20 anni fu eletto, non zo X creato di 72 anni, n'ebbe più di i o
pare di io, occupando il pontificato qua- di pontificato. Clemente X
di 80 anni fu
si 12. S. Leone /^eletto d'anni sublimalo triregno e lo portò più di 6.
49> «e al
regnò 5 e più. Clemente III esahalo as- Ne avea 79 Alessandro Vili quando fu
sai giovane, governò 3 anni e circa 4 me- creato e regnò da 6 mesi. Benedetto XIII
1

si. Innocenzo III dì 38 anni venne crea- creato di 75 anni, ne regnò quasi 6. Cle-
to e regnò più di 18 anni. Gregorio XI mente XII éeiio d'anni 79, governò qua-
eletto di 39
anni, ne visse più di 7 nel pa- si IO, de'quali 8 affatto cieco.

pato. Bonifacio IX elevato a questa di- Pontefici che regnaronomenod'un an-


gnità d'anni 3o o 34 45, ne governò qua- no. S. Marco governò 8 mesi e i8 gior-
si i5. Eugenio IF eletto d'anni 48, vis- ni. S. Agapito /governò i o mesi e 1 9 gior-
se poi altri i6 meno alcuni giorni. xV/co- ni. Bonifacio III , 8 mesi e 22 giorni.
lo VcYQiXXo d'anni 48, ne regnò poco più S. Leone 11^ io m§si e 1 7 giorni. S. Be»
,
'

112 PON PON


nedetto II die gli successe , o mesi e
i mesi 3, giorni 28. Eugenio IF morì di
12 giorni. CononCf 1 1 mesi perla mag- 64 anni e di regno 12 meno io giorni.
gior parte infermo. Sisinnio^io giorni,tra- Paolo III movi di 81 anni, mesi 8, gior-
vngliato dalla podagra. Slefano V^ 7 me» ni IO, e di pontificato anni i5 e giorni
si e 2 giorni, talentino , 4ogio>"i- Boni- 28. Paolo F visse G9 anni e ne regnò 5, 1

facio FI, 1 5 giorni. Romano 4 ™Gsi e 23 j


mesi 8, giorni i3. Urbano FUI mori
giorni. Teodoro IT 20 ^ giorni. Leone. V y di 77 anni e di pontificato 21 meno 38
39 giorni. Landò fi mesi e io giorni. Leo- giorni: nel voi. XXV, p. 169 indicai l'a-

ne /^/,7 mesi e 5 giorni. Dono 11^ 3 jne- neddoto che in un'iscrizione essendosi
si. Giovanni XI F^óvcdL 8 mesi. Giovan- messo l'anno 22 prima che vi entrasse,
ni Xf^j pochi giorni. Giovanni XFIII, 5 vi furono trovate due satire: Prima cie-
mesi e 25 giorni. DaniasoII, 2 3 giorni. co che indovino : Il Papa giuoca a baz-
Stefano X, 7 mesi e 27 giorni. Celestino zica, e avendo preso sul 11 erafacile che
II, 5 mesi e 3 giorni. Lucio II,
1 me- 1 i spallasse. Clemente XI morì d'anni 7 i
si e i4g>o»'m' Gregorio FUI, un mese mesi 7 e giorni i5, con 20 anni, 3 mesi
e 27 giorni. Celestino IF^ 17 giorni. In- e 24 giorni di pontificato. Benedetto XIF
*
nocenzo F, 5 mesi. Adriano F^ 39 gior- morì d'anni 83 e 43 giorni, e di ponti-
ni. Gregorio XI Vicedominis morì il gior- ficato 17 anni, 8 mesi e 16 giorni. Pio
no seguente all'elezione. Giovanni XXI, FI visse 8 anni, 8 mesi e 2 giorni, e di
i

8 mesi. Alessandro F, i o mesi e 8 gior- pontificato il più lungo dopo s. Pietro,


ni. Pio III, 26 giorni. Marcello II, 11 anni 24? mesi 6, giorni 14. Pio FU vis

giorni. Urbano FU, i3 giorni. Gli suc- se anni 8r e giorni 6, di pontificato an-
cesse Gregorio XI F, che visse io mesi e ni 23, mesi 5 e giorni 6. Gregorio XFI
10 Innocenzo IXehe gli fu sosti-
giorni. morì d'anni 8 [, mesi 8 e giorni i4, e re-
tuito regnò 2 mesi. Leone XI^ 26 giorni gnò anni i5, mesi 3 e giorni 29. Laon-
di pontificato. de dopo il pontificato di s. Pietro più i

Papi che contarono più di i5 anni di lunghi finono quelli Pio VI, di Adria-
di

pontificato, benché in ragione dell'età po- no I e di Pio VII: a questo ultimo era-
tevano vivere di più.S. Eleutero, iS an- no stati fatti i seguenti distici :

ni e 18 giorni. S. Fabiano, i5 anni e 4


Septimus ille hic estjfactus_,quirector in orbe
giorni. S.Silvestro I, 21 anni e 1 me- 1
Componet fausto numine cuncta Pius.
si. S. Giulio 1, 1 5 anni, 5 mesi e 1 7 gior- Sextus ut ante Pius Petri superai^it et annoSj
ni. S. Liberio, 1 5 anni, 4 ^"^si e i gior- Sic Sexti superet Seplimus ipse dies.
no. S. Damaso I, 17 anni, 2 mesi e 23
giorni. S. Innocenzo I, i5 anni, 2 mesi Vanlipapa Benedetto XIII visse più di
e IO giorni. S. Leone I, 20 anni 628 90 anni e nel pseudo-pontificato 3o an-
giorni. S. Simplicio, 1 5 anni, 5 mesi e 8 ni circa, oltrepassandoper colmo di sua
giorni. S. Simmaco, 5
anni, 7 mesi e 27
1 dannazione gli anni di s. Pietro (l'osser-
giorni. Figillo, 16 anni.S. Gregorio II, va s. Antonino in Chron. par. 3, tit. 22,
i5 anni, 8 mesi^ 23 giorni. Adriano I, cap. 7), appunto perchè non visse nella
2 3 anni, io mesi e 17 giorni. S. Leone vera cattedra di s. Pietro. Cancellieri nei
III, 20 anni, 5 mesi e 16 giorni. Grego- Possessi}^. 324, riporta un calcolo in cui
rioIF, 6 anni e 24 giorni. Pasquale II,
1 si dà un per l'altro 7 anni e mesi circa di
18 anni, 5 mesi e 7 giorni. Alessandro pontificato ai Papi; ma la sua fallacia ven-
111,11 anni meno 7 mesi. Innocenzo III ne dichiarata da Novaes, Storia de' Pont,
d'anni 5Q morì, avendone regnato 18, 6 t. 3, p. 60. Aggiunge Cancellieri: se si
mesi e 19 giorni. Giovanni XXII movi supponga che Papi sieno eletti di && an-
i

con più di 90 anni e di pontificalo 18, ni, la probabilità di loro vita è di 8, se-
j

PON POl\ u3
conilo le migliori tavole. Marini, Archia- ni del pontificalo di s. Pietro, sebbene
tri t. F, p. 339, narra che il Filologo of- moltissimi Pontefici furono eletti in età
frivaad ogni Papa una sua opera, ristam- giovanile. Alessandro li interrogò s. Pier
pando solamente il frontespizio, e sem- Damiano, per qual cagione Papi ancor- i

pre provando clie quello che era allora ché di forze robustissime e di fresca età non
avrebbe veduti gli anni di Pietro e oltre hanno potuto passare l'anno 24.'' del pon-
tanto praticò con Giulio III, Paolo IV e tificato. Gli rispose néXepist. 17, lib. i

Pio IV. In vece Cancellieri a p. 54 at- con 3 ragioni: la i.^acciò il supremo ca-
tribuisce l'opuscolo al medico Corti (di po della Chiesa, conoscendo essere brevi
cui nel voi. XLI V, p. 29), nel quale in-
1 i periodi del suo vi vere, concepisse un san-
segnava il modo di vivere 120 anni. Nel to timore e si preparasse ad incontrare
voi. XXI li, p. 59 riportai i doni che fece innocentemente la morte con un santo fi-

Alessandro VI nel compiere l'anno 7 idi ne; la 2." perchè tutto il mondo sta os-
suaelàa'famigliari,promettendoaggiun- servando la vita del Papa, il quale come
teannue, perchè facessero voti pel prolun- sole ecclissato tira a sé gli occhi dell'uni-
gamento. Cosa praticava Clemente Vili, verso; la 3/ acciò vivendo il Papa attenda
Io dissi a Pranzo. Delle dimostrazioni fe- con particolare studio al governo spiri-
stive per gli Anniversari della creazio- tuale delle anime raccomandate alla di
ne^ Consagrazione e Coronazione de' Pa- lui custodia,dovendo fra breve tempo ren-

pi ,o\lì'e a quegW biììcoì'ì ne parlai nel voi. dere stretto conto a Iddio. A questo pro-
Vili, p. 1 56: questo anniversario fu chia- posito si possono aggiungere le parole
malo Renovatio pontificatus. In esso a p. di s. Bernardo a Eugenio III già suo di-
1626 66 descrissi come nel giorno della
1 scepolo. De consolai. G^\s,ì. l'^'j: Quau'
Coronazione al nuovo Papa nella basi- toriini in brevi romanoruni Ponlificiuit
lica Vaticana 3 volte si cantino le parole mortes tuis ocidis aspexisti? Ipsi teprae-
Sancte Pater, sic transit gloria mundi^coì decessores lui titae certissiniae et citissi-

triplice bruciamento delia Stoppa (/^), mae decessionis adtnonent, et niodicuni


insieme al significato; e eh' è falso che tenipus dominatìonis eorurii paiicitateni
in tal giorno solevasì cantargli : Non vi- dierum tuoriun nunciat libi, chiudendo
debisannos Petri, per avvertirlo che non la lettera con questo utilissimo documen-
vivrà più di 25 anni, termine comune- to : Qnibus successisti in sedeni, ipsos sì-

mente assegnato al pontificato di s. Pie- ne dubio sequeris ad niorteni. De Magi-


tro, secondo l'inveterata opinione. Il Ma- Acta mari, ad Ostia, p. 4'^? ^'"
stris,

cri, NoLiziadevocab. ecc/. all'articolo P^z- mostra che s. Silvestro I, Adriano I, s.


pa^(\\ce che tal supposta ceremonia nel- Leone III, Alessandro III e Pio VI eb-
l'atto della coronazione del Pontefice con bero vita più lunga degli altri, perchè po-
ricordargli: Pater sancte, non videbis dies tessero provvedere ai maggiori bisogni
Petrij non si trova registrata ne'sacri ca- della Chiesa. Sul computo degli anni del
noni e neppure negli antichi romani or- pontificato e diversi modi adoperati dai
dini, ceremoniali e rituali (come pure os- Papi, vedi Anno del pontificato, Bolla,
servano Papebrochio, Conat. diss. 2 ad BiiEVE, Indizione, Diploma ove parlo pure
s. Petriun, De sede s. Petri Antiochena della data e delle formole; ho Ietto que-

§ 7 ; Mabillon, Mus. Ital. t. 2 ; Sponda- sta in diverse bolle: Anno Deo propitio
lìo, A nnal. eccl. an. i424> «• 3), essere pontificatus Domino N. N . suninii Pon-
solouna osservazione ricevuta comune- tiflcis etuniversalisPapae^in sacratissi-
menle e corroborata colla continua espe- ma sede b. Petri apostoli. Sisto V fu il i
.**

rienza di tanli secoli, poiché nessun le- Papa che introdusse il Giubileo (F.)^ sul
gittimo Papa ha potuto arrivare agli an- principio del pontificalo, per impetrare
VOL. LIV.

{Bobyetyva^, r».
ii4 PON PON
da Dio clie riesca felice e salutevole al go- ramo importante deirarchitellura idrau-
verno della repubblica cristiana ed al lica! si è arricchito da non molli anni in
governo temporale de* sudditi potilifìcii. Francia ed anche presso l'Inghilterra e
PONTI DI ROMA. Il ponte, pons, è altre nazioni, per l'invenzione di adope-
quell'edificio per Io piti arcualo che pro- rare il ferro gettato per la formazione de-

priamente si fa sopj-a l'acque per poter- gli archi o delle trabeazioni de'ponti.
le passare. L'arte di costruire i ponti ri- Quelli di filo di ferro ripetono l'origine
sale certamente ai tempi più remoti. Se- dai ponti sospesi a corde, di cui vuoisi in-
condo Erodoto, Meneteuno de'piimi so- ventore Francesco Sforza, che nelle sue
vrani dell' Egitto fabbricò un ponte so- guerresche fazioni se ne valeva a passare
pra un braccio del Nilo, e Diodoro Sicu- i fiumi e torrenti di diflìcile guado, e sic-
loattribuisceall'antica Semiramide la co- come nel 1434 fece un ponte sul Teve-
struzione di quel ponte che attraversa- re di grossissimi canapi, il quale perchè
va l'Eufrate a Babilonia. Inoltre Dio- inusitato produsse grande stupore; tro-
doro dice che Semiramide fece uso di vò dunque Io Sforza nuova e inusitata for-
ponti di battelli nella sua spedizione nel- ma di ponte, mediante 8 canapi grossis-
le Indie, mentre Serse e Dario ne fecero simi, lunghi quanto la larghezza del fiu.
uso contro i greci e gli sciti; per cui an- me, poi vi distese sei alberi legandoli ai
tichissima è la costruzione de'ponti di bat- piloni d'un ponte rovinato, e dai due lati

telli sui grandi fiumi: attualmente pon- ne tirò due più alti acciò servissero di spon-
ti di battelli sono sul mare in diversi luo- da, ed ogni cosa coprì di assi e colonne
ghi, che si alzano e abbassano a misura di legno, le quali ficcò nelfiume e fermò
del flusso e riflusso, nonché sui fiumi, e il onde per la sua lunghezza non
ponte,
quello trionfale eretto a Ripella lo descris- vacillasse. Tanto si legge ne Cenni bio-
si nel voi. XXXV, p. 1 9 1 . Non sembra ad grafici di Taniirsi, del march. Bruti Li-
alcuni che i greci ponessero molla impor- berati. Il Rambelli, Lettere sulle inven-
tanza in questa parie dell'architetttira i- zioni itai, lett. Bj, ponti a filo di ferro,
draulica almeno può dirsi che gli anti-
; osserva che lo Scamozzi vicentino nell'o-
chi loro classici non ci lasciarono molte pera Sugli archi fece un'estesa descrizio-
memorie di questo genere di edifizi. Ma ne di tali ponti; e che il veneto Fausto
iromani pare che cominciassero a costrui- Venuzio trattò de'ponti sospesi a corde
re i loro ponti con molta solidità ed an- per gli usi di guerra nel libro Sulle mac'
che con lusso, come dirò poi. Nei rispet- chine belliche stampato nel 161 7; quin-
tivi articoli geografici parlo de'principa- di conchiude che non fu difficile agli al-
li ponti. il secolo XI
Yeiso furono isti- 1 tri il mutar le corde ne'fili di ferro e ag-
tuiti da Benezet o Benedet d'Alvivar nel giungervi il perfezionamento di cui ab-
Vivarese i religiosi ospedaììevì fabbrica' bisognava. Ai cinesi ancora ed ai peru-
tori de*ponti óetl'ì pontefici f COSÌ chiama- viani si attribuirono le prime idee di sì

ti per lo scopo del loro istituto di aiuta- meravigliosa invenzione di ponti sospe-
re e soccorrere i viaggiatori, di fabbrica- si, i quali per congiungere le rive scosce-
re e riparare i ponti, di tener pronte delle se di qualche fiume o torrente, o per pas-
barche da traghetto e di ricoverare i pel- sare valli assai profonde, usavano gittar
legrini negli spedali eretti sulle rive dei ponti di corde formate con corleccie d'al-
fiumi. Si vuole che certi religiosi deno- beri. Riflettendo gl'ingegneriamericani
minati di s. Maglorio avessero lo stesso quanto potesse tornare utile siiìàtla co-
scopo. Al presente si chiamano ^o/i/o/^/e- stumanza, nel 181 la introdussero ne- I

rì que'soldati d'artiglieria incaricati del- gli Stati Uniti, migliorandola col sostitui-
lo stabilimento de'ponti militari. Questo re alle funi catene a filo di ferro, e fu a-

/S|>3Wóv
PON ^ PON 11^
dottala in molti luoghi in cui era stata hlicioe Faticano sono distrutti. Di tut-
il

impossibile l'erezione de' ponti, verso il ti qui appresso darò breve descrizione per

1816 in Inghilterra e ben tosto pel ri- ordine alfabetico, secondo le odierne de-
manente d'Europa. I ponti sospesi si vo- nominazioni, cioè: i.° s. Angelo o Elio,
levano introdurre anche in Roma sul Te- 1° s. Bartolomeo o Cestioy 3.° Molle o
vere, gittandoli a s. Gio. de'fìorentini, a Milvio^ 4-*' Qitattro capi o Fahricioy 5."
Ripetta, aPonteRolto, aRipagrandeper Rotto oEniiliOy 6° Sisto o Gìaniculense,
comunicare alla strada di s. JPaoIo, al mo- 7.° Sublicio, 8° Faticano o Trionfale.
do che si legge nel n.° 36 delie Notizie Di questi il 3.° è fuori della città, il 5°

del giorno 1847. Antichissimo è l'uso dei inservibile. Tali ponti per Roma antica
ponti galleggianti, formati di pontoni, di erano molti,avuto riguardo alla poca po-
battelli comuni, di battelli di cuoio o di polazione della città occidentale, dove non
botti,che si gettano sopra unfiumeeche avea che una sola regione. F. Rioni d£
si coprono di tavole pel passaggio. Sopra Roma. I Papij come dirò, curarono la con-
un ponte di cuoio o di battelli o di otri servazione e l'abbellimento de'ponti di
l'imperatore Giuliano fece valicare alla Roma, come fecero in quelli delle pro-
sua armata il Tigri e l'Eufrate. L'inge- vincie soggette al loro temporale domi-
gnere Hermann ultimamente ideò il me- nio, a vantaggio delle quali ne eressero
todo di costruire un ponte galleggiante di nuovi, lo che riportai negli articoli che
composto di vari pezzi, che si colloca da li riguardano e nelle biografie di quelli
se stesso sulla sponda opposta d'un fiu- che ne ordinarono la magnifica costru-
me, per quanto sia largo e rapido, senza zione. Nel voi. XV, p. 3o8 dissi che in
che siavi bisogno di far passare alcuno a tempo di Conclave ponti che danno co-
i

quella parte, riuscendo di grande como- municazione al Vaticano per privilegio


do massime pel passaggio di eserciti. Que» erano custoditi dalla famiglia Maltci^Q
sto metodo fu in seguito migliorato, ed delle medaglie e segnali occorrenti al pas-
ora sonovi ponti galleggianti da potersi saggio. Senza l' intervento de' Pontefici
facilmente ritirare all'opposta sponda, gentili nonsi potevano costruire ponti sul
non che trasportare come per l'acqua, co- Tevere, né aprirne il passaggio sulla riva,
sì Vedasi Gauley,
pei piani e pei monti. a cagione delle solenni ceremouie che vi
OeuvreSjSavoir traile de la construction praticavano. Fu savio principio dell'am-
des ponte , et mémoires sur les canaux ministrazione romana di rendere respon-
de navigation, Bruxelles i845. sabili per 4o anni gli appaltatori de'pon-
I ponti di Roma, che rendono piìi fa- ti, sia per
manutenzione che per la so-
la
cili i contatti fra le due parti dell'alma lidità, e nel ^1° anno il senato con de-
città separate dal fiume Tevere [f^.), al creto faceva approvare questi importan-
dire di Dionigi, al pari delle Mura [F.) ti lavori pubblici. Durante la repubblica

formavano la difesa di una parte del suo la cura de'ponti, come delle vie, spetta-
recinto, mentre riescono ad essa di co- va ai censori. A Maestri delle strade par-
modo e ornamento perla loro costruzio- lai degli antichi edili che vegliavano ai
ne. 11 più antico ponte eretto in Pioma fu pubblici edifizi, compresi i ponti, nel qua-
il Sablicio, al modo descritto a Pontefi- le uffizio successero i maestri di strade;
ce [J^.) per quella opinione che da esso ed a Congregazione delle acque narrai
fece derivare tale titolo, e perchè fu di come Sisto V le attribuì la conservazio-
legno non mai costruito in pietra; il 2.° ne de'ponti anche di Roma, la quale nel
ponte VEmilio, 3.° il Milvio, 4.° il Fa- 1847 '' regnante Pio IX restituì al mu-
hriciOj 5.° il CestÌ0j6° 'ì\
Faticano 3 7.° nicipio romano. De'ponti che congiungo-
VEliOj 8." il Gìaniculense o Sisto: il Su- no i Palazzi di Roma di^ diXivì fabbricati
1

i.G PON PON


ne pai lai a tale articolo. Dc'ponll di Roma lungale al ponte, e ad esso la Tiberina
traltano i descrittori della città citati a dalla Flaminia, le diresse e condusse tut-
Palazzi diRoma e analoghi articoli equel- te fino al ponte da sé costruito, per cui
li che in seguito nominerò. Agostino Mar- ottenne che l'accesso, prima esìstito dal
tinelli ci diede: Descrizione di diversi solo ponte Milvio al Campo Marzio, potò
ponti sopra li fiumi Nera e Tevere^ Ro- aversi dal suo ponte Elio. Imperocché
ma 676. Slato del ponte Felice^ Roma
1 sotto il muro del Castello e dove il mu-
1682. Piranesi, classica collezione d'in- ro angolo esiste la continuazione dei
fci

cisioni illustrate l. 4' I ponti antichi di grandi archi di travertino della stessa ma-
Roma che oggi sono in essere, colle vesti" gnifica costruzione di quelli del ponte, il

già dell'antica isola Tiberina y ec. Nel t. quale fa la voltata verso il Vaticano, non
4 degli Atti dell* accad. d* archeologia a continuando ietto verso il sepolcro, co-
p. 197 si legge; Degli antichi ponti di Ro' me nella parte opposta. In una meda-
ma, dissertazione di Stefano Piale. glia d'Adriano si vede il ponte con 5 ar-
Ponte s. Angelo o Elio. Il ponte più chi, adorno di 8 colonne sostenenti sta-
bello, più nobile e più comodo di Roma tue. Melchiorri aggiunge ch'era coperto
moderna, facente parte della strada pa- da una tettoia di rame sorretta da 4^ co-
pale: quanto lo riguarda è congiunto a- lonne, con altrettante statue aldi sopra.
gli articoli Citta Leonina, Borghi di Ro- Inoltre Adriano edificò un circo vicino al
ma, massime del propinquo Castels. An- mausoleo per celebrare il natale di Ro-
gelo, ove notai quando e perchè (così nel ma dell'anno 873, di cui ivi nel i84o
voi. XXXIX, p. II, 12, 1 3) il monumen- pubblicò la descrizione il cav. Luigi Ca-

to e il ponte presero l'attuale nome, ed nina. Quindi il ponte fu chiamato Elio,


a Castellano di Castel s. Angelo. Guat- Aelìus, dal prenome del fondatore, ed an-
tani, Roma descritta , p. 7 1
, chiama que- che Hadriani, Traiani, s. Petri, finché
sto ponte il più bello di Roma e forse del nel secolo XV prevalse costantemente
mondo ;
giacché il più grande degli an- il nome di Ponte s. Angelo. Sopra di que-
tichi (rovinato essendo quello di Apol- sto il potente e facinoroso Cencio fece edi-
lodoro sul Danubio) egli stima quello di ficare una torre molto alta, ed ivi eser-
Merida, da lui veduto con sorpresa per citava ogni sorte d'avanie sopra que'che
la mole e conservazione. L'imperatore P. passavano, ed anche impose un pedag-
Elio Traiano Adriano, allorché costruì il gio nuovo: partigiano de'nemici di s. Gre-
magnìfico suo mausoleo presso la ripa de- gorio VII nel 1075 ve lo strascinò, ma
stra del fiume, circa l'anno 1 36, per lo sopraggiunti romani la disfecero, come
i

stesso architetto Detriano edificò questo raccontai nel voi. XXII, p. 216 e 217.
ponte, non solo per dare a quello e agli Nel 1 16 agognando Pietro di Pierleo-
orti imperiali attinenti dal Campo Mar- ne la prefettura di Roma, si presentò il
zio un accesso degno e maestoso, poiché lunedì di Pasqua avanti il ponte per ot-
il vicino ponte Valicano poteva servire tenerla da Pasquale II; ma denegata, sfo-
per le occorrenze più ordinarie, ma an- gò il suo dispetto sopra quei che accom-
cora,comeosserva Piale, per dirigervi tut- pagnavano il Papa. Riferisce Cancellieri
te le vie, per le quali si poteva venire al ne Possessi p. 5o8, che nel i .° Anno san-
Campo Marzio ed a Roma dall'Italia su- to i3oo celebrato da Bonifacio VIII, si

periore; onde passando per esse sì potes- ruppe il ponte che allora era di legno;
se ammirare da vicino la sontuosa mo- forse quel tavolato di cui parlai a tale ar-
le; a tale effetto diramò dalla via Aure- ticolo,con che si divise il ponte nella sua
lia vecchia l'Aurelia nuova, dalla via Cas- lunghezza, affinché quelli che andavano
sia per la via Trionfale e Cornelia prò- a s. Pietro non incontrassero quelli che
PON PON 117
tornavano. Nel i388 su questo ponte fu su basi, le esistenti belle statue di s. Pie-
ucciso il cardinal Bacloan'o{F.)ìa\lvct' tro scolpita da Lorenzetto, e di s. Paolo
tanto avvenne al famoso cardinal /^iiel- opera migliore di Paolo romano: si ap-
laschi (^.) nel i44o- De' cavalieri creati prende da Torrigio, Grotte sagre ^. 384,
dagl'imperatori dopo essere slati coronati che la memoria delle due cappelle è nel-
dai Papi su questo ponte, sotto Eugenio la chiesa della Trinità de'Monti, ove fu-
IV X, p. i e re-
e altri, parlai nel voi. i rono dipinte. Siccome Sisto V fece inqui-
lativi articoli. Ne Posseisi de Pontefici e sire anche contro gli emigrati ed rei di i

ne'solenni Ingressi di Roma[F.), presso antichi delitti, narra Novaes, Storia dei
il ponte o sulla piazza vi furono innalzati Pont. t. 9, p. 1 3o, che satiricamente si vi-
archi trionfali. Ad yénno santo 6° cele- de la nominata statua di s. Pietro col man-
brato da Nicolò V nel i i5o, raccontai co- to di feltro e gli stivali in atto di porsi
me perirono per la calca da 172 o 200 in viaggio; e che domandato della ragio-
persone reduci da s. Pietro per venerare ne di sua partenza dalla statua di s. Pao-
il Sudario e ricevere la papale benedi-
s. lo rispondesse: Collega mio, fuggo da Ro-
zione, tanto soffocate che cadute dal pon- ma, perchè dubito che Sisto V che va ri-
te per essersi rotte le sponde alquanto de- vedendo processi antichi,non voglia ven-
i

boli, onde poi ilPapa fece edificare al- dicar l'orecchio che troncai a Malco or
l'ingresso del ponte due cappelle roton- sono i58o anni! A Clemente Vili ripor-
de di marmo, di cui parlai nel voi. X, p. tai le famose decapitazioni eseguite sulla

186, e restaurò il ponte, onde il suo no- piazza. Nel vol.X, p. 188 riportai quan-
me IV. PP. F. si vede sopra uno de'pi Io- to Urbano Vili fece eseguire per dimi-
ni nella faccia rivolti al Vaticano. Dissi nuire le inondazioni del fiume, riapren-
ancora che per impedire la rinnovazione do l'arco del ponte clie diverge alquan-
di sì terribile sciagura spianò molte case to dalla fronte e l'altro ad esso prossimo,
e fece la Piazza di ponte s. Angelo {F.)j i quali erano stati chiusi nel secolo XVI.
che allora chiamavasi piazza di s. Celso fieìV Ingresso solenne in Roma di Carlo
per la vicina Chiesa di s. Celso {F.)j in- V, sui pilastri del ponte, che aveano sos-
oltre notai anche a Citta Leonina co- tenuto le colonne con istatue, furono po-
me voleva abbellire le propinque strade, ste i4 figure di terra e di stucco bellis-
edificando sul ponte due piccole torri, se sime di Baccio da Montelupo, come si ha
pure qualche scrittore dalla forma delle da Vasari. Cancellieri a p. loi de Pos-
dette cappelle e per quanto dirò non le sessi riportandone la relazione si legge:
chiamò torri. Riferisce Vasari nella vita w In ponte s. Angelo in ciascuno de'suoi
di Leon Battista Alberti, che avea dise- IO pilastri è ritta una statua di buonis-
gnato il ponte s. Angelo coperto a forma simi maestri, che fanno una vista super-
di loggia per difesa dal sole, dalle piog- bissima. Dall'una banda è s. Pietro coi
gie e dai venti, d'ordine di Nicolò V che 4 Evangelisti, dall'altra s. Paolo coi 4
si era proposto di fare simili opere per patriarchi Adamo, Noè, Abramo e Mo-
tutta Roma. Innocenzo Vili dal 1488 su sè: al portone di Castello erano 4o»'na«
delta piazza incominciò a fare eseguire le menti di festoni, armi e iscrizioni in lode
sentenze capitali, ciò che notai nel voi. dell'imperatore". Osserva quindi Can-
II, p. 3oo e relativi luoghi. Assediato nel cellieri che forse il Bernini da questa de-
1 52 7 Clemente VII nel Castello, ^e\ dan- corazione momentanea prese l'idea di a-
ni che ricevè da dette cappelle occupale dornarlo sotto Clemente IX colle dieci
dui nemici, come ricordai alla citata pa- belle statue degli angeli che sostengono
gina, le fece demolire sostituendovi dal gli emblemi egli strumenti della passio-
lato della piazza, nel medesimo luogo e ne di G. C, olile le due più antiche dei
,

ii8 PON PON


ss. Pietro e Paolo. Dappoiché volendo sui piedistalli dal canto di Castello. Mi-
Clenienle IX nel 1 668 abbellire il ponte, lizia chiama bruitele statue degli ange-
ne die In cura a Bernini, li quale con ot- li; ma iNibby, Roma nel 1 838, dice che

timo dtvisamento in luogo di parapetti belle certamente non sono dal canto del-
chiusi fece una specie di balaustrate so- l'arte, difetti appartenendo allo siile del-
i

lide di Iraveitino con inferriate, e pose la scuola bern inesca ; loda però il con-
sui pilastri le del te io statue colossali cetto di imponente decorazione, in cui

scolpendo ne'piedistalli un motto scrit- Bernini mostrò la grandezza del suo in-
turale relativo al soggetto, delle quali u- gegno, poiché il ponte per la sua costru-
na sola è opera sua propria, le altre es zione primitiva esigeva essere ornato di
sendo de'suoi scolari, scolpite sui di lui statue nelle sponde : l'essere poi divenu-
modelli. Bernini volendo fare egli stesso to il tramite più comune per andare pel
tutte le statue settuagenario avea scol- rione di Borgo alla basilica Vaticana (e
pili due altri angeli, ma sono in s. An- contiguo Palazzo Praticano residenza del
drea delle Fratte, per quanto dissi nel voi. Papa) portava che sacro fosse il sogget-
XLV, p. 176, non permettendo il Papa to delle statue, e queste dovevano accor-
che le sue opere fossero esposte in luogo darsi col nome che il ponte avea preso
apeito.Abbiamo due medaglie battute dal Castello sovrastato dalla statua del-
sottoClemente IX con l'epigrafe: ^elio l'arcangelo s. Michele, e le reliquie del
Ponte Exornato, riportate da Bonanni, Folto santOy della Lancia e della Cro-
Niimism. Pont. t. 2 , p. yoS, colle inci- ce che si custodiscono nella basilica, for-
sioni degli angeli e i nomi degli sculto- nivano il soggetto degli attributi da por-
ri. La i.^ statua a sinistra dell'angelo coi siin mano degli angeli. L'Jngresso del
Flagelli è di Lazzaro Morelli ascoiano, ponte dalla parte della piazza si voleva
queila incontro che sorregge la Colonna decorare con erigervi incontro quelle due
è d'Antonio Raggi; la 2." purea sinistra chiese che abbelliscono la piazza del Po-
dell* angelo colla Corona di spine è di polo, ma essendo il luogo troppo vicino
Paolo ÌNaldini, quella a destra che mo- al Castello non ebbe effetto l'idea, come
stra il F'olto santo è di Cosimo Fancel- ij2. Ad
riferisce Cancellieri, P(?55e55/, p.
li; la 3.^ che porta la Preste o tunica e ^nno santo 16° notai come Clemente
i dadi è pure di Naidini, quella incontro XI ordinò in tal tempo che fossero sem-
coi Chiodi è di Girolamo Lucenti ; la pre pronte alcune barchette per soccor-
4-' che sostiene la Crocee di Ercole Fer- rere chiunque vi cadesse, lo che giovò
rata, quella incontrocol Titolo della cro- a non pochi, che per l'immensa affluen-
ce è dello stesso Bernini (di cui sì disse za del popolo e gran numero di carroz-
da Pasquino, secondo Guattani, che can- ze forse arrampicandosi sulle balaustra-
ta, suona e balla e gli manca una spal- te caddero nel fiume. Narra Novaes nel-
la); la 5." che tiene la Canna e la sponga la vita del successore Innocenzo XIII, che
è di Antonio Giorgetti, e quella rimpetto nel 1723 avvicinandosi l'anno santo 17.°,
collaLancia è di Domenico Guidi. Cle- essendosi conosciuto che fondamenti
i

mente IX morendo a' 9 dicembre 1669 del ponte nelle due estremità erano pa-
non vide terminato il bel lavoro, e sic- titi, col lavoro di molti forzati fatti ve-
come per modestia avea ordinato di non nire dalle galere di Civitavecchia ne ri-

porre uè la sua arme, ne iscrizione che lo parò il danno che minacciava e solida-
ricordasse (quella del sepolcro l'ordinò mente ristabilì. Il tesoriere Collicola^co-
colle sole parole : ClenientisIX Cineres), me prefetto della Marina pontifìcia^ ne
il successore Clemente X gli fece incide- diresse la grandiosa lavorazione con lo-
re onorevole iscrizione ed il suo stemma de, onde Benedetto XIII nel 1 726 Io creò
PON PON 119
caidinale e pubblicò nel 1728, ma mori ai nostri giorni Leone XII e Gregorio
di 49 anni» per l'infermità contratta dal XVI. Leggo nel Pascoli, // Tevere na-
riverbero del sole e dell' acqua del Te- vigalo e navigahile, p. 17 (dedicato a Be-
vere, fino a perdere quasi la vista, nell'as- nedetto XlV)jche il ponte s. Angelo di
sisterecon assidua e quasi continua di- 7 archi che avea quando lo fldjbricò A.-
ligenza a tale rislauro, incomincialo nel driano, trovasi ridotto a Ire e mezzo, re-
1 722 nel pilone sinistro verso la piazza. standone parte sotto il bastione di Ca-
Kel voi. 4>
P- 371 del Saggiatore roma- stello e parte dall'opposta sponda; laon-
ììo vi è l'importante relazione inedila fat- de non polendo perciò e così ristretto ri-
ta a'24 marzo 1728 da Giuseppe Guiz- cevere quel corpo largo d'acque che ha
zttli di Fusignano, eccellente irjgegnere nelle piene da Ponte Molle a Tordi nona
e archilellodi Ferrara, sopra lo sialo del ( luogo propinquo al Ponte s. Angelo),

ponte s. Angelo, d' ordine d* Innocenzo rincalzato ivi dall'urto della loro violen-
XIII e di mg/' Collicola, per esaminar- za spande per Roma e l'inonda ne'luo-
si

ne le condizioni murarie. Egli osservò ghi bassi. Questo ponte ha 100 metri di
che avendo ceduto i fondamenti de'due lunghezza e 62 di larghezza di sbocco.
zoccoli della base de'due piloni di mez- Ponte s. Bartolomeo o Ceslio. Per que-
zo, che sostengono tre grandi archi mae-
i sto e pel Ponte Quattro Capi, l'isola Ti-
stri dalle parti inferiori del ponte, i due berina o Licaonia (della quale parlai in
zoccoli erano scomposti e disuniti; che
si diversi luoghi, come nel vol.XVI,p. i3o,
detti danni provenivano perchè l'alveo dicendo della confraternita de' sacconi
del fiume dalla parte superiore del pon- rossi, s. Bartolomeo e ad O-
a Chiesa DI
te nelle escrescenze non avea proporzio- SPEDALE DI GlOVAKNI DI DlO, chc SOnO
S.

nato sfogo ed esito sotto ì nominali tre nella medesima ) si congiunge il rione
archi e ne* due minori; che gl'impedi- di Trastevere agli altri di Roma. Edifi-
menti e ostacoli che l'acqua trovava nel- cato in tempo della repubblica, non sem-
la grossezza de' quattro piloni, nel con- bra sicuro perchè prendesse il nome di
trasto e ritegno producevano scavamen- Ceslio, come l'epoca precisa di sua ere-
ti considerabili e profondi sotto gli ar- zione.Certo è che essendo prefetto di Ro-
chi. Riporta poi la larghezza de' 5 archi ma Simmaco Aproniano che lo dedicò,
del ponte s. Angelo ed ancora de' ponti gl'imperatori Graziano, Valentiniano e
Molle, Sisto, Quattro Capi e s. Bartolo- Valente lo rifecero di nuovo o restauraro-
meo, rilevando che il i." è il più angu- no nel 3690 37o;Io che si legge dalledue
sto nell'ampiezza degli archi e perciò più marmoree iscrizioni sui parapetti del pon-
sottoposto a patir danno , massime per te,prevalendo a tali nomi quello di Pon-
l'impeto delle acque nelle somme escre- te Graziano. P. Ferralo nel Catalogo

scenze, mentre gli archi degli altri pon- de ponti di Roma nomina Pons Cestius
ti superano in larghezza l'alveo del Te- da chi Lucio Ceslio che
Io edificò, forse
\ere che vi ha facile e libero sfogo. Per- fu lascialoda Cesare al governo di Ro-
tanto credette principalmente necessa- ma nel 708, allorché partì perla guer-
rio : i.° di fare sotto gli archi del ponte ra di Spagna, quale uno de'due prefetti
s. Angelo fondamenti una
e a difesa de' urbani, secondo Nibby. In vece Piale cre-
soglia di travertini, e ridurre il piano a de che l'erezione si debba al fratello di
competente superficie; 2.° di ristorare il detto Cestio cioè a Caio Ceslio Epulo-
,

ponte in alcune sue parli e ridurre due i ne, sepolto nella piramide omonima pres-
archi piìi piccoli a tutta quella larghez- so il Monte di Testaccio e la Porta O-
za e bassezza di fondo possibile. Posterio- stiense os. Paolo (f^.). Venne il ponte

ri ristauri li fecero nel 1792 Pio VI, ed chiamato Ferrato per la quantilà delle
I20 PON PON
catene di ferro de' prossimi molini che tale, colla piii nobile porla di Roma. Mel-
sono nel fiume questi nioiini pensili so-
: chiurri seguendoallri lodice edificatonel
pra barconi la prima volta furono im- 645 da M.Emilio Scauro e perciò lo chia-
roaginali da Belisario nel 53 7, poiché a- ma Emilio, nome che corrotto ne'secoli
vendo Vitige tagliato gli acquedotti che di mezzo si iovmh Molvius , Mulvius, Mil-
facevano girare i molini , ed essendo la i'm^, donde derivò il moderno Molle. Pe-

città sul mancare di farina, Be-


punto di rò Piale osserva, citando Livio, che il pon-
lisario ordinò di unir due barche insie- te esisteva già collo stesso nome di Mil-
me lasciando fra loro lo spazio di due
, vio fin dal 547 ^' Roma , cioè 98 anni
piedi ed attaccarle da ambe le sponde
, prima del censore Emilio ,
provandone
con catene perchè restassero ferme, e so- l'anteriorilà con diverse ragioni. Quan-
pra ciascuna di queste fece adattare due to al nome, egli crede che debba dedur-
mole , quindi nello spazio intermedio si si dal Monte 71/rtr/o, alle cui radici sor-

collocò la macchina per farle girare, mec- ge. Concorda nell'anteriorità Nibby, che
canismo che poscia è rimasto sempre. Nei lo dice esistente almeno
di Ro- nel 546
tempi bassi poi il ponte ebbe il nome di ma, 207 avanti la nostra era, probabil-
Polite di s. Bartolomeo, per la vicina chie- mente fin dall' epoca della costruzione
sa. Dice Piale che nel secolo X il ponte delia via Flaminia, che per esso tragitta
fu restaurato da Benedetto senatore di il Tevere, la quale fu aperta da C. Fla-

Pioma, che Nibby crede probabilmente minio nel 53 1. Quanto al nome egli cre-
poscia nel i o 1 2 Benedetlo Vili : però de solo ripeterloodaun Molviuso Mal-
JMelchiorri crede un Benedetto senatore vius che lo coslrusse, o dal ricordalo mon-
del 1092 01093. Fu restaurato e pavi- te, come avvenne ai ponti Vaticano, Gia-

mentato da Eugenie IV , indi nel 1598 niculense e Palatino. Per concordare


venne ristorato dai guasti dell'inonda- quelli che ne fauno autore Emilio, sup-
zione, ed ancora nel 1679 ^^ Innocenzo ponendo il ponte in origine di legno, di-
XI e nel 1834 da Gregorio XVI che ri- ce Nibby che Emilio lo facesse di pietra
fondò in parte l'arco minore dal lato di e la costruzione delia parte antica si ac-
Trastevere. È costrutto di travertini nel- corda con l'epoca. Molte sono le notizie
la parte esterna, di tufo nell'interno: dei storiche di questo ponte , perchè la sua
parapetti di marmo si conservano quel- posizione è molto importante, avendole
li con l'iscrizione posta da Simmaco, fla registrale in molli articoli. Nel 546 i ro-
metri 43.87 di lunghezza e 23.87 di sboc- mani vi accorsero in folla a incontrare
co neir arco principale, perchè gli altri i legali apportatori dell'annunzio della
due minori essendo assai alti, servono di vittoria ottenuta sopra Asdrubale, che
passaggio alle acque nelle sole piene. forzò Annibale a lasciare l'Italia. Nel 675
Ponte Molle o Mihio. È situato fuo- vi posero campo i luogotenenti del de-
ri del recinto attuale di Roma, circa due funto Siila per opporsi a Lepido. Ivi nel

miglia lungi dalla Portó del Popolo (/^.), 691 d'ordine di Cicerone fmono arre-
da Vittore e altri contalo fra' ponti ur- stati ì messi degli Allobrogi complicali
bani, sebbene fino ad esso non giunsero nella congiura di Catilina. Per l'oppor-
mai né le mura, ne il pomerio, come no- tunità e amenità del luogo, celebrala da
ta Piale. Monumento importantissimo Guattani, anticamente come al presente
non solo per le antiche memorie di sto- vi furono frequentati alberghi, recando-
ria patria, ma ancora per la comodità che visi spesso di notte in bagordi Nerone, co-

porge al pubblico, congiungendo una del- me nota ancora Degli Efièlli, Mem. di s.

le principali strade nazionali, che dalie Nonnoso, p. io5, che inoltre dice le ra-

più lontane proviocic menano alla capi- gioni perchè il ponte fu detto Giulio,
PON PON ìli
Nella era nostra è memorabile il fatto zione del cardinal Cienfuegos, che la fe-

d'armi accaduto nelle sue vicinanze Ira ce scolpire da Cornacchini. Verso la cam-

Vitellio e Vespasiano. Dipoi celebrità pagna la testa del ponte era difesa da u-
maggiore acquistò il ponte per la vittoria na torre quadrata cominciata da Nicolò
riportata ne'suoi dintorni nel 3 1 2 da Co- V e terminata dal successore Calisto 111;
stantino sopra Massenzio, circa 6 miglia prima eravi un fortino chiamato Tripi-
più oltre, presso l'odierna stazionedi Pri- zon, opera de'tempi bassi, in gran parte
ma Porta, non che i destini di Roma e di legno. Nel pontificalo di Pio VII e nel
dell' impero si decidessero sul ponte co- 1 8o5danneggiata la parte lignea del pon-
me il volgo erroneamente crede ,
giac- te per l'inondazione straordinaria del 1
che il tiranno annegò nel Tevere coi
si febbraio , lo riparò e ridusse a miglior
suoi tesori quando fu tagliato il ponte di forma V architetto Valadier, facendo di
barche su cui fuggiva. INel 53^ ritenne materiale solido le parti lignee , addriz-
questo ponte Vitige nelTassetiio di Ro- zò il transito, e foggiò con ingegnoso di-
ma, e nel 547 ^" '' ^^^^ ponte suburba- segno la torre a guisa di arco, perchè for-
no che Totìla non distrusse. La potnpa mava ostacolo al passaggio diretto: sul-
funebre del cadavere di Papa Sabiuiano, la testata del ponte e incontro a detta
dal Laterano per porta s. Giovanni lun- statua fu eretta quella della B. Vergine
go le mura ^ pel ponte nel 606 andò a Immacolata, di travertino, scolpita da Pi-
s. Pietro. A Ingressi solenni in Roma ri- giani della medaglia coniata a Pio VII
:

portai quelli fatti per questo ponte nel- feci parola nel voi. XXXV, p. 18G. Nel
l'Boo da s. Leone III e da altri Papi e 1825 sulle altre due teste del ponte vi
imperatori, di questi ultimi parlando- furono collocate le statue di s. Gio. Bat-
ne anche ai loro articoli. Nel secolo X l'u- tista e del Redentore , il primo in atto
tile dominio del ponte spettava alle mo- di dare e l'altro di ricevere il battesimo,
nache di s. Silvestroin Capite. Neh 4o5 brutte sculture di Mochi. Sotto il gover-
presidialo dai partigiani d' Innocenzo no repubblicano del 849 avendo 1 il pon-

Vii, fu incendialo dai ghibellini roma- te solFerto le più gravi devastazioni, per-
ni, essendo in parte di legno , mentre i chè ostinandosi ad una inutile difesa ne
papalini lo troncarono. Subito fu ripa- avea ordinatola demolizione, onde im-
rato e neli4o8 era in pieno uso. Le fa- pedire da quella parte il passaggio alle
zioni militari quivi succedute, le notai truppe francesi, appena ristabilito nello
in diversi luoghi. Il ponte è sostenuto da stessoanno il governo pontificio, il mi-
4 archi grandi e 3 piccoli, oltre 4 ^<^i'- nistro de'lavori pubblici a mezzo dell'in-
nici intermedii che sebbene restaurati
, gegnere cav. Azzurri lo ristorò intiera-
conservano le antiche vestigia i 3 archi : mente, operandovi pure altri lodevoli mi-
minori furono costruiti nel i8o5 e sosti- glioramenti. La lunghezza del ponte è di
tuiti a pilastri sostenenti un ponte leva- metii 1 36 dai fianchi, mentre 94-24 ^ '^
toio di legno; uno di questi archi unisce larghezza totale nello sbocco degli archi.
ponte colla sponda due Notò
il sinistra, gli altri Cancellieri, Possessi^ p. 474 che >

lo legano colla destra. Gli archi maggio- questo ponte èsituato in modo nella sua
ri però sono antichi e restaurati in va- lunghezza, che viene a formare come una
rie epoche, la principale appartenendo a meridiana, mentre le ond3re degli archi
Nicolò V del 1447 dopo le memorate ro- circoncidono nel mezzodì , e producono
vine. Prima deli8o5 le due testale era- tutte insieme una linea retta in cui scen-
no di legno a uso di ponticelli levatoi : de l'ombra solare.
la statua di Giovanni Nepomuceno nel
s. Ponte Qualtro Capì o Fahricio. Con-
1731 vi fu eretta, premessa lu bencdi- giunge Roma all' isola sacra o Tiberina
122 PON PON
o Licaonia o deMue Ponli, ora delta di questi, secondo il p. Casimiro, /?ic/w.r/e//c
s. I3ar(oIomeo dalla basilica che racchiu« chiese p. 265 (della chiesa e convento di
de, la quale pel Ponte di s. Bartolomeo s. Bartolomeo nell'Isola), nel 1744 cir-
n Cestio si unisce al rione di Trastevere. ca erano a lato della chiesa di s. Grego*
ìù il più antico della città fra i supersti- rio, e uno avanti quella di s. Bartolomeo.

tiche si consei'v.ino, meno i parapetti Due ne vidi io presso la prima, ma di re-


che sono moderni, come negli altri ponti, cente furono stabiliti sui parapetti del-
percliè edificato l'anno di Roma 692 in l' ingresso del ponte, o per ripristinarli
pietra da L. Fabricio curatore delle stra - ove anticamente slavano, ovvero perchè
de d'ordine del senato, onde fu chiama- le loro sculture conservassero il poco che

lo col suo nome; ma siccome il senato ed vi è restato. Nibby sospetta che in ori-

i consoli, secondo il sistema, l'approvaro- gine servissero per le barriere di ferro o

no dopo4o anni, cioè nel 7 3 3, così alcu- di bronzo, pegli incastri che presentano.
ni a quest'anno e secondo le lapidi prò- Piale crede che il ponte fosse ristauralo nel
haveriint y attribuirono l'erezione del 733 per le terribili inondazioni del 731
ponte. Certo è ancora che fu eretto pri- e732 di Roma quindi altro ristauro lo
;

ma del Cestio j per cui fuprimo ad u- il deve a Eugenio IV , che pure lo pavi-
iiire l'isola ad una delle sponde del Te- mentò. Il parapetto è moderno e fu ri-
vere sopra una delle due correnti in cui fatto nel 1679 da Innocenzo XI , insie-
divide il fiume. Si apprende da Orazio me al lastricato, poscia più volle rinno-
che da questo ponte a'iempi suoi erano vato come al Cestio. Il ponte si compone di
soliti gittarsi nelle acque sottoposte quei due belli archi, che hanno le faccie esterne
ch'erano presi da disperazione. Siccome dell'archivolto di travertino, e nel resto
uno de'consoli ricordati nell'iscrizione è sono di peperino ; tra essi vi è un mino-
Lepido, nel V e VI secolo si disse pons re arco ornato di due pilastri d' ordine
Lapideiis. Inoltre venne chiamalo ponte dorico. Questi ed altre vestigia mostra-
Tarpeio, forse per esser vic'no alla Rupe no che le faccie esterne del ponte erano
omonima, come opina Gualtani; e ponte fasciate di travertino, che danneggiate
di Antonino negli atti de'martiri,donde verso il secolo XII si formò una cortina
furono gittati nel Tevere s. Pigmenio d'opera laterizia simile alla torre de' Pier-
prete già maestro di Giuliano apostata leoni situata a sinistra della testa occi-
(Piazza a p. 116 del Menologio dice che dentale del ponte. La sua lunghezza è di
fu precipitato dal Ponte Palatino) ed i metri 5S, con 48 di larghezza di sbocco.

ss. Simplicio e Fausto con sasso legato al Della detta chiesa di s. Gregorio parlai

collo, come siha da Martinelli Roma , nel voi. 286. Benedetto XIll nel
XI, p.
sacra p. 2 i. Che ne'bassi tempi si appel- 1729 la riedificò dai fondamenti con di-
lò ponte de* Giudei, pev la vicinanza del- segno di Barigioni, la consagrò e die al-
l'abitazione degli ebrei a destra del suo l'arciconfraternita di Maria della Divina
ingresso e incontro la chiesa di s. Grego- pietà ( che sovviene le famiglie onora-
rio, lo dichiarai nel voi. XXI, p. 35. Si te e bisognose per cui ne tratto a Po-
,

disse poi Ponte Quattro Capi per gli er- vero ), la cui miracolosa immagine si

mi quadrifronti di Giano o Giove barba- venera sull'altare maggiore. Il s. Filip-


ti, che presso le due teste di esso si vedo- po nel suo altare è del cav. Casal ; il s.
no, e siccome nelle vicinanze fu il tem- Gregorio nell' altare incontro lo dipinse
pio di Giano Gemino o Licaonio, perciò Parrocel, il quale colorì ancora un'Assun-
si conosce la provenienza. Il Venuti dice ta nella volta, e sulla porla esteriore della
che detti monumenti, ognuno di 4 teste
i chiesa un Crocefisso e altri santi. A' 12
riunite, altri H stimarono Termini. Tre di marzo vi si celebra la festa, ed il Piazza
?0N PON 123
a dello giorno, Emerologio di Roma, di- marzo 1 801, di Pio VII, col quale conces-
ce che qui era il palazzo de'Gordiani,che se a questa chiesa di s. Salvatore W /us
alcuni slimano fosse la medesima famiglia piscandi al ponte Rotto , con esenzione
di s. Gregorio I, cioè l'Anicia Frangi- da ogni gabella, a beneficio de' poveri

pani o Pierleoni. della parrocchia. Piazza, p. 3 i i del ilfe-


Ponte Rotto o Palatino o Emilio. W suo nologio, dice che da questo ponte fu git-
nome primitivo derivò dalla localilà, per- talo s. Nicomede e il suo corpo venerasi
chè ri volto verso 'ì\3ionte Palatino e pro- a s. Prassede. Neil' anno 56o di Roma
pinquo alle sue radici ; quelli di Aenii- per la desolatrice inondazione e maggio-
lins e Fuhiiis gli ebbe dagli scriltori del re del precedente anno, furono rovescia-
II secolo di nostra era perchè portava ,
ti i ponti Sublicio e questo che allora e-
incisi nomi di Fulvio Nobiliore e di M.
i rano i soli della città, probabilmente am-
Emilio Lepido censori, che ne incomin- bedue di legno, come di certo lo era il

ciarono la costruzione, ed essendo il 2.° primo. Quindi fu riedificalo magnifica-


anche Pontefice massimo prevalse il suo: mente di pietra e fu il 1° ponte solido
fu detto Consolare, da alcuni Senatorio, che sorgesse in Roma nel 573 per opera
e dalla iscrizione di Gregorio XIII, ma dei nominati censori , però nel porto e
avverte Piale esso appartenere al ponte pile del ponte, mentre nel 61 i censori i

SubliciOj errore che copiarono molti ; P. Scipione Africano minore e L. Mum-


nondimeno osserva Severano, Mem. p. mio allogarono l'edificazione degli archi
3 16, che il ponte Palatino o Senatorio e locompirono nel 6 1 2. Dal leggersi sul-
serviva per le persone nobili, il Sublicio le pile nomi di Emilio e Nobiliore po-
i

per quelle di bassa condizione e pei po- tè di credere


dare occasione all'equivoco
veri. 11 nome di Rotto deriva dalla cir- che questo e non il Fahricio si chiamas-
costanza attuale per trovarsi troncato e se dal volgo nel secolo Lapidiiis, cioè V
rollo. Fino dal secolo XII si chiamava di pietra. Riedificato circa il 208 di no-

Ponte di s. Maria, sia per la vicina chie- stra era dall'imperatore Probo, fu dello
sa di s. Maria Egiziaca (di cui nel voi. LI, pons Probi. Lampridio narra che nel
p. 325), sia perchè trovasi al principio 222 da questo ponte fu gittalo il cada-
della strada che conduce a s. Maria in vere dell' imperatore Eliogabalo. Cadde
Trastevere, o meglio per quell'immagine nuovamente nel pontificato di Gregorio
di Maria Vergine che si venerava nella JX per r inondazione del i.° febbraio
chiesina di s. Salvatore contigua al pon- i23o, seguita da terribile epidemia e ,

te. Della provenienza della celebre im- quel Papa lo rifece, già denominandosi
magine, che collocata prima in unacap- pons s, Mariae. Siccome questo ponte
pelletta edificala sul ponte, poi trasferita non fu collocalo saggiamente in origine,
in detta chiesa, quindi in quella di s. Co- è stalo sempre soggetto ad essere i*ove-
simato, parlai nel voi. XXVI, p. ! go. La sciato nelle grandi inondazioni del fiume,
chiesa di s. Salvatore, già parrocchia (di che dopo i due ponti dell'isola Tiberina
cui nel voi. XXV, p. 20), posta propria- in un sol ramo passava sotto; imperocché
mente al fine della via de'Vasellari, nel riflette Nibby, la confluenza delle due
lestaurodel i4751esue 4 colonne for- 1 correnti nel riunirsi si spinge con tutta
manti 3 navi furono murale entro pila- forza verso la riva sinistra e batte di fian-
stri, ricevendo maggior abbellimento nel co i piloni, inconveniente ch'era minore
1700 dal proprio parroco, come narra nello stato primitivo delle sponde e del-
Venuti: ora è posseduta dall'università l'isola, contribuendo ai guasti e alle cau-
de' calzolari. JVel t, 12, p. i36del^«//. se de'patiti disastri le parale e rilegni fat-
cont.s'ì legge il breve Quum siciit, de'23 ti per dare la corrente necessaria alle con-
124 PON PON
tigue moli natanti , le quali adottate in disse a lui mentre lo passavano a caval-
tempi lV angustia da 13eiisnrio , furono lo: questo pontetrema sotto, solleci-
ci

sempieconservate. Tutta volta il Guutta* tiamo il cavalcare acciò non rovini men-
ni, Roma iltscritla i. i, p. 87, parlando tre ci siamo noi. Indarno il popolo ro-
di questo ponte, osserva che il filone del- mano tentò di rifarlo di legno nel pon-
la corrente riesce in questo angolo ga- tificato di Pio IV. Essendo imminente
gliardissimo, il perchè re Servio Tullio l'anno santo iSyS, Gregorio XI 11 die a
ed due Tarquini barricarono tutta la
i Matteo da Castello architetto idraulico la
riva di quadri di peperino (quando l'iso- commissione di riedificare la partt cadu-
la però non erasi ibrniata ), quali ser- i ta, eda'23 giugnoiSyS il Papanellefou-

vendo di muro alla città e di contrafl'orle damenta de' nuovi piloni vi pose quelle
alla cloaca massima formarono un bel
, medaglie di cui feci cenno nel voi. XLI V,
passeggio, chiamandolo pulchnini lltus, p. 78. Quelle che coniò per questo pon-
per quelle prospettive naturali e artìsti- te il quale era compilo nel
, iSjS colla
che ch'egli enumera: inoltre trova anch'e- spesa di 54,ooo scudi, una presenta l'e-
gli dubbio che il ponte si chiamasse Se- difizio colla statua della B. Vergine sos-
natorio, pel passaggio de' senatori, che tenente il Bambino e avanti al ponte la
per esso andavano a consultar libri si- i figura del Tevere; l'altra contiene il pon-

billini riposti arcanamente alle falde del te con delta statua Bonanni che le ri-
:

Gianicolo. Trovandosi il ponte in deplo- porta, Numisni. Pont. 1. 1, p. 323, a p.


rabile condizione, Giulio Ili lo rinnovò, 346 ci dà la figura del ponte riedificato
uiiìdandone la cura a Buonarroti. .Men- da Gregorio XIII di 6 archi grandi, fra i
tre in buona parte con casse avea rifon- quali sopra piloni aprivansi Sarchi mi-
i

dalo e fatto diligenti ripari al le pile, e gros- nori, sui quali era Tarme del Papa, tran-
se spese di legnami e travertini per l'o- ne quel di mezzo, oltre la sua insegna del
pera, i chierici di camera erroneamente drago scolpito ne'sesti de'4 grandi archi
persuasi che Nanni di Baccio Bigio lo fi- centrali. Ma a' 24 dicembre 1^98 a ore
nirebbe con minore spesa e maggior sol- 22 per la violenza delle acque il ponte
lecitudine, tolsero il lavoro a Buonarro- rovesciò, come ancora si vede mancante
ti che ritenevano non curarsene per l'e- di due archi, appena eravi passalo il ce-
tà, e lo affidarono a cottimo all'altro ar- lebre cardinal Pietro Aldobrandini nipote
chitetto nel i552: il Papa, che voleva del vivente Clemente Vili, per portare
poche brighe, lasciò fare. Nanni non at- i necessari soccorsi ai propinqui abitanti

tese alle necessarie fortificazioni in rifon- sequestrati dalla straordinaria inondazio-


derlo, lo scaricò di peso per vendere gran ne. Degli archi di Gregorio XI li restano
numero di travertini di che era rinflau- i 3 della sponda trastiberina, de'quali il

cato e selciato e lo rendevano più forte, i.°epiù aderente ad essa è superstite del
più sicuro egagIiardo,sostituendovigViiaie costrutto dai censori Scipione e Muin-
e altri getti e facendovi sponde con altre mio : sulla ripa alle radici del Monte Pa-
cose, che a vederlo pareva rinnovato tut- latino rimane tuttora la testa del ponte
to e terminandolo con molta celerità.
, fatto da Giulio III, col suo stemma. Non
Però indebolito e tutto assottigliato, do- fu più rifatto e prese il nome di Rotto ,

po 5 anni a'27 settembre iSoy (secondo benché più volle se ne progettò il rislau-
A tonasi, ma a' 1 4 gennaio a 5 ore di notte ro. Bonanni pubblicò nel 1692 quello del
dice Cola Coleine) per la piena del fiume prelato Vespignani economo della fab-
rovinò quasi intieramente sotto Paolo IV. brica di s. Pietro, idealo da Carlo Fon-
Vasari che ciò narra, aggiunge che lo a- tana , citando Canceilieri il titolo della
vea predetto Buonarroti, e che un giorno stampa nei Merctìt/o, a*p. 67, col nome de-
PON PON 125
gli scrillori di questo ponte, che celebra e due dell' Isola Tiberina, costruì que-
ì

per la sua slrutlura, anticliiln, bella ap- sto nuovo ponte, che da lui ebbe il pro-
parenza e altre prerogative, dicendo che prio nome datogli dal padre dopo otte-
ne avea con successo proposta a Pio VI nulo l'impero, prima appellandosi L.Set-
la riedificazione col nome di Pio e la spe- timio Bassiano, dicendosi dopo divenuto
sa di circa 56,ooo scudi ma che le so- , imperatore M. Aurelio Antonino Cara-
praggiunte vicende impedirono edètithi- calla, come riporta Nibby. Altri dicono

re. Altro progetto a'nostri giorni pubbli- incerta l'epoca della primitiva fondazio-
cò il Del Ponte Se-
cav. Pietro Lanciani, ne, convenendo che quest'imperatore M.
natorio ora Ponte Rotto con figure^ Ro- Aurelio lo edificò di marmo. Piale cre-
ma 1826. de che ne sia fondatore Settimio Severo
Ponte Sisto o Gianiculense o Aurelio. e che Caracalla lo compì o ne usurpò la
Da questo dalla città si passa nel rione gloria e il titolo. Nibby ritiene che da
di Trastevere j venendo decoralo T in- questo ponte si giltassero i martiri, non
gresso dalla Fo/z^^az^x di ponte Sisto (^'^.), dal Fabricio o dal Palatino come altri

cui è contigua la chiesa e V ospizio ( di scrissero, e che piuttosto la corrente ne


XXIX, p. 278), aven-
cui parlai nel voi. trasportasse i corpi all'isola. Il ponte fu
do Gregorio XVI nel 835 formato quel 1 rovinato nel 792 nella terribile inonda-
largo che si vede colla demolizione d'un zione di dicembre, che svelse la porta Fla-
piccolo fabbricato. Fu detto prima Ja- minia eia trasportò fino all'arco delle tre
nicidense oGianicolo pel transito che dà Favicelle(di cui nel voi. L, p. 72, ove per
al DI onte Gìanicolo^ che gli sta incontro; errore tipografico il citalo voi. XLVI
Aurelio e Antonino per averlo edificato manca di I), scavalcò in vari luoghi le mu-
l'imperatore M. Aurelio Antonino Cara- ra, e di là alla basilica di s. Marco rove-
calla, o dalla via Aurelia a cui conduce, sciò il portico Palatina, e dilargandosi per
secondo Fulvio; ed anche Ponte Rotto, le piazze pervenne al ponte Antonino e
Pons Fractus, e in Onda, sia per essere rovesciatone muro uscì a scaricarsi di
il

stato guasto e rovinato dal Tevere per nuovo Dopo di quell'epoca


nel suo Ietto.
più secoli, sia per essere vicino alla chie- trovasi designato col nome di Pons Fra-
sa di s. Salvatore in Onda (di cui nel voi. ctus nelle bolle di Benedetto V III del 1 or9
XXVI, p. io3), che prese tal nome per e di s. Leone IX del 1
049, ed anche suc-
essere soggetta alle minime escrescenze cessivamente Po«5^/2;o/zm/. Si legge nel
del fiume come situata in luogo basso, diario di Stefano Infessura, che a'29 a-
concessa da Gregorio XVI alla congre- prile 1 473 Sisto IV con 4 cardinali e mol-
gazione della Regina degli Apostoli. Fi- ti vescovi si portò Maria al palazzo di s.

nalmente prese l'odierno nome da Sisto in Trastevere (il di cui capitolo gode il
IV che lo rifece. Avendo Settimio Seve- juspiscandi con esenzione da qualunque
ro mentre era privato comprato spaziosi gabella, sulle sottoposte acque) e al Pon-
orti nella regione trastiberina, prese af- te Holto che avea destinato rifabbricare.
fezione alla contrada e la ornò con gran- Discese nel fiume e pose ne'fondamenli
diose opere pubbliche. Nel 2 f i di nostra una pietra quadra col suo nome e anno,
era e dopo la morte di quell'imperatore e dietro a questa alcune medaglie d'oro,
ereditò gli orli il figlio e successore Ge- colla sua effigie e il prospetto del ponte,
la, e lui spento ne divenne proprietario riportandone il tipo Bonanni ,
Numis.
il fratello Antonino, il quale bramoso di Pont. l. I, p. 91. Fu accessibile alla mol-
far cose magnifiche e amando il soggior- titudine che concorse a Roma nel giu-
nodi delti orli, ed essendo troppo distan- bileo147^ (che fa la principale cagione
ti dal Campo Marzio il ponte Vaticano per cui il Papa si determinò a rifarlo,
-

126 PON PON


onde eli mina re la catastrofe accaduta nel di Roma da gente barbara che abitava
precedente anno santo sui ponte s. An- i dintorni, che lo restaurò Ercole , e ri-
gelo, con dar sfogo meglio ai popolo di fece Anco Marzio, ma di legno, diroccan-
circolare) e tolalmeiite venne compito do ilmurato per maggior sicurezza del-
nel i479> ^ J'*dlora in poi prese il nome la città. Certo è che il re Anco Marzio
di Sisto IV, ponte Sisto, cora' egli volle lo formò di legno su piloni di muro o di
chiamarlo. jN'e fu architetto Baccio Pin- pietra, circa l'annoi i4diRoma, per con-
telli, che fu lodato per l'eccellenza del la- giungere la parte del Trastevere ov'era
voro e per la fortissima solidità, facendo il Gianicolo colla rocca , sotto il Monte
uso degli avanzi de'piloni antichi. Riferi- y4 ventino,poco lungi ove fu poi la porta
sce Bonanni, che mentre Sisto IV era pro- Trigemina. Fu dtlloSublicio perchè 5«-
curatore de'conventuali, abitando il con- hlices, voce d'origine volsca, chiamavan-
Tento di s. Salvatore in Onda, residenza sì le travi o piane di legno colle quali fu
de'procuratori dell'ordine, e trovando in- costruito, ovvero perchè i materiali dal
comodo i ecarsi al Valicano pel ponte s. paese de'volsci furono trasportali in Ro-
Angelo, disse per ischerzo di voler rifare ma. Guattani però spiega il vocabolo Su-
il ponte appena sarebbe Papa e manten- bliciojCiuasìsub ilice, e ne deplora la di-
ne la parola. Il diarista Coleine registrò struzione poiché volendosi andare a s.
,

nel 557, che la grande inondazione ro-


1 Paolo ed a s. Sebastiano bisogna tragit-
vinò Ponte Sisto, si allagarono 8 mole, tare il fiume in barchetta, più non esi-
e non potendosi passare a cavallo alcun stendo il Palatino : egli crede che vi si
ponte. Forse avrà sofferto nel solo lastri- precipitassero i cadaveri degl'imperato-
cato, non conoscendosi altri rimarchevo- ri Eliogabalo e Comodo. Fra le ceremo-
li ristauri , ed il lastricato e i parapetti nie che si facevano su questo ponte, e-
rinnovò Clemente Vili dopo la tremen- ravi quella annuale di gittar nel Teveie
da escrescenza dell 598. Paolo V dires- maggio 3o fantocci di giunchi,
agi' idi di
se su questo ponte i condotti delle Fo/i- chiamali A rgei cioè greci, costume intro-
tane acqua Paola, senza che risen-
dell' dotto da Ercole (che uccise nella vicina
tisse danno l'edificio; ed Innocenzo XI spelonca il fimoso ladro di buoi Cacco)
vi operò qualche bonifico. Si compone di per abolir i barbari sagrifìzi umani de-
4 grandi archi di travertino, in mezzo ai gli aborigeni, che gitta vano nel fiume 3o
quali vi è un gran foro detto l'occhialo- uomini colle mani e coi piedi legali, per
ne di ponte Sisto ,
per isfogo alle acque placar Saturno « in odio La fun-
de'greci.
nelle grandi piene e per diminuir l'urto zione si faceva dai pontefici dopo aver
che soffre il ponte nel mezzo. La sua lun- celebrato i sagrifizi di rito, accompagna-

ghezza è di metri 58, di larghezza di sboc- ti dalle vestali e dai pretori, facendo la
co 48. vestale massima il gettito delle immagi-
Ponte Suhlìcio. Il piìi antico, che se- ni o simulacri. Nel ySi di Roma pon-
il

condo alcuni die origine al nome di Pon- te fu portalo via dall' alluvione del Te-
teficecheè anteriore,onde a quell'artico- vere, e fu quindi rifatto di legno, Ovidio
lo parlai di sua edificazione e della sua di- dice di rovere. L'altra grande inondazio-
da Orazio Coclite e perciò chia
fesa fatta ne avvenuta ne'lempi d'Antonino Piolo
matoarjche col suo nome, venendo tenu- dannneggiò, per cui quell'imperatore lo
to per sacro onde Sacro pur si disse ,
, ristaurò, e formò di pietra, onde qual-
spettando ai pontefici spesso restaurarlo, cuno lo chiamò ^o^z^e Antonino. Conti-
per le quali ragioni si appellò inoltre /l/rt.v- nuando ad essere di legno ne' primi del
simo. Severano,/l/em. p. 354, opina che secolo V di nostra era, ed essendo un pon-
fosse fabbricato prima della fondazione te sacro pei pagani, onde fu detto ponte
PON FON 127
Sa^rOf crede Nibby che inJi Irasporlalo ancora memorabile, perchè ad esso dal-
via da qualche alluvione non venisse più le vicine scale Gemonie (di cui nel voi. IX,
rinnovalo. Ch' era rotto e denominato p. 264 e altrove) si strascinavano quelli
pons Fraclus ne'primordidelsecolo XI, che si doveano gittar nel fiume, ond' è
siapprende dalla bolla di Benedetto Vili probabile che per le medesime fossero
che determinò confini del vescovo di
i strascinali quei martiri che da questo pon-
Porto, dicendosi fra Martnorala (così det- te furono gitlati ne! Tevere, acciò uoa
ta dal luogo degli scarichi de'marmi pro- fossero sepolti dai cristiani e fossero tras-
venienti pel Tevere, o al dire di Severano portati al mare, come fu fallo coi ss. Ip-
pei marmi superstiti appartenuti a que- polito e Adria , Ruflìiia e Seconda , Ca-
sto ponte) e il porlo di Ripagrande, nel lepodio (poi pescato da s. Calisto), A-
luogo propinquo all'odierna Salara, sot- sleiio,Quirino, Zoe, Vittorino, Sinfo-
to il Monte Aventino. Gli avanzi che ivi riano, Castorio e Simplicio scultori rin-
si vedono e che certamente appartengo- chiusi vivi in una cassa di piombo, e al-
no al ponte Sublicio, sono di materie so- tri molli santi martiri, i cui nomi ripor-
lidali , in origine fasciali di travertini; ta Severano. Da questo furono eziandio
quindi da alcuni si deduce che tutto il pon- precipitati i facinorosi e scellerati, fra 'qua-
te fosse di materiali solidi nell'ultimo pe- li Sciano e que'senalori che contraddisse-
riodo di sua esistenza; per altro senibra ro Tiberip, quando voleva che Gesù Cri-
indubitato che le pile potessero essere so- sto fosse ricevuto per un Dio. Chiaman-
anche supponendoli pontedi legno,
lide, dosi ponte Antonino anche il Sistole gli
perchè così facilmente disfacevasi il pia- atti de'martiri dicendo che furono pre-

no di tavole e facilmente ricostruivasi. cipitali dal ponte Antonino, Severano è


Queste pile furono smantellate nel 1484 per il Sublicio almeno per quei prove-
,

(come dissi nel voi. XIII, p. 27), epoca nienti dal vicino circo Flaminio. Job, de
dell'ultima rovina del ponte, giacche ai Buleo scrisse, De Sublicio ponte Caesa-
23 luglio Sisto IV mandò al campo del- ris, Lud. typ. Bertelli 1559.

le milizie pontificie (o in Castello) 20 car- Ponte Faticano o Trionfale. Gli de-


ra di palle da bombarde di travertino, rivò il i.° nome dall'aver vicino e rim-
che in numero di più di 400 furono fab- petto il Vaticano, il 2.° perchè alcuni di-
bricate a Marmorala, e così fu finito di cono che anticamente la porta Trionfa-
distruggere il ponte di travertino rotto, le o Vaticana sulla ripa del Tevere era
chiamato pure di Orazio Cocle.s come , congiunta al ponte, alla testa del quale
si ha da Infessura. Oggi del ponte non era posta e usciva nel campo Valicano.
restano che le vestigia di 4 piloni a fior Per la porta Trionfale facevano VlngreS'
d'acqua, ridotti a uso di pesca fin dal se- so inRoma [F.) capitani vittoriosi, che
i

colo XV. Su questo puntesi difese Grac- ponevano all'ordine la pompa trionfale
co prima della sua morte, e per la fre- nel detto campo, come afiferma anche il
quenza del popolo che lo traversava, sta- Biondo, Roma trionfante]^. 3 7 3, e dichia-
vano poveri a chieder l'elemosina. Ri-
i rai a Citta Leonina. La porta Vaticana
pugnò poi a Piale ed a JVibby ciò che al- (di cui a Citta Leonina e Palazzo Va-
tri scrissero erroneamenteseguendo Plu- ticano) fu tenuta la più nobile di tutte
tarco , che
ponte fosse poi formato di
il le altre, non polendo per essa e pel pon-
pietra verso l'anno 782 da Emilio cen- te Trionfale passare per riverenza la gen-
sore (quello del ponte Rollo), e che ven- te suburbana, ma i soli cittadini. La via
ne detto pona Aemiliiis. Raccontano Se- Trionfale pel ponte si congiunse alla Cas-
verano, Mem. p. 355, e Piazza, 71/^/20/0- sia. Di questo ponte se ne ignora l'origi-
§10 romano p. 107, che questo ponte è ne, ma nel secolo IV era ancora in pie-
, -

n8 PON PON
(ìi, sul tlcclinar del quale o nel principio Paflagonia, Onoriade,JJilinia i." e Bili-
del V rovi uh. Si congettura da Piale e nia 2."' Metropoli della Cappadocia i.'e
Nibby che l'abbia costrutto l'imperatore di tutta la diocesi di Ponto fu Cesarea ver-
Caio Caligola, il quale non solo nella val- so la metà del III secolo: il suo vescovo
le Vaticana possedeva gli orti materni per la dignità della sede avea la prece-
dove eresse il circo e 1' obelisco ma al- > denza su tutti i vescovi delle altre pro-
tresì fu appassionalo per la costruzione vi ncie , ma nel secolo V fu assoggettato
di similimodi di comunicazione, aven- al patriarca di Costantinopoli. 11 Ponto
do unito il Monte Prt/^m^o ai Campido- fu illuminato dalla fede cristiana al tem-
glio a mezzo d'un ponte, e sul mare for- po degli apostoli : la i.* epistola dis. Pao-
matone altro con navi per congiunge- lo fa credere che vi avesse predicato. 11

1 e Pozzuoli a Baia per più di 3 miglia e cristianesimo vi fece pochi progressi , e


mezzo , al modo accennato a Pozzuoli. quando vi fu s. Gregorio Taumaturgo po-
D'altronde in quell'epoca non esisten- co si conosceva, bentosto fiori, talché nei
do i ponti Elio e Gianiculense, era ne- primi del IV secolo tutte le città del Pon-
cessario un ponte per recarsi ai diletti e to aveano i loro vescovi. I saraceni vi fe-

frequentati orti, come lo furono Domizi i cero delle terribili devastazioni nel IX e
da Caligola e Nerone. Erroneamente il ce* X secolo, e quivi stabilirono molti pic-
lebre Piranesi seguito da Guattani, lo
, coli principali che rovinarono più o me-
collocò fra il ponte Elio e il moderno tea- no la religione in molti luoghi. Nel seco-
tro di Apollo, mentre gli avanzi per quan- lo XIII fecero peggio turchi, soslituen i

to sieno alterati, appariscono visibilmen- doqunsi dovunque il maomettismo al van-


te fra la chiesa di s. Giovanni de'fioren- gelo. Tutte le città celebri di queste con-
tini e l'ospedale di s. Spirito in mezzo al trade che servirono di sede a tanti illu-
Tevere. Narra In fessura, che a'6 ottobre stri vescovi, che somministrarono tanti

1409 Paolo Orsini di notte fece fare so- martiri (di cui nel voi. XLlll, p. '9')^
pra questa anticaglia una vertesca o lor- santi, e dove furono tenuti tanti concilii,

ricella. Giulio 11 ebbe l'intenzione di ri- non sono in oggi che mucchi di rovine,
staurarlo e imporgli il suo nome, come ed loro già sontuosi edifìzi cambiali ia
i

la strada Giulia che a questo ponte retta meschine abitazioni. Quanto alle dignità
avrebbe menato. ecclesiastiche non vi sono che arcivesco-
PONTO. Regione dell' Asia, situata vati e vescovati in partibiis^ tranne po-
lungo la costa del Ponto Eusino (divisio- che eccezioni.
ne del Mediterraneo fra l'Europa e l'A- PONTO POLEMONIACO. Provin-
sia, detto Mar Nero), che le dà il suo no- eia delia diocesi di Ponto, cosi chiamata
me, poscia Bosforo fino alla Colchide. Il da Polemone I, antico re della contrada:
Ponto fu eretto in diocesi ed esarcato do- Neocesarea ne fu metropoli. L'impera-
po la nuova divisione dell'impero d'o- tore Giustiniano l'uni coli' Elenoponlo,
riente sotto Costantino e Costanzo suo fi- facendone una sola provincia col nome
glio, e gli vennero assegnale le seguenti di questa ultima, unione che non alterò
Provincie: Galazia, Bilinia, Cappadocia, la disposizione delle provincie ecclesiasti-
piccola Armenia, Elenoponlo, Ponto-Po- che, quanto ai diritti metropolitani, poi-
lemoniaco, Paflagonia. Alcune di esse in ché la città d'Amasea restò sempre me-
seguilo furono divise in 2 o 3, per cui il tropoli dell'Elenoponlo, equelladi Neo-
numero si aumentò a i 3, cioè Cappado- cesarea continuò a godere della medesi-
cia I .", Cappadocia 2.^,Cappadocia 3.^, Ar- ma dignità relativamente al Ponto Po-
menia I.", Armenia 2.^ Galazia i.^, Ga- lemoniaco. Il regno di Ponto era situa-

lazia 2.%PonloPolemoniaco, Elenoponlo, to tra la Bitinia e la Paflagonia, ove do-


-

PON PON 129


minò il celebre Mitridate VII il Grande, ni e di altri ecclesiastici. La cura delle ani-
che in un giorno fece uccidere 80,000 ro- me si esercita dal preposto, aiutato da uno
mani sparsi nell'Asia minore; a Lingua de'detti cappellani, nella chiesa di s. Gè-
dissi che parlava 11 linguaggi. Farnace l mignano con battistero, il quale l'hanno
o Artabazo Tu il .° re di Ponto circa 486
i leai tre 4 chiese parrocchiali. Incontro alla
anni avanti O- C. A'tempi di Pompeo e cattedrale è l'episcopio, di conveniente
di Cesare, ridotto a provincia romana, fu struttura. La chiesa della ss. Annunzia-

Pentodi Galazia^Voxx-
di viso in 3 parti: ta, eretta nel 147 I nel sobborgo meridio-
to di Cappadocia, e Ponto Polenioniaco nale, è di lodata architettura, con bella
ch'ebbe per re Farnace ^'Ò anni avanti la facciata che vuoisi di Giulio Romano: di
Polemone I, Pitidori,
nostra era, Dario, grazioso disegno e squisita fattura è il tem-
Polemonell morto nell'anno 65 di nostra pietto ottagono di marmo bianco posto
era. L'impero di 2rfZ>/.?o/i^rt, sorto nel se- nel suo mezzo, eretto nel 1493. Contigua
colo XIII, teneva il luogo a un di presso all'antico convento di s. Francesco, edifi-
dell'antico Ponto. calo nel 1219 f'^ori di Pontremoli e ora
PONTREMOLI {Apuan). Città con ridotto a seminario,' esiste un'altra chie-
residenza vescovile di Lunigiana e del du- sa grandiosa, con vasto e pregievole di-
cato di Parma, sovrano se ne in-
il cui pinto del Cignaroli esprimente s. France-
titola conte , dalla quale è distante 48 sco : del seminario fu benemerito il vesco-
miglia; capoluogo delia Lunigiana par- vo Venturini, ed oltre chierici fiorisce
i

mense, e sede delle autorità civili e giu- per un centinaio di convittori. I cappuc-
diziarie, è situala nella confluenza del cini abitano nel convento fabbricato nel
torrente Verde, che alla metà del paese 1641 sulla deliziosa collina del Costa, che
sì vuota e perde il suo fiume Ma- nome nel sovrasta il nuovo passeggio della città, det-
gra, il quale bagna Pontremoli dalla par- to del BorgovecchiOjfiancheggiato da dop-
te di greco, mentre il Verde percorre le pia fila d'alberi, a'sinistra del fiume fra

sue mura nell'opposto lato. Là dove la i due ponti della Magra. Fuori di porta
Magra, discesa fra tortuosi dirupi dall'al- Parmigiana è l'ospedale, già convento dei
to delle montagne, cadde in ultimo pre- carmelilani, in aria salubre: prima ve ne
cipitosamente al piano da prodigiosa al- erano due, uno per la fazione guelfa, l'al-
tezza, forma uno spettacolo non meno in- tro per la ghibellina, oltre altri due com-
cantevole di quelli onde si vantano Tivoli preso quello pei lebbrosi. Le reputatescuo-
e Terni. Passa per la città l'antica stra- le pubbliche di Pontremoli incomincia-
da Francesca Piomea, che Clodia e di Mon- rono nel secolo XIV. Il conservatorio del-
te Bardone fu pure appellata, la quale at- le donzelle fu già monastero delle agosti
traversa il giogo dell'Apennino al varco iiiane,soggetto all'ordine d'Altopascio. Vi
della Cisa. Tra* suoi edifìzi vanno ricor- è un'accademia filarmonica sotto il tito-

dali le recenti fabbriche del tiibunale col- lo óe' Risorti Apuani. Fu Pontremoli pa-
legiale e il teatro, il palazzo del comune e tria di non pochi uomini illustri per di-
quello governativo. La cattedrale è gran- gnità e dottrina, de'quali trattano Toz-
diosa, con cupola molto svelta e ardita, Viaggi per la Toscana t. i o, e Ce-
zetti,

belli altari e buoni quadri, edificata do- Meni. isL di Lunigiana voi. 2. A ri-
rini,
po il 1620. E" sotto l'invocazione di s. Ma- cordarne alcuni dirò di s. Sita Bernabovi
ria Assunta del Popolo. Il capitolo si for- vergine; degli arcivescovi Girolamo Gallo
ma di 4 dignità, la j.' essendo il prepo- diNegropontee Gio. Gabrielli di Pisa già
sto, le altre il decano, l'arcidiacono e il vescovo di Massa ; dei vescovi Oppecino
primicerio; di io canonici compresi il Galli di Guardia, Francesco Gabbiati di
teologo e il penitenziere, di 12 cappella- Veulimiglia, Fabrizio Maracchi di Ter-
VOL. LIV. 9
j^o PON PON
mini, Lodovico Gabbinti di Acerno, Gio. i romani non penetrarono ne'conflni oc-
Luca Casfellini di Reggio: furono vesco- cidentali dell'Etruria prima del 5i6 di
vi di Biugnato, Giacomo Manganelli, Lo- Roma, come nolo il eh. Repetli, Diz. del-
dovico Gandoifi, Tommaso Enreghini o la Toscana. Egli conchiude, che niente
Iteghini, Antonio e Bartolomeo Uggeri. si ha di sicuro avanti il secolo XI, quan-

Fu duce de'ca vai leggieriStefano Maraffi; to all'origine di Pontremoli, convenendo


valente paesista Nicolò Contestabili ; inta- suU'esislenzadi una stazione opportunis-
gliatoredi pietreorientali emarmi Fran- sima e importante per fissarvi stanza una
cesco Battaglia, che fece bellissimi lavori popolazione, e rigettando l'asserzione di
nella rara sagrestia deirAnnunziata. Cie- Villani, che Telila distrusse Pontremo-
co da Pon tremoli famoso umanista del se- li. La prima memoria è un privilegio del-
colo XIV, se ne ignora ilnome.Giurecon- l'imperatore Enrico III o IV, col quale
sidtiescritlori furono Pietro Cabailo, Ste- concesse a Ugo e Folco figli del marchese
fano Bertolini, Nicodemo Trincadini, i Azzo d'Este alcuni castelli, fra'quali Pon-
Cnrini e 2 Venturini. Paolo Belmesseri tremoli nel contado lunense. Nel 11 10
poeta e scrittore. Francesco Galli medi- i pootremolesi armata mano si opposero
co insigne fu consultato da Adriano VL al passaggio delI'imperatoreEnrico V,chc

InPontremoli vi sono opiflcii mossi dal- si recava a Roma, per cui fece espugna-

le acque, diverse fabbriche e innumera- re e mettere a sacco il paese, benché dal-


bili telai di lino o bordatini. 11 suolo offre la situazione, dalla natura e da altissime

poco piano, molte colline facenti spallie- guardalo.


torri fin d'allora fosse difeso e

ra ai monti che circondano l'area bislun- Fu gran contessa Matilde, difendilrice


la

ga della città che ha 6 porte. de'Papi, che quale governatrice imperiale


Pontremoli, Pons Tremulus e Pon- con giurisdizione in Pontremoli, vi si re-
tremulus , fu cos'i chiamato, secondo al- cò per eccitare la popolazione ad oppor-

cuni, per un ponte sulla Magra fabbri- si animosa contro un nemico fatale di s.
cato da M. Emilio Scauro nella strada Chiesa. Per Pontremoli vi passarono i

the da Lunì conduceva a Tortona, ov» Papi Calisto II nel i 120 Innocenzo II ,

ero per un ponte di legno tremante per nel 32 ed altri che si portarono a Pisa
I 1

la sua lunghezza, o per un ponte costrut- (f^). Si vuole che marchesi Malaspina
i

to da Treponzio capitano d'Alarico re dei divenissero quindi padroni del poggio e


goti nel 5iQ. Gerini opina che Pontre- Castel di Grondola nel distretto di Pon-
moli possa a ver ricevuto origine daQ. Mar- tremoli nel 1 164, per investitura di Fe-
zio Tremulo console nel 44? ^' Homa, derico I e nel 1220 di Federico II im-
per aver dato il suo nome al ponte eret- ma non ci conviene Repetti, per-
peratori,
to pel passaggio in Liguria de'romani e- chè chiaramente risulta da documenti,
serciti,formandosi il vocabolo Pon-Tre- che Pontremoli ne'secoli XII e XIII si
moli dal ponte e dal suo edificatore, quan- governava a comunee indipendente, per
do il luogo cominciò ad abitarsi , pren- cui rivendicò gli antichi abitanti dall'ad-
dendo forma di popoloso castello verso il debito di essere stati signoreggiati dai
3.° secolo di nostra era. L'insegna del suo marchesi Malaspina. Che anzi nel 1 167
sigillo si forma d'un ponle a quattro ar- Federico I concedè ai pontremolesi tut-
chi con alta torre merlata. Pretendono te le regalie che alla sua corona appar-

altri che qui in tempi remotissimi esistes- tenevano nel castello e distretto di Pon-
se Àpua capitale degli apuani, perchè sui il possesso dell'Alpe pontremo-
tremoli, e
monti quella ligure tribù vi abitò buiga- lese, colla condizione di pagare alla ca-
raente. La congettura del ponle fabbri- mera imperiale annualmente 5o lire: fu-
cato nel 44? circa , cade pel riflesso che rono ammessi alla pace di Costanza, ed
.

PON PON i3i


ebbero confermati delti privilegi da En- pose quindi sollo Taccoraandigla di Par-
rico VI, e da Federico li quando passò ma, che distrusse il castello di Piagnaro
per Ponlremoli. Sotto questo ultipio im- presidialo da'Correggeschi guelfi. Preva-
peratore le fazioni de'guelfì e ghibellini lendo poi la loro fazione in Ponlremoli,
fecero soffrire al paese calamitose vicen- nel I 33 1 il castello fu rifatto, mentre Ros-
de; seguaci i pontremolesi de'primi e al- si signor di Parma venne da Giovanni
leali de' piacentini, nel 12/^5marche-
il re di Boemia dichiaralo vicario imperia-
se Pallavicino vicario imperiale diLuni- le di Lucca, Parma e Ponlremoli. Aven-
giana, per favorire i parmigiani, ne am- do il re venduta la i.^ a Mastino signor
pliò la giurisdizione del terrilorio col re- di Verona, questi conquistò il paese e as-
stringere quella di Ponlremoli. Sennon- sediò Ponlremoli, che cede per capitola-
ché divenuti parmigiani parlitanti del-
i zione, quindi nel i339 passò nell'acco-
la Chiesa , tre anni dopo Federico I li mandigia di Luchino Visconti signor di
privò della porzione di territorio loro con- Milano, il quale riuscì ad acquistare il do-
cesso, dopoché pontremolesi ebbero tru-
i minio di tutto il distretto di Ponlremo-
cidato il presidio parmigiano di Gron- li, che i Visconti prima come signori, poi
dola. Continuando Ponlremoli per tutto come duchi Milano ritennero fino al
di
il secolo XIII a governarsi a comune in i4o4' Da Gio. Galeazzo conte di Virtù
forma di repubblica, a seconda delie cir- i pontremolesi nel 1 388 ottennero facol-
costanze aderì anche ai ghibellini, fece le- tà di poter formare un collegio di giudi-
ghe, leggi e statuti, ed elesse magistrati e ci e notari, la cui scuola d'istituzioni no-
nel declinar del secolo il podestà da Lucca tarili sah in riputazione. Ricuperala Pon-
eminentemente guelfa. Ma appena Enrico treuioli la propria indipendenza, parie
VII nel i3i2 discese in Toscana, dichia- acclamò per signore Rossi, parte il geno-
rò suo vicario imperiale in Lunigiaua e vese Luca del fu Carlo Fieschi che ne re-
in Ponlremoli il cardinal Luca Fieschi, stò padrone assoluto, lì duca di Milano
il quale coi pontremolesi guerreggiò con- Filippo Maria a mezzo di Piccinino, fat-
tro il marchese Franceschino Malaspina te diverse conquiste, riprese Ponlremoli,
per alcuni villaggi limitrofi, ricevendo poi dominio confermalo dalla pace del i433.
in Ponlremoli un presidio di Ghibertoda Nellagueriadi Francesco Sforza contro il
Correggio signore di Parma e alleato del duca caddero in suo potere tulli castelli i

marchese. e terre di Lunigiana, tranne Ponlremo-


Castruccio capitano di Lucca penetrò li che si sostenne, ben fornita di gente e

colle sue armi fino a Ponlremoli, e tra le vettovaglie; però divenne nel i44^ suo
piazze della collegiata e del comune nel dominio, quando il duca lo assegnò per
i322 per separare i due partili innalzò dote di Bianca sua figlia concessa in isposa
Cacciaguerra e quella ridotta a
le torri Pentitosi Filippodella cessione, nel i44^
campanile della cattedrale, con comuni- mandò un esercito sopra Ponlremoli che
cazione fra loro, onde i pontremolesi lo si difese vigorosamente. I pontremolesi
riconobbero per signore. Castruccio vi restando sotto la signoria di Francesco
comprò un ornato palazzo che talvolta divenuto duca di Milano e de'suoi suc-
abitava, e Lodovico di Baviera lo fece vi- cessori, per le guerre di Lodovico Sfor-
cario imperiale in Lucca, Lunigiana ec. za e la calata in Italia di Carlo VII! le
con diploma che ampliò nel 1827 quan- di Francia, patì molto pel ripetuto pas-
do passò per Ponlremoli j ma ritornan- saggio del suo numeroso esercito per la
dovi nel i329 restituì ai pontremolesi via della Cisa neli494"9^> o^^'^ '^ '"^O'
cogli antichi diritti e privilegi la libertà, lenze de'collegali svizzeri, quali misero a i

essendo morto Castruccio. Ponlremoli si saccoe a fuoco gran parte del paese, bru-
i35 PON PON
ciancio molte chiese, il palazzo del comii* lire 7 fiorentine, con infeudazione del-
uè e gii archivi pubblici, altri palazzi e l'imperatore Ferdinando III, onde il se-
case, che i ponlreoioiesi furono solleciti natore Vettori ne prese possesso a' 1 8 set-
di restaurare. i5oo rimasto
Dipoi nei tembre. Il nuovo principe confermò gli sta-
Lodovico prigioniero XII re di di Luigi tuti e decreti del comune, la costituì par-
Francia, fu privalo degli stali e di Pon- te integrante de'suoi siali e fece capoluo-
tremoli che col suo distretto 4 anni dopo go della Lunigiana-toscana, onde Ponlre-
fu ceduta a Gio. Galeazzo Pallavicini sua moli seguì destini della Toscana. Per
i

'vitadurante,col li lo lo di governatore per- l'invasione francese del 1799 fu assegna-


petuo del re di Francia, i cui ministri nel la al regno d'Etruria, quindi l'unì al di-
i520 per morte Giovanni ne riprese-
di partimento del Taro e poi a quello del-
ro possesso. Fra ncesco I lo concesse al pon- l' A pennino, formando della città una sot-

tremoleseGio. Francesco Noceti colle con - to-prefettura, finché nel 18 i5 col trat-
dizioni fatte a Pallavicino, ma nel i52 2 talo di Vienna fu restituita Pontremoli
vinto il re da Cario V, i pontremolesi e- con tutto il restante della Lunigiana gran-
Jessero per signore Francesco II Sforza ducale a Ferdinando Ili. Il suo figlio re-
duca di Milano e gli prestarono giura- gnante Leopoldo il aprì le strade in Lu-
mento di fedeltà. Nei iSiS per altra vit- nigiana per Pontremoli e la Cisa, vi sta-
toria di Carlo V sui francesi , dopo un tem- bilì il tribunale di i.'' istanza e l'esentò
poraneo dominio de' Noceti, divenuto per un triennio dalle tasse regie, pei gra-
quell'imperatore sovrano di tutti i paesi vi danni del terremoto 1834. Per quan-
del ducato, per tale lo riconobbe Pon- to dissi nel voi. LI, p. 2 1
3, 234 ^ ^^^
tremoli nel 526, di cui nell'anno appres-
1 Leopoldo II cedette Pontremoli e altri ter-
so Carlo V investì coi suo distretto il rilorii toscani a Carlo II duca di Parma, il

conte Sinibaldo Fieschi, estendendo nel quale ne prese possesso a'5 gennaio 848. 1

i528 il dominio a'suoi figli e successori Nelle vicende politiche di quell'anno, in-
in linea mascolina. Ribellatisi i pontre- sorta anche Pontremoli pel reggimento
molesi al conte, nel i547 acclamarono costituzionale, il duca a'29 marzo pro-
Carlo V in legittimo sovrano e ne prese mise concederlo , invitando pontremo- i

possesso ii governatore del ducato mila- lesi a rientrare nell'ordine; successe il go-
nese Gonzaga; poscia nel 1 555 ne passò verno provvisorio e quelle alternative di
il dominio al figlio Filippo II re di Spa- possesso che finirono a'i6 agosto, in cui
gna,sotto il quale nel i Sy furono stampa-
i fu ripristinata l'autorità di Carlo U con
ti gli statuti e decreti municipali. Si man- guarnigione austriaca , riprendendone
tenne nel governo spagnuolo e dipenden- possesso a' 16 aprile1849 il figlio regnan-
te dal ducalo di Milano, finché nel 647 1 te Carlo III pel commissario marchese
Filippo IV essendo in guerra con Fran- La lotta.
cia , de Velasco governatore del ducato La sede vescovile fu eretta da Pio VI
lo vendè repubblica di Genova per
alla colla bolla In suprema b. Petri cathe-
200,000 pezze da 8, coi feudi di Giova- dra, de' 12 giugno l'JdJ) Bull. coni. t.
gallo e Castagnetolo, premesso l'assenso 10, p. 87, ad istanza dei granduca Leo-
imperiale: avendo perciò altamente i pon- poldo I, pel ben* spirituale de'popoli del-
tremolesi reclamato, il re annullòil con- la Lunigiana, chegiàavea dichiaratoPon-

tratto, e l'imperatore non die l'investitu- tremoli città nobile. 11 Papa dichiaiò cat-
ra, nondimeno Genova ritenne Pontre- tedrale la pieve collegiata di s. Maria, che
moli fino al 65o, in cui il re l'alienò con
1 era nullius dioecesis, già appartenente alla
tutto il distretto a Ferdinando lì gran- Luni-Sarzana da cui la staccò,
diocesi di
duca di Toscana per 5oo,ooo scudi da formandola ancora con parte di quella di
5 I • ,

PON PON i33


Brugnalo; abbracciando la nuova dioce- slima per sua prudenza e buoni costu-
la

si vicariali di Bagnone, Fivizzano e Pon-


i mi. Nel sacco di Roma del 1527 perde
tremoli, e dichiarando il vescovo suffra- le ricchezze che avea cumulate con ava-
ganeo della metropolitana di Pisa. A'24 rizia, vedendole rubare dai soldati, i qua-
luglio pel i.° preconizzò Girolamo Pave- li fra gì' insulti gli fecero per derisione
si di Ponlrenioli già gesuita, cui nel 82 i 1 percorrere Roma sopra un giumento
Pio VJI die in successore Adeodato Ven- onde oppresso di dolore e di malinconia
Ponlremoli e cassinese: per sua
turini di d'anni 90 ivi mori a'2 settembre, sepol-
morte Gregorio XV a' 3 dicembre 1889 1 to in s. Maria della Pace, nella cappella
fece vescovo l'odierno cottimo mg/ Mi- di s. Brigida da lui eretta da prelato per
chelangelo Orlandi di Rocca Sigillina dio- quei di sua famiglia che morissero in Ro-
cesi di Pontremoli. Ogni nuovo vescovo ma, e dove il dello nipote gli eresse un e-
è tassalo in fiorini 4^^) ascendendo la legante avello con distinto elogio. Scris-
mensa a circa scudi i5oo. La diocesi si se alcune opere che registra il Vitali, Dei
estende per quasi 60 miglia di territorio tesorieri p. 37^ sui sagramenti, filosofi-
con 121 parrocchie. che, e sui veleni, stampate in Roma nel
PONT
YOi\. Casa reale 2 leghe da Vi- 1620 da Mazzocchi.
tri le Brulé, nella diocesi di Chalons-sur- PONZIANO (s), Papa XIX. Romano
Marne nella Sciampagna, è celebre pel e figlio di Calpurnio, fu creato Pontefi-
concilio che Carlo il Calvo vi fece adu- ce a'24 g'"g"o 233, dopo s. Urbano I,

nare neirSyG. Visi trattò dell'elezione di e non dopo s. Antero che gli successe, co-
quel principe all'impero,e di vari altri im- me riportarono alcune antiche edizioni
portanti affari. Labbé t. g, Arduino t. 4« d'Anastasio e codici, come si può vedere
PONZETTI o PONZETTA Perdi- nel p. Berti, Dissert. presso Zaccaria, /irtc-
NANDO, Cardinale. Detto Puccetti eoriun- colta di dissert. t.
7, p. i. Vogliono al-
do nobilmente di Firenze, nacque in Na- tri con Platina che s. Ponziano istituisse
poli. Dotato di fecondo e sottile ingegno, il canto Ag salmi in chiesa nel giorno e
si rese famoso nella teologia e filosofìa, nella notte, uso che più antico stimano gli
nelle lingue greca e latina, come nella me- eruditi ; avrà piuttosto emanato qualche
dicina, onde fu archiatrod'lnnocenzo Vili decreto in questo proposito, per dar mi-
che lo fece lettore dell'udienza delle lette- gliore regolamento alla disciplina eccle-
re contraddette, quindi Alessandro VI lo siastica , come nota Sangallo, Gesta dei
nominò segretario apostolico e lo fu an- Pont. 3ip. 2 38. Altri dicono che abbia
t.

cora di Giulio II. Divenuto chierico di ca- prescritto il Conflleor nell'introito della
mera, Leone X lo fece nel i5i3 tesorie- messa, contraddetti dai più critici. Per
re e nel 1 1 7 lo consagrò vescovo di Mol falsa accusa in sostenere la religione cri-
fetta, la quale a suo tempo fu ridotta qua- stiana e per esercitare il suo pastorale mi-

si un mucchio di sassi dal generale fran- nistero, Alessandro Severo o Massimind


cese Lautrech, con deplorabile strage de- lo rilegò in Sardegna con Filippo prete,
gli abitanti. Neil'istesso anno il i." di lu- e vi morì lo slesso anno 287 a' 19 novem-
glio lo creò cardinale prete di s. Pancra- bre, in cui è registrato ne'martirologi e
zio d'anni 80, calunniato da Garimber- se ne celebra la festa, martirizzato nell'i-
li come perciò a vesse sborsalo 80,000 scu • sola di Tavolato, avendo patito pel linei-
di. Kitenendo la chiesa di Molletta me- la 6.^ persecuzione. Scegli non perìdi fer-
diai! te coadiutoria conferita al nipote Gia- ro, fieramente fu battuto con bastone,mo-
como Ponzetti, Clemente VII lo elesse a rì di stenti, di miseria e per la cattiva aria
quella di Grosseto che governò 4 anni. del soggiorno. Papa s. Fabiano ne fece
Fece onore alla sua dignità, meritando trasportare il corpo in Roma nel cimitero
i34 PON POP
di CalislOjdoncle fu trasferito nella chie- PONZIO Benedetto, Cardinale. Bi-
sa di s. Prassede. Il Piazza neWEniero- bliotecario di s. Chiesa, secondo Cardel-
logio cita gli autori che sostengono ripo- la, Giovanni XVI lo creò cardinale e ve-

sare il di lui corpo nella cattedrale di Vel- scovo di Porto; sottoscrisse nel io 19 la
letri, portatovi con quello di s. Eleuterio bolla di Benedetto Vili per l'arcivesco-
o Liberato vescovo, per cui a' 21 mag- vo di Salerno, ed a lui diresse la celebre
gio ivi si celebra solennemente la festa bolla sul vescovato di Porfo, al quale ar-
della traslazione con oliava e dimostra- ticolo riporto altre notizie.
zioni di pubblica allegrezza, dichiarando PONZIO, Cardinale. F. Margoliesi.
inoltre tutti gli argomenti che provano POPAYAN {de Popayan). Città con
l'esistenza della testa e corpo del santo in residenza vescovile nelle Indie occiden-
Velletri, di cui è uno de'principali protet- tali o America meridionale, nellS Nuova

toricon s. Eleuterio, esistenza che riconob- Granata, capoluogo della provincia omo-
bero Alessandro IV e Sisto IV; conchiu- nima alla regione, capoluogo del dipar-
de Piazza, che Papi nel concedere cor-
i i timento di Cauca, ad 80 leghe da s. Fede
pi de'santi,sempre ne fecero restare una di Bogota, in dolcissimo clima, in vasta e
porzione al luogo dove si toglievano, per fertile pianura, all'est dominata dai vulca-
non intieramente privarli di tali sagre re- ni di Solara e Puracè, e bagnata dal Cau-
liquie; onde potersi dire che il corpo di ca che spesso co'suoi traripamenti cagio-
s. Ponziano riposa in s. Prassede di Ro- nògrandi guasti. Le strade sono nette, lar-
ma e in Velletri. Sulla traslazione delle ghe e regolari, fiancheggiate da marcia-
reliquie di s. Ponziano edella controversia piedi di pietra e da belle case di matto-
intorno a questo fatto, di recente erudita- ni, per la maggior parte in un sol piano
mente scrisse Wcan.BimcOyStor.di Velelri e ornate di pogginoli. Il fiumicello Ma-
i86eseg. In due ordinazioni creò
v«>l.2,p. lina passa per la città, con due ponti, in
nel dicembi'e 6 vescovi, 6 preti e 5 dia- pietra uno, l'altro di legno. Belle sono le
coni. Governò 4 anni, 4 noesi e 25 gior- piazze pubbliche ed una è vastissima. La
ni. Gli siattribuisconodue lettere aposto- cattedrale è sotto l'invocazione di Maria
liche, cioè una a Felice Succibuono, l'al- Vergine Assunta, rovinata dal terremoto;
tra a tutti i buoni servi di Dio. Vacò la ì divini uffici si celebrano nella vasta e
s. Sede i3 giorni. contigua chiesa parrocchiale, con batli-
PONZIO (s.), martire. Al tempo del- sterio e cura d'anime amministrata dal
la persecuzione di Valeriano confessò ge- curato e da due altri preti : tra le reliquie
nerosamente la fede, e soffri il martirio si venera il corpo diBarbara patrona
s.

Terso il 258 a Cimele nelle Alpi. Le sue della diocesi. Il capitolo ha 3 dignità e
reliquie furono trasportate nel monaste- per i.^ il decano, i canonici teologo e pe-
ro diThomieres inLinguadoca, in cui il nitenziere,due porzionari, altrettanti se-
Papa Giovanni XXII nel 1 3 1 7 eresse una mi-porzionari, 6 cappellani, maestro di
sede vescovile detta di s. Pons de Tho- ceremoniee vice cantore; occupa l'episco-
ììiieres [V.).S. Valeriano vescovo di Ci- pio distante dalla cattedrale, il vescovo
mele nel V secolo, ha lasciato tre pane- abitando altrove. Vi sono altre chiese
santo martire Ponzio, nei quali
girici del non parrocchiali, due monasteri di mo-
alferma avere Iddio operato molti mira- nache, diversi sodalizi, l'ospedale e il se-

coli in virtù delle sue reliquie. La sua fe- minario, luoghi di educazione e d'istruzio-
sta è segnata ai i4 di maggio. ne d'ambo i sessi. Questa città, una volta
PONZIO, Ctìr^mflfe. Di Sabina,s. Or- deposito del commercio di s.Fede e dìQui -
misda nel 5i4 lo creò cardinale prete di to, arricchita dalle miniere d'oro che suoi i

». Cecilia. abitanti possedevano nel Choco e sulle


e

POP POP i35


sponde del Cauca, molto perdette del suo abitanti. Questi nel difendere il vescovo
splendoredopo la guerra dell'indipenden- Ximenes, il quale dopo la presa di Po-
za, nel corso della quale grandemente pa- payan fatta dalle armi di Columbia era-
ù', nondimeno vi si fa qualche commercio si ritirato fra loro, si mostrarono avver-

dì cose diverse. La popolazione è di bian- si alla causa dell'indipendenza; ma dopo

chi, mulatti e negri, i quali ultimi supe- lunga resistenza che fece loro sentire gra-
rano i primi del doppio. 1 contorni sono vi perdite, nel luglio 1822 furono forza-

fertili d'ogni sorta di squisiti frulli, di zuc- ti arrendersi a Bolivar. La diocesi di Po-

chero, caccao, ec; le miniere d'oro quasi payan è estesa e contiene molti luoghi e
esaurite, sono ingran parte abbandona- parrocchie. Ogni vescovo è tassato in fio-
te per la diserzione e morte degli schiavi. rini 33, godendo scudi 7000 circa di

Popayan, Popayanum, la più antica cit- mensa.


tà che abbiano gli europei fabbricato in POPLICANI o PUBBLICANI. Ere-
questa parte dell'America, fu fondata nel tici manichei e albìgesi comparsi in Fran-

iSSydaBenacalzar.Ily novembre 182 7 fu cia nel 1 195, creduti ramo de* paulicia-

in gran parte distrutta dal terremoto,ac- ni perchè detti poplicani o populicani


compagnatoda terribile inondazione del per corruzione, ovvero così chiamali con
Cauca e dall'eruzione del Puracè che ca- più ragione, appartenendo essi alla feccia

gionarono in quei dintorni massimi dan- i del popolo, che avea abbracciato gli errori
ni. La sede vescovile l'eresse Paolo III ai degli albigesi, per darsi in preda sfronta-
22 agosto 1546 o 1547, suffraganea di tamente alle passioni più brutali. Si spar-
s. Fede di Bogota. 11 i.° vescovo fu Ago- sero in diverse contrade d'Europa e furo-
slino di Coruna agostiniano gran mis- ,
no sterminati cogli avanzi degli albigesi.
sionario e professore di teologia nell'uni- POPPONE (s.), abbate. Nato in Fian-
versi là di Messico, visitatore regio del re- dra nel 978, fu allevato nella pietà, e
gno di Perù, acerrimo sostenitore dei di- datosi nella sua giovinezza al mestiere
ritti episcopali, morto nel i58o: gli suc- delle armi, seppe conservarla cogli eser-
cessero Domenico d' Ulloa domenicano cizi della meditazione e della preghiera.
Uìorto nel 1 599, Giovanni de la Roca chia- Abbandonata però quella carriera e ri-
mato padre de'poveri, Giovanni Gonza- nunziato a tutte le speranze del secolo,
lez agostiniano, AmbrogioBallexo ec. La fece un pellegrinaggio a Gerusalemme,
serie de'vescovi del secolo decorso e cor- visitò poscia i sepolcri dei principi degli
rente è nelle Notizie di Roma. Per mor- apostoli a Roma,
poco appresso prese
e
te di Salvatore Ximenes, Gregorio XVI l'abito monastico a s. Teodorico presso

nel1842 fece vescovo mg."^ Ferdinando Rheims. Riccardo abbate di Verdun, co-
Cuero y-Caicedo de' minori osservanti, noscitore di sua virtù, lo domandò al suo
nalo in Coli diocesi Popayan già nel di : superiore, e quando fu fatto abbate di s.
j837 avea dichiarato suffraganeo Anto- Vasto di Arras, nominòPoppone procura-
nio Burbanodi Pasto diocesi di Popayan tore di questo monastero. Fu poscia eletto
vescovo di Rosa inpartibus. In luogo di priore di s. Vasto, prevosto di s. Vannes,
questi, Pio IX nel 1 849 elesse sutfraganeo abbate di Beaulieu, poi di s. Vasto, in fine
e ausiliare del vescovo mg.^' Elia Puyana di Slavelo e di Malmedy. Mentr' egli era
di Bucaramanga diocesi di Pamplona e abbate di Stavelo rifiutò il vescovato di
decano di quella cattedrale, non che ve- Strasburgo , offertogli dall' imperatore
scovo di Caradro in partibus^ con resi- Corrado II nel 028. Incaricato poi del go-
1

denza in capoluogo della pro-


Ptì[.vtoj città verno delle badie di s.Massimino di Tre-
vincia del suo nome in una bella pianu- veri e di Marchienues, vi stabili la più e-
ra in mczio all'Ande, con più di 7000 salta riforma. Mori a Marchienues a'25
i36 POP POR
gennaio 1 04B, e il suo corpo venne porta* scrìsse la lettera90 del codice Carolino
lo Stavelo, ove fu posto in un'arca nel per riceverne consegna dai suoi mes-
la

1624. Baronio ha posto il suo nome nel si. Nell'BiG Niceta prefetto d'un' arma-

martirologio romano, ed Everelmo ab- ta navale greca distrusse la nuova Po-


bate di Haumont ne scrisse la vita. pulonia e quanto vi era restato dopo ^
POPULONIA, Populonia. Castellet- Gammaritt. In seguito di verse volte bar- i

to nel litorate toscano^ dove fu già una il- bareschi molestarono il luogo onde i , 1

lustre città etnisca poi sede vescovile ,


principi di Piombino a difesa de' pochi \
con chiesa parrocchiale di s. Croce, nel abitanti costruirono sopra la punta del
compartimento di Grosseto, circa 5 mi- promontorio di Populonia una torre e
glia da Piombino, sulla cima occidentale circondarono di mura il villaggio con por-
del suo promontorio, ossia di Populonia, ta che si chiudeva la notte. De'suoi mo-
incontro all'isola dell'Elba , a cavaliere numenti e anticaglie parla Repetli nel
del Porto-Baratto, già porto di Populo- Diz. della Toscana. Il Galletti, Del pri- J
nia, a 26 miglia da Massa Marittima micerio a p. i36 e 187 descrive i mo- \
(/^.). Populonia, da alcuni creduta una numenti dai populonii eretti in Roma e
delle 12 lucumonie, fu città assai ricca rinvenuti nel i56i sul Monte Celio ^ o-
e potente per essere quasi l'unica dell' E- ve fu il monastero di s. Erasmo, e sotto
Iruriamedia posta sul mare, e conseguen- Pio VI negli orti del Conseivatorio del'
temente commerciante, massime del fer- le mendicanti.
ro d'Elba. Gli avanzi delle mura elru- PORANGIO (s.), abbate in Alvergna.
sche di macigno indicano il vasto peri- Passò i suoi primi anni nella schiavitù,
metro dell' antica Populonia : s' ignora ed ottenuta la libertà prese l'abito reli-

quando cadde in potere de' romani, e da gioso in un monastero vicino alla casa
chi fu la I.' volta distrutta. Verso il fi- del suo padrone. Le sue specchiale vir-
ne impero di Augusto era quasi de-
dell* tù gliene fecero dare il governo dopo la
serta, avendo superstiti pochi templi e morte dell'abbate, e le straordinarie au-
qualche casa, nel promontorio la speco- sterità che praticò dimostrarono il suo a-
la, dalia quale si osservava il passaggio e more alla penitenza. Avendo Teodorico
la pesca dei tonni; ma nel V secolo tut- re d'Austrasia posta a sacco l'Alvergna,
to era sparito, cadute le grandiose mu- s. Porancio si recò da lui per chiedergli
ra. Bisogna CI edere che sorgesse altra cit- la libertà dei prigionieri, ed il re lo ac-
tà, perchè vi fu eretta la cattedrale col colse con rispetto e gli concedette quan-
vescovo, risalendo il più antico al 5oi. A to domandava. Morì assaiattempato cir-
Massa Marittima parlai dell' istituzione ca l'anno 54o, e la sua santità venne te-
di sua sede vescovile, della serie de'suoi stimoniata da vari miracoli , come rac-
vescovi e dell'unione con quel vescovato, conta s. Gregorio di Tours. Parte delle
conservandosi per molti secoli il titolo e- sue reliquie è custodita nella chiesa di s.
piscopale antico. Gammaritt duca lon- Martino a Laigle in Normandia ; il resto
gobardo pose a ferro e fuoco le marem- nomein Alvergna. E no-
in quella del suo
me di Populonia, per cui s. Gregorio I minato nel martirologio romano il gior-
raccomandò al vescovo di Roselle la vi- no 24 novembre.
cina diocesi di Populonia. Carlo Magno PORCARIO (s.), abbate di Lerins ,

nel 744 confermò i domini! temporali martire. Governava quella celebre abba-
della s. Sede, e tra quelli che vi aggiun- zia, allorché i saraceni vi fecero un'inva-
se vi fu Populonia, città della Toscana sione. 11 santo abbate, avendo già fatto
longobarda, come riporta l'Anastasio m imbarcare per l'Italia i più giovani dei
vita Hadriani I, per cui questo Papa gli suoi religiosi^ in numero di 36, con alt
POR POR 137
cuni fanciulli peusionari, esortò gli altri rissima vita. Nel 396 fu fatto vescovo di
della comuoità, ch'erano circa 5oo, a mo- Gaza, e ad estirpare quasi intiera-
riuscì
rire per Gesù Cristo. Sostenuti dall'e- mente Ottenuto l'ordine dal-
l'idolatria.
sempio e dalle esortazioni del loro ab- l'imperatore Arcadie, che fossero distrut-
bate tutti solFrirono generosamente il
, ti tulti templi degl'idoli ch'erano in
i

martirio, tranne 4 che furono risparmia- Gaza, ed essendo stato eseguito, venne e-
ti dai barbari e condotti sopra i loro va- retta una magnifica chiesa nel luogo ove
scelli ; ed un altro nominato Eleuterio, sorgeva il Marnione, cioè il fanioso lem-
che si nascose in una grotta, il quale do- pio di Marnas, ch'era il principale. Nel
po la partenza de'saraceni ritornò a Le- 4o3 vi si gittarono le fondamenta, e con-
rins, ristaurò il monastero e vi fu eletto dotta a fine in capo a 5 anni, s. Porfirio
abbate. La festa di s. Forcarlo e de'suoi ne fece la dedicazione il giorno di Pa-
compagni martiri è segnata a'12 agosto squa. La novella chiesa fu chiamata Eu-
nel martirologio romano. dossianUj perchè l'imperatrice Eudossia
PORCOSPINO, Ordine equeslre.Fa ne aveva dato il disegno e aveala falla e-
detto ancora dell'/i7r/ce(^.) per l'anello difìcare a sue spese. Il santo vescovo pas-
d'oio con cammeo in cui era scolpito ta- sò tranquillamente il restante della sua
le animale e che si dava a' cavalieri, ed vita nelle funzioni del sacro ministero, e
essendovi discrepanze degli scrittori, laon- mori a'26 febbraio 4^0, in età forse di
de aggiungerò qualche altra nozione del Qj anni, nel qual giorno è veneralo si
medesimo. Altri anticipano l'istituzione dai greci, che dai latini.
al 1 394 e l'attribuiscono a Luigi di Fran- PORFIRIO, Porphyreon Porphy- ,

cia nel battesimo del suo figlio Carlo, che reiwì, Poifjhyrion. Sede vescovile della
Bonanni e altri dichiarano fondatore. Fenicia i." o marittima, nel patriai ca-
Componevasi T abito de* cavalieri d'un lo d'Antiochia, sotto la metropoli di Ti-
mantello di velluto violetta , d' un cap- ro, eretta nel V secolo. Giace tra le pen-
puccio e mantelletta d'ermellino, per cui dici delMonte Carmelo e del Monte Li-
l'ordine fu detto pure della Mazzetta e bano, vicina al mare in silo che restano
proprio de' duchi d'Orleans. sicuri i legni dai venti australi , avendo
PORFIRIO (s.), vescovo di Gaza. U- a settentrione un curvo e profondo seno
scito di nobile e ricca famiglia di Tessa- ove sbocca il torrente Cison, tanto cele-
lonica nella Macedonia, fu con sollecitu- bre nella sacra scrittura, il quale scorre
dine educato nelle massime della pietà e lungo la valle di Jezrael e va a giltarsi
nello studio delle belle lettere. Nel 878, nel porto di Tolemaide nel mare Medi-
in eia di 7.5 anni, abbandonò la patria, terraneo. Il Terzi, Siria sacra, p. y3, di-
e si ritirò nel deserto di Scetti in Egit- ce che questa ciltà ebbe due nomi. Por»
to , donde, poi eh' ebbe passato 5 anni firio e Caifa; ili.** gli derivò dalla tintu-
negli esercizi della vita monastica, parti ra eccellente che ivi facevasi della porpo-
per andare a visitare i luoghi santi di ra, detta dai greci porphyris, il 2.° dal
Gerusalemme. Dimorando in una caver- pontefice Caifa che avea in dominio.
1'

na presso al Giordano, cadde gravemen- Aggiunge che la città ha cambiato di for-


te infermo, per cui fu costretto di uscir- tuna non di nome , e del suo antico lu-
ne e farsi condurre a Gerusalemme. Il stro non vi restano che rovine; per l'op-
vescovo, ragguagliato delle sue virtìi, l'or- portunità del traffico era abitala dagli a-
dinò prete e gli affidò la cura di custo- rabi e dai greci, i quali per le loro gare
dire la croce del Salvatore. Porfirio a- l'incendiarono nel secolo XVII. Al de-
veva allora 4o anni, e benché avesse can- clinar di questo i aveano un ve-
greci vi

gialo slato, noa lasciò di menare auste» scovo e lo afferma Commanville, Hist,
i38 POR POR
fìes eveschtz. Secondo il Periplo di Sci- sferia'j aprile 1 800 mg.^ Giuseppe Bar-
lace si cliiuuiò anticamente Iltlpha , si- tolotueo Menochio suo confessore ; per
tuala Ira Bcrito e Sidone, e l'imperalo- morte di questi vi promosse a* 16 mag-
leGiustinianoI vifeceinnaizareunacUie- gio 1823 mg.*' GiuseppePei ugini di Mon-
«a in onore della B. Vergine. I geografi teflascone già solto-sagrista; Pio Vili ai
la chiamano Caiffa o Haifa^ piccola cit- 28 settembre 1829 vi nominò mg.*' Gio-
tà e porlo di mare della Tuichìa asia- vanni Augustoni fermano ; e Gregorio
tica nella Siria, pascialatico a due leghe XVI agli 8 luglio 1839 l'odierno mg.*"
da Acii,sulla sua sponda meridionale. E Giuseppe M."" Castellani romano.

difesa dalla parte di terra da muraglie ,


PORI. Sede vescovile della provincia
dulia parte di mare da unf'orteril por- di Rodope sotto la metropoli di Traia-
to olire buon fondo e quasi tutti basti- i nopoli.Niceforosuo vescovo assistè al con-
menti destinati per Acri vi si trattengo- cilio pel ristabilimento di Fozio nel W.
no. Dicono inoltre che CailFa non occupa secolo. Oriens dir. 1209.
t. i
, p.
più il silo dell'aulica Helpha^ perchè Da- PORPORA, P«ryy;f/-rt. Panno o drap-
lu'r,il quale ladistrusse, rifubbricolla so- po tinto di porpora, Conchylialus. Por-
pra le sue rovine: questa fu presa nel 1
799 porato, coperto o vestito di panno por-
dai francesi comandati dal general Rle- porino, purpuratus. Questo vocabolo è
ber. Il p. Le Quien, Oriens chrlst. t. 2, specialmente proprio e sinonimo di Car-
]). 83o, registra seguenti vescovi di Por-
i dinale (P^.) per le vesti purpuree che u-
lìrio. Tommaso fu al concilio di Calce- sano, come pure della loro sublime digni-
donia, Alessandro vide devastar la Pa- tà ed eccelso grado; perciò suol dirsi la

lestina dai samaritani, Teodoro assistè promozione al cardinalato, 1' esaltazione


al concilio di Tiro per la condanna di alla sagra porpora cardinalizia così la ,

Severo d'Antiochia, Cristoforo interven- rinunzia ola privazione di tal dignità si


ne a quello di Costantinopoli sotto il pa- dice rinunzia di porpora , privazione di
triarca Menna, Paolo occupava la stdQ porpora. Di verse raccolte biografiche del-
regnando Giustiniano I. Porfirio , Por- le gesta de'cardinaliportano questo vo-
phyrieUjè un titolo vescovile in partibu.i cabolo, come Adami, Pallade
quelle di
sotto l'arcivescovato titolare di Tiro, che porporata j di Marracci , Porpora Ma-
conferiscono i Pontefici. Il pio teatino p. rianaj di Quirini, Porpora e Tiara ve^
Clemente del Pezzo, pel suo singolare a- netaj di Frizon, Gallia porporata j e la
more al culto divino, offiì ad Urbano Purpura pannonica. Quanto all'origine
Vili scudi 6000 investiti in luoghi di di SI splendido e nobilissimo colore, si at-
monti non vacabili, il di cui fruttato si tribuisce in diversimodi la sua accidentale
assegnasse ad una chiesa sottoposta al do- scoperla,quando un cane sulle rive del ma-
minio degl'infedeli. II Papa accettò la re- re addentò una conchiglia o murice (spe-
ligiosa offerta e col breve Super univer- cie di nicchio marino univalve, fecondo di

5^.9, de' 16 febbraio iQ^^y Bull. Rom.t, poco sugo rosseggiante, con cui dagli an-
6, par. 2, p. 409» 1' assegnò per dote a tichi si tingevano le lane, come oggi si

favore della chiesa di Porfirio e sosten- tingono colla cocciniglia, genere d'insetti
tamento del vescovo. Per le vicende dei emipteri ; Plinio dice che adoperavasi
tempi il fruttato è ridotto ora ad annui somma cura di prendere vive le chioc-
scudi 64 e bai. 60, che fruisce il vescovo ciole delle murici, poiché morendo per-
di Porfirio. Suole darsi questo titolo e- devano quel sugo) e spezzandola il san-
piscopale da Pio VII in poi al Sagrisia gue che ne uscì lo tinse di un colore che
del P.7^^ (F.), perchè egli da quello d'Ip- desiò ammirazione; quindi si cercò il mez-
poua licevuto da Pio VineliygS, vi tra- zo di applicare quel colore alle stoffe e si
1

r POR
Questa me- porpora
POR 139
otlertne con buona riuscita. fida la di Tiro tinta due volte,
ravigliosa scoperta è incerta, i critici qua- che vendevasi in Roma 1000 denari la
lificando favolosi i racconti che diversi libbra o circa 5oo franchi. Imperocché
ne fecero; tuttavolta a indicarne alcuni, avverte l'Amati, che due furono le ma-
potendosi meglio vederli in Rosa a p. 3 1 niere di tingere i colori presso gli anti-
e seg.jSi dice avvenuta sotto Fenice 2.° chi, il marino delle conchiglie, il terreo
re di Tiro, circa i5oo anni avanti l'era dell'erbe e vegetabili, quindi i colori fat-
nostra ; altri asseriscono che Ja porpora ti colle conchiglie si chiamavono purpu-
fu trovala a'iempi di Minosse redi Cre- rei, erbacei i formati colle erbe e vege-
ta, quasi 1439 innanzi la detta epoca, pe- tabili; altri chiamano la ."
iporpora ma-
rò la maggior parte danno il vanto ad rina o animale, la 2.^ porpora vegetale^
Ercole Tirio dell'invenzione dell'arlei di men preziosa dell'altra. Da tali distinzio-

tingere le stoffe in colore purpureo, il qua- ni pur apprende, che la porpora non
si

le ne presentò i primi saggi al redi Fe- era soltanto un colore rosso, cremisi o vio-
nicia; questi fu tanto geloso della bellez- letto, come porta il comune pregiudizio,
za del nuovo colore che ne vietò l'uso a ma una maniera di tingere colle conchi-
lutti i sudditi, riservandolo al ree all'e- glie quasi tutti i colori che si tingevano
rede del trono. Certo è che Mosè fece coll'erbe, talché gli stessi colori, se colle
molto uso delle stoffe o de'panni tinti di conchiglie erano tinti si chiamavano pur-

porpora, pegli abiti del sommo sacerdo- purei , erbe erbacei. Nove sono
se colle
te e pegli ornamenti del tabernacolo ; i colori semplici che Amati novera come
vuoisi che gli ebrei trasportassero la por- tinti colle conchiglie o purpurei, e alme-
pora dall'Egitto, il quale probabilmente no cinque misti; i semplici sono: i.°il «e-
l'avea ricevuta dalla Persia o dall'India, roj 2.° il lii'ido simile al ferro imbruni-
prima Porpora dunque si
assai di Tiro. to o delle olive mezze mature o delle u-
disse la preziosa conchiglia (erano di due ve nere o del mare agitato; 3.° il violet-
sorti quella detta buccinum o niurex
, ,
to simile al colore della viola mammola,
j'allra chiamata purpura o pelagìa, de- dell'amelisto e del fiore dell' anello; 4«°
scrivendole il Rosa , oltre Plinio lib. 9, il morello s'ìimìe al colore de' papaveri,
cap. 36; tutti mari ne abbondavano e
i del sangue stretto, delle rose damascene,
ne abbondano massime quei d'Italia, ser- delle more, delle uve morelle e del por-
vendo anche di cibo e alla medicina; ne fido; 5°
il ceruleo cupo simile al colore

descrissero la pesca Aristotile ed Eliano) del cielo, dell'eliotropio o indivia selva-


turbinata carica d'un principio coloran- tica, del giacinto o giglio paonazzo ; 6."

te di bellissimo rosso e colla quale tin- il torchino chiaro melochino o fior di


gevasi l'antica porpora : in oggi la por- malva, o ceruleo rubicondo 7.° il ce-f ;

pora è un colore rosso che avvicinasi al ruleo chiaro simile al colore della viola
violetto e si fa principalmente colla cocci- serolina, del fior d'arancio, della fiamma
niglia e collo scarlatto in grana, e secon- e dell'oro; 8.° il rósso del sangue ver-
do alcuni la moderna porpora cosi tinta miglio ossia Vostro (nome proprio delle
Ija più vivido e gaio colore dell' antica porpore rubide sidonie, puniche e tirie)
tanto costosa: però osserva Rosa, che il e scarlatto; 9.° il candido simile al color
cocco, il scernies o chermes degli arabi, della neve, della luce e dei cigni. Il i."

la coccinigliaed altre materie, tutte so- color misto era composto di violetto e di
no lontane dal dare la vera porpora an- morello j il 1° era composto di ceruleo
tica formata del sugo delle conchigie. cupo e di more Ilo j 3." di ceruleo chia-
il

Vi ebbero poi porpore di tutti i colori, ro e di morello jW 4-° di biondo e di mo-


brune, grigie, bianca, nera, dicendosi bi- rello; il 5." di color rosso vermìglio e di
i4o POR POR
morello.Tullì questi colori dagli antichi le Festì (F.), lana, seta, lino, e bamba-
furono chiamali ^Mry^wre/. Il colore erba- gia o hombyz degli antichi, diversa dal no-
ceo coccineo, cioè il rosso o scarlatto ver- stro cotone, perchè prodotta dacerti ver-
miglio, formava con certe galle o in-
si mi dilferenti dai bachi da Seta (^.).0-
setti dell'albero cocco, edera il colore più gni colore purpureo esigeva diversa ma-
stimato fra i colori composti co'vegetabi- nifattura nelle tinture.
Ii. Nella gradazionedi vivacità che gli an- L'uso della porpora non fu comune,
tichiaveano e conoscevano ne'colori pur- malgrado le molte oflicine porporarie
purei, trovavano una imitazione di quel- ch'esistevano nell'Europa e nell'Asia, on-
lagradazione che si ammira ne'colori pri- de tutti potessero servirsene indistinta-
migeni del prisma. Secondo climi na- i mente. 1 aveano in costume
soli principi

sceva la varietà de'colori purpurei tratti il porpora della specie più pre-
vestito di
dalla vescichetta posta nelle fauci delle ziosa e più bella, di primissima qualità :
conchiglie, il di cui colore era nereggian- dopo Gallieno del 260 si dice che la por-
te o rosseggiante; i paesi caldi li rende- pora fu esclusiva degl'imperatori e del-
vano più fioriti, i freddi più smorti : le la loro famiglia,per cui si riguardava co-
porpore candide o rosso- vermiglie, o cre- me delitto il venderne ad altri. Sotto gli
misi più belle si aveano nella Persia e imperatori di Costantinopoli anche le so-

iieir india; le porpore più belle bionde, scrizioni de* diplomi, delle patenti e dei
«zzurro-blò, azzurro-celesti e rosso -bru- rescritti erano fatte con porpora, e tale
lle si aveano nelle spiagge d'Asia e Afri- divenne la gelosia di questa prerogativa
ca ; le porpore più belle violette le pro- che non poteasene più fabbricare se non
ducevano l' Italia, la Provenza, la Spa- nel palazzo imperiale. In questa corte sot-
fjna; paesi di Gallia, di Ponto e altri set-
i to l'impero latino il doge di Venezia era
tentiionali davano porpore nere e mo- il solo che avesse il privilegio di portare
relle, più smorte di tutte. Quattro pro- calzari di porpora. F. Calze. I privati si

prietà si riconobbero nella tintura della contentavano per eccesso di lusso, ora di
porpora. i.'Era versicolore oavea qual- quelle strisele di porpora {clavi, tcniae,
che mutazione istantanea di colorito a virgae o Laticlavio, F.), che ornavano
proporzione del riflesso della luce cioè il mezzo delle vesti e chespesse volte, giu-
cangiante, onde il fondo di qualunque sta il luogo ov'erano poste, denotavano
porpora a prima vista sembrava oscuro, la dignità di chi le portava. Le vesti poi
poscia in ragione della riflessione o ri- eh' erano tutte di porpora, chiamavansi
frazione del lume variavano vaghissimi i purpurae , laddove quelle adorne sola-
colori semplici o misti, secondo le mani- mente con istriscie o lembi virgatae o
fatture ed climi. 2.^ Era scintillante al
i purpuratae. Il lusso orientale equello dei
pari delle piume de'pavoni e de'colombi, romani in tempo d'alcuni imperatori
gemme, ed al sole
degli ametisti e altre crebbe in guisa, che non contenti prin- i

pareva mirabilmente tutta infuocata. 3.'' cipi delle preziose vesti purpuree, inven-
Era immortale in guisa che resisteva a tironoquellecheintrecciavano nella por-
qualunque bucato ed al corso di molti pora le fjsce e le fimbrie d'oro, cucite o
secoli. 4-^ Era la soavità del tatto. Que- ricamate. Se ne fece uso anche nelleco-
ste 4 qualità dierono alle porpore anti- se sagre e nelle bandiere dai romani, ol-
che un pregio che indarno si cercano nel- tre le vesti : i loro diversi generi di ve-
le nostre anche più belle tinture fatte con stito , come le tunicae , laticlavia , an-
vegetabili. Servivano alla tintura della gu^liclavia, toga praetexta, trabea, pa-
porpora le produzioni naturali e grezze, ludamenlurny tunica palmata (di cui par-
che ancora sono l'ordinaria materia del- lai ai relativi articoli ), eh' erano altret-
POR POR i4i

tante insegne di dignilà regia, consola- Tiro e di Bisanzio le officine porporarie,

re, senatoria, imperiale e trionfale, dislin- si videro costretti i magistrati ed i car-


guevansi fra di essi pel numero , esten- dinali a servirsi del colore coccineo ros-
sione e posizione delle fasce di porpora so vermiglio o scarlatto, come il più ap-
aggiunte alia veste, che d'ordinario fra i pariscente tra'colori formali coi vegeta-
romani era bianca, donde si credono de- bili , sebbene men bello di tutti i colori
rivali gli ornamenti delle nostre vesti sa- purpurei; osserva in fine che i prelati la-
gre intessuli, ricamati o cuciti in diver- tini hanno ritenuto l'uso del colore vio-
se foggie. I soldati pure non di rado ve- letto, in conseguenza del colore purpureo
stirono di porpora , così lacedemoni e
i violetto, di cui in Italia andavano orna-
cartaginesi: fra'roraani era segnocli guer- li. Di questo colore e di quelli degli abili
ra una veste militare di porpora appesa e vesti degli ecclesiastici ne ho parlalo
al pretorio o alla tenda del generale. Le negli articoli de'medesimi abiti, a Colori
bandiere slesse fra varie nazioni erano ECCLESIASTICI 6 Gemma. Per lutto quan-
purpuree, e fra' romani i littori che pre- to che riguarda le antiche porpore am-
cedevano magistrati vestivano di por-
i piamente ne scrissero:Pasquale A mali, £^e
pora. Il lusso della porpora semplice, co- restitntione pnrpuraruniy Romae 17BJ4
me quello della strisciata prese piede nel Cesenae 1784. Michele Rosa, Delle por-
sesso femminile amante del Lusso (^.): pore e delle materie vestiarie presso gli
le donne ne furono tanto avide, che aven- antichi, Modena 1786. Tommaso Anto-
do il console Oppio fatta una legge son- nio Catullo, Osservazioni fatte alla me-
tuaria di prammatica, nella quale proi- moria del sig.^ Lesson sopra la porpora
biva alle femmine 1' uso della porpora, di Tiro, Giorn. delle prov. venete 1828.
poco mancò che non si formasse una sol- A Manto PONTiFicALE,a Cappadel Papa,
levazione e fu d' uopo rivocar la legge, a Insegna e relati vi articoli narrai come nel
che in una repubblica era più necessa- 3 i4 l'imperatore Costantino decorò delle
ria. Da tali costumanze inlrodolle nel po- insegne imperiali e della tiara s. Silvestro I

polo, derivò l'uso di ornare le statue de- esuccessori, e come nel 525 l'imperatore
gli Dei con vesti strisciate di porpora, nei G instino I ornò Papa s. Giovanni del-
il I

romani e babilonesi principalmente, quin- le vesti imperiali; che anticamente nel-


di nella primitiva Chiesa i cristiani ne a- l'elezione del nuovo Papa si vesliva d'u-
dornarono le pitture di Cristo e de'mar- na clamide o cappa purpurea, c/^w^y/c
tiri,come rilevò Olivieri neWe ^ntichìlà coccinea j che in alcune funzioni sagie
cristiane. Eccessivo poi divenne il prez- usarono la cappa di scarlatto, pannola-

zo e costo della porpora, a seconda della no rosso di nobilissima ùniwYa, purpura,


quantità di sugo che occorreva per tin- pannus purpureus, coccinum. In Anasta-
gere, mentre pochissimo ne produceva o- sio Bibliotecario nelle vite de' Papi dei
gni conchiglia : una libbra di lana tin- bassi secoli, trovano nominate le ope-
si

ta in porpora liria costava scudi 120, f


re di slauracio, de andato, de plumario,
una libbra di lana tinta in porpora ordi- non che ricordale le vesti, le cortine, gli
naria scudi 1 2; la porpora violacea si ven- ornamentij i velami e altri lavori di por-
deva! 00 denari la libbra, la tiria non si pora, d'oro e di gemme, di cui Ponte- i

poteva aver per 1000 denari secondo Pli- fici romani di mano in mano arricchiro-

nio.InoltrerAmati termina lesuestoriche no il santuario. La porpora ben conve-


e fìsiche ricercbesuUa porpora antica, col- niva al sommo Pontefice, in segno di sua
l'islituzione della tonaca o veste cocci nea suprema dignità. Narrano Ottone di Fri-

concessa ai cardinali da Paolo li, osser- singa lib. 6, cap. 33, Rinaldi, Platina etl
vando, ch'essendo perite colla rovina di altri scrittori, che assunto nel 1 049 s.Leo *
i^ì POR POR
ne IX per opera dell' im-
ni pontificato pio lo die ClemeiUe XIV con Giraud,
peralore Enrico IN, mentre ilairAlema* Fedi). Osservano alcuni che il colore ros-
glia si recava in Roma pontiOcalmenfe so a quelle epoche usato dai cardinali, dui
vestilo, l'abbate di Cluny e Ildebrando legati e nunzi apocrisari, non era un con-
monaco lo persuasero a lasciar la porpo- trassegno della dignità cardinalizia, come
ra e l'abito pontifìcio, onde privatamen- lo furealmente in seguito j nella stessa
te entrasse in Roqìu per essere eletto dal maniera che non lo era prima del rosso
clero e dal popolo, non avendone auto- il color violaceo, comune anche ai vesco-
rità Enrico III. Glie l'abito papale anti- vi e altri. Nella cronaca di Costantinopo-
camente fosse di porpora, si rileva anco- li di Gregorio Logoteta all'anno 121 3 si

ra dal rimprovero fatto da s. Pier Damia- legge che il cardinal Pelagio, ivi manda-
no lelt. 20, lib. I, all'antipapa Onorio to da Innocenzo III in legato con pieni
li nel io6r circa, quando gli disse, ha- poteri per riunire la chiesa greca alla la-
bes niuic ruhcani cappani. Questo colore tina , avea la veste talare e il mantello
tuttora si usa dal Papa nel ferr aiuolo ,
purpurei, calzava scarpe rosse, e di que-
nel cappello j nel camauro, nella moz- sto coloreerano le gualdrappe ed i fini-

zella e nelle scarpe, olive la stola. 11 con- menti dé'cavalli. Lo Spondanoagli anni
cilio di Narbona de! 589 proibì ai chie- 1 2 1 3 e 1
244 li porta che l'uso della por-
rici nelle vesti il colore di porpora, che pora lo godevano tutti i legati trasmari-
perciò s. Ambrogio notò Purpura fa- : ni, privilegio che dipoi fu esteso ai cisma-
citregesy non sacerdotes. Innocenzo II e rini, e finalmente a'regolari a'quali si af-
Innocenzo III ne^conciliidi Laterano ge- fidò l'onorevole incarico, come si ha dal-
nerali la vietarono agli ecclesiastici sotto l'Ostiense cardinale del 1 26 in cap. an-
1
,

pena di essere privati de'benefizi. A Co- tiq. de privileg. n.° 12. »>\\ legato che pas-
lori ECCLESIASTICI riportai altre proibi- sa il mare, ancorché sia religioso, può u-

zioni. I Papi concessero l* uso della por- sare delle divise dell' apostolica dignità,
pora ai cardinali di s. romana chiesa co- ed in tal guisa ho io veduto osservarsi,
me principi della medesima; il Cohellio, sebbene in altro caso il religioso non si

Noia, cardi nalatus^ cap. 1 1, e/e cardi- serva che dell* abito della sua religione,
naliuni habitu et ornamentisi fa deriva- quantunque sia cardinale ". Bzovio al-

re porpora e T ostro cardinalizio dal


la l'anno i253,n." 5, parlando de'Iegati re-
decreto di Costantino imperatore, perchè golari cismarini, osserva che a'suoi » do-
avendoli dichiarati senatori, consoli e Pa- menicani, i quali in Polonia erano legati
trizi romani (^.), ottennero ancora Tuso della s. Sede, concesse Innocenzo IV che
della porpora, chequelli godevano come ricoprissero il capo, le mani e i piedi con
afferma Rebuffo, De pannis aureisj però cappello rosso, con sandali rossi, con cal-
il Cohellio non assicura seda quel tem- zari e guanti rossi ". Neh 265 Clemen-
po cardinali l'assunsero, mai critici col
i te IV spedì legato in Inghilterra Matteo
cardinal de Luca non ammettono per ge- di Westminster,il quale vi andò vestito
nuino il decreto imperiale. Siccome l'a- di rosso, come notò Tornassi no , Nok\ et
bito del Papa in parte era di porpora, nei vet. eccl. disc. t. i, e. 1 13, n.^y. France-
primi secoli della Chiesa l'accordarono a sco Va^ìyinvit. Innocent. Illy n.°82, di-
chi dovea rappresentarlo, quindi si han- ce che i cardinali a tempo di quel Papa
no diversi esempi di Legati Nunzi a- e, già risplendevano per l'ostro; e nel voi.
postolici (F.) o apocrisari che vestirono XLIX, p.189 dissi come quel Papa di-

la porpora e con essa andarono alla cor- chiarò porpora senatoria esclusivamen-
la

te di Costantinopoli ed iti altre, e talvol- te propria de' cardinali, usandola prima


ta ancorché non cardinali (l'ultimo esem- diversi vescovi. Ne' voi. VI, p. 2 85, X,p.
,

POR POR 143


16 dissi che sotto Gregorio IX del 227 i I;i cappa, ma non mai il cappello e la ber-
i cnidinali vestivano la porpora. Anche retta rossa ; quanto a questa ultima una
Plato, De
Cardinalisy p. So^vestibus a- eccezione la descrissi nel voi. XLVl , p.
liisque purpiireìs ornamentisi et eoruni 16. Inoltre i Papi dispensarono talvolta
origine, rimarca che gli scrittori sono dis- que'cardinali religiosi, cui dalla loro re-
senzienti circa il tempo in cui ai cardi- gola è vietato di vestire d' altri colori

nali fu concessa la porpora e le altri ve- concedendogli il color rosso , avendone


ste cocci nee, citandone di versi e riprodu- riprodotto diversi esempi negli articoli
cendone le opinioni. degli ordini e ne'relativi, come nelle bio-
Innocenzo IV nel 245 1 concesse ai car- grafìe de* cardinali Chambre, Bouchier
dinali l'insegna del Cappello rosso [V.\ e Cortese abbati benedettini, e Martina-
per portarlo sempre per aver sempre vi- siomonaco di s. Paolo i.° eremita. Sic-
va la memoria dell'obbligo di dare la vi- come poi la porpora è divenuta propria
ta pel bene della Chiesa ed in difesa del della dignità cardinalizia, benché i delti
popolo cristiano; per cui Battaglini, Ist. cardinali regolari non usino nelle vesti

de' concila, p. 222, riferisce che fu intro- il colore rosso, tranne il cappello, la ber-
dotto un rito sommamente decoroso ai retta, il berrettino, l'ombrellino ec, pu-
principi deirordine ecclesiastico, cioè ai re a dette vesti si suol dare il nome di por-
cardinali, essendosi loro permesso di mu- pora ed essi come gli altri chiaraansi por-
tar la viola delle vesti nei colore vermi- porati, mentre scrivendosi a qualunque
glio e purpureo, o per contrassegno che cardinale ,
per la sublimità e splendore
tinta di sangue la Chiesa ne'mnrtiri, ha della porpora gli si dà l'epiteto di sagra
avuto per quelli suoi progressi, e dota-
i e con riverenza si bacia , come si bacia
ta da Dio del principato gode fregi del- i realmente come l'anello e le mani. Si può
la porpora in que'personaggi che per gra- vedere Scappo, De birreto r«Z>eo,sulla por-
do sostengono primi posti. Il Bonanni,
i pora de'cardinali e di quelli eziandio re-
Gerarchia eccl. p. ^11, dice che se avan- A p. ^i5 poi aggiunge Bonanni,
ligiosi.

ti al pontificato d'Innocenzo IV non u- essersi introdotto o piuttosto stabilito il

savano i cardinali abito diverso da mol- colore rosso nella veste cardinalizia do-
ti altri della gerarchia ecclesiastica, on- po la concessione del cappello di lai co-
de potessero facilmente distinguersi, o se lore, attribuendosi a Bonifacio Vili del
pure usavano il colore rosso era questo 1294, per aumento di lustro al cai dina-
anche usato da molti altri, o se usavano purpuree ai cardinali di s.
lato le vesti
il violaceo non si distinguevano dai ve- Chiesa, come asseriscono CobeliOjCiacco-
scovi; conviene adunque concludere che nio nella vita di tal Papa, Tamagna, O-
fra tutte le insegne usate dai cardinali per rigine de'cardinali par. i, delle vestimen-
segno di loro dignità, diversa da ogni al- ta esteriori cardinalizie, e tanti altri auto-
tra fossela prima il cappello rosso o Cap- ri. In conseguenza d'allora in poi sembra
pello pontificale forse perchè stabilito
^ che si stabilisse l'uso del ferraiuolo e fer-
con legge pontificia e solamente assegna- raiuolone della Sottana, Fascia, Man-
,

to alla dignità cardinalizia, colle altre in- telletta, Mozzetta, Collare, Calze e Scar-
segne successivamente decretate dalla me- pe rosse {V.), oltre filetti rossi posti i

desima. Qui noterò che Papi, come ri- i alle loro zim marre, ed abiti neri detti
portai a diversi luoghi, concessero 1' uso corti o di abbate; usando meritamen-
della porpora tempi agli
in determinati te i cardinali la sagra porpora, sicco-
elettori ecclesiastici del S.R. I., a qualche me paragonati alle persone reali, onde
patriarca , arcivescovo o vescovo , ed a si deve loro 1' uso che perciò sono chia*
qualche capitolo, sia nelle vesti che nel- mali Purpurali Patres , godendo le in-
i44 POR POR
segrie princlpesclie óeW* Ombrellino (F.) hono ecclesiaesanguineinfundere sint pa-
e della Mazza (F.). Paolo II in accre- rati. Usano cardinali la porpora non per
i

scimento delle prerogative de'caidina- farne una pompa ma come si espresse ,

Ji, nel 14^4 assegnò loro la Berretta Cohellio cap. sed ut ostendant se
1 i :

(f^.) e il Berrettino rosso {F.)^ e le gual- prae caeteris excellere, ctadexlollendant


drappe rosse ai cavalli che cavalcavano. romanae ecclesiae gloria ni paratos esse,
Non avendoci compreso i cardinali reli- nec non ut internae eoruni dignitatihaec
giosi,ovvero questi rifiutarono per mo- etiani exlerna species respondeat. I noltre
destia al dire di Piazza, 1' una e V altro egli osservò, che la porpora cardinalizia
accordò loro nel 1591 Gregorio XIV. può essere segno di quella colia quale fu
Il Tamagna non solo è di opinione che vestito il Salvatore. Arroge quanto ripor-
la porpora 1' usassero i cardinali nel se- ta Piazza di Clemente Vili, che chiamò la
colo XI V, appoggiato ancora ad una let- povpova.Quasi particulani aliqaam vesti-
tera di Petrarca dell 374? ma crede che i menti Redtmploris nostri ipsius pretiosis-
berretti rossi Paolo II li estendesse ai car- sinioconspersam sanguine. Riporta Pari-
dinali preti e diaconi, godendoli già i car- si, /?//'. t. i,p. 32, che a vendo Clemente
1

dinali vescovi suburbicari. Quanto con- Vili esaltato alla porpora il celebre Anto-
venga ai cardinali la porpora lo dichia- niano, questi disse: la porpora non è già
rò il concilio generale di Laterano cele- insegna di fasto e di grandezza reale, ma
brato da Leone X, nella sess. 12: Quibus ben rappresentante il fuoco d'un'arden-
sacrosancta mìlitans ecclesia tamquani le carità verso il prossimo. Bello fu il di-
purpureo tota decoralur amictu. Final- scorso di ringraziamento fatto dal cardi-
mente Urbano Vili ornò i Cavalli (F^) nal Leonardo Antonelli a Pio VI dopo
delle Carrozze [V.) de'cardinali, de'flni- averlo elevato alla porpora, alludente al
menti e flocchi rossi. Delle diversità dei miiJtico significato della medesima e agli
tempi in culi cardinali usano il colore rosso obblighi di chi n'è rivestito. Si legge nel
o violaceo nella porporae nelle altre inse- Cenotaphium, p. 4B, fattogli da Cancel-
gne, parlai a Cappa cardinalizia, a Cappel- lieri, insieme alla risposta (riportata pu-
le poNTinciEe in tutti gli articoli delle loro re da Novaes, Storia de' Pont. t. 1 7 , p.
vesti e altro che loro appartiene. A Lut- 128) all'ufliziale francese del 1798, che
to dichiarai quando a'cardinali era per- con altri colleghi voleva obbligare a ri-
messo e come ora si regolano. Il colo- nunziar la porpora, dicendo che avreb-
re della porpora allude che i cardinali bero piuttosto incontrato la morte che
pel bene della Chiesa devono spargere il mancare ai propri doveri, essendo obbli-
sangue. L'Ostiense, Sunima de poenit, gati ritenere a qualunque costo quella
§ vers. cui cardinales ^ dichiara che de- sagra divisa da cui erano condecoratì ,

vono essere più rubicondi dell'avorio an- assai più di qualunque uffiziale di onore,
tico , riguardata la carità e la memoria che si vergognerebbe di rinunziare alla
della passione di Cristo j e che essi sono sua in tempo di guerra! Avere giurato al
tenuti ad esporre la vita per il nome cri- Papa di difendere la sagra porpora ro-
stiano, giacche ciò denota il colore rosso mana fino all'effusione del loro sangue:
che usavano: dalle quali parole sembra ilsuo colore bastare per richiamare al
che a suo tempo vestissero la porpora. dovere se per avventura si avesse la dis-
Confermò tale opinione s. Antonino par. grazia di obliarlo. Notò Profili , Grat.
3, tit.i: Merito purpura his quasi regi- A. Pallolta, p. 38, che Cancellieri vole-
bus data, cu/us color in galero eximiae va pubblicare la descrizione del Fiore del-
charitatis, et simholunij cu/us igne ita ar- la pianta Cardinale, ch'eia Lohelia Car-
dere debentj ut seni per prò dcfcnsione^ et dinalis^ spiegata da Linneo, perchè suoi i
, '

POR POR 145


vaghi fiori si tìngono del verraiglio del- numero, et collegio ille ipse^ qui cunctìs
la Porpora cardinalizia f (alta da F. Co- pastoribus estpraeficiendus, ac totius do'
lonna autore del trattato De purpiira : minici gregis curam habiturus, summus
ab animali testaceofusai Romae 1616. Pontifex deligatur. Benedetto XI V a ven-
Piazza, L'Iride sagra, parla dell'origi- do esaminata la questione se sia lecito :

ne, nobiltà ed eccellenza della porpora, eleggere per Papa chi non sia ornato del-
essere segno di verecondia e perchè cos\ lasagra porpora, riportando molti auto-
chiamala, simbolo di magnanimità ; che riche convengono nella sua sentenza ,
usarono la porpora i Cesari, senatori, i prova che il Sagro collegio deve sempre
le vestali ; che è propria del Papa e dei eleggere per sommo Pontefice uno dei
cardinali ,
quando e perchè si usa dal suoi cardinali colleghi. Questa opinione
Papa, e come introdotta nell'uso. sifondava sulle parole della legge 8.'^ del
Divenuto il vocabolo porpor^ttó sino- Conclave (F.) di Gregorio X: qualun-
nimo di cardinale dis. r. Chiesa^ gii scrit- que non v'abbia giusto impedimento pò
tori l'usarono per indicare che senza es- tra essere eletto al pontificato. Ed è per-
sere decorato di essa, cioè della dignità ciò che ne' due conclavi i522 e del
del
annessa, non si può eleggere Papa, secon- 1 523 il generale de' domenicani Scom-
do il decretato di Stefano III nel 769 e bergh[poi cardinale),edinquellodel 1 740
di altri Papi, come dichiarai nel voi. IX, Barberini ex generale de'cappuccini, eb-
p. 282, e meglio a Elezione de'Ponte- bero diversi voti pel papato. Tale punto
Ficijcosì riporterò un elenco di quelli che canonico lo trattarono con critica, il p.
Io divennero benché non fregiati di que- Camarda, De elect. Ponti/., ed il p. Pas-
ste insegne e grado. Poi dirò della rinun- serini,De elect. Papae. Che non è impe-
zia e deposizione della porpora. A Cap- dimento ad essere eletto al Pontificato la
pello CARDINALIZIO laccolsi le notizie di bassa origine e l'età, l'essere stato Paren-
quelli con altre insegne e colla porpora te di altro Papa, e la Patria , lo provai
mandati dai Papi per distinzione a qual- a quegli articoli. Ecco il novero de'Pon-
che personaggio, che non poteva recar- tefici eletti senza essere prima cardinali,,
si a riceverlo dalle loro mani. Abbiamo dopo il memorato decreto di Stefano IH,
di Bernardino Borgarucci, Discorso, che che riporterò in corsivo, acciò nelle loro
non puh essere Papa chi non e cardinale : biografie si possano conoscere le partico-
mss. in data di Roma 1647 della libre- lari circostanze e gli speciali motivi che
riaCapponi, indi della Vaticana. Essen- determinarono il sagro collegio ad esal-
do ben giusto come riflette Benedetto
, tarli al V nel 996, Sil-
papato. Gregorio
XIV, De Dei beat. t. 3, cap. 33
serv. vestro //nel999, Clemente II nel i o46,
n.° II, che, quum non desini in coetu S. DamasoJIneì i o48,s. Leone IXneì 049, 1

R. E. Cardinalium, qui swnmi ponti/i' Fittore linei i o55, Nicolò linei o58, i

catus dignitatenij admi-


et qffìciuni recte Alessandro II neh 061, Calisto II nel
ex eis summus Ponti-
nistrarepossintj ut 1 1 1 9, Eugenio III nel 1 1 /\.5^ Urbano IF
fex desumatur,juxla text. in cap. in no- nel 1261, b. Gregorio ^ nel 127 i ( nel
mine, ubi sic \eg\luv : Eliga tur auleni de conclave in cui fu eletto i cardinali vo-
romanae) gremio, si
ipsius eccl. (hoc est levano creare Papa s. Filippo Benizi ser-
rcperitur idoneus vel si de ipsa non in- vita, di cui nel voi. XV, p. 261), s. Ce-
venilur.exalia desumatur. Pluribusque lestinoFneì 294 (^- Rinunzia del pon-
1

prosequitur s. Antonlnus, Sumin. iheol. tificato), Clemente ^ neh 3o5 (in con-
par. I, tit. 2 I , cap. 2, § 7, et in constit. correnza di due altri arcivescovi oltra-
5o Sisti Papae V, PostquamveruSyXx^- montani), Urbano F nel i362. Urbano
h^iWY.Ex eorum (cardinalium) corpore, FI nei 1378. Alcuni presso Bzovio, an.
\OL. LIV. IO
-

i46 POR POR


1281, § I, scrissero che nel conclave te- minacciò la scomunica se più parlava (me-
nuto per morie di Nicolò III fosse elello glio nel Menochio). Toledo Ferdinando
successore Giovanni di Vercelli genera- rimandò nel 1578 a Gregorio XI li la ber-
le de'domenicani, senza essere cardinale, retta rossa, ricusando la porpora. Ferdi-
e che morì prima di ricevere tal nuova: nando de Medici promozione
(nella sua
però Natale Alessandro, Hist. eccl. l. 7, per l'età erasi Pio V^Vedi) nel
opposto s.

cap. I , ar. 1
1
, slima questo racconto favo- i588 la rinunziò pel trono di Toscana.
la. Ad Antipapi
si potranno vedere quelli Austria Alberto la rinunziò nel 1598 a
che erano cardinali e viceversa. ClementeVIIlpersposarsi. Gonzaga Fer-
La rinunzia del cardinalato, che vol- dinando ottenne nel 161 5 di rinunziare
garmente dicesi rinunzia della porpora^ e ammogliarsi pel ducato di Mantova (ne
rinunzia del cappello, si fece tanto da parlai pure nel voi. XX, p. 127): dipoi
quelli ch'erano insigniti di questa digni- altrettanto fece il fratello Gonzaga Vin-
tà, che da quelli che virtuosamente n- cenzo. Non fu accettata la rinunzia di A-
cusarono accettarne la pontificia offerta lessandro Orsini per farsi gesuita, però
o proclamazione. Eccone un elenco, men- da Urbano Vili gli fu permesso farne i
tre alle biografìe di ciascuno si potrà co- voti, con quei temperamenti compatibili
noscere quanto le accompagnò. S. Pier con l'istituto e colla dignità che suo mal-
Damiano la rinunziò nel ioSq e do- grado dovè conservare. Pel ducato di Sa-
vè riprenderla verso il 1062 (si può ve- voia rinunziòMauriziodiiS'tìii'o//^ nel 1 642
dere il Compendio di siia vita del ca- a Urbano Vili, prendendo moglie. Nico-
nonico Strocchi). Il b. Andrea Conti la lò di Lorena rinunziò la porpora a Ur-
ricusò ad Alessandro IV del 1254. Gui. bano Vili e poi si sposò. Camillo Pam-
do vescovo d'Utrecht non accettò la por- phiìj nel 1647 con dispiacere dello zio In-
pora otierlagli da Clemente V nel 1 3 3. 1 nocenzo X dimise la porpora onde pro-
Nassauy Saverdun, Falkenstein, Home, seguir la sua prosapia. Giancasiniiro di
Segna o Lignilz , Orsini di Rosemberg Polonia gesuita, proclamato re, rinunziò
nel i38i non l'acceltaronoda Urbano VI. nel 1648 a Innocenzo X che lo dispen-
Porta Ardicino nel 1492 circa la rinunziò sò a passar alle nozze. Rinaldo d'£'^f^giu-
a Innocenzo Vili, non accettata dals. col- niore nel 1695 rinunziò a Innocenzo XII
legio, onde va letta la sua biografìa. Bor- pel ducato di Modena e ammogliandosi :
già Cesare nel 149^ '^ restituì al padre il dolio p. Theiner nella Storia del ri-
Alessandro VI. Pappacoda nel 1 527 non torno alla Chiesa di varie case reguan-
volle la dignità a cui lo avea promosso ti, nota a p. 1 2 che sebbene Rinaldo avesse
Clemente VII. Nobili voleva rinunziar la la tonsura, Innocenzo XI era sempre an-
porpora per farsi gesuita o cappuccino; goscioso di crearlo cardinale a cagione del
negandolo Paolo IVj rinunziò benefìzi i l'incerta successionedella casa di Modena,
con moderata riserva. Nifi medico la ri- resistendo per ben io anni alle replicate
cusò a Paolo IV. Francesco Toledo ge- istanze vivissime dell'imperatore, di Lui-
suita costretto ad accettare il cardinala- giXI V, di Giacomo poi re d'Inghilterra.
to con sua ripugnanza, bramò ardente- Merita leggersi la biografìa di Filippucci
mente di deporre la porpora con quella bel- per la mirabile costanza con cui rifiutò
la lettera che nel 594 scrisse a Clemen-
1 la porpora nel 1 706 a Clemente XI, pel
te Vili (la riporta MenochiOjiftwore, cent. complesso delle edifìcanti circostanze, e
9, cap. 67), il quale gli rispose, ordinar- per quanto si fece in concistoro e dopo.
gliDio che non pensasse più a rinunzia. Francesco M." de Medici nel 1709 l'i-
Lo stesso Papa alle forti rimostranze di nunzio a Clemente XI pel trono toscano
Cesare Baronio in ricusar la porpora, gli e prese moglie. Questo Papa nel 1 7 r 3 im •
POR POR 147
pose per precello al b. Tommasi di ac- che deponessero la porpora. Fra questi
cellar l'eminenle dignità alla quale co* non vi erano Tommaso Anlìcin Vincen-
stanlenienle ricusavasi; e uè) 1 7 1 5 la con- zo M."* Altieri, questi infermo, Taltro per-
ferì Nuzzi che da tanto tempo meri-
a chè si disponeva a partire per Baviera;
tandola, ed essendo sempre procrastinata, ambedue poi rinunziarono alla porpora,
esemplarmente taceva. Lodovico di Bor- per cui dai repubblicani furono assicura-
bone da Clemente XII creato di 8 anni ti di loro protezione e che non ricevereb*
cardinale (dell'età prescritta per essere bero molestia, al modo narrato da Bal-
promosso alla porpora parlai nel voi. IX, diìssav'ì, Relazione de'patimenti di Pio FI,
p. 287, indi a p. 292 riportai un elenco t. 3, p. 58 e seg., 124 e seg. Antici saga-
di cardinali creali in età giovanilcjfra'qua- ce e di molto ingegno, troppo diploma-
lidi 7 anni Medici poi Leone X, colla con- tico mondano, non ebbe la virtù neces^
dizione che dopo 3 anni assumesse le in* saria per resistere agli assalti de'persecu-
segne della dignità) e amministratore di lori della Chiesa. A'7 marzo fu minac-
Toledo, poi anche di Siviglia: la lettera ciato o di rinunziareformalmente la por-
di rinunzia a Benedetto XIV e quanto si pora o d'essere deportato e privato di sue
operò in concistoro per la ceremonia e ricche sostanze, ond'egli aderì rinunzian-
restituzione delcappello, ed a chi fu con- do la dignità cardinalizia con lettere a Pio
teroporaneameule concesso, lo dichiarai VI ed ai consoli di Roma in data di detto
nel voi. IX, p.
1 92 e 93j mentre nel voi.
1 giorno. Travagliato Altieri da grave in-
XX, p. 128 dissi ch'ebbe i5o,ooo scudi fermità, arrestato in casa, intimato di de-
di pensione sulle due chiese e prese mo- portazione se non si dimetteva dal cardi-
glie. Benedetto XIV nel 1743 con allo- nalato, mal consiglialo da due religiosi, u-
cuzione altamente lodò la modestia ed e- no de'quali suo teologo e giansenista, ai
roismo di Anton M.' Pallavicino per ave- 12 marzo scrisse a Pio VI che per l'età
re sempre ricusato la porpora che vole- e indebolimento del corpo divisava ri-
va conferirgli. Lomenié de Brienne nel nunziare la porpora, ma ilPapa gli rispose
I
790 prevenne Pio VI che voleva privar- per distoriò dalla presa risoluzione, ispi-

lo della porpora con rinunziarla: quan- randogli fortezza d'animo nell'incertezza


to fece poi il Papa in concistoro, in cui in cui trovavasi. Ma prima che il cardi-
ammise e accettò la rinunzia, lo dichiarò nale la ricevesse, i repubblicani non con-
decaduto dalla dignità, spergiuro e inter- tenti di quanto avea scritto, vollero che
detto, lo dissi alla biografia e nel voi. XV, facesse altra lettera a Pio VI con espli-

p. 211. Bercastel, Storia del crist., voi. cita rinunzia. Il Papa penetrato di dolore

36, n.° 3 e seg., parla della condotta di per tali due rinunzie della porpora e vo-
Lomenié, riporta il breve di Pio VI e la lendo frenare chi avesse tentato d'imitar-
risposta e rinunzia dell'ex cardinale. Inol- le, per allora non le accettò, lasciando gli

tre Pio VI nello stesso concistoro, giusta abdicanti allacciali co'vincoli de'loro giu-
il costume, subito riempi il vacuo nel sa- ramentij fhichè alcuni zelanti porporati
gro collegio, creando un altro cardinale ottennero nella certosa di Firenze, che le
dellostessoordine dell'abdicato, riservan- riconoscesse solennemente per escluderli
dolo in petto per pubblicarlo a suo tem- dal s. collegio e dal futuro conclave, me-
po e arbitrio. diante due brevi, Curn dilectuSj dej set-
Nel 1798 i repubblicani francesi, in- tembre 798, che 1 diresse colle memorate
vasa Roma, detronizzalo e portato Pio VI lettere al s. collegio; tutto fu riprodotto
in Siena, dispersi e arrestati i cardinali, da Baldassari. Ecco come si espresse Pio
a nome di questi rispose il decano come VI. }> Per autorità di Dio onnipotente,
accennai di sopra, allorché si pretendeva de'ss. apostoli Pietro e Paolo, e nostra,
t48 por POR
ammettiamo solcnncmentecilnccctlinmo livi ivi esposti, restandogli l* episcopale.
la rinunzia al cardinalato, intieramente Nel voi. XXXII ricordai T allocuzione
liberandoli da tutti gì* incarichi del car- perciò dal Papa pronunziata nel conci-
dinalato, e veramente spogliali e privi del storo de'3o novembre i838,e quale car-
titolo presbiterale e della diaconia, e del dinale prete creò e riservò in petto in
nome, onore, insegne, privilegi, premi- vece del virtuosissimo abdicante, di cui
nenze e diritti spettanti in qualunque mo' il eh. p. Antonio Angelini suodegno con-
do alla dignità di cardinale, e specialmen- fratello pubblicò in Roma neli85o: Sto-
te dalla voce attiva e passiva nell'elezio- ria della vita drl p, Carlo Odescalchi
ne del sommo Pontefice, e sciolti dalle ob- della compagnia di Gesù, la quale no-
bligazioni de'gìuramenti... dovendosi per bile, elegante e importante biografia me-
l'avvenire considerare Antici e Altieri co- ritò grandiencomii , ed eziandio quelli
me privati prete e diacono, e non più an- di mg.*"Fabi Montani nel Giornale di
noverati al s. collegio, per la pienezza di lionia 85o, n.^' 1^1^ e della Civiltà cat-
1

nostra podestà, ec.« Inoltre Baldassari ri- tolica, voi. 3, p. i63. Avendo promesso
porta la protesta di pentimento scritta da di qui descrivere le ceremonie e gli atti
Altieri 2 giorni prima di morire; gli scher- di tal rinunzia, riporterò un sunto degli
ni cui fu segno ai repubblicani Antici, e atti del concistorochesi leggono nel n.**

la sua lettera al cardinal decano, ed altra 99 del Diario di Roma i838, insieme
a Pio Vj, in cui sì studiò d'essere amn)es- alle lettere di rinunzia del 21 novembre
so in conclave, con pretendere d'aver so- del cardinale, e di accettazione del Pa-
lamente in deposito l'antica sua dignità pa. Questi nell'allocuzione narrò al s. col-
e sospesa nell'esercizio, insieme alla ri- legio con quante continue pressanti pre-
pulsa avutane dal s. collegio per l'elezio- ghiere il cardinale gli avea domandatola
ne di Pio FU: a dichiarare il ricevimen- dimissione di sue dignità per consagrarsi
to di questa, egli si sottoscrisse, Tomma' all'istituto della compagnia diGesù, per cui
so Aulici già cardinale. Però il rimanen- s'indusse a esaudirlo, facendo unosplen-
te di sua vita in Recanati fu al tutto pri- dido elogio di sue preclare virtù. Quin-
valo,ma molto virtuoso ed esemplare, con di furono introdotti nella sala del conci-
generose limosine e fondazioni di pubbli- sloro i prelati e mg.ii Ignazio Cadolini ar-
ca beneficenza, a vendo mandato a' 3 set- 1 civescovo d'Edessa procuratore speciale
tembre a Pio VII in Savona una bella del dimillente,Bontadosi avvocato con-
protesta di pentimento, che si legge in cistoriale per promuovere l'istanza della
Baldassari. dimissione,Soglia e Piatti patriarchi qua-
A Caraffa Marino cardinale e nel voi. li vescovi assistenti al soglio, Mangelli e
XLI, p. 274, riportai le sue notizie, che Lupi-Soragna protonotari apostolici, Lu-
per dar successione alla famiglia rinun- cidi e Babini referendari di segnatura ,

ziò la porpora nel 1807, e che Pio VII Massimo maggiordomo, Pallavicinomae-
nel concistoro col consenso del s. colle- Siro di camera, Barbolani e Della Porta
gio accettò, creando in di lui luogo al- camerieri segreti , Belli segretario del s.

tro cardinale diacono che si riservò in collegio, Gasperini segretario de'brevi ai


petto. Alla biografia del venerando car- principi, ed i maestri di ceremonie. Mg.*^
dinal Carlo Odescalchi narrai la sua an- Bontadosi genuflesso notificò al Papa che
tica e costante vocazione a vestire l'abi- il procuratore avea per lui lettera del
to della compagnia di Gesù, per cui ri- cardinal Odescalchi per dimettere il car-
nunziò porpora e tutte le dignità a
la dinalato, quale da esso consegnata a
la
Gregorio XVI, il quale dopo maturo con- mg.^'deLlgne maestro di ceremonie, que-
siglio l'ammise per quegli edificanti mo- sti d'ordine pontificio la passò a mg.'^Ga-
- -

POR POR i49


spenni che ad alta voce lesse rivolto ai decoro della S. R. C. intendiamo di creare
cardinali. Quindi mg/ Belli die lettura in cardinal prete un egregio personaggio...
con voce intelligente del mandato di pro- Che vene pare? Coll'autorità dell'onni-
cura del porporato dimiltente ricevuto potente Dio, ec. »* Terminale queste co-
dal maestro di ceremonie. Dopo di che se, fu aperto il concistoro, da cui parten-
mg.i' Bonladosi continuò la sua orazio- do Gregorio XVI per le sue stanze, nel
ne e supplica tanto in nome del cardina- traversar quella contigua alla sala con-
le che de! procuratore, acciò sua Santità cistoriale, disse a mg.'^Cadolini procura-
accettasse la rinunzia del vescovato e l'or- tore che sta va in ginocchio: Abbiamo ani •

na mento della romana porpora, implo- messa la cessione del cardinalato. Per
rando l'assoluzione dal vincolo di qualun- cui il prelato, dopo aver rese grazie al
que giuramento. Indi il maestro delle ce- Papa con grave ed elegante orazione, so-
remonie interpellò protonotari, affinchè
i pra un bacile d'argento presentò il cap-
rogassero pubblico istromento intorno al- pello cardinalizio, che fu ricevuto da un
l'istanza deli'ammissionedi siffatta dimis- maestro di ceremonie, e prostrato rive-
sione: allora mg.'^Mangelli rispose: lo ro- rentemente al bacio del piede di sua San-
ghereniOj e rivolto ai referendari e a tutti tità, ne ricevè la benedizione.

gli altri ivi presenti li prese per testimoni De'cardinali deposti ed esclusi dalla
di questi atti, dicendo: essendo i^oi testi- pontificia elezione, in tanti secoli e per
moni. Falla ed ammessa l'istanza, usci- tanti Scismi [F.), lungo sarebbe il nove-
rono dal concistoro tutti quelli che v'era- ro; nondimeno ne riporterò un numero,
no stati introdotti, talché vi rimase solo potendosi vedere Antipapi, i quali sinodai
coi cardinali il Papa che disse loro, giu- primordi della Chiesa, nella maggior par-
dicare che non debba negare la richie-
si teessendo cardinali, da questo grado con
sta dimissione, e chiedendo il loro parere, quei cardinali che ne seguirono il partilo e
colla formola Che ve ne sembra? Aven-
: coi pseudo-cardinali che crearono, furono
do tutti i cardinali opinato che ammet- deposti e scomunicali dai legittimi Papi;
tersi dovesse la dimissione, il Papa l'am- mentre il cardinal Anastasio neir855, co-
mise e approvò con solenne apostolico de me altri, divenne AHI Antipapa, ben-
creto.«CoirautorilàdeironnipotenteDio, ché fosse stato deposto da s. Leone IV.
de'ss. apostoli Pietro e Paolo, e nostra, Parlerò ancora della privazione della vo-
ammettiamola cessione e dimissione del ce attiva e passiva, perpetua o tempora-
cardinalato... cosicché il dimittente da qui nea. Nell'Bye Giovanni Vili (P'.) sco-
innanzi in nessun modo sia più cardina- municò e depose il cardi nal/^ormo.9o(F!),
le... né possa avere voce attiva o passiva assoluto e reintegrato da Marino I (^.),
e principalmente nell'elezione del som- meritando il pontificato nell'SQi. Gio-
mo Pontefice... assolvendoloda qualun- vanni IX (^.), dopo avere restituito ai
que giuramento e trasgressione di que- primi ordini quelli ch'erano stati degra
sto... In nome del Padre ->Jf e del Figliuo- clali,scom unico 6 cardinali. Gw^'<2«^^/A'//
lo -jjf e dello Spirito Santo •^. Così sia. » (^.) scomunicò e degradò dalla dignità
Poscia inerendo agli esempi de'predeces- cardinalizia nel 964 cardinali vescovi »

sori, creò e riserbò in petto un cardina- d'Ostia, di Porto e d'Albano per aver con-
le prete » senza alcun indugio riempir sagrato l'y^/zZ/yj^yotiZ/eo/ze P^IIl {^.)' ^^^
vogliamo il posto del Collegio vostro, che ì Papi anticamente facevano le Ordina-
attesa la rinunzia testé emessa del ven. zioni ove riportando altre degrada
( f^.)j

fratello Carlo de'principi Odescalchi ri- zioni dico pure che annullavano quelle
mane vacante; e perciò a maggior glo- degli antipapi. Onorio II depose e sco-
ria dell'ounipoteote iddio, e a presidio e municò il cardinal lìlargoliesi (F.). Gre-
1

i5o POR POR


gorio X nel 1
2^4 t»'» le leggi che fece pel ca chiusa, che ils. collegio ammise a vo-
Conclave e Elezione de' Papi ( F.), dicliia- tare in conclave, li riportai ne' voi. IX, p.
rò che non si potrà negare l'ingresso in 3 (>,X V, p.
I 264 e 284) aggiungendo che
conclave a'cardinah censurati o scomuni- s. Pio V tolse nel 1571 l'impedimento
come ne trailo ne* voi. X, p. 19, XV,
cati, di entrare in conclave e votare, ai car-
p.264eallrove, dicendo quali Papi con- dinali colla bocca chiusa, e che Gregorio
fermarono questa legge, e che nullame* XVI introdusse l'uso d'aprire la bocca ai
no ne'conclavi de! i3o3e i3o5 vi furo- nuovi cardinali subito dopo la funzione
no esclusi cardinali Jacopo e Pietro Co-
i del cappello. Nel voi. X, p. 19 narrai che
lonna (F.), degradati e deposti da Bo- Giulio II {V) escluse dal diritto di in-
nifacio Vili, Neh 878 incominciò il gran- tervenire all'elezione del successore i car-
de scisma per opera {ieXV Antipapa Cle- dinali che aveano cospirato contro di lui
mente ni[f^.)j sostenuto dai successori nel conciliabolo di Pisa[V.),ecoxnQ Leo-
AnlìpapiBenedetloXIIIe Clemente Fili ne X
li reintegrò con penitenza, facen-
(f.), per cui le deposizioni de'cardinali e doli riavesti re della porpora in concisto-
anticardinali furono numerose (a vicenda ro (di che eziandio nel voi. XXXVII, p.
si scomunicarono e degradarono Pontefi- 159 ed altrove); ed a p. 20 de'cardinali
ci e Antipapi), eseguite anche formalmen- come pu-
cospiratori contro Zieo/ze-X( /^.),
te in concistoro (celebre fu quello d'Ur- niti. IV nel concistoro del i563 for-
Pio
bano VI che accennai nel vol.XV,p. 193, malmente depose dalla porpora Odetto
in cui privò del cardinalato e depose Cle- di Coligny (/^'.)_, il quale con essa volle
mente VI le 12 cardinali, insieme ai suoi sposare la sua concubina. Che nel con-
fautori), come le Assoluzioni dalle cen- clave del I 721 furono invitali cardinali i

sure ecclesiastiche, e reintegrazioni della Noailles e Alberoni (V,) j affetti dalle cen-
porpora, vasto argomento che trattai in sure, ed altrettanto si fece col cardinal
tanti articoli, ad Avignone^ nelle biogra- Coscia (^.) ne' seguenti, lo rimarcai nel
fie de'Papi Urbano VI, Bonifacio IX, voi. X, p. 20: ivi e nel voi. XV, p. 2 1

Innocenzo VII^ Gregorio XII^Giovaimi raccontai come Pio VI, nella delicata cir-
XXIIIeMartino /^, e nelle biografie dei costanza in cui il cardinal de Rohan(F.)
cardinali. Gregorio XII rinunziò e ritornò fu sottoposto al giudizio del parlamento
ad essere cardinale, così Giovanni XXIII di Parigi, non permise che avesse a re-
dopo la sua deposizione. Riporto il nove- stareesposlo al pericolo e al dubbio d'una

ro degli anticardinali colle loro notizie, sentenza penale o indecorosa d'un giudi-
cioè di quelli fatti dai pseudo-Pontefici ce incompetente, e perciò colla solenni-
Clemente VII, nel voi. Ili, p. 2 1 1-220 ,
tà del concistoro del 1786 e di un de-
Benedetto XIII, 223-232, Clemen-
p. creto concistoriale, sospese in lui la di-
te Vili, p. 237- 238: gli anticardinali gnità cardinalizia; emanata poi dal par-
dell' Antipapa Felice V (^.), nel voi. lamento la sentenza, che riuscì decorosa
IV, p. 158-171, il quale fu elettodal con- per Rohan, cessò la sospensione per es-
ciliabolo di Basilea contro Eugenio IV. serne cessata la causa, reintegrandolo il

Questo Papa escluse dal concorrere alTe- medesimo Papa.


lezione pontificia cardinali che non avea-
i PORRES Emmanuele, Cardinale. V.
no ricevuto l'insegnecardinaliziedelCrt^- Arias.
pelloj ec. e se non fosse stata loro aper- PORTA, Porta, Janna, Valva. L'a-
ta la bocca o sia autorizzati alla voce at- pertura per donde s'entra e si esce nelle
tiva e passiva, di che discorro ne' voi. IX, città o terre murate, e ne'principali edi-
p. 3 1 5, 3 1 6 e 3 1 7, XV, p.. 240, 243 e fizi, chiese, palazzi, abitazioni esimili: del-
scg. Alcuni esempi di cardinali colla hoc- le porte rimarchevoli parlo ai tanti loro
POR POR i5i
nrlicoll, come delle relative erudizioni. CredeGualtani,clie ne'più remoti tempi
Quando i romani volevano fabbricare li- le principali porte d'una città commer-
na ne designavano il recinto col con-
città, ciale fossero non d'una ma di 3 arcate o
durvi lutto all'intorno l'aratro, e colui che fornici, come gli archi di trionfo. Tale fu
Io conduceva nel fare il solco col vome- la porta di Pompei e tale si vuole che fos«
re questo sollevava alzando l'aratro e la- se la Capena, ed ove la folla del popolo

sciando un intervallo nel luogo in cui si doveva esser molta e perciò era moltoco-
dovea stabilire l'ingresso o la porta, co* moda siffatta forma di porte tripartite,
me fece Romolo con Roma, per cui lo spa- mentre le vetture, le bestie da trasporto,
zio ch'egli lasciò intatto si disse Porta, a i carriaggi d'ogni sorta potevano passare
motivo che ivi l'aratro o il vomere ven- sotto l'arco di mezzo lungo la pubblica
ne portato. Le porle de'greci si aprivano via, restando ai pedoni liberi gli archi piìi

dal di fuori, e coloro che uscivano dalle piccoli che mettevano ai marciapiedi u-
case percuotevano per di dentro la porla sali sempre dagli antichi nelle iS'^r^<'/e(F'.)
stessa con un colpo, affined'avverti rei pas- maestre; quindi crede Guattani, che dal-
seggieri che trovavansi nella pubblica via, le porte a tre vani e sul loro modello venis-
onde scansassero d'essere urtati dalle im- sero edificatigli archi di trionfo. Le porte
poste che si volevano aprire. Le porte dei delle case e delle città degli antichi ebrei
jomani all'incontro aprivansi perdi den- ordinariamente aveano stipiti di legno;
tro, come ora si va facendo in Roma col- nella sagra scrittura il nome di porta si

le porte delle botteghe e altri pianter- trova spesso usato per indicare il luogo
reni. Si vuole che le porte degli antichi delle adunanze e dove si amministrava la
non girassero sopra cardini, masi muo- giustizia, il quale metodo accelerava gli
vessero nella parte inferiore entrando nel a (Fari, comechè comodo pei nazionali e fo-
suolo, o per lasuperioreentrandonel mu- restieri. Nella medesima sagra scrittura

ro, forse all'idea delle saracinesche. Nel il nome di porta significa talvolta una po-

536 Belisario giunto in Roma, prima sua tenza, nella stessa maniera che chiamasi
cura fu il risarcimento delle mura della Sublime Porta o Porta Ottomana in og-
ciltà, le cinse di fosse e vi costruì de'merli gi l'impero di Turchia; ne feci cenno nel

per provvedere alla salvezza de'di Tenso- voi. XVIII, p. 9, nome che si dà anche

ri.Le Porte di Roma [V.) eziandio ven- alla corte del sultano o gran signore, qual
nero ristorate, e le imposte fatte d'un sol sede dell'autori là suprema, palazzo e sog-
pezzo da alzarsi con l'incastro, come si giorno sovrano. Presso gli antichi gl'in-
vede praticato nella Piuciana, Salaria, Ti- gressi de'templi aveano porle con unao
burlina,Prenestina,AppiaeOstiense,qua- due imposte di legno e di bronzo, ornate
li dall'uso che ne facevano ancora i sa- d'avorio e oro, pure con bassorilievi. Nel -

raceni vennero chiamate Porte alla sa- l'antica Roma i grandi, i potenti e le per-
racinesca, essendo però anteriori all'inva- sone più agiate tenevano sempre le loro
sione di essi. Muratori, Disscrt. z7rt/._,diss. porte chiuse; e alcuni schiavi indicati per
26, dice che ne' bassi tempi le Cìttà[F.) questo col v\omQà\ jaiiito re s o Ostiarii^coì
erano guernite di bastioni , muro, ante- qual vocabolo furono chiamati Maestri i

murale, torri, porte e posterie, cioè pic- ostiariij ^.j custodi delle diverse porte del
cole porte, non che di cataratte alle por- palazzo pontificio, le quali si chiudevano
te, composte d'una ferrata, che polca al- a ora di pranzo e nella notte, ponendone
zarsi ed abbassarsi. In alcune case di Er- le chiavi sulla mensa del Papa il Mae-
colano trovaronsi porte con imposte di stro del sagro ospìzio, ovvero consegnuu»
marmo, uso antico di altre ciltà d'Italia dole al Camerlengo), che significa por-
costumato anche nelle /-'or;cJ/c/t/e5c(F.). tieri, incaricati di aprire e chiudere le [>or-
i52 POR POR
te: quelle soltanto de'tribuni rimaneva- rìorifìai pictura imaginis glon'osae Vir-
no aperte, adlnchè ciascuno potesse a qua • gìnis Mariae, cum Filio suo in brachlo.
lunque ora indirizzarsi a que'magistrati Sì sogliono presentar le chiavi delle por-
popolari, per esporre loro le proprie bi- te della città ai propri sovrani o ai vin-
sogna. Si colorivano e si dipingevano le citori della guerra, dai magistrali muni-
porte in diversi colori; vi s'incidevano cipali con opportuni discorsi ; di che parlai
iscrizioni e vi si attaccavano a guisa di tro- nel vol.XI p. ,
1 79 e in tanti luoghi. Talvol-
fei le spoglie de!nemici vinti, o quelle de- ta i vincitori tolsero ai vinti le porte della
gli animali e volatili carnivori uccisi al- città, e portarono nella propria come tro-
la caccia. Ne'giorni di festa e di pubbli- feo. A Immunità trattai dell'asilo de'luo-
che allegrezze (come notai in diversi ar- ghi che incomincia dalla porta : leggo nel
ticoli), le coronavano con ghir-
porle si Fantoni, Storia d Avignonei. 1, p.
876,
lande d'ogni sorta di Fiori (^.), con fo- che Roberto re di Napoli e signore di Pro-
gliami, ed anche con alberi che si pian- venza concesse ai Cabanes o Cabassole ,
tavano con una specie di solennità. Gli che chiunque toccasse il martello della
egizi celebravano il plenilunio dell'equi- porta del loro palazzo d* Avignone fosse
nozio di primavera con attaccare alle loro ammesso all'asilo. Antichissimo è l'uso di
porte corone e festoni di foglie e rami tal guisa, dappoiché
picchiare alle porte in
verdi, per allegrezza e per rendersi pro- si ha da Plutarco, De curiosilate, che gli
pizi gli Dei ; se giaceva una persona infer- antichi solevano appendere alla porta il
ma, appendevano all'uscio della casa uti martello per dare segno. De' campanel-
ramo d'alloro,per muovere Apollo a com- li alla porta delle case parla Cancellieri
passione per restituirgli la salute; per in- nelle Campane. V. Palazzo, Nobile, Pa-
dicar la perdita d'alcuno ponevano sul- lazzi DIRoma.
la porta un ramo di cipresso; nelle noz- PORTA
(della) Jacopo Ereberto,
ze adornavano le porte con corone d'al- Cardinale. Dia signori di Castel Arqua-
loro o altre verdi piante. I greci d'Ermi' to, figlio della sorella del cardinal Pece-
Illa per la festa di Cerere appendevano raria, nobile di Piacenza, si fece ammi- j

alla porla del suo tempio le ghirlande che rare per virtù e dottrina, per cui dal mo- -

aveano portale incapo. Gliantichi roma- nastero di Cistello o dalla solitudine di


ni collocavano alle porte delle città le fi- Chiaravalle nel 1 238 fu da Gregorio IX
gure delle loro divinità, il che faceva al promosso al vescovato di Mantova, indi
popolo riguardarle come sagre. In tempi nel dicembre i5o o ii5i Innocenzo IV
i

posteriori si immagini de-


sostituirono le Io creò cardinale vescovo di Porto. Mentre
gl'imperatori, donde forse ebbe origine governava la i." chiesa v'introdusse i car-
il costume di applicare alle porte delle cit • melitani, e chiamò in Mantova la b. Agne-
là gli Slemmi de* principi cui apparten- se sorella dis.Chiara,afllnchè istruisse nel-
gono, e sugli edifizi quelli de'proprietari, l'esatla osservanza della regola di s. Fran-
de'propri principi o de'palroni. Nel voi. cesco le monache che avea collocate nel
LI, p. 309 narrai come re Abagaro pose monastero da lui fondato fuori della cit-

sulla porla d'Edessa i' immagine del Sal- tà, come felicemente si effettuò. Colla sua
vatore. A Maestà dissi della origine di prudenza estinse il fuoco della guerra ,
porre l'effigie de'santi sopra le porle delle che stava per accendersi tra' mantovani
città e castella, dal quale uso derivò quel- e modenesi. Amante della solitudine e
lodi metterle sulle porte delle case. Negli della vita monastica costantemente si ten-
statuti di Gubbio, confermati nel secolo ne lontano dai pubblici alfari. Dopo aver
XI Y dal cardinal Albornoz, si ordina, che favorito l'elezione d'Alessandro IV mori
in ciascuna porta della città inparleintC' in gran concetto di santità nel 12 54, ve-
POR POR i53
nendo il corpo a tenore dì sua disposi- statua giacente, con epitaffio in versi nel-
zione tumulato nel monastero di Chia- la base.

ravalle presso quello di s. Malachia. PORTA (della) Ardicino, Cardina-


PORTA (deixa) Rinaldo o Reginal- le. 11 giuniore, nipote del precedente, nac-
DOj Cardinale. Nacque in A Isacco presso que in Novara da nobili genitori e fin da
a Bri ve, diocesi di Limoges, fu canonico giovinetto die saggio nella pietà e nelle
e vicario generale di Puy, ed arcidiaco- lettere, per cui i concittadini dopo l'ado-
no di Combrailladi Limoges, della qua- lescenza lo richiesero per vescovo. Dive-
le nel 1294 divenne vescovo e vi celebrò nuto vicario generale di Firenze, fu il solo
il sinodo. Giovanni XXI I nel 1 3 6
1 lo pro- ch'ebbe coraggio, con rischio della vita,
mosse in arcivescovo di Bourges, dove nel di pubblicar l'interdetto fulminato con-
j3i9 prescrisse al clero norme stabili e tro i fiorentini da Paolo li, a fronte del-
costanti per la recita delie ore canoniche. le minacce gravi del popolo sollevato. A-
3Veli3i7 il Papa lo spedi legato in Fian- zione sì intrepida lo rese gratissimo al Pa-
dra con Berengario Landora poi vesco- pa, che lo scelse tra'più degni del palaz-
vo di Compostella, affine di ridurre an- zo apostolico a incontrare 1' imperatore

che colle censure magnati di quelle Pro-


i Federico Miche portavasi in R.oma. Riu-
vincie alla pace con Fdippo V re di Fran- scì non men grato a Sisto IV, il quale no-

cia; poscia fu incaricato con Cherchemont minollo datario e nel i475 vescovo d'A-
canonico di Parigi di ridurre all'antico leria , indi di Novara, come pretendono
lustro l'università d'Orleans, ed a'20 di- Fleury, Mazzucchelli e Dattichy. Fu go-
cembre i32o lo creò cardinale prete dei vernatore di parecchie città e provincie
ss. Nereo ed Achilleo, indi neh 32 i ve- dello statopontificio, come dell' Umbria
scovo d'Ostia, morendo nel declinar del e della Marca , dove sbandite le fazioni
1327. Trasferito il corpo in Limoges, ri- e pacificate le discordie, ridusse que'po-
mase sepolto nella cattedrale, e alla sua poli alla pace e all'ubbidienza della s. Se-
memoria fu eretto nobile ed elegante mau- de ; in questo numero furono pure Pe-
soleo a destra dell'altare maggiore, so- rugia, Norcia, Todi, Terni e Città di Ca-
vrastalo dalla statua del cardinale vesti- stello. Per sì prosperi successi venne in-
to in abiti pontificali. viato nunzio a Mattia re d'Ungl'ieria,poi
PORTA (della) k^mcx^o, Cardina- a detto imperatore, tra' quali estinse a-
le. 11 seniore, venne alla luce di genero- Iroce e ostinata guerra, riducendoli a per-
sa stirpe in Novara, come dottore famo- fetta concordia, impresa chealtri aveano
so in ambe le leggi (secondo Menochio tentato indarno. Tornato in Roma sotto
avanti d'essere ecclesiastico ebbe moglie ),
Innocenzo Vili riassunse il datariato, di
trasferitosi in Roma, fu ammesso tra gli piii incaricato a soprintendere alla spe-
avvocati concistoriali e con tal carattere dizione degli affari degli ambasciatori e-
intervenne al concilio di Costanza, in cui steri. In ricompensa di tante fatiche, tal
ebbe gran parte, ed ove fu eletto Mar- Papa a'g o[4 marzo 1489 lo creò cardi-
tino V. Questi lo fece chierico di came- nale prete de'ss. Gio. e Paolo, ed ammi-
ra , correttore delle lettere apostoliche, nistratore d' Olmiitz. Se non che, dopo
e pel distinto suo merito a'24 maggio o 4 anni circa che vestiva la porpora^seni'
23 giugno [426 lo creò cardinale dia- pre più annoiato del mondo, risolvè ri-
cono de'ss. Cosma e Damiano, morendo nunziarla e ritirarsi in un monastero di
in Roma nel 1 Fu sepolto nell'antico
434- camaldolesi, come affermano con Pietro
oratorio di s. Tommaso della basilica Va- Delfino molti scrittori presso Cardella, al-
ticana , donde fu trasferito nelle sagre tri dicono tra'monaci di Monteoliveto di

grotte, essendo ornala la tomba colla sua Siena, altri in un convento francescano.
i54 POR POR
G)ii graridestento e ripugnanza del Papa cagione infermità che contrasse di
dell'

olteniiedue rescritti per seguir la sua vo- febbre quartana, ch'c fondata nell'umo-
cazione, onde restituito nelle sue mani il re melanconico , dalla quale consumato
cappello cardinalizio e deposta la porpo- passò a miglior vita in Roma a'5 febbra-
nì, sotto mentile
1492 uscito di
vesti nei io dice Novaes secondo Menocliio a* 4
,

Ptoma accompagnato da un solo dome- novembre i493, d'anni Sg, per godere
stico, prese la cocolla monastica e il cap- il premio de'santi e ardenti desideri che

puccio. Siffatta risoluzione altamente di- avea avuto di servire Dio in ordine reli-
spiacque al s. collegio, anche come ese- gioso. Fu sepolto nell'antico oratorio di
guila senza sua partecipazione e consiglio, s. Tommaso nella basilica Vaticana pres-
onde Innocenzo Vili stimò bene di richia- so lo zio, con breve epitaffio che ancora
marlo in Roma. Raggiunto per la via, u- sussiste nelle sagre grotte ove fu trasfe-
niilmente obbedì retrocedendo a Roma, rito. Questo degno cardinale fu largo e
ma Boscapè sostiene che già era in mo- profuso co'poveri , singolarmente vergo-
nastero e avea indossato l'abito religio- gnosi, severo con sé slesso, e assai dedi-
so. Menochio, L9///ore, cent, io, cap. 35, to alla preghiera e alla mortificazione
riporta la riverente lettera da Ardicino della propriacarne che quotidianamente
Papa a' 12 giugno in Ronciglio-
scritta al flagellava, con diuturne vigilie e rigoro-
ne, ove da maestro Graziano da Villa- si digiuni. Tuttavolla il maledico Garim-

nova avea ricevuto il pontifìcio breve di berti lo calunniò come poco onesto, sen-
revoca. In sì mirabile lettera responsiva za provarlo, temerità che valorosamen-
deiredificantecardinale,egli dichiara col- te confutò con apologia e testimonianze
le parole e ragioni più eftìcaci la sua vi- cremonese.
irrefragabili Pietro Cannetti
va commozione per sentire dal s. colle- PORTA ( DELLA ) Girolamo , Cardi-
gio sinistramente interpretata la sua ri- nale. Nacque in Gubbio dal conte Giam-
soluzione repentina , sebbene fatta con maria e da Anna Stelluti de'conti di Pto-
maturità di riflessi e manifestata al Pa- torscio, e perciò da famiglia illustre per
pa 1434» indi rinnovata più vol-
fin dal antica nobiltà, che fiorì in Novara, poi
te. Ciò non dovere recar meraviglia, a- in Modena, donde fu trasferita in Gub-
vendo rinunziato s. Celestino V il papa- bio neli53o da Giammaria della Porta
Io, s. Girolamo e s. PierDamianoiI car- modenese, personaggio virtuoso e destro,
dinalato,non conoscendosi che questi ot- che di segretario d'Alfonso I duca di Fer-
tenessero licenza e annuenza dal s. colle- rara , passò alla corte di Francesco M.''
gio, bastare quella del vicario di Cristo, I duca d' Urbino, il quale in premio di

lacui podestà non ha limite. Avere s. Gre- segnalati servigi prestatigli per la ricupe-
gorio Nazianzeno lasciatoil vescovato per ra dello slato, gli conferì in feudo il ca-
attendere allo studio e alla vita contem- stello di Frontone col titolodi conte, con
plativa. Essere partito senza l' abito car- mero e misto impero, per se e successo-
dinalizio per fare la cosa segretissima, che ri.Girolamo in patria fece i primi studi,
neppurealfratelloavea manifestata. Sup- e compito il corso di rettorica passò in Ro-
plicare calorosamente di mantenerlo nel ma nel collegio Nazareno ad istruirsi nel-
suo santo proponimento per la salute del- le scienze filosofiche, nelle quali fece tan-
l'anima, perchè sebbene lo stato di car- to profittoche con somma lode vi sosten-
dinale e di vescovo è più perfetto di qual- ne pubblica conclusione. In seguito ap-
sivoglia stato religioso, per lui e per la sua preso il diritto civile e canonico, meritò
fragilità era cosa più sicura il passare nel 1771 il dottorato in leggi, e da Cle-
allo stato inferiore della religione. Non mente XIV fu nominato referendario ,

avendo il cardinale ottenuta grazia , fu ed ammesso tra'prelati della fabbrica di


POR POR i55
s. Pietro.Ben presto la sua inlegrìlìi, la rivoluzione francese minacciava gii sta-

prontezza di spirilo e a more indefesso allo lidella Chiesa,dièopera a tutti que'gran-


studio gli procacciarono onorevole ripu- di provvedimenti che prese il governo,
tazione. Pio VI, cilene conobbe i talenti come per 1' armamento delle milizie in
e l'abilità, neliyyS lo fece governatore numero maggiore, quindi alle funeste
di Sanseverino e nel 1776 di Fermo, le conseguenze, come all'esecuzione del fa-
quali città per dimostrazione d'affetto, tale armistizio di Bologna e al rovinoso
soddisfazione e grato animo lo ascrissero trattato di Tolentino imposto dalla pre-
con la famiglia e discendenti alla loro no- potenza del più forte, avvenimenti che
biltà; la 2.'^ poi quando il Papa nel 1778 in tanti luoghi descrissi. Ninno si può ab-

lo dichiarò segretario del buon governo bastanza figurare le angustie e le labo-


e a far parte della congregazione dell'im- riose fatiche cui in tante calamitasi tro-
munità , fece scolpire nella facciata del vò Sobbarcalo. Consumata dai francesi
palazzo municipale luistemma con
il di l'occupazione dello stato e il detronizza-
plaudente epigrafe. Ottimo giureconsul- menlo di Pio VI, che deportarono a'20
to, rese a tutti ragione nella nuova impor- febbraio 1798, il prelato ebbe la sorte
tante carica, regolando per loro bene le d' essere tra* pochissimi non vessati dal
comuni dello stato, riformando il censo proclamato governo repubblicano; quin-
e correggendoli catasto, diportandosi in di ritiratosi in patria , amato e riverito
guisa che il prefetto del buon governo da tulli potè godere le dolcezze della tran-
cardinal Casali ne ringraziò più volle Pio quilla vita privala. Eletto nel 1800 Pio
VJ , affidandogli le più rilevanti risolu- VII in Venezia, quivi si portò a ossequiar-
zioni pel concetto che ne avea. Divenne lo col nipote conte Giammaria
(di cui e
canonico vaticano e nel 1782 prese gli de'suoi nel voi. XIV,
ed altrove),
p. 296»
ordini minori j nel seguente fu annove- accolli con ogni dimostrazione di amo-
rato alla segnatura di grazia e nel 1784 revolezza. Precedendo il Papa ritornò in
tra* chierici di camera collo scabroso in- Roma acclamatodal popolo,e fu uno dei
carico di prefetto dell'annona, che per io prelati della congregazione deputata pel
anni alacremente disimpegnò con vantag- nuovo piano sul ristabilimento dell* an-
gio di tutti, lodandone la vigilanza e le tico sistema di governo, la quale gli af-

cure mg/ Nicolai (Memorie sull'annona fidò la sezione economica, per cui contri-
par. 3, p.i3i), anche per avere il Papa buì ad esonerare le comuni dai debiti^ ed
fallo eseguire il di lui piano di riforma a sostituire alle antiche gabelle la tassa
amministrativa e di nuovo genere di. col- della dativa reale. Finalmente in premio
tura nelle provincie annonarie. Pio VI di tante benemerenze, Pio VII dopo a-
vedendolo sempre più felicemente pro- verlo fatto ordinare sacerdote, a'23 feb-
gredire nell'abile maneggio delle cose di brarioi8oi lo creò cardinale prete col ti-

stato, nel febbraio 1 794 lo promosse a te- tolo di s. Pietro in Vincoli, e volendosi
soriere generale, che pei tempi assai dif- giovare del sapere di lui e felice sperien-
fìcili fece viemmaggiormente risaltare il za, gli conferì 6 congregazioni e neli8o3
suo disinteresse, la sua vigilanza e peri- la prefettura di quella del buon governo,
zia. Con zelo secondò il Ponlefice onde dichiarandolo ancora comprotettore di
compiere l' inoltrato diseccamento delle Gubbio, visitatore apostolico e protetto-
paludi pontine, e dal medesimo fu con- re della compagnia della Misericordia di
dotto ad esse nella propria carrozza per delta città non che protettore di altri
,

tre volle nella consueta sua annuale gita, sodalizi , del collegio piceno in Roma e
l)er segno di particolare benevolenza.Tro- della repubblica di s. Marino ; però non
vandosi nelle deplorabili circostanze, che lo potè indurre ad accettare i vescovati
6

i56 POR POR


di Viterbo, Ascoli, Sinigaglia , Osimo e bliccii nel voi. XVI li, p.io6). Divenuto
Cingoli. Fu operosa di snggie ri forine la nel 1823 il cardinal vicario Leone XII,
sua piefettuia del buon governo e assai questo dichiarò pro-vicario iùio all'e-
lo
utile alla patria, per avere cooperato al lezione del cardinal Zurla. Gregorio XVI
reclamato aprimento d' alcune strade , nel 1 832 lo promosse all'onorifica e pri-
cioè il riattamento di quella che da Gub< maria carica di uditore generale della ca-
bio mena a Perugia, l'ediflcazionedi quel* mera apostolica, ed a compensarne la e-
]a che da porla Croce in mezzo alle
s. semplare condotta, la probità e la lunga
montagne conduce a Scheggia , essendo e faticosa carriera ecclesiastica , lo creò
stato impedito dalle sopravvenute con* cardinale prete nel concistoro de'23 giu-
dizioni politiche di aprirne altra, che per gno 1 834, pubblicandolo in quello de'
]a Fratta di Perugia portasse in Toscana. aprile 1 835 con plauso di tutti, massime
Avendo francesi di nuovo occupato lo
i del clero romano, conferendogli per titolo
stato pontificio, nel luglio i8oc) imprigio- la chiesa di s. Susanna, ed ascrivendolo a
nando e trasportando altrove Pio VII ,
diverse congregazioni, con alcune protei-
con la forza il cardinale fu costretto par- torie, fra le quali il monastero di s. Susan-
tire da Roma; riveduti i suoi, passò in na. Inoltre nel 1 839 lo nominò suo vicario
Bologna, e Torino presso Filippini,
in i generale, per la sua prudenza edesperiea-
donde permesso trasferirsi a Firen-
gli fu za che avea di sì geloso uffizio. Decadu-
ze nel dicembre 8 1 , dove pei paliti di-
1 1 to nella sanità, dopo lunga e penosa ma-
sturbi e disagi del lungo esulare mori ai lattia, con generaledispiacere morì Ro- in
5 settembre 1812, d'anni 66. Per sua di- ma a' 18 dicembre 184», d'anni 68.11 fu-
sposizione il corpo fu sepolto in s. Fre- nerale si celebrò in s. Susanna, ove se-
diano, presso l'altare della Madonna, po- condo la sua disposizione fu sepolto, ve-
nendogli sulla tomba il fratello ed erede nendo collocalo nel mezzo della chiesa con
conte Ardicino elegante iscrizione di elo- semplice iscrizione. Inconsolabile il semi-
j»io,che riporta Pietro Lucarelli nella sua nario romano per tanta perdita, a testi-

bella biografìa che pubblicò a p. Sy del- monianza di duolo e di gratitudine in s.


y Esletica cristiana an. 2.° Apollinare; eseguì solenni esequie con
PORTA (della) Rodiani Giuseppe ,
iscelta lugubre musica, e l'intervento del
Cardinale. Nacque in Roma da patrizia tribunale del vicariato : il prof. d. Gio.
famiglia che gode il titolo di coale, a'5 Battista Castellani con tulliana eloquen-
settembrei 773, ed ebbe dalla natura pa- za lesse r elogio dell' illustre porporato,
cifico e tranquillo carattere, bello nella in cyi egregiamente rappresentò i meri-
persona e con dolce aspetto, di modi gen- ti, le viriti e le rare qualità del defunto.
tili e affabili , coi quali poi lutti grazio- PORTACELI Claudio, Cardinale,
samente animava allo studio, alla pretà Dell'ordine della Mercede, fu da Clemen-
ed all' esaurimento dei propri doveri. te V crealo cardinale nel 1 3 1 3 ; altro s'i-

Compiuti regolarmente gli studi ecclesia- gnora.


stici, ne abbracciò lo stato e si ordinò sa- PORTALEGRE(Po/'to/e^re/2). Città
cerdote. Pio VII lo ammise tra'suoi pre- con residenza vescovile di Portogallo, pro-
lati domestici e gli conferì un canonicato vincia d'Alentejo, capoluogo di Comar-
nella basilica Vaticana, indi io fece suc- ca, a' 19 leghe da Evora sopra alta col-
cessivamente luogotenente civile del tri- lina. Ha una vecchia cinta, n)a nessuna

bunale del vicariato, nel 1 821 arcivesco- forza che non le venga dalla sua situa-
vo di Damasco inparùbus e vicegerente zione. E' regolarmente fabbricata -.l'edi-
di Roma , e patriarca di Costantinopoli fìzio piti notabile è la cattedrale, le cui

(non da Leone XII come per isbaglio pub- tre navi sostengono belle colonne goti-
POR POR i^j
clie, ed in cui si venerano insigni reliquie nwe). Città con residenza arcivescovile
col ss. legno della croce J ha baltisterio air estremità dell' America meridiona-
e la cura d'anime, esercitala da due pre- le, capoluogo dell'isola della ss. Trinità,

ti nominati dal vescovo. Il capitolo ha 5 la principale e più meridionale Ira le pic-


dignità e per i.' il decanato, 5 canoni- cole Antille (cosi delle dalla loro posi-
ci compresi il teologo e il penitenziere, zione innanzi al nuovo mondo, pei na-
6 altri canonici detti semi- canonici, ed vigatori che vengono da Europa), sul
altri cappellani, beneficiati e chierici ad- golfo di Paria verso la foce del
Caroni.
detti al divino servigio. Alia cattedrale è Originariamente fabbricata in pietre e
contiguo il magnifico episcopio. Vi sono circondata da molte opere munite, prin-
altre 4 chiese parrocchiali in città e 6 nel cipalmente dalla parte del porlo, che si

suburbio, tutte munite del fonte sagro; estende verso l'ovest, sicuro e spazioso,
3 conventi di religiosi, 2 monasteri di mo- ed ha un bel molo di pietra, di questa
nache, ospedale e seminario con alunni. esistendone cave all' est della città. La
Il commercio è considerabile con Lisbo- Trinità fu scoperta da Colombo nel 3.**

na, per la fabbrica di panni e droghet- suo viaggio del 1498; gli spagnuoli visi
ti,e pellegname di castagno che abbon- stabilirono nel 1 532, ma nel 1 595 cadde
da ne'dintorni. Portalegreo Portallegro, in potere degl'inglesi. Piesliluita ai pri-
Portus alacris, forte e bella città, diven- mieri possessori, si trovò lungamente e-
ne ad istanza del re Giovanni III sede sposla alle depredazioni de'pirati che de-
vescovile, formandola Paolo III a*2 r a- sola vano quelle acque e la colonia fece
gosto i549 *^^" smembrare quella di allora pochi progressi. I impa-
francesi
Guarda, e la dichiarò suffraganea d*E- dronitisine nel 1676, l'abbandonarono
vora, ma in seguito fu sottoposta al pa- dopo taglieggiati gli abitanti, e 0^1727
triarcato di Lisbona , e lo è ancora. Ai una parte di questi rovinati da una sic-
presente vaca la sede : gii ultimi vescovi cità eccessiva che distrusse tulle le pian-
furono,nel 1 74oEmmanuele Lopez. 1 748 te di caccao, precipua ricchezza dell'iso-
fr.Gio. de Azevedo conventuale. 1770 la, riliraronsi sul continente. Erasi non-
Girolamo Rogado de Carvaiho e Sylva. dimeno non poco ripopolata, allorché nel
1773 Pietro de Mello. 1778 Emmanue- 1797 fu presa dagl'inglesi, a'quali con-
le Tavares. 1798 Giuseppe Valerio fi- servolla il trattato d'Amiens, e la Spa-
lippino. Per sua morte Gregorio XVI nel gna cede loro definitivamente nel
la
i832 preconizzò Giuseppe da Soledado 18 IO. Il 20 settembre 1825 soggiacque
Bravo. Ogni nuovo vescovo è lassato in a violenti scosse di terremoto. Il vicaria-
fiorini 833 essendo la mensa quasi di
, to apostolico delle isole dell'America set-
1750 scudi, detratti pesi. Ampia è la i tentrionale fu istituito da Pio VII nel
diocesi lunghezza 12 leghe, in lar-
, in 1819, quindi da Gregorio XVI venne
ghezza 4, conlenente più luoghi e castelli. diviso nelle Antille e altre isole in 4 vi-
PORTANTINA. V. Lettiga. cariati, I delegazione e 2 prefetture. Cioè
PORTA SPADA o Spadaccini di Li- ne'vicariati della Trinitàprovveduto da
voNiA, Ensifer. Ordine equestre sotto la Leone XII 1828, della Giammaica
nel
regola di s. Basilio approvato da Cele- istituito da Gregorio XVI nel 1837, di
stino III e confermato da Innocenzo Ilf. Gujana e di Curacao eretti da questo
Fu loi'o insegna due spade rosse incro- Papa il i.° nel i836, il 2." nel 1842.
ciate. Ne riporta la figura il p. Bonan- Nella delegazione di s. Domingo o Hai-
ni, Catalogo degli ordini,^. 37. F.\a- ty , e nelle prefetture della Marlinicca
voMA, Teutonico ORDINE. e di Guadalupa. De' vicariali apostolici
PORT D'ESPAGNE(iPormj.^/>/j<2. ne darò un cenno e come si trovavano
j58 por POR
«I declinar del pontificato di Gregorio del vicario apostolico mg.*" Fernandez, e-
XVI; mentre della delegazione parlala letto da GregoVio XVI nel 1887, cui at-
OcEANiA;dl Marlinicca e Guadaliipa nel tribuì nel 84 r per coadiutore d. Gugliel-
1

voi. XLy,p. 2 56, ambedue erette iti ve- mo du Quesnay. Cattolici 20,000 pove-
scovato neli85o da Pio /A{^). ri e provenienti d'Africa. Tre chiese, 5

Trinila ha per capitale Porto di Spa- preti; molte pie donne assistevano gl'in-
gna, già residenza del vicario apostolico fermi e curavano la frequenza de'sagra-
ed ora dell'arcivescovo di PortiVEspa- menti. La missione era alìidata ai gesui-
gne. Comprendeva le isole Granada,Gra- ti. Il clero era mantenuto colle rendile
nadine, Tabago, s. Vincenzoe sue dipen- delle case, colle offerte e col ricavato dal
denze, s. Lucia, Domenica, Antigoa, Ni- fìtto delle sedie nelle chiese. Gujana bri-
ves,Monserrato, s. Cristoforo e la Bar- tannica oDemerary (della francese o Ca-
badn, the poi passò nel 83f) sotto la Gu-
1 jenna parlai nel luogo citato), con Sta»
jannjcolle isole danesi di s. Tommaso e brodi capi tale, facente parte del vicariato
s. Croce, e altre in tutte 4o. Conteneva della Trinità ed eretta in altro vicariato
200,000 cattolici e ricchi, un 4-° de'qua- neh 836, conferendolo Gregorio XVI a
h appartenenti alla Trinità. Chiese e cap- mg.^ Guglielmo Clency vescovo Orlense
pelle 3 r , delle quali parte in pietra, al- inparlibus,a\ quale nel settembre 1846
cune belle e vaste, altre coperte da can- successe mg.^' Gio. Tommaso Ilynes da
ne di zuccaro. Preti esteri 60 e un gran Gregorio XVI neh 838 fatto vescovo di
numero d' indigeni. Vicario apostolico Leros inpartibus. Cattolici 20,000. Chie-
mg.'' Daniele MacDoivrreh vescovo d'O- se o cappelle 2; in Barbada ospedale; si
limpo Gregorio XVI nel
in parlibuSj cui dovea aprire in Gujana scuola e semi-
1887 die in coadiutore mg."^ Riccardo nario. Curacao conia città di Willem-
Pietro Smith vescovo Agnesense in parti- stadt per capitale, vicariato che compren-
bus, che poi gli successe nel i844- Semi- de le Antille olandesi, cioè la piccola A-
nario con 80 allievi. Dame di s. Giuseppe ruba , ed Abes le isole Buonani, s. Eu-
,

con stabilimento di educazione per la stachio, Saba e parte di quella di s. Mar-


classe elevala, avendo scuola le fanciul- lino. Gregorio XVI nominò vicario apo-
le di bassa condizione : scuole pei pove- stolico mg."^ Martino Niewindt vescovo
ri in tulte le parrocchie dell'isola. Il vi- di Citra in partibus^ ed amministratore
cario apostolico riceveva dal governo in- di Surinam. Chiamasi Gujana olandese
glese annui scudi 4000 4 p»*eti nella ca-
: ilSurinam, con Paramaribo per capitale,
pitale e 12 nel vicariato 600 per ciascu- prefettura apostolica con ospedale e va-
no. Il governo per terminar la chiesa mag- rie società di beneficenza; quindi eretto
giore die r 870 lire sterline^ e 1 3o annue a in vicariato apostolico neli846, Pio IX
8 parrochi di posteriore istituzione, inol- il i.° dicembre dichiarò mg."^ Giacomo
tre dando assegni anche alle scuole cat- Grolf vescovo di Canea in partibus e vi-
toliche ed ai cappellani. Nel vicariatoco- cario apostolico. In questo vicariato vi
me nel resto delle Antille fioriva la re- erano 7 missionari stipendiati dal gover-
ligione, professandosi con zelo ed eroi- no. Cattolici 16,000. Adunque il regnan-
smo. Dai comizi coloniali dava pen- si te Pio IX del vicariato apostolico della
sione per le case de' missionari.Giani' Trinità formò un arcivescovato col tito-

maica colle sue dipendenze le Lucale, o lo e residenza di Pori d Espagne a' 3o


Bahamà, la colonia inglese d'Honduras aprile i85o, conferendolo pel i.^a mg.*"
nella penisola di Jucatan nel 1887 comin- Smith già vicario apostolico ,
al quale
ciarono a costituir la diocesi di questo vi- concesse il pallio nel concistoro de*29 set-

cariato. Ring-Tong capitale e residenza tembre. Avendo istituita anche la sede


POR POR 159
di RoseaUjlatlìchiaròsuffraganeatli Port siri antenati, ha triplice portone che ram-
d'Espagne. menta quello di Reims. Neh 834 in Bo-
PORTE DI CHIESE. A Cuiesa ne logna fu stampato Le sculture dellepor' :

dicendo ancora cheli Porlicoi^V.)


trattai, te della basilica di s. Petronio iti Bolo-
precede 1* ingresso della chiesa, acciò le gna scolpile dade se- eccellenti maestri
porte non corrispondino immediatamen- coli XVe XVI3 con molte incisioni. Ce-
te sulla pubblica strada. Ratti, Tratta' lebri son pur quelle del santuario di Lo-
lo per V erezione de^ sacri templi, ap. 32 reto (^.), e quelle del battistero di Firen-
discorre delle porte, dichiarando dover- ze {V)- Queste porle costarono 40,000
si con disegno rettangolo ©quadran-
fare zecchini, e Raffaele non isdegnò di stu-
golare, non mai arcuate nella parte su- diarle e d' ispirarsene. Per farle fu og-
periore, non dovendo somigliare alle por- getto di gran concorso per gli artisti i-

le delle città; che sieno alte il doppio di laliani. Quando Ghiberti vincitore del
quanto larghe ; nella parte superiore si concorso, dopo 4o anni di continuo la-
collochi una cornice di decoroso lavoro voro terminò le due più belle cagionò ,

con ornati; che sieno tante quanto il nu- un generale entusiasmo, e quali capi
mero delle navi ; se la nave è una sola, d' opera se ne fece solenne inaugura-
abbia in fronte tre porte; in generale la zione. M. Suaresio ci diede la DescriziO"
porta di mezzo deve distinguersi dalle al- ne di tutte le porte di metallo che sono
tre, nelle commessure e massime
ornali, in Eoma^ pubblicata da Fea nella Mi-
quelle delle calledralij decorandole con sceli. 3 1 1, cioè della Chiesa de ss. Co-

iscolture o di leoni a somiglianza del tem- sma e Damiano, della Chiesa dis. Gio,
pio di Salomone, che ordinò scolpirli al- in Laterano, del Palazzo apostolico La»
le basi in significalo della vigilanza dei terano , ed ora situate alluogo che de-
presidi (perchè gli antichi collocarono i scrissi a tale articolo. A Chiesa dis. Pie-
simulacri de'Ieoni alle porle delle chie- tro m Vaticano parlai delle sue rino-
se, e di diversi superstiti, ne parlai nel male porte di bronzo, delle antiche di ar-
voi. XXXVIII, p. 88 e 89). Si deveu- gento e delle 5 sue porle e denominazio-
sar parsimonia di far porte ne'fìanchi del« ni, massime del simbolo che vi fece ap-
le chiede, conseguendone irriverenze. Sa- pendere s. Leone III, avvertendo che se-
rebbe convenevole costruirle di cipresso condo il costume di scolpire nomi del- i

o di cedro, odi noce con intaglio che non le possessioni della chiesa, vi furono scol-
imiti la sottigliezza della pittura, ma ri- piti i nomi deidominii della s. Sede. Nel
salii colla scultura : quelle delle chiese 467 venuto a venerare la basilica s. Ve-
più insigni sarà meglio coprirle di lami- rano vescovo di Cavaillon, e volendo ri-

ne di bronzo e ornarle di sculture di sa- manervi la notte a orare , il custode o


gre immagini, essendo nolo che alcune mansionario non lo permise,ondes. Pie-
basiliche romane ebberoimposte di bron- tro con impelo fece aprire miracolosa-
zo, d'argento o intarsiale di questo; ta- mente le porte, come narrano Severano,
li imposte sieno dalla parie interiore mu- Memorie, p. 2 32, e Piazza, i^/c/zo/og/o, p.
nite di catenacci di ferro e di chiavi non 394: questi a p. 334 aggiunge che noa
piccole. Delle porle di chiese piùantiche si saziava baciar quelle porle nel 632 (o

e più celebri parlai ai rispellivi articoli. 627 come scrive Marlorelli,^^or. dclcle-
Qui ricorderò le porte di bronzo della ro vat. p. 5o) s. Amando vescovo di Mae-
cattedrale di Monreale, con iscrizioni pie- strichl. A p. 295 poi narra, che s. Egi-
ne di nessi esprimenti falli della Bibbia. dio abbate avendo ricevuto da Papa s.

La cattedrale di Laon , prezioso monu- Ormisda due porle di cipresso colle elfi-
mento dell'archilellura religiosa de' no- gie scolpile de'ss. Pietro e Paolo, perdo-
i6o POR POR
unric a Clotloveo re di Francia, da cui o Catecumeni (r.), ed Energumeni (r.);
nvea ricevuto in dono un prezioso regno della Porta speciosa vicino al sacrario,
oliare papale, egli avendole poste nelTe- delle Porte sante così delle per introdur-
vere le raccomandò a Dio acciocché ar- re alla parte più santa della chiesa : del
rivassero bene in Francia, come avven- Nartece, atrio interiore o vestibolo, par-
ne. Che talvolta le porle di chiese si fe- lai pure nel voi. XXXI li, p. 66. Custo-
cero con pie oblazioni. Io leggo in Sar- di o portinai della porta del tabernaco-
neili, Memorie p. gS, di
di Benevento ,
loe tempio degli ebrei erano LeA>ili[F.) i :

bronzo e i5oei i5i


istoria le, erette nel i questi portinai custodivano ancora te- i

nella basilica di s. Bartolomeo inoltre a : sori del tempio e quelli del re, veglian-

p. i3 e i47 racconta che nella metropo- do alle riparazioni di quel vasto edifìcio;
litana vi è \a Porta santa, la quale suo- talvolta esercitavano le funzioni di giu-
le aprirsi come le Porle sanle[P'.)ó'ì Ro- dici ne'casi riguardanti la polizia del me-
ma, 6 mesi dopo la chiusura di queste; desimo, e sorvegliavano perchè non en-
pel primo l'aprì a* 19 febbraio 576 l'ar- 1 trasse nella casa del Signore persone che
civescovo Palomb.nra colle solile ceremo- fossero impure. Custodi e portinai delle
nie, coll'inlervento d' 8,000 persone, a- porte delle chiese erano anticamente i

vendogli Gregorio XIII con breve, pres- diaconi, poi i suddiaconi^ indi gli Ostia-
so il Bull. n.°i i5, concesso facoltà di a- ri j leDiaconesse ( V.) custodivano le
prire e chiudere la porta santa, «7^/0 /«- porte per ove entravano le donne onde :

bilaeuni ibi concedi solitnni est : si con- gli ostiari aprivano e chiudevano
che le

cedettero le stazioni di 4 chiese a'cilla- nelle ore stabilite, furono detti Custodes
dini peri 5 giorni, ed ai forestieri ad ar- sacrorum vestibulorum. Ora nella ordi-
l)ilrio dell'arcivescovo; vi concorsero i po- nazione degli ostiari si fa loro la tradi-
poli convicini processionalmenle dai 6 zione delle chiavi della chiesa tolte dal-
aprile a'y maggio. Nel voi. V, p. 106 e l' altare, e si fa loro chiudere ed aprire
107, parlai dell'origine e scopo di siffat- con esse le porte della chiesa, la cui cu-
ta concessione ; ne trattano ancora Bor- stodia vienead essi affidata, e mentre l'or-
gia, Mein, di Benevento t. 3, p, 4^6, e dinante dà loro le chiavi, dice : Diporta-
Zaccaria dell* /^«no santo lib. 2, cap. 8, tevi come obbligati a render conto a Dio
che riporta il breve Pastoris aeterni jòa di quelle cose che sotto queste chiavi si
Sisto IV concesso a'26 dicembre 1 475 ad custodiscono. A Ostiario ho detto ove ,

istanza del nipote cardinal Rovere ( poi parlai degli uffizi del palazzo apostolico,
Giulio 11) commendatario di s. Sofìa di de'custodi delle diverse sue porte, deno-
ed anche a vantaggio spiritua-
lai città, minati ostiari. A Mansionario dissi che
le del regno di Napoli, secondo le premu- anco ad esso spelta la cura eia custodia
re di re Ferdinando. Con altro breve dei delle porte, di aprirle e chiuderle. Gl'in-
1 8 maggio 476 prorogò il giubileo a tut-
1 gressi delle chiese si chiamarono sacri li'
to il mese di agosto. La visita delle chie- mini, si baciavano con divozione, e per
se fu prescritta alla metropolitana , a s. accrescere questa si mettevano nelle stes-
Sofìa, s. Bartolomeo, Annunziata e S.Lo- se porle alcune sante reliquie, come me-
renzo fuori le mura. glio dissi a Limina Apostolorum con altre
Nel voi. XI, p. 22 5, 227, 228 e 229 relative nozioni. Gli stipiti di molte chie-
feci la descrizione dell' antica struttura se hanno croci scolpile, che per divozio-
delle chiese di rito greco, dicendo delle ne si baciano. Benedetto XIII lai.^ vol-
Porte grandi e loro situazione ov'erano ta che entrò in sedia gestatoria nella ba-
i piangenti; del contiguo Nartece, \un- silica Vaticana, volle scendere e baciare
go de'pubblici Penitenti (F.)j de' Neofiti umilmente la soglia della porta. Le por-
POR POR i6c
te delle chiese si chiudono ne^V Iiìterdet- derivazione de gentili,! quali nelle solen-
ti e Scomuniche {F.). Notai nei voi. Vili, nità ornavano le porle de'templi con fe-
p. 73, e XI, p. 1 76, descrivendo la pre-
1 stive frondi e lumi echesi legge nel
^ lib.
sentazione delle chiavi delle porte della I, cap. 4 de' Maccabei: Orna veruni fa-
basilica Lateranense al Papa nel suo Pos- ciem templi coronis aureis, etscululis. A
sesso (j^.), ch'egli le riceve soltanto co- Piazza di Campo di fiore, notai quali at-
me sua cattedrale. Nella relazione di quel- ti pontifìcii si affiggono accanto le por-
lo di Sisto V presso Cancellieri, Posses- te delle principali chiese di Roma, così
si^ p. 1 2 9,, è detto. ^> Sisto V slimò prima in altri articoli, come nel voi. HI, p. 235;
d'ogni altra cosa mettersi in possesso del mentre talvolta l'appellazioneal concilio
suo vescovato, e lutti canonici i dis. Gio- fuegualmente affissa sulle porte di tutte
vanni costumavano di chiuder la porla le chiese di Roma ( voi. XIV, p. 290 ).
della basilica avanti 1' arrivo del Papa, Nei concilii sulle porte delle chiesesi fan-
che sebbene bussato tre volte non viene no chiamare gli assenti che si vogliono
da loro aperta aldi dentro, se non quan- giudicare, come riportai parlando de^con-
do odono proferire dal Papa il nome di cilii. Cosi nel concilio di Pisa (F.) alle
vesco^'O Lateranense. Essendo poi entra- porte della chiesa furono chiamati l'an-
to il Papa in chiesa e accolto dai cano- tipapa Benedetto' XIII. ed il Pontefice
nici e dall'arciprete, gli disse: Siete as- Gregorio XII, per sapere s'erano presen-
perchè avete per vostro vesco-
sai felici ti;non comparendo, furono dichiarati
vo un Papa, e Noi conlenti di avere co- contumaci con sentenza affissa sulle sles-
me per nostro vescovato un Papato colla se porle. Altrettanto si fece nel conci-
cura di tanti popoli. Ciò detto, si accom- liabolo di Pisa (F.) contro Giulio II.

pagnò coli' arciprete, al quale così sog- Per quanto produssi al § III dell'arti-
giunse: Meno onori e cerimonie, e più colo Comunione , per V ommissione del-
attenzione alla chiesa di s. Giovanni ". la pasquale si cade nella pena della sco-
Per tuttociò che riguarda le porte delle munica, laonde anticamente sulle porle
chiese, apertura, chiusura o altro, ne trat- delle chiese si poneva la nota di quelli
to ai loro luoghi ,
parlando delle sagre che n'erano perciò incorsi; oggidì \\ par-
funzioni, come per la domenica delle pal- roco dà la nota al vescovo de'non comu-
me nel voi. Vili, p. 282; a Pasqua ciò nicati. Cancellieri nel Mercato^ p. QtOt, ri-
che fanno greci nell'aprirle in tal gior-
i porta : che presso la porla della chiesa
no; non che del modo come sulla porta di s. Bartolomeo all' Isola di Roma, nel-
si ricevono «Papi, cardinali, vescovi, prin- la festa del santo si espone alla pubblica
cipi ec, eziandio per la presentazione del- vista una tavola, in cui a grandi lettere
l' ^.?/76'r5ono per y Aspersione (\g\\' Acqua sono descritti quelli che non hanno sod-
benedetta (F.) , che si conserva ne* Pili disfatto al precetto della comunione pa-
(F,) propinqui ailaporta. A Fontana di- squale, i^f/jro nominalini excommunica-
co dell' antico costume di erigersi presso tishaheantm\ e vi resta per tutta l'ottava;
le porte delle chiese, onde fedeli prima i correggendo Sprangero che nel i Q)^'] pub-
di entrarvi si lavassero le mani e la fac- blicò, appendersi la tabella degli scomu-
cia, diche pure a Lavanda delle mani. nicati alla porta dis. Tommaso in Pario-
Quanto riguarda l'asilo e V Immunità n e. Siffatta consuetudine fu rimossa pru-
(F.).Così de'Ioro ornamenti nelle i^e^te dentemente da Gregorio XVI, anche nel-
(F.), ciò che rimarcai a Porta e Fiori, lo stalo pontificio.
nel voi. XIjp. 260. Sarnelli, Leti, e ed. PORTE DI ROMA. Nella maggior
t. 87, lett. 20, Dell'ornare difesti-
i, p. parte sono nobili, decorose, magnifiche e
ve [rondi le porle delle chiese^ la chiama degne della splendida ed eterna città. Ben
VCL, LIV.
i62 POR POR
fi rngione osservò il celebre Crescìmbenì, sene faceva, o da chi leavea fabbricate.
Stato di s. Maria in Cosmcdiiiy p. 52, che Della fondazione di Roma feci cenno a
in ogni porla delle mura di Roma nel suo Mura di Uóma Romolo nel
(F.), e che
ingresso o ne* luogìii propinqui esistono designarle alzò voniere dell'aratro per
il

cospicue memorie e preziosi monumenti lospazio destinato all'ingresso, che si dis-


nnlichi e moderni, che nella loro impor- se Porta (F.); che 3 ne lasciò aperti, de-
tanza e complesso le rendono interessan- nominati Vovle Alugonia, Capcnae Ro'
ti, enumerandone i tanti pregi sagri e mana , dicendo di loro ubicazione. Ri-
profani. Gualtani, Roma descritta, t. i, portai ancora le diverse posteriori am-
p. i8, dichiara, che ciascun recinto della pliazioni di circuito e quali altri Monti
città ebbe le sue porte, bensì talune da di Roma [F.) vi si compresero, Numa a-
un recinto all'altro non fecero che avan- prendovi altre porte, cosi i successori, eil
zare di posto, altre furono aggiunte, mol- altrettanto diversi imperatori e domina-
le ebbero più nomi, diverse chiuse, ma tori di Roma insieme ai Papi. Ivi inol-
nonostante computale dagli scrittori. So- tre parlai de'restauri successivamente da
pra molte si veggono croci alla greca fat- loro fatti alle porte e alle mura , come
te dai primitivi cristiani. La maggior alle porticine dette Posterie o Posterule
parte delie porte erano doppie, vale a di- o Posteme, ed a chi spettò lacura del-
re cosi congiunte, che un pilastro servi- la Il primo circuito di Ro-
conservazione.
va di stipite all'una e all'altra, come nel- molo più trinceramento che mura ,
fu
la Ostiense e nell'Esquilina, per cui fu- chiamato da Dionisio riparo o vallo ,

rono chiamati Giani. Non solo le porte mentre la stessa sua casa nel Palatino fu
delle mura di Roma si riconoscono bi- di legno e di stoppie quasi una capanna.
nate al di fuori ,ma doppie anche nel- Bensì avanti che scoppiasse la guerra sa-
l'interno, con avere un cavedio o corti- Romolo
bina, per difesa fece il vallo di
le nel mezzo circondato da terrazzi con muro o munì il preesistente debole, con
merli , donde con saette o sassi trattene- trincee più alte per sicurezza degli abi-
re il nemico dall'entrare la seconda por- tanti. Anche Nibby conviene che solo 3
la, quando avesse potuto forzar la prima. o 4 porte lasciò Romolo alla città primi-
Ne convincono, oltre molti altri esempi, Monte Palatino (F.\
tiva, costituita dal
le porte Ostiense e Nomentana. Soleva e da parte del luogo poi occupato dal
una di dette porte girare sopra perni ,
Foro Boario (F.), il quale si estendeva
nella soglia e nell'architrave, collocati a dalle falde del monte fino al sitoov'èil
perpendicolo T altra era formata a ca-
; monumento di Giano Quadrifronte vi ,

taratta con una tavola, che dall'alto al racchiuse quello delia posteriore chiesa
basso scendeva rapidamente. Tali porte di s. Anastasia, ilpendio della valle dei
si dicevano recidentes o caditoie , altre Cerchi e la faida che guarda Monte Ce-
saracinesche (di cui a Porta), quantun- lio ( F.)y che poscia divenne via sagra,
que d'epoca antichissima, usate molti se- per quasi un miglio e un terzo di giro.
coli avanti all'invasione de' saraceni, co- La guerra che seguì il ratto delle sa-
me può vedersi nell'antica porta diPom- bine die causa ad un accrescimento con-
pei,ove ancora rimangono nel muro gli siderabile della città, poiché fatta la pa-
per il cadimento della ta-
incassi laterali ce fra Romolo e Tazio re de' sabini, le
vola Non da tutte, ma dalla parte prin- mura furono protratte, e divenute inu-
cipale delle porte di Roma parti vano no- tili le porte Romana e Mugonia (la i.'^

bili e consolari Strade (y.). Sì le une così chiamata dai sabini perchè per essa
come le altre prendevano il nome o dal entravano in Roma, siccome rivolta dal-
luogo ove conducevano o dall' uso che la parte loro; la 2." come già luogo di
^
*
POR P OR 1 rì3

pascoli di buoi o dal loro muggiare, ov- polcro d' Argo ospite d' Evandro, dal
vero da Mugio che ne fu posto alla di- suolo argilloso. In direzione della 3.^ stra-

ed in luogo loro furono aperte la


fesa), da oggi Bocca della verità presso l'ospi-
Rom anula, la Januale e la Varinenta o zio di s. Galla fu la porta Trionfale j pel
Carni entale , verificandosi che Romolo i.° ricordala da Cicerone, così chiamata

lasciò 3 o 4 porle : la Romanula a con- perchè aperta solo per coloro che trion-
tatto col Velabro, nel nome successe al- fanti entravano in Roma. Non si deve
la Romana cos^i denomina-
; la JanUale confondere con l'altra porta Trionfile sot-
ta dalla stalua diGiano postavi da Nu- to l'ospedale di s Spirilo incapo al Pome
ma che slabilì tenersi sempre aperta ,
, Trionfalesu] Tevere,di cui parlai a Ponti
meno quando non v'era guerra affatto; la DI Roma. Sulla falda orientale del Monte
porta Carmentale fu di maggior impor- Capitolino (F.),a\ presente salita di Mnr-
tanza perchè continuò ad esistere fino ad forio,eravila povia Ralumena^ eoa deno-
Aureliano, che nel 27 i di nostra era cin- minala da quell'auriga veiente, che stra-
se Roma di nuove mura, situata sotto il scinato da'suoi cavalli da VeioaRoma, ivi
Monte Capitolino {^P\) e la rupe Tarpa- venne rovesciato. Dall'altra parie alle fal-
la, nell'odierno vicolo della Bufala, poi de del Monte Quirinale [F.) in direzione
della Scellerata per esservi usciti i Fa- da piazza Tiziana a via Alessandrinaaltra
bii nell'andare contro Vcio con infelice n'esisteva, da Nibby creduta la Catularia,
esilo, e perciò fu poco frequentala : era a così denominata perchè a'2 5 aprile per
due giani o fornici o archi , come, altre essa usciva la pompa, onde andai e a com-
porle di Roma antico, ed il nome di Car- piere il sagrificio espiatorio d'una cagna
mentale lo ebbe pel fano, sacello, ara e rossa e d'una pecora nel bosco sagro al-
sepolcro diCarmenta madre di Evandro, la dea Rubigine, per la preservazione del-

dea tutelare de' fanciulli ch'ebbe flamini le biade dai maligni influssi della cani-
e feste celebrate ogni anno dalle madri cola. Altro accesso al Quirinale era la
romane. La grande ampliazionedel cir- via della Dateria per la porla Sanquale,
cuito, operata da re Servio Tullio, con così detta dall'uccello omonimo, perchè
nuove mura ed estensione Pomerio, del sacro a Sanco , l' Ercole de' sabini, ov-
costituì il recinto di maggior Roma nella vero propinqua all' attuale Palazzo A-
sua potenza per circa 800 anni, e fino ad po»tolico Quirinale (P^.). Ne'dintorni del-
Aureliano. Pertanto nuove porle furono le Quattro fontane fu la porla Salutare,
aperte nelle valli e dove monti presen- i etimologia derivata dal tempio della Sa-
tavano meno arduo l'accesso seguendo : lute da'saluti, di cui parlai al citalo ar-
precipuamente Nibby vado a numerar- ticolo. Altro accesso antico presenta il

ne 23, poste sulla riva sinistra del fiume. monte nella via di Susanna, e sembra
s.

In quel tratto ch'era fra la rupe Tarpeia che la sua porta fosse la Piaculare, co-
e il Tevere 3 porle si aprivano nella di- me quella che traeva nome da espiazio-
rezione delle 3 strade moderne di Ponte ni, p/Vzai/<2,che ivi fa ce va n si. Entro le cir-

Rotto, Bocca della verità, e della Bufa- costanti vigne Mandosi e Barberini, fra
la. In questa era la Carmentale. Nella di- leodierne porte Salaria e Pia, al princi-
rezione di Ponte Rotto e la Bocca della pio dell'Aggere o argine che Tullio va-
verità, la Flumentana, così detta perchè lidamente fortificò, come di facile acces-
prossima al fiume, in sito basso, ed ove so e perciò assai esposto agli attacchi ne-
gli edifizi andavano soggetti alle inonda- mici, dice Nibby certamente fu la porta
zioni, chiamata ancora Jrgiletana dalla Co//.7z^j chiamata da Festo Jgonensis e
contrada , una delle più frequentate di Quirinalisj quindi per essa entrarono i
Roma, la cui etimologia derivò dal se- galli, ivi si presentò Annibale per battere
i64 POR POR
la città anche Nicolai, Meni, sulle cam-
: campo Celimontano del Monte Celio ne
pagne di Roma par. i, p. 267, chiama la prese il nome. Alla falda orientale del
porta Collina, Agonale e Quirinale. Can- Celio, nella vigna Fonseca, vuoisi che fos-
cellieri, Mercato o circo Agonale p.28, se Wcampus/ontinaliunijOvea* i3 otto-
parlando delle feste e giuochi agonali, dice bre si celebravano le feste fonlinali, dal-

che celebrandosi talvolta fuori di porta le quali e dal campo ebbe nome la por-
Salara (che resta dal lato di cui parlia> ta Fonlinale. Nelle adiacenze del Celio e
ino, mostrando Strabone che le vie Sa- nella strada che dalla valle della Ferra-
laria e Nomentana aveano principio al- tella sale alla Navicella o via delle Mo-
la porta Collina), questa solevasi chia- le, la porla che ivi aprivasi, essendo nel-
mare Agonale. Leggo inoltre ih Galletti, la direzione del celebre bosco di Feren-
Capena municipio p.40, che presso Ca- lina presso la città di Marino, dove la- i

stel s. Angelo e la porta Castello vi fu al- tini adunavano la loro dieta, ebbe per-
tra porta Coilina, riportando due docu- ciò il nome di porta Ferentìna. Sotto l'an-
menti del I 143 e del i3i 1. In mezzo al- golo della villa Mattei nel Celio, dove
l'Aggere aprivasi la porta Viminaleen' le mura traversavano la pianura della Pi-
tro la vigna Massimi, nome che prese dal scina pubblica, fu la celebre porla C^-
Monte Fiminale [V.). La Porta chiusa, ^eAi^^doveavea principio la via Appia:
cosi dettaperchè murata, si crede suc- la sua posizione viene determinata dalla

ceduta alla Viminale, ma molto più in- distanza della i.^ colonna migliarla di
terna per la sua costruzióne sembra po-
: quella via, scoperta fuori della porta Ap-
tersicredere rifatta a'terapi di Belisario. pia attuale a destra. La etimologia del
Dalla porta Esquìlina, cui derivò il no- nome si dedusse dal bosco e tempio delle
me dal Monte Èsquilino(P' .)^q\V e%ivem\' Camene, dicendosi nel V s,eco\oArcus stil-
là dell'Aggere, uscivano le vie Prenesti- /rt/25 per essere soggetta al gocciolamento
na e Labicana,e vuoisi che sorgesse pres- dell'acqua degli acquedotti della Marcia
so Tarco di Gallieno. Dietro le Sette sale e dell'Appia, che ivi passavano, e questo
e nella vigna Perotti, fu la porta Mezia nome continuava a portare nel principio
o Metia, di cattivo augurio, poiché per del secolo IX. Avverte il citato Galletti,
essa si conducevano rei al supplizio, ed
i p.So, che questa porta non ebbe nulla di
i cadaveri al rogo nel campo Esquilino: corrispondenza col municipio di Capena,
la sua etimologia può provenire dalla tri- e che Solino fece derivarne il nome dalla
bù Mezia, o dal castello di tal nome nel- città di Capena, che Italo fabbricò pres-
l'agro romano fra Preneste e Tibur , o so Alba. Anche Nicolai citato, p. 7, dice
da Mezio traditore e condottiero degli chela porta Capena portava a luoghi op-
albani punito da Tulio Ostilio ovvero , posti al municipio di Capena, situato nel
da Mezio Astemio che dopo la peste of- territorio di Leprignanoin suolo etrusco.
fri il prodotto della primavera ai numi. Il p. Lami, Notizie dell'acqua santa di
Nella valle fra la vetta dell' Oppio e il Roma, p. I e seg., celebrando Roma an-
Monte Celio presso la Chiesa de ss. Mar- co mirabile per sue porte, osserva che
le

cellino e Pietro 3 fu la porta Querquetu- alla porta Capena successe la Porta s.Se-
lana, nome
che prese dal monte citato Bastiano, in luogo però distante ; quindi
o dal querceto ove trovavasi , e dal sa- parla di sue etimologie, ubicazione e via
cello delle ninfe querquetulane alle fal- Appia, dalla quale avea principio, del vi-
de adiacenti dell'Esquilino. Dietro la sca- cino campo degli Orazi o Acquatacelo,
la santa o l'ospedale di s. Giovanni fu la ove a' 27 marzo con solenne pompa si
porta Celimontana, percossa dal fulmi- portava il simulacro della dea Cibele al
ne nel 55^ di Roma, che conducendo al fi u micelio Aimone per mondarlo; discor-
,

POR POR j65


rendo d' alcuni templi antichi che furo- ve ricorrevano le mura, uno presso il ba-
no presso la porta Capena, come il tem- stione di Paolo III, l'altro presso s. Ma-
pio dell'Onore e della Virtù, ed il con- ria Aventina, ov'erano due porte; una fu
tiguo bosco delle Camene formato da M. delta Navale per la vicinanza ai Navali
Fulvio Nobiliore, che vi collocò la statua o luogo fuori di porta Portese, ove Ce-
del poeta tragico Lucio Azzio di smisu- sare per dare uno spettacolo navale sca-
rata grandezza, quantunque fosse di pic- vò una naumachia, ridotta stabile da Au-
cola statura, mentre altri credono che lo gusto. Nicolai a p. 1 1 I parlando di por-

slesso poeta l'erigesse. Fea, Storia delle ta Portese, dice che taluno credette fos-
arqiiey p. r, narra il ritrovamento della se l'antica chiamata Navalis, per le na-
tanto celebre acqua di Mercurio o Ar- vi che qua appresso venivano dal Teve-

gentina, presso la vera antica porta Ca- re, opinione insussistente per averla Nar-
pena, alle falde occidentali del Celio, sot- dini dimostrata in altro sito distante. A
to il casino della già villa Mattei, nell'or- p. 129 osserva Nicolai , che non lungi
to de' camaldolesi dis. Gregorio, ove M. dalla porta Trigemina erano i Navali
Aurelio riedificò un bel tempio, di cui re- cioè il porto per lo sbarco delle navi, che
stano grandiosi avanzi sopra il castello o qualcuno disse esservi stata la porta Na-
ricettacolo dell'acqua. A Pio IX ho ac- Aven-
vale. L'altra porta di accesso all'
cennato come nel declinar deli85o s'in- Minucia, nome che prese dai
tino fu la
cominciarono gli scavi de'monumenti al monumenti ivi eretti ad onore di vari
4.° miglio circa dalla porta Capena ver- individui di quella famiglia, cioèsacello,
so Albano per Appia antica. Sotto
la via ara, statua (che Nicolai pone avanti alla
la falda del falso Monte Aventino (F.) e porta Trigemina e la dice di A. Minucio
del colle di s. Balbina fu la porta Nevia^ tribuno della plebe che ridusse il prezzo
così detta dai boschi nevii, diversi dalla del f irro ad un asse), colonna (con nuovo
selva omonima, non a Porta Maggiore esempio eretta a P. Minucio prefetto del-
come pretesero alcuni, al dire di Nicolai l'annona, in benemerenza di aver ridotto
e Nibby. Presso il cancello della vigna il prezzo del pane ad uri asse), e un bue di

Volpi, dove fan capo le vie Aventina e s. bronzo dorato, pei benefizi annonari fatti
]>albinà, era la porta Raudusculana o al popolo. Nella gbla fra l'Aventino e il

Eodusculanay\aL cu\e\!ìmo\o^\dL l'ebbe dal Tevere e prossima al Ponte Sublicio e per-


bronzoodalbronzononIavorato,delqual ciò ne'dintorni dell'arco moderno della
metallo fu posto sulla porta il ritratto di Salara (ove anche anticamente erano le
Genucio Cippo pretore, benemeren- in officine del salé)^ fu la porta Trigemina
za del volontario esilio cui condannò, si o Tergemina, non pel fatto glorioso de-
perchè uscendo da questa porta gli com- gli Orazi che uscirono dalla Capena, ma

parvero sulla fronte a un tratto come così appellata dall'essere probabilmente


due corna, chegl'indovini spiegarono che a tre fornici o archi, ad uno de'quali suc-
sarebbe stato re se fosse tornato in città, cesse quello della Salara, come dissi nel
secondo la storiella di Valerio Massimo. vol.XIf,p, 200, parlando di porta s. Pao-
Nella valle fra il falso e il vero Aventino, lodetta ancheTrigemina.QuesteaS por-
presso al nodo quadrivio delle strade pro- te erano sulla sponda sinistra del Teve-
pinque, dev'essere stata la porla Laver- re, ch'è la parte principale di Roma an-
w<2/e_, così appellata dall'ara della deaLa- tica, cioè Flumentana, Trionfale, Car-
verna protettrice de' furti e degl'ingan- mentale, Ratumena, Calularia, Sanqua-
ni. Nardini e Piranesi credono, che a tal Ic, Salutare, Piacolare, Collina, Vimina-
porla sia succeduta l'Ostiense. L'Aven- le, Esquilina, Mezia,Querquetulaua, Ce-
tino mostra due accessi soli sul ciglio do- limontana, Fonliuale, Ferentiua, Cape»
i66 POR POR
na, Nevia, Rudusculana, Lavernale, Na- Borghi di Roma e Palazzo Apostolico
vale, Miniicia e Trigemina. Sulla riva de- Vaticano. Ferlone, De!" viaggi de Pont. p.
stra si il sito di una porta nel-
riconosce 81, dice che s. Leone IV fece costruire sul
la gola sotto l'arce del Monte Gianicolo Tevere, presso la porta che conduceva a
(y.) di cui s'ignorail nome, che per la Porto, due torri, con catene per impedire
avrà portato quello di por-
località forse il corso delle barche nemiche; altri dicono

ta Gianicolensc o Jaiiiculensis: almeno che l'erigesse alla foce. Ritiratosi Innocen-


due poi ne doverono esistere pei- uscire zo A^//(^.) a Viterbo per le ribellioni dei
a coltivare le mura, che par-
terre nelle romani, quando nel 14.06 vi tornò, s'im-
tendo dal Tevere andavano a raggiun- possessò prima delle porle della città, a-
gere l'arce, di cui pure s'ignora il nome, vendone spedite a lui le chiavi il magi-
se non glielo dierono prala Macia e i strato romano, e vi rientrò per la porta
Quincliaj i primi donati a Mu7.io Sce vo- Porluense. Nel 4 o romani mandarono
1 « i

la, gli altri costituirono il fondo del vir- le chiavi delle porte di Roma ad Alessan-

tuoso L. Quinzio Cincinnalo} come dal- dro V, come notai nel voi. XI, p. i yg.Nel-
l'altra parte quella ch'era nel lato cor- lo spirare del i494 enti'ò in Roma con
rispondente a quellodella porta Flumen- l'esercito Carlo Vili re diFrancia, al qua-
tanadeWa riva sinistra, essendo stata ma- le romani consegnarono le chiavi delle
i

gnificamente rifatta dall'imperatore Set- città. Eletto Adriano VI nel


porte delia
timio Severo, ebbe il nome di porla Set- \5ii, essendo in Ispagna, quando entrò
Umiana, nome che poi comunicò a quel- in Roma per porta s. Paolo i conserva-
la ad ^ssa sostituita nel recinto onoriano tori di Roma gliene presentarono le chia-
che ancora ritiene. Laonde dal fin qui vi. Di questa presentazione ai Papi an-
esposto apparisce, che 26 erano le porle che reduci dai viaggi ne parlo in di ver-
del recinto tulliano di Servio Tullio, com- si luoghi, e ad Ingressi solenni in Roma,

prese le 3 ultime trastiberine, parte a ove descrissi grincoutri fatti ai Papi, ai


un arco, parte a due, e forse di 3 la Tri- sovrani e J'addobbamento delle porte;
gemina. mentre a Possesso de'Papi descrivo la ce-
Assunto al trono T imperatore Aure- remonia della tradizione che ad essi fa
liano nel 270, pei motivi e al modo in- formalmente delle chiavi della città il se-
dicato a Mura di Roma, per le nuove, udi- natore di Roma. Clemente XI nel 1720
to il parere del senato dilatò il circuito di per la Pestilenza (F.) deputò un cardi-
Roma con quel recinto detto dal suo no- nale e un cavaliere a presiedere a ciascu-
me Aureliano, comprendendovi que'mo- na porta di Roma, ed ogni sera ne vole-
numenti citati a detto articolo, de' quali va egli slesso le chiavi. Clemente XII nel
alcuni servirono per porte della città, es- 1732 ordinò che in tempo di Conclave
sendo allora gli abitanti circa un milione (/^.) si murino le porte che da questo con-
e mezzo. Altro circuito incominciò Teo- ducono al palazzo Vaticano. Benedetto
dosio I, che proseguì Onorio imperato- XIV nel 1 747 volle che si ponesse la guar-
re suo figlio, insieme al fratello A rcadió, dia a tutte le porte della città, onde a'4
e che compito nel 402 fu chiamato O- giugno soldati della nazióne corsa al
i

iioriano, dal nome di quello cui se ne d«- servizio della s. Sede, ne incominciarono
"ve principalmente l' onore e il merito; la custodia, per impedire contrabban-
i

cui successero diversi ristauri di mura e di che in gran numerosi commettevano


porte, incominciando quelli de'Pontefici, a danno della Dogana (F.). Ne'tenipi
massimamente s. Leone i^(^.) che inol- andati si costumava di concedere per bre-
tre formò la Città Leonina ( /^.) con quel- ve dai Papi e con lettere patenti dai car-
le porte che descrissi a detti articoli, a dinali camerlenghi, alle famiglie nobili,
POR POR 167
congiunte per affetto o parentela ai Papi, desse il Lorenzo e
possesso di Porta s.

ed a qualche corporazione ecclesiastica e del ponte Mammolo. Goderono Porta s,


religiosa, ovvero ad altri per compensi o Pancrazio ìYeW'ì, Paloni, e s. Pio V coni

altro motivo, la custodia e cura delle por- molo-proprio la die al nipote Giberti.
te di Roma, o per tempo determinato o a L'entrate e rendite di Porla Portese A-
vita, ed anche in influito, con ritrarne lessandro VI le assegnò a Molioni poi
», i ;

possessori di tali custodie l'annuo frutta* l'ebbe de Abrusetis. Porta delle Forna-
lo di certi dazi in denaro o roba, che pa- ci l'accordò Paolo III a Sappone, poi ap-
gavasi dai conduttori de' commestibili e partenendo Fabbrica di s. Pietro ne
alla

generi diversi nell'ingresso in Roma. Ta- prese il nome. Nel 1 564 Pio IV ordinò
li custodie terminarono col secolo passa- che i possidenti delle porte s. Giovanni,
to , mentre aitesi i nuovi sistemi intro- Torrione, s. Spirito, Seltimiana, Pertu-
dotti, tultociò che si ritrae dall' imposi- sa. Fabbrica, Castello, Angelica e Pia le

zione de'Z?^z/(/^.) sui diversi generi, ap- consegnassero ai doganieri per tutto il

partiene all'erario pubblico, o all'appal- tempo della loro condotta, a quello stes-
tatore di quelli di cose commestibili. Can- so prezzo per cui le avevano ad altri af-
cellieri ne* Possessi, p. 474» P"^^^'^^ "^^ fittate. Gregorio XI II estese a vita di Ti-
a 1802 l'elenco degli antichi possessori di berio Cavalieri l'officio di revisore de'pon-
^ tutte le porte, con erudite notizie di cui li e porte di Roma. Gregorio XVI da mg."^"
darò un cenno. Della Porta del Popolo Tosti tesoriere a'24 novembre 1 834 fe-
goderono la custodia Crispi per conces-
i ce richiamare all' osservanza le disposi-

sioni di Giulio II, Leone X e Clemente consumo;


zioni sull'esigenza del dazio di
VII. La Porta di s. Giovanni Giulio II e da mg.' governatore Vannicelli a' 9
in compenso del famoso Laocoon te la con- giugno i84i fece pubblicare il regola-
ferì ai Fredi. Porta Maggiore V ebbero mento di polizia riguardante i passapor-
i Maddaleni, i Neri, gli Albertoni, Ca- i ti e le porte di Roma. Pio IX nelr.° ot-
valieri, Barberini che con pontificia li-
i tobre! 847 attribuì la manutenzione del-
cenza venderono la custodia ai del Bufalo. le porte di Roma al municipio romano;
Di Porta s. Paolo furono custodi Maca- e nel 1ricevè in Gaeta le chiavi del-
849
rozzi, Cremona, Maltei, Capranica e in appena occupala dal general Ou
la città, •

perpetuo l'ospedale di s. Gallicano. Leone dinot. Dopo aver dato un cenno sulle an-
X iniscontodi credito die per un triennio tiche porte di Roma e prima di breve-
le Porte s. Sebastiano e Latina a Jacovac- mente descrivere le porte come oggi si
ci.Della Porta di torre Borgia del Palazzo trovano, citerò alcuni autori che ne trat-
Praticano ne concessero la custodia Paolo tarono, oltre quelli già citali e che riportai
IlI,s.PioV,GregonoXlII.LaPor/^^i.y. a Mura di Roma. Pietro Mocenigo, Re-
/^g;/ie5eo P/tìt si godeva da'canonici regola- lazione delle porte di Roma, exstat nel-
ri laleranensi, in un a ponte Mammolo; fu le Leti, 299. Anto-
del Bulifone 1.
1, p.
loro tolta e Pio IV nel 1 56 1 la concesse a nio Balhani, Dissert. sopra il circuito an-
Ranieri di Terni in perpetuo. Le Porle tico di Roma nel Ma^zucchelli t. 3, p.
,

Salara e Pinciana si possederono da Gi- 93. Piranesi, classica collezione delle sue
2.*"
ganti, Cassia ni e Marasini ; la passò opere incise e illustrale. F. Eschinardi ,
alla chiesa di s. Salvatore in Lauro nel- Descriz, di Roma e deW agro romano,
la custodia, da cui la comprò il cardinal Roma 1750. Nibby, Indicaz. antiquaria
Silvio Valenti. Di Porta Angelica par- della raccolta di vedute rappresentanti
lai a Palazzo Carpegna. Nel 14.72 dichia- i punti pili interessanti delle mura e por-
rò il cardinal camerlengo, che il mona- te di Roma, ivi 1826. Roma nel i838,
stero di 5. Croce io Gerusuieuiuie ripren- par. \.^ antica. Agli articoli Chiese, Cata-
-

iG8 POR POR


COMBE e Cimiteri desciissi quelli situati Porlese, la s. Pancrazio, la Cavalleggie'
fuori delle porte. A Pompieri dissi che al- ri e V Angelica, in tutto 12, che poi de-
le porle e alle mura di Roma eranvi com- scriverò brevemente. Sono chiuse la Pin-
pagnie di persone pronte ad estinguere ciana, le (\\xcd*ì Castra Practoria,\^ Vi-
gl'incendi. minale, la Melronia riaperta tempora-
Il recinto attuale di Roma sulla riva neamente, la Latina e TArdeatina sulla
sinistra delfiume o è deiriinpeialore O- sinistra la Fabbrica, la Pertusa e la Ca-
:

Dorio, o segue l'andamento del medesi* stello sulla destra; sono annullate la Set-
nio le porte che in esso apronsi o sono
: timiana e la s. Spirito, ambedue pure nel-
le identiche di quelle edificate da Ono- la contrada trastiberina di tutte da rò :

rio, o sono riedificale; ma ad eccezione un cenno, tranne Viminale, di cui già


la

delle porte Flaminia o del Popolo^ No- parlai. Delle porte del recinto onoriano
menlanao Pia, ed Asinaria cui è succe- sulla sponda sinistra del fiume, prima
duta quella di s. Giovannìy che entrano era l'Aurelia posta all'imbocco del Pon-
nella seconda categoria, quasilutle le al- te s. Angelo che dall'essere situa-
{f^.)i
tre sono situale dove in origine furono ta sulla strada di Borgo, che mena al-
stahilite. Nibby le divide in porte di i.° la Città Leonina e alla Chiesa di s. Pie-
ordine e porte di 2.° ordine; e quelle di tro, come notai in quegli articoli fu det-
I .° ordine essendo sulle vie consolari pre- ta Porta s. Petri fiu dal Y secolo , nel
sero in origine nome da quelle, cioè sul- seguente fu detta anche Aurelia, conser-
la riva sinistra furono 11 porte di i

or- vando il i.°nome almeno fino al secolo
dine, l'Aurelia, la PMaminla, la Salava, XII, e rimase finché Alessandro VI uni
la Nomentana, la Tiburtina o s. Loreri' la Città Leonina col resto di Roma. Di
zo, la Preneslina o Labicana o Maggio là da. detto ponte fu una controporta a
rCjl'Asinaria, la Latina^ l'Appiaos. Se- fronte della Città Leonina, cioè portaCol-
bastiano, V Ardeatina e la Ostiense o s. lina che ricordai di sopra, la quale tras-
Paolo : Portuense
e sulla destra due, la se la suadenominazione dal condurre ai
o PortesCj e la Pancraziana odi s. Pan- Colli oMonti Gianicolensi; fu pur chia-
crazio j in tutto i4 porle, ch*era il nu- mata Porta Aenea la porta di bronzo per
mero delle porte di i.'' ordine a'tempi di esser fasciata di quel metallo, nobilitata
Procopio , oltre varie porte secondarie. da Alessandro \I e demolila sotto Pio
Nominando quello storico nella Guerra IV Piale la chiama dalla via porta Cor-
:

gotica e in questa 2.^ categoria la Pin- nelia e porta s. Petri. Fra questa porta
ciana, inlese parlare delle porte che non ed il ponte Sisto, l'anonimo di Mabillon
erano sulle vie consolari, delle quali sul- conta due Posteme o Por tende oVosie-
la sponda sinistra del Tevere nolansene 5 rule o piccole porte, e tre ne ricorda fra
non più esistenti,che apiivansi nel trat- questa porta medesima e la Flaminia.
to di mura abbattuto fra il ponte
oggi Delle due prime una corrispondeva al-
Sisto e la porta del Popolo, e nel recinto l'arco presso la chiesa dc'ss. Faustino e
tuttora esistente la Pinciana, 4 fia la por- Giovila de' bresciani nella contrada do
la Nomentana e la Tiburtina ancora vi- Canto seciito (di cui al voi. LI, p. 327):
sibili, e la porta Metroni fra l' Asinaria talepostema nel secolo XI avea nome
e la Latina : sulla riva destra del fiume di Posterula de Episcopo. L' altra po-
poi la Stttiniiana. Oggi sulla ripa sini- stema fu vicino alla chiesa di s, Giovan-
stra del fiume apronsi 8 porte, cioè del ni de' fiorentini, dov' era l'imbocco del
l^opolo,la Salaria, la Pia, la s. Lorenzo, Ponte Faticano o Trionfale (F.), e co-
]a Maggiore, la s. Giovanni, la s. Seba- me dissi a queir articolo denominata
stiano e la s. Puolu : sulla destra 4 >
^^^ Trionfale^ ciò che ignorò Nibby , ed io
POR POR '
169
ne dicliiarai ancora i* uso, meglio aven- pamenti romani avesse questo castro 4
done parlalo a Citta Leonina. Delle tre porte, cioè i.^ la Pretoria, donde usciva
fra la porla Aurelia e la Flaminia, la i." l'esercito per guerreggiareo perallri falli
fti presso una chiesa à\&. Àgalha de Po- d'arme; la Quintana^ come la chiama
2.'^

stenda , chiamandosi da Anastasio Po- il B'ìonào, Roma trionfaiite^^. 225, ch'e-


stenda s. Jgathae, nel largo della via del* ra posta dietro il pretorio e vi si faceva
rOrso,oggi chiesa di s. Maria, della qua- mercato di tutte le cose necessarie al vi-

le parlai nel voi. XI, p. 5i, dando il no- vere ; la 3.^ porta era detta Principale,
me alla contrada. per essere nel luogo ove si riducevano
Prima di descrivere le odierne 12 por- gli ordini principali dell' esercito ; la 4«^

te di Roma, parlerò di quelle che resta- si appellava Decumana


decime che dalle
no chiuse, secondo l'ordine con cui le no- si portavanoda principio per essa nel cam-

minai : su di alcune gli scrittori sono in po, e per questa ch'era molto spaziosa
contraddizione ; seguirò i più critici. Por- entravano nel pretorio le vettovaglie e
ta Pificiana. Sul 3Ionte Pineio{F.), dal gli animali alcuni chiamarono la 2." e
:

quale ne prese il nome. Belisario che a- la 3." porte de Principi. Ora non rimane

mò il soggiorno del colle, vi pose i quar- indizio che di due, per aver Onorio pro-
tieri e die il nome di Belisaria alla por- fittato de' tre lati superstiti del recinto
ta verso il 535 per averla riedificala.
j
primitivo per le mura attuali di R.oma,
Muratori smentii la favola che quel pro- e distrusse intieramente il lato che guar-
de divenuto cieco, su questa porla si po- dava la città, come inutile al nuovo sco-

nesse a dire date ohuluin Belisario. Ni- po. Le due porte servirono alla città e
colai, Mem. delle campA.i^ p. 285, ne- poi furono murate , corrispondendo la
ga che la costruisse Belisario, e Piranesi parte interna alla vigna del Macao de'ge-
crede che l'avesse ristorala Costantino, suiti. Porta Metronia. E' situata a mez-

quindi forse doversi ad Aureliano, di- za strada circa fra le porte s. Giovanni e
cendo che coincideva colla via Flaminia. Latina vocabolo che die nome ad una
,

La porta dal Po r^tìt


1808 rimane chiusa. contrada della città delta Porta Metro-
de Castra Praetoria,Tra le porte Nomen- hia^ Metrovia e Malodia, della quale fu
tana e Tiburtina ( come dissi parlando Giovanni XIX : fu chiamata anche Ga-
di sua iscrizione a Mura di Roma ), fu hiiisa,ovvero siccome questa dicesi che
eretto il Castro Pretorio o quartiere de- portasse a Gahio[ V.)y forse sarà stata por-
stinato all'alloggiamento de'soldali pre- ta Tiburtina. Dice Fea, Storia delle ac-
toriani, coorli o guardie del Prefètto del que^ p- 8, ch'era aperta nel secolo XI[
pretorio perla persona dell'imperatore, e forse fu chiusa per 1' acqua della Ma-
milizia che spesso dispose del romano im- rana. Dell'iscrizione posta nel suo inter-
pero e dell'imperatore, dopo che Sciano no nel I 1
57 parlai nel voi. XLYll, p. 54»
favorito di Tiberio l'ebbe riunita in que- Verso il 1840 si riaprì, soltanto per uso
sto edifizio verso l'anno 2 3 di nostra e- del trasporto delle terre degli scavi delFo-
ra. Consisteva il fabbricalo in un gran ro romano, onde 'depositarle nel campo
recinto quadrato circondato di mura, del- Celimonlano per colmarlo. Porta Lati-
le quali rimangono tre lati soltanto che na. Rimane presso la Chiesa di s. Gio-
servono a porzione del recinto della cit- vanni a porta Latina {V.)y e prese il no-
tà, nel quale fu unito da Aureliano. Nel me dalla ^via consolare su cui è posta, por-
3 2 fu smantellala da Costantino che
I ri- tando alla celebratissima regione del La-
formò questa prepolente e ambiziosa sol- zio (F.). Nella massa è de'tem pi di Ono-
datesca, avendo parteggiato per Massen- rio, ma Belisario ricostruì l'arco. FucViiu-
zio. Si crede che come gli altri accam- sa nel 1808, e solo per pochi mesi venne
^

lyo POR POR


riaperta nel 1 82 7. Cresci m beni, HisUlcl- i4ii da Giovanni XXIII, con demolire
la chiesa di s. Gio. a\'anLÌ porta Latina fra la Viridaria e il palazzo alcune torri
parla del suo sito e nome, che prima d'Au- della città Leonina; la dice d'uso parti-
reliano non esisteva, supplendola la Ga- colare de* Papi e della cùria. Porta Ca-
lena; che fuchiusa nelmaggioi656 pei* stello. Presso il Castel s. Angelo {F.^W
la Pestilenza (F.\ e siccome per trascu- fece rifabbricare Pio IV, secondo la co-
laggine non si riapriva, cocne avvenne mune assertiva degli scrittori delle porte
ili altre porle di Roma, il cardinal Ga- diRoma, ma io la trovo già esistente sotto
apparteneva, ne fece eseguire
brielli, cui Nicolò V dell 447» come riportai ne' voi.
il riaprimento con pompa solenne a' 5 IX, p. 47, e XXXV, p. 174; forse la Po-
inaggio 669, giorno festivo della propin
1 • sterula, di cui feci
cenno ne' voi. XIII, p.
qua chiesa pel martirio quivi seguito di 248, XXXVIIIj p. 25, eretta da s. Leo-
s. Giovanni evangelista. Po/V^j^/v/e^fm^. ne IV. Di più, rilevo da un documento
Si racchiude fra le porte Ostiense e Apr deh 391 pubblicrito dal Galletti, Cape-
pia in un al bastione di Paolo III. Si ve- iia municipio^ p. 78, che a questa epoca
de che informe fu aperta a traverso d'un esisteva col nome di Crt5te//o. Fuchiusa
bel monumento sepolcrale, ch'era lungo nel 1798, e conduceva ai propinqui pra-
la via, forse in epoca posteriore ad Ono- ti. Porta Settiniiana. Dissi di sopra, par-

rio e a Narsete, in sostituzione della por- lando delle porte trastiberine, che fu e-
ta primitiva.Fra questa pbrtae l'Ostiense dificata da Settimio Severo e ne prese il
altra n' esisteva nel secolo XV di costru- nome, in sostituzione della Flunientale^
zione onoriana e con iscrizione , eh' era la quale era più addentro; fu detta an-
forse i'Ardealina originale, distrutta nel- che Finestrale, compresa nel recinto di
l'erezione del bastione. Conduceva all'an- Servio, divenne inutile insieme a quella
tichissima e caXehvQ Ardea^ di cui parlai di s. Spirito, dopo che Urbano Vili fece
anche nel vol.XXIX,p.3o. Porta Fabbri- il nuovo recinto a bastioni sulla ripa de-
ca. Così delta da Pio I V, dopo che la riedi - stra del fiume, coprendo il dorso Giani-
fico, perchè la custodia appartenne alla colense, con cihe tieli643 comprese nel-
rev. fabbrica di s. Pietro. Piale la crede a- Leonina le porte s. Spirito e Set-
la Città

perla da Giovanni XXIII del 1 4 ' o, chiù • timiana dal volgo chiamala Settignana.
sa da Martino V, forse riaperta da Pao- Alveri, Roma in ogni statò t. 2, p. 3o6,
lo III per l'introduzione de'materiali, in narra che Alessandro VI la fece costrui-
ispecie delle vicine fornaci, onde fu chia- re di nuovo quando raddrizzò la strada
mata Porta delle i^or/iac/, inservienti al- detta per la sua lunghezza Lungara, ri*

la costruzione della nuova basilica Vati- mosse l'iscrizione di Settimio e vi sostituì


cana , ed anche pel contiguo palazzo a- la propria che fu tolta Y\fi\i'jgS : Giulio
postolico;ed in fatti fuori della porta so- li compi tal via. Che nel 1527 l'esercito
no cave di argilla per la costruzione dei di Borbone entrò per porta Setlimiana,
mattoni e altre moderne figline. Clemen- e che quel duce fu ucciso presso porta s.
te XI la rifece dai fondamenti: oggi co- Spirito, e che ambedue restarono aperte
me superflua è chiusa. jPortó Pertusa. E' e inutili dopo Urbano VI 1, lo dissi in più 1

posta verso Porta Cavalleggieri ^ in un luoghi, come dell'erezione di Por^<2 5. i^/-


angolo delle mura del giardino Vatica- rito fatta da Paolo III e restata incom-
no, di cui trattai a Palazzo Vaticano voi. pleta per morte dell'architetto, e ne' voi.
Jj, p. 287 ; alcuni In. crederono la Viri- XI 1
1, p. 2 55, XL V, p. 1 1 o,XL VII, p. 55,
darla. Piale nella Dìssert. sulle mura e XLIX, p.3o4. Piale dice che nel luogodel-
porle del Faticano^ in vece la distingue la porla s. Spirito fu già l'antica Posteru-
dalia Pertusa , che rilieae edificala nei la dc'sassoni e longobardi di s.. Leone 1 V
POR POll 171
clie melteva al Gianicolo e al Trasteve- che era posta sulla omonima via e cosi
re ; nel i4o9 si chiamava Porta nuova, detta non dagli asini che per essa condu-
forse pei restauri fatti, altri appartenen- cevano erbaggi a Roma ma da un Asi- ,

do ad Alessandro VI, finché Paolo III ne nio o Asina che la coslrusse. Nicolai di-
incominciò la magnifica riedificazione. O- ce che dalla porta usciva la via Campa-
ra passo a descrivere le porte odierne, se- na o Campania. Essa vien ricordata la
condo le attuali denominazioni. I
.''
volta nel 535 nella guerra gotica, dap-
Porta Angelica. La rifece dai fonda- poiché per questa entrò la i.'' volta Be-
menti Pio IV nel 1 563, al modo descrit- lisario in Roma. Nel 546 per tradimen-
to nel voi. XIII, p. 248. Gregorio XVI, to degl'isauri che doveano difenderla, vi
restaurando le mura, nel 1839 tolse le fu introdotto Totila. Nel 943, ed ancora
teste de' mall'attori famosi con epigrafi sul declinar del secolo XI 11 si chiamò an-
in marmo, ad lerroreni locale sulla por- che Lateranense, dal nome della contra-
ta dalla parte esterna.Pio IV aprì pure da e propinqua basilica. Chiamossi pure
la strada fiancheggiala d* alberi che da Celiniontana, perché aggiacenteal Mon-
questa porta conduce a Ponte Molle ( e te Celio : dell'altra antica omonima par-
dopo circa due miglia si unisce a Porta lai di sopra. Neli4o8 re Ladislao l'avea
del Popolo ) e alla via Cassia, per cui la fatta murare. Nel 1849 repubblicani la i

precedente porta fu anche detta Cassia, fortificarono con opere esterne, diroccan-
Si può vedere JXicolai_,/liem. sulle cam- do fabbricati ed i muri delle vigne cir-
i

pagne, 1, p. 38.
1. costanti, come fecero a Porla Maggiore

Porla Cavalleggìeri. Già porta del e in altre, demolendo avanti la Pia il pa-
Torrione per quello vicino Leone IV,
di s. lazzo della villa del cavdìnai Patrizi {F.)
edificala da Nicolò Ve restaurata da A- ed altro.

lessandro VI, finche prese l'odierno no- Porla s. Lorenzo. Già Tiburtina d'O-
me quando Pio IV la rinnovò e fabbri- norio e d'Arcadio, di cui si legge ancora
cò presso di essa il quartiere e la scude- l'iscrizione nome di Tiburtina lo ebbe
: il

ria da' Cavallcggièri, come prova Piale, dal trovarsi sulla via di questo nome che
ed io descrissi nel voi. XI, p. 22 e altrove. conduce a Tivoli, come quello di Porta
Porta s. Giovanni. Da Gregorio XI lì, s. Lorenzo dall' uscirsi per essa alla pa-
in occasione che aprì la strada di s. Ma- triarcale basilica consagrata a (juel sau-
ria Maggiore alla basilica Laleranensenel to, fin dai tempi di S.Gregorio 11 del 7 5. i

1.574, fu sostituita a quella del recinto Nell'interno è appoggiata al monumento


onoriano chiamata iVsinaria fin dai tem- delleacque Marcia, Tepula e Giulia, no-
pi di Procopio, e che allora fu abbando- tando Nibby, che per la demolizione del-
nala. Egli si servì di Giacomo del Duca ar- le porte Preneslina e Labicana operala
chitetto e scultore siciliano, discepolo di nel i838, questa é la sola che rimanga
Buonarroti, ma non si presenta con quel- nella sua iulegrità ha tutte quelle edifi-
la
aspetto dignitoso che dovrebbe, sicco- cate da Onorio. Gli scrittori la chiama-
me destinata a servir di transito a tutti rono con altri nomi Libitinense, e Tau*
coloro che vanno a Napoli e nel mezzodì rina per la testa di toro scolpitavi. Vi-
d'Europa e viceversa. La porta Asinaria cino a questa porta abitarono a' tempi

di Onorio in parte ancora esiste al lato di s. uu gran numero di tin-


Gregorio I

della surrogata, avente sulFicientemenle tori, onde alcuni l'appellarono Porla del-

ben conservate le due torri rotonde che la tinta. Dopo la porta s. Lorenzo tro-
la difendevano, le quali danno un'idea vasi incastralo nelle mura un castello ap-
dell'antico metodo di difesa e dell'altez- partenenleall'acquedolto dell'acqua An-
za primitiva. Fu chiamata Asiuaria per- toMÌniaoa,ed u^a porla coutemporanea-
172 POR POR
mente progettala e chiusa , che per es- documento riferito da Galletti si rileva
sere nella direzione della via Collatiiia che nel 9 19 si diceva Porta Maiore, co-
sembra che fosse destinata a portarne il sì in altri posteriori, per derivazione dal-
nome. Tale via conduceva a Collazia, fa- leggendosi in un diario inse-
la basilica,
mosa per l'avvenimento di Lucrezia e rito da Muratori, Rer. ital. t. 24, avere
conseguenzadellafondazionedella repub- il nome di Porta della Donnay cioè del-

blica romana. Nel t. 5 delle Dissert. di la Madonna^ allorché si narra che ne- i

archeol. a p. 55 si legge quella di mg.^ mici entrarono in Roma per la breccia


Nicolai, SiilC antica Collazia. aperta fra questa porta e quella di s. Lo-
Porla Maggiore. Come il monumen- renzo. Neli4jo fu occupata dalle genti
to delle acque Marcia, Tepula e Giulia di re Ladislao e difesa contro i romani
servi per appoggiarvi la porta Tiburtina per più d'un mese, ma alla fine fu pre-
OS. Lorenzo, così quello gigantesco e mae- sa per forza a* 1 5 febbraio; così nel 1 436
stoso delle acque Claudia e Aniene nuo- venne attaccata e presa da Everso conte
va venne inserito entro le porte Preiie- d'Anguillaraa'23 marzo, assistito dai ro-
stilla e Labicanao Lavicana ne'due ca- mani de' rioni Parione e Ponte, seguaci 1
"
nali dell'acquedotto che le sovrasta. Esse della fazione orsina allora diretta da lui.
furono cosi denominate per le vie conso* Avanti le porte e nel centro esterno del
lari omonime che da esse usci vano, cioè la monumento Claudiano, è ilcurioso e im-
1." a sinistra, la 2.^ a destra. Dipoi si chia- portante sepolcrodi Marco VergilioEu-
mò Porta Maggiore la Preneslìna, per la risace fornaio appaltatore degli appari-
basilica di Maria Maggioredalla qualesi
s. tori, e di Atistia sua consorte, di forma
va alla medesima, o perchè ne'tcmpi bassi quadrilatera con iscrizioni e bassorilievi
ne possedette la custodia. In seguito delle rappresentanti la fabbricazione , distri-
due porte la sola Prenestina restò aperta, buzione del pane, e tutti gli usi della pa-
e la propinqua fu murata. In questo pun- sono tre
nificazione. Fra'capitelli ornati
to l'imperatore Onorio, di consenso del ordini d'incavi rotondi che coprono cia-
fratello Arcadio,profittòdel magnifico ac- scun lato del monumento, con che, secon-
quedotto, ed aprì due porte nel bivio di do Nibby, lo specioso fornaio volle per-
due strade preesistenti. Altri affermano, petuare nel fregio della fascia la imma-
come dissi a Mura di Roma, che Aureliano gine di quelle arche, nelle quali ripone-
fu quello che comprese nel suo recinto il vano il pane appena tolto dal forno : il

monumento delleacque Claudia e Aniene corpo inferiore presenta i cilindri e le


iiuova,it quale lasciò coi suoi due fornici barre, che costituivano la cassa coperta
ograndiarchiaperto l'adito alle due por- (in oggi scoperta) di sopra, onde si raf-
le. Onorio e il suo architetto volendo di- freddasse pian piano e perciò lascia vasi
fendereeconservareilmoiiumento, avan- superiormente un ambiente entro il qua-
zò in fuori le due nuove porte corrispon- le l'ariagiuocava per mezzo di fori ro-
denti agli antichi fornici dell'acquedotto tondi , e quest' arca chiamavano pana-
e queste porte fiancheggiò di torri ,
po- riunì j come il il quale
paniere, entro
nendone due quadrate alle due estremi- poi mettevano pane che si distribuiva
il

tà, ed una rotonda nel mezzo fra le due nelle tavole o dove ponevasi per l' uso
porle. Nel tempodella guerra gotica con- giornaliero. Il sepolcro appartiene alla
servavasi il nome di Prenestina , come metà del secolo VII di R.oma, perchè qui-
nel secolo IX: quello di Labicana dura- vi non esisterono fornai avanti il 58o di
vaancora nel secoloXIIIa'lempidi. Mar- sua era, ma dopo la guerra di Perseo.
lino Polono che nella CronacaWh. ^^ e. La composizione de' bassorilievi è natu-
4, l'appellò ancora Maggiore. Già iu uu ralissima, la esecuzione è abbozzata, non
POR por 173
essendo le cose espresse clie come guida calo racquedollo da Vilige nel537.1jen
pei stuccatori ,
prima essendo le figure presto risarcito, fluiva ancora sul princi-
coperte di stucco che ne ingenti li va i con- pio del IX secolo, col nome di Forma
torni. Ma nell'accennate operazioni d'O- Claudiana , poi Laterancnse pel ramo
norio, l'architetto per procurare una mag* che dirigevasi alLaterano nel secolo XIF,
gipr difesa alle porte e togliere al nemi- ch'è l'idtima memoria dell'uso di questo
co un punto più alto delle porte stesse, acquedotto. Malgrado le successiverovine
in luogo di demolire il sepolcro, se ne ser- se ne ammirano lunghissimi tratti pres-

vì a guisa d' opera avanzata ,


1' unì alle so la via Latina. Nerone per fornire ac-
mura racchiudendolo nella suindicata qua al Celio e al suo slagno, diramò una
torre rotonda e centrale ; e poiché il se- parte dell' acqua Claudia con nuova ar-
polcro trovasi ripieno d'opera di masso cuazione laterizia bellissima pel dorso di
solidissima, così co! massiccio della torre quel colle, la quale ebbe principio all'an-
investendo tutto all'intorno il monumen- golo che forma l'acquedotto fra la chie-

to, venne a formarne tutto un corpo di sa di Croce in Gerusalemme e il mo-


s.

costruzione fortissima di difesa, serven- numento di Porla Maggiore contrada ,

dosi nel lavoro di buona parte de'massi che gli antichi designarono col nome di
e pietre cadute anteriormente dal sepol- u4d Spem uelerem per un antico tempio
cro e dall'acquedotto. Ciò servì a conser- dedicato alla Speranza (nel t. 4) P- 3oi
vare il sepolcro. Posteriormente a questo degli jéiti d'archeologia si legge la Dis'
pregievole monumento e prima della sua seri, del culto prestato dagli antichi alla
reclusione entro opera di difesa, fu in- Speranza e d'alcuni monumenti che \d
nalzato grandioso dell'acqua Claudia e
il hanno rapporto ^ del com. P. E. Viscon-
Aniene nuova, così delta da Claudio che ti), e terminò presso il tempio di Claudio
neir anno 789 di Roma e 36 di nostra nell'orto de' ss. Gio. e Paolo: poi l' ar-
era ne condottò le acque, con mole co- enazione fu protratta al Palatino, all'A-

lossale di archi e m agnifìche costruzioni, ventino e al Trastevere. Fino al princi-


con acquedotto lungo 62 miglia, perciò pio dell'impero di Nerva l'acque Clau-
il più grande fra tulli gli antichi non so- dia e Aniene nuova fuori di Roma si di-
lo di Roma ma dell'impero, essendo gli stribuivano separate , dentro Roma poL
avanzi die ne rimangono i più conside- confondevansi insieme ed erogavansi per.
rabili.Caio Caligola avea cominciato i le i4 regioni. Olire gli avanzi dell' ar-

due acquedotti che Claudio successore


, cuazionedella Claudia e dell'Aniene nuo-
compì e dedicò, come quello che eseguì va, si hanno ancora quelli del loro gran
opere grandi, fra le quali sono principali castello presso la porla Maggiore, entro
l'acquedotto principiato da Gaio, l'emis- l'ultima vigna a sinistra di chi esce da Ro-
sario del lago di Fucino (di cui a Pesci- ma; quelli dello splendido monumento al-
na), ed il p ot io cV Ostia. F. Acque, Ac- la slessa porta e quelli della gran fontana
quedotti e Fontane di Roma. L'acque- sull'Esquilie o Sette sale, conserva d'ac-
dotto dopo la sua costruzione, come si qua così appellata benché abbia 9 anditi,
legge nelle iscrizioni a Porla Maggiore in nome che per corruzione le derivò dal-
ambedue le facciale, fu risarcito più vol- la contrada Settizonio. Claudio non edi-
te, da Vespasiano e Tito, perchè l'ope- ficò il monumento per una porta di cit-
ra non avea una solidità proporzionala tà, essendo allora laporta antica Esqur-
al peso ed all'urto dell' enorme volume lina , ma sibbene per transito della via
d'acqua che portava. Altri ristauri e mi- Labicana, sulla quale 1' acquedotto pas-
glioramenti vi fecero Traiano, Settimio sava, via che in questo luogo dividesi in
Severo e Costantino, essendo slato trou- due, una a destra che menava aLabico
. -

174 POR POR


(/^.),l*nlh'a a sinistra che andava a raj»- più fimosi della romana grandezza. Ne e-
giuiigere la via Prcneslina o di Palcxlri- seguirono il lodevole di visamento mem- i

uà (^.) Originale e che dopo Onorio di- bri della sezione consultiva dell'antichi-
venne via Pienestina essa stessa: dita- tà e belle arti, e specialmente ilcomm.
le bivio è testimonio il sepolcro di M Giuseppe de Fabris valente scultore, per-
Vergi lio Eurisace posto nella faccia e* chè il superbo monumento venisse re-
sterna del monumento Claudiano. Que- stituito alla sua primitiva dignità e ap-
sto si compone di due altissimi archi e pariscenza, anzi il Papa stesso ne prese
due colon-
di tre piccoli ornati ciascuno di minuta cura, come in altre operedi belle
ne d'ordine corintio sostenenti un fron- ne regolò direttamente col comm.
arti, e

tone, e di questi archetti sotto quello di de Fabris tutte le operazioni, portando-


mezzo apiesi un piccolo arco, forse per lo visi di frequente in persona e animando
scolo delle acque che venivano a cadere i lavoranti con gratificazioni. Da tali de-
nella valle fra il Celio e il colle di s. Cro- molizioni si venne al felice discoprimen-
ce in Gerusalemme. La costruzione è for- to del suddescritto pregievolissimo sepol
mata di massi enormi di travertino che ero di M. V. Eurisace, nascosto per cir-
non essendo stati mai terminati di poli- ca i5 secoli entro la torre tonda tra le

re presentano l'aspetto di bugne, e come porte Prenestina e Labicana, con gran


tali furono prese dall' Amannati, checol piacere del Pontefice e di tutti gli ama-
nome di ordine rustico imitolle nel pa- tori delle antichità romane. Varie opi-
lazzo Pitti a Firenze. A l lato destro di que- nioni, com'era ben naturale, furono emes-
sta porla, da chi esce dalla città. Procopio se per sì rilevante monumento sepolcra-
indica come un tempo esistesse il f^iva' le, per la sua forma singolare, ancora ben
riunì o serraglio di bestie feroci, che ser- conservato. Nibby disse la sua nella Ro-
vivano pei pubblici spettacoli di Roma. ma /je/r838, par. 2 antica, p. 544' '"o'*
Inoltre fra questa porta e la porta s. Gio- tre la dissero il conte Borghesi e il d."^

vanni , Aureliano v'incluse nel recinto Jahn, ed seguenti. Brevi cenni di un mo-
i

l'anfiteatro Castrense, la cui fondazione munento scoperto a Porta Maggiore del


è incerta, ma prima del Flavio o Colos- cav. Luigi Gr//z, Roma 838, magnifica 1

seo, monumento che anco da Onorio fu edizione con tavole./;z/or/zo al monumen-


meglio concatenato al suo recinto, chiu- to sepolcrale di M. V. Eurisace receu'
dendo gli archi della parte esterna che temente discoperto presso la Porta Mag-
servono di mura urbane: poche vestigia giore , cenni del march. G. Melchiorri,
rimangono dell'interno dell'edifìcio, ri- Roma i838. Descrizione del luogo de-
dotto a ortaglia ; era a due ordini , ma nominato anticamente la Speranzavec-
del 2.° non rimane che un arco. Nel 838 1 chia nel monumento delle acque Clau-
Gregorio XVI zelantissimo e benemeri- dia ed Aniene nuova, e del sepolcro di
lo della conservazione de'monumenti an- M. F. Eurisace, delt archit. cav. Luigi
tichi ordinò il disgombramento totale
, Canina, Roma 1839 con tavole. Demo-
di tutte le costruzioni non solo moderne lite dunque le costruzioni che ingombra-
aldi dentro, ma di quelle ancora aggiun- vano r insigne monumento di Claudio,
teal di fuori da Onorio (delle case e mal- ricinto di muro il sepolcro per meglio ga-
conce torri, come dell'altissima torre di rantirlo, ed ampliate le piazze interna
Nicolò V, scrive il cav. Grifi), che si at- ed esterna, venne adattata al grand'ar-
taccarono indebitamente in varie epoche co che traversa la via Lanbicana una con-
alla doppia maestosa fronte dell' acque- veniente porta, ch'è l'odierna Porta Mag-
dotto Claudio, edificio che per la sua mo- giore, la quale senza punto detrarre al
le e imponente aspetto può gareggiare coi monumento corrisponde pienamente col-
POR POPc 175
la semplicità della sua forma e caratte- lo sopra la strada Mandrione. Presso la
re al fine cui fu destinala. Vi fu sovrap- porta dovrebbe essere la stazione prov-
posto lo Gregorio XVI con
slemma di visoria, mentre la stabile si aveva in pen-
analoga iscrizione. Al suo aprimenlo ven- siero di farla dentro la città', o presso le

ne prescelto il 6 febbraio i84o, anniver- terme Diocleziane, o piesso il Colosseo.


sario di sua coronazione. 11 Papa volen- Porla s. Pancrazio. E posta sulla spia-
do conservar la memoria della porta di nata del Monte Gianicolo (F.), e così no-
Arcadio e d'Onorio, lasciale al livello del- mavasi fino dai tempi di Procopio, che
la strada e le sue fondamenta coli' epi- la dice Pancraziana, perchè per essa si

grafe Fundamentae portae Arcadi et


: esce alla Chiesa di s. Pancrazio (^.). Fu
Honoris dispose che 1' antica iscrizione anche detta Aurea per lo stesso motivo
che la sovrastava venisse collocata nel che monte aureo viene detto il monte pel
muro di nuovo costruito , che circonda La rifece insieme alle
colore dell'arena.
dal lato destro la piazza esterna, con al- mura Urbano Vili nel i643, con archi-
tra relativa lapide. Sopra detto muro ven- tettura di Marcantonio de Rossi, di che
nero pure incassati e simmetricamente se ne ha memoria nell'arme e lapide ivi
disposti tutti i frammenti marmorei tro- poste e nella medaglia battuta in tale oc-
vali negli edifizi demolili. Neil* interno casione e riportata da Bonannì,7V"?^m/.?m.
poi e lateralmente alla porta, il Papa fe- Pont. t. 2, p. 585. A Pio IX ho accen-
ce costruire due edifizi,uno per la do- nalo rovine prodotte nel 1849 a que-
le

gana, l'altro pei militari. Le memorate sta porta pei tanti accaniti combattimen-
dueiscrizioni riguardanti Gregorio XVI, ti sostenuti dai repubblicani, contro i fran-
insieme ad altra si leggono a p. ^i. della cesiche più volte l'assalirono per libera-
Diss&rt. de operìbus puhlicis dell' avv.° re Roma dal loro giogo. Nel i85i il co-
De Dominicis-Tosti. Neli84i fu conia- mune di Roma compì i grandiosi risar-
ta una medaglia col prospetto del mo- cimenti delle miu'a in qualche fascia che
numento Claudio e della Porta Maggio- corre da Porta s. Pancrazio alla Porte-
re coi ricordati nuovi fabbricati, con l'i- se, e che nelle sue rovine testificava gli
scrizione : Diiclìs Aqiiae Claudiae D'ila- effetti dell' improvvida resistenza oppo-

psìs Partibuf! Rffectisj nell'esergo, Clau- sta dal furore democratico all'armata li-
di Moniim. JJndique Dclecto Gemino beratrice. A memoria perenne del fatto
Portae Praenest. Adstructo Aedificio vi fu posta l'iscrizione che si legge nella
Anno 1 84 1 Fuori di questa Porta Mag-
. Civiltà Cattolicavoì. 7,p. 5i2. A s. Pan-
giore dovrà uscire la Strada-ferrata Pia crazio feci parola delle patite devasta-
Latina, Q.OÙ chiamata dalla società di tal zioni.
nome che ne incominciò la costruzione Porta s. Paolo. Dalla via ebbe nome
sotto gli auspicii di Pio IX, in seguito di Osùense per condurre a Ostia [f"'.);
delle ordinanze minisleiiali del 2 i no- ma dopo che fu edificata la Chiesa di s.
vembre 1849 ^^ 8'^'8"^ i85o. Il suo ' ^ Paolo [V.) cominciò a chiamarsi Porta
andamento sarebbe per Frascati, Mari- s. Paolo. Nella guerra gotica si narra da

no ^ Albano, Felietri, la valle del Sae- Procopio, che nel 549 soldati isauri vi '

Prosinone q Ccprano. I lavori di mo-


tto, introdussero i goti. Per essa vi entrò re
vimento di terra furono alla fine del Ladislao nel 1407, chenell'anno seguen-
i85i protratti per circa 1 5 kilometri fi- te la fece murare, quindi nel i4io la ri-
no sotto Ciampino. Furono eseguiti due prese il popolo, romano. Del solenne in-
ponti di bella e solida costruzione, il i.** gresso d'Adriano VI parlai a Ingressi e
più grande presso le mura, sopra la stra- Ostia. Questa porta in origine fu a due
da di circonvallazione, l'altro più picco- archi, e la dimostrazione di fallo si ha
lyG POR POR
nella porta inlei-na clie nppnnto è a due 1 56 1 . Milìzia la criticò pel bizzarro dise-
fornici, uno aperto, l'altro chiuso : le due gno; il Papa divisava di collocarvi sopra
porte si credono di epoche diverse. E 2 i l'obelisco che si vede a Monte Pincio. Per
piedi sopra il piano antico di Roma, per raddrizzar la strada che vi conduce, de-

cui fu costrutta quando la città era in ro* nominata per lui Pia, impose una con-
vina. Verso il i43o vi si leggeva l'iscri- tribuzione. La porla Nomentana fu al-
xione d'Onorio analoga a quella esisten- quanto distante verso quella di s. Loren-
te a Porta s. Lorenzo. Nibby, Analisi dei zo; aperta da Onorio, servì sino n detto
dintorni di Roma l. 3, p. Gì 2, dice che anno i564. Sebbene comunemente sia
quivi fu Porta Lavernale di Servio, alla chiamata Nomentana per la via consola-
quale Onorio sostituì la presente. Veda- re sulla quale si trovava, nondimeno nei
si Meni, sulle campagne par. 1,
Nicolai, bassi tempi e specialmente nel secolo XV
p. 1 29. Presso la porta è la famosa Pi- fu chiamata di s. Agnese per la chiesa o-
ramide o sepolcro di Caio Ceslio settem- monima cui conduce. Nicolai, M(?///. .?«/-

"viro degli epuloni, cioè sacerdote di quel le campagne 265, la crede esi-
par. i, p.
collegio destinato a presiedere e apparec- stente prima d'Aureliano, che fu pure det-
chiare i banchetti o lettisterni, che s'im- ta Catularia perchè ne'sagrifizi che qui

bandivano ai numi per placarli e impe- dappresso si facevano, s'immolavano ca- i

trarne il favore. Fu edificata per testa- ni; Figulense o Ficulense perchè vi fos-
mentaria disposizione in 33o giorni, e ri- sero terre e manifatture di vasi fìguli, o

vestita di lastredi marmo bianco. E' qua- piuttosto perchè di qua si andava a Fi-
drata e ogni lato misura 3o palmi, men- 1 culea città di Sabina come Nomento.
tre ne ha 1 65 d'altezza, sorpassando quel- Porta del Popolo. E succeduta alia
la della maggior piramided'Egitto di cui Flaminia, prendendo il nome dalla via
ba la forma. La cella sepolcrale è orna- consolare costruita da Caio Flaminio, e
ta di alcuni genii, figure, vasi, ec. a fre- conduce a Ponte Molle (^.). Appartie-
sco. Alessandro VII la fece restaurare nel ne al recinto onoriano, ma non sta nello
i6635ed Ottavio Falconieri l'illustrò con stesso sito; pare Flaminia d'Au-
che la

Discorso e tavole, ch'è in fine della Ro' reliano fosse nella falda del Monte Pin-
ma antica di Wardini. Avanti la pirami^ cio, sovrastante la contigua Chiesa di s.

de un muro di cinta racchiude il cam- Maria del Popolo (^.), a tempo della
po e cimiterio di quelli che non muoio- guerra gotica nel 535, quindi trasporta-
no nella fede cattolica, vasto spazio con ta nel Campo Marzio da dove nel 7 1 5 la
monumenti sepolcrali d'ogni maniera, con piena del Tevere svelse la porta, come toc-
belle sculture ed eleganti iscrizioni. Due cai a Ponte Sisto (F.). Landucci, Origi-
sono campi, ambeduesoltolasorveglian-
i ne del tempio di s. Maria presso la por-
za del municipio romano, che ha giuris- taj ec. p. 22, pretende che si chiamasse
dizione sul propinquo e rinomato Mon- Flumentana, la quale come descrissi in
te di Testaccio e suo recinto, di cui par- principio fu altrove. Anastasio nel IX se-

lai nel voi. XLVI,


277. p. colo la chiama Flaminia, indi nel secolo
Porta Pia. Fu da Pio IV sostituita seguente di s. talentino pevìa chiesa ma-
nel i564 alla Nomentana che conduce- gnifica con cimiterio eretta a quel san-
^^^i2iNomento[V.), e restò imperfetta per to, con monastero che sembra aver esi-
sua morte: la descrissi ne'vol. XLIV, p. XIV: ne parlai ne'vol.
stito sino al secolo

86, e LI, p. io; potendosi veder l'idea X,p. 235, XIII, p. 149, e in altri luoghi.
originale nel Bonanni, Numis. Pont. 1. 1, Tutta volta contemporaneamente si ricor-
p. 277, narrando che il Papa vi pose la dòcol nome originaledi Flaminia a'iempi
I ." pietra e molte medaglie a' 7 giugno 1 di S.Gregorio Ffl, e per ove entrò il feroce
POR POR 177
Guiscardo che produsse quelle rovine, dì che fu battuta col prospetto in-
tificia)

cui feci menzione in più luoghi. La comu- terno e l'effigie del Papa, il quale com-
ne denominazione di Porta del Popolo^ pose l'iscrizione che si legge sulla porta :

Nibby per la i." volta la trovò nel i4o4> Faelici Faxisloqiie Ornata Ingressui.
come derivante dalla chiesa attinente, Anno i655. Osserva Novaes, che Ales-
che ancora alla magnifica Piazza
lo die sandro VII con tale epigrafe volle ac-
del Popolo (P^.)i ove ricordai tultociòche cennare e non dichiarare ai posteri, che
la rende sorprendente (lo che si enume- Tornamento lo fece per l'ingresso della
ra e dimostra con pianta e veduta nel t. regina. La parte inferiore delle torri qua-
3, p. 258 delle 3Iem. Roni.): prima si drate, che la fiancheggiano nella parte
disse di s. Maria del Popolo, poi per bre- esterna, l'edificò Baccio Pintelli sotto Si-
vità Porla del Popolo. Nel 1 564 ^^ *''6- sto IV, fasciandole di marmi tolti dal mo-
dificata di nuovo da Pio IV cqn archi- numento sepolcrale antico e posto nella
lettura di Barozzi da Vignola, e secon- piazza, fatto diroccare dal Papa, quando
do Baglioni era stala cominciata da Buo- nel i47^ fece la facciata della propinqua
narroti. Nella parte esterna è ornata da chiesa. A Ingressi soleivivi m Roma ho
4colonne doriche^ 2 di granito e 2 di brec- descritto anche quelli fatti per questa pri-
cia paonazza; poggiano su basamenti mol- maria porta^ perciò ornata a festa, segna-
to elevati che sostengono le statue de' ss. tamente quello di Pio VII nel 1 8 1 4, che
Pietro e Paolo patroni di Roma, scolpi- poi abbellì la meravigliosa piazza con o-
te da Francesco Mochi, ma secche, ma- pere che terminò Leone XII; a Pio VI
nierate e meschine, non degne del prin- poi descrissi il magnifico trionfale ingres-
ci pai ingresso di Roma splendida sede del- so del suo cadavere. Nel 1849 la fortifi-

le arti. Erano state fatte per la chiesa di carono i repubblicani, ed a' 3 luglio vi
s. Paolo fuori le mura, ma non essendo entrò l'esercito francese comandato dal
riuscite di soddisfazione dell'abbate di generale Oudinot.
Monte Cassino e rimaste alla moglie dello Porta Portese.'K la prima sulla spon-
scultore, Alessandro VII per consiglio del da destra del fiume e fu sostituita alla
maggiordomo (di cui nel vol.XLT, p. 267) Portuense di Onorio demolita neh 643,
le acquistò per rooo scudi e collocò do- situata al termine dell' alborata Bufala-
ve sono (anche a'nostri giorni due altre ra^ circa 1700 piedi fuori dell'attuale, di
statue de'ss. Pietro e Paolo destinale per cui parla Nardini, Roma antica^. 43. II

detta basilica, ma bellissime, furono si- nome di Portese deriva da Portuense, per
tuate altrove, voi. LUI, p. 191). La por- quale trovasi, che mena all'an-
la via sulla
ta stessa per l'architettura è troppo ma- ticoPorto di Claudio, al vescovato di Por-
nierata e meschina, piccole le colonne, to (F.) ed a Fiumicino. Ne ordinò la co-
altissimo l'attico, povero l'archivolto, an- struzione Urbano Vili, allorché restrinse
gusta nelle proporzioni e nell'ingresso per il mura da questa parte, ma nel
giro delle
la frequenza del popolo, biasimata pure i644l""ocenzo X che gli successe la ter-
dal severo Milizia, Fite degli archit. p. minò e vi pose il suo stemma, essendo sta-
265. La facciata interna fu edificata con to architetto Marcantonio de Rossi.
architettura ignobile di Bernini d'ordi- Porta Salaria. K alquanto variata di
ne d'Alessandro VII, pel solenne ingres- sito da quella che vi fu aperta neli'am-
so di Cristina regina di Svezia divenuta pliazione delle mura fatta d'Aureliano,
cattolica,, che descrissi nel voi. XXXV, credendo Nicolai che fosse già detta Colli-
p. 182 e in altri articoli. Bonanni, iVa- na, Quirinale e Agonale, prendendo il no-
jìiis. Pont. l. 2,p. 640, riporta la meda- me di Salaria dalla via per la quale i sa-,
glia (ve ne sono due conii nella zecca pon» bini si recavano a provvedersi di sale in
VCL. LIV. 12
178 POR POR
Roma, o perchè per essa seguiva il tras- ambedue la porta fu addobbala festosa»
porto del sale dal mare in Sabina per la mente. Belisario oNarsete magnificamen-
via ostiense, proveniente da Ostia. Due te la riedificarono coi marini squadiati
poi sono le vie Salane, la vecchia di cui tolti dai monumenti della famosa via, ed
|
sono vesligie nelle vigne a destra, che con- è la porta più imponente di quell'epoca: 1
duceva a Ponte Molle, la nuova a sinistra nella chiave dell'arco inteina è grafita la
che conduce a Monlerotondo, strada ce- croce colla formola greca, Dei gratia, con
lebre pei sepolcri e templi dementili, pei sotto l'invocazionede'ó'rtm te Conon, San-
cimiteri e catacombe de'cristiani. C. Ar* de Giorgi protettori delle milizie, prova
duini, Nuova illustr. del Piceno, appen» evidente che fu riedificata dai capitani bi-
dicesulla via Salaria^diceche partiva dal- zantini. Per altre notizie si può veder Ni-
la porta Collina di Roma, e transitante per colai, Meni, delle campagne par. i, p,
Ascoli menava fino alle salined'Alria. Ve- 167. Prima di uscir la porta si vede l'ar-
dasi Nihby, Analisi de' dintorni di Roma^ co trionfale di Druso, d'un solo fornice,
t. 3, p. 632, della via Salaria. Questa por- di travertino rivestito di lastre di mar-
ta ricorda il fatale ingresso de' goti nel mo. Le faccie erano ornate ciascuna di 4
409 a'24 agosto. Le torri che la difen- colonne di marmo numidico rette da pie-
dono sono in parte abbattute, e mostra- distalli, due delle quali nella faccia rivol-
no essere state riedificate dopo quella scia- ta alla porlarimangono ancora: queste
gura, sulle rovine delle torri preesisten- colonne racchiudevano fra loro riquadri
ti; cosi l'arco e la parte superiore della e sostenevano un intavolamento ornato
porla si vedono riedificati dopo che la co- di fi'ontone. Dalla sua medaglia si rileva
struzione primitiva fu abbattuta. che l'arco era sormontato da una statua
Porta s. Sebastiano. Successe alla ce- equestre fìa due trofei, il tutto decreta-
lebre porta Capena e poi a\V Jppia da to ed eseguito dal senato dopo la morte

cui usciva la via consolare di tal nome, del celebre e virtuoso Druso Germanico
per corruzione detta Accia e zia, inco- A adottatodallo zio imperatore Tiberiojche
minciandosi a chiamare s. Sebastiano dal- ingelositosi di lui lo fece avvelenaredi 34
la Chiesa di s. Sebastiano , Vedi (delle anni; fu padre dell'imperatore Caligola.
cui celebri Catacombe e Cimiteri, Fedi, L'arco lo restaurò Vespasiano, e Caracal-
parlai in tanti luoghi), sul finire almeno la vi fece passare l'acquedotto antoninia-
del secolo XV. Nel i3i2 fu presa da la- no per le sue terme, per cui ne rinnovò
nicho nobile romano, che incendiò molti l'attico e fece altri cambiamenti, ciò che
circostanti edifici. A'29 settembre 1327 die motivo ad asserzioni erronee di diver-
vi fu zuHh tra' romani e le genti di Ro- si scrittori. Divenuto il monumento in-
berto re Napoli che furono messe in
di gombro ai lati, dalla terra delle vigne e
rotta da Jacopo de Pontianis caporione delle loro cadenti mura, nel 1842 Gre-
forse di Trastevere e avo del marito di s. gorio XVI restituì l'arco al suo primiero
Francesca romana, come si apprende dal- splendore e visibile da ogni parte, insie-
la memoria posta sul luogo insieme al- me ad alcuni avanzi dell'acquedotto. Nel
l'immagine grafita di s. Michele, nella cui medesimo anno il Papa fece ricuoprire
festa romani riportarono la vittoria.Can-
i di volta nella vicina vigna un colombaio
cellieri ne fa parola, Mercato p. 1 58. Per ornato di leggiadre pitture, e lo rese di

questa porta nel 536 fece {Ingresso in


1 pubblico diritto. Di questi e altri impor-
Roma [F.) Carlo V imperatore a modo tanti propinqui monumenti feci parola
trionfale: a detto articolo descrissi anco- ne'vol. XX, p.224, XLVII, p. 99-
ra un simile ingresso fatto per la slessa PORTE SANTE. Porle murate delle
porta nel 1571 da M. A. Colonna, ed in basiliche patriarcali di Roma, cioè delle
POR POR 179
Chiese di s. Giovanni, di s. Pietro, di s. porte sante carichi di peccali? La santi-
Paolo ed'is. 31aria Maggiore{ /^.),che per ficazione del sacerdote, la purgazione del-
l'anno santo 8Ì aprono con abbatterne il ladonna, il sagrifizio pel peccato si face-
muro, dal Papa e dai cardinali legati apo- vano avanti laporta del tabernacolo.Men-
stolici de lalere, acciò entrando per esse tre Elia slava sulla porta della spelonca
colle disposizioni necessarie, i fedeli ac- ricevette lo spirito di Dio; Naaman ap-
quistino l'indulgenza plenaria del giubi- prese il modo di guarir dalla lebbra al-
leo, chiudendosi con muro dai medesimi la porta della casa d'Eliseo; Dio teneva
personaggi dopo un anno dalla loro aper- colloquio con Mosè nella porta del taber-
tura. 11 Ricci, De' giubilei universali ^. nacolo. Anticamente le porte della chie-
I che con ragione questi ingressi
7, dice sa chiudevano a'peccatori, come si ap-
si

sono chiamatiPor^e^^m^e, perchè dal som- prende das. Cipriano, e'yo/.?^. 3i adeant :

mo Pontefice e dai cardinali legati sono ad limen ecclesiae, come fece s. Ambro-
solennemente benedette e incensate le pie- gio a Teodosio I imperatore; ed oggi la
tre, la calce, i cementi o mattoni che si Chiesa l'apre a* penitenti nell' anno san-
adoprano per chiuderle con apposite o- to, acciò ritornino in grazia mediante la
razioni; confutando l'erronea e volgare ricuperazione de'beni celesti, perduti pei
diceria che le dette porte siano quelle del peccati.Avverte il Ricci, che do vria ognu-
palazzo di Pilato santificate nella passio- no entrare per le sante porte con noume-
ne del Salvatore, che aggiunge esistere in no divozione, che con purgata coscienza,
in numero di 3 (si veda Severano, Me? nondimeno per conseguir il giubileo noa
morie p. 54o) nel santuario delle Scale è necessario entrar per esse, non essendo
Sante (^.). Inoltre a p. 12 esaminando tal condizione apposta nelle bolle; che se
il perchè nell'anno del giubileo si apro- alcuno vi entrasse in peccato mortale non
no le porte sante, osserva che avendo Dio peccarebbe, come non peccarebbe quel-
comandato agli ebrei, che 3 volte all'an- lo che ne uscisse,benché sia costume en-
no dovessero visitare il tempio di Gerusa- trarvi soltanto, non uscirne, tranne l'ul-
lemme, nel giubileo che tra essi celebra- timo giorno dell'anno santo. Nella bolla
vasi, cosi la Chiesa cattolica ha ordinato di promulgazione dell'anno santo 1600,
che concorrino al giubileo da lei istitui- riportata da Gio. Stringa, ecco come Cle-
to i cattolici di tutte le nazioni (nelle bol- mente Vili si espresse sul perchè si apri-
le di promulgazione si suole invitarvi pu- no le porte sante* « Qui si conserva il te-
re i sovrani e l'imperatore anche quan- soro dell'indulgenze, di cui il romanoPon-
do era semplicemente eletto) a visitare i custode e dispensatore,
tefice è principal

4 templi principali di Roma, conceden- che sebbene ne fa parte a tutti in ogni


do loro l'acquisto di abbondantissima in- tempo, in quest'anno però del santo giu-
dulgenza; e siccome nella legge antica si bileo, quando con solennità nelle più an-
teneva udienza e giudicava sulle porte, tiche chiese di Roma s'aprono le porte,
così Gesù Cristo ha collocato il suo divin spiega le mani pietose e hberali, accioc-
tribunale nella porta santa di cui egli è ché così entrando alla presenza di Dio con
figura, avendo detto : Ego sum ostium, allegrezza, per aver scosso dalle spalle il
per me si quis introierit, salvahilur, che giogo de'peccati e tirannia del nemico,
però la Chiesa nell'anno del giubileo ne per mezzo de'sagramenti riconciliati con
dimostra la via della salute. Che se Ge- Dio, veniate ad esser veri figli suoi, ere-
remia riprendeva sulle porte di Gerusa- di del cielo, possessori del paradiso ". Il
lemme il passarvi carico ne'giorni di sab- can. Strocchi nel bel Compendio degli an-
bato, quanta maggior diligenza devono ni santi ^. ni, una osservazio-
riferisce
usare i fedeli di non passar per queste ne del cardinal Valerio, Hist, Jubilaei,
i8o POR POR
che si trovò presente alla funzione del mu- nifucio VIII T indulgenza dell' unlversal
ramento della porta santa, eseguita dui' Giubileo (V.) àdV Anno santo ( a que-
Io stesso Clemente Vili. •• Che sembra- sto articolo ho descritto 20 celebrati con
i

no appartenere alla formalità della chiu- tutto ciò che li riguarda, come delle ridu-
sura della Porta santa eseguita dal Pon- zioni di epoche nelle celebrazioni) e pre-
tefice, quelle parole del profèta Daniele: scritte le visite delle basiliche de'ss. Pie-
Cìiiiidi la porta, e ponici sigillo col tuo tro e Paolo, dipoi Clemente VI pel 1 35o
anello. L'anno del santo giubileo, Tan- vi aggiunse quella di Giovanni, e Gre-
s.

no di remissione, l'anno di plenaria in- gorio XI quella di s. Maria Maggiore: tal-


dulgenza, Tanno sacro è terminato. INou volta in sostituzione della C/ì/e^^iZ/.y./'tìto-
mai però ai veri penitenti saranno chiu- lo supplì la Chiesa di s. Maria in Tras-
se le viscere di Nostro Signor Gesù Cri- tevere , al modo che dissi in tali artico-
sto: il tesoro delle sante indulgenze rima- li. Incominciasi a lucrare il tesoro dell'in-
ne sempre aperto presso il suo vicario in dulgenza con l'apertura delle porte san-
terra". Inoltre le epigrafi allegoriche che te, terminando colla chiusura delle me-

riporterò delle medaglie coniate per le desime. Ad Alessandro VI poi nel i5oo
porte sante ne definiscono e qualificano si deve l'origine dell'apertura e chiusu-
la venerazione e lo scopo santissimo. ra delle porte sante nelle 4 basiliche, co-
Zaccaria, Dell'anno santo lib. i , cap. me la deputazione de'cardinali legali, per
1, esaminando l'origine degli anni santi quella Vaticana, se il Papa non può ese-
(oltreTantichissima visita dei LiniinaA- guirla, come per le altre 3 basiliche, ar-
postolorunij V.), dice che Suarez e Vit- gomento che trattai aWAnno santo ot-
torelli furono d'avviso che Silvestro II ce- tavo. Negli articoli delle Chiese di s. Gio-
lebrasse nel looo Tanno santo, ma nel vanni, di .?. Paolo, e di s. Maria Mag-
convenirvi crede egli monumento più si- giore, oltre il parlar delle loro porte san-
curo almeno sotto Innocenzo III che ci te, riporto chi le aprì e chiuse. Tutta la
fu Tanno santo nel 1208 o meglio nel funzione poi, colle cereraonie e orazioni
1 200, allegandone le testimonianze anche per l'apertura e chiusura delle porte san-
a confutazione diWan-Espen aspro cen- te, si può leggere nel voi. Vili, p. 200

sore del ristabilimento del giubileo o an- e seg. Sidone e Martinetti, Della s. ba-
no centesimo operato da Bonifacio Vili; silica Vaticana lib. 2, p. 45>, esaminan-
anzi Zaccaria non dubita, che un altro ce do l'origine della porta santa della basi-
ne sia stato nel 1 100 sotto Pasquale li, lica, narrano che avendo i canonici di s.

e si conferma che il i." possa essere stalo Pietro rappresentato ad Alessandro VI,
quello di s. Silvestro II, nel riflesso che lo esservi per antica tradizione nella loro ba-
scadimento della penitenza pubblica che silica una porta che si apriva nel giubi-
fecenelToccidenleappunto intorno al mil- leo (Zaccaria, DeWanno santo, par. i , lib.

le, obbligò i vescovi (alcuni ne furono ri- 2, cap. 3, aggiunge ch'era volgar tradi-
trosi ) onde un nuovo freno si mettesse zione che in s. Pietro e nelle alire basili-
alla licenza col mandar al Papa alcuni rei che vi fosse una Porta aurea o santaj A-
di certe più gravi colpe, perchè he fosse- lessandro VI colla bolla Pastoris aeterni,
ro da lui prosciolti, quindi le riserve dei de'22 novembre 1499? determinò Tapri-
casi al romano Pontefice, e si aumenta- mento di queste porte sante) e corrispon-
rono i divoti pellegrinaggi a Roma. Da dente all'oratorio eretto alla B. Vergine
ciò nascer dovette, che Papi anche neli da Giovanni VII, fu per ordine pontifi-
dar l'indulgenze allargassero la mano. F, cio aperto il muro, ma senza risultato; la
Indulgenza Penitenza Penitenziere ,
, , medesima diligenza si adoperò nella ba-

Pellegrim. Nel i3oo rislabilitasi daBo- silica di s» Paolo, ma inutilmeole, per cui
POR POR 181
se la porla santa non esisteva ne*porllci cula (^.). Conchiudono i citati scrittori»
delle 2 basiliche, molto meno potevano che può esservi stato qualche vestigio di
trovarsi in quelli di s. Giovanni e di s. Ma- portesante anche prima d'Alessandro VI,
ria Maggiore, che come ho rilevato nel- dovendosi però a questo le porle aggiun-
la visita si aggiunsero dopo. Non esisten- te e chiuse di muro nelle 4 basiliche, per
do dunque in s. Pietro la porta santa, su esser poi demolito nell'incominciar del-
di che può vedersi il voi. XII,p. 287, iS'j l'anno santo e di nuovo edificato al finir
6284, Alessandro VI ordinò la formazio- di questo,con ceremonie e preci; solo av-
ne d'una nuova porta e che si ornasse per vertendo per la Vaticana, che Paolo V
essere dalle altre distinta nel nome e nel- nella struttura del nuovo portico conser-
l'uso, per l'imminente giubileodel i5oo, vò il numero delle 6 porte, essendo stata
incaiicando il maestro delle ceremonie separatamente, giusta l'antico rito, eret-

Burcardo che dovesse regolare il rito e ta la porta santa dalla parte del palazzo a-
stendere le orazioni e preci da recitarsi in postolico;Urbano VI II cambiò sito e vol-
occasione di aprire e chiudere quella por- leche fosse trasferita ove trovasi, in cui
ta; quanto fu stabiIito-(si legge ne'£>/Vzrz con diligenza vi fu riposto il muro della
di Alaleoua ceremoniere), tranne poche santa porta anteriore, che separato a' 6
variazioni (fatte dal ceremoniere Biagio luglio 1 6 o era
1 stato religiosamente cu-
da Cesena d'ordine di Clemente VII), fu stodito. Inoltre i medesimi scrittori dico-
poi eziandio eseguito dagli altriPapi e car- no che in ogni giubileo si rinnova la croce

dinali legali. Quantunque nel i5oo in- di metallo, che si vede incastrata nel mu-
cominciò il solenne rito di aprire una por- ro della porta, consegnandosi 1' altra al
la nuovamente e di fresco fabbricata ai cardinal prefetto della Congregazione del-
i8 dicembre 1499, e in occasione dell'an- la rei*. Fabbrica e arciprete.

no santo aggiunta alle altre che già esi- Costumandosi coniare medaglie per
stevano, non ripugna però che anco nei l'anno santo, Alessandro VI fece batter-
tempi precedenti e forse pure sotto Bo- ne e nella zecca pontificia si conservano i
nifacio Vllf, alcuna delle antiche porte conii (cosi di quelle che nominerò) di due.
nell'avvicinarsi l'anno del^iubileo si chiu- Nella I ." oltre l'effigie del Pontefice in pi-
desse, per esser poi dalPapa solennemen- viale, nel rovescio è rappresentato genu-
te aperta (dice Zaccaria che prima del flesso che assistito dai cardinali, dai vesco-
i5oo fosse costume di chiudersi una qual- vi e dal clero apre la porla santa, essen-
che porta delle 4 basiliche patriarcali, che do il popolo ginocchioni, con l'epigrafe:
aperta poi nel principio dell'anno santo, Cita aperitio breves aeternai dies. Nella
per essa entrassero immediatamente ilPa' 2." Alessandro VI che assistito dai cardi-
paed i suoi legati col popolo, il quale per nali e vescovi chiude la porta santa, e Ti-
tutto l'anno proseguisse a entrar per quel- scrizione : Reseravit et clausit. Ann. jub.
la e in tal tempo chiamandola Aurea o 31 D. Benché prima di Alessandro VI non
Santa) j dichiarandosi con ciò esser libe- vi fosse notizia certa dell'esistenza delle
ro a ciascuno de'fedeli l'ingresso nel tem- porle sante, non parlandone né le bolle
pio per acquistare la plenaria indulgen- pontificie,nè gli scrittori, tuttavolta esisto-
za. Somigliante rito pratica la Chiesa u- no medaglie di antecessori, nelle quali si

ni versale nelld Domenica dellePalnie^ con esprime la porla santa, per indicar l'anno
misterioso significato che spiegai nel voi. del giubileo da essi celebrato. Quella di
VlII,p. 281 (A^.HosANNA e Palma), e nel- Martino V del 14^5 la descrissi nel voi.
la chiesa di s. Maria degli Angeli ó!" As- XLI V, p. 76. Quella di Nicolò del 1 45o V
sisi ^ allorché incomincia il tempo in cui rappresenta la porta santa chiusa illumi-
può lucrarsi l'indulgenza della Porziun- nata da roggi col motto : Anno Jitbil. Al-
^-

iSa POR POR


ma Roma. Delle 3 di Sisto IV del 1 47 5^, la bilacij la 4.* simile in maggior diametro.
I
.' è lo slesso conio che per l'apertura fece Di Gregorio XIII sei, dellequali una nel-
poi battere Alessandro VI; la 2.'' con l'an- l'allo di aprire la porla santa e in aria Dio
no 1 47^ èquella medesima usala già daNi- con gloria d'angeli e l' epigrafe Domus :

colò V; la 3." con portasanta chiusa ha l'e- Dcij et porta coelij aìivacoWa porla santa
pigrafe: Const'Uuiteum Dominum Domus ornata di fesloni,loSpirilosanto e angelo
^{^^ze, de comi
tutte descritte nella Strie con 2 trombe e l'iscrizione: Etportae eoe-
ec. Ma Bonanni dottissimo numismatico, li apertae suntj altra esprimente la por-

Numism.Pont.i. i,p. 124, crede tali me- ta santa chiusa e la leggenda: Greg. XIII
daglie posterióri all'età di Alessandro VI, P, M. Àperuit et clausit, anno jubilaei
e le giudica formale ad specimen antiqui- 1570. Di Clemente VI li col Papa seden-
tatis. Lo slesso afferma quanto alla decan- te in trono tra 2 cardinali che fa legge-
tata apertura della porta santa nella Chie- re dal pulpito la bolla di promulgazione,
sa di s. Sabina (F.), poiché o questo fat- e l'epigrafe: Jubilaei indiclio an. 1600.
to è insussistente, ovvero deve riferirsi ad Di Urbano Vili la i.'' colla portasanta,
età più recente, essendosi potuta sostitui- in cui si vede il Volto santo con pelle-
s. Sabina alla basilica di
re la chiesa di grini genuflessi e angelo volante; altra si-
s.Paolo per qualche motivo urgentissi- mile, ma colla slessa porta chiusa, ha l'i-

mo, come per Urbano Vili che pel ti- scrizione: Reseravii et clausit^ ann. jub,
more della Pestilenza e per l' inondazio- 1625; la 3.^ colla porta santa chiusa, il

ne del Tevere, con bolla dei 3o gennaio Volto santo e Vergine; la 4-" col
la B.
surrogò la chiesa di s. Maria in Traste- Papa in triregno che incomincia la chiu-
vere, nella quale e non già in quella di sura della porta e il motto: Ponal fines
s. Paolo, nel 1625 fu aperta la porta san- suospacem. Nove d'Innocenzo X; una con
ta, al modo che raccontai nel voi. Il, p. pellegrini genuflessi avanti la porla san-
1 26, onde i canonici presso la porta eres- ta e il Volto santo; altra il Papa ch'en-
sero per memoria un'iscrizione. In ogni tra col s. collegio e vescovi nella porta san-
anno santo presso le porte sanie si pone ta e le parole: Haec Porta Domini 65o; 1

una lapide che ne dichiara l'apertura e altra in allo d'aprirla con l'epigrafe: O*
chiusura. Le altre medaglie degli univer- stìum coeli apcrtum in terris; altra in at-

sali giubilei di cui esistono i conii, sono^le to di chiuderla e l'iscrizione: Laudent


seguenti e tulle coli' effigie di chi le fe- in portis opera ejusj altre col motto: J-
ce battere. Di Clemente VII che assisti perni t et clausit^ con porta chiusa e in al-
todai cardinali e vescovi chiude nel 1 525 to la ss. Vergine. Di Clemente X sei, una
la porla santa, fu usalo lo stesso conio che assistilo dai cardinali e vescovi apre
d'Alessandro VI. Bellissima di Paolo III la porla santa, con molle persone genu-
che apre la porta santa, con epigrafe gre- flesse e il mollo Domus Dei et porta
:

ca: dos Jovis bene aspergit nel rovescio, Coeli; ahviì avendo questa: Aperieisthe-
perchè si vede Ganimede sull'aquila che saurumtuum, col Papa in triregno in at-
sparge l'ambrosia sui gigli farnesiani. Ma to di aprii la, così viene rappresentalo nel-
la morte ne impedì la funzione, che fece la medaglia di chiusura e le parole: Be-
nel i55o Giulio III a'24 febbraio e del ncdixit filiis in te. Due d'Innocenzo XII,
quale abbiamo 4 medaglie: la i .^ col pro- che delegò ad aprirla il sottodecano car-
spetto della basilica Vaticana; la 2." colla dinale Buglione, essendo infermo il de-
porta santa retta da due colonne con lo cano, una con porta santa, con angelo e
Spirilo santo e l'epigrafi Haec Porta Do-
: 2 trombe eie iscrizioni: Jubilaei saecu-
mini MDC: Insti intrabuni per eanij \a laris indiclio 1700, Jubilale Deo omnis
3." colla portasanta e il motto: Annoju- terra; l'altra colla processione ch'entra
^

POR POR i83


neiraperla porla, e le parole: Introite por- acceso, nella destra la Croce pontificia
ta cjus. Delie 3 di Benedetto XIII ricor- (V.)f senza l'immagine del Crocefisso, e
derò quella colla porta santa, l'immagine siccome volgarmente dicesi patriarcale,
del Redentore e pellegrini genuflessi, col- a detto articolo e nel voi. LI, p. 298, con-
le parole Per me si quis introieiit sai-
: futai l'erroreche il Papa usi la croce a-
vabitur. Benedetto XIV ne fece coniare stata con più sbarre. Principalmente as-
4, compresa quella per la pubblicazione sistono all'apertura e chiusura il cardi-
del giubileoconfacciala della basilica Va- nal Penitenziere maggiore ed i Peniten-
ticana, innanzi la quale è la Lupa coi ge- zieri di Roma (^.)j ai quali artìcoli ed
melli Romolo e Remolo, in aria un an- altri citali dico di quanto spelta ad ese-
gelo con tromba e bandiera e l'epigrafe: guire a ciascuno, sia col dare il cardina-
Fluenl ad eum omnes genles. Pio VI tre le educo più penitenzieri 3 i colpi di mar-
medaglie coniò, in due delle quali si ve- tello alla porla santa, sia col lavare tut-
de assistito dal s. collegio in aprire e chiu- ti i penitenzieri con acqua benedetta e
dere la porta santa, oltre quella per la dopo la demolizione gli stipili e la soglia
sua esaltazione con l'epigrafe: Divis au' della medesima porta, sia col porre i mat-
spìciisj anno jiihìlaei i'/'j5. Finalmente toni e la calcina nella chiusura dal car-
di Leone XII si hanno quelle che ripor- dinal penitenziere e dai penitenzieri del-
tai nel voi. XXXVIII, p. 8i e 82. Scil- la basilica.A Martello dissi che il Pa-
la, Nat. delle monete pontificie a p. 2 io pa l'adopera d'argento con manico d'a-
e seg., 268 massime a p. 359 e seg.
e seg., vorio per la demolizione della porla, che
descrive le monete d'oro, d'argento e di spettando al cardinal penitenziere, non-
rame battute nell'anno santo, nelle quali dimeno il Papa suole donarlo a qualche
si vede la porta santa aperta e serrata, personaggio reale: Clemente VII l'usò di
con i molli allusivi, incominciando daNi- argento doralo che dagli scrittori fu det-
colò V, e l'epigrafe : Anno juhilaei. Ales- to aureo, e lo die al cardinal Pucci pe-
sandro VI aggiunse Tanno, Clemente
vi nilenziere,cheperciòaggiunseal suo stem-
VII le parole: Portae Coeli apertae sunt. ma 3 marlellini, come no^ai nel voi.
Justiintrahunlìnea. Gregorio XI II, The- XXXVII, p. 286. Narra Zaccaria, che a
saurus infinitus. Clemente VIII, Haec Gregorio XIII nella i.' percossa che fece
porta Domini. Anno jubilaei iQoo ab' alla porta santa, gli si spezzò in mano il

soluto Roma. Innocenzo X, Aperuit et manico del martello d'argento doralo, re-
clausit Roma 65 Diverse e significan-
1 1 . stando in un dito leggermente ferito; e
ti sono l'epigrafi delle monete di Clemen- che per indiscreta divozione entrarono
te X.Innocenzo XII, PortóPtìsr^^^/^/.Por- in s. Pietro prima del Papa per la sagra
Porta Aurea. Anno remissionis
ta Coeli. apertura, contro il rigoroso divieto d'A-
1700. Anno propitiationis. Clemente XI, lessandro VI, più di 200 persone, non a-
Portam sanctam clausit, anno juhilaei vendo guardie potuto resistere al vio-
le

1700 Roma. lento urlo del popolo, avido di prende-


Come procedono le sagre funzioni del- re i cementi e le medaglie postevi da Giu-
la apertura e chiusura delle porte sante, lio IH: il cardinal Osio penitenziere mag-
con diffusione le descrissi oltre a Anjvo , giore, ed i penitenzieri vaticani ivi rima-
sANTo,nel voi. Vili, p.200 e seg. Ne trat- sti per lavar la soglia della porta corsero
ta Fr. M."" Febei, De origine et progres- gravissimo pencolo. Il Papa donò poi il

su solemnitatis anni jubilaei , Romae martèllo ad Ernesto de'duchi di Baviera,


1675. Il Papa entra pel i." nell'aperta diesi trovò presentealla funzione. Quan-
porta santa, come praticò Alessandro VI to nel 1825 fu praticalo per l'iucendiala
cioè avente nella mano sinistra il cereo basilica di s. Paolo, Io dissi nel voi. XIF,
i84 POR POR
p. 170 e aoi, importante per le circo- io i525 nell'aprire la porta santa depu-
stanze: a chi Leone XH regalò il Mar- tò 4 cavalieri di s. Pietro, cioè due per il
tello, lo notai a questo articolo. L'Artaud giorno e due per la notte, alla custodia
nella sua Storia 2 , p. 128 e 246 ne
t. della porta santa della basilica Vaticana,
racconta l'apertura e chiusura di que- perchè dovea star sempre aperta, secon-
sta, dicendo che il Papa ricevette la caz- do il disposto d'Alessandro VI, che alla
zuola o mestola o cucchiaia d'argento dal custodia vi avea destinalo 4 leligiosi. A
J
penitenziere maggiore cardinal Castìglio- p. 160 dice che Urbano Vili nel dì se- \
ni (poi Pio Vili) e gettò una cazzuola di guenle all'apertura della porta santa as-
calce benedetta in mezzo alla soglia, al- segnò alla custodia delle 4 porle sante in
tra a destra, altra a sinistra, indi sopra ciascuna delle 4 basiliche, 4 cavalieri se-
ognuna vi pose un mattone e su di essi condo i santi litolari delle medesime, cioè
alcune medaglie e diverse monete del suo 4 cavalieri di s. Pietro alla basilica Va-
si costuma,
pontificato (d'oro e d'argento ticana, 4 tli s. Paolo a quella chiesa, 4
così di cardinali legali sono le medaglie); di s. Giovanni all'altra di Lalerano, e 4
che fra le medaglie v'erano di quelle co- della Concezione alla porta di s. Maria
niate per la suasalute'ristabilita, con Mi- Maggiore, ordinando di tener nelle ma-
nerva Igea e le sigle S. P. Q. R. Optimi ni certe bacchette con epigrafi che dichia-
prìncipi. Quindi il cardinal penitenziere rasse l'ordine loro, cioè Equiles s. Petri,
come avea fatto il Papa pose 3 cazzuola- ec. A s. Pietro cavalieri e s. Paolo ca-
te di calce e 3 mattoni sui primi, e 4 pe- valieri parlai di quelli che successiva-»
nitenzieri vaticani fecero lo stesso. Poscia mente furono custodi delle porle sante,
mentre gli operai di dentro terminavano e che a loro furono sostituiti i guardiani
la chiusura, di fuori fu tirala attraverso delle Confraternite. Il medesimo Ricci a
la porta una tela, che raflìgurava la porta p. 5 e i5 discorre del modo
céremonie e
santa murata. Al cardinal Castiglioni pe- per aprire e serrare le porle sante, forma-
nitenziere restò la cucchiaia d'argento col lità che sebbene non realmente necessaria

manico d'ayorio, che donò al suo fratel- per conseguir il giubileo, nondimeno vie-

lo conte Filippo. Talvolta si è rilardala ne praticata per significare che in quel-


tanto l'apertura, che la chiusura della por- l'anno si apre l' inesauribile tesoro della
ta santa, per motivi che riportai ai luo- Chiesa, siccome infinito n'è il merito che
ghi citali: sono esempi che s'incomin-
vi deriva dalla passione del Redentore. E'
ciò a lucrare l'indulgenza prima dell'aper- stata determinala l'ordinaria apertura nel-
lura delle poi te sante, e dopo la loro chiu- la vigilia di Natale (prima di vespro), per-
sura colla visita delle basiliche. Leggo nel chè in questo giorno spalancaronsi le por-
Riccia p. 78 che Giulio III nella vigilia le del cielo per concedere alla terra l'eter-
di Natale dell'anno santo i55o, celebrò no Dio, così in essa si chiudono. le porle
messa bassa nella cappella segreta, in cui dell'inferno per mandare al cielo i veri
comunicati tulli suoi famigliari, con-
i pentiti e contriti. Anche la chiusura del-
cesse loro l'indulgenze del giubileo con le porte contengono misteri, perchè sic-

queste parole: ISos auctoritate oninipo- come l'entrare per esse denota che i ser-
tentis Dei) et beatorum Petri et Pauli vi di Dio si mettono in istalo di grazia,
aposlolorum tjiis, et nostra^ hac etiam così l'uscir per le medesime significa che
virtute sacramenti per vós percepii, con* il perseverare nella grazia sino al fine del-
cedimus vobis omnibus, qui illud sacra- la vita, fa partir da questo mondo con
mentum percepistis, plenariam iiidulgen- pace e giocondità. Perciò nel principiar-
tiam ss. fubilaei. Si apprende dal Ricci si a serrare la porta santa pone il Papa
p. G8, che Clemente VII nell'anno san- o il cardinale coU'aiutodc'penitenzicri del-
-

POR POR i85


J.i basilica tre pietre riquadrate e pulite, daghe ivi murate nel precedente giubileo,
di cui dice Isaia: AedificahiturHienisa' se i canonici avessero lecitamente potuto
Itm lapidihus qnadris^ significando le 3 di loro autorità e senza licenza pontificia
pietre la fede, speranza e carità ; mentre e del cardinal arciprete levarle prima di
la contrizione, la confessione e la soddi- farsi dal detto cardinale come legato apo-
sfazione rendono l'anima polita e abbel- stolico la funzione di aprirla, e col voto
lita colla grazia, e coli' indulgenza del- del dotto mg.^De Rossi fu negativamen-
l'anno santo la posano nel supremo edi- te conchiuso, per essere gli alti di apri-
ficio del paradiso, che però si canta l'an- re e chiudere le porle sante riservati so-
tifona Clini jucimditate. Murata la porta lamente al Papa e ai cardinali da lui de-
si pone la croce quale stendardo di Cri- stinati a quest'effetto, laonde ninno può
sto, segno di nostra salute e della vitto- senza loro licenza porvi le mani. Nella ba-

ria riportata da'fedeli contro il comune Paolo poi occorse, che avan-
silica di s.

nemico. Noterò che la chiusura delle por- ti di il cardinal Laute legato,


giungervi
te sante fa dopo vespero, ma Giulio HI
si fu accidentalmente picchiato. I muratori
l'eseguì dopo celebrala la messa solenne, che già aveano segato intorno la porta
così Clemente Vili. santa, avendo creduto il vero segno che
De Luca, // cardinal pratico ^ p- ^
76, aspettavano, subito l'atterrarono. La ple-
tratta de'cardinali legati apostolici de la- be forzate le guardie vi passò in numerò
tere deputati per una funzione partico- circa di200 persone, e portarono via
lare dentro di Roma o non mollo lon- buona parte dei cementi, pei quali vi è
tano, come sono i 3 cardinali che nella gran divozione. A rimediare il disoidine
vigilia di Natale di ciascun anno santo, il ceremoniere prontamente fece rialzare
mentre il Papa si reca ad aprire la por- coi frammenti il muro all' altezza di un
ta santa Vaticana, sono dal medesimo uomo, onde giimto il legato colle solite
creati legati a fare fistessa funzione di a- ceremonie fu gi Italo a terra. Nota il R.ic-
prire e serrare la porta santa nelle 3 ba- ci, che cardinali dopo la chiusura delle
i

siliche Ostiense, Lateranense e Liberia- porte com partono al popolo la benedi-


na, essendo solito che per la prima si de- zione. Nel dettoanno santo 65o fu pro- 1

stini il cardinal Decaiw (^.), e per le al- posto il dubbio, se un cardinale dell'or-
tre due i cardinali arcipreti di ciascuna, dine de'diaconi senz'ordine sagro può a^
i quali da s. Pietro vi si recano in caval- prire e serrare la porta santa ; in favore si

cata. Zaccaria par. r, lib, 2, cap. 4, ripor- portarono gli esempi deIi5oo in Qui il car-
ta una nuova formola colla quale Cle- dinal Gio.Battista Orsini diacono di s.Ma-
mente X dichiarò cardinali legati colle i riaNuova aprì la porla di s. Maria Mag-
opportune facoltà, anche di concedere in- giore come arciprele, e del i55oincui il
dulgenza pienaria a quelli che interver- cardinal Ascanio Sforza diacono dis. Eu-
ranno alla funzione delle porle sante. A. stachio e arciprete di detta basilica fece
suo luogo dichiarai che poscia fu stabi- altrettanto: contro risolvette la congre-
lito, che cardinali legali per le porte
i gazione de'cardinali e prelati deputala da
sante sono destinali in concistoro, e con Innocenzo X, mossi specialmente dall'e-
treno dalle Igro abitazioni si recano alle sempio di Clemente Vili, che nel iGoo
basiliche, facendo coniar medaglie d'oro in assenza del cardinal Colonna arcipre-
e d'argento col proprio nome e stemma te di s. Giovanni, non elesse il cardinal
per le porte sante delle medesime. R.icci Montai lo diacono per legato a chiuderla,
a p. 258 narra che nell'anno santo i 65q non essendo negli ordini sagri; ma in-
avanti d'aprirsi la porta santa di s.Maiia vece deputò il cardinal Simone Taglia
Maggiore nacque il dubbio circa alle me- via dell'ordine de'preli. Contultociò In-
i8G POR POR
nocenzoX fu di parere clie in questa fun- r abbate e monaci benedettini. In sagre-
zione non fossero necessari gli ordini sa- stia assunti gli abili pontificali, incomin-
gri, e perciò senza concedere licenza di- ciò la processione composta
4o mo- di
chiarò legalo il cardinal Maidalchini, ni- naci, Go sacerdoti secolari, un corodi mu-
pote di sua cognata d. Olimpia, ad apri- sici, 6 cantori in cappa; 12 suddiaconi,
re e serrare la porla santa Liberiana in 1 2 diaconi e 1 2 preti cogli abiti sagri, i4
assenza dell'arciprete cardinal Barberini. abbati benedettini in coppa e mitra, l'ab-
Kotai di sopra che il cardinal Emma- bate di s. Paolo, il cardinal legato con 2
nuele Buglione per l'anno santo 1700 diaconi e seguito da tutta la corte. Per-
apri la porta santa Vaticana, qui aggiun- venuta la processione tra due file di mili-
go che poi chiuse quella di s. Paolo (non zia papale, nel gran portico ornato, il car-
il cardinal Pancialici che solo l'aveva a- dinale si assise in trono, e fece tutte le ce-
perta, mentre fui indotto in errore nel voi. remonie per l'aprimento della porta san-
XII, p.201), con medaglie colla sua ef- ta col martello d' argento. A Porte di
fìgie e r epigrafe /éperite portas quo-
: Chiese (F.) parlai della porta santa di
niani Emanuel. Ann.jub. 1700. Ne par- Benevento. Zaccaria nel cap. 8 tratta: Giu-
la Cancellieri,Mercato p. 85, e citando bileo esteso ad altre terre cristiane, e cam-
Prosperi Tinti, Series sacrorum riluuni biamenti che in ciò occorsero di discipli-
inaperitione portae paln'archalis s. PaU' na. Riporta che avendo 1' abbate e ca-
liy Roniae 1 701. Cresci mbeni, Ist. della nonici regolari lateranensi di s. Pietro ad
chiesa dì Gio. avanti porta Latina^ p.
s. aram di /V^^o/i supplicato Clemente VII
342, pubblicò la descrizione dell'apertu- di concedere il giubileo, perchè da im-
ra e chiusura della porta santa Latera- memorabile tempo si era ivi celebrato
ìiense fatta dall'arciprete cardinal de Cu- l'annosanlo un anno dopo di quel di Ro-
pis nel i55o. Abbiamo di Gio. Cristofo- ma, il Papa lo accordò con bolla de'6 feb-
ro Battelli e Domenico Antonio Norcia, braio 1 526, per cui i napoletani alla por-
Brevisenarratio sacr. rìluum servatoruni ta destra di delta chiesa ( di cui parlai
in aperiendo claudendo portani san-
et anche a s. Pietro) fecero quasi le simili
ctantpat.has. Liberianae s. Mariae Ma- ceremonie che neil* aprirsi la porta san-
joris ab em. etrev. Pr. Petro card. OttliO' ta si usano in R.oma, solennemente ese-
bono ec. archipresbyt^ro et apostolico de guite dall'arcivescovo Vincenzo Caraffa,
/tì^/ere /^g-tì!to,Romae 1 726 con rami dell'a- assistito dall'abbate e canonici della chie-
pertura edelleduebellemedaglie.il modo sa e da quelli della metropolitana. Nel
come i cardinali legati a latere per l'aper- i55o Giulio III con suo breve presso Pen-
tura delle porle sante nel 1750 vi si por- notto lib. 3, cap. 27, accordò altrettan-
tarono, e le ceremonie e le funzioni che to a Napoli, aprendo la porta santa in s.
fecero sono descritte ne'n.i 5o6i, 5o64, Pietro ad aram il nunzio del regno Ca-

5220 àQ Diari di Roma. 11 cardinal Cor- pranica vescovo di Carinola , in assenza


sini si portò a s. Giovanni con un nu- dell'arcivescovo, raccogliendo il popolo

meroso corteggio di prelati , insieme ai con edificante divozione frammenti deli

votanti di segnatura, di cui era prefetto; muro rotto: la porta fu poi serrala da Fa-
il cardinal Colonna si recò a s. Maria Mag- bio Cuppellata (dall'UghelU detto Cap-
giore con un seguilo numerosissimo e pelletti) piacentino, eletto vescovo di La-

specialmente di 4 grancroci e 20 cavalie- cedonia. Lo stesso aprimento della por-


ri gerosolimitani, di cui era gran priore ta di s. Pietro ad aram fu fatto pel giu-
in Roma. 11 cardinal Rufifo partì dal suo bileo di Gregorio XIII nel 1576. Osser-
palazzo con 24 prelati, venendo ricevu- va Zaccaria, che dopo tal Pontefice, in luo-
to alla porta della basilica di s. Paolo dal- go di particolari concessioni,prevalseprcs-
POR POR 187
so i Papi i] generale costume di manda- tenevano agitando le loro questioni, don-
re a tutto li cristianesimo il giubileo dopo de i discepoli di Zenone si chiamarono
terminalo l'anno santo di Pioma. Però stoici. Celebre fu il portico de' persiani a
Benedetto XIII alle suppliche del piissi- Lacedemone, edificato col bottino della
mo Giovanni V re di Portogallo, con- battaglia di Platea, facendone sostener
cesse che in Lisbona fossero erette 4 ba- la volta da statue rappresentanti per ob-
siliche colle porte sante, una delle quali brobrio i vinti persiani. Presso i romani
potesse essere aperta dal patriarca, da 3 il lusso e la magnificenza de'portici fu-
vescovi per lui deputati le altre. Oltre i rono smodati; alcuni erano pubblici, al-
citati autori e quelli riportati a Anno san- tri privati. I portici pubblici servivano
to e Giubileo, si possono consultare: d'ornamento ai teatri e alle basiliche, i

Rulilio Benzoni vescovo di Loreto, De privati servivano di comodo ai palazzi


anno sanlo juhilaeì traclaliis, Venetiis a' quali erano congiunti. Talvolta era-
1599. Lettera pastorale sopra i misteri no coperti , talvolta scoperti. I portici
contenuti nelle ceremonie diserrar la por- coperti erano lunghe gallerie sostenute
ta santa nel giubileo, E.oma 1600. En- da uno o più ordini di colonne di mar-
rico Culens, CoUatio jubilaei veleris he- mo, nell'interno arricchite di statue, qua-
braeoruni et novi christianoruni, An- dri e altri ornamenti con sontuose sof-
tuerpiae 1617. Fr. Cherubino da Roma fitte; i lati portavano finestre guarnite di
min. ossevv.j Dichiarazione istorica teo- pietre trasparenti (per difetto di vetro),
logica dell'anno santo, B.oma 1750; con le quali si aprivano d'inverno dalla par-
mutazioni importanti, ivi 1774. Il Zacca- te di mezzodì, d'estate dalla parte di tra-
ria ci diede un elenco di tali trattatisti, montana: questi portici coperti serviva-
parlando ancora dell'incisione fatta ese- no per passeggiale e conversare senza in-
guire dal dotto G. Bianchini veronese, comodo. I ^oilìcì scoTpevlì (subdiales ani-
rappresentante la facciata della basilica bulationes) sevvìvano talvolta agli atleti
Vaticana, con ordine cronologico de'Pa- per la lotta. I portici pubblici erano utili
pi che celebrarono il giubileo in meda- a molte classi : d'ordinario vi passavano
glie, e il principio delle bolle da loro pro- le prime ore del dopo pranzo tutti quelli
mulgate in cartelli; e delle Calende ve- che amavano i piaceri tranquilli, e fra gli
nete di Filosi, che nel 1759 pubblicò le uni s'intertenevano d'affari gravi, gli al-

figure rappresentanti le funzioni che nel- tri di lieti ragionamenti: sovente i poeti
l'anno santo fa in Roma il Papa, con di- profittavano di quella quiete, per leggere
scorso sul giubileo. a chi voleva e a chi non voleva i loro com-
PORTICO, Forticus, Xysfus. Luogo ponimenti. I portici principali di Roma e-
coperto con tetto a guisa di loggia intor- rano quelli d'Apollo Palatino, del Circo
no o davanti agli edifici da basso. Porti- massimo con botteghe e officine, di Clau-
co sotterraneo dicesi in latino Cryplo- dio Nerone, della Concordia, di Ottavia
porticus, e Pronaon il portico avanti al sorella d'Augusto, il quale l'edificò a suo
tempio e sua porta, detto ancora pro-
alla onore, i di cui avanzi sono presso la Chie-
nao, antitempio, propileo e prodomo. Il sa di s. Angelo in Pescheria {^), vicino
più celebre portico dell'antichità, dopo al luogo ove fu la Chiesa di s. Mariaiii
quello del tempio di Salomone in Geru- Portico (F.). Il portico di Ercole o di Fi-
salemme [F.)^ era quello di Atene [mQ- lippo per averlo aggiunto al tempio eret-
glio a Grecia ne parlai), o il Pecile\ de- to a quel] semidio nel 574 di Roma da
nominato PoAftco per eccellenza fra tan- i M. Fulvio Nobiliore e vi collocò le statue
ti che l'abbellivano, dove il popolo tal- delle muse e le fatiche d'Ercole lavoro
volta passeggiava e dove filosofi si trat- i di LibippOjpropiuquo ai detti portici d'Ot'
i88 POR POR
la via. Il poitico di Pompeo da lui edifi- serva Fea, Delle basiliche Costantinia-
calo accanto al suo teatro verso il luogo ne, q\\g le basiliche cristiane antiche, più
ove poi fu fabbricato il Palazzo PiOy a grandi o più piccole, tutte hanno avanti
guisa di basilica vastissima, dava campo portico o portichetto. Dice Torrigio,
alle udienze con la curia annessa ove cad- Grotte vaticancy p. 337, che nel portico
de Cesare IrafìUo presso la statua di Pom- vaticano si pagavano solerinemenle i tri-
peo, della quale parlai a Palazzo Spada. buti alla romana chiesa, poiché nelle tre
Il portico d'Europa secondo Nibby coin- porte di bronzo dell'antica basilica si
cide dentro gran cortile del Palazzo
il leggevano intagliati nomi di tulli luo-
i i

Doria al Corso, dove suol farsi la caval- ghi delia s. Sede. Perchè vi fu posta l'im-
lerizza, e racchiudeva piantagioni di bus.- magine del Salvatore, Io notai nel voi.
so, presso i Sepia o spazio recinto di ta- XLIX, p. III. Della celebrità di que-
vole e diviso in sezioni, dove le tribù e sto portico e delle funzioni che vi hanno
Je centurie adunavansi ne'comizi per da- luogo, comedi quelli delle altre basiliche,
re il suffragio, servendo poi di cavalle- parlai ai loro articoli , così delle solenni
rizza. Il portico di Nettiuio con tempio assoluzioni date da Giulio II ai venezia-
cretto nel 728 di Roma da Agrippa in ni e da Clemente Vili a Enrico IV. Il p.
memoria delle vittorie riportate, i di cui Lupi, DisserC. t. i, p. 23, tratta dei por-
avanzi sona nelle colonne della Dogana tici aggiunti alle basiliche cristiane , ad
di terra: essendo il portico slato ornato imita/ione de* portici che adornavano i
di pittura rappresentante gli Argonauti, templi de' gentili e loro diverse forme;
Tu (ìeiio Por ticus Argo naulanim. 11 por- o navate a due piani intor-
così de'porlici

lieod'Antonino ancora esiste e serve alla no bagni, egualmente che ai Battiste-


ai

Chiesa di s. Lorenzo in Miranda. Vi so- ri o Fonti sagri (F.). Si chiamarono es-

no avanzi de'portici della Concordia, di sedre classiche le sale o portici aperti con
Gallieno ed altri. sedie per dispute, quegli edifici esteriori
Dopo il risorgimento delle arti si sono delle antiche chiese. Zaccaria nell' Ono-
guarnitedi portici e anche magnifici, mas- masticon rituale definisce il Porticus, est
sime in Italia , non solo le basiliche, le locus dcambulationi aptuSy ut sunt ciati'
chiese e altri grandiosi edifizi, ma ezian- stra ecclcsiarwn, et monaslerioruni.
dio le pubbliche piazze e le vie princi- PORTIERA. Tenda che si tiene alle
pali delle città, il che riuscì di comodo porle, veUim^ ostii, aulaeum. Sono di pan-
e di ornato : i principali non mancai ri- no o di stoffa quelle che si usano nelle por-
marcarli ove sono ; avendo detto a Pa- te delle anticamere de'cardinali,de'prin-
lazzo che ne' bassi tempi il portico era cipi e di altri personaggi, guarnite di gal-
segno di nobiltà alle case che lo posse- loni, frangie e ricami d'oro o di seta, a-
devano. Sontuosi sono portici della Chie- i venti in mezzo lo stemma gentilizio. Il

sa di s. Pietro{ F.) e della Chiesa di s. Ma- colore ordinariamente è uniforme al bal-


ria ad Marlyres (F.) o Pantheon di Pio- dacchino anche a Ombrel-
(di cui parlai

ma , di s. Francesco di Paola a Napoli camera


lino) o dossello della sala e della
(F.), per non dire d'altri. Nel voi. XI, del trono. I cardinali usano altre nobili

p. 227 e seg. parlai dei portici delle an- portiere per lo più con fondo di velluto
liche e moderne chiese e del loro uso, es- rosso, ornale di bellissimi ricami, frangie

sendo già il luogo pei Penitenti ( F.) ciì'\3i' e trine d'oro, decorate nel centro dallo
mati piangenti, quali dovevano far Pe- i 5?e/72A7Ztìt proprio sovrastalo dal cappello
nitenza [F.); dicendosi nartece il porti- cardinalizio. Queste portiere si espongo-
co anteriore, in cui si collocavano i Ca- no nelle chiese di cui sono titolari, o dia-
tecumeni e Neofiti [F .) detti audienti. Os- coni o protettori, nelle feste solenni e per
1

POR POR 189


l'esposizione del Sagramento per 4o
ss. dove vascelli possono arriva-
ficoltà, e i

ore. Nel possesso di Gregorio XV nel 62 1 re e rimanere sicuri. Sopra la conoscen-


in un luogo della via di Banchi si deco- za di questi porti, e su quella della cor-
rarono ie pareti con molle portiere dei rente de' venti fondasi la carta marina,
cardinali Aldobrandini e Boncompagni, costituendo questa cognizione una delle
tutte disseta ricamate d'oro, fatte con mi- più essenziali parti della geografìa. Si dà
rabile artificio e delle più ricche. Nel voi. ancora nome di porto a qualche città
il

35, p. 3oo e 3o3 degli Opuscoli dì Ca- situata in modo che arrivar vi possono i
logerh, si spiega perchè gli antichi adot- vascelli, come Venezia, Trieste ^Ancona,

tarono l'uso delle portiere, quali si costu- Livorno (F.) ec. I porti più celebri del-
marono anche dai i^ìeheì.Se&ùn'ì, Il mae- l' antichità furono quelli di Cartagine^
stro dìcamera^ nel cap. 35 dell'accom- TirOj Alessandria^ Siracusa, Rodi, Mes-
pagnare i visitanti, dice come si alza la sina,. Ostia [F.) ec. Porto si disse anti-
portiera. camente in Italia anche quel luogo non
PORTINAIO PORTIERE, Ostia^ marittimo, ove i mercanti scaricano le

riiis , Janltor. Colui che ha in guardia merci. Portolani in termine di marine-


e in custodia le porte. F. Osturio, Pa- riasono alcuni libri di pilotogia, quali i

LAZZO, Porte di chiese. Custode delle por- contengonocarte marine, vedute deliaco-
te del conclave è il Maresciallo di s. r. ste, osservazioni sopra le ore delle maree
Chiesa^ delle ruote del medesimo quelli e molte altre cognizioni necessarie ai ma-
notati a Conclave. rinai per navigare in certi paesi, oltre i
PORTMO. Sede vescovile d' Eubea libri parziali di alcun porto. Gl'italiani,
sotto la metropoli d'Atene, eretta nel V come i più antichi navigatori, comincia-
secolo, neirilliria orientale, già una del- rono a formare portolani e molti se ne
le più celebri città. Ebbe 2 vescovi. O- conservano scritti o delineati ne' secoli
ricnschr. t. 2, p. 20 3. XV e XVI, massime di veneziani, geno-
POE.TO e Porti DELLO stato pontifi- vesi, pisani, amalfitani, ec. Nei porti gli

cio. Porto, Por^»^'. Luogo nel lido de] ma- antichi pagani eressero templi a Nettu-
re, dove per sicurezza ricoverano le na- no nume del mare, a Iside divinità tu-
vi. Le imboccature de'fiiimi furono pri- i telare della navigazione, a Castore e Pol-
mi porti naturali de'paesi e de'luoghi. I luce protettori de'naviganti, a Portun-
geografi lo definiscono piccolo golfo o no presidente ai porti, lo stesso che Me-
braccio di mare, ch'entra ha la terra, o- liceita e Palemone, dicendosi Portunna-
ve i navigli possono evitar le tempeste e li le sue feste. Inoltre ne'porti furono a-
dar fondo in sicurezza. Qualche volta il dorate altre deità, e vi furono collegi dei
porto è rinchiuso nel suo ingresso da u- fabbri navali. In diversi articoli di città
na lunga diga , che si avanza nel mare. con porti, oltre di questi parlai delle o-
Le coste essendo comunemente circon- pere che trattano de' porti, e ad Ostia
date, odel tutto o in parte almeno, da del modo usalo dai romani io costruirli.
montagne e colline, esse difendono i va- Nell'edificarli bisogna guardarsi da' ven-
scelli dall'impeto de' venti ; ma siccome ti che ivi dominano e che possono esse-
non possono approdare a tutte le coste, re contrari per l'ingresso e per la sortila
perchè sono o alte troppo, o il oìare non de'legni che vi devono commerciare. Si

è alto abbastanza per sostenere i basti- deve molto calcolare la n>area che nel
menti,© sono pericolose per gli scogli spor- giro di 24 ore, 48 minuti primi e 45 se-
genti, o esposte troppo al furore de' ven- condi, si alza ed abbassa due volte, vale
ti, diedesi il nome di porto a quelle si- a dire le acque nel flusso si alzano, nel
tuazioni, ove non si riscontrano tali dif- riflusso si abbassano ; mollo più devesi
,

icjo POR POR


avvertire se il porlo si vuole coslrnlrc metterli al coperto dall'impeto del mare,
allo sbocco di qualche fiume. E perchè e per impedire V ingresso alle navi stra-
i comodi e utili, conviene
porti riescano niere, con fortificazioni e artigliere for-
che abbiano tanta acqua fino alle rive midabili. Lrtzzflre//o [V.) de'portièquel
che basti per farvi toccare legni ai qua- i luogo dove si guardano gli uomini e le
li è permesso l'ingresso, onde poter ca- robe sospette di pestilenza , ed anche o-
ricare e scaricare le merci immediata- spedale degli appestati. A Poste tontifi-
niente dal porlo al legno e viceversa. Si ciE farò parola de'telegrafi sotto-marini,
chiama Faro la torre elevata de' porti, e delle poste marittime degli antichi ro-
dove la notte peruso de' naviganti si ac- mani.
cende il lume della lanterna o grande fa- Nel 1075 s. Gregorio VII approvò la
nale, acciò vascelli che sono in mare si
i famosa compilazione di leggi marittime
avvicinino alle coste durante la notte o o Consolato del mare (del quale trattai a
conoscano la posizione del porto ; è co- Consoli roNTiFicii, ove riportai l'origine
strutta all'ingresso o all'intorno dei por- di alcuni consoli esteri in Roma pei por-
li, e ve ne hanno di altissime con bellis- ti di Ripa eRipetta, e per altri porti del-

sime lanterne con lumi ad eclissi, onde lo slato ecclesiastico), fatta e presentata-
non equivocare coi lumi di luce fissa: il gli dai pisani ristoratori dell'arte e scien-
lume della gran lanterna o faro di Na- za della navigazione, e primi legislatori
poli, cui si ascende per 196 scalini, si ve- del commercio marittimo nell' Europa,
de dai naviganti 11 miglia distanti. Ta- 100 anni innanzi che fossero scoperte le
cito celebra il faro edificalo da Tolomeo pandette, con le quali si venne a conosce-
Filadelfo, nell'anno di Roma 470, sopra re l'antico gius navale de'rodiani, il che
4 basi di vetro, che per la sua utilità e seguì nel 1 127, quando i pisani presero
meraviglia mosse ogni città a fare nel r emula e ricca Amalfi. JDopo il quale
porto loro il faro per la salvezza de'na- atto quel codice fu ed è tuttora rispet-
"viganti : il più antico di cui fa menzio- talo e accolto da tutte le nazioni del Me-
ne la storia è quello 'del promontorio di diterraneo. Onorio II colla costituzione
Sigeo; simili torri ebbero il Pireo di A- del 1 i3o condannò il barbaro e iniquo
tene e la maggior parte de' porti delia presunto diritto , che per consuetudine
Grecia, ma il più celebre fu quello cita- si davano le nazioni marittime d'Euro-
to di Tolomeo, innalzato dall'aichitelto pa, e specialmente gl'inglesi, di rapire e
Sostrato da Guido nell' isola di Faro di appropriarsi le sostanze de'naufraghi;
dalla quale forse trassero il nome tulli i in favore de'quali altra bolla emanò Ni-
fari, situato presso la Viva d'Alessandria colò V neli4^o;allrettanto fece nel 566 1

^'Egitto e fu annoverato tra le meravi- s. Pio V,e Paolo V nella bolla in Coma
glie del mondo. Egualmente dagli scrit- Domini. Clemente Vili colla istituzione
tori si ricorda il faro costruito dagli an- della franchigia del porlo di Ancona die-
tichi romani presso Bologna, che servir de il i.° all'universo l' idea e 1' esempio
potesse di guida ai vascelli ad una gran- provvido, umano ed utile de* Porti fran-
dissima disianza. Per altezza, singoiar co- chi, confermalo da successori, che altret-
struzione e solidità si distingue il faro di tanto accordarono a Civitavecchia. Pei
Genova detto la lanterna. Fari d' inge- naviganti che approdano ai porti di R.0-
gnosa costruzione possedono l'Inghilter- ma, seguenti Papi emanarono bolle e
i

ra, la Francia e altre nazioni. Si veda Al- diplorai. Innocenzo Vili nel 1489 quel-
dini, Sitila Hill in inazione de* fari^ Mi- la che incomincia colle parole Qiioniani
lano 1823. Chiamasi Molo quel riparo intelleximu.s. Leone X nel i5i9, Z^^-^to-
di muraglia, che si fa dinanzi ai porli per ralisoffìcii{m\ console loscano).Clemenle
POR POR 191
VII nel 524,
1 ]S\ipet\ Paolo 111 nel 534, 1 Z/jLutetiae i549.Peckii, Àdrcninauli'
Clini Jiobì's, e nei 1 547, ^""* postquam. cam, A mstelodami 1 668. P. Hostes, FJart
Pio IV nel 56o,C//pzew/e5.GregorioXlII
1 des arméesnavales, avec lathéorie de la
neh 584, Clini alias. Paolo V nel 16 11, conslriiclion des vaisseaux,Lyon 1687,
Universi agri. Nell'officio notarile delle 1727. Scriplores dejure naulico elma-
ripe Irovansile bolle di Clemente VII del riliniOj Jo. Slympmanni, Kuricke et Le-

1 527, Dudiim siquidem e Cimi sicut no- cenm\,ciimpraefat. Heinecii,Halaei 7 io.


bis. Paolo III del 1 545, Accepiniiis niiper L.Eulero, Teoria compiuta della coslrU"
e A ccepinius per stallila. Pio IV del 1 569, zione de' vascelli, Napoli 780. Parthenii, i

Eonianiim decet. Più i due chirografi di Piscatoria et nautica. Neapoli i685. //


Benedetto XIII deli 7^5, edi Benedetto consolato della città d* Ancona ^ ovvero
XIV del 1745. raccolta de'privilegi e de' capitoli, Anco-
Air articolo Marina parlai della ma- na 1777. Reale del diritto commerciale
rineria e altro che le appartiene , come marittimo. Baldasseioni, Dizionario ra-
la navigazione, il commercio; delle navi gionalo di giurisprudenza marittima e
e loro fabbricatori e comandanti, e della di commercio . Livorno 181 1. Azuni,
nave del porlo; degli antichi navigatori Recherches pour servir à V histoire de
siro-fenici, poi dei greci, romani, franchi, la piraterie, Génes 1816. Bulay-Baly,
italiani, portoghesi, spagnuoli, inglesi, o- Coìso di diritto commerciale marini'
Inndesi, russi, norvegi ec; delle flotte e mOj Genova 1 84 1 • Pardessus, Collectìoti
de' porti principali de'romani ove le te- de lois maritimes antérieures au 1 8.e*/è;-

nevano, delle corone navali e de' magi- cle, Parisi 828. Cours de droitcommer-
strati della marina; della bussola, del va- dal, Bruxelles 1842. Deperthes, Storia
pore applicalo a far camminar le navi e di de'naufragi, Roma 1826. Emidio Cesa-
quanta parte v'ebbero gl'italiani; dei cor- ri ni , De^ vizi del negozio bancario, Ma-

sari, notando che delie cose principali ri- cerala 1839 e Roma 1842. Elementi di
guardanti la marina delle principali na- giurisprudenza sul cambio mercantile ,

zioni se ne traila ai loro articoli. Ripor- Roma 842- De' libri o registri de' coni-
1

tai in fine alcuni autori sulle cose marit- mer dantifalliti, Roma 1 84^. A Mercan-
time, cui aggiungoi seguenti, avendo fat- te parlai de'banchieri e de'fallili. Euge-
to cenno delle famose leggi Rodie. Nella nio Sue, Storia della marina militare di
maggior parte de' porti vi sono rappre- tutti i popoli dell'antichità sino a' nostri
sentanti delle nazioni, destinati a pro- giornij Livorno.
teggere il commercio de'rispetlivi suddi- A Marina inoltre principalmente par-
ti, chiamati consoli, 1' erezione de' quali lai della militare e commerciale ponti-
si fa rimontare verso il 119, ed ebbero o- fìcia, IX per di-
originata lai.' nel secolo
rigine in Pisa, dove finirono nel 1 808, lo fendere ilo spiaggie o coste che
litorale
che non avvenne negli al tri porti. Le /^o- la s. Sede domina ne'due mari Adriati-
ga ne ne ]povl\ già erano stabilite nel secolo co e Mediterraneo (di che, di sua esten-
XIII. Sembrano dunque pisani, come ri- i sione e principali porti, toccai nel voi.
levai anche a Pisa, primiastatuirequelle
i XLIlI,p. 35 e 36); degli antichi prefetti
leggi mai iltime che furono dette Conso- navali; delle galere e combattimenti con-
lalo del mare, di che feci cenno a Con- tro i turchi; della bolla di Giulio II con-
sole. I greci in vece di consoli avevano dei tro quelli che s'impadroniscono delle co-
giudici chiamali Nautodici, i quali som- se naufragate; che Paolo III istituì ca- i

mariamente decidevano le questioni tra valieriLauretanie di s. Giorgio a difesa


j mercanti ed marinai. Bayfii, /Idnota-
i dellespiaggiedeila Marca d'Ancona e del-
Itone s in LI/ de capii vis ^ et de re nava- l'Adriatico {coW&hoììa Accepiuius , de i3
igtx POR POR
marzo 1 545, Bull. Rom.
4, par. i , p.
t. dell'origine de'lazzaretti, notando ivi an-
aSo, proibì ai luoghi soggetti alias. vSc- cora, che anticamente la sanità marittima
de l'appiopiiazione delle cose naufraga- de'porti e canali ne'dominii della Chie-
le promettendo premio a quelli che le
, sa apparteneva al cardinal camerlengo,
ricuperassero o dassero aiuti ai naufra- e che Paolo IV l'attribuì alla Congrega-
gati);della congregazione cardinalizia na* zione di Consulla [F.),come pure le tante
vale istituita da Sisto V (con un breve zelanti provvidenze presedai Papi ne'Ioro
raccomandò ai sovrani e magistrali dei porti e litorale per impedire i contagi e
porli di lasciar passare liberamente una dicendo in fine del congresso in-
arrestarli;
nate carica d'allume della Tolfa di Al- ternazionale adunato in Parigi nel i85r,
toviti e compagni, come si legge nelle iVio- per la compilazione d'un codice sanita-
tizie della villa Massimo^ p. 82); de'ge- rio per le coste del Mediterraneo. Essen-
iierali della marina papale; del cardinal do di venula attribuzione del prefetto del-
camerlengo che presiedeva alla marina, la Congregazione d^ acque e strade ( F.) la
navigazione, sanila marittima ,
porti e dipendenza de' porti e canali marittimi
consoli; del chierico di camera commis- dello stato pontifìcio, del fiume Tevere
sario del mare, carica che esercitò pure e presidenza delle ripe. Pio IX la confer-
il tesoriere prefetto alle galere, fortezze, mò nel 1847; quindi avendo istituito il

torri, porli e spiaggie o ripe marittime ministero del commercio, lavori pubbli-
dello stato ecclesiastico; del consolalo di ci ec. , a questo assoggettò le camere e
Ancona e Civitavecchia, e del commis- gl'istituti commerciali, la navigazione per
sariato del mare e suo tribunale; delle l'interno e per 1' esterO) la marina mer-
diverse leggi sulla marina, sui porti e luo- cantile, i capitani de' porti, la conserva-
ghi di pena in essi stabiliti; di quanto fe> zione , il miglioramento e lo spurgo dei
ce Pio VII (il quale dichiarò porto fran- porti, i lavori nel Tevere e nelle sue ri-
co il porto di Pontelagoscuro sul Po ), pe, come si legge ncWedillo del cardinal
che assoggettò alla congregazione milita- Antouelli de' io settembre i85o. Inoltre
re la marina, ed emanò un regolamento in questo è disposto, che al ministero delle
pel commercio marittimo (inoltre ai aS finanze spettano le Dogane (F.) e la forza
novembre 18 17 pubblicò un moto-pro- doganale (di cui a Milizia, pontificia) an-
prio sulla sanità marittima, ed a'2 gen- i che del litorale e de'porti; e che al mini-
naio 1 820 quello pel buon sistema de' por- stero delle armi spetta la custodia delle
ti pontificii, per la polizia interna e buon fortezze e luoghi che servono alla difesa
ordine, a tutela de'naviganti e dei com- dello stato, compresi quelli de'porti e delle
mercianti che vi approdano, quali sono
i spiaggie compresa la marina militare.
,

riportali nel Bull. Rom. cont. 1. 1 5,p.265); Riguardano le pontificie benemerenze


delle benemerenze de'Papi per la marina de'Papi per la marina ed i porti dello
e porti, come di Gregorio XVI particolar- stato ecclesiastico ,
quelle medaglie co-
mente pei porti d'y^/zco/2fir, Civitavecchiay niale per memoria, ricordate a Marina
e Terracina, che visitò, e quelli di Ro- ed altrove, nella zecca di Roma essendo-
ma, ove nel Tevere (F.) introdusse i le- vi anche seguenti
i conii. Di Gregorio XIII
gni a vapore a vantaggio della sua navi- col prospetto del porto di Civitavecchia
gazione, non che per le provvidenze da d'epigrafe Portus CenlunicelL Instaur.
:

lui emanate sulla sanità e polizia de'por- Urbeq. Vallo Auxit. Di Urbano Vili
lij e dello stato della marina , anche in con egual veduta pei benefizi fatti a quel
tempo del cholera, di che tenni propo- porlo, e il molto: IS'unc re perfeclo. Di
silo a Pestilenze (riportate nella Raccol- Clemente X
pure col porto di Civita-
ta delle le£gì). A questo articolo parlai vecchia per la diminuzione de' dazi sul-
e

POR POR 195


le merci estere, e l' iscrizione : Cnnctis f(H'mati dalla natura dall'arte, serven-
palei in gressiis. Dì Clemente XI per la ri- do questi stabilmente d'ingresso, stazio-
pristinazione dell' acquedotto a Civita- ne e sortila in tutte le stagioni dell'an-
vecchia con la veduta del porto, e l'epi- no a chi per gli usi del commercio odei
grafe : Haiirielis in gaudio. Due di Cle- viaggi è condotto presso l' estensione di
mente XII col prospetto del porlo d'An- 355 miglia lineari romane di lido ma-
cona per l'esenzione de'dazi, e le parole : rittimo, ricordo la loro divisione che fe-
yidiiUor in opporluni. Il lazzaretto d'An- ci a Marina ne'due mari. Lo slato pon-*
cona e la leggenda : Puhlicae incolumi' tificio è da due mari conterminato, l'A-
talis pracsidio. Doricae Urbis Loemoco- driatico e il Mediterraneo ( tranne il re-

miuni. Tre di Clemente XIII, Porto di gno delle due Sicilie, in Italia niun altro
Civitavecchia con nuove fabbriche, e le stalo è bagnato da due mari) con lidi guar-
parole : Mercium importandaruni coni- niti da ben costrutti forti: stante la sua
modilali. L' arrivo del Papa in Civila- figura che a guisa di lingua si distende
"vecchiacon veduta delle navi pontifìcie nel limitare de'margiui de' due liti ma»
in mare, e l'epigrafe Advenlus Ponlifi- : riitimi, è difficile ad esser difeso, faci-

cis Cenluwcell. Prospetto della fortezza le ad esser soggiogato. Costeggiando il


e città di Civitavecchia, con le parole : margine Adriatico s'incontra presso que-
Cenlumcellis ampliala civilas. Tre di Pio sto un solo porto, che può dirsi semirea-
VI, Quartiere grande di Civitavecchia, le, quindi altri 12 porti canali, che so-
l'epigrafe Tuelur el ornai. I forni di es-
: no seguenti. Ancona (^.). Portò fran-
i

sa Officina pislorìa Cenlumcellarum,


: co fondato© meglio risarcito da Traia-
11 restauro del porto e la fortificazione no posteriormente a quello di Civita-
,

della città, espresso in Civitavecchia per- vecchia; era più attivo e commerciale pri-
sonificata e sedente sul porto, cioè figu- ma della scoperta del Capo di buona
ra turrita con asta e cornucopio, arnesi Speranza. La città e porto d' Ancona è
militari, di mare e ancora: Partii
prora munita di fortezza innalzala da Clemen-
ìnslauraio, Urbe munita. Tre di Grego- te VII nel i532 con disegno di Antonio
rio XVI, una colla città personificata in- da s. Gallo , indi ampliala da Gregorio
dicando le ampliazioni della città e del XIII aumentarono le fortificazioni, nel
:

lazzaretto, e le nuoveper fortificazioni i83i tedeschi, neh 832 francesi, poi a


i i

la sicurezza del porto, colle epigrafi Cen* : mezzo dell'ingegnere Provinciali Grego-
tumcell. Urbe amplificala. Porla red- rio XVI, che la visitò neli84i. Cervia
dito tutiore. La 2." pel nuovo bastione (F.). Un tenue seno dell' Adratico gli

Gregoriano aggiunto alla fortezza d'An- somministra il comodo nautico. Cesena-


cona pure restaurata ( di ciò e dell'ere- tico. Riceve le acque da una rada del-
zione dell'arsenale marittimo feci paro- l' Adriatico , e fu costruito il porto nel
la nei voi. XXXII, p. 824, e XLIII, p. 1578 da Gregorio XIII : ne parlai nel
3 3), con le parole u4rce Anconitana re-
: voi. XXV,
195. Ftìf«o(r.). Stabilisce
p.
slituta novis operibus munita. La 3.^ col la forma del porto una di versione del Me^
prospetto del nuovo porto-canale di Ter- tauro, che Paolo V neli6i6 fece rimo-
racina col molo, fatti il i.° riaprire, il 2.° dernare da Rinaldi , ond' è detto porto
costruire, e la leggenda Porta Terra- : Borghese. Un tempo fu celebre il suo for-
cinae salutari civibus opportuno navi- te, ma oggi è disarmato e negletto. Co-
gantibus aperto. ro. Lo stesso Po d'Ariano ne costitui-
Seguendo Calindrì , Saggio statistico sce il porto : ne parlai a I^errara. Ma-
storico dello stato pontificio, per l' enu- gnavacca. Fu detto canale Pallolta, dal
merazione e classificazione de'suoi porti cardinal Giambattista Pallolta (F^.)che
VOI. LIV. i3
194 POR POR
Io cosliuì quale legalo
Ferrara (F.), dì di Porto (P\); è l'attuale porto di Roma
già cliiamaloSagis: forma la comunica- sulla foce delTevere: nella città sono se- i

zione fra l'Adriatico e il Iago di Cornac- guenti. Il Tevere dividendo la città nel suo
chio (V.). Pesaro (F.). Il fiume Foglia passaggio somministra un sufficiente mez-
somministra le acque pel porto, nel qua< zo di trasporto agli oggetti di commer-
le Francesco M.' Il duca d'Urbino vi fe- cio : questi riunisconsi in due principali
ce il nuovo taglio; nel 1821 vi aggiun* porli, di Ripagrande ove affluiscono le
se un fortino Pio VII : della fortezza par- navi che vengono dal mare e dall'estero,
lai a Pesaro. Porlo- Corsini. Lo stabili- di Rlpetta che serve a quelle che discen-
sce il canale Candiano , e rammenta il dono dalle Provincie interne limitrofe a
famoso porto che qui esisteva allorché Roma, come la Sabina. Porto Leonino
il mare lambiva le mura di /?^i'e/mrt(F.), situato alla destra del Tevere, incontro
il quale antico porto ora è dentro per 3 al Palazzo Salviali (F.) nella viaLuu-
miglia fra questo e l' altro di Classe i
: gara. L'edificò Leone XII nel 1827, qua-
fomani vi tenevano una flotta equipag- si simile a quello di Ripelta, e l'abbellì
giata. Porto Nuovo. E formato utilmen- con un fonte lutto descrissi ne'vol. XXV,
:

te da un seno del mare Adriatico, e tro- p. iSg, XXXVIII , p. 80 ma siccome :

vasi nella delegazione d'Ancona. Prima- la contrada è poco popolala e gli altri

ro. Il Po
di Primaro porta il vantaggio due porti di Roma assorbono tutto il
di qui commerciare con legni nautici : commercio, ed essendo la parte del fiu-
sta nella legazione di Ravenna. Rimini me intermedia poco navigabile, così que-
(F.). Viene costituito dal fiume Maree- stonon fu ancora destinato ad alcun uso.
cliia. Sinigaglia (F.). Il fiume Misa som- Porto di Ripagrande. Tiberisripa. Ri-
ministra le acque pel porto, di tanta ri- mane sulla riva destra del Tevere, pres-
nomanza pel commercio di sua fiera. Fo- so r Ospizio apostolico di s. Michele a
lano. Un ramo del Po di Volano dà luo- Ripa (F.) e Porta Portese (f'.), incon-
go per servirsi di tal comodo; è nella le- tro aMarmorata (di cui parlai nel voi.
gazione di Ferrara. XLVII, p. i3o,aPoNTE SuBLicioed al-
Trasferendosi all'altra opposta spiag- trove) dove si scaricavano marmi. De- i

gia del Medi terraneo^ mare Tirreno,


già gli Effetti,Memorie, p. io4, dice che il
si vede in quella stabilito un porto semi- Tevere anticamente ebbe due porli, chia-
reale e poi 5 altri porti- canali, come segue. mati Navaliay uno fuori di Porta Ter-
Badino. Giace alla foce del Portatore, ed gemina , di là dal Ponte Sublicio, oggi
i bastimenti mercantili giungono fino a dello Marmorata, le rovine del quale fe-
Ponte Maggiore; ne parlo nel voi. XLllI, cero avvicinare di più il fiume a Ripa-
Paludi Pontinec Terracina. Lo
p. 35, a grande (a Porte DI Roma, oltre di della
aprirono! bonificatori delle Paludi pon- porta, dissi della Navalia per lo sbarco
tine sotto Paolo V, il quale vi edificò la delle navi , e ne parlai ancora nel voi.
torre, biasimato da Fea perchè esposto XLIII, ad Acqua acetosa
p. 17); l'altro
male pei venti; poi riapertoda LeoneXlI, (di cui pure a Fontana), non lungi da
essendosi ostruita la bocca. Civitavecchia Ponte Milvio o Molle presso prati Quin- i

(F.). Porto franco, Traiano lo costruì 5o ti e il confluente dell'Aniene col Tevere.


anni dopoquello d'Ostia, ed ha unbellissi- Livio narra cheasuo tempo in delti pra-
mo forte: comm.' Cialdi lochiama
il il più ti erano il porlo e Navalia, al di là da
bello e meglio costituito porto del mondo, detto ponte, acciò gli archi di questo noti
in posizione la piii centrale all'Italia e al impedissero alle navi T ingresso per la
Mediterraneo. Fiumicino. Frazione del lunghezza degli arbori e antenne, mas-
distrettoeCoroarcadi Roma, nella diocesi sime se si navigava fino a Perugia. Ag-
POR POR 195
giunge E(Telll, che pel porlo ad Acqiia- dal Papa nidgliorato nel civile e nell'ar-
cetosa, elle avea il suo arsenale, \\\ fìib- tistico,edel porto con bastimenti, com-
bricato un borgo vicino a Ponte Molle. preso uno de'battelli a vapore. Visone
Pio IV confermò i capitoli in favore dei queste iscrizioni: Gregorio XVI P. M.
naviganti a Ripa di Roma, per evitar le Parenti Publico.Domo hospitali Michae-
fraudi, ammessi dal camerlengo della cu- liana conimodis aucta omnigenis orna-
ria di Ripa e approvati in camera apo- mentis insìgnihus exculta Tiberis Ripa
stolica a*i5 maggioi562. Urbano Vili novis operibus et actis Vapore IVaviciis
colla bolla Quanwis ad uhertateni , dei redditaad omnem commercii usuni op-
26 marzo 1639, Bull. RomA.6, par. 2, portuna. Anno 184^.1 detti piroscafi o
p, I confermò questi capitoli e statu-
yc), vapori pontificii , destinati a risalire il

ti. Nel 1687 si stampò in Roma, Statu- Tevere anche fino a Ponte Felice, sotto
ti e ordini da osservarsi dal collegio dei Otricoli e Magliano, a rimorchiare i ba-
•26 sensali di Ripa e di Ripelta. A Ripa- stimenti mercantili, dipendono dall'am-
grande Innocenzo XII dopo averne ri- ministrazione che forma parte della di-
dotta la sponda , nel luogo dov' era lo rezione generale delle dogane e dazi di
scalo delle mercanzie, nel 1697 fece fab- consumo. Nel secolo XV il porto di Ri-
bricare la dogana e magnzzini, che de- pagrande era dello Ripa Romea, Aque-
scrissi nel voi. XX, p. 171. I Papi suc- sto porto vi era il camerlengato di cui
cessori mantennero questo locale e il por- Calzamiglia stampò in Roma nel 1777 :

to, e Pio VI nell'ampliazione dell'ospizio Del camarlingato di Ripagrande. Al


apostolico demolì parte dell' antica do- presente la dogana hall governatore col-
gana e la casa dei commissari. Nel por- le guardie di finanza il porto ha il ca-
,

to Pio VII nel 18 i4 fece innalzare nel pitano. Negli antichi vacabili vi furono
mezzo una piccola torre o fanale peichè Vacabi listi pve%ìdeulì o porzionaridi Ri-
servisse di segnale alle navi nella notte. pa, de' quali feci cenno a CAjvcELLERiAe
] bastimenti di gran mole provenienti altrove, che avendo dato una somma al-
dall'Adriatico e dal Mediterraneo non l'erario, ne ritiravano il fruito dai pro-
possono rimontare fiume, ma appro- il dotti di questo porlo^ intervenivano al-
dano alla foce del Tevere a Fiumicino, la processione del Corpus Domini che
e di là con navi piatte fanno trasporta- celebra il Papa. Benedetto XIV nel 1744
re in Roma le loro merci ; però le navi ordinò che ai porzionari di Ripa si re-
minori benché cariche, approdano si-
, stituisse il loro denaro. Nel recente con-
curamente a questo porto, presso il qua- flitto , sulla preferenza da darsi ad uno
le e vicino a Porta Portese vi è un can- de'due porti di Civitavecchia o d'Anzio,
tiere per la costruzione delle navi. Nel per essere il porto di Roma , il comm.'
1842 Gregorio XVI in bella forma fe- Cialdi, come quello che ama la genera-
ce migliorare e rafforzare la ripa con nuo- le sistemazione del Tevere e la possibi-
"vi e più comodi scali, aggiunse vasti ma- lità di renderlo navigabile per lungo trat-
gazzini, e fece decorare l'edifizio del faro to, come in antico quando le barchegiun-
d'un pronao a 4 colonne: a'5 settembre si gevano quasi fino a Perugia , sostenne
recò a vedere i lavori eseguiti, indi ascese che il Tevere ed il suo porto di Ripa-
nei navigli a vapore da lui introdotti per grande sono tali da divenire facilmente
agevolar il commercio e un corso regola- alti a convenienllssima intrapresa com-

re nel Tevere, e si portò al canale pres- merciale, eziandio preferendo questa via
Paolo ove discese. Per
so la basilica di s. navigabile alla via a guide di ferro da
memoria fu coniata una gran medaglia, Porto d'Anzio a Roma. E ciò perchè il
colla veduta dell'ospizio apostolico tanto Tevere è un fiume adatto alla navigazio
3

196 POR POR


«e, suscettibile di ricevere i legnid'una ciano nel mèzzo della scogliera : di qui
conveniente grandezza se Roma: deve a- esce l'acqua a guisa di ventaglio, come
vere un porlo, questo deve essere quello piu-e zampilla dalle bocche de' delfini ,

di Ripagiande,che ha il vantaggio di tro- cadendo tutta da essa


nella conchiglia e
varsi entro le mura dell'eterna città. riversandosi poi nella sottoposta vasca
Porto di Ripeila. Feteri navium sta- ovale. Sulla cima degli scogli stanno tre
itone. Clemente XI per eliminare le fre- monti l'un sull'altro, ed il più alto è sor-
quenti disgrazie che accadevano nella ri- montato da una stella, formando cosi lo
pa sinistra e minore urbana del Tevere slemma Albani del Papa. 11 Venuti, Ro-
chiamata Ripc.ua^ nello scarico delle bar- ma moderna^ p. 4o4jHe riporta il dise-
che con legname, carbone, vino e altre gno con la faccia che guarda il Tevere,
vettovaglie provenienti da Sabina, Pa- e dice che i travertini posti in opera so-
trimonio, Umbria, e altre terre e luoghi no in parte di quelli caduti dal Colosseo
verso Toscana, situata incontro la Chie- ( tre archi pel terremoto de' 3 febbraio
sa di s. Girolamo de'Schiayoiii(r.) pres- 1703 ). Dalla parie incontro la Chiesa,
so il sepolcro de'Cesari, ed in vista de'pra- di Rocco (F.) furono gittate a terra
s.

li, del tempio Vaticano e Monte Mario, 3 case, ed edificata la nuova dogana ri-
commise a mg/ Nicolò Giudice (poi car- partita in 4 piani d'appartamenti e ma*
dinale) chierico di camera e presidente gazzini : di essa parlai nel voi. XX, p.
delle strade l'erezione dell'odierno por- 172, avendo questa direzione doganale
to, servendosi dell'architetto Alessandro il suo governatore. A memoria di tutto

Specchi romano (coll'assistenza del cav. fu eretta una iscrizione marmorea con
Carlo Fontana), cedendo a tale efietlo il l'arme del Papa, e coniata la medaglia
principe Borghese un tratto d' area di in cui si rappresenta la nuova gradina-
sua proprietà, ed a' 18 ottobre 1708 si ta del porto di Ripetta colia fonte, e l'epi-
benedirono fondamenti, restando 1* o-
i grafe : ornamento 706.
Commodilati et 1

pera compiuta nel 1 704 a foggia di gran- Abbiamo di Agostino M.^Taia, Raggua-
de navale con scalinate di 7 branche a glio della nuova ripa presso al sepolcro
3 scalini e cordonate. Viene terminato de' Cesari , ridotto a foggia di sontuoso
l'emiciclo da due colonne lavorale ad i- navale, Roma 1705. Filippo Lcers, De
mitazionedelle milliariantiche, ove sono porla in Tiberis Ripa adsepulcruni Cae-
scolpite l'altezze delle inondazioni del fiu- sarum excitato a Clemente XI elegia.
me accadute dal 1 495 al 1750, delinea- Si veda il Regolamento per la riscossio-
te da mg.' Bianchini. Nel mezzo del se- ne delle tasse e degli altri proventi spet-
micerchio, che con sedili forma parapet- tanti alla presidenza delle ripe , de' 18
to e balaustrata traforata al porto, ven- ottobre 1844»^^^' cardinal Tosti prò- te-
ne eretta una elegante fontana con 4 on- soriere e prò presidente delle ripe; sia
de d'acque di Trevi che assegnò il Pa- per le tasse barche che approdano
sulle
pa. Su d'uno scaglione di travertino, alla al sia per la licenza del-
porto di Ripetta,
marinaresca con conchiglie e scogli am- la pesca e peraltreopere sul Tevere. Che
massati insieme, chiuso in giro da 6 co- in questo luogo fosse anticamente un por-
lonnette di granito bigio con isbarre di to, si apprende da Degli Effetti nelle Me
ferro, è collocata una vasca ovale di pie- morie , e dalla bolla Nuper fel. ree. A-
tra tiburtina. Entro di questa, all'estre- drianus P. FI, di Clemente VII, de' 1
mità del labbro rivolto verso il fiume, è gennaio i52 3, Bull. Roni. t. 4, pai'- '»
posta una scogliera, sopra la quale posa p. 35} Jurisdictio judicis Curiae Ripc.t-
una gran conchiglia, ne* cui lati sono 2 tae a Ima e Urbis , cogno scendi causa s
delfini, che sollevando le code l'iatrec- civilcs occasione uierciuni per Ripettata
POR POR 197
veJiendarnni , et nonnullas causas cri- die riceve il
ossia apertura della terra
vìinales. Ne' voi. II, p. 3o r, VII, p.igS, mare nella sua capacità ed è sinonimo
XVII, p. 24, XLIX,p. 284, parlai del- dì golfo. Tutta volta golfo o braccio oe-
r università de' barcaioli navicellari e , slensione di mare ch'entra e si estende
persone addette al comraercio del porto, fra terra, più propriamente si dice quan-
delle corse delle barche e altre feste che do l'entrata è più larga del golfo, dicen-
ivi aveano luogo. Nicolai, Memorie sul- dosi ansa (specie di golfo in cui i vascel-
Vannona t. 2, p. 106, riporta la notifi- listanno al sicuro dai venti e dalle tempe-
cazione del 7 settembre 1800, pel mer- ste; è di due sorte, larga angusta) quan-
cato de'grani, da potersi tenere anche a- do è più stretta, dipendendo però siffat-
vanli il porto e dogana di Ripetla, con- te denominazioni e distinzioni dalla vo-
cesso da Pio VII : sotto il suo pontifica- lontà dei marinai e de' viaggiatori, che

to sulle mura della dogana, cominciando spesso chiamano ansa ciò che realmente
dalla bassa sponda, si collocò l'idrome- dovrebbesi dW golfo. Hanno poi porti il i

IrOjStabilitocon la direzione del cav. Li- bacino da raddobbo o vastissima conca


uolte, dove lo zero indica il livello del destinata a contenere acqua e comuni-
mare. Nel voi. XX
XV^ P- '9^ "otai 1^ cante col mare mediante una porta a bat-
ponte trionfale di barche, eretto neli8r4 tello, per la quale entra nella conca il na-
dalla divozione di Rotti a Pio VII. Vedi viglio, quindi a mezzo di trombe idrau-
Filippo Piga fetta, Discorso delli porti del- liche vien tolta l'acqua per raddobbar la
la piaggia romana, nella Grandezza ro- nave che vi rimane a secco. Finito il rad-
mana di Lipsio, p. 3 18. Andrea Chiesa, dobbo si fa rientrare l'acqua per un con-
Dell'andamento del corso del Tevere da dotto e quando il bacino è pieno e il ba-
Ripelta a Ripagrande. stimento galleggia , si toglie detta porta
Avendoindicato porti o centri dell'i n-
i perchè rientri nel porto vada a suo viag-
terno commercio dello stato papale,ezian- gio. Ora nel porto militare di Napoli se
dio colla scorta del Calindri passerò ad ac- n'è costruito uno bellissimo e ampio. Ca-
cennare tutti punti del litorale Adriatico
i lindri enumera secondari ricoveri ma-
i

„ e Medi terraneo, dove possono ricovrarsi i rittimi dello stato ecclesiastico in 4 1


, ^'a^e

f legni che danno fondo in queste acque in a dire 39 nella costa adriatica, 12 nella
certi tempi, massime quando sono susci- mediterranea, colle seguenti denomina-
tate le burrasche marittime, sia pel com- zioni, riportate perordine alfabetico. ^S*.
njercio, che per la pesca. Tali ancorag- Jgoslino di Civitavecchia. Nel lido medi-
gi sono baie, ofoci, o seni, i quali dai na- terraneo, in un seno scoglioso che prese
\iganti abusivamente sono chiamali /;o/'- il nome dal racconto, in cui dicesi che ap-
ti, perchè in essi si ritirano a salvamen- parve un angelo a s. Agostino quando
to finche dura la procella ovvero per- , stava meditando il mistero della ss. Tri-
chè qui sbarcano pesci presi in mare,
i Dita, in atto di voler vuotare il mare con
ovvero approdano con merci recate da una scodella in una fossa.
altri porti, città o fiumi, o da maggiori Anzo o Anzio nella Comarca di Pioma
bastimenti fermati in alto mare. I geo- da cui è distante circa 3 5 miglia. Ne parlai
grafi chiamano baia(\\xe\ braccio di ma- all'articolo omonimo e luoghi relativi co-
re che s'interna fra terra, più largo or- me a Marina: a supplirnela brevità qui ag-
dinariamente nel mezzo che nel suo prin- giungerò altre notizie. li] posto in amenis-
i c\^\o;foce lo sbocco del fiume nel ma- sima situazione presso un promontorio al-
re o in altro fiume, nel quale va a ter- l'estremità d'un piccolo golfo; e prima che
minare il suo corso seno quando il brac-
: sorgesse Roma gli anziati avevano il por-
cio è più piccolo in confronto della baia, lo. Fino dalla rimota antichità la città
198 POR POR
Anzio per la sua posizione mariltima
ci' hanno poche nozioni, Satrico di cui par-
ebbe celebrità nella navigazione econi- lai nel voi. XVI, p. 237, e J slum diìWd

mercio niaritlimo, donde trasse molle quale poi darò un cenno. Nel 4i^ ^'i si
ricchezze; talvolta gli anziali esercitaro- ritirò V anlipapa Eulalioy poi fallo ve-
no la pirateria, e Slrabone narra co- scovo di Nepi. Nel 53 7 avendo goti oc- i

me perciò i romani trasportarono le lo- cupato Porlo (^.), le navi romane non
ro navi dal navale anziate di Cenone nei potendo più entrarvi, ne trasferirsi a O-
propri navali, colpo fatale ad Anzio per slia perchè di accesso pericoloso, resta-
avergli tolto le basi principali di sua po- vano in vece ancoratene! porto d'Anzio
tenza politica . Ma per la deliziosa e in- ancora in buono stato, mentre la città vol-
cantevole sua situazione, e per la rino- geva al suo decadimento. De'suoi ve-
manza e venerazione delle sorli anziali- scovi dopo Vindemio del 5o i, come del-
che estrae vausi dal tempio della For-
ìiCy la sede vescovile, la storia tace. Successi-
tuna che vi siadorava indoppia immagine vamente Anzio patì le diverse invasioni
muliebre e che davano risposte buone o barbariche, esoggiacque a quelle non me-
triste secondo le mire de'suoi venali sacer- no distruggi Irici del ferro e del fuoco dei
doti, nel declinar della repubblica romana saraceni, che lo ridussero un ammasso di
divenne uno de'luoghi più prediletti dei rovine. Gli abitanti abbandonata la cit-
magnati romani, quindi degl'imperatori tà ripararono in vari luoghi e parie si

che lo ingrandirono e abbellirono splendi- fortificarono nel prossimo luogo del tem-
damente di palazzi, di ville, di teatri, di cir- pio di Nettuno, dando in tal maniera o-
thi,e in quel lo vici no al la marina face va no rigine all'odierno paese di tal nome. La
1 combattimenti navali e giuochi neltu- i chiesa collegiata di questo ereditò i di-
nali,nonche di templi a Nettuno, Venere, rilti ecclesiastici della cattedrale d'An-
Esculapio ed altre deità; laonde dagli sca- zio ed è riconosciuta come concaltedrale
vi ivi praticati si rinvennero statue e altri à* Albano y di cui parlai ancora nel voi.
monumenti capo-lavori d'arte. Tanto XXXVlI,p. 236, unendosi ne' sinodi a
piacque a Caligola, che quasi voleva tra- quel capitolo il netlunese: patrono d'An-
sferirvi la sede dell' impero. Nerone l'ac- zio è s. Antonio Padova. CoU'abban-
di
crebbe di altra colonia di veterani, vi ag- dono della città restò non solo deserto il
giunse portici magnifici e vi costruì il porlo, ma furono anche in parte rovina-
sontuosissimo e vastissimo porto, che dal ti i suoi moli, massime quel di ponente;
suo nome fu detto iVéro/iw/ic;^ dappoiché per cui andò a deperire e in parte a riem-
dilatatasi là città col suburbano, era di- pirsi d'arene, non pare ad arte, anzi nel
scesa fino alla marina, ed ancora se ne 1675 non era ancora del tutto imprati-
ammirano i maestosi avanzi dalla super- cabile. Vari Papi concepirono l'idea di
ficie della marina Traiano ne au-
stessa. restaurare sì celebre porto; forse l'eb-
mentò le magnificenze con altri edifizi: bero, Sisto V quando fu a Nettuno, e
Adriano vi raccolse copiosissima biblio- Clemente Vili nel farne la compera. Fi-
teca e adornò il palazzo imperiale. Altri nalmente Innoctnzo XII (V.) commise-
imperatori egualmente beneficarono An- rando la frequenza de* naufragi che acca-
zio e lofrequentarono sino a Costantino, devano nella costiera burrascosa perla de-
ilquale donò alla basilica Lateranense ficienza d' un porto, e considerando tanti
molli predi dell'agro anziate. Eranvi col- vantaggi che potevano provenire allo sta-
legi di pescatori, di fabii navali e legna- lo da un porto di primo ordine ed ai na-
iuoli; e vi fiorirono diverse famiglie il- viganti, si propose di ripararlo, recando-
lustri. Dipendevano anticamente da An- si appositamente a Nettuno, ove ricevè i

zio 4 Longula e PoUusca di cui si


città,
7 pani che gli offri la cattedrale
d'Ana-
3

POR POR .99


gni, secondo il consueto de* Papi che si me accennai pure nel voi. XVII,p. 282,
recano nella provincia, al modo narralo nel palazzo del principe Corsini, che nel
nel voi. II, p. 33. Sventuratamente inti- pranzo gli die l'acqua alle mani e il car-
morito dalle braccia gigantesche che vi- dinal Corsini il tovagliuolo: la i.' volta
de nel porto e dal dispendio, al savio che bevette spararono i cannoni del por-
progetto del cav.F'onlana, di prevalersi to, e vi dormì una notte, partendo nel
del seno formato dal molo destro dell'an- dì seguente dopo aver desinato, come ri-
tico portOj riparando i tratti ov' era più porta il n.° 4497 ^^1 Diario di Ronta^
danneggiato, preferì l'opposto in appa- del maggio 174^ ( però egli non « fece
ì renza più economico di Alessandro Zina-
ghi che progettò un nuovo molo, che par-
costruire un nuovo porto più comodo
dell'antico, oltre ad altre beneficenze
"

tendo dalla metà meridionale del sinistro parole che si leggono nel periodo 6° del-
Neroniano volgesse a oriente, facendo l'articolo Anzo, Anzio o Nettuno, le qua-
così angolazione e porto, ed ordinò il nuo- li spettano a Innocenzo XII, ma fatal-
vo Porto Innocenziano. Questo non solo mente figurano in Benedetto XI V per u-
costò doppia spesa, ma pel suo manteni- na fortuita posposizione e disgui do del-
mento successivo si dovette finora spen- la composizione, accaduta al punto di ti-

dersi dall'erario più di i milioni di scudi, rarla definitivamente col torchio); eres-
senza ottenerne positivo miglioramento, se la chiesa in parrocchia, dichiarando
imperocché gli sforzi dell'arte sono vin- curato uno de' conventuali, ed insieme
ti dalla natura che tende incessantemen- rettore della chiesa e presidente del por-
te a riempirlo d'arena. Nondimeno An- to. Pio VII col breve In siininio^ de*
9
zioeNettuno risorsero a vita novella. Sul- gennaio 182 1, Bull. cont. l. i5, p. 366,
la punta orientale del nuovo molo fu in- concesse a questa chiesa il fonte batte-
nalzato un fortino con fanale, ed altro simale. Prima di questa epoca e nel 181
simile si costruì sull'angolo formato dal- dominando francesi imperiali Anzio
i

l'unione del molo nuovo col vecchio, in e Nettuno, ai Sotlobre una flottiglia in-
cui si pose il presidio dell'artiglieria. Lun- glese si schierò rimpetto al porto e me-
go ilmolo sinistro Neroniano verso terra diante vivo cannoneggiamento obbligò
fu eretto un grandioso edifizio, con chiesa il presidio a cedere , seguendone deso-
e bei portici, il cui pianterreno serve tut- lante saccheggio e vandalica distruzio-
tora a bagno pei detenuti, come notai a ne. I fortini e la torre d' Anzio furono
Carceri e Marina; ed i piani superiori so- minati e fatti saltare in aria dagl'ingle-
no parte pel castellano qual comandante si. Ripristinato governo pontificio, si
il

di piazza commissario della marina, e par- riedificò il fortino che si vede sul prin-
te pei conventuali cui fu affidata la cura cipio del molo Innocenziano, sostituen-
d'anime, la direzione del bagno e de'due dosi una semplice batteria alla vecchia
ospedali. In questoedifizio alloggiò e per- torre d'Anzio. Nel n.° 88 del Diario di
nottò Benedetto XIII recandosi a Bene- Roma 1847 si legge come il regnante
vento ^ il che ricordai ne' voi. XXIII, p. PioIXa'27 ottobre si recò a Porto d'An-
266, e XLlII, Quindi nella spiag-
p. 3o. zio: ne visitò la chiesa e l'arsenale, indi
gia che riguarda il porto sorse un ma- dal palazzo Mencacci esaminò il bacino
gnifico arsenale fiancheggiato da grandi dell'antico Porto Neroniano; colla lancia
archi e abitazioni pegli artisti con copio- percorse il molo e le rovine dello stesso
sa fonte. Inseguito Anzio o Nettuno pro- porto, ed approdato a Nettuno orò nel-
seguì ad ingrandirsi con altri edifizi, e ad la chiesa, dopo di che ritornò a Porto
abbellirsi di nobili palazzi e deliziose vil- d'Anzio, donde la sera si ricondusse in

le. Benedetto XIV si recò a Nettuno, co- Roma. Avendo il Papa considerato che
,

200 POR POR


la chiesa parrocchiale non era più sufH- l'attuale arsenale. Neil' intendimento di
cieute a contenere la crescente popola- aprire floridissimo commercio per terra
zione, ordinò la costruzione d'una nuo- fra l'Adriatico e il Mediterraneo,
pro- si

va e più ampia, assegnando a tal uopo u- pose un tronco di strada ferrata fra que-
ua somma rilevante del suo erario pri- sto porto e Roma. In vece altri opinaro-
vato, indi ai 1 4 settembre 85 ne
1 1 fu so- no di riuscire d'immensa prosperità l'u-
lennemente gettata la prima pietra in o- nione de'due mari coli' opera della stra-
nore de' ss. Pio V e Antonio di Padova da ferrata, che ponesse in diretta comu-
da mg/ Antonio Ligi vìcegerente e arci- nicazione Ancona e Civitavecchia. Altri
vescovo d'Iconio. In Porlo d'Anzio vi è tennero chela comunicazione fra due i

ancora il rincontro camerale che dipen- mari si avesse ad operare nella linea da
de dal ministro delle finanze, la dogana Ancona a Livorno (^•), come non e-
di mare ed i vice-consoli di varie poten- sistesse il porto di Civitavecchia, riguar-
ze. Il cardinal Ant.° Francesco Orioli de- dato dai comm.ri Galli e Cialdi e dal-
funto, era protettore di Porto d' Anzio e l'avv." Blasi, contro l'ingegnere Bavosi,
Nettuno. Abbiamo del dotto p. m. Fran- l'architetto Pontanì e altri, come più cen-
cesco Lombardi conventuale. Cenni stori- trale di Livorno e più a portata di rice-
ci di Anzio antico e moderno i Roma 1
847. vere tutte le provenienze di levante e po-
Della eccellenza^ utilità e necessità del nente. Ved. V Album, voi. i3, n. 3o, 32,
N
Porto cromano in Anzio scrisse e pub- i 33, 37 , e gli Schiarimenti sul Tevere
blicò in Roma nel 1847 un importante ra- sulla linea piìi conveniente per la unione
gionamento il eh. Giuseppe SofFredini di de^due mari, e sulla marina mercantile
]Veltuno. Dal quale ragionamento sembra dello stato pontifìcio delconim. A- dal-
che la posizione intermediaria di questo di, Roma 1 847. Nel voi. 5, p. 7 1 3 della
porto per egual distanza di circa 80 mi- Civiltà cattolica, leggesi che il governo
glia tra Gaeta e Civitavecchia ne ren- sembra disposto ad assegnare agl'intra-
da necessaria l'esistenza per nncolumitù prendenti, con particolari condizioni, q-
dei naviganti e sicuro rifugio de' basti- na certa estensione d'area, a fine di fab-

menti. Il piccolo moderno porto Inno- bricarvi comode abitazioni. « h'Antium


cenziano, per aver la bocca a levante, della vecchia Ausonia perla naturale bel-
viene sl.nrrato nell' ingresso e riempito lezza del suo bacino, per le incrollabili

banchi d'arena, ad
jiell'interno coi detti sostruzioni del porto Neroniano che po-
onta dellecure delgovernopontificio per trebbe con dispendio non grave ristabi-
eliminare questo danno non emendabile lirsi, per la eccellenza de'suoi fasti navali
di natura ; sem-
così la spiaggia cresce e monumentali ,
per la mitezza del suq
pre, e va usurpando ciò che era mare. clima, meriterebbe di rifiorire e di pas-
Si fa principalmente consistere il restau- sare nello stato c|i ridente e popolosa citr

ramento del vasto porto Neroniano, nel ta .

collegare con nuova fabbrica le parti. del Ascoli (F.yS'ì determina nell'Adria-
suo antico molo che sorgono ancora in ticocon la rada di quelle acque. Aso di
vari punti dalla bocca grande fin sotto Fermo. Lo sbocco di questo fiume neU
al promontorio a ponente, nell'estrarre l'Adriatico ne prescrive il compenso. A-
le arene che ingombrano porzione del stura nella Comarca di Roma, all'estrer
bacino del porto,nel rafforzare la scoglie- ma punta del promontorio d'Anzio, sur
ra e'gradatamente fortificare l'altro mo- una punta di terra ch'entra in mare. Ls^
lo Neroniano, che verso levante con di- foce di questo fiume nel Mediterraneq
rezione a tramontana percorreva fin forma il precario ricovero. L'isoletta o-
dov'era jl graa navale, e dove si vede monima è distante civca 8 miglia da Au-
POR POR 201
zio e 7da Nettuno, insito delizioso, pro- dal porto è la foce del fluaie. Baiona
minente ne! mare onde è visibile per tut- di Ravenna. Formasi da una baia della
to questo litorale, celebre per le sue me- spiaggia dell'Adriatico. ^S". BenedttttotV t\'
morie storiche di cui restano raagnifl-
, scoli. Un' arenosa e sottile spiaggia dà
cbe vestigia di bagni marini e di ville, l'accessoalle barche nell'Adriatico. Cat-
e la torre o palazzo informe. Gli anti- tolica di Forlì, ne parlai nel voi. XXV,
chi scrittori celebrarono il fiume, l'isola p.200 ed altrove. Viene formato dal se-
e il porto vetustissimo d'Astura o Stiu-a, no dei mare Adriatico, essendo molto fre-
che ricorda la disfatta finale de' latini quentalo. Chic n ti dì Macerata (^P\) La
per opera di C. Menenio, dicendolo al- immersione di questo fiume nel mare A-
cuno cinto di mura. Fra porti di Cir- i driatico somministra tal comodo. C/e-
ceilo (di cui a s. Felice) e di Astura re- mentino di Civitavecchia o Corneto (^'.).
stavano le m ose
Chiuse romane, Ciò-
fri È una rada del Mediterraneo con buon
stia ro///^«tìf, probabilmente argini posti fabbricato, con piccolo forte di qualche
innanzi alle bocche del fiume Ninfeo , comparsa, il tutto principiato da Clemen-
come toccai nel voi. XXIII, p. 262. Fu te XII e compito da Benedetto XIV nel
illustrata dal soggiorno di Cicerone che 1752, Esino di Jesi (^.). La bocca di
\i ebbe una villa con biblioteca , come questo fiume nell'Adriatico conduce al
ve l'ebbero altri nobili romani e impe- ricovero i legni nautici. Fermo (F.) è
ratori per l'amenità del luogo e la doU nell'Adriatico, ed è pur detto Porto s.

cezza del clima, come rileva Nicolai, Bo- Giorgio; chi si porta in questo ricovero
nific. Pontini, p. 25. Inoltre acquistò in- vi trova molti compensi. Il fiume Leta
faustarinomanza per esservisi rifugiato dà forma a questo transito di barche e
Corradino nipote di Federico II dopo la lartane, che tanto ha protratta la sua fo-
ne'campi Palentini (che indicai a
disfatta mare Adriatico. Fosso Gagnolo di
ce nel
PESciNAeinaltri articoli), dato nelle ma-» Fermo. II sortire che fa quest'acqua nel-
ni di Carlo I cheto fece morire, da Fran- l'Adriatico reca il beneficio dell'ancorag-
gipane signore del luogo eh* era succe- gio a que'legni che vi si trovano alla sua
duto ai conti tusculani nel possesso en^ apertura. Fosso Ragnola di Fermo. Non
flteulico, comechè di proprietà del mo- è dissimile dalle descritte prerogative in
nastero di s. Alessio di Roma. Nel 1268 altro che nella dimensione dello sbocco,
i siciliani guidati da Bernardo di Sar-r onde riceve per momenti legni in pe- i

no che avea raccolto il guanto gitta-


ri a ricolo. Fosso Trotti d' Ancona. Depone
to da Corradino prima di morire per es- le sue acque neirAdriatico,e con tal mez-
sere vendicato, ne vendicarono il tradi- zo i navigli prendono ricovero. Grotta-
mento di Frangipane uccidendone il fi^ mare dì Fermo: ne parlo a Sisto V. Lo
glio, saccheggiando e incendiando Astu- sbocco del Tesino dà la forma nell'Adria-
ra e rocca. Indi venne in potere dei
la tico a questo benefico sito. Marano di
Caetani, de'Contì, de' Malebranca, del- Fermo. Colla sua foce nell'Adriatico si

l'ospedale di s. Spirito, degli Orsini, dei ottiene bene del suo asilo precario. S.
il

Colonna che nel i594 la venderono con Marinella della diocesi di Porto e di Ci-
Nettuno alla camera apostolica, ed an- vitavecchia [F.). Era qui uno de'miglio-
che neli83i venne compresa nella ven- ri porti, che venne rovinato dalle guer-
dita di Nettuno e Anzio a favore del prin^ Il ricovero mo-
re, e vi fu l'antico Pirgo.
cipe Borghese che n' è il signore. Il mo^ mentaneo è fatto da una rada del Medi-
lo che cingeva il suo pregievole porto terraneo. Metauro di Pesaro. Al compa-
era di forma curva ; la torre è unita al rir delle sue acque nell' Adriatico si ha
cpptiqeqte per un poute, poco al di là il comodo del rifugio. Montalto di Givi»
aoa .POR POR
taveccliìa. Ha lo scalo ossia asilo di mare ne prodotto da una rada del Mediterra-
presso il Fiora, è però nel Mediterraneo. neo in cui si fermano legni nelle tem- i

Alonle cVArdizza di Pesaro. L'Adriatico peste: qui era l'emporio Ceretano. Siro-
colia sua spiaggia procura questo asilo, Io d'Ancona. Sotto questo paese l'Adria-
eh' è però penoso in qualche momento. tico presenta asilo ai legni che temono il
Monte Co/ze/od* Ancona. Lo sporgere che naufragio. Terracina (F.) nella legazio-
fa il terreno nell'Adriatico ne forma l'u- ne di Marittima e Campagna. Torre Al-
tilità. Blonte Palazzi d'Ancona. Nell'A- bani d'Ancona. E' un rifugio dell'Adria-
driatico viene procurato questo nascon- tico dai vortici del mare. Torre di Mas-
diglio a ricovero de* legni. Monte Schiavi signano di Fermo. Tratto di spiaggia
di Pesaro. La sottile spiaggia dell'Adria- dell' Adriatico pei legni minacciati dal
tico mostra questo posto in tempo di nau- tumulto delle onde. Torre di Palme di
fragio. Musone ò'\ Macerata. Col sortire il Fer mo. A Uro rifugio dell' Ad ria tico.Tro/i-
fiume nell'Adriatico pone l'utile del rico- to d'Ascoli. Lo sbocco di questo fiume

vero. iV^e/f«/zo nella Comarca di Roma, ne nell'Adriatico somministra asilo. Uma-


parlai di sopra a ^/2zoo-(^^z{o. Già nava- na (f^.). Da un seno dell'Adriatico e da
le delle flotte de'celebri anziati, cioè il luo- un fossetto presenta rifugio nelle tem-
go che occupa deiranticaC<2f«o^- il suoasi- peste. Fra il fiume Asola e Civitanova
10 viene procacciato da una baia di mare, (di cui nel voi. XL, p. 245) vi è un al-

con forte. E frequentato da navigli di tro asilo nell'Adriatico pei legni che so-
piccola portata, addetti soltanto al com- no in quella rada. Molti altri punti del-
mercio. Si suol fare per mare il tragitto l'Adriatico e Mediterraneo, in cui si può
da Anzio a Nettuno, e nel giungervi si sbarcare, non meritano particolar men-
vedono dentro il mare le sostruzioni del zione, giacche ciò accade in tutta la linea
magnifico tempio di Nettuno nume del de' litorali, non per ritirarvisi, ma per
mare. Ostia (F.) nella Comarca di Ro- deporvi merci, pesce o altro. Sisto V vo-
ma. Il Tevere dà asilo ai piccoli legni, leva formare un canale navigabile colle
quando anticamente veleggiavano gros- acque dell' Aniene, con foce nella PiaZ'
si bastimenti nel porto di Claudio. Pa- za di Termini (F"".).

/odi Civitavecchia, degli Ode.scalchi^V.). PORTO ( Porluen). Vescovato sub -

11 suo interrato porlo è un seno del Me- urbicario, già porti e città celebri e an-
diterraneo, ed ha torri di fortificazione. tichi con darsena , distretto e Comar-
Paniphilj nella Comarca di Roma. Gia- ca di Roma, decadati dal loro splendo-
ce presso Porto d'Anzo, prestando nel re, presso la destra riva del Tevere e do-
Mediterraneo asilo ai legni in tempo di ve questo fiume ha foce artificiale nel
tempesta. Pietracroce d'Ancona. E un Mediterraneo, rimpetto a Ostia situata
ricovero dell'Adriatico in tempo di bur- sull'altra sponda, lungi da Roma circa
rasca. Potenza di Macerata. Lo sbocco miglia i4 e mezzo moderne, cioè fra la
Dell'Adriatico di questo fiume assicura Porta Portesi e le prime fabbriche del-
ai legni tragitto e ricovero, ed è deno- l'antica città, mentre dalla primitiva Por-
minato pure Porto di Recanati: ne
il ta Portuense [y.) lo era quasi 16 miglia,
parlai nel voi. XL,
p. 287. S, Elpidio di percorrendo la via Portuense in cui fu-

Fermo (f.). Questo porto è costruito dal- rono diversi cimiteri di cristiani assai ce-
le acque del fiume Tenna allorché sboc- lebri, come di s. Felice martire (onde i

cano nell'Adriatico. Savio di Forlì. Lo cristiani chiamarono Felice la detta por-


sbocco di questo fiume nell' Adriatico ta) probabilmente compagno nel marti-
compone un rifugio. iS". »Sei'er^ nella dio- rio di s. Ippolito vescovo di Porto, ovvero
cesi di Porto e di Civitavecchia ( F.). Vie- di s. Felice II {f^.)ì il cimileriodiPoa-
POR POR 2o3
ziaivo aìV Orsopileato(dìvevso dairesqui- nare sulla foce del Tevere (F.) , donde
lino) detto de'ss. Abdon Sennen per es-
e Ostia prese il nome, e perchè serviva e-
servi stali sepolti i loro corpi cheGrego- gualmente per le due sponde del fiume;
riolV trasferì nella chiesa di Marco, e s. Porto Romano e di Roma e òe Romani
quelli descritti dal Piazza, Gerarchia per sua celebrità e qual primo ingres-
la

cardinalizia, delle cliiese unite di s. Ip- so dal Mediterraneo alla gran metropo-
polito, di Selva Candida, e delle ss. Ruf- li del mondo; Porto di Claudio come
fina e Seconda oggidì di Porlo, p. 53 e primario fondatore; Porto di Augusto
seg.] il cimilerio di Generosa adSextuni perchè l'imperalore Nerone lo compì e lo

Pliilippi (possessione di Filippo al 6.° mi- cinse con ampie e fortissime mura; Por-
glio da Roma) e Praedium Missale (no- to di Traiano perchè interiormente lo
mi co'quali nel secolo V si appellava la fortificò di validissimi propugnacoli, e
riva destra del Tevere, presso la dira- vi eresse un secondo porto o darsena; Por-
mazione), ove furono sepolti i ss. Sim- to del Tevere siccome eretto nella sua ri-

plicio e Faustino, Beatrice, Crispo e Gio- va e presso la foce ; Città Costantiniana


vanni, con altri martiri ; il cimilerio di per l'accrescimento notabile fatto da Co-
s. Giulio 1 o da lui ristorato. Su questa stantino Magno, qual difesa inespugna-
via fu celebre la chiesa o basilica de'ss. bile marittima di Roma. Nicolai divide

Ciro e Giovanni, ovvero di s. Prassede il territorio in due corpi o parli; una


detta s. Passera, in cui vi seppelliva i ss. detta Porto confinante col Tevere, mare
martiri, in gran venerazione e di pro- e tenuta delle Salsare; l'altra detta IsO'
prietà co'suoi beni del capitolo di s. Ma- la sagra di Porlo ch'ebbe origine quan-
ria in via Lata.Descri vendo il territorio di do Traiano aprì il canalefraPorto e Ostia,
Porto, Nicolai, Memorie sulle campagne per cui è recinta da due bracci che for-
di Roma par. i,p. 126, seguendo Bosio ma il Tevere a Capo due rami e dal ma-
credette che nella stessa via vi fosse stato re. La cattedrale antica era posta nell'i-
y anche il cimilerio degli ebiei, che indi- sola medesima; l'odierna è in Porto, ma
cai nel voi. XXIj pare pel
p. 4o, ma non non conserva nulla dell'antica sua ma-
riportato a Cimiteri. Siccome la via Au- gnificenza,benché restaurala dimoili ve-
relia è compresa in gran parte nella dio- scovi. E sotto l'invocazione di s. Lucia ver-
cesi di Porto, Piazza a p. 67 ne riporta gine e martire e di s. Kufiìna,alla i.^per
le cose memorabili sagre e profane; dei la chiesa che avea nell'isola, alla 2.' per
Cimiteri parlai a questo articolo. Impor- l'unione della sua sede vescovilecon quel-
tante è la lettera pastorale latina che il la di Porto. E' provvista di sagre sup-
cardinal Carlo Rezzonico pubblicò nei pellettili convenientemente, con battisle-
1778 utW Officia propria sancLorum re- rio e cura d'anime affidala all'arciprete
ci landa a clero dioecesis Porliim et s. e ad un cappellano, venerandosi tra le

Rufìnae. Abbiamo di A. Nibby, Della reliquie un braccio di s. Ippolito marti-


\fia Portuense e deW antica città di Por- re, vescovo e patrono di Porlo. La pas-
tOi Roma 1827. Questo dotto archeolo- sata grandezza della cattedrale anteriore
go nella bellissima opera, Analisi stori- si rileva dalla superstite propinqua e al-
co'topogr. de dintorni di Roma , tratta ta tórre campanaria, che servì di carce-
nel t. 2, p. 602 e seg. di Porto e Fiu- re a dello santo, per cui la restaurò il
micino y nel t. 3, p. 612 delle vie Por- cardinal Ulderico Carpegna assai bene-
tuensc e marittima , ed a p. 563 delle fico vescovo : questo campanile nella sua
vie Aurelia , Vitellia e Cornelia, e me struttura mostra la piii stretta analogia
ne gioverò. Osserva Piazza, che si chia- con quelli de'ss. Gio. e Paolo, e di s. Ma-
mò Porto d* Ostia o Ostiense ^cv termi- ria Nova di Roma. Fu edificata presso
aoi POR POR
il poz7o o fossa ove fu gettalo 6. Ippoli- popolo e da! clero, costantemente si ri-

to, ed in suo onore, bevendosene con di- fiutò. Altra chiesa in Porto fu eretta a s.

Tozione l'acqua; di questa chiesuola n'è Ninfa, cui come ad altre fece doni s. Leo-
benemerito onclie l'attuale vescovo car- ne IV. Altra chiesa alla stessa santa fu
dinal Lambruschini, la cui pietà mal sof- innalzala presso Porlo, che ristorò il car-
endo che il foro per cui si attinge l'ac-
fi dinal Francesco Barberini, con istatuadi
qua dai di voti restasse coperto da una marmo che la rappresentava. In riva al
rozza feriata con isportéllo di senìplici mare nel vescovato del cardinal Buglio-
tavole, a proprie spese l'adornò con mar- ne e vicino alla torre di presidio, nel 1700
mi e metalli, in memoria di che nel i85i contribuendovi il principe Gio. Ballista
\i fu posta marnjorea iscrizione. Conti- Pamphilj si edificò la chiesa del ss. Cro-
guo all'attuale cattedrale è l'episcopio ri- cefisso, con cappellania fondata da tal
storalo da di versi vescovi e principalmen- signore, a vantaggio de' pescatori e ma-
te dai cardinali Ludovisi e Chigi. Da ul- rinai. Gli avanzi dell'antica città sono
timo minacciando rovina il cardinalLam- informi e coperti di tumuli ; essi princi-

))ruschininel 1848 colla nota munincen- palmente sono il recinto Costantiniano


7.n e la spesa di più migliaia di scudi lo e le sue torri; le rovine imponenti degli
fortificò eloabbelhda ogni parte, per cui antichi magazzini o taberne, coi materia-
nel i,** piano delle scale il cav. Agostino li delle quali si costruì in parte la bor-
Rem-Picei vi collocò una memoria di gata di Fiumicino, e si riempirono le pa-

marmo, ove si celebra anche il restauro lizzate che servono a regolare il corso
«Iella cattedrale e della torre per opera del fiume. Rimarchevoli sono pure le ro-
del medesimo vescovo. Nell'isola oltre la tine del tempio di Portunnoedella For-
detta torre vi è la chiesa di s. Biagio, uni- tuna Tranquilla, di acquedotti, di bagni
co avanzo delle chiese che ivi fiorirono. e di altri ediflzi , oltre quelli dei porli.
Papa vSimmaco del 498 eresse in Por-
s. Dagli scavi sono rinvenuti molli mar-

to un grande e comodo ospedale pei pel- mi e pregievoli iscrizioni. Di alcuni ne


legrini e per gl'infermi, pel gran concor- parlano le 3Ieni. Rom. voi. i, sez. 2.'',p.
so di quelli che per la via di mare si re- 32 ; i frammenti della statua colossale
cavano in Roma a visitare le tombe de- dell'imperatore Traiano, la cui testa è nel
gli apostoli: si gloria tra gli ospiti di s. museo Vaticano, i frammenti di quella
Alessio, reduce dal pellegrinaggio di So- di Ercole, ed altro. All'antica rocca nei
ria. Altro magnifico spedale venne fon- tempi bassi fu sostituito il castello Por-
dato da s. Pammachio, ov'egli stesso pia- tuense. Aveva due porte, una dalla par-
mente esercitava l'ospitalità, con servire te di Roma, l'altra dal mare. Non man-
quelli che ricettava, perciò celebrato da carono uomini illustri ne' fasti ecclesia-
s. Girolamo. Nei tempi posteriori fu fon- stici di Porto fu Papa Formoso, e l' U-
:

dato un altro spedale in memoria dei ghelli dice che furono elevati al cardi-
nominali, per accogliervi malati e quin- i nalato 1' arciprete e diversi canonici di
di inviarli a quelli di Roma. Di questa Porto, e pel i.° Vincenzo Camerario. Il

fabbrica fu assai benemerito il vescovo territorio ha eccellenti pascoli.


cardinal Roma, come apparisce dall'iscri- La
foce destra del Tevere è artificia-
zione in marmo che si legge nella fac* le,chiamandosi Fiumicino o Porto ca-
ciala esterna. Nell'isola di Porto s. Gal- nale di Fiumicino. La questione se il ,

licano fabbricò una chiesa con monaste" Tevere sboccasse sempre nel mare con
ro di monaci, dedicandola a s. Lorenzo, due foci, ovvero, se sboccandc» original-
di cui non vi è rimasto vestigio: per le mente con una, 1' altra sia stala aperta
sue virtìi acclamato vescovo di Porto dal dall'arte onde agevolare lo scarico delle
POR POR 2o5
acque nel mare, ed avere al tempo stes- vere, e che fattele sboccare nel mare, li-

so un alveo più regolare epiù adatto al- berò Roma dal pericolo d'inondazione,
la navigazione, può dirsi decisa irrevo- ma non furono permanenti e servirono
cabilmente da quanto dottissimamente per quella volta solaj quindi Traiano ad

ne scrissero l'avv." Carlo Fca,ed il cav. imitazione fece la meu) orata fossa ca-
Gio. B. Rasi. Il i.° colle Novelle del Te- nale di Fiumicino e restò come si vede
vere^ inserite nel t. i , p. 299 degli Alti (Melchiorri, Guida di Roma e contorni,

d'archeoL; Alcune osservazioni sopra gli convenendovi , aggiunge, se al più non


antichi porti d'Ostia ora di Fiiunicino, facesse che attivare in miglior modo ed
Roma 1824; La fossa Tr ajana confer- ingrandire una delle fosse di Claudio),
mata dal cav. Lod. Lmof/e, Roma 1824. aprendola nel doppio scopo di sai vare Ro-
Piùcon quelle opereclieriporlaia Ostia, ma dalle inondazioni, e di agevolare la
nel quale articolo ve ne sono altre con navigazione del fiume, con taglio artifi-

diverse notizie riguardanti Por«to, il ma- ciale aperto sulla sponda destra dal tron-
re e il fiume. 11 1° con gli opuscoli: Os- co principale delle sue acque. Afferma
servazioni istoriche sul Porto Romano Procopio nella Guerra gotica che verso
di Fiumicino e di Ostia ^ Roma 1826; il 540 le due foci erano navigabili, e Nib-

Sul Tevere e sua navigazione da Fiumi- by crede che quella di Fiumicino si man-
ciiioa Roma, ivi 1827. Tutti gli antichi tenesse tale finché
i porti di Traiano e
scrittori anteriori al 2.° secolo di noslra diClaudio rimasero, essendo necessaria
era, che parlano delTevere, sua foce e edi- per mantenere le comunicazioni dirette
ficazione d'Ostia, non solo mai non fan ira tali porti e il fiume. Ma dopo che il

motto di più d'una foce, ma se con qual- porto Claudio colmossi di sabbia , ed il

che maggiore particolarità trattano del- Traiano precluso dal mare divenne uno
l'imboccatura, apertamenle la escludo- slagno, almeno fino dal secolo X ,
giac-
no. Fea fu il i." a riconoscere autore del- ché tale lo mostra la bolla Reverendis-
la foce artificiale l'imperatore Traiano, simo di Giovanni XV del 992 , ripor-
fi-a la vasta pianura che si apre fra'mon- tata dall' Ughelli, Italia sacra, t. r, p.

li di s.Paolo sulla riva sinistra, e quel- 1 14, ancor questa foce cominciò insen-
li di Ponte Galera sulla destra, tanto ri- sibilmente ad abbandonarsi e si tornò a
cercata dagli antiquari e dagl' idraulici; frequentar quella d'Ostia come ne'leni-
ora in lutto questo tratto altra fossa ar- pi primitivi : l'ultima memoria della na-
non apparisce, che l'alveo
tificiale antica viga/ione del canale portuense è del
del canale di Fiumicino altri lavori fe- : 1 1 18 ,
quando Gelasio II fijggendo da
ce Traiano a Porlo, dove aggiunse al por- Roma discese pel Tevere fino alla città
to di Claudio un porto interno d'un mi- di Porto. Dopo quell'epoca e fino al seco-
glio e mezzo di circonferenza che anco- lo XVII si trovava sempre ed unicamen-
ra ne conserva il nome, sebbene divenu- da quelli che entrava-
te la foce ostiense
to lago d'acqua dolce, e lungo il quale no o uscivano dal Tevere. Pio 11 nel se-
si apre appunto il canale di Fiumicino. colo XV descrivendo ne'suoi Commen-
Nel i836 il march. Domenico Pallavi- tari le rovine di Porlo, dice che il cana-
cinigenovese e per cura del suo inten- le non era navigabile però sussisteva. ,

dente cav. Rem Picei, negli scavi che vi Questa focenelle bolle di Benedetto Vili
operò nel suo lenimento, vi scoprì una e s. Leone IX, si designa col nome di Fo'
grande iscrizione di Claudio ( illustrata cem Micinam, la foce piccola, a dilferen-
dal cav. Canina), dalla quale si appren- za di quella d'Ostia ch'è molto più lar-
de come quell'imperatore per la costru- ga e da ciò derivò il moderno nome di
:

zione del suo porlo scavò fosse nel Te- Fiumicino^ del quale in Fulvio s'incon-
-

2o6 POR POR


tra ilesempio. Fraltanlo Tabbanclo-
I.' ratore il canale fra Porto e Ostia rimase
no in che ne' tempi bassi rimase la na- isolato un vasto tratto di terra , che si

vigazione del Tevere portò a tale stato trovò circoscritto due rami del fiu-
fra'
di decadimento!* altra foce, che sul de- me ed il mare, onde divenne una vera
clinar del secolo XVI l'ingresso nel fin- isola, come lo è ancora, se non che pe-
lue dal canto delmare erasi reso gran- gl'interrimenti del Tevere si è di nìollo
demente pericoloso. Laonde nel duro protratta. La guerra che veienti ebbe- i

fiangente di perdere alla Ito la naviga ro a sostenere con Roma, nell' anno 38
rione del fiume, la fossa Traiana fu ria- di questa li privò delle terre sulla spon-
perta e ripurgata d'ordine di Gregorio da destra del fiume e delle saline che vi
XIII dall' architetto Fontana , il quale aveano formato che immediatamente
,

munì questo canale d'una palificata al- dominano Roma nelle quali 7 pagi o,

la foce, cpeia di corta durata e forse pe- borgate sorgevano, onde il distretto si
rita per l'inondazione del 1598. Il canale chiamò ^etle Pagi o Sellempagìo, forse
fu riaperto e ripurgato di nuovo, in uno anche peressere la 7.' parte dell'agro ve-
olla ostruita foce, da Paolo V nel 16 12 iente. Ne consolidarono il dominio ai ro-
(con l'opera dello stesso Fontana secon- mani le vittoriedi Tulio Ostilio e di Anco,
do JNibhy, oMaderno al dir di Fea), co- che l'estese sopra tutte le terre de' veien-
me si legge nella lapide della dogana di ti lungo il Tevere, da Roma sino alla sua

Capo due rami incontro al biforca men- focCjC presso questa edificò Oslìajedìì
to del fiiMne,ov'è un gruppo di pioppi, gomito che il fiume ivi formava servì di
nella qualesi rimarca pericoloso l'ingres- porto a Roma , di ancoraggio alle navi
so per la foce naturale, ed essersi aperto il da guerra ed a quelle da carico della por-
canale verso l'occaso e rinfiancato di pa- tala di3ooo pesi le navi di maggior mo-
:

Dall'epoca però in che Traiano


lizzate. le sifermavano avanti la foce, dove le
scavò questa fossa, il canale pegl' inter- alleggerivano barche da trasporto. Ma
rimenti successivi del Tevere si è pro- lo imboccare ne' fiumi dipende essenzial-
lungalo peri 735 metri, come si desume mente dal vento e dalla giacitura de'ban-
dai punii fissi, che sono la estremità del chi di sabliia che si vanno formando o-
porto di Claudio , la torre di Nicolò V gni giorno ed a seconda delle correnti
,

del i45o, quella d' Alessandro VII del del mare e del soffio de'venti cambiano
1660, l'altra di Clemente XIV del ryyS. forma e direzione; laonde accadeva spes-
Ora accennerò le memorie storiche' di so che l'entrar nella foce tiberina era in-
Porto. terdetto per più giorni, e le navi che por-
Nel trattato di pace fra'lalini e gli e- tavano viveri a Roma doveano o pren-
truschi, circa 400 anni avanti la fonda- der il largo ad altri porti. Nel
dirigersi
zione di Roma, si convenne, che l'Alba- declinar della repubblica avendo bisogno
la poi Tevere sarebbe frontiera ai due la immensa popolazione di Roma de'gra-
popoli. Tra gli etruschi i veienti erano ni di Sicilia, dell' Africa romana e d'E-
i più vicini fiume verso il mare, e per-
al gitto, ed esposta perciò a soggiacere a
ciò a loro appartenne tutta la sponda de- fìerissime carestie. Cesare concepì il di-

stra di esso dal confluente CapenaoGra- segno rimediare a tanto danno, con
di
miccia fino al mare , in guisa che quel purgare dalle sabbie agglomerate i din-
tratto ancora di terra che dopo l'aper- torni del litorale ostiense, onde poter
tura della fossa Traiana diventò Isola formare porli e stazioni capaci da poter
e che ritiene il nome antico di sagra^ dare asilo alle navi che venissero for-
fu in origine parte del territorio veienle; zate ad entrar nel fiume; venne però
imperocché dall' aprirsi da quell'irope- troncato il progetto dalla sua morte. La
POR POR 207
formazione d'un porto ostiense era sta- se nello scavare il porto interno, Clau-
ta più volte discussa, ma sempre abban- dio scavò quelle fosse accennate di so-
donata per la diflicoltà dell'impresa. In- pra, onde profittar temporaneamente di
tanto per la natura del fiume ed il con- esse per ricevere in una piena una par-
tinuo infuriare de' venti di libeccio nel- te del fiume e così scaricarlo nel mare,

la stagione invernale, la foce del fiume come sembra aver fatto quando Pvoma
ogni giorno divenne meno accessibile, venne minacciala da un'inondazione,
e per conseguenza il pericolo delle ca- giacche l'iscrizione di cui parlai coincide
restie si fece più urgente
per quelle pa- coll'anno 46, anzi da una medaglia di
tite sotto Augusto e rinnovate a' tempi Nerone si può arguire che il porto non
di Claudio, il quale pose ogni studio a fosse perfettamente compito innanzi l'an-

definitivamente rimediarvi, accordando no 54, nel quale tale imperatore fu as-


esenzioni e premi, reintegrando i danni sunto al trono , vedendosi nel rovescio
a quelli che facevano giungere in Roma della medaglia il Porto e intorno: Pori.
le vettovaglie durante l'inverno. Cono- Ost. Augusti^ Porto d'Ostia o Ostiense
scendo che il male non poteva vincersi dell'Augusto o imperatore regnante, non
con questi mezzi propose in senato di
,
di Augusto nipote di G. Cesare. La cit-
fare un porto ad Ostia, ed a fronte del- tà che ne prese il nome non fu fondala
l'enormità della spesa decise aprirlo sul- da Claudio, ma si andò formando a po-
la riva destra , circa 2 miglia distante co a poco presso il porto imperocché ,

dalla foce del fiume. A questa gigante- questo in principio non fu che un empo-
sca intrapresa die principio nell'anno 42 rio dipendente da Ostia dove necessa- ,

di nostra era; quindi probabilmente fra riamente si adunò gente, parte per l'am-
il Porto grande ed il fiume, scavando da ministrazione e parte pel servizio, e que-
una parte un tratto non piccolo di ter- sta riunione unita ai mercanti, ai com-
ra fermaj costruì una specie di porto in- messi, ai servi finì col divenire una cit-
terno, lo cinse intorno di una crepidine tà distinta affatto da quella d'Ostia. L'im-
margine mare; dal-
e vi fece entrare il peratore Galba presso il porto fabbricò
l'altro canto gittando nel mare aggeri o magazzini per l'olio. Indi vi fu dedotta
argini grandi, chiuse con questi un va- una colonia di veterani, ai quali venne-
sto seno, e dinanzi la bocca ponendovi a ro divise le terre situale fra Porto e Ro-
fondamento la smisurala nave che portò ma, sicuro indizio di città formala. Tra-
Y Obelisco Faticano ('^.), eresse un'iso- iano fu molto benefico con Porto, noa
la in mezzo artificiale per il molo, colla solo risarcì in meglio il porto di Clau-
torre a faro con fanale a somiglianza del dio, ma
verso l'anno 100 scavò il sud-
famoso faro alessandrino. QuandoClau- descritto porto più interno e più sicuro
dio costruì il porto la darsena o reces- di forma esagona, al quale fu imposto il

so era terra ferma, laonde in esso deve suo nome, che sebbene oggi sia ridotto

riconoscersi quel tratto di terra da lui a stagno, ancora conserva la forma, e lo


scavalo, dal lido della quale poi spiccò circondò di fabbriche grandiose, di su-
idue gran moli o bracci mare, fon- nel perbo palazzo e di amenissiraa villa, co-
dando in mezzo ad essi o ante- l'isola me si riconosce dalle esistenti rovine, co-
murale del porto che contenne il faro e niandosene per memoria una medaglia,
ne guardava l'ingresso. Essendosi il ma- nel cui rovescio è il porto di forma e-
re ritirato di qua più miglia , il luogo sagona, circondato di edifizi e contenen-
dove fu già il porto di Claudio è al pre- te navi, colla epigrafe, Portimi Trajanij
sente ben lontano dal mare, ed il solo medaglia chealcuni numismatici impro-
terreno basso e paludoso lo indica. For- priamente attribuirono ai porti d'Anco-
5o8 POR POR
na e Civilavcccliia.La palude o gran re* teneva T npprovigionamcnlo di Roma ,

cesso del porlo di Claudio, cl>e oggi si non che il trasporto della sede imperia-
chiama 7 rrtW//f^//o, eia in origine parie le a Costantinopoli, mosse Costantino a
del lido, e fu scavata ad arte a guisa di fortificarla e ad estendere il suo recinto
J
canale. Il porto Traiano, ora lago Tra- verso settentrione, fino a comprendere il
\
iano o Troiano, è un vastissimo bacino magnifico tempio rotondo di Portunno,
di forma esagono, la cui maggior pro- decorato di 16 colonne e di nicchie con
fondità è circa 3 metri, mentre ilio è istatue, che è ancora in parte esistente,
)a circonferenza o circa un miglio e mez- in onore del qual nume con gran solen-
zo. Inoltre Traiano nella suddetta cir- nità vi si celebravano le feste portunna-
costanza apri il nuovo canale, del quale li come a deità preside de'porti,con mol-
pure già parlai, che Plinio chiamò Fos- tissimo concorso de'marinai, del popolo
sa, ed altri Fossa Traìanay ora canale romano, del piefetlo o del console : tale
di Fiumicino che^l lodato Fea anche
, ampliazioue ebbe il nome di civilas Con-
nella Storia delle anfne, p. 263, biasimò staniiniana, e per la costruzione si rico-
e qualificò d'imprudente, mal consiglia- nosce opera del IV secolo il recinto di
la e dispendiosa operazione, perchè ne questa parte. Sotto Costantino l'/^o/^z eb-
conseguitarono la rovina del porto ma- be cognome di sagra^ forse per averla as-
gnifìcentissimo diClaudio, della città d'O- segnata alle chiese de'ss. Pietro e Paolo,
stia e della navigazione del Tevere, me- e di s. Gio. Battista in Ostia, ovvero pel
ravigliandosi come per essa Plinio il gio- tempio e corpo di s. Ippolito, ed anche
vane die il merito all'iraperatore di prò- in contemplazione di altri molli martiri

videntis siimi s princeps. Inoltre Traiano, di cui era recente allora la memoria, con-
peiH:hè mancati in vari luoghi i veterani servataci dal De Magistris, Ada MJÌl. ad
della colonia^ordinò una nuova divisio- Ostia Tiberina^ e dal martirologio ro-
ne di terreni che fece incidere su tavo- mano agli 8 luglio e 22 agosto, come os-
la di bronzo. Frontino chiamò tali co- serva Rasi. Gli scrittori la celebrarono per
loni oppidaui o castellani, ciò che indi- deliziosissima, nel secolo IX si chiamò
cherebbe l'esistenza d'un oppiduni o luo- Arsia, Porluense, e nell'XI Maggiore. Si
go cinto di mura: quelle che ora si ve- disse difendere Roma dai venti marini
dono sono posteriori, eie piUantiche sem- colla sua selva, che la garantisce da quel-
brano doversi ascrivere a Settimio Se-. li africani e dai vapori pontini. Riguar*
\ero, principe bellicoso che fortificò l'ar- dandosi la città come il granaio di Ro-
co di Nostra Donna (così detto da un'im- ma, perciò dipendeva dal suo prefetto
magine dipinta della B. Vergine) da lui immediatamente, non che dal prefetto
ridotto a porta, e la sponda destra del- dell'annona e da un magistrato detto
la fossa Traiana. Sono queste le prime Comes Portiis o conte del porlo. Una leg-
iTiemorie che si hanno di Porto come ge del 364 an"0 i.° di Valenliniano e
città. Valente, mostra la gelosia colla quale era
La città di Porto andò ognora cre- sorvegliata la città per non andare in-
scendo di popolazione a spese della vi- contro a carestie, con ripristinarne i pub-
cina Ostia, la cui foce sebbene fosse na- blici granai pei depositi necessari al man-
vigabile nel VI secolo, non era però mol- lenimento di Roma. Questa stessa im-
lo frequentata, siccome pericolosa, quin- portanza però la espose a fiere vicende
di nel 25 I già Porto fioriva in modo da ne'secoli V e VI, poiché tutti coloro che
esservi stala slabilità la sede vescovile. assediarono Roma(F.), cercarono di oc-
Questo accrescimento progressivo di po- cupar Porlo, onde poterla affamare. Nar-
polazione e l'importanza del sito^checou- ra Zosimo che Alarico nel 4^8 e i. as-
POR POR 209
setllo di Roma,
portò contro Porlo e
si mani che l'abitavano, ed occupalo il por-
dopo qualche giorno d'altacco se ne re- to vi lasciò un presidio di 000 uomi- 1

se padrone. Aggiunge Filostorgio, che ni. Procopio testimone oculare dell'as-


allora Porto era il navale de'romani che sedio dà una interessante descrizione di
conteneva 3 porti e che occupava l'esten- Porto e del corso del fiume, Guerra gol.
sione d'una piccola città. Questa presa fu lib. I, e. 26. Narra lo sialo fiorente della

di tal conseguenza per Roma, che non città circondala di mura sommamente
polendo resistere alla fame piegossi ai vo* forti,mentre n'era divenula sprovvista
ieri del barbaro. Dopo il 4^5 fu nobili- Ostia. Il porto aversempreancorate mol-
tata la città d'un portico presso il cana- te barche, tenervisi una buona provvista

le del Tevere, al quale fu dato il cogno- di bovi che mercanti prendevano econ
i

me di Placidiano dal prenome di Valen- navi si recavano a Roma senza vele né


tiniano 111, colla statua di F. Alessandro remi, poiché il fiume torce spesso e l'ac-
Cresconio prefetto dell'annona : ciò rile- qua è sempre in contrario, attaccando
\asi da un'iscrizione che con altri mo- però funi dalle barche al collo de' bovi
numenti si conserva nell'episcopio, rinve- le trascinavano a Roma. (Noterò qui,

nuta negli scavi del 1822 ed ivi posta dal che ai bovi poi si sostituirono i buffali,
cardinal Pacca, vescovo benemerito an- ed il provento fu devoluto al vescovo, il
che per le altre iscrizioni, frammenti di quale tiro cessò nell'introduzione de'le-
sculture per Io più sepolcrali e monu- gni a vapore prima nel 1828 e stabil-
menti marmorei che vi raccolse, forman- mente nel 1842, dando il governo un
do un museo interessante di memorie lo- compenso al vescovo: del servigio pub-
cali nell'ingresso del medesimo episco- blico de'buffali per il tiro de'baslimenli
pio. Nell'incursione di Gensericodel i^55, da Fiumicino a Roma, tratta il Rasi, Sul
siccome la forza principale di quel re van- Tevere p. 81). La presa di Porto mise
dalo consisteva in navi, è probabile che Roma in islrettezze di viveri, ed era stata
Porlo venisse preso. Nel 474 ^licerio che inevitabile, giacche Relisario capitano im-
avea assunto la porpora imperiale, te- periale,dovendo guarnire il vasto recin-
mendo l'arrivo del rivaleGiulio Nipote, lodi Roma, non avea potuto ritener Por-
si ritirò in Porto, ma ben presto fu co- to, mentre soli 3oq soldati sarebbero ba-

stretto a deporla, contentandosi d'essere stati a difenderlo, attesa la fortezza del si-

in questa città ordinato vescovo di Sa- to. Intanto Belisario padrone d'Ostia po-
Iona.Caduto l'impero d'occidente, il re se in guardia de'viveri che avea ricevu-
goto Teodorico che riformò l'ammini- ti quali pervennero ad appro-
gl'isauri, i

strazione, volse pure le sue provvidenze vigionarRoma, malgrado che goti oc- i

a Porto sul finir del secolo V, collo sta- cupassero Porto. Ma la flotta greca bloc-
bilire le attribuzioni del cowe^, trovan- cando questa città, per penuria di com-
dosi ancora la cillà in florido 'stalo. For- mestibili li forzò a partirne. Così Porlo
se a Teodorico si deve la protrazione del fu occupato da Paolo comandante del
braccio sinistro del molo, ed all'estremi- presidio isauro d'Ostia. Nuovo blocco
tà la formazione d'un nuovo fanale. So- ebbe a patire Porto verso il 545, nel-
praggiunta dopola sua morte la guerra r assedio di Roma fatto da Tolila , che
avendo Vitige assediata Roma e
gotica, incrociava le foci del Tevere con flotta di
vedendo che romani mandavano fuori
i piccoli legni e s'impadronì d'un conside-
ciò che volevano,ed introducevano le co- rabile trasporlo di viveri che Papa Vigilio
se necessarie per terra e per mare, nel avea spedito da Sicilia in soccorso degli
537 assediò Porto, lo trovò senza dife- assediati: predati i legni, l'equipaggio fu
sa, lo prese subito, vi uccise molti ro- messo a morte, ed il vescovo di Selva
VOL. LIV. i4
2IO POR POR
Candida Valentino accusalo da Tolìla , secoli intieri in<;eusibilmei)te scomparve
di menzogna, ebbe le mani tronche. Be- dalla storia, tranne i nomi de* suoi ve-
lisario ch'era ilo a cercar soccorsi appro- scovi, essendo forse la città divenuta un
dò a Porlo, ch'era ancora in potere dei semplice posto di presidio in guardia del-
governo di Por-
suoi, e lasciato Isaacio ai la foce tiberina, ed abbandonala per man •

to con ordine di non abbandonarlo per canza di sicurezza e di commercio. Cer-


qualsivoglia ragione, volle fare un ten- tamente al suo risorgimento si opposero
tativo in soccorso di Roma. Per la voce le feroci devastazioni de^Iongobardi nei
sparsa che avesse vinto, Isaacio ardita- contorni di Roma, ed il corseggiare dei
mente volle assalire i goti, ma vi fu fat- saraceni, che infestarono tutte le coste
to prigione e poi ucciso. Credendo Belisa- del Mediterraneo. Narrano Piazza, e Fer-
rio preso Porlo e quanto di più caro vi lone, De viaggi de' Pontefici
p. 26, che
avea lasciato, cadde in grave abbattimen- nel 653 imprigionato in Roma Papa s.
to ; Porto però non era caduto, ma que- Martino I, d'ordine di Costante impera-
sta sciagura trascinò seco il tradimento tore eretico, a' 19 luglio l'imbarcarono
degl'isauri, che aprirono a Tolila la por- sul Tevere e portarono a Porto di buon
ta Asinaria di Roma nel 546. Dopo la mattino, trattenendosi nel monastero di
partenza di Totila, Belisario che stava a s. Lorenzo, per attendere qualche soc-

Porto, con looo soldati mosse per ve- corso dai suoi domestici e amici di Ro»
dere i feroci guasti di Roma, ma i goti ma, ch'erano stati impediti dal seguirlo
d'Alsio lo forzarono a ritornarsene. Vo- con chiudere loro le porte della città ;

lendo Belisario tentare l'occupazióne di indi da Porto Io trassero a Miseno. In-


Roma, vi entrò nel 547, lasciando in Por- tanto rimasta la città priva di abitanti
to un piccolo presidio. Richiamalo Beli- non si ebbe più cura del porlo, essendo
sario nel 549 in orientp, Totila nell'an- Nibby di parere, che qualche rottura av-
no seguente di nuovo cinse Roma d'as- venuta nel molo sinistro, che serviva di
sedio e la prese, dopo averla esposta agli riparo contro le arene del Tevere, ab-
orrori della fame, colla occupazione di bia a questo aperto il campo di pene-
Porto; questa città per 3 anni rimase in trarvi, poco tempo il fondo rimase
ed in
potere de'goti, finché fu occupata perca- ingombro, divenendo il porto per sem-
pitolazione dagl'imperiali nel 552. Fini- pre inaccessibile ailegni. Avendo s. Gre-
ta la guerra gotica, Porto per qua^che gorio Il scomunicalo nel ySo l'impera-
tempo respirò dalle occupazioni milita- tore Leone iconoclasta, molta parte d'I-
ri; ma dopo essere stata esposta per tut- talia si sottrasse alla sua ubbidienza, ed
ta la della guerra agli assalti de'd uè eser- il ducalo romano, in cui era compreso
citi e alle strettezze marittime, malgra- Porlo, si sottopose al dominio tempo-
do la sua importanza rispetto a Roma, rale de'Papi. Nel deperimento della cit-
rovinò intieramente il suo commercio, tà restarono la cattedrale, 1' episcopio e
ch'era la maggiore sorgente di sua pro- alcune chiese, alle quali s. Leone 111 fece
sperità e del suo accrescimento progres- doni, come nell'antica basilica di s. Ip-
sivo: dal quale abbattimento mai più si polito; ed i fedeli coi vescovi ne cura-
riebbe, perchè nuove circostanze più di- rono il mantenimento. I seguenti secoli
sastrose delle precedenti vi opposero si furono più micidiali pel ducato romano
in guisa che portarono l'abbandono e la e suo titolale. Se deve credersi al Nico-
totale rovina di questo emporio. lai, a p. 126 riferisce che essendo Porto

Dopo la guerra gotica e il ritorno d'I- desolata, Gregorio IV credè prudenza di


talia sotto il pregiudizievole dominio de- trasportare in Roma i corpi.de'ss. martiri
gl'imperatori d'oriente^ Porlo per due che ivi si veneravano, e si dice ancora che
-

POR POR 211


facesse smantellare la città, affinchè non per tale riconosciuto espressamente nei
vi si annidassero i corsari saraceni, men- diplomi imperiali. Nicolai, loco citato,
tre dall'altra parte rifabbricò e fortificò altamente encomiò la provvidenza di s.

Ostia (meglio edificò Gregorìopoli); im- Leone IV,anche perla cultura dellecam-
perocché verso 1*827 i saraceni annida- pagne, sebbene non fossero del tutto in-
tisi in Sicilia, sparsero colle loro depre- colte massime pei vigneti, senza impor-
dazioni il terrore sopra tutte le coste d'I- re ai nuovi coloni alcun canone o censo,
talia. Dipoi neir847 fatta una discesa così guarnì di popolo una città maritti-
presso Roma nella spiaggia portuense, ma, la quale poteva servire di difesa a
scorsero la campagna in tutte le direzio- Roma e di comodo al commercio come
ni, distrussero la città vescovile e sub- in passato. I terreni concessi in parte era-
urbicaria delle ss. Ruffina e Seconda o no dell'abbazia di Farfìi e di altri mo-
Selva Candida, e fecero quegli altri di- nasteri, e perfino di privati. Questo ri-
sastriche in più luoghi narrai , deva- popolamentódiPorto si effettuò nell'852;
stando, uccidendo e portando in iscliia- sembra però che presto svanisse, poiché
vitù. Neir849 saraceni i fermatisi con u- Porto non comparisce ne'documenti do-
na flotta a Toxar, presso Tisola di Sar- po tale epoca mai piò come città popo-
degna, presero di mira di fare una di- lata, ma appena di tempo in tempo co-
scesa a Porto, ma all'avviso del loro ar- me posto militare forse le nuove scor-
:

rivo accorse la flotta combinata de'na- rerie de' saraceni commesse neh' 876, e
polelani, amalfitani e gaetani in soccor- quelle che si rinnovarono successivamen-
so de'romani accompagnati da s. Leone te, fecero ritornare Porto nel primiero
IV, e fattisi incontro ai barbari nel li* squallore. Nel decreto di Leone VII del
torale ostiense attaccarono fiera e vitto- 986, forse apocrifo, ma scritto nel seco-
riosa zufUi; un vento tempestoso non lo. Porto viene chiamato Terram Por-
permise l'approdo ai barbari, che dispersi tuensenijeva dunque spopolato non aven-
ruppero nelle isole di Ponza, e molti ne do il titolo di cmlas o di castrum. Nel
furono presi e uccisi dagli abitanti. Una privilegio Reverendissimo et ss. Grego-
parte de'prigiouieri, condotta a Roma, fu rio fratri et coepiscopo s. Portuensis ec-
d'ordine de'magistrati appiccata presso desine j - Qnoniam semper^ di Giovan-

Porto, ed il resto messo in ischiavilù: ni XV (non XIII come riporta Ughelli)


lutto riportai a Ostia, a s. Leone IV, a del 929, diretto a Gregorio vescovo por-
Marina e in altri articoli. IlPapa fece tuense, col quale concede a lui e succes-
doni alla basilica di s. Ippolito nell'isola sori terram nostri sacri Lateranensis pa-
sagra e ad altre chiese di Porlo, che di- latii ad fossatiim faciendum ^ sicut in-
venuto deserto prese cura di ripopolarlo cipit per longitiidineni a flamine recte
e fortificarlo in guisa da porlo in sicuro juxta murum portuensis civitatis, ante
da siffatte scorrerie.Nel voi. XVII, p. 267 ejusdem portam qiiae dicitur major^ et
ed altrove raccontai come s. Leone IV of- exinde pergende usque in lacum Traja-
frì ai molti corsi rifugiatisi in Roma per num et ab ipso Trajano remeanle per a-
egual cagione il soggiorno di Porto, ed litui ossala m asque in supradictanifla-
f
accordò ad essi vigne, terre e prati cogli men, Itemque licenliam a nostra aposto-
animali, coi bestiami da lavoro necessa- lica majestate vohis concedimus tollen-
ri, da goderne essi e loro discendenti, fin- di aqaam ex ipsofliivio et per litas ejas
che fossero rimasti fedeli al popolo ro- ndttendi in eodem fossato quantum vo-
mano e alla s. Sede, giacché Porto con his^vestrisquesuccessoribusplacaerit,ec.:
lavasi fra' censi della romana Chiesa e dimostra che le terre date ai corsi era-
parte integrale del principato papale, e no ritornate sotto la dipendenza imuae-
211 POR POR
diala cìei palazzo pontifìcio; che il por- Vili confermò al vescovo Portuense, co-
to Traiano era nello stalo di lago come me Del priniicero p. 260,
rilevò Galletti,
oggi si vede, onde già la comunicazione ove riporta un documento del 102G, col
col mare era preclusa che allora fu a- ; quale le badesse di
Ciriaco locano a s.

perla una fossa dal Tevere a questo la- Benedetto vescovo Porto un molino di
go, e da questo nel Tevere, la quale in nel Tevere presso 1' isola Lìcaonia o di
parte ancora conservasi , e finalmente s. Bartolomeo, dicendo antichissimi di- i

che la città era presso a poco nella de- ritti che tal vescovo avea sull'isola. Sui

solazione d'oggidì, non fucendosi punto confini della diocesi portuense e de' suoi
menzione di popolo, ma soltanto de'cou* luoghi si può vedere Degli Elletti, Meni,
ti o gastaldi, che sembra avessero avu- del Soratte, luoghi convicini e loro per-
to in feudo questo sito. Un altro prezio- tinenze. Si rinnovano nella bolla le do-
so documento e del quale parlai in tan- nazioni di castelli, ville, poderi, p'esca-
ti luoghi, dichiara lo stato di Porto sul gioni e' casali. Quai»to propriamente al-
principio del secolo XI ; esso è un pri- la condizionedi Porto, in detta carta non
vilegio emanato colla boll^ Qtiolies illa, solo non si parla affatto della città popo-
presso Ugheliip. I i6, da Benedetto Vili lata, ma anzi si esclude qualunque po-
circa l'anno 1018 o loig, in favore del- polazione, giacche non si ricordano che
la chiesa portuense, della quale era sta- pochi uomini abitanti d'una torre, pro-
to vescovo. In questo diploma si deter- babilmente per difesa del litorale e del-
minano gl'importanti confini e la giu- la foce. Ivi si apprende che varie chiese

risdizione del vescovo e della diocesi di ancora esistevano, fra le quali s. Ippoli-
Porto, avendone indicato i Pofitì nel voi. to cattedrale si dice posta fuori di Por-
XXI, p. 35, che estendendosi fin dentro lo nell'isola, alla quale si dà il nome di
una parte di Roma, comprendeva tutta maggiore, cioè Isola sagra: vi si nomi-
la regione trastiberina insieme coli' iso- nano le chiese di s. Maria, di s. Loienzo
la e Chiesa di s. Bartolomeo (J^.), nella con un altro episcopio detto Vescovio,
qual basilica vi era il capitolo della cat- di s. Pietro, di s. Gregorio, di s. Teodo-
tedrale con l'uso della mitra, il vescovo ro, di s. Vito, tutte dentro la stessa cit-
vi celebrava le funzioni e conferiva gli tà j più si ricordano alquanto più lun-
ordini, avendo l'episcopio nel contiguo gi le chiese di s. Niijfa e di s. Aurea;
convento ; ed è perciò che a Pastorale fuori della città il castello Traiano, la

LETTERA notai chc tuttora il vescovo di contrada Scaraio, la torre Cocuzina, al-
Porto è il solo vescovo che nel pubblicar- tra in Molon, il fondo Bachato, anti-
la in Roma gode la sin^olar prerogativa che cisterne, bagni , il porto Traiano,
i

di spedirla colla data Datimi Romae. Da che si distingue dal lago, il palazzo det-
detta isola e ònWa Porta •Seltiiniana^ ri- to Preagesla , e finalmente la città Co-
montando il Monte Gianicolo j per la stantiniana colla chiesa distrutta de' ss.

Porta s. Pancrazio e la via Aurelia giun- Pietro e Paolo, ed il balneuni Feneris.


geva al ponte dell' Arrone sull'odierna La città era allora ridotta a vari terre-
strada di Civitavecchia ; di là per Pali- ni e fondi chiusi di mura, detti clausu-
doro, lasciando Palo a destra, torceva al raej qualche fabbrica più insigne anco-
mare per la tenuta di Maccaiese, e quin- ra restava, ma nel rimanente era un am-
di seguendo il litorale comprendeva la masso di rovine.
foce destra, VIsola sagra, e rimontan- L'Ughelli a p. 1 20 riporta la bollai'///?-
do il Tevere per la foce sinistra veniva plicantiuni desideriis annucnduninobis^
a raggiungere il Trastevere e l'isola, I dis. Leone IX del io49, ^^'^^ ^"^^^ "^^

quali confini e giurisdizione Benedetto io54 e diretta al dilettissimo in Cristo


POR POR 2i3
fratello, Giovanni vescoKO di Porlo e suoi galere per la foce destra (ch'è rullima no-
successori in perpetuo, colla quale con- tizia dello stato navigabile di tal foce finoa
fermò tutti i privilegi, giurisdizioni ed Paolo V, secondo Nibby), dice Ferlone a
Il
estensione topografica della diocesi, con- p. 125, una fiera burrasca lo arrestò a
'
tenuti nella bolla di Benedetto Vili, con Porto e per poco non rimase vittima dei
piccola varietà di nomi cagionata dagli tedesciii che guardavano la ripa: con-
amanuensi. Con questo diploma Giovan- venne al cardinal Ugo d' Alatri per pro-
ni viiìse la controversia contro il vesco- seguire il viaggio col favore della not-
vo di SelvaCandida Crescenzo, sopra la te prendersi il Papa sulle proprie spal-
giurisdizione delle due chiese di s. Adal- le in Porlo Romano e lo portò al castel-
berto e 8. Paolino (ora s. Bartolomeo e lo di s. Paolo d'Ardea (così chiamato per-

s. Giovanni Calabita) nell'isola Licaonia chè divenuto proprietà del monastero


di Trastevere, ed ottenne la conferma di di s. Paoladi Pioma), non potendo il Pon-

questa e di tutta la regione trasliberina tefice per la grave età aver lena di fug-
alla diocesi di Porto. Siccome nella carta gire a piedi; posto così in sicuro, per Ter-
peutingeriana sono indicate due torri al- racina comodamente passarono per ma-
l'estremità delle corna del molo, da quje- re a Gaeta, come riferisce Cardella, Meni.
sti due diplomi può riconoscersi che una stor. de' cardinalij 224.
t. i, par. r, p.
si dicesse Cocuzina o Cocuzuba, l'altra Poi dirò come il successore Calisto
uni li

in Molono Monlone. W fandus Badia- a questa sede vescovile altra suburbica-


tus trasse nome dal faro che ancora do- ria, ciò che confermò nel i236 Grego-

vea ravvisarsi; ma Tessere ridotto il con- rio IX, per la poca distanza e scarsa po-
torno del faro a fondo, mostra che il ma- polazione delle due diocesi. Nel novem-
re essendosi già a quelT epoca ritiralo, b»e i2o4 approdò nell'isola sagra Pie-
specialmejite lungo il braccio sinistro, il tro II re d'Aragona, che Innocenzo III
luogo da questo occupato era divenuto fece consagrare o coronare nella Chiesa
terreno sodo. La distinzione che ivi si os- dis. Pancrazio dal cardinal Gailuzzi ve-
serva fra il lacus^ ed il portus Traiani, scovo di Porlo; meglio a CoronaziOxXE
setnbra essere la «tessa che si pone fra de're. Nel i346 era il castello di Porto
Traiano e Traianello ^ cioè col i." inten- in potere di Martino, che dicevasi signo-
diamo vero porto esagolio di Traiano,
il re di Porto, nipote del cardinal di Cec-
ecol 2.° il gran recesso che forma il porlo cano; il famoso Cola di Rienzo lo fece
Claudio e che è ancora palude, il quale impiccare, quindi ottenne questo castel-
lo mette in comunicazione col porto Tra- lo insieme a quello d'Ostia. Non essen-
iano; in guisa che a que' tempi per lago do più frequentata la destra foce del fiu-
intendevano il porto, e per porto il re- me, scarse notizie si hanno di Porto nei
cesso, come men lungi dal mare. tempi bassi, dalle quali si può rilevare
Dopo tumulti cui soggiacque nel me-
i che un posto fortificato sempre vi si man-
morabile pontilìcato di s. Gregorio VII, tenesse, quale principalmente si restrin-
continuava Porto a restare sotto il domi- gesse al recinto dell'episcopio attuale, per-
nio papale, come rilevasi dalla Cronaca chè meglio ivi si domina il canale del fiu-
cassinese parlando di Vittore II l del 086,
1 me. Risorte però le lettere, la magnifi-
con indizio che quantunque deserto era cenza delle romane rovine e il porto Tra-
riguardato sempre come luogo forte, e iano, che conserva quasi intatta la for-
forse era vi qualche presidio come in Ostia ma, vi attrasse i dotti e gli artisti, e co-
per signoreggiare il corso del fiume. Nel minciò nuovo a frequentarsi. Pio II
di
1 1 18 Gelasio II^F.), nel fuggir da Peo- nel maggio 1/^61 invitato ad Ostia dai
nia sul Tevere co'suoi a'3 marzo con due vescovo cardinal d'Estouteville, s'imbar*
ai4 POR POR
co sotto TA ventino con 4 cardinali. Giun- porlo, ed ai 9 novembre i483 passò da
to a Ostia venne alloggialo sontuosamen- Ostia a Porto; vi pranzò coi cardinali e
te nell'antico palazzo episcopale, riceven- si recò a passeggiare al prossimo lido, os-
do l'ofTerta di 7 sturioni, chiamati lupi servando le antiche rovine e il faro. Nel
del Tevere, ducentariim et quìnquagiii- suo pontificato dal vescovo Borgia poi A* 1
ta libraruni wiius pomìns esse 'dixcre lessandro VI fu risarcito il circuito mer- I
(scrisse Io stesso Papa). Pregalo dal car- lato del castello (che occupa il luogo del-
dinal Carvajal vescovo di Porto, di re- l'antica rocca Portuense) e dell'episco-
carsi in questo luogo, in una nave vi si re- pio, come si dimostra dalla costruzione
cò Pio 11, 11 cardinale per riceverlo sulle e dalle sue armi di marmo poste sulla
antiche rovine eresse una specie di padi- porta di mare del castello. Prima che
glione con tende(nlcuni dicono ch'esso do- Innocenzo Vili si pacificasse col re di
nasse gli storioni), formato di fraschee di Napoli, nel i486 Porto andò soggetta
giunchi, il Papa vi slette allegrissimo e par- alle scorrerie del duca di Calabria ; for-
lò molto colla elegante sua facondia ed e- se allora o nel pri liei pio del seguente se-
rudizione delle antichità di Porto^come colo la torre del faro scomparve. Poscia
«i legge in Barrerà, Comment. card. Car- nel i556 presso la foce del Tevere per
vLijalìs. Lo stesso Pio II ne' suoi Coni' la guerra contro gli spagnuoli fu posto un
mentarì fa la descrizione di Porto e del- campo dai Caraffa nipoti di Paolo //^,
le sue rovine, dalla quale si rileva an- contro le milizie del duca d'Alba che e-
cora, che la chiesa di s. Ippolitoy'rtcc^ Je- ransi accampate sulla foce opposta pres-
tecta, parieles ianlum exstant, et turris so Ostia da una carta di quell'epoca ap-
:

campanaria, sine campanis^ non ìgno- parisce che lo stato di Porto e sue adia-
bìlisj che si vedevano magnifici avanzi cenze differiva di poco dall' odierno, se
de'marrai, statue e colonne; che disti ul- non vuole contarsi il prolungamento che
ta la città, in forma di castello era ri- da quel tempo ha ancora fatto la spiag-
dotta, essendo l'isola piena d'armenti; ri- gia pe'depositi delle arene. Nel i583 il
manendo ancora le vestigia della torre vescovo cardinal Cornia restaurò l'epi-
del faro, le quali Pio II vide da lontano scopio e la cattedrale, e verso quel tem-

nel mare, cioè da Porto attuale, prova po Gregorio XII fìibbricò in Porto mol-
che non si erano ancora le acque intie- ti magazzini, "secondo Novaes, e per le
'ramente allontanate, come lo è oggi. II premure di detto vescovo impiegò Gio-
Papa concepì l'idea di ripurgare il por- vanni Fontana a Porto ad assicurare il
to, ma non la effettuò: errò il Piazza in transito alle barche nell'imboccare il Te-
dire che lo ricevè in Porto il cardinale vere. Riporta Fea nel supplemento alle
Estouleville. Aggiunge Pio II ne' Coni- notizie sulla Fossa Traiana e canale di
me/z?<7/7, che ritornando da Porto in Ostia Fiumicino, a p. 161 deWa 3Iiscellafìeay
i pescatori presero un grossissimo delfi- che nel 1579 ^^ legni di corsari barba-
no, che portato in corte del cardinal Es- reschi accostarono a Ostia, ed esposti in-
touleville ne mangiarono tutti abbondan- torno allo stagno di Fiumicino 3oo dei
temente. L' insolila preda fece temere suoi, si diedero a saccheggiare, a far pri-
burrasca, che non tardò a verificarsi nel gioni e a mettere a ferro e fiamma i vi-

modo il più tremendo, sino a minaccia- cini ricetti.Forse questo sbarco contri-
re l'episcopio: solo il Papa tranquillo det- buì a far venire in mente a Gregorio XIII
tava al segretario Patrizio, ma compreso la riattivazione e riapertura del canale,
ilpericoloin procinto d'uscire dal palazzo, con una torre di guardia nell'isola, che
la tempesta cessò. Anche Sisto IV che fu ancora chiama Gregoriana odi s. Ip-
si

pel fiume a Ostia voleva ripurgare il polito. NcH'iscrizione posta nel i583 dal
POR POR 2i5
cardinale nell'episcopio e riportala da cedesse per la Fiumara, come pare rile-
Ughelli apprende a schiarimento del-
si da questo Pa-
varsi dagli Statuti di Ripa,
abbandonata
ì'esposto, che la città era pa confermati nel iGSq; quindi per la
dalla popolazione commerciante e da diminuzione dell'acqua della Fiumara,
quella per servizio del canale navigabi- rendendosi più difficile il suo passaggio,
le; impraticabile canale stesso; e che
il onde tutto si voltasse il commercio a!
il cardinale cooperò a rimetterlo in qual- nuovo o riaperto canale. Forse perciò nel
che attività, forse d'accordo col Papa. 1 662 Alessandro VII alzò e munì la tor-

Sulla ripa avanti la Torraccia si vedono re dal suo nome detta Alessandrina, ora
leprime passonate cominciate e protrat- tanto lontana dal mare e nel 18 19 ri-
te in mare dal Fontana, lodate e difese dotta a dogana, in sostituzione di quel-
dal Rasi. Paolo V nel 1612 rinnovò e la a Capo due rami, per la custodia del-
perpetuò Terrore del per tanti titoli be- la foce del fiume e per la sicurezza del-
nemerito imperatore Traiano, e colla de- le navi che approdano dal mare e pel
finitiva rovina d'Ostia, rinnovando o Tevere navigano a Roma. Nel n.° 4335
riattivando o ripurgando la Fossa Traia- del Diario di Roma si legge la relazio-
na, ramo destro del Tevere, ora Fiumi- nedell'andata in Porto di Benedetto XIV
cino, provandolo ti Fea e deplorando la a'29 aprile 1 745, con due cardinali, la
pregiudizievole divisione delle acque u- corte e la guardia svizzera. Alla Casetta
iiile del Tevere, il cui corpo fu tanto en- di Mattei si cambiarono i cavalli, e ad
comiato dagli antichi; quindi a forza di ore 1 4 il Papa giunse in Porto fra gli spa-
passonate si volle.sostenere il canale bia- ri della torre, ricevuto alla cattedrale dal
simato di Fiumicino con annua spesa e vescovo cardinal Albani coi principi ni-
contro difficoltà naturali insuperabili, poti. Nel coretto udì la messa, quindi si

contro la vera intenzione di Traiano che recò a Fiumicino con tutto il seguito: fu-
era di profittare del porlo di Claudio am- rono tirate 2 volte le reti, venendo pre-
pliandolo, oggetto ora mancante; laon- sentato al Papa un grosso sturione, che
de Fea consigliò di chiudere la Fossa donò in Roma al re d'Inghilterra. Ritor-
Traiana per ripristinare la integrità del nato a Porto, Benedetto XIV pranzò so-
Tevere o almeno di rimandare alla Fin' lo, assistito dai 3 cardinali e altri perso-
mara le acque di Fiumicino con una so- naggi, i quali colla corte passarono a lau-
la spesa definitiva per sempre, dopo aver ta mensa quando il Papa andò a ripo-
fatto conoscere l'andamento felice del Te- sare: ove mangiò venne eretta una la-
vere prima di Traiano, con la piena for- pide permemoria. Il vescovodonò al Pa-
za delle sue acque. Fea inoltre osserva pa un busto di s. Francesco di Sales di
che già Gregorio XIII avea fatto qual- porcellana di Sassonia con scrivania e
che cosa, prima che Paolo V con l'ope- due tabacchiere, ed un bel corpo di li-
ra di Carlo Maderno facesse quanto si bri; inoltre il cardinale fece nobili re-
è detto, di che vi è lapide sulla casa che gali ai due colleghi, ai prelati e altri pri-
fabbricò a Capo due rami per l'assegna mari della corte. Benedetto XIV avanti
delle merci a chi veniva su per l'una di partire da Porto venerò nella catte-
l'altra foce; e che il canale nella bolla drale il ss. Sagramento esposto come nel-
di Paolo Vchiamato Flumicinus^ Nova l'arrivo, e giunse a I^orta Porlese alle
fossa, per la sua piccolezza in confron- ore 24. Dopo la inondazione del lySo-
to della Fiumara, ossia il braccio sini- 5i Benedetto XIV spedì a Fiumicino
stro ora del Tevere, vi era presso a po- il celebre p. Bosco vidi per esaminare le

co qual è presentemente. Fea dubita che cagioni e rimedi de' danni seguiti nel-
la navigazione finca Urbano Vili prò* le passonate, le cui relazioni Fea pubbli-
2i6 POR POR
co a p. 4^, // Tevere navigabile^ chia- cui è delizioso il soggiorno, per salute o
mandolo sostenitore e fautore delle pas- sollievo, per godere
1' aria marina o il
sonate, le quali, egli dichiara, che col- divertimento della caccia, essendovi sem-
l'andaì* deglianni saranno cagione che pre aperta comoda locanda di tutto for-
ilfiume da se ritornerà al suo corso do* nita. Il borgo dal nome volgare delia fo-
ve la natura lo chiamò in origine, cioè ce destra prese quello di Fiumicino. Qui
nel tronco destro del Tevere aperto dal- termina suo canale fortificato da gran-
il

la natura prima di Traiano. Nella cita- di palizzate che va ad unirsi al mare, ed


ta Miscdlnnca, Fea riporta il parere di essendo la sua imboccatura assai peri-
Muti, La Tiber ia de jSuWa pericolosa boc- colosa, i navigli per non naufragare so-
ca e spiaggia di Fiumicino, senza riparo no regolati dal piloto che vi tiene il go-
esposta ai più perniciosi venti. Clemen- verno. Leone XII ordinò che si ripiglias-
te XIV fabbricò a Fiumicino la torre, se, secondo l'antica istituzione, l'interrot-
compita nel 177 3 e dal suo nome chia- ta protrazione annua delle punte delle
mata Clementina, per difendere la foce passonate di Fiumicino, onde rendere fa-
del Tevere, ma il mare si è di mollo anche cile e sicura per l'ingresso de' bastimen-
da essa allontanalo: sopra la medesima ti questa pericolosa foce. Nel 0.^41 del-
vi è la moderna lanterna, che nella notte le IVolizie del giorno i%2S si riporta, che

rischiara ai naviganti il sovente malage- B'28 settembre giunse alla foce di Fiu-
vole ingresso del fiume. Vi risiede il ca- micino il primo battello a vapore che sia-
stellano che ne ha in cura l'ingresso del si veduto nelle acque del Tevere, desti-

porto-canale, la sicurezza de'bastimenti, nato a rimorchiare, in, vece de' buffali, i


eTadempimentodelle leggi sanitarie. Nel legni che dal mare vogliono approdare al
1787 il tesoriere Ruffo nell'isola sagra Porlo di Ri p agrande [f'^.),£<ihi>v'ica\.o dal
fece costruire la chiesa del ss. Crocefis- piacentino Gaetano Testa con macchinf\
so, ed ivi .sono pure i casini per l' inge- inglese avendo Rasi nell'opera SiilTe-
:

gnere e per l'assentista delle passonate, vere dichiaralo i difetti e gli sconvolgi-
ministri camerali. In tale anno fu rimos- menti cagionati dal tiro de' buffali, dei
sa la colonna ch'era avanti l'antica chie- bastimenli dalla foce del fiume a Ripa-
sa diruta del Crocefisso o Cristo vecchio^ brande, avea propostola sostituzione del-
con iscrizione che indicava avere ivi ter- le barche a vapore. L' intrapresa poco
mine la giurisdizione della presidenza deh durò, finché stabilmente furono intro-
le ripe, e principio quella del commis- dotti4 piroscafi o battelli a vapore da
sario del mare, e la franchigia del por- Gregorio XVI ; questi nel i835 fecce-
to di Fiumicino. Pio VII e Leone XII seguire diversi miglioramenti a Fiumi-
per cura del tesoriere Crrstaldi nel 828 1 cino e sua foce, ed attribuì la sua am-
incominciarono l'erezione dell'odierno ministrazione governativa, economica e
paese di Fiumicino presso la torre, con municipale al prelato tesoriere, onoran-
borgata e buone fabbriche di decenti a- dolo tre volte di sua presenza, L' avv.^
bilazioni fatte da particolari proprietari, De Domi nicis- Tosti, Dissert. de operi-
la cui graziosa e bella chiesa edificata con bus publiciSf p.28, dichiara l'operato del
disegno del cav. Valadier, fu consagrata Papa così ; Alque huic operi (quanto fe-
solennemente in onore della B, Vergine ce al porto di Civitavecchia), quodani af'
nel 1828; mentre prima non vi erano fiìiilatis nexu socìalur tuni novus, in ter
che meschine capanne di pescatori, riu- dirulas Trajani portus vìolcsj laxatus
nendovisi una piccola popolazione di cir- alveus cjuani primuni absolvendus, quo^
ca 600 anime, oltre romani e altri che i naviumnautanini'
et aeris salubritatì, et
vi si recano massime nella primaver-a, io que securitali proipecturnestj tuni, quid*
POR POR 217
auìd,provìdenlissinii prìncìpis j'nssu ah- medesima e diverse distinte persone. In,-

soliituni vidimus, ut in Tiheris astio pe- di fra le acclamazioni di quanti vi erano


riclitanlia tutarentur nm>ìgia. A p. 5o accorsi, si recò a piedi all'estremità de-
riporta la marmorea iscrizione perciò e- ove in una cameret-
stra della palafitta,
retta in Fiumicino a Gregorio XVI in ta Gregorio XVI con mg.'" Tosti ed il
detto anno. cav. Venturoli presidente del consiglio
Nel siipplimento del n.° ^i del Diario d'arte, l'ispettore Brandolini e l'ingegne-
di Roma i835 viene descritta la prima re del porto Giorgi, esaminata la focedel
gita del Papa a Fiumicino ili 4 maggio, in Tevere e ponderato maturamente quan-
compagnia di mg/ Patrizi mnggiordomo, to vi occorresse di opportuni lavori, il
di nJ2[/ Fiesclii maestro di camera e del Papa ordinò, che gl'ingegneri del corpo
resto della corte domestica , cambiando d'acquee strade presentassero un proget-
le guardie nobili , i dragoni ed i cavalli to d'un regolatore alla punta di Capo
a Ponte Galera. Nelle vicinairize del lago due rami, pel cui mezzo si potesse intro«
Traiano, adiacente alla vasta possidenza durre regolatamente nel canale di Fiu-
del marchese Domenico Pallavicino di micino maggior corpo d'acqua, onde av-
Genova, il santo Padre trovò un sontuo- valorare la corrente , e renderla capace
so arco trionfale di ottimo stile, sormon- di escavare lo scanno ed aumentare sta-

tato da un gruppo diPtoma cristiana trion- bilmente il fondale; e che intanto si prov-
fante degli errori della profana, e dal pon- vedesse al prolungamento delle palafit-
tifìcio stemma, con due analoghe iscri- te e con ogni altro rimedio. Dipoi il Pa-
zioni, colonne rostrate, trofei militari e pa si recò poco di lì lontano sulla spiaggia
figure alate esprimenti la fama. L'arco del mare, onde esservi spettatore d'una
fu eretto per ordine di tal signore, ed e- pesca, sotto elegante padiglione: la mu-
seguilo dall'architetto Holl,per cura del sa fecondissima del p. Rosani con epi-
di lui intendentecav. Agostino Rem Pic- gramma estemporaneo supplì in certo
ei, che ne fece rispettoso omaggio nel pas- modo allo scarso prodotto che se n'ebbe
saggio del Papa, tra il fragore de' mor- per r agitazione delle onde. Preceduta
tari e la musica delle bande militari. Sua quindi dal suo corteggio, fra le acclama-
Santità volle trattenervisi per osservarlo, zioni Gregorio XVI si avviò al palazzo
ed esternò in modo cortesissimo il suo gra- camerale nell'isola sagra, già delle fami-
dimento, ammettendo al bacio del pie- glie Primoli e Giiaud fibhricato nel ,

de il cav. Rem-Picei e la sua famiglia, 1765, diverso dal casino camerale pres-
benedicendola paternamente insieme a- so la torre Clementina, eretto nel 1828
gli astanti. P».eplicali colpi dicannonedei- dal lodato Cristaldi che immaginò e pro-
la torre Clementina salutarono l'arrivo mosse l'edificazionedella borgata. Prima
in Fiumicino del Papa, che venne rice- di trapassare il ponte levatoio si fermò

vuto alla chiesa fra il suono delle cam- ad osservare un elegante e ben adoino
pane e della banda de' dragoni da mg.' arco con iscrizioni, fatto elevare da mg.'^
Tosti tesoriere generale, dal vicegover- Tosti. Giunto all' altra sponda visitò la

natore e commissario di sanità, dal rin- chiesa antica e poscia asceso in detto pa-
contro del governo, e dal comandante la lazzo aaimise alla sua mensa oltre alla
truppa di finanza, la quale come l'altra nobile sua corte, il cav. Rem-Picei e tut-

di artiglieria erano ivi schierate. In chie- ti i nominati, i cav. Sebregondi e Dischi,


sa adorato il ss. Sagramento, ne ricevè ed i prelati Soglia, Mangelli e Traversi.
il Papa la benedizione da mg.'' Tevoli e- Dopo il desinare il Papa osservò all' al-

leaìosiniere, e poi in sagrestia ammise al tra sponda del canale la fornace e la fab-
bacio del piede i sacerdoti addetti alla brica di vasi e di figuline di vario gene-
-

2i8 POR POR


s;fi che vi piogredisce felicenìente, di pro- lanavigazione sul Tevere cessò di appar-
prietà dell'encomiato marchese. Asceso tenere al suo ministero, e dispose che il
incarrotza fra gli evviva di tutti fece ri- governo di Porto e Fiumicino tornasse
torno in Roma, incontrato per lungo trat- sotto la giurisdizione del presidente del
to fuori di porta Por tese da numerosa la Conia rea di Roma.
affluenza d' ogni ordine di persone onde La luce del vangelo la ricevette Por-
festeggiarlo. Che Gregorio XVI a' 1 5 ot- to fino daltempo de' principi degli apo-
tobre 1839 fece altra escursione a Fiu- stoli,avendovi piantata una cristianità
micino a vantaggio del canale e foce, lo che ben presto divenne fiorente Io sles-
dissi a Ostia j visitando la cattedrale di so s. Pietro, come narra il Ferrari cita-
Porlo. Pel medesimo importante ogget- to dal Piazza , riferendo le parole di s.

to, Papa vi ritornò a'6 maggio i84'.


il Ippolito, il quale esortando i fedeli alla
Quanto all'inlroduzione de'ballelli a va- costanza nella religione ne prendeva mo-
pore e rimozione totale de' buffali, deli- tivo : Ut quani fideni a ss. Pelro et Pau-
berata nel 1841 e definitivamente effet- lo traditam, romana tenet ecclesia re-
tuala nel 844> che recavano nel rimur-
1 tineret.Questa città e chiesa sino dai suoi
chio danni alle ripe, vedasi Delle bar- : primordi vanta ne'suoi fasti le glorie dei
che a vapore e di alquante proposìzio- martiri, quali furono s. Giacinto 3o an-
i

ni per rendere più sicura e piìi agevole ni dopo la morte di s. Pietro, ed regi- i

la navigazione del Tevere e della suafo- strati da De Magistris e da Piazza. Os-


ce in Fiumicino j ragionamento del conini. serva Nicolai, che la opportunità del Por-
A, Cialdi, Roma i845, con veduta del to Romano invitò a dimorare nella sua
Porto di rifugio o rada artifiziale da far- città gran moltitudine di persone indu-
si davanti alla foce del Tevere detta co- striose, poiché fino dai primi secoli del-
munemente Fiumicino, mediante an- la Chiesa fu questa città riputata degna
che la stazione d'un bastimento a vapo- di avere il proprio vescovo, non ostante
re, e il collocamento d' un frange-onda la vicinanza di Pioina, immediatamente
o sìa d'un moloo antemuralegalleggian- soggetto alla s. Sede, come lo è tuttora,
te, con un faro all' estremità del mede- di essere prima il 3.° de* Vescovi subur-
simo verso ponente, ed altro fu'o mino- bicari[F.), poi il 2.° dopo l'unione con
re a fuochi variabili sull'estremilà pro- ss. RuUìnaSeconda o Selva Candida,
e
lungata del guardiano a sinistra della foce ed in conseguenza la 2." in dignità di
medesima. Di questa opera se ne legge tutte le chiese della cristianità ,
perciò
un importante estratto neW'Àlbum, voi. destinata sempre al cardinale o sotto-de-
|3, p. 269, del dotto ragguaglio letto cano del Sagro Collegio ( F!), il quale nel-
all'i, r. istituto veneto di scienze, lettere r assenza o impotenza del cardinal De-
e arti del riputato ingegnere Giovanni cano (P^.), ne fa le veci in tutto, come di
Casoni. In detto anno i844 '' tesoriere, vescovo assistente quando il Papa solen-
come presidente delle ripe, emanò il re- nemente celebra. Questa illustre sede ab
golamento per la riscossione delle tasse immemorabile è stata onorala di vesco-
e degli altri proventi spettanti alla pre- vo cardinale, ed è perciò che vanta uno
sidenza delle ripe; e disposizioni per
le splendido novero di personaggi celebii
che giungono al-
facilitare ai bastimenti, per virtù e dottrina, non che per ma-
le foce del porto canale di Fiumicino, il gnanime azioni, molti de'quali divenne-
modo di alleggerire il carico per rimon- ro decani del sagro collegio, ed alcuni
tare il Tevere. Pio IX col moto proprio furono elevali al sommo pontificato. Di
de' 12 giugno 1847 esonerò il tesoriere sopra parlai dell'antichissima cospicua
dalla pro-presidenza delle ripe, e perciò prerogativa della chiesa Portuense, go-
POR POR 9
dula per molti secoli, della giurisdizione la una orazione Papa, riportandogli
sul
episcopale che il suo vescovo esercitò in esempi de'cardinali vescovi di Porto sot-
Roma nell'ampio rione di Trastevere, to-decani che consagrarono i Pontefici
con palazzo vescovile e chiesa in cui e* per impotenza del decano vescovo d'O-
sercilava pontificali, cui per
i
1* unione stia e Velletri. A.Decano avendo descrit-

di Selva Candida si eslese nella Città Leo- te le sue sublimi preminenze, il vescovo
nina (F.) , altra nobile parte di Roma. diPorto come sotto -decano gli succede
Prima però che si effettuasse. Papa s. immediatamente. Ivi dissi ancora della
Leone IX nel concilio Laterano decise a Oziane (al quale articolo parlai della fre-
favore del vescovo di Porto la controver- quenza di quelle di Porto e Ostia, e ri-
sia con quello di Selva Candida j sopra portai la formola del cardinal vescovo
la pretensione sulla chiesa di s. Adelber- della i." per passare alla 2." anche fatta

to, poi s.Bartolomeo nell'isola trastibe- per procuratore) al vescovato d' Ostia e
rìna, il quale aveva il suo episcopio rira- Velletri o a quello di Porto, con gli esem-
petto alla medesima accanto alla chiesa pi di quelli che non vollero passarvi^ ri-

di s. Paolino, ove al presente è Vospeda- portando quanto in propositostabilirouo

s. Giovanni di Dio,^e\ privilegio di


le di iPapi, insieme agli esempi di quelli che
Benedetto IX, concesso a Benedetto ve- volendo restar vescovi di Porto ebbero
scovo di Porto, di consagrarla, fissando nondimeno il decanato; avvertendo quan*
con essa i confini dèlia diocesi. Pertan- do il decano e sotto decano incedono in
to, dopo l'unione, il vescovo di Porto carrozza col Pontefice, e dicendo dell'a-
nelle due regioni consagrò chiese, altari, pertura della Porte sante [V.) fatta dai
vescovi, ordinò chierici e sacerdoti, ve- vescovi di Porto, di s. Paolo se non è ar-
stì monache, faceva la s. visita e teneva ciprete Lateranense o Liberiano, che al-
tribunale ecclesiastico. Celebrava ponti- lora fa la funzione in esse, equando d'u-
ficalmente nell'altare papale della basi- na dellemedesime lo è il decano, percui
lica Vaticana nella domenica delle pal- si hanno molte medaglie coniate per la
me , nel giovedì santo, nella domenica chiusura dai caidinali Portuensi, aven-
gaudete, nella festa di s. Andrea aposto- do notato che il cardinal Buglione aprì
lo, nelle solennità dell'Epifania, Ascen- la Vaticana per Innocenzo XI 1.
sione e Pentecoste, ed in tutti que' gior- La seriede'vescoviUghelll la incomin-
ni ne' quali il Papa non poteva o non cia da s. Ippolito. Altrettanto fa Piazza
voleva celebrare in tal basilica, come af- neir elenco de' più segnalati, e dichiara
fermano Braucacci, sex Dissert. de opt. che di quelli de'primi secoli appena se ne
episc, p. Vaticana con-
1 18, e Borgia, conosce il nome, niuno avendo però detto
fessio^p. 4B,avvertendo chequesto pri- se prima di s. Ippolito vi fossero stati al-

vilegio gli derivò come vescovo di Selva tri vescovi, mentre la cristianità era nu-
Candida,al quale l'avea concesso nel 1 026 merosa sino dai tempi apostolici; nondi-
GiovanniXIX, e confermato nel vesco- meno non pare probabile, che mentre
vo Portuense da Gregorio IX. Altra pre- S.Pietro ed i suoi primi successori man-
rogativa era la parte che il vescovoaveva darono vescovi in luoghi remoti e di mi-
nella Coronazione dell' imperatore (V.) nor lustro, avessero trasandato Porto al-
recitando la 1.^ orazione sul medesimo lora popolalissimo e florido per approdo
nella detta basilica in mezzo alla rota di di navi e traffichi. Alcuni dicono che que-
porfido, ed in quella di Federico 111 nel- sta sede vescovile già fioriva assai nel
1'unzione fece le veci dell' Ostiense. A. 25 r, altri controvertono l'epoca di s. Ip'
Consacrazione de'Pontefici notai eh' è polito vescovo (V,) come di quale sia (ne
uno de'3 cardinali suburbicari che rcci- trattò il diocesano Ruschi) di tal nome.
220 POR POR
Pu\7.za e Uglielli chiamnno il nostro t. che rinvenuta sotto s. Leone li presso».
Ippolito (li nazione araI)o, metropolita- Lorenzo fuori le mura nell' agro Vera-
no (Iella provincia eli Arabia, ilisccpolo di no, fu da Marcello II o da Pio IV collo-
demente Alessandrino , da cui (u esor- cala nella biblioteca Vaticana, sitigola-
tato a portarsi ad Liinina aposloloruni re per merito d'arte e pei due celebri ci-
e visitare i c/nniteri e catacombe de' ss. clicomposti dal santo per la celebrazio-
martìri, delle cui rare virtù e dottrina ne della Pasqua (e scolpiti in greco sulla
allenalo s. Calisto 221, non s. Ce-
I del cattedra ove siedo) e per confutarci quar-
lestino I fiorito nel 49^> '^^ '^•"^ò vescovo todecimani, calendario intorno a cui scris*

di Porlo, e se ne valse in gravissimi af« sero tanti dotti ed in ispecie mg. ^Bianchi-
lari della Chiesa, dopo aver governato in ni. Mg.^' Bartolini, Della celebratissiina
qualità di parroco il rione di Trasleve- statua di bronzo di s. Pietro che si ve-
re. Avendo solferto un* lungo esilio con nera nella basilica l'aiicana, osserva
s. Ponziano Papa, di età sopra c)0 anni che il simulacro marmoreo di s. Ippoli-
sostenne sotto I imperatore Alessandro to sia dell'epoca dell'imperatore Filippo
nel 229 inPoito il martirio, o per aver (Io 4ivenne nel 244)) ^^^ -^ebbene secon-
convertilo al cristianesimo la di luì ma- do alcuni cristiano a vea per moglie Mar-
<h'e Flavia Mammea, o pel fervore con cui cia Severa pagana, la quale (prima che
in Porto dilatava la fede, e d'ordine di fòsse imperatrice) fu istruita e converti-

Ulplano prefetto di Roma. Baronio lo ta alla fede da s. Ip'polito, e poscia per


v\\\i\\xih orietili s et occicìentis decus, aUa- gratitudine e per averlo presente fece e-
mente lodandolo il martirologio, s. Gi- seguire la delta statua di marmo per te-
rolamo ed Eusebio che ne illustrarono nerla nel suo gabinetto, facendolo rap-
le opere. La sua fesft si celebra nella i.' presentare fedente, e in alto di spiegar-
domenica dopo Pasqua, perchè il cardi- le i misteri della fede, col paludamento
nal Antonelli vescovo, nel 1802 otten- filosofico e il libro delle divine scrittu-
ne da Pio Vii che la trasferisse dai 22 re, non che scolpile in greco il catalogo
agosto, come stagione in cui è pericoloso delle sue più celebri opere, specialmen-
celebrarla in Porto. Il suo corpo fu se- te riE'.9or/<72/o/2<? che il santole fece. Quin-
^iolioneW Isola sagra^come lìoi^ì in prin- di pegli argomenti che adduce, e somi-
cipio, nel luogo del martirio ed ove fu gliando la statua in gran parte a quel-
eretta la basilica del suo nome, il quale la di s. Pietro, questa attribuisce non so-
lo prese ancora il vescovato di Porto e lo alla slessa epoca, ma alla medesima
la diocesi. Piazza crede che il corpo di s. imperatrice, per quella venerazione che
Ippolito fosse trasportato da s. Leone IV s. Ippolito le aveva ispirato pel principe
nella chiesa del memoralo ospedale, la degli apostoli di cui era divolissimo pa-.
quale divenne giurisdizione del vescovo negirista, lo che ritiene confermato dal-
di Porlo, cui la confermò S.Leone IX col- l'iscrizione pure in greco che avea la sta-

la ricordata bolla. Cancellieri , • Ccnota- tua. Degli ElFetti riferisce chealcuni dio-
•pìùum, p. 3 [, attribuisce a Papa Formo- cesani di Porto, ritiratisi in Civita Castel-
so la traslazione del corpo di s. Ippolito lana, vi edificarono la chiesa di s. Ippo-
con altri corpi santi portuensi. Una par- lito, col quale nome egli chiama la dio-

te tuttora si venera nella cattedrale, al- cesi Portuense. Diversi punti critici e con-
tra sotto l'altaremaggiore della chiesa troversi su s. Ippolito vescovo (da alcu-
dis. Giovanni di Dio, ed altra parte o la no detto della romana provincia e per-
principale nella Chiesa di s. Lorenzo in ciò appellato Papa romano) e patrono
Daniaso[ F.),ove ricordai la sua statua di principale di Porlo, sono eruditamente
marino ivi eretta, copia di quella celebre trattali con importanti brani di storia
POR POR 22f
della cliiesaPorluense nella dissertazione: della; siccome di tutti i cardinali scrivo
Constautìnì Rnggerude Porliicnsis. Hip- le biografie, così le indicherò col ripor-
poìyti episcopi et martyris sede^ disscr- molte delle quali par-
tarli in corsivo, in

talio poslhuma ab Achille Riischio Por- lai della chiesa Portuense e de' benefizi

tiiensis dìoecesis ahsoluta et ndnolationi- da loro fatti. Giovanni che nel 797 sot-
bus mieta ad Clementem XIl\ Roiuue toscrisse un privilegio per la chiesa di s.

1771. Salvatore della citlàLeonina.iS'/e/^z/zocar-


II 2.° vescovo di Porto fu Gregorio dinale fu aJ concilio romano dell' 826;
del 3i4, t;ioè di quelli che si conosco- Rodoaldo a quello deir853, indi legato
no; il 3.° Romano del 870 circa, venendo a Costantinopoli di Nicolò I per l'intru-
successivamente registrati i seguenti da sione di Fozio, poscia neir863 al conci-
Ughelli e Lucenzi. Damaso, al quale ed lio di Metz, in cui prevaricò per danaro,
a Teodosio senatore di Roma, il monaco nell'approvare il matrimonio di re Lota-
Eusebio, librum inscripsilde transita s. rio colla concubina, per cui Nicolò I ne! si-
Hieronynii magistri suì^ che mori nel 4^0 nodo nella basilica costantiniana neir864
circa. Pietro intervenne al concilio roma- lo spogliò di sua dignità e separò dalla
no del 465. Di Glicerio ordinato nel 474» comunione de'fedeli. Gli successe il tanto
non vescovo di Porto come vuole Mar- celebre Formoso cardinale vescovo e cit-
cellino inChronico, ma di Salona in Dal- tadino di Porto, alla cui biografìa, a Or-
mazia, ne parlai di sopra, secondo Gior- dinazioni ed in tanti articoli descrissi i me-
nande, De reb. Get. e; ^5^ de regn. suc- morabili fatti che precederono eseguiro-
cess. Erennio fu al concilio di R.oma del no il suo pontificato, al quale'fu poi sol-
487; Casto in quelli di Papa s. Simmaco. levato meritamente; si vuole ch'egli sia
IXonpareGregoriodel 598, ma piuttosto stato il primo vescovo di chiesa deter-
Felice del Sgo che intervenne ad alcuni minala che salisse alla cattedra di s. Pie-
coMcilii, ricordato nelle opere di s. Gre- tro. /^rt//?erto cardinale deir876. Faleii-
gorio I. Albino fu presente nel 649.a quel- tino cardinale dell' 883. In questo anno
lo numeroso di s. Martino I. Gjovanni Formoso fu ristabilito, e a' 19 settembre
che nel 680 fu al concilio di s. Agatone, 891 successe la sua esallazionealla sede
e nel quale fu eletto legato con Abbon- apostolica. Nel t. io, p. 323 delle addi-
danzio e Giovanni vescovi per Coslati' zioni aU'Ughelliè riportalo Silvestro che
iìiiopolijove furono ricevuti con grande intervenne al sinodo romano
898. dell'
onore da Costantino Pogonato, pel 3. ''con- Costantino caVdinale del 956. Benedetto
cilio generale, trattenuto poi da Giusti- cardinale nel 963 coi cardinali d'Ostia
niano il per quello del 692: nella bi- e d'Albano consagrò l' Antipapa Leone
blioteca Vaticana Giovanni in pittura è yill (V.)^ perciò scomunicali da Gio-
rappresentato in atto di celebrar la messa vanni XII G privati della dignità cardi-
nel giorno di Pasqua alla presenza del- nalizia, nonché sospesi dal vescovato; poi
l'imperatore. Giorgio o Gregorio accom- fu reintegrato, e sottoscrisse i conci lii del
pagnò Papa Costantino nel
in detta città 967 e 968, e secondo le citate addizioni

7 1 0, avendolo preso seco quando s'imbar- anche la lettera del 969 di Giovanni XIII.
cò con altri a Porto, indi fu al concilio di Gregorio cardinale del 992, al quale Gio-
s. Gregorio li del 72 i Gregorio del ^^3
. vanni XV diresse la sunnominata bolla
è nominato sino al 761. Citouato caidì- Quoniam semp'er/m conferma de'privi-
naie consagrò nel 767 V Antipapa Co- legi accordati dai predecessori alla sua
stantino (F.), di che parlai ancora nel voi. chiesa e diocesi, forse bibliotecario di s.

XVI, p. 309 e 3 io: questo è il primo Chiesa. Benedetto caid\uiì\ii {.\e\ Cf^Si. Gio'
cardiuukdi notizie certe riportato daCar- vanni cardinale del 100 1, nel 1012 fu
222 POR POR
croato Papa col nome di Benedetto Vili confermò Gregorio IX. Giovanni cardi-
(/^.).BeiietIelto Ponzio carilinale,al qua- naie del loGG di lodevole memoria. Nello
le Benedetto Vili diresse la celebre bolla scisma dell' antipapa Clemente III, Pie-
Quolìesilla di sopra riportata ". al mede- tro e Giovanni vescovi scismatici intrusi
simo, Giovanni XX colla bolla Quolies molestarono il legittimo vescovo cardi-
aia a nohisy e rintitolazione, Dilecto no- nal Giovanni. A questi Urbano li verso
stro in Christo spirituali filio Benediclo il 1097 die in successore il cardinal Mau-
reverendissimo episcopo s. Portuensi ce- rizio, ed a questi Pasquale II die prima
cie sia e, concesse
un campo chiamato ^y^tìt- e circa il i 100 il cardinal Pietro (om-
gnellOyOxe d'ordine del Papa si costrui- messo da Ughelli e ricordalo da Borgia,
vano le saline. Galletti nel Primicero, p. Memorie t. 2, p. 102, dicendolo lasciato
26 f, crede che Ponzio sia lo stesso Be- da Pasquale II nel 1 102 al governo di
nedetto del 998 e pretenderebbe toglie- Benevento), poi nel II 06 il cardinal Fin-
re Giovanni del loor. Non pare, poiché ccnzoj indi, non nel 1 1 06 come vuole U-
Delle addizioni airUghelli si dice che Be- ghelli,ma dopo il 1 1 12 come corregge
nedetto intervenne al sinodo romano del Lucenzi, fece cardinal vescovo di Porto
j 029. Gli successe G/oi^^^/z/^f cardinale, al Pietro jSolXo del quale fu riunitala sede
quale con)parve in visioneBenedetto Vili di Selva Candida.
montalo su cavallo nero, palesandogli i

tormenti che soffriva in purgatorio, dai Del vescovato suburbicario delle ss. Ruf*
quali poteva liberarsi per mezzo di ora- fina e Seconda o di Selva Candida,
zioni e larghe limosine fatte per lui; e
perciò gì' impose di portarsi da Giovanni Nel martirologio di Adone, in Tille-
XX suo fratello per informarlo del pro- mont t.4j P- ^, ed in Bollando t. 3, ju-
prio stato; ciò che fatto dal vescovo, ri- lii p. 28, si leggono gli atti delle sante
nunziò tosto il vescovato e si fece mona- Seconda vergini e mar-
sorelle Ruffina e
co, come narrano Baronio all'anno io45i tiri.Nate da Asterio ed Aurelia di stir»
(benché accadde prima) e S.Pier Damiani pe romana, illustre e senatoria, furono
in Vitas. OdiloniSjene^ìì Opicsc.l.3,c, 3. fidanzate e promesse spose ad Armen-
Tale vocazione religiosa il cardinal Gio- tario e Verino quali apostatarono il
, i

vanni l'avrà più tardi effettuata imperoc- cristianesimo nel 257 o 260 perla per-
ché leggo nell'Ughelli eaddiziohi chefual secuzione di Valeriane e di Gallieno. Ruf-
sinodo del io44) 6^ aquelladiSutri sotto fina e Seconda rigettarono con orrore la

Clemente li nel 1046. Giorgio nel 1049 proposta che loro fu fatta di abiurale an-
sottoscrisse un privilegio di s. Leone IX ch'esse la fede di Gesti Cristo. Volendo-
pel monasterodi s. Grata di Bergamo; pa- si rifugiare in una loro terra di Tosca-
re che fosse cardinale, come altri che non na, per delazione de'due apostati furono
qualificai per tali perseguire l'accurato inseguite da Archesilao conte, e arresta-
ed erudilissimoCardella. Ed infatti avver- te al 14*' miglio della via Flaminia. Pd-
te Lucenzi, che Giorgio non si deve no- condotteinRoma dinanzi al prefettoGiu-
verare tra'vescovi Portuensi, siljbene Gio- nio Donato, questi prima colle lusinghe,
vanni cavd'miììe dai vescovato Tusculano poi colle minacce di fieri tormenti, fece
traslalo al Portuense, affermandolo Piaz- battere Ruffma alla presenza della sorel-
za,da s. Leone IX nel concilio romano del laper intimorirla, la quale invece si gra-
049, al quale per aver vinto la vertenza
1 vò perché a lei non fosse concesso tanto
giurisdizionale col vescovo di Selva Can- onore di patire per Gesù. Riportate in
dida, in altro concilio gli diresse la sum- tetra prigione, ivi fu bruciato letame per-
mentovata bolla Supplicantium^ che poi ché rimanessero dal puzzo e dal fumo
POR POR 223
soffbcalej in vece cooiparve splendida lu- di Selva Candida, come il vescovatoi II
ce e si sentì un soave odore. Indispettì' Piazza che nella Gerarchia cardinalizia
lo il prefetto le fece gittare in un arden- ce ne dà la storia, celebra le antiche ma-
tissinjobagno, dal quale uscite illese, or- gnificenze del luogo, gli edifizi, l'episco-

dinò che si precipitassero con grosse pie- pio, la cattedrale ed ilfamoso spedale pei
tre al collo nel Tevere ove un angelo , pellegrini. Quanto alla topografia, abbia-
le prese, sciolse e condusse alla riva. Al- mo negli y4ui d'archeologia t. 7,p. 387 la

lora Giuniole consegnò di nuovo ad Ar- dissert. di A. Coppi : Selva Mesia, Selva
chesilao perchè o le facesse morire o le Candida e Boccea. La Selva Mesia (Piaz-
lasciasse libere a suo arbitrio. Ma il cru- za crede che ne occupi il sito la torre, ca-

dele conte le fece condurre in una selva sale e tenuta di Maccarese del principe
folta ed oscura, perchèappena vi penetra- Rospigliosi), forse parte dell' antico ter-
va chiamata Selva iVertìf, nel fon-
il sole ritorio etrusco e veiente, mentre era pos-
do di Busso o Biixo o Biicea o Boccea seduta dai, veienti fu loro tolta da Anco
nella via Aurelia o Cornelia, che condu- Marcio, e nei tempi dell'impero fu det-
ceva a Porto e Civitavecchia, io miglia ta tSV/t'^ iVem; Boccea divenne castello;
lontano da Roma (circa 8 delle moder- s. Ruffina una tenuta o fondo, di cui u-
ne). Ivi fece loro troncare le leste, lascian- na porzione spettante a s. Spirito, forse
do! corpi insepolti esposti alle fiere. Com- per concessione d'Innocenzo III, fu alie-
parse in visione a Plautilla matrona ro- nata nel 1527; ora la tenuta appartiene
mana e signora del territorio , sebbene all'ospedale di Sanctorum,ed al mo-
ss.

ancorgentile, l'esortarono a farsi cristia- nastero della Purificazione. Nibby descri-


na ed a seppellirle. Tutto Plautilla ese- ve la tenuta dis. Ruffina nell'agro roma-
guì, e trovali i cadaveri incorrotti die lo- no, nel t. 3, p. 4i dell' Analisi de diii'

ro sepoltura in onorevole monunjenlo. torni di Roma. Una piccola chiesa ru-


Pel concorso de'fedeli a venerarle, reso rale moderna dedicata alle ss. Ruffina e
chiarissimo il luogo pel martirio più tar- Seconda ricorda l'antica basilica e sede
di patito anche dai ss. Marcellino e Pie- vescovile tanto celebie. Adriano I sul de-
tro (/^. Chiesa de'ss.Marcellino e Pie- clinar deir8.° secolo ristaurò la basilica.

tro), e pei miracoli da Dio operali fu , Nel seguente la chiesa e la città furono
denominato iSVA'rt Candida, Sjha Can- saccheggiateeincendiatedai saraceni nel-
dida, Vi fabbricò una magnifica basili- r847 e di nuovo verso 1*876, come ne
ca s. Giulio I Papa del 336 vi ripose i , scrisseGiovanni Vili a Carlo il Calvo.
corpi delle dette sante e santi ( secondo Circa r85o s. Leone IVavea ristaurala
Piazza, che però neW Emerologio dì Bo- la basilica. Sergio III riparò i danni del-
ntà dice che i corpi de' ss. Marcellino e la 1.^ devastazione, comesi ricava dalla
Pietro furono sepolti nel Cìmilerìo di Ti- bolla delgo6 presso Ughelli e più cor-
burzio in sontuoso mausoleo da s. Ele- rettamente riportata dal Marini, Papiri
na), ed in loro onore la dedicò, prevalen- dipi. p. 4^- in questo documento si ri-

do il nome delle ss. Ruffina e Seconda^ cordano i fìerissimi guasti apportati. dai
chiesa che s. Damaso 1 del 367 termi- saraceni , la desolazione della chiesa e
nò. Frequentando la chiesa ^cristiani, a l'abbandono delle terre, che i casali era-
poco a poco fabbricarono abitazioni e
si no quasi senza agricoltori e abitanti, on-
si formò una popolata e nobile citta, che de il Papa assegnò la massa Cesana e al-
meritò la sede vescovile immediatamen- tri fondi peV rimediare tali rovine; il Piaz-
te soggetta alla s. Sede, la 2.' delle subur- za dice colla condizione che il clero del-
bicarie, dopo quella d'Ostia. La città pre- la cattedrale, pei benefattori e pei Papi,
se il nome delle ss. Bufftna e Seconda e in essa recitassero ad alta voce 100 voi-

h
ai4 POR POR
le Kyrie flelson, ed altl*e loo Christe Selva Candida, per privilegio del 1236
eleiiOfty ed applicassero per essi 3 volte di Gregorio IX.
]a setliiuuna il sagtiflzio della messa:y9ro La sede vescovile di Selva Candida e
remi'iUo animae nostrae ... prò absolu- delle ss. Rulfina e Seconda ebbe origine
tione noslraeaiiimaf^noatrorumque sue- iie'priiiii del VI secolo, e ben presto di-
cessoruni Ponlificuni. La chiesa fu ripa- ventò tanto cospicua eil dluslre, che fu la
rata, OHI la cillà non risorse piìi; il ve- 2." chiesa vescovile della cristianità e del-

scovalo poi restò fino ali 120 dislinlodu le suburbicarie, onorala da tempo im-
<|uello di Porlo, ed in qiieiranno per Io memorabile da un vescovo cai dinaie se-
s(piallore eccessivo de'luoghi e l'abban- niore, il più prossimo dopo l'Ostiense al
dono djla cliicsa stessa fu unito al Por- Papa, il i.° che dopo tal cardinale ( U-
tuense insieme alle singolari prerognti- ghelli dice prinius oniniani episcoporuni
ve. Giovanni XIX detto XX nel 1026 a Pontifice invilabatur) s' invitasse alla
enumerando beni della chiesa di s. Ruf-
i consagrazione dell'imperatore, assistente
flna nomina la Selva Magia presso il fiu- perpetuo al pontificio trono , sul quale
me Galera, forse corruzione del nome Me- intronizzava e metteva in possesso il Pa-
sia, ed W flinda in in integriim qui vocatur pa seguita V Elezione (come riporta Ma-
BiixuSj in quo basilica ss. Rufìnae et Se- cri, Nat. de* vocab. eccl.y verbo Papa
),

cundae comlructa esse videtur, il quale prerogativa che nelio33 confermò con
con altre possessioni donò; sicché fino a bolla B(Miedetlo IX. A Guanto dissi di
quell'epoca couservavasi la denominazio- quelli dal Papa usati nella cavalcala del
ne al fondo quale [' avea ali' epoca del 1° giorno di Pasqua, devoluti a questo
martirio di queilasante, corpi delle qua- i vescovo perchè gli sorreggeva la staffa
li a' 16 settembre 1 154 Anastasio IV (da nel montare a Cavallo (À^.), uffìzio di
lui trovali mentre era cardinale, come ai Palafreniere (^.), che esercitarono an-
IO luglio neir£'mero/og^/'o riferisce Piaz- che re ed imperatori. Per le altre fun-
za mentre nella Gerarchia dice che il
, zioni V. Catfelle pontificie. Vice-de-
trasferimento già era seguito sotto Gio- cano del sagro collegio, ogni lunedì ce-
vanni XX per timore di ulteriori inva- lebrava nell'arcibasilica Laleranense : ol-
sioni : Anastasio IV ne avrà falla la so- tre Marino I e Sergio III, Papa Vitto-
lenne traslazione) trasportò nell'oratorio re Il dichiarò i vescovi Bibliotecari del'
che ad esse avea edificato presso il batti- la Sede perpetui. A Borgo di Roma
s.

sterio Lalerauense, di cui parlai ancora ed a Citta Leonina narrai come verso
ne'vol. Xll, p. 18, XXXVH,p.i39;so. r 85o avendola edificala s. Leone If^
pra 1' altare si vede il Salvatore tenere V assoggettò alla piena giurisdizione ec-
le mani capo delle sante: nella loro
sul clesiastica ordinaria del cardinal vescovo
casa di Roma fu eretta la Chiesa delle di Selva Candida, enumerando le chie-
ss. Raffi na e. Seconda {T^.), e se ne cele- se e monasteri che tutti erano a lui su-
bra la festa a' i o luglio. 1 1 .Piazza che fe- bordinali anco per disposizioni d'altri Pa-
ce la visita della diocesi nell'aprile « 683, pi, con facoltà di consagrarle, giacche il

vide un avanzo dell'antica tribuna della suo vescovato essendo fuori di Porla s.
cattedrale, in cuisi conservavano le im- Pancrazio poco distante da Roma-, i li-
magini delle sante; .Coppi che fu nel luo- mili della diocesi si estendevano a que-
go l'anno 181 5, solo vide gii avanzi di sto lato. A Chiesa di s. Pietro in Vati-
alcuni edifizi. Al vescovo Porfueiisespet- cano e specialmente nelle p. 238, 24*2,

tava la giurisdizione di detto oratorio la- 3o5 a 3o8 del voi. XII, ed altrove, con
terancnse,con tulle le sue ragioni, come qualche diffusione riportai le concessio-
vescovo delle sS. Rufllna e Seconda e di ni amplissime e autorevoli fatte al ve-
,

POR POR 225


scovo di Selva Candida dai Ponlefici lave, domenica Gaudele , ne' giorni di
principalmente da Sergio III , Giovanni s. Andrea, Epifania, Ascensione, Pente-
XX e Benedetto IX, di conferma di giu- coste, ne'quali il Papa celebrava al La-

risdizione sopra la basilica Vaticana e suo terano, e nella festa delle ss. Ruffina e
capitolo, con l'esercizio de' pontificali, la Seconda, avea 3o libbre di cera, 2 con-
celebrazione sulT altare papale (ciò che gi (o cognatelle) d'olio, 2 libbre d'incen-
raramente si accordava ad altri cardina- so, di più le candele e lampade cogli or"
li) delle sagre funzioni nelle feste solen- namenti che pendevano avanti la con-
ni, comprese quelle della settimana san- fessione. Neir unione del vescovato di
ta, Pasqua e Natale, facendo in tuttociò Selva Candida a quello di Porto, le de-
le veci del Papa; non che di consagrare scritte prerogative, giurisdizioni e obla*
in detta basilica gli olii santi ammini- , zioni passarono al vescovo Portuense e
strandovi pure il battesimo e la cresima, di s. Ruffina; le giurisdizioni in progres-
con potestà oidinaria sulle persone eccle- so di tempo furono limitate, indi divise
siastiche secolari e regolari, monache e tra il cardinal vicario e il cardinal ar-
Diaconesse {ì^.)iCh\ese e monasteri della ciprete di s. Pietro ; la celebrazione del-
regione, giudicando le cause spettanti alla le sagre funzioni ebbe fine nel declinar
Città Leonina e alla basilica, abitandovi del secolo XIV, quando i Papi stabil-
alcuno vicino. Avea pure la residenza nel- mente incominciarono ad abitare il P^-
r isola Licaonia (della quale parlai an- lazzo Faticano [F.)
che a Povero), propinqua alla chiesa di 11 i.° vescovo di Selva Candida o di
s. Paolino con palazzo episcopale, con det- ss. Ruffina e Seconda, che si conosca, è
ta chiesa e con quelle di s. Adelberto e Adeodato o Diodato che nel 5oi sotto-
s. Benedetto (forse la slessa che s. Pao- scrisse nel sinodo romano, nella causa di

lino , secondo Martinelli Roma sagra, , s. Simmaco Papa, avanti re Teodorico, ed

p. 347)5 per concessione di Giovanni XX; in quello del 5o4- Ughelli gli dà per suc-
quindi ebbe luogo la ricordata disposi- cessore Atenulfo del 5o2, confutato da
zione pel vescovo di Porto, mentre pri- Lucenzi, vivendo allora Adeodato. II 1°
ma ambedue nella propria chiesa face- vescovo è Valentino che Piazza crede il
vano le ordinazioni e cresimavano gli a- 1." del 546, che da Papa Vigilio fu de-

bitanli di Trastevere , di Borgo e delle putato vicario di Roma quando passò a


vicine loro diocesi, consagrandovi anche Costantinopoli, ove nel concilio fece sot-
gli olii santi. Che in compenso di tante toscrivere per se a Zaccheo vescovo di
occupazioni, i Papi gli assegnarono in Squillace, per aver le mani tronche per
tempi determinati parte delle copiose o- quanto narrai nella guerra gotica, impe-
blazioni (dette anche Presbiterii) diesi dito di esercitare il pastorale ministero
facevano alla basilica, sulla confessione da Giustiniano I e Teodora. Il 3.° Tibe-
e altare di s. Pietro, consistenti in oro, rio del 594, cui successero: Orso che fu
argento, palili, cera : ecco come le de- al concilio romano di s. Agatone del 680,
scrive Piazza a tenore della concessione Nicela che mentre accompagnava il pon-
di Vittore II del io55. Nel sabbato san- tefice Costantino per Costantinopoli nel
to per la cena, 12 soldi (ognuno equi- 7 1 o mori in Gallipoli. Tiberio sottoscris-
valente ad uno scudo d' oro ) ; in tut- se nel 721 un costituto di s. Gregorio
ti i sabbati delle 4 tempora e solennità li contro matrimoni illeciti, ^e^e^^-^^o
i

nelle quali dovea pernottare per le vi-


si cardinale (ed è il i.°cheho trovato fre-
gilie, 5 pani, 2 soldi, un cereo ed una giato di questa dignità in Cardella, ri-
candela d'olio, cioè lucerna in forma di petendo qui la dichiarazione fatta pei ve-
candela; nelle feste di s. Pietro e loro ot- scovi cardinali di Porto) del 742 e bi-
VOI. LIV. i5

226 POR POR


bliolecariotli s.Chiesa. Epifanio forse car- trine fece uno, così Lucenzi correggen-
dinale, clie fu ai concili del 743 e 745.
i do Ughelli e dicendolo morto nel io38,
Grfgo/vocaitlinaledel 76 i.G/oi'rt/i/2/car. comesi legge nel t. io (.hW Italia sacra,
dinaledeir823./'.fo/;e cardinale deirS 53. p. 341. C/e^ce/iz/o cardinale fu al conci-
Tidone cardinale dell'SGQ, che Lucenzi lio del 1049 di s. Leone IX, e nella su.i
posponedi molti anni. Gr<'g'o no cardinale vertenza col vescovo di Porto, a favore
deir872 fu al sinodo romano deir879.^d- di questi decretò il concilio, terminando
nedetlo cardinahe bibliotecario dell' 884, la Umberto cardinale celebra-
questione.
di cui Lucenzi con esse la data del diploma dopo il ]o5rj a ri-
tissimo legato, eletto
da lui sottoscritto anche Piazza dice che
: guardo del quale Vittore II concesse me- i

Marino I o Martino li rese la dignità di morati privilegi colla bolla Offìcii nostri,
bibliotecario permanente ne'cardinali ve- confermando gli altri che godevano ve- i

scovi di Selva Candida, ciò che confermò scovi di Selva Candida, fra' quali di es-
poi Sergio III. Ildebrando cardinale del sere perpetui bibliotecari di s. romana
910 ottenne da Sergio III in suo favore chiesa. Adalberto anticardinale e pseudo-
e de'successori la bolla Convenit aposto vescovo di s. Ruffina fu intruso dall'an-
//co (confermata poi da Gregorio IX), del- tipapa Clemente III nel conciliabolo ro->

la quale già tenni proposito, a'23 gennaio mano del 1098. Mainardo cardinale, A-
del 906, col titolo: DilecUssìnio et sanctìs- lessandro li lo fece vescovo di ss. Rulli-
Simo Hildebrandofralrì et coepiscopo no- na e Seconda, nìorendo nel 1072.
sttVy riportata da Ughelli come le altre
citate e che nominerò, ^/c^o/ze cardinale Serie de' cardinali vescovi sitbnrb icari
bibliotecario del 963, creduto da Lucenzi dì Porto e s. Ruffina.
Guido o Tidone mentovato. Crescenzio
cardinale del 993. Benedetto cardinale Considerando Calisto II che la vacan-
i o 1 2. Gregorio del 1 02 5.
bibliotecario del te sede di ss. PiuflQna eSeconda o Selva
Per sua morte Giovanni XIX detto XX Candida, per. le frequenti devastazioni e
col documento riferito da Ughelli con- rovine cui era andata soggetta trova- ,

sagrò vescovo Pietro cardinale, al quale vasi quasi deserta nel 120 con savio
, i

ed ai suoi successori nel 1026 diresse la provvedimento in perpetuo la unì e


celebre bolla Convenit apostolico ^ con congiunse a quella confinante di Pmio,
molte sottoscrizioni di cardinali e digni- comunicando e riimendo tutti i privile-
tari della romana Chiesa, confermata piti gi e preminenza che godeva, come le ren-
lardi da Gregorio IX, con questo indi- dite e possessioni, nella sola chiesa catte-
rizzo: Dilecto filio Domini gratia episco- drale Portuegse e suo cardinal vescovo,
po Sylvae Candidae ecclesiaCy et per te a questi con l'obbligo di supplire per le
eidem episcopio. Per le tenui rendile del- chiese unite al servizio e residenza ebdo-
la mensa gli concesse la 3.^ parte di quel- madaria all'altare papaleLateranense, se-
le della chiesa arci pretale di Galeria. Al condo l'ordinegerarchico cui spettava al
ine<1esimo cardinal Pietro nel io33 Be- vescovo di Selva Candida. Questa unio-
nedetto IX colla bolla Com'enit aposto- ne fu poi confermata da Adriano IV e
lico nioderaminij confermo le prerogati- Gregorio IX. Essendo slato conservalo
ve e le possessioni de* vescovi di Sei vaCan- il titolo dell'unito vescovato, il vescovo
dida. Mori Pietro nel io35 a' 16 otto- di Porto s'intitolò vescovo di Porlo, ss.

bre e gli successe altro cardinal Pietro Faiffìna e Seconda e StivaCandida; pe-
che sottoscrisse nel novembre io36 un rò in progresso di tempo fu denomina-
diploma di Benedetto IX per la chiesa to volgarmente vescovo di Porto e s. Ruf-

di Firenze. Cardella di questi due Pie- fina. Trovandosi all'epoca dell'unione il


1 1

POR POR 127


suddetto cardinal Pietro vescovo Por- di riprendendo il nome di Angelo Corra*
to, pel 1° lo fu pure di Selva Candida, ro. Conviene credere che il cardinal Bar-
col godimento de'suoi cospicui privilegi, ry per la pace della Chiesa rinunziasse
ed ebbe a successori seguenti cardina- i il vescovato con regresso, imperocché lo
li. Teodino nel 1 133. Cencio nel 1 153. trovo vescovo Portuense sinoali43o, e-
Bernardo canonico regolare nel ii 58. poca di sua morte , cui gli fu dato ia
Guglielmoyl/rtfó/igocislercienseneli 1 76. successore il cardinal Antonio Corraro.
Teodino benedettino nel 11 78. Roberto Branda Castiglioni neli43 1, traslato al-
nel 1188. Bobone 0/ .?//2/ nel 1 188. Pie- la sede di Sabina nel i440' I^omenico
tro Galluzzi o Gallocia nel 1 1 90. Be- Rani nel i44^> movi nell' aprile di circa
nedetto nel 1 2 1 Cencio Savelli nel
. 100 anni.
1 2 6. Corrado d' Urrach cistcrciense nel
1 Francesco Condulniieri nel i44^>^l
12 19. Romano Bonaventura nel 1227, cui tempa Nicolò V ( sebbene ignorato
che con molta diligenza ricuperò alla dal diligente Cardella) separò e smem-
chiesa di Porto tutte le antiche ragioni, brò di nuovo dal vescovato Portuense
entrate e prerogalive,raccogliendo tutto quello di ss. Ruffina e Seconda, il quale
in a perpetua memoria
un volume, che conferì al cardinal Giovanni Kenip in-
Gregorio IX all'anno
inserì ne'registri di glese, a condizione che chi de'duecardina-

1286, dal quale ottenne la conferma di li sopravvivesse, riunisse nuovamente in


tutti i privilegi concessi dai predecessori, se l'altra chiesa; ma essendo morto pri-
colla bolla y^^ ipso christianaefideij de'2 ma Condulmieri,Kemp si contentò del so-
agosto, insieme alla giurisdizione sulle lo vescovato di s. R.uffina, venendo quin-
chiese di Ceri e di Calerla. Ottone Can- di dopoii suodecesso riunite leduechie-
dido nel 1244- Jacopo della Porta ci- se, secondo Lucenzi nel 1 454 o 1 4^^> fi-

stcrciense nel 12^2. Giovanni Toledo poca di sua mortCj che Ughelli stabilisce
cistcrciense nel 1261. l^ohevto Kiluvar- a'22 marzo i45i2, Cardella nel i4^4 o
hìo domenicano nel 278. Bernardo Lan- i 1455 01436, dichiarando quella diCon-
giiisellonel 1281. Matteo Acquaspar- dulmieri neh 4^3 a'5 settembre, non ai
ta francescano nel 1291. Giovanni Mi- 3o ottobre 1454 secondo Quirini, Tiara
nio francescano neli3o2. Jacopo à'Euse etpurpura veneta^ p. 3o, mentre questi
nel 1 3 2, poi Papa Giovanni XXII.^^v-
1 per l'anno segna ili453; Novaesdiceni
nardo Castagneto o CastenatuaXi'òiQ. 3o ottobre 1 4^4- Comunque sia, nel 4^3 1

Berengario Fredol nel i323 circa. Pie- Ughelli riporta vescovo Portuense Gu-
tro Airehlaio nel i323. Giovanni Rai- glielmo Estouleville^ sotto del quale cer-
mo?idi d'\ Comminges nel 1327. Bernar- tamente si effettuò la riunione, cui suc-
do Albf Guido de Boulogne
nel 1348. cesse nel 1460 Giovanni Carvajal. B.ic-

nel i35o, che ordinò prete e consagrò cardo Oliviero Longolio Longueuìlnel
vescovo Gregorio XI. Pietro Corsini nel 1469. Filippo Calandrini nel 1470. Ro-
1374. Avendo seguito le parti dell'an- derigo Zforg^/Vz nel 1476, poi /Alessandro
tipapa Benedetto XIII, questi neli4o5 VI. Giovanni Micheli trasferito da Al-
gli die in successore T anticardinale Be- bano nel 14921. Giorgio Costa, già Tu-
rengario, del quale trattai nel voi. Ili, p. sculano, nel i5o3. Raffaele Riario nel
225. Antonio Gaetani nel 1409* Lodo- i5ò8,giàdi Sabina. Domenico Grinta-
Ticode Barry x\q\i^\i.S. GregoìiioXH ni nel 1 5 1 Francesco Sederini nel 1 523
.

e ne' relativi articoli riportai, che rinun- a' 1 4 dicembre traslato da Palestrina. Ni-

ziando a' 4 luglio i4» 5 il pontificato nel cola Fieschi nello slesso anno a' 16 di-
concilio di Costanza, fu fiuto vescovo di cembre. Alessandro Farnese nel i524,
Porto e s. Ruffina, e decano del s. collegio. poi Paolo IIL Antonio M." del Monte
. ,

aaS POR POR


nel 524. Giovanni Pìccolomini nel 53 3
1 1 mosseli trattalo, che la collegiata di Ca-
Gio. Domenico de Cupis nel 535. Bo- 1 stel Nuovo si erigesse in cattedrale , fa-
nifacio Fcrrcri nel 1537. Antonio San- cendo istanza di permutare il palazzo ve-
Severino nel 1 543
8 gennaio, ed a'24
a* 1 scovile di Porlo con la rocca e palazzo
selfembre Marino Grimani. Giovanni camerale di Castel Nuovo per stabilirvi
Solviati nel i546. Giampietro Caraffa la canonica e il tribunale e curia vesco-
neh 553, poi Paolo IV: fu pi econi zzato vile; nobilitò il coro de'canonici di delta
vescovo a'24 novembre, ed a'2 dicembre chiesa, pose la i." pietra ne'fondamenli
gli successe Giovanni Bellay. Rodolfo Pio della chiesa di s. Maria delle Virtù, del-
nel 5S5. Francesco Pisani ne\ 562. Fe-
1 1 la quale furono benemeriti i Degli Ef-
derico Cesi ne li 564- Giovanni Moroni fetti; ed in morte lasciò diversi paramen-

nel 1 5^5. Cristoforo Madritccinel i5'jo. ti sagri alla cattedrale di Porlo. Ulderi-
Alessandro Farnese nel i58o. Fulvio co Carpegna nel 1675, lasciò un legalo
Cornia nel i58o a* 5 dicembre, che per alla congregazione della Missione, per far-

avere, come notai, restaurata dai fonda- si ogni 4 amii le missioni nella diocesi, e
menti la cattedrale, Vittorelli osservò: ac- fece dipingere il quadro della cattedrale,
ciocché, Ubi antique illius civitatis non cui donò alcuni paramenti ecclesiastici.
posset revocare forttmaniy ejusdenisal' Cesare Facchinetti a' 6 febbraio 1679,
tem ecclesiasticae dignitatis relinqiierit nel 1680 Carlo Rossetti: questi rimosse
nonohscura vestigi a. G\diCQmo Savelli nel molti abusi, promosse l'osservanza della
1 583. Gio. Antonio Serbe lloni nel i5S'/. disciplina ecclesiastica con ottime leggi
Alfonso Gesualdo nel 1589. Innico Crt- provvide ai poveri, restaurò l'episcopio,
r/7rc7o/od'Avalosneli59i : celebrò il si- aumentò le sagre suppellellili e lasciò dei
nodo diocesano nella collegiata di Ca- paramenti sagri. Neh 681 Nicolò Ludo-
stel Nuovo
Porto nel 1595. Tolomeo
di Alderano Cibo nel i683, ristorò le
visi.

Galli nel 600. Girolamo Rusticucci ai


1 nobili ma guaste pitture della tribuna e
19 febbraioi6o3, ed a* 16 giugno Giro- altare della collegiata di Castel Nuovo :

lamo Domenico Pinclli nel


Simoncelli, dipoi l'altare fu trasferito nel centro del
i6o5. Girolamo Bernerio domenicano presbiterio da Giuseppe Miselli corriere
neli6o7. Antonio M.'' Gallo nel 161 r. maggiore delle poste pontificie. Pietro
AntonioiSrt-M/f neli6i5.Evangelista Pai- Ottobonineì 683, poi Alessandro FUI.
1

lotta ntXi^io, mori a'22 agosto, giorno Flavio CA/^/ bibliotecario di s. Chiesa nel
sagro a s. Ippolito. Benedetto Giustinia» 1689, vigilante pastore, ampliò la cat-
ni nel 1620. Francesco M.* del Monte tedrale perchè nella festa appena conte-
nel 162 1, celebrando il sinodo in Castel neva una 3.^ parte del popolo, vi eresse
Nuovo nel 1622. Ottavio Bandini nel la cappella di s. Erasmo patrono de'ma-

1624- Ciò. Battista Deti nel 1626 e nel rinai e pescatori, di cui fondò la compa^
1627 tenne il sinodo in Castel Nuovo. gnia fece il pulpito e gli armadi della
,

Domenico Ginnasi nel 1629. Carlo Pio sagrestia che arricchì di sagri ornamen-
nel 63o. Marcello Lante nel 1 639. Pie-
1 ti e d'un formale prezioso col suo ritrat-

tro Paolo Crescenzi nel 64 1 Francesco 1 . to, generoso coi bisognosi e colle zitelle.

Cennini nel 1 645. Giulio Roma nel 645. 1 Giacomo Fransoni nel 693 riformò 1 , i

Carlo Medici nel 652 a'29 aprile, ed ai


1 costumi e lasciò memorie del suo amore
28 settembre Francesco ^flrrZ>m«i biblio- e zelo per questa chiesa. Paluzzo Palaz-
tecario di s. Chiesa. Marzio Gìne Iti nel zi Altieri nei 1698 a' 27 gennaio, morì
1 666. Francesco M."Brancacci nel 1 67 ; i a'29 8'"8"°' Emmanuele Buglione nel
a seconda del proposto dalla visita apo- 1698, il q(iale non solo aprì la porta san-
stolica di mg.*" Gio. Battista Altierij prò- ta Vaticana per ÌD)potenza d'Innocenzo
, ,

POR POR 229


XII e del cardinal decano, ma per man- 1809. Giuseppe Boria neli8i4 (S'^ ^^
canza dì questi consagiò il successore Cle- fatto divenuto sotto-decano per morte
mente XI. Nicolò Acciainoli nei 1700, del cardinal Antonelli avvenuta a'23 gen-
aumentò l'episcopio e fabbricò il forno, naio 181 i),al quale agli I i novembre Pio
somministrando nell'inondazione del Te- VII diresse il breve, Nejurisdictionis libi

vere pane e soccorsi ai diocesani. Vin- conipetentis, nel Bull. cont. 1. 13, p.336,
cenzo M.^ Orsini domenicano nel 17 i5, in cui ampliandone la giurisdizione lo
restando nell'arcivescovato di BenevenlOy facoltizzò ad esercitarla anche criminal-
senza passare al decanato , che ritenne mente coi diocesani in Roma e suo di-
divenuto Benedetto XIII. Con questo stretto, autorizzandolo a farsi rappresen-
neirUghelli si termina la serie de'vesco- tare da altri nella diocesi. Antonio Du-
"vi , che compirò colle Notizie di Roma guani neli8i6. Giulio M.^ della Sonta»
e altre, senza riportare le notizie dei car- glia nei 18 18, bibliotecario di s. Chiesa.
dinali per averle date nelle loro biografie. Michele 1820. Bartolomeo
di Pietro nel
Fabrizio Paoliicci nel 1724, il quale Pacca ne\ 182 1 , sotto del quale Leone
nel 1 725 si accordò colla camera aposto- XII colla bolla De dominici gregis salu-
lica pei beni della mensa vescovile, per te, de'20 dicembrei825, nel 1826 cano-

l'annua somma di scudi 36ooda pagar- nicamente eresse in cattedrale la colle-


siad ogni vescovo. Francesco Pignattel' giata di s. Francesco di Civitavecchia
linel 1725 decano del sagro colIegio,es- (F.) e colla diocesi dismembrata da Vi-
sendo sotto-decano il cardinal Barberini terbo (V.) l'unì in perpetuo al vescova-
vescovo d'Ostia e Velletri poi decano. to di Porto e s. R.uffina, deputando a'3
,

Pietro Ottobonineì 1 7 34. Tommaso Ruf' luglio un vescovo suffraganeo in parti-


fo nel 1788. Lodovico Pico nel 1740. bus perla medesima, residente in tal cit-
Annibale Albani nei 1 743* Pier Luigi tà, continuando cardinali vescovi a go-
i

Caraffa nel l'jSi. Raniero Z?e/ci nel vernare la diocesi Portuensecol proprio
1753. Gio. Antonio Guadagni carme- vicario generale, e d'allora in poi s'inti-
litano nel 1756, alla cui biografìa ripor- tolano vescovi di Porto, s. Ruffìna e Ci-
tai le sue beneficenze per Castel Nuovo, vitavecchia. Pier Francesco Galleffi nel
la cui collegiata voleva erigere in con- 1 83o.Emmanuele deGregorio nel 1 887,
cattedrale. Francesco Borghese n^X 1759 abbellì l'episcopio, ed eresse il seminario
per pochi mesi. Giuseppe Spinelli nel in Civitavecchia e fece quanto dissi alla
1 759. Camillo Paolucci nel 1761, che ri- biografia. Gio. Francesco Falzacappa
cusò il decanato e di passare a Ostia nel 1839. Carlo M.' Pedicìni nel 1840.
come notai altrove. Federico Lante nel Cardinale Vincenzo Macchinai i844j
1763, che consagrò Clemente XIV. Gio. ora decano del s. collegio ma siccome ,

Francesco Albani nel 1773. Carlo Rez- allora non volle passare a questa sede il
zonico nel 1 7 76, ebbe lunghissimo vesco- cardinal Micara vescovo di Frascati
vato e nel 1782 fece stampare in Roma: questi ritenne la preminenza di sotto-de-
Regole ed istruzioni delle scuole pie del- cano, lo che rilevai nel voi. XXVII, p.
le zitelle esistenti nella diocesi di Porto. 218 : celebrò il sinodo che pubblicò col-
Leonardo Antonellinel 1800, celebrato le stampe del Salviucci, Synodus dioeca-
dal Cancellieri con Cenotaphiuni e note: sana habita in cathedral. eccles. Centuni-
nel 1802 fece pubblicare coi tipi romani, cellarum anni 1 846 ab E.nio episcopo
Conslitutiones et decreta generalis prò ec- cardinalis Macchio , Romae 1847. ^^^
clesia et dioecesi Portuensi et s. Rujinae. concistoro degli 1 1 giugno 1847 '^ Papa
Luigi Valenti Gonzaga nel 807 e biblio-
1 che regna vi trasferì dalla sede di Sabi-
tecario dis. Chiesa. Alessandro Mattei nel na l'odierno cardinal Luis;) Lambruschi-
23o roR POR
ni barnabita, sollo-decano JeU. collegio, ultimo Gregorio XVI ; così nd ritor-
Bibliotecario di s. Chttsa(V.\ segretario no), Cerveteri o Ceri (F.) già sede ve-
de'brevi, gran priore in Roma del s. or- scovile, Sasso, Giuliano, Galera o Gale-
dine gerosolimitano e prefetto della con- ria (de'già suoi prepotenti signorotti par-
gregazione de* riti. Questo grande por- lai in più luoghi), Casaccia, Cesano (ne
porato da me celebrato in diversi arti- feci cenno a Ostia e in altri luoghi), Isola
coli, il cui nome è un elogio, non solo in Farnese (creduta l'antica e celebre Veio,
Europa, ma presso le altre nazioni, spe- della quale ragionai ne'luoghi ove si cre-
cialmente per la sua rara pietà, profon- de esistita e in quelli limitrofi, come nel
da e vasta dottrina, ha mostrato e mostra voi. XXIII, p.20 ), la Storta (ne feci paro-
1

a vantaggio della diocesi di Porto quel la nel voi. XXX,p. 1 1 5, a Poste pontificie
zelo ecclesiastico e quel cuore magnani- ealtrove, comealNORESsisoiENNi in Ro-
mo che lo rese venerato e amato, prima ma), s. Nicolò, Olgiata, Vacca reccia, Ria-
all'arcidiocesi di Genova (^.) ^ quindi tto (già de'Ce^j Fedi: dice Coppi, la giu-

alleabbaziedi Farfa e s. Salvatore mag- risdizione del vescovo di Porto si esten-


giore (F.), e poscia alla detta diocesi di de sopra il tratto dall'agro romano, da
Sabina (F.). Avendo Pio IX distaccalo Porto alla riva destra del Tevere, fra Ro-
dalla diocesi di Sutri le popolazioni di ma e il territorio di Riano), Prima Por-
Tolfa e Allumiere ( delle quali toccai a ta così detta da un arco monumentale
Civitavecchia e altrove),unendole a quel- che ornava questa stazione Botlaccia, ,

la di Civitavecchia, l'amplissimo porpo- Testa di Lepre, Leprignana, Castiglione


rato a*2 9 settembre i85o ne fece pren- Riccio, Tragliata, Magliana già Fìlltg-
der possesso, come si legge nel n.° 289 gialura dei Papi (/^.), Casale de* Maltei,
del Giornale di Roma , rallegrando poi Rucea ove fu la Selva Nera donde ebbe
di sua presenza
inuovi diocesani. Gli al- origine Selva Candida, Porcareccia, Tor-
tri luoghi della diocesi di Porto (illustra- re in pietra, Ponte Galera, Pisana e Ca-
ti da Degli Effetti, Piazza, Nicolai, Cop- stel Nuovo di Porto governo distrettuale

pi, Nibby e altri), secondo la descrizione nella Comarca di Roma, Castrimi No-
di Piazza, che la dice estesa dal Tevere vum. Esisteva prima del secolo X, in cui
e mare sino alle diocesi di Nepì e Su- fu bruciato dagli ungari , appartenendo
tri, e da Prima Porta, sono i castelli e ca- in parte al monastero della Chiesa di s.
sali di Maccarese, Palo (di cui a Civita- Paolo, con altri propinqui feudi, in par-
vecchia e Odescalchi pure notai i Pa- te alla famiglia Conti anche per inve-
,

pi che 1* onorarono di loro presenza , e stitura d'Innocenzo III. Nel secolo XIV
qui aggiungo, che Clemente Vili vi si o prima venne in potere de' Colonna, i
trattenne alcuni giorni eammisea P/yz«- quali avendolo perduto per ribellione
zo, Fedi, Virginio Orsini), s. Severa, s. contro Bonifacio Vili lo ricuperarono ,

Marinella (delle quali feci parola a Por- da Clemente V


neliSoG. Gli abitanti di-
to o Porti, e de'due seguenti a Civita- venuti insubordinati, Eugenio IV lo fe-

vecchia e altrove), Palidoro (la cui chie- ce espugnare dal cardinal Vitelleschi. Di
sa visitarono Pio VII nel i SozI, Gregorio nuovo ai Colonna il 3i maggio i447 ^^
XVI neh 835), Castel di Guido (il qua- restituì Nicolò V ; indi lo guarnì d' ar-
le si vuole succeduto a Lorio, già sede tiglierie Alessandro VI. Essendo termi-
vescovile , e Pietro vescovo sottoscrisse nata la concessione in favore di essi, Gre-
al concilio romano del 4^7; ne feci cen- gorio XIII lo ricuperò neli58i, ed og-
no nel voi. LI , p. 88 : i commendatori gi lo possiedono i Cusano. Nel 1734 ^i

di s. Spirito, cui appartiene, vi riceverono prese alloggio Carlo Borbone ,


allorché
i Papi nell'andare a Civitavecchia, e per andava a conquistare il regno di Napo-
POR POR 23i
li. Pio VI reduce dal viaggio di Vienna sostituito Castel Nuovo per la residenza
si fermò a pranzo da mg/ Miselli com- diocesana de' vescovi, i quali più volte vi
missario della camera. Il recinto del pae- tennero ordinazioni , sinodi, e vi fecero
se ha torri rotonde, forse costrutte, co- molle funzioni episcopali, onde prima nei
me il palazzo baronale, nel secolo XV. decreti concistorialisi e<fprimeva che l'e-

La chiesa collegiata di s. Antonino mar- sercizio della cattedralilà si adempiva


tire e patrono di Castel Nuovo, fu rifab- nella collegiata di Castel Nuovo, ov'è il
bricata dal cardinal Delci, indi ornata e capitolo dicanonicicon l'arciprete, aven-
dedicata dal cardinal Guadagni , avente do i vescovi sempre riguardalo tal chie-
im quadro del Perugino nell'altare
bel sa loro propria. Inoltre Piazza descrive
del Salvatore. Questa insigne fabbrica, le sue chiese ed sodalizi, il monte fru-
i
g^
monumento non perituro della generosi- mentario e l'ospedale. A'tempi del Piazza
tà del cardinal Delci, divenuta squallida la sola mensa di Porto ascendeva a scu-
'
e con esterne crepa ture, minacciava pros- di 4ooo, dividendosi per antiche dispo-
sima rovina , specialmente per le inde- sizioni pontificie in i a porzioni, 7 pel ve-
bolite travature; ma accorsa la munifi- scovo, 5 pel capitolo Vaticano al pre- :

cenza del cardinal Larabruschini, venne sente il nuovo vescovo non paga tasse, e
fortificata d'ogni parte e abbellita colla per le diocesi riunite ha la rendila di cir-
spesa di diverse migliaia di scudi. A eter- ca 2100 scudi, come si legge nell'ultima
narne la memoria, il clero e il munici- proposizione concistoriale. La diocesi è
pio di Castel Nuovo celebrarono tante vasta e contiene i ricordati luoghi, quasi
beneficenze con lapide marmorea nel tutti rinomati per memorie illustri.

1 85 1 . Piazza chiama Castel Nuovo il pih PORTO DANZO o ANZIO. F. Por-


civileepopolato castello dell'agro roma- To e Porti dello stato Pontificio.
no e della diocesi Portuense, già metro- PORTO o OPORTO (Portugallen).
poli de'capenati (ma il dotto Galletti nel- Città con residenza vescovile di Porto-
la sua Capena municipio de romani f so- gallo nella provincia di Minho, capoluo-
stiene che fa GV/^mcm/^, piuttosto Castel go di Comarca a 64 leghe da Lisbona,
JVuovo essere uno de' principali luoghi sulla destra riva del Douro, situata pit-
del territorio capenale, di cui ci die la torescamente in ristretta valle, fra mon-
carta topografica), ed una delle più im- tagne alte e coperte da folti boschi di pi-
portanti colonie de' veienti, poi colonia ni, sede d'un governatore militare. Si di-
de' veterani romani, posta in ameno ed vide in 5 quartieri che contengono al-
elevato colle, con fertile territorio, dive- trettante parrocchie col battistero : i due
nendo luogo principale Tuscu- de' conti primi, che portano i nomi di Se e di Vit-
lani (di cui a Frascati), onde a loro ed toria, sono fabbricali in anfiteatro sopra
a Giovanni Xli il Piazza attribuisce l'e- due colline omonime e formano la città

rezione dell'antica chiesa di S.Giovanni. propriamente delta; sono cinti da vecchia


Aggiunge che suo nome, secondo De-
il muraglia fiancheggiata da torri e protet-
gli Effetti (famiglia illustre del luogo), ta da un pìccolo forte. I tre altri quar-
deriva per essere sorto dalle rovine del- tieri sono s. Idelfonso, Miragaya e Villa-

le 5 colonie dell'antica Penta poli, di cui nova; l'ultimo che comprende la Gaya,
fu vescovo s. Tolomeo, nel 3.° secolo fat- ove si crede fosse situata Crt//e, è fabbri-
to martirizzare conRomano da Claudio calo sulla sinistra del fiume e comunica
li M.Aurelio Flaviodelto il Go^/co. Do- cogli altri posti sulla riva destra, col mez-

po le rovine di Porto e dopo che ve- i zo del ponte di battelli. Porto oOporto
scow Porluensi cessarono dalla giurisdi- è assai generalmente ben costruita, con
zione e residenza nell'isola Tiberina, fu belle strade presso la riva , come sulle
232 POR POR
sommità ove sono eleganti case. Lo si- mente pei loro eccellenti vini conosciuti
tuazione di questa città, la regolarità dei sotto il nome di Porto-Porto o Oportoj
suoi fabbricati , la bellezza di molti dei somma n'è la quantità che se ne espor-
suoi pubblici e particolari edifizi, e
la im- ta,massime in Inghilterra: onde rego-
portanza del sub commercio, ne fanno larneil commercio, nel ì'j56 sì stabilì
la 2." città del regno. Tra lei i piazzeso- una compagnia con gran privilegi. Gl'in-
no più osservabili laPraca Nova das Hor- glesi che vi fanno i maggiori affari vi han-
tas, ed il Campo di Cordaria ; 20 sono no da lungo tempo un banco e molteca-
le fontane. La cattedrale di antica strut- se di commercio particolare. Conta circa
tura è sotto l'invocazione della B. Ver- 80,000 abitanti , fra' quali ne fiorirono
gine Assunta, col sagro fonte ed insigni illustri Gabriel Acosta, Vasquez Lobei- J
"
reliquie, li capitolo ba 7 dignità, prima rae altri. Il clima è umido e mollo fred-
delle quali è decano, con 12 canoni-
il do neir inverno, quantunque geli di ra-
ci, 5 semi i4 L>eneficiati, 4 pre-
canonici, do: l'eccessivo cakloè temperato da ven-
ti, 2 sagri custodi ed altri ecclesiastici. ticelli marini. I dintorni sono adorni di
La cura d'anime si esercita pel parrò* eleganti case di campagna e di graziosi
co abbate. Contiguo è V ampio e deco- giardini. Nelle vicine montagne vi sono
roso episcopio, con magnifica scala. Nu- indizi di vene di rame e di carbone.
merose sono le cbiese , una delle quali Una parte degli abitanti dell'antica
collegiata ; la chiesa dos clerigos ha il città di Calle o Cale^ si stabilirono sul-
capanile più alto di Portogallo dopo quel- le rive del fiume , e vi fondarono una
li di Mafia. I monasteri di monache so- nuova chiamata Portus Calle ^ Por»
città
no 3, gli ospedali 3, oltre quello pei chie- tus CalensiSj da cui derivò l' attuai no-
rici poveri, molte le confraternite; nel- me di Portogallo a tutta la regione : O-
l'ultima proposizione concistoriale il se- porto fu chiamata impropriamente. Que-
minario si faceva desiderare. Bensì vi so- sta città divenne tosto più importante
no scuole e collegi, scuola di chirurgia e a- della prima, e Calle ed alcuni luoghi vi-
natomia nello spedale della Misericordia, cini non ne ftu'ono che i sobborghi. Ri-
accademia di marina e di commercio , cevette grandi privilegi da re Giovan-
orfanotrofio e ospizio pegli esposti. Sono ni II, ma molti le furono tolti al tempo
belli edifizi palazzi di giustizia e comu-
i della ribellione che vi scoppiò nel 17^7.
nale, quelli ove la compagnia de' vini del- Due anni prima molto soffrì pel terre-
l'Alto-Douroha il suo magazzino, la fat- moto che rovesciò Lisbona. Presa dai
toria inglese, le caserme, la casa pia e il francesi nel1808, l'abbandonarono nel
teatro. Possiede una gran fabbrica di ta- i8og. Fu molto danneggiata nelle sue
bacco, ed altre importanti di sapone, cor- relazioni commerciali dopo le guerre
derie, porcellane , maioliche e altro. Vi per escludere dal trono d. Michele I,ed
è un arsenale di costruzione per la ma- un gran numero di abitanti perirono
rina, ed è compiutamente equipaggiato. vittime delle conseguenti vicende politi-
11 suo porto è di difficile accesso a cagio- che che agitarono il paese, e furono for«
ne delle roccie dell'imboccatura del fiu- zali di emigrare. Dopo le clamorose vi-
me, che impediscono giungervi ai basti- cende d' Italia e la sua abdicazione, vi
menti da guerra; è però sicurissimo pei si ritirò Carlo Alberto re di Sardegna, ed
bastimenti mercantili. Porlo fa un con- ivi morì a'28 luglio 1 849> venendo il suo

siderabile commercio, ed è l'emporio di corpo portato nelle regie tombe de'suoi


quasi tutta la provincia di Minho e di antenati. La sede vescovile ebbe princi-
quella di Tras-os-Montes, e della mag- pio nel IV o V secolo, secondo Coman-
gior parte deH^allra di Beira, principale ville, sufiraganea di Braga come lo è an«
POR POR 233
cora : il vescovo Argiovilro sottoscrisse PORTOCARRERO Lodovico Em-
nel 4o6 al 3." concilio di Toledo,e Ar- MANUELE, Cardinale. Spagnuolo de'coriti
geberto a quello sotto Gundemaro; altri di Palma, compiti gli studi nell'universi-
primi vescovi sono Basco trasferito a Bra- tà di Toledo, ottenne la coadiutoria al
ga Giovanni Peculiar, Martino Perez,
, decano di quella metropolitana, e dal re
Ferdinando Guerra, Luigi Pires, il car- fu onorato di distinti carichi nel palazzo
dinal Giorgio Costa che in pari tempo realee della dignità di vicerèdi Sicilia.
lo fu di Por/o suburbicario: fra questi ul- Nella vacanza di detta sede per morte del
timi l'Ardovino vi comprese Pietro Lim- cardinal Sandoval e nell'assenza del cardi-
pum Baldassare del 1
547 ^^ intervenne nal d'Aragona arcivescovo di Toledo, pre-
al concilio di Trento, ma erroneamente siedè al governo della metropolitana col ti-
come avvertì Lucenzi n^W Italia sacra^ tolo di vicario spirituale e temporale, di-
t. 47, per aver confuso il vesco-
I, p. 1 chiaralodalla regina madre cappellano re-
vato di Porto di Portogallo con quello gio. D'ordine sovrano, corroborato dal-
omonimo di Roma, Nelle Notizie di Ro- l'autorità pontifìcia, presiedè al capitolo
ma se ne riporta la serie, incomincian- generale celebrato dai monaci girolamini
do da Giuseppe M." di Fonseca da E- nel monastero di s. Bartolomeo di Lup-
vora minore osservante, fatto vescovo da piana, e quantunque non avesse l'età ca-
Benedetto XIV a'2 gennaio 174I) tni- nonica pel vescovato, fu nominato alla
nistro di Portogallo presso la s. Sede ; chiesa arcivescovile di Granata, che mo-
questi è il celebre portoghesino che di- destamente ricusò. Quindi venne pro-
cesi naturale di re Giovanni V e del qua- mosso a quella di Toledo, e ad istanza
le parlai in diversi luoghi citati nel voi. della regina di Spagna reggente del re-
XLlII, p. 46, enei voi. I,p. 192. Ne trat- gno. Clemente IX a'29 novembre 1669
ta ancora il p. Casimiro Memorie dei , lo creò cardinale prete di s. Sabina, don-

conventij p. 245», in cui narra aver esso de passò a vescovo di Paleslrina, venen-
speso scudi 80,000 pel convento di Pa- do ascritto a diverse congregazioni e fat-
lazzoia, che descrissi ne'luoghi ricordati, to protettore del regno di Spagna. Filip-
ordinando che dopo la sua morte le am- po V gli conferì la generale presidenza
pliate contigue abitazioni dovessero sol- delle milizie, e lo volle inquisitore della
tanto servire per alloggiarvi i benefatto- fedene'suoi stali.La compassione ch'ebbe
ri dell'ordine, che colà si portassero per pei poveri fu singolare, come la splendi-
diporto, tranne le femmine, e non per dezza verso le chiese, contribuendo 8000

altri usi, facendo convalidare questa di- scudi per risarcire quella di Palestrina,
sposizione, da Clemente XII col breve le quali pie opere poterono in lui purgar
Exponi nobiSf de' g aprile 738, Bull, 1 le macchie contratte in gioventù, pel te-
Rom. t.i4, p. 23r, Per morte del vesco- nore di vita alquanto libera e amena, cir-
vo Giovanni de Magalhaes A velar, ne cuito da persone astute da domestici e
,

riempi la sede da qualche anno vacante favoriti, de'quali non fu mai senza. De-
Gregorio XVI, col preconizzarvi nel 843 1 siderò di dominare e comparire uomo di
l'attuale mg/ Girolamo Giuseppede Co- vaglia e di talento, ma perchè non ebbe
sta Rebello di Braga, nominato con let- testa da dirigere e condurre a fine gra- i

tera de' 16 dicembre 1842 dalla regina vi negozi ne'quali si trovò impegnato, can-
Maria li. Ogni vescovoè tassato per 025 1 giò il suo sistema a tenore delle congiun-
fiorini, ascendendo le rendite a circa scu- ture, ovvero a seconda delle passioni, co-
di 2600. La diocesi si estende 1 1 miglia me sono soggetti la maggior parte degli
in larghezza 617 in lunghezza, con 344 uomini. Nel 1709 morì d'anni 80 in Ma-
parrocchie, drid, lasciò erede l'ospedale de' poveri e
a34 POR POR
fu sepolto nella melropolilana di Tole- rosolimilano, in uno splendidoe magni-
do, innanzi la cappella della H. Vergine. ileo avello colla sua efìlgie in musaico e
De 5 conclavi che si tennero a suo tem- sostenuta da duegeni,con onorevole iscri •

po, intervenne a quelli di Clemente Xe zione. Di mediocre talento e di superfi-


Innocenzo XI ; non a quello di Clemente ciale letteratura, pure nel conclave di Cle- —
XI, che poi con breve de'2 1 luglio 1709 mente XI II aspirò al pontificato. 4| fl
'^
Jo ringraziò per aver pagato una delle PORTOGALLO Jacopo, Cardinale:
statue de' 12 apostoli della basilica Late* y. Jacopo.
lanense. La Fila fu pubblicala in fran- PORTOGALLO Enrico, Cardinale.
cese nel 17 IO, ed in Madrid
17 19, nel V. Enrico.
I^a politìque eia cardinal Portocarrero. PORTOGALLO Alfonso, Cardina-
PORTOCARRERO Gioacchino Fer- le. Figlio sestogenilo di d. Emmanuele
dinando, Cardinale. Nacque Madridin III re di Portogallo e di d. Maria 2/ mo-
da nobile stirpe de'marchesi d'Almana- glie, Evora o in Abrante. Fi-
nacque in
ro,professò nell'ordine di Malta, ove pei no dai primi anni comparve fornito di
SUO! meriti fu fatto ammiraglio delie ga- prodigioso talento, pel mirabile progres-
lere e poi ambasciatore a Carlo VI, il so che fece nelle lettere, quali apprese da
quale nel 1722 Io destinò viceré di Si- Barbosa e daRezende, oracoli della gre-
cilia, dove seppe unire la giustizia alla ca e romana favella. In età di 7 anni ,
dolcezza, guadagnandosi ralfettoela sti- come afferma il portoghese Novaes, o di
ma di que'popoli. Passali 6 anni in quel IO come vuole Cardel la', fu da Leone X
governo, si trasferì in Roma a ordinarsi il i.° luglio i5i7 creato cardinale 'del-
sacerdote. Clemente XII nel I735 lo fe- l'ordine de' diaconi, colla condizione di
ce consagrare patriarca d'Antiochia, e non trattarsi come tale finche non ne aves-
qual consultore lo aggregò alle primarie se i4, come appunto si osservò, ed al-
congregazioni di Roma, ed il cardinal Al- lora secondo il pontificio decreto ebbe la
bani lo elesse vicario delia basilica Vati- diaconia di s. Lucia in Septisolio. Adria-

cana. CenedeltoXIV a'9 seltembrei 743 no VI i52 2 lo fece arcivescovo di Li-


nel
lo creò cardinale prete de'ss. Quattro, lo sbona, e giunto all'età di 17 anni otten-
ascrisse a diverse congregazioni e dichia- ne vescovati di Guarda, Viseu, Evora
i

rò prefetto dell'indulgenze.Nel 749 Fer- 1


e altri. Scorgendo nell'ultima chiesa che
dinando VI redi Spagna lo nominò suo eravi bisogno di statuti e decreti, li pub-
ambasciatore in Roma e protettore dei blicòcon infinito utile del clero e del pò-
suoi regni. Clemente XIII nel 1 759 lo fe- polo.Lo stesso eseguì con Viseu,ove adat-
ce vescovo di Sabina, dove con somma lòleantiche leggi alla condizione de'lem-
diligenza visitò la diocesi, ampliò il se- pi eaMa qualità delle persone. Esatto cu-
minario, donando ad esso il palazzo edi- stode delle sagre ceremonie, ordinò nel-
ficato dal cardinal Annibale Albani pei l'arcivescovato di Lisbona non più si usas-
suffraganei, ai quali fece fabbricarne al- se l'uflìzio salisburgense introdotto fin
tro, ed arricchì la cattedrale di suppel- dal 1 167 in tempo di re Alfonso I, ma
lettili e di arredi sagri. Per le sue ener- che tutti dovessero uniformarsi al bre-
giche insinuazioni e persuasive parecchi viario usato dalla chiesa romana. Ver-
cardinali di Benedetto XIV contribuiro- sato nelle belle lettere tenne relazione coi
no ad erigere a tal Papa un sontuoso mo- più dotti ed eruditi contemporanei, e da
numento nella basilica di s. Pietro, pel oltre parti a se li chiamava con generosi
quale molto somministrò del suo. Mori donativi e trattava con infinita benigni-
santamente in Ronfia nel 1 760 d'anni 79, tà, e come Tito tenne perduto quel gior-
e fu sepolto in s. Maria del priorato gè- no che non potè compartire alcun bene-
POR POR 235
fìcio. Trovandosi in grave pencolo di vi- le alnord dalla Galizia, ed all'est dalle
ta, si fece recare nella cappella maggiore Provincie di Leone, di Estremadurà e di
di sua chiesa, dove con edificante divo- Andalusia. La sua situazione oltre di es-
zione ricevè il s. Viatico, passando in Li- sere amenissima, è forse la più comoda
sbonaoin Evoraa miglior vita nel i54o ed opportuna pel commercio di tutte le

d'anni 3 1, compianto con tal sinceia ama- parti del globo. Alle navi che vengono
rezza da lutto il Portogallo, che nel gior- in Europa dalle coste orientali e occiden-
no di sua morte o nel conoscerla sem- tali d' Africa e dell'Indie si presenta su-
brava che ciascuno avesse perduto il pa« bito, scorso il golfo di Cadice, il Porto-
dre, per essersi sempre mostrato prin- gallo con vari sicuri e comodi porti. Lo
cipe generoso coi poveri, mecenate de- stesso avviene ai bastimenti che giungo-
gli scienziati, munifico, dolce e mansueto no da gran parte d'America; ed i porli
tanto, che ninno faceva partire dalia sua di Lisbona e di Porlo (F.) possono con-
presenza turbato o malcontento. Unen- siderarsi come luoghi centrali nella scala
do a incontaminato costume profonda del commercio tra il il Medi-
Baltico e
pietà, trovava tutto il suo piacere nel- terraneo. La regione generalmente
è
l'esercizio delle funzioni ecclesiastiche,per montuosa, né vi sono che due pianure al-
cui sovente amministrava il battesimo, quanto estese, quella verso il corso infe-
recava il Viatico agl'infermi, faceva il ca- riore del Tago e quella verso la foce del
techisim) agl'ignoranti e molto più ai do- Vouga. 1 suoi monti principali sono la
mestici famigliari, dai quali, precedendo serra deirEstrella,la quale continuata dai
loro coU'esempio, esigeva compostezza di monti Juntoe Cintra, percorre dal nord-
vita, integrità di costumi, frequenza dei est al sud -ovest la parte
mediana del pae-
sagramenti e una giusta assiduità alla pre- se, e va a terminare al capo da Roca; la

ghiera, onde la sua corte sembrava un serra di Alloba n'è una ramificazione.Noa
chiostro di monaci. Pel i.° introdusse in v'è però alcuna vetta elevatissima, niuna
Portogallo l'uso d'insegnar pubblicamen- superando 7000 piedi sopra il mare;
i

te la dottrina ai fanciulli, ed in un libro il monte da Gavieira, nella serra di Soajo,

fece registrare i nomi de'battezzati, dei èsempre coperto di neve. Vi sono in Por-
padrini e madrine. Ebbe sepoltura nei togallo numerosi corsi d'acqua, ma veri
real convento di Betlemme, nella cap- fiumi non possono chiamarsi che il Ta-
pella di s. Vincenzo, in superbo mauso- go, il Douro, la Guadiana, il Minho, il
leo di marmo con iscrizione di due di- Lima (uno di quelli che gli antichi chia-
stici. Scrisse la vita d'Alfonso I, che de- marono Lete, supponendo che facessero
dicò a Leone X, ed altre opere latine in perdere la memoria), ed il Mondego, che
prosa e in verso raccolte da Rezende, par- sono anche navigabili. In generale fa mol-
landone Barbosa nella Biblioleca Lusi- to caldo lungo la costa, e tranne le mag-
tana, giori alture, l'inverno è in questo regno
PORTOGALLO, Liisitania. Regno brevissimo. La parte più temperata è il
all'estremità sud-ovest dell'Europa, nel- regno d'Algarviao meglio A Igarbe, all'e-
la parte occidentale della penisola ispa- stremità meridionale di esso. Sanissimo,
nica, fra36° 56' e 4^° 7' di latitudine in generale, vi è il clima, non cedendo ai
nord, e fra 9" 54' ed 1 1° 5o' di longi- migliori punti della Spagna,erEstrella so-
tudine ovestj che ha la forma d'un qua- prattutto è per questo conto rinomata. La
drilungo. Confina ed è bagnato dall'O- parte meridionale del reame e special-
ceano nella sua costa occidentale e nella mente la capitale coi dintorni, è molto
meridionale, circondato nel resto dai pos- soggetta ai terremoti. E' forse il Porto-
sedimenti spagnuoli epiùspecifìcalameu- gallo il paese che proporzionatamente al-
23G POR POR
l'estensione, più d'ogni allro d'Europa stria portoghese
al presente non è im-
possiede abbondanza e varìelù dei prò* portante nell'interno. Da principio tutta
dotti de' tre regni della natura, ma gli disordinata nel corso de'primi4 secoli del-
abitanti non ne ritraggono van- tutti i la monarchia per le guerre continue coi
.taggi che potrebbero. Vi allignano più mori, prese uno slancio brillante sotto re
di 4ooospeciedi piante, tra le quali 320o Dionisio o Dionigi, e fu a mano a mano
fanerogame, dalle betulle fino all'aran* protetta e fiorente sotto i regni seguenti,
ciò, all'olivo, e anche l'aloe d'America e smo all'epoca della dominazionespagnuo-
la palma del dattero. Il vino è un ramo la. Nel secolo XVI la nazione sbalordì
importantissimo di attivo commercio ; il l'Asia colle sue conquiste, e brillante ne
migliore è quello di Porto, di Setubai, divenne commercio. Due sagaci mini-
il

di Carcavellos presso Lisbona, di Torres- stri sotto Pietro li e Giuseppe I, nuova


Vedras, di Avadia, d'Ourem , di Lavra* attività impressero all'industria. In que-
dio, di Mongofoyes e dell' Algarvia. Vi sto secolo la guerra di 7 anni, durante
ha una specie particolare di guado o pa- la quale 3 volte fu invaso il paese dagli
stello, delio isalis lusilanica. L'agricol- eserciti fiancesi; la ritirata delia corte al
tura è poco fiorente, non solo per non es- Brasile e l'emigrazione di più migliaia
sere la popolazione proporzionata all'è* d'abitanti, portalo aveano alle manifat-
stensione del territorio, che per ignorarsi ture portoghesi colpi funesti; rialzatesi
in generale ibuoni melodi di coltivazio- un momento, sono di nuovo cadute in
ne; ma si sono andati facendo lodevoli istato deplorabileda alquanti anni per le
sforzi onde migliorarla. Scarso è il be- successive turbolenze politiche che agita-
stiame grosso, però vi abbondano peco- rono il reame. Allorché il Brasile appar-
re, capre e porci. I fiumi e le coste for- teneva ai portoghesi, le esportazioni a
niscono gran quantità e varietà di pesci. quell'immenso paese dirette formavano
Abbondantissimo è il ferro, ma se ne po- un vasto ramo del commercio di Porto-
trebbe trarre maggior partito. Vi sono gallo. Vi sono fabbriche di seterie, tele,
ricchissime miniere di piombo, altri mi- cappelli, marocchini, armi, minuterie, o-
nerali, marmi, argille colorate, ed anche reficerie, cartiere, manifatture di porcel-
pietre preziose; molto oro trassero ro- i lana, sapone, tabacco e di panieri. Egregi
mani dalle miniere del Portogallo, ove nel ricamo sono i portoghesi, e fanno bel-
egualmente si lavorarono le miniere di lissimi merletti e alcuni fiori artifiziali di
argento. V'è una moltitudine di sorgenti buon gusto.
minerali; le più rinomate sono quelle di Secondo la slalistica del 1 84 1 la po-
Caklellas, Rendufe, Gerez, Alcafache, s* polazione era di 3,4i2,5oo; al presente
GemiljS. Pedro,Caldas, Moncica. Ramo sifa ascendere a 3,5oo,ooo. Né oggi de-
del regno minerale più produttivo riesce ve essere più considerabile stante le mol-
il sale. Nondimeno non è grande il pro- le emigrazioni che accaddero negli ulti-
fìtto che ricava il Portogallo dai tesori mi anni, e la misera situazione in cui si

minerali che la ha prodigaliz*


natura gli trovò il paese piombalo. La poca popo-
zali. Il commercio esterno è ragguarde- lazione del Portogallo, come delle Spa-
vole; riiighilterra è il paese d'Europa col gne, si attribuisce alle continue emigra-
quale il Portogallofa un traffico assai con- zioni per Vincile orientali e per le Ame-
siderabile, abitando il paese un gran nu- riche, dove a torme, dopo le prime sco-
mero di negozianti inglesi. Lisbona e Por- perte si trasferirono dall'Europa, e fon-
to sono le principali piazze per le quali darono in quelle lontane regioni le città
si fa quasi tutto il commercio esterno. Ad e le Provincie che ne'tempi non lontani
onta della vantaggiosa posizione, l'indù- si staccarono dalla madre patria e resero
POR POR 237
incllpendenti. Il Portogallo ha possedi- lazioni e domìnio nelle ^ parli del glo-
menti a nelle in /tfrica, Asia e Oceania. bo, e dettato leggi all'Egitto, all'Arabia
Le colonie africane sono le isole Azzore, calla Persia, di venne la lingua portoghe-
Madera, s. Giacomo di Capo Vtrde^ s. se quasi la lingua universale; ed i piti

Tommaso e del Principe; alcuni stabi- grandi potentati dell'Asia umiliati si di-
limenti nella Senegambia meridionale, spularono la preferenza e l'onore d'es-
una parte dell'y^z/go/^ e del Benguela nel- sere tributari del Portogallo. Abbiamo:
laGuinea inferiore o Etiopia occidenta- Bernardo Lima, Diccionavio de la lingua
le, e la capitaneria generale di Mozam- Porlugueza^ Lisboa 1783. F. S. Costan-
bico. Compongonsì i possedimenti asia- do, Nouvelle grammaire portugaise à
tici di Goa^ Daman e Diu, neli'lndoslan l'usage desfrancais, Paris i832. Paolo
o Indie orientali, e di ilftì'Ctìro nella Cina. di G. M. G. P., Ristretto dì grammatica
Nell'Oceania hanno i portoghesi il gover- portoghese,Roma 1846. Tra gli autori
no di Dielly, nell'isola di Timor. La pietà che hanno illustrata la lingua porloglie-
degli antichi re di Portogallo presto aiutò se, si notano nella poesia Ferreirn, Dio-

alla s. Sede per stabilire la religione cat- goBernardes, Corte Real, Souto Mayor,
tolica nei loro dominii di Asia, Africa e Yasso MausinlìO, Alvares do Oriente, F.
America. Si apprende dal Saggio stati- Rodriguez Lobo, ed il celebre Camoens
slìco sul regno di Portogallo e di Algar- autore della Os Lusiadas ^lÀshoa i663,
via di Balbi, sul carattere fisico e morale, Paris 832; nella prosa, J. deBarros del-
1

che portoghesi sono in generaleben


i fatti, lo il Tito Livio portoghese^ Frey Luiz de
c|uasi tutti con capelli neri eia pelle men Souzaj Frey Bernardo de Bri lo, Pinlo
bianca de'popoli del nord d'Europa, pres- Pereira , J. de Lucena , A. de Castiiho,
soché tutti robustamente costituiti. Or- MendezPinto,FreyAmador Arraes, Frty
dinariamente le donne sono avvenenti, Il ci lo r Pinlo, Frey J. de Ceyta, Frey Pe-

belli occhi neri , lineamenti piacevoli e dro Calvo. Ne'secoli passati e corrente so-
ben propOÉzionate. Il portoghese è essen- no a rammentarsi, Manuel del Cenacolo
zialmente buono e tranquillo, gentilissi- del 3.° ordine di s. Francesco, arcivesco-
mo in tutte le classi, riservato nel parla- vo d'Evora, teologo sommo e storico mi-
re, ed esigente di molti riguardi; gene- rabile. Francesco Lobo vescovo di Viseu
roso, bravo e spiritoso dice Maltebrun. riformatore dell'università di Coimbra.
Ha molta attitudine alle scienze e alle ar- Gaetano Brandao arcivescovo di Braga
ti ; forma la poesia la sua delizia, e Iro- venerato per virtù. Fr. Giuseppe Ma-
vausi degli ottimi improvvisatori; riesce chado domenicano, filosofo e scrittore in-
facilmente alla scienza del calcolo, ma nel- signe. Giuseppe Macedo di fama europea,
le arti si limita in generale all'imitazio- ex eremita di s. Agostino, sommo teolo-
ne de'capolavori stranieri. I portoghesi, go, filosofo, oratore e poeta,autore di mol-
massime gli algarvi, sono buoni marina- le opere rinomate, redattore di periodici
ri, bravi e coraggiosi soldati , costanti e storico- politici, propugnatore de' diritti
sobrii. La lingua portoghese, dal latino di re d.Michele I. Luigi Furtado di Men-
derivata, tiene anche perciò grande ana- doza, priore maggiore dell'ordine di Cri-
logia colla spagnuola, di cui fu origina- sto, predicatore esimio. Fiorirono egre-
riamente un dialetto; dolce, adattissima giamente nella poesia Manoel M.'' Bar-
al canto e d'un' abbondanza spesso im- bosa, Nicolao Tolentino, Santose Silva,
barazzante perla scelta de'sinonimi; di- i Francesco Emmanuele:son(j viventi Gio.
minutivi e gli accrescitivi vi sono svariali di Lomos, AnlonioPereira, Garretti e An-
all'infinito, ed è pure di grande concisio- tonio de Casti Ilo cieco dalla nascita. In
ne. Avendo portoghesi i estese le loro re- ambedue i secoli primeggiarono nella mi-
a38 POR POR
lizia per valore e perizia, Francesco da ledra di s. Pietro i Papi s. Damaso 1 e
Silveira, vincitore di varie battaglie, mas- Giovanni XXI (F .): sulla questione se
sime nel 1 8oc) sul ponte d'Amarante; Ma- il i.° fosse portoghese, spagnuolo o ro-
noel Finto da Silveira figlio del preceden- mano, scrisse eruditamente l'illustre por-
te, ambedue conti d'Amarante, che su- toghese canonico Giuseppe de Novaes ce-
però il padre nel prestigio militare; nel lebrato autore della bellissima Storia dei
1823 fu il i.° a combattere la rivoluzio- sommi Pontefici e Dissertazioni che li ri-
ne e nel 1826 il i.^a reclamare i diritti guardano. Dal profondo studio e minuta
di re d. Michele I. Francesco conte di analisi che ne'verdianni feci su tali opere
Barbacena sostenne la campagna penin- per ordinealfabelicodellematerie, derivò
sulare contro i francesi e si distinse in l'idea e il vasto concepimento di scrivere e
molte battaglie. Gaspare Foixeira, gene- compilare questo mio Dizionario. Ecco
rale in capo di detto re. Alvaro Xavier poi il novero de' cardinali portoghesi, le
da Povoas. Bernardo da Silveira. Ga- cui notizie riportai alle biografie. Alurz,
brieleFranco.GuglielmoCoelho che com- AzambuiayFonseca^ Costa, Martini, Ja-
battè per d. Michele 1 e per d. Carlos. copo jEnricOy Alfonso di Portogallo yW\' J
Macellar, Botetho, Lemos generale in ca- chele Silva, Alencaslro, Sousa, Cunha \
po, Tiago Martins, Mousinho, Agostino de Attaide, Pereira, Motta, Almeyda
Luis, DeTancos, Pamplona, Telles,Nunez (de' Lavradio , meglio ne parlai nel voi.

de Andrada, lutti generali legittimisti di XXXVIII,p. 3i5),Attala/a, Carvaglio,


d. Michele I; come Io furono Peixoto, Gio. Cosimo C«/j/irt, Ferdinando de óoa-
Rosa, Jose Cardoso ed altri. Tra' costi- sa,Mendoza, Saldanha, Narogna, Car-
tuzionali si fecero onore il duca di Ter- lo Cunha, Patrizio Silva e Soraiva am-
ceìra Saldanha, Antas, Comfìra, SevaU bedue di Gregorio XVI, il quale creò pu-
Tach Vasconcello I e altri. Nei nostri tem- re l'attuale cardinal patriarca di Lisbona
pi come distinti nella marina sono am- Guglielmo Enrico de Carvaiho di Coim-
mirati il marchese di Nizza, Gio. Feli- bra; ed il vivente arcivescovo di Braga
Rosa, e Ma-
ce, Escarnice, Pietro Maris, Pietro Paolo de Figueredo de Cunha e
nuel Antonio Rodriguez Barreiro acer- MellodiCoimbra, venne fatto da Pio IX.
rimo difensore di d. Michele I, nautico Vedasi EmmanueleSousa, Crt^^/og-o 5/0-
peritissimo, combattè contro le flotte di rico de' Papi e cardinali portoghesi. An-
Pietro IV,ed eroicamente nell'azione na- tonio Macedo gesuita portoghese, Litsi'
vale sulle coste dell'Algarbe e ne restò tania infidata et purpurata,Vòv\^\\ i663
\ittima. In santità di vita fiorirono por- e 1673. Principalmente nel secoloXVI
toghesi d'ambo sessi, come s. Antonio
i fiorirono in Portogallo le belle lettere,
detto di Padova [V .)^ dal luogo ove mo- come ne fanno fede le storie scritte in
rì, s. Giovanni di Dio fondatore del be- latino elegantissimo da Osorio vescovo
nefico ordine de'benfratelli, e quei tanti d'Algarve, chiamato il Cicerone porto-
che riportai nelle biografìe e in tanti ar- ghese. In quel tempo fiorirono anche le

ticoli celebrai. De Castro, Mappa de Por- scienze sagre^ e ne dierono chiara prova
tugalcì diede le notizie di 1 55 santi, beali i che inter-
prelati e teologhi portoghesi
e venerabili servi di Dio portoghesi, co- vennero Trento. Ebbe in-
al concilio di
me dc'tanti personaggi illustri di questa felice fama il dotto oratoriano p. Antonio

nazione. Portoghesi furono un gran nu- Pereira giansenista, che rovinò il clero
mero di vescovi e di dignitari ecclesiasti- portoghese. Quanto ai navigatori ed ai
ci, anche regolari pel grandissimo nume- guerrieri che fecero la gloria di questa
ro de'moiiastari, abbazie e conventi che eroica e nobile nazione, ne parlerò poi,
fiorirono nel reame. Saliroao sulla cat- tessendo il sunto della sua importante
POR POR 239
sloiia. Si può dire che i porlogliesi di- qulsle, il commercio de'portoghesi coi po-
slinguonsi per una civiltà particolare nel- poli delle isole degli oceani, cogli abitanti
la penisola ; da per tutto presso di essi dell'Oceania, della Guinea, dell'E^tiopia,
trovansi le tracciede'progressi che fecero dell'Arabia, delle Indie orientali eocci'
le arti e le scienze in Europa; frequen- dentali. Per mezzo del commercio por- i

temente incontransi nelle bibliòtechepar- toghesi introdussero in quei regni la re-

opere francesi e inglesi; le Me-


ticolari le ligione cristiana; la pietà e la munificen-
morie dell'accademia regia di Lisbona, za regia ebbero parte speciale nell'erezio-
e le Effemeridi à\ Coimbra sono note al ne de' vescovati diAngamale o Cranga-
mondo erudito. Il r.° stabilimento d'i- nor, Goa, Malacca, Macao, Goccino^
struzione pubblica di Portogallo è l'uni- Mtliapor o s. Tommaso, ed altri notati
versità di Coimbra j vi si trovano 900 a Indie orientali ed ai loro luoghi (oltre
scuole elementari, un assai grande nu- Angola, Angra, Fimchal, s.
quelli di
mero di scuole di lingua latina, anche di Tommaso, s. Giacomo di Capo Verde,
lingua greca, come di rettorica, filosofia ed altri appartenenti all'Africa e ad altre
e altre scienze, seminari nelle diocesi e come si può vedere ai
parti, loro articoli),
molti collegi, segnatamente degli ordini ed anche Nankin e Ptkìno Cina (F). in
religiosi.Se l'influenza cui da più d'un Grati i Clemente VII, Paolo IH,
Pontefici
secolo esercita sul Portogallo il governo Paolo IV, Clemente Vili e Paolo a V
britannico, vi alterò l'indipendenza na- tanta religione e liberalità, stabilirono di
zionale, è d'uopo da un altro canto rico- eleggere in vescovi di quelle città que'de-
noscere ch'ebbe felici risullamenti pei gni soggetti che fossero stati nominati dai
J)rogressi delle arti, dell'industria e del- monarchi portoghesi, e di qua deve ri-
l'istruzione. petersi il giuspatronato tanto famoso del
La religione cattolica, promulgala in Portogallo. Ma per quanto descrissi a In-
Portogallo ne'tempi apostolici, è la reli- die ORIENTALI e relativi articoli, e poiché
gione dello stato e della massa della na- le umane cose vanno soggette a cambia-
zione. Le sedi arcivescovili di Braga ed E- menti, quel giuspatronato che avea ap-
vora ebbero origine nel 1 1 secolo. I prote- 1 portato tanti vantaggi ne'tempi andati,
stanti e gii ebrei vi sono da lungo tempo per giuste ragioni e pel bene della reli-

tollerati. Sullo spirito religioso dei porto- gione, Urbano Vili pel i.° volle rientra-
ghesìsi può vedere Pacca, nell'opera che re ne'diritti della s. Sede e fu il i.^ a re-
citerò. Il regno ha il patriarcato di Lisbo- trocedere dalle concessioni, seguito dai
na, gli arcivescovati di Evora e di Braga successori contro le pretensioni dell'arci-
primate del reame, e le sèdi vescovili di vescovo di Goa sulle giurisdizioni, e con-
A vetro i Bcja, Br aganza, Castel Bran- tro le esigenze della corona di Portogallo
co, Coimbra, Elvas^ Faro, Guarda^ La- che credeva devoluto a se il governo spi-
mego, Leiria, Pinhiel, Po/talegre, Por- rituale delle Indie orientali, provveden-
te, Fiseu. Tutte hanno articoli, come lo dovi coll'erezione de'vicariati apostolici,
hanno quelle altre sedi vescovili nomi- e principalmente l'immortale Gregorio
nate nelvoi. XXXVIII, p. 3(1 a 3i5 XVI colla erezione di molti di essi ne'luo-
e 3i7, ed altre non più esistenti, come ghi già appartenenti alle diocesi suffra-
Miranda, Penafitl, ec. A Lisbona par- ganee di Goa (di che toccai pure nel voi.
lai degli ospizi e collegi di missioni e stra- LI, p. 74),come quello che pel vero be-
nieri in Portogallo, e della residenza che ne spirituale de' fedeli procedette sempre
da secoli vi fa il prelato nunzio aposto- con zelo franco e sacerdotale, e senza uma-
lico. Sono celebri, come dissi ai loro ar- ni riguardi, temperando però l'apostolica
licoli e poi indicherò; le scoperte, le con- sollecitudine con quella prudenza di cui
24o POR POR
fu esemplarmodello, imperocché il mede- i833 de'libri della biblioteca Vaticana,
simo patronato era (li vernilo a'noslrigior- si trova: Memoriale sopra la controver-
Ili un ostacolo piuttosto che un mezzo per sia della giurisdizione del collettore in
propagar la religione. A questo vincolo Portogallo. Nel n.° 1091 la relazione del
non avea ne voluto, ne potuto obbligarsi negoziato fatto dui vescovo di Nicastro
la s. Sede nel concedere le nomine a quel- Castracane collettore in Portogallo, e dal
lesedi vescovili, onde colle erezioni dei vi- vescovo di Sìnigaglia Campeggi nunzio
cariati di Madras, Bengala, Ceylan e altri di Madrid sino alla espulsione del primo.
che descrissi a Indie orientali, rientrò Nella biblioteca Albani nel codice 90 si

ne'divini suoi diritti, ed abolì col fatto legge la relazione del negoziato fatto dal
qualunque grazia e indulto concesso dai collettore Castracane e dal nunzio Cam-
Papi, perchè divenuta d'impedimento al peggi, per conservare alle chiese di Por-
fine per cui era stata concessa. Oltre a togallo i beni lasciati ad esse dai fedeli con
che, quasi tutti que'Iuoghi o più non so- obblighi di messe, e di quanto occorse sino
no o mai non furono in potere de'porto* ella espulsione del collettore seguita a'3i
ghesi, e le concessioni non potevano ri- agosto 1639. Inoltre vi è il discorso a fa-
guardare che le tene occupate o ricu- vore del re e contro mg.*^ colletlore di
perate, non mai luoghi ne'quali i e di
i i Portogallo, diretto al Papa e contenente
Portogallo non avessero veruna autorità. molte cose notabili sulla collettoria. Inol-
La medesima realcortesembra anche de- tre in Roma per diversi secoli vi fu un
caduta dal diritto di nomina ai vescovati cardinale protettore de'regni portoghesi
cinesi di Pekino e Nankino. Queste no- presso la sede apostolica. Ad Ambasciatori
mine non le erano state concesse, che a dissi che quel di Portogallo pel giovedì
condizione di dotare quelle sedi, la qual santo nomina un sacerdote ecclesiastico,
condizione non essendo mai stala adem- ordinariamente nazionale, per fare da a^
pita è per se stesso decaduto ogni dirit- postolo o pellegrino nella lavanda de'pie-
to. Le parrocchie del regno si fanno ascen- di che fa il Papa e successiva mensa: di
dere a 4ooo. Fumolto esagerato il nu- questanomina parlai ancora ne' voi. Vili,
mero degli ecclesiastici e pare che non p. 298,XLI,p. 290. Anticamente inter-
abbia a portarsi che circa a 29,000, 1 8,000 venivano alle Cappelle Pontificie {^.)>
Ira'quaìi appartenenti al clero secolare, ederanoadesseinvitati dai Cursori apo-
65oo frati e 45100 monache pel clero re- sLolici {^f .) : am-
di tale intervento degli
golare: agli articoli degli ordini religiosi basciatori, si può anche vedere Princi-
parlai di quelli esistenti in Portogallo, pi ASSISTENTI AL SOGLIO PONTIFICIO. Agli
anche come congregazioni particolari. articoli Cavalcata e Conclave ragio-
In Roma risiede il barone di "Venda nai de' solenni ingressi degli ambascia-
da Cruz inviato straordinario e ministro tori in Roma; a Protettore, del cardinal
plenipotenziario della monarchia porto- protettore di Portogallo che presentava
ghese: in Lisbona capitale del Portogallo al Papa il nuovo ambasciatore, al quale
\i risiede mg.' Camillo di Pietro arcive- si mandava quel dono di commestibili
scovo di Berito,internunzio straordinario che ricordai nel voi. XLI, p. i55. Nel
e delega to apostolico. Prima n i Roma era- n.** 663 del Diario di Roma del 1721
vi l'ambasciatore di Portogallo; ed in Li- si riporta il magnifico treno e il ceremo-
sbona nunzio apostolico, anzi antica-
il niale col quale l'ambasciatore di Porto-
mente i Papi spedi vano un collettore apo- gallo de Mello si portò all'udienza d'In*
stolico per ricevere il tributo offerto a s. iiocenzo XIII, che vestito di camauro,
Pietro, ed uno degli ultimi fu Gio. Bal- rocchetto e mozzetla Io ricevè sotto il

lista Pallotla cardinale nel 162 9. Nel n.** trono, gli die l'amplesso e fece porre a
POR POR 1^1
s€(ìere sullo sgabello di legno, dopo le 3 dell* ospizio sono amministrate da mia
genuflessioni, bacio del piede o della ma- deputazione di nazionali presieduta dal
no fatti dall'ambasciatore, che ricevero- ministro o ambasciatore di Portogallo. Si
no e accorapagntirono il maggiordomo, legge nel Fan ucci , Opere pie di Roma
il maestro camera, i camerieri segreti
di lib. i,cap. 25, e lib. 4» cap. 2, e Piaz-
e il maestro delle ceremonie. Nel voi. za, Eusevologio romano trat. 2 , e. 8,
XLf II, p. 58 riportai il pranzo dato in Ma- e trat. 8, e. 3, che Giovanna da Lisbona
rino dall'ambasciatore Pereira Sampajo gentildonna portoghese, recandosi in Ge-
a Benedetto XIV. Nel n.° 198 del Dia- rusalemme a visitare ils. Sepolcro, pas-
rio diRoma del 1802 si legge come Pio sando per Roma* onde venerarne san- i

VII avendo dispensalo il conte de Sousa tuari, verso 43o, vide nella visita del-
il 1

ambasciatore di Portogallo dal pubblico le basiliche molte povere donne porto-


ingresso, questi si portò dal Papa in no- ghesi pellegrinando quasi disperse, senza
bile treno. In Roma la regina Maria I aver luogo ove alloggiare, di che mossa
istituì un'accademia artistica ad imita- a compassione generosamente comprò
zione dell'accademia di Francia^ ivi in- una casa nella contrada delta della Scro-
viando e mantenendo a spese del gover- fa pressoil convento degli agostiniani,

no vari giovani portoghesi per appren- in cuicon larghe limosine istituì un o*


dere e perfezionarsi nelle belle arti sotto spedale con molli letti a comodo delle
la dilezione del cav. Gio. Gherardo de povere donne di sua nazione che venis-
Bossi, uomo di squisito gusto e in questa sero a visitare i luoghi santi di Roma.
materia di grandi cognizioni fornito. In- Questa pia opera fu proseguita dal car-
cominciavano gli allievi a corrispondere dinal Martini [P'.) che nel i447 P^^^ f

alle mire benefiche della sovrana, e già mancò non fosse eletto Papa invece di
davano lusinghiere speranze d'una felice Nicolò V ed ampliala anche in favore
,

quando nel lygSfurono dai fran-


riuscita, de'suoi connazionali portoghesi, median-
cesi espulsi da Roma come sudditi esteri te le limosine eziandio raccolte pubbli^
di potenza nemica della loro repubblica. camenle da altri benefattori portoghesi,
Tanto, leggo a p, i r i nelle Notizie sul poiché acquistò l'odiei'no sito che allora
Portogallo con una breve relazione della formava parte del convento di s. Ago-
nunziatura di Lisbona dali 795 <2/ 1 802, stino che resta incontro, quindi vi fece
scritte dal cardinal Bartolomeo Pacca edificare l'ospedale e l'ospizio, sulla cui
già nunzio presso quella real corte, Vel- porla fu pòsta l'iscrizione: HospitaleDo-
letri i836. Lanzi parlò di questa acca- mini Anlonii cardinalis Portugallensis.
demia di Portogallo nella Storia pitt. t. Inoltre il cardinale fabbricò accanto al-

2, p. 273. Gli studenti aveano le scuole l'ospedale una piccola chiesa in onore di
in un palazzo sul Corso, poi nel palazzo s.Antonio di Lisbona, chianialo volgar-
n.° 43 in via di Campo Marzo. Oggi pe- mente di Padova, nel luogo ove n'esiste*
rò l'accademia più non esiste, quantun- va altra sotto l'invocazione di s. Antonio
que sieno in Roma diversi giovani por- abbale,ovvero secondo Panciroli a que-
toghesi pensionati per dar opera alio stu- sto santo dal cardinale intitolata portan*
dio delle belle arti, senza però che ab- done il essendo a tempo del
nome; tale
biano uno speciale direttore o vivano in Martinelli che nel 653 pubblicò Roma 1

comunanza. sacra, ose l'accenna a p. 63 come edi-


Lana/ione portoghese ha inoltre in Ro- {^lùoparvum et ìmperfectum. Peròjquan •

ma nel rioneCampoMarzo magnifìcachie- to al santo titolare , osserva Fanucci di

saconconliguoospedaleeconvitto di preti aver veduto dipinto nella facciata s. An-


che la uffiziano : le rendite della chiesa e tonio abbate, al quale nel pontificato di
VOL. LIV, 16
242 POR POR
Paolo III fu sostituito quello di Lisbo- nel luogo ove si trova,
tini lo trasferisse

na, le cui insegne adottò il sodalizio, sci)- e che la chiesa dedicata a s. Antonio ab-
bene senza sacco. L'ospedale non andò bate in seguito prese il nome di s. An-
guari che venne ingrandito dal cardinal tonio di Lisbona, per chiamarla così di- i

Giorgio Costa (F.) portoghese, che nel voti suoi connazionali, onde prevalse al-

1492 disputò vivamente il pontificato l'anteriore denominazione, celebrandosi


od Alessandro VI il suo testamento fu
: la fcsla per ambedue e con più solenni-
pubblicalo dal Galletti, PrìmicerOj p. tà pel santo portoghese a' 3 giugno. 1 Sem-
357. Panciroli diceche al cardinale glie bra che la chiesa ne'primi anni della melìi
ne die nel i486 la protezione e' la cura del secolo XVII fosse riedificata dai fon-
Innocenzo VI li. Verso il i54o nella chie- damenti con maggiore ampiezza e ma-
sa fu istituita una confraternita nazio- gnificenza a spese de' nazionali. La fac-
nale, a cui venne affidala la direzione e ciala di travertini fu eretta coi disegni di
governo di essa e dello spedale, ottenen. Marlino Lunghi, che non potendo veder-
do da GregorioXIII il privilegio dell'al- la compita, fu terminata da Cristoforo

tare pei defunti ; la quale confraternita Schor circa il i6c)5, insieme colla chiesa
suole aiutare i bisognosi portoghesi. A. a croce latina con cappelle sfondate, ric-
tempo di Fanucci ( iGoo) e di Piazza ca assai per la bellezza de' marmi colo-
('1698 ), nell'ospizio e ospedale si ricet- rati, che le danno un aspetto gaio e pia-
tavano tulli poveri e pellegrini porto-
i cevole; l'oro e gli stucchi vi sono larga-
ghesi, dandosi loro stanza con letto e al- mente profusi, con sontuoso oigano. Il
tre comodità, cioè ai secolari per un me- quadro dell'altare maggiore rappresen-
se, ai sacerdoti per due, alle donne, per ta la ss. Vergine e s. Antonio di Lisbo-
le quali fu principalmente fondato, per 3, na, dipinto da Giacinto Calandrucci pa-
4 o 6 mesi, secondo le loro qualità e ne- lermitano cappella a sinistra ha
: la i.^

cessità. Nel 1 683pel legato di circa 5o,ooo il quadro con Antonio abbale e altri
s.

scudi di Gio. Battista Cimini romario ,


santi, d'uno scolare di Conca; nella cap-
istituito nella. cappella del santo del suo pella seguente quadri sono buon lavo-
i

nome, s'incominciò a conferire dotazioni ro del Niccolai lorenese, il quale vi effigiò


alle oneste zitelle romane per monacar- l'adorazione de'Pastori, il riposo in Egit-
si_, cioè 4o doli di scudi 5o l'una, aven- to e l'adorazione de'Magi. L'altare della
do lascialo erede delle sue copiose facol- crociera fu architettato da Muiena allie*

tà la confraternita nazionale. Al presen- \o di Luigi Vanvitelii ; quadro delia


il

te nell'ospedale vi sono 4 l^tl'- L'Amy- Concezione è pittura di Zoboli modene-


óenOf De p{ etale romana, tratta di que- se, lesculturelateralisono di Pietro Brac-
sto ospedale a p. 27 e lo dice istituito dal ci : il commendatore Sampajo che fece
cardinal Marlini in onore di's. Antonio ornare la cappella, è qui sepolto in urna
di Portogallo. Altre notizie riporta Pan- di bigio brecciato molto raro. L'altare
ciroli, p. 2 8, Tesori nascosti, lìmavcan'
1 incontro di s. Elisabetta regina di Por-
do le differenti notizie scritte dai porto- togallo, ha un quadro di Luigi Agricola
ghesi, im^ierocchè vogliono che nel 1 36o sostituito ad altro di Celio: sotto l'alta-
d. Gujomar gentildonna di Lisbona-, ve- re è un'urna rarissima. di verde d'Egit-
nendo ad abitare in Roma, prendesse uria to. Segue la cappella del ricordato Gio.
casa dietro la Madonna de Monti e ne for- Battista Cimini, architettata da Corvara
masse un ospedale pei poveri portoghesi, e e dedicala a s. Gio. Battista, con quadro
morendo sottoBonifacialX lo lasciò ere- in cui Calandrucci espresse tal Precur-
de de'suoi beni, chiamandolo di s. Maria sore che battezza Gesìi; del medesimo
di Betlemme. Che dipòi il cardinal Mar- sono i putti e le altre figure negli ango-
,

POR POR 243


li é lunette; delle pitture, laterali la pre- os-Monles , Alenlcjo. Sotto il rapporto
dicazione di s. Giovanni è di Oraziani militare è il Portogallo distinto in 8 par-
la sua nascita di Niccoiai; il busto del Ci- li, cioè Minho, Partido d^Oporto,Tras

niininonèdiBolgi detto Carrarino. L'ul- osMontes, Alta Beira,* Bassa Beira, E-


tima cappella ha il quadro di s. Cateri- stremadura, Alentejo ed Algarvia. La
na e altre sante di buona mano. Ih que- provincia più popolosa è quella del Dou-
sta chiesa è sepolto ii celebre canonista ro e Minho; quella meno abitata è la va-
Navarro. Benedetto XIV nel 1744 ^' si sta provincia d'Alentejo : se le altre par-
recò a consagrare la cappella con altare ti del regno fossero popolate come la i."

per quella eretta in Lisbona da Giovan- il numero de'suoi abitatori eccederebbe


ni V^ di che parlai ne'vol. 1, p. 281, Vili, il numero di IO milioni. Il regno d' Al-
p. 99, e meglio a LUhona ( V.). Clemen- garvie o Algarvia, meglio Algarbe, Al-
te XIV nel 1769 vi si portò col s. colle- garbia, Cuneiis o Cinetes, regno o pro-
gio a cantare Te Deum per la pace
il vinola la più meridionale e la meno este-
fatta col re, donando poi alla chiesa la sa del Portogallo, confina coli' Alente-
Rosa d'oro benedetta (F."), che essendo jo. Essa formava un tempo il regno se-
stata rubata, i superiori della chiesa ne paralo dèlie Algarvie, ohe dalla fertilità
fecero altra e ne ottennero la benedizio- o dalla sua posizione vuoisi cosi denomi-
ne da Pio VI. nato dai mori che vi stabilirono un dei
Ripeto che degli ordini regolari ne par- loro piccoli reami, la cui popolazione si

lo ai loro articoli, come di quelli speciali fa ascendere a più di 00,000 abitanti.


1

del regno. Gli ordini cavallereschi militari Per lo passato comprendeva un'assai
ed equestri del Portogallo sonoi seguenti maggiore estensione, nonsolo sulla costa
7, giacché quello deìVAla di s. Michele andalusa di Spagna, fino ad Almeria, ma
(F?j peri da se stesso per mancanza di pur anco su quella d' Africa colle colo-
rendite. i.° l'ordine di Cristo (F.) pel nie e stabilimenti africani. Da ciò deri-
merito civile; 2.° di s. Giacomo della va che i redi Portogallo s'intitolano re
5prt^tìr(^.)pelmeritocivile,ondene par- delleAlgarbe al di qua e al di là del
lai ancora nel voi. XLI V , p. 244 5
3.° mare. Questa prpvincia o regno si divi-
ó'Avis (F.) pel merito militare, per cui de attualmente in tre comarche, Faro,
ne riparlai in detto voi. p. 243 ; 4-° di Lagos e Tavira; le sue coste Irò vansi guar-
Torre e Spada [P^.)j 5.° della Concezio- nite di piazze forte. I sovrani di Spagna
ne (F.)j 6." di s. Isabella, istituito nel come re di Castigliae Leone ebbero sem-
i8o4 dalla regina Carlotta di Borbone pre delle pretensioni sul regno 4,elle Al-
sposa di re Giovanni VI ,
per 26 dame garvie; non sanno però quanto fosse-
si

dell'alta nobiltà, essendone la regina la ro fondate. E' certo che nel 1 188 re San-
gran maestra ne forma la decorazione
: ciol prese ai mori la città di Silves e nel-
una medaglia d'oro coll'effigie di s. Eli- l'anno seguente qualche altro distretto,
sabetta regina di Portogallo pendente ,
per cui sin d' allora prese il titolo di re
da un nastro rosato con orli bianchi. 7.° delle Algarbe, e come tale fu riconosciu-
àe cavalieri di d. Pietro^ istituiti a'io a- to non solo dai suoi vassalli, ma pur an-
prile 826 dal re di Portogallo d- Pietro
1 co dai re di Leone e d'Aragona. Nessun
IV come imperatore del Brasile, quando limite fu posto alla conquista d'Alfonso
successe al padre nel regno. La monar- II , il quale non solamente passando la
chia si denomina Regno di Portogallo e Guadiana si rese padrone delle città di
delle Jlgarbe. Il regno di Portogallo Serpa e Moura, ma penetrò fino nell'An-
si Estremadurà
divide nelle provincie di dalusia. Sancio IHiel 1^1 occupò la cit-
1

portoghese, Beira,Douro eMinho,Tias- tà di Tavira, ed altri luoghi dell'Algar-


244 P ^ i^ POR
\ia, che poi donò all'oidiiìe di s. Giaco- quelli diSpagna, Infans, Infantissa^ di-
mo e al suo gran maestro. Alfonso IH cendosi infantado quella massa de' be-
ognor più proseguendo le sue villorie ni spettante al primogenito questo an- :

sui mori, prese loro la cillìi di Faro, ma tichissimo titolo delle persone regie delle
per cagione di questo regno ebl^e nel 252 1 due monarchie, in origine l'assumevano
a sostenere una guerra con Alfonso Xre i soli primogeniti. Altri esempi della an-
di Castiglia che avea spiegale prelensio- tichità di tale titolo si rilevano dai con-
ni, perchè Sancio li alcuni anni prima ci lii di Spagna deh I i4 ei I i5, ove si no-
essendosi rifugiato a Toledo gliene aves- mina Donna Geloira Infanta (sorella del-
se fallo rinimzia, o perchè Abcn Afun re la velina) e Donna Infanta Tarasiaj co-
de'mori, scacciato dall'Algarvia, l'avesse me anche V Infantissa Portugallensium
ceduta ad Alfonso X, ottenendone in cam- G Infante Domino Ade.lphomo Portngal-
biola contea di Niebla. Questa guerra ter- lensij e nel 33 Donina Sanctia Infan-
1 1

minò nel 1253 con trattalo, mediante il tissa. Nel concilio apud Pennarn Fide-

cjuale fu accordato a re Alfonso X sua vita lem del 3o2 si mentova Infantissa Por-
1

durante l'usufrutto del regno d'AIgar- tuga lliae.


\ia, conservandone però i! redi Portogal- Allorché dopo la pace generale del
lo Alfonso 111 il vero domi ilio. Questi pre- 1 8 14 > tulle le potenze menomarono il

se in moglie Beatrice figlia del le casli- loro stato militare, il Portogallo non se-

gliano, ed in tale occasione nel 1 263 con guì l'esempio, perciò una delle prime cu-
un nuovo trallalo Alfonso X cedette l'u- re del governo costituzionale del 1821
sufruito suIl'Algarvia, ed Alfonso III re fu di riformare lo sproporzionato sistema
portoghese s' obbligò prestargli in caso militare della forza armata l'equipag- :

di guerra un soccorso di 5o lancie. Cosi giamento e l'armamento dell' esercito è


rimasero lecose sino al 1266, in cui l'in- simile a quello inglese. 11 principale sta-
fante Dionisio avendo volontariamente bilimento militare e deposito di guerra
servito « assistito contro i mori il re di ha scuola e collegio militare. Le 4 scuo-
Leone Alfonso
Castiglia e X suo avo, in le portoghesi di artiglieria, ingegneria e
ricompensa ottenne dnehe il rilascio del- fortificazioni, erette in Lisbona, Porto,
le 5o lancie , ed in tal modo e sino da Elvas eTavira, produssero sempre bravi
quel tempo il regno delle Algarvie rima- artiglieri senza bisogno di cercarne al-
,

se in libero ed assoluto possesso de'sovra- trove ne'lempi di guerra. Abili coman-


ni portoghesi. Prima l'Algarvia avea ti- danti di cavalleria produssero le pioviu-
tolo vcicovile, con residenza o Ossanoba, eie diTras-os-Montes ediBeira; tra'dra-
poi nel V secolo a Silves , indi a Faro goni godono la preferenza il n.*'9 Chia-
(J^.), al quale si unì la sede vescovile di ves, e iln." 1 1 A Imeida. Possiede il Por-
.'
Lago, eretta fin dal VI secolo. Da lungo togallo 9 piazze forti, delle quali 4 di i

tempo monarchi o regine portoghesi


i classe, 5 di 2.^ La marina militare non
assumono il titolo seguente Re o Begi- : è più possente come l'antica pei mezzi :

na di Portogallo e degli Algàrhi, dal di che ha Portogallo poteva formare una


il

qua e al di là del mare in /africa , si- marina che la rendesse 1' emula e la ri-
gnore di Guinea e della navigazione del- vale di quella d'Inghilterra, che ora come
le conquiste e commercio d Etiopia, A- quasi una sua colonia considera il Porto-
rabia, Persia e delle Indie ec. Benedet- gallo, per cui la corte di Lisbona poteva a-
to XIV aggiunse quello di Fedelissimo vere ben altra influenza ne^grandi affari
(F.). I principi eie principesse reali han- d'Europa, anche per la bontà di cuore e
no il titolo di Principe (f^.) e Principes- buone intenzioni de'principi della casa di
sa, e d' Infante e Infanta (^^•), come Draganza,però mal serviti dai ministri e
POR POR a45
con8Ìglieri,come osserva Pacca. T re diPor- rivali in alciMi'altra contrada d'Europa;
togullo della i.' dinastia che si estinse nel e per due secoli i portoghesi vinsero ogni
cardinale re d. Enrico, geppero profitta- paragone nella qualità di ardimentosi e
re della posizione locale del Portogallo, fortunati navigatori. I re di Portogallo
e benché fossero signori e sovrani sola- s'infiammarono essi medesimi e si fece-
mente di non vasto regno, formarono una ro guide dell'entusiastico ardore de'loro
marina per que'temp'i rispettabile, fece- sudditi, che scuoprirono la strada che da
ro grandi scoperte nelle altre parti del Europa conduce nell'Indie, ove con*
mondo e si resero padroni di vastissimi quistarono grandi paesi, arrogandosi co-
territorii e di fertili isole; e perla loro me loro esclusivo diritto di navicar in
ricchezza e per le loro foize navali non que'mari. I portoghesi fondarono colonie
la cedevano agli altri sovrani d'Europa sulle spiaggie della terra ferma africana,
d'allora. Anzi dopo le conquiste d' Asia dalle sue estremità settentrionali finoal-

^ edopo l'importantissima occupazionedel l'ultimo suo capo meridionale. Lisbona


Brasile
,
già uno de* più antichi stabili- divenne il gran mercato europeo per le

menti europei nel nuovo mondo, non vi produzioni dell'India, dell' Africa e del-
lu nazione in Europa che potesse con l'America Lisbona e Porto essendo due
: i

maggior facilità e prestezza aumentar la priiicipaliporlidel regno. Nel secolo XV il

sua marina, e renderla assai formidabi- Portogallo avea viltoriosamenle conteso


le da non temere di cimentarsi. 11 Por- per la preminenza politica e commercia-
togallo e tutte le sue possessioni ollrema- le; nel XVI questo inlento era ottenuto,
riue erano marittime, ed in gran parte ed i portoghesi si godevano i frutti del-

consistenti in coste e spiaggie su diversi le loro imprese e del loro genio avven-
mari. 11 regno in Europa è in realtà la turiere; maneli58o, in cui il Portogallo
costa marittima sull'Oceano della peni- venne unito alla Spagna, la lunga e tri-
sola della Spagna. Le possessioni in A* ste sua decadenza prese principio. Atfran-
fricaed Asia sono isole o terre sulle spiag- la r autorità della metropoli vennero ,

gie del mare. Immenso poi è il litorale ad indebolirsi legami colle colonie, e i

del Brasile che si estende a 600 e più le- mancò al Portogallo la potenza per difen-
ghe nel mare d'America; laonde è noto derle contro gli assalti nemici, di manie-
che gli abitanti delle coste marittime so- ra che, tranne pochi stabilimenti e pos-
no più idonei e capaci a dare una buo-
i sessioni, ad una ad una esse caddero nel-
na marina, nascendo il popolo colla na- le mani degli olandesi e degl'inglesi.
turale inclinazione alla navigazione, fa- Il Portogallo comprende la maggior
miliarizzandosi col terribile elemento. partedell'antica Lusitania ^i^o^i chiamala
Finche il Portogallo possedette il Brasi- per riguardo ai lusitani, il più notabile
le, avea pure l'altro vantaggio di trova- tra'popoli che Tabitavano. Finse la fi vo-
re in gran copia perla fabbricazione del- la che il nome Lusitania derivi da Lu-
di
le navi legni eccellenti che somministra- so figlio di Bacco che vi approdò, odagli
no quelle immense foreste. Il cardinale ameni campi lisii fra il Douro e il Min-
Pacca trovò la marina portoghese in i- ho. Comprende ancora il Portogallo mol-
stato di decadenza, mentre già era stata ti brani della Galizia meridionale, ove
il terrore dell'oriente e modello di tut- il dimoravano callaici braccari. Si vuole
i

te le altre marine d'Europa. Si vuole che i fenicii pei primi ne esplorassero le

che il Portogallo ricavasse un tempo dal coste, e che i cartaginesi vi fondassero al-
Brasile meglio che 80 milioni di franchi cuni stabilimenti. I romani seneiuipa-
all'anno. Vi fu tempo in cui il commer- dronirono 200 anni circa primadell'erii
cio e le flotte dei Portogallo non aveano nostra e lo compresero nella regione Ili'
246 POR POR
spania ullerhr appellala; essi vi lascia discendente da Ugo Capeto, rese eminenti
rouo superbi acquedolti, ponli maestosi servigi a quel principe, per cui n'ebbe in
ed alile vestigia di loro potenza e inge- matrimonio Teresa J»ua figlia avuta da
gno. Nel V secolo al momento della ca- Climene di Guzman, ed il governo di
duta dell'impero d'occidente, fu questa Portocale in dote col titolo di conte, ed
contrada divisa tra il regno degli svevi e ottenutane presto la sovranità assoluta,
quello de' visigoti; la parte al nord del formò di Guimaraens la sua capitale, an-
Tago comprendendosi nel primo, verso tica città della provincia di Douro e Min-
il 585nmase dal secondo inghiottita. Nel ho, conosciuta pure sotto inomi di A-
secolo Vili e nel 716 circa l'antica Lu- hadusa e Leohrica. Nel dire a Lisbona
sitania passò col restodella penisola sot- come Enrico la tolse a' mori e poi per-
to dominio dt'raaomellani mori; nel
il de, notai che alcuni sostengono ignorar-
secolo seguente e nel X venne divisa tra si propriamente l'origine di tal principe.
il califfato di Cordova da detti invaso Da dello matrimonio nacque il i.° re
ri stabilito, ed re à' Oviedo che quin-
i y di Portogallo Alfonso 1 Henriquez, in
di presero il titolo di re di Leone e po- Guimaiaens nel 1 094, che fu adidalo al-
scia quello di re di Leone e di Castiglia. la madre nominata reggente alla morie

Nel 953 mori perdettero Lisbona, e già


i dello sposo. Questa principessa ambizio-
davasi il nome di Portucalfa al territo- sa e di costumi sregolali, abbandoi»ò lo
rio che approssimavasi a Portus Calle stato a favoriti degni di disprezzo, mas-
ossia Oporto o Po/7o^ ed ol quale appres- sime a Fernando Perez di Trava,*conle
so a poco corrisponde la provincia mo- di Transtamare, che dicesi avesse sposa-
derna di JMinho. Che il nome di Porlo- lo. Alfonso divenuto maggiore, ed ecci-

gallo derivò dal Porto di Cale, oggi bor- tato dal malcontento pubblico , le tolse
go di Gaya, che ampliandosi die origi- il governo e si fece pubblicare conte di

ne alla città di Porto,* è sentimento an- Portogallo nel I 128. Teresa provocò una
che di Camoens, di Baiidrand, di La Mar- ribellione contro il figlio, aiutata dalle
liniere , di Carta e di Balbi. Nel secolo armi casligliane : obbligato Alfonso a
XI vedesi a comparire il regno cristiano combattere, fugò gl'insorti e presa la ma-
di Por^or^/e, corrispondente alle provin- dre la pose in prigione. Il nipote di que-
ole diMinho e di Trasos-Montes, e ad sta Alfonso VII re di Castiglia e di Leo-
una parte della Beira, soggetto ai re di ne, si portò con un esercito per liberar-
Leone e di Castiglia ; tutto il resto del la, ma Alfonso senza timore di misurar-
Portogallo attuale stava diviso tra' re si con un principe consumalo nell' arte
maomettani, de'quali il più polente era della guerra, lo vinse e si liberò dalTo-
quellodi Lisbona. Ferdinando Ire di Leo- raaggio cui era sottoposto il Portogallo,
ne e Castiglia nel i o65 lasciò la parte su- e costrinse il re a riconoscere la sua in-
periore colla Galizia al suo terzogenito dipendenza. Alfonso I re d'Aragona, es-
d. Garzia, mentre i mori occupavano la sendosi fatto mediatore tra'due principi,
inferiore. Non fu che precaria questa di- li persuase ad unirsi a lui per ricomin-
visione de'castigliani dominii, restando d. ciar la guerra control maomettani. Que-
Garzia vittima delle fraterne discordie. sti temendo l'ardore del giovine Alfon-
Sotto il regno d'Alfonso VI redi Leone so, vennero a incontrarlo con forze su-
e di Castiglia, essendo passato a milita- periori, per ischiacciarlo avanti che po-
re in Ispagna contro gl'infedeli e accom- tesse ricevere soccorso da'suoi alleati; ma
pagnato da numeroso seguito di valoro- lungi di essere abbattuto pel pericolo, il

si gentiluomini di Francia, Enrico nipo- conte di Portogallo ravvivò il coraggio


te ex /ilio dei duca Roberto di Borgogna di sue truppe, dicendo che la vittoria e-
1

POR POR 247


vagli stala assicurata da celeste visione. ropò il re, il quale tenendo spada nu-
la

Kgli si trincerò presso Capo Verde nel da, disse; « Benedetto sia Dio che mi ha
campo d' Oiuiqiie, provincia di Alenle- sempre aiutato quando vi ho liberato dai
jo, ili posizione formidabile, e costrinse vostri nemici, con questa spada che por-
i mori ad assalirlo. La strepitosa balta- to per vostra difesa : voi mi faceste re,
gliache segna l'era dell'indipendenza por- ed io devo dividere con voi le cure del
toghese avvenne a'26 luglio i 89, colla 1 governo. Fermiamo adesso con salde leg-
sconfitta di Ismaro Miramolindi Maroc- regno ".
gi l'ordine e la tranquillità nel
co e di altri governatori o regoli di Ba- Aiutalo dai prelati e dalla nobiltà , Al-
dajoz, Elvas, Evora e Beja , laonde Al- fonso I deliberò poi intorno alle leggi fon-
fonso I fu acclamalo re dalle truppe sul damentali del regno. La costituzione fu
campo stesso. Il nuovo monarca subito stesa in 18 statuti, sottomessa all'appro-
convocò i vescovi del regno, ed affermò vazione del popolo ed accettata. Fu di-
con giuramento che Cesili Cristo gli era chiarato il trono ereditario; gli stranieri

comparso e promessa la sua protezione, ne furono esclusi. La grande questione


ordinandogli di farsi re dopo la vittoria. de! tributo e dell' omaggio al re di Ca-
Tale giornata d'Ourique, tanto celebre stiglia e di Leone, essendo stala dopo pro-
negli annali portoghesi, valse ad Alfonso posta, lutti i deputati si alzarono e snu-
1 la conquista delle principali città po- date le spade gridarono : « Noi siamo li-
ste sulle due rive del Tago. Invano il re beri, il nostro re lo è parimenti questa :

di Castiglia e di Leone ricusò di ricono- libertà la dobbiamo al nostro coraggio,


scere il nuovo titolo. Alfonso I nel ri 44 e se lo stesso re si rendesse dipendente,
o I i45i, pei grandi benefìzi ricevuti da sarebbe indegno di regnare ".Alfonso I
Dio e per divozione a s. Pietro si di- ,
manifestò la sua approvazione, e il po-
chiarò vassallo e tributario della s.Sede, polo applaudì con entusiasmo tale fu il :

con Tannuo censo di quattro oncie d'o- celebre congresso delle cortes nazionali di
ro, da pagarsi da lui e da suoi eredi ; e Lamego , ove furono composte le leggi
Papa Lucio II ricevette il suo stato feu- fondamentali della monarchia portoghe-
datario della chiesa romana, chiamando se. Geloso di giustificar la sua elevazio-

nel diploma Alfonso I conte di Portogal- ne si avanzò Alfonso I verso Lisbona


,

lo , come riporta Novaes. Ma Borgia ,


occupata da'mori e la prese neli j45, al
Meni, di Benevento t.i, p. 107, riferisce modo detto a tale articolo, dopo eroici
che il regno fu offerto a s. Pietro a' tem- tratti di valore d'ambo le parli, facendo-
pi d'Innocenzo II, e poscia da Lucio II regno in luogo di Coim-
la capitale del

fatto tributario colla bolla presso Balu- bra. iVarraNovaes, che Alessandro III
7.\o, Misceli, t. 2, che indirizzò ad Alfon- per rimunerare servizi prestati alla s.
i

so I, ch'egli appella duca di Portogallo e Sede da Alfonso I re di Portogallo, pelle


non re. Inoltre nella Storia delle rivolu- segnalate imprese contro i saraceni, nel
zioni di Verlol , tradotta in portoghese 1
79 gli re pren-
concesse il titolo di ,

dal p.Brandao, e stampata a Lisbona nel dendo il regno, già tributario della chie-
1 8 5, a
1
p. 4^ in una nota è detto, che d. sa romana, sotto la perpetua protezione
Alfonso I fu confermato re da Innocenzo della s. Sede coll'annuo censo di due mar-
lì dell 142. Vedasi Rinaldi all'an.iiSS, che d' oro, offerto_ dalla religiosa pietà
n.°4^- Indi 'o detto anno Alfonso I con- del re, e conservandosi il pontifìcio di-
vocò gli stali del regno a Lamego. L'as- ploma nel regio archivio di Lisbona, chia-
semblea composta di prelati signori e , mato la torre del Tombo, e si legge nel
deputali delle città ne confermarono la Bull. Boni. t. 2, p. 4^^) e nel Branda©,
regia dignità. L'arcivescovo di Braga co- Monarch. Lusit. par. 3 , p. 295. Essen-
948 POR POR
dosi accesa la guerra fra Aragona e Na* pazioni, come efìfettuò. Morì Sancio I nel
varrà, Alfonso I combatté in favore del- 121 1 e gli successe il figlio Alfonso 11, det-
la 2.**, ma se ne slaccò a poco a poco per to il Grosso per la sua estrema pingue-
ingrandirsi dalla partedella Galizia e del- dine. Non volendo ilpadre che le sue fi-
l'Estreraadura. Presa Elvas, assediava glie d. Mafalda, d. Teresa e d. Sancia di-
Badajoz, quando assediato da Ferdinan- pendessero dal fratello, lasciò loro un con-
do Il redi Leone, in una sortila cadde siderabile appannaggio e talune città; pe-
da cavallo, si ruppe la gamba e fu con* rò Alfonso li pretese che non poteva il
dotto a Ferdinando II; questo lo trattò genitore smembrare tali dominii dalla
molto bene, ma non gli die la libertà se corona. Le due infanti implorarono il
non dopo la restituzione del conquistalo soccorso del re di Leone e la protezione
nel regno di Leone e nella Galizia. Ben- pontificia. 11 re nel 1212 entrò con un e-
ché vecchio ed estenualo dalle fatiche, li- sercito in Portogallo e sconfisse Alfonso
berò suo figlio Sancio nato dalla prin- , che a un tempo veniva scomunicato da
II,

cipessa Mafalda de'conti di Morienua e Papa Innocenzo 111 (o Onorio Ill),ilqua-


Savoia, assediato da' mori in Santarem. le ricordò al re l'annuo censo dovuto alla
Mori neli 85 e fu sepolto in Coimbra,
j romana Chiesa dal tributario reame por-
colla gloria di fondatore della monarchia toghese, per cui si trovò costretto a ce-
portoghese e di legislatore della sua na- dere e sottomettersi. Mafalda, Teresa e
zione. Sancia la Chiesa le venera per beate, aven-
.Gli successe Sancio I suo figlio, che gio- done riconosciuto il culto Clemente XI: la

vinetto avea sempre combattuto intrepi- I. "fu fondatrice e monaca del cele! )re mo-
do al fianco paterno. Salito al trono fe- nastero d' Arouca cistcrciense ; della 2.*
ce gustare ai suoi popoli le delizie della parlai nel voi. XX, p. 1 20; la 3." fu monaca
pace, e le città per lui ristorale, l'erano monastero di Cellas da lei
cistcrciense nel
impinguato, la giustizia ben amministra- fondalo ne'sobborghi di Coimbra. Il Ri-
la, gli meritarono il bel nome di padre naldi all'anno 2 7, n. 32 e 33, descrive la
1 1

(Idia patria. Da Papa Innocenzo III fu vittoria riportata dai portoghesi coi cro-
esorlato a pagare il tributo alias. Sede, cui ciati contro i mori, cui piesero il caste!»
erasi obbligatoil genitore, ed al quale era- lo d'Alcazar, prima della quale sull'eserci-!
no tenuti successorijCome si ha in Novaes,
i to cristiano apparve una croce e uno stuo-
che inoltre riferisce quanto segue. Dispo- lo di cavalieri vestiti di bianco. All'anno
nendo Sancio I a suo talento de'benefìzi poi 12 18, ti.° 71, racconta come Onorio
ne usurpava le rendite, mal-
ecclesiastici, III concesse a re Alfonso li e successori
trattava fieramente i chierici, ed abbor- tutti i luoghi che avessero tolto ai sara-
riva i religiosi che prendeva in sinistro ceni o mori. E perchè il re Alfonso I a-
augurio se incontrava. Laonde Innocen- vea stabilito che si dovessero dare ogni
zolll lo ammonì. paternamente a desi- anno due marche d'oro al Papa come IiÌt
stere da tante grayezzee ingiustizie, com- buio, Onorio 111 ordinò al medesimo Al-
mettendo all'arcivescovo diCompostella fonso II, ch'egli e successori depositasse^
di punirlo colle censure se non si cor- 10 tal censo nelle, mani dell'arcivescovo
reggesse. Restando Sancio I n^lla sua ri- di Braga, per mandarsi poi alla sede apo-
provevole condotta, sino ad appropriarsi stolica. Attaccato poscia Alfonso II ne'suoi
quanto il padre avea lasciato ai fratelli e stati dai re Jaen e Sivi-
mLvssulmani di
alle sorelle sue, il Papa lo scomunicò. In- glia, li vinse nel 1220 e nel seguente il
vocando il re perdono, Innocenzo Illau-r re di Badajoz. Volendo Alfonso II che
torizzò due abbati regolari ad assolverlo, nelle spese di tali guerre vi concorresse
ilopola restituzione del|e accennate usurr il cle^'o ricchissimo, di propria autorilù
POR POR a49
Io tassò; il clero rifiutò sottomettersi, e va Sancio II impunito, nemmeno difen-
l'arci vescovo di Braga scomunicò gli esat- dendo i beni e le terre de'cristiani posli

tori delle lasse, per cui il resequestrò le ai confini de'mori saraceni che li occu-
sue entrale e Jo fece uscir dai suoi stali. pavano, né curandosi delle replicate pa-
Onoiio III inviò commissari in Porto- terne esortazioni e avvertenze de'prelali
gallo che scomunicarono Alfonso II, e onde si correggessero tanti e altri laidi

posero regno neirinterdello. Il re ven-


il misfatti. perché nuovamente Innocen-
Il

ne ad aggiustamento, emenlre negozia- zo IV l'ammonì e caldamente pregò a ri-


va col Papa morì nel 1223, dopo aver parar la colluvie di tanti mali, per non
(alto compilare un codice di leggi. 11 fi- far sue le colpe de'sudditi; che se poi con-
glio Sancio lì ne occupò il trono, detto tinuasse nella negligenza, la s. Sede non
Cappello a motivo della cocolla nel!' età poteva dispensarsi dal prendervi oppor-
infantile indossata. In principio non go- tuno rimedio per la salutee mantenimen-
vernò male, ma polsi mostrò codardo e to del regno. Ma Sancio II divenuto in
slordilo, tulio abbandonalo a MenliaLu* odio a tutti pel suo mal governo, mos-
pa figlia d'Hari signore di Biscaja, da lui se r ambizione del fratello Alfonso che
ciecamente amala. Opprimendo l'inimu* aspirava al trono, che da Boulogne ove
uità ecclesiastica, fu nel i238 scomuni- trovavasi (Rinaldi Io chiama conte di tal
cato da Gregorio IX, il cpiale canonizzò città) lo Sede per aver spo-
accusò alla s.

s. Antonio di Lisbona. Il re promise e- sato Mentia parente in ^.° grado, onde


mendarsi, ma non lo eseguì. Salutevoli molli ne presero grande scandalo. Seb-
ammonimenti ricevè ancora da Papa In- bene Innocenzo IV avrebbe potuto di-
nocenzo IV, senza risultato, poiché non spensare tale impedimento con autorità
curandole promesse era anche negligen- apostolica, pure a motivoche nobili por- i

te nel reprimere l'audacia de'malvagi, dei toghesi contraevano a somiglianza di lui


pubblici incendiari, ladri e uccisori, quali i matrimoni in gradi vietati, ed a Mentia
impunemente facevano tulli i mali che era attribuita lacagionede'pubblici mali,
volevano, predando e guastando tanto i impose all'arcivescovodiCompostellaeal
Leni delle chiese, che quelli degli altri, vescovo d' A storga, che verificatigli spon-
crudelmente ammazzando laici, ecclesia- sali li annullassero, tutto notificando a

stici e religiosi. Ancora baroni egli al- i Sancio II, come si ha da Rinaldi all'an-
tri nobili del regno facevano maritaggi i no i245,n.° 7. Questi inoltre riporta al
contro i sagri canoni ne' gradi vietati; e n." 67, che nel concilio generale di Lio-
così essi come altri, essendo incorsi nelle ne I il vescovo di Coimbra e altri vescovi
censure, s'intromettevano in dispiezzo del Portogallo riferirono, come Sancio I[
deirautorilà papale ne'divini uffici e nei ad onta di tante ammonizioni non si era
sagramenti; molti di loro si ponevano a mai emendato, e che nel regno si aumen-
disputare degli articoli di fede, esponen- tavano gli eccessi de'malvagi, per cui In-
do temerariamente non senza sospetto nocenzo IV con autorità apostolica gli le-
nuovoTe-
d'eresia l'autorità dell'antico e vò il governo e lo affidò al fratello Al-
slamento, il tutto venendo dissimulalo fonso III, il quale si dovesse astenere dal
dal re, I patroni delle chiese, de'mona-i prendere il titolo reale. Il Papa'scrisse il

steri e de'benefìzì, e altri che pretende- 22 luglio ai portoghesi, non intendere di


vano esserlo, opprimevano i sagri luoghi pr vare del reerno Sancio IIe il suo ficlio
e talmente li riducevano in povertà che legittimo se l'avrà, ma di provvedere a
era venuto meno il divin culto, conver- lui e al regno esposto ai maggiori mali,
tendo in stalle e abitazioni di cattive don- ed bene de'sudditi, con affidarne l'am»
al

ne j refettorii ed i chiostri. Tutto lascia-» ministrazione alla prudenza e alla virtù


a5o POR POR
del conte Alfonso. II Novaes, e Mariana, rililà ripudialo Matilde contessa di Bou-
De-rebns Hispanìarum lib. 3, e. 4, "ai*- logne,sposata mentre soggiornava ne'suoi
lano, che magnali e gran signori del re-
i «lati, e volendo allearsi con Alfonso X re
gno, malcontenti dell' amministrazione di Castiglia e di Leone per farsene un ap-
debole e pusillanime diSancio II, cerca- poggio, ne sposò la figlia naturale Bea-
reno rovesciarlo dal trono; ma dal Pa- trice di Gusman e ricevette molte città
pa cui era usi rivolli solo ollennero che in dote, riacquistando l'usufrutto dell'Ai-
Alfonso III governasse il regno a nome garvia, con che restò il regno liberato dal-
del fratello finche vivesse. Quindi per l'au- l'omaggio che fino allora a vea reso al mo-
Papa e il favore de'signori, Al-
torità del narca castigliano. Alfonso IH senza fatica
fonso IH
1246 tornò in Portogallo a
nel spogliò gli ordini militari divenuti trop-
prenderne la reggenza. Vedendo Sancio po potenti, e loro tolse molte città che
li che tulli facevano a gara per solto- riunì alla corona; ma non riuscì nella
nietlersi al fratello, da Ferdi- si rifugiò pretesa riforma del clero, mentre al suo
nando III re di Casliglia e di Leone; po- primo tentativo vide rinnovarsi i disor-
scia ripudiata Mentia causa di sue dis- dini che aveano perturbato il regno del
avventure maritaggio già condannato
, fratello. Il clero gli mosse querele alla s.
dal Pontefice, sposò la figlia del re, cui Sede, col mezzo dell'arcivescovo di Bra-
promise rendergli tributario il regno se ga primate del reame, che mise questo
lo avesse ripristinato sul trono. Ma Al- all'interdetto. I tumulti si calmarono al-
fonso 111 con ogni sollecitudine ne repres- l'arrivo del pontificio legato, ma ricomin-
se gli sforzi. Sancio II invecchiò e mo- ciarono poco dopo, e Gregorio X nel 1 273
ri inToledo, pare nel 1248, anno in cui fulminò l'interdetto al Appena di-
regno.
Alfonso III si dichiarò re, o più tardi. venne Papa il portoghese Giovanni XXF,
Questo principe castigò quelli che avea- nel 1 2 "76 l'invitò a desistere di opprime-
no abusato del fratello, dissipò le fazio- re le chiese di Portogallo e di usurpar-
ni, fece utili regolamenti e scancellò la ne i beni, come dice Novaes. Il re volle
sua ambizione con amministrazione giu- eseguire la restituzione di tali beni, ma
sta e riparatrice. Abbiamo dall'annalista isuoi ordini non furono ben eseguiti. Per
Rinaldi, che nel i253 (n.° 4^) Innocen- riconciliarsi colla Chiesa fece nell'ultima
zo IV con bolla dichiarò come il regno sua malattia un legalo al Papa, al quale
di Portogallo era di venuto tributario del- nel testamento die il titolo di signore del
la s. Sede con annuo censo, acciocché per suo corpo e della sua anima ; si dice che

lalunghezza del tempo non si ponesse in ne ricevette l'assoluzione, e morì nel 1279
dimenticanza. Imperocché si apprende da lasciando a Dionigio suo figlio il Porto-
Brandao, che il censo delle marche d'oro gallo, tale all'incirca, quanto all'estensio-
fu pagato dai re alla sede apostoHca, fino ne, quale fu veduto a'giorni nostri, con
al governo di d. Alfonso HI. Continuan- l'incarico di reintegrare le chiese dai dan-
do questi nell'ottimo suo governo, fondò ni loro recati, con aggiungervi altre ric-
nuoveciltà, riedificò le antiche, fece fiori- chezze da lui «disposte.

re i suoi stali e si fece amare dai sudditi, Dionigi pieno di amore per le scienze
distribuendo i castighi e le ricompense e per le lettere, ascese al trono d'anni 18
con giustizia. La guerra nazionale control e si associò la madre Beatrice al gover-
raussulmatii l'occupò nel principio del re- no, ma in breve si disgustò con essa per
gno,inditerminòdisoUoraelteregliaIgar- favorirele pretensioni alla corona del fra-
1249 si trovano indipen-
vi,i quali fin dal tello Alfonso, sulla nascita propria di che
dentiemente compresi nella monarchia l'avea legittimato il Papa ad istanza degli
portoghese. Certo è, che avendo per ste- slati di Portogallo. Temendo il re che il
POR POR iji
fiatello si unisse coi casliglinni, gli tolse i genovesi, ch'erano i più valenti mari-
Je piazze forti di suo appannaggio e Io co- nari del secolo XIV. Si fece una legge per
strinse a liceveine altre aperte. Beatrice sé, di non usare che cose fatte nel regno.
si ritirò in Siviglia, ed invano il padre Il risultato di tante saggie disposizioni fu
tento riconciliarla con Dionigi, il quale l'aumento della popolazione, dell'indu-
nel 1 282 sposò s. EUsahetta (^F.) d'Ara- stria e dell'agricoltura che tanto favorì,

gona. Non
essendo terminate le dispute laonde fu chiamato padre della patria,
col clero e T interdetto, perchè Dionigi, re liberatore, re agricoltore ^ protettore
quantunque avesse promesso eseguire la delle lettere. Diligente e fermo, rivocò le
paterna volontà, continuava a mantenere donazioni fatte in sua minorità, compen-
le sue usurpazioni col pretesto di diritti sando magnificamente gli ordini militari
della corona, onde fu scomunicato ancor ch'erano allora l'appoggio delle monar-
lui. Pertanto nel 1288 mandò a Roma chie, mentre senza concorrere alla distru-

i suoi ambasciatori a Nicolò IV per trat- zione de'templari, li fece passare nell'or-
tare questo affare, e fu conchiuso nel se- dine di Cristo da lui istituito. Condusse
guente anno un concordalo, pel quale il altresì gli affari politici con gran sagaci-
J*apalevò l'interdetto alreamee concesse tà, massime nelle pretensioni degl'infan-
facoltà di essere assoluti agl'incorsi nella ti, il nome
conosciuti sotto di Lara, al
scomunica. Nicolò IV per esaminare e trono di Castiglia, che lo trassero in di-
comporre tali vertenze avea deputalo 3 verse guerre gloriose per lui e utili al Por-
cardinali,uno de'quali fu. poi Bonifacio togallo, ora colla Castiglia, ora coH'Ara-
Vili, come narra Novaes, che Inoltre di- gona. La sua vecchiezza fu addolgrala dal-
ce che Nicolò IV nel 290 concesse ma- i l'ambizione di Alfonso IV suo figlio detto
gnifici privilegi all'università dal re isti- il Bravo e il Feroce, che non contento
tuita in Lisbona, la prima eretta nella d'un ricco appannaggio e di molte piazze
Spagna; però nel i3o8 fu trasferita a forti, si armò contro il padre, ingelosito
Coimbra, per le turbolenze degli scolari delcreditochegodeva Alfonso Sanciosuo
orgogliosi delle franchigie che godevano. fratello naturale, fatto dal padre gran
Approvò Dionigi con editto le imtnunità maggiordomo, temendo che potesse sup-
del clero, giurò l'esecuzione del concor' plantarlo, onde gl'insidiò la vita, e do-
dato e fu assoluto dai vescovi ; in tal gui- mandò al genitore l'amministrazione del
sa la tranquillità fu ristabilita. Tutta vol- regno. La regina Elisabetta si fece media-
ta vedendo poi aumentarsi gli esorbitanti trice tra un figlio snaturato e un padre

beni del clero, con editto nel i 292 vietò sempre pronto a perdonare, avendo il re
ai sudditi di vendere beni immobili al vinto Alfonso nella battaglia di Santarem.
clero secolare e regolare. Corresse gli a- Ad onta che Papa Giovanni XXH avea
busi introdotti nell'amministrazione del- procurato estinguere l'incominciata guer-
la giustizia e fece lodevoli ordinanze cri- ra, scomunicando perturbatori del rea-
i

minali, restringendo la potenza de'signo- me o che molestassero Dionigi, al quale


rij perchè ne'loro domini! si conduceva- scrisse che purgasse colle lagrime la brut-
no da sovrani diede : costituzioni, alle an- tezza della vita che avea menalo, per ot-
tiche città ed a quelle che avea fabbri- tener vittoria de'nemici, poiché avea 6
cate; piantò presso Lisbona la foresta di figli naturali che divennero lo stipile di
Leiria, che poi somministrò legname da molte grandi famiglie: nondimeno Alfon-
costruzione, che permise ai portoghesi so insistendo sull'allontanamento del fra-
marina al grado delle
d'innalzarsi per la tello, questo si rifugiò in Castiglia; se-
prime potenze. Egli slesso la organizzò guendo la riconciliazione col re, la rivolta

ragguardevole, chiamando al suo servizio fu compressa colla punizione de'princi-


^5i POR POR
pulì istigaturi, inipiigionando Dionigi al* cerb.'irono i giorni di Alfonso IV l'orri-
cuni ccclciiiasliciche vi aveaiiopreso par- bile terremoto di Lisbona del i344» '^
te, ma perciò incorse di nuovo nella sco- peste che decimò la metà della popola-
munica. Mon Dionigi in Sautarem nel zione del regno, e le domestiche sciagure

i325 e fu sepolto nel monastero d'Oli- per Ines di Castro che fece uccidere.. Ines j
velas da Ini fatto edificare
una lega da Li- celebre per avvenenza e per le attrattive I
sbona. Principe magnifico, non si con- delle grazie, stala damigella di Costanza
tentò di proteggere le lettere, ma fu uno di Castiglia moglie di d. Pietro figlio del
de'primi poeti di sua nazione, anzi vuoisi re, il principe ne divenne perdutamente
che introducesse in Castìgliail gusto della innan»orato. Mortala mogliedi cordoglio
poesia portoghese. Proibì l'uso della lin- per tale infedeltà, l'infante deludendola
gua latina negli atti pubblici, perdilfun- vigilanza del re e coU'assenso del Papa fu
dere e perfezionare la lingua portoghese. sposato segretamente all'amante dal ve-
Giunto alla corona Alfonso IV, che scovo di Guarda. Gelosi cortigiani dei i

perduto nella passione della caccia, in fratelli d'Ines, manifestarono ad Alfonso


principio gli fece trascurare i doveri di IV tal matrimonio ne'modii più irritanti,
sovrano. Sdegnato perchè il redi Casti- che costrinsero Ines a ritirarsi a Coimbra.
gliasuo genero maltrattava la figlia Ma- Il restiniolandoinutilmenteilfiglloadab-
comeohè perduto per Lionoradi Gu-
ria, bandonarla, volle recarsi da Ines speran-
«man, nel i336 gli mandò una disfida do di ottenere il suo scopo colle minac-
e sostenne la sollevazione di alcuni casti- ce. Intenerito dalla bellezza d'Ines ecom-
gliani; spguì una guerra di diversi anni mosso all'aspetto de'suoi figli, mitigata
tra le due nazioni, notabile per incendi per allora la collera, era poi fluttuante
e stragi. Benedetto Xil tentò pacificare tra perdono e la vendetta, quando ce-
il

i due re, e nello stesso tempo riprese Al- dendo alle rimostranze di Gonzaleze di
fonso IV per essersi appropriate le deci- Coello ne deliberò la morte, e fu bar-
me imposte da Giovanni XXII per la cro- baramente pugnalata da essi. Come d.
ciata contro gl'infedeli, ciò che meglio toc* Pietro inlese il tragico fine dell'amata
cai nel voi. XVIII, p. 4^. Leggo in No- sposa, corse disperato alle arfni contro il

vaes, che nel i338 Benedetto XI f scrisse padre e devastò le provincie ov'erano i

all'arcivescovo di Braga, affinché in suo beni degli uccisori, solo si sottomise alle
nome riscuotesse dal re le due marche lagrime della madre, conservando nel
d'oro, pel tributo cui era tenuto il regno cuore la vendetta. Alfonso IV poco so-

alla s. Sede. La necessità di conjbattere pravvisse a tal riconciliazione e morì nel


i mori d'Andalusia e d'Africa comuni ne- i356, con lode di valoroso e abile guer-
mici, fece pacificare Alfonso IV col ge- riero, ma figlio ingrato, fratello ingiusto
nero, e si segnalò nella celebre battaglia e padre crudele. Divenuto re Pietro I, su-
di Salado a Tariffa a'3o ottobre i34o; bito conchiuse alleanza con Pietro CrU' il

lasquadra portoghese, congiunta colle citte re di Castiglia, colla condizione che


d'Aragona, liportò
flotte di Castiglia e Gonzalez e Coello assassini d'Ines e ri-
anche molti vantaggi sulle forze maritti- fugiati ne'suoi stati gli fossero consegna-
me mussulmane, che per qualche tempo ti, e come gli ebbe in suo potere li fece
assicurò il riposo della penisola. Delle spo- perire con orribili supplizi, cui» volle as-
glie mandate a Benedetto Xil parlai nei sistere.Quindi fece adunare gli stati del
voi. III, p. 179, XVllI, p. 4^jCÌoè 100 regno a Castanado, vi dichiarò il suo ma-
cavalli portati da 'altrettanti schiavi, 1 00 trimonio con Ines in presenza del nun-
spade, 100 scudi, 2.4 bandiere e il ca- zio pontificio, e fece riconoscere i figli na-
vallo cavalcato dal re di Castiglia. £sa- ti da lei abili a succedere al trono. Fallo
POR POR 2i3
rllseppelllre 11 cadavere d' Ines, ne cinse capitale Lisbona la volle fare riconoscere
la fronlecol diadema e volle elle fosseono- dagli infanti fiatelli, d. Dionigi e d. Gio-
rata da lutti come sovrana, versando be- vanni figli d'Ines, che si ritirarono in Ca-
neficenze a tutti quelli che l'aveano ser- stiglia; e ricusandosi ancora l'infante d.
vita. In Alcobaca, città ove sono le lom- Giovanni suo fratello bastardo, lo chiuse
be degli antichi re, enei monastero de'be- in un castello. Dopo alcuni anni di cal-
nedetlini fondato da Alfonso I, l'incon- ma la guerra si riaccese tra Portogallo
solabile Pietro [ fece erigere due magni- e Castiglia per le pretensioni di Ferdi-
fici mausolei di marmo, uno perse, l'al- nando sopra alcuni dominii, ma presto
tro per la sventurata Ines. Nel i35j In- seguì la pace, con promettere in matri-
nocenzo VI l'esortò a seguire gli esempi monio la figlia Beatrice bastarda di Eleo-
paterni, ed a conservar illesa Timmunitìi nora a d. Giovanni di Castiglia, onde as-
ecclesiastica, come ad onorare ma-
la s. sicurare il trono al figlio che da loro na-
dre Chiesa. Pietro I fu un gran monarca scesse. Morì Ferdinando nel i383, con
e volle rispetto alle leggi: pubblicò utili lode di dolce, afìhbile, per la saggezza del
regolamenti, riformò il lusso, punì l'adul- governo e per l'abbondanza che intro-
terio, diminuì le imposizioni e morì nel dusse nel regno. Non lasciando che Bea-
I
367 pianto dai sudditi, come quello che trice, Giovanni I figlio naturale di Pie-
diceva: un re che lascia passare uii^ sol tro I, nato da altra amante chiamata Te-
giorno senza far del bene, non merita il resa Lauient e gran maestro d' Avis, s'im-
nome di re. padronì del governo e si fece conferire il

Gli successe Ferdinando figlio di Co- titolo di protettore della nazione edi reg-
stanza, che subito dovette sostenere la gente del regno. La regina Eleonora, sot-
guerra contro Enrico II re di Castiglia; to cui occhi venne pugnalato l'amante
i

mentre \a flotta portoghese devastava i e favorito Andeiro, si ritirò in Castiglia

liti di Spagna, Enrico lì portava la de- sostenuta dagli spagnuoli, quali armaro- i

solazione nel Portogallo. Battuto Ferdi- no a sua difesa. 11 reggente si collegò co-
nando in due incontri e sul punto d'es- f;ringlesi,eda tale epoca incomincia l'in-

sere assalito nella propria capitale, ricor- fluenza dell'Inghilterra sul Portogallo e
se a Papa Urbano V che zelanteniente si l'alleanza naturale de'due slati. Scampa-
fìecemediatore tra'due sovrani, e poco do- ta Giovanni una congiura, gli stati del
I

po la sua morte nel iSyi fu sottoscritta regiìo adunali a Coimbra gli conferirono
la pace, anche per mediazione del suc- la corona, con pregiudizio di Beatrice e
cessore Gregorio XI; indi per insorte dif- de'figli di Pietro I e d'Ines, che i porto-
ficoltà, prolungarono la concordia a due ghesi aveano riconosciuti idonei al tro-
altri anni. Gregorio XI esortò con lette- no, i quali furono dalle cortes dichiarati
re Ferdinando a restituire all'arcivesco- illegittimi ed inabili di succedere al tro-

vo di Braga
dominio libero di quella
il no, essendosi provalo che aveano aiutato
città che spettava al medesimo. Ferdi- il nemico di Portogallo negli assedi d'EI-

nando ricusò la mano della figlia d'En- vas e di Trancozo. Colla battaglia d'Alju-
rico II con 4 importanti città per dote, barolaeil soccorso degl'inglesi^, nel i 385
per avere rapito a d. Lorenzo Velasquez Giovanni I nel vincere castigliani raf- i

de Acunha (che ritiratosi in Castiglia, a fermò di propria mano la corona sul suo
testimonianza dell'oltraggio ricevuto dal capo, riprendendo poi le piazze ch'eransi
suo sovrano, portò finche visse sul cap- sottomesse alla Spagna Un trattato di pa- .

pellodue corna d'argento) la moglie Eleo- ce colla Castiglia riconobbe Alfonso suo
nora di Meneses, che sposò ed elevò al primogenito erede della corona; non per-
Irono con tutta la pompa in Porlo. Nella tanto si rinnovò la guerra con vario sue-
,

a54 POR POR


cesso. Giovanni I con operazione tli sla- sto re gli ottenne il titolo di C rande
to obbligò i signori principali a venrlcr- per l'estensione del suo intelletto, per l'at -
gli i (lominii che tenevano dalla corona. tività del suo coraggio e per le sue gesta:
Bonifacio IX nel i3f)i inviòinPorlogal- morì Lisbona nel i433 di peste, do[)()
in
Jo per collettore apostolico e nunzio Fran- aver dato principio alla dinastia d'Avis,
cesco vescovo di Pozzuoli. Per l'estinzio- ed a quella di Braganza pel duca Alfonsa
ne del gran scisma che divideva la Chie- suo figlio nntiuale, il quale sposò la figlia
sa, il re mandò i suoi ambasciatori ed i ed erede di Nunno Alvarez Pereira, cui
prelati delregno ai concilii di Pisa e di Giovanni I ducato di
avea conferito il

Costanza. Mosse poi contro mori d'Afri- i Braganza ricompensa de'suoi servigi.
in
ca e rese segnalata la sua spedizione colla Edoardo suo figlio montò sul trono,
presa di Cenla nel i4i 5. Da quel momen- riordinò le finanze esauste dalle preceden-
to i portoghesi incominciarono a sentire tilunghe guerre, ripristinò la disciplina,
il bisogno della navigazione e delle sco- convocò gli stati generali, abbreviò il corso
perte; perciò il suo regno divenne chia- delle liti Nel i436
e fece leggi suntuarie.
ro, per rimpulso che il suo figlio d. En- supplicò Papa Eugenio IV, perchè con
rico die allo spirito intraprendente della sua bolla gli concedesse di far la sagra
nazione. Fu per questo celebre principe guerra agli africani ; n'ebbe risposta af-

e sotto regno del padre, che


il porto- i fermativa, colla condizione che non fosse
ghesi scuoprirono prima l'isole di Made- di pregiudizio ad altro re cristiano; l'al-

ra, delle Canarie e del Capo Verde, poi tra risposta sui diritti alle isole Canarie
le isole Azore, efacendo il giro de! capo la riportai a quell'articolo; inoltre Eu-
Bd^adors'avanzarono lungo l'Africa, ove genio IV esortò il re a ritiiare gli editti
non erasi spinto alcun navigatore: an- pubblicati a pregiudizio dell'immunità
che sotto questo regno portoghesi sco- i ecclesiaslica.Edoardo intrapreso l'assedio
persero le coste di Guinea e vi formarono di Tanger in Africa, gli riuscì funesto, per
i loro primi stabilimenti ne'primordi del la sconfitta toccata a'portoghesi, che ve
seguente regno. Nel ricordato concilio di ne perirojio circa 7,000, oltre la prigionia
Costanza portoghesi in numero di 6 fu-
i del fratello d. Ferdinando, che morì in
rono ammessi tra quelle nazioni cui fa dura e lunga cattività. Sollevò il popolo,
data l'autorità di eleggere Papu che fu il incoraggi commercio, coltivò e protesse
il

Martino V^ il quale concesse a Giovanni le lettere, venendo nel 1 438 colpito dalla

I le terre che scoperte avesstìo i suoi na- peste. Avendo 6 anni il figlio Alfonso V
vigatori, nel modo che dissi alla sua bio- l'^r/c<2«o,lasciò reggente la moglie Eleo-
grafia, per legittimarne leconquiste: dipoi nora d'Aragona, magli stati gliela tolsero

in casi simili fecero altrettanto i succes- e l'affidarono a d. Pietro zio del giovine
sori con autorità apostolica. Molestando re,che poco dopo gli divenne patrigno.
Giovanni I non poco le chiese e il clero, Giunto all'età maggiore. Alfonso V al-
imponendo leggi e pene nelle cause cri- lontanò lo zio dal consiglio, benché avesse
minali al tribunale laico, non che vietan- governato con prudenza, e finì dichiaran-
do di possedere o acquistare beni immo- dolo pure ribelle, indi l'uccise, troppo tar-
bili lasciati per testamento, ed occupan- di punendo quelli che falsamente l'aveano
dole terre di proprietà delle chiese, mos- accusato di cospirazione.Con breve de-
se nel 1427 Martino V
ad ordinare al- gli8 ottobre i449 Nicolò V deputò An-
l'arcivescovo di Braga, che adunasse un tonio vescovo d' Urbino legato a Intere
concilio e inviassea Roma procuratori per ad Alfonso V, il quale poi con bolla dei
trattar la causa dell'immunità ecclesia- 29 maggio 1452 assolse co! clero dalla
stica. Lo splendoredel reggimento di que- scomunica incorsa per aver questo pa-
POR POR 255
gaio e il re esalto le decime senza il per- vi si portò con un esercito e si fece pub-
messo delia s. Sede. Nel medesimo anno blicare sovrano, mentre per rappresaglia
Nicolò V avea coronato in Roma l'im- Ferdinando V re d'Aragona genero del
peratrice Eleonora diPortogallo(con quel defunto, prese il titolo di re di Porto-
ricevimento che descrissi in più luoghi gallo, indi nella battaglia di Toro loco»
ene'vol. X, p. 3o2,XXXV, p. 174) con strinsead abbandonar le sue pretese. Pas-
Federico III, cui l'avea sposata Piccolo- sò in Francia per domandar soccorsi a
mini , poi Pio II e donandole la Rosa i
Luigi XI, e sebbene trattato onorevol-
d'oro benedetta (F.). Questa mandò pu- mente, non senza vergogna restò deluso
re al re con breve de' i3 aprile 14^4» e voleva rinunziare il trono idea che
,

pieno di lodi per l'armamento fatto con- rinnovatasi nel «4^ ^3 mentre andava a
tro i turchi ch'eransi impadroniti del- effettuarla lo colpì la peste a' 21 ago-
l'impero greco. Rallegrato Nicolò V per sto, essendo slato più prode cavaliere
l'introduzione del cristianesimo fatta dai che saggio monarca. Nella pace con Fer-
portoghesi nelle conquiste d'Africa, ove dinando V gli cede i diritti sulle Cana-
aveano fabbricato chiese, inoltrandosi rie: della flotta che avea inviala nel Te-
colle loro armi vittoriose fino al Capo vere contro i turchi, feci cenno nel voi.
di buona Speranza^ per mostrarsi loro XVIII, p. 6 r. Salì al trono il figlio Gio-
grato e affinchè altri colla speculazione vanni II il Perfetto^ ch'ebbe un regno
del commercio non li sturbasseio ne'paesi brillante e burrascoso. Nella ferma riso-
occupali, diresse ad Alfonso Vuna bolla luzione di abbassare i grandi,, favorendo
degli 8 febbraio i455, nella qualedichia- gli opulenti proprietari, una lega formi-
rò appartenere al solo dominio del Por- dabile de'grandi si formò contro di lui
togallo tutto quello che dai promontorii con alla lesta il cognato della regina e
di Benador e di Nam per tutta la Guinea duca di Braganza: il supplizio cui lo con-
si stendeva fino all'Antartico verso il mez- dannò esasperò gli animi e si formò una
zogiorno, non potendovi altri aver diritto cospirazione per ucciderlo, e fare re il

o dominio alcuno, ma il solo re di Por- duca Viseu suo cugino e fratello della
di
togallo, il qualeautorizzò ad erigere chie- regina, che trucidò di propria mano. A-
se, a dilatar la fede ed accrescer la reli- vendo Giovanni II tralasciato di pagare
gione, perciò concedendo per quelle re- l'annuo tributo alias. Sede, per aver proi-
gioni molle indulgenze e molli privilegi. bito che ninno ricevesse dalla medesima
11 successore Calisto III nel i4^7 eccitò lettere o mandali senza il regio exequa*
re Alfonso V a concorrere alla definitiva tur della sua cancelleria, e per avere" or-
espulsione de'mori restali nelle Spagne. dinato diverse cose contro l'immunità ec-
Nel 1471 il »e si recò in Africa con una IV nel i483 caldamen-
clesiastica, Sisto
flotta di 3oo vele e di 3o,ooo combat- te l'ammonì ad annullare siffatte dispo-
tenti s^impossessò in 2 3 giorni d'Arzila
: sizioni e pagare il censo, altrimenti avreb-
edi Tanger nel regnodi Fez, ricoprendosi be proceduto come violatore dell'eccle-
ecolnomed'^/rzc^wo, meni re fu
di gloria siastica libertà. Non vedendone effetto, il
soprannomato Redentore degli schiavi Papa nel i484 rinnovò i suoi reclami,
per cura ch'ebbe in riscattarli. Osserva
la e vi aggiunse lagnanze pel bando dato al
Novaes, che dopo tale vittoria ire di Por- vescovo di Silves per non aver voluto ri-
togallo aggiunsero al titolo di re di Por- nunziare il vescovato, dichiarando essere
togallo e degli Algarbi, di qua e di là dal perciò incorso nelle pene decretale dal
mare Africano. Abbagliato dallo splen- conciliogenerale di Vienna. Bisogna sup-
dore della corona di Castiglia edi Leone, porre che il re cedesse alle giuste querele
restata vacante per morte d' Enrico IV, di Sisto IV, dappoiché il successore In-
256 POH POR
nocenzo VII! nel 1 4^4 confermò ni Por- lalaspedizionedell'lndieorientali. Men-
togallo ì diritti sulla Guinea enlltc ter- tre si adoperava con ardore per lo stabi-

re tle'saraceni, già accordati da Nicolò V, limento delle colonie portoghesi, si trovò


e confermati da Calisto 111 e Sisto IV. dell'oro sulle coste dell'Etiopia occiden-
Per tenere occupato un popolo marzia- tale o Guinea, perciò si diede il nome di
le e intraprendente, il re in differenti tem- guìneeiì quelle monete che gl'inglesi fe-
pi fece armamenti contro Afiicaj e ne- cero battere con l'oro che ammassarono
gli stati d'Evora tenuti nel 1 4^9» ottenne in questo paese.
nuovi sussidi per ristorare le finanze e Avendo Giovanni II perduto i figli

preparare altre cose. Espulsi gli ebrei dal- nel fiore dell' età e non riuscendogli di-
la Spagna, Giovanni II gli accolse ne'suoi chiarare successore Giorgio suo natura-
stali per la loro attività e industria, con le, nominare suo cugino fi-
fu costretto
dure condizioni per adattarsi allo spirito ma nueleo Manoello il Fortunato e il
del secolo. Le scoperte attrassero tutta Grande^ de'duchi di Viseu e fratello del-
la sua attenzione; nel i49^ spedì nel- l'ucciso da lui. Il nuovo re, convocati gli

l'Indie orientali una flotta sotto la scorta stati generali, fece loro adottare diversi
di Cano veneto, il quale per via scoprì i regolamenti e fece cessare le vessazioni

regni di Bcnin e di Congo, ed esplorò il contro gli ebrei; ma la regina vedova I-


iàmoso Capo delle tempeste, chegià Diaz sabella di Castiglia che il re avea chiesto
avea scopertoeGiovannilI intitolato Ca- inmatrimonio , vi annuì a paltò che i

po di buona Speranza, al modo ripor- mori e gli ebrei fossero banditi dal Por-
tato a Indie orientali. Tale spedizione togallo con funcfile conseguenze. Morta
era in mare nellp stesso anno in cui il la regina, Alessandro VI accordò dispen-
celeberrimo Colombo scuopriva VAnie' sa di sposarne la sorella Maria. Trovan-
r/crt. Aquesto articolo accennai come quel do la marineria in istalo florido, per le
sommo navigatore era stato respinto da benemerenze d'Enrico di Portogallo, e
Giovanni II quando gli offrì il suo pro- che la speranza di far fortuna nelle sco-
getto, poiché le viste de'portoghesi erano perte preoccupava tutti gli animi, pro-
allora esclusivamente dirette suirAfi'ica fittò di tal disposizione per far intrapren-
e le Indie orientali. Il felice successo di dere nuovi viaggi, quasi tulli coronati di
Colombo produsse sui portoghesi una vi- successo. Già narrai a Indie orientali che
va impressione, cui il re si propose ri- Vasco di Gama nel 1497 passò la prima
parare con qualche grande impresa. Fe- volta il Capo di buona Speranza rico- ,

cealiestireuna flotta per andar sulle trac- nobbe la costa orientale d'Etiopia e ap-
ce di Colombo e tentar nuove scoperte. prodò a Calicut sulla costa del Malabar.
Ferdinando V re di Spagna ci vide una Ad America ed a Brasile riportai l'e-
specie di ostilità, se ne querelò col suo splorazione fatta pel Portogalho nel 1
497
ambasciatore, quindi le conlese furono circa da Americo Vespucci e la occupa-
sottoposte ad Alessandro VI, il quale di- zione eseguila da Alvarez Cabrai, il q-ua-
vise alle due potenze le conquiste, asse- le ne assicurò il possesso alla monarchia
gnando poi a ciascuna nella scoperta del portoghese. Neli5o5il re spedì a Roma
Brasile il suo emisfero a parte, median- Jacopo deSousa vescovo di Silves e Ja-
te la famosa linea: di lutto parlai ne' voi. copo Pacecho insigne giureconsulto per
II, p. 9, XIV, p. 236. Tale linea in pro- prestare ubbidienza a Giulio II, ed in-
gresso di tempo non fu più rispettata dalle sieme pregarlo d'aiuto contro mori del- i

potenze marittime. Morì Giovanni li nel l'Africa, onde il Papa rinnovò le indul-
1
49 5, col rammarico di aver ricusato le genze già concesse da Innocenzo Vili
olfèrte di Colombo e di non aver eflèltua- per lo slesso argomento. Frattanto Frau-
POR POR a57
Cesco il'Almeyda mandalo nelle Indie o- cercò d'impedire il progresso dell'eresia
rienlall neli5o6 col titolo di viceré, vi in Germania, fu laborioso e sobrio; ma
soslennecongloi'ia l'onore delle nrmi por- la sua parsimonia gli fece perdere Ve-
toghesi , e suo figlio formò stabilimenti spucci e altri navigatori , che passarono
nelle Maldive ed a Ceylan. Alfonso d'Al- a servire Spagna. suo regno fu illustre
Il

bnquerque s'impadronì neliSoy dell'i- per una moltitudine eziandio di grandi


sola d'Ormus; Giacomo Sigueira nel uomini, venendo Vasco di Gama immor-
I Siedi quella di Sumatra inoltre Al- : talato dai versi di Camoens. Per V am-
buquerque nel i5i i sorprese l* isola di basceria di Alvarez nell'Abissinia, la re-
Goa e obbligò Malacca a porsi sotto il gina Elena mandò una deputazione aE-
dominio di Portogallo; più tardi Anto- manueie. Tante prodigiose imprese e tan-
nio Correa percorse da vincitore il regno ti successi resero portoghesi padroni di
i

di Pegìi. A
questo rapido accrescimen- tutto il commercio dell' oriente, sino al-

to di potenza andò congiunta la propa- lora tenuto dai veneziani, divenendo Goa
gazione mirabile del vangelo in tante ric- sede di loro potenza in Asia. Gli successe
che e vaste regioni. A Leone X ho det- Giovanni III figlio d'Emanuele e di Ma-
to come re Emanuele neli5i 4 gì' coan- ria, che incominciò il governo con bene-

dò 3 ambasciatori per prestargli ubbi* colmando di onori e grazie più af-


fizi, i

dienza coi prodotti del mare Eritreo e memoria di suo padre. Si oc-
fezionati al la
delle altre sue conquiste, e tra gli altri cupò soprattutto de* progressi della na-
doni quello d'una ricca pianeta^ onde il vigazione, sposò Caterina sorella di Car-
Papa lo retribuì colla Rosa d'oro, Stoc- lo V, ed a questi die in moglie la pro-
co e herreUone benedetti, e poi creò car- pria, d. Isabella, che fu madre a Filippo
dinale il figlio Alfonso di Portogallo. Il 1 1. Temendo la rivalità de'francesi, man-
re deputò sotto Leone X ambasciatore dò ne'mari del Brasile una flotta, e di-
residenziale in Roma Michele de Silva, e vise quel ricco e ampio paese in provin-
lo fu sino a Paolo IH che lo creò cardi- cie, istituendo capitani ereditari, ed una

nale (perciò dal re spogliato delle ren- forma regolare di governo. Principe re-
dite e snaturalizzato, siccome promosso ligioso, temendo che la fede cristiana non
senza sua saputa). Per abitare egli il pa- si alterasse ne'suoi stati, v'introdusse l'in-
lazzo propinquo alla chiesa di s. Loren- quisizione, tribunale che ottenne da Cle-
zo in Lucina, cui era contiguo un arco mente VII, edampliato da Paolo III, se-
antico, su questo avendo fabbricato del- condo il narralonel voi. XXXVI, p. 4^-
le stanze, fuchiamato Arco di Portogal- Siccome ai tribunali di Portogallo si da-
lo, sino ad Alessandro VII che lo demo- va il titolo di maestà, comechè deposi-
lì ne parlai nel vol.'L, p. 72. Tra le
: tari della reale giurisdizione, e trascu-
Dissert. di Cortona, vi è la XI.^ di mg.^ randosi a quello dell'inquisizione, re Giu-
Marcello Severoli Sopra il già antico
: seppe I ordinò che si dasse immancabil-

arco detto volgarmente di Portogallo e dei mente. Leggo in Pacca, p. 87 e 54, che 1

bassorilievi situati in esso. La sola guer- dipoi sotto il regno di Maria I si vola-
ra che Emanuele ebbe a sostenere fu con- va abolire l'inquisizione, ma la pia regi-
tro i mori d'Africa, scrivendone a Leone na la sosteiwe con argomenti che sba-
X le vittorie riportate. Essendogli mor- lordirono gli avversari, fra' quali Mel-
ta la 2.' moglie, nel i5i9 sposò Eleono- 10 suo confessore , che poi alla vacanza
ra d'Austria sorella di Carlo V,cheavea della carica di grande inquisitore vi si fe-
domandata pel figlio. Amò e coltivò le ce nominare con aperta contraddizione.
lettere, ebbe zelo ardente per la dilata- 11 tribunale fu soppresso dallecortes nel
zione della fede in Africa e nell'Indie; 1821. Dice Pacca, molto si è detto e scrit-
VOI. LIV. 17
358 POR POR
to contro i tribunali della s. inquisizione, e lippo II re di Spagna
figlio di Carlo V,

specialmente contro quelli di Portogallo e lasciando corona a d. Sebastiano suo


la

di Spagna ; ma crede le accuse esagerale nipote, nato dal suo defunto figlio d. Gio-
e calunniose, non potendo asserire, che vanni e da Giovanna figlia di Carlo V,
non vi fosserostaliabusijSiccomeindipen- dopo aver dichiarato Caterina sua mo-
denti da Roma e dai nunzi, essendovi ra- glie tutrice e designalo i governatori per
gione di credere che talvolta il ministero educarlo: alla regina Caterina l' infante
politico li facesse agire a suo talento, con Giovanna cede la reggenza, che dopo ^
operazioni estranee alla religione. anni la rinunziò al cardinal Enrico (A^.)
Due tremende scosse di terremoto af- prozio del giovine re come figlio d'Ema-
flissero Giovanni 111 , ed in quella del nuele, e si ritirò in un cliioslro col titolo
i53i vi perirono 3o, eoo* persone: più di madre della patria. Frattanto per le

un* alluvione orribile del Tago inondò la scoperte e conquiste di Carlo V , I im-
metà del Portogallo. A lutto riparò la sol- mensa gloria del Portogallo cominciò ad
lecitudine paterna del re, che prendeva eclissarsi. Sebastiano fu 1° sovrano che
il

cura ancora del governo delle lontane e segnalò il suo zelo religioso per la som-
numerose colonie, così dello spirituale missione al celebralo concilio di Trento,
pei missionari da lui mandati nelle di- nel i54i promulgato in Portogallo dal
verse regioni d'Asia, Africa e America, collettore e nunzio Capodiferro; ne rin-
massime de'gesuitie di s. Francesco Sa- graziò Pio IV, promettendo di furio e-

verio, come notai a Indie orientali. La satfamente osservare. L'ardore che mo-
scoperta del Giappone seguì sotto il suo strò pel bene, di voler seguire gli esem-
regno, pel caso fortuito che riportai a pi di Emanuele e Giovanni III, com-

queir articolo quindi vi fu attivato il ,


mosse portoghesi. Volendo veder tutto
i

commercio. Giovanni III rese il suo po- minutamente, si alzava a mezzanotte e


polo felice pel suo amore ad esso , che girava solo per Lisbona e sobborghi per
non volle gravar d'imposte, ed alla pace; accertarsi se si vegliava alla pubblica si-

per la protezione che accordò al merito, curezza. Volendo camminar sulle orme
ai lalenlo, nelle scienze e nelle arti; per di Alessandro, ideò di soltomellere l'A-
Tottimascelta de'ministri egenerali. Fon- fiica, passar nelle Indie, penetrar nella
dò spedali pei poveri, asilo per le vedove Persia, ritornare in Europa per la Tur-
de' soldati e uflìziali morti combattendo chia e liberar Costantinopoli dal giogo
gl'infedeli, e ritiro per le fanciulle di qua- ottomano. Sviluppò un ingegno altissimo
lità. Abbellì i suoi stati di monumenti e per la guerra, fece una spedizione azzar-

utili edifìzi, riparò le strade, costruì ac- dosa in Africa e vittorióso tornò a Li-
quedotti e pubblicò savie 'leggi. Fra i sbona. Lo zio Filippo II encomiò il ge^^*

nunzi e collettori apostolici inviati a que- nio d'imprese così pericolose, nella spe-
sto re, vi fu il celebre Lippomano coadiu- ranza che vi trovasse la morte, onde riu-
tore del vescovo di Brescia. Sotto di lui gli nire alla Spagna il Portogallo. Delibe-
aranci ancora ignoti al Portogallo, vi fu- rando tornare in Africa per farne la con-
rono recati dalla Cina da mercanti por- quista e forzare gli abitanti ad abbrac-
toghesi neh 548 : di là le piante si pro- ciare il cristianesimo, il re supplicò Gre-
pagarono in tutta r Europa meridiona- gorio XIII a concedergli qualche aiuto
le, che per la provenienza volgarmente ecclesiastico, ed il Papa impose sui beni
chiamiamo po/7og'<7//L Giovanni 111 fu del clero di Portogallo scudi 5o,ooo da 1

dello il Salomone del Portogallo e morì riscuotersi in due anni, indi nell'erige-
nel i55j assai pianto, dopo essersi inter- re Macao in vescovato ne accordò la no-
posto per pacificar Papa Paolo IVconFi- mina ai re di Portogallo. I saggi del re-
-

POR POR 259


gnoeGregorioXIII inutilmente si affati- monte. Thjulen ne' Dialoghi nel regno
carono per distogliere Sebastiano dall'az- de morti scrisse il 33.** tra Sebastiano e
zardoso suo progetto. Intanto spogliato Filippo IV re di Spagna, ossia di quello
1 •
mm
Mu ey Molla ed di parte de* regni di che come gli altri giudicato impostore,
Fez e di Marocco dallo zio Muley-Abdel- pure i suoi racconti davano probabilità
melek, implorò l'aiuto di Sebastiano,pro- di esserlo realmente perchè il cadavere
nietlendo di farsi tributario di Portogal- del re non sì trovò; non essendo invero-
lo e cedendo la piazza d'Arzila; tale inci- simile che forse un'ingiusta poHtica te-
dente determinò il re ad affrettare i pre- nesse per impostore quello cui doveva re-
parativi, non dando ascolto alle contra- stituire un regno. Alla citata biografia del
rie rimostranze, anche dell'ava Cateri- cardinal Enrico ne celebrai le sublimi
na. Altro soccorso il re domandò e otten- qualità, che il padre avea tentato innal-
ne da Gregorio XIII, sull'affrancamento zarlo al pontificato, come ripugnante a
de'bcni enfiteutici ricaduti alle chiese. Ai vea preso la reggenza, con lode poi eser-
24 gii>gno1578 il re s'imbarcò eoo citata, indi rifiutata quando il re nipote
20,000 soldati e 100 navi, ed approda- parfi per la fatale spedizione; che giun-
to in Africa nel Marocco ricevè il rinforzo ta la triste notizia di sua morte a'28 a-
d'8,ooo mori dell'alleato. Contro il con- gosto 1578 venne acclamato re, dignità
siglio de'suoi, si allontanò dalle navi in- che funse senza lasciar la porpora e in-
ternandosi nella regione, ove Muley-Ab- vece della corona usò la Berretta cardi-
delmelek nelle pianure d'Alcazar-Quivir nalizia [F.), onde fu chiamato Prete-re;
100,000 guer-
fece schierare l'esercito di narrando ancora perchè Gregorio XIII
rieri. A' 4 agosto s'appiccò la tremenda gli negò la dispensa d' ammogliarsi per

battaglia. Il re con impeto sfondò il cen- assicurare la successione al trono onde ,

tro, ma mori inviluppati cristiani, ad


i i evitare i gravi pericoli pei tanti preten-
onta degli sforzi valorosi di Sebastiano, ne denti che insorsero, a tale effetto invian-
fecero intieramente macello, ed il re ca- do in Lisbona il nunzio i^^/»// poi cardi-

duto trafitto da colpi ebbe spaccata la nale. Il re cardinale limosse dagl'impie-


testa e morì d'anni iS, come indicai nel ghi e bandì da Lisbona i consiglieri di Se-
voi.XLIII, p. 108. Muley lo zio infermo bastiano. Supplicato fervorosamente dai
da lungo tempo, spirò in una lettiga nel rappresentanti di Lisbona e dagli stati

vedere la vittoria de'suoi, mentre il ni- a designare il successore, ne convocò le


pote si annegò in una palude; cosi 3 i cortes a Lisbona, ma restò indeciso, ora
re perirono nello stesso giorno. Sebastia- inchinando per duchessa di Bragan-
la
no fu il i.° monarca portoghese che fu za, ora per Filippo li re di Spagna, mo-
chiamato wtìf6'5/^j tutti gli scrittori lo rap- rendo nel giorno ultimo di febbraioau-
presentano uomo singolare. Di statura niversario di sua nascita nel i58o, la-
poco alta, bellissimo d'aspetto, quantun- sciando fama di grande prelato e di prin-
que di temperamento violento e vivesse cipe debole. Protesse le lettere e indus-
sotto un cielo ardente, spregiò le donne se il p. Mafffei gesuita a scrivere la Sto-
e resto nubile. Per l'affetto che gli por- rie delle conqniste de*portoghesi Iteli' In-
tavano sudditi, non vollero credere al-
ì die. Nel suo breve regno contii^iò ad e-
la sua infelice morte e sperarono che ne clissarsi la gloria e possanza del Porto-
fosse campato mercè la divina grazia, e gallo, e quasi del tutto si oscurò quan-

di rivederlo un giorno; comparvero un do divenne provincia della Spagna; men-


dopo l'altro 5 impostori, quali assun- i tre coli' opulenza, colla prosperità e col
sero il nome di Sebastiano per somigliar- jx>tere erasi introdotta ne' portoghesi la
lo, ma furono puniti perirono misera- molle'zza, la temerità e la baldanza.
26o POR POR
Nel voi. ^.'' òeX Saggiatore romano^ p. Antonio Tolle ritentar la .sorte delle ar-
225, si leggono injpoi lanli notizie rnccol* mi e fu nuovamente disfi«ttoa*22 settem-
Paolo Mazio sulla successione al
te dal eh. bre dal marchese di Santa Crux nell'ar-
regno di Portogallo, e dell'impresa di Fi- cipelago delle Azore; Ì\.'i^^\ poi in Fran-
lippo 1 1 di riunire a'suoi possenti stati l'im- ciaove pubblicò un manifesto, che man-
mensa monarchia portoghese, come figlio dò a diverse corti in favore de' suoi di-
d'Isabella di Porlogallo.Ai tri 4 pretenden- ritti. Caterina de Medici gli somministrò
ti per parentele disputavano tal successio- una flotta che fu vinta nel 1 582, onde tor-
ne. Alessandro Farnese duca di Parma e nalo mori nel i^gT, dopo
in Parigi vi
poi Ranuccio I suo figlio; Emanuele Fili- aver ceduto ogni suo diritto a Enrico I V.
berto duca di Savoia e poi Carlo Emanue- In breve avendo il duca d'Alba conqui-
le I; il duca di Braganza congiunto per stato il reame, Filippo II nel dicembre
mezzo della moglie Caterina alla casa rea- dell'istesso annoi 58o si portò in Elvas,
le, seguito da buona parte del clero re- ove fu salutato re dai baroni col nome di
golare; eprincipalmente d. Antonio gran Filippo I. Dipoi andò in Abrantes, indi
priore di Crato, figlio naturale dell'infan- in Tornar, ove nello splemlido monastero
duca di Beja, figliuolo di reE-
te d. Luigi di s. Girolamo si trattenne sino a tanto
manuele. Quest'ultimo seguitò Sebastia- che fossero convocate le cortes di Por-
no nella deplorabile spedizione d'Africa, So-
togallo, lequali gli giurarono fedeltà.
ed involto pure nella completa rotta
egli lo l'arcipeiagodelle Azore tenne fede per
dell'armata, venne preso^dai mori, celò 3 anni a d. Antonio, quantunque il ri-
il suo nome e fu salvato dalla prigionia manente del regno si fosse sottomesso a
da uno schiavo, dopo 4o giorni di cat- re Filippo I. La Francia e l'Inghilterra,
tività. D. Antonio ricomparve subito a gelose delia smisurata grandezza di que-
Lisbona e trovò il trono occupato dal car- sto monarca, inutilmente cercarono il
dinale suo zio. Domandò alteramente la modo d'impedire l'occupazione del Por-
corona,pretese d'essere legittimo, ma di- togallo e delle sue fiorentissime colonie,
chiarato bastardo fu costretto nascon- che dilatarono gli spagnuoli domini i. Gre-
dersi. Morto il cardinale, egli ricou)parve gorio XI II nel medesimo 58o I spedì per
a Lisbona e venne acclamato a' 19 di giu- le cose del Portogallo legato a lalere il

gno 58o dal popolo, nello stesso momen-


I cardinal Alessandro Piiario, che coronò
to che Filippo II radunava un esercito il re: Ira'prelalidel suo seguito vi fu Tra-
per far valere i suoi diritti, essendo fa- iano Mai io che restò collettore apostoli-
Torito dal fiore del clero e dai signori, co. Le cose trattate in questa legazio-
per aver mandato a Lisbona e Pioma, vi- ne, le descrive Maffei, Annali di Grego-
vente il cardinale^ spertissimi ambascia- rio Xlll^i. 2, p. 86. Nondimeno il Pa-

tori per agevolar la via al vagheggiato pa si querelò cól re, perchè le grazie a
fine, accortamente riscattando gli avan- lui concesse perla guerra coi turchi, cioè
zi dell'esercito portoghese schiavo in Te- quanto ritraeva dalle rendite del clero
tuan e altri luoghi. Con perseVeranleav- di Spagna, in vece le impiegò per soste-
•vedutezza Filippo II pose in opera tutti nersi in Portogallo. Durò questa domi-
i mezzi di sua colossale possanza. D. An- nazione 60 anni, duranti i quali si vi-
tonio oppose resistenza al duca d'Alba dero i portoghesi togliere da gli olandesi
comandante degli spagnuoli, in Alcanta- quasi tutto il loro commercio, e molli dei
ra a'25 agosto, e fu vinto nell'istesso gior- possedimenti d'Asia, Africa e America ;
no e ora in cui la sua flotta venne dis- perniile ben lievemente riparate da qual-
fatta da quella del marchese di Santa che parziale vantaggio. Sotto Filippo I
Crux, al quale Lisbona apri le porte. D. uscì dal porto di Lisbonala famosa flotta
POR POR 261
die do vea^ assalire l'iiighillerra. Nel i ^98 rindebolimento di casa d'Austria, favorì
successe Filippo II tra* re di Spagna il polentementeil sentimento di cupo mal-
3. "e nel 162 i Spa-
Filippo III 64" nella contento ne'portoghesi per l'oppressione
gna, ad'istanza del quale Urbano Vili in cui gemevano, e per l'odio che aveano
canonizzò la regina Esalibelta. Questo Pa- giuralo ad Olivares ministro di Filippo
pa colla bolla Ad claviuiiy de' 17 giugno IH e4-''come redi Spagna, come de'suoi
iG3o, Bull. Roni. l. 6, par. i, p. 219, aderenti.La generale attenzione era ri vol-
confermò il contralto tra il re ed il cle- ta in Giovanni figlio di Teodoro 7.** du-
ro, riguardante ancora il collettore della ca di Braganza, ch'erasi reso chiaro per
crociata e degli spogli del regno. In quel le gentili qualità e per un cuore bene-
tempo Portogallo seguì destini di Spa-
il i volo. Inaspriti i portoghesi nella loro u-
gna (^^.), e decaddero in parte dall'an- mi Mante condizione, alla testa de' mal-
tico splendore, fino al regno di Giovan- conlenti si posero Giovanni Pinto Ribei-
ni V, le belle arti, le scienze e le lettere; ro segretario del duca. Michele d'Almei-
non mancarono però buoni scrittori di da arcivescovo di Lisbona , e Luigia di
materie teologiche e filosofiche, storici di Guzman figlia del duca di Medina Si-
qualche merito e sacri oratori in gran donia e moglie di Giovanni, che persua-
parte membri benemerita compa-
della se questi alla cospirazione, che per 3 an-
gnia di Gesù. Dice citato Vertot, che
il ni ordita nel più gran silenzio, dovea in-
l'islessa religione fu inviluppata in que- nalzar la casa di Braganza pei legittimi
sta catastrofe.Le diocesi restarono il più suoi diritti al trono di Portogallo. Ma il

del tempo orfane; più pingui benefìzi i carattere di duca Giovarmi mancava d'e-
si conferivano agli spagiuioli oad altri e- nergia e nulla voleva arrischiare. Fu il
stranei, senza attendere alla istruzione e maschio e coraggioso spirito di sua mo-
pietà de*prelendenti ; i religiosi malme- glie e il vivo zelo de'suoi amici diesi a-
nati e uccisi, anzi gl'islessi collettori del doprarono per agevolargli le vie del tro-
Papa non poterono scampare la tirannia no. Gli disse Luigia corona
: Accetta la
degli spagnuoli. che ti è offerta; è bello il morire re, an-
Fiera la nazione portoghese di sua che per un quarto d'ora! La cospirazio-
indipendenza , con rancore sopportò il ne scoppiò a'3 dicèmbre 1640. Fu tru-
giogo che gli pesava sul collo, finche si cidalo nel tumulto •Vascòncellos gover-
riscosse dal suo letargo. La durezza del natore o principale ministro della du-
governo spagnuolo e Teslerne guerre in chessa diMantova viceregina; questa ven-
che per le ambiziose viste di Filippo l ne arrestata, la sua guardia disarmala,
si trovò immersa la Spagna, aumentò nei ed il fortunato duca di Brasranza da 5oo
o
portoghesi il dolore del perduto nome individui fu salutatore col nome di Gio-
e del proprio sovrano. La nobiltà pian- vanni IV. QaanUmquegli spagnuoli fos-
se le -distinzioni onorevoli che avea un sero padroni de'principali posti della ca-
tempo sotto i suoi re ; i banchieri e i ne- pitale e delle fortezze, non opposero nes-
gozianti deplorarono la loro rovina ope- suna resistenza, furono scacciati da per
rata pel trasporto a Cadice del commer- tutto, non restando loro che Ceuta ed al-
cio dell' Indie; il clero si querelò della cune piazze vicine. Il nuovo re entrò pa-
violazione de' suoi antichi privilegi, per cificamente in possesso de'suoi stati d'Eu-
cui Sisto V con lettera di suo pugno mi- ropa; ed in breve Madera e del-
le isole di
nacciò Filippo I per l'autorità diesi era le Azore, le piazze di Tanger e di Ca-
usurpata nelle ecclesiastiche giurisdizio- raccio, regni di Congo e Angola, l'È*
i

ni. Finalmente l'ardente politica del car- tiopia, la Guinea , l' India e l' opulenta
dinal Richelicu I .° ministro di Francia per Macao lo acclamarono. Fu riconosciuto
262 POR POR
pure nel Brasitele tutte le sue provincie, ra dell'indipendenza, ed in omaggio alla
cioè quelle liberatesi dalla dominazione sua divozione e fiducia e pel caraltere re-
olandese , lealmente aderirono. 11 gabi- ligioso di sua nazione mise il regno solto
netto di Lisbona si collegò colla Scozia la prolezione della B. Vergine. Vedasi
e fece ogni disposizione necessaria per re- G. B. Birago Avogaro, Storia della di'
sistere alla lotta disuguale che doveva , sunione del regno di Portogallo dalla co-
sostenere contro le aggressioni della Spa- rona di Crt5//g://VZj Amsterdam 1647. Ad
gna, in ciò confermalo dall'animosa re- onta della confederazione intanto por- i

gina Luigia , che sostenne la nuova di- toghesi e gli olandesi si perseguitavano
gnità come fosse stata allevata sul trono. con furore nel Brasile per restarvi pa-
Non essendo Giovanni IV Punico ram- droni del commercio e delle provincie.
pollo degli antichi rediPprlogalio, i du- Una nuova cospirazione in favore della
chi di Villareal e di Caminha ne discen- Spagna, ordita dal vescovo di Coimbra,
devano egualmente, ma in un grado più fu felicemente scoperta e punita, per cui
lontano. Gelosi di vedere il loro eguale il re fu soprannomato Fortunato. Dopo
divenuto loro signore, tramarono colla molti comballiraenli ed assedi contro gli

Spagna^con l'arcivescovo di Braga e col olandesi nel Brasile, neh 654 ' portoghe-
grande inquisitore de Castro unacongiu- sidivennero nuovamente padroni paci-
ra, per sterminare il nuovo re e sua fa- ficidi quel vasto possedimento. 11 risor-
miglia, ma scoperta fu sollocala colla mor- gimento del regno alla sua vita politi-
te de* principali. "Giovanni IV a meglio ca, non potè fare risorgere l'industria e
rassodarsi si uni colla Francia in confe- il commercio che gradatamente erano ve-
derazione cogli olandesi; e gli stali rac- rniti scadendo, quindi più tardi fu obbli-
colti in Lisbona neh 642, coofermarono gato a ricorrere alla tutela straniera del-
i diritti del duca di Braganzaalla'coro- l'Inghilterra, sebbene indipendente di no-
na. Tutte lepolenzed'Europa, tranne Fi- me e di fallo. Innocenzo ch'era slatoX
lippo IV Spagna, l'imperatore e Pa-
re di nunzio a Filippo IV^ ed Alessandro VII
pa Urbano Vili, lo riconobbero per so- seguirono il contegno prudenziale di Ur-
vrano; ma il Papa non ammise in Roma bano Vili. Venuto Giovanni IV al ter-
Tambascialore spedito a rendergli ubbi- mine di sua vita, raccomandò ai grandi
dienza , per un rigifardo alla Spagna e la difesa del Portogallo e la conservazio-
nel timore che Portogallo non potesse ne della fede durante ja minorità d'Al-
sostenere la sua indipendenza. Osserva fonso VI suo figlio, ed alla regina do- i

Pacca, che sebbene Giovanni IV dovesse veri della reggenza che dovea assumere,
essere dolente del governo pontificio e morendo compianto neh 656. La regina
fosse sii molato dagli eretici a slaccarsi dal- fece presto risplendere la capacità sua
la comunione romana o almeno eman- nella grand' arte di governare, durante
ciparsi in parte dall' ubbidienza dovuta una reggenza tumultuosa più per le bri-
alla s. Sede, volle conservare intatta la ghe de' primari «ignori, che per l'armi
fede de'suoi antenati. Inghilterra e Fran- spagnuolerii sollievo della nazione e la ri-

cia somministrarono soccorsi a Giovan- forma degli abusi , costrinsero i nemici


ni IV per difendersi contro la Spagna, stessi ad ammirarla per la sua savia e
laonde un esercito portoghese devastò le moderata amministrazione. Dopo lun-
frontiere della Galizia ed Estremadura. ghe e penose negoziazioni venne conchiu-
La guerra fu incalzala più vivamente nel so un trattato con l'Inghilterra, e final-
1644 con variati successi. Adunali nel mente la pace del 1660 confermò la ca*
1 646 gli stati del regno, il re corresse mol- sa di Braganza nel possessodel Brasile: tut-

ti abusi, impose nuovi tributi per la guer- ta l'America portoghese riconobbe l'au-
1

POR POR 263


tonta di Luigia. Giudicando essa che l'al- do sopportare il fratello 'testimonio del-
leanza con l'Inghilterra dovesse far parte la sua unione, lo fece trasportare nell'i-

della politica del Portogallo, diede 1* u- sola di Terceira óve restò 8 anni. Ricon-
nica sua figlia con Tanger e Comhay per dotto in Portogallo col pretesto di rista-
dote in matrimonio a Carlo II, quantun- bilirlo sul trono, in vece fu posto nel ca-
que di religione dilFerente; alleanza van- stello di Cintrae vi morì nel i683 : al-
taggiosa al Portogallo ,
pel soccorso cui lora il fratello si fece coronare e prese
gli Londra nella guer-
prestò la corte di il nome di re Pietro li, ma perdette l'd-
ra contro Spagna che* terminò glo-
la , mata consorte. Egli strinse con mano fer-
riosamente con due strepitose vittorie di ma le redini del governo , e fu sollecito
Ameixial deli 663 e di Montes Claroso conchiudere la pace con Carlo II re di
Villa Viciosa a' 17 agosto i665, per le Spagna, sottoscritta per mezzo dell'In-
quali i portoghesi riacquistarono la ri- ghilterra a'5 febbraio 1668, la quale in-
putazione di nazione bellicosa, ed obbli- viata a Clemente IX fu da lui formal-
garono finalmente la Spagna a ricono- mente confermata, terminando così una
scere l'indipendenza del Portogallo e la accanila guerra che da circa 28 anni gra-
sovranità della casa di Braganza che tut- vitava sui Portogallo. Inoltre il Papa ap-
tora regna. provò l'elezione de'vescovi fino allora ri-
Alfonso VI, debole, infermiccio e dis- cusata, indi nel 1669 ricevè l'ambascia-
soluto, nell'anno i663 sposò la dami- tore portoghese conte di Pradopoi mar-
gellaMaria d'Aumale, principessa di Sa- chese des Minas il quale avendo fatto
,

\oia Nemours , e visse lontano da essa. r ingresso pubblico e con magnifico ap-
Adirata la regina per tale abbandono, si parato, non potè ricevere udienza da Cle-
unì segretamente di amore e d' interesse mente IX per l'infermità che lo condus-
con d. Pietro fratello del re. Questi mal- se al sepolcro a'9 dicembre 1 669, ma l'ot-

trattando la madre, Luigia si ritirò nel tenne da Clemente X solenne. Dell' as-
chiostro e dopo un anno virtuosamente sunzioneal trono dell'augusta casa diBra-
morì 8 febbraio 666, lasciando di se
a' 1 ganza e relativi avvenimenti , onorevoli
mirabile memoria. Frattanto Alfonso VI alla nazione portoghese, abbiamo: Me-
essendosi colla sua condotta stravagante morie della storia di Portogallo dal 1 65g
reso odioso ai sudditi, il fratello d. Pietro al 1666, Amsterdam 1701. R. Vertot,
profittò di tale disposizione degli animi Storia delle rivoluzioni del Portogallo,
per impossessarsi dell'autorità; col con- Parigi 17 r. Storia delle perturbazioni
r

corso della regina riuscì a scacciare gl'in- successe alla corte di Portogallo nel 1 667
degni favoriti di Alfonso Vie si fece di- e 1668, Parigi 1674- AlessandroeFran-
chiarare ne! 1667 reggente della monar- cesco Brandano , Storia delle guerre di
chia. 11 re divenuto allora prigioniero nel Portogallo fino al 1 669, Venezia 686. 1

proprio palazzo, offrì ofu costretto rinun- C. d'Eviceiray Portugal restaurado.


ziare il trono in favore del fratello, ciò Pietro II fece fiorire il commercio e
che confermarono gli stati del regno; La le arti, riformò numerosi abusi, ricondus-
regina pretese che il suo matrimonio con se la tranquillità e l'abbondanza ne'suoi
l'inabile Alfonso VI non fossestato con- stati, secondato dall' abile ministro Eri-
sumato, ed ottenne poi da Clemente IX ceira. Innocenzo XI ad istanza di Pietro

l'approvazione di quello contratto col co- II eresse diverse sedi vescovili nel Brasi-

gnato, al modo detto nel voi. XX, p. 1 28, e confermò gli statuti dell'ordine di s.
le,

sotto del quale Papa accadde l'intiera ri- Paolo i.° eremita di Portogallo. Avendo
conciliazione del Portogallo colla s. Sede. gì' inquisitori del regno ricusato conse-
Nello slesso anno il reggente non poten- gnare al nunzio certi atti che Innocenzo
264 ^^^ POH
XI avea ad essi comandalo con precello te XI proibì loro di ricevere novizi, fin-
di s. ubbidienza ,
per abbatlere la loro che fossero resistenti a sottomettersi al-
pertinacia, con la coslilbzione Cuninos^ l'uso stabilito. Perciò tra la corte e la s.

de'27 maggio 1679, dichiarò sospesi dal- Sede nacque rottura della buona armo-
l'uffizio gl'iiiquisilori. Di poi soddisfatto nia, onde il re fece uscire da Lisbona il
della loro soggezione, li reintegrò nella nunzio Conti che poi richiamò e gra-
,

primiera autorità in virtù della bolla ziosamente accolse, ripristinandosi i pa-


Romanus Ponlifex de'22 agosto 1681 j gamenti de' quindenni ( dipoi il Conti
in seguito spedi ai medesimi alcune leg- divenne cardinal prolettore di Portogal-
gi da osservarsi nelle cause di fede. Ve- lo e Papa Innocenzo venendo re- XllI), i

dasi le altre bolle citate da Novacs. Ap- Non-


ligiosi autorizzati a riceverei novizi.
provò Innocenzo XI Chierici iccolari i dimeno Clemente XI, non credendo pò- 1
dell'Assunzione di Portogallo; e per le tervi acconsentire, gli negò una dispen- 1
siie premure il re soccorse largamente sa matrimoniale in i.° grado d'aflinità,
l'imperatore contro i turclii nell'assedio benché il re avesse mandalo il conte de
di "Vienna. Nel 1687 Pietro Ila consiglio Mello a consolarlo delle vessazioni che
de'grandi sposòElisabelta di Baviera, che riceveva dugl' imperiali. La lega oflensi-
gli partorì Giovanni V, a cui die il ti- \a e difensiva fra Portogallo e Inghilter-
tolo di principe del Brasile; Alessandro ra fu rassodata da un trattato conchiu-
VI II nel 1690 lo distinse col donativo del- Melhuen nel 1708, il quale diede
so in
le Fascie benedette (F.). Nel 1693 Inno- norma e regola alle relazioni tra'due pae-
cenzo XII confermò il culto immemo- si sino quasi a'nostri giorni. Questo trat-
rabile della b. Giovanna delta la santa tato assicurava all'Inghilterra l'introdu-
principessa, figlia di re Alfonso V , do- zionedelle sue manifatture nel Portogal-
menicana del monastero d' Aveiro; po- lo a dazi minori della metà da quelli pa-
scia nel 1697 ad istanza di Pietro II creò gati dalle altre nazioni, e stipulò in ricam -
cardinale Sousa 1.° ministro del regno. bio che i vini del Portogallo potessero
Sulla conlesa eccitata in Portogallo fra entrare in Inghilterra a un dazio minore
l'arcivescovo di Braga e il vescovo di Lei- d'un 3.° de'vini di Francia. Questa ar-
ria, ed i regolari, sui confessori e l'indul- bitraria violazione della libertà del com-
to delta crociala, vedasi i V, p. 285,
voi. mercio riuscì dannosa all' Inghilterra e
XVI, p. 107. Dopo la morte di Carlo II al Portogallo j e la gran compagnia dei
re di Spagna Pietro , li si mise nel nu- vini di Porlostabilila nel 1 754, fu il frut-
mero de'concorrenti per succedergli, ma to del sistema anglo portoghese di poli-
rinunziò presto a pretensioni cui non po- tica commerciale. Inoltre 1' alleanza di
teva mettere in campo, per collegarsi col- Pietro II coiringhilterra lo fece entrare
la Francia contro la casa d'Austria. Per nella guerra di successione alla monar-
molti anni avendo Pietro II vietato che chia spagnuola contro la Francia, per le

dal regnosi pagassero alla Sede qiiin- s. i promesse dell' Austria. Pertanto nel 1703
denni de'benefìzi ecclesiastici. Clemente riconobbe per re di Spagna V arciduca
XI l'esortò seriamente con diversi brevi Carlo, il cui sbarco si effettuò in Lisbona,
a non impedirlo, essendo dovuti alla s. che gli cedeva a tale condizione le prò-
Sede non solo per antica consuetudine, vinciespagnuoledi cui venuto fosse a ca-
ma anche a titolo di giustizia. Il re cre- po d' impadronirsi. Con un esercito pe-
deva che i benefìzi de'qua' vea il giuspa- netrò nell'Eslremadura e ne prese le prin-
Ironalo dovessero essere centi da' quin- cipali città, ed in mezzo alle sue conqui-
denni, che alcuni religiosi del regno ricu- ste morì in Alcantara nel 1706, pianto
sarono eziandio di pagare, onde Clemeu- dai suoi sudditi, lodato come valente pò»
7 5

POR POR 265


(ilico e savio amministratore. Favorì aS' guì ne* successivi pontificati, come nar-
sai ragiicoltura, migliorò le colonie d'A- rai a detto luogo, terminandola Clemen-
merica, fondòquella del Sagramento del- te XII con stabilire che nunzi di Li-
,
i

la Piala; fu soblio, economo e austero. sbona sarebbero creati cardinali cosi i ,

Giovanni V suo figlio che ne ereditò patriarchi ; dappoiché Clemente XI per


la corona, tenue Ja politica paterna , ri- le domande del pio re avea eretto in pa-
iiianeudo cogli alleati contro Francia e triarcale la cappella regia di Lisbona e
Spagna. I suoi eserciti si unirono agl'in- concesso al patriarca l'abito rosso e al-
glesi per cacciar Filippo V di Borbone tre prerogative, nonché ai canonici, ma
e incoronare l'arciduca, ma invano: Fi- erasi rifiutato dichiararci! patriarca car-
li ppoV trionfò e restò re di Spagna, quin- dinale nato. Tuttavolla per altre còse ,

di nel 1 1 1 fece assalire e prendere Rio con Clemente XI e successori si continuò


Janeiro capitale del Brasile e cagionò relazione col Portogallo. Ed in fatti Cle-

immense perdite. La pace d'Utrecht ri- mente XI vivamente interessò Giovan-


conciliò il Portogallo e la Francia. Al- ni V a vantaggio delle missioni delle In-
l'ombra Giovarmi V mostrò
della pace die orientali, e di concorrere nella guer-
qualità degne del diadema. Vegliò sul ra contro il turco, facendo il re quanto

Brasile con saggezza, vi favori la scoper- notai nel voi. XVIII, p. 8f.Neli72i fu
ta delle miniere e ne trassericchezze im- eletto Innocenzo XI 11, già nunzio di Por-

mense, massime da quella ricca di dia- togallo, pel quale il re si adoprò con di-
manti. Nel 17 5 sottoscrisse pure un trat-
1 verse corti perchè fosse tolta ogni oppo-

talo separato colla Spagna il Portogal- : sizione alla sua esaltazione ; ma questi
lo godè allora d'una pace compila, sen- non cedette alle sue esigenze rispetto ai
za prender parte alle agitazioni degli al- nunzi, ed altrettanto praticò Benedetto
tri slati d'Europa, riguardando Giovan- XI li onde non pregiudicare la libertà
ni V la gueira come il più grande fla- de' Papi nel richiamare i nunzi quando
gello dell' umanità, onde si astenne dal lo credono opportuno. Però Benedetto
far leva di truppe. Invece incoraggiò le XIU conferì al re di Portogallo l'usodel-
arti, ed io tutto si mostrò splendido e ma- la Dalmatica (^.) e di alcuni arredi sa-
gnifico. A sua istanza Clemente XI (Al- gri, ed a sua istanza creò cardinale /l/of-

bani, che come dissi alla sua biografia ta segretario di stato. Clemente XI 1 fi-
discendeva da re Alfonso l) creò cardi- nalmente per compiacere il magnanimo
nale Cunha de Attaide inquisitore ge- Giovanni V e ricomporre l'auiielievole
nerale di Portogallo, ad onta che fino dal e filiale armonia tra il floridissimo rea-
1709 era insorta la differenza pel richia- me di Portogallo e la s. Sede, creò car-
mo del nunzio Bichi , che accennai nel dinali i nunzi Bichi e Firrao, ed il pa-
"voi. XLVIII , p. 164, il quale poi il re triarca Almeyda. Ricomposte così anche
voleva creato cardinale, come pralicava- altre vertenze, il re rivocò e cassò i de-
si coi nunzi delle altie tre primarie cor- creti contro Roma, e^di tulio soddisflitto
ti cattoliche , ritenendosi il Portogallo nominò i soggetti che doveano occupai e
nello stesso rango (ma non ha come le i vescovati per le dette differenze .da mol-
dette corti l'uso dell'avvertenza pacifica to tempo vacanti. Vedasi Innoc. XIII et
chiamala £'5c7w5zVtìrj nell'elezione de'Pa- Clem. XII conaliliuiones circa eccles. in
pi); a tale effetto Giovanni V ricusò ri- Portugalliae et Algarbiomm regnis e-
cevere il nunzio Firrao, benché nel 7 i 1 xislentihiis^ Romae. Larghissimo di gra-
il Papa coW^fascie
l'avesse a lui spedito zie apostoliche fu Benedetto XIV col re
henedetle pel principe del Brasile suo fi- e nazione portoghese, in parte rammen-
glio Giuseppe I. Questa verteir^a prose- tale di sopra, ed a Lisbona, Poi\te san-
2{>6 POR POR
TE ed altrove; lueDtre nel voi. XVI, p. gc) Portoghesino, dì cui scrissi in piU luoghi
riportai il decrelalo contro que' confes- citati a detto articolo. Tornando ai cen-
sori che in Portogallo esigevano dai pe- ni delle notizie politiche di Giovanni V,
nitenti il nome de' complici. Nel Brasile si vuole che fosse il i.** re che si arrogò
aumentò lediocesi per lo zelo del re, per il diritto di fissare le imposizioni senza
compiacere il quale innalzò al cardina- il concorso delle cortes. Nella peste che
lato ^Ctala/iij^ìinì'ìce del supremo tribu- rapì più di 4o,ooo persone nella sola Li-
nale dell'inquisizione e gran cappellano; sbona, il re nulla trascurò per arrestar-

egualmente ad istanza di Giovanni V au- ne progressi. Contrasse colla Spagna


i

torizzò nel Portogallo i sacerdoti a ce- doppia parentela per un doppio matri-
lebrare 3 messe nell'anniversario deVe- monio tra r infante di Spagna d. Maria
fiinti. A Martirologio e Messale dissi e il principe del Brasile e tra V infante ,

imprime-
delle magnifiche edizioni fatte di Portogallo e il principe delle Asturie. I
re in Roma dal generoso monarca. La ce- Inoltre Spagna ottenne da Giovanni
la

lebre accademia d'Arcadia di Roma, a- Via colonia del Sagramento per alcune
"vendo acclamalo pastore arcade Giovan- borgate del Paraguay, perchè il re ab-
ni Vjgli attribuì le campagne Mellee pos- bandonato allora alle pratiched'una mi-
sedute già da Clemente XI, quando lo nuziosa divozione lasciò a fr. Gaspare
,

chiamò y^rete Melico. Gli arcadi chia- riformatosuo confessore le redini del go-
marono Bosco Parrasio il luogo aperto verno, e si mostrò incapace di valutare
ove declamano le prose e versi , ed il i cosa fosse un tale contratto colla Spagna.
i.° funeKgiardino o selva del convento Consumato lungamente da malattie di
della Chiesa di s. Pietro Montano sul languore, scese nella tomba nel 7^0, la- 1

Monte GianicolOj donde fu trasferito sul sciando ne' portoghesi un amore entusia-
Monte Esqidlino nella villa del duca di stico per le sue rare doti ,
proleggendo
Paganica Girolamo Matlei,che a tale uso le arti e le scienze , essendo munificen-
loro la ofTiì, quindi nel giardino de'Ria- lissimo benefattore delle chiese e figlio
li alla Lungara, negli orli farnesiani sul divoto della chiesa romana.
Monte Palatino^ nel giardinodel Palaz- Giuseppe I figlio del defunto gli suc-
zo SahiatijXìel giardino Giustiniani fuo- cesse, esi mostrò poco capace di governa-

ri di Porta del popolo, nel giardino Ru- re, perciò il suo regno fu quello del po-
spoli sulTEsquilino, e sul Monte Aven- tente ministro il famoso Sebastiano Car-
tino. Venuto il re incognizione che l'Ar- vaglio marchese di Pombal. A questi non
cadia non aveva per Bosco Parrasio luo- si possono negare non volgari talenti, ca-

jgo stabile e che andava ramingando, a rattere fermo, energico e capace d'intra-
inezzo dell' ambasciatore Mello sommi- prendere qualunque impresa,*ma vilei-
nistrò scudi 4ooo per l'acquisto d'un bo- stromento delle sette nemiche della Chie-
sco e fu preso alle faille del Giauicolo,ove sa, governò per un quarto di secolo di-
6Ì edificò un anfiteatro con iscrizione in spoticamente il regno. Corruppe e per-
lode del munifico principe. Se ne legge la vertì l'insegnamento pubblico nelle scuo-
descrizione neW Album XVI I,p. 1 5, nel- le e nelle università, specialmente in quel-
le belle Notizie istonche suW accadenda la di Coimbrache di venne ben presto cat-
degli arcadi y di mg/Fabi-Montani, a'no- tedra di pestilenza; tolse dalle mani della
.stri giorni decorosamente restaurato da gioventù le opere di sana dottrina e vi

Gregorio XVI. In Roma Giovanni V eb- sostituì altre di massime scismatiche e


be anche per ministro (dicesi suo figlio tendenti all'eresia, facendo inoltre pub-
naturale) fr. Giuseppe M.^ Fonseca ve- blicare quelle conformi a' suoi principi!
scovo di Porlo (F.), detto volgarmente il e specialmente dell' oratoriano Pereira
POR POR 267
giansenista, tutto e meglio polendosi leg- landò con calunnie doversi attribuire ai
gere nel cardinal Pacca e in altri sinceri gesuiti la supposta cospirazione per ucci-
scrittori, mentre i nemici della s. Sede e dere il sovrano, come di poi si scuoprì le-
degli ordini religiosi V esaltarono come galmente (per cui Clemente XIII si con-
gran ministro e illuminatore di sua na- dolse col re mediante il breve Quem anlea^
zione. Certamente che le finanze furono de*2 2 febbraio 1 759) ; quanto operò eoa
riordinate, resa imponente la marineria, ispesa d'ingenti somme per farsopprimere
le arti meccaniche e liberali incoraggia- i gesuiti, presso BenedettoXlV, Clemen-
le, rifabbricata con disegno più regolare te XIII e Clemente XIV, sino a rompere
Lisbona pel tremendo terremoto che la ogni comunicazione colla s. Sede, perse-
rovinò colla perdita di circa di i5,ooo guitando ingiustamente e con indicibili
persone. Giuseppe I ottenne da Benedet- crudeltà tutti gl'individui del veneran-
to XIV che creasse cavdini\\e Sa lcianhr7y do istituto. Un tessuto di ributtanti in-
e pel memorato disastro in cui quasi tut- vettive e falsità pubblicò Carvaglio per
te le chiese di Lisbona soffrirono gran- giustificare la sua atroce persecuzione,
demente, per i5 anni la 3.^ parte delle colla scrittura intitolata: Relazione ab-
rendite di tutte le chiese collegiale, ca- breviata della repubblica, che i religiosi
pitoli, ec. della medesima capitale. Frat- della compagnia di Gesù della proviti -
tanto il re ciecamente deferendo all'in- eia di Portogallo e Spagna, hanno sta -
degno ministro, accusò a Benedetto XIV bilila nedoniinii delle due monarchie^ e

i gesuiti nella dottrina e ne'còslumi, chie- delle guerre che ne' medesimi hanno di-
dendo facoltà per riformarli ne'suoi do- chiarate e sostenute, contro i due eserciti
*minii, su di che va Ietto il Compendio spagnuolo e portoghese. Questa relazione
istorico della espulsione de gesuiti dal re- servi al ministro di Portogallo in Roma,
gno di Portogallo, stampato Venezia in Francesco d'Almada e Mendoza cugino
colla data di Nizza 1 79 1 Benedetto XIV. di Carvaglio, per ottenere il breve di ri-
benché amasse e stimasse il venerando forma, minacciando rottura tra le due
istituto della compagnia di Gesù, vinto corti se non si accordava, secondato dal
dalle insistenze del gabinetto portoghese, cardinal Passionei contrario ai gesuiti.
col breve Inspecula, del ° aprile, colla Sono inoltre a ved«rsi brevi di Clemen-
\ e i

lettera d'istruzione (pel cardinale, ed ia te XIII, Exponi nobis (col quale die fa-
cui chiaramente Papa protestava po-
il coltà al tribunale detto Regiaeseu3Ien-'
co credere la relazione sui delitti impu- sae Coscientiae, per conoscere la causa
tati ai gesuiti), che si riportano nel Com- di lesa maestà negli ecclesiastici anche re-
pendio, destinò il cardinal Saldanha alla golari, Bull. Roni.cont. 1.
1 , p. 2 1 7) ; ^^
visita e riforma de'gesuiti nella monar- lias prò parte; In ipsa del 1759; ed i
chia portoghese, esortandolo a promuo- Saggi cridcO' apologetici sul famoso pro-
vere senza passione e riguardi la mag- cesso e tragico fine delfu p. Gabriele Ma-
gior gloria di Dio e il bene della compa- lagrida, una delle tante vittime del Car-
gnia. Mail cardinale non si condussecolla vaglio. 11 nunzio cardinal Acciaioli fu e-
imparzialità tanto a lui inculcata. A Ge- spulso dal regnò, per cui furono stam-
suiti, a Clemente XIH, a Clemente XIV, pati alcuni manifesti, sinceri quelli di Ra-
ed in altri articoli raccontai con qualche ma, ingiuriosi e infedeli quelli della corto
diffusione, come per mezzo de'gesuiti Car- di Lisbona; ed il ministro Almada ricusò
"vaglio pervenne al potere, quindi per do- di trattare col cardinale Torregiaui se-
minare intieramente il re quanto ingra- gretario di stato, onde il prudente Cle-
tamente fece per allontanare gesuiti e i mente XIII gli destinò il cardinal Corsini
gli altri che potevano illuminarlo, iaven- protettore di Portogallo, condiscendenza
a68 POR POR
die a nulla imperocché a*7 luglio
valse, letta dai re di Portogallo, massime da
1760 il ministro purti da Roma, ordi- Pietro II Giovanni V. Vedasi la cele-
e
nandosi portoghesi dimoranti nello sla- bre opera del Ristnbilinienlo de gesuiti
to ecclesiastico di fare altrettanto, proi- (etFetluato da Pio VII) e dtlla pubblica
l>endosi ogni comunicazione colla s. Se- educazione j pubblicala ad Euimerich,do-
de. II virtuoso Clemente XIII a'3 agosto ve si tratta completamente dell'origine,
1 768 per dar fine alla rottura tra le due progresso e fine di questa soppressione,
corti inviò a Giuseppe I il commovente tanto ricercata dai nemici dell'altare e
breve A quo die^ invitandolo alla pace e del trono. Dice il cardinal Pacca, che l'e-

olla concordia. Rispose il re non potervi spulsione de' gesuiti dal Portogallo, ove
nderire, perchè Roma proteggeva e di- avevano vari collegi, recò grave danno
fendeva i gesuiti; COSI Carvaglio lasciò per alta pubblica i$truzione,non essendovi nel
alcuni anni il Portogallo in uno stato di regno case religiose che avessero per isti-

scisma, come osserva Pacca. Mentre la tuto l'educazione della gioventù. Del re-
corte portoghese aveva trovato nel teo- stoGiuseppe 1 ossia il suo ministro di
logo Pereira giansenista l' autorizzazio- mollo diminuì l'autorità dell'inquisizio-
ne di servirsi del patriarca di Lisbona e ne, tolse l'odiosa distinzione degli antichi
di non comunicar piìicol Papa, nel 769 i e de'nuovi cristiani in Portogallo, cogli
fu creato Clemente XIV. Subito tornò inglesi sostenne una piccola guerra colla
ili Roma il ministro Almada a presentar- Spagna. II re passò gli ultimi anni di sua
gli le credenziali regie, per cui il Ponle- vita in una cupa inquietudine e morì nel
iice inviò in Portogallo per nunzio In- 1777. ^

nocenzo Conti per concliiudere l'antica Divenne regina la figlia Maria, mari-
c!oncordia, la quale ebbe luogo, come dissi tata allo zio Pietro IH re titolare e cor-
nel voi. XV, p. 209, e in altri articoli, reggente, e per prima cosa rimosse dal
con festive dimostrazioni e coniazione di potere Carvaglio e dai soldati lo fece con-
medaglia. Imperocché, riflettendo Carva- finare nel suo feudo di PombaI, ove due
glio,che Maria principessa del Brasileere- ministri lo processarono, risultando giu-
de del trono, pia e religiosa disapprovava ridicamente la condanna di morte, da cui
la sua condotta e le sue operazioni, pro- Io liberò la clementissima regina per le

curò di togliere dalla sua mente l'opinio- preghiere del re, che ricordando le op-
ne sparsa liei pubblico ch'egli fosse per- pressioni da lui sofferte, non voleva che
secutore della Chiesa, e per tranquillare fa morte del tiranno fosse attribuita a
l'animo del re agitato per lediscordiecol sua personale vendetta. Nella solenne ac-
capo delia Chiesa, intavolò negoziazioni clamazione della regina, il valente orato-
con la s. Sede per riaprire la comunica- re e consigliere Silva con 'eloquente al-
zione del regno e per ristabdire a Lisbo- locuzione dimostrò, Carvaglio aver con-
na la nunziatura. Tutta volta le cose del- cepito il progetto di privarla del trono;
la Chiesa non molto avvantaggiarono, ri- che per sistema fu nemico dell'umanità,
manendo in vigore le leggi contro la li- della religione, del merito, della virtù;
bertà e immunità eccIesia$tica;conlinuan« che popolò le carceri e presidii col fiore i

do gli abusi di potere de'tribunali laici del regno; che vessò il pubblico e Io ri-
contro gli ecclesiastici, ed il perverso in- dusse a misera condizione; che perde di
segnamento di Coimbra. Clemente XIV rispetto alla dignità pontificia ed a quel-
creò cardinali Carvaglio fjatello del mar- la de' vescovi; che depresse la libertà, cor-
chese di PombaI, de Cunha, ed il nunzio ruppe costumi, pervertì la legislazione
i

Conti, quindi nel 1778 soppresse la com- e governò Io stalo con dispotismo illu-
pagnia di Gesù, già tanto amata e prò- minato e con isceltro di ferro. La regi»
POR POR 269
na fece maturamente esaminare il pro- cante ai quelle cognizioni che potevano
cesso contro la pretesa congiura e furono giovare alla moglie e nipote. I suoi mi-
dichiarali nulli reali decreti che erro-
i nistri erano imbevuti di massime contro
neamente l'aveano riconosciuta, quindi la potestà ecclesiastica, ed i vescovi erano
proclamati innocenti i signori, ed i gesuiti solo scrupolosi di rendere a Cesare ciòch'è
incolpatisenza processo individuale e pu- di Cesare, non a Dio ciò cli'è di Dio. Pie-
niti rigorosamente anche col supplizio o tro 111 morì nel 786, lasciando d. Gio-
i

fatti marcire in orride prigioni. Queste vanili nato nel i 767. Nel 1 790 la regina
Ja regina fece spalancare e liberò le nu- provvide al caso in lei verificatosi di man-
merosissime vittime che vi languivano da canza della successione maschi le, promul-
molti anni per le tirannie di Carvaglio, gando la legge, che il diritto del trono
chiamato da Beccatini nella Storiadi Pio femmine secondo l'ordine
passasse nelle
^7, nuovo Sciano. Inoltre Maria I rein- naturale, ma non potessero queste tra-
tegrò il nunzio (allora era Rauuzzi) in sfondere ai mariti le reali prevogati ve,
lutti i privilegi di cui era slato spoglia- che nel solo caso di trovarsi accoppiate
lo, furono ristabiliti i religiosi proscrit- ad infanti di Portogallo. Per maggior
ti, la sede patriarcale di Lisbona ricupe- disgrazia la' regina, mentre poncvasi ia
rò il suo capitolo, le sue rendite e onori, guardia contro il torrente rivoluzionario
ed i vescovi uscirono di schiavitù. Cam- di Francia, che minacciava ancora que-
biò ancora la sorte degli ex gesuiti por- sta estrema parte d'Europa, cadde in fol-
toghesi ch'erano rinchiusi nella torre di lia, credendosi dannala pei suoi scrupoli,
s. Giuliano, e per quelli quasi nudi falli rovinala dal suo confessore oratoriano de
sbarcare sulle spiaggie pionlificie e ospi- Mello vescovo in partibits,segui\ce diQue-
tati da Clemente XllI, la regina rimbor- snello yelle massime gianseniste. In mez-
sò sotto Pio VI
camera apostolica d'un
la zo all'alienazione la regina conservò ve-
milione e 80,000 scudi, come afferma nerazione pei Papi e per la Chiesa, ma fu
Wovaes che ci diede un'esatta storia di priva di attitudine al governo. Però le leg-
tutti questi avvenimenti e fu uno di tali gi e gli ordini si emanavano in di lei nome,
gesuiti esiliati. In più maniere Pio VI si ma approvati esotloscrilli dal principedel
mostrò riconoscente con Maria 1 e Pie- Brasiled. Giovanni suo figlio, dichiaralo
tro III, facetido cardinali de Sousa e Men- ai 1 5 luglio 1
799 reggente. Questo buon
doza, non che più lardi il nunzio Belli- principe ebbe tanto affetto perla madre
somi, cui diè-'i^er successore Bartolomeo e tanta poca ambizione di regnare, che
Pacca, il quale scrive, che Maria mi-
I se la regina avesse ricuperato del tutto
glioròla condizione del clero e fu più ami- l'uso della ragione, ben volonlieri e con
chevole nella corrispoydenza colia s. Se- giubilo le avrebbe restituito il governo
de, ma non disfece del tutto quanto avea delloslalo. Questo eccellente principe nel
fallo Carvaglio in danno della medesima, 1 775 erasi sposalo alla infante di Spagna
continuando il sistema d'un coperto an- Carlotta figlia di Carlo IV redi Spagna
glicanismo. Narra inoltre che sebbene la e n'ebbe numerosa prole. Nel voi. XX III,
regina operò molte cose buone, avendo p. 281 parlai delle Knscie benedette da
uji amor materno pe'suoi popoli e un gran Pio VI destinate per d. Antonio Pio prin-
spirito di religione, non si vide da lei ef- cipe di Beira, nato nel 1 794 ^ primogeni-
fettualo quanto con ragipne si aspellava. to dell'infante d.Giovanni, tenuto al sa-
Ciò avvenne perchè non ebbe persone gro fonte da quel Papa rappresentato dal
di mente e di consiglio the bene l'assi- nunzio Bellisomi; e nel voi. Vili, p. 2 1 3

stessero, ed il re Pielro 111 buono e pio e 2 i4delritodi loro benedizione. Il nun-


cristiano, era di corto ingegno e man- zio Pacca destinato a presentarle, colla
-

a7o POR POR


«juallfica di nunzio sfraorclinarlo, sollan- regina Maria, che disse al figlio reggen-
lo le ricevette nel 798. Consisteva il do-
1 te. « E voi egli altri sovrani cattolici non
lio in iftia lunga e grande fascia di stoffa vi movete per riporre il Papa nella sua
liccaincnle ed elegantemente ricamala, sede? Dunque alla religione cattolica non
«on bella miniatura nel mezzo rappresen- visipensa più? " Trovandosi Pio VI de-
tante s. Gio. Battista che battezza il Ile- portato in Firenze, il cav. Alvares inca-
ilentore; in un gran manto ossia coltre ricalo di Portogallo, in nome del reggen-
pure ricamata per cuoprirela regia culla; te gli fece istanza, per concedere al nun-
in alcuni cuscini, ed in finissime bianche- zio delle facoltà onde provvedere ai bi-
rie per uso dell'infante, ornale di superbi sogni spirituali del regno, e chiudere la

e bellissimi merletti di Fiandra. II dono via ai nemici della s. Sede d'introd\^rre


si espose in una sala del palazzodi Qne- innovazioni contrarie alla dottrina e di-
luz, per soddisfare alla curiositù del pub- .sciplina ecclesiastica. Eguale ampliazio-

IjIìco. Il^rcggente ricevè il nunzio in piedi ne di facoltà domandò il Pacca, l'ottenne


sotto il trono, ed il prelato dopo presen- e l'esercitò, siccome egli stesso narro, fa-
tato il breve pontificio sull'oggetto della cendo il simile Baldassari, Relaz. depn-
commissione, pronunziò un discorso ana- timenli di Pio VI, t. 3, p. 247. Pio VII
logo, in cui lodò l'usanza del donativo promosse nel 80 1 al cardinalato il nun-
1

delle fascie benedette. >f E' stata questa zio P^cc^(/^.),chericevè la berretta car-
.«iapien lem ente immaginata dai Pontefi- dinalizia dal reggente nella cappella della
ci, e significa che la Chiesa, appena ven- corte di Queluz, nominando successore
gono alla luce quelli che la divina prov- nig.^ Caleppi arcivescovo di Nisibi che
videnza ha destinati ad essere un giorno porlo seco, per uditore d. Vincenzo Mac-
J
suoi rappresentanti sulla terra per la fe- chi, ora cardinal decano, e per segretario 1
licità de'popoli, come tenera madre ne il comm. Luigi de Rossi che ci diede le

prende sollecila e amorosa cura, e col suo belle Memorie del cardinal Caleppi, e
materno rpanto li ricopre ". II principe con esse importanti notizie della sua nun-
disse alcune parole di ringraziamento al ziatura e degli avvenimenti accaduti in
Papa,epassalo il nunzio nel Tappa riamen Portogallo enei Brasile. Questiall'arrivo
lo del reale infante, questo trovò accanto del nunzio presentò in Lisbona alle per-
nlla damq cui era affidata la prima edu- sone reali, ai segretari di sta'to^ al cardi-
cazione. Allora il nunzio pose sulle spalle nal patriarca, al confessore del sovrano,
dcH'infunle la fascia e recitò le preci pre- in tutti 2 3 personaggi, eflin nome di tal
scritte, nelle quali s'implorano sul prin- prelato, secondo l'antico costume, dona-
cipe le celesti grafie ^ tutte quelle virtù tivi costosi di quadrij statue, vasi e altri
che possono forjiìa re un ottimo monarca. oggetti di belle^rti.
Rivoltosi poi il prelato alla dama, per La pace di Badajoz nel 1801, irr cui
parte dell'augusto padrino Pio VI e con venne Olivenga ceduta alla Spagna, ed
altro discorso le raccomandò il prezioso una parte della Gujana alla Francia, po-
deposito a lei consegnalo, e soprattutto in- se termine allo slato ostile del Porto-
culcò, che fin da,quei primi anni impri- gallo contro gli alleati della Francia re-
nies«;e nella tenera mente del regio fan- pubblicana, e continuò più tranquillo il
ciullo le sublimi verità cattoliche, ed sa-i governo del reggente d. Giovanni. Poscia
gri doveri che impone la nostra s. reli- nel 8o4 ques^) fece un trattato con Na-
1

gione. iTprincipe padre donò al Pacca una poleone i.° console di Francia, in cui fti

licca croc(? vescovile di brillanti. L'infan- ricoi»osciuta la neutralità nella guerra che
te morì di vainolo nel 180 1. La detro- Napoleone combatteva coli' Inghilterra

nizzazione di Pio VI dispiacque assai alla alleata di Portogallo. Ma nel 1807 Napo-
POR POR 271
Ieone,gia divenuto imperatore, costrinse Rio Janeiro nel 1808, benissimo accollo
il governo portoghese a chiudere i porli dal reggente e dalla real famiglia. Ivi giun-
ai legni inglesi, ed esigendo il sequestro to volle esercitare il suo ministero, con
de'Ioro beni e il ricevimento di 4ooo fran- circolari ai vescovi del Brasile e di altri
cesiper guardare i porti del regno; quin- dominii portoghesi, non che ai superiori
di con decreto degli 1 1 dicembre avendo degli ordini regolari, e fu il i.° nunzio
dichiarato, che la casa di Braganza avea apostolico che si recasse in America per
cessato di regnare, fece marciare un eser- risiedervi dopo la scoperta del Brasile.
cito per occupare il Portogallo, coman- Scrisse ancora ai vescovi de'dominiispa-
dato da Junot già ambasciatore a Lisbo- gnuoli, inglesi e degli Stati Uniti, inoltre
na. Giovanni VI giudicò ch'era preferi- avvertendo i vescovi di Portogallo, che
bile di risparmiar la vita de'suoi sudditi, se il licorso a Roma era divenuto impos-
evitando un combattimento disugualissi- sibile o almeno molto difTicile, si trova-
mo, mentre tutta Europa e la confinante va però presso il loro sovrano a Rio Ja-
Spagna si trovava oppressa dalla potenza neiro il rappresentante pontificio. Pio VI
di Napoleone, e di salvare il decoro della benché tenuto in Roma prigione dai fran-
sua famiglia trasportandosi ai suoi domi- cesi, riuscì con lettera a felicitare il reg-
nii transatlantici lungi olire 2000 leghe. gente del suo trasferimento nel Brasi-
Laonde a'
2
9 novembre la regina, il reg- le, concedendogli un giubileo amplissi-
gente eia real famiglia partirono pel Bra- mo da estendersi dal nunzio ne' dominii
sile e si stabilirono a Rio Janeiro: questo della corona d'Asia e Africa. Il nunzio
mutamento terminò per dividere gl'in- pel suo energico e operoso zelo, ottenne
teressi delle due nazioni,portoghese e bra- a vantaggiode'sudditi portoghesi d'Ame-
siliana. Nel giorno seguente entrò in Li- rica, Asia e Africa, lo stabilimento in Rici
sbona Junot governatore
coi francesi, poi Janeiro d'un tribunale contenzioso della
supremo regno e fatto da Na-
di tutto il nunziatura, com'era in Lisbona. Intanto
poleone duca d'Abrantes. La sua moglie la giunta portoghese fermatasi a Porto
pubblicò Mémoires nel i834 a Brussel- chiamò la nazione ad imitare il glorioso

Ics, le notizie delle quali sul Portogallo esempio della Spagna ; scoppiò nel 1 808
sono inesatte e parziali come giudicò Pac- un'insurrezione contro i francesi; gl'in-
ca, avendo lodato il governo d'un Car- glesi venuti a secondarla e comandati dal
Tnglio! Nelle medesime si legge, che Ju- celebre Wellington, posero in rotta Ju-
not designò 12 signori di Lisbona per pre- not presso a Vimiera a' 17 agosto, per cui
sentare a Napoleone un indirizzo a nome l'armata francese fu forzata ad evacuar
della nazione portoghese, con alla testa Lisbona e tutto il Portogallo. Inoltre gli
il famoso mg.** de Mello, tanto beneficato inglesi n^H'annoseguente aiutarono por- i

dalla famiglia di Braganza, ed essendo toghesi ad impadronirsi della Gujana. Ve-


grande inquisitore, per domandare la de- dasi il Ragguaglio delle campagne del
tronizzazione de'Braganza, la costituzione duca di TVellinglon in Portogallo e Spa-
con re costituzionale della famiglia Na- gna^Ynenze 1820. 1 francesi comandali
poleonica, l'esercizio libero de'culti, ce. Il dal valoroso Sqult duca di Dalmazia, rien-
nunzio Caleppi che per mancanza di luo- trarono in Portogallo pel nord in marzo
go non potè seguir la corte, negandogli 1809, giunsero finoaVouga,ma nuova-
Junot i passaporti per raggiungerUij la- mente si ritirarono nel 8 1 o fecero una
; 1

sciato in Lisbona l'ab. Macchi alla spe- terza invasione, sotto il maresciallo Mas-
dizione degli atfari ecclesiastici colle ne- sena, ma furono di nuovo obbligati riti-
cessarie flicollà, gli riuscì evadere e dopo rarsi, dopo essere stali lungo tempo nei
molle sofferenze arrivare col de Rossi a dintorni di Lisbona. In quesla citlà ri-
1*^1 POR POR
tornò mg.^ Macchi a riprendervi le fun- gnoni Marcfoschi (di cui e di allri nunzi
zioni di ilelegalo apostolico, che esercitò e inlcrnimzi successori, nel vol.XLVIII,
con generale approvazione e contcntn' p. 67), morì a' i o gennaio 8 1 7 non 1818
1 1

mento per ben 9 anni. Wel 8 o in Rio 1 1 (come per errore di stampa è detto nelle
Janeiro seguì il matrimonio tra l'infante citate niemoric, avt;ndo io parlalo* della
di Spagna d. Pietro Carlo, tanto amato vera data anche nel voi. Il, p. 16) con
dal reggente, e la primogenita di qjicsli gran dispiacere del re, che pose a dispo-
d. Maria Teresa principessa di Beira, da sizione dell'eredità (la congregazione di
cui nacque l'infante d. vSebastiano (di poi propaganda, che sulla tondia pose ono-
nel 838 sposò d. Carlos infante di Spa-
1 revole lapide), il regalo di 5,ooo scudi
gna), con dispensa del nunzio. Questi im- che il governo portoghese era solito fare
pedì la vendita de'beni ecclesiastici e sven- in verghe d'oro agli ambasciatori esteri
tò il progetto de'novalori, relativamente ni momento che partivano, quantunque
alla consngrazione da farsi, in quella cir- non si avessero esempi che il regalo fosse
costanza della deportazione di Pio VII, stalo fatto agli eredi. Frattanto il 24 ago-

dai metropolitani ai vescovi suffraganei, sto 1820 scoppiò a Porto una rivoluzio-
ogni volta che il re nominasse alle sedi ne, conseguenza di quella delle cortes di
vacanti. La guerra colla Francia terminò Spagna, che avea per iscopo di dare al
nel i8i4colla fine dell'impero di Napo- Portogallo uvx governo costituzionale e
leone, ed il successivo trattalo di Vienna aggiungervi a quello di Spagna amplia-
ordinò la restituzione di Oliven^a e quella zioni ancora più liberali. Seguironole pro-
della Gujana francese sino a Oyapok. Ri- vincie settentrionali l'impulso di detta cit-
pristinato Pio VII nella sua sede, il nun- tà, e Lisbona lo ricevè ai i5 settembre
zio Caleppi spedì a Roma il segretario de installando un governo provvisorio e con-
Rossi a presentargli le più sincere con- vocando un congresso nazionale. Giovan-
gratidazionie felicitazioni, ed insieme per ni VI accettò le basi della costituzione per

dargli conto di quanto avea operalo nei un governo rappresentativo dalle cortes
tempi calamitosi e nclTassoluta impossi- promulgata, e lasciando nel Brasile il fi-
bilità per tanti anni di ricevere i ponti- glio d. Pietro per reggente, imbarcatosi
ficii ordini, con pieno gradimento del Pa- per l'Europa a'3 luglio 1 821, entrò nel
pa, che riferì al nunzio nel ritorno al Bra- Tago colla famiglia reale in mezzo alle

sile. acclamazioni del popolo essenzialmente


Nel marzo 1816 morì la regina Maria monarchico. A Brasile dissi, che nel 1822
I,onde il figlio reggente prese il nome di per la fazione democratica proclamò la
Giovanni VI re di Portogallo, Brasile ed sua indipendenza dal Portogallo, e prese
Algarvi, perchè ai 16 del prec^ente di- il titolo d'impero costituzionale, venendo
cembre era da lui stato eretto in regno acclamato difensore perpetuo e impera-
unito. Nello stesso marzo Pio VII creò tore Pietro I, indi coronato a'22 dicem-
cardinale Caleppi, portandogli la notizia bre. In Portogallo prevalse il reggimento
col berrettino rosso d' ordine pontificio costituzionale sino al 18? 3 ; furono ri-

il marchese Francesco Nunez guardia no- messe in vigore le antiche leggi, altre si

bile, che il re fece cav. dell'ordine di Cri- emanarono sul commercio e sull' indu-
sto con annua pensione. Giovanni VI ese- stria chedovtìltegiurare Giovanni VI, per
guì la solenne imposizione della berretta le quali innovazioni il popolo soggiacque
cardinalizia, facendo per questa da able- a qtie'medesimi disordini che posero a
gatoapostolicomg.'Nobrega,unode'pre- soqquadro la Spagna. Ma gli ordini pri-
lati della real cappella. Mentre il card ina- vilegiali, l'alto clero, le corti di giustizia

la allende va il nuovo nunzio mg/ Coraps- stettero contro la costituzione, ed a'3 fcb-
POR POR 273
braio 1828 un'insurrezione scoppiata a quale Giovanni VI riconobbe l'indipen-
Villa Realj con alla testa il conte d'Ama- denza del Brasile e fu autorizzato pren-
rante poi marchese di Chaves, si estese derne il titolo d'imperatore. Questo re
rapidamente nelle provincie settentrio- morì a' IO marzo 1826, lasciando l'infan-
nali ; tuttavolta le misure delle cortes e te d. Isabella M.^ nata prima di d. Mi-
le truppe costituzionali la repressero, co- chele che si trovava a Vienna, reggente
stretto il conte a riparare co'suoi in Ispa* del regno (che esercitò sinoai 22 febbraio
gna. Però nella notte del 29 maggio l'in- 1 828), afflitto per lo smembramento del
fante d. Michele, altro figlio del re, sortì Brasile dalla corona de'suoi antenati e dal-
da Lisbona per Villafrancaalla testa del le angustie provate per tanti politici av-»
23.° reggimento di linea, comandato dal Teuimenti, cui successero tante lagrime-
suo colonnello Giuseppe de Souza s. Pajo voli civili discordie.
poscia 'visconte di Marta, e con eroico s. Pel riconoscimento del Brasile come
coraggio scagliò contro le cortes una pro- regno divenuto estero al Portogallo, rom-
clamazione; in breve la reazione si fece pendo Pietro I il patto che lo legava alla
generale nelle truppe che occupavano la nazione portoghese, il suo diritto a questo
capitale ed i contorni. Le cortes furono trono era imperfetto ed eventuale, secon-
costrette separarsi a*2 giugno, protestan- do il diritto pubblico del Portogallo mede-
do contro la prelesa violenza cui subiva- simo. La permanenza di d. Michele nella
no, terminò governo intruso di Lisbo-
il corte di Vienna accresceva tale incertezza
na, ed il re Giovanni V I fu restituito nel ed oscillazione in cui il regno si trovava»
legittimo esercizio de'suoi diritti, confer- poiché la reggenza solo avea fondamento
mato dalla seguita soppressione della co- nella leggedeli674promulgatada'3 slati
stituzione nella Spagna: così senza l'in- del regno. Ai 26 aprile l'imperatore del
tervento straniero, per la nobile impresa Brasile prese il titolo di Pietro IV re di
di d. Michele, la monarchia fu salva, e Portogallo ed Algarvia, malgrado di es-
Giovanni VI restituito alla pienezza dei ser sovrano d'uno stato che non poteva
suoi sovrani diritti; il perchè le potenze aver più connessione col Portogallo, di
d'Europa per mezzo de'loro rappresen- essersi naturalizzato co* suoi figli brasi-
tanti manifestarono a d. Michele la loro liani, di aver dichiarato
al re Giovanni
ammirazione, per un fatto che avea sal- VI i5 luglio 1821 che non avea piti
a'

vato la religione, la monarchia portoghe- pretensioni sul Portogallo , che le leggi


se e consolidato il principio monarchico di questo regno esigono che suoi re non i

in tutta la penisola, il re pieno di fi^ducia sieno stranieri e che la loro residenza sia
nel figlio d. Michele lo fece comandante in Portogallo. Ciò non pertanto a'29 a-
in capo del suo esercito, con l'espresso in- prile pubblicò una carta costituzionale
carico di difenderlo dai suoi nemici. La senza consentimento delle cortes, cioè
il

nazione fece a gara per dimostrare al- clero, nobiltà e popolo , e contro le di-
l'infante benemerito la sua riconoscenza chiarazioni de'4 giugno 1 824 di Giovan-
e amore per aver salvata la patria dal ni VI, che leantiche istituzioni della mo-
naufragio della rivoluzione. Ma la fazio- narchia erano molto più opportune alla
ne democratica giurò vendetta contro d. nazione che le recenti costituzionali. Con
Michele, il quale per confermare la pu- detta carta Pietro IV stabilì i seguenti
rezza di sue intenzioni passò alla corte di principii : il re è inviolabile e non respon-
Vienna. Dopo l'erezione del Brasile in sabile; vi sonodue camere, di pari l'una^
impero cominciò la guerra tra Giovanni l'altra di deputati ; nessuna legge dalle
VI e il figlio Pietro I, che poi cessò me- due camere adottata può esseie promul-
diante il trattalo de'29 agosto i825,col gata senza il consenso del re, il quale ha
VOL. LIV. 18
274 POR POR
il diritto (li fui- la guerra e la pace, di tuosi lutti mezziche usò il principe per
i

concludere i trattati , scegliere gli udì- dimostrare che non ambiva il trono e ,

ziali civili e militari, nominare ai vesco* per evitare l'anarchia, dovendo seguire
vati e ad altre dignità e benefìzi eccle- i mezzi legali prescritti dal diritto pub-

siastici , con facoltà illimitata di nomi- blico del regno , congregò in Lisbona i

nare pari, convocare esciogliere le cor-


i tre stati del reame, acciò provvedessero
tes, e far grazia ai rei condannati. Quin- alla successione della corona. Nel giorno
di a'2 maggio Pietro iV abdicò in favo- dell'apertura delle cortes, d. Michele 1 si
re della figlia d. Maria II da Gloria. Per presentò agli stali senza le insegne rea-
tuttociò la nazione fedele alle sue istitu- li, ed aglii I luglio 1828 pronunziarono
zioni e all'indipendenza della monarchia la decisione, che la corona apparteneva
portoghese acclamò re d. Michele, ed in di diritto per le leggi fondamentali del-
suo nome nel luglio e ottobre 1847 ^'®" la monarchia a d. Michele I di Bragan-
bili una reggenza nelle provincie Tras- za, ad onta di tutti gl'impedimenti che
os-Montes e nel regno degli Algarvi, sen- vi frappose il contrario partilo,nnzi a lui
za che d. Michele avesse influenza a que- devoluta fino dalla morte del real geni-
sti movimenti. Le potenze europee vide- tore;dichiarando ancora nulli gli atti che
ro che questo stato di cose in Portogal- sierano praticati contro il diritto pub-
lo minacciava la tranquillità d' Europa, blico del regno, d. Michele I e la nazio-
riconobbero la necessità del regresso ai ne sciolta da ogni giuramento o da qua-
regni di d. Michele, e fecero rimostran- lunque transazione in cui aveano preso
ze al gabinetto di Kio Janeiro. Allora parte così le cortes usarono di quel di-
:

r imperatore incompetentemente nomi- ritto esercitato in tanti simili casi e nel


nò il fratello d. Michele luogotenente dei 1641 per chiamare al trono la real casa
regni portoghesi, il quale a' 19 ottobre di Braganza a cui apparteneva di dirit-
1827 vi condiscese, previa riserva spe- to, escludendo la dinastia spagnuola, che
da Vienna si recò
ciale de'suoi diritti, e fino allora era stata in possesso del regno.
a Lisbona, prestando il giuramento di D. Michele I accettò la dignità e prestò
fedeltà a Pietro IVeMaria II, obbligan- il giuramento, come a lui lo prestò la na-
dosi a questa rimettere il governo quan- zione a mezzo de'suoi rappresentanti ; i

do sarà giunta alla maggiorità. Inoltre dominii oltremarini d' Asia e Africa fe-
l'imperatore fidanzò a d. Michele la re- cero eco alle cortes portoghesi ; quindi
gina figlia per isposa, ed il principea*29 il re distrusse la costituzione promulga-
ottobre sottoscrisse il contratto nuziale. ta dal fratello. Intanto la fazione ch'era
Allora la nazione stimolata pel modo in stala discacciata dai regni dalla fedel-
cui era stata trattata , eccitata dagli at- tà de'portoghesi , incominciò subito nei
tacchi fatti alla sua indipendenza, costu- paesi stranieri ove vagava ad impiegare
mi e sue leggi fondamentali, proruppe tulli i mezzi, massime della stampa pe-
acclamando d. Michele I suo re legitti- riodica, onde affascinare le menti contro
mo per lutto il reame: tribunali, il cle- i il re e in favore dell' imperatore fratel-
ro , la nobiltà e tutte le camere del re- lo. L' Inghilterra e la Francia si dichia-
gno non solo acclamarono d. Michele
, rarono per Maria li contro d. 'Michele I,
1, ma nelle loro rappresentanze lo sup- e richiamarono loro ministri come fe-
i

plicarono che convocasse i tre stali del cero le altre potenze. Il nunzio Giusti-
regno e cingesse la corona , che per di- niani arcivescovo di Petra ebbe istruzio-
ritto ereditario e per le leggi fondamen- ne di partire, lasciando le facoltà eccle-
tali apparteneva per salvezza della
gli
,
siastiche al suo uditore; il quale non vo-
stessa corona e dello stato. Riusciti infrut- lendosi riconoscere dal governo povto-
o

POR POR 275


ghese, nunzio rimase in Lisbona sino a
il dichiarò quanto riportai nel voi. L , p.
nuove istruzioni e poco dopo riprese le 94, ed inoltre : »» Che se per affari ec-
sue relazioni diplomatiche. A Parigi nel clesiastici egli avesse dato ad alcuuoqual-
novembre! 828 fu pubblicalo colle stam- che titolo di dignità anche reale, o aves-
pe da Goullet Le boa droìt et l'usurpa-
: se spedito al medesimo nunzi o legati,
tion ou deux mots sur la décision de C as- pure avesse con lui trattato e conchiuso
semblée des trois éiats du royaume de da tah atti non s'intendesse al me-
affari,

Parlugal reunis en cortes dans la ville desimo acquistato alcun diritto né re- ,

de Lisbonne arrétée et rédigée lei i j'uil- cato alcun pregiudizio ai diritti altrui.
let 1 828, traduit du portugais. Essendo Imperciocché tanto egli che suoi suc- i

morto nel febbraio 1829 Leone Xll, il cessori avrebbero sol tanto ce reato ciò che
re d. Michele I ordinò che in Lisbona si era più opportuno per condurre popo- i

portasse il lutto per un mese, e che tri- i li alla felicità spirituale ". Pubblicata tal
bunali ed i luoghi di pubblici spettacoli bolla Gregorio XVI ricevette l' amba-
fossero chiusi per 3 giorni : lostesso prin- sciatore portoghese, riconobbe re di Por-
cipe non mostrò in pubblico ne'giorni
si togallo d. Michele I perchè lo credeva
8, 9 e IO marzo. Nello stesso mese del solidamente stabilito sul trono, ed ordi-
seguente anno Hyde de Neuville mini- nò gli atti per dare V istituzione cano-
stro della marina di Francia, già amba- nica ai vescovi dal medesimo nomina-
sciatore di Portogallo, pronunziò il Di- ti, come fece ne' concistori de' 24 febbra-
scorso tenuto nella camera de' deputati, io e 17 dicembre i832. Siccome d. Pie-
che si stampò a Marsiglia, in cui dichiarò tro I imperatore del Brasile avea abdi-
che l'Inghilterra confessa che d. Michele cato all'impero a' 17 aprile i83i, in fa-
è un usurpatore, eppure pare disposta vore tli d. Pietro li suofìglio, prese il ti-

a riconoscerlo ; che lui desidera che la tolo di duca di Braga n za e si portò in Eu-
Francia riconosca d. Maria II regina le- ropa per ricuperare il Portogallo a sua
gittima di Portogallo e degli Algarvi, fa- figlia. Scrisse al Papa lagnandosi dell'o-
cendo la storia della vertenza che teneva perato, protestando che alla ricupera del
agitala la monarchia portoghese. regno avrebbetrattatoi nuovi vescovi co-
Gregorio XVI sul Porto-
All'articolo me ribelli. Gregorio XVI creò cardinale il
gallo pai lai de'seguenli argomenti. Aven- nunzio Giustinianiy e come dissi alla bio-

do il Papa stabilito relazioni diplomati- grafìa enelvol.XLViII,p.i54jred. Mi-


che con re d. Michele 1 , questi deputò chele I gl'im pose la berretta cardinalizia e
suo ambasciatore in E.oma il rispettabi- decorò la guardia nobile che portò la noti-
le e pio d. Antonio de Almeyda Portu- zia. D.PielrodiBraganza radunò nell'iso-
gal marchese de Lavradio e domandò , la di Terceira di voti alla regina sua
i figlia,

al Papa la provvista de' vescovati vacan- preparando una spedizione contro il fra-
ti. All'opposto gli agenti di d. Maria li, tello. Questi spedi contro l'isola una for-

pretendente al trono, si sforzavano d'im- te squadra di vascelli la quale avendo ,

pedire che il Papadasse la istituzione ai attaccato il combattimento aglii ago- i

vescovi nominati dal re. Da tali contra- sto 1829 riportò non pochi danni. Ne fu
sti derivando danno a quelle chiese, Gre- stampato in Londra il Rapporto officia-
gorio XVI a'3i agosto 1 83 1 emanò una le diretto dalconte di Villa Fior al mar-
dichiarazione universale e fondamentale, chese di Palmella della vittoria ottenuta
che togliesse questa ed altre simili que- sulla squadra di d. Miguel nella Filla
stioni.Pubblicò pertanto la bolla Solli- da Praja. Dipoi nel i832 avendo for-
citudOf nella quale adduceudoquantodi mato in detta isola una flottiglia con circa
consimile aveano operato altri Pontefici, 7,000 uomini, con essi nel luglio sbarcò a
,

576 POR POR


Porlo; seguirono alcuni combatlimenli, sti. A tali notizie Gregorio XVI fece to-
ma senza risultati. Già fino dal 28 mar* gliere in Roma lo stemma di Portogallo
zo i832 dal palazzo di Queluz fu pub- dal palazzo in cui era la legazione della
blicalo Maniffslo di sua maestà fe-
il non riconosciuta d. Maria II; quindi nel
delissima ilre nostro signore il signora. .°
concistoro del i agosto deplorò tanti gra-
Michele /, Parigi in portoghese e in ita- vi danni recati alla chiesa portoghese. Di-
liano. Indi a' 24 luglio i833 d. Pietro chiarò nulli i decreti del duca di Bra-
s'impadronì di Lisbona e nell'ottobre vi ganza contro la medesima, rammentò a-
collocò la figlia sul trono sotto la sua reg- gli autori di essi le censure de'canoni, e
genza. Siccome il clero avea molto favo- minacciò di far uso dell' autorità confe-
rito la causa di re d. Michele I, il duca ritagli da Dio, se il governo non desiste-
di Braganza procurò togliergli ogni in- va di attentare alla potestà e immunità
fluenza. Intimò al cardinal Giustiniani ecclesiastica. Prima di questo tempo , e
pro-nun7Ìo, che nella capitale essendovi ai 22 aprile il reggente di Portogallo, la

il massimo malcontento contro di lui, e reggente di Spagna, ed i re di Francia e


non volendo che fosse insultato il rap- d'Inghilterra contrassero in Londra una
presentante pontificio, partisse da Lisbo- lega per scacciare dal Portogallo tanto
na nello spazio di 3 giorni. Il cardinale l'infante di Spagna d. Carlos, ched. Mi-
protestò contro siffatta intimazione, ma chele, per cui i michelisti restarono ne-
solo ottenne pochi giorni di dilazione gli animi abbattuti, ed a' 6 maggio per- 1

rimanendo Lisbona mg.rCnroli udi-


in dettero la battaglia campale d'Asseicei-
tore della nunziatura. Il duca soppresse ra. Restato il re d. Michele I con poche
poscia il tribunale delia nunziatura e la migliaia di truppe scoraggiate e forse an-
sua vasta giurisdizione, quindi istituì u- che di dubbia fede, dovette accettare la
na commissione per la riforma genera- capitolazione sottoscritta ad Evora-Mon-
le del clero, e intanto annullò privile- i te il 26 maggio. Si convenne, che con-
gi che godeva. Dichiarò vacanti i vesco- servasse i suoi beni particolari, ed avesse
vati e arcivescovati conferiti per nomi- una pensione di 60 contos di reis (circa
na del fratello, come i vescovi di Lame- 75,000 colonnati) ed uscisse trai5gior-
go, Guarda, Elvas, Braganza e l'arcive- ni dal Portogallo coU'obbligo di non tor-

scovo d'Evora; soppresse alcuni conven- narvi', né nella Spagna. Imbarcatosi a


ti e intimò ai novizi di tutti gli altri di Sines, giunse in Genova a'2 1 giugno, ed
ritornarsene alle loro case. Il Papa nel ivi protestò immediatamente. » Che il

concistoro de' 3o settembre riprovò al- suo consenso a lutto quello che gli era
tamente tutte queste novità ecclesiasti- stato imposto dalle forze preponderanti
che, e le dichiarò invalide e nulle; con- di Madrid e di Lisbona, d' accordo cou
chiuse col dire, chela causa essendo di puramen-
Inghilterra e Francia, erastato
Dio, sperava ch'esso avrebbe richiama- te temporaneo e non avea altro oggetto
to a migliori consigli le menti di coloro, che di evitare maggiori disgrazie e spar-
per opera de'quali la Chiesa soffriva tan- gimento di sangue de'suoi fedeli suddi- J
*
marzo i834 il duca di
te angustie. JNel Quella capitolazione doversi per con-
ti.

Braganza espulse mg. Xuroli, perchè con- seguenza riguardare come di niun valo-
tinuava a concedere dispense, fece abbas- re ".In tal modo perde i suoi beni e la
sare lo stemma pontifìcio ch'era sul pa- pensione. Si portò in Roma a'4 settem-
lazzo della nunziatura, soppresse tutti gli bre con alcuni portoghesi illustri e vi sta-
ordini religiosi, abolì il patriarcato di Li- bilì la sua residenza, ben accolto da Gre-
sbona, e prescrisse varie disposizioni per gorio XVI e con trattacnento regio e rico-
\ÌDCoIar gli ecclesiastici creduti micheli- noscimento d'ambasciatore finche non si
POR POR 277
pacificò col Portogallo; primaedopo-sem- tu si pubblicò : Manifeste des royatistes
pie onorandolo per l'altosuo lignaggio,e porlugais i838, lutto in favore e difesa
per quanto lo permettesse l'esausto erario, di re d. Michele I. 11 saccheggio e la de-
aiutaudolocon annuo assegnamento, pri- solazione de' monasteri e insigni biblio-
ma di scudi 1,800 al mese, poi calato a teche di Portogallo, le benemerenze di
scudi 900 e in fine portato a scudi 600 essi, come il loro lustro, vennero descrit-
mensili, e fu continuato sino alla uscita ti dal Supplemento aln.°i36o della P^o-
del principe da Roma. Il dotto e virtuo- ce della inerita del 1 840, giornale che pub-
so arcivescovo d'Evora, mg/ Fortunato blicò molti importanti articoli politico-
da s. Bonaventura cisterciense, uno degli ecclesiastici sul Portogallo, come Sup- i

espulsi dal Portogallo, venne a stabilirsi plementi ai n.i 1 364 e 1 367 di detto an*
in Roma, paternamente accolto dal Pa- no: Procedimento del dero portoghese,
pa; fu autore di pregiati scritti, e la sua riguardo alle innovazioni ecclesiastiche:
biografìa stampò in Modena.
si Stalo attuale della chiesa Lusitana. Es-
il duca di Braganza poco sopravvisse sendo sempre rimasto in Roma il savio
al piacere di avere ricuperato il trono al- cav. Gio. Pietro De Migueis, antico se-
a'24 settembre
la figlia, cessò di vivere gretario dell'ambasciata portoghese e in-
1834, lasciando segnata negli annali di caricato d'affari di Maria II, nel giugno
queir infelice regno un'epoca ben dolo- 1840 la Papa il visconte
regina spedì al
rosa e funesta , come si espresse il car- di Carreira d. Luigi Antonio d' Abreu,per
dinal Pacca. La regina Maria II neli835 trattare unitamente al cav. De Migueis
si sposò ad Augusto duca di Leuchten- e procurare un accomodamento colla s.
berg, e per sua morte nel 1 836 al viven- Sede. Si negoziò per circa un anno e ia
te re d. Ferdinando li di SaxeCobourg fine si concertò, che la regina riconosces-
e Gotha dal quale matrimonio è nata
, se i vescovi nominati da re d. Michele
numerosa figliuolanza. Nel concistoro del I, e togliesse il divieto esistente in Por-
i.° febbraio 1 836, Gregorio XVI si con- togallo di ricorrere a Roma per le dispen-
dolse » che in Portogallo si continuava- se. Su queste basi ristabilite le relazioni
no a commettere ingiurie alla Chiesa e diplomatiche, a* IO maggio 1841 il vis-
scelleratezze contrarie alla potestà ed al- conte presentò le sue lettere credenzia-
la libertà della medesima. Essere vera- li in qualità d'inviato straordinario, mi-
mente cosa acerbissima e indegna della nistro plenipotenziario e incaricato d'u-
nazione, che si gloriava di ubbidire a na missione speciale di Maria II regina
sovrani ornati del titolo di fedelissimi. di Portogallo presso la sede apostolica.
Due volte aver fatto ammonizioni in con- Indi parfidaRoma nell'ottobre, ed il cav.
cistoro ed invece d' ottenere emende i
, De Migneis presentò le sue credenziali
nemici della Chiesa fomentano con mag- d'inviato straordinario e ministro pleni-
gior impudenza un funestissimo scisma ". potenziario. Nel gennaio 1842 Grego-
11 re d. Michele I dal palazzo di Roma rio XVI spedì in Portogallo il rinomato
a'2 novembre 1837 diresse un Procla- diplomatico mg."^ Capaccini in qualità
ma ai portoghesi /ìli ciÀì accertandoli che d' internunzio straordinario e delegato
pensava sempre a loro, gl'invito a riunir- apostolico, col bravo canonista mg.'^ Ste-
si sotto il suo nome e le sue bandiere, fano Vizzardelli (di cui nel voi. XXVI f,
credendo propizia l'occasione per la sua p. 286)coll'iucarico di consigliere peror-
restaurazione promettendo ripristinar
,
dinar le cose della chiesa portoghese. Nel-
le convocar le corti
antiche istituzioni , r istesso anno il Papa fece da Padrino
di Lamego e circondarsi di uomini pro- (F.) all'infante duca di Beja 3." figlio dei-
bi. Neli838aParigicollestampedi Den- la regina, alla quale donò la Rosa d'oro
27» POR POR
benedetta. Ne'concislori de'3 aprile eig rasio ed altre cose grandiose da lui fat-
giugno 1843 Gregorio XVI annunziò il te in questa città, ed altre notizie riguar-
riordinamento delle cose ecclesiastiche di danti il Portogallo.
Portogallo, provvedendo a diverse chie- PORTO NIKOLSONoNICRLSON.
se, come di Lisbona. A questo articolo Sede vescovile deW Oceania (V.) occi-
raccontai quanto dal Papa si operò per dentale, nella Nuova Zelanda, di cui par-
la chiesa patriarcale, creando cardinale lai nel voi. XLVin,p. 244- Questa sta-

il patriarca, e come la regina gl'impose la zione da Gregorio XVI fu compresa nel


berretta alla presenza del nuovo rappre- i836 nel vicariato apostolico da lui isti-
sentante pontiflcio, dappoiché mg.r Cap- tuito dell'Oceania occidentale, dalla qua-
paccini n'era partitoa' io settembre 1 844> leil regnante Pio IX la dismembrò nel

fatto già a'IO febbraio uditore della ca- 1848, erigendola in vescovato.
mera e creato in petto cardinale a' 22 PORTORICO (de Portoricien). Cit-
luglio, indi pubblicato nel 1845. All'ele- tà con residenza vescovile dell'America
vazione al pontificato di Pio IX, la re- settentrionale, capitale dell'isola del suo
gina Maria li , seguendo il costume dei nome, una delle grandi Antille, capoluo-
sovrani predecessori compii-, lo fece go di giurisdizione e sede del governato-
mentaresolennementedall'ambasciatore re, all'estremità ovest d'una piccola iso-
straordinario cav. De Migueis, decoralo la formata sulla costa settentrionale di
del titolo di barone di Venda da Cruz, Porto Rico mediante il canale di s. An-
al modo descritto neln.° 78 del Diario tonio chesi attraversa sopra un ponte al
di Roma 1846, tuttora essendo tal per- nord -ovest della baia di s. Juan. Un cir-
sonaggio ministro iu Roma. Da questa cuito con bastioni, ed il castello del Mor-
città d. Michele poco dopo partì per Lon- rò difendono dalla parte del mare que-
dra e nel i85i si sposò colla principessa sta grande e bella città, ch'è dal lato di
Adelaide Sofia primogenita del principe terra protetta da qualche fortificazione
Loewenslei n - Wertheim- Rochefort - Ro - avanzata. Le case sono assai ben fabbrica-
senbergh, della quale potente e nobilissi- te. Possiede un porto vasto, ma in gran

ma famiglia residente in Kleinheubachsul parte ingombro da scogli e da banchi


Meno nella Baviera, avente signorie in 5 sabbiosi. La cattedrale sufficientemente
stati di Germania, tratta V Almanach de grande è sotto l' invocazione di s. Gio.
Gotha. Del Portogallo, fra gli altri storici, Battista, con battisterio ch'è l'unico del-
abbiamo M.encoÌ\\y Antiqui tale s Lusita-
: la città e cura d'anime che si esercita da

niae, 1 592. Brandano Istoria di Por- , due preti nominati dal capitolo. Questo
fog'a//o, Venezia 1 689. P. Gio. Giuseppe si compone di 3 dignità, i." delle quali è
di S. Teresa^StoriadeUe guerre del Bra- il decano, di 3 canonici , di 2 razionari
sile accadute tra la corona di Portogal- e di altri ecclesiastici, essendovi in gran
lo e la repubblica d' Olanda, Roma i6^S. venerazione molte reliquie. L'episcopio è
Gio. B. de Castro, Mappa de Portugal alquantodislante. Vie un monastero di
anligo e moderno, Lisboa 1763. Berto- religiose, alcune confraternite, 2 ospeda-
lotti, ty^orza delPortogallOyM.ì\aiìOiS23f li e il seminario. Portorico o Portoricco
Roma i833. Fra le opere mss. inedite o s. Juan de Puerto Rico, detto da Co-
di F. Cancellieri vi è : La Roma Lusi- manville Portus Dives , è città fondata
tana ovvero memorie di distinti portoghe- nel 5 1 4j quindi era già molto importan
1
-

si vissuti in Roma, con la descrizione del- te quando nel i584 ^^ attaccata da sir
la chiesa nazionale di s. Antonio, del ti- Francesco Drake, che distrusse vascelli i

tolo di Fedelissimo accordato a Giovan- che si trovavano nel porto, ma non po-
ni V da Benedetto XIV, del Bosco Par- tè penetrarepiù innanzi nell'isola; indi 3
POR POR 379
anni dopo fu presa e sacclieggiala da! con- pose all'arcivescovile chiesa di s. Giaco»
te di Cumberland. Il generale della flotta mo di Cuba, da lui elevata a tal grado,
olandese l'occupò nel 1 6 1 5, ma l'abban- indi colla bolla Divinìs praeceptis, dei
donò dopo averla assai rovinata, non po- 28 novembre 1816, ^w//. coni. t. i4, p.
tendo impadronirsi della fortezza prin- 255, nuovamente dismembrò Portorico
cipale. Sono importanti i vicini borghi da Cuba e lo ripristinò in sulfraganeo di
di AreciveediGuayaroa, soprattutto per s. Domingo. La serie de* vescovi del se-

la celebrità il borgo di Coamo a cagio- colo passato e del corrente si legge nel-
ne delle acque termali sulfuree. Il com- le Notizie di Roma. Pio IX trasferendo
mercio vi è floridissimo, né potrebbe es- a Segoviail vescovo mg,'" Francesco della

sere migliore il vantaggio della situa- Puenle, nel concistoro de'3 luglio 1848
zione. Trovandosi l'arcipelago delle An- costituì vescovo di Portorico l'attuale
tille, il più considerabile dell'Oceano a- mg.rEgidioEstevediSolsona. Ogni nuo-
tlantico, situato fra'duecontinentideirA- vo vescovo è tassato in fiorini 33, essendo
merica, forse da alcuni fece collocare Por- la mensa di scudi 4>ooo. La diocesi si e-
torico nell'America meridionale, mentre stende jper quasi 3o leghe in lunghezza
le proposizioni concistoriali ed i geografi e 12 in larghezza , contenendo 44 '"O"
comunemente la descrivono nella setten- ghi colle rispettive parrocchie.
trionale, nell'isola omonima dominio del- PORTO VITTORIA (Victorien).
la monarchia spagnuola, cui la scuopri Città con residenza vescovile dell' Oce^-
Colombo nel 1493, appellandola i nativi nia {^•), nella costa settentrionale del-
Borìqita. L'isola è estremamente fertile, l' Australia o Nuova Olanda, la cui re-

gode tutti i benefìzi d'un clima tempe- cente origine apprende dalle il/e/7/or/e
si

rato, produce in abbondanza la maggior storiche deW Australia


di mg. d. Rude-
parte delle derrate coloniali, principal- sindo Salvado vescovo di Porto Fitto-
mente zucchero, ogni sorte di frutti e co- ria, Romai85i. Narra pertanto, che il
Ione. L'oro si trova nelle sabbie di alcu- governo inglese trovando necessario fon-
ni fiumi. La sede vescovile fu eretta da dare uno stabilimento nellecostesetteù-
Giulio II a'yagostoiSr i, colla bolla /?o- trionali dell'Australia, per la difficile na-
niamts Pontifex, nel villaggio di s. Gio- vigazione dello stretto di Torres , e pel
vanni che decorò del titolo di città, di- commerciocolle innumerabili isoleecon-
chiarandola per allora suffraganea di Si- tinente indiano, onde eliminare l'estre-
viglia. Le assegnò per diocesi le isole di moeccidiode'naufraghij operato dai sel-

Portorico e della Margherita , non che vaggi, cui fosse loro a un tempo di rifu-
le Provincie di Cumana e di Guayana gio e porto, non che scalo per le mani-
nel continente, come si raccoglie nel si- fatture coloniali e inglesi, ne incaricò sir
nodo diocesanodi Portorico fatto da mg.*" Gordon Bremer. Questi giunse colla spe-
Lopez de Haro. Inoltre Giulio II dichia- dizione da lui comandata nel 1 8243 Mel-
rò primo vescovo mg/ Alfonso Manso ca- ville, ove la colonia che tracciò ebbe ter-
nonico di Salamanca, traslatandolo dal- mine nel i826per l'eccessivo calore del
la sede della Concezione, al modo nar- sole. Cercando m igliore dimora, co'suoi si
rato dal cardinal Balufìi, V America spa- fermò nella baia di Rafìles nel continen-
gnuola t. 2, p. 3i, descrivendo la con- te australe, ma anche questo stabilimen-
temporanea erezione delle sedi di s. Do- to fu abbandonato nel 1829 d'ordine del
mingo e della Concezione. Paolo III nel- governo. Accaduto però su quei lidi il
r elevare s. Domingo ad arcivescovato, naufragio del vascello Charles Eaton, di
ne dichiarò sud'raganea la sede di Por- cui i passeggieri e l'equipaggio furono
torico, finche Pio VII neli8o31a sotto- trucidati, lo stesso governo inglese si ac-
> 5

a8o POR POR


corse essere indispensabile il mantenervi lamenta il naviglio naufragò allo stretto
ad ogni costo un punto di sicurezza e di di Torres, campando per miracolo il ca-
ricovero. Nuovamente Bremer fu scello pitano ed il missionario tirolese d. An-
al comando d'una 2."^ spedizione diretta gelo Gonfalonieri, poi sovvenuto di tutto
a que'lidi vi pervenne nel 887 e getta-
: 1 il bisognevole dal governatore di Porlo
ta l'ancora nel porto Essington , sopra Vittoria. Il missionario quindi si diede

la sponda occidentale pose lefondamen* con tutto r apostolico zeloond' era ani-
ta d'uno stabilimento e di una città, che mato a bandu'e la divina parola in mez-
in onore della attuale regina che regna zo ai selvaggi pei boschi e ai miscreden-
chiamò FiUoria. Grandi sarebbero i van- ti nella città, finché il
9 giugno 848, 1 e-
taggi che la città di Vittoria potrebbe stenuato dalla fatica e dall'avversità del
offrire a tutte le isole circostanti ed an- clima, morì e fu pianto da tutti. In que-
che air Inghilterra, se il clima fosse sa- sto tempo trovandosi in Europa il mis-
lubre e la contrada propria all'agricol- sionario d. Giuseppe Serra benedettino ì

tura ed a' pascoli , ma sventuratamente spagnuolo, adiliato ai Ga-cassinesi della \


il coso è ben altro, essendo molti e con- va, e per gli affari della missionedi Perth
traddittori i rapporti circa questo stabili- in Roma (salpò da Perth a'20 febbraio,
mento. Bensì n'è importante il porto e giunse in Roma a'22 luglio), il regnan-
la sua posizione commerciale. L'ammi- te Pio IX che con breve de' 2 5 giugno
nistrazione di Vittoria è del tutto dipen- 1847 s^ca istituito il vescovato di Por-
dente dal governatore di Sydney. La cit- to Fitloria suffraganeo di Sydney, a' 1
tà nel 1840 era abitata da 3oo persone, agosto 1848 lo fece consagrare i.** vesco-
vale a dire dalla guarnigione di terra e vo della vasta diocesi, nella chiesa del col-
di mare che vi ha residenza. In questa legio Urbano dal cardinal Fransoni pre-
epoca i suoi edifizi erano pochi e costrui- fetto della congregazione di propagan-
ti in legno a modo di capanne, più ome- da, come riporta il n.° 18 del Giornale,
nograndi e comode. Nondimeno vi si tro- romano. Prima che il nuovo vescovo si

vava una chiesa protestante, un ospeda- portasse alla sua diocesi, per ragioni as-
le, un fortino e altri piccoli edifizi pub- sai importanti, il Papa lo traslocò a coa-
blici. Le stagioni vi sono irregolarissime, diutore e amministratore di Perth. Ri-
come il passaggio violento delle tempe- masta vacante la sede di Porto Vittoria,
rature ,
quindi facili e frequenti le ma- a' I Sagosto 1
849 ne fu dichiarato vescovo
lattie su questo ingrato suolo. A tante il suddetto autore delle Mtnwrie^ bene-

calamità, nel novembre 1889 si aggiun- dettino spagnuolo della Cava. Non aven-
se,che un terribile uragano passando so- do il governo inglese ottenuto dallo sta-
pra Porto Vittoria ne abbattè quasi com- bilimento di Vittoria que' vantaggi che
pletamente fabbricati. Neil' ultimo di
i attendeva, a' io giugno 1849 ne decretò
giugno 1840 un terremoto che durò 90 lo scioglimento, per cui le coste setten-
minuti secondi , col suo movimento on- trionali dell'Australia furono abbando-
dulatorio atterrò e scompaginò tutti gli nate dagli europei.
edifizi: nel maggio 184» altra scossa pro- PORZIA Leandro, Cardi naie. ^^cqne
dusse funestissime conseguenze. Grego- nel feudo e contea della sua famiglia, de-
rio XVI nelle sue zelanti sollecitudini nominato Porzia nel Friuli , nipote del
per l'Oceania nel i845 eresse il vesco- cardinal Colloredo Leandro. Nel 1698
vato di Perth (^.)e il vicariato apostoli- professò la regola di s. Benedetto in Pa-
co di Porto Vittoria, conferendo ambe- dova nel monastero di s. Giustina, dove
due a mg.^Brody, il quale nel marzo 1 846 incaricato di leggere teologia dogmatica,
spedì a Vittoria 3 missionari. Disgrazia fu ili," che nella sua congregazione de-
POR POR 281
puro sublime scienza dalle sofìsliclie-
lai rugia, Spoleto, Foligno, Todi, Nocera e
rie scolastiche, lo che gli acquistò eslesa Gubbio, i quali consagrarono la chiesuo-
riputazione. Chiamato a insegnare nel la a' 2 agosto , la quale è venerata per
monastero di s. Calisto di Ro«na, Clemen- culla dell'ordine francescano. All'arti-
te XI lo fece consultore dell'indice, e nel colo Francescano ordine narrai in qual
I722 divenneabbate di s. Paolo, alla cui modo fu incominciato da s. Francesco il

basilica compartì insigni benefìzi, come mirabile, portentoso e benemerentissimo


il migliorato pavimento che liberò dal- suo ordine nella chiesa di s. Maria dei>:li
D
l' umidità, rese magnifica la cappella di Angeli (comechè dedicata a s. Maria as-
s. 15rigida , restaurò il gran portico che sunta dagli Angeli, da quegli eremiti pel-
minacciava rovina. Innocenzo XIII qual legrini che nel IV secolo vi si stabilirono
suo teologo si servì de'di lui consigli pel e che l'arricchirono di reliquia tolta dal
governo della Chiesa, annoverandolo tra sepolcro donde dagli Angeli fu la B. Ver-
i consultori del s. offizio. Benedetto XIII gine portala in cielo) della Porziuncola,
l'ammise nel concilio romano come abba- perchè così detta e dal santo restaurata;
te di s. Paolo, ed a lui e successori con- se questa o la basilica d'Assisi è la ma-
cesse que'privilegi che registrai nel voi. dre di tutto l'ordine, come della questio-
Xn, p. i3i ed altrove; indi nel 1728 ai ne su tal primato; che fu 1' ordinario e
1 2 aprile lo fece vescovo di Bergamo, ed prediletto soggiorno di Francesco, vi s.

ai 3o lo creò cardinale pretedi s. Cali- si tenne il s. Chia-


i.°capitolo generale, e
sto, conferendogli le primarie congrega- ra fondatrice delle Clarisse vi si dedicò
zioni, per assistere alle quali rinunziò il al Signore (Vedasi V Allocuzione dell' o-
vescovato. Clemente XII, al cui concla- dierno vescovo d'Asisi per lo scavamento
ve si trovò presente, lo nominò prefetto del corpo di s. Chiara, Asisi 85o; e la 1

dell'indice, visitatore apostolico dell' O- Relazione storica sulla venturosa ìnven-


spedale e banco dis. iS]o/n7o,de'quali rior- zione del corpo di s. Chiara di Asisi nel
dinò r amministrazione e tolse i debiti. settembre df li 85o delsacerdole Donieni'
Inoltre fu protettore dell'ordine di s. Be- co Zanelli, Asisi); che s. Francesco nella
nedetto ede'guglielmiti. Morì nel concla- chiesuola ottenne dal Piedentore(che gli
ve del 740, d'anni 67, e fu sepolto avan-
r apparve in età adulta, come riporta Wa-
ti l'altare maggioredel suo titolo, con la- dingo nel t. 2 degli Annali, poiché l'im-
pide fregiata delle insegne cardinalizie, magine riportata dal p. Gonzaga, De o-
con lungo elogio de'fratelli Gio. Artico rigine Seraphicae, ha rapporto ad altra
eWillelmo,altro avendone tessuto il car- visione) l'indulgenza plenaria, quale fu
dinal Quirini nelle note alla Dissert. sul- confermata da Onorio che inoltre la
III
la storia monastica d' Italia. stabilì in detto tempo cade la de-
in cui
PORZIUNCOLA,Porfm;2CM/rt. InduI- dicazione della chiesa, dipoi distesa da al-
genza plenaria e perpetua, chiamata vol- tri Papi a tutte le chiese dell'ordine; fi-

garmente Perdono d Assisi, concessa da nalmente, che s. Francesco volle morire


Gesù Cristo nel 1 22 3 circa per intercessio- in Porziuncola, luogo che raccomandò ai
ne della B. Vergine a s. Francesco d'Js- suoi, e dove furono deposti il suo cuore e
sisi {P^.Jj approvata da Onorio HI, indi le sue viscere o precordi, oltre altre ana-
di suo ordine solennemente promulgata loghe notizie. Tuttora con diversi rami
da 7 vescovi dell'Umbria nel i225, da grandeggia e fruttifera il maestoso albero
lucrarsi dai secondi vesperì del i.° ago- ivi piantato del serafico suo istituto. Ad

sto a quelli del dì seguente, anniversario Assisi parlai della origine ed edificazione
della consagrazione dell'antica chiesuo- della cappella della Porziuncola e di sua
la : i vescovi furono quelli d' Assisi, Pe- denominazione, delle riparazioni fattevi
aSa POR POR
da s. Francesco,edella concessione del per- chiesa ,
poi magnificamente ampliata e
dono(delqual vocabolo parlai ancora nel decorata col titolo di basilica. Tale in-
voi. XXXIV , p. 280 ) e indulgenza da dulgenza detta della Ponziuncola del
tutte le colpe, da lui ottenuta da Gesù sacro Perdono fu quindi estesa da più
Cristo per quelli che la visitassero pen- Pontefici in tutte le chiese de'lre ordini
titi e confessati; che s. Pio V posterior* istituiti das. Francesco, in ispecieda Gre-
mente fabbricò la sontuosa chiesa (secon- gorio XV colla bolla Splendor pater noe
do la predizione della b. Angela da Fo- gloriae^ de'4 luglio 1622, il quale per o-
ligno, non senza pianto de' minoriti, ad- pera ingiunta a conseguire la lodala in-
dolorati in vedere sparire i sacri monu- dulgenza prescrisse oltre la confessione,
menti di loro antica povertà e tante ca- anche la s. comunione (basta la confes-
re memorie : per compiere tutto l'edifi- sione e la visita della Porziuncola per con-
KÌo s'impiegarono I io anni), enumerando seguire l'indulgenza, mentre per le altre
i Pontefici che visitarono il santuario; e chiese cui fu estesa occorre anche la co-
che rovinala in uno al convento pei ter- munione, con la preghiera per la pace
remoti 83 i- 32, la pietà de'fedelie Gre-
1 tra'principi cristiani, 1' estirpazione del-
gorio XVI magnificamente la restaura- l'eresie, la conservazione del Papa, ec).
rono. Nel voi. XXXIV, p. 290 dissi che Ed il XI con breve de'22
ven. Innocenzo
ad instar di questa indulgenza Papi ne i gennaio 1689, dopo aver confermato la
concessero altre. Nella Raccolta delle in- citata bolla , dichiarò che 1' indulgenza
dulgenze^ ecco quanto si legge su questa. predetta potesse anche applicarsi a suf-
w Per C indulgenza detta del Perdono. La fragio delle s. anime del purgatorio (Lam-
piccola chiesa della Madonna degli An- bertini poi Benedetto XIV come promo-
geli vicina ad Assisi, detta della Porziun- tore della fede, nel voto sopra questa in-
cola da una villa contigua alla medesi- dulgenza diretto alla particolar congre-
ma o meglio dalla piccola porzione di
( gazione deputata nel 1^00 da Clemente
terreno circostante, che si assegnò fino da XI). Quello poi che ha di singolare que-
quei lontanissimi tempi quasi dote per sta indulgenza, si è che può lucrarsi to-
mantenerla in onore), fu conceduta as. ties quoties _,
cioè più volte nello slesso
Francesco dai monaci benedettini. In que- giorno; qual pia costumanza di visitare
sta s. cappella o piccola chiesa, com'era di nuovo e più volte la stessa cappella os-
in que'tempi, istantemente s. Francesco sia chiesa della Porziuncola, ovvero qua-
domandò a Gesù Cristo la plenaria indul- lunque delle altre chiese dell' ordine di
genza per tutti q uè fedeli cristiani^ che s. Francesco ad oggetto di conseguire lin-

pentiti e confessati V avessero divotanteU' dulgenza predetta anche per suffragio dei
te visitata. Esaudì il Signore le di lui o- defunti in ciascuna di tali visite, maih sta-
razioni, attese anche le preghiere di Ma- ta riprovata (Lambertini nella relazio-
ria ss., concedendogli la richiesta indul- ne alla s. e. del concilio di cui era segre-
genza,ma che la flicesse confermare dal tario nel 1723, sopra l'antica consuetu-
sommo Pontefice (allora Onorio III) co- dine toties quoties della detta indulgen-
me suo vicario, il quale conosciuta esse- za), come per due volte decise la s, con-
re tale la divina volontà, nel 1 223 con- gregazione del concilio, cioè a' 17 luglio
fermò avesperis advesperas in perpetuo 1700, ed a''4 dicembrei723 ( Thesau-
la detta indulgenza plenaria (lect. 2 noct. rus resolut. s. e. Concilii^ t. i, ad diem
die 2 augusti, in Brev. et in Martyrolog. 4 dicembris 1723 , p. 398)". Gli altri
ordinis Seraphici ) nel giorno 2 agosto, Papi che confermarono il privilegio del-
incominciando dai primi vesperi^ in cui l' indulgenza della Porziuncola, secondo

ricorre la dedicazione della nominata diversi storici, sono Benedetto XI (che la


3

POR POR 283


concesse a quella chiesa di Perugia die gode altra plenaria perpetua quotidiana
notai nel voI.LII, p. 164), Clemente Vj (quale non gode, come contro le preten-
Benedetto XII, Sisto IV, s. Pio V, Pao- sioni d'alcuni dichiarò il p. Benoflì, Sto-
lo V, Urbano Vili; affermandosi che ria minoritica p. 3o, la Porziuncola, es-
Leone X dichiarò , che in tutte le chie- sendo l'indulgenza di questa non quoti-
se de'francescani e delle fì'ancescane nel diana e differente dalla Innocenziana
)
giorno 2 agosto si guadagnerebbe l' in- concessa da Innocenzo XII e da prender-
dulgenza to^/e^^/wo/ie^ come alla Porziun- si una sola volta in un anno,ma per acqui-
cola; e che altrettanto dichiaròneh 544 starla si debbono adempire tutte le ope-

in Perugia Paolo III. La medesima in- re ingiunte alle altre plenarie indulgen-
dulgenza plenaria toties quoties può lu- ze. Nel Compendio mentovatosi confu-
crarsi nella basilica Lateranense, per con- ta l'abbaglio in cui cadonomolte persone,
cessione del regnante Pio IX. JVon solo in credereche l'indulgenza nel i ° giorno
l'indulgenza nella chiesa di s. Maria de- d'agosto venga portata dai minori con-
gli Angeli o cappella della Porziuncola ventuali, che dalla basilica di s. France-
è libera e perpetua, bastando la visita do- sco in Assisi processionalmente si porta-
po la confessione e pentimento de'pecca- no colla tabella della benedizione scrit-
ti, ma non è mai sospesa (Novaes nella ta per fr. Leone dal santo entro reliquia-
yila di Pio FI ó'ìce
che nel 1 785 fu so- rio, alla basilica di s. Maria degli Ange-

spesa per la Pestilenza^ ma si deve inten- h nella cappella della Porziuncola per ac-
dere quanto all'immenso concorso delle quistarvi l'indulgenza. Nulla hanno che
popolazioni, per evitare il contatto e la fare col cominciamento dell'indulgenza,
propagazione epidemica ) pei vivi o pei la processione e detta tabella, imperoc-
morti, neppure per l'anno santo, nel qua- ché tale indulgenza si lucrò appena pub-
le tempo e nelle altre chiese l'indulgen- blicata senza tale processione, mentre in
za pei vivi rimane sospesa e solo può ac- Assisi i francescani fìnoal 1 2 3o non vi eb-
quistarsi pei defunti , come rilevasi dal bero né convento né chiesa, e quando
Compendio storico del Perdono di Assi- Gregorio IX gittò le fondamenta del su-
si edella chiesa della Porzìiincula, As- blime santuario, l'ordine minoritico era
sisi834- In questo inoltre si avverte, che
1 già grande ordine. Viventi s. Francesco
l'indulgenza del perdono nelle altre chie- e fr. Leone già eravi l'indulgenza, ed al-
se non è applicabile pei vivi assenti , il lora la tabella o carta colla benedizione
che non è certo dell'indulgenza che si lu- del i.° era presso il 2.** Siccome all'ar-
cra nella visita di Porziuncola; poiché si rivo della processione de' conventuali si

leggono negli Annali de'minori e in an- apriva la gran porta della basilica di s.

tichi libri presso Wadingo all'an. i223, Maria degli Angeli (quasi come una Por-
Barthp.82, Reinfestuel, Teol.mor.tvat. ta santa, su diche può vedersi Zaccaria,
I2,dist. 3, in addit. post. n.° 64, gli e- Dell'anno santo lib. 2, cap. 3, not. 1), la
sempi dell'applicazione sua fatta pei vivi folla del popolojtrattenuta dagli steccati
assenti, tantoché si diede luogo alla pro- e dai soldati, precipitavasi con violenza
babile pia sentenza di più teologi, che af- in chiesa , onde sovente accadevano tu-
fermano aver l'indulgenza di Porziunco- multi e disgrazie (un anno morirono 1

la anche la prerogativa d'essere applica- persone peste dalla calca: ad evitare si-
bile perque'vivi, quali non possono per
i mili disastri, a'nostri giorni nella riedi-
loro stessi recarvisi a conseguirla. Gio- ficazione della chiesa fu provveduto col-
va inoltre avvertire che oltre l'indulgen- la griglia pel Perdono, che consiste in
za della Porziuncola, la basilica grande grandi argini di legno, mobile in che il
che contiene la cappella di tal nome^ ne gran popolo pellegrino, al primo aprirsi
!i84 POR POR
."
della porta de! tempio al fespero del i pane e altre ceremonie^ Venuto tuttocib
agosto , s' incanala senza pericolo verso a cognizione di Clemente VII, con det-
la s. coppella), Pio VII nel 1822 rimosse to breve richiamò in vigore l'antichissi-
l'occasione a sìllalti disordini, che produ- mo costume della solenne processione ,
ceva il repentino alFollamenlo, ed insie- con gli usati riti. Garampi nelle Memo-
me tolse il volgare pregiudizio che l'in- rie della b. Chiara p. 60, 495» , 5i 7,,

dulgenza venisse portala da Assisi, tras- parlando dell'indulgenza della Porziun-


portando la processione dal i.^al a.** gior- cola , dice che devesi principalmente la
no di agosto. Questa processione Clemen- notizia a fr. Masseo, unode'precipui com-
te VII chiamò vetus wo.9, nel breve Àc- pagni di s. Francesco, laonde nel seguen-
cepimns del 526, dicendone le ragioni1 te secolo XIV, non essendo tanto certa
Lambertini, nel suo discorso sopra que- la tradizione che se ne avea Bonifacio ,

sto argomento, e ha le molte, per lo mag- IX nel concedere eguale indulgenza ad


giore eccitamento al la divozione. Il p. Be- instar di quella della Porziuncola usò la
noiìì conventuale, Storia minoritica _, p. parola quoniodolibet ^ cioè nel i3<)') al-

3o, osserva, che mentre tante altre ce- l'altare di s. Girolamo della basilica Li-
lebri indulgenze frequentate ne'loro pri- beriana pei giorni di sua traslazione e
mi tempi , cedettero alle più recenti il festa, ed al monastero di s. Caterina di
maggior nome e concorso, questa della Roma; nel 1 898 al monastero delle ver-

Porziuncola dalla prima pubblicazione gini di Venezia peli. °e 2.° giorno di mag-
del perdono sono passati più di 6 secoli, gio ; nel i4oo alla chiesa di Civita Ca-
e dalla s. Sede venne esteso a tutte le chie- stellana per la festa di s. Marciliano. A
se d'ambo i sessi dell'ordine francescano, queste testimonianze si possono aggiun-
nondimenosorprendenteè il concorso dei gere il diploma del vescovo d'Assisi Teo-
forastieri ede'popoli circostanti ogni an- baldo del 1827, ed altra concessione di
no a s. Maria degli Angeli; laonde il ca- Bonifazio IX per la chiesa e diocesi di Lin-
pitolo generale d'Assisi neli3g4 decretò coln. I Papi abitando il Quirinale e al
la celebrazione della dedicazione della s. modo detto nel voi. IX, p. 2o3, lucrano
chiesuola, rinnovando quello del iSSg l'indulgenza ordinariamente nella vicina
fatto nel capitolo di Viterbo, per cantarsi chiesa delle cappuccine, di cui lessi me-

in quel giorno in tutti i conventi due mes- morie di averlo praticato Clemente XI,
se, la 1/ in onore di s. Francesco colla mentre Innocenzo XIII fu in quella dei
commemorazione delia B. Vergine, l'al- ss.A postoli. Dimorando nel Vaticano, Pio
tra a benefìzio de'concorrenti al sagro per- IX perla Porziuncola neli85o si portò
dono in s. Maria degli Angeli. Il mede- a s. Cosimato, nel i85i alla ss. Conce-
simo storico a p. 249 racconta, come i zione ai Monti, in chiesa òqWq francescU'
minori osservanti della basilica di s. Ma- ne. Della concessionedella famigerata in-
ria degli Angeli sospesero di portarsi al- dulgenza della Porziuncola di Onorio III
la basilica di Francesco in Assisi, ad in-
s, a s. Francesco) Indulgenza P^.) rara as-
{
cominciare insieme coi minori conven- sai per que'tempi, trattano Bellarmino,
tuali dal sepolcro di s. Francesco la so- Contrai', t. 2,lib. 2, De indulg. cap. 20,
lita processione onde aprire il gran per- g Rursusj Spondano, Annal. eccl. ad an.
dono; la fecero soli prima dell'ora di ve- I22 3,n. 1 1; Wadingo, ^/2/Jrt/. /l/mor. ad
I
spero per le campagne d'intorno alla chie- an.i22i, n.22,an. i223,n. i; Lamberti-
sina della Porziuncola, pubblicando al- Dei bealif. par. 2, e.
ni lib. 4> I^^ serv.
lora l'apertura dell'indulgenza. Calando 7, n. 5, lib. 3, cap. 1 o, n. 5; e molti altri
poi i conventuali da Assisi all'ora consue- riportati da Sandini , l^itae Pont. i. 2,
ta, non gli onoravano col suono delle cam» p. 5o I. Ma che tale indulgenza fosse da
POR POR 285
Cristo al Francesco imme-
medesimo s. taluno che sia il pili vasto dopo quelli di
diatamente concessa, Io contrastò Giro- s. Pietro di Roma e di s. Paolo di Lon-
lamo TavlavoUìj Dell'origine della chie- dra. Di elegante ordine dorico, si divide
sa d
Aquileia, Milano ySg, p. 53, con- i in croce latina, il di cui ramo superiore
tro il quale sorse il p. Bonelli, Dell'in- costituisce grandiosa abside e vasto pre-
dulgenza della Porziuncula conceduta sbiterio, ai lati esterni del quale sono la

da Gesù Cristo a s. Francesco d'Assi- sagrestia con nobili e magnifici armadi


si, dissertazione d'un religioso riforma- di noce intagliata, ed il coro per l'uffi-

lo, Trento 1759. Inoltre scrissero su que- ciatura nelle notti d'inverno, essendo nel
sto argomento, Gio. Cr. Mezzodoro /- , lato interno incorporata la piccola cap-
struz. sopra la s. indulgenza della Por- pella de'Precordi, così detta per quelli di
ziuncula. Orazio Marentini Opuscoli , s. Francesco ivi deposti, ed ove rese l'ani -
sull'indulgenza della Porziuncula, Ve- ma a Dio quando era luogo per gì' in-
nezia 1 760! Piazza, EmerologiOy t. 2, p. fermi ; il cui altare è privilegiato a guisa
5o6.P. Flaminio da Latera min.oss., La di quello. di s. Gregorio di Roma. Il ra-
storia della indulgenza concessa da Ge- mo inferiore è formato da 3 grandiose
sù Cristo medesimo alpatriarca s. Fran- navate, le cui laterali in ciascuna parte
cesco d'Assisi nella chiesa della Porziun- cinte sono da 5 ampie e ben ornate cap-
cula si dimostra vera contro il giudizio pelle, ricche di monumenti pregievoli e
projeritone daun anonimo francese, nel di pitture insigni. Il ramo traverso è co-
Traclatus brevis hist. iheologicus, Reims stituito da 2 cappelloni di s. Antonio e
1697 j ora tradotto da un altro anoni- di s. Giuliana, con molti altri altari, esul
mo nell'idioma italiano, Roma 1 796. Se centro della croce si erge la maestosa cu-
ne legge un sunto a p. 174 del Giornale pola di sveltezza straordinaria, che a gui-
ecclesiastico di Roma t. 2. Rispetto al- sa di tabernacolo cuopre il santuario del-
l'antichità, origine e vicende di Porziun- la Porziuncola. Ne'Iati de'4 piloni, su cui
cola è da vedersi il Paradisus Straphicus basa la superba cupola, sono i vaghi di-
del p. Salvatore Vitali. pinti del riminese ecclesiastico Stefano
Il sontuoso tempiodis. Maria degli An- Montanari, tutti alludenti alla concessio-
geli erettoda s. Pio V, entro il quale si ne e promulgazione della grande indul-
Tenera la s. cappella della Porziuncola, genza. La cappella dellaPorziuncola, chia-
con annesso con vento giace non lungi dal mata sino dalla prima sua origine s. Ma-
Monte Suljasio, in aperta e amena cam- ria degli Angeli, anche per le frequenti
pagna dell'Umbria, un buon miglio di- angeliche visitazioni, a'2 agosto i253 fu
stante A' Assisi (^.), con propinquo vil- consagrata da InnocenJso IV, e si conserva
laggio o paese di piti di 700 abitanti, co- nell'antica sua furuia.lvisi lucra l'indul-
lonia assisiana ; pianura che avanti s. genza plenaria quotidiana, e la massima
Francesco era selvaggia e incolla, edora della Porziuncola o Perdono d'Assisi. Ri-
fertile e ridente. All'antica chiesa avea- splende per ricche suppellettili e per pre-
no fatte ampliazioni Gregorio IX e Ni- gievolissimi dipinti, fra'quali merita men-
colò IV. Questa mole imponente si esten- zione quello fatto eseguire nel i83o dal
de in lungo palmi 5 o, in largo 2^56, com-
1 cardinale Gallefiì, dell'esimio cav. Fede-
presa la grossezza de'muri; e si eleva col rico Overbeck di Lubecca, il quale rap-
suo telo fino al lanternino della meravi- presentò nella prospettiva o abside della
gliosa cupola a palmi 283, ed a 347 com- cappella s. Francesco che chiede al Re-
preso il lanternino e la croce, essendo lar- dentore e Vergine la delta plena-
alla ss.
ga 90, il perché si può paragonare fra'più ria indulgenza in grazia de'colpevoli.iXel
grandi templi della cristianità, anzi crede tempio si venerano le sacre spoglie dei
a86 I*OR POR
primi campioni delToidine minoritico, gegnere, per preservare da ulteriori di-
cioè del b. Pietro Calanco, del b. Bar- sastri il tempio e il convento; questi prov-
baro, del b. Giacomo di Lodi, del b. Gio- vide saggiamente a lutto, e fu di parere
vanni da Lucca, dei Stefano di Narni,
b. che il tempio fosse ripristinato nell'antica
dei b. Giovanni Semplice, e di tanti al» forma. Incominciate le operazioni occor-
tri morti in odore di santità. Per la pie- renti, tuttavolla il Papa permise di lu-
tà de'fedeli il tempio venne dopo la sua crarsi l'indulgenza del perdono, mediante
erezionesuccessivamente abbellito (li ma- i ripari praticati perla pubblica incolu-
gnifici altariedi pitture, non che fornito mità dall'architetto. Avendo alcuni reli-
di nobili sacri arredi. Fu ancora fabbri- giosi zelanti fatto delle lavorazioni a loro
caloannessoal tempio un vastissimo con- talento, non procedendo regolarmente
vento capace di contenere oltre 200 re- l'amministrazione, mossero Gregorio
ligiosi. A'26 ottobre i83i un memora- XVI a nominare commissario apostolico
bile terremoto che agitò tutta l'Umbria il cardinal Rivarola (convenendovi ilcart
si fece sentire terribilmente per quelle dmalGallefìi allora protettore e soprin-
contrade, con ripetute scosse prolungate tendente alla fabbrica, ma infermo), di
sino al principio del 1 832, che produsse grande ingegno e d'instancabile attivila,
un ammasso spaventoso d'innumerevoli il quale munito di tutte le più ampie fìi-

rovine. Non ne andarono esenti più sal- i collà, creò subito un facile e spedito or-
di edifizi, e la stessa basilica di s. Maria dinamento, che in breve tempo fu com-
degli Angeli fu compresa nel deplorabile pita la grandiosa impresa, nominandoPo-
infortunio, imperocché le ripetute scosse letti direttore architetto e ingegnere in
del i3 gennaio i832 fino al i3 marzo capo, ed architetto esecutore Antonio
dello stesso anno, cagionarono gravissi- Mollari, e capo mastro Francesco Fra-
me lesioni in tutte le parti del tempio e tini quanto all'amministrazione dichia
;

contiguo convento, finché a' 1 5 marzo con rò Luigi Ferri di Bologna (come quello
fr.

orrenda ondulazione si squarciarono 4 i che avea amorosamente custodito la Por-


piloni della navata sinistra, essendo quelli ziuncola in tempo del governo francese,
della destra già fasciati di legnami e fer- e che deputato il 7 febbraio 1 832 da Gre-
ramenti, e la gran volta con impelo spro- gorio XVI commissario apostolico delia
fondò, traendo seco i tetti e le superiori fabbrica, con disastrosi viaggi avea po-
mura Le poche parti salvale dal-
laterali. tuto raccogliere circa 16,000 scudi, es-
la rovina furono nondimeno malconce e sendosi recato da quasi tulli principi ita- i

guaste; la sola Porziuncola, cappella del- liani, grandi personaggi, dai ricchi e di vo-
ia miracolosa immagine della Regina de- ti, e persino a Vienna, in Ungheria, in
gli Angeli, quasi com'è prodigio rimase Baviera da quei sovrani) zelantissimo dei
illesa, spettacolo commovente della spe- santuario, commissario della fabbrica; il

ciale preservazione fallane dalla B. Ver- p. guardiano prefello dell'economia; il


gine. Tante miserabili sciagure patetica- conte Gio. Fiumi cassiere; Raffaele Ba-
mente descrissero, mg.' Perilli ed pp. i rili computista. Nel i4 marzo i836 si

da Rignano e da Foligno. Gregorio XVI, pose mano alla quasi intiera riedificazio-
d'animo nìunifico,penetralo da tantescia- ne, con migliorie nella costruzione e nelle
giue,si sentì commosso, ed animato dal- forme più perfette, correggendo gli an-
l'importanza dell'oggetto e dal man leni- teriori difetti l'encomiato architetto di-
mento venerando santuario, ad in-
di sì rettore. Essendo divenuto il tempio più
cremento e decoro delle arti italiane, pre- solido, soleva dire il cardinal Rivarola,
murosamente commise la difficile cura al che alla fine delmondo cadrebbe un gior-
cav. Luigi Polelti insigne architetto e in- no dopo il giudizio uni versale.Ri uscì Tedi-
POR POR 287
fizio più decoroso, venne arricchito di l'ordine non solo gli celebrò solenni fune-
nuove suppellettili e preziose immagini. rali, ma ne decretò pureanniversari. Inol-
La facciata principale avendo notabiimen* tre l'ordine de'minori segnalò la sua gra-
te sofferto e deturpando con islile diver- titudine al principale autore di tutto, con
so l'edifìzio, fu demolita e ricostruita in ma-
lapide e busto di bronzo che innalzò al
modo che richiama tutto Io stile della fab' gnanimo Gregorio XVI sulla parete della
brica e l'interna struttura, essendo de- tribuna. La famiglia poi del sanluariopose
corata di angeli convenientemente dispo- onorevole lapide all'encomiato suo p. ge-
sti, coi simboli dell'ordine francescano. nerale, di cui parlai con distinzione nel
Ne si mancò ridurre a miglior condizio- voi. XXVI, p. 14». Nel supplimento al
ne le pavimento del tempio
cappelle, il n." 76 del Diario di Roma i84o si cele-
e il vasto convento. Tutto fu opera pro- bra la riedificazione del nobilissimo tem-
priamente di 4o n^esi di lavoro, la me- pio, le benemerenze di Gregorio XVI, an-
ravigliosa impresa che restituì all'antico che nell'eccitare a concorrervi con pie li-
splendore il sorprendente tempio, facen- mosine vescovi e principi, comunità dello
do fronte a tutti gli ostacoli l'animoso stato e popolazioni, oltre quanto vi con-
cardinale, che di frequente vi si portò da tribuì; quelle eflicaci e industriose de'mi-
Roma, ed a cui prestò molto giovamen- nori osservanti per l'illustre esempio del
to il consiglio, l'alacrità e lo zelo del p. p. generale d'Alessandria (pel i.° doman-
Giuseppe M." Maniscalco d'Alessandria, dò soccorsi all'ordine per la riedificazio'
ministro generale di tutto l'ordine de'mi- ne del tempio principaledel medesimo, il

nori, ora vescovo d'Avellino, il quale a- predecessore Ferdinando da s. Barto-


p.
\ea domandato al Papa la nomina del lomeo: i religiosi poterono raccogliere
commissario, dopo quanto avea fatto dal quasi 16,000 scudi, oltre 7960 contri-
i833 in cui fu preposto al governo del- buiti dall'ordine stesso); quelle di fr. Luigi
l'ordine. Quindi Gregorio XVI col breve Ferri, la cui memoria sarà durevolequan-
che citai nel XXVI, p. 52 ed altrove,
voi. to il tempio; quelle e superiori ad ogni
deputò in suo nome a solennemente con- elogio del cardinal Rivarola che con sif-
sagrare la basilica cardinal Lambru- il fatto gigantesco lavoro aggiunse il più
schini protettore di tutto l'ordine fran- belloa'suoi splendidi fasti; quelle del va-
cescano (lodando con esso il cardinal Ri- lentissimo cav. Poletti (a cui il p. d'Ales-
varola ed suo principal cooperatore p.
il sandria per gratitudine dell'ordine gli
d'Alessandria) che l'eseguì agli 8 settem- procurò il cavalierato del s. Sepolcro);
bre 1 840, donando il cardinale allaB. Ver- descrivendosi inoltre la decorosa consa-
gine una pianeta d'oro ricamata d'argen- grazione e que'personaggi che v'interven-
to,per averloscampato nel viaggio da gra- nero, per la quale augusta funzione il Pa-

vissimo pericolo, ed a S.Francesco un pre- pa concesse largo giubileo con copiosis-


zioso calice con bellissimo rilievo espri- simi frutti dell'immensa moltitudine ac-
mente la Passione di Gesù d'immagine corsavi (dicesi 20,000, mentre annual-
della Fede, per essere stato col favore del mente a questo santuario vi si recano da
santo liberalo da una pituita gutturale, 20 a 3o,ooo divoli, ed un tempo ebbe
che gli deprimeva la voce e minacciava in un anno la visita di 100,000 pelle-
tisi tracheale. A spese dell'ordine de'mi- grini),avendo il cardinal consagrante pro-
nori osservanti, il p. d' Alessandria eres- nunziata eloquente omelia. Vedasi la bel-

se nella sagrestia un'onorevole iscrizione la eimportante Relazione slorica sul ri-


con busto marmoreo scolpito dal celebre sorgimento della basilica degli Angeli
comm.^ Tenerani, al cardinal Rivarola presso Assisi^ scritta dal can. Scipione
tanto benemerito, alla cui pianta morte Perilli di Todi, Roma 840 1 pel Monai-
a88 POR POR
di, magnifica edizione con 4 rami, cioè ma Orazione del p. da Rignano. In Fo-
del tempio come ridotto dal terremoto, ligno si stampò un foglio Notizie sulla :

del suo interno secondo il descritto risor- ricorrenza della consecrazione^ ec; men-
gimento, della nuova facciata e della pian- tre marmorea iscrizione posta in faccia
ta generale, die fu lodala dagli Annali al pilastro, vicino alla s. cappella, ricor-
delle scienze religiose voi. 12, p. i3o. derà all'età futura il solenne rito. Piac-
Altra edizione accresciuta de'conli, di al- que al cardinal Rivarola di formare am-
cuni interessanti rami del prospetto e- pia piazza quadrata avanti la fronte del
sterno, ed interno della sagra cappella tempio, abbellita di più ordini d'olmi, da
della Porziimcola e altro, da monsignor servire di ricreazione ai pellegrini pel Per-
Perilii (atlo dal Papa suo cameriere d'o- dono d'agosto, e di un orologio pel pae-
nore, si pubblicò nel 184^ dalla tipo- se, posto sopra la porta maggiore del con-
grafia dell'ospizio apostolico. Ambedue vento. Questo fu rifatto più elegante e
l'edizioni s'intrapresero per ordine del più luminoso che non era prima, a spese
cardinal Rivnrola. Si ha del dotto p. An- della fabbrica, ma a cura e direzione del
tonio M." da fìignano segretario generale p. d'Alessandria.
de'min.oss.: Notizie su la consecrazione Risorto questo meraviglioso, sagro e
delia basilica di s. Maria degli Angeli, architettonico monumento sotto gli au-
Foligno 1840. Orazione accadenncaper spicii diGregorio XVI, egli ne sospira-
T occorrenza della consecrazione dellare- va la visita fin da quando fu consagrato
staurala basilica di s. Maria degli An- in suo nome, quindi nel trionfante viag-
geli presso Assisi^ con /io^e,Orvieto 1 843. gio ad alcuni santuari del suo sialo, ese-
Questa fu recitata a'9 settembre iS4o guito nel 1841, potè appagare la sua di-
nella solenne accademia (di cui nel voi. vota brama. Nel voi. XXVI, p. 72 e 73
XXVI, p. 148, come della colonia arca- descrissiil di lui soggiorno in Assisi (del-

dica quindi derivata per idea di quel fior la qual celebre città parlai ancora a Pa-
d'ingegno di mg.*^ Rosani) colla quale l'e- lazzo APOSTOLICO d'Assisi), donde partito
gregio p. d'Alessandria volle che i mi- lamattina del 23 settembre, si diresse
gliori giovani dell'ordine celebrassero tal con decoroso corteggio alla basilica di s.
consagrazione e la Porziuncola restau- Maria degli Angeli. Vicinoal tempio l'or-
rata, dedicando l'acca'deraia ai cardinali dine serafico avea eretto in segno di ve-
Lambruschini eRivarola.I giovani poeti nerazione un magnifico arco trionfale a
si fecero molto onore, specialmente il tre fornici di sorprendente disegno con i-
p.
Bonaventura Paglialunga di Foligno che scrizioni, figure e medaglioni allusivi ai
recitò la sua bella Fisione poetica del cuo- fatti diGregorio XVI, opera del valente
re esultante del patriarca s. Francesco cav. Polelli, il quale meritò gli encomi
per le feste celebrate nel tempio riedifi- del Papa anche per questo monumento, <

cato di s. Maria degli Angeli il giorno e poi ne ricevette amplissimi per quanto
8 settembre 1840, Foligno 1840. Nelle grandiosamente avea operato nel com-
importanti note si celebrano tutti i be- pimento della basilica e convento: se ne
nemeriti della basilica e convento, rimar- legge la descrizione a p. i83 e seg., co-
candosi che in questo per la consagra- me della pontificia dimora in questo luo-
zione accorsero 3oo religiosi min. oss.,fra i Narrazione del viaggio di Papa
go, nella
quali go dierono prova di loro valore nella Gregorio XP^I, del cav. Sabatucci. Giun-
filosofia e_ nella teologia in pubblico espe- to il Papa tra le immense acclamazioni
rimento; come ancora si riporta il pro- del popolo ivi raccolto innanzi il grande
gramma della ricordata accademia. Pre- ingresso del tempio, fu ricevuto dal car-
ziose altresì sono le note dell'elegantissi- dinal Rivarola, il quale gli presentò l'ac-
POR POR 289
qua benedetta per aspergere sé ed fé* i In alto sopra mole circondata da colon-
deli, non che dai p. generale Giuseppe ne, con allusioni proprie alla dignità pa-
M/ d'Alessandria che gli offri un fiore pale, fra le festevoli grida di gioia del-
vagamente lavorato, come in gentile de- l'esultante popolo. La mattina del 25>

dicazione del riconoscente ordine. Ado- Gregorio XVI celebrò la


messa nella cap-
rato il ss. Sagramento esposto nell'altare pella della Porziuncola, dopo di che ri-
maggiore e ricevutane la benedizione, cevuti con segnalata accoglienza cardi- i

passò alla loggia appositamente costrui- nali Della Genga Sermaltei ePiivarola, e
ta sulla facciata del convento, ove com- il quale offrì in istam-
ilp. d'Alessandria,
partì al foltissimo e plaudente popolo la pa affettuoso Carme celebrante la visita
sua apostolica benedizione. Indi nell'ap- del tempio, benedetta la religiosa fami-
partamento convenientemente prepara- glia e la magistratura municipale d'As-
to dal p. d'Alessandria, ricevè gli ossequi che l'avea continuamente corteggia-
sisi,

di tutta la famiglia religiosa, e poscia le to ne'due giorni di permanenza al sagro


deputazioni delle circostanti città e luo- convento assisiano, mosse per Perugia
ghi. Nel dì seguente celebrò la messa nel- (F.), fra le riverenti salutazioni e auguri
l'altare maggiore e compartì la comunio- di prospero viaggio. Abbiamo del p. da
ne ai novizi dell'ordine ed a varie altre Rignano, Notizie su la andata di Papa
persone, lasciando in dono al santuario Gregorio XVI
a s. Maria degli Angeli^
il prezioso calice con cui avea celebrato. Foligno 1841. Queste si ristamparono
Indi si portò a visitar la chiesa di Rivo- in Roma dall'Ajani, -nelle Notizie intor-
torto (di cui a Francescano ordine), te- no al viaggio di Gregorio XVI. Di poi
nuta in cura dai conventuali. Nelle ore il p. generale d' Alessandria operò re- i

pomeridiane, accompagnato dal cardinal stauri de'tetti della crociera della basili-
Mattei, dal p. d'Alessandria, dal cav. Po- ca, con scudi 5oo donati da GregorioXVI
letti e da molti del nobile suo seguito, al santuario allorché Io visitò (nel marzo
Gregorio XVI si recò a visitare a porte 1 838 avea dati al cardinal Rivarola scu-
chiuse il sagro tempio; dopo avere ora- di 552, ricevuti da divota persona per
to avanti il ss. Sagramento, nella cappel- quel pio uso che più gli sembrava oppor-
la e santuario della Porziuncola, e nelle tuno) e colle limosine da lui raccolte nel-
cappelle de'Precordi e delle Rose, esami- le Provincie. Si legge nel n.° 72 del Dia*
nò a pnrte a parte 1* edifizio ed i rilevan- rio di Roma i843, che ai 25 agosto si
tissimi restauri al medesimo fatti, restan- die principio al lavoro del pavimento del-
done pienamente contento. Passò quin- la basilica, premesse dal p. Bernardino
di ad osservare il convento, e lo disse bel- da Montefranco ministro provinciale le
lo e luminoso; visitò la biblioteca e vi ceremouie della i." pietra e la benedizio-
svolse qualche codice con quella intelli- ne delle altre secondo il rituale romano.
genza ch'é a tutti nota, indi ammise al ba- 11 pavimento si formò di pietre del Suba-

cio del piede la comunità religiosa e al- sio, analogo al disegno di quello del pre-
tri venuti dai prossimi luoghi. Restitui- sbiterio, a quadrati bianchi e rossicci, me-
tosi il Papa nelle sue stanze, dichiarò con diante limosine raccolte dall'egregio fr.

splendide parole di elogio e di gradimen- Luigi, il cui importo ascese a circa r 2,000
to la sua lieta soddisfazione per la ben scudi. Inoltre il p. d'Alessandria fece ri-
compita opera dell'edificio, al cardinal toccare le pitture di tutte le cappelle dal
Rivarola, al p. d'Alessandria e al cav. Po- p. Francesco di Codogno minorità e assai
tetti. Nella sera fu spettatore dell'incen- Ì3uon dipintore. Finalmente a*4 «naggio
dio d'una macchina di fuochi artificiali, 1846 si cominciarono le fondamenta del
rappresentante un arco trionfale, levato cimiterio o camposanto con disegno di
VOL. LIV. '9
290 POS POS
Mariano Menìni, migliorato dal profes- sobborghi con fonti battesimali; 8 confra-
sore di Perugia Giovanni Santini. Quc* ternite, 5 ospedali, suore della carità pe-
sto edifizio, distante i5o metri dalla ba- gl'infermi, ed il seminario. Inoltre vi ù
silica e paralello alla sua facciata, é d'or- una bella chiesa luterana, un tempio ri-
dine peslaneo tanto nelle colonne, che formato, una cappella greca ed una si-
nelle sagome. Ha la fìgura d' un monu* nagoga; casa pegli orfani, ginnasio cat-
mento etrusco, e la tumulazione si fa al tolico, liceo, scuola normale, scuola di
disotto de'portici : forse nel recinto do- levatrici ed ilVi si trovano di-
teatro.
vrebbero esservi due giardini per Fiori verse fabbriche, ed numerosi ebrei so-
i

(^.), anche allusivi alla caducità umana. no mollo commercianti. Questa antichis-
Agli 8 maggio 1847 l'attuale degno ve- sima città fu già capitale della grande
scovo d'Assisi mg.*' Luigi Landi -Vittori Polonia, e fece parte della lega anseati-
colle ceremonie prescritte dal rituale get- ca; nel 1807 divenne
nel granducato di
tò la prima Pietra [V.) per la chiesina Varsavia capoluogo del dipartimento
il

del cimiterio, ch'ebbe poi l'ultimo suo del suo nome. Carlo XII la prese ai po-
compimento col sagro rito eseguito dal lacchi nel 1703; toccò poi alla Prussia
rispettabilemg.^ Bonifacio Cajani vesco- nella divisione della Polonia, ed i france-
vo di Cagli e Pergola , commissionato si entrarono nel 1806, dopo la batta-
vi

dall' encomialo ordinario, a' 7 ottobre glia di Jena, nel quale anno vi fu sotto-

i85i. scrino un trattato di pace: nel 181 5 toc-


POSNANIA (Posnanìen). Città con nò alla Prussia. Gl'incendi grandemente
residenza arcivescovile dell'antica Polo- la danneggiarono nel 1764 e nel i8o3.

nia nel ducato di Posen o Posnania, de- Questo paese, decorato del titolo di gran-
gli stati prussiani, capoluogo di provin- ducato, formava una volta un palalina-
cia, di reggenza e di circolo, a 53 leghe to della grande Polonia. La sede vesco-
da Berlino, in bella pianura sulla "War- vile fu istituita verso il 966 dal cardi-
ta, che la divide in due parti. Trovasi nal Egidio legalo, suffraganea della me-
esposta alle inondazioni , ed ha 9 sob- tropoli di Gnesna. Nella dieta di Varsa-
borghi, 1 de'quali entro a paludi; mura via essendosi il vescovo di Posnania u-
con 7 porle, vie regolari e una cittadella nilo agli eretici, allentando contro l'au-
sopra la collina. La bella cattedrale è torità del re, con questo Clemente XI si

sotto l'invocazione de'ss. Pietro e Paolo, condolse col breve Consiliiim de'i3 giu-
con battislerio e cura d'anime esercitala gno 1705, ordinando al vescovo con al-
da un sacerdote del collegio de'vicari. Il tro breve, che dentro 3 mesi si recasse
capìtolo si compone di due dignità, i.^ in Roma
per essere giudicalo ; appena vi
delle quali è il preposto, di 8 canonici giunse fu posto in Castel s. Angelo, co-
compresi il teologo e il penitenziere, ol- me leggo nel diarista Cecconi p. 62.5 del
tre altri ecclesiastici. Siccome il capitolo Diario istorico. Avendo i luterani intro-
si compone d' illustri personaggi, le sue dotto nella diocesi l'esercizio del loro
Leone X e di
costituzioni, e le bolle di cullo, Clemente XI col suo breve Ocii-
Paolo V prescrivono che devono essere lis del i.° giugno 1709, ordinò ai cano-
nobili canonici; una dispensa di Pio VII
i nici di Posnania che procurassero far

del 1 820, Exponìnobìs, si legge nel Bull, chiudere le chiese degli acattolici. Col
cont. t. i5y p. 3 li. Presso la cattedra- breve ^o\SÌTìgularis^Q*i'j marzo 1714»
le è l'episcopio di buona struttura. Nel- lodò il vescovo Bartolomeo pel suo ze-
la città vi sono altre 4 chiese parrocchia- lo per la religione cattolica e per la di-
li, distinguendosi la chiesa di s. Stanislao fesa della libertà ecclesiastica. Clemente
fabbricata sul gusto italiano, così nei XIII col breve Conservalioni ót 6 feb-
POS POS igt
braio 1760, Bull. cont. t. r, p. ago, proi- guagglo dì Ronge. Intanto il vescovo di
bì sotto pena di scomunica latae senteu' Rreslavia ordinario di Slesia, invitò Ron-
liae di estrarre i libri della biblioteca ge a ritrattare lo scritto, e denegandosi,
dell' accademia A Gnesna
di Posnania. pronunziò contro di lui sentenza di de-
narrai come Pio VII 1821 elevò al nel gradazione e di scomunica. Ronge creb-
grado arcivescovile la sede diPosen ossia be in audacia, facendo nuovi passi nello
Posnania e 1' uni alla medesima, come scisma, s'adoperò ad organizzare la sua
degli arcivescovi cbe si successero fino e setta nascente in corpo religioso ed ap-
compreso l'odierno, del quale è suffra- piccò alla sua scismatica congrega 11 no-

ganeo per Posnania mg.*' Giovanni Da- me alemanna. Nel di-


di chiesa catlolìca
browski vescovo d'Ellenopoli in parti- cembre anno 1844 invitò i
dello stesso
bus. A Polonia riportai diverse notizie preti cattolici d' Alemagna per formare
riguaidanli Gnesna. L* arcivescovo Du- la costituzione di una chiesa cattolica ac*

Gnesna, e per la gra-


nin, di cui parlai a comodata ai tempi, nella quale princi-
vissima vertenza de'malrimoni misti nel palmente campeggiasse l'abolizione dei
voi. XLIII, p. 295, fu difeso dal prote- celibato clericale, della confessione au-
stante C. G. N.Rintel, Difesa dell'arci- ricolare, e della messa in lingua latina.
vescovo di Gnesnen e Posen, Wurzbur- Siffatti eccitamenti attrassero qualche se-
go 1839. 1 tentativi di scisma fatti in guace al novello preteso riformatore; ma
Germania da Giovanni Ronge prete o- quegli che levò alquanto più di rumore fu
scuro di Laurahutte nell' alta Slesia e Giovanni Czerski ecclesiastico diSchnei-
compagni, derivarono dalla setta ch'eb- demiilil nella diocesi di Posnania. Fecesi
be origine in Posnania, e dove fu colpita questi ad esporre le sue dottrine ereti -
sin dal suo nascere dalle censure aposto- cali ed empiein due scritture pubblicale
liche. Questi infelici settari furono ap- colle slampe nel gennaio i845, 1' una
poggiati dagli eterodossi, dai razionalisti, delle quali era intitolata : Franca con-
dagl'illuminati, frammassoni e comuni- fessione di fede; l'altra : Giustificazione
sti, i quali in diversi luoghi inalberaro- di rolturacon la chiesa cattolica romana.
no lo stendardo della ribellione ,
profa- Egli usa in esse di tali espressioni contro
natori del santuario e del cristianesimo. il sommo Pontefice e i che
fedeli tutti,
Ne' mesi di agosto e settembre i844 la penna rifugge dallo scriverle. Da più
la s. tunica del Salvatore che si conserva anni il Czerski, antico vicario di Pila, me-
nella cattedrale diTreveri fu esposta alla nava condotta scandalosa, vivendo succes-
venerazione de'fedeli per ordine del ze- sivamente con due diverse femmine, on-
lantissimo vescovo mg.*' Arnoldi. Un mi- de incorse in doppia canonica sospensione
lione circa di tedeschi corse a rendere di- da tutte le funzioni ecclesiastiche; indi
voto omaggio alla s. reliquia. Contro tal pubblicamente si ammogliò con l'ultima
prelato il 1° ottobre scrisse Pionge, già concubina innanzi un ministro prote-
sospeso da tutte le funzioni ecclesiastiche stante, onde il padre morì di dolore. Il
pei suoi traviamenti e mene religiose, fa- tribunale ecclesiastico di Posnania volle
cendo causa comune co'nemici della Chie- indurlo a ricredersi, ma egli perseverò
sa. La temeraria scrittura conteneva una nel suo acciecaraento,onde a' 1 6 febbraio
violenta diatriba contro le s. reliquie e fu scomunicato dall'arcivescovo, unita-
lepiù ributtanti ingiurie contro la s. Se- mente a' suoi partigiani. Egli continuò
de e la chiesa cattolica. Tutti riprova- tuttavolta l'opera sua di propaganda sci-

rono la rea condotta, tranne un piccolo smatica; trascinò dietro di sé un certo nu-
numero di ecclesiastici sospesi e di per- mero di persone, e si uni con Ronge alla
duta vita, che accolsero lietamente il lin- testa della sedicente chiesa cattolica a-
,

29^ POS POS


li-manna. Si aggiunse a questi due capi sagramenli compresovi il battesimo nel

un terzo per nome Rerbler, ecclesiasti- modo Redentore ; si ripudia


istituito dal

co della diocesi di Breslavia, che fu tosto la comunione de'santi e si nega credenza

come gli altri assoggettato alTanateuiu. alla risurrezione de'corpi. Questa sella
Il giornalismo tedesco e vari stali favo- non era piùcrisliana,rinnegandoi dogmi
reggiarono il nuovo scisma, riconoscendo- fondamentali del cristianesimo. Essa poi
Io come comunità cristiana. In diversi adottò solo come cereraonia, una specie
luoghi si raccolsero limosine tra* prote- di battesimo e la comunione sollo ambo
stanti,per sedurre fedeli a prezzo d'ar- i le specie, quindi inaugurò a Berlino il suo
gento. Tutti questi mezzi però non pro- culloscismalico. 1 vi a'3o marzo celebraro-
dussero che piccolo numero di defezioni, no una messa in lingua tedesca, nella qua-
e nella sua patria ove dimorava Czerski le si distribn'i la comunione sotto le due
appena contava 3o individui la sua co- specie. Ronge paramenti sagri
ufllciò coi
munità scismatica^ compresa la moglie e assistito da Czerski. Dopo di che con-
e due figli. In più luoghi di Germania tinuarono le loro predicazioni in Prussia
i cattolici pubblicarono proleste, dimo- e Sassonia, che furono i principali teatri
strando orrore per le nuove fldse dottri- ove fecero de' proseliti ; né mancarono
ne e inviolabile attaccamento alla vera far tentativi in Annover, Baden, Wur-
religione de* loro padri, onorando in più temberg e in Baviera, ma non tirarono
modi il degno vescovo di Treveri, come alla loro sequela che persone irreligiose,
quello che avea respinti i primi assalti indifferenti o di costumi perduti nel- :

degli apostati; non pochi sedotti, rinun- r Annover lo zelo apostolico del vescovo
ciati tosto i loro errori, tornarono pieni d'Hildesheim lanciò l'anatema conlrogli
di pentimento al seno di s. Chiesa; e 25 ecclesiastici e laici di quella sella. Del ri-

città domandarono giustizia all' assem- manente questi novatori incontrarono


blea degli stati provinciali del Reno. In- ben presto il disprezzo generale de' cat-
tanto i capi della setta vollero costitui- tolici, furono beffeggiati e scacciali in più

re definitivamente la loro pretesa chic- luoghi ignominiosamenle , ed governi i

sacatlolica alemanna e formare un sim- de* nominati stati e di altri, anche quelli
bolo che le servisse di base e legame che avevano mostrato connivenza, osser-
con riunire i loro aderenti in una specie vando le tendenze e i disordini del ron-
di conciliabolo, e da loro appellato con- gianismo, e l'esasperazione de' cattolici,
cilio, a Lipsia il 27 marzo. Si compose lo proibirono o frenarono. Quindi insor-
dicircaSo scismatici, primi de'quali era- con
se aperto scisma fra' settari: gli uni
no gli apostati Ronge, Czerski e Kerbler, Ronge conservarono il simbolo di Li-
cui seguivano gl'inviati di qualche co- psia, gli altri con Czerski proclamarono
mune di Sassonia e di Prussia che aveano la divinità di Gesù Cristo che primi ri- i

aderito allo scisma. A fronte delle dis- gettavano. A Berlino Ronge trovò un al-
sensioni e de' vari partiti, uno de'quali tro formidabile antagonista in Pribil, pre-
avea a capo Czerski, conoscendo che tali te trasviato , che parlò con veemenza
discrepanze tendevano a distruggere la nell'assemblea contro il sedicente conci-
loro setta,convenneroin una novella con- lio di Lipsia, invitando tutti a separarsi
fessione di fede. Furono compositori di dai miscredenti rongiani.Così ebbe luo-
siffattosimbolo Czerski , Ronge e Ker- go un' altra settache volle intitolarsi
,

bler, che lo modellarono sui principii dei protestante cattolica , che scelse per capo
razionalisti. Negasi in esso la divinità di Pribil, il quale si riservò gli onori della
Gesù Cristo ; rigettasi la terza persona primazia nella Prussia orientale, ornan-
della ss. Trinità; si mettono in ridicolo i dosi della mitra, ordinando a capriccio
POS POS agS
diaconi e preti, cui assegnava parrocchie. varono i deplorabili fruiti. Sull'origine,
Queste divisioni desolarono il proteslan- progresso e decadimento di questo ab*
tisciio alemanno, che da principio avea berramento antireligioso dello spirito u-
applaudito alla temeraria intrapresa di mano, si leggano gli Annali delle scien-
Roiige e di Czerski incoraggiandoli, nella ze religiose sevie 2.*, voi. 2, p. 288 e p.
speranza che avesse subornalo parte con- 263: Pensieri di un protestante sul mo-
siderabile di cattolici e poi fatto causa vimento di Ronge e di Czerski ; non che
comune con loro. In seguito insorse al- nel voi. 3,p. 3, il bellissimo ragionamen-
tro prete apostala nel d.^ Antonio Thei- to letto dal cardinal Altieri a'i4 maggio
ner, con principii meno violenti, che si 1846 nell'accademia di religione catto-
accostavano a quelli di Pribil , e foggiò lica e intitolato : I crescenti sforzi de' ne-
una liturgia che fu adottata in parte da mici della cattolica unità a fine di di-
certo sinodo di callolici alemanni ieiwi- struggerla, specialmente inGermania, ne
lo a Berlino il 24 agosto. Tutti questi comprovano e confermano V assoluta ne-
differenti capi continuarono ì loro sforzi cessità. A Pio IX dissi come nell' agosto
per aumentar il numero de'seguaci, ma 1848 riprovò il rongianismo.
i loro successi andarono via via decre- POSSESSO, Possessio. Il possedere,
scendo. I fedeli dalla loro parte non si il dominio di fatto, e Tatto in cui legal-
fecero fuggire veruna occasione per di- mente s' incomincia a godere con auto-

mostrare il loro sincero attaccamento al- rità e con lucro della dignità, della ca-
la Chiesa, ed al venerando suo capo Gre- rica, dei beni o altro che gli appartiene.
gorio XVI, che con zelo apostolico affron- In termine di giurisprudenza si definisce
tò combattimento del rongianismo e
il per la ritenzione o fruizione d'una cosa
delle sue derivazioni, non risparmiando materiale, che noi riteniamo od eserci-
cure per impedirne il deplorabile pro- tiamo da noi stessi o per mezzo di altri,
gresso. Lo scisma adunque che nel de- che lo tiene o esercita a nome nostro ;
clinar del pontificato di qticl glorioso Pa- quindi si distinguono due sorta di posses-
pa avea preteso decimar la chiesa catto- so, l'uno è puramente di fatto, l'altro di
lica romana in Alemagna, fu intieramen- fatto e di volontà. Anticamente eranvi
te defraudato nelle sue pazze speranze e molte ceremonie per prender possesso dei
andò perdendo il numero de'suoi mem- Benefizi (^.), delle quali dovevasi far
bri, anche per propagare temerariamen- menzione nell'atto: per esempio quanto
te le idee razionalistiche e Tindi penden- ai benefizi di parroco i simboli di posses-
za da ogni autorità ; lo stesso d.'^ Thei- so erano l'entrata in chiesa, l'aspersione
iier, in cui là setta tanto confidava, for- dell'acqua benedetta, il bacio dell'altare
malmente si separò da essa. Cos'i la setta maggiore; pei benefizi semplici, era il toc-
di cui Ilonge e Czerski furono i primi au- care il messale, l' antifonario o qualche
tori, fini la sua comparsa sulla scena del altro libro de'sagramenti. Quanto ai ca-
mondo. Ma dall'intrapresa di Ronge de- nonici, era l'assegnazione d'un posto nel
rivòil razionalismo universale, per cui si capitolo e di uno stallo nel coro. U pos-
\idero manifestarsi idee e tendenze aper- sesso de'benefìzidovea essere preso so-
tamente antisociali ; e gli amici della lu- lennemente e pubblicamente: bastava pe-
ce non temerono più di predicare il rin- rò per questa solennità e pubblicità, che
novamento della societàsulla base del co- l'atto di ricezione fosse scritto dai can-
munismo, del radicalismo e della uuiver- cellieri delle chiese cattedrali, collegiate
sal fratellanza; tutte le istituzioni sociali o conventuali, se tratta vasi di benefizi di
si videro minacciate, e finalmente negli quelle chiese; ma se trattavasi di bene-
strepitosi avvenimenti dei 1 848 se ne prò- ùù la di cui ricezione non apparteneva
ay4 POS POS
a quelle chiese, come parrocchie, priora- uè nel petilorio, neppure sotto pretesto di J'
ti ec, JD allora doveasi prender posses- un diritto nuovamente scoperto o impe-
so alla presenza di notari e di leslimoui, Irato, eccettualo il caso che la persona, la
faceDdoseoe la pubblicazione dal curalo quale pretendeva essere il vero titolare,
dopo la predica o spiegazione del vange- non fosse stata legittimamente impedita
lo alla messa argomento che meglio di-
: d'agire. Del possesso triennale ì canonisti
scorro in molli articoli, massime dei pos- scrissero ^ssai, e Gomez in un commen-
sessi che prendono dignitari della Chie-
i tario discute e risolve estesamente Go di-
sa, come i Feicovi (V.) del vescovato; i verse questioni.
Protettori (F.) cardinali delle proletto- POSSESSO DE' PAPI. Celebre ce-
rie mentre di altri possessi de'cardinali
; remonia di solenne formalità, chiamata
ne tratto a Camerlengo, a Penitenziere anticamente Processione(F.), colla quale
MAGGIORE e'ad altre cariche, cosi a Tito- i Papi in grandiosa pompa prendono pos-

li CARDINALIZI pei possessi delle loro chie- sesso dell' arcibasilica Lateranense come
se titolari o diaconie oarcipreture; ed a cattedrale del loro vescovato di Roma,
Gerosolimitano di quello del gran prio- come spiega Marangoni , Chron. Rom.
rato di Roma, per non diredi altri pos- Pont. p. 1 6, e. 3, de ritu inthronizalio-

sessi de' cardinali. Di alcuno de' legati nis electi in sum. Pont., dicendo Non :

delle Provincie, ne parlai agli articoli dì obstatj qiiod post supremam ordì natio-
queste, ed alle legazioni che funsero in nenij vel beìiedìctionem, atque solenineni
diversi tempi ; solo qui ricorderò che nel coronationem in basii. Fat. solcmni car-
solenne ingresso che il legato cardinal dinalium , ac senatus , et oplinialiun e-
Barberini fece nel i625in Parigi, insor- qiùlatupostea ducatur ad ecclesiam La-
se gravissimo tumulto vicino alla calte- terancnseni ad capiendam, ut vulgo di-
drale,perchè il popolo, secondo l'anlico cilur, possessìonem. Nani haec vera non
abuso o diritto, volle impadronirsi della est possessio summi pontijìcatus , sed
mula bianca ricchissimamente bardata, tantum episcopa tus Romae, quwn ea ba'
e del nobilissimo baldacchino sotto cui silica sit efus calhedralis ecclesia. Que^
incedeva, di raso bianco con frangie d'o- sta funzione che nel complesso di sua ma-
ro colle armi ricamate del cardinale e gnificenza viene presa per un'immagine
della città. Eguali incidenti spesso accad- della chiesa trionfante, fu introdotta dai
dero ne'possessi de' vescovi e nel Posses- Papi non già per fare una vana pompa
so de* Papi {V)i come in quelli di Mar- e ostentazione della suprema loro digni-
tino V
e Pio lly il quale corse grave pe- tà, ma per maggiore esaltazione della glo-
ricolo di vita, locchè avvenne purea Si- ria di Gesù Cristo di cui sono vicari e
sto IV caddero poi da cavallo Clemen-
: della Chiesa sua sposa. Si può differire a
te F e Clemente XI F. De' possessi dei piacimento de' Papi, ordinariamente ha
prelati, come Uditore della camera^ Go- luogo nelle ore pomeridiane ma mol- ,

vernatore di Roma j Commendatore di tissimi la celebrarono nella mattina, co-


s. Spirito ed altri, ne parlo a'nominati e me per ultimo Gregorio XVI. Diversi
altri articoli. Cosi a Ospedali e Visita Pontefici non presero il possesso per bre-
APOSTOLICA dico del possesso o apertura vità della vita o per altre circostanze, uno
della sagra visita. Vi è una regola di can- de'quaii fu Adriano VI, il quale però fe-

celleria, secondo la quale il possessore di ce V Ingresso solenne in Roma (/^.), an-


un benefizio, che ne avesse fruito paci- zi propose in concistoro ai cardinali se il

ficamente pel corso non interrotto di 3 Papa poteva prender possesso per pro-
anni, e che avesse un titolo colorato , non curatore come si fa con altri possessi.
,

può essere disturbato ne nel possessorio, Biagio da Cesena, ch'era il maesti'o delle
POS POS 295
cereraonie narra che : Fui requisitus a il che nella notte della passione ri-
gallo
tribus cardinalibus de opinione mea^ qui' cordò a Pietro la sua infedeltà, e che fos-
bus dixif et placet. Alessandro VII vo- se trasportata in Roma dalla casa di Pi-
leva prendere possesso a piedi, celebran- lato con le altre colonne di porfido del
do messa a s. Maria Maggiore^ e ponen- propinquo battistero, d'ordine d'Alessan-
dovi il giubileo, indi processionalmente dro VII fu tolta dalla vista del popolo
incedere a piedi con tutto il clero a s. e situata nella basilica e poi nel chiostro,
Giovanni in Lacerano , e si fece far le ove fu rubato il gallo nel 1798, venendo

scarpe all'apostolica per andar scalzo, vo* lacolonna venduta. Dissi pure che Leone
lendo che le spese che s'impiegavano pei Xper ultimo con cavalcata splendidissima
Paggi {V.) e per gli offiziali del Senato prese possesso in paramenti sagri, usan-
romanOy pegli archi e per la pompa del- dosi le mitre ed i piviali, coi quali si era
la cavalcata si dassero a'poveri ; ma cam- celebratoli pontificale della coronazione,
biò di parere quando conobbe che la fun- preceduto dalla ss. Eucaristia (/^.), l'in-

zione rallegrava il popolo, lo conferma- contro de'cleri cogli incensieri che ripor-
va nella divozione al Papa, ed il dena* tai eziandio nel voi. XXXIV, p. i54,
ro che si spendeva serviva a far lavorare raccontando nel voi. XXI, p. 28, più cir-

moltissimi , ed era una carità pubblica. costanziata, la presentazione che faceva-


Nel voi. Vili, p. 171 e seg. descrissi il no gli ebrei della loro legge o sacra scrit-
possesso che i Papi prendono della Chie- tura con quanto! sostituirono a questo
,

sa di s. Giovanni in Laterano (^.)j co- omaggio. Egualmente dopo Leone X non


me loro propria patriarcale, l'origine e si celebrarono più lebelle e misteriose an -

il nome di tal funzione, insieme alle par- tiche ceremonie che pur descrivo in più
ticolarità de* possessi di diversi Pontefi- luoghi, ed a Sedia per quelle 3 di por-
ci, ai quali essa non aggiunge alcuna au- fido in cui sedeva il Papa (le quali si cre-
torità ; delleMedaglie pontifìcie [P^ .) che dettero erroneamente originate dalla fa-
in tale occasione si coniano e dispensano vola della papessa Giovanna, Fedi) e
ed a chi, in luogo dell'antico Presbiterio proferiva varie sentenze scritturali, spar-
{y.)j che Giulio II separò da questa la geva monete (di che meglio ne' voi. XXI,
funzione della Coronazione de Papi ( F.)^ p. 1 57, 160, 161,170,171; XL VI, p.
nella quale s'imbandiva il solenne Convi- Ili, 1 12), dal Priore (F.) di s. Loren-
to, ed in cui si mostrava al Pontefice quel zo di Sancta Sanctorum riceveva la Fé-

gallo (nel voi. LII,p. 53, dissi che si figu- rula[F.) segno di autorità, la borsa colle
rava nei sepolcri, qual simbolo della peni- 1 2 gemme e altro, le 7 Chiavi (F.) e
7 i

tenza di s. Pietro) di bronzo, di cui feci pa- pendenti da una fascia o cingolo;
sigilli

rola nel voi. Vili, p. 1 62, sopra una colon- quindi avevano luogo le laudi e acclama-
na di porfido vicino alia porta della basili- zioni (di chenelvol. L, p.2i4) cantate dal
ca Lateranense, in memoria e figura di Priore [F.) di s. Lorenzo fuori delle mura
quello che cantò tre volte alle negazioni e e da altri, intervenendo alla funzione gli

triplice caduta di Pietro, rammentando- Oratori o Ambasciatori (F.). Inoltre ri-


glicon questo simbolo , ed eccitandolo portai la descrizione della solenne Caval-
con questo esempio, ch'egli dovea com- cata {F.) colla quale i Papi presero pos-
patire i mancamenti de'suoi sudditi, co- sesso dopo Leone X, fino e inclusi ve a Pio
me Cristo avea compatito e perdonato le VI, ed essi se a Cavallo (^.) e da chi ad-
tre negazioni avea fatteli i."
che di lui destrato {F. Palafreniere, Principe as-
Pontefice, subito penitente e lagriman- sistente AL SOGLIO, Senatore, Cavalle-
te ; ma perchè il volgo credeva, che so- rizzo), ovvero in Lettiga (F.); la strada
pra la colonna avesse realmente cantato percorsa a seconda delle abitazioni del
agS POS POS
Palazzo Praticano, Palazzo di s. Mar- teranense al dire di Cancellieri), e qua-
co ^ Palazzo Quirinale (F.) in cui risie- le allocuzione pronunzia il cardinal ar-
devano; degli archi trionfali che si evi- ciprete, ammettendo il Papa in trono e-
gevano e di quello del duca di Parma an- retto nell'atrio o portico il capitolo al ba-
che nel voi. XXI li, p. 210; dissi de'per- cio del piede; quindi delle funzioni che
sonaggi e delle diverse Guardie (F.) che hanno luogo in chiesa e della oblazione
v' intervenivano, deir omaggio di ubbi- che il Papa lascia sulla mensa dell'alta-
dienza e fedeltà del popolo romano che re, in una borsa (questa .spetta al bene-
in Campidoglio. (r.) faceva nel passag- ficiato camerlengo di massa minuta) di
gio il senalore^di Roma. Avverto che tut- damasco bianco guarnita di galloni in o-
ti quelli che intervenivano alla cavalcata ro buono, con cordoni di seta e fiocchi
del possesso, come all'attuale treno, sì a d'oro, ordinariamente con entro non me-
piedi che a cavallo, ad ogni loro articolo no di scudi i5o, che si erogano a van-
o altro relativo sono descritti, ed anche taggio della basilica e sua sagrestia; do-
in quelli generici , come a Curia , Om- po di che il Papa viene portato insedia
brellino, così del luogo che prendevano, gestatoria per la scala del palazzo Late-
del loro vestiario e ciascuno con diversi ranense (di che nel voi. L, p. 2 16, 219),

esempi mentre in diverse biografie dei


; alla gran loggia per compartire al popo-
Papi, come di Leone XII, riportai altre lo l'apostolica e solenne benedizione.
parziali notizie sui possessi, così descri- Qui noterò, che non sogliono Papi i

vendo le città in cui li presero quando prima del possesso,


recarsi alla basilica
furono eletti fuori di Roma, per le partii nondimeno avanti che lo prendessero si
avendo toc-
colarità che vi ebbero luogo; portarono alla cappella di s. Gio. Batti-
cato a Cavallo ed a Baldacchino (quello sta ( come avea fatto Clemente VII per
che si usa nella basilica resta ai canonici) o divozione al santo protettore di sua na-
Ombrellino alcuni sinistri incidenti, pei" zione )
Gregorio XVI e Pio IX (^.).
,

che in uno alla sedia si pretendevano dal Questo ultimo lo prese agli 8 novembre
popolo, come rilevai pure nel voi. Vili, 1 846 in carrozza, preceduto e seguito da

p. 68, ed avvenne a Martino V, Pio II solenne cavalcata , descritta da d. Gio-


q Innocenzo Vili, onde per Giulio lì ri- vanni Arcieri Esatta relazione della
;

ferisceil ceremoniere de Grassis Provi' ; cavalcata con la quale la Santità di N,


dealur de periculo contraeos, quicquuni^ S. Papa Pio IX si portò a prendere il
Papae in Latei
haldacchinuniyeisedeni solenne possesso delia basilica Latera-
ranum rapere conantur ; nondimeno i nense e delle cerenionìe che in essa se*
romani senza contrasto si presero tutto. guironoj Roma 1 846. Il Cancellieri com-
Finalmente nel citato voi. dichiarai con pilò l'eruditissima Storia de solenni pos^
quali treni di Carrozze [F.) e ceremo- sessi de' sonimi Pontefici , da s. Leone
nie presero possesso Pio
i successori di HI a Pio VII, con riunire le descrizio»

"VI, descrivendo quello di Pio Vili, con ni latine e italiane di quello di tutti ero*
quanto sogliono praticare i benefici Pa- nologicamente, con interessanti e dilet-
pi prima e dopo tal solennità dicendo : tevoli note e coi cambiamenti occorsi in
ancora ove il senatore presenta le chiavi questa augusta e nobilissima ceremonia,
del Campidoglio e con qual discorso, in- sia pei venerandi riti che anticamente si

sieme alla pontificia risposta; come il Pa- usarono, sia di quelli e della pompa con
pa viene ricevuto dal capitolo Lateranen- cui si celebra. Le descrizioni più prezio-
se; della presentazione delle chiavi (an- se ed i possessi più decorosi contenuti in
che nel voi. XI, p. 176, ed a Porte di tale opera, principalmente sono quelli di
chiese) della basilica (e del s, palazzo L^-? s. Celestino V, Pouifacio Vili, Gregorio
POS POS 297
XII, Innocenzo Vili, Giulio li Leone , POSSIDIO (9.), vescovo di Calama in
X, Gregorio XIV, Clemente Vili, Leo- Numidia. Uno dei più celebri discepoli di
ne X 1 Paolo V G regorio XV, 1 nnocenzo
, , s. Agostino, fu eletto vescovo di Calama
X, Clemente IX, Clemente X, Innocenzo o Calamata [F.) nel 897. Ebbe molto
XI, Innocenzo Xlll, Clemente XIII, Pio a soffrire per parte de* pagani eh' era-
VI (che essendo l'anno santo entrò per la no ancora in gran numero in quella cit-
7Vf^z5fl/z/rt,{F.) e Pio VII. Inoltre l'infa- tà, e dei donatisti che travagliavano la
ticabile Cancellieri a p. xxiv ci die l'elenco sua chiesa questi ultimi
: lo cacciarono di
dei mesi, giorni e anni in cui sono siali ce- casa e lo maltrattarono crudelmente; ma
lebrali i possessi, ecn diversi raodico'quali egli nessuna vendetta si prese,anzi doman-
sono slati presi, se di mattina o di dopo dògrazia per essi all'imperatore. Arricchì
pranzo, sedai Vaticano o dal Quirinale, la chiesa di Calama di porzione delle re-
se in lettiga, se a cavallo, se sulla mula liquie di s. Stefano, quando furono por-
oin carrozza. Si legge nel n.° 34 delle late in Africa nel 4»oje non si può du-
Nolizie del giorno 1827, che a'2 i ago- bitare eh* egli non fosse nel numero di
sto fu trasportato corpo del defunto fi-
il que' vescovi che stabilirono tra i chieri-
lologo ab. Francesco Cancellieri alla ba- ci della loro cattedrale la regola mona-
sìlica Lateranense presso il cenolafìo del stica istituita da s. Agostino, il quale no-
cardinal L. Antonelli, giusta il pio desi- mina i^oi^er/re/zg'/o^i'di Calama. Fu uno
derio esternato in vita e previo il bene- de'capi della famosa conferenza di Car-
placito di Leone XII, il quale si degnò tagine del 4i '• L''invasione de'vandali,
derogare alle leggi della basilica, renden- che rovinarono intieramente Calama,
do per questa volta comune alle lettere obbligò Possidio a partirne e si ritirò ,

quel luogo serbato soltanto alla dignità. ad Ippona, dove assistè alla morte di s.
Gli eredi riconoscenti a sì gran benefì- Agostino nel 43o, del quale scrisse lavi-
zio ,
presentai ono le opere de* Possessi la, aggiungendovi il catalogo delle sue

de' Papi e le Memorie delle Teste de' ss. opere. Caduta anche Ippona in potere
Pietro e Paolo, postillale e quasi dupli- dei barbari, Possidio fuggì da quella cit*
cate dal eh. autore, colle quali avea di già là da quel tempo egli visse sempre se-
:

illustrato l'augusto tempio Lateranense, parato dal suo gregge, ed ignorasi il luo-
perchè sieno conservate in quel dovizio- go e l'anno della sua morte. Gl'italiani
sissimo archivio capitolare, riportandosi vogliono che passasse dall'Africa in Ita-
anche l'iscrizione sepolcrale già compo- lia, e morisse alla Mirandola, laqual cit-

sta dal defunto. Lo meritava come quel- tà e quella di Reggio 1' onorano come
lo che illustrò lauto colle sue opere l'al- loro patrono. 1 canonici regolari celebra-
ma Pioma, e come quello che a pag. xix no la sua festa a' 17 di maggio, e lo an-
de' Possessi giustamente si compiaceva noverano fra i più illustri padri del lo-
dPaver impiegalo una gran pai te di sua ro ordine.
vita nell'illustiare le glorie della basili- POSTE PONTIFICIE. Morcelli chia-
ca Vaticana , sopra di cui non credeva ma la posta, Cursus publicusj il genera-
che verun altro avesse scritto più di lui, le delle poste, Praepositus tabellarioruni
godendo di aver avuto occasione d' illu- et cursus puhlicij la posta di cavalli, 7I/«-
strare con detta opera ancora la Latera» tatio, Mansio, Aqua adducta etmutatio'
nense, di cui produsse molle onorevoli e ne constiluta m ansio comnieantibus a-
importanti notizie che non s'incontrano pertaest. ]^e\ Dizionario della lingua ita-
presso Piasponi, Baldeschi eCrescimbeni. liana si definisce la Posta per il luogo
JNoterò che le Memorie delle s. Teste le prefìsso o assegnato per posarsi e fermar-
pubblicò nel i8o6. si, statioj perii luogo destinato nelle stal^
, ,•

298 POS POS


]e a ciascuD cavallo ; per il luogo dove sono superiori a'prìmì che
lettrici (questi

in correndo la posla si mutano cavalli;


i sono segnali che alla sola vista si allìda-
per Io spazio d'otto miglia di cammino no di giorno e a tempo sereno, mentre
in circa, pel quale si corre co' medesimi dai telegrafi elettrici si ottiene l'intento
cavalli, stathniusj per il luogo dove si anche di notte e in tempo burrascoso
danno e portano le lettere. Cujacio fece ricevendosi e mandandosi la notizia col-
derivare la parola posta da apostolis^ cioè la celerità del fulmine) che dobbiamo a
da quelle lettere che si dicono d'appello; Oersted e Arago dopo la scoperta della
Troll da ponere o da posilio, cioè quasi pila fatta da Volta (ora la Francia ha pro-
positas haheatstationes, come dice Vos- messo 5o,ooo franchi per la scoperta di
sio nel suo etimologico alla voce Anga- nuove applicazioni della mirabile pila di
nVi/r, oppure da positis equis come vuo- Volta, obbietto d' incessanti studi ; poi-
le Scioppio. Il Menagio lo dice vocabolo ché r elettricità, come il vapore , è ser-
italiano e pare diesi accordi col Glossa- bata a sostenere nelmondo una parte
rio di Du Fresne, cioè con quello ripor^ immensa, dopo nuovi fenomeni fatti co-
i

tato da Ugheili ne'vescovi di Sinigaglia noscere in questo agente s\ poderoso da


in una carta d' Onorio III , e con altro Galvani : ma il genio di Volta e la sua
d'una carta del 1 160 riportata da Mu- bella scoperta del 1794» crearono si può
ratori nelle Antichità Estensi, colla voce dire una scienza nuova del tutto, i cui
^05tó^in significalo di entrata e pedaggio; termini sono per la maggior parte an-
laonde questo dicendosi da noi imposta cora in istudio dal 1801 che venne co-
e imposizione, venne poi il nome posta nosciuta ), usando gli antichi i segnali
per esprimere il luogo stabilito sulle stra* de' fuochi, delle fiaccole accese sull'al-
de maestre di distanza in distanza, dove i to de'pini o ne' luoghi elevati. I persia-
corrieri trovano cavalli per correre con ni costumarono tenere nelle torri in pro-
sollecitudine, ed i viaggiatori per viaggia- porzionata distanza sentinelle , che ve-
re. A tultoqueslofu di contrario parere lo gliando sempre, avvisavano ad alla voce
Schiltero, che nefece derivar l'origine nei le occorrenze, onde le notizie volavano di
CapitolaridiCarloMagnoenelleleggi lon- bocca in bocca, ed altrettanto con gran-
gobarde, forse perchè nel 3.° libro di que- di grida praticarono i galli, come riferi-

ste abbiamo: Sigillaci epistolas prendere^ sce Francesco Colleschi, Dissertazione


vel posturas custodire. Dalla istituzione sulle poste degli antichi, Firenze 1746.
delle poste derivarono alle nazio ni in ogni Secondo questo scrittore, al persiano
tempo vantaggi immensi e tuttogiorno se monarca Ciro si deve una più regolare ori
ne giovano per la facilità del commercio, gine delle poste, per quelle da lui istituite

per la spedizione degli affari, nell'intra- in ciascuna provincia, stabilendo in tutte


prendere viaggi lontanissimi o nel co- ed un uffiziale, che noi chiamiamo
cavalli,
municarsi le novelle scambievolmente maestro di posta, preposto al ricevimento
con tante altre felici conseguenze che lun- delle Lettere epistolari e de' Corrieri {F.),
go sarebbe enumerare. Se non che a'no- non che per somministrare a questi ca- i

slri giorni coli' attivazione di navi a va- valli, denominandosi corrieri Angari i

pore per mari e per fiumi, di che ragio- cioè regi messaggieri, con autorità di ob-
nai a Marina (^.), e delle Strade (F.) bligar e forzar chiunque a dar loro quan-
ferrate per terra, superandosi gli ostacoli to chiedevano per agevolar la corsa, co-
naturali, le più grandi distanze si sono me Angari i persiani chiamarono le pò-
avvicinate e rapidissime sono divenute ste,dicendo/^5/^«^nl soprintendente del-
le comunicazioni ;ollrele mirabili inven- le poste. Dal vocabolo Angari derivò an-

zioni de'telegrafi, massime de'lelegrafì e- gariaref^er costringere suo malgrado al-


POS POS ay9
cuno. Erodoto ricorda che le poste d'a- denti nelle provincie alle poste, i quali
no disposte per la Lidia, Frigia, Cilicia, costringevano i particolari alle sommi-
Ai-inei)ia,sino a Susa nel vasto impero nistrazioni de'cavalli ede'cocchi,dopoa-
persiano, essendo distanti una giornata di ver verificato ne'corrieri i diplomi col si-

cammino quelle che da detta capi tale con- gillo imperiale. Fu l'imperatore Nerva
ducevanoal mare Egeo. Sembra peròche che in parte sgravò l'Italia dal provve-
l'uso delle poste nella Persia fosse allora dere ai corrieri carri e gli animali , e
i

ristretto ai soli affari dello stalo edalser- l'imperatore Traiano che da tanto ag-
vigiodel principe. Quanto ai mezzi di cor- gravio quasi del tutto ne liberò l'altre
rispondenza usati iu Grecia, descrivendo provincie,rendendo per tutto il corso pub-
Omero con gran precisione gli usi delsuo blico e fiscale, Cnrsunijìscalem, con nuo-
paese e del suo secolo ,
parla spesso di vo regolamento, laonde si dissero P^ehi'
messaggi o portatori di lettere, ma nulla cala puhlica i carri adoperali nel servi-
aggiunge sul genere particolare del loro non che Wiedaefiscales,
gio delle poste,
impiego. Meglio de'greci romani intro- i chiamandosi Rhedaeìe carrette. Pare che
dussero le poste ne'loro immensi dominii, da questo tempo o da Adriano comincias-
insieme ai corrieri pubblici e particola- gli alloggi che furono chia-
sero le stalle e
ri per le lettere. Comunemente si attri- mati mutazioni e mansioni, Mutatìones^
buisce ad Augusto l'introduzione delie Jìlansiones,eT^o\ generalmente stazione,
poste, o almeno il miglioramento, s'è vero Slaùones, con magistrati per presiedere
che la primaria istituzione vuoisi derivata al corso pubblico. Altri distinsero le Mu'
dal console L. Postumio nel Syg di Ro- tazioni per stalle con circa 20 cavalli, on-
ma, mentre sotto Giulio Cesare in vari de cambiarli, e l'una dall'altra 18 miglia;
luoghi si davano cocchi o carri a vet-i le Mansioni per alloggio di riposo ai cor-
tura. Augusto agevolò il servigio delle una giornata di cam-
rierijdistanti Ira loro
poste colla costruzione di grandi strade mino, contandosi fra 2 mansioni da 5 a
militari, pretorie e consolari, profittando 8 stalle» che al dir di Procopio contene-
della pace che respirava l'impero. I cor- vano 40 cavalli ciascuna e altri anima-
rieri di distanza in distanza a piedi ese- li. In queste mansioni ne'viaggi si ferma-

guivano il servigio, il più vicino era quel- vano anche gli imperatori, avvisandone
lo presentava all'imperatore. Do-
che si in precedenza 'tutte le mansioni (dell'ori-
po qualche tempo dal medesimo impe- gine de'pubblici alberghi e osterie ne feci
ratore furono ordinati i cocchi e le carret- parola a Pellegrinaggio) del giorno e l'o-
te pei corrieri,che perciò cambiando tali ra in cui vi si sarebbero fermati. In que-
mezzi di trasporto, poterono direttamen- ste mansioni alloggiavano i governatori
te presentarsi a lui colle lettere, o rife- visitando le provincie, massime quando
rendo ambasciate; ma privati delle pro- i nonpotevanoservirsidicaseprivate.PreS'
vincie furono obbligati somministrare i so le medesime mansioni si tenevano le
cocchi , i cavalli e il conduttore a guisa vettovaglie pei soldati. Ed ecco l'origine
di postiglione, veredarius o guida de'ca- delle odierne stazioni postali, con locan-
valli della posta; veredarìi furono anche de e alberghi contigui. Da mansione vuoi-
denominati i corrieri pubblici^ che per si derivato il vocabolo Maison o casa dei
tutto l'impero portavano i rescritti e al- francesi. In alcuni luoghi siffatte mansioni
tri comandi del principe; ne'tempi po- o case si convertirono in villaggi e pae-
steriorisi chiamò Fereda la strada per si. Essendo restate alle provincie pel cor-
cui correva la posta: vedasi Calogerà, O- so pubblico alcune gravezze, furono mo-
puscoli t. 2 2, p. 222 e scg. Procuratori derate da Antonino Pio, o certamente da
furono appellati i magistrali sopriiilen- Settimio Severo, il quale con questo mez-
-

3oo POS POS


zo prociir?) riacquislnre il buon concello bagagli , la qua! corsa fu abolita da Leo-
presso i suJdili.De'coccHi della via Fla- ne nell'oriente, e riservata pel militare,
minia u* ebbe la sopì intendenza IVIacri- pel quale servizio venivano ancora impie-
iio, che poi fu assunto all'impero, già in- gati i carri e gli animali de'privati, con
tiodotti sotto Nerva per tale strada. Co« servizio forzato detto angaria o paran-
stantino per sollievo delle provincie che garia. La carretta, Reda o Carpento era
avevano il corso pubblico, permise loro a 4 l'ole, e portava looo lire di peso; il

pretendere una wonela per ogni carro. carro a 4 'ole caricava più di 6oo lib-
VevVel'cz\one^\e\\eslù\\e^rtceplaculaani' bre; Clahula a 2 rote 200, e le ba-
la
maliunif concorrevano i provinciali, cui stavano più 3 mule; la Carruca fu car-
al
perciò lascia vasi il letame. Leggi favore- ro più di pompa e comparsa, che per uso
voli al corso pubblico, rimovendone gli comune di viaggi, usandola senatori e i

abusi, emanarono Giuliano, Vaienlinia- imperatori, che l'abbellivano d'oro, d'ar-


uo I, Teodosio 1 e Onorio. Da Giustinia- gento e d'avorio. Benché la reda fosse d'u-
no 1 furono annullati veredari, che da i so frequente, per viaggiare in diligenza e
Calcedonia andavano a Dacibiza; ridus- piesto si preferiva il carro a 2 rote, Cur-

se il numero de cavalli, cambiato in quel- rus tabcllarius j pei corrieri il C/5/0 co-
lo degli asini per molle parti d'oriente me cocchio velocissimo a 2 rote, tirato
sino a confini d'Egitto.
i Re Teodorico sta da 2 o 3 mule o cavalli, una specie dei
Liiì la pena di 5o soldi contro chi cari- nostri calessi. In tutte le stazioni postali
cava un cavallo del peso maggiore di i oc i romani tenevano uffiziali eletti dall'im-
libbre. Equi ai^ertarii fiìvono delti i caval- peratore o dal prefetto del pretorio, ido-
li clic portavano le valigie; Equisagmaiii nei e capaci a ben regolare Tulfizio delle
ì cavalli da sella o da portar pesi; Equi poste; e siccome questo ministero por-
veredarii i cavalli destinati alle sole corse tava seco una servitù, si disse Mancipium^
(de' Cavalli parlai aCavallo, a Carne- 3IancipeSf pel tempo determinato di 5
vale, e Giuochi perle corse; ùg:' Carri e anni, nel quale a niuno giammai fu per-
Cocchia Carrozza e in altri articoli). Ol- messo d'assentarsi, richiedendo slabile re-
tre i cavalli si adoperarono nel pubblico sidenza, tranne 3o giorni per ciascun an-
corso le mule, per l'uso frequentissimo no; per ricompensa furono ammessi nel
e antico di esse anche fuori delle poste: raa^o de perfeclissimi con molti privilegi
d'ordinario se ne attaccavano 3 ai cocchi a loro e discendenti, purché vivessero lon-
a (\\\Q rote,8 alle carrette nell'estate, io tani da coudizione servile e da ogni vii me-
nell'inverno. In qualche parte dell'impe- stiere: vennero denominati anche Prae-
ro romano alle poste si usarono i cam- posili Mansionuntje Cosianl'mo esentò da
melli, tolti poi da Giustiniano I, e nel- tale offizio i sacerdoti e quelli che avesse-
1' oriente gli asini, vietati poi alle poste ro esercitalo insigni magistrature. Toc-
da Giuliano (dell'asino cavalcato da Cri- cava a questi preposti visitare passapor- i

sto parlai pure a Palma) insieme ad al- ti, che davano la permissione del corso

tri animali^ limitando l'uso a quello so- pubblico, che i cavalli e altri animali fos-
lo de'cavalli. Sebbene Costantino ordinò sero ben trattati, non permettere che dal-
che i bovi si escludessero dal corso pub- la posta partisse più di un carro per gior-
nondimeno in più luoghi se ne ado-
blico, no, e 5 soli di que'cavalli che dovevano
peravano da uno a 4 paia- Eranvi due portar V uomo, e finalmente procurare
specie di corse pubbliche,una veloce, l'al- che sempre si osservassero le ordinazioni
tra tarda; nella r.^si usavano mule, ca- imperiali. In mezzo a tanti imbarazzi era-
valli e cocchi per portare gli uomini ; la no qualche volta sollevati dai Curiosi (del
il codice Teodosiano nella co-
2." con carri e bovi per servire ai pesi e quali tratta
POS POS 3oi
stiliizlone o leg. 9 intitolala eie Curiosisi che servivano alle stazioni, non vi fu pro-
così tìetli perchè essi ancora avevano cura priamente in Roma un nuovo e partico-
del corso pubblico o alla curia spediva- lare ufficio costituito, che alle poste pre-
no lestafFelle (staffetta o corriere straor- siedesse con suprema autorità, come nei
dinario, Tabellarius, si dice di uomo che secoli a noi vicini e ne' tempi nostri, ma
corre a cavallo speditamente a portare il supremo magistrato che neavea in Ro-
alcuna lettera o avviso), colà mandati a ma tutta la soprintendenza, questi fu pri-
visitare le poste e la maniera de' diplo- mieramente WPrefelto (F.) del pretorio,
mi, i quali poi furono rimossi da Onorio, ed in secondo luogo i Magistri equìUim, i

quanto all'Africa e alla Dalmazia furo- : Magistri o^c/or«m,de'quali parlai aM ae-


no addetti a questo uffìzio anche ÌjP/'m- STRo ed altrove, e finalmente proconsoli, i

mentan'i ^e'ì viveri che portavano all'ar- i reltoiiàé\e provincie, e quelli detti nel-
mata, soppressi da Diocleziano per le fal- le leggi curiales , di che toccai a Curia.
se accuse cui caricavano i privali provin- e in altri articoli. Quantunque i corrieri
come pure gli Agentes^ ai quali toc-
ciali; e altre persone pubbliche per gli affari
cava come ai Fiumentarii avvisar V im- dell'imperatore potessero usare il corso
peratore de'tumulti improvvisi, badare pubblico, tuttavia non era permesso loro
alle poste, e impedire che niuno adope- ad arbitrio, ne lo dovevano usare senza
rasse più cavalli di quello che permette- prender le lettere credenziali, le quali ad
vano le lettere dell'imperatore, con altre essi consegnava il principe, ©alcuno dei

attribuzioni. A questi erano sottoposti al- principali uffiziali; quindi con queste met-
tri ministri(nelcodiceTeodosiano^fiC«/'- tendosi in cammino, le doveano mostrare
su publico) detti Familia^cxoG gli stratori a quegli altri che presiedevano alle po-
(di cuiVedipALAFREMERI, CaVALLERIZZo) ste, altrimenti erano severamente puniti :

obbligati a visitare cavalli che conse-


i P. Elvio Pertinace, benché prefetto di
gnavano le Provincie, ovvero detti Stra- coorte di M. Aurelio, avendo adoperalo
tore^ perchè alzavano padroni a cavallo, i i cavalli pubblici senza diplomi, dal go- i

quando non v'era l'uso delle staffe, lo che vernatore di Soria fu poi costretto an-
nelleantiche vie romaneera supplito da al- dare a piedi d'Antiochia sino alla sua le-
cuni montatoi, già introdotti da C.Gracco gazione. Le leggi antiche, che abbiamo
per conciliarsi gli animi degli italiani e sotto il titolo di Co r^o pubblico, prescri-
provvedere al comodo della plebe, che vono il numero de'giorni, per cui le po-
non poteva avere stratori. Dietro a questi ste concedevansi, né si poteva oltrepas-
veni vano coloro che noi diciamo postiglio- sare, come il numero de' cavalli, assegnan-
ni e romani Calahiilenses^vt^mo de'c|uali
i dosi la maniera di adoprare i carri e i

era d'accompagnare corrieri, bagagli i i cavalli.Lelettereo passaporti, G?/p/o//i^;<:/,

dell'imperatore, scaricare i carri alle sta- syntheniatay evectiones, evocaloriae, tra-


zioni, condurre le mule e altre bestie ai ctoriae, erano sottoscritte dall'imperato-
luoghi destinati. Inoltre a ciascuna sta- ìe e dal prefetto del pretorio, ma non si
zione vi erano gli Flìppocomi o Miilio' davano ai particolari pel corso pubblico;
nesy ognuno pel governo di 3 cavalli; i Traiano si scusò con Plinio se una volta
maniscalchi, Mulomedicos, Feterinarius^ accordò alla sua moglie l'uso delle poste,
per ferrare e medicar muli e cavalli; ed a motivo di visitar la zia per la morte del-
i Carpentarìii Exploratoresj ClavulareSy l'avo. Per quello che riguardava ma- i

MiUendarii y Gerones^ Sagones seu Sa- gistrati primari che andavano nelle pro-
Jones, tulli mantenuti a spese del pubbli- vincie, ne' tempi di Cicerone provvede-
co, non potendo prender salario alcuno vano i paesi pei quali passavano, ma egli

o ricompensa. Per lutti questi ministri, non ne profittò; invece Augusto secondo
3o2 POS POS
le dignità stubilmente assegnò una som- nel Rufiniano, in Calcedonia, a Dncibiza,
ma di denaro per l'andata e pel ritorno, a Nicea, costrinse tutti andare da Costan-
essendosi ciò praticato qualche volta. A- tinopoli a Elenopoli nelle navi. Di que-
lessandro Severo assegnò pel servizio dei sta specie erano le na\ì Fiigaces e Curso-
governatori denaro, muli e cavalli. Dalla riacy le Tabellariasje Holcades^ìe Dro-
legge 38 e 49 finalmente apparisce che mones. Chiama vasi Evectio navalisW per-
i magistrati ottennero il corso pubblico, messo di effettuare il viaggio per barca.
quando per cause necessarie erano costret- Vedasi il De posta navali.
Benetti,
ti viaggiare per luoghi separati e lonta- Dopo decadenza dell'impero roma-
la

ni dal loro governo, ovvero perciò rice- no le poste furono affatto trascurate nel-
\evano ogni anno dall'imperatore odal l'occidente. Ne'successivi secoli costituiti
prefetto del pretorio alcune lettere, quali per l'Italia, per la Francia, per la Spa-
coltempo furono date ai governatori chia- gna, per la Germania e anche per l'orien-
mati conti e duchi, ai generali, agli amba- te pili dominii di stati e regni, si comin-
sciatori ed a personaggi illustri , a tutti ciò dai principi a rimettere in uso que-
però a cagione d'onore. Negli ultimi del- stoammirabile istituto in quella parte
l'impero di Costanzo dal vicario edalpre* almeno che riguardava la spedizione del-
sidente della Frigia si concesse licenza del le lettere e de'corrieri, pei quali si pensò
corso pubblico ai vescovi che nel SSq fu- ancora a disporre i viaggi per le pubbli-
ronochiamati al concilio di Seleucia. Non che strade e a provveder loro di tulio il
solo romani antichi lastricarono con
i bisognevole, affinchè s'affrettassero sen-
grandi spese le strade, per rendere como- za indugio, ne impedimenti soffrissero nel
do il pare che age-
corso pubblico, ma cammino. Ed allora fu che per questa
volassero questo anche pei mari e pei nuova istituzione si eresse un nuovo uf-
principali fiumi, per quanto fecero a van- fìzio di grande autorità, di cui ne fu da-
taggio della navigazione, anche coti- tanti ta tutta a un solo l'amministrazione, che
porli ( F. Porto o Porti dello stato pon- per questo inqualche parte d'Italia chia-
tificio), argini o ripari, che stabilirono mossi Maestro delle poste e delle osterie,
sopra il mare segnatamente. A questo fi- e corriere maggiore : a lui toccava la no-
ne sembrano eseguite le fosse Drusiane, mina de'corrieri, dai quali riceveva il giu-
quelle di Corbulone tra la Mosa e il Re- ramento di fedeltà, e gli spediva per gli
no, e il canale di Fiumicino sino a Ro- affari del principe e dello stato. Di altri

ma, e del quale con qualche diffusione obblighi che avea si leggono in Hornigh,
trattai a Porto vescovato. L' Itinerario De regali postariim j'itre /\m}pevocchè se-
d'Antonino descrive le stazioni maritti- condo i principii del diritto pubblico u-
me da Roma a Arles, e quelle di altri luo- niversale è cosa convenuta, almeno dai
ghi appellate Plagia^ Positiones^ Colo- tre ultimi passati secoli, come osservò il

nes, Rcfiigia, Gr^^«5, colle distanze e iso- dotto Fea, che le poste e particolarmen-
le; parlando ancora delle poste terrestri te delle lettere, come sono sistemate og-
e delle città mutazioni e mansioni, de-
, gidì, hanno da molti per una regalia
si

terminandone le misure di stadi per cia- sovrana di prima classe non tanto per ,

scuna, dove corrieri lasciavano


i pac- i interesse pecuniario, quanto per oggetto
chetti, o cambiavano cavalli, o la notte i dell'alta polizia degli stati. Avverte Fea,
alloggiavano. Nella vastità del romano che come regalia di tanta importanza può
impero, che conteneva tanti mari, fiumi, cedersene a tempo l'esercizio a persona
laghi e isole, rendevansi indispensabili an- ©compagnia d'intraprendenti, ma il di-

che le poste marittime. Giustiniano I tolti ritto sovrano è inalienabile e per ogni
i veredari e le stalle che s' incontravano titolo imprescrittibile. Diversi autori chie
POS POS 3o3
scrissero suirorigine delle poste di lette- ne seguirono ed alla rozzezza de' secoli
re opinano, quanto allo stato della socie* che desolarono tutta Europa , le case e
là in generale e l'ignoranza quasi totale luoghi di posta disparvero a poco a po-
deir<Qrte di scrivereche ne'tempi antichi co e divisero la sorte delle altre istituzio-
era comune nelle basse classi, che la corri- ni , destinate a perire nelle teneb.re del
spondenza epistolare non fu in alcun tem- medio evo. Nelle cronache dell' istoria
po considerabile fino e inclusive ai bassi moderna non si parla di poste regolari in
tempi, e che lungi dall'esseie universale, Italia che nel secolo XV; quando cor- i

silimitava ai ranghi più elevati. A Cur- rieri d'oriente e in particolare delle di-

sori APOSTOLICI narrai che anticamente nastie tarlare nel secolo XIII mantene-
erano i corrieri destinati a portar le let- vano le corrispondenze d'immensi impe-
tere pontificie o camerali ovunque, e du- ri, come si ha dal veneto Marco Polo che

rarono ad esercitare il geloso incarico fi- percorse dopo la mela di tal secolo tan-
no a che si rese più comune V uso delle te regioni. A Corrieri già dissi come nel
poste e più regolare l'istituto de'corrie- secoloXV l'illustre famiglia Taxis o Tas-
ri. All'articolo Corrieri pontificii parlai so, discendenti dai milanesi Torriani,si
di loro origineeuffizio,degli antichi cor- rese benemerita del regolare stabilimen-
rieri a piedi ed a cavallo; come dell'ori- to delle poste nel Tiroloin tempo di Fe-
gine delle stazioni postali de' greci e dei derico III, da Brusselles a Vienna, ed in
romani; de'messaggieri colombe vive con altre parli di Germania e Italia, per cui
lettere o biglietti legati al collo, ne' pie- ne consegui privilegi ,
guarentiti anche
di o sotto le ali, incerali ài di fuori per nella pace di Vienna e la carica di gran
la pioggia, secondo un'antichissima co- maestro delle poste dell'impero come feu-
stumanza duespe-
di diversi popoli: delle do ereditario; perciò ai fornimenti ed al-
ciedi corrieri pontificii, ordinari e di ga- le testiere de'cavalli di posta si costuma

binetlOy delle loro divise, di quanto li ri- di mettere la pelle con il pelo di tasso,
guarda, de'loro onorevoli che tal-
uffizi come rilevarono Luigi Hornigh nel suo
volta eseguirono ed eseguiscono, come il bel trattato, De/iire postarumj Benet-
precedere ne' viaggi e qualche volta nel- ti , Restituilur tanien medio postarumj
le villeggiature Papi e altri sovrani,men-
i ed i compilatori di Milano e suo terri-
tre fino al1801, in cui furono istituite torio t. i, pi 69. Inoltre Benelti cita gli
leGuardie nobili pontificie (^.), porta- autori in favore de'Visconti duchi di Mi-
vano ai nuovi cardinali l'avviso di loro lano (a'tempi de'successori Sforza i cor-
promozione col berrettino cardinalizio. rieri si chiamavano cavallarij ed esige-
Sì attribuisce a Carlo Magno la gloria del vano nelle stazioni pronti cavalli solfo pe-
primario ristabilimento delle pubbliche na del capestro, essendo delineate sulla
poste, dopo le incursioni e dominazioni soprascritta delle lettere che portavano
barbariche, che verso l'Soy l'introdusse tre forche), celebrati benemeriti dell'in-
nella Francia, Germania, Spagna e Ita- troduzione delle poste in Italia, non che
lia, cioè in quelle parti che erano nel suo quelli che esaltano Luigi XI che le rista-
dominio o avea soggettate al suo potere bilì, propagò e rese perpetue nel regno

e formavano tutteinsieme l'impero d'oc- di Francia (che faceva traversare da 280


cidente. Grandi furono i vantaggi che ri- corrieri per conoscere persino i pensieri,
portò da questo mezzo di comunicazione le parole e le azioni de'suoi sudditi); al-
a traverso tutte le parti di sua vasta mo- tri attribuendone il vanto alla univer-
narchia, il checonlribui efficacemente ad sità di Parigi, per quanto narrai a Cor-
assicurargli le sue conquiste. Ma dopo la rieri, verso il 1462 01477 secondo Col-
sua morte, in mezzo alle convulsioni che leschi. Questi osserva che i corrieri furo-
3o4 POS POS
no chiamnli cursores regiì^ che tali po- novembre 85 1 1 il presidente della repub-
ste in principio unicamente servivano pe- blica francese visitò 1' officio delle posle
gli aHari di Luigi XI, onci' erano di di- di Parigi , la cui amministrazione ogni
ritto regio, quindi i di lui successori con- giorno acquista maggiore importaYiza.
cessero a tulli l'uso delle poste e comu- Oggi è tale, che il servizio attivo di Pa-
ne a tutta la monarchia; seuibra contra- rigi contiene 1557 agenti, 575 impiegati
rio al sentimento di Rollin e altri , clie d'ogni grado, 210 corrieri, 64o facchi-
all'università parigina dierono il pregio ni, 182 guardiani di ollici e di carichi.
dellostabilimento de'corrieri per bonefì- Ogni giorno partono po- dall' officio di
Zìo degli scolariche da tutte le provincia sta peidipartimenti e per l'estero 5, 000
e da altre parti vi concorrevano, con ri- pacchi conlenenti circa 872,000 lettere,
tardo d'epoca, perchè nel 1 57 6. A llri con- giornali e altre stampe ve ne arrivano :

cordano queste discrepanze, con conce- 4200, che portano almeno 1 48,000 let-
dere all'università l'istituzione delle po- tere e giornali. Le lettere raccolte dalle
ste per le classi inferiori, che fino allora cassettine della sola capitale sono circa
l'estensione non comprendeva che la no- 79,000. In Inghilterra la prima vaga
biltà; laonde mediante velocissimi cor- i menzione delle poste èsoltoOdoardol li
rieri óellìnuntni'oiantesy l'università fa- morto nel 1877 Odoardo IV che regnò •

ceva pervenire agli studenti d'ogni nazio- nel declinar del secolo XV istituì case di
ne europea, lettere, carte, libri, vesti e al- posta lontane 20 miglia
le une dalle al-
tro; perla regolarità e sollecitudine di sif- tre, ovvero ne permise l'erezione; certo
fatti corrieri , incominciò il pubblico a è che erano riservate al governo e alle
profittarne,benché dovesse pagarli a ca- alle classi fino a Carlo l del 1625, poi-
rissimo prezzo.Questo ordine di cose cam- ché negozianti ealtri erano costretti va-
i

biò Enrico III , con rendere i messaggi lersi di corrieri poco sicuri e di erogare
reali sullo slesso metodo dell'università, somme enormi pel trasporto delle lette-
con che andò peidendo la privativa ch'e- re , mentre le poste che possedevano le
rasi formata. Dalle poste di Francia pre- università non ne permettevano l'uso a
tendono alcuni essere derivalo a Italia nessuno. Ora gl'impiegati delle poste di
l'uso de'calessi o cocchi pubblici, per aver- Londra sono 2,098 divisi in due parti,
li attivati Carlo IX neli^yi da Parigi a la posta grande e la posta della città e
Orleans, e chiamati siéges roulantes,cO' circondario. 11 lavoro delle operazioni
modilà che ben presto adottarono tut- delle posle di Londra é veramente sor-
ti francesi. Nota Collenghi, che già
i i prendente per l'immenso numero delle
principi italiani gli aveano stabiliti nelle corrispondenze epistolari e spedizionedei
principali città de' loro slati e che piut- giornali. L'Inghilterra col diminuirlelas-
tosto a loro imitazione gl'introdussero i se delle lettere nell'interno e renderle u-
francesi. Arroge quanto riportai a Car- ni formi ,
produsse enorme aumento di
rozza e altrove, in Firenze essendo sta- rendita per il grandissimo accrescimento
ti 534, come dalla cro-
introdotti fin dal 1 del loro numero, eliminando i privali la-
naca di Lapini, avendo scrino Pirro Li- tori della epistolare corrispondenza, del-
gorio, che il cocchio quadriroto dall'Un- le diligenze, de'procacci e di altri. k\post
gheria nell'Italia lo portò il cardinal Ip- Londra in un anno si trovaro-
office di
polito à'Este, morto neli52o. In Parigi no quasi un milione e mezzo di lettere
nel 1660 fu stabilita la posta interna, a rifiutate , molte delle quali contenenti
vantaggio degli abitanti della città, dei 5oo,ooo lire sterline. Il cardinal Perrc
contorni e de' sobborghi : fu delta pic- rtot Granvcla nel i58o istituì negli or-

cola posta e inventore Chamoussct. Nel dinari d'Italia le staffette, le quali poi nel
POS POS 3o5
i597 furono stabilite in Siviglia e per rieri propri, sì compiacquero di comin-
tutta la Spagna. Narra Calcondila, che ciar ad accordare, come a tanti altri, alla
i turchi nella loro vasta monarchia non Compagnia de' corrieri bergamaschi sta-
tenevano poste di cavalli, ma uomini as- biliti in Venezia, coli' approvazione di

suefatti a correre, òelùzausij i quali per- quella repubblica , la facoltà di portare


chè servono il sultano godono il privile- direttamente da Venezia a Roma e vi-
gio, che trovandonelcamraino viandan- ceversa le lettere di quel governo , suoi
ti a cavallo li fanno discendere e se ne ser- ambasciatori e suo stato , e quelle della
vono velocemente, finche irò vati altri nel- Svizzera, Germania ec, col semplice com-
lo stesso modo si prendonoil cavallo fre- penso di portare e npovlaie gratis le let-

sco, e così a incomodo altrui arrivano tere del ministero pontificio. Ragioni più
al luogo destinato. politiche e prudenziali che economiche,
Tornando alle poste d'Italia, dopo il per l'abuso del carteggio e introduzione
loro ristabilimento aveano corrieri deno- il governo
di libri perniciosi j costrinsero
minati cavallari^ perchè a cavallo e cor- di Pio VII a richiamare a sé intieramen-
rendo portavano le lettere da una città te l'esercizio di questa regalia da chiun-
all'altra, nella metà del secolo XV det- que ne godeva per l'addietro e sotto qua-
ti ancora tahellarii: da Roma a Firen- lunque titolo, specialmente se grazioso,
ze portavano lettere neh 453 all'amba- come aveano fatto delle famose Franchi-
sciatore del Papa i cavallari , ed i fanti gie (/^.) i suoi predecessori. Risulta dal-
del Procaccia, tahellarius^ ossia colui che le notizie raccolte da Fea negli archivi
portava le lettere da una città all'altra della s. Sede. i.° Che Papi hanno ac-
i

viaggiando a giornate. Il Budeo descri- cordato il favore o privilegio grazioso di


ve maniera usata nel sistema delle po-
la tener posta in Roma con cavalli propri
ste d'Italiadopo il i5oo, nella illustra- e talvolta in qualche luogo dello stato ec-
zione delle Pandette. Rodigino che mori clesiastico sulla strada corriera, non al go-
nel i520, dice che i corrieri delle poste verno della repubblica veneta diretta-
particolari de' duchi di Milano si chia- mente,ma a degl'impresari particolari, co-
mavano anche veredari e si consegnava- munque fossero protetti dal governo me-
no l'uno all' altro le lettere scambievol- desimo. 2.° Che Papi non lohannomai
i

mente. Nella Fitadi Benvenuto Celli nij accordato fisso, ma sempre alla supplica
è nominato il procaccio di Roma e il pro- di ogni nuovo capo di quei corrieri, e più
caccio di Venezia. Un bel trattato delle volte in pochi anni e ad ogni nuovo pon-
•posle ingenerale e particolarmente delle tificato. 3.° Che sempre si esprimeva che
pontificie, lo abbiamo dall'avv. concisto- la -grazia si concedeva o si confermava
Giuseppe Benetti e dedicato a Pio
riale da durare a beneplacito del concedente.
VI Dissert. de cursu publicOj Romae
: 4.° Che questo beneplacito è stato dene-
1778 e 1834. È dell'avv.°CarloFea: galo più volte. Fea tutto prova con som-
Compendio stor. delle poste specialmente mario di documenti e non tratta di al-
romane antiche e moderne^ Roma 835. 1 tro; laonde l'opera non corrispondereb-
Incomincia questi colle osservazioni sto- be al titolo , se non comprendesse la ri-
rico-politiche, per provare il diritto di Pa- stampa del bel trattato di Benetti. Nel
pa Pio VII, di non ammettere piii il so- riunirequi appresso alcune erudizionisul-
lito corriere di Venezia. Non per neces- le poste pontificie, profitterò di qualche

sità, utile o servigi straordinari, ma per brano di Fea.


una deferenza allora in uso generalmen- Clemente VII nel i523 concesse fa-
menle, Pontefici del secolo XVI, ben-
i coltà a Maffeo da Bergamo, maestro dei
ché già da lungo tempo avessero i cor- corrieri del dominio veneto, di tener le
VOL. LIV. 20
j

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poste o cavalli da correre da Roma a Ve- progresso di tempo dal palazzo pontifìcio,
nezia ; nel i524 stabilì le pene contro i onore ossia pane e vino,
oltre la parte di
di lui perturbatori nell'esercizio delle po- avea mensili scudi 5 e bai. 12 1/2; così
ste; neh 533 die facoltà ^1 maestro Lo- pel 1693 nel ruolo di Innocenzo XII del
cateili di affittare i cavalli ai corrieri ed a generale delle poste Raggi enei ruolo di
quei che andavano in loro compagnia. Se- Clemente XI. Sotto di questi era gene-
guono concessioni analoghe di Paolo III, rale delle poste il marchese Nerli gran
di Giulio III ediPaololV.Raltì, Della banchiere di Roma. Nel pontificato di Be-
famiglia Sforza t. p. 2 25 e 2 3o, nar-
i
,
nedetto XIII il marchese del Bufalo del-
ra che Paolo \\\ Farnese (F.) diede a la Valle che spedì a Firenze ablegato con
Costanza sua figlia la posta di Puzzulo abito prelatizio a presentar la Rosa d'o-
nel Chiuso di Perugia nel 1 535, con in- ro alla granduchessa Violante di Bavie-
vestitura estesa ai di lei figli Alessandro ra, il quale si recò alla funzione con no-
e Paolo a terza generazione, con breve bile e numerosa cavalcata. NeliySo Cle-
del cardinal Guidascanio Sforza allora mente XII appena eletto dichiarò gene-
camerlengo e figlio di Costanza. Questa rale delle poste il marchese Filippo Pa-
posta avendola tolta !a camera aposto- trizi, in luogo del marchese de Caroli».

lica alla famiglia Bontempi di Peru- Elevato nel 1 74^ ài pontificato Benedet-
gia, il Papa in principio del suo pontifi- to XIV, conferìal marche- il generalato
cato ne concesse la metà a detta figlia Clemente XIV no-
se Patrizio Patrizi.
e poi anche il rimanente. Lessi ne' ruo- minò Foriere maggiore (non cavalleriz-
li che il Maestro
del palazzo apostolico zo come dice Cancellieri nel Discobolo^
Papa sotto Pio
delle poste era a vita del : p.*53) marchese Camillo Massimo ge-
il

IV del i559 era Ippolito Lampognano, nerale delle poste poi ambasciatore di ,

avea la parte di solo pane dal palazzo, Pio VI al trattato di Tolentino, indi a
un cavallo e un servo. Nel novero de'pa- Parigi, come notai nel voi. XLVIII , p.
latini veniva registralo fra gli extra or- 166. Pio VII gli die in successore, prima
dines e prima de' Camerieri del Papa Alessandro Falconieri, che nel suo pos-
(^.). Nella sede vacante comprendevasi sesso cavalcò coi camerieri segreti di spa-
fra'famigli palatini e nella categoria dei da e cappa con precedenza sul forie-
,

Diversi maggiori. Altrettanto trovai ne- re maggiore e sul cavallerizzo maggio-


gli altri ruoli, particolarmente di Urba- re, come riporta Cancellieri nei Possessi,
no Vili. Nel voi. VII, p. 39, parlando dei p. 4^1 >
poi nominò vice-soprintenden-
4 camerieri segreti effettivi di spada ecap- te il ca V.Lorenzo Altieri, che neW Ingres^
pa, dichiarai che uno è sempre il sopna- so solenne in Roma del Papa nel i8o5,
tendente generale delle poste pontificie precedette il treno in carrozza palatina,
ne descrissi l'abito e l'uffìzio pei Viaggi quindi nel i8i5 divenuto soprintenden-
e F ìllcggiature{^V .) del Papa, ai quali ar- te generale precede quello della villeg-

ticoli descriverò il treno e la distribuzio- giatura per Castel Gandolfo. Per sua mor-
ne de'iegni di cui si compone. Egli frui- te elesse il principe Camillo Massimo so-
sce delle dispense palatine delle candele, printendente generale delle poste, al qua -
palme eagnus Dei benedetti, e delle me- le Gregorio XVI die in successore l'at-

daglie d'argento nelle dispense. Parteci- tuale principe Camillo Massimo di lui de-
pa de' privilegi del suo primario ceto, e gno figlio, de' quali personaggi trattai a
veniva compreso in quelli che concede- Palazzo Massimo. Ai rispettivi articoli
vano Papi con breve, l'ultimo de'qua-
i descrissi come questo magistrato incon-
li Pio VI riportai a Famiglia pontifi-
di tra e accompagna sovrani che si recano i

cia, ove riparlo di questo magistrato. In e poi partono da Roma. Al presente la


POS POS 3o7
carica è a vita, ed ha dal governo annui rie ragionate per indurlo a mettere il suo
scudi 1800, come si legge a p. 87 della corriere da Roma a Venezia, per rimuo-
Statìstica di tutti gli iifflcii ed impieghi vere tanti abusi e inconvenienti che pro-
i

del dominio della s. Sede, ove si riporta venivano dai corrieri veneti, quali con ri- i

la pianta del personale dipendente dalla tardo consegnavano i dispacci al nunzio,


direzione generale delle poste, ramo del anche per decoro ed essere più sicuri del
ministero di Finanze, che prima dipen- servizio; non essendosi propriamente mai
deva per la parte finanziaria dai prelati concesso ai corrieri veneti di poter far
Tesorierij per la parte legislativa e disci- procacci, solo essi se ne presero la liber-
plinare dai cardinali Camerlenghi (P^.), tà, quale fu tolta dai generali delle poste;
e per le relazioni coll'eslero dai cardinali che i nuovi corrieri pontificii per Vene-

segretari di stato. In forza del regolamen- zia non devono pregiudicar il general del-
to pei lavori pubblici emanato dalla se- le poste nel suo appalto o la camera a-
greteria per gli affari di stato interni li 8 postolica , ma solo portare ai nunzio ia
giugno i833, il soprintendente generale Venezia le lettere del Papa e prendere
ilelle poste deve far parie del consiglio ge- le risposte, dovendo esserne compenso le
nerale della prefettura di acque e strade. lettere e altro de' particolari, recandole
Nel suo pontificato s. Pio V non vol- gratis ai cardinali e chierici di camera,
le far grazia ai corrieri veneti; il succes- ed al generaldellepostequelle di Raven-
sore Gregorio XIII nel 1572 accordò lo- na e del Cesenatico, con autorizzazione
ro il privilegio della posta e poco dopo di alzar l'arma pontifìcia nella casa di Ve-
Io revocò in questi due pontificati per-
: nezia, almodo praticato in Roma dai cor-
tanto le lettere pontificie al nunzio e al- rieri veneti con lo stemma della repub-
tri, e quelle di particolari le portarono blica. Siccome questi eransi presele po-
a Venezia e da questa città à Roma i ste di Roma, Prima Porta, Otricoli, Nar-

s. chiesa ogni sabbato. Nel voi.


corrieri di ni, Strettura, Foligno, Rimini e Raven-

XL, p. i5i riportai come Sisto V asse- na, delle quali furono spogliati, doven-
gnò al luogo di Monte s. Bonaventura dosi limitare al corriere veneto il riceve-
scudi 9,5oo appalto generale delle
dall' re la corrisppndenza tra l'ambasciatore
poste pontifìcie, de'quali 4>5»oo prede- i e la sua repubblica, mentre i corrieri pon-
cessori aveano stabilito pel loro mante- tifìcii dimoranti in n.° di 4 a Venezia fos-
nimento: alcune disposizioni sui corsi po- sero a disposizione del nunzio, anche per
stali di questo Papa si leggono nel Be- andare in altre parti, come praticavano
netti a p. io4é io5. Allora l'appaltato- tulli i sovrani che aveano rappresentan-
re si chiamava Generale delle poste del ti in Venezia. Si apprende da Benetti, che
Papa, titolo che restò al supremo magi- Urbano Vili ricuperò le poste di Monte
strato postovi dal governo quando ne ri- Rosi e Ronciglione situate nel ducalo
prese l'amministrazione, denominato an- di Castro. Gregorio XV
con breve del
cora TJf^e^^roge/zertìt/e £?e//e poste. Sotto 1621 diretto al Magistro tiihellarionun ,

Clemente Vili fu istituita la posta di Bor- et Cursorum domimi Venetorum, accor-


ghetto, e nel 1^97 il cardinal camerlengo dò la grazia di tener la posta in Roma
Gaetani pubblicò il bando sopra il nuovo per supplica dell'ambasciatore Soranzo
procaccio pontificio da Roma a Bologna, ed a beneplacito pontifìcio. Non manca-
revocando ogni facoltà concessa tanto ai no editti de* cardinali camerlenghi, ri-

corrieri di Venezia, come a chiunque al- guardanti più particolarmente i corrieri


tro, eziandio ai tesorieri di Romagna e e le poste francese, spagnuola, genovese
della Marca. Ad Urbano Vili dai mi- e toscana, che prima egualmente erano
nistri caineraU furono date due memo- in Roma, dalle quali, come dalla vene-
3o8 POS POS
ta,ei-ano esentati dui pagare il porto del* ne, p. 265 e 3 7 2, descrive le poste fab-
le lettere i cardinnli camerlenghi e nitrì bricate da Pio VI da Ve^letri a Terra-
camerali, come rilevasi dall'editto del cina, riattivando questa parte della via
cardinal Paluzzi camerlengo del 1G73 : Appia, che da GregorioXIII passava per
un tempo ilSpagna portava
corriere di Piperno (^.), dopo il meraviglioso asciu-
le lettere anche a Napoli, prima per es- gamento delle Paludi Pontine (y.). In-
sere soggetta alla monarchia spagnuola, oltre si devono a Pio VI le poste di Nepi,

poi per la parentela tra le due corti, e si Monterosi, Baccanoe della Storta (di cui
giunse ad aprire spaccio pubblico di let- ne' voi. XXX, p. i i5,e LUI, p. 1 1 1) pel
tere in una casa sulla piazza di Spagna chirografo de' 1 2 aprile i 788jSopprimen-
con arme del re, come le altre poste e- do il corso postale nella strada che da
slere(quella di Firenze era ne\ Palazzo Civita Castellana (/^.) dirigevasi a Ro-
di Fi re nze3 qiieWa di Napoli nel Palazzo ma, passando per Rignano,Castelnuovo
Fainese), tulle penuesse con beneplacito diPorto (r.) Val Borghetto e Prima
,

pontificio, indi tollerate pei tanti intro- Porta. Pio VI concesse l'esercizio priva-
dotti abusi e in fine soppresse. Il cardinal tivo di dette 4 poste, quanto all'esercizio
Spinola camerlengo con bando del 7 i o, 1 privativo, cioè quelle di Nepi e Monte-
d'ordine di Clemente XI, probi ai pro- rosi all'abbate commendatario delle Tre
cacci, corrieri o ministri d'altri principi fontane (di cui nel voi. XIII, p. 6r, 64
in Roma, che esistevano a beneplacito del e seg. parlando ancora di Monterosi ) ;

Papa, che recassero danni o impedimen- quella di Baccanoalia casa Chigi, e quel-
ti ai generali maestri generali delle po- la della Storta alla casa Borghese , che
ste pontificie, restringendo loro sotto pe- passata all'attuale principe Aldobrandi-
nali gravi l'esercizio del loro uffizio, nel ni, questi nel i85o la cede al governo.
portare lettere, dispacci, gruppi e altre Nel declinar delsecolo passato i francesi
cose che vanno ai luoghi ove sono desti- invasero idominii della
Sede, quali oc- s.

nati; inoltre vietò che ninno senza il per- cuparono nuovamente ne'primi del cor-
messo di detto generale o suoi deputati rente, rimovendo né in Ro-
piti tollerando
possa montare per la mezza po-
postj\o ma i Pio VII li tor-
corrieri esteri, laonde
sta, tranne i corrieri de'principi che han- nato in Roma neli8i4 conservò questo
no in Roma ministri di poste. Innocen« temperamento e si negò il ristabilimen-
zoXIIl andò a Poli in Lettiga (F.).Be- to del veneto al modo di sopra indicato.
nedetto XIV coi moto-propri del 1741 D'allora in poi sempre si continuò nello
61742 specificò e in parte circoscrisse le stato pontificio a condursi percontopro-
attribuzioni e facoltà esercitate dal ca- prio del governo l'amministrazione delle
merlengato, dichiarando e ampliando le poste. Per ben sistemare la gelosa e im-
materie competenza esclusi va del pre-
di portante azienda delle poste, e per tute-
lato tesoriere generale. Clemente XIV larne l'esatto e regolare andamento, di
emanò di verse provvidenze pel corso del- ordine di Pio VII a' 24 agosto 1816 il

le poste nello stato ecclesiastico e per le cardinal Pacca camerlengo pubblicò il

tasse postali; altrettanto praticò Pio VI, Bando generale delle poste di Roma e
ordinando ai corrieri di riprendere l'an- siato ecclesiastico, colla tariffa della tas-
tica strada del Furio, abbandonando sa delle lettere e stampe , e pel denaro
quella che da Foligno per la Marca e che manda col mezzo
si della posta. Que-
Ancona poi ta a Fano, e prescrivendo al sto bando è come ilcodice legislativo
general delle poste di fare riaprire tutte dell'amministrazione delle poste, in cui
le poste de'ca valli dello stradale del Fur- sono comprese le disposizioni principali
io. Nicolai, Bonìjìc. delle Paludi Ponti- riguardanti tanto gli uffizi delle poste
POS POS 309
lettere, quanto le poste cavalli. Contem- toni dorati col triregno , calzoni d' an-
poraneamente il cardinal Pacca emanò chenne o di panno bleu, cappello ap-
V Editto e tarìffu generale per le corse puntato con cappio di trina d'oro, e spa-
de'cavalli delle poste dello stato eccle- da al fianco. Ai porta-lettere per la città
siastico , prescrivendo ne'regolamenti che (ora sono 2 con 8 soprannumeri) fu con-
1

i maestri di posta delle stazioni non pos- cesso il cappello con coccarda, granoni
sano somministrare cavalli ad alcuno- e fiocchetti d'oro, corpetto verde botti-
senza licenza o passaporto della segrete- glia con bottoni col triregno e colletto di
ria di slato odi altre autorità pontificie, velluto con asole di trine d'oro. Nel 1824
eccettuati i corrieri ordinari estraordi- ili.'' aprile s'incominciò ad attivare l'im-
nari, le staffette e tutto il servizio ap- presa delle diligenze pontificie per como-
partenente al diparti mento generale del- do de'viagglatori, e per le diramazione
le poste, pei quali daranno licenza il so- di denaro e robe per lo stato. Nel 1826
printendente generale di Roma e i di- Leone XII dal cardinal Galleffi camer-
rettori di poste delle città e luoghi del- lengo fece emanare la notificazione sul-
lo stato papale. Che i postiglioni devono la tariffa e tassa per le lettere e altro che
essere buoni e pratici , muniti di stivali poi dirò, e soppresse il corso postale del-
e uniforme o livrea pel corso periodico la domenica, introdotto nel declinar del
de'corrieri e degli altri (1' uniforme de- pontificalo di Pio VII, in. forza di con-
cente ne' postiglioni è comune in molti venzione con una potenza
estera. Pio
luoghi, usando molti la cornetta per an- Vili con moto-proprio del 23 luglio
nunziarsi alle stazioni, altri hanno al fian- i83o pubblicò il regolamento per l'am-
co un corto paloscio atto all'accorciamen- ministrazione generale delle poste pon-
to improvviso de'fornimenti, e le pistole tificie, determinando le rispettive com-

all'arcione per difesa). Che i postieri sono petenze de'miuisteri che vi hanno inge-
obbligati tenere nelle locande e alberghi renza, cioè demarcando le attribuzioni e
camere di riserva con letti per comodo al- facoltà ai cardinali segretario di stato e
loggio, e sulla porta principale della posta camerlengo, ed a mg.*^ tesoriere.
l'arma del Papa regnanle,del cardinal ca- Nel pontificato Gregorio XVI, e di
di
merlengo e del soprintendente generale. suo ordine, moltissimi utili e vantaggio-
Tralascio di fare una enumerazione più si provvedimenti si emanarono sulle po-
diffusa delle disposizioni contenute nel ste, tanto delle lettere che de'cavalli, ri-

bando e nel regolamento, per quella bre- portate nella Raccolta delle /eg'giche an-
vità che mi elegge, e perchè di altre fa- drò citando ne* tomi che le contengono
rò menzione dipoi nel riprodursi tali di- neldarne un breve cenno^ Nel voi. 2.°
sposizioni. A tenore del moto-proprio di del i835 la Notificazione del cardinal
Pio VII del i8 17 sul regolamento de'la- GImberi ni segretario per gli affari di sta-
vori pubblici d'acque e strade, riporta- to interni, sulle provvidenze concernen-
to da Nicolai a p. 3i, t. i Sulla presi- ^ ti i legni di cui si fa uso per viaggiare
denza delle strade ^ venne concessa ai in posta; numero de'cavalli e de'posti*
maestri di posta di ciascuna stazione la glioni, e quantità della tassa di corsa in
prelazione e l'intraprendenza de' la vori proporzione della qualità de'legni e del-
di manutenzione occorrenti ad ogni trat- la quantità del carico; forma della bol-
to di strada fra una stazione postale e letta di viaggio da rilasciarsi alla parten-
l'altra. Nel 1 8 1 8 si accordò un distintivo za de' viaggiatori in posta; pene discipli-
ai porta-lettere. Ai due del palazzo apo- nari a carico de' postiglioni in caso di
stolico fu concesso l'uniforme di panno contravvenzione a'regolamenli. Notifica'
verde con petti e (liciti di scarlatto e bot- zione del camerlengo sulla larifià della
3io POS POS
tassa delle lettere (cioè remanata d'or- Fondi pel regno di Napoli, alle 3 già e-
dine di Leone XII), pieglii, manoscritti sistenti. Il moto-proprio di Gregorio XVI
e stampe circolanti nello stato pontifìcio, de'4 novembre 1840 pel regolamento e
che si spediscono per la posta, compre- per l'amministrazione generale delle po-
sa la tassa di posta per lettere e pieghi ste pontificie, dicendo che la direzione
a mano; pene contro chi apre e trafuga generale delle poste, gelosa cura del go-
lettere od involucri consegnati alla po- verno, cui sono affidati nella epistolare
sta (queste e le seguenti disposizioni so- corrispondenza i sociali rapporti d'ogni
no pure contenute nel Bando óe\ cardi- particolare e generale interesse , meritò
nal Pacca riprodotto in detto volume, sempre le sollecitudini de' predecessori.
insieme air£'^/7/o e tarift'a generale per Dispose principalmente, che il soprinten-
le corse de* cavalli delle poste ). Che la dente generale delle poste, l'ispettore ge-
posta ed i suoi ministri non sono respon- nerale permanenti nella capitale, e il di-
sabili del denaro o degli oggetti preziosi rettore speciale dell'uflicio della posta di
mandati in lettere senza esserne fattala Roma, da lui ripristinato, sono di nomi-
consegna. Divieto di visitare le valigie di na sovrana, come al Papa spetta l'appro-
posta, disposizioni intorno i corrieri, pre- vazione dei direttori postali delle direzio-
scrizioni sui viaggi in posta, disposizioni ni principali delle provincie , la cui no-
sul corso delle staffette, obbligo de* pò- mina deve sottoporre il tesoriere. Con-
stieri di ritenere legni per uso de' viag- fermò e meglio dichiarò le attribuzioni
giatori, privilegi de'postieri nelle provvi- del cardinal segretario di stato in tutti
ste de' generi inservienti alla condotta che hanno relazione a corti e go-
gli affari

delle rispettive poste, divieto di esecuta- verni esteri , ed il servigio de' sovrani e
re cavalli e atti^zzi di posta. A Pesti- principi reali nel viaggiare pei dominii
lènze (F.) parlai dell* espurgo delle let pontificii; la spedizione delle g«tìfrJ/e no-
tere per impedire i contagi, Nel voi. 17 bili, la nomina e invio de'corrieri di ga-
del 1 839 si legge la Notificazione del car- binetto (questo cardinale suole nomina-
dinal Tosti pro-tesoriere generale , che re il proprio cameriere corriere ponti-fi-

a rendere più facile e spedito il viaggio cio , come per ultimo fecero i cardinali
da Roma a Civitavecchia e viceversa, è Somaglia e Lambruschini). Riservò le no-
stabilitoun aumento di poste lungo lo mine degli altri corrieri al cardinal ca-
stradale, ed un corso regolare di diligen- merlengo, il quale dovrà essere inteso nel-
ze che periodicamente percorrano lo stra- le variazioni delle stazioni postali, abrQ-
dale medesimo. Più la Notificazione del gando le altre sue giurisdizioni riguar-
medesimo cardinale, colle disposizioni di- danti le poste. Dichiarò che l'amtninistra-
rette ad assicurare l'esigenza delle tasse zione delle poste rimane concentrata nel
postali, per le lettere che vengono o par- ministero del tesoriere generale, sotto la
tono coi legni a vapore che approdano cui presidenza la regolerà il consiglio com-
in Ancona e Civitavecchia. Col principia- posto del soprintendente, dell' ispettore,

re del 1840 ebbe luogo l'istituzione dei del direttore di Roma e d' un sostituto
velociferi, allorché alle corse settimanali, commissario della rev. camera. Stabilì le

ch'erano soltanto 3, ne furono aggiun- attribuzioni del soprintendente, degli al-


te 2 nel lunedì e venerdì da Roma a Bo- tri ministri e del consiglio. Inoltre nel det-
logna e viceversa per lo stradale delle to voi. 18 sono \e Norme pel più esatto
Marche. Nel voi. 18 del 1840 si contiene servigio delle diligenze che percorrono Io
la Notificazione del cardinal Tosti pro- stradale da Roma a Ceprano, da Roma
tesoriere generale, sull'accrescimento di a Civitavecchia e viceversa. Nel voi. 19
2 corse postali la settimana da Roma a del i84i si riporta il Regolamento del
POS POS 3ri
catcìinal Tosti prò tesoriere, di discipli- rono con notificazione il so-
le discipline,
na interna per l'amministrazione delle printendente generale, e con regolamen-
poste e suoi uffizi in seguito del moto- to il ministro delle finanze). Nel voi. 22
proprio di Gregorio XVI, cioè le norme del 1844 '3 Notificazione del cardinal
pel consiglio amministrativo; l'onore ri- Tosti pro tesoriere sulla spedizione delle
servalo al soprintendente di accompa- lettere provenienti dall'estero; quella per
gnare il Papa ne'suoi viaggi, ed i sovra- facilitare le comunicazioni epistolari fra
ni che transitano per lo stato pontificio^ Roma e Civitavecchia, con l'aggiunta di
la divisione della soprintendenza o am- due corsi postali ai tre che già esisteva-
ministrazione generale in 3 sezioni, se- no; quella colla pubblicazione della tarif-
greteria, revisione, contabilità; la forma fa delle corrispondenze postali, anche per
e dipendenza delle direzioni postali, con- quelle all'estero per mezzo de'corrieri e
cedendosi al direttore di Roma ed ai di- battelli a vapore, e dell'aumentato nu-
rettori postali fino alla 3.^ classe un ag- mero degli arrivi e partenze de'corrieri.
giunto, oltre il personale a ciascuna di- A'i5 aprile 1848 fu statuito un nuovo
rezione attribuito secondo la classe a cui corso postale, acciò nel mercoledì arrivi-
la medesima appartiene; gl'ispettori or- no e parlino da Roma le corrispondente
dinari e straordinari per la visita e ve- per Acquapendente e per Ferrara per
rifica delle direzioni e uffizi postali e del- Io stradale delle Marche; quindi nel suc-
le poste de'cava Ili; la pianta degl'impie* cessivo ottobre incominciò l'imposlazio-
gati presso l'amministrazione ddle po- ne e assicurazione de' biglietti o boni di
ste; il concorso per l'ammissione di nuo- carta monetata colla tassa dell' uno per
vi impiegali, con quanto si riferisce a lo- 1000. Nel supplemento al n.° iSy della
ro; chi gode le franchigie; norme e cau- Gazzetta di Roniai^^^ si legge il rap-
tele per le consegne di denaro ed effetti porto per stabilire una linea di telegrafi
di valore agli uffizi postali. Più contie- lungo lo stato pontificio , da Bologna a
ne la Notificazione dello stesso porpo- Roma. In questo tempo molto si parlò
rato sullo stabilimento d'una nuova di- e scrisse sul gelosissimo e gravissimo ser-
ligenza fino al confine toscano, cioè da vizio ch'è affidato ai direttori e impiega-
Roma ad Acquapendente e viceversa, al- ti postali, esigendo il pubblico la massi-
tra simile da Bologna per le Filigare, ed ma puntualità. Nella tornata del 4 ago-
una 3/ da Foligno a Perugia e vicever- sto 1848 del consiglio de'deputati di Ro-
sa. La Notificazione sui nuovi corsi po- ma fu accusato Luigi XIV come inven-
stali in detti stradali perla corrisponden- tore o almeno regolarizzatore di rompere
za epistolare colla Toscana. Qui noterò i sigilli e di aprire le lettere, contro la
che nel capitolato di appalto per le po- santità dell'inviolabile segreto postale, e
ste cavalli del 1844 f^ stabilita l'istitu- si trattò di formare una legge che pu-
zione d'una cassa di sussidi a favore dei nisse gl'infrangitori di tal segreto con vi-
postiglioni ch'erano tanto a cuoredi Gre- sitare le lettere de'privati, non valutan-
gorio XVI, da formarsi mediante il pa- dosi né le ragioni di stato, né la salute
gamento di bai. 20 che in ciascun mese pubblica, nei tempi di guerra. Veramen-
fiuono obbligati di fare i rispettivi mae- te già esistevano su questo delicato ar-
stri di posta per ogni postiglione addet- gomento savie leggi pontificie, comprese
to alle sta'zioni a loro concesse in appal- anche nel bando del 18 16. Dipoi s'intro-
to; le quali somme si rinvestono per for- dusse Tarrivo e partenza de'corrieri an-
mare giubilazioni pei postiglioni dive- che nella domenica, ma nel maggio i85o
nuti impotenti, ed in caso di morte alle si fece cessare. A' 10 ottobre dal pro-mi-
loro famiglie (ilipoi neIi85o ne regola- nistro delle finanze comm.*' Galli si pub-
3i2 POS POS
blicò il Regolamento per la franchigia mitata per tutte le corrispondenze dello
post a ley ^ei'chè si contenga ne'lìmili as- stato. I cardinali.! parenti del Papa. L'as-
segnali e meglio sistemarla, cioè l'esen- sessore, commissario, inquisitori e vicari
zione del pagamento della tassa postale dell'inquisizione. I tribunali della cancel-
per le corrispondenze epistolari compre- leria, consulta, dateria, penitenziéria, se-
se le stampe, che è di due sorte o cate- gnatura e vicariato. 11 1.° aiutante di ca-
gorie, illiniitata e limitataj la i / per le mera del Papa. L'assessore generale di
corrispondenze dello slato e dell'estero, polizia. Categoria 3.^ Godono la fran-
la 1.^ per le corrispondenze del solo sta- chigia per le sole lettere semplici. 1 pe-
to, franchigia che o per distinzione o per nitenzieri lateranensi, ed i religiosi e mo-
affari d'oflicio si accorda a delle dignità, nache degli ordini mendicanti , cioè dei
autorità, congregazioni, corporazioni re- cappuccini, minori osservanti e riforma-
ligiose di stretta mendicità, ministeri, ed li, passionisti, penitenza, trinitari, e del-
a personecome dall'elenco rispetti vo con- le monache cappuccine, della Concezio-
tenuto nel regolamento, con questo pe- ne ai Monti o francescane, e paololte. Par-
rò, che ad eccezione delle corrisponden- te 2.'' Categoria unica. Godono la fran-
ze dirette al Papa , tutte le altre prose- chigia limitata alle sole corrispondenze
guiranno a essere munite di tassa nella dello stato con bollo di officio. Il cardi-
parte posteriore. Parte i.' Categoria i." nal prefetto de' palazzi apostòlici per la

Godono della franchìgia illimitata per giurisdizione di Castel Gandolfo. Il pre-


tutte le corrispondenze dello stato e del- sidente di Roma eComarca. Il presiden-
V estero, cardinali camerlengo, peniten-
i te del censo. L'uditore della camera. Gli
ziere, segretario di stato , e prefetti del arcivescovi e vescovi per la corrisponden-
concilio, de' vescovi regolari, e di propa- za colle s. congregazioni , con mg.*' udi-
ganda, il quale per le sole corrisponden- tore del Papa e con qualunque altra au-
ze di Levante, che giungono coi vapori torità avente bollo d'officio. I prelati vi-
francesi del Mediterraneo. Lecongiega- cegerente, maggiordomo, maestro di ca-
zioni cardinalizie della disciplina, fabbri- mera, uditore del Papa, presidente de-
ca, inquisizione, immunità, indice, indul- gli archivi , uditore del camerlengato,
genze, lauretana e de'riti. I generali dei commissariodi Loreto. I vicari degli ar-
cappuccini, minori osservanti e riforma- civescovi e vescovi per la corrisponden-
ti, passionisti, della penitenza e trinitari za colla curia rispettiva. I commissari
scalzi alle Fornaci. 11 commissario di Ter- de'beni ecclesiastici e loro agenzie. I pre-
ra santa, quello apostolico pegli affari di lati avv.° generale del fisco, comjnissario
Spagna. I procuratori generali delle mis- generale della camera ,
procuratore ge-
sioni de'minori osservanti e riformati. I nerale del fisco. 1 procuratori camerali,
procuratori generali de* cappuccini, mi- i procuratori fiscali pressoi tribunali cri-
nori osservanti e riformati, e de' passio- minali, i presidenti de' tribunali civili e
nisti. Il segretario intimo del Papa e quel- criminali di commercio, i governatori, i

lo di consulta, il sostituto della segrete- giusdicenti, gli assessori e uditori. legali,


ria di stato. I legati e delegati. I mini- i direttori di polizia nelle provincie, quel-
steri dell' interno, polizia, grazia e giu- li delle darsene. Ne' porti marittimi , il

stizia, finanze, commercio belle arti in- magistrato centrale di sanità d'Ajicona,
dustria agricoltura e lavori pubblici , e la commissione filiale di sanità in Civi-
delle armi. Direzione generale delle po- tavecchia, r ispettore residente in Civi-
ste. Direzione del giornale di Roma per tavecchia, i capitani de' porli d'Ancona e
una sola copia di qualunque giornale. Ca- Civitavecchia, i comandanti de'la^zaret-
tegoria 1^ Godono della franchigia li' ti di tali città, i commissari di sanità, i
POS POS 3i
direttori generali de' ciazi diretti e pro- rugìa, Pesaro. 2." classe: Civitavecchia,
prietà camerali, del debito pubblico, del- Faenza, Forlì, Sinigaglia, Spoleto, Ter-
le zecche in Roma e Bologna, gli officia- ni, Viterbo. 3.* classe: Acquapendente,

li del bollo oro e argento. II direttore ge- Cagli, Camerino, Cesena, Ci vitacastella-
nerale delle dogane, e di queste i soprin- na, Fano, Frosi none, Imola, Loreto, Nar-
tendenti, regolatori, revisori, primi mini- ni, Ravenna, Ri mini, Terracina, Tolen-

stridi dogane di semiriscossione e di bol- tino Velletri. 4-^ classe


, Albano, Fos-
:

lellone, ispettori in giro, capitano ispet- sombrone, Forlì, Prosinone, Imola, Lo-
tore della milizia di finanza in Roma ; reto, Orvieto, Osimo,Ronciglione,Scheg-
nelleprovincie i capitani ispettori, tenen- gia. Sigillo,, Tivoli. Vi sono inoltre altri

ti, sottotenenti, capoposti, comandante la uffizi postali denominati Distribuzioni,

marina doganale , amministratori delie che si dividono in i.^ e 2.* classe. Que-
saline. Aojministratori camerali. Agenti sto dicastero che dipende dal ministero
camerali in Ancona, Civitavecchia, Por- delle finanze, ha un uffìzio o direzione ge-
to d*Anzio,Terracina. Esattori degli am- nerale, col soprintendente generale delle
ministratori camerali. Commissario e poste per capo; vi sono inoltre l'ispettore
cassiere delle Paludi Pontine in Terra- generale e 3 ispettori pei 3 circondari nei
cina. Ispettore delle selve in Ronciglio- quali dividesi secondo il sistema postaleio
ne. Giunta di revisione ai nuovi estimi stato pontificio. La direzione
generale ha
del censo, ispettori, cancellieri e ingegne- due uffìzi, cioè segreteria e contabilità, di-
ri. Militari, cioè intendenti delle 3 divi- pendendo dalla medesima 39 direzioni nei
sioni di Roma, Bologna e Ancona e lo- diversi luoghi dello slato, compresa Ro-
ro comandanti. I comandanti de'forli e ma, che ha pure l'aggiun lo. Tali direzioni
piazze, de'reggimentio corpi, di compa- servono come di punti centrali, ove le co-
gnie isolale di linea, capi di distaccamen- muni a loro cura e spesa devono man-
ti, le compagnie, le tenenze, le brigate dare i propri procacci o postini per de-
ed i deposili di gendarmeria, gli uditori positare e prendere le corrispondenze, il

militari divisionari ;
gl'incaricati di abbi- denaro e luti'. altro che si spedisce col
gliamento, de'magazzini militari, i quar- mezzo postale. Vi sono 20 corrieri inca-
tier- mastri. Continueranno a ricevere ricali di eseguire le corseperiodiche per
franche le corrispondenze della segrete- la diramazione delle corrispondenze nel-
ria di stalo quelle persone non godenti le diverse direzioni, avendo luogo gli ar-

franchigia, portanti 'il sigillo della mede- rivi e partenze in tutti giorni, tranne
i

sima. Col i.° del i852 si attivò il siste- le domeniche. In tutto lo stato ponti-

ma de bolli franchi per la tassa postale, ficio sicontano 84 stazioni o poste-ca-


sia per afirancamento volontario delle valli da circa 660 postiglioni.
servite
lettere, pieghi o stampe, sia per l'impo- Finalmente per comodo de' viaggiato-
statura delle corrispondenze all' estero, ri e trasporto delle merci l'Impresa so-

sistema ordinato dal cardinal Antonelli ciale delle diligenze , con cointeressen-
pro-segrelario di stato con Noliftcazio- za del governo, eseguisce corse periodi-
ncy e poscia ne venne pubblicato il Re- che più volle la settimana da Roma a
golamento dal pro-ministro delle finan- Bologna e viceversa per lo stradale delle
ze a' 9 dicembre 1 85
1 colla tariffa già 1
, Marche, con quelle au-
in coincidenza
emanata nel i844- Ecco il novero delle striache da Roma a Firenze per la via
;

Direzioni postali dello stato pontificio, d'Acquapendente, da Roma a Terracina


le quali sono divise in 4 classi, oltre le e Napoli ; da Romaa Frosinone,eda Ro-
classi primarie di Bologna e Feri ara. i.^ ma a Viterbo per la via di Vetralla. Vi
classe: Aucona, Foligno, Macerala, Pe- ha pure altra diligenza da Roma a Civita*
3i4 POS POS
Tecchia, il cui esercizio privativo e con- 74, ch'è contiguo a quello della pia casa
cesso in appaltoal postiere delle stazioni degli orfani,© fu detto Palazzo di mg.'' vi.
lungo quello stradale. Nel voi. XXXVI, ce gerente per la stabile residenza che vi
p. i85cilai una bella carta postale di- faceva questo prelato, insieme al tribuna-
tnlia. Nel 1847 '" Livorno si pubblicò: le del cardinal vicario ed agli uffizi dei
Carla stradale e postale dell' Italia; con segretari di camera. Il Venuti, Roma mo-
Vìndicazione de*\'apon\ loro partenze e derna p. 3 1 3, dice che nel pianterreno vi
durala del viaggio. Nelle recenti confe- erano gli uffizi de'4 notari di camera e
renze postali austro-alemanne tenute in quello dell'archivio urbano, dimorando
Berlino, si trattò di regolare i rapporti nelle stanze superiori il vice gerente di
postali di tutta Europa, dietro le stesse Roma: ciò confermasi da Vasi, Itinerario
norme e principii di tariffa. La priorità di Roma p. 3o,chefu stampato nel i8o4;
del vasto concetto è dovuta al governo dicendo che vi sono gli archivi e gli uffizi
austriaco. £ un bel monumento di sua dei detti notari. Sotto governo francese
il

operosità la lega postale austro-aleman- nel pianterreno vi fu stabilita la granguar-


na che già abbraccia quasi tutta Ger- dia del comando della piazza di Roma.
mania ed anche l'Italia fu chiamata a
; Conservando questa. Pio VII nel i8i4
parte di questa istituzione come la To- nell'edifizio vi collocò la computisteria ca-
scana; in conseguenza le lettere del gran- merale e la direzione generale delle po-
ducato e qiielie della monarchia si po- ste pontificie, ed i luoghi e gli uffizi per
tranno affrancare fino al luogo di loro ricevere, affrancare, impostare e distri-
destinazione nei due stati. Al presente in buire le lettere e stampe. Benemerito Gre-
Austria vi sono 2 120 uffìzi postali in at- gorio XVI dell'importante amministra-
tività. zione delle poste, ne volle intieramente ri-

La direzione generale delle poste di Ro- storare, ampliare e nobilmente decorare


ma, come gli uffizi della dispensa,imposla- l'edifizio con l'opera dell'architetto cav.
zione e affrancazione delle lettere e le bu- Pietro Camporese nel 1 838, come si leg-
che (lealtrebuchesparseper la città sono ge dalla marmorea iscrizione (riportata
})resso gli speziali alla Madonna de'Moiiti, DeDominicis-Tosti, Dissert. de
dall'avv.
al Monte di pietà,in Panico, a Scossaca vai • operibus pub.p. 5): Fronlem aedifidi
li, e presso il droghiere accanto s. Agnese a exornandani porticuni f'eiorum cola-
Piazza Navona) per deporle, non ha avuto mnisinsigneni adslruendani curavit. L'e-
stabile e apposito edifizione'tempi passati. difizio fu celebrato con medaglia, ove si

Imperocché nel declinar del secolo de- vede il suo prospetto con l'epigrafe: Por-
corso la posta delle lettere era nel Palaz- ticu erutis solo Feienti columnis extra-
zo Massimo summentovato, per cui il vi- età. A comodo del pubblico pertanto fu
colo che conduce alla piazzetta dis. Pan- aggiunto il bellissimo portico con colon-
taleo, alla portaminore di detto palazzo ne d'ordine ionico, la più gran parte pro-
ed a Piazza Navona, si chiama della posta venienti dagli scavi delle rovine dell'an-
vecchia.Xndiv la posta fu trasferita presso tico Velo, essendo sormontato da una
PiazzaRandaniniela via Pozzo delle cor* loggia in balaustri di marmo. La cima
nacchie, e poi nel Palazzo di Firenze^ fin- dell'edificio ha un attico con 2 orologi,
che Pio VI 1 nel 1 8 4 la s tabi Pi a Piazza Co-
1 l'uno italiano, l'altro astronomico, e co-
lonna nel Palazzo della posta^ nome che me dissi a Orologi, furono formati anche
perciò gli derivò. Questo palazzo l'eresse per uso notturno. Ma siccome nel 85o 1 il

Innocenzo XII e donò ììW Ospizio apo- Palazzo del Governo (^.) venne ridotto
stolico di s. Michele ( ^.), leggendosi nel per uso del ministero delle finanze e vi si
Bernardini, Descrizione de^rioniy p. 70 e traslocò la computisteria camerale , nel
POT POT 3i5
cortile con disegno del ca v. Gaspare Servi trlarcale di Alessandria, percorse tutto
venne erelto l'edifizio perle Poste pon- r Egitto, perseguitando crudelmente i

tificie ^ come si legge nel riscrizione, con cattolici, e specialmente s. Polamone, il

portico, loggia e orologio con campane, quale venne per suo ordine battuto a
sovrastato dall'arma del regnante Pio IX, colpi di bastone, per cui morì poco dopo,
e nel marzo di quest'anno 1 852 vi fu tras- cioè *nel 341. S. Atanasio gli dà il titolo

ferita la direzione e uffìzi delle stesse po- di martire della divinità di Gesù Cristo.
ste, come la Impresa sociale delle dili- La sua festa è segnata il 18 di maggio.
genze pontificie. POTENZA, Po lentia. Sede vescovile
POTAMlANA(s.), vergine e martire V secolo. Vedi voi.
del Piceno, eretta nel r

di Alessandria nellll secolo. Sua madre, VII, p. Ili, XL,


270, 287 e 288. p.
chiamata Marcella, l'allevò nella religio- POTENZA (Potentin). Città con re-
ne cristiana, ed affidò la di lei istruzio- sidenza vescovile nel regno delle due Si-
ne al grande Origene, che la formò al- cilie, capoluogo della provincia di Basi-

la virtù. Essa era schiava di condizione, licata, a 34 leghe da Napoli, nell'antica


ed assai bella. Colui ch'ella serviva, es- Lucania, posta fra'monli in mezzo alle
sendo preso da una violenta passione per scaturigini del Basienlo, sopra un'amena
lei, tentò di sedurla, e non avendo potu- collina degli A pennini. Vi è una gran corte
to trionfare della sua virtù, la denunziò criminale ed un tribunale civile. Cinta
come cristiana ad Aquila, prefetto di E- di mura, è piazza forte di 4-' classe. La
gillo, che la condannò a diverse tortu- cattedrale è un bello e antico edifizi/) d'or-
re; poi fu calata a poco a poco in una dine dorico, sotto l'invocazione di s. Ge-
caldaia di pece bollente, ed in questa gui- rardo vescovo e patrono della città, col
saconsumò il suo sagrifìzio. Marcella sua ballislerio e la cura d'anime esercitata
madre fu abbruciala nel medesimo lem» dall'arciprete, 1.^ dignità, coadiuvato da
pò. Un soldato, chiamalo Basilide, che alcuni preti. 11 capitolo si compone di 3
avea accompagnatola santa al supplizio, dignità, la I
.^ essendo l'arcidiacono, la 3.^ il

si convertì al cristianesimo, e poco do- cantore, di i5 canonici compresi il pe-


po avendo confessata la fede dinanzi al nitenziere e il teologo, di 12 mansionari
tribunale del prefello, fu condannato ad e di altri ecclesiastici. L'episcopio è pros-^
essere decapitato. 11 martirologio roma- simo Vi sono 2 altre chie-
alla cattedrale.
no fa menzione di s. Polamiana e di s. se parrocchiali che sono pure collegiate
Marcella sua madre a'28 di giugno, eoo col s. fonie, due conventi di religiosi ed
altri martiri di Alessandria sotto l'im- un monastero di monache, diversi soda-
peratore Severo. lizi, l'ospedale e il seminario. Nel i85(

POTA MONE (s.), vescovo di Eraclea re Ferdinando II ordinò che qui si co-
in Egitto e martire. Arrestato nel 3 io struisse e trasferisse il collegio de'gesuiti
nella persecuzione di Massimino Daia o d' A vignano, ed in questo secondo luogo
Daza, sofFn con invitta costanza vari tor- si erigesse un ospizio pei trovatelli e pe-
menti ed ebbe cavato un occhio erede- ; gli orfani militari. SelDbene all'apparire
si anche che avesse tagliato un garel- del secolo XVI i terremoti facessero pro-
lo , come s. Pafnuzio e molti altri con- va di subbissarla, tuttavia notabilmente
fessori. Trovossi al concilio di Nicea nel venne migliorala e vi fiorisce anche l'in-

325, e si distinse pel suo zeloconlrogli dustria, Nell'agosto 1 85 1 il terremoto por-


ariani. Avendo accompagnalo
s. Atana- tando la desolazione nella provincia e dio-
Tiro del 335, lo dife-
sio al concilio di cesi, il vescovo si distinse per operoso zelo
se con mollo vigore. Essendosi Grego- e paterna generosità, accorrendo in aiuto
rio ariano ioipadrouilo della sede pa* de'danneggiali.Tra gli uomiui illustri no-
3i6 POT POT
minerò il h. Bonaventura daPotetiza(F.)f Maggiore di Diano (da Pio IX nel i85»o
che nel voi. XIV, p. 88, col. 2."* per er- eretta in cattedrale vescovile colla bolla
rore di slampa si dice di Faenza. Di Po- Ex quo intperscrutabili)j costrutta dai
tenza sono ss. martiri Arouzio, Onora-
i fondamenti da Ruggiero Sanse verino
to, Fortunato e Sabiniano, che patirono contediMarsicoe signore di Diano e ma-
sotto Massimiano; non che diversi vesco- gnificamente dotata. Tra i successori me-
vi anche di altre diocesi. ritano special menzione, Guglielmo fr.

La sede vescovile fu eretta nel V se- di Torri de' minori nel i343 eletto da
colo immediatamente soggetta alla s. Se- Clemente VI per raccomandazione del-
de, indi sufFraganea dell'arcivescovo di A- l'arcivescovo d'Acerenza, cassando l'ele-
cerenza, come lo è tuttora. Non Faustino zione che ne avea fatta il capitolo. An-
(che fu vescovo di Potenza del Piceno), gelo napoletano nel 1 4 9 ' li'aslalo da Tri-
ma Amanzio o Amando fu il i.° vesco- carico, consigliere favorito di Giovanna
vo, che sottoscrisse i concilii romani del II,che lo fece promuovere a Rossano.Gio-
5oi , 5o7.j 5o3 e 5o4. Pietro visse nel vanni Torrecreniata (V,) cardinale Teb-
555, quindi non si conoscono altri fino he in commenda nel 1 45i9.Luisio nel 1 472
a Balas, che fu al concilio romano del- celebrò il sinodo. Giorgio Margera di Po-
1*826. N. che nel 1080 vide terminar la tenza del i49'' Giovanni Ortega spa-
chiesa di s. Gio. Battista, edificatada Ro- gnuolo del i5o2, datario di Ales3andro
berto e Palma coniugi. Gerardo del 099, 1 VI; per sua morte fu nel 5o3 fatto com- 1

cui successe s. Gerardo dell'illustre fami- mendatario il cardinalJacopo6err^(/^.).


glia Porta di Piacenza , celebre per san- Altro commendatario nel i52i fu il car-
tità di vita, zelo pastorale e per mira- dinal Pompeo Colonna (^.). Nino Nini
coli, avendo in una penuria di vino nella d'Amelia, nipote del vescovo Jacopo suc-
diocesi, per virtù divina e col segno della cessore di Serra, nel 1 526 l'ebbe in am-
croce convertita l'acqua in vino: gover- ministrazione e fu lodato. Gaspare Car-
nò felicemenrte 8 anni, morì a'3o otto- doso spagnuolo benedettino nel 1606 ce-
bre 1 1 19 Manfredo suo successore ne
: lebrò il sinodo, promosse zelantemente
scrisse la vita riportata da Ughelli, e Ca- e nel popolo che Io pian-
la pietà nel clero

listo li lo pose nel catalogo de' santi. In- se nella morte.Diego de Vargas spagnuo-
di furono vescovi Bartolomeo del i 197 lo del 1 626 ornò la cappella di s. Gerar-
che costruì la parte anteriore della cat- do. Fr. Michele Torres domenicano na-
tedrale; Grazia che ridusse il numero dei poletano, dotto, pio e divotissimo della
canonici di Maria e della cattedrale
s. B. Vergine del Rosario, ripose nella cat-
nel 122 1; Oberto di Potenza assai be- tedrale il corpo di s. Geovaria martire
nemerito, che rinnovò la città divenuta venuto da Roma e collocò nell'altare mag-
diruta e nel i25o nella cattedrale tras- giore le ossa di s. Gerardo. L' Ughelli,
portò in più decente luogo il corpo di Italia sacrai. 7,p. i32, riporta la serie
s. Gerardo, nella cappella da lui fabbri- de'vescovi, che termina con Carlo Pignat-
cata; chiaro per virtù e* pietà, morì O- telli teatino napoletano del 17 i5, conti-
berto nel 12 56 e fu sepolto nella cap- nuata dalle Notizie di Roma. Ne fu ul-
pella dis. Maria de Ferris edificata dal timo vescovo Bartolomeo de Cesare na-
canonico Manfredo. Sotto N. successore poletano, eletto nel 8o5, e lo era quan-
1

iù eretto nel 1266 il convento di s. Fran- do nel 18 18 Pio VII unì questa sede a
cesco, e secondo Coilenuccio nel 12.68 quella di Marsico Nuovo, onde il vesco-
Potenza venne distrutta dal terremoto. vo s'intitola di Marsico Nuovo e Potenza.
Fr. Guglielmo o Gualtero domenicano POTENZIANO (s.). martire./'. Sa-
nel 1274 consagrò la chiesa di s. Maria VINI ANO (s.), vescovo di Sens.
POT POT 317
POTIERLEONF,C<7/Y///i/7Ze.De'signo- POTI NO (s), vescovo di Lione e mar-
ri di Gesui'eSjdi chiaro sangue francese, tire. Era più che nonagenario, quando
conseguita la laurea dottorale nei!' uni- infierendo nelle Gallie la persecuzione,
versità di Sorbona, portatosi in Roma per fu strascinato davanti al giudice per es-
dedicarsi allo staloecclesiaslico, Innocen- sere interrogato. Sebbene fosse tanlode-
zo XI lo fece protonotario apostolico, e bole e cagionevole che appena poteva
Luigi XIV lonominòall'arcivescovato di respirare, Tardentissimodesiderio di mo-
Bourges nel 1694. Fu all'asseniblea del rire pel nome di Gesù Cristo richiamò le

clero in Parigi nel 1 7 i o, e la presiedè nel sue forze ed il suo vigore, sembrando es-

1715. Quindi ad istanza del redi Polo- sergli conservata la vita perchè avesse
nia a' 19 novembre 17 19 Clemente XI Avendolo il go-
la gloria di sagrificarla.

]o-"reò cardinale prete. Difese con apo- vernatore domandato chi fosse il Dio dei
stònco zelo dalle calunnie e imposture dei cristiani, rispose
: »> Lo conoscerete al-
novatori il primato e le prerogative del lorché ne sarete degno ". Dopo questa
Papa e la purità della fede cattolica, an- risposta fu maltratto barbaramente;quel-
che cogli scritti. Assistè alla consagrazione li ch'erano vicini alni gli scaricavano ad-
di Luigi XV, e fu dichiaralocommenda- dosso Serissimi colpi, ed i più lontani gli

tore dell'ordine dello Spirito santo. Op- lanciavano tutto ciò che veniva loro al-
presso dalle fatiche e dall'età, morì di 87 lemani; quindi venne cacciato in prigio-
anni nella sua deliziosa villa presso Ver- ne dove morì dopo due giorni. Nello
,

sailles nel 1744» senza essersi mai por- slesso tempo molti altri cristiani ripor-
tato in Roma. tarono la corona del martirio. Quelli che
POTIER Stefano Renato, Cardina- provarono in particolar modo gli effetti

le. De'duchi di Gesures, una dellepiù co- della barbarie del governatore, de' sol-
spicue famiglie di Parigi, fin dall'adole- dati e del popolo, furono il diacono San-
scenza determinò di consagrarsi al ser- to, nativo di Vienna; Maturo, il quale,
vigio della chiesa sotto la direzione del sebbene neofito, si mostrò pieno di for-
cardinal Potier suo zio, che lo fece gran za e di ardore pel combattimento; Ai-
vicario di sua arcidiocesi, nel quale in- talo di Pergamo, ch'era stato il sostegno
carico die saggio di saviezza e idoi^eilà, e l'ornamento della chiesa di Lione; ed
onde nel 1728 meritò la sede di Beau- una schiava per nomeBlandina. Condot-
vais.Quivi oltre ai luminosi esempi d'im- ti nell'anfiteatro, perchè il loro suppli-

macolato costume, oltre le istruzioni che zio servisse di spettacolo al popolo, Ma-
somministrò al popolo, ebbe tutto l'im- turo e Santo, dopo un'orribile flagella-
pegno di stabilire nelle chiese della dio- zione furono abbandonati al furor delle
cesi rispettabili ecclesiastici,non meno per bestie ,
poi messi sopra una seggiola di
probità di costumi, che peu eminenza di ferro rovente, e finalmente l'uno e l'al-

dottrina.Ad istanza del re di Polonia, Be- tro scannati. Attalo pure fu condotto nel-
nedetto XI V a'5 aprile 756 lo creò car- 1 r anfiteatro, ma il goveinatore udendo
dinale prete di s. Agnese fuori delle mu- esser lui cittadino romano, lo rimandò
ra. Rinunziato il vescovato ripatriò, do- in prigione ed attese gli ordini dell'im-
ve Luigi XV, cui riuscì carissimo, lode- peratore. Quindi esposto una seconda vol-
coro dell' ordine dello Spirito santo. Si ta nell'arena, dopo diverse torture ter-
recò al conclave per l'elezione di Clemen- minò il suo sagrifìzioper la spada. Blan-
teXI V ; morì santamente in Parigi nel dina fu attaccata ad un palo per essere
1774 d'anni 77, ed ebbe sepoltuia nel- divorala dalle bestie,ma essendo stata
la chiesa de' celestini presso i suoi ant-é- così esposta alcuntempo senza che nes-
nati. suna volesse neppure toccarla, fu ricon-
18ÒU4U
3 8
1 POT PO V
dolio in prigione e riseibala ad altri lor- no 1 di giugno. Leggesi in
s. Gregorio

iiienli, che sostenne con invitta costanra di Tours, ch'essi erano in nuo)ero di 4^^,
nell'ulti mo giorno de'combattimenti dei e che venne miracolosamente ricuperata
gladiatori. Essa fu flagellata, squarciata parte delle loro ceneri, le quali furono
dalle bestie, posta nella sedia ardente, e deposte sotto l'altare della chiesa che por-
pure coir essere scannala. Questi ed
finì tava da antico tempo il nome degli apo*
Lione Tan-
altri santi martiri soflrirono a stoli di Lione.
no 7 y, regnando Marco Aurelio, e sono
1 POVERI (Avvocato dei). V. Po-
riportati nel naarlirologio romano al gior- vero.

FINE DEL VOLUME CINQUANTESIMOQUARTO.


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