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DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE
STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO Al NOSTRI GIORNI
SPECIALMENTE INTORNO
AI Pr.mCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARII GRADI DELLA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA, ALLE CITTA
PATRIARCALI, ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
AI CONCILII
,
COMPILAZIONE
GREGORIO XVI.
VOL. XXVIIL
1 N V E N E Z I A
UALLA TIPOGRAFÌA E :\IILIANA
MD C C C XL I V
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE?
STORICO-ECCLESIASTICA
^m^m--
FRU FRU
t RUMENZIO (s.). Era di Tiro, dì Giunto il giovine re,
privilegi.
e fu allevato insieme con suo fratel- chiamato Airan, all'età di governa-
lo Edesio presso un re dell' Abissi- re, i due fratelli lasciarono gli uf-
6 1
'
RL FRU
Giorgio patriarca intruso d' Alessan- fando colla dolcezza e colla pazien-
dria; ma essi non gli ebbero alcun za delle persecuzioni suscitategli
riguardo, e comunicarono questa dall'invidia. Morì da vero peniten-
lettera a s. Atanasio, che l'inserì te sulla cenere nella chiesa, come
nella sua Apologia a Costanzo. S. avea desideralo, a' 16 di aprile del
Frumcnzio continuò ad istruire ed 665. Le sue reliquie sono a Coin-
edificare la sua greggia fino alla postella, ed è festeggiato nell'almi-
sua morte, di cui ignorasi l'anno. versarlo della sua morte.
Gli abissini, che lo chiamano s. FRUTTO SO monache. An-(s.),
febbiaio del 94o- Zelante per la san- una buona istoria della dedicazio-
tificazione della sua diocesi, repres- ne della chiesa di Fulda , e della
se il vizio, corresse gli abusi, fon- traslazione delle relicjuie di s. Bo-
dò il monistero di s. Salvadore^ ne nifacio , colla vita di s. Eigilo , il
1006, e in tal giorno se ne cele- case ilella città sono antiche, e le stra-
bra la festa. Iddio confermò co' mi- de strette ; vi sono tre piazze pub-
racoli r opinione che aveasi della bliche, una delle quali fiancheggia-
sua santità. suo corpo fu disot-
Il ta di tigli serve di pubblico pas-
terrato verso il I 1-27, e rimase in- ses;£:io. Fulda contiene molle cliie-
dove e gli orfani, ed una casa di diFulda, perchè era presso il fiu-
correzione con officine per lavori. me di questo nome, nella sua dio-
Ad una lega al sud-est da Fulda cesi di Magonza, tra la Francoiiia,
stato di città se non che nel i 162, prescrisse persino l' astinenza dal
epoca in cui fu cinta di mura. De- vino e dalla carne. La chiesa e
ve la sua origine vera alla celebre l'abbazia furono dedicate al ss. Sal-
abbazia dell' ordine benedettino, la vatore, ed al principe degli apo-
IO FUL FUL
vato, assoggettandolo per privilegio guenti. Enrico de Fibra di Bam-
immediatamente alla santa Sede berga , fatto da Clemen-
vescovo
con tutti i diritti di vera catte- te XIII nel concistoro de' i\. mar-
drale, conservandogli però il suo zo 1760. Alberto d'Arstall di Tref-
stato regolare, e l'elezione ai mo- furt nella diocesi di Magonza, di-
naci. Questo punto lo regolò cosi, chiarato da Pio VI nel
vescovo
che quel monaco che sarebbe sta- concistoro de' 3o marzo 1789. Sot-
to eletto abbate dai quattordici to il vescovo monsignor d'Arstall,
monaci capitolari , i quali soli a- nel declinare del secolo passato e
vranno la voce attiva e passiva nei primi del accaddero
corrente,
sarebbe quindi vescovo mediante (pielle politiche vicende, che priva-
concesse Benedetto XIV 1' uso del- minio del vescovo ed abbate di Ful-
la mitra, e dell'anello ogni volta da era diviso in tredici baliaggi pel
che assisteranno al pontificale cele- civile, e quanto allo spirituale, con-
di Fulda, il Papa concesse ad essi gio di gesuiti, con una casa di pen-
r uso del pallio e della croce in- sione dov' erano allevati grati.<; tren-
nanzi con quelle prescrizioni che
,
ta nobili e sessanti» poveri secolari. I
Amando de Busech, "ià abbate del- lito erano in numero di trenta, fa-
r uL 1 UL II
ro l'itbbate; i religiosi poi die non Inoltre nella città esistono altre
erano nobili e che lonuavano il
, (piattro pairocchie, una delle qua-
maggior numero della comunità, li è munita del battisterio ; due
possedevano le cariche claustiali, monisteri di monache, altro istitu-
avesse in quel tempo vietata ogni lustri romani per dare loro nor-
promozione. Né intese appena Fui- me da guidarsi e confermarli nel-
genzio che i vescovi dell'Africa a- la vera pietà, a' monaci della Sci-
veano scosso giogo sì ingiusto e zia sopra il mistero dell'Incarnazio-
pesante che per tema di essere
, ne, ed il pregio della grazia. Opere
uno de' nuovi vescovi si celò ne , preziosissime, che saianno sempre di
fu possibile di rinvenirlo. Quando utilità e conforto a' veri figliuoli
credette tutte le sedi provvedute, della Chiesa. Frattanto venne resti-
ritorno al suo monistero. Se non tuila la pace a' cattolici dell'Africa
che era tuttavia la città di Ruspa e la libertà a' vescovi esiliati. Glo-
senza vescovo; onde gli abitanti riosissimo oltre ogni credere fu il
FUL F UN 1 3
la grande ricchezza del paese, e di gno della ss. Croce. L' episcopio è
cui vi sono molte varietà: la qua- vicino alla chiesa cattedrale, ed è
lità di vino che dicesi madera sec- un grande e decoroso. Nel-
edifizio
Gli egizi furono i primi tra tut- legge permetteva ad ognuno di ve-
ti 1 popoli che mostrarono grande nire a produrre contro di esso le
rispetto per i defunti. Allorché al- sue querele. Se vissuto non era co-
cuno tra di essi era tolto di vita, me uomo dabbene, veniva privato
1 parenti e gli amici cominciavano della sepoltura; se all'opposto non
ad assumere abiti di lutto, si aste- vi aveva contro di esso o della sua
nevano dal bagno e si privavano memoria alcun rimprovero, si pro-
di tutti i piaceri, ed anche di quel- nunziava ad alta voce il suo elo-
li della mensa: quel duolo e quel gio, ed onorevolmente si collocava
lutto durava sino a quaranta ed il cadavere nel sepolcro. In propo-
ancora a settanta giorni. Durante sito di quegli elogi funebri, nota
quel tempo s'imbalsamava il Cada- Diodoro Siculo, che mai non si
vere (l^edi), con maggiore o miao. parlava della stirpe o della fami-
FUN FU\ ,7
l'Iia del defunto: non si confavano ri. Isacco vi fu sepolto con Ue])cc-
«;onie soggetti o molivi di vera lode r,i sii.i moglie, e (jiacoljhc voile [m-
Si' non (jiielli che nasc(;v;«no dal re essere ni «juella liasjKjrtato, h»i|.
iiienlo pei'sonulc del defunto. Il che inùiisse in Kgilto: cosi f|uesli
trono stesso non esimeva da (juesta aiilielii giusti voli:vano essere riu-
|inbl>lica in(|MÌbizionc stabilita con- niti alle loro (iuui^lic, e dormire
tri) i delunli; e quindi alcuni re ci'i loro patlri, testilicando in tal
sulla decisione del popolo o (h-l modo la loro fède ali" iuitnortalil.i
iiati, non clie dalla .situa/ione del pianto per settanta giorni. l*oi.cia
paese, soggetto alla inondazione del nel condursi il cadavere di Giacob-
INilo, seppellivano in una maniera be nella terra di Canaan, il noijile
particolare i corpi tielle persone accompagnamculo si compose di
che morivano con fama di pietà, tutta la nobiltà, e della coile del
specialmente (pielli de'martiii, giac- paese, con gran copia di cavalieri
che involgendoli in vari panni li e di cocchi. Giunta f|ucsta ponnia
coricavano su dei lellicciuoli e li al di là del Giordano nel campo
conservavano nelle case loro, come di Arad, si rinnovarono funerali i
si è detto, credendo con ciò rende- per sette giorni con gran pianto di
re ad essi maggiore onore, come tutti. Tulli questi riti e cerimonie
si legge in s. Agostino 120, de di- genlilesche ben si ravvisano essere
versis, cap. 2 ; Lollando, 1
7 gen- stali meramente civili, e privi af-
naio p. i4o; e in Tillemont, Sto- fallod'ogni superstizione, e poscia
ria ecclesiastica tom.VlI, p. i32. ancora si praticavano dagli ebrei.
In quanto alle usanze che la reli- come notò il Marangoni a p. i 1
1,
gione, e la speranza di una futura Delle cose genlilesche e profane
\ita e resurrezione ispirarono agli trasportale ad uso delle chiese. Aio-
adoratori del vero Dio, esse inco- sé non fece una legge espressa agli
niinciarono cogli ebrei. ebrei di seppellire i morti, questo
jNiente di più grave né di più uso era già sagro fra di essi per
decente quanto la maniera con cui l'esempio dei loro padri; proibì lo-
i patriarchi israeliti seppellirono i ro solamente di praticare in quel-
loro morti. Abramo comprò una la cerimonia i riti gentileschi e su-
caverna doppia perchè servisse di persliziosi usati dai cananei e da
tomba a Sara sua moglie, a lui altri popoli riguardo ai funerali,
stesso ed alla sua famiglia; quindi Colf esempio di Tobia, noi vedia-
Abramo celebrò un funerale a Sa- irto che i giudei cousidernvano i
VOL. xxvui.
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funerali come un tiovcre di cunlìi, sé, e nella quale collocò il coi pò
giacché questo santo uomo, nuilgia- del Salvatore, era nel suo giardino,
do la proibizione ilei re di Assiiia, e scavata nel vivo masso. Circa il
come sterco sulla faccia della terra. di legate «li una fascia, e con pan-
Lo stesso profeta predisse che Gioa- no sul volto; che i cadaveri erano
chino re di Giuda, in punizione dei acconciati dai rispellivi sessi, chiu-
suoi delitti, avrà scpnllura simile a devansi gli occhi e la bocca del
quella dell'asino; s;\iìi gittato a trapassato, stringendo questa con
a marcire fuori delle porte di Ge- una fascia, indi tagliavano i cipel-
rusalemme. Essendo un atto di ca- 11, lavavano il corpo, l' ungevano,
rità quello di seppellire i morti, inili lo involgevano in panni lini,
coloro che avevano fatto questa buo- la spesa poi de' morlorii degli ebrei
rio; era quella soltanto una pre- grande autorità , moderò le spese
sole ;
per questo poitavansi fiacco- che si collocava nel sepolcro. Tut-
le e cerei accesi ne' funerali de' ric- te queste cerimonie facevansi con
chi, e semplici tede, o candele in maggiore, o minore pompa secon-
quelli dei poveri. Di là sembra de- do la qualità della persona, e le
rivato l'uso dei cerei nelle cerimo- ricchezze della famiglia. Ne' funera-
nie religiose, giacché anticamente li dei principi e dei personaggi più
non si adoperavano se non che in illustri, si celebravano giuochi, ap-
occasione di funerali ; ciò meglio si pellali giuochi funebri ; tali sono
potrà vedere agli articoli Candele quelli che Achille, secondo l'Iliade,
e Lumi. In capo al convoglio o al- celebrò in morte di Patroclo suo
la pompa funebre, camminavano i amico, e quelli che neìV Eneide
suonatori di flauto eh' eseguivano veggonsi celebrati da Enea in ono-
arie lugubri; e dopo il defunto ve- re del genitore Anchise.
nivano i figliuoli di lui con la te- a un dipresso a quelle
Eguali
sta velata, e le figliuole che cam- de' greci erano le cerimonie fune-
minavano a piedi nudi , e colle bri presso i romani, ma quelle do-
chiome sparse sulle spalle, seguite po moltissimi riti, parte civili e
dai più prossimi parenti, e dagli parte superstiziosi, stabiliti con do-
amici del defunto medesimo. Le dici leggi sagre, si terminavano d'or-
vedove al pari dello stesso defun- dinario con un banchetto, che s'im-
to, erano tutte vestite di bianco, e bandiva ai congiunti ed agli ami-
sovente avevano capelli tagliati i ci, e di là a nove giorni si teneva
affine di porli sul petto dell' estinto altro banchetto, che chiamavasi la
o anche sul suo rosro.o Giunto es- grande cena, o la novendiale. Si
sendo il cadavere presso al rogo o crede che dopo il tempo di Siila,
alla tomba, gli si faceva entrare i cadaveri delle persone più illu-
nella bocca vma moneta, che desti- stri o più facoltose di Roma fosse-
20 FU.\ FUN
malo lino incombustibile , lana di lavavano con actjua calda, e l'un-
salamandra, sulla credenza che il gevano con aromi e balsami onde
fuoco non nuocesse a questo ani- prolungai-ne la conservazione, indi
male. Rentman, Nomenclatura fos- lo vestivano colle vesti piti onorevoli
silium, tit. 4> verbo Àmiautus, di- che avesse portato mentre viveva.
ce che altri tennero per prodigio- In appresso Io coronavano e gli
sa la proprietà dell'amianto. Gli ponevano in bocca una certa mo-
antichi traevano l'amianto da va- neta chiamata stipes per pagare
rie parti, come da Cipro e da Ca- Caronte per il passaggio delia pa-
risio, ove nasce una pietra che si lude sligia. Composto il cadavere
fila e si tesse, e formati di essa i in tal guisa lo ponevano in %in
panni, per pulirli gettano nelle si letto per essere visitato da ognu-
fiamme, al dire di Stefano Bizan- no, piantando innanzi la casa del
tino, Drlle citici e popoli , verbo defunto un albero di cipresso, ri-
Caryslus. 11 luof^o ove seguiva il manendo così in casa per sette gior-
rogo dicevasi Ustrinà, e quando il ni. L'ottavo giorno dopo la morte
rogo era consumato chiama vasi Bu- si popolo dal vocifera-
avvisava
il
Si collocavano nei cinerari o co- Ins ojft-rl. Con gran pompa suc-
lombari le urne che racchiudeva- cessivamente si portava dai paren-
no le ceneri, e altre urnette o vasi ti, o da altre onoratissime perso-
piccoli di vetro detti lacrimali, nei ne il cadavere ch'era posto nel let-
e si dice che lultimo termine della Andava avanti uno a questo effetto
vita umana morte, alla quale è la destinalo, che con canto funereo
segue il funerale; che gli antichi celebrava le lodi del defunto. In-
ebbero somma cura de' funerali tervenivano ancora molte donne,
perchè credevano che le anime de- che andavano piangendo e cantan-
gl'insepolti errassero per anni cen- do le Iodi del morto, ed a questo
to intorno la palude stigia, prima oflìzio col pagamento per tale ef-
di trapassarla per andare ai cam- fetto venivano destinate. Queste
pi elisi. Quando alcuna persona donne chiama vansi prefiche ovve-
distinta stava per morire gli assi- ro funere,gemevano pure ed ur-
stevano, sino all'ultimo spirito, i lavano, e con fiuto dolore si bat-
parenti e i più prossimi, e subito tevano il petto, e laceravano i ca-
spirato gli chiudevano gli occhi che pelli, presiedendo ai loro gesti, smor-
tornavano ad aprire nel rogo : ciò fie e gemiti la prefica principale:
fatto io chiamavano interpolata- Servio però distinse le prefiche dal-
mente tre o quattro volte, e poi le funere, dicendo che queste sono
ponevano il cadavere in terra, lo quelle che hanno parentela col de-
FUN FUN 21
funto, come la madre, la sorella ec, lugubre e piangendo, non che la-
mentre le prefiche sono principes cerandosi le vesti. In tal guisa, se
planctus, ancorché non abbiano da era funerale di qualche ilUrstre
far nulla col defunto. Girolamo persona, si portava nel foro dove
EarufFaldi ci ha dato la Disser- dal figliuolo si faceva l'orazione fu-
tatio de praeficis, con altra dis- nebre, poi coH'ordine medesimo si
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Denicales. Ai tempi dell'imperato- lavano le immagini del defunto,
re Vespasiano si procurava di tro- il funerale dicevasi Iinniaginariiun.
vare per i funerali un pantomi- Quando si faceva a spese del pub-
mo, che avesse a un di presso la blico, e per decreto del senato chia-
statura e l'aspetto del morto, e mavasi Coilativuin, ed anche Ho-
questo pantomimo contraffaceva tal- norarium, e Publicum. Se era or-
volta con tale esattezza la sua fìgu- dinato in fretta e senza apparato,
ra, il suo contegno, il suo porta- come usavano in morte delle ver-
mento, i suoi gesti, che sembrava giii'j appellavasi l^unmltuarìuni ; e
il defunto medesimo che conduces- se ricuoprivano la faccia del morto
se il suo convoglio. guasto e roso dalla malattia, o
Il Kirchmanni scrisse. De funeri- livido per lo veleno, addimanda-
biis ronianoriim,\^\\heca.t iGSy. Al- vaiilo Larvnlum. l'^nahnente Ta-
l'articolo Divfnita'sì parla dell'apoteo- ciluni , Vulgare, Plebtjuni, Orbi-
si degl'imperatori romani, e del ce- iiarium, Translaliliurn , e Cornmu-
rimoniale che perciò aveva luogo do- ne, furono appellali que' funerali
pò la loro morte, come del titolo di che si facevano senza pompa a ca-
Dìvo e Divinissinio loro attribuito : gione che il defunto, o mendico, o
l'apoteosi dopo mortesembra potersi vile,o non avea potuto procac-
annoverare tra gli onori funebri, o non meritava onore alcuno.
ciarsi,
Francesco Eugenio Guasco nella dot- Giovanni Resino, ed il Dempste-
ta descrizione Dei rid funebri di Ro- ro, oltre altri scrittori, riportarono
ma pagana, termina la sua opeia con spiegazioni le leggi romane sui
con notare, che siccome vari erano funerali. Notano i francesi, che aii-
i funerali de' romani, così diverse che molti secoli dopo lo stabili-
erano parimenti le appellazioni mento del cristianesimo nelle Gal-
coUe quali distinguevansi gli uni Ile, si conservavano nei funerali i
dagli altri . Funus indiclivuni era costumi e le pratiche dei romani,
quel mortorio che veniva annun- che pure avevano adottato altre
ziato dall'araldo a suono di trom- da essi soggio-
nazioni, delle tante
ba, e con le pai'ole, Olliis qffertur gate.Tutte le nazioni del mondo
ec, ed a cui succedevano giuochi, i hanno costumalo di onorare i lo-
e certe corse di cavalli maneggia- ro defunti coli' esequie ai loro ca-
ti da quei cavallerizzi, che furono daveri, per istinto della natura, e
detti Desultores. Sinipludeariuni o ciò con diversi riti e cerimonie
meglio Sinipliludiariunt chiamossi particolari. Il Muret ci ha dato :
quel funerale, che non era onora- Cérénionies funebres de toules les
to che d'un solo giuoco. Acerbum nalions, Paris i6j5. 11 Marangoni
era il funerale di quelli che usci- a 182 parla del vestire di
pag.
vano di vita prima di aver vestita nero nella morte d'alcun parente,
la toga virile. Ininialunini, di quel- lo che costumasi tuttora da noi.
li che morivano nel flore della gio- Il Cancellieri nelle sue Campane
vinezza, e Naturale di quelli che p. 8, nota che la campana fu a-
morivano piuttosto rifiniti e logo- doperata anche nei funerali dei gen-
ri da molta vecchiezza, che sopraf- tili, sulla fiducia che il suono dei
fatti da maligna infermità. Quando bronzi avesse la virtìi di espellete
poi nel convoglio funebre si por- i mali geni, e gli .spettri capaci di
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inquietare le aDÌme de' trapassati :
vnno godere l'eterno riposo,
a
^li spartani stjlevano battere i bron- mentre i primi principiavano il cor-
zi ne' funerali de'loro re. so di noslra vita travagliosa e mi-
11Menochio nelle erudite sue
p. sera, in questa valle di lagrime.
Stuore ci dà diversi argomenti ri- San Cipriano nel libro De niorta-
guardanti i funerali, e nel tom. II, litale, esorta a non piangere mor- i
pag. 608 tratta delle vesti de' de- ti, e a non vestire con abiti di
funti, cioè se più lodevole sia il co- lutto. Con tulio ciò la legge della
lati':. Wel primo libro degli epigram- gentili i cadaveri con faci accese
mi greci, cap. i 3, si ha quello ele- alla pirao sepolcro, il quale uso si
gante del poeta Archia, nel quale vede praticato nella divina Scrittu-
si dice che popoli nntit.hi della
i ra dagli aiilichi padri, e con tale
Tiacia piangevaiii) qu.jndo nasce- e tanta magnificenza, che facevano
vano i figli ; e ({uando morivano, comparire l'amore che portavano
i padri coi parenti ed amici si alla memoria del defunto, e la pie-
rallegravano, perchè questi anda- la naluialmenle dovuta ai loro
24 FUN FUN
maggiori. Riferisce Tacito come in sta nella con
Chiesa, di seppellire
quel giorno in cui portossi il ca- molto onore corpi de' defimti. Con
i
fedeli di fare fra i timori e le ri- lino loco omnium corporibus san-
cerche de' gentili. Splendide furono clis triginla novevi numero ....
le esequie che si fecero al proto- {jtiotqitot illic inventi, .mhlatis pal-
martire s. Stefano , cui i santi mnruni ramis, obviani sanclis prò-
apostoli procurarono la' sepoltu- vesserunt palmisqne ,
et canticis , ,
sepolture, e vi facevano delle spe- nelle eseijuie dei morti, sembra es-
se a proporzione delle loro sostan- sere un avanzo dell'antico costume ;
me i greci, e come fecero un tempo censo ad onore de' corpi morti era
i romani; non approvavano la cu- stimato delitto grande; e nel concilio
riosità superstiziosa degli egiziani di Calcedonia fu accusato Dioscoro,
che conservavano nelle loro case
gli perchè per quanto ad esso appar-
imbalsamali ed esposti sopia alcu- teneva, non s' era eseguita per l'a-
ni tappeti, ma li seppellivano se- varizia sua l'offerta dell'incenso nel
condo il costume de' giudei . Dopo funerale di Peristoria, devotissima
aterli lavati gli imbalsamavano, e donna, che aveva lasciate le sue
vi adoperavano piìi profiuni, dice facoltà ai luoghi pii. Per più ra-
Tertulliano, che i pagani ne' loro gioni s' incensano i dclunti e le lo-
cose per onorare delimti e con- i Misi arinoli del Dizkukiih). /'.
elevato nella sala del palazzo im- città sino alla Propontide si formò
mitra, del quale antico uso parla ro lume dall'Agnello divino, non
Prudenzio. Dipoi s. Gregorio Nis- hanno bisogno d'essere illustrati
seno, che visse ne' medesimi tempi, con questi piccoli cerei vilissimi. Il
sua sorella, questi e molti altri ri- contro dopo avere dimostrato
, e
ti dimostra che furono praticati che i santi da noi non si adorano
nelle di lei esequie, e nell' Oralio come Dei, ma si onorano come ser-
in funere Melelii, scrive: Sindones vi ed amici di Dio; discendendo al
dell' imbalsamazione de' vescovi de- farlo,né essere buona ragione il non
funti. Circa all' universale accom- doversi ciò fare, per il motivo che
pagnamento di popolo, attesta che sia stato anco praticato dai gentili.
stadi di diistanza dalla casa alla pist. 3o, parlando dell' epitaffio e
FUIV 27
dell'esequie di Fabiola, dice che itdoperò perchè del tutto fosse tolto
r Jlltluja si cantava anche nell e- Iabuso, dal terzo concilio carta-
sequie de' defunti. Sonabant psal- ginese, non Ostante che nel lib. Vili,
mij et aurata tccta lemploruni re- cap. 17 De cii'itate Dei avesse scrit-
boans in sublime quatiebat Alle- to, che il portare questi cibi sui
luja. sepolcri de' martiri, facevasi col fi-
Costumavano in oltre i gentili ne di poscia toglierli, e come san-
alcuni conviti o cene che facevano tificati per i meriti dei medesimi,
in occasione della morte di alcun cibarsene e farne parte a' poveri, il
28 FUN FUN
«tiinie tniiUo (lai tinelli , o da al- ro di Reims di fare quello s(nlu-
cuni popoli (te-Ile Indie orientali ,
to : Uc mdlus preshyterorttr/i ad
almeno in passalo; che romani i aiiniversanain dieni, \>cl tricaiiiiani
chiamavano tali cene Silicernia ^ lerliani , vel seplinia alivtijiis de-
dnndone la spiegazione, per con- fitncli se inebriare praesumal. Ma
solazione de' vivi, ed onore del de- essendo assai dilllcile esporsi ai pe-
finito; che Archelao per sette gior- ricoli, e il vescoro
preservarvisi,
ni continui fece convili funeiali, Gnibeilo per togliere ogni occasio-
nell'esequie di Erode suo padre, e ne, [ìi'oibì ail ognuno del suo cle-
siccome altri ebrei meu iacoltosi ro il trovarvisi commensale. Non
solevano farne de' sontuosi, spesso essendo dunque lecito agli eccle-
SI riducevano in povertà ; che una siastici, e specialmente ai regolari
terza sorte di conviti funerali si obbligati a slsne ne' chiostri, l'as-
celebravano nelle case private , e sistere a tali conviti, venne poi dai
non vicino o sopra gii stessi sepol- benelàltori in tali incontri de' fu-
cii, tali essendo stati, quello per nerali per lo più ordinato, che fos-
la morte di Abner, coli' intervento se al loro vitto ordinario aggiunto
del popolo israelitico di Achille ; altra pietanza ; indi il Berlendi ri-
trodotto nella Chiesa per tradizio- ceveie (jue' suffiagi, che secondo il
ne apostolica il continuaisi gli uf- costume solevano praticarsi da chi
fici e le esequie pei definiti per concorreva a vedere i colpi de'lra-
più giorni. Narra inoltre che sole- passati, e diversi esempi ne ripor-
vano tenersi sopra terra due o tre ta il p. Paoli a pag. i36 e seg.
dì i cadaveri unti con preziosi lui- Altreltanto, quando poterono, i cri-
guenti, nel qual tempo vegliavano stiani praticaiono coi martiri, per
i cantando inni, e celebran-
fedeli fare sopra di essi la sacra sinassi,
do messe, e dopo averli sepolti ricorrendo al loro patrocinio per
cantavano di nuovo salmi, come at- ottenere costanza nella professione
testano vari scrittori, tra' quali s. della fede, e forza nella necessiti
Girolamo trattando del funerale di di contestarla con la morte. Ciie
s. Paola, e s. Agostino ragionando si solesse ancora far commemora-
della morte di sua madre. Il p, zione de' fedeli defunti nel giorno
Paulantonio Paoli, nelle Noùzie ottavo, ventesimo, trentesimo, qua-
spettanti alcorpo di s. Fcliciano, rantesimo, e sessantesimo, i rituali
molte ne descrisse rapporto ai fu- antichi lo dimostrano, e noi lo di-
neraU. Narra che i cristiani anti- cemmo in alcuni de' succitali arti-
chi ebbero il costume di conser- coli. Dell' anniversario Tertulliano
vare sopra terra i corpi de' de- ne fa menzione, dicendo : Pro de-
funti selle giornf, e coll'autorilà di functis annua die facirnux, ed al-
s. Agostino osserva, che se questo trove, Pro anima ejus ojferat an-
dottore spiegando come Giuseppe nuii diehiis dormitionis ejus; e s.
la dalle sagre pagine. S. Agostino riti de' fedeli nel gentilesimo. Degli
escludeva i due giorni a compi- anniversari funerali de'defunti se ne
3o FL > FL'N
fa risalire il piincijiio, nlinrno sci- ^v, destinando perciò settanta libbra
feriori che avessero cura de' fune- quelle grandi f.vtle dal patriarca di
rali ; furono chiamati copratae o Costantinopoli a s. Piatone nell'an-
lai'oranli, dal greco vocabolo signi- no 8 1 2 ; e quelle fatte dai sacer-
ficante lavoro, Beccamorti {Vedi\ doti del cielo a s. Eulogio mar-
lelticnrii, perchè portavano mor- i lire all'anno 859. Circa la con-
ti sopra una specie di bara chia- suetudine poi delle candele ac-
mata lectica; decani, e collegiali cese e luminarie suddescritte, ed
perchè formavano im corpo sepa- usate nei funerali, dichiarala e lo-
rato dal resto del clero. Costanti- data dai ss. Atanasio e Ciisoslotno,
no ne creò novecento cinquanta ,
non che da altri, non che il osta
cavati dai diversi corpi de' mestie- concilio Elberitano canone 34
col
ri, cui esentò da imposte pidihli- proibisse che si ponessero sopra se- i
che, come dicemmo meglio a det- polcri le candele accese, poiché intese
to articolo, ed a quello di Cox- di proibire ed opporsi all' usanza
FRATERMTA. Il p. Goar nelle sue superstiziosa troppo conforme al
note suH'EucoIogio de' greci, insi- rito de' gentili, soliti collocare so-
nua che i becchini, o heccamorli pra i sepolcri lumi accesi, secondo
erano stabiliti sino dal tempo de- che riferisce Svetonio, per chiamar-
gli probabilmen-
apostoli, e perciò li o sollecitarli, com'essi stoltamen-
te esistenti pure piesso gli ebrei. te dicevano. La qual cosa è rima-
Gli antichi beccamorti o chierici sta in alcuni luoghi, usando certi
inferiori che avevano cura de' fu- candellieri di ferro con più denti,
nerali, non avevano mercede nelle fatti a guisa di rota, a ciascun den-
loro funzioni, specialmente ne' fu- te de' quali mettono la candela, e
nerali de' poveri; la Chiesa li man- poi li collocano sopra i sepolcri .
teneva colle sue entrate, ovvero fa- Dipoi anche il concilio di Trento
cevano qualche mestiere per man- ha per altre cagioni vietalo il rito
tenersi, ed in riflesso ai servigi che superstizioso del numeio delle can-
prestavano ai funerali, altri impe- dele. Della grande illuminazione
ratori furono loro larghi di privi- che facevasi nell'anniversario de' de-
legi. Essi sono in parte imitali dai funti nella Chiesa di s. Maria ad
confrati, o fratelli delle confra- Martyres, lo si dice a quell'artico-
ternite,ed altre pie e caritatevoli lo; mentre del suono delle campa-
unioni. Narra il Rinaldi all'anno ne ne' funerali, se ne fece cenno
5i5, come Anastasio imperatore al voi. VII, pag. \o^ àe\ Diziona-
assegnò entrata alla chiesa di Co- rio. Da tuttociò che si è detto, si
stantinopoli per farvi l'esequie gra- riconosce che i primi fedeli trasfe-
, ,
FUX 3 i
res defuncto a diiobus viris bine in- gnore di Padova ma sopra tutto :
zioiii filli» lui nelle esequie, non so- giani nel loro stallilo lo vietarono
lo pei principi , ma .'meo |>ei" le :iiM he nelle case. .Nola il ÌMiiraloii
gli altri. Ai tanti hnnciietli che in do le lodi del morto con tale stre-
pompe fimehri, ne' secoli bassi si stali di cui era potenti.ssimo so-
1290», e di Modena nel i3ij. Pres- regole della vita monastica. Nel-
so il Du-Cange si trova un bel l'eccesso della sua divozione cerca-
pezzo tratto dai mss. di Concom- va d' inventare alcun atto di pietà
pagno fiorentino, pubblico profes- che potesse rendere segnalato il suo
sore di Bologna nel 12 i3, ove tali zelo, fermare sopra di lui gli sguar-
donne sono chiamate contatrici dal di del cielo, ed anche del mondo
contare i fatti del defunto, con al- che avea lasciato, e si determinò
cuni versi rimati imparati a me- di celebrare le proprie sue esequie.
moria. Questo piagniiitero proibito Ravvolto in un lenzuolo e prece-
, ,
FUN FUN 33
duto dai suoi domestici vestili a pa e splendore, e mossisi similmen-
lutto, s'avanzò verso una bara po- te con quella corte dalla chiesa di
sta nel mezzo della chiesa del con- Combergo, facean passaggio per la
ventOj e vi si distese sopra. Si ce- via piana. Dietro le file de' sacer-
lebrò l'uflizio de' morti, ed il mo- doti pregavano la sempiterna pace
narca fra 111 mischiò la sua voce a al defunto tutti i cantori della cap-
quelle de' religiosi che pregavano pella del re, a cui i cappellani del
per lui. Dopo 1' ultima aspersione le similmente rispondevano alcune
ognuno si ritirò, e le porte della preci. Passò il vescovo di Arras
chiesa furono chiuse. Carlo V ri- con le insegne pontificali . e due
masto solo, indugiò ancora alcun prelati ai suoi panni: transitò il
tempo nel feretro : akalosi final- vescovo di Liegi che nella matti-
mente, andò a prostrarsi dinanzi na susseguente canterebbe la mes-
all'altare, indi rientrò nella sua cel- sa, e assolverebbe il tumulo lagri-
letta, dove passò la notte nella più mato. I quali erano circondati d;i
profonda meditazione. Tale ceri- meglio che venticinque abbati mi-
monia funebre forse affrettò il ter- trali, con pastorali e ricchi orna-
mine de' suoi giorni ; una febbre menti. Dopo ciò tutti i signori del-
causata dalla agitazione violenta la città preceduti dal giustiziere,
in cui le idee della morte l'ave- ed accompagnati da tutti pubbli- i
re di Spagna, ed il suo figlio Fi- ivano appresso alla nobiltà con tor-
lippo II gli fece celebrare a Brus- chi accesi ciascuno, e l'imperiai
selles i funerali, che
Fleuiy spet- stemma sul che
torchio. A questi,
tatore qualificò per la più splen- per la novità metteau del vestito
dida e sontuosissima cosa che aves- terrore e pietà in chiunque li ri-
se veduto al mondo, non essendo guardava, succedevano il cancellie-
agevole rinvenirne per la loro ma- re ed il consiglio di Brabante, tutti
delle gramaglie con berretta qua- tiluomini di casa Cesare con ve-
dra ricoperta di velo nero, ed un stimenta lugubre e pompa. Segui-
lungo nastro nero alle spalle. Que- tando Gotesta gente il cammino,
sti entrarono nel cortile come per vidersi a comparire dodici trom-
invitare il re alla venuta, mentre betti della famiglia co' metalli lo-
i preti tutti ed i frati, mcsii a pom- ro rovesci e quieti , nella stessa
VOL, XXVTII. 3
, ,
34 F UN FUX
guisa che andavnno seco loro tlne sopravi, armata la testa di belle
giovani con tamburi a spalla ve- penne, e con un drappo che an-
lali e taciturni per la rappresen- dava in terra, dietro il qu^de ven-
tazione del dolore. Questo concer- tilava lo stendardo imperiale con
ed aveva ai lati tante pitture, quan- tutte fìnte per certo, ma che do-
te furono le sue imprese. Nelle vevano appendersi al soffitto del
qunli vedevasi mare reso sicuro, il tempio, giusta il costume de'prin-
Solimano disfatto, la nuova Ame- cipi straordinari. Dopo di che ve-
rica discoperta, Milano aggiunto al- nivano portando il conia
le reali,
neficiati, i libri ai dottori, le ar- funto nel mezzo di due accoliti, os-
rali.Poi (puicliè non vi sia qual- tutti gli altri del clero verranno
che impedimento, come diremo in ordinatamente secondo il proprio
appresso) si dirà l'uffizio dei morti grado colle candele accese, e staran-
no d'intorno al cataletto. Indi se-
coi tre notturni, e colle laudi: e
due del incomincieranno as-
clero guirà il sacerdote col diacono, col-
r assistente e cogli altri ministri,
solutamente V invitatorio Regetn , :
,
Christe eleison
la messa ; ma se il detto cadavere coro risponderà : ;
tazione dell' uffizio al giorno ap- fatto un profondo inchino alla cro-
aver hiogo I' orazione funebre in il ministro, che gli alzerà i lembi
lode del defunto; la quale se si fa- del piviale, andando intorno al fe-
ceiisano, senza fare alcuna dimora primo notturno, colle laudi o sen-
nel principio , nel mezzo, nel fine za, massimamente dove vige la con-
e in arabe le parti, perchè questi suetudine , incominciando dall'in-
si uniformano al Pontificale roaia- vitatorio; Regioni cui omnia vivant,
no , e al cerimoniale de' vescovi). e poscia si diranno tutte le altre
Indi ritornato al suo luogo pren- cose che vengono prescritte, come
derà il turibolo, e allo stesso mo- sopra. Se sarà poi tale la ristret-
do incenserà il defunto; poscia re- tezza tempo, o altra
del urgente
stituito il turibolo, stando al suo luo- necessità, che nemmeno si possa
go, tenendogli un accolito il libro dire un solo notturno colle laudi,
aperto, dirà il versetto Et ne nos : non però si ommetteranno cnai le
inducas. Se il defunto sarà sacer- predette preci e sulTi-agi. Non si
nel giorno terzo, settimo, trigesi- de officio camera rii cleri romani
"
mo, e annivex'sario della morte. {Fedi Camerlengo del clero ro-
Rituale Ronianuni , De officio fa- MANoJ j et juribus funeralibus ec-
ciendo in exequiis absente cor- cleiiarum, praesertim parochialiuni
pore defuncti, et in die tertio, se- almae Urbis. Una cuni addictio-
ptimo, trigesimo^ et anniversario. nibus, seu declarationibus cardina-
Dell'esequie dei fanciulli. Nel lo- lis Carpineo Urbis vicario, et car-
ro funerale non si debbono suo- dinalis Guadagni. Adjecta tajcado-
nare le campane; ma se si suo- ne emolunieniorum funeratìuni, ad
neixinno, si suonino non modo a comniuneni intelligentiani vulgarì
lugubre, ma festivo. Quando un sermone impressa; cuni pleniori ap-
fanciullo battezzato morirà prima pendice, edictorum, decretorum, de-
dell'uso della ragione, si vestirà se- cisionuniy senlentiarum etc, ad ea-
condo la sua età, e se porrà
gli dent statata pertinentium , Romae
sopra il suo capo una corona di 1735 ex typographia Rev. Came-
lìori, ovvero di erbe odorifere, in rae Apostolicae.
segno dell'innocenza e della vergi-
nità.E il parroco vestito di cotta Funerali dei Papi, dei cardinali,
e di stola bianca e gli altri del , dei vescovi, dei prelati, de' so-
clero, se ve ne sieno, precedendo vrani, de' nobili, e di altri.
la , che si porterà senza a-
croce
sta, procederanno alla casa del de- Il Pontificale Romanuni, De offi-
funto, con un chierico che terrà cio, quod post missam solemneni
l'aspersorio , e il sacerdote asperge- prò defunctis agitur, tratta de* fu-
rà il corpo, indi dirà l' antifona: nerali da farsi nella morte del som-
Su nomea Domini, e il salmo Lau- mo Pontefice , o del proprio ve-
date pueri. Mentre si porterà il scovo, non che di qualche cardi-
cadavere alla chiesa, si dirà il sal- nale o principe. » Nelle esequie del
mo ^ea/i immaculaiiyese sopravan- sommo Pontefice, di un cardinale
zerà tempo, salmo si potrà dire il della romana o del metro-
Chiesa
Laudate Doniinum de Coelis, con polita,ovvero del proprio vescovo,
gli altridue che seguono, e nel fine non che dell'imperatore, re o gran
il Gloria Patri. Quando poi si en- duca, ^ed anche del padrone del
trerà in chiesa si comincierà l'an- luogo, finita la messa il pretato ,
to,a forti ori, opina il Diclich, dun- tavano varie preci, e si Facevano
que non si potiù porre che la mi- le Essendo poi coli' an-
assoluzioni.
tra nell'anniversario di uno o più dare del tempo andato in disuso
vescovi. Il padiglione che talvolta questo rito di portare il cadavere
si usa sul feretro, non è un bal- in varie chiese, è restato il rito
dacchino, che solo spella al ss. Sa- delle cinque assoluzioni, che si fan-
gramenlo, come decise la detta con- no tutte in un giorno nelle solen-
gregazione), owero ad altro luogo, ni esequie. Ciò posto, seinbia che,
iu cui si sogliono fare le assoluzio- secondo l'origine, più non abbianp
ni. Se non vi fossero quattro pre- luogo le cinque assoluzioni absenle
lati, potranno venir surrogati quat- carpare, e molto meno se siasi già
tro canonici della chiesa cattedra- celebrala la prima messa solenne:
le in dignità coslituili (ciò non si ciò è confermato dal testo della
può praticare nelle chiese parroc- rubrica § 8, tit. 87 del Ponlilica-
chiali, mentre il ponlilìcale consi- le. Siccome per altro la cosa si ri-
co, nella basilica lateianense fiuon- pratica nella morte del Papa, tras-
gli fatte le esequie. E da notarsi porlo del suo cadavere dagli ap-
che porporato mori in Roma
tal partamenti Quirinale, o Vaticano
a' 26 gennaio 1799, cioè in tem- alla cappella Sistina, e da questa
po che Roma era priva del Papa alla basilica di s. Pietro, e sua tu-
e de' cardinali, il primo prigionie- mulazione; ed a pag. 189 e seg.
ro, i secondi dispersi, essendo l' e- delle novendiali esequie del defun-
poca repubblicana ; e che il cardi- to Pontefice, che si celebrano nella
nale eia vescovo di Porto, ed arci- basilica vaticana ( oltre ciò che fa-
prete di detta basilica. Il Alaci i poi cevasi anticamente, su che può
di
nella ]\otizia de' vocaboli ecclesia- vedersi puie il Sarnelli, Leu. eccl.
stici^ verbo Absolutio^ dice che è tom. IV, lett. XI, num. 7), per
così chiamata una breve orazione nove giorni continui dal sagro col-
del mattutino, che si recita finito legio, e da tutti quelli che hanno
il notturno, prima di cominciar le posto nelle cappelle papali , cioè
lezioni. Significa pure quell'orazio- nella cappella del coro : della leg-
ne, che si dice intorno al cadave- ge che prescrive quest' esequie se
re,ovvero tumulo; ebbe tal nome ne tratta al voi. XV, pag. 261;
perchè con essa si domanda al Si- e di quella che le prescrive a tut-
gnore l'assoluzione delle pene per te le città e luoghi insigni a pag.
il defunto. Si dubitava se nel tu- 266. Le relative di Pio IV sono
rificare il cadavere o tumulo si
, riportate a pag. 267 ; quelle di
dovesse prima benedire l'incenso Gregorio XV
a pag. 269, oltre di
conforme al solito , ma nelle ru- averne parlato al citato voi. Vili,
briche de' nuovi messali dopo la , ove si dice di quelle di Alessan-
ricognizione fatta da Urbano Vili, dro Vili. Per le novendiali ese-
fu dichiarato doversi benedire col- quie di Pio Vili furono impiegati
la solita orazione, Ab Illa beiiedi- circa ventimila scudi. Mille tra
paris y perchè quella turificazione stemmi del defunto Pontefice, e
si fa per iscacciare i demonii, co- morti, o scheletri di carta dipinti
me nota il Durando succitato ; co- si aiìlggono nelle pareti esteriori
me ancora per denotare , che le delle patriarcali basiliche, e poi si
FUN FUN 43
Civiljiveccliia, rminivers;uio di Be- sagrestia, ricevono l'acqua santa,
urtletto XIV, che cadeva a' 3u a- fanno breve orazione al ss. Sagra-
prile, lo celebiò a'24 di dello mese. meli to, entrano nel coro, e siedono
Dei funerali annn-t'rsori che si ce- agli stalli canonicali : i loro cauda-
lebrano ordinariamente dai cardi- tarisiedono agli ultimi sgabelli del
nali dei Pontefici defunti a quello coro. L'assoluzione si fa al tiunulo,
che li creò, nella basilica vaticana, che nella basilica vaticana si erige
se ne parla al voi. Il, pag. 96 ;
fuoii della cappella del coro, decora-
voi. Vili, pag. iSy, e voi. IX, to di drappi neri, con frangie e gallo-
pag. ii'j : ivi si parla eziandio dei ni d'oro, arme del defunto, gran
funerali anniversari che i cardinali copia di lumi, posando sulla cima
delia congregazione del s. offizio il triregno sopra un cuscino. La
celebrano a Paolo IV nella chie- messa è de niorcj terminata che
sa di s. Maria sopra ^Minerva. Es- sia, il vescovo al faldistorio ov' e-
sendo vivente il cardinal nipote del rasi vestito, depone la pianeta e la
l'apa defunto, toccano a lui le spe- dalmatica, ed assume il piviale, il
se dei funerali anniversari ; non es- tutto nero. Xell'antio 1840 essen-
sendovi suppliscono i cardinali da dosi dimenticato invitare il vesco-
lui creati, come si disse ai citati vo celebrante per anni-
i funerali
\olumi \III del Dizionario:
II e versari di Pio VII, che hanno luo-
dicemmo ne' citati luoghi, che talo- go nella basilica vaticana a' 20 a-
ra i nipoti o pronipoti de' Papi ,
gosto, si rimediò col far celebrare
benché non creati da loto, gli ce- la messa e fare l' assoluzioni dal
lebrarono esequie anniversarie con sacerdote Antonio Fi-aschetti deca-
intervento del sagro collegio. Que- no degli accoliti della medesima
sti funerali si celebrano nella cap- basilica, quale fu poi dal regnan-
il
pella del coro della basilica vatica- te Gregorio XVI beneficato col po-
na, se ivi riposa il corpo, altrimen- sto di chierico della cappella pon-
ti hanno luogo in quella chiesa tificia, e con annua pensione: pe-
ov' è stato trasportato ed ove gli è rò gli abiti li prese in sagristia, ed
stato eietto il deposito. Il celebran- a suo tempo assunse il piviale ; sic-
SI per morte, che per anniversari. morte del cardinal Erskine nel
Altrettanto fece Benedetto XIII nel 18 II, cioè all'epoca che il Papa
1725, ma è da notarsi ch'era vi- e cardinali erano nelle mani deU
i
nelle pareti della cappella Paolina ziere, ora non più in uso , sebbe-
del Quirinale a tutto il secolo pas- ne non soppressa, se ne parla al
sato. volume X, p. 3o4 e seg., ed agli
Dei funerali pei cardinali. Del- arlicoli di tali cardinali. Il più pre-
l'imbalsamazione dei loro cadave- ciso diremo qui ia
cerimoniale lo
lume VI, pag. 206 e seg. del Di' seguenti notizie sui funerali de'car-
zionario. Delle loro esequie al vo- dinali, e per maggiore regolarità
lume X, pag. 23. Della cappella se ne dovrà ripetere alcuna, e con
papale per 1' esequie di un cardi- maggior precisione e dettaglio.
nale defunto, che si celebra nella Vicino alla morte di un cardinale
chiesa destinata dal Papa, se ne spelta al suo maestro di camera
discorre al volume Vili, pag. igS di andare a prendere dal Papa la
e seg., ivi pure si dice de' cardi- benedizione pontifìcia in articulo
wah morti iu sede vacante, e nello mortisj perciò viene o introdotto,
FUN FUN ^''y
signor prefetto delie cerimonie pon- circostanza delle esequie possa egli
tificie cui spetta interamente la di- celebrare nelle cappelle papali. Al
rezione del funerale. Questo subito medesimo prefetto delle cerimonie
invita il deputato dell'esequie dei incombe invitare per la vigilia, e
cardinali, affinchè si porti al palaz- per l'uffizio da recitarsi in chiesa
zo del defunto per eseguire solleci- nella mattina dai religiosi de' cin-
sciato sia recipiente per tenerci cap- cotta, quando il Papa assiste alla
dei maestri delle cerimonie ponti- sul trasporto, vigilie, ed esequie dei
fìcie, nel tomo VII di monsignor car(lin;ili e noi ne parlammo ai
,
46 FU IV Fr\
«li Doiicd^'ifo XIV del ly^f '' de- Va del maestro di casa od eredi di
lerniiiiaf.T la regola di questi fu- slabiTMe il numero degli altari che
nerali. Perchè questi fossero sem- vogliono , non essendo pretìsso il
de' cardinali; ed è perciò che spel- ed avanti al letto si forma una fila
ta al prefetto delle cerimonie la di banchi dove nelle ore pomeri-
nomina di questo economo o de- diane religiosi mendicanti o altri
i
la mantelletta, e alla berretta si- so- Alla porta della chiesa trovasi il
stituisce il cappello usuale rosso. clero della medesima con croce ele-
Il cadavere viene collocato in una vata, due accoliti coi candellieri, al-
carrozza lugubre, nella quale pren- tro chierico col secchietto dell'acqua
dono luogo il chierico della par- santa ed aspersorio, ed altro eoa
rocchia con la croce, il curato, ed r incensiere. Il superiore che deve
altro prete colla candela accesa. fare l'assoluzione è in piviale nero,
Se cadavere è nel palazzo apo-
il e tutto il clero colle candele ac-
stolico si deve avvertire, che la car- cese,ed un cerimoniere pontificio
rozza non si fermi avanti la scala in mantellone ivi trovasi per diri-
che suole scendei'e il Papa, che le gere tale ricevimento. Fuori del-
bandinelle sieno calate finché non la porta della chiesa, guardata dai
è uscita fuori del palazzo, ed allo- soldati, trovasi preparata la bara,
ra si tirano, il curato si mette la ove pongono il cadavere, preso dal-
stola e fa alzare la croce. Inoltre la carrozza da alcuni individui ve-
la carrozza non deve uscire dal stiti di nero con ferraiuolone di seta,
vasi all'uscire della pompa fune- servitori del defunto con le torcie.
bre. Precede un picchetto di gia- Allora il celebrante deposta la ber-
nattieri,e talvolta anche i dragoni retta nera, fa l'assoluzione, cantate
a cavallo, indi due staffieri , o sia le preci a seconda del rituale. Ter-
servitori (in livrea di gala, la quale minata la funzione e partito il cle-
è pure indossata da tutti gli altri ro, i detti individui vestiti di ne-
staffieri, cocchieri, e famigli di li- ro ripi-endono la bara, e la por-
vrea ; la gala dai medesimi si de- tano in sagrestia, ove spogliano il
ve assumere anche nel seguente cadavere della berretta, mozzetta,
giorno delle esequie) con torcia di mantelletta, e scarpe ordinarie di
pece, in seguito tutti i servitori con marrocchino nero con tacchi rossi,
torcie di cera accese, preceduti da e fìbbie ; ai cardinali diaconi le
quello che porta rombreliino car- scarpe non si levano. I cappellani
48 FUN FUx\
assumono la cotta, e dopo che i del cardinale posti su alte aste,
detto XIV, col quale è fissato nazzo. L'accesso del Papa, gli abi-
che i religiosi francescani minori ti sagri, la messa è de more, come
no il primo notturno
vespero,
il te, e l'assoluzione ai piedi del let-
dinale, e la che
croce pontificia distorio, e presentato dai due ve-
porta la sagrestia del palazzo apo- scovi a.ssislenli il libro e la can-
stolico deve essere di argento. dela, il Pontelice dice, Non intres,
Il Pupa non smonta alla chiesa, e risposto ilui cantori, dopo V Anitni
ma ad altra porta che mette in sa- siede e riprende la mitra che avea
grestia, ove assume soliti para-
i deposta. Allora i cantori cantano
menti; indi preceduto da quelli il Libera ntc Domine: al tremus
che hanno luogo nelle Cappelle faclus, il canlinal primo prete, do-
pontificie (f^edi), e dai cardinali, si po aver ^salutato la croce dell' al-
reca a piedi a visitare il ss. Sagra- tare, i cai limali, la cioce pontifi-
mente, poi all'altare per incomin- cia, ed il Papa, si ferma alla sua
ciar la messa col celebrante, la destra. Qu ind(i si ripete il Libera
quale, il ripetiamo, è come (|uella me Domini-, il Papa impone Tin-
del giorno de' morti, e perciò non censo, e lo benedice: finito il Kyrie,
l)enedice il celebrante quando lo il Pa[)a scoperto di mitra, dice.
saluta, non riceve al bacio del pie- Palar noslt-r, discende dalla pra-
de il suddiacono e il diacono ec. dclla, al lato sinistro del letto il car-
Terminata la messa e partito il dinal primo prete gli consegna l'a-
ze del defunto, essendo stata pri- to dei cadaveri del cardinal deca-
trasportato la sera in quella sep- come due torcie sono portate dalla
pelliente, col seguito di tre carroz- prima coppia di qualunque corpora-
ze, in una delle quali presero luo- zione regolare o secolare della pom-
go i tre curati della pariocchia pa funebre. Indi segue il clero del-
del defunto, della chiesa esponen- la basilica , quando il cadavere si
te, e della chiesa seppelliente, nel- deve portare ad alcuna di esse. Do-
la quale la mattina seguente gli fu- po il camerlengo del clero e capi-
rono celebrati altri funerali. tolo menzionato sfilano trecento ,
le: la bardatura del suo cavallo è davere del cardinale T^orck decano
tutta di paonazzo, con fiocco di se- del sagro collegio, morto in Frascati,
ta e di oro alla testiera, Sieguono l'esequie celebrate in s. Andrea del-
i vescovi assistenti al soglio, quin- la Valle, e la tumulazione eseguita
di i protonotari apostolici parteci- nella basilica vaticana di cui era
panti ossia di numero, al modo sud- arciprete.Siccome tali cavalcate non
detto, e chierici di camera quan-
i sono state tolte, sempre si deve do-
do il cardinale defunto sia il ca- mandarne al Pontefice 1'
esenzione,
merlengo. Succedono famigliari i a mezzo del prefetto dei maestri
pontifìcii, cioè cappellani comuni
i delle cerimonie pontificie.
ili sottana, cappa rossa e cappello Non riuscirà inutile il qui ripor-
usuale, quindi i camerieri extra, e tare un documento del 1G18, co-
, ,
u FU >'
FU^
me relativo n qiie«te eri altre simi- funerali de' cardinali , et ambascia-
li cavalcate funebri, del maestro di tori respective: ma lìnito l' officio,
Signore, né né li mastri
li cursori, attaccano quelle de'Pontefici defun-
di ceremonie hanno la decima nei ti, e poi si staccano appena è elet-
FCN VUN 55
attaccale per morte del marchese nebre nel primo giorno, come si
trade, sparsero grave spavento pren- Casimiro da Roma, che ivi ripor-
56 FUN FUi\
patriarchi, arcivescovi, e prelati di primari uffiziali della famiglia pon-
fiocchetti ; del terzo e quarto tut- tificia, se ne discorre agli indivi-
te quelle dei vescovi , collegi dei duali articoli : pei funerali anniver-
prelati , e prelati domestici ; del sari dei prelati, come degli arcive-
quinto cerimoniere come del sesto scovi e vescovi assistenti al soglio
tutte quelle dei camerieri segreti pontificio, uditori di rota, ministri
non prelati, avvocato de'poveri, av- della cappella pontificia, ec. Vedi
vocato fiscale, procuratore fiscale, il voi. IX, p. 148, i52 e i5g,; e
e commissario della camera apo- il voi. XXIII, p. 75 del Dizio-
stolica. Al primo dei due cerimo- nario. Nella messa per i vescovi
nieri, ai quali spetta la direzione assistenti al soglio, celebra uno del
della cappella funebre, tocca l'av- loio collegio, il quale per l'assi-
sone e gli uffìzi, che parlano di disse al voi. II, pag. 97. Nel car-
questo argomento. Il Pontefice Be- novale dagli avvocati concistoriali
nedettoHI nell'anno SSy ordinò, si celebrano diversi funerali anni-
che morendo un vescovo, prete o versari, nella chiesa dell'università
diacono della chiesa romana, il Pa- lomana. Il primo è per Leone X,
pa con tutti i vescovi, preti, dia- con 1 intervento in abito di cappa
coni, e clero, assistessero a' suoi chiusa degli avvocati concistoriali,
funerali, ed il simile facessero tut- che siedono dalla parte del vange-
ti questi nelle esequie de' morti lo, del collegio teologico i cui indi-
sommi Pontefici. Con questa di- vidui prendono luogo dalla parte
sposizione si restituì in qualche dell'epistola, del collegio medico-
modo l'antichissimo rito della Chie- chirurgico che siede appresso gli
sa, che nella morte di un vescovo, avvocati, del collegio filosofico che
gli altri vescovi comprovinciali lo si asside dopo quello teologico, del
portassero con pompa funebre alla collegio filologico che siede in-
sepoltura. San Gio. Grisostomo vo- contro all'altare, e dei professori
leva che i funerali de' vescovi fos- dell'università, che prendono luogo
sero accompagnati dalle lagrime dietro il collegio filologico. Gli in-
delle vedove, dei pupilli e dei po- dividui dei quattro collegi, e i pro-
veri. Vedi Vescovi, e gli articoli fessori intervengono in abito col-
delle persone cui soglionsi celebra- legiale, ed un professore dell' uni-
re funerali con particolari cerimo- versità pronunzia l'orazione funebre.
niali. Il p. Casimiro da Roma Il secondo anniversario è pegli av-
nell'opera citata, ci dà la descri- vocati concistoriali defunti. V'inter-
zione di vari funerali celebrali so- vengono solo gli avvocati concisto-
lennemente ai vescovi ed altri pre- riali con la cappa chiusa^ ed i pro-
lati, nella predetta chiesa. fessori dell'università in sottana e
Dell'esequie de'prelati, come dei ferraiiiolone nero, i professori re-
golari con l'abito del loro ordine. segreta del Papa, il quale dispose,
Il terzo anniversario «';
pei profes- che il maggiordomo come capo della
sori dell'università defunti; si ce- famiglia pontificia sedesse nel primo
lebra nella stessa mattina del pre- luogo (perciò non intervennero il
i primi in cappa chiusa, i secondi in rale Villa. Presero l' ultimo luogo
sottana e ferraiuoloiie; negli anni- tra la pielatura gli avvocati con-
versaii de'membri de quattro men- cistoriali nell'esequie di monsignor
tovati collegi, che pur sono morti Filippucci, il cui cadavere vestito
nell' anno, intervengono gli avvo- da suddiacono , col cappello prela-
cati concistoi'iali in cappa chiusa, tizio pontificale ai piedi, fu espo-
e in abito collegiale i membri dei sto con la testa verso la porta del-
collegi teologico, medico-chirurgi- la chiesa per non essere sacerdote.
co, filosofico, filologico, e i pro- La chiesa fu parala con panni ne-
fessori dell' università. I ministri ri, con armi del defunto, e sul-
le
FUN FUN 59
inerii, e il tesoriere che su di lui figlio Clemente XIII gli fece cele-
hnnno piecedeiiza), che come capo brare in Roma un funerale nella
della famiglia pontifìcia doveva chiesa di s. Marco, descritto nel
prendere il primo posto, e dopo numero 641 i del Diario di Roma,
di lui tutta la romana prelatura, ciò che fu pure ripetuto in altre
con la camera segreta compresi i chiese.Nel seguente anno mori in
cappellani segreti; dalla parte dell'e- Venezia d. Aurelio Rezzonico fra-
pis(ula sedeva il vicario rol capito- tello di Clemente XI H, e questi gli
lo della' basilica, e dopo i canonici fece celebrare un funerale nella
gli avvocati concistoriali, nei banchi chiesa de' ss. Vincenzo ed Anasta-
di dieti-o i beneficiati. La messa sio a Trevi, allora parrocchia del
fu cantata dall'arcivescovo d'Atene palazzo apostolico Quirinale, che
Corradini, ndifore del Papa. Nelle riportano i numeri 66 5 1 e 6618
ore pomeridiane il cadavere fu di del Diario di Roma. Cantò la mes-
nuovo rivestito di sacco, e posto sa monsignor patriarca Colini, as-
in tre casse di cipresso, di piombo sistito dai ministri e cantori della
e di olmo, fu trasportato alla men- cappella pontifìcia , intervenendovi
zionata chiesa di s. Sebastiano, ed i cardinali palatini, la camera se-
ivi tumulato. Nel dì seguente il greta e famiglia nobile pontifìcia
capitolo di s. Maria in Trastevere ecclesiastica e secolare, col p. Ric-
nella propria basilica gli celebrò un chini maestro del sagro palazzo ;
Vaticano, gli celebrò altro funerale, E per non diie di altri, giacché di
con l'intervento dei cardinali Sa- alcuni ne parleremo in appresso,
gripanti , ed Annibale Albani fi- il regnante Pontefice Gregorio XVI,
glio del defunto, in cappe pao- nella chiesa della ss. Trinità dei
nazze , di monsignor maggioido- pellegrini, a' 22 giugno 1837, fece
mo, di Carlo, ed Alessandro Al- celebrare i funerali al cardinal Pier
bani poi cardinale, altri figli del Francesco Galeffi, ed in quella di
definito, e degl'individui della ca- s. Maria Maggiore, a' 25 settem-
mera mes<a l'ar-
segreta. Cantò la bre 1842, all'antico suo amico
civescovo Alessandro Bonaventuia monsignor Antonio Maria Traver-
elemosiniere del Papa, e Majella si patriarca di Costantinopoli, la
e porre in fronte al suo opuscolo: se, padre del cardinal Lorenzo Ci-
parla ancora all' articolo Comme- gio funebre, ed assistenza del ma-
morazione de' fedeli defunti ed 5 gistrato romano : questo colla fa-
FUN FUN 61
tlaClemente Vili, ne facemmo me- lenne fu cantata fra i flebili con-
moria di sopia. Nella cima del gran certi della musica ; ma 1' orazione
catafalco fu posta la statua del recitata dal marito, per commozio-
duca a cavallo, col bastone di ca- ne di tenerezza, ed oppressione di
pitano in mano : dentro il cata- dolore non potè finirla. La descri-
falco in forma di tempio , era il zione del funerale la fece Girola-
letto mortorio nobilissimo. V'in- mo Rocchi, e nel 1627 la stam-
tervennero quasi tutti cardinali i pò il Zannetti, insieme col dise-
ed immenso popolo, ad onta del- gno del catafalco, con le composi-
la pioggia: recitò l'orazione latina zioni accademiche, e con l'orazio-
Gabriello Cesarini , vestito d' una ne funebre. Nel i63o il senato e
roba lunga da senatore di velluto popolo romano celebrò solenni ese-
riccio j e con altra sua italiana quie a Carlo Barberini fratello di
fu stampata dal Zannetti. Nel 1602 Urbano Vili, allora regnante, e
il senato e popolo romano celebrò generale di s. Chiesa. Cantò la
i funerali a Gio. Francesco Aklo- messa vescovo di Ferentino, alla
il
quaranta cardinali, dei primari pre- Taddeo Barberini figlio del defun-
lati, del senatore e magistrato di to col proprio suocero Colonna
,
Roma (che gli eresse in Campido- duca di Paliano, e con molti no-
glio onorevole iscrizione, come a- bili, e della curia romana. Due
vea fatto al cardinal Pietro di lui giovani vestiti di lutto erano pres-
fratello); cinque vescovi fecero le so il letto con duobns Jlahellis, seii
solenni assoluzioni, l'uditore delle lande rolis de tajftitano nigrò cuni
contraddette Verospi pronunziò dot- insignìbiis defunctij e sopra il let-
67 FUN FUN
con solenne pompa lii poi tatù in «piali faremo menzione di due re-
Alaceli il tadaveie del duca Sa- centi casi. Dicemmo all' articolo
velli ambasciatore dell'imperatore, Frosini Cardinal, che ancora nel-
dalla chiesa di s. iN'iccola in Car- la sua diaconia di s. Maria in Cos-
cere, essendo appaiale ambedue le medin gli furono celebrale 1' ese-
chiese di nero. IVella processione vi quie con recita di orazione fune-
furono i putti del Letterato, poi bre ; nei coretti assisterono i car-
ospizio di s. Michele, gli orfanelli, dinali Zurla, Weld, Brignole, Ri-
tredici compagnie di sacchi, tiedi- varola, Mattei e Gazzoli. Dopo a-
ci fraterie , i frati d'Araceli , e i vere l'università romana celebrato
conventuali, quattrocento portanti il funerale di espiazione pel car-
torcie :cadavere sopra gran-
indi il dinal Giacomo Giustiniani camer-
dissimo letto coperto con coltre di lengo di s. Chiesa, ed arcicancel
broccato d'oro, con la guardia del liere cìell'università, la pontificia ac-
Papa, ed cursoii avanti in abito
i cademia romana di archeologia, che
paonazzo con bastoni innigentati. ha nella medesima università iu
Intorno al corpo erano candclliero- propiia sede, come a suo protet-
iiì con lorcic accese, e quattro ban- tore, l'ultimo di febbraio i844)
derole con la s.ua arma: la caval- fece altrettanto nella chiesa dell'u-
cata dei mazzieri , e famiglia del niversità, perciò apparata a lutto,
Papa , con molti prelati, chiudeva con iscrizione analoga alla circo-
la processione funebre. JN'el 1669 stanza, posta sulla Ironie del sa-
ebbe luogo solenne funerale per gro tempio. Celebrò la messa mon-
Francesco duca di Beaufort figlio signor Gio. Battista Rosani vesco-
di Cesare duca di Vandonio na- , vo di Eritrea, socio oidinario del-
turale di Enrico IV e di Gabriel- l'accademia, alla presenza del pre-
la di Estrees, glorioso per n)ilitare sidente e soci dell'accademia slessa,
imprese, figurate nel maestoso e e nei coretti dei cardinali Riario
decoroso catafalco, disegno del cav. Sf(jrza protettore di essa, e camer-
Bernino, ma senza lumi, sparsi pe- lengo di s. Chiesa, Macchi, Poli-
rò per la chiesa su grandi candel- dori, Mezzofanli, Gazzoli e Grimal-
lieri d'argento. Fu cantata la mes- di, tulli soci d'onore dell'accademia,
sa dall'arcivescovo di Damasco lloc- non che altri personaggi. Il conte
ci, alla presenza di molli cardina- Giuseppe Alborghetti socio ordina-
li, prelati, senatore, conservatori, e rio e tesoriere dell'accademia, re-
tutta la nobiltà di Roma. Il p. A- citò un aflfettuoso ed elegante elo-
dami gesuita disse l'elogio iunebre. gio, che destò commozione negli
Siccome abbiamo veduto che nei uditori. In quanto ai memorali fu-
tempi antichi solevano i cardinali nerali che r università celebra al
assistere ai funerali in abito e cap- defunto cardinal camerlengo arci-
pa, al presente ciò piìi non si pra- cancelliere della medesima , nella
tica, se non per qualche funerale propria chiesa, v' interviene il nuo-
de' sovrani : sogliono però privata- vo cardinal camerlengo arcicancel
nienle assistervinei coretti o tri- liere in cappa, e siede dietro il
bune qualche solenne esequie di
in dossello. V'intervengono gli avvo-
principe o ambasciatore, e di car- cati concistoriali con la cappa chiu-
dinali in particolari funerali, dei sa, i membri dei collegi teologico.
H
FCN FUN G3
medico-chirurgico, (llosofico, filolo- sopra ornato letto di duolo, vesti-
gico, ed i professori della stessei u- to di nero con spada, ed intorno
iii versila, tutti in abito collegiale. quattro palaficnitri vestili di gra-
Dopo la messa cantata da un av- maglia, che sventolavano le quat-
vocato concistoriale, vi è detta l'o- tro banderuole delle sue armi. Il
razione l'uuebre. tempio fu nobilmente parato a
Altre notizie sui funerali di so- lutto cogli stemmi del defunto, e
vrani, principi, ambasciatori ed al- più di cento fiaccole di bianchissi-
ili personaggi , sono riportate dai ma cera. Celebrò pontificalmente la
Diari di Roma, i cui numeri citere- messa di requie 1' arcivescovo di
mo. Nel numero 210 del 171851 Bagusi Comentani , coli' assistenza
legge, che il cadavere di d. Fla- del capitolo della collegiata, de'mi-
minia Maria Borghese Odescalchi nistri e cantori della cappella pon-
duchessa di Bracciano, di notte iu tificia, e per ispiecial indulto di
privatamente portato in carrozza Clemente XI , in mattina
quella
alla chiesa parrocchiale
de' ss. A- lutti gli altari della chiesa furono
postoli,dove nella mattina seguen- dichiarati privilegiati. Indi venne
te si vide vestila con l'abito di s. tumulalo collo slesso vestiario, e
Francesco e scalza sopra il letto , con molte medaglie, entro cassa di
di duolo, con quattro banderuole abete, la quale fu messa dentro al-
air intorno : il letto come la chiesa tra di piombo, sulla quale era in-
erano ornali di drappi neri e di cisa analoga iscrizione. Nel numero
bianchi veli , ardendo intorno al 4^3 del 1720, si riporta come il
Ietto cento grossi cerei di cera bian- cadavere della principessa d. Lau-
ca. Clemente XI ordinò che i can- ra Altieri verso le tre ore di not-
tori della cappella pontificia e i te fu portato in carrozza alla chie-
ministri della sagrestia pontificia vi sa di s. Maria sopra Minerva ; nel-
si portassei'o, per assistere alla mes- la mattina seguente, ch'era il gio-
sa pontificata da monsignor Bra- vedì santo ,
giorno in cui non si
dai numeri 756g e 7072 dell'an- bilissima edizione con belli rami.
no 1766. Ivi pur si dice come Le lapidi latine le scrisse il cele-
Clemente XIII avendo inteso che bre sacerdote Domenico Antonio
il ve erasi di nuovo ammalato, do- Marsella. Celebrò la messa monsi-
po la colletta pio rege iiifìrmo, gli gnor Francesco Bertazzoli arcive-
compartì l'apostolica benedizione, scovo di Edessa, ed elemosiniere
sospese l'apertura dei teatri, e vol- segreto di Pio VII, assistito dai mi-
le che tutte le basiliche, chiese col- nistri e cantori della cappella pon-
legiate ed insigni di Roma, dopo tificia, ed alla presenza de' cardi-
la sua morte gli cantassero una nali, e del corpo diplomatico, in-
messa di requie, come avea prati- vitati dal suddetto ministro, che li
ì
FUN 65^
poi cardinale, uell' idioma latino, nel di incedevano a piedi, ed a cnpo
quale, e con la traduzione in italia- scoperto l'incaiicato di alìari di
no è riportato nel detto opusco- Francia presso la santa Sede, cui
lo. Dopo ebbero luogo le cinque facevano ala gli attaccati alla le-
assoluzioni, che fecero i monsigno- gazione, i gentiluomini di corte, ed
ri Guerrieri arcivescovo d' Ate- altri Venivano appres-
personaggi.
ne poi vescovo di Rimino , Frat- so notaro regio, intendente ed
il
eellalo a rogito del notaro regio Intorno alla carrozza incedono ot-
remo cenno delle cose principali di latizi, in chiesa con li .sagri; gli
si deve scegliere una chiesa soffi- vescovi, né agli altri prelati, me-
cientemente grande, e si para con no i patriarchi, ed altri prelati di
panni neri, trine d'oro, stemmi gen- fiocchetti, se pure il Papa non li
gri, e si espone sul letto con quat- tica altrettanto, meno l'assistenza
FON FUx\ 67
vo. ^'el trasporlo dalla casa alla nerale, sono come quelli dell'udi-
chiesa, intervengono i curati in i- tore della camera, essendo aneli e-
stola nera , e torcia accesa, ed il gli come il maggiordomo prelato
camerlengo del clero in cotta, sto- di fiocchetti. I funerali del mag-
la, e piviale nero. Dopo la bara giordomo si regolano come quelli
sieguono lutti gli ufficiali del tri- dei patriarchi; si debbono pero
bunale del vicariato. Nella mattina avere quelle avvertenze che indi-
dell'esequie si canta l'ufficio dai cammo di sopra circa i cadaveri
parrochi, che insieme cogl' indivi- dei cardinali palatini, tanto nell'e-
dui del nominato tribunale assisto- sposizione in casa, quanto nel tras-
no poi alla messa di requie. I fu- porto del cadavere in chiesa. Nel-
nei-ali del governatore di Roma, le esequie intervengono i ministri
sia nel trasporto alla chiesa, la pa- della cappella pontificia, e la ca-
ratura di essa, e l'esposizione del mera segreta del Papa si eccle-
cadavere in casa e in chiesa, co- siasticache secolare. Se il defunto
me ai patriarchi, comprensivamen- è vescovo, assiste anche il collegio
te all'erezione degli altari ed alle de' vescovi assistenti al soglio. La
quattro banderuole. Il cadavere si guardia svizzera non ha luogo ne
espone sul letto rivolto all'altare s' al trasporto del cadavere in chiesa
meia, non che i ministri del tri- veste cogli abiti prelatizi e berret-
bunale del governo vi assiste il : ta in capo; in chiesa con quelli
cardinal camerlengo, perchè il go- del suo ordine sagro, ed in cappa
vernatore è pure vice-camerlengo. se non li ha, praticandosi nel re-
11 cadavere si seppellisce cogli abi- sto quanto si disse di sopra. Alle
ti coi quali fu esposto, ed in tre esequie intervengono i ministri del-
casse. I funerali dell' uditore gene- la cappella pontificia, e la camera
rale della camera apostolica si re- segreta del Papa ecclesiastica e
golano come quelli de'patriarchi, secolare. Qui noteremo che i fu-
ed in quanto agli abiti, secondo nerali dei famigliari del Pontefice
il suo carattere sagro, al modo si descrivono ai rispettivi articoli,
chetti. I funerali del tesoriere gè- to: quelli degli altri prelati, meno
68 FU IV FU\
l'inferveiìto ilella camera spgiota, assumono nelle cavalcale, a* piedi
sono come quelli del niaeslio di dello slesso letto, l'rima nell'ese-
camera; e di quelli rivestiti di qual- quie dei defunti uditori di rota,
del maestro di camera del Papa: teneva il defunto. Dei funerali dei
a tutti i pi ciati si pone a* piedi Cantori della cappella pniitificia
plici, conti, e cavalieri, come alle qualche sovrano, si veste dell abito
loro mogli e figli, in Roma non proprio di tal grado ricamato, e
compete la carrozza, e si tiaspor- se ha decorazioni equestri, ancora
lano dalla casa alla chiesa sulla con queste. Indi si espone in ter-
bara, con accompagno di confrater- ra il cadavere, sopra coltre nobile
nite, di fraterie, e^ di preti a pia- di lama d'oro, in una delle came-
cere degli eredi. E da avvertirsi re parate, e sotto un gran padi-
che patroni delle chiese entrano,
i glione nero. Intorno alla coltre si
o sia sono introdotti loro cada- i forma un ampio riparo con banchi
veri in esse per la testa ; se non coperti di drappi neri ed ornati
Io sono, s'introducono dalla parte con effigie di morti, e slemmi gen-
dei piedi. Per la pompa funebre tilizi. Nella parte davanti, si pon-
dei principi e marchesi di baldac- gono ai lati due candellieri chiama-
chino che godono le insegne e pre- ti colonnette indorate o inargenta-
rogative de'priucipi, il maestro di te, con grossi cerei ardenti. Nella
casa del defunto fa avvertito il medesima camera si forma una ban-
parroco e sagrestano della parroc- cata con spalliera e parata di nero,
chia per lutto l'occorrente. In casa che serve per quellli che debbono
poi si suole parare due o tre ca- pone pure nella
recitare l'uffizio. Si
mere di nero, bianco, e giallo, con detta camera un tavolino coperto
ti ine d'oro ; si alzano tre o quat- di tovaglia bianca, con sopra il Cro-
tro altari,più o meno a piacere; cefisso, ed il secchiello ed aspersorio
indi ha luogo la recita dell'uffìzio con acqua santa per le aspersioni
de' morti, e la celebrazione delle che debbono fare quelli che han-
messe di requie nei giorni che il no recitato l'uffizio. In questa ca-
cadavere rimane esposto in casa. mera, come dicemmo dei cardinali,
Avendo il parroco intimato i reli- non si suole alzarvi gli altari, al-
giosi per la ad
recita dell' uffìzio, trimenti non si può porre il cada-
ore 2 1 lo recitano dodici cappuc- vere sotto il padiglione o baldac-
cini, cui succedono ad ore 22 do- chino. In tutto il tempo che il
no FUN FDN
e tirata da due cavalli, guarniti re l' uflicio, e per gì' individui del-
con finimenti neri e fiocchi, ed i l'anticamera del defunto, che us-
cocchieri e servitori assumono le sistono alla messa cantata. Questa
livree di Precede il convo-
gala. suole celebrarsi dal superiore del-
glio funerale una squadra di gra- la chiesa, ovvero è pontificata da
nattieri, indi due individui sono un vescovo dopo la messa ha luo-
:
due bancate coperte di drappi ne- funebre, colle vesti loro proprie e
li, per quelli che debbono recita- decorazioni equestri di cui erano
I^ L N ILW 7t
insigniti. Ai quatlio angoli del let- corazioni. Le mogli, le figlie ed i
nipotenziari hanno l'onore del fu- cadaveri sono trasportati dalla casa
nerale come le principesse, e i in chiesa, con minore o maggiore
loro cadaveri, come quelli di es- decoro a piacimento, è la seguente.
se , nero sono esposti in
vestiti di \crso le ore due della sera, pre-
terra, sia in casa che in chiesa. Pe- ceduto e seguito da torcia accese
rò l' insegna dell' ombrellino spetta di pece, parte il convoglio compo-
ai soli principi, marchesi di baldac- sto da alcuna arciconfraternita, ov-
chinOj ed ambasciatori, non ai mi- vero degli orfanelli, se il defunto è
nistri. un giovinetto, coi loro stendardini,
I cadaveri dei marchesi sempli- indi seguono circa ottanta cappuc-
ci, dei baroni, dei cavalieri, delle cini, ottanta minori osservanti, e
loro mogli, figli e figlie si espon- quaranta religiosi o preti della
gono tanto in casa quanto in chie- chiesa esponente, e tutte le dette
sa vestili di nero : gli uomini con corporazioni, compresi i preti e frali
abito da città, o con quegli abiti della chiesa esponente, portano ac-
che hanno secondo la qualifica che cese quattro torcie di cera, dando-
li distinse in vita, in un alle de- sene sei agli orfanelli, o arcicon-
corazioni equestri. Se il cadavere fialernite : incedono poscia il ca-
deve incassarsi, allora la coltre di merlengo del clero, e il curalo con
lama d'oro, ovvero nera di vellu- l'accompagno ognuno di tre sacer-
to con ricami e trine d'oro, invece doti. cadavere portato sulla bara
Il
77 FUN FUN
adulto; indi seguono due facchini se, ordinariamente due di piì» nel
con casse di cera pel funerale , e numero, di quelle che circondavano
la carrozza della famiglia con ser- il cadavere nel trasportarlo in chie-
vo a piedi con lanterna. Se il de- sa. Però va avvertito, che se gli
funto non ha sepoltura gentilizia eredi pretendessero di fare ai de-
non potendosene erigere di nuove funti di qualunque condizione un
«lopo le odierne prescrizioni, la se- funerale more pauperuni, non gli
ra delle esequie il di lui cadavere viene impedito; ma il parroco ha
ii trasporta al Ciniiterio di s. Lo- tutto il diritto di pretendere gli
FUO FUO 73
i) tur deducta funeris impensa ". Papa mandò ai vescovi nelle Pro-
Sisto V neli586, con la costitu- vincie, da recitarsi da loro ai cu-
zione Ciim unaquaque, presso
in rati, acciò sapessero tutti il pro-
il Bull. Rom. tom. IV, par. IV, prio uliizio, ed in essa dice. » Nel
p. 286, emanò varie leggi sulla sabbato santo della Pasqua si e-
prammatica di diverse cose riguar- stingua il fuoco vecchio , e si
tre si cantava il Feni Creator si del ceto nobile per mezzo del piii
gettassero dall'alto delie foglie di anziano chierico della cattedrale
quercia, e si facessero cadere delle stessa. Più cardinali vescovi hanno
fiamme di fuoco. In un altro della piX)Curato di togliere siffatta rap-
chiesa di Lisieux, del secolo Xllf, presentanza perchè pregiudicevole
si ordina che alla processione si alla cattedrale, reclamarono pure
accendino le stoppie, e che al Ky- alle s. congregazioni , al sommo
rie si spargano de' fiori. Antica- Gerarca, ma indarno, poiché il te-
11 giorno della Pentecoste, nella tre potuto far fronte alle spese
cattedrale di Orvieto, terminata l'ora che occorrono per mantenere il
dello Spirito Santo sopra gli apo- sendo privata di tali rendite.
mi si alza un gran cenacolo che voi. XII, p. 285 del medesimo Di-
viene oinato da fiori e verdura, zionario. F. Lumi. U Cancellieri nel
adattando all' intorno delle colonne suo Mercato, a pag. 212, diceche
fontane e botti composti da pol- nel racconto delle feste fatte per
vere da sparo in numero di nulle. l'incoronazione d'Innocenzo X, ai
lo per tale oggetto soltanto, in cui della cupola vaticana con bellissi-
I UR FUR 75
le loggie e finestre del palazzo pon- Alessandro III del ir 78, diretta a
Soggiunge il medesimo Can-
tificio. Pagano vescovo di Forcona, in cui
che, per quanto eragli noto,
cellieri, fra le chiese che gli confermano
si
fecero alla cupola della loro chie- Alessandio IV nell'anno 1257, con
sa del Gesù di Roma, lo diciamo diploma che riporta il Rinaldi a
parlando di questa chiesa verso il detto anno al num. 45, trasportò
fine dell'articolo Gesuiti. Del fuoco la sede vescovile Forconiense ad A-
sacro o di s. Antonio, per cui fu f/iiila (Fedi). L'Ughelli nell' Italia
istituita la congregazione de' cano- sacra tratta della chiesa Forco-
nici regolari ospitalieri di s. Anto- niense al tom. X, pag. io5. Della
nio abbate, ch'ebbero in Roma o- sede vescovile, e della città di Fur-
spedale e chiesa, ora delle mona- conio, ne tratta pure lo Speran-
che camaldolesi, V. volume VI,
il dio nella Sabina sacra j a pag. 52.
pag. 3o7, ed il volume VII, pag. FIJRIETTI Giuseppe Alessan-
117 e "261 e seg. del Dizionario. dro, Cardinale. Giuseppe Alessan-
Questo ordine fu da Clemente XIV, dro P^uietti nacque in Rergaiuo
e da Pio VI, riunito al Geroso- a' 24 gennaio r685, da nobile fa-
limitano [Fedi). miglia, la quale lo mandò a stu-
FURCOMOoFORCONIO, Fur- diare in Milano, indi proseguì gli
conium. Sede vescovile dell'Abruz- studi in patria, dedicandosi parti-
zo ulteriore, sul fiume Pescara, vi- colarmente alla scienza delle leggi
cino alla città di Aquila, nel luogo per contentare la famiglia, facendo
ora chiamalo s. Vittorino. Nella in essa grandi progressi , mentre
città fu istituita la sede vescovile però la sua inclinazione era prin-
nel settimo secolo, e dichiarata suf- cipalmente per l'erudizione. Porta-
fraganea di Chicli , indi fu rovi- tosi in Roma, si mise in prelatura,
I nata dai longobardi. Dei dodici e subito secondo il consueto fu di-
suoi vescovi,faremo menzione dei chiarato referendario di ambedue
seguenti. Floro il primo, che fu le segnature, indi percorse la car-
al concilio di Roma, sotto il pon- riera di varie cariche, finche Be-
tificato di s. Agatone nel 680. Gio- nedetto XIV nel 1743 gli conferì
vanni il secondo, che intervenne quella di segretario della sagra con-
al concilio romano contro l'anti- gregazione del concilio, posto già
papa Anastasio nell' 863 e ad un , occupato dal Pontefice quando era
altro contro Giovanni arcivescovo prelato ; indi lo nominò segretario
di Ravenna. Si ha una bolla di di (piclla della residenza de' vesco-
,
76 F[R FUR
vi. Occupato il Fuiielli nella giu- pre considerata come un corpo di
I ispiudenza, e nell'eseici/io de'suoi dottrina fondamentale. Quantunque
irnpiejilii, pubblicò in Roma le o- Benedetto XIV facesse giustizia al
pcin di duede'più celebri suoi com- suo merito, pure fu notato un cer-
patì iolti Gasparino liarziza, e Guini- to ralfreddamento, al quale si at-
jòrti, riscuotendo l'edizione gii en- tribuisce il non averlo promosso
«(inii del Muratori, e de' più cele- al cardinalato, forse prodotto dal-
l>ii critici, e le poesie dell' altro l'esseisi ricu'iato di cedere i due cen-
lonipatiiotla Publio Fontana, di cui tauri pel museo capitolino, nel vi-
tome Gasparino ne scrisse la
del vo desiderio in cui era il Papa di
\ita. Quasi per ricreazione coltivò contribuire alla magnificenza di Ro-
la letteratura, e la diligente osser- ma e del Campidoglio. Nel 1758
vazione degli antichi monumenti. morì Benedetto XIV, e gli succes-
Fece studio particolare della villa se Clemente XIII, il quale nel con-
Adriana in Tivoli, per gli oggetti cistoro de' 34 settembre 1 75g lo
che si rinvennero negli scavi che vi creò cardinale dell'ordine de' preti,
fece operare a sue spese , e nel conferendogli in titolo la chiesa dei
1736 rinvenne due superbi centau- ss. Quirico e Giulitta, annoveran-
ri lavorati da Aristea e da Papia dolo alle congregazioni del conci-
scultori greci d'Afiodisea. Attestò lio, dell' uumiinità, della disciplina
la sua gratitudine a Benedetto XIV regolare, e della segnatura di gra-
col dedicargli il suo trattato , De zia, dichiarandolo protettore della
tnusii'isj i'el pictoriac mosaicae ar- chiesa e nazione bergamasca, non
tls originis, stampalo in Roma nel che della collegiata e capitolo di
J752. Un monumento di tal ge- Argenta. Ma l'assiduità dello stu-
nere,che la sua perseveranza e dio, e le faticose applicazioni gli
buona ventura gli avevano fatto tolsero poco dopo l'uso delle fa-
driana, era stato occasione alle ri- i4 gennaio 1764= fu esposto nella
cerche che intorno a ciò vi fece. chiesa di s. Maria sopra Minerva ,
lazza, già dai romani trasportato dro della sua nazione bergamasca,
dalla città di Pergamo, e mante- conforme egli medesimo aveva di-
nuto nella pristina sua vivacità e sposto, ove gli fu posta una bella
perfezione a dispetto di tanti se- iscrizione che rammenta quanto fu
coli, erano passati dopo questo
eh' utile alle lettere ed alla Chiesa.
trasporto. In detta opera si tratta Ebbe credito di gran legale , di
della storia del mosaico dall'origi- scrittore erudito, di zelante eccle-
ne sua fino alla decadenza, e quan- siastico, e di rara probità. Filippo
tunque numerosi monumenti che
i Buonamici nel dialogo che precede
vennero scoperti e pubblicati nella al suo trattato De clarìs epistolarnm
seconda metà del secolo passato ponlificiaruin scrlploribus introdus-
abbiano molto aumentato le cogni- se Furietti, con Gaetano Forlì, e
zioni che v'erano in tal argomen- monsignor Lucchesini, e li colma
to , l'opera però del Furietti è sem- di elogi in più passi. Dagli eredi
FUS FUS 77
Clemenle XII 1 acciuislò per <|uat- FUSSEL. Luogo Spagna, sui di
tordìciinìla scudi i due centauri, e conlini dell'arcidiocesi di Burgos, e
il mosaico summentovali, e ne fe- della diocesi d' Osma. Nell'anno
ce dono al museo capitolino. iio4 fu ivi tenuto un concilio,
FUIUM, o FLRAA, o FLRNO. Concdium Fusselense, nel quale fu-
Sede vescovde dell'Africa occiden- rono determinati i limiti di quelle
tale, nella provincia cartaginese pro- due diocesi, e si trattarono alili
ne, che questo santo avea poco della casa d'Austria. Si conciliò per
prima sofferto il martirio. Genzia- altro l'affetto del re di Francia,
ne, che sebbene non avesse per per causa della lega che per opera
anco ricevuto il battesimo , cono- sua avea conchiusa coll'elettore ed :
Ho CAB GAB
G
G.ABALAoGABBUS. Città ve- dell'imperatore Eliogabalo, che Sa-
scovile della Lidia, nella diocesi lomone si servì de' gibileni per l;i
ed esarcalo d'Asia, nel patriaicalo costruzione del tempio, che nella
d'Antiochia, la cui erezione risale cattedrale si venerava una prodigio-
alquinto secolo. BaìV Oriens Christ. sa immagine della Beata Vergine,
tom. I, p. 894, si rileva, che Poli- e che fuori della città era il cele-
carpo suo vescovo intervenne al bre monistero di s. Talco martire,
concilio di Calcedonia, e già si e- ove un tempo riposò il suo corpo.
ra trovato presente al brigantaggio Furono suoi vescovi, Zoilo che in-
d'Efeso, indi sottoscrisse nel 4^8 tervenne al concilio di Nicea ; Se-
la lettera dei vescovi della sua pro- vero che sottoscrisse la lettera dei
vincia , indirizzata all' imperatore vescovi adunati in Filippopoli ; Eu-
Leone, relativa alla morte di s. sebio che fu al primo concilio gt;-
Il Terzi nella Siria sagra, dice che brato da Alessandro IH; Gualtieio
lo Scaligero afferma che fu patria domenicano, nominalo da Urbano
GAB GAB 8r
IV 1264; Adamo de'minorl fran-
nel concilio Niceno; Severo altro ve-
cescani, nonninato dopo lunga sede scovo sottoscrisse la lettera de' ve-
vacante da Clemente VI nel i345; scovi convocati a Filippopoli, e di-
ed Enrico di Henrebercli dome- retta al concilio di Sardica; e Pie-
nicano nel iSgS. Oriens Christ. tro altro vescovo fu al concilio di
tom. II, p. 798, e toni. Ili, p. 170. 1 Calcedonia, sottoscrivendo la lettera
Attualmente Gabala Gahalen , è , che i vescovi della provincia indi-
un titolo vescovile in partihus, sot- rizzarono all'imperatore Leone. Ne-
to la metropoli pure in partibns di gli atti del concilio tenuto in Ge-
Antiochia^ che conferisce il sommo rusalemme nel 536 , si legge che
Pontefice. vi fu presente santo Anastasio ve-
GABATA o GABATHA. Lampa- scovo di Gabbe. Oriens Christ.
de di cui parla il Macri nella Notizia tom. 787.
II, p.
de vocaboli ecclesiastici; fa spes- si\ GABELLE o DAZI. K Doga-
so menzione di questo vocabolo ne Pontificie.
nelle vile de' Pontefici, quando si GaBEN, Sede vescovile della se-
narra dei donativi da loro al fatti conda provincia di Palestina , nel
le chiese. La figura che ne ripor- patriarcato di Gerusalemme , suf-
ta il Macri si avvicina alla forma fraganea della metropoli di Scito-
delle lampade ordinarie che ardo- poli, seppure non è Gadc. Tutta-
no nelle chiese di Roma. Paolo IV volta abbiamo nell' Oriens Christ.
)iella cappella segreta del Papa so- tom. Ili, pag. 702, che il vescovo
stituì all'olio di tali lampade la ce- di Gaben si sottosciisse al concilio
ra; ma la forma delle presenti non di Nicea ; altri vescovi di Gaben
è come l'antica, consistendo in due sono, Rufino che intervenne ne! 43 i
università per tutto il popolo lati- de esecuzione col far trucidare quel-
no, dappoiché ivi di soppiatto d'A- li ch'egli avea incolpato di aver
mulio furono da Numitore manda- cospirato contro di lui. In mezzo
ti ad educare, ed apprendere la allo scompiglio in cui tale strage
lingua greca ed il maneggio delle immerse i gabini, Tarquinio si pi'e-
armi i suoi nipoti Romolo e Re-
, sentò alle porte della città, e su-
mo, essendo la dipendenza di Ga- bilo se ne impadionì, blandendo
bii da Alba più nominale che di gli abitanti col conferir loro la cit-
zione che della loro patria fece gni ch'erano famosi anche a tem-
Tarquinio. Soggiogati i gabini, es- po di Domiziano. Molto contri-
si restarono sempre attaccati ai io- buì allo splendore di Gabio Adria-
mani , conducendo alla loro città no, il quale costruì l'acquedotto
la Cabina, per cui l'anno 29-2
via di cui rimangono ancora le vesti-
di Roma quali alleati de' romani gie, ed eresse la curia Elia ove ra-
ebbero devastate le campagne da- dunavasi il dopo
senato gabino ;
no 4'^? che finì col porre intera- ti di Severo e Geta sono prova
di
mente il Lazio sotto la dipenden- del lustro del municìpio, nel primo
za di Roma. Quando il cartagi- periodo del secolo terzo dell'era
nese Annibale nell' anno 543, ve- volgare. I confini dell'antico Gabio
nendo contro Roma, essendogli an- erano una linea di sepolcri, che ram-
data a vuoto la spedizione del Tu- mentavano al passeggero la vene-
sculo , si diresse a Gabii ,
pare razione che avere dovevasi verso
che sia entrato in essa. Indi nel- i trapassati, ed in vece di offrile
l'anno 578 il tempio di Apollo di all'occhio di chi era per Gabio di-
Gabii fu fulminato insieme con pa- retto, magnificenze
ed oggetti di
recchi ediflzi. Siila rialzò le sue lieta veduta, non si presentavano
fortificazioni, e siccome seguiva il che avelli racchiudenti le fredde
partito di Mario, divise i campi ceneri d'illustri personaggi.
tra'soldati nel 673. Oltre ad altre Cominciò poscia a decadere a se-
sciagure cui soggiacque Gabio, la gnOj che ridotta a Massa, fu donala
prossimità a Roma, e le guerre ci- da Costantino al battisterio della ba-
vili che accompagnarono il discio- silica lateranense, secondo Anastasio
città intorno a Roma, ma fra que- segnare alla Sabina; che la città si
sti stessi vescovi raccolti dall'Ug' el- protraesse nell'esistenza ben più a-
li,dal Sarti, e dal Nicolai, ve ne vanti dell'epoca costantmiana, come
sono certamente, che per l'equivo- che fosse cessata dopo la metà del
co sovraindicato di Sabinensis e secolo nono.
Gabinensis, appartengono alla Sa- La traslazione dell' impero in
vo, ci dà questa serie de' vescovi sue vicinanze. Più ancora ebbero
di Gabii. Ascerio o Asterio che fu queste a soffrire nel secolo susse-
al concilio romano nel pontificato guente per l'accanita guerra che
di s. Ilario, l'anno 4^^J Andrea pose fine al regno de' goti l' anno
che trovossi al concilio di Roma 553 ; e per le scorrerie de' longo-
l'anno 4^7> essendo Papa s. Felice bardi, in quello che allora appel-
II detto III; Mercurio che fu ai ducato romano; quindi
la vasi l'an-
concili romani del 5oi e 5o4, nel no 74' Gabii era ridotta allo stato
pontificato di s. Simmaco; Marti- di fondo, il quale insieme con altre
no che assistette nel 649 al con- terre attinenti fu da Papa s. Zac-
cilio lateranense, adunato dal Pa- caria dato in locazione ad un Cri-
pa s. Martino I ; Martiniano o Mar- stoforo nobile romano siccome si ,
dice 268 del suo libro del Priini- monaci ebbero pure i beni che gli
ccro, ove si legge Gabii affatto de- spettavano, e il lenimento di s. Pri-
sorto : in locuni qui vocatur Ga- mitivo.
bis,propeque luca qui vocatur Bar- Nel 12^9 il cardinal Pietro
rano. Questa donazione fu accom- Capocci legò a s. Prassede cento
pagnala da una metà di molino ad libbre per la Torre di Castiglione,
acqua mosso dal fiume Osa , o
, e cinquemila libbre di rendita per
dall' emissai io del lago ec. Non pa- compra di terre da non doversi mai
re che il monastero prosperasse, o alienare ,
perchè ogni anno l' ab-
potesse ivi stabilirvisi , ricavandosi bate e monaci di s. Prassede, ce-
da un documento che nel 1060 lebrassero un anniversario solenne
Giovanni arcicanonico di s. Gio- per l'anima sua. Questo Castiglio-
vanni a porta Latina , concedette ne, e la sua torre si eresse sulle
in enfiteusi col consenso de' suoi rovine dell'acropoli gabina, proba-
preti a Luca abbate di Grottafer- bilmente sull'area dell'antica cit-
r;ita, la chiesa di s. Pi'iraitivo con tadella di Gabii, e l'ingrandimen-
tutti gli arredi sacri , e terre atti- ta delle possessioni del monastero
nenti, come rilevasi dal Galletti a costituiscono 1' odierna tenuta di
p. 283. Nel II 48 però insorta li- Castiglione ; giacche intorno alla
te fra i detti preti , la chiesa di torre formossi un villaggio che si
s. Prassede , edmonaci di Grot-
i disse Castrum Castellionis , come
taferrata , fu deciso che due terzi si legge in una bolla di Bonifacio
della chiesa di s. Primitivo, colle lo- Vili del i3oi, ove pure è chia-
ro attinenze appartenessero alle chie- mato Castrum s. Praxedìs, sicco-
se di s. Giovanni a porta Latina, me appartenente alla insigne chie-
e di s, Prassede, non facendosi nel sa di tal nome, perdendo quello
documento menzione di Gabii , di Gabio, e di s. Primitivo. La bol-
forse insensibilmente dimenticato. la nel 182.4 'a pubblicò il dotto
Nel II 53 l'abbate di Grottaferrata avv. Carlo Fea, nella memoria in-
in presenza di Anastasio III, die titolata : Discussione etc. sulla cit-
in affitto perpetuo ad Ubaldo car- tà di Gabio e suo lago. Del Ca-
dinale e litolare di santa Prassede, stro di Castiglione se ne fa men-
ed a favore di questa chiesa, la zione in una bolla di Giovanni
terza parte di s. Primitivo, chia- XXII del i322, dalla quale ap-
mato Primo, con le sue
allora s. parisce che nella assenza Papi
de'
pertinenze. Indi nel 1186 Gerardo da Roma, risiedendo in Avignone,
rettore della chiesa di s. Giovanni era stato occupato dal prefetto di
a porta Latina, die in affitto per- Roma, con grave pregiudizio della
petuo la terza parte del luogo al Sede apostolica. Nel 1353 si ha che
rettore di s. Prassede, allora retta il tribuno Cola diRienzo, mosse
dai canonici regolari di s. Maria la oste contro i Colonnesi di Pale-
del Reno, che la tennero dal 91 i strina, e partendo da Tivoli ac-
al 1191 in cui Celestino III l'af- campossi a Castiglione di s. Pras-
fidò al cardinal Siffredo Gaetani, sede, e di là il giorno seguente si
1
86 G A D GAB
mosse couUo Pnlestrina. ìVcl i4oi vulcano, che in origine avea un
Bonifacio IX ordinò !a demolizio- buon miglio di circonferenza. Es-
ne d'cina parie della torre di Ca- sendo sul punto di divenire un;i
stiglione, che è forse quella che vera palude, con saggio provvedi-
manca, come pure in quella circo- mento a' nostri giorni il principe
stanzavenne smantellato il castello, d.Francesco Borghese, proprietario
e ridotto Castiglione allo stato di di esso, lo fece disseccare per mez-
casale. lenimento di Castiglione
Il zo di una forma onde scaricare
rimase in proprietà de'monaci di le acque nel fiume Osa, da Stra-
s. Prassede sino al iSay, allorché bone chiamato Veresi, liberando
venne comprato nella vendita dei così da ogni esalazione pestilenzia-
GA n GAB 87
Ilio Colonna, i cui eredi nel i6i4 l'amministrazione delle sue reudite,
lo alienaiono a favore del cardinal e la cura de' suoi affari in Roma,
Scipione Borghese, la qual casa con- ed avendo egli corrisposto con pre-
tinua a possetlerlo insieme ai fondi mura e diligenza, divenuto nel i5o?>
di Casliglione e di Pantano ad il cardinale Papa col nome di Giu-
esso adiacenti. Sulla città di Gabio, lio II, lo premiò con la chiesa di
oltre gii autori mentovati, e quel- Urbino, dichiarandolo suo segretario
li citati dal Nibby sono a con- , nella provisione delle abbazie di s.
zioni teologiche, come della difesa cardinali nel i8i4, il Papa lo di-
del libro: Nodus praedestinationìs, chiarò provvisoriamente segretario
dello Sfondrati. de'brevi pontificii, indi lo nominò
GABRIELLI Giulio, Cardinale. prefetto del concilio, e pro-dataiio,
Giulio Gabrielli nacque in Roma conferendogli in commenda le abba-
da principesca famiglia a'20 luglio zie di s. Paolo di Valdiponti di Pe-
1748. Fino dalla prima sua età rugia, di s. Giovanni dell'Eremo di
fornito di pietà, e di religioso at- Città della Pieve, e de'ss. Vito e
taccamento alla Sede apostolica, si Pancrazio di Todi. Fu tacciato di
mise in prelatura, e fu fatto ponente troppa economia, e lodato per dili-
della congregazione del buon gover- genza nell'adempimento de'suoi do-
no, e della sagra consulla, divenen- veri, severo amministratore della
do della prima segretario, come lo giustizia, pieno di rettitudine e di
fu poi di quella del concilio, pro- espertezza. E poiché olire le scien-
mossovi dal Pontefice Pio VL JN'el tifiche erudizieni, fornito era a do-
1 801 Pio VII a' 2 3 febbraio lo creò vizia della canonica giurisprudenza, e
cardinale dell'ordine de' preti, con- gran cognizione aveva dei diritti alla
ferendogli in titolo la chiesa di s. santa Sede spettanti, venne consulta-
Tommaso in Parione, dalia quale più to spesso negli aftari i più ardui ed
tardi passò a quella Lorenzo di s. interessanti, che in gran copia eb-
in Lucina, allorquando divenne pri- bero luogo in conseguenza d^lle no-
mo prete del sagro collegio. Da te vicende che posero a soqquadro
Pio VII successivamente ricevette r Europa ed altre regioni. Malato
tutte le cariche ed onori che an- di viz'o organico si condusse in
diamo a narrare. Lo annoverò alle Albano, ove dopo lunga e penosa
congregazioni del santo ofììzio, del- n)alaltia passò da questa all'altra
la concistoriale, del conc4lio, della vita a' 2.6 settembre 1822. Traspor-
residenza de' vescovi, di propaganda tato il suo cadavere in R.oma nel
fide, dell'esame de' vescovi in sagri giorno seguente, fu colla solita pom-
canoni, del buon governo, e degli pa funebre esposto nel palazzo di
alTari ecclesiastici Nel straordinari. dateria, indi dopo i consueti suf-
1808 promosse nel concistoro
Io fragi, nel dì 3o fu nel solito modo
degli I gennaio alla chiesa di Si-
I trasportato nella chiesa tli s. Maria
nigaglia, consagrandolo colle ponti- sopra Minerva, cantando la messa
ficie sue mani, nella cappella se- nelle esequie il cardinal de Grego-
greta della Annunziata del palazzo rio, indi fu liunulalo nella tomba
9^ GAD GAD
geulilma de' principi Gabrielli. Fu ti. Riconquistata da Alessandro re
protettore di tutto l'ordine agosti- ili Giudea, Pompeo la restaurò con
niano; della congregazione de'sacer- magnificenza, ed abbellì con son-
doti di s. Lucia de' Ginnasi; dei tuose fabbriche, in grazia di De-
monasteri di s. Lucia di Città della metrio gadarense suo liberto; e
Pieve, di Lucia di Perugia, e di
s. Vespasiano la conservò per esser-
5. Maria in Detieni di Foligno ; del vi stato accolto con gioia. Sem-
conservatorio delle mendicanti, del bra dunque che sia altra Gadara,
sodalizio degli agonizzanti, del col- quella arsa da Vespasiano, dopo uc-
legio Ghislieri, del sodalizio di s. cisi gli adulti, secondo il Rinaldi,
Manasse; la prima famosa pei tro- notizie de' latini, divenuta arcive-
ni de' suoi regnanti, l'ultimo dei scovato nel secolo XII. Dal nove-
quali fu da Giosuè ucciso, e la ro de' vescovi di Gadara si potrà
città assegnata ai leviti; l'altra non rilevare se abbiano appartenuto al-
meno illustre per la cattedra vesco- le due sedi, siccome sembra. Ga-
vile, e in altri tempi per la magnifi- iano trovossi al primo concilio di
torno alle quali Erode costruì op- Efeso del 4^ i > Giovanni al con-
portune stanze. Giace questa città cilio di Calcedooia del 4^' » Aras-
GAD 91
della Palestina nella Celisii ia, moa- repubblica fiorentina, ma sopraffatto
signox"Antonio Godofredo Claessen da quelle di Cosimo I, andò a vuo-
prevosto della metropolitana di to il suo disegno. Supph a que-
Coloniaj al cui arcivescovo deputò sta inconsideratezza con spendide li-
i546 a Francesco Seneter, con be- tonio Pietramellara, scrisse non es-
neplacito Già sino dal
pontificio. servi allora a lui alti'i in ciò supe-
iSaB Clemente VII lo aveva fatto riore. Neil' età di sedici anni fu
arcivescovo di Cosenza ed abbate , provveduto della pingue abbazia di
di s. Leonardo nelìa Puglia. Dive- s. Leonardo in Puglia, rinunziala
nulo diacono di s. IMaria in Via dal zio cardinale. Nel i535 otten-
Lata, ritenne questa chiesa in tito- ne da Paolo III in amministrazio-
lo quando passò all'ordine de' pre- ne, e poi in età di ventisett' anni
ti. In conseguenza del lagrimevole in titolo, l'arcivescovato di Cosen-
sacco di Roma fu dato in ostaggio za , che governò a mezzo d' idonei
a Carlo V, e stette lungo tempo vicari. Paolo IV nel concistoro dei
nella fortezza di Napoli, in modo i5 maggio i557 lo creò cardinale
di carcere. Dopo 1' uccisione di A- dell'ordine presbiterale, e gli asse-
k'ssandro de' Medici , raccolse un gnò per titolo la chiesa di s. Silve-
corpo di milizie per ripristinaic la >tro in Capite. Ottenne ai canonici
,
Borgo, Castel Ione e Mela sono as- vere del duca di Borbone, da Ro-
sai considerabili, e si estendono sul- ma fu trasportato in Gaeta, e l'ar-
le coste. ]\Tela o Mola corrisponde matura si mostra nell'armeria pon-
all' antica città di Formie rovinala tificia, presso il Vaticano. 11 Cancel-
dai saraceni, e posta sulla via Ap- lieri nel suo Mescalo a p. 243 parla
pia. Castel Ione con regio decreto si della sepoltura del famoso Borbone,
formò una comune separata, unen- riporta delle notizie curiose sugli abiti
dovi anche IMola. Caslellone è più cui veniva rivestito il suo scheletro,
popolato di Gaeta, e Borgo ha più e le iscrizioni poste sulla sua tom-
del (.loppio degli abitanti di Caslel- ba, cioè r epitaffio latino ripetuto
lone. La città è irregolarmente fab- dal Torrigio nelle Grolle Faticane,
bricata, ma vi si gode aria salubre. quelli descritti dallo Sprengero, in
Possiede una bella chiesa calledra- Roma nova, in latino e spagnuolo,
,
GAE GAE 93
e. l'epitafTio che si legge in Sweer- inibi adjacentibus attiguis prae-
tio, in Christiani orbis deliciae, pa- stantem solidos CCCXII et tre-
rimenti latino. Gaeta fu patria di missem. I patrimoni
e di Sicilia
molti uomini illustri, tra' quali no- di Calabria furono invasi dall'im- '
mineremo Gelasio II eletto nel i 1 18, peratore Leone l' Isaurico, compre-
già Giovanni Gaetani, creato cardi- so il Gaetano laonde Pontefici, i
sa Troia,
di mentre alcuni sono per -vendicare l' oltraggio da essi
d'avviso che il nome di Gaeta sia fatto a s. Pietro, stese le armi si\&
dei'ivato da una parola greca che dentro la loro città, quale poi con-
significa bruciare, perchè, dicono es- cedette al Papa Adriano I. Per tal
si , fu in questo luogo che Enea maniera -venne Carlo Magno a di-
biuciò la sua flotta ,
quando ebbe latare il dominio della santa Sede,
messo piede sulla terra d'Italia. Fu nel littorale della Campagna fino al
questa città per qualche tempo con fiume Garigliano, che poi nel 787
reggimento municipale governata ,
eslese fino al Volturno col dono
repubblicanamente, ed ebbe poscia delle città della Campagna, come
dei duchi dopo il settimo secolo. Capua, Sora, Arce, Aquino, Arpi-
11 Borgia nella Breve istoria del no, Teano, ec. Per molti anni con-
dominio temporale della Sede apo- tinuarono i Papi nei possesso di
stolica, a p. 25 tratta del patrimo- Gaeta con piena sovranità , e al
,
nio gaelano appartenente alla me- dire del Giannone, lib. 6, cap. I
desima consistente in fondi posti
5 AeW Istoria civile del regno di Na-
in Sorrento, Miseno e Gaeta, con poli , Carlo avendo toltoMagno
diritti di regalie quasi feudali, sot- Gaeta ai greci ne fece dono alla ,
c)4 GAE G AE
lesile de' vicini longoLuidi, acqui- loro dimora sulle sponde del Ga-
stasse dominio su questa città , la rigliano, continuassero per quaran-
quale neir anno 84^^ ainiò col suo t'anni a molestare quelle terre , e
duca contro saraceni a favore del
i la medesima città di Gaeta. Per la
tà, il Papa scrisse varie lettere pel Rinaldi che lo attestano le sue let-
Gaeta e Foudi. Sinìili mudo cwi- pulì ia, prese il nome di Gelasio IL
tatem Gajetain , et Funclim ciim Malmenato questi dai partigiani di
omnibus earum perlinentiis. Enrico V, 3 marzo partì da Ro-
a'
96 GAE GAE
fratello. Ai tempi di questo Papa della diocesi di Gaeta, donde si tras-
appartiene la donazione, che Ric- ferì a Napoli.popolo essen-
]Ma il
allora il falso Pontefice si avvih, e tra' quali Lodovico d' Angiò pre-
da Anagni passò a Fondi a' 18 tendente al trono di Napoli ; altri
maggio, e per la protezione che legati spedì in Germania, ed ema-
godeva della regina di Napoli Gio- nò in Gaeta varie bolle e prov-
vanna I, si recò in Splanata, luogo vedi menti. Però Ladislao, abbando-
GAE GAE 97
nalo Gregorio XII, si giltù dal regno ; ma i francesi nell'anno se-
parlilo di Giovanni XXIII ch'era guente si trovarono costretti ad e-
succeduto ad Alessandro V; non vacuar la città, che poscia rimise
vedendosi quindi sicuro in Gaeta , loro nel i5oi Federico II re di
Ili Gregorio XII ad allon-
costretto Napoli, dopo aver sforzato Capua.
tanarsene, profittando di due va- Il marchese di Saluzzo la rese per
scelli veneti che ivi eransi acco- compenso a Gonzales il primo del-
stati, ed in compagnia dei cardi- l'anno i5o4- Nel 1707 si segna-
nali suoi nipoti, Barbarigo, e Con- larono suoi abitanti per una va-
i
gS GAE GAE
poli per Giuseppe ]3onapai'te, fra- martire. Laonde il Papa s. Grego-
tello dell' imperatore Napoleone ; rio I Magno trasportò a Gaeta
anzi fu rultima piazza dei reame luogo presso al mare, e in sito for-
che cadde ìix potere de' francesi. te, le sedi di Minturno e di For-
Indi tale imperatore conferì il ti- mie, in un alle reliquie de' marti-
tolo di duca di Gaeta al suo mi- ri. Però nel Galletti, Del Primice-
nistro delle finanze Carlo Gaudin. ro della santa Sede, si legge a p.
Nel i8i5 vi dispiegò tutta l'arte i36, come s. Erasmo vescovo d'u-
militare il general Becani con una na delle chiese del patriarcato di
guarnigione composta in gran par- Antiochia , dopo aver sofferto a-
te di militari reduci del regno i- trocissimitormenti sotto Dioclezia-
lalico ; né ebbe luogo la resa, che no e Massimiano, uscendone mira-
dopo le politiche transazioni , e il colosamente illeso, se ne venne nel-
ristabilimento della dinastia Borbo- la Campagna Felice nell'antica For-
nica sul trono di Napoli. Risiede al mia, ove è ora il molo di Gaeta,
presente nella fortezza di Gaeta un e quivi terminò i santi suoi giorni,
governatore militare, che vi esegui- venerandosi il suo corpo in Gaeta,
sce le funzioni di comandante. Il trasferitovi nel secolo nono, allor-
distretto di Gaeta si divide in no- ché il Papa Gregorio IV, morto
ve cantoni, cioè Carinola, Fondi, neir 8443 trasportò a Gaeta anco-
Gaeta, Pico, Isola di Ponza, Rocca- ra la sede vescovile di Formia.
Guglielmo, Rocca-Monfina, Sessa, e Commanville nelT Hisloire de tous
Traelto. les arché\f. et tvesch. de L'univers,
La i-eligione cristiana probabil- dice che la sede di Gaeta fu eret-
mente fu predicata in Gaeta fino ta l'anno 84o, nel pontificato di
dai primi secoli della Chiesa ; la Gregorio IV, già monaco di Fossa-
vicinanza di Formie e di Mintur- nuova. L'Ughelli nel tom. I, pag.
no, i di cui abitanti si segnalarono 526 e seg. dell' Italia sacra, ci dà
soffrendo il martirio per la difesa la serie de' vescovi di Gaeta, e pel
della fede, non lascia alcun luogo primo registra Camplo o Campo-
a dubitarne. Ambedue le sedi fu- Io, il quale occupava questa sede
rono erette nel quinto secolo , e Tanno 790, nel pontificato di A-
quella di Traetto nel sesto ancor driano I, come corresse l'annotato-
essa unita a Gaeta, la quale rico- re Coleti ; il secondo è Leone ve-
nosceva per metiopolitano l'arci- scovo neh' Minturno e di
840 di
vescovo di Capua ;
poi fu dichia- Formia il terzo è Giovanni pri-
;
GAE GAE 99
ne iiitei'veiiue nel loSg al conci- ta e di Fondi, il Pontefice Pio
lio adunato da Nicolò II, e si tro- VII emanò la lettera apostolica De
vò presente alla consagi'azione che utiliori dominicae, quinto kal. ju-
fece Alessandro II della chiesa di lii 18 18, con la quale soppresse il
Monte Cassino. Riccardo vescovo vescovato di Fondi [F'edi), e l'uni
di Gaeta ivi ricevette nel 1118 il alla sede di Gaeta ; indi nel con-
Papa Gelasio II. Nel vescovato di cistoro de' ?,5 maggio dell' istesso
Egidio del 191, il cardinal Pie-
i anno, fece vescovo di Gaeta mon-
tro del titolo di s. Marcello, lega- signor Francesco Buonomo nato in
to in Costantinopoli, da questa cit- questa città; ed in sua morte Leo-
tà portò il capo di s. Teodoro mar- ne XII_, nel concistoro de' 25 giu-
tire, che fu riposto nella cattedra- gno 1827, dichiarò vescovo di
le. Bartolomeo canonico di essa Gaeta l' attuale monsignor Luigi
perle istanze del capitolo, nel 1276 Parisio di Napoli, traslatandolo dal
fu fatto vescovo da Giovanni XXI. vescovato di Venosa.
Francesco Gattola gaetano, essen- La cattedrale è dedicata a Dio,
do arciprete fu eletto vescovo dal in onore dell'Assunzione di Maria
capitolo, e confermato da Giovan- Vergine in cielo 1' edifizio fu ul-
;
ni XXII in Avignone
i32o. nel timamente riedificato , ed è ricco
Giovanni Gallula gaetano, del i4oo, di marmi , di pitture e di sagre
nel qual tempo l'antipapa Bene- suppellettili. Il capitolo si compo-
detto XIII vi voleva intrudere al- ne di quattro dignità essendo la ,
100 G AE GAE
esl 4ooù cireiter ducalorum illius Punlefice? Merita è vero lo scrit-
sotto Pasquale IT, come nel di lui qualifica uomo prudente, venei'an-
pontificalo continuò nell' uffizio di do ed irrepi'ensibile , e valido so-
bibliotecario di s. Chiesa pur con- stegno de' romani Pontefici. Alla
feritogli da Urbano II. Pasquale II morte di Pasquale II meritò il
gli assegnò per diaconia la chiesa cardinal Giovanni di essergli dato
di s. Maria in Cosmedin, che il a successore col nome di Gelasio
cardinale arricchì di rendite, di sa- II {Vedi).
gri arredi, e di vasi d'argento. Di- GAETANI Gregorio, Cardinale.
fese con gran forza e valore Pa- Gregorio Gaetani da Anagni es- ,
Pisa gli mandò sino a Terracina ma come dice il Fanelli nella cro-
una nave ben corredata , insieme nologia della famiglia Gaetani di
col proprio arcivescovo Villano, il Pisa. Intervenne ai comizi in cui
quale accompagnò il Papa in quel fui-ono eletti Anastasio IV, ed A-
regno. Nel 1 1 SS non avendo egli driano IV.
voluto riconoscere l'antipapa Pa- GAETANI Pietro, Cardinale.
squale III, ch'era sostenuto dall' im- Pietro Gaetani da Pisa, di nobile
peratoi'e Federico I, fu cacciato in famiglia, canonico di Maria s. del
esilio,ed in suo luogo fu colloca- Reno di Bologna, e perciò da al-
te la perdita sul fine del 1174? avea assediato Roma. Dipoi con
che fu l'ultimo di sua vita. 11 suo altri sei cardinali si trovò presen-
nome è registrato tra gli elettori te quando Federico I abiurato |o
di Eugenio III ; e del suo cardi- scisma, riconobbe per legittimo Pa-
nalato, come delle virtù, fa testi- pa Alessandro III ; e pieno di me-
monianza Innocenzo III, nel lib. II riti e di gloria, passò all'altra vi-
delle Decretali^ tit. 26 de prae- ta circa 1188, dopo aver con-
il
I oa GAE GAE
seppe unire alla pietà In dottrina. conferita per diaconia la chiesa di
Essendo canonico della cattedrale s. Eustachio ; indi passò al titolo
Maria in Via Lata, donde passò al cettare. Intervenne alla solenne con-
titolo di s. Prisca, quando Celesti- sacrazione, che in detto anno fece
no III nel 1193 lo dichiarò del- Onorio III, della chiesa de' ss. Vin-
l'ordine de* preti. Urbano III gli cenzo ed Anastasio alle acque Sal-
Lombardia, con
die la legazione di vie morì probabilmente nel i223
:
colò IV alla corte pontificia pel del proprio padre, a' 17 dicembre
disimpegno di vari affari di rilie- i2g5 fu assunto alla dignità car-
vo, rinunziò il vescovato acciò col- dinalizia, colla diaconia di s. Maria
la sua assenza non venisse detri- in Cosmedin. Trasferita da Clemen-
mento a quella chiesa. Divenuto te V la residenza pontifìcia in A-
Pontefice lo zio, questi non tanto vignone ivi con gran costanza e
,
per la parentela, quanto per le sue valore difese dalle impostuie e ca-
lare prerogative, nella sua prima lunnie l'illustre memoria di Boni-
promozione de' 1
7 dicembre lagS facio Vili, alla presenza di Clemen-
per il primo lo creò cardinale prete, te V, di Filippo IV re di Francia,
e per titolo gli die la chiesa di s. e di molti vescovi : di questo grave
Clemente, cui egli restaurò ed ab- argomento trattammo pure all'arti-
bellì con gran spesa, con ornati e colo Francia [Vedi). Dopo avere col
mosaici, onde a suo onore nella suo suffragio favorita l'elezione di
fronte della tribuna furono posti Benedetto XI, Clemente e Gio- V
alcuni analoghi versi. Con lustro e vanni XXII, compì la sua carriera
decoro sostenne varie legazioni; sof- mortale in Avignone nel 1827. Al
frì prigionia ed obbrobri, quando destro lato del portico della basili-
in Anagni fu sacrilegamente vili- ca di s. iMaria in Cosmedin , nel
peso Bonifacio "Vili, da Nogaret ed 1786 con elegante iscrizione rin-
alili ministri di Filippo IV re di novò la sua memoria Onorato Gae-
Francia. Tutlavolta potè prestare tani d'Aragona degli antichi conti
valido aiuto allo zio , ed unito al di Fondi.
cardinal Luca Fieschi , mosse gli GAETANI CECCANO A?wibal-
anagnini contio i traditori, e libe- DO , Cardinale. V. Ceccano A?fNi-
rò il Pontefice dalla triste situazio- BALDO, Cardinale^ e l'articolo Fra-
ne, che faceva temere di sua vita. scati., ove si parla del famoso ca-
Ritornato il Papa in Roma col car- stello della Molara, signoria degli
dinale, morì agli 11 ottobre i3o3, Aunibaldi.
e nell'anno seguente lo seguì nella GAETANI Antonio, Cardinal»-
,
1 o4 G AE GAE
Antonio Gaelaui il seniore, della no- Nicolò o Gjla Gaetani romano, dei
bilissima ed antichissima famiglia duchi di Sermoncta, nipote cugino
de' conti di Fondi, nacque in Ro- di Paolo III, questi nell'età di do-
ma, ove sino dall'adolescenza si de- dici anni lo creò cardinale diacono,
rio XII gli conferì amplissima giu- per quietare i tumulti della guerra
risdizione sui penitenzieri minori di da' (juali era agitala la Toscana, a
Roma, con facoltà di correggerli e motivo del principato di Siena. Fu
riformarli. Ma
quando GregoiioXlI fatto protettore del regno di Sco-
si vide abbandonato da lui, per re- ria, in tempo che la regina Maria
carsi al concilio di Pisa, con bolla Sluaida, veniva dalla regina Eli-
data nel i4o9 '" llimini lo depose sabetta ritenuta iniquamente in car-
dal cardinalato , ciò che il concilio cere; quindi non mancò di acco-
non valutò punto. Fra le belle do- gliere e sovvenire i vescovi cattoli-
ti che rifulsero nel nostro cardina- ci dell'Inghilterra, Irlanda ed Iseo-
le, si distinse la singoiar divozione zia, costretti a fuggire la fiera per-
verso Beata Vergine
la in onore , secuzione di Elisabetta e degli altri
della quale fabbricò a proprie spe- eretici , ed i cattolici esuli per l' i-
sua morte, al destro lato dell'aitar dei giovani fuggitivi, onde proseguis-
maggiore, con breve iscrizione. In- sero i loro studi. In Cisleina [Fedi),
tervenne e contribuì all'elezione di feudo di sua casa, fondò un con-
quattro Papi, e terminò di vivere vento ai francescani, e dopo essere
agli li di gennaio. intervenuto a sei conclavi, perchè
GAETANI Nicolò, Cardinale non fu in quello di Sisto V, morì
GAE GAE 10^
lu Roma nel i585, con quaranla- lalere in Francia per tutelare la
Enrico Gaetani nobile romano, dei va, era troppa angusta, a sue spe-
duchi di Sermoneta, nel qual feudo se ne fece fabbricare altra pili am-
nacque a' 6 agosto i55o, nipote pia e magnifica. Nell'assedio di Pa-
del cardinale Nicolò , diede opera rigi diede quanto aveva in sollievo
allo studio delle leggi nell' univer- de' poveri, e quando terminò il de-
sità dove ne fu laurea-
di Perugia, naro vendere i suoi argenti e
fece
to. Provveduto quindi da Grego- suppellettili. Tornato a Roma fu ai
rio XIII d'una pingue abbazia, nel- conclavi di Gregorio XIV , non
l'età di ventun anni entrò in pre- giungendo a tempo per quello di
latura, e fu fatto referendario del- Urbano VII, non che d'Innocen-
le due segnature , ed incaricato di zo IX e di Clemente Vili. Questi
provvedere alle necessità de' poveri, nel 1596 lo inviò legato in Polo-
ridotti dal Pontefice ne' recinti del- nia, per conchiudere la lega contro
gegno, assai portato alla satira, cui tolò. Intervenne al conclave per
più volte fece segno lo stesso car- l'elezione di Urbano VIII; fu uomo
dinal Pietro Aldobrandini, di soai- dotto e grave, tranne certa morda-
nia autorità nel pontificato dello dacità in lui naturale, massime nel-
zio Clemente Vili, per cui nacque lo scrivere; e fu uno de' più ze-
tra essi non poco risentimento. E lanti promotori dell'accademia de-
.siccome il cardinal Aldobrandini, gli umoristi fondata in Roma.
dotato di magnanitne doti, era do- GAETANI Luigi, Cardinale. Lui-
minato dall' orgoglio, per abbassar gi Gaetani nobile romano, de' du-
questo, Paolo V, dicesi che elevas- chi di Sermoneta, nipote dei due
se al cardinalato, e conferisse la le- cardinali Bonifacio e Antonio, sot-
gazione di Romagna al Gaetani, to il primo fece i suoi studi in R^a-
con la residenza in Ravenna, che venna , che poi compì in Roma,
GAE (i AE 107
dove nell'età di vent' otto anni ot- nobiltà di casato e per esiniia pie-
tenne la laurea di giurisprudenza. tà. Il cognome di sua fàr)iig!ia
1 io' (j a L GAL
CrAKTANO Vio Tommvso o ,
ia .si formarono diversi stati. Cre-
Cardinale. V. Vio Tommaso^ Car- so assoggettò la Paflagonia che
diti file. poscia divenne una provincia del-
GAGUARITA o CAUVARITA. l' impero dei persiani, e dopo la
si sostenevano la massima dell' in- ove parla vasi pur anco lo stesso
»:orrnttibilità della carne di Gesù linguaggio che a Trevcri al tempo
Cristo, già seminata in Ak"^'<andria di s. Girolamo. Tito Livio assicura
da Giuliano d' Alicarnasso; e pre- che questi gaulesi stabilirono cosi
tendevano che mercè l' unione del- bene ed in poco tenqio i\ loro do-
le due nature, Gesù Cristo fosse minio, che tutti popoli dell'Asia, i
Leonzio, De seclis, act. io, descri- colo la Gala/ia era divisa in tre
ri. Sebbene le sue rendite non fos- le nella chiesa del suo collegio
sero considerabili , ne dispose con ili Roma ne collocò altra col suo
tale economia, che spendendo pel busto di marmo, come notammo
solo necessario, di frequente fu in al volume XIV, p. 220 del Dizio-
grado di contribuire generose li- nano. La vita di questo pio car-
1
iwb'&nrvCT/ufc. reo.
ri4 GAL GAL
del regno, e la tutela del pupillo poi cardinale. In seguilo si poi lo
Federico figlio dell' imperatore En- in Roma , ed entrò nella nobile
rico VI e di Costanza, la quale in accademia ecclesiastica , ove conti-
morie Io pose sotto la protezione nuò i suoi studi. Nel 1794 il con-
del Papa. Alcuni lo dicono morto cittadino Pio VI lo fece suo came-
sotto Innocenzo III, altri sotto O- riere segreto partecipante e cano-
norio III, glorioso per le sue le- nico di s. Pietro, posto e benefìcio
gazioni. allora vacati per promozione di
GALLA (s.). Figlia del romano monsignor della Genga alla nun-
patrizio Simmaco il giuniore, fatto ziatura di Colonia, poi Leone Xli.
ingiustamente morire da Teodori- Nel 1798, allorché Pio VI fu dai
co. Maritatasi assai giovane, e pre- repubblicani francesi detronizzalo e
sto rimasta vedova, sprezzò le ric- trasportato altrove prigioniero, il
chezze e gli onori, per consagrarsi Galleffi, come non romano venne
al ritiro e alle pratiche di carità. obbligato da Roin.n
a e partire ,
\^<
1 ,,
G A L GAL 1 >
esigenze, e per essere saldi e fer- 1837 morì in Roma d'anni 67. I
mi ne' propri doveri, furono nella funerali furono celebrali nella chie-
maggior parte dispersi in diversi sa della ss. Trinità de' pellegrini
luoghi, con espressa proibizione di cantando messa di requie il car-
la
ne [Pedi], Si gloria Gallese di es- fine del nono secolo Gallese eb-
sere stata una delle prime città vi- be due concittadini cardinali, che
cine a Roma che abbracciarono la ascesero la cattedra apostolica. Il
1 1 GAL GAL
cala con allia poco distante. Quaa- rendite capaci di somministrare con-
clo Paolo IV nel i55^ spogliò i ni- veniente mensa al vescovo, Grego-
poti delle cariche che avevano, ed 1 io XIII, verso l'anno iSyG, tornò
esiliò il cardinal Caraffa, al fratel- ad unirla a Civita-Castellana, Pe-
lo di questi Giovanni, duca di Palia- rò a' nostri tempi il Papa Pio VII
no e già generale delle milizie ponti- concesse l'indulto del titolo di cat-
ficie e prefetto delle galere, assegnò tedrale a Gallese, e decorazione al
Gallese per luogo di sua dimora ,
suo capitolo , mediante la bolla
giacché poco prima l'aveva acqui- Romanorum emanataPontificum ,
GAL G AL II 9
rumano del 964; Giuvauui che se- continuata dalle annuali yolizie di
condo l'Arduino si sottoscrisse al Roma. Era vescovo di Civita - Ca-
concilio di Roma del 969; sotto stellana Orte monsignor Loren-
e
Silvestro II il vescovo di Gallese zo de Dominicis di Foligno, quan-
intervenne alla translazione de' ss. do il memorato Pio MI eresse Gal
corpi e preziose reliquie de' marti- lese in concatledrale.
Concila dice che nel i285 sotto se spoglie del suo protettore s. Fa-
Onorio IV si trova Munalclus epi- miano monaco cistcrciense, le qua-
scopiis gallesiiius. Bisogna dire die li da sette e più secoli si venera-
il decreto deli' unione non avesse no incorrotte nella sua antica e va-
subito elFetto , o che la chiesa di sta chiesa, racchiuse entro elegan-
Gallese (juantunque realmente uni- te e magnifica urna di marmo
la a quella di Civita-Castellana pro- costrutta a spese della piissima du-
seguisse a godere della sua dignità chessa Angelica Medici d'Alteraps.
al tempo del vescovo Munaldo. Con- Fino dall' epoca del glorioso suo
tinuò l'unione del vescovato di transito j che avvenne li 8 agosto
Gallese a Civita-Castellana, sino al ii5o furono tali e tanti i porten-
1 562, in cui fu ristabilito a Gallese, e ti che Dio operò a sua interces-
,
jxjvere, e tutto questo ricavò dalla nosi segni di pietà, massime quan-
vita (iiigale che menava ; e potè do rovinata la città nel 1672 dal
pure lasciare ai parenti considtra- terremoto, sovvenne generosamen-
liile eredità, col peso di distribuire te il diletto suo popolo, e colle .
e nel iGSg vescovo di Rimini. In- tuita da Benedetto XIV, nella qua-
caricato poscia della nunziatura di le die illustri saggi del perspicace
Napoli, siccome per quanto si di- suo talento e discernimento, nelle
ce non godeva il favore del car- molte ed eccellenti dissertazioni che
i
spirito di partito. Generoso co' po- nei ; ed all' ovest coli' Oceano oc-
veri e co' sagri templi, v'impiegò cidentale. Erano i suoi fìunn prin-
la maggior parte delle sue rendite, cipali la Mosa, la Senna (Sequana),
massime in quello di s. Pietro in la Loira (Liger), il Rodano (RIio-
Vincoli, al cui titolo era passato: danus), Garonna (Garumna), e
la
dalla ("«allia Lionese, dalla sua sor- gerii, i consoraui, i convenii, i da-
gente ,>-ino air imboccatura. In tal lli, gli elusatei, i tarbelli ed i vas-
modo comprendeva tutta quella sati. Alcuni aggiunsero a questi i
gli ubii, i batavi, i tungui, sotto dunensis quarta, porzione della Lio-
i quali si comprendevano gli adua- nese, aveva per capitale Agendicum
tici, gli eburoni, i morini, gli atre- o Sens, occupando l' arcivescovato
batei, gli ambiani, i bellovaci, i sil- di questo nonie_, coi suffraganei di
vanecti, gli suessioni, i veromon- Chartes, Auxerre, Troyes, Oileans,
dui, i remii, i nervii, ai quali si Paiigi, e Meaux. Erano i suoi po-
possono aggiungere i catalauni, ed poli i parisii, i meldi, i carnuti, gli
i toxandri, che occupavano l' isola aureliaui, i sennoni, i tricassi, e i
ed alla Gallia Aquitanica che sta- loro sulfraganei. Era la dimora dei
va a ponente. Aveva la Lionese volsci-arecomici , tectosagi , e tolo-
al nord, ed il Mediterraneo al mez- sati. La
Gallia Viennensis terza.
zodì, e comprendeva la Linguado- o Narhonensis seconda, era la por-
ca, la contea di Foix, il Gavau- zione della Gallia che comprende-
dan, il Velay, il Vivarese, la Pro- va le diocesi dell'arcivescovo d'Aix,
venza, il Delfinato e la Savoia. e de' suoi sulfraganei, avente Aix
Fu divisa in tre parti, che furo- per capitale. Erano suoi popoli i
altri paesi che portarono il nome La Gallia Togata era una parte
di Gallia. della Cisalpina, e fu così chiamala
La Gallia Circumpadana, por- perchè i suoi abitanti portavano
zione della Cisalpina, prese un tal delle lunghe vesti all'uso romano.
rome dalla sua situazione attorno Si estendeva da Piacenza sino ad
al fìimie Po. La Gallia Cisalpina Ancona, avendo il Po al nord e
o Citeriore, era la parte d'Italia e r Apennino al sud. La Gallia
occupata dai galli. Confinava al Transalpina od Ulteriore era la
noi'd e a ponente colle Alpi, al vera Gallia, e fu chiamata Trans-
sud col Mediterraneo, a levante col- alpina perchè,
romani doveva- i
lia che la fece chiamare Galazia, in progresso si creò degli dei che
essendosi i galli prestati ai bisogni fecero oggetto del loro culto. Co-
dei re di Bitinia, che li aveva in- stumavano di praticare i riti del-
vitati a soccorrerli, essendosi poscia la loro religione ai piedi di una
stabiliti ne' suoi stati. Qui non si quercia, come dedicata all'ente su-
inlciule pailare di quella parte di premo, e che per ciò era sacra. (
Italia che gli antichi, come si disse, loro filosofi e sacerdoti erano i
rono pure i veneti sulle rive del gol- maggiore estensione del paese che
fo Adriatico, e gli ombranicii, om- portò poscia il nome d'Etruria, ed
bri od umbri al sud del Po. Gli al quale furono confinati in pro-
aborigeni s' impadronirono poscia gresso. Nella sanguinosa battaglia
del cantone di Kieù, Jger Reatinus, che si diedero i galli ed i tirre-
tolto agli ombri, e si stabilirono ni fra il Tesino e 1'
Adda, i galli
verso le campagne bagnate dal Te- furono vincitori, ed uno dei capi
bro. I siculi si erano pur essi sta- dei tirreni ritirossi nella parte del-
biliti in mezzo alle terre, ove Ro- le Alpi verso il lago di Bergamo.
molo fondò Pioma, ed i volsci eb- Belloveso lo seguì, lo sforzò di an-
bero in divisione quelle alla destra dare più oltre, e si stabili nel pae-
del Liris, essendosi in tal modo se che prese poscia il nome di
sparsi e stabiliti in Italia questi Rezia. Il capo gaulese stabili una
diversi popoli della Gallia. Quan- colonia per la difesa di questo pas-
tunque essa fosse fertilissima, parti- saggio locchè diede origine alla
,
biliti vicino alle Alpi, e vantò lo- Nel 3o2 galli slahiliti nella Ma-
i
ro la fertilità del suo paese di gna Grecia fecero alleanza coi san-
Chiusi, onde capitanali da Brenno niti, e marciarono altresì contro 1
mi. Q. Fabio, uno degli ambascia- forte della guerra Irasportossi allo-
tori , nella pugna uccise un gallo ra neir Umbiia. L'ostinata resisten-
che dispiacrpie lan
qualificato, ciò za de' romani, e l'eroico sagri tìzio
to a Brenno, che pieno di furore del console Decio , a favore della
marciò su Roma. Vinto l'esercito patria, esaltando il coraggio dei sol-
romano ove il fiume Allia si get- dati di Roma, cagionarono la per-
ta nel Tevere, i galli si avanzalo- dita dei galli, che furono in segui-
uo nella città ed assediarono U to a poco a poro sottomessi Nel-
8
te della Gallia , che si estendeva fecero nel seguente anno una ter-
Rodano,
dalle Alpi alle sorgenti del ribile vendetta di quel sacrilegio. In-
sino a questo fiume, Medi- ed al di C. Manlio console, e Cepione
terraneo, mentre Domizio Enobar- proconsole in un solo combattimen-
bo fugò gli allobrogi e gli arverni to al dire di Orosio , perderono
,
già alleati dei romani. Fabio Mas- ottantamila uomini, oltre sessanta-
simo colla celebre vittoria contro mila saccardi o fanti che seguiva-
Bituito , re degli arverni , mise in no r esercito.
completa rotta un'armata di cento- Il valoroso Caio Mario, console
ventimila combattenti ; indi fu quel per la quarta volta, nel 102 avan-
principe obbligato portarsi in Ro- tiGesù Cristo, rivendicò l'onore
ma per implorare la clemenza del romano ad Aix, ove sbaragliò in-
senato, il quale gli assegnò la cit- teramente teutoni e gli ambruui, i
tà d'Alba per luogo di sua prigio- uccidendo loro sul campo di bat-
nia.Tale fu il principio delle scia- taglia duecentomila uominij e fa-
gure dei galli, che non cessarono cendo ottantamila prigionieri. Di
poscia di essere oppressi , sinché sì strepitosa vittoria ci resta anco-
Giulio Cesare sottomise tutto il lo- ra un magnifico monumento vici-
ro paese. Dopo la guerra degli al- no alla città di Oranges, in un ar-
lobrogi e degli arverni essendo sta- co trionfale. Il medesimo Caio Ma-
ta la Gallia Narbonese ridotta in rio, essendosi unito al proconsole
provincia romana nell' anno , i 1 Catulo , attaccò i cimbri nel se-
fu mandata da R.oma una colonia guente anno, i quali si erano aper-
a Narbona, I cimbri ed i teutoni to un passaggio per l' Illiria occi-
vedendosi cacciati dalle Gallie e dentale, li pose in piena fuga, ne
dalla Spagna, cercarono di stabi- uccise cento cinquantamila, oltre ses-
lirsi in Italia colla forza delle ar- santamila prigionieri. La conquista
mi ; ma non avendo voluto il se- del restante delle Gallie eia riser-
nato romano accordar loro alcuna bata alla perizia militare ed al va-
terra , attaccarono essi il console lore di Giulio Cesare, nell'anno 55
Silano nel 09, e ne sbaragliarono
1 della medesima era avanti Gesù
interamente l'esercito. Scauro, altro Cristo , mentre nell' anno prece-
console, essendo andato nelle Gallie dente i galli sparsi nelle Alpi e-
nel seguente anno, fu vinto dai cim- rano pure slati soggiogati dai ro-
bri.Quindi il console Lucio Cassio, mani Dalla conquista di Giulio
.
avendo mal disposto la sua arma- Cesare galli non ebbero più esi-
i
i39. GAL G AL
stenza di nazione , dappoiché fe- lo che divideva coi druidi le fun-
ce egli delle Gallie una provincia zioni senatorie, riguardavasi come
romana e domolla in maniera che
,
il corpo de' magnati della nazione,
non ebbe più campo a ribellarsi. ed esercitava i diritti del comando
La governò per nov'anni, ne' qua- militare. 1 loro clienti e servi li
fi per l'Italia, che tutti que' popo- che quasi sempre la forza dei loro
li si ribellarono. Ad onta del ri- conquistatori seppe rendere inutili.
gore del verno, Giulio Cesare ri- Divisa prima la Gallia in quattro
passò le Alpi, attaccò all'impensa- Provincie, successivamente ebb(;ro
ta i rivoltosi , s' impadronì delle luogo altre divisioni secondo la vo-
loro più importanti fortezze, come lontà degl* in)peratori romani, on-
Bourges. A lise, Gergoie; fece pri- de meglio regolarle : in seguito
gioniero Vercingentorige, ed obbli- le Provincie si suddivisero in quat-
gò tutta la Gallia a riconoscere il tordici ,
poi in sedici , indi in die-
non mancava che il beneficio del- strati. Il prefetto del pretorio dei
la civilizzazione per divenir gran- galli, la cui amministrazione si e-
de. L'oidine de' cavalieri era quel- stendeva pure nella Spagna e nel-
GAL GAL i33
la Gran-Brelagna, fece per lungo esteso, chechiamava pagos , e
si
quello dei senatori, le cui famiglie delle prime cariche dell' impero. Le
godevano il primo grado, ed aspi- sorgenti da cui provenivano le ren-
ravano alle maggiori dignità. Dopo dite consistevano in fondi di terra,
i senatori venivano curiali, curia- i in sussidia che si ritraevano in for-
les. Il popolo era diviso per curie ma d'imposte, in gabelle, diiitti
che si componevano di tutti quel- doganali e di confische, ed in doni
li i avevano uno stato de-
quali gratuiti.Tacito ne' suoi annali as-
cente, ed una origine onorevole. 1 serisce che i celti fossero civilizza-
possessori, possessores, venivano do- ti da Mercurio e ricevessero da,
volta il nome
dappoiché di galli, vano di essere oppressi dai roma-
Giulio Cesare dice chiaramente che ni abbastanza forti per conteneri'
nelle loro lingue Celli si appella- dei popoli sottomessi, ai quali lui
nelle chiese delle Gallie prima del zione nelle Gallie, non risparmia-
regno di Carlo Magno e di Pipino rono né chiese né clero, e per c<il-
tefici, que' due principi stabilirono Ario diventarono nemici della fede
nei loro stali l'offizio, il rito e il cattolica , e la perseguitarono più
canto gregoriano o romano usato crudelmente che non fecero quan-
in Roma, e già in essi inlrodolti, do erano pagani anzi l'avrebbero :
una liturgia propria, che aveva es- licana, non fossero stati fedelmenk-
sa ricevuta dalle mani de' suoi pri- attaccati al vero Dio. I re di que-
nt'l zelo e nelle virtù de' suoi ve- cuni altresì distinte col nome di
scovi e del suo clero , non che libertà della Chiesa gallicana, ne
nella saj^gez/a de' suoi sovrani ; fu abbiamo trattato all' articolo Fran-
qmndi n)eritainenle dato loro dai rn. Olii riporteremo le parole del
romani Pontefici il glorioso titolo p d. Clemente Biagi camaldolese,
di Cristianissimi, chiamandoli pure commentatore del medesimo Ber-
figli primogeniti della Chiesa , ed gier, aggiunte al § VI dell'articolo
al regno di Francia il medesimo Chiesa. « Della Chiesa gallicana fa
na, riportato pure nel tomo V alla ' della Chiesa gallicana , non è
stessa voce supplimento della
del '^ un'assoluta indipendenza di quc-
Biblioteca sacra, opera dottissima •' sta Chiesa verso la santa S»cAc ,
che da ultimo fu tradotta dal fran- ossia nella fede, ossia nella di-
cese, e stampata lu Milano. All'a- ' sciplina, come hanno tentato di
postrofe poi con che terminasi l'ar- • persuadere certi increduli (ed in
ticolo " che se in oggi in Francia '< qualche maniera anche i moderni
•> alcuni prelati sostengono e prò- " novatori). Anzi non vi fu alcuna
• Tessano ancora le quattro propo- » Chiesa più zelante in ogni tempo,
•' sizioni del 1682, noi confidiamo ••
che quella di Francia, per coii-
" che riconoscendo essi alla perfi- •
servar l' unità della fede e di dot-
» ne l'autorità della
Chiesa e del •'
trina colla Sede apostolica; nes-
" suo capo, ad esempio dei vescovi •
suna sostenne con più forza l'au-
« loro predecessori le abiureranno •
tovilà e la giurisdizione del som-
» sinceramente e per sempre » con mo Pontefice su tutte
le Chiese
religiosa inesprimibile consolazione, •
del mondo
però sempre ha ere-
:
aggiungerò le belle parole che unii " duto, come ancora lo crede, che
lustre ecclesiastico fiancese, uno dei •
questa autorità non sia ne dispo-
vicari di Parigi, da questa celebra- •
tica, ne assoluta, che sia sempre
tissima metropoli, graziosamente e •; regolata (scrive l'autore) e li-
dei cattolici dubitò, che non debba stenza. Termina il p. Biagi il suo
essere sempre la stessa ; perchè non dire con questi gravi riflessi, dopo
dipende essa dai tempi, dai luoghi, aver invitato a sciogliersi dai vin-
da qualsisia altra circostanza. Dice coli delie libertà gallicane, chi ne
si legge nel Breviario di storia ec- M perdere la vita che con esso go-
clesiostia del p. Berti, e le tre ot- " deva. Codeste libertà, appellate
time dissertazioni dell' eruditissimo " della Chiesa gallirana, diminui-
e dottissimo ab. Zaccaria, la prima M scono la necessaria comunione
sulla mutabilità della disciplina, la » alla madre e maestra di tutte le
seconda suW autorità di mutarla e M Chiese, la Romana, ed impongono
prescriverla ,
1' ultima sulla forza »> il grave pericolo di scisma e di
obbligatoria di codesta autorità. Che >> ribellione. La libertà cristiana è
chi non sa esservi luogo alla mu- >> r ubbidienza al capo visibile della
tazione del genere di disciplina, non » Chiesa ; la propria particolare li-
siglio del Pontefice s. Celestino I, che consisteva nel non potersi fare
s. Germano di Auxerres e s. Lu- , alcun atto di ostilità, dalla sera
po Troyes perchè passassero in
di del mercoledì di ciascuna settima-
Inghilterra a combattere pela- i na, sino alla mattina del seguente
giani. Chiamansi Concilii delle Gal- lunedì, sotto pena di bando o dì
lie quelli che furono tenuti in que- ammenda. Labbé tom. IX, Ardui-
ste regioni, senza potersene deter- no tom. VI.
minare il luogo tuttavolta il p. ; Il citato p. Mansi nel tom. I,
Mansi dice che il detto concilio si col. 1219 e I230, fa menzione d'un
tenne a Troyes nella Sciampagna j concilio tenuto in alcune città del-
sì nelle Annotazioni al P^g/, all'an- le Gallie, forse a Poitiers ed a To-
no 4^9> che nel tomo 1 del suo losa nel 355 , nel quale s. Ilario
Supplemento ai concilii a p. 3 1 i insieme ad altri vescovi si separa-
Piegia tom. IV, Labbé tom. II ,
rono dalla comunione degli eresia r-
ed Arduino tom. I. cbi Saturnino d'Arles, Ursacio e
Il secondo fu celebrato l'anno Valente.
4'>i, chiamato Gallicanuin <\i\\ Di- Il medesimo p. Mansi nel tom.
zionario de' concilii, ed Arelaten- I, col. 327 e 39.8 cita un altro
se dal Tillemont, per l' incei-tezza concilio celebralo nel ^5ì nelle
del luogo in cui adunò. Qua-
si Gallie, cui presiedette l'arcivescovo
rantaquattro vescovi approvarono d'Arles Piavennio, e nel quale la
!a famosa lettera di s. Leone I il lettera del Papa s. Leone I a
Grande, a s. Flaviano di Costanti- s. Flaviano fu approvata, e col-
nopoli all'oggetto di mandarla per mata di lodi. Quindi opina che il
mezzo de' suoi legati al concilio di concilio avesse luogo nell' arcidio-
Costantinopoli, e contro Nestorio cesi di Ajles.
Eutiche e i loro falsi dommi, e gli Inoltre il p. Mansi nel tom. I,
.scrissero perciò con grandi encomi, col. 4^^3 f^ memoria d'un con-
degni di sì gran Papa. cilio o adunanza convocata nel-
Il terzo siconvocò nel 679 con- le Gallie, e fórse in Parigi nell'an-
tro i monoteliti, nel pontificato di no 649, nella quale per confor-
s.Agatone. Regia tom. XVI Lab- , marsi ai desideri del Papa s. Mar-
lio tenuto verso l'anno 658, nel nel 1099 da Ugo arcivescovo di
pontificato di s. Vitaliano, lelati- Lione e legalo apostolico delle Gal
vanienle ad una legazione manda- lie: in questo concilio Rabode ve-
ta dal Papa al re di Francia, pei' scovo di Noyon persistette nel vo-
impegnarlo a far restituire a Mon- lersi purgare con giuramento dal
te Cassino le reliquie di s. Bene- delitto di simonia di cui era stato
detto e di s. Scolastica le quali, , accusato ; lo sfortunato prelato mo-
secondo la credenza d'allora, erano ri poco dopo, secondo la predizio-
state trasportate nel monistero di ne di Ugo, pel sacrilego giura-
Fleury. 11 p. Mansi dubita che que- mento.
sto concilio sia stato piuttosto un'as- L'antico autore della cronaca di
semblea di soli grandi della corte. Rouen, come narra il p. Mansi t
tom. 1, col. 789 e 740, si appren- to l'anno i3io tre concilii provin-
de la celebrazione d' un concilio ciali tenuti nelle Gallie contro 1
nelle Gallie l'anno 796, in cui ven- templari, cioè in Parigi dalT arci-
ne deposto il vescovo di Mans Giu- vescovo di Sens, in Aubenat dal-
seppe, per le crudeltà da lui eser- l'arcivescovo di Reims, ed a Pon-
citate nella sua diocesi, e che pro- loise dall'arcivescovo di Rouen.
babilmente si tenne in Tours. GALLICANA Chiesa. Chiamasi
Lo stesso scrittore nel tom. I, Chiesa gallicana quella delle Gal-
col. 897 e 898, parla d'un conci- lie {^Vedi), in oggi la Chiesa di
lio tenuto nelle Gallie nell'anno Francia ( Fedi).
839 o 840, nel quale il monistero GALLICANO, GalUcanuni. Go-
di s. Otmaro fu soggettato alla giu- verno baronale del principe Rospi-
risdizione dell'abbate di s. Berlino, gliosi Pallavicino, distretto di Ti-
e crede che il concilio si tenesse a voli, Comarca di Roma, nella dio-
Boulogne. cesi di Palestrina. Terra posta so-
11 p. Mansi tom. 1, col. io8i e pra un colle dirupato di tufa li-
secolo, in cui fu sostenuta la cau- sito di una città antica, con caver-
sa del Papa Formoso, ed appro- ne Sepolcrali simili per lo stile e
vate le ordinazioni da lui fatte. Per forma a quelle de' dintorni di Lu-
l'amicizia di Fulcone arcivescovo gnanoe Valmontone, il perchè vuoi-
di Reitns col definito Pontefice, si che sorgesse Pedani, città
ivi
na. Il Piazza nella Gerarchia car- cui questi ebbe l'onore del trion-
si
GAL GAL 1 4J
Scjiiillacej coli' iiidiillo della i ileii- nelle annuali Roma. Notizie di
zione dell'cibbazia di CleDiente VII. 11 regnante Papa Gregorio XVI,
Quesli per rinunzia del preceden- pei morte del vescovo monsignor
te, nel I '»'2g nominò vescovo di Francesco Antonio Visocchi, nel
Gallipoli Federico Peliucci patri- concistoro de' 19 dicembre ììi3.\
zio sanese, suo intimo cubicidario. flichiarò vescovo di Gallipoli l'o-
Nel i536 Paolo III gli die a suc- dierno monsignoi- Giuseppe Maria
cessore Palegnus Cibo genovese, di Giove vescovo di Dova, dell' ordi-
natura calda e litigiosa, onde per ne de' minori osservanti, nato in
questo ed altri motivi il Papa lo Santerano diocesi di Bari.
rilegò in Castel s. Angelo. Nel i5'j5 La cattedrale è dedicata in ono-
Gregorio XIII fece vescovo Gio. re di Dio, e di s. Agata vergine
Francesco; e nell'anno seguente Al- e martire, ampio ed ottimo edi-
fonso Errerà spagnuolo, pio e ze- lizio d' antica architettura , ove si
tlimoia pure un agà, che rappre- distinse pel suo fervore nel morti-
senta il capudan pascià grande am- ficarsi, e per l'esattezza nell'adem-
luiiaglio della flotta ottomana, il piere tutti gli esercizi della comu-
quale ritrae da Gallipoli, dai capi- nità. La sua pietà e la dolcezza
tani e dalle isole dell'Arcipelago della sua voce nel canto dei sal-
rendite considerabili. La città non mi rapiva tutti coloro che lo ve-
è difesa che da un vecchio castel- devano ed udivano, perciò il ve-
lo fortificato, posto sopra un'altu- scovo Quinziano lo volle presso
s.
vano alcune celle, le quali diedero erano ampie sale decorate da pit-
origine al monistero benedettino di- ture de' più nobili pennelli, ed un
venuto poscia assai celebre, e cono- solo monistero poteva contenere
sciuto sotto il suo nome. I trionfi da cinquecento monaci. Questa città
VOI., xxviii, IO
i46 GAL GAL
Appenzell e ili Turgovia. Fin dal r abbazia ed alla città : in cjuestu
secolo Xin il commercio delle tele nionistero fu sepolto d'anni 95 quan-
in questa città era di grand' impor- do morì nel 646. Il monislero di
tanza,avendo molto influito al suo s. Gallo in piincipio seguì la re-
ingrandimento la emigrazione da gola di s. Colombano, altro irlan-
Costantinopoli di vari negozianti e dese di cui s. Gallo fu uno dei
fabbricatori, che si stabilirono a s. primari discepoli, e poscia nel se-
Gallo per le vicende di religione colo ottavo abbracciò quella di s.
abbia molto influito il vicino lago monaci dalla rigidezza del vivere,
di Costanza, che somministra nelle e conosciutasi la loro perizia anche
spedizioni un comodo perenne. Vi nel governare, e dai popoli e da-
si professa oltre il cullo cattolico, gli imperatori furono investiti del
anche quello riformato introdotto- governo di castelli e città , oltre
vi fatalmente nel ì5io. Nei din- gl'innumerevoli doni in oro e po-
torni si vedono delle belle passeg- deri; ed il loro tesoro giunse a
giate, e si trova una sorgente di superare la somma di trentamila
acqua minerale. ultimo la po- Da scudi.
polazione del cantone di s. Gallo Quesl' abbazia è distante due
superava i cenloquarantamila es- , leghe dal lago, e sette dalla cit-
sendone più di ottantamila catto- tà di Costanza, e divenne il prin-
lici. cipal monislero della congrega-
La città di s. Gallo, Faniini zione elvetico-benedettina nel paese
sancii Galli, si formò successiva- degli svizzeri, che fu formala nell'an-
mente colle isolate abitazioni, che no iGo-z, o meglio confermata da
si erano erette intorno alla celebre Clemente Vili, e da lui decorala
abbazia dell'ordine di s. Benedetto, di vari privilegi, e si compose di
fondata verso l' anno 600 , e che nove abbazie di monaci di tre ,
mila uomini: l'abbate nel 12 i5 as- più grandi sforzi per mantenere in
sunse il titolo di principe, altri di- quei paesi la religione cattolica;
cono nel 1226. L'abbazia fu esenta- e se non potè arrestare il corso
ta dalla giurisdizione del vesco- ad un torrente di mali, potè al-
lier Tu il primo cavaliere dell' or- tici e il p. Heliot, Storia degli or-
dine del Gallo, che il delllno di- dini monastici, tom. Vili, p. 44'*i
stinse con questo nome, perchè i escludono gli ordini del Gallo del
signori di Polier avevano per loro Giustiniani, e quello del Cane, co-
slemma gentilizio un gallo nero in me sospetti di loro esistenza , sic-
GAL GAL 1 5
tefice, e levò al sagio Ionie il fi- delia sagra congregazione concisto-
glio di dello duca, a cui fu im- riale, cui è unita la carica di se-
posto il nome di Uladislao. Pei gretario del sagro collegio. Con
buoni uffici d'ivonc, il cardinale fu molta lode ne disimpegno le gelo-
Iraslèrito al vescovato di l'arigi ,
se incumbenze , ed appena eletto
dove col carattere di legato ponti- nel 17G9 Clemente XIV lo pro-
ficio intervenne alla cunsagrazione mosse al grave uffizio di segreta-
del re Lodovico VI. Morì santa- rio della congregazione de' riti, che
mente nel iii45 e dipoi nel iSyS eziandio esercitò con diligenza e
furono stampati in Parigi i suoi pari integrità. Indi il successore Pio
statuti sinodali, che il pio cardi- VI lo promosse alla rilevante ca-
nale emanò in tempo del suo epi- rica di segretario della congrega-
scopato. zione di consulta, e meritò che il
Roma del medesimo anno 1801. telly tratta fr.Antonio Felice IMat-
GALLUZZI o GALLOCIA Pie- tei nella sua Sardinia sacra a pag.
TRO, Cardinale. Pietio Galluzzi o 280 e seg., riportando la serie dei
Gallocia i-omano , da suddiacono suoi vescovi, che è la seguente.
fu fatto governatore della provin- Bernardo fu il primo vescovo,
cia di Campagna, ed avendola go- che ne occupò la sede nel 11 38.
vernata senno e prudenza ,
con Il secondo fu Giovanni I del i 173.
10 creò cardinale, e vescovo di Por- conosce il nome, che per certa som-
to. Consagrò nel 1204 nella chie- ma fu accusato all' arcivescovo di
sa di s. Pancrazio Pietro II re di Pisa da Spontino chierico pisano ,
triste. Nori o Nuoro è una città Francesco , con lode governò cin-
posta nel centro della gran catena que anni; nel i433 Sebastiano Ab-
dei monti orientali, capoluogo di bati spagnuolo di Valenza, dell'or-
provincia. Galtelly vuoisi che fosse dine de' predicatori ,
professore di
fondata da Galate figlio d'Ercole. teologia ; in sua morte gli successe
11 sommo Ponlelicc Innocenzo II nel i45i Lorenzo Pugiol, de' frati
,
Ilio Ialino. INel ritorno in Italia v.d altri nella chiesa di s. Adriano.
Olio» io ili yli ordinò di recarsi a Dopo tanle fatiche sostenute in van-
Verona, dove avea determinato di taggio della Sede apostolica, matu-
portarvisi col re di Gerusalemme, jo e grave di età si liposò in pace
ed altri principi cristiani, per trat- nel monistero di Rlunte Cassino
tare ellìcacemente dell'aiuto e sus- l'anno 1240, ed ivi ebbe onorevo-
sidio di Terrasanta ; ma Federico 11 le sepoltura con insigne epitaffio.
avendo mancato promessa di
alla GALVANI Giovanni, Cardinale.
recarvisi, il congresso non ebbe luo- Giovanni Galvani francese, vescovo
go. Allora il cardinale andò a Mon- d'Arras, nel iSsy fu creato cardi-
te Cassino, dove trovò il detto im- nale da Giovanni XXIJ, altri dico-
peratore, da cui ricevè il giura- no da Benedetto XII nel iSSy,
mento di passare quanto prima in mentre altri lo escludono da que-
Terrasanta, lo che non avendo e- sta dignità, non ritrovandosi il no-
seguito rimase involto nelle censu- me del suo titolo, né facendosi men-
re fulminate contro di lui da Gre- zione di lui ne' registri del sagro
gorio IX, il quale comniise al car- collegio. Sembra che abbia termi-
dinale la legazione di Sicilia, insie- nalo di vivere nel i34i.
me al cardinal Galfrido, in cui di- GALW^AY {Gah'ien). Città con
portandosi il cardinal Galvani con residenza vescovile d' Irlanda, nella
eccessiva severità contro i nemici provincia di Connaughut , Conna-
della Chiesa romana, fu paterna- cia, capoluogo della contea di Gal-
mente avvisato dal Papa a ricor- way o Gallovvay, giace sulla costa
darsi di mansuetudine che
quella settentrionale della baia del suo
deve praticare un degno ecclesia- nome formala dall'Atlantico, nella
stico. Vi ha chi crede , non però costa occidentale dell' Irlanda , al-
senza contraddizione di alcuni au- l'imboccatura di un fiume largo,
tori, che questo cardinale sia quei profondo e rapido che serve di ,
eretta per organo della sagra con- la Misericordia; 3." della Presenta-
gregazione di propaganda Jìdc e ,
zione della Beata Vergine. Vi so-
con pontifìcio decreto del regnante no dun(jue circa trenta religiosi dei
Gregorio XYl dei 2G aprile i83i, menzionati tre ordini. In genere il
no si eleggeva dal popolo, che era tobre i835, i fedeli di questa dioce-
diviso in tribù , ma succedevano si ascendono a settantamila , la
brose. Nel tempo che Clemente VII creò cardinale diacono, poi lo tras-
stette prigione assediato in Castel ferì all' ordine de' preti coi titolo
s. Angelo, pertossi da Parigi a Lon- de' ss. Pietro e Marcellino, donde
dra, e di nuovo da Londra a Parigi passò a quello di s. Pudenziana.
afllne di ottenergli la liberazione, a Nel i565 Pio IV lo destinò alla
mezzo di un esercito comandalo legazione di Camerino, che per la
dal duca di Lautrec. Soddisfatto morte del Papa non ebbe effetto,
Clemente VII de' suoi servigi, gli ed il successore s. Pio V lo ammi-
conferì il governo della città di se all' intima confidenza de' più
Bologna, dove si trovò alla solen- gravi e gelosi segreti, prevalendosi
ne coronazione di Carlo V; poscia de' suoi consigli negli affari più ar-
lo ascrisse Ira i chierici di camera, dui del governo della Chiesa, non
e nel iSsS lo dichiarò vescovo di che lo aggregò nel numero de'cardi-
Tortona. Paolo III a' 19 dicembre nali supremi inquisitori, atteso l'ar-
1539 lo creò cardinale prete, dan- dente zelo che mostrava per la di-
dogli in titolo la chiesa de' ss. Sil- latazione della cattolica fede, che
vestro e Martino, indi suo vicario con immense fatiche e spese prò-
i58 CAM GAM
mosse sempre e difese. Ebbe di- quinlaqualtro. Trasferito il suo ca-
verse abbazie, compresa quella dei- davere in Viterbo, fu tumulato ne!
l'Acquanera nella diocesi di Man- sepolcro eh' erasi preparato nella
tova, e nel i 566 s. Pio V lo desti- chiesa di Maria della Quercia da
s.
dodici cavalieri deputati alia cura Auto dono d'un calice d'oro, di sei
degli infermi nella pestifera influen- lampade di argento, e di altri pre-
za die afflisse Roma. Il cardinale ziosi arredi. Il suo carattere fu fer-
si rese commendevole pel suo con- mo e severo, amatore della giusti-
tegno e gravila ecclesiastica ,
per zia, divotissimo della Beata Vergi-
integrità, prudenza e religione, con- ne, e del suo protettore s. Lorenzo
giunta a
discernimento e pe-
tal martire , e fa notato che i tanti
netrazione di spirito che fu giudi- henefìcii che possedeva, la maggior
cata prodigiosa , il perchè venne parte portavano il titolo di tal
consultato sopra importantissimi santo.
affari da molti principi d' Europa, GAMBERINl Anto.v -Domenico,
che riguardavano suoi opina men- i Cardinale. Anton-Domenico Gam-
ti siccome oracoli. Nel 1576 cele- Margherita Zappi,
berini, figlio di
brò il sinodo nella sua chiesa, in e dell'avvocato Giacomo Agostino
cui instituì la dignità dell'arcidia- conte Gambei-ini, patrizi d'Imola,
cono con quattro canonicati , che nacque in questa città a' 3 i otto-
neir ordine del diaconato dovessero bre 1760. Compiti in patria gli stu-
servire al vescovo nelle funzioni di elementari, e quelli delle belle
pontificali ; inoltre s'affaticò a resti- lettere e delle scienze filosofiche,
tuirvi r antica disciplina che re- , sotto l'insegnamento del proprio
stauiò non meno colla parola che , genitore intraprese quelli della giu-
coir esempio. Ad insinuazione di risprudenza civile, canonica e cri-
s. Carlo Borromeo, che il cardina- minale, e ciò a norma del sistema
leebbe ospite in Viterbo fondò , di sua famiglia proseguito sino dal
un magnifico ospedale, accrebbe le pontificato Leone X, che fece
di
rontlite del capitolo, e ristorò con uditore della romana rota mon-
immensa spesa de' suoi beni patri- signor Pier Andrea Gamberini, on-
moniali per la più parte, non solo de la scienza legale si propagò nei
la cattedrale che minacciava rovi- discendenti. Trasferitosi in Roma
na , ma ancora molte chiese della nella nobile acccademia
pontificia
diocesi, dove col suo zelo e vigi- ecclesiastica, continuando gli studi
lanza gli riuscì d'introdiuie e sta- legali si applicò pure ai teologici,
bilire una custodia esatta delle ec- finché Pio VI lo destinò aiutante
clesiastiche leggi. Nel i583 Grego- di studio di monsignor Nicola Ac-
rio XIII lo fece vescovo di Pale- ciainoli Toriglioni nominato udi-
strina, rinunziando a sua insinua- tore di detto tribunale della rota
zione alla chiesa di Viterbo. Dopo per la provincia di Ferrara. Nel
aver contribuito col suo suffragio 1798 occupata Roma dalle armi
air elezione di tre Papi, nel 1587 de' repubblicani francesi, e cessalo
la morte tolse in Roma a' 5 mag- di agire il tribunale, si restituì alla
gio al sacro collegio uno de' suoi sua patria, ove attese con onore-
più belli ornamenti, d'anni cin- vole celebrità all'esercizio dell' av-
GAM GAM 1^9
vucalura, presso i primari Iribuna- di s. Paolo, della congregazione
li delle legazioni, e dell'Italia, fìi)- speciale sanitaria , e del consi-
chè ripristinato il governo ponti- glio economico militare, uffìzi tut-
fìcio nel t8i4, fu da Pio VII ti annessi alla conferitale carica.
inviato a Forlì in qualità di as- Restituitosi a Roma il cardinale,
Ro-
sessore civile della legazione di prese possesso dell'uffìzio a' io del
magna. Recatosi nel 1818 di nuo- seguente marzo, rinunziando nello
vo a Roma, il Papa lo fece pre- stesso anno al vescovato di Orvie-
lato domestico, indi uditore di ro' to. Il medesimo Gregorio XVI nel
GAMMADIA. Veste sacra lavo- per lo piìi sono pianele dei greci.
rata con certe figure in forma del- GAND (Gandaven). Città con
la greca r chiamata Gam-
lettera residenza vescovile del regno del
ma. Macri nella Notizia devo-
Il Belgio, già capitale della Fiandra,
caboli ecclesiastici, dice che questa ora capoluogo della Fiandra o-
sorte di lavoro usano greci nelle i rientale, di circondario, e di quat-
pianete de' vescovi , le quali figure tro cantoni, una delle piìi belle e
iniife insieme vengono a
formare più importanti, e la più grande
molte croci. Si legge in Anasta- del regno , che in fiammingo di-
sio Bibliotecario, in vita Leoni IV cesi Geni. Essa giace in amena
« Fecil vela serica de parasino qua- pianura al confluente della Schel-
»» tuor habentia tabulas de chry- da e della Lys, ed alla testa del
" sodavo cum effigie Christi et , canale di Bruges. E sede di varie
" in medio cruces, et gammadias autorità e tribunali, ed è anche
de chrysoclavo cum orbiculis
-•'
una delle città più grandi di Eu-
,
GA N GAN i6i
veiilicinqiie o venlisei isoli^, liuuile spagnuoli, nacque il possente mo-
le une alle altre da più di olfan- narca Carlo V nell'anno i 5oo. Delle
lacinrjue principali ponti. Ha mol- tredici piazze pubbliche che con-
le strade larglie, diritte e Ijen la- tiene Gand, quella detta del mer-
stricate,qualche belledifizio, stra- cato del venerdì è la più grande,
de magnifiche lungo canali, quan- i e la Rauter o piazza d' armi , or-
tità di piazze pubbliche, e di pas- nata di molti viali di alberi, è la
seggi deliziosi : sembra deserta ben- più bella. Il passeggio chiamato la
ché popolata da circa ottantacin- Coupure, che si estende lungo il
que mila abitanti, alla sua gran- canale di Bourges, è il più delizio-
dezza sproporzionata. Fra i più so. Si contano in questa città di-
notabili monumenti si deve ricor- versi stabilimenti, come quelli del-
blico, edifizio assai bello di antica esposizione; una società di belle ar-
architettura. La torre altissima che ti e di letteratura , che propone
gli sta vicino, chiamata il Befroi, dei premi ogni due anni una di ;
cellieri nella sua opera sulle Cam- fanno dei pubblici corsi ; una ricca
pane a pag. 79, narra che in Gand, biblioteca pubblica , un' accademia
oltre l'orologio del campanile del- di musica, ed una scuola normale
la città, che è il più bello, vi so- per la educazione dei militari. Le
no quelli di s. Bavone, della ba- fabbriche di lanaggi, un tempo sì
i6j. GAN G A N
di GanJ, Oi Isodocus Badins, di i francesi nel r7o8, rilt-iicuduld
Horatius, di Sanderus, e di altri sino al I7i4) nel quale anno pas-
oltre il mentovalo imperatore Car- sò sotto il dominio dell' imperato-
lo V. re Carlo VI, con tutte le altre pro-
Gand chìamavasi anticamente Cla- vincie de' Paesi Bassi. I francesi
rineaj ed i suoi primi abitanti so- tortiarono ad occuparla nel i74'>j
no Gordoni da Giulio Cesare,
detti e ricaduta in loro potere nel 1793,
De hello gallico^ lib. V. I romani fu conquistata dalle armate dei
se ne impadronirono da prima coalizzati, ma riconquistata dai fran-
quindi i vandali, i franchi, i sas- cesi nel 1795, non tardò ad esse-
soni alemanni vi si stabilirono suc- re incorporala alla Francia, e di-
cessivamente. Quantunque i gande- venne il capoluogo del dipartimen-
si vantino la loro città fabbricata to della Schelda, sino alla pace del
da Giulio Cesare, l'epoca della fon- i8f4; in questo anno islesso l'In-
a seicento ogni giorno. Certo è che Amando, verso l'anno 636. il pa-
Gand incominciò ad ingrandirsi sot- trono di Gand è s. Bavone, chia-
to il conte di Fiandra Baldovino mato prima Allevino, anacoreta del
V, che la fece fortificare in parte Brabante, convertilo da s. Aman-
nel io53; le sue prime fortifica- do, che gli amministrò la tonsura
zioni furono compiute nel 11 19, quando si ritirò in un monistero
e questa città allorauna delie più di Gand sotto l'invocazione di s.
1721. Orit'.ns Chrìst. tom. I, pag. che sembrano essere stale conosciu- I
I i52. Gano è pur detto Gaiios, te dai romani, e delle acque mi-
sangiacato della Turchia europea, nerali.
a piedi del Tekir-Dagh. Fu già capitale del paese dai
GA.ONE (s.), monaco di Fontc- francesichiamato Gapencois, e Ga-
nelle. ì^. Vandregesilo (s.). pcnchese, f^appinceniis p^gus, o tm-
GAP (^Vapinctn). Città con resi- clus^ antica regione di Francia nel-
denza vescovile in Francia, capo- l'alto Delfiiialo, formante oggidì la
prigioniero in
nel 1799, Francia Tigrido, s. Rimedio, e Valleso che
per trasferirlo a Valenza del Del- sottoscrisse nel 54» uel quarto con»
fiiialo ove morì, partito da Brian- cilio di Orleans. Dopo Valleso oc-
V'i", e do|Jo essersi rimesso alquan cupò la sede di Gap il vescovo Sa-
i68 GAP GAP
gitlaiio, discepolo di s. Nicelo di dato, come l'uso della daini. ilica
Lione, il (lualc condusse però sem- per lui e pel suo diacono. Indi s.
pre una vita in nulla uniforme Aridio nell'anno Go4 circa volò al
dine nelle loro sedi, senza nondi- tie Giovanni di Saint del i.'j.o');
meno cambiare il loro modo di Alessio da Seregno francescano mi-
vivere^ e furono primi vescovi, i lanese noi 14 'o; Gabriele <li Cler-
che si vedessero a coinbatleic in monl del i527; Pietro Paparin
guerra, e si trovarono nella balta- del I 572, ec. Pio VI fece vesco-
glia in cui furono in Francia uc- vo di Gap nel concistoro de •?. T
cisi longobardi, e ne ammazzarono
i giugno 784 Francesco Enrico
1 de
molli. 11 re Gonlrano credette suo la Uroue de Vareilles, e siccome
dovere di farli ambedue rinchiudere pel concoiilato stabilito nel 1801
m un monastero. Cambiarono essi da Pio VII colla Francia, la sede
vila in apparenza, fingendo d'essere di Gap fu soppressa, ricusò di da-
convertiti, e furono ripristinati alle re la sua dimissione, e solo rinun-
sedi vescovili; ma pei nuovi e piìi ziò nel 18 15. Indi Pio VII pel
forti disordini in cui caddero, ben- concordalo conehiuso nel 1817 col
tosto obbligarono il detto re a riu- re Luigi XVIII, rislabiPi il vesco-
nir un Chalons sulla
concilio a vato di Ciap, ne fu nominato ve-
ijaona nel 5yc), nel quale vennero scovo l'abbate Villeneuve, ma es-
rin)proverati per la loro passata vi- sendo morto prima del suo stabi-
ta, e furono altres'i accusati di fel- VII nel con-
limento, lo stesso Pio
lonia, quindi condannati a perpetua cistoro de'5 maggio 1823 dichia-
1
rccohie col battisterio, tre mona- Leone IV, sulla basilica vaticana,
steri di religiose, confraternite, ed sulla parte cui aveva in quel secuir»
ospedale. Ampia è la diocesi, ed il popolo romano nella elezione dei
ogni nuovo vescovo e tassato nei Pontefici, e sopra altri gravi pun-
libri della cancelleria apostolica ti. Tale trattato gli [tiucurò il fa-
con (Jorini trecento settanta, e pri- vore di L'enedetto XIV, onde non
ma ne pagava millequallrocento, fu difficile r indurlo a (àrsi eccle-
ma allora le rendite della mensa siastico, essendovi inclinato. Il Pa-
ascendevano a undici mila lire. pa successivamente nel 1 74o a'i4
GARAMIM GiusErPK, Cardinale. novembre lo fece coadiutore con
Giuseppe Garampi de'conli di tal futura successione del prcfcUo cu-
nome, nobile di Rimino, nacque stode deiraichivio vaticano, e ca-
in quella città a'28 o 29 ottobre nonico della basilica di s. Pietro.
1725. 11 suo genitore nulla rispar- Nell'archivio attinse un tesoro di
miò per dargli un'eccellente edu- cognizioni proprie a diftbndere lu-
cazione letteraria , e 1' affidò alle me principalmente sulla storia dei
cure di Jano o Giano Fianco, il bassi tempi, e i diritti della san-
quale godeva celebrità come eru- ta Sede, come si ravvisa nell'eru-
dito e naturalista; Giovanni Ijian- dite sue opere, delle quali ulil
chi da Rimino, poi archialro ono- mente profitto per questo mio Di-
rario di Clemente XIV, seguendo zionario, il perchè lo menzione in
l'uso, o l'abuso che alcuni dicono questo articolo di quelle che di
incominciato ne' secoli XV e XVI, lui posseggo. Morto a'9 luglio 1751
fu quello che assunse il nome di Filippo Ronconi da Pesaro suo
Jano Plunco. Onde fuggile il ru- coadiulo, rimase in possesso della
1 7© GAP», GAIl
carica di prefetto dell'archivio va- 1772, lasciando le prefetture dei
ticano. Nel 17.55 il conte canoni- due pontificii archivi , le quali e-
co die alle stampe il prezioso li- gli consigliò riunirsi alla vaticana,
l'istoria ed al culto della b. Chia- rio; allora il Papa fece prefetto dei
ra da Riininij e nell'anno seguen- due archivi Marino Zampini di s.
te in onore della sua patriarcale Marino, e ^er coadiutori con fu-
basilica, ci diede 1' opera Notizie,
, tura successione contemporanea-
regole, e orazioni in onore dei ss. mente nominò Calisto Marini da
Martiri della basilica vaticana per Pesaro che partì col Garampi, e
l'esercizio divoto solito a praticar- Gaetano Marini da s. Arcangelo.
si in tempo che sta ivi esposta la Fu poi il Garampi dallo stesso
loro sacra coltre, con illustrazioni Clemente XIV nel 1774 trasferi-
del collo libraio stesso de Ro- non furono collocati nella biblioteca
,
172 A Pi GAR
•vaticana, come disseio alcuni, sibbciic setta: Felice pur donnlisla, che per
in gran parte nella biblioteca (gam- iniern)ità non potè intervenire nel
balunga tli Rimino, e nell'archivio 4ii alla conferenza di Cartagine;
vaticano ; e le copiose miscellanee ed altro Felice cattolico che nel
acquistate in buona parte dall'e- 4<^ i assistette alla conferenza di
l'iiclitissimo Francesco Cancellieri Cartagine, e fu esiliato da Unnerico
cui servirono di singolare giova- re de' vandali, e mor"i in esilio.
mento nella compilazione di sue o- GARDICIO, Gardicium. Sede
pere. li numero 1812 del Diario prima Tessaglia, che
vescovile della
di Roma descrive 1' ultima infer- Commanville chiama pure Cardira,
mità del caidinaie, i sudragi che gli neir esarcato di Macedonia, sotto
fecero gli alunni del collegio ger- la metropoli di Larissa, sul golfo
manico, e i funerali che con l'as- di Zecton : la sua erezione risale
sisten/a del sagro collegio furono al decimosecondo secolo.
celebrati nella chiesa di s. Apolli- GARDOQUI Antonio Saverio,
nare, in cui come camerlengo del Cardinale. Antonio Saverio Gardo-
sagro collegio, cantò la messa il qui nobile spagnuolo, nacque in
cardinal Borgia. Tem|K»raneamen- Bilbao diocesi di Calahorra a' 9
te il di lui cadavere i\\ tumulato ottobre i747- Dopo avere corso la
presso r altare de'ss. Eustrasio e carrieia forense in Ispagna, passò
compagni martiri, da dove a' 16 in Roma nel pontificato di Pio VI,
novembre fu trasportato alla chie- il quale a'2 3 febbraio 1790 lo fece
sa del suo titolo, ed ivi seppellito uditore tiella sagra rota per la Spa-
con onorevole iscrizione. (Juolamo gna. In questo geloso incarico riu-
Amati Sdisse il Commentario de nii alla dottrina l'imparzialità, che
vita Jos. Garampi card. , che po- fu superiore ad ogni riguardo. Sog-
.se in fjonte al primo tomo del ca- giacque alle vicende politiche del-
faloiTO
o della biblioteca del defunto. le due invasioni francesi di R.oma
JVel numero poi 1986 del Diario nel 1798, e nel 1809, onde l'eser-
di Roma è riportata la bella iscri- cizio dell'uditorato restò perciò nel-
zione posta nel deposito eretto al la prima epoca sospeso sino al i8oo,
defunto conte Francesco suo
dal nella seconda sino al 181 4' In P'c-
fratello per cura degli esecutori te- mio di sue virtù il Pontelìce Pio
stamentari, con l'efligie somigliantis- VII, nel concistoro degli 8 marzo
sima scolpila in marmo dal valen- 1816, lo creò cardinale dell'ordine
te scidtore Cristoforo Prosperi, es- de' preti. Impedito da infermità di
sendo il disegno e l'esecuzione del- portarsi pomeridiane di
nelle ore
le altre parti del monumento del- tal giornea ricevere la l^erretta car-
lo scalpellino Ravaglioni. dinalizia dal Papa, questi in vece
GARI31S o li ARDE. Sede ve nella sera gliela mandò per mezzo
scovile della provincia di Numidia, di monsignor Francesco Pentini,
nell'Africa occidentale, sotto la ine- qual delegato apostolico a farne le
tiopoli di Cirta. conoscono tre
Si sue veci. Dipoi il Pontefice gli as-
suoi vescovi : Vittore che trovossi segnò per titolo cardinalizio la chie-
al concilio di Cirta nel 3o5, e in sa di s. Anastasia, annoverandolo
mandato a Roma dai donatisti, per alle sagre congregazioni cardinalizie
presiedere in quella città alla loro de' vescovi € regolari, del concilio
GAR GAR 173
della disciplina regolare, e del buon nll'ove.^l con un distretto lucchese
governo; indi lo die in piotelloie ed il vicariato di Fivizzano. La Gar-
airarciconfrateinila di s. ftlaculo. fagnana è accerchiata dai monli
Questo egregio cardinale, fu de- disile Panie, diramazione che pres-
coralo dal le di Spagna Ferdi- so il golfo della Spezia si slacca
nando VII della gran croce del- dalla catena degli Apennini: que-
la Concezione e fu più mostra-
, sto Ila Ito di paese fu già abitato
to che dato al sagro collegio es- , dai liguri apuani, ed un'alta velia
sendo slato colpito da apoplessia, ed lo divide dal paese toscano di Ver-
in forza dell'aumentato male, mori Nelle cavità de' monti si a-
silia.
e i propri casleili, e per mezzo del- zione, che a lei appartenesse anche
le figure del Papa e de' cardinali questo della Garfagnana, dicendola
la Sei\e apostolica, alla cpiale pro- Leone Ostiense : Coiiiilissa Ligii-
tt'ssavano allora divota soggezione fine et Tusciae, e che Ligunain ci
V. ubbidienza. Tusciain proviiicias Gregorio Pa-
Da antichissimi tempi la san- pae (il VII) et ò\ R. E. devotis-
ta Sede possedette in Garfagna- sime Più specialmente lo
obtidit.
na tondi propri, e giuri>dizioni, che dichiara Giovanni Villani, ove par-
neir anno 192 Cencio camerien
i lando degli stati della contessa Ma-
go della santa Sede, raccolse in un tilde, scrisse: dieesi elie Garjngua-
suo registro, in un a varie memo- na et In maggior parte del Fri-
rie spetlanti ai dominii e rendite gnano fu suo. Infatti Federico 1 in
della camera apostolica. Scrive egli un privilegio concesso nel 11 HI al
in im Ionio, cioè in un rotolo in- comune di Barga, luogo della Gar-
scritto Papa Benedictus , e legge- fagnana, promette di far loro man-
vasi aver esso dato in locazione va- tenere dai nunzi , quos in Karfl-
rii patrinionii ch'erano nel conta- gnina prò tempore conslituerimus ,
ca e Modena, ne' quali questa con- l'anno 1077, (juesta gran donna be-
trada si estende. Essi sono Sal- nemerita della romana Chiesa, co-
tocchio, Serti , Brancoli, Fivizano, me cantò Donnizone,
Decimo, Roggio, Anchiano, Con- Propria clavigero sua suededit
trone, Casabasciana, Cisarana, Mi- omnia Petra j
liano, Barga, Castiglione, Colle, Si- Fanitor est caelis suus hatres
lieo, Quan-
Pescaglia e Granganello. ipsaque Petri;
to Papa Benedetto forse sarà
al Accipiens scriptum de cunctis
rVlII del 1012, il quale di mol- Papa benignus.
^
,, ,
squale II, l'eroica contessa volle zo II, dopo avere a'4 giugno coro-
rinaovai-la in presenza del cardinal nato imperatore Lotario II, inve-
Bernai'do legato apostolico , espi-i- stillode' patrimoni della contessa
nieiido di donare, lain ea quae ex Matilde Allodiuni honae memo-
:
hac parie montis cioè in Italia, , riae comitissae Mathildis, quod uli-
mento fu trovato l'anno i63i nel Concil. col. 49^^ ^ "^' Baronio al- j
289 del Dizionario. Il Garampi ri- modo anche Enrico IV duca di Ba-
porta il frammento come l'istro- , viera, genero del defunto. Divenu-
mento a p. 7 e 8, ove si legge, che to però imperatore Federico I, nul-
la coDtessaprò remedio animne
,
la curando giustissimi i diritti del-
zo III poi racconta l'autore della berare dette terre da ogni indebita
sua vita, che per Icgatos suos ad servitù , e di restituirle poi alla
ìioc specialiler destinalos reqnirc- Chiesa romana ; ma con segreta
hat terram comitissac a civitatibus intenzione di ritenersene per sé il
detinenlibns eam^ e che non volle possesso. Un tal disegno però non
infeudarne che certa porzione al erasi fors' anche ben chiaramente
vescovo di Mantova, come infatti manifestato, avendosi lettere d' In-
n'esiste sua bolla dell'anno i2o4, nocenzo IH, che ai 3i di ottobre,
data dal Lalerano 1 id. maji. I I e 1 3 novembre scriveagli senza
Nel 1209 l'imperatore Ottone verun segno palese di malcontento.
IV di nuovo confermò in perpetuo Ma poco tardò a scoppiare il suo
alla santa Sede terram comitissac mal animo , e Tolomeo da Lucca
Matldldis , con diploma dato in registra in questo stesso anno un
Spira I I kal. aprilis, presso il Ri- giuramento, che i lucchesi si fece-
naldi num. io: e a questo erfetlo cero prestare per omnia castra
spedì in Italia Volchero patriarca Garfagnanae, di pagare al loro co-
d'Aquileia, al quale scrisse il Pa- mune i dazi e le collette, secun-
pa inculcandogli, ut terram d. Ma- duni qiiod Luce.nse comniune im-
ihildis ex mandalo praedicli regis poneret , il che non si sarà fattp
,
raalola. Nel seguente anno 1228 sero dato di tutti questi eccessi
fedeltà alla santa Sede, con la for- malgrado alla esecuzione del mi-
inola riprodotta dal Garampi a p. nacciato decreto, e ai 27 marzo
i4 e seg. Cencio seguitò a risie- del i23i ripartì tutta la diocesi
sudditi della santa Sede: che pe- renze, affinchè l'esercitasse a nome
rò Gregorio IX da Perugia ingiun- della Sede apostolica,, come appari-
Lucca, e fatto uscire dalla città il cenza della Sede apostolica. A' 24
ordini pontificii fi-a' quali, tralascian- Tulta volta poco tempo scorse,
do che spetta propriamente al-
ciò che lucchesi tornarono di nuovo
i
era dominata d'ambedue, vi segui- ni. 1 fiorentini 1' invasero per vo-
GAR GAR 183
lere di Leone X, ma poco \i re- Gargaro, che è la sommità del monte
starono ed il duca di Ferrara Al-
j Ida. Si conoscono tre vescovi di Gar-
fonso 1, dopo averlo ricuperalo vi gara Giovanni che sottoscrisse alla
:
ciullo, di quindici anni voleva en- Taggia, nobile castello del territo-
trare presso i domenicani ; ma i rio di Genova, e fu debitore di sua
bisogni dei suoi genitori lo costrin- fortuna ai propri talenti. Deforma-
sero ad acconciarsi per servitore to dal vainolo, che tratto gli avea
cui vennero tutti esiliati per co- Cèlla sua saviezza eprudenza sta-
niando di quel principe. Si fa pu- bilì fra i due sovrani ferma con-
re menzione di Gennaro vescovo cordia ed amicizia, ed oltre a ciò
di questa città, il quale sottoscris- conchiuse la lega tra il re di Fran-
se alla lettera del concilio Bizace- cia e la repubblica veneta. Carlo
no, la quale fu nel 64 1 mandata V lo mandò due volte ambascia-
a Costantino figlio di Eraclio, con- tore in Ispagna, onorandolo delle
tro i monoteliti. cospicue qualifiche di suo consi-
GATTINARA ARBOREO Mer- gliere, segretario e supremo can-
curio, Mercurio Arbo-
Cardinale. celliere ; ministeri eh' esercitò per
reo de' conti di Gattinara ove nac- lo spazio di dodici anni, con gran
que, ovvero in Vercelli, da nobile soddisfazione di quel monarca ed
e chiara famiglia, ebbe la disgra- applauso universale de' popoli, non
zia di perdere il padre in tenera facendosi nell' imperiai corte riso-
le principali sue azioni. Abbiamo Margherita figlia del re, con Lo-
da Carlo Denina l' Elogio storico dovico conte di Nivers primoge- ,
del cardinal Mercurio da Gatti- nito del conte delle Fiandre. Inol-
tiara. tre il cardinale proferì il suo voto
GAUCELIiN JEAN o Giovanni, nella celebre controversia eccitatasi
Cardinale. Giovanni o de Jean nell'ordine de' minori, intorno alla
Gaucelin, Galcelino, o Ganzelino, povertà di Cristo e degli apostoli ;
nacque in Cahors dalla nobile fa- e nel 1842 consagrò in Avignone
miglia Divona , ed essendo uomo Giovanni d'Arzel in vescovo d'U-
di grande spirito, di sublime talen- trecht. Guido Terreni vescovo d'El-
to, di pari dottrina , e specchiata na gli dedicò il suo commenta-
virtù , da Giovanni XXII prima rio sul decreto di Graziano. Final-
fu fatto vice-cancelliere di s. Chie- mente dopo avere il cardinale im-
sa, e poi a' 17 dicembre i3i6 piegata l'opera sua circa trentatre
cardinale prete col titolo de' santi anni per la romana colla
Chiesa
Pietro e Marcellino, indi gli con- dignità cardinalizia, morendo in A-
ferì la carica di penitenziere mag- vignone nel 1848 o 1849 lasciò
giore, e nel 1827 vescovo di Al- chiara fama di sé. Il suo nome si
bano, ed arcidiacono Caipen- di trova scritto tra gli elettori di Be-
trasso e di s. Salvatore d'Aix. Già nedetto XII, non di Clemente VI,
nel i3i7 il Papa io avea spedito ohe tra le altre cose gli commise di
i88 GAU GAU
consacrare Marocco
in vescovo di cembre ii6i, Bull. Rom. totn. Ili,
quella città. Deplorando egli le gra- bigio, sopra il quale ponevano una
vi e continuate discordie tra le fa- croce rossa ; ed alcuni sono d' av-
zioni i\e Guelfi e Ghibellini [Fedi), viso ,che ne portassero in petto
che tutta dilaniavano 1' Italia, fon- un' altra contornata o orlata d'oro.
dò quest'ordine nel 1-2 33. Obbli- Niuno poteva essere ammesso nel-
gò i cavalieri a prendere le armi r ordine se non era gentiluomo;
contro i perturbatori della pubbli- era loro nondimeno proibito il por-
ca quiete, e contro coloro che impu- tare gli sproni ed i fornimenti dei
nemente violavano la giustizia. Fa- cavalli Siccome fu loro per-
dorati.
cevano essi pure voto di castità messo il matrimonio, ed unitamen-
coniugale, di ubbidienza, e di prò- te colle commende godevano di
tegc^ere vedove e gli orf.ini. I
le molti privilegi e comodi, così ben
primi furono Pellegrino
cavalieri presto se ne abusarono, dandosi in
Castelli, Castellano Malavole, Ugo- preda al lusso ed ai piaceri, senza
lin Lambertini, Loderingo o Lod- più pensare agli obblighi del loro
derensro Aiidalò, Giramon o Grua- ordine militare ed equestre quin- ;
l'abito dell' ordine, riporta lo Sco- suo corpo, ed è nominato nel mar-
ti a pag. i85. Il p. Heliot tratta tirologio romano a' 25 d'ottobre.
dell' ordine nel voi. IV, cap. 57 GAUDENZIO, Cardinale. Gau-
della Storia degli ordini religiosi. denzio o Gaudeiico, era già car-
Domenico Maria Federici nel 1787 dinale vescovo di Velletri, quando
pubblicò colle stampe in Venezia neir 867 fu eletto Adriano II , e
in due tomi la Storia de' cavalieri trovasi sottoscritto al concilio, che
Gaudenti. quel Papa celebrò in Roma; tutta-
GAUDENZIO (s.). Pare che sia volta pongono in dubbio il suo car-
stato allevato sotto la guida di dinalato, mentre per l'amore del-
s. vescovo di Brescia, cui
Filastrio le lettere, e pel patrocinio ch'eser-
egli chiama suo padre. Morto que- citò coi letterali , e per lo studio
sto santo mentre Gaudenzio , che delle ecclesiastiche storie sali in
aveva intrapreso il viaggio di Ge- gran fama. Non intervenne alia con-
rusalemme , si trovava a Cesarea sacrazione di Adriano li, perchè in
non volere altro pastore che lui. esilio per opera dei ministri del-
Quindi costretto obbedire
, circa , l'imperatore Lodovico II. Giovan-
l'anno 387 fu consagrato vescovo ni Vili lo spedi legato nelle Gal-
da s. Ambrogio. Si distinse special- lie a Carlo il Calvo, onde esortar-
gueudo il partito dei donatisti. Vit- gioso della congregazione dei chie-
tore, altro suo vescovo, fu nell'an- rici s. Paolo o barna-
regolari di
no 484 tlel numero de'vescovi di biti,nato in Monza nel iSyo. E
Numidia, esiliati per ordine di Un- tenuto per uno de' più famosi ru-
nerico re de'vandali. bricisti del secolo XVII. Fu gene-
GAUGERICO (s.). Nacque ad rale del suo ordine, e morì consul-
Yvois nella diocesi di Treveri, e si tore della sacra congregazione de' riti
voL, xxvin. i3
194 GAZ GAZ
confini del suo territorio distin- 395 Giovanni di Cesarea elesse
indirizzò una lettera, e che il tem- Rinaldi all'anno 398, num. 96, e
pio cattedrale era aperto a s. Ti- seg . discorre delle gesta di san
moteo martire. Nella persecuzione Porfirio, come fu aiutato da san
di Diocleziano, essendo vescovo il Gio. Grisostomo presso Arcadio per
mansuetissimo s. Silvano, riportò l'abbattimento de'simulacri in Ga-
con molti chierici glorioso marti- za, ottenendo pure denari per fab-
rio. A lui successe Asclepio, perso- bricarvi una sontuosa chiesa, in
naggio di alto intendimento, che cui pel primo pose le pietre fon-
fu presente al concilio Niceno, e damentali, e che intervenne al con-
"visse sino all' impero di Costanzo: cilio Liddense contro Pelagio. JNe-
egli vi si portò per favorire l'ere- stora vescovo sedeva nel 4^'? ^^
sia di Ario, ma giuntovi cambiò assistette al concilio di Efeso; Na-
sentimento e ritornò cattolico; quin- tira fu a quello di Costantinopoli
di gli ariani nel conciliabolo di nel 449 > Cirillo sottoscrisse le let-
391 o 393. Enea fu vescovo negli vescovo di Gaza sul declinar del
ultimi anni del quinto secolo. Nel secolo XVI, o nei primordi del
GAZ GAZ iQTi
con impareggiabile costanza vi pa- viano uno de'suoi vescovi nel 25',
tì il martirio. Altrettanto all'epo- fu al concilio di Cartagine sotto s.
ca di Arcadio soffrirono le ss. Mau- Cipriano. vescovo Augenzio fu
Il
non tutte le oblazioni erano rice- cui ambedue vivevano. suo or- Il
plari. In fatti nel concilio IV di Papa nel concistoro del primo giu-
Cartagine col canone XCIII fu de- gno 1795, con onorevole elogio,
ciso che non fossero ricevute le lo promosse alla chiesa vescovile
oblazioni de' litigiosi fratelli, e nem- di Cervia, ove diede prove lumi-
meno quelle di coloro che oppri- uose del suo zelo e pastorale vi-
della religione, come dipoi sorami affetto pel suo ordine francescano,
applausi riscosse nella famosa as- ed al convento dei minori rifor-
semblea di Parigi, siccome osserva mati della Madonna di Campagna
il di lui biografo. Pio VII contan- di Piacenza lasciò in morte la sua
do sulle sue virtìi e lumi lo fece pianeta cardinalizia, la croce pet-
amministratore delle chiese vesco- torale,e due anelli. Il p. Ago-
i
to Basilio a ritirarsi a Gehon, col cano ben potea chiamarsi nato cit-
nipote da lui nominato coadiutore, tadino romano, non altrimenti che
e poi venne deposto per cattiva s. Paolo, essendo di Tarso nella Ci-
per le questioni insorte pel ! terri- istituì in vece la festa della Puri-
torio di Gandinshuim. Aribone vi ficazione della Beata Vergine, che
avea invitato il b. Godeburdo, ma neir oriente già celebravasi, e con-
questi ricusò di portarvisi, rispon- futò con un libro il senatore An-
dendo alTadilone che perciò
ven. dromaco eh' erasi rammaricato per
gli era slato spedito, che l' affare tale abolizione. Ricusò di accorda-
era stato determinato nel concilio re ad Eufemio vescovo di Costan-
precedente. Quindi l' opinione di tinopoli , la comunione apostolica,
moltissimi vescovi essendo stata e le pacifiche lettere finche non ,
vanni, ed ebbe per padre Crescen- trasse alla sua casa, e quindi lo
zio. Da monaco benedettino cassi tenne in prigione, finché il prefet-
nese, Urbano II lo creò cardinale to di Roma, con Pier-Leone ed al-
diacono, con la diaconia di s. Ma- tri nobili lo fecero rilasciare. Ge-
ria in Cosmedin, indi divenne can- lasio II temendo la prepotenza di
celliere, carica che dicesi conferita- Enrico V, che poco dopo, cioè a'2
gli da Vittore III, confermatagli da marzo, giunse in Roma, dalla chiesa
Urbano II, ed esercitata anco sotto di s. Maria in Traspontina, dove per
Pasquale II, come attesta JMabillon, un giorno dal palazzo lateranense
Annal. Bened.tom. VI, lib. vS, an. si era ritirato per fuggire le sue
1 17, § 7, p. II. Divenuto vecchio violenze, parti da Roma, e su di
venerando per la sua età, per la una barca giunse a Gaeta sua
sua erudizione, per le sue virtù e patria, ove si ordinò prete ai 9
per gì' illibati suoi costumi, di che marzo e si fece consagiare nel
,
avea dato continue prove ne' qua- d'i seguente in cui creò cardinale
rant'anni che servì di nunzio ai Pietro Ruffo 1' unico che nel suo
,
fino a' 26 giugno, perchè avea già Quando Lambertini, poi Bene-
il
dato in Gaeta l'investitura del du- detto XIV, era promotore della fe-
cato di Puglia a Guglielmo figlio de, cominciò a trattare, come egli
si
za delle materie di cui sono compo- venienti alla loro natura, per de-
sti. I nostri antichi scrittori accen- corazioni sì civili che sagre. Dalle
narono sovente il pregio delle gem- pietre fine si distinguono le pietre
me orientali, in confionto delle oc- preziose, come quelle che sono più
cideutali. Le gemme portano anche rare, di carissimo prezzo, di mag-
li nome di pietre preziose^ ed altre gior durezza, volume,
di minor
di minore pregio sono appellate che ricevono bellissimo pulimento,
pietre fine; tale è la distinzione che generalmente sono trasparenti,
che ne fa il Dutens nel libro che che hanno il tessuto vetroso, che
scrisse sulle pietre preziose, e le prendono il nome di gemme, e che
pietre fine. Alcuni registrano tra si lavorano a faccette onde più viva
crederle utili contro molti mali, che gli egizi e i persiani, conoscevano
forse non hanno esistito giammai : la anche l'arte d'inciderle. Ben pre-
slessa proprietà concedere
si volle sto essi ne arricchirono i loro ve-
alle perle orientali. Ai tempi a noi stiti affine di accrescerne la magni-
più vicini, Millin, Dutens, Haùy ficenza; le donne più illustri le
hanno pubblicato opere piene di adottarono nei loro abbigliamenti,
dottrina. Milliu si è distinto nella ed acconciamenti del capo; i brac-
gliptografia, ed ha riunito molle cialetti, le fibbie, le cinture, e le
notizie sulle pietre o gemme che frangie delle vesti ne furono sparse
sono state intagliate, e sui miglioii talvolta con profusione. Plinio dis-
artistiche hanno professato tal se elegantemente: gemntae preci-
ao4 GEM GEM
jma moruni insaniaj egli riguar- Fonlanier scrisse con lode un trat-
gabalo portò quella moda a tale trovano dagli stessi antichi incise,
eccesso, che su i di lui calzamenti né deve tacersi che non mai bene
faceva inserire pietre incise di un si conobbe l'arte d' imitare, o con-
ste, era dai romani pregiato al pa- gemme si generino. Egli pertanto
ri del diamante: quello in cui si dice, che se vapore dell'acqua
il
VI: Che tanto la Chiesa trionfan- pazio il cui colore dorato parteci-
te j quanto la mi litanie si diletta pa del sole, decima pietra del ra-
della varietà de' colori: quella rap- zionale; la terza il diaspro; la
si colori, corrispondenti nel nume- quattro ordini, cioè a tre per tre.
,
il V. s. Epifanio, De XII
berillo. come facemmo parola all'articolo
gemmìs, quae erant in i'este Aa- Colonne di Roma (Vedi), ed altio-
ronis W)er, grnece cimi Ialina in- ve, parlando degli splendidi edilìzi
terpretatione Jolae Hierotaiantini ,
degli antichi romani. Siccome poi
in tom. II, Op, s. Epiphanii j coir autorità del medesimo Corsi
Coloniae 1628, p. 22 5; De XII dicemmo ch'egli avea in Roma e-
genmiis radonalis siunnii sacerdo- numerate seimila e sessantasette co-
tis hebraeorum, edit. a P. E. Fog- lonne, con le sue ulteriori indagi-
gino,Romae i743; ed il Bacci ni ne ha potute poscia scoprire più
Le XII pietre preziose del sommo di altie mille. I medesimi romani
sacerdote, Roma 1687. Della zona portarono all' eccesso la passione
o cinta con la quale nei possessi si per le pietre fine e per le gemmej
cingevano Papi, da cui pendeva
i poiché di esse si valsero non me-
una borsa con entro dodici pietre no per ornamento delle persone ,
e vesti sagre, o che tuttora sono in tere, le anfore e tuttociò che più si
pontificia {Fedi), si disse che vi gemme. Gli anelli che a' domestici
fu nel palazzo apostolico 1' uf- usi servivano, che distinguevano il
fizio di custode delle gioie, oltre rango delle persone e che erano ,
si estese, e le gemme furono dedi- tato agli stessi cavalieri; alle per-
cate air ornamento delle persone. sone private poi permise i soli anel-
Giulio Cesare portò calzari adorni li gemmati. In quanto alle gemme
di gemme; e quando Antonio si finte,o per un illecito guadagno di
presentò a Cleopatra , la sua veste venderle per vere , o perchè po- i
di porpora strinse con cintura tem- veri volessero imitare i ricchi con
pestata di grandi e preziose gem- ornarsene, col vetro principalmen-
me. Caligola e Claudio ornavano te si arrivò a formarne. Molti poi
per gemme , con le quali ornava gemme sia in intaglio, sia in rilie-
le fìbbie, la pendaglia e i calzari. vo, sia in incavo Mariette, Leping,
Ovidio e Manilio si lagnarono che Veltheim, Bruckman, Caylus, Giu-
la copia delle gemme giunse a lianelli, Millin ed altri scrittori nel-
de' nomi degli artisti. Gli antichi territorio confina con Valmontone,
di rado intagliavano le gemme di Fallano, Olevano, s. Vito, Capra-
maggior pregio e , in quelle che nica, Cave e sua Rocca. Corrispon-
faccettavano ordinariamente face- denti alla fertilità del suolo, secon-
vano soli sei piani, non la minula do gli scrittori di questo luogo, sono
e spessa faccettatura dei moderni. le moltissime sorgenti di acqua
Tanto grande fu 1' uso nei ronia- dalle quali viene irrigato : due so-
ni degli anelli, de' sigilli e delle no le fonti d' acqua vergine per
gemme, che Sesto Piufo fa n)en- comune uso dentro l'abitato, e tre
zione di due contrade nelle quali ivi parimenti sono le sue dirama-
in Roma erano riuniti i loro ar- zioni per altri usi pubblici, non com-
tefici : la festa sigillarla poi consi- prese alcune diramazioni particolari
steva nei doni scambievoli che i e private. Oltre le fonti dell'abitato
romani si facevano in gennaio, e du- ve ne sono tre altre prossime, una
rava tre giorni dopo le saturnali ,
avanzo delle antiche termule detta
regalandosi scambievolmente anelli, Soglia, perchè trovasi al limitare
sigilli, gioielli, gemme intagliate, del castello, e bagna gli orti sot-
ed altre cose eleganti. toposti, e comunica agli erbaggi un
GENAZZANO. Luogo della dio- sapore squisito; altra chiamata ac-
cesi di Palestrina, governo della quasanta, gratissima nell'estate; la
Campagna sotto Eugenio IV, di cui ra di Cave donde trae il nome: si-
cola di Pioma per due terze parti, gro romano stesso abbiamo un
e da quest'epoca le due terre di monte di Leva, che era Alons O-
Cave, e di Rocca di Cave restaro- libani j vasto tenimento dell' agro
no smembrate dalla signoiia Pie- medesimo, appartenente ai Gavolti,
nestiua. Monsignor Leonardo Cec- Castrurn Montis Olibani ^ di cui
coni nella Storia di Paleslrina, a tratta il Nibby a p. 347 *^*^^ \.o\ì\.
pag. 3, corregge il Biondi e l'Al- II dell' Analisi, il quale descrive il
detto Agliano, presso la chiesa ru- operarono dei vantaggiosi scavi. Nel-
rale della Madonna del Rifugio, l'istesso agro avvi il castello di Le-
e crede che sulla Rocca vi fosse va, eh' era con Castrurn Olibani^
tosto Eliano, cioè villa di Eliano. concorrono molli romani, e gli abi-
Carlo Bartolomeo Piazza nella sua tanti de' luoghi convicini. Oliba-
Gerarchia cardinalizia, descriven- nani nella bassa latinità significa
nere essi sempre pronto il loro ca- chiesa di s. Anna; le chiese de' ss.
vallo, e gli altri con quello di pc- Antonio e Martino cadute la chie- ;
sua ampliazione colle ville Pusano cento rubbia di terreno nel terri-
e Belvedere distrutte dagli oleva- torio di Colonna, per il prezzo di
nesi, e tratta delle sue chiese e scudi trecentoquarantamila; laonde
confraternite allora esistenti. Esse tuttora il principe Borghese è pro-
erano, la parrocchiale e collegiata prietario di Olevano con titolo di
con arciprete e beneficiati ,
juspa- marchesato, e sino al 1816 vi e-
tronato de' principi Borghese, chie- sercitò i diritti feudali.
sa ampia dedicata a s. Margherita Olevano si divide in antico e mo-
vergine e martire di Antiochia, derno, coi borghi di s. Rocco, di Sam-
con reliquie, e con il corpo di s. buco e di Panico costruiti circa ,
vicinanze, che nell' interno del pae- terzo è il cavaliere Marco Panvini
se. Sulla piazza maggiore e nel Rosati morto nel 1826, e sepolto
boi-go di Sambuco è una fontana nella tomba gentilizia nella chiesa
d'acqua purissima, già ivi condot- di Giovanni de' fiorentini di Ro-
s.
nere colla sua gravità le di lui dis- dei Bagni o Termule, venendo da
solutezze, e quelle de'compagni dei essi demoliti con l'assenso del pio
ebbe luogo la fumosa contesa fra membri più ragguardevoli dei cle-
Simmaco prefetto di Roma e cal- ri delle tre basiliche nei primi tem-
do gentile, ed Olibrio nobilissimo pi per lo più si scegliessero i vescovi
romano la cui famiglia era congiun- suburbicari prenestini , laonde nei
ta con r Anicia, e siccome cristiano popoli particolare era la divozione
capo di essi. La lite fu per il pre- verso la Beata V ergine Maria sotto
dio Olibritiuni o Olibanuni oggi il titolo di Buon Consiglio, di s. Pie-
OlcA'ano che a suo favore decise
, tro, e Giovanni Battista, di
di s.
JII alla basilica Liberiana possessio- zione dell' imperatore greco Leone
nem Marmoralam ,
posta entro e r Isaurico e si dierono in un al
,
se stato alla santa Sede, di cui era vano in quei tempi una sola po-
suddito, avendolo già lasciato i mo- polazione. La chiesa parrocchiale
naci siccome feudo di Pietro Co- di s. Nicola di Genazzano fu for-
lonna, indi ne donò due terzi alle se unita allora o sostituita a quel-
monache de' ss. Ciriaco e Nicola di la di s. Sabino ovvero s. Sabina.
Roma. Il Senni difende Pietro Co- Nel secolo XII ampliata in potere
lonna di quanto gli storici narra- la famiglia Colonna, restò per sem-
no di lui e di Pasquale II. pre diviso il principato Prenestino
Non essendosi elFeltuata la do- dal Genazzanese capo-
principato
nazione fatta da Pasquale II alle luogo del medesimo, e munito di
nominate monache de'ss. Ciriaco e torri ed altre fortificazioni. Al tem-
con cui una porzione rimase al mo- vidi alla guerra difensiva , ed alie-
to nel 1458 Papa Pio II, conscio secondo il Petrini. ^Mentie progre-
della saviezza e virtìi di Antonio diva Genazzano ad abbellirsi con
(Colonna signore di Genazzano, gli nuove fabbriche , rimaneva umile
conferì la ragguardevole carica di e negletto l'antico tempio, e l'al-
prefetto di Roma. Da questo Pon- tare di Maria santissima del Buon
tefice ottenne il p. Filippo da Mas- Consiglio. A ravvivare la fede dei
sa francescano di potere erigere due popoli Dio ispirò alla vecchieiella
coaventi, uno
Palombara, l'altro
in terziaria agostiniana, nominata Pe-
in Genazzano, con tutte l'indulgen- truccia di Jeneo, famiglia genazza-
ze godute dal suo ordine e quel- ,
nese, d'intraprendere la riedifica-
le che sarebbero accordate ;
gli zione e l'ampliazione della chiesa:
quello di Genazzano vemie fabbri- benché di poveia foituna, vendè
cato sotto il titolo di s. Maria del il suo, e die principio alla pia im-
Campo, detta oggi s. Pio, dall'an- presa, ad onta dell'altrui disappro-
tico campo ivi già esistente degli vazione, e peiciò senza allri aiuti,
brica del tempio, ed aiutato l'ere- ripetuti gli assalti del castello j fu
zione del nuovo convento, molto battuto con cinquecento cinquanta
pretendeva. A sostenimento del rac- colpi di cannone, per cui Fabrizio
conto che la immagine della Ma- Colonna per non veder danneggia-
donna proveniva da Scutari, si for- to il paese, capitolò e condusse la
mò altra confraternita detta del- guarnigione a Genazzano, facendo
VOrazione; inlanlo l'immagine fu altrettanto Romanello Coisetti col
appellata Madonna del Paradiso ,
forte di Capranica però fu ucciso :
lono ed abbellirono le cappelle del cra lega come ah origine del san-
santuario ; altrellanlo si fece nelle tuario, e volle alla medesima ascri-
chiese di san Giovanni , e di san versi. Essa fu arricchita d' indulgen-
Paolo; crescendo pure di decorazio- ze, ed in oggi si è sempre più este-
ni la chiesa di san Pio I, mi- dei sa, anche in molte provincie e città
nori conventuali, e il chiostro con fuori dello stato pontificio. Abbia-
pitture fatte dal cav. Manente mo la testimonianza autentica del
che vi rappresentò alcuni prodigi p. Agostino Devivis archivista del
di s. Francesco. Ad ogni pitttna convento di s. Maria di Genazza-
vi è il nome dei contribuenti che no, data a' 3 I agosto 1778, e sot-
furono d. Filippo Colonna, e i toscritta dal p. priore Benedetto
principali genazzanesi. Non solo la Boschi, che gli ascritti alla pia le-
Iieata "Vergine nel pontificato di ga allora arrivavano a cento ti'en-
Paolo II liberò alcuni dalla peste, tamila quattrocento venti. Nel 1773
ma in quello di Alessandro VII visitò il santuario 1' elettrice di Sas-
sua festa a' 25 aprile e nella se- cardinal Cappellari per Paleslrina,
guente ottava. Egual divozione eb- seguito da me, da due servitori,
bero i nipoti del Papa, quali a i e da due cocchieri trattenendosi ,
capo d'un ordine religioso, coeno- cre funzioni cui celebra o assiste
biaicha, et prior generalis. Il ge- il sommo Pontefice con la gerar-
nerale, maestro generale, priore ge- chia ecclesiastica: eccone il novero
nerale, preposito generale, rettore ge- che si legge in dette Notizie. Abba -
nerale, superiore generale, abbate ge- ti generali degli ordini monastici^
nerale, presidente generale, ministro cioè de' monaci cassinesi, de' mona-
generale, visitatore generale, corret- ci basiliani (il quale veramente ha il
nerali degli ordini religiosi residen- assistenza dell' allora vivente s. Al-
ti nel regno, sono grandi di Spa- fonso de Liguori, benché lontano
gna, cioè i generali de' benfratelli, di corpo perchè trovavasi in sua
de'cappuccini, de'minori osservanti, diocesi, come risulta dai processi, fon-
e de' raercedari. Nella vita di Pio datore e superiore generale della
VI del Novaes, p. io8, si legge congregazione del ss. Redentore, co-
che r imperatrice delle Russie Ca- munemente chiamata de'liguorini.
terina Il volle che il generale dei Ai funerali poi dei generali religio-
gesuiti godesse nella sua corte tut- si defunti in Roma, non solo i re-
te le distinzioni solite usarsi nella ligiosi degli altri ordini sogliono
Spagna ai generali regolari, come portarsi alla recita dell'uffizio dei
nati grandi di Spagna. All'artico- morti, ma i generali dei mede-
lo Capitoli generali [Vedi), si è simi assistono alle solenni ese-
detto in quah i Pontefici assistero- quie. Il cadavere del maestro ge-
no alle elezioni dei generali, oltre nerale de'domenicani, nelle sue ese-
quanto si riporta agli articoli di quie viene esposto con un fascetto
ogni ordine o congregazione. di verghe in mano, chiamato disci-
All'agonia de'Papi, sogliono alcuni plina, in segno dell'autorità di mae-
generali degli ordini religiosi essere stro generale dell'ordine. Il cada-
chiamati per assistere alla loro mor- vere del generale degli agostiniani
te, e compartire loro le indulgenze si espone col fascetto della discipli-
concesse da altri Pontefici agli stes- na in mano, in segno di magiste-
si ordini. Innocenzo XI ricevè con ro, comesilegge nei numeri 4''
singoiar pietà la partecipazione del- e 534 Diari di Roma del 1720.
dei
le indulgenze dal maestro generale Al presente il cadavere degli agosti-
1-,
GEN GEN 23
quali si dice chi dei loro parenti sono in quel reggimento; molti ca-
furono fregiati della rispettabile ca- stellani di fortezze, e tutti li castel-
rica di generale di s. Chiesa, talora lani delle rocche e torri che sono
esercitata eziandio dai cardinali. An- nel littorale della marina ed ai con-
nesse all'uflìzio di generale di s. fini dello stato pontificio. Con pa-
Chiesa erano molte distinte prero- tente del generale di s. Chiesa
gative, autorità e privilegi , essen- stanno due generali della cavalle-
do altresì annoverato tra gl'intimi ria : il generale di s. Chiesa ha au-
famigliari del Pontefice , col godi- torità , e comanda al generale di
0iento delle inerenti distribuzioni Ferrara ed al generale d'Avignone,
di pane, vino, ed altro, su di che aventiognuno duecento scudi al
può Famiglia Pontificia,
leggersi mese per provvisione, concedendo
Il cav, Girolamo Lunadoro, di glisi alcune lancia spezzate. Questi
cui si hanno diverse edizioni con due generali hanno sotto di sé un
note del Zaccaria, del Tosi, e di al- luogotenente generale con tremila
tri, nella sua Relazione della Corte scudi l'anno di provvisione (così il
confciita dal Papa con breve apo rità e comando del generale di s.
slolico, col quale eziandio dichiara Chiesa, nel pontificalo d' Innocenzo
fece generale della Chiesa il conte valore nelle guerre della ]\Iiran-
Girolamo Riario suo nipote e con- ; dola e di Parma. Paolo IV elevò
tro l'esercito del duca di Calabria al grado di generale
di s. Chiesa
Alfonso R.oberto jMalatesta : il me- il nipoteGiovanni Caraffa conte
desimo creò cardinale Paolo Fre- di Monterò e duca di Paliano,
goso arcivescovo di Genova ,
già non che prefetto delle galere pon-
doge di quella repubblica , dichia- tificie, con l'annua rendita di set-
GEN G L^ JM i3^
dite ili Francia. Dal citalo ceiiino- ileo Barberini, che pure onorò con
uieie Alaleona si rileva clie Pao- la dignità di prefetto di Roma, la
lo I Sforza in tutte le funzioni pa- quale talvolta andò unita al me-
pali dei due memorati Pontefici desimo generalato. Urbano Vili
viene annoverato fra gli assistenti dispose che l'altro nipote cardinal
al pontificio soglio come Locunite- Antonio Barberini, fosse generalis-
ntns generalis sanctae romanae Ec- simo delle truppe pontificie contro
clesiae. II Sesti ni nel suo Maestro i principi collegati , nella guerra
di camera stampato nel i634, al che gli mossero. Nella sua morte
capo XXIII Delle cappelle ponti- accaduta nel i644) alla prima con-
ficie ,
parla degli ambasciatori e gregazione de' cardinali , Taddeo
principi che (sino a Clemente XI) Barberini si presentò loro per de-
avevano luogo in cappella pontifi- porre giusta il costume la carica
cia alla destra dei soglio pontificio, di generale di s. Chiesa, che per
e che andavano avanti ed intorno r autorità dei cardinali Barberini
alla sedia gestatoria, sulla quale è suoi parenti gli fu nuovamente
portato il sommo Pontefice. Ma conferita; ma per minorargli la
Scipione Amati ciie gli fece la cri- giurisdizione, procurò il cardinal
tica, osserva che gli ambasciatori e Albornoz, cogli altri cardinali del
principi che hanno luogo in cap- partito spagnuolo, che si deputas-
pella avanti Pio IV stavano seduti se una congregazione di sette car-
e coperti, ove poi stettero gli am- dinali, col volere dei quali egli si
alia conferma od elezione del ge- fece questo giuramento. » Ego Ca-
(juadi-atura de' banchi ove sedeva- » Deus adjuvet, et haec sancta Dei
» Evangelia ". Indi toccato testo
no i cardinali, li ringraziò tutti: il
il cardinal decano a nome del sa- del vangelo, e baciata l' immagine
cro collegio encomiò la sua fedel- del ss. Crocefisso posta sul messa-
gi suo fratello, generale di s. Chie- cardinali, poscia partì dal luogo. Cle-
corsi al servigio della santa Sede, pote, e perciò adottato per nipote,
ilziali, al servigio di quello slato. tari, gran parte del loro soldo, di-
«
GEN GEN 2.37
Savoia , seguiti dai maestri delle sino dalla sua adolescenza un mo-
cerimonie. JNcl possesso preso da <leIlo d'innocenza e di pietà. Ab-
Urbano Vili nel iGaS, dopo gli bracciato lo stato religioso, fu poscia
ambasciatori cavalcavano gli eccel- fregiato della dignità d' arcidiaco-
lentissimi domini d. Carolus Bar- no. La .sua carità verso i poveri e le
beri nus sanctae romanae Ecclesiae virtù delle quali era adorno con-
generalis, frater Papae, d. Taddens tribuirono a collocarlo d' unanime
Earberinus A<"cis s. Angeli castel- consentimento sulla sede vescovile
lanus, et d. Antonius Barberinus d'Alvergna, ossia di Clermont nel-
frater s. Joannis Hyerosolimitani l'anno 656. La sua umiltà fecelo
capitaneis generalis vitriusque cu- acconsentire con grande fatica ad
stodiae SS. D. N. Papae nepotes essere consagrato; e poiché lo fu,
et fìlli d. Caroli, indi i conserva- zelò d'estirpare dalla sua diocesi
lori di Roma. Nel possesso preso l'eresia di Novaziano e di Giovi-
da Alessandro Vili nel 1689, do- niano, e procurò di farvi fiorire
genero.<!0, furono istituiti dal duca media che recitavasi in Roma alla
per distinguerli eresse l'ordine del- di lui verace conversione; sicché ri-
V Animo generoso^ che pur chiamò voltosi alla radunanza parlò egli in
della nobile passione ossia Quefurt, questa forma : " Signore, e voi tut-
dando per insegna ai cavalieri che " ti che siete qui presenti, uffìziali
nastro bianco ondato, con orli co- » tadini, ascoltate ciò che sono per
lor di arancio. Ma l'ordine termi- M dirvi. Io non udiva mai pronun-
nò colla vita del fondatore. >! ziare il nome di cristiano senza
GEN GEN Si3;)
inonlano. Narra egli che Strabone, bagno, ed è certo, che chi andava
trattando dell'Umbria, pone un mon- alla città di Tufìco, che gli era vi-
all'ordine una grossa banda di fan- chiamato Poggio, vuoisi al)l)ia da-
teria, che riuscì la j)iìi bella e re- to origine. I due castelli Poggio
golare dell'esercito. Pel quale ope- e Caslelvecchio si pretende che ,
si volle denotare
egli con come rio re de' longobardi , i conti del-
singolare arte, quasi cornava e po- la Genga si ritirarono nel loro ca-
liva un campo, se a lui era da- stello ereditario, e in esso si salva-
to l'incarico di metterlo in ordi- rono colle loro famiglie, vivendo in
nanza. Dopo essere intervenuto a hbertà lino all'anno 1216, nel qua-
molle guerre, divenuto Mario Lu- le tempo prima volta
fu per la
cio grave negli anni, ritornò a Sen- dai fabrianesi il governo pigliato
tine sua patria, e colle ricchezze e dominio della Genga. N' era con-
che avea accumulato , comprò il te in quell'epoca Simone chiama-
monte Cingo dalla repubblica ro- lo per soprannome Uguccione il ,
n
,
tani, nelle annotazioni alla terza romani ad assalirli nelle loro ter-
lettera sopra il nome di Giano, fiu- re, infallibilmente i galli occupa-
me che deriva dall'Esio, dice ehe rono Monte Gallo Genga po-
e la
il conte Simone figlio di Uguccione sta nell'agro Sentinate, non tanto
vendè nel 12 16 il feudo di Gen- per fare fronte ad essi, quanto per
sto in sito inespugnabile sopra di quindi per certo fatti d'armi eb-
un monte, venuto in certe dille- bero luogo sotto la Genga, e nella
renze colla repubblica fabrianese imboccatura di Frasassi, nelle guer-
finalmente d'accordo rimase conve- re tra i galli , sanniti e romani
nuto, che il detto castello fosse succedute nell' agro seminate. In
soggetto ed obbligato a pagare i tal modo segui la cessione della
dazi, le collette, le gabelle, la me- Genga e sue pertinenze a Fabria-
tà de'pedaggi,ed altre simili gra- no. Ma i discendenti di Simone
vezze a Fabriano , e ciò con pub- Uguccione non potendo soffrire di
Il p. Brandimar-
blico istromento. vedersi da signori divenuti vassal-
te 202 dice che rimpetto al
a p. li di altri , sospinti dal desiderio
monte Ginguno ve ne rimane al- di ricuperare il loro castello e li-
Guido sul mezzodì uccise con tre fu capitano de' genovesi , e contro
ferite l'avversario. Questa vittoria i pisani fece molte prodezze. Si
fu stimata dai tedeschi caso, non trovò a rovinare la rocca fortissi-
manico. Fu stabilita Siena pel com- pioggia de' sassi e dardi cui era
battimento , nel quale Guido rice- perciò bersaglio ; quindi pel primo
vette una sola ferita j e con mira- pose il piede al di dentro della
bile prontezza tagliò poi la testa ad rocca, che avendola conquistata pei
Ernando; indi portò le armi e gli genovesi la disfece ed arse. Con
stendardi vinti pi ima a Fabriano, gran lode militò pure nell' Umbria,
indi alla Genga. Non molto dopo e si trovò prima in Alessandria
Guido si portò in Asia sotto i ves- della Paglia, ad imprigionar Gio-
4
,
bolenze suscitate nella Marca sotto de' quali fa pure osservare. Gio-
Giovanni XXII, e del bando pub- vanni Andrea Gilio ha pubblica-
blicato a' IO settembre i3i6 dai to alcuni sonetti di questa dama ,
;
la
....
antichi suoi conti, annuente
in
il
desìi
~
car-
tra i castelli che il re prese sotto dinal Domenico
da Capranica le-
il suo patrocinio e giurisdizione gato della Marca. Altri però nar-
viene annoverato quello della Gen- rano che avendo Fabriano ritenuto
ga. Essendo nata fra il conte Con- tal fatto per ribellione, condannò a
tuccio e i fabrianesi lite per il morte nel 1437 a mezzo del pode-
castello della Genga da' suoi avi stà Gandolfino di Contuccio, Pie-
,
nel i443- Lucrezia figlia di Si- dice che credesi non essere della
meone della Gcnga , e sorella del famiglia della Genga Marco consi-
celebre Contuccio, essendo rimasta gliere in Fabriano, circa il \\']o,
vedova di Federico de' conti INIar- ma bensì un villico della terra
sciano , dopo
morte dell' unico
la della Genga. E qui ci sia permes-
iìglio, si ritirò con Caterina della so parlare di alcuni uomini il-
Gcnga sua sorella in Todi , ove lustriche portarono il cognome
dopo aver dispensato a' poveri buo- Genga, benché non del castello di
na parte delle sue (iKoltà, fondò questo nome. Il Colucci nel toni.
un monistero sotto la regola del XI delle Antichità picene, e delle
terz'ordine di s. Francesco. A que- Memorie de' suoi uomini illustri a
sta opera pia concorse puie la co- p. LXXXII, diceche l'antica fami-
gnata, figlia del conte di Giacomo glia Genga di Urbino, dimostrò
Marsciano; fondarono poi altri mo- valore nelle lettere, e principal-
nisteri in Foligno ed in Firenze, mente nelle matematiche. Per ta-
quindi Lucrezia della Genga nel cere le glorie di Simone che servì
ìi\7.'ì istituì erede la mentovata nel iSyo il principe di Transilva-
sorella Caterina, la quale lasciò poi nia, Bartolomeo figlio di Girolamo
tutti i suoi beni al detto monistero fu eccellentissimo matematico in
di Todi chiamato delle suore del- ambe le architetture, e nella pro-
la penitenza e della b. Angelina. spettiva, onde fu adoperato da
11 conte Contuccio della Genga fu Giulio III in Roma in varie foili-
quello che riebbe il castello, e per ficazioni, dai duchi d'Urbino, Fran-
opera di detto re fu da Euge- cesco Maria I e Guidobaldo I, dai
nio IV fatto capitano di trecen- bolognesi e dal gran maestro di Mal-
to cavalli di milizie ecclesiasti- ta, per porre in difesa quell'isola;
che, e nella guerra della INIar- fu coltissimo rimatore, emorì nel
ca mostrò valore e virtìi, venen- i558. lidi lui padre fu Girolamo
do essa restituita al Pontefice pe- Genga d'Urbino pittore ed architet-
gli aiuti Tanto fu Con-
del re. to, discepolo del Signorelli e di Pie-
luccio stimato da Alfonso V, che ti'o Perugino, compatriotta ed amico
questi non solo lo fece porre nel di Raffaello: dipinse in Roma la
possesso della Genga, ma in Napoli Risurrezione di Cristo per la chiesa
gì' impose al collo una collana del di s. Caterina da Siena, in Cesena
valore di cinquecento scudi ; quin- un quadro nella chiesa di s. Ag(j-
di di Ini scrisse onorevolmente al fcliuo, in Forlì in una cappella
GEN GEN 247
(K IL chiesa di s. Francesco; dipìnse, maestro di campo dell'esercito ec-
tililìcò, e fece varie foitilìcazioni clesiastico, allorché avea in animo
pei duchi d' Urbino moiì nel , e di levar Ferrara (Fedi), pei mo-
i55i Vasari che ne compilò la
: tivi che dicemmo a cpiell' articolo,
vita, disse che non fece mai cosa al duca Alfonso I d'Este nel i5i i.
di cui poi si dovesse pentire. Di Del consiglio e prudenza di cpieslo
Girolamo Genga parla con lode conte , molto si servì sempre la
contro Ippocrate. Die alle stampe giugno i534j che metteva i conti
r Anatomia chirurgica ec. , con della Genga in libera possessione
una Dissertazione sulla circolazione sul Genga, ancorché
castello della
del sangue; l'Anatomia per uso i fabrianesi avuta piena
avessero
ed intelligenza del disegno ec. ; In ed assoluta ragione del dominio
Hippocratis aphorismos ad chirur- sopra il castello della Genga con
giani spectantes commeniaria. le ville che gli sono soggette. At»
ail eccezione di pochissimi che no- Teodino degli Alti di Norcia, latto
niinaomio all'articolo Ftuno, libe- cardinale da Alessanilro III ; e
ramente vi rinunziarono, assunien- Francesco degli Atti da Todi, nato
tlo il governo pontilìcio relativi i dalla famiglia signora di molli fen-
pesi , e cusi (incero i conti della ilineirCmbria, creato cardinale da
Genga, restando però signori delle Innocenzo VI. Tra gli uomini il-
loro pro[»rietèi, col titolo di conti lustri che fiorirono nel secolo pas-
della Genga. Osserva il iS'inloma ,
sato nella famiglia della Genga, vi
lelt. che di tutte le nobili la-
3, fu monsignor Pioberlo figlio del
iinglie che Icccro al comune di i:onte Antonio, e della contessa [J-
11 Arlaud
cav. nella Storia di indi nel 1 79.9 di Sanseverino; Cle-
Leone. \IJ, a |»ag. 4, <hce che (|ue- mente XII nel 1780 lo trasferì al
slo Papa discendeva dai conti del- governo di l'^ino , e nel 1732 a
la Genga, famiglia che doveva una quello il' Orvieto, dopo il quale
parte del suo ingrandiuiento al fa- tornò in seiio alla propria fami-
vore di Leone XI già cardinal ,
glia. Nelmori il cardinal
i7?.j
Alessandro Ottaviano de' Medici ,
Giuseppe Vallemani nobile di Fa-
eletto Papa nel primo giorno di briano, nato nel i64S dal conlc
aprile i6o5, che visse nel pontill- Rinaldo e dalla contessa Maddale-
cato ventisei giorni. Il citato Ca- na della Genga. Passando ora a
lindri racconta ehe i conti della dire del conte della Genga da cui
Genga sortirono dal ceppo islesso nacque Leone XII, e della discen-
della nobile famiglia degli Atti di denza che ne porta l'onorevole co-
Sassoferralo , e che un ramo di gnome ed istemma essa derivò ,
(juei conti abitò in Sassoferralo dal conte Ilario della Genga, e dal-
lino i65o, eh' è quello
circa al la contessa Maria Luigia Periberti
donde Leone XII. 11 p.
originò (li Fabriano. La nobile famiglia!
J3randimarte a pag. 89 dice che Periberti è oriimda di Maidica,
Sassuicrrato riconosce la sua ori- laonde alcune notizie di diversi in-
.::;mc da Sentiuo, che poco è lon- dividui della medesima si leggono
, -
remo che Diomede seniore sposò il palazzo per uso della congrega-
Rosa Gili figlia della conlessa Mau- zione dei fratelli delle scuole cri-
ruzi, e che da lui nacque Cesare stiane, e delle maestre pie, che vi
seniore, decorato del titolo di con- furono istallate nell' anno santo
te, che si unì in matrimonio con 1825. Tra le beneficenze di cui
la contessa Cateiina sorella di mon- Leone XII fu largo colla sua pa-
signor Giaropè vescovo d'Asisi da : tria adottiva Spoleto, nomineremo
questi coniugi nacquero Diomede la grandiosa porta di s. Gregorio
giuniore che si maritò ad una Fi- rifabbricata.
niguerra nobile matelicana, e Ma- 2. Antonio, morto nel 1810,
ria Luigia madre di Leone XII ,
sepolto in Genga.
per tacere degli altri figli- Nicola 3. Asdrubale, morto nel 1787,
Peribeiti fuda Clemente
insignito sepolto in Genga.
XIV dell'onorevole commissione di 4 Filippo, fatto ciamberlano del-
recarsi a Malta per aiutare l'in- l'elettore di Sassonia con rescritto
quisitore e visitatore aposWlico del luglio
1777, che si con-
19
quindi Pio VI lo fece canonico giunse iu niatiimonio con la mar-
della basilica di s. Pietro: fu mem- chesa Maria Anna Confidali Ser-
bro di varie accademie, e pubbli- maìtei di Asisi, ch'essendo super-
cò alcune poesie, essendo conosciu- stite di sua nobilissima fìimiglia ,
a Giuseppe II, della quale pel de- nario corso degli affari di quella
licato argomento, ne ri-
e grave nunziatura, la quale a bene di
portò congratulazioni ed elogi. Nel quelle diocesi e cattolici fu conser-
Cims . ANNIBALIS
MISEilRIMI . PECCATORÌS
COAGMENTATVS ET I.V LVCEM
. EDITVS. . .
SOLVTVS
HIC . NOVAM . COAGMENTATIONEM
IXDISSOLVEILEM EXPECTAT
.
Sopra la lapide fece scolpire le in- qui osserveremo, che il lodalo Mar-
segne arcivescovili , cioè la mitra, chese Ricci, nel tom. J, p. 177
la croce a due sbarre, ed il pa- delle sue Memorie, parlando dei
storale, ed in fine un teschio tia discepoli del celebratissimo dipinto-
due ossa. Per memoria tuttora e- re Gentile da Fabriano, e del disce-
siste il sepolcro e la lapide, monu- polo Antonio di Agostino di ser Gio-
mento dell'umiltà del prelato, e vanni di Fabriano, nel descrivere
dei prodigi della provvidenza. E le di lui opere narra , che nella
256 GEN GEiV
chiesa parrocchiale Genga,
tlella no; e venne pure incaricalo di pre-
liei principale altare ha vedulo im sentare altre lettere ai sovrani che
trittico con nel inezzo la Vergine allora trovavansi a Parigi. Monsi-
in atto di porre in mano Bam- al gnor della Genga nel suo passag-
bino, che tiene in grembo, un bel gio per Imola, essendo solo, prese
frutto, ed ai lati s. Gio. Battista, seco il sullodato conte Troni, tan-
ed il Pontefice s. Clemente I, ed in to benemerito della santa Sede, che
allo il Padre Eterno glorificato lo accompagnò anche nel ritorno
dagli angeli che sono bellissimi in questo viaggio penoso alla di
putti : nel gradino dell'altare vi so- lui salute. Avea già in Parigi pre-
no dipinti dal medesimo i dodici sentate le lettere ai vari sovrani,
apostoli. che questa è una
Dice quando proveniente da Roma giun-
tavola che onora il nostro pittore se colà il cardinal Consalvi muni-
Antonio, e lo colloca fra coloro che to delle credenziali piìx ampie per
facevano ogni sforzo per ridurre i detti sovrani. Il Pontefice fu ;i
zione. Indi soggiunge che pregevo- flesso, che tutte le corti europee
le è altresì un piccolo stendardo, avevano spedito in Parigi i primi
che Antonio parimenti dipinse per ministri di stato rispettivamente in
(|i\esta medesima chiesa, ove da carica. Tale innocente fatto cagio-
una parte è elìigiata la Vergine, nò tra il cardinale ed il prelato
e dall'altra s. Clemente I, a pie- colloqui animati, e dispiacevoli cir-
di del quale stanno genuflessi mol- costanze, per cui ne solfri mollo
ti disciplinati, quali vennero di- i la salute e 1' animo sensibilissimo
pinti dal vero. 11 medesimo scrit- e nobilissimo del della Genga. A
tore a p. 189 descrivendo le pit- consolare il quale il re Luigi XV HI
ture di Stefano Folchetli di San non ommise dimostrazioni amore-
Ginesio, dice che nella parrocchia voli, comunicategli più volte a mez-
della Genga ricorda aver veduto zo dell' arcivescovo di Reims de
una di Ini tavola, posta presso Perigord, nelle visite che gli fece
il principale ingresso della chiesa, nel collegio di Montrouge dov' era-
di cui facevano forse ancora parte si ritirato ed ivi caduto infermo.
due che rimangono nella ca-
altre, Ristabilitosi alquanto, si licenziò
nonica, dove sono figurati diversi dal re, che il trattò umanissima- •
santi, e questa ritiene per opera niente, e partì per 1' Italia pieno
non dispregevole. di tristezza. Nell'ottobre fece ritor-
Nel maggio i8i4 restituì vasi Pio no allasua abbazia di Monticel-
VII alla sua Sede, quando ferma- li, luogo dipendente dalla Genga;
tosi per molli giorni in Cesena sua qui tranquillò il di lui spirilo nella
patria, spedi un corriere a monsi- conversazione di persone che lo
gnor della Genga che trova vasi amavano, e gli erano grate. Ma Pio
all'abbazia di Monticelli. Lo chia- VII volendo premiarne le virtù,
mò a se, lo incaricò di recarsi r esemplare condotta ecclesiastica,
presso Luigi XVIII a Parigi in il felice ingegno, ed i servigi resi
qualità di nunzio straordinario, di alla santa Sede, nella famosa pro-
presentargli lettere di felicitazione mozione degli 8 marzo 18 16, in
per il di lui ristabilimento sul tro- in cui creò trentuDO cardinali, pub-
GEN GEN a57
LlicanJone ventuno, W primo di pronta della malattia gli restò sem-
questi fu AnniljnU; della Genga, di- pre nella eraaciazione e pallidezza
chiarandolo dctll'ordine de'preti, ed del nobile suo volto. Pio
VII lo
assegnandogli per titolo la chiesa chiamò in R.oma , gli conferì nel
di s. Maria in Trastevere. Recato- 1820 la cospicua carica di vicario,
si in Roma abitò il proprio pa- l'arcipretura della basilica liberia-
lazzo ove avea risieduto da prela- na, e le prefetture della residenza
to, nella via della Fontanella di de' vescovi, della congregazione del-
Borghese che conduce al Corso ed l'immunità, e dello spirituale del
alla Trinità de'Monti nome che : collegio e del seminario romano;
prende dalle fontanelle d'acqua Ver- in diversi tempi lo ascrisse alle con-
gine ch'è sul cantone del palazzo gregazioni del s. offizio, della vi-
della Genga, che il Fea nella Storia sita apostolica , della concistoriale,
delle, acque ci dice eretta da un de'vescovi e regolari, di propagan-
Pontefice , e riattivata iiltimaraen- da fide, dell'indice, e dell'esame dei
te a pnhblico vantaggio, sebbene vescovi in sacra teologia. Lo stes-
nella categoria delle semipuhbliche, so Papa lo nominò protettore del-
la cui manutenzione e restaiu'i spet- l'ordine de'benfratelli , degli scolopi,
tano a'proprietari delle fabbriche a- del collegio nazareno, dell' arcicon-
derenti, come si legge nello stesso fraternita della dottrina cristiana;
Fea. Siccome si vuole che Paolo dei conservatori! di s. Croce detto
V diroccasse parte di detto palaz- le Scalette, di s. Pasquale, e del-
zo per raddrizzare la strada, così l'Assunta; dell' ospizio ecclesiastico
probabilmente a lui si deve la fon- de' sacerdoti a Ponte Sisto, e del
tanella. Altra fonte vi è nel corti- collegio Umbro-Fuccioli. Queste pro-
le del palazzo che il cardinale re- tettorie erano inerenti alla carica
staurò, e nel pontificato abbellì. di vicario di Roma, essendo egli
Quindi Pio VII lo fece vescovo per prudenza e moderazione con-
di Senigallia, diocesi che governò trario ad esse, come lo fu anche
saviamente senza recarvisi, dappoi- nel pontificato alla erezione delle
ché caduto in grave infermità nel- lapidi in suo onore, ed all'erezio-
la città di Spoleto, ivi dopo la con- ne proprio stemma, solendo
del
valescenza si trattenne, per godere dire che le lapidi si potrebbero
del beneficio dell' aria salubre di erigere dopo morto. La sua salu-
quegli amenissimi colli. Però fece te alterata , e sempre cagionevole
rinunzia del vescovato, e Pio VII ricevette qualche vantaggio nel fre-
nel concistoro de' 6 aprile )8i8 quentare i bagni di Acqua - san-
nominò successore il cardinal Te- ta, posti fuori della porta s. Gio-
staferrala. Dappoi il cardinal della vanni.
Genga passò a soggiornare nel suo Adempì il cardinal della Genga
delizioso casino di Poreta, frazione le difficili ed importanti funzioni
della città di Spoleto, ove i più di tali cariche in modo , che ne
agiati abitanti del villaggio faceva- riscosse la comune approvazione, ed
no a gara in dimostrargli venera- il più alto e fondato concetto so-
zione ; di che il cardinale fu sen- pra i di lui lumi e servigi. Giu-
.sibile e grato ancora sul trono. seppe Capparròni avendo nel 1827
Ristabilito in salute, .sebbene l'im- pubblicalo ima Haccolia della gè-
VOL. xxviii. »7
58 GEN GEN
vavchia ecclesiastica , lialta dal che i conti della Genga derivino
p. Bonanni ,
pose in fronte al li- da quei signori che portarono il
bro i cenni biografici di Leone XII, nome di Conti), il quale facendo
dalla sua nascila fino a quel gior- per insegna un'aquila, dopo cento
no, ove tra le altre cose si legge anni coll'esaltazione di Leone XII
» che annoverata Roccacontrada de comilibus Genghae, si vide e-
col nome di Arcevia Ira le città, guale istemma essere quello del
Leone XII memore di avervi fat- Pontefice. Ecco l'epigramma.
to qualche soggiorno, si compiacque
Centuni post annos a\'ìum regi-
fondarvi una scuola di arti e me-
na, favenles
stieri, ed un istituto di carità ; in-
In Petri solio rursus celer
di somministiò ragguardevole som-
cxplicat alasy
ma per la costiuzione d' ini oia-
Onien Roma libi faustuni lac'
lorio , in memoria del prodigioso
tumque, Leonis
ristabilimento di Pio VII al posses-
Nani \'is Duodecimi loto do-
so de'suoi dominii ". Il gran Ponte-
minatitur orbe,
fice Pio VII morì a'20 agosto 82 3, 1
1827 date alla luce coi tipi del De feste solenni perciò fatte in Fabria-
Romanis avvi il seguente epi-
,
no per celebrare un avvenimento
gramma del celebre medico Giam- tanto glorioso ed onorevole per
battista Bomba, in cui dice nelle essa, inviando in Roma la città il
note volere alludere che nel 1723 conte Girolamo Stelluti Scala, e
regnava Innocenzo XllI Conti (per Nicolò Guerrieri per felicitare in
espressa l'efligie del Papa, in tri- gio, e di tutti que' personaggi che
regno e piviale, nel cu ricamo scor- hanno luogo nelle cappelle ponti
gesi il suo stemma; dall'altro è iicie, nel nono giorno dell'esequie
per gl'illustri suoi discendenti, tra quale articolo parlammo pure dei
i quali meritano special menzione Dragoni e dei Confidati. Dai Bon-
Dragone de' Dragoni primo cava- compagni di Bologna usci Gregorio
liere gerosolimitano nell'Umbria, XIII, il più luminoso suo orna-
e di questa vicario im-
provincia mento. Neil' opera intitolata Disa-
periale di Lotario II nel ii3r. mina degli scrittori e dei monu-
Confidato il secondo, che da ghi- menti risguardanii s. Bufino ve-
bellino tornò all' ubbidienza della icovo e martire di Asisi, si parla
santa Sede, e fu per essa capita- di Adriano Confidati Sermatlei pa-
pitano valorosissimo; laonde il Pon- trizio di Asisi, fratello di Alfonso
tefice mutò a lui in parte lo stem- cavaliere di Malta , dicendosi che
ma gentilizio della famiglia, lascian- Adriano nel 171 3 fu fatto vescovo
do nell'antico scudo rosso un solo ài Borgo s. Donnino traslalato ,
trattato della processione dello Spi- riebbe poscia a' i 3 di gennaio i497j
rito Santo contro Marco d' Efeso, e in quel giorno medesimo fu li-
eh' è rimasto imperfetto; 4-° Trat- berata da una pestilenza che vi fa-
tato della predestinazione; 5." mol- cea stragi. Le ossa e le ceneri di
li discorsi ed omelie, fra cui una s. Gennaro sono nella cattedrale,
sopra l'Eucaristia; 6." una orazio- in una magnifica cappella che ne
ne diretta alla ss. Trinità; 7.° pa- porta il nome, costruita sotto l'ai-
recchi altri trattati de' quali l' ab. tar maggiore, e in un'altra cappel-
Renaudot ci ha dato il catalogo. la delta il Tesoro (erettagli in ren-
GENi\ADIO (s.), monaco di dimento di grazie per la liberazio-
Fonlenelle. V. Vaxdregesu.o (s.). ne dalla pestilenza del iSsg), ser-
GENNARO (s.). Nato a Napoli, basi il capo ed il prodigioso sangue
secondo la più probabile opinione; del santo. Napoli sperimentò molte
era vescovo di Benevento al tem- altre volte gli elfetti nel patrocinio
po della persecuzione di Dioclezia- di questo santo, specialmente nelle
no. Inteso che Sosio diacono di eruzioni del Vesuvio del i63i,
Miseno, cui slimava ed a-
molto 1698 1707; della prima delle
e
mava, era stato imprigionato a Poz- quali celebra annualmente la ricor-
zuoio col diacono Procolo e coi danza a' 16 dicembre, come al pri-
due laici virtuosi Eutichele ed mo di maggio festeggia la trasla-
Acucio, mosso da santo zelo e da zione delle reliquie del santo da Poz-
coraggiosa carità, volle Gennaro zuolo. La di lui solennità è poi as-
andarli a visitare per recar loro segnala a' 19 settembre.
spirituali conforti. Quivi arrivalo, GENNARO(s.), martire. V. Fau-
ne fu tosto avvertilo il governato- sto (s.).
sce al fianco sinistro colle sue pun- creto dei 17 di agosto 1827 del re
te, cui sta attaccata una croce d'o- Francesco I, fu prescritto che oltre
ro smaltata di bianco, con in mez- lacroce con nastro rosso ondeggiato
zo r effìgie di s. Gennaro vescovo, pendente dal collo, debbano por-
principale patrono del regno, e con tare, n similitudine de'grandi uffi-
qualti'o gigli borbonici che escono ziali del real ordine di s. Ferdi-
dai quattro angoli interni. Una nando e del Merito, la croce in ri-
simile croce , ma alquanto piìi camo di argento attaccata alla
grande, ricamata in argento ed o- parte sinistra del petto, colla effìgie
ro si porta sulla giamberga, ossia di s. Gennaio , non già di oro
abito, alla parte sinistra del petto, ma di aigento, come il rimanente
col motto : In sanguine foedus. della detta croce. I principali ar-
L'abito di funzione dell'ordine con- ticoli degli statuti delTordine sono:
siste in un manto di amoerre por- I." difendere a qualunque costo la
porino seminato di gigli d'oio, con santa religione cattolica; ^.''
giurare
fodera di oimesino di color di fedeltà inviolabile al re gran mae-
perla, tessuto con moschette di ar- stro. l:ie\V Almana( co reale del re-
mellino, e con due lunghi cordo- gno delle due Sicilie è riportato
ni di seta ed oro per allacciarlo il novero de' cavalieri, fra'quali fi-
a'fianchi, giamberga giamberghi- ,
gurano principalmente, oltre prin- i
antichi slati della real casa di Sa- ma di governo, che durò sino al-
voia. comprende attualmente in
Si l'anno 179B.
questo ducato la maggior parte del Spessissime volte afflissero e di-
territorio delle Langhe, paese sub- strussero la repubblica le civili
1(1 sua celebre repubblica, e l'o- nova perde la sua libertà, trovan-
dierno suo ducato, e veneranda se- dosi i genovesi ora per forza, ora
de arcivescovile. La celebre e po- spontaneamente sotto straniero do-
tente repubblica di Genova , che minio. Cinque volte stettero sotto il
dividevasi in riviera del Levante, dominio de' duchi di Milano, e set-
in riviera del Ponente e marche- te sotto re di Francia. Il governo
i
GEN GEN
gn'anno in dicembre si eleggevano
duecento individui, che formavano
il minor consiglio. A questi due
consigli presiedevano due collegi
formati l'uno di dodici senatori col
doge, l'altro di otto procuratori, ol-
tre a quelli che erano già slati do-
gi, i rimanevano procuratori
quali
perpetui. 11 doge durava soli due
anni, e doveva sempre abitare in
palazzo, non potendo partire senza
la licenza del governo. Ivi era as-
sistito da due senatori abitanti es-
si pure sempre in palazzo, i quali
si mutavano ogni quattro mesi. 11
nuovo doge, che si eleggeva colle
formalità stabilite, doveva essere un
nobile maggiore di cinquant'anni, e
fino dal tempo di Nicolò Doria
doge nel 1579, '^ doge aveva il
titolo di Serenissimo ed una ono-
revole guardia di alabardieri sviz-
zeri. Vi erano inoltre molti altri
magistrati minori che soprainlen-
devano ad affari ed incumbenze
particolari. V'era in Genova la
Rota civile composta di tre dotto-
ri forestieri per le cause civili ;
nel 1742, i sacerdoti che ne fanno luogo con quella diligenza che ri-
parte fungono l' apostolico uffizio chiedevasi, con sua bolla datum Ro-
fuori delle mura della città, sì nel- miceapud s. Petrum anno Int'arnatio-
l'arcidiocesi , che in quelle diocesi nisDominicae millesimo quingentesi-
ove sono chiamati a predicare la mo quinquagesimo tertio non.kal. ju-
,
grini nazionali. Indi nel i553 vi fu suo disegno vi eresse nuova faccia-
istituita una confraternita , che ta, ed una bella cappella dedicata
certo autore. In uno de' due altari Pietro in Vincoli e di altre strut-
laterali vi è dipinto s. Giorgio, e ture degne XV, epoca
del secolo
nell'altro la INIadonna di Savona, in cui le aitiebbero un impulso
(juello di mano incognita ,
questo mercè la protezione degli amatori
(Il Giovanni Odazzi : la s. Cateri- di esse. 11 p. Annibali nella par. II,
na nella detta cappella e le pittu- lom. II, pag. 341 della Storia de-
re del soHitto sono di Odoardo gli ordini religiosi^ dice che antica-
Vannicelli ; il colorito del soffitto mente la chiesa col contiguo con-
poi deija chiesa è opera di Michel- vento era de' religiosi gesuali. La
angelo Cerruti. La cappella di s. chiesa de' genovesi possedeva mol-
Caterina Fieschi Adorno, in oggi ti fondi stabili, fra i quali i due
appartiene di giuspatronato alla feudi in Poggio e Ca-
Sabina di
nobile famiglia i'iunia di Genova. tino , quali hanno
i per confini
L' ospedale per le vicende de' tem- Poggio-Mirteto, Roccantica e Can-
pi non più esiste, e la confraterni- talupo, che furono comprati dal
ta fa udiziare la chiesa dal rettore sullodato Meliaduce Cicala per la
e cappellani , celebrandovi la festa somma di seimila seicento fiori-
del santo titolare a' 24 giugno. ni d'oro di camera , e che furo-
Diversi benefattori genovesi hanno no poi venduti dagli esecutori te-
lasciato alla confraternita vari fon- stamentari nel i483 a' i5 settem-
di per doti a povere zitelle geno- bre a Paolo Orsini senza conoscer-
vesi, ed anche oriunde di Genova si il rinvestimento del denaro. Pos-
e nate in Roma ; ciò ch'esattamente sedeva ancora la medesima chiesa
si eseguisce nella congregazione che la grandiosa tenuta denominata del
ha luogo prima della festa della Sasso, che il Papa Clemente VII
INatività di s. Gio. Eattista, con di- trasferì in proprietà all' arcispedale
stribuir doti secondo le rendite al- di s. Spirito in Sassia, la quale al
le povere zitelle suddette , munite presente si possiede dalla nobile
dei requisiti voluti dai benefattori famiglia Patrizi.
legatari. L' Amydeno, De pietale In Genova una deputazione su-
romana, parla di questo pio sta- gli studi mantiene la disciplina in
bilimento a p. 39. Il citato Carlo tutte le scuole della divisione: la
Bartolomeo Piazza nelle Opere pie città poi è onorata dalla reale u-
di Roma a p, i36 parla àaWospe- niversità posta nella strada Balbi
da le de' genovesi in Trastevere, ed che racchiude in bello edifizio, ol-
a p. 58o della confraternita di s. tre molli oggetti d'arte, il museo
Già. Battista de' genovesi in Tras- di storia naturale, il gabinetto fi-
tevere ; ne
ancora nel suo
tratta sico , una copiosa biblioteca ben
Eusevologio, tratt. II, capo XIX, e fornita anche di preziosi manoscrit-
nel tratt. Vili, capo Vili. Unito ti, e l'orto botanico. Il reale colle-
alla chiesa di s. Giovanni de' ge- gio è sotto la cura dei gesuiti, ed
novesi si ammira il chiostro, uno avvi pure altro pubblico ginnasio.
1
-
,
tinaggio : ivi sono le officine per tro ad ogni sei mesi, e formavano
i lavori d'ambo i sessi. 11 tempio come una repubblica a parte, non
dell' ospizio de' poveri possiede uno mai alterata in tanti cambiamenti
de' capolavori della scoltura , ope- di governo della repubblica. P^.
ra di Michelangelo Buonarroti, cioè Giorgio (s.) Ordine equestre di Ge-
la Beata Veigine che tiene in seno nova. Oltre l'ospizio de'poveri, vi so-
il divin Figlio morto, stimata pro- no due grandi spedali ben dotati. L'ar-
digio dell'arte. Gli altri edifizi piìi senale in cui ammirasi la porta mag-
degni di osservazione sono, il vec- giore, rinchiude molti trofei ed armi
chio palazzo del banco di s. Gior- antiche. Fra i suoi quattro teatri si
gio , il quale banco fondato nel deve nominare soprattutto quello
1346, o meglio nel i4o8, fu di- ultimamente edificato annoverato ,
strutto nel 1798 sotto il dominio fra i più belli e magnifici d'Italia;
francese : le statue de' fondatori col suo terso marmoreo peristilio
adornano una sala della dogana ,
pare che ardisca emulare il vanto
ove già se ne conservava il teso- del teatro s. Carlo di Napoli. Tale
ro ; questo banco qualche scritto- teatro che porta il nome dell'alio
re lo chiamò eterno monumento ra regnante Carlo Felice, è opera
alla popolare saviezza de' genovesi, applauditissima dell'architetto Ba-
e celebre fu il magistrato della ca- rabino, e fu aperto nell'aprile 1828:
sa di s. Giorgio. Quest'era un ma- degli altri tre teatri, quello di s.
come pure altro simile e più gran- suoi raggi alla distanza di trenta
dioso teste costruito sulle vicinanze miglia. La darsena in uno dei lati
di Staglieno. del porto, è un luogo destinato al
Il porto di Genova uno de'mi- racconciamento ed alla costruzione
gliori del Mediterraneo, ha la fi- dei navigli dello stato. Sulla strada
gura di semicircolo del diame- lungo il mare dal lato della città
tro di circa 1800 tese; è chiu- eigesi un muro abbastanza alto che
so dal vecchio molo al sud e dal divide le case dal porto ; nella gros-
nuovo all' ovest. Due torri sono sezza di questo muro si trovò il
i833, a p. 85
che il Colom- dice s. Stefano di Genova b. Giovan- ;
1
GEN GEN 281
ria ecclesiastica di Genova e del- rie de'cardinali genovesi, con l'au-
la Liguria, dopo a\ itici dato le com- torità dei Cardella, Memorie stori-
pendiate nolizie de'precedeiiti san- che de' cardinali, e delle annuali
ti, beati, e servi di Dio genovesi Notizie di Roma, parlando de'Pa-
non che liguri. pi e cardinali liguri ai rispettivi
li niedesiuio nel seguente ca- luoghi, dividendo i cardinali geno-
pitolo tratta degl'istitutori di or- vesi per secoli, poniamo avanti ad
dini e congregazioni regolari di ognuno r anno di loro creazione
Genova e della Liguria , con le in cardinale, avendo i defunti tut-
loro biografie, che sono: il ven. ti la biografia nel Dizionario. Da
Alberto Spinola , sacerdote geno- questo novero si rileverà che tre
vese, restauratore de' canonici re- cardinali nati in Genova furono
golari di san JMarco di Mantova ; assunti al pontificato cioè Innocen-
il b. Battista Poggio genovese, fon- zo IV Fieschi, eletto nel 1243;
datore di una congregazione di a- Adriano V Fieschi, nipote del pre-
gostiniani ; Giovanni Agostino A- cedente, eletto nel 1276; ed Inno-
dorno genovese, fondatore de'chie- cenzo Vili Cibo, eletto nel 1484.
l'ici regolari minori; la b. Maria
Vittoria Fornari-Strata di Genova, Secolo XII.
fondatrice delle monache della ss.
lae j zinna les genuenses , ivi nel che rinchiutle, vi sono le nomina-
Ioni. XVII. Uberto Foglietta, Hi- te Palmaria e Galiuara. La Ligu-
storiae genuensis, Genuae i583. ria fu abitata dai liguri, popoli an-
Hepnhblica di Genova, l^ione iSj!^, tichissimi tra i celti scesi dalle Gal-
Giacomo Annales ge-
lìonfadio , lie,che romani sottomisero, e
i
alla prima, Genova alla seconda. ficenza fece ritornare Genova a vi-
Rinaldi all'anno pSfi, che con po- cipio però della repubblica di Ge-
derosa armata entrati all' improv- nova si può, come indicammo, fissa-
viso nella città, tagliarono a pezzi re all'anno 900, in cui i genovesi
lutti uomini che poterono ave-
gli otiennero facoltà dagli imperatori di
re nelle mani, saccheggiarono ogni creare i propri magistrati, e di as-
hiogo non rispai-miando le chiese, soldare e spedire le loro armate.
e con questi teson, donne e fan- Divenuta Genova nel secolo XI
ciidli che fecero schiavi, se ne tor- capitale della Liguria, e possente
narono colle loro navi in Africa ; per la sua marina, e per l'esteso
ma insegniti dall'armata genovese, e florido commercio , i genovesi
i saraceni furono vinti, e rendere discacciarono i conti dalla città, e
dovettero i piigionieri, l'immenso proclamando la propria indipen-
hotlino, e tutta l'altra preda. La denza, dierono più consistenza e
«:ittà aveva preso forma di repub- forma alla loro repubblica. A quel-
blicasino dall'anno 900. Kmerse l'epoca i genovesi di concerto coi
pur Genova da tanta rovina, e la pisani, conquistarono la Sardegna
rinascente città rivolse alla naviga- {^Fedì)y sui moli saraceni; ma que-
zione ed commercio le indu-
al ste due repubbliche dopo aver pu-
striose sue cure. Anche gl'inipera- gnato alleate contro tali infedeli
tori tedeschi vi preposero a go- con glorioso successo, vennero in
vernarla un conte, e così nel se- guerra tra di loro per le preten-
colo X
ne fu governatore Azzo II sioni sulle fatte conquiste; e le
o UT, antenato della contessa Ma- prime vittorie furono de' pisani ,
Liguria come feudo, paese consi- milmente con felice esito contro i
medesimo secolo
derabile che nel saraceni dell'Africa. Fra i molti po-
XI avea Genova per capitale. An- poli che sotto il vessillo della croce
che Matilde nipote cugina d' Ugo- partirono dall'Europa sulla fine del
ne ebbe un tal dominio. Morta secolo XI a guerreggiare in Asia,
GEN 287
pei liberare i santi Inogbi di Pa- baste o Samaria, quando sotto l'im-
lestina dal giogo de' saraceni, la pero di Giuliano Apostata sagri- I
i
,
Passione, rientrò nel mai e a* 25 valità fra loro pel dominio delle iso-
marzo, e tranquillamente navigan- le di Corsica e di Sardegna fomen-
do, nel sabato delle palme giunse tava rottura, che Federico I fu
la
in un'isola de'liguri, tem- ove per le dalla ferma condotta de' genovesi ec-
peste del mare vi celebrò la Pasqua, citato a comporre. Il Caffaro nei
e poscia ne parfi; altri dicono clie suoi Annali di Genova, dice die
Alessandro III si trattenne in Ge- la repubblica era amministrata an-
nova sino al principio di aprile. Nel ticamente dai consoli, che durava-
I I 66 era spirato il tempo in cui no nella carica quattr'anni, e go-
i consoli cessavano dal potere, e do- vernando con supremo potere, ven-
vevano convocare il parlamento per nero nel I I
q4 aboliti, e fu loro so-
eleggere i successori: ma intanto le stituito un podestà annuo, il qua-
civili discordie impedivano questa le doveva essere straniero per im-
convocazione, rimaneva e la città pedire così le brighe e le fazioni
perciò priva di reggimento ai più de' cittadini. Nel secolo seguente in
gravi disordini abbandonata. Non Linguadoca gli eretici albigesi, ed
eravi chi osasse parlare autorevol- in Italia gli eretici patarini, pur
mente, perchè tutti temevano di chiamati con altri nomi, infesta-
essere presi a sospetto o di uno o rono varie provincie, riproducen-
di altro partito. In questo genera- do gli errori dei manichei e di
le sovvertimento l'arcivescovo di Ge- altri. Contro gli albigesi spiegò un
nova Ugone, affidato all' inviolabilità zelo ardentissimo s. Domenico, il
del suo ministero, sebbene con ani- quale fu grandemente coadiuvato
mo trepidante, fa suonare la cam- dal genovese b. Fulcone o Folchctto
pana maggiore, raduna la plebe, fatto vescovo di Tolosa nel 120J.
e con efficaci parole mostra il pe- Quindi avendo avuto principio il
ricolo della vacanza del governo, tribunale della inquisizione, questa
la necessità di nominare sul fatto fu stabilita Genova, ed il
pure in
i novelli magistrati, il dovere cri- primo inquisitore mandato a Ge-
stiano di sopire i puntigli, e per- nova da Innocenzo IV fu il padre
donare le offese. Lo ascoltarono i Anselmo di cui riparleremo. Ver-
cittadini con rispetto, ed egli lascian- so il line del I2i5 Innocenzo III
do le solite formalità, col parere partì da Roma per pacificare i
trò in JN'izza, indi viaggiò per tut- le sagre ceneri di s. Gio. Battista
ta la occidentale sempre
Liguiia trentasei lampade di argento; e
in lettiga,mentre sei galere genovesi adempiuto questo atto di patria re-
sempre radevano il lido, inlente alla ligione , partì da Genova verso il
sicurezza ed ai comodi dell'apostolico fine di giugno i25i.
viaggiatore. Dopo avere ricevuto nel Innocenzo IV passò per Alessan-
lungo corso della via, segnatamen- dria, trascorse il Monferrato, rice-
te in Ventitniglia_, in Albenga, in vette in grazia Tommaso conte di
Noli, ed in Savona le piìi vive e Savoia, col quale maritò una sua
solenni dimostrazioni, p«3rvenuto a nipote. Amò grandemente i suoi
un miglio da Genova, sopra la riva parenti, che molti ne aveva, e quel-
GEN GEN 393
lì eh* erano letterati e di buona vi- mandar procuratori alla Sede apo-
ta esaltò a dignità; gli altri furo- stolica.Questa discordia tornò in
no provveduti di grossi benefizi, ed gran danno della cristianità, dappoi-
in tempi che molti erano sedotti ché nella Palestina, ed in altri
dagl'imperiali, conveniva meglio al luoghi le due nazioni si erano fat-
Papa servirsi de' suoi, più che de- ta una guerra accanita, e quel che
gli altri. Questo graq Pontefice mo- fu peggio per le conseguenze, i
rì nel 1254. Novelle insurrezioni veneziani unironsi ai pisani per cer-
insorte poscia in Genova , diedero ta emulazione che avevano coi ge-
origine alla carica di capitano del novesi. In fatti racconta il Mura-
popolo nel laSy. Ad Innocenzo IV tori all'anno 1261, che l'implaca-
successe Alessandro IV, il quale aven- bile odio che genovesi avevano
i
ciata un'asprissima guerra tra i ge- presero parte le due nazioni co-
novesi ed i pisani ,
perchè il giu- me scrive il Rinaldi. Erano am-
dice di Cagliari per rafforzarsi con- miragli dei veneti Andrea Zeno
tro quello Arborea che si era
di e Lorenzo Tiepolo , de' genovesi lo
collegato donò alla re-
coi pisani, era Rosso Turco: nel mare di So-
pubblica di Genova un castello ; ma ria seguì il combattimento, onde i
vaglie, con danno dei cristiani. In- subito si rivolse a ridurre i geno-
tanto la famiglia Fiesco o Fieschi vesi alla concordia interna, e alla
illustre e potente, non che for- pace coglialtri governi, ed in fat-
nel 1294 vennei'o a battaglia na- in più luoghi, nelle case, ne' pa-
vale presso Aiacio città dell'Arme- lazzi e nella slessa chiesa maggiore
nia in Cilicia , ove i genovesi vin- di s. Lorenzo. Allora i Doria gli ,
dare a lui i loro ambasciatori; in- deve allo zela dell'arcivescovo bea-
di con lettera pregò veneti che i to Giacomo da Varagiiie. I parliti
volessero con pubblico compromes- che laceravano i genovesi erano
so rimettere la loro causa alla Se- sotto i nomi di Mascherati e Ram-
de apostolica. Ubbidirono essi alle pini, Guelfi e di Ghibellini, di
di
ammonizioni pontificie per cui si ,
Bianchi e di Neri, di maniera che
ebbero lode; ma genovesi confi- i il corpo della repubblica ebbe sei
dati nella propria potenza , attese- spezie di fazioni, o come gli slessi
ro a formare un' armata, il perchè genovesi dicevano sei colori , che
Bonifacio Vili con lettere de' i3 comprendevano i nobili, gli artefi-
agosto 1295 date in Anagni , abi- ci, e i plebei : lo scopo principale
litò i veneziani a difendeisi ad on- era governo supremo, in cui vo-
il
dalle diverse fazioni. I genovesi ar- bene però riuscivano micidiali. Nel
marono cento sessanta galere, e più medesimo anno Bonifacio Vili con-
,, ,
esercito pei Teiià-Santa, meritando chia principe turco, the loro tolse
tjli alti eucoQii di Bonifacio Vili. duecento cinquanta navi. Dice in-
Ammiragli furono Be-
dell'esercito oltre il Rinaldi che lii fama avere
nedetto Zaccaria, Lanfranco Tarta- i genovesi promessi a Madachia
ro Jacopo Loraellino e Giovanni
,
cinquantamila fiorini d'oro, di col-
Bianco, cui il Papa raccomandò la legarsi cogli scismatici, e di ridurre
gloria di Dio, incaricando Porcliet- Rodi in potere degl' infedeli collo
to di concedere loro le indulgenze, sterminio dei cavalieri, che in piìi
ed incitare i popoli a prendere la modi vessarono.
croce. Di questa crociata però non I cavalieri di Lombardia feceio
essendone persuaso il governo, so- grandi istanze alla repubblica di
spese i armamenti; ma
cominciati Genova in favore di Ro-
cpielii di
la storia ha tramandalo a' posteri di , indi ricorsero a Clemente V ,
l'eroismo delle matione genovesi. che interpose I' autorità di Enrico
Nel i3o4 Ranieri Grimaldi gran- VII per impedir l'imminente guer-
d'ammiraglio di Francia, con mol- ra che avrebbe sturbato quella di
ti vascelli menati da Genova vinse Terra-Santa. Nel i 3 i 3 i genovesi
l'armata navale de'iiamminghi, to- fecero lega con l'imperatore con-
gliendo loro ottanta vascelli, facen- tro Roberto re di Napoli, armando
do prigioniere il conte di Fiandra settanta galere, cui afiidarono il co-
Guido Grimaldi nobi-
: la famiglia niando a Lamba Doria; s'interpo-
lisNÌma di Genova, divenne signora se Clemente V in favore del re
del principato di Monaco [Fedi). Roberto, ai cui danni era pure Fe-
Divenuto Pontefice nel i3o5 Cle- derico re di Sicilia, e dichiarò in-
mente V , stabili la sua residenza correre nella scomunica, ed in al-
in Avignone, ove pur la fecero sei tre pene, coloro che avessero dan-
suoi successori: nell' anno seguente neggiato il re Roberto , senza ec-
il Papa sollecitò i genovesi ad u- cettuazione di persone. Divenendo
nirsi a Carlo di Valois, per doma- le forze de' saraceni più formida-
re la perfidia de' greci e dell' im- bili , il Papa Giovanni XXII nel
peratore Andronico ,
per agevolnr i3i7 pena di scomuni-
vietò sotto
l'impresa di Terra-Santa. A' 21 ot- ca portar loro le merci e perchè ,
sotto i quali ebbero principio i do- nuto per supposto; dappoiché con
gi di Genova. Nel 1820 i genove- più i-agione altri dicono che il do-
si respinsero le forze de' fuorusciti gato incominciasse nel i339 con
ghibellini, unite a quelle di Fede- Simon Boccanegra. Nel i339 dun-
rico re di Sicilia, al che concorse- que essendo le civili discordie giun-
ro le galere del re Roberto. Il Ri- te agli estremi, dacché le quattro
naldi racconta all'anno i323, num. famiglie Doria e Spinola del par-
I 3, che dieci galere guelfe andaro- tito ghibellino, Grimaldi e Fiesco
no in corso in Romania deruban- del guelfo, avevano nei primi del
do amici e nemici, e presero tanta medesimo secolo stabilito una pret-
roba stimata tiecentomiia fiorini ta oligarchia, ed elevatisi al di so-
a vari padroni da cui seppe libe- more che non iscuotesse il giogo,
rarsi. Tn tal modo i guelfi vincito- imperiale, per avere ricevuto l'iso-
ri de'ghibellini, Irasmisero nel i335 la in feudo da Andronico il Vec-
a Roberto re di Napoli detto il chio: l'isola venne presa a tradi-
Saggio la sovranità di Genova, che mento, e Zaccaria il vincitore dei
gli fu ben tosto rapita dall'opposto turchi mandato legalo a Costanti-
GEN GEN 3oj
nopoli. Benedetto XII scrisse al do- galere con bandiera veneta, entra-
ge Simone perchè raffrenasse quei rono nel mese di novembre furti-
genovesi che somministravano ar- vamente Negroponte, liberarono
in
mi, navi,ed altre cose ai turchi, i prigioni, affogarono ed arsero ogni
con danno de' cristiani verso que- : cosa, partendo con ricca preda. Nel
sto tempo Porto Venere nella ri- i35i la sagra guerra che avea
viera di Genova abitato da corsari, combinata Clemente VI fu sospesa,
patì grande incendio, e meno le perchè i veneti dovettero sostener-
due rocche de' genovesi tutto perì. la coi genovesi, e fu la terza guer-
Il doge Simone per compiacere il ra tra le due nazioni. Paganino
Papa mandò ad Alfonso IV re di Doria fu inviato nel mese di luglio
Portogallo, eh' era in guerra coi nei mari di Grecia, con sessanta-
mori, l'aiuto di quindici galere ben quattro galere, per combattere Ni-
equipaggiate ed armate. Neil' istes- colò Pisani, imo de' più grandi
so tempo dodici galere mercantili ammiragli che abbiano avuto i ve-
trovandosi in Romania s'incontra- neziani. Paganino assediò alcun
rono con centocinquanta legni dei tempo la flotta veneta chiusa nel
turchi e saraceni, che i genovesi porto di Negroponte, ma forze su-
valorosamente attaccarono, e vinse- periori l'obbligarono ad allargarsi.
ro coir uccisione di più di seimila I veneziani si unirono ai catalani
infedeli, e il guadagno di copioso di Pietro re d'Aragona, già signo-
bottino. re della Corsica, ed ai greci loro
Correndo l'anno i347 incomin- alleati ; e il Doi ia dopo aver pre-
ciò fiera guerra tra Genova e Ve- so Tenedo, e passato ivi il più cru-
nezia,perchè i genovesi di Gaffa, o do dell' inverno, andò a minacciar
Teodosia che dir vogliamo, prese- Costantinopoli. Stava egli nei mari
ro una nave veneziana, che navi- angusti del Bosforo di Tracia, quan-
gava pel mare Eussino, e siccome do Nicolò Pisani gli si presentò ai
i veneti erano per farne vendetta, i352, ed una spaven-
i3 febbraio
il Pontefice Clemente VI s'interes- tosa battaglia fu combattuta sotto
sò col doge Giovanni Morta, e col le mura di Costantinopoli, resa più
consiglio di Genova, che togliesse tremenda dalla tempesta, e dal bu-
i motivi di discordia; scrivendo al io delle nuvole. Solo nel dì seguente
doge di Venezia Dandolo in mo- Doria riconobbe di aver guadagnato
do, che la repubblica per allora si la battaglia a prezzo però di tredici
astenne di aggicdir l'emula. In delle sue galere calate a fondo, aven-
questo tempo i genovesi ebbero tut- done egli prese ventisei ai nemici,
ta la signoria di Corsica, ed in feu- quattordici cioè de' veneti, dieci dei
do dalla Chiesa romana, con annuo catalani, e due de' greci; altri det-
censo e giuramento di fedeltà, quel- tagli si leggono nel Rinaldi all'an-
la parte che ad essa spettava. JN'el no i352, num. icieseg., come le
settembre i 3 5o quaranta galere ve- pratiche fatte inutilmente dal Papa
nete batterono quattordici genovesi, Clemente VI, e da Giovanni II re
dieci delle quali restarono in loro po- di Francia per la concordia. Per
tere, e molti nobili e plebei venne- la Sardegna e per la Corsica i
ro condotti in carcere a Negropon- genovesi sostennero guerra contro
te : ma i genovesi armate quattro Pietro IV re d'Aragona.
3^9. TrEìV GEN
Bmcliè Innocenzo VI nel i353 tre terre della republ)lica di Ge-
si a(lo[>erasse pel medesimo fine, i nova; ma il giudice d'Arborea im-
"(Miovesi non vollero entrare in pedì loro il conquisto dell' isola.
ti-nltato coi veneziani, che anzi si Per (piesta rotta i genovesi venne-
rollegaronocon Lodovico I re di ro in tanta discordia e confusione
Ungheria, mentre i veneti fortifica- tra loro nella città, e in tanto ti-
dite fatte nel primo assalto, tentò ria, e il governamento delle dette
la cinquecento prigionieri tra qua- sue ciurme, senza che un sol uo-
li eranvi molti principali genovesi, mo gli scappasse: tale segnalata
r morti ne furono colle ciurme più vittoria pose fine alla terza guerra
di duemila. I catalani e i veneti tra i popoli marittimi ;i veneziani
presero terra in Sardegna, occupan- accettarono tutte le condizioni, che
mente voce che i genovesi erano sica, con la sentenza che diede a
stati sconfitti dai veneti, facendo favore de' genovesi Giovanni mar-
perciò feste di allegrezza. Scoraggi- chese di Monferrato, eletto arbitro
ti i genovesi che difendevano il dalle parti conlendeuli.
castello dalla triste notizia, e d'ac- Berniibò Visconti nel i36G bra-
cordo col giudice d' Arborea capi- moso di sottomettere la Liguria,
tolarono, e cederono al re il ca- fece condottiero di turbe di uomi-
stello: il giudice d'Arborea rico- ni malvagi, usi di vivere di rube-
nobbe di tenere le terre de' geno- rie, il suo figlio naturale Ambro-
vesi inSardegna per Pietro IV, gli giolo. Costui condusse la repubbli-
fece giuramento, e promisegli certa ca di Genova ad estremo pericolo,
moneta per omaggio di dette ter- tenendo con lui i malcontenti di
re; in tal modo i genovesi per- Gabriele Adorno loro duce. Presso
derono per militare inganno quel- il palazzo pubblico si fece cittadi-
la parie di Sardegna che signo- nesca battaglia, nella quale furono
reggiavano. In questa guerra In- battuti e discacciati i sediziosi .
della Sede apostolica. Cessata la de' veneti, de' pisani, e molte altre
guerra coi veneziani, Genova ricu- de' genovesi, parti da Avignone, ed
però la sua libertà, mentre il Vi- a' 20 maggio iSGj s'imbarcò in
sconti perde pure Bologna. Aven- Marsiglia, laonde con quattro gior-
do Simone Boccanegra ripresa pel ni di felice viaggio pigliò terra a
popolo la signoria di Genova, e Genova, dove fu così nel porto co-
recato sua soggezione tutta la
a me nella città solennemente e col
riviera, fuorché Savona, Ventimi- dovuto onore ricevuto dal doge
gliaj e Monaco, fece assediare Sa- Gabriele Adorno e dai cittadini. E
vona per terra e per mare, e per- perchè correvano i giorni delle ro-
venne a dominarla, indi anche gazioni, e vicina la festa dell'Ascen-
Ventimiglia e Monaco. Animato il sione, il Papa si determinò a re-
doge da questi vantaggi, mandò starvi alcuni giorni, alloggiando nel
galere in Sardegna per la ricupera palazzo de' cavalieri gerosolimitani;
del castello di Loiera, e non riu- cavalcando visitò la chiesa maggio-
scendo per il valore de' catalani, re, e nella chiesa di s. Giovanni di
Innocenzo VI pacificò il doge col Gerusalemme di detti cavalieri ce-
re aragonese.Abbiamo dal Rinal- lebrò nel dì dell'Ascensione messa
di allanno 36o, num. i, che In-
1 i solenne, e la mattina appresso par-
nocenzo VI spedì a Genova An- tì, lasciandovi frate Marco da Vi-
drea vescovo di Rimini, per rice- terbo cardinale di s. Prassede, per-
vere dalla repubblica il giuramen- chè facesse cessare le discordie e
to di fedeltà per la Corsica feudo le guerre che allora ardevano tra
3o4 GEN GEN
i genovesi, e Beinabò Visconti di mila combattenti. Ne fu fatto am-
Milano. IVelIa fanciullezza di Pie- miraglio Pietro Fregoso fratello del
tro II re di Cipro, a difenderlo dai doge Domenico, che giunto in ot-
turchi, Urbano V
raccomandò lo tobre a Cipro, bruciò nel porto di
a Giovanna I regina di Napo- Famagosta una nave e quattro ga-
li, ed alle repubbliche di Genova lere , e sbarcate le sue genti cinse
e Venezia . Indi a' io ottobre d'assedio la città ove era vi la re-
1372 si celebrò in Famagosta la gina Leonora vedova di Pietro I,
coronazione e le nozze di Pietro e madre di Pietro II, la quale te-
II, nella quale aspirando i consoli mendo mali maggiori , dopo sette
de' genovesi ad avere la precedenza giorni si arrese coi cittadini. L'am-
su quelli de' veneziani, ognuno pro- miraglio in breve tempo s' impa-
pose le ragioni per essere ante- dronì pure di tutta l'isola, senza
posti, ma fu decisa la lite a fa- spaigimento di sangue, ma con sac-
vore de' secondi. I genovesi irrita- cheggio; imprigionò il re Pietro II,
ti tornarono alle loro case, ed am- la regina consorte, il di lui zio Ja-
mulinatisi si ricondussero con armi copo Lusignano principe d'Antio-
nascoste nel reni palazzo, con in- chia con due figli, e più di sessan-
tenzione d'occupare nella funzione ta baroni e principali del regno,
il primo posto con la forza. 11 che tre de' quali morire perchè fece
saputo dai veneziani, già olTcsi dal- avevano indotto il re ad incrudeli-
le paiole de'genovesi, li accusarono al re contro i genovesi. Fregoso fece
ve come attentassero alla di lui vita: ritorno in Genova coi detti princi-
subito furono presi, e senza investi- pi che ivi restarono prigioni per
,
gare per quale cagione erano arma- qualche tempo ; essendo quivi nato
ti, per ordine del re furono gettati un figliuolo alla regina , fu dalla
otto genovesi dalla sommità del città di Genova nominato Giano,
palazzo, restando pure uccisi tutti che successe dipoi al padre , e fu
gli altri ch'erano nella città, tran- Giacomo I. La liberazione di detli
ne uno che fuggito a Genova vi nar- principi si effettuò coli' obbligo di
rò la strage, la quale fu eslesa ai ge- un tributo annuale di quarantami-
novesi innocenti dimoranti nel regno la fiorini per un tempo determi-
di Cipro. Arsero i genovesi di col- nato, con illustri ostaggi, e la ces-
lera, onde per vendicarsi adunaro- sione di Famagosta che rimase nel-
no possente armata. Vi mandaro- le mani de'genovesi circa cent'an-
no prima Damiano Cataneo con ni , finché Giacomo III ultimo re
sette galere, perchè disponesse le dei Lusignano la ricuperò dopo il
cose per la guerra, e pervenuto a 1470. Siccome Urbano V era ritor-
Cipro nel principio del i373, pre- nato in Avignone, il successore Gre-
se e predò borghi di Pafo e di
i gorio XI volle elFettuare il di lui
Necoita, seminò discordie tra no- i proponimento di ristabilire piena-
bili, alcuni favorendo, altri oppri- mente in Roma la pontificia resi-
mendo. denza partì d'Avignone, ed im-
;
con la quale aveva fatto la con- portò con formidabile esercito in No-
quista di Chioggia, fu ob!)ligata ad cera ed assediò il Papa ìiella rocca,
arrendersi prigiotiiera a' 2 giugno i da dove affacciandosi alla finestra
dell' istesso anno, seguendo poi la tre volte il giorno scomunicava i
permuta de' prigionieri tra le parti. suoi nemici. In così deplorabile sta-
L'artiglieria in Italia fu posta in to scrisse il Pontefice alla signoria
opera per la prima volta in questa del governo di Genova, narrandole
guerra, e nell'in meria di Genova si r estreme sue angoscie , e pregan-
vede uno de' cann(»ni di cuoio usa- dola di pronto soccorso : fu solle-
ti dai veneti in quell'occasione. La cita la repubblica a sovvenire il
dal)ile possanza in mare de' geno- tezza, e coi cinque cardinali ed al-
vesi, che cedettero a Venezia l'iso- tri prigioni, lo condussero fra mille
la di Tenedo : le famiglie Adorno e pericoli nelle aspre montagne di
bilmente con civili contese, dispu- dieci galere genovesi procurate dal
tandosi il potere , e facendo scor- cardinal Lodovico Fieschi. A'-ìS set-
rere torrenti di cittadino sangue. tembre i385 -le galere entrarono
Nei lagrimevoli tempi del fatale nel porto di Genova in giorno di
scisma, avvennero fatti di gran ri- sabbato, ed il Papa andò all'ospe-
gore, scomuniche, guerre e fazioni, dale di s. Giovanni situato nel bor-
notario apostolico, che ivi morì po- venivano appresso sei palafreni co-
co dopo. Del soggiorno di Urbano perti di velluto senza alcun caval-
VI in Genova ne tratta anche
, cante; indi il tabernacolo con en-
l'annalista Rinaldi ai detti anni. trovi la sacra pisside, contornali»
3o8 OEN G-EN
da dodici fiaccole, posto sopra una in Genova l'estinzione dello sci-
mula liccamenfe bardata; finalmen- sma; ma troppo era nota la sua
te lo scismatico Benedetto XIII in- perfidia per non evitarla, onde In-
cedeva su bianca chinea, di cui te- nocenzo VII non si mosse da Roma.
nevano le redini a destra il mare- Livorno nel i^o'j fu acquistato
sciallo governatore, e alla sinistra dai genovesi, che poi nel i42t lo
il podestà conte Ferretti anconita- vendettero ai fiorentini per rime-
no; la processione fu chiusa da cin- diare alle esauste finanze. I toibi-
quanta consiglieri, ed altri gradua- di eccitati dai partiti che divide-
ti in toga bianca. Le strade erano vano gli abitanti, furono tali che i
sica, ch'era stato offerto dai mal- nel i ^5S Pietro di Campofregoso,
contenti ad Eugenio IV suo pre- di consenso del senato, diede la si-
gure Sisto IV delia Rovere di Al- renti. Il peggio si eia, che i Fre-
bisola nel territorio di Savona, na- gosi di un ramo facevano guerra
to da Leonardo e da Luchina Mun- ai Fregosi dell'altro, fratelli contro
leune, di onesta e popolare condi- fratelli, cugini contro cugini, i ni-
zione, nella villa di Pecorile sul poti allo zio.
rono col Pontefice per essere stalo patti; consolò anche l'islessa patria,
somma benignità, confermando alla tra due fratelli della nobile e po-
repubblica i molti privilegi ed im- tente famiglia Mari , Manfredo e
munità che godeva per la gra- Benedetto, l'uno laico l'altro mo-
zia de' suoi predecessori. Dopo sì naco : trassero seco loro numeroso
grandi onorificenze usale ad In- e forte partito , con tale inaspri-
nocenzo Vili dalla repubblica, al- mento che il litìgio cambiò in si
fece vela da Palos a' 3 agosto in con forte esercito in fermo pensie-
im giorno di venerdì; il successore ro di rovinarla, e distruggere la
d'Innocenzo Vili che fu Alessan- potenza de' genovesi, che costrinse
dro VI venne eletto agli i agosto, i senza patti ad arrendersi dopo otto
e Colombo a' 12 del successivo ot- giorni. E fama che ne fu rimosso
tobre, pure in giorno di venerdì, dai pianti e dalle voci compassione-
scuopri terra nel nuovo mondo. voli di quattromila fanciulli, che nel-
Certo è che nella sua iscrizione se- la piazza distesi e vestili di sacco, al-
3.i
4 GEN GEN
za de' fiaiicesi e per altre ragioni, scuoprì il nuovo mondo , ed Ame-
si ritirò dalla lega di Cambrai , e rico Vespucci fiorentino, togliendo
pacificatosi coi veneziani, i francesi al Colombo la gloria eh' eragli do-
ne restarono sommamente oflesi vuta, gl'impresse il proprio nome,
gli dichiararono la guerra, e pro- e fu chiamato America; e che Giulio
vocarono alcuni cardinali malcon- II fu il rista oratore delle lettere e
tenti a denunziare il conciliabolo delle arti ; per cui parziali scritto-
di Pisa: alcuni principivi manda- ri spogliando il Papa genovese del-
rono i vescovi de' loro dorainii , e la sua lode, la trasferirono ad un
sebbene Luigi XII stimolasse a ciò Papa di Firenze.
fare i vescovi e prelati genovesi Morì Giulio li nel i5i3, e gli
GEN GEN 3 1
armate a bella posta contro di lui. Doria con otto galere, mentre Ugo
Andrea pugnò con tanto valore e di JMoncada che comandava l'ar-
sapere, che la battaglia terminò mata imperiale, fu battuto a Ca-
con la disfatl;i dei mori e la presa podono e vi perdette la vita. Sem-
di sei dei loro vascelli. Intanto l'I- brava che i francesi fossero sul
talia era divenuta il teatro d'una punto regno di
di conquistare il
miraglio Boria battè quella di Car- patria ed i suoi soldati erano per
lo V presso ai lidi di Provenza. divenire anch'essi vittima degli ar-
Dipoi condusse dieci galere in soc- tifizi d'una corte, laonde rinunziò
corso di Marsiglia, ove disperse la al servigio della Francia, e concepì
flotta degl' imperiali , che costrin- r eroico divisamento di liberare in-
se a levarne l'assedio. Nel iS^S teramente, e consolidare con savie
Andrea Doria col consenso di Fran- istituzioni l'indipendenza della re-
tore (iella patria, che gli furono de- Farnese poi Paolo III, Quignones,
cretati dal senato, il quale per gra- ed Ippolito de' Medici, il cui fra-
nipote nel cortile del palazzo du- sendo slato destinato genero del-
rale, perpetuò sino agli ultimi del l'imperatore. Passato poi questi in
secolo passato colla memoria del Bologna, cotne pur fece Clemente
ginn benefizio, l'idea di im vero VII, tra gli oratori de' principi che
«ittndino, quando nei noti sconvol- intervennero alla coronazione vi fu-
gimeiifi politici dell' accennala epo- rono ancora gli oratori genovesi,
ca furono tolte. ch'ebbero grave contesa con quel-
Andrea Doria non volle nem- li di Siena, al modo che erudita-
meno essere doge nella nuova co- mente racconta il eh. GaetanoGior-
stituzione genovese, onde poter con- dani nella sua dotta opera intito-
tinuare a servire l'imperatore sul lata: Cronaca della venuta e dimo-
sto I 'ti'29 montò sulla capitana di An- feriori dovessero andare dopo di
drea divenuto principe di Melfi, e loro; ma arditamente a ciò questi
a' >.Idi detto mese sbarcò felice- si ricusarono. Nata pertanto una
GEi\ GEi\ 319
conlesa di etichetta contro di essi, so del porto, con colare a fondo
il luaestro di cerimonie giudicando due grandi vascelli carichi di pie-
in favore de'saucsi i cui oratori tre. Benché gl'ave di età, Andrea
erano i messeri Giovanni Palmieri, seguitava a montare sulle sue ga-
Orliindo INIariscolli, e Uernardino lere, ed a comandarle in persona,
Boninsegui, dall'oratore Lercario si ciò che fece sino all' età di circa
difese il diritto de' suoi. Dappoiché novant'anni, consumando tutta la
mo : fece cucire in un sacco, e git- dia. Nel tempo del trattato com-
tare in mare Ottobono Fiesco fia- parve avanti Genova Gio. Andrea
tello del suo nemico, olt' anni do- Doria con molte galere, con cui
po la congiura di Giovanni Luigi. pose in fuga quelle della città, eil
Promosso nel 1664 da Alessan- tedra, e finché egli visse non osò
dro VII all'arcivescovato monsignor il governo di più rimuoverla, pel
Giovanni Battista Spinola, il go- rispetto alla sacra porpora di cui
verno colla deliberazione del mi- eia rivestito. In questo tempo fu
nor consiglio del giorno 8 novem- concertato e stabilito il cerimonia-
bre, ordinò che il luogo e catte- le per le riverenze al doge, a se-
ria Saporiti, promosso nel 748 alla i olfizio si suscitò nel 1666 , in
chiesa metropolitana, insorta una proposito di un decreto della sa-
qualche circostanza di preminenza, gra congregazione dell'indice; tutta-
credette doversi costantemente op- volta questo tribunale fu sempre
porre alle pretensioni del governo, in Genova protetto ed appoggiato,
e come vide che le ragioni sue perchè in Genova gli eretici mai
iioa potevano prevalere ed avere allignarono, e continuò nel suo e-
esecuzione, venne alle vie di fatto. sercizio sino al 1797 in cui cessò
Entrato di notte tempo nel duomo, l'antica repubblica. Due volte in
fece rimuovere dai chierici e dai questo secolo la i-epubblica di Ge-
suoi domestici il trono del doge, nova fu nella sua capitale assa-
e limosso, lo volle seppellire. Quin- lita dai duchi di Savoia, cioè nel
di uscito dalla città, andossene a 1623 da Carlo Emanuele I uni-
Massa ove essere sicuro da ogni to coi francesi, e nel 1672 da
molestia. Si fecero delle trattative Carlo Emanuele II. Liberatisi i
pel suo ritorno a Genova, e riven- genovesi prima volta per gli a-
la
ne di fatto; ma in quanto ai suoi iuti di Filippo IV re di Spagna,
diritti mostrossi sempre inflessibile. respinsero la seconda con grande
Il governo ripose il trono ducale sua perdita il nemico, che a sten-
nel luogo digniore alia parte del to potè ricuperare per opera di
vangelo; e l'arcivescovo finché vis- Luigi XIV re di Francia il con-
se non volle mai più celebrare i quistato sopra di lui dagli assali-
solenni pontificali alla presenza dei lori vittoriosi. Non ebbe la repub-
superiori magistrati: mori nel 1767 blica egual sorte medesimo
col
dopo aver governalo la diocesi Luigi XIV nel 1684, quando sti-
circa vent' anni. abuso
Tollerò 1'
mandola tutta addetta alla Spagna,
il di lui successore monsignor Gio- e sdegnato per le negative ricevu-
vanni Lercari; e scoppiata la rivo- tene, la strinse con poderosissima
luzione che distrusse l' antico or- armata e bombardolla gittando ,
la flotta, la quale somma voltò poi la santa Sede, antica signora della
nella sua chiesa ove erasi rifugia- anni prima avea pul>blicato quel
to. Per ordine del Pontefice il car- senato contro gli omicidi. Le pre-
dinal Fieschi arcivescovo fece affi- tensioni che il re di Sardegna Car-
gere le schedule della scomunica lo Emanuele Ili promosse sul mar-
allc porte della metropolitana, ed chesato di Finale contro la repub-
il senato col pretesto che le sche- blica di Genova, che come dicemmo
dide non fossero slate sottoscritte I' avea acquistato dall' imperatore,
dai notari pubblici le dichiarò nul- produssero 174^ una guerra
nel
tom. II, p. 25o, scrisse alla repub- tembre 746. L'imperatrice regina
1
blica, che senza dimora alcuna ri- Maria Teresa si unì a questo re,
trattasse l'editto da essa pubblica- perchè Genova avea seguito le par-
to, e lo facesse cassare dagli atti ti di Francia nella guerra tra di
pubblici. Ilbenché fosse
religioso loro, ed i genovesi vi erano stati
stato dichiarato teologo della repub- tratti per aver la Francia aiutato
blica, e dimorasse nel palazzo del essi per reprimere le frequenti sol-
doge, pentito del suo fallo fuggì levazioni de' corsi. I duri modi del
in Roma, ove benignamente lo ac- tedesco general Brown, che di-
4
,
talo a nome del re di SariU'"na dal suo servigio ni Papa, che lifiutan-
33o GEN GEN
do il baldacchino, in portantina si sieme a due illustri chierici regola-
diresse alla metropolitana in mez- ri barnabiti i padri Francesco Fon-
zo a due ale di soldati, preceduto tana, e Luigi Lambruschini poi
dal clero genovese, dai cardinali, amplissimi cardinali. Qualche gior-
vescovi e prelati. Un picchetto del- no dopo rccaronsi in Genova alcu-
laguardia d'onore del re di Sar- ni deputati della cittàdi Savona
dogua circondò la portantina ed , per umiliare i loro omaggi al Pon-
altro del reggimento d'Asti chiuse tefice, e per pregarlo di onorare
il corteggio. Giunto il Pontefice nuovamente di sua presenza la loro
alla chiesa, ivi ricevette col ss. Sa- patria, già lungo suo soggiorno iu
gramento la benedizione dal cardi- tempo (Iella di lui deportazione, e di
nal arcivescovo, indi si pose nuo- coronate la statua della Madonna
vamente in portantina, ed in mez- della Misericordia, ciò ch'effettuò
zo ad iiinumerabile popolo ed al- in appresso, ed al modo che dires-
le più rispettose onorificenze, e ad- si all'articolo StU'outi (fedi). A'5
dobbi delle vie, si recò al palazzo aprile Pio VII si recò a Corniglia-
Durazzo, ove il re di Sardegna a- no ad osservare il museo di sto-
vea ordinato fosse sempre trattato ria naturale appartenente a Mar-
a spese del suo tesoro. La sera cello Durazzo, ed a' 1 6 di detto
precedente quella dell' arrivo, e le mese pertossi a celebrare la messa
due consecutive ebbero luogo ge- nella chiesa collegiata di s. Maria
nerali, brillanti e spontanee illumi- delle Vigne. Quando il Papa andò
nazioni, sì in città che ne' dintor- a Cornigliano, nella chiesa di Se-
ni tanto entusiasmo de' religiosi
: stri ricevè la benedizione col ss.
Nei primi giorni della sua di- cuiifcrenze. Nell'oratorio privato Pio
mora Genova Pio VII ebbe il
in VII celebrò la messa, alla presenza
conforto di vedersi a fianco la mag- di tutti mentovati sovrani. Di-
i
gior parte de' cardinali, ch'egli avea poi il Papa nella chiesa della ss.
fallo venire per consultarli nei gra- Annunziata a' 4 maggio tenne cap-
vi affari della Chiesa universalcj in» pella papale nella festa deli' Asceu-
,
CEN GEN 33 f
sione, con sedici cardinali e prela- Maria Luisa, e reali figli Carlo Lo-^
tura; e dopo eh' ebbe assistito alla dovico ora regnante duca di Lucca,
messa cantata dal cardinal Spina e Luisa Carlotta al presente du-
assistilo dall'arcidiacono e da due chessa di Sassonia ; e dalla duches-
canonici, preceduto dal sagro colle- sa di Galles, divenuta allora regina
gio, processionalmente sulla sedia d'Inghilterra, a' quali poi restitiù
gestatoria portata dai caravana ve- la visita. Ed oltre il corpo diplo-
stiti con sottana di damasco cremi- matico che come dicemmo,
lo avea,
gio i8i5; dal eh. Erasmo Pisto- porta il eh. Semeria dal quale trar-
Fila del sommo Pontefice Pio
iesi, remo principalmente le seguenti no-
yil, lom. IV, p. 38 e seg. dal ; tizie ecclesiastiche sulla sede episco-
venerando cardinal Bartolomeo Pac- pale di Genova. Probabilmente pre-
ca decano del sacro collegio (la cui dicò il vangelo in Genova anche
necrologia del dotto prof. d. Paolo l'evangelista s. Luca, ed i ss. mar-
Barola si legge nel numero 39 del tiri Nazario e Celso. Insigne apo-
Diario di Roma del i844) ed al- stolo della Liguria nel secondo se-
lora camerlengo, e pro-segretario colo fu s. Callimero vescovo di Mi-
di stato di Pio VII^ testimonio o- lano, il quale con la predicazione, e
culare nella succitata Relazione; e miracoli che Dio operò a sua in-
dal più volte encomiato d. Giovan- tercessione, trasse quasi tutti i li-
fu per lui donata : bensì più san- ta poscia a s. Stefano degli archi.
ti genovesi e liguri furono marti- La sede vescovile di Genova eb-
rizzati fuori della patria, come il be origine nei primi tempi del cri-
Pontefice s. Eutichiano, morto nel stianesimo, forse nel primo secolo,
283, che il Baronio chiama marti- e senza contrasto nei primi anni
re, non il p. Sangallo; s. Desiderio del quarto. Il b. Jacopo da Varaz-
nel quinto secolo; il gesuita Carlo ze ossia \ aragine assegna pel pri-
Spinola trucidato l'anno 1622 nel mo vescovo s. Valentino del 54o,
Giappone; il p. Ferdinando Isola e successori s. Siro nel 070, s. E.o-
d' AJbisola morto in Scutari nel de- molo nel 600.Papebrochio di- Il
del loro attaccamento alla fede cat- vicino a Genova, s. Romolo di Ge-
tolica, e dell' abborrimento loro ad nova, Diogene, Pascasio, Giovanni ec.
ogni eresia. Quanto alla prima chie- Dell'antichità e nobiltà della chie-
sa edificata in Genova, se la re- sa di Genova, come de'pritni suoi
gione piti antica della città pel vescovi, ne parla il Rinaldi all'an-
consenso degli antiquari è quella no 4^'} num. 17. San Salomonio
di Castello, devesi credere che qui sembra dunque il primo vescovo
abbiano abitato i primi cristiani, e di Genova. San Valentino adorno
qui il abbia fondato
cristianesimo delle più belle virtù, amato dal po-
il suo cominciameuto, ed aperto le polo, morì a' 2 maggio, fu sepolto in
sue sacre adunanze. Le prime quat- ss. Apostoli, e vi restò sino al 985
tro chiese edificate in Genova sem- in cui Giovanni II vescovo di Ge-
bra che siano quelle di s. Maria di nova lo ritrovò intero : dopo che
334 ' ^^^^^ GEN
la cliiosa fu restaurata lo pose nel guria, si porlo nella terra Martus-
luogo il più decoroso che portava il siana, e si nascose in orrida spe-
l'itolo di s. Siro; dipoi nel 1240 lonca poi convertita in cappella, che
Giovanni di Cotorno o di Gogorno, die origine alla terra di Matuto, la
ma veramente di Cocurno, arcive- quale in appresso chiamossi Sanre-
scovo della città, sfnccata una por- u)o dal suo nome s. Romolo: ivi
zione delle sacre reii(paie, ne fece giacquero le sue reliquie sino circa
la solenne traslazione nella cattedra- alla fine del IX secolo, quando il
le. San Felice morì a' 9 luglio, e vescovo di Genova Sabatino, temen-
le sue i-eliquie per qualche tempo done la profanazione per le incur-
furono venerate in ss. Apostoli, don- sioni de' saraceni, nell'H^r le trasfe-
de vennero traslate alla cattedrale. ri alla sua cattediale. Questa nei
San Siro per avere in Taggia risa- primi secoli era la chiesa antica dei
nata la figliuola di Gallione ener- ss. Apostoli, posteriormente detta
guinena, questi assegnò per grati- di s. Siro, e continuò ad essere co-
tudine al vescovo di Genova nella sì fino all'anno 98", nel qual tem-
regione di Taggia alcuni poderi, il po essendosi ristorato e di inolio
frutto de'quali fosse distribuito ai ingrandito tempio pur antichissi-
il
San Romolo forse per sottrarsi done stato l'ultimo Lanfranco. Do-
da qualche persecuzione in tempo po di questo Urbano VI confeiì nel
di Rolari re de' longobardi, che de- I 383 l'abbazia in commenda al car-
vastò tutta la costa marittima di Li- dinal Lodovico Fieschi, che ebbe a
GEX GEN 335
successori tredici abbaili coiiìnioiKla- l'autenticità, indi dopo averle por-
tari che pure si leggono nell'Ughel- tai le egli stesso con religioso appa-
li. Tra di essi nuniineretno il car- rato alla pubblica venerazione, le
dinal Cibo poi Innocenzo Vili, il elevò ad un altare piìi decoi'oso,
cardinal Lorenzo Cibo suo nipole, il concedendo indulgenza plenaria ai
cardinal Bandinello Sauli, il caidi- defunti che si sarebbero seppeìlili
nal Innocenzo Ciboj Alberico Ci- nel cimiterio di detta chiesa. Da
bo poi principe di Massa e Carrara, Genova Gelasio II passò a Pisa, ove
il cardinal Ippolito d'Este, il cai- consacrò la chiesa cattedrale, e per
dinal \incenzo Giustiniani che fu le istanze de" pisani elevò la chiesa
IbUimo abbate commendata ilu. Per vescovile al grado di metropolita-
incuria di detti commendatari esseu na, con assegnargli per sutfra^a-
do quasi distrutto il monastero, Gre- nei i vescovi dell'isola di Corsica,
gorio XIII nel i5'j5 tolse ai mo- la quale nel governo politico dipea-
naci la chiesa, e la diede ai chie- deva dalla repubblica di Genova.
rici regolari teatini. Questi rifab- Per questa disposizione geno- i
Oberto, nel 1090 Ciriaco, nel logj conseguenza una guerra di tredici
Augurio, nel 1099 Aicardo, al qua- anni che superiormente accennam-
,
gna. Tale è il sunto della bolla dunanze nella canonica del duo-
;
>' amore né o-
dito o indotto da veino presentava per mezzo di per-
.<> da timore ne obbligo alcu-
dio, sona confidente una terna, e il pri-
« no, eleggerò ad arcivescovo del- mo de' tre era eletto quando ido-
» la presente persona
città quella neo veniva riconosciuto, né altri-
>» ch'io conoscerò, o senza fraude menti facevasi per gli altri vescovi
*» crederò per costumi e per dot- della lepuhblica. Anticamente il ca-
•> trina più idonea a questo, più pitolo vescovile di Genova si com-
>> onesta e più giovevole, sì vera- poneva, come nel decimo secolo, di
« mente che acconsenta a questa due dignità, l'arciprete e l'arcidia-
« nostra pubblica elezione ". cono, di (lue preti e di due diaco-
Dopo il giuramento si appressa- ni, ai quali nel secolo decimosecori-
rono all'altare di s. Lorenzo a dar do si trova aggiunto il maestro
il voto , e fattosi lo scrutinio dai teologo; oltre a questi la chiesa di
canonici, Irovossi eletto l'arcidiaco- Genova aveva due suddiaconi e due
no Ugo della Volta, il quale nel accoliti. In una donazione del ve-
medesimo giorno venne collocato scovo Teodulfo del q52 i diaconi
sulla sedia pontificale dal clero, e si leggono sottoscritti , de cnràine
dal popolo insieme : un modo
in s. Ecclesiae Jaiiuen. : in un'alua
consimile si elesse dopo la sua mor- che si crede del 980 egli chiama
te il successore nel palazzo arcive- tutti i suoi chieiici nostn cardinali,
scovile, ed alla presenza del cardi- e quest' era veramente la formula
nal Pietro del titolo di s. Cecilia, più antica. Ugo od Ugone fu diui-
legato a Ge-
latere per la pace tra que il secondo arcivescovo di Ge-
nova e Pisa. Giovanni di Cogorno, nova patrizio genovese
,
, il quale
eletto nel 1289, fu il primo arci- assai lodevolmente resse la sua chie-
vescovo che si portò a consagrarsi sa; edificò nel 1166 un monistero
in Pioma nel pontificato di Grego- de' cistcrciensi sopra Chiavari ad
rio IX. 11 giorno dopo il suo arri- onore di s. Andrea, e col suo co-
vo ebbe l'esame, nel secondo fu raggio salvò la patria dall'anarchia,
consacrato, nel terzo gli venne im- al modo che dicemmo di sopra.
posto il pallio. L' ultimo arcivesco- Nel 1188 gli successe Bonifazio ar-
vo eletto dal capitolo metropolita- cidiacono della cattedrale, ed a que-
no fu il b. Jacopo da Va razze, che sti nel i2o3 Ottone vescovo di Bob-
fu consagrato in Roma del 292 ; 1 bio, prelato assai dotto, ed autore
dopo il quale gli arcivescovi di Ge- di un'opera sulle cause matrimo-
nova furono creati dai sommi Pon niali, che dedicò ad Innocenzo IH.
tefìci, e così ebbeio fine gì' indugi Ebbe pel primo a suffiaganeo il
e le gare che solevano insorgere vescovo di Albenga e fondò nel
,
trina, prudenza e vigilanza; otten- nel giugno 1298: a' nostri giorni
ne da Libano IV l'assoluzione del- Pio VII confermò il culto ed
gli
leo, fu uno de' procuratori della vizi o le virtìx. Sino al i5i3 res-
nazione italiana, e per la riforma se l'arcivescovato Gio. Maria Sfor-
della disciplina ecclesiastica indiriz- za, figlio naturale del duca di Mi-
zò una zelante orazione all'impe- lano. Leone X gli die a successore
ratore Sigismondo ivi presente. il suo nipote Innocenzo Cibo che
Questo arcivescovo con singoiar creò cardinale, dotato di quelle
modestia pel primo si associò al- egregie doti che celebrammo alla
cuni piissimi ed istruiti cittadini sua biografia. Morì nel i55o, per
alla distribuzione delle limosine sta- cui Giulio III fece arcivescovo Gi-
bilite dai pii nacque
legati; da ciò rolamo Sauli, che rese memorabi-
il nobilissimo magistrato della Mi- le il suo governo, pio e vigilante,
sericordia , composto dall' arcive- per aver coadiuvata la fondazione
covo prò tempore, e da quattro de' gesuiti in Genova, a formare
togati. specialmente la gioventìi nelle let-
Eugenio IV nel i436 fece arci- tere e nella pietà; indi per nomi-
vescovo Giorgio del Fiesco figlio na di Paolo IV fu arcivescovo A-
di Ettore conte di Lavagna, indi gostino Salvago domenicano, che
nel 1439 lo creò cardinale: fu tre intervenne al concilio di Trento, e
anni arcivescovo di sua patria, e morì lodato nel 1567. Diventò ar-
morì vescovo d'Ostia e Velletri, civescovo Cipriano Pallavicino, che
chiesech'ebbe da Nicolò V, ma con zelo si applicò all'esecuzione
non decano del sacro collegio, co- del concilio tridentino, e colla san-
me già dicemmo alla sua biogra- tità de' costumi ne diede agli eccle-
fia coir autorità del Lucenti, hai. siastici edificante esempio: vedendo
sac. tora. J, in episc. Ost. el Fell.; non essere egli sufficiente a ripara-
del Borgia, Istoria della chiesa e re ai tanti gravi disordini ch'era-
città di Fellelri p. 87 i ; e del Car- no nella città e diocesi, nel iSSa
della, Memorie isloriche de cardina- implorò ed ottenne da Gregorio
li tom. Ili, p. 73; anzi avverte il XIII per visitatore apostolico il
Borgia, che in quel tempo non era vescovo di Novara Francesco Bosio,
annessa la dignità di decano del che eseguì l'incarico' severamente,
sacro collegio col vescovato di O- e senza riguardi. Sisto V nel i58?
stia e Velletri, ma bensì al più an- fece coadiutore dell'ottimo Pallavi-
ziano de' vescovi cardinali, e che il uo il Antonio Sau-
distinto prelato
tempo della promozione non con- li, altro nobile che poi genovese
cedeva al cardinal Fiesco tale pre- esaltò al cardinalato, e di più lo
rogativa Lo successe del 14^9
. nominò ammiraglio della flotta pon-
Giacomo Imperiale patrizio genove- tificia armata contro i turchi, che
se, ed a suo tempo fu edificato il infestavano le spiagge romane: nel
convento dei domenicani di Castel/o. 1591 rinunciò la sede, e Gregorio
Nel 1453 fu fatto arcivescovo il XIV gli diede per successore Ales-
34^ GEN GEN
Sandro Centurione nobile di Geno- li eresse in Fassuolo sobborgo del-
va. Tenne la sede di sua patria in la città conveniente casa, e poscia
continue vertenze col governo in vi si ritirò ogni armo col suo cle-
sore Orazio Spinola patrizio come nodo diocesano. Per umiltà non
il predecessore della comune patria: permise erezione di lapidi a suo
poscia Paolo V lo promosse alla onore; ricusò come narrammo di
dignità cardinalizia, ed a legalo di coronare il doge, e virilmente si
scovo di Genova, Pio VII a' 3o lodato per vasta erudizione e soavi
inaggio 1818 gli tolse Parma, Pia- costumi : sollecito degli studi de'se-
cenza, e Borgo s. Donnino che as- niinaristi, dispose che ogni anno ne
soggettò alia santa Sede con la dassero prove con opportuni esa-
bolla SoUccUiido omnium Eccle- mi. Per la di lui morte il Papa
sìarum, dichiarando sulIVaganee di che rogna, nel concistoro de' 2 lu-
Genova, Alhenga , Brugnato (che glio 1832, trasferì a questo arci-
poi unì a Lnni e Sarzana con la vescovato monsignor Placido Ma-
bolla SolUcila quam prò apostoli- ria Tadini di Monca Ivo diocesi di
ci, de' 7.5 novembre 1820), Bob- Casale, dell'ordine de' carmelitani
bio, Tortona, Ventimiglia, Nizza, dell'antica osservanza , vescovo di
e Savona, che a' 28 novembre Biella, e poscia nel concistoro dei
1820 unì a Koli mediante la bolla (3 aprile i835 lo creò cardinale,
Dominici gregis. Oltre a ciò Pio conferendogli per titolo la chiesa
VII a' i4 luglio 18 19 emanò l'in- di s. Maria in Traspontina: que-
dulto. Alias fi l. record. Nicolnus sto è il zelante e dotto pastore
PP. V., col quale concesse al re che al presente governa l' illustre
di Sardegna duca di Genova, la nrcidiocesi di Genova, ed il quale
facoltà di nominare a tutte le agli II, 12 e i3 settembre i838
cliiese vescovili, abbazie, e prepo- celebrò il sinodo diocesano, che
siture del ducato di Genova. Nel- pul)blicò colle stampe della tipo-
l'istesso anno e nel concistoro dei grafia arcivescovile, dove si leggo-
27 settembre dichiarò arcivescovo no utilissimi decreti e disposizioni.
di Genova il p. Luigi Lambru- La cattedrale, come si è detto, di
schini genovese della congregazio- elegante struttura, è sagra a Dio
ne de' chierici regolari di s. Paolo sotto l'invocazione del levita e mar-
delti barnabiti, che Leone XII nel tire s. Lorenzo, ed ha otto vesco-
1826 fece nunzio apostolico di Pa- vi per sulTraganei. Il capitolo si
1802-1883.
Dizionario di erudizione
storico-ecclesiastica
AFK-9455 (awsk)