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ON.

LE TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE PER LA SICILIA


SEZIONE STACCATA DI CATANIA
MEMORIA DI COSTITUZIONE
PER

il COMUNE … (c. f. …, in persona del Sindaco p. t., rappresentato e difeso, giusta delibera di
incarico della Giunta Comunale n. …, come da procura rilasciata su foglio separato e
telematicamente congiunta al presente atto, dall’Avv. … (c. f.: …) – la quale, ai sensi dell’art. 136
del d. lgs. n. 104/2010, dichiara di voler ricevere tutte le comunicazioni relative al processo
all’indirizzo di posta elettronica certificata avv.alessandra.franza@pec.giuffre.it e/o al fax n.
090/9431888 –, presso lo studio della quale, in …, è elettivamente domiciliato, nonché, ai sensi
degli artt. 25 c. p. a. e 16 sexies del d. l. n. 179/2013 e ss. mm. ii., con elezione di domicilio digitale
all’indirizzo di posta elettronica certificata iscritto su reginde …,
CONTRO

la SIG.RA …, n. q. di Amministratrice del Condominio … ubicato in …, rappresentata e difesa dal


Prof. Avv. …,
NEL GIUDIZIO

iscritto al N. DI R. G. …, incardinato con ricorso notificato in data … e depositato in Segreteria con


istanza di fissazione d’udienza in data …, per l’annullamento, previa sospensione:
- della nota del Dipartimento Edilizia Privata del Comune … trasmessa via pec in data …;
- della nota del Dipartimento Edilizia Privata del Comune … trasmessa via pec in data …;
- del provvedimento prot. n. … del …, con cui l’U. O. C. 3 del Dipartimento Edilizia Privata del
Co… dichiara concluso il procedimento avviato con c. i. l. a.;
- di ogni altro atto presupposto, connesso e/o conseguenziale.

FATTO
La Sig.ra …, n. q. di Amministratrice del Condominio …, inoltrava certificazione di inizio lavori
asseverata (c. i. l. a.) (all. 1) al Dipartimento Edilizia Privata del Comune di …, acquisita al
protocollo n. 284188 del 29.10.2018, comunicando l’avvio di “lavori per l’installazione di un
impianto elevatore, previa realizzazione di vano corsa in castelletto, per il superamento delle
barriere architettoniche, ai sensi dell’art. 7 della l. n. 13/1989”.
Con l’impugnata nota prot. n. 297601 dell’11.11.2018 (all. 2), il Dipartimento, in data
12.11.2018, comunicava alla … a mezzo pec l’assentibilità non con l’adottata c. i. l. a., bensì con s.
c. i. a. degli interventi in questione, in quanto interventi interessanti parti strutturali dell’edificio.
In particolare, infatti, si verificava dai documenti acquisiti che l’installazione dell’impianto
nell’edificio a quattro elevazioni fuori terra interessava il lastrico solare, nel quale e sul quale si
prevedeva la realizzazione rispettivamente di un foro e di una non meglio descritta copertura a
padiglione.
L’interessamento, in alcun modo descritto nella relazione tecnica (all. 3), del lastricato solare era
tuttavia rilevabile dall’esame degli elaborati grafici architettonici (all. 4).
Accertato, dunque, che tale parte strutturale era interessata dal progetto di installazione, con la
suddetta nota si comunicava altresì avvio di annullamento del procedimento, ex artt. 10 bis della l.
n. 241/1990 e 11 bis della l. r. n. 10/1991 (preavviso di formale adozione di provvedimento
negativo).
Va osservato che alla c. i. l. a. era allegato, ex art. 6 della l. n. 13/1989, anche attestato di
avvenuto deposito del progetto presso il Servizio Ufficio del Genio Civile di Messina (all. 5), ma
nell’attestato non si faceva alcuna menzione se il deposito includesse i calcoli necessari per il taglio
del solaio.
Nonostante il suddetto avviso di avvio di annullamento del procedimento, i lavori proseguivano
fino ad essere conclusi, per cui, con l’impugnata nota dell’U. O. C. di Coordinamento Repressione
Abusivismo del Dipartimento Edilizia Privata, trasmessa via pec in data 13.11.2018, si comunicava,
pertanto, l’avvio di procedimento sanzionatorio per esecuzione di lavori non approvati, con
trasmissione del fascicolo all’Unità Repressione Abusivismo.
La ricorrente, con atto protocollato al n. 315845 del 22.11.2018, presentava, ex art. 10 bis della l.
n. 241/1990, richiesta di riesame e osservazioni atte a dimostrare la presunta erroneità dei rilievi
mossi dall’Amministrazione Comunale.
Con l’impugnato provvedimento dell’U. O. C. 3 del Dipartimento Edilizia Privata (all. 6), si
confutavano, tuttavia, le sollevate obiezioni, altresì rilevando la mancanza del parere della
Soprintendenza BB.CC.AA. in ordine all’esecuzione di taluni interventi (modifica di parte della
copertura di torrino scala, esecuzione di lucernario, abbattimento alzate), nonché del parere del
Genio Civile, per cui a fortiori con lo stesso provvedimento si concludeva il procedimento
istruttorio.
La … incardinava, dunque, il presente giudizio con il ricorso meglio specificato in epigrafe.
All’udienza camerale del 27.02.2019, l’istanza cautelare era rigetta, poiché “… il paventato
pregiudizio grave ed irreparabile non risulta attuale, posto che, in concreto, l’elevatore di cui si
tratta potrà continuare ad essere utilizzato dai soggetti interessati e che, fintantoché tale utilizzo
non sarà effettivamente impedito, non potrà considerarsi sussistente … alcun periculum in mora”.
Il ricorso si appalesa infondato, per le seguenti ragioni di
DIRITTO
I. Al punto Ia. (pagg. 3-4), la ricorrente asserisce l’illegittimità dei provvedimenti impugnati per
violazione dell’art. 10 bis della l. n. 241/1990, specificamente per omessa valutazione delle
osservazioni sulla motivazione che li sorregge, motivazione per cui “gli interventi rappresentati
interessano parti strutturali, non assentibili con la procedura adottata, ma che necessitano di
procedura S.C.I.A., pertanto la C.I.L.A. è da ritenersi inefficace”.
In realtà, il provvedimento dell’U. O. C. 3 del Dipartimento Edilizia Privata con cui si comunica
la conclusione del procedimento istruttorio, con trasmissione del fascicolo all’U. O. C. Repressione
Abusivismo, benché senza esplicito riferimento alle osservazioni, di fatto le confuta (v. Cons. St.,
Sez. VI, 27 settembre 2018, n. 5557), rilevando che l’intervento de quo non può farsi rientrare nelle
tipologie in relazione alle quali il d. m. 2 marzo 2018 e la voce n. 22 della tabella A del d. lgs. n.
222/2016, normativa alla quale si fa riferimento nelle osservazioni stesse, prevedono il regime di
edilizia libera, in quanto, essendo prevista la “bucatura del solaio” in prossimità del torrino scala
con l’esecuzione di una sorta di lucernario, trattasi di installazione che incide sulla struttura
dell’immobile condominiale (altresì alterando la sagoma dell’edificio).
II. Al punto II (pagg. 5-8), il ricorrente tenta di ricomprendere l’intervento de quo nella categoria
degli interventi di manutenzione ordinaria, in quanto tali in regime di edilizia libera.
E’, pertanto, conduce un excursus sulle norme che, anche nei combinati disposti, circoscrivono
gli interventi in regime di edilizia libera, con particolare riferimento agli interventi di eliminazione
di barriere architettoniche (art. 3, co. 1°, lett. a, del d. P. R. n. 380/2001; art. 3, co. 1°, lett. a, della l.
r. n. 16/2016; punto 28 del d. m. del 2.03.2018, attuativo dell’art. 1, co. 2°, del d. lgs. n. 222/2018;
voce 22 della tabella A del d. lgs. n. 222/2016; artt. 2, 6 e 7 della l. n. 13/1989; art. 3, co 1°, lett. b,
della l. r. n. 16/2016).
L’intero impianto argomentativo di controparte, tuttavia, si fonda sull’apparente assioma per cui
l’installazione dell’impianto elevatore non incide, nella concreta fattispecie, sulla struttura portante
dell’edificio, poiché, incidendo sulla struttura portante, la stessa controparte ammette che non si
tratta di manutenzione ordinaria, bensì straordinaria.
Orbene, in primo luogo va detto che la distinzione effettuata da controparte tra struttura portante
e struttura non portante (v. pag. 6) non ha alcun fondamento, poiché per struttura portante (o
resistente) altro non si intende che (semplicemente) la struttura di un manufatto.
In secondo luogo, se di per sé l’argomentazione avversaria regge in relazione all’installazione di
un impianto elevatore, non può reggere nella misura in cui tale installazione comporti, per la
realizzazione di un (peraltro, non meglio definito) lucernaio, la bucatura del solaio, cioè del
lastricato solare e comunque della copertura o tetto dell’edificio, poiché il tetto ne è appunto parte
strutturale (più esattamente, il tetto è costituito da una parte strutturale, da un manto di copertura e
da una parte funzionale all’isolamento).
Infatti, “avendo riguardo alla classificazione degli interventi edificatori dettata dal t. u. edilizia,
la realizzazione dei lucernai pare riconducibile alla categoria della manutenzione straordinaria,
ossia ad una categoria di interventi … sottoposti al regime … della scia” (T. A. R. Genova, Sez. I,
17 settembre 2015, n. 745).
La stessa nota prot. n. 1487/2019 dell’Ufficio del Genio Civile richiamata ex adverso si riferisce
all’installazione di impianto elevatore, senza contemplare l’ipotesi in cui l’installazione comporti la
realizzazione di un lucernaio, con conseguente bucatura del solaio (e incidenza su elemento
strutturale).
E’ vero, poi, che il castelletto realizzato sul lucernaio di per sé non incide a livello strutturale –
come correttamente si afferma nella nota della Consulta dell’Ordine degli Ingegneri di … del
16/07/2018 richiamata da controparte –, incidendo tuttavia piuttosto sulla sagoma dell’edificio
(come un abbaino).
Controparte aggiunge, infine, quanto allo spostamento delle alzate, che si tratterebbe di
“barriere architettoniche all’accesso dell’impianto elevatore rimovibili in regime di edilizia
libera”, nonostante sia la stessa controparte a escludere il regime di edilizia libera nel caso in cui
l’intervento incida su parti strutturali dell’edificio, quali sono appunto le alzate (al contempo
barriere architettoniche e parti strutturali).
III. Al punto Ib. (pagg. 4-5), la ricorrente asserisce l’illegittimità dei provvedimenti impugnati
ancora per violazione dell’art. 10 bis cit., ma sotto diverso profilo, poiché il provvedimento con il
quale si comunica la conclusione del procedimento istruttorio sarebbe arricchito da una ragione
giustificativa diversa e ulteriore – ossia l’omesso parere della Sovrintendenza – rispetto alle ragioni
comunicate anteriormente al contraddittorio imposto ex lege dalla normativa sulle osservazioni.
L’asserzione è erronea, ma non vale approfondire la questio.
Infatti, l’intervento de quo rientra effettivamente tra quelli esclusi dall’autorizzazione
paesaggistica della Soprintendenza BB. CC. AA., in virtù del combinato disposto dell’art. 2 del
d.P.R. n. 31/2017 con i punti A2 e A4 dell’allegato A dello stesso decreto presidenziale.
Ciò è correttamente rilevato ex adverso al punto III. (pagg. 8-9) e confermato dalla stessa
Soprintendenza di … con nota prot. n. 83/2019 richiamata dalla ricorrente (e posteriore al
provvedimento con cui si rileva l’omesso parere della Soprintendenza).
Tuttavia, è appena il caso di osservare che il provvedimento è annullabile solo in parte qua,
restando sorretto dalle altre parti della motivazione (atteso che il vizio denunciato riguarda solo la
parte del provvedimento posteriore al contraddittorio che motiva la conclusione del procedimento
per mancanza del parere della Soprintendenza: v. Cons. St., Sez, IV, 17 luglio 1996, n. 869; T. A. R.
Cagliari, Sez. II, 18 maggio 2009, n. 684).

P. Q. M.
Voglia codesto On.le Tribunale adito, contrariis reiectis, rigettare il proposto ricorso anche in
ordine alle spese del giudizio e dei compensi difensivi.
Luogo, data
(Avv. …)

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