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DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO Al NOSTRI GIORNI

SPECIALMENTE INTORNO
AI Pr.mCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARII GRADI DELLA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA, ALLE CITTA
PATRIARCALI, ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
AI CONCILII
,

AI RITI, ALLE CEREMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E


PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NOW
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.

COMPILAZIONE

DEL CAVALIERE GAETANO MOROiM ROMANO


PRIMO AIUTANTE DI CAMERA DI SUA SANTITÀ

GREGORIO XVI.

VOL. XXVIIL

1 N V E N E Z I A
UALLA TIPOGRAFÌA E :\IILIANA
MD C C C XL I V
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE?

STORICO-ECCLESIASTICA
^m^m--

FRU FRU
t RUMENZIO (s.). Era di Tiro, dì Giunto il giovine re,
privilegi.
e fu allevato insieme con suo fratel- chiamato Airan, all'età di governa-

lo Edesio presso un re dell' Abissi- re, i due fratelli lasciarono gli uf-

uia che risiedeva ad Assuma, al qua- fiziche tenevano, malgiado le istan-


le in principio del IV secolo erano ze fatte loro per ritenerli alla cor-
slati ambedue presentati da alcuni te. Edesio ritornò in Tiro , dove
del paese, che li aveano presi sac- fu ordinato prete, e Frumenzio
cheggiando la nave che riconduceva- andò in Alessandria per pregare s.
li a Tiro insieme col loro zio Me- Atanasio di mandare un vescovo
ropio. Cresciuti negli anni e nella in questo paese cos\ bene disposto
l)enivoglienza del principe. Edesio alla conveisione. Radunato un si-

n'ebbe la carica di coppiere, e Fru- nodo, fu deciso, nessuno essere più


menzio qtielia di tesoriere e segre- idoneo di Frumenzio per compiere
tario di stato. Venuto a morte il la buona opera ch'egli avea co-
re, per ricompensarli de' servigi pre- minciata, perciò consagrato vesco-
statigli donò loro la libertà; ma la vo fece ritorno ad Assuma. 1 suoi
regina rimanere alla
pregolli di discorsi ed suoi miracoli operaro-
i

corte, e di aiutarla nell'ammini- no grandissimo frutto. Il re e suo

strazione del regno durante la mi- fratello ricevettero il battesimo e


norità del figlio. Frumenzio, che contribuirono alla propagazione del
avea la parte principale degli af- vangelo fra i loro sudditi. L'impe-
fari , contribuì non poco a rende- ratore Costanzo, fautore degli aria-
re il cristianesimo rispettabile nel ni, odiando Frumenzio perchè uni-
paese, e indusse molti mercatanti to di sentimenti con s. Atanasio,
cristiani a stanziarvisi, facilitando scrisse a questi principi una lettera

ad essi i mezzi di professare la loro minacciosa, per obbligarli a conse-


religione, per la quale ottenne gran- gnare il loro vescovo nelle mani di
,

6 1
'
RL FRU
Giorgio patriarca intruso d' Alessan- fando colla dolcezza e colla pazien-
dria; ma essi non gli ebbero alcun za delle persecuzioni suscitategli
riguardo, e comunicarono questa dall'invidia. Morì da vero peniten-
lettera a s. Atanasio, che l'inserì te sulla cenere nella chiesa, come
nella sua Apologia a Costanzo. S. avea desideralo, a' 16 di aprile del
Frumcnzio continuò ad istruire ed 665. Le sue reliquie sono a Coin-
edificare la sua greggia fino alla postella, ed è festeggiato nell'almi-
sua morte, di cui ignorasi l'anno. versarlo della sua morte.
Gli abissini, che lo chiamano s. FRUTTO SO monache. An-(s.),

Fremonato, l'onorano come apo- tiche religiose di Spagna, che rico-


stolo degli assumiti; i latini ne ce- nobbero per fondatore s. Fruttuoso
lebrano la festa a' 27 d'ottobre, vescovo di Siviglia o di Dumo, il
ed i greci a' 3o di novembre. quale ad imitazione de' monaci della
FRUTTUOSO (s.). Nato del Tebaide fabbricò nelle solitudini del-
sangue reale dei visigoti di Spa- la vSpagna diversi monisteri sì di uo-
gna, ed inclinato alla solitudine, mini, che di donne, le quali ebbe-
per seguire la sua vocazione entrò, ro origine dalla vergine Benedetta.
dopo la morte de' suoi genitori, Avendo questa ripudiato le nozze
nella grande scuola che il vescovo del re Gardingo, se ne fuggì dalla
di Palencia avea istituita per l'e- casa paterna in un luogo solitario, e
ducazione de' suoi chierici. Vendet- da questo passò ad un monistero di
te i suoi beni, e sovvenuti larga- religiose. Venuto san Fruttoso in
mente i poveri, fondò molti moni- cognizione di ciò, fece edificare nel
steri, fra' quali uno di figlie, detto detto luogo solitario ima piccola
Nono, perchè era nove miglia di- casa per Benedetta, acciò ivi potes-
stante dal mare, e quello detto di se menare vita ritirata e devota.
Compiuto, perchè dedicato a' ss. Molte donzelle, bramose d'imitarne
Giusto e Pastore martiri di Com- l'esempio, a lei si unirono, onde
piuto, nel quale si fece religioso. in breve tempo il loro numero
Governò questo monistero in qua- giunse ad ottanta ed allora san
,

litàdi abbate, finché messavi ogni Fluttuoso gli fabbricò un propor-


cosa in ottimo stato, e stabilita una zionato monistero, al quale diede
perfetta regolarità fra' suoi discepo- regole, e prescrisse alle religiose il

li, si elesse un successore e ritiros- modo di vestire , cioè una tonaca,


si nel deserto, ove menò vita au- con semplice cocolla e breve man-
sterissima, vestendo un abito di tello, il tutto di lana grigia; cingo-
pelli di bestie, ad esempio degli lo di pelle nera, sandali nell' estate
antichi solitari. La rinomanza del- e scarpe nell' inverno. Trasportato
le sue virtù si sparse nelle più s. Fruttoso alla sede di Braga, in
lontane contrade , e malgrado il un monte vicino a questa città eres-
suo amore al ritiro fu ordinato ve- se un altro monistero, e poscia san-
scovo di Dumo, e l'anno 656 ven- tamente morì l'anno 665. Il p. Bo-
ne collocato sulla sede arcivesco- nanni nella parte seconda del Ca-
vile di Braga. Egli esercitò il suo talogo degli ordini religiosi , del-
ministero colla più grande edifica- le vergini dedicate a Dio , a pag.
zione, conservando la stessa inno- LVllI tratta delle monache di san
cenza ed austerità di vita, e trion- Fruttuoso , e ce ne dà la figura
FTE F[L 7
ri»/* lapprescnta con ima croce in a Lodeve, di cui è il secondo pro-
iiiiinu. tettore.
FTi:\OTH, o PH TENOTH ov- FULDA (Fuldcn). Città con
vero l'TENETHlJ. Sede vescovile residenza vescovile dell' Assia elet-
e pieftUtiira dell' Egitto, la cui ca- torale o Cassel nella Germania,
pitale ei'a Biita, sotto il patriari.yto capoluogo di provincia e di cir-
<r.\less:iiidria, e Cotiimanville lo di- condario del suo nome, formata
ce siilliaganeo del metropolitano di nel 1H21 del granducato di Fulda
Cabassa, nel medesimo patriarcato, e (eccettuato il baliaggio di Saalmilu-
registra la sede episcopale di Biitus ster ) ,
giace sulla riva destra del
eretta nel quinto secolo. Si cono- (ìiirne Fulda, che ha origine verso
scono tre vescovi di questa diocesi : il versatoio nord-ovest della l'hon-
Caio che intervenne al concilio di gebirge nella Baviera. E piu' .se-

come vescovo di Phlenolh;


IVicea, de di una corte superiore di giu-
Ammone che come vescovo di Bu- stizia, un'amministrazione fo-
di
io sottoscrisse al concilio generale restale, una ispezione de' pon-
e di
di Efeso; e Teona che si segnò sot- ti ed argini. Cinta da mura anti-
to il decreto sinodale di Gennadio, che e rovinose ha otto sobborghi.
patriarca di Costantinopoli , contro Sono rimarchevoli 1' antico palazzo
i simoniaci. Orictis Clirist. lom. II, episcopale oinato di giardini, l'ar-
pag. t3(). senale , la chiesa di Mi'insler con-
FULCO abbate di Fonte-
(s. ),
tenente il sepolcro di s. Bonitàcio
nelle. F. Vandregesilo (s.). apostolo dell' Alemagna e quello di
FULCllANO (s. ). Disceso dal- s. Sturmio primo abbate di Ful-
l'illustre famiglia de' conti di Sous- da fu s. Lullo che depose il cor-
;

tancion, e fornito di pietà, di dot- po di s. Bonifacio nel monistero di


trina e di castissimi costumi , fu Fulda ove giustamente è tenuto
.

consiigrato vescovo di Lodeve a' 4 in .somma venerazione abbiamo :

febbiaio del 94o- Zelante per la san- una buona istoria della dedicazio-
tificazione della sua diocesi, repres- ne della chiesa di Fulda , e della
se il vizio, corresse gli abusi, fon- traslazione delle relicjuie di s. Bo-
dò il monistero di s. Salvadore^ ne nifacio , colla vita di s. Eigilo , il

l'istaurò alquanti altri, rimise la di- quale nell'SiS succedette a s. Stur-


sciplina negli ordini religiosi, fece mio nel governo dell' abbazia di
grandi beni alle chiese e agli spe- Fulda, il tutto scritto dal monaco
dali, provvide a' bisogni degli indi- Candido della stessa abbazia, testi-
genti, e fece ovunque fiorire la pie- monio di veduta di quello che ri-
tà. Dopo cinquantasett'anni di epi- ferisce. Inoltre in sul fiume di Ful-
scopato mori a' i3 febbraio del da avvi un ponte di pietra ^ e le

1006, e in tal giorno se ne cele- case ilella città sono antiche, e le stra-
bra la festa. Iddio confermò co' mi- de strette ; vi sono tre piazze pub-
racoli r opinione che aveasi della bliche, una delle quali fiancheggia-
sua santità. suo corpo fu disot-
Il ta di tigli serve di pubblico pas-
terrato verso il I 1-27, e rimase in- ses;£:io. Fulda contiene molle cliie-

corrotto sino al 072 in cui fu ab- se ed altri sagri edifìzi un ; liceo


bruciato dagli ugonotti. Sonovi pe- che occupa la sua università fon-
rò alcune particelle di sue reliquie data nel 1734, un ginnasio, e di-
8 FUL FUL
versi altri istituti per l'educazione posto nell'abbazia di Fritzlar, per
un ospizio per le ve- cui potè erigereil monistero detto
de'due sessi;

dove e gli orfani, ed una casa di diFulda, perchè era presso il fiu-
correzione con officine per lavori. me di questo nome, nella sua dio-
Ad una lega al sud-est da Fulda cesi di Magonza, tra la Francoiiia,

si vede un bellissimo castello degli l'Assia e la Turingia, laonde ne fu


antichi principi, chiamato la Fagia- fatto primo abbate lo stesso s. Stur-
naggfa. Fulda è patria di diversi mio, da s. Bonifacio cui prescrisse
uomini illustri tra' quali nomine-
, grandi austerità ai monaci ; indi
remo il gesuita p. Atanasio Rircker, l'abbate con due monaci visitaro-

archeologo gran nome. Fulda


di no i principali monisteri d'Italia,
non fu in principio che un sempli- per introdurre a Fulda quello che
ce villaggio, e non pervenne allo vi notarono di più perfetto, e si

stato di città se non che nel i 162, prescrisse persino l' astinenza dal
epoca in cui fu cinta di mura. De- vino e dalla carne. La chiesa e
ve la sua origine vera alla celebre l'abbazia furono dedicate al ss. Sal-
abbazia dell' ordine benedettino, la vatore, ed al principe degli apo-

prima in dignità e lustro della Ger- stoli s. Pietro ,


poscia ne fu fatto
mania, di cui andiamo a parlare, patrono anche lo stesso s. Bonifa-
è fondata sulla piccola riviera di cio fondatore. Desiderò questo san-
Fulda che le ha dato il suo no-
,
to che nuovo monistero fiilden-
il

me, nel paese di Buchow, così chia- se fosse l' immediata


sotto giuris-

mato in tedesco a motivo della dizione della santa Sede e perciò ,

gran quantità di faggi di cui è ne pregò il Pontefice s. Zaccaria ,

pieno. il quale nel fjSi ne indirizzò le

L'arcivescovo di Magonza e mar- sue lettere a s. Bonifacio, colle qua-

lire s. Bonifacio, apostolo d'Alema- li dichiarò il monistero di Fulda


gna, dopo aver fondato in Germa- unicamente soggetto alla santa Se-
nia le abbazie di Fidslar, cui in- de, o sia alla Chiesa romana, esen-
titolò all' apostolo s. Pietro ; di A- zione che fu poi solennemente ri-
memburgo e di Ordorfe che dedi- conosciuta dal re Pipino il Piccolo
cò in onore dell' arcangelo s. Mi- con suo diploma , come riporta il
chele, verso l'anno 744 o 74^' ^^^ p. Mabillon , Annal. Benedici, lib.
pontificato di s. Zaccaria ,
gittò le 2, § 59 e 60. Il Tomassino, Di-
fondamenta dell'abbazia di Fulda, scipl. veler. et nov. eccl. par. I, lib.

la quale fu per molto tempo un 3, cap. 36, num. 8, ragionando di


seminario di uomini grandi che , queste lettere pontificie di esenzio-
accoppiarono il sapere alla pietà ; ne per il monistero di Fulda, è di
a dette abbazie s. Bonifacio vi po- avviso, che prima di S.Zaccaria
se i monaci dell'ordine di s. Bene- ninna abbazia fu riservata, ed im-
detto i quali vivevano delle fati-
,
mediatamente soggetta alla santa
che delle loro mani. Questa abba- Sede, che però i monisteri, che in-
zia di Fulda s. Bonifacio la fondò nanzi questo tempo si trovano e-
dopo avere raccomandato al re seuti dalla giurisdizione del vesco-
de' franchi Carlomanno figlio di vo diocesano, debbonsi credere im-
Carlo Martello, e ad alcuni signori mediatamente soggetti non già al
6, Sturmio bavarese, ch'egli avea Papa, ma al metropolitano, o pure
F VL FL L 9
ai vescovi congregnti nei sinodi, die cnncellieri dell'imperatrice, pieio-
iu quei piiuii secoli erano assai galivu die gli abbati eli Fulda go-
fiequenti, o per una tacita condi- derono sino alle ultime politiche
zioue al patriarca. Quindi i Papi vicende: però è da notarsi che la
e gl'imperatori fecero a gara di dignità di gran cancelliere dell' iin-
colmare l'abbazia di onori e di be- peratrice conferita ed esercitata dai-
ni Fulda divenne piincipato, mi
; l'abbate di Fulda, non era che di
circolo dell' alto Reno, con lenito- onore, dappoiché le sue funzioni
rio considerabile, e ne fu investito consistevano nel levare,
tenere e
r abbate prò tempore. riporre la corona nell' incoronazio-
II Papa Giovanni XIII nell'an- ne dell'imperatrice. Il Pontefice
no (:)G8 dichiarò l'abbale di Fulda Gregorio XIII per la dilatazione
primate di tutù gli abbati di Ale- e mantenimento della fede, fondò
magna. L'imperatore s. Enrico II, in Fulda un collegio, di cui tratta
dopo aver fondato il vescovato di il MafTei, Annali di Gregorio XIII
J5andjerga dismembrandola dalla an. i584, hb. XIII, pag. S^o.
diocesi d'Eibipoli, olFri la nuova Questo collegio da Urbano Vili, e-
chiesa a s. Pietro, ed al Papa lìe- letto nel 1628, fu ristabilito, alfine
nedetto Vili, confermando in pari di maggiormente promuovere la
tempo il monislero di Fulda, e le religione cattolica in Germania, pei
sue prerogative, ciò che pur fi?ce- danni recatigli da Lutero e da
ro altri imperatori. Dipoi il Pon- Calvino.
tefìce Clemente II, con bolla del Considerando il Pontefice Bene-
1046, sottopose alla santa Sede il detto XIV che nel circolo dell'alto
inonistero di s. Andrea in Roma, Reno trova vasi la considerabile cit-
situuto presso la chiesa di s. JMa- tà di Fidda capitale del dominio
ria ad Praesepe, nella cii-costanza degli abbati, altre volte stata Id^e-
che ne fece donativo alla chiesa e ra ed imperiale, nata interamente
monistero di Fulda, come si leg- dalla potente e celebre abbazia di
gè nel p. Mansi, Concil. coli. tom. questo nome, che l'abbate era pri-
XIX, an. 1046, p- 624. II Papa mate degli abbati dell'impero, can-
Onorio II del 1124 accordò agli celliere perpetuo dell'imperatrice,
abbati di Fulda gli ornamenti pon- principe delio stesso sagro romano
tificali, mentre gl'imperatori li in- impero, e sovrano dello stato po-
nalzarono alla dignità di principi sto tra l'Assia, la Franconia e la
dell'impero. Il di lui successore In- Turingia; laonde il Pontefice aven-
nocenzo II, nel concilio generale do riguardo alle prerogative sin-
laterauense II, canonizzò s. Stur- golari di quest'abbazia, dopo aver
mio primo abbate Fulda, eh' e- di composte e terminate le antichissi-
ra morto santamente a' 17 dicem- me differenze tra essa e la chiesa
bre 779, trentacinque anni dopo vescovile di Erbipoli, o sia Wurtz-
la sua elezione in abbate. Dipoi burg, sopra il territorio, e la giu-
nel i356 l'imperatore Carlo IV risdizionecon perpetua concordia
accordò agli abbati di Fulda il da esso confermata, con la bolla
diritto di sedere ai piedi dell'ini- In Apostolicae, data a' 5 ottobre
peratore nelle diete dell'impero, 1732, presso il Bull. Bened. XIV^
col titolo e colle funzioni di arci- tom. I, pag, 28, l'eresse in vesce-
,,

IO FUL FUL
vato, assoggettandolo per privilegio guenti. Enrico de Fibra di Bam-
immediatamente alla santa Sede berga , fatto da Clemen-
vescovo
con tutti i diritti di vera catte- te XIII nel concistoro de' i\. mar-
drale, conservandogli però il suo zo 1760. Alberto d'Arstall di Tref-
stato regolare, e l'elezione ai mo- furt nella diocesi di Magonza, di-
naci. Questo punto lo regolò cosi, chiarato da Pio VI nel
vescovo
che quel monaco che sarebbe sta- concistoro de' 3o marzo 1789. Sot-
to eletto abbate dai quattordici to il vescovo monsignor d'Arstall,
monaci capitolari , i quali soli a- nel declinare del secolo passato e
vranno la voce attiva e passiva nei primi del accaddero
corrente,
sarebbe quindi vescovo mediante (pielle politiche vicende, che priva-

rap[>rovazione del Papa, e la pub- rono le più illustri chiese di Ger-


blicazione in concistoro. Al decano mania della sovranità temporale,
di detti monaci, ed ai preposti del- come avvenne a questa di Fulda,
la cattedrale, i quali cogli altri i cui dominii furono ad altri dati,
capitolari usavano la croce al pet- al modoche dicemmo nel voi. Ili,
to per concessione di Clemente Xll, p. 67 e 68 del Dizionario. Il do-

concesse Benedetto XIV 1' uso del- minio del vescovo ed abbate di Ful-
la mitra, e dell'anello ogni volta da era diviso in tredici baliaggi pel
che assisteranno al pontificale cele- civile, e quanto allo spirituale, con-

brato dall'abbate vescovo. Allora il teneva sessanta parrocchie e novan-


decano eia l'unica dignità del ca- taquattro chiese succursali , divise
pitolo, ed in tempo della sede va- in cinque decanati , sopra i quali
cante aveva cura della città e del- l'abbate aveva giurisdizione spiri-

la diocesi. Con la costituzione poi tuale e sovrana. Tutte queste chie-


Saluberrinium , de 1 5 settembre se erano cattoliche, eccetto dieci par-
1757, Bull. Maga. lom. XIX, p. rocchie e circa quattordici succur-
25o, Benedetto XIV dichiarò che sali che seguivano la confessione
questo nuovo vescovato era sogget- augustana: la parte cattolica era di
to nei diritti metropolitani all'ar- circa quarantamila comunicanti cat-
civescovo di Magonza. Indi per tolici.Prima, oltre il monistero dei
compenso de' vescovi d'Erbipoli ,
benedettini, eravi il convento de' re-
dai quali avea separalo la diocesi colletti, quattro ospedali , un colle-

di Fulda, il Papa concesse ad essi gio di gesuiti, con una casa di pen-
r uso del pallio e della croce in- sione dov' erano allevati grati.<; tren-
nanzi con quelle prescrizioni che
,
ta nobili e sessanti» poveri secolari. I

notammo a quell'articolo. gesuiti avevano pure


cura il se- in

Il primo vescovo di Fulda, di- minario della diocesi. L'abbazia di


chiarato da Benedetto XIV nel con- Fulda eivi composta di religiosi no-
cistoro de' 27 novembre 1752, tu bili ed ignobili: primi che per so-
i

Amando de Busech, "ià abbate del- lito erano in numero di trenta, fa-

la medesitna chiesa e principe del cevano prove di sedici quarti di no-


sagro romano impero, nato in Ep- biltà, come praticavasi nei capitoli
pelbron feudo di sua casa, e tras- d'Alemagna; i dodici più antichi
lato dal vescovato di Temscira erano capitolari, e gli altri otto era-
in partibns iiifìdelinni ; al quale no domiciliari. I capitolari soli ave-
successero nella sede i vescovi se- vano il diritto di sccirliere fra di Io-
,

r uL 1 UL II

ro l'itbbate; i religiosi poi die non Inoltre nella città esistono altre
erano nobili e che lonuavano il
, (piattro pairocchie, una delle qua-
maggior numero della comunità, li è munita del battisterio ; due
possedevano le cariche claustiali, monisteri di monache, altro istitu-

con)e quelle di priore , sotto prio- to di sagre vergini, l'ospedale e il

re ed altre. seminario. La diocesi è ampia, ed


Successore di monsignor d' Ar- ogni nuovo vescovo è tassato nei
stall nel vescovato di Fulda, dopo libri della camera apostolica in lio-
lunga sede vacante, fu monsignor rini trecentovenfi.
Giovanni Adamo Rieger di Orb FULGENZIO (s.), vescovo di Ru-
eletto dai canonici e capitolo della spa nell'Africa, appartenne alla prin-
calfedrale , approvato e fatto ve- cipale Era for-
nobiltà di Cartagine.
scovo da Leone XII nel concisto- nito di molto ingegno, e di un ca-
ro de' 23 giugno 1828. In sua rattere dolce e mansueto Colali .

morte medesimo capitolo e ca-


il prospere disposizioni vennero coltiva-
nonici elessero monsignor Leonardo te ed accresciute dagli studi eccellen-
PfalF di HocMifeld diocesi di Fulda, ti a'quali applicossi, e dalle istruzio-
approvato e dichiarato dal regnan- ni dellamadre, donna di molta vir-
te (Gregorio XVI nel concistoro dei tù. Apprese la lingua greca in gui-
24 febbraio 1882, il cpiale prelato sa, che sembrava greco di nazione.
tuttora governa la diocesi fuldense. Costretto dalla necessità si pose Ful-
Lo stato attuale di essa, secondo gen/io alla direzione degli affari do-
le proposizioni concistoriali, è il se- mestici,ma poco andò che ne ri-
guente. Primieramente va avverti- mase annoiato: avendo a diletto di
to, che
il Pontefice Pio VII, colla visitare ed imitare alcuni santi mo-
bolla Provida solcrsque Romano- naci situati non molto lun^i da
rum Ponti ficum, de' 16 agosto 82 i, i Cartagine. In appresso manifestò la

neir erigere Friburgo di Brisgovia sua vocazione ad un santo vescovo


in arcivescovato, gli assegnò per suf- esiliato da Unnerico, il quale nel
fraganee quattro sedi vescovili, tra luogo stesso del suo esilio avea
le quali questa di Fulda. La cat- fondato un monistero. Fattene le
tedrale è dedicala al ss. Salvatore, necessarie prove, il vescovo contro
è ampia ed elegante; e tra le in- le istanze di sua madre lo accolse,
signi reliquie che ivi si venerano e ad esempio di lui molti degli
vi sono, come notammo di sopra, i amici suoi abbandonarono il mon-
corpi de' ss. Bonifacio e Slurmio. do, e si ritirarono nella solitudi-
Il cnpitolo si compone della digni- ne. Se non che insorta una nuova
tà del decano, di quattro canonici, persecuzione, il santo vescovo fu
senza le prebende di teologo e costretto di passare altrove, e con-
penitenziere, di quattro vicari del- sigliò Fulgenzio di passare in un
la cattedrale , e di altri preti e ruonistero vicino, abbate det-
il cui
chierici addetti al servizio divino. to Felice era d' una eminente pie-
Nella cattedrale avvi il fonte bat- tà. Bene informato Felice delle vir-

tesimale, e la cura parrocchiale vie- tù di Fulgenzio, voleva cedergli il

ne esercitata dal parroco, aiutato governo della famiglia , ma so|o


da tre cappellani. L'episcopio è al- potè ottenere di sostenci lo insieme.
quanto distante dalla cattedialc. L'incursione de' barbari li obblii-ò
i^ FUL FLL
ad abbandonare il monistero , e andarono a cni^licie all'improvviso
dopo lunghissimo viaggio s'arresta- Fulgenzio nella sua cella, e suo
rono in un luogo, dove un prete malgrado lo fecero ordinare. L'epi-
ariano ricco e crudele, credendo scopalo fu per lui un nuovo vastis-
essere Fulgenzio un vescovo trave- siinocampo di austerità e di pro-
stito, che recasse soccorso a' catto- ve non dubbie della più eminente
liei perseguitati, li fece battere am- santità e dottrina. Tanto s'accreb-
bidue, e spogliati fino delle ve- be la sua riputa^ione, che, quan-
sli li rinìandò. Ritornati in patria tunque il re Trasamondo ne lo a-
fondarono un nuovo monistero. vesse relegato nella Sardegna cogli
Ma non ancora contento Fulgen- altri vescovi esiliati, riguardandolo
i\o ed innamorato delle vite
, pel piìi potente difensore della cal-
de' monaci d'Egitto, che lette avea tolica l'eile, confuso e convinto dal-
nelle istituzioni e conferenze di la sua dottrina lo richiamò a Car-
Cassiano, deliberò di recarsi colà a tagine, dichiarandolo uomo straor-
condurvi vita più austera e per- dinario. Senza numero erano i beni
fetta. Nel suo viaggio pervenne a che quivi il santo dottore operava,
Siracusa, ove fu accolto dal vesce- e perciò gli ariani ogni mezzo teu-
vo Eiilalio, il quale lo albergò in tarono, e riuscirono di farlo ritor-
un monistero da lui stesso fonda- nare in esilio. Piitornato quindi in
io. Dalle conferenze a vicenda te- Sardegna formò un nuovo moni-
nute conobbe Eulalio in Fulgenzio stero il quale divenne
, ben presto
un illuminatissimo dottore sotto eletto giardino di tutte le piìi belle
l'apparenza di semplice monaco; e virtù. L'unione di tanti santi vescovi
quindi lo esorlò a ritornarsene in esiliati in Sardegna, formava quivi
patria. Obbedì Fulgenzio , e dopo quasi un perenne concilio, a cui da
di avere visitato a Roma il sepol- ogni parte si ricorreva per averne
ero degli apostoli, ritornò in Afri- lumi. Vi si mandava per consiglio
ca, ove fondò un nuovo monistero; da tutte le provincie d'Africa, d'I-
ma dopo che lo vide sistemato e lalia e della Scizia : e Fulgenzio
fiorente andò ad occultarsi in un'i- era il solo incaricato dagli altri ve-
scia, in cui visse del lavoro delle scovi a rispondervi, e lo facea in
proprie mani. Ordinato sacerdote, modo che non lasciava che deside-
sarebbe stato ben tosto per voto rare. Scrisse a' fedeli di Cartagine
comune eletto vescovo , se Trasa- e d' Afiica per munirli contro le
n)ondo tiranno di Cartagine non sottigliezze degli ariani, a molti il-

avesse in quel tempo vietata ogni lustri romani per dare loro nor-
promozione. Né intese appena Fui- me da guidarsi e confermarli nel-
genzio che i vescovi dell'Africa a- la vera pietà, a' monaci della Sci-
veano scosso giogo sì ingiusto e zia sopra il mistero dell'Incarnazio-
pesante che per tema di essere
, ne, ed il pregio della grazia. Opere
uno de' nuovi vescovi si celò ne , preziosissime, che saianno sempre di
fu possibile di rinvenirlo. Quando utilità e conforto a' veri figliuoli
credette tutte le sedi provvedute, della Chiesa. Frattanto venne resti-
ritorno al suo monistero. Se non tuila la pace a' cattolici dell'Africa
che era tuttavia la città di Ruspa e la libertà a' vescovi esiliati. Glo-
senza vescovo; onde gli abitanti riosissimo oltre ogni credere fu il
FUL F UN 1 3

loro ritorno, ma specialmenlo f|nel- FULLONE. F. Gnafeo Pietro.


lo eli Fulgenzio, nel quale il popolo FLLUADO (s.). Aato da illu-

tutto di Cartagine accorse in folla stri che per l'alta loro o-


genitori,
al lido, né sì tosto vide il vascello, rigine godevano grande estimazione
donde avea a smontare che uni- , in Alsazia, Fulrado si rese celebre
versale fu il grido d'allegre/./a ed per pietà per ingegno, non che
e
acclamazione. Dopo aver Fulgenzio per le dignità e gl'impieghi che
visitali gli amici in Cartaguie, solle- occupò. I servigi che rese allo sta-
cito si porlo alla chiesa di Kuspa. to ed alla Chiesa gli ottennero la
Tutto zelo carità e saggezza ri-, ,
confidenza dei re e dei Pontefici.
marginò le piaghe della sua greg- Pipino nel ySi lo incaricò di an-
gia diletta lòrmatevisi nella sua dare a consultare Papa Zaccaria
lunga assenza, quando gravemente sulla disposizione che aveasi a fare
ammalò, ed il giorno primo di gen- del trono. Quattr'anni dopo egli a
naio dell'anno 53 3, vigesimo <]uin- nome del re fece la donazione del-
to del suo vescovado, e sessantesi- l'esarcato e della Pentapoli allo sles-
mo quinto dell'età sua morì, etl eb- so Papa. Rilevasi dagli antichi mo-
be l'eterna gloria. numenti, ch'egli fu il decimoquarlo
Le sue opere sono: i. Risposta abbate di s. Dionigi, consiglieie del
alle (licci obbiezioni degli ariani. re Pipino, cappellano del suo pa-
1. Tre libri indirizzati a Trasamon- lazzo, arciprete dei regni di Austra-
do contro gli ariani. Nel primo sia, di Neustria, di Borgogna, e
tratta delledue nature di G. C. in grande elemosiniere di Francia. Fon-
una persona; nel secondo parla del- dò molti monisteri, e tra gli altri
l' immensità del figliuolo di Dio; e quello di Lievre e di s. Ippolito nella
nel ievLO della sua passione, per diocesi di Strasburgo, e il priorato
dimostrare non essere la divinità di Salona in quella di Metz: tutte le

([uella che patì. 3. Una lettera ai quali case assoggettò a s. Dionigi,


fedeli di Cartagine. 4- Due libri col suo testamento del 777. ÌMorì
della remissione de' peccati, 5. Tre a' 16 di luglio 784> e leggesi il suo
libri a Monimo. 6. Fra le altre nome tra i santi in molti marluo-
lettere, quattro lunghissime, che si logi, quantunque in altri non gli si
possono tenere per trattati : due dia che il titolo di venerabile. Per
dirette a Proba, la terza a Galla molto tempo fu celebrata la sua
sorella dilei. 7. Trattalo deW In- festa ai 17 di febbraio, che fu for-
carnazione e della grazia. 8. Tre se il giorno della traslazione del
libri della predestinazione e della gra- suo corpo al monistero di Lievre
zia con una lettera de' dodici ve- dalla chiesa di san Dionigi in cui
scovi a Giovanni , ed a Venerio era stato sepolto.
sulla grazia e sul libero arbitrio, g. FUMMINI, Cardinale. V. Bo.\n
A\cnm frammenti dei dieci libri, cui FAcio V Papa.
s. Fulgenzio scrisse centra un ariano. FUNAL Sede vescovile d' Asia
IO. Trattato della fede a Pietro. nel Giappone. Funai o Funay è
I I . Trattato della Trinità contro capitale del regno di Bongo nella
gli ariani dedicato al notaio Feli- parte orientale del Giappone, secon-
lice , e uno dell' Incarnazione a do il Nouveau Dict. universel de
Scarila. géographie , riordinato da F. D.
i4 FUx\ FUN
Aynes, e stampato a Lione nel i8o4- ciò consiste nel vino, che gì' inglesi
Kello Specchio gcogrnjìco dell' avv. -Stabiliti in questa città spediscono
Castellano, tom. I, Asia, pag. qi, in Inghilterra e nell'Indie: si com-
parlando dell' isola del GÌHppone mercia pure di confetture, e conta
chiamata Ximo, dice clie le città pii^i di quindicimila abitanti. In Fun-
di Cangoxima , di Amnngiicci, di clud vi fa la sua residenza il go-
Funai, e la vicina isola di Firando vernatore portoghese. L' isola di
furono i primi asili della cattolica JMadera o Madeira è un grup-
religione nel Giappone. IINovaes nel po dell'oceano Atlantico nell'Afri-
tom. Vili, p. 2 10, della Storia dei ca, il quale gruppo si compone del-
sommi Pontefici, racconta che il l' isole Madera, Porto-Santo e De-
Papa Sisto V nel i588 dichiarò cit- sertes.
tà il castello di Funai nel Giappo- Il gruppo di Madera sta fra le
ne, decretandogli lutti i diritti di Azore e le Canarie, distante i5o
vera città, con la cattedrale, e vesco- leghe al sud-ovest dello stretto di
vo che fu Sebastiano IMorales del- Gibilterra: esso è un gruppo insu-
la compagnia di Gesù, cui assegnò lare, cui diedero i portoghesi il no-
per diocesi le vastissime isole del me di Madeira equivalente a fo-
,

Giappone, con facoltà di fare i resta, perchè selvosa e disabitata


canonici, e di costituire i benefizi ne rinvennero la superficie. Con
ecclesiastici. molta probabilità vi si ravvisano le
FUi\CHAL {Fuiìchalen). Città antiche isole Purpurarie, ove Juba
con residenza vescovile, capitale del- stabilir volle tintorie per la porpo-
l' isola di Madera di Portogallo in ra, prossime alle isoleFortunate,
Africa, sulla costa mendionale, e sebbene taluni le vogliono meglio
sopra una gran baia, le cui estre- riconoscere nelle isole di Capo ver-
mità sono chiuse da due promon- de. La principale isola del gruppo
torii composti di rocce vulcaniche. di Madera, ritiene la generica de-
Si estende circa un terzo di lesa
o nominazione Madera. Questa iso-
di
lunge dalla riva , ai piedi di una la prima volta nel i344
veduta la
montagna, in una bella valle; l'aspet- da un vascello inglese, si può dire
to 11 è delizioso, e il clima dolcissimo. scoperta nel i4'9 o 1420 da Gio-
Dnlla parte del mare è difesa da vanni Gonzales, e Tristano Vaz
quattro forti, e da quella di terra che navigavano per la costa occi-
non ha che una semplice muraglia. dentale africana, a spese del re di
La bianchezza esterna di qualche edi- Portogallo Giovanni I Discesi a .

fizio, e specialmente delle chiese, fa terra, avendo pei loro bisogni ad


un bel contrasto colla perpetua uno dei boschi posto il fuoco, que-
cupa verzura degli alberi e dei sto, si nana, forse con
secondo che
campi vicini ameno : è il suo pas- esagerazione, propagò ed estesesi

seggio; ma la baia è esposta alle cotanto, che durò sette anni, ma


violenze del vento di sud-ovest e le ceneri rimaste dopo l' incendio

di sud-est, laonde particolarmente fertilizzarono il suolo in modo ta-


Dell inverno l' ancoragi^io non è le, che produsse nel principio un
mente sicuro. E pure assai difllcile sessanta per uno, e le vite pianta-
di prendervi terra a cagione delle te in progresso diedero più gi'ap-
scogliere. Il principale suo commer- poli che foglie. Altri dicono che i
Fi;:v I j

poiloglieNi giunti in queìla regione, le prebende del penitenziere e <K1


avendo trovato il terreno ingombro teologo, quattro canonici con nu là

di foltissimi arbori vi appiccarono della prebenda goduta dagli altri,

il fuoco , e che ridotti in cenere i dirci cappellani, preti e chierici pel

boschi, si formò nella superficie un divino servigio. La cura delle ani-

feracissimo strato. La prima coltu- me nella cattedrale è affidata a due


ra dell' isola fu lo zuccaro, alla qua- parrochi, ove è il fonte battesima-
le con migliore successo fu sostitui- le. Ivi si venerano alcune reliquie,
ta quella delia vile, la quale forma ti a le quali una particella del le-

la grande ricchezza del paese, e di gno della ss. Croce. L' episcopio è
cui vi sono molte varietà: la qua- vicino alla chiesa cattedrale, ed è
lità di vino che dicesi madera sec- un grande e decoroso. Nel-
edifizio

co, è la più abbondante e stimata ;.


la città vi sono altre tre parroc-
la lììalvasia è di tie specie , che chie, munite di battisterio, tre mo-
differiscono nel pregio. 1 primi tralci ni?teri di monache, alcune conlia-
di tali viti furono quivi trasporta- ternite, l'ospedale ed il seminario.
li nel i44^ tl^ Cipro e da Candia. Nella diocesi si contano più di trcn
Le altre fruttarono molteplici e de- lamila cattolici. Ogni nuovo vesco
licate e gli ananas ^i crescono vo è tassato ne' libri della carnei a
,

quasi spontanei e a cielo aperto. I apostolica in iioiiiii trecento sessaii-


portoghesi ne restarono pacifici pos- lasei. Dopo alcuni anni di sede va
sessori sino 1801, quando gli
al cante, l'odierna regina di Poitogal
inglesi s' impadronirono di Madera, lo Maria li nominò a vescovo mon
sotto il pietesto che potesse cadere signor Giuseppe Saverio Cerveiia
in mano delle truppe 1 ejuibblicane e Souza, sacerdote della diocesi di
di Francia, indi la restituirono nel- Coimbra professore e parroco tli
,

la pace d'Amiens nel 1802: lo quella città , ed anche dottore in


stesso pretesto rinnovò nel iSc-, si teologia ; e il regnante Gregorio
e fu dagl'inglesi conscivata sino al W\ lo fece vescovo nel concistoro
1814, in cui fu restituita al re di de' 2-2 gennaio i844-
Portogallo Giovanni \L Gli abi- FUNERALE, funebris, funereu^,
tanti di Madera sono divisi nelle come addietlivo attenente a morto-
due capitanerie di Maxico e di Fun- rio, dicendosi funerale in sostantivo
chal ove risiede il governatore ge- fiiniis exequiae. Mortorio o moi to-

nerale portoghese come capitale del- ro significa onoranza, o cerimonia


l' isole, la quale contiene quaranta- nel seppellire morti, funus, jnne- i

due parrocchie. bris pompa. 1 funerali sono gli

La sede vescovile fu eretta ver- ultimi doveri ed nf'fìzi che si ren-


so il decimosesto secolo, ed assog- dono a quelli che sono morti. Ese-
gettala all'arcivescovato, poi patriai- quie poi, dice il Macri, viene chia-
cato di Lisbona, di cui è tuttora mato l'officio che si fa dai cristiani
suffraganea. La cattedrale è di ma- per il defunto, perchè con esso si

gnifica architettura di gusto gotico, eseguisce la sua volontà, come in-

dedicata a s. Maria iNIaggiore. Il segna Muzio cappuccino. De offic.


capitolo si compone di cinque di- mortitontm e. 6, che spiega la pa-
gnità, la prima delle quali è il de- rolaExequiae, quid execiitioni de-
cano, con dodici canouici comprese mandanda est defunciorum \-oluii-
FUN
ta<;. Durando lib. II, cap. 35, e re dispendio, secondo la qualità
Valllidio e. yj chiamano l'unìcio delle persone e 1' agiatezza delle fa-
de' morti ; /agenda, (juia agere si- miglie, e allorché il corpo era im-
giiì/icat celebrare j ed A leu ino, De balsamato, si recava ai congiunti
execj. inori., chiama mattutino
il suoi che lo chiudevano in una spe-
de'njorti /^^/g/V/V/r. Sant'Agostino nel cie di armadio aperto, ove lo col-
hhro De cura prò mortuis, chiamò locavano in piedi e dritto contra
i'oflicio de' morti Exequiae^ perchè il muro, sia nelle case loro, sia nei
dice il citato Durando lib. 7, cap Sepolcri [Fedi) di famiglia. Gab-
7.5, extra vwos mortuis sepcliunlur. bala e Gabbari chiamavano gli
La definizione di Donalo, che ripor- egizi i corpi morti che tenevano
tammo all'articolo Esequie {P'cdi), presso di loro in vece di seppellir-
è che si dicono exequiae, perchè li. Ma avanti d'essere ammessi agli
il morto era portato avanti, e gli onori della sepoltura,
i defunti do-
altri seguivano nel funerale; ma il vevanosubire un giudizio solenne, e
Sarnelli rifletlendo che il clero pre- que-ta circostanza de' funerali pres-
cede al morto, possiamo dire, che so gli egizi presenta un fatto dei
noi seguiamo quello che morì pri- più degni di osservazione, che tro-
ma: Tcndimus huc oiiines; metani viiisi nella storia e ne' costumi del-
properamus adunani. Del modo con l'antichità. Il tribunale che pronun-
cui tutti i popoli fecero e fanno ziaredoveva quel giudizio, compo-
ancora i funerali dei morti, gli sto- sto era di quaranta giudici. La lo-
rici ne danno ampia contezza, e ro assemblea tenevasi al di là di
noi ai rispettivi articoli parliamo un lago, che i defunti passare do-
delle cose principali riguardanti le vevano in una barca , e quello
pompe funebri, e di quanto gli che la conduceva chiamavasi Cha-
può essere relativo. In questo arti- ron in lingua egizia, sul quale fon-
colo accenneremo le nozioni più damento si crede che greci istrui- i

interessanti sui funerali degli egizi, ti da Orfeo, ch'era stato qualclui


degli ebrei, dei romani, dei cristia- tempo in Egitto^ inventassero la
ni, e degli ecclesiastici, non che di loro favola della barca di Caronte
altri, oltre quanto analogamente già e del nocchiero di quel nome. To-
si è pubblicato e si pubblicherà in sto che un uomo era uscito di vi-
diversi articoli. ta, conduceva al giudizio, e la
si

Gli egizi furono i primi tra tut- legge permetteva ad ognuno di ve-
ti 1 popoli che mostrarono grande nire a produrre contro di esso le
rispetto per i defunti. Allorché al- sue querele. Se vissuto non era co-
cuno tra di essi era tolto di vita, me uomo dabbene, veniva privato
1 parenti e gli amici cominciavano della sepoltura; se all'opposto non
ad assumere abiti di lutto, si aste- vi aveva contro di esso o della sua
nevano dal bagno e si privavano memoria alcun rimprovero, si pro-
di tutti i piaceri, ed anche di quel- nunziava ad alta voce il suo elo-
li della mensa: quel duolo e quel gio, ed onorevolmente si collocava
lutto durava sino a quaranta ed il cadavere nel sepolcro. In propo-
ancora a settanta giorni. Durante sito di quegli elogi funebri, nota
quel tempo s'imbalsamava il Cada- Diodoro Siculo, che mai non si

vere (l^edi), con maggiore o miao. parlava della stirpe o della fami-
FUN FU\ ,7
l'Iia del defunto: non si confavano ri. Isacco vi fu sepolto con Ue])cc-
«;onie soggetti o molivi di vera lode r,i sii.i moglie, e (jiacoljhc voile [m-
Si' non (jiielli che nasc(;v;«no dal re essere ni «juella liasjKjrtato, h»i|.
iiienlo pei'sonulc del defunto. Il che inùiisse in Kgilto: cosi f|uesli
trono stesso non esimeva da (juesta aiilielii giusti voli:vano essere riu-
|inbl>lica in(|MÌbizionc stabilita con- niti alle loro (iuui^lic, e dormire
tri) i delunli; e quindi alcuni re ci'i loro patlri, testilicando in tal
sulla decisione del popolo o (h-l modo la loro fède ali" iuitnortalil.i

tribunale popolare, furono privali dell'anima. Giacobbe seppclb iu


de.qli onori del scj>o!cio. Qui I co- l'^lrata Uaclicle, e sopra al suo se-
slume passò daf^li egizi presx) agli polcro pose un titolo, memoria, o
israeliti, ed in latti si legge nella iscrizione. Ne' funerali cclebi.ili in
sagra Scrittura, clic i re piii ln.>li Egitto da (iiuseppe a Giacobbe suo
non erano seppelliti nillu lombi: padre, ritrovansi praticali alcuni ri-
de' loro antenati; e (iiuseppc io sto- ti civili, i (piali co>>tiimavansi dagli
rico narra clic (pici costi une anco- egiziani verso i loro defunti ; e
ra mantencvasi ai temp(i degli a- <pu>li furono l'imbabam azione del
smonei. Gli egiziani per costume an- cadavere^ nella fjualc funzione pas-
tichissimo derivato dai loro anti:- sarono cpinranta giorni, come il

iiati, non clie dalla .situa/ione del pianto per settanta giorni. l*oi.cia
paese, soggetto alla inondazione del nel condursi il cadavere di Giacob-
INilo, seppellivano in una maniera be nella terra di Canaan, il noijile
particolare i corpi tielle persone accompagnamculo si compose di
che morivano con fama di pietà, tutta la nobiltà, e della coile del
specialmente (pielli de'martiii, giac- paese, con gran copia di cavalieri
che involgendoli in vari panni li e di cocchi. Giunta f|ucsta ponnia
coricavano su dei lellicciuoli e li al di là del Giordano nel campo
conservavano nelle case loro, come di Arad, si rinnovarono funerali i

si è detto, credendo con ciò rende- per sette giorni con gran pianto di
re ad essi maggiore onore, come tutti. Tulli questi riti e cerimonie
si legge in s. Agostino 120, de di- genlilesche ben si ravvisano essere
versis, cap. 2 ; Lollando, 1
7 gen- stali meramente civili, e privi af-
naio p. i4o; e in Tillemont, Sto- fallod'ogni superstizione, e poscia
ria ecclesiastica tom.VlI, p. i32. ancora si praticavano dagli ebrei.
In quanto alle usanze che la reli- come notò il Marangoni a p. i 1
1,
gione, e la speranza di una futura Delle cose genlilesche e profane
\ita e resurrezione ispirarono agli trasportale ad uso delle chiese. Aio-
adoratori del vero Dio, esse inco- sé non fece una legge espressa agli
niinciarono cogli ebrei. ebrei di seppellire i morti, questo
jNiente di più grave né di più uso era già sagro fra di essi per
decente quanto la maniera con cui l'esempio dei loro padri; proibì lo-
i patriarchi israeliti seppellirono i ro solamente di praticare in quel-
loro morti. Abramo comprò una la cerimonia i riti gentileschi e su-
caverna doppia perchè servisse di persliziosi usati dai cananei e da
tomba a Sara sua moglie, a lui altri popoli riguardo ai funerali,
stesso ed alla sua famiglia; quindi Colf esempio di Tobia, noi vedia-
Abramo celebrò un funerale a Sa- irto che i giudei cousidernvano i
VOL. xxvui.

^'^^&*'
^^^^^ ^M^,
fes€ryvarv6. Pi0^
i8 FU>' rr\'
funerali come un tiovcre di cunlìi, sé, e nella quale collocò il coi pò
giacché questo santo uomo, nuilgia- del Salvatore, era nel suo giardino,
do la proibizione ilei re di Assiiia, e scavata nel vivo masso. Circa il

dava la sepoltura ai disgraziati, piangere, e raccompagnaiiienlo al-


che quel re condannava alla mor- la sepolluia , osservò il Marangoni,
te. Era altresì presso i giudei un che nel portarsi a seppellire il fi-

obbrobrio l'essere privato della se- gliuolo vedova di


della Naim, se-

poltura; e Geremia predisse ai re, guivalo una gran tiuba di cittadi-

ai sacerdoti, ai profeti, a tutti quelli ni, e la di lui madre piangente.


che avevano abbraccialo 1' idolatria, Veggasi il p. Soprani, Dcfuìierihiis
che le loro ossa saranno gettate hcbraeorum. 11 Rinaldi all'anno 34,
fuori de'Ioio sepolcri, né piìi saran- nujn. i35, narra che gli ebrei sep-

no raccolte, né seppellite; saranno pellivano cadaveri con mani e pie-


i

come sterco sulla faccia della terra. di legate «li una fascia, e con pan-

Lo stesso profeta predisse che Gioa- no sul volto; che i cadaveri erano
chino re di Giuda, in punizione dei acconciati dai rispellivi sessi, chiu-
suoi delitti, avrà scpnllura simile a devansi gli occhi e la bocca del
quella dell'asino; s;\iìi gittato a trapassato, stringendo questa con
a marcire fuori delle porte di Ge- una fascia, indi tagliavano i cipel-
rusalemme. Essendo un atto di ca- 11, lavavano il corpo, l' ungevano,
rità quello di seppellire i morti, inili lo involgevano in panni lini,

farà forse meraviglia la legge di e così lo mettevano nel sepolcro. Ai

Mosè, quale dichiarava impuri


la giustiziali non lagliavasi i capelli :

coloro che avevano fatto questa buo- la spesa poi de' morlorii degli ebrei

na opera, e the avevano toccato crebbe tanto, che i parenti di quan-

un cadavere. Ma questa impurità do in quando lasciarono il cadave-


legale non diminuiva per nulla il re insepolto, e di nascosto fuggi-

merito di un tal caritatevole ufli- vano, il perché Gamaliel, nomo di

rio; era quella soltanto una pre- grande autorità , moderò le spese

cauzione, contro ogni specie di cor- pei fimeiali.

ruzione o contagio. Quando si riflet- L'antichità attribuisce l'istituzio-

te che un tal pericolo è grandissi- ne delle cerimonie funebri nella


mo nei paesi caldi, non fa più me- Grecia a Cecrope, che giunse nel-
raviglia r eccesso al quale sembra l'Attica 082 anni avanti l'era
che Mosè abbia spinto le cautele volgare, e succedette ad Alleo re

a questo riguardo; cpiesta medesi- di quel distretto, o di quella pio-


ma legge poteva avere altresì per vincia. Cicerone pure ci fa vedere
iscopo di preservare gl'israeliti dal- che quel principe introdusse il co-

la tentazione di interrogare mor- i slume di seppellire i defunti, e di

ti colla negromanzia, evocando le spargere del grano sulla loro tom-


anime dei trapassati. Gli ebrei col- ba; ma in appresso greci giudi- i

locavano per lo piìi le loro tombe carono opportuno di abbruciare i

nelle caverne o le scolpivano nelle cadaveri invece di afìldarli alia ter-


montagne: le tombe dei re di Giu- ra. Nei primi tempi della Grecia,
da erano scavate sotto la monta- le processioni o i convogli funebri

gna del tempio; quella che Giusep- si facevano sempre camminare di

pe di Arimatea aveva preparato per notte; in Alene questo faceva^


F L N FUN 19
nella mattina avanti il levare del funto, chiudevano entro un'urna
si

sole ;
per questo poitavansi fiacco- che si collocava nel sepolcro. Tut-
le e cerei accesi ne' funerali de' ric- te queste cerimonie facevansi con
chi, e semplici tede, o candele in maggiore, o minore pompa secon-
quelli dei poveri. Di là sembra de- do la qualità della persona, e le
rivato l'uso dei cerei nelle cerimo- ricchezze della famiglia. Ne' funera-
nie religiose, giacché anticamente li dei principi e dei personaggi più
non si adoperavano se non che in illustri, si celebravano giuochi, ap-
occasione di funerali ; ciò meglio si pellali giuochi funebri ; tali sono
potrà vedere agli articoli Candele quelli che Achille, secondo l'Iliade,
e Lumi. In capo al convoglio o al- celebrò in morte di Patroclo suo
la pompa funebre, camminavano i amico, e quelli che neìV Eneide
suonatori di flauto eh' eseguivano veggonsi celebrati da Enea in ono-
arie lugubri; e dopo il defunto ve- re del genitore Anchise.
nivano i figliuoli di lui con la te- a un dipresso a quelle
Eguali
sta velata, e le figliuole che cam- de' greci erano le cerimonie fune-
minavano a piedi nudi , e colle bri presso i romani, ma quelle do-
chiome sparse sulle spalle, seguite po moltissimi riti, parte civili e
dai più prossimi parenti, e dagli parte superstiziosi, stabiliti con do-
amici del defunto medesimo. Le dici leggi sagre, si terminavano d'or-
vedove al pari dello stesso defun- dinario con un banchetto, che s'im-
to, erano tutte vestite di bianco, e bandiva ai congiunti ed agli ami-
sovente avevano capelli tagliati i ci, e di là a nove giorni si teneva
affine di porli sul petto dell' estinto altro banchetto, che chiamavasi la
o anche sul suo rosro.o Giunto es- grande cena, o la novendiale. Si
sendo il cadavere presso al rogo o crede che dopo il tempo di Siila,
alla tomba, gli si faceva entrare i cadaveri delle persone più illu-
nella bocca vma moneta, che desti- stri o più facoltose di Roma fosse-

nata dicevasi a pagare a Caronte il ro abbruciati o seppelliti entro


tragitto della barca, dopo di che si lenzuola di una tela incombustibi-
collocava sul rogo. I più prossimi con- le chiamata amianto, affine d'im-
giunti dovevano appiccarvi il fuo- pedire che le loro ceneri non si

co, volgendo però il capo dal lato mescolassero e confondessero con


opposto, affine di allontanare i lo- quelle del rogo, ed uno di que'len-
ro sguardi da un oggetto cos'i tri- zuoli di amianto
mostra nella si

sto. Si gettavano sul rogo abiti, biblioteca Vaticana, chiuso in urna


stoffe preziose, spoglie tolte ai ne- con cristalli. Quest' urna è posta
mici ed anche i più squisiti profu- sopra al sarcofago di marmo rin-
mi. S'immolavano pure tori e mon- venuto nel 1703 sulla via Prene-
toni, che
si gettavano tra le fiam- stina , nel pignelo Cavallini dap- ,

me onore del defunto. Allorché


in poiché il lenzuolo si trovò nel sar-
il corpo era ridotto in cenere, e cofago, e si vide che nel medesi-
che non rimaneva più se non qual- mo erano involte ossa bruciate ed
che ossicello, si spandeva del vino un cranio. Per la proprietà incom-
affine di estinguere il fuoco, e do- bustibile dell'amianto riferisce Bo-
po che si erano raccolti i frammen- mare. Dizionario di storia natura-
ti che credevansi appartenere al de- le^verbo amianto, essere stato chia-
,

20 FU.\ FUN
malo lino incombustibile , lana di lavavano con actjua calda, e l'un-
salamandra, sulla credenza che il gevano con aromi e balsami onde
fuoco non nuocesse a questo ani- prolungai-ne la conservazione, indi
male. Rentman, Nomenclatura fos- lo vestivano colle vesti piti onorevoli
silium, tit. 4> verbo Àmiautus, di- che avesse portato mentre viveva.
ce che altri tennero per prodigio- In appresso Io coronavano e gli
sa la proprietà dell'amianto. Gli ponevano in bocca una certa mo-
antichi traevano l'amianto da va- neta chiamata stipes per pagare
rie parti, come da Cipro e da Ca- Caronte per il passaggio delia pa-
risio, ove nasce una pietra che si lude sligia. Composto il cadavere
fila e si tesse, e formati di essa i in tal guisa lo ponevano in %in
panni, per pulirli gettano nelle si letto per essere visitato da ognu-
fiamme, al dire di Stefano Bizan- no, piantando innanzi la casa del
tino, Drlle citici e popoli , verbo defunto un albero di cipresso, ri-

Caryslus. 11 luof^o ove seguiva il manendo così in casa per sette gior-
rogo dicevasi Ustrinà, e quando il ni. L'ottavo giorno dopo la morte
rogo era consumato chiama vasi Bu- si popolo dal vocifera-
avvisava
il

stuni : in esso geltavansi ornamen- che facevansi l'esequie, ordi-


tore,
ti,armi e vesti preziose; incenso, nariamente con questa formola :

aromi e capelli, mescolandosi le FJseqitias L. Tilio L. F. nuibiis ire


ceneii con fiori e materie odorose. commodiiin est /ani tempus est, ol-

Si collocavano nei cinerari o co- Ins ojft-rl. Con gran pompa suc-
lombari le urne che racchiudeva- cessivamente si portava dai paren-
no le ceneri, e altre urnette o vasi ti, o da altre onoratissime perso-
piccoli di vetro detti lacrimali, nei ne il cadavere ch'era posto nel let-

quali si facevano scorrere le lagri- to, o lettiga con preziosi addobbi


me che spargevansi per la perdita adornata. Principiava poi la pom-
del defunto. ]\el libro intitolato pa funebre, nella quale, secondo la
Riti degli antichi romani, a pag. condizicuie delle persone interve- ,

i33 si tratta de' riti de' funerali, nivano littori ei trombettieri. i

e si dice che lultimo termine della Andava avanti uno a questo effetto
vita umana morte, alla quale è la destinalo, che con canto funereo
segue il funerale; che gli antichi celebrava le lodi del defunto. In-
ebbero somma cura de' funerali tervenivano ancora molte donne,
perchè credevano che le anime de- che andavano piangendo e cantan-
gl'insepolti errassero per anni cen- do le Iodi del morto, ed a questo
to intorno la palude stigia, prima oflìzio col pagamento per tale ef-
di trapassarla per andare ai cam- fetto venivano destinate. Queste
pi elisi. Quando alcuna persona donne chiama vansi prefiche ovve-
distinta stava per morire gli assi- ro funere,gemevano pure ed ur-
stevano, sino all'ultimo spirito, i lavano, e con fiuto dolore si bat-
parenti e i più prossimi, e subito tevano il petto, e laceravano i ca-
spirato gli chiudevano gli occhi che pelli, presiedendo ai loro gesti, smor-
tornavano ad aprire nel rogo : ciò fie e gemiti la prefica principale:
fatto io chiamavano interpolata- Servio però distinse le prefiche dal-
mente tre o quattro volte, e poi le funere, dicendo che queste sono
ponevano il cadavere in terra, lo quelle che hanno parentela col de-
FUN FUN 21
funto, come la madre, la sorella ec, lugubre e piangendo, non che la-
mentre le prefiche sono principes cerandosi le vesti. In tal guisa, se
planctus, ancorché non abbiano da era funerale di qualche ilUrstre
far nulla col defunto. Girolamo persona, si portava nel foro dove
EarufFaldi ci ha dato la Disser- dal figliuolo si faceva l'orazione fu-
tatio de praeficis, con altra dis- nebre, poi coH'ordine medesimo si

sertazione De luctu mortnali vele- portava il cadavere al luogo della


rum, Giuseppe Lanzoni, Ferra-
di sepoltura, o dove si dovea brucia-
riae Delle prefiche ne trat-
i 7 1 3. re. Nella prima origine di Roma
ta pure il p. G Stefano Menochio gli anliclii romani seppellivano i

gesuita nel tom. II delle Stuore o cadaveri ; ne'tempi successivi sino


trattenimenti eruditi a pag. 61 3, agli ultimi degli Antonini si bru-
cap. LX, Dille donne laiìientalrici ciavano, almeno quelli de' più no-
né" morlorii dette dai latini Praefì- bili, benché in appresso gi tornò
cae. pure delle diverse
Ivi parla a seppellire
i cadaveri; Cicerone cre-

specie di persone che le nazio- deva, che l'uso di seppellire i ca-


ni usarono per deplorare ed en- daveri e renderli in questo modo
comiare defunti, delle reputatri-
i alla terra dond'erano usciti, fosse
ci, lanientatori , piagnoni, e clie tan- il metodo il piri naturale, e piìi
to essi quanto le donne adopera- antico di tutti. I fanciulli che non
vano certe loro maniere di laraea- superavano il settimo mese si sep-
ti fatti in versi, i quali talvolta pellivano. Se si bruciava il cadave-
erano accompagnati dal suono di re, si spargeva di sangue umano
qualche musicale istrumento ordi- : per placar le deità del defunto, e
nariamente agli uomini si suonava questo sangue era o degli schiavi,
la tromba, alle fanciulle ed ai fan- o dei servi, e più lardi de'gladia-
ciulli la tibia. Si suonava pegli uo- tori. Dopo il bruciamento, il sacer-
mini anche il flauto, ed i suona- dote aspergeva tre volte coU'acqua
tori funebri in tale occasione era- pura tutti gli astanti; dicendosi
no mascherali: i versi che si can- l'ultimo vale al morto, per lo più
tavano denominavansi nenie. Anche con questa formola: Acleniuni vale^
gliebrei usavano funesti suoni, i nos te ordine quo natura jusserit
ciì\ facevano eco loro pianti , an- i cuncli secpieinur. Finalmente da
zi i grandi funerali si distingueva- uno a ciò deputato si licenziavano
no con grandissimi pianti. tutti, e portavasi l'urna al sepolcro,
In questa pompa si portavano nel quale si scriveva il titolo, ed
tulle le insegne degli onori e di- il volo, S. T. T. L. cioè L't terra
pnilù die il defunto avea consegui- mortuo levis esset ; ovvero. Ut os-
te in vita, colla sommità però ver- sa molliter cubarent. Ritornati a
so la terra, come ora si portano casa gli amici coi parenti, prima
le armi a rovescio in segno di lut- entravano nel bagno, e poi erano
to; portavano ancora le immagini trattenuti al banchetto funebre, ed
d»;' loio antenati , ed innumerabili entravano nel bagno per purgarsi
quantità di fiaccole. Precedevano i dalla polluzione del funerale: indi
servi con pilco, seguivano figliuo- i facevano alcuni chiamati sagrifizi
li velati, e le ligliuole col c;q(o nu- Novendialia, e per ultimo la casa
do, i [)areiiti e gli amici iu abito funesta si purgava colle ferie dette
,

22 rV2i FU.X
Denicales. Ai tempi dell'imperato- lavano le immagini del defunto,
re Vespasiano si procurava di tro- il funerale dicevasi Iinniaginariiun.
vare per i funerali un pantomi- Quando si faceva a spese del pub-
mo, che avesse a un di presso la blico, e per decreto del senato chia-
statura e l'aspetto del morto, e mavasi Coilativuin, ed anche Ho-
questo pantomimo contraffaceva tal- norarium, e Publicum. Se era or-
volta con tale esattezza la sua fìgu- dinato in fretta e senza apparato,
ra, il suo contegno, il suo porta- come usavano in morte delle ver-
mento, i suoi gesti, che sembrava giii'j appellavasi l^unmltuarìuni ; e
il defunto medesimo che conduces- se ricuoprivano la faccia del morto
se il suo convoglio. guasto e roso dalla malattia, o
Il Kirchmanni scrisse. De funeri- livido per lo veleno, addimanda-
biis ronianoriim,\^\\heca.t iGSy. Al- vaiilo Larvnlum. l'^nahnente Ta-
l'articolo Divfnita'sì parla dell'apoteo- ciluni , Vulgare, Plebtjuni, Orbi-
si degl'imperatori romani, e del ce- iiarium, Translaliliurn , e Cornmu-
rimoniale che perciò aveva luogo do- ne, furono appellali que' funerali
pò la loro morte, come del titolo di che si facevano senza pompa a ca-
Dìvo e Divinissinio loro attribuito : gione che il defunto, o mendico, o
l'apoteosi dopo mortesembra potersi vile,o non avea potuto procac-
annoverare tra gli onori funebri, o non meritava onore alcuno.
ciarsi,
Francesco Eugenio Guasco nella dot- Giovanni Resino, ed il Dempste-
ta descrizione Dei rid funebri di Ro- ro, oltre altri scrittori, riportarono
ma pagana, termina la sua opeia con spiegazioni le leggi romane sui
con notare, che siccome vari erano funerali. Notano i francesi, che aii-
i funerali de' romani, così diverse che molti secoli dopo lo stabili-
erano parimenti le appellazioni mento del cristianesimo nelle Gal-
coUe quali distinguevansi gli uni Ile, si conservavano nei funerali i
dagli altri . Funus indiclivuni era costumi e le pratiche dei romani,
quel mortorio che veniva annun- che pure avevano adottato altre
ziato dall'araldo a suono di trom- da essi soggio-
nazioni, delle tante
ba, e con le pai'ole, Olliis qffertur gate.Tutte le nazioni del mondo
ec, ed a cui succedevano giuochi, i hanno costumalo di onorare i lo-
e certe corse di cavalli maneggia- ro defunti coli' esequie ai loro ca-
ti da quei cavallerizzi, che furono daveri, per istinto della natura, e
detti Desultores. Sinipludeariuni o ciò con diversi riti e cerimonie
meglio Sinipliludiariunt chiamossi particolari. Il Muret ci ha dato :

quel funerale, che non era onora- Cérénionies funebres de toules les
to che d'un solo giuoco. Acerbum nalions, Paris i6j5. 11 Marangoni
era il funerale di quelli che usci- a 182 parla del vestire di
pag.
vano di vita prima di aver vestita nero nella morte d'alcun parente,
la toga virile. Ininialunini, di quel- lo che costumasi tuttora da noi.
li che morivano nel flore della gio- Il Cancellieri nelle sue Campane
vinezza, e Naturale di quelli che p. 8, nota che la campana fu a-
morivano piuttosto rifiniti e logo- doperata anche nei funerali dei gen-
ri da molta vecchiezza, che sopraf- tili, sulla fiducia che il suono dei
fatti da maligna infermità. Quando bronzi avesse la virtìi di espellete
poi nel convoglio funebre si por- i mali geni, e gli .spettri capaci di
F i: N FUN 23
inquietare le aDÌme de' trapassati :
vnno godere l'eterno riposo,
a
^li spartani stjlevano battere i bron- mentre i primi principiavano il cor-
zi ne' funerali de'loro re. so di noslra vita travagliosa e mi-
11Menochio nelle erudite sue
p. sera, in questa valle di lagrime.
Stuore ci dà diversi argomenti ri- San Cipriano nel libro De niorta-
guardanti i funerali, e nel tom. II, litale, esorta a non piangere mor- i

pag. 608 tratta delle vesti de' de- ti, e a non vestire con abiti di
funti, cioè se più lodevole sia il co- lutto. Con tulio ciò la legge della

slume di con abiti prezio-


vestirli natura, e l'amore che abbiamo por-
si, o semplicemente, riportando di- tato alle persone congiunte per
versi brani di storia in favore, e parentela , o per vincolo di ami-
contrari. A pag. 610 impiega il cizia , e' inclina a pagar loro in
capitolo, come si debbano celebra- questa separazione e divorzio il

le l'esequie de'defunti, e della mo- tributo delle lagrime, e a sparger-


derazione de' funerali, dicendo che vi sulla tomba fiori di pietà e di

è cosa disputabile se nelle esequie compianto. Il tributo delle lagri-

de' defunti si debbano fare certe n)e permette, e consiglia l'Eccle-


dimostrazioni, che in alcuni pae- siaste nel cap. 38: Fili in mor-
si hanno introdotto il costume, tuuni produc lacryinas; cosi Ge-
con spesa e pompa grande , o sù Cristo pianse al sepolcro di
pure meglio dar sepoltura
sia ai Lazzaro, benché sapeva che lo risu-
cadaveri con poco apparato , e scitava. Cinica e bestiale fu la de-
con semplicità. Aggiunge che il liberazione di Diogene, come vo-
piimo onore che si suol fare ai leva essere tumulalo. Inoltre eru-

morti è il tributo delle lagrime, dito è il capo del p. Menochio, nel


consigliando s. Paolo i cristiani a quale a p. 612 parla che il lutto
non abbandonarsi al dolore , nel the si fa per occasione de' morti,
riflesso che i morii dovranno ri- deve essere moderato.
sorgere a vita migliore; e perciò
s. Bernardo nel sermone De bono Funerali de' cristiani.

l-ene moriendi, dice llli niorluos :

.uios carnaliter lugeant, qui resur- I primi cristiani separando tutti


lecliontrn negant. I saggi con gli i riti e cerimonie de'gentili, che
occhi della fede biasimano l'ecces- seco avevano qualche superstizione,
siva allegria nella nascita d'alcu- non ebbero difficoltà ne'funerali di
no, come il troppo piangerne la praticare quelli che erano pura-
morte, essendo senten/a di Salo- n»ente civifi , né offendevano in
mone e della sagra Scrittura, che palle alcuna la santità della cat-
rtìtUor est dies mortis die natii'i- tolica religione. Accompagnavano i

lati':. Wel primo libro degli epigram- gentili i cadaveri con faci accese
mi greci, cap. i 3, si ha quello ele- alla pirao sepolcro, il quale uso si
gante del poeta Archia, nel quale vede praticato nella divina Scrittu-
si dice che popoli nntit.hi della
i ra dagli aiilichi padri, e con tale
Tiacia piangevaiii) qu.jndo nasce- e tanta magnificenza, che facevano
vano i figli ; e ({uando morivano, comparire l'amore che portavano
i padri coi parenti ed amici si alla memoria del defunto, e la pie-
rallegravano, perchè questi anda- la naluialmenle dovuta ai loro
24 FUN FUN
maggiori. Riferisce Tacito come in sta nella con
Chiesa, di seppellire
quel giorno in cui portossi il ca- molto onore corpi de' defimti. Con
i

davere (li Augusto, le vie tutte di gran copia di cerei e di Unni fu


Roma e il campo Marzio erano fatto il funerale alla santa matrona
illustrate con faci accese, e che ciò Sofìa, per contrassegno di allegrez-
che praticavasi in tempo di notte, za; ma il corpo del martire s. Pa-
trasferito anche al giorno, per
fosse troclo fu onorato con pochi lumi
maggior pompa, lo accennò Servio. per timore de' gentili, non così nar-
Ora queste cerimonie e riti prati- rasi del corpo di s. Cipriano ve-
cati dai gentili, essendo puramente scovo e martire, fu onorato che
onorari e civili, poterono santiU- con candele accese e con canti, di-
carsi e praticarsi dai cristiani nelle cendo Pontio: Inde cani cereis et
loro esequie, senza nota alcuna di scholarihus in aera cuj'nsdani Can-
superstizione. Onde frequentemen- didi procuraloris magno triunipho
te troviamo negli atti de' martiri sepnlluni est. Con che ci viene ma-
l'uso de balsami, e di preziosi un- nifestata r usanza ab antico osser-
guenti ed odori, co'quali i loro cor- vata di seppellire i cristiani, pre-
pi furono imbalsamati e seppelliti. cedendo il clero di diverse classi,
Quanto poi all'uso de' lumi e dei e le scuole, e portando ciaschedu-
cerei, e dell'accompagnamento del no un cereo acceso, con pompa, an-
funerale, co' quali vuoisi denotare zi con trionfo grande. Non vollero
l'immortalità dell'anima , il primo i coraggiosi fedeli tralasciare nel
esempio fu nel trasferirsi dal mon- funerale del santo martire il con-
te Sion, nella valle di Getsemani sueto ufficio di cristiana pietà , di-
il sngio corpo di Maria Vergine, portandosi con tanta intrepidezza
coll'intervento degli apostoli, e di in faccia del persecutore, desiderosi
tutti i ch'erano in Gerusa-
fedeli tutti d' essere col loro caro pasto-
lemme. Queste prime esequie pub- re decapitati, anzi senza apprezza-
bliche furono piuttosto un solenne re il risentimento dei persecutori
trionfo, approvate coli' insigne mi- e dei carnefici, si posero availti al
racolo descritto da s. Giovanni Da- santo con pannilini per raccoglie-
masceno nel sermone. De dormi- re il sangue appena decapitato. I

lione Bealae Firginìs, e da altri. funerali de' martiri, allorché le per-


Collo stesso splendore di cerei e di secuzioni non l'impedivano, presen-
lumi si celebrarono i funerali dei tavano una specie di trionfo. Negli
martiri ne'primi secoli della Chiesa, atti de' santi martiri sinaiti presso
per quanto era permesso ai divoti il Combefis, si narra Congregalis
:

fedeli di fare fra i timori e le ri- lino loco omnium corporibus san-
cerche de' gentili. Splendide furono clis triginla novevi numero ....
le esequie che si fecero al proto- {jtiotqitot illic inventi, .mhlatis pal-
martire s. Stefano , cui i santi mnruni ramis, obviani sanclis prò-
apostoli procurarono la' sepoltu- vesserunt palmisqne ,
et canticis , ,

ra col mezzo di Garaaliele, della magnoque gaudio cjjcrenles eoruni


quale parla s. Girolamo ntW Epist. cadavera. Che se alcune volte ac-

, 25, ove riportando molti luoghi compagnavansi con pianto i fune-


della sagra Scrittura, conferma la rali de' martiri, ciò proveniva , co-
lodevolissima consuetudine , rima- me avverte il Coldelti, o per iva-
FUN FUN 2ì
turai tenci'ezzaj o per compnssione del loro martirio, le ampolle o
(Ielle loro caineficinc, o [)el dolore s[)unglie piene del loro sangue, se-
della loro perdita, o per una san- gno del loi'o martirio, il loio epi-
ta invidia di non essere con essi taffio, od almeno il loro nome,
venuti a parte de' loro tormenti. delle metlaglie, tlelle foglie di lau-
L'abbate Fleury, ne' Costumi dei ro, o di ([ualche altro albero sem-
crislianij num. 3 1
, racconta che i pre verde, delle cioci, l'evangelio,
cristiani della primitiva Chiesa, per ec. Si osservava di mettere il cor-
testificare la loio fede della risur- po supino, col volto verso V orien-
rezione, avevano gran cura delle te. L'incensazione che ancora si fa

sepolture, e vi facevano delle spe- nelle eseijuie dei morti, sembra es-
se a proporzione delle loro sostan- sere un avanzo dell'antico costume ;

ze. Essi non bruciavano i corpi co- il tralasciarsi il bruciamento dellin-

me i greci, e come fecero un tempo censo ad onore de' corpi morti era
i romani; non approvavano la cu- stimato delitto grande; e nel concilio
riosità superstiziosa degli egiziani di Calcedonia fu accusato Dioscoro,
che conservavano nelle loro case
gli perchè per quanto ad esso appar-
imbalsamali ed esposti sopia alcu- teneva, non s' era eseguita per l'a-
ni tappeti, ma li seppellivano se- varizia sua l'offerta dell'incenso nel
condo il costume de' giudei . Dopo funerale di Peristoria, devotissima
aterli lavati gli imbalsamavano, e donna, che aveva lasciate le sue
vi adoperavano piìi profiuni, dice facoltà ai luoghi pii. Per più ra-
Tertulliano, che i pagani ne' loro gioni s' incensano i dclunti e le lo-

sagrifizi. Gli involgevano con pan- ro sepolture, che riferisce il Baruf-


nolini fini e con istolfe di seta, faldi al tit. 36, Innocen- n. 162.
qualche volta li vestivano di abiti zo 111 nel suo trattato ì\Iyst. Mis-
preziosi, gli esponevano per tre xae, cnp. 17, lib. II, dice che la
giorni, li custodivano, e vegliavano incensazione è un eflicace mezzo di
con essi pregando, dipoi li portava- fugare i demonii, e in ciò conviene
no alla sepoltura. Accompagnavano Durando, luiùonale, lib, IV, e. io,
il corpo con cerei e torcie, cantan- II. I. Altre spiegazioni le daremo
do salmi ed iimi per lodare Dio, e parlando delie assoluzioni solenni.
per esprimere la speianza della ri- J'^lla è cosa giusta e naturale ono-
surrezione. Prega vasi per essi, si of- rare la spoglia mortale di un'ani-
friva il si dava ai
santo sagrifìzio, ma santificata col battesimo e co-
poveri pranzo chiamato anch'es-
il gli ali ri sagramenti, e di un corpo
so agape, ma alquanto diirerente che, secondo I' s. Pao-
e<ipressione di
tlalle vere agape, ed allie limosino lo, è stato il tempio dello Spirito
si facevano; si rinnovava la me- Santo, e clic un giorno devo usci-
moria alla fine dell'anno, e c(inti- re dalla polvfie ,
[)cr riunirsi ad
nu.ivasi di anno in anno, oltre la un'anima beata. Onindi sono lo-
codiniemorayione the si f.iceva ogni tlevoli le di\erse cerimonie nligio-
giorno nel santo sngrili/i<>. Sovente se e civili praticale nei luneiali
coi corpi si sotterravano diverse (lei fedeli, .li rui Iralliuno in ili-

cose per onorare delimti e con- i Misi arinoli del Dizkukiih). /'.

servarne la memoria li; niNCunf , Ar.\rK, (;o>\iTu, H \>r.iiF,TTt. DrpriN-


della loro dignil.i, gì' istioincnli del 11, (.oMMLMon \/io> f; nr FEnui.1 ne-
26 rL i\ FUN
FONTI, AnNIVEBSARIO, EPITAFFIO, Irf- chiesa, quasi tutto l'intero giorno
CENSO, Dittici, Catafalco, Uffi- consumarono in questo viaggio, per

zio, ec, ec. la popolo


calca universale del e- :

Il Marangoni citalo, a p. Ii3 gli ed Arassio vescovi portarono


osserva, che restituita che fu la sugli omeri quel venerabile cada-

pace Chiesa da Costantino im-


alla vere, v' intervenne gran numero di
peratore, ne'primi del quarto seco- sacerdoti, d' ambe le parti prece-
lo, tosto r esequie dei cristiani con devano molti diaconi, ed altri mi-
maestosissima pompa di cerei e di nistri con cerei in mano, ed a tre

lumi si celebrarono, e ciò precisa- cori si cantavano salnii. Un tale

mente fu praticato al cadavere del- onore di cerei accesi fu fatto con


lo stesso imperatore ,
poiché collo- somma pompa al corpo di s. Gio-
cato entro una cassa d'oro, ed ac- vanni Crisostomo, allorché dal Cu-
compagnjito dalle milizie, fu por- cuso, ove in esilio era morto, fu
talo in Costantinopoli, ed in luogo trasferito a Costantinopoli dalla :

elevato nella sala del palazzo im- città sino alla Propontide si formò

periale, fu esposto tutto circondato un ponte sopra i navigli, tutto


di lumi sopra candellieri d'oro, che adornato di fiaccole luminose; fu
rendevano un meraviglioso spetta- incontrato dal popolo, di modo che
colo. Nel medesimo secolo IV san sembrò più trionfo che funerale ,

Gregorio Ps'azianzeno, descrivendo il in dimostrazione d'ossequio al suo


funerale di Cesario vescovo suo fra- merito, e per venerazione alle sue
tello, attesta che la loro madre co- reliquie, il che molto prima face-
mune con fiaccole accese alle mani, vasi a quelle de' santi martiri. A
la pompa funebre precedeva; e che quest'epoca insorse l'eretico Vigi-
Io stesso onore di lumi fosse pra- lanzio nemico de' santi e delle sa-
ticato ne' funerali di Gregorio suo gre loro spoglie, spargendo da per
padre, di Gorgonia sorella, ed tutto che questo rito era gentile-
anche di s. Basilio Magno. Il me- sco, introdotto nelle chiese sotto
desimo san Gregorio Nazianze- specie di religione; poiché, diceva
no seppelPi il fratello Cesario con egli, i santi i quali ricevono il lo-

mitra, del quale antico uso parla ro lume dall'Agnello divino, non
Prudenzio. Dipoi s. Gregorio Nis- hanno bisogno d'essere illustrati
seno, che visse ne' medesimi tempi, con questi piccoli cerei vilissimi. Il

nella morte di s. Macrina vergine santo dottore Girolamo gli scrisse

sua sorella, questi e molti altri ri- contro dopo avere dimostrato
, e
ti dimostra che furono praticati che i santi da noi non si adorano
nelle di lei esequie, e nell' Oralio come Dei, ma si onorano come ser-
in funere Melelii, scrive: Sindones vi ed amici di Dio; discendendo al

mnndae, et panni aerici unguento- particolare onore che si presta loro


rum, et aroinalnm largitas eie: coi lumi e co'cerei, provò non es-

anche il Cerimoniale romano dice sere cosa superstiziosa, né idolatria il

dell' imbalsamazione de' vescovi de- farlo,né essere buona ragione il non
funti. Circa all' universale accom- doversi ciò fare, per il motivo che
pagnamento di popolo, attesta che sia stato anco praticato dai gentili.

non essendovi piii di sette o otto Lo stesso s. Girolamo poi , nell'e-

stadi di diistanza dalla casa alla pist. 3o, parlando dell' epitaffio e
FUIV 27
dell'esequie di Fabiola, dice che itdoperò perchè del tutto fosse tolto
r Jlltluja si cantava anche nell e- Iabuso, dal terzo concilio carta-
sequie de' defunti. Sonabant psal- ginese, non Ostante che nel lib. Vili,
mij et aurata tccta lemploruni re- cap. 17 De cii'itate Dei avesse scrit-
boans in sublime quatiebat Alle- to, che il portare questi cibi sui
luja. sepolcri de' martiri, facevasi col fi-
Costumavano in oltre i gentili ne di poscia toglierli, e come san-
alcuni conviti o cene che facevano tificati per i meriti dei medesimi,
in occasione della morte di alcun cibarsene e farne parte a' poveri, il

personaggio, o pure al .sepolcro di che però, soggiunge, in pochi luo-


lui ne' giorni anniversari di essa, e ghi si Sembra pure, che
praticava.
perciò appellavansi Cene funebri. lo Agostino voglia indica-
stesso s.

Questo costume ne' primi tempi si re nel Semi. 1 5, de Sanctis, una


santificò dalla Chiesa, e si trasferì superstizione introdotta da' gentili,
ne' fedeli in onore de' martiri , e che forse andava crescendo presso
furono dette Agapi natalizie, di- alcuni non buoni cristiani, ne! por-
fese da Teodoreto e da s. Agosti- re diversi cibi sopra le sepolture
no. Si facevano anche nelle esequie de' morti, quasi che le loro anime
de' crisliaui, e dicevansi Agapi fu- ricerchino i cibi carnali, e le be-
nerali, facendone menzione Orige- vande che pure vi si collocavano.
ne, il Crisostomo, ed i ss. Paolino La Chiesa nel permettere tali aga-
e Girolamo. 11 primo ci attesta pi o convili ne' funerali, regolate
che celebravansi con tutta religio- dalla modestia e dalla carità, ave-
sità e pietà cristiana, coll'invito dei va avuto per fine che le anime
sacerdoti, del clero , e di tutti i
de' fedeli defunti restassero sulfra-
poveri, vedove e pupilli: servivano gate dalle preghiere, limosine, ed
a dar consolazione ai parenti, re- altre opere buone di quei fedeli
focillamento agli ecclesiastici che a- che vi concorrevano. Il Berlendi
,
vevano assistito ai funerali , e sol- Delle oblazioni all' altare , tratta
lievo ai poveri, che vi erano con- eruditamente questo punto a pa<^.
corsi, anche eoa limosine. JVe'pri-
194 e 195. F. Messa. Il p. Me-
mi tempi le natalizie celebravansi nochio nel tom. II, pag. 620, dis-
dentro le chiese, ma poscia nascen- corre nel cap. LXV, Della consue-
dovi de'scandalosi disordini, con con- tudine degli antichi di mettere vi-
viti intemperanti e dispendiosi, fu vande sopra df'niorti, e de' conviti
ciò proibito, ed ordinato dal con- funerali de' medesimi. Tra le altre
cilio laodiceno, che piìi non si fa- cose dice, che solevano gli ebrei
cessero in luoghi sagli. 3Ia sicco- mettere pane, vino, ed altre vivan-
me in molti vi si era introdotto de sopra la sepoltura de' morti, co-
qualche superstizione, s. Ambrogio me si ha dal libro di Tobia, cap.
vietò interamente tal costume, e
4, i<S; che gentili nel porre tali
i

s. Agostino riprese la propria ma- cose tomba del morto, ad


sulla
dre s. Monica perchè portava
, i alta voce lo chiamavano dicendo:
cibi sulle memorie de martiri: quin- Hesurge tu, coniede, et bibe; che
di lo stesso s. Agostino, scrivendo le vivande e bevanile poste nei se-
a Valerio vescovo suo antecessore, polcri per gli dei infernali, ninno
io persuase a pioibnlo, e poscia si ardiva toccarle; parla di egual co-
-

28 FUN FUN
«tiinie tniiUo (lai tinelli , o da al- ro di Reims di fare quello s(nlu-
cuni popoli (te-Ile Indie orientali ,
to : Uc mdlus preshyterorttr/i ad
almeno in passalo; che romani i aiiniversanain dieni, \>cl tricaiiiiani
chiamavano tali cene Silicernia ^ lerliani , vel seplinia alivtijiis de-
dnndone la spiegazione, per con- fitncli se inebriare praesumal. Ma
solazione de' vivi, ed onore del de- essendo assai dilllcile esporsi ai pe-
finito; che Archelao per sette gior- ricoli, e il vescoro
preservarvisi,
ni continui fece convili funeiali, Gnibeilo per togliere ogni occasio-
nell'esequie di Erode suo padre, e ne, [ìi'oibì ail ognuno del suo cle-
siccome altri ebrei meu iacoltosi ro il trovarvisi commensale. Non
solevano farne de' sontuosi, spesso essendo dunque lecito agli eccle-
SI riducevano in povertà ; che una siastici, e specialmente ai regolari
terza sorte di conviti funerali si obbligati a slsne ne' chiostri, l'as-
celebravano nelle case private , e sistere a tali conviti, venne poi dai
non vicino o sopra gii stessi sepol- benelàltori in tali incontri de' fu-
cii, tali essendo stati, quello per nerali per lo più ordinato, che fos-
la morte di Abner, coli' intervento se al loro vitto ordinario aggiunto
del popolo israelitico di Achille ; altra pietanza ; indi il Berlendi ri-

per la morte di Patroclo, e per porta certe donazioni XII se-


del
(|iiella di Ettore. INcl niedesimo t. colo, fatte in favore de' monaci per
Il, [). 6(J7 tratta il p. Menochio solenni celebrazioni <li anniveisari,
al eap. LV I, Dell'uso de cristiani per un pranzo lauto, oltre la ce-
ili lavare li corpi prima di sep- lebrazione di sullragi, in messe ed
pellirli j palla dell'antichità d'esso udlzi mortuari.
che risale ai [nirni secoli della Il dottop. IMamachi, De' costu-
Chiesa, dicendo servire tale lavan- mi de' primi cristiani, toni. Ili, p.
da in preparazione all'unzione che 76 e 78 fa menzione dell'anniver-
seguiva con oli e balsami prezio- sario de' morti usato dai primi cri-
si, acciò questi s' insinuassero nei stiani, dicendo che s. Cipriano, che
pori aperti dalla lavanda, oltre il lìori verso la metà del terzo se-
nel tare il cadavere da ogni sordi- colo, avendo privato de' suffragi
de/za, indi riporta alcune mistiche colui, che contro i canoni avea de-
ragioni, che abbiano potuto deter- stinato pò*' tutore de' suoi figliuoli
minare i cristiani d' imitare anche un sacordote mostrò che nel d\ ,

in ciò i gentili. 11 citato lierlendi annivejsario della morte di qua-


a pag. 264 discorre degli amiiver- lunque cristiano erano soliti i pa-
sari de'fimcrali, e de' convili che renti di lui di fare offrire il sagri
in essi avevano luogo, ed o[)ina fizio. e di far pregare per esso
che sifl'alla costmnair/a può avere piibblii-amente in chie>a. Indi ag-
avuto la sua uligine dalla narrala giunge, che s. Cirillo gerosolimita-
pratica dell' imbandimenlo de' so- no del quarto secolo, ragionando
lenni conviti ne' giorni de funerali delle preghiere che pubblicamente
nella casa del defunto a tutti quei si (licevano nelle adunanze de' fe-
parenli, amici, ed ecclesiastici che deli, secondo che fu loro per tia-

v erano intervenuti; wa (piesti con- dizione insegnato dai santi apostoli,


vili anniversari divenuli intempe- COSI scrive: " Facciamo di poi com-
ranti, diedero motivo ad lucuia- meuioraiiione .... de' padri e ve-
FUN FUN 29
scovi defiinli, e preghiamo per tulli mento del nono, dai quali ne ven-
in generale che Ira noi morirono, ne il nome di novenniali o nu-
ereciendo che ciò possa essere di vendiali, perchè i gentili dopo n-
grandissimo aiuto alle anime di ver impiegato i primi sette giorni
ql^eIii ,
pe' quali si ora, allorché con cerimonie superstiziose, i se-
principahnenle abbiamo davanti la guenti due giorni li dedicavano a
santa e tremendissima vittima di balli, a giuochi, e ad altie scostu-

Gesù nostro Redentore sagrameii- matexze, e cose praticate dai bar-


tato ". Il Rinaldi dice che il iu- bari. S. Agostino approvò il costu-
nerale anniversario de' dcfimli è me sacio usato dagli ebrt'i e dai
antichissimo nella Cliiesa, e all'an- novelli cristiani, che abbandonate
no 34, num. 3 1 3, osserva che sic- le pazzie gentilesche prolungarono
come il mortorio di s. Stefano du- per soli giorni selle i sacii riti so-
rò settanta giorni, così venne in- pra corpo del defunto, onde ri-
il

trodotto nella Chiesa per tradizio- ceveie (jue' suffiagi, che secondo il
ne apostolica il continuaisi gli uf- costume solevano praticarsi da chi
fici e le esequie pei definiti per concorreva a vedere i colpi de'lra-
più giorni. Narra inoltre che sole- passati, e diversi esempi ne ripor-
vano tenersi sopra terra due o tre ta il p. Paoli a pag. i36 e seg.
dì i cadaveri unti con preziosi lui- Altreltanto, quando poterono, i cri-

guenti, nel qual tempo vegliavano stiani praticaiono coi martiri, per
i cantando inni, e celebran-
fedeli fare sopra di essi la sacra sinassi,
do messe, e dopo averli sepolti ricorrendo al loro patrocinio per
cantavano di nuovo salmi, come at- ottenere costanza nella professione
testano vari scrittori, tra' quali s. della fede, e forza nella necessiti
Girolamo trattando del funerale di di contestarla con la morte. Ciie
s. Paola, e s. Agostino ragionando si solesse ancora far commemora-
della morte di sua madre. Il p, zione de' fedeli defunti nel giorno
Paulantonio Paoli, nelle Noùzie ottavo, ventesimo, trentesimo, qua-
spettanti alcorpo di s. Fcliciano, rantesimo, e sessantesimo, i rituali
molte ne descrisse rapporto ai fu- antichi lo dimostrano, e noi lo di-
neraU. Narra che i cristiani anti- cemmo in alcuni de' succitali arti-
chi ebbero il costume di conser- coli. Dell' anniversario Tertulliano
vare sopra terra i corpi de' de- ne fa menzione, dicendo : Pro de-
funti selle giornf, e coll'autorilà di functis annua die facirnux, ed al-
s. Agostino osserva, che se questo trove, Pro anima ejus ojferat an-
dottore spiegando come Giuseppe nuii diehiis dormitionis ejus; e s.

ordinò la pompa funebre di sette Gregorio Nazianzeno: Annivcr.sa-


giorni pel suo padre Giacobbe, de- rios honores, et conwiemoratione.<:
testa l'uso che inlroducevasi di fa- ofjerentcs, ec. i E
nemici dei fino
re i novenniali nella maniera pa- cristianislimarono le loro esequie
gana, come indegni della cristiana per modo che 1* imperatore Giulia-
religione, ma non giù il pio rito no l'Apostata nel quarto secoL) ten-
di produrli a giorni sette, che an- tò di trasportare tale opera di pie-
zi la chiama costumanza autorizza- tà ossia le religiose pratiche , e i

la dalle sagre pagine. S. Agostino riti de' fedeli nel gentilesimo. Degli
escludeva i due giorni a compi- anniversari funerali de'defunti se ne
3o FL > FL'N
fa risalire il piincijiio, nlinrno sci- ^v, destinando perciò settanta libbra

bilmente, ai pontificati di 6. Ana- d'oro, onde gundagnarsi lamoie drl


cleto dell'anno io3, o di s. Feli- popolo. 11 medesimo Rinaldi de-
ce J del 2 74- L'anniveisaria conti- scrive r esequie nobilissime di s.
meniorazione de' defunti fu prati- Pietro vescovo alessandrino all'an-
cata tanto dalla Chiesa gieca quanto no 3 IO; quelle di s. Melezio al-
dalla latina, per antichissima con- l'anno 38 quelle 1
; di s. Daniele
suetudine. Stilila all'anno 4^95 l'esequie mi-
Nel quarto secolo la Chiesa gre- steriose fatte alla monaca s. Romo-
ca stabili un ordine di chierici in- la o Romula vergine all'anno Sg^z ;

feriori che avessero cura de' fune- quelle grandi f.vtle dal patriarca di
rali ; furono chiamati copratae o Costantinopoli a s. Piatone nell'an-
lai'oranli, dal greco vocabolo signi- no 8 1 2 ; e quelle fatte dai sacer-
ficante lavoro, Beccamorti {Vedi\ doti del cielo a s. Eulogio mar-
lelticnrii, perchè portavano mor- i lire all'anno 859. Circa la con-
ti sopra una specie di bara chia- suetudine poi delle candele ac-
mata lectica; decani, e collegiali cese e luminarie suddescritte, ed
perchè formavano im corpo sepa- usate nei funerali, dichiarala e lo-
rato dal resto del clero. Costanti- data dai ss. Atanasio e Ciisoslotno,
no ne creò novecento cinquanta ,
non che da altri, non che il osta
cavati dai diversi corpi de' mestie- concilio Elberitano canone 34
col
ri, cui esentò da imposte pidihli- proibisse che si ponessero sopra se- i

che, come dicemmo meglio a det- polcri le candele accese, poiché intese
to articolo, ed a quello di Cox- di proibire ed opporsi all' usanza
FRATERMTA. Il p. Goar nelle sue superstiziosa troppo conforme al

note suH'EucoIogio de' greci, insi- rito de' gentili, soliti collocare so-
nua che i becchini, o heccamorli pra i sepolcri lumi accesi, secondo
erano stabiliti sino dal tempo de- che riferisce Svetonio, per chiamar-
gli probabilmen-
apostoli, e perciò li o sollecitarli, com'essi stoltamen-
te esistenti pure piesso gli ebrei. te dicevano. La qual cosa è rima-
Gli antichi beccamorti o chierici sta in alcuni luoghi, usando certi

inferiori che avevano cura de' fu- candellieri di ferro con più denti,
nerali, non avevano mercede nelle fatti a guisa di rota, a ciascun den-
loro funzioni, specialmente ne' fu- te de' quali mettono la candela, e
nerali de' poveri; la Chiesa li man- poi li collocano sopra i sepolcri .

teneva colle sue entrate, ovvero fa- Dipoi anche il concilio di Trento
cevano qualche mestiere per man- ha per altre cagioni vietalo il rito
tenersi, ed in riflesso ai servigi che superstizioso del numeio delle can-
prestavano ai funerali, altri impe- dele. Della grande illuminazione
ratori furono loro larghi di privi- che facevasi nell'anniversario de' de-
legi. Essi sono in parte imitali dai funti nella Chiesa di s. Maria ad
confrati, o fratelli delle confra- Martyres, lo si dice a quell'artico-
ternite,ed altre pie e caritatevoli lo; mentre del suono delle campa-
unioni. Narra il Rinaldi all'anno ne ne' funerali, se ne fece cenno
5i5, come Anastasio imperatore al voi. VII, pag. \o^ àe\ Diziona-
assegnò entrata alla chiesa di Co- rio. Da tuttociò che si è detto, si

stantinopoli per farvi l'esequie gra- riconosce che i primi fedeli trasfe-
, ,

FUX 3 i

riiono alcuni riti e cerimonie gen- et nsque ad sepulcium procedcn-


tilesche nell'esequie de' cristiani, le tihus clericis, sacerdoti^ et mulie-
quali ei'ano meramente civili , ri- ribus. iSunc audivi ab liujusmodi
provando quanto sapeva di super- processionibus foeminas interdictas".
stizioso, o di culto,; e che se al- In qualche luogo i cadaveri degli
cuna volta vi fu meschiata alcuna uccisi si solevtmo seppellire senza
cosa superstiziosa , i prelati della lavarli, dicendo il Muratori della
Chiesa furono dilinrentissimi
o a to- lavanda de'cadaveri tuttora in uso ;

glierla. Fu costume ancora de' gen- degli unguenti odoriferi ed aromi


tili di coronare ne' funerali i de- cui seppellivansi i corpi de' marti-
funti con coione di fiori, e co'me- ri, d'altri santi, e de' gran signori ;

desimi aspergere i loro cadaveri ;


dei cadaveri de' ricchi defunti, ve-
ma di questo uso santificato poi stiti di vesti preziose, uso ripro-
da' cristiani, ne parlammo agli ar- vato dai santi padri, e con anelli,
ticoli Corona e Fiori. collane, ed altri ornamenti d'oro
Il Muratori nelle Dissertazioni e d' argento ,
per cui poi furono
sopra le antichità italiane, nella rotti i sepolcri, per cercare i veri
dissert. XXIII de' costumi degl' ita- o sognati tesori. Andavano alla se-

liani , dopo che l'Italia cadde in poltiu-a le persone di bassa sfera


potere de' barbari, parla de' funerali vestite co' loro soliti abiti, come
come si praticavano anticamente, anche oggidì si pratica da' poveri
e di quelli delle persone di bassa in Italia, e forse ancora si pratica-
sfera ; così de' loro regolamenti e va da altri di più alto stato ai
varie consuetudini. Xarra pertanto tempi di Durando, il quale nel lib.
che l'Aulico Ticinense nel cap. i3 VII, cap. 33, num. 4 del Rational.
de Land. Papiae così ne parlava scrisse » Nec debent indui vestibus
:

circa l'annoConsuetudo i33o. " communibus, prout in Italia fit ".


omnium funeralium talis est. Quia Forse egli parlò così, perchè fra
quicumque moiiatur, pensata tamcn alcuni popoli della Francia si usò
conditione sui status ,
post cruces d' involgere un lenzuolo in i corpi
quarum aliquando multas portant, morti , secondo il costume de' giu-
sequuntur laici bini, illic per prae- dei. Ai funerali de' gran signori
conem saepe vocati: deinde cleri- insigniti dell' ordine della milizia ,

ci, et sacerdofes, quos tamen reli- interveniva una mano di persone


giosi piaecedunt si adsunt vocati. vestite a lutto, cavalli a mano con
Poslea sequilur funus in Iccto cum gualdrappe sino a terra, insegne,
calcitra, et linteaminibus, et cooper- e scudi coll'arma del defunto.
torio, sub quo positura est indutiim Tra le lettere del vecchio Ver-
vestibus sui status vel ordinis, ut .ib gerio, pubblicate dallo stesso Mu-
omnibus videatur. Postremo sequim- ratori, si vede il magnifico fune-
tur mulieies, ex quibus pi'opinrjuio- rale di Francesco I da Carrara si-

res defuncto a diiobus viris bine in- gnore di Padova ma sopra tutto :

de sustentantur. Et ita procedunt ad ammirabile fu quello di Gian Ga-


ecclesiam cum luminaiibus et so- leazzo Visconti primo duca di Mi-
nila campanarum. Laici vero en- lano, fatto nel i4o2, di cui si ha
trantes ecclesiam recedunt , rema- pure la descrizione dal Muratori.
nenlibus cum fimere in erclesin , Ma siccome la vanità r la g.ua
37. FUN FU\
aveva iiiirndoiro l' uso di-llc oin- nelle strade e nelle chiese, i irg-

zioiii filli» lui nelle esequie, non so- giani nel loro stallilo lo vietarono
lo pei principi , ma .'meo |>ei" le :iiM he nelle case. .Nola il ÌMiiraloii

persone privale, venne vietalo in I he nella (>aruiola usavasì il |>iaii-

alenile cillà. Alle persone inclinale lo o lamenlo delle fanciulle ne'fii-


:il lusso non Inastava la fornii pom- nerali , che poi lo ripetevano nel
pa, il consumo eli copiosa cera e giorno oliavo, bene ammaestrale
1 invilo tii (aula gente nel giorno in quest'arte per esci^uirla con gar-
«UI liMieiale, si voleva anche rin- bo; eturchi dura l'an-
che fra i

novar tu Ila la scena nel giorno tico pagar donne, che


costume di

st:llinio e Irenlesimo con grave di- accompagnano i cadaveri con urli


spendio degli lini ed incomoilo de- orrendi e lagrime frammischian- ,

gli altri. Ai tanti hnnciietli che in do le lodi del morto con tale stre-

tali occasioni si (àcevano allegra- pilo, che infastidiscono gli ascollanli.


iiuMilc agi' inlerveniili al funerale, II [». Meiiochio nel tom. Il delle
vi pose temperamento neilo sfato Stitntc a pag. 618 discorre nel ca-
di Milano lo statuto. l*resciissero po LXlll, delle stravaganti esoipiie
ancora alcuni statuti il numero del- che ordinò un certo dottore di leg-
le croci, o .sia de' religiosi, e delle gi, cioè Lotlo\ico Cordulo, morto
lorcie di cera ne' funerali. Dallo in Padova nel 1418, che gli fusse-
statuto di I\Iilano si ordina che i I lìiHe dopo la sua morte; indi
')

cadaveri fossero scoperti tanto in nel seguente capo descrive il lune-


casa che in chiesa ; rito approvato laie che nella Cina fu fallo lamio
in altre citlà, le quali vollero che 1G41 al dottor i'aolo cinese, per-
di lutti fòsse scoperto il volto, per sonaggio segnalato di quel regno.
ovviare a cpialche froile. Le preli- .Stravagante fu l'idea dell' imp<--
che o donne pagale presso gli an- ralore Carlo V, che volle celebrati
tichi romani, chiamale dagli ebrei i funerali lui vivente. Kinunzialo
Itwicnfftln'ccx, per accompagnare le all'impero, ed ai diversi regni e

pompe fimehri, ne' secoli bassi si stali di cui era potenti.ssimo so-

denominarono canlatrici. IMa .sem- vrano, a segno di aspirare alla mo-


brando superstiziosa una tal prali- narchia universale, si ritirò nel

ra, e movendo poi a riso le loro moni.slcro di Giusto presso Pla-


s.

Miiorlie e fal>i urli, e venendo lo- ccnlia, nell'Eslremadura, ove sep-


dali tanto i degni, che gì' indegni, pellì nella solitudine e nel silenzio

fu in seguilo proibita : così fu or- la sua formidabile grandezza. Ivi

<Iinato in diversi statuti, come di rinunziò ai piìi innocenti piaceri,

Ferrara nel Milano nel


i26c), di e praticò neh' intero loro rigore le

1290», e di Modena nel i3ij. Pres- regole della vita monastica. Nel-
so il Du-Cange si trova un bel l'eccesso della sua divozione cerca-

pezzo tratto dai mss. di Concom- va d' inventare alcun atto di pietà
pagno fiorentino, pubblico profes- che potesse rendere segnalato il suo
sore di Bologna nel 12 i3, ove tali zelo, fermare sopra di lui gli sguar-

donne sono chiamate contatrici dal di del cielo, ed anche del mondo
contare i fatti del defunto, con al- che avea lasciato, e si determinò
cuni versi rimati imparati a me- di celebrare le proprie sue esequie.
moria. Questo piagniiitero proibito Ravvolto in un lenzuolo e prece-
, ,

FUN FUN 33
duto dai suoi domestici vestili a pa e splendore, e mossisi similmen-
lutto, s'avanzò verso una bara po- te con quella corte dalla chiesa di
sta nel mezzo della chiesa del con- Combergo, facean passaggio per la
ventOj e vi si distese sopra. Si ce- via piana. Dietro le file de' sacer-
lebrò l'uflizio de' morti, ed il mo- doti pregavano la sempiterna pace
narca fra 111 mischiò la sua voce a al defunto tutti i cantori della cap-
quelle de' religiosi che pregavano pella del re, a cui i cappellani del
per lui. Dopo 1' ultima aspersione le similmente rispondevano alcune
ognuno si ritirò, e le porte della preci. Passò il vescovo di Arras
chiesa furono chiuse. Carlo V ri- con le insegne pontificali . e due
masto solo, indugiò ancora alcun prelati ai suoi panni: transitò il

tempo nel feretro : akalosi final- vescovo di Liegi che nella matti-
mente, andò a prostrarsi dinanzi na susseguente canterebbe la mes-
all'altare, indi rientrò nella sua cel- sa, e assolverebbe il tumulo lagri-
letta, dove passò la notte nella più mato. I quali erano circondati d;i
profonda meditazione. Tale ceri- meglio che venticinque abbati mi-
monia funebre forse affrettò il ter- trali, con pastorali e ricchi orna-
mine de' suoi giorni ; una febbre menti. Dopo ciò tutti i signori del-
causata dalla agitazione violenta la città preceduti dal giustiziere,
in cui le idee della morte l'ave- ed accompagnati da tutti pubbli- i

vano immerso, lo rapi a' 21 set- ci funzionari seguirono il clero mo-

tembre i558, nel cinquantanovesi- destamente, mentre all' incirca due-


mo anno di sua età. Fu sepolto in cento poveri coperti al volto di ve-
Granata nella cappella reale dei lo , e di zimarre lunghe vestili

re di Spagna, ed il suo figlio Fi- ivano appresso alla nobiltà con tor-
lippo II gli fece celebrare a Brus- chi accesi ciascuno, e l'imperiai
selles i funerali, che
Fleuiy spet- stemma sul che
torchio. A questi,
tatore qualificò per la più splen- per la novità metteau del vestito
dida e sontuosissima cosa che aves- terrore e pietà in chiunque li ri-
se veduto al mondo, non essendo guardava, succedevano il cancellie-
agevole rinvenirne per la loro ma- re ed il consiglio di Brabante, tutti

gnificenza in ogni storia, ed ecco- di gramaglia mesta coperti, e molti


ne la narrazione che ci diede l'Ul- uffiziali li corteggiavano. Tutti i

loa, nel lib. V, pag. 349 e ^^o- servitori dell'imperatore defunto,


della Fila e fatti di Carlo V, tutti i pensionari e i forieri, tren-
stampata in Venezia nel 1606. taquatlro paggi del re messi a bru-
Verso l'ora di nona passarono no ed a lutto co' maestri loro, ed
avanti la casa di Filippo II re di i minori uffiziali decoravano il fu-
Spagna, sovrano de' Paesi-Bassi ec. nerale. Vennero appresso quattro
ec. preceduti da due croci mortua- cavallerizzi del re, seguiti da tutti
rie tutti i ministri regi rivestiti i medici famigliari, da tutti gen- i

delle gramaglie con berretta qua- tiluomini di casa Cesare con ve-
dra ricoperta di velo nero, ed un stimenta lugubre e pompa. Segui-
lungo nastro nero alle spalle. Que- tando Gotesta gente il cammino,
sti entrarono nel cortile come per vidersi a comparire dodici trom-
invitare il re alla venuta, mentre betti della famiglia co' metalli lo-
i preti tutti ed i frati, mcsii a pom- ro rovesci e quieti , nella stessa
VOL, XXVTII. 3
, ,

34 F UN FUX
guisa che andavnno seco loro tlne sopravi, armata la testa di belle

giovani con tamburi a spalla ve- penne, e con un drappo che an-
lali e taciturni per la rappresen- dava in terra, dietro il qu^de ven-
tazione del dolore. Questo concer- tilava lo stendardo imperiale con

to fatto muto per la circostanza santo Jacopo protettore delle Spa-


precedeva l'immagine dell'impresa gne. 11 che era seguito da tutti i
(li Borgogna , dietro la cpiale in- regni di Carlo V , cioè Fiandra
niilzata sull' asta nera moveva la (iheldria, Brabante, Borgogna,Au-
celala cbe l' imperatore usava vi- stria Sardegna, Siviglia, Galizia,
,

vendo, con piume sopra e pennac- Cordova, Toledo, Granata, Valen-


chi, la quale celata od elmo, o za, Gerusalemme, Sicilia, Napoli,
casco che voglia dirsi, era accom- Aragona, Catalogna, Leone e Ca-
pagnata da due cavalieri onorabili stiglia. Passate tutte queste imma-
che ne imbracciavano gli scudi. Di- gini delle conquiste e dei regni a-
cono che il popolo alle sue guer- vuti, venivano i cavalli dell' inipe-

riere insegne stordisse, e che mi- ratoi'e riccamente e leggiadramen-


rato con compassione fosse tocco te vestiti, con le insegne in alto
profondamente ma quello che lo : del principe. Seguitarono di poi
mosse ad una più decisa pietà, fu quattro gentiluomini a coppia, che
una nave di una ragionevole gran- innalzate le aste di morte dimo-
dezza, simbolo delle peregrinazioni stravano sullo scudo le armi del-
del principe , la quale teneva in l'impero, di Castiglia e di Napoli,
poppa una sedia addimo-vuota , e portavano scudi, arme, elmo,
strante il trono rimasto vedovo stocco , e sopravveste imperiali ,

ed aveva ai lati tante pitture, quan- tutte fìnte per certo, ma che do-
te furono le sue imprese. Nelle vevano appendersi al soffitto del
qunli vedevasi mare reso sicuro, il tempio, giusta il costume de'prin-
Solimano disfatto, la nuova Ame- cipi straordinari. Dopo di che ve-
rica discoperta, Milano aggiunto al- nivano portando il conia
le reali,

l' impero, la Germania fatta tran- di Suanemburgo un cuscino di se-


quilla, la intrapresa di Tunisi ed ta bruna con sopravi il toson d'o-
alti'e cose. Due colonne furono ro gemmalo, il quale usava l'im-
asportate slmilmente nel funerale peratore. Impugnava lo scettro il
per indicare le famose colonne di marchese di Aquillar: sosteneva la
Ercole, o quel punto di mare che spada ignuda, ma lucente di molte
Colombo chiamò Capo di Buona gemme sull'elsa, il duca di Villa-
Speranzn, olire del quale dicono hermosa: il principe d'Orange sos-
che gli antichi non avessero mai teneva il mondo fìllizio: Antonio
veleggiato che fu il principio
, e di Toledo sosteneva la corona ri-
della stupenda navigazione intra- spettata e temuta la quale era ,

presa da un italiano : comechè al- vagamente di perle e gemme rive-


cuno pretenda che fosse scoperto stita tutta all'esterno mentre , i

non da Colombo, ma da Vasco di maggiordomi del re assistevano a


Gama sei anni appresso. Finito ciò, questo gruppo, ed il duca d' Alba
videsi sulla via un cavallo vuoto dappoi, il ben famoso duca d' Al-
bellissimo, o per rimodernare quel- ba consigliero e gueriiero, solo in
l'espressione, un cavallo con niuno seguito ne veniva. Ed ecco Filip-
FUN FU^^ 35
pò IT coperto il cnpo misleriosa- insegne e scudi, e gemme e coro-
mente, con Gomez di Silva che ne, si miravano a riposare, quante
gli sosteneva lo strascico, veniva a unite insieme e considerate faceva-
lento passo cogitabondo, preceduto no la rinunzia di Carlo V piti
dal duca di Brunswich e d'Arfois, nuova, e quasi incredibile a tutte
che la sua gramaglia gli reggeva- genti. UlFiziò il re insieme al cle-
no al accompagnato dal
lembo , ro quasi fino alle ore due della
principe di Piemonte, e da tutti i notte, ritornandosene al palazzo con
cavalieri tosoni d' oro seguito ed molta mano di gente. La mattina
iscortato eziandio. Un popolo quasi susseguente tornò in chiesa col cor-
infinito, moderato nella sua cupi- teggio medesimo, meno il clero che
digia dagli arcieri (prediletta guar- lo ricevè dentio il tempio. Assisti-
dia del re) finiva in tutto il con- to alla funzione lunghissima , udì
voglio funebre, che dal palazzo di la orazione funebre recitata da mon-
Filippo II giunse in chiesa senza signore di Arras in lingua france-
impedimento veruno, perchè tutto se, e trascorso il mezzodì da due
quel tratto di stradache dovea
, ore, ritornossene alle faccende.
peicorrere il funerale, aveva late-
ralmente da entrambi i fianchi una jlltre notizie riguardanti le rego-
lunga siepe di travi incatenati e le generali deli' esequie e fu-
con teste alte dalla terra due brac- nerali.
cia, che impedivano alla cuiiositk
della gente il venire a chiudere le e Procurerà il parroco con som-
vie, e r impacciare in modo alcu- ma diligenza di ritenere l'uso, e
no quel transito. Questi ripiani fu- di osservare cerimonie e
le sacre
rono ripieni di tanta gente, che riti dei quali per un'antica tradi-
Dio vel dica Ja : quale sostenendo zione, e secondo gl'istituti dei som-
una torcia accesa con lo stemma mi Pontefici si suole servire la Chie-
imperiale al di sopra rendea la ce- sa cattolica nelle esequie de'suoi
iimonia piìi lugubre, più inteies- figli defunti, come veri misteri di
sante, piii ricca, ed il dolore uni- religione cristiana , come segni di
versale insieme al fasto di Filippo pietà, e come salutevoli suffragi
Il meravigliosamente additava al de' trapassati fedirli. Si ritenga per
mondo. Giunto in chiesa Filippo quanto sia possibile, quello ch'è di
11, vide forse con sorpresa alcuna antichissimo istituto,, cioè di cele-
dell' vagamente
anima, illun)ìnato brare la messa praesente coipore^
quel tempio, vestire il panno lu- prima che si seppellisca il cadave-
gubre di suo padre: vide panche re. Se si dovià poi seppellire qual-
e sedili, scompartimenti, loggic e cuno in giorno festivo, si potrà ce-
tappeti: vide il trono del suo di- lebrare una messa de requiem, prae-
ritto e la maestà dei pendagli, iscri- sente eorpore, purché la messa con-
zioni, insegne e cordoglio : vide i ventuale, e gli uffizi divini n<iri lo
vasi funebri accesi, e la gente e la impediscano, né gran solen-
osti la

meraviglia: e vide da ultimo il ni ili flel giorno, come sarebbe ciuci-


catafalco, l'ampio, ricco e superbo lo di Pasqua, e di Pentecoste, ec-
inlafalco di rntjrle, su cui tanti ori cettuate però le due ferie seconda
e collane, tante croci e spade, ed e terza che seguono; il giorno di
36 FUN FUN
Natale, 1* Epifania, e tutti i giorni do luogo seguirà il clero regolare C
ne'quali occorrono ullìzi di rito dop- secolare, e tutti a due proce- a due
pio di prima classe, o p«r tutta la deranno per ordine, cantando a chia-
diocesi, o per la chiesa particolare ra voce e divotameute salmi, che i

in cui sideve seppellire il defun- diremo in appresso, indi vena il


to, come sarebbe appunto la de- parroco coi lumi, e fmalmente il
dicazione, e il santo titolare. 1 po- fèretro con tutti quegli altri, che
veri, cui poco o nulla sopravanza accompagneranno la pompa fune-
dopo la loro morte, si seppelliranno bre, e che pregheranno Iddio in
gratis intieramente, e i sacerdoti silenzio per il defunto. Il parroco
ai quali appartiene la loro cura, poi prima che si levi il cadavere,
porteranno i lumi a proprie spe- Io aspergerà coll'acqua benedetta,
scj oppine a ciò provvederà qual- poi diià l'antifona: Si iniquitatcs
che pia confraternita, secondo la etc. e il salmo De profundis ; e
consuetudine de'luoghi. I corpi dei ripetuta la predetta antifona, si le-

defunti porranno coi piedi verso


si verà il cadavere. Indi il parroco
l'altare o se si mettono
maggiore, al partir dalla casa intuonerà con
negli oratorii o cappelle, si porran- voce grave 1' antifona : ExulLabunt
no pure coi pie<li verso loro al- i Domino ossa humiliata, e i canto-
tari ; ciò che eziandio si deve osser- ri incomincieranno il salmo Mise-
vare nel riporli in sepolcro. I sa- rere, proseguendo il clero alterna-
cerdoti poi si porranno col capo tivamente; e se la lunghezza del
verso l'altare maggiore, non gli al- cammino richiederà , si diranno i
tri chierici ". f^edi Rituale Róma- salmi graduali : Ad Doniinuin cani
mini, De exequiis. Iribnlarer clamavi, ed altri salmi
Delle esequie praesente corpore. tratti dall' unizio de' defunti, e nel
» Stabilito il tempo, in cui si de- fine di qualunque salmo si dirà,
ve portare alla chiesa il corpo di Requiem aeternani , i quali salmi
un defunto, convocherà il clero e
si si dovranno recitare divotamente,
quegli altri che dovranno inter- distintamente, e con voce grave fi-

venire al funerale, e si raduneran- no alla chiesa. All'entrare in chie-


no con ordine nella chiesa par- ra si ripeterà l'antifona: Exidtabuiil
rocchiale, o in altra, secondo la Domino; indi entrati canteranno il

consuetudine del luogo; e dati cer- responsorio : Subvenite sancte Dei,


ti segni di campana in quel mo- cominciando un cantore, e il cle-
do, e con quel rito ch'è di costu- ro alternativamente rispondendo.
me, il parroco vestito di cotta e Si deporrà il feretro in mezzo della
stola nera , o ez.iandio di piviale, chiesa, in modo che i piedi del
con un chierico che porterà la cro- defunto, se sarà laico, sieno ver-
ce, e con un altro col vaso dell'ac- so 1'
altare maggiore , il capo
qua benedetta, si porterà assieme poi se sarà sacerdote , come ab-
cogli altri alla casa del defunto; biamo detto di sopra ; e i cerei
ed ivi si distribuiranno i cerei, e saranno accesi d'intorno al corpo.
si accenderanno le torcie ; poi su- Si deve avvertire, che il cadavere
bito si ordinerà la processione, e che giace supino nel suo feretro
procederanno prima le confraterni- si deve esporre colle insegne del suo
te dei laici, se ve sono ; in sccon- grado qualunque sia, poste ai lati
FUN FUN ?<^

ed ai piedi come; il cappello ros-


,
pi;ineta ed il manipolo, prenderà
piviale nero, e la croce il sud-
so al cadavere del cardinale, il cap- il

pello verde ad un vescovo, le in- diacono, il quale si porterà al fe-

segne canonicali ai canonici e be- retro, e si situerà al capo del de-

neficiati, i libri ai dottori, le ar- funto nel mezzo di due accoliti, os-

mi, bandiera ai duchi e gene-


la siano ceroferari coi candellieri, e

rali.Poi (puicliè non vi sia qual- tutti gli altri del clero verranno
che impedimento, come diremo in ordinatamente secondo il proprio

appresso) si dirà l'uffizio dei morti grado colle candele accese, e staran-
no d'intorno al cataletto. Indi se-
coi tre notturni, e colle laudi: e
due del incomincieranno as-
clero guirà il sacerdote col diacono, col-
r assistente e cogli altri ministri,
solutamente V invitatorio Regetn , :
,

e fatta la riverenza all^ altare, si


che si ripeterà dal coro, indi can-
teranno il salmo Fenite exiilte- :
collocherà cantra Crucetn ai piedi
miix, e si raddoppieranno le anti- del defimto (il Messale romano
dice verso cornu Epislolae) stan-
fone. Al fine dell'uffizio^ dopo le ,

antifone, e il cantico Benedictus, do di dietro alla di lui sinistra due


si dirà segretamente il Pater no- accoliti, uno col turibolo, e l'altro

sler. Mentre nell'uffìzio si diran- col vaso dell' acqua benedetta , e

no le laudi, il sacerdote coi nìini- un accolito ossia chierico, che ter-

stri si apparecchierà per celebrare rà il libro, e tosto dirà l'orazione:

la messa solenne de'defunti in die Non inlres in judiciuni. Poscia in-


Depositionis, se il tempo sarà con- cominciando un cantore, il clero

gruente. Tra le varie congruenze circostante canterà il responsorio:

di questo tempo, la principale sa- Libera me. Domine, e frattanto il

rebbe che il funerale, e l'esequie sacerdote, amministrando il diaco-


1' incenso
si facessero in mane. Se poi non no e un accolito, porrà
si possa e il cadavere si
, debba nel turibolo, e finito detto respon-
tumulare, allora detto l'uffizio dei sorio, un cantore col primo coro
defunti, si faranno l'esequie senza dirà : Kyrie eleison e il secondo ,

Christe eleison
la messa ; ma se il detto cadavere coro risponderà : ;

si possa conservare incorrotto fino indi tutti assieme diranno Kyrie :

al giorno seguente, e vogliano gli eleison. Tosto il sacerdote dirà ad


eredi che limanga esposto nella alta voce: Pater noster; che si

chiesa alle preghiere de' fedeli, al- reciterà segretamente da tutfi, ed


lora si può dillerire la celebrazio- esso frattanto prenderà dal diaco-

ne della messa, ed anche la reci- no o dall'accolito 1' aspersorio, e

tazione dell' uffizio al giorno ap- fatto un profondo inchino alla cro-

presso. Finita la messa qui può ce, genuflettendo il diacono, ossia


(

aver hiogo I' orazione funebre in il ministro, che gli alzerà i lembi
lode del defunto; la quale se si fa- del piviale, andando intorno al fe-

rà da un sacerdote sidovrà recitare retro ( se passerà innanzi al ss. Sa-


in veste talare, e non in cotta o gra mento ,
genufletterà anch' es-
rocchetto, e molto mono in abito so), aspergerà il corpo del defunto
canonicale , perchè non è una co- (sull'aspersione ed incensamento del
!5a sacra, o una predica o lezione cadavere non essendo prescritto
,

spirituale), il sacerdote deposta la dal Rituale romano, cosi una pra-


38 FUN FUN
tica differente tengono tra loro le cessila di altri funerali, non si po-
chiese; però il rito migliore, dice trà dire l'uffìzio de' morti coi tic
il che girando
Diclich, è di quelli, notturni, e colle laudi, deposto nel-
intorno al feretro aspergono e in- la chiesa il cataletto, si dirà il

ceiisano, senza fare alcuna dimora primo notturno, colle laudi o sen-
nel principio , nel mezzo, nel fine za, massimamente dove vige la con-
e in arabe le parti, perchè questi suetudine , incominciando dall'in-
si uniformano al Pontificale roaia- vitatorio; Regioni cui omnia vivant,
no , e al cerimoniale de' vescovi). e poscia si diranno tutte le altre
Indi ritornato al suo luogo pren- cose che vengono prescritte, come
derà il turibolo, e allo stesso mo- sopra. Se sarà poi tale la ristret-
do incenserà il defunto; poscia re- tezza tempo, o altra
del urgente
stituito il turibolo, stando al suo luo- necessità, che nemmeno si possa
go, tenendogli un accolito il libro dire un solo notturno colle laudi,
aperto, dirà il versetto Et ne nos : non però si ommetteranno cnai le
inducas. Se il defunto sarà sacer- predette preci e sulTi-agi. Non si

dote, nell'orazione si dirà : Pro a- omrnetterà finalmente la messa in


mina famuli lui sacerdolis quam. die obitus pracsenic corporc, purché
Finita la orazione, si porterà il non lo impedisca la solennità di
corpo al sepolcro, se allora si deb- quel giorno, o c|ualclie altra cir-
ba portare, e frattanto si canterà costanza non pei'suada altrimenti,
l'antifona: In Paradisutn. Quando e dopo la messa si osserverà il
poi si arriverà al luogo della se- metodo di sopra ". RitmUc Roma^
polliu'a , se non sarà benedet- num, Evcipiiarum orda.
to, il sacerdote lo benedirà dicen- Delle esequie abscate carpare.
do (juesta orazione : Deus cu- » Nei giorni che lo permettono
j'us. Delta l'orazione, il sacerdote le rubriche e leggi ecclesiastiche
aspergerà il luogo con l'acqua be- si dirà in chiesa l'ulTlzio de defun-
nedetta , indi incenserà il corpo ti coi Ire notturni, colle laudi e
del defunto, e il sepolcro. Se poi colla messa. Dopo la messa il ce-
non si cadavere in que-
porterà il lebrante deporrà il manipolo, e la
sto istante om messo al sepolcro, pianeta, prenderà il pivi.de ne-
e
il predetto responsorio, la paradi- ro, e precedendolo d suddiacono
suin, e la benedizione, si prosegui- colla croce, e il clero con due ce-
rà l'uffìzio ut infra, che mai non roferari, coi loro cindellieri, e due
si omrnetterà, e s'intuonerà l'an- accoliti, uno col turibolo, e l'altro
tifona, Ego sum, la quale si ripe- col vaso dell' acqua benedetta e
terà, e si dirà il cantico Benedì- col rituale, si porterà col diacono
clus. Poscia il sacerdote dirà Ky- a sinistra al luogo del sepolcro,
rie, eleison , e frattanto aspergerà ed ivi dal cleio si canterà il re-
il corpo. Indi ritornando dalla se- sponsorio: Libera me Domine. Frat-
poltura in chiesa, o in sagrestia tanto amministrerà l'incenso, e lo
sidiranno senza canto l'anlifona : benedirà. Poscia si dirà il Kyrie
Si inquiLates, e il salmo De pro- eleison, e il sacerdote dirà il Pater
fundis. Se poi per una causa ra- noster, e mentre lo reciterà segre-
gionevole cioè per la ristrettezza
, tamente, prenderà 1' aspersorio, e
del tempoj o per la istante ue- andrà intorno al sepolcro asper-
FUN FUN 39
gendola Indi incenserà allo stesso anche non portandosi, s' inluonerà
modo, come si è detto di sopra. 1 antifona : Benedicite ^ col cantico
Poi dirà Et ne nos inducas. In-
: pure Benedicite; poi il sacerdote
di dirà l'orazione, che si è detta innanzi all'altare dirà: Dominus
nella messa o altra conveniente. i'obiscum, e l'orazione: Deus qui
Finalmente questo rito di uffizio pei miro ordine. " Rituale Ronianuni,
defunti adulti sì sacerdoti, che chie- De exequiis parvulorum. Oltre a
lici, sì secolari che laici si dovrà , ciò le rispettive diocesi hanno an-

osservare nell'uftizio della sepoltura che regolamenti e consuetudini par-


nel giorno della deposizione, ovvero ticolari, e Roma Statuta antiqua
:

nel giorno terzo, settimo, trigesi- de officio camera rii cleri romani
"
mo, e annivex'sario della morte. {Fedi Camerlengo del clero ro-
Rituale Ronianuni , De officio fa- MANoJ j et juribus funeralibus ec-
ciendo in exequiis absente cor- cleiiarum, praesertim parochialiuni
pore defuncti, et in die tertio, se- almae Urbis. Una cuni addictio-
ptimo, trigesimo^ et anniversario. nibus, seu declarationibus cardina-
Dell'esequie dei fanciulli. Nel lo- lis Carpineo Urbis vicario, et car-
ro funerale non si debbono suo- dinalis Guadagni. Adjecta tajcado-
nare le campane; ma se si suo- ne emolunieniorum funeratìuni, ad
neixinno, si suonino non modo a comniuneni intelligentiani vulgarì
lugubre, ma festivo. Quando un sermone impressa; cuni pleniori ap-
fanciullo battezzato morirà prima pendice, edictorum, decretorum, de-
dell'uso della ragione, si vestirà se- cisionuniy senlentiarum etc, ad ea-
condo la sua età, e se porrà
gli dent statata pertinentium , Romae
sopra il suo capo una corona di 1735 ex typographia Rev. Came-
lìori, ovvero di erbe odorifere, in rae Apostolicae.
segno dell'innocenza e della vergi-
nità.E il parroco vestito di cotta Funerali dei Papi, dei cardinali,
e di stola bianca e gli altri del , dei vescovi, dei prelati, de' so-
clero, se ve ne sieno, precedendo vrani, de' nobili, e di altri.
la , che si porterà senza a-
croce
sta, procederanno alla casa del de- Il Pontificale Romanuni, De offi-
funto, con un chierico che terrà cio, quod post missam solemneni
l'aspersorio , e il sacerdote asperge- prò defunctis agitur, tratta de* fu-
rà il corpo, indi dirà l' antifona: nerali da farsi nella morte del som-
Su nomea Domini, e il salmo Lau- mo Pontefice , o del proprio ve-
date pueri. Mentre si porterà il scovo, non che di qualche cardi-
cadavere alla chiesa, si dirà il sal- nale o principe. » Nelle esequie del
mo ^ea/i immaculaiiyese sopravan- sommo Pontefice, di un cardinale
zerà tempo, salmo si potrà dire il della romana o del metro-
Chiesa
Laudate Doniinum de Coelis, con polita,ovvero del proprio vescovo,
gli altridue che seguono, e nel fine non che dell'imperatore, re o gran
il Gloria Patri. Quando poi si en- duca, ^ed anche del padrone del
trerà in chiesa si comincierà l'an- luogo, finita la messa il pretato ,

tìfona Hic accipiet


: e il salmo , che celebiò, e quattro altri prelati,
Domini esc terra. Mentre si por- se ve ne siano, si porteranno alla
terà il cadavere alla sepoltura, od sagrestia, o ad altro luogo più eoa-
4o FUN FUN
yeiiiente e vicino, dove apparati quali erudizioni ci dà intorno alle
a tenore del Pontidcale romano, dette assoluzioni. Il rito delle cin-
3Ì uniranno col prelato celebrante, que assoluzioni, sopra il cadavere
e assieme con esso si porteranno de' sommi Pontefici , dei re , dei
ad caslruni dolorin ossia al feietro vescovi sembra dovere riconoscere
('ypparecchiato senza baldacchino la sua origine da un'antica costu-
sopra, e col triregno soUanto, e se manza osservata specialmente nelle
la congregazione de' riti decise che esequie de' vescovi, i cadaveri dei
sopra il tumulo dell' anniversario quali, prima di essere sepolti, so-
di un sommo l'onlelìce non si ab- levano condursi in varie chiese, ed
bia a porre che il triregno soltan- ivi deposti, in ognuna di esse si can-

to,a forti ori, opina il Diclich, dun- tavano varie preci, e si Facevano
que non si potiù porre che la mi- le Essendo poi coli' an-
assoluzioni.
tra nell'anniversario di uno o più dare del tempo andato in disuso
vescovi. Il padiglione che talvolta questo rito di portare il cadavere
si usa sul feretro, non è un bal- in varie chiese, è restato il rito

dacchino, che solo spella al ss. Sa- delle cinque assoluzioni, che si fan-
gramenlo, come decise la detta con- no tutte in un giorno nelle solen-
gregazione), owero ad altro luogo, ni esequie. Ciò posto, seinbia che,
iu cui si sogliono fare le assoluzio- secondo l'origine, più non abbianp
ni. Se non vi fossero quattro pre- luogo le cinque assoluzioni absenle
lati, potranno venir surrogati quat- carpare, e molto meno se siasi già
tro canonici della chiesa cattedra- celebrala la prima messa solenne:
le in dignità coslituili (ciò non si ciò è confermato dal testo della
può praticare nelle chiese parroc- rubrica § 8, tit. 87 del Ponlilica-
chiali, mentre il ponlilìcale consi- le. Siccome per altro la cosa si ri-

glia di fare un'assoluzione soltanto duce a convenienza, dicendosi noii


dal prelato celebrante, edam in pri- seinpcr fieri conveiiit, e non già é|
mis exequiis, in quelle chiese cat- stretta proibizione, si possono fa-
tedrali cioè, nelle quali non si pos- re le assoluzioni anche absente cor-
sono avere opportunamente altri pore. come si fanno in tutti i luo-
quattro prelati a forliori, opina il
; ghi della diocesi ove non può es-
Diclich, dunque non si potrà nel- sere presente il cadavere, come si
le parrocchiali ). Queste quattro o fanno per il sommo Pontefice: ov-
cinque assoluzioni poi non convie- vero anche absente carpare, e do-
ne sempre in tutte l'esequie,
farle po la prima messa solenne, per Ic^
ma prime soltanto, che si so-
nelle ragione che l' esequie solenni por?
gliono fare dopo la morte. Simil- tano séco quasi sempre un prepa-r
mente non hanno luogo negli an- rativo di tumulo più magnifico, di
niversari, ma si farà un'assoluzione addobbo di chiesa, o di altra co-
soltanto messa ad castruin
dopo la sa simile, e perciò non deve stret-
doloris. Ciò che pure si potrà os- tamente sempre interpretarsi la va-.
servare nelle prime esequie, dove brica, né deve prendersi in tutte
pomodamente non si potranno a- le circostanze per una chiara ed
vere quaittro prelati che assolvano." aperta proibizione. Ciò ch'è assolu-
11 dotto d. Gii). Diclich, nell'ap- tanieule proibito è il farle negli
plaudilo Diz. sacro- liturgico j ecco anniversari, e la rubrica uou aiii-:
FUN FUN 4i
iinelte in ciò dubbio. A volere per- ci hanno preceduto con il segno
tanto anche ponderare le diverse della fede, come prova il Baronie
espressioni della rubrica, che am- all'anno 38, num. 3 13.
mette nei due diversi casi ima dif- Funerali dei Papi. Nel volume
ferenza, clie pur deve calcolarsi, il VI, pag. 199 sino a pag. 206 in-
niedesirao Diclich sarebbe di sen- clusive del Dizionario, si parla del
timento, che anche dopo la prima cadavere del Papa, sua ricognizio-
mossa solenne, ed abseiite carpare ne, lavanda, imbalsamatura, vestia-
potessero farsi le cinque assoluzio- rio, ed aneddoti relativi di tale ;

ni, come si sono fatte in Pioma ,


lavanda se ne parla pure al voi.
iillcrchè dopo alcuni mesi della XXI, pag. 162. Nel voi. Vili, pag.
morte del cardinal Carlo Rezzoni- 186 e seg. si descrive ciò che si

co, nella basilica lateianense fiuon- pratica nella morte del Papa, tras-
gli fatte le esequie. E da notarsi porlo del suo cadavere dagli ap-
che porporato mori in Roma
tal partamenti Quirinale, o Vaticano
a' 26 gennaio 1799, cioè in tem- alla cappella Sistina, e da questa
po che Roma era priva del Papa alla basilica di s. Pietro, e sua tu-
e de' cardinali, il primo prigionie- mulazione; ed a pag. 189 e seg.
ro, i secondi dispersi, essendo l' e- delle novendiali esequie del defun-
poca repubblicana ; e che il cardi- to Pontefice, che si celebrano nella
nale eia vescovo di Porto, ed arci- basilica vaticana ( oltre ciò che fa-
prete di detta basilica. Il Alaci i poi cevasi anticamente, su che può
di
nella ]\otizia de' vocaboli ecclesia- vedersi puie il Sarnelli, Leu. eccl.
stici^ verbo Absolutio^ dice che è tom. IV, lett. XI, num. 7), per
così chiamata una breve orazione nove giorni continui dal sagro col-
del mattutino, che si recita finito legio, e da tutti quelli che hanno
il notturno, prima di cominciar le posto nelle cappelle papali , cioè
lezioni. Significa pure quell'orazio- nella cappella del coro : della leg-
ne, che si dice intorno al cadave- ge che prescrive quest' esequie se
re,ovvero tumulo; ebbe tal nome ne tratta al voi. XV, pag. 261;
perchè con essa si domanda al Si- e di quella che le prescrive a tut-
gnore l'assoluzione delle pene per te le città e luoghi insigni a pag.
il defunto. Si dubitava se nel tu- 266. Le relative di Pio IV sono
rificare il cadavere o tumulo si
, riportate a pag. 267 ; quelle di
dovesse prima benedire l'incenso Gregorio XV
a pag. 269, oltre di
conforme al solito , ma nelle ru- averne parlato al citato voi. Vili,
briche de' nuovi messali dopo la , ove si dice di quelle di Alessan-
ricognizione fatta da Urbano Vili, dro Vili. Per le novendiali ese-
fu dichiarato doversi benedire col- quie di Pio Vili furono impiegati
la solita orazione, Ab Illa beiiedi- circa ventimila scudi. Mille tra
paris y perchè quella turificazione stemmi del defunto Pontefice, e
si fa per iscacciare i demonii, co- morti, o scheletri di carta dipinti
me nota il Durando succitato ; co- si aiìlggono nelle pareti esteriori
me ancora per denotare , che le delle patriarcali basiliche, e poi si

orazioni rappresentate nell'incenso tolgono appena eletto il nuovo Pa-


siano profittevoli ai morti ; final- pa. Alla basilica lateranense si at-
pienle per onorare (juclli, i quali taccano dalla parte del portico Sx-
42 FUN FUN
stino verso l'abila/ione del parro- me del trasporto del suo cadavere
co; alla basilica vaticana si attac- tlalla Francia alla basilica vatica-
cano alle (jiiattro piinci[ìali colon- na, in uno ai suoi precordi, se ne
rie della facciata esteriore; alla ba- tratta all'articolo Pio VI {Vedi).
silica di s. Maria IVIaggiore, si af- Nel num. 243o del Diario di Ro-
Ijggono ove è il nicchione dietro la ma del 1733 si legge il traspoito
gran cappella; ed alla basilica di del cadavere di Benedetto Xlll dal-
s. Paolo nelle eslei-ioii mura, ciò la basilica vaticana alla chiesa di
che fu fatto anche quando era di- s. Maria sopra Minerva, con l' in-

roccata l'antica chiesa. Se il Papa tervento del clero secolare e rego-


muore al Vaticano, o al Quirinale lare, e camera segreta con monsi-

i Precordi [Fedi) si tumulano nel- gnor maggiordomo. Tanto a s. Pie-


la vicina chiesa de' ss. Vincenzo tro, che alla Minerva, prima e do-

ed Anastasio a Trevi, già parroc- po furono celebrati solenni fune-


chia di quel palazzo apostolico, ed rali, cantando la messa un cardi
eziandio alle pareti di quella chie- naie, con l'assistenza del sagro col-
sa si attaccano le morti e stemnìi legio nella prima disse l'elogio
:

dipinti del defunto. Fu Leone XI l monsignor Assemanni, nella secon-


che con la bolla Super Lniversaiit da monsignor Piersanti. Per la tras-
del primo novembre 1824 stabili locazione del corpo di benedetto
che i precordi de' Pontefici si de- XIV dal consueto luogo della basi-
positassero in detta chiesa de' ss. lica vaticana a quello del deposito
\ incenzo ed Anastasio, mentre pri- ivi erettogli, furongli celebrati i fu-
ma di lui i precordi de' Papi che nerali coir intervento del sagro
morivano al Vaticano si tumula- come ripoita il numero
collegio,
vano nelle sagre grotte della conti- 798Ó del Diario di Roma del 17(18.
j,'ua basilica di s. Pietro. P^a le so- Nel num. 1086 del 1792 è descritta
praddette spese sono comprese quelle la traslazione del cadavere di Cle-
«lei funerali che si celebrano dagli mente Xlll alla presenza de' car-
avvocati concistoriali nella chiesa del- dinali.

l'archiginnasio romano, ossia uni- Dei funerali anniversari che i


Tersitù romana. Imbalsamazione e Pontefici regnanti celebrano al lo-
timiulazione del ponlificio cadavere, ro immediato predecessore nella
vestiario sagro del medesimo, com- cappella palatina, se ne tratta al
presi la croce pettorale, l'anello, i voi. Vili, pag. 157. La prima e
tre spilloni per fermare il pallio, più degna creatura, cioè il cardi-
il lutto di argento dorato, e le nale creato dal Papa defunto, can-
medaglie che si collocano nella cas- ta la messa, quando però non vi
sa. La spedizione de' corrieri e sla- sia il cardinal nipote dello stesso
fette per annunziare la morte del Pontefice morto, cui allora S[)elta

Papa, la distribuzione della cera, il celebrare. Il cerimoniale come


i compensi ed altre spese consue- l'assoluzione è de more; messa
la
te ai funerali de' Pontefici . Dei è la prima coli' orazione del Pon-
funerali celebrati a Pio VI a Va- tefice ; cadendo quest' anniversario
lenza ove morì, a Venezia ove si funerale in giornata impedita, si

celebrò conclave, in Roma dal


il suole anticipare : quando Clemente
successore Pio VII, ed altrove; co- Xlll nel 1762 destinò recarsi a
,

FUN FUN 43
Civiljiveccliia, rminivers;uio di Be- sagrestia, ricevono l'acqua santa,
urtletto XIV, che cadeva a' 3u a- fanno breve orazione al ss. Sagra-
prile, lo celebiò a'24 di dello mese. meli to, entrano nel coro, e siedono
Dei funerali annn-t'rsori che si ce- agli stalli canonicali : i loro cauda-
lebrano ordinariamente dai cardi- tarisiedono agli ultimi sgabelli del
nali dei Pontefici defunti a quello coro. L'assoluzione si fa al tiunulo,
che li creò, nella basilica vaticana, che nella basilica vaticana si erige
se ne parla al voi. Il, pag. 96 ;
fuoii della cappella del coro, decora-
voi. Vili, pag. iSy, e voi. IX, to di drappi neri, con frangie e gallo-
pag. ii'j : ivi si parla eziandio dei ni d'oro, arme del defunto, gran
funerali anniversari che i cardinali copia di lumi, posando sulla cima
delia congregazione del s. offizio il triregno sopra un cuscino. La
celebrano a Paolo IV nella chie- messa è de niorcj terminata che
sa di s. Maria sopra ^Minerva. Es- sia, il vescovo al faldistorio ov' e-
sendo vivente il cardinal nipote del rasi vestito, depone la pianeta e la
l'apa defunto, toccano a lui le spe- dalmatica, ed assume il piviale, il

se dei funerali anniversari ; non es- tutto nero. Xell'antio 1840 essen-
sendovi suppliscono i cardinali da dosi dimenticato invitare il vesco-
lui creati, come si disse ai citati vo celebrante per anni-
i funerali
\olumi \III del Dizionario:
II e versari di Pio VII, che hanno luo-
dicemmo ne' citati luoghi, che talo- go nella basilica vaticana a' 20 a-
ra i nipoti o pronipoti de' Papi ,
gosto, si rimediò col far celebrare
benché non creati da loto, gli ce- la messa e fare l' assoluzioni dal
lebrarono esequie anniversarie con sacerdote Antonio Fi-aschetti deca-
intervento del sagro collegio. Que- no degli accoliti della medesima
sti funerali si celebrano nella cap- basilica, quale fu poi dal regnan-
il

pella del coro della basilica vatica- te Gregorio XVI beneficato col po-
na, se ivi riposa il corpo, altrimen- sto di chierico della cappella pon-
ti hanno luogo in quella chiesa tificia, e con annua pensione: pe-
ov' è stato trasportato ed ove gli è rò gli abiti li prese in sagristia, ed
stato eietto il deposito. Il celebran- a suo tempo assunse il piviale ; sic-

te è uno dei vescovi del capitolo come si suole donare ai vescovi


della chiesa ove si faimo l'esequie, una cotta di cioccolata, il sacerdo-
invitandosi da chi fa il funerale; te Fraschetti n'ebbe mezza. Prima
i ministri sono quelli della cappel- questo funerale nella basilica vati-
la pontificia , e vi è distribuzione cana si faceva nella cappella della
della cera ai cardinali, ministri del- Pietà. Benedetto XIII essendo stato
la cappella, e a tutti i cejimouie- creato cardinale da Clemente X ,
ri. 1 cardinali sono ricevuti nella nel i724jpnn30 anno del suo pon-
sagrestia dal cardinal nipote, o dal tificato, e nel giorno anniversario
cardinal piìi degno de' creati dal della morte di Clemente X, gli
defunto, al quale spetta fare l' in- celebrò l'esequie all'altare della cat-
vito non solo de' cardinali del suo tedra di s. Pietro, dove cantò mes-
collegio, ma di quelli di tutto il sa- sa il cardinal Ottuboni, con inter-
gro collegio. Quando è vestito il vento del sagro collegio .
mentre
celebrante, i cardinali assumono le si faceva il lurierale, avanti il de-
ca[ipe paonazze , indi sortono dalia posito di Clemente X , ardevano
44 FUN FUi\
ventiquattro ceiei gialli , che è il feste solenni. Al volume XXII, pag.
colore della ccia clie si adopera 64 riportammo il cerimoniale del
nei funerali ile' fapi, caidinali ec. funerale eseguito in Parigi alla

SI per morte, che per anniversari. morte del cardinal Erskine nel
Altrettanto fece Benedetto XIII nel 18 II, cioè all'epoca che il Papa
1725, ma è da notarsi ch'era vi- e cardinali erano nelle mani deU
i

vente il cardinal Marescotti altra l'imperatore Napoleone. Il cardinal


creatura Clemente X, che es-
di Pacca nella sua Relazione del viag-
sendo morto nel seguente anno non gio di Papa Pio VII a Genova,
ebbe più luogo l'anniversario. Dei nella 2.^ annotazione fa osservare,
funerali anniversari di tutti som- i che dai primi anni del secolo cor-
mi Pontefici defunti se ne tratta rente fino al presente vari cardi-
al volume II, pag. 9"!, ed al vo- nali morirono in tale stato di po-
lume IX, pag. 91. Leggo nei re- vertà, che l'erario pontificio dovè
gistri della floreria apostolica, che pagare le spese dei loro funerali.
anticamente nella cappella palati- Aggiunge che si racconta essere ac-
na Sistina del Valicano, per l'ese- caduto il simile a qualche greco il-
quie anniversarie de' Papi si pa« lustre, ed a qualche celebre roma-
ravano le pareli di damaschi pao- no, e che se ne fa un grave sog-
nazzi, ed il baldacchino e il trono getto di lode, ma ninno ha pub-
di velluti paonazzi ; ciò che prali- blicato il fallo dei cardinali. Con-
cavasi pure nella quaresima e nel- chiude che a questi può ora giusta-
l'avvento. Ma dopo che Clemente mente applicarsi ciò che il console
XI fece restaurare le pitture della Bruto nella tragedia che porta il
cappella Sistina, gli arazzi, i vellu- suo nome, dice dei primi senatori
ti, e i damaschi fatti da vari Pon- dell'antica Roma : Qui ont vidili
tefici, non si attaccarono piìi alle daiìs la pourpre, etdans la pau-
pareti, i cui belli panneggiamenti vrelé. Della cavalcaita funebre pel
pitturati a vari colori erano stati
, trasporlo cadavere dei cardi-
del
restaurati a della epoca. Questi nali decano del sagro collegio, vice-
addobbi si continuarono a porre cancelliere camerlengo e peniten-
,

nelle pareti della cappella Paolina ziere, ora non più in uso , sebbe-
del Quirinale a tutto il secolo pas- ne non soppressa, se ne parla al
sato. volume X, p. 3o4 e seg., ed agli
Dei funerali pei cardinali. Del- arlicoli di tali cardinali. Il più pre-
l'imbalsamazione dei loro cadave- ciso diremo qui ia
cerimoniale lo

ri, tumulazione, ed altro relativo appresso. Oltre quanto si è detto


ai funerali, se ne discorre al vo- ai citati luoghi aggiungeremo le
,

lume VI, pag. 206 e seg. del Di' seguenti notizie sui funerali de'car-
zionario. Delle loro esequie al vo- dinali, e per maggiore regolarità
lume X, pag. 23. Della cappella se ne dovrà ripetere alcuna, e con
papale per 1' esequie di un cardi- maggior precisione e dettaglio.
nale defunto, che si celebra nella Vicino alla morte di un cardinale
chiesa destinata dal Papa, se ne spelta al suo maestro di camera
discorre al volume Vili, pag. igS di andare a prendere dal Papa la
e seg., ivi pure si dice de' cardi- benedizione pontifìcia in articulo
wah morti iu sede vacante, e nello mortisj perciò viene o introdotto,
FUN FUN ^''y

o se ne fa la domanda al Ponte- monlali per le cavalcate funebri.


fice dal prelato maestro di came- Al prefetto delle cerimonie incom-
ra, da un cameriere segreto o aiu- be far stampare la schedola per
tante di camera pontificio. Appena r intimazione di tale cappella, sen-
spirato il cardinale, lo stesso mae- tendo prima dal cardinal Cntuer-
stro di camera ne porta l'avviso al l&ngo del sagro Collegio [Fedi) (del
Papa, al quale viene introdotto dai quale anche si parla al volume XV^,
nominati , ovvero essi portano al pag. 229), se la canta egli stesso

Pontefice la funesta notizia. Di tal quando sia prete, o deputi alcuno :

morte se ne dà anche notizia al in detta schedola o intimazione, si

cardinal segretario di stato , aflln- dice se interviene o non il Papa,


chè mandi nella casa abitala dal e il cardinale che canta la messa,
defunto, un suo ministro per riti- come per chi si celebra il funeia-
rare le carte riguardanti le cariche le. Al volume XIX, pag. 286, di-

che ha esercitale. Indi il maestro cemmo se un cardinale dell'ordine


di camera del defunto fa avvertito de' diaconi, essendo sacerdote e ca-
della morte del suo padrone, mon- merlengo del sagro collegio , nella

signor prefetto delie cerimonie pon- circostanza delle esequie possa egli
tificie cui spetta interamente la di- celebrare nelle cappelle papali. Al
rezione del funerale. Questo subito medesimo prefetto delle cerimonie
invita il deputato dell'esequie dei incombe invitare per la vigilia, e
cardinali, affinchè si porti al palaz- per l'uffizio da recitarsi in chiesa
zo del defunto per eseguire solleci- nella mattina dai religiosi de' cin-

tamente le sue incumbenze. Egli que ordini mendicanti destinati :

pure vi si reca per conoscere le terminate le laudi, i religiosi do-


testamentarie disposizioni rapporto menicani dicono il responsorio Li-
alla sepoltura ; indi si porta dal bera me. Domine, indi uno di es-
Pontefice per manifestargliele, e si vestito di piviale fa l'assoluzio-

sentire da lui se assiste al funera- ne al cadaveie secondo il rito del-

le , e in qual chiesa e giorno si la Chiesa. Inoltre il prefetto avvisa

debba celebrare. Per solito quando il decano de' prelati di segnatura,

la chiesa dove il cardinale si è la- acciò i quattro votanti portino la

sciato sia recipiente per tenerci cap- cotta, quando il Papa assiste alla

pella , suole il Papa destinare la cappella e fa l'assoluzione in fine ;


medesima pel funerale. JNon essen- allo stesso oggetto previene quat-
dovi chiesa designata dal defunto, tro uditori di rota acciò facciano
la cappella suol tenersi al titolo o altrettanto , tali cotte si mettono
diaconia del defunto ,
quando sia sopra il rocchetto deposte le cap-
recipiente, o altra a beneplacito del pe. Tutte le dette intimazioni sono
Papa. Nella floreria apostolica vi so- eseguite dai cursori pontificii.
no le piante e dimensioni di mol- Nella seconda appendice al tomo
te chiese, per conoscere se sia re- VII, num. 5 de'mss. di monsignor
cipiente quella che si vuole sta- Dini, trovano descritti vari riti
si

bilire ; ciò esiste pure nell'archivio che celebravano per l'addielio,


si

dei maestri delle cerimonie ponti- sul trasporto, vigilie, ed esequie dei
fìcie, nel tomo VII di monsignor car(lin;ili e noi ne parlammo ai
,

Dini, nel quale si leggono i ceri- citati luoghi. Dopo la costituzione


,

46 FU IV Fr\
«li Doiicd^'ifo XIV del ly^f '' de- Va del maestro di casa od eredi di
lerniiiiaf.T la regola di questi fu- slabiTMe il numero degli altari che
nerali. Perchè questi fossero sem- vogliono , non essendo pretìsso il

pre conformi e si osservasse in


, loro numero sono di tre, ma vi
lutti esattamente il modo di esporli degli esempi di averne alzati quat-
nelle loio abitazioni, e suffragi che tro, tre, due, ed anche uno, ma
in quelle debboiisi fave de'cad.i ve- per l'ordinario tre. Questi altari
ri de' cardinali , il trasporto alla mai s'alzano nella camera del tio-
chiesa esponente, e quindi alla espo- no, mentre allora si dovrebbe le-
sizione e tumulazione del cadave- vale il baldacchino. Il cadavere del
re nella chiesa, la distribuzione del- caidinale una carnei-;»
si espone in
la cera a chi spetta, dopo la pub- del suo appartamento sopra un let-
blicazione della medesima costitu- to, e sotto il baldacchino, qualora
zione che trovasi nella suddetta ap- non vi sieno nella stessa camera
pendice al num.
da monsi- i, fu altari, vestito degli abiti paonazzi
gno Reali prefetto delle cerimonie con fascia , rocchetto , mozzetta , e
deputato un economo e soprain- , berretta rossa in lesta. Si alzano
tendente ai funerali dei cardinali ordinariamente tre altari ove si ce-
che solfo la sua totale dipendenza lebrano sempre le messe, nella mat-
e sorveglianza dasse
a esecuzione tina che resta esposto in casa. y\i
tutlociò che riguarda mortorio il lati del letto ardono quattro cerei,

de' cardinali; ed è perciò che spel- ed avanti al letto si forma una fila
ta al prefetto delle cerimonie la di banchi dove nelle ore pomeri-
nomina di questo economo o de- diane religiosi mendicanti o altri
i

putato in caso di vacanza. Tutta- religiosi recitano l'uffizio: questi re-


volta l'odierno deputato Domenico ligiosi però soglionsi invitare «lai
Bonacci lo nominò
Pio VII nel deputato ai mortori, il quale in-
primo settembre 1820, con rescrit- vita pure i preti e i religiosi per
to emanato dal cardinal Gallefìì se- la celebrazione delle messe tutte
gretario de' memoriali, sub oì>edien- le mattine che sta esposto il ca-
iia tanien,el niitu in oninilm^ prac' davere , con quelle elemosine che
fedì prò tempore oposlolicarnm stabiliscono gli eredi. L' ufìizio vie-
carri inoniarum. La propina del de- ne cos'i distribuito: dalle ore 0.0
putato è di quaranta scudi, oltre alle 2 1 i cappuccini, dalle 21 alle
cinque o sei libbre di cera. Si por- 22 minori osservanti, e dalle 22
i

ta questo deputato sopiaintendente alle il parroco con dodici sa-


24
al palazzo del defunto e dà tutte , cerdoti, e tanto primi, che gli i

le disposizionied istruzioni neces- ultimi non hanno dispensa di ce-


sarie al maestro di casa per l'ere- ra, solo il parroco prende baiocchi
zione degli altari, il luogo per la 4o, e i sacerdoti baiocchi 20 jier

sagrestia, la camera dell'esposizio- giorno. Nei giorni che il cadavere


ne, che per l'ordinario è quella resta esposto in casa si dà l'acces-
del trono, apertura del cadavere so a tutti, ed è perciò che pel
dopo ventiquattro ore, e per tutto buon ordine il palazzo si guarni-
l'occorrente al funerale ; dipoi ap- sce di soldati. Morendo un caidi-
prova tal deputato i conti delle niile nel palazzo apostolico non ha
spese del mortoiio. È poi in liber- luogo il baldacchino, il rocchetto
FUiN V U .\ 4?
è coperto dalla mantellcttn, T uJÌi- dinalizio. Il decano e sotto decano
zio si dice a voce bassa, né si per- incedono agli sportelli della cario/.-
mette l'accesso al pubblico. La se- za (della quale pure al si parla
ra precedente a quella del traspor- voi.X, pag. ?. ) che porta il ca-
I I

to del cadavere alla chiesa , si fa davere del cardinale, circondata pu-


quello della viltiiia dei precordi re dai granallieri, appresso alla
del defunto : es^ia è coperta con quale ne seguono altre, cogl' indi-
panni neri, portata da due facchi- vidui dell'anticamera del defunto,
ni colle stanghe, con due torcie a ed il caudatario in sottana e fa-

vento avanti, e due servitori colla scia paonazza, e ferraiuolone nero,


lanterna dai lati. Nella sera del chiudendo la pompa altri grana t-
trasporto, al cadavere si aggiunge tieri, ed anche dragoni. i

la mantelletta, e alla berretta si- so- Alla porta della chiesa trovasi il

stituisce il cappello usuale rosso. clero della medesima con croce ele-

Il cadavere viene collocato in una vata, due accoliti coi candellieri, al-
carrozza lugubre, nella quale pren- tro chierico col secchietto dell'acqua
dono luogo il chierico della par- santa ed aspersorio, ed altro eoa
rocchia con la croce, il curato, ed r incensiere. Il superiore che deve
altro prete colla candela accesa. fare l'assoluzione è in piviale nero,
Se cadavere è nel palazzo apo-
il e tutto il clero colle candele ac-
stolico si deve avvertire, che la car- cese,ed un cerimoniere pontificio
rozza non si fermi avanti la scala in mantellone ivi trovasi per diri-
che suole scendei'e il Papa, che le gere tale ricevimento. Fuori del-
bandinelle sieno calate finché non la porta della chiesa, guardata dai
è uscita fuori del palazzo, ed allo- soldati, trovasi preparata la bara,
ra si tirano, il curato si mette la ove pongono il cadavere, preso dal-
stola e fa alzare la croce. Inoltre la carrozza da alcuni individui ve-
la carrozza non deve uscire dal stiti di nero con ferraiuolone di seta,

portone da cui sorte il Papa. L'or- facenti funzioni di camerieri, dopo


dine del convoglio funebre, che avergli levato dal capo il cappello, e
parte dal palazzo ad un'ora di not- coperto di berretta rossa; indi pren-
te, è il seguente: è da notarsi, che dono la bara, la portano in chiesa,
quando si usava dai cardinali la e la collocano in mezzo al clero
Campanella (^Vedì)^ questa suona- ti a quattro tcrcieri , e dappresso i

vasi all'uscire della pompa fune- servitori del defunto con le torcie.
bre. Precede un picchetto di gia- Allora il celebrante deposta la ber-
nattieri,e talvolta anche i dragoni retta nera, fa l'assoluzione, cantate
a cavallo, indi due staffieri , o sia le preci a seconda del rituale. Ter-
servitori (in livrea di gala, la quale minata la funzione e partito il cle-

è pure indossata da tutti gli altri ro, i detti individui vestiti di ne-
staffieri, cocchieri, e famigli di li- ro ripi-endono la bara, e la por-
vrea ; la gala dai medesimi si de- tano in sagrestia, ove spogliano il
ve assumere anche nel seguente cadavere della berretta, mozzetta,
giorno delle esequie) con torcia di mantelletta, e scarpe ordinarie di
pece, in seguito tutti i servitori con marrocchino nero con tacchi rossi,
torcie di cera accese, preceduti da e fìbbie ; ai cardinali diaconi le
quello che porta rombreliino car- scarpe non si levano. I cappellani
48 FUN FUx\
assumono la cotta, e dopo che i del cardinale posti su alte aste,

cameiieii o quelli che ne fauno le fpiali nella mattina seguente len-


veci hanno messo al cadavere sul- tamente si agitano da quattro ca-
le calze paonazze i sandali e le merieri, ossia da quattro servitori
scarpe di drappo di egiial colore, più antichi del defunto, o da altri
devono i cappellani vestiilo ponti- iu loro vece, vestili a duolo in a-
ficalmente, se è dell'ordine de'pre- bito di città o sia di ferraiuolone,
li, o de'vescovi, coll'amitto, camice, finché comincia l'ingresso dei car-
cingolo, croce, stola, tonicella, dal- dinali per la cappella, riprenden-
matica, guanti, pianeta, e manipolo, dosi da essi dove sono state ripo-
tutto di color paonazzo, con rancllo, ste, e ritornandosi ad agitare quan-
e con mitra di damasco bianco, do la cappella è finita dagli indi-
come se dovesse cantare la messa. vidui facenti le veci di camerieri
Se il cardinale defunto è dell'or- e chiamati Di questo
piugnoni.
dine de'diaconi, si veste dell'amilto, banderuole, o ventarole, ne parla
camice, cingolo, stola a traverso, dal- il Cancellieri nelle sue Notizie sto-
matica, manipolo, il tutto di
e riche delle chiese di s. Ilaria ec.
colore rosso, non avendo cardi- i e di s. Petronio di Bologna a p.
nali diaconi l'uso della Dalriinlica 95 e 96. Osserva egli che ai fu-
{^^edi) paonazza, però con dalma- nerali dell'ambasciatore di Bologna
tica di tal colore si seppelliscono. si usarono due gran banderuole;
Così veslito si porta nuovamente colle sue armi gentilizie e della
in chicsii, dove si colloca sul letto città, sostenute e leggermente agita-
funebre, che è circondato da cento te dai suoi aiutanti di camera, iu
cerei, e da quattro candellieri ai lati abito di città, e a differenza dei
con torcie, tutte di cera gialla come cardinali ne' cui funerali se ne a-
i cerei; il letto è coperto da col- doprano quattro. Riporta testimo-
tre di broccato d'oro, col fregio di nianze che si usavano le banderuo-
Velluto nero, due cuscini della e le nel i5o4j nel iSoy, e nel itì83,
medesima materia. Per antica con- e che la loro introduzione non per
suetudine questa coltre nobile al- scacciare le mosche dalle mani e
ternntivamente la somministra le dal volto del cadavere, ma piutto-
basiliche di s. Maria in Tiastevere, sto si debba ad un certo decoro
e de'ss. XII Apostoli. Ai quattro della finizione, essendovi eflìgiati gli
angoli della coltre sono appese le stemmi gentilizi. Il p. Fantoni nel-
armi gentilizie del deftmto, e ai la Storia di Avignone, a pag. SGg
piedi del letto è fermato il cappello del tomo II, dice, che nel i'jiSì
ponlillcale cardinalizio, quando l'ab- morì iu Roma il vescovo di Vai-
bia ricevuto ; giacché morendo un son Girolamo Scledo di Vicenza,
cardinale prima di ricevere dal Pa- che per alcun tempo fu confessore
pa il cappello, questo non ci si e maestro di casa di Clemente VII,
mette, ma in vece sopra il tavo- il quale oidinò che mentre era e-
lino, eh' è ai piedi del medesimo sposto il di lui cadavere, due ser-
letto, si pone un cuscino colla ber- vitori lo difendessero con ventagli
retta rossa. Devono essere colloca- dalle mosche, e ciò per distinzione,
ti ai lati anche quattro banderuo- non praticandosi tal cosa che pei
le di taffeltano nero, cogli stemmi soli cardinali.
FUN FUN 49
Avanti il letto è collocata ima fimlo, fiicendo in ultimo il segno
pillola credenza con due caudel- della croce colla mano sul cada-
lieri, dove è l'immagine del ss. vere. Se contemporaneamente ivi
Crocefisso, il secchiello coll'acqua si trova più d' un cardinale, que-
santa, e l'aspersorio, il libro, il sta assoluzione la fanno insieme,
turibolo, la navicella , la cotta, la recitando il più degno l'orazione,
sloia e il piviale nero che serve gli altri il più degno
rispondono ;

nella mattina per l'assoluzione che si pone mezzo di loro, o alla


in
vi fanno religiosi domenicani do-
i destra se sono due si cessa da :

po l'uffìzio,quindi cardinali e i questa funebre cerimonia appe-


di amno in mano che giungono na cominciata la messa. Assisten-
pei" la cappella. Nella seconda ap- do ad essa il Papa, cardinali van- i

pendice al tomo VII, num. 6, dei no ad attenderlo e a far massa in


manoscritti di monsignor Dini e- . sagrestia; non assistendovi, entrano
siste il decreto originale di mon- immediatamente nella quadratura,
signor Reali per ordine di Bene- ai loro stalli coperti di panno pao-

detto XIV, col quale è fissato nazzo. L'accesso del Papa, gli abi-
che i religiosi francescani minori ti sagri, la messa è de more, come

osservanti d'Araceli, con l'allerna- nel giorno de' defunti. Terminata


tiva minori conventuali, vecili-
dei la messa il cardinal celebrante par-

no il primo notturno
vespero,
il te, e l'assoluzione ai piedi del let-

gli agostiniani, il secondo carme- i to si fa dal Pontefice, restando il

litani, il terzo i serviti, le laudi i sagro collegio a'suoi banchi. Se non


domenicani v' intervengono dodici : assiste il Papa, il celebrante fa l'as-

(prima erano trenta ) religiosi di soluzione deponendo la pianeta, la


ciascuno dei detti cinque ordini men- dalmatica, il manipolo , ed assu-
dicanti, avendo ognuno de'medesi- mendo sopra la stola il piviale ne-
mi ordini uno scudo, e ciascuno de- ro: il diacono e suddiacono mini-
gli ordini religiosi ha poi selle libbre stri della cappella pontificia, che
e mezza di cera, che se fo^-sero tren- lo assistono, allora depongono i

ta religiosi, secondo l' antica con- manipoli. Il cardinale non recita


suetudine, corrisponderebbe ad o- l'orazione Absoh't, la quale si di-
gnuDO la distribuzione d'una can- ce soltanto nell'anniversario absque
dela di tre oncie. 1 cardinali in- cadavere, non mai nella solenne,
tervengono alla cappella in abito e in cui si recita l'orazione^ Deus cui
cappa paonazza, la quale assumo- propria est: il suddiacono porta la
no all'ingresso della chiesa, essen- croce, ed assistenti sono i ministri
do vestiti i caudatari colla croc- della cappella pontificia. Non in-
cia. Visitano prima il ss. Sagramento tervenendo il Papa si alza il so-
chiuso nel ciborio, quindi indivi- glio, ma non si preparano i banchi
dualmente si portano a'piedi del let- pei vescovi assistenti, ne la lanter-
to, dove si trovano due chierici della na per la candela che fa le veci
cappella, e due cerimonieri, e que- di bugia ; pongono neppu-
non si

sti coir aspersorio e col libro; a- re i banchetti per la camera segre-


spergono prima il cadavere, indi ta. La croce usuale pontificia si

dicono il Pater noster secreto, in pone a corna epistolae, quando non


seguito l'orazione col nome del de- interviene il Papa ; intervenendo
YOL. XXVIH. 4
Io FU N FUN
si colloca a cor/m rvtingclit, ed il mo letto: se il Pontefice p pre-
Papa usa croce ponlilìciii, seccliiel- sente ma non fa l'assoluzione, l'im-
to, aspersorio, ed iucensierej il lut- magine del crocefisso è verso lui

to dorato : se non interviene tiit- rivolta. Il Papa siede al faldi-

tociò deve essere di argento, cioè storio sopra la piadella, -


gli acco-
gif arredi sacri «die adopera il car- liti si fermano alla destra del fal-

dinale, e la che
croce pontificia distorio, e presentato dai due ve-
porta la sagrestia del palazzo apo- scovi a.ssislenli il libro e la can-
stolico deve essere di argento. dela, il Pontelice dice, Non intres,
Il Pupa non smonta alla chiesa, e risposto ilui cantori, dopo V Anitni
ma ad altra porta che mette in sa- siede e riprende la mitra che avea
grestia, ove assume soliti para-
i deposta. Allora i cantori cantano
menti; indi preceduto da quelli il Libera ntc Domine: al tremus
che hanno luogo nelle Cappelle faclus, il canlinal primo prete, do-
pontificie (f^edi), e dai cardinali, si po aver ^salutato la croce dell' al-
reca a piedi a visitare il ss. Sagra- tare, i cai limali, la cioce pontifi-
mente, poi all'altare per incomin- cia, ed il Papa, si ferma alla sua
ciar la messa col celebrante, la destra. Qu ind(i si ripete il Libera
quale, il ripetiamo, è come (|uella me Domini-, il Papa impone Tin-
del giorno de' morti, e perciò non censo, e lo benedice: finito il Kyrie,
l)enedice il celebrante quando lo il Pa[)a scoperto di mitra, dice.
saluta, non riceve al bacio del pie- Palar noslt-r, discende dalla pra-
de il suddiacono e il diacono ec. dclla, al lato sinistro del letto il car-
Terminata la messa e partito il dinal primo prete gli consegna l'a-

celebrante, il Pontefice si reca u spersorio, e passa all'altro luto per


fare l' assoluzione : lo precedono i trovarsi pronto a riprenderlo, e
chierici ed accoliti della cappella (|nindi consegnargli l'incensiere. Il

pontificia; i due votanti di segna- Pontefice asperge ed incensa ile


tura col secchietto dell'acqua san- morcy seguilo dai vescovi assistenti,
ta, e r incensiere; r uditore di rota sostenendo gli uditori di rota le
con la croce papale, assistito dai Umbrie anteriori della falda, e le

custodi di essa maestri Ostiari, ed posici iori i cameiieri segreti. Il car-


in mezzo ai due volanti di segna- dinal primo prete, ripreso l'incen-
tura sostenitori dei candellieri. 11 siere, torna al suo stallo. Ritorna-
Papa è assistito dai {\ix& più degni to il Papa al faldistorio, i vesco-
cardinali iliaconi, da <\n:'. uilitori vi assistenti gli presentano il libro
di rota, sostenitori delle fimbrie an- e la candela, ed allora egli dice
teriori della falda, oltre quello che le solite orazioni de more, termi-
custodisce la mitra quando la de- nale le quali, e risposto Amen, al

pone, e da due camerieri segreti Rerpnes'icat in pace, Papa, sen-


il

partecipanti che sostengono lo stra- za (III nulla, fa un segno di croce


scico della falda, facendo ala ed sul cadavere, ed è coperto di mitra.
accompagnamento i mazzieri pon- La croce pontificia in quel punto
tificii. La croce, fatto il suo giro si prende dall' uditore in cappa,
intorno al letto del defunto, si fer- che nell'ingresso in chiesa aveva
ma alla testa, coU'imniaginc del preceduto il Papa, ed ioimediata-
crocefisso rivolta verso il medesi- incnlc si^avvia alla sagrestia; gli
FUN FUN 5i
iiccolili lipuiUiuo i catulellieri al- diaconi) e 1 anello di ottone do-
la dctlcu/.a; i cardinali sortono dal- rato, e perciò questo solo ai dia-
la t|uadiatura ed incedono dopo la coni : a tutti sul petto si pone un
croce, avanti la quale procedono lut- crocefisso, e in testa la mitra di
ti i[uelli che hanno luogo in ca[)pel- damasco bianco. Se il cardinale de-
la in sagrestia, ed il Papa seguen- funto avrà avuto uno o più pal-
do cardinali, in sagrestia depone
i ili, questi si metteranno pie-
gli

i paramenti e col suo corteggio gati sotto la lesta ancorché sia


parte. Terminata la cappella il pre- dell'ordine diaconale, e con li me-
letto delle cerimonie depone la cot- desimi sarà seppellito. Indi si po-
ta e il rocchetto, assume il man- ne cadavere nella cassa di pino
il

lellone e resta ad assistere all'in- o cipresso, sopra materasso fodera-


cassamento del cadavere, e se que- to di tela paonazza, ponendo sot-
sto trasportasi in altra chiesa nel- to il capo due cuscini di tatFetta-
la sera, si trova presente a tal tras- no paonazzo, e da un lato un tu-
porto. Qui noteremo che nel 1725 bo di latta, con entro la sua bio-
Benedetto XIII dopo essere inter- grafia scritta in pergamena. Ciò
venuto ai funerali dei cardinali fatto, il maestro di camera del de-

Acquaviva, e del Giudice decano funto cuopre al cadavere il volto


del sagro collegio, nella medesi- con pannolino bianco. Chiusa ia

ma chiesa celebrò la messa bassa prima cassa di pino o cipresso il


in ogni volta, in sulBfragio delle loro notaro vi appone cinque sigilli in
anime. cera lacca sopra la fettuccia pao-
Terminala la cappella vengono nazza posta sulla cassa in forma
alla chiesa le carrozze colla fami- di croce, la quale cassa si chiude
glia del defunto cardinale, cioè la in altra di piombo, sulla quale
famiglia nobile, e quella di livrea vi è impressa nella targa l'iscrizio-

portante la gala, e il caudatario ne col titolo, diaconia o vescovato


in sottana e fascia paonazza e fer- che aveva, gli anni che ha vissuto,
raiuolone nero, il quale durante lo ed il giorno in cui mori, e l'arme
spoglio e vestimento del cadavere del defunto: questa cassa di piom-
assume la cotta; e quando la chiesa bo si ferma con sei sigilli a cal-
è sbarazzata del popolo, il cada- do collo stagno. Finalmente queste
vere si pone nuovamente nella ba- due casse si chiudono in altra di
ra, e si porta in sagrestia, dove olmo od altro legno. Il notaro fa
i cappellani gli levano gli abiti di tutto il rogito, e quindi si sep-
sagri preziosi, l'anello e la cro- pellisce, se nella stessa chiesa deb-
ce, non però ai cardinali diaconi, ba tumularsi: che se la chiesa e-
perchè non hanno ì' uso della cro- sponente non è la tumulante, allo-
ce, e lo vestono coi medesimi a- ra si trasporta la cassa in un sito
bili del suo ordine, di tatFettano appartato, e con istromento del no-
guarniti di passamano dello stesso taro, se ne fa la consegna al su-
colore paonazzo, s\ i vescovi, che i periore della chiesa. Nella sera ad
preti, ed i diaconi come dicemmo, un ora di notte, privatamente si

benché questi erano stati esposti trasporta la cassa al titolo, o dia-


con abiti tutti di rosso. Gli si po- conia del defunto, o alla chiesa
ne croce pettorale (non però ai ov' è la sepoltura gentilizia della
5i FUN FLN
propria persona o famiglia, o dove nerali i cadaveri dei cardinali de-
il tlefiinlo si è eletto di essere sepol- cano del sagro collegio, camerlen-
to. La cassa si portava sino a'nostri go di s. Chiesa, penitenziere mag-
giorni sopra Je stanghe sostenute giore, e vice-cancelliere di s. Chie-
da capo a fondo da due cavalli: sa; prerogativa che tuttora sus-
ma al presente con più sicurezza siste ma non deve
in uso, per cui

e convenienza la cassa si pone so- il Papa dispensare ogni volta. Ol-


pra il carro d' una delle carroz- tre l'articolo Cavalcala pel traspor-

ze del defunto, essendo stata pri- to dei cadaveri del cardinal deca-

ma levata la cassa della carrozza, no, ec. [P'edi), crediamo opportu-


tiratoda due cavalli guidati da no riportarne il cerimoniale. I det-
un cocchiere; la cassa contenente ti cadaveri sino ai tempi citati
,

il cadavere, è coperta con coltre. in detto articolo , si trasportarono


Precedono due servitori colle lanter- sul letto con questa pompa fune-
ne, e livree usuali. Nella carrozza bre. Precede in primo luogo la gui-

prendono luogo il curato del defun- da, un caporale e quattro granat-


to, ed il superiore della chiesa a tieri delle milizie pontificie. Gli
cui è stata fatta la consegna del alunni dell'ospizio apostolico di san
cadavere, ed il notaro. Il ceri- Michele con stendardino nero; gli

moniere si trova alla chiesa dove orfanelli; dodici confraternite od ar-


deve tumularsi, venendo ricevuto ciconfralernite, ed anche di più se
dal clero che gli fa l'assoluzione: si volevano, precedendo per ordine
riscontrati quindi i sigilli impressi di alfabeto, ed accedendo per ulti-

sulla cassa di piombo, ed esegui- ma quella di s, Anna de' palafre-


ta la consegna, si seppellisce. Qui nieri, e quella del Gonfalone; quin-
però avvertiremo, che talvolta nel di la croce della chiesa seppelliente
trasporlo del cadavere dalla casa sotto la quale incedono gli agosti-
alla chiesa, presero luogo con esso niani scalzi , i conventuali di san
in carrozza il parroco della par- Francesco, gli osservanti e riforma-
rocchia del defunto, e quello della ti di s, Francesco, minimi, agosti-
chiesa esponente, oltre il chierico niani calzati, carmelitani calzati, ser-
con la croce, come si legge nel viti e domenicani; quindi il clero
Diario di Roma del 1801, num. della chiesa parrocchiale, cioè cen-
J02, pel trasporto del cadavere del to preti o religiosi col parioco, o
cardinal Zelada. Nel numero poi camerlengo del clero in istola. Ogni
io4 si legge, che il medesimo ca- ordine religioso con stendardino, ai
davere dalla chiesa esponente fu lati del quale sono poste due torcie,

trasportato la sera in quella sep- come due torcie sono portate dalla
pelliente, col seguito di tre carroz- prima coppia di qualunque corpora-
ze, in una delle quali presero luo- zione regolare o secolare della pom-
go i tre curati della pariocchia pa funebre. Indi segue il clero del-
del defunto, della chiesa esponen- la basilica , quando il cadavere si
te, e della chiesa seppelliente, nel- deve portare ad alcuna di esse. Do-
la quale la mattina seguente gli fu- po il camerlengo del clero e capi-
rono celebrati altri funerali. tolo menzionato sfilano trecento ,

Diverso è poi il modo col quale torcie portate da un numero pro-


si trasportavano alla chiesa pei fu- porzionato delle confraternite o av-
FL \ FUN 53
ciconfrateruite facenti parte del fu- in fine gli scudieri. Cinquanta sviz-
nerale; le torcie si dividono con zeri spalleggiano la cavalcata, e vi-

questa regola: duecento trenladue monsignor maggiordomo ince-


cini a
avanti al cadavere, ed a quattro a dono due svizzeri cogli spadoni nudi
quattro; quarantaquattro confrati sopra le spalle. Quando succede la
di detti sodalizi in veutidue coppie notte, dodici palafranieri, divisi per
che incedono lateralmente al letto, e l'estensione della cavalcata ,
portano
ventiquattro dopo il letto che cam- le torcie accese. Alcuni garzoni della
minano a quattio a quattro. Appres- stallaportano in questo caso le tor-
so le duecento quarantaquattro tor- cie accese di pece.Appresso la caval-
cie ,
prende luogo un servitore col- cata segue il treno delle carrozze del
l'ombrellino cardinalizio, e la fami- cardinale, seguite dalle altre carroz-
glia di livjea del defunto in gala, ve- ze. Tutte le avvertenze che debbonsi
stita con veli neri lunghi ai
in lutto avere dai cerimonieri per questa
cappelli. Siegue appresso la famiglia funzione, gì'quanto è ne-
inlimi, e
nobile, quindi il letto col cadavere, cessario pel buon ordine ed esatto
sostenendo l'estremità della coltre otto legolamento, trovasi esattamente de-
confrati delle ultime otto confrater- scritto nel tomo VII di monsignor
nite o arciconfraternite, sventolan- Dini, e nel tomo II dell' appendi-
do le quattro banderuole altrettanti ce, dove sono pure raccolte le de-
camerieri ai quattro lati del me- scrizioni delle cavalcate funebri per
desimo letto. Successivamente ven- diversi cardinali decani , camerlen-
gono le ventiquattro torcie, presso ghi, penitenzieri e vice-cancellieri,
le quali prende luogo la cavalcata, le quali possono servire di norma
col seguente ordine. 11 capitano del- anche pei diversi corpi, che in ri-
la guardia svizzera pontifìcia, a ca- flesso della carica del defunto vi
vallo e in abito da città, spalleg- debbono intervenire. 11 cardinal Pe-
giato dai suoi soldati svizzeri. Due tra penitenziere maggiore aveva dis-
cerimonieri pontifìcii con mantello- posto che non si facesse per lui la
ni , e cappuccio di saia paonazza, cavalcata, tultavolta ebbe luogo, co-
cappello semipontifìcale in testa, me si legge nei Diari di Roma
avendo il cavallo ornato con lunga del 1747 3! "• 4^32, e v'interven-
valdrappa nera. Monsignor mag- nero ancora i cappellani segreti del
giordomo del Papa, con mantello- Papa. Nel num. 58 dell'anno 1806
ne, cappuccio e cappello pontifìca- si legge il trasporto a Roma del ca-

le: la bardatura del suo cavallo è davere del cardinale T^orck decano
tutta di paonazzo, con fiocco di se- del sagro collegio, morto in Frascati,
ta e di oro alla testiera, Sieguono l'esequie celebrate in s. Andrea del-
i vescovi assistenti al soglio, quin- la Valle, e la tumulazione eseguita
di i protonotari apostolici parteci- nella basilica vaticana di cui era
panti ossia di numero, al modo sud- arciprete.Siccome tali cavalcate non
detto, e chierici di camera quan-
i sono state tolte, sempre si deve do-
do il cardinale defunto sia il ca- mandarne al Pontefice 1'
esenzione,
merlengo. Succedono famigliari i a mezzo del prefetto dei maestri
pontifìcii, cioè cappellani comuni
i delle cerimonie pontificie.
ili sottana, cappa rossa e cappello Non riuscirà inutile il qui ripor-
usuale, quindi i camerieri extra, e tare un documento del 1G18, co-
, ,

u FU >'
FU^
me relativo n qiie«te eri altre simi- funerali de' cardinali , et ambascia-
li cavalcate funebri, del maestro di tori respective: ma lìnito l' officio,

cerimonie di Paolo V, che si legge che si fa nelle chiese deputate , et


a pag. rgo degli Sfatata antiqua partiti li signori cardinali, li ma-
del clero romano, ff Fò fede io Pao- stri di ceremonie, et li cursori van-
lo Alaleoiie infrascritto, qualmen- no a fare li fatti loro, et si lascia
te ne' funerali, cioè quando si por- la cura al curato deputato, ovvero
lo il corpo del defunto alle sepol- ad altri che spetta, et li mandatari
ture solennemente tanto de' signori dell' illustrissimo cardinale vicario
illustrissimi cardinali ,
quanto dei hanno cura di far camminare li
principi, et ambasciatori di corona religiosi, et clero, che accompagna-
ne' quali funerali per l'officio loro no corpo defunto, et li cursori in
il

intervengono i mastii di ceremonie questo caso hanno il loro dovere


di Nostro Signore, et li cursori, nel- dalli heredi del cardinale defunto,
l' officio, che si fa io chiesa, nella et in conclusione li cursori non de-
quale si mette il corpo et interven- vono andare dopo il clero imme-
gono gl'illustrissimi signori cardinali diatamente avanti il letto mortorio,
per il cardinale defunto, et nell'ac- ma dietro, ovvero ai lati del letto
compagnare il corpo alla sepoltura mortorio. Io Paolo Alaleone mastro
v' intervengono il mastro di casa di di cerimonie di Nostro Signore, di
Nostro Signore (così era allora chia- mano propria ".
mato il maggiordomo), et li reveren- Dopo il funerale del cardinale
dissimi vescovi assistenti, et proto- defunto, nelle pareti esteriori delle
notari partecipanti, et fameglia di chiese, ove si sono fatte l'esequie o
Nostro Signore. In questo caso v'in- è stato tumulato, e in quelle di cui
tervengono li mastri di ceremonie era protettore, si sogliono attaccale
a cavallo avanti il mastro di casa i suoi stemmi dipinti sulla carta,
di Nostro Signore et li cursori ,
ed altrettanti scheletri pure dipinti
a piedi dietro il cataletto, ovvero sulla carta. Quando muoiono i car-
Ietto mortorio facendo corona et , dinali arcipreti delle patriarcali ba-
non mài dietro il clero, ovvei'o dal siliche di Roma, non si fa altrettan-

lato del letto mortorio, et in que- to nelle pareti esteriori ; sebbene


sto caso per antica consuetudine in quella di s.Maria Maggiore
immemorabile gli si deve alli cur- ciò si fa alla morte dei patroni delle
sori la decima delle torcie che si cappelle Sistina, degli Sforza Cesa-
portano di qua, et là dal corpo, et rini , Borghesiana e Patrizi, nel
similmente accompagnandosi il cor- muro esteriore di esse, ed altret-
po d'uno ambasciatore defunto in- tanto in detta basilica si pratica dai
tervenendoci mastro di casa di il Sciarra Colonna, e dai Bernini pa-
Nostro Signore con li vescovi assi- troni di altre cappelle. Nelle pare-
stenti, et come di sopra, in
fameglia ti esteriori delie patriarcali basili-
questo caso non solo hanno la decima che non si affiggono le dette car-
delle torcie li cursori, ma anco li ma- te dipinte con stemmi e morti
stri di ceremonie: ma dove non in- pei defunti cardinali arcipreti, per-
terviene il Nostro
mastro di casa di chè, come dicemmo di sopra, vi si

Signore, né né li mastri
li cursori, attaccano quelle de'Pontefici defun-
di ceremonie hanno la decima nei ti, e poi si staccano appena è elet-
FCN VUN 55

lo i! nuovo. Il Cancellieri a p.'ig. bre J74i; presso il Bull. Magn.


164 del suo iVcrcato riporlo T a- toni. XVI, p. 56. Anticamente ai

neddolo accaduto nel i 7o3 per un cardinali si celebravano i fimerali


furioso turbine , il rjuale slaccò novendiali, cantando per ogni gior-
le morti o sclieiclii di carta ed no la messa un cardinale, e fa-
armi poste nella facciata della chie- cendo le assoluzioni quattro cardi-
sa di s. Francesco di Paola, ivi nali, con la recita dell'orazione fu-

attaccale per morte del marchese nebre nel primo giorno, come si

Costaguli, che volando con gran legge


OD nelle Memorie ì.<:/. della chie-
strepito nella notte per quelle con- s/i e roììvenio d' Araceli del p.

trade, sparsero grave spavento pren- Casimiro da Roma, che ivi ripor-

dendosi quelle gran carte nere per ta In descrizione di vari funerali


tanti demoTiii. Ordinariamente le fatti in detta chiesa ai cardinali,

spese di un cardinale, tutto com- coi rispettivi cerimoniali : di questi


preso, ascendono a scudi mille quat- ne trattano il INIarcelIo, Sacrnrum
trocento, o mille cinquecento, più caerimnuiarimì ed il p. Gattico, ,

o meno , secondo la paratura del- Arfn selecfn caeriinouiaUn sa ne fri e


la chiesa, il quantitativo de' suffragi Bomanae Ecclesiae. Della cappella
ed altro. Solennissime furono l'ese- papale per l'anniversario de'cardi-
quie celebrate al cardinal s.Bo- nali defunti, se ne pai la al voi.

naventura Fidanza , come dicem- IX, p. 93 del Dizionario. Di quel-


mo suo articolo, e a quel-
al le che si fanno dalla congregazio-
lo di FRANCEscAXf, per l'intervento ne del s. offizio , e da quella di
di Gi-egorio X, dei sovrani, ed al- propaganda fide, se ne tratta a p.
tri personaggi intervenuti al con- 127 e 128.
cilio generale di Lione II. Nel 1607 Dei funerali pei prelati. Nella
morì il cardinal Baronio ai cui morte dei patriarchi arcivescovi , ,

funerali furono recitate varie ora- vescovi, protonolari apostolici, u-


zioni funebri : nella chiesa di s. ditori di rota, chierici e jirelati di
Maria in Vallicella dal p. Bucci camera, votanti di segnatura, ab-
dell' oiatorio: al sagro collegio dal l)reviatori di parco maggiore, pre-
p. Muoanzio; nel collegio romano lati domestici , camerieii segreti

dal p. Sauna ed in Napoli dal p. ; partecipanti e di onore, ecclesia-


Binago dell'oratorio. Alle rispetti- stici, e secolari distinti, si può te-

ve biografìe de' cardinali , si dice nere la cappella quando venga ri-

di quelli, ai quali fu recitata l'ora- chiesto dagli o-edi, coll'assistenza

zione funebre. Senza pompa di fu- dei rispettivi collegi e corporazio-


nerali fiu'ono sepolti in Roma i ni, o della sola anticamera segreta
cardinali Antonio Ferrari nel i5o8, pontificia e di onore, quando ad
ed Alfonso i5i7. A-
Petrucci nel «ma di queste appartenga il defun-
veva Benedetto XIII ordinato che to famigliare ))obile pontificio. Tut-
ai cardinali si facessero doppie c- ti i cerimonieri pontificii possono
sequie ma Clemente XII ordi-
, assistere nelle cappelle funebri, tan-
nò quanto attualmente si pratica, to ordinarie, che d'invito; ma di
ero che approvo Benedetto XIV, privativo dirillo del primo e se-

.stabilendone il cermioniale , rolla condo, rappoi to alle propine, sono


bolla Prtlcripmini , de'^B novem- l'esequie dei Pontefici, cardinali,
,

56 FUN FUi\
patriarchi, arcivescovi, e prelati di primari uffiziali della famiglia pon-
fiocchetti ; del terzo e quarto tut- tificia, se ne discorre agli indivi-
te quelle dei vescovi , collegi dei duali articoli : pei funerali anniver-
prelati , e prelati domestici ; del sari dei prelati, come degli arcive-
quinto cerimoniere come del sesto scovi e vescovi assistenti al soglio
tutte quelle dei camerieri segreti pontificio, uditori di rota, ministri
non prelati, avvocato de'poveri, av- della cappella pontificia, ec. Vedi
vocato fiscale, procuratore fiscale, il voi. IX, p. 148, i52 e i5g,; e
e commissario della camera apo- il voi. XXIII, p. 75 del Dizio-
stolica. Al primo dei due cerimo- nario. Nella messa per i vescovi
nieri, ai quali spetta la direzione assistenti al soglio, celebra uno del
della cappella funebre, tocca l'av- loio collegio, il quale per l'assi-

Tcrtire il celebrante, i ministri, i stenza invita un cerimoniere pon-


cantori, gli accoliti, e gli altri che tificio. Gli uditori di rota e gli

vi hanno luogo. Oltre le erudi- avvocati concistoriali celebravano


zioni riguardanti i funerali, ripor- nella chiesa di s. Lorenzo in Da-
tale nei già citati luoghi , molti inaso l'anniversario de'Ioro defun-
sono quelli, come gli articoli del ti; ora gli uditori di rota lo ce-
Dizionario, secondo i ceti, le per- lebrano senza gli avvocati, come si

sone e gli uffìzi, che parlano di disse al voi. II, pag. 97. Nel car-
questo argomento. Il Pontefice Be- novale dagli avvocati concistoriali
nedettoHI nell'anno SSy ordinò, si celebrano diversi funerali anni-
che morendo un vescovo, prete o versari, nella chiesa dell'università
diacono della chiesa romana, il Pa- lomana. Il primo è per Leone X,
pa con tutti i vescovi, preti, dia- con 1 intervento in abito di cappa
coni, e clero, assistessero a' suoi chiusa degli avvocati concistoriali,
funerali, ed il simile facessero tut- che siedono dalla parte del vange-
ti questi nelle esequie de' morti lo, del collegio teologico i cui indi-
sommi Pontefici. Con questa di- vidui prendono luogo dalla parte
sposizione si restituì in qualche dell'epistola, del collegio medico-
modo l'antichissimo rito della Chie- chirurgico che siede appresso gli

sa, che nella morte di un vescovo, avvocati, del collegio filosofico che
gli altri vescovi comprovinciali lo si asside dopo quello teologico, del
portassero con pompa funebre alla collegio filologico che siede in-
sepoltura. San Gio. Grisostomo vo- contro all'altare, e dei professori
leva che i funerali de' vescovi fos- dell'università, che prendono luogo
sero accompagnati dalle lagrime dietro il collegio filologico. Gli in-
delle vedove, dei pupilli e dei po- dividui dei quattro collegi, e i pro-
veri. Vedi Vescovi, e gli articoli fessori intervengono in abito col-
delle persone cui soglionsi celebra- legiale, ed un professore dell' uni-
re funerali con particolari cerimo- versità pronunzia l'orazione funebre.
niali. Il p. Casimiro da Roma Il secondo anniversario è pegli av-
nell'opera citata, ci dà la descri- vocati concistoriali defunti. V'inter-
zione di vari funerali celebrali so- vengono solo gli avvocati concisto-
lennemente ai vescovi ed altri pre- riali con la cappa chiusa^ ed i pro-
lati, nella predetta chiesa. fessori dell'università in sottana e
Dell'esequie de'prelati, come dei ferraiiiolone nero, i professori re-
golari con l'abito del loro ordine. segreta del Papa, il quale dispose,
Il terzo anniversario «';
pei profes- che il maggiordomo come capo della
sori dell'università defunti; si ce- famiglia pontificia sedesse nel primo
lebra nella stessa mattina del pre- luogo (perciò non intervennero il

cedente, con l'assistenza sola dei govei'natore, l'uditore della camera,


nominati avvocati e professori. Il e il tesoriere), anche sopra i pa-
quarto anniversario, che pur si ce- triarchi, com erasi praticato ne! pon-
lei)ra nel carnovale, è per ognuno tificato di Clemente IX, ai funera-
degli avvocati concistoriali mem- li del generale delle milizie ponti-
bri de'suddetti collegi, e professori ficie, fatti celebrare da quel Pon-

dell'università morti nell'anno. A. tefice agli 8 giugno 1668 nella


(|iielli per gli avvocati e professo- chiesa di s. Maria Maggiore, e in
ri intervengono questi due corpi; quelli de' 2 mai'zo 1669 al gene-

i primi in cappa chiusa, i secondi in rale Villa. Presero l' ultimo luogo
sottana e ferraiuoloiie; negli anni- tra la pielatura gli avvocati con-
versaii de'membri de quattro men- cistoriali nell'esequie di monsignor
tovati collegi, che pur sono morti Filippucci, il cui cadavere vestito
nell' anno, intervengono gli avvo- da suddiacono , col cappello prela-
cati concistoi'iali in cappa chiusa, tizio pontificale ai piedi, fu espo-
e in abito collegiale i membri dei sto con la testa verso la porta del-
collegi teologico, medico-chirurgi- la chiesa per non essere sacerdote.
co, filosofico, filologico, e i pro- La chiesa fu parala con panni ne-
fessori dell' università. I ministri ri, con armi del defunto, e sul-
le

della cappella pontificia celebra- la porta fu eretto eguale stemma,


no gli anniversari funerali nella come si suole fare in tutte le so-
chiesa di s. Maria in Vallicella: lenni esequie. Cantò messa monsi-
r invito lo fìinno i cantori della gnor vicegerente, servito dai cap-
cappella pontifìcia; i ministri sono pellani sostituti, e dagli, accoliti
tutti cantori, e gl'inservienti sono della cappella pontificia : v' inter-
i loro ministri. I maestri delle ce- vennero pure i cerimonieri e i

rimonie vi assistono in mantellone, cantori del Papa; prima dell'asso-


e incedono appresso al celebrante luzione fu pronunziata l'orazione
a due cominciando dagli
a due, funebre in lode del virtuoso Fili-
anziani, e dopo la messa sono rin- pucci, che non aveva voluto ac-
graziati nella sagrestia della loro cettare la dignità cai'dinalizia, per
assistenza : il collegio de'cantori in cui Clemente XI lo beneficò al mo-
questi funerali dispensa la can- do che dicemmo alla citata bio-
dela di libbra. Di questi anniversa- grafia, e dopo morte conferì il suo
ri se ne parla ancora nel voi. VIII, canonicato lateranense ed il vo- ,

p. 4i- Talvolta i Pontefici hanno tantato di segnatura ch'egli gode-


fatto celebrare i funerali ad alcun va, al nipote avvocato Francesco
prelato distinto, come dicemmo al de Vico, dopo averlo fatto prela-
voi. IX, p. 149, ed all'articolo Fi- to domestico, e segretario della
j-irpucci. in quello di questo ulti- congregazione della disciplina. Per
mo Clemente XI fece interveniie la cappella papale dei sovrani cat-
la monsignor maggior-
prelatuia, tolici definiti, fedi il voi. Vili,
domo, e gì individui della camera p. Kj'ìidel Dizionario: questa cap-
58 FUx\ FUN
nella il Papa l'annunzia in conci- lesse, e nel .<;eguente allrellanto si

sloro ai cardinali, nel partecipar facesse nella basilica, i cui quindi-


loro con analoga allocuzione la ci aliali furono perciò dichiarali
morte del sovrano defunto, il cui privilegiati, e se ne celebrarono nel-
elogio funebre si pronunzia nella la basilica più di settecento. Indi
cappella pontificia dopo la messa, il Pontefice dispose che fosse tras-
e suolsi poi [)ubl)!icare colie stampe. portato il cadavere del fratello, e
Altri funerali (i»lli celebrare dai fatto il funerale, con questo lego-
Papi^ sono i seguenti. Urbano V lamento. Precedeva la confraterni-
in Avignone assistè ai funerali che ta delle Stimmate, indi quelle di
fece i6 ottobre del
celebrare a' s. Trifone, e dell'oratorio di detta
i3fiG, al genitore Guglielmo Gri- basilica. Succedevano i frati di s,

maldi o Grimoardi barone di Bou- Francesco a Ripa, e di s. Pietro


j-e e di Grissac, a cui concesse Montorio ; i monaci di s. Bernardo,
l'indulgenza plenaria. Clemente Vili di s. Pudenziana, e di s. Sebastiano
celebrò masnifìci funerali nella ba- fuori delle mura; i preti e curato
silica vaticana, ad Alessandro Fai- di s. Susanna , e quello della ba-
iicscduca di Parma, moito a' i silica; il vicario, capitolo e clero del-
dicembre i5q9,,uno de'piìi grandi la basilica in cappa per indulto
capitani de'suoi tempi, e condottie- pontificio, altrimenti bisognava che
ro dell'armata della lega cattolica, i canonici incedessero in cotta e roc-
per dare alla Francia un re cat- chetto ( la cappa i canonici l'usa-
tolico. Essendo morto santamente no solo in coro, e per la festa di
il primo gennaio 17 13 Giuseppe s. Marco dovendo il capitolo vati-
Maria cardinal Tommasi, poi bea- cano portarsi dalla basilica a quel-
tificato da Pio VII, e non tro- la chiesa, e da questa alla basili-
vandosi il necessario per fargli i ca di buon mattino, ogni anno im-
funerali , cjuesli fiuoiio celebrati petrano la pontificia licenza); il fe-
per conto delia camera apostolica retro portalo dai confrati dei due
d'ordine di Clemente XI. Essendo primi sodalizi, seguito dai palafre-
vicino a morire Orazio Albani d. nieri del defunto, da quelli de'suoi
fratello di detto Papa, questi si re- parenti, e da venti del Papa, tulli
cò a visitarlo al suo palazzo alle con torcie accese, oltre le altre tor-
cjualtro fontane a'20 gennaio 17 12, cie sparse in vari punti della pom-
e quegli morì a'aS detto: il di lui pa funebre, che veniva chiusa dal-
corpo vestito del sacco dell'arciconfra- la carrozza del defunto. Arrivato
fernita delle Stimmate fu trasporta- il convoglio alla basilica, preceden-
to nella sera seguente alia basili- temente nobilmente, fu
apparala
ca di s. Maria in Ti'astevere, né fatta cadavere, che
l'assoluzione al
volle il Papa che nel medesimo spogliato del sacco, fu vestilo con
giorno fosse sospeso il possesso e abito di città, e collocato su gran
cavalcata del senatore di Roma letto in mezzo alla basilica, tra cen-
Mario Frangipane: bensì per suo toquaranta cerei furono usate , e
volere il cardinal vicario ordinò, ai lati le Intervenne-
banderuole.
che nello stesso giorno in tutte le ro alle esequie, e dal lato del van-
chiese di Roma si celebrassero per gelo, monsignor maggiordomo (non
suo conto più messe che si po- il governatore, l'uditore della ca-
,

FUN FUN 59
inerii, e il tesoriere che su di lui figlio Clemente XIII gli fece cele-
hnnno piecedeiiza), che come capo brare in Roma un funerale nella
della famiglia pontifìcia doveva chiesa di s. Marco, descritto nel
prendere il primo posto, e dopo numero 641 i del Diario di Roma,
di lui tutta la romana prelatura, ciò che fu pure ripetuto in altre
con la camera segreta compresi i chiese.Nel seguente anno mori in
cappellani segreti; dalla parte dell'e- Venezia d. Aurelio Rezzonico fra-
pis(ula sedeva il vicario rol capito- tello di Clemente XI H, e questi gli
lo della' basilica, e dopo i canonici fece celebrare un funerale nella
gli avvocati concistoriali, nei banchi chiesa de' ss. Vincenzo ed Anasta-
di dieti-o i beneficiati. La messa sio a Trevi, allora parrocchia del
fu cantata dall'arcivescovo d'Atene palazzo apostolico Quirinale, che
Corradini, ndifore del Papa. Nelle riportano i numeri 66 5 1 e 6618
ore pomeridiane il cadavere fu di del Diario di Roma. Cantò la mes-
nuovo rivestito di sacco, e posto sa monsignor patriarca Colini, as-
in tre casse di cipresso, di piombo sistito dai ministri e cantori della
e di olmo, fu trasportato alla men- cappella pontifìcia , intervenendovi
zionata chiesa di s. Sebastiano, ed i cardinali palatini, la camera se-
ivi tumulato. Nel dì seguente il greta e famiglia nobile pontifìcia
capitolo di s. Maria in Trastevere ecclesiastica e secolare, col p. Ric-
nella propria basilica gli celebrò un chini maestro del sagro palazzo ;

funerale. A"?, i di febbraio poi, la quindi nella medesima chiesa dai


camera segreta pontifìcia, nella pro- chierici minori, ed in quella di s.

pria chiesa di s. Marta presso il Marco si celebrarono altri funerali.

Vaticano, gli celebrò altro funerale, E per non diie di altri, giacché di
con l'intervento dei cardinali Sa- alcuni ne parleremo in appresso,
gripanti , ed Annibale Albani fi- il regnante Pontefice Gregorio XVI,
glio del defunto, in cappe pao- nella chiesa della ss. Trinità dei
nazze , di monsignor maggioido- pellegrini, a' 22 giugno 1837, fece
mo, di Carlo, ed Alessandro Al- celebrare i funerali al cardinal Pier
bani poi cardinale, altri figli del Francesco Galeffi, ed in quella di
definito, e degl'individui della ca- s. Maria Maggiore, a' 25 settem-
mera mes<a l'ar-
segreta. Cantò la bre 1842, all'antico suo amico
civescovo Alessandro Bonaventuia monsignor Antonio Maria Traver-
elemosiniere del Papa, e Majella si patriarca di Costantinopoli, la

assunta la soprana, pronunziò le- cui descrivemmo al voi.


biografìa
logio funebre. XVIII, p. 106 del Dizionario. Le
Del funerale celebralo da Bene- di lui spoglie mortali dopo essere
detto XIII nel 1725, dopo aver state esposte in una delle sale del
celebrato il concilio romano, nella suo palazzo, furono trasportate in
basilica lateranense in sulFiagio dei carrozza col consueto funebre ac-
defunti che avevano celebrato con- compagnamento alla detta patriar-
cilii, ne facemmo la descrizione al cale addobbata a lutto, e
basilica
volume XV, pag. lyS del Dizio- poste su grande Ietto circondato ,

nario. Per morte di d. Vittoria da molti cerei. Monsignor Lodovi-


Barbarigo Rezzonico accaduta in , co Tevoli arcivescovo di Atene pon-
Venezia a' 29 luglio i758, il suo tificò la solenne messa di requie,
6o FUN FUN
che fu accompagnata dal canto dei storiche a pag. ^01., dice che ai 29
cappellani cantori pontificii. 11 col- agostoiSya il patriarca di Geru-
legio decli arcivescovi e vescovi as- salemme nella diiesa di s. Maria
sistenti al soglio, unitamente a tut- d' Araceli messa per l'a-
celebrò la

to il capitolo di quella chiosa , al nima del re di Polonia Sigismon-


quale apparteneva il dcfunlo, assi- do li, alla quale assistette Grego-
stettero al funerale, e quindi il ca- rio XI li con trentotto cardinali, e
davere colle solite formalità venne che poi, posilo panno nigro ante
in essa tumulato , ove il lodato soliuin, absolvit seciinduin- riluni.
Pontefice con iscelli marmi e col Il medesimo p. Casimiro descrive
busto del defunto gli eresse un mo- in detta opera i solenni funerali
numento sepolcrale : copia di tal celebrati a diversi principi e per-
busto pure in marmo è stata ri- sonaggi nella chiesa di s. Maria
messa al liceo di Venezia, in cui il d' Araceli, e le pompe funebri del-
prelato era stato benemerito prov- l'accompagnamento, per cui ripor-
veditore; essendo stato il monu- teremo alcuni cenni di essi delle
mento anche rame, ed
inciso in il cose principali e piìi importanti.
celebre cav. Angelo Maria Ricci lo Nel 1493 si celebrarono i fune-
fece ripetere in piccola dimensione, rali a Domenico de genove- INIari

e porre in fronte al suo opuscolo: se, padre del cardinal Lorenzo Ci-

Stanze e cenni biografici intorno bo arcivescovo di Renevento, e ni-


monsignor Antonio Maria Tra^'cr- pote d'Innocenzo Vili, coli' inter-

sij e descrizione del monumento vento di molti preliili con abiti

cretto al medesimo in s. Maria neri, e diverse famiglie di cardi-


Maggiore, e scolpito dal ca\>. Giu- nali, poi accompagnali alle loro ca-
seppe Fabris, Roma, tipografia del- se dai cursori : sulla porta della
le belle arti 1 843. chiesa si fece distribuzione di can-
UeW Annii'ersario de' fedeli de- dele, e vi fu r orazione funebre.
funti [Vedi) e del funerale che gli Nel i532 ebbe luogo il funerale
celebra il sommo Pontefice, se ne di Gio. Giorgio Cesarini, con elo-

parla ancora all' articolo Comme- gio funebre, ed assistenza del ma-
morazione de' fedeli defunti ed 5 gistrato romano : questo colla fa-

al volume IX, pag. 89 e 90. Il niiglia di Clemente VII, interven-


celebrante, che è il cardinale peni- ne pure al trasporlo del cadavere
tenziere maggiore, non assume né in chiesa, preceduti dai cursori col-
guanti né sandali ; e non assisten- le mazze d'argento. Nel 1592
solite
do il Papa fa egli l'assoluzione, ed si fecero
i funerali ad Onorato
allora il tumulo si mette al solito Caetani duca di Sermoneta, e cantò
luogo, ma rivoltato verso 1 altare. la messa il vescovo di Sidonia alla
Dei funerali pei sovrani cattolici, presenza di sei cardinali parenti
oltre quanto poi diremo, se ne del defunto, oltre molti altri suoi
tratta ai volumi Vili, pag. 19?, e consanguinei. Nei iSgS il popolo
IX, pag. 128: delle cavalcate fu- romano fece i funerali ad Alessan-
nebri per quelli morti in Roma se dro Farnese romano, duca di Par-
ne discorre la 3o6,
307, 3o8 e 809. Il p. Casimiro da
volume X, p. ma
Chiesa,
e Piacenza,
catholicae
gonfaloniere
fidei acerrimo
di s.
i
Roma nelle sunnominate Memorie propugnatori: di quelle celebrategli
,

FUN FUN 61
tlaClemente Vili, ne facemmo me- lenne fu cantata fra i flebili con-
moria di sopia. Nella cima del gran certi della musica ; ma 1' orazione
catafalco fu posta la statua del recitata dal marito, per commozio-
duca a cavallo, col bastone di ca- ne di tenerezza, ed oppressione di
pitano in mano : dentro il cata- dolore non potè finirla. La descri-
falco in forma di tempio , era il zione del funerale la fece Girola-
letto mortorio nobilissimo. V'in- mo Rocchi, e nel 1627 la stam-
tervennero quasi tutti cardinali i pò il Zannetti, insieme col dise-
ed immenso popolo, ad onta del- gno del catafalco, con le composi-
la pioggia: recitò l'orazione latina zioni accademiche, e con l'orazio-
Gabriello Cesarini , vestito d' una ne funebre. Nel i63o il senato e
roba lunga da senatore di velluto popolo romano celebrò solenni ese-
riccio j e con altra sua italiana quie a Carlo Barberini fratello di
fu stampata dal Zannetti. Nel 1602 Urbano Vili, allora regnante, e
il senato e popolo romano celebrò generale di s. Chiesa. Cantò la
i funerali a Gio. Francesco Aklo- messa vescovo di Ferentino, alla
il

brandini capitano generale di s. presenza dei cardinali con cappe e


Chiesa, e nipote dell'allora regnan- vesti violacee, invitati dai conser-
te Clemente Vili. Cantò la messa vatori di Roma insieme a molti
Orazio IMattei vescovo di Rossano prelati. Oltre i conservatori, v'in-
o meglio Gerace, alla presenza di tervennero senatore di Roma, d.
il

quaranta cardinali, dei primari pre- Taddeo Barberini figlio del defun-
lati, del senatore e magistrato di to col proprio suocero Colonna
,

Roma (che gli eresse in Campido- duca di Paliano, e con molti no-
glio onorevole iscrizione, come a- bili, e della curia romana. Due
vea fatto al cardinal Pietro di lui giovani vestiti di lutto erano pres-
fratello); cinque vescovi fecero le so il letto con duobns Jlahellis, seii
solenni assoluzioni, l'uditore delle lande rolis de tajftitano nigrò cuni
contraddette Verospi pronunziò dot- insignìbiis defunctij e sopra il let-

ta orazione funebre, e sul letto, to fu posta corona aurea. L' ora-


posilum sub castro doloris, fu po- zione funebre la recitò d. Giulio
sta la spada, il bastone di gene- Cenci romano, avvocato concisto-
rale, il due speroni d'o-
cappello, e riale, ed avvocato del popolo ro-
ro. Nel 1627 fu fatto il funerale mano con veste nera de sajelta
a Sitti Maani Gioerida, moglie del fllediolani ordinario modo docto-
celebre Pietro della Valle nobile rnni, et cuni birreto clericali; indi
romano, morta molto tempo in- cinque vescovi fecero le assoluzio-
nanzi, e sepolta nella cappella di s. ni, proni dici tur in libro pontifica-
Paolo. Vi assisterono le principa- li. fu pubblicata colle
L'orazione
li dame e i più pregiati cavalieri stampe; magnifica fu la macchina
della città, ventiquattro cardinali ,
del catafalco, ed anche l'esterno
e popolo innumerabile. Nobile e della porta della chiesa fu ornato
sublime fu il catafalco, con epitaf- con grandi colonne e statue: fu-
fi in dodici lingue, per esprimere rono impiegate cinquecento torcia,
che la morte di Siiti veniva com- cinquemila duecento libbre di ce-
pianta da tutte le nazioni. I lumi ra, e distribuito a' poveri ventisei
furono in gran copia; la messa so- rubbia di grano in pane. Nel i632
-

67 FUN FUN
con solenne pompa lii poi tatù in «piali faremo menzione di due re-
Alaceli il tadaveie del duca Sa- centi casi. Dicemmo all' articolo
velli ambasciatore dell'imperatore, Frosini Cardinal, che ancora nel-
dalla chiesa di s. iN'iccola in Car- la sua diaconia di s. Maria in Cos-

cere, essendo appaiale ambedue le medin gli furono celebrale 1' ese-
chiese di nero. IVella processione vi quie con recita di orazione fune-
furono i putti del Letterato, poi bre ; nei coretti assisterono i car-
ospizio di s. Michele, gli orfanelli, dinali Zurla, Weld, Brignole, Ri-
tredici compagnie di sacchi, tiedi- varola, Mattei e Gazzoli. Dopo a-
ci fraterie , i frati d'Araceli , e i vere l'università romana celebrato
conventuali, quattrocento portanti il funerale di espiazione pel car-
torcie :cadavere sopra gran-
indi il dinal Giacomo Giustiniani camer-
dissimo letto coperto con coltre di lengo di s. Chiesa, ed arcicancel
broccato d'oro, con la guardia del liere cìell'università, la pontificia ac-
Papa, ed cursoii avanti in abito
i cademia romana di archeologia, che
paonazzo con bastoni innigentati. ha nella medesima università iu
Intorno al corpo erano candclliero- propiia sede, come a suo protet-
iiì con lorcic accese, e quattro ban- tore, l'ultimo di febbraio i844)
derole con la s.ua arma: la caval- fece altrettanto nella chiesa dell'u-
cata dei mazzieri , e famiglia del niversità, perciò apparata a lutto,
Papa , con molti prelati, chiudeva con iscrizione analoga alla circo-
la processione funebre. JN'el 1669 stanza, posta sulla Ironie del sa-
ebbe luogo solenne funerale per gro tempio. Celebrò la messa mon-
Francesco duca di Beaufort figlio signor Gio. Battista Rosani vesco-
di Cesare duca di Vandonio na- , vo di Eritrea, socio oidinario del-
turale di Enrico IV e di Gabriel- l'accademia, alla presenza del pre-
la di Estrees, glorioso per n)ilitare sidente e soci dell'accademia slessa,
imprese, figurate nel maestoso e e nei coretti dei cardinali Riario
decoroso catafalco, disegno del cav. Sf(jrza protettore di essa, e camer-
Bernino, ma senza lumi, sparsi pe- lengo di s. Chiesa, Macchi, Poli-
rò per la chiesa su grandi candel- dori, Mezzofanli, Gazzoli e Grimal-
lieri d'argento. Fu cantata la mes- di, tulli soci d'onore dell'accademia,
sa dall'arcivescovo di Damasco lloc- non che altri personaggi. Il conte
ci, alla presenza di molli cardina- Giuseppe Alborghetti socio ordina-
li, prelati, senatore, conservatori, e rio e tesoriere dell'accademia, re-
tutta la nobiltà di Roma. Il p. A- citò un aflfettuoso ed elegante elo-
dami gesuita disse l'elogio iunebre. gio, che destò commozione negli
Siccome abbiamo veduto che nei uditori. In quanto ai memorali fu-
tempi antichi solevano i cardinali nerali che r università celebra al
assistere ai funerali in abito e cap- defunto cardinal camerlengo arci-
pa, al presente ciò piìi non si pra- cancelliere della medesima , nella
tica, se non per qualche funerale propria chiesa, v' interviene il nuo-
de' sovrani : sogliono però privata- vo cardinal camerlengo arcicancel
nienle assistervinei coretti o tri- liere in cappa, e siede dietro il
bune qualche solenne esequie di
in dossello. V'intervengono gli avvo-
principe o ambasciatore, e di car- cati concistoriali con la cappa chiu-
dinali in particolari funerali, dei sa, i membri dei collegi teologico.

H
FCN FUN G3
medico-chirurgico, (llosofico, filolo- sopra ornato letto di duolo, vesti-
gico, ed i professori della stessei u- to di nero con spada, ed intorno
iii versila, tutti in abito collegiale. quattro palaficnitri vestili di gra-
Dopo la messa cantata da un av- maglia, che sventolavano le quat-
vocato concistoriale, vi è detta l'o- tro banderuole delle sue armi. Il
razione l'uuebre. tempio fu nobilmente parato a
Altre notizie sui funerali di so- lutto cogli stemmi del defunto, e
vrani, principi, ambasciatori ed al- più di cento fiaccole di bianchissi-
ili personaggi , sono riportate dai ma cera. Celebrò pontificalmente la
Diari di Roma, i cui numeri citere- messa di requie 1' arcivescovo di
mo. Nel numero 210 del 171851 Bagusi Comentani , coli' assistenza
legge, che il cadavere di d. Fla- del capitolo della collegiata, de'mi-
minia Maria Borghese Odescalchi nistri e cantori della cappella pon-
duchessa di Bracciano, di notte iu tificia, e per ispiecial indulto di
privatamente portato in carrozza Clemente XI , in mattina
quella
alla chiesa parrocchiale
de' ss. A- lutti gli altari della chiesa furono
postoli,dove nella mattina seguen- dichiarati privilegiati. Indi venne
te si vide vestila con l'abito di s. tumulalo collo slesso vestiario, e
Francesco e scalza sopra il letto , con molte medaglie, entro cassa di
di duolo, con quattro banderuole abete, la quale fu messa dentro al-
air intorno : il letto come la chiesa tra di piombo, sulla quale era in-
erano ornali di drappi neri e di cisa analoga iscrizione. Nel numero
bianchi veli , ardendo intorno al 4^3 del 1720, si riporta come il

Ietto cento grossi cerei di cera bian- cadavere della principessa d. Lau-
ca. Clemente XI ordinò che i can- ra Altieri verso le tre ore di not-
tori della cappella pontificia e i te fu portato in carrozza alla chie-
ministri della sagrestia pontificia vi sa di s. Maria sopra Minerva ; nel-
si portassei'o, per assistere alla mes- la mattina seguente, ch'era il gio-
sa pontificata da monsignor Bra- vedì santo ,
giorno in cui non si

schi vescovo di Sarsina. Degli ono- possono celebrare i funerali, il ca-


ri funebri resi da Clemente XI ad davere venne esposto tra una mol-
Alessandro Sobieski figlio del re di titudine di cerei, per tutto il tem-
Polonia, ed a Filippo Maurizio fi- po che si celebravano le sagre fun-
gho dell'elettore di Baviera, ne par- zioni, e perciò si apparò nobilmen-
lammo volume X, pag. 3o6 del
al te tutta la cappella di s. Domeni-
Dizionario inoltre il Papa di pro-
; co, colla navata dinanzi : il cada-
prio pugno scrisse ai genitorù di vere vestito da monaca si pose sul
tali principi, consolandoli con pa- letto di duolo, ove stavano sola-
terne condoglianze. Nel numero mente appoggiate le quattro ban-
4o8 del 1720 si legge, che il ca- deruole. Nel numero ggr del 1723
davere del principe d Antonio Ot- vi è la descrizione del funerale
toboni nipote di Alessandro Vili, celebralo al granduca Toscana
di
padre del vixente cardinal Pietro, Cosimo 111 agli ti dicembre, dal
e già generale di s. Chiesa, -verso capitolo valicano nella basilica di
le tre ore di notte in carrozza fu s. Pietro, per essere slato dichia-
portato alla chiesa di s. Marco, e ralo canonico della medesima da
nella mattina seguente fu esposto Innocenzo XII, perchè potesse in
FI \
tappa venerare da vicino, nell an- di Spinelli arcivf'scovo di .Napoli.
no santo iroo, le tre reliquie mag- L' ultima cavalcata funebre celebra-
giori. >el volume X, png. 3o6, si ta in Roma per una regina ivi
è detto come Clemente Xll fece defunta, è quella per Maria Lui-
celebrare magnifiche esequie alla sa di Borbone regina delle Spa-
regina Maria Clementina Sobieski gne e dell'Indie, a' 1 o gennaio
moglie di Giacomo III re cattoli- 18 19, che co' suoi (linerali de-
co d' Inghilterra, nella chiesa de'ss. scrivemmo ai volumi IX, p. 128,
Apostoli, ove fu portato il cadavere e X, pag. 807 e seg. jVella morte
in carrozza, con cavalcata ed assi- poi di Maria Isabella di Braganzti
stenza de' cardinali; ed al volume regina delle Spagne e delle Indie,
IX, pag. 128, si disse del funerale il suo consorte re Ferdinando VII
celebralo alla medesima regina nel- anche in Roma gli fece celebrare
la basilica vaticana dopo il solen- solenne funerale a' 28 settembre
ne trasporto (nel quale il capitolo 18 19 nella chiesa di s. Ignazio, per
vaticano con indulto assunse la cap- mezzo del suo ministro cav. d. An-
pa a cagione della stagione ed oia) tonio de Vargas. Architetto del
del cadavere, con l'intervento di gran catafalco fu il cav. d. Isido-
alcuni cardinali, quali pure inter-
i ro \elasquez, del resto degli addob-
Tennero al trasferimento del suo bi ed ornati il cav. Pentini, e riu-
cadavere, nel mausoleo erettogli scì opera splendida, magnifica e
jiell'istessa basilica. Le descrizioni sontuosa, avendovi lavorato piii i

di tali funerali si leggono nei nu- valenti scultori ed artisti, come si


meri 2729 del 1735, e 4^93 del legge nell'opuscolo: Pompa fune-
1745. JVel detto volume IX, pag. hrt per le solenni esequie di /ila-
128, si dice eziandio dei funerali ria Isabella di Braganza regina
celebrati da Clemente XIII a Gia- delle Spagne e delle Indie, fatte
como mentovato, e di quelli
III celebrare in Roma da S. M. C.
fatti dal suo figlio cardinal Yorch V augusto consorte Ferdinando PI
nella basilica vaticana, di cui era l'anno 8 q, descritta da Giusep-
1 1

arciprete, e ad ambedue interven- pe Antonio Guattanij Roma 1820


nero i cardinali ; ciò è liportato nella stamperia de Romauis no- :

dai numeri 756g e 7072 dell'an- bilissima edizione con belli rami.
no 1766. Ivi pur si dice come Le lapidi latine le scrisse il cele-
Clemente XIII avendo inteso che bre sacerdote Domenico Antonio
il ve erasi di nuovo ammalato, do- Marsella. Celebrò la messa monsi-
po la colletta pio rege iiifìrmo, gli gnor Francesco Bertazzoli arcive-
compartì l'apostolica benedizione, scovo di Edessa, ed elemosiniere
sospese l'apertura dei teatri, e vol- segreto di Pio VII, assistito dai mi-
le che tutte le basiliche, chiese col- nistri e cantori della cappella pon-
legiate ed insigni di Roma, dopo tificia, ed alla presenza de' cardi-
la sua morte gli cantassero una nali, e del corpo diplomatico, in-
messa di requie, come avea prati- vitati dal suddetto ministro, che li

cato per la regina consorte Cle- ricevette e ringraziò dopo la fun-


mente XlI, sospendendo i teatri zione.Pronunziò l' elogio funebre
i>enchè carnevale, e le illuminazio- monsignor Gio. Francesco Marco y
ni per l'esaltazione al cardinalato Catalan uditore di rota .^pagnuolo,

ì
FUN 65^
poi cardinale, uell' idioma latino, nel di incedevano a piedi, ed a cnpo
quale, e con la traduzione in italia- scoperto l'incaiicato di alìari di
no è riportato nel detto opusco- Francia presso la santa Sede, cui
lo. Dopo ebbero luogo le cinque facevano ala gli attaccati alla le-
assoluzioni, che fecero i monsigno- gazione, i gentiluomini di corte, ed
ri Guerrieri arcivescovo d' Ate- altri Venivano appres-
personaggi.
ne poi vescovo di Rimino , Frat- so notaro regio, intendente ed
il

lini arcivescovo di Filippi, e vice- impiegati dell'ambasciata, i depu-


generale di Roma, Coprano arci- tati de' regi pii stabilimenti fran-
vescovo d'Iconio poi caidinale, Me- cesi in Roma, de' quali si parla al-
nochio vescovo di Porfirio , e sa- l'articolo Francia (^Fedi), il diret-
grista del Papa, e Bertazzoli cele- tore, pensionati, ed allievi dell'ac-
brante. cademia di Francia in Roma , ed
Nel numero 44 <^^' Diario di un numero consideiabile di nazio-
Roma del 1887, si legge un giu- nali residenti nella detta città. Chiu-
sto e bello elogio, ed il funerale devano la pompa funebre, le ti e
fatto in tale città al marchese Fio- carrozze nobili di corte, quelle dei
rimondo di Latour-Maubourg am- componenti 1'
eccellentissimo corpo
basciatore di Francia presso la san- diplomatico presso la Sede aposto-
ta Sede, morto ivi a' 2 3 maggio, lica, precedute dalla carrozza del
la quale rappresentanza al presen- cardinale Lambruschini segretario
te funge lodevolmente il degno fra- di stato, quella di monsignor Actou
tello conte Settimio de Fay La- uditore generale della camera ora
tour Maubourg, anch' egli pari di cardinale, ed altre di nobili roma-
Francia. Di tal descrizione qui ri- ni. Giunto il convoglio funebre ai-

porteremo un breve cenno. Il ca- la regia chiesa , fu ricevuto con


davere dopo essere stato imbalsa- croce inalberata alla porta prin.i-
mato, e rinchiusi i precordi in un pale dal superiore e dai cappella-
vaso secondo il costume, venne es- ni in cotta, e dopo l'assoluzione
posto ne' giorni 26, 27 e 28 sopra alle mortali spoglie, queste vennero
maestoso catafalco in una delle sa- deposte e collocate sopra un gran
le del palazzo Colonna residenza , catafalco, innalzato a pie della na-
dell'ambasciata francese: la gran vata di mezzo. Nel giorno seguen-
sala della cappella fu addobbata a te celebrò la solenne messa mon-
lutto, e vi furono eretti tre altari signor Piatti arcivescovo di Trebi-
privilegiati per la celebrazione del- sonda, e vicegereute di Roma, col-
le messe. Nella sera dei 28 il ca- r accompagnamento de' cappellani
davere fu trasportato alla regia cantori pontificii, dopo la quale fe-

Chiesa di s. Luigi de^francesi ( Fé- cesi dallo stesso prelato la solita


di) con questo cerimoniale. Apriva assoluzione intorno al cadavere. Le
il funebre convoglio un drappello due tribune del coro erano state
di cavalleria, quindi seguiva ma- riservate, quella a destra ai cardi-
gnifica carrozza, parata a bruno, nali, e la sinistra ai prelati delie
dentro la quale si collocò il corpo, primarie cariche; nella prima as-
attorniata da numeroso stuolo di sisteva ilLambruschini.
cardinale
staffieri e di famigli del defunto, Quattro grandi tribune costruite ai
con cerei accesi, e l' ombrellino. In- due lati della nave maggiore, era-
\0L. xxviu. 5
C6 FUN FUX
no occupate dal corpo diplomali- scovi assistenti al soglio, ed i mi-
nistri della cappella pontificia.
co, dalla prelatura, dai principi, e
Il

da altri nobili s\ romani, ch'esteri, cadavere deve seppellirsi vestito dei


Sedevano nei banchi disposti lun- paramenti pontificali di colore pao-
oo la navata di mezzo i deputati nazzo, e si colloca in due casse,

de' regi pii stabilimenti francesi, il In quanto al trasporto del cada-


direttore, pensionati ed allievi del- "vere dei patriarchi dalla casa in

l'accademia di Francia, e i nazio- chiesa, esso col cappello usuale ne-

nali residenti in Roma. Terminate ro in capo si pone in una carroz-

l'esequie, il corpo fa deposto e sug- za, coi fiocchi paonazzi ai cavalli,

eellalo a rogito del notaro regio Intorno alla carrozza incedono ot-

dell'ambasciata, in una cassa di ci- to servitori in livree di gala, e con


presso, e posta entro altra di pioni- torcie accese. Siegue un'altra car-

bo ed ambedue si rinchiusero in rozza coi cappellani , e camerieri


una terza di abete, e quindi sep- del defunto. Tuttociò che si prati-

pellito rimpetto alla cappella del ca pei patriarchi, come erezione di

ss. Crocefisso. Ivi il sullodato am- altari, vestimenta, trasporto, ed es-


basciatore fratello, gli eresse ono- posizione del cadavere e tutt'altro,
revole deposito, di cui parlammo ha luogo pure pei prelati di fioc-

al citato articolo Francia, ove ag- chelti. Pei funerali di un vescovo


giungemmo altre notizie sulla chie- assistente al soglio si destina una

sa di s. Luigi de' francesi. chiesa capace alla funzione fune-


Sebbene ai rispettivi articoli si bre, parandosi come dicemmo dei

parli delle cerimonie funebri, che patriarchi. Il trasporto del cada-


si praticano pei prelati della santa vere dalla casa alla chiesa si rego-
Sede, ed oltre quanto dicemmo gè- la dall'erede come più gli piacerà:
nericamente di sopra, pure qui fa- in casa si espone cogli abiti pre-

remo cenno delle cose principali di latizi, in chiesa con li .sagri; gli

alcuni. Pei funerali di un patriarca altari non sogliono erigersi né ai

si deve scegliere una chiesa soffi- vescovi, né agli altri prelati, me-
cientemente grande, e si para con no i patriarchi, ed altri prelati di

panni neri, trine d'oro, stemmi gen- fiocchetti, se pure il Papa non li

tilizi, ed effigie di morii. Il cadavere accorda se richiesti. All'esequie vi


vestito d'abito prelatizio si espone mterviene il collegio de' vescovi as-
due giorni in casa, con berretta ne- sistenti, ed soliti ministri della
i

ra in capo: nei due giorni tanto ai cappella pontificia, essendo esposto


patriarchi che agli altri prelati di il cadavere sul letto, con cerei pre-
fiocchetti, celebrano in casa del-
si scritti dallo statuto del clero, ma
le messe negli altari eretti secondo senza banderuole. Il cadavere de-
il solito, ma sempre con permesso, ve seppellirsi vestito de' paramenti

Dopo il trasporto in chiesa il ca- messali ossia pontificali, e in due


davere si paramenti sa-
veste coi casse. Pei semplici vescovi si prati-

gri, e si espone sul letto con quat- tica altrettanto, meno l'assistenza

tro banderuole ai lati. Il numero del collegio di quelli assistenti al

dei cerei intorno al letto si regola soglio. I funerali del vicegere.nle si

secondo lo statuto del clero. All'è- regolano al modo indicato di so-

sequie interviene il collegio de' ve- pra, essendo o patriarca o vesco-


è

FON FUx\ 67
vo. ^'el trasporlo dalla casa alla nerale, sono come quelli dell'udi-
chiesa, intervengono i curati in i- tore della camera, essendo aneli e-
stola nera , e torcia accesa, ed il gli come il maggiordomo prelato
camerlengo del clero in cotta, sto- di fiocchetti. I funerali del mag-
la, e piviale nero. Dopo la bara giordomo si regolano come quelli
sieguono lutti gli ufficiali del tri- dei patriarchi; si debbono pero
bunale del vicariato. Nella mattina avere quelle avvertenze che indi-
dell'esequie si canta l'ufficio dai cammo di sopra circa i cadaveri
parrochi, che insieme cogl' indivi- dei cardinali palatini, tanto nell'e-
dui del nominato tribunale assisto- sposizione in casa, quanto nel tras-
no poi alla messa di requie. I fu- porto del cadavere in chiesa. Nel-
nei-ali del governatore di Roma, le esequie intervengono i ministri
sia nel trasporto alla chiesa, la pa- della cappella pontificia, e la ca-
ratura di essa, e l'esposizione del mera segreta del Papa si eccle-
cadavere in casa e in chiesa, co- siasticache secolare. Se il defunto
me ai patriarchi, comprensivamen- è vescovo, assiste anche il collegio
te all'erezione degli altari ed alle de' vescovi assistenti al soglio. La
quattro banderuole. Il cadavere si guardia svizzera non ha luogo ne
espone sul letto rivolto all'altare s' al trasporto del cadavere in chiesa

sacerdote o vescovo, e vestito degli uè all'esequie, dappoiché tal guar-


abiti sagri del suo ordine ; se è dia accompagna il maggiordomo
chierico il cadavere è rivolto alla sol quando esercita qualche azione
porta della chiesa, vestito con cap- di sua carica, e in rappresentan-
pa sciolta. Il numero de'cerei si re- za del Pontefice. I funerali del
gola collo statuto del clero. Alla maestro di camera consistono nel-
messa intervengono i ministri della la paratura della chiesa con panni

cappella pontificia, e vi assistono neri, stemmi, ed effigie di morte;


il cardinal camerlengo di s. Chie- nel trasporto sulla bara preceduto
sa, tesoriere, chierici di camera, dalle arciconfraternite, e dalle fia-
e ministri del tribunale della ca- terie. Il suo cadavere in casa si

meia, non che i ministri del tri- veste cogli abiti prelatizi e berret-
bunale del governo vi assiste il : ta in capo; in chiesa con quelli
cardinal camerlengo, perchè il go- del suo ordine sagro, ed in cappa
vernatore è pure vice-camerlengo. se non li ha, praticandosi nel re-
11 cadavere si seppellisce cogli abi- sto quanto si disse di sopra. Alle
ti coi quali fu esposto, ed in tre esequie intervengono i ministri del-
casse. I funerali dell' uditore gene- la cappella pontificia, e la camera
rale della camera apostolica si re- segreta del Papa ecclesiastica e
golano come quelli de'patriarchi, secolare. Qui noteremo che i fu-
ed in quanto agli abiti, secondo nerali dei famigliari del Pontefice
il suo carattere sagro, al modo si descrivono ai rispettivi articoli,

detto: a questi funerali interviene e da diversi esempi ho rilevato


il tribunale della cameia, compre- che pei cadaveri dei camerieri se-
si i chierici di camera, e ministri greti partecipanti ecclesiastici e se-
della medesima: il funere nel resto colari, e persino al caudatario, ed
è come quello de' prelati di fioc- al crocifero ,
può usarsi il let-

chetti. I funerali del tesoriere gè- to: quelli degli altri prelati, meno
68 FU IV FU\
l'inferveiìto ilella camera spgiota, assumono nelle cavalcale, a* piedi

sono come quelli del niaeslio di dello slesso letto, l'rima nell'ese-
camera; e di quelli rivestiti di qual- quie dei defunti uditori di rota,

che primaria carica, le particola- ed avvocati concistoriali, come di-


rità sono riportate ai loro articoli, cemmo dei loro anniversari, inter-
ivi prelati die non appartengono venivano ambedue collegi ora i :

alle nominate categorie nei loro però è andato in disuso linvito


funerali si osserva quanto dicemmo di quel collegio a cui non appai-

del maestro di camera del Papa: teneva il defunto. Dei funerali dei
a tutti i pi ciati si pone a* piedi Cantori della cappella pniitificia

del letto, o della bara il cappello {redi), ne parlammo a quell'ar-


pontificale; così ai patriarchi, e ticolo.Essendo morto nel maggio
vescovi. Nelle esequie dei prelati che 1844 monsignor Giuseppe I5iiini
appartengono a qualche collegio, romano, direttore e camerlengo
questo v'interviene, così pratican- dei cappellani cantori della cappel-
dosi per gli uditori di rota, pro- la pontificia, di fama europea per
tonotari apostolici partecipanti, chie- la sua valentia nella musica sacri,
rici cMmera, votanti di segnatu-
di nel trasporto del di lui cadavere
ra, ahhieviatori di parco maggiore, alla chiesa di s. Maria in Valli-
avvocati concistoriali, ec. ec. La cella, seguirono il feretro in segno
chiesa pegli uditori di rota può di amore e di stima tutti i p<jn-
pararsi con ornamenti di trine d'o- tificii cantori vestiti di sottana, col-
ro: in casa ed in chiesa si espon- lare e fascia di seta paonazza, e
gono sul letto vestiti del loro feiraiuolone di seta nera, essendo
inanfellone e berretta, se il ca- questo r abito col quale essi re-
davere è incassato il mantellonc cavansi sino agli ultimi del secolo
e la berretta si jìongono sul fe- passato alla quotidiana ulTì/.iafuia
retro ; ai loro funerali oltre il lo- della cappella palatina ove al)ita-

ro collegio assiste quello dei pro- va il Pontefice; abito col qiiile


curatori di collegio con le cap- incedono alle cappelle prelatizie
pe rivoltate , cioè col cappuccio anche di funerali, dappoiché assu-
senza mostra di seta. Qui note- mono su tale sottana la cotta
remo , che i ministri e cantori nelle cappelle papali e cardinalìzie.
della cappella pontifìcia spettano Il cadavere dell'illustre monsignor
ai patriarchi, prelati di fiocchetti, Baini, come cameriere d'onore del
ai prelati dei diversi collegi, ai ca- Papa, in abito paonazzo racchiuso
merieri segreti ed altri primari nella cassa, fu esposto su letto, o-
lìimigliari pontificii effettivi, per di- ve pure si collocarono la berrelfa,
ritto, qualora gli eredi vogliano In stola, la sottana paonazza, e due
profittarne. Il cadavere però degli libri, i pontificii cantori vi assiste-
avvocati concistoriali si espone con rono in coro, ed i maestri delle
fa cappa chiusa sopra il letto, coi cerimonie pontificie in mantellone,
libri sul medesimo siccome dot- essendo stati invitati. Uno di detti
tori ; ciò che pur praticasi con cantori cantò la messa di requie
quello degli uditori di rota po- ,
coll'assistenza del diacono e sud-
nendosi il cappello semipontificale diacono del medesimo collegio.
nero, che gli avvocati concistoriali Daremo termine a questo aiti-
FUN FUN 6n
colo con alcune nozioni sui fune- per ognuno, e tutti ricevono due
rali romani dei principi, degli am- candele. 11 cadavere del principe
basciatori, dei ministri diplomatici, si veste con l' abito di città, che
dei marchesi di baldacchino, e lo- equivale a quello puie nero dei
ro niogh , ed a queste e ai loro gentiluomini (di cui parlammo al-

mariti compete il trasporto del ca- l'articolo Famiglia dei carclmali,


davere in carrozza, la quale pure Vtclt), con ispada al fianco, e cap-
si deve ai patriarchi, e prelati di pello con piume in testa. Se il de-
fiocchetti. Ai baroni, marchesi sem- funto è ciamberlano od altro di

plici, conti, e cavalieri, come alle qualche sovrano, si veste dell abito
loro mogli e figli, in Roma non proprio di tal grado ricamato, e
compete la carrozza, e si tiaspor- se ha decorazioni equestri, ancora
lano dalla casa alla chiesa sulla con queste. Indi si espone in ter-
bara, con accompagno di confrater- ra il cadavere, sopra coltre nobile
nite, di fraterie, e^ di preti a pia- di lama d'oro, in una delle came-
cere degli eredi. E da avvertirsi re parate, e sotto un gran padi-
che patroni delle chiese entrano,
i glione nero. Intorno alla coltre si

o sia sono introdotti loro cada- i forma un ampio riparo con banchi
veri in esse per la testa ; se non coperti di drappi neri ed ornati
Io sono, s'introducono dalla parte con effigie di morti, e slemmi gen-
dei piedi. Per la pompa funebre tilizi. Nella parte davanti, si pon-
dei principi e marchesi di baldac- gono ai lati due candellieri chiama-
chino che godono le insegne e pre- ti colonnette indorate o inargenta-
rogative de'priucipi, il maestro di te, con grossi cerei ardenti. Nella
casa del defunto fa avvertito il medesima camera si forma una ban-
parroco e sagrestano della parroc- cata con spalliera e parata di nero,
chia per lutto l'occorrente. In casa che serve per quellli che debbono
poi si suole parare due o tre ca- pone pure nella
recitare l'uffizio. Si
mere di nero, bianco, e giallo, con detta camera un tavolino coperto
ti ine d'oro ; si alzano tre o quat- di tovaglia bianca, con sopra il Cro-
tro altari,più o meno a piacere; cefisso, ed il secchiello ed aspersorio
indi ha luogo la recita dell'uffìzio con acqua santa per le aspersioni
de' morti, e la celebrazione delle che debbono fare quelli che han-
messe di requie nei giorni che il no recitato l'uffizio. In questa ca-
cadavere rimane esposto in casa. mera, come dicemmo dei cardinali,
Avendo il parroco intimato i reli- non si suole alzarvi gli altari, al-

giosi per la ad
recita dell' uffìzio, trimenti non si può porre il cada-
ore 2 1 lo recitano dodici cappuc- vere sotto il padiglione o baldac-
cini, cui succedono ad ore 22 do- chino. In tutto il tempo che il

dici minori osservanti, ed ai pri- cadavere resta esposto in casa, nel


mi come ai secondi si dà uno scu- giorno dalla parte sinistra gli fa

do per ogni corporazione ed ai , la guardia un gentiluomo, vestito


religiosi una candela per cadauno. coll'abito di città.
Alle ore 23 subentrano alla recita Nella sera del trasporlo pubbli-
dell uffizio il parroco con dodici co, il cadavere si colloca dentro
sacerdoti il primo riceve baiocchi
. carrozza funebre nera, ordinaria-
quaranta, i secondi baiocchi venti mente addobbata con drappi neri^
-

no FUN FDN
e tirata da due cavalli, guarniti re l' uflicio, e per gì' individui del-
con finimenti neri e fiocchi, ed i l'anticamera del defunto, che us-
cocchieri e servitori assumono le sistono alla messa cantata. Questa
livree di Precede il convo-
gala. suole celebrarsi dal superiore del-
glio funerale una squadra di gra- la chiesa, ovvero è pontificata da
nattieri, indi due individui sono un vescovo dopo la messa ha luo-
:

portatori di torcie a vento ossia di go l'assoluzione intorno al cada-


pece, un servitore con l'insegna vere, tenendo il clero, come fa- i

deli' ombrellino, altri portatori di migliari del morto, candele accese


torcie di cera bianca avanti ed in- in mano. Dopo terminata la fun-
torno alla carrozza, le carrozze di zione di requie, succede la tumu-
corteggio coi famigliari d' antica- lazione del cadavere com' era ve-
rnerà, e i servitori a piedi con lan- stito, ponendosi entro la cassa di
terne,chiudendo la pompa altra legno con materasso e cuscino, e
squadra di granattieri. Il cadave- da im Iato il tubo di latta, conte-
re è vestito coi medesimi abiti; ai nente l'iscrizione necrologica del
suoi lati siedono il curato, ed al- defunto, alla presenza della fami-
tro prete, e di contro il delatore glia di esso e del notaro che ne
della croce. Giunta la pompa fu- fa il rogito, e chiusa che sia la
nebre alla chiesa ove debbonsi ce- cassa sigilla in vari luoghi la fel-
lebrare l'esequie, il cadavere dal- tuccia con cui in forma di croce è
la carrozza si pone sulla bara, ed stata involta la cassa. Indi la cassa
all'ingresso nella chiesa il clero si pone in altra di piombo, che
trovasi a riceverlo con candele ac- si salda e sigilla collo stagno, e
cese: lacroce si colloca sull'asta, questa si mette nella cassa di ci-
e prende luogo tra i due accoliti, presso, e poscia si cala nel sepol-
facendo quindi l'assoluzione sul ca- ero gentilizio se vi è, altrimenti
davere il superiore della chiesa, ciò si fa la sera in quella chiesa
che con piviale nero aveva at- Io ove esiste. Alle mogli ed ai figli e
teso sulla porta. Dipoi il cadavere figlie dei principi e marchesi di
com'era vestito si mette in terra baldacchino, si fa lo stesso funera-
su nobile coltre, formandosi intor- le, e le femmine si vestono tulle
no uno steccato di banchi, egual- di nero. La chiesa ove si fa il det-
raente parali di nero, e decorati to funerale è parata con drappi
con istemmi ed effigie di morte, neri, frangie, trine e galloni d'oro,
In terra vicino al cadavere si dis- con ornati ed istemmi del defun-
pongono quattro banderuole di taf- to,con rainoie o maggiore magni
feltano nero con l'arme gentilizia, ficenza a piacimento: sulla porta
Inoltre attorno al cadavere si pon- della chiesa, dalla parte esterna, si
gono più mazzi di cera bianca, a- alza una grande arme gentilizia del
venti ognuno tre o quattro cerei: a defunto, talvolta con iscrizione, con
capo e ai piedi del cadavere si dis- addobbo di drappi neri,
pongono due candellieri o colon- In morte degli ambasciatori e
nette inargentate, con grossi cerei ministri plenipotenziari si espongo-
ardenti. Lateralmente si erigono no loro cadaveri in casa su letto
i

due bancate coperte di drappi ne- funebre, colle vesti loro proprie e
li, per quelli che debbono recita- decorazioni equestri di cui erano
I^ L N ILW 7t
insigniti. Ai quatlio angoli del let- corazioni. Le mogli, le figlie ed i

to si mettono altrettanti candellie- figli de' sopraddetti, come essi han-


ri o Lolonnelte inargentate con ce- no gli onori funebri dell'esposizio-
rei ardenti, ed il resto si pratica ne in casa ed in chiesa, consisten-
come ai principi, sia chein casa, te cioè in terra su nobile coltre ,

nel trasporto in chiesa, oltre quan- con due candellieri in casa , ed in


to dicemmo di sopra, parlando del chiesa con sei o otto mazzi di cera
funerale dell'ultimo defunto am- inforno, e due candellieri o colon-
basciatore di Francia. Il cadavere nette indorate o inargentate da ca-
si espone in chiesa su letto fune- po e da piedi, con grossi cerei ac-
bre, con ottanta cerei accesi attor- cesi. Attorno alla coltre
si forma

no, e quattro torcieri agli angoli un riparo di banchi coperti a bru-


del letto, ove pure stanno quattro no con morti, ed istemmi del de-
famigliari vestiti di nero che agi- funto : più lateralmente si forma-
tano prima e dopo messa le
la no due bancate coperte di panni
banderuole coi rispettivi stemmi neri, per quelli che dovranno re-
del defunto; lasciandosi le ban- citare r uflìzio : in tutti gli altari
deruole addosso al letto mentre si della chiesa esponente si celebrano
canta la messa da un vescovo, dal messe basse con quattro candele
superiore della chiesa, o da altro accese, e sei grossi cerei ardono al-
ecclesiastico : il resto si pratica co- l'altare maggioi-e, ove si canta la
me ai principi ; le mogli e figli messa Ordinariamente la
in terzo.
degli ambasciatori e ministri ple- pompa funebre con cui suddetti i

nipotenziari hanno l'onore del fu- cadaveri sono trasportati dalla casa
nerale come le principesse, e i in chiesa, con minore o maggiore
loro cadaveri, come quelli di es- decoro a piacimento, è la seguente.
se , nero sono esposti in
vestiti di \crso le ore due della sera, pre-
terra, sia in casa che in chiesa. Pe- ceduto e seguito da torcia accese
rò l' insegna dell' ombrellino spetta di pece, parte il convoglio compo-
ai soli principi, marchesi di baldac- sto da alcuna arciconfraternita, ov-
chinOj ed ambasciatori, non ai mi- vero degli orfanelli, se il defunto è
nistri. un giovinetto, coi loro stendardini,
I cadaveri dei marchesi sempli- indi seguono circa ottanta cappuc-
ci, dei baroni, dei cavalieri, delle cini, ottanta minori osservanti, e
loro mogli, figli e figlie si espon- quaranta religiosi o preti della
gono tanto in casa quanto in chie- chiesa esponente, e tutte le dette
sa vestili di nero : gli uomini con corporazioni, compresi i preti e frali
abito da città, o con quegli abiti della chiesa esponente, portano ac-
che hanno secondo la qualifica che cese quattro torcie di cera, dando-
li distinse in vita, in un alle de- sene sei agli orfanelli, o arcicon-
corazioni equestri. Se il cadavere fialernite : incedono poscia il ca-
deve incassarsi, allora la coltre di merlengo del clero, e il curalo con
lama d'oro, ovvero nera di vellu- l'accompagno ognuno di tre sacer-
to con ricami e trine d'oro, invece doti. cadavere portato sulla bara
Il

di porsi sotto il cadavere serve a è circondalo da sedici torcie por-


cuoprire la cassa, con sopra il cu- tale dagli orfanelli se il defunto è
scino, il cappello, la ^pada e le dc- un giovinetto, e dai confrali se è
,

77 FUN FUN
adulto; indi seguono due facchini se, ordinariamente due di piì» nel
con casse di cera pel funerale , e numero, di quelle che circondavano
la carrozza della famiglia con ser- il cadavere nel trasportarlo in chie-
vo a piedi con lanterna. Se il de- sa. Però va avvertito, che se gli
funto non ha sepoltura gentilizia eredi pretendessero di fare ai de-
non potendosene erigere di nuove funti di qualunque condizione un
«lopo le odierne prescrizioni, la se- funerale more pauperuni, non gli
ra delle esequie il di lui cadavere viene impedito; ma il parroco ha
ii trasporta al Ciniiterio di s. Lo- tutto il diritto di pretendere gli

renzo (Fedi), presso la patriarcale emolumenti della chiesa, e suoi,


basilica di tal nome, ed ivi si tu- in forza dello statuto di Roma, e
tiiula in apposito sepolcro con mar- può in conseguenza citarli in giu-
morea iscrizione. Qualora questo dizio prò funere non facto, tranne
trasporto si voglia fare di giorno il caso di vera indigenza in cui si

con pompa funebre, presso a poco trovasse la famiglia del defunto. In


è come il seguente. Precede un'ar- quanto alla recita delle orazioni fu-
ciconfraternita, seguono circa cin- nebri nelle esequie, al cardinrde vi-

quanta cappuccini, e minori osser- cario spetta darne la licenza. Negli


vanti, il curato con prete di ac- Slatula Urbis Roniae nulla ritro-
compagno, e se la chiesa esponen- vasi intorno ai funerali, e neppu-
h; non è la propria cura, incede re negli ultimi di Gregorio XIII,
come nella sera precedente, e con pubblicali anch'essi con le stampe,
prete di accompagno, anche il par- ai quali il senatore Gio. Battista
roco della chiesa esponente, pro- Fenzonio fece le sue elocubrate os-
cedendo intorno la bara otto o servazioni nel i636. Solo dal ca-
dodici confrati con torcie accese, po CXXXVI, De vesdnientis lucu-
(iiunto il convoglio al cimiterio, si bribus, et funeris impensa, abbia-
fa l'assoluzione del cadaveie, indi mo ciò che si doveva a ciascuno
la cassa di legno o pino, nella qua- de' coniugi nello stato di vedo-
le è stato collocato, si pone entro vanza. » Mortuo marito, cum li-

altra di piombo con analoga iscri- » beris, veluxore superstila,


si ne,
zione, e si seppellisce nel prepara- >» si uxori vestimenta lucubria non

to sepolcro. » reliquerit, uxor de bonis viri


In Roma i cadaveri di altre >j habeat vestem unam, et litjeos
persone hanno la pompa fune- >y pannos, quae appellant pannum
bre secondo le qualità e prero- » listatum, superiectum, linteamen,
gative de' defunti, e di molti se M pectorale, et cingulum, nec non,
ne fa menzione ai rispettivi arti- » caligas^ et crepidas juxta per-
coli del Dizionario. I funerali or- » sonarum , et dotis qualitateni,
dinari poi, se gii eredi vogliono w autem, mortua uxore,
Maritus
onorare il defunto, sono presso a » lucrum dolale supra ex-
ultra
poco come quelli degli ultimi de- « pressum, habeat pallium, et sa-
scritti, meno alcune particolarità e « gum, si ve togam unam, et ca-
distinzioni, esponendosi il cadave- » pitium, sive biretum, similiter
re in chiesa sulla bara,
quale la » juxta dotis qualitalem, et perso-
si colloca sopra un basamento, ed « nae conditionura; et lucrum prae-
è circondata da cerei e torcie acce- >! dictum dolale semper iiilclligi-
V,

FUO FUO 73
i) tur deducta funeris impensa ". Papa mandò ai vescovi nelle Pro-
Sisto V neli586, con la costitu- vincie, da recitarsi da loro ai cu-
zione Ciim unaquaque, presso
in rati, acciò sapessero tutti il pro-
il Bull. Rom. tom. IV, par. IV, prio uliizio, ed in essa dice. » Nel
p. 286, emanò varie leggi sulla sabbato santo della Pasqua si e-
prammatica di diverse cose riguar- stingua il fuoco vecchio , e si

danti ai romani, come nel vestire, benedica nuovo, e distribuiscasi


il

nei funerali ec. Nel capo Modera- fra il popolo , e il somigliante si


zione de'funerali, ecco quanto si faccia dell'acqua benedetta ". Gio.
legge: » Non sia lecito all'esequie Reischium scrisse, De igne Pascha-
}> di accompagnare il morto alla li, Francofurti 1698. A. S. Masch,
" chiesa con più di tre servitori ve- Disseitalio de igne religioso, Ro-
'I semplicemente di lutto. Non
stiti slochii 1757. Ne trattano ancora
w sia lecito ad alcuna donna nel Niccola Serarium, Ad Bonifacii c-
" giorno dell'esequie di star nella pistolairij p, 142; Benedetto XIV,
» medesima stanza, nella quale De Feslis, p. 296; Cancellieri, De
>t starà il corpo del defunto, e si Stcrelariis, p. 1946,
1961 e 1978;
« esorta ciascuna di portar quel- ed Alessandro Leslaeum in lìJissa-
>t l'abito modesto, che si convie- li Mozarahico, p. 519. Abbiamo
^ ne e richiede in tale atto di il rame di Picard II, 8, Le feu
» condoglianza ". Nel i583 in nouveau le j'our de Satnedi saint.
Roma anche le persone private ap- Del famoso fuoco artificiale, che
puravano le camere a lutto, come si là in Roma nel Castel s. Ange-

si legge in un documento riporta- lo, chiamato la Girandola e di ,

to dal Bicci a p. 216 della Noli- altri fuochi di gioia, se ne tratta


zia della famiglia Bocca paduli. Il al voi. X, p. 196, 197 e 198 del
succitato JMuret , nelle Céréinonies Dizionario. Pompeo Sarnelli nelle
fiinhbres de toutes les nalions, in Lettere eccles. tratta nella lettera
venti capitoli , tratta : dei funerali XXXV del tom. IV, DeW origine
degli egizi, de' greci, de' romani ,
de' fuochi nelle feste de^ santi. Fsso
de' persi, de' turchi, de' cinesi, de- la tà derivare dall' incendio di Ro-
gli americani, degli isolani, e dei ma fatto eseguire da Nerone , al-
tartari j delle sepolture vivanles cuni dicono per eccesso di crudel-
ìgnées, aqueuses, et aérieiines, non tà, altri per rifabbricarla più bel-
che terrestri ; così dei funerali de- la ; e siccome tale orribile catastro-
gli antichi ebrei, dei scismatici, de- fe attirò a Nerone l'infamia, e l'o-
gli eretici, e dei cristiani , discoi- dio del popolo, quell'imperatore
vendo nell'ultimo capitolo dei di- per diminuirlo, e temendo le con-
ritti funebri. seguenze della generale irritazione,
FUNFKIRCHEN. Città con re- ne incolpò i novelli cristiani, che
sidenza vescovile in Ungheria, os- perciò furono condannati al pa-
sia Cinque Chiese {^Vedi). lo conficcato in gola acciò non
FUOCO. Benedizione di esso che si potessero chinare, e ricopren-
si fa nel sabbato santo. J^. il volu- doli di pece , di papiro e di ce-
me Vili, p. 3 18 del Dizionario. ra , li faceva inoltre bruciare in ma-
11 Rinaldi all'anno 855, num. 2^), niera, che servissero per illumina-
I iporta r omelia che s. Leone I re la notte. In memoria di qiie-
74 FUO FUO
sta prima persecuzione, e del sup- da, vuota nel centro, la coloujba
plizio del fuoco, i cristiani anticlii bianca, contornandola egualmente
incominciarono a fare fuochi di di Fontane e botti, come sopra.
gioia nelle feste de' martiri , che Appena dai musici cantori viene
poi divennero comuni alle feste de- intuonato il Feni Creator Spiritili
gli altri santi, non che furono fatti l'artista dà fuoco alla roccia sud-
con polvere nitrata, ossia fuochi divisata, e la colomba in mezzo al
d'artificio. Così i fuochi di pena fuoco, sopra di un cordino racco-
furono dai cristiani , in onore dei mandato al cenacolo, discende gra-
loro campioni, convertiti in fuochi datamente fino a questo, ed incen-
di letizia. 11 Ducange in Dominìca dia i mille botti ivi esistenti. To-
post Ascensionem, ed in Nebiila, gliesiquella viva, ed il camerlengo
riporta che nell'ordinario della chie- prò tempore della rev. fabbrica
sa di Rouen si prescrive, che men- la dona all' ultima signora sposa

tre si cantava il Feni Creator si del ceto nobile per mezzo del piii
gettassero dall'alto delie foglie di anziano chierico della cattedrale
quercia, e si facessero cadere delle stessa. Più cardinali vescovi hanno
fiamme di fuoco. In un altro della piX)Curato di togliere siffatta rap-
chiesa di Lisieux, del secolo Xllf, presentanza perchè pregiudicevole
si ordina che alla processione si alla cattedrale, reclamarono pure
accendino le stoppie, e che al Ky- alle s. congregazioni , al sommo
rie si spargano de' fiori. Antica- Gerarca, ma indarno, poiché il te-

mente celebrando il Papa la terza statore lasciò alla cattedrale due


messa di Natale nella basilica di feudi con che si continuasse, e
s. Maria Maggiore, nell'entrare al quante volte la medesima rappre-
presbiterio un mansionario gli pre- sentanza si sospendesse, o altrove
sentava una canna col cerino ac- si facesse, ordina che feudi in i

ceso, con cui il Pontefice accende- proposito fossero devoluti illieo et

va la ch'era sui capitelli


stoppa immediate al ven. monastero di s.

delle colonne, per rappresentare la Pietro di detta città, lo che non


fine del mondo, che da una piog- accomodò alia reverenda fabbri-
gia di fuoco sarà cagionata. ca, perchè non avrebbe più ol-

11 giorno della Pentecoste, nella tre potuto far fronte alle spese
cattedrale di Orvieto, terminata l'ora che occorrono per mantenere il

di nona si rappresenta la discesa vasto edifizio della cattedrale es-

dello Spirito Santo sopra gli apo- sendo privata di tali rendite.

stoli. Alla distanza pertanto del- Della celebre illuminazione della


l'altaremaggiore di circa 20 pal- cupola vaticana, se ne fa cenno al

mi si alza un gran cenacolo che voi. XII, p. 285 del medesimo Di-
viene oinato da fiori e verdura, zionario. F. Lumi. U Cancellieri nel
adattando all' intorno delle colonne suo Mercato, a pag. 212, diceche
fontane e botti composti da pol- nel racconto delle feste fatte per
vere da sparo in numero di nulle. l'incoronazione d'Innocenzo X, ai

Al fine della chiesa in prossimità 4 ottobre 1644) si naira che fu

del tetto trovasi un casotto forma- illuminata tutta la facciata, e parte

lo per tale oggetto soltanto, in cui della cupola vaticana con bellissi-

si accomoda in una roccia roton- ma disposizione, come anche tulle


,

I UR FUR 75
le loggie e finestre del palazzo pon- Alessandro III del ir 78, diretta a
Soggiunge il medesimo Can-
tificio. Pagano vescovo di Forcona, in cui
che, per quanto eragli noto,
cellieri, fra le chiese che gli confermano
si

questa fu una delle prime illumi- vi è quella di s. Nicola di Gen-


nazioni della cupola Aaticana, fat- ga nella diocesi di detto città, non
ta in una parte di essa, e poi e- dovendosi confondere col castello
stesa e proseguita in tutta la sua di Genga (Fedi) nello stato pon-
circouferenza, e migliorala col di- tificio, ove nacque Leone XII. Il

segno del cav. Luigi A'anvitelli settimo vescovo fu Giovanni, paren-


come si ha dal Milizia nella sua te d'Innocenzo
III, che vi sedeva
vitSj tom. Il, pag. 352. Che ge- i l'anno 1204. San Raìnìeri fu il
suiti pei piimi sembrano aver da- decimo vescovo; e l'ultimo Rer-
to l'esempio di tale illuminazione, nardo o Rerardo di Padula che
con che precedentemente
quelle vi siedeva nel 1252. Il Pontefice

fecero alla cupola della loro chie- Alessandio IV nell'anno 1257, con
sa del Gesù di Roma, lo diciamo diploma che riporta il Rinaldi a
parlando di questa chiesa verso il detto anno al num. 45, trasportò
fine dell'articolo Gesuiti. Del fuoco la sede vescovile Forconiense ad A-
sacro o di s. Antonio, per cui fu f/iiila (Fedi). L'Ughelli nell' Italia
istituita la congregazione de' cano- sacra tratta della chiesa Forco-
nici regolari ospitalieri di s. Anto- niense al tom. X, pag. io5. Della
nio abbate, ch'ebbero in Roma o- sede vescovile, e della città di Fur-
spedale e chiesa, ora delle mona- conio, ne tratta pure lo Speran-
che camaldolesi, V. volume VI,
il dio nella Sabina sacra j a pag. 52.
pag. 3o7, ed il volume VII, pag. FIJRIETTI Giuseppe Alessan-
117 e "261 e seg. del Dizionario. dro, Cardinale. Giuseppe Alessan-
Questo ordine fu da Clemente XIV, dro P^uietti nacque in Rergaiuo
e da Pio VI, riunito al Geroso- a' 24 gennaio r685, da nobile fa-
limitano [Fedi). miglia, la quale lo mandò a stu-
FURCOMOoFORCONIO, Fur- diare in Milano, indi proseguì gli
conium. Sede vescovile dell'Abruz- studi in patria, dedicandosi parti-
zo ulteriore, sul fiume Pescara, vi- colarmente alla scienza delle leggi
cino alla città di Aquila, nel luogo per contentare la famiglia, facendo
ora chiamalo s. Vittorino. Nella in essa grandi progressi , mentre
città fu istituita la sede vescovile però la sua inclinazione era prin-
nel settimo secolo, e dichiarata suf- cipalmente per l'erudizione. Porta-
fraganea di Chicli , indi fu rovi- tosi in Roma, si mise in prelatura,
I nata dai longobardi. Dei dodici e subito secondo il consueto fu di-
suoi vescovi,faremo menzione dei chiarato referendario di ambedue
seguenti. Floro il primo, che fu le segnature, indi percorse la car-
al concilio di Roma, sotto il pon- riera di varie cariche, finche Be-
tificato di s. Agatone nel 680. Gio- nedetto XIV nel 1743 gli conferì
vanni il secondo, che intervenne quella di segretario della sagra con-
al concilio romano contro l'anti- gregazione del concilio, posto già
papa Anastasio nell' 863 e ad un , occupato dal Pontefice quando era
altro contro Giovanni arcivescovo prelato ; indi lo nominò segretario
di Ravenna. Si ha una bolla di di (piclla della residenza de' vesco-
,

76 F[R FUR
vi. Occupato il Fuiielli nella giu- pre considerata come un corpo di
I ispiudenza, e nell'eseici/io de'suoi dottrina fondamentale. Quantunque
irnpiejilii, pubblicò in Roma le o- Benedetto XIV facesse giustizia al

pcin di duede'più celebri suoi com- suo merito, pure fu notato un cer-
patì iolti Gasparino liarziza, e Guini- to ralfreddamento, al quale si at-
jòrti, riscuotendo l'edizione gii en- tribuisce il non averlo promosso
«(inii del Muratori, e de' più cele- al cardinalato, forse prodotto dal-
l>ii critici, e le poesie dell' altro l'esseisi ricu'iato di cedere i due cen-
lonipatiiotla Publio Fontana, di cui tauri pel museo capitolino, nel vi-
tome Gasparino ne scrisse la
del vo desiderio in cui era il Papa di
\ita. Quasi per ricreazione coltivò contribuire alla magnificenza di Ro-
la letteratura, e la diligente osser- ma e del Campidoglio. Nel 1758
vazione degli antichi monumenti. morì Benedetto XIV, e gli succes-
Fece studio particolare della villa se Clemente XIII, il quale nel con-
Adriana in Tivoli, per gli oggetti cistoro de' 34 settembre 1 75g lo

che si rinvennero negli scavi che vi creò cardinale dell'ordine de' preti,
fece operare a sue spese , e nel conferendogli in titolo la chiesa dei
1736 rinvenne due superbi centau- ss. Quirico e Giulitta, annoveran-
ri lavorati da Aristea e da Papia dolo alle congregazioni del conci-
scultori greci d'Afiodisea. Attestò lio, dell' uumiinità, della disciplina
la sua gratitudine a Benedetto XIV regolare, e della segnatura di gra-
col dedicargli il suo trattato , De zia, dichiarandolo protettore della
tnusii'isj i'el pictoriac mosaicae ar- chiesa e nazione bergamasca, non
tls originis, stampalo in Roma nel che della collegiata e capitolo di
J752. Un monumento di tal ge- Argenta. Ma l'assiduità dello stu-
nere,che la sua perseveranza e dio, e le faticose applicazioni gli
buona ventura gli avevano fatto tolsero poco dopo l'uso delle fa-

scuoprire nel 1737 nella villa A- coltà morali, e cessò di vivere ai

driana, era stato occasione alle ri- i4 gennaio 1764= fu esposto nella
cerche che intorno a ciò vi fece. chiesa di s. Maria sopra Minerva ,

II monumento consiste in un qua- ove gli furono celebrati i consueti


dro di molaico, rappresentante quat- funerali ; indi fu sepolto nella chie-
tro colombe bevono in una
che sa de' Bartolomeo ed Alessan-
ss.

lazza, già dai romani trasportato dro della sua nazione bergamasca,
dalla città di Pergamo, e mante- conforme egli medesimo aveva di-
nuto nella pristina sua vivacità e sposto, ove gli fu posta una bella
perfezione a dispetto di tanti se- iscrizione che rammenta quanto fu
coli, erano passati dopo questo
eh' utile alle lettere ed alla Chiesa.
trasporto. In detta opera si tratta Ebbe credito di gran legale , di
della storia del mosaico dall'origi- scrittore erudito, di zelante eccle-
ne sua fino alla decadenza, e quan- siastico, e di rara probità. Filippo
tunque numerosi monumenti che
i Buonamici nel dialogo che precede
vennero scoperti e pubblicati nella al suo trattato De clarìs epistolarnm
seconda metà del secolo passato ponlificiaruin scrlploribus introdus-
abbiano molto aumentato le cogni- se Furietti, con Gaetano Forlì, e
zioni che v'erano in tal argomen- monsignor Lucchesini, e li colma
to , l'opera però del Furietti è sem- di elogi in più passi. Dagli eredi
FUS FUS 77
Clemenle XII 1 acciuislò per <|uat- FUSSEL. Luogo Spagna, sui di
tordìciinìla scudi i due centauri, e conlini dell'arcidiocesi di Burgos, e
il mosaico summentovali, e ne fe- della diocesi d' Osma. Nell'anno
ce dono al museo capitolino. iio4 fu ivi tenuto un concilio,
FUIUM, o FLRAA, o FLRNO. Concdium Fusselense, nel quale fu-
Sede vescovde dell'Africa occiden- rono determinati i limiti di quelle
tale, nella provincia cartaginese pro- due diocesi, e si trattarono alili

consolare, sotto la metropoli di punti di disciplina ecclesiastica. Ar-


Cartagine. Vittore nella Pensee, duino tomo VI, e Lenglet.
vand. lib. I, cap. 3, narra che il FUSSULA, FUSSALA o FIS-
escovo Mansueto d' liricità, fu bru- SON, Sede vescovile di IS'umidia, nel-
ciato alla porta di B'urni , cioè a l'Africa occidentale, sotto la melro-
quella di Cartagine che conduceva poli di Cirta. Fussula è un titolo in
alla città di Fumi. Geminio di parlibus iiifideliiim che la santa
,

Fumi nel 253 inteivenne al con- Sede conferisce ad alcun vescovo,


cilio di Cartagine sotto s. Cipria- e Pio VI ciò fece nell'anno deci-
no, e ad altro del 255, Simeone moprimo del suo pontificato.
vescovo di Fumi assistette nel 625 FLSTEMBERG (di) Guglielmo,
sotto Bonifacio al concilio Car- di Cardinale. Guglielmo EgonediFu-
tagine ; vuoisi che nel vescovato di stembeig , nato di ricchissima fa-
Simeone fosse dedicato un nuovo miglia nella Svevia, provincia di A-
tempio in Fumi, e che Bonifacio lemagna, l'anno 1629; ebbe da pri-
labbia consacrato. ma un canonicato in Colonia, poscia a
FUSCIAKO (s.). Predicò la fe- Salisburgo. Divenuto sospetto a Leo-
de ai morini insieme con s. Yitto- poldo I imperatore, s'involò da quel-
rico. Volendosi ambedue recare a la corte, e prese rifugio presso l'e-
Parigi, passarono ad Amiens per lettore di Colonia, suo amicissimo
rallegrarsi con s. Quintino dei pro- ed inlimo consigliere; ma perciò
gressi che per la sua predicazione non fu salvo dalia proscrizione ema-
colà faceva il vangelo; ma intese- nata dal principe, il quale conobbe
ro da un vecchio nomato Genzia- ch'egli avea recato aiuto a' ribelli

ne, che questo santo avea poco della casa d'Austria. Si conciliò per
prima sofferto il martirio. Genzia- altro l'affetto del re di Francia,
ne, che sebbene non avesse per per causa della lega che per opera
anco ricevuto il battesimo , cono- sua avea conchiusa coll'elettore ed :

sceva la religione cristiana, ed era anzi vacata la sede di Argentina,


desideroso di abbracciarla, alloggiò egli vi fu surrogato ed eletto a
I in sua casa Fusciano e Vittorico. coadiutore di Massimiliano di Ba-
Avvertito di ciò il prefetto Bizio viera arcivescovo di Colonia ma :

Varo, mozzare il capo a Gen-


fece il Papa non volle accordare il suo
ziano, e Fusciano e Vittorico con- beneplacito, cosicché la elezione an-
dotti ad Amiens carichi di catene, dò a vuoto. Luigi XIV però lo

dopo orribili torture furono an- arricchì di parecchi benefizi eccle-


ch'essi decapitati, circa l'anno 286. siastici, e scrisse al Pontefice per-
I martirologi indicano la festa di chè lo creasse cardinale. Infatti In-
questi tre santi martiri il giorno iioreiìzo XI, condiscendendo alle
1 1 dicembre. iblau7c del re, a' 2 settembre 1686
7» FUX FUX
lo creò cardinale dell' ordine dei tornò per la terza volta in Ispagna
preti, col titolo di s. Onofrio. Nel e allora, tenuto un sinodo in Tor-
1688 essendo accaduta la morte tosa, distrusse affatto qualunque ri-
dell'eletloie, il capitolo era venu- masuglio dello scisma che soprav-
to alla nomina dell'arcivescovo nel- viveva ancora dopo la morte del-
la persona del cardinale; sennonché l'antipapa Benedetto XIIl. Passò
per la deficienza de' voti onde es- quindi in Roma , ed ebbe nel
sere canonicamente postulato, do- i^3i, il vescovato di Albano, e
vendosi di nuovo ricorrere a Ro- poscia da Eugenio IV la legazio-
ma, il Papa ricusò il breve di eleg- ne di Avignone. Tale incarico so-
gibilità, e conferì quella chiesa al stenne senza interruzione pel cor-
fratello del defunto elettore. Allora so di cinque intieri successivi pon-
pgli si ritirò in Francia, dove visse tiflcali, vi celebrò un concilio pro-
cedici anni ali" incirca, e godette il vinciale, e tolse colle armi la città
lianquillo possesso
ricche ab- di ad Alfonso Carillo, che la ritene-
bazie, famosa abba-
tra le quali la va contro la volontà del Papa. In-
7.ia di s. Germano. Mori nel
704, 1 sorto lo scisma di Felice V, egli
dopo diciotto anni di cardinalato. sostenne a tutto potere i diritti
FUXO Pietro (seniore), Car- di Eugenio IV. Fondò in Tolosa
(liliale. Pietro Fuxo, ovvero Foix, mi collegio che dal suo nome vol-
della prosapia illustre de' visconti le che si chiamasse Fuxiense, e vi
di Bearn, conte di Foix, nato nel lasciò i-edditi pel mantenimento di
i38G, professò giovanetto nell'ordine venticinque giovani, che studias-
de minori, nel convento Moilanense, sero le leggi. Eresse in Avignone
nella provincia di Bearn. Furono ra- un monistero ai celestini, e nella
pidi i suoi progressi nelle scienze, e metropolitana di Arles fabbricò u-
degna di ammirazione la virtù che na cappella magnifica, e contribuì
principiò a dispiegare. Ebbe nel a' francescani di questa città il

1407 il vescovado di Lescar, dal denaro per innalzare la loro chie-


quale fu trasferito alla chiesa di sa. Coronato di meriti cessò di
Lonibes. Aderì per altro al par- vivere in Avignone, nel i464, «^
tito dell'antipapa Benedetto Xlli. fu sepolto nella chiesa del suo
che lo avea creato nel 1408 car- Ordine dinanzi l'altare maggiore,
dinaie della sua obbedienza; ma Nella cappella poi contigua si vede
riconosciuto il suo errore, e reca- la statua del cardinale in marino
tiisi al concilio di Costanza, venne nell'atto di far orazione,
riconosciuto come cardinale legitti- FUXO Pietro (juniore). Car-
eno, e fu uno degli elettori
anzi diiiale. Pietro Fuxo,
o Foix, ni-
di Martino V. Nel i4i8 questo potè di Luigi XI re di Francia
Pontefice con
diploma del primo nacque nel Bearn, l'anno i449-
agosto lo liconobbe per cardinale, Crebbe sotto la direzione del car-
e nel 142'i^ lo promosse al vescovato dinaie suo zio, e corse lo studio
di Comminges, e lo incaricò delle delle leggi e della teologia nelle
legazioni della Sardegna, Sicilia e ])iincipali università In d Italia.
Aragona, dove riconciliò assieme il Ferrara ottenne la laurea dal ce-
pniicipe di questo regno con quel- lebre Felino Sandei, e recatosi
lo di Castiglia. Quattro anni dopo
quindi jn Roma, die un bel sag-
lux FUX 79
gio di sua eloquenza in una ele- d Aire e di Baiona. Sisto IV ai
gante che recitò innanzi
orazione 18 decembre dell'anno 1476;, Io
Paolo II e il sacro collegio. Fran- creò prete cardinale di s. Sisto.
cesco, ultimo duca della Bretagna, Cessò di vivere nel i490j ed ebbe
nel i474 'o nominò per la chiesa sepolcro nella chiesa di s. Trifone.
di Vannes nella Bretagna minore, Fu vescovo zelantissimo delle sue
e da questa chiesa venne trasferi- diocesi, e figlio assai tenero del
to da Innocenzo Vili, nel i489> bene della Chiesa, Riconciliò tra
al vescovado di Palermo. Nell'an- loro i re di Francia , di Navarra
no stesso però dimise questo tito- e d'Inghilterra, e tranquillò colla
lo, e lo cangiò colla chiesa di Mal- sua presenza il regno di Navarra
la, in unione alla quale ebbe a ti- che s' era tutto commosso per la
tolo di amministrazione le chiese morte violenta del suo re.
,

Ho CAB GAB

G
G.ABALAoGABBUS. Città ve- dell'imperatore Eliogabalo, che Sa-
scovile della Lidia, nella diocesi lomone si servì de' gibileni per l;i
ed esarcalo d'Asia, nel patriaicalo costruzione del tempio, che nella
d'Antiochia, la cui erezione risale cattedrale si venerava una prodigio-
alquinto secolo. BaìV Oriens Christ. sa immagine della Beata Vergine,
tom. I, p. 894, si rileva, che Poli- e che fuori della città era il cele-
carpo suo vescovo intervenne al bre monistero di s. Talco martire,
concilio di Calcedonia, e già si e- ove un tempo riposò il suo corpo.
ra trovato presente al brigantaggio Furono suoi vescovi, Zoilo che in-
d'Efeso, indi sottoscrisse nel 4^8 tervenne al concilio di Nicea ; Se-
la lettera dei vescovi della sua pro- vero che sottoscrisse la lettera dei
vincia , indirizzata all' imperatore vescovi adunati in Filippopoli ; Eu-
Leone, relativa alla morte di s. sebio che fu al primo concilio gt;-

Prolero; e che l'altro vescovo Gio- nerale di Costantinopoli; Severiam»


vanni si trovò presente al settimo gran nemico di s. Gio. Crisostomo,
concilio generale. Commanvillc di- massime nel concilio detto ad qucr-
ce che nel secolo XII, divenuta cum; Mara, Pietro, Flaviano, Gio-
Antiochia patriarcato de' crociati vanni Romano, e Germano, il qua-
latini. Cabala fu elevata al grado le è autore di un' opera mss. esi-
di arcivescovato, con suo arcivesco- stente nella biblioteca reale di Fran-
vo, e venne chiamata Gebul. cia. Narra Guglielmo di Tiro come
GABALA o GIBBE o GIBEL . l'armata dei crociati essendo usci-
Città vescovile della prima Siria ,
ta da Laodicea, portossi a Gabala,
o Celisiria, nella provincia Teodo- e l'assediò nel 1098; ciò però du-
riade, sotto il patriarcato di Antio- rò poco, per ordine del conte di
chia, sufTraganea della metropoli di Tolosa. In seguito medesimi lati- i

Laodicea, eretta nel quinto secolo. ni se ne impadronirono, stabilen-


Essa è situata sulla riva del mare dovi il vescovo del proprio rito,
di Siria, piccola, ma bella, e per- del quale sene conoscono sette. Gu-
ciò sembra che sia la più celebre glielmo che fiorì nel 1 1 15 ; Ugo che
tra le città suo nome; ed al-
del fu al concilio d'Antiochia nel i 1 36;
cuni chiamaronla Gebail, Jebilee il successore JXicolò che in nome
e Margad. Fu famosa presso i paga- del Pontelìce interdisse l' ingresso
ni pel culto di Adone, ed al presente in Antiochia all'imperatore d'orien-
è osservabile la moschea ove si ve- to Giovanni Comneuo, che crudel-
de il sepolcro del sultano Ibrahim, mente devastava la contrada, e mo-
in gran venerazione presso turchi, i rì nel II 4^; altro vescovo che in-

ed avvi pure un antico anfiteatro. tervenne nel I 79 al concilio cele-


I

Il Terzi nella Siria sagra, dice che brato da Alessandro IH; Gualtieio
lo Scaligero afferma che fu patria domenicano, nominalo da Urbano
GAB GAB 8r
IV 1264; Adamo de'minorl fran-
nel concilio Niceno; Severo altro ve-
cescani, nonninato dopo lunga sede scovo sottoscrisse la lettera de' ve-
vacante da Clemente VI nel i345; scovi convocati a Filippopoli, e di-
ed Enrico di Henrebercli dome- retta al concilio di Sardica; e Pie-
nicano nel iSgS. Oriens Christ. tro altro vescovo fu al concilio di
tom. II, p. 798, e toni. Ili, p. 170. 1 Calcedonia, sottoscrivendo la lettera
Attualmente Gabala Gahalen , è , che i vescovi della provincia indi-
un titolo vescovile in partihus, sot- rizzarono all'imperatore Leone. Ne-
to la metropoli pure in partibns di gli atti del concilio tenuto in Ge-
Antiochia^ che conferisce il sommo rusalemme nel 536 , si legge che
Pontefice. vi fu presente santo Anastasio ve-
GABATA o GABATHA. Lampa- scovo di Gabbe. Oriens Christ.
de di cui parla il Macri nella Notizia tom. 787.
II, p.
de vocaboli ecclesiastici; fa spes- si\ GABELLE o DAZI. K Doga-
so menzione di questo vocabolo ne Pontificie.
nelle vile de' Pontefici, quando si GaBEN, Sede vescovile della se-
narra dei donativi da loro al fatti conda provincia di Palestina , nel
le chiese. La figura che ne ripor- patriarcato di Gerusalemme , suf-
ta il Macri si avvicina alla forma fraganea della metropoli di Scito-
delle lampade ordinarie che ardo- poli, seppure non è Gadc. Tutta-
no nelle chiese di Roma. Paolo IV volta abbiamo nell' Oriens Christ.
)iella cappella segreta del Papa so- tom. Ili, pag. 702, che il vescovo
stituì all'olio di tali lampade la ce- di Gaben si sottosciisse al concilio
ra; ma la forma delle presenti non di Nicea ; altri vescovi di Gaben
è come l'antica, consistendo in due sono, Rufino che intervenne ne! 43 i

cornucopi attaccati lateralmente alle al concilio di Efeso, ed Anastasio


pareli , ove si pone un bicchiere di nel 536 a quello delle tre Pale-
con entro un grosso e corto
cristallo, sline.
cero, che non supera il labbro del GABIO
o GABII. Città vescovi-
bicchiere. Simili cornucopi sono le Campania, nel vicariato di
della
avanti alla confessione di s. Pietro, Roma. Narra il Nibby xìéiV Anali-
e nella vigilia e festa de' principi si de' dintorni di Roma, tom. II,
degli apostoli, all' olio si sostituisce pag. 71, che Dionisio Alicarnasseo
la cera, nella stessa forma di quel- determina la posizione di questa
la della cappella segreta del palaz- città latina, colonia degli Albani,
zo ove abita il Papa. f^. Lam- cento stadii distante da Roma sul-
pade. la via conduce a Preneste,
che
GABBA o GABA o GABBL Se- laonde sembra non dubitarsi essere
de vescovile della prima provincia nella via Prenestina dodici miglia
di Siria, nella diocesi d' Antiochia, fuori di porta Maggiore, nei teni-
suffraganea del patriarcato. II Ter- menti al presente denominali di
zi Siria sagra, a pag. 278,
nella Castiglione e di Pantano, ove il
la chiama Gabbe, tra Cesarea e signore di essi il principe Marc' An-
Tolemaide alle falde del Carmelo ,
tonio Borghese, nel 1792 vi fece
che Nerone aggiunse tra le altre ricche scoperte insieme al celebre
città di Fenicia al regno di A- scozzese Gavino Hamilton, che for-
grippa. Bassiano suo vescovo fu al nirono monumenti d'ogni genere,
VCL. XXVIII. 6
8?, CAB t, A E
t;he oggi formano uno degli ornamen- altri re di Roma, ebbero biighe
li principali del museo di Parigi : va col popolo di Gabii; ma il secon-
ijuindi Ietta l'opera di Ennio Qui- do de'Tarquinii Superbo, ultimo il

rino Visconti inlitolata: Monumen- re di Roma, che amava di conqui-


ti Gahini della villa Pinciana, stare tutto il Lazio, e le contrade
stampata in Roma nell'anno 1797; limitrofe, volle impossessarsi di que-
nel 1835 n'è stala fatta in Mila- sta considerabile città, che allora
no altra edizione eguale alla pre- reggevasi a modo repubblicano-ari-
cedente, tranne alcune note. Gabio stocratico, e prevedendo di non po-
ben presto divenne celebre nel La- tere pervenire al suo intento colla
zio per le arti e per le scienze, forza, vi pervenne coli' astuzia, ser-
non che per le lettere greche. An- vendosi per condurre la trama di
tonio Ricchi nella sua Reggia dei Sesto suo figlio, coir uccideie i prin-
volsci, nel lib. I, cap. XXI trat- cipali cittadini, e Petronio che tra
ta della città di Gabhy, dicendo gli altri si distingueva. Siccome Se-
che Solino fu di sentimento, che sto avea finto di ritirarsi a Gabio
la sua primaria origine la ripetes- per essere in discordia col padre,
se da Rione e Galazio fratelli, che questi venendo consultato del con-
abitavano la Sicilia. Di questa opi- tegno da tenersi, per risposta con-
nione è pure il p. Theuli, a p. dusse il messaggiero del figlio nel
37 del suo Teatro storico. Il re suo giardino, ed abbattè col suo
d' Alba Latino Silvio vi dedusse a bastone le leste dei papaveri che
Gabii una colonia, che divenne po- sopravanzavano gli altri. Sesto com-
polosa e grande, ed una specie di prese il volere del padre, e gli die-

università per tutto il popolo lati- de esecuzione col far trucidare quel-
no, dappoiché ivi di soppiatto d'A- li ch'egli avea incolpato di aver
mulio furono da Numitore manda- cospirato contro di lui. In mezzo
ti ad educare, ed apprendere la allo scompiglio in cui tale strage
lingua greca ed il maneggio delle immerse i gabini, Tarquinio si pi'e-
armi i suoi nipoti Romolo e Re-
, sentò alle porte della città, e su-
mo, essendo la dipendenza di Ga- bilo se ne impadionì, blandendo
bii da Alba più nominale che di gli abitanti col conferir loro la cit-

fatto, così Gabii ha la gloria di tadinanza romana. Tarquinio scris-


avere istruiti ed educati i fonda- se di suo pugno le condizioni colle
tori dell'alma Roma. Dopo che det- quali riceveva i gabini nella sua
ti fondarono Ron)a, sembra
fratelli amicizia e protezione, sulla slessa
che Romolo per gratitudine, e il suo pelle del bue ch'era stato ofTeilo
successore Numa pel suo carattere in sagrificio agli deiper guarenti-
pacifico, tenessero buona armonia gia, la quale fu poi appesa nel
coi gabini. tempio di Giove Sanco, distesa so-
La rovina di Albalouga, me- pra uno scudo. Qui noteremo, che
tropoli di tutto il Lazio, pose in- un terzo di miglio sopra Ferenlil-
direttamente Gabii in (piella di- lo [Vedi), dalla parte di ponente
pendenza da Roma, che avea da dappresso il monte Solenne, si tro-
Alba, e forse i legami erano anche va un castello distrutto e disabita-
più larghi; né Anco Marzio, né il lo quasi del tutto col nome di
primo Tarquinio, nò Scivio TuMif); Agabbioj o Gabbio, che da alcu-
GAB GAB 83
Ili si pretende fabbricalo dai pro- quali Antonio Musa ritilabilì la va-
fughi gabini, fuggiti didla dislrn- dllante Augusto
salute ba- di ;

zione che della loro patria fece gni ch'erano famosi anche a tem-
Tarquinio. Soggiogati i gabini, es- po di Domiziano. Molto contri-
si restarono sempre attaccati ai io- buì allo splendore di Gabio Adria-
mani , conducendo alla loro città no, il quale costruì l'acquedotto
la Cabina, per cui l'anno 29-2
via di cui rimangono ancora le vesti-
di Roma quali alleati de' romani gie, ed eresse la curia Elia ove ra-
ebbero devastate le campagne da- dunavasi il dopo
senato gabino ;

gli equi, e dai prenestini l'anno queir epoca memorie si


frequenti
375. Gabio restò pur fedele a Ro- hanno di Gabio ne'tempi di An-
ma nella famosa lega latina dell'an- tonino e di Coni modo, ed ritrat- i

no 4'^? che finì col porre intera- ti di Severo e Geta sono prova
di
mente il Lazio sotto la dipenden- del lustro del municìpio, nel primo
za di Roma. Quando il cartagi- periodo del secolo terzo dell'era
nese Annibale nell' anno 543, ve- volgare. I confini dell'antico Gabio
nendo contro Roma, essendogli an- erano una linea di sepolcri, che ram-
data a vuoto la spedizione del Tu- mentavano al passeggero la vene-
sculo , si diresse a Gabii ,
pare razione che avere dovevasi verso
che sia entrato in essa. Indi nel- i trapassati, ed in vece di offrile
l'anno 578 il tempio di Apollo di all'occhio di chi era per Gabio di-
Gabii fu fulminato insieme con pa- retto, magnificenze
ed oggetti di
recchi ediflzi. Siila rialzò le sue lieta veduta, non si presentavano
fortificazioni, e siccome seguiva il che avelli racchiudenti le fredde
partito di Mario, divise i campi ceneri d'illustri personaggi.
tra'soldati nel 673. Oltre ad altre Cominciò poscia a decadere a se-
sciagure cui soggiacque Gabio, la gnOj che ridotta a Massa, fu donala
prossimità a Roma, e le guerre ci- da Costantino al battisterio della ba-
vili che accompagnarono il discio- silica lateranense, secondo Anastasio

glimento della repubblica, ridusse Bibliotecario, in vita s. Silvestri I.


la città a tale abbattimento da non Va però avvertito, ch'esistè pure,
poter mandare deputati alle ferie almeno ne' bassi tempi, una terra
latineper la scarsezza del popolo, di Gabio in Sabina ; siccome ha
sebbene fosse municipio. L'anno provato Pier Luigi Galletti con una
712 di Roma, attesa la sua situa- dissertazione erudita, scritta a tal
zione intermedia fra Roma e Pre- uopo ed appoggiata a documen-
neste, venne scelta Gabio per te- ti che non ammettono eccezione,
nervi un abboccamento da Ottavia- e con questo titolo: Gabio antica
no, e da Lucio Antonio che si era città di Sabina scoperta ove è ora
trincerato in Preneste; l'abbocca- Torri, ovvero le Grotte di Torri.
mento non si effettuò, anzi finì con Discorso in cui si ragiona da' ss.
aperta rottura. La lunga pace che martiri Getulio e Giacinto con va-
godè l'Italia dopo il ristabilimento rie notìzie di alcuni luoghi circon-
dell'ordine pubblico sotto di Au- vicini, 1757. Nelle carte dei
R.oDia
gusto, fece rifiorire molte città ca- tempi bassi scambia sovente il
si

dute nello squallore, fra le quali nome Sabinen.sis, o Savinensis, in


Gabio, anche pei bagni freddi coi Gabinensis o Gavinensis, e vice-
84 GrAB GAB
versa; e perciò rimane dubbio se scopis Edgubini, a p. 4° vi ag-
Anastasio abbia inteso di Gabio in giunge altro Pietro, che vivea l'an-
Sabina, o di Gabio nel Lazio. Di no 1060; ed il Nicolai nel tom. V,
Gabio di Sabina, come di quello p. 49 delle Dissertazioni inserite
del Lazio, ne parla lo Sperandio nel- negli atti dell' accademia romana
la sua Sabina sacra e profana, a di archeologia, parla di altro ve-
pag. 34 e seg. Il lodato Nibby non scovo di Gabii , chiamalo Teo-
può credere che nel principio del doro. Da ciò sembra chiara la
quarto secolo Gabii latina fosse af- esistenza della sede vescovile di
fatto deserta, poiché la frequenza del- Gabii ; che la serie de' vescovi di
la via Prenestina doveva porvi osta- Gabii non possa prolungarsi oltre
colo. In olire pare che non possa il nono secolo, onde quelli che do-
escludersi affatto l'esistenza di un po queir epoca si ascrivono a Ga-
vescovo di Gabii, come di altre bii, più probabilmente debbonsi as-

città intorno a Roma, ma fra que- segnare alla Sabina; che la città si

sti stessi vescovi raccolti dall'Ug' el- protraesse nell'esistenza ben più a-
li,dal Sarti, e dal Nicolai, ve ne vanti dell'epoca costantmiana, come
sono certamente, che per l'equivo- che fosse cessata dopo la metà del
co sovraindicato di Sabinensis e secolo nono.
Gabinensis, appartengono alla Sa- La traslazione dell' impero in

bina, e non a Gabii. L'Ughelli oriente, l'assenza degl'imperatori


neW Italia sacra, tom. X, p. 107, d'occidente da Roma, le replicale
nel dire che Gabii abbracciò la re- invasioni de' barbari, che finalmen-
ligione cristiana fino dal quinto se- te estinsero l' impero occidentale
colo di nostra era, e che nel me- r anno 47^, se furono fatali a Ro-
desimo divenne sede di un vesco- ma, maggiormente lo fuiono alle

vo, ci dà questa serie de' vescovi sue vicinanze. Più ancora ebbero
di Gabii. Ascerio o Asterio che fu queste a soffrire nel secolo susse-
al concilio romano nel pontificato guente per l'accanita guerra che
di s. Ilario, l'anno 4^^J Andrea pose fine al regno de' goti l' anno
che trovossi al concilio di Roma 553 ; e per le scorrerie de' longo-
l'anno 4^7> essendo Papa s. Felice bardi, in quello che allora appel-
II detto III; Mercurio che fu ai ducato romano; quindi
la vasi l'an-
concili romani del 5oi e 5o4, nel no 74' Gabii era ridotta allo stato
pontificato di s. Simmaco; Marti- di fondo, il quale insieme con altre
no che assistette nel 649 al con- terre attinenti fu da Papa s. Zac-
cilio lateranense, adunato dal Pa- caria dato in locazione ad un Cri-
pa s. Martino I ; Martiniano o Mar- stoforo nobile romano siccome si ,

ciano, che fu al concilio di Roma trae dal registro di Cencio Came-


nel 721; Niceta che intervenne ai rario, essendo dominio diretto della
concili romani del 743 e del 74^; Chiesa romana.
Gregorio o Giorgio che fu al con- Per gli sconvolgimenti successivi
cilio di Roma tenuto nell' 826 ; dei secoli IX e X, non si conosce
Pietro che fu romani
ai concili come gli affittuari divenissero pro-
deir853 e deir86i; e Leone che prietari di Gabii, poiché nel io3o
mtervenne a quelli romani del- Giovanni di Giorgio e Buona fi-
l' 87 G ed 879. Il Sarti, De Epi- gurano proprietari del luogo, al-
GAB GAB 85
lorchè fondarono il monastero dei il quale nel 1198 la die in cura
ss. Primitivo e Nicolao, come ri- ai monaci vallombrosani che anco-
sulta dal citato Galletti nell'appen- ra la ritengono ; e colla chiesa i

dice 268 del suo libro del Priini- monaci ebbero pure i beni che gli
ccro, ove si legge Gabii affatto de- spettavano, e il lenimento di s. Pri-
sorto : in locuni qui vocatur Ga- mitivo.
bis,propeque luca qui vocatur Bar- Nel 12^9 il cardinal Pietro
rano. Questa donazione fu accom- Capocci legò a s. Prassede cento
pagnala da una metà di molino ad libbre per la Torre di Castiglione,
acqua mosso dal fiume Osa , o
, e cinquemila libbre di rendita per
dall' emissai io del lago ec. Non pa- compra di terre da non doversi mai
re che il monastero prosperasse, o alienare ,
perchè ogni anno l' ab-
potesse ivi stabilirvisi , ricavandosi bate e monaci di s. Prassede, ce-
da un documento che nel 1060 lebrassero un anniversario solenne
Giovanni arcicanonico di s. Gio- per l'anima sua. Questo Castiglio-
vanni a porta Latina , concedette ne, e la sua torre si eresse sulle
in enfiteusi col consenso de' suoi rovine dell'acropoli gabina, proba-
preti a Luca abbate di Grottafer- bilmente sull'area dell'antica cit-
r;ita, la chiesa di s. Pi'iraitivo con tadella di Gabii, e l'ingrandimen-
tutti gli arredi sacri , e terre atti- ta delle possessioni del monastero
nenti, come rilevasi dal Galletti a costituiscono 1' odierna tenuta di
p. 283. Nel II 48 però insorta li- Castiglione ; giacche intorno alla
te fra i detti preti , la chiesa di torre formossi un villaggio che si
s. Prassede , edmonaci di Grot-
i disse Castrum Castellionis , come
taferrata , fu deciso che due terzi si legge in una bolla di Bonifacio
della chiesa di s. Primitivo, colle lo- Vili del i3oi, ove pure è chia-
ro attinenze appartenessero alle chie- mato Castrum s. Praxedìs, sicco-
se di s. Giovanni a porta Latina, me appartenente alla insigne chie-
e di s, Prassede, non facendosi nel sa di tal nome, perdendo quello
documento menzione di Gabii , di Gabio, e di s. Primitivo. La bol-
forse insensibilmente dimenticato. la nel 182.4 'a pubblicò il dotto
Nel II 53 l'abbate di Grottaferrata avv. Carlo Fea, nella memoria in-
in presenza di Anastasio III, die titolata : Discussione etc. sulla cit-
in affitto perpetuo ad Ubaldo car- tà di Gabio e suo lago. Del Ca-
dinale e litolare di santa Prassede, stro di Castiglione se ne fa men-
ed a favore di questa chiesa, la zione in una bolla di Giovanni
terza parte di s. Primitivo, chia- XXII del i322, dalla quale ap-
mato Primo, con le sue
allora s. parisce che nella assenza Papi
de'
pertinenze. Indi nel 1186 Gerardo da Roma, risiedendo in Avignone,
rettore della chiesa di s. Giovanni era stato occupato dal prefetto di
a porta Latina, die in affitto per- Roma, con grave pregiudizio della
petuo la terza parte del luogo al Sede apostolica. Nel 1353 si ha che
rettore di s. Prassede, allora retta il tribuno Cola diRienzo, mosse
dai canonici regolari di s. Maria la oste contro i Colonnesi di Pale-
del Reno, che la tennero dal 91 i strina, e partendo da Tivoli ac-
al 1191 in cui Celestino III l'af- campossi a Castiglione di s. Pras-
fidò al cardinal Siffredo Gaetani, sede, e di là il giorno seguente si
1

86 G A D GAB
mosse couUo Pnlestrina. ìVcl i4oi vulcano, che in origine avea un
Bonifacio IX ordinò !a demolizio- buon miglio di circonferenza. Es-
ne d'cina parie della torre di Ca- sendo sul punto di divenire un;i
stiglione, che è forse quella che vera palude, con saggio provvedi-
manca, come pure in quella circo- mento a' nostri giorni il principe
stanzavenne smantellato il castello, d.Francesco Borghese, proprietario
e ridotto Castiglione allo stato di di esso, lo fece disseccare per mez-
casale. lenimento di Castiglione
Il zo di una forma onde scaricare
rimase in proprietà de'monaci di le acque nel fiume Osa, da Stra-
s. Prassede sino al iSay, allorché bone chiamato Veresi, liberando
venne comprato nella vendita dei così da ogni esalazione pestilenzia-

fondi ecclesiastici per pagare i quat- le i dintorni, e rendendo alla colli-

trocento mila scudi d'oro promes- vazione un terreno ubertoso. In


si da Clemente VII alle orde di questo lago fu sommerso nel quin-
Carlo V ond' essere liberato dal- to secolo s. Primitivo, dopo essere
l'assedio di Castel s. Angelo. L'ac- stato decollalo. Nel 'j^i il lago
quistò per ySoo scudi Luigi Cad- col fondo di Gabii divenne pro-
di, indi Castiglione col potere pas- prietà della Chiesa romana, e l'u-

sò io proprietà degli Odescalchi, no e l'altro passarono in quei di-


e degli Azzolini di Fermo, i quali versi proprietari che notammo di

nel iSa-z lo vendettero al cav. sopra. Nel 1074 s. Gregorio VII


Lorenzo Mencacci, e di recente lo concesse la metà del Iago det-
comprarono i principi Borghese. Il to Durrano e Dtirsano ai mona-
Nibby parla ancora e dà la descrizio- ci di s. Paolo fuori le mura, es-
ne del tempio di Giunone Cabina, sendo le altre parti di s. Giovanni
di cui visono avanzi; del suo teatro; a porta Latina, e de' monaci di
del foro ov'era la statua di Tito Grottaferrata, che nel i 1 53 cedet-
Eliano protettore del municipio; tero i loro diritti ai canonici re-
dei ruderi della chiesa de* ss. Ni- golari di s. Prassede, a'cjuali nel
colò e Primitivo o Primo, che vuoi- 1 86 si riunì la parte che gode-
si eretta nel secolo XI; de' monu- va s. Giovanni. Passata la chie-
menti scoperti, che si vedono an- sa di s. Prassede con i suoi fondi
che nella villa Borghese e nel mu- nel II 98 ai monaci vallonibrosa-
seo valicano; e della pietra gabina, ni, questi, fabbricato il castello di
lapis Gahinuììi , tanto impiegata Castiglione, nel secolo seguente ver-
nelle fabbriche di Roma, specie di so il I25g acquistarono il rima-
peperino che resiste al fuoco, prin- nente dal lago , onde Bonifacio
cipalmente adoperata nelle parli Vili nella memorata bolla del
inlerne del Tabularlo: Nerone se i3oi in favore dei vallombrosani
ne servì dopo l'incendio fatale di nomina il Castrimi CastcUionts,
Roma. quo dicitur castrimi s. Praxcdi-i
Sotto la città di Gabii era il rum tota lacii qui dicitur de Sur-
lago chiamato Lacus Gahinus, poi rano. Ila'monaci sino
lago i-eslò

Laciis Burranus, Lago di s. Pras- al i54ij, allorché lo dierono in


sede, Lago di Pantano, e Lago di enfiteusi perpetua agli Slroz/i, che
Castiglione, come quelli di Albano nel 1578 per tremila ducati lo

e di Nomi, già cratere di spento vendeUero al cardinal Marc'AnlO-


,,

GA n GAB 87
Ilio Colonna, i cui eredi nel i6i4 l'amministrazione delle sue reudite,
lo alienaiono a favore del cardinal e la cura de' suoi affari in Roma,
Scipione Borghese, la qual casa con- ed avendo egli corrisposto con pre-
tinua a possetlerlo insieme ai fondi mura e diligenza, divenuto nel i5o?>
di Casliglione e di Pantano ad il cardinale Papa col nome di Giu-
esso adiacenti. Sulla città di Gabio, lio II, lo premiò con la chiesa di
oltre gii autori mentovati, e quel- Urbino, dichiarandolo suo segretario
li citati dal Nibby sono a con- , nella provisione delle abbazie di s.

sultarsi, il p. Riicher nel suo La- Salvatore nella diocesi di Perugia, e


iium, ed il Volpi nel Velus La- di s. Lorenzo in quella di Fermo in- ;

tius, tom. IX de Pratnestinis , et di nel primo dicembre i5o5 lo creò


Gabìnis. Antonio Ricchi nel suo cardinale dell'ordine de'diaconi, con-
Teatro degli uomini illustri dei ferendogli per diaconia la chiesa di
valsa', a p. i4i parla di quelli s. Agata, donde passò poscia all'or-
della città di Gabii. dine presbiterale, ed al titolo di s.

GABRIELE Ferretti ( beato ). Piassede. In seguito lo dichiarò le-


Nato in Ancona da nobili genitori, galo Perugia e dell' Umbria
di ,

fu da essi cristianamente educato carica che a motivo del clima si


ed ancor giovanetto entrò nell' or- vide costretto dopo alcun tempo a
dine di s. Francesco. Il suo merito rinunziare. Ritornato in R.oma, con
e le sue virtù lo innalzarono alla raro disinteresse e singoiar gene-
carica di superiore dei francescani rosità, rassegnò al Pontefice tutte
nella provincia della Marca. Gover- le propine ricevute nelle sentenze
nò il suo ordine con molta pru- emanate nella sua legazione, affin-
denza , e lo estese in quel paese che se ne servisse nei bisogni della
procurando la fondazione di nuovi Sede apostolica. L' integrità e can-
conventi. Continuamente assorto in dore de' suoi ben regolati costumi,
Dio, disempre parlava, e si
lui lo fecero riguardare da tutti con
acquistò riputazione di santo. Mori somma venerazione, principalmente
assai vecchio in Ancona a' 12 no- da Giulio II, che lo destinò legato
vembre i4-56; suo corpo, tro-
e il alla conferenza tenutasi in Savona
vato incorrotto sotto Innocenzo Vili, tra Luigi XII re di Francia, e
fu posto in un marmoreo mauso- Ferdinando V re d'Aragona, inca-
leo. XIV ne approvò il
Benedetto rico che disimpegnò con soddisfa-
culto immemorabile^ ed ai minori zione delle parti. Dopo tante glo-
osservanti, non che alla diocesi di riose azioni, pervenne in Roma al
Ancona permise l'officiatura con rito termine di sua vita nel i5i2, nel-
doppio di questo beato, la cui fe- l'età di sessantasei anni, e rimase
sta si celebra a' i4 novembre. sepolto nella sua titolare diPras- s.

GABRIELLI Gabriello, Cardi- sede, con breve elogio postovi da


nale. Gabriello de' Gabrielli nacque Lodovico Galeazzo, Pietro, ed An-
in Fano da nobili genitori, si mi- drea suoi nipoti ed eredi. Ne deve
se in prelatura, e fu fatto proto- tacersi, che alle preghiere di questo
notario apostolico. Nel pontificato rardiuale, e di Guidobaldo duca di
di Alessandro VI essendosi ritirato Urbino, a (juesta città Giulio II ac-
in Francia il cardinal Giuliano del 'ordò il tribunale della rota.
h Rovere, questi affidò al prelato GABRIELLI Giurto. Cardinale.
88 GAB GAB
Giulio Gabrielli nacque da antica e cistcrciense nel monastero di s. Pu-
nobile famiglia romana, imparentala dcnziana di Roma, dove poi fu in-
con Clemente X, ed era nipote del caricato d'insegnare la filosofìa e
cardinale Lancellotti. Fu ammesso la teologia ai monaci del suo or-
quantunque assai giovane fra' chie- dine, ciò che esercitò per venti an-
rici di camera, ed avendo ne'suoi ni, senza lasciare l'eloquente eser-
impieghi dato sempre saggio di con- cizio della predicazione. Acquistata-
sumata prudenza , pervenuto al si fama di religioso pio , dotto ed
grado di decano del suo collegio, erudito, ottenne le primarie cari-
Urbano. Vili a' io luglio ovvero che di sua congregazione, inclusive
a' i6 dicembre 1641 lo creò car- a quella di abbate generale. Ricu-
dinale diacono, con la diaconia di sò modestamente diversi vescovati
s. Agata, indi passati due mesi il da Innocenzo XI, siccome
offertigli
promosse al vescovato d'Ascoli, ove bramoso di menar vita quieta e
nel 1649 celebrò il sinodo, che studiosa, essendo profondo nell'idio-
diede alle stampe. Visitò con pa- ma latino , e versato nel greco.
storale sollecitudine la diocesi, re- Alessandro VIII lo adoperò in va-
staurò l'episcopio, e ripristinò le ri affari, in cui die pubblico sag-
conferenze de'casi morali : inoltre gio di dottrina ed erudizione. Quin-
Urbano Vili lo fece legato di Ur- di Innocenzo XII lo dichiarò qua-
bino, ove si diportò con tenacità. lificatore del s. offizio, e prefetto
Dimessa la diaconia, passò al ve- degli studi del collegio Urbano, ove
scovato di Sabina nel 1668 sotto trovandosi la mattina de" i4 novem-
Clemente IX, rinunziando con pen- bre i6r)9 applicato alla disputa di
sione quello d'Ascoli. Due mesi do- una conclusione teologica, inaspet-
po il Papa gli aflldò la cura della tatamente ricevè la notizia di sua
chiesa di Rieti, la quale dopo tre promozione al cardinalato, e da
anni dimise con pensione. Divenu- vero filosofo senza punto alterarsi,
to Pontefice Clemente X, disputò tranquillamente proseguì lincomin-
il supremo ministero al cardinal ciala questione. Ma essendo ivi ac-
Paluzzo, adottato dal Papa per ni- corsi molti personaggi per congra-
pote, e più capace di lui. In com- tularsi, e per gli applausi degli a-
penso gli fu conferita la legazione slanli fu costretto a terminarla.
di Romagna, in cui si meritò lode Dichiarato dell'ordine de' preti, gli

di ammettere tutti all'udienza, e di fu assegnato il titolo di s. Puden-


docilità, ove non vi fosse interes- ziana, e le congregazioni del santo
se. Intervenne a quattro conclavi, e offizio, de' riti, de' vescovi e rego-
mori in Roma nel 1686 in età lari, del concilio, ed altre. Scrisse
decrepita, dopo quarantaquattro an- alcune opere contro il libro di Fe-
ni di cardinalato, ed ebbe sepol- nelon, arcivescovo di Cambray, sen-
tura nella cappella gentilizia della za però apporvi il suo nome. Por-
chiesa di Maria sopra Minerva.
s. tatosi in Caprarola per rimettersi
GABR.IELLI Giambattista, Car- in salute, vi lasciò la vita nel 171 i

Giambattista Gabrielli nac-


flinalc. nell'età di cinquantotto anni, dopa
que in Città di Castello a' io gen- aver prestato il suo suffragio all'e-

naio 1654 da onesti genitori, ed lezione di Clemente XI. Il ciulave-


abbracciò sino da giovine l'istituto re trasferito in Roma venne sepolto
GAB GAB 89
nel coro della chiesa di s. Bernar- apostolico Quirinale ; ma egli non
do, con semplice iscrizione compo- vi si recò mai, anzi rinunziò (juella
sta da sé medesimo; e poscia fu sede. Ne' difficili tempi della secon-
trasferito nella chiesa di s. Seba- da invasione francese, che finì col-
stiano fuori le mura, dove tra le r imprigionamento del Papa, e la
due ultime cappelle, al manco lato, traslazione de' cardinali in Francia
si vede eretto alla sua memoria e in diverse fortezze, meritò di es-
un elegante avello, coi suo busto sere prescelto a prosegretario di
di marmo espresso al vivo, nella stato, mostrandosi nelle politiche
cui base si legge un illustre elogio. vicende sempre eguale a sé stesso.
Fu pure autore di varie disserta- Ritornati in Roma Pio VII e i

zioni teologiche, come della difesa cardinali nel i8i4, il Papa lo di-
del libro: Nodus praedestinationìs, chiarò provvisoriamente segretario
dello Sfondrati. de'brevi pontificii, indi lo nominò
GABRIELLI Giulio, Cardinale. prefetto del concilio, e pro-dataiio,
Giulio Gabrielli nacque in Roma conferendogli in commenda le abba-
da principesca famiglia a'20 luglio zie di s. Paolo di Valdiponti di Pe-
1748. Fino dalla prima sua età rugia, di s. Giovanni dell'Eremo di
fornito di pietà, e di religioso at- Città della Pieve, e de'ss. Vito e
taccamento alla Sede apostolica, si Pancrazio di Todi. Fu tacciato di
mise in prelatura, e fu fatto ponente troppa economia, e lodato per dili-
della congregazione del buon gover- genza nell'adempimento de'suoi do-
no, e della sagra consulla, divenen- veri, severo amministratore della
do della prima segretario, come lo giustizia, pieno di rettitudine e di
fu poi di quella del concilio, pro- espertezza. E poiché olire le scien-
mossovi dal Pontefice Pio VL JN'el tifiche erudizieni, fornito era a do-
1 801 Pio VII a' 2 3 febbraio lo creò vizia della canonica giurisprudenza, e
cardinale dell'ordine de' preti, con- gran cognizione aveva dei diritti alla
ferendogli in titolo la chiesa di s. santa Sede spettanti, venne consulta-
Tommaso in Parione, dalia quale più to spesso negli aftari i più ardui ed
tardi passò a quella Lorenzo di s. interessanti, che in gran copia eb-
in Lucina, allorquando divenne pri- bero luogo in conseguenza d^lle no-
mo prete del sagro collegio. Da te vicende che posero a soqquadro
Pio VII successivamente ricevette r Europa ed altre regioni. Malato
tutte le cariche ed onori che an- di viz'o organico si condusse in
diamo a narrare. Lo annoverò alle Albano, ove dopo lunga e penosa
congregazioni del santo ofììzio, del- n)alaltia passò da questa all'altra
la concistoriale, del conc4lio, della vita a' 2.6 settembre 1822. Traspor-
residenza de' vescovi, di propaganda tato il suo cadavere in R.oma nel
fide, dell'esame de' vescovi in sagri giorno seguente, fu colla solita pom-
canoni, del buon governo, e degli pa funebre esposto nel palazzo di
alTari ecclesiastici Nel straordinari. dateria, indi dopo i consueti suf-
1808 promosse nel concistoro
Io fragi, nel dì 3o fu nel solito modo
degli I gennaio alla chiesa di Si-
I trasportato nella chiesa tli s. Maria
nigaglia, consagrandolo colle ponti- sopra Minerva, cantando la messa
ficie sue mani, nella cappella se- nelle esequie il cardinal de Grego-
greta della Annunziata del palazzo rio, indi fu liunulalo nella tomba
9^ GAD GAD
geulilma de' principi Gabrielli. Fu ti. Riconquistata da Alessandro re
protettore di tutto l'ordine agosti- ili Giudea, Pompeo la restaurò con
niano; della congregazione de'sacer- magnificenza, ed abbellì con son-
doti di s. Lucia de' Ginnasi; dei tuose fabbriche, in grazia di De-
monasteri di s. Lucia di Città della metrio gadarense suo liberto; e
Pieve, di Lucia di Perugia, e di
s. Vespasiano la conservò per esser-
5. Maria in Detieni di Foligno ; del vi stato accolto con gioia. Sem-
conservatorio delle mendicanti, del bra dunque che sia altra Gadara,
sodalizio degli agonizzanti, del col- quella arsa da Vespasiano, dopo uc-
legio Ghislieri, del sodalizio di s. cisi gli adulti, secondo il Rinaldi,

Caterina di Assisi, e di questa cit- che in fatti all'anno 70 conviene


tà , non che di Nepi, Gualdo di sul ricevimento fatto dai gadareni

Nocera, Cascia, Otricoli, Toscanella, di Vespasiano. E Gabinio vi avca

e Massa di Todi. stabilito uno dei cinque tribuna-


GADARA. o GADERA. Città li di giustizia della Giudea.
vescovile di Palestina, sotto il pa- I gadareni immersi nell'idolatria

triarcato Gerusalemme. Si di-


di adoravano Alcide in grandioso tem-
stinguono due città di questo no- pio,onde abbonivano riti giudai- i

me, ambedue nella Palestina, una ci.Commanville dice che fu Ga-


sotto la metropoli di Cesarea, l'al- dara chiamata anche Gnclae, e che
tra sotto quella di Scitopoli. Ma dopo l'introduzione in essa del cri-
il Terzi nella Siria sacra, a p. 276 stianesimo, nel sesto secolo vi fu
dice che una apparteneva alla tri- eretta la sede vescovile sulTiaga-

bù di Efraim, l'altra a quella di nea di Scitopoli, trovandosi nelle

Manasse; la prima famosa pei tro- notizie de' latini, divenuta arcive-
ni de' suoi regnanti, l'ultimo dei scovato nel secolo XII. Dal nove-
quali fu da Giosuè ucciso, e la ro de' vescovi di Gadara si potrà
città assegnata ai leviti; l'altra non rilevare se abbiano appartenuto al-
meno illustre per la cattedra vesco- le due sedi, siccome sembra. Ga-
vile, e in altri tempi per la magnifi- iano trovossi al primo concilio di

cenza delle fabbriche, e per l'effi- Nicea; Eusebio a quello d'Antio-


cacia delle sue acque minerali, in- chia nel 341 ; Teodoro a quello di

torno alle quali Erode costruì op- Efeso del 4^ i > Giovanni al con-
portune stanze. Giace questa città cilio di Calcedooia del 4^' » Aras-

di là dal Giordano, alla foce di se visse avanti l'anno 536; e Teo-


i\n fiume del suo nome che si sca- doro come il precedente assistei'

rica nel mare di Gcnaseret, sedici te al concilio in cui fu condannato


miglia lungi da Scitopoli: lo sto- Antimo nel 536. Orìens Christ.
rico Giuseppe la volle capitale del- tom. Ili, p. 656. Gadara, Gada-
la Perea^ che dava il suo nome rcn, al presente è un titolo vesco-
ad un cantone di là dal Giorda- vile in partihu<!, che conferisce la
no. Sortirono da essa molti distin- santa Sede: lo portò monsignor
ti personaggi, come Menippo, Oi- Giovanni BenislaAVScki già coadiu-
nomao filosofo cinico Apsimes , _,
tore dell'arcivescovo di Mohilow;
Teodoro il sofista ec. Essendo ben ed il Papa regnante Gregorio XVI,
munita, Antioco consumò più me- nel concistoro de' 2 5 luglio 1844»
si nell'assedio, e l'ottenne a pat- flicliiarò vescovo di Gadara, città
,,.

GAD 91
della Palestina nella Celisii ia, moa- repubblica fiorentina, ma sopraffatto
signox"Antonio Godofredo Claessen da quelle di Cosimo I, andò a vuo-
prevosto della metropolitana di to il suo disegno. Supph a que-
Coloniaj al cui arcivescovo deputò sta inconsideratezza con spendide li-

in suffiaganeo. beralità , e coi molti meriti che


GADDI Nicolò, Cardinale. Ni- si acquistò colla cristiana repubbli-
colò Caddi fiorentino, consanguineo ca. Godè la signoria di Collescipo-
di Caterina de' Medici regina di li e di altri castelli , morendo nei
Francia , fornito di svegliato inge- primi del iSSa, in età di sessanta-
gno, ed incomparabile destrezza nel due anni in Firenze. Fu sepolto in
nianeggio degli affari, fu fatto chie- s. Maria Novella, ove il nipote Ni-
rico di camera , ed abbreviatore colò Caddi gli eresse un magnifico
delle lettere apostoliche. Nel i5ii avello, con elegante iscrizione. An-
Leone X lo fece vescovo di Fermo, tonio Milesio nelle sue epistole
di cuinon fu consagrato e Cle- , commenda questo cardinale per la
mente VII a' 3 maggio iS-xj lo sua modestia, affabilità, vasta eru-
creò cardinale diacono, conferendo- dizione ed eccellente letteratura
gli la chiesa di Teodoro per dia-
s. Pietro Aretino per lo contrario
conia. Benché non fu mai alla chie- colla nota satirica penna, strana-
sa di Fermo, non mancò di som- mente Io punge e maltratta nelle
ministrargli ricche suppellettili , e sue lettere.
di restaurare il palazzo; introdusse CADDI Taddeo, Cardinale. Tad-
nella città i cappuccini, cui fu as- deo Caddi fiorentino, de' signori di
segnata la chiesa di s. Savino. Nel Riano, nipote del cardinal Nicolò,
i549> non nel i544> rinunziò la emulando le virtù dello zio, ne in-
chiesa di Fermo, con regresso a contrò felicemente le fortune. Per-
Lorenzo Lenzio patrizio fiorentino. corse velocemente con raro inge-
Siccome aderente alia Francia il , gno lo studio delle scienze, venne
re Francesco I l' impiegò in vari laureato nelle due discipline legali,
importanti affari, e lo nominò ve- ed acquistò tale attitudine nel ma-
scovo di Sarlat, di cui prese posses- neggio de' piìi ardui affari ecclesia-
so nel i534, rinunziandolo poi nel stici, che il suo coetaneo Gianuan-

i546 a Francesco Seneter, con be- tonio Pietramellara, scrisse non es-
neplacito Già sino dal
pontificio. servi allora a lui alti'i in ciò supe-
iSaB Clemente VII lo aveva fatto riore. Neil' età di sedici anni fu
arcivescovo di Cosenza ed abbate , provveduto della pingue abbazia di
di s. Leonardo nelìa Puglia. Dive- s. Leonardo in Puglia, rinunziala
nulo diacono di s. IMaria in Via dal zio cardinale. Nel i535 otten-
Lata, ritenne questa chiesa in tito- ne da Paolo III in amministrazio-
lo quando passò all'ordine de' pre- ne, e poi in età di ventisett' anni
ti. In conseguenza del lagrimevole in titolo, l'arcivescovato di Cosen-
sacco di Roma fu dato in ostaggio za , che governò a mezzo d' idonei
a Carlo V, e stette lungo tempo vicari. Paolo IV nel concistoro dei
nella fortezza di Napoli, in modo i5 maggio i557 lo creò cardinale
di carcere. Dopo 1' uccisione di A- dell'ordine presbiterale, e gli asse-
k'ssandro de' Medici , raccolse un gnò per titolo la chiesa di s. Silve-
corpo di milizie per ripristinaic la >tro in Capite. Ottenne ai canonici
,

c)i GAE GAE


(Iella sua inclropolilana, l'abito co- le , la cui fondazione si attribuisce
rale di quelli della basilica valica- all'imperatore Federico I: ha mol-
iia; e da immatura morte fu col- te altre chiese, fra le quali si di-

pito nel I 56 neir età di quaran-


I stingue sull'erta quella della ss. Tri-
tadue anni, nella suddetta abbazia nità, alcuni conventi di religiosi, due
di Leonardo. Trasferito il di lui
s. ospedali e l'ospizio degli esposti. Vede-
cadavere in Firenze, ebbe tomba si sull'istmo stretto della penisola la
nella chiesa di s. Maria Novella ,
torre di Orlando, un tempo sepol-
nel sepolcro di sua famiglia. Nel cro di 1\L Minuzio Plance, fonda-
1377 '' nipote Nicolò Gaddi gli tore di Lione ; presso a Castellone
eresse un superbo mausoleo deco* ,
evvi la torre detta di Cicerone, e
rato da splendida iscrizione; ed il sopra un altro punto la torre det-
suo castello di Riano fu venduto ta Latratina. 11 suo porto assai
al cardinal Pier Donato Cesi per grande e ben difeso, costrutto o al-

seltantamila scudi d'oro. meno restaurato da Antonino Pio,


GAETA i^Cajetan). Cittàcon re- ha sette braccia di profondità. Nar-
sidenza vescovile nel regno delle ra il Rinaldi all'anno 34, num. 128,
due Sicilie , nella provincia della che gli abitanti di Gaeta afferma-
Terra di Lavoro, capoluogo di di- no per antica tradizione, essersi rot-
stretto e di cantone, e piazza forte to il promontorio nel terribile ter-
di prima classe. Situata sul mare remoto accaduto nella passione di
Tirreno, a* piedi di un' altura, sta Gesù Cristo. Ad un miglio dalla
all'estremità d'una penisola, che sua riva Cicerone fu assassinato
forma all'ovest il golfo del suo no- per ordine di Antonio. La fortezza
me presso il monte Cecubo, cotan- è antichissima, e fu fortificata, co-
to celebre all'epoca romana pei suoi me pure la città, da Ferdinando V
vini preziosi. Fortificata dalla sua i- re d'Aragona, dopo la vittoria di
stessa vantaggiosa posizione, lo è più Gonzalvo. Vi nel suo
si ammirano
ancor da una muraglia bastionala da interno i Carlo di Bor-
sepolcri di
(jualche ridotto, e dal suo castello bone contestabile di Francia, ucci-
quadrato, e fiancheggiato da quat- so all'assedio di Roma nel 1527,
tro torri, che sta in una posizione e del principe di Assia-Homburg
pi il elevata. E questa la chiave del che vi fu ucciso difendendo la piaz-
regno da quel lato. I sobborghi di za in questi ultimi tempi. Il cada-

Borgo, Castel Ione e Mela sono as- vere del duca di Borbone, da Ro-
sai considerabili, e si estendono sul- ma fu trasportato in Gaeta, e l'ar-
le coste. ]\Tela o Mola corrisponde matura si mostra nell'armeria pon-
all' antica città di Formie rovinala tificia, presso il Vaticano. 11 Cancel-
dai saraceni, e posta sulla via Ap- lieri nel suo Mescalo a p. 243 parla
pia. Castel Ione con regio decreto si della sepoltura del famoso Borbone,
formò una comune separata, unen- riporta delle notizie curiose sugli abiti
dovi anche IMola. Caslellone è più cui veniva rivestito il suo scheletro,
popolato di Gaeta, e Borgo ha più e le iscrizioni poste sulla sua tom-
del (.loppio degli abitanti di Caslel- ba, cioè r epitaffio latino ripetuto
lone. La città è irregolarmente fab- dal Torrigio nelle Grolle Faticane,
bricata, ma vi si gode aria salubre. quelli descritti dallo Sprengero, in
Possiede una bella chiesa calledra- Roma nova, in latino e spagnuolo,
,

GAE GAE 93
e. l'epitafTio che si legge in Sweer- inibi adjacentibus attiguis prae-
tio, in Christiani orbis deliciae, pa- stantem solidos CCCXII et tre-
rimenti latino. Gaeta fu patria di missem. I patrimoni
e di Sicilia
molti uomini illustri, tra' quali no- di Calabria furono invasi dall'im- '

mineremo Gelasio II eletto nel i 1 18, peratore Leone l' Isaurico, compre-
già Giovanni Gaetani, creato cardi- so il Gaetano laonde Pontefici, i

nale da Urbano II; e Tommaso de massime Stefano III, e Paolo I, ne


Vio , chiamato Gaetano da questa fecero reclami al re de' franchi Pi-
sua patria, elevato al cardinalato da pino, ed in parte ricuperaiono nel-
Leone X. le terre di Sicilia di qua dal Fa-
Gaeta è assai antica , e si pre- ro. Inoltre s. Paolo I indusse Pi-
tende da alcuni fondata dai lestri- pino ad ammonire Desiderio re dei
goni, e secondo Strabene dai gre- longobardi, affinchè obbligasse i na-
ci venuti da Samo, che la chiama- politani e gaetani ad restitiienda
rono Caieia il che esprimerebbe
, patrimonia protectori vestro b. Pe-
la curvatura o concavità di questa tra illic Neapoli sita. 11 medesimo
costa. Per opinione di Virgilio ri- Borgia nel tom. Ili, p. i5i delle
cevette il nome Caieta nutrice di Memorie istoriche di Benevento ,
Enea, qui morta, e che quel prin- racconta come i greci di Gaeta a-
cipe fecevi seppellire. Altri dicono vendo avuta mano nella usuipazio-
che la città fu fabbricata dal tro- ne alla Chiesa romana del patri-
iano Enea, quattr'anni dopo la pre- monio napoletano Carlo Piagno ,

sa Troia,
di mentre alcuni sono per -vendicare l' oltraggio da essi
d'avviso che il nome di Gaeta sia fatto a s. Pietro, stese le armi si\&
dei'ivato da una parola greca che dentro la loro città, quale poi con-
significa bruciare, perchè, dicono es- cedette al Papa Adriano I. Per tal
si , fu in questo luogo che Enea maniera -venne Carlo Magno a di-
biuciò la sua flotta ,
quando ebbe latare il dominio della santa Sede,
messo piede sulla terra d'Italia. Fu nel littorale della Campagna fino al
questa città per qualche tempo con fiume Garigliano, che poi nel 787
reggimento municipale governata ,
eslese fino al Volturno col dono
repubblicanamente, ed ebbe poscia delle città della Campagna, come
dei duchi dopo il settimo secolo. Capua, Sora, Arce, Aquino, Arpi-
11 Borgia nella Breve istoria del no, Teano, ec. Per molti anni con-
dominio temporale della Sede apo- tinuarono i Papi nei possesso di
stolica, a p. 25 tratta del patrimo- Gaeta con piena sovranità , e al
,

nio gaelano appartenente alla me- dire del Giannone, lib. 6, cap. I
desima consistente in fondi posti
5 AeW Istoria civile del regno di Na-
in Sorrento, Miseno e Gaeta, con poli , Carlo avendo toltoMagno
diritti di regalie quasi feudali, sot- Gaeta ai greci ne fece dono alla ,

to l'amministrazione della Chiesa Chiesa romana, che da tempo an-


romana. Di s. Sisto III eletto Papa tichissimo vi possedeva patrimonii.
l'anno 432, leggesi pon-
nel libro Tuttavolta il Borgia, sulla sovrani-
tificale n. Ili, che avendo ampliata tà pontificia di Gaeta , opina che
ed ornata la basilica di Liberio, le la santa Sede a poco a poco, anche
donò possessioncm Scaurianam in con volontaria dedizione de' popoli,
territorio Cajttano ciim omnibus per essere meglio difesi dalle mo-
.

c)4 GAE G AE
lesile de' vicini longoLuidi, acqui- loro dimora sulle sponde del Ga-
stasse dominio su questa città , la rigliano, continuassero per quaran-
quale neir anno 84^^ ainiò col suo t'anni a molestare quelle terre , e
duca contro saraceni a favore del
i la medesima città di Gaeta. Per la

Papa s. Leone IV , il quale vinse qual cosa Giovanni Vili donò a


interamente i nemici ad Ostia, a- Docibile ed a Giovanni suo figlio
vendo composto pei gaetani e na- totuni et inclitum patiimonium Tra-
poletani queir orazione di cui fa- jcctanum etc. totani et inclitarn
, ,

cemmo menzione a Cillà Leonina teirani Fiindanam, eie. a canneto

( Fedi). (le Terracina , etc. , usque super


A'tempi di Giovanni Vili, eletto Galeriano, etc. ; acciocché piìi va-
neir872, venendo egli riconosciuto levoli fossero a sostenere con que-
per sovrano in Capua da Landolfo gli inumani la guerra : che Giovan-
conte e vescovo della medesima cit- ni Vili si portasse a Gaeta, dice il

tà, il Papa scrisse varie lettere pel Rinaldi che lo attestano le sue let-

ben essere del contado. A Landolfo tere. Da questo racconto sembra


succedette Pandenulfo suo nipote, e che il Papa togliesse Gaeta dalla
questi prue giurò fedeltà, e si dichiarò soggezione del conte di Capua , e
vassallo del PonteficeGiovanni Vili, ne restituisse il governo a Docibile,
dicendoci Ercbemperto, Hist. n. 47? né tal congettura manca di fonda-
che il conte fece palese questa di- damento. In fatti scrive Ercbemper-
pendenza col porre il nome del Pa- to, num. 65, che Atenolfo succedu-
pa sulle carte e sulle monete, igno- to nelcontado di Capua a Pande-
randosi se ciò facesse per maggiore nulfo dopo Landone, tolse al Papa
rispetto verso il suo sovrano, o per Gaeta , negandogli il vassallaggio
patto convenuto. Non rimase senza promesso all' apostolicai Sede dai
premio il vassallaggio di Panilenul- suoi predecessori nel contado ; ma
fo, mentre Leone Ostiense, lib. I, che venendo poi gravemente dan-
cap. 43 del Chron. Casìn., dice neggiato dai saraceni, fu nella ne-
che Giovanni Vili gli concedette cessità di ricorrere per suoi legati
l'alto dominio sulla città di Gaeta, a Stefano V detto VI, salito nel-
essendone in pieno possesso la san- r 885 sulla cattedra di s. Pietro ,

ta Sede, e potendone liberamente di pi'omettergli soggezione, ed inol-


disporre, nell'anno 879; nam Ca- tre di restituirgli i gaetani, quante
jelani co tempore Romano tantum volte lo aiutasse a cacciare i sara-
Pontifici serviehant. Non piacque ceni dal Garigliano. Qual fine aves-
questo nuovo vassallaggio a Doci- sero queste generose proteste ed of-
bile duca ed ipato di quella città, ferte , lo dice lo stesso cronista
onde per viva brama di scuotere il Quae postea cuncta oblitus, ex his
giogo, chiamati da Agropoli i sara- quae promiserat, nihil omnino ad-
ceni fece assediare Gaeta con in-
, implevit. Ed ecco con quanta ra-
tenzione di distruggerla; ma agli gione nei diplomi di Ottone I e di
uffizi del Papa, Docibile si appigliò s. Enrico I, dopo confermata alla
poi a più sano consiglio , cioè a santa Sede Terracina, compresa sot-
rompere la lega fatta con que' bar- to il ducato romano, e le città do-
bari, ed a combatterli, quantunque nate da Carlo Magno nella Cam-
i saraceni , che fissato avevano la pagna espressamente si nominano
GAE GAE t) 5

Gaeta e Foudi. Sinìili mudo cwi- pulì ia, prese il nome di Gelasio IL
tatem Gajetain , et Funclim ciim Malmenato questi dai partigiani di
omnibus earum perlinentiis. Enrico V, 3 marzo partì da Ro-
a'

Anche per secoli susseguenti


i
,
ma una barca, e rifugiossi
su di
dopo le occupazioni fatte di queste nella propria patria Gaeta, ove si
terre dai longobardi e dai norman- ordinò prete a' 9, e si fece consa-
ni, si ha qualche vestigio del pon- grare nel dì seguente, creando car-
tificio dominio in Gaeta, in Fondi, dinale nel medesimo giorno Pietro
e nei luoghi circonvicini, come di- Ruffo di Napoli, r unico che pro-
remo in appresso. Nel io4i un mosse a tale dignità nel suo pon-
conte di Gaeta , Atenolfo fratello tificato.Mettendo frattanto l'im-
di Landone conte d'Aquino, fu in peratore Enrico V sulla sedia pon-
guerra col principe di Salerno, e tificia l'antipapa Gregorio \ill,
ne fu quasi vassallo ; ma i popoli Gelasio II nel concilio di Capua
emancipatisi proclamarono poi du- scomunicò ambedue; ed avendo
ca di Gaeta Landone conte di Tra- dato in Gaeta l'invesfitura del du-
ietto, suo parente e successore. I cato di Puglia a Guglielmo figlio
conti normanni di Aversa Riccar- di Ruggiero normanno, come nar-
do e Giordano, dopo aver conqui- ra Romualdo Salernitano
in Chron.
stato il principato di Capua, s'im- ad ann. 11 18, indi dopo la festa
padronirono eziandio del ducato di dei principi degli apostoli ritornò
Gaeta verso il loSj. Trovasi in in Roma. L'altro Pontefice che fu
progresso un Goffredo normanno in Gaeta in tale epoca, è Alessan-
duca di Gaeta, e conte di Ponte- dro III, il (|uale nel 1 166 fuggen-
corvo, che maritò la propria figlia do le insidie dell' imperatore Fe-
a Giovanni Sesto duca di Napoli ; derico I, dal palazzo lateranense
ma tanto questi, che Giovanni, Ma- passò ad una fortezza de' Frangi-
rino, e Gionata forniti dello stesso pani, e nell'agosto 1167 partì da
titolo, dopo l'occupazione di Ric- Roma in abito da pellegrino in
cardo principe di Capua, si debbo- compagnia di molti cardinali, e per
no credere meglio suoi onorari luo- Terracina giunse a Gaeta, ove ri-

gotenenti. Riccardo II detto dell'A- prese le pontificali insegne, e collo


quila, era duca di Gaeta, quando stesso accompagnamento passò in
Ruggiero riunì ancor questo paese Benevento, ovunque onorevolmente
alla fondata monarchia nopolilina , accolto dagli abitanti.
tuttavolta Gaeta fu poscia soggetta Le altre notizie sul dominio dei
a gran cangiamenti, e vuoisi che Papi in Gaeta, Fondi, e luoghi cir-
sino al 1191 fosse indipendente, e convicini , appartengono al secolo
che allora battesse moneta. Prima XIII. Di Papa Innocenzo III, per
di quell'epoca, e nel medesimo se- detto di Riccardo da s. Germano
colo, Gaeta ebbe l'onore di essere in Chron. an. 1208, e dell'anoni-
visitata da due Pontefici. Eletto Pa- mo autore della sua vita appresso il

pa ai 25 gennaio 11 18 il cardinal Baluzio, ci fi sapere il Rinaldi al-


Giovanni Gaetani o Caetani, figlio l'anno i2oB, num. 26, che aven-
di Crescenzio di Gaeta, la cui fa- do liberatoSora ed altre terre
miglia, come si disse all' articolo dalla tirannide de' tedeschi, ne creò
Gaetam, signoreggiò un tempo la conte e Kovernatore R.iccardo suo
,

96 GAE GAE
fratello. Ai tempi di questo Papa della diocesi di Gaeta, donde si tras-
appartiene la donazione, che Ric- ferì a Napoli.popolo essen-
]Ma il

cardo dell'Aquila conte di Fondi dosi sollevato. Clemente VII pau-


fece nel 12 12 di tutto il suo con- roso co' cardinali scismatici del suo
tado, e di altre baronie alla ro- partito s' imbarcò su di alcune ga-
mana Chiesa. In questo medesimo lere, giunse in Gaeta , e poi per
.s(^colo, cioè nel 1229 Gregorio IX Marsiglia in Avignone, ove corsero
dominava la città di Sessa e di a stormo francesi a venerarlo, go-
i

Gaeta, come apparisce dai pontifi- dendo di veder in Francia la sup-


cii diplomi inseriti nel Bullario posta Sede apostolica.
romano, tom. Ili, par. I, n. 16 e Durante lo scisma sostenuto da
1
7, co' quali dichiara le dette cit- Benedetto XIII, successore nell'an-
tà dominio della Sede
costituite in tipapato a Clemente VII, fu cele-
apostolica al pari di Anagni e del- bralo nel 1409 '1 concilio di Pi-
le altre della Campagna, e conce- sa, ove non solo fu deposto l'anti-
de ad esse le medesime esenzioni papa, e il Pontefice Gregorio XII;
e privilegi clie queste godevano. ma fu pure eletto Alessandro V. Ve-
E notabile quello diretto al popo- dendosi Gregorio XII abbandona-
lo di Gaeta, per la facoltà che gli to dai popoli ed insidiato, partì da
dà Pontefice di coniar moneta
il Cìvidale {Vedi), e travestito da
d'argento. » De gratia vobis con- mercante giunse alle due galere
" cedimus liberali cudendi etiam da Ladislao re di Napo-
fornitegli
»' monetam argentea m, ubi ex una li ,con esse pertossi a Gaeta,
e
>' parte imago capitis b. Petri cum ove l'attendeva il re, che alla di
j' snbscriptione civitatis vestrae, ex luiombra agognava al dominio di
" alia vero in medio Papae, et in Roma. In questo tempo Paolo ca-
'j ciìculo superscriptio nostri no- meriere del Papa, vestito con abito
" minis habeantur ". E di queste rosso pontificio, fu scoperto all' u-
e di altre grazie la vuole privile- scire da Cividale, e malmenato al
giata a condizione, che « quando- modo che dicemmo al citato artì-
^' cumque autem Piomana Eccle- colo. Dimorando Gregorio XII in
>' sia stolium facere voluerit (cioè Gaeta faceva la figura d' infelice
-• armamento navale) civitas ve- emigrato: tuttavolta nel 4' ©spe- 1

» .stra ei tenebitur prò una galea dì legati nelle parti settentrionali,


" sufficientem dare numerum ar- e nella Marca, dichiarando genera-
i' matorum etc. ". Nel secolo se- le di s. Chiesa Luigi Migliorati
guente eletto scismaticamente in con ordine che unisse le sue trup-
Fondi l'antipapa Clemente VII, pe a quelle di Ladislao. In Gaeta
contro il legittimo Urbano VI, a nel i4ii Gregorio XII nel giove-
danno del quale e per imprigio- dì santo pubblicò la consueta bol-
narlo spedi un esercito, che fu fat- la in Coena Domini, contro gli e-

to a pezzi nel fine di aprile 1379; retici e scismatici, e loro fautori ,

allora il falso Pontefice si avvih, e tra' quali Lodovico d' Angiò pre-
da Anagni passò a Fondi a' 18 tendente al trono di Napoli ; altri
maggio, e per la protezione che legati spedì in Germania, ed ema-
godeva della regina di Napoli Gio- nò in Gaeta varie bolle e prov-
vanna I, si recò in Splanata, luogo vedi menti. Però Ladislao, abbando-
GAE GAE 97
nalo Gregorio XII, si giltù dal regno ; ma i francesi nell'anno se-
parlilo di Giovanni XXIII ch'era guente si trovarono costretti ad e-
succeduto ad Alessandro V; non vacuar la città, che poscia rimise
vedendosi quindi sicuro in Gaeta , loro nel i5oi Federico II re di
Ili Gregorio XII ad allon-
costretto Napoli, dopo aver sforzato Capua.
tanarsene, profittando di due va- Il marchese di Saluzzo la rese per
scelli veneti che ivi eransi acco- compenso a Gonzales il primo del-
stati, ed in compagnia dei cardi- l'anno i5o4- Nel 1707 si segna-
nali suoi nipoti, Barbarigo, e Con- larono suoi abitanti per una va-
i

dulmero, che fu poi Eugenio IV, lorosa resistenza e non fu presa ,

da Gaeta litirossi a Rimini , evi- d'assalto dagl' imperiali, se non che


tando le insidie tesegli nel viaggio. dopo un assedio di tre mesi. Nel
jNel 1424 venne questa città presa 1727 la città fu onorata nelle vi-
da Guido Torelli, ammiraglio del cinanze dalla presenza di Benedet-
duca di Milano, in allora signore to XIII, in occasione ch'erasi por-
di Genova. Dipoi nel i435 essen- tato a visitare il suo antico arci-
do morta Giovanna II regina di vescovato di Benevento , venendo
Napoli, Eugenio IV commise l'ani- incontrato ai confini del regno dal
rainistrazione del regno al prode viceré cardinal d'Althann. Sabba-
vescovo di Recanati Vitelleschi ,
to 3 maggio il Papa giunse pre-
mentre i napolitani chiamarono al ceduto del ss. Sagramento, ad ore
trono Renato d'Angiò fratello del 23 a Castellone di Gaeta, scenden-
defunto Lodovico, ed altro parlilo do al monistero dei monaci di Mon-
Alfonso V re d'Aragona, il quale te Vergine, nella cui chiesa erasi
accompagnato dai suoi fratelli, Gio- riposta la ss. Eucaristia. Quasi tut-
vanni re di Navarra, Enrico e Pie- ti gli abitanti di Gaeta ivi si re-
tro, si condusse con possente ar- carono per ricevere l'apostolica be-
mata ad assediare Gaeta. Tali prin- nedizione, e recatasi la camera se-
cipi con altri signori restarono pii- greta del Papa al molo di Gaeta,
gioni dell'armata de' genovesi man- per ordine del viceré fu trattata
datavi dal duca di IMilano, che lautamente. Dormì Benedetto XIII
magnificamente li trattò, e pose in nella notte del sabbato nel Pioni-
libertà senza riscatto ed Eugenio
; stero, e la seguente mattina pel
IV si piegò colla maggior paite Garigliano proseguì il suo viaggio.
del regno a favore di R.enato, a Nel 1734 Gaeta resistette per quat-
cui specFi ambasciatori. tro mesi continui agli sforzi de'fran-
Gaeta fu segno alle militari im- cesi, spagnuoli e piemontesi. Dipoi
prese degli angioini ed aragonesi : al francese generale Championnct
il suddetto Pietro d^Ai'agona la ri- si arrese facilmente nel 1799. Mal-
prese nel gennaio i^^'j, e nel ì^5o grado una flotta inglese padrona
il fratello Alfonso V vi stabilì un del mare, e della bella difesa del
viceré : ciò non pertanto invano nominato principe di Assia-Hom-
fu assediala nel i453 dal medesi- burgo, questa piazza cadde una se-
mo Alfonso V re d'Aragona. Car- conda volta nel 1806 in potere
lo Vili re di Francia, volendo far dell'armala francese , che sotto la
valere i diritti degli angioni , nel cond<jtla del general Massena ve-
1493 prese Gaeta col restante del niva a conquistare il regno di Na»
VOL. XXVIII.
, ,

gS GAE GAE
poli per Giuseppe ]3onapai'te, fra- martire. Laonde il Papa s. Grego-
tello dell' imperatore Napoleone ; rio I Magno trasportò a Gaeta
anzi fu rultima piazza dei reame luogo presso al mare, e in sito for-
che cadde ìix potere de' francesi. te, le sedi di Minturno e di For-
Indi tale imperatore conferì il ti- mie, in un alle reliquie de' marti-
tolo di duca di Gaeta al suo mi- ri. Però nel Galletti, Del Primice-
nistro delle finanze Carlo Gaudin. ro della santa Sede, si legge a p.
Nel i8i5 vi dispiegò tutta l'arte i36, come s. Erasmo vescovo d'u-
militare il general Becani con una na delle chiese del patriarcato di
guarnigione composta in gran par- Antiochia , dopo aver sofferto a-
te di militari reduci del regno i- trocissimitormenti sotto Dioclezia-
lalico ; né ebbe luogo la resa, che no e Massimiano, uscendone mira-
dopo le politiche transazioni , e il colosamente illeso, se ne venne nel-
ristabilimento della dinastia Borbo- la Campagna Felice nell'antica For-
nica sul trono di Napoli. Risiede al mia, ove è ora il molo di Gaeta,
presente nella fortezza di Gaeta un e quivi terminò i santi suoi giorni,
governatore militare, che vi esegui- venerandosi il suo corpo in Gaeta,
sce le funzioni di comandante. Il trasferitovi nel secolo nono, allor-
distretto di Gaeta si divide in no- ché il Papa Gregorio IV, morto
ve cantoni, cioè Carinola, Fondi, neir 8443 trasportò a Gaeta anco-
Gaeta, Pico, Isola di Ponza, Rocca- ra la sede vescovile di Formia.
Guglielmo, Rocca-Monfina, Sessa, e Commanville nelT Hisloire de tous
Traelto. les arché\f. et tvesch. de L'univers,
La i-eligione cristiana probabil- dice che la sede di Gaeta fu eret-
mente fu predicata in Gaeta fino ta l'anno 84o, nel pontificato di
dai primi secoli della Chiesa ; la Gregorio IV, già monaco di Fossa-
vicinanza di Formie e di Mintur- nuova. L'Ughelli nel tom. I, pag.
no, i di cui abitanti si segnalarono 526 e seg. dell' Italia sacra, ci dà
soffrendo il martirio per la difesa la serie de' vescovi di Gaeta, e pel
della fede, non lascia alcun luogo primo registra Camplo o Campo-
a dubitarne. Ambedue le sedi fu- Io, il quale occupava questa sede
rono erette nel quinto secolo , e Tanno 790, nel pontificato di A-
quella di Traetto nel sesto ancor driano I, come corresse l'annotato-
essa unita a Gaeta, la quale rico- re Coleti ; il secondo è Leone ve-
nosceva per metiopolitano l'arci- scovo neh' Minturno e di
840 di
vescovo di Capua ;
poi fu dichia- Formia il terzo è Giovanni pri-
;

rata esente, ed immediatamente sog- miis Cajetae episcopus post For-


getta alla Sede apostolica, come lo viianum excidium anno 896 ; il
è tuttora. Al dire del Rinaldi, al- quale è Leone, aggiunto dal Co-
l'anno 5go, sembra che la sede ve- leti nel tom. X, p. 221 òeW Ita-
scovile diGaeta abbia avuto origine lia sacra j che intervenne neir86i
nel 590, dappoiché narra, che per le al concilio romano; il quinto é Co-
vicende de' tempi la chiesa di Min- stantino.
turno era allora senza clero, e disa* Il vescovo Bono, l'anno 880,
bilata, e che la vicina Formia tro- nel pontificato di Giovanni Vili,
\avasi nella medesima condizione rinvenne il corpo di s. Erasmo, e
veiierandovisi il corpo di s. Erasmo lo collocò con onore in Gaeta. Leo-
,,

GAE GAE 99
ne iiitei'veiiue nel loSg al conci- ta e di Fondi, il Pontefice Pio
lio adunato da Nicolò II, e si tro- VII emanò la lettera apostolica De
vò presente alla consagi'azione che utiliori dominicae, quinto kal. ju-
fece Alessandro II della chiesa di lii 18 18, con la quale soppresse il
Monte Cassino. Riccardo vescovo vescovato di Fondi [F'edi), e l'uni
di Gaeta ivi ricevette nel 1118 il alla sede di Gaeta ; indi nel con-
Papa Gelasio II. Nel vescovato di cistoro de' ?,5 maggio dell' istesso
Egidio del 191, il cardinal Pie-
i anno, fece vescovo di Gaeta mon-
tro del titolo di s. Marcello, lega- signor Francesco Buonomo nato in
to in Costantinopoli, da questa cit- questa città; ed in sua morte Leo-
tà portò il capo di s. Teodoro mar- ne XII_, nel concistoro de' 25 giu-
tire, che fu riposto nella cattedra- gno 1827, dichiarò vescovo di
le. Bartolomeo canonico di essa Gaeta l' attuale monsignor Luigi
perle istanze del capitolo, nel 1276 Parisio di Napoli, traslatandolo dal
fu fatto vescovo da Giovanni XXI. vescovato di Venosa.
Francesco Gattola gaetano, essen- La cattedrale è dedicata a Dio,
do arciprete fu eletto vescovo dal in onore dell'Assunzione di Maria
capitolo, e confermato da Giovan- Vergine in cielo 1' edifizio fu ul-
;

ni XXII in Avignone
i32o. nel timamente riedificato , ed è ricco
Giovanni Gallula gaetano, del i4oo, di marmi , di pitture e di sagre
nel qual tempo l'antipapa Bene- suppellettili. Il capitolo si compo-
detto XIII vi voleva intrudere al- ne di quattro dignità essendo la ,

tro vescovo. Martino nel 14^7 V prima quella dell'arciprete, di di-


trasferì a questa dalla chiesa di ciassette canonici, comprese le due
Terracina, Giovanni de' Normandis prebende del teologo e del peni-
nobile romano, che riformò il cle- tenziere, di dieci cappellani chia-
ro, ed emanò opportuni regolamen- mati ebdomadari, e di altri preti
ti. Pio II nel 1460 fece vescovo e chierici addetti all' uffiziatura ed
di Gaeta Francesco Patrizi sanese, al culto divino. La cura delle ani-
suo concittadino ed intimo amico. me della parrocchia della cattedra-
Fr. Tommaso de Vio detto Gae- le si esercita da un canonico del
tano, dalla sua patria Gaeta, Leo- capitolo. Nella cattedi'ale vi è il

ne X nel i5i7 lo creò cardinale, e fonte battesimale, ed è l'unico che


nel i5i9 Io fece vescovo di Gaeta, sia nella città : ivi si venerano mol-
e fu uomo dottissimo. In sua mor- te sagre reliquie, e vi sono due sa-
te Clemente VII nel i533 affidò gristie. Il palazzo episcopale è pros-
la sede in amministrazione al car- simo alla cattedrale; venne rifab-
dinal Stefano
Merini spagnuolo bricato dal defunto vescovo Fran-
cui successero vari personaggi di cesco Buonomo. Nella città vi so-
quella nazione. L* ultimo vescovo no altre sette parrocchie, un con-
registrato nell' Italia sacra, è fr. vento di religiosi , un conservato-
Giuseppe Guerrero de Torres spa- rio ed altri luoghi pii, col semina-
gnuolo, fatto vescovo nel iGgS da rio con alunni. La diocesi è al-
Innocenzo XII, La continuazione quanto vasta , ed ogni vescovo è
della serie de' vescovi di Gaeta si tassato ne' libri della cancelleria
riporta nelle annuali Notizie di Ro- apostolica in fiorini duecento cin-
ma. Essendo vacanti le sedi di Gae- quanta, verus autem illorum valor
,

100 G AE GAE
esl 4ooù cireiter ducalorum illius Punlefice? Merita è vero lo scrit-

vionelac, piiblicis non dedurli.^ one- to di essere riprovalo, ma non per


ribiis. questo ne può, né debbe dirsi ere-
GAETANI Giovanni, Cardinale. tico l'autore "; al che fu da un al-
Giovanni Gaetani, o Caetani {^Ve- tro soggiunto, che nemmeno po-
di), dell'illustre prosapia di cui teva chiamarsi malvagio in sé stes-
trattammo a quell'articolo, nacque so uno scritto, eh' era stato fatto
in Gaeta, e sino dalla sua verde unicamente per salvare il popolo
éJà fu posto sotto la disciplina di di Dio dall'estrema desolazione e
Odorico, uomo di santa vita, ed ab- sciagura. Dipoi Pasquale. II, ed an-
bate di Monte Cassino, che a tal che prima, ad istanza del cardinale
uopo lo richiese ai suoi nobilissimi sollevò alla dignità cardinalizia pa-
genitori. Seguendo le orme del suo recchi valorosi soggetti, e fra gli

maestro professò la regola di s. altri Pietro Pisano, Ugo di Alalri,


benedetto, e fece tali e sì mirabili e Gregorio Gaetani. Scrisse il car-
progressi nella pietà e nelle lette- dinale alcune opere, che più non
re, che Vittore III Io fece cancel- esistono: il Maimburgo nella Sto-
liere di s. romana Chiesa, e quan- ria della decadenza dell' imperio,
tuntpie assai giovane, Urbano II lib.IV, pag. 344> 'o celebra uomo
del 1088 lo creò pel primo car- di santa vita, di consumata pru-

dinale diacono, confermandolo in denza, ed il più savio del sagro


detta carica, nella quale proseguì collegio ; e Corrado Uspergense lo

sotto Pasquale IT, come nel di lui qualifica uomo prudente, venei'an-
pontificalo continuò nell' uffizio di do ed irrepi'ensibile , e valido so-
bibliotecario di s. Chiesa pur con- stegno de' romani Pontefici. Alla
feritogli da Urbano II. Pasquale II morte di Pasquale II meritò il
gli assegnò per diaconia la chiesa cardinal Giovanni di essergli dato
di s. Maria in Cosmedin, che il a successore col nome di Gelasio
cardinale arricchì di rendite, di sa- II {Vedi).
gri arredi, e di vasi d'argento. Di- GAETANI Gregorio, Cardinale.
fese con gran forza e valore Pa- Gregorio Gaetani da Anagni es- ,

squale II nel sinodo tenuto in Ro- sendo scrittore apostolico, ad istan-


ma nel ir 12, nel quale il Papa za del cardinal Giovanni Gaetani
condannò il privilegio delle inve- fu da Pasquale II del 1099 creato
stiture ecclesiastiche, estorto a lui cardinale diacono, e per diaconia gli

con violenza dall'imperatore En- fu assegnata la chiesa di s. Lu-


rico V, in tempo di sua prigionia. cia in Septisolio. Intervenne ai con-
Avvenne in questo sinodo che s. cilii di Guastalla e di Laterano
Brunone vescovo di Segni qualifi- celebrali da Pasquale II ; fu col
cò tal privilegio per un'eresia, ed cardinal Pierleoni incaricato della
avendo alcuno de' circostanti sog- legazione delle Gallie, e contribuì
giunto, dunque essere eretico l'au- col suo suffragio alle elezioni di

tore, il cardinale compreso da giu- Gelasio II, e di Onorio li. Morì


sto zelo, in questi termini rispose sui primi di luglio, nel pontificato
al vescovo. " In un concilio adun- di Onorio li.

que, e alla nostra presenza , ardi- GAETANI Villano, Cardinale.


sci tu chiamare eretico il romano Villano Gaetani da Pisa, di nobile
1 ,, ,,

GAE GAE loi


prosapia, e secondo alcuni della fa- re la causa dell'eletto alla sede di
miglia Villani, essendo arcivescovo Magdeburgo. Caduto dalla grazia
di sua patria, Lucio II nella vigi- dell'imperatore, attese le sue aspre
lia di Pentecoste del ii44 lo creò e dure maniere, o per aver stabi-
cardinale prete, e per titolo gli lito delle cose contro la volontà e
concesse la chiesa di s. Stefano nel mente del principe, fu costretto a
monte Celio. Avendo nel 1161 de- ritornarsene senza aver nulla otte-
terminato Alessandro III di con- nuto , e nel viaggio finì il corso
dursi in Francia, la repubblica di del viver suo nel 154, e non pri-
1

Pisa gli mandò sino a Terracina ma come dice il Fanelli nella cro-
una nave ben corredata , insieme nologia della famiglia Gaetani di
col proprio arcivescovo Villano, il Pisa. Intervenne ai comizi in cui
quale accompagnò il Papa in quel fui-ono eletti Anastasio IV, ed A-
regno. Nel 1 1 SS non avendo egli driano IV.
voluto riconoscere l'antipapa Pa- GAETANI Pietro, Cardinale.
squale III, ch'era sostenuto dall' im- Pietro Gaetani da Pisa, di nobile
peratoi'e Federico I, fu cacciato in famiglia, canonico di Maria s. del
esilio,ed in suo luogo fu colloca- Reno di Bologna, e perciò da al-

to nella sede di Pisa Benincasa dei cun creduto bolognese. Alessandro


Benincasi canonico di quella me- III in Sens nel ii65 lo creò car-
tropolitana, che ricevè la sacrilega dinale diacono, assegnandogli per dia-
episcopale consagrazione dal detto conia s. Maria in Aquiro , donde
antipapa. Dopo tre anni d' esilio nel 1173 passò all'ordine presbi-
potè nel 1171 ritornare al pacifi- terale, ed al titolo di s. Susanna.
co possesso della sua chiesa. I suoi Fu incaricato insieme col cardinal
integerrimi costumi e soavi ma- Manfredi diacono di s. Giorgio
niere lo l'esero così amabile, che della legazione a Guglielmo re di
fu chiamato la delizia degli uomi- Sicilia ,
per implorare
suo aiuto il

ni, che ne compiansero amaramen- contro l'imperatore Federico I, che

te la perdita sul fine del 1174? avea assediato Roma. Dipoi con
che fu l'ultimo di sua vita. 11 suo altri sei cardinali si trovò presen-
nome è registrato tra gli elettori te quando Federico I abiurato |o
di Eugenio III ; e del suo cardi- scisma, riconobbe per legittimo Pa-
nalato, come delle virtù, fa testi- pa Alessandro III ; e pieno di me-
monianza Innocenzo III, nel lib. II riti e di gloria, passò all'altra vi-
delle Decretali^ tit. 26 de prae- ta circa 1188, dopo aver con-
il

scripL corso alledi Lucio III


elezioni
GAETANI Gherardo, Cardina- Urbano III, Gregorio VIII, e Cle-
le. Gherardo Gaetani nobile pisa- mente III. Dicesi che fosse sepolto
no, della famiglia di Gaeta, cano- in s. Maria del Reno; e l'abbate
nico della metropolitana di Pisa, ed Trombelli, nelle Memorie storiche
affine di Eugenio III, il quale nei di s. Maria del Reno, al cap. 227
1 46 lo creò cardinale diacono parla a lungo di questo cardinale.
conferendogli per diaconia la chie- GAETANI SoFFREDO o Goffre-
sa di s. Maria in Via Lata. Ana- do, o Goffre-
Cardinale. Soffiedo
stasio IV lo deputò legato all'im- do de' conti Gaetani da Pisa ni- ,

peratore Federico I, per termina- pote dell'arcivescovo di tal città


,

I oa GAE GAE
seppe unire alla pietà In dottrina. conferita per diaconia la chiesa di
Essendo canonico della cattedrale s. Eustachio ; indi passò al titolo

di Pistoia, fu da Eugenio III suo di s. Susanna quando fu annovera-


affine fatto suddiacono della Chiesa to ali' ordine presbiterale. Nel 122 1
romana, da Lucio IH creato in
e Onorio 111 lo fece vescovo di Sa-
Vellelri, nel dicembre i 182, cardi- bina, ed eletto dal capitolo di Pa-
nale diacono, con la diaconia di s. rigi a suo vescovo, non volle ac-

Maria in Via Lata, donde passò al cettare. Intervenne alla solenne con-
titolo di s. Prisca, quando Celesti- sacrazione, che in detto anno fece
no III nel 1193 lo dichiarò del- Onorio III, della chiesa de' ss. Vin-
l'ordine de* preti. Urbano III gli cenzo ed Anastasio alle acque Sal-
Lombardia, con
die la legazione di vie morì probabilmente nel i223
:

Rolando cardinal di s. Maria in encomiato pel suo sapere e virtù.


Portico; ed Innocenzo III l'inviò GAETANI Benedetto, Cardina-
a Venezia per impegnare la repub- le. V. Bonifacio Vili Papa.
blica a concorrere nella guerra di GAETANI Benedetto, Cardina-
Terrasanta destinandolo eziandio
, le. Benedetto Gaetani da Anagni,
legato de' crocesignati, siccome ec- nipote del cardinal Benedetto seniore,
clesiastico di specchiata pietà , di il quale fu poi Bonifacio Vili , ad
eminente dottrina, ed integrità di istanza dello zio, s. Celestino V, pres-
vita, e potente nelle parole come so di cui godeva grande autorità e
nelle opere. Parti per la Soria col gli avea predetto il pontificato, lo
cardinal Pietro di Capua, e fu ono- creò in settembre 1294 cardinale
revolmente accolto in Costantino- diacono, conferendogli per diaco-
poli dall' imperatore Baldovino J, nia la chiesa de'ss. Cosma e Damia-
dove nella chiesa di s. Sofia pro- no. Breve però fu il suo cardinalato,
mulgò alcune savie leggi riguar- mentre poco prima di aver goduto
danti la pace scambievole tra i due anni la sua dignità, morì nel
greci e i latini. Richiesto per pa- 1 296, e fu tumulato nella cappel-
store dal clero e popolo di Raven- la di s. Bonifacio IV della basili-
na, Innocenzo III stimò meglio ri- ca vaticana, da dove nel 1606 fu
serbarlo in servigio della Chiesa u- trasportata la sua spoglia mortale
niversale; tuttavolta il Pontefice nelle grotte vaticane, e posta ai
approvò r elezione che di lui fece- piedi di quella di Bonifacio Vili.
ro il re di Gerusalemme e il ca- Favorì col suo voto l'elezione del-
pitolo del s. Sepolcro in patriarca lo zio, ed è lodato da s. Antonino
di quella città, ma il modesto e come uomo prudente letterato ,

prudente cardinale non volle accet- magnanimo, e zelante difensore dei


tare, e fece eleggere Alberto vesco- diritti della Chiesa.
vo di Vercelli. Ritornato in Italia GAETANI TOMMASI Jacopo,
mori nell'anno 121 i, dopo essere Cardinale. Jacopo Gaetani Tommasi
intervenuto alle elezioni di cinque nobile di Anagni, nato in Alatri
Papi. dalla sorella di Bonifacio Vllf, per
GAETANI Aldebbando, Cardi- cui aggiunse al proprio cognome
nale.Aldebrando Gaetani patrizio di Tommasi quello di Gaetani ,

romano, da Innocenzo III del i rg8 ebbe per Gualcuano


padre fra- ,

fu creato cardinale diacono, e gli fu tello del cardinal Jacopo da A latri


GAE GAE io3
crealo dal suo afline Gregorio IX, tomba il degno nipote, universal-
e per fratello Giovanui vescovo di mente compianto.
delta citlà. Di tenera età profes- GAETANI STEFANESCHI Ja-
sò nell'ordine de' minori di s. Fran- copo , Cardinale . V . Stefaneschi
cesco , dove fece tal profitto nelle Gaetani Jacopo.
scienze che fu riguardalo per uno GAETANI Fra^tcesco, Cardinale.
de' più dotti teologi de' suoi tem- Francesco Gaelani nobile di Ana-
pi , come che uomo di singoiar gni, canonico della chiesa di Porto,
probità di vita , ed ornato di cappellano pontifìcio, uditore di ro-
straordinaria dottrina. Nel 1282 fu ta , e poi tesoriere, avendo acquista-
eletto dal capitolo della cattedra- to somma perizia nell'uno e nell'al-
le di Alatri a vescovo della propria tro diritto , congiunta ad eguale
patria, nelgoverno della qual chie- probità di vita, fu poi in i sta lo se-
sa applicossi con zelo e pietà alla condo alcuni di prestare l' opera
riforma de' costumi, ed a promove- sua allo zio Bonifacio VII! , nella
re il culto di Dio, e la salute delle compilazione del sesto delle decre-
anime. Chiamato nel 1290 da Ni- tali. Da quel Papa, eh' era fratello

colò IV alla corte pontificia pel del proprio padre, a' 17 dicembre
disimpegno di vari affari di rilie- i2g5 fu assunto alla dignità car-
vo, rinunziò il vescovato acciò col- dinalizia, colla diaconia di s. Maria
la sua assenza non venisse detri- in Cosmedin. Trasferita da Clemen-
mento a quella chiesa. Divenuto te V la residenza pontifìcia in A-
Pontefice lo zio, questi non tanto vignone ivi con gran costanza e
,

per la parentela, quanto per le sue valore difese dalle impostuie e ca-
lare prerogative, nella sua prima lunnie l'illustre memoria di Boni-
promozione de' 1
7 dicembre lagS facio Vili, alla presenza di Clemen-
per il primo lo creò cardinale prete, te V, di Filippo IV re di Francia,
e per titolo gli die la chiesa di s. e di molti vescovi : di questo grave
Clemente, cui egli restaurò ed ab- argomento trattammo pure all'arti-
bellì con gran spesa, con ornati e colo Francia [Vedi). Dopo avere col
mosaici, onde a suo onore nella suo suffragio favorita l'elezione di
fronte della tribuna furono posti Benedetto XI, Clemente e Gio- V
alcuni analoghi versi. Con lustro e vanni XXII, compì la sua carriera
decoro sostenne varie legazioni; sof- mortale in Avignone nel 1827. Al
frì prigionia ed obbrobri, quando destro lato del portico della basili-
in Anagni fu sacrilegamente vili- ca di s. iMaria in Cosmedin , nel
peso Bonifacio "Vili, da Nogaret ed 1786 con elegante iscrizione rin-
alili ministri di Filippo IV re di novò la sua memoria Onorato Gae-
Francia. Tutlavolta potè prestare tani d'Aragona degli antichi conti
valido aiuto allo zio , ed unito al di Fondi.
cardinal Luca Fieschi , mosse gli GAETANI CECCANO A?wibal-
anagnini contio i traditori, e libe- DO , Cardinale. V. Ceccano A?fNi-
rò il Pontefice dalla triste situazio- BALDO, Cardinale^ e l'articolo Fra-
ne, che faceva temere di sua vita. scati., ove si parla del famoso ca-
Ritornato il Papa in Roma col car- stello della Molara, signoria degli
dinale, morì agli 11 ottobre i3o3, Aunibaldi.
e nell'anno seguente lo seguì nella GAETANI Antonio, Cardinal»-
,

1 o4 G AE GAE
Antonio Gaelaui il seniore, della no- Nicolò o Gjla Gaetani romano, dei
bilissima ed antichissima famiglia duchi di Sermoncta, nipote cugino
de' conti di Fondi, nacque in Ro- di Paolo III, questi nell'età di do-

ma, ove sino dall'adolescenza si de- dici anni lo creò cardinale diacono,

dicò allo stato ecclesiastico. Dopo e dopo averlo riserbato in petto


fatti con distinzione i suoi studi ,
quindici mesi, lo pubblicò nel con-
ottenne nel 1 895 da Bonifacio IX cistoro dei 27. diccnjbre i536, e gli
il patriarcato d'Aquileia, dove am- conlerì in diaconia la chiesa di s.

massò cospicua somma di denaro Nicolò in Carcere. Indi gli die in


dignità che rinunziò quando quel amministrazione la chiesa di Quim-
Papa ai 27 gennaio o in febbraio per nella Bretagna minore , nel
del i4o2 lo ci-eò cardinale prete, laSy quella di Bisignano , e nel
col titolo di s. Cecilia. Innocenzo 1 539 di quella Gonza, la (juale fu
VII lo trasferì al vescovato di Pa- da lui dimessa nel i5^6. Allóra con-
lestrina, chiesa che liberamente ras- seguì l'arcivescovato di Capua , in
segnò nel 1409 l'cl concilio di Pi- cui celebrò il concilio provinciale,
sa, pel bene della pace e della con- e fondò poscia il seminario secon-
cordia, laonde Alessandro V lo fe- do i decreti del concilio di Tren-
ce vescovo di Porto e s. Rufllna , to: lo rinunziò nel i549 ^*^" '^"
ed amministratore della chiesa di gresso a Fabio Arcella, che morto
Fiesole, che per altro rinunziò nel nel breve spazio di un anno, il car-
i4' I. Inoltre da Innocenzo VII dinale ne riprese il governo. Distin-
ebbe la carica di penitenziere mag- guendosi per senno e destrezza ,
giore e la dignità di arciprete del- Paolo III gli affidò la legazione al-
la basilica lateranense ; e Grego- l' imperatore ed al re di Francia ,

rio XII gli conferì amplissima giu- per quietare i tumulti della guerra
risdizione sui penitenzieri minori di da' (juali era agitala la Toscana, a
Roma, con facoltà di correggerli e motivo del principato di Siena. Fu
riformarli. Ma
quando GregoiioXlI fatto protettore del regno di Sco-
si vide abbandonato da lui, per re- ria, in tempo che la regina Maria

carsi al concilio di Pisa, con bolla Sluaida, veniva dalla regina Eli-
data nel i4o9 '" llimini lo depose sabetta ritenuta iniquamente in car-
dal cardinalato , ciò che il concilio cere; quindi non mancò di acco-
non valutò punto. Fra le belle do- gliere e sovvenire i vescovi cattoli-
ti che rifulsero nel nostro cardina- ci dell'Inghilterra, Irlanda ed Iseo-
le, si distinse la singoiar divozione zia, costretti a fuggire la fiera per-
verso Beata Vergine
la in onore , secuzione di Elisabetta e degli altri
della quale fabbricò a proprie spe- eretici , ed i cattolici esuli per l' i-

se la tribuna della chiesa di s. I\Ia- stessa causa, i quali trovarono nel


ria sopra Minerva di Roma , nella cardinale un asilo, ed ogni
sicuro
quale fu sepolto nel i4'2, epoca di sorla di prendendo cura
benefizi ,

sua morte, al destro lato dell'aitar dei giovani fuggitivi, onde proseguis-
maggiore, con breve iscrizione. In- sero i loro studi. In Cisleina [Fedi),
tervenne e contribuì all'elezione di feudo di sua casa, fondò un con-
quattro Papi, e terminò di vivere vento ai francescani, e dopo essere
agli li di gennaio. intervenuto a sei conclavi, perchè
GAETANI Nicolò, Cardinale non fu in quello di Sisto V, morì
GAE GAE 10^
lu Roma nel i585, con quaranla- lalere in Francia per tutelare la

selte anni di cardinalato. Trasferi- vacillante religione dalle mene de-


to cadavere nella basinca di Lo-
il gli ugonotti, ed assistere all'elezio-
reto, fu eretto un magnifico a-
gli ne d' un re cattolico, e fu alloggia-
vello, decorato di preziosi marmi, to in Parigi nell'episcopio: in pas-
colla sua statua di bronzo, ed iscri- sare da Torino, avendo osservato
zione che vivente vi fece collo- che la chiesa della Madonna della
care. Consolazione, celebre per ima mira-
GAETANI ENRICO Cardinale. , colosa immagine che ivi si venera-

Enrico Gaetani nobile romano, dei va, era troppa angusta, a sue spe-
duchi di Sermoneta, nel qual feudo se ne fece fabbricare altra pili am-
nacque a' 6 agosto i55o, nipote pia e magnifica. Nell'assedio di Pa-
del cardinale Nicolò , diede opera rigi diede quanto aveva in sollievo
allo studio delle leggi nell' univer- de' poveri, e quando terminò il de-
sità dove ne fu laurea-
di Perugia, naro vendere i suoi argenti e
fece
to. Provveduto quindi da Grego- suppellettili. Tornato a Roma fu ai

rio XIII d'una pingue abbazia, nel- conclavi di Gregorio XIV , non
l'età di ventun anni entrò in pre- giungendo a tempo per quello di
latura, e fu fatto referendario del- Urbano VII, non che d'Innocen-
le due segnature , ed incaricato di zo IX e di Clemente Vili. Questi
provvedere alle necessità de' poveri, nel 1596 lo inviò legato in Polo-
ridotti dal Pontefice ne' recinti del- nia, per conchiudere la lega contro

la chiesa di s. Sisto. Essendosi di- il turco , dopo la quale terminò i


portato con valore, non meno nel- suoi giorni in Roma a' i3 dicem-
la nominata commissione, che in bre del 1^99, e fu sepolto nella
altri incarichi ne' quali lodevolmen- cappella che in s. Pudenziana ave-
te esercitossi nello spazio di quin- va eretta per tomba di sua nobilis-
dici anni, Sisto V nel i585 lo di- sima famiglia. In essa si ammira
chiarò patriarca di Alessandria , e un superbo deposito del caidinale
ai dicembre lo creò cardinale
i8 con busto di marmo scolpito al na-
prete col titolo di s. Pudenziana
,
;
turale, nella cui base .si legge uà
indi nel i586 lo fece legato di Bo- magnifico elogio. Da Gabriele de
logna, e nel 1587 camerlengo di Cai vis si ha l' O ratio in laude ni
s. Chiesa. Gran bene opeiò nella cardinalis Furici Cajetani, stam-
sua chiesa litolare, fortificando con pata in Roma, e diversi scritti con-
nuovi pilastri i muri rimovendo , temporanei ne esaltano le gloriose
alcune colonne che ingombravano sue gesta. Questo gran cardinale a
la navata di mezzo, e i pulpiti an- decoro di sua rappresentanza, spe-
tichi dimarmo; restaurò il ciborio, se immense somme nelle legazioni
rifece con magnificenza 1' altare di Francia e di Polonia , siccome
maggiore , con cupola ,
pitture, magnanimo e generoso con tutti,
dorature, fregi ed ornati: vi edifi- come lo era nel sostenere la digni-
cò una sontuosa cappella, della qua- tà della santa Sede, e nel procu-
le parlammo agli Caetani e
articoli rare ogni vantaggio alla religione
Chiesa eli s. Pudenziana , ove in- cattolica. Protesse le lettere e i let-
trodusse i cistcrciensi di s. Bernar- terati ; slimato da tutti, il suo no-
do. Nel i58q fu spedito legalo a mo si rese cclcbratissimo, ed a tan-
,

io6 GAE GAE


te belle doti si aggiunse quelle di lo era pure del eardinal Aldobran-
un maestoso aspetto. dino arcivescovo della medesima.
GAETANI BoTfiFAcio, Cardinale. GAETA INI Antonio, Cardinale.
Bonifacio Gaelani nobile romano Antonio Gaetani il giuniore nobile
de' duchi di Sermoneta, nipote del romano dei duchi di Sermoneta
,
,

caidinal Enrico, dopo essere stato fratello del cardinal Bonifacio , fu


promosso nel 1599 da Clemente Vili promosso nel i6o5 da Paolo V al-

al vescovado di Cassano, e da Pao- l' arcivescovato di Capua , il quale


lo V al governo della Romagna ,
ritenne per diecisette anni, benché
quest'ultimo agli i i settembre 160G impiegato nelle nunziature di Ger-
lo creò cardinale [irete, col titolo mania e di Spagna da lui sostenu-
di Pudenziana, indi nel 161 3 lo
s. te con lustro e decoro, prudenza,
trasferì all' aixi vescovato di Taran- dottrina e singoiar eleganza nelle
to, dove nell'anno seguente celebrò Paolo V lo richia-
lettere epistolari.
il sinodo diocesano, pubblicandone mò dalla Spagna, con dispiacere di
colle stampe a vantaggio del clero quella corte e lo fece andare alla
,

e del popolo le costituzioni in esso sua sede. Divenuto Pontefice Gre-


fatte. Appena insignito della digni- gorio XV lo invitò a restituirsi in
tà cardinalizia abbandonò l'allegria Roma con
applauso universale, e
e la conversazione, mostrandosi gra- a' 19 aprile 162 lo creò cardina- i

ve «d esemplare nella condotta, fi- le prete, col titolo di s. Pudenzia-


no a predicare sovente nella sua na: allora con beneplacito pontifi-
chiesa con grande edifi-
litolare , cio, rinunziò la chiesa di Capua al
cazione, ed infinito concorso di a- nipote Luigi, poi cardinale. Avan-
scoltanli. Altrettanto fece in Raven- zato negli anni, ed assai debole di
na nella chiesa de' teatini, pei qua- complessione, prendeva qualche sol-
li ebbe sempre tenero alTelto, essen- lievo nella caccia , la quale però gli

do legato di Romagna. Tornato in mentre nel suo feu-


fu fatale, poiché
Roma placidamente nel 161 y v'in- do di Cisterna era occupato a da-
contrò la morte, nella fresca età di re una caccia ad alcuni signori ro-
ciiiquanl'anni, venendo sepolto nel- mani , contrasse un'infermità che
la splendida cappella gentilizia, nel- lo balzò nella tomba, nel i624> ^i
la chiesa del suo titolo. Questo car- anni cinquant'otto, e fu sepolto
dinale fu di sottile e penetrante in- nella cappella gentilizia del suo ti-

gegno, assai portato alla satira, cui tolò. Intervenne al conclave per
più volte fece segno lo stesso car- l'elezione di Urbano VIII; fu uomo
dinal Pietro Aldobrandini, di soai- dotto e grave, tranne certa morda-
nia autorità nel pontificato dello dacità in lui naturale, massime nel-
zio Clemente Vili, per cui nacque lo scrivere; e fu uno de' più ze-
tra essi non poco risentimento. E lanti promotori dell'accademia de-
.siccome il cardinal Aldobrandini, gli umoristi fondata in Roma.
dotato di magnanitne doti, era do- GAETANI Luigi, Cardinale. Lui-
minato dall' orgoglio, per abbassar gi Gaetani nobile romano, de' du-
questo, Paolo V, dicesi che elevas- chi di Sermoneta, nipote dei due
se al cardinalato, e conferisse la le- cardinali Bonifacio e Antonio, sot-
gazione di Romagna al Gaetani, to il primo fece i suoi studi in R^a-
con la residenza in Ravenna, che venna , che poi compì in Roma,
GAE (i AE 107
dove nell'età di vent' otto anni ot- nobiltà di casato e per esiniia pie-
tenne la laurea di giurisprudenza. tà. Il cognome di sua fàr)iig!ia

IN'cl 1622 Gregorio X\' lo die per vuoisi derivato da un antenato


coadiutore al cardinal Antonio di che abitava in Atene, o da Ate-
lui zio nell'arcivescovato di Capua. nio, o da un console romano sot-
col titolo di patriarca di Antiochia. to r imperatore Onorio. Posto ap-
Nel tempo del governo dell' arcidio- pena nato sotto la protezione del-
ce.si ,
per invari;ibile costume nelle la Beata Vergine dalla pia geni-
frequenti visite che ad essa faceva, trice, e da lei cresciuto nelle cri-

usava di non prendere giammai co- stiane virtù, ancor fan-


s' inoltrò
sa alcuna dai visitati tanto chieri- ciullo nelle vie della santità. Spo-
ciche secolari; ed in ogni settima- glio d'ogni affetto terreno, e so-
na lavava piedi a dodici pellegri-
i lo anelando ai beni celesti, si oc-
ni, che serviva poi a mensa : anzi cupò della meditazione dell'eterne
nell'anno santo 1625 albergò ed verità, e del vantaggio spirituale e
alimentò talora trecento , talora corporale del prossimo. Non tras-
cinquecento, e tie volte anche mil- curò per altro lo studio delle scien-
le pellegiini. A premiare tanta vir- ze, che fece gran profitto nella fi-
tù. Urbano Vili a' ig gennaio 1626 losofia e nella teologia, e ricevette
lo creò cardinale prete, col titolo in Padova la laurea dottorale nel-
di s. Pudenziana. Dotato di acutis- le leggi civili e canoniche. Abbrac-
simo e peispicace ingegno, di grau ciò in seguilo lo stato ecclesiastico,
dottrina e pari integrità di costumi, e fece edificare a sue spese una
I
si rese oggetto di ammirazione agli cappella a Rampazzo, per facilita-
altri cardinali, massime nell' espor- re a que' ch'eran lontani dalla
re nelle congregazioni il proprio parrocchia i mezzi d'istruirsi e di
sentimento. Mirabile fu pure in lui servire a Dio. Non parendogli di
l'economica azienda domestica, per poter menare fra' suoi concittadini
cui rese considerabili vantaggi alla quella vita oscura ed austera che
sua casa gravata di debiti : diletta- avrebbe desiderato, si recò a Ro-
vasi alquanto di moti arguti e sa- ma, e nella chiesa di s. Dorotea fon-
tirici, ma affatto innocenti. IMori \n dò la confraternita del divino a-
Roma d'anni quarantasettc nel 1 642, more, che poi tanto propagò. Ma
e fu sepolto in s. Pudenziana, nel- la sua grande umiltà non potè
la tomba di sua famiglia. Fu qne- coprire le sue virtù, e Papa Giu-
'1 sto cardinaleche vendette il palaz- lio II obbligollo ad esercitare 1' of-

zo Gaetani a s. Maria in Posterula, fizio di chieiico di camera, e di


ed acquistò quello che poi comprò protonotario apostolico, cariche che
l| la famiglia Ruspoli , al modo che rinunziò dopo la morte di quel
dicemmo al volume VI, pag. 216 Pontefice. Ritornato a Vicenza, si
del Dizionario. unì a' poveri confratelli di s. Giro-
GAETANO di TiKNE (s.). Nac- lamo, a fine di partecipare al dis-
que in Vicenza, e foise in Tiene, prezzo in cui tenevali il mondo,
borgo del Vicentino, che apparte- essendo persone di bassa condizio-
neva alla sua famiglia, circa il 1480 ne. GT infermi ed i poveri della
da Gaspare di Tiene e da Maria città divennero l'oggetto delle sue
Porta, ragguardevoli ambedue per tenere cure. Accrebbe considerabil-
IO» GAE GAE
mente le rendite delio spedale de- pio e colla predicazione a questa
gl'incurabili, nel quale assiduo ser- grand'opera. Delineato il loro pro-
viva i più schifosi malati. Trasfe- getto, lo presentarono al medesimo
ritosi poscia a Venezia, quivi e- Papa Clemente VII, e fu esaminato
ziandio dedicossi ad assistere gli in un concistoro di cardinali. Per
ammalati, alloggiando nello speda- contrapporre al veleno dell'avarizia,
le che eravisi di recente fabbrica- ordinariamente al clero cosi fune-
to, e se ne occupò con tanto zelo sto, il più sublime distaccamento
che n'è riguardato come il princi- delle cose del mondo, si spogliaro-
pal fondatore. Arruolò non poche no dei loro abbandonan-
beni, ed
persone in servigio de'poveri sotto dosi interamente alla Provvidenza
la sua condotta ; alle austerità del- non vollero avere neppur rendite
la penitenza accoppiò le virtù dei in comune. Arduo proposito, e che
più famosi contemplativi, e fece sembrando poco prudente, fu con-
moltissime conversioni : sicché di- trariato; ma dimostrando i fonda-
ceasi di lui, ch'era un serafino al- tori che quello era stato l'esempio
l'altare ed un apostolo in cattedra. del Salvatore e degli apostoli, e
Ma la generale rilassatezza del se- che quelli eh' erano onorati dal
colo opprimeva cuor di Gaetano, il medesimo ministero potevano an-
quindi suo confes-
consigliato dal cora seguirlo, ottennero l'approva-
sore, il p. Giovanni da Crema, dot- zione del loro istituto. Caraffa ne
to e pio domenicano, che lo giu- fu eletto primo superiore, e sicco-
dicava destinato da Dio a servire la me portava tuttavia il titolo di
Chiesa universale, ritornò a Roma, arcivescovo di Tea te, i chierici re-
ed unitosi con Giampietro Caraf- golari ricevettero il nome di Tea'
fa arcivescovo di o Tcale,
Chicli lini {^Vedi), e a' i4 di settembre
che fu poi Papa Paolo IV , Pao- 15^4 fi^cero i loro voli; questa è
lo Consiglieri dell'illustre casa dei la prima congregazione de' chierici
Ghislierij e Bonifacio di Colle gen- regolari, al cui esempio altre ven-
tiluomo di Milano, conferì con es- nero poi istituite. Bentosto Ro-
si sopra i mezzi più elficnci di ri- ma, anzi l'Italia tutta provò i

formare costumi de'cristiani, e per


i benefici effetti dello zelo di Gae-
la fama che presto acquislaronsi, tano e de'suoi compagni nel com-
mossero Adriano VI a chiamare battere gli errori della eresia, nel
nel suo palazzo Gaetano e Caraf- ristabilire il culto esteriore, nell'in-
fa per la riforma della corte roma- fondere nel clero il disinteresse e
na. Dipoi nel pontificato del suc- la regolarità, nell'istruire il popolo,
cessore Clemente VII, tutti conven- nel promovere la frequenza a'santi
nero che non sarebbesi potuta ef- sagramenli; e la rinomanza di lor
fettuare la riforma de'costumi cri- santità fece accrescere ogni dì più
stiani finché non si fosse ridestato il numero de'Ioro cooperatori, per
nel clero lo spirito e lo zelo de'primi cui quella congregazione prosperò
predicatoli del vangelo, perciò ri- grandemente.
solvcllero d'istituire un ordine di Sennonché 1' eresia di Lutero,
chierici regolari , i quali propo- nata nella Germania , serpeggiata
nendosi gli apostoli a modello del- nella Francia e nell'Italia, e dilat-
la l<u' vitn, roopcrassorn coli' esem- tatasi neir impero alemanno, avca
GAE GAE 109
posto sottosopra il mondo cristiano, per la carità di cui diede prova
e l'esercito di Carlo V, composto di durante una pestilenza che afflisse

quarantamila soldati tedeschi, spa- Venezia, ed una carestia che fu la


gnuoli, italiani ,
più di ventimila conseguenza di questo flagello. Pas-
de'quali luterani, inferocito e bal- sali anche i suoi tre anni, fu man-
danzoso per le vittorie, inasprito e dato a Verona, ove aiutò assaissi-
contumace per la dilazion delle pa- mo quel vescovo nel procurare la
ghe, sotto il coniando del ribelle riforma del suo gregge. L' anno
di Francia il contestabile di Borbone i532 ebbe l'incumbenza di anda-
venne di Lombardia a porre l'as- l'e a Napoli per fondarvi una co-
sedio a Roma. Costui dopo aver munità del suo istituto. Gli esem-
commesso ogni sorte di crudeltà pi e la predicazione di Gaetano pro-
restò spento all'attacco. Filiberto dussero un miglioramento genera-
Sciallon principe d 'Grange, fanatico le nei costumi del clero e del po-
luterano gli sottentrò tosto nel co- polo. Le cure suo ministero
del
mando, e la città fu presa d'assal- non gli facevano trascurare quella
to il giorno 6 maggio 1527. Le vit- della propria santificazione, e pas-
toriose masnade avide di bottino sava sei o sett' ore ogni giorno in
innondarono Roma, e vi commise- divoti esercizi, ne' quali era spesso
ro più crudeltà che non aveano favorito di grazie straordinarie e di
fatto i goti mille anni innanzi. Nel- consolanti visioni. Ritornato a Ve-
l'orrendo saccheggio e nella univer- nezia nel iSSy, esercitò per altri
sale rovina non fu risparmiata la tre anni la carica di superiore,
casa de'teatini, che restò quasi in- quindi ritornò a Napoli, dove go-
tieramente demolita. Un soldato vernò la casa del suo ordine, fin-
che avea conosciuto Gaetano a Vi- ché una malattia di languore, ca-
cenza, immaginandosi che possedes- gionatagli dai sofferti patimenti, e
se delle ricchezze, lo additò come dalle sue fatiche apostoliche ed
tale al suo uffiziale, il quale fecegli austerità, lo tolse di questa terra
soffrire insieme ai di lui pii com- a'7 d'agosto i547- ^8'' ^'O^'e mo-
pagni, mille torture ed indegnità riresopra un cilicio, disteso per
che il pudore vieta ricordare, per terra e coperto di cenere, nel qua-
forzarlo a consegnare un teso- le stato avea ricevuto gli ultimi
ro che non avea. Fu posto poi sagramenti. S. Gaetano fu glorifi-
in libertà tutto pesto e sfinito, ed cato da Dio SI in vita che dopo
uscì di Roma co' derelitti e mal- morte con mirabili prodigi per suo-
conci suoi compagni , senz' altro mezzo operati, la verità de'quali fu
avere che i loro breviari, e le ve- autenticata a Roma dopo un rigo-
sti ond' eran coperti Rifuggitisi . roso esame; fu beatificato da Urba-
a Venezia, vi furono benignamen- no Vili nel 1626, e canonizzato da
te accolti, e si stabilirono nel con- Clemente X
nel 167 1, ma non
vento di s. Nicola di Tolentino, ne venne pubblicata la bolla che
del quale Gaetano fu eletto supe- nel 1691. Egli è invocato quale
riore , essendo scorsi i tre anni intercessore della divina provviden-
stabiliti per la carica del Caraffa. za. Il suo corpo è venerato nella
L'universale riputazione della san- sua chiesa di s. Paolo a Napoli, e
tità di Gaetano crebbe ancor più celebrasi la sua festa il di 7 agosto.
,

1 io' (j a L GAL
CrAKTANO Vio Tommvso o ,
ia .si formarono diversi stati. Cre-
Cardinale. V. Vio Tommaso^ Car- so assoggettò la Paflagonia che
diti file. poscia divenne una provincia del-
GAGUARITA o CAUVARITA. l' impero dei persiani, e dopo la

.Sede episcopale della 13Ì7acena nel- sua distruzione di quello de'mace-


l'Africa occidentale, sotto la metro- doni ; ma verso l'anno 380 avanti
poli di Adiamito. Rogato suo ve- Gesù Cristo un' armata di gaulesi
scovo assistette alla conferenza di sotto la condotta di Leonorio, o di
Cartagine. Lulairo, avendo attraversato delle
GAIANITI. Eretici del sesto se- vaste regioni, penetrò sino nell'Asia,
colo, così chiamati da Gaiano ve- e s'impadronì di questo paese, che
scovo di Alessandria loro cupo. Es- dal loro nome
chiamò Galazia, si

si sostenevano la massima dell' in- ove parla vasi pur anco lo stesso
»:orrnttibilità della carne di Gesù linguaggio che a Trevcri al tempo
Cristo, già seminata in Ak"^'<andria di s. Girolamo. Tito Livio assicura
da Giuliano d' Alicarnasso; e pre- che questi gaulesi stabilirono cosi
tendevano che mercè l' unione del- bene ed in poco tenqio i\ loro do-
le due nature, Gesù Cristo fosse minio, che tutti popoli dell'Asia, i

stato esente da tutti mali e da i i quali stavano al di qua del mon-


tutte le passioni, tanfo generali del- te Tauro, ricevettero la loro leg-
la natura umana, quanto [lartico- ge.Furono però soggiogati poco
lari di ciascun individuo, e sol ad dopo dai romani, che loro lascia-
essi sottoposto quando egli lo aves- rono un'apparenza di libertà sotto
se voluto o permesso. Furono an- i tetrarchi, sino al tempo di Au-
che chiamati fantastici, aftardociti gusto, il quale della Galazia fece
ed incorrutticoli o incorruttibili. una provincia romana. Nel IV se-

Leonzio, De seclis, act. io, descri- colo la Gala/ia era divisa in tre

ve e confuta gli errori de'gaianiti. contrade, cioè la Galazia propria,


GAL AZI A, Galatia. Provincia la Isauria o Galazia Salutare, e la
dell'Asia minore, così chiamata dai Pallagonia, tutte sotto la diocesi Pon-
popoli gaulesi, denominati Ccllex tica nel dipartimento del prefetto
o Galnfes dai greci, quali dopo i del pretorio d' oriente. La prima
aver abbruciata Roma, e desola- governata da un console, stava in
ta l'Italia, vennero a stabilirvisi. mezzo alle altre due, avente An-
Si chiamò anche Gallo- Grecia, on- dra per capitale; al mezzodì l'Isau-
de indicare che anticamente era ria governata da un presidente, ed

occupata dai gaulesi o sia galli, e in essa eravi Laodicea ; al nord


dai greci. La Galazia presa in ge- e sul Ponte -Eussino la Paflago-
nerale era limitata a levante dal- nia, il cui governatore si chiama-
la Cappadocia mezzodì dalla
, a va correttore ; stavano in essa

Panfilia, all'occidente dall'Asia Mi- Sinope, Gangra , Pompeiopoli ec.

nore, dalla Bitinia e dal Ponto, I popoli originari della Galazia e-


ed al settentrione dal Ponte- Eussi- rano i Troeinei, i Proserluninilai-
no. I frigi furono prima padroni nì, i Byceni , e gli Orondicei. I

di questo paese, una parte del gaulesi stabiliti presso di loro


quale chiamossi Paflagonia, nella portavano i nomi di Tectosagi ,

quale dopo la distruzione di Tro- Tolistobogi, Fotiirei, e Amhiani.


GAL GAL I I j

La Galazia propria fu quindi chia- Xlll. Le sedi suffraganee sono Or-


ijiata Chiangara, e la sua capitale cissa, eretta nel V .secolo, Pilanis-
Andra chiamò Auguri, al pre-
si sa, e Trocmi
VI, Germia, Si-
nel
sente sotto il dominio della Porta nodia, Santo Agapito, Lotino^ .Spa-
uttoiuana. leo o Ginstinianopoli, Clanx o Clan-
Ili quanto alle notizie ecclesia- cum, Amorio, e INliricia, tutte fon-
stiche, l'apostolo Paolo annunziò
s. date nel rX secolo. Ambedue le
il vangelo ai galati, com'è riferito Provincie ecclesia-^tiche di Galazia,
dagli Ani apostolici iQ, v. 6. Nar- erano sottoposte nella giurisdizione
ra il Rinaldi all' anno 54, che i della diocesied esarcato di Ponto.
galati lo ricevettero con applauso GA Lamina Agostwo, Cardina-
grande, e tratlaronlo con sommo le. Agostino Galamina o Galamino
onore, come s. Paolo loro testificò nacque di oscuri genitori di Hri-
nelle sue epistole. Abbiamo di que- sighclla, diocesi di Faenza : professò
sto apostolouna lettera diretta ai nellordine de'predicatori nel con-
medesimi, e nella quale loro par- vento diMeldola, e divenne chiaro
la come un maestro a' suoi disce- per la scienza teologica non meno
poli. Egli v'inviò Crescente, e que- che per la santità della vita, avendo
.sto sembra in qualità di vescovo. nei pontificati di Gregorio XIII, e
1, Timoteo e. 4> 'o. 11 principe Sisto V lodevolmente esercitato
degli apostoli s. Pietro scrisse pu- l'uffizio d'inquisitore nelle città di
l'e ad essi come a gente già istrut- Brescia, Piacenza, Genova, e Mi-
ta nella fede di Gesìj Cristo. L'im- lano. Clemente Vili lo promosse
peratore Costantino fece della Ga- alla carica di commissario del s. uf-
lazia due Provincie, governata l'una fizio, e poi a quella di maestro del
da un proconsole, l'altra da un sagro palazzo apostolico, e nel 1 6o8
presidente Capitale della prima
. alla suprema magistratura del di
era Ancira che anteriormente lo
, lui ordine, il quale governò con
era stata di tutta la Galazia, che indefessa vigilanza, avendo nel i6i i
nel medesimo quarto secolo diven- tenuto nel convento di s. Jacopo
ne metropoli ecclesiastica, ed esar- di Parigi un capitolo generale in
cato della px'ima Galazia nel deci- cui promosse a tutto potere la ri-
moterzo , con nove vescovati suf- forma introdotta dal p. INfichele
fraganei. Altabia o Tabia, Eliopo- nei conventi della provincia di Lin-
li o Iliopoli, Aspona, Berinopoli o guadoca procurò quindi che si di-
:

s. Croce, Cinna, Anastasiopoli, Pia- latasse per tutte le provincie del


ciana, Misum o Mnesum, e Cala- regno, e a tale effetto stabili lo
mene : tutte sedi vescovili erette stesso Michele primo vicario ge-
p,
nel IV, V, e VI secolo, meno le nerale della congregazione riforma-
ultime due fondate nel IX. Capita- ta. Estese inoltre le sue cure nei
le della seconda provincia di Ga- regni del settentrione , bisognosi
lazia era Pessinonte ai tempi di di operai evangelici, attesa l'eresia
Teodosio ilGrande, nel medesimo che in quelle regioni menava trion-
IV secolo, con undici vescovati suf- fo. Spedì eziandio ferventi missio-

fraganei, essendo divenuta metro- nari nell'Asia e nell'America, come


poli ecclesiastica nel V secolo, ed nell'Indie orientali, e per tale ef-
esarcato della seconda Galazia nel fetto ordinò, che in ciascuna prò-
112 GAL GAL
\incia dell'ordine negli stati della mosine ai poveri, agli spedali ed ai
monarchia spagnuola si dovesse , monisteri, senza dimenticar la pro-
erigere una cattedra in cui s'inse- pria chiesa, alla quale donò pre-
gnassero le lingue orientali. Per la ziose suppellettili , e vi fabbricò
divozione singolare che nutriva per ima cappella adorna di vaghi mar-
la ss. Vergine, stabili nell'ordine mi. Nel 1620 lo stesso Paolo V
che nelle feste di rito semplice si lo trasferì alla chiesa di Osimo,
recitasse in coro dai religiosi l'of- ove subito diede saggio del suo
llcio della medesima. Mentre si zelo predicando, e in altri modi.
trovava in Parigi tutto occupato Fu osservatore delle leggi sulla re-
negli afiari del suo ordine e della sidenza, con frequenza visitò le dio-
rifórma , Paolo V a' 1 7 agosto cesi, celebrò sovente i sinodi dio-
1611 lo creò cardinale prete col cesani, si affaticò nella riforma dei
titolo di s. Maria d'Araceli, rite- costumi, ristabilendo 1' esalta di-
nendo il governo dell'ordine sino sciplina ne'monisteri; ed anche in
al nuovo capitolo. Indi nel ifii3 Osimo fu liberale coi poverelli,
il medesimo Papa lo lece vescovo recandosi una volta a prendere col-
di Recanati e Loreto, con gran la propria carrozza un viaggiatore
vantaggio di quelle chiese; dappoi- che seppe giacere abbandonato nel-
ché ornò il palazzo ad uso dei ve- le vicinanze di s. Maria della Mi-
scovi, provvide il seminario di co- sericordia, e provvide ai suoi bi-
moda e stabile abitazione, non che sogni. Talvolta , per obbedire al
di rendite sufficienti, riguardando- medico, alle interiori vesti di lana
lo sempre con predilezione. Essen- sostituì quelle di lino, senza abban-
do vice-protettore de' religiosi mi- donare l'aspro cilicio con cui cin-
nimi, nel 1617 presiedè al capi- gevasi i fianchi,né intermise le
tolo generale , tenuto in Roma flagellazioni con le quali tormen-
nel convento della ss. Trinità sul tava il suo corpo sino allo spar-
monte Pincio. Ritiratosi per vi- gimento di sangue. Riguardò i suoi
vere con raccoglimento nella sua famigliari domestici come amatis-
diocesi, tutto si diede all'istruzione simi figli, trattandoli con alTabilità

e cura del proprio gregge, ed alle ed umanità. Dopo essere interve-


frequenti visite delle due diocesi; nuto alle elezioni di Gregorio XV,
né queste sollecitudini, né lo splen- ed Urbano Vili, santamente morì
dore del cardinalato, rallentarono in Osimo nel iGSg, nell'età di
in lui lo spirilo di penitenza e ottantatre anni, con dolore del po-
mortificazione, osservando i digiu- polo, venendo sepolto nella chiesa
ni ed astinenze dell'antico suo or- del suo ordine, altri dicono nella
«line, e con molto rigore passando cattedrale, con lungo elogio posto-
l'intera quaresima in pane ed acqua: vi dalla congregazione di propa-
la sua frugalità edificava, e la sua ganda fìcle.^ lasciata da lui erede
dolcezza e carità guadagnava i cuo- universale de'suoi beni la qua- ,

ri. Sebbene le sue rendite non fos- le nella chiesa del suo collegio
sero considerabili , ne dispose con ili Roma ne collocò altra col suo
tale economia, che spendendo pel busto di marmo, come notammo
solo necessario, di frequente fu in al volume XIV, p. 220 del Dizio-
grado di contribuire generose li- nano. La vita di questo pio car-
1

GAL GAL ii3


dittale la scrisse il suo coneliyiosu to Arturio dal nome del genitore,
f"r. Paolo da Scio. Il Compagnoni nacque in Zambie, poi detta Val-
nel t. IV, p. 247 delle sue Mem. ila in Inghilterra, quantunque il
sloriclie de vesco^n d'Osimo, ne de- Godwino nel suo Commentario dei
scrisse le gesta ; e il p. Tonrnon prelati e cardinali inglesi a p. 643
nel t. V delle Fife degli uomini opini che sortisse la sua origine
illnslri dell' ordine de' predicatori, in Monmulh, onde fu detto I\lon-
a pag. iq8 ce ne dà la biografìa, multense, e dove olleiine la digni-
ed a p. 210 nota i prodigi ope- tà di arcidiacono. Professò noli' or-
rali da Dio a sua intercessione. Es- dine di s. Benedetto, in cui diven-
sendo vescovo d' Osimo impiegò ne assai colto ed erudito, non me-
mille scudi ad al)hellire la cappel- no in versi che in prosa pubbli- :

la del Rosario, nella chiesa di s. cò una storia d'Inghilterra, ricca di


Marco; lasciò venti luoghi di importanti notizie, sebbene alcune
monte al santuario di Loreto, per alquanto favolose. Eugenio III nel
partecipare delle orazioni e sagri- I 146, nella medesima promozio-
Hzi che si celebrano in quella ba- ne in cui fece cardinale I' altro in-
silica,e dieci ne donò alla Beata glese Nicolò Brekspear poi Adria-
Vergine dell'Olivo del convento di no IV, conferì a ono- lui eguale
Meldola, ove avea assunto l'abito re, dichiarandolo cardinal diacono,
di s. Domenico, oltre una lampa- indi vescovo di s. Ely o di s. Asafo.
da pagata duecento scudi; altra di Vuoisi che morisse nel i 1 7 i nel
maggior valore die al suo titolo; pontificato diAlessandro III, dopo
ed in morte ordinò si celebrassero venticinque anni di cardinalato.
tremila messe in suffragio dell'a- GALGANO Gregorio, Cardina-
nima sua. le. Galgano da s. Apo-
Gregorio
GA LANDÒ, Cardinale. Galan- stolo fu da Clemente IH a' 2
do da Alessandro III nel i65,
fu i marzo 1188 creato cardinale con
ovvero più tardi, creato cardinale la diaconia di s. Maria in Portico,
diacono, indi verso il 11 77 gli fu e forse passò poi all'ordine de' pre-
affidata dal medesimo Pontefice ti e al titolo di s. Anastasia. Di-
la legazione di Danimarca, nella versi Pontefici lo crederono degno
quale impose il sacro pallio ad As- d'incaricarlo di splendide legazioni :

salonne vescovo Roschildense , ad Clemente III lo inviò a quella di


onta dell'umile ripugnanza di es- Lombardia onde estirpare varie set-
so; anzi il cardinale oltre l'ammi- te di eretici, e singolarmente quel-
nistrazione di detta chiesa, l'obbli- la de' poveri di Lione, e degli ar-
gò a prendere il vescovato di Lun- ualdisti, contro i quali pubblicò al-
den. Saxo Grammatico che ciò nar- cune leggi; altrettanto d' ordine di
ra, loda il cardinale per l'integri- Clemente III fece nell'Ungheria e
tà ed esattezza con la quale com- in Alemagna. Innocenzo Ili lo spe-
pì il suo ministero, né altro si sa dì di nuovo in Lombardia, per in-
di lui. durre i piacentini a dar convenien-
GALDINO (s.), Cardinale. F. te soddisfazione per le ingiurie fat-
Valvassi Galdino, Cardinale. te al cardinal Pietro s. Maria di
GALFRIDO Arturio, Cardina- in Via Lata; lo mandò poi in Si-
le. Galfrido o Galfredo denomina- cilia a prender l' amaiinistrazione
VOL. XXVIII.

iwb'&nrvCT/ufc. reo.
ri4 GAL GAL
del regno, e la tutela del pupillo poi cardinale. In seguilo si poi lo
Federico figlio dell' imperatore En- in Roma , ed entrò nella nobile
rico VI e di Costanza, la quale in accademia ecclesiastica , ove conti-
morie Io pose sotto la protezione nuò i suoi studi. Nel 1794 il con-
del Papa. Alcuni lo dicono morto cittadino Pio VI lo fece suo came-
sotto Innocenzo III, altri sotto O- riere segreto partecipante e cano-
norio III, glorioso per le sue le- nico di s. Pietro, posto e benefìcio
gazioni. allora vacati per promozione di
GALLA (s.). Figlia del romano monsignor della Genga alla nun-
patrizio Simmaco il giuniore, fatto ziatura di Colonia, poi Leone Xli.
ingiustamente morire da Teodori- Nel 1798, allorché Pio VI fu dai
co. Maritatasi assai giovane, e pre- repubblicani francesi detronizzalo e
sto rimasta vedova, sprezzò le ric- trasportato altrove prigioniero, il

chezze e gli onori, per consagrarsi Galleffi, come non romano venne
al ritiro e alle pratiche di carità. obbligato da Roin.n
a e partire ,

Si fece fare una cella sul Vatica- tornarsene Termin;tto


alla patria.
no, presso le tombe dei santi apo- reflìmero governo repubblicano si
stoli Pietro e Paolo, pei quali ave- restituì in Roma , ed appena as-
va speciale devozione; ivi dopo sunto nel 1800 al ponlifìiato l'al-
aver profuso co' poveri il ricco suo tro concittadino Pio VII, fu fatto
patrimonio, (come dicemmo al prelato domestico, ed insieme eco-
Tol. XII, p. loo, e i56 e seg. del nomo e segretario della (congrega-
Dizionario ) macerava il suo cor- zione della rev. fabbrica di s. Pie-
po colla pili rigida penitenza. I più tro. Nell'anno seguente essendo sla-
distinti personaggi della Chiesa di to nominato visitatore apostolico
occidente rendevano omaggio alla dell' arcispedale di s. Spirilo il car-
pietà ed al fervore di che ri- lei, dinal Caraffa di Traietto, quegli lo
ceveva le loro istruzioni applicando- prescelse per suo convisilatore. Quin-
le alla pi'opria santificazione. Ab- di il medesimo Pio VII nel conci-
biamo ancora le lettere che s. Ful- storo de' 12 luglio i8o3 lo creò
genzio le scrisse dal luogo del suo caidinale prete , assegnandogli poi
esilio. Travagliata negli ultimi an- per titolo la chiesa di s. Bartolo-
ni di sua vita da continue e do- meo all'Isola; gli conferì l'abbazia
lorose malattie, mori circa la me- niillius di Subiaco, e poco dopo la

tà del sesto secolo. E onorata a'5 prefettura della congregazione del-


di ottobre. ì^. Ospedale di s. Gal- la disciplina regolare. Invaso di
la in Roma. nuovo per ordine dell'imperatore
GALLEFFI Pier Francesco ,
Napoleone lo stato pontifìcio dai
Cardinale. Pier Francesco Galleffi francesi, da questi obbligato nel
fu
nacque in Cesena a' 27 ottobre 1808 a partire da Roma, onde
1770 da Vincenzo Galleffi e da fece ritorno in seno della propria
Violante conlessa Fantaguzzi. In famiglia in Cesena. Dopo l' impri-
patria cominciò i suoi studi ,
pro- gionamento e trasporto in Francia
seguendoli sino alla filosofìa sotto di Pio VII, nel novembre del 1809
il Bonaventura Gazzola che in
p. , essendo stali costretti tulli i cardi-
quel tempo dimorava nel convento nali a recarsi in Parigi , dovette
dei minori riformati di detta città, ancor lui intraprenderne il viag-

\^<
1 ,,

G A L GAL 1 >

gio. Ivi giunto vi rimase per lo do divenuto sotto-decano del sa-


spozio di dieci mesi circa , unita- gro collegio. Dopo essere interve-
mente agli altri cardinali ; i quali nuto nei conclavi per le elezioni di
essendo poi caduti in disgrazia del- Piovili e di Gregorio XVI, fra
l'imperatore Napoleone per le note il compianto generale a' 18 giugno

esigenze, e per essere saldi e fer- 1837 morì in Roma d'anni 67. I

mi ne' propri doveri, furono nella funerali furono celebrali nella chie-
maggior parte dispersi in diversi sa della ss. Trinità de' pellegrini
luoghi, con espressa proibizione di cantando messa di requie il car-
la

portare qualunque insegna cardina- dinal Brignole, ove rimase tumu-


lizia , e privati eziandio di quanto lato, giusta la sua disposizione , a-
loro proveniva dalle rispettive fa- vanti l'aitar maggiore, con lapide
miglie. Al nostro cardinale fu as- ed iscrizione analoga. Altri funera-
segnata per dimora la città di Se- li furono celebrati nella sua chiesa
dan, e poscia Cliarleville nella pro- parrocchiale di s. Maria in Aqui-
vincia delle Ardenne al nord del- ro , nella delta chiesa tumulante
la Francia. Nel i8i3 chiamati tut- in Subiaco e negli altri luoghi di
ti i cardinali in Fontainebleau, ove sue diocesi, non che in molte chie-
dimorava allora Pio VII, ivi il car- se di Roma e di altrove. Come ca-
dinale restò finché vi risiedette il merlengo di s. Chiesa fu pure ar-
Papa. Disperso nuovamente da Na- cicancelliere dell'università romana:
poleone il sagro collegio il cardi- , fu aggregato alle congregazioni del
nale fu mandato a Lodeve, piccola s. offìzio , della concistoriale , del
città della bassa Linguadoca, ove concilio, dell'immunità, de' riti, del-
restò circa due mesi, giacché de- la cerimoniale , della disciplina re-
posto Napoleone dal trono resti- , golare, delle indulgenze e sagre re-
tuita la pace alla Chiesa e la li- liquie, dell'esame de' vescovi in sa-
bertà al Pontefice, potè come tutti cri canoni, dell'economia, degli stu-
gli altri restituirsi libero in Roma di, e della speciale per la riedifi-
nel iSi/j.} ove giunto, fu fatto da cazione della basilica di s. Paolo.
Pio VII segretario de' memoriali, Ebbe moltissime protettone di or-
e nel 1820 arciprete della basilica dini religiosi e luoghi pii, di chtà,
vaticana, e prefetto della congre- terre e castella dello stato pontifì-
gazione della rev. fabbrica di s. Pie- cio, il cui lungo novero si legge
tro, e nel concistoro de' 26 mag- nelle annuali Notizie di Roma del
gio di detto anno, lo preconizzò ve- 1837, a pag. 29 e seg. A volere
scovo suburbicario di Albano. Inter- accennare le principali, diremo che
venne al conclave per l' elezione fu protettore dell'ordine de'minori
diLeone XII, che nel 1824 gli con- osservanti e riformati , de' minori
ferì cospicua carica di camerlen-
la conventuali, del terzo di s. Fran-
go di s. Chiesa, colla quale rappre- cesco; de' monaci ed eremiti ca-
sentanza funse i' ufficio nelle due maldolesi, de^ chierici regolari mi-
sedi vacanti per morte di Leone nori, dell' ordine del ss. Salvatore
Xll e di Pio Vili, il quale nel di s. Brigida ; di vari monisteri e
concistoro de' 5 luglio i83o lo a- conservatorii; tra i sodalizi nomi-
vea trasferito al vescovato di Por- neremo l'arciconfrateruita del Gon-
to, s. Ruffina e Civitavecchia, essen- falone di Roma, quella della sanlissi-
,

ii6 GAL GAL


ma Trinità de' pellegrini è convale- cattedrale rinnovala nel 1780 con
scenti, e quella del ss. Rosario disegno del celebre Camporesi ar-
in s. Maria sopra Minerva ; di di- chitetto romano, decorata ili buoni
versi ospizi e chiese nazionali, co- dipinti, essendo quello dcH' altare
me ancora di ospedali: e finalmen- maggiore opera di Cristoforo Cn-
te delle città di Ascoli, Cesena, I- derperger : essa è dedicata a Maria
uiola, Civitavecchia, Yeroli, Narni, Vergine assunta in cielo, ha capi-
Camerino, Genzano, Forlimpopoli, tolo, ed è concattcdijile con Ci-
Trevi Cori Sezze Spello Urba-
, , , , vita-Castellana, e con Orte. Il ca-
nia, Arcevia, Civita-Castellana, To- pitolo si compone di dodici cano-
di , ec. ec. ; e di altri ventisette nici con due dignità, V arciprete e
luoghi. Questo illustre cardinale fu l'arcidiacono, quattro beneficiati da
compianto non solo da tutta Ro- erigersi, con cura d' anime di tutta
ma, ma da tutti suoi diocesani i la città affidata all' arciprete. Ave-
e principalmente da quanti potero- va quattro case religiose, cioè gli
no avvicinarlo tanta era la dol- ; agostiniani, i minimi, le Clarisse, e
cezza del suo naturale, la mansue- I cappuccini, ma per le vicende dei
tudine e l'ingenuità de' suoi costu- noti ultimi tempi non rimangono
mi ; alle quali doti dell' animo che i cappuccini. Il convento dei
seppe congiungere il corredo delle caj)puccini vanta di essere d terzo
più insigni virtù. Nascevano esse fondalo da quell ordine minoritico.
da sodi sentimenti di cristiana pie- II suo territorio è fertile, massime
tà, da inalterabile attaccamento al- in eccellente olio. Ha molte cave
la santa Sede apostolica, e da amo- di j>ielra calcarea, di peperino, di
re oltre ogni credere verso gl'in- travertino, e di pozzolana. Prima
digenti, co' quali fu sempre largo, aveva molti opifici, al presente vi
pronto ognora di prestarsi a van- è una fabbrica di maiolica. Il

taggio di chi ne implorava il pa- suo governo dipende da quello di


trocinio. Queste belle qualità erano Orte. Fu già feudo della nobile fa-
da tutti conosciute , come le prin- miglia Altemps 5 con titolo di du-
cipali prerogative dell'ottimo suo cato, il quale in un alle possidenze
cuore, che traluceva nel di lui dol- tuttora gode tal famiglia. Il Pon-
ce ed avvenente sembiante. Le qua- tefice Sisto V con breve de'3o
li cose, siccome gli meritarono in giugno i585 du-
eresse Gallese in
vita la comune stima, e in morte cato, a favore degli Ai Altemps.
il tributo de' pubblici encomii e nostri giorni il Papa Pio VII, con
del comune cordoglio, cosi ne per- breve de' 20 dicembre i8o5, gli
petueranno il nome alla posterità, confeimò il titolo di città ducale.
ed a tutti carissima ne serberanno Per molti secoli fu città libera, e
la memoria. di antica confederazione colla città
GALLESE (Gallcsin). Città ve- di Viterbo (fedi), come attestano
scovile dello slato pontificio nella il Bussi neir Istoria delia città di
delegazione apostolica di Viterbo, Viterbo a pag. 3g, ed il Sarzana,
posta in vicinanza al Tevere, nella Della capitale de' Tuscaniensi a
pianura ciscimina. Il palazzo duca- pag. 272. Aveva un forte castello
le è lodato disegno del Vignola. espugnato dal duca di Spoleto Tra-
Tra gli edifici sagri primeggia la simondo II , che poi lo restituì a
,

GAL GAL 117


s. Gregorio 111. L'occupò ancora il avendo Gregorio II scomunicato
s.

conte Gerardo, indi sconfino da l'imperatore d'oriente Leone l'I-


Roberto Guiscardo duca di Cala- saurico, siccome eretico persecutore
bria. In questo castello si fortifi- delle sagre immagini, e del loro
carono gli abitanti che riuscirono
, culto , il ducato romano
allora
a fugare l' esercito di Nicolò For- spontaneamente si sottomise a lui
tebraccio, ribelle alla romana Chie- nel dominio temporale: a quell'e-
sa : per queste ed altre lodevoli poca il ducato romano conteneva
azioni, Gallese fu ricolma di privi- sedici città, fra le quali Gallese, con
legi ed esenzioni dai Papi. altre sette della Campania. Non
L' origine di Gallese si pretende minor zelo mostrò s. Gregorio III,
farla risalire alla più remota an- immediato successore di s. Grego-
tichità, cioè sino ad Aleso o fialeso, rio II per la sagra repubblica (cioè
che vuoisi la fondasse co' suoi greci per le reliquie dell' impero d' occi-
dopo la caduta di Troia, circa quat- dente, o porzione di dominio ch'eb-
trocento trent' anni innanzi la fon- bero per qualche tempo in Italia
dazione di Koma, e mille cento gl'imperatori greci), o sia confe-
ottant'anni avanti l'era volgare. derazione de' romani, e di altri, da
Porta qualcuno opinione che l'an- esso formata iu un concilio tenuto
tica Falisca fosse nel suo territorio, liei 732, per opporsi alla empietà
avuto riguardo alla opinione dei degl'imperatori di Costantinopoli, e
falisci primitivi e posteriori: egual- nel farsi restituire Gallese città del
mente alcuni dicono che nel suo ducato romano, da Trasimoudo II
territorio eravi la città di Fescen- duca di Spoleto, eh' egli poi : In.

nia ; ma di questi contrastati argo- compage s. reipuhlicae, aUjue in


menti, se ne discorre agli articoli corpore Christo dilecti exercitiis ro-
Civita - Castellana e Blontefiasco- mani adnecti praecepit. Verso il

ne [Pedi], Si gloria Gallese di es- fine del nono secolo Gallese eb-
sere stata una delle prime città vi- be due concittadini cardinali, che
cine a Roma che abbracciarono la ascesero la cattedra apostolica. Il

fede. Commanville nell' Hisloire de primo fu Marino I o come altri ,

toiis Ics aichév. et éveschez la chia- lo chiamano Martino II, figlio di


ma Frescennia o sia Gallesium Palombo da ìMontefiascoue o piutto-
nel vicariatoromano, nella provin- sto Gallese, paese de' Falleri, eletto
cia del Patrimonio di s. Pietro, e di- neU'882; l'altro fu Piomano figlio di

ce che la sede vescovile vi fu eretta Costantino, il quale era fratello del


nel secolo sesto, immediatamente precedente Papa, eletto neirS97,
soggetta alla santa Sede. Il Lucenti JVe' successivi secoli Gallese soggiac-
neir Italia sacra ecco come si que alle vicende che provarono le

esprime sull'origine della sede di circostanti città. Nel pontificato di


Gallese. « Caeterum sane constai Paolo II vennero ricuperati alla
hanc regionem (parlando dell'anti- santa Sede dodici luoghi fortissimi,
ca Etruria) vetustiores habuisse e- non molto lontani da Roma, che
pi.scopos Lvangelium amplcxatam erano d'Everso conte d'Anguillara,
primis christianae Ecclesiae tempo- fra' quali uoveiasi Gallese colla sua
ribus, Faleritanam , et Gallesinàm fortezza o castello, che in tempo di
pastorales scdes". JNeli' anno 780 Sisto IV Papa del 1^71, fu diroc-
8 ,

1 1 GAL GAL
cala con allia poco distante. Quaa- rendite capaci di somministrare con-
clo Paolo IV nel i55^ spogliò i ni- veniente mensa al vescovo, Grego-
poti delle cariche che avevano, ed 1 io XIII, verso l'anno iSyG, tornò
esiliò il cardinal Caraffa, al fratel- ad unirla a Civita-Castellana, Pe-
lo di questi Giovanni, duca di Palia- rò a' nostri tempi il Papa Pio VII
no e già generale delle milizie ponti- concesse l'indulto del titolo di cat-
ficie e prefetto delle galere, assegnò tedrale a Gallese, e decorazione al
Gallese per luogo di sua dimora ,
suo capitolo , mediante la bolla
giacché poco prima l'aveva acqui- Romanorum emanataPontificum ,

stato da Giulio della Rovere. Nel a' 20 dicembre i8o5, confermando


numero 1 3 del Diario di Roma l'unione e la concattedralità con
1844 si che l'antichissima
legge la sede di Civita-Castellana ed Or-
città di Gallese onorandosi di po- te. Ecco la serie de' vescovi di G;d-
ter dire suo cittadino monsignor lese del continuatore o annotatine
Nicola Clarelli, come possessore del- dell' Ughelli. Il primo vescovo di
la prelatura Paracciani, avendo in- Gallese che si conosca èStephauus
teso che il regnante Gregorio XVI s. Gallesinae ecclesiae episcopus ,

lo avea innalzato alla dignità car- come si sottoscrisse al concilio di


dinalizia, ed al vescovato di Mon- Costanza l'anno 772, come si ha
leiiascone e Corneto, esternò in piti dal Benius tom. Ili Condì, fol. 217.
modi la sua gioia. Per tre sere fu- Secondo l' Italia sacra primo ve-
rono fatte le luminarie al palazzo scovo fu Donato che assistette al
della prelatura, ed al palazzo del- concilio celebrato in Roma neir826
la nobile famiglia Celestini , non o neir828: furono di lui succes-
che in altri edifizi, ed in parlico- sori Domenico che si portò al con-
laie al palazzo municipale. Il gon- cilio romano dell' 855, e ad altro
faloniere colla magistratura civica dell' 861 o 863 Stefano che sot- ;

celebrarono in altre guise 1' avve- toscrisse la condanna del quarto


nimento ^ ed in formalità si recò concilio di Costantinopoli neir868,
alla cattedrale ad assistere alla mes- ed in altro concilio romano si leg-
sa, e Te Deurn cantato dal capi-
, ge Stefano vescovo di Gallese, pres-
tolo, per non dire di altri pubbli- so l'Arduino, in Ind. topograph.
ci segni di giubilo esternati dai Concil. ; Teodoro che trovossi ai
gallesini in questa lieta circostanza. concilii di Roma nell'anno 871, cioè
L'Ughelli nel tora. X, p. 108 e nel pontificato di Adriano II : va
seg. sacra riporta le
dell' Italia notato che altro Teodoro sottoscris-
notizie della sede vescovile di Gal- se al concilio di Ravenna, come si

lese , e la serie de' suoi vescovi , i ha dall'Arduino citato, e nell' 879


cui nomi si leggono negli antichi intervenne al concilio romano , co-
concilii. Divenuta vacante la sede me narra il Baronio, Conc. tom.X;
episcopale di Gallese, Alessandro IV Giovanni che intervenne al conci-
nel isSa l'uni a Civita-Castellana: lio di Roma 898, sotto il pon-
nell'
nel 1437 Eugenio IV unì a Civi- tificato di Giovanni IX; Giovanni
ta-Castellana anche la sede vesco- che assistette al conciliabolo tenu-
vile di Orte. Ma dipoi il Pontefi- to nel 963 dall'imperatore Otto-
ce Pio IV la ristabilì nel i562 : ne I in Roma contro il Pontefice
tuttavolta non essendo più le sue Giovanni XII, nonché al concilio
, ,

GAL G AL II 9
rumano del 964; Giuvauui che se- continuata dalle annuali yolizie di
condo l'Arduino si sottoscrisse al Roma. Era vescovo di Civita - Ca-
concilio di Roma del 969; sotto stellana Orte monsignor Loren-
e
Silvestro II il vescovo di Gallese zo de Dominicis di Foligno, quan-
intervenne alla translazione de' ss. do il memorato Pio MI eresse Gal
corpi e preziose reliquie de' marti- lese in concatledrale.

riGiovanni e Marciano, secondo il In quanto agli uomini illustri di


Baronio; Ugo fu al concilio di Pio- Gallese, diremo che Antonio Mas-
ma nel 1039 nel pontificato di 3ii- sa nella sua celebre opera, De ori-
colò II. jN'on si conoscono dall L- gine , et rebus Faliscorum, Roma
ghelli e continuatori i successori di 1546, e pel Sanzi i588, con gra-
Uijo per circa due secoli, ma dai viargomenti prova che s. Gratilia-
Baronio tom. lII,fol. 532, si ha che no, il quale sostenne il martirio
nel I i3o sotto Innocenzo II nel con- in Fallari sotto Diocleziano insie-

cilio romano sottoscrisse altro ve- me a s. Felicissimo, fosse cittadino


scovo di Gallese, il quale visse si- di Gallese. 11 b. Lodovico minore
no all'anno ii^i. Finalmente nel osservante, esimio teologo e predi-
1252, come si è detto, il vescovato catore, morto in Roma nel 1628,
venne unito a quello di Civita-Ca- era di Gallese. Sopra tutto Galle-
stellana ma r Arduino ne' suoi
, se si gloria di possedere le prezio-

Concila dice che nel i285 sotto se spoglie del suo protettore s. Fa-
Onorio IV si trova Munalclus epi- miano monaco cistcrciense, le qua-
scopiis gallesiiius. Bisogna dire die li da sette e più secoli si venera-
il decreto deli' unione non avesse no incorrotte nella sua antica e va-
subito elFetto , o che la chiesa di sta chiesa, racchiuse entro elegan-
Gallese (juantunque realmente uni- te e magnifica urna di marmo
la a quella di Civita-Castellana pro- costrutta a spese della piissima du-
seguisse a godere della sua dignità chessa Angelica Medici d'Alteraps.
al tempo del vescovo Munaldo. Con- Fino dall' epoca del glorioso suo
tinuò l'unione del vescovato di transito j che avvenne li 8 agosto
Gallese a Civita-Castellana, sino al ii5o furono tali e tanti i porten-
1 562, in cui fu ristabilito a Gallese, e ti che Dio operò a sua interces-
,

([uindida Pio IV nominato vescovo sione, che Adriano IV nell'ascriver-


Giiolanio Garimberti di Siena, vica- lo nel catalogo de' santi, il quarto
rio della basilica lateianense,
ove ri- anno dopo l'avvenuta sua preziosa
posano le sue ceneri. Dopo la morte morte, sopprimendogli il nome bat-
di questo vescovo succeduta nel tesimale di Quardo, a faina mira-
575, gli successe Gabriele de Ale-
I
cidoriim lo appellò Famiano. Gal-
xandria dell'ordine de' predicatori lese oltre i due memorati Pontefi-
il quale per la deficienza degli scu- ci ha dato alla Chiesa diversi ve-
di trecento assegnati alla mensa del scovi e prelati, fra' quali meritano
cardinal Madrucci, rinunziò al ve- speciale memoria , Gregorio Com-
scovato, e fu traslato sulfraganeo a pagni vescovo di Borgo s. Sepol-
Trento. Allora il vescovato di Gal- cro, domenicano assai dotto e ver-
lese fu nuovamente unito a quello satissimo nella lingua ebraica ; E-
<li Civita Castellana, la cui serie è vangelista Stefanelli vescovo di Cit-
liportala dall' Ugliclli al tom. I , e tà della Pieve ;.
Antonio M'essa re*
120 GAL GAL
scovo di Castro; e nel i565 Pio molti altri si omette per brevità,
IV creò cardinale Flavio Orsini, e solo basti il riflettere, che Sisto
già canonico della cattedrale di Gal- V nel breve di erezione di Galle-
lese, chiamato il cardinal di Cosen- se in ducato, dato apud s. Marcum
za per l'amministrazione che tenne anno i 585 pridie kal. julii, cos'i es-

di quella chiesa: egli era figlio di primesi: « Es qua comphires clari

Antonio Orsini conte di Gallese. viri successu temporis, tuoi vitae,


IVelle armi Gallese vanta a uomi- sanctitate, et religionis studia, tum
ni illustri, secondo il citato storico rei militaris gloria, tum eliam bo-
Massa , Giorgio Saccardini discen- narum artiuin , et praesertim ju-
dente dai due Pontefici Marino e risprudenti scientia insignis orlis

Homano (seguendo la patria tradi- sunt ". Di Gallese tratta ancora


zione), celebre generale della re- Antonio degli Elfetti nell'erudite
pubblica veneta Tiberio Tiberi ; Rleinoric di s. Nonnoso abbate del
famoso generale nelle guerre con- Soralte , e sulla denominazione
tro i turchi, il cui ritratto da esso massime a p. ic^.

medesimo donato si conserva nella GALLI Tolomeo, Cardinale.To-


sagrestia della chiesa di s. Famia- lomeo da una onestis-
Galli, nato
jio, ove per lungo tempo si custo- sima famiglia di Como, per cui fu
dirono le bandiere tolte ai nemici poi detto il cardinal di Conio, a-
del nome cristiano ; Giacomo che vendo ad un penetrante ingegno
iiorì sotto Eugenio IV per non ,
unita soda pietà, erudizione, elo-
mentovare altri, che si distinsero quenza e singoiar perizia nelle le-

nelle guerre in Genova, in Candia gali discipline, trasferitosi in età


ed Morea. Fra i letterati di
in giovanile in Roma, fu ammesso al-
Gallese ricorderemo Nicolò mona- la corte del cardinal Trivulzi , e
co benedettino, rinomato teologo, dopo la di lui morte in quella del
come dimostrano suoi commen- i cardinal Gaddi in qualità di segre-
tari ; Antonio d'Angelo rinomato tario , e per ultimo col cardinal
professore di eloquenza, ed autore Giannangelo de' Medici, cui servì
di molte orazioni ed epistole; fr. fiadelmeule e con integrità. Dive-
Pietro, uomo dotto ed esemplare, nuto questi Papa col nome di Pio
che Urbano VI fece commendatore IV, lo confermò nel posto di se-
di s. Spirito di Roma ; Famiano gretario, e nel i56o gli conferì il
Anlolmi valente avvocato; fr. Do- vescovato di Martorano in Cala-
menico minore osservante, egregio bria, dal quale passati due anni lo
teologo; Famiano Strada gesuita, trasferì all'arcivescovato di Siponto
letterato ed islorico rinomatissimo; o Manfredonia, dove nel 1567
sia

Ottavio Tronsarelli illustre poeta tenne il sinodo provinciale e ne


dell'accademia degli Stenti corona- pubblicò le costituzioni stampate in

lo in Campidoglio ; Gaspare Tassi Venezia ed in Macerata. Vi fon-


protonotario apostolico , arciprete dò due palazzi per comodo uso de-
prima di Gallese, poscia di s. Ma- gli arcivescovi, uno nella città, l'al-

lia Cosmedìn di Roma e


in ; il lo- tro nella terra di s. Angelo. Sino
dato biografo Antonio JMassa , au- dai 12 marzo i565 l*ioIV lo creò
tore di altre opere legali, ed enco- cardinale prete, dandogli per titolo
miato dal Uangiasci. Il nome di la chiesa di s. Teodoro. Sotto Gre-
,

GAL GAL 121


goiio XIII nel i583 fu trasfeiilo ducia. Arricchì la sua casa, ma fu
alla sede di Albano; nel pontidca- pure cari late vole ecclesiastico.
to di Sisto V nel 1 5Sg passò al GALLI Antonmaria, Cardinale,
vescovato di Sabina, ove nel 090 Anton ma ri a Galli d'una delle prin-
t:elebiò sinodo, che pure pub-
il cipali, e piìi illustri famiglie di O-
]>licò colle slampe; e sotto Clemen- simo, per le egregie prerogative di
te Vili nel i6o3 divenne vescovo cui andava fornito, si ihcti stimare
di Ostia e Velklri, decano del sa- in patria ed altrove. Portatosi in
gro collegio e protettore de'camal- Roma nell'età d'anni veni' uno, il

dolesi e del regno d'Ungheria. 11 cardinal Felice Peretti lo prese per


detto Giegorio XIII, allettato dalla coppiere, indi lo fece segretario, e
di lui prudenza, facondia e dol- quando nel i585 fu eletto Papa
cezzaj se ne prevalse per i^ciivere col nome di Sisto V, lo tlichiarò
le lettere pontifìcie, e Io fece se- .scalco o sia sopraintendcnle della
gretario di stalo, prefetto del con- mensa pontificia. Inoltre lo nomi-
cilio e de' riti. Fondò in Como il nò suo tesoriere privato , canonico
collegio Galli, e donò centomila di s. Pietro, nel seguente anno ve-
scudi a quella comunità, affinchè scovo di Perugia, e dopo quaran-
ne impiegasse frulli per le dolii tadue giorni a' 1 7 dicembre lo
di povere vergini, che si colloca- creò cardinale prete, col titolo di
vano in onesti matrimoni. Essendo s. Agnese nel foro agonale. J\cl
commendatario dell'abbazia di s. 1 590 gli conferì la legazione di
Abbondio di Como, riparò la chie- Ravenna, affinchè colla sua auto-
sa dai fondamenti, perchè minac- rità provvedesse a' giavi sconcerti
ciava rovina, collocando in più de- ch'erano in quella provincia, con-
cente luogo il corpo de' ss. vesco- tro gli assassini e facinorosi, che
vi di Como che ivi riposavano. impunemente ponevano in angustie
Fondò una bellissima e ricca cap- la Romagna. Nella sua chiesa di
pella nella chiesa di s. Giovanni di Perugia, che solennemente consa-
Piedemoute, dove si elesse la tom- grò , istituì la prebenda teologa-
ba. Donò alla sua faaiiglia il du- le, donò alla sagrestia generosa som-
cato di Treplebe nel ]Milanese, che ma di denaro, assegnò la provvi.'iio-
avea acquistato da Filippo lì re ne di cento scudi l' anno per la
di Spagna e dopo essere interve-
; cappella della musica, e notabil-
nuto a sette conclavi, mori in Ro- mente accrebbe il palazzo vescovi-
ma nel 1607 d'anni ottantadue, e le. Essendo protettore del santua-
quarantadue di cardinalato. Tumu- rio di Loreto, compi la magnifica
lato temporaneamente il di lui ca- facciata esterna, e con cospicua som-
davere in s. INlaria della Scala ma di denaro ivi fondò un monte
fu poi trasferito in Como nella di pietà a sollievo de' bisognosi, ed
menzionata cappella. Encomiato per in marmo fece scolpire la storia
lunga sperienza e pratica negli af- del santuario. Nel l'jgi Gregorio
fari, conobbe con isipiisila penetra- XIV lo fece vescovo d' Osimo di
zione maneggi delle coi ti ; fu sag-
i lui patria, che governò piìi di vcn-
gio, sapiente , e sagace nel cono- l'anni, ne' quali fu largo di favo-
scere l'animo altini , e pieghevole ri e benefizi : nel 1 5()3 vi celebrò
in modo di piocacciarscnc la fi- il sinodo^ fondò il seminario, fab-
12 2 GAL GAL
bricò comoda sagrestia che airiccln dinal Paluzzo Altieri, Clemente X
d'argenti, stabilì diverse annue doti lo richiamò, e lo passò al governo
di scudi cinquanta per le fanciulle di sua chiesa, nella quale die lumi-

jxjvere, e tutto questo ricavò dalla nosi segni di pietà, massime quan-
vita (iiigale che menava ; e potè do rovinata la città nel 1672 dal
pure lasciare ai parenti considtra- terremoto, sovvenne generosamen-
liile eredità, col peso di distribuire te il diletto suo popolo, e colle .

in liraosine tremila scudi; escluse proprie mani si recò ad estrarre


poi dall'eredità un congiunto, che, dalle rovine i corpi semivivi de'suoi
sperando in essa, avea contratto un diocesani ; iiuli volle placare l' ira

debito di ventiseimila scudi. Nel divina con publ)liche processioni di


iGi5, sotto Paolo V, divenne ve- penitenza, alle (piali intervenne coi
scovo d'Ostia e Velletri, e decano piedi scalzi. Ammirando tultociò
del sagro collegio; ivi celebrò il si- Innocenzo XI, e ricordevole de'suoi
nodo diocesano nel 1618, v'intro- meriti colla Sede apostolica, nel di
dusse i somaschi, e fabbricò il con- primo settembre 1681 lo creò car-
vento di s. Tecla a' carmelitani dinale prete, col titolo di s. Puden-
scalzi. Dopo aver contribuito col ziana, e mentre lo voleva legato
suo voto all'elezione di sei Papi , di Bologna, a' 24 luglio i683 un'a-

mori in Uoma nel 1620, d'anni poplesia troncò in Roma i suoi


sessanfaselte e Irentacinque di car- giorni, e fu sepolto in s. Maria del-
dinalato, venendo sepolto nella sa- la Scala, avendo lasciata sua ere-
grestia della chiesa di s. Maria d'A- de universale la congregazione di
raceli, con breve elogio. Altre no- propaganda fide.

tizie di questo cardinale si leggono GALLI Antonio Andrea, Cardi-


nelle Memorie istoi'iclie della chie- nale. Antonio Andrea Galli, nato
sa e de^ vescovi d'Osimo, del (-Com- da onesti genitori in Bologna a'3o
pagnoni, nel toni. IV, il (piale fa novembre 1697, fino dai più verdi
alcune critiche sul di lui conto. suoi anni professò nella congrega-
GALLI Marco, Cardinale. Mar- zione renana de' canonici del ss.
co Galli de' duchi di Alvito, nacque Salvatore, dove avanzatosi nelle
in Como dalla fiimiglia del cardi- scienze, fu giudicato idoneo d' in-
nnl Tolomeo. Ne' più freschi anni segnare ad altri, siccome laureato
di sua età mostrò maturità di giu- nelle facoltà teologiche. Eletto nel
dizio, viriti severa, e singoiar zelo 1786 abbate del monistero di Cor-
per la giustizia. Dopo aver eserci- bara nel territorio di Bologna, men-
tato con lode nel pontificato di A.- tre era lettore nella canonica di s.

lessandro VII vari impieghi, otten- Pietro in Vincoli di Roma, prose-


ne la prefettura dell'Umbria e del- giù a dimorare in tal città, e a
la Marca; quindi fu spedito nun- stendere gli eruditi suoi voti per
zio a Colonia, donde richiamato a la congregazione dell' indice , della
Roma, Alessandro VII lo fece vi- quale era consultore. Era pure ag-
cegerente, consultore del s. ortìzio, gregato all'accademia liturgica isti-

e nel iGSg vescovo di Rimini. In- tuita da Benedetto XIV, nella qua-
caricato poscia della nunziatura di le die illustri saggi del perspicace
Napoli, siccome per quanto si di- suo talento e discernimento, nelle
ce non godeva il favore del car- molte ed eccellenti dissertazioni che
i

GAL GAL 123


in essa recitò, per cui il Papa lo eh' ebbe per lui stima particolare,
fece qualificatore del s. offizio, ed e- per cui lo dichiarò protettore del
saminatore de' vescovi. Dalla sua collegio greco, dell'accademia teo-
congregazione ottenne le cariche logica , de' monaci betlemiti , di
primarie, nel l'j^o quella di pro- quelli del ss. Salvatore nel monte
curatore generale, e dopo tre anni Kesroano della congregazione di s.
la suprema abbate generale.
di Antonio abbate del monte Libano,
Passato altrettanto tempo, e men- e lo ascrisse alla congregazione de-
tre con approvazione di tutti fun- putata per la correzione de' libri
geva tal ministero. Benedetto XIV Morì nel 1767 in Ruma,
orientali.

all' improvviso lo chiamò in Ro- a'24 marzo, d'anni settanta, e fu


ma, ed a' 26 novembre lySS lo sepolto in s. Pietro in Vincoli, a-
creò cardinale prete, col titolo di vanti la cappella del ss. Sagra mea-
s. Alessio, e lo ascrisse alle con- to,con semplice iscrizione da lui
gregazioni del s. offizio, dell'indi- composta ma ; i canonici di sua
ce, dei riti, e dell'esame dei ve- congregazione, per gratitudine, gli
scovi, indi dell'indulgenze, della di- eressero un nobile monumento rim-
sciplina regolare, e di propaganda petto a quello di Giulio II, con la

Ji((i'. In seguito gli conferì la cospi- sua ed elogio composto dal


elijgie,

cua carica di penitenziere maggiore, p. abbate Monsagrati.


e quella di prefetto dell' indice, con GALLI A [Galline). Gran paese
la prott^ltoria di sua congregazione. dell' Euru[)a, confhianle all'est col
la tanti onori il cardinale si mo- Reno e le Alpi; al nord coli'ocea-
strò sempre eguale a sé stesso, ret- no Britannico, e la Germania; al
to, aflabile, ed affatto alieno dallo sud col Mediterraneo, ed Pire- i

spirito di partito. Generoso co' po- nei ; ed all' ovest coli' Oceano oc-
veri e co' sagri templi, v'impiegò cidentale. Erano i suoi fìunn prin-
la maggior parte delle sue rendite, cipali la Mosa, la Senna (Sequana),
massime in quello di s. Pietro in la Loira (Liger), il Rodano (RIio-
Vincoli, al cui titolo era passato: danus), Garonna (Garumna), e
la

gli fece rifare il pavimento, ripu- la Saona. Reno (Rhenus) la di-


11

lire le colonne di marmo


grandi videva all'est dalla Germania. Que-
delle navate, ed abbellire i prospet- sta vasta regione non era una mo-
ti degli altari con vaghe pitture. narchia particolare, ma compren-
Con grande spesa fondò in quell'in- deva in origine una moltitudine di
signe monistero la biblioteca, ac- popoli egualmente barbari.
tutti
cresciuta poi dal p. abbate Mon- Racchiuse poscia il regno di Fran-
sagrali, e da altri celebri canonici cia , la Savoia, la Svizzera, una
regolari. Il cardinale assegnò ren- parte del paese de' grigioni, e tut-
dite a questa
biblioteca, ciò che ta la porzione dell'Alemagna, e dei
pur con quella del ss. Salva-
fece Paesi Bassi al ponente del Reno.
-

tore di Bologna, alla qual canoni- Questa era la Gallia vera ; ma i


ca lasciò in morte le sue sagre galli avendo passato le Alpi, e con-
suppellettili, destinando a quella di quistato la parte settentrionale del-
s. Pietro in Vincoli il restante del- l' Italia, diedero il nome di Galli.
la cappella ed il mobilio. Concor- anche alle loro conquiste. E que
se all'elezione di Clemente XIH , sta l'epoca della divisione in Gat
,

1^4 GAL GAL


ha Cnalpiiin o Cilerioie, e Tratis- fragauci di Agen, Angouléme, Saih-
alnina o IJÙtriore, essendo slata tes, Poitiers e Perigueux. Erano
Ja prima divisa poscia in Cispada- i suoi popoli i pittoni , i .santoni
na, e TraspadanUj e la seconda i biturigi-vibischi, i nitobrogi, i pe-
in Gallia Coniata, e Braccala, e trocorii, gli agesinati ed i meduli.
dopo la conquista di Giulio Cesa- La Gallia Aquitanica terza for-
re, verso l'anno 4"^ prima di Ge- mava la parte piìi meridionale del-
sti Cristo, in Gallia /4quilanica, l'Aquilania, che stava lungo i Pi-
Belgica, Lionc.se., e Narbonese. La renei e l'Oceano aveva Auch per ;

Gallia in progresso di tempo, eb- capitale, e conteneva l'arcivescova-


be delle altre suddivisioni che an- to di questa città, ed suoi suf- i

diamo ad accennare. fraganei, come di Eause od Elu-


La Gallia Aquilanica, una del- sa riunita adAuch^ e Acqs, Lectou-
le quattro parli generali della Trans- re, Comminges, Conseraus, Buchs,
alpina , al tempo di Cesare era Lescar, Ayre, Bazas, Tarbes, ed O-
compresa fra la Garonna, i Pire- leron. Aveva nove popoli, per cui
nei, e l'Oceano. Fu eslesa poscia fu chiamata Noi'enipopnlania , ed
sino alla Loira, che la divideva erano gli ausci, benearni, i bi- i

dalla ("«allia Lionese, dalla sua sor- gerii, i consoraui, i convenii, i da-
gente ,>-ino air imboccatura. In tal lli, gli elusatei, i tarbelli ed i vas-
modo comprendeva tutta quella sati. Alcuni aggiunsero a questi i

parte della Francia, ove stavano le boi, i sotiati, i lactoratci, i tor-


Provincie dei Poitù, Santongia, Pe- nali, i cocosati ed i tarusati.
rigord, Guienna, Guascogna, Bearo, La Gallia Belgica era la piìi
Quercy, Piovergc, Alvergna, Limo- grande e la più settentrionale del-
sino, e Berry. Era questa parte la Gallia, che aveva a levante la
della Aquitauica divisa in
Gallia Germania, da cui la separava d
prima, seconda e terza. La Gallia Pieno; a mezzodì la Gallia Narbo-
Aqiùianica prima, era la parte piìi nese, a ponente la Lionese, ed il
orientale dell'Aquitanica, e la pri- mare di Bielagna, e al nord l'O-
ma che si riconosceva venendo da ceano germanico. Comprendeva tut-
Pioma, avente per capitale A^'a- ta la porzione dell' Alemagna , al
ricnni, oggi Bourges. I suoi popoli ponente del Pieno, coli' Alsazia, la
erano i biturigi-cubi, gli aiverni, i Lorena, la parte dei Paesi-Bassi a
Icmovici, i gabali, gli heleuteri, i ponente del Reno, la Piccardia, la
ruteni, i velauni, ed i cadurci. maggior porzione della Sciampa-
Comprendeva tutta l'estensione de- gna, e dell' isola di Francia. Era
gli arcivescovati di Bourges e di divisa in Belgica prima, e secon-
All)y coi loro suffraganci, cioè Cler- da. Li» Gallia- Belgica prima o Gal-
niont, Piodez, Cahors, Limoges, lia superiore si formava colla par-
blende, e Puy-le-Vclay. La Gallia te della Belgica, ch'estcndevasi ver-
Aquitanica seconda era la parte so il mczzoch , e le sorgenti del
piìi setlcnlrionale della Gallia A- Pieno e della Mosella. Compren-
quitanica, e si estendeva lungo l'O- deva la Germania superiore, aveva
ceano; aveva per capitale Bor- 'Preveri per capitale, ed abbrac-
deaux, e rinchiudeva le diocesi di ciava larcivescovalo di Trevcii, ed
questo arcivescovato , ed i suoi sui- i vescovati di Mei?., Toul, Verdun,
GAL GAL 1 2j

Strasburgo, Spira, Worms, e por- novi. La


Gallia Lugdunensis se-
zione dell'arcivescovato di Magoii- conda era una parte della Lione-
za. I suoi popoli erano i treverii, se , aveva Rouen per capitale e
i vangionij i nemeti, i tribocei, i metropoli , coi sutTraganei di B;i-

leuci, i viroduniensi, i medioma- yeux , Avranches , Evreux, Seex,


ed
liici, ceresi. La Gallia Bel-
i Lisieux e Coutances. I suoi popoli
gica seconda formava parte della erano gli abrincatui, i baloccassi,
Belgica che stava verso il nord, e i caleti, gli aulerci-eburovici, i le-

l'imboccatura del lieno e della xovi, i sessui, gli unelli o venelli,


Mosella. Comprendeva la Germa- i veliocassi, ed i saii. La Gallia
nia inferiore, aveva Reims per ca- Lugdunensis terza, era una parte
pitale, rinchiudeva tutto il paese della Lionese occupava l' arcive- ,

fra la Loira, la Mosa, ed il Re- scovato di Tours ed insieme ca-


no, dal suo confluente colla Mo- pitale, colle diocesi sufFraganee di
sella sino alla sua foce. Aveva per Rennes, Angers, Nantes,
^lans ,

metropoli Reims, e per sulfraganei Quimper, Vannes, Freguier, e Dol.


Soissons, Chalons-sur-Marne, Vcr- I suoi popoli erano chiamati ceno-
raand, Arras, Cambray,
Tournay, mani, anducavi, curosioliti, osismii,
Senlis, Beauvais, Amiens, Terova- redoni , turoni veneti mauneti , , ,

ne e Boulogne. Erano suoi popoli arvii, e diablinti. La Gallia Lug-

gli ubii, i batavi, i tungui, sotto dunensis quarta, porzione della Lio-
i quali si comprendevano gli adua- nese, aveva per capitale Agendicum
tici, gli eburoni, i morini, gli atre- o Sens, occupando l' arcivescovato
batei, gli ambiani, i bellovaci, i sil- di questo nonie_, coi suffraganei di
vanecti, gli suessioni, i veromon- Chartes, Auxerre, Troyes, Oileans,
dui, i remii, i nervii, ai quali si Paiigi, e Meaux. Erano i suoi po-
possono aggiungere i catalauni, ed poli i parisii, i meldi, i carnuti, gli
i toxandri, che occupavano l' isola aureliaui, i sennoni, i tricassi, e i

di Zelanda. vindacassi. La Gallia Lugdunensis


La Gallia Lugdunensis o Lio- quinta , o Maxima Sequanorum ,
nese o Celtica era anticamente u- parte della Lionese, aveva Besan-
na gran porzione della Transalpi- zone per capitale, e comprendeva
na. Aveva la Belgica al nord, l'A- la Franca-Contea , la Eresse, il

qui tanica, e la Narbonese al sud, Buse, e la Svizzera: l'arcivescova-


l'Oceano a ponente, e le Alpi a to di Besanzone, e i vescovati di
levante. Si divideva in cinque par- Belley , di Losanna, e di Basilea,
ti distinte, coi nomi di prima, se- con una porzione di quello di Co-
conda, terza, quarta e quinta. La stanza. Altri vi aggiungono le dio-
Gallia Liigdunensis prima, foima- cesi di Noyon, Avenches, Vindiscb,
Ta una parte della Gallia Lione- Y Verdun, Augusta, e Portus-Abu-
se; aveva Lione per capitale e me- cini. I cui popoli erano i sequani,
tropoli, ed occupava le diocesi ad i rauraci e gli elvezii.

essa sulTraganee di Autun, Langres, La Gallia Narhonensis o Brac-


Chalon-sur-Saone, e Macon. Era- cata, formava una delle gran por-
no suoi popoli
i lingoni, gli edui, i zioni della Transalpina, e fu detta
i segusiani, gli ambarri, i raandu- Braccata da una specie di abbi-
biij i boii, gli aulerci, ed i bran- gliamento che portavano i suoi a-
I2G GAL GA L
bi tanti col nome di bracca o hra- hniìCDsis prima, era una coni rada
chae. Si estendeva dall' oriente al- della Gallia al ponente della Vien-
l'occidente delle Alpi, che la limi- nese, e comprendeva gli arcivesco-
tavano a levante, sino ai Pirenei, vati Narbona e di Tolosa
di coi ,

ed alla Gallia Aquitanica che sta- loro sulfraganei. Era la dimora dei
va a ponente. Aveva la Lionese volsci-arecomici , tectosagi , e tolo-
al nord, ed il Mediterraneo al mez- sati. La
Gallia Viennensis terza.
zodì, e comprendeva la Linguado- o Narhonensis seconda, era la por-
ca, la contea di Foix, il Gavau- zione della Gallia che comprende-
dan, il Velay, il Vivarese, la Pro- va le diocesi dell'arcivescovo d'Aix,
venza, il Delfinato e la Savoia. e de' suoi sulfraganei, avente Aix
Fu divisa in tre parti, che furo- per capitale. Erano suoi popoli i

no poscia incorporate nella Gallia calurigi , i memi, gli albicii ,


gli

Viennese. La Nnrbonese prima di- oxcibii, i salii, i vulgientii, i tre-


venne la Viennese seconda, la Nar- gerii, gli svelti, ed i commoni. La
bonese seconda Ri la Viennese ter- Gallia f iennensis riuarta o Alpcs
za e la Narbonese terza fn la
, Jllarittiniae, era la porzione della
Viennese prima. Quando la Gallia Gallia posta appunto nelle Alpi
Narbonese fu divisa in prima e marittime. La sua capitale era Em-
seconda, la prima ebbe Narbona a biun, e conteneva questo arcive-
metropoli, ed a suffiaganei Tolo- scovato co' suoi suffraganei Digne,
sa, Beziers, Nismcs, Lodeve, ed U- Pviom , Seillans, Senez , Glandeve,
zes ; la seconda Aix per metropo- Cemelia o Gemela città distrutta ,

li , e per diocesi sulFraganee Apt, e Vence, oltre l'arcivescovato di


Pieiz , Frejus, Gap, Sisteron , ed Torino. I suoi popoli si chiama-
Anfibo. vano briganti, i capillazii,
i de- i

La Gallia Pieiincnsis compren- ceati, gli ebrodunci, i nerusi, i se-


deva la Narbonese e la Subalpina, gusii, i sonii, i taurini, i vagiiiii,

e non prese il suo nome ultimo i vedianci ,


gli avantici, i bodioti-
di Viennese se non che verso la ci e gli svetri. La Gallia f ien-
decadenza dell'impero romano. Fu nensis quinta, o Jlpes Penninae,
divisa in cinque parti, distinta dai era la porzione della Gallia com-
nomi, prima, seconda, terza, quar- [Mcsa nelle Alpi Greche o Graje, e
ta e quinta. La Gallia Viennensis nelle Pennine.La sua capitale era
prima, o Narhonensis terza o Ri- Tarantasia, e comprendeva questo
pariensis, era una contrada della arcivescovato, ed i suoi suffraga-
Transalpina, che aveva Vienna per nei, come Martigni o Martinach
capitale, e conteneva gli arcivesco- nel Vallese. I suoi popoli si co-
vati di Vienna, Arles ed Avigno- noscevano sotto i nomi di pcntro-
ne co' suoi suffragane» di Ginevra, iii, salassi, seduni, verngri, viberi,
Grenoble, Viviers, Die, Valenza, nautuanti, centroni e medulli.
Trois-Chateaux, Vaison, Oranges, Questa nota delle principali od
Cavaillon e Marsiglia. Erano i suoi almeno delle piìi distinte provin-
popoli gli allobrogi, i camatuli, i ce, e delle città delle Gallie negli
cavari, i commoni, i desuviati, gli antichi tempi fin qui concorda con j

helvii, i segaloni, ed i voconzii. La quella pubblicata dal p- Sirmond '

Gallia Fiennensis seconda, o Nar- nella sua edizione de' concili di


GAL GAL 127
Francia, se non che egli vi aggiun- dc:lPo, e comprendeva la maggior
ge le due parti germaniche prima parte della Romandiola, i ducati
e seconda; la prima aveva Mn- di Modena e Parnia^ la repubbli-
gonza per metropoli, coi snffaganei ca di Genova, una porzione della
di Strasburgo, Spira, e Worms, Toscana, del Milanese, del Mon-
(IellaGermania superiore o Gallia feirato, e del Piemonte. Erano i

Belgica prima summentovata; la suoi popoli gli anamani , ì boii,

seconda aveva Colonia per metro- i sennoni, i lingoni, ed i liguri.

poli, oltre il vescovato di Tongres, La Gallia Cornata formava la


Queste divisioni della Gallia erano maggior porzione della Transalpi-
necessarie per intendere ciò che na, che fu chiamata anche Capei-
i concili, le lettei'e pontifìcie e gli luta, perchè suoi abitanti por- i

scrittori ecclesiastici ci dicono in- tavano lunghi capelli. Compren-


torno alla posizione delle sedi del- deva tre gran porzioni della Gal-
la Ciiiesa gallicana, essendo nolo lia cioè la
;
Belgica, la Lione-
d'altronde che la Chiesa andò qua- se, e r Aquitanica, di cui abbiamo
si di pari passo collo stato, nello parlato . La Gallia Ghotica era
stabilire le sue metiopoli ed i suoi 1' antico nome della Linguado-
vescovati. In quanto alle diverse ca, perchè fu posseduta dai goti.

diocesi componenti 1' attuale Chie- La Subalpina era quella


Gallia
sa gallicana, vedasi l'articolo Fran- parte che prendeva il nome dalla
cia, ove sono riportate pure le di- sua situazione a piedi delle Alpi,
verse circoscrizioni delle medesime, corrispondente al moderno Piemon-
oltre le notizie che riguardano la te. I suoi popoli erano i salassi,

Gallia. Ora passiamo a dire degli i segussii , i taurini 5 ed i vagii.

altri paesi che portarono il nome La Gallia Togata era una parte
di Gallia. della Cisalpina, e fu così chiamala
La Gallia Circumpadana, por- perchè i suoi abitanti portavano
zione della Cisalpina, prese un tal delle lunghe vesti all'uso romano.
rome dalla sua situazione attorno Si estendeva da Piacenza sino ad
al fìimie Po. La Gallia Cisalpina Ancona, avendo il Po al nord e
o Citeriore, era la parte d'Italia e r Apennino al sud. La Gallia
occupata dai galli. Confinava al Transalpina od Ulteriore era la
noi'd e a ponente colle Alpi, al vera Gallia, e fu chiamata Trans-
sud col Mediterraneo, a levante col- alpina perchè,
romani doveva- i

l'Arsa, che la divideva dalla Dal- no passare le Alpi onde giungervi,


mazia , col mare Adriatico, col ed Ulteriore perchè era da essi
Sino che la divideva dal paese pili distante che la Gallia Cisalpina.
de'piceni, e coli' Arno che la sepa- i.a Gallia Transpadana formava
rava dall' Etruria. Si comprende- la porzione della Gallia settentrio-
va sotto la Gallia Cisalpina, la nale, e prese il nome dalla sua
Subalpina, e si divideva in Cispa- situazione al di là del Po, in rap-
dana, e Transpadana: questi pae- porto alla città di Roma. Rinchiu-
si corrispondono presso a poco al- deva gli stali dei veneti in Italia,
la Lombardia. La Gallia Cispa- il Mantovano, la Valtellina, le pre-

dana era la parte meridionale del- fetture degli svizzeri in Italia, e


la Cisalpina che stava al mezzodì le porzioni del Milanese, del Mon-
1 i8 GAL GAL
ItMialo, e del Piemontese al nord il loro paese solto ijuello di Cel-
del Po. Erano suoi popoli i carnii, lo-Gallia, da cui si formarono i

i cenomani, gli enganci, gì insubri, nomi di Galates ^ e di Celtn-Gabi-


gl'istri, i levi, i leponzi, i libici, gli les. A quanto sembra galli furo- i

oiobilii, i salassi, i segusii, i tau- no padroni della maggior parte


lini, ed i V(Mieli. dell' Europa, avendo lasciato dei
In quanto al nome di Gallìa, monumenti di loro soggiorno in
gran parie dell'Enropa fu così chia- quasi tutte le provincic. E verisimi-
mata, secondo Tolomeo, dalla bian- le che sieno slati i primi popoli
chezza de'suoi abitanti. Gala è un stabiliti nella Spagna ed in Por-
vocabolo greco, che significa lalle, togallo, portando in quei paesi i

come se si dicesse che galli so- i nomi cVIheri o di Cellibcri. I ger-


no bianclii come il latte. Il me- mani ed altri popoli del nord, co-
desimo autore la chiama Cello-Ga- me delle isole britanniche, erano
Inzia, dal nome di quella jiarte tutti gaulesi o celti. Gli Heh'elii, i

dell'Asia detta in passato Galazia, Rhaetii, i Pan-


iVorici,e quelli della
oggi IS'afolia, vicino al Ponte-l:lusi- nonia erano qualche volta chiama-
no ; non già perchè quella provin- ti Celli, e qualche volta Gaulen.
cia abbia dato il nome alla Gal- Adiravano un ente supremo sot-
lia, giacché fu al contrario la Gal- to il nome di Esns ed il popolo ,

lia che la fece chiamare Galazia, in progresso si creò degli dei che
essendosi i galli prestati ai bisogni fecero oggetto del loro culto. Co-
dei re di Bitinia, che li aveva in- stumavano di praticare i riti del-
vitati a soccorrerli, essendosi poscia la loro religione ai piedi di una
stabiliti ne' suoi stati. Qui non si quercia, come dedicata all'ente su-
inlciule pailare di quella parte di premo, e che per ciò era sacra. (

Italia che gli antichi, come si disse, loro filosofi e sacerdoti erano i

distinsero col nome di Gallia Cis- Druidi (Pedi). Allorché roma- i

alpina , ma sibbene della Gallia ni ebbero conquistata la Gallia vi


Transalpina, la quale, il ripetiamo, introdussero la loro religione, e le
è la Gallia piopriamenle detta. loro leggi ; ma i druidi estrema-
E se vuoisi prestar fede a Diodoro mente zelanti dei propri riti, si

Siculo, fu Galata re dei celti, che servirono di tutta la loro autorità


diede il suo nome a questa bella onde opporsi a tale innovazione,
parte dell'Europa. ed eccitare il popolo alla rivolta,
I Galli, Gaìilesi , o Gallesi so- in modo che romani furono ob-
i

no popoli discesi verosimilmente dai bligati a spogliarli di una porzio-


celti, soprannominali Gomeriti, o ne delle loro forze. Dei costumi
lo stesso popolo sotto un nome di- ed altro che riguardi gli antichi
verso e più moderno, che loro fu galli, se ne parla in vari luoghi
dato, secondo le apparenze, da ta- di questo mio Dizionario. Questo
luno dei loro vicini, allorché segui- popolo disceso dai celti verso il

vano a distinguersi eglino stessi tempo in furono attaccati dai


cui
col nome primitivo di Gonierai, romani, portava sempre lo stesso
o discendenti Gomcr. Questi di nome, parlava la stessa lingua, os-
popoli furono un tempo meglio co- servava i costumi stessi, ed era go-
nosciuti .sotto il nome di Celli, ed vernato dalle medesime leggi gè-
GAL GAL 126
nerali; ma si trovava soggetto a cui era coperta, e per la poca in-
ilitferenti governi, gli uni monar- dustria de'suoi abitanti numerosi,
chici, altri aristocratici, altri tali in non poteva essa bastare al loro
paite, ed in parte democratici : que- mantenimento. Onde porvi un ri-
st'ultimi si chamavano liberi. I ro- medio, Ambigate re dei biturigi,
iDani richiesero egualmente l'amici- che verso l'anno 600 avanti Ge-
zia delle repubbliche e dei re onde sù Cristo era stato posto alla te-
diminuiie quella forza che avrebbe sta di tutti i popoli della Celtica,
potuto opporsi alle loro conquiste; pure per la gran quantità de'bo-
fomentarono gelosie fra le repub- schi, risolse d'inviare de'galli al di
bliche per disunirle, e prodigarono fuori delle colonie. Al dire di Giu-
magnifiche ricompense a quelle stino, trecento mila uomini, senza
che abbracciarono l' interesse di contare le donne e i fanciulli, u-
Roma. scirono allora dalla Gallia. Bello-
Secondo qualche autore, i galli veso, uno dei nipoti di Ambigate,
popolarono da lungo tempo la Gal- preparossi a passare in Italia. Si
lia sotto il nome di Aboiigeni, al- avanzò infatti sino ai piedi delle
lorché verso l'anno i58o, prima Alpi, ma ne fu arrestato dal loro
dell'era volgare, mandarono una aspetto imponente. Negli ultimi an-
colonia in Ispagna sotto la condot- ni però del regno di Tarquinio,
ta diun esperto capitano chiamato fu sedotto nuovamente a passa-
Ogmius, o più comunemente l'Er- re in Italia, ove si dice vi entras-
cole gaulese. La gloria di questa se per le Alpi Cozie. Sembra che
prima spedizione originò in essi il i primi gaulesi quivi stabiUtisi ab-
pensiero d'intraprenderne una simi- biano perdute le tracce della loro
le attraverso le Alpi, e discesi nel- prima origine, o almeno s'erano
le belle pianure del Po, vi si sta- tanto mescolati con altri popoli
bilirono degli altri gaulesi, cono- giuntivi successivamente, che for-
sciuti sotto il nome d' Insubri. marono la nazione detta dei tirre-
Avanzandosi verso l'est vi si stabili- ni, quali possedevano allora una
i

rono pure i veneti sulle rive del gol- maggiore estensione del paese che
fo Adriatico, e gli ombranicii, om- portò poscia il nome d'Etruria, ed
bri od umbri al sud del Po. Gli al quale furono confinati in pro-
aborigeni s' impadronirono poscia gresso. Nella sanguinosa battaglia
del cantone di Kieù, Jger Reatinus, che si diedero i galli ed i tirre-
tolto agli ombri, e si stabilirono ni fra il Tesino e 1'
Adda, i galli
verso le campagne bagnate dal Te- furono vincitori, ed uno dei capi
bro. I siculi si erano pur essi sta- dei tirreni ritirossi nella parte del-
biliti in mezzo alle terre, ove Ro- le Alpi verso il lago di Bergamo.
molo fondò Pioma, ed i volsci eb- Belloveso lo seguì, lo sforzò di an-
bero in divisione quelle alla destra dare più oltre, e si stabili nel pae-
del Liris, essendosi in tal modo se che prese poscia il nome di
sparsi e stabiliti in Italia questi Rezia. Il capo gaulese stabili una
diversi popoli della Gallia. Quan- colonia per la difesa di questo pas-
tunque essa fosse fertilissima, parti- saggio locchè diede origine alla
,

colarmente la parte Celtica,


pure città Trento. Si attribuisce an-
di
per la gran quantità de'boschi da che a Eelloveso lo stabilimento dei
VOL. xxviu.
9
j3o (.al G A L
laniiiti; una delle ua/ioni ilei pae- Ciinìpiilo^lìO (P\iii)^ difeso del Man-
^eJ ])oscia cliiainalu CariiUi. Piesie- lio. Dop(* un assedio .sostenuto va-
iletle egli allo slabìlimento di molli lorosamente dai romani per sette
altri popoli gaulesi, e paiiicolai- mesi, dovellero cedere a gravose
tuenfe a quello de'cenoniani, ranno condizioni, (juando all'improvviso
571 prima di nostra era^ sotto la giunse in Roma il dittatore M l"'ii

i'ondotla di Elitorio. rio Camillo, che annullando il I rat-


Altri galli entrarono per le Al- tato sfidò Brenno a ballaglia. Es-
pi Pennine, distinguendosi fra que- sa fu micidiale, i galli si abban-
sti i boi, i lingoui , ed i senoni. donarono quindi alla fuga, ma rag-
Segoveso passato il Reno ,
presso giunti dal prode Camillo sulla via
Basilea, e quindi il lago di Costan- Sabina, li passò tutti a (il di spa-
za, s'internò nella foresta Ercinia, da, onde ninno potè di loro por-
dopo avere ritrovato diverse pi-a- tar la nuova della sconfina in pa-
lerie pianure atte alla coltiva-
e tria. Intanto i galli ìì^\\\ stabiliti in
zione, e da quivi entrò nella Ger- Italia, in progres'-o di tempo altac
n)ania. Si parla di altre spedizio carono nuove guerre coi loniani ,

ni di tali guerre, di cui la princi- i quali nell'anno 339 dell'era a-


pale fu quella, secondo Giulio Ce- vanli Gesù Cristo conchinsero con
sare, composta di volsci-tectosagi ,
loro un trattato per mia pace di
che si stabilirono nei dintorni del- anni trenta. Nel 3o(i g.dli man- i

la foresta Hircinia. Verso l'anno darono una nuova colonia in Italia,


4^9 una peste orribile proveniente e non potendo stabilirsi nelle pianure
dall'Egitto passò n poco a poco del Po, già occupate dai galli prima
nelle Gallie , e vi cagionò grandi giuntivi, si avanzarono linalniente
stragi. Nell'anno 36') di Roma, e neir Etruria, dove fniono bene ac-
389 avanti Gesii Cristo, volendo colti, perchè speravano gli eiriisehi

Arunte vendicarsi de' suoi compa- servirsi vantaggiosamente delle for-

Iriotti, si ricoverò presso i galli sta- ze dei galli conilo romani. i

biliti vicino alle Alpi, e vantò lo- Nel 3o2 galli slahiliti nella Ma-
i

ro la fertilità del suo paese di gna Grecia fecero alleanza coi san-
Chiusi, onde capitanali da Brenno niti, e marciarono altresì contro 1

porlaronsi ad assediar la città. I romani, che batterono da princi-


chiusini domandarono soccorso ai pio, ma in seguito furono da loit»
romani, i quali spedirono a Bren- vinti. Quindici mesi dopo, questi galli

no ambasciatori pcrihè desistesse stes,si si gettarono sull'Etiiiria, onde


dall'impresa, ciò che non ottenendo fare insieme la gueira ai romani, i

eccitarono i chiusini a sostenersi ,


quali cacciato avevano dal loro pae-
ed essi stessi impugnarono le ar- se una porzione di sanniti , ed il

mi. Q. Fabio, uno degli ambascia- forte della guerra Irasportossi allo-
tori , nella pugna uccise un gallo ra neir Umbiia. L'ostinata resisten-
che dispiacrpie lan
qualificato, ciò za de' romani, e l'eroico sagri tìzio
to a Brenno, che pieno di furore del console Decio , a favore della
marciò su Roma. Vinto l'esercito patria, esaltando il coraggio dei sol-
romano ove il fiume Allia si get- dati di Roma, cagionarono la per-
ta nel Tevere, i galli si avanzalo- dita dei galli, che furono in segui-
uo nella città ed assediarono U to a poco a poro sottomessi Nel-
8

GAL GAL i3r


ranno 529 di Roma e 225 avanti ta, nel107 fu ucciso e le sue trup-
Gesù Cristo altri galli passarono le pe messe in fuga dai tigurini-el-
i\lpi attaccando i romani ; i salii veti , sui confini del territorio de-
e gli allobrogi incominciarono la gli allobrogi. Ma forse non vi lu

battaglia , ma Fulvio Fiacco li umiliazione maggiore di quella o-


sconfisse. Verso l'anno 126 i ro- perata da Q. Cepione, dappoiché a-
mani valicarono le Alpi in soc- vendo saccheggiato Tolosa nel 06, 1

corso degli edui , o per fare in rap'i da un de'suoi templi centodie-


vece la conquista del loro pae- ci milioni di marche d'oro, e cin-
se ; e verso l'anno 120 o 121 ri- que milioni di marche d' argento,
dussero in provincia romana la par- come narra Giustino ma i 'galli :

te della Gallia , che si estendeva fecero nel seguente anno una ter-
Rodano,
dalle Alpi alle sorgenti del ribile vendetta di quel sacrilegio. In-
sino a questo fiume, Medi- ed al di C. Manlio console, e Cepione
terraneo, mentre Domizio Enobar- proconsole in un solo combattimen-
bo fugò gli allobrogi e gli arverni to al dire di Orosio , perderono
,

già alleati dei romani. Fabio Mas- ottantamila uomini, oltre sessanta-
simo colla celebre vittoria contro mila saccardi o fanti che seguiva-
Bituito , re degli arverni , mise in no r esercito.
completa rotta un'armata di cento- Il valoroso Caio Mario, console
ventimila combattenti ; indi fu quel per la quarta volta, nel 102 avan-
principe obbligato portarsi in Ro- tiGesù Cristo, rivendicò l'onore
ma per implorare la clemenza del romano ad Aix, ove sbaragliò in-
senato, il quale gli assegnò la cit- teramente teutoni e gli ambruui, i

tà d'Alba per luogo di sua prigio- uccidendo loro sul campo di bat-
nia.Tale fu il principio delle scia- taglia duecentomila uominij e fa-
gure dei galli, che non cessarono cendo ottantamila prigionieri. Di
poscia di essere oppressi , sinché sì strepitosa vittoria ci resta anco-
Giulio Cesare sottomise tutto il lo- ra un magnifico monumento vici-
ro paese. Dopo la guerra degli al- no alla città di Oranges, in un ar-
lobrogi e degli arverni essendo sta- co trionfale. Il medesimo Caio Ma-
ta la Gallia Narbonese ridotta in rio, essendosi unito al proconsole
provincia romana nell' anno , i 1 Catulo , attaccò i cimbri nel se-
fu mandata da R.oma una colonia guente anno, i quali si erano aper-
a Narbona, I cimbri ed i teutoni to un passaggio per l' Illiria occi-
vedendosi cacciati dalle Gallie e dentale, li pose in piena fuga, ne
dalla Spagna, cercarono di stabi- uccise cento cinquantamila, oltre ses-
lirsi in Italia colla forza delle ar- santamila prigionieri. La conquista
mi ; ma non avendo voluto il se- del restante delle Gallie eia riser-
nato romano accordar loro alcuna bata alla perizia militare ed al va-
terra , attaccarono essi il console lore di Giulio Cesare, nell'anno 55
Silano nel 09, e ne sbaragliarono
1 della medesima era avanti Gesù
interamente l'esercito. Scauro, altro Cristo , mentre nell' anno prece-
console, essendo andato nelle Gallie dente i galli sparsi nelle Alpi e-
nel seguente anno, fu vinto dai cim- rano pure slati soggiogati dai ro-
bri.Quindi il console Lucio Cassio, mani Dalla conquista di Giulio
.

avendo mal disposto la sua arma- Cesare galli non ebbero più esi-
i
i39. GAL G AL
stenza di nazione , dappoiché fe- lo che divideva coi druidi le fun-
ce egli delle Gallie una provincia zioni senatorie, riguardavasi come
romana e domolla in maniera che
,
il corpo de' magnati della nazione,
non ebbe più campo a ribellarsi. ed esercitava i diritti del comando
La governò per nov'anni, ne' qua- militare. 1 loro clienti e servi li

li sbaragliò gli elveti sulla riva seguivano nelle guerre, e da que-


della Saona, dichiarò la guerra ai sto privilegio abusivo della fortu-
• belgi ed ai nevii ; P. Crasso suo na, dalla inferiorità delle armi, dal
luogotenente attaccò i veneti ,
gli disprezzo che avevano per le trin-

unelli ed altri popoli della Breta- cee, e dall'alfettazione di tenere la


gna, e li sottomise. Essendosi que- metà del corpo discoperto, si dedu-
sti poscia ribellati, Giulio Cesare li ce la causa onde fu soccombente
vinse in navale combattimento, men- il loro ardito coraggio.
tre Sabino altro suo luogotenente Augusto divise le provincie del-

cacciò gli unelli, e Crasso sconfis- le onde poterle più facil-


Gallie,
se i sontiati nell'Aquitania. Di poi mente contenere. Ciò non pertanto
Giulio Cesare si portò rapidamen- rimaneva ne' loro cuori un possen-
te a Treveri , e soggiogò tutto il te germe di libertà, che annuncios-

paese circonvicino; ma appena par- si qualche volta con degli sforzi ,

fi per l'Italia, che tutti que' popo- che quasi sempre la forza dei loro
li si ribellarono. Ad onta del ri- conquistatori seppe rendere inutili.
gore del verno, Giulio Cesare ri- Divisa prima la Gallia in quattro
passò le Alpi, attaccò all'impensa- Provincie, successivamente ebb(;ro
ta i rivoltosi , s' impadronì delle luogo altre divisioni secondo la vo-
loro più importanti fortezze, come lontà degl* in)peratori romani, on-
Bourges. A lise, Gergoie; fece pri- de meglio regolarle : in seguito
gioniero Vercingentorige, ed obbli- le Provincie si suddivisero in quat-
gò tutta la Gallia a riconoscere il tordici ,
poi in sedici , indi in die-

dominio romano. Dalla descrizione cisctte, compresa la divisione che


che Giulio Cesare fece della Gallia vuoisi operata da Graziano. Anche
ne' suoi Commentari, si rileva che sotto il regno di Vespasiano i gal-
essa era popolosa, non civilizzata: li fecero dei grandi sforzi per la
in ne racconta il barbaro lin-
fatti pristina loro libertà, e questo uma-
guaggio, il rozzo costume, la inu- no principe amò meglio venir con
mana superstizione. Freme, dic'egli, essiad ini trattato, che obbligarli
la natura all'aspetto de' feroci drui- a riprendere le armi. Pei cangia-
di, che al fuoco dannavano le vit- menti fatti dall'imperatore Costan-
time umane, mentre le donne im- tino il Grande nelT amministrazio-
mergevano freddamente il pugnale ne impero
dell' vi ebbero nelle,

nel cuore àe prigionieri, onde di- Galliedue gerai'chie di magistrati,


vinare dal gettito del sangue il fu- mentre tutti gli uffiziali che coman-
turo. La resistenza fatta dalla Gal- davano le truppe, come quelli che
ha alle armi romane ci mostra in sedevano nei tribunali portavano ,

essa un' agguerrita popolazione, cui tutti egualmente il titolo di magi-

non mancava che il beneficio del- strati. Il prefetto del pretorio dei
la civilizzazione per divenir gran- galli, la cui amministrazione si e-
de. L'oidine de' cavalieri era quel- stendeva pure nella Spagna e nel-
GAL GAL i33
la Gran-Brelagna, fece per lungo esteso, chechiamava pagos , e
si

tempo la sua residenza a Treveri, ch'era esso pure popolato di bor-


che poscia fu trasportata ad Arles: ghi e villaggi. Molte di queste cit-
aveva sotto di esso due vicari. Del- tà erano metropoli celebri, residen-
le diciassette provincie, sei soltanto ze dei primi ufiìziali dell'impero,
erano governate dai proconsoli, ed e sedi di pubbliche scuole, circhi,
undici dai presidenti, tutti magi- anfiteatri, templi magnifici, ec. Nel-
strati depositari della pubblica for- le pubbliche piazze chiamale forum,
za, tutti rappresentanti l'imperato- si teneva ordinariamente il tribu-
re, ed aventi in suo nome l'am- nale e le assemblee elettive, trat-
ministrazione della polizia e della tandosi ogni affare sempie pubbli-
finanza. All'ombra di queste su- camente, anche quando le delibe-
preme magistrature, le città gode- razioni venivano prese in luoghi
vano della loro libertà, confidando riparati dalle ingiurie dell'aria. Nel-
l'esercizio legale della propria au- le città di Lione, Arles, Nimes e
torità ai loro magistrati. JVelle Gal- Treveri eravi un tesoriere provin-
lie si dividevano gli abitanti in uo- ciale di finanza , sotto il titolo di
mini liberied in ischiavi, ed i pri- praepositus tkesaurorum. Il tesorie-
nii si suddividevano in tre classi. re generale si chiamava comes sa-
Il primo ordine dei cittadini era crarum largitionum ed era una ,

quello dei senatori, le cui famiglie delle prime cariche dell' impero. Le
godevano il primo grado, ed aspi- sorgenti da cui provenivano le ren-
ravano alle maggiori dignità. Dopo dite consistevano in fondi di terra,
i senatori venivano curiali, curia- i in sussidia che si ritraevano in for-
les. Il popolo era diviso per curie ma d'imposte, in gabelle, diiitti
che si componevano di tutti quel- doganali e di confische, ed in doni
li i avevano uno stato de-
quali gratuiti.Tacito ne' suoi annali as-
cente, ed una origine onorevole. 1 serisce che i celti fossero civilizza-
possessori, possessores, venivano do- ti da Mercurio e ricevessero da,

po curiali, ed erano oltre gli a-


i esso un corpo di leggi. Regnando
bitantidei borghi e delle campa- l'imperatore Caracalla, il diritto
gne, quelli che nelle città stesse romano era universalmente seguito
non apparivano godere di uno sta- nelle Gallie, che divennero una
lo abbastanza convenevole per es- delle più floride porzioni dell'im-
.<;ere iscritti sulle tavole delle cui'ie: pero. Le Gallie, tanto considerabi-
erano talvolta chiamati semplice- li per la loro situazione, come per
mente ingenui. la loro fecondità, e pel coraggio e
Le Provincie delle Gallie al prin- genio de' suoi abitanti, dopo avere
cipio del quinto secolo, e fu la mi- respinto per ottanta e più anni gli
glior epoca, contenevano centocin- sforziche fecero i romani per sog-
que città, tutte investite dei diritti giogarle, cadute finalmente in loro
civici romani, tutte governate sot- potere, non fuvvi quindi mai na-
to le leggi municipali da'magistra- zione più fedele a quella repubbli-
ti scelti da loro , ed aventi le lo- ca, né alcun interesse fu capace di
ro rendite, uffiziali ,
piccole ar- affievolire nei galli l' amicizia e
mate, ec. Ciascuna era il capoluo- r obbedienza ai romani. Agrippa
go di un territorio, più o meno propose ai giudei 1' esempio dei
i34 t^AL GAL
galli, per persuaderli ari ubbidii e noteremo che sotto I" impero, mal-
ai romani , i quali secondo alcuni grado il vigore che mostrarono in
dierono agli abitanti per la prima molte occasioni, galli non cessa i

volta il nome
dappoiché di galli, vano di essere oppressi dai roma-
Giulio Cesare dice chiaramente che ni abbastanza forti per conteneri'
nelle loro lingue Celli si appella- dei popoli sottomessi, ai quali lui

vano, e Galli nella lingua latina. to a ve vasi tolto j ma troppo deboli


In qual tempo la religione cri- per impedire a de'nuovi vincitori,
sliana è stata predicata quali ne i popoli venuti dal settentrione, di
,

furono primi apostoli, e quanto


i
strappar loro questa bella e florida
riguarda l'illustre Chiesa gallicana, conquista. Cosi i visigoti si stabili-

lo dicemmo al citalo articolo Fran- rono nelle provincie meridionali, i

cia. Chiamossi poi canto, rito, of- borgognoni nelle orientali ed , i

fizio gallicano, la messa, l'oflizio, franchi nelle occidentali. Que' bar-


il rito , il canto eh' erano in uso bari dopo avere sparsa la desola-

nelle chiese delle Gallie prima del zione nelle Gallie, non risparmia-
regno di Carlo Magno e di Pipino rono né chiese né clero, e per c<il-

suo padre.Per venerazione alla Dio di disgrazia i goti, i borgogno


Chiesa romana ed ai sommi Pon- ni, i vandali infetti dell'eresia di

tefici, que' due principi stabilirono Ario diventarono nemici della fede
nei loro stali l'offizio, il rito e il cattolica , e la perseguitarono più
canto gregoriano o romano usato crudelmente che non fecero quan-
in Roma, e già in essi inlrodolti, do erano pagani anzi l'avrebbero :

nonché il messale romano rivedu- annichilata da per tutto dove si


to da s. Gregorio i. Prima di que- stabilirono, se franchi ed loroi i

st'epoca la Chiesa gallicana aveva re, fondatori della monarchia gal-

una liturgia propria, che aveva es- licana, non fossero stati fedelmenk-

sa ricevuta dalle mani de' suoi pri- attaccati al vero Dio. I re di que-

mi apostoli, secondo la Storia del- sti ultimi, incominciando da Clodo-


la. Chiesa gallicana tom. IV, lib. veo che nel pontificalo di s. Ana-
I,

I 2. Dopo che il re Pipino ricevet- stasio II ricevette pubblicamente il

te da s. l^aolo 1 libri liturgici i


battesimo, si estesero in tutta la

della Chiesa romana ordinò che ,


Gallia , distribuendo le terre alle

fossero ricevuti e seguiti in Francia. loro truppe, ed il nome de' galli


Delle liturgie particolari di alcune scomparve onde dar luogo a quel-
rliiese della Chiesa gallicana se ne lo di franchi, che più tardi si dis-

Irai la ai rispettivi articoli di que- sero francesi.


sto Dizionario ; mentre le cose Del resto dalle turbolenze reli-

principali della storia ecclesiastica giose e che in diverse


politiche
rignai danti il clero e Cbiesa galli- epoche turbarono la Chiesa galli-
cana, le riportammo al citato ar- cana, chiaramente viene dimostrato
ticoloFrancia. Tulli conoscono e che Dio singolarmente vegliò su di
giustamente encomiano la storia essa, conservandovi la vera fi^'de.
dell' illustre Chiesa gallicana pub- Nessuna parte della Chiesa univer-
blicata sale forse andò soggetta a scosse
dal p. Longeval gesuita, e
continuala dai padri de Fontenay, più terribili, nessun' altra però tro-
Prnmoy i; Berlliier. riiialmente vò risorse più possenti nei lumi,
(^ A L GAL i3:>

nt'l zelo e nelle virtù de' suoi ve- cuni altresì distinte col nome di
scovi e del suo clero , non che libertà della Chiesa gallicana, ne
nella saj^gez/a de' suoi sovrani ; fu abbiamo trattato all' articolo Fran-
qmndi n)eritainenle dato loro dai rn. Olii riporteremo le parole del
romani Pontefici il glorioso titolo p d. Clemente Biagi camaldolese,
di Cristianissimi, chiamandoli pure commentatore del medesimo Ber-
figli primogeniti della Chiesa , ed gier, aggiunte al § VI dell'articolo
al regno di Francia il medesimo Chiesa. « Della Chiesa gallicana fa

titolo di Cristianissimo. I Pontefici •- lo scrittore un sugoso panegiiico.


Alessandro III, Innocenzo HI, e Pieso nel senso retto è verissimo,
Gregorio W,
scrivendo ai re Fi- 5 giacché l'assemblea del1682, seb-
lippo Augusto, e Luigi VII, ed ai " bene si appelli del clero gallica-
capitoli di Reims e di Parigi, chia- " no, sebbene v' intervennero tren-
marono la Francia, lo specchio del- tasei vescovi, pure né rappresen-

la crislianilà, ed il più sicuro ap- " tava la Chiesa gallicana per il

poggio e sostegno della cattolica '> numero, né per l'irregolarità del-


fede, li Bergier nel suo Dizionario •
le decisioni, né per le materie
enciclopedico, nell'articolo Gallica- •« ivi trattate. " Inoltre il fiergier
na Chiesa ci dà un erudito com- termina l'articolo Gallicana Chiesa
pendio delia storia ecclesiastica , e con il seguente periodo.
della liturgia della Chiesa gallica- Ciò che appellasi la libertà
«

na, riportato pure nel tomo V alla ' della Chiesa gallicana , non è
stessa voce supplimento della
del '^ un'assoluta indipendenza di quc-
Biblioteca sacra, opera dottissima •' sta Chiesa verso la santa S»cAc ,

che da ultimo fu tradotta dal fran- ossia nella fede, ossia nella di-
cese, e stampata lu Milano. All'a- ' sciplina, come hanno tentato di
postrofe poi con che terminasi l'ar- • persuadere certi increduli (ed in
ticolo " che se in oggi in Francia '< qualche maniera anche i moderni
•> alcuni prelati sostengono e prò- " novatori). Anzi non vi fu alcuna
• Tessano ancora le quattro propo- » Chiesa più zelante in ogni tempo,
•' sizioni del 1682, noi confidiamo ••
che quella di Francia, per coii-
" che riconoscendo essi alla perfi- •
servar l' unità della fede e di dot-
» ne l'autorità della
Chiesa e del •'
trina colla Sede apostolica; nes-
" suo capo, ad esempio dei vescovi •
suna sostenne con più forza l'au-
« loro predecessori le abiureranno •
tovilà e la giurisdizione del som-
» sinceramente e per sempre » con mo Pontefice su tutte
le Chiese
religiosa inesprimibile consolazione, •
del mondo
però sempre ha ere-
:

aggiungerò le belle parole che unii " duto, come ancora lo crede, che
lustre ecclesiastico fiancese, uno dei •
questa autorità non sia ne dispo-
vicari di Parigi, da questa celebra- •
tica, ne assoluta, che sia sempre
tissima metropoli, graziosamente e •; regolata (scrive l'autore) e li-

con mia edificazione mi scriveva mitata dagli antichi canoni, e che


a' 2(S ilicembre iB.j'ì: // nostro " debba contenersi entro limiti, cui
gallicanismo in oggi e eslrcniainen- saggiamente le sono slati pre-
te freddo, e me ne felicito colla scritti. Dun(|uc le libertà galli-
mia patria. Sulle quattro proposi Crine sono l' uso di seguire la di«
zioni della Chiesa gallicana, da a! • .';ciplina stabilita dai canoni dei
i3G GAL GAL
» cinque o sei primi secoli della istinto della nazione; indi deplora
»' Chiesa, a preferenza di quella la contraddizione di molti teologi e
j> eh' è stata posteriormente intro- giuristi francesi, che dopo aver sta-
» dotta ". La riposta alle ultime biliti ottimi principi! fondamentali,
osservazioni del Bergier sulle liber- di poi cadono senza conoscerne la

tà della Chiesa gallicana , si può vera cagione, cioè l'istinto nazio-


leggere nell'articolo dell'istessa ope- nale difettoso per prevenzione , il

ra, Gallicane libertà ecclesiastiche, non moderato amore della propria


ed è del medesimo lodato p. Bia- nazione, e la troppa estimazione
gi. Tra le altre cose egli fa osser- che hanno di essa e di se mede-
vare, che tali libertà non hanno simi, difetto in cui cadono più fa-
il voto della buona filosofia , e cilmente le grandi nazioni, perchè
perciò nemmeno della ragione teo- falsamente credono di essere baste-
logica. Che niuno mai
della fede voli a sé stesse per la propria esi-

dei cattolici dubitò, che non debba stenza. Termina il p. Biagi il suo
essere sempre la stessa ; perchè non dire con questi gravi riflessi, dopo
dipende essa dai tempi, dai luoghi, aver invitato a sciogliersi dai vin-
da qualsisia altra circostanza. Dice coli delie libertà gallicane, chi ne

che nella disciplina uopo è distin- è seguace. « Subito che qualunque


guere lo spirito dalla materia di M membro rallenta vincoli col suo
i

essa, ed invita a leggere il capo »» capo, è sul prossimo pericolo di


della disciplina, che ad ogni secolo >»cadere da questo disgiunto di ,

si legge nel Breviario di storia ec- M perdere la vita che con esso go-
clesiostia del p. Berti, e le tre ot- " deva. Codeste libertà, appellate
time dissertazioni dell' eruditissimo " della Chiesa gallirana, diminui-
e dottissimo ab. Zaccaria, la prima M scono la necessaria comunione
sulla mutabilità della disciplina, la » alla madre e maestra di tutte le
seconda suW autorità di mutarla e M Chiese, la Romana, ed impongono
prescriverla ,
1' ultima sulla forza »> il grave pericolo di scisma e di
obbligatoria di codesta autorità. Che >> ribellione. La libertà cristiana è
chi non sa esservi luogo alla mu- >> r ubbidienza al capo visibile della
tazione del genere di disciplina, non » Chiesa ; la propria particolare li-

sa nemmeno la storia evangelica » berta disgiunta da questa ubbi-


e la ecclesiastica. Che i patrocina- » dienza è un vincolo, che strasci-
tori delle libertà gallicane preten- M na a poco a poco al precipi-
dono, contro verità de'fatti, ohe
la » zio ". Se la Chiesa gallicana go-
la Chiesa di Francia non abbia deva, per concessione della Sede
voluto, di propria autorità, accetta- apostolica o per consuetudine spe-
re nemmeno i regolamenti discipli- ciali privilegi avanti la gran rivo-
nari, prescritti dal concilio di Tren- luzione, tutti questi privilegi furo-
to j mentre ed i concili, ed un'assem- no aboliti dalla medesima Sede
blea nazionale de vescovi ne prescris- apostolica nel ripristinare in Fran-
sero r osservanza. Condii ude il p. cia il culto cattolico col concoi-
Biagi , con invitare il dotto francese dato dell'anno 1801; ed è per-
Bergier ad essere più filosofo che ciò che se alcuni di detti pri-
francese,dando luogo cioè alla retta vilegi per via di fatto in parte
ragione, piLi che ad un certo cieco sussistono ancora, pure legalmente
.,

GAL GAL 137


si dovrebbono ritenere come ces- vescovo di Poitiers. Labbé toro. VI»
sati. Arduino tom. II.

Il quinto concilio si tenne nel-


Concila delle Gallie. l'anno 800, sopra Ja giustificazio-
ne de' preti. Angl. tom. I.
Il primo concilio delle Gallie fu Nel io4i furono tenuti diversi
tenuto nell'nnno 4 "^9 contro i pe- concilii nelle Gallie per la pace
lagiali], e contro Nestorio al dire del regno. In essi venne prescritta
di Lenglet. Vi si elessero per con- la Tregua di Dio o del Signore,

siglio del Pontefice s. Celestino I, che consisteva nel non potersi fare
s. Germano di Auxerres e s. Lu- , alcun atto di ostilità, dalla sera
po Troyes perchè passassero in
di del mercoledì di ciascuna settima-
Inghilterra a combattere pela- i na, sino alla mattina del seguente
giani. Chiamansi Concilii delle Gal- lunedì, sotto pena di bando o dì
lie quelli che furono tenuti in que- ammenda. Labbé tom. IX, Ardui-
ste regioni, senza potersene deter- no tom. VI.
minare il luogo tuttavolta il p. ; Il citato p. Mansi nel tom. I,
Mansi dice che il detto concilio si col. 1219 e I230, fa menzione d'un
tenne a Troyes nella Sciampagna j concilio tenuto in alcune città del-
sì nelle Annotazioni al P^g/, all'an- le Gallie, forse a Poitiers ed a To-
no 4^9> che nel tomo 1 del suo losa nel 355 , nel quale s. Ilario
Supplemento ai concilii a p. 3 1 i insieme ad altri vescovi si separa-
Piegia tom. IV, Labbé tom. II ,
rono dalla comunione degli eresia r-
ed Arduino tom. I. cbi Saturnino d'Arles, Ursacio e
Il secondo fu celebrato l'anno Valente.
4'>i, chiamato Gallicanuin <\i\\ Di- Il medesimo p. Mansi nel tom.
zionario de' concilii, ed Arelaten- I, col. 327 e 39.8 cita un altro
se dal Tillemont, per l' incei-tezza concilio celebralo nel ^5ì nelle
del luogo in cui adunò. Qua-
si Gallie, cui presiedette l'arcivescovo
rantaquattro vescovi approvarono d'Arles Piavennio, e nel quale la
!a famosa lettera di s. Leone I il lettera del Papa s. Leone I a
Grande, a s. Flaviano di Costanti- s. Flaviano fu approvata, e col-
nopoli all'oggetto di mandarla per mata di lodi. Quindi opina che il
mezzo de' suoi legati al concilio di concilio avesse luogo nell' arcidio-
Costantinopoli, e contro Nestorio cesi di Ajles.
Eutiche e i loro falsi dommi, e gli Inoltre il p. Mansi nel tom. I,

.scrissero perciò con grandi encomi, col. 4^^3 f^ memoria d'un con-
degni di sì gran Papa. cilio o adunanza convocata nel-
Il terzo siconvocò nel 679 con- le Gallie, e fórse in Parigi nell'an-
tro i monoteliti, nel pontificato di no 649, nella quale per confor-
s.Agatone. Regia tom. XVI Lab- , marsi ai desideri del Papa s. Mar-

bé tom. VI, ed Arduino tom. III. tino I, furono nominati s. Oudoe-


Il quarto ebbe luogo nel 688 no, e .s. Eligio come deputati del
nel palazzo de! re Thierri o Teo- regno, per assistere ai concilii che
dorico III, nel quale fu deciso che divisava quel Pontefice di riunire
il corpo di s. Leodegario vescovo in Roma contro i monoteliti.
e martire, sarebbe accordato al 11 p. Mansi nel tom. I, col. ^^^
.38 GAL GAL
f. /\()6, cita un concilio delle Gal- Si menzione del concilio tenuto
fi

lio tenuto verso l'anno 658, nel nel 1099 da Ugo arcivescovo di
pontificato di s. Vitaliano, lelati- Lione e legalo apostolico delle Gal
vanienle ad una legazione manda- lie: in questo concilio Rabode ve-
ta dal Papa al re di Francia, pei' scovo di Noyon persistette nel vo-
impegnarlo a far restituire a Mon- lersi purgare con giuramento dal
te Cassino le reliquie di s. Bene- delitto di simonia di cui era stato
detto e di s. Scolastica le quali, , accusato ; lo sfortunato prelato mo-
secondo la credenza d'allora, erano ri poco dopo, secondo la predizio-
state trasportate nel monistero di ne di Ugo, pel sacrilego giura-
Fleury. 11 p. Mansi dubita che que- mento.
sto concilio sia stato piuttosto un'as- L'antico autore della cronaca di
semblea di soli grandi della corte. Rouen, come narra il p. Mansi t

Egualmente dal p. Mansi e nel III, 339 e 340, distingue sot-


col.

tom. 1, col. 789 e 740, si appren- to l'anno i3io tre concilii provin-
de la celebrazione d' un concilio ciali tenuti nelle Gallie contro 1

nelle Gallie l'anno 796, in cui ven- templari, cioè in Parigi dalT arci-
ne deposto il vescovo di Mans Giu- vescovo di Sens, in Aubenat dal-
seppe, per le crudeltà da lui eser- l'arcivescovo di Reims, ed a Pon-
citate nella sua diocesi, e che pro- loise dall'arcivescovo di Rouen.
babilmente si tenne in Tours. GALLICANA Chiesa. Chiamasi
Lo stesso scrittore nel tom. I, Chiesa gallicana quella delle Gal-
col. 897 e 898, parla d'un conci- lie {^Vedi), in oggi la Chiesa di
lio tenuto nelle Gallie nell'anno Francia ( Fedi).
839 o 840, nel quale il monistero GALLICANO, GalUcanuni. Go-
di s. Otmaro fu soggettato alla giu- verno baronale del principe Rospi-
risdizione dell'abbate di s. Berlino, gliosi Pallavicino, distretto di Ti-
e crede che il concilio si tenesse a voli, Comarca di Roma, nella dio-
Boulogne. cesi di Palestrina. Terra posta so-
11 p. Mansi tom. 1, col. io8i e pra un colle dirupato di tufa li-

J082, registra un concilio tenuto toide di colore lionato, che ha tut'

nelle Gallie al declinar del nono ta r apparenza di aver occupato il

secolo, in cui fu sostenuta la cau- sito di una città antica, con caver-
sa del Papa Formoso, ed appro- ne Sepolcrali simili per lo stile e
vate le ordinazioni da lui fatte. Per forma a quelle de' dintorni di Lu-
l'amicizia di Fulcone arcivescovo gnanoe Valmontone, il perchè vuoi-
di Reitns col definito Pontefice, si che sorgesse Pedani, città
ivi

piobabilmenle il concilio fu tenuto latina che pervenne ad un grado


ni quella città. di potenza, da poter dar nome ad
Dal p. Mansi tom. X, col. r 99 1
un territorio, dicendo gli antichi
e 1200, è riportato un concilio del- scrittori, che Pedo fu intermedia a
le Gallie tenuto fra gli anni 999 Labico, Boia, Preneste, e Tibur. l
e 1016, per accordar la libertà atl domenicani vi avevano un ritiro
alcune pei'sone, le quali eransi po- delizio.so, e vi esiste una chiesa an
ste sotto la protezione de' monaci lica intitolata a s. Pastore dalle
di Besu. sante sorellePrassede e Pudenzia-
Nel tom. Il, mi, ly'ij il
p M.m- na. L'antico tempio parrocchiale è
GAL I 3Q

dedicato a s. Andrea apostolo; vi VI si accamparono, e vennero dis-


sono altre chiese, ed un piccolo fatti dal dittatore C. Sulpicio. Nei
convento detto s. Maria degli An- primi del secolo seguente strinse le-
geli de' minori conventuali, che in ga coi prenestini e tiburlini, con-
un alla chiesa nel l'Jgg edificò la tro i romani, i quali la sottomise-
serva di Dio b. Margherita Colon- ro con Furio Camillo nel 4'7> pei'

na. Il Piazza nella Gerarchia car- cui questi ebbe l'onore del trion-
si

dinalizia a p. 7.3i e seg. parla pu- fo. Indi decadde, chiamandosi il

re delle chiese di s. Antonio e di territorio Regio pedana, e Giulio


s. Rocco. Di questo luogo il Piazza Cesare vi ebbe una villa, come pu-
celebra fondatore s. Gallicano, uo- re l'ebbe Tibullo. 11 Senni a p.
mo consolare e potente, assai caro ii3 AtWe Memorie di Genazzano,
a Costantino, ch'esercitò la sua ca- narrando le masse de' beni donate
rità nell' ospedale di Ostia, indi da Costantino a s. Silvestro I, dice
patì il martirio in Alessandria. Di- che questi concesse Gallicano alla
scendono dai vicini colli alcune basilica Ostiense; ed a pag. i3q
acque, che ove raccolgono costi-
si aggiunge, che fu detto Gallicano
tuiscono un lago detto di s. Pras- de' siri, dai nuovi coloni ivi stabi-
sede, e dall' Olstenio chiamato lago liti, essendo passati molti pedani a
Barrano, nella cui vicinanza eravi stabilirsi nella città di Scapila, oggi
la chiesa sagra a s. Gallicano. Il Passerano, nel territorio di Galli-
p. abbate Mattei nella sua Tavola cano. Giovanni XIII nel 970 con-
tapograjica, opina che in questo si- cesse Palestrina in feudo a Stefa-
to fosse la villa de' Gordiani, cele- nia senatrice con tutte le sue per-
bre per amenità, magnificenze, e tinenze, compreso Gallicano. E cer-
splendidi edifizi. to che questo luogo nel 992 esi-
Pedani, appellata da Dionisio pic- steva col nome di Gallicano, Ca-
cola città, e forse in origine dipen- strimi Gallicanuni, come rilevasi
dente da Preneste, essendosi poi dai documenti di quell'epoca. Nel
emancipata, fu capoluogo d'una tri- io5i n' era possessore Teodoro de
bù, o distretto del Lazio; e tale Rufino, che lo donò al monastero
rango già occupava l'anno 2 58 di di s. Paolo della basilica Ostiense.
Roma, allorché figurò la prima vol- Il Senni nota che nel io53 in
ta nella storia, per la parte che Gallicano fu eretto un monastero
prese Pedo nella lega latina, on- di monaci benedettini sublacensi.
de riporre i Tarquini sul trono di Nel 1074 s. Gregorio VII confer-
Roma. Dopo Re-
la rotta del lago mò la donazione di Teodoro, ma
divenne questa città amica
gi Ilo, Pasquale nel
II iii5 concedette
de romani, e si conservò fedele nel- Castellimi Gallicanum cimi eccle-
le scorrerie de' volsci capitanate da siis,fundis, et casalibus, et omnibus
Coriolano. Laonde Marcio dopo perlinentiis sids, al monastero di
essersi impadronito di Labico, pre- Subiaco.
se di assalto Pedo, che altri dico- Successivamente i Colonnesi este-
no soggiogato dallo stesso Corio- sero da questa parte le loro possi-
lano. Passata quella vicenda, Pedo denze, e divennero anche padroni
tornò indipendente; ma nell'anno fli Gallicano, sia per usurpazione,
•^07 '
S''"'
Induci da Preneste sia per acqui^'lo o don;t7Ìnnr. Nella
1 4o GAL GAL
divisione che i Colonnesi fecero di^i VII. Sul principio di ottobre 1622.
loro beni nel \i^'2, Gallicano, s. Gregorio si XV
portò a Gallicano,
Cesario, e Camporazio divennero feudo della sua casa Ludovisi che
proprietà di Pietro Colonna, e for- lo ave\a acquistato ; vi celebrò la
mò un ramo particolare, che fu festa di s. Francesco sull'altare mag-
detto de' signori di Gallicano: il giore della chiesa parrocchiale di
Petrini riporta il modo della divi- s. Andrea, e vi lasciò una croce
sione a p. r35, indi a p.142 dice d'argento. Gallicano divenne in se-
che ancora la chiesa di s. Maria guito proprietà de' Pallavicini , e
nel i^po dipendeva dai monaci sii- pel matrimonio Maria Camilla
di
Micensi, e che Pietro Colonna su- Pallavicino con Gio. Battista Ro-
perstite dell'altro Pietro, lasciò al- spigliosi, ne fu investito il suo se-

le monache monastero di s. Sil-


del condogenito, nella cui linea rima-
vestro in Capite di Pioma, fondato ne ancora, dappoiché è stabilito in
d;illa b. Margherita Colonna, la te- questa nobilissima famiglia, che il

nuta di Camporazio. Ladislao re cognome, slemma, rendite e pos-


di JVapoli nel i4i4 pi'olittando del- sessioniappartenenti al fide-com-
lo scisma s' impadronì di Roma, e misso del cardinal Lazzaro Palla-
volendo soggiogar Palestrina, a' 2 1 vicino appartengano al secondoge-
luglio r ebbe a patti. Trovandosi nito della famiglia Rospigliosi, prin-
infermo a Narni, e volendo tornare cipe Pallavicino.
in iSapoli senza attraversare Pioma, Il Petrini annovera tra gli uo-
passò a pernottare in Passerano, da mini illustri di Gallicano, fr. Bar-
«love nel dì penultimo di luglio per tolomeo di Gallicano de'minori, pio
mano <Ie'gallicanesi e zagarolesi si religioso del 1284; il nobile Teo-
fece condurre in sedia alla basili- Io Masi del i4945 ^ Tonlarel-
ca Ostiense, imbarcandosi nel Te- lo del 1545. Al sacerdote d. Gioa-

vere, e morendo in Napoli a' 6 ago- chino Sabelli di Gallicano, segre-


sto. Nel 14^4 ^3 Marino ove di- tario del cardinal Bertazzoli vesco-
morava. Martino V Colonna a'i5 vo di Palestrina , uno de' più va-
giugno portò in Gallicano, e vi
si lenti segretari che fossero in Ro-
restò sino a' i3 agosto. Nel i433 ma, dedicai nel 1826 le notizie di
Gallicano dominio dei
tornò nel Pieneste antica e moderna , e dei
Colonnesi di Palestrina. Essendo paesi convicini compreso Gallicano,
Pontefice Eugenio IV, nella guer- al modo che vien detto all'articolo
ra con casa Colonna, Gallicano per Genazzano, le quali incontrarono
penuria d' acqua nel i434 ^^^ P'"^" il compatimento eziandio del car-
sa «lai patriarca Vitelleschi, prode dinal \'incenzo Macchi, quando re-
generale della Chiesa. Il Petriui a cossi a prendere possesso della dio-
p. 181 dice che nel i44<^ nella cesi di Palestrina, dalla quale Gal-
divisione dei beni de'Colonnesi, Za- licano è distantequattro miglia e
garolo. Gallicano, s. Cesario e s. mezzo. Allorquando Pio VII nel
Vittorino toccarono a Lorenzo Co- 18 16 invitò i baroni dello stato
lonna; Stefano ebbe Corcollo, Pas- pontifìcio a rinunziare i diritti feu-

serano, Algido e Palestrina. Nel dali , fra i pochi che li con.serva-


1 326 Gallicano fu saccheggiato e rono vi fu la famiglia Rospigliosi-
spianalo dalle milizie di Clemente Pallavicini , come abbiamo notato
GAL GAL i4i
all'articolo Feudo. Altre notizie su nella Magna Grecia, e da Pom-
Gallicano si possono leggere nel ponio Mela fu chiamata Urbs Gru-
Petrini, Memorie Prenestine ; nel ja; indi ne'secoli cristiani, come
Nibby, Analisi de' dintorni di Ro- poi si dirà, il popolo si compo-
ma; e nel Cecconi , Storia di Pa- se di due nazioni, greca e latina.
lestrina. Quest'ultimo, a p. io, par- L'L'ghelli vorrebbe dar ragione del-
lando di Pedo, narra che si crede l' antico nome di questa città, se
così chiamato, o perchè era distan- cioè fu essa così chiamata dai gre-
te da Roma quanto poteva cammi- ci, o dai francesi che la possedet-
nare un pedone in una giornata, tero alternativamente; il suo con-
o perchè giaceva quasi a piedi del tinuatore dice che anticamente chia-
monte Prenestino. In quanto al no- mossi Gallipoli, e che fu detta
me di Gallicano che surse sulle sue Gallipoli in tempi a noi molto
rovine, il Cecconi lo suppone pre- vicini. Grande è il suo commercio,
so dalla villa di Caio Domiziano ed i vasti magazzini d' olio, di cui
Gallicano, o come vogliono gli abi- è ricca, consistono in pozzi scavati
tanti, dalla loro antica impresa con- nello scoglio medesimo su cui è
sistente in un gallo ed in un cane. costrutta la città: il suo territorio è
Altre opinioni sul nome di Galli- fertilissimo. 11 distretto di Gallipoli
cano leggono nel
si JN'ibby, così di si divide ne' seguenti quattordici
quello di Pedo. cantoni: Alessano, Nardo, Poggiardo,
GALLIPOLI ( Gallipolitan). Cit- Tricase, Piesicce, Parabita, Casa-
tà con residenza vescovile, e piaz- rano. Maglie, Ugento, Piuffano, Ga-
za di guerra di terza classe del gliano, Scorrano, e Galatone.
regno delie due Sicilie, nella pro- La fede vi fu predicata nei pri-
vincia di terra d' Otranto, capoluo- mi secoli del cristianesimo, e la
go di distretto e di cantone, sor- sede vescovile ebbe origine nel se-
ge su di un' isola scoscesa del sto secolo sotto la metropoli di
,

golfo di Taranto, riunita al con- Otranto, di cui è tuttora suffraga-


tinente col mezzo di un ponte di nea. Domenico fu il primo vescovo
pietra, cosi forte da resistere al- di Gallipoli, e sottoscrisse il de-
l'impeto del mare, ed il suo sob- creto del Pontefice Vigilio con-
borgo posto sul continente, si di- tro Teodoro di Cesarea, nell'an-
stende nelle adiacenti campagne. no 557. Il secondo fu Giovanni,
Oltre le sue fortificazioni, questa cui scrisse s. Gregorio I i' episto-
città ha pure un castello egual- la ^5. Sabiniano o Sabino fu il
mente fortificato. E assai bene for- terzo, che alcuni pretendono che
tificata, e contiene una bella cat- fosse il romano Pontefice di tal

tedrale, molte chiese e conventi, nome, immediato successore a s.

e qualche stabilimento di pubblica Gregorio 604. Dopo di lui


I nel
istruzione. 11 porto formato da un abbiamo Giovanni, che intervenne
molo è comodo, ma di un ingres- al concilio di Roma celebrato da
so pericoloso a cagione degli sco- s. Martino I nell' anno (349- Mel-
gliche lo cingono: la pesca del chisedecco intervenne al concilio
tonno è attivissima sulle sue co- Niceno, tenuto nell'anno 787 nel
ste. Gallipoli fu città grecq ne tem- pontificato di Adriano I; dopo
pi del gentilesimo, siccome posta di questo vescovo non se ne cono-
)42 GAL GAL
scono altri di lito Ialino pei' al- ;tpud Ughellius, Deepisc. Gi/llipuli-
cuni secoli. Il Rodotà, Dell' origi/it: tanus, in additiu Coleti. All'estm-
del rito greco iti /(alia, nel tom. zione del rito avea alquanto prima
I, 386, nana che il p. Ironia
p. preparata la strada il totale ab-
ritèrisce nel suo Chron. de minor, bandonamento dello studio delle
ohserv.^ die risplendetleio in questa lettere greche : era questo mancato
chiesa cattedrale, sì per l'eccellen- fino dal i5ro, come scrisse Anto-
/.a della virtù, sì per la dignità nio de Ferraris detto il Galateo,
della sede, molti uomini illustri nel tritato De sita Fapygiae, in-
greci e latini, i quali si eleggeva- torno alla decadenza della greca e-
no a vicenda or da una nazione, rudizione, a pag. 4'-
ora dall'altra. IN'on altrimenti scri- Il Coleti avverte che nel nono se-
ve il p. Leandro Alberti, nella De- colo Gallipoli divenne sulFraganea
scrizionc dell' /(alia p. 2 34; *^ 'o della metropoli di s. Severina; che
conferma altresì Gio. Battista Nico- a Paolo del i 08 1 successe Baldrico
losio in Hercule Siculo par. 3, nel I I o5, ad esso Teodoro nel 1 i58,
p. I oo, con queste parole : Galli- alquale nel 74 successe altro ve-
i i

polis lìngua graeca erat: scovo di cui s'ignora il nome; indi lo


riuti ecclexiaslicus graecus. finisco- fu Corrado nel i 179,6 certo Cocon-
pus non inuUis ab hinc saeculis ,
da nel pontificato di Celestino III;
alternadni graecus latinusque ; sicut e nel ii'ji è registrato altro ve-
et regio ipsa graecis piena. Dal- scovo, il cui nome è pure igno-
l' ordine monastico di s. Basilio, rato. L' Ughelli continua la serie
che fioriva nella Nardo,
città di de' vescoviincominciando da Gre-
tu sollevato a questa sede un cer- gorio, che morì nel i325 sotto
io Paolo, e consagi-ato vescovo l'an- Giovanni XXII il quale siccome ,

no I o8 I . Ln altro vescovo greco il capitolo erasi diviso nell elezio-


per nome Pietro resse questa dio- ne del successore, a Gaufrido pre-
cesi l'anno i34B. Vi ha tutto il ferì Melisio designato dal metro-
l'ondamento di credere, che sino politano d'Otranto Luca. INel i33i
al fine del secolo XIV scambievole fu fatto vescovo Paolo, cui succes-
tosse l'elezione de' vescovi, ora greci sero regolarmente altri pastori. Ca-
ed ora latini. Dal 1396 al i458, listo III nel 1458 fece vescovo di
detratti soli tre anni, si leggono an- Gallipoli Lodovico Spinelli napole-
noverati nel catalogo de' vescovi tano, al quale fu concesso per la
di Gallipoli, vicendevolmente reli- sua chiesa, decimaruni parteni ba-
giosi de'minori osservanti, e de'pre- julationis GallopoUtanae civitatis :

dicatori. Si allontana dal vero il lo successe nel 149^ il fratello Al-


p. Leandro, il quale nella citata o- fonso Spinelli. Nel i5i3 Leone X
pera, che nel i55o dedicò ad En- commise questa chiesa in commen-
rico II re di Francia, scrive che da al cardinal Francesco Remoli-
a suo tempo nella chiesa di Gal- no di i5i7 o
Lerida, morto nel
lipoli si celebravano in greco i di- i5i8; ammini-
indi la conferì in
vini uffizi , dappoiché è manifesto strazione al cardinal Andrea della
essersi questo estinto sino dall'an- Valle romano, il quale con regres-
no I 5 3, siccome racconta France-
I so nel 15^4 's cedette a Girola-
sco Camardario gallipolilano, e'stat mo Munoz abbate di s. Basilio di
1 ,

GAL GAL 1 4J
Scjiiillacej coli' iiidiillo della i ileii- nelle annuali Roma. Notizie di
zione dell'cibbazia di CleDiente VII. 11 regnante Papa Gregorio XVI,
Quesli per rinunzia del preceden- pei morte del vescovo monsignor
te, nel I '»'2g nominò vescovo di Francesco Antonio Visocchi, nel
Gallipoli Federico Peliucci patri- concistoro de' 19 dicembre ììi3.\
zio sanese, suo intimo cubicidario. flichiarò vescovo di Gallipoli l'o-

Nel i536 Paolo III gli die a suc- dierno monsignoi- Giuseppe Maria
cessore Palegnus Cibo genovese, di Giove vescovo di Dova, dell' ordi-
natura calda e litigiosa, onde per ne de' minori osservanti, nato in
questo ed altri motivi il Papa lo Santerano diocesi di Bari.
rilegò in Castel s. Angelo. Nel i5'j5 La cattedrale è dedicata in ono-
Gregorio XIII fece vescovo Gio. re di Dio, e di s. Agata vergine
Francesco; e nell'anno seguente Al- e martire, ampio ed ottimo edi-
fonso Errerà spagnuolo, pio e ze- lizio d' antica architettura , ove si

lante, riformatore del clero, e limo- venerano molte reliquie. 11 capito-


si niero; rifabbricò la cattedrale, pro- lo si compone di sette dignità , la
cuiò altri vantaggi alla diocesi, e prima è l'arcidiacono ; anticameu
nel i585 fu trasferito ad Ariano. te erano dieci, cioè 1' arcidiacono ,

Altri vescovi degni di menzione r arciprete, il decano, il cantore,


sono Vincenzo Capece nobile na- il preposto, il tesoriere, il vice-can-
poletano fatto da Clemente VII 1 nel- tore, il primo e il secondo primice-
r anno ì5g5; Gondisatvo Rneda rio, ed il vice-tesoriere. Oltre lesille
o Rota spagnuolo, traslato dall'A- dignità, nel capitolo vi sono nove
quila nel 1622 da Gregorio XV; canonici, compiese le due preben-
Andrea Massa nobile genovese tra- de del teologo e del penitenziere
slato da Castellamare nel i65r da dieci beneficiati chiamati porziona-
Innocenzo X, benemerito dell't-pi- ri, ed altri preti e chierici inser-
scopio da lui decorosamente restau- vienti al divin culto. La cura del-
rato Giovanni Montoya de Car-
; le anime non è nella cattedrale,
dona nobile spagnuolo, che nel 66 1 ma in altra chiesa, in cui vi è il

celebrò il sinodo; Antonio Geremia Iònie battesimale, che è l'unico del-


del Bufalo; Antonio Perez de La- la città, non essendovi eziandio al-
straspagnuolo gli successe nel 1679, tra parrocchia il
: curato lo nomi-
accrebbe le rendite della chiesa, na il vescovo, dopo l' esperimento
fornì di suppellettili sagre la cat- del consueto concor.so. L' episcopio
tedrale, fabbricò dai fondamenti il è aderente alla cattedrale. Nella
monisfero per le teresiane , ove città sono tre conventi di reli-
vi
volle essere sepolto, e celebrò nel giosi, e due monisteri di religiose,

1699 il sinodo. Nell'Ughelli


il Co- un conservatorio, alcune confratei -
leti registrò per ultimo
Oronzio nite, l'ospedale ed il seminario. 11

della nobilissima famiglia Filoma- nuovo vescovo è tassato nei hbri


rino de'chierici regolari teatini, fat- della cancelleria apostolica in fio-
to ve.scovo da Innocenzo XII nel rini quarantatre, verus auleni il-

1700: pio, dotto, viituoso, spien* lorutn valor at 2896 diuaioruni


didaniente ornò la cattedrale e re- monetae regni publicis non dtduciis
staurò l'episcopio. La serie degli oncribus.
'.litri vescovi di Gnllipoli si lesjge GALLIPOLI (Callipolis). Ci» là
i44 GAL GAL
vescovile peii liè altre volle sede di comandati da Solimano V anno
vescovo sino dal IV secolo, e di l'JiSn, ed è la prima città in Eu-
arcivescovo nel X\I, sotto la me- lopa che sia caduta in loro pote-
tropoli di Eraclea, Perinthus, esai- re: fecero man bassa sui gallipoli-
cato di tutta la Tracia. Gallipoli tani, ed abbatterono ogni monu-
al presente è una città della Tur- mento di scienze e di arte. Dipoi
cliia europea nella Romelia, capo- questa città fu assediata e presa
luogo di sangiacato e di distretto. da Amadeo V conte di Savoia det-
E posta in uu sito ridentissimo, per to il 1 erde, ma poscia i turchi
ben
cui è di fertile terreno, e lab- tornarono ad impossessarsene.
Liicata sopra un promontorio del- Gallo (s.). JN acque verso l'an-
la costa orientale della penisola di no 4^9) ^' assai distinta famiglia,
Gallipoli, sulla riva occidentale, e in una città dell'Alvergna, che ven-
verso l'ingiesso nord-est del canale ne poscia chiamata Clermont. Ri-
dei Dardanelli , cliiamato qualche nunziando a tutti i vantaggi del
volta stretto di Gallipoli. È la re- secolo, abbracciò la vita religiosa
sidenza un vescovo greco vi
di ; nel monistero di Cournon , e si

tlimoia pure un agà, che rappre- distinse pel suo fervore nel morti-
senta il capudan pascià grande am- ficarsi, e per l'esattezza nell'adem-
luiiaglio della flotta ottomana, il piere tutti gli esercizi della comu-
quale ritrae da Gallipoli, dai capi- nità. La sua pietà e la dolcezza
tani e dalle isole dell'Arcipelago della sua voce nel canto dei sal-
rendite considerabili. La città non mi rapiva tutti coloro che lo ve-
è difesa che da un vecchio castel- devano ed udivano, perciò il ve-
lo fortificato, posto sopra un'altu- scovo Quinziano lo volle presso
s.

ra : ha qualche fontana e moschea di sé, e lo ordinò diacono. Qual-


di bella architettura, vasti e ben che tempo dopo. Teodorico re di
provveduti bazar di merci d'o^lli Austrasia obbligò il vescovo a ce-
genere, chiese greche, e sinagoghe; derglielo, e lo ritenne a corte fino
ha inoltre due buoni porli e ma- all'anno 527, '" cui, morto s. Quin-
giiz/.ini per provvisionare la flotta ziano, per istanza del popolo ven-
ottomana. Vi sono alcuni antichi ne eletto vescovo di Clermont. S.
nioiiunientiben conservati ed in , Gallo nel zelante esercizio del suo
ogni quartiere frammenti di scol- episcopal ministero fece risplende-
tura ed architettura. Secondo qual- re maggiormente le sue virtù, e
cuno Gallipoli forse ebbe tal no- soprattutto la sua pazienza, per cui
me dai galli, perchè la parola si- giunse a soffrire gli oltraggi ed an-
gnifica città dei galli. La sua si- che le percosse, senza dimostiare
tuazione è vantaggiosa, tanto che la pili piccola amarezza , e senza
tutti quelli, i quali vollero conqui- neppur muover labbro. Fu favo-
stare la Tracia, incominciarono col reggialo del dono dei miracoli col- :

rendersi padroni di questa città. le sue orazioni arrestò le fiamme


Giustiniano vi fece costruire vari di un incendio che minacciavano
immensi magazzini di viveri e di di ridurre in cenere tutta la città,
provvisioni per le truppe che cu- e la da una malattia
liberò poi
stodivano l'ingresso della Propon- epidemica che aveva desolate le vi-
tide. Gallipoli fu presa dai turchi liiie Provincie. Ricco di meriti e
,

GAL GAL 145


di mori sanlamenie
opere buone, a' \6 dottobre, giorno in cui la
\erso anno 553, ed è ricordato
I Chiesa onora la sua memoria.
nel martirologio romano il primo GALLO (SkN)(iS'. Gallen). Città
giorno di luglio. con residenza vescovile della Sviz-
GALLO Abbate (s.). Nacque in zera , capoluogo di cantone e di
Irlanda poco dopo la metà del \ I distretto, sulla riva sinistra della
secolo, da genitori nobili e virtuo- Steinach, piccola affluente della Sit-
si che lo consagrarono a Dio, met- ter, in un
due monta-vallone fra
tendolo sotto la disciplina de' santi gne, a circa 347 *^^^ ^' sopra del
abbati Congallo e Colombano, che mare, e a i4o tese sopra il lago
governavano il monistero di Ber- di Costanza, in un'amena situazio-
cor. Egli fece grandi progressi ne- ne, cinta da deliziose colline ador-
gli studi, specialmente nella sacra ne di belle case villereccie. Ha tre
Scrittura, e fu uno dei dodici che sobborghi, ed è cinta di mura e
seguirono s. Colombano in Inghil- fosse: le strade sono assai larghe,
terra, poscia in Francia nel 5<S5. e vi si vedono
molte fontane le ;

Scacciato Colombano dal


con s. case erette in mattoni e quasi uni-
monistero di Luxeul dal re Teo- formemente, sono agiate e polite.
dorico, si trasferirono amendue in 1 principali edifizi sono 1' antica
Austrasia. Il pio Yillomaro, prete abbazia di s. Gallo, la cui porzio-
di Arbon, presso il lago di Costan- ne chiamata Pfalz serve di residen-
za, procurò loro un asilo in un za al governo, e contiene la bi-
deserto poco distante da Bregentz, blioteca del cantone con preziosi
ove essi fabbricaronsi delle celle, e mss., fra i quali diconsi trovati nel
co' loro commoventi discorsi con- i4i3 gli originali di Quintiliano,
vertirono de" pagani di que' din- Silio Italico, Valerio Fiacco, Am-
torni, ciocché loro attirò delle per- roiano Marcellino, ed i trattati di
secuzioni. Essendosi Teodorico im- Cìcevone, De Jinibiis, e De oratore.
padronito dell' Austrasia, s. Colom- Sono pure rimarchevoli la catte-
bano si litirò in Italia ; ma s. Gal- drale che contiene dipinte le virtù
lo da pericolosa malattia impedito ed miracoli
i de' monaci defunti ,

non potè seguirlo. Ricuperata la cinque chiese, il palazzo pubblico e


.sanità, risali il lago di Costanza, Tre vasti edifizi compo-
l'arsenale.
ed eresse coi discepoli che lo segui- nevano il celebre monistero vi :

vano alcune celle, le quali diedero erano ampie sale decorate da pit-
origine al monistero benedettino di- ture de' più nobili pennelli, ed un
venuto poscia assai celebre, e cono- solo monistero poteva contenere
sciuto sotto il suo nome. I trionfi da cinquecento monaci. Questa città

lui riportati sull'idolatria, la mercè possiede la scuola del cantone pei


della sua predicazione, de' suoi e- cattolici, un ginnasio riformato, ima
sempi e de' suoi miracoli, lo fan- bella biblioteca, molte scuole secon-
no riguardare come l'apostolo del darie pei due sessi , un gabinetto
territorio di Costanza. Egli rifiutò di storia naturale e di medaglie
quel vescovato, come pure l'abba- una società letteraria, una biblica,
zia di Luxeul e governò santa-
, un orfanotrofio ed un ospedale. S.
mente i suoi monaci fino alla sua Gallo è assai commerciante, e ser-
morte, avvenuta circa l'anno 646, ve di fondaco ai cantoni vicini di

VOI., xxviii, IO
i46 GAL GAL
Appenzell e ili Turgovia. Fin dal r abbazia ed alla città : in cjuestu
secolo Xin il commercio delle tele nionistero fu sepolto d'anni 95 quan-
in questa città era di grand' impor- do morì nel 646. Il monislero di
tanza,avendo molto influito al suo s. Gallo in piincipio seguì la re-
ingrandimento la emigrazione da gola di s. Colombano, altro irlan-
Costantinopoli di vari negozianti e dese di cui s. Gallo fu uno dei
fabbricatori, che si stabilirono a s. primari discepoli, e poscia nel se-
Gallo per le vicende di religione colo ottavo abbracciò quella di s.

e di politica avvenute a quei tem- Benedetto. Nel secolo Vili i mo-


pi, il che favorì in modo questo naci si occuparono in illuminare
ramo d' industria, che al principio r incredibile ignoranza del popolo
del XVII! secolo giunse la flori- elvetico; istituirono un'accademia,
dezza del suo trafTico al più allo e Gosberlo abbate vi raccolse co-
grado di prosperila, consolidalo per dici numero, e tanlo pre-
tanti in
la istituzione del banco fatta dal gevoli per la rarità ed edizione,
governo dopo i disastri commer- che forse non li possedevano le pri-
ciali del 1755. Ad aumentare sem- marie biblioteche d' Europa. L'a-
pre più tale prosperità sembra che more delle scienze non allontanò i

abbia molto influito il vicino lago monaci dalla rigidezza del vivere,
di Costanza, che somministra nelle e conosciutasi la loro perizia anche
spedizioni un comodo perenne. Vi nel governare, e dai popoli e da-
si professa oltre il cullo cattolico, gli imperatori furono investiti del
anche quello riformato introdotto- governo di castelli e città , oltre
vi fatalmente nel ì5io. Nei din- gl'innumerevoli doni in oro e po-
torni si vedono delle belle passeg- deri; ed il loro tesoro giunse a
giate, e si trova una sorgente di superare la somma di trentamila
acqua minerale. ultimo la po- Da scudi.
polazione del cantone di s. Gallo Quesl' abbazia è distante due
superava i cenloquarantamila es- , leghe dal lago, e sette dalla cit-
sendone più di ottantamila catto- tà di Costanza, e divenne il prin-
lici. cipal monislero della congrega-
La città di s. Gallo, Faniini zione elvetico-benedettina nel paese
sancii Galli, si formò successiva- degli svizzeri, che fu formala nell'an-
mente colle isolate abitazioni, che no iGo-z, o meglio confermata da
si erano erette intorno alla celebre Clemente Vili, e da lui decorala
abbazia dell'ordine di s. Benedetto, di vari privilegi, e si compose di
fondata verso l' anno 600 , e che nove abbazie di monaci di tre ,

prese il nome di s. Gallo (Vedi), prevosture conventuali, e di cin-


irlandese di nazione, che ritiratosi que monisteri di monache. Il mo-
in questo luogo, solitario agli e- nistero di s. Gallo sino dalla sua
sercizi della più rigida penitenza origine fu successivamente arric-
cogli ammiratori delle sue splen- chito dalle liberalità di Carlo Mar-
dide virtù formò una famiglia re- tello, suo figlio Carlomanno
dal
ligiosa, e ne fu primo abbate, per- per avergli procurato gli aiuti d»
chè ivi fabbricò una chiesa che cir- Pipino suo fratello, non che da
condò di dodici piccole celle, le Luigi il Buono, e da Luigi il
quali dierono la prima origine al- Grosso. Accresciuta sempre più di
,

GAL GAL 147


rendite e di piivilegi, ed i suoi vuto in qualità di stalo confede-
abbati divenuti possenti, nel gio ralo nella associazione degli sviz-

l'abbate Aimoun muro le cinse di zeri, col privilegio di mandare un


vicine case del monistero, onde pre- deputato alle loro diete ordinarie.
servarle certamente dalle devasta- Ma per quanto mai ne fossero este-
zioni dej^li unni, che saccheggiava- .si i beni prima delle guerre su-
no allora tutti paesi dell'Europa. i scitale dai calvinisti, essi non com-
Nel X secolo i borghesi di s. Gal- prendevano propriamente nel i520
lo furono li patti ti in tribù o cor- la città di s. Gallo, la quale abbrac-
porazioni. Gli abitanti si riscatta- ciando il protestantismo, privò l'ab-
rono dalla servitù dei monaci , ed bate dei diritti che prima godeva.
ottennero diverse franchigie dagli In tal modo questa città non lasciò
imperatori d' Alemagna ; da quel mai d'essere in dissensione cogli ab-
tempo di continuo lottarono contro bati, e quantunque nel 1567 un'alta
gli abbati in favore , o contro i muraglia li separasse dall'abitato,
quali prendevano parte nelle loro non fu se non al fine del XVII se-
diverse guerre. Divenuti considera- colo che un trattato assicurò del
bili i beni dell'abbazia, fu l'impe- tutto la sua città nella sua civile
ratore Enrico che la eresse in prin- e politica indipendenza.
cipato dell' impero :
1' abbate di s. Al tempo della pretesa riforma,
Gallo divenne onoralo e distinto per salvare il corpo di s. Gallo dai
e come principe del medesimo sa- sacrileghi rattori, fu interamente
gro romano impero poteva leva- bruciato. Se fino allora era fiorito

re un'armata di dieci in dodici- il monistero, in quell'epoca fece i

mila uomini: l'abbate nel 12 i5 as- più grandi sforzi per mantenere in
sunse il titolo di principe, altri di- quei paesi la religione cattolica;
cono nel 1226. L'abbazia fu esenta- e se non potè arrestare il corso
ta dalla giurisdizione del vesco- ad un torrente di mali, potè al-

vo di Costanza, ed assoggettala meno preservarne la maggior par-


immediatamente alla santa Sede : te della città. Non risparmiarono
questa celebre abbazia fu una di poi fatica gli abbati prò tempore
quelle che produssero la più parte per depurare quelle regioni dalle
de' grandi uomini. Nella elezione infettanti che fu loro ac-
eresie, nel
dell'abbate anticamente aveano il cordato aiuto dalla sagra congre-
voto non solo i monaci, ma i cit- gazione di propaganda Jìcìe^ che
tadini e gli abitanti del contado concesse privilegi come ai monaci,
di s. Gallo; ma nel i3oo i mo- così ai parrochi secolari. Gli ab-
naci sostenuti dalla forza dell'im- bati principi di s. Gallo spesso do-
peratore, dalla elezione esclusero i mandarono alla detta congregazio-
laici. I borghesi di san Gallo po- ne opportune facoltà; e fu nel
scia si liberarono pure dalle con- 1645 che Pio abbate e principe,
tribuzioni dovute all' imperatore, in ampia forma le ottenne da In-
cercando sempre più di rendersi nocenzo X, e fu insieme destinato
indipendenti. Nell'anno i4^4 san prefetto di quelle missioni. Tali
Gallo si confederò coi cantoni sviz- facoltà si rinnovavano in ogni qua-
zeri di Berna, Lucerna, Glaris, driennio, e dal 1758 in ogni quin-
Schwitz, Zug e Zurigo, e fu rice- quennio, ed in tal circostanza si
,

i48 GAL GAL


mandava dairabbale alla sagra con- iscarso numero, e lolalmenle di-
gregazione una fedele relazione dei versi da quelli che li aveano pre-

progressi delle missioni. ceduti nel vivere, e fu appunto in


Nei primi anni del secolo XVIII, questo anno che il governo di
,

Clemente Xì sommamente s'im- mista religione del nuovo cantone


pegnò nel raccomandare a diversi di s. Gallo, non senza colpa del-
sovrani l'abbazia di s. Gallo, alla l'abbate, soppresse questo antico e
quale i cantoni di Berna e di Zu- celebre monastero, e dispose di
rigo avevano cagionalo gravissimi tutti i suoi beni a fronte delle più
danni, procurando il Papa da quel- calde premure e rappresentanze
li, che nella pace di Bade fosse re- del Papa Pio VII. Nel 1816 mon-
stituita all'antico suo dominio e signor nunzio tentò ogni via per
splendore. In questa pace, sotto- ottenere la ripristi nazione di esso,
scritta a' IO giugno 17 18, l'abba- ma riuscì vano ogni sforzo. La
te del monistero costretto dalla jic- soppressione dell'abbazia di s. Gal-
cessità, e dalla disgrazia de' tem- lo,per essere stata fatta da illegit-
pi, acconsentì ad alcuni articoli tima autorità, mai è stata ricono-
che alla religione cattolica pregiu- sciuta dalla Chiesa.
dicavano, e però ne die parte a Dell'antica missione degli elveto-
Clemente XI, il quale accolse le di bencdettini, di cui era capo il prin-
lui scuse col breve che si legge cipe abbate di s. Gallo, non re-
ne\['Epist. et brci'. Clem. .A/, tom. stano che tre abbazie, cioè s. Gal-
II, p. 677. Tuttavolta consideran- lo, Einsidlen, e Distenlis. E di qua
do il Papa il memorato trattato si diramano le missioni di tutta la
come contrario alla cattolica fede, Elvezia. Superiore delle missioni
e ai diritti della Chiesa, mentre in benedettine pure qualche
è stato
esso si permetteva l'esercizio del- volta il vescovo di Coirà e s. Gal-
l'eresia, e si concedevano agli ere- lo, e qualche volta il nunzio apo-

tici i pubblici uffizi, e 1' istruzione stolico di Lucerna, che ricevute


della gioventù, mandò all'abita- dalla santa Sede le facoltà, le co-
te di s. Gallo un esemplare di municava ai monaci missionari.
questa costituzione, che ordina- Nel i835 però, dietro le istanze
va fosse conservata nell'archivio del del p. abbate di Distenlis, il re-
monistero, al cui infelice stalo lo gnante Pontefice si degnò restitui-
esortava a procurare quanto potes- re la presidenza delle missioni el-
se di riparare. Nel pontificato di veto-benedettine ab- all'attuale p.
Benedetto XIV si portò in Roma bate di Einsidlen, e dalla congre-
il p. vicario di ed umi- s. Gallo, gazione di propaganda fide gli fu-
liò al Papa un libro, ed un qua- rono assegnate le analoghe facoltà.
dro con l'effigie della Beala Ver- Dalla rivoluzione del 1798, s. Gal-
gine che si venera nella chiesa del- lo è il capoluogo del cantone del

l'abbazia : in quello di Pio VII vi suo nome, il quale fu ammesso nel


si recò il principe abbate. La osti- r8o3 nella confederazione Elveti-
nazione di Pancrazio Forster, ul- ca, e comprende oltre la città an-
timo abbate, fu cagione della se- che l'antico principato di s. Gallo,
colarizzazione di questo monistero. di cui eraiìo investiti gli abbati be-
Nel 1806 i monaci rimasero in nedettini. Va consultata la raccol-
GAL GAL 149
ta degli storici suU' abbaziai di s. no fallo istanza al Papa, acciò 0=
Gallo fatta dal Goldasto nel tom. 1 gnuQo venga governato dal proprio
deh' A Iemali. re/7i//j, e Felice Egger, vescovo. Al presente sono inoltra-
Idea ord. s. Benedicti libro 2, p. te le trattative cen la santa Sede,
575. per dividere le cattedrali di Coirà
Il Pontefice Pio VII a' i4 lu- e di s. Gallo, ed erigere questa se-
glio 1823 eresse s. Gallo in ve- conda chiesa separatamente in ve-
scovato, dichiarando cattedrale la scovato. La cattedrale di s. Gallo,
chiesa dell'antica abbazia, col dispo- elegante edifizio, è dedicata a Dio
sto della costituzione Ecclesias quae in onore del patrono s. Gallo. 11

antiquitate, e l'unì perpetuamente capitolo si compone di due digni-


al vescovato di Coirà (P'^edi), di- tà, essendo la prima quella del
chiarando ambedue i vescovati im- preposto; di cinque canonici resi-
mediatamente soggetti Sede a-
alla denziali, di otto canonici foranei,
postolica. Dispose inoltre con la di cinque cappellani, e di altri pre-
stessa bolla, che il vescovo abitas- ti e chierici inservienti al divin
se sei mesi a Coirà, e sei mesi a culto. Tre parrochi amministrano
s. Gallo; che i due capitoli eleg- la cura delle anime nella cattedra-
gessero il nuovo vescovo, e lo pre- le che ha il fonte battesimale, ed
sentassero alla santa Sede per l'ap- è l'unica parrocchia della città.
provazione ed istituzione canoni- L'episcopio è contiguo alla catte-
ca; elezione che doveva aver luogo drale, nell'antico monistero dell'ab-
ove moriva 1' ultimo vescovo , ed bazia : vi è un monistero di mo-
in cui dovea portarsi l'altro capi- nache presso la città, oltre altri
tolo. Era allora vescovo di Coirà tre monisteri di benedettini, cioè
monsignor Carlo Piodolfo de Bu- di s. Gallo, di Einsidlen, e di Di-
hul-Schenstein nato in Inspruck, stentis; vi è pure un orfanotro-
fatto vescovoda Pio VI nel con- fio, un ospedale, ed il semina-
cistoro de' 12 settembre i794j rio che occupa parte dell' antico
questo prelato perciò divenne il ricordato monistero. Ampie sono
primo vescovo di Coirà e di s. le diocesi di Coirà e di s. Gallo,
Gallo unite nella Svizzera. Dopo ed ogni nuovo vescovo era tassato
la sua morte il regnante Gregoiio nei libri della camera apostolica
XVI, nel concistoro de' 6 aprile in fiorini ottocento, quorum verus
i835, fece successore il vescovo i-alor inumai computari palesi ad
monsignor Gio. Giorgio Maria Lo- seplemdecim fere mille Jlorenos il-
renzo Bossi di Mons diocesi di Coi- larum parlium nulla pensione gra-
rà, e poi nel concistoro de'
27 gen- vali, seii ad novem milia sculala
naio 1843 gli die per coadiutore monelae romanac.
con futura successione monsignor GALLO e CANE, Ordini eque-
Gaspare de Carlab Hohenbalken sili. L'ordine del Gallo vuoisi isti-
di Tarrasp diocesi di Coirà, fatto tuito nel 12 i4 da un Delfino [Fe-
contemporaneamente vescovo d'Ip- di) di Francia ossia del Vienne-
pa in parlibiis infuleliuin. Ma es- se, in occasione d'un gran perico-
scudo morto nel corrente anno il lo dal quale venne salvato da Clau-
vescovo Gio. Giorgio^ i governi can- dio Policr, gentiluomo di Lingua-
tonali di Coirà e di s. Gallo han- duca, combattendo contro gl'in;5le-
1 5o GAL GAL
si: nella qual battaglia Lodovico Remigio, di cui faccnniio parola al-

XI conte di Tolosa couiaiidava l'e- lailicolo Francia {^f'edi), per con-


sercito di Filippo III r Ardito re seguenza l'antichità d'entrambi non
di Francia. Questo signore di Po- è meno chimerica, dappoiché cri- i

lier Tu il primo cavaliere dell' or- tici e il p. Heliot, Storia degli or-
dine del Gallo, che il delllno di- dini monastici, tom. Vili, p. 44'*i
stinse con questo nome, perchè i escludono gli ordini del Gallo del
signori di Polier avevano per loro Giustiniani, e quello del Cane, co-
slemma gentilizio un gallo nero in me sospetti di loro esistenza , sic-

campo di argento, rimunerando come egli non crede mai abbiano


così (juel principe il benefizio rice- esistito ordini militari prima del
vuto. Il Giustiniani, Hist. cron, de- secolo XII, e delle crociate, e per-
^li ordini equestri^ a pag. 87, nel ciò rigetta le analoghe opinioni di
trattare de'cavalieri del Gallo e del Du Chesne, nella sua Storia ge-
Cane in Francia , dice che dopo nealogica della casa di Montnio-
pochi anni dell' istituzione dell' or- rencyj laonde sembra sicuro che
dine del Cane, ebbe luogo quella il solo ordine del Gallo che ab-
dell' ordine del Gallo , col motto bia esistito, sia quello istituito dal
viGiLEs, e che rimase unito al pri- delfino nei primi del secolo XIII.
mo, rinnovato poi da Filippo I re GALLOo GU ALONE, CanU-
di Francia, e fiorito sino all'istitu- naie. Gallo o sia Gualone, di ori-
zione dell' ordine cavalleresco di s. gine francese, fu nomo per scien-
Michele. 11 Bonanni nel Catalogo za e dottrina chiarissimo, discepo-
degli ordini equestri e militari, a lo d'Ivoue di Chartres, monaco ed
pag. XVII, riporta la figura del ca- abbate di s. Quintino dell' ordine
valiere del Gallo e del Cane, e di- di s. Agostino nella diocesi di Beau-
ce che il cane simbolo di fedeltà, vais, promosso a questa chiesa ad
fu preso dalla nobilissima stirpe onta che il re di Francia Filippo
dei Monlmorcncy circa l'anno 499 I, pervertito dalle calunnie dei de-
per loro insegna e d'un ordine, e trattori,aveva giurato che duran-
che con questa Buchardo Monl- te il regno mai avrebbe avu-
suo
morcncy detto Barbatonda , va- to quella sede. Il Pontefice Pa-
loroso capitano, si presentasse in- squale II del 1099 lo consagrò
nanzi il re Filippo I, accompa- vescovo in Roma contrasse ami- :

gnato da una squadra di cava- cizia con s. Anselmo, vescovo di


lieri, che portavano collane con te- Lucca, col quale si ritrovò alla ri-
ste di cervo, e con la figura di un cognizione delle reliquie di s. Pri-
cane da esse pendenti. Aggiunge sca e ne ottenne un osso. Fa quin-
poi che Pietro di Montmorency al- di dal medesimo Papa crealo car-
l' ordine del Cane, per esprimere dinale diacono e legato apostolico
il valore del guerreggiare, surro- nella Polonia e Moravia, dove de-
gò quello del Gallo, come anima- pose due vescovi della provincia di
le di natura bellicosa, che se vin- Gnesna, uno de' quali si crede che
ce prorompe in canto , e tace se fosse Cislao, che ritenevasi la chie-
perde. Ma siccome l' ordine del sa di Cracovia per indulgenza del
Cane, non è meno antico di quello solo Boleslao duca di Polonia, sen-
della Santa Ampolla o sia di s. za r intelligenza del romano Pon
1 ,,

GAL GAL 1 5
tefice, e levò al sagio Ionie il fi- delia sagra congregazione concisto-
glio di dello duca, a cui fu im- riale, cui è unita la carica di se-
posto il nome di Uladislao. Pei gretario del sagro collegio. Con
buoni uffici d'ivonc, il cardinale fu molta lode ne disimpegno le gelo-
Iraslèrito al vescovato di l'arigi ,
se incumbenze , ed appena eletto
dove col carattere di legato ponti- nel 17G9 Clemente XIV lo pro-
ficio intervenne alla cunsagrazione mosse al grave uffizio di segreta-
del re Lodovico VI. Morì santa- rio della congregazione de' riti, che
mente nel iii45 e dipoi nel iSyS eziandio esercitò con diligenza e
furono stampati in Parigi i suoi pari integrità. Indi il successore Pio
statuti sinodali, che il pio cardi- VI lo promosse alla rilevante ca-
nale emanò in tempo del suo epi- rica di segretario della congrega-
scopato. zione di consulta, e meritò che il

GALLO Muzio, Cardinale. Mu- medesimo Pontefice nel concistoro


zio (jallo nacque in Osiino da de' i4 febbraio 1785 lo dichiaras-
nobilissima famiglia a' 17 aprile se vescovo di Viterbo e Toscanel-
dell' anno 1721. Dopo aver rice- la, e lo creasse cardinale dell'or-
vuto l'educazione conveniente al- dine de' preti, conferendogli poscia
la sua nascita, e fatti regolarmen- per titolo la chiesa di s. Anastasia.
te gli studi, nel pontificato di Be- Lo ascrisse alle congregazioni dei
nedetto XIV si portò in Koma, riti, di consulla, de' vescovi e re-
ed entrò nella nobile accademia ec- golari, e della rev. fabbrica di s,

clesiastica; fu ammesso poscia dal Pietro ; facendolo protettore della


papa nella prelatura, e mandato confraternita di s. Anastasia, dei
governatore a JVarni, la qual città monisteri di s. Nicolò di Osimo
ne ammirò nell'eia più florida il di Marziale di Gubbio, e di s.
s.

senno e la pi udcnza ; indi diven- Rosa di Viterbo ; delle confrater-


ne successivamente governatore di nite del ss. Nome di Gesù, e della

Sanseveriuo, di JNorcia, di Came- ss. Concezione della suddetta città,


rino, di Civitavecchia, e di Prosi- di s. Gio. Decollato delta della Mi-
none, e per tutto fecesi ammirare sericordia, e della confraternita di
e lodare per giustizia e disinteres- Maria santissima del divino amore
se. Perciò il suo panegirista e pro- di Velralla, di quella di s. Gio.
fessore osimano d. Tommaso Ze- Battista della del Gonfalone di Ba-
nobi, nell'orazione che a di lui e- gnala, del monislero dell'Assunta,
logio pronunciò nel giugno 1785, e della confraternita della morie
all' occasiune del suo esaltamento di Viterbo. Quanto bene operasse
al cardinalato, di questi due insi- nelle sue diocesi, quale zelo, ge-
gni piegi ben a ragione fece pre- nerosità e virtù vi esercitasse, lo
cipuo argomento. Nella carestia del dimostra la memoria che ancora
1764 salvò dall'estrema miseria i in esse è viva, ed in benedizione.
camerinesi indigenti, con obbligare Giunto all'età d'anni ottantuno fu
ì possidenti a contribuir granaglie sorpreso da un colpo apoplelico
ai poveri, a' quali egli fu largo di che non ostante 1 più validi rime-
limosine. Clemente XIII, richiaman- di apprestatigli, lo condusse al se-
dolo a Roma, lo nominò canoni- polcro a' 1 4 dicembre i8oi in Vi-
co di s. Pietro, e lo fece segretario terbo. I funerali gli furono cele-
i52 GAL GAL
brali nella cattedrale, ove restò tu- nel II 38 eresse in Galtelly la se-

mulato il di lui cadavere, Attri fu- de vescovile sufFraganea della me-


nerali gii vennero fatti in Roma tropoli di Pisa, che confermarono
dalla chiesa collegiata di s. Ana- Alessandro III nel 1161, ed Inno-
stasia sua titolare, nella quale can- cenzo HI nel 119H: ma nel pon-
tò la naessa di requie il canonico tificato di Alessandro VI, Galtelly

d. Filippo Evangelisti, come si leg- fu unito alla metropolitana di Ca-


ge nelnumero o5 del Diario di i gliari. Della sede vescovile di Gal-

Roma del medesimo anno 1801. telly tratta fr.Antonio Felice IMat-
GALLUZZI o GALLOCIA Pie- tei nella sua Sardinia sacra a pag.
TRO, Cardinale. Pietio Galluzzi o 280 e seg., riportando la serie dei
Gallocia i-omano , da suddiacono suoi vescovi, che è la seguente.
fu fatto governatore della provin- Bernardo fu il primo vescovo,
cia di Campagna, ed avendola go- che ne occupò la sede nel 11 38.
vernata senno e prudenza ,
con Il secondo fu Giovanni I del i 173.

Clemente nel settembre 1190


III 11 terzo è del i3o2, ma non se ne

10 creò cardinale, e vescovo di Por- conosce il nome, che per certa som-
to. Consagrò nel 1204 nella chie- ma fu accusato all' arcivescovo di
sa di s. Pancrazio Pietro II re di Pisa da Spontino chierico pisano ,

Aragona, ch'erasi portato in Roma onde Tancredi vicario dell' arcive-


per ricevere la real corona da In- scovo fulminò la scomunica. Il

nocenzo III, ciò che questi fece quarto è Antonio I Gerundensis di


solennemente nella basilica vatica- Girona in Catalogna, dotto teolo-
na. Innocenzo III deputò il cardi- go e zelante predicatore dell'ordi-
nale in giudice sopra alcune con- ne de' carmelitani, nominato vesco-
troversie insorte tra il clero roma- vo da Giovanni XXII, e morto a
no. Morì in età molto avanzata Girona dove trova vasi in qualità
dopo il 2 o, avendo concorso col
I I di coadiutore del vescovo di quella
suo suffragio alle elezioni di Ce- chiesa nel i33o. In detto anno
lestino HI, e d Innocenzo III. fu fatto vescovo di Galtelly Mar-
GALTELLY NOKI [Galtdinm). tino; nel 1345 Francesco Gosal-
Città con residenza vescovile in Sar- do de' minori francescani ; nel
degna, nella provincia di Capo-Ca- 1 366 Arnoldo di Bissalis tedesco,
gliari, posta sulla costa orientale del- per nomina di Urbano V, dotto
l'isola di Sardegna, divisione di det- carmelitano; nel i4o4 Antonio II;
ta provincia, poco distante dalia riva gli successe Paolo romano già mi-

destra dell' Orosei e ad una lega


, norità conventuale d' Araceli ; nel
dal golfo di questo nome, distante 1426 Giovanni II Ferreri, fran-
quindici miglia da Nori, ove il ve- cescano spagnuolo di Valenza; nel
scovo risiede j dopo che Galtelly 1427 Guglielmo de Maurana dot-
divenne poco abitata, e d'aspetto tore in teologia dell' ordine di s.

triste. Nori o Nuoro è una città Francesco , con lode governò cin-
posta nel centro della gran catena que anni; nel i433 Sebastiano Ab-
dei monti orientali, capoluogo di bati spagnuolo di Valenza, dell'or-
provincia. Galtelly vuoisi che fosse dine de' predicatori ,
professore di
fondata da Galate figlio d'Ercole. teologia ; in sua morte gli successe
11 sommo Ponlelicc Innocenzo II nel i45i Lorenzo Pugiol, de' frati
,

GAL GAL i53


mìnoii; il decimoquarto vescovo, ài parroco, ed ivi e il fonie l^at-

di cui s'nome, fiorì


ignora il sotto tesimale, non essendovene alti i in

Innocenzo Vili nel i486; ed Ales- città. Vi è un convento di religio-


sandro VI che pon- successe nel si, alcune confi aterni te e il monte
tificato soppresse Gal- la sede di di pietà. L'episcopio resta incontro
telly , unendola a Cagliari, essendo alla cattedrale. La diocesi è am-
ia cattedrale dedicata al principe pia, e contiene ventuno luoghi. O-
degli apostoli s. Pietro, con capi- gni nuovo vescovo è tassato nei li-
tolo composto dell'arciprete, di otto hri della camera apostolica di fio- ,

canonici, e di altri beneficiati e l'ini ottanta, verns autem illorutn


chierici. valor est 2716 circiler sculoruni
11 Pontefice Pio VI ad istanza nwnetat romanae, siccome si leg-
del re di Sardegna Vittorio Ama- gè nella proposizione concistoriale
deo III, elesse nuovamente la sede per la preconizzazioue dell'odierno
vescovile di GaltelJy, con la resi- nominato vescovo,
denza in JVori , dichiarandola sul- GALTERO(s. ). Nato nell'Aqui-
fraganea di Cagliari, a cui è tut- lania verso il 990, e cresciuto nel-
tora soggetta ;
quindi nel concisto- la vera pietà, si fece canonico le-
ro de' 18 settembre 1780, dichia- golare di Dorat , ed emerse sugli
rò vescovo di Galtelly-Nori, Gio. altri per modestia, austerità e fer-
Antioco Serra-Urru di Genoni dio- vore. Incorso neh' indignazione dei
cesi diOristano, che ebbe seguen- i suo priore per aver fatto alcune ri-
di successori. Pietro Craveri mino- mostranze sull'osservanza della di-
re osservante, nato in Moretta, dio- sciplina, si ritirò nel borgo di Con-
cesi di Torino, traslalo dalla chie- flans, vicino al quale eravi l'abba-
sa di Scio dal medesimo Pio VI zia di Esterp , fondata dai canonici
a' 7 aprile 1788. Alberto Maria regolari. In quella entrato, fu nel
Saiinas dell'ordine carmelitano, na- 1082 eletto abbate, e governolla
to in Bannai'ì diocesi di Sassari con saviezza e pietà. Per soccorre-
fatto vescovo da Pio VII a' 17 re poveri si privava egli stesso
i

gennaio i8o3. Monsignore Antonio di cibo e di vesti. Papa Vittore lì.


Maria Casablanca di Genova, fàt- informato dei rari talenti che avea
to vescovo nel concistoro de' 29 per predicare, mandogli verso il
marzo 1819, dallo stesso Pio VII: io55 straordinarie facoltà, delle
governa questa chiesa però al pre- quali Galtero si valse per la con-
sente il vicario apostolico d. Ciria- versione di moltissimi peccatori,
co Pala, canonico della cattediale Mori agli 11 di maggio 1070, e
di Galtelly-JXori. La chiesa catte- molti miracoli illustrarono il suo
drale, antico edificio, è sagra a Dio, sepolcro. Egli è onorato pi incipal-
I
'
ed a s. Maria Maggiore. 11 capilo- mente nel monistero di s. Pietro di
lo si compone della dignità dell' ar- Esterp, che tuttora si governa col-
ciprete, d'otto canonici comprese le la regola di s. Agostino, e il gior-
prebende di teologo e penitenziere, no 11 maggio è appunto assegna-
di due beneficiati, e di altri preti to per celebrare la di lui inc-
c chierici addetti al servizio divino, moria.
L'arciprete coadiuvato da altri, e- GALTER.O (s.) Iginio abbate
sercita nella cattedrale le funzioni di s. Mailino presso Ponloise, nato
, ,

i54 GAL GAL


nel villaggio d'Andainville, nel pae- Avvi un altro s. Gallerò, inglese
se di Vimeau in Picardia. Lascia- di nascita, che fu trentesimoquar-
lo il mondo per amore di peniten- to abbate di Fontenelle, morto nel
za , si tiì' religioso di s. Benedetto ii5o, lodato dal Papa Innocen-
nell'abbazia di Rebais, nella dioce- zo II per umiltà, divozione e zelo
si di Meaux , donde fu tratto nel straordinario nell' osservanza delle
1 060 per governare l' abbazia di monastiche discipline.
s. Germano, che prese poscia il GALVANI Pelagio, Cardinale.
nome di s. Martino. Gli onori che Pelagio Galvani nacque di antica e
a lui si rendevano dai più ragguar- nobile famiglia di Spagna, essendo
devoli personaggi, specialmente dal monaco benedettino, o meglio cano-
re Filippo sua u-
1, odendeudo la nico regolare ,
per soddisfare alla
niiltà, lo fecero fuggire dal suo mo- sua divozione si portò in Roma
nistero. Ritornatovi per obbedire alla visita dei sagri limiti, ed aven-
al Papa, si rinchiuse iu una cella, do nel soggiorno di questa città
ove esercitandosi nella preghiera dato chiare prove di scienza ed in-
nella contemplazione e nella peni- tegrità di vita, da Innocenzo III fu
lenza, avanzò sempre più nella per- fatto canonico di s. Pietro , e poi
fezione ; né usciva da quella cella nel marzo o decembre i2o5, crea-
che per soddisfare ai doveri del suo lo cardinale diacono, e poscia ve-
iiilizio. Il suo zelo ueir opporsi ad scovo di Albano. Onorio III gli af-
alcune piatiche simoniache gli pro- fidò la legazione di Terrasanla, do-
cacciò delle persecuzioni, che lo fe- ve si trovò presente alla espugna-
cero maggiormente risplendere per zione di Damiata, la quale fu da
la sua pazienza. Mori agli 8 d' a- lui al re di Gerusalemme Giovanni
prile 1099. I vescovi di Rouen, di di Brienne assegnata in premio del
Paiigi, di Senlis, avendo verificato suo valore e colaggio. Ivi consagrò
molli miracoli operati alla sua tom- con solenne pompa e rito la prin-
ba , disotterrarono il suo corpo ai cipale e più sontuosa moschea di
4 di maggio i 1 53 , e nel x655 Damiata, da lui convertita in una
l'abbate Galtero Montagù lo tras- basilica dedicata alla Beata Vergi-
latò in una cappella magnificamen- ne ; ma dopo un anno l' infelice
te preparatagli. È ooorato il gior- città ricadde in potere de' turchi
no 8 d'aprile. forse per le contioversie insorte tra
GALTERO (s.). Nacque in Ro- il re ed il cardinale, per cui i ero-
ma, e fiorì nel secolo decimoterzo. cesignati fecero ritorno in Europa.
Desideroso di perfezionarsi nella Neil' esercizio della medesima lega-
penitenza e nella contemplazione, zione il cardinale
, ebbe ordine di
si ritirò a San-Serviliano , piccola liasferirsi in Grecia, ove in nome
città delladiocesi di Fermo, dove del Pontefice impose la real coro-
poco discosto fabbricò un moniste- na a Turpino principe d'Antiochia,
ro , e ne fu primo abbate e mo- a cui diede il titolo di re di Ar-
dello di tutte le virtù. Il suo cor- menia. Oltre a ciò confermò solen-
po è custodito nella chiesa di s. nemente per parte del Papa i pat-
Marco a San-Serviliano, e varie al- ti fissali fra la regina di Cipro, e
tre chiese del paese 1' onorano, ce- i vescovi e magnali di quell'isola,
leluandone la festa a' 4 di giugno. nella quale stabilì un metropolita-
GAL GAL i55
no con tic vescovi suffiiiganei di re i corpi de' ss. Mario e Alarla ,

Ilio Ialino. INel ritorno in Italia v.d altri nella chiesa di s. Adriano.
Olio» io ili yli ordinò di recarsi a Dopo tanle fatiche sostenute in van-
Verona, dove avea determinato di taggio della Sede apostolica, matu-
portarvisi col re di Gerusalemme, jo e grave di età si liposò in pace
ed altri principi cristiani, per trat- nel monistero di Rlunte Cassino
tare ellìcacemente dell'aiuto e sus- l'anno 1240, ed ivi ebbe onorevo-
sidio di Terrasanta ; ma Federico 11 le sepoltura con insigne epitaffio.
avendo mancato promessa di
alla GALVANI Giovanni, Cardinale.
recarvisi, il congresso non ebbe luo- Giovanni Galvani francese, vescovo
go. Allora il cardinale andò a Mon- d'Arras, nel iSsy fu creato cardi-
te Cassino, dove trovò il detto im- nale da Giovanni XXIJ, altri dico-
peratore, da cui ricevè il giura- no da Benedetto XII nel iSSy,
mento di passare quanto prima in mentre altri lo escludono da que-
Terrasanta, lo che non avendo e- sta dignità, non ritrovandosi il no-
seguito rimase involto nelle censu- me del suo titolo, né facendosi men-
re fulminate contro di lui da Gre- zione di lui ne' registri del sagro
gorio IX, il quale comniise al car- collegio. Sembra che abbia termi-
dinale la legazione di Sicilia, insie- nalo di vivere nel i34i.
me al cardinal Galfrido, in cui di- GALW^AY {Gah'ien). Città con
portandosi il cardinal Galvani con residenza vescovile d' Irlanda, nella
eccessiva severità contro i nemici provincia di Connaughut , Conna-
della Chiesa romana, fu paterna- cia, capoluogo della contea di Gal-
mente avvisato dal Papa a ricor- way o Gallovvay, giace sulla costa
darsi di mansuetudine che
quella settentrionale della baia del suo
deve praticare un degno ecclesia- nome formala dall'Atlantico, nella
stico. Vi ha chi crede , non però costa occidentale dell' Irlanda , al-
senza contraddizione di alcuni au- l'imboccatura di un fiume largo,
tori, che questo cardinale sia quei profondo e rapido che serve di ,

cardinale dell'ordine nero, di cui scolo al lago Corrib. Questa città


palla Cesario nel libro de' suoi molto antica, Gallovidia Ausobu ,

miracoli, che ricusando di sotto- ha la forma di un parallelogram-


scrivere una bolla d'Innocenzo III ma, di cui tre lati erano divisi da
in favore de' cisterciensi ,
poco vi una forte muraglia fiancheggiata da
mancò che non venisse spoglialo torri , e munita di bastioni ed il ,

della dignità cardinalizia , mentre quarto difeso dal fiume; ma que-


si sa che il cardinale fu uomo so- sti bastioni sono adesso in rovina.

verchiamente tenace del proprio Galway ha molte strade larghe e


parere, intraprendente, coraggioso, diritte; il maggior numero delle
esalto custode de' diritti della sua sue antiche case diede luogo alle
chiesa , i cui privilegi ottenne che nuove generalmente di pietra , e
da Onorio III fossero con parlicu- meglio costrutte. La chiesa parroc-
lar bolla confeiinati. Consagrò l'ai chiale è un bell'edifizio, di dise-
tare di s. Tommaso Canluaiiense gno gotico; ha una borsa, l'ospe-
nel sotterraneo della chiesa «li s. dale, gran caserma d'infanteria, e
Alessio di Roma, e nel 1228 ebbe prigione. La pesca delle aringhe e
la religiosa consolazione di ritrova- del sermone o Salomone vi è assai
, ,

i56 GAL GAM


attiva, ed commercio molto flo-
il diano , fu dichiarata cattedrale ; e
rido. 11 porlo difeso da un Iurte, è la Beatissima Vergine fu eletta in
sicuro e comodo nella parte meri- protettrice della diocesi. 11 capito-
dioiiide, ma pericoloso in quella del lo per ora è soppresso, ma gli ot-

scltentrioue ; e così lontano dalla to .sacerdoti che lo componevano


città,che conviene servirsi di bat- col titolo di vicari , ritengono le

tellionde trasportarvi le merci. parrocchie e le rendite che prima


Questa città manda un membro avevano. Quattro parrocchie sono
al parlamento. Era Galway una nella città, le quali tutte hanno in
delie pi il forti città del regno; nel comune la chiesa di s. Nicola, ed
i6f[i rifiutò di ricevere le truppe otto ne sono in campagna. Oltre i

inglesi, e protesse le truppe del re parrochi vi sono circa altri venti


Carlo I dandosi al duca d'Ormond. preti secolari. Mancando in Galway
Si sottomise al maggior generale il seminario , i giovani ecclesiastici
Ireton nel iG5i ; si dichiarò pel vengono per lo più educali in May-
re Giacomo li nel 1690, ed op- nooth, villaggio dell' Irlanda nella
pose una lunga resistenza al ge- provincia di Leinster , in cui vi è
neral Ginkle, che non potè pren- il collegio di s. Patrizio fondato
derla se non dopo la battaglia di nel i7t)3 per l'educazione de' cat-
Aghrim. La città e la liberty di tolici. In Galway vi sono pure tre

Galway formano nella contea del- conventi, cioè di agostiniani, dome-


lo stesso nome una divisione par- nicani e francescani, come ancora tre

ticolare. mouisteri di religiose degli ordini


La sede vescovile di Galway fu I." di s. Orsola; 2." di sorelle del-

eretta per organo della sagra con- la Misericordia; 3." della Presenta-
gregazione di propaganda Jìdc e ,
zione della Beata Vergine. Vi so-
con pontifìcio decreto del regnante no dun(jue circa trenta religiosi dei
Gregorio XYl dei 2G aprile i83i, menzionati tre ordini. In genere il

dichiarandola snlFraganea della me- clero di Galway vive comodamen-


tropolitana di Tuain. Galway fìno te; il vescovo ha una rendila di
da Innocenzo Vili l*apa del i4^^4> duecento lire sterline, e gode due
formava insieme col suo distretto parrocchie in mensali. Giusta la

un guardianato nullius. 11 guardia- relazione del vescovo, data iiell' ot-

no si eleggeva dal popolo, che era tobre i835, i fedeli di questa dioce-
diviso in tribù , ma succedevano si ascendono a settantamila , la

grandi sconcerti nell'elezione, atte- massima parte poveri. 1 cimiteri si

so il numero degli elettori. Il me- considerano adesso come proprie-


desimo Gregorio XVI vi deputò tà pubblica.
per primo vescovo a' 27 agosto GAMALIELE (s.). Membro del-

i83i, monsignor Giorgio Browne la sella de' farisei e dottore della


il quale dal medesiuio Papa è sta- legge, godeva liputazione grandis-
to ullimameiite Iraslalalo alla se- sima Gerusalemme. Benché non
in

de vacante E'phin , similmente


di credesse ancora in Gesù Cristo, im-
nella provincia di Connacia, laon- pedì con prudente ragionamento il
de la sede di Galway è attualmen- malvagio disegno de' suoi naziona-
te vacante. La chiesa di s. Nicola, li, che cercavano di fììr morire gli
ove era situato il capitolo del gmu- apostoli, Secondo Giovanni Gri- -s.
,

GAM GAM 107


sostomo egli si conveiri prima di in Roma, e nel 1 54^ amministra-
s. Paolo, il quale era stato suo di- tore della chiesa di Policastro, che
scepolo nella legge. Nel 4 i ^ mani- sei anni dopo rinunziò con be-
festò in una visione al prete Lu- neplacito di Paolo III al nipote Ce-
ciano le reliquie del primo marti- sare; inoltre il Papa lo prepose a
re s. Stefano ( Fedi) ^ e le sue. legato di Parma , Piacenza , e di
S. Gamaliele è onorato il giorno tutta la Lombardia , morendo in

3 d' agosto , in mi si commemora Pioma nel ì55g, d'anni sessanta,


r invenzione di s. Stefano. lodalo siccome uomo consumato nel-
GAMBA R. A
Uberto, Cardinale. la politica. Il di lui corpo venne

Uberto Gamba ra nacque da una trasferito in Brescia , e sepolto nella


delle primarie famiglie di Brescia, chiesa di s. Maria delle Grazie.
e dalla professione delle armi , in GAMBARA Gianfp.ancesco, Car-
cui divenne eccellente e valoroso, dinale. Gianfrancesco Gambara bre-
ad onta della contraiietà del geni- sciano, de' conti di Virola, applica-
tore passò allo stato ecclesiastico, tosi sotto la direzione dello zio
e si fermò in Roma. Conosciuta che gli rinunziò l'abbazia di s. Lo-
Leone X sua saviezza ed abili-
la renzo di Cremona, allo studio delle
tà, come il candore e l'ingenuità leggi nelle università di Padova e
de' suoi costumi si prevalse util- , Perugia , fu in esse laureato. Dal-
mente de' di lui consigli, indi lo la corte Carlo V, dov' erasi trat-
di
spedì nunzio in Portogallo, nella tenuto un anno per ossequiare quel
qual carica perseverò anche nel monarca, dopo la morte dello zio

pontificato di Adriano VI, e Cle- cardinale, condottosi in Roma ot-


mente VII, il quale gli ordinò tras- tenne la prepositura di Virola ; e-
ferirsi in Francia nella corte di sercitò sotto Giulio III alcune ca-
Francesco I, e poi nel iSsy gli af- riche prelatizie, fra le quali quelle
fidò la nunziatura ad Enrico Vili di chierico e presidente di camera
re d'Inghilterra in tempi assai dif- mì\ pontificato di Pio IV. Questi,
ficili, e in molto sca-
circostanze dopo un anno, a' 26 febbraio lo

brose. Nel tempo che Clemente VII creò cardinale diacono, poi lo tras-
stette prigione assediato in Castel ferì all' ordine de' preti coi titolo
s. Angelo, pertossi da Parigi a Lon- de' ss. Pietro e Marcellino, donde
dra, e di nuovo da Londra a Parigi passò a quello di s. Pudenziana.
afllne di ottenergli la liberazione, a Nel i565 Pio IV lo destinò alla
mezzo di un esercito comandalo legazione di Camerino, che per la
dal duca di Lautrec. Soddisfatto morte del Papa non ebbe effetto,
Clemente VII de' suoi servigi, gli ed il successore s. Pio V lo ammi-
conferì il governo della città di se all' intima confidenza de' più
Bologna, dove si trovò alla solen- gravi e gelosi segreti, prevalendosi
ne coronazione di Carlo V; poscia de' suoi consigli negli affari più ar-
lo ascrisse Ira i chierici di camera, dui del governo della Chiesa, non
e nel iSsS lo dichiarò vescovo di che lo aggregò nel numero de'cardi-
Tortona. Paolo III a' 19 dicembre nali supremi inquisitori, atteso l'ar-
1539 lo creò cardinale prete, dan- dente zelo che mostrava per la di-
dogli in titolo la chiesa de' ss. Sil- latazione della cattolica fede, che
vestro e Martino, indi suo vicario con immense fatiche e spese prò-
i58 CAM GAM
mosse sempre e difese. Ebbe di- quinlaqualtro. Trasferito il suo ca-
verse abbazie, compresa quella dei- davere in Viterbo, fu tumulato ne!
l'Acquanera nella diocesi di Man- sepolcro eh' erasi preparato nella
tova, e nel i 566 s. Pio V lo desti- chiesa di Maria della Quercia da
s.

nò vescovo di Viterbo, e capo dei lui consacrata, ed alla quale avea

dodici cavalieri deputati alia cura Auto dono d'un calice d'oro, di sei
degli infermi nella pestifera influen- lampade di argento, e di altri pre-
za die afflisse Roma. Il cardinale ziosi arredi. Il suo carattere fu fer-
si rese commendevole pel suo con- mo e severo, amatore della giusti-
tegno e gravila ecclesiastica ,
per zia, divotissimo della Beata Vergi-
integrità, prudenza e religione, con- ne, e del suo protettore s. Lorenzo
giunta a
discernimento e pe-
tal martire , e fa notato che i tanti
netrazione di spirito che fu giudi- henefìcii che possedeva, la maggior
cata prodigiosa , il perchè venne parte portavano il titolo di tal
consultato sopra importantissimi santo.
affari da molti principi d' Europa, GAMBERINl Anto.v -Domenico,
che riguardavano suoi opina men- i Cardinale. Anton-Domenico Gam-
ti siccome oracoli. Nel 1576 cele- Margherita Zappi,
berini, figlio di
brò il sinodo nella sua chiesa, in e dell'avvocato Giacomo Agostino
cui instituì la dignità dell'arcidia- conte Gambei-ini, patrizi d'Imola,
cono con quattro canonicati , che nacque in questa città a' 3 i otto-
neir ordine del diaconato dovessero bre 1760. Compiti in patria gli stu-
servire al vescovo nelle funzioni di elementari, e quelli delle belle
pontificali ; inoltre s'affaticò a resti- lettere e delle scienze filosofiche,
tuirvi r antica disciplina che re- , sotto l'insegnamento del proprio
stauiò non meno colla parola che , genitore intraprese quelli della giu-
coir esempio. Ad insinuazione di risprudenza civile, canonica e cri-
s. Carlo Borromeo, che il cardina- minale, e ciò a norma del sistema
leebbe ospite in Viterbo fondò , di sua famiglia proseguito sino dal
un magnifico ospedale, accrebbe le pontificato Leone X, che fece
di
rontlite del capitolo, e ristorò con uditore della romana rota mon-
immensa spesa de' suoi beni patri- signor Pier Andrea Gamberini, on-
moniali per la più parte, non solo de la scienza legale si propagò nei
la cattedrale che minacciava rovi- discendenti. Trasferitosi in Roma
na , ma ancora molte chiese della nella nobile acccademia
pontificia
diocesi, dove col suo zelo e vigi- ecclesiastica, continuando gli studi
lanza gli riuscì d'introdiuie e sta- legali si applicò pure ai teologici,
bilire una custodia esatta delle ec- finché Pio VI lo destinò aiutante
clesiastiche leggi. Nel i583 Grego- di studio di monsignor Nicola Ac-
rio XIII lo fece vescovo di Pale- ciainoli Toriglioni nominato udi-
strina, rinunziando a sua insinua- tore di detto tribunale della rota
zione alla chiesa di Viterbo. Dopo per la provincia di Ferrara. Nel
aver contribuito col suo suffragio 1798 occupata Roma dalle armi
air elezione di tre Papi, nel 1587 de' repubblicani francesi, e cessalo
la morte tolse in Roma a' 5 mag- di agire il tribunale, si restituì alla
gio al sacro collegio uno de' suoi sua patria, ove attese con onore-
più belli ornamenti, d'anni cin- vole celebrità all'esercizio dell' av-
GAM GAM 1^9
vucalura, presso i primari Iribuna- di s. Paolo, della congregazione
li delle legazioni, e dell'Italia, fìi)- speciale sanitaria , e del consi-
chè ripristinato il governo ponti- glio economico militare, uffìzi tut-
fìcio nel t8i4, fu da Pio VII ti annessi alla conferitale carica.
inviato a Forlì in qualità di as- Restituitosi a Roma il cardinale,
Ro-
sessore civile della legazione di prese possesso dell'uffìzio a' io del
magna. Recatosi nel 1818 di nuo- seguente marzo, rinunziando nello
vo a Roma, il Papa lo fece pre- stesso anno al vescovato di Orvie-
lato domestico, indi uditore di ro' to. Il medesimo Gregorio XVI nel

ta per la legazione e provincia di concistoro de' 1 8 febbraio 1839 lo


Ferrara, e come tale nel 1822 de- promosse a vescovo suburbicario
stinato ponente della congregazio- di Sabina^ con la ritenzione in
ne dell' immunità ecclesiastica, di- commenda della chiesa di s. Pras-
chiarandolo Pio VII nel 1823 se- sede. Avvenuta poi la vacanza del-
gretario del concilio, e della resi- la prefettura del supremo tribu-
denza de' vescovi. Nel medesimo an- nale della segnatura di giustizia,
no Leone XII lo fece canonico di lo stesso Gregorio XVI, a'2 dicem-
s. Pietro, ed esaminatore de' vesco- bre 1840, dalla menzionata segre-
vi in diritto canonico, e poscia nel teria lo trasferì in detta carica.
1825 vescovo d' Orvieto, ed assi- Morì d' anni 80, la notte venendo
stente al soglio pontificio, creando- il25 aprile 1 841, deplorandosi la sua
lo cardinale dell' ordine do' preti perdita per la sua profonda dot-
a'i5 dicembre 1828. Accaduta la trina legale, per cortesia di modi
morte di quel Pontefice nel febbra- sempre eguale a sé stesso, pruden-
io seguente anno, egli inter-
del te, sobrio, ornato di felice inge-
venne in conclave in cui restò e- gno, diligente nell'esercizio de'suoi
letto Pio Vili, il quale nel con- doveri, e fregiato di altre belle do-
cistoro de'2 1 maggio 1829 gli as- ti, che da vicino io stesso ammirai,
segnò per titolo la chiesa di s. nella particolare benignità con cui
Prassede. Ritornato al vescovato ne si degnò riguardarmi. I suoi fune-
partì pel conclave in cui nel i83i rali ebbero luogo nella chiesa di
fu elevato alla cattedra apostolica s. Marcello, dove il cardinale Anto-
il regnante Gregorio XVI, che men- nio Tosti celebrò la messa di re-
tre il cardinale governava la sua quie, e fece 1' assoluzione ; nella
diocesi, ed alla divisione della se- sera il cadavere fu trasferito nella
greteria di stato, in segreteria di chiesa di s. Prassede sua commen-
stato,ed in segreteria per gli affa- da, ed ivi tumulato. Appartenne
ri di
stato interni con biglietto , alle congregazioni del santo offizio,
autografo de'6 febbraio i833 l'in- del concilio, della residenza de' ve-
vestì della nuova cospicua carica di scovi,dell' immunità, de' riti, del
segretario per gli alFari di stato buongoverno, dell'economia, degli
interni, con residenza nel palazzo studi e del censo, ricusando qua-
vaticano, ed insieme le prefetture lunque protettola. Di questo ri-
delle congregazioni della consulta spettabile cardinale oltre le Decisio-
e della Lanretana, non che le pre- ni pubblicale nella qualità di aiu-
sidenze della congregazione speciale tante di studio del prelato Acciainoli,
per la riedificazione della basilica e tutto l'operato nel dotto esercizio
:

iC3o GAiM GAN


dell' avvocatura, ed altre decisioni sto segno r nell'estremità o lem-
rotali corani R. P. D. Gamberi- bo delle vesti, che rappresenta la
ni, abbiamo le risoluzioni partico- lettera Gamma, per significare Cri-
lari della congregazione del con- sto pietra angolare, come nota dot-
cilio che portano il suo nome, ed tamente Balsamone. Ma nella ve-
il ìitolo di Sumrnaria prenun re- ste di Gesù Cristo non si vede l'al-
so litlioucs selectae s. Congvegationis tra greca lettera H, cioè un Ita, la
Concila, Urbeveteri 1842. Inoltre quale è la prima lettera del nome
abbiamo pure le omelie, e discorsi i del Salvatore. In altre figure poi
per le monache, dati alla luce nel si veggono alcune volte caratteri
i83i, nel tempo del suo vescovato latini, i quali denotano il nome
di Orvieto; la Raccolla delle leggi del santo. Su questo punto va let-
pontifìcie, e disposizioni di pubbli- to quanto riporta il Sarnelli nelle
ca nmminislrazione, cominciata e Lettere eccl. tom. Vili, lett. XVllf,
continuata in tutti i sett anni e no- num. 4> che la veste ch'è
elicendo,
ve mesi in cui sostenne la carica tessuta, o ricamata con la detta let-
(li segretnrio per gli aifari di stato tera si chiama Gammadia, impc-
interni; e finalmente la lettera pa- locchè con la medesima a dritto
storale, e le varie istruzioni ema- ed a rovescio si forma la croce in
nate per la diocesi di Sabina, che
nìai potè visitare.
questo modo 1 ; e che tali vesti

GAMMADIA. Veste sacra lavo- per lo piìi sono pianele dei greci.
rata con certe figure in forma del- GAND (Gandaven). Città con
la greca r chiamata Gam-
lettera residenza vescovile del regno del
ma. Macri nella Notizia devo-
Il Belgio, già capitale della Fiandra,
caboli ecclesiastici, dice che questa ora capoluogo della Fiandra o-
sorte di lavoro usano greci nelle i rientale, di circondario, e di quat-
pianete de' vescovi , le quali figure tro cantoni, una delle piìi belle e
iniife insieme vengono a
formare più importanti, e la più grande
molte croci. Si legge in Anasta- del regno , che in fiammingo di-
sio Bibliotecario, in vita Leoni IV cesi Geni. Essa giace in amena
« Fecil vela serica de parasino qua- pianura al confluente della Schel-
»» tuor habentia tabulas de chry- da e della Lys, ed alla testa del
" sodavo cum effigie Christi et , canale di Bruges. E sede di varie
" in medio cruces, et gammadias autorità e tribunali, ed è anche
de chrysoclavo cum orbiculis
-•'
una delle città più grandi di Eu-
,

» in quibus sunt iraagines Aposto- ropa, Ganda, Gandavum o Gan-


» lorum '. Lo stesso Anastasio daviuni. È pure piazza di guerra, J
dice altrove. Gammadia duo e
*•
, ed ha forma di triangolo; il
la 1
columnas argenteas octo ". Onde suo circuito murato ha quattro le-
questa voce non solamente sicrnifi- ghe di perimetro: ma questo spa-
ca vesta, ma drappo
qualsivoglia zio è occupato in gran parte da
con la figura, e si dice anche Gani- giardini, ortaglie, campi, e da un
madinni. In alcune chiese di Ro- gran ninnerò di canali navigabili ,

ma si vedono diverse figure di che comunicando colla Schelda ,

santi lavorate mosaico, o di


di colla Lys, e eoa due altri fiumi,
pittura, e particolarmente con que- la Lieve e la INIoère, vi formano
1

GA N GAN i6i
veiilicinqiie o venlisei isoli^, liuuile spagnuoli, nacque il possente mo-
le une alle altre da più di olfan- narca Carlo V nell'anno i 5oo. Delle
lacinrjue principali ponti. Ha mol- tredici piazze pubbliche che con-
le strade larglie, diritte e Ijen la- tiene Gand, quella detta del mer-
stricate,qualche belledifizio, stra- cato del venerdì è la più grande,
de magnifiche lungo canali, quan- i e la Rauter o piazza d' armi , or-
tità di piazze pubbliche, e di pas- nata di molti viali di alberi, è la
seggi deliziosi : sembra deserta ben- più bella. Il passeggio chiamato la
ché popolata da circa ottantacin- Coupure, che si estende lungo il

que mila abitanti, alla sua gran- canale di Bourges, è il più delizio-
dezza sproporzionata. Fra i più so. Si contano in questa città di-
notabili monumenti si deve ricor- versi stabilimenti, come quelli del-

dare la cittadella eretta dall'impe- le scienze e delle arti ; tali sono


ratore Carlo V per padroneggiare il collegio reale, l'accademia reale
la città, alla quale una sollevazio- di disegno, pittura, scoltura ed ar-
ne avea fatto perdere tutte le fran- chitettura, con due musei, l'uno di

chigie ed i privilegi questa citta- : (juadri, e l'altro di antichità. L'u-


della è una delle più vaste di Eu- niversità creata dal re Guglielmo
ropa, ma
non corrispondente di-
di 1 nel 1816, il cui palazzo è uno
fesa. Nel 1822 fu incominciata de' più belli edifizi del regno. L'ac-
una nuova cittadella, eh' ebbe com- cademia che distribuisce premi ogni
pimento nel i83o. Il palazzo pub- tre anni, aprendovisi una sala di

blico, edifizio assai bello di antica esposizione; una società di belle ar-
architettura. La torre altissima che ti e di letteratura , che propone
gli sta vicino, chiamata il Befroi, dei premi ogni due anni una di ;

con un grande orologio il Can- : agricoltura e di botanica, in cui si

cellieri nella sua opera sulle Cam- fanno dei pubblici corsi ; una ricca
pane a pag. 79, narra che in Gand, biblioteca pubblica , un' accademia
oltre l'orologio del campanile del- di musica, ed una scuola normale
la città, che è il più bello, vi so- per la educazione dei militari. Le
no quelli di s. Bavone, della ba- fabbriche di lanaggi, un tempo sì

dia di s. Pietro, e dell'altra di Bau- floride in questa città ,


perdettero
deloo ; e che anni addietro , una molto della loro attività per le

mezz'ora prima di mezzogiorno, tre guerre domestiche, e la rivalità di


volte la settimana, uu cieco chia- Anversa sua vicina, ma sono rim-
mato Francesco Betens figlio d'un piazzate da fabbriche di cotone,
negoziante andava a , suonare il biancheria da tavola, tele, merlet-
primo per suo piacere. La catte- ti ec, per tacere di altri stabili-

drale , in cui si ammira l' altare menti utilissimi, onde il commer-


maggiore, il coro, il pulpito di cio vi è florido. Gand è patria
marmo bianco con bassirilievi, o- di molti uomini illustri , come di
pera di Delvaux, la chiesa sotter- Daniele Heinsius traduttore di A-
ranea, e le tombe di diversi ve- ristotile, Esiodo, Teocrito e Mosco;
scovi. La bella chiesa di s. Miche- di Torrentius commentatore di O-
le. 11 vecchio castello chiamato la razio e di Svetonio ; di Filippo
Corte de prìncipi, nel cui antico pa- Laensberg astronomo ; di Delvauz
lazzo, già residenza de' governatori celebre scultore; di Enrico detto
VCL. xxvin. 1
,, ,

i6j. GAN G A N
di GanJ, Oi Isodocus Badins, di i francesi nel r7o8, rilt-iicuduld
Horatius, di Sanderus, e di altri sino al I7i4) nel quale anno pas-
oltre il mentovalo imperatore Car- sò sotto il dominio dell' imperato-
lo V. re Carlo VI, con tutte le altre pro-
Gand chìamavasi anticamente Cla- vincie de' Paesi Bassi. I francesi
rineaj ed i suoi primi abitanti so- tortiarono ad occuparla nel i74'>j
no Gordoni da Giulio Cesare,
detti e ricaduta in loro potere nel 1793,
De hello gallico^ lib. V. I romani fu conquistata dalle armate dei
se ne impadronirono da prima coalizzati, ma riconquistata dai fran-
quindi i vandali, i franchi, i sas- cesi nel 1795, non tardò ad esse-
soni alemanni vi si stabilirono suc- re incorporala alla Francia, e di-
cessivamente. Quantunque i gande- venne il capoluogo del dipartimen-
si vantino la loro città fabbricata to della Schelda, sino alla pace del
da Giulio Cesare, l'epoca della fon- i8f4; in questo anno islesso l'In-

dazione di Gand è assai incerta; ghdterra, e gli Stati-Uniti quivi


e benché si pretenda che avesse il conclusero un trattato di pnce ai
titolo di città nel settimo secolo, 3o giugno. Nel 1 8 1
'> Gand fu la

sembra che nell' anno 8 allor- r t , residenza di Luigi XVIII, durante


ché Carlo Magno venne a visitare i cento giorni che Napoleone Bo-
la flotta che aveva fatto radunare naparte occupò di nuovo il trono
sulla Schelda, questo titolo non le francese. Dal i83i Gand fa parte
fosse dato generalmente. Verso l'an- del regno del Belgio.
no 046, una peste fece strage de-
1 La fede fu predicata in Gand
gli abitanti, che ne morirono sino e suoi dintorni pel ministero di s.

a seicento ogni giorno. Certo è che Amando, verso l'anno 636. il pa-
Gand incominciò ad ingrandirsi sot- trono di Gand è s. Bavone, chia-
to il conte di Fiandra Baldovino mato prima Allevino, anacoreta del
V, che la fece fortificare in parte Brabante, convertilo da s. Aman-
nel io53; le sue prime fortifica- do, che gli amministrò la tonsura
zioni furono compiute nel 11 19, quando si ritirò in un monistero
e questa città allorauna delie più di Gand sotto l'invocazione di s.

ricche dellaFiandra [ì^edi), fu ri- Pietro , e vi morì verso la metà


guardata come la capitale della del secolo settimo. Mossi dal suo
provincia. Nel primo periodo del esempio sessanta gentiluomini , si
secolo XIV, Giacomo d' Artevelle dedicarono alla penitenza, e fecero
formò certi regolamenti pei gande- edificare in Gand la chiesa del suo
si, che restarono in vigore sino al nome, che incominciata l'anno 871,
i5io. Nel 1576 fu quivi conclu- fu terminata nel 94'- dapprima
so sotto il nome di pacificazione fu ufficiata dai canonici regolari ,

di Gand, il famoso trattato di pa- poscia dai monaci benedettini. Fu


ce fra Filippo II , e le Provincie assai divoto di Bavone, s. Livi-
s.

Unite. Luigi XIV re di Francia la no vescovo che predicò


di Scozia,
prese il g marzo 1678, dopo un il vangelo nelle Fiandre; fu mar-
assedio di sei giorni, e la restituì tirizzato nel 6^9, e trasferitele sue
nell'anno stesso in conseguenza del- reliquie da Hantliem nel 1006 a
la pace di Nimega. Il duca di Marl- Gand nel monistero di s. Pietro
borough la prc^e l'anno 1706, ed divenne anch'egli patrono di Gand.
,

GAN GAN i63


Il Paolo III secolarizzò
Poulefìce per soli due o tumu-
tre mesi, fu
nel i537 il monistero tli s. Bavo- lato presso Cornelio. Carlo Macz
ne, ad istanza dell' imperatore Car- d' illustre famiglia, elemosiniere de-
lo V. Questo principe avendo fat- gli arciduchi Alberto d'Austria ed
to fabbricare nel sito del moniste- Isabella, fuda Paolo V nel 1610
ro la cittadella, trasferì il capitolo da Ypri trasferito a Gand, e morì
tre anni dopo nella cliiesa di s. nel 1612. Antonio Triest figlio di
Gio. Battista, la quale d'allora in Filippo signore di Auveghem da ,

poi possiede le reliquie e porta il cappellano onorario degli arciduchi


nome di s. Bavone. Mentre Gand fatto vescovo di Bruges, indi nel
apparteneva alla diocesi di Tour- 1622, da Gregorio XV, di Gand,
nay, ad istanza del re Filippo II, morì nel 1657. Filippo Everardo
il Papa Paolo IV a' 12 maggio Vander Woot, d'antica ed illustre fa-
i55g, con Tautorità della bolla Su- miglia dì Brusselles, nominato dal
per universa, presso il Bull. Roni. re di Spagna Carlo li, e fatto ve-
tom. IV, par. I, pag. 35g, l'eresse scovo nel 1694 da Innocenzo XII.
in vescovato, dichiarandolo sutFra- Gio. Battista di Smet, nato di pa-
ganeo della metropolitana di Mali- renti oscuri, dovette al suo merito
nes, sotto la quale è tuttora. Pao- personale il suo esaltamento: fu
lo IV stabilì la diocesi di Gand canonico di Malines prefetto di
,

pel territorio di quattro terre, in quel seminario, d' Y-


indi vescovo
quarantasei miglia di lunghezza, e pri, traslato a Gand
1731 da nel
ventiquattro di laigliezza, assegnan- Clemente XII, morì nel 1741- Mas-
do per mensa del vescovo tremila similiano Antonio Vander Woot,
ducati d'oro dalle decime, e mille oriundo d'illustre famiglia di Brus-
cinquecento ducati dal medesimo selles, e nipote del vescovo Filip-
sovrano, a cui concesse il diritto po , canonico della cattedrale di
di nominare alla stessa chiesa. II Gand ,
prefetto del seminario , fu
primo vescovo di Gand fu Corne- da Benedetto XIV fatto vescovo
lio Giansenio, nativo di Hulst, uno nel 1742- ^1 presente governa que-
de' più distinti scrittori ecclesiasti- sta chiesa monsignor Lodovico Giu-
ci , ed autore d' una concordanza seppe Delebecque di Wasteno, ca-
dei vangeli : esso non si deve con- nonico della cattedrale di Bruges,
fondere con Cornelio Giansenio ve- prefetto del seminario, e professore
scovo d' Ypri, i cui seguaci chia- di jus canonico e dell' istoria ec-
maronsi giansenisti. Per ordine di nominato vescovo di
clesiastica, fu
Filippo II , Cornelio si portò al Gand dal re del Belgio Leopoldo
concilio di Trento, ed al suo ri- I, e preconizzato nel concistoro dei
torno lo nominò nel i568 vescovo i3 settembre i838 dal Papa che
di Gand, ciò che approvò s. Pio regna Gregorio XVI.
V. Corneliovi tenne un sinodo La cattedrale, magnifico edifizio,
nel iSyo, e morì nel \5'j6. Fra fu dichiarata tale da Paolo IV la
i di lui successori sono degni di chiesa di s. Gio. Battista, sotto l'in-

particolar menzione i seguenti ; Gu- vocazione di Bavone confessore.


s.

glielmo Damaso Lindano di Dor- 11 capitolo si compone di due di-


drecht , vescovo di Ruremonda gnità, di dieci canonici comprese
scrittore ecclesiastico, fatto vescovo le prebende del teologo e del pe-
i64 GAN GAN
nitenziere, ili alcuni canonici ono- te III promosse Gandollu al cardina-
l'firi, e (li cappellani addetti al ser- lato, il quale probabihnente si con-
vizio divino. Nella cattedrale vi è gettura che poco dopo lo riiiunztasse
il fonte battesimale, e. la cura par- per attendere con piii (juiele a sé
rocchiale, la quale viene esercitata stesso, ed al governo de' suoi mo-
da un parroco, e da tre vice-par- naci ,rimanendo il suo cardinalato
rochi. Tra le insigni reliquie che assai dubbio, come si può veliere
in essa si venerano, vi è il ss. le- nelle testimonianze che allega Lo-
fjno della Croce, il corpo di s. Ma- renzo Cardella, nel lom. I, par. II,

cario vescovo, ed il corpo di s. pag. iSy delle Memorie storiche


Colefa vergine. All'erezione della de' cardinali, ove pur dice che for-
sede vescovile, i\ capitolo fu com- se morì nel l'zig.
posto di cinque dignitari, cioè del GANDULFO (s.). Egli fu ve-
decano, del maestro del coro, del- scovo, ma ignorasi di qiial chiesa,
l'arcidiacono, del tesoriere, e del e mancano le notizie della vita e
teologo: vi furono altresì stabiliti delle azioni di lui. Da molti secoli
due vicari perpetui, un maestro delle è onorato nella diocesi di Parigi
cerimonie, e dodici cantori pel coro. a' i3 novembre. Esponesi il suo
L'episcopio è alquanto distante dalla capo alla venerazione dei fedeli in
cattedrale. Oltre la cattedrale vi quella cattedrale, e nel tesoro del-
sono altre undici chiese munite del la medesima è custodita la cassa
battisterio, tre conventi di religiosi, che contiene il resto delle sue re-
sette monisleri di monache, alcune liquie. Questo santo si è confuso
confraternite, due ospedali, e il erroneamente con s. Genulfo, ono-
monte di pietà. Insigne è la colle- rato a' 17 di gennaio^ il quale ere-
giata di s. Faralilo, ed in passato desi sia stato il primo vescovo di
contavansi piìi di quaranta moni- Gahors, e che dopo aver sofferto
steri e conventi d' ambo i sessi molte torture per la fede, siasi ritira-
nella diocesi , che è ampia. Ogni to nel Berry, e vi sia morto nel luo-
nuovo vescovo è tassato ne' libri go detto la cella di s. Genulfo,
della cancelleria apostolica in fio- nella diocesi di Bourgcs.
rini trecentosettanta, constUuti sunt GANGANELLI Lorenzo, Cardi-
ad praesens in sumnia annua qum- nale. V. Clemente XIV Papa.
dt'dm millium franconun monetae GANGRES, Gangra. Città ar-
gallicae. civescovile dell'Asia nella Paflago-
GANDOLFO, Cardinale. Gan- nia, chiamata pure Cangria, e Ca-
dolfo monaco benedettino, ed ab- stonwni, compresa da d'Anville nei
bate nel monistero di s. Sisto di confini della Galazia. Al dire di
Piacenza, soggetto di gran merito Strabene fu molto ingrandita sotto
e valore, nel sabbato di Penteco- il dominio de' romani, per ordine
ste del II 86 fu da Urbano III dell'imperatore Claudio, che gli
crealo cardinale, e si crede dell'or- diede il soprannome di Germani-
dine diaconale, e per diaconia la copolis, dal suo secondo nome. Com-
chiesa de' ss. Cosma e Damiano, la manville la descrive come metro-
quale si esclude da altri. Il Cam- poli della Paflagonia, nell'esarcato
pi nella sua Storia ecclesiastica di di Ponto, che venne pur chiamata
Piacenza, a p.8g, scrive che Clemeu- Theodosia Gansroruni: <\\vcm\t me-
GAN GAN !65
tiopuli quinto secolo, ed esar-
nel Chiesa greca e da
latina , riferiti
cato della provincia di Paflagonia l)ionÌLMo il vennero rice-
PìfiUiÌQ :

nel deciuiolerzo. Cinque furono i vuti da tulta la Chiesa, e prima


suoi vescovati sulHaganei, Amaslris, di (juejli del concilio d'Antiochia
Pompejopolij Junopoii, Soia e Da- dell'anno B/ji. Regia tom. Il; Lab-
dybra. In Gangres fiuono tenuti bc toni. II; Arduino tom. I.
i due seguenti concili. Il secondo concilio fu adunalo
Il primo si celebrò nell'anno in Gangres nell'anno oj5 ,
per la
324 o 325, tra quest'anno e il fede della Chiesa callolica. Fabri-
34 ij essendo diverse Je opinioni, e cius e Lenglel.
ili sulla fede e sulla disciplina. Si GaNGULFO (s.). Di nobilissima
compose di quindici vescovi, il pri- famiglia di Borgogna, ed allevato
mo de' quali era un Eusebio, Vi da' suoi genitori nella cristiana pie-
si esaminò l'affare di Eustazio di tà, perseverò sempre Gangulfo nel-
Aruietiia, quale si crede che fos-
il la virtù. D'indole coraggiosa, e ne-
se laico, e che professasse la vita mico dell'ozio, si esercitò in gio-
degli asceti. Costui e i suoi segua- venlìi riella caccia , e servì nelle
ci per indiscreto zelo condannava- ai-mate del re Pipino; ma fu sem-
no il matrimonio, dicendo che nes- pre ligio alle massime del crislia
suno poteva salvarsi in quello sta- nesimo, e il timore di Dio lo ac-
lo. A questo errore aggiungevano compagnò da per tulio. Adatto di-
varie affettate singolarità , come il versa da lui riuscì la donna alla
digiuno nella domenica, e non nei quale si legò in matrimonio, e le
giorni comandati dalla Chiesa. I dissolutezze di lei lo costrinsero a
padri di questo concilio informali chiedere una se[)arazione. Ei dedi-
dei nominati ed altri errori, li con- cossi intieramenle agli esercizi di
dannarono con venti canoni, di- penitenza, e profuse nel seno dei
chiarando che se i rei non gli sot- poveri una gran parte delle sue
toscrivessero, sarebbono anatema- rendite, finché agli 11 maggio 760
tizzati, e trattati da eretici. I ca- venne pugnalato dal complice dei
noni di questo concilio condanna- disordini di sua moglie. Il suo cor-
no coloro che biasimano il matri- po fu sepolto ad Avaux, nel Bas-
monio, e che abbracciano la ver- signì, ed alcun tempo dopo fu
ginità non per la bellezza della trasportato nella chiesa di s. Pie-
virtfi, ma
perchè credono il ma- tro di Varennes , nella diocesi di
trimonio cattivo. » Noi ammiria- Langres. Altre traslazioni sonosi
mo la virginità, dicono i padri del fatte onorato
delle sue reliquie. E
concilio, e la separazione dal mon- il giorno II di maggio, ed
il suo

do, purché la modestia e l'umiltà cullo è celebre in Francia, nei Pac-


non ne sieno disgiunti. Ma noi o- ai Bassi e in Germania.

noriamo allresì il matrimonio, e GANG, GA NUS o GANNUS. Sede


non condanniamo i ricchi che so- vescovile della provincia d'Europa,
no giusti e caritatevoli, e deside- nell'esarcato di Tracia, verso il ma-

riamo che si pratichi tuttociò ch'è re di Mannara in Romania, eretta


conforme allo divine Scritture". I nel secolo XIV sotto la metropo-
venli canoni di questo concilio so- li d' Eraclea in metropoli , cui
no slati raccolti ne' codici della furono uniti i vescovati di Cho-
i66 GAP ci A P
ra e di Zichna. Commanville di- nio del duca di Lesdiguieres, capo
ce che Gano nel secolo XV di- d'opera di Giacomo Richer; i bassi-
venne arcivescovato onorario di ri- rilievi sono di alabastro, e la mas-
to greco. Si conoscono otto vescovi sa del sarcofago è di marmo nero.
di Gano, cioè Giuseppe del 1 347; Possiede inoltre altre chiese, un
N. condannato nel concilio de' Pa- collegio comunale, il seminario, un
lamiti con Efesio, Niceforo Grego- museo di pittura , di scoltura e
ra, e Dessio ; Gennadio che sotto- d'antichità, un gabinetto di fisica,
scrisse al concilio di Firenze; Gre- un museo d' istoria naturale, ed il

gorio che sottoscrisse al falso con- teatro. La sua favorevole posizione


cilio di Costantinopoli contro l'u- sulle strade che dalla Spagna con-
uione della Chiesa latina, dopo la ducono in e che da Parigi
Italia,

morte di Giovanni Paleologo II; portano a Marsiglia giova al suo


Pacomo del 1576; Paisio del 1639; commercio. I suoi dintorni assai
Gabriele trasferito alla sede patriar- fertili, sono sparsi di valli abbon-

cale di Costantinopoli nel i56(»; danti di biade, pascoli e selvaggiu-


Gregorio uomo pio e dotto del me. Vi sono delle cave di marmo, _

1721. Orit'.ns Chrìst. tom. I, pag. che sembrano essere stale conosciu- I
I i52. Gano è pur detto Gaiios, te dai romani, e delle acque mi-
sangiacato della Turchia europea, nerali.
a piedi del Tekir-Dagh. Fu già capitale del paese dai
GA.ONE (s.), monaco di Fontc- francesichiamato Gapencois, e Ga-
nelle. ì^. Vandregesilo (s.). pcnchese, f^appinceniis p^gus, o tm-
GAP (^Vapinctn). Città con resi- clus^ antica regione di Francia nel-
denza vescovile in Francia, capo- l'alto Delfiiialo, formante oggidì la

luogo del dipartimento delle alte porzione occidentale del diparti-


Alpi nel Dellinato, di circondario mento delle alte Alpi. Il Gapen-
e di cantone. E situata sulla riva chese era un tempo abitato dai
destra del Luie, al piede un di tricorii, e dai calurigl. Dopo esse-
monte dal cjuale scaturiscono acque re stato soggetto per qualche lem •

minerali, sul piccolo fiume Beuiie, pò a Sigismondo re de' borgogno-


il quale mette foce nella Durenza ni, cadde sotto i Merovingi in po-
presso Tàllard. E sede d' un tribu- tere dei francesi, e sotto i Carlo-
nale di prima istanza, delta dire- viiigi fece parte del regno di Bor-
zione del demanio, e delle contri- gogna, essendo stalo in progresso
buzioni, d'una società reale d'a- posseduto da principi di diverse
gricoltura, ec Gap sta in una lar- case. Sembra
che verso l'anno
ga valle formante un' elissi, e cin- loco appartenesse ai conti di For-
ta da colline che formano i primi calquier al tempo di Guglielmo,
:

scaglioni delle alle montagne che uno di questi conti, la signoria


si elevano al di là. L'interno non delGapenchese fu ceduta al vesco'
è ameno, sono però edifizi degni vo di Gap. 11 vescovo Ottone, vo-
di rimarco, il palazzo della prefet- lendo sottomettere gli abitanti di
tura, quello della città, la cattedra Gap che l'avevano fatto prigionie-
le, l'episcopio, il palazzo di giusti- re, associò alla signoria Carlo di
zia, e le caserme. Si ammira nel Atijou re di Sicilia, e conte di Pro-
la cattedrale il mausoleo in mar- venza, come pure i suoi successori,
GAP GAP 167
ai quali i vescovi di Gap rcseio to dagl'incomodi del viaggio peno-
omaggio sino al i447' ^ quest'e- so in Savines, nel dì 29 giugno
poca il delfino, poscia re di Fran- proseguì il Pontefice il suo cam-
cia, scacciò da Gap il vescovo Gu- mino per Gap, il cui ingresso fu
glielmo di Ceiresle, die si era op- un trionfo per lui, e per la reli-
posto al passaggio delle sue trup- gione. Gii abitanti Io accolsero con
pe in impadronì anche
Gap, e s' ogni maniera di venerazione, e nei
del Gcipenchese; ma Carlo VII tre giorni che il capo della Chiesa
avendo riconosciuto ch'esso appar- soggiornò nella loro città, in fre-
teneva al re Renato d' Anjou, con- quenza ed in folla accorrevano al
te di Provenza, lo restituì a que- suo albergo onde baciargli i piedi,
sto principe, e non fu se non do- ed invocare la sua apostolica bene-
po la morte di Carlo del Maina, dizione. Partito Pio VI da Gap,
successore e nipote di Renato, che sino a Valenza fu sempre circon-
Luigi XI e suo figlio Carjo Vili dato dai buoni cattolici, essendove-
ebbero la sovranità di questo paese. ne accorsi sino da trenta miglia
Gap, f^apincum, F apiiicensiuiii distanti, per avere la pia soddisfa-
tirbs, antichissima citJà, la cui fon- zione di vedere ed ossequiare il
dazione s' ignora, Sanson la crede successore di s. Pietro.
una delle città de catun'gi, Salvan- La Gap, secon-
sede vescovile di
zio dei voconzi, Valois l'attribuisce do Commanville, fu eretta verso
ai vocoriani, ed appoggia questa l'anno 4^", o meglio nel IV seco-
sua opinione a diversi itinerari, lo, e dichiarata suffraganea della
altri ne dicono abitatori i trico- metropoli di Aix, come lo è tut-
rii. Molto soffrì Gap nelle stragi tora Demetrio fu il primo vesco-
:

dei longobardi e dei saraceni, e vo conosciuto di Gap, non è però


dai teriemoti, specialmente negli ben certa l'epoca in cui fiorì. S.
anni 1282 e i644- ' borgogno- Costantino vi sedeva nel 4^9> 3-
ni, poscia i re Carlovingi, i conti vendo mandato il prete Vincenzo
di Provenza, di Forcalquier, ed i al concilio di Riez : trovossi nel
suoi vescovi la possedettero pro- 44' egli medesimo al concilio di
gressivamente, come dicemmo della Oranges; ed è nominalo fra i ve-
provincia. Dopo essere stata presa scovi che procurarono di far ces-
e ripresa dai cattolici e dai pro- sare le discordie insorte tra le chie-
testanti nel secolo XV J, si dichia- se d'Arles, e di Vienna del Delfi-
rò per la lega cattolica, indi si nato, e fu anzi il primo che favo-
sottomise ad Enrico IV. Nel 1692 rì la nomina di Ravennio in ve-
fu saccheggiata ed interamente in- scovo d'Arles, in luogo di s. Ila-
tenerita da Vittorio Amadeo II du- rio. S. Costanzo fu al concilio di
ca di Savoia,ma in breve risolse Epaona nel 5 1 7 , a quello di
piì» grande dalle sue rovine. Al Carpentrasso nel 527, ed al se-
loiquando i repubblicani fiancesi condo d' Oranges
nel 529. Succe-
detronizzalo Pio VI il condussero dettero a Costanzo i vescovi s.
s.

prigioniero in
nel 1799, Francia Tigrido, s. Rimedio, e Valleso che
per trasferirlo a Valenza del Del- sottoscrisse nel 54» uel quarto con»
fiiialo ove morì, partito da Brian- cilio di Orleans. Dopo Valleso oc-
V'i", e do|Jo essersi rimesso alquan cupò la sede di Gap il vescovo Sa-
i68 GAP GAP
gitlaiio, discepolo di s. Nicelo di dato, come l'uso della daini. ilica
Lione, il (lualc condusse però sem- per lui e pel suo diacono. Indi s.

pre una vita in nulla uniforme Aridio nell'anno Go4 circa volò al

jiilc Ic/ioiii riccviile da quel sanlo cielo. Il vescovo Potcmissimo fu al


vescovo. Venne perciò deposto nel concilio di Chalons sulla Saona nel
secondo concilio di Lione, con suo 65o; ma da quell'epoca la serie
fialello Salonio vescovo d'Ambrun: dei vescovi di Gap è interrotta fi-

appellatisi ambedue al romano Pon- no al 720, nel quale anno occu-


tefice Giovanni ili eletto nel 56o, pò la sede Sinforiano, zio d' Abbo-
siccome malamente da essi infor- no Patrizio, Ibiidatorc «lei mona-
malo, furono ristabiliti per suo or- stero di JVovales. Si distinsero ìikjI-

dine nelle loro sedi, senza nondi- tie Giovanni di Saint del i.'j.o');
meno cambiare il loro modo di Alessio da Seregno francescano mi-
vivere^ e furono primi vescovi, i lanese noi 14 'o; Gabriele <li Cler-
che si vedessero a coinbatleic in monl del i527; Pietro Paparin
guerra, e si trovarono nella balta- del I 572, ec. Pio VI fece vesco-
glia in cui furono in Francia uc- vo di Gap nel concistoro de •?. T
cisi longobardi, e ne ammazzarono
i giugno 784 Francesco Enrico
1 de
molli. 11 re Gonlrano credette suo la Uroue de Vareilles, e siccome
dovere di farli ambedue rinchiudere pel concoiilato stabilito nel 1801
m un monastero. Cambiarono essi da Pio VII colla Francia, la sede
vila in apparenza, fingendo d'essere di Gap fu soppressa, ricusò di da-
convertiti, e furono ripristinati alle re la sua dimissione, e solo rinun-
sedi vescovili; ma pei nuovi e piìi ziò nel 18 15. Indi Pio VII pel
forti disordini in cui caddero, ben- concordalo conehiuso nel 1817 col
tosto obbligarono il detto re a riu- re Luigi XVIII, rislabiPi il vesco-
nir un Chalons sulla
concilio a vato di Ciap, ne fu nominato ve-
ijaona nel 5yc), nel quale vennero scovo l'abbate Villeneuve, ma es-
rin)proverati per la loro passata vi- sendo morto prima del suo stabi-
ta, e furono altres'i accusati di fel- VII nel con-
limento, lo stesso Pio
lonia, quindi condannati a perpetua cistoro de'5 maggio 1823 dichia-
1

prigione, ed essendo poi fuggiti pe- rò vescovo Francesco Antonio Ar-


rirono niiseramente. Fu eletto in baud di Manosch. A questi il re-
luogo ad una sola vo-
di Sagittario gnante Gregorio XVI die in suc-
ce, s. Arigio o Aridio; né ci vole- cessore nel concistoro de' 19 mag-
va meno del suo zelo per rimette- gio 1837 monsignor Nicola Ago-
re la pietà in una diocesi ov'cra stino de la Croix di Propieus,
quasi s|)enta. nel 584 inlcrvennc che traslatandolo poi all' arcivesco-
al concilio di Valenza, e nel 585 vato di Auch, nel concistoro de'i4
a quello di Macon.
Verso il 598 dicembre 1840 dichiarò vescovo
fece un viaggio a Roma per visi- di Gap l'odierno monsignor Lodo-
lare le tombe de' principi degli a- vico Rossat di Lione,
postoli, venendo onorevolmente ac- La cattedrale è dedicala all'As-
colto da s. Gregorio I, che strinse sunzione della B. Vergine, ed a s.
con lui la più tenera amicizia, e Arnolfo, bello edilizio di recente
poi gli scrisse molle lettere, accor struttura. Il capitolo e composto
dandogli quanto gli arca domau di olio canonici, fra 1 quali vi so-
G AR GAR I Of)

no il decano, il piecelloie, il leo- more inipoiluno, cagionalo in lli-

logo, ed il pciiiteii/icre. Soiiovi pu- miiii dal passaggio delle liTip|ic


le alcuni ciuioiiici oiioiari, ed al- che a (piell'epoca ivi avea Inogij, si

'ii'i [lieti e cliieiici, detti pufri de recò il giovine conte a Firenze o-


(lioro, niservieiili al cullo divino. ve ottenne l'amicizia di Giovanni
L'aulico ciipilolo coniponevasi del Lami, uno de' più celebri filologi
decano, tìell' arcidiacono, del pre- di quel tempo, indi a IMudena ove
vosto, liei sagrestano, e di dodici pur conlras.-,e amistà col Muratori,
canonici, lii passalo il vescovo <li il piìi dotto ed erudito uomo che

Gap aveva il titolo di conte, e al- fosse allora in Italia. Recatosi in


lo scudo gentilizio aggiungeva il Roma, attese principalmente allo
pastorale da una parte, e la spa- studio delle monete pontilicie. Daj)-
da tlair alila. La cura delle anime prima si lece nolo per una bella
della cattedrale, si esercita dal par- dissertazione intitolata : /)<:' num-
roco, clie siede in coro nello stal- mo argenteo Benedicti 111, che ivi

lo fra i canonici: tra le relicjuie stampò nell'anno 1749- tlou l'aiuto


insigni che si venerano nella cat- di un catalogo compilato sullo s.
tedrale, nomineremo ([nelle del pa- Nicolò 1 lenificò in detta disser-
liono s. Arnolfo, e dei vescovo s. tazione la cronologia de' l'api del
Arigio o Aridio. L'episcopio è dap- secolo IX, confutando la favola
presso la cattedrale, olire la qua- tiella Papessa Giovanna ; die im-
le in città vi sono due altre par- porlanli notizie suil' oratorio di s.

rccohie col battisterio, tre mona- Leone IV, sulla basilica vaticana,
steri di religiose, confraternite, ed sulla parte cui aveva in quel secuir»
ospedale. Ampia è la diocesi, ed il popolo romano nella elezione dei
ogni nuovo vescovo e tassato nei Pontefici, e sopra altri gravi pun-
libri della cancelleria apostolica ti. Tale trattato gli [tiucurò il fa-
con (Jorini trecento settanta, e pri- vore di L'enedetto XIV, onde non
ma ne pagava millequallrocento, fu difficile r indurlo a (àrsi eccle-
ma allora le rendite della mensa siastico, essendovi inclinato. Il Pa-
ascendevano a undici mila lire. pa successivamente nel 1 74o a'i4
GARAMIM GiusErPK, Cardinale. novembre lo fece coadiutore con
Giuseppe Garampi de'conli di tal futura successione del prcfcUo cu-
nome, nobile di Rimino, nacque stode deiraichivio vaticano, e ca-
in quella città a'28 o 29 ottobre nonico della basilica di s. Pietro.
1725. 11 suo genitore nulla rispar- Nell'archivio attinse un tesoro di
miò per dargli un'eccellente edu- cognizioni proprie a diftbndere lu-
cazione letteraria , e 1' affidò alle me principalmente sulla storia dei
cure di Jano o Giano Fianco, il bassi tempi, e i diritti della san-
quale godeva celebrità come eru- ta Sede, come si ravvisa nell'eru-
dito e naturalista; Giovanni Ijian- dite sue opere, delle quali ulil
chi da Rimino, poi archialro ono- mente profitto per questo mio Di-
rario di Clemente XIV, seguendo zionario, il perchè lo menzione in
l'uso, o l'abuso che alcuni dicono questo articolo di quelle che di
incominciato ne' secoli XV e XVI, lui posseggo. Morto a'9 luglio 1751
fu quello che assunse il nome di Filippo Ronconi da Pesaro suo
Jano Plunco. Onde fuggile il ru- coadiulo, rimase in possesso della
1 7© GAP», GAIl
carica di prefetto dell'archivio va- 1772, lasciando le prefetture dei
ticano. Nel 17.55 il conte canoni- due pontificii archivi , le quali e-
co die alle stampe il prezioso li- gli consigliò riunirsi alla vaticana,

bro, che porta per titolo, Memo- in un all'aichivio, come dicemmir


rie eeclcsiastiche apparlenenli al- al volume II, p. 288 del Diziona-

l'istoria ed al culto della b. Chia- rio; allora il Papa fece prefetto dei
ra da Riininij e nell'anno seguen- due archivi Marino Zampini di s.
te in onore della sua patriarcale Marino, e ^er coadiutori con fu-
basilica, ci diede 1' opera Notizie,
, tura successione contemporanea-
regole, e orazioni in onore dei ss. mente nominò Calisto Marini da
Martiri della basilica vaticana per Pesaro che partì col Garampi, e
l'esercizio divoto solito a praticar- Gaetano Marini da s. Arcangelo.
si in tempo che sta ivi esposta la Fu poi il Garampi dallo stesso
loro sacra coltre, con illustrazioni Clemente XIV nel 1774 trasferi-

bloriche. Clemente Xill nel i75() to alla nunziatura di Vienna : e


alla memorata custodia vi aggiun- qui noteremo, che tanto il re di
se la prefettura di quella dell'ar- Polonia Stanislao, quanto l'impe-
chivio di Castel s. Angelo. Neil' i- ratore Giuseppe II, assai si com-
stesso anno diede alla luce V Illu- piacquero della erudita sua con-
strazione di un antico sigillo della versazione famigliare. Mentre eser-
Garfagnana, con nozioni impor- citava questo grave uffizio, in tem-
tantissime sui sigilli, sulla sovranità pi pericolosi, Pio VI nel concisto-
de'Papi in quel paese , ed altre ro de'20 maggio 1776 lo fece ve-

cose risguardanti la romana Chie- scovo di Montefìascone e Corneto,


sa.Nel 1763 lo stesso Clemente colla ritenzione del titolo arcive-
Xlll l'incaricò d'una commissione scovile giusta il costume. Allorquan-
in Germania, inviandolo ad Augu- do Pio VI nel 1782 si portò in
sta [tev intervenire alla pace che in Vienna dall' imperatore Giuseppe
quella città trattavasi dai principi II, per gli affari monsi-
religiosi,

di Alemagna, e poscia lo spedi gnor Garampi (ii sempre


suo al

in compagnia di monsignor Oddi fianco, il quale nel ritorno che il


nunzio apostolico alla dieta di Fj-anc- Papa fece in Roma, ebbe l'onore
fort. Profittando di tale occasione di accompagnarlo sino in Romagna.
scorse la Germania , la Francia, Colmo di meriti e di dottrina. Pio
l'Olanda, la Fiandra, e l'Inghil- VI lo premiò nel concistoro de'i4
terra, sempre operoso nell'acquisto fiibbraio 1 785, creandolo cardina-
di codici e libri rari, come a con- le dell'ordine de'preti, rimettendo-
trarre relazione coi primari lettera- gliene la notizia a Vienna pel cor-
ti di Europa. Dopo che il Garam- riere Carlo Paris, ed incaricando
pi fu introdotto nella carriera di- della presentazione della berret-
plomatica da Clemente XIII, di- ta monsignor Lorenzo
cardinalizia
venuto quuidi prelato, il successore Caleppi, allora uditore della nun-
Clemente XIV nel concistoro dei ziatura e poi anch' egli cardinale

27 gennaio 1772 lo dichiarò ar- (di questi il commendatore Camil-


civescovo di Berito in pàrtibus, no- lo Luigi de Rossi pubblicò nel
minandolo nimzio in Polonia: egli 1843, Memorie intorno alla vita
pai fi pel suo destino ncU'apiile del ec). Il numero 1708 del Diario
GAR GAR 171
(il Roma del 1 785, ci dà la re- manis. Il cardinale divise il suo
lazione dell'ablegazione elletluala da tempo in risiedere parte in Ro-
monsignor Calappi, e dell' impo- ma nel collegio germanico , e par-
sizione della berretta eseguita dal- te nella diocesi di cui era vesco-
l' imperatore Giuseppe 11 : questo vo, continuando gli amati suoi stu-
principe cjuando il cardinale partì di, e preparò i materiali per com-
per Roma gli donò tra le altre porre la storia de' vescovati di tut-
cose una pieziosa croce vescovile, ti i paesi del cristianesimo, nell'in-
che Pio VI acquistò dopo la di lui tendimento di pubblicarla col ti-
morie, regalandola a monsig. Maury tolo Orbis Christianus , ciò che
quando nel i79'2 lo spedì a Franc- per altro non potè effettuare; ho
fort, qual nunzio pontificio ad as- in vece io la compiacenza di a-
sistere alla dieta per l'elezione del- ver riempilo a questo vuoto com-
l'imperatore Francesco II, come si pendiosamenle col mio Dizionario.
legge nel numero 1816 del Dia- Il Garampi fu pure autore dell'o-
rio di Roma di quell' anno. La pera, che altresì posseggo, intorno
promozione del Garampi al cardi- alle monete dei Papi Saggi di os- :

nalato fu tanta applaudila, che il sen'azione sul valore delle antiche


Cancellieri riporta il titolo delie monete pontificie, senza
data e sen-
analoghe composizioni, a p. 7i5 za frontespizio, essendo incompleta,
della sua Lettera suW aria di Ro- come lo è l'appendice de'documen-
ma. Giunto il cardinale in Roma, ti, avendo la morte impedito al-
Pio VI gl'impose il cappello car- l'autore di correggerla e terminarla.
dinalizio, gli assegnò per titolo la Tutta volta è libro raro per le no-
chiesa de' ss. Gio. e Paolo, e lo tizie che contiene, specialmente di

annoverò alle congregazioni di prò* molti uffizi della Sede apostolica.


paganda fide, de' vescovi e regolari, Qucslo illustre cardinale, encomia-
dell'immunità , della concistoriale, to vescovo, come rilevasi dal rev.
e dell'indice, non che lo fece pro- De Angelis a p. 78 del Commen-
tettore del collegio germanico, e di tario sulla chiesa di Montefiasco-
Forlimpopoli. 11 cardinale avendo ne, ammirato per la sua specchia-
profittato de'suoi viaggi in varie ta virtù, e somma erudizione, mo-
parti settentrionali di Europa, e rì compianto, massime dai colti-
della residenza nelle nunziatiue ,
vatori delle scienze, in Roma a' 4
per acquistare un numero conside- maggio 1792, nell'età di 67 anni,
rabile di libri, e molti curiosi e lasciando suoi esecutori testamen-
singolari, principalmente su tutte tari il cardinal Zelada segretario
le parli della formò instoria , di slato, e il sunnominato monsi-
Roma una bil)lioleca immensa, il gnor Calappi, che inoltre dichiarò
di cui diligente catalogo fu dopo erede fiduciario. La sua perdita
la sua morte pubblicato nel 1796 fu grave alla Chiesa, a cui i suoi
da Mariano de Romanis in cin- gran lumi servir potevano nelle oc-
que volumi, col titolo di Bibita- correnze di opportuno aiuto, e riuscì
theca Josephi Garampi ec. Cata- di sommo danno alla storia ecclesia-
logo maleriarum ordine digesto, stica. La famosa
biblioteca da esso
et notis hibliographicis instructOj raccoltavenne divisa; manoscritti i

del collo libraio stesso de Ro- non furono collocati nella biblioteca
,

172 A Pi GAR
•vaticana, come disseio alcuni, sibbciic setta: Felice pur donnlisla, che per
in gran parte nella biblioteca (gam- iniern)ità non potè intervenire nel
balunga tli Rimino, e nell'archivio 4ii alla conferenza di Cartagine;
vaticano ; e le copiose miscellanee ed altro Felice cattolico che nel
acquistate in buona parte dall'e- 4<^ i assistette alla conferenza di
l'iiclitissimo Francesco Cancellieri Cartagine, e fu esiliato da Unnerico
cui servirono di singolare giova- re de' vandali, e mor"i in esilio.
mento nella compilazione di sue o- GARDICIO, Gardicium. Sede
pere. li numero 1812 del Diario prima Tessaglia, che
vescovile della
di Roma descrive 1' ultima infer- Commanville chiama pure Cardira,
mità del caidinaie, i sudragi che gli neir esarcato di Macedonia, sotto
fecero gli alunni del collegio ger- la metropoli di Larissa, sul golfo
manico, e i funerali che con l'as- di Zecton : la sua erezione risale
sisten/a del sagro collegio furono al decimosecondo secolo.
celebrati nella chiesa di s. Apolli- GARDOQUI Antonio Saverio,
nare, in cui come camerlengo del Cardinale. Antonio Saverio Gardo-
sagro collegio, cantò la messa il qui nobile spagnuolo, nacque in
cardinal Borgia. Tem|K»raneamen- Bilbao diocesi di Calahorra a' 9
te il di lui cadavere i\\ tumulato ottobre i747- Dopo avere corso la
presso r altare de'ss. Eustrasio e carrieia forense in Ispagna, passò
compagni martiri, da dove a' 16 in Roma nel pontificato di Pio VI,
novembre fu trasportato alla chie- il quale a'2 3 febbraio 1790 lo fece
sa del suo titolo, ed ivi seppellito uditore tiella sagra rota per la Spa-
con onorevole iscrizione. (Juolamo gna. In questo geloso incarico riu-
Amati Sdisse il Commentario de nii alla dottrina l'imparzialità, che
vita Jos. Garampi card. , che po- fu superiore ad ogni riguardo. Sog-
.se in fjonte al primo tomo del ca- giacque alle vicende politiche del-
faloiTO
o della biblioteca del defunto. le due invasioni francesi di R.oma
JVel numero poi 1986 del Diario nel 1798, e nel 1809, onde l'eser-
di Roma è riportata la bella iscri- cizio dell'uditorato restò perciò nel-
zione posta nel deposito eretto al la prima epoca sospeso sino al i8oo,
defunto conte Francesco suo
dal nella seconda sino al 181 4' In P'c-
fratello per cura degli esecutori te- mio di sue virtù il Pontelìce Pio
stamentari, con l'efligie somigliantis- VII, nel concistoro degli 8 marzo
sima scolpila in marmo dal valen- 1816, lo creò cardinale dell'ordine
te scidtore Cristoforo Prosperi, es- de' preti. Impedito da infermità di
sendo il disegno e l'esecuzione del- portarsi pomeridiane di
nelle ore
le altre parti del monumento del- tal giornea ricevere la l^erretta car-
lo scalpellino Ravaglioni. dinalizia dal Papa, questi in vece
GARI31S o li ARDE. Sede ve nella sera gliela mandò per mezzo
scovile della provincia di Numidia, di monsignor Francesco Pentini,
nell'Africa occidentale, sotto la ine- qual delegato apostolico a farne le
tiopoli di Cirta. conoscono tre
Si sue veci. Dipoi il Pontefice gli as-
suoi vescovi : Vittore che trovossi segnò per titolo cardinalizio la chie-
al concilio di Cirta nel 3o5, e in sa di s. Anastasia, annoverandolo
mandato a Roma dai donatisti, per alle sagre congregazioni cardinalizie
presiedere in quella città alla loro de' vescovi € regolari, del concilio
GAR GAR 173
della disciplina regolare, e del buon nll'ove.^l con un distretto lucchese
governo; indi lo die in piotelloie ed il vicariato di Fivizzano. La Gar-
airarciconfrateinila di s. ftlaculo. fagnana è accerchiata dai monli
Questo egregio cardinale, fu de- disile Panie, diramazione che pres-
coralo dal le di Spagna Ferdi- so il golfo della Spezia si slacca
nando VII della gran croce del- dalla catena degli Apennini: que-
la Concezione e fu più mostra-
, sto Ila Ito di paese fu già abitato
to che dato al sagro collegio es- , dai liguri apuani, ed un'alta velia
sendo slato colpito da apoplessia, ed lo divide dal paese toscano di Ver-
in forza dell'aumentato male, mori Nelle cavità de' monti si a-
silia.

a' 27 gennaio 1820. I solenni fu- prono grolle maravigliose, si trag-


nerali ebbero luogo nella chiesa gono pure marmi, argille, cristal-
di s. Maria in Vallicelia, dove can- lo, ec, e dovunque zampillano sa-
tò la messa di requie il caidinal lutari sorgenti, e si veggono stagni
De Gregorio. Indi le spoglie mor- pescosi. E fertile ed abbondante di
tali del defunto furono trasportate bestiame, e sta sul versatolo meri-
nella chiesa titolare di s. Anasta- dionale dell'Apennino, il cui ciglio-
sia, ed ivi deposte secondo la di lui ne lo separa del du-
dal restante
disposizione testamentaria, in mezzo cato_, ed è limitato all'ovest da un
alla chiesa con semplice iscrizione. ramo di questa catena ; forma esso
GAPiELLA, Gariolia o Gaeielus. la valle superiore del Serchio , e
Città vescovile di P'rancia, nella dio- contiene più di undici mila abitan-
cesied esarcato di tal nome, vici- ti. Prezio.se notizie di questo anti-
na ad Apros, che nel secolo XIV co dominio pontificio ci diede il
fu eretta in arcivescovato. Si co- dolio Giuseppe Gararapi poi cardi-
noscono sette suoi vescovi: Sisin- nale, nell'opera intitolata Illustra-
nio si trovò al VII concilio ge- zione di un antico sigillo della Gar-
nerale; Basilio assistè al concilio fagnana, stampata in Roma nel
di Fozio ; degli altri dubbio n' è lySg dai Pagliariui , e dedicala
il nome, essendo il settimo Gio- dall'autore alClemente
Pontefice
vanni o Giovannicio, che fu nel XIII. Laonde Ga-
coli' autorità del
i35i al concilio di Costantinopoli rampi principalmente, procederemo
in cui Barlaam
ed Arindino ne- alla compilazione di questo artico-
mici de' Palamati vennero condan- lo. Egli dice che Tolomeo anno-
nati. Oriens Chrisf. tom.I, p. i 169. verò la Garfagnana fra Luni e
GARFAGNANA o CARFAGNA- l'Arno, Lucus Feroniae, il di cui
NA, Coferoniana. Distretto del du- sito fu da Leandro Alberti e dal
calo di Modena, di cui forma la Cluverio credulo essere Pietrasanta,
parte meridionale, già dominio tem- sul fine cioè della Garfagnana ver-
porale della Sede , avendo
santa so il mare. 1 contigui monti furo-
Castelnuovo di Garfagnana per ca- no in alcuni monumenti chiamati
poluogo. Confina al nord col di- Montes Feroniani e il Luco sud- ,

stretto di Reggio al sud-est col ; detto , Lucoferonia , Caferonia-


vicariato toscano di Barge, ed il /iiiniy onde sembra verosimile che
ducato di Lucca al sud-ovest col ; il nome di Garfagnana, altronde
vicariato toscano di Terra-Santa, ed non sia derivato che da Lucofc'
il ducato di Massa - Carrara ed ; ronia, la quale poi si corruppe in
,

174 GAR GAH


Caferonìanuin, e finalmente in Ca- li*<simi altri patrimoni della Chiesa
ftirnanuni, e Carfagnana. L' intro- dispose, o al più Benedetto X del
duzione e stabìlioiento della nostra io;ì3. Tnlti i luoghi n»entovati e-
volgar lingua, mutò ne' secoli a noi rano masse, corti, terre e chiese in
più vicini con la sostituzione del vali luoghi della provincia , con
O al C, il nome della provincia di dominii o giurisdizioni sovrane in
Garfagnana. quanto al sigillo
In tutta l'estensione della medesima.
illustrato, esso è un sigillo pubbli- Chiunque per altro rilletlerà al-
«o del popolo di GarHignana ove , l'ampiezza ed estensione dei domi-
nelle sue lappresentanze vollero gli mi della gran Contessa MatUdt
uhilanti denotare l'università loro fedi), facilmente verrà in cogni-
(

e i propri casleili, e per mezzo del- zione, che a lei appartenesse anche
le figure del Papa e de' cardinali questo della Garfagnana, dicendola
la Sei\e apostolica, alla cpiale pro- Leone Ostiense : Coiiiilissa Ligii-
tt'ssavano allora divota soggezione fine et Tusciae, e che Ligunain ci
V. ubbidienza. Tusciain proviiicias Gregorio Pa-
Da antichissimi tempi la san- pae (il VII) et ò\ R. E. devotis-
ta Sede possedette in Garfagna- sime Più specialmente lo
obtidit.
na tondi propri, e giuri>dizioni, che dichiara Giovanni Villani, ove par-
neir anno 192 Cencio camerien
i lando degli stati della contessa Ma-
go della santa Sede, raccolse in un tilde, scrisse: dieesi elie Garjngua-
suo registro, in un a varie memo- na et In maggior parte del Fri-
rie spetlanti ai dominii e rendite gnano fu suo. Infatti Federico 1 in
della camera apostolica. Scrive egli un privilegio concesso nel 11 HI al
in im Ionio, cioè in un rotolo in- comune di Barga, luogo della Gar-
scritto Papa Benedictus , e legge- fagnana, promette di far loro man-
vasi aver esso dato in locazione va- tenere dai nunzi , quos in Karfl-
rii patrinionii ch'erano nel conta- gnina prò tempore conslituerimus ,

do lucchese, e specialmente vi no- consuetudines bonas et jura , ijuae


mina terre in Salduclo Sexto ,
,
praedecessores vestri Bargenses lia-
Brancalo, Diraizano, Fividalio, De- huerant tempore fel. meni. Comi-
cimo, Boio, Anelano, Controni, Ca- lissae Mnthildis. Questo è aduiupie
sa Basciana , Cisarana , Miliana il titolo, per cui la Garfagnana po-
,

Bargana, Castellione, Colle, Sili- tè appartenere alla Sede apostolica,


quano Piscaria e Gragno. Dura
, cioè come una porzione del ricco
tuttavia con pochissima diversità la patrimonio della contessa Matilde.
denominazione di tali luoghi nella Notammo altrove, che nel pontifi-
Gaifàgnana, o nei territorii di Luc- cato di Gregorio VII, e sino dal-
s.

ca e Modena, ne' quali questa con- l'anno 1077, (juesta gran donna be-
trada si estende. Essi sono Sal- nemerita della romana Chiesa, co-
tocchio, Serti , Brancoli, Fivizano, me cantò Donnizone,
Decimo, Roggio, Anchiano, Con- Propria clavigero sua suededit
trone, Casabasciana, Cisarana, Mi- omnia Petra j
liano, Barga, Castiglione, Colle, Si- Fanitor est caelis suus hatres
lieo, Quan-
Pescaglia e Granganello. ipsaque Petri;
to Papa Benedetto forse sarà
al Accipiens scriptum de cunctis
rVlII del 1012, il quale di mol- Papa benignus.

^
,, ,

GAR GAR 175


Ma pei elle r islromenlo di ilcUa num. 6, ed il Muratori, Scriptor.
donazione nelle gravi turbolenze di rerum italic. toni. HI, par. l,
que' tempi si disperde, perciò nel- pag. 240.
l'anno IOI2, nel pontificato di Pa- In fattinell'anno 33 Innocen- i !

squale II, l'eroica contessa volle zo II, dopo avere a'4 giugno coro-
rinaovai-la in presenza del cardinal nato imperatore Lotario II, inve-
Bernai'do legato apostolico , espi-i- stillode' patrimoni della contessa
nieiido di donare, lain ea quae ex Matilde Allodiuni honae memo-
:

hac parie montis cioè in Italia, , riae comitissae Mathildis, quod uli-

cjuam quae in idlramonlanis par- que ab eo b. Petro consiat esse, col-


tibus habeo quani quae in poste-
,
lalum^ vobis commitlimus, et per
rum Deo propitio acquisìtura suin, annulum investimus j ita videlicel
come leggesi nel!' isliomento mede- ut 100 libras argentis singulis an-
simo, soggiunto ai codici del j)oe- nis nobis et successoribus noslris
ma diDonnizone, inserito da Cen- exolvas, et post tuum obiluni pro-
cio Camerlingo nel suo registro prietas ad jus et dominium S. R.
ed espresso a eterna memoria in E. cum Se ne
integritate revertalur.
una lapide, di cui prezioso fram- legge diploma nel Labbé lom. X,
il

mento fu trovato l'anno i63i nel Concil. col. 49^^ ^ "^' Baronio al- j

pavimento delle grotte vaticane ,


l'anno II 33, num. 3. Morto nel
dove anche al presente si conserva, II 37 Lotario II, il medesimo In-
come rimarcammo nel voi. XII, p. nocenzo II ne investì nello slesso

289 del Dizionario. Il Garampi ri- modo anche Enrico IV duca di Ba-
porta il frammento come l'istro- , viera, genero del defunto. Divenu-
mento a p. 7 e 8, ove si legge, che to però imperatore Federico I, nul-
la coDtessaprò remedio animne
,
la curando giustissimi i diritti del-

meae , et parentum meorum dedi , la romana Chiesa, nel 1 1 53 inve-


et obtuli Ecclesiae s. Petri per iu- stì degli allodi della contessa Ma-
te rvenlum Domini Gregorii Papa e tilde Guelfo fratello del duca En-
eie. Morì la pia e possente princi- rico IV, il quale perciò s'intitola-
pessa nel iii5, e non ostante le va : Marchio Tusciae etc. Dominus
due amplissime donazioni fatte a domo comitissae Mathitdis. Que-
s. Pietro, l'imperatore Enrico V si sti poi nell'anno i 1 66 concesse ai
rimise colla forza in possesso dei hit:(hesi, omnem jurisdictionem ad
beni di lei, sì feudali che allodiali. jus Marchiae pertlnentem , et ad
Con questo nuovo fomento viep- domum comitissae fliathildis, intra
più gagliardamente si accesero le sex milliaria Lucensis Comitatus.
deplorabili scissure tra il sacerdo- Non ommisero però romani Pon- i

zio e r impero ; ma in seguito nel tefici di reclamare contro queste


1122 il medesimo Enrico V paci- violente usurpazioni. Nella pace che
ficandosi col Papa Calisto 11, si ob- si trattò in Anagni l'anno 11 76,
bligò di rendere a s. Pietro posse':- piomisero plenipotenziari di Fe-
i

sionis et regalia, quae a principio derico I ad Alessandro III, di resti-


hujus discordiae usque ad hodier- tuire alla santa Sede terram comi-
nam diem, sive tempore patris mei, tissae Malhildis ; ma ciò non fu
sive etiam meo oblata sunt, come poi osservato onde continuarono ,

riporta il Barouio all'anno iiqi'j, vigorosamente le loro istanze a Fé-


17G OAU GAR
dciico I, Lucio III nel 1 18 j in Ve- lepcldf,nomine nostro. Ma OUo-
lonn, e Libano in nt'H' islessa cit- nelV appena ricevuta in Uoma
tà poco dopo ; ma senza clic l'im- da Innocenzo III limperial coron»,
peratore volesse mai dimettere il a' '}.'] settembre o ai 4 ottobre
possesiso delle lei re suddette , che 1209, dimentico di tulle le pro-
anzi alla sua morte rimasero nel- messe fatte, pety'nrando enepil ha-
le mani di Enrico VI suo Tii^dio ,
bere irrita, et K'rtnia omnia prac-
ì\ quale nel 1 193 trasferì in Filippo cepta. domini Papae, et infestare
di Svevia suo fratello dominiiun lo- et minnere omnia jura Ecclesiae,
tins Tusciae^ et terram d. Matìiildix. etc. Tandem d. Papa enm exeo-
Ma poi giunto nel i 197 al (Ine di mnnicavit. Per Lomlìardiani, et per
sua vita, conoscendo di avere fino Tnsciam Oddo impero tor hiema-
allora indchitaraenle usurpato l'al- i'il. Partitosi r imperatore per la

trui, ordinò nel suo testamento , Toscana, 3o di ottobre passò a


a'

che delta terra si restituisse al Pa- s. Miniato, dove segnò un diploma

pa ed alla Chiesa romana , come per la chiesa di Ravenna; ed ai


si legi^e in acta fniioc. Ili, n. 28, i3 novembre era già in Lucca, do-
ivi p. 49'>- Quindi Celestino III ed ve i consoli di questa città in sua
Innocenzo III con (elice successo presenza, e forse anche per espres-
andarono ricuperando a poco a po- so suo ordine, liberarono gli uo-
co patrimoni ricordati
i con che , mini della Garfagnana Ver- e di

vincita pars Tu.icioe, quatn idem silia da qualunque soggezione, che

impcrator et praedccessorcs sui ab- avevano (ino a quel tempo presta-


sliderniìt Romanis Pontificibus, red- ta alcomune, siccome lo di-
loro
dila. est Celestino Siimnii Pontifi- chiara slromento che il Garani-
lo

cis, videlicet Aqiinpendenle, s. Chri- pi riporta a p. ti. È credibile che

stina, et Alonsfnliscoriim, et Radi- r imperatore così disponesse o pro-


cofatììtm, et s. Qtùriciis. D'Innocen- curasse, col palliato pretesto di li-

zo III poi racconta l'autore della berare dette terre da ogni indebita
sua vita, che per Icgatos suos ad servitù , e di restituirle poi alla
ìioc specialiler destinalos reqnirc- Chiesa romana ; ma con segreta
hat terram comitissac a civitatibus intenzione di ritenersene per sé il

detinenlibns eam^ e che non volle possesso. Un tal disegno però non
infeudarne che certa porzione al erasi fors' anche ben chiaramente
vescovo di Mantova, come infatti manifestato, avendosi lettere d' In-
n'esiste sua bolla dell'anno i2o4, nocenzo IH, che ai 3i di ottobre,
data dal Lalerano 1 id. maji. I I e 1 3 novembre scriveagli senza
Nel 1209 l'imperatore Ottone verun segno palese di malcontento.
IV di nuovo confermò in perpetuo Ma poco tardò a scoppiare il suo
alla santa Sede terram comitissac mal animo , e Tolomeo da Lucca
Matldldis , con diploma dato in registra in questo stesso anno un
Spira I I kal. aprilis, presso il Ri- giuramento, che i lucchesi si fece-
naldi num. io: e a questo erfetlo cero prestare per omnia castra
spedì in Italia Volchero patriarca Garfagnanae, di pagare al loro co-
d'Aquileia, al quale scrisse il Pa- mune i dazi e le collette, secun-
pa inculcandogli, ut terram d. Ma- duni qiiod Luce.nse comniune im-
ihildis ex mandalo praedicli regis poneret , il che non si sarà fattp
,

GAR GAR 177


senza la connivenza o approvazio- te disapprovò procedura dei
ogni
ne tleir imperatole. Così pure nel suoi ministri, dichiarando nulla o-
1 2 1 5 castra de Garfagnana fece- gni distrazione o concessione che ,

nini juramentum fidclìtads al co- fatta si fosse, tam de ducala Spo-


mune di Lucca. E fìnalmenle si leti j terra comilissae Maihildis ,
ha, che nel 1227, Castilionum de quain de aliis quae b. Pelri patri-
Garfagnana a luceiisibiis deslrui- monio pertinere noscuntur. Anzi
tiir in februario, ubi fueriinl devi- spedì i vescovi di Metz e di Spi-
cti Pisani et Garfagnani et Filine ra ad ammonire quoslibel delenlO'
conihiistae. In martio capta fiat reSj etc, ad resignaiioneni cornila'
arx de Mozano cimi ninltis homini- lus, terrae, et poderis quondam co-
biis, qui juvabant Cathanos. mitissae Maihildis^ faciendam S. R.
romani Pontefi-
Intanto però i E. venerabili mairi nostrae ad
ci Innocenzo Onorio III suo
III, e quam pertinet pieno jure. Dato a-
successore, non mancarono di usare pud s. Leonem 8 kal. octobris an.
ogni diligenza per la ricuperazione 1220, presso il Baluzio Misceli, ,

di questo e di tutti gli altri patri- tom. I p. 44^, ed il Dumont, >

moni della Sede apostolica. Fecero Corps Diplom. tom. I pars I p. , ,

giurare a Federico II di restituire 161. Avea Onorio III spedito A la-


alla medesima la terra della con- trino suddetto, ed indi ai 4 settem-
tessa Matilde, prima nell'anno i 2 i 3, bre 1220 R.inaldo altro suo suddia-
indi nel 12 19, e finalmente nel cono , acciò avessero dal mentova-
1221. Molte ne ricuperò Innocen- to vescovo di Metz presa la con-
ro III, che nel 12 15 a' 7 di set- segna delle terne suddette ; ma
tembre investì a Salinguerra di perchè questo sotto vari pretesti
Ferrara moltissimi luoghi de terra ne diferiva l'esecuzione, dopo di
quondam clarae memoriae comilis- avernelo ammonito con lettere dei
sae Mnthildis nelle diocesi di Bo- 5 agosto, tornò a nuovamente pre-
logna, Modena, Reggio, Parma, I- garne Federico II, acciocché adem-
mola e altre, coli' annuo censo di pisse id, quod regio privilegio, robo-
quaranta marche d'argento, e lo ralo subscriplionibus principum , et
stesso confermò nel 12 17 a' 17 a- alias tuis litteris proniisisti, con leì-
prile Onorio III, il quale però tera data in Orvieto. In edotto
volle smembrarne castelli di Car- i Onorio III ricevè il possesso di
pi e Monte Baranzone che conces- molti luoghi e terre della Toscan.»,
se ai modenesi; e nel 1222 infeu- e in ispecie di Vallese e di Baiga,
dò Medicina ed Argelata , luoghi e ne investì Alberto conte di IMan-
della stessa provenienza, ad Enri- gona, e di altre Az.one di Fiigna-
co di Paragnano. perchè i mi- E no, coir annuo censo un astore
di
nistri imperiali andavano a poco a e due bracchi , con diploma dato
poco invadendo e occupando di- i dal Laterano. Per cagione di que-
ritti e le terre della Chiesa, Ono- sta infeudazione insorsero poi gra-
rio IIIspedì Maestro Alatrino suo vi contese fra il comune di Bolo-
suddiacono e cappellano a Federi- gna, e il detto conte di Mangona,
co li in Germania, il quale con castello assai forte nel Mugello
una lunga lettera , data in Aganoa controversie che Onorio III commi-
a' 6 settembre del r 2 1 r), pienameu- se a Maestro A latri no di terminare.
VOL. xxvui. 12
lyS GAR GAR
Gregorio IX non tu meno solle- il preside pontificio Rccloris Ca-
cito de'predecessori, in riacquistare farnnani. Ciò fu senza effetto, dap-
i diritti e patrimoni della santa poiché i lucchesi accesi sempre più
Sede, e ad esercitare dominio e di furoie aggravarono i loro ecces-

giurisdizione nelle terre di Matilde. si fino a incendiar le chiese, a ro-

Ai 5 di maggio 1277 confermò


1
vinare gli altari, e a profanare o-
ai modenesi castelli diiCarpi, e gni cosa la più sacrosanta. Onde
Monte Baranzone coll'annuo censo il Pontefice venne alla risoluzione
di sessanta lire di piovesini del se- di togliere loro effeltivamentc la

nato. Ai novembre ordinò


3o di cattedrale, e la sede vescovile se

l'infeudazione della corte di Qua- fino ai i5 agosto 1280 non aves-

raalola. Nel seguente anno 1228 sero dato di tutti questi eccessi

avendo Gregorio IX spedito in To- conveniente soddisfazione. Non ob-

scana Cencio suo cappellano e sud- bedirono i lucchesi, anzi moltipli-

diacono, il quale ridusse finalmen- carono i loro eccessi contro le chie-

te all'ubbidienza i nobili e baro- se e lo stato clericale della sfessa

ni della Garfagnana , i quali a'aS loro città, sicché Gregorio IX fu

novembre giurarono solennemente costretto di venire finalmente suo

fedeltà alla santa Sede, con la for- malgrado alla esecuzione del mi-
inola riprodotta dal Garampi a p. nacciato decreto, e ai 27 marzo
i4 e seg. Cencio seguitò a risie- del i23i ripartì tutta la diocesi

dere in queste contrade colla qua- di Lucca fra i convicini vescovi,

lità di Rcclor Carfanian, e se ne cioè di Pisa, di Firenze, di Vol-

ha menzione in una lettera di terra, di Luni, e di Pistoia, affinchè

Gregorio lXde'27 settembre 1229. nelle rispettivamente assegnate por-

Ma i lucchesi, i quali col favore zioni avessero amministrato ai po-


degl'imperatori aveano già usur-
si poligli ecclesiastici sagramenti; quan-
pato il possesso della Garfagnana, to poi al governo, e all' esercizio
mal soffrendo una tale perdita, an- sì della spirituale, che della tem-
porale giurisdizione della città e
davano in varie guise infestando,
e usando ogni violenza contro quei diocesi, deputò il vescovo di Fi-

sudditi della santa Sede: che pe- renze, affinchè l'esercitasse a nome
rò Gregorio IX da Perugia ingiun- della Sede apostolica,, come appari-

se ai 20 agosto del 1229 al ve- sce dalle lettere pontifìcie pubbli-

scovo di Lucca, d'intimare a' suoi cate dal Garampi a p. 18 e seg.

cittadini, che se non avessero subilo date dal Laterano.


riparato i danni fatti, e data conve- In seguito Gregorio IX con bol-

niente soddisfazione a Cencio ret- la che il lodato scrittore riporta a

tore della Garfagnana, avrebbe sot- p. 2 3, privò il capitolo di Lucca


tratta questa provincia dalla spi- tlell'uso della mitra, e di ogni altra

rituale giurisdizione della chiesa di prerogativa, che godeva per benefi-

Lucca, e fatto uscire dalla città il cenza della Sede apostolica. A' 24

clero e il vescovo, siccome si leg- settembre l'arcivescovo di Pisa ot-


tenne anche della giu-
ge nelle lettere che il Garampi ci l'esercizio

dà a pag. 16. In questa lettera i risdizione vescovile nella porzione

garfagnanesi sono chiamati nostro- della diocesi assegnatagli; ma l'am-


Cafarnnnno, ed niinistrazione delle icndite della
rum fìdelium de
GAR GAR 179
chiesa fu data a Opizone arcidia- si fece assegnare le due castella di
cono, e a Guglielmo primicerio, e Aquilata e Castelnuovo da tenere
indi all'arcidiacono si surrogò Cor- in pegno per quattro anni, per la
rado canonico. In questo deplora- somma quattro marche d'argen-
di
bile stato rimase la chiesa di Luc- to, formola che il Garampi
con
ca sino all'anno 12 34, cioè fino a produce a p. 27. Ma perchè ter- i

tanto che ravvedutisi i lucchesi di mini coi quali il comune asse-


tanti eccessi commessi, e contro la gnava le sopraddette castella in pe-
Chiesa, e contro la Sede apostolica, gno al nunzio pontificio, sembra-
si risolvettero di riconciliarsi colla rono a Gregorio IX equivoci, e
medesima. Spedirono dunque due non abbastanza chiari, quasi che
ambasciatori al Papaj esponendo- i lucchesi stessi volessero custodir-
gli che quanto ai danni fatti alle le a requisizione de'uunzi pontifi-
chiese, eransi composti col clero; e cii,o avessero separatamente conve-
che quanto alle castella quae in nuto d» farle custodire da persone
Carfaniana detinuerant occupata ,
loro suddite, disapprovò il fatto,
le avevano già restituite; onde sup- volendo che una tale custodia si
plicarono tanto per l' assoluzione dasse effettivamente a Bernardo ca-
delle censure, quanto per la resti- nonico fiorentino; quanto a quel-
tuzione della dignità vescovile, e lo però che risguardava la concor-
di ogni altro perduto privilegio. dia fra i lucchesi e garfagnini, lo-
Il Papa ordinò che intanto fino dò l'operato del suo nunzio, come
al Natale del 12 34 facessero tre- di tutto apparisce nella lettera da-
gua coi garfagnini, prestassero ido- ta io Spoleto, presso il Garampi
nea cauzione per la somma di a p. 3o.
quattromila marche di argento (e- In sequela di che, ubbidirono
quivalenti a ventimila fiorini , os- prontamente i lucchesi a tutti gli

sieno altrettanti degli odierni nostri ordini del Papa ; a* 1 4 settembre


zecchini^ e forse a qualche cosa di due principali cittadini si obbliga-
più), esibissero venti ostaggi, e fa- rono di pagare per il loro comu-
cessero un ampio giuramento di ob- ne ogni mese, per lo spazio di an-
bedirlo in tuttociò che egli avesse ni quattro, lire venti della loro mo-
loro ingiunto; sicché ai 5 luglio neta a Bernardo canonico fiorenti-
1234, Gregorio IX commise a Pie- no, per le spese della custodia del-
tro di Guarcino suo scrittore, di le menzionate due castella, con i-

esaminare e ricevere le cauzioni e stromento che leggesi loco citato.


sicurezze che date avrebbero, per Poco dopo ed ai 4 ottobre, il nun-
indi poter procedere all'assoluzio- zio pontificio Pietro da Guarcino
ne delle censure, come si legge intimò al comune di dover spedi-
nella lettera spedita da Rieti a re al Papa gli ambasciatori, con
Pietro, addotta dal Garampi a p. ampio mandato di soggettarsi a
25. Pietro a'26 luglio convocò nel- ogni comando e ordine suo, con
la chiesa di s. Martino il clero, e lettera riportata a p. 3i, leggen-
giuridicamente lo interpellò sulla dosi nella seguente l'atto col qua-
composizione che tra esso e il co- le seguì la consegna delle due ca-
mune dicevasi seguita: dopo di stella. Scorsero in appresso due an-
che convocalo il general consiglio, ni, senza rhe il Pontefice spiegas-
i8o CAR GAR
se ancora le sue intenzioni, riguar- ga lontano, non prendino né fo-

do alle soddisfazioni che dar do- mentino parte alcuna. Le posses-


vevano lucchesi. E i da credersi sioni che garfagnini tengono in
i

che in questo tempo abbia vohito Lucca, o loro permettano tenerle


sentire tutte le loro querele, rap- in pace, o gliene rendino il prez-
presentanze e scuse ,
per proce- zo. Sopra poi le altre possessio-
dere in questo gravissimo affare ni che sono costretti a compra-
con tulta maturità. Al fine volen- re e
, sopra il pedaggio, e so-
do restituire alla riconciliata città pra i castelli che dicono avere i

i primieri onori, le reintegrò a' 12 lucchesi nel distretto della Garfi-


dicembre i236 la dignità vescovi- gnana, determinali da lettere apo-
le, e ne destinò pastore maestro stoliche, e privilegi d'imperatori,
Wercio, ch'egli loda grandemente ricercata la verità senza strepili

con lettera spedita dal Laterano. di giudizi, da giudici dati dalla


Indi Gregorio IX rivocò tutte le Chiesa, decreterà il Papa ciò che
facoltà, che già date avea ai con- sarà giusto, e i lucchesi saranno
vicini vescovi, per l'esercizio della tenuti ad osservarlo. Circa i dan-
spirituale giurisdizione nella dioce- ni poi e le ingiurie fatte alla Chie-
si. E finalmente ai i5 maggio sa ed ai garfagnini, si riserva alla
1287 ordinò al vescovo di Firen- provvidenza Sede apostolica
della
ze di portarsi a Lucca, ed ivi con- la soddisfazione da decretarsi. lu
vocati i consoli, consiglio e popolo fine lucchesi peimetteranno che
i

esporre e dichiarar loro le soddis- liberamente si riedifichino i castel-


fazioni,che dovevano dare in vi -
li della Garfagnana, quando sopra
gore del prestato giuramento. Leg- ciò sarà emanato 1' ordine aposto-
tenore degli ".
gesi nel registro tutto il lico

ordini pontificii fi-a' quali, tralascian- Tulta volta poco tempo scorse,
do che spetta propriamente al-
ciò che lucchesi tornarono di nuovo
i

la chiesa di Lucca, quanto alle co- a inva<lere questa provincia. Scri-


se della Garfagnana, cos'i si dispo- ve Tolomeo, che nel 1240 r.uin
ne: " Perciò ordiniamo che con- ninrchione Palavìcino totani Gar-
servino la perpetua pace con tutti fagiianani occuparunt. Sembra pe-
i garfagnini; che ivi non esercitino rò che per poco la ritenessero, men-
alcuna giurisdizione; che tolgano tre nel1246 *!' nuovo iveriinl in
dal bando gli uomini di Baiga, e Gaifagnanani armata mano con-
gli altri della Garfagnana, cosicché tra Calaneos, qui amputaverunt
sieno sicure per la città e distiet- manuni cuidani notano Incensi ci-
to di Lucca tanto le loro persone, vi de dieta ragione quia portale-
che i loro beni. Di più che i luc- rat candelani ad luminaria s. Cru-
chesi non sieno più giudici degli cis : propter quani causani pivvo-
abitanti della Garfagnana, e che calns Incensis populuSy conibussit
Il sciolgano dai giuramenti, fedel- et destruxit multa villas, castra, vi'

tà, patti, obbligazioni e società fat- neas, sylvas, et nemora, espressio-


te in pregiudizio della Chiesa ro- ni però che piuttosto c'indicano
mana, e della libertà della Garfa- una scorreria e un saccheggio, che
gnana. Se nascessero discordie nel- una vera occupazione o reale pos-
la Garfagnana, ciò che il cielo ten- sesso. Anzi nel 1249 la Garfagna-
GAR GAR 181
na era tuttavia adeieiite alla Sede camminassero d'accordo, tanto coi
scrivendo il medesimo
apostolica, garfagnini, quanto col Papa, caccian-
Tolomeo, che Fridericus II ìmpe- do ministri imperiali dalla Garfa-
i

ralor vidc.ns lucano!^ favere Inno- gnana: ma Federico 11 trovò bene


cenilo IF', iterato mittit inGarfa- il modo di cattivarsi l' animo dei
gnanain Bonncursiuni de Padu-
d, o sia che facesse cedere
lucchesi,
le. Tane lucenses procuraverunt da Corrado suo figlio i diritti su
ipsiiìii cecidi per niarchionem, et Ca- questa provincia , come può nou
ta/ieos praefalos qui tane erant oscuramente raccogliersi dal fram-
amici laceiisium, et Papa e. Eodein mento di Tolomeo accennato, o
anno Palavicinas marchio de Gar- sia ch'egli stesso ne l'investisse, il

fagnana expellitur per lucenses, et che sembra additare in una sua


niarchionem Bernahovem , ciim aii- lettera, che leggesi nella collezio-
Cafaneorum. Mancajio qui al-
jcilio ne di quelle di Pier delle Vigne,
cune parole nella cronica di To- colla quale conferisce ai comuni
lomeo, ma dal frammento che se- di Pisa e Lucca, Lunaesanani et
£;ue sembra indicarsi, che il re Garfagnanensem proviiicias, ch'e-
Coirado figlio di Federico II fosse gliavea già prima donate a suo
dal padre investito della Garfagna- figliuolo. 11 fatto si fu , che o in
na, e che poi ad istanza sua me- un modo o nell'altro lucchesi nel i

desima ne cedesse ai lucchesi il i25i avevano già invasa di nuo-


dominio: cui dominio dictus rex vo la Garfagnana, e usurpati vio-
ìTversus cessit, ad instantiam Fri- lentemente diritti della Sede apo-
i

derici II patris sui, et concessit stolica, sicché Innocenzo IV a' 17


lucensihus, ut in registro Incensi febbraio, querelandosi dei loro atten-
scribitnr etc. De terlio (cioè del tati, scrisse da Lione la lettera che
terzo figliuolo di Federico II, che il Garampi ci dà a p. 36. Segui-
chiamavasi Enrico padre di Cor- tò il Pontefice a fare i suoi sfor-
rado d'Antiochia ) tradunt aliqui, ai per la ricuperazione della Gar-
quod fuit dominus Garfagnanae ; fagnana fino all'anno \i5\, in cui
sed melius est di cluni de secundo, sperando forse di meglio «spugna-
cioè del re Corrado suddetto. Quan- re i lucchesi colla pazienza che
to poi all'uccisione di Buonaccorso col rigore, scrisse al vescovo di
ufficiale di Federico II, che Tolo- Firenze una lettera da Assisi, che
meo avea detto essere stata pro- leggesi a pag. 38. Quel che in-
curata dai lucchesi e Cattanei ( i di ne seguisse in tante turbolen-
Cattanei o Cattani erano capitani i ze , alle quali in que' tempi fu
o baroni o signori investiti di qual- soggetta la Chiesa e l'Italia tut-
che luogo del principe, e perciò ta, dice il Garampi che non giun-

suoi vassalli) della Garfagnana nel se a sua notizia. Nicolò IV nella


1249, sembra ch'ella non si effet- enumerazione che fece nel 1289
tuasse che nel i25o, scrivendo in delle rendite, frutti, e censi, che
questo anno, che d. Bonacursus oc- la santa Sede possedeva in vari luo-
ciditur in Garfagnana per niar- ghi, Provincie e regni, ne annove-
chionem Bernabovem et Calaneos, l'ò anche in Garfagnana, come si
consentientibus lucentibus. legge nel Bull. Rom. tom.III, par.
Sin qui pare che i lucchesi 2, p. 52; o sia che ne traesse an-
i87. GAR GAR
Cora da vari fondi, chiese, comuni, rono delle zulFe. Narra il Novaes
o particolari persone de' censi an- nelle Fite de^ Pontefici, tom. Vili,
nui ; o sia che si conservasse tut- p. 49j che Gregorio XIII per mo-
tavia in qualche parte di questa strarsi qual era padre comune, spe-
provincia 1' immediata soggezione dì tosto al duca Alfonso li il ve-
alla santa Sede; o sia finalmente scovo della Cava Cesare La Ma-
che il Papa volesse ivi preservare gna Cardona, con un breve apo-
i diritti che la Chiesa avea sopra ."itolico, per mezzo del quale il du-

delta provincia, poc'anzi perduti. ca, siccome bramoso di compiace-


Conchiude l'eruditissimo Garampi, re il Papa, cessò di fare ulteriori
che è certissimo che nel 1227 i danni ai lucchesi. Questi però l'an-
popoli e signori della Garfagnana no 1602 ruppero la pace, e susci-
passarono sotto l'immediato domi- tarono una lite contro il duca di
nio e governo della Sede apostoli- Modena Cesare d'Este, che si cam-
ca, e che sebbene con varie vicen- biò in guerra crudele, la quale ter-
de vi si mantennero sino circa l'an- minossi mediante la decisione del-
no ìi5i, questo è adunque il tem- l' imperatore Mattia, che nel 161H
po nel quale egli giudica sia sta- confermò agli Estensi la Gaifagna-
to formato dai garfagnini il loro na. Questa provincia era stata oc-
sigillo, col quale fecero pubblica cupata dai fiancesi nel i5o4, indi
protesta di riconoscere che il Papa venne restituita agli Estensi. Fece
era il loro padrone, e ch'era inol- nei primi anni del corrente seco-
tre un buon padrone, a differenza lo parte del regno italico, poscia
degli altri, a'quali erano stali fino del principato di Lucca, con de-
allora soggetti, sebbene come pa- creto di Napoleone de' 3o marzo
trimonio della contessa Matilde do- 1806. Alla pace generale, dopo il
veva devolversi alla romana Chiesa. i8i4 la Garfagnana rientrò sotto il
Da altri storici si rileva che al- possesso de'suoi antichi signori. La
lorquando era Lucca tiranneggiata Garfagnana compone ora la quar-
da Paolo Guinigi, e che gli fu ta provincia del ducato di Mode-
mossa guerra dai fiorentini, per la na : numerosi villaggi occupano sul-
quale e per altri accidenti perdet- l'erta le circostanti rive del Ser-
te dominio e vita trovandosi la , chio, e fra tutti primeggia Castel-
Garfagnana abbandonata, e saccheg- nuovo, città che giace sulla riva de-
giata dal più potente, si diedero i stra di tal fiume, in vantaggiosa si-

garfagnini nel i4^9 a Nicolò III tuazione, formandola comunicazio-


di Este marchese di Ferrara , e nedella Toscana col Lucchese. Castel-
dall'anno i446 seguirono varie con- nuovo è il capoluogo della Gar-
venzioni fra i marchesi d'Este e i fagnana : essa é murata, ne man-
lucchesi, i quali riconobbero per ca di opporlune fortificazioni. La
legittima la sovranità de' primi. jegolarità degli edifizi risponde al-
Nate nel i5i7q nuove contese e l'amenità delle vie e dei passeggi.
nuove discordie tra Alfonso li du- Tuttora sussiste il convento de'cap-
ca di Ferrara, Modena, e Reggio, puccini fondatovi da Alfonso HI
e la repubblica di Lucca pei con- duca di Modena, che vesti l'abito
fini della Garfagnana, la cui valle di quell'ordine, e vi terminò gior- i

era dominata d'ambedue, vi segui- ni. 1 fiorentini 1' invasero per vo-
GAR GAR 183
lere di Leone X, ma poco \i re- Gargaro, che è la sommità del monte
starono ed il duca di Ferrara Al-
j Ida. Si conoscono tre vescovi di Gar-
fonso 1, dopo averlo ricuperalo vi gara Giovanni che sottoscrisse alla
:

prepose a governailo il celebre relazione sinodale di Costantinopoli,


Lodovico Ariosto. Alfonso II, alti'o indirizzala al patriarca Giovanni, re-
duca di Ferrara, costruì nelle vici- lativamente a Severo d'Antiochia,
nanze la fortezza che da lui pre- ed a' suoi settari; Teodoro che in-
se il nome di Monlalfonso. Nella tervenne al quinto concilio genera-
provincia di Gaifagnana merita pur le; ed Efraiuj che fu presente a
menzione Magnano, montuoso vil- cjuellodi Fozio. Oriens Christ. iom.
laggio, che ha vicina la sorgente I, p. 704.
denominata il Pollone, che scatu- GARME o BETH CARME, o -

lisce abbondante da Sassorosso co- : GERMA. Sede vescovile che dagli


piosi stallatiti e fontane cadenti arabi è chiamala ^^rg^erm^, contrada
ornano gl'interni meati, e si trag- d'Assiria, la quale comprende le cit-
gono belli marmi screziati d' ogni tà di Akuka, Sciahar-Kadta, Bua-
colore, dalle viscere de'suoi monti. zicha ed alcune altre. Un solo ve-
GARBAR. A. Sede vescovile giaco- scovo presedeva a tutta questa con-
bita, nella diocesi d'Antiochia, nel- trada, sotto la diocesi giacobita di
le vicinanze di Melitene, chiamata Antiochia. Costantino vescovo di
pure Carcar, già il castello piti Garme neh' anno 969, fu esiliato
forte della Siria, sulla sponda del- col suo patriarca, per ordine di Ni-
l' Eufrate. Si conoscono quattro dei celbro Foca, a motivo della di lui
*uoi vescovi: Tolomeo del 1 1
89, ostinazione nell'eresia. Oriens Christ.
che per le premure di Gosselino Iom. i493-
II, p.
conte di Edessa fu traslatato al ve- GARRA o bOR. Sede vesco-
scovato di Samosafa, indi nel i 160 vile della Mauritiana Cesariana, nel-
1 inchiuso nel monistero di Macrona, l'Africa occidentale, sotto la me-
ed espulsi i nipoti che avea fatto tropoli di Giulia-Cesarea. Uno dei
vescovi suoi coadiutori Ignazio
; suoi vescovi, chiamalo Vittore, in-
che accompagnò nel 167 Basilio di i tervenne al concilio di Cartagine
Cesarea alla visita di sua diocesi; convocato da s, Cipriano nell' an-
altro vescovo del i283, uno di quel- no 255.
li che imposero le mani sul capo GARVO oGAVO Bernardo, Car-
d'Ignazio IV o sia Filosseno Nem- dinale.Bernardo de Garvo o de
brod;e Simeone Manemita del 142 i, Gavo. nacque in s. Liberata, dio-
che poi fu fatto patriarca. Oriens cesi di Agen; figlio d'una sorella
Clirist. tom. Il, p. 1492. cugina di Clemente che da ar- W ,

GARGARA o GADERA. Sede cidiacono della chiesa di Coutances


vescovile della prima provincia di in Normandia, a' 19 dicembre i3io
Asia, nell'esarcato del suo nome, lo creò cardinale prete, conferen-
in Misia. Fu eretta in vescovato nel dogli per diaconia la chiesa di s.

.sesto secolo, e fatta suffraganea del- Agata di Cavaldimarmo; indi pas-


la metropoli d'Efeso. Viene situa- sò all'ordine de' preti, ed al tito-
la verso il monte Ida, sopra un lo di s. Clemente. Intervenne ai
pi'oraontorio del golfo d' Adramito. comì/.i per l'elezione di Giovanni
i'u chiamata Gargara dal monte XX! l, e dopo diciotlo anni di cai»
i84 GAS GAS
^inalato compiè in Avignone il cor- ri a' i4 luglio i6o4. La sua me-
so di sua mortale caniera nel 1828, moria fu subito venerata in Ispa-
venendo onorevolmente sepolto nel- gna, e il 18 agosto 1786 fu da
la chiesa de' frati minori. Pio VI beatificato.
GASPARO BoN (b.). Nacque a GASTALDI GiROL.^MO , Cardi-
Valenza nel 53o. Pio fin da fan-
i nale. Girolamo Gastaldi nacque in

ciullo, di quindici anni voleva en- Taggia, nobile castello del territo-
trare presso i domenicani ; ma i rio di Genova, e fu debitore di sua
bisogni dei suoi genitori lo costrin- fortuna ai propri talenti. Deforma-
sero ad acconciarsi per servitore to dal vainolo, che tratto gli avea

presso un ricco mercante. Cinqii'an- un occhio, e rimasto con sembian-


ni appresso si arruolò in una com- te disaggradevole, che non riceveva
pagnia di cavalleria ma conservò , alcun com[)enso dal suo tratto, per-
sempre le pratiche di devozione. chè ruvido ed incivile racchiuse ,

Trovatosi in pericolo della vita in natura un gran cervello in corpo


un combattimento , fece voto di deforme. Portatosi in Roma me-
entrare, sopravvivendo, nell'ordine schino sollecitatore delle cause fo-
di s. Francesco di Paola. Soccorso rensi, servendo alla casa Coslagiiti,

da' suoi compagni restò libero, ma fu da quella mandato ad esigere


sì gravemente ferito, che, giudica- alcuni grossi crediti in Ispagna ed
to incapace di ulteriormente ser- altrove, con tanto profitto che al
vire, venne accordato il conge-
gli ritorno potè aspirare alla prelatu-
do. Ritornato a Valenza pregò di ra nel pontificalo d'Innocenzo X.
essere accettato nel convento dei Fu prima agi^regalo tra i referen-
minimi, e dopo un anno di fer- dari delle due segnature, ed am-
ventissirno noviziato, nel i56i pro- messo in varie congr-egazioni. Aven-
nunziò i suoi voti solenni. Sì gran- do dato saggio de' suoi talenti, me-

di furono i suoi pregressi nella ritò di essere eletto da Alessandro


virtù, che si rese modello di reli- VII, nel 1657, commissario gene-
giosa perfezione. Fu ordinato prete rale della sanità in tempo di pe-
e celebrò la prima messa alla pre- stilenza, amplissimo
con potere e
senza de' suoi genitori, i quali eb- giurisdizione. In questo dillìcile in-

bero la consolazione di vederlo a- carico acquislossi tanto credito e


inato e venerato come meritava. plauso, che ne riportò in guider-
Sebbene egli desiderasse di restar done il chiericato di camera, e il

lUTjile ed oscuro, fu elevato alle conmiissariato geneiale delle arnn


prime cariche del suo ordine, e della Chiesa ed oltre a ciò ; ebbe
divenne successivamente maestro dei campo al pubblico un sag-
di dare
novizi e superiore del convento di gio di prudenza ingegno e zelo , ,

Valenza, poscia di quello di Ala- di cui era dotato, di che lasciò mi


quaz malgrado la sua reniten-
; e documento autorevole, col trattato

due volte provinciale.


za fu eletto giuridico-polilico della peste , che
Fu conunendabile per ausleia pe- pubblicò colle Stampe, ove con mol-
nitenza, cristiana schiettezza ed as- ta erudizione ragiona delle cagioni
sidua orazione. Travagliato dal ma- di quella, e de' preservativi usati

le di gotta, sofferse pazientemente in Roma in tempo del suo com-


} dolori della sua infermità, e mo- missariato, il quale trattato meritò
GAS GAT i85
anco a' nostri giorni di essere ri- narrati pregi , singolare religione ,

stampato con questo titolo Tra- : ed ecclesiastica mimificenza, come


ctalus de avertenda et projliganda apparisce dalle chiese di s. !\]aria
peste, politico-legalis, Romae i83'i de' Miracoli, e di Maria di Mon- s.

ex typis reverendae Camerae Apo- te Santo in Roma, di che si parla


stolioae. Il Novaes dice che questo al voi. XII, pag. i47 del Dìzio-
trattato è in pregio presso pure gli nanOj ove pur si dice quanto a
stranieri. Clemente IX, nel cui pon- ciò diede motivo. Mori in Roma
tificato esercitò anche la presiden- agli 8 aprile i685, lasciando la
za delie dogane e della grascia, lo sua eredità all'ospizio de' conver-
promosse alla carica di tesoriere tendi in Borgo, e fu sepolto nella
generale, che siccome eccellente e- chiesa di s. Maria de' Miracoli, do-
coiiomo amministrò con somtna ve ai lati dell' altare maggiore so-
provvidenza in beneficio del pub- no due depositi, uno del cardinale
blico, senza dimenticare il proprio. col busto in bronzo, opera del cav.
In premio di tante fatiche, Cle- Lucenti, e due Virtù dalle bande
mente X a' 12 giugno 1673 lo scolpite in marmo dal Raggi, in-
creò cardinale piete con la chiesa sieme ai putti posti superiormente;
di Pudenziana per
s. titolo, né in l'altro di contro è del
marchese Be-
minor conto l' ebbe il successore nedetto Gastaldi suo fratello, pine
Innocenzo XI, di cui egli promosse col busto di metallo dell'artefice
l'elezione,che lo fece nel 1678 le- nominato, e le Virtù nei lati ven-
gato di Bologna, e dopo due anni nero condotte in marmo dal ri-
arcivescovo di Benevento. Se non cordato scultore con analoghe iscri-
che la soverchia sua severità nel zioni.
punire in Bologna i sicari e i fa- GATEDECOoGATEDEGOGu-
cinorosi, con pericolo di aperta ri- GLiELMO, Cardinale. Guglielmo Ga-
bellione, siccome protetti da alcu- tedeco o Gatedego di Parma, se-
ni patrizi da lui non poco aggra- condo il Tiraboschi , nella Storia
vati, provocò il suo richiamo in della letteratura italiana, fu cardi-
Roma nel 1684 prima del termi- nale, e descrisse le vite de' Ponte-
ne di sua legazione , essendo pas- fici da s. Pietro fino ad Innocen-
sato intanto al titolo di s. Ana- zo IV o VI come altri vogliono.
stasia.Nel governare, benché sem- Il Memorie sloriche
Cardella nelle
pre assente, la sua arcidiocesi di de^ cardinali tora. I, par. I, pag.
Benevento, ebbe largo campo di 164, parla di Gatedeco, tra i car-
fare risplendere la sua liberalità dinali di Alessandro II, il quale fu
verso gli amici, e la sua carità coi eletto Papa l'anno ro6i.
poveri. Il cardinale nei cinque anni GATTIA, GATIA o GATIAXA.
del suo arcivescovato, si prevalse Sede vescovile della Bizacena nel-
del vescovo d'Ischia per suo vica- l'Africa occidentale, che Comman-
rio, non a%'endo potuto egli risie- ville chiama Gratiana, sufTraganea
dervi, perchè ne'primi quattr'anni della metropoli d'Adramito. Vitto-
dimorò a Bologna come legato, e re suo vescovo intervenne alla con-
nel quinto si fermò in Roma per ferenza di Cartagine del 4'ij ^U
le gravi infermità che lo condus- tro vescovo di Gattia fu Bonifa-
sero alla tomba. Egli accoppiò ai cio, uno de' quattro vescovi i qiiali
i86 GAT GAT
portarono nel 4^4 ^^ Unnerico re basciatore lo spedì a Luigi XII le
de' vandali la professione dì fede di Francia, con cui avea contro-
de' vescovi cattolici d'Africa, per versie di gravi conseguenze; ed egli

cui vennero tutti esiliati per co- Cèlla sua saviezza eprudenza sta-
niando di quel principe. Si fa pu- bilì fra i due sovrani ferma con-
re menzione di Gennaro vescovo cordia ed amicizia, ed oltre a ciò
di questa città, il quale sottoscris- conchiuse la lega tra il re di Fran-
se alla lettera del concilio Bizace- cia e la repubblica veneta. Carlo
no, la quale fu nel 64 1 mandata V lo mandò due volte ambascia-
a Costantino figlio di Eraclio, con- tore in Ispagna, onorandolo delle
tro i monoteliti. cospicue qualifiche di suo consi-
GATTINARA ARBOREO Mer- gliere, segretario e supremo can-
curio, Mercurio Arbo-
Cardinale. celliere ; ministeri eh' esercitò per
reo de' conti di Gattinara ove nac- lo spazio di dodici anni, con gran
que, ovvero in Vercelli, da nobile soddisfazione di quel monarca ed
e chiara famiglia, ebbe la disgra- applauso universale de' popoli, non
zia di perdere il padre in tenera facendosi nell' imperiai corte riso-

età, nella quale cominciarono a luzione alcuna che prima


, senza
risplendere in lui raggi lusinghieri fosse ben maturata ed approvata
d' indole egregia, e nata fatta per dal Gattinara, che colla sua de-
là virtù, cui in appresso secondan- strezza riconciliò lo stesso Carlo V,
do, s' innalzò col suo merito ai po- coi duchi di Milano e di Ferrara, e
sti più distinti ed onorevoli. Con- col veneto senato, che vedevano di
giuntosi in matrimonio nell'età di mal occhio quel possente sovrano.
tredici anni con Andrietta degli A- Si adoperò ancora con l' impera-
vogadri, dama di specchiata nobil- tore, perchè si determinasse a ri-
tà, n'ebbe una figlia. Applicatosi cevere da Clemente VII la corona
quindi con vivo impegno allo stu- in Bologna, e dalla cui liberalità
dio delle leggi, divenne il più fa- ottenne in ricompensa parecchi feu-
moso avvocato del suo secolo, di di e baronie. Indi ad istanza di
modo che nelle cause anche più Carlo V, benché assente, il detto
disperate i clienti ricorrevano a Papa a' i3 agosto 1529, essendo
lui, non solo dalle vicine, ma e- già vedovo, lo creò caidinale del-
ziandio dalle lontane e rimote re- l'ordine de' preti, assegnandogli per
gioni; ond' è che divulgata la fa- titolo la chiesa di s. Giovanni a
ma dell'eccellente sua dottrina nel- porta Latina. A cagione della po-
le corti de' principi , Margherita dagra che di mollo lo travagliava,
d'Austria figlia dell'imperatore Mas- una
facevasi portare ai concistori in
similiano I, e vedova del duca Fi- sedia, che per minor incomodo dei
liberto 11 di Savoia, lo scelse a suo colleghi veniva posta dopo l' ulti-
avvocato, nella lite che aveva in- mo cardinale del suo ordine, rico-
torno ai diritti riguardanti la sua perto soltanto di un mantello cor-
dote; e colla sua valida interposi- to, non potendo vestire la cappa
zione ottenne al Gattinara dal ge- cardinalizia a
, motivo del ma-
nitore la sopraintcndenza della Bres- le che lo affliggeva. La scienza e
sa e della Borgogna. Lo stesso im- la saviezza andarono del pari m
peratore col carattere di suo am- Ini con una sincera pietà, della
,

GAL GAU 187


quale indubitata fede ne fanno due Insieme col cardinale Luca Fie-
monÌ!«teri che fondò nel castello di schi, legalo a latere nell'Inghilter-
Gattinara, uno di monache dell'or- ra, Scozia ed Ibernia, per ristabi-
dine di s. Chiara, l' altro di ca- lire la pace in quei regni ; ma nel
nonici regolari lateranensi, i sussi- passare a Dungal per consacrarvi
dii dolali che istituì per le mise- il nuovo vescovo, fu insieme col
rabili fanciulle, e i fondi assegnati cardinal Fieschi arrestato , e spo-
per alimentare agli studi nove gio- gliato diquanto aveva e persino ,

vanetti di sua famiglia , e final- degli Di questo attentalo


abili.

mente r ardente zelo per la pro- Giovanni XXII se ne chiamò efìi-


pagazione della fede cattolica, e per cacemente malcontento col re O-
domare i turchi. Morì in Inspruck doardo III, scrivendogli premurose
nel i53o, d'anni sessanfacinque, e lettex'e , affinchè punisse i rei. In
dieci mesi di cardinalato. Trasferito questa legazione rimase fulminato
il cadavere per sua disposizione nel d'anatema Roberto Brussio re di
castello di Gattinara, da lui restau- Scozia, e interdetto il suo reame,
rato quasi dai fondamenti e per , perchè ad onta della sua fede a-
sua difesa cinto di fosse e baluar- vea impugnato le armi contro l'In-
di, rimase sepolto con una prolissa ghilterra. Dopo questa legazione nel
iscrizione nella chiesa de' canonici iSig fu mandato nelle Gallie per
regolari da lui edificata. Al sini- pacificare i popoli delle Fiandre
stro lato dell'altare, innanzi a cui col re Filippo V, tra' quali da più
riposa la sua spoglia mortale ,
gli di vent'anni ardeva fiera guerra ;

fu eretto un nobile mausoleo, a ed affinchè la pace che si conchiu-


cui sovrasta la statua del cardina- se fosse stabile, fu per opera del
le,con alcuni versi che descrivono legato combinato matrimonio diil

le principali sue azioni. Abbiamo Margherita figlia del re, con Lo-
da Carlo Denina l' Elogio storico dovico conte di Nivers primoge- ,

del cardinal Mercurio da Gatti- nito del conte delle Fiandre. Inol-
tiara. tre il cardinale proferì il suo voto
GAUCELIiN JEAN o Giovanni, nella celebre controversia eccitatasi
Cardinale. Giovanni o de Jean nell'ordine de' minori, intorno alla
Gaucelin, Galcelino, o Ganzelino, povertà di Cristo e degli apostoli ;
nacque in Cahors dalla nobile fa- e nel 1842 consagrò in Avignone
miglia Divona , ed essendo uomo Giovanni d'Arzel in vescovo d'U-
di grande spirito, di sublime talen- trecht. Guido Terreni vescovo d'El-
to, di pari dottrina , e specchiata na gli dedicò il suo commenta-
virtù , da Giovanni XXII prima rio sul decreto di Graziano. Final-
fu fatto vice-cancelliere di s. Chie- mente dopo avere il cardinale im-
sa, e poi a' 17 dicembre i3i6 piegata l'opera sua circa trentatre
cardinale prete col titolo de' santi anni per la romana colla
Chiesa
Pietro e Marcellino, indi gli con- dignità cardinalizia, morendo in A-
ferì la carica di penitenziere mag- vignone nel 1848 o 1849 lasciò
giore, e nel 1827 vescovo di Al- chiara fama di sé. Il suo nome si
bano, ed arcidiacono Caipen- di trova scritto tra gli elettori di Be-
trasso e di s. Salvatore d'Aix. Già nedetto XII, non di Clemente VI,
nel i3i7 il Papa io avea spedito ohe tra le altre cose gli commise di
i88 GAU GAU
consacrare Marocco
in vescovo di cembre ii6i, Bull. Rom. totn. Ili,

il domenicano Alfonso Biionomo. p. 398 ove pur si leggono le


, co-
GAUDENTI. Ordine de frati stituzioni dell' ordine. BarbosaIl

ca^'nlieri della B. Maria Vergine dice che il p. Bartolomeo istituì


Gloriosa. I cavalieri dell' ordine l'ordine per l'Italia nel 235 sot-
1

militare della gloriosa Vergine Ma- to Gregorio IX ; ed il Tamburini


ria madre di Gesù Cristo, con la asserisce ripetere l'origine da alcu-
regola di s. Agostino furono istitui- ni nobili bolognesi e modenesi i ,

ti dal p. Bartolomeo da Vicenza ,


quali da Urbano IV la
ottennero
religioso dell'ordine di s. Doineni- istituzione. Portavano questi cava-
o
co, che poscia divenne vescovo di lieri l'abito bianco ed un mantello

quella città. Deplorando egli le gra- bigio, sopra il quale ponevano una
vi e continuate discordie tra le fa- croce rossa ; ed alcuni sono d' av-
zioni i\e Guelfi e Ghibellini [Fedi), viso ,che ne portassero in petto
che tutta dilaniavano 1' Italia, fon- un' altra contornata o orlata d'oro.
dò quest'ordine nel 1-2 33. Obbli- Niuno poteva essere ammesso nel-
gò i cavalieri a prendere le armi r ordine se non era gentiluomo;
contro i perturbatori della pubbli- era loro nondimeno proibito il por-
ca quiete, e contro coloro che impu- tare gli sproni ed i fornimenti dei
nemente violavano la giustizia. Fa- cavalli Siccome fu loro per-
dorati.
cevano essi pure voto di castità messo il matrimonio, ed unitamen-
coniugale, di ubbidienza, e di prò- te colle commende godevano di
tegc^ere vedove e gli orf.ini. I
le molti privilegi e comodi, così ben
primi furono Pellegrino
cavalieri presto se ne abusarono, dandosi in
Castelli, Castellano Malavole, Ugo- preda al lusso ed ai piaceri, senza
lin Lambertini, Loderingo o Lod- più pensare agli obblighi del loro
derensro Aiidalò, Giramon o Grua- ordine militare ed equestre quin- ;

mente Cacciauemici, tutti gentiluo- di è che il volgo chiamoUi frati


mini bolognesi; Selania o Scianca allegri, frati del buon tempo, o fra'
Liazeri da Reggio, e llainero de ti godenti più comunemente
, e
Adelardis Adelardo da Manto-
o Gaudenti, onde da tutti furono così
va, che pur dicesi modenese, ed al- conosciuti, facendone con tal nome
tri; mentre fra primi cavalieri che
i menzione vari scrittori dei loro
poi furono annoverati all'ordine, tempi.
vi fu il celebre scrittore Guittone Sulla croce di questi cavalieri
d'Arezzo : vuoisi che per primo vi furono diverse opinioni : gli uni
gran maestro fosse eletto il nomina- dissero portare una croce vermi-
to Loderingo Andalò. Il modo di glia d'otto angoli orlata d'oro, con
fare l'elezione del generale de' fra- (jualtro stelle fra gli angoli mag-
ti gaudenti, estratto dalla loro re- giori aggiungono alla croce
; altri

gola, si legge a p. 25f delle Me- r immagine della Beata Vergine


morie del beato Benedetto XI, di col santo Bambino; inoltre si pre-
Antonio Scoti. I detti cavalieri fe- tende che la croce fosse più lunga
cero quindi approvare l'ordine dal che larga, con due sole stelle d'oro
Pontefice Urbano IV, con la bolla ai due angoli sopra il traverso.
Sol ille K'eriis perpetuo fulgore co- Bernardo Giustiniani, nelle Istorie
ruscans, data in Viterbo a' 23 di- cronologiche di tutti gli ordini eque-
GAU GAU 189
stri, tratta di quest'ordine a pag. re la chiesa dei carmelitani scalzi
3o5, e lo chiama àt cavalieri di avente il medesimo titolo , e con-
santa Maria Mater Domini detti sagrata nel 1719. 11 priore de' gau-
Gaudenti. Il Giustiniani passando denti esisteva in Treviso nel 1787,
per Bologna nel 1677, e volendo epoca in cui lo Scoti ivi pubblicò
informarsi dell'identica forma del- la sua opera. Gio. Piero deCrescenzi
la croce equestre, trovò nella casa nella sua opera intitolata, Presidio
d'uno de' successori del conte Gi- romano, lib. I, fogl. 5ox, osserva,
rolamo Beutivoglio una croce in che le costituzioni furono ordinate
pittura con quattro stelle ai quat- dal p. Ruffino Gurgo da Piacenza,
tro angoli maggiori. Vi è pure chi penitenziere pontifìcio , e teologo
fa menzione di un'altra croce con domenicano ; che nell' ordine non
fiordalisi all'estremità, con in mez- poteva riceversi chi prima non
zo il nome di Maria in cifia, con era armato cavaliere a sprone
un cerchio di raggi sotto i fiorda- d'oro; che si dividevano in due
lisi. Quest'ordine avea delle com- classi, di conventuali eh' esattamen-
mende a Bologna Mantova Mo- , , te osservavano i tre voti religiosi,
dena e Treviso, come in allri luo- vivendo ne' chiostri, ed attendendo
ghi d'Italia. L'ultimo commenda- agli ospedali , e di coniugati che
tore di Bologna fu Camillo Volta, godevano commende , e vivevano
che morì nel iSSg, e i beni del- come religiosi terziari , armati ca-
l'ordine in quella città furono dati valieri colle loro mogli nelle pro-
al collegio di Montalto ivi da lui e da prie case, essendo le due classi sot-

Sisto V eretto: le chiese di s. Matteo, toposte al generale dell'ordine; e che


di s. Pietro e di s. Paolo a Casa- r abito consisteva in tonaca , sca-
rata fuori di Bologna, erano altre polare e mantello, questo cenerino,
Tolte commende dell'ordine. Quan- quelli bianchi. Aggiunge il Giusti-
do l'ordine fu estinto, i cavalieri niani , che le mogli de' cavalieri
che stavano a Treviso, conferma- vestivano abito bianco al di sotto,
rono una commenda non sotto il e cenerognolo al di sopra, adope-
nome di s. Maria della Torre, ma rando neir inverno le sopravvesti
di s. Maria Mater Domini nel luo- foderate di pelli d'agnellino.
go detto de Fossis, lungo il Sile ; e Si nota ancora dagli scrittori di
quando il cavaliere che n'era priore quest' ordine eh' essendo lo scopo
,

moriva, i medesimi cavalieri ne no- suo principale procurar la pace tur-


minavano il successore; forse al bata dalle fazioni de'guelfì e ghi-
tempo dell' estinzione dell' ordine ,
bellini, le quali passate di Germa-
i cavalieri di Ti'eviso vi si oppo- nia nelle case de' Guelfoni conti
sero, e per accomodamento loro d' AltorfFo, e di Gibelo principe di
si lasciò la detta commenda col Svevia, che le dierono inomi stre-
privilegio di portare la croce, pas- pitosi in Pistoia nelle due potenti
sando r elezione del priore nel col- famiglie de' Cancellieri e Panciati-
legio de' nobili e priori della città. ci , ed in Toscana ove allora av-
La detta chiesa di Treviso edifica- vampava r incendio della guerra ci-
ta dopo il 1289, ® precisamente vile, trai Bianchi e Neri [Ve- i

nel 1292, andò poi distrutta, ed il di) ed in Bologna si fecero stra-


,

priorato e collegio prese ad uffizia- da, incominciando dai Lambertacci


,

igo GAU GAU


e Geremei, indi tutta misero in ranla che aveva avute a
martìri
rovina l' infelice Italia, favorendo i Cesarea dalle nipoti di Basilio. Fu
guelfi la Chiesa e la Francia, e i uno dei deputati che il concilio di
ghibellini impero tedesco. A tali
l' Roma del \oS, e l'imperatore O-
fazioni sembrò che cavalieri di i norio mandarono in oriente per
quest'ordine, non per zelo della quie- difendere la causa di s. Gio. Cri-
te comune si fossero ritirati , ma sostomo dinanzi ad Arcadio de- :

per isfuggire le pericolose tenzoni, e putazione che non sorti l'effetto


metter le loro vite al coperto, pro- desiderato , e che costò la prigio-
verbiandoli il pubblico col nome di nia e vari maltrattamenti agli in-
frati gaudenti. Il p. Bonanni nel Ca- viati. Il p. Labbé
colloca la morte
talogo degli ordini equestri a pag. di s.Gaudenzio nel 427, e Rufino
LXXV discorre del cavaliere di lo chiama la gloria dei dottori del
s. Malia Gloriosa , aeques s. Ma- secolo in cui visse. Diciassette dei
riae Gaudentiuni, dice che l'ordi- suoi discorsi giunsero fino a noi
ne fu estinto da Sisto V, ce ne dà oltre il panegirico di s. Filastrio
la figura, e nei disegni delle croci suo predecessore , che recitò per
cavalleresche ,
quella de' gaudenti quattordici anni nel giorno della
in ordine sta al numero 68 : egua- di lui festa. La chiesa di s. Gio.
le figura del cavaliere vestito col- Evangelista di Brescia possiede il

l'abito dell' ordine, riporta lo Sco- suo corpo, ed è nominato nel mar-
ti a pag. i85. Il p. Heliot tratta tirologio romano a' 25 d'ottobre.
dell' ordine nel voi. IV, cap. 57 GAUDENZIO, Cardinale. Gau-
della Storia degli ordini religiosi. denzio o Gaudeiico, era già car-
Domenico Maria Federici nel 1787 dinale vescovo di Velletri, quando
pubblicò colle stampe in Venezia neir 867 fu eletto Adriano II , e
in due tomi la Storia de' cavalieri trovasi sottoscritto al concilio, che
Gaudenti. quel Papa celebrò in Roma; tutta-
GAUDENZIO (s.). Pare che sia volta pongono in dubbio il suo car-
stato allevato sotto la guida di dinalato, mentre per l'amore del-
s. vescovo di Brescia, cui
Filastrio le lettere, e pel patrocinio ch'eser-
egli chiama suo padre. Morto que- citò coi letterali , e per lo studio
sto santo mentre Gaudenzio , che delle ecclesiastiche storie sali in

aveva intrapreso il viaggio di Ge- gran fama. Non intervenne alia con-
rusalemme , si trovava a Cesarea sacrazione di Adriano li, perchè in

nella Cappadocia , il clero ed il quel tempo insieme col vescovo di


popolo di Brescia stabilirono di Nepi ,
per calunnie si trovava in

non volere altro pastore che lui. esilio per opera dei ministri del-
Quindi costretto obbedire
, circa , l'imperatore Lodovico II. Giovan-
l'anno 387 fu consagrato vescovo ni Vili lo spedi legato nelle Gal-
da s. Ambrogio. Si distinse special- lie a Carlo il Calvo, onde esortar-

mente per la sua profonda umiltà lo a portarsi in Roma a ricevervi


e pel suo zelo indefesso nel pasce- le insegne imperiali : già sino dal-
re il suo gregge colla divina pa- l' 87 3 il medesimo Pontefice avea-
rola. Fece edificare una nuova chie- gli affidato altra legazione, insieme
sa, nella quale olire le reliquie di con Formoso vescovo di Porlo al
molli santi, depose quelle de' qua. re Lodovico, per rescindere patti i
GAU GAV J91
co'quali quel principe eiasi obbli- jiiscopato, che durò trenlanov'anni,
gato a Carlo suo fra tei io per la aduperossi efficacemente alla santi-
Lorena , fuori d' ogni ragione oc- ficazione del suo gregge ed alla pro-
cupata. Venne incaricalo da Gio- pria, e vennegli fallo di purgar la
vanni Vili della terza legazione diocesi dagli avanzi dell'idolatria.
neir877 al duca di Spoleti, insie- Ritiravasi di quando in quando in
me al vescovo Zaccaria. Nell'istes- qualche solitudine per conversare
30 anno intervenne ai concilio di con Dio, e raccomandargli così i

Ravenna, e nell'Syg a quello ce- propri bisogni come quelli delle


lebrato in Roma per la reintegra- anime alla sua cura affidate. Fra
zione di Fozio, Non è fuori di i miracoli per lui operati, narrasi
probabilità il credere, che prima di che guarì istantaneamente un le-
morire dimettesse il vescovato , e proso battezzandolo. L' anno 6iq
si ritirasse in Monte Cassino a me- fu V ultimo delle sue fatiche, e
nar vita monastica e ritirata. agli I I di agosto andò a godere
GAUDENZIO, Cardinale. Gau- gli eterni riposi. Egli aveva edifi-
denzio prete cardinale del titolo di cata una chiesa in onore di s. Me-
s. Anastasia, trovossi presente, come dardo, e ivi fu seppellito; demolita
testimonio qualificalo, alla donazio- dipoi da Carlo V, venne traslata-
ne fatta nel 1064 dal Papa Ales- to in quella di s. Vedasto, che
sandro II al celebre monistero cas- d'allora in poi portò il nome suo.
sinese. 11 giorno della sua morte è sacro
GAUDIABA o GAZABIA. Se- alla sua memoria.
de vescovile della Numidia, nel- GAURIANA. Sede vescovile del-
l'Africa occidentale, sotto la melro- la Numidia, nell' Africa occidenta-
poli di Cirta. Saturnino, uno dei le, suffraganea della metropoli di
suoi vescovi, si trovò alla confe- Cirta.
renza di Cartagine del 4 ' ' » se* GAVANTO Bartolomeo , reli-

gueudo il partito dei donatisti. Vit- gioso della congregazione dei chie-
tore, altro suo vescovo, fu nell'an- rici s. Paolo o barna-
regolari di
no 484 tlel numero de'vescovi di biti,nato in Monza nel iSyo. E
Numidia, esiliati per ordine di Un- tenuto per uno de' più famosi ru-
nerico re de'vandali. bricisti del secolo XVII. Fu gene-
GAUGERICO (s.). Nacque ad rale del suo ordine, e morì consul-
Yvois nella diocesi di Treveri, e si tore della sacra congregazione de' riti

dedicò di buon'ora all'orazione, al- nel i638, in Milano. La sua eru-


ia virtù e al sollievo de' poverelli. dizione si rivolse principalmente
S. Magnerico vescovo di Treveri, alle cerimonie della Chiesa, sulle
conosciuti i meriti ed i talenti di quali pubblicò degli scritti che gli
lui consagroUo diacono
, Allora . acquistarono fama perenne. Le sue
Gaugerico raddoppiò il fervore nel- opere principali sono: .°
un Com- i

le pratiche di pietà, e si diede mentario sulle rubriche del mes-


con zelo indefesso ad adempiere i sale e del breviario romano ; la

doveii del suo stato e ad istrui- miglior edizione è quella che ha


re i fedeli ;
perciò meritò d'essere per titolo : Gavanli thesaurus sa-
innalzalo al governo delle sedi di croruin rituum, seu commenlarìus
Cambrai e di Arras. Nel suo e- in rubrica s nnssalis et breviarii ro-
192 GAZ GAZ
mani, nini observadonihux et
novi.-i irritato dalla resistenza fattavi, pas-
additionibii'! Merali; le osservazio- sò la maggior parte degli abitanti
ni del p. Merati rendono l'opera a fil di spjida, ed un gran nume-
.sua più preziosa , e formano un ro li vendette o condusse seco. Quel
compiuto corpo de' riti ecclesiasti- conquistatore per altro la ripopolò
ci. 2.° Manuale episcoporum , ope- con una nuova colonia, e ne fece
ra solida e d'ammaestramento. 3." una fortezza militare. Fu in seguilo
Praxis visìtationis episcopalis , et posseduta dai re di Egitto, e da
synodi dioecesanae cclebrandae. 4-° quelli di Siria, restando in potere
Decreta sacrae riluiun congrega- di questi ultimi nel regno d'An-
tionis, di cui il suddetto p. Merati tioco il Grande, che la prese e sac-
pubblicò un'accuratissima edizione, cheggiò 219 anni avanti l'era vol-
riveduta sui registri della congre- gare, e sino ad Antioco Epifane per-
gazione, e nella quale furono ag- secutore degli ebrei, perchè non vo-
giunti i decreti emanati fin al 1743. levano che una sola religione nei
11 p. Gavanto diede in luce mol- loro stati, sebbene i maccabei la
te altre opere, che si possono ve- tolsero più di una volta ai sirii,

dere citate dall' Argelati. massime Simone sommo sacerdo-


GAZA. Città vescovile della Pale- te e principe de' giudei, dopo una
stina,chiamata pure Gazava, Ga- memoranda vittoria, abolendovi l'i-

zer, dagli ebrei Gazaris, dai sirii dolatria. I giudei si ribellarono, e


^za, e dai greci Jone e Mìnoe. Anti- conquistarono Gaza, insieme con al-
ca e celebre città nella tribù di tre città; provò essa pur anco mol-
Giuda, a cui l'assegnò Giosuè, cinta te vicende sino all'anno 98 del-
di buone mura^ giace tra Rufa ed l'era cristiana, in cui fu conqui-
Ascalona, e la sua vantaggiosa si- stata dal nipote di Simone Ales-
tuazione fu la causa per cui tro- sandro Gianneo re de' giudei, il qua-
vossi avvolta in varie rivoluzioni. le secondo lo storico Giuseppe, la
Da principio appartenne ai filistei, distrusse quasi interamente. Gaza
e fu Una delle cinque capitali dil- restò sepolta sotto le sue rovine
le loro satrapie, o governi^ che sino all'arrivo di Pompeo nella Si-
serviva di limite alla terra promes- ria, che rese la libertà a molte cit-
sa, ed ebbe anco il suo re. Pas.sa- tà di questo paese. Siccome Gaza
ta in dominio degli ebrei, si pose fu rifabbricata da Gabinio l'anno
in libertà sotto regni di Giovatan
i 693 di Roma, godette di tale van-
e di Acliaz, ma venne riconquistata taggio sotto la protezione de' ro-
da Ezechia. Ubbidì anche ai caldei mani: s. Girolamo dice che fosse
vincitori della Siria e della Fenicia; ricostruita a qualche distanza dal
quindi cadde sotto la potenza dei primo sito. Augusto donò Gaza ad
persiani, essendosi resa a Ciro do- Erode il Grande, re de' giudei, uja
po essere stata assediata. I suoi abi- dopo la sua morte fu ceduta alia
tanti fedeli, ed attaccati ai loro do- Siria. La Palestina essendo stata
minatori, rifiutarono di sottomet- separata dalla Siria dall'imperatore
tersi ad Alessandro dopo la presa di Adriano, onde farne una provincia
Tiro, il quale perciò dovette for- particolare, questo principe decorò
marne l'assedio, e vi restò due vol- Gaza di nuovi priviligi. Al tempo
te ferito; indi la prese e rovinò, ed dc'giudici d'Israele Sansone essen-
GAZ GAZ 193
do stato dai filistei chiuso in Gaza, crocesignati fecero la guerra in o-
ne strappò dai cardini le porte, che riente ne' secoli XI e XII: Baldo-
depose su di un monte vicino : il vino III re di Gerusalemme nel
tempio di Dagone che stava nel- I 149 fece rifabbricar l'antica Ga-
l'antica città di Gaza, fu rovesciato za, ma gli arabi la devastarono
da Sansone, quivi rinchiuso quando nuovamente. In una piccola chie-
i filistei eransi di nuovo imposses- sa vi si venera la tomba di s. Por-
sati di lui. Egli morì tra le rovi- firio, ed è dedicata a s. Ilarione,
ne coi sacerdoti e principi filistei, ch'era di Gaza, e che fu il fonda-
insieme ad una moltitudine di po- tore delia vita monastica in quei
polo. La Beata Vergine si fermò paesi. È compresa oggidì nella Tur-
tre ore in Gaza quando fuggì nel- chia Asiatica, e nel pascialatico di
r Egitto. In progresso gli abitanti Damasco, sulle coste della
Siria, a
congiunsero il culto degli dei del- circa venti leghe da Gerusalemme;
la Grecia a quello delle divinità ma le rovine che vi si vedono at-
adorate dai loro antenati. Sotto i testar possono la sua passata gran-
romani conservarono il culto di que- dezza, onde fu deltaGaza la gran-
sti dei della Grecia, che avevano de. suo porto chiamossi prima
Il

adottato durante il dominio dei suc- navale, Constantia, Costantina, e


cessori di Alessandro. Gaza Nuova : quivi si provvisio-
Le disastrose vicende cui andò nano le carovane che attraversano
soggetta Gaza in differenti epoche, il deserto. I francesi comandati da
avevano fatto popolare i dintorni Napoleone, reduci dalla spedizione
del suo porto, e ne avevano for- di Egitto, dopo la battaglia contro
mato un borgo considerabile. Quan- il pascià di Soria, e dopo la scon-
tunque i suoi abitanti fossero assai fitta Gassar pascià, insieme ai
di
attaccati alle superstizioni del paga- beduini, nel 1799 Presero Gaza,
nesimo, vi rinunziarono poscia onde ove Napoleone si ritirò lasciando
abbracciare il cristianesimo, motivo il comando dell'armata al general
per cui Costantino erigendo il bor- Rleber; indi a' 21 agosto s'imbar-
go di Gaza in città, in onore del cò per la Francia ove cambiò il
proprio figliuolo le diede il nome noto ordine di cose. Dal fin qui
di Constantia, e le accordò dei pri- detto adunque apparisce doversi
vilegi, tra i quali che non fosse distinguere Gaza la grande, situata
soggetta air antica Gaza ; ma gli su di un' alla collina, circondata
abitanti di questa essendo ancora at- di mura, e l'ultima che s'in-
forti
taccati realmente all'idolatria, otten- contra andando dalla Fenicia in
nero da Giuliano l'Apostata, che Egitto in principio del deserto, da
il borgo dovesse riprendere il suo Constantia o Gaza Nuova. Nar-
antico nome, e perdere i privilegi ra Fleury che quando Constantia
di cui era stato decorato, e che non trovossi sotto la dipendenza di Ga-
sarebbe per l' innanzi considerato se za antica, nell'impero di Giuliano,
non come il porto di Gaza; privi- nel governo temporale, in quanto
legi però che in un al nome, gl'im- allo spirituale ebbe essa sempre
peratori suoi successori gli restitui- il suo vescovo particolare, il suo
rono di nuovo. Gaza fu spesso de- clero , le feste de' propri martiri,
vastata e saccheggiata allorché i la memoria de' suoi vescovi, ed i

voL, xxvin. i3
194 GAZ GAZ
confini del suo territorio distin- 395 Giovanni di Cesarea elesse

ti. vescovo di Gaza s. Porfirio, che


La sede vescoTile di Gaza fu e- avendo fatto demolire il tempio
retta nel quarto secolo, sotto la di Marte o Marna, il Giove ado-
metropoli di Cesarea, nel patriar- rato in Gaza, fu crudelmente tru-
cato di Gerusalemme, e nella pri- cidato dai gentili nel 398. Fra gli
ma provincia di Palestina ; dipoi scrittori ecclesiastici vi è Marco
nel secolo divenne
der.imosecondo diacono nativo di Gaza, il quale
metropoli, al dire di Commanville, scrisse la vita di s. Porfirio, nella
il quale scrive che a suo tempo Gaza quale discorre dell'antichità di Ga-
aveva un arcivescovo greco onorario, za, e che il santo ottenne la chiu-
che ufliziava nella chiesa cattedrale sura dei templi pagani dall' impe-
dedicala a s. Porfirio. Il Terzi nella ratore Arcadio. Della città di Ga-
sua Siria sagra a p. 268 e seg. za, de'suoi templi e Dei, come del-
tratta di Gaza, suoi antichi pregi le sue medaglie , si può leggere
ed episcopato. Egli dice che ne fu il Noris, De episcopis Siro-Macedo-
primo vescovo Filemone , autore num, cap. Ili; ed il Martinelli nel
della sinopsi de' profeti, discepolo t. Ili, p. 45 e seg. delia Collezione
degli apostoli, ed a cui s. Paolo classica o tesoro delle antichità. Il

indirizzò una lettera, e che il tem- Rinaldi all'anno 398, num. 96, e
pio cattedrale era aperto a s. Ti- seg . discorre delle gesta di san
moteo martire. Nella persecuzione Porfirio, come fu aiutato da san
di Diocleziano, essendo vescovo il Gio. Grisostomo presso Arcadio per
mansuetissimo s. Silvano, riportò l'abbattimento de'simulacri in Ga-
con molti chierici glorioso marti- za, ottenendo pure denari per fab-
rio. A lui successe Asclepio, perso- bricarvi una sontuosa chiesa, in
naggio di alto intendimento, che cui pel primo pose le pietre fon-
fu presente al concilio Niceno, e damentali, e che intervenne al con-
"visse sino all' impero di Costanzo: cilio Liddense contro Pelagio. JNe-
egli vi si portò per favorire l'ere- stora vescovo sedeva nel 4^'? ^^
sia di Ario, ma giuntovi cambiò assistette al concilio di Efeso; Na-
sentimento e ritornò cattolico; quin- tira fu a quello di Costantinopoli
di gli ariani nel conciliabolo di nel 449 > Cirillo sottoscrisse le let-

Tiro calunniarono quale eretico,


lo tere sinodali di Giovanni patriar-
ma nei seguenti concilii d' Antio- ca di Gerusalemme, contro Seve-
chia , e di Sardica fu dichiarato ro d'Antiochia nel 5 18. Del ve-
cattolico. Allora sdegnati gli aria- scovo Paisio si ha la risposta fat-
ni lo privarono del vescovato, ed ta all'ambasciatore di. Svezia relati-
egli ricorrendo al Papa s. Giulio vamente alla credenza de'greci sci-

I, venne reintegrato nel governo smatici sull'Eucaristia. Cristobulo


di sua chiesa nel 348 di nostra trovossi alla dedicazione della chie-
era : gli era stato surrogato Quin- sa di Betlemme, fatta sotto il pa-
ziano. S. Iremio, Ireneo o Irenio- triarca Dositeo II. Pantaleone dopo
ne governò nel tempo di Teodosio; aver fatto i suoi studi in Roma
vi sedeva nel 363, e morì nel andò Gerusalemme, e fu
in fatto

391 o 393. Enea fu vescovo negli vescovo di Gaza sul declinar del
ultimi anni del quinto secolo. Nel secolo XVI, o nei primordi del
GAZ GAZ iQTi

seguente. Aggiunge il Terzi, che Sede vescovile della Numidia, nel-


onorarono la chiesa di Gaza Eu- , l'Africa occidentale , sotto la me-
sebio, Neslubo e Zenone ivi morti tropoli di Cirta. chiamata pure E
per la fede sotto Giuliano ; così Gazabia, Gazopila ec. Antonino
Nestoi-e fanciullo d'alto lignaggio, la colloca tra Tipasa e Sugo. Sal-

con impareggiabile costanza vi pa- viano uno de'suoi vescovi nel 25',
tì il martirio. Altrettanto all'epo- fu al concilio di Cartagine sotto s.
ca di Arcadio soffrirono le ss. Mau- Cipriano. vescovo Augenzio fu
Il

ra e Tea : s. Barsanosio anacoi'eta uno di quelli che nel 4^4 vennero


illustrò le contrade di Gaza, fu esiliati da Unnerico re de' vandali.
creduto autore del celebre moni- GAZI ANO (s.). Predicò il van-
stero che restava presso Antedona, gelo nelle Gallie circa la metà del
e morì verso l'anno 548. terzo secolo , e principalmente a
GAZARI. Eretici che comparve- Tours ove piantò la sua sede ve-
ro in Dalmazia verso la fine del scovile. Costante nel suo zelo, non
XII secolo. Essi avevano presso a si lasciò vincere né dalle contrad-
poco le medesime opinioni dei val- dizioni, né dai patimenti, e con-
desi e degli Albìgesi (Fedi) : loc- vertì molti infedeli. Per sottrarsi
chè presumere che alcuno di
fa alla persecuzione radunava il suo
questa setta ne avesse portato gli gregge in luoghi sotterranei, e vi
errori nella Dalmazia. Credevano celebrava i divini misteri. Dopo
essi che il demonio avesse creato avere santamente affaticato quasi
il mondo , e consideravano il ma- cinquant'anni per la gloria di Ge-
trimonio come una delle sue in- sù Cristo, andò in cielo a ricevere
spirazioni , a fine di perpetuare le il premio del suo apostolato. La
sue opere. Però l' errore più pro- cattedrale di Tours fino dalla me-
prio di questa setta è quello di a- tà del secolo decimoqaarto porta
ver insegnato che nessuna potenza il nome di lui, reso celebre da pa-
ha il diritto di condan-
sulla terra recchi miracoli ; e la sua festa prin-
nare a morte alcuno per qualsiasi cipale è indicata nei martirologi il

delitto ; e spingevano il ridicolo al giorno I I di dicembre.


punto di credere, che non si potes- GAZOFILACIO, Gazophyla-
.se nemmeno morire gli anima- far cium . Vocabolo che proviene da
li bruti. Quest'errore non era se gaza, voce persiana equivalente a
non uu' ampliazione di quello di ricchezze, e nome proprio della cit-
Manele e degli albigesi, che toglie- tà, nella quale i re di Persia cu-
va ogni potere ai magistrati. Spon- stodivano i loro tesori, e dal gre-
de sospetta che i gazari siano gli co phylasso, custodire. E sinonimo
stessi coi catari, coi valdesiod al- di Erario o cassa pubblica. Il tem-
bigesi. 11 Pontefice Innocenzo III pio di Gerusalemme aveva tre luo-
condannolli coi compagni e
loro , ghi destinati a riporvi le diverse
furono altresì confutati da Rey- offerte per me-
le riparazioni del
nier , il quale appartenendo prima desimo, mantenimento dei
e pel
alla loro setta, ne abiurò poscia gli poveri. Il primo chiamavasi AIu-
errori, vestì l'abito di s. Domenico, sach, edificato dal re Achaz nel ,

e scrisse contro di essi. quale si conservavano i donativi


GAZAUFALA o GAZAUFULA. fatti al tempio dai principi e gran
,

ig6 GAZ GAZ


signori secondo era detto Ga-
; il ed altri vescovi e sinodi, cioè che
zophylaciiim, destiuato per le of- lòsse del tutto proibito di ricevere
ferte dei popolo ; il terzo finalmen- le oblazioni degli eretici, degli ido-
te chiamato Corbona, che in ebrai- latri , e de' cattolici usurai, o di
co significa cassa, serviva per ri- coloro che avessero commesso de-
cevere l'elemosine destinate pel sa- litti enormi.
cerdote, e pei ministri del tempio. GAZULENA. Sede vescovile del-
Del Gazojìlacìo ne abbiamo par- l'Egitto, di cui si fa menzione in
lato altrove, come nel volume XIX, una lettera scritta all'imperatore
pag. 277 e 278, 293 e 294 del Di- Leone dai vescovi di Egitto, e sot-
zionario, discorrendo del gazofiia- toscritta da Massimo Gazuleno.

cio e della corbona. Il Rinaldi al- GAZZETTA. F. Diario di Roma.


l'anno 34)num. II, ricorda come GAZZOLA Bonaventura, Car-
Gesù Cristo tempio si assise
nel dinale. Bonaventura Gazzola nacque
contro il lodando so-
gazofilacio , in Piacenza a' 21 aprile I744> ^-
pra tutti la povera vedova, che fino da giovinetto professò la re-
per esso diede due minuti di ra- gola dei minori osservanti riforma-
me. All'anno poi 44> "um. 67 par- ti, fra i quali cercò sempre coll'e-

la dei gazofilaci per conservare gli semplaritk della vita di emulare le


offerti denari, usati nelle chiese in virtù del serafico suo patriarca
favore dei poveri, chiamati da s. anche nei sommi gradi dell' incli-
Cipriano, lib. de oper. et eleem., to ordine suo. Alla scienza de' san-
Corbona^ e da s. Paolino nell'epi- ti seppe unire un singoiar cprredo
st. 52, Mensa, del quale uso an- di cognizioni nelle scienze teologi-
cora scrivono Giustino martiie nel- che e canoniche, avendo ricevuto
r orat. ad Ant. Pio, e Tertulliano la laurea dottorale nella università
neir Àpolog. e. 89. II Ferrari di- di Urbino. Passando nel convento
ce che gazophylacio significa arca, de' riformati di Cesena, ivi eserci-
mensa, o borsa comune de' sacer- tò il magistero delle pubbliche cat-
doti ; ed il Burmanno osserva che tedre, nelle quali ebbe a discepoli
nella primitiva Chiesa si usava ri- nobili e distinti soggetti, e fra essi
porre nel gazofilacio le oblazioni Pier Francesco Gallefìì poi cardi-
de' fedeli per mezzo de' diaconi, ed nale, ed Angelo Bandi pronipote
ivi sitenevano custodite sino a tan- di Pio VI. A questo Pontefice fu
to che i sacerdoti giudicavano se , egli così accetto, che spesse volte
dette oblazioni fossero degne di es- lo consultò negli affari più ardui
sere offerte al Signore, dappoiché della Chiesa, ne' tempi in diffìcili

non tutte le oblazioni erano rice- cui ambedue vivevano. suo or- Il

vute, ma quelle solamente di per- dine lo elesse commissario genera-


sone morigerate, religiose, ed esem- le della famiglia cismontana, ed il

plari. In fatti nel concilio IV di Papa nel concistoro del primo giu-
Cartagine col canone XCIII fu de- gno 1795, con onorevole elogio,
ciso che non fossero ricevute le lo promosse alla chiesa vescovile
oblazioni de' litigiosi fratelli, e nem- di Cervia, ove diede prove lumi-
meno quelle di coloro che oppri- uose del suo zelo e pastorale vi-

mono i propri fratelli. Così pure gilanza ; mostrando nelle luttuose


insegnano s. Epifanio, liaeres. 75, vicende della Chiesa animo invitto,
,

GAZ GAZ ig^


pari a quello di tanti illusili pre- con lutto universale, ai
tefiascone,
lati, soffrendo con cristiana rasse- 29 gennaio 1882, venendo esposto
gnazione forti travagli , ed anche in quella cattedrale, e dopo i fu-
duro carcere. Chiamato alla stra- nerali sepolto nella chiesa del se-
ordinaria consulta di Lione per minario, ove si vede il suo busto
r organizzazione civile ecclesiastica con onorifica iscrizione, eretta dai
delle italiche provincie , malgrado figli di suo fratello Carlo, suoi ere-
la condizione della nota epoca , si di, il canonico d. Lorenzo, Paolo
adoperò con plausibili maniere, e e Remigio Gazzola : l' iscrizione è
vi fece campeggiare i tratti di sua riportata dal De Angelis, loco ci-
invincibile fermezza al vantaggio tato. cardinale conservò sempre
Il

della religione, come dipoi sorami affetto pel suo ordine francescano,
applausi riscosse nella famosa as- ed al convento dei minori rifor-
semblea di Parigi, siccome osserva mati della Madonna di Campagna
il di lui biografo. Pio VII contan- di Piacenza lasciò in morte la sua
do sulle sue virtìi e lumi lo fece pianeta cardinalizia, la croce pet-
amministratore delle chiese vesco- torale,e due anelli. Il p. Ago-
i

vili di Montefiascone e Corneto stinoMaria di Padova minore os-


prima che il vescovo cardinal Mau- servante riformato, colle stampe del
ry dasse di esse la rinunzia ; po- Bourliè pubblicò in Roma nel i832
scia nel concistoro de' 21 febbraio r Elogio funebre del cardinale fr.
1820 lo promosse al medesimo ve- Bonaventura Gazzola, ec, che de-
scovato. Quanto bene egli facesse dicò al cardinal d. Placido Zurla.
alle due diocesi unite, ed al semi- GaZZOLI Luigi, Cardinale. Lui-
nario, si legge a pag. 78 e seg. del gi Gazzoli nacque da nobile e di-
Commentario della città e chiesa stinta famiglia di Terni, nel dì
4
cattedrale di Montefiascone di quel maggio 1735. Percorsi regolar-
rev. decano De Angelis, di che noi mente gli studi, fu dal Pontefice
trattiamo all'articolo Montefiasco- Clemente XIII fatto cameriere se-
ne (^Fedi). Finalmente in premio greto di numero, e canonico della
di tanti meriti e gravi fatiche, nel patriarcale basilica di s. Giovanni
concistoro de' 3 maggio 1824, lo in Laterano. Ammesso nella roma-
creò cardinale dell'ordine de' preti, na prelatura, meritò successiva-
e poscia gli assegnò per titolo la mente di essere nominato gover-
chiesa di s. Bartolomeo all' Isola ; natore di varie città, ed in prima
e per congregazioni ,
quelle del s. di Città di Castello, dove la sua
offiziOj dell' indice, della disciplina memoria sarà sempre in benedi-
regolare, e della lauretana. In que- zione de' poveri, per il magnifico
sta nuova dignità le singolari vir- ospedale, che per commissione di
tù e dottrina del cardinale risplen- Pio VI ivi eresse dai fondamenti,
dettero maggiormente. Intervenne e che arricchì di rendite abbon-
al conclave per l'elezione di Pio danti per sollievo della inferma u-
Vili, ma i suoi incomodi e l'età manità, avendone in un all' orfa-
gli impedirono recarsi in quello 0- notrofio per le povere zitelle e
ve fu esaltato al pontificato il Pa- per le bastarde, unito all'ospedale,
pa che regna. Giunto alla grave poi ritenuto sempre con facoltà
età d'anni ottantotto, morì in Mon- pontificia l'economica amministra-
198 GAZ GEH
zione, ed il proprio regolamento. mero seguente poi sono descritti i

Nei governi di Ascoli, di Ancona, funerali ch'ebbero luogo nella sua


e di Loreto a cui pure fu promos* diaconia di s. Adriano , e che do-
so, lasciò caro il suo nome per la po questi, secondo la di lui te-
sua specchiata integrità nell'ammi- stamentaria disposizione, fu ivi col-
nistrazione della giustizia, e per le locato in luogo di deposito il suo
sue incessanti premure, onde con- cadavere, per trasportarsi poscia,
durre al termine le pubbliche stra- come dice lo stesso Diario, alla
de nuovamente aperte, ed ancora chiesa di sua nobile famiglia in
la strada di Ancona , ed i lavori Terni, dedicata al ss. Rosario, che
del suo porto. Richiamato da Pio il cardinale essendo vivo avea mae-
VI in Roma, e destinato chierico stosamente abbellita, e dotata di
di camera, e presidente dell' ospi- annue copiose rendite; dicendosi
zio apostolico di s. Michele, ne per ultimo l'elogio di questo de-
perfezionò la grandiosa fabbrica, e gno cardinale , e le belle qualità
provvide con opportuni regolamen- del cuore e dellamente di cui an-
ti alla sussistenza di quel gran luo- dò doviziosamente adorno. N'è me-
go pio, stabilimento degno di Ro- ritevolmente nipote, il vivente car-
ma, destinato al ricovero e man- dinale Lodovico Gazzoli prefetto
tenimento delle persone invalide e della congregazione del buongo-
dei poveri orfani d'ambo i sessi. verno, e protettore della città di
Pio VII nel 1800 lo dichiarò udi- Terni sua patria, il quale è inten-
tore generale della camera , indi to ad erigere il monumento sepol-
nel concistoro de' 16 maggio i8o3 crale, non nella chiesa patria, ma
lo creò cardinale dell'ordine dei in quella ov'è sepolto il zio defun-
diaconi, riservandolo in petto, pub- to : nella chiesa del ss. Rosario fu-
blicandolo in quello degli i i lu- rono solo trasportati i precordi.
glio. Dipoi gli conferì per diaco- GEGITA o GEGIA. Sede ve-
nia la chiesa di s. Adriano; lo scovile della Mauritiana di Sitifi
ascrisse alle congregazioni de' ve- neir Africa occidentale , sotto la

scovi e regolari, de' riti, della lau- metropoli di Sitifi.

retana , della rev. fabbrica di s. GEHON. Sede vescovile giaco-


Pietro, e delle acque ; dandolo in bita di Cilicia, nella diocesi d'An-
protettore e visitatore apostolico tiochia , della quale si conoscono
perpetuo degli ospedali uniti di due vescovi. Basilio sincello del pa-
Città di Castello, ed in protettore triarca Giovanni XIII, eletto nel
della confraternita di s. Giovanni 1126, ebbe desiderio di essere
Decollato di Terni, della compa- trasferito alla sede di Mitilene ; a
gnia del ss. Sagramento di Palom- quest'oggetto prevenne il patriar-
bara, e delle arciconfraternite di s. ca contro quelli ch'egli voleva es-
Girolamo, Misericordia, e Morte cludere da quella sede. Giosuè Bar-
di Ancona. In seguito di una pe- Chetre che vi pretendeva essendo
nosa malattia cronica, cessò di vi- di Mitilene, venne pure escluso,
vere in Roma a' 2 3 giugno 1809, laonde la sede restò vacante tre
nell'età d'anni settantaquattro, co- anni. Morto il patriarca , Basilio
me si legge nel Diario di Roma s' impadronì del suo sigillo, ne fal-
numero 5i di detto anno. Nel nu- sificò le lettere, nelle quali appa-
,

GEL GEL 199


riva che il defunto avea eletto Ba- Bened. par. 5, diss. 4j P- 3 19, do-
silio a vescovo di Mitilene. Ma Gio- ve si meraviglia di chi romano lo
suè essendo stato innalzato alla di- nega. Quelli che lo dicono africa-
gnità di patriarca col nome di A- no, rispondono al documento della
tanasio Vili nel ri5o, fu costret- citata lettera, ch'essendo egli afri-

to Basilio a ritirarsi a Gehon, col cano ben potea chiamarsi nato cit-
nipote da lui nominato coadiutore, tadino romano, non altrimenti che
e poi venne deposto per cattiva s. Paolo, essendo di Tarso nella Ci-

condotta dal patriarca Michele. licia affermò essere nato cittadino


,

L'altro vescovo di Gehon fu Abu- romano. Or Gelasio , figliuolo di


galeb, che trovossi al concilio te- Valerio , e per quanto da alcuni
nuto dal patriarca Michele nel si crede istitutore de' Canonici re-

1169. In un villaggio di questa golari di Laterano (Fedi), fu crea-


contrada, nel 987 vi fu consagra- to Pontefice a' 2 di marzo del 492.
to il patriarca Anastasio V detto Dichiarò in un concilio tenuto in
Salacb. Roma quali erano i libri sacri , e
GEI SLENGEiN. Città piccola del quali gli apocrifi ; e che i quattro
circolo di Svevia in Germania, in conci Hi generali fino allora celebra-
cui Aribone arcivescovo di INIagon- ti, fossero venerati come santi. A-
za nel 1028 radunò un concilio, bolì in Roma le feste lupercali ,

per le questioni insorte pel ! terri- istituì in vece la festa della Puri-
torio di Gandinshuim. Aribone vi ficazione della Beata Vergine, che
avea invitato il b. Godeburdo, ma neir oriente già celebravasi, e con-
questi ricusò di portarvisi, rispon- futò con un libro il senatore An-
dendo alTadilone che perciò
ven. dromaco eh' erasi rammaricato per
gli era slato spedito, che l' affare tale abolizione. Ricusò di accorda-
era stato determinato nel concilio re ad Eufemio vescovo di Costan-
precedente. Quindi l' opinione di tinopoli , la comunione apostolica,
moltissimi vescovi essendo stata e le pacifiche lettere finche non ,

conforme a quella del b. Gode- avesse cancellato il nome di Aca-


burdo, Aribone desistette dal suo zio dai sacri dittici. Si oppose eoa
disegno. Neil' istesso concilio un un trattato, che ancora ci resta, ai
gentiluomo accusato di avere uc- progressi della pelagiana eresia; indi
ciso certo da tale
Sigessis purgossi per riconoscere in Roma i mani-
accusa prova del ferro ro-
colla chei, che abborrivano il vino, or-
vente. Mansi, Supplem. alla rac- dinò che tutti i fedeli si comuni-
colta de' concinij tom. I, col. i25i cassero sotto ambedue le specie.
e 1252. Pubblicò un codice ossia messale
GELASIO I (s.). Papa LL San delle messe con buon ordine dis-
Gelasio I romano, com'egli chiama poste ; e alle antiche prefazioni
«è stesso, scrivendo all'imperatore della messa , ne aggiunse delle al-

Anastasio, con V epìst. 8 appresso tre , come altresì le collette , delle


il Labbé, Condì, tom. VI, col. i 182; quali ne fu egli il primo autore.
e non africano, come altri voglio- Altri lo fanno ancora autore del
no con Anastasio Bibliotecario, ai canone della messa, dal Te igitiir
quali è contrario il p. Mabilion ap- fino al Pater noster; ma il canone
presso Felice Egger, in Idea ord. è ricevuto dalla tradizione aposto-
1 - ,

200 GEL GEL


lica , fuorché qualche parola ag- collegio, a' i5 gennaio in8, e
giuntavi da alcuni Pontefici. Bensì prese il nome di Gelasio II : del
s. Gelasio I fu il primo ad amplia- numero de' suoi elettori, è a ve-
re con decreto, a tutte le quattro dersi Pandolfo da Pisa nella sto-
tempora dell'anno, l'amministrazio- ria che ne fece. Appena si venne
ne degli ordini sagri. In due or- a conoscere la sua meritata esalta-
dinazioni creò sessantasette vescovi, zione , Cencio Frangipane, siccome
trentadue preti , e dodici diaconi. partitante dell'imperatore Enrico V,
Governò quattro anni , otto mesi e potentissimo in Roma, voleva
e diecinove giorni ; morendo a' 2 i che un altro fosse creato Pontefice,
novembre del 496. Fu sepolto nel e non mai il cardinale Giovanni
Vaticano ; e la santa Sede vacò mal veduto suo zelo da detto
pel
sei giorni. principe; quindi sacrilegamente, e
GELASIO II, Papa CLXVIII. con impudente ardire, con una ma-
Nacque dalla nobilissima famiglia no di masnadieri prese il Papa per
Caetani o Gaetani ( Fedi) di Gae- la gola, con pugni e calci lo per-
ta, gli fu imposto Gio- il nome di cosse , e a guisa di un ladrone il

vanni, ed ebbe per padre Crescen- trasse alla sua casa, e quindi lo
zio. Da monaco benedettino cassi tenne in prigione, finché il prefet-
nese, Urbano II lo creò cardinale to di Roma, con Pier-Leone ed al-
diacono, con la diaconia di s. Ma- tri nobili lo fecero rilasciare. Ge-
ria in Cosmedin, indi divenne can- lasio II temendo la prepotenza di
celliere, carica che dicesi conferita- Enrico V, che poco dopo, cioè a'2
gli da Vittore III, confermatagli da marzo, giunse in Roma, dalla chiesa
Urbano II, ed esercitata anco sotto di s. Maria in Traspontina, dove per
Pasquale II, come attesta JMabillon, un giorno dal palazzo lateranense
Annal. Bened.tom. VI, lib. vS, an. si era ritirato per fuggire le sue
1 17, § 7, p. II. Divenuto vecchio violenze, parti da Roma, e su di
venerando per la sua età, per la una barca giunse a Gaeta sua
sua erudizione, per le sue virtù e patria, ove si ordinò prete ai 9
per gì' illibati suoi costumi, di che marzo e si fece consagiare nel
,

avea dato continue prove ne' qua- d'i seguente in cui creò cardinale
rant'anni che servì di nunzio ai Pietro Ruffo 1' unico che nel suo
,

suoi predecessori , come abbiamo pontificato promosse a tale dignità.


da Oderico Vitale, nel lib. 12 del- Il Cardella nelle Memorie storiche
YHist. eccles. inter Script, liistor. de' cardinali, dice che tal promo-
norniannor. Duchesnii, p. 842 , e zione segui il primo di marzo. In-
come dicemmo alla sua biografia . tanto Enrico V^ a' i o pure di mar-
F. Gaetani Giovanni, Cardinale. zo, contro Gelasio II elesse 1' anti-
Dopo la morte di Pasquale II, che papa Gregorio Vili (Fedi); ma
energicamente avea difeso, fu elet- essendo ciò venuto in cognizione
to Papa con sua grande renitenza di Gelasio II, adunò un concilio in
dai cinquant'uno cardinali, secondo Capua ,scomunicò ambedue.
e vi
il Novaes, che si erano adunati per
L' imperatore partì quindi da Ro-
l' elezione, nel monistero di Roma ma , ed il Pontefice passando in
detto Palladio, essendo assenti due Benevento ricevette il giuramento
cardinali , che restavano del sagro di fedeltà e di vassallaggio dal
,

GEL GEM 201


duca Roberlo e da tutti princi- i te Cassino , ove oltre al diadema
pi noi-manni, ed ivi si trattenne rotondo ha il titolo di santo.
,

fino a' 26 giugno, perchè avea già Quando Lambertini, poi Bene-
il

dato in Gaeta l'investitura del du- detto XIV, era promotore della fe-
cato di Puglia a Guglielmo figlio de, cominciò a trattare, come egli
si

di Ruggiero. dice^ De canon, ss. cap. 4i , num.


Gelasio l[ fece ritorno in Roma 3o, di concedere a questo Pontefice
più come pellegrino che padrone la messa e l'offlzio con rito doppio

abitando presso i suoi amici, dap- al capitolo lateranense, al capitolo


poiché il patriarchio lateranense della collegiata di s. Maria in Co-
era occupato dai seguaci dell'anti- smedin, ed all'ordine benedettino;
papa e deli' imperatore. I fautori ma il negozio non fu mai proposto
di questi mentre il Papa celebra- alla congregazione de' riti, non per-
va la messa a'3i luglio in s. Pras- chè si temesse un esito infelice, ma
sede, ardirono assalulo, onde fu co- per altre cagioni , e come per le
stretto nascondersi nei campi pres- mutazioni delle persone , le quali
so s. Paolo fuori le mura; e lascian- per ragione dell'impiego dovevano
do in Roaia suo vicfirio il cardinal trattare l'affare. Scrisse la sua vita
Pietro vescovo di Porto, si trasferì Pandolfo di Pisa suo famigliare, la
in Pisa, di cui eresse la cattedrale quale corredata d' annotazioni e ,

in metropoli, e proseguendo il suo dedicata ad Urbano Vili, fu pub-


viaggio sempre per mare fino a blicata da d. Costantino Gaetani
Genova, passò in Francia per im- monaco cassinese, con questo titolo:
plorare dal re Lodovico VI soccor- Sanctiss. D. iV. Gelasii Papae II sa-
so conti'o Enrico V e l'antipapa. cri Moniis Casini monachi ex Ca-
Assalito però Gelasio II in Macon jetanis urbis Cajetae ducibus Cam-
da una puntura , si fece condurre pania e prìncipibus. Vita a Pandiil-
al celebre monistero di Cluny, ove pho Pisano ejns familiari conscri-
rooi'ì a' 29 gennaio i i 19, e fu se- pia etc. ex officina typo-
, R.oinae
polto in quel monistero. Governò graphica Caballina i638. Ne fu fat-
un anno e quattro giorni, e come ta una seconda edizione cogli stes-
scrisse il Baronio ad an. 11 19, n. si rami della prima , stampata in
2 , patì in così breve pontificato Roma nella stamperia Caetani sul
più che nessun altro Pontefice, di colle Esquilino nel 1802, e dedi-
quelli cioè, a' quali non fu dato cata a Pio VII. La vita di Gelasio
spargere il loro sangue per la fé- II Pandolfo Pisano, è pure pres-
di
de, ciò che gli meritò il titolo di so il Muratori, Scriptor. rerum Ita-
santo , con cui si trova in diversi lie, tom. IH, p. 384. Un'altra vita

martirologi registrato, presso Bol- molto ristietta del medesimo Pon-


lando 29 januarii pag. 916. L'im- tefice, da autore contempo-
scritta
magine di Gelasio 11, dipinta nel- raneo, si vede inserita dal Borgia,
l'oratorio di S.Nicolò nell'antico nelle sua Breve istoria del domi-
patriarchio lateranense, avea intor- nio temporale della Sede apostoli'
no alla testa la corona rotonda, che ca nelle due Sicilie, a pag. «39, edi-
è l'argomento della santità, e del zione del 1789.
culto ecclesiastico datoa'servi di Dio, GEMELLA^ o GEMELLE, Gc-
come ancora nella chiesa di Mon- iiu'llae, vicus Gemcllensis.SedQ vesco-
aoa GEM GEM
vile di Numidia nell'Afiica occiden- aggiunta, a pag. ili parla delle
tale, sotto la metropoli di Cirta, sui pietre fine, ed a pag. 268 delle
confini della Numidia e dellaMau- pietre preziose , ed ecco com'egli
àitiana di Sitifi. Litteo, uno de'suoi le definisce. Tra le pietre di de-
vescovi, assistette al concilio di Car- corazione e le pietre pi'eziose mi- i

tagine in tempo di s. Cipriano. neralogi, gli artisti, e gliamatori


GEMMA. JVome di alcune so- di esse un
assegnano luogo alle
stanze, e più sovente de' cristalli pietre che chiamano fine. Queste
lapidei assai duri, i quali hanno sono sempre di pregio, piacevoli a
gran pregio allorché sono dotati di vedersi, generalmente dure, di mez-
colore vivace, di trasparenza perfet- zano volume, e perciò non giun-
ta, della proprietà di refrangere e di gono mai alla grandezza di quelle
riflettere i raggi della luce, il che di decorazione, e superano sempre

avviene in ragione del loro tessuto la grandezza di quelle preziose; e


lamelloso, e della densità e purez- gli usi cui si destinano sono con-

za delle materie di cui sono compo- venienti alla loro natura, per de-
sti. I nostri antichi scrittori accen- corazioni sì civili che sagre. Dalle
narono sovente il pregio delle gem- pietre fine si distinguono le pietre

me orientali, in confionto delle oc- preziose, come quelle che sono più
cideutali. Le gemme portano anche rare, di carissimo prezzo, di mag-
li nome di pietre preziose^ ed altre gior durezza, volume,
di minor
di minore pregio sono appellate che ricevono bellissimo pulimento,
pietre fine; tale è la distinzione che generalmente sono trasparenti,
che ne fa il Dutens nel libro che che hanno il tessuto vetroso, che
scrisse sulle pietre preziose, e le prendono il nome di gemme, e che
pietre fine. Alcuni registrano tra si lavorano a faccette onde più viva

le vere pietre preziose il diaman- ne sia la lucentezza; e gli usi cui


te, il rubino, lo zaffiro, il topazio, si destinanosono convenienti alla

lo smeraldo, il crisolito, l'ametisto, loro natura, per ornamenti si ci-

il giacinto, la granata, e il berillo vili, che sagri.

o l'acqua marina. Ma i trattatisti Indi il chiaro autore tratta del-


delle gemme, osservano che tale le pietre fine del quarzo, e del
classificazione non può andare esen- quarzo opaco; del diaspro, e del
te da varie osservazioni, e la pri- diaspro verde fasciato, rigato, nero
ma è che a tutte queste gemme e giallo, sanguigno, verde scuro,
dee aggiugnersi il nome di orien- verde chiaro ; del ciottolo d'Egitto,
tali, o anche di qualche altra prò- del legno pietrificato, del giada
venienza, perchè i topazzi special- orientale, del lapislazzolo, del quar-
mente e gli, ametisti occidentali zo jalino; del cristallo di rocca, e
non sono che cristalli di monte del cristallo iridato, del topazio af-
co!orati,che si trovano assai comu- fumicato; del quarzo agata, e del-
ni nelle regioni montuose, e spe- le agate propriamente dette, cioè
cialmente presso le miniere, come cotognina, rossa, bionda, dentriti-
neir Ungheria e nella Sassonia. Il ca, muscosa, figurata, zaffirina, bi-
ch. avv. Faustino Corsi nel suo già, fettucciata, ondulata , zonata,
dotto, ed erudito trattato delle pie- od occhiuta; e delle agate sotto
ire antiche, edizione seconda con altri nomi, dell'onice, calcedonio,
,

GEM GEM ao3


goccia d'acqua di Vicenza, sligmi- arte. opere del Buonarroti
Nelle
te, o olite, corniola, sardonica, nic- sui Medaglioni, e Vetri antichi, si
colo, prasi, crisoprasio, plasma di leggono erudite notizie sulle gem-
smeraldo, stellaria dura, ed avven- me, sulle gioie e pietre preziose an-
turina ordinaria; dei feldspati , e che incise. Dutens ha trattato dotta-
della pietra lunare, di Labrador, e mente del merito delle pietre, del
delie Amazzoni; così dell'occhio di loro pregio, del prezzo, ec. L'ab-
gatto; di alcune sostanze analoghe bate Haùy le ha con nuovo me-
alle pietre , del vetro vulcanico, todo classificate, e ne ha con or-
della turchina, del corallo, ambra, dine esposte le fisiche qualità ,

malachite, e calamita. In quanto affinchè una specie dall'altra possa


alle pietre preziose, egli discorre distinguersi, non ostante la frequen-
del diamante, zaffiro, rubino, sme- te somiglianza de'colori. Essendo
raldo, acque marine, crisolito, to- il lodato Corsi pure autore d'un
pazio, giacinto, ametiste, granato, Catalogo ragionato d' una colle-
opalo, girasole, dell'avventurina, e zione di pietre di decorazione, ec.
del giacinto ambrato. Soggiunge pubblicato in Pioma nel iSaS, a
poi il Corsi a pag. 2^3, che se pag. 8 dice che il dottissimo Bia-
la storia delle pietre di decorazio- gio Cariofilo compilò un trattalo
ne ha mancato di scrittori, e ne De marmoribus antiquis^ ove riu-
manca tuttora, molti hanno tratta- nì tutte le notizie sparse dai clas-
to delle pietre fine e delle preziose. sici, ma avendo scritto in latino,
Tra gli antichi si distinsero Ari- in questo idioma restò la nomen-
stotile, Teofrasto, Psello, Plinio, e clatura delle pietre. Quindi fa os-
Galeno; quindi nel risorgimento servare, che il profondo archeologo
delle lettere e delle arti ebbero Nibby, nel suo libro del Foro ro-
grido Giovanni Hentman, Corrado mano, ha sparso il primo lume su
Gesnerj Giorgio Agricola, Valerio questa materia.
Cordo, Francesco Ruez, Anselmo Non può dubitarsi, che la sco-
13oezio di Boot, Lodovico Dolce, perta delle pietre preziose non ri-
Andrea Bacai, il vescovo Marbo- monti alla più rimota antichità.
deo, Leandro Bavarini, e molti Gli antichi, come si legge anche
altri; ma tanto i primi quanto i nella sagra Scrittura, avevano l'arte
secondi ebbero principalmente in di tagliarle, di pulirle, e di mon-
vista di riferire le virtù medicinali tarle in vari metalli, ed essi, i gre-
delle pietre, e giunsero perfino a ci almeno ed romani, fors'anche
i

crederle utili contro molti mali, che gli egizi e i persiani, conoscevano
forse non hanno esistito giammai : la anche l'arte d'inciderle. Ben pre-
slessa proprietà concedere
si volle sto essi ne arricchirono i loro ve-
alle perle orientali. Ai tempi a noi stiti affine di accrescerne la magni-
più vicini, Millin, Dutens, Haùy ficenza; le donne più illustri le
hanno pubblicato opere piene di adottarono nei loro abbigliamenti,
dottrina. Milliu si è distinto nella ed acconciamenti del capo; i brac-
gliptografia, ed ha riunito molle cialetti, le fibbie, le cinture, e le
notizie sulle pietre o gemme che frangie delle vesti ne furono sparse
sono state intagliate, e sui miglioii talvolta con profusione. Plinio dis-
artistiche hanno professato tal se elegantemente: gemntae preci-
ao4 GEM GEM
jma moruni insaniaj egli riguar- Fonlanier scrisse con lode un trat-

dava hi ricerca di quelle j)ietre, tato della imitazione delle pietre


come la maggior pazzia die in- preziose; vero è però che gli an-
trodotta si fosse ne' costumi di Ro- tichi giunsero a fabbricare pietre
ma. Si pretende che l'uso , e la vetrose di una grande bellezza, e
ricerca delle gemme passasse dagli sino ad imitare i così detti niccoli
orientali presso i greci e i roma- col velo turchico, formati di due
ni; certo è che l' imperatore Elio- strati, delle quali paste alcune si

gabalo portò quella moda a tale trovano dagli stessi antichi incise,
eccesso, che su i di lui calzamenti né deve tacersi che non mai bene
faceva inserire pietre incise di un si conobbe l'arte d' imitare, o con-

prezzo inestimabile, e più non vo- traffare le pietre preziose, e non


leva rivedere que' calzamenti , di passò quell'arte in Olanda ed in
cui crasi una volta servito. Presso Francia, se non che dopo la pub-
i romani il diamante teneva tra blicazione dell' ^r/e vetraria dell'i-
le gemme il primo luogo a cagio- taliano Neri, ristampata più volte
ne del suo splendore, della sua du- specialmente nell'Olanda, e la pri-

rezza, e della sua trasparenza. Si ma volta pubblicata in Italia nel


dubita però ancora se essi sapesse- secolo XVI. L'Aldini ci diede un
ro tagliarlo e pulirlo; certo è che trattato della maniera di conosce-
nessuno dei diamanti che si trovaro- re la qualità e natura delle gem-
no nei loro anelli, è stato faccettato, me incise. Cesena 1785. Pompeo
e tulli hanno perduto il loro puli- Sa r nel li nelle Lettere ecclesiastiche
mento, se pure l' ebbero un tem- ci dà varie erudizioni sulle gem-
po. Dice il Millin che il diamante me; nel tomo VI, nella lettera
fu tagliato, e lavorato a faccette XLI tratta del mistico significato
per la prima volta, onde si dice di alcune di esse; nel tomo X,
brillante, cioè nel 1476 da Luigi lettera XXXIV, dice qual pietra
de Berquen da Bruges, e che Am- al mondo sia la più preziosa seb-
brogio Caradosso nel i5o2 fu il bene il valore delle gemme dipen-
primo che scolpì sul diamante i da dall'opinione degli uomini, giu-
quattro dottori della Chiesa, pel sta la sentenza di Plinio lib. 32,
formale di Giulio li. Lo zaffiro, cap. 2, e nel tomo VIII lettera
che ha un bel colore azzurro cele- XXII, num. 10, narra come le

ste, era dai romani pregiato al pa- gemme si generino. Egli pertanto
ri del diamante: quello in cui si dice, che se vapore dell'acqua
il

trovavano punti luminosi che pa- naturalmente sublima senza ec-


si

reano d'oro, chiama vasi con voca- cesso di pinguedine e di solfo, e


bolo greco crisopraso. Veramente viene al luogo dell'acqua di puro
il crisopraso con punti luminosi sale, fanno i diamanti, il che
si

d'oro era l'avventurina orientale, avvienne ne'luoghi freddissimi, ai


altrimenti delta pietra del sole, e quali non può pervenir la pingue-
che corrispondeva al saphirus de- dine. Se viene al luogo del vetrio-
gli antichi. Verso il secolo XV si lo si congela in zaffiro, o smeral-
dice formato il segreto della com- do; se nell'acqua del cinabro sot-
posizione per fare pietre fittizie, tile si condensa in rubino, notan-

che da alcuni si appellano paste, e do il p. Kirchcr, che ogni acqua


GEM GEM 2o5
se è senza spirito si condensa col ro nove Cori degli angeli ( Ve-
ai

caldo, se ha spirito si congela col di). La prima gemma, al dire di

freddo, e chi sa questo sa il massi- Ezechiele, fu il sardio o rubino,


mo de' segreti, detto pure corniolo, che per co-
Carlo Bartolomeo Piazza, nel- mando divino fu posto nel razio-
l'erudito libro intitolato Iride sa- nale d'Aronne, rosseggiante e di
gra^ ci dà per argomento al capo color di carne; la seconda il to-

VI: Che tanto la Chiesa trionfan- pazio il cui colore dorato parteci-
te j quanto la mi litanie si diletta pa del sole, decima pietra del ra-
della varietà de' colori: quella rap- zionale; la terza il diaspro; la

presentata nelle gemme, questa nei quarta il crisolito, seconda pietra


fiori. Disse il regio salmista: Asti- del razionale; la quinta l'onice,
tit regina a dextris tui in vestitu duodecima, pietra del razionale; la

deaurato, circumdata varietate : e sesta il berillo; la settima il zaffi-

con questo venne rappresentata la ro; l'ottava il carbonchio, quarta


Chiesa trionfante. Né altra è la va- gemma del razionale; la nona lo
rietà dell'addobbamento reale di smeraldo, terza pietra del razionale.
questa gran regina, che risiede al- Di tutte (jueste nove gemme il

la destra di Dio, se non la diver- Piazza ne riporta l' eccellenza, le


sità degli eletti, i quali col manto prerogative, le proprietà, le virlìi

della virtù diversamente risplendo- che gli attribuirono misticamente


no, nel modo che fanno le stelle vari autori. Indi descrive a p. 82
nel firmamento, secondo la mag- la celeste Gerusalemme ornata di
giore o minore chiarezza che par- pietre preziose, secondo l'Apocalis-
tecipano dal sole, comparendo lu- se, in un a quelle del trono di
minosi d'oro negli apostoli, d'ar- Dio, ed altre descritte da s. Gio-
gento ne' profeti, di gemme nelle vanni , come il crisoprasio, il gia-
vergini, di porpora e di cocco nei cinto, l'ametislo, ec, e di queste
martiri e penitenti. I colori che ancora descrive i colori, le bellez-

nobthnente adornano la Chiesa mi- ze, e le prerogative; indi a pag.


litante, benché una sola ed universa- iqi passa a parlare de' fiori miste-
le, è abbellita di vaghe varietà di riosi della Chiesa militante, con le
ornamenti delle molte chiese con spiegazioni dei padri, ed analoghe
diversità di riti e cerimonie, de'gra- erudizioni. Abbiamo dall' Alessan-
di, dignità, officii, lingue, costumi, dri il libro, Novis ecclesiae refertis

miracoli, doni e virtù, secondo la simboluni in veteri gemma cura-


diversità descritta dall'apostolo san lari ìnsculplum, Romae 1626. Il
Paolo : Unicuiqne enim datur ma- Bonanni nella sua Gerarchia ec-
nifestatio spiritus ad utilitatem^ ec. clesiastica a pag. 25 parla del pet-
L'ornamento della Chiesa trionfan- torale o razionale del sommo sacer-

te non si rappresenta di fiori, che dote degli ebrei, misterioso e sacro


sono corruttibili , ma di gemme ornamento di cui facemmo men-
perchè durevoli. Di nove pietre zione agli articoli Efod, e Forma-
preziose fu ornato Lucifero princi- le {Fedi), che a tenore del co-
pe degli angeli, avanti la sua ca- mando di Dio, si compose di do-
duta, risplendenti di vari misterio- dici gemme preziose ripartite in

si colori, corrispondenti nel nume- quattro ordini, cioè a tre per tre.
,

2oG GEM GEM


in ognuna delle quali poiiavano e seg. dice sull' uso moderato degli
scolpili i nomi o le cifre delle do- anelli, del lusso delle gemme ne-
dici tribù d' Israele, cioè de' dodici gli anelli, delle collezioni delie gem-
figliuoli di Giacobbe autori di es- me, del lusso delle gemme ad or-
se, secondo l'ordine della loro na- namento delle persone e delle mo-
scita distribuite. Le gemme per or- biglie, delle gemme finte, degli ar-
dine erano disposte così: il sardio telìci gemme, degli strumen-
delle
o rubino, il topazio, e lo smeraldo; ti per lavorarle, come del modo, e
il carbonchio, il zafuro o il lapis- delle contrade di Roma ov' erano
lazzolo , e il jaspis veideggiante; tali artefici , e della festa sigilla-
il ligurio o giacinto, l'agata, e l'a- ria. I romani ebbero in pregio di
metisto; il crisolito, l'onichino, ed ornare gli edifizi di bei marmi, sic-

il V. s. Epifanio, De XII
berillo. come facemmo parola all'articolo
gemmìs, quae erant in i'este Aa- Colonne di Roma (Vedi), ed altio-
ronis W)er, grnece cimi Ialina in- ve, parlando degli splendidi edilìzi
terpretatione Jolae Hierotaiantini ,
degli antichi romani. Siccome poi
in tom. II, Op, s. Epiphanii j coir autorità del medesimo Corsi
Coloniae 1628, p. 22 5; De XII dicemmo ch'egli avea in Roma e-
genmiis radonalis siunnii sacerdo- numerate seimila e sessantasette co-
tis hebraeorum, edit. a P. E. Fog- lonne, con le sue ulteriori indagi-
gino,Romae i743; ed il Bacci ni ne ha potute poscia scoprire più
Le XII pietre preziose del sommo di altie mille. I medesimi romani
sacerdote, Roma 1687. Della zona portarono all' eccesso la passione
o cinta con la quale nei possessi si per le pietre fine e per le gemmej
cingevano Papi, da cui pendeva
i poiché di esse si valsero non me-
una borsa con entro dodici pietre no per ornamento delle persone ,

preziose^ per rappresentare la po- che delle suppellettili. Naturale e


testà degli apostoli, ne parlammo forse anche necessario fu il pri-
al voi. Vili, p. 173 del Dizionario. mo uso degli anelli scolpiti in in-
Delle gemme e pietre pnziose usale cavo, co' quali segnavano gli atti

negli ornamenti ecclesiiislici, arredi, pubblici, le private scritture, le let-

e vesti sagre, o che tuttora sono in tere, le anfore e tuttociò che più si

uso, si possono leggere gli articoli stimava j talché si credette che il

Anelli, Croce pettorale. Forma- Sigillo [Vedi) accrescesse pregio al-


le, Mitra, Triregno, Vesti sagre, le cose: dapprima furono in uso
ec, ed altri analoghi del Dizio- gli anelli formati di solo metallo,
nario. A quello della Famiglia ma in seguito vi si incassarono le

pontificia {Fedi), si disse che vi gemme. Gli anelli che a' domestici
fu nel palazzo apostolico 1' uf- usi servivano, che distinguevano il
fizio di custode delle gioie, oltre rango delle persone e che erano ,

il più antico di Feslarario [Vedi), di gentile ornamento, presto giun-


ed al citato articolo Triregno, si sero ad essere cagione del lusso il
dirà del gioielliere de' sagri palaz- più sfrenato ed irragionevole, mas-
zi apostolici. sime dopo la vittoria di Pompeo e ,

Finalmente daremo un sunto di grande fu l'amore che per gli anelli


quanto il eh. Corsia nella citata o- gemmati ebbero Mecenate edElioga-
pera delle pietre anlidie, a pag. 4? balo, che non portò mai anello più
GEM GEM 207
di una volta. Crescendo il lusso de- bellezza delle donne; quindi il lus-
gli anelli, giunsero i romani a far- so delle gemme si estese alle mo-
ne splendide collezioni che poste , biglie ed alla mensa. Eliogabalo
dentro astucci o scatole furono chia- che portò gemme persino ne'calzari
mate dattilioteche : il primo che di con minutissime sculture di valen-
queste ne fu possessore è Scauro , ti artisti , faceva mischiar gemme
figliastro di Siila ; indi si fa men- lare e preziosissime fra le frutta
zione di quella del le Mitridate, e fra i fiori della sua tavola , in
che Pompeo, siccome di gran pre- un tempo veramente che la men-
gio, dedicò in Campidoglio. Giulio sa fu il luogo ove il lusso delle
Cesare consacrò sei dattilioteche nel gemme divenne smodato e genera-
tempio di Venere genitrice, e Mar- le. I vasi delle bevande si forma-

cello figlio di Ottavia, ne dedi- rono talora di una sola gemma, o

cò una nel tempio di Apollo Pa- di queste adornarono vasi d'oro,


si i

latino. Oltre le dattilioteche pub- ed in morte alcun proprietario li


bliche depositate ne' templi, altre fece rompere perchè alti'i non li
ve n' erano di ragione , e
privata usasse; anche le tazze e bicchieri i

di pregio eguale o maggiore. Quel- risplendevano per le gemme , cosi


la di Augusto doveva corrisponde- gli specchi, i carri ed altri utensi-
re alla sua magnificenza e possan- li e cose, come nei letti gemmati.
za grande
; splendida e ricca fu
, Ma r imperatore Leone, leg. unic.
quella di Marc' Aurelio: sì fatte col- Cod. Nulli licere in freni'', pretese
lezioni oltre gli anelli, comprende- di correggere l'abuso con una pram-
vano tutte le gemme, e qualunque matica, e stabifi che a ninno fosse
altro oggetto prezioso. Se in prin- lecito d'inserire perle, smeraldi e
cipiosembrò un atto religioso il giacinti nelle bardature cavallere-
ragunamento di pietre rare e pre- sche, e specialmente nelle selle, nei
ziose, per consacrarle alla divinità, freni e nelle cinture, e che il por-
in progresso rapidamente il lusso tar gemme nelle briglie fosse vie-

si estese, e le gemme furono dedi- tato agli stessi cavalieri; alle per-
cate air ornamento delle persone. sone private poi permise i soli anel-
Giulio Cesare portò calzari adorni li gemmati. In quanto alle gemme
di gemme; e quando Antonio si finte,o per un illecito guadagno di
presentò a Cleopatra , la sua veste venderle per vere , o perchè po- i

di porpora strinse con cintura tem- veri volessero imitare i ricchi con
pestata di grandi e preziose gem- ornarsene, col vetro principalmen-
me. Caligola e Claudio ornavano te si arrivò a formarne. Molti poi

le vesti di smeraldi la moglie del : furono gli artefici delle gemme, e


primo Lollia Paolina ordinariamen- si giunse a noverarne dieci specie,
te copriva di perle e di pietre il e Plinio descrisse gli strumenti per
capo, i capelli, le orecchie, le ma- lavorarle, mentre Millin trattò del

ni e le dita. Gallieno risplendeva loro pulimento. Sul lavorare le

per gemme , con le quali ornava gemme sia in intaglio, sia in rilie-
le fìbbie, la pendaglia e i calzari. vo, sia in incavo Mariette, Leping,
Ovidio e Manilio si lagnarono che Veltheim, Bruckman, Caylus, Giu-
la copia delle gemme giunse a lianelli, Millin ed altri scrittori nel-

coprire la faccia , e nascondere la le loro opere, trattarono della gli-


208 GEN GEN
pticn, cioè del principio, progresso, luogo, alla nobilissima famiglia Co-
decadenza e risorgimento dell' ar- lonna: in questo eminente luogo
te, così del merito de' lavori, e fu già la sua torre e castello. 11

de' nomi degli artisti. Gli antichi territorio confina con Valmontone,
di rado intagliavano le gemme di Fallano, Olevano, s. Vito, Capra-
maggior pregio e , in quelle che nica, Cave e sua Rocca. Corrispon-
faccettavano ordinariamente face- denti alla fertilità del suolo, secon-
vano soli sei piani, non la minula do gli scrittori di questo luogo, sono
e spessa faccettatura dei moderni. le moltissime sorgenti di acqua
Tanto grande fu 1' uso nei ronia- dalle quali viene irrigato : due so-
ni degli anelli, de' sigilli e delle no le fonti d' acqua vergine per
gemme, che Sesto Piufo fa n)en- comune uso dentro l'abitato, e tre
zione di due contrade nelle quali ivi parimenti sono le sue dirama-
in Roma erano riuniti i loro ar- zioni per altri usi pubblici, non com-
tefici : la festa sigillarla poi consi- prese alcune diramazioni particolari
steva nei doni scambievoli che i e private. Oltre le fonti dell'abitato
romani si facevano in gennaio, e du- ve ne sono tre altre prossime, una
rava tre giorni dopo le saturnali ,
avanzo delle antiche termule detta
regalandosi scambievolmente anelli, Soglia, perchè trovasi al limitare
sigilli, gioielli, gemme intagliate, del castello, e bagna gli orti sot-
ed altre cose eleganti. toposti, e comunica agli erbaggi un
GENAZZANO. Luogo della dio- sapore squisito; altra chiamata ac-
cesi di Palestrina, governo della quasanta, gratissima nell'estate; la

Coroarca di Roma, distretto di Ti- terza a pie dell'antico roseto, detta


voli. Questo cospicuo castello o fZe' cavalli e Pescara, che viene
borgo è situato nella valle Prene- dalla stessa sorgente, per non no-
slina, ed è celebre pel santuario del- minarne altre.
la Beata \ ergine del Buonconsi- Il Biondo lodò Genazzano ae-
glio, la cui prodigiosa immagine si diuin ornato; ma questo era l'or-
venera nella ben ricca cappella nato gotico, che nel suo seco-
della chiesa degli agostiniani eremi- lo aveva dominato; venne dopo
tani, di che parleremo in appresso, lui il secolo XVI che variò que-
come di altre sue chiese. La terra è sto, e le novelle fabbriche fecero
posta un miglio a sinistra della perire nsolti di tali ornati , tutta-
strada, che da Palestrina conduce a volta ve ne rimasero, e ne sussistono
Fallano, sette miglia distante da ancora di qualche rimarco e de-
Palestrina, e trenta da R^oma , ed corate. Degli uomini illustri di Ge-
è piantata sopra un masso di poz- nazzano, come dei benemeriti del
zolana, e di roccia da fabbrica, ta- castello , e di altri che vi fecero
gliato in tutto il suo contorno dimoia, a pag. 335 e seg. ne trat-
quasi a perpendicolo del suolo. Fu ta eruditamente il eh. arciprete
feudo un tempo di quel ramo dei Girolamo Senni, nell'importante o-
Colonnesi che si distinsero col nome pera checi ha dato, ed intitolata
di signori di Genazzano , ammi- Memorie di Genazzano , e de" vi-
randosi ancora il palazzo baronale Roma i838 per Mi-
cini paesi,
per l'ampiezza e maestà della mo- chele Perego Salvioni. Di quest'o-
le, appartenendo tuttora, come il pera principalmente, come di quel-
, ,

GEN GEN 209


le del Ceccoui, del Pelriiii, e del riunite le comuni di Cave, di Roc-
jXibby profitteremo ne' seguenti cen- ca di Cave, e di Olevaìio, del-
ni su Genazzano. Fra i delti uo- le quali premetteremo un breve
mini illustri, olile di alcuni genaz- cenno.
zanesi degni di lode de' quali si Cave {Vedi).
parlerà nell'articolo, qui ci limite- Rocca di Cave. Terra del distiet-
remo nominare alcuni
a famigliari to di Tivoli, diocesi di Palesteina,
cubiculari di Martino V, fra' quali posta cinque miglia ad oriente di
Ottone de Varis fu suo tesoriere. Palestrina, e tre a settentrione di
Pietro \ iviani fu tesoriere pontili- Cave , sopra la punta del monte
ciò delle Provincie di Marittima e che domina immediatamente la ter-

Campagna sotto Eugenio IV, di cui ra di Cave donde trae il nome: si-

fu medico e chirurgo altro l*ietro no dal secolo XIII appartiene ai

Viviani. Francesco nel 14^9 fu fat- Colonna. Un diverticolo antico, del


to vescovo d'Anagni, come assicu- quale si conservano le traccie, pas-
ra il Filonardi, De anliquiialibus sando per Alliano andava a por
Campaiiiae p. 89; gli successe il capo su questa cima, indìzio certo
vescovo Salvatore nel \\^i, altro che anticamente vi era o qualche
genezzanese. Le beate Petruccia vdla, o qualche tempio insigne.
Santa e Potenza terziarie agosti- Questo diverticolo si stacca a sini-
niane. Pace Colella fu madre di stra della chiesuola rurale della
Silvio Antoniani che dimorò in Madonna del Rifugio, un buon mi-
(ienazzano in tutta la sua pueri- glio di là da Palestrina sulla stra-
zia, e poi fu celebre cardinale per da che conduce a Cave; sale ver-
dottrina e santità di vila. Virginia so la cappella denominata la Ma-
Biscia nella sua chiesa parrocchia- donna del Piscarello, nella contra-
le di s. Giovanni fondò la confra- da detta r Alliano, perchè un tem-
ternita delss. Rosario, e fu pure po posseduta dalla gente Allia, del-
benemerita del santuario della Ma- la quale ci rimangono medaglie, e

donna del Buon Consiglio. Il p. Ma- di là conduce direttamente alla


riano agostiniano fu oratore egre- Rocca, come scrive il eh. Nibby
gio, ammirato da Poliziano, e ca- Analisi de' dintorni di Roma tom.
ro a Lorenzo il Magnifico , che a IH, p. 16. Il eh. Calindri, Saggio
di lui preghiera eresse il celebre storico del pontificio stato , dice
inonistero di s. Gallo a Firenze ; che qui sono monti ripieni di cu-
ed Mariano Pupi osservante,
il p. nicoli, in uno de' quali morì C.
visse e morì santamente. Giovanni Mario, assediato da Siila; e che
Bracaloni fu primario campione il paese è cinto di mura. Pietro
nella famosa disfida e combatti- Antonio Petrini nelle Memorie sto-
mento degl'italiani contro i fran- riche di Palestrina, a p. 10 3, nar-
cesi in Barletta, ad onore del no- ra come il Papa Giovanni XIII
me italiano. Il Senni a pag. 369 neir anno 970 concesse in feudo
e seg. riporta XXXIII iscrizioni alla senatrice Stefania, la città di
antiche allegate nella sua istoria, Palestrina, con tutte le sue perti-
per la maggior parte esistenti in nenze, compreso Cave, e Rocca di
Genazzano. Questo castello è resi- Cave; indi a pag. 117 aggiunge
denza di un governatore , eJ ha che il Pontefice Pasquale 11 nel
VOL. XXVIll. l4
,,

210 GEN GE.\


iioi, ricuperò colle armi la lino- di che portarono lo stesso nome
mala terra di Cave, perliaeuza del- fu cosi detta, perchè la rendita ma
l' antica contea Preneslina , e la assegnata al consumo degl' incensi,
concedette insieme colla sua Rocca che servivano alle chiese, dalle quali
alle monache de' ss. Ciriaco e Nic- queste tene dipendevano e nell'a- ;

cola di Pioma per due terze parti, gro romano stesso abbiamo un
e da quest'epoca le due terre di monte di Leva, che era Alons O-
Cave, e di Rocca di Cave restaro- libani j vasto tenimento dell' agro
no smembrate dalla signoiia Pie- medesimo, appartenente ai Gavolti,
nestiua. Monsignor Leonardo Cec- Castrurn Montis Olibani ^ di cui
coni nella Storia di Paleslrina, a tratta il Nibby a p. 347 *^*^^ \.o\ì\.
pag. 3, corregge il Biondi e l'Al- II dell' Analisi, il quale descrive il

berti , che confusero il monte di nostro Olevano a p, 4^0 e seg. ;. ed a


Palestrina con Rocca di Cave : a p. 4^4 Olevano Torricella, temila
pag. 20 pai la del diverticolo, che fuori della porta Salaria che i Bor-
si saliva per la Rocca di Cave, ghese acquistarono nel 1666, e vi

detto Agliano, presso la chiesa ru- operarono dei vantaggiosi scavi. Nel-
rale della Madonna del Rifugio, l'istesso agro avvi il castello di Le-

e crede che sulla Rocca vi fosse va, eh' era con Castrurn Olibani^

qualche tempio o altro segnalato di cui parlammo al volume XVII,


edificio ; dandoci notizie sulla fa- p. 18 del Dizionario, luogo rino-
miglia Allia, od Elia, e della con- mato pel santuario della Madonna
trada e diverticolo Agliano, o piut- del Divino Amore, per la cui festa

tosto Eliano, cioè villa di Eliano. concorrono molli romani, e gli abi-
Carlo Bartolomeo Piazza nella sua tanti de' luoghi convicini. Oliba-
Gerarchia cardinalizia, descriven- nani nella bassa latinità significa

do il vescovato cardinalizio subur- incenso _, e questa voce fu pure


bicario di Palestrina, a pag. 227 adottala nella lingua italiana; on-
e seg. discorre della terra di Ca- de il nostro Olevano fu detto Oli-
ve e delle sue chiese, come di Roc- banum, Olivanuni , ed Olebanuni.
ca di Cave, il cui luogo chiama Questo castello è in parte situalo
fortissimo, e sentinella a tutto il sopra un colle, che dirama dal
paese soggetto già abitato dai ga- monte del Corso ultima lacinia o-
bii, dagli equicoli , e dagli ernici. rientale della punta di Colle Cele-
Conferma la proprietà concessa al- ste ; in parte poi si dilunga per la

le dette monache da Pasquale II, falda di questo colle medesimo


indi confermata da Onorio II del lungi trentasei miglia da Roma. I

II24; riporta la testimonianza di suoi dintorni sono freschi, amenis-


Livio, che ivi in una caverna o simi , coperti di alberi secolari , e

cunicolo morì C. Mario, e descri- variati da rupi magiche , e perciò


ve la chiesa parrocchiale di s. Ni- sono la delizia de' pittori di paese,
colò in vicinanza della Ione della che ivi raccolgousi nella stagione
Rocca, e la chiesa di s. Egidio, le estiva a fare i loro sludi. Il Cec-
quali tuttora esistono. coui Storia di Paleslrina pag. 88,
Oki'ano. Terra del distretto di dice che Olevano era forse l'anti-
Tivoli, diocesi di Palestrina. Essa co Olerann e Oleranon. L'avv. Ca-
come altre terre, e come altri fon- slelLmo, Lo stalo pontifìcio ^- 173,
GEN GEi\ 211
opina che il nome di Olevano de- ne, non solo dice che Olevano appar-
riva dall'antica villa, che vi pos- teneva all'antico territorio Prene-
sedeva la famiglia Olibria, la qua- stiuo, ma che il monte di Foglia-
le estendeva si al nord-est della vil- no, tra Capranica ed Olevano, fu
la imperialeper una parte di es-
: compreso nell'infeudazione che di
sa, che dicevasi Massa Cesarìana ^ Palestrina fece alla senatrice Ste-
ebbe Olibrio il giovane grave con- fania nel 970 Giovanni XIII. Dal-
tesa giudiziaria con Simmaco pre- le lettere di Alessandro III si ri-
fetto di Koma
famosa que- : della cava, che nel 1 169 Giovanni, Leo-

stione tra Olibrio, onde il fondo ne, e Pietro Frangipane, riteneva-


prese il nome di Olibrinum, tratta no questa terra in custodia, cioè
lungamente l'arciprete Senni nel- l'avevano occupata con armati, e
lesue Memorie di Genazzano. Ag- che la permutarono col Castruni
giunge il medesimo scrittore, che Tyberiae, oggi Tivera, presso Vel-
Olevano sino dall'anno 528 fu com- letri. Il possesso della terra venne
preso da Tertullo, tra le terre del. in seguito confermato al monistero
Lazio che donò a s. Benedetto, e sublacense dalla bolla emanata da
che la distruzione dei castelli Bel- Clemente III nel 11 89, e da quel-
vedere, e Pusano ne ampliò il re- la di Onorio III del 12 17. Dopo
cinto. E qui va notato, che sicco- quell'epoca passò alle mani de' Co-
me monaci sublacensi nel 600
i lonnesi, ed un Oddone de Columna
fuggendo l'irruzione de' longobar- signore di Olevano, è ricordalo in
di, si stabilirono in Roma nel mo- una bolla d'Innocenzo IV del i243.
nistero di s. Erasmo sul Celio lo- Yuolsi pure che Olevano dai be-
ro dato da s. Gregorio I , ecco nedettini passasse in dominio alla
perchè Olevano fu soggetto al mo- santa Sede, agli Orsini, e nel 1 4oo
nistero di s. Erasmo, ritornando al popolo romano, come narra il
poi al sublacense. JVella lapide esi- citalo Calindri, il quale riporta l'o-

stente nel chiostro di s. Scolastica pinione del Suarez, storico prene-


in Subiaco, che appartiene al io52, stino, che crede Olevano surto dal-
e contiene la nota delle possidenze le ville dell' agro preneslino, e dal-
del monistero medesimo, manca il le rovine de' suoi otto oppidi. Si
nome di Olevano; né si dica, co- sa che il popolo romano concesse
me scrive il Nibby, che rimane ce- Olevano al nobile Raimondo de
lato in quello de' fondi Opinianum Tarlaris, in un alla rocca, indi Bo-
e Trdanum rammentati, poi- ivi nifacio IX fece allrellanto con Pao-
ché la bolla di Giovanni XII del- lo Francesco Orsini domicello ro-
l'anno 958 ed il diploma di Ot- mano, con mero e misto impero
tone I dell'anno 967 nominano il fino a terza generazione, ciò che
jundiim Olebano, che era pur que- confermò il successore Innocenzo
sto, ma che alloia non era anco- VII. È noto pure che Olevano fu
ra una terra popolata, indi dopo un tempo rocca, e luogo militare,
il secolo XII formossi il castello governandosi con leggi militari, co-
nominandosi nella bolla di Pasqua- me rilevasi dallo statuto sottoscrit-
le 11 del I I i5, Olivanum cum to dai sette riformatori di Roma
omnibus fiindis^ et casalibus eorum. del i364 nel pontificato di Ur-
11 Petrini nelle Memorie Prenesti- bano V. Da tale statuto rilevasi
212 GEN GEN
che tulli gli uomini di questo luo- stolo ; la chiesa de' ss. Giovanni
go erano soldati, i nobili distinti Battista ed Evangelista ; la chiesa
col nome di eqiiites dovendo te- di Maria de ara sanclorwn; la
s.

nere essi sempre pronto il loro ca- chiesa di s. Anna; le chiese de' ss.
vallo, e gli altri con quello di pc- Antonio e Martino cadute la chie- ;

diies o fanti ; gli abitanti potevano sa di s. Rocco; la chiesa di s. Ma-


militare all'altrui stipendio, pur- ria della Curia o Corte, già parroc-
ché non fosse nemico del popolo chiale, e l'oratorio del ss. Croce-
romano, o del Papa. Olevano da- fìsso. Indi narra che ad oriente di
gli Orsini nel 14^2 ritornò sotto Olevano sonovi avanzi d'una villa
i Colonnesi. Il Papa Martino V di antica, chiamata Villa Magna, dai
tal famiglia, pel valore degli ole- quali si scavarono marmi nobilis-
vanesi, li esentò con bolla da ogni simi di vari colori , colonne e ,

dazio imposto e da imporsi , in condotti; e che in altra contrada


premio della loro fedeltà ed attac- denominata il Pretorio, Vinta Pi t-
camento alla santa Sede, dipoi gli loria, forse appartenente agl'impe-
concesse altri privilegi s. Pio V per ratori, o a qualche pretore, tro-
avere molti olevanesi militato sot- varonsi pietre preziose, tronchi di
to Marc* Antonio Colonna , nella statue, medaglie, catene di oro ec,
guerra contro gli ottomani. ed aggiunge che nel 1600 si sco-
11 Piazza nella Gerarchia cardina- prì una glande urna di marmo
lizia p.1^1 e seg., parlando di Ole- con tre corpi, intagliata di figure
vano, crede che dalla copia degli al- di vari animali a mezzo rilievo, la
beri d'olivi, e dallo squisito olio che quale conservavasi nel cortile del
produce, gliene derivasse il nome palazzo dei Colonnesi in Genazza-
(certo è che lo stemma comunale è no. Essendo signore di Olevano
composto di tre monti con un albero Pietro Francesco Colonna, il car-
di olivo, con le lettere S. P. Q. R. in dinal Scipione Borghese nipote ili
memoria della protezione antica che Paolo V lo acquistò nel 1G14 in
godeva del senato e popolo romano); un a Monte Fortino, alla tenuta
conviene nella donazione, che il se- della Torre, a Pantan de* Grifi ,

natore Terlullo padre di s. Placido con i laghi di s. Prassede, e di


fece al monistero sublacense, della Monte Falcone non che con due- ,

sua ampliazione colle ville Pusano cento rubbia di terreno nel terri-
e Belvedere distrutte dagli oleva- torio di Colonna, per il prezzo di
nesi, e tratta delle sue chiese e scudi trecentoquarantamila; laonde
confraternite allora esistenti. Esse tuttora il principe Borghese è pro-
erano, la parrocchiale e collegiata prietario di Olevano con titolo di
con arciprete e beneficiati ,
juspa- marchesato, e sino al 1816 vi e-
tronato de' principi Borghese, chie- sercitò i diritti feudali.
sa ampia dedicata a s. Margherita Olevano si divide in antico e mo-
vergine e martire di Antiochia, derno, coi borghi di s. Rocco, di Sam-
con reliquie, e con il corpo di s. buco e di Panico costruiti circa ,

Vittore martire, e dieci altari, uno la metà dello scorso secolo. La


de' quali dedicato a s. Pietro in suddetta chiesa di s. Margherita
memoria dell'antica chiesa parroc- tuttora è chiesa parrocchiale, es-
chiale giù sagra a quel santo apo- sendo la santa protettrice del luo-
,

GEN GEi\ 2i3


go ; e l'altra memorala cLiesa siih- in Roma. Tra gli uomini illustri
uibana detta Ara de' santi, è de- che <!iede Olevano , ne nominere-
dicata a Maria assunta in cielo, ha mo tre. Il primo è il p. d. Pio
un bel quadro rappresentante la Cassetta barnabita, fiorilo nel iSgfì,
visita ch'essa fece alia cognata s. E- caro ai cardinali Boncompagno ar-
lisabetta. L'istruzione de' fanciulli civescovo di Napoli, e Savelli lega-
è affidata a due maestri elementa- to di Bologna, profondo teologo, e
ri, e per le femmine avvi un con- dotto autore di diverse utili opere.
servatorio con tre maestre : vi so- 11 secondo è il p. Clemente Pisel-
no pure le suore della Carità di s. li de' chierici regolari minori, pro-
Vincenzo de' Paoli, benemerite del- fessore d' etica nell' archiginnasio
l' umanità sofferente. Non mancano della Sapienza di Roma, che varie
acque perenni e salubri, sì nelle opere dotte lasciò alla posterità. Il

vicinanze, che nell' interno del pae- terzo è il cavaliere Marco Panvini
se. Sulla piazza maggiore e nel Rosati morto nel 1826, e sepolto
boi-go di Sambuco è una fontana nella tomba gentilizia nella chiesa
d'acqua purissima, già ivi condot- di Giovanni de' fiorentini di Ro-
s.

ta nel pontificato di Pio VI la , ma, ove i tigli, e a diligenza del


quale essendosi perduta, nel 1820 primogenito cavaliere Alessandro
venne restaurata a spese dell'oleva- (
gentiluomo del cardinal Lambru-
nese Benedetto Greco, come si leg- schini, capo d'ufficio de' passaporti
ge neir iscrizione eretta sul fonte : presso la direzione generale di po-
(juesto ricco negoziante fu largo di lizia, e segretario alla deputazione
altre beneficenze verso la patria de' pubblici spettacoli) gli eressero
come lo fu per le donne condan- un deposito con onorevole iscrizio-
nate nel carcere di Roma, a s. Mi- ne. In questa si legge eh' essendo
chele a Ripa. Lasciò ad esse tut- giureconsulto, dotto, probo e pru-
ta la sua eredità, e ne chiamò al- dente meritò che Pio VII lo de-
l'amministrazione l'arciconfraterni- stinasse nel 18 16 commissario spe-
ta di s. Girolamo della carità di ciale della santa Sede presso il go-
Romaj la quale seguendo l' inten- verno di Francia, acciò coi com-
dimento del testatore, nelle feste mis.sari delle corti d'Europa liqui-
del s. Natale, di s. Benedetto} del- dasse i crediti a carico di quel re-
l'Assunta, e nell'anniversario dei gno; locchè eseguito egregiamente,
defunti, due paoli alle
dispensa il Papa lo nominò a far parte del-
condannate comuni, due paoli e la missione diplomatica unita in
mezzo a quelle inferme ed alle con- Milano per lo stralcio di quel mon-
dannate in vita o sopra dieci an- te tra i sovrani interessali, indi con-
ni, e tre paoli alle croniche; con- sultore della direzione generale del
ferisce doti di qumdici o venti scu- debito pubblico. Passiamo ora alle
di alle condannate che si marita- notizie di Gcnazzano.
no, e al tempo dell' uscita dà a Essendo dubbie o favolose le no-
tutte un sussidio. Le rendite ler- tizie antichissime del luogo ove
cie di questa eredità ascendono a giace Genazzano , come di quelli
.scudi mila trecento , nelle a piìi conviciui ,
gli istorici incominciaro-
di ottocento. Benefico della patria no a narrarle dalla dittatura di
fu pure Vincenzo Anlonclli notare Lucio Cornelio Siila, il quale avtn-
,,

2i4 GEN GEN


do debellato lutti nemici della i licano, Zagarolo, Lugnano, e Va! -

repubblica romana, passò a com- montone. La parte divisa ai soldati


battere alcuni particolari nemici fu colonia militare, l'altra fu co-
suoi, come fu di Mario il giovane lonia urbana. Claudio Tiberio di-
rifugiato in Preneste, onde ebbe scendente d'ambedue rami del- i

luogo il suo assedio, espugnazione l'antichissima e nobilissima fami-


e saccheggio, indi la strage de'cit- glia Claudia, possedeva fra le al-
tadini, tranne i fanciulli e le don- tre una villa nel territorio prene-
ne. Con questo eccidio mancando stino, ed essa fu la cagione del
i coltivatori di s'i ampio territorio, suo soggiorno in questa città , e
divise il medesimo in jugeri e lo della sua famiglia durante la guer-
assegnò a'fanciuUi prenestini, ed ai ra contro Augusto ; indi pacifica-
suoi soldati veterani, i quali dopo tosi con questi, gli cedette la pro-
la sua morte furono solleciti di pria moglie Livia benché gravida,
vendere a' ricchi le loro quote co- ; indi dopo il ripudio morì. Dive-
sicché il territorio fu tra pochi do- nuta Livia imperatrice tenne in
viziosi proprietari ripartito , e le corte i suoi figli, e fattosi adulto
campagne ampie ville
divennero il figlio Tiberio diventò genero di
de' facoltosi romani e di pochi , Augusto , indi erede e successore;
prenestini. Questi nutrendo risen- all'impero; e così la villa Clau-
timento pei sofferti danni, seguiro- dia prenestina diede il nome alla
no dappoi le parti di Giulio Ce- contigua divenne villa impe-
via,
sare, nella guerra civile contro riale, e perciò magnificamente or-
Pompeo creatura di Siila ; laonde nata, e scelta da Augusto per uno
può dopo le vittorie
credersi che de' luoghi di sua villeggiatura, ed
del primo piìi di un prenestino ri- ivi Tiberio vi si ristabilì da gra-
cuperasse almeno in parte i pa- ve infermità. Essa vuoisi compre-
terni poderi. Ai triumviri prevalse sa nella colonia urbana, prossima
Ottaviano Augusto nipote di Ce- alla militare, ed ivi dai prenestini
sare, che divise il grande agro pre- celebraronsi con pompa le feste
nestino in due parti ; una fu quel- Rubigali in onore della dea Rubi-
la intorno la monti
città e suoi ne degli avanzi di sì splendida
:

l'altra da questi separata e prossi- villa il Senni ne parla a pag. 2S


ma ai monti opposti questa por- : e seg., e dice che ad essi appar-
zione lontana fu divisa ai soldati tengono le due colonne di basalto
l'altra ai cittadini ; onde la porzio- nero scannellate a spirale, che so-
ne toccata ai soldati di Augusto stengono la tribuna nella cappella
comprese il presente territorio di del santuario di s. Maria del Buon
Paliano, Serrone, s. Vito, Piscia- Consiglio di Genazzano , e le due
no, e porzione di Genazzano. La colonne di pietra bianca a scan-
porzione più comoda poi lasciata nellatura retta dell'altare del ss.
libera ai cittadini , comprese por- Crocefisso del medesimo santuario,
zione del territorio di Genazzano, poscia incrostate di verde antico.
di Cave, tutto l'odierno territorio Prossima alla villa di Augusto,
di Palestrina (F'edi), che compren- secondo il Senni, fu quella di Ovi-
deva non poca parte delle terre, dio, designata come luogo ove eb-
che ora formano territorii i di Gal- be a fallire Giulia moglie di Mar-
, ,

GEN GEN 21^


co Agiippa, figlia o nipote di Au- 4. Agapito, patì glorioso martirio
gusto, perciò da lui esiliata in un nell'anno 274? onde in Preneste in
ad Ovidio: la qualità del fallo non faccia all'imperatore fu acclamalo
si può con certezza stabilire. Va il Dio di Agapito che , tanti por-
però avvertito, che i critici riten- tenti avea operato su di lui. Frat-
gono una favola la storia del Sen- tanto coir imperatore Costantino la

ni sul palazzo imperiale e sulla vil- religione cristiana trionfò, e potè


la de' Cesari , come dicono fa- esercitare pubblicamente il suo cul-
vola quella degli amori di Ovidio to. Narra l'Anastasio nella vita del
in tal luogo. Non vi è scrittore Pontefice s. Silvestro I, che Costan-
né lapide, né monumento che ne tino donò a lui per diverse chiese
faccia cenno. Tuttavolta diremo in alcuni predii o masse del territo-
ristretto quanto egli si diffonda su rio prenestino, fra i quali fundum
questo punto. La villa continuò ad Caesarianiim, fundum Tliermulas,
essere dei Cesari , e Domiziano vi ec; quindi s. Marco che gli succes-
si recò sovente, così fece Traiano se nel pontificato pose alla coltura
che ne accrebbe gli abbellimenti ;
di simili fondi coloni cristiani , ciò
ma per averla nella sua assenza che pur fece al fundum Antonia-
troppo frequentata 1' imperatrice nani, luoghi della villa imperiale
Sabina, Adriano amò poi la villeg- che dall'essere abbominevoli pei lo-
giatura Tiburtina. Più di tutti vi ro antichi usi , furono santificati
si recò Lucio Vero , e talvolta il dai cristiani, cessando gì' infarai so-
collega Marco Aurelio, per conte- lazzi del Roseto del Ginnasio e,

nere colla sua gravità le di lui dis- dei Bagni o Termule, venendo da
solutezze, e quelle de'compagni dei essi demoliti con l'assenso del pio

suoi trastulli dimoran-


e mollezze : imperatore i monumenti dell'ido-
dovi Marco Aurelio vi morì un suo latria , e ridotti i luoghi a frutti-
figlio. Essendo ambidue figli adot- fera coltivazione. 11 Castellano nel
tivi dell'imperatore Antonino, la suo Slato pontificio p, 172 dice
villa poscia avendo ritenuto il di che dalla memoria de'giuochi gin-
lui nome chiamata Antonina, e
fu nici, che nel ginnasio celebravansi,
si disse pure Cesariana, venendo vuoisi che il principal borgo si de»
frequentata da altri imperatori. Del- nominasse Ginnasiano pòi Genaz-
le sue memorie, lapidi, monumen- zano. Il Nibby poi nel tom. II, p.
ti, ampiezza, parti e termini, come 102 dell' Analisi dt dintorni di
del suo uso, feste, celebrità, avan- Roma, ecco quanto dice sul nome
zi, dei coloni siri posti nella mede- di Genazzano, che V Album, giojna-
sima villa da Lucio Vero, erudita- le letterario di Roma, ripetè a p.
mente ne discorre il lodato stori- i32 dell'anno VI, e ci dà la ve-
co, che adduce prove e ragioni a duta del castello. •> 11 nome di Ge-
favore della villa, che altri confu- nazzano indica, che la terra sorse
selo con altre ville: le sue varie ne' tempi bassi sulle rovine d' una
parti si conobbero dopo Costantino, villa della gente Genucia, onde da
quando furono separate, e destina- fundus Genucianus , o praediuni
te ad altro uso, sulle quali è fon- Genucianuni se ne fece per altera-
dato Genazzano. Sotto 1' impero zione di pronuncia nella bocca del
di Aureliano il nobile giovinetto volgo Gennvianum Gcnulianuni , ,
2ifi GEN GEN
Gtunazniuitn, Gùiazaniim, che noi plicarsi , e a dividersi in altre po-
in idioma volgare abbiamo fatto polazioni dove chiamavanle la ferti-
Genazzano. Ed a quella famiglia lità ed amenità del suolo, il como-
appartengono i ruderi della villa do delle acque e i materiali per le
jomana ancora ivi esistente, che fabbriche, massime dopo le irruzio-
dal Cecconi e dal Petrini ( non che ni de' goti , degli eruli , de' longo-
dal Senni , il quale pu!)blicò la sua bardi ed altri barbari che desola-
opeia un anno dopo) si sono vo- rono R.oma e r Italia. Tra le chie-
luti attribuire alla villa degli An- se primitive de' dintorni, tre erano
tonini ". Ritornando alla narrazio- le più ragguardevoli nel secolo VI:
ne riguardante il pontificato di s. s. Maria di Genazzano , nella pos-
Marco diremo che nel territorio
, sessione della basilica Liberiana ;

prenestino rimase peiciò grata la s. Pietro sopra il colle che domi-


iiiemoria del Pontefice s. Marco, pri- nava d bosco Rubigale , ossia Co-
mo !rintificatore del medesimo. In- nabosco, nella possessione del cleio
di Giuliano l'Apostata riprovò le vaticano Giovanni nella pos-
; e s.

leggi in favore de'cristiani, i quali sessione Laterana, appartenente al


soffrirono gravi ve-^sazioni ;
poscia clero lateranense e vuoisi che dai ;

ebbe luogo la fumosa contesa fra membri più ragguardevoli dei cle-
Simmaco prefetto di Roma e cal- ri delle tre basiliche nei primi tem-
do gentile, ed Olibrio nobilissimo pi per lo più si scegliessero i vescovi
romano la cui famiglia era congiun- suburbicari prenestini , laonde nei
ta con r Anicia, e siccome cristiano popoli particolare era la divozione
capo di essi. La lite fu per il pre- verso la Beata V ergine Maria sotto
dio Olibritiuni o Olibanuni oggi il titolo di Buon Consiglio, di s. Pie-
OlcA'ano che a suo favore decise
, tro, e Giovanni Battista, di
di s.

r imperatore Teodosio, onde la sua s. Giovanni apostolo ed evangelista,

causa fu giudicala causa di religio- celebrandosene con solennità le lo-


ne, che Simmaco voleva co suoi ro feste. A queste vanno aggiunte
conculcare. quelle di s. Marco evangelista e di
Successivamente il Pontefice s. In- s. Agapito. Nel pontificato di s Gre-
nocenzo I assegnò al titolo di Ve- gorio II e verso l'anno 780 il du-
stina possessionem Aniaiidiiii et , cato romano con sette città della
possessionem Antonianam; s. Sisto Campania ritiraronsi dalla sogge-
,

JII alla basilica Liberiana possessio- zione dell' imperatore greco Leone
nem Marmoralam ,
posta entro e r Isaurico e si dierono in un al
,

fuori di Genazzano ; e s. Leone I territorio prenestino al dominio


alla chiesa de' ss. Gio. e Paolo del temporale della santa Sede. A ca-
nionistero vaticano fuìidurn Caesa- gione delle incursioni delle solda-
rianum, detto ALissa Cesariana o tesche dei duchi di Benevento e
Secerano prendendo la via Clau-
, dei saraceni, gli abitanti del terri-
dia il nome di territorio Clodiano, torio prenestino si rifugiarono in
per l'accrescimento del numero de- gran parte sul monte di Capranica
gli abitanti , ed anche territorio Ve- e sidla Rocca, luoghi che conteneva-
getano, formando gli abitatori una no quattro castelli abitati ; cio<''

popolazione distinta dalla città di quello della rocca sopra la terra di


^
Frenesie . clie venne poi a molti- Cave, Monte Manno, sopra Poli,
GEN GEN 217
Capranica antica sui confini rli il principato di Palestrina col Ge-
Guadagnolo, e Castelnuovo sopra nazzaiiese, a cui si unì quello del-
Genazzano, eh' è l'odierna Caprani- la Colonna pel matrimonio dei feu-
ca comune soggetto al governo di datario De Columna colla conlessa
^. Vito. Nell'anno 970 fu data la Emilia nipote di Stefania, dal cui
città di Palestrina in feudo a Ste- matrimonio e seconde nozze di E-
fania senatrice romana dal Ponte- milia nacque Pietro Colonna, che
fice Giovanni XIII a terza gene- nel secolo seguente divenne un po-
razione : non si trova la concessio- tentissimo signore del Lazio, aven-
ne di Genazzano, ma si trova bensì do il suo genitore edificato o com-
nel principio del secolo seguente, pito r edifizio dei castelli di Cave
che in esso fosse ancor lui infeu- e Zagarolo, per sostituire una nuo-
dato. Si ha dal registro sublaren- va popolazione alle abbandonate
se che il monaco Stefano di quel città di Gabio
e Labico: così per
luogo, cittadino di Palestrina, edi- l'eredità Emilia , Genazzano e
di
ficò una chiesa sul colle Quadran- Palestrina divennero retaggio dei
golo della terra di Cave, in onoic Colonnesi. Nel loqSil cardinal Ugo
della B. Vergine, di s. Stefano e di Candido di Trento, fatto vescovo
s. Lorenzo, presso il confine di Ge- th Palestrina dall' anlipapa Clemen-
nazzano, con contiguo monistero : te III, consagrò la chiesa di Cave;
allora cominciarono a discendere ma essa invece di crescere in ve-
gli abitanti de' monti, e vi forma- nerazione la perdette , laonde fu-
rono la terra di Cave, stabilendo- rono edificate due chiese par-
le

si presso la chiesa. rocchiali di s. Malia e di s. Stefa-


Il Petrini all'anno 102?, narra no tuttora tali , restando l' altra
che una donazione scritta per ma- semplice chiesa rurale col nome di
no di Benedetto Scrinario di Pa- s. Lorenzo. Nel pontificato di Pa-
lestrina, chiama Giovanni figlio di squale II, questi discacciò l'antipapa
Pier Domenico, e Franca sua mo- dalla sua residenza d'Alba, morì
glie, habìLatores in castello, qui ap- neir Abruzzo, ed essendo le sue ce-
pe.llatur Genazzano; titolo col quale neri trasportate in Ravenna, fuio-
ne' vecchi istromenti vengono indi- no poi gettate nel fiume. Tentaro-
cati que' nobili , a' quali era stato no di i lui seguaci dargli un suc-
concesso in feudo un qualche pae- cessore, e tre furono eletti, e subi-
se con obbligo di abitarvi : avea to deposti e puniti; cioè Alberto,
dunque tali tempi la cospicua
in Teodorico e INIanginolfo, dicendoci
terra di Genazzano il suo partico- il Platina cheil secondo lo creò il
lare feudataiio. Franca era feuda- popolo di Cave, ciò ch'essendo im-
taria di Trevi, ora comiuie del go- probabile, avrà dato luogo all'equi-
verno di Guarcino ; in tal modo la voco il sito di penitenza cui fu con-
baronia di Genazzano si congiunse dannato Teodcrico nel monistero
con quella rispettabile di Trevi, di ad sanctissimam Trinilalem della
cui parlammo all' articolo Frosiiio- Cava, mentre il monistero di Ca-
ne (fedi).Sembra che i coniugi ve prenestino come notammo al
,

divoti del monistero sublatense, non suo articolo fu detto Sanclorum


,

quello di Cave, ne facessero ad es- Triiim , la cui chiesa consagrò il


so dono. Nel io 53 si trova unito nominato cardinal Ugo: anche Pan-
2 1 8 G E i\ GEN
dolfo Pipano nella vita di Pasqua- rono la divozione di s. Nicola in

le II, che Teodoiico fosse ri-


tlisse ([uesli luoghi, e in altri di loro per-
legalo nel monistero di Cave. Pa- tinenza , come nella Riccia: tal san-
squale II si portò a Cave, e bene- to fu invocato a protettore dal po-
ficò il popolo, ciò che non avreb- polo della Rocca, da quello di Ge-
be fatto se scismatico o ribelle fos- nazzano e di Cave che forma-
,

se stato alla santa Sede, di cui era vano in quei tempi una sola po-
suddito, avendolo già lasciato i mo- polazione. La chiesa parrocchiale
naci siccome feudo di Pietro Co- di s. Nicola di Genazzano fu for-

lonna, indi ne donò due terzi alle se unita allora o sostituita a quel-
monache de' ss. Ciriaco e Nicola di la di s. Sabino ovvero s. Sabina.
Roma. Il Senni difende Pietro Co- Nel secolo XII ampliata in potere
lonna di quanto gli storici narra- la famiglia Colonna, restò per sem-
no di lui e di Pasquale II. pre diviso il principato Prenestino
Non essendosi elFeltuata la do- dal Genazzanese capo-
principato
nazione fatta da Pasquale II alle luogo del medesimo, e munito di
nominate monache de'ss. Ciriaco e torri ed altre fortificazioni. Al tem-

JNicola, queste ricorsero nel i i25 ad po de'guelfì, che si vantavano di-


Onorio II contro Cadolao uomo fensori del sacerdozio, e de' ghi-
rispettabile di Cave, e delle chiese bellini promotori de' diritti impe-
de' santi Stefano e Sabino; quin- riali di cui erano fautori Colon- i

di ebbe luogo un nuovo riparto na, gli abitanti di Genazzano fer-

con cui una porzione rimase al mo- vidi alla guerra difensiva , ed alie-

nistero de'ss. Ciriaco e Nicola, al- ni dall'offensiva, si mostrarono mo-


ila alla chiesa di s. Stefano, altra derati e circospetti ;e quando nel
a quella di s. Sabino, e finalmen- 124' i convicini luoghi erano in
te vi fu anche la porzione di Ca- effervescenza, esso coi paesi del suo
«lolao : i quattro santi delle chie- principato attesero a' propri affali

se contendenti , sono quelli che anzi contribuirono alla pace, dappoi-


hanno fatto chiamare in Cave la ché Stefania Rossi di Cave, signo-
tenuta dei sniui quattro, e Cave ra tra i feudatari di Paliano, ven-
slesso alcuno lo nominò Castello dè a Gregorio IX i suoi diritti,

de santi qualtro. Dipoi le porzioni come fecero altri, e fu benemerita


presero il nome del suo titolare, e dellapace del Lazio: fra condo- i

siccome la tenuta godevasi indivi- mini di Paliano, si nomina la fa-


sa, la denominazione ri-
primiera miglia Leoni poi propagata in Pa-
mase di Cadolao che
alla porzione lestrina e Genazzano. Il Nibby
vuoisi figlio di Pietro Colonna, la racconta , che nello Spicilegium
cui discendenza sotto tale vocabo- Historiae Ravennatis, inserito dal
lo possiede i beni di Cave. Al- Muratori ne '
Rerum Italicarum
l'articolo Chiesa di santa Maria Scriptores t. I, p. 579, si legge,
in via Lata ( Fedi) , parlando come agli rr novembre del 1290
di dette monache, dicemmo co- Stefano da Crenazzano, de Ginaza-
me loro fu tolta la reliquia di s. tio, della casa Colonna, venne pre-
Ciriaco, data quella di s. Nicola, so e spoglialo dai ravvennati.
e della chiesa che a questo eres- Nel secolo XIV i Colonnesi del
sero . Indi le monai'he prnpaga- ramo di Paleslrina, non di Genaz-
GEN GEN 219
zano fecero la notti guerra a Boni- ritirarono in Genazzano in nume-
facio Nell'anno i3j6 Pier
Vili. ro di tre. Aumentatasi la popola-
Giordano Colonna formò in Genaz- zione, Fabrizio e Stefano figli di
zano due chiese officiate: assegnò Pier Giordano Colonna, nel iSyq
ai religiosi agostiniani quella an- stabilirono coi rappresentanti del
tica di s. Malia del Buon Consi- popolo genazzanese, statuti e prov-
glio, ed ai sacerdoti secolari stabi- vedimenti; la nuova contrada delle
Jì la chiesa e plebe dei ss. Pietro accresciute abitazioni chiamossi Bor-
e Paolo, ambedue parrocchiali; go, e si ebbe cura delle acque. Il

indi venne ampliato il circuito di sistema di governo era militare,


Genazzano, e le abitazioni. Si vuo- meno le cause civili, ed eravi un
le che prima gli agostiniani ufficias- corpo di cavalleria. Per una scor-
sero la chiesa di san Francesco, reria che Fabrizio nel i383 fece
fuori della terra; ma è da avver- in Velletri coi soldati del duca
tirsi che ciò non si ammette, ed di Angiò, quella città si confederò
in vece molti scrittori, col p. Or- coi romani a danno dell'innocen-
gio, scrivono che gli agostiniani te Genazzano, che con saggia con-
prima del i356 erano in un colle dotta pacificò i velletrani, scampan-
poco lungi da Genazzano, e pre- do dal sovrastante eccidio.
cisamente in un luogo detto la In Genazzano nacque, secondo il
Pescara. Indi siccome Pier Gior- Petrini, il Senni ed altri, Oddone Co-
dano Colonna assegnò loro una lonna nel i365, altri dicono col Cec-
chiesa e parrocchia di suo juspa- coni in s. Vito, altri in Roma, che

tronato, ed avendo già questa il Innocenzo VII creò cardinale ed


titolo di Maria ss. del Buon Con- amministratore della diocesi Pre-
siglio, da ciò avvenne senz'altro, nestina, indi nel i4i7 creato Pa-
che ai diversi nomi coi quali si o- pa prese il nome di Martino V, e
norò comparsa appena la sacra
, fu largo di beneficenze con Genaz-
immagine, cioè di Maria del Pa- zano, e ne frequentò il luogo; e
radiso^ Maria de Miracoli ec pre- nel 1426 vi ricevè l'ambasciatore
valse quel medesimo, che già era del conte d'Armagnac, che abiurò
il titolo dell'antica chiesa. INel iSyS lo scisma. Dipoi il Papa ampliò le
in Genazzano si riunirono vari car- abitazioni ; fece la strada detta dei
dinali, per trattare dell'elezione di Supportici, sostenuta da muraglioni,
Urbano VI ma il Petrini a ; p. detta ancor oggi la strada del Pa-
i6i delle Memorie Prenesline, di- pa, e migliorò le altre ; demolito
ce invece che quei cardinali che si l'antico castello, vi edificò il pa-
trovarono malcontenti dell'elezione lazzo baronale con bagni ; riedifi-
di Urbano \'I volendo eleggere, , cò la chiesa di s. Nicola, che fu
siccome fecero, in antipapa il car- fonte del suo battesimo, l'arricchì
dinal Roberto amico di Agapito d'indulgenze e di reliquie, la prov-
Colonna, e che prese il nome di vide di sacerdoti, e l'eresse in col-
Clemente VII, i cardinali fedeli ad legiata : il Cecconi ed il Petrini di-
Urbano VI volendo persuadere i cono che pure la consagrò. Ma sus-
dissenzienti tennero seco loro un sistendo buona parte dell' antico
abboccamento nella chiesa di s. Gio- palazzo creduto imperiale, Martino
vanni presso Paleslrina ,
poscia si V lo fece demolire, ornando colle
,

2 5,o GEN GEN


sue pietre il suo palazzo, e la sua prima alquanto disgustato, li per-
cliiesa di s. Nicolò: i nobili lastri- suase che il Papa unito agli Or-
cati di mosaico furono trasportali sini voleva annientare la loro casa;
in Roma, pel nuovo pavimento del- onde corsero i Colonnesi alle armi
la basilica lateranense, e gli avan- e fecero stragi in Roma, con An-
zi servirono a quello della chiesa tonio principe di Genazzano, che
di s. Nicolò. I pochi ruderi di fu privato del principato di Saler-
opera reticolata,che si rincontra- no. In questo frattempo, e mentre
no in qualche punto del territorio, Antoniosi disponeva alla pace, porta-
sono forse avanzi di case campe- tosi Stefano in Genazzano a* 17 apri-
stri appartenenti agli antichi pos- le [433 vi fu proditoriamente ucci-
sessori di fondi nell'agro prenesli- so, il perchè i prenestini senza esame
no. Il pavimento a mosaico di s. uccisero i creduti rei del misfatto,
Nicola anziché tratto dalla imma- cioè Mataleuo figlio di Vergurio
ginata villa per formarne quello di pittore, in un a Salvatore Colon-
s. Giovanni in Laterano, è piìi na suo nipote. Indi seguì la pace
probabile che fosse fatto dei ri- con Eugenio IV ed Antonio fu ,

masuiijli di questo mandati , da reintegrato di Salerno. Mirando


Martino V ad ornare la chiesa di Filippo duca di Milano
Visconti
6. Nicola di Genazzano. Inoltre a detronizzare il Papa, inviò con-
Martino V esaltò a dignità diver- tro di lui un'armata, cui si unì
si genazzanesi, ad Antonio de Bii- Lorenzo Colonna principe di Pa-
zii diede un ftudo nel territorio lestrina per le mene di Nicolò
,

di Ferrara, e nel suo testamento Fortebraccio capitano dell'esercito.


stabilì Genazzano , capoluogo di Eugenio IV gli oppose il valoro-
altri diecinove feudi, donde gli pro- so patriarca Vitelleschi. Nel i434
venne frequenza di popolo, ed ab- si condusse Nicolò in Genazzano
bondanza di facoltà. Il nuovo Pon- per sorprendere Antonio, ma non
tefice Eugenio IV diede il comando gli riuscì, ricusando unirsi al fra-

delle milizie pontificie a Stefano tello per restare fedele al Papa,


Colonna, uno de'nipoti del [)rede- come non volle unirsi al Vitelle-
cessoie, e lo incaricò mandar-
di schi contro il fratello: tal pruden-

gli Oddone Vari di Genazzano te- te condotta salvò Genazzano e tut-


soriere di Martino V , e Santi da to il distretto del principato dalle
Cave altio famigliare di lui e ve- devastazioni cui erano segno gli

scovo di Tivoli, per domandargli altri luoghi convicini.


conto del tesoro dal defunto pre- Nicolò V riconciliò colla santa
parato per la guerra dei turchi. Sede Colonnesi, e restituì a Ge-
i

Ma Stefano legati i due prelati nazzano un privilegio di Martino


così li n)andò al Pontefice, e die V, perduto sotto Eugenio IV.
il saccheggio alla casa di Oddone; Nei pontificati di Nicolò V e Ca-
durezze che dìconsi insinuate dai listo III, oltre la presa di Costan-
cardinali Orsini e Conti nemici dei tinopoli operata dai turchi, e la

Colonnesi. Irritato Eugenio IV da formidabile estensione delle loro


sì fatto procedere, rimproverò e conquiste, regno degli schiavoni dal
il

minacciò Stefano, il quale avvici- re di Ungheria Ladislao passò di-


natosi a'suoi parenti, coi quali era viso sotto il dominio della repub-
GEN GEiY 111
Llica veneta, e dei turchi, onde gli cevere l'apostolica benedizione, mas-
emigrati schiavoni ed oiientali che sime nel passaggio che fece Pio
recaronsi in Italia, e nello stato pon- li [)er Rocca s. Stefano, Civitella,
tificio, furono molti ; come molti s. Vito, come in Geuazziuio e Ca-
schiavoni detti de Sclavis fissaro- ve. Pio II permise agli agosti-
no la loro dimora nel Lazio , in niani dimoranti nella chiesa di s.
un agU albanesi di Albania, non Stefano di governare la parrocchia,
che in Genazzano. Intanto divenu- il che prima tacevano senza autorità,

to nel 1458 Papa Pio II, conscio secondo il Petrini. ^Mentie progre-
della saviezza e virtìi di Antonio diva Genazzano ad abbellirsi con
(Colonna signore di Genazzano, gli nuove fabbriche , rimaneva umile
conferì la ragguardevole carica di e negletto l'antico tempio, e l'al-
prefetto di Roma. Da questo Pon- tare di Maria santissima del Buon
tefice ottenne il p. Filippo da Mas- Consiglio. A ravvivare la fede dei
sa francescano di potere erigere due popoli Dio ispirò alla vecchieiella
coaventi, uno
Palombara, l'altro
in terziaria agostiniana, nominata Pe-
in Genazzano, con tutte l'indulgen- truccia di Jeneo, famiglia genazza-
ze godute dal suo ordine e quel- ,
nese, d'intraprendere la riedifica-
le che sarebbero accordate ;
gli zione e l'ampliazione della chiesa:
quello di Genazzano vemie fabbri- benché di poveia foituna, vendè
cato sotto il titolo di s. Maria del il suo, e die principio alla pia im-
Campo, detta oggi s. Pio, dall'an- presa, ad onta dell'altrui disappro-
tico campo ivi già esistente degli vazione, e peiciò senza allri aiuti,

spettacoli della villa imperiale. Nel sperando fermamente in cpicilo di-


1461 Pio II ad onta delle vie di- vino ; the sarebbe
e soleva dire
sastrose, da Subiaco volendo resti- compila dopo la venuta della Ma-
tuirsi a Tivoli, portossi prima a vi- di e di Dio, predizione che si ve-
sitare il dettx» convento in Genaz- rificò, come andiamo a narrare.
zano. Vide allora le rovine del pa- Giunse frattanto il giorno del-
lazzo imperiale di Antonino, le am- l'antica lesta, concorso e fiera di
mirò, le compianse, e per non fa- s. Marco, e nell'ora più amena del
re perire del tutto in questo luo- giorno, cioè del \ esperò, le per.^one
go il nome di quell'augusto, sosti- che circondavano la chiesa, e mi-
tuì al nome di Antonino quello ravano forse con derisione quelle
del santo martire Pontefice Pio I, mura abbandonate, videro con me-
concedendo alla chiesa del con- raviglia una bella immagiue della
vento indulgenza plenaria nella di Madre Dio col Bambino in biac-
di
lui festa; quindi il principe Anto- cio sopra il nuovo muro della pub-
nio edificò nella una cap-
chiesa blica strada, che amorosameiile li

pella a di lui onore. Pio II non riguardava. A queste prime religio-


accettò l'alloggio che Antonio gli se sorprese, successero le pi-ii vive
avL'a ofierto del proprio palazzo per e di vote per le pronte
tenerezze
essersi mostrato favorevole ai fran- grazie liatte a coloro che ie implo-
cesi che aspiravano al regno di rarono. Propagatosi per Genaz/aiio
Napoli, ed in vece passò ad abi- il portento, tutte le campane suo-
tare dal fratello in Cave. Immen- narono a festa dice.si prodigiosamen-
so fu il concorso de'j)opoli per ri- te, e tutto il popolo concorse alla
2 22 GEjV GEN
chiesa, come Marc' Antonionarra ro disparve. Ma giunti essi in cit-
Feroci nella Relazione della s. Im- tà, ed inleso la miracolosa appari-
magine. Questo prodigio successe zione seguita in Genazzano, qua si

a 25 aprile 1467 nel pontificato recarono, e con immenso stupore


di Paolo II, in giorno di sabbato. ritiovarono 1* immagine che vene-
Colla debita cautela , e con rogiti ravano in Scutari, per cui si pro-
notarili, prontamente in un libro testarono ivi voler dimorare. Gli
furono registrati i miracoli opera- schiavoni ed altri scodrensi abitan-
li,onde il libro venne dedicato al- ti di Genazzano e dintorni, rico-
la Beatissima Vergine apparsa mi- nobbero in detta immagine quella
racolosamente in Genazzano, e nel di Scutari. Paolo II, essendo vesco-
decorso secolo la congregazione dei vo di Palestrina il cardinal Alano
riti lo die ad esaminare a
Gaetano e Gelivo dimorante in Avignone, spe-
Calisto Majini, per concedere l'uflizio dì in Genazzano Gaucerio vescovo
proprio, a' IO marzo 1787 secondo di Gap, e Nicolò de Crucibus ve-
il Petrini. Dopo
la morte del pro- scovo Faiense, per un accurato e-
de Scandcrbergh, l'Albania ricadde same che riuscì felice ad onore
,

in potere de' turchi nel 1467 me- dell'immagine della Madonna, a


desimo onde molti albanesi emi-
, consolazione di Pelruccia, ed a con-
grati passarono in Genazzano e nel- forto de' due pellegrini che ono- ,

le vicinanze : fra questi vi furono rati rimasero in Genazzano, e fon-


due di Scutari, uno de' quali chia- darono due nuove famiglie una ,

mato Giorgio, i quali raccontarono de' Giorgi ancora esistente, l'altra


in Genazzano il loro pellegrinag- de Sclavis estinta.
gio. Dissero pertanto, che quando Allora si verificò la profezia
prodigiosamente giunse in Italia la della b. Petruccia, e i genazzanesi
santa casa di Nazaret, comparse in che la burlavano, quasiché caepis-
Scutari una immagine della Ma- set aedifìcare et non posset consti-
die di Dio, che intitolarono gli sco- mare ^ videro sorgere quasi in un
drensi Madonna del Buon Officio: subito, oltreché la chiesa, anche il

alcuni la giudicarono discesa dal convento. Ciò risulta dall' esiuiio


cielo, altri venuta da lontano pae- compilatore dell'istoria agostiniana
se, onde gli fu eretto un altare. p. m. Ambrogio Coriolano, provin-
Soggiunsero i che ad esso
pellegrini ciale più volte della provincia ro-
portaronsi nel partire da Sculnri, mana, indi nel 1476 eletto gene-
onde invocare il patrocinio della rale dell' ordine ;
perciò scrittore la

Beata Vergine ma con sorpresa , cui autorità fu riconosciuta gra-


invece della immagine videro una vissima ncW Esame critico de' mo-
candida nuvola incamminarsi al- numenti spellanti all' apparizione
l'occidente. Ispirati a seguirla giun- della s. Immagine , fatto d' ordine
sero a piedi asciutti alle sponde della sagra congregazione de' riti.

dell'Adriatico , e pieni di fede se- Molto più perchè coetaneo della


guendola passarono all' opposto li- b Petruccia, che morì nel t^jo
do d'Italia. Suir imbrunir della sotto il suo provincialato. Essendo
sera la candida nuvola si rivestì ilnuovo tempio incominciato, l'ar-
di luce fiammeggiante, e li condus- chitetto dovendo rispettare il sito
se alle vicinanze di Roma, ove lo- ov'era la sagra immagine si con- ,
GEN GEN 223
dusse alla meglio , e cominciò la ta immagine; e siccome Pio>pero
tribuna da un angolo: decorò la. Colonna signore di Genazzano, ri-
cappella con copia di ornali po- ,
cusò aiutare il conte Girolamo
nendo al frontispizio 1' iscrizione: Riario nipote di Sisto IV, contro
Divinilus apparuit haec immago. Ferdinando re di JN'apoli, nel 14^4
Anno Domini MCCCCLXVIL il conte unito agli Orsini assaliro-
XXy aprilis. La chiesa continuò no improvvisamente il castello, ed
a custodirsi dagli agostiniani , che ebbe luogo la guerra che raccon-
ebbero delle vertenze con una con- ta Stefano Infessura segretario di
fraternita di questuanti ivi eret- casa Colonna. Marino fu preso, ed
ta col titolo: Socieiatis Beatae Ma- imprigionato Lodovico Colonna pro-
rine nova inventa , che per ave- tonotario però a Cave l'inimico
;

re colle limosine compita la fab- venne respinto ed inseguito ma :

brica del tempio, ed aiutato l'ere- ripetuti gli assalti del castello j fu
zione del nuovo convento, molto battuto con cinquecento cinquanta
pretendeva. A sostenimento del rac- colpi di cannone, per cui Fabrizio
conto che la immagine della Ma- Colonna per non veder danneggia-
donna proveniva da Scutari, si for- to il paese, capitolò e condusse la
mò altra confraternita detta del- guarnigione a Genazzano, facendo
VOrazione; inlanlo l'immagine fu altrettanto Romanello Coisetti col
appellata Madonna del Paradiso ,
forte di Capranica però fu ucciso :

Madonna di Genazzano, e Bladon- da Prospero Colonna, ch'erasi for-


na del Buon Consiglio, che fu quel- tificato in Genazzano. A' 5 luglio

lo che prevalse. essendo cominciata la guerra, ter-


Gli agostiniani a' i6 luglio \^']5 minò a' j 2 agosto per la morte
ottennero da Sisto IV bolla di con- del Papa, essendosi dovuto il con-
ferma della donazione fatta da te Riario portare in Roma. Il nuo-
Giordano Colonna dell'antica ora vo Pontefice Innocenzo Vili, volen-
rinnovata chiesa della Madonna do porre un termine alle guerre
del Buon Consiglio , di quella di dei Colonnesi ed Oisini , ordinò
s. Croce, e dell' ospedale coi beni che Genazzano occupato da Virgi-
annessi , come riporta il citato p. nio Orsini, e Frascati si consegnas-
Feroci, ed Angelo Maria de Orgio sero alla santa Sede: i primi ub-
nelle Notizie istoriche della prodi- bidirono, la bandieia pontificia fu
giosa apparizione dell' immagine di innalzata Genazzano,' che in pre-
in
Maria Fergine del Buon Consiglio mio ubbidienza fu poco dopo
dell'
nella chiesa de' pp. agostiniani, col- restituita ai suoi signori, mostran-
l' aggiunta de' nuovi miracoli , Ro- dosi Innocenzo Vili di poi nemico
ma per Luigi Perego Salvioni 1 790, degli Orsini , come osserva il Pe-
con figure. Su quest'argomento ab- Irini.
biamo pure di Calisto Marini, l'E- Asceso al pontificato Alessandro
same critico di alcuni monumenti VI Borgia, Cesare suo figlio duca
spettanti all'apparizione della Ma- Valentino, abusando del suo amo-
donna del Buon Consiglio di Ge- re, pose ogni arte a spogliare di-
nazzano, Roma. In progresso altri versi principi de' loro dominii, per
venuti da Scutari in Genazzano, divenir lui gran principe. I Colon-
affermarono dell'identità della san- na previdero la tempesta, abban-
, ,

2?4 ^'EN GEN


donarono i feudi dt;llo slato ponti- .si di tanto oltraggio inviò contro
ficio, e nliraronsi in quei di Na- le loro terre le sue truppe, e quat-
poli. Abbandonali i popoli delle toidici furono saccheggiale ed arse,
«contrade prenesline, a buoni patti soffrendo Genazzano meno delle al-
dovettero accogliere il duca Valen- tre : Gallicano, e Zagarolo vennero
tino: questi perseguitava soltanto quasi spianati. A salvar Genazzano
i grandi che a lui facevano osta- e Paliano ch'erano piìi a cuore
colo, ma serba vasi benevola la ple- dei Colonnesi, questi ottennero po-
be e i militari, lliforniò il palazzo derosi aiuti dal viceré di Napoli
Martino V; indi si re-
edificato da Lannoia. In questo tempo fu abo-
cò a Genazzano il concittadino p. lita in Genazzano la forma del go-
Mariano caro ad Alessandro VI verno militare , e 1' ordinaria poli-
dal quale ottenne agli agostiniani zia fu aflidata ai birri. Carlo Bar-
del Santuario la bolla per l'indul- tolomeo Piazza parlando a p. 2 34
genza plenaria quotidiana alle nìes- della sua Gerarchia cardinalizia,
.se de' religiosi, applicabile alle ani- di Genazzano marchesato de' Co-
me del purgatorio, e potè calmar lonncsij osserva che forse dai dan-
le discordie tra i frati e la com- ni che ricevette da Clemente VII,
])agMÌa de' questuanti, circa le ob- i Colonnesi provocando le armi di
blazioni. Mentre i Colonna erano Carlo V, Roma fu orrendamente
nel regno di Napoli al comando saccheggiata nel 1527. Il Piazza
di un valoroso reggimento italiano, tratta delle sue chiese di s. Paolo,
ed guerra coi francesi^ con que-
in di s. Nicola, della s. Croce, di s.

sti la famosa disfida di


successe ]Maria delle Grazie, di s. Gio. Bal-
Barletta, in cui principalmente fi- lista , di s. Pio de' conventuali, di
gurarono tra i tredici campioni ita- s. Maria del Campo, di Hocco,
s.

liani INIichele Tosi di Paliauo e di s. Sebastiano , di s. Maria dei


Giovanni Bragaloni di Genazzano. Miracoli ossia del Buon Consiglio.
Nel i5o3 mori Alessandro VI , il Nel i54o impose fra i dazi che
duca Valentino si riconciliò coi Paolo III vi fu quello del sale, cui
Colonnesi, gli cedette i loro feudi, Ascanio Colonna signore di Genaz-
e Genazzano abbellito. Giulio li zano vi si oppose, sollevando i pro-
amò i Colonnesi, fece Marc' Anto- pri feudi ; ma il Pontefice spedi
nio I generale delle milizie pontificie, un numero imponente di milizie
e gli die in moglie la nipote Lu- onde Paliano fu smantellato e il ,

crezia. Prospero Colonna perfezionò castello di Rocca di Papa distrut-


i ristauri fatti al palazzo da Cesa- to. Gli uffiziali in Genazzano abi-

re Borgia, e lo rese piìi magnifico, tarono le migliori case ed il con-


ricevendovi vari personaggi. Nel vento degli agostiniani ,
presso il

pontificalo Clemente VlF, Ve-


di ([uale era l' antica chiesa che Pe-
spasiano Colonna signore di Genaz- triiccia lasciò intatta, servendo co-
zano, seguendo le parti di Carlo V, me di portico alla nuova , senza
assalì con altri il palazzo e tempio che vi fossero tolte le sagre im-
valicano onde il Papa si rifugiò
, magini, come di quella del ss. Cro-
in Castel s. Angelo, ove trattò con cifisso, In questo luogo trattenen-
Ugo Moncada capitano imperiale. dosi le sentinelle si posero ivi a
CUnnente VII a punii e i Colonne- giucca re ed a bere vino. Un sol-
GEN GEN 225
(lalo irritalo dalla perdita del suo so ed essa gli eresse
oltraggiata,
«lenaio cominciò a bestemmiare, e una cappella ov'è in gran vene-
siccome fu rimproverato di far ciò razione, con la spada appesa da
avanti detta immagine ,
preso da un lato. Nel pontificato di Cle-
furore diabolico gli scagliò colla mente Vili, per la sua bolla Quae.-
spada tre colpi, pe' quali uscì san- cuniqne , furono regolarizzate le
gue, ripiegandosi però in tre pun- confraternite di Genazzano, ed al-
ti la spada , e per quanto si fece cune aggregate alle principali di
per raddrizzarla sempre tornò a Roma. Nel ifiSi Urbano Vili
ripiegarsi, li Rocca narra il por- dalla villeggiatura di Castel Gan-
tento nel lib. De Aids
44> ^ si p. dolfo si portò in Genazzano, da
dice che per l'orrore prodotto ne- Palestrina che avea acquistato per
gli spettatori e soldati, questi inse- la sua famiglia, fu ricevuto da d.
guito il fuggitivo e sacrilego com- Giovanni Colonna che gli recitò
pagno, r ucciselo. un'orazione latina, ed alcuni veisi
Sotto Paolo IV Caraffa insorse col proprio fratello, e visitò il san-
la guerra con Filippo II re di tuario, che costantemente venne in-
Spagna, soccorrendo il Papa con di chiamato di Maria del Buon
molte truppe Enrico II re di Fran- Consiglio: il loro padre contesta-
cia. 11 duca d'Alba viceré di Na- bile d. Filippo presentò in Genaz-
poli coi suoi spagnuoli prese Fro- zano le chiavi del luogo ad Urba-
sinone, e giunse a Genazzano, e no Vili, ch'era in compagnia dei
Palestrina: i pontificii e i francesi cardinali Barberini fratello, e nipo-
occuparono Paliano e il Serròne, ti, e di altri personaggi. All'artico-
e ripresero Palestrina, laonde Ge- lo Colonna [Fedi), abbiamo detto
nazzano quartiere del duca si trovò come il contestabile d. Filippo, ri-
in mezzo a due eserciti nemici. Il cevè Urbano Vili in Cave. Fran-
Cecconi nella Storia di Palestrina^ cesco Cirocco, ed il p. Luigi To-
narra a p. 826 che Francesco Co- relli pubblicarono colle stampe la
lonna, comandante di Paolo IVj visita fatta da quel Papa di Ge-
tolse agli spagnuoli Palestrina, Ge- nazzano e suo santuario: il primo
nazzano, e Valmontone Allora . con una relazione, il secondo nelle
Marc'Antonio II Colonna dal lato sue Centurie. Siccome Urbano Vili
di Subiaco minacciò Roma, ma colla bolla Coelestis Jenisalem avea
la pace conchiusa in Cave nel imposto cautela ai sagri racconti,
loSy terminò la guerra. Nei pon- la di lui divota visita alla Beata
tificati di Pio IV, e di s. Pio V i Vergine del Buon Consiglio, ne ac-
Colonnesi goderono favore, ed il crebbe e consolidò la venerazione,
secondo fece generale delle sue moltiplicandosi le confraternite sot-
truppe il detto Marc'Antonio che to tale titolo e patiocinio. Il Pa-
riportò la vittoria di Lepanto sui pa vi celebrò la messa nel suo al-
turchi; i genazzanesi che militaro- tare ai 2 1 ottobre, indi fu trat-
no sotto di lui, offrirono alla Ma- tato dai Colonnesi magnificamente.
donna le loro armature, e le ban- Va notato che tanto il Cecconi
diere conquistate. Gli agostiniani che il Petrini dicono che Urbano
posero a disposizione di Virginia Vili, non nel i63i, ma nel i63o
Riscia r immagine del ss, Crocefis- fu a Genazzano.
voL. xxviri. i5
,

0.2G GEN GE?s


Dipoi vari pii genazzanesi edifica XIV a[)[)iovò la pia imiùne o sa-

lono ed abbellirono le cappelle del cra lega come ah origine del san-
santuario ; altrellanlo si fece nelle tuario, e volle alla medesima ascri-
chiese di san Giovanni , e di san versi. Essa fu arricchita d' indulgen-
Paolo; crescendo pure di decorazio- ze, ed in oggi si è sempre più este-
ni la chiesa di san Pio I, mi- dei sa, anche in molte provincie e città
nori conventuali, e il chiostro con fuori dello stato pontificio. Abbia-
pitture fatte dal cav. Manente mo la testimonianza autentica del
che vi rappresentò alcuni prodigi p. Agostino Devivis archivista del
di s. Francesco. Ad ogni pitttna convento di s. Maria di Genazza-
vi è il nome dei contribuenti che no, data a' 3 I agosto 1778, e sot-
furono d. Filippo Colonna, e i toscritta dal p. priore Benedetto
principali genazzanesi. Non solo la Boschi, che gli ascritti alla pia le-
Iieata "Vergine nel pontificato di ga allora arrivavano a cento ti'en-
Paolo II liberò alcuni dalla peste, tamila quattrocento venti. Nel 1773
ma in quello di Alessandro VII visitò il santuario 1' elettrice di Sas-

salvò l'intera Genazzano, mentre i sonia, e nel 1H29 il cardinal d.


convicini luoghi n'erano flagellati, Mauro Cappellari ora regnante Papa
per cui nel i656 e 1657 Colon- i Gregorio XVI, di che mi permet-
resi dimorarono in questo luogo. terò un cenno, avendo avuto 1' o-
L'anno 1667 centenario dell'ap- nore consueto di accompagnailo e
parizione della sagra immagine, fu servirlo anche in quella gita.
celebralo con istraordinaria pompa : Era vescovo di Palestrinn
allora
il gran portento venne rappresen- il pio e virtuoso cardinal France-
tato dal celebre dipintore ed ar- sco tenero amico
Bertazzoli, del
chitetto Poussin, con un teatro che cardinalmio padrone, e mollo be-
nel secolo seguente perì. Papa In- nevolo verso di mia persona, co-
nocenzo XI fece coronare la sagra me accennai nei volumi V, p. 78, 1

immagine con corona d'oro dal e XXIV, pag. 4? del Dizionario.


capitolo vaticano, ai 7.5 novembre Essendosi portato il cardinal Ber-
1681, come abbiamo dal Cecconi tazzoli a prendere di persona pos-
e da altri storici. Indi Clemente sesso del vescovato, e dispiacente
XI Albani concesse indulgenza ple- di vedersi lontano dall'illustre a-
naria perpetua al santuaiio, di cui mico, che soleva vedere ogni gioi--

era divotissimo, a quelli che lo no, tanto lo pregò che l'indusse a


avessero visitato nel giorno della visitarlo. Ai 7.5 di giugno partì il

sua festa a' 25 aprile e nella se- cardinal Cappellari per Paleslrina,
guente ottava. Egual divozione eb- seguito da me, da due servitori,
bero i nipoti del Papa, quali a i e da due cocchieri trattenendosi ,

proprie spese adornarono il sagro tre giorni presso il cardinal vesco-


altare di colonne di verde antico, vo. Nel secondo giorno però, cioè
con tutto l'annesso ornato di or- ai 26 detto, il cardinal Cappellari
dine composito, eseguito elegante- in compagnia del vicario generale
mente; e pochi anni dopo essi im- di Palestrina, d. Ignazio deRoma-
plorarono la concessione dell' uffi- nis, e seguito da me e dagli altri
cio nella festa secondo l'altro di nominali famigliari, si portò a Ge-
s. Marine ad Nh>es. Benedetto nazzano, visitando in passare da
,

GEN GEN 227


Cave la chiesa dedicata al cardi- Il concorso in questo santuario
nal s. Carlo Borromeo, de' mino- è in quasi tutti i giorni dell'anno:
ri conventuali. Nella cappella del strepitoso poi in aprile, e ben gran-
santuario di Genazzano cclebix) la de oltreché in maggio e agosto,
messa il detto d, Ignazio, che a- in settembre in cui moltissimi pel-
scoltai col cardinale e gli altri ; si legrini a cento a cento si recano
venerò divotamente la sagra im- a visitarlo, come quelli di Loreto
magine e quella del ss. Crocefisso. e di Assisi. Da Roma lo frequen-
Era mio uso alcuni giorni pri- tano ancora principi, e cospicue
ma di partire col cardinale Cappel- persone, come pure cardinali, ve-
lari nelle stagioni autunnali, di scovi, prelati, ed altri ecclesiastici.

compilare sul punto di partire, Né debbono taceie le molte ed


si

compendi di notizie storiche dei amplissime lettere in forma di brevi


luoghi ove si andava a fare breve de'sommi Pontefici Gregorio XIII,
villeggiatura: a questo oggetto nel- Paolo V, Innocenzo XI, Innocen-
l'ottobre 1826 scrissi notizie su zo XII, Clemente XI, Benedetto
Frascati e sue ville ed eremo, e XIII, Clemente XII, Benedetto XIV,
di Albano e suoi dintorni nel giu- ; e Clemente XIV, colle quali quasi
gno 1829 notizie su Preneste antica a gara arricchirono d' indulgenze
e moderna, e de' paesi convicini fra' la cappella in Genazzano sacra al-
quali Genazzano; e nell'ottobre la prodigiosa immagine. Così pure
i83o notizie su Tivoli, Subiaco, innumerabili sono le confraternite,
e luoghi adiacenti. Le notizie su vestite ancora di sacco, ed erette
Preneste le dedicai al sacerdote sotto il titolo di Maria santissima
Gioacchino Sabelli di Gallicano, del Buon Consiglio in molte città
segretario del cai'dinal Bertazzoli ;
e luoghi, ed in Roma nella chiesa
ed ecco in parte riprodotto quan- di s. ai Monti. Molte poi
Pantaleo
to nell'odierno articolo ho ripor- sono immagini, copia di
le sagre
tato, e ciò che scrissi di Genaz- quella di Genazzano, esposte alla
zano. La divozione verso il santua- pubblica venerazione de' fedeli, es-
rio di Genazzano, sempre ebbe sendovene quasi in ogni paese del
concorso d'ogni ceto di persone, e cristianesimo. Tutto questo, non
molti vi si recano in pio pellegri- che la costante tradizione di ormai
naggio, come andiamo meglio a quattro secoli, conferma più la ve-
dire. Cos'i parecchie furono le pie jità dell'apparizione prodigiosa.
oblazioni de' fedeli, de' cardinali ve- GENEBALDO (s.). Primo ve-
scovi, e dell' inclita famiglia Co- scovo di Laon , illustre per nasci-
lonna, avendogli il cardinal Giro- ta e per distinto sapere. Egli era
lamo offerto sei candellieri di me- ammogliato; ma dopo la sua or-
tallo, ornati di fini coralli. Da dinazione separossi dalla moglie
ultimo il defunto cardinal vescovo per vivere in continenza. Avendo
Pedicini, nel i84o fece ristorare in seguito avuti da lei due figli
la nicchia di elegante e sodo lavo- conobbe il suo fallo, e per i-ipa-
ro di bronzo, opera del chiaro Ri- rarne lo scandalo, così consigliato
ghetti, che adorna l' immagine di da s. Remigio suo meti'opolitano
Maria del Buon Consiglio, e vi si rinchiuse in una celletta presso
aggiunse nuove decorazioni. la chiesa di s. Giuliano di Laon,
-8 GEN GEN
dove passo sette anui in continua pletius quam aiW^a aperieiilibiis :

penitenza. Verso il 5i7 egli ripre- opera ricca di prolundissima erudi-


se l'esercizio delle sue funzioni e- zione; 2.° De sancla Trinitate li-
piscopali, e visse santamente fino bri tresj 3." Commentario sopra il

alla morte, della quale non si sa Simbolo di s. Atanasioj 4-'' Cro-


l'epoca ; ma alcuni credono che nologia sacra. Genebrardo com-
vivesse ancora nel 549, ^ ^^^^ *''* pose anche molti altri trattati che
quel Gennibaldo vescovo di Laon, andarono smarriti; scriveva con fa-
che deputò il suo arcidiacono Me- cilità il latino, ma con uno stile
dulfo al quinto concilio d'Orleans. alquanto duro, e sparso di sinoni-
E onorato il giorno 5 di settem- mi e di epiteti.

bre. GEA'ER Giambattista ,


gesuita
GENEBRARDO Gilberto, mo- spagnuolo, nato a'24 giugno 171 1.
naco di Giugni, nato a Riom nel- Fu valente professore in patria di
l'Alvergna . Recossi a Parigi per filosofia e di teologia, e nel 1 76G
istudiare , ed appena ricevuta la si recò in Roma per accudire al
laurea dottorale in teologia nel lavoro d' un' opera teologica , di
i563, fu fatto regio professore di grandissima erudizione e d'incredi-
lingua ebraica. Pietro Danès ve- bile fatica, la quale secondo il suo
scovo di Lavaur rinunziò al ve- piano, richiedeva il confronto dei
scovato in di lui favore, ma il mi- codici, l'esame delle edizioni più
nistero non permise d'ottenere
gli rare, delle antichità e de' monu-
le bolle. Sdegnatosi Genebrardo, menti che quivi esistono. Quest'o-
entrò nel partito della Lega ; e pei pera pregevole intitolasi Tlieolo- :

buoni offizi del duca di Mayenne gia dogmatico-scholastica perpetuis


ottennel'arcivescovato d' Aix nel prolusionibus polemicis , historico-
1592. La sua ostinata opposizione criticis, lieo non sacrae anliquitatis
al partito preso dalla città, di sot- monumends illustrala. Tutte le di-
tomettersi ad Enrico IV, l'obbligò verse materie sono trattate con
a ritirarsi in Avignone, dove com- critica, e con incredibile sacra e
pose un trattato sulle elezioni dei profana erudizione , dissipandosi
vescovi, cheil parlamento di Pro- molti errori invalsi nella storia, e
venza condannò alle fiamme, come confutandosi con grand'energia, ove
contrario ai diritti della Chiesa fìa d'uopo, le opposizioni d'alcuni
gallicana , e per cui fu esiliato. receiiti teologi, e gli errori de'ino-
Tuttavia gli fu permesso di ritirar- derni increduli. Il p. Gener fu un
si a Semur, dove possedeva una uomo veramente instancabile, e pie-
pingue abbadia , e dove mori nel no di scienza. La sua dottrina e le

1597 in età di sessant'auni. Lasciò sue religiose virtù gli meritarono


molte opere, specialmente sopra la la pubblica stima e venerazione.
sacra Scrittura e la lingua ebraica, Cessò di vivere a' 27 settembre
il catalogo delle quali sarebbe trop- 1780, nel convitto del Gesù, dove
po lungo. Le principali sono : dal collegio romano s' era ritii-ato
1° Psaltni Davidicij calendariis he- dopo la soppressione del poi ripri-
braeo, syro, graeco. Ialino, argii- stinato suo ordine. In più luoghi
mentis et geminuni
comnientariis delle Effemeridi di Roma si fa ono-

eomni smsum, hebraismosque locu- rata menzione di lui, e il eh. An-


GEN GEN 229
dres ne parla con somma lode nella ed altrove. Nelle annuali Notizie dì
sua Storia d'ogni letteratura. Roma, all' articolo Cappella ponti-
GENERALE de' religiosi. Digni- fìcia, sono notali i generali che han-
praefecturaj
tà e carica di generale, no luogo nella medesima per le sa-

capo d'un ordine religioso, coeno- cre funzioni cui celebra o assiste
biaicha, et prior generalis. Il ge- il sommo Pontefice con la gerar-
nerale, maestro generale, priore ge- chia ecclesiastica: eccone il novero
nerale, preposito generale, rettore ge- che si legge in dette Notizie. Abba -
nerale, superiore generale, abbate ge- ti generali degli ordini monastici^
nerale, presidente generale, ministro cioè de' monaci cassinesi, de' mona-
generale, visitatore generale, corret- ci basiliani (il quale veramente ha il

tore generale, è il nome dei supe- titolo diabbate visitatore generale),


riori generali degli ordini e congre- de' monaci mechitaristi, de' canoni-
gazioni religiose. Ognuno di essi è ci regolari del ss. Salvatore latera-
il capo dell'ordine e della congrega- nensi, de' monaci camaldolesi^ dei
zione, il superiore più elevato per monaci vallombrosani, de' monaci
dignità e potere, dicendoci gli auto- cistcrciensi, de'monaci Olivetani, dei
ri che hanno trattato di loro auto- monaci silvestrini, e de'monaci gi-
rità, ch'essi hanno la giurisdizione rolamini. Generali e vicari gene-
direttiva o diretta, la coercitiva, rali degli ordini mendicanti, cioè
l'assolutiva e la dispensativa. Ai ri- de' frati predicatori, de' minori os-
spettivi articoli degli ordini e con- servanti, de'minori conventuali, de-
giegazioni religiose, si parla dei loro gli agostiniani, de'carmelitani cal-
diversi nomi, come della loro giu- zati, de'serviti, de' minimi o pao-
risdizione^ prerogative, elezione; se il lotti, della Mercede della redenzio-
generalato è a vita, ovvero se a tem- ne degli schiavi, de' cappuccini, del-
po, come sono quasi tatti, e quanto l' ordine de' calzati della ss. Trinità,
è loro analogo. La pontificia sede e de'carmelitani scalzi. All'articolo
vacante non è impedimento alla ele- Cappelle po.ntificie è notato quan-
zione dei generali nelle forme ca- to riguarda r intervento alle mede-
noniche, e secondo le costituzioni sime, nelle diverse sagre funzioni,
dell' ordine o congregazione rispet- processioni, posti ec. dei generali,
tiva. Di ne leggono esempi
ciò se vicari generali, ed anche de' pro-
nel numero 1064 del Diario di curatori generali de' nominati or-
Roma del 1724, nella sede vacan- dini e congregazioni regolari.
te per morte d' Innocenzo XIII. I generali esaltati al cardinalato,
ISei medesimi Diari di Roma, co- con indulto pontificio continuano a
me notammo tanto al volume VIII, fungere il generalato sino al capitolo
p. 5 del Dizionario, quanto de-
2 1 generale, come si legge negli arti-
scrivendo alcune funzioni della cap- coli delle biografie de' cardinali, e
pella pontificia, si legge, che in essa degli ordini regolari. Talvolta i mo-
i novelli generali erano presentati naci ebbero per abbate generale un
al Papa coi loro religiosi, dal car- cardinale del loro ordine o con-
dinal protettore dell' ordine. Nella gregazione: de'camaldolesi lo fu il

cjippella pontificia hanno luogo i ge- cardinal d. Placido Zurla, e lo è il

nerali nel modo che dicemmo al cardinal d. Ambrogio Bianchi. Vi


voi. VIII, p. 2i8 del Dizionario, sono antichi esempi che anco ne-
23o GÈ A GEN
gli altri ordini un cardinale appar- de' domenicani del ss. Rosario, dal
tenente al medesimo, ne fu gene- priore generale de' carmelitani cal-
rale: il p. Francesco Luigi Fonta- zati del Carmine, e dal proposito
na generale de'barnabiti, creato car- generale de'gesuili della buona mor-
dinale da Pio VII, continuò nella te. Clemente XI agonizzante ricevè
carica generalizia. Gli esempi de- le indulgenze dall'abbate presidente
gli altri ordini sono riportati ai ri- generale di s. Bernardo, dal mae-
spettivi articoli, così del Francesca' stro generale de' domenicani, dal
no, ove si parla dei titoli de'gene- proposito generale de'gesuiti, e dal
rali de' minori osservanti, e de' mi- prefetto generale de' ministri degli
nori conventuali. Solo qui aggiun- infermi, oltre l'assistenza dei peni-
geremo, che il p. Montagny gene- tenzieri delle patriarcali basiliche.
rale de' minori osservanti, eletto ve- Anche Clemente XII inpunto di
scovo di Cesaraugusta, continuò a morte ricevette la comunicazione
governare il suo ordinecome ge- delle indulgenze dai generali degli
nerale sino al compimento del ses- ordini religiosi; e Clemente XIV
sennio. Il ministro generale de' mi- l'ebbe dal maestro generale de' do-
nori è ancora commissario e visi- menicani, dal ministro generale dei
tatore apostolico del suo ordine, per minori osservanti, dal maestro ge-
le quali prerogative ha poteri am- nerale de'suoi minori conventuali,
plissimi sopra l'ordine, e costituzio- e dal generale degli agostiniani, an-
ni del medesimo. In Ispagna i ge- zi miracolosamente ebbe pure la

nerali degli ordini religiosi residen- assistenza dell' allora vivente s. Al-
ti nel regno, sono grandi di Spa- fonso de Liguori, benché lontano
gna, cioè i generali de' benfratelli, di corpo perchè trovavasi in sua
de'cappuccini, de'minori osservanti, diocesi, come risulta dai processi, fon-
e de' raercedari. Nella vita di Pio datore e superiore generale della
VI del Novaes, p. io8, si legge congregazione del ss. Redentore, co-
che r imperatrice delle Russie Ca- munemente chiamata de'liguorini.
terina Il volle che il generale dei Ai funerali poi dei generali religio-
gesuiti godesse nella sua corte tut- si defunti in Roma, non solo i re-
te le distinzioni solite usarsi nella ligiosi degli altri ordini sogliono
Spagna ai generali regolari, come portarsi alla recita dell'uffizio dei
nati grandi di Spagna. All'artico- morti, ma i generali dei mede-
lo Capitoli generali [Vedi), si è simi assistono alle solenni ese-
detto in quah i Pontefici assistero- quie. Il cadavere del maestro ge-
no alle elezioni dei generali, oltre nerale de'domenicani, nelle sue ese-
quanto si riporta agli articoli di quie viene esposto con un fascetto
ogni ordine o congregazione. di verghe in mano, chiamato disci-
All'agonia de'Papi, sogliono alcuni plina, in segno dell'autorità di mae-
generali degli ordini religiosi essere stro generale dell'ordine. Il cada-
chiamati per assistere alla loro mor- vere del generale degli agostiniani
te, e compartire loro le indulgenze si espone col fascetto della discipli-
concesse da altri Pontefici agli stes- na in mano, in segno di magiste-
si ordini. Innocenzo XI ricevè con ro, comesilegge nei numeri 4''
singoiar pietà la partecipazione del- e 534 Diari di Roma del 1720.
dei
le indulgenze dal maestro generale Al presente il cadavere degli agosti-
1-,

GEN GEN 23

nian» si espone colla henella dotto- Chiesa, nel modo seguente. „ Il

rale in capo, sopra l'abito religioso Papa dichiara il general di santa


la stola, ed alcuni libri teologici Chiesa con breve apostolico^ e in
intorno, siccome maestro di teologia. camera privatamente gli dà il ba-
GENERALE di s. Chiesa. Capi- stone del comando, ed il giuramen-
taneus generalis armoruni sanctae to. In tempo di pace la sua paga

RonianaeEcclcsiae. Comandante e è di mille scudi al mese, e in tem-


capitano generale delle milizie ponti- po di guerra tremila; ha grandis-

ficie della santa Sede, primaria ed o- sima autorità e giurisdizione, ser-


norevolissima dignità che si soleva vendo la santa Sede con sua pa-
dai Papi conferire ai loro fratelli, tente cinquecento officiali, che sono
nipoti, parenti, o a qualche insigne i maestri di campo delle piovincie,
personaggio, per chiarezza di san- sargenti maggiori di esse, collate-
gue, o valore militare illustre, come rale generale, pagatore, capitani dei
si potrà vedere meglio agli articoli cavalli, capitani di battaglia delle
Milizie pontificie, ove si tratta del- milizie, colonnelli di Ancona, di Spo-
l'origine, progresso di esse, e guer- leto, e del Monte s.Giovanni, co-
re che sostennero; Stendardi e Ban- lonnello del terzo de' corsi, capita-
diere, per quelle date dai Papi so- tani de' corsi, collaterale e pagatore
lennemente ai generali di santa ro- de' medesimi; collaterale e pagato-
mana Chiesa; Borgo e Citta' Leoni- re di Ferrara, col capitano de' ca-
na, per essere i generali stati talvolta valli , capitano d'alabardieri, capi-
anco governatori di quella regione tano del Bergantino, e tutti gli al-

di Roma; Castel s. Angelo, giacché tri capitani della soldatesca di quel


alcun generale funse pure la cari- presidio e stato; come ancora il ca-
ca di castellano di esso; e per non pitano di Bologna, il collaterale e
dire di altri articoli, quelli delle il pagatore d' AvignouCj e capitani
nobili famiglie de' Pontefici , nei de' cavalli e della fanteria che ,

quali si dice chi dei loro parenti sono in quel reggimento; molti ca-
furono fregiati della rispettabile ca- stellani di fortezze, e tutti li castel-

rica di generale di s. Chiesa, talora lani delle rocche e torri che sono
esercitata eziandio dai cardinali. An- nel littorale della marina ed ai con-
nesse all'uflìzio di generale di s. fini dello stato pontificio. Con pa-
Chiesa erano molte distinte prero- tente del generale di s. Chiesa
gative, autorità e privilegi , essen- stanno due generali della cavalle-
do altresì annoverato tra gl'intimi ria : il generale di s. Chiesa ha au-
famigliari del Pontefice , col godi- torità , e comanda al generale di
0iento delle inerenti distribuzioni Ferrara ed al generale d'Avignone,
di pane, vino, ed altro, su di che aventiognuno duecento scudi al
può Famiglia Pontificia,
leggersi mese per provvisione, concedendo
Il cav, Girolamo Lunadoro, di glisi alcune lancia spezzate. Questi
cui si hanno diverse edizioni con due generali hanno sotto di sé un
note del Zaccaria, del Tosi, e di al- luogotenente generale con tremila
tri, nella sua Relazione della Corte scudi l'anno di provvisione (così il

di Roma, dell'edizione di Braccia- lesto),ed un sargente maggiore ge-


no 1646, stampatore Andrea Fei, nerale con mille cinquecento scudi
a p. 22 palla del generale di s. l'anno di provvisione ; ai delti qual-
9.3a GEN GEK
Irò iifiiciali però la loro carica è galere pontificie". Quest'era l'auto-

confciita dal Papa con breve apo rità e comando del generale di s.

slolico, col quale eziandio dichiara Chiesa, nel pontificalo d' Innocenzo

il generale dell' artiglieria con cen- X. Il medesimo Lunadoro ristam-


to scudi al mese di provvisione". pato nel 1774 con le note del Zac-
»» Nessun soldato può essere car- caria, nel tom. Il, p. 270 e seg. par-

cerato senza la licenza in iscritto la dello stato delle milizie pontifi-

del generale di s. Chiesa, avendo cie a quell'epoca, e del loro tenen-

questi suprema autorità sopra di te generale di s. Chiesa , essendo


essi ; ed i soldati delle bande o slata la carica di generale di s.

battaglie, descritti ne' ruoli di tut- (Uiiesa da Innocenzo XII.


abolita

to lo stato di s. Chiesa , sono ot- Questo Pontefice colla bolla Ronia-


tantamila fanti, e tremila cinque- noriim decet Ponlificum, de' 2 3 giu-
cento cavalli , e nessuno di questi gno 1G92, Bull. Rom. tom. IX, p.
soldati tira paga, godendo solo mol- 260 avendo estinto afTatto il ne-
,

ti privilegi ed esenzioni, come di potismo, cioè la grande autorità e


portar armi ed altro ; ed in tem- vantaggio, che per lo passato ave-
po di bisogno può il Pontefice ser- vano goduto i nipoti ed altri pa-
virsene, senza dare impedimento al- renti de' Papi, soppresse pur anco

cuno a lavorare la terra, ed altre il generalato di s. Chiesa, e il ge-

cose necessarie al vitto, ed al man- neralato delle galere pontificie, di


lenimento delle città; e tutti stan- che si tratta all'articolo Marina
no armati come servissero in guer- Pontificia.
ra, essendo del continuo disciplina- Antichissima è l'origine della di-
li dai loro uffiziali con istruzioni gnità di generale di s. Chiesa, co-

militari, allineile riescano buoni sol- me si vedrà al citato articolo Ali-

dati. nominali generali della ca-


1 lizia Pontifìcia, ma più stabile e
\alleria hanno di provvisione cen- regolare consistenza la ricevette do-
to scudi al mese per ciascheduno; po il ritorno in Roma de* Papi
i due commissari della cavalleria che avevano stabilito la residenza
lianno cinquanta scudi al mese per in Avignone, e dopo la cessazione
uno ; i sette maestri di campo delle del grande scisma eh' ebbe princi-

Provincie, cinquanta scudi il mese pio sotto Urbano VI nel 1378, e


per uno; ed i sargenti maggiori delle fine nel i4'7 coU'elezione di Mar-
Provincie hanno venticiiKjue scudi tino V. Qui noteremo che Bonifa-
il mese per ciascuno. 11 collatera- cio Vili fece capitano generale di
le generale settanta scudi il mese; s. Chiesa , Carlo di Valois fratello
i capitani di battaglia venti scudi di Filippo IV re di Francia Gio- ;

al mese con altre ri-


e casa pagata, vanni XXII capitano generale del-
gaglie. I colonnelli mentovali tren- la Chiesa romana, gonfaloniere ed
ta scudi il mese per cadauno ; il ammiraglio, Giacomo II re d'Ara-
colonnello de' corsi , col collaterale gona; e che Urbano VI diede Io
e pagatore di essi, capitani, ottizia- stendardo di s. Pietro, e dichiarò
li e soldati sono pagati all' usanza capitano generale della Chiesa ro-
di guerra, e questi servono per tut- mana, Carlo III re di Napoli, il
to lo sialo di s. Chiesa contro i cui figlio Ladislao fu fatto generale
banditi j ed alcune volle sopra le della Chiesa romana nel i4'2 da
,
,

. GEi\ GEN 233


Giovanni XXllI. A Martino V gli me abilissimo nell'arte della gucr-
successe nel i43i Eugenici V, il qua- ra , nulla si poteva operare senza
le dichiarò generale di s. Chiesa il consultarlo : furono pure suoi gene-
nipote del predecessore Stefano Co- rali anche Marc'Antonio I Colonna,
lonna, come nemico de' suoi cugi- (ilduca d'Urbino Fiancesco) cui die
ni Colonnesi ribelli ad Eugenio IV; in moglie sua nipote Lucrezia
ma quando questi glimossero guer- della R.overe suo nipote, ed il car-
ra, Stefano ne prese le parti, e ces- dinal Giovanni de' Medici poi Leo-
sò suo generalato. Ranuzio Far-
il ne X. Avanti il sacco di R.oma
nese prozio di Paolo III fu fatto nel pontificato di Clemente VII
generale di s. Chiesa da Eugenio governò le milizie pontifìcie Renzo
IV, il quale poi fece generale e da Ceri, militare pei-itissimo. Pao-
legato contro gì' invasori delle ter- lo III fece capitano della guardia
le della Chiesa, il celebi'e patriarca del Papa Bosio II Sforza conte di
Giovanni Vitelli Vitelleschi, poi da Santa Fiora , marito di Costanza
lui creato cardinale; indi nominò sua figlia, e generale di s. Chiesa,
generale di s. Chiesa Lodovico Sca- commettendogli liberare Perugia
rampo Mezzarota valorosissimo, pur dalla tirannia di Ridolfo Baglione.
anco creato cardinale, e poi da Ca- Per morte di Gio. Battista Sa velli
listo III fatto generale d' una Cro- generale della cavalleria della Chie-
ciata {^Vedi) contro i turchi. A sa romana. Paolo III con breve
quell'articolo si parla dei generali, de' 2,5 febbraio i548 ne investì
condottieri e legati di sì famose Sforza Sforza conte di Santa Fio-
spedizioni, di cui ebbero tanto be- ra, ove è detto Capilaneiis genera-
Jiemerita parte i romani Pontefici. lis nostris , et hiijus sanctae Sedis

Calisto III dichiarò generale delle equitatus constituendus esset. Pao-


armi pontificie ,
prefetto di Roma lo III ebbe pure a generale delle
e castellano di Castel s. Angelo il truppe pontificie Giambattista Ro-
nipote Pietro Lenzuoli. Sisto IV spigliosi che avea dato prove di
,

fece generale della Chiesa il conte valore nelle guerre della ]\Iiran-
Girolamo Riario suo nipote e con- ; dola e di Parma. Paolo IV elevò
tro l'esercito del duca di Calabria al grado di generale
di s. Chiesa
Alfonso R.oberto jMalatesta : il me- il nipoteGiovanni Caraffa conte
desimo creò cardinale Paolo Fre- di Monterò e duca di Paliano,
goso arcivescovo di Genova ,
già non che prefetto delle galere pon-
doge di quella repubblica , dichia- tificie, con l'annua rendita di set-

randolo pure legato apostolico e tantaduemila scudi ; e ad Antonio


generale di s. Chiesa per comanda- Caraffa marchese di Mirabello suo
re ad una grossa armata che pas- pronipote affidò il capitanato delle
sava nel golfo Adriatico contro dei guardie pontificie, con una rendi-
turchi. Alessandro VI ebbe a ge- ta di trentamila scudi.
nerale di s. Chiesa il suo figlio Ce- Pio IV nominò prefetto delle
sare Borgia. GiulioII per un tem- armi pontifìcie e generale gover-
po ebbe generale di s. Chiesa Fa- natore di s. Chiesa il conte Gia-
brizio Colonna il primo contesta- como Annibale Altemps, figlio di
bile, e lo dichiarò governatore ge- Wolfango-Teodorico, e di sua so-
nerale delle armi pontifìcie; e co- l'clla, a cui die in moglie Oilen-
23i GEi\ GEi\
hia Borioaici altra sua nipote e so- alla cospicua carica di luogotenen-
rella del cardinale s. Carlo sposa- ; te generale
di s. Chiesa. Dai niss.
lizio che il Papa slesso fece cou la di Paulo Alaleona si lileva, che
più grande solennità nella sala di Mario I fu pure assistente al soglio
Costantino del Vaticano, alla pre- pontificio sotto Gregorio XIII. Que-
senza del sacro collegio e degli am- sti inoltre fece generale di s. Chie-
basciatori, con la dote di scudi sa il proprio figlio Giacomo Bon-
centomila, sebbene solo la metà fu compagno; ed ebbe a generale del-
pagata dal successore s. Pio V. Que- la lànteiia pontificia il suddetto
sto Pontefice nel i Syo dichiarò ge- duca Onorato Caetani : nel posses-
nerale di s. Chiesa il contestabile so del successore Sisto V, il Bon-
Marc' Antonio II Coloinia , nella coinpagno, come generale di s. Chie-
guerra contro gli ottomani fece sa, cavalcò dopo i conservatori di

cantare agli 1 1 di maggio una mes- R.oma e cogli ambasciatori , se-


sa solenne in onore dello Spirito guiti dai vescovi assistenti al so-
Santo, alla presenza del sagro col- glio. Indi il Papa Sisto V fece ca-
legio, dal cardinal Colonna, diede pitano generale della guardia del
di sua mano al contestabile lo sten- corpo de' Cavallcggieri (f^edi) , il

dardo del generalato, il quale era nipote Michele Damasceni Peretti :

di damasco rosso, con l'immagine continuò nella dignità sotto il bre-


del ss. Crocefisso in mezzo, ai lati vissimo pontificalo di Urbano VII,
quelle de* ss. Pietro e Paolo, e col e come tale intervenne al possesso
molto : In hoc signo vinces. Col di Gregorio XIV. Questi poscia di-
divino aiuto pertanto siccome quel chiarò Ercole Sfondrati suo nipote
prode vinse la famosa battaglia na- generale di s. Chiesa e duca di
vale di Lepanto, al suo ritorno in Monte Marciano, e Francesco Sfon-
Roma s. Pio V gli decretò gli ono- drati di Montafià, altro suo nipote,
ri del trionfo , nella cavalcata del generale delle galere pontificie e
(piale precedevano Marc' Antonio ,
governatore di Castel s. Angelo, il
il commendatore gerosolimitano fr. quale governatorato il predecesso-
Tommaso Romagasso portatore del- re Urbano VII avea conferito al
lo stendardo del Papa ; il capitano nipote Mario Millini, col divieto di
della guardia del Pontefice colla accettai'e il titolo d'eccellenza di
stessa guardia, Girolamo e Miche- cui ora si fa tanto comune abuso.
le Bonelli nipoti di s. Pio V , ed Lo stesso Gregorio XIV spedi alla
Onorato Caetani duca di Sermo- lega di Francia medesimo Erco-
il

neta generale della fanteria. Sotto le col comando d' un esercito di


s. Pio V fu generale di s. Chiesa sei mila svizzeri, due mila fanti e
Giulio Orsini, ed insieme F^essilli- mille cavalli. Paolo I Sforza mar-
fero di s. Chiesa {^Vedi). Quando chese di Proceno sotto i due Papi
poi s. Pio V mandò al re Carlo IX Gregorio XIV ed Innocenzo IX fu
un esercito contro gli ugonotti, ne luogotenente generale di s. Chiesa,
fece generalissimo Sforza Sforza e come tale intervenne alla solen-
conte di Santa Fiora e il di lui
, ne cavalcata che fece in Roma il
fratello Mario I generale della ca- duca Ercole Sfondrati, dichiarato
valleria. Gregorio XI 11 nominò lo dallo zio Gregorio XIV generalissi-
slesso Mario I, eh' era suo parente, mo delle truppe ecclesiastiche spe-
,

GEN G L^ JM i3^
dite ili Francia. Dal citalo ceiiino- ileo Barberini, che pure onorò con
uieie Alaleona si rileva clie Pao- la dignità di prefetto di Roma, la
lo I Sforza in tutte le funzioni pa- quale talvolta andò unita al me-
pali dei due memorati Pontefici desimo generalato. Urbano Vili
viene annoverato fra gli assistenti dispose che l'altro nipote cardinal
al pontificio soglio come Locunite- Antonio Barberini, fosse generalis-
ntns generalis sanctae romanae Ec- simo delle truppe pontificie contro
clesiae. II Sesti ni nel suo Maestro i principi collegati , nella guerra
di camera stampato nel i634, al che gli mossero. Nella sua morte
capo XXIII Delle cappelle ponti- accaduta nel i644) alla prima con-
ficie ,
parla degli ambasciatori e gregazione de' cardinali , Taddeo
principi che (sino a Clemente XI) Barberini si presentò loro per de-
avevano luogo in cappella pontifi- porre giusta il costume la carica
cia alla destra dei soglio pontificio, di generale di s. Chiesa, che per
e che andavano avanti ed intorno r autorità dei cardinali Barberini
alla sedia gestatoria, sulla quale è suoi parenti gli fu nuovamente
portato il sommo Pontefice. Ma conferita; ma per minorargli la
Scipione Amati ciie gli fece la cri- giurisdizione, procurò il cardinal
tica, osserva che gli ambasciatori e Albornoz, cogli altri cardinali del
principi che hanno luogo in cap- partito spagnuolo, che si deputas-
pella avanti Pio IV stavano seduti se una congregazione di sette car-
e coperti, ove poi stettero gli am- dinali, col volere dei quali egli si

basciatori di Bologna e di Ferra- dovesse regolare. Innocenzo X, do-


ra, che sedevano in un banchetto, po che il suo nipote Camillo Pam-
presso il fine degli stalli de' cardi- phily rinunziò il cardinalato nel
nali dell'ordine de' diaconi; ivi pu- 1647, Io creò generalissimo dell'e-
re prendevano luogo il Prefetto di sercito pontificio, avendo sino dal
Roma (P^edi), il generale di s. Chie- 1645 nominato generale delle ga-
sa, il fratello o principale nipote lere pontificie il duca Nicolò Lu-
del Papa che regnava, e quegli altri dovisi nipote di Gregorio XV, ma-
personaggi di cui si trattò al vo- rito di d. Costanza sua nipote; ed
lume Vili, p. 2 -2 -2 del Dizionario. al marchese Andrea Giustiniani,
Clemente Vili fece generale di marito di altra sua nipote, accor-
s. Chiesa il suo nipote principe dò la carica di governatore di Ca-
Francesco Aldobrandini , che nel stel s. Angelo: Innocenzo nel- X
suo possesso cavalcò a sinistra del l'ultima infermità a mezzo di un
governatore di Roma, che avea al- breve apostolico privò della digni-
ia destra l'ambasciatore di Savoia, tà di generale di s. Chiesa Camil-
Paolo V conferì tale dignità al suo lo Pamphily , togliendo a Nicolò
fratello Francesco Borgliese; e Gre- Ludovisi il generalato della mari-
gorio XV la concesse al proprio na papale, ma prima di morire
nipote Nicolò Ludovisi, Urbano reintegrò ambedue degli uffizi. Si
Vili, per sostenere la Valtellina ,
legge nel p. Gallico, ^cta caere-
nominò generale dell'esercito che monialia pag. 4^2, che nella sede
vi spedì, Innocenzo Conti, e gene- vacante per morte d'Innocenzo X,
rale di s. Chiesa prima il suo fra- nella prima congregazione de' car-
tello C:irlu, e poi il nipote Tad- dinali, il segretario del sacro col-
236 gp:n GEN
lt;"io invitò cjuesto ad alta voce cardinal decano nelle cui ninni ,

alia conferma od elezione del ge- fece questo giuramento. » Ego Ca-

nerale di s. Chiesa; laonde fatto >ì millus Rospiliosius capitaneus ge-

il bussolo per conferma del prin-


la M iieralis armorum sanctae roma-
cipe Camillo Pamphily, con cin- j' nae Ecclesiae spondeo, voveo, et
(iiianta voli bianchi fu confermato 5. juro, quod fìdelis ero B. Pelro
capitano generale di s. Chiesa. Al- j> apostolo, sacro eminentissimorum

lora dal prefetto delle cerimonie •» et RPi. DD. sanctae romanae


fu introdotto innanzi ai cardinali, »> Ecclesiae cardinalium Collegio,

e dopo la genuflessione si prostrò » futuro Pontilìci, ejusque succes-

genuflesso avanti il cardinal deca- » soribus canonice intrantibus, et

no, prestò il solito giuramento di >» fideliler exercebo oflicium capi-

fedeltà, ed alzatosi tornò a genu- » tanei generalis armorum S. R.


flettere, e giunto all' ingresso della >» E. mihi commissum Sic me .

(juadi-atura de' banchi ove sedeva- » Deus adjuvet, et haec sancta Dei
» Evangelia ". Indi toccato testo
no i cardinali, li ringraziò tutti: il

il cardinal decano a nome del sa- del vangelo, e baciata l' immagine
cro collegio encomiò la sua fedel- del ss. Crocefisso posta sul messa-

tà e diligenza: dopo di che Ca- le , rinnovò le tre genuflessioni,

millo fitta altra genuflessione partì. quintli postosi genufles.so allingres-

Alessandro VII creò Mario Chi- .so d(dla quadratura , ringraziò i

gi suo fratello, generale di s. Chie- cardinali, poscia partì dal luogo. Cle-

sa, ed il nipote Agostino Chigi, ca- mente X fece generale di s. Chie-

stellano di Castel s. Angelo, e ge- sa, e castellano di Castel s. Ange-


nerale delle guaidie del corpo: sotto lo, il Gaspare Paluzzi
marchese
il generalato di Mario i soldati degli marito di sua ni-
Albertoni ,

corsi al servigio della santa Sede, pote, e perciò adottato per nipote,

oiresero l'ambasciatore di BVancia, col cognome e stemma degli Al-

ed ebbe per conseguenza quc' dis- tieri. Innocenzo XI Odescalchi, e-


gustosi avvenimenti che dichiaram- letto nel 1676, lasciò il godimento
nv) all'articolo Avignone, nel quale di tale dignità a Gaspare, ma defal-

pur si dice quanto riguarda le trup- cò che ad altri della fa-


sì a lui

pe papali, suoi generali ed uf-


i
miglia, che godevano patenti mili-

ilziali, al servigio di quello slato. tari, gran parte del loro soldo, di-

Clemente IX fece generale di s. cendo che la Chiesa non era in


Chiesa Camillo Rospigliosi suo fra- guerra, né avea intenzione di far-
tello, ed abolì la carica di gover- la ; impose poi a il. Livio Ode-
natore di Borgo e Città Leonina, scalchi suo nipote, che continuasse
talvolta unita al generalato della nel tenore primiero di vita e ,

santa Sedo. Dopo la morte di Cle- ad abitare nel proprio palaz-


Gallico zo, né ingerisce degli affari del-
mente IX, naira il citato s'

a pag. 473, fi» dal sagro collegio la corte dopo


: ma i cardinali

confermato in capitano generale di la morte del Papa, premiarono la


5. Chiesa Camillo Rospigliosi , il moderazione di lui , e quella di
quale introdotto nel luogo della Livio, col fare questi generale di

congregazione , fatte le tre .solite s.Chiesa nella sede vacante, laon-


genuflessioni, si portò ai piedi del de nel possesso di Alessandro Vili,

«
GEN GEN 2.37

intervenne alla cavalcata fjcf^iafo valuta, vestilo con un cappolti>


tli tal dignità. Eletto ckniqiie nel di tela d'oro e argento, fodera-
1689 Alessandro Vili, dichiarò i to di tocca simile, trinato d'oro,
siioi pronipoti, Marco ed Anto- e fregiato di bottoni d' oro con
nio Oltoboni, generale di s. Chie- diamanti in punta col bavero ,

sa, governatore di Castel s. Ange- ornato di ricchissime gioie, col-


lo, e generale delle galere pontili- letto e giubbone di tela d'oro,

eie. Finalmente divenuto Pontefice ricamato d'oro, argento, perle e


Innocenzo XII, abolì come si disse gioie, con bottoni d'oro pieni di
il generalato della Chiesa e delle , gioie, calze del medesimo lavoro
galere pontifìcie, che allora gode- ed ornamento , tutte ricamale
vano gli Ottoboni e con tali ed ,
d'oro e di perle, calzette di seta
altre riforme, risparmiò alla ca- bianca con giubbone di tela d'o-
mera apostolica ottantamila scu- ro e argento trinato d'oro, ber-
di all'anno. retta con gran copia di piume
Per ultimo riporteremo f|uanto di airone attorno, e di perle e
riguarda i generali di s. Chiesa, gioie moltissime di prezzo non
neir intervento delle solenni caval- ordinano, gualdrappa di velluto
cate, con le quali i Pontefici pren- nero con frange, trina e fiocchi
devano possesso della patriarcale d'oro, staffe e ferri dorati. In-
basilica lateranense, secondo le re- nanzi gli andavano sei staffieri

lazioni di tali possessi raccolte dal con giubboni di raso turchino


Cancellieri, nella sua Storia de so- trinato d argento, calzoni di vel-
lenni possessi de' sommi Pontefici. luto del medesimo colore, cal-
rSel possesso preso nel 1^90 da zette di stame turchine spade ,

Gregorio XIV dopo il capitano


,
inargentate, con fodri e cintuie
della guardia svizzera cavalcava il di velluto, cappa nera con due

marchese Michele Peretti pronipo- larghe fasce di velluto nero, e


te di Sisto V, generale di s. Chie- quattro paggi vestiti della me-
sa, pretiosissimis vestibiiSj auro, ar- desima sorte dai cappotti, in
gento ^ margaritis , et gemniis , ae fuori, ch'erano tutti di velluto

Icipìdibus pretiosis fidgentibus in- nero, foderati di raso nero".


dutus formosissimo , et ornatissi-
,
Nel possesso preso da Leone XI
mo equo insidens, ante queni, et nel i6o5, dopo delatori de' quat-
i

circumcirca nonnulli pueri, et pa- tro cappelli pontificali , cavalcava-


rafrenarii, edam ipsi splendide, et no i romani, indi il mar-
cavalieri
discolorìbus sericeis vestibus indu- chese Malaspina generale delle ga-
li gradiebantur. Quindi cavalcava- lere pontificie, poi molti nobili ro-
no gli oratori del duca di Savoia, mani, e caporioni. Nel possesso
i

della repubblica di Venezia, del- preso da Paolo V nel 1 60 "T, dopo


l' imperatore, ed il governatore di gli ambasciatori ed il governatore
Roma, secondo la descrizione di di Roma, procedevano a cavallo i
Gio. Paolo Mucanzio. In quella di conservatori di Roma, indi i fra-
Francesco ALbertonio , in idioma telli Borghese
del Papa, Francesco
italiano, ecco quanto si dice " D. capitano generale della guardia di
" Michele Peretti cavalcava sopra sua beatitudine , e governatore di
» un superbo cavallo di notabile Borgo , e Gio. Battista Borghese
2 38 GEN GEN
castellano tli Castel s. Angelo, tra GENESIO (s.). Di ricca ed il-
j quali cavalcava rambasciatoie di lustre famiglia dell' Alvcrgna fu ,

Savoia , seguiti dai maestri delle sino dalla sua adolescenza un mo-
cerimonie. JNcl possesso preso da <leIlo d'innocenza e di pietà. Ab-
Urbano Vili nel iGaS, dopo gli bracciato lo stato religioso, fu poscia
ambasciatori cavalcavano gli eccel- fregiato della dignità d' arcidiaco-
lentissimi domini d. Carolus Bar- no. La .sua carità verso i poveri e le
beri nus sanctae romanae Ecclesiae virtù delle quali era adorno con-
generalis, frater Papae, d. Taddens tribuirono a collocarlo d' unanime
Earberinus A<"cis s. Angeli castel- consentimento sulla sede vescovile
lanus, et d. Antonius Barberinus d'Alvergna, ossia di Clermont nel-
frater s. Joannis Hyerosolimitani l'anno 656. La sua umiltà fecelo
capitaneis generalis vitriusque cu- acconsentire con grande fatica ad
stodiae SS. D. N. Papae nepotes essere consagrato; e poiché lo fu,
et fìlli d. Caroli, indi i conserva- zelò d'estirpare dalla sua diocesi
lori di Roma. Nel possesso preso l'eresia di Novaziano e di Giovi-
da Alessandro Vili nel 1689, do- niano, e procurò di farvi fiorire

po conservatori di Roma, e l'am-


i le cristiane virtù. Fondò l'abbazia
basciatore di Francia, cavalcavano d. di Manlieu nel borgo di questo no-
Livio Odescalchi generale di s. Chie- me, come pure un grande spedale
sa, e il contestabileColonna con no- a Clermont, ed una chiesa in ono-
bilissime numerosissime livree;
e re di s. Sinforiano, la quale rac-
indi i mazzieri e cerimonieri pon- colse le spoglie mortali del suo fon-
tificii. Altre notizie sui personaggi datore, quando l'anima di lui an-
fregiati della dignità di generali dò a riposarsi nel seno di Dio.
di s. Chiesa, si possono leggere Questa chiesa porta da molto tem-
negli articoli delle città vescovili po il nome di s. Genesio, eh' è ono-
dello slato pontificio, cioè di quel- rato in tutta la sua diocesi a' 3 di
le ove signoreggiarono potenti ed giugno, e in tal giorno è nomina-
illustri famiglie, come gli Estensi, i to eziandio nel martirologio di Fran-
Malatesta, ec. cia.

GENEROSO, Ordine equestre. GENESIO (s.). Commediante di


1 cavalieri dell'ordine AeW Animo professione, il quale in una com-

genero.<!0, furono istituiti dal duca media che recitavasi in Roma alla

di Sassonia Weisenfeld Giovanni- presenza imperator Dioclezia-


dell'

Giorgio nel i7o4- Questo principe no, immaginossi di rappresentare


di spirito e digran cuore, princi- per beffa le cerimonie del battesi-
palmente slimava negli uomini quel- mo. Ma mentre ciò esegui vasi per
li dotati da generosità d'animo, e giuoco, la divina grazia operò la

per distinguerli eresse l'ordine del- di lui verace conversione; sicché ri-

V Animo generoso^ che pur chiamò voltosi alla radunanza parlò egli in

della nobile passione ossia Quefurt, questa forma : " Signore, e voi tut-
dando per insegna ai cavalieri che " ti che siete qui presenti, uffìziali

vi aggregò, una croce pendente da « dell'armata, filosofi, senatori, cit-

nastro bianco ondato, con orli co- » tadini, ascoltate ciò che sono per
lor di arancio. Ma l'ordine termi- M dirvi. Io non udiva mai pronun-
nò colla vita del fondatore. >! ziare il nome di cristiano senza
GEN GEN Si3;)

» inonidire, e delesfava nnrlie qiiel- re d'Arles, il quale era catecumeno


»>li de' miei parenli die professa- quando arrivò in quella città Massi-
« vano questa religione. Mi sono miano Ercole. Essendogli stato com-
" istruito dei misteri e dei riti del messo di trascrivere un editto che
-•'
cristianesimo unicamenle per di- ordinava la persecuzione de"" cristia-

" leggiarli e per farli disprezzare ni,non volendo egli concorrere ad


" dagli altri. Ma tosto che l'ac- una sì crudele ingiustizia, si ricusò,
" qua ebbe lavato il mio corpo, e fuggì di soppiatto; ma fu preso, e
» ed ebbi risposto sinceramente decapitato sulle sponde del Roda-
M ch'io credeva gli articoli sui qua- no verso il principio del quarto
Vì era interrogato,ho veduto secolo. S. Prudenzio, s. Gregorio
sopra il mio capo una schiera di Tours, s. Eucherio e gli antichi
di angeli splendenti di Iure, che martirologisti lo chiamano la glo-
' leggevano in un libro tutti miei i ria della città d'Arles. Egli è o-
' peccati ; indi immerso questo libro norato a' 26 d' agosto ed è patro-
' nell'acqua in cui io era ancora, no titolare della chiesa di Lodeve.
' me l'ebbero mostralo piìi bianco GENESIO (s.), priore di Fon-
' della neve esenza alcuna scrittura. tenelle. P^. Vandp.egesilo (s.).

' Voi dunque, o possente impera- GENGA (della) Amnibale, Car-


tore, voidunque, o romani, che dinale. V. Leone XII Papa, e prin-
mi ascoltate, voi tutti che vi bef- cipalmente Genoa Famiglia.
fate dei misteri del cristianesimo, GENGA Famiglia. Dal castello
credete meco che Gesù Cristo è della Genga, posto nel governo di
il vero Dio, eh' è la luce e la Sassoferrato, distretto e diocesi di
verità, e che da lui solo potete Fabriano, delegazione di Macerata,
ottenere il perdono de' vostri derivò l' illustre, nobile ed antica
peccati ". Diocleziano , infuriato famiglia della Genga, che ne as-
a questo discorso, fattolo crudel- sunse cognome, secondo alcuni.
il

mente flagellare, lo consegnò al Del castello della Genga tratta prin-


prefetto del pretorio, il quale per cipalmente fr. Giovanni Domenico
forzarlo a sagrifìcare gli fece lace- Scevolini da Bertinoro, dell'ordine
rare le coste con unghie di fer- le de' predicatori, fiorito nel secolo
ro, e abbruciargliele con torchi ar- XVI, a pag. 58 e seg. nel libro
denti. Genesio sofferse questa or- intitolato, Delle istorie di Fabria-
renda tortura, di null'altio do- no, pubblicato nel tom. XVII Del-
lendosi che di aver conosciuto trop- le antichità. Picene di Giuseppe
po tardi Gesù Cristo, e di averlo Colucci, Fermo 1792, pei torchi
oltraggiato con tanti delitti. Perlo- dell'autore, con sue note ed illu-

che disperando il giudice di vince- strazioni, in parte fatte coli'autoii-


re la sua costanza, lo condannò al- tà della Lettera sopra il nome del
la decapila/ione. Leggesi il nome fiume Giano ad un ramo dell' E-
di questo martire negli antichi ca- sio che passa per Fabriano, del
lendari di Roma e di Cartagine : Nintoma ossia monsignor Filippo
gli uni collocano il suo martirio Montani, Venezia 1754 per Simeo-
nel 286, e gli altri nel 3o3, e la ne Occhi. Dice dunque lo Scevoli-
sua festa è assegnata a'7.6 di agosto. ni che la Genga è un castello di-
GENESIO (s.). Notaio o cancellie- stante da Fabriano selle miglia
24o GEN GEN
dalla parie seltentiioiiale, posto natura. Anticamente quest'era uni-
sulla cima del raoiUe, il quale è ta, ma un terremoto di cui non
di! Sticiljone nel quinto libro chia- si ha alcuna notizia, la divise da
mato secondo alcuni esemplari Mon- capo a fondo.
tf Giungiino, e secondo altri più La montagna di Frasassi , o
COI retti Monte Gingo , a pie dei monte Ginguno, sarà lunga uu
quale scorre verso l'Esio il famo- miglio e mezzo circa , e larga po-
so Sentino. Fa meraviglia all' an- co, dando l'accesso al solo fiume
notatore Coiucci, che Strabone fa- Sentino, il quale passa in mezzo
cesse menzione del IVIonte Giungu- ad essa, e dopo si unisce col fiu-

no, dappoiché solo descriveva i luo- me Esi. In essa sonovi continue


ghi pnncipali, ommeltendo molte grandi caverne, ed alcune intermi-
rispettabili città: però non ri-
egli nabili, con vasti saloni, colonne na-
S(,'oiifrò quell'autore. li p. Antonio turali, e vie a forma di quelle del-
laandimarte minore conventuale, e le catacombe con molti scherzi
,
:

bibliotecario della preziosa bibliote- vi è inoltre un'acqua minerale im-

ca domestica del Papa Leone Xll, pregnata di fegato di zolfo, che


nel SUO Piceno Annonario ossia scaturisce dalle di lei radici; l'ac-
Gallia Senonia illustrata, Roma qua si chiama acqua solfatara, e
1825 per Boulzaler, a pag. i^5 se in essa si getta un pezzo d'ar-
tratta del monte edGiunguno , gento, acquista subito il colore del-
nitri luoghi del Piceno annonario Anticamente vi rimaneva un
l'oro.

inonlano. Narra egli che Strabone, bagno, ed è certo, che chi andava
trattando dell'Umbria, pone un mon- alla città di Tufìco, che gli era vi-

te chiamalo Gingnno o Giungano o cina, ed alle città di Sentino e di


Ci/ìguno, ed anche Gingo, secondo Attidio, si portava ad essa per os-
le diverse edizioni, e per quella col- servarla, e per godere lo spettaco-
le note del Casaubono, monte Giun- lo della natura. Di tale antico ba-

gano. Il Cluverio e gli altri anti- gno medicinale, e di un antico tem-


quari non parlarono di questo monte, pio dai cristiani ridotto al culto di
che trovasi segnalo nella carta del- s. Vittore martire, posti alle lài-

l' Italia antica, del Muratori. Stra- de montagna


della di Frasassi o
bone ne indicò pure il sito pre- Valle Montagnaoa, il Brandimar- p.
ciso dicendo: " Non a Ravenna Um- te ne parla pure a pag. 81 e seg.

bri propinqua tenent, ac dein- Quindi a pag. 198, trattando del-


ceps, Sarsinam, Ariminum, Senam, la montagna di Frasassi e della
Camarinum: ibi et Aesis fluvius, memorata fenditura, dice che nel
Gingunus mons, Sentinum, Melau- medio evo fu chiamata inter saxa ;

rus fluvius,Fanum Fortunae". Di- che anticamente vi era una vi;i,


ce perciò chiaramente ch'era tra di cui si vedono ancora gli avanzi,

il fiume Esi, e la città di Sentino; che da Sentino e da Alba condu-


laonde rimanendo in tal luogo la ceva ai bagni, e poscia si univa
montagna di Brasassi, sembra cer- alla strada ora detta Clementina,
to che questa è il monte Ginguno. che viene da Fabriano (Fedi).
Credette Strabone di doverla nomi- Porzione di questa montagna for-
nare, perchè è uno spettacolo il ma presentemente parte della con-
più bello, che può presentare la tea della Geuga, e siccome mon- i
GEN GEN 241
tisono composti da un lungo trat- tici fraticelli che rifugìaronsi nel-
to di degradanti eminenze, così il le caverne quando fui'ono persegui-
più alto di quella di Frasassi è tati sotto Nicolò V onde eslingue-
Rosenga e Valle Montagnana os-
, re sì pestifera setta; ma sembra più
sia Vallemania, il più basso è ove ragionevole il ritenere, che tali os-
ora rimane il Genga,
castello delia sami appartengano a quelli che vi
anzi porzione di essa si chiama si nascosero per salvarsi dal furore
col nome antico. Quel monte che de' goti e de' longobardi , i quali
s'innalza sopra la Genga, e che a vi abitarono per anni colle loro fa-
levante si unisce colla montagna miglie, e perciò le ossa sono di per-
di Frasassi, ed a ponente con JMon- sone d'ogni età.
ticelli,anche a' dì nostri chiamasi 11 p. Scevolini dice che il ca-
Monte Gingo, dimodoché la villa stello della Genga è molto più an-
Monticelli, ed il castello della Gen- tico di Fabriano, ed ecco come ne
ga sorgono sopra tal monte, porzio- racconta l'origine, che il Colucci
ne del quale per distinguere luo- i dice non reggere prove di u- alle
ghi chiamasi di R.osenga, di Valle na giusta critica. Nel tempo che
Montagnana, di Frasassi^ e di mon- Pirro re degli epiroti con vigore
te Gingo. Sebbene tra questi due ul- e previdenza ordinava eserciti per
timi luoghi vi passi un piccolo tor- guerreggiare contro i romani, Ma-
rente, tale apparente divisione non rio Lucio sentinate, giovane ani-
è altro che un dirupo dello slesso moso e robusto, coll'intendimento
monte, perchè il monte in alto è di farsi eccellente nellearmi si re-
unito, e la radice è la stessa. Entro cò a Taranto, ove allora Pirro era
queste balze nidificano le aquile ; stato eletto dai tarantini in impe-
in questo monte evvi una cava di ratore contro i romani, sui quali
sasso, che per le ragioni che addu- avea riportato due vittorie. Giunto
ce il p. Brandimarte, forse dagli Mario al campo fu quale spione
antichi si dovette chiamare Genga, preso e condotto dinanzi al re,
come genga chiamasi la pietra in di- che domandandogli i motivi del
versi luoghi conviciui ; ed alcune venir suo, Mario in questo modo
contrade dell'agro di Gubbio, e di rispose « Ne per commissione del-
:

Asisipresentemente chiamansi Gen- l'esercito romano, dal quale io non


ga, essendo la più nominata la mi sono partito, né per ordire tra-
Genga di s. Giovanni, eh' è un dimento alcuno contro di te, né
luogo pieno di massi di travertino. per speranza di guadagno, o Pir-
Nelle ricordate caverne di vivo sas- ro invitto mi sono partito dalia
,

so si trovarono alcuni forni per patria mia e venuto in questo


,

cuocere il pane, due pozzi di gra- luogo; ma per un certo stimolo


no, alcune monete ed una gran che mi spinge a invidiarti la glo-
quantità di ossa umane, ed oltre a ria, che di te in armi con mera-
ciò molti sepolcri contenenti dieci viglia di ciascuno risplende. Per
o dodici cadaveri. Varie furono le il che ho pensato non potere ad
opinioni di chi fossero; alcuni opi- alcun grado di singoiar sperienza
narono essere dei cavatori della ascendere se non sotto la discipli-
pietra, ivi morti per disgrazHa, al- na tua, e per questo giustissimo
tri pretesero che fossero degli ere- desiderio qui mi condussi". 11 re
voL. xxvin. 16
242 GEiV GEN
mollo coiuiiiciulù l'animo generoso d ce[)po della uobde ed ouoralis-
del giovinoUo, e gli domandò a sima famiglia dei conti della Gen-
servigio di chi avrebbe adopeialu ga, quali da lui presero il per-
i

l'iirlir mililare quando l'avesse appre- petuo cognome, e qui lo Seevo-


sa. Hispo.se IMario, in servigio dei lini avverte, che non solo gli in-
romani ; ed allora Pirro siccome dividui di tale sliipe si chiamano
principe magnanimo Io fece porre de' Conti ,
perchè siano conti , il

in libertà , lo ascrisse tra i suoi che è nome di dignità e signoria,


soldati, e poscia volle ch'egli fosse ma perchè Mario Lucio si era me-
sempre presente, allorché metteva ritato il titolo di Conto o Conte ,

le sue genti in ordinanza, pigliava cioè polito ed ornato, la famiglia


I partiti, assaliva i nemici, e rac- nel chiamarsi de' Conti, equivale
coglieva l'esercito. Mario Lucio sin- come si dicesse degli ornati e po-
ché fu al servigio del re lo servì liti, soggiung(Mido che scrivendo in
lldelniente e valorosamente ; uio- latino non si dovrebbe dire de Co-
slrando in ogni impiesa animo co- ìuitibufì , ma dt: Coniplis, I discen-
raggioso. E poiché gli sembrò di denti di Mario abitarono j)oscia

essere abbastanza aimnacstrato, par- parte in Senti no, e parte in Ca-


li dal re passando agli stipendi dei stel vecchio , finché i longobai'di
romani, essendo già morto Pirro distrussero la città di Seutino. Ca-
in Argo; e contro tarantini che i stel vecchio esisteva ove al presen-
a danno dei romani avevano chia- te è il monistero di s. Caterina
mati cartaginesi, si mostrò de-
i de'monaci Olivetani, nella città di
gno discepolo di Pirro in mettere Fabriano alla quale col castello
,

all'ordine una grossa banda di fan- chiamato Poggio, vuoisi al)l)ia da-
teria, che riuscì la j)iìi bella e re- to origine. I due castelli Poggio
golare dell'esercito. Pel quale ope- e Caslelvecchio si pretende che ,

rato il sentinale fu chiamato iMa- fossei'o edificati dai sentinati , ivi

rius Lucius Coinptua, e pel cogno- rifugiandosi nelle irruzioni barb.i-


me Conio, ed ornato,
cioè polito riche. Rovinata Sentino da Oesiile-

si volle denotare
egli con come rio re de' longobardi , i conti del-
singolare arte, quasi cornava e po- la Genga si ritirarono nel loro ca-
liva un campo, se a lui era da- stello ereditario, e in esso si salva-
to l'incarico di metterlo in ordi- rono colle loro famiglie, vivendo in
nanza. Dopo essere intervenuto a hbertà lino all'anno 1216, nel qua-
molle guerre, divenuto Mario Lu- le tempo prima volta
fu per la

cio grave negli anni, ritornò a Sen- dai fabrianesi il governo pigliato
tine sua patria, e colle ricchezze e dominio della Genga. N' era con-
che avea accumulato , comprò il te in quell'epoca Simone chiama-
monte Cingo dalla repubblica ro- lo per soprannome Uguccione il ,

mana, vi fabbricò il castello in for- (piale essendo amicissimo della ^re-


ma di piccola rocca , e in esso a- pubblica di Fabriano, gli cedette
bitò lutto il rimanente della vita, le ragioni signorili sulla Genga e
e volle che il monte prendesse il suo territorio; e la repubblica ac-
nome di Castel Gen^a^ donde pro- cettò lui e discendenti fra il nove-
venne Gevga. ro de' cittadini, ordinando in pari
IMario Lucio Conto fu dunque tempo, che dovessero godere degli

n
,

GEN GEN 243


iiflui j onoii e privilcf^i , de'^ quali steào di a. Diagio in Fabriano),
godevano gli altri cilladini. Il Niri- (juanto perchè vi si fortificarono i

loma ossia monsignor Filippo ìMoii- Imperocché essendo andati i


galli.

tani, nelle annotazioni alla terza romani ad assalirli nelle loro ter-
lettera sopra il nome di Giano, fiu- re, infallibilmente i galli occupa-
me che deriva dall'Esio, dice ehe rono Monte Gallo Genga po-
e la
il conte Simone figlio di Uguccione sta nell'agro Sentinate, non tanto
vendè nel 12 16 il feudo di Gen- per fare fronte ad essi, quanto per

ga a Fabriano , e che nel 1118 impedire ai medesimi romani che


n'ebbe in prezzo libbre centotren- non pili s'inoltrassero nelle loro
ta ravennati. Però lo stesso stori- terre, e per chiudere loro la stra-
co Scevolini a pagina y3 narra da, che rimaneva in mezzo alla
che mentre signoreggiava Fabriano montagna di Frasassi lunghesso al
Gualtiero Chiavelli, Simone Uguc- Senti no. Per la stessa ragione To-
cioni, ch'era pure conte di Galla tila re de' goti dovette far occu-
al presente rovinata, e della Genga pare tali luoghi, onde custodire
castello distante da Fabriano sette contro le forze di Narsete l'aper-
miglia verso la Pioccacontrada, po- tura di Frasassi e Monte Gallo ;

sto in sito inespugnabile sopra di quindi per certo fatti d'armi eb-
un monte, venuto in certe dille- bero luogo sotto la Genga, e nella
renze colla repubblica fabrianese imboccatura di Frasassi, nelle guer-
finalmente d'accordo rimase conve- re tra i galli , sanniti e romani
nuto, che il detto castello fosse succedute nell' agro seminate. In
soggetto ed obbligato a pagare i tal modo segui la cessione della
dazi, le collette, le gabelle, la me- Genga e sue pertinenze a Fabria-
tà de'pedaggi,ed altre simili gra- no. Ma i discendenti di Simone
vezze a Fabriano , e ciò con pub- Uguccione non potendo soffrire di
Il p. Brandimar-
blico istromento. vedersi da signori divenuti vassal-
te 202 dice che rimpetto al
a p. li di altri , sospinti dal desiderio
monte Ginguno ve ne rimane al- di ricuperare il loro castello e li-

tro più piccolo chiamato monte bertà , di tempo in tempo fecero


Gallo, che si estende sino alle vi- ogni sforzo per conseguirne l' in-
cinanze di Sassoferrato , e che fu tento massime negli anni 1268,
,

cosichiamato non tanto perchè vi 1299, 1453, i5i9 e i525, donde


rimaneva il castello di Galla in ebbero luogo guerre e liti d'ambe
cui nel I i85 abitava Uguccione . le parti.
figlio del conte Simone della Gen- Tra gli uomini illustri di questa
ga , la terza parte del borgo del nobile famiglia, qui va nominato
quale con alcuni terreni egli donò Guido fratello di Simone. Egli nac-
alla badia di s. Vittore (fondata que nel 1 162, e si dedicò nella gio-
da s. Romualdo, che avea sotto di vinezza in maneggiare armi e ca-
sé ventidue chiese e possedeva il valli, di modo che portando sem-
castello di Pierosara e di Pietra- pre corazza e maglia, si avvezzò
fitta, e che poi nel 187 3 per le agile e svelto come non le avesse.
continue guerre, saccheggi e rapine Tra le singolari prove di sua bra-
l'u abbandonata dai monaci camal- vura, va ricordato che combatten-
dolesi, che si ritirarono nel moni- do in due tornei a Perutfia ed a
244 <>EN GEN
Siena, in difesa del valore italiano, siili diFederico I, e contro gl'infe-
restò vincitore. In quel tempo a- deli, ove fece prodigi di valore, uc-
•vendo imperatore Federico I spa-
l' cidendo in un giorno sino a trecen-
ventato l'Italia, ed occupatene va- to nemici ; ma tornando alla patria

rie parti , in un a Roma , alcuni nell'entrare il porto d'Ancona, fa-


tedeschi de' suoi eserciti rimasti in talmente annegò, ed a suo onore
Toscana si permettevano deridere lo Scevolini scrisse un epitaffio in

gl'italiani come senza cuore, sen- versi, celebrandone le valorose ge-


za forza e senza sperienza nelle sta.

militari imprese. Avea il conte Dopo la morte del conte della


Guido diciassette anni, quando ad- Genga Simone ,
gli successe il fi-

ontato da tali insulti, sfidò in Pe- glio Gadolfino o Gandolfino. Pom-


rugia ad uno steccato ed a singo- peo Compagnoni nella sua Reggia
iar certame Uldrico moguntino, uo- Picena oih'c/o de' presidi della
mo fra gli imperiali assai prudente Marca, a p. i6i fa memoria di

e valoroso. Sulle prime egli si ri- un istromento celebrato fra il co-


cusò accettar la disfida di un gio- mune di Fabriano, ed i conti della
vinetto, ma vinto dai rimproveri e Genga 4 settembre 3o2 questo
a' i :

minacce, accettò finalmente l'in- Gadolfino non solo rettificò l'ope-


vito. Era Uldrico di gigantesca sta- rato dal padre, ma concesse ancora
tura, di aspetto terribile, vantando al comune di Fabriano tutti li

aver dato la morte a gran nume- pesi , entrate , e proventi a lui

ro di cavalieri nelle battaglie in spettanti. Figlio di Gadolfino fu il

cui fece mentre Guido di


parte ;
conte Ercole, il quale nel i3oo rese
aspetto gentile, e di forme leggia- in Italia chiaro ed illustre il suo
dre, ancora non erasi esposto ad nome. Egli spezzava un ferro di
alcun fatto d'armi. Combatterono cavallo con pronta facilità , e di

tutto il giorno. Guido valorosamen- anni quattordici già era rinomato


te evitò i furiosi colpi, e potè fe- per prodezza. Nelle giostre fece

rire il potente avversario nel petto prove di singolare abilità, sostenen-

ed in una spalla; la notte pose do contemporaneamente tre colpi


fine al combattimento. Nel di se- di lancie in un medesimo tratto
guente tornarono all' impresa, e uscite dalle mani di tre cavalieri :

Guido sul mezzodì uccise con tre fu capitano de' genovesi , e contro
ferite l'avversario. Questa vittoria i pisani fece molte prodezze. Si
fu stimata dai tedeschi caso, non trovò a rovinare la rocca fortissi-

arte e valore, ed Ernaudo capita- ma di Livorno , ed il porto dei

no imperiale si offrì provarlo in pisani , salendo pel primo con le

steccato ad onoi e del nome ger-


, scale le mura , nulla curando la

manico. Fu stabilita Siena pel com- pioggia de' sassi e dardi cui era
battimento , nel quale Guido rice- perciò bersaglio ; quindi pel primo
vette una sola ferita j e con mira- pose il piede al di dentro della
bile prontezza tagliò poi la testa ad rocca, che avendola conquistata pei
Ernando; indi portò le armi e gli genovesi la disfece ed arse. Con

stendardi vinti pi ima a Fabriano, gran lode militò pure nell' Umbria,
indi alla Genga. Non molto dopo e si trovò prima in Alessandria
Guido si portò in Asia sotto i ves- della Paglia, ad imprigionar Gio-

4
,

GEN GEN 245:


vanni maixhese di Monferrato, il Non solo dalla famiglia della
quale poco innanzi avea superato Genga uscirono personaggi degni
Pavia mori di dolore alle reni
: di singoiar lode, ma anche donne
mentre recavasi ai genovesi, e lo avvenenti e virtuose, fra le quali
Scevolini con versi a p. 146 ne si distinse in ambo i pregi, e mi-
descrisse l'eccelso valore. Il di lui rabilmente nella volgar poesia Leo-
padre Gadolfìno nel i3i3 confer- nora nipote del conte Gadolfìno,
mò quanto dal suo genitore Simone fiorila ai tempi del Petrarca, lodata
era stato concesso ai fabrianesi dal p. Brandimarte nel suo Piceno
laonde essendo cadute buona parte annonario a pag. 74. Lo Scevoli-
delle muraglie del castello della ni con alti elogi esalta i pregi di
Genga per vecchiezza, la repubblica Leonora della Genga, rimarcando
di Fabriano ordinò che si rifaces- in che si distinse, riproducendo a
sero nel i3i5, come di un castello pag. 149 e seg. quattro sonetti da
su di cui essa aveva giurisdizione lei composti , e l' ultimo per la
e signoria. Il Compagnoni a p. morte dell' altra celebre poetessa
175 dell'opera citata, narra le tur- Ortensia Fabrianodi le bellezze ,

bolenze suscitate nella Marca sotto de' quali fa pure osservare. Gio-
Giovanni XXII, e del bando pub- vanni Andrea Gilio ha pubblica-
blicato a' IO settembre i3i6 dai to alcuni sonetti di questa dama ,

magistrati della curia generale di in seguito alla sua Topica poetica,


Macerata contro vari podestà, terre, Venezia i58o: Apostolo Zeno nel-
nobili e signori, fra' quali Tomasso le sue note sulla Biblioteca di Fon-
di Chiavellino da Fabriano e Con- tanini, dice che que' sonetti sono sì
tuccio dalla Genga. iVel i348 a belli, che si crederebbero del tempo
cagione della lontananza de' Papi stesso di Gilio, cioè del secolo più
che risiedevano in Avignone, nel bello dell' italiana poesia.
pontificato di Clemente VI, i fa- Nel 1435 i potenti Chiavelli si-
brianesi per difesa della lox'o terra gnori di Fabriano , essendo stati
e signoria si posero sotto la pro- quasi tutti trucidati, il castello del-
tezione di Lodovico re d' Unghe- Genera tornò libertà
na, che allora era in Fabriano e
I

;
la
....
antichi suoi conti, annuente
in
il
desìi
~
car-
tra i castelli che il re prese sotto dinal Domenico
da Capranica le-
il suo patrocinio e giurisdizione gato della Marca. Altri però nar-
viene annoverato quello della Gen- rano che avendo Fabriano ritenuto
ga. Essendo nata fra il conte Con- tal fatto per ribellione, condannò a
tuccio e i fabrianesi lite per il morte nel 1437 a mezzo del pode-
castello della Genga da' suoi avi stà Gandolfino di Contuccio, Pie-
,

concesso ai medesimi , dopo varie tro di Simone, ed Antonio diGaspa-


vicende Contuccio convenne e con- re conti della Genga. Fabriano poi
fermò il decietato dai suoi mag- volendo porsi al sicuro dai nemici,
giori, ed i fabrianesi riconfermaro- parenti e fautori dei Chiavelli, nel
no gli antichi accordi e promesse mese di agosto sottopose 3I domi-
nell'anno i353. Indi nel i356 gli nio della città ed appartenenze a
uomini di Genga promisero con Fiancesco Sforza, che Eugenio IV
pubblico istromento al podestà di avea fatto marchese della Marca.
Fabriano fedeltà ed ubbidienza. Neil' anno seguente Francesco si
246 G E i\ GEN
portò Fabriano
in indi passò al , Papa come eccellente capitano ,

oaslello della Gcnga, e non trovan- prudente, cauto, diligente, capace


do molto contiasto, perche niinio in tutta la lattica e condotta mi-
osava affrontare la sua potenza, litare; ed il famoso capitano Nicolò
10 prese, e costrinse i conti della Piccinino paragonò Contuccio a
Genga a partirne, i quali lo ricu- Fabio ]Massimo, più potente nel
perarono non molto dopo col fa- maturo consiglio che nella forza ,

vore di Alfonso V d'Aragona re di reale, siccome volle lo storico cele-


Napoli, e del legalo apostolico, che brare in versi.
si portarono nella Marca per con- Il Calindri nel Saggio storico
fermarla nella potestà del Papa sullo stato pontificio a pag. 272 ,

nel i443- Lucrezia figlia di Si- dice che credesi non essere della
meone della Gcnga , e sorella del famiglia della Genga Marco consi-
celebre Contuccio, essendo rimasta gliere in Fabriano, circa il \\']o,
vedova di Federico de' conti INIar- ma bensì un villico della terra
sciano , dopo
morte dell' unico
la della Genga. E qui ci sia permes-
iìglio, si ritirò con Caterina della so parlare di alcuni uomini il-
Gcnga sua sorella in Todi , ove lustriche portarono il cognome
dopo aver dispensato a' poveri buo- Genga, benché non del castello di
na parte delle sue (iKoltà, fondò questo nome. Il Colucci nel toni.
un monistero sotto la regola del XI delle Antichità picene, e delle
terz'ordine di s. Francesco. A que- Memorie de' suoi uomini illustri a
sta opera pia concorse puie la co- p. LXXXII, diceche l'antica fami-
gnata, figlia del conte di Giacomo glia Genga di Urbino, dimostrò
Marsciano; fondarono poi altri mo- valore nelle lettere, e principal-
nisteri in Foligno ed in Firenze, mente nelle matematiche. Per ta-
quindi Lucrezia della Genga nel cere le glorie di Simone che servì
ìi\7.'ì istituì erede la mentovata nel iSyo il principe di Transilva-
sorella Caterina, la quale lasciò poi nia, Bartolomeo figlio di Girolamo
tutti i suoi beni al detto monistero fu eccellentissimo matematico in
di Todi chiamato delle suore del- ambe le architetture, e nella pro-
la penitenza e della b. Angelina. spettiva, onde fu adoperato da
11 conte Contuccio della Genga fu Giulio III in Roma in varie foili-
quello che riebbe il castello, e per ficazioni, dai duchi d'Urbino, Fran-
opera di detto re fu da Euge- cesco Maria I e Guidobaldo I, dai
nio IV fatto capitano di trecen- bolognesi e dal gran maestro di Mal-
to cavalli di milizie ecclesiasti- ta, per porre in difesa quell'isola;
che, e nella guerra della INIar- fu coltissimo rimatore, emorì nel
ca mostrò valore e virtìi, venen- i558. lidi lui padre fu Girolamo
do essa restituita al Pontefice pe- Genga d'Urbino pittore ed architet-
gli aiuti Tanto fu Con-
del re. to, discepolo del Signorelli e di Pie-
luccio stimato da Alfonso V, che ti'o Perugino, compatriotta ed amico
questi non solo lo fece porre nel di Raffaello: dipinse in Roma la
possesso della Genga, ma in Napoli Risurrezione di Cristo per la chiesa
gì' impose al collo una collana del di s. Caterina da Siena, in Cesena
valore di cinquecento scudi ; quin- un quadro nella chiesa di s. Ag(j-
di di Ini scrisse onorevolmente al fcliuo, in Forlì in una cappella
GEN GEN 247
(K IL chiesa di s. Francesco; dipìnse, maestro di campo dell'esercito ec-
tililìcò, e fece varie foitilìcazioni clesiastico, allorché avea in animo
pei duchi d' Urbino moiì nel , e di levar Ferrara (Fedi), pei mo-
i55i Vasari che ne compilò la
: tivi che dicemmo a cpiell' articolo,
vita, disse che non fece mai cosa al duca Alfonso I d'Este nel i5i i.
di cui poi si dovesse pentire. Di Del consiglio e prudenza di cpieslo
Girolamo Genga parla con lode conte , molto si servì sempre la

e critica il marchese Amico Ricci, nobilissima e principesca famiglia


nelle Memorie storiche dtllc wli della Rovere, e Fabriano al tempo
e degli arlìsli della Marca d' An- di Zubicco , eh' egli come vero e
cona , Macerala 1834, cioè nel fedele cittadino di quella repubbli-
tom. I, a p. i83, e nel toni. II ca fu sempre pronto alla sua difesa.
a p. ^i5 e 44' Nella Biblioteca Il conte Ottaviano della Genga fu
Picena o sia notizie istoriche delle consigliere aulico dell' imperatore
opere e degli scrittori piceni , Osi- Carlo V, e generale dei Gonzaga
mo 1796, tom. V, p. i5 si
nel signori di Mantova, come siha da
parla di Bernardino Genga nativo una lettera sciitta al comune di
di Rlondollb, nella legazione d'Ur- Sassoferrato dal campo presso A-
bino , che insegnò l'anatomia in sisi , ove si recò dopo espugnala
Roma Terso la metà del secolo XVII Firenze. Nel pontificato di Clemen-
nell'arcispedale di s. Spirito, siccome te VII il detto conte Ottaviano
dottore egregio in filosofia^ in me- della Genga famigliare del cardi-
dicina ed in chirurgia, non però nal Ippolito de Medici, cugino del
esente da censure pei suoi princi- Papa ottenne per mezzo di lui
,

pii scientifici, e per essersi scagliato un breve apostolico dato a' 9 ,

contro Ippocrate. Die alle stampe giugno i534j che metteva i conti
r Anatomia chirurgica ec. , con della Genga in libera possessione
una Dissertazione sulla circolazione sul Genga, ancorché
castello della
del sangue; l'Anatomia per uso i fabrianesi avuta piena
avessero
ed intelligenza del disegno ec. ; In ed assoluta ragione del dominio
Hippocratis aphorismos ad chirur- sopra il castello della Genga con
giani spectantes commeniaria. le ville che gli sono soggette. At»

Ritornando ai conti della Gen- teso che da essi avevano ricevute


ga e al XV secolo, nel 1481 il molte ingiurie, gravezze e vessazio-
conte Onofrio ed il conte Carlo ni, però per fuggire tutti gì' in-
e
alla presenza un commissaiio
d' convenienti a' quali poteva simil
air eflètio mandato dal legato di cosa essere principio, pareva di do-
SistoIV nella Marca, in Fabriano versi concedere quanto supplicava-
con pubblico istromenlo conferma- no i conti della Genga. Tanto più
rono la cessione del castello della che con l'autorità apostolica al
Genga alla signoria di Fabriano, Contuccio già era slato concesso il
con quei palli e condizioni conve- caskllo della Geniia
o dal cardinal
nuti dai loro antenati. ]Vel pontili- Domenico da Caprauica, legato in
cato di Giulio 11 fiorì il conte quel tempo della provincia della
Donnino della Genga, che dal Papa Marca, ed essendo stali da Fran-
vero conoscitore dell'arte militare, cesco Sforza tirannicamente priva-
fu slimalo mciilcvole di essere fatte li, di nunvn gli f<i dal legalo di
248 GEN GEN
queir epoca restituito. Dicesi che » datura Romae apud s. Pelrum
quando Clemente VII in Bologna, >i anno Incarnationis Dominicae
come riporta lo Scevolini, concesse " i534tionis junii, pontifìcatus sui

la bolla al conte Ottaviano, per « animo undecimo, majoribus no-


le preghiere del cardinal Ippolito, « slris, nobis etc. et caeteris omni-
ebbe a dire alla presenza dei car- « bus de familia , et prosapia de
dinali Gaddi e Salviati io mi av- : » Genga, amplam, liberam, et o-

veggo che questa cosa è per par- » mnimodum facultatem, et aucto-


torii'e qualche novità, che i fabria- » ritatem inter alia concesserit do-
nesi sono cervelli gagliardi e biz- » ctores in jure canonico, et civili
zarri, né vorranno sopportare tale « creandi, promovendi, etsolemniter
affronto. Questa bolla il conte Ot- M ordinandi et doctoratus hujus-
,

taviano la presentò in Ancona a' 2 » modi laurea et gradu decorandi


luglio, al cardinal di Ravenna che « prout melius in eisdem litteris
amministrava la legazione della » ad quas etc. Quae quidem litte-
Marca , domandando istantemente w rae fuerunt confirraatae a Paulo
che dovesse essere posto in ese- 'j IV Clemente
, X , Benedicto
cuzione quanto in essa era con- » XIH".
tenuto. I fabrianesi inteso questo, Clemente VII mor\ a' 25 o 26
mandarono M. Giovanni Pico e M. settembre i534> onde nella sede
Cicchino Montano , i quali prote- vacante fabrianesi ad armata mano
i

stando essere la bolla fatta in pre- ritornarono al castello della Genga,


giudizio della repubblica fabriane- r assediarono , ma non presero , e
se , e domandandone copia per invece tutto il paese bruciarono ai

quindi ricorrere alla Sede apostoli- 1 3 ottobre ; e sebbene i fabrianesi


ca,pregarono che frattanto il lega- per quindici giorni continuarono ad
lo sospendesse dal mettere i conti assalire il castello , non gli riuscì
nel possesso de' beni della Genga , di prenderlo. Intanto a* i3 otto-
il che fu tutto concesso agli 8 del bre del medesimo anno i534 fu
medesimo mese. Allora i fabriane- eletto Paolo III Farnese, ed i fa-
si mandarono quattro oratori in brianesi partendo dalla Genga ri-
Koma, e perchè Clemente VII era tornarono in Fabriano. Poscia la
infermo, e non stette molto a mo- comunità inviò i consueti oratori a
rire , senza far cosa alcuna per baciare il piede al nuovo Papa, e
molti giorni, si fermarono intanto rallegrandosi con lui dell' esaltazio-
nella detta capitale , e in questo ne, gli esposero ogni cosa intorno
mezzo molti di Fabriano andando a avvenimenti. Paolo III
questi
sul castello della Genga, fecero dan- commise la causa a Gregorio Ma-
ni grandissimi. È indubitato inoltre galotto romano vescovo di Chiusi,
che Clemente VII concesse ai con- e governatore della Marca. Questi
ti della Genga il diritto di creare diede sentenza a favore de' fabria-
dottori, notari ec. ; laonde i conti nesi, che dovessero essere ammessi
della Genga intestavano le loro con- alla prima possessione del castello
cessioni nel seguente modo. » No- della Genga e pertinenze, non o-
>' veritis qualiter fel. mem. Cle- stante la bolla di Clemente VII
» mens VII per suas litteras apo- Partito il Magalotto dal governa-
» stolicas sub plumbo cxpeditas sub torato, gli successe monsignor Ma-
,

GEN GEN 249


rio Aligero, il quale si portò a Fa- si accomodò colla penale, che la

briano , e Tattosi conipromeltere comunità Fabriano pagasse se*


di
dall'una parte e dall'altia, luttavol- dici mila fiorini alla camera apo-
ta non ricavò alcun profitto dalle stolica, e dodici mila ai conti della
sue operazioni. Finalmente per l'aii- Genga pei danni sofferti ; anzi si

torità di un breve apostolico , fu calcola, che quest'affare costasse ai


rimesso il tutto nelle mani del fabrianesi più di seltantamila fio-
vescovo Santonese fiorentino , che rini : così questo bruito atto di al-
nella carica di governatore suc- cuni pochi, macchiò quante ragio-
cedette all' Aligero. Ora mentre ni, e quanto favore avevano i fa-

si era in procinto di dare esecu- brianesi, come si esprime lo Scevo-


zione alla sentenza, circa cento fa- lini, che a pag. i38 e seg. fa la
brianesi che per zelo dell' onore descritta narrazione. Soggiunge poi
della patria , o per altra ragione che il duca Pier Luigi Farnese,
andarono alla Genga la vigilia del- figlio del Papa, ch'era affezionatis-
la festa del Corpus Domini del simo a questa repubblica per esse-
i536, e vicino all'alba del giorno, re egli nato in Fabriano, onde a-
mentre colui che stava alla guardia vea per usanza chiamarla sua pa-
dormiva, con le scale montarono so- tria, passando per la città nel re-

pra le mura, ed entrati dentro grida- carsi a Piacenza, fece rimettere


rono Fabro, Fabro j indi corsero
, tutta la lite della pacificazione in
alla casa de' conti della Genga , i petto suo, del che contentaronsi i

quali colti così all'improvviso, non conti della Genga, e parimenti i

potendo fare altro schermo, ceden- fabrianesi. Laonde fatti in Piacen-


do all'avverso destino presero par- za i capitoli dell'accordo , e man-
tilo d'andarsene, eccetto due gio- dati a monsignor Fabio Mignanel-
vani conti che furono uccisi. Allora lo vicelegato, nel i549 a' i4 l'a-
la maggior parte de' fabrianesi si glio congregato il consiglio comu-
diede a rubare e a saccheggiare il ne e conti, si fecero le paci, ri-
i

lutto, pollandone le spoglie a Fa- manendo la Genga come prima


briano. Avendo appreso il governa- soggetta a Fabriano. Conchiude a
tore di Macerata il crudele opera- pag. 57 lo Scevolini , che nondi-
to dei fabrianesi, si accese giusta- meno dopo molte liti e danni dal-
mente di grandissimo sdegno , e l'una parte e dall'altra, Fabriano
fatti da lui i processi contro la co- è rimasto nel primiero possesso dei-
munità di Fabriano , che attribuì la Genga, e di quanto spetta alia
a sé stessa tali insolenze, onde mi- giurisdizione di quella : non sop-
norarne alle persone che le aveva- portando i conti della Genga di
no commesse la colpa, e quindi a essere da liberi signori del castello
mezzo de' suoi fece ogni cosa sape- divenuti dipendenti, sempre inten-
re a Paolo 111, il quale si alterò tarono liti gravissime contro il co-
tanto che non volle ascoltarli, uè mune Fabriano massime negli
di
udirne da verun altro ragionare. anni i453, i48i, '5 19, i525,
Tuttavolta furono dipoi dal Pa- 1666, e 1728, in cui ne uscì sem-
pa ammessi a ragionamento gli o- pre vittoriosa la città, la quale sino

ratori,massime il conte Gio. Fran- agli ultimi tempi nell'appello annuo


cesco Franchi dell'Aquila, e la cosa che teneva di tutti i castelli e ville
2^o OEN GEN
soggclti ad Cosa pel giuramoiilo <li tano deireslinla cillà , e che con-
foileltii, la Gc'iig.i vi inaiulava un serva lo splendore de' suoi ante-
rapprcsenlaiilc. Nola però il Colucci, nati, perchè in ogni secolo ha for-
clic publjlioò questa storia nel I7()2, mato nobiltà generosa, avendola
che il castello tlclla Genga è feiulo chiamata città Leone XII nel bre-
ile' signori conti della Genga, che ve de' 18 ottobre Giorgio i8?,3.
non ^olo IiauiiO il titolo, ma vi c- Marchesi opera C>tllcria del-
Dcll'
scrcitano ancora il loro diritto, do- l'onore, parlando della città di To-
po liniglic liti col pubblico di Fa- di, loin. n, fog. 5 16, tratta delle

brìaiiu. Noi aggicnigeremo, the a- làmiglie degli Astancolli, ed Atti.


vendo l'io VII nel 1816 con mo- Tre cardinali abbiamo col cogno-
lo-proprio invitato i feudatari del- me Azzone degli Alti no-
di Atti:
lo sialo poitlirìcio alla rinunzia del- bile da Todi, secondo il Jacobilii,
la giurisdi/ione baronale, quasi tutti, creato cardinale tla Innocenzo II ;

ail eccezione di pochissimi che no- Teodino degli Alti di Norcia, latto
niinaomio all'articolo Ftuno, libe- cardinale da Alessanilro III ; e
ramente vi rinunziarono, assunien- Francesco degli Atti da Todi, nato
tlo il governo pontilìcio relativi i dalla famiglia signora di molli fen-
pesi , e cusi (incero i conti della ilineirCmbria, creato cardinale da
Genga, restando però signori delle Innocenzo VI. Tra gli uomini il-
loro pro[»rietèi, col titolo di conti lustri che fiorirono nel secolo pas-
della Genga. Osserva il iS'inloma ,
sato nella famiglia della Genga, vi
lelt. che di tutte le nobili la-
3, fu monsignor Pioberlo figlio del
iinglie che Icccro al comune di i:onte Antonio, e della contessa [J-

Fabriano dedizione delle loro ca- baldini di Fano: Benedetto XI II

stella o ville, la sola della Genga lo ammise in prelatura nel 1727,


è limasta superstite. 0. Io mandò governatore a Todi ,

11 Arlaud
cav. nella Storia di indi nel 1 79.9 di Sanseverino; Cle-
Leone. \IJ, a |»ag. 4, <hce che (|ue- mente XII nel 1780 lo trasferì al
slo Papa discendeva dai conti del- governo di l'^ino , e nel 1732 a
la Genga, famiglia che doveva una quello il' Orvieto, dopo il quale
parte del suo ingrandiuiento al fa- tornò in seiio alla propria fami-
vore di Leone XI già cardinal ,
glia. Nelmori il cardinal
i7?.j
Alessandro Ottaviano de' Medici ,
Giuseppe Vallemani nobile di Fa-
eletto Papa nel primo giorno di briano, nato nel i64S dal conlc
aprile i6o5, che visse nel pontill- Rinaldo e dalla contessa Maddale-
cato ventisei giorni. Il citato Ca- na della Genga. Passando ora a
lindri racconta ehe i conti della dire del conte della Genga da cui
Genga sortirono dal ceppo islesso nacque Leone XII, e della discen-
della nobile famiglia degli Atti di denza che ne porta l'onorevole co-
Sassoferralo , e che un ramo di gnome ed istemma essa derivò ,

(juei conti abitò in Sassoferralo dal conte Ilario della Genga, e dal-
lino i65o, eh' è quello
circa al la contessa Maria Luigia Periberti
donde Leone XII. 11 p.
originò (li Fabriano. La nobile famiglia!
J3randimarte a pag. 89 dice che Periberti è oriimda di Maidica,
Sassuicrrato riconosce la sua ori- laonde alcune notizie di diversi in-
.::;mc da Sentiuo, che poco è lon- dividui della medesima si leggono
, -

GEN GEN 2Ji


iiclli! Memorie di Matelìca. raccol- nal Annibale, unitamente al pa-
te dall'arciprete Acqiiacolta, e puh- lazzo di Spoleto, la cui piazza poi
Micate nel i838. A volere far ta il nome
Gì nga, dopo che
della
menzione di qualche illustre indi- il nuovo proprietaiio, di-
cardinale
viduo della famiglia Periberfi, di- venuto Papa Leone XII concesse ,

remo che Diomede seniore sposò il palazzo per uso della congrega-
Rosa Gili figlia della conlessa Mau- zione dei fratelli delle scuole cri-
ruzi, e che da lui nacque Cesare stiane, e delle maestre pie, che vi
seniore, decorato del titolo di con- furono istallate nell' anno santo
te, che si unì in matrimonio con 1825. Tra le beneficenze di cui
la contessa Cateiina sorella di mon- Leone XII fu largo colla sua pa-
signor Giaropè vescovo d'Asisi da : tria adottiva Spoleto, nomineremo
questi coniugi nacquero Diomede la grandiosa porta di s. Gregorio
giuniore che si maritò ad una Fi- rifabbricata.
niguerra nobile matelicana, e Ma- 2. Antonio, morto nel 1810,
ria Luigia madre di Leone XII ,
sepolto in Genga.
per tacere degli altri figli- Nicola 3. Asdrubale, morto nel 1787,
Peribeiti fuda Clemente
insignito sepolto in Genga.
XIV dell'onorevole commissione di 4 Filippo, fatto ciamberlano del-
recarsi a Malta per aiutare l'in- l'elettore di Sassonia con rescritto
quisitore e visitatore aposWlico del luglio
1777, che si con-
19
quindi Pio VI lo fece canonico giunse iu niatiimonio con la mar-
della basilica di s. Pietro: fu mem- chesa Maria Anna Confidali Ser-
bro di varie accademie, e pubbli- maìtei di Asisi, ch'essendo super-
cò alcune poesie, essendo conosciu- stite di sua nobilissima fìimiglia ,

to tra gli arcadi col nome di Faii- ne assunse il cognome e lo stem-


sùbbo Dìpeo. Però la famiglia Pe- ma, ed ebbe quella discendenza di
riberti va a terminare col conte cui si parlerà per ultimo.
Goffredo vivente figlio di Diome- 5. Atalanta, defunta in Spoleto
de, e nipote di Maria Luigia, com- ov' era maritata.
penetrandosi col conte Cerbelli Mau- 6. Annibale Francesco Clemen-
ruzi di Fabriano, perchè figlio del- te Rlelchiorre Girolamo Nicola, poi
la sorella del conte Goffredo. Leone XII di gloriosa rimembi-anza.
Dal conte dunque Ilario della 7. Caterina, maritata a
Tibur-
Genga, e dalla contessa Maria Lui- zio Mongalli nobile di Spoleto, di-
gia Periberti, nacquero i seguenti chiarata dal fratello Leone XII
dieci figli. principessa, con suo breve apostoli-
I. Mario, nato e battezzato in co: da questi coniugi nacquero Lu-
Fabriano, che morì a Poreta ca- crezia, Alessandro, Maria, Marghe-
stello della città di Spoleto, dap- rita e Anna.
poiché soleva abitare parte dell'an- 8. Stefano, morto nel 181 3, se-
no in quella città, per aver con- polto in Genga.
seguitol'eredità in alcune possi- 9. Matilde morì nubile dopo il
denze spettanti ad una della Gen- fratello Leone XII, nella sua pos-
ga maritata a Fidi-Accoramboni. sidenza di Foggiano, presso Serra
Lasciò queste possidenze, ed il suo s Quirico.
patrimonio al suo fratello cardi- 10. Ilario poslimiOj nato e bai-
252 GEN GEN
tez'/ato in Fabriano, che nelle vi- riva del Reno, e fermatosi perciò
cende politiche del i83i per la ,
in Augusta, con superiore consen-
sua fedeltà alla santa Sede soffri so vi fissò la sua provvisoria resi-
dura deportazione, per parte dei denza, ilspedi
suo uditore conte
ribelli, come si legge nel num. 87 Tiberio Troni d'Imola, ed il suo
del Diario di Roma di tale anno. segretario abbate Poli in Westfa-
Annibale de' conti della Genga, lia , i quali da Mulkeim ch'era
splendore principale di questa fa- bombardata fecero trasportare so-
miglia, nacque a' 2 agosto 1760 pra molti carri a Dulisburgo in
in Genga, antica signoria di detta Prussia r intero archivio di Colo-
famiglia. Giunto all'età di tredici nia, che il precedente nunzio mon-
anni venne posto nel collegio Cam- signor Bartolomeo Pacca era stato
pana d'Osimo, ove per cinque an- costretto di lasciare. E poiché le
ni ricevette una educazione degna traccie degli Febronio e
errori di
della sua nascita. Indi passò nel di Eybel, e le scismatiche misure

collegio Piceno in Roma, e poco del conciliabolo di Enis (Fedi), te-


dipoi alla celebre e nobile pontifi- nevano interrotte le ordinarie co-
cia accademia ecclesiastica, ed il car- municazioni fra il detto nunzio di
dinal vicario Colonna a' 21 dicem- Colonia suo predecessore, ed alcuni
bre 1782 gli conferì l'ordine del arcivescovi elettori , vescovi princi-
suddiaconato, e nell'anno seguente pi dblesiastici dell' impero , seppe
a' 19 aprile il diaconato, venendo ben presto riannodarle a mezzo
dal medesimo ordinato sacerdote di verbali conferenze ch'ebbero luo-
a* i4 g'"g"o del 1783 stesso. Pio go in Augusta e Margentheim ove
VI prese a beneficarlo, piacendogli dimoravano in allora gli elettori
la sua bella presenza, il nobile con- arcivescovi di Treveri e Colonia.
tegno, maniere, e la pron-
le gentili Sopite le connatu-
differenze colla
tezza delle sue risposte, per cui lo rale sua pazienza e mansuetudine,
dichiarò suo cameriere segreto par- visitò la maggior parte degli elet-
tecipante, segretario particolare, e tori, arcivescovi, vescovi, e princi-
canonico di s. Pietro, venendo po- pi ecclesiastici dell'impero,dai qua-
scia incaricato di recitare in cap- li venne con onorificenze ed amo-
pella pontificia l'orazione funebre revolezze accolto; ristabilì l'ordi-

a Giuseppe II, della quale pel de- nario corso degli affari di quella
licato argomento, ne ri-
e grave nunziatura, la quale a bene di
portò congratulazioni ed elogi. Nel quelle diocesi e cattolici fu conser-

1794 a' 21 febbraio lo promosse vata senza gravi disturbi e recla-


alla prelatura domestica, ed alla mi fino all'agosto 1808, cioè mol-
dignità arcivescovile di Tiro in li anni dopo del recesso della die-
parlibus, e dichiarato vescovo as- ta di Ratisbona che tutte avea tol-

sistente al pontificio soglio e nun- te le sovranità ecclesiastiche del-

zio apostolico di Colonia al trattato l'impero germanico, al modo che


del Reno, fu consecrato nella cat- diciamo all'articolo Germania (Fé-
tedrale di Frascati dal vescovo car- d,).

dinal duca d'Yorck. Nel settembre Né della sola nunziatura di Co-


di detto anno si diresse a Colonia, lonia monsignor della Genga sos-

quando fu dai francesi occupala la tenne l'incarico, ma quando mon-


GEN GEN 253
signor Brancadoro dovette partire giugno 1794 ad uditore del nun-
da Brusselles nel 179^, venne de- zio e nunziatura di Colonia, ven-
stinato a farne le veci col titolo ne come suddito del regno italico
di sopraintendente interino delle costretto a ritornare in Imola sua
missioni inglesi, e superiore delle patria, ciò ch'eseguì previo l' otte-
missioni d'Olanda; e quando mon- nuto consensoed istruzioni del,

signor Zollio, già primo nunzio cardinal Pacca a quelTepoca segre-


in Monaco, cessò di vivere nel tario di stato di Pio VII.
1795, si ordinò da Pio VI a mon- Oltre le nunziature affidategli,
signor della Genga di risiedere in sostenne monsignor della Genga,
Monaco interinalmente, nella qua- l'incarico di frequenti importantis-
le circostanza ricusò i magnifici sime commissioni. Tale si fu quel-
donativi dell'elettore Carlo Teodo- la quando invasa nel 1796 la Fran-
ro di Baviera , non avendone in conia, la Svevia e la Baviera, si

precedenza richiesto al Papa il per- trasferì in Austria , trasportando


messo. Fu nella circostanza di quel- seco gli archivi, e individui tutti
la commissione che la segreteria di delle nunziature; e recossi di per-
sialo dispose a' 28 maggio 179^, sona a Vienna
per congressi e
che si servisse il prelato residendo colloqui tenuti con quel nunzio
in Monaco, dell'attento abbate Va- monsignor Luigi Ruffo arcivesco-
lenti, e che il di lui segretario ab- vo di Apamea. Più complicata per
bate Poli, ed uditore conte Troni la delicatezza ed estensione degli
rimanessero in Augusta, dicendo affari si fu la destinazione di re-
il dispaccio del cardinale. » E carsi al congresso di Radstat, com-
perchè le distanze non portino ri- missione che non potè personal-
tardo agli affari, potrà Ella signi- mente eseguire, sulle circostanze del
ficare a quest'ultimo di scrivermi qual fatto in un suo rapporto, e-
direttamente, non lasciando però gli così esprimesi. » Nel 1798 do-

esso nel tempo stesso di corrispon- po i fatti di Duphot mi fu ordi-


dere anche con Lei. Autorizza quin- nato di andare al congresso di
di Nostro Signore di sottoscrivere Radstat: spedii in Roma il mio li-

le dispense , e spedizioni de man- di tore conte Troni per avere le

dato, affinchè le cose abbiano in istruzioni ; non si volle dai france-


questa guisa il corso più presto si un ministro del Papa nelle for-
e spedito". Eguale disposizione fu me, mi si ordinò di spedire il mio
seguita quando monsignor Emidio uditore che dovè colà comparire
Ziucci arcivescovo di B.odi, secon- in uniforme questi a riserva del-
:

do nunzio ordinario in Baviera, fu le prime tre settimane nelle quali


costretto a partire da Monaco, per assistè al congresso il conte Turioz-
lo che le nunziature così riunite zi che di là dovè partirne, passò
vennero sotto tal forma ammini- colà tutto il tempo del congresso,
strate per la massima parte del che durò ancora più di undici
tempo dilettamente dal nunzio stes- mesi. Delle trattative tenute e ri-

so della Genga fino all'epoca del- sultamenti l'eminentissimo cardinal


l'agosto 1808, epoca in cui il con- Anlonelli può più d'ogni altro dar-
te Tiberio Troni, destinato già con ne contezza, come quello che for-
biglietto autografo di Pio VI del nì all'uditore suddetto tutti i brevi
^34 GEN GEN
ed islruzioni ". Iiiollrc il coale do- di quelli delle nunziature germa-
po essere stala Roma invasa dai niche in di lui nome amministra-
ilancesi ossequiò l^io VI in Siena, te, con la potestà di nunzio e lega-
pollò molli brevi per tulli i prin- lo a lalere. Seppe con sommo sa-
cipi della Germania, fra i quali pere e zelo prendere parte nelle
nnocon cui veniva accredilato pres- molte conferenze che si tenevano
so il principe di Mcllcrnicli, padre in Roma per diminuire i mali, e
dell' alluale principe ministro di proporre un rimedio ai gravi dan-
.sialo. Sciolto il congresso di Rad- ni che portò ai principati e digni-
ala l, si recò monsignor della Gen- tà ecclesiastiche dell' impero, il re-
ga Vienna per
a conferire con cesso della dieta di Piatisbona, ove
monsignor Albani ; indi passò a spesso d' Augusta recavasi il di
Firenze, e visitò alla Cerlosa il de- lui uditore conte Troni. Nel 1807
tronizzato e prigioniero l'io VI, clic Pio VII lo rimandò in Germania
vide per l'ultima volta n(jn senza in qualità di nunzio straordinario
lagriniaie, perchè con indicibile presso la dieta di Pialisbona, e ciò
amore e rispello lo serviva. Quindi si volle dal Papa, benché fosse sla-
il prelato ritornò in Germania, e to invitalo da Napoleone imperato-
passò ;i Vienna a trattare allari re de' francesi, a confidare quella
«lelicatissimi. Allorché monsignor commissione al vescovo di Orleans
Lilla era partito dalla Russia , e monsignor Bernier. In quella cir-
-seguila nel marzo del 1800 in Ve- costanza fermo Pio VII nella sua
nezia l'elezione di Pio VII, il pre- opinione di fare ritornare il della
l.ito si recò colà ad inchinarlo, e Genga Germania, in favore di
in
pt;r conferire so[)ra gì' importanti questi scrisse a Napoleone una let-
alfari allora pendenti, e specialmen- tera, che sarà un monumento assai
te quelli dell'ordine Gcrosoliiiiila- onorevole per il prelato, che ne!
no{^f^'^C(li), essendone di esso cavalie- suo lungo soggiorno in Germania
re, e sui «piali affari avea istruito avea acquistata grande esperienza
i cardinali prima che si chiudes- e perizia come degli affari, dei
sero in conclave con spedizione fat- luoghi e delle persone. Pochi gior-
ta a Venezia del suo uditore con- ni dopo presentati dal prelato i

te Troni. brevi e credenziali alla dieta di


Sul Unire del 1801 monsignor Ratisbona, cessò l'esistenza della me-
della Genga eseguì il suo secondo desima, e con essa quella dell' im-
viaggio in Sassonia, e la presenza pero germanico, che sotto l'egida
di un nunzio apostolico in quelle francese s' intitolò confederazione del
contrade recò molti vantaggi ai Reno. Monsignor della Genga si
Accaduta la morie in Pie-
cattolici. l'eco quindi presso le corti di Ba-
troburgo dell'imperatore Paolo I, viera, di Wurthemberg, e di Ba-
che aveva ordine di tenersi pron- den. Avea già colla prima fissato
to a visitare, si trasferì in Italia le luminose basi, non solo, ma an-
ed abitò il suo [)alazzo di Pioma che gli articoli di quel concordato
detto della fontanella di Borghese. che poi venne stipolato in Roma.
In questa sua dimora in Roma Avea altresì fissate alcune massime •

si occupò nella sua privata vita di coi principi di Wùithemberg e


alfari ecclesiastici, e specialmente Baden, quando la preponderanza del
GEN GEN ijìi
poleie di Napoleone ullcuiie che iia, e tl.ille mani de' monaci aveh
venissero sospese quelle negoziazio- lanili passò piima in quelle dei
ni, e che il nunzio indilalamente camaldolesi , indi ai silveslrini .

si recasse da Stultgard, ove Uova- Nell'abbazia di santa IMaria di


vasi, a Parigi, ciò che il prelato \n\\e IMcrgo in Rhjnticelli, l'arci-
esegui. In quella metropoli le con- vescovo della Gengu dilettavasi di
ferenze sugli affari della santa Se- insegnare il canto gregoriano ai
de furono ben presto interrotte, paesani dolati di una bella voce,
perchè ^'apoleoue invaso lo sta- e ad alcuni insegnava pure a suo-
to pontificio, fece prigioniero Pio nar l'organo. Intanto morì la con-
VII. tessa Maria sua madre, alla quale
Reduce monsignor della Geu- gli eresse un monumento marmo-
go in Italia, ritirossi nella chiesa leo nella Chiesa parrocchiale di s.
di s. Malia in Silvis, parrocchiale Clemente, nel castello della Genga,
ed abbaziale di Monticello, frazione nel quale un anno dopo fece con
di Genga, di cui Pio VI lo avea pompa funebre trasportare le spo-
nominato abbate commendatario. Il glie mortali: verso questo tempo e
p. Brandimarte a p. 202, dice che circa il 18 IO il prelato fece co-
il mouislero di s. Maria di Valle struire in Moulicelli sua abbazia, tra
Mergo della villa Monticelli, secon- l'altare e gii scalini del presbiterio,
do un documento apparteneva nel il proprio sepolcro, nel quale di-
1 199 ai monaci avellaniti, ed in scese per dare la giusta misiua del
cui dimorarono i monaci Rinaldo, suo corpo, credendosi destinato a
che fu l'alto vescovo di Nocera, e morire in detta abbazia, perchè ivi
Trasimondo, che fu fatto di Seni- dimorò in tutto il tempo dell'in-
gallia: trovasi enumerato nella bol- vasione francese. Questo sepolcro
la di Onorio III del 1218, in cui fu da lui benedetto, e vi fece scol-
conferma la possidenza al moni- pire questa iscrizione.
stero di s. Croce di Fonte Avella-

Cims . ANNIBALIS
MISEilRIMI . PECCATORÌS
COAGMENTATVS ET I.V LVCEM
. EDITVS. . .

POSTRIDIE KAL AVGVST


. MDCCLX . .

SOLVTVS
HIC . NOVAM . COAGMENTATIONEM
IXDISSOLVEILEM EXPECTAT
.

ORATE . VT . SIT . IN . PACE . LOCVS . EJVS

Sopra la lapide fece scolpire le in- qui osserveremo, che il lodalo Mar-
segne arcivescovili , cioè la mitra, chese Ricci, nel tom. J, p. 177
la croce a due sbarre, ed il pa- delle sue Memorie, parlando dei
storale, ed in fine un teschio tia discepoli del celebratissimo dipinto-
due ossa. Per memoria tuttora e- re Gentile da Fabriano, e del disce-
siste il sepolcro e la lapide, monu- polo Antonio di Agostino di ser Gio-
mento dell'umiltà del prelato, e vanni di Fabriano, nel descrivere
dei prodigi della provvidenza. E le di lui opere narra , che nella
256 GEN GEiV
chiesa parrocchiale Genga,
tlella no; e venne pure incaricalo di pre-
liei principale altare ha vedulo im sentare altre lettere ai sovrani che
trittico con nel inezzo la Vergine allora trovavansi a Parigi. Monsi-
in atto di porre in mano Bam- al gnor della Genga nel suo passag-
bino, che tiene in grembo, un bel gio per Imola, essendo solo, prese
frutto, ed ai lati s. Gio. Battista, seco il sullodato conte Troni, tan-
ed il Pontefice s. Clemente I, ed in to benemerito della santa Sede, che
allo il Padre Eterno glorificato lo accompagnò anche nel ritorno
dagli angeli che sono bellissimi in questo viaggio penoso alla di
putti : nel gradino dell'altare vi so- lui salute. Avea già in Parigi pre-
no dipinti dal medesimo i dodici sentate le lettere ai vari sovrani,
apostoli. che questa è una
Dice quando proveniente da Roma giun-
tavola che onora il nostro pittore se colà il cardinal Consalvi muni-
Antonio, e lo colloca fra coloro che to delle credenziali piìx ampie per
facevano ogni sforzo per ridurre i detti sovrani. Il Pontefice fu ;i

le arti a sempre maggior perfe- ciò indotto dall' indeclinabile ri-

zione. Indi soggiunge che pregevo- flesso, che tutte le corti europee
le è altresì un piccolo stendardo, avevano spedito in Parigi i primi
che Antonio parimenti dipinse per ministri di stato rispettivamente in
(|i\esta medesima chiesa, ove da carica. Tale innocente fatto cagio-
una parte è elìigiata la Vergine, nò tra il cardinale ed il prelato
e dall'altra s. Clemente I, a pie- colloqui animati, e dispiacevoli cir-
di del quale stanno genuflessi mol- costanze, per cui ne solfri mollo
ti disciplinati, quali vennero di- i la salute e 1' animo sensibilissimo
pinti dal vero. 11 medesimo scrit- e nobilissimo del della Genga. A
tore a p. 189 descrivendo le pit- consolare il quale il re Luigi XV HI
ture di Stefano Folchetli di San non ommise dimostrazioni amore-
Ginesio, dice che nella parrocchia voli, comunicategli più volte a mez-
della Genga ricorda aver veduto zo dell' arcivescovo di Reims de
una di Ini tavola, posta presso Perigord, nelle visite che gli fece
il principale ingresso della chiesa, nel collegio di Montrouge dov' era-
di cui facevano forse ancora parte si ritirato ed ivi caduto infermo.
due che rimangono nella ca-
altre, Ristabilitosi alquanto, si licenziò
nonica, dove sono figurati diversi dal re, che il trattò umanissima- •

santi, e questa ritiene per opera niente, e partì per 1' Italia pieno
non dispregevole. di tristezza. Nell'ottobre fece ritor-
Nel maggio i8i4 restituì vasi Pio no allasua abbazia di Monticel-
VII alla sua Sede, quando ferma- li, luogo dipendente dalla Genga;
tosi per molli giorni in Cesena sua qui tranquillò il di lui spirilo nella
patria, spedi un corriere a monsi- conversazione di persone che lo
gnor della Genga che trova vasi amavano, e gli erano grate. Ma Pio
all'abbazia di Monticelli. Lo chia- VII volendo premiarne le virtù,
mò a se, lo incaricò di recarsi r esemplare condotta ecclesiastica,
presso Luigi XVIII a Parigi in il felice ingegno, ed i servigi resi
qualità di nunzio straordinario, di alla santa Sede, nella famosa pro-
presentargli lettere di felicitazione mozione degli 8 marzo 18 16, in
per il di lui ristabilimento sul tro- in cui creò trentuDO cardinali, pub-
GEN GEN a57
LlicanJone ventuno, W primo di pronta della malattia gli restò sem-
questi fu AnniljnU; della Genga, di- pre nella eraaciazione e pallidezza
chiarandolo dctll'ordine de'preti, ed del nobile suo volto. Pio
VII lo
assegnandogli per titolo la chiesa chiamò in R.oma , gli conferì nel
di s. Maria in Trastevere. Recato- 1820 la cospicua carica di vicario,
si in Roma abitò il proprio pa- l'arcipretura della basilica liberia-
lazzo ove avea risieduto da prela- na, e le prefetture della residenza
to, nella via della Fontanella di de' vescovi, della congregazione del-
Borghese che conduce al Corso ed l'immunità, e dello spirituale del
alla Trinità de'Monti nome che : collegio e del seminario romano;
prende dalle fontanelle d'acqua Ver- in diversi tempi lo ascrisse alle con-
gine ch'è sul cantone del palazzo gregazioni del s. offizio, della vi-
della Genga, che il Fea nella Storia sita apostolica , della concistoriale,
delle, acque ci dice eretta da un de'vescovi e regolari, di propagan-
Pontefice , e riattivata iiltimaraen- da fide, dell'indice, e dell'esame dei
te a pnhblico vantaggio, sebbene vescovi in sacra teologia. Lo stes-
nella categoria delle semipuhbliche, so Papa lo nominò protettore del-
la cui manutenzione e restaiu'i spet- l'ordine de'benfratelli , degli scolopi,
tano a'proprietari delle fabbriche a- del collegio nazareno, dell' arcicon-
derenti, come si legge nello stesso fraternita della dottrina cristiana;
Fea. Siccome si vuole che Paolo dei conservatori! di s. Croce detto
V diroccasse parte di detto palaz- le Scalette, di s. Pasquale, e del-
zo per raddrizzare la strada, così l'Assunta; dell' ospizio ecclesiastico
probabilmente a lui si deve la fon- de' sacerdoti a Ponte Sisto, e del
tanella. Altra fonte vi è nel corti- collegio Umbro-Fuccioli. Queste pro-
le del palazzo che il cardinale re- tettorie erano inerenti alla carica
staurò, e nel pontificato abbellì. di vicario di Roma, essendo egli
Quindi Pio VII lo fece vescovo per prudenza e moderazione con-
di Senigallia, diocesi che governò trario ad esse, come lo fu anche
saviamente senza recarvisi, dappoi- nel pontificato alla erezione delle
ché caduto in grave infermità nel- lapidi in suo onore, ed all'erezio-
la città di Spoleto, ivi dopo la con- ne proprio stemma, solendo
del
valescenza si trattenne, per godere dire che le lapidi si potrebbero
del beneficio dell' aria salubre di erigere dopo morto. La sua salu-
quegli amenissimi colli. Però fece te alterata , e sempre cagionevole
rinunzia del vescovato, e Pio VII ricevette qualche vantaggio nel fre-
nel concistoro de' 6 aprile )8i8 quentare i bagni di Acqua - san-
nominò successore il cardinal Te- ta, posti fuori della porta s. Gio-
staferrala. Dappoi il cardinal della vanni.
Genga passò a soggiornare nel suo Adempì il cardinal della Genga
delizioso casino di Poreta, frazione le difficili ed importanti funzioni
della città di Spoleto, ove i più di tali cariche in modo , che ne
agiati abitanti del villaggio faceva- riscosse la comune approvazione, ed
no a gara in dimostrargli venera- il più alto e fondato concetto so-
zione ; di che il cardinale fu sen- pra i di lui lumi e servigi. Giu-
.sibile e grato ancora sul trono. seppe Capparròni avendo nel 1827
Ristabilito in salute, .sebbene l'im- pubblicalo ima Haccolia della gè-
VOL. xxviii. »7
58 GEN GEN
vavchia ecclesiastica , lialta dal che i conti della Genga derivino
p. Bonanni ,
pose in fronte al li- da quei signori che portarono il
bro i cenni biografici di Leone XII, nome di Conti), il quale facendo
dalla sua nascila fino a quel gior- per insegna un'aquila, dopo cento
no, ove tra le altre cose si legge anni coll'esaltazione di Leone XII
» che annoverata Roccacontrada de comilibus Genghae, si vide e-
col nome di Arcevia Ira le città, guale istemma essere quello del
Leone XII memore di avervi fat- Pontefice. Ecco l'epigramma.
to qualche soggiorno, si compiacque
Centuni post annos a\'ìum regi-
fondarvi una scuola di arti e me-
na, favenles
stieri, ed un istituto di carità ; in-
In Petri solio rursus celer
di somministiò ragguardevole som-
cxplicat alasy
ma per la costiuzione d' ini oia-
Onien Roma libi faustuni lac'
lorio , in memoria del prodigioso
tumque, Leonis
ristabilimento di Pio VII al posses-
Nani \'is Duodecimi loto do-
so de'suoi dominii ". Il gran Ponte-
minatitur orbe,
fice Pio VII morì a'20 agosto 82 3, 1

Relligio augescet, coeloqnc A-


e nel mese seguente a' 28 settem-
slrea relieto
bre gli successe il cardinal Anni-
Pontiftcis dexlraeadstabit, pie-
bale de'conti della Genga, tlie per
tasque sinistrae.
divozione verso s. Leone I Magno
assunse il nome di Leone XII; al- Leone XII, benché nato alla Gen-
lora si vide lo stemma della Gen- ga nel governo e diocesi di Fa-
ga, composto d'uu'aquila nera, con briano, tanto da cameriere segreto,
corona d'oro in campo celeste, so- che da nunzio, da cardinale, e da
vrastata dal triregno e dalle chia- Papa si chiamò spoletino , conie
vi : l'origine di questo gentilizio si legge nelle annuali Notizie di
stemma dei della Genga si ritiene Roma. Tuttavolta nel Supplimento
possa derivare dalle aquile clie an- delle Notizie del giorno, pubblicato
nidano nel monte Ginguno. E da in Roma a' 27 noven)bre 1823, in

notarsi che la fenice fra le fiam- apposito articolo viene descritto lo


me, che prima sovrastava lo stem- entusiasmo di Fabriano per l'esal-
mo gentilizio, Leone XII nel pon- tazione al pontificato di Leone XII,
tificato non Tusò piìi. Tra le com- la cui nobilissima famiglia è ascritta
posizioni con le quali l'Arcadia ce- sino dal XIII secolo fra i suoi più
lebrò in Roma nelle sue solenni illustri patrizi, e per essere patria
adunanze fasti del pontificato di
i della di lui madre, ed avere in gon-
di Leone XII, e che pubblicò sem- faloniere il conte Goffredo Periber-
pre con le stampe, in quelle del ti nipote del Papa. Si narrano le

1827 date alla luce coi tipi del De feste solenni perciò fatte in Fabria-
Romanis avvi il seguente epi-
,
no per celebrare un avvenimento
gramma del celebre medico Giam- tanto glorioso ed onorevole per
battista Bomba, in cui dice nelle essa, inviando in Roma la città il

note volere alludere che nel 1723 conte Girolamo Stelluti Scala, e
regnava Innocenzo XllI Conti (per Nicolò Guerrieri per felicitare in

cui il cardinal Pedicini in un ra- nome della medesima il novello


gionamento letto in Arcadia crede Pontefice; eguale tributo di vene-
GEN GEN 2^9
razione, in nome del clero fabria- ti nipoti, Gabriele e Antonio, nati
nese, eseguirono con Leone XII i in Asisi dal suo fratello conte Fi-
prelati fabrianesi Benigni e Barga- lippo, e dalla marchesa Sermatlei.
gnati. In quanto alle notizie del Il primo singolarmente fu caro al
suo pontificato, oltre quanto dicia- suo cuore, perchè fino d' allora
mo in molti luoghi del Dizionario, colla perspicacia del suo ingegno,
ne parleremo all' articolo Leone unita all'ottima indole dava di sé
XII [Pedi): solo qui ci limiteremo grandi speranze, e lo ammiriamo
a dire qualche cosa riguardante la battere gloriosamente le vestigia
sua illustre famiglia e luogo di na- del paterno suo zio, del quale co-
scita- Appena Leone XII si vide me Gra-
scrive lo spolelino Pacifico
collocato veneranda cattedra
nella nieri, può un ritratto viven-
dirsi
di s. Pietro, ordinò ad un corriere te. Conservò Leone XII sul pon-
che ne portasse in Spoleto l'an- tificio soglio sollecitudine ed af-
nimzio alla sua sorella Caterina fetto per la terra che lo vide na-
Morigalli, che teneramente amava scere, culla degli avi suoi; abbelh
per le sue eccellenti qualità, e n'e- il castello della Genga, ne benefi-
ra egualmente corri.sposto; poscia cò gli abitanti, e fece fabbricare
r elevò al grado di principessa. la strada che da Fabriano condu-
Tultavolta coi parenti fu oìtiemo- ce alla Genga, e poi a Senigallia.
do moderato, non permise che ve- Quando poi celebrò l'anno santo,
nisseio in Roma, e fu parco di be- essendo venute in Roma le confra-
neficenze; il perchè conviene anco- ternite del .ss. Rosario di Genga,
ra a lui l'elogio (atto al ven. In- e dei sacconi di Monticelli, il Pa-
nocenzo XI: Atqne illiid vere aj- pa li fece incontrare da' suoi fami-
fìrmari potest Innocentiì munificen- gliiui fuori della porta Flaminia, nel
tioin ad omnes ferme pervenisse sito detto di Papa Giulio ;
gli usò
quani ad siios. E da notarsi che ogni maniera di benigna accoglien-
Alargherita Mofìgalli di lui nipote, za , le onorò e favori in più modi,

siccome figlia della prediletta sorel- regalandole di alcuni divozionali.


la Caterina, tratta da divozione, e In quanto a Spoleto, sua patria di
dal vivo desiderio di baciare il elezione, oltre di aver aperto net
piede al Pontefice zio, che sempre pioprio palazzo i due nominati i-

l'aveva riguardata benignamente, stiluti per i giovanetti e per le


nell'anno santo si portò in Roma, donzelle, vi stabili pure la congre-
e confusa con le altre pellegrine, gazione dei liguorini, ed in altri
non conosciuta appagò le sue bra- modi la beneficò.
me, non senza versare copiose la- Nella chiesa nuova della Genga,
grime commossa di tenerezza. Di- dedicata all'Assunta, Leone XII fe-
cesi che Leone XII la riconoscesse, ce operare diversi restauri ed ab-
ma ebbe la virtù di condursi con bellimenti; gli mandò un quadro
disinvoltura, in coerenza agli eroi- rappresentante l' Assunzione della
ci sentimenti esternati da lui in B. Vergine, e s. Clemente I Papa e
riguardo a' parenti. Sotto la disci- martire, e l'altare ch'era nell'an-
plina de'religiosi gesuiti d'Orvieto, tica chiesuola de' ss. Leonardo e
Leone XII volle che fossero colti- Romualdo, posta nella via di Ro-
vati negli studi due suoi giovanet- ma detta la Longara ; la quale
26o GEN GEN
essendo diruta, il Papa la fece de- Nella montagna di Frasassi, tin le
molire, all' occasione di erigervi caverne delle quali pailammo di so-
dappresso il porto Leonino. La pra, ve ne ha una rinomata per una
chiesuola, come dicemmo al voi. piccola chiesa che vi rimane, denomi-
VI, p. SoT del Dizionario, appar- nata s. Maria di Frasassi, la quale
teneva agli eremiti camaldolesi di è assai frequentala dai popoli non
Monte Corona, che al dire del- solo convicini, ma anche lontani in
l'Alveri, Roma in ogni slato, tom. tutte le feste del mese di giugno.
II, pag. 3o2, e del Venuti, Ro- Ammirando monsignor Roberto del-
ma moderna pag. 97 r, fu uni- la Genga (che fu, come dicemmo,

ta da Innocenzo ili alla basili- governatore di varie città dello sta-


ca vaticana, indi da Gregorio XIII to pontificio) la divozione di essi,

data agli eremili che nel seco-


, e mosso a pietà de' pericoli a cui
lo decorso la fecero rinnovare con si esponevano, perchè conveniva
disegno del cav. Lodovico Gre- rampicarsi per andarvi, racconta il
gorini , del quale probabilmente p. Brandi marte a p. ic)G, che fe-
sarà l'altare trasportato alla Genga : ce fare a sue spese una via che
Ercole Orfeo da Fano nel i584 di- non fosse pericolosa, questa fu poi
pinse il quadro colla Beata Vergine resa più comoda e carrozzabile a
e detti santi titolari. Però al tempo
i spese del Annibale della
cardinal
dell'Alveri due erano gli altari: il (ienga, il dar comodo
quale per
maggiore descritto, ed altro dietro alle genti divote, che si fermano a
il coro, con un quadro rappresen- mangiare e ristorarsi nelle caver-
tante la Beata Vergine col Bambi- ne, perchè non vi è piano di sor-
no, s. Michele arcangelo, e s. Or- te alcuna , fece fare un lun-
sola, avente sotto un'orazione, e go muro co' sedili sopra il Senti no,
più a basso in lettere gotiche : e presentemente avanti la chiesa,
ALEGRITTU3 NUTT ME PINXIT A. . ed alle caverne evvi un piano con
Mccctxv. Avverte che questo qua- piccola piazza. Divenuto Pontefice
dro prima esisteva in Fabriano il cardinale, nell'imboccatura della
presso la famiglia de Santi che lo prima caverna superiormente indi-
donò ai padri camaldolesi. Final- cata, spaziosa ed a forma di un
mente dice l'Ai veri che il resto arco del tempio della pace di Ro-
della chiesa era dipinta con diver- ma, poco distante dalla memorala
si santi, aventi i loro nomi e mot- cappella fece erigere un magnifico
ti analoghi; e che in un deposito tempio di forma rotonda con cu-
di pietre colorite, con ritratto, si pola, servendosi del travertino del-
leggeva l' inscrizione in versi di la vicina montagna. L' unico altare
Leonardo Santi di Fabriano, mor- fu eretto nel mezzo, e formato in
to nel 658, mentre nel pavimen-
1 im al ciborio dai pietroni d' alaba-
to della chiesa sopra una sepoltu- stro rinvenuti nella medesima grot-
ra vedeva questa altra isci'izione
si :
ta ; ivi fu collocata una piccola sta-
D. O. M. EOMUALDUS ET tEONARDUS tua della B. Vergine in marmo, che
FR.4TRES POSTREMI EX ANTIQUA FAM. dicesi del Canova: anche questo
DE SANCTIS FABRIANI CIVES MORTIS tempio porta il titolo di s. Maria
MEMORES HOC SIRI MONUM. VIVENTES Frasassi. In memoria di che, nel-
PP. KAL. MA» MDCXXXIV. r anno quinto nel pontificato di
- -

GEN GEN 261


Leone XII, nella medaglia che sì del suo governo, le celebrò con ora-
suole coniare per la festa del prin- zione funebre nella basilica vati-

cipe degli da un lato fu


apo>5loli, cana, alla presenza del sacro colle-

espressa l'efligie del Papa, in tri- gio, e di tutti que' personaggi che
regno e piviale, nel cu ricamo scor- hanno luogo nelle cappelle ponti
gesi il suo stemma; dall'altro è iicie, nel nono giorno dell'esequie

rappresentata la cappella o tempio novendiali il dottissimo monsignor


ni discorso, con l'iscrizione intorno: Angelo Mai, al presente cardinale.
DEIPABAE DICATUM 1\ ANTRO GIIV- Umile in vita, volle esserlo nel se-
GUNi MONTis. Ne fu incisorc G. Cer- polcro, disponendo che con sempli-
hara. Per giungere al santuario, ce hipide ed iscrizione da lui me-
conviene camminare per un miglio desimo composta, fosse tumulato
e più, in mezzo alla divisa monta- in detta basilica avanti l'altare di
gna; lo spettatore resta sorpreso s. Leone I Magno: l'iscrizione è
dallo spettacolo che presenta la na- la seguente, alla quale fu aggiun-
luja, perchè mira a destra e a to quanto visse, l'epoca della mor-
sinistra un monte altissimo, e sot- te, gli anni del pontificato, e il

to IMI preciplzi(j orribile, in fondo tempo in cui ivi fu sepolto cioè


al (piale corre il Sentino. non. decemb. xMDCCCXXX.
Leone XII di vasta mente, pieno
di zelo, di energia, di equità, di spe- A P fi

rienza e cognizioni, bramoso arden- LEOKl . MAGNO . PATRONO . COELESTI


temente di fiire il bene, degnamen- ME . SVPPLEX . COMMENDANS
te sedette sulla cattedra apostolica HIC APVD SACROS EJVS CINEEES
. . . .

cinque anni, quattro mesi, e tredi- LOCVM SEPVLTVRAE ELEGI . .

ci giorni, in cui la Chiesa Io ammi- LEO XU HVMILIS CLIENS


. . ,

rò padre esemplare ed amoroso, e HAEREDVM TA>fTI KOMINIS .MINIMVS


. .

principe magnanimo e giusto. As-


salito da fiera stranguria, nel bre- Ma il regnante Pontefice Gre-
ve giro di sei morì a' io
giorni gorio XVI, riconoscendo da lui la
febbraio 1829, neh' anno sessantot- dignità carduializia, nella medesima
to di sua età, degno di tempi mi- basilica, a mezzo del valente scul-
gliori, e di più lungo pontificato: tore cav. Giuseppe Fabris, gli eres-
gli amministrò il ss. Viatico il suo se un marmoreo monumento di
parente monsignor Alberto Baibo- gratitudine, che descrivemmo al
lani d' Arezzo de' conti di Montau- volume XII, p. 3o2 del Dizionario.
to, dal Papa fatto cameriere segre- Il lodato artista, essendo vivo Leo-

to e canonico di s. Pietro, laonde ne XII, ne scolpì in marmo le sem-


ciò seguì non senza reciproca com- bianze con meravigliosa somiglian-
mozione; e l'estrema unzione mon- za, ed in pittura ebbe felice riu-
signor Giovanni Soglia allora ele- scita il che ne fece l'e-
ritratto
mosiniere ed attualmente cardina- gregio artista cav. Agostino Tofa-
le, rispondendo il Papa con edifi- nelii. Tra quelli che descrissero i
cante pietà e rassegnazione, a tut- fasti di Leone XII, nomineremo :

te le preci che la Chiesa usa nell'ara Pacifico Granieii, // sepolcro di


ministrazione di tali sagramenti. Leone XIJ. P. Sonetti, Ro- O.M
Le eminenti sue virtù ed i fasti ma 1 8 36^ tipografia Boulzaler. Con-
4

26i GEN GEi>r


tiene questo liljro oltre un'isciizione confine la strada Clementina, che
dedicatoria, sedici sonetti con note, principiando in Cancelli sormonlii
ed cenni biografici del defunto.
i e scende dolcemente il Fossato, e
Barone lienrion, Storia dei Papi termina coli' imboccar nella via Fla-
da Pietro fino a Gregorio XFI,
s. minia tra Gualdo e Sigillo. La
traduzione italiana, Torino 1840, seconda strada è quella di Gengr,
editori G. Pomba, Cassone e Mar- fatta in parte dal Pontefice a sue
xorati. La Leone XII
biografìa di spese comincia fuori della portit
:

si legge nel volume


da p. 3i 4 a
II, del borgo di Fabriano, e passando
319 inclusive. Cav. Artaud di Mon- a qualche distanza sotto Sassoferra-
tor. Storia del Pontefice Leone XII to, va ad unirsi con l'altra che
traduzione italiana del oh. cav. e da Arcevia conduce a Senigallia. E
prof. Cesare Rovida, Milano i843 rimarchevole il ponte detto di Bo-
presso Gio. Resnati, tipografia Ber- vesecco, il quale riunisce due colli
uardoni. Questa storia in tre tomi o piccole eminenze, incominciito
è del pili grande interesse, e me- con molta spesa, e terminato di
ritamente applaudita. Inoltre ab- ullimo non secondo il primitivo
biamo l'opuscolo intitolato: Tribu- disegno. Si descrivono eziandio i

ti funebri offerti alla santa ed solenni funerali celebrati dal vesco-


immortale memoria di Leone XII vo, clero, e magistrati nella catte-
P. O. M. dalla città di Fabriano. drale; non che l'esequie fatte dal-
Ivi pel Crocetti 1829. In quest'o- la collegiata di s. Nicolò; e quel-
puscolo si leggono diverse noti- le decorosamente ordinate dalla ci-
zie sulla nobile fami£;lia della vica municipalità nella chiesa di
Genga (e nelle note anche degli Maria ss. della Carità per gli esei-
uomini illustri fabrianesi, e dei cizi religiosi medesima, e ad
delia
pregi di Fabriano), e si riportano essa donata dal Papa defunto con
autenticidocumenti coi quali chia- rescritto de' 3o agosto 1824: 'n
ramente si piova, che Leone XII questi ultimi funerali venne erelt(j
si debba riconoscere per fabrianese magnifico catafalco decorato di sta
per diverse ragioni, e principal- tue. Dopo la messa pronunziò l'o-
mente per essere egli nato alla razione funebre d. Mariano Magi
Genga, castello e diocesi di Fabria- pubblico professore di eloquenza.
no, da famiglia patrizia fabrianese, Finalmente si legge nell'opuscolo,
la quale spesso abitò in Fabriano, e che non paga la città de' pietosi
che sempre fece parte di tal città; uffici prestati al Pontefice, a' 1

avendovi palazzo^ fondi rustici, e marzo i-adunò gli accademici Disu-


sepolcro gentilizio, ed essendovi na- niti a piangerne la perdita, ed a
ti e morti parecchi de' suoi indivi- cantarne le laudi con prosa e vari
dui. Quindi si narrano le benefi- componimenti poetici, nella sala
cenze fatte da Leone XII al duo- del palazzo pubblico alla presenza
mo, al collegio de' canonici, allo del vescovo.
spedale degl'infermi, ed com- al La limitata eredità di Leone XII,
mercio con la costruzione di due passò in favore del fratello conte
nuove strade; la prima detta di Ilario della Genga, e dei nipoti
Fossato, con due ponti, circa dieci conti della Genga Sermattei. H suc-
miglia da Fabriano, ove ha per cessore Pio Vili dichiarò prelato
GEN GEN 263
e canonico della patriarcale arci- domestico, e segretario della con-
basilica lateranense monsignor Ga- gregazione della visita apostolica.
briele della Geuga Sermattei, ni- Inoltre Gregorio XVI promosse
pote del defunto, confermando in monsignor Gabriele della Genga
suo cameriere segreto, e segretario Sermattei nato m Asisi, nel con-
d'ambasciata, l'altro parente mon- cistoro de' 2C) luglio i833 in ar-
signor Alberto Barbolani, il quale civescovo in partibus di Berito,
nei punto estremo amministrò allo in quello de' 23 giugno i834 in
stesso Pio Vili sagramenti della i arcivescovo di Ferrara, ed in quel-
penitenza e dell'eucaristia. A que- lo dei primo febbraio i836 in car-
sti successe nel pontificato a' i feb- dinale dell'ordine de' preti, confe-
braio i83i il cardinal d. Mauro rendogli per titolo la chiesa di s.

Cappellari, creato da Leone XII, Girolamo de'schiavoui. Per un tem-


che prese il nome di Gregorio XVI, po, come dissi all'articolo Ferrara
ed è felicemente regnante. Nel nu- [Pedi), il cardinale fece pure da
meio 37 del Diario di Roma di pro-legato di quella legazione; quin-
quell'anno si legge, che la terra di avendo rinunziato nel gennaio
della Genga bramando vivamente 1843 tale arcivescovato, il Pontefice
di essere tra le prime ammesse al- lo nominò legato apostolico di Ur-
l'onore di umiliare al di lui trono bino e Pesaro.
gì' ingenui sentimenti di sua filiale L' illustre , antica e nobilissima
soggezione, attaccamento, e dimo- famiglia della Genga imparentata
strata fedeltà, liberatasi appena dai con molte distinte famiglie di chia-
disastri della rivolta, che per bre- ra nobiltà, è continuata dalla di-
ve tempo gravemente alterò la scendenza del conte Filippo pre-
pubblica tranquillità dello stato morto Leone XII, e del-
al fratello

pontifìcio, non poteva con più ra- la marchesa Marianna Confidati


gione aflidare questo doveroso in- Sermattei, morta in Asisi sua pa-
sieme ed onorevole incarico che a tria a' 3[ marzo i84i' Il nume-
monsignor Gabriele de' conti della ro 28 del Diario di Roma di
Genga Sermattei, nipote di Leone quell'anno, ne celebra le benefi-
XII, che nato alla Genga l' avea cenze qual madre de' poveri, e mo-
resa vieppiù chiara. Indi si dice, dello di cristiane virtù al dire dell'i-
che a' 18 aprile Gregorio XVI ac- pure benemerita
stessa patria, la dice
colse con distinzione ed affabilità matrona, che sostenne con decoro
sì il rispettabile prelato, che l'omag- lo splendore delle cospicue famiglie
gio di cui era presentatore. Que- cui apparteneva sebbene ad ogni
,

sto Pontefice conservando la più incontro fu tutta sua propria l'u-


tenera riconoscenza e venerazione miltà cristiana, il perchè tra gli

per Leone XII, nutre sentimenti asisiani sarà in perenne benedizio-


di affezioneper i suoi parenti. Ap- ne la sua memoria. Questa pia
pena asceso il soglio pontificio con- dama per pochi mesi non ebbe la
fermò monsignore Alberto Barbo- consolazione religiosa di vedere la
lani in cameriere segreto e segre- sua patria onorata dalla presenza
tario d' ambasciata, e successiva- del regnante Pontefice, ed i suoi
mente lo fece altarista di s. Pie- figli in un al cardinale, che appo-
tro, abbieviatore di curia, prelato silanienlc si portò in Asisi, al fian-
364 <^EN GEN
co di Gregorio XVI ,
cioè quando stando a quello il corpo di colom-
questi nel settembre di detto an- ba, col motto: Tempora disU'ngue. la

no si recò a venerare il santuario memoria molte lodevoli ge-


delle

di s. Francesco , ciò che abbiamo sta di questo Confidato, vollero i


descritto con altre notizie su Asisi, suoi discendenti chiamarsi Confi-
all'articolo Francescani (^P^edi). La dali Dragoni.
l'amiglia Seiraattei è una delle piii Leopoldo fu viceré di >'apolij e
illustri ed antiche famiglie di A- nel 1209 venne dall' imperatore
sisi : questa nobile famiglia si estin- Ottone IV creato duca di Spoleto,
se in Lattanzio canonico della cat- conte di Acerra. Pietro Antonio
tedrale e vicario generale di più
,
conte e cavaliere, fu pretore di
vescovi di sua patria il quale pe- ,
R.avenna, e compose gli statuti di
rò chiamò con suo testamento del quella città. Nicolò famoso giure-
1682 ad erede universale colla pre- consulto, fu dichiarato da Pio IV,
rogativa di assumere lo stemma conte e suo commensale, con fa-

gentilizio , ed il cognome di sua coltà di creare dottori e notari ;

famiglia, Gabriele Confidati della governò molte città , e postillò le


medesima città, patrizio ragguar- opere di Bartolo. Lodovico fu puie
devolissimo, poiché i Confidali so- illustie giureconsulto; funse diverse

no i discendenti della illusti'e ed cariche, come di collaterale di Siena,

antichissima famiglia Dragoni, che governatore d' Imola ed uditore di


ebbe origine in Asisi nel 998 da legazione in Romagna. Evangelista
Ludolfo. La famiglia Dragoni in primo cavaliere del cingolo impe-
diverse epoche tenne il dominio di riale, fu nel i4t'0 podestà in Ma-
sua patria ; e per testimonianza di cerata, godè gran riputazione qua-
diversi storici , e di un diploma le valente giureconsulto, e Pompeo
dell'imperatore Lotario II del i i33, Compagnoni nelle sue Storie del Pi-
indizione sesta, anno \ III del suo ceno, ne fa onorata menzione. Ilde-
impero, si dice unita in parentela brando e Nicolò furono vescovi
coi duchi di Sassonia , e perciò della loro patria. Molti altri per-
collo stesso Lotaiio II. In questa sonaggi originarono da questa fa-

famiglia Dragoni fu sempre viva la miglia, da cui nacque la nobilissi-

gloria delle scienze e delle armi ma de' Boncompagni {^Vedi) , al

per gl'illustri suoi discendenti, tra quale articolo parlammo pure dei
i quali meritano special menzione Dragoni e dei Confidati. Dai Bon-
Dragone de' Dragoni primo cava- compagni di Bologna usci Gregorio
liere gerosolimitano nell'Umbria, XIII, il più luminoso suo orna-
e di questa vicario im-
provincia mento. Neil' opera intitolata Disa-
periale di Lotario II nel ii3r. mina degli scrittori e dei monu-
Confidato il secondo, che da ghi- menti risguardanii s. Bufino ve-
bellino tornò all' ubbidienza della icovo e martire di Asisi, si parla
santa Sede, e fu per essa capita- di Adriano Confidati Sermatlei pa-
pitano valorosissimo; laonde il Pon- trizio di Asisi, fratello di Alfonso
tefice mutò a lui in parte lo stem- cavaliere di Malta , dicendosi che
ma gentilizio della famiglia, lascian- Adriano nel 171 3 fu fatto vescovo
do nell'antico scudo rosso un solo ài Borgo s. Donnino traslalato ,

dei tre colli e capi di drago, inne- quindi a Viterbo , al quale da


,

GEN GEN a65


Francesco Farnese duca di Parma l'illustre stirpe dei conti della Gen-
e Piacenza fu data la villa di Cai- ga, marchesi Sermattei.
lano in feudo, col titolo di mar- GEXXADIO II, patriarca di Co-
chesato. Si fa menzione di ISicolò stantinopoli , chiamato dapprima
fratello di Adriano, che Benedetto Giorgio Scolari, di cui parlammo
XIV nel 1755 elevò alla cattedra agli articoli Cost-^xt^oioli e Fi-
vescovile di sua patria, del suo ze- renze . Fu giudice generale dei
lo e virtù, e della vita comune che greci , segretario dell' imperato-
introdusse in vari monisteri della cit- re e suo predicatore ordinario.
tà e diocesi : questi fu grandemen- Intervenne al concilio di Firen-
te caritatevole e sapiente, ed il suo ze in cui appoggiò l' luiione dei
sinodo è tuttora vigente nella dio- greci coi latini, e pronunciò arrin-
cesi di Asisi. Nell'istessa opera si ghe molto applaudite. Ritornato a
encomia Adriano Confidati Sermat- Costantinopoli nel i439, prese di
tei canonico di s. Rufino e pro- nuovo il partito degli scismatici, e
motore del di lui culto. Dal mar- scrisse contro i latini: ma poscia
chese Alfonso Confidati Sermattei, ricangiò opinione. Avendo Maomet-
degno nipote de' lodati vescovi A- to II presa la città di Costantino-
driano e JNicolò, uomo tenuto in poli nel 1453, Scolari vi fu eletto
gran non solo per
considerazione patriarca, e prese il nome di Gen-
le sue virtù, ma anche pei suoi ta- nadio. Maometto li volle dare egli
lenti nelle legali discipline, nacque stesso i' investitura al nuovo pa-
Marianna marchesa Confidati Sei- triarca, giusta r antica costuman-
nialtei, dalla quale unita in ma- za degli imperatori ; ed in appres-
trimonio col sunnominato conte so andò a visitarlo, pregandolo di
Filippo della Genga fratello di spiegargli i principali articoli della
Leone XII, nacquero seguenti figli. i religione cristiana. Il patriarca lo
1. Nicola, che ahbandouate le fece con tanta forza e solidità , che
grandezze del mondo si è ritirato Maometto 11 desiderò d'aver per
al sacro eremo di Camaldoli di iscritto il dialogo : esso ci rimase
Toscana, vestendo l'abito di que'ce- nella Biblioteca de' padri, ed è di-
nobiti, senza però emetterne i voti. viso in due parti. Gennadio non
2. Alfonso domiciliato in Spole- mancò di tentare ogni via per riu-
to, che maritato ad Angela Palen- nire il suo popolo alla comunione
ca patrizia di deltacittà, fu padre della Chiesa, e scrisse un'eccellente
di Filippo morto di due anni. apologia degli articoli contenuti nel
3. Cristoforo dimorante in Po- concilio di Firenze ; ma vedendo
re ta. che tutte le sue attenzioni erano
4. Gabriele cardinale di santa inutili alla riunione , si ritirò in
Romana Chiesa. un monistero della Macedonia, do-
5. Antonio dimorante in Asisi, po cinque anni circa di patriarcato,
che si è sposato alla nobile mar- ed ivi mori poco appresso. Molte
chesa Giulia Ricoai'di del Vernac- altre opere, oltre le due citate, si
cia di Firenze. Questo marchese hanno di questo patriarca, i.° Una
Antonio della Genga Sermattei lettera diretta a' vescovi greci in-
per convenzione di famiglia, conti- torno all'unione; 2." tre discorsi
nua degnamenle la discendenza dd- recitati nel concilio di Firenze sopra
266 GEN GEN
i modi d'olleiieie la pace; 3." un f<)ssero portate a Benevento: le

trattato della processione dello Spi- riebbe poscia a' i 3 di gennaio i497j
rito Santo contro Marco d' Efeso, e in quel giorno medesimo fu li-

eh' è rimasto imperfetto; 4-° Trat- berata da una pestilenza che vi fa-
tato della predestinazione; 5." mol- cea stragi. Le ossa e le ceneri di
li discorsi ed omelie, fra cui una s. Gennaro sono nella cattedrale,
sopra l'Eucaristia; 6." una orazio- in una magnifica cappella che ne
ne diretta alla ss. Trinità; 7.° pa- porta il nome, costruita sotto l'ai-

recchi altri trattati de' quali l' ab. tar maggiore, e in un'altra cappel-
Renaudot ci ha dato il catalogo. la delta il Tesoro (erettagli in ren-
GENi\ADIO (s.), monaco di dimento di grazie per la liberazio-
Fonlenelle. V. Vaxdregesu.o (s.). ne dalla pestilenza del iSsg), ser-
GENNARO (s.). Nato a Napoli, basi il capo ed il prodigioso sangue
secondo la più probabile opinione; del santo. Napoli sperimentò molte
era vescovo di Benevento al tem- altre volte gli elfetti nel patrocinio
po della persecuzione di Dioclezia- di questo santo, specialmente nelle
no. Inteso che Sosio diacono di eruzioni del Vesuvio del i63i,
Miseno, cui slimava ed a-
molto 1698 1707; della prima delle
e
mava, era stato imprigionato a Poz- quali celebra annualmente la ricor-
zuoio col diacono Procolo e coi danza a' 16 dicembre, come al pri-
due laici virtuosi Eutichele ed mo di maggio festeggia la trasla-
Acucio, mosso da santo zelo e da zione delle reliquie del santo da Poz-
coraggiosa carità, volle Gennaro zuolo. La di lui solennità è poi as-
andarli a visitare per recar loro segnala a' 19 settembre.
spirituali conforti. Quivi arrivalo, GENNARO(s.), martire. V. Fau-
ne fu tosto avvertilo il governato- sto (s.).

re Timoteo, che lo fece arrestare, GENNARO (s.), ordine cavallere-


e condurre a Nola , luogo di sua sco del regno delle due Sicilie.

residenza ordinaria. Pesto diacono Questo nobilissimo e cospicuo or-


del santo vescovo, e Desiderio suo dine fu istituito dal re Carlo III

Icllore essendo venuti a trovarlo, diBorbone pel suo matrimonio con


furono presi anch'essi, e secolui Maria Amalia figlia di Augusto III
tormentali. Popò dopo il governa- re di Polonia, con decreto de' 3
tore recossi a Pozzuolo, facendo luglio dell'anno 1738. Clemente
camminare innanzi il suo carro XII l'approvò con bolla, e Bene-
questi tre confessori, stretti di pe- detto XIV con la costituzione /?o-
santi catene. Giunti colà, fuHono manae Eccle<;iae, de' 3o giugno
chiusi nella prigione in cui eranvi .745, Bull Magn. t. XVIII, pag.
gli altri quattro detti di sopra, e 37, confermò l'ordine, e gli con-
il giorno appresso esposti con essi che enumera
cesse diversi privilegi,
nell'anfiteatro per essere divorati il Novaes nella vita di Benedetto
dalle fiere ; ma queste non li toc- XIV, insieme ad altre notizie su
carono. Simil prodigio fu attribui- questo ordine. Esso ha il gran
to a magia, e tutti vennero de- maestro, eh' è sempre il ve re-

capitati, correndo l' anno 3o5. La gnante , e quattro ufùziali , cioè


città di Napoli fu arricchita delle nn cancelliere, un maestro di ce-
reliquie di s. Gennaro prima che rimonie, un tesoriere, ed no se-
GEX 2b7
gretarlo. Vi sono i cavalieri di giu- ziale del nome
dello augusto fon-
stizia, e quelli di grazia : i primi datore dell'ordine il re C.rlo HI.
debbono fare le prove di nobiltà Questa collana si porta anche sen-
per quattro lati ; i secondi non za il descritto abito dell' ordine,
fanno alcuna prova, supplendovi il nelle occasioni di grandi solennità.
favore del re. La divisa giornalie- I quattro descritti uffiziali presen-

ra dell'ordine è un largo nastro tano il giuramento allorché sono


rosso di seta ondeggiato, che pen- nominali. E per dar loro un nuo-
de dalla spalla destra, e si liuni- vo segno di distinzione con de- ,

sce al fianco sinistro colle sue pun- creto dei 17 di agosto 1827 del re
te, cui sta attaccata una croce d'o- Francesco I, fu prescritto che oltre
ro smaltata di bianco, con in mez- lacroce con nastro rosso ondeggiato
zo r effìgie di s. Gennaro vescovo, pendente dal collo, debbano por-
principale patrono del regno, e con tare, n similitudine de'grandi uffi-
qualti'o gigli borbonici che escono ziali del real ordine di s. Ferdi-
dai quattro angoli interni. Una nando e del Merito, la croce in ri-
simile croce , ma alquanto piìi camo di argento attaccata alla
grande, ricamata in argento ed o- parte sinistra del petto, colla effìgie
ro si porta sulla giamberga, ossia di s. Gennaio , non già di oro
abito, alla parte sinistra del petto, ma di aigento, come il rimanente
col motto : In sanguine foedus. della detta croce. I principali ar-
L'abito di funzione dell'ordine con- ticoli degli statuti delTordine sono:
siste in un manto di amoerre por- I." difendere a qualunque costo la
porino seminato di gigli d'oio, con santa religione cattolica; ^.''
giurare
fodera di oimesino di color di fedeltà inviolabile al re gran mae-
perla, tessuto con moschette di ar- stro. l:ie\V Almana( co reale del re-
mellino, e con due lunghi cordo- gno delle due Sicilie è riportato
ni di seta ed oro per allacciarlo il novero de' cavalieri, fra'quali fi-
a'fianchi, giamberga giamberghi- ,
gurano principalmente, oltre prin- i

no e calzoni di drappo di argen- cipi reali delle due Sicilie, ed al-


to con fondo bianco, e con Ijot- tri principi reali , molti sovrani
toni d' oro; cingolo equestre del regnanti, come l'imperatore d'Au-
medesimo drappo del manto, da stria, i re dei francesi, di Baviera,
cui pende la spada ; cappello ne- di Danimarca, e di Prussia, l'im-
ro con piume ponsò; calze bian- peratore delle Piussie, i re di Sar-
che con fiori d'oro; scarpe nere, I degna, e di Sassonia granduca
, il

cavalieri professi aggiungono una di Toscana, ed ilduca di Lucca.


guarnigione d'oro alle cuciture del- GENNARO. Cardinale. Gennaro
la giamberga , ed agli orli della prete cardinale del titolo di s. Ce-
sottoveste, de'calzoni e del cappel- cilia, è annoverato tra i cardinali
lo, ed hanno le calze di color pon- del Pontefice Giovanni XllI, elet-
sò. Olire a ciò tutti i cavalieri so- to l'anno c)65.
no fregiati d' una collana d' oro, GENNARO, Cardinale. Gennaro
i cui alternativamente rap-
anelli arciprete del patriarcato latera-
presentano la mitra e la cnjce e- nense, come lo chiama il Cardel-
piscopale , emblemi del santo ve- la nelle Memorie stoncìie de' car-
scovo Gennaro, e la lettera C ini- dinali tomo parte I, pag. b
I
,
1
,
-

a68 GEN GEN


trovasi registrato tra i cardinali di nord est il principato di Massa, il

Giovanni XIII Papa del 965. distretto toscano di Pontremoli, e


GENOVA [Januen). Città con il ducato Piacenza
di Parma e ;

residenza arcivescovile negli sta- al nord Milano; al


il ducalo di

ti sardi, capoluogo della divisio- nord-ovest il Monferrato e il Pie-


ne del suo nome, nella quale so- monte, ed all'ovest toccava la por-
no sette Provincie , cioè Genova zione di questo ultimo paese, chia-
nel centro, Albenga, Bobbio, Chia- mata la contea di Nizza. Questa
Novi e Savona inol-
vari, Levante, : serenissima come repubblica risale
tre dipendono da questa divisione vedremo all'XI secolo aveva essa :

degli stati sardi le piccole isole di un territorio considerabile, ina la


Palmaria e di Gallinara presso la sua prosperità salì al suo apogeo
costa, e quella di Capraia, vicino verso il principio del secolo XIV.
alla Corsica ; la popolazione di que- Sin d'allora in preda a possenti fa-

sta divisione supera numero di il zioni diverse, fu ibrzala spesso di


seicentomila abitanti. La presente ricorrere alla protezione di diversi
divisione di Genova comprende principi sinoall'anno 1628, in cui
una grandissima parte del Geno- famoso Andrea Doria, rendendo-
il

vesato , ed alcuni territorii degli le la sua libertà, le diede quella for-

antichi slati della real casa di Sa- ma di governo, che durò sino al-
voia. comprende attualmente in
Si l'anno 179B.
questo ducato la maggior parte del Spessissime volte afflissero e di-
territorio delle Langhe, paese sub- strussero la repubblica le civili

apennino , circoscritto dai fiumi discordie, crescenti sempre più dal-


Tanaro ed Orba, e prolungato le generali fazioni dei guelli e dei
lino almare ne'dintorni di One- ghibellini, per cui furono caccia-
glia e san Remo, che racchiudeva te dalla città diverse famiglie ,

un gran numero di castelli e vil- come Dona


i e gli Spinola mol-
laggi conceduti dagl'imperatori ger- to potenti. Ad ogni tratto si crea-
manici a titolo di feudo, e dice- rono e deposero i dogi, che per
vansi però ancora Feudi imperia- lo più -furono ora gli Adorni, ora
li. In questo articolo con brevità i Fregosi gran capi di popolari fa-

compendieremo le cose principali zioni_, Guarchi ed


così Montai i i

che riguardano la città di Genova, di ; ed insieme ad ogni tratto Ge-

1(1 sua celebre repubblica, e l'o- nova perde la sua libertà, trovan-
dierno suo ducato, e veneranda se- dosi i genovesi ora per forza, ora
de arcivescovile. La celebre e po- spontaneamente sotto straniero do-
tente repubblica di Genova , che minio. Cinque volte stettero sotto il
dividevasi in riviera del Levante, dominio de' duchi di Milano, e set-
in riviera del Ponente e marche- te sotto re di Francia. Il governo
i

sato di Finale, rinchiuso in que- di Genova prima della rivoluzione


st' ultima divisione, corrispondeva del 1
797 era perfettamente aristo-
in grandissima parte all'aulica Li- cratico. Tutti i nobili che aveva-
guria, essendo concentrata in questa no compiuto i ventidue anni for-
città la potenza dello slato della mavano il consiglio grande, nel
repubblica. Essa si estendeva sul quale consisteva tutta l'autorità del
golfo del suo nome, ed aveva al goveiuo. Dal numero di questi O'
,

GEN GEN
gn'anno in dicembre si eleggevano
duecento individui, che formavano
il minor consiglio. A questi due
consigli presiedevano due collegi
formati l'uno di dodici senatori col
doge, l'altro di otto procuratori, ol-
tre a quelli che erano già slati do-
gi, i rimanevano procuratori
quali
perpetui. 11 doge durava soli due
anni, e doveva sempre abitare in
palazzo, non potendo partire senza
la licenza del governo. Ivi era as-
sistito da due senatori abitanti es-
si pure sempre in palazzo, i quali
si mutavano ogni quattro mesi. 11
nuovo doge, che si eleggeva colle
formalità stabilite, doveva essere un
nobile maggiore di cinquant'anni, e
fino dal tempo di Nicolò Doria
doge nel 1579, '^ doge aveva il
titolo di Serenissimo ed una ono-
revole guardia di alabardieri sviz-
zeri. Vi erano inoltre molti altri
magistrati minori che soprainlen-
devano ad affari ed incumbenze
particolari. V'era in Genova la
Rota civile composta di tre dotto-
ri forestieri per le cause civili ;

come pure la Pota criminale com-


posta pure di tre dottori forestieri
per le cause criminali. Del ma-
gistrato della casa di s. Giorgio
ne parleremo in seguito.
A voler qui indicare il passaggio
della dominazione che sulla repub-
blica di Genova esercitarono alcuni
principi , riporteremo la serie dei
suoi duci o dogi cui era attri-
buito il titolo di Serenità e Se-
renissimo, come dicemmo. Genova
successivamente governata in un
ai suoi dominii dai consoli, dai po-
destà, e dai capitani del popolo,
incominciò ad aver dogi con Si-
mon Boccanegra nell'anno iSSg,
al quale successero i seguenti.
270 GEN GEN
Riunitn al regno di Sarde- luti ; il tribunale di prefettura vie-
gna 1814 ne presieduto da un senatore, ed
ha sotto la sua giurisdizione sei
Genova, Genua, e ne' bassi tem- giudicature di mandamento dentro
pi Janna, secondo quelli che la la città, corrispondenti ai sei quar-
Cecero derivare da Giano, di che tieri del Molo, della Maddalena,
si ha memoria nei vezzi poetici, di Portoria, di Prè, di s. Teodoro,
frane. Genes, detta la superila per e di s. Vincenzo, ne'quali è divisa;
la l)ellezza de' suoi edifizi. Biagio tredici giudicature poi comprendon-
Ortiz nella Descrizione del viaggio si nel territorio provinciale, sulle
di Adriano VI, parlando di Geno- <piali è calcolata quella dell' isola
va, della sua origine, e dell' eti- di Capiaia. Genova è posta sulla
niologia del nome, dice aver alcu- costa del mare Mediterianeo, in
ni opinato che la parola Genova una ridente e felice situazione, fab-
deriva dalla parola latina gemi, che bricata in semicircolo a guisa di
significa ginocchio; perchè questa anfiteatro, sul pendio d'una mon-
città fìi da un fianco, cioè da tagna la quale fa parte degli A-
quella parte che guarda dirimpet- pennini, e la guarentisce dai venti
to il mare, una specie di curvità a del nord, e il cui piede si estende
guisa di ginocchio ossia figura se- quasi sino alle rive del mare. Ve-
misferica. Altri dicono che cos'i si duta dal golfo ligustico, presenta
chiama, perchè fu fondata da Ge- pei suoi alti edilìzi una bellissima
nito, e altri asseriscono che il fon- prospettiva, la quale risalta per l'a-
datore fu piuttosto Giano j altri fi- spetto arido delle montagne con-
nalmente che deriva dalla parola vicine, e pel verde smalto de' suoi
latina Janna, che significa porta, colli, ed amenità de' villaggi, come
perchè Genova è la porta d'Italia per la limpida vaghezza delle ri-
tutta, massimamente della Gallia viere, che ne allegrano le sponde
Cisal[)ina che altri dicono
togata, con deliziose ville e giardini. Dal-
volgarmente, o per dir meglio, es- la parte di terra è cinta da un
sa è la porta di tutta l'Italia su- doppio ordine di muraglie; una
periore o settentrionale, ed è una forma il circuito della città pro-
parte della Lombardia. Questa no- priamente detta, ed ha circa una
bile, antica e principale città della lega di circuito, l'altra chiamata
Liguria è situata nel centro dell'an- nuove mura, abbraccia la cima
tica regione noia col nome di Ge- della montagna, ed ha quasi quat-
novesato, ed è sede di un gover- tro leghe di circonferenza. Le di-
natore della divisione, d'un consi- verse opere di fortificazioni che
glio dell'ammiragliato, di
un tribu- furono adattate alla posizione di
nale e camera di commercio, non questa città, la rendono anche
che del senato reale o corte supe- ima piazza da guerra fortissima,
riore della divisione, il quale è di- dappoiché tra le fortezze delle
viso indue classi^ e ciascuna si com- Tenaglie, dello Sperone, de' Due
pone di un presidente, e di sei fratelli, e del Diamante, poste sui
membri. L'amministrazione è af- monti che le sovrastano al nord,
iidata ad un intendente generale e quelle di Monteralli, Richelieu,
di prima classe, che ha due sosti- s. Teda, s. Martino, e s. Giulia-
,

GEN GEN 271


no, che
difendono all'est. Il
la co della possente repubblica, i più
più basso luogo verso la foce del degni d'osservazione sono quelli di
Bisagno è da tre bastioni custodi- Doria, Durazzo, Serra, Pallavicino,
to; primo detto di Quezzi, s'in-
il Brignole, Balbi, Carega, Cambiaso,
nalza sul monte del T'enlo, il se- Fieschi, Spinola, ed altri ; il palaz-
condo di Riclielieu sul monte Ma- zo reale, quello della regina vedo-
nego, ed il terzo sta sull'altura di va di Sardegna :
1' architettura e-
.<. Tecla: i vicini monti àe Ratti sterna di essi è bella, ed il marmo
delle Fascie e di Becco sono alti bianco, lo stucco, le pitture , le
alle trincere e parapetti, costituen- scolture e le dorature gareg^iaro-
do ottimi esteriori propugnacoli. no onde decorarne l' interno, per
L'interno della città corrisponde renderli più sontuosi. Il palazzo
alla magnificenza della sua bella e Durazzo, ora appartenente al so-
magica prospettiva. Ciò nondimeno vrano, passa pel più bello di tut-
le strade in generale sono irrego- ti, e possiede delle opere insigni
lari e strette, e nella maggior di Vandick, Rubens e Paolo Ve*
parte anche ripide. Conviene però ronese, oltre un antico busto di
eccettuare la strada Nuova, la Nuo- Vitellio; esso si distingue anche per
vissima, e la Balbi, che si sussegui- la sua vasta corte, per le sue bei-
tano, e formano il più bel quar- le terrazze di marmo, come quelli
tiere della città: sono esse sufficien- di Brignole e di Doria per le lo-

temente larghe, ben lastricate di ro belle facciate. E osservabile an-


selci, e fornite di molti belli edi- che il palazzo dei marchesi Gian
fizi pubblici e particolari; la stra- Luca e Marcellinetto Diu'azzo pel
da Carlo-Felice, che si riunisce al- mirabile artifizio delle scale, e per
la strada Nuova per mezzo della altri ornamenti. Un altro palazzo,
piazza delle Fontane amorose, non quello di Andrea Doria, situato
cede in bellezza nominate. alle presso la porta di s. Tommaso, è
Adesso la strada Carlo- Alberto nuo- più degno rimarco per la su-
di
vamente aperta, co' suoi magnifici perba colonnata sormontata da una
portici, ravviva la città dalla parte terrazza, il tutto di marmo bian-
della marina. Le piazze pubbliche co, che adorna il giardino, che
non sono molte; tra esse si distin- per l'esterno dell' edifizio; l'interno
guono la piazza dell'Acqua verde, però è magnifico, e ricco di orna-
e quella del nuovo teatro Carlo- menti e di pitture: vi soggiorna-
Felice. Le abitazioni sono tutte alte rono Carlo V e Napoleone. Il pa-
da cinque a sei piani, esteriormen- lazzo Serra rinchiude uno de' più
te dipinte, coi tetti coperti di la- belli saloni del mondo : esso è or-
vagna, sopra i quali vedonsi delle nato di sedici colonne corintie scan-
terrazze: sono costrutte con solidi- nellate e dorate, e tuttociò che
tà in pietra ed in mattoni, ma non è doratura
o scultura, vedesi
l'altezza loro, e la vicinanza di in lapislazzolo dicesi che abbia ;

una all'altra danno all'interno della costato più di un milione. Il pa-


città un aspetto melanconico. Fra lazzo ducale, uno de' più grandi
gli edifìzi designati sotto il nome edifizi, è di un'architettura molto
di palazzi, che tutti insieme riuni- meno ricca che quella dei palazzi
ti ci ricordano lo splendore istori- dei nobili : la sua facciata è deco-
ir;1 GEN GEN
rata da tliie ordini di colonne di poi fido, le quali adornano la cap-
stucco, r uno dorico e 1' altro io- pella di s. Giovanni Battista patro-
nico. La
gran sala e sopra tutto no principale della città. Le sue
la sala gran consiglio, ornata
del ceneri dai prodi genovesi furono
di trentotto colonne di marmo bro- in questa chiesa trasportate dalla
catello, è ciò eh' evvi di più ma- l^alestina, e nel giorno della sua
gnifìco nel suo interno: si vedeva festa espongono alla pubblica
si

nella gradinata che introduce a venerazione, in una piccola e ric-


questo palazzo ducale, la statua in chissima urna di argento dorato,
marmo di Andrea Doria inoltre ; ornata di molte perle e pietre pre-
in esso esiste un antico rostro di ziose con piccole figurine d'oro;
nave che dicesi tolto al capita- indi con altra urna più grande di
no cartaginese Magone. Vi sono argento dorato, ricca di molte fi-
ancora molti altri palazzi, che me- gure rappresentanti la vita e la
ritano del pari una non minore dolorosa catastrofe del santo Pre-
attenzione de'preccdenti per ricchez- cursore, lavoro del i4^7 <J' s'"'*^

za di marmi, per qualità di orna- gotico, avente la foggia esteriore


menti, per preziose collezioni di d'un tempio di questo genero. Con
quadri de' più gran maestri che tale seconda cassa pifi grande, si

ornano il loro interno. portano le sacre ceneri processio-


Si contano in questa città, oltre nalmente ogni anno per voto. Qui-
la cattedrale, trenta chiese parroc- vi pur si venera il sacro disco di
chialij ed un gran numero di con- agata dove fu accolto il capo di lui ;
venti, monisteri, conservatorii ec. ed il vaso o sacro catinn di tcr-
Fra le chiese nomineremo per pri- sissimo antico vetro, cieduto negli
ma quella della ss. Annunziata, anteriori tempi di smeraldo, che
fabbricata dalla famiglia Lomellini, vuoisi dalla regina Saba donato a
capo d'opera di gusto e di elegan- Salomone, quindi servito all' ulti-

za: il suo interno è decorato di ma cena di Gesù Cristo, secondo


belle colonne d'ordine composito, la pia tradizione. Questo calino fu
di marmo bianco incrostato di ros- preso in Cesarea di Palestina, e
so in tutte le sue scannellature ; il portato in Genova nei primi del
marmo e 1 oro sono impiegati con secolo XII; dipoi nel iHog qunl
tanta profusione negli altri suoi monumento d'arte fu trasportato
ornamenti, che in generale si ac- per ordine di Napoleone a Parigi,
cusano di soverchia ricchezza. La poscia nel i8i5 restituito da Lui-
cattedrale metropolitana dedicata a gi XVI II a questa metropolitana,
s. Lorenzo martire arcidiacono del- essendosi con artificioso mirabile
la chiesa romana , fu eretta con ornamento riparata la frattura di
stile gotico a spese pubbliche nel- \ma parte di esso in modo da non
r anno C)85, e poscia consagrata nuocere alle curiose o di vote osser-
dal Pontefice Gelasio linei 1118. vazioni. Nella medesima metropoli-
Essa è rivestita di marmo nero e tana si venera ancora la croce di
bianco, tanto al di fuori, che al oro, tempestata di grandi e prezio-
di dentro; ma la sua costruzione è se gemme e pietre, nel cui mezzo
alquanto pesante ,
pregevoli però è il legno della vera croce, mo-
sono neir interno le colonne di numento insigne donato dall' impe-
GEN GEN 273
ralore Costnnlino. La cliiesa tli s. quale parlammo all'articolo Edessa
Maria di Carif;iiano, parrocchiale [T'cdi), o parleremo poi a quello
ed una delle tre collegiate della ivi citato. Si può leggere in ol-
città, della forma del tempio Va- tre sulla identicità di essa quello
ticano, che gli die 1' architetto Ales- che ne scrisse il sacerdote Giovan-

si, di bello stile e meno carica di ni Battista Semeria nella encomia-


ornamenti, è dovuta al patrizio ta Storia ecclesiastica di Genova e
genovese Sauli, un discendente del della Liguria dai tempi apostolici
quale fece poi costruire il bello e sino all'anno i838, Torino i838
meraviglioso ponte di pietra, detto dalla tipografìa Canfari, cioè a pag.
di Carignano, che unisce i due colli 332 e seg. In questa opera al ca-
Sarzano e Carignano, tra i quali pitolo IX, oltre delle abbazie più
evvi una valle profonda : questo antiche ed illustri del Genovesato
ponte consiste in una piccola, ed e della Liguria, si tratta dei pii
in tre grandi arcate, sotto le qua- stabilimenti di Genova che in com-
li veggonsi abitazioni di cinque e pendio accenneremo. Il conservato-
sei piani. Bellissima è poi 1 Acqua- rio di s. Giuseppe per l'onesto e
sola, una delle più deliziose pas- religioso collocamento delle fanciul-
seggiate sulle mura interne della le povere ed orfane, ma di civi-
città. Per formarla ebbero luogo le ebbe a suo fonda-
condizione,
dispendiosi lavori, aumento di mu- tore il gentiluomo genovese Etto-
ra, traslocazione delle antiche porte, re Vernazza morto nel i52i, isti-
ed apertura di nuove comunicazioni tutore anche di altre benefiche o-
colla città islessa. pei-e sì in Genova che altrove. 11
Fra le altre chiese , ricche di ritiro delle donne penitenti è un
architettura e di ornamenti , no- conservatorio o a
asilo destinato
mineremo la chiesa di s. Siro anti- raccogliere femmine, sieno
quelle
chissima e prepositerale, abbondan- zitelle o maritate, che datesi prima

te di fini marmi, celebre ancora a mala vita, quindi deliberarono


pel rango che tenne nelle tante di mutarla: ebbe origine alla metà
rivoluzioni politiche di Genova; la del secolo XVI, per la pietà di
chiesa di s. Ambrogio, decorata di alcune divote matrone genovesi, fra
marmi belli , di dorature alle le quali Mariola moglie di Gio.
volte, e dei dipinti di Ptubens, Battista del Negro, e JNIaria Sauli:
Guido, Poussin, e Gio. Carloni che ne fu benemerito il lodato Vernaz-
vi dipinse i bellissimi affreschi ; non za, ed altri. Il conservatorio delle
che le chiese di s. Maria delle scuo- Interiane o ritiro delle povere or-
le pie, di s. Maria della Consola- fanelle, fu eretto nel 1609 da Pao-
zione, e de' ss. Giacomo e Filippo, lo Battista Interiano. Il conservato-
decorate di statue in marmo bian- rio delle Brignoline, ossia delle fi-

co, di superbi quadri, di pitture a glie di Nostra Signora del rifugio


fresco, e di altri pregi. JNella chie- in monte Calvario, ebbe origine
sa poi di Bartolomeo, già de'ba-
s. nel i63o da Virginia Bracelli, e
siliani armeni, ed ora de' barnabiti, da Lelia Spinola di questa istitu-
:

si venera la sagra effigie del Pie- zione ne parlammo all'articolo Cal-


dentore, conosciuta meglio sotto il vario FIGLIE, monache che fiorisco-
titolo d'immagine Edesscna, della no in Pioma.
VOL. XXVllI. 18
^74 GEN GEN
I conservatorii o società delle divina parola, essendone stalo isti-

Filippine e Meclee, vantano a fonda- tutore Domenico Francesco Olivie-


tori, il primo il p. Antonio Maria ri , sacerdote genovese. In Roma
Salata, della congiegazione dell'o- Francesco Maria Imperiale- Lercnri
ra torio di Genova , che lo eresse fondò una congregazione di missio-
nel 1707; il secondo Medea Ghi- nari dopo il 1760, dotandola pure
dina ed il p. Zanoni gesuita nel di rendite, colla condizione pei'ò
1 5q4 ' l' istruzione religiosa e ci- che se in processo di tempo fosse
vile è lo scopo dei due istituti. La venuta a mancare, niOla di lui e-
congregazione degli operai evangelici redità fossero sostituiti il convitto
e quella delle madri pie ebbero a Ton- dei signori della missione di Sar-
dalore Paolo Girolamo Francesco zana da lui fondato mi.ssionari , i

Fransoni di Genova : la prima in- di Fassuolo in Genova, e le madri

cominciò nel 1751 per la istruzio- pie di s. Pier d'Arena.


ne morale degli arleflci ed altri Inoltre in Roma i genovesi han-
che solo la sera possono ad essa no la chiesa di s. Giovanni Batti-
occuparsi, e fu confermato nel 1771 sta de' genovesi, posta nel rione di
da Clemente XIV ; la seconda che Trastevere, presso quella di s. Ce-
stabilì in sanArena, sot- Pier d' cilia. Meliaduce Cicala nobile ge-
to il titolo di Nostra Signora Se- novese, essendo in Roma tesoriere

de della Sapienza ebbe principio , generale del fisco apostolico di Si-


nel 1752, con l'opera eziandio di sto VI, eresse con pia munificenza
Maria Nicoletta Gatti di Novi, per non solo questa chiesa dai fonda-
la civile e cristiana educazione delle menti nel 1481, come si legge dal-
fanciulle di ogni condizione, appro- l'iscrizione esistente nella medesi-
vala nel 1764 dall'arcivescovo Sa- ma, Ve-
e riportata da Ridolfino
poriti, Il grandioso conservatorio nuti a p. io38 di Roma moderna,
delle Fieschine riconosce per fon- ma ancora mosso a compassione
datore Domenico Fieschi , in van- della situazione de' poveri marina-
taggio delle fanciulle orfane e po- ri infermi che approdavano a Ri-
vere della città, e vi sono al pre- pagrande, di qualunque nazione
sente accolte gratis ben centollan- essi fossero , edificò contigno alla
tasei figlie: i molteplici loro lavo- medesima un ospedale, con l'en-
ri, massime nei vaghi fiori artifi- trata di scudi tremila, e venuto a
ciali, sono pure stimati dagli stra- morte ivi fu sepolto con corrispon-
nieri. Le congregazioni dei missio- dente epitaffio. Meliaduce affidò
nari urbani e de' forensi : la pri- r amministrazione dell' ospedale ai
ma fu confermata nel i653, com- prelati chierici di cantei a prò tem-

posta di preti che si dedicano alla pore. In seguito il Pontefice Giu-


predicazione e agli esercizi del mi- lio HI, vedendo che chierici di i

nistero ecclesiastico ; la seconda po- camera, occupati in affari maggio-


co diversifica dall' altra, approvata ri, non potevano interessarsi del pio

nel 1742, i sacerdoti che ne fanno luogo con quella diligenza che ri-
parte fungono l' apostolico uffizio chiedevasi, con sua bolla datum Ro-
fuori delle mura della città, sì nel- miceapud s. Petrum anno Int'arnatio-
l'arcidiocesi , che in quelle diocesi nisDominicae millesimo quingentesi-
ove sono chiamati a predicare la mo quinquagesimo tertio non.kal. ju-
,

GEN GEN 2-7


lii pnnfifìcatds mino quarto, e riflet- ce rossa, e l'iscrizione: Societas
tendo che il fondatore era genove- Geiiitcnsìuin, nonché di dotare otto
se gli tolse l'amministrazione, ed zitelle genovesi ogni anno : fin qui
presse in della chiesa di Giovan- s. il Piazza mentovato. Dipoi il Papa
ni «na confraternifa composta di Benedetto XIII con chirografo dato
tutti nazionali genovesi, la quale agli 8 marzo 1727, e diretto al
dovesse amministrare in perpetuo cardinal Giuseppe Renato Imperiali
le sue rendite, ed aver capo e su- protettore della chiesa e del pio
periore un cardinale piotettore del- luogo, riformò in parte 1'
antico
la stessa nazione, per cui Giulio III statuto della confraternita , e no-
nominò pel primo il cardinal Gio. minò una congregazione particola-
Battista Cicala del titolo di s. Cle- re composta dello stesso cardinal
mente : tale è la vera e certa ori- protettore, d'un governatore pre-
gine dell' ospedale e della con- lato d' un governatore secolare
,

fraternita. Tultavolfa riporteremo del priore, del vicario, del camer-


quanto di essa narra Carlo Bar- lengo, del segretario e di un prov-
tolomeo Piazza , come appresso. veditore, non che di dodici depu-
Sotto il pontificato di Clemente VII, tati scelti dalle persone più rispet-
nel fatale saccheggio di Roma del tabili della nazione genovese resi-
1.527, essendo stali usurpati i be- denti in Roma. A questa partico-
ni dell'ospedale, Gio. Battista Ci- lare congregazione Benedetto XIII
cala creato cardinale nel i55i da accordò tutte le facoltà di ammi-
Giulio III, in sostenimento delle ra- nistrare in pei'petuo le rendite, de-
gioni dell'avo fondatore nel prece- signando ancora il modo dell' ele-
dente pontificato di Paolo III ri- zione de' suddetti, ne' rispettivi casi
cuperò paite di detti beni, e l'affidò di vacanza.
alia cura della nazione genovese Nel secolo passalo la chiesa
con la chiesa e spedale, che per fu restaurata ed abbellita men-
l'ampliazione delle rendite in se- tr'era zelantissimo governatore se-
guito si poterono ricevere non so- colare della confraternita il mar-
lo i marinari e barcaroli, ma e- chese Piccaluga, con pitture e stuc-
ziandio i poveri infermi e pelle- chi rinnovando gli altari, e con
,

grini nazionali. Indi nel i553 vi fu suo disegno vi eresse nuova faccia-
istituita una confraternita , che ta, ed una bella cappella dedicata

il Papa Giulio III confermò sot- a s. Caterina Fieschi Adorno, con


to l'invocazione di s. Gio. Ballista, pitture ed altri ornati, sottoponen-
ed arricchita da lui e da Giego- dola al patronato della propria fa-
rio XIII d' indulgenze e piivilegi, miglia, essendone allora protettore
tra' quali quello di liberare un pri- della chiesa e spedale il cardinal
gione condannato in vita. Stabili- Gio. Battista Spinola. Il Piccaluga
rono i confrati di visitare nel gio- si prestò molto in occasione della
vedì santo Sepolcro nella cap-
il s. canonizzazione di detta santa , nel
pella Paolina del palazzo vaticano solenne trasporto del suo stendar-
processionalmente, e di vestire sac- do in questa chiesa, donde poi fu
chi bianchi, e per insegna l'efììgie trasportato alla metropolitana di
del santo paliono, con lo stemma Genova perchè Clemente XII lo
della città di Genova, cioè la cro- donò ai genovesi e nell' ottavario ,
, ,

9.76 GEN GEN


che con splendida pompa quivi si de'buoni monumenti di Roma ,
celel)iò per s. Caterina. Nell'altare che per le sue belle proporzioni ,
maggiore si vede figurato s. Gio. e per certa sveltezza di forme può
l'attista che battezza Gesù Cristo essere compagno alle corti delle
dipinto con buon gusto, ma d' in- chiese di s. Maria della Pace, di s.

certo autore. In uno de' due altari Pietro in Vincoli e di altre strut-
laterali vi è dipinto s. Giorgio, e ture degne XV, epoca
del secolo
nell'altro la INIadonna di Savona, in cui le aitiebbero un impulso
(juello di mano incognita ,
questo mercè la protezione degli amatori
(Il Giovanni Odazzi : la s. Cateri- di esse. 11 p. Annibali nella par. II,

na nella detta cappella e le pittu- lom. II, pag. 341 della Storia de-
re del soHitto sono di Odoardo gli ordini religiosi^ dice che antica-
Vannicelli ; il colorito del soffitto mente la chiesa col contiguo con-
poi deija chiesa è opera di Michel- vento era de' religiosi gesuali. La
angelo Cerruti. La cappella di s. chiesa de' genovesi possedeva mol-
Caterina Fieschi Adorno, in oggi ti fondi stabili, fra i quali i due
appartiene di giuspatronato alla feudi in Poggio e Ca-
Sabina di
nobile famiglia i'iunia di Genova. tino , quali hanno
i per confini
L' ospedale per le vicende de' tem- Poggio-Mirteto, Roccantica e Can-
pi non più esiste, e la confraterni- talupo, che furono comprati dal
ta fa udiziare la chiesa dal rettore sullodato Meliaduce Cicala per la
e cappellani , celebrandovi la festa somma di seimila seicento fiori-
del santo titolare a' 24 giugno. ni d'oro di camera , e che furo-
Diversi benefattori genovesi hanno no poi venduti dagli esecutori te-
lasciato alla confraternita vari fon- stamentari nel i483 a' i5 settem-
di per doti a povere zitelle geno- bre a Paolo Orsini senza conoscer-
vesi, ed anche oriunde di Genova si il rinvestimento del denaro. Pos-
e nate in Roma ; ciò ch'esattamente sedeva ancora la medesima chiesa
si eseguisce nella congregazione che la grandiosa tenuta denominata del
ha luogo prima della festa della Sasso, che il Papa Clemente VII
INatività di s. Gio. Eattista, con di- trasferì in proprietà all' arcispedale
stribuir doti secondo le rendite al- di s. Spirito in Sassia, la quale al
le povere zitelle suddette , munite presente si possiede dalla nobile
dei requisiti voluti dai benefattori famiglia Patrizi.
legatari. L' Amydeno, De pietale In Genova una deputazione su-
romana, parla di questo pio sta- gli studi mantiene la disciplina in
bilimento a p. 39. Il citato Carlo tutte le scuole della divisione: la
Bartolomeo Piazza nelle Opere pie città poi è onorata dalla reale u-
di Roma a p, i36 parla àaWospe- niversità posta nella strada Balbi
da le de' genovesi in Trastevere, ed che racchiude in bello edifizio, ol-
a p. 58o della confraternita di s. tre molli oggetti d'arte, il museo
Già. Battista de' genovesi in Tras- di storia naturale, il gabinetto fi-

tevere ; ne
ancora nel suo
tratta sico , una copiosa biblioteca ben
Eusevologio, tratt. II, capo XIX, e fornita anche di preziosi manoscrit-
nel tratt. Vili, capo Vili. Unito ti, e l'orto botanico. Il reale colle-
alla chiesa di s. Giovanni de' ge- gio è sotto la cura dei gesuiti, ed
novesi si ammira il chiostro, uno avvi pure altro pubblico ginnasio.

1
-
,

GEN GEN ^77


Mantiene il suo lustro l'accademia quale per soddisfare all'interesse di
di pittura, scultura, architettura ed tal denaro le assegnava l'entrate di

oinalo, eretta nel lySi ed acqui-


; varie gabelle, ed in ispecie di quel-
sta fama sempre maggiore il be- la del sale,secondo quanto fu stabili-
nemerito istituto dei sordomuti, to nel 4o8. Questi creditori veniva-
I

l'ondato nel 1801 dal zelante sco- no puntualmente soddisfatti, né mai


Jupo Assarotti, e dalla sovrana niu- da questo monte si negava la paga,
nitìcenza sommamente fiivorito, per neppure se il creditore fosse reo
cui numerosi ne sono gli allievi. di fellonia il frutto
: del denaro ivi
Grandioso è lo stabilimento cliia- collocato era poco, ma compensava
n)ato V Albergo dt poveri, asilo del- la sua sicurezza. Le ricchezze di
l' innocenza e correttivo del costu- questa casa o monte erano gran-
me, istituito alla metà del secoloXVII, dissime. Quelli che avevano la cura
e posto sul declivio d'un monte, del danaro di questa casa , dice-
con facciata magnifica e ameno via- va nsi proiettori della casa di s.
le. In esso possono abitarvi due Giorgio , avevano grandissima au-
mila individui con separati locali, torità , senza veruna dipendenza
per le donne , lauciulle di buona neppure dal consiglio. Sceglievansi
fama, vecchi, giovani, po- fanciulli Ira quelli che \i avevano interes-
veri, misere vittime tolte al liber- se, erano otto, eleggendosene quat-

tinaggio : ivi sono le officine per tro ad ogni sei mesi, e formavano
i lavori d'ambo i sessi. 11 tempio come una repubblica a parte, non
dell' ospizio de' poveri possiede uno mai alterata in tanti cambiamenti
de' capolavori della scoltura , ope- di governo della repubblica. P^.
ra di Michelangelo Buonarroti, cioè Giorgio (s.) Ordine equestre di Ge-
la Beata Veigine che tiene in seno nova. Oltre l'ospizio de'poveri, vi so-
il divin Figlio morto, stimata pro- no due grandi spedali ben dotati. L'ar-
digio dell'arte. Gli altri edifizi piìi senale in cui ammirasi la porta mag-
degni di osservazione sono, il vec- giore, rinchiude molti trofei ed armi
chio palazzo del banco di s. Gior- antiche. Fra i suoi quattro teatri si
gio , il quale banco fondato nel deve nominare soprattutto quello
1346, o meglio nel i4o8, fu di- ultimamente edificato annoverato ,

strutto nel 1798 sotto il dominio fra i più belli e magnifici d'Italia;
francese : le statue de' fondatori col suo terso marmoreo peristilio
adornano una sala della dogana ,
pare che ardisca emulare il vanto
ove già se ne conservava il teso- del teatro s. Carlo di Napoli. Tale
ro ; questo banco qualche scritto- teatro che porta il nome dell'alio
re lo chiamò eterno monumento ra regnante Carlo Felice, è opera
alla popolare saviezza de' genovesi, applauditissima dell'architetto Ba-
e celebre fu il magistrato della ca- rabino, e fu aperto nell'aprile 1828:
sa di s. Giorgio. Quest'era un ma- degli altri tre teatri, quello di s.

gistrato di grandissima riputazione Agostino è il piìi notabile. Le case


ed importanza , avendo il maneg- ed i palazzi sono in gran parte
gio del denaro di detta casa , che acqua, e perciò sono poco
forniti di
era una comunità di parecchi cre- numerose le pubbliche fontane ;

ditori della repubblica, o cittadini, vengono esse alimentate da un ac-


p foreslieri, per danaro datole, la quedotto, opera meravigliosa e di
278 GEN GEN
sommo ardire, ideata e curniiicìala della nulle del 24 al 25 «licembre
da Marino Boccanegra fra il 1278 e 1821 a tali inconvenienli si pro-
:

1293. Questo acquedotto, il quale curò possibilmente un riparo con


incomincia presso a Viganego, cor- diversi lavori. La lanterna di figu-
re sino a Genova per lo spazio di ra otlagona a due ordini fabbrica-
circa undici miglia; quivi da alcu- ta , la cui bianchezza più vivida
ni luoghi più elevati l'acqua divi- dall'oscuro colore delle terre che
desi in moltissimi tubi di piouibo le sono dietro , e il cui chiarore
di varie dimensioni, i quali giran- fisso e distinto, ad altro unito di
do per tutta la città sotto le stra- un nuovo faro che sorge all' estre-
de o aderenti ai muri, distribui- mo del molo di notte da molte
,

scono r acqua per tutte le case e miglia salutano l'afFannato naviga-


nei diversi piani delle medesime. tore, ed alla calma l'invitano eil
E degno di osservazione, nel luo- al riposo porlo. Tanto sulla
del
go di Morazzana sulla destra del , torre del molo, quanto sulla gran-
torrente Bisagno ,
quel lavoro per de lanterna è slato da iillimo po-
cui, mediante due lunghi sifoni, sto un lume di bell'artifizio a lam-
l'acqua prima scende, e poi s'in- pi ed eclissi il secondo mediante
;

nalza da una all' altra montagna : più specchi di riflessione spinge i

come pure altro simile e più gran- suoi raggi alla distanza di trenta
dioso teste costruito sulle vicinanze miglia. La darsena in uno dei lati
di Staglieno. del porto, è un luogo destinato al
Il porto di Genova uno de'mi- racconciamento ed alla costruzione
gliori del Mediterraneo, ha la fi- dei navigli dello stato. Sulla strada
gura di semicircolo del diame- lungo il mare dal lato della città
tro di circa 1800 tese; è chiu- eigesi un muro abbastanza alto che
so dal vecchio molo al sud e dal divide le case dal porto ; nella gros-
nuovo all' ovest. Due torri sono sezza di questo muro si trovò il

innalzate su questi muli, l'una è il modo di praticare una strada che


fanale , e l' altra serve alla difesa serve di passeggiata, e dove si gode
del porlo. Lo spazio compreso fra di una vista deliziosa su tutta la
questi due moli , che forma l' in- estensione del porlo. L' industria
gresso del porto, è di 35o tese; in Genova è attivissima ,
per cui
malgrado una tale larghezza, que- vi sono un gran numero di arte-
sto ingresso è difficile , dovendosi fici destri ed ingegnosissimi : le
dirigere i navigli dall' est all'ovest, principali manifatture consistono in
onde evitarne i pericoli ; il luogo stoffe, fabbriche diverse, in lavori
il più profondo è presso al nuovo di marmo, alabastro del gazzo, co*
molo, ed i vascelli di ottanta can- rallo, avorio, oro, ec. Genova fu
noni possono ancorarvisi. Questo una delle prime città commerciali
porto non è molto ben difeso dai del mondo avanti la scoperta del Ca-
venti del sud-est, del che ne som- po di Buona Speranza, e le immen-
ministrano pur troppo indubitate se ricchezze che ammassò in quel
prove le disgrazie soffertevi da di- tempo, fecero si che il traffico fosse
versi bastimenti, durante le traver- di grande importanza anche dopo,
sie prodotte dal vento di libeccio, e considerabili erano gli affari che
senza parlare della terribile marea faceva direttamente dal suo porto
GEN GEN 279
pei tutta l'Europa, le coste del- porio della Liguria. Il corameicio
l'Afriija ed il Levante. 11 Muratori marittimo si fa nella massima e-
dice che dopo il mille genovesi i stensione, dappoiché la bandiera .sar-
maggiormente si esercitarono nella da non ha di che temere, essendo
mercatura, ed anche in formare in perfetta pace colle potenze bar-
armate navali contro de* saraceni. baresche, e con tutte le altre na-
Le guerre delle crociate assai con- zioni marittime. Il porto - franco
tribuirono ad ingrandire il trafllco, stabilito in questa città nel i75i,
la marineria e la possanza di Ge- e ristabilito nel i8i5, facilita il

nova ; e giunse questa a tale gran- commercio di spedizione e di tran-


dezza da costringere i greci impe- sito, e dà luogo a grandi opera-
ratori a tenersi amica la repubblica zioni bancarie. Genova ottenne da
di Genova ,
per contrabbilanciare Corrado III re di Germania e di
le forze dei veneziani nell'Arcipela- Italia il gius della zecca nel 11 89,
go e nel Bosforo. Per tale alleanza per cui sino al secolo XVI 1 usa-
i genovesi ebbero dai Paleologo in rono i genovesi di mettere nelle
compenso l'isola di Tenedo, e per- loro monete il nome di tale re:
sino Galata uno dei sobborghi di ne parla il Muratori nelle Disser-
Costantinopoli. tazioni tom. I, p. 548, ove discor-
Divenne il granaio della Spagna, re di alcune sue monete, ciò che
del Portogallo e molte volte pu-
, pur fa il Vettori nel Fiorino cVo'
re della Francia per gli acquisti ,
ro illustrato, insieme all'intaglio
che i genovesi facevano de' grani di esse che ci dà. Ilmedesimo Mu-
in ed in Barbarla. Anche
Sicilia , ratori nel tom. II, p. ^i5, dice che
il numerario formò un ramo del la repubblica di Genova, ancorché
suo commercio in questa opulente nelle sue bandiere portasse la cro-
piazza, mentre con grande facilità ce rossa in campo di argento, pu-
ad un mite interesse, e per gran- re nel suo sigillo mostrava un gal-
dissime somme si facevano vari , lo preso pel collo da una volpe,
prestiti ai particolari, e qualche e un griffo tenendo sotto i piedi
volta anche alle corti, A questo essa volpe e gallo, leggendosi nel
diretto e loi'o naturale commercio contorno questo verso: Grijfus ut
univano i genovesi quello delle has angli, Sic hostes Janna fran-
Indie e America che facevano
dell' git. La repubblica di Genova an-
Spagna e
ne' principali porti della ticamente fu retta dai consoli, poi
del Portogallo, ove avevano case dai podestà, appresso dai capitani,
commerciali con giganteschi lucri. indi dai dogi ; in Roma avea un
Quantunque per le ultime gene- cardinale in protettore presso la
rali vicende il suo commercio sia santa Sede; lo fu il cardinale Sci-
assai meno al presente considera- pione Borghese nipote di Paolo V,
bile di quello lo fosse un tempo, ed il Parisi nel tom. I delle Istru-
è però questa città assai florida zioni a p. 246 e seg. riporta le
ancora, soprattutto dacché divenne lettere su tale protettorato scritte

l'emporio delle merci ed il centro al duce e repubbli-


cardinale dal
delle mercantili operazioni di una ca di Genova, con le risposte. La
parte degli stati sardi : Genova repubblica pretendeva il tratta-
da diversi autori è chiamata i'em* meato icgio pel dominio delia
,

28o GEN GEN


Corsica (f^edi); ed il suo scudo lamo Lagomarsini Carlo Innocen- ,

è (li argento con croce rossa, e zo Frugoni, tralasciando altri mol-


sopra ha la corona reale. Le prime ti, e specialmente i troppo recenti.
case nobili di Genova, secondo il I santi e servi di Dio liguri e ge-
libi'o intitolato Chronolisle Manuel, novesi sono s. Caterina Fieschi-A-
ed sono Doria, Fiesco,
altri autori, dorno ; il ven. Battista Vernazza;
Spinola, e Grimaldi, che insieme il b. Alessandro Sauli barnabita;
alle seguenti formano le ventolto s. Ampelio anacoreta ; s. Venerio
famiglie nobili di Genova, e sono: monaco ed eremita dell' isola Pai-
Imperiale, Pallavicino, Giustiniani, maria; il b. Leonardo da Porto-
Sarvego, Uso di Mare, Di Negro, ]Maurizio, de' minori osservanti ri-
Cibo, Centurioni, Cicala, Gentili, formati; il ven. Giovanni de Bossi
Saoli, Calvi , Lomellini, Lercari, di Voltaggio, canonico di s. ÌNIa-
De Franchi , Marini, Interiani , ria Cosmedin di Roma;
in s. Bo-
IVegroni, Promontorio, Pinelli, Cat- noso monaco ed eremita di Sestri;
tanei, Vivaldi, Grilli, Fornari. s. Vicino vescovo di Sarsina ligu-
1 principali uomini illustri di re ; s. Lrsicino ; il b. Andrea mo-
(ienova, oltre i santi, l'api, e car- naco vallombrosano ; il b. Anonimo
dinali di cui andiamo a riportare genovese dell'ordine francescano;
la serie, sono Lazzaro (lai vi, Ober- b. Baldassare Ravaschiero minori-
to Foglietta, Andrea Doria, Cri- tà; b. Baldassare da Vigone; b.
stoforo Colombo sulla cui contra- Benigno Peri eremitano di s. Ago-
stata patria va letto il Cancellie- stino ; b. 15erlengerio minorità; b.
ri, Dissertazioni epistolari biblio- Bonifacio da Riparolo; b. Bonifa-
grnfiche sopra Cristoforo Colombo, cio Fiesco arcivescovo di Raven-
ed il Codice diplomatico Colom- na; b. Caterina di Calzi da Fina-
bo-Americano, ossia laccolta dei le; b. Damiano Forcherio dome-
documenti di CristoforoColombo nicano di Finale; b. Domenico dei
e scoperta dell' America, Genova minori; b. Francesco da Novi be-
1823, dalla stamperia e fonderia nedettino ; b. Fulcone o Folchetto
Ponthenier, edizione in foglio di vescovo di Tolosa; b. Girolamo
ottanta esemplari. Il cardinal Pac- Curio domenicano ; b. Giovainii
ca nella sua Relazione del viaggio eremita Giovanni Balbi patri-
; b.
di Pio VII a
Genova, Orvieto zio genovese b. Giovanni abbate di ;

i833, a p. 85
che il Colom- dice s. Stefano di Genova b. Giovan- ;

bo era di Savona. Altri uomini il- ni Battista Tagliacarne de'minori;


lustri di Genova, sono Elio Sta- b. Guglielmo de' minori ; b. Lan-
leno, Guglielmo Embriaco, Caffaro, franchino domenicano, b. Luca
Anelalo di Negroj Simeone e Ma- eremita genovese; b. Maria Sau-
rino Boccanegra, Ambrogio Spi- li Bargagli del terz'ordiue de' ser-
nola, Jacopo Uraccelli Agostino , vili ; b. Onofrio de' minori; b. Pie-
Giustiniani vescovo, Ottaviano Fre- tro Formica generale della Mer-
goso, Ettore Vernazza, Paolo Cen- cede b. Raniero converso degli u-
;

turione, Luca Cambiaso, Bernar- miliati; b. Vincenzo domenicano


do Strozzi, detto il cappuccino di Finale; s. Ugone ed altri che
Lazzaro Tavarone Giambattista , il sacerdote Semeria registra in
Cajlone, Giovanni Gianelli, Giio- fine del capitolo VU della sua Sto-

1
GEN GEN 281
ria ecclesiastica di Genova e del- rie de'cardinali genovesi, con l'au-
la Liguria, dopo a\ itici dato le com- torità dei Cardella, Memorie stori-
pendiate nolizie de'precedeiiti san- che de' cardinali, e delle annuali
ti, beati, e servi di Dio genovesi Notizie di Roma, parlando de'Pa-
non che liguri. pi e cardinali liguri ai rispettivi
li niedesiuio nel seguente ca- luoghi, dividendo i cardinali geno-
pitolo tratta degl'istitutori di or- vesi per secoli, poniamo avanti ad
dini e congregazioni regolari di ognuno r anno di loro creazione
Genova e della Liguria , con le in cardinale, avendo i defunti tut-
loro biografie, che sono: il ven. ti la biografia nel Dizionario. Da
Alberto Spinola , sacerdote geno- questo novero si rileverà che tre
vese, restauratore de' canonici re- cardinali nati in Genova furono
golari di san JMarco di Mantova ; assunti al pontificato cioè Innocen-
il b. Battista Poggio genovese, fon- zo IV Fieschi, eletto nel 1243;
datore di una congregazione di a- Adriano V Fieschi, nipote del pre-
gostiniani ; Giovanni Agostino A- cedente, eletto nel 1276; ed Inno-
dorno genovese, fondatore de'chie- cenzo Vili Cibo, eletto nel 1484.
l'ici regolari minori; la b. Maria
Vittoria Fornari-Strata di Genova, Secolo XII.
fondatrice delle monache della ss.

Annunziata; la ven. suor Giovanna ii3o. Martino Cibo.


iMaria Battista Solimaui genovese, ii44- Guido Clemente Cibo.
fondatrice delle monache romite,
e della congregazione de' missionari Sec XIII.
di s. Gio. Battista; la ven. Ma-
ria Raggi, nata Massa, sepolta nel- i'X2'j. Sinibaldo Fieschi, poi Inno-
la chiesa di s. IMaria sopra jMiner- cenzo IV.
\a di Boma, vicino all'altare mag- 1244- Guglielmo Fieschi.
giore dalla parte del vangelo, ove 1252, Ottone Grillo.
in uu pilastro avvi analoga iscri- 1253. Ottone Fieschi, poi Adria-
zione, con il suo ritratto eseguito no V.
in busto di metallo: la di lei vita 1295. Luca Fieschi.
stampata si conserva nella libreria
della famiglia Massa alla Spezia; Secolo XIV.
ed il ven. Paolo della Croce fon-
datore della congregazione dei Pas- 1378. Bartolomeo Coturno o Cii-
sionisti. Inoltre il sacerdote Seme- curno.
ria al capitolo XI discorre della i37g. Giovanni Fieschi.
vita de' Pontefici di Genova e di i384. Lodovico Fieschi.
Liguria, cioè di s. Eutichiano, di
Innocenzo IV, Adriano V, Nicolò Secolo XV.
V, Sisto IV, Innocenzo Vili, Giu-
lio Urbano VII, e dei cardinali
li, 1402. Angelo Cibo.
di romana Chiesa genovesi
santa i4o2. Leonardo Cibo.
e liguri. Abbiamo da Antonio Mas- i43g. Giorgio Fieschi.
sabò, / Papi liguri, Roma i83o. 1476. Gio. Battista Cibo^ poi In-
JVoi limitandoci a riportare la se- nocenzo Vili.
1

282 GEN GEN


1480. Paolo Fregoso o Fulgosio. i652. Giuseppe Renato Imperiali.
1489. Nicolò Cibo i652. Gio. Girolamo Lomellmi.
1489- Pantaltione Cibo. i658. Jacopo Fransoni.
1489. Lorenzo Cibo-Man. 1664. Giulio Spinola.
1489. Antoniotto Pallavicino. 1669. Lazzaro Pallavicino.
1673. Girolamo Gastaldi.
Secolo XVI. 1681. Gio. Battista Spinola.
1686. Opizio Pallavicino.
i5o3. Nicolò Fiesclii. 1686. Marcello Durazzo.
i5o5. Carlo Dotnenico Carretto. 1686. Gio. Francesco Negroni.
i5i I. Baudinello Sauli. 1690. Lorenzo Imperiali.
i5i3. Innocenzo Cibo. 1695. Gio. Baltisla Spinola.
i5i7. Gio. Ballista Pallavicino.
1527. Girolamo Grimaldi. Secolo XVIH.
1527. Agostino Spinola.
1529. Girolamo Boria. 1706. Nicolò Grimaldi.
1539. Federico Fregoso. 1706. Lorenzo Fieschi.
i55i. Gio. Baltisla Cicala. 17 i5. Carlo Marini.
1557. Clemente E)olera. 1715. Nicolò Spinola.
i565. Benedetto Loraellini. 1719. Giorgio Spinola.
i565, Simone Pasqua Negri o de 1726. Nicolò Maria Lercari.
Negris. 1730. Girolamo Grimaldi.
1570. Arcangelo Bianchi. 1731. Sinibaldo Boria.
1570. Vincenzo Giustiniani. 1733. Gio. Battista Spinola.
i583. Filippo Spinola. 1743. Giorgio Bòria.
i585. Domenico Ginelli. I 753. Cosimo Imperiali.
i586. Benedetto Giustiniani. 1759. Girolatno Spinola.
1587. Anton Maria Sauli. 1766. Nicolò Serra.
1599. Paolo Emilio Zacchia. 1766. Lazzaro Opizio Pallavicino.
1785. Giuseppe Boria Pamphily.
Secolo XVII. I 785. Antonio Boria Pamphily.

i6o4- Giovanni di Giannetlino Do- Secolo XIX.

1606. Orazio Spinola. 1817. Agostino Rivarola.


1 61 . Jacopo Serra. 1826. Giacomo Filippo Fransoni.
161 1. Domenico Rivarola. i83i. Luigi Lambruschini.
1616. Ottavio Belmosto. i83i Ugo Pietro Spinola.
1621. Agostino Spinola. i83i Alessandro Giustiniani.
1626. Laudivi© Zacchia. 1834 Giacomo Luigi Brignole.
1626. Gio. Antonio Spinola. i838 Adriano Fieschi.
i633. Stefano Burazzo.
i64i. Ottaviano Raggi. Sebbene il morbo indiano tre

1643. Girolamo Grimaldi. volte piombò a desolare questa il-

1643. Gio. Stefano Bonghi. lustre città, e perciò la statistica

1645. Orazio Giustiniani. della sua popolazione avesse dovu-


1647. Lorenzo Raggi. to sensibilmente menomare, com-
GEN GEN ^.S3

presala guarnigione conta circa cen- tuoso e di s. Agata che ne dipen-


to quindicin)ila abitanti dentro le dono. La seconda comune si chia-
nuove mura, come da recente sta- ma Albaro, o s. Francesco di Ai-
tistica ufFiziale, pieni d' industria, baro, di aspetto sommamente dilet-
giacché ha contraddistinto
il traffico tevole, buoni suoi edifizi
e tra i

in ogni tempo, e renduto opulen- evvi il convento de' minori conven-


ti i genovesi, non che di avvedu- tuali, e il monistero delle Clarisse,

tezza, ed affezione al loro paese, e Ne ampliano l'area ti'e piacevoli i

respirano un saluberrimo clima : sobborghi di Pilla. Boccadasse, e


non molti parlano il puro linguag- Foce, COSI detta perchè serve di
gio italiano, essendo il comune un sbocco al Bisagno per entrare nel
dialetto vernacolo. Nel lungo e di- Mediterraneo, giunge a poca di-
sastroso assedio del 1 800, per la stanza da Genova, ed ivi è situato
grave mortalità sofferta, vi peri più r ampio e ben costruito Lazzaret-
di un terzo di sua popolazione. La to: vi sono comodi e spaziosi can-
campagna all'intorno di Genova è tieri per la costruzione del copio-
sparsa di villaggi, palazzi, alcuni so navilio. Stslri Ponente, Sextiim^
dei quali già nominati, e luoghi di poi è un considerevole borgo da
delizia sontuosi e magnifici. Sono deliziose ville e giardini in ogni
però sopra gli altri osservabili, il parte abbellito: ha due parrocchie,
palazzo Marcellino Durazzo a Cor- i minori conventuali, gli agostinia-
nigliano; quelli delle famiglie Im- ni scalzi, e la giudicatura del man-
periali, Spinola, Doria, Grimaldi, damento. Pe^U è un nitro borgo
e Pallavicino, nelT ameno soggiorno rinomalo per le delizie ond' è ri-
di s. Pier d' Arena, il quale è un pieno, ove sono le splendide e ma-
vasto e cospicuo borgo, in cui il gnifiche ville Loinellina, Doria, e
doge Cambiaso vi costruì il gran- Grimalda. La chiesa matrice ha il
dioso stradone detto di Poloevera, pieposito, e vi sono minori os- i

ed assai beilo è il ponte con che servanti. Poltri è un notevole bor-


si trapassa quel fiume nel discen- gOj con giudicatura di mandamen-
dere gli Apennini. In s. Pier d'A- to, la bella villa Brignole, due chie-
rena oltre la chiesa preposi totale se con titolo d' arciprete e piepo-
di s. Martino, vi è una casa di sito, i carmelitani scalzi ed i cap-
maestre pie, ed altri stabilimenti. puccini: sono vicini gli utili e fre-
\anno rammentati i palazzi di Bri- quentati bagni d' Aquasanta. Nervi
gnole, Saluzzo, e Giustiniani in Ai- è un grazioso borgo in riva al ma-
baro, e di Spinola a Sestri. re con giudicatura. Becco è altro
Albaro è una ridente collina che borgo prossimo alla marina, con
abbellisce l'esterno lato orientale di giudicatura. un borgo
Caniogli è
Genova, sparsa di deliziose ville, e di situato alle falde del monte di Poli-
ameni giardini due popolose comuni
; ta: l'ampliazione del molo appre-
vi si comprendono, la prima di s. sta al suo comodo porto sicurezza
Martino di Albaro, decorata di maggiore: la pi-incipale chiesa è
arcipretura e dell'ordinaria giudi- arcipretura. Questi sono i dintor-
catura del mandamento, releganti ni Genova. Da Genova sino
di
palazzi intermedi la pongono a con- a in
Sestri, una distanza di sei
tatto coi due sobborghi di s. Frut- miglia si vede una continuaziu-
,
!ì84 GEN GEN
ne non inlerrotla di simili case di la Liguria, come si è detto, dal fiu-
delizie. me Varo sino alla Magra, avanzan-
Il regnanle Carlo Alberto re di dosi oltre alle Alpi sino al Po,
Sardegna ha conferito il titolo di onde si divideva in Liguria medi-
duca di Genova al suo leale secon- terranea e marittima , includendo
dogenito, il principe Ferdinando (fuellauna parte del Milanese, il
Maria. Tra gli scrittori dello stato Piemonte e il Monferrato, e questa
di Genova nomineremo Pietro
, ciò che è presentemente lo stato
J3izzari Annales senatus populi-
, di Genova, e secondo alcuni anco-
que geuuensis, Antuerpiae 1579. ra la contea di Nizza. Il golfo di
Histoire de la n'puhlique de Ge- Genova, Liguslicus sinus, o Ulare
nes di'puis V aii 5(S4 àc la fonda- Liguslicum, considerabile interna-
tioiide Rome jiisqii à preseiit, mento ilei Mediterraneo, sulle co-
Ainslerdam 1697. Calfari eiusque ste della penisola italiana ; bagna
conlinuatorum, Annales genuenses le divisioni sarde di Genova e di
ah anno 101 ad anno 1293, nel
i Nizza, il ducato di Massa, il di-
toin. VI Scriptorutn rerum itali- stretto toscano di Pietra Santa, ed
Caiani del Muratori. Georgii Stel- il ducato di Lucca. Tra le isole

lae j zinna les genuenses , ivi nel che rinchiutle, vi sono le nomina-
Ioni. XVII. Uberto Foglietta, Hi- te Palmaria e Galiuara. La Ligu-
storiae genuensis, Genuae i583. ria fu abitata dai liguri, popoli an-
Hepnhblica di Genova, l^ione iSj!^, tichissimi tra i celti scesi dalle Gal-
Giacomo Annales ge-
lìonfadio , lie,che romani sottomisero, e
i

nuenses ab anno i5iS ad anno M. Lmilio Scauro pienamente sog-


i55o, Papiae 1686. Agostino Giu- gettò. Ribellatisi i ligiui dopo la
stiniani, Annali della repubblica di prima guerra punica, rimasero do-
Genova, Genova. iS^j. Paolo In- po lunga difesa vinti da Fulvio
teiiano, Ristretto delle istorie geno- comandante de' romani, e da un al-
vesi, Lucca i55r. Saggi cronologici tro Fulvio, pure romano, fu loro
ossia Genova nelle sue antichità tolta ogni specie d'armi. Senza vo-
ricercata, Genova 743 dalle stam-
1 lere qui tessere i fasti e la crono-
pe di Paolo Scionico. Carlo Vare- logia isterica di quest' antichissima
se, Storia della repubblica di Ge- città, ci limiteremo a narrare con
nova dalla sua origine sino al Tito Livio, che fino dall'anno 2o5
i8l4j Genova i835, presso Yves avanti l'era volgare, nel decimo-
Gravier. Marchese Girolamo Serra, quarto anno della seconda guerra
Storia dell'amica Liguria e di Ge- punica, fu interamente rovinata da
nova, Torino pel Pomba i838, e Magone fratello di Aimibale, allor-
Capolago i835. Giun. Carbone, ché con una flotta movendo a' dan-
Compendio di storia ligure, Ge- ni di Roma, fece in Italia la sua
nova 1837. E l'opera classica ^Hi- prima stazione presso la città di
storiae patriae monumenta edita Giano, che così allora chiamavasi:
j'iissu regis Caroli Alberti, Augu- laonde se ne impadronì per sor-
stae Taurinorum i836 e regio Ty- presa, e la distrusse; ma poi venne
pograplieo. tale anuniraglio frenato uell' Insu-

L' origine di Genova risale ad bria da Quintilio Varo, ed obbli-


un epoca assai riuiota: slendevasi galo fu quindi ad accorrere in a-
GEN GEN aSf;

luto della patria Cartagine da Sci- ro uccisione. R.innovò Costantino


pione minacciata. Spurio Lucrezio il Grande l'ordine di Diocleziano,
ricostrusse questa città, e d'allora che la Liguria fosse la nona pro-
in poi restò costantemente unita vincia consolare, ed allora esercita-
coi romani, i quali ne fecero una rono qualche giurisdizione i roma-
delle loro città municipali, e perciò ni sui liguri. Dopo la caduta del-
soggiacque con quelli a tutte le l' impero occidentale Genova fu
\icende dell'impero, sino alla de- soggetta ai goti, ai quali poscia la
cadenza di esso, in cui soffri la tolse Belisario, che la sottopose
sorte di tutte le romane provincie, agl'imperatori greci d'Oriente. Al
e le barbariche irruzioni. I popoli tempo di s. Gregorio!, eletto Pa-
della Liguria marittima poi, espu- pa nel 590, la santa Sede posse-
gnali per la piima volta da Otta- deva diversi pingui patrimoni fia ,

viano, divennero alleati de' romani: i quali la Liguria, e le Alpi Co-


non cangiarono sorte i liguri sotto zie (Vedi), a ciascuno de' quali da-
Tiberio, Claudio, e Calligola ; Ne- va un distinto amministratore col
rone concesse ai popoli delle Alpi nome di difensore o lettore, che
marittime gli antichi privilegi, ri- soleva essere uno de' primari chie-
guardando alleata non suddita la rici della Chiesa romana: le Alpi
nazione ligure. Nella guerra civile Cozie tra le altre città, conteneva-
tra Ottone e \itellio, i loro ade- no Genova e Savona. Nell'anno
renti combatterono molto nella Li- GrJio circa Genova fu piesa dai lon-
guria, che Vespasiano e Domizia- gobardi, e da Rotarlo loro re fu
no lasciarono in pace, mentre bene- abbandonata alla strage ed al sac-
fico ne fu Traiano. Sotto Lucio cheggio : i longobardi diedero al
Vero, Marco Aurelio, e Antonino paese il titolo di marchesato, tro-
Pio, molti liguri colsero la palma del vandosi nel medesimo secolo ^11,
martirio. Avendo Ottaviano divisa Marco Cibo fatto governatore del-
l'Italia in undici regioni, essendo- la Liguria dal re Rotario, col tito-

ne la nona questa della Liguria, lo di marchese. Aiiperto 11 re dei


Diocleziano nell'introdurre una nuo- longobardi nell'anno 707 restituì

va divisione, la Liguria divenne al Pontefice Giovanni VII le Alpi


una provincia consolare, e i suoi Cozie ch'erano state tolte alla santa
confini che nella descrizione di Au- Sede ; ciò che confermò Luitpran-
gusto terminavano al Po da una do al Papa s. Gregorio 11, sotto
parte, e al mar ligustico dall'al- del quale incominciò il dominio
tra, si estesero da Diocleziano fino temporale della Chiesa romana,
alle Alpi Cozie e all'Adda. Rin- verso Tanno 730.
novaronsi in questo secondo ripar- 778 da Carlo
Distrutto l'anno
to i nomi di Liguria piana, e di Magno regno de' longobardi, ed
il

alpestre o marittima, già usali a- imprigionato Desideiio loro ultimo


vanti l'unione: Milano appartenne re, Carlo Magno con regia muni-

alla prima, Genova alla seconda. ficenza fece ritornare Genova a vi-

Non ostante questa divisione, la ta, e la diede a governare ad un


Liguria marittima non ebbe sotto conte. Carlo Magno donò al Papa
di lui proconsoli,, o prefetti che in- Adriano I V isola di Corsica, ciò
dagassero i cristiani, o ne facesse- che confermò l' imperatore Lodo-
a86 GEN GEN
vico I «uo figlio, che anzi donò a questa tornò la Liguria all'impero,
S. Piisqiiale I la Sicilia e la Sar- che nel secolo Xll la die in go-
«legna. Uno dei conti di Genova, verno ad Obizzo d' Este, intitolato
altri dicono Adimuri o Ademaro più- esso marchese di Genova, nel
ammiraglio genovese, liberò nel- qual tempo era entrata ancor la
r 806 circa r isola di Corsica dai Riviera nel patrimonio della città,
saraceni, die la infestavano gran- la quale nel 162 ebbe da Fede-
i

demente: da quest'epoca incomin- rico I imperatore in feudo tutta la


ciano le conquiste dei genovesi sul- spiaggia marittima da Monaco sino
la Corsica, che con le analoghe vi- a Porto-Venere, avendogli prima
cende dicemmo a quell'articolo. Di- giurata fedeltà, e promessa di man-
poi saraceni o mori africani, per
i dar poderosa armata di mare con-
vendicarsi de' genovesi narra il , ti'o Guglielmo re di Sicilia. 11 prin-

Rinaldi all'anno pSfi, che con po- cipio però della repubblica di Ge-
derosa armata entrati all' improv- nova si può, come indicammo, fissa-
viso nella città, tagliarono a pezzi re all'anno 900, in cui i genovesi
lutti uomini che poterono ave-
gli otiennero facoltà dagli imperatori di
re nelle mani, saccheggiarono ogni creare i propri magistrati, e di as-
hiogo non rispai-miando le chiese, soldare e spedire le loro armate.
e con questi teson, donne e fan- Divenuta Genova nel secolo XI
ciidli che fecero schiavi, se ne tor- capitale della Liguria, e possente
narono colle loro navi in Africa ; per la sua marina, e per l'esteso
ma insegniti dall'armata genovese, e florido commercio , i genovesi
i saraceni furono vinti, e rendere discacciarono i conti dalla città, e
dovettero i piigionieri, l'immenso proclamando la propria indipen-
hotlino, e tutta l'altra preda. La denza, dierono più consistenza e
«:ittà aveva preso forma di repub- forma alla loro repubblica. A quel-
blicasino dall'anno 900. Kmerse l'epoca i genovesi di concerto coi
pur Genova da tanta rovina, e la pisani, conquistarono la Sardegna
rinascente città rivolse alla naviga- {^Fedì)y sui moli saraceni; ma que-
zione ed commercio le indu-
al ste due repubbliche dopo aver pu-
striose sue cure. Anche gl'inipera- gnato alleate contro tali infedeli
tori tedeschi vi preposero a go- con glorioso successo, vennero in
vernarla un conte, e così nel se- guerra tra di loro per le preten-
colo X
ne fu governatore Azzo II sioni sulle fatte conquiste; e le

o UT, antenato della contessa Ma- prime vittorie furono de' pisani ,

tilde, inaiohese di Milano e di Ge- impadronitisi nella Sardegna dei


nova, col qual titolo si governò possedimenti genovesi. Li battero-
pure dal figliuolo Sisifrido II, e no ancora vicino a Genova nel
dal nipote Ugone II raorlo nel 1079 coir incendio di Rapallo, e
1014. Questi personaggi, più che colia sconfìtta della loro armata.
in semplice governo, tenevano la Indi tornati in lega, andarono si-

Liguria come feudo, paese consi- milmente con felice esito contro i
medesimo secolo
derabile che nel saraceni dell'Africa. Fra i molti po-
XI avea Genova per capitale. An- poli che sotto il vessillo della croce
che Matilde nipote cugina d' Ugo- partirono dall'Europa sulla fine del
ne ebbe un tal dominio. Morta secolo XI a guerreggiare in Asia,
GEN 287
pei liberare i santi Inogbi di Pa- baste o Samaria, quando sotto l'im-
lestina dal giogo de' saraceni, la pero di Giuliano Apostata sagri- I

nazione genovese ancora fece ri- legamenfe fui-ono bruciate. Alcuni


splendei'e il proprio nome, segnalò monaci di Gerusalemme le raccol-

il suo valore, procurò grandi acqui- sero, e le portarono al loro archi-


sti alla patria , ed illustri trionfi mandrita Filippo, che poi ne fece
alla comune sagra impiesa. Ad on- dono a s. Atanasio vescovo di A-
ta degli sforzi de'turchi, e dell' in- lessandria, il quale le ripose nella
sidiosa politica degl'imperatori gre- sagrestia di sua chiesa, donde poi
ci , il vessillo della repubblica fu furono trasferite a Mira metropoli
uno de' diecinove che sventolarono di Licia.
sopra le torri di Nicea, dappoiché Nel 1099 i crocesignati istigati

diecinove furono le nazioni che principalmente dall'intrepido Tan-


formarono l'accampamento immen- credi si avvicinarono a Gerusalem-
so che strinse di assedio Nicea ca- me, donde fijrono respinti dal po-
pitale della Natòlia. Più illustri e tente nemico, potevano che non
rilevanti poi sono i servigi, che superare per penuria di munizioni
prestarono i genovesi al campo dei da guerra e da bocca: in questo
crociati sotto Antiochia , che inu- desolatissimo stato i crociati furo-
tilmente da nove mesi assediavano, no consolati dall'arrivo de' geno-
per cui penuriavano di piovvisioni vesi nel porto di Giaffa l' antica
da bocca e da guerra, quando op- Joppe, comandati dal celebre con-
portunamente giunsero le navi li- sole Guglielmo Embriaco. Ma ap-
guri caiiche di abbondanti soccor- pena egli fu in porto si vide assa-
si dell'uno e dell'altro genere. Rin- lito dai legni dei potenti egiziani,
forzali perciò gli assedianti, entra- onde risolvette di sbarcare le ar-
rono con Boemondo in Antiochia, mi, le macchine da assedio, e le
e riconosciuto questi per sovrano, provvigioni per portarle spedita-
premiò i genovesi con privilegi e mente ai crociati, abbandonando le
giurisdizioni nella città stessa. Quin- vuote galere. Erano dieci giorni
di la flotta ligure mosse veiso Ge- che i crociati non cuocevano pa-
nova per riattarsi, e di nuove mac- ne ,
può quindi immaginarsi di
chine e di fresca gente munirsi ;
quale conforto riuscissero le ab-
ed approdando al posto di Patera bondanti vettovaglie, e le macchi-
dappresso a Stamira o Mirrea o ne liguri, olire quelle dai genove-
Mira di Licia nell'Asia minore, si ivi fabbricale, di che il Tasso
tolsero le venerande ceneri di s. fece argomento di canto. L'annali-
Gio. Battista dall' urna dell' altare sta Giustiniani riporta l' analoga
maggiore d' una chiesa con conti- narrazione di Guglielmo vescovo
guo monistero posto fuori della di Tiro, il quale tra le altv^e cose
città nel J097, ad onti> della op- in onore de' genovesi e del valo-
posizione de' monaci, di ciò dolen- roso loro capitano, dice che Geru-
tissimi, e con gran giubilo le por- salemme fu presa nel luglio 1099,
tarono nella città di Genova. È « e perchè le opere e la virtù dei ge-
da avvertirsi che le ossa del santo » novesi in questa presa furono tali,
Precursore con i-eligioso culto ri- M ninno si deve meravigliare rheab-
|)osaroDo sino all'anno 362 in Se- » biano otlenulo bellissimi privile-
288 GEN GEN
M gì ". E quesli cliiaramenle si ri- Perseverò il monumento sino ad
levano dall' ampia caria di con- Almeiico o Amauri I, che divenne
cessione che fece Baldovino I re re di Gerusalemme nel 116?-, il
di Gerusalemme, successore e fra- quale oltre molle molestie che ar-
tello di Goflredo, espressa in qne- recò ai genovesi, quasi invidioso di
sti Adi 28 di aprile,
termini. » loro gloria, fece scancellare Tiscri-
» governante la Chiesa gerosolimi- zione. Lamentatisi di ciò i genovesi
'j tana Daiberto patriaica (vescovo con Alessandro ili ed Libano HI,
« di l*isa ); conciossiachè i geno- essi scrissero al re ed al patriarca,
> vesi virilmente si portarono al- e di più al gran maestro del tem-
' l'acquisto di Gerusalemme, di pio, perchè i genovesi fossero rein-
» Anliocliia, di Laodicea, e di Tor- tegrali nell'onorevole iscrizione. Il

» tosa; Solino (porlo di Antiochia), Kinaldi 1102, num. i3,


all'anno
'» Gibelletlo e Accarona da sé oc- nel narrare le imprese de" crociali,
» cuparono, aggiunsero al regno dice che i genovesi prestarono aiu-
gerosolimitano (Cesarea ed Assur; to a prendere Anlipalra e Cesa-
> per tutto e sempre tale opera e rea marittima, dove i genovesi fe-
braccio prestarono a Cristo Si- cero acquisto d'un prezioso vaso
gnore e alla cristiana repubbli- di smeraldo, foise il sacro Catino
ca, che niun popolo mai ne pre- summentovato. Indi parla delle ce-
stò l'eguale. A questa pertanto neri di s. Gio. Battista illustrate
s"i gloriosa e magnanima gente da Dio con segnalati miracoli, per
Baldovino re invittissimo dà e cui i Papi concessero moltissime
confi'ima un quartiere in Geru- indulgenze alla cattedrale di Ge-
salemn)e, un altro in Giaffa, il nova ove sono collocate, e l'ufti-
terzo delle città di Cesarea, di cio anniversario della traslazione
Accarona e di Assur, e libera- da Mira. Altri scrissero che il sa-
mente concede la terra di Gi- cro Catino fu dato in premio ai
bello. Data nella santa città; ra- genovesi ; ma essi l'ottennero nel
» tificata il dì settimo avanti le 1147 da Alfonso Vili re di Ca-
»> calendc di giugno (iioo)". In sliglia per la conquista della città
altra concessione dt^l re Baldovino, di Almeria nel regno di Granata,
dell'anno 1109 si legge. » jN'è voi falla da essi in suo favore sopra
« (genovesi), uè i savonesi, né quei dei saraceni. Si dice ancora che i

» di Noli, né gli albiganesi genovesi in tredici anni mandarono


» non pagherete diritti in alcuna sette volle l' armata nella Palesti-
>» terra eh' io ho, o sono per a- na, e che oltre ai luoghi nomina-
» vere ". Baldovino I e il patriar- ti, concorsero a prendere Acri, Tri-
ca a perpetua ricordanza de' ser- poli,Bayrul, Zatlo ed Ascalona; e
vigi impresa dal-
prestali alla sacra che Baldovino l nella contrada che
la ligure nazione, vollero che fos- loro concesse in Gerusalemme, gli
se posta la seguente iscrizione sul- abilitò a govei'narsi colle proprie
l'arco dell'altare del santo sepolcro, leggi, e con assoluto dominio. E
in caratteri d' oro : qui noteremo che in altre spedi-
zioni di Terra-Santa , i genovesi
PRAEPOTEXS GENUF.XSIUVI PRAESIDIUM. soggiogarono Gaffa o Teodosia nel
Chersoneso Taurico, Metelino, e

i
,

GEN GEN 289


Scio, signoreggiando pure in Pera. ferro ; forse molti di essi erano
Così i genovesi dominando nel mar estranei assoldati con la speranza
Nero, e ne' suoi porti principali ,
del bottino. Dopo il concilio ge-
fondata una colonia in Gaffa nella nerale Lateranense I si riaccese la
Crimea, divennero possessori nel- guerra con varia fortuna in Cor-
l'Europa e nell'Asia d' importanti sica,in Provenza, e nel mare di
stabilimenti, che riuscirono vantag- Sicilia, restando superiori i geno-
giosi al loro traffico. In processo vesi in modo che si racconta aver
di tempo , Genova
una acquistò essi nel 1128 assediato Pisa, e so-
gran porzione della riviera di Po- lo essersi ritirati dopo la strana
nente, forzando Albenga Savona , condizione che tutte le case si do-
Ventimiglia, ed altri luoghi vicini vessero diroccare sino al primo so-
a sottoporsi al suo dominio. In- laio. Nel II 33 Innocenzo II dopo
tanto Genova e Pisa di nuovo si avere coronato Lotario II, da lui,
ruppero guerra per le pretensioni dai pisani, e dai genovesi fu aiu-
de' pisani sulla Corsica, e per la tato contro le fazioni che agitava-
dipendenza de' vescovi della mede- no Roma, e contro Ruggiero re di
sima isola, che i pisani voleano su- Sicilia per cui venne sottomessa
,

bordinati al loro arcivescovo di Pi- Civitavecchia, la torre detta Pul-


sa, e che da lui si dovessero con- verea, e la Marmorata, secondo il
sagrare; ma la vittoria fu de' ge- Rinaldi all'anno ii33, num. i. In-
novesi, i quali nel i 1 18 occupa- nocenzo II pacificò i pisani coi ge-
rono Piombino, e nel ii25 strin- novesi, servendosi di s. Bernardo
sero Pisa sì fortemente, che i cit- suo antico maestro per questa con-
tadini furono costretti ad abbatte- cordia, il quale restò tanto con-
re le loro case sino alle prime a- tento de' genovesi che gli scrisse
bitazioni. Nel detto anno 1118 il in questi termini. " Non mi scor-
Pontefice Gelasio II, fuggendo le » derò mai di voi, popolo di voto,
persecuzioni di Enrico V, si portò " gente onorata, e città illustre".
in Genova, donde passò in Fran- San Bernardo scrisse in termini
cia : ma siccome avea dichiarato onorevoli anche ai pisani , i quali
Pisa metropoli e suoi suffraganei i co' genovesi espugnarono colle lo-
vescovi di Corsica , la quale iso- ro flotte a favore del Papa Civi-
la era dominio de' genovesi, questi tavecchia. Avendo poi il re Rug-
si armarono contro i pisani. Da giero mandato ambasciatori e ric-
principio furono sconfitti a Porto chi doni alla religiosa repubblica
Venere, poscia occuparono Bocca di Genova nel i 1 35, il Rinaldi di-
d'Arno, atterrarono le torri di Li- ce che s. Bernardo esortò i ge-
vorno, e su pel fiume salendo coi novesi a guardarsi da quel princi-
legni leggieri, con le forze di terra pe scismatico, perchè seguace del-
manomisero la fertile pianura che l'antipapa Anacleto II, che gli avea
divide l'Arno dal Serchio. L'ar- dato il titolo regio.
mata de' genovesi era di ottanta Nel I i59 fu eletto Pontefice
galere, di quattro gran navi, di Alessandro III, mentre l'imperato-
sessanta navi li minori, e di venti- re Federico I provocò l'intrusione
duemila combattenti, cinquemila dei di Vittore IV antipapa. Ad evita-
quali portavano elmi e loriche di re le vessazioni dell'imperatore,
voL. xxvni. '9
2()o GEN GEN
Alessnndro III parli per la Francia, mente a cuore il ricupero di Ge-
e giunse in Genova a' 2 1 gennaio rusalemme, presa da Saladino a' 2
1162 coi cardinali, la quale città ottobre 1187, si portò a Pisa per
malgrado la proibizione di Federi- pacificare la repubblica con quella
co 1, lo accolse col clero e col po- di Genova, acciò con la loro poten-
polo, con sommo onore. Il Papa za formassero una grande armala
partì da Genova nella domenica di contro saraceni; dappoiché la ri-
i

Passione, rientrò nel mai e a* 25 valità fra loro pel dominio delle iso-
marzo, e tranquillamente navigan- le di Corsica e di Sardegna fomen-
do, nel sabato delle palme giunse tava rottura, che Federico I fu
la
in un'isola de'liguri, tem- ove per le dalla ferma condotta de' genovesi ec-
peste del mare vi celebrò la Pasqua, citato a comporre. Il Caffaro nei
e poscia ne parfi; altri dicono clie suoi Annali di Genova, dice die
Alessandro III si trattenne in Ge- la repubblica era amministrata an-
nova sino al principio di aprile. Nel ticamente dai consoli, che durava-
I I 66 era spirato il tempo in cui no nella carica quattr'anni, e go-
i consoli cessavano dal potere, e do- vernando con supremo potere, ven-
vevano convocare il parlamento per nero nel I I
q4 aboliti, e fu loro so-
eleggere i successori: ma intanto le stituito un podestà annuo, il qua-
civili discordie impedivano questa le doveva essere straniero per im-
convocazione, rimaneva e la città pedire così le brighe e le fazioni
perciò priva di reggimento ai più de' cittadini. Nel secolo seguente in
gravi disordini abbandonata. Non Linguadoca gli eretici albigesi, ed
eravi chi osasse parlare autorevol- in Italia gli eretici patarini, pur
mente, perchè tutti temevano di chiamati con altri nomi, infesta-
essere presi a sospetto o di uno o rono varie provincie, riproducen-
di altro partito. In questo genera- do gli errori dei manichei e di
le sovvertimento l'arcivescovo di Ge- altri. Contro gli albigesi spiegò un
nova Ugone, affidato all' inviolabilità zelo ardentissimo s. Domenico, il
del suo ministero, sebbene con ani- quale fu grandemente coadiuvato
mo trepidante, fa suonare la cam- dal genovese b. Fulcone o Folchctto
pana maggiore, raduna la plebe, fatto vescovo di Tolosa nel 120J.
e con efficaci parole mostra il pe- Quindi avendo avuto principio il
ricolo della vacanza del governo, tribunale della inquisizione, questa
la necessità di nominare sul fatto fu stabilita Genova, ed il
pure in
i novelli magistrati, il dovere cri- primo inquisitore mandato a Ge-
stiano di sopire i puntigli, e per- nova da Innocenzo IV fu il padre
donare le offese. Lo ascoltarono i Anselmo di cui riparleremo. Ver-
cittadini con rispetto, ed egli lascian- so il line del I2i5 Innocenzo III
do le solite formalità, col parere partì da Roma per pacificare i

del suo clero elegge ed installa i genovesi ed i pisani, ed esortarli


magistrati al loro uffizio. Con que- a rivolgere le loro forze in soc-
sto zelante temperamento, l'ottimo corso della Terra Santa, che fu uno
arcivescovo ricondusse la pace nel- de' suoi maggiori pensieri; ma morì
le famiglie, ed il buon'ordine nel- in Perugia nell'anno .seguente. Gli
la città. Il Pontefice Gregorio Vili, successeOnorio 111, che nel 12 17
come quello cui gli stava grande- approvò la cessione del predecessore
GEN GEN 291
della metà cìelT isola di Corsica ai fortunio Guglielmo Sordo podestà
genovesi, indi gli comandò di resti- di Genova, insieme al consiglio ed
tuire il cnsfeilo di Bonifiicio. Ono- al comune genovese, con ossequiosa
rio III inviò a Genova i cardinali lettera ne dierono avviso a Grego-
Conti e Fieschi, poi Papi Grego- rio IX, offerendo tutte le loro for-
rio IX, e Innocenzo IV, per paci- ze contro il comune nemico, e in
ficarla con Pisa. II p. Mansi nel servigio di s. Chiesa. Il Rinaldi trat-
tonfi. Il, col. 855 e 860 fa menzio- ta di questi avvenimenti all'atmo
ne di un concilio tenuto in Geno- 124I5 num. 54 e 55. Qui notere-
va nel 1216, nel quale fu trattato mo che i genovesi dappoi presero
dell'osservanza de' decreti del IV nel 1283 Livorno, con navale com-
concilio generale Laleranense. battimento, che ponendo fine alla
Ai 3 maggio 1241, presso allo grandezza de'pisani, li liberò da po-
scoglio dell' isolelta del Giglio i pi- lenti nemici. Quindi incominciò Ge-
sani uniti in lega con l'imperatore nova a restare dilaniata dalle ci-
Federico II, contro il Papa Gregorio vili discordie, crescendo nelle gene-
IX, fecero prigioni i cardinali Giaco- rali fazioni ivi pure penetrate dei
mo Pecoraria vescovo di Palestrina, guelfi partigiani del Papa, e dei
Ottone Candido vescovo di Porto, ghibellini seguaci dell' imperatore,
e Gregorio Montelongo legato, che massime dopo Federico II, che l'ec-
sopra legni genovesi portavansi al clesiastica disciplina voleva regola-
concilio Lateranense, ed insieme a re con la spada, ed il patrimonio
diversi ecclesiastici vennero condotti di s. Pietro riunire alla Sicilia, che
in Amalfi e posti in oscuro carce- avea ricevuto in feudo dalla Sede
re genovesi ch'erano uniti a Gre-
: i apostolica. Intanto Gregorio IX pel
gorio IX, e perciò in guerra coi pi- narrato avvenimento, essendo grave
sani, imbarcarono in ventisette ga- d'età e d'incomodi, ne morì di
lere i padri che concorrevano al con- pena. Gli successe Celestino IV che
cilio, che i pisani parte affogarono e solo visse diciassette giorni: dopo più
parte imprigionarono; ed allora il di venti mesi di sede vacante, ai
Pontefice privò i pisani della Sarde- 24 giugno 1243, giorno sagro a
gna nel medesimo anno 1241. Tra i s. Gio. Battista protettore de' ge-
padri vi erano molti prelati di Fran- novesi, fu eletto Papa il pio e dot-
cia e di Spagna, vescovi italiani, non to cardinal Sinibaldo Fieschi di
che gli ambasciatori di Milano, di Genova, quinto figlio di Ugone con-
Brescia, e di Piacen7a, tutti imbarca- te di Lavagna, già canonico della
ti su legni genovesi per approdare metropolitana di Genova, che pre-
a Civitavecchia. Tutto fu fatto per se il nome d' Innocenzo IV. Era
ordine Federico li, colle sue ga-
di egli stato intimo amico di Federi-
lere, e con quelle di Pisa; laonde co II, ma divenuto capo della Chie-
chi scampò il carcere, soggiacque a .sa, unicamente agi' interessi di que-

violenze, o ad esilio. Contale for- sta attese, e ricusò dare all'impera-


midabile flotta, genovesi dopo ac- i tore una sua nipote per moglie, pre;-

canito combattimento s' ebbero la ferendo vantaggio ed onore del-


al
peggio, essendo inferiori in nume- la famiglia, gl'interessi della san-
ro, e di ventisette galere, solo cin- ta Sede. Temendo le insidie di Fe-
que si salvarono colla fuga. Dell' in- derico II, spedi a Genova segreta»
1g1 GEN GEN
mente un fiale al suo fralelIoObiz- sinistra della Polcevera, Innocenzo
zo Fieschi, ed al podestà della città, IV benedì pontificalmente l'immen-
perchè con una squadra di galere so popolo, ed a cavallo si recò al-
si portassero a Civitavecchia, per le porte di Genova, sorreggendo nel-
come prontamente fecero.
liberarlo^ lo smontare la staffa d'oro il po-
IlPapa ciò saputo, a' 27 giugno destà di Genova. Gli otto rettori

1244 travestito nascostamente par- sostenendo le aste del baldacchino,


tì da Roma, solo dicendolo a' suoi lo presero sotto di esso; precedevano
camerieri; in Civitavecchia montò i consiglieri, e seguivano i cardina-
nelle galere de' concittadini con set- li ed il corteggio de' nobili fregia-
te cardinali, e tra le festose accla- ti di lucidissime armature e di al-
mazioni di tutti entrò in Genova ai tri ornamenti militari. I capitani

7 luglio. del popolo cavalcavano in giro coi


Avendo il Papa stabilito di ce- pennonieri degli otto quartieri, per
lebrare in Francia un concilio ge- mantenere 1' ordine, e reprimere co-
nerale, per frenare Federico li, cad- loro che sotto il mantello di zelo
de infermo a Genova e passò al- potevano turbare la pompa. Le
l'abbazia di Sestri per ristabilirsi; e piazze e le strade di Genova fu-
sebbene mal concio in salute partì rono tutte addobbate di tappeti
in lettiga, e giunse a Lione a' 2 tessuti di eleganti figure e con
dicembre 1244» accolto colle più drappi e velluti di porpora; in tal

vive acclamazioni. Ivi convocò il modo il Pontefice fu accompagnato


concilio per l'anno seguente per a- al palazzo arcivescovile, ove è oggi
prirsi il dì festivo a s. Gio. Batti- s. Silvestro. Nel tempo che Inno-
sta, ed in esso fu scomunicato l'im- cenzo IV fece residenza in Genova,
peratore, e deposto dai suoi domi- coi deputati di Lombardia trattò
nii. Enzo di lui figlio, e re di Sar- diversi affari rilevanti pel vantag- ,

degna, fu sconfitto e imprigionato gio della Chiesa e per la riconci-


da'" morendo nel suo car-
bolognesi, liazione delle città dissidenti. E quel-
cere. Nel 1 25o venne a morte Fe- le terre della Liguria che avevano |H
derico II, laonde Innocenzo IV si mutato stendardo, sollevate del pe-
^^
dispose a ritornare in Roma^ per so de' fuorusciti, tornarono nello sta-
la via di Provenza. I genovesi ap- to naturale di fedeltà e di an)ore
pena n'ebbero sentore fecero raccon- alla repubblica. Lieto il Papa di
ciare le strade, e ricostruire i pon- averla pacificata, e delle cose feli-
ti : con gran festa Innocenzo IV en- cemente stabilite in Lione, offrì al-

trò in JN'izza, indi viaggiò per tut- le sagre ceneri di s. Gio. Battista
ta la occidentale sempre
Liguiia trentasei lampade di argento; e
in lettiga,mentre sei galere genovesi adempiuto questo atto di patria re-
sempre radevano il lido, inlente alla ligione , partì da Genova verso il
sicurezza ed ai comodi dell'apostolico fine di giugno i25i.
viaggiatore. Dopo avere ricevuto nel Innocenzo IV passò per Alessan-
lungo corso della via, segnatamen- dria, trascorse il Monferrato, rice-
te in Ventitniglia_, in Albenga, in vette in grazia Tommaso conte di
Noli, ed in Savona le piìi vive e Savoia, col quale maritò una sua
solenni dimostrazioni, p«3rvenuto a nipote. Amò grandemente i suoi
un miglio da Genova, sopra la riva parenti, che molti ne aveva, e quel-
GEN GEN 393
lì eh* erano letterati e di buona vi- mandar procuratori alla Sede apo-
ta esaltò a dignità; gli altri furo- stolica.Questa discordia tornò in
no provveduti di grossi benefizi, ed gran danno della cristianità, dappoi-
in tempi che molti erano sedotti ché nella Palestina, ed in altri
dagl'imperiali, conveniva meglio al luoghi le due nazioni si erano fat-
Papa servirsi de' suoi, più che de- ta una guerra accanita, e quel che
gli altri. Questo graq Pontefice mo- fu peggio per le conseguenze, i
rì nel 1254. Novelle insurrezioni veneziani unironsi ai pisani per cer-
insorte poscia in Genova , diedero ta emulazione che avevano coi ge-
origine alla carica di capitano del novesi. In fatti racconta il Mura-
popolo nel laSy. Ad Innocenzo IV tori all'anno 1261, che l'implaca-
successe Alessandro IV, il quale aven- bile odio che genovesi avevano
i

do saputo che il p. Anselmo inquisi- concepito contro i veneziani per


tore di Genova , avendo compilato la rotta loro data ad Accon, con-
]e costituzioni pel s. offizio avea giunto all' amore del guadagno, li
fulminato la scomunica , per gli spinse a far lega con l'imperatore
ostacoli che fece il governo per tra- Michele Paleologo. Anche per que-
scriverle negli statuti della città, ste vertenze Alessandro IV inter-
accettò l'appellazione di questa, an- pose i suoi paterni consigli sì coi
nullò le censure, ma volle la tra- veneti che coi genovesi; ma la
scrizione e fu obbedito. Certo mae- sconfitta che i primi dierono ai se-
stro Luchino sospetto e convin- condi presso Tiro ravvivarono le
to di appartenere ai patarini , fu discordie. Queste ebbero origine
condannato alcon-bando ed alla per una rissa accaduta in un
fisca de' beni. Il Rinaldi all' an- borgo presso Acri tra un venezia-
no 1258 narra com'era incomin- no ed un genovese alla quale ,

ciata un'asprissima guerra tra i ge- presero parte le due nazioni co-
novesi ed i pisani ,
perchè il giu- me scrive il Rinaldi. Erano am-
dice di Cagliari per rafforzarsi con- miragli dei veneti Andrea Zeno
tro quello Arborea che si era
di e Lorenzo Tiepolo , de' genovesi lo
collegato donò alla re-
coi pisani, era Rosso Turco: nel mare di So-
pubblica di Genova un castello ; ma ria seguì il combattimento, onde i

prendendolo il medesimo giudice veneti con l' aiuto de'pisani ripor-


di Arborea per assedio, in ultimo tarono vittoria, presero a'genovesi
i genovesi furono introdotti in s. venticin(jue galere, rifuggendosi le
Gilia, acciocché scorrendo da quel- altre a Tiro. I veneti portatisi ad
la rocca potessero ricuperare ciò Acri col bottino, diroccarono la
che avevano perduto. Avendo dipoi torre de' genovesi, tenuta inespu-
i pisani cinto di assedio s. Gilia, gnabile , con tutti i loro edifizi.
Alessandro IV dopo molte fatiche Tuttavolta ottenne il Papa Ales-
per indurli alla pace, per questa sandro IV una tregua tra di loro,
fu eletto arbitro d'arabe le parti. e il rilascio de' genovesi fatti pri-
A tale effetto spedì per nunzi in gionieri.
Sardegna due religiosi ospitalieri Michele Paleologo imperatore di
e cavalieri ,
perchè in suo tiome ri- ÌNicea, si fece proclamare imperato-

cevessero il castello di s. Gilia, in- re d'Oriente, contro Baldovino li


vitando i pisani ed i genovesi a imperatore latino di Coslanlinopo-
,

294 ^^^ GEN


li, dando in premio ai genovesi fetluando la sua riunione alla Chie-
suoi alleati la città di Smirne con sa romana, allora i genovesi sareb-
varie esenzioni e privilegi: ed essi in bero assoluti; e i nemici di Boc-
corrispondenza somministrarono for- canegra, reggente attuale della re-
ti aiuti di gente, di navi e di ga- pubblica, ne presero occasione a viep-
lere. Con questo poderoso soccor- più screditarla. Dappoiché si face-
so potè il Paleologo riacquistare vano molte doglianze del suo modo
\l trono de'suoi antecessori, discac- di governare, de' pubblici interessi
ciare i latini da Costantinopoli , da lui abbandonati, e de'suoi ami-
della quale città erausi impadroni- ci promossi, avvalorando le quere-
ti quasi da un secolo. Costretto Bal- le la continuazione dell' interdetto;
dovino II a fuggire sulle navi dei essendo pur tale la condizione di
veneziani, ritirossi dapprima in Ne- chi presiede ad una repubblica
groponte , indi si recò esule alle che delle cose spiacevoli s' incolpa
corti di Francia e d'Inghilterra, ed lui solo, delle gradite si gloriano
in Roma a' piedi di Urbano IV, tutti. Guelfi e ghibellini insieme
portando dovunque amare lagnan- congiunti levarono quindi rumore
ze contro i genovesi, quasi eglino ad un dato segno, occuparono le
fossero stati la principal cagione porte della e vennero alle
città,
della rovina sua, e di quella di mani. In questo tumulto Boccane-
tutto l'impero latino. Il Pontefice gra temendo della vita, prese la
esaudì le preghiere dell'imperato- fuga, per cui gli anziani andarono
re, invitando i genovesi a rompe- a trovare 1' arcivescovo Innocenzo
re la lega con una nazione scisma- Gualtieri di Vezzano, pregandolo
tica, e in
pena del loro rifiuto li che ad imitazione de'suoi predeces-
sottopose nel 1262 alla pena ec- sori, volesse interporre la sua au-
clesiastica dell'interdetto. La ragio- torità, la sola che nella mancanza
iie di stato trovò per la prima
si d'ogni civile governo fosse ancora
volta in conflitto con la sommis- rispettata. L' arcivescovo pubblicò
sione affettuosa che i genovesi pro- un armistizio, tenne parlamento,
fessavano ai Papi. Superò la pri- persuase così bene gli uni e gii

ma, ma per conciliarle quanto e- altri, che sopite le fazioni li ridus-


ra possibile ambedue, essi osserva- se a concordia. Ciò ottenuto in
rono l'interdetto , e con replica- Genova, interpose i suoi buoni uffi-

te ambascerie supplicarono il Pon- zi con Urbano IV, e l'interdetto fu


tefice a ribenedirli ; ma egli inviò levato. Annunziando 1' arcivescovo
loro r arcivescovo Turritano per la riconciliazione della Chiesa ro-
minacciarli di pene maggiori, se mana con la città e repubblica,
non ritiravansi dall'alleanza degli massima fu la generale letizia; si

orientali, invitandoli pure a paci- aprirono le chiese, si ricomincia-


ficarsi coi veneti, siccome racconta rono le solenni funzioni, ed ogni
il Rinaldi all'anno 1268, num. 17 ordine di cittadini vi accorse a ren-
e seg. Lo stesso imperatore Paleo- dere grazie a Dio.
logo, temendo che lo abbandonas- Nel 1367 il Pontefice Clemente
sero i genovesi ,
prese ad interce- IV, e s. Luigi IX re di Francia,
dere per essi col Papa. Questi pe- perchè avesse un buon successo la
rò rispose a quel principe, che ef- nuova crociata per Terra - Santa,
GEN GEN aijj

invano si adoprarono per pacificare per tutto fu respinto , e l'ordine


i genovesi coi veneziani, tuttora pubblico fu salvalo, specialmente
in guerra : questa produsse lo ster- pel valore di Oberto Doria, e di
minio de' crociati nella Soria, e la Ansaldo Balbo. Allora le terre pa-
perdita di varie città riprese dai trimoniali ed abbaziali del cardi-
saraceni che descrive il Rinaldi
, nal Oltobono, siccome ricetto de'ne-
all'anno 1268, num. 53. Nel 1270 mici del govexno, furono invase e
si cambiò in Genova il supremo saccheggiate, ed egli se ne dolse con
magistrato, eleggendosi due capita- Gregorio X
come d* un ingiusto
ni delia libertà genovese, ed un spogliamento; e perciò a di lui
abbate del popolo. Nel 1272 Gre- istanza nel 1275 il Papa fulminò
gorio X ricorse ai magistrati della l'interdetto a'genovesi, come a pub-
repubblica, perchè reprimessero quei blici violatori dell'immunità eccle-
mercanti genovesi , che vendevano siastica. Morto Gregorio X nel 1276

ai saraceni barche, armi e vetto- gli successe Innocenzo V, il quale

vaglie, con danno dei cristiani. In- subito si rivolse a ridurre i geno-
tanto la famiglia Fiesco o Fieschi vesi alla concordia interna, e alla
illustre e potente, non che for- pace coglialtri governi, ed in fat-

te per molle ricchezze e cospicue ti con paterna sua soddisfa-


riuscì
parentele, mal sopportava di stare zione a por fine alle lunghe e
in Genova in un posto che non moleste controversie del cardinal
fosse il primo della città e della Ottobono , suoi parenti, amici e
repubblica. Unitisi ai Grimaldi, ed partigiani una parte, e il co-
da
a più altre illustri famiglie, medi- mune di Genova dall' altra. Gli
tarono di sconvolgere l'ordine po- riuscì pure conchiudere la pace
litico delle cose, per avere essi so- col re Carlo I e la repubblica, e
Ji le redini del comando, né man- quando si occupava di quella coi
cavano di titoli per colorire si fat- veneti la morte troncò le trat-
te pretensioni. Favoriva queste il tative.
cardinale Ottobono Fieschi figlio Dopo dieciotto giorni di sede
di Teodosio conte di Lavagna, ni- vacante, a' io luglio 1276 fu su-
pote d' Innocenzo IV, personaggio blimato al pontificato il cardinal
di gloriose imprese, celebre per le Ottobono Fieschi di Genova, che
legazioni sostenute a vantaggio del- assunse il nome di Adriano V,
la santa Sede, d'animo forte e di che nel cardinalato avea centomi-
soavi maniere. Questo cardinale la ducali d'oro di annue rendite,
favoriva i parenti e partigiani nei essendo commendatario di Cantua-
loro aspiri col consiglio e col de- ria, di Bologna, di Parma, e di
naro, ricovraudoli nelle contrarie Piacenza. La prima cosa che fece
emergenze nelle proprie terre. Di- fu togliere da Genova l'interdetto,
venuti i Fieschi abbastanza gagliar- però mentre suola Chiesa dal
di per abbattere la forza naziona- grande animo, e felice ingegno
le, chiamarono Carlo I d'Angiò re sperava molto dopo Ireutanove ,

di Sicilia a piender la signoria di giorni di papato morì. Maritò una


Genova, e del suo stalo: quindi sua sorella col mentovato conte
un capitano del re si portò in più di Savoia, lasciò alla chiesa di Bo-
terre della riviera di Levante, ma logna una ricca croce d'oro, alla
296 GEN GEiX
chiesa di Parigi un dito di s. Gio. concilio provinciale da lui medesi-
Battista, ed alla chiesa di Trigo- mo tenuto in Genova nella chiesa
so nel territorio di Sestri^ da lui di s. Lorenzo , che il Mansi nel
edificata, mille marche d'oro. Ve- tom. Ili, col. 235 e seg. dice adu-
di FiESCHi Famiglia, Nel 1283 nato l'anno 1290: ma il beato narra
incominciò nuova guerra tra i ge- nella sua cronaca , che lo adunò
novesi ed i pisani, a cagione del nel mese di giugno 1293. Il con-
dominio dell'isola di Corsica, e sen- cilio si compose de' vescovi della
za frutto il Pontefice IMartino IV provincia , sì di Corsica che della
s' intromise per la pacificazione. terraferma , e de' procuratori di
IVon andò guari ch'ebbe luogo la quelli che non vi poterono inter-
strepitosa battaglia navale tra le venire, non che di molti abbati,
parti, che a' 6 agosto 1284 pose prevosti, arcipreti, prelati ed altri
fine alla lunga rivalità tra Pisa e sacei'doti in grandissimo numero,
Genova, e schiacciò per sempre la nel quale furono fatti diversi utili
marineria pisana. Oberto Doiia co- decreti. Ed in particolare per to-
mandava i genovesi; centotrenta gliere ogni dubbio sulla verità del-
galere sotto i suoi ordini incontra- le reliquie di s. Siio collocate sot-
rono centotre galere pisane coman- to l'altare della chiesa di s. Loren-
date da Alberto Morosini. 11 com- zo : ne fu fatta perciò la ricogni-
battimento s' appiccò intorno all'i- zione con tutte le prescritte for-
sola di Meloria limpelto a Livor- malità , e venne per conseguenza
no, sopra porto Pisano, e nello nuovamente stabilita l' esistenza e
stesso luogo in cui i pisani con l'auteulicità delle medesime reli-
le galere unite di Sicilia dell' im- quie. Racconta il Rinaldi all' anno
peratore Federico II ,
presero ed 1291, num. 59, che il Pontefice
oltraggiarono i prelati che porta- JNicolò IV ingiunse all'arcivescovo
vansi al concilio. combattimento
Il <li R^eggio clie trattasse colla re-
si prolungò durante la metà del pubblica Genova, per concorrere
di
giorno con un indicibile furore, sin- alla licupera della Soria, che cer-
ché una divisione genovese, la qua- casse di indurla a porgere soccor-
le non era comparsa uell'incomin- si a Carlo li re di iVapoli contro i

ciare della battaglia, piombò sui siciliani , vietando a' genovesi di


pisani. Oberto dopo avere ucciso commerciare con essi , sotto pena
cinquemila uomini ai nemici, cala- delle ecclesiastiche censure. Avendo
te a fondo sette galere, ed averne i genovesi ceduto da lungo tempo
prese ventotto con undicimila pri- i loro diritti sulla Sardegna ai pi-
gionieri ,
portò la flotta vittoriosa sani, a questi nel 1290 tolsero però
m Genova, li Piinaldi all'anno 1284, le isole dell'Elba e di Piombino,
num. 20, ci dà altri particolari di che vendettero poscia ai lucchesi. Le
tal battaglia, e loda la modeiazio- contese de' genovesi e veneziani ri-
iie e pietà de'genovesi dimostrata nate in Terra-Santa nella città di
dopo la vittoria. Tolemaide, per la chiesa e pel mo-
Il b. Giacomo da \ aragiue parla nistero di s. Sabba, a cui ambedue
nella cronaca stampata dal Mura- le nazioni pretendevano, e ch'eb-
tori nella gran raccolta Rerum I- bero genovesi per favore del po-
i

talicantm, tom. IX, p. 53, di un polo , produssero nuove guei re :


,

GExN GEN 297


unitisi I veneziani coi pisani e coi di altri cento legni tra grossi e sottili,
siciliani , cacciarono i genovesi dal poiché ogni potente cittadino som-
porlo, bruciaiono i loro legni e li ministrò le proprie galere e legni
vinsero presso Trapani ; i genovesi armati, con patria gara. La discor-
quindi si ricattarono coi sacco di dia tra essi impedì
andare ad di
Gaza tenuta dai veneti , e colla assalire Venezia, non passando Mes-
prigionia del loro generale Piaimon- sina tornata la flotta a Genova,
:

do. Pacificali dal Pontefice, più grande fu la commozione de' par-


tardi in vece di marciare uniti titi, che venuti a conflitto dì e not-

nella Palestina contro i saraceni ,


te, molti morirono; la città fu arsa

nel 1294 vennei'o a battaglia na- in più luoghi, nelle case, ne' pa-
vale presso Aiacio città dell'Arme- lazzi e nella slessa chiesa maggiore
nia in Cilicia , ove i genovesi vin- di s. Lorenzo. Allora i Doria gli ,

sero i veneti, quantunque questi Spinola e i loro seguaci, sotto trat-


avessero forze maggiori. Bramando tato di tregua si fornirono di mol-
il Papa Bonifacio Vili di mettere ta gente di Lombardia e della ri-
in pace tutti i principi cristiani, viera, e quando si videro abbastan-
acciocché uniti potessero rivolgersi za forti, come capi de' ghibellini
,

contro i turchi di Palestina da loro cacciarono i Grimaldi capi de' guel-


occupata, ordinò con autorità apo- ii co' loro seguaci. La pacificazio-
stolica ai veneziani ed ai genovesi ne in Genova delle civili e dome-
che dovessero fare tregua, e man- stiche discordie a questa epoca, si

dare a lui i loro ambasciatori; in- deve allo zela dell'arcivescovo bea-
di con lettera pregò veneti che i to Giacomo da Varagiiie. I parliti
volessero con pubblico compromes- che laceravano i genovesi erano
so rimettere la loro causa alla Se- sotto i nomi di Mascherati e Ram-
de apostolica. Ubbidirono essi alle pini, Guelfi e di Ghibellini, di
di
ammonizioni pontificie per cui si ,
Bianchi e di Neri, di maniera che
ebbero lode; ma genovesi confi- i il corpo della repubblica ebbe sei
dati nella propria potenza , attese- spezie di fazioni, o come gli slessi
ro a formare un' armata, il perchè genovesi dicevano sei colori , che
Bonifacio Vili con lettere de' i3 comprendevano i nobili, gli artefi-
agosto 1295 date in Anagni , abi- ci, e i plebei : lo scopo principale
litò i veneziani a difendeisi ad on- era governo supremo, in cui vo-
il

ta della tregua da lui proposta. levano aver l'ingerenza ed eserci-


Il Rinaldi che a detto anno ri- tarne il potere sì gli uni che gli
porta questi avvenimenti, osserva altri. In tante scissure il maneggio
che i genovesi per aver spregiato de' pubblici affari stava un tempo
i sommo Pon-
paterni consigli del in potere de' nazionali, in altro in
tefice benché Genova fosse allora
, quello de forestieri; quindi terri-
nel colmo di sua possanza è gloria, bili n'erano le conseguenze. Tutta-
questa andò sempre deteriorando volla osserva il Muratori, che le
nutrendo nel suo seno il germe discordie genovesi in confronto di
della propria distruzione siccome , quelle delle altre città italiane, fu-
in preda ai torbidi pulitici, prodotti rono meno atroci e barbare seb- ,

dalle diverse fazioni. I genovesi ar- bene però riuscivano micidiali. Nel
marono cento sessanta galere, e più medesimo anno Bonifacio Vili con-
,, ,

298 GEN GEN


cesse a Giacomo U d'Aragona
re Bonifacio Vili nel promulgare
la Corsica e la Sardegna in feudo, l'indulgenza plenaria per l'univer-
con annuo censo alla santa Seile sale giubileo da lui ristabilito nei
e giuramento di fedeltà e vassal- i3oo, ne escluse dal godimento i
laggio alla medesima. Nel 1298 Bo- genovesi per avere dato aiuto a
nifacio Vili vide con dolore che le Federico tiranno di Sicilia, e spe-
armi de' veneti e de' genovesij che cialmente i Doria e gli Spinola. Da
dapprima servivano a reprimere i questa privazione commossi i ge-
saraceni, sfogavano il loro recipro- novesij ujandarono alla santa Sede
co risentimento nella seconda guer- ambasciatori per parlamentare con
ra. Lctmba Doria ammiraglio di quelli di Carlo li re di Napoli; ed
Genova condusse una
nell'Adriatico il Papa ingiunse a Forchetto Spi-
flotta di ottaiitacinque galere, eoa nola uomo di gran pietà e dot-
,

le quali devastò i lidi della Dal- trina , che proponesse al supremo


mazia a danno de' veneti indi ; agli maestrato e al consiglio di Geno-
8 setten)lne incontrò innanzi l'i- va i capitoli della concordia, invi-
sola di Corzùla o Corcira la .Nera, tandolo a cooperarvi : egli era frate
Andrea Dandolo ammiraglio vene- minore ed amministratore della
ziano, il (piale comandava novan- chiesa di Genova , di cui poi di-
ta.setle galere. Nel primo urtarsi venne arcivescovo ad onta di sua
delle due flotte, dieci galere geno- renitenza. Riuscì a Boni- dun(|ue
vesi furono colate a fondo. Nulla- facio Vili riconciliare Carlo II coi
dinicno Lamba Doria rianimò i genovesi , i quali ritornarono alla
suoi marinai, ed attaccò i venezia- ubbidienza della Sede apostolica
ni con tanta abilità e tanto corag- in un a Corrado Spinola, che fece
gio, che alla fine del giorno loro assolvere da Forchetto dalle censu-
avca preso ottantacinfjue galere. Nel- re ; comnjettendo il Fapa al mede-
l' impossibilità di conservarle bru- simo Forchetto di esigere dai geno-
ciò sessantasetle di tali vascelli , e vesi il giuramento, che mai avreb-
ne condusse dieciotto a Genova bero soccorso Federico contro Car-
con settemila quattrocento prigio- lo II. Ma alcuni magistrati priva-
nieri. veneti perderono nel com-
I rono degli uffici quelli che aveva-
battimento nove mila uomini ed , no giurato, e volevano che gli ec-
il loro ammiraglio Dandolo morì clesiastici li scomunicassero: saputo
di dolore appena giunto in Geno- ciò il Fontefice commise a Forchet-
va. Distrutta la marineria veneta, to di annullare tali decreti , e in
i genovesi s' ebbero una pace glo- caso di disubbidienza, citasse i ma-
riosa, svantaggiosa ai veneti per il gistrati comparire innanzi alla
a
loro commercio d'oriente. Si nar- santa Sede. Non curando i princi-
ra che al fine della pugna a Lam- pi di riconquistare la Soria, né la
ba Doria gli fu ucciso il figlio , e dilatazione della fede, il Rinaldi
eli' egli senza turbarsi rispose a all'anno i3oi, num. 33, dice che
quelli che gli annunziarono la per- alcune nobili matrone genovesi in-
dila : si gitti in mare; egli è una fiammate di religioso zelo dalle
nobile sepoltura per chi muore prediche di fr. Filippo da Savona,
vincitore combattendo per la sua con edificante esempio venderono
patria. le pioprie gioie per formare un
GEiV GEN 2()(j

esercito pei Teiià-Santa, meritando chia principe turco, the loro tolse
tjli alti eucoQii di Bonifacio Vili. duecento cinquanta navi. Dice in-
Ammiragli furono Be-
dell'esercito oltre il Rinaldi che lii fama avere
nedetto Zaccaria, Lanfranco Tarta- i genovesi promessi a Madachia
ro Jacopo Loraellino e Giovanni
,
cinquantamila fiorini d'oro, di col-
Bianco, cui il Papa raccomandò la legarsi cogli scismatici, e di ridurre
gloria di Dio, incaricando Porcliet- Rodi in potere degl' infedeli collo
to di concedere loro le indulgenze, sterminio dei cavalieri, che in piìi
ed incitare i popoli a prendere la modi vessarono.
croce. Di questa crociata però non I cavalieri di Lombardia feceio
essendone persuaso il governo, so- grandi istanze alla repubblica di
spese i armamenti; ma
cominciati Genova in favore di Ro-
cpielii di
la storia ha tramandalo a' posteri di , indi ricorsero a Clemente V ,
l'eroismo delle matione genovesi. che interpose I' autorità di Enrico
Nel i3o4 Ranieri Grimaldi gran- VII per impedir l'imminente guer-
d'ammiraglio di Francia, con mol- ra che avrebbe sturbato quella di
ti vascelli menati da Genova vinse Terra-Santa. Nel i 3 i 3 i genovesi
l'armata navale de'iiamminghi, to- fecero lega con l'imperatore con-
gliendo loro ottanta vascelli, facen- tro Roberto re di Napoli, armando
do prigioniere il conte di Fiandra settanta galere, cui afiidarono il co-
Guido Grimaldi nobi-
: la famiglia niando a Lamba Doria; s'interpo-
lisNÌma di Genova, divenne signora se Clemente V in favore del re
del principato di Monaco [Fedi). Roberto, ai cui danni era pure Fe-
Divenuto Pontefice nel i3o5 Cle- derico re di Sicilia, e dichiarò in-
mente V , stabili la sua residenza correre nella scomunica, ed in al-
in Avignone, ove pur la fecero sei tre pene, coloro che avessero dan-
suoi successori: nell' anno seguente neggiato il re Roberto , senza ec-
il Papa sollecitò i genovesi ad u- cettuazione di persone. Divenendo
nirsi a Carlo di Valois, per doma- le forze de' saraceni più formida-
re la perfidia de' greci e dell' im- bili , il Papa Giovanni XXII nel
peratore Andronico ,
per agevolnr i3i7 pena di scomuni-
vietò sotto
l'impresa di Terra-Santa. A' 21 ot- ca portar loro le merci e perchè ,

tobre i3ii con seicento cavalieri, alcuni genovesi si erano collegati


senza contare gl'italiani, l'impera- col soldano di Babilonia, e porta-
tore Enrico Vii entrò in Genova, e vano r esecrande insegne di INIao-
fu ricevuto onorevolmente come metlo, con gravi lettere gli avver-
loro signore, onde gli riuscì paci- tì di tanta fellonia ; altre nell' an-
ficare glianimi discordi. Nel i3ii no seguente ne scrisse ai genovesi
nacque fiera discordia tra i geno- per toglierli dall'inimicizia di En-
vesi e i cavalieri di Rodi perchè ,
rico lì re di Cipro, onde impedire
questi avevano presa una galera funesta Di poche città si
guerra.
genovese che contro il divieto del- legge che abbiano cambialo tante
la santa Sede recava mercanzie ai specie e forme di governo come ,

turchi , e si ricusavano restituirla di Genova, e che abbiano solferlo


senza il pontificio permesso. Allora sì gravi disturbi dalle discoidie dei
Antonio Spinola e Simone Doiia cittadini : si enumerano sino a do-
aizzarono coutio i cavalieri Mada- dici specie le forme di governo \vt~
,

3oo GEN GEN


riate ila'genovesi, non senza repli- partito. Vuoisi che nel 1827 inve-
cati tiinuiili, finché il popolo per ce dell'abbate del popolo sia stato
assicurarsi contro la nobiltà si die eletto un doge, e formato per lui un
nel i3i8 Giovanni
al Pontefice particolare consiglio, cadendola scel-
XXll , e più tardi, come diremo ta al dire d'alcuni su Domenico Fre-
meglio, a Roberto re di JVapoli goso, ciò che dai critici viene te-

sotto i quali ebbero principio i do- nuto per supposto; dappoiché con
gi di Genova. Nel 1820 i genove- più i-agione altri dicono che il do-
si respinsero le forze de' fuorusciti gato incominciasse nel i339 con
ghibellini, unite a quelle di Fede- Simon Boccanegra. Nel i339 dun-
rico re di Sicilia, al che concorse- que essendo le civili discordie giun-
ro le galere del re Roberto. Il Ri- te agli estremi, dacché le quattro

naldi racconta all'anno i323, num. famiglie Doria e Spinola del par-
I 3, che dieci galere guelfe andaro- tito ghibellino, Grimaldi e Fiesco
no in corso in Romania deruban- del guelfo, avevano nei primi del
do amici e nemici, e presero tanta medesimo secolo stabilito una pret-
roba stimata tiecentomiia fiorini ta oligarchia, ed elevatisi al di so-

d'oro, accompagnandosi con un pra di tutta l'altra nobiltà, non


grand' ammiraglio turco chiamato lasciavano al popolo che l'incertez-
Cerabi di Sinopia. Dopo aver cor- za di chi fosse per giungere ivn
seggiato si ridussero nel porto di esse al dominio supremo; una ri-

Sinopia, ove l'ammiraglio trattò i voluzione scosse allora dalle fonda-


genovesi con feste e lautezze, indi menta silfatta preponderanza, le quat-
a tradimento ne uccise la maggior tro famiglie senza distinzione di
parte, ed usurpò la roba male ac- partito vennero esiliate, i nobili fu-
quistata , onde appena tre galere rono esclusi dal governo, per lo che
jitornarono a Genova, restando tra il popolo concesse la suprema ma-
i turchi quaranta principali geno- gistratura al doge Simone. Già si-
vesi , oltre mille cinquecento altri. no dal i337 erasi incominciata al-

L' aristocrazia e la democrazia tra guerra le repubbliche di


tra

genovese combattendosi fieramente Venezia e di Genova, pel motivo


"vi trioniarono a vicenda ; la nobil- che dieci galere genovesi armate a
tà però riprese al fine il governo, INIonaco, ritrovandosi in Romania
ina si divise ben tosto fra le due in corso con altrettante galere ve-
fazioni dei guelfi e dei ghibellini, nete, attaccarono zuffa colla peggio
che ancora turbavano la pace d'I- di queste ultime, perdita di robe,
talia. Ciascuna delle fazioni cercò im- e di persone. I tinchi a danno del
padronirsi dellautoiità, e per render- cristianesimo ne profittarono, e l'im-
si pili possente, reclamò 1' appoggio peratore Andronico rivolse le armi
dell'uno o dell'altro dei sovrani di contro Martino Zaccaria genovese
Europa, e terminò col sottonietlersi e signore di Scio (Fedi), per ti-

a vari padroni da cui seppe libe- more che non iscuotesse il giogo,
rarsi. Tn tal modo i guelfi vincito- imperiale, per avere ricevuto l'iso-
ri de'ghibellini, Irasmisero nel i335 la in feudo da Andronico il Vec-
a Roberto re di Napoli detto il chio: l'isola venne presa a tradi-
Saggio la sovranità di Genova, che mento, e Zaccaria il vincitore dei
gli fu ben tosto rapita dall'opposto turchi mandato legalo a Costanti-
GEN GEN 3oj
nopoli. Benedetto XII scrisse al do- galere con bandiera veneta, entra-
ge Simone perchè raffrenasse quei rono nel mese di novembre furti-
genovesi che somministravano ar- vamente Negroponte, liberarono
in
mi, navi,ed altre cose ai turchi, i prigioni, affogarono ed arsero ogni
con danno de' cristiani verso que- : cosa, partendo con ricca preda. Nel
sto tempo Porto Venere nella ri- i35i la sagra guerra che avea
viera di Genova abitato da corsari, combinata Clemente VI fu sospesa,
patì grande incendio, e meno le perchè i veneti dovettero sostener-
due rocche de' genovesi tutto perì. la coi genovesi, e fu la terza guer-
Il doge Simone per compiacere il ra tra le due nazioni. Paganino
Papa mandò ad Alfonso IV re di Doria fu inviato nel mese di luglio

Portogallo, eh' era in guerra coi nei mari di Grecia, con sessanta-
mori, l'aiuto di quindici galere ben quattro galere, per combattere Ni-
equipaggiate ed armate. Neil' istes- colò Pisani, imo de' più grandi
so tempo dodici galere mercantili ammiragli che abbiano avuto i ve-
trovandosi in Romania s'incontra- neziani. Paganino assediò alcun
rono con centocinquanta legni dei tempo la flotta veneta chiusa nel
turchi e saraceni, che i genovesi porto di Negroponte, ma forze su-
valorosamente attaccarono, e vinse- periori l'obbligarono ad allargarsi.
ro coir uccisione di più di seimila I veneziani si unirono ai catalani
infedeli, e il guadagno di copioso di Pietro re d'Aragona, già signo-
bottino. re della Corsica, ed ai greci loro
Correndo l'anno i347 incomin- alleati ; e il Doi ia dopo aver pre-
ciò fiera guerra tra Genova e Ve- so Tenedo, e passato ivi il più cru-
nezia,perchè i genovesi di Gaffa, o do dell' inverno, andò a minacciar
Teodosia che dir vogliamo, prese- Costantinopoli. Stava egli nei mari
ro una nave veneziana, che navi- angusti del Bosforo di Tracia, quan-
gava pel mare Eussino, e siccome do Nicolò Pisani gli si presentò ai
i veneti erano per farne vendetta, i352, ed una spaven-
i3 febbraio
il Pontefice Clemente VI s'interes- tosa battaglia fu combattuta sotto
sò col doge Giovanni Morta, e col le mura di Costantinopoli, resa più
consiglio di Genova, che togliesse tremenda dalla tempesta, e dal bu-
i motivi di discordia; scrivendo al io delle nuvole. Solo nel dì seguente
doge di Venezia Dandolo in mo- Doria riconobbe di aver guadagnato
do, che la repubblica per allora si la battaglia a prezzo però di tredici
astenne di aggicdir l'emula. In delle sue galere calate a fondo, aven-
questo tempo i genovesi ebbero tut- done egli prese ventisei ai nemici,
ta la signoria di Corsica, ed in feu- quattordici cioè de' veneti, dieci dei
do dalla Chiesa romana, con annuo catalani, e due de' greci; altri det-
censo e giuramento di fedeltà, quel- tagli si leggono nel Rinaldi all'an-
la parte che ad essa spettava. JN'el no i352, num. icieseg., come le
settembre i 3 5o quaranta galere ve- pratiche fatte inutilmente dal Papa
nete batterono quattordici genovesi, Clemente VI, e da Giovanni II re
dieci delle quali restarono in loro po- di Francia per la concordia. Per
tere, e molti nobili e plebei venne- la Sardegna e per la Corsica i
ro condotti in carcere a Negropon- genovesi sostennero guerra contro
te : ma i genovesi armate quattro Pietro IV re d'Aragona.
3^9. TrEìV GEN
Bmcliè Innocenzo VI nel i353 tre terre della republ)lica di Ge-
si a(lo[>erasse pel medesimo fine, i nova; ma il giudice d'Arborea im-
"(Miovesi non vollero entrare in pedì loro il conquisto dell' isola.

ti-nltato coi veneziani, che anzi si Per (piesta rotta i genovesi venne-
rollegaronocon Lodovico I re di ro in tanta discordia e confusione
Ungheria, mentre i veneti fortifica- tra loro nella città, e in tanto ti-

rono tutte le loro città marittime. more, che sebbene il comune di


J genovesi misero in mare sc^san- Firenze mandò loro ambasciatori a
la ed alla loro bandiera
galere, confortarli, ed offrir loro affettuo-
aggiunsero l'arme del re nngaro, samente aiuto e consiglio, non sep-
il qnale doveva fare in Ischiavonia pero conoscere rimedio al loro scam-
la guerra per terra ai veneziani, i po, se non di sottomettersi alla ser-
f]uali però a mediazione dell' ira- vitii del potente Criovanni Visconti
jieratore Carlo IV ottennero che arcivescovo e signore di Milano; e
ciò non facesse, e videro con pia- di comune consenso lo dichiararo-
cere che il re aragonese prese an- no loro signore, dandogli liberamen-
rhegli le armi a danno di Genova. te le città di Genova e di Savona,
Alhontntisi (inahnente a' 29 agosto e tutta la riviera , salvo Monaco
i353 liei golfo di Cagliari presso e due altre terre le quali teneva
il castello della Loiera, le armate Carlo Grimaldi, che però non le

veneta-catalana superiori di forze volle dare. Nel mese di ottobre il


alla genovese, a questa recarono conte Pallavicino vicario del Vi-
gravi danni. Tuttavolta i genovesi, sconti, con settecento cavalieri e

uomini di gran cuore, sebbene pel mille cinquecento masnadieri entrò


numero de' nemici non potessero in Genova ricevuto come loro si-

sperare vittoria, combatterono con gnore; e deposto il doge, il con-


nrdire; ma il loro ammiraglio An- siglio, e tutti gli altri reggenti del
tonio Grimaldi avvilito per le per- comune, prese possesso della signo-

dite fatte nel primo assalto, tentò ria, e il governamento delle dette

(li afTerrare la vittoria con l'arte, città e loro distretti.


nttaccando alle reni nemici che i Innocenzo VI in Avignone, e
ne rimasero spaventati. Grande poi Carlo IV in Mantova invano si
fu la loro sorpresa quando in ve- adoprarono per pacificare i geno-
ce di essere assaliti, videro Antonio vesi coi veneziani : i primi elesse-

abbandonar le galere genovesi che ro a loro ammiraglio Paganino Bo-


si trovavano con
alla loro fronte, e ria, che a'5 novembre 354 ^^' 1

altre diecinove fuggire a Genova. tacco il veneto Nicolò Pisani a


Le £;alere abbandonate si dieiono Porto Longo con tanta fortuna ed
prigioni, per cui nemici riporta- i abdità, che prese quell'ammiraglio
rono pieno trionfo con poco spar- con tutta la sua flotta, composta
gimento di sangue, facendo tremi- di trentacinque galere, e tutte le

la cinquecento prigionieri tra qua- sue ciurme, senza che un sol uo-
li eranvi molti principali genovesi, mo gli scappasse: tale segnalata

r morti ne furono colle ciurme più vittoria pose fine alla terza guerra
di duemila. I catalani e i veneti tra i popoli marittimi ;i veneziani
presero terra in Sardegna, occupan- accettarono tutte le condizioni, che

do Castel Genovese, e tutte le al- i genovesi vollero impor loro, ed


GEN GEN 3o3
acconsentirono ad una pace umi- della Chiesa, e per esigerne il de-
iianle. Pietro IV re d'Aragona, mi- bito tributo. Neil' anno medesimo
rando sempre al conquisto della fu decisa la lite che avea il sena-
Sardegna, mentre assediava il ca- to di Genova con Pietro IV, so-
stello della Loiera, sparse astuta- pra regno di Sardegna e la Cor-
il

mente voce che i genovesi erano sica, con la sentenza che diede a
stati sconfitti dai veneti, facendo favore de' genovesi Giovanni mar-
perciò feste di allegrezza. Scoraggi- chese di Monferrato, eletto arbitro
ti i genovesi che difendevano il dalle parti conlendeuli.
castello dalla triste notizia, e d'ac- Berniibò Visconti nel i36G bra-
cordo col giudice d' Arborea capi- moso di sottomettere la Liguria,
tolarono, e cederono al re il ca- fece condottiero di turbe di uomi-
stello: il giudice d'Arborea rico- ni malvagi, usi di vivere di rube-
nobbe di tenere le terre de' geno- rie, il suo figlio naturale Ambro-
vesi inSardegna per Pietro IV, gli giolo. Costui condusse la repubbli-
fece giuramento, e promisegli certa ca di Genova ad estremo pericolo,
moneta per omaggio di dette ter- tenendo con lui i malcontenti di
re; in tal modo i genovesi per- Gabriele Adorno loro duce. Presso
derono per militare inganno quel- il palazzo pubblico si fece cittadi-
la parie di Sardegna che signo- nesca battaglia, nella quale furono
reggiavano. In questa guerra In- battuti e discacciati i sediziosi .

nocenzo VI favori il re d' Ara- Avendo Urbano V deliberato di


gona, acciò ricuperasse il regno di restituire a Roma la residenza pon-
Sardegna e Corsica, quali feudi tificia, con le galere de' siciliani ,

della Sede apostolica. Cessata la de' veneti, de' pisani, e molte altre
guerra coi veneziani, Genova ricu- de' genovesi, parti da Avignone, ed
però la sua libertà, mentre il Vi- a' 20 maggio iSGj s'imbarcò in
sconti perde pure Bologna. Aven- Marsiglia, laonde con quattro gior-
do Simone Boccanegra ripresa pel ni di felice viaggio pigliò terra a
popolo la signoria di Genova, e Genova, dove fu così nel porto co-
recato sua soggezione tutta la
a me nella città solennemente e col
riviera, fuorché Savona, Ventimi- dovuto onore ricevuto dal doge
gliaj e Monaco, fece assediare Sa- Gabriele Adorno e dai cittadini. E
vona per terra e per mare, e per- perchè correvano i giorni delle ro-
venne a dominarla, indi anche gazioni, e vicina la festa dell'Ascen-
Ventimiglia e Monaco. Animato il sione, il Papa si determinò a re-
doge da questi vantaggi, mandò starvi alcuni giorni, alloggiando nel
galere in Sardegna per la ricupera palazzo de' cavalieri gerosolimitani;
del castello di Loiera, e non riu- cavalcando visitò la chiesa maggio-
scendo per il valore de' catalani, re, e nella chiesa di s. Giovanni di
Innocenzo VI pacificò il doge col Gerusalemme di detti cavalieri ce-
re aragonese.Abbiamo dal Rinal- lebrò nel dì dell'Ascensione messa
di allanno 36o, num. i, che In-
1 i solenne, e la mattina appresso par-
nocenzo VI spedì a Genova An- tì, lasciandovi frate Marco da Vi-
drea vescovo di Rimini, per rice- terbo cardinale di s. Prassede, per-
vere dalla repubblica il giuramen- chè facesse cessare le discordie e
to di fedeltà per la Corsica feudo le guerre che allora ardevano tra
3o4 GEN GEN
i genovesi, e Beinabò Visconti di mila combattenti. Ne fu fatto am-
Milano. IVelIa fanciullezza di Pie- miraglio Pietro Fregoso fratello del
tro II re di Cipro, a difenderlo dai doge Domenico, che giunto in ot-
turchi, Urbano V
raccomandò lo tobre a Cipro, bruciò nel porto di
a Giovanna I regina di Napo- Famagosta una nave e quattro ga-
li, ed alle repubbliche di Genova lere , e sbarcate le sue genti cinse
e Venezia . Indi a' io ottobre d'assedio la città ove era vi la re-
1372 si celebrò in Famagosta la gina Leonora vedova di Pietro I,
coronazione e le nozze di Pietro e madre di Pietro II, la quale te-
II, nella quale aspirando i consoli mendo mali maggiori , dopo sette
de' genovesi ad avere la precedenza giorni si arrese coi cittadini. L'am-
su quelli de' veneziani, ognuno pro- miraglio in breve tempo s' impa-
pose le ragioni per essere ante- dronì pure di tutta l'isola, senza
posti, ma fu decisa la lite a fa- spaigimento di sangue, ma con sac-
vore de' secondi. I genovesi irrita- cheggio; imprigionò il re Pietro II,
ti tornarono alle loro case, ed am- la regina consorte, il di lui zio Ja-
mulinatisi si ricondussero con armi copo Lusignano principe d'Antio-
nascoste nel reni palazzo, con in- chia con due figli, e più di sessan-
tenzione d'occupare nella funzione ta baroni e principali del regno,
il primo posto con la forza. 11 che tre de' quali morire perchè fece
saputo dai veneziani, già olTcsi dal- avevano indotto il re ad incrudeli-
le paiole de'genovesi, li accusarono al re contro i genovesi. Fregoso fece
ve come attentassero alla di lui vita: ritorno in Genova coi detti princi-
subito furono presi, e senza investi- pi che ivi restarono prigioni per
,

gare per quale cagione erano arma- qualche tempo ; essendo quivi nato
ti, per ordine del re furono gettati un figliuolo alla regina , fu dalla
otto genovesi dalla sommità del città di Genova nominato Giano,
palazzo, restando pure uccisi tutti che successe dipoi al padre , e fu
gli altri ch'erano nella città, tran- Giacomo I. La liberazione di detli
ne uno che fuggito a Genova vi nar- principi si effettuò coli' obbligo di
rò la strage, la quale fu eslesa ai ge- un tributo annuale di quarantami-
novesi innocenti dimoranti nel regno la fiorini per un tempo determi-
di Cipro. Arsero i genovesi di col- nato, con illustri ostaggi, e la ces-
lera, onde per vendicarsi adunaro- sione di Famagosta che rimase nel-
no possente armata. Vi mandaro- le mani de'genovesi circa cent'an-
no prima Damiano Cataneo con ni , finché Giacomo III ultimo re
sette galere, perchè disponesse le dei Lusignano la ricuperò dopo il
cose per la guerra, e pervenuto a 1470. Siccome Urbano V era ritor-
Cipro nel principio del i373, pre- nato in Avignone, il successore Gre-
se e predò borghi di Pafo e di
i gorio XI volle elFettuare il di lui
Necoita, seminò discordie tra no- i proponimento di ristabilire piena-
bili, alcuni favorendo, altri oppri- mente in Roma la pontificia resi-
mendo. denza partì d'Avignone, ed im-
;

Intanto parti da Genova una flot- barcatosi a' 12 ottobre 1376 in


ta di sessanta vele, il Rinaldi dice Marsiglia coi cardinali ,
giunse per
di trentasei galere, e di legni di cari- mare sulla capitana dei cavalieri
co in gran numero, con quattordici gerosolimitani a Genova ,
dove si
GEN GEN 3o5
trattenne alcuni giorni; ed essen- tociò le sue disposizioni erano sta-
done partito a' 28 ottobre, arrivò te sì opportune, e furono sì bene
nella capitale del mondo cattolico osservate da Ambrogio Doria suo
a' 17 del seguente gennaio. Il gior- fratello , che la battaglia fu com-
nale del viaggio lo scrisse Pietro piutamente guadagnata in un' ora
Amelio, che il Ciacconio inserì nel- e mezza: furono prese quindici ga-
le Vk. Pontif.j ed il Muratori ne- lere veneziane, millenovecento pri-
gli Scn'plor. rer. italic. tom. Ili, gionieri, fra' quali ventiquattro no-
par. II, p. 690. Nel iSyS mori veneti; ed il Pisani giunto a
bili

Gregorio XI nel palazzo vaticano, Venezia con sette vascelli, fu posto


ed ivi nel conclave agli 8 aprile in carcere qual reo di sua mala
fu eletto Urbano VI Butilli Pri- fortuna. Allora i genovesi sostitui-
gnani napolitano. Dopo pochi mesi rono a Luciano ammiraglio Pie-
1'

alcuni cardinali malcontenti di lui tro Doria, aumentando


la flotta con
perchè ne correggeva i costumi, e quarantasette galere, e con essa si
.si opponeva al bramato ritorno in impadronì di Chioggia a' i6 agosto
Avignone, dierono principio al lun- 1879. Si trovava in tal modo nel
go e funesto scisma ^ colla pseudo- recinto delle fortificazioni , di che
elezione dell'antipapa Clemente VII, la natura ha munito Venezia ; più
che portatosi in Avignone vi sta- padrone che i veneti stessi di tutti
bili una cattedra di pestilenza, ed i canali della laguna pareva che ,

ebbe successori nell'antipapato. Di- niun ostacolo gli potesse impedire


visi i fedeli nella credenza , molti di giungere con la sua flotta sino
seguirono le parti degli scismatici ; alla piazza di s. Marco. I venezia-
ma la maggior parte d' Italia e i ni vedendosi pure battuti per terra
genovesi restarono fedeli ad Ur- dal re d' Ungheria, del cui eseicito
bano VI ed ai suoi legittimi suc- era capitano Carlo Durazzo chie- ,

cessori. sero pace ad ogni costo, quanto al-


Continuando le scissure tra i ve- le condizioni fidando nella genero-
neti e i genovesi pei possedimenti sità dei loro vincitori. Il re d'Un-
del Levante, nel 1878 vennero ad gheria, il patriarca d' Aquileia , ed
aspra battaglia navale , che fu la il signore di Padova Francesco Car-
quarta guerra fra le due repubbli- rara alleati de' genovesi , volevano
che, e volgarmente chiamasi la accordarla; ma Pietro Doria rispo-
guerra di Chioggia, siccome conqui- se agli ambasciatori veneti. » Voi
stata dai genovesi. Il loro ammi- " non avrete mai la pace dalla no-
raglio Luciano Doria con una flot- '> stra repubblica, se prima noi non
ta di due galere, nel golfo Adria- » abbiamo posto una briglia ai ca-
tico prese Ilovigno in Istria , sac- » valli di bronzo, che sono sulla
cheggiò ed abbruciò Grado e Caor- » vostra piazza di s. Marco; quan-
le, e sparse il terrore fino nel porto '» do gli avremo imbrigliati con le
di Venezia. Vettore Pisani che gli » nostre mani, vi faremo bene star
era stato opposto con venticinque » cheti ". Il successo smentì in
galere, gli diede finalmente batta- breve tanta arroganza. Vettor Pi-
glia in faccia aPola a' 29 maggio sani rimesso in libertà , fortificò i

1379. Luciano fu ucciso nell'inco- canali in modo da chiudere a' ge-


minciamento della mischia; contut- novesi l'avvicinarsi a Venezia: non
voi. xxviit. ao
3o6 GEN GEN
andò guati die per una combina- Pagani, congiurarono contro di lui

zione tli l'ortiina e di accorgimento <livcisi cardinali, spalleggiali da Car-


tolse loro (ino la possiliilitù di po- lo III Durazz.o re di Napoli : i ri-

ter uscire da Chioggia. Pietro Bo- belli furono i cardinali Gentile de


ria senza essere slato vinto, si tro- Sangro, Lodovico Donati di Vene-
vava chiuso con la superba sua zia, Eston inglese, Bartolomeo Co-
liolta, ed assediato nel porto me- turno o Cocurno o Cogorno arcive-
desimo, che avea conquistato. In scovo di Genova, Giovanni Boria
vano ricorse agli spedieuli più ar- arcivescovo di Corfù, e Marino del
diti ed ingegnosi per aprirsi una Giudice: il Boria non sembra che
comunicazione col mare; la fortu- fosse cardinale. Tutti Uibano VI
na de' veneziani o i talenti di Vit- depose dalle dignità , alla presenza
tore Pisani e di Carlo Zeno redu- del clero e popolo nocerino, e li fece
ce dal Levante colla flotta, resero imprigionare insieme al vescovo del-
tulli i suoi sforzi inutili. Alla fine l'Aquila a' i5 gennaio i385; indi
venne ucciso da un colpo d' arti- fulminò r interdetto contro la città
glieria a' 2'?. geimaio i38o, sotto il di Napoli, e citò il re Carlo III a
convento di Biondolo; e la flotta comparii"e avanti di lui. Il re si

con la quale aveva fatto la con- portò con formidabile esercito in No-
quista di Chioggia, fu ob!)ligata ad cera ed assediò il Papa ìiella rocca,
arrendersi prigiotiiera a' 2 giugno i da dove affacciandosi alla finestra
dell' istesso anno, seguendo poi la tre volte il giorno scomunicava i

permuta de' prigionieri tra le parti. suoi nemici. In così deplorabile sta-
L'artiglieria in Italia fu posta in to scrisse il Pontefice alla signoria
opera per la prima volta in questa del governo di Genova, narrandole
guerra, e nell'in meria di Genova si r estreme sue angoscie , e pregan-
vede uno de' cann(»ni di cuoio usa- dola di pronto soccorso : fu solle-
ti dai veneti in quell'occasione. La cita la repubblica a sovvenire il

pace tra le republ)liche e i confc- comun padre, e mandò dieci gale-

dei'ati fu finalmente conchiusa a re a levarlo dall'assedio. Nel me-


Torino colla mediazione di Ama- desimo tempo Urbano VI a mezzo
deo VI conte di Savoia ma essa , di Raimondo Orsini e Tommaso
segnò il decadimento della formi- Sanseverino fu liberalo dalla for-

dal)ile possanza in mare de' geno- tezza, e coi cinque cardinali ed al-

vesi, che cedettero a Venezia l'iso- tri prigioni, lo condussero fra mille
la di Tenedo : le famiglie Adorno e pericoli nelle aspre montagne di

Fregoso ghibellini , ed i capi della Sanseverino, finché nell'agosto giun-


fazione popolai'e, concorsero a dan- sero in un porto della Puglia tra
no della patria , lacerandola terri- Barletta e Trani, ove l'attendevano le

bilmente con civili contese, dispu- dieci galere genovesi procurate dal
tandosi il potere , e facendo scor- cardinal Lodovico Fieschi. A'-ìS set-
rere torrenti di cittadino sangue. tembre i385 -le galere entrarono
Nei lagrimevoli tempi del fatale nel porto di Genova in giorno di
scisma, avvennero fatti di gran ri- sabbato, ed il Papa andò all'ospe-
gore, scomuniche, guerre e fazioni, dale di s. Giovanni situato nel bor-

non che diverse congiure. Mentre go occidentale, conducendo seco i


Urbano VI si trovò in Nocera dei cardinali prigioni, che fece mettere
GEN GEN 3o7
nelle carceri ; rimandò le galere col Nel 1396 Bonifacio IX pianse
eornandanle a prendere possesso di che la Liguria si fosse dalla Sede
Corneto, città dello stato pontificio, apostolica separata, dappoiché i ge-
data loro in pegno per ottantamila novesi liberi guerre esterne, dalle
scudi d'oro per le spese occorse. In ricominciarono a combattere tra di
Genova Urbano VI ad intercessio- loro , ed alcuni presero il partito
ne del re d' Inghilterra perdonò al di dare la signoi'ia a Carlo VI re
cardinal Eston, e gli altri ad onta di Francia, che seguiva le parti del-

dell'intercessione de' principi e del- l'antipapa Benedetto XIII. Mentr»-


la repuliblica genovese, ritenne e era arcivescovo di Genova Pileo
sentenziò a morte. Si narra die gli Marini, il re di Francia faceva go-
amici de' cardinali prigionieri assa- vernare la città da certo Giovanni
lirono il palazzo ove abitava il Pa- le Mengle, piìi conosciuto sotto il

pa per liberale prigioni, ma fu-


i nome di Bucicaldo, mnresciallo fa-
rono respinti; quindi tentarono di moso per le imprese d'oriente, il

avvelenare Urbano VI che fece , quale si volle introdurre nelle cose


carcerare alcuni congiurati, per cui ecclesiastiche, a cui si oppose l'arcive-
si ribellarono i cardinali Pileo de scovo, come di costringere i genovesi
Prata e Galeotto Tarlati, che fug- a riconoscere l'antipapa : fece quindi
gen<lo in Avignone si posero sotto venire in Genova s. Vincenzo Ferreri,
r «dibidienza dell'antipapa. I cinque non ancora illuminato della falsa
cardinali prigionieri fniono uccisi dignità Benedetto XllI, per cui
di
nelle carceri altri dicono strango-
, nelle prediche guadagnò ad esso
lati o affogali, altri tormentali, ri- l'arcivescovo, e gli altri. Bucicaldo
portando le diverse testimonianze di quindi nel i4o5 convocò gli ordi-
»tale severità Lodovico Agnello Ana- ni della città perchè gli prestasse-
stasio, lìeW Istoria degli antipapi ro ubbidienza, e non convenendovi
tom. II, p. i8o e seg. Questo sto- tutti, ottenne che ninno si dichia-
rico dice che Urbano A'I
dimorò rasse contrario. Spedì allora a Niz-
in Genova circa quattr'nnni, donde za sei galere sotto i suoi oiditii, e
partì a' 16 dicembre i386, secon- preso Benedetto XIII lo condusse-
do il Novaes sopra tre galere, do- ro a Genova con sei anticardinali,
po essere stato trattato in detta avendolo abbandonato. II
gli altri

città coir onore conveniente. Il Bec- ricevimento fu molto solenne, si fe-


chetti nella Storia ecclesiastica del- ce un magnifico ponte fino alla
lo scisma d' occidente , narra la porta maggiore della città, e l'ar-
mentovata congiura o punizione , civescovo si portò alla scala della
vigorosa nel tom. I, p. 207 e seg. galera capitana con tutto il cle-
Il Contelori dice che in Genova ro, avente in mano le sacre re-
Urbano VI creò cardinali Angelo liquie, seguito da duecento ses-
Acciaiuoli, Francesco Caiboni, Ma- santa de* principali cittadini vesti-
rino Bulcano o Vulcano, e Fran- ti di scarlatto. I cardinali passa-
cesco Castagnola napolitano, proto- to il ponte salirono a cavallo ,

notario apostolico, che ivi morì po- venivano appresso sei palafreni co-
co dopo. Del soggiorno di Urbano perti di velluto senza alcun caval-
VI in Genova ne tratta anche
, cante; indi il tabernacolo con en-
l'annalista Rinaldi ai detti anni. trovi la sacra pisside, contornali»
3o8 OEN G-EN
da dodici fiaccole, posto sopra una in Genova l'estinzione dello sci-
mula liccamenfe bardata; finalmen- sma; ma troppo era nota la sua
te lo scismatico Benedetto XIII in- perfidia per non evitarla, onde In-
cedeva su bianca chinea, di cui te- nocenzo VII non si mosse da Roma.
nevano le redini a destra il mare- Livorno nel i^o'j fu acquistato
sciallo governatore, e alla sinistra dai genovesi, che poi nel i42t lo
il podestà conte Ferretti anconita- vendettero ai fiorentini per rime-
no; la processione fu chiusa da cin- diare alle esauste finanze. I toibi-
quanta consiglieri, ed altri gradua- di eccitati dai partiti che divide-
ti in toga bianca. Le strade erano vano gli abitanti, furono tali che i

odorose di fiori, e le case ornate genovesi non trovarono altro mezzo


di verdi rami di ulivi; però men- per calmarli, che di cacciare i fran-
tre alcuni fuggivano la sospetta cesi,massacrarne la guarnigione, ri-
solennità, il popolo illuso dalla con- tirarsida Carlo VI, e sottomettersi
formità de' nomi, gridava a tutta a Teodoro II duca o marchese di

Toce : Benediclus , bencdictus qui Monferrato, marito della b. Mar-


venit innomine Domini. INIa in ve- gherita di Savoia. Discacciati i fran-
ce la mano di Dio si fece sentire, cesi dal marchese, venne eletto ed
perchè nel i4o6 la peste afìlisse acclamato nel 14^9 presidente e
talmente Genova, che in una sola capitano della repubblica colle ono-
settimana, fra la città e i sobbor- rificenze de' dogi : altri protraggo-
ghi si numerarono duecento quin- no qiiest' avvenimento a qualche
dici morti. Indarno s. Vincenzo anno dopo ; certo è che passati quat-
Ferreri con le parole e l'esempio tro anni ricuperarono j genovesi
predicò penitenza, consigliò proces- coli' oro la libertà, eleggendo nel
sioni , e di acqua benedetta asper- i4i3 per doge Giorgio Adorno.
se le contrade. Il morbo
a infierì Nell'anno i4'5 Genova si dirde
cagione del gran numero
popo- di al duca di Milano Filippo Maria

lo concorso in Genova. Abitava Visconti , raccontando il Rinaldi


Benedetto XIII l'arioso convento che Battista Fregoso dopo aver ri-
di s. Francesco, e le sue guardie portato alcuni segnalati vantaggi
occupavano l'eminente fortezza ; la nelle spiaggie della Corsica sull' e-

epidemia vi salì, e gli tolse un a- sercito di Alfonso V re d'Aragona,


mico costante, nel!' anticardinale indiavendo tenuto dietro con trop-
Pietro Serra vice-cancelliere del re- po ardore all'armata degli aragonesi
gno d'Aragona. L'antipapa si ritirò condotta dal Visconti, fu sconfitto;
a Savona, a Monaco, a Nizza, indi per la qual cosa Tommaso Frego-
a Marsiglia. Per ritrarre i genove- so doge si avvilì in modo, che ri-

si dallo scisma, narra il Rinaldi tenutasi la signoria di Sarzana, sot-


all'anno i4o5,num. 17, che il Pa- tomise la città di Genova al Bi-
pa Innocenzo Yll, dichiarò legato scione coi patti medesimi, co'quali
della Liguria e Lombardia, con Carlo VI re di Francia avea ri-

somma autorità, il cardinal Pietro cevuto la signoria di quel comune.


ss. XII Apostoli. Ave-
del titolo de' Nel 1422 Giovanni Adorno acce-
va Benedetto XIII mandato simu- cato dall'avarizia, senza considera-
latamente ad Innocenzo VII il sal- re il pericolo cui esponeva la pa-

vacondotto, onde trattare con lui tria, e le tante colonie genovesi


GEN GEN 3o9
sparse per Levante, col proprio
il to potè coBtro i maomettani. Nel
navilio trasporlo per grandissima 14^2 prevedendo i genovesi l'im-
quantilà di moneta V esercito di minente disfacimento dell' impero
Amurat II sultano de' turchi in greco per la crescente potenza dei
Europa. turchi, per conseguenza che il
e
JVel i435i i genovesi pel valore loro nome
e potere verrebbe ad
di Biagio Assereto, combattendo al essere spento in oriente, posero in
servigio del duca di Milano signo- piedi un'armata navale e prega- ,

re di Genova, sopra Capua ripor- rono Alfonso V re d'Aragona , di


tarono una illustre vittoria sugli Napoli e di Sicilia di fare allret-
aragonesi, facendo prigioni Alfonso tanto; ma l'impero greco cadde
V, Giovanni li re di Navarra, l'in- per sempre in potere de' turchi
fante loro fratello, il gran maestro nel i45i3, per gli sforzi di Mao-
di s. Giacomo, il viceré di Sici- metto II, e Nicolò V ne morì di
lia, il duca di Sessa, il principe di pena.
Taranto, con altri centoventi prin- Calisto III fece di tutto per in-
cipali signori. Eda notai e, che durre i principi cristiani a con-
quantunque i genovesi non abbia- venirsi contro il comune nemico,
no alzato egual grido nella mili- ed Alfonso V gli rispose che non
zia di terra, con tuttociò sono es- si sarebbe a ciò determinato se ,

si stati balestrieri assai stimati in prima non avesse domato i geno-


Francia , che di loro si giovò nel- vesi co* quali erasi per la detta fa-
le guerre di Fiandra. Dipoi i gè- mosa rotta indispettito e grave-
novesi si ritirarono dalla domina- mente disgustato : quindi l'armata
zione del duca di Milano, ed eles- fatta decime accordate du
con le

sero a doge Isnardo Guarco , cui Calisto III in Aragona, Valenza,


successero altri dogi , finché nel Catalogna ed altrove, per combat-
144^ i genovesi tornarono sotto il tere i turchi, fu rivolta a danno
duca di Milano Filippo Maria Vi- di Genova, col guasto della rivie-
sconti. Nel i447 ^" sublimato al ra, e con vivo dolore del Ponte-
triregno il ligure Nicolò V di Sar- fice. Non lasciò di scrivere minac-

zana, cui la storia di Genova, co- ce al re, ed all' arcivescovo di Tar-


me si esprime il marchese Serra, ragona legato della Sede apostolica,
deve un parlicolar tributo per lo ma Alfonso V restò insensibile;
splendore che procacciò alla Ligu- Calisto 111 tuttavolta pose in ma-
ria colle sue virtù , dottrina , e re una flottiglia, e i genovesi man-
grandi azioni : nato nella medio- darono un'armata in Levante per
crità, conseguì per solo merito in provvedere delle cose necessarie l'i-
brevissimo tempo le principali di- sole di IMete e di Stalimene, e Caf-
gnità ecclesiastiche. Prese cura dei ta. Nel i/\.56 i genovesi di nuovo
suoi congiunti ma senza eccesso ; si sottrassei'O dalla dominazione del
rinunziò in favore della sua secon- duca di Milano, e rincalzando Al-
da patria Genova al regno di Cor- fonso V la guerra contro Genova,

sica, ch'era stato offerto dai mal- nel i ^5S Pietro di Campofregoso,
contenti ad Eugenio IV suo pre- di consenso del senato, diede la si-

decessore ; invitò Genova piti volte gnoria della repubblica di Genova


alla concordia, e la sovvenne quan- a Carlo VII re di Francia, perchè
3 IO GEN GEN
ia difendesse dalle molestie deyli tazione, e supplicandolo a benedir-
aragonesi. Allora il re mandò a la. Grave, sublime e qual si con-
governare la Liguria Giovanni du- veniva al dotto Pio II fa la rispo-

ca di Lorena, figlio del re Renalo sta, in cui il zelante Pontefice gli

d'Angiò, fiero nemico di Alfonso disse, eh' erasi meravigliato, come


V perchè aveagli tolto lo scettro avesse accettato il potere sovrano
di Napoli. Nell'aprile Giovanni giun- in una città dedita sempre a cose
se a Savona, quindi passò a Ge- nuove, com'egli stesso avea pro-
nova, che subito per mare e per vato nel precedente anno, che do-
terra assediò Alfonso V , e si ac- vette abbandonar la dignità duca-
camparono Giovanni, Filippo Fie- la appena ad essa elevalo. Indi gli
schi Pietro Spinola, e Barnabò
, die i più saggi consigli, gli predis-
suoi collegati con un esercito che se sventure se non procedeva ret-
raccolsero. Sostenne i loro sforzi tamente ; dicendogli, altra è la re-
l'Angioino, e fu opportuna la mor- gola del sacerdote, altra quella del
te di Alfonso accaduta a' 27 giu- doge.
gno. Nell'anno i4'J'9 P'O II con- Paolo accecato dalle passioni
vocò in Mantova un generale con- non seppe giovarsi delle giuste e-
gresso per determinar la guerra sortazioui di Pio II, trascurando
contro i turchi, e si stabiPi che gli affari della Chiesa, e quelli del-
tutte le nazioni collegate per sì la repubblica : questo secondo suo
sacra guerra pagassero le decime : governo toccò appena tre anni, ma
a questi soccorsi ne promisero altri pose il colmo alle passate calami-
maggiori i genovesi, senza però ef- tà. In questo ducato avea Cfjiniu-
fettuarli ; ma mentre Pio II era ciato a regnare l'anno i4t'0 Fran-
sul punto di partire alla testa del- cesco I Sforza duca di Milano, e
la crociata, morì nel i464- Prima vi durò sino al i456: nel pessi-
di quest'epoca, e nel 1460, essen- mo principato dell'arcivescovo Fre-
do occupati i francesi a formare goso le speranze del duca si mol-
un'armata per ricuperare il regno tiplicarono, e crebbero gli artifici

di Napoli, Genova si rimise in li- suoi. Unitosi segretamente ai ne-


bertà per occulto trattato di Pro- mici del doge mitrato, la rivolta
spero Adorno, cui prestò aiuto Pio si furiosamente
accese si venne ;

II. Paolo Fregoso arcivescovo di dalle due fazioni alle mani, e si


Genova sua patria , quanto nobile sparse molto sangue, ma alla fine
altrettanto ambizioso^ aspirò al po- Paolo dovette soccombere alla fui-
tere civile, e con arti l'ottenne ai za, e fuggire nel 1 4^4? lasciando
i4 maggio 1462; ma non era an- tiono ducale, e cattedra vescovile.
cor terminato un mese che della Così il duca di Milano, con la coo-
dignità ducale venne spogliato. Sen- perazione di Luigi XI re di Fran-
za smarrirsi d'animo, anzi con mag- cia, di nuovo pervenne al dominio
gior impegno tentò prestamente della Liguria e della Corsica : di-
riacquistarla, e la conseguì di fat- poi i genovesi scosso il giogo Sfor-
to nell'anno seguente uj^jS. Paolo zesco, ed aiutati da Sisto IV, riac-
pensò questa volta a ripararsi sot- quistarono la libertà, coli' aiuto di
to Io scudo della Sede apostolica, Ferdinando re di Napoli. Nell'isola
uolificaudo a Pio li la sua esal- di Cipro le cose de' genovesi an-
GEN GEN 3ii
thirooo male ; Famiìgosla fu presa dilìèrenze de'cittadini, dappoiché ivi
dal re Giacomo II dopo tre anni nel 147^ tredici Fregosi in un sol
di assedio, peiù concesse ai geno- giorno furono impiccati, per la ven-
vesi ivi rimasti di potersi gover- detta di Prospero Adorno, e ne
nare colle proprie leggi. Intanto erano risorti subito altri che sop-
nel i47' divenne l'onlefice il li- piantarono gli Adorni e loro ade- i

gure Sisto IV delia Rovere di Al- renti. Il peggio si eia, che i Fre-
bisola nel territorio di Savona, na- gosi di un ramo facevano guerra
to da Leonardo e da Luchina Mun- ai Fregosi dell'altro, fratelli contro
leune, di onesta e popolare condi- fratelli, cugini contro cugini, i ni-
zione, nella villa di Pecorile sul poti allo zio.

territorio di Celle, nella casa dei Sisto IV considerando la perspi-

Spotoruo. Celebrò la repubblica di cacia d' ingegno e la destrezza ne-


Genova la sua esaltazione, con in- gli affari del suddetto Paolo Fre-
viare a Roma una solenne amba- goso, nel 1480 lo creò cardinale e
sceria di otto onoratissimi cittadi- legato apostolico, e generale di s.

ni, a prestargli ubbidienza e vene- Chiesa per comandare una grossa


razione: il Papa li accolse con a- armata che passava nel golfo del-
morevolezza, si gloriò di essere sta- l'Adriatico contro de' turchi, i qua-
to fatto cittadino di Genova quan- li avevano occupato Otranto nel
do era ancora in mi/ioribus, con- regno di Napoli, e sparso la coster-
fermò tutti gli anticbi privilegi nazione negl'italiani: ad onta di
concessi alla città da molti altri tanti onori, il cardinale divenendo
Papi suoi antecessori, fra quali i ;
pili che mai malvagio, fu costret-
che la città non possa essere sco- to Sisto IV a privarlo
della digni-
municata, uè interdetta, e che niu- tà cardinalizia e degli altri onori
,

no cittadino o suddito di Genova cui l'aveva rivestito, sebbene poscia


possa essere chiamato in corte di tutto gli reslitiù. Non perciò di-
Roma, né fuori della città e di- venne migliore, ritornato a Geno-
stretto; assolvette coloro che ave- va nel 1483, ed avendosi guada-
vano negoziato cogl' infedeli ; ac- gnato il suffragio di trecento citta-
cordò alla città di poter fare dot- dini venne acclamato doge, quasi
,

tori in legge ed in arti ;


provvide che fosse colà arrivato un nuovo
alla monache vaga-
riforma delle liberatore, mentre egli per occupa-
bonde; ordinò l'edificazione di un re la terza volta il supremo potere,
glande ospedale, e fece altre cose. avea carcerato nelle camere dell'ar-
Genova fu quindi signoreggiata
con civescovato il doge Battista Frego-
durezza da Galeazzo Sfoiza duca so suo nipote. Mori Sisto IV nel
di Milano, sotto del quale Mao- 1484, ed a' 29 agosto, giorno del-
metto li tolse a' genovesi la loro la decollazione di s. Gio. Battista,
aulica ed
importante colonia di fu eletto Papa col nome d' Inno-
C.alfa ossia Teodosia, e le altre cenzo Vili il cardinal Crio. Battista
piazze che possedevano nel mar Cibo di Genova, llglio di Arano e
IN'ei o. Nel 480 Sisto IV njandò a
1 di Marzia della nobilissima casa
Genova per legalo il cardinal Sa- de' Mari. Pedi Cibo famiglia. La
velli , perchè armasse una flotta patria sua giustamente esultante
contro i luichi, e concordasse le per allegrezza, si affrettò a mau-
3i2 GEN GEN
dargli una solenne ambasceria, che i fiorentini a cagione dei confini ,

esprimesse i sensi di congratulazio- e per la città di Sarzana , che i

ne e di rispetto della repubblica, Fregosi avevano tolta di sorpresa


composta di dodici de' primari del- a Firenze, Innocenzo Vili per mez-
la città ciascuno de' quali avea
, zo di ambasciatori accordò le due
undici servi di corteggio con li- repubbliche, sebbene i fiorentini
vree splendidissime. Si congratula- per varie scuse non osservarono i

rono col Pontefice per essere stalo patti; consolò anche l'islessa patria,

elevato alla prima dignità del mon- inducendo il cardinal Fregoso a


do, da cui derivava alla patria lu- partir dalla città, essendo incolpa-
cidissima gloria, e che la repubbli- to di tenerla divisa, ed in tante
ca si sarebbe fatto pregio e dove- discordie, eh' erasi ordita nuova
re in ogni tempo di obbedire ai congiura contro di non potè
lui:
suoi cenni , e prestargli per terra però impedire, che Genova nel
e per mare ogni soccorso: così 1487 o 1488 si desse nuovamen-
parlò a nome di tutti Ettore Fie- te a Galeazzo Sforza duca di Mi-
schi, non meno gravissimo cittadi- lano, e si ponesse sotto la di lui
no, che profondo giureconsulto , e protezione. Perciò si rese inutile la
l'orazione latina che recitò in quel- spedizione che fece il Papa di Ni-
la augusta udienza fu giudicata , colò Cibo arcivescovo di Cosenza,
di tanta soda eloquenza, che l'ac- il quale tornò a Roma senza ef-
cademia veneta la pubblicò nel se- fetto ; né mancarono quelli che va-
colo XVI nella raccolta delle mi- namente dissero, che Innocenzo Vili
gliori orazioni. A sì nobile deputa- aspirava all'imperio di sua patria.
zione Innocenzo Vili rispose con Nel 1489 verteva una rabbiosa lite

somma benignità, confermando alla tra due fratelli della nobile e po-
repubblica i molti privilegi ed im- tente famiglia Mari , Manfredo e
munità che godeva per la gra- Benedetto, l'uno laico l'altro mo-
zia de' suoi predecessori. Dopo sì naco : trassero seco loro numeroso
grandi onorificenze usale ad In- e forte partito , con tale inaspri-
nocenzo Vili dalla repubblica, al- mento che il litìgio cambiò in si

cuni genovesi avendo a trattare una fazione, in cui l'abito mona-


con esso, per avarizia si avvilirono slieo restò pubblicamente avvilito,
indegnamente: di molto denaro a- ed il carattere sacerdotale oltrag-
\endo bisogno il l'apa , ricorse ai giato. Innocenzo Vili emanò sen-
suoi concittadini per un impresti- tenza d'interdetto contro Genova,
lo ; lo prestaronp con mo- essi, ma di che tutti gli ordini della città
di sì sgaibati, e con tali minutezze moltissimo si risentirono, sì perchè
e cautele come imprestassero ad
, pareva loi o che tal pena fosse con-
un mercante sospetto di fallimen- tro i particolari loro privilegi , sì

to, e non ad un personaggio della ancora perchè proveniva da un


più sublime elevazione, senza men- Papa il quale era patrizio genove-
tovare altre offese che gli fecero. se. L'interdetto però fu solo per
Tuttavia Innocenzo Vili, d'animo quelli che abitavano dentro le mu-
generoso e mansueto, mostrossi sem- ra della città , e dopo dieci giorni
pre benefico colla patria. venne rivocato. Grandi cose avven-
Ardendo guerra tra i genovesi e nero nel pontificato d' Innocenzo
GEN GEN 3i3
Yin, ma la maggiore fu che Cri- quale cacciò dalla città i nobili
stoforo Colombo ficuoprì il nuovo protetti da Luigi XII re di Fran-
mondo, come osserva il Panvinio, cia, e con essi i ministri e soldati
con dire, che reggendo un genove- francesi; e quindi si elesse per ca-
se l'orbe cristiano, un altro geno- po e doge Paolo da Nove tintore
vese trovasse un altro mondo , in di panni, persuadendosi la plebe che
cui si fondasse la religione cristiana: Massimiliano 1 re de'romani, ed il
non
ciò però parlando con critica, Pontefice Giulio II ne avrebbero
mo-
è vero, perchè Innocenzo Vili preso la protezione , ma le loro
ri nella notte del 24 tenendo al speranze riuscirono vane. Sdegna-,
7.5 luglio 1492, mentre Colombo tosi Luigi XII, si portò a Genova

fece vela da Palos a' 3 agosto in con forte esercito in fermo pensie-
im giorno di venerdì; il successore ro di rovinarla, e distruggere la
d'Innocenzo Vili che fu Alessan- potenza de' genovesi, che costrinse
dro VI venne eletto agli i agosto, i senza patti ad arrendersi dopo otto
e Colombo a' 12 del successivo ot- giorni. E fama che ne fu rimosso
tobre, pure in giorno di venerdì, dai pianti e dalle voci compassione-
scuopri terra nel nuovo mondo. voli di quattromila fanciulli, che nel-
Certo è che nella sua iscrizione se- la piazza distesi e vestili di sacco, al-

polcrale, furono scolpite queste pa- l'apparire del re gridarono miseri-


role Novi orhis suo aevo invelili
: cordia. Si contentò della morte di
gloria. Mori dunque Innocenzo VI II Paolo fatto decapitare, del castigo
nel 149^5 6 dopo pochi anni, cioè di pochi altri , del giuramento di
nel i5o3, altro ligure ascese la ve- fedeltà, e dello sborso di trecento-
neranda cattedra di s. Pietro, Giu- mila ducati per la fabbrica fatta
lio II. Egli nacque da Raffaele del- subito incominciare di una fortezza
la Rovere fratello di Sisto IV, in sul molo, che volle denominata la
Albisola terra vicina a Savona; Briglia, e che in breve tempo si
y. Rovere famiglia. Pervenuta ridusse a perfezione. Le diede il

a Genova la notizia di sua esalta- nume di Briglia per frenare quel-


zione, si fecero tutti i segni possi- r indomabile e riottoso cavallo, ac-
bili venne e-
di allegrezza, quindi ciocché in avvenire non si potesse
letta una nobilissima deputazione per rendere ribelle e inobbediente alla
recarsi all' alma città onde congra- mano del suo padrone. Ben è vero
tularsi col nuovo Papa, componen- però, che fu scosso ancor questo
dosi di dodici personaggi, con un- freno, e nel i5i2, in cui per con-
dici cancellieri della repubblica. seguenza della lega di Giulio II fu-
Giulio II accolse benignamente gli rono cacciati i francesi da Milano
ambasciatori genovesi, e clonò loro e dall' Italia, ribellatisi i genovesi,
la rosa d' oi'o benedetta. Intanto espugnarono ed abbatterono que-
sino dal i499 ' genovesi eransi as- sta fortezza. Mentre il re di Fran-
soggettati allaavendo il
Francia , cia risiedeva in Genova, vi ricevet-
re LuigiXII spogliato il duca di te il cardinal Antoniotlo Pallavici-
Milano del dominio di Genova. no legato diGiulio li, onde con-
I tumulti che agitavano Geno- chiudere la pace con Massimilia-
va nel i5o7 si dichiararono in a- no l. Giulio II, qual padre comu-
perta iasurrezione del popolo, il ne, temendo della preponderan-
,,

3.i
4 GEN GEN
za de' fiaiicesi e per altre ragioni, scuoprì il nuovo mondo , ed Ame-
si ritirò dalla lega di Cambrai , e rico Vespucci fiorentino, togliendo
pacificatosi coi veneziani, i francesi al Colombo la gloria eh' eragli do-
ne restarono sommamente oflesi vuta, gl'impresse il proprio nome,
gli dichiararono la guerra, e pro- e fu chiamato America; e che Giulio
vocarono alcuni cardinali malcon- II fu il rista oratore delle lettere e
tenti a denunziare il conciliabolo delle arti ; per cui parziali scritto-
di Pisa: alcuni principivi manda- ri spogliando il Papa genovese del-
rono i vescovi de' loro dorainii , e la sua lode, la trasferirono ad un
sebbene Luigi XII stimolasse a ciò Papa di Firenze.
fare i vescovi e prelati genovesi Morì Giulio li nel i5i3, e gli

ad onta clic fossero soggetti alla successe Leone X, la quell' anno


sua tijrza, ricusarono d'intervenirvi. divenne doge di Genova Ottavia-
Però Giulio li oppose a quella sci- no Fregoso, che fu riconosciuto da
smalica conventicola il generale Francesco Ia condizione ch'esso
,

concilio Lateraneuse V. In concisto- giurasse fede ed omaggio alla co-


ro Giulio li, al dire del Rinaldi, rona di Francia ; si dice che il
scomunicò nel giugno i5in Luigi Fregoso per liberarsi dalle insidie
Xll, che fu cacciato dal dominio degU Adorni, dasse la signoria del-
di IMilano e di Pavia, cui seguì la la repubblica al re di Francia, il

jìerdita della signoria di Liguria. quale per la conquista del Milane-


11 cardinal Sedunense Matteo Schi- se si collegò colla repubblica di
ner sollecitò i genovesi a togliersi Venezia. Da ciò nacque la lega op-
dal giogo francese, il cui governa- posta di Massimiliano I, del re di
tore talmente si sbigottì , che de- Spagna, del duca di Milano, che
posto il pensiero di difendere il re, fu funesta a Genova; indi a Mas-
si ritirò nella rocca abbandonando similiano I successe l'imperatore
il regime della repubblica. Allora Carlo V, terribile emulo di Fran-
il popolo che avea ricevuto le ar- cesco I. Dilaniavano la patria gli
mi per difesa de' francesi , se uè Adorni ed i Fregosi disputando-
servì per ripristinare la libertà, e sene il principato e dominio; i pri-
creò doge Giano Fregoso. Il dot- mi furono obbligati andare ram-
tissimo archeologo Carlo Fea nato minghi ed esuli fuori di Genova,
in Pigna nella Liguria, nelle Nuli- e si appoggiarono al partito spa-
tizie intorno a lìaffdele, ec , e Pa- gnuolo e tedesco affine di abbat-
ragone di Giulio li e Leone X, tere i Fregosi, i quali si erano ap-
dice che il ponlillcato di lui ag- pigliati al partito della Francia,
giuntovi quello di Sisto IV , fu la per cui ebbero forte esercito in
vera epoca del risorgimento e del- aiuto sotto il comando del conte
la grandezza stabile di Pioma , e Pietro Navarro. Fiattanto gl'unpe-
che il secolo XVI non da Leone X, liali messe al niente le cose dei
ma piuttosto da Giulio li dovreb- (ìancesi Londjardia
iu , corsero
be prendere il nome, come me- nella Liguria ove posto , il vitto-
glio alla biografia di questi si dice. rioso campo appresso Genova , e
Quindi osserva il sacerdote Seme- ingannando sotto speranza di pace
ria a p. 388 della Storia ecclesia- i genovesi, entrarono per le rovine
stica^ che un navigatore genove-ie delle mura nella città, la presero
5

GEN GEN 3 1

e uiiberameute sacclici'^iaiouo ai ili il Papa nella notte de' 19 ago-


3u uiuggio del i522, per oidiiie sto 1022, navigando verso Geno-
dt'lmaicbese di Pescara Ferdinan- va, nella seguentemattina udì lu
do d'Avalos generale delle milizie rovina accaduta alla città: per que-
imperiali. Ottaviano Fregoso, il sto luttuoso avvenimento i genovesi
conte Navarro, ed altri principali con ragione erano afllitti e dolenti.
genovesi furono condotti prigioni Tutta voi la si rallegrarono e fecero
a Napoli. Sembra impossibile come Itjsta in sentire l'arrivo del Pontefi-
Genova fosse superala dagli spa- ce, e quando la sua flotta entrò iu
gnuoli e tedescbi, mentre era for- porlo, le acclamazioni e lo strepito
tificata e difesa dal valoroso eser- delle artiglieriefurono indescrivibi-
cito numeroso del-
francese, più li. Al lido sul ponte latto di legno
l' imperiale. Era morto il primo discese Adriano Vi, salutato dal
dicembre i 5i i Leone X, che ne- clero, ed anziani della città, cou
gli ultimi del pontificato, ritiran- brevi e rispettose parole, e s'avviò
dosi da Francesco
aveva unito il
I, allametropolitana, ove cantò mes-
[)iopiio esercito a quello di Car- sa solenne con musicali istromenti
lo V, e perciò i francesi furono e dolci concerti; poi visitò il teso-
sloggiati da Milano, che con tut- ro delle reliquie, vide il sagro Ca-
to ducato si rese a Francesco
il tino , venerò le reliquie di s. Gio.
li Sforza. Quindi a'9 gennaio i52.ì Battista, poscia si recò inPiccapie-
fu creato Papa Adriano VI assen- tra al palazzo di Stefano Spinola
te dal conclave, perchè dimorante di Giovanni, soprannominato del
nella Spagna che governava pel Borgo, per prendervi alloggio.
suo antico discepolo Carlo V. A- L' Ortiz nel seguente capitolo
gli 8 luglio con un'armata di ciu- racconta il soggiorno di Adriano
(juaiita legni, con duemila persone VI in Genova, dice che vennero
di seguito ti'a prelati e cortigiani, ivi a baciargli i piedi il duca di
e quattro mila soldati, parti dalla Milano, Prospero Colonna capitano
Spagna per recarsi alla sua Sede. dell'esercito pontificio ed imperiale,
Biagio Ortiz di lui famigliare nel- che per Leone X cacciò da Milano
la Descrizione del viaggio di Adria- i francesi, il suddetto marchese di
no y I, cap. XVI, tratta del lugubre Pescara, ed Antonio di Leiva o
ingresso del Papa in Genova, a ca- Leva capitano spagnuolo, con gran
gione dell' eccidio di questa città seguito d'italiani e spagnuoli, i qua-
accaduto poco innanzi , del quale li furono abbracciati dal Pontefice
ingresso daremo un sunto. Essen- con volto seieno. Tulli questi si-
do il Papa partito da IMonaco, fu gnori pregarono il Papa di assol-
incontrato dacinque galere geno- verli in un ai soldati, dalle cen-
vesi,che per comando del senato sure incorse per l'invasione e de-
dovevano accompagnarlo ; giunto vastazione di Genova, ma non a-
Adriano VI in Savona fu visitato vendo ottenuto questa grazia, ognu-
da Girolamo Adorno capo del suo no di essi ritornossene ai loro ri-
partilo, duca dell'i ui pero, e fratel- spettivi destini e paesi. Ma il Rinal-
lo di Antonio che fu poi doge di di all'anno i522, e il Kovaes nella
Genova, accompagnato da gran cor- vita di Athiano VI, dicono che
te, e pei trattale alcuni alfaii. In- rispose loro : Non posso, uè debbo,
,

3i6 GEN GEN


ne voglio. Dopo due giorni di per- nell'anno i468 , di cui scrisse la

manenza, il Papa partì da Geno- vita Lorenzo Capelloni , pubblica-


va ossequialo dallo stiepito delie ta iu \enezia nel 1 565.
arli;t;lieriej e giunta la flotta a Por- Lungi dalla patria Genova come
tofino, sedici miglia distanteda la sua famiglia, per le accanite fa-
Genova, scese in terra andò a
e zioni che se ne disputarono la so-
visitare la chiesa di s. Giorgio mar- vranità, segui per tempo la voca-
tire della Catalogna, e le di lui re- zione delle armi. Di anni diecinove
liquie che gli abitatori di Portofino si arrolò nelle guardie pontificie
portarono dalla Spagna. Dicesi che d'Innocenzo Vili, sotto suo zio Do-
i genovesi , come narra 1' Ortiz, menico Doria che n' era capitano ,
abbiano più volte tentato di tras- e vi si fece distinguere per la sua
ferire alla loro città queste reli- esattezza e destrezza negli esercizi
quie, essendo s. Giorgio il loro sim- militari. Passò dopo al servizio di
bolo militare ed equestre e che , Ferdinando l re di Napoli, indi a
quante volte sono state colà tras- quello di Alfonso II suo figlio. Le
portate, altrettante essi dicono, che guerre civili gli fecero nascere ii

se ne sieno da loro stesse ritorna- desiderio di portarsi nella Terra-


te al suo promontorio. Indi pro- Santa, dove venne cavaliere
fatto
segui il viaggio per Porto Venere, dell' ordine Giovanni di Ge-
di s.

per Porto Spezia e per Livorno. , rusalemme. Ritornato da tale pel-


L'annotatore dell' Ortiz, Nicolò de legrinaggio entrò al servigio di Gio-
Lagna, nella nota della pag. i44 vanni della Rovere, che seguiva le
là osservare che non potè rinveni- parli di Carlo Vili nel regno di
re notizie di s, Giorgio nato nella Napoli, e si procacciò somma glo-
Spagna e martirizzato in Tarragona, ria pel ed intelligenza con
valore
e sojo gli accorda che dalle reli- cui sostenne l' assedio di Rocca-
quie di s. Giorgio martire di Cap- Guillelma, contro al famoso Gon-
podocia, che si venera assai iu Ca- salvo di Cordova , detto il gran
talogna ed in Tarragona, sieno sta- capitano. Segnalatosi nella milizia
le trasportale alcune reliquie che di terra, la lasciò in età di 24 an-
ivi priiiìa ci fossero. Rapporto poi ni per militare sul mare dove si ,

all'ordine equestre di s. Giorgio in acquistò in breve la gloria di es-


Genova , Ascanio Taniburiui de sere il primo condottiero di arma-
Marradio ordinis Valkunbrosani in te navali del suo secolo. Andrea
suo utilissimo opere de jure abba- Doria facendo la guerra ai mori
tum lom. II, quaesl. 9, num. Sg, ed ai turchi, che infestavano allo-
scrive : « Sancii Georgii apud ge- ra il Mediterraneo, riuscì in pan
=> nuenses equiluin ordo quo iusi- tempo ad aiunentare la sua fortu-
« gniuiilur houoiaii illius reip. ci- na e riputazione le galere che co- :

« ves benemeriti, floret in praedi- mandava erano di sua proprietà


» eia lepub. illiusque equites tes- ne fece luogotenente Filippo Doria
>» sera, quae est crux. plana rubei suo cugino, e la loro flotta sparse
" coloris, condecorautur ". Ora pas- il terrore fra i baibareschi. L'azio-
siamo a parlare del celebratissimo ne che valse più d'ogn' altra a
Andrea Doria, il ristauratoie della consolidare la sua rinomanza, fu il

libertà genovese, nato in Ou('giia coinbattimeuLo di Pianosa, lu cui


GEN GEN 3r7
a' 55 aprile i5rf), avendo sole sei iSi'j. Per secondai'e poi Lutrec
galere, venne sorpreso da tredici che era passato all'assedio di Na-

galere, che il re di Tunisi aveva poli, inviòil di lui parente Filippo

armate a bella posta contro di lui. Doria con otto galere, mentre Ugo
Andrea pugnò con tanto valore e di JMoncada che comandava l'ar-
sapere, che la battaglia terminò mata imperiale, fu battuto a Ca-
con la disfatl;i dei mori e la presa podono e vi perdette la vita. Sem-
di sei dei loro vascelli. Intanto l'I- brava che i francesi fossero sul
talia era divenuta il teatro d'una punto regno di
di conquistare il

guerra feroce tra la Francia e la Napoli, allorché Andrea Doria, do-


casa d'Austria, ossia tra Francesco po aver servito lungamente la Fian-
I e Carlo V: non vi avea più in- cia, accorgendosi di essere l'ogget-
dipendenza pegli stati italiani , e to di gelosia de' suoi ministri, si

questi allorché si abbandonavano recò ad onta di vedersi preferito


all'uno o all'altro di que' potenti Teodoro Trivulzio al governo di
rivali, davano un padrone, an-
si Genova, per ottenere il quale egli
ziché un protettore. Andrea mili- offrivaduecento mila scudi. Gli dis-
tò per la Francia, e rimase anche piacque ancoia che non si restituis-
agli stipendi di essa quando le ri- se Savona alla patria, come Fran-
voluzioni di Genova sua patria cesco I avea promesso, e che anzi
tratta l'ebbero nel partito imperia- a danno del commercio di Geno-
le. Francesco I gli aflidò una flotta va, voleva fortificarla e farne un
considerabile, con la qirale l'am- porto franco; e previde che la sua

miraglio Boria battè quella di Car- patria ed i suoi soldati erano per
lo V presso ai lidi di Provenza. divenire anch'essi vittima degli ar-
Dipoi condusse dieci galere in soc- tifizi d'una corte, laonde rinunziò
corso di Marsiglia, ove disperse la al servigio della Francia, e concepì
flotta degl' imperiali , che costrin- r eroico divisamento di liberare in-
se a levarne l'assedio. Nel iS^S teramente, e consolidare con savie
Andrea Doria col consenso di Fran- istituzioni l'indipendenza della re-

cesco 1 passò al servizio di Clemen- pubblica genovese. Attese nel golfo


te VII , allora alleato della Fran- di Lerici che il tempo per cui
cia ; ma riprese dono due anni il condotto si era a^li stipendi di essa
comando delle galere francesi, con fosse finito, e allora conchiuse un
trentaseimila scudi di stipendi e nuovo trattato con l'imperatore,
col titolo di ammiraglio dei mari al quale domandò per ricompensa
di Levante. de' suoi servigi la restaurazione del-
Contribuì Doi ia nell' isfesso anno la libertà di Genova, ed il suo
potentemente a staccare i genovesi aiuto. Il giorno 12 settembre iS-ìb)
dall'alleanza di Carlo V, per farli egli si presentò con la sua flotta

entrare in quella di Francia, la dinanzi alla città; le galere di Fran-


quale in tal modo ricuperò la pre- cia ch'erano piìi deboli si ritiraro-
prtnderanza sulla Liguria, dappoiché no; Teodoro Trivulzio che coman-
essendo Genova assediata dal ma- dava nella città, e che non avea
resciallo Lautrec generale del re potuto ottenere rinforzi che do- i

Francesco I, e dal Doria, dovette mandava, si ritirò nel castello, e


arrendersi dopo lunga diffusa nel Doria fu accolto da' suoi concilia-
3.8 OEN GEN
(lini con enlnsinsmo, e con grida mente a Genova insieme al suo
di qioia, siccome il restauratore corteggio, eh' era composto di ven-
flella loro libertà: in fatto in ve- totto galere , settanta barche , ed
ce di attribuirsi la sovranità che altri navigli, con entro le milizie

piu' gli offrì Carlo V, e che pote- a piedi ed a cavallo; un buon


va assumere, non pensò clie al me/,- ninnerò delle quali sbarcando a
70 di rendere il governo più stabi- Savona s'avviarono nella Lombar-
le, in pari tempo più saggio.
ed dia. Grande e pomposa fu l'acco-
l'use un termine alle crudeli fazio- glienza con cui in Genova fu rice-
ni degli Adorni e dei Fregosi, ed vuto l'imperatore dal popolo, dai
abolì perfino loro nomi, costrin- i principi ed ambasciatori in quella
gendone gl'individui all'adozione in città convenuti per rallegrarsi del-

diverse famiglie. Piichiamò i nobili l'arrivo di lui, e per prestargli omag-


agl'impieghi, ma rendendoli egua- gio, non che per trattare negozi spet-
li; istituì i dogi biennali, temperò tanti all'aggiustamento politico de-
i poteri colla riforma della coslitu- gli stati italiani. Il Papa vi avea
7Ìone, quale durò pressoché sen-
la mandato ad Genova
aspettarlo in
za cambiamento sino al termine il cardinal Ercole Gonzaga, e mon-
della repubblica. Per tal guisa egli signor Giammatteo Giberti; vi
meritò padre, e libera-
i titoli di spedì inoltre Ire cardinali legati,

tore (iella patria, che gli furono de- Farnese poi Paolo III, Quignones,
cretati dal senato, il quale per gra- ed Ippolito de' Medici, il cui fra-

titudine gli eresse una statua di tello duca Alessandro vi si trovò


fuarmo, che situata con quella del con buona comitiva di signori, es-

nipote nel cortile del palazzo du- sendo slato destinato genero del-

rale, perpetuò sino agli ultimi del l'imperatore. Passato poi questi in
secolo passato colla memoria del Bologna, cotne pur fece Clemente
ginn benefizio, l'idea di im vero VII, tra gli oratori de' principi che
«ittndino, quando nei noti sconvol- intervennero alla coronazione vi fu-

gimeiifi politici dell' accennala epo- rono ancora gli oratori genovesi,
ca furono tolte. ch'ebbero grave contesa con quel-
Andrea Doria non volle nem- li di Siena, al modo che erudita-

meno essere doge nella nuova co- mente racconta il eh. GaetanoGior-
stituzione genovese, onde poter con- dani nella sua dotta opera intito-
tinuare a servire l'imperatore sul lata: Cronaca della venuta e dimo-

mnie giusta il suo accordo. Nella ra in Bologna di Clemente VII,


guerra contro Solimano il prese e di Carlo F. A nome della re-
Corone e Patrasso, non che devastò pid)blica di Genova furono inviati
le spiaggie di Grecia; indi gli battè a Bologna per assistere a sì gran-
la flotta, e lo forzò a levar Tasse- de solennità tre oratori. Franco
diodi Corone. AvendoCarlo V divi- Fiesco, Nicolò Giustiniani, e Gio-
sato di ricevere in Bologna dalle mani vanni Lercario: nel seguire l'impe-
di Clemente VII la corona ferrea e ratore parve ragionevole ai genove-
la corona imperiale, il primodi ago- si, che gli oratori sanesi come in-

sto I 'ti'29 montò sulla capitana di An- feriori dovessero andare dopo di
drea divenuto principe di Melfi, e loro; ma arditamente a ciò questi
a' >.Idi detto mese sbarcò felice- si ricusarono. Nata pertanto una
GEi\ GEi\ 319
conlesa di etichetta contro di essi, so del porto, con colare a fondo
il luaestro di cerimonie giudicando due grandi vascelli carichi di pie-
in favore de'saucsi i cui oratori tre. Benché gl'ave di età, Andrea
erano i messeri Giovanni Palmieri, seguitava a montare sulle sue ga-
Orliindo INIariscolli, e Uernardino lere, ed a comandarle in persona,
Boninsegui, dall'oratore Lercario si ciò che fece sino all' età di circa
difese il diritto de' suoi. Dappoiché novant'anni, consumando tutta la

avendo i genovesi un rescritto di sua vita in diverse spedizioni ma-


Carlo V, per il quale in questo rittime, cui governò egli medesi-
onore erano anteposti ai ferraresi mo, o col mezzo di suo nipote
od ai fiorentini, se avessero potuto Gianneltino Doria; in una di esse
intervenirvi, i sanesi quali inferiori però la sua flotta fu battuta da
non erano stati posti in considera- quella di Dragut. In età di otlan-
zione di ciò. Quindi il Lercario tacinque anni condusse la sua flot-

con le mani di viva forza respinse ta in soccorso dell' isola di Corsi-


gli emoli, e con breve e grave ca, invasa dai francesi , assediò s.

orazione sostenne le ragioni di Fiorenzo, prese quella piazza e la


Genova, de' suoi colleghi, e della fece radere.Carlo lo avea de- V
comune rappresentanza; salvando corato del toson d'oro, e della di-
così il decoro della dignità loro gnità di gran cancelliere di Napo-
con valore e costanza d'animo, li ; oltre il principato di iNIelfi gli

nel sostenere la precedenza contra- conferì anco il marchesato di Tur-


strata. si. Tali dignità ed il credilo gran-
Paolo III nel i538 intraprese de diDoria godeva in patria,
cui
un lungo viaggio per pacificare e più ancora 1' insolenza di Gian-
Carlo V
e Francesco I, e solo potè neltino Doria, eccitarono nel i5J47
conchiudere una tregua di dieci in Genova la strepitosa congiura
anni, essendo alloi-a l'imperatore a contro di lui, mentre da vari an-
A Ila franca, ed il re presso Nizza;
i ni la repubblica godeva di una in-
indi fu accompagnalo il Papa dal- vidiabile pace e tianquillità. Quan-
l'imperatore sino a Genova, ove tunque Andrea Doria si tenesse nel-
ne' cinque giorni che vi si ferma- la condizione di privato, pure ri-

rono, si visitarono due volle come scuoteva la venerazione di princi-


incogniti, secondo il Fellone, Dei pe. Per la sua potenza, e pel so-
^'Joggi dc^ Ponlefici, pag. 809. Il stegno imperiale venne in gelosia
Novaes nella vita di Paolo III, di- ad altri signori genovesi, e sopra
ce che questi partì sulle galere tulli a Gio. Luigi Fiesco, con le di
francesi per Genova , ove a' 28 Lavagna e signore di molle ca.stel-
giugno pubblicò la bolla di pro- la, giovine di grandi natali e di
roga del concilio generale. Intanto spirito insofferente d'ogni superiori-
Andrea Doria si misurò in mare tà, per lo che maneggiato occulto
contro il famoso corsaro Barba- tratlato colla Francia, si dice che
rossa, e consigliò Carlo V a re- stabilì di darle la patria, e così
carsi in miglior stagione contro la abbattere Doria: altri dicono che
i

tana de' pliati in Algeri ;


quindi Gio. Luigi Fiesco non avea per
nel 1547 Andrea s'impadronì di fine, che vendicare le offese falle
Savona, avendo turato l' ingres- alla Sede apoblulica da Andrea, e
,, ,

320 GEN GEN


di resliluire alla repubblica l'anti- antiche leggi , stabilendone delle
ca libertà e dolcezza del suo go- nuove , e prescelto dal senato a
Tcrno. Disposto il tutto con gran- trattare col conte Giovanni Luigi,
de avvedutezza, mosse tal tumulto non potè ciò fare pel di lui anne-
co* suoi,die si rese come padrone gamento : morì nel i558 in pa-
della città, e forse lo sarebbe sta- tria, e fu sepolto nella chiesa di
to, se lecatosi al porto, e quivi s. IVIaria della Cella dei religiosi
postosi a frenare un bisbiglio de- agostiniani fuori di porta s. Tom-
gli scbiavi che si erano sciolti dai maso, nella tomba de' suoi ante-
ferri, nel passare da una all'altra nati. La ribellione che scoppiò nel
nave non fosse caduto nel niare i564 fra i corsi, fu calmata cin-
ove rimase annegalo colla sua , que anni dopo, avendo però lascia-
morte cadendo tutta la macchina ; te delle tracce di rancore nel cuo-
la quale oppresse ancor Giannet- re di quegli isolani. Dopo tanti di-
tino Doria nipote, e figlio adottivo sastri, forse maggiore fu il <listur-
di Andrea, che accorso contro i bo dell'anno 1574. Erano state a-
sollevati, rimase ucciso alla porta scritte al ruolo della nobiltà più
di s. Tommaso. Ad Andrea riuscì illustri famiglie per supplire alle
di fuggire, il palazzo de'Fieschi fu vecchie già estinte, che si chiama-

spianato, la loro famiglia bandita rono famiglie nuove. Vedendosi que-


sino olla quinta generazione, senza ste poco considerate nell' elezione
altre particolari conseguenze, tran- delle magistrature, che si davano
ne qualche mutazione nel governo costantemente alle famiglie vecchie,
per la comune quiete. Ma le cose né nulla ottenendo colle doglianze,
principali che dierono luogo , ac- sollevarono il popolo con speranza
compagnarono, e seguirono sì fu- di governo migliore ; il popolo pre-
nesto avvenimento, meglio le nar- se le armi, e la nobiltà vecchia si

rammo al volume XXIV, pag. dovette allontanare dalla città. Fu-


5,49 e seg. del Dizionario. rono intromessi per l'aggiustamen-
Giulio Cibo, poco tempo dopo, to il Pontefice Gregorio XIII, che
tramò una seconda congiura, che vi spedì colla dignità di legato il

gli costò la vita. Do-


fu scoperta, e celebre cardinal Giovanni Moroni,
ria però nel perseguitare i suoi ne- l'imperatore Massimiliano li, che
mici, e nella vendetta di suo ni- inviò a Genova alcuni suoi consi-
pote, si abbandonò ad eccessi di glieri, ed il re di Spagna Filippo
crudeltà d' un grand' uo-
indegni II, che vi mandò il duca di Gan-

mo : fece cucire in un sacco, e git- dia. Nel tempo del trattato com-
tare in mare Ottobono Fiesco fia- parve avanti Genova Gio. Andrea
tello del suo nemico, olt' anni do- Doria con molte galere, con cui
po la congiura di Giovanni Luigi. pose in fuga quelle della città, eil

E Doria morì d'anni novantatre ai occupò Porto Venere , la Spezia


i5 novembre i56o. Mentre scop- Chiavari ed altri luoghi , venendo
piò in Genova la congiura, ivi tro- secondato dagli altri signori che ,

vavasi il cardinal Girolamo Doria, co' propri soldati davano il guasto


il quale avea servito da secolare la al paese. Stentarono gì' inviati dei
repubblica in diverse ambascerie principi a farli desistere dalle cru-
indi cooperò all' emendazione delle deltà, e indurli a rimettere l'alfa-
GEN GEN 2ja
re in mano de' loro sovrani, che d'una lampada d'argento del va-
linaluienle composero le discordie lore di quattro mila scudi, che il

nel 1576, togliendo alcune leggi, senatore Agostino Centurione por-


coireggeiulone altre, ed altre inno- tò alla sua tomba nel monastero
vandone. Fu principalmente ordi- di Chiaravalle, e n'ebbe in ricambio
nato, che tolti via nomi di case i una costa del santo, che solenne-
vecchie e di nuove, si riducesse la mente fu riposta nella cattedrale.
nobiltà ad un sol corpo. Ma ben- Qui faremo cenno delle controver-
ché si sostituissero le voci di fa- sie degli arcivescovi di Genova coi
miglie citi portico di s. Siro, luo- senato della repubblica, pel trono
go ove adunavasi la nobiltà vecchia, del doge nella chiesa metropolita-
e di famiglie del portico di s. Pie- na di s. Lorenzo, clie distesamen-

tro, luogo ove adunavasi la nuova, te narra il lodato storico d. Gio.


corrono nondimeno tuttavia co'no- Battista Semeria a p. ^no e seg.
mi di portico vecchio, e di porti- Gravissime controversie in diversi
co nuovo. Qui poi noteremo, che tempi amareggiarono Inanimo degli
non cagionarono novità ai gover- arcivescovi di Genova in riguardo
no, e solo ricaddero sui propri au- al trono del doge, che il governo
tori le altre cospirazioni oidite più della repubblica volle erigere nel
tardi contro la patria , dal Vac- luogo digniore del presbiterio del-
chero, dal Balbi, dal Raggi, e da la chiesa metropolitana, le quali si

Raffaele della Torre. inasprirono ai tempi del cardinale


Nel i5go fu sollevato al trono arcivescovo Stefano Durazzo, che
del Vaticano, il cardinal Giambat- fu elevato nel i635 da Urbano
tista nato in
Castagna, Roma da Vili a questa chiesa. La sede del
Cosimo della nobile ed antica fa- doge stava a' tempi suoi a laterc
miglia di Genova, e da Costanza epislolae , rimpetto alla cattedra
Ricci, ed assunse il nome di Ur- arcivescovile io cornu evangelii. La
bano VII. Regnò soli tredici gior- lepubblica qual padrona e signora
ni, e fu compianto per le sue ple- del regno di Corsica, deliberò nei
clare virtìi , ed eminenti qualità. i638 di assumere la dignità e le
Verso l'anno 1624 incominciarono insegne regie con tutte le onorifi-
le contestazioni che Genova ebbe cenze annesse. Con tale intendi-
con la Savoia, pel possesso del mar- mento ordmò, che ogni (jualvolla
chesato di Zuccarello, le quali fini- si eleggeva il doge, primo rappre-
rono con dominio in
ottenerne il sentante di essa repubblica, venis-
forza della pace del i63i. Frattan- se fregiato delle regie insegne della
to a cagione delle guerre di Eu- corona, dello scettro, e del manto
ropa, temendo i genovesi di do- reale. Eseguita questa funzione nei
versene risentire, giustamente fon- marchese Agostino Pallavicino, che
darono le loro speranze nel divino fu il primo de' dogi incoronati,
patrocinio; e rammentando quanto parve al governo che la sede di
s. Bernardo amò la loro nazione, lui nel presbiterio di s. Lorenzo
nel 1625 a'27 aprile i senatori e alla parte dell'epistola fosse infe-
governatori della repubblica for- riore al suo grado, né convenisse
malmente lo elessero a patrono piìi alla suprema maestà sua. Il
della repubblica , facendogli dono cardinale arcivescovo ricusò di far
VOL. XXVIII. 21
3a2 GEN GE^^
rincoi'oii.izioiic del doge Pallavici- bre di detto anno, con l'assistenza
no, dicendo che ad un principe di di due deputati. Ordinò di più,
santa Chiesa, non era cosa con- che i canonici accompagnassero il

veniente incoronare un patrizio che doge e il senato tanto all'ingresso


dopo due anni era tenuto a lasciar quanto all'uscire di chiesa fino al-
la dignità secondo le leggi in vi- la porta del tempio. Queste nuove
gore. Questa funzione si esegui in pretensioni furono portate alla san-
vece nella chiesa di s. Caterina ta Sede, ove per lungo tempo si
dall'abbate della medesima, 1'
anno discussero, e finalmente i cardi-
i638; intanto da questo rifiuto nali Altieri e Negroni proposero
ebbe principio la poco buona in- un temperamento , che dal gover-
telligenza del cardinale col gover- no fu adottato. In conseguenza
no, quindi oppose a concedere
si del quale il minor consiglio, il gior-
all'assunta dignità, sebbene regia, no 26 giugno 1673, autorizzava
il luogo digniore della chiesa. Di i serenissimi collegi, ad accordare
questa resistenza si olTesero i su- la pratica della sede arcivescovile
premi magistrati, e cessarono da col progetto ultimo di Roma, pro-
quel momento d' intervenire alle curando che il luogo preciso del-
solenni funzioni ecclesiastiche, co- l'arcivescovo prelato sia piìi vicino
me per Tinnanzi solevano fare. Il agli stalli de'cauonici. Peiò nel gior-
cardinale rassegnò alla santa Se- no 3o dell istesso mese decretarono,
de la pretensione del governo, ed " che venendo cardinale arcivescovo
Urbano Vili commise questo ne- M si rimetta il suo soglio nel luo-
gozio ai cardinali Capponi, Fran- » go e nel modo in cui era cs-
ciotli e Montaldo della congrega- » sendo arcivescovo il cardinal Du-
zione de'rili. Dopo matura discus- » razzo, mentre per l'arcivescovo
sione, decisero che continuasse l'ar- » moderno, e per li suoi succes-
ci vescovo a tenere la sna cattedra « sori prelati si ponga la sedia
dalla parte del vangelo nel sito >} al corno dell'epistola, nel sito

pih vicino all'altare, e dall'istess^t, » più verso il coro e più vicino


ma in luogo inferiore, avesse an- >j agli stalli de'canonici ". Eletto ad
che la sua sedia il doge ; tutti ri- arcivescovo nel 1706 monsignor
masero conlenti della decisione, e Lorenzo Fiesco, e nell'anno seguen-
la città vide con moltissima soddi- te decorato della dignità cardina-
sfazione ritornare alle consuete sacre lizia, fece di nuovo riporre a corna
funzioni il doge e i senatori. exangcUi presso all'altare la sua cat-

Promosso nel 1664 da Alessan- tedra, e finché egli visse non osò
dro VII all'arcivescovato monsignor il governo di più rimuoverla, pel
Giovanni Battista Spinola, il go- rispetto alla sacra porpora di cui
verno colla deliberazione del mi- eia rivestito. In questo tempo fu
nor consiglio del giorno 8 novem- concertato e stabilito il cerimonia-
bre, ordinò che il luogo e catte- le per le riverenze al doge, a se-

dra di monsignor arcivescovo in natori, ed a'giusdicenti dello stato.


duomo fosse a corna epìstolac col Nel 1726 essendo stato assunto
baldacchino per contro a quello alla dignità arcivescovile frate Ni-
di sua Serenità, e così appunto fu colò Maria de Franchi, la sua cat-
eseguito nel giorno primo dicem- tedra fu rimessa al sito , da cui
GEN GEN 323
era stala levata iu tempo del car- E.iprendendo il filo della narra-
dinal Fiesco, cioè alla parie dell'epi- zione cronologica di questi brevi
stola, ed attaccata onninamente agli cenni si\lle principali notizie sto-
stalli dei canonici, senza la benché rico-ecclesiastiche di Genova, e ri-
minima distanza; e collocato il tro- tornando al secolo XVII, diremo
no del doge nel corno dell'evan- che una singolare controversia fra
gelio. Sotto monsig. Giuseppe Ma- il senato e gì' inquisitori del s.

ria Saporiti, promosso nel 748 alla i olfizio si suscitò nel 1666 , in
chiesa metropolitana, insorta una proposito di un decreto della sa-
qualche circostanza di preminenza, gra congregazione dell'indice; tutta-
credette doversi costantemente op- volta questo tribunale fu sempre
porre alle pretensioni del governo, in Genova protetto ed appoggiato,
e come vide che le ragioni sue perchè in Genova gli eretici mai
iioa potevano prevalere ed avere allignarono, e continuò nel suo e-
esecuzione, venne alle vie di fatto. sercizio sino al 1797 in cui cessò
Entrato di notte tempo nel duomo, l'antica repubblica. Due volte in
fece rimuovere dai chierici e dai questo secolo la i-epubblica di Ge-
suoi domestici il trono del doge, nova fu nella sua capitale assa-
e limosso, lo volle seppellire. Quin- lita dai duchi di Savoia, cioè nel
di uscito dalla città, andossene a 1623 da Carlo Emanuele I uni-
Massa ove essere sicuro da ogni to coi francesi, e nel 1672 da
molestia. Si fecero delle trattative Carlo Emanuele II. Liberatisi i

pel suo ritorno a Genova, e riven- genovesi prima volta per gli a-
la
ne di fatto; ma in quanto ai suoi iuti di Filippo IV re di Spagna,
diritti mostrossi sempre inflessibile. respinsero la seconda con grande
Il governo ripose il trono ducale sua perdita il nemico, che a sten-
nel luogo digniore alia parte del to potè ricuperare per opera di
vangelo; e l'arcivescovo finché vis- Luigi XIV re di Francia il con-
se non volle mai più celebrare i quistato sopra di lui dagli assali-
solenni pontificali alla presenza dei lori vittoriosi. Non ebbe la repub-
superiori magistrati: mori nel 1767 blica egual sorte medesimo
col
dopo aver governalo la diocesi Luigi XIV nel 1684, quando sti-
circa vent' anni. abuso
Tollerò 1'
mandola tutta addetta alla Spagna,
il di lui successore monsignor Gio- e sdegnato per le negative ricevu-
vanni Lercari; e scoppiata la rivo- tene, la strinse con poderosissima
luzione che distrusse l' antico or- armata e bombardolla gittando ,

dine di cose, nella cattedrale de- dentro la città tredicimila trecen-


molì il trono del doge, non volen- to bombe , con danno di più di
do il nuovo governo permettere due milioni di scudi. Fu anche
che su quello dell' arcivescovo so- dato in tale spedizione il sacco a
vrastasse il baldacchino, ma dovet- R. Pier d' Arena ; né si aggiustò
te cedere alle sode rimostranze del- Talfare che col cedere la repubbli-
l'arcivescovo cardinal Spina. Delle ca alle condizioni impostele da
contese de'prclati della Liguria col Luigi XIV, le quali furono:
che i.°
governo per le cattedre vescovili, Francesco Maria Imperiali Lercaro
t> le sedie dei governatori, il citato allora doge, si portasse con quat-
storico ne parla a pag. 4'?-7 e seg. tro senatori a chiedere scusa in
3^4 GEN GEN
Parigi, ciò chevenne efleltuato ai colse Cleineule XI , il ((HiJe Io

i5 maggio i68?; 2.° che si dis- mise nel convento di s. Bartoio-


armassero le galere che di nuovo meo all'Isola, e poi gli accordò il

avea armate, e si congedassero le permesso di tornare in Genova,


truppe spagnuole; 3." che si dasse- Nel lySo si ribellarono di niio-
ro centomila scudi al conte Fieschi vo i corsi alla repubblica di Geno-
dimorante in Francia, a conto di va, dappoiché sino dal 1721 eran-
alcune antiche sue pretensioni; 4'° ^* rivoltati contro i genovesi, e spe-

che si pagasse altra grossa somma dirono a Clemente XII acciocché


al re Luigi XIV per le spese del- li riammettesse sotto il dominio del-

la flotta, la quale somma voltò poi la santa Sede, antica signora della

il re alla fabbrica dei sacri templi Corsica; ma il Papa ad onta dei


diroccati nel bombardamento. Di- titoli di supremo dominio , che la

poi la pace d'Utrecht nel 17 i3 mise Sede apostolica avea su quell'isola,


Genova in possesso del marchesato i quali giustificavano l'offerta, ben
e città di Finale, che l'imperatore lungi dall'accettarla si esibì per nie-
Carlo VI avea venduto per una
le diatore della pace. S' interpose Cle-
somma alquanto forte. Nel pon- mente XII a mezzo dell' arci vesco-
tificato di Clemente XI nacque vo di Genova Nicola de Franchi,
una differenza con la repubblica di nia infruttuosamente per la tena-
Genova. Aveva egli dichiarato in- cita del doge e senatori; indi nel
corso nella scomunica un religioso '74'^ accordò alla repubblica di
suddito della medesima, per aver Genova, di regno di
estendere al

permessa la carcerazione di certo Corsica , alla terraferma ed all'i-


Bonifacio falsificatore di lettere sola Capraia le leggi che alcuni
,

nella sua chiesa ove erasi rifugia- anni prima avea pul>blicato quel
to. Per ordine del Pontefice il car- senato contro gli omicidi. Le pre-
dinal Fieschi arcivescovo fece affi- tensioni che il re di Sardegna Car-
gere le schedule della scomunica lo Emanuele Ili promosse sul mar-
allc porte della metropolitana, ed chesato di Finale contro la repub-
il senato col pretesto che le sche- blica di Genova, che come dicemmo
dide non fossero slate sottoscritte I' avea acquistato dall' imperatore,
dai notari pubblici le dichiarò nul- produssero 174^ una guerra
nel

le. Ma Clemente XI col breve a- nella quale, malgrado la resistenza


postolico Cuffi siciit, dato a'3 di- della Francia, della Spagna, e del
cembre 17 12, Bull. Roni. tom. X, re di Napoli, Genova fu non o-
part. I, p. 328, e con lettera dei stante presa dalle truppe imperiali

IO dicembre presso ì'EpisL et Brev. alleate del re di Sardegna a'6 set-

tom. II, p. 25o, scrisse alla repub- tembre 746. L'imperatrice regina
1

blica, che senza dimora alcuna ri- Maria Teresa si unì a questo re,
trattasse l'editto da essa pubblica- perchè Genova avea seguito le par-
to, e lo facesse cassare dagli atti ti di Francia nella guerra tra di
pubblici. Ilbenché fosse
religioso loro, ed i genovesi vi erano stati

stato dichiarato teologo della repub- tratti per aver la Francia aiutato

blica, e dimorasse nel palazzo del essi per reprimere le frequenti sol-
doge, pentito del suo fallo fuggì levazioni de' corsi. I duri modi del
in Roma, ove benignamente lo ac- tedesco general Brown, che di-

4
,

GEN GEN 325


sprezzando i deputali spediti al suo fu tale la resistenza degli assedia-
tcimpo, volle impone umilianti con- ti, che valse a dare tempo all' e-
di/ioni alla resa, ed esigere esor- sercilo gallo-isp<ino di accorrere in
bifanli tiibuli, inasprì gli animi soccorso, ed i tedeschi vennero co-
do'popolani, che irritati sempre più stielti a lasciar malcontenti l'as-
dalle avanie della guarnigione co- sedio, dopo aver saziato negli ave-
mandala dal general Bolla-Adorno, ri e nelle persone de' miseri abi-
a stento frenavano la loro ira. A- tanti delle riviere la militare li-
vendo poi voluto un drappello di cenza. A queir epoca Genova di-
soldati obbligare a'5 dicembre i
746 mostrò che lo spirilo ed il patriot-
i cittadini a lavorare per ritrarre tismo degli abitanti non erano e-
un mortaio che avea nel tragitto stinli , e riacquistò la sua piena
sluudata una chiavica, usando in- tranquillità col trattato di Aqui-
cautamente il bastone, un sassoli- sgraiia del 1748, che pose fine al-
no scagliato da un fanciullo con- la guerra di successione, che tanto
tro il percussore die il segnale del- avea agitalo l'Europa.
la rivolta, e si accrebbe talmente La più clamorosa delle contro-
in due giorni l'ammutinamento, che versie de' prelati della Liguria col
radunato un quartiere generale, e governo di Genova per le mento-
creato un commissario generale, si vate cattedre vescovili , e le sedie
procede dai genovesi con ardire al- de' governatori , fu quella che si
l'espulsione dell' armata austriaca ; suscitò in San
o Sanremo. Remo
talune truppe vennero dall'infuriata Mentre la Corsica da più fazioni
moltitudine, malgrado il vivo fuoco agitata e divisa, stava lottando con-
del cannone imprigionale, mentre tro la repubblica di Genova, per
alle altre si tolsero tutti i posti forti, sottrarsi al legittimo suo governo,
e di peggio sarebbe avvenuto, se nel- la popolosa città di Sanremo nel-
la o non avessero tede-
notte del i i la spiaggia ligustica di ponente
schi, rimasti liberi, battuto una credendo pure di avere giuste ra-
prudente ritirata, che i conladini gioni di doglianza , attentò simil-
della Polcevera non giunsero in mente a rivoltarsi per sottoporsi ,

tempo d' impedire. Così venne ad altro principe. A reprimere que-


salvala la metà della guarnigione, ste turbolenze, mandò il senato di
rimase libera la metropoli della Genova marchese Ago-
nel 1753 il

Liguria con ambedue le riviere, e slino Pinelli, uomo risoluto ed in-


andò fallita limpresa degl'imperia- traprendente, il quale dopo avere
li Provenza: riconobbe il go-
sulla usata asprezza e rigore contro gli
verno la sua liberazione dalla pro- anziani della città, ed i nobili più
tezione implorata della Beata Ver- ragguardevoli, volle ancora morti-
gine, onde fece voto del digiuno ficare gli ecclesiastici, che forse non
perpetuo nella vigilia dell'Imma- avevano osservato in quei tumulti
colata Concezione, nelle mani del- quella quiete e moderazione che
l'arcivescovo Saporiti. Che se nuo- conviene al carattere sacerdotale,
va spedizione di venlidue mila massime negli sconvolgimenti poli-
uomini guidata dal generale Schu- tici. Fece egli pertanto imperiosa-
iemburg partì da Vienna per pren- mente togliere dal presbiterio del-
dere su Genova esemplar vendettfi, la chiesa collegiata di s Siro la
,

326 GEN GEN


sedia episcopale. Era vescovo di Al- de' genovesi. Noi brevemente ne
benga, nella cui diocesi è Sanremo, damme notizia al voi. XVII, pag.
monsignor Costantino Serra che , ayS e 276 del Dizionario , e Io
impose ai canonici riporre la cat- storico sacerdote Semeria partico-
tedra al suo solito posto ; allora il larmente ne tratta a p. 408 e seg.
commissario non solo la fece to- della sua Storia ecclesiastica di
gliere con disprezzo, ma prepoten- Genova e della Liguria.
temente vi sostituì la sua propria. Avendo Genova perduto porzio-
Informato di ciò il vescovo pub- ne della sua antica potenza, non
blicò un monitorio di scomunica , potè quindi contenere le insurre-
e pose r interdetto alia chiesa. Il zioni della Corsica, ch'ebbero prin-
Pinelli fece strappare dalle porle cipio, come si disse, nel i73o;quin-
della chiesa il monitorio; ma il di si vide forzata nel 1768 a tras-
vescovo lo fece circolare per tutto, ferire alla Francia tutti i suoi di-
e ricorse alla santa Sede. La re- ritti su quest' isola , sotto diverse
pubblica intanto chiamò il prelato condizioni. Scoppiò intanto la rivo-
a Genova a render conto di sua luzione francese, e i sovrani di
condotta ed alla negativa spedì
, Europa si collegarono a reprimer-
una galera con gente armata per la ; ma Genova posta nel più pe-
prenderlo. Il vescovo però già si ricoloso frangente in mezzo alle
era posto in salvo in Oneglia, al- parti contendenti, credette di po-
trà città di sua diocesi, nel domi- tersi salvare colla dichiarazione di
nio del re di Sardegna, ed ivi fis- neutralità disarmata. Volle anzi
so per alquanto tempo la sua re- ancor dopo
persistere a sostenerla
sidenza. Sedate le turbolenze civili il primo
esempio di violazione
di Sanremo, si accordarono le con- commesso da due navi inglesi, che
troversie ecclesiastiche tra la santa impadronironsi con elFiisione di
Sede ed il governo di Genova, sì sangue nel suo porto della fregata
intorno ai luoghi della cattedra ve- francese la Modesta , malgrado i

scovile, e della sedia del governa- clamori di Pv.obespierre , e di


tore , che di tutto il cerimoniale Drake, che o nel francese partito,
da osservarsi nelle sagre funzioni o in quello de' collegati volevano
ciò che Benedetto XIV partecipò al strascinarla. Ma un più aperto at-
vescovo con lettera de' 20 luglio tentato, cui dette opera Nelson il

I754j e l'interdetto fu subito ri- dì ii 1796, uscendo


settembre
mosso dal prelato che fece indi ri- dal porto di Genova per assalii-e
torno in Sanremo. Il Bercastel nar- con gente armata gittata su schifi
ra questi avvenimenti nella Storia una nave francese ferma nella ra-
del cristianesimo, tom. XXXI I, p. da di s. Pier d'Arena, costi'inse la
121, edizione veneta dell' Antouel- debole repubblica a comporsi con
li. Altra grave vertenza insorta tra Bonaparte generale in capo del-
la X'epubblica di Genova e la san- l' armata repubblicana francese in
ta Sede, fu pel visitatore apostoli- Italia, e si chiusero i porti aglin-
co monsignor de Angelis vescovo glesi mentre era doge Giacomo
di Segni, da Clemente XIII manda- Brignole, che fu l'ultimo. Le insi-
to in Corsica, con tutti debiti ri- i die però di falso amico non furono
guardi alla giurisdizione temporale a Genova meno filiali della prepo-
, ,

GEN GEN 327


tenza britannica, perchè stabilito ch«? fu soggetta ad infinite varia-
uvea il direttorio di Parigi di di- zioni.
struggere la ligure aristocrazia, ac- Il pili memorabile assedio del-
carezzando popolo colla illusione
il le epoche più recenti , forse fu
delle forme democratiche, al che quello che inGenova ebbe a sos-
attivissimo era l'agente Faipoult. tenete nel 1800 il general Masse-
Si tentò di compier l'opera colla na, con diecimila soldati francesi, e
insurrezione deldemagogica
22 duemila italiani rifugiati, che la
maggio 1797, mentre
dell'anno guardia nazionale del paese alacre-
l'arcivescovo Giovanni Lercari ce- mente secondò. Il generale austria-
lebrava col capitolo la processione co Otto investi co' suoi tedeschi e
delle rogazioni minori; e sebbene russi, non che cogli insorti mon-
la reazione eccitata nel seguente tanari la piazza, aiutato dal bloc*
giorno da' carbonari di mestiere co delle navi inglesi e napoletane
e facchini di bergamasca derivazio- lungo la costa. Grandi furono dal-
ne, comprimesse con civile stra- l' una e dall'altra parte 1® prove
ge quel primo movimento, tanto di valore:
il perchè nel 3o aprile
bastò, perchè da Bonaparte si com- con assalto generale impadroniron-
piesse il divisato progetto, e nel si i tedeschi di moltiforti, e giun-
i4 gingilo piantandosi l'albero del- sero a circondare quelli di Riche-
la libertà , rimasero distrutti gli lieu e del Dianfante, ma con im-
antichi ordinamenti , ed installato pelo eguale ne vennero bentosto
il provvisorio governo. Ma innan- ricacciati dai francesi. E giunse il

zi che si pubblicasse la nuova co- prode Soult, con feroce combatti-


stituzione insorsero dapprima gli mento, a togliere all'inimico l'im-
abitanti della valle di Bisagno, che portante posizione del monte delle
il general Duphot sconfisse nel com- Fascie; ma dopo l'infelice tentativo
battimento di Albaro, e poscia con di assalto al monte Greto, dominato-
maggior furore quelli della Polce- re de'passaggi alluna e all'altra ri-
vera, giunti con un colpo di mano viera, ridotta la popolazione ed il

ad impossessarsi dell'elevato forte presidio alle più dure estremità


genovese dello Sperone, che presso della fame, e degli epidemici mor-
la batteria di s. Benigno, dopo ef- bi, l'indomabile capitano aderì alle
fimeri trionfi caddero vittima del- onorevoli proposte del generale in-
la veterana disciplina. Compressi glese Keit, e nel dì 5 giugno per
per tali avvenimenti anche moti i convinzione si arrese, essendo sta-
della riviera di Levante, e de'feu- to accordato al general Massena,
di imperiali in sul nascere, accorse alle truppe ed ai partigiani il li-

militarmente in Genova il general bero ritorno in Francia, y. il


Lannes; il nuovo governamento ai Giornale delle operazioni militari
14 giugno 1797 prese il nome di dell'assedio e blocco di Geiwi'a
Repubblica Ligure indi nell' anno , ivi stampato nel 1800. Pei'ò il ge-

seguente pubblicò la costituzio-


si nerale Otto godette per solo dieci-
ne democratica della repubblica li- nove giorni del suo trionfo, tutto
gure, modellata su quella di Fran- essendo poi tornato nel suo pri-
cia, dividendosi il territorio in quat- miero stato, in conseguenza della
tordici dipartimenti , costituzione strepitosa vittoria riportala da Bo-
328 GEN GEN
napaiie a Marengo, contro MeMas principessa Elisa sua sorella a go-
tedesco: pel convenuto ar-
f;("neiale dere del suo trionfo. Entrato l'im-
mistizio, il general Otto a' ^4 giu- peiatore nella città, vi ricevette
gno si ritirò da Genova col suo nella forma più solenne il giura-
esercito. In sulle prime aveva il mento di fedeltà, e gli omaggi di
governo ligure osservalo qualche sudditanza dell'arcivescovo cardi-
maggior riserva verso il culto cat- nal Spina e degli altri primari
tolico; ma quando giunse a Ge- della medesima. La magnificenza
nova il cittadino Sottili , ministro colla quale celebrossi quest'atto fu
del direttorio francese, cominciaro- splendidissima : con questa pompa
no le soppressioni de' monisteri, e voleasi ricuoprire l'odiosità di di-
colla soppressione gli spogli e le struggere definitivamente una re-
rapine : né avea potuto in altro pubblica , la quale avea goduto
modo la pietà de' buoni genovesi dopo l'ordinamento di Andrea Do-
preservare alcuno degli arredi ne- ria onorevole forma di governo.
cessari alle cerimonie dello stesso Quindi a' I 3 giugno di detto anno
culto non che esborsandone il
, se fu abolita la costituzione ligure,
prezzo air erario col denaro de' pri- ed a'4 ottobre Napoleone emanò
vati, locchè pur fecero altre popo- l'analogo senalus-consulto . Allora
lazioni d' Italia. Tanto nella repub- dt!llo stato genovese furono foima-
blica cisalpina, che nella repubbli- li i tre dipartimenti di Genova, di
ca ligure , degne figlie ddla loro Monlenotte, e degli Apennini, uni-
gran madre la repubblica francese, ti all' impero francese. Genova di-
furono pioibite non solo le pioces- venne il capoluogo del suo nome,
sioni , ma persino in molli luoghi che sotto il nuovo ordine di cose
Ja decente pompa , con la quale fu ripartilo tra le provincie di Ge-
suole pollarsi il ss. Viatico agl'in- nova, Novi, Bobbio, Tortona e Vo-
lermi. Si abofi la professione dei ghera. Alla caduta di Napoleone
voti solenni, e si fecero altri quo- nel i8i4> il generale Fresia guar-
tidiani oltraggi alla religione ed ai niva Genova con soli duemila uo-
zelanti suoi ministri. mini armati, quando lord Bentick
L'isola Capraia che Genova pos- mosse da Livorno colla flotta in-
sedeva dal i5o7, nel 1802 fu riu- glese per occuparla. E dopo brevi
nita alla Francia: a quest'epoca scontri nel i8 aprile ne consegui
la repubblica riprese apparente- a patti il possesso, e si ft;ce a rior-
mente la sua libertà. Nei i8o5 ganizzare governo repubblicano
il

r influenza de' francesi determinò antico. Questo però durò pochi


il governo della repubblica ligure mesi , mentre Genova erasi lusin-
a mandare a Napoleone Bonapar- gala di avere ricuperato la primie-
li', divenuto imperatore de* france- ra Finalmente il congres-
libertà.
si e re d'Italia, in IMilano una de- so di Vienna, per un atto del 20
putazione presieduta dal suo doge, aprile 8 1 5 decretò dover Genova
1

per chiedere la riunione della re- passare in dominio del re di Sar-


pubblica air impero francese. Na- degna Vittorio Emanuele, colla
poleone non esitò a compiacerli, e qualifica di ducalo e di porto-fran-
jecossi da Milano in Genova col- co; né altro opponendosi dal tem-
1'
imperatrice Giuseppina e colla poraneo governo d'allora, che una
3 ,

r,E-\ GEN 329


rjuanlo noLile allieltanto inefficace marchese di s. Saturnino, allora suo
protesta, ebbe quindi luogo pacifi- ministro presso la santa Sede. La
camente la riunione, ed in tal mo- mattina seguente partì per Lerici
do lutti i genovesi furono pareg- ove Pio VII s'imbarcò nelle felu-
giati agli altri sudditi sardi. Ga- che col suo seguito, e per la rivie-
lanti il benefico e provvido novel- ra di Genova giunse a Rapallo
lo sovrano loro, io stabilimento in dove pernottò nel palazzo Serra.
ogni provincia di un consiglio com- Nella seguente mallina 3 aprile
posto di tienta notabili, nominati si preparò sulla rrva un gran ta-
dal paese e rinnovati ogni quin- volato perchè il Papa vi passasse
quennio , e senza il consenso del comodamente nell' imbarcarsi, giac-
quale le non possono
imposte es- ché neir approdare a Rapallo, egli
sere aumentate. In conseguenza di e tutta la corte furono presi sulle
altre clausule dello stesso atto il braccia de' marinali, e portati a
re di Sardegna aggiunse ai suoi ti- terra. Alcune persone per baciare il
toli quello di duca di Genova, e piede a Pio VII si gittarono in mare,

le armi della città, come i suoi occuparono il luogo vicino al tavo-


colori entrarono nel suo slemma
,
lalo aspettando il di lui passaggio,
reale e nel suo paviglione. immergendosi nelT acqua sino alla
Napoleone Bonaparte, al quale gola; il Papa e gli altri ne resta-
dopo il suo detronizzamento, era sta- rono inteneriti. Indi continuò il
ta concessa l'isola dell'Elba per viaggio per Genova ove entrò a ,

dimora ed in sovranità , verso la modo di trionfo. I legni spaglino-


fine di febbraio i8i5 si portò al- li e i battelli genovesi ch'erano
l'improvviso in Francia per rista- nel porto incontrarono e festeggia-
bilirsi nel potere. In pari tempo rono capo della Chiesa, tra il
il

essendo minacciato lo stato ponti- iital)ombo de' cannoni , il suono


ficio dal di luì cognato Murat re giulivo delle campane, lo sventolar
di Napoli, il Papa Pio VII stabilì delle bandiere d' ogni nazione, e il
partire da Roma , e rifugiarsi al- XTiovimento di un numero infinito
trove, mentre nel memorato con- di barchette che cuoprivano il ma-

gresso di Vienna si ultimavano le re. La popola/ione con acclama-


operazioni per la pace universale. zioni e dimostrazioni religiose di
Scelta dal Papa la città di Genova, figliale afletto, rese commovente ed
anche per le offerte del nuovo so- interessante l'arrivo di Pio VII nel-
vrano di essa il re Vittorio Ema- la loro città. Fu ricevuto dall'ar-
nuele, siccome luogo con porto di civescovo della medesima il cardi-
mare ove aveva aperta la comu-
si nal Giuseppe Spina, accompagnato
nicazione con tutte le parti del da tutti capitoli, dal clero e dai
i

mondo, partì da Pioma il merco- parrochi ; indi fu complimentato


ledì santo 22 marzo, seguito poscia nello scendere a terra dal gover-
dal sagro collegio e dal colpo di- natore, dallo stato maggiore, dal-
jilomatico. A' 1 marzo il Ponte- la giunta del governo, dal capo e
fice da Livorno, dov'era giunto, per corpo degli anziani : il capitano
Pisa, indi per Viareggio e Massa delle truppe inglesi col suo stato
giunse a Sarzana, ove fu complimen- maggiore offrì in pari tempo il

talo a nome del re di SariU'"na dal suo servigio ni Papa, che lifiutan-
33o GEN GEN
do il baldacchino, in portantina si sieme a due illustri chierici regola-
diresse alla metropolitana in mez- ri barnabiti i padri Francesco Fon-
zo a due ale di soldati, preceduto tana, e Luigi Lambruschini poi
dal clero genovese, dai cardinali, amplissimi cardinali. Qualche gior-
vescovi e prelati. Un picchetto del- no dopo rccaronsi in Genova alcu-
laguardia d'onore del re di Sar- ni deputati della cittàdi Savona
dogua circondò la portantina ed , per umiliare i loro omaggi al Pon-
altro del reggimento d'Asti chiuse tefice, e per pregarlo di onorare
il corteggio. Giunto il Pontefice nuovamente di sua presenza la loro
alla chiesa, ivi ricevette col ss. Sa- patria, già lungo suo soggiorno iu
gramento la benedizione dal cardi- tempo (Iella di lui deportazione, e di
nal arcivescovo, indi si pose nuo- coronate la statua della Madonna
vamente in portantina, ed in mez- della Misericordia, ciò ch'effettuò
zo ad iiinumerabile popolo ed al- in appresso, ed al modo che dires-
le più rispettose onorificenze, e ad- si all'articolo StU'outi (fedi). A'5
dobbi delle vie, si recò al palazzo aprile Pio VII si recò a Corniglia-
Durazzo, ove il re di Sardegna a- no ad osservare il museo di sto-
vea ordinato fosse sempre trattato ria naturale appartenente a Mar-
a spese del suo tesoro. La sera cello Durazzo, ed a' 1 6 di detto
precedente quella dell' arrivo, e le mese pertossi a celebrare la messa
due consecutive ebbero luogo ge- nella chiesa collegiata di s. Maria
nerali, brillanti e spontanee illumi- delle Vigne. Quando il Papa andò
nazioni, sì in città che ne' dintor- a Cornigliano, nella chiesa di Se-
ni tanto entusiasmo de' religiosi
: stri ricevè la benedizione col ss.

genovesi riempì di consolazione e Sagiamento da monsignor sagrista,


gratitudine il cuore di Pio VII ,
e dalla loggia della casa Prefumo
sebbene avvezzo alle solenni testi- benedì il popolo. Intanto a' 27 a-
monianze della pietà de' popoli, e prile si recarono a Genova per os-
venerazione verso il successore di sequiarePio VII, il re e la regina di
s. Pietro. In- tutto il tempo che Sardegna, ed il duca e la duchessa
Pio VII soggiornò nel palazzo del- di Modena in un alla loro figlia, col
la nobile fiiuiiglia Durazzo, fu sem- principe di Savoia Carignano Car-
pre custodito dalle truppe inglesi ,
lo Alberto, ora re regnante di Sar-
e dai loro dragoni quando usciva degna ; nel di seguente Pio VII si

a diporto, o per qualche funzione. portò a restituire la visita ai loda-


11 marchese Gio. Battista Carrega, ti piisimi sovrani, che con la loro
d principe Centurione, ed il mar- venerazione per l'augusto capo del-
chese Gio. Carlo I3rignole prestaro- la religione edificarono tutti. Il re
no alternativamente, d'ordine del di Sardegna, ed il duca di Mode-
di Sardegna, assistenza al Pon-
li', na tornarono di nuovo dal Ponte-
tefice. fice, ed ebbero con lui lunghissime

Nei primi giorni della sua di- cuiifcrenze. Nell'oratorio privato Pio
mora Genova Pio VII ebbe il
in VII celebrò la messa, alla presenza
conforto di vedersi a fianco la mag- di tutti mentovati sovrani. Di-
i

gior parte de' cardinali, ch'egli avea poi il Papa nella chiesa della ss.

fallo venire per consultarli nei gra- Annunziata a' 4 maggio tenne cap-
vi affari della Chiesa universalcj in» pella papale nella festa deli' Asceu-
,

CEN GEN 33 f

sione, con sedici cardinali e prela- Maria Luisa, e reali figli Carlo Lo-^
tura; e dopo eh' ebbe assistito alla dovico ora regnante duca di Lucca,
messa cantata dal cardinal Spina e Luisa Carlotta al presente du-
assistilo dall'arcidiacono e da due chessa di Sassonia ; e dalla duches-
canonici, preceduto dal sagro colle- sa di Galles, divenuta allora regina
gio, processionalmente sulla sedia d'Inghilterra, a' quali poi restitiù
gestatoria portata dai caravana ve- la visita. Ed oltre il corpo diplo-
stiti con sottana di damasco cremi- matico che come dicemmo,
lo avea,

si, traversando la piazza fu traspor- seguito da Roma, fu visitato da un


tato ad un palazzo dirimpetto alla ministro russo il generale maggio-
chiesa, del marchese Negrotto Cara- re barone de Thuvll, inviato dal-
biaso dove da una maestosa log-
, l'imperatore Alessandro, non che
gia diede all'immenso popolo ac- da lord Bentick e da altri grandi
corsovi la solenne benedizione apo- personaggi. La nobiltà genovese,
stolica, della quale se ne legge la ed il ceto rispettabile de' negozian-
memoria marmorea nella facciata ti diedero ima generosa ospitalità
di detto palazzo Negrotto; ed agli a' cardinali, e gli accolsero colla
8 di maggio passò in Savona, ove più edificante amorevolezza e di-
ancora si recò il re di Sai'degua. stinzione, e fecero a gara per tri-
A' 12 maggio il Papa ritornò a butare al supremo Gerarca ogni
Genova, e nel giorno i4 ricorrendo sorta di profondi omaggi.
la solennità della Pentecoste tenne Caduta nuovamente la potenza
cappella papale nella istessa chiesa di Napoleone, e confinato all'isola
della ss. Annunziata. Nella metro- di s. Elena, essendosi tranquillate
politana di Lorenzo Pio VII ce-
s. le cose, Pio VII partì da Genova
lebrò i divini misteri, e comparti a' i8 maggio, per fare ritorno alla
ai chierici del seminario la ss. Eu- sua sede Roma, dopo aver visitato
caristia, indi venerò le ceneri di il re e la regina di Sardegna nel-
s. Gio. Battista. Onorò di sua pre- la loro reggia di Torino, ed ester-
senza il grande ospedale di Pam- jiato loro la cordiale riconoscenza
matone, l'infermeria, e le cappel- per le tante divote e magnifiche
le, celebrando il santo sagrifizio nel- dimostrazioni di cui erano stati lar-
l'altare dove si conservano in un'ar- ghi. Prima di partire da Genova,
ca preziosa collocata in alto , le Pio VII esternò alle autorità
spoglie mortali incorrotte di s. Ca- ed alla popolazione la sua paterna
terina, ed in quell'incontro fu aper- soddisfazione per tutto quello che
ta la bella urna di cristallo che avevano fatto; e sul punto di par-
le racchiude. Le Brignoline, e i tire massimo affetto
ribenedì col
fratelli della Carità furono partico- il popolo pronunciando
genovese,
larmente ammessi da Pio VII al queste memorande parole: Dio pro-
bacio del piede, onore che compartì teggerà i genovesi. Il soggiorno di
a ed altri che
tutte le corporazioni Pio VII in Genova sarà sempre
lo bramarono. La marchesa Nicolet- indelebile nell'animo de' genovesi,
ta Durazzo donò al Papa perle pon- dappoiché nel concistoro che il Pa-
tificie funzionidue magnifici fla- [)a tenne poi in Roma a' i5 luglio,

belli. In Genova Pio VII fu ancora nell'allocuzione che pronunziò al


visitato dalla già regina di Etruria sacro collegio, nel celebrare le di-
333 GEN GEN
mostrazioni solenni ricevule nel nuele con la reale fìuniglia, siasi li-

viaggio dai popoli d'Italia, soggiun- liiato a Genova. Nell'agosto 1824


se. " Brameremmo di cuore nomi- questa città risentì delle leggiere
M narli qui tutti ad uno ad uno, scosse di terremoto, e nell'ottobre
» se la brevità all' orazione nostra 1828 replicate scosse posero gli

» prefissa lo permettesse. In niun abitanti in grandissima costernazio-


« modo però trapassar possiamo ne, continuando queste per alcuni
» sotto silenzio i genovesi, presso dei giorni, talché la maggior parte di
»! quali abbiamo dimorato più a lun- essi abbandonando le proprie case
« go, le cui esimie premure per la fuggì alle campagne, e si affrettò
religione sono state per noi s'i vee-
» di accamparsi all' Acqua-Sola, sui
« menti, che ben volentieri, e con prati del 13isagno, ed altrove. In ta-

» tutta verità ripetiamo le parole le circostanza molti edifizi privali,


» di s. Bernardo, che loro scrive- pubblici stabilimenti, e chiese rima-
>ì va: in aelernuni non oblìviscar sero più o meno danneggiati , ma
» luì,plebs devota^ honorabilis gens, fortunatamente non si ebbe a de-
>y civilas ìlliistris. Quali mai sono plorare la morte di alcun individuo.
" stati la commozione, il tripudio, La fede cristiana fu predicata in
" gli applausi de' genovesi! e gene- Genova e nella Liguria, secondo le
» ralmente di tutti i popoli della Li- tradizioni del paese, e le testimo-
" gnria, quando da Genova ci sia- nianze di gravi autori, dall' aposto-
» mo recati a Savona, per impor- lo s. Barnaba, verso la metà del
« re con rito solenne la corona primo secolo della Chiesa, venendo
» d'oro alla statua della Madre abbandonate le false divinità del
« di Dio, ivi con grande religione paganesimo che vi avevano culto,
» venerata I m Le notizie del viag- come Venere Ercinia, Pen il Gio-
gio e soggiorno di Pio VII in ve de' liguri, Borman il Nettuno,
Genova , le abbiamo tratte dai Mar il primo loro condottiero , e
Diari di Roma di aprile e mag- Giano re degli aborigeni, come ri-

gio i8i5; dal eh. Erasmo Pisto- porta il eh. Semeria dal quale trar-
Fila del sommo Pontefice Pio
iesi, remo principalmente le seguenti no-
yil, lom. IV, p. 38 e seg. dal ; tizie ecclesiastiche sulla sede episco-
venerando cardinal Bartolomeo Pac- pale di Genova. Probabilmente pre-
ca decano del sacro collegio (la cui dicò il vangelo in Genova anche
necrologia del dotto prof. d. Paolo l'evangelista s. Luca, ed i ss. mar-

Barola si legge nel numero 39 del tiri Nazario e Celso. Insigne apo-
Diario di Roma del i844) ed al- stolo della Liguria nel secondo se-
lora camerlengo, e pro-segretario colo fu s. Callimero vescovo di Mi-
di stato di Pio VII^ testimonio o- lano, il quale con la predicazione, e
culare nella succitata Relazione; e miracoli che Dio operò a sua in-
dal più volte encomiato d. Giovan- tercessione, trasse quasi tutti i li-

ni Semcria, che ne tratta nella sua guri ad abbandonar 1' idolatria, ed


Storia, a pag. 467 e seg. in tutto a confessare Gesù Cristo. Nel quar-
il capitolo XIV. to secolo Marcellino, Vincenzo, e
Non è vero, come alcuni scris- Donnino propagarono in diverse li-

sero, che durante torbidi i poli- guri contrade le cattoliche verità,


tici del 1821, il re Vittorio Ema- dirozzando 1 montanari abitatori
GEN GEN 333
de' luoghi alpestri. La ciisllana re- Castello nel luogo ove è ora la s.i-

ligione veramente in Genova ed in grestia ed i sotterranei, giacche l'o-


Liguria non fu inai perseguitata dierna fu edificata nel 1000; quel-
dai gentili, ad eccezione di qualche li de' ss. Apostoli; quella di s. Lo-

caso particolare, e dopo l'appari- renzo, il quale subito dopo il di


zione della croce a Costantino nel- lui martirio ebbe nella città una
le vicinanze di Susa, il cristianesi- particolare venerazione; e quella
mo trionfò, e la pace alla Chiesa di Michele arcangelo, incorpora-
s.

fu per lui donata : bensì più san- ta poscia a s. Stefano degli archi.
ti genovesi e liguri furono marti- La sede vescovile di Genova eb-
rizzati fuori della patria, come il be origine nei primi tempi del cri-
Pontefice s. Eutichiano, morto nel stianesimo, forse nel primo secolo,
283, che il Baronio chiama marti- e senza contrasto nei primi anni
re, non il p. Sangallo; s. Desiderio del quarto. Il b. Jacopo da Varaz-
nel quinto secolo; il gesuita Carlo ze ossia \ aragine assegna pel pri-
Spinola trucidato l'anno 1622 nel mo vescovo s. Valentino del 54o,
Giappone; il p. Ferdinando Isola e successori s. Siro nel 070, s. E.o-
d' AJbisola morto in Scutari nel de- molo nel 600.Papebrochio di- Il

ciniosettimo secolo; il nobilissimo chiara primo vescovo s. Salomonio


stuolo dei giovanetti Giustiniani del 325, indi s. Valentino del 327,
presi in Scio, ed uccisi nel i566 s. Felice del 34o, poscia s. Siro,
in Costantinopoli; e nel 18 16 fr. quindi s. Romolo del 367, e Diogene
Giovanni da'Molini di Triora nella prima del 38o. Lo stesso Papebro-
Cina. 11 lodato storico, al capitolo chio di poi anticipò l'ordinazione
secondo, prova che la cristiana re- di s. Siro all'anno 323. L'Ughelli
ligione in Genova ed in Liguria neir Italia sacra, al tom. IV, p.
mai fu alterata da eretiche e per- 827 e seg. nel tiattare della pro-
verse dottrine; che in tempo del- vincia della Liguria, della metro-
l'arianesimo Genova fu rifugio de've- politana Genova, e della serie
di
scovi cattolici, riportando una let- de'suoi vescovi ed arcivescovi, re-
tera di s. Prospero d'Aquitania ai gistra per primo vescovo s. Salo-
sacerdoti genovesi, contro agli er- monio, da altri chiamato Salonio,
rori de'semipelagiani , che su di indi s. Valentino di Genova, s. Fe-
ciò l'avevano consultato in segno lice di Genova, s. Siro di Stroppa

del loro attaccamento alla fede cat- vicino a Genova, s. Romolo di Ge-
tolica, e dell' abborrimento loro ad nova, Diogene, Pascasio, Giovanni ec.
ogni eresia. Quanto alla prima chie- Dell'antichità e nobiltà della chie-
sa edificata in Genova, se la re- sa di Genova, come de'pritni suoi
gione piti antica della città pel vescovi, ne parla il Rinaldi all'an-
consenso degli antiquari è quella no 4^'} num. 17. San Salomonio
di Castello, devesi credere che qui sembra dunque il primo vescovo
abbiano abitato i primi cristiani, e di Genova. San Valentino adorno
qui il abbia fondato
cristianesimo delle più belle virtù, amato dal po-
il suo cominciameuto, ed aperto le polo, morì a' 2 maggio, fu sepolto in
sue sacre adunanze. Le prime quat- ss. Apostoli, e vi restò sino al 985
tro chiese edificate in Genova sem- in cui Giovanni II vescovo di Ge-
bra che siano quelle di s. Maria di nova lo ritrovò intero : dopo che
334 ' ^^^^^ GEN
la cliiosa fu restaurata lo pose nel guria, si porlo nella terra Martus-
luogo il più decoroso che portava il siana, e si nascose in orrida spe-
l'itolo di s. Siro; dipoi nel 1240 lonca poi convertita in cappella, che
Giovanni di Cotorno o di Gogorno, die origine alla terra di Matuto, la
ma veramente di Cocurno, arcive- quale in appresso chiamossi Sanre-
scovo della città, sfnccata una por- u)o dal suo nome s. Romolo: ivi
zione delle sacre reii(paie, ne fece giacquero le sue reliquie sino circa
la solenne traslazione nella cattedra- alla fine del IX secolo, quando il

le. San Felice morì a' 9 luglio, e vescovo di Genova Sabatino, temen-
le sue i-eliquie per qualche tempo done la profanazione per le incur-
furono venerate in ss. Apostoli, don- sioni de' saraceni, nell'H^r le trasfe-
de vennero traslate alla cattedrale. ri alla sua cattediale. Questa nei
San Siro per avere in Taggia risa- primi secoli era la chiesa antica dei
nata la figliuola di Gallione ener- ss. Apostoli, posteriormente detta
guinena, questi assegnò per grati- di s. Siro, e continuò ad essere co-
tudine al vescovo di Genova nella sì fino all'anno 98", nel qual tem-
regione di Taggia alcuni poderi, il po essendosi ristorato e di inolio
frutto de'quali fosse distribuito ai ingrandito tempio pur antichissi-
il

poveri: molli altri beni in Ceriana e mo di s. Lorenzo, in esso e non più


nella terra di Matuto oggi Sanremo nella prima si continuò la celebra-
in grazia di s. Siro ftu'ono donali zione delle solenni funzioni episco-
a sovvenimento de' poveri. Eresse pali, e degli altri ecclesiastici e di-
ad onore de' ss. Apostoli una chie- vini uffici. L'Ughelli dopo il sun-
sa che divenne cattedrale, assistè nel
,
nominato vescovo Giovanni I del
39,4 in Roma al concilio celebrato 680, registra per successori Yiato-
dal Papa s. Silvestro ], e terminò re, Dionisio, Sigeberto, Sabatino,
di vivere a' 9.9 giugno: per lui il Teodolfo I, Ramperto, Teodolfo II,
tempio de'ss. Apostoli si chiamò poi e Giovanni 11 del 985, il quale ri-
s. Siro, o per esservi slato sepolto, trovò nella chiesa di s. Sii'o il col-
o perchè da lui edificato; il vescovo po di s. Valentino. Narra l' Ughel-
Landolfo nel 987 trasferì le sue li che circa lo stesso tempo Giovan-
relicpiie nella cattedrale nuova di ni li trasferì la sede episcopale dal-
s. Lorenzo, perchè la chiesa di s. Si- la detta chiesa di s. Siro, a quel-
ro essendo fuori le mtn-a della cit- la di s. Lorenzo entro le mura del-
tà era esposta alle frequenti incur- la città. In seguito Landolfo che
sioni anche per-
de' saraceni, ed lo successe nel 994 stabilì nella
chè si trovò conveniente che la nuo- chiesa di s. Siro i monaci benedet-
va cattedrale ne possedesse come tini sotto la direzione dell'abbate Pie-
l'antica le sagre spoglie, le quali nel tro, costruì il cenobio o inonistero
II 98 le rinvenne sotto l'altare di ove per molti secoli fiorirono be- i

s. Lorenzo 1' arcivescovo Bonifacio, nedettini per dottrina, zelo e reli-

ed accanto quelle di s. Felice e di gione, riportandone l'Ughelli la se-

s. Romolo vescovi. rie de' suoi dieci nove abbati, essen-

San Romolo forse per sottrarsi done stato l'ultimo Lanfranco. Do-
da qualche persecuzione in tempo po di questo Urbano VI confeiì nel
di Rolari re de' longobardi, che de- I 383 l'abbazia in commenda al car-
vastò tutta la costa marittima di Li- dinal Lodovico Fieschi, che ebbe a
GEX GEN 335
successori tredici abbaili coiiìnioiKla- l'autenticità, indi dopo averle por-
tari che pure si leggono nell'Ughel- tai le egli stesso con religioso appa-
li. Tra di essi nuniineretno il car- rato alla pubblica venerazione, le
dinal Cibo poi Innocenzo Vili, il elevò ad un altare piìi decoi'oso,
cardinal Lorenzo Cibo suo nipole, il concedendo indulgenza plenaria ai
cardinal Bandinello Sauli, il caidi- defunti che si sarebbero seppeìlili
nal Innocenzo Ciboj Alberico Ci- nel cimiterio di detta chiesa. Da
bo poi principe di Massa e Carrara, Genova Gelasio II passò a Pisa, ove
il cardinal Ippolito d'Este, il cai- consacrò la chiesa cattedrale, e per
dinal \incenzo Giustiniani che fu le istanze de" pisani elevò la chiesa
IbUimo abbate commendata ilu. Per vescovile al grado di metropolita-
incuria di detti commendatari esseu na, con assegnargli per sutfra^a-
do quasi distrutto il monastero, Gre- nei i vescovi dell'isola di Corsica,

gorio XIII nel i5'j5 tolse ai mo- la quale nel governo politico dipea-
naci la chiesa, e la diede ai chie- deva dalla repubblica di Genova.
rici regolari teatini. Questi rifab- Per questa disposizione geno- i

biicarono la chiesa in modo più va- vesi mossi da gelosia o da ragione


slOj ed edificarono un magnifico di stato, altamente se ne olTesero,
monistero. il perchè vietarono ai vescovi di
Dopo Landolfo fu vescovo nel- Corsica di andare come suffraga-
Tanno io36 Corrado, nel 1074 viei a consacrarsi a Pisa e ne fu ;

Oberto, nel 1090 Ciriaco, nel logj conseguenza una guerra di tredici
Augurio, nel 1099 Aicardo, al qua- anni che superiormente accennam-
,

le successe Ottone nell'anno i i 17. mo. Vinti i pisani chiesero tregua,


Un nuovo splendore acquistò la chie- e la ottennero dai vincitori , con-
sa di s. Lorenzo nella circostanza venendo le pai'ti d' implorare per
in cui il Papa Gelasio II, costretto la consacrazione de' vescovi corsi
a fuggire da Pio ma per le persecu- un provvedimento dalla santa Se-
zioni Enrico V, e per le discor-
di de. Successe a Gelasio II il Papa
die civili da lui protette, si recò Calisto II, che per dar termine al-

m Genova, come si accennò, nel le vertenze tra il sacerdozio e l'im-


I I 18; dappoiché secondando le i- pero celebrò il concilio genei-ale
stanze del clero e de' magistrati, ne Lateranense I nel 11 23. A questo
fece la solenne consacrazione a' io si presentarono gli ambasciatori
ottobre, con dedicarla ad onore del delle repubbliche di Genova e di
santo martire arcidiacono romano, Pisa. Pioggiero arcivescovo di que-
e di s Siro vescovo. Alla quale so- sta rappresentò al Papa ed ai pa-
lennità si trovarono presenti Ot- dri le benemerenze de' pisani ver-
tone mentovato vescovo di Geno- so la santa Sede, e le concessio-
va, Aldone vescovo di Piacenza, ni da essa ricevute ; ma l' amba-
Landolfo vescovo d Asti, e Azone ve- sciatore de' genovesi Gaffa ro con
scovo d' Aquino, con moltissimi al- grave ragionamento approvò le co-
tri prelati della curia roumna e di se narrate dall'arcivescovo, vi ag-
Itaha, oltre i cardinali. In questa giunse quelle non dette ad onore
funzione si cavarono dal luogo ove di Genova, disse che questa, non
erano riposte le ceneri di s. Gio. Pisa: era la figliuola piimogenita

Battista^ ed il Pontefice ne approvò ( forse come repubbliche ) della Se-


33G CEN GEN
de apusiolica, rettificò lo concessio- soggetta e Sulhaganea del metro-
ni sulla Corsica di Benedetto Vili, politano di Milano.
e di s. Gregorio VII, comuni ai s'i Al sommo Pontefice Innocenzo
pisani, che ai genovesi, a favor dei lì, ed al santo abbate Bernardo
secondi adducendo le posteriori di dottore della Chiesa, era riseibata
Urbano II, e Pasquale II, e dilu- la gloria di comporre le civili ed
cidando quelle di Gelasio li. Udi- ecclesiastiche discordie delle due
te le ambo le parti, Ca-
ragioni d' rivali potentissime repubbliche. Am-
listo ne commise l'esame e la
II bedue nel 1 i33 si portarono a Ge-
decisione ad una congregazione di nova, e seguiti dalla curia romana
dodici arcivescovi e di altrettanti passarono a Pisa; laonde co' loro
\'escovi, sotto la presidenza dell'ar- consigli ed autorità ricomposero
civescovo di Ravenna. In nome del gli animi delle due nazioni da lun-
concilio la congregazione con l'ap- go tempo inaspriti, pacificandoli
provazione del Pontefice dicliiarò, con reciproca soddisfazione. Pisa
essere annullato il diritto della riebbe il suo grado metropolitico,
chiesa di Pisa su quella di Cor- e Genova vi fu elevata da Inno-
sica, e vietò all'arcivescovo pisa- cenzo II, il quale dichiarò che l'ar-
no di non più intromettersi nelle civescovo di Genova come quello
consfigrazioni de' vescovi corsi. Al- di Pisa venivano costituiti esenti da
lora l'arcivescovo Roggiero ardita- ogni giurisdizione superiore, e solo
mente gittò a piedi di Calisto II soggetti alla Sede apostolica; di-
la mitra e l'anello, dicendo che chiarò inoltre quel Papa, che am-
non sarebbe stato più arcivescovo bedue avrebbero titolo e giurisdi-
ne vescovo ; ed il Papa giustamente zione arcivescovile sopra egual nu-
sdegnato soggiunse: » male operi, mero di vescovi in Corsica ; le dio-
fratello, ed io te ne farò pentire ", cesi di Mariana, di Nebbie, e di
quindi nel giorno seguente pub- Accia le sottopose suffiaganee al-
bl:cò la bolla che togliendo alla l' arcivescovo di Genova; quelle di
chiesa di Pisa i contrastali dirit- Almeria, di Aiaccio, e di Sagone le

ti, gì' impose perpetuo silenzio sot- stabiTi suffraganee dell'arcivescovo


to il vincolo della scomunica. I di Pisa che ambedue gli arcivesco-
;

pisani partirono sdegnati dal con- vi useranno il sacro pallio nelle


cilio, e giubilanti i genovesi, cui feste più solenni, una bianca chi-
riuscì nella riaccesa guerra di ri- nea nelle processioni, e per vessil-

portare il vantaggio: tuttavolta es- lo una croce, allora raro privile-


sendo nel I 1 24 successo a Calisto gio tra gli arcivescovi. Se l'uno ver-
il il Pontefice Onorio II, questi rà consagrato dai suoi sufFraganci,
^avorl Pisa con la concessione di l'altro potrà esserlo ancora. All'ar-
nuovi diritti e privilegi, rivocando civescovo di Genova si assegnaro-
ai genovesi parte di quelli loro ac- no in terraferma per altre suf-
cordali. L'Ughelli dà per succes- fraganee le chiese vescovili di Bru-
sore al vescovo di Genova Ottone gnato e di Bobbio, poi gli venne
del II 17, Sigefredo eletto l'anno aggiunta quella di Albenga; all'ar-

1 1^3, e s. Siro II creato nel i i3o, civescovo di Pisa fu accordata per


che divenne primo arcivescovo : si- sulfraganea in terraferma la sede
no a lui la chiesa di Genova fu episcopale di Populonia, non che
GEN GEN 337
la dignità tli primate della Sarde- ncvano primi consoli le loro a-
i

gna. Tale è il sunto della bolla dunanze nella canonica del duo-
;

con la quale Innocenzo II eresse mo convocavano il consiglio dei


Genova in arcivescovato, che ripor- savi j o de' seniori ; nella chiesa
ta rUghelli a pag. SSg, e che in- stessa o nella piazza il parlamento.
comincia con le parole : Justus Do- Giuravano consoli l'utilità del
i

ininiis et jusliliam dilexit, data in vescovato, come giuravano quella


Grosseto i4 l^al- aprilis ii33. Il del comune; e i pubblici archivi
Rinaldi all'anno ii3?., numero 2, contenevano più lettere indirizzate
racconta quanto fece Innocenzo II a' consolie al vescovo congiunta-
per la pace, e per l'erezione del- mente, più convenzioni sottoscritte
l'arcivescovato. 11 primo arcivesco- dalla ecclesiastica e dalla civile au-
vo di Genova fu Siro II, che da torità. Il eh. Semeria a pag. io4
ti'e anni n'era degnamente santis- e seg. della sua Storiaci dà la
simo vescovo, indi per le sue pre- descrizione del solenne ingresso e
clare qualità encomiato da Alessan- formalità, latte per l'arcivescovo
dro III. Faremo qui parola della Giuseppe Maria Saporiti a' io mar-
forma delle elezioni canoniche epi- zo 1 746 non che del ; relativo, e
scopali ed arcivescovili di Genova successivo cerimoniale. Al vescovo
secondo metodi antichi , e l' ec-
i appartenevano le decime del gra-
clesiastica disciplina della Chiesa nei no e del sale consumali in città,
primi secoli. un diritto sui bastimenti ch'entra-
Dopo r esequie del vescovo de- vano in porto, e molti censi e li-
funto radunavasi il clero, che poi velli, canoni ed omaggi nelle due
si chiamò senato o capitolo della valli Polcevera e del Bisa-
della
chiesa, consultavasi il popolo ossia gno; oltre ch'era signore del ca-
il magistrato della città , e proce- stello di Ceriana, e dell' amenissi-
devasi all'elezione, ora per generale ma villa Matussiana, oggidì Sanre-
acclamazione, ora per la pluralità mo, ove avea casa propria. Dipoi
de' suffiagi. Quando posteriormen- le istanze de' poveri, i bisogni del-
te il capitolo assunse una forma la città, l'avvilimento della mone-
regolare, ad esso apparteneva esclu- ta espressa nei censi, ed alcuni con-
sivamente la nomina del nuovo trasti inavveduti, ridussero la men-
pastore, la quale soleva cadere so- sa vescovile, e poi arcivescovile a
pra l'ai'cidiacono. Ricevuta la sa- minori rendite. Dopo la morte del
cra ordinazione dal metropolitano primo arcivescovo di Genova, l'e-
di Milano, veniva l'eletto costituito lezione del successore si fece per
dal clero e dal popolo nella sedia via di compromesso, ossia il capi-
pontificale, ch'era in Genova anti- tolo metropolitano, di consenso dei
camente in s. Siro. All' uscir di consoli, nominò gli elettori che fu-
chiesa il prelato montava a ca- rono undici, cioè gli abbati di s.

vallo; gli elettori seguitati da fol- Benigno, di s. Siro, e di s. Stefa-


tissima turba lo accompagnavano no ; preposti di s. Maria delle
i

all'episcopio, e un gentiluomo del- Vigne, e di s. Donato ; ed rettori i

la famiglia di Jjorgari per imme- di s. Damiano, di s. Maria in Ca-


morabile consuetudine guidavagli il stello, e di s. Ambrogio, con tre
palafreno. Nella sua residenza te- canonici del duomo, 1' arciprete
VOL. xxvui. 22
,

338 GEIN GEi\


Rubaldo, il teologo Ancelino, e il te in altre provincie. ^Je vennero
suddiacono Dodone l' uno dopo : quindi diverse concessioni de' Papi,
l'altro pigliarono il giuramento, e concordati tra la santa Sede ed
colla seguente formola. » La gra- i principi più potenti della cristia-
M zia dello Spirito Santo ci assi- nità. Quanto a Genova per una
»» sta. Io coi colleghi assegnatimi specie tacito concordato fu sta-
di
>• senza dolo o fraude, non impe- bilita consuetudine, che il go-
la

>' amore né o-
dito o indotto da veino presentava per mezzo di per-
.<> da timore ne obbligo alcu-
dio, sona confidente una terna, e il pri-
« no, eleggerò ad arcivescovo del- mo de' tre era eletto quando ido-
» la presente persona
città quella neo veniva riconosciuto, né altri-
>» ch'io conoscerò, o senza fraude menti facevasi per gli altri vescovi
*» crederò per costumi e per dot- della lepuhblica. Anticamente il ca-
•> trina più idonea a questo, più pitolo vescovile di Genova si com-
>> onesta e più giovevole, sì vera- poneva, come nel decimo secolo, di
« mente che acconsenta a questa due dignità, l'arciprete e l'arcidia-
« nostra pubblica elezione ". cono, di (lue preti e di due diaco-
Dopo il giuramento si appressa- ni, ai quali nel secolo decimosecori-
rono all'altare di s. Lorenzo a dar do si trova aggiunto il maestro
il voto , e fattosi lo scrutinio dai teologo; oltre a questi la chiesa di
canonici, Irovossi eletto l'arcidiaco- Genova aveva due suddiaconi e due
no Ugo della Volta, il quale nel accoliti. In una donazione del ve-
medesimo giorno venne collocato scovo Teodulfo del q52 i diaconi
sulla sedia pontificale dal clero, e si leggono sottoscritti , de cnràine
dal popolo insieme : un modo
in s. Ecclesiae Jaiiuen. : in un'alua
consimile si elesse dopo la sua mor- che si crede del 980 egli chiama
te il successore nel palazzo arcive- tutti i suoi chieiici nostn cardinali,
scovile, ed alla presenza del cardi- e quest' era veramente la formula
nal Pietro del titolo di s. Cecilia, più antica. Ugo od Ugone fu diui-
legato a Ge-
latere per la pace tra que il secondo arcivescovo di Ge-
nova e Pisa. Giovanni di Cogorno, nova patrizio genovese
,
, il quale
eletto nel 1289, fu il primo arci- assai lodevolmente resse la sua chie-
vescovo che si portò a consagrarsi sa; edificò nel 1166 un monistero
in Pioma nel pontificato di Grego- de' cistcrciensi sopra Chiavari ad
rio IX. 11 giorno dopo il suo arri- onore di s. Andrea, e col suo co-
vo ebbe l'esame, nel secondo fu raggio salvò la patria dall'anarchia,

consacrato, nel terzo gli venne im- al modo che dicemmo di sopra.
posto il pallio. L' ultimo arcivesco- Nel 1188 gli successe Bonifazio ar-
vo eletto dal capitolo metropolita- cidiacono della cattedrale, ed a que-
no fu il b. Jacopo da Va razze, che sti nel i2o3 Ottone vescovo di Bob-
fu consagrato in Roma del 292 ; 1 bio, prelato assai dotto, ed autore
dopo il quale gli arcivescovi di Ge- di un'opera sulle cause matrimo-
nova furono creati dai sommi Pon niali, che dedicò ad Innocenzo IH.
tefìci, e così ebbeio fine gì' indugi Ebbe pel primo a suffiaganeo il
e le gare che solevano insorgere vescovo di Albenga e fondò nel
,

nel collegio degli elettori capitolari, i23i in Genova un monisteio sot-


non solo in Genova, ma similraen- to il titolo di santa Caterina ver-
GEN GEN 339
giiie e marlire. Sotto di lui essendo per l'incursioni de' saraceni; nipo-
passato per Genova s. Domenico, te d'Innocenzo IV, ed Adriano V,
i magistrati della città gli offrirono tu carissimo a ZSicolò IV. Il b.
la chiesa di s. Egidio consacrata da Giacomo da Vaiagine, cos'i appella-
Siro 11 alla presenza del Papa In- to dalla Varazze ove nac-
terra di
nocenzo li, laonde i domenicani ver- que, venti miglia lungi da Genova,
so il I22I furono stabiliti in Geno- illustre domenicano, dotto predica-
va, i quali nel i2.5o cominciai o- tore e teologo , legalo di diversi
no una nuova chiesa, poi dilatata Papi fu eletto arcivescovo nel 1292,
nel 43 sotto r invocazione tlel
1 1 e uellanno seguente celebrò il con-
loro fondatore; in diversi tempi i cilio provinciale di cui tenemmo
domenicani ebbero a generali i ge- proposito. Modello de' pastori , ed
novesi Alberto eia vero, Stefano Uso- assai prudente, a togliere ogni con-
niare, Vincenzo Giustiniani poi car- tesa col governo , si compose cou
dinale, e Gio. Battista de Maiini. esso sul dazio che la mensa riscuo-
Nel 1289 divenne arcivescovo teva sui bastimenti eh' entravano in
l'arcidiacono Giovanni di Cogorno, porto. Nel 1297 vendè ai Boria ed
uomo dottissimo, che pel primo dei ai Mari le ragioni di sua chiesa
prelati genovesi fu consacrato da sopra Sanremo e Cenano, riceven-
Gregorio IX: nel suo governo la do in cambio case in Genova, un
pia munificenza di Andrea del Fia- orto in Bisagno, ed una somma di
sco fabbricò in Genova il primo denari da impiegarsi su fondi frut-
convento de' frati minori francesca- tiferi, il tutto con beneplacito apo-
ni. Alla presenza d'Innocenzo IV, stolico. Ebbe la gloria di sopire le
e di molti vescovi di Toscana e cittadine discordie in un modo il

Lombardia fece la solenne trasla- più edificante, chiamando a generale


zione delle sacre ceneri di s. Gio- parlamento i capi delle famiglie,
vanni Battista. iVel 12 53 Innocen- avendo egli prima assunto gli abiti
zo Gualtieio di Vezzano, cappella- pontificali. Genova non possedette
no ed amico di detto Papa fu elet- lungamente il santo e benemerito
to arcivescovo, lodato per pietà, dot- arcivescovo, il quale cessò di vivei'e

trina, prudenza e vigilanza; otten- nel giugno 1298: a' nostri giorni
ne da Libano IV l'assoluzione del- Pio VII confermò il culto ed
gli

l' interdetto fulminato ai genovesi, il titolo di beato con solenne de-


e rinunziò per cinquanta mine di creto. Molte opere scrisse ad illu-
sale, e cento lire all'anno alle an strare la religione , la più celebre
tiche decime della sua chiesa so- essendo il leggendario de' santi che
pra gli utili della navigazione. Ber- fu impresso tante e tante volle, e
nardo da Parma cappellano pontifi- trasportato in quasi tutte le lingue:
cio lo successe nel 1276: ristaurò il tale libro dagli stampatori ebbe il

palazzo aicivescovile, ed uno nuovo titolo di Leggenda aurea, come so-


ne eresse nella villeggiatura di Mo- levano fare colle opere di pregio.
rassana. Alla sua morte entrò la di- Alle critiche intemperanti poi che
visione nel capitolo metropolitano, alcuni eruditi fecero della leggenda
perciò nel 1288 fu nominato ammi- risposero con dottissime difese e
nistratore Obizzone Fiescogià patriar- giustificazioni due illustri genovesi,
ca d'Antiochia cheavea abbandonata the sono il p. Gio. Battista Spo-
34o GEN GEN
torno, ed a' nostri giorni monsignor Io meo oggi è dei barnabiti. Mori
Stefano Rossi al presente delega- Porcbelto nel i32i, e furono im-
to apostolico di Ancona. Questo ec- mediati successori Bartolomeo di
cellente prelato ebbe il vantaggio Reggio canonico della metropolita-
di trovare tre leggende mss. sfug- na Dino de'conti di Radicofani, già
;

gite alle diligenti indagini del p. patriarca di Grado , e Giacomo di


Spotorno, quella della Natività di s. Vittoria diocesi d' Alba, morto
s. Gio. Battista, quella di s. Jaco- nel 134-3; Bernardo Besauduri fran-
po maggiore, e quella di s. Stefa- cese; Guido Scetten di Lunigiana,
no protomartire. Avendole mandate il quale fu amico e degno com-
nel i833 alla prima luce in Fi- pagno nello studio al Petrarca; fu
renze, ed ivi nel i834 ancora, le arcidiacono di Genova, e morendo
illustrò eoa un ragionamento cri- nel 368 lasciò
1 i propri beni alla
tico, in cui gareggia la forza del mensa vescovile di Luni, ed il cor-
retto raziocinio, con una vasta e- po alla Girolamo del
chiesa di s.

rudizione, in modo di fare ammu- monistero di Gervara da lui fon-


tolire e confondere per sempre tut- dato a Portofino. Meritamente eb-
ti gl'indiscreti censori dell'aurea leg- be a successore Andrea Milanese
genda. Al b. Giacomo successe il domenicano penitenziere di Urba-
,

seguente . no V, che a vantaggio della eccle-


Porchetto Spinola de' frati mi- siastica disciplina celebrò il sinodo
nori, di sufficiente letteratura, di na- nel dopo due anni passò
137.5, e
tiuale acuto ingegno e gran consi- a miglior vita. Urbano VI fece ar-
glio, essendosi portato in Roma per civescovo Bartolomeo di Cotorno
giustificarsi con Bonifacio Vili nemi- o Cocurno di Chiavari, frate mino-
co de' ghibellini, come accennammo re, teologo insigne, e predicatore
XI,
al voi. p. 78 del Dizionario si , egregio, indi lo creò cardinale: cre-
narra che il Papa invece di ascoltar duto complice della congiura ordi-
le sue difese, allorché l'arcivescovo si ta dall'antipapa Clemente VII e
presentò da lui per ricevere nel dì da altri, Urbano VI lo fece mori-
primo di quaresima le ceneri, glie- re come si disse. Nel i388 diven-
le gettò sugli occhi, dicendo : Me- ne arcivescovo Giacomo del Fie-
mento homo quia gihcllinus es, et sco, che pel primo espose alla pub-
Clini gibellinis in pidvereni rever- blica venerazione nella chiesa di s.

teris: fatto e motteggio che vuoi- Bartolomeo la celebre immagine del


si falso, e lo si può rilevare da ss. Salvatore, che doge Leonar-
il

quanto si è detto più sopra in lo- do Montalto ebbe premio de'suoi


in
de del prelato, e della fiducia e con- militari servigi dall'imperatore Gio-
to che ne fece Bonifacio Vili. Por- vanni Paleologo: sotto di lui alcuni
chetto celebrò un sinodo diocesano agostiniani colvescovo Alfonso pro-
l'anno i3io, che l'erudito Sbertoli venienti dalia Spagna, nel luogo di
pubblicò nel i833 per la prima Quarto edificarono il monastero di
volta. Porchetto con la pia libera- s. Girolamo che passò poi agli Oli-

lità Oberlo Purpurerio, fece ve-


di vetani. Nel i4oo Bonifacio IX creò
nire dall'Armenia in Genova mo- i arcivescovo Pileo de Marini, come
naci basiliani, ed il loro monistero il precedente patrizio genovese, del
con l'annessa chiesa di s. Barto- quale si è parlato, tanto per l'in-
GEN GEN 341
trepidezza come oppose al go-
si famoso Paolo da Campo Fregoso
vernatore Bucicado, quanto per patrizio di Genova, di cui fu doge
aver ricevuto in Genova l'antipa- tre volte, e cardinale: di lui par-
pa Benedetto XIII. Al concilio di lammo abbastanza, e morì in Ro-
Costanza adunato per l'estinzione ma nel 1498 con fama che resta
del grande scisma, intervenne Pi- incerto se prevalessero in lui i

leo, fu uno de' procuratori della vizi o le virtìx. Sino al i5i3 res-
nazione italiana, e per la riforma se l'arcivescovato Gio. Maria Sfor-
della disciplina ecclesiastica indiriz- za, figlio naturale del duca di Mi-
zò una zelante orazione all'impe- lano. Leone X gli die a successore
ratore Sigismondo ivi presente. il suo nipote Innocenzo Cibo che
Questo arcivescovo con singoiar creò cardinale, dotato di quelle
modestia pel primo si associò al- egregie doti che celebrammo alla
cuni piissimi ed istruiti cittadini sua biografia. Morì nel i55o, per
alla distribuzione delle limosine sta- cui Giulio III fece arcivescovo Gi-
bilite dai pii nacque
legati; da ciò rolamo Sauli, che rese memorabi-
il nobilissimo magistrato della Mi- le il suo governo, pio e vigilante,
sericordia , composto dall' arcive- per aver coadiuvata la fondazione
covo prò tempore, e da quattro de' gesuiti in Genova, a formare
togati. specialmente la gioventìi nelle let-
Eugenio IV nel i436 fece arci- tere e nella pietà; indi per nomi-
vescovo Giorgio del Fiesco figlio na di Paolo IV fu arcivescovo A-
di Ettore conte di Lavagna, indi gostino Salvago domenicano, che
nel 1439 lo creò cardinale: fu tre intervenne al concilio di Trento, e
anni arcivescovo di sua patria, e morì lodato nel 1567. Diventò ar-
morì vescovo d'Ostia e Velletri, civescovo Cipriano Pallavicino, che
chiesech'ebbe da Nicolò V, ma con zelo si applicò all'esecuzione
non decano del sacro collegio, co- del concilio tridentino, e colla san-
me già dicemmo alla sua biogra- tità de' costumi ne diede agli eccle-
fia coir autorità del Lucenti, hai. siastici edificante esempio: vedendo
sac. tora. J, in episc. Ost. el Fell.; non essere egli sufficiente a ripara-
del Borgia, Istoria della chiesa e re ai tanti gravi disordini ch'era-
città di Fellelri p. 87 i ; e del Car- no nella città e diocesi, nel iSSa
della, Memorie isloriche de cardina- implorò ed ottenne da Gregorio
li tom. Ili, p. 73; anzi avverte il XIII per visitatore apostolico il

Borgia, che in quel tempo non era vescovo di Novara Francesco Bosio,
annessa la dignità di decano del che eseguì l'incarico' severamente,
sacro collegio col vescovato di O- e senza riguardi. Sisto V nel i58?
stia e Velletri, ma bensì al più an- fece coadiutore dell'ottimo Pallavi-
ziano de' vescovi cardinali, e che il uo il Antonio Sau-
distinto prelato
tempo della promozione non con- li, altro nobile che poi genovese
cedeva al cardinal Fiesco tale pre- esaltò al cardinalato, e di più lo
rogativa Lo successe del 14^9
. nominò ammiraglio della flotta pon-
Giacomo Imperiale patrizio genove- tificia armata contro i turchi, che
se, ed a suo tempo fu edificato il infestavano le spiagge romane: nel
convento dei domenicani di Castel/o. 1591 rinunciò la sede, e Gregorio
Nel 1453 fu fatto arcivescovo il XIV gli diede per successore Ales-
34^ GEN GEN
Sandro Centurione nobile di Geno- li eresse in Fassuolo sobborgo del-
va. Tenne la sede di sua patria in la città conveniente casa, e poscia

continue vertenze col governo in vi si ritirò ogni armo col suo cle-

lìialeiia criminale e di cerimonia- ro e famigliari. Altra casa fondò


le; avendo scomunicato per giuste ai missionari in Bastia; mandò sa-
ragioni la iota criminale, i collegi cerdoti a Mingraglia, città presso
ne presero la difesa, de|)ulando tre Trebisonda, acciò le colonie geno-
senatori acciò la giurisdizione del- vesi avessero aiuti spirituali ; istituì

ia repubblica restasse illesa, col no- in Genova la divozione delle qua-


me di giunta ecclesiastica, die di- rant'ore; donò alla cattedrale il va-
venne un tribunale terribile, e con- so per il ciisma, ed un ostensorio
tinuo martello dell' arcivescovo di prezioso, nonché una cassa di ar-
Genova, e dei vescovi dello slato. redi sagri dolati ; ed istituì i mis-
Ma il Centurione stanco di tal pro- sionari uibani. Vero padre de'po-
cedura rinunziò nel iSgG, e Cle- veri da lui ebbe origine la difesa
mente Vili lo dichiarò governato- gratuita de' poveri, oppressi dai po-
re di Roma, ordinando a Matteo tenti; nella pestilenza del i656 si

Rivarola abbate in Parma, di go- rese immortale per quanto operò,


vernare l'arcivescovato per ubbi- seguendone l'esempio il doge Gior-
dienza, cui die nel 1600 per succes- gio Sauli, e nel i643 celebrò il si-

sore Orazio Spinola patrizio come nodo diocesano. Per umiltà non
il predecessore della comune patria: permise erezione di lapidi a suo
poscia Paolo V lo promosse alla onore; ricusò come narrammo di
dignità cardinalizia, ed a legalo di coronare il doge, e virilmente si

Ferrara, governando la diocesi seb- oppose alla remozione della sua


bene lontano con provvida solleci- cattedra nella metropolitana, onde
tudine pastorale; morendo in Geno- ebbe luogo la grave contesa di cui
va nel 1G16, per singoiar privile- pur tenemmo ragionamento; quin-
gio del senato fu sepolto nella cap- di nel pontilìcato di Alessandro VII
pella di s. Gio. Battista. fece la rinunzia all' arcivescovato,
Paolo V fece arcivescovo il no- lasciando in morte il suo cuore a
bile genovese Domenico de Marini, Genova, per cui fu posto nella tom-
poi patriarca di Gerusalemme, e ba di sua nobile famiglia in s. Ma-
governatore di Roma; e per la sua ria della Consolazione. Gio. Batti-
morte Urbano Vili nel i635 lo sta Spinola lo successe, che per le
fece succedere dal concittadino car- esigenze del senato sul luogo del
dinal Stefano Durazzo : questi con trono nella cattedrale, rinunziò la

dolcezza e rigore tolse gli abusi, e sede a Clemente X, ed Innocenzo


restaurò 1' ecclesiastica disciplina con XI lo creò cardinale. Questo Papa
le infaticabili sue prestazioni, e con fece arcivescovo Giulio Vincenzo
la promulgazione di savie leggi. Il Gentile domenicano, il quale sov-
seminario incomincialo dall'arcive- venne le povere vergini nel bom-
scovo Sauli, fu da lui ridotto qua- bardamento di Genova fatto dai
le oggi si ammira nel magnifico francesi nel i684'- visitò la diocesi,
edif.zio da lui eretto : fu beneme- nel i683 convocò il sinodo, e mo-
rito della congregazione de' missio- ri nel 1694- Innocenzo XII dalla
nari di s. Vincenzo de' Paoli, a'qua- sede di Sarzana traslatò a quella
GEN GEN 343
della patria Gio. Battista Spinola, lui magnificanìenle ornala, fu da
die consunto clall'elà cessò di vivere Clemente XIII tiaslatato dall'arci-
nel i7o5: allora Clemente XI tra- vescovato in pf7rfihii.<; d'Adrianopoli
sferì dall'arcivescovato di Avignone a questo di Genova, per le con-
a questo di Genova l'altro nobile suete istanze del cenato della re-
concittadino Lorenzo Fiesco , che pubblica mollo dovette adoperarsi
:

nell'anno seguente creò caidinale; per mantenere fra il clero regola-


morì d'anni 84 dopo luminosa car- re e secolare una buona inlelligen-
riera, ed alla sepoltura fu accom- za di un leciproco ri-
opinioni, ed
pagnato dai senatori e da tutti gli spetto delle persone, dappoiché al
ordini de' cittadini. Benedetto XIII suo tempo in Genova si fecero
nel 1726 per successore destinò sentire troppo calde certe opinio-
Nicolò de Fianchi domenicano, a ni di scuola, tanto intorno alla
cui donò la rosa d'oro benedetta: morale quanto alla speculativa, e
a questi nel l'j^^ die Benedetto certe qualificazioni ingiuste, le qu;di
XIV in coadiutore Giuseppe Maria laceravano la necessaria unità del
Saporiti di vasta coltuia, già agen- sacerdozio, offendevano gravemente
te del senato presso la santa Sede, la carità religiosa, e gli spiriti ina-
ed arcivescovo d' A nazarho in par- sprivano con Io scandalo de' seco-
tibits : a suo luogo dicemmo come lari, per le qualifiche che si da-
egli si oppose alle pretensioni del vano agli uni ed agli altri di gian-
doge, sulla preminenza del trono senisti. Il suo fine fu veramente
nella cattedrale. Questo arcivescovo glorioso e memorabile, giacché egli
fu il primo a stabilire in Genova fu testimonio della rovina di sua
la solenne processione Corpus del patria, e della distruzione dell'an-
Domini, nella quale non manca- tica possente repubblica . morendo
rono dispute di preminenza ; fun- nel iSo-j. Sotto di lui giunsero
zione che poi fece dipingere in dalla Francia in Genova le spo-
fondo alla sala arcivescovile, ma glie mortali gran Pio VI, che del
siccome non piacque al governo, monsignor Giuseppe Spina di Sar-
dopo la di lui morte fu cancel- zana arcivescovo di Corinto in par-
lata. Con la voce, con l' esem- tiììusportava in Roma. 11 sagro
pio, e con le stampe dimostrò la cadaveie fu depositato nella chiesa
sua dottrina, vigilanza e zelo pa- di s. Maria di Castello:
il p. An-
storale; e morendo nel 1767 tra i gelo Vincenzo Dania domenicano,
legati pii che lasciò, uno lo desti- poi vescovo d'Albenga domandò
nò per la novena e festa solenne questa grazia, e monsignor Spina
di s. Giuseppe da celebrarsi nella l'accordò; vi si cantarono esequie
cattedrale. solennissime, ed il clero genovese
Giovanni Lercari di Taggia, fra- vi si recò a celebrare il santo sa-
tello del cardinal Nicolò Maria, e grifizio. Nel concistoro de' 9.4 mag-
di altro Nicolò arcivescovo di Ro- gio 1802 Pio VII fece arcivesco-
di, e segretario della sagra congre- vo di Genova lo Spina, già da lui
gazione di propagandante, a'quali creato cardinale, sede che rinunziò
poi eresse onorevoli monumenti nel- nel 1816: di lui parleremo alla
la cappella delle ss. Ruffina e Se- propria biografia, solo qui diremo
conda nella basilica lateranense da che ili morie lasciò la sua copiosa
344 GEN GEN
e scelta biblioteca al seminario di che nel concistoro do' 5 luglio i83o
Genova, e al capitolo della metro- lo trasferì a quello in parlihus di
politana la cos'i detta cassa degli Berito ; quindi il regnante Papa
arredi sagri, per non rammentare Gregorio XVI nel concistoro de'3o
altro. settembre i83£ pel primo Jo creò
Neir arcivescovato del cardinal cardinale, poscia gli conferì quegli
Spina il medesimo Papa Pio VII eminenti onori e cariche di cui
coll'aulorità della costituzione Ex- facemmo menzione, in un al ve-
positinn, data a' 9 aprile 1806, sot- scovato suburbicario di Sabina, nei
tomise alla metropolitana di Ge- volumi IV, pag. i35 e i36, e XV,
nova le chiese di Parma, Piacen- pag. 228, e per non dire di altri
za, Boigo s. Donnino, e Savona; luoghi, nel voi. XXIII, pag. 188,
ma dipoi pel concordato stipulato 189 e 190 del Dizionario. Pio Vili
nel 18 17 tra la santa Sede e il nel memorato concistoro fece ar-
re di Sardegna sulla nuova circo- civescovo di Genova monsignor Giu-
scrizione di diocesi, in cui l'isola si^ppe Vincenzo Airenti di Albenga
di Capraia fu devoluta all'arcive- domenicano e vescovo di Savona ,

scovo di Genova, Pio VII a' 3o lodato per vasta erudizione e soavi
inaggio 1818 gli tolse Parma, Pia- costumi : sollecito degli studi de'se-
cenza, e Borgo s. Donnino che as- niinaristi, dispose che ogni anno ne
soggettò alia santa Sede con la dassero prove con opportuni esa-
bolla SoUccUiido omnium Eccle- mi. Per la di lui morte il Papa
sìarum, dichiarando sulIVaganee di che rogna, nel concistoro de' 2 lu-
Genova, Alhenga , Brugnato (che glio 1832, trasferì a questo arci-
poi unì a Lnni e Sarzana con la vescovato monsignor Placido Ma-
bolla SolUcila quam prò apostoli- ria Tadini di Monca Ivo diocesi di
ci, de' 7.5 novembre 1820), Bob- Casale, dell'ordine de' carmelitani
bio, Tortona, Ventimiglia, Nizza, dell'antica osservanza , vescovo di
e Savona, che a' 28 novembre Biella, e poscia nel concistoro dei
1820 unì a Koli mediante la bolla (3 aprile i835 lo creò cardinale,
Dominici gregis. Oltre a ciò Pio conferendogli per titolo la chiesa
VII a' i4 luglio 18 19 emanò l'in- di s. Maria in Traspontina: que-
dulto. Alias fi l. record. Nicolnus sto è il zelante e dotto pastore
PP. V., col quale concesse al re che al presente governa l' illustre
di Sardegna duca di Genova, la nrcidiocesi di Genova, ed il quale
facoltà di nominare a tutte le agli II, 12 e i3 settembre i838
cliiese vescovili, abbazie, e prepo- celebrò il sinodo diocesano, che
siture del ducato di Genova. Nel- pul)blicò colle stampe della tipo-
l'istesso anno e nel concistoro dei grafia arcivescovile, dove si leggo-
27 settembre dichiarò arcivescovo no utilissimi decreti e disposizioni.
di Genova il p. Luigi Lambru- La cattedrale, come si è detto, di
schini genovese della congregazio- elegante struttura, è sagra a Dio
ne de' chierici regolari di s. Paolo sotto l'invocazione del levita e mar-
delti barnabiti, che Leone XII nel tire s. Lorenzo, ed ha otto vesco-
1826 fece nunzio apostolico di Pa- vi per sulTraganei. Il capitolo si

ligi colla ritenzione dell'arcivesco- compone di cinque dignità , cioè


vato, il quale rinunziò a Pio Vili, il preposto, l'arcidiacono, il ma-
GEN GEN 345
giscola, l'arciprete ed il primice- i minori conventuali iu s. France-
rio , e di altri dodici canonici com- sco d'Albaro; 1-2. i minori osser-
presi il penitenziere ed il teologo. vanti della ss. Annunziata, e Ore-
Sono pure addetti al coro venti- gina ; i3. i minori riformati in s.

quattro sacerdoti cantori chiamati Maria della Pace, ed in s. Maria


preti di massa, ed altri chierici del Monte; 14. • cappuccini della
addetti al servigio divino. Le in- ss. Concezione, e di s. Barnaba ;

segne sono cappa e


del capitolo i5. gli agostiniani calzati in s. Ma-
sottana di seta paonazza, cotta e ria della Consolazione; 16. gli ago-
rocchetto tutti i canonici sono
: stiniani scalzi in s. INicoIa; 17. i

fregiati per concessione di Pio VII serviti in s. Maria; 18. i minimi


d'una piccola croce d'oro della for- di s. Fiancesco di Paola, di Ge-
ma delle croci di Malta, coli' im- sù e Maria; 19. i fratelli della
magine di s. Lorenzo nel mezzo. dottrina o scuole cristiane. Tredi-
Nella cattedrale vi sono quelle in- ci si enumerano i monisteri delle
signi reliquie di cui parlammo, ol- njonache, le quali sono: i. le ago-
tre le sacre ceneri del precursore stiniane in s. Sebastiano, e s. Igna-
s. Giovanni Battista : evvi il fonte zio; 2. le rocchettine in s. Maria
battesimale, e la cura delle anime della Passione; 3. le domenicane
lisiede nel capitolo inteio, il quale in ss. Giacomo e Filippo; 4- '^
delega ogni anno due de' suoi ca- Clarisse in s. Silvestro, e s. Chia-
nonici ad esercitarne le funzioni, ra d'Albaro; 5. le salesiane in s.

col titolo di canonici cui-ati. Maria della Sanità ; 6. le cappuc-


Ora passeremo a notale tutti i cine in Carignano; 7. le turchine
monisteri e conventi dei religiosi e celesti dell' Annunziata o Incar-
delle religiose, i conservatorii, ed nazione; 8. le romite di s. Gio.
altri pii luoghi, di molti de' qua- Battista ; 9. le teresiane ristabilite

li si parlò di sopra : prima rimar- di recente ; io. le crocefisse ; 11.


cheremo the l'episcopio è prossi- le suore della carità di s. Vincen-
mo alla metropolitana , oltre la zo di Paoli; 12. le suore del Buon
quale nella città sonovi trenta chie- Pastore; i3.1e dame del sacro Cuo-
se parrocchiali col battisterio , tre re. Sonovi poi in Genova parecchi
delle sono pure collegiate.
quali conservatorii di zitelle, cioè: i. le

Diecinove sono i conventi e mo- figlie Giuseppe ;


di s. 2. le figlie

nisteri dei religiosi , vale a dire : della provvidenza ; 3. le figlie del


I. dei preti dell'oratoiio di s. Filip- lifugio, ossia le brignoline ; 4- '^

po; ?.. dei barnabiti in s. Bartolo- fieschine; 5. le medee; 6. le fi-

meo; 3. de' canonici legolari late- lippine; 7. le interiane ; 8. le fi-

ranensi in s.Teodoro; 4- ^^* S<^" glie di s. madri pie;


Agata; 9. le
suiti in s. Ambrogio, casa profes- IO. le maestre pie, che come le
sa ; 5. delle scuole pie ; 6. i so- precedenti sono in Sanpierdarena ;
maschi in s. Maria Maddalena ;
1 I. le suore di s. Dorotea 12. le ;

7. i ministri degli infermi in s. figlie di s. Girolamo; i3. le peni-

Croce; 8. i carmelitani scalzi in tenti o convertite. Per ultimo in


5. Anna ; 9. i missionari di s. Vin- questo riassunto, fra numerosi i

;cenzo a Fassolo ; io. i domeni- pii stabilimenti di Genova, meri-


cani in s. Maria in Castello; 11. tano special menzione i lo spe- : .
v./ v^ v_/ .^ v-f

346 GEN GEN


dale grande, cosi detto di Pam- veduto più decoroso edifizio e
di
matone; 1. lo spedale degli incu- di rendite più proporzionate verso
rabili ; 3. il grande albergo de'po- il 1690 dal cardinal Durazzo, ven-
veri ; 4- '^ manicomio di fresco ne di recente ingrandito per prov-
eretto: quattro stabilimenti sono videnza dell'attualecardinale arci-
questi che per la magnificenza dei vescovo Tadini, che lo ha reso ca-
loro edifizi, e pel gran numero d'in- pace di maggior numero di alun-
felici che vi trovano ricovero, for- ni, per cui fiorisce. Ad ogni nuo-
mano la meraviglia degli stranieri. vo arcivescovo la mensa è tassata
Havvi inoltre molti sodalizi e pii ne' libri della camera apostolica in
istituti,
il monte di pietà, ed il se- fiorini mille, dappoiché le rendile
minario che è ampio. Questo fu annue della mensa arcivescovile a-
fondato pei chierici nel i586 per scendono n circa seimila scudi.
cura di monsignor Sauli, e prov-

FINE DEL VOLUME VIGESIMOTTAVO.


BX 841 .n67 1840
sncR
Moroni Gaetano,
.

1802-1883.
Dizionario di erudizione
storico-ecclesiastica
AFK-9455 (awsk)

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