Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
IMPUTATI
A) delitto p. e p. dagli artt. 113 - 449 - 434 c.p. perché, tenendo ciascuno le
seguenti condotte colpose (quanto a Giuseppe La Serra. Mario Marinaro, Giovanni
Martino - nome così corretto all'udienza preliminare del 3 ottobre 2005 -, Antonio
Mario Borrelli: con raggravante di cui al n. 3 dell'ari. 112 c.p.), cooperavano, in
occasione dei seguenti interventi effettuati con le seguenti azioni e le seguenti
omissioni, nel porre le condizioni per il crollo della scuola Jovine di San Giuliano
di Puglia:
• senza che fosse stato redatto alcun progetto strutturale esecutivo (comprendente -
come invece avrebbe dovuto - elaborati grafici, calcolazioni e relazione illustrativa
dei materiali) della sopraelevazione e degli interventi necessari al suo inserimento
nell'organismo edilizio esistente;
• senza che, in corso d'opera, si fosse proceduto alla verifica della qualità dei
materiali impiegati ed alle prove sugli stessi;
2
• senza che fosse depositata, a struttura ultimata, la prescritta relazione all'ufficio
del Genio civile con i dovuti certificati delle prove eseguite sui materiali impiegati
e sull'esito delle eventuali prove di carico:
• senza l'effettuazione, ai sensi dell'ari. 7 della Legge 1086/71 e dell'art. 6 del D.M.
30.05.1974 del collaudo statico delle opere e, conseguentemente, senza che l’atto
di collaudo fosse, ai sensi del già citato art. 7 della Legge 1086/71, depositato
presso l'ufficio del Genio Civile;
5
ulteriormente aggravato; sopraelevazione (in completa assenza di un progetto,
di prove sui materiali e prove di carico) priva dei necessari requisiti di
sicurezza prescritti dalla legge e tale da rendere altamente pericoloso l'edificio
scolastico, per giunta favorendo l'apertura della scuola grazie alla redazione e al
rilascio del fraudolento "certificato di agibilità e staticità", pur in mancanza
dell'imprescindibile collaudo statico; omissioni ed azioni, tutte, risultate, se non
finalizzate a nascondere, certo capaci di nascondere le condizioni di grave
precarietà statica delle strutture murarie preesistenti, e di consentirne anzi la
sopraelevazione che ne aggravò ulteriormente le condizioni di pericolo ed infine
di consentire spregiudicatamente l'uso della scuola in condizioni di elevata
precarietà e vulnerabilità statica prossime alle condizioni di collasso per i soli
carichi verticali aia prima della sopraelevazione (collasso effettivamente
verificatosi pochi giorni dopo l'inaugurazione della scuola per schiacciamento
alle prime scosse sussultorie del terremoto del 31.10.2002, determinanti un
modesto incremento delle azioni verticali);
• Giovanni Martino. Carmine Abiuso, titolari delle imprese appaltatrici dei
lavori (sopraelevazione dell'edificio scolastico):
il primo, appaltatore; il secondo, subappaltatore:
omessa denuncia delle opere, prima del loro inizio, al Genio Civile (art. 4 Legge
1086/71);
esecuzione dei lavori senza un progetto esecutivo strutturale e loro prosecuzione
su sporadiche indicazioni verbali del progettista, a dispetto della pessima
qualità della muratura rilevata nel corso dei lavori; sopraelevazione che aggravò
ulteriormente le condizioni di pericolo nelle quali versava la scuola già in
condizioni di elevata precarietà e vulnerabilità statica prossime alle condizioni
di collasso per soli carichi verticali già prima della sopraelevazione (collasso
effettivamente verificatosi pochi giorni dopo l'inaugurazione della scuola per
schiacciamento alle prime scosse sussultorie del terremoto del 31.10.2002,
determinanti un modesto incremento delle azioni verticali);
• Giuseppe Uliano, titolare della impresa appaltatrice dei lavori di costruzione
del primo lotto della scuola (la parte crollata):
violazioni delle regole tecniche ai sensi del R.D.L. 22.11.1937 n. 2105, art. 5
(convertito in Legge in data 25.04.1938 con n. 710), avendo realizzato strutture
murarie non rispondenti ai prescritti requisiti tecnici relativi alla costruzione di
murature con pietrame irregolare, peraltro nettamente insufficienti e
6
conseguentemente di elevata vulnerabilità (circostanza rilevante nella dinamica
del collasso per schiacciamento subito dalla scuola il 31.10.2002);
9
8. DI RENZO Antonio, nato a Larino il 06.05.1994, residente in San Giuliano
di Puglia, Contrada Postecchia nr.1, alunno classe 3^;
9. DI RENZO Maria, nata a Larino il 11.03.1995, residente in San Giuliano di
Puglia, Contrada Via delle Vigne n.3, alunno classe 2^;
10. FRANCARIO Lorenzo, nato a Larino il 26.10.1992, residente a San Giuliano
di Puglia, Corso Vittorio Emanuele III nr.89, alunno classe 5^;
11. 11.IACURTO Luca, nato a Larino il 19.11.1996, residente in San Giuliano di
Puglia, Via Giovanni XXIII nr.3, alunno classe 1^;
12. IACURTO Paolo Romano, nato a Larino il 09.01.1996, residente in San
Giuliano di Puglia, Via Pepe nr.25, alunno classe 1^;
13. IANIRI Valentina, nata a Larino il 27.07.1996, residente in San Giuliano di
Puglia, Corso Vittorio Emanuele III nr.246, alunno classe 1^;
14. LAFRATTA Domenico, nato a Larino il 06.09.1992, residente a San
Giuliano di Puglia, Via Borgo Pozzo Alberto nr.27, alunno classe 5^;
15. MORELLI Morena, nata a Campobasso il 24.11.1996, residente in San
Giuliano di Puglia, Via Leopardi nr.15, alunno classe 1^;
16. NARDELLI Gianni, nato a Larino il 28.06.1993, residente a San Giuliano di
Puglia, Contrada Colle Monte nr.1, alunno classe 4^;
17. NARDELLI Giovanna, nata a Larino il 22.04.1992, residente a San Giuliano
di Puglia, Corso Vittorio Emanuele III nr.53, alunno classe 5^;
18. 0CCHIONERO Luigi, nato a Larino il 26.01.1995, residente a San Giuliano
di Puglia, alunno classe 3^;
19. PETACCIATO Luigi, nato a Larino l’11.03.1995, residente a San Giuliano di
Puglia, Via Moro nr.22, alunno classe 2^;
20. PICANZA Maria Celeste, nata a Larino il 26.10.1994, ivi residente al Largo
Palazzo Marchesale n.9, alunno classe 3^;
21. PICANZA Raffaele, nato a Larino il 25.03.1996, residente in San Giuliano di
Puglia, C/da Colle Monte nr.19, alunno classe 1^;
22. PICANZA Valentina. nata a Larino il 14.02.1996, residente in San Giuliano
di Puglia, Largo Palazzo Marchesale nr.9, alunno classe 1^;
23. RIGGIO Gianmaria, nato a Campobasso il 16.04.1993, residente a San
Giuliano di Puglia, Corso Vittorio Emanuele III nr.234, alunno classe 4^;
24. RIGGIO Luca, nato a Campobasso il 16.04.1993, residente a San Giuliano di
Puglia, Corso Vittorio Emanuele III nr.234, alunno classe 4^;
10
25. SERRECCHIA Costanza, nata a Larino il 13.11.1992, residente a San
Giuliano di Puglia, via Giovanni XXIII nr.76, alunno classe 5^;
26. VASSALLI Martina, nato a Cesena il 11.07.1995, residente a San Giuliano
di Puglia, Contrada Colle Monte, alunno classe 2^;
27. VISCONTI Umberto, nato a Larino il 13.03.1993, residente a San Giuliano
di Puglia, C/da Colle Monte nr.25, alunno classe 5^ deceduto
successivamente in data 02.12.2002 in Roma presso l'ospedale Bambin Gesù
"
28. RITUCCI Giovanna, nata a Campobasso il 23.02.1995, residente a San
Giuliano di Puglia, Corso Vittorio Emanuele III nr.54, alunno classe 2^;
12
21. LICURSI Angelo, nato a Termoli il 31.07.1994, residente a San Giuliano di
Puglia, Via delle Querce n.2; lesioni dalle quali derivava una malattia durata 621
giorni con postumi penalmente rilevanti;
22. MACCHIAROLO Irene, nata a S.Giovanni Rotondo (FG) il 12.06.1993,
residente a S.Giuliano di P. in via Inghilterra n.1; lesioni dalle quali derivava una
malattia durata 45 giorni ;
23. MARINARO Luana, nata a Larino il 26.10.1994, residente a San Giuliano di
Puglia, Via delle Rose n.16; lesioni dalle quali derivava una malattia della durata
di 150 giorni;
24. MUCCIACCIO Rosalba Antonietta, nata a Colletorto il 22.01.1962, ivi
residente, Via S. D'Acquisto nr.28, ricoverata all'epoca presso gli ospedali di
Termoli, Campobasso e Bologna; lesioni dalle quali derivava una malattia durata
250 giorni con postumi penalmente rilevanti e con pericolo di vita;
25. NALLI Giovanna, nata a Colletorto il 17.04.1964, ivi residente, Via Marconi
nr.163, bidella; lesioni dalle quali derivava una malattia durata 10 giorni;
26. NARDELLI Rachele, nata a Larino l'8.01.1995, residente a S.Giuliano di P. in
via delle Mimose n.16; lesioni dalle quali derivava una malattia durata 72 giorni ;
27. PATAVINO Antonio, nato a Bologna il 20.05.1992, residente a San Giuliano di
Puglia, Contrada Colle Monte nr.13; lesioni dalle quali derivava una malattia
durata 79 giorni ;
28. PERSICHILLO Giovanni, nato a Larino il 27.12.1995, residente a San Giuliano
di Puglia, Via Leopardi nr.25; lesioni dalle quali derivava una malattia durata 64
giorni ;
29. PICANZA Michele, nato a Larino il 30.06.1993, residente a S.Giuliano di P. in
via delle Viole n.8; lesioni dalle quali derivava una malattia guarita il 10° giorno;
30. RUSSO Giovanni, nato a Larino 30.05.1993, residente a S.Giuliano di P., in via
degli Olmi n.19: lesioni dalle quali derivava una malattia durata 11 giorni;
31. SEBASTIANO Antonella, nata a Larino il 10.10.1992, residente a San Giuliano
di Puglia, Via delle Rose n.20; lesioni dalle quali derivava una malattia durata 15
giorn;
32. SIMONE Clementina, nata a San Giuliano di Puglia il 2.07.1957, ivi residente,
Via delle Gardenie nr.1, maestra; lesioni dalle quali derivava una malattia durata
26 giorn;
13
33. ZEPPETELLA Maria Lucia, nata a Caserta il 30.04.1978, residente a
Colletorto, Via Insorti d'Ungheria nr.32, cuoca; lesioni dalle quali derivava una
malattia durata 20 giorni;
34. ANTIGNANI Pia Antonietta, nata a Larino il 22.10.1992, residente a San
Giuliano di Puglia, Via A. Moro nr.22; lesioni dalle quali derivava una malattia
durata 10 giorni;
35. ASTORE Rossella, nata a Larino il 12.04.1991, residente a S. Giuliano di P. in
via delle Querce n.4; lesioni dalle quali derivava una malattia durata 40 giorni;
36. DI TULLIO Eleonora, nata a Rho (MI) il 9.03.1991, residente a S. Giuliano di
P. in via G.Pepe n.25; lesioni dalle quali derivava una malattia guarita nel 1 0°
giorno;
37. IAROCCI Raffaella, nata a Larino 18.01.1999, residente a S. Giuliano di P. in
via Colle Monte n.15; lesioni dalle quali derivava una malattia durata 60 giorni;
38. MACCHIAROLO Gianni, nato a Larino il 9.04.1989, residente a S. Giuliano di
P. alla C.da Vallone Roccia n.1; lesioni dalle quali derivava una malattia guarita
nel 10° giorno;
39. NARDELLI Giulia nata a Larino il 25.05.1998, residente a S. Giuliano di P. in
via G. Leopardi n.3; lesioni dalle quali derivava una malattia durata 60 giorni;
14
In San Giuliano di Puglia, 1'11.9.2002.
CONCLUSIONI
15
ad € 150.000,00, condanna degli imputati al pagamento delle spese di
costituzione di parte civili, come da nota depositata.
Avv. Giuseppe Fusco: per Vassalli Remo. Li Cianci Michelina, in proprio e
quali genitori esercenti la potestà familiare sulla minore Alessia, e prossimo
congiunti di Vassalli Martina; Nardelli Arturo, Fiore Elena, Nardelli
Marilena Nardelli Aurelio quali prossimi congiunti di Nardelli Giovanna;
Colantuono Michele e Di Pietro Rosina quali prossimi congiunti di
Colantuono Maria; Gentile Giulia in proprio e quale genitore esercente la
potestà familiare sulla minore Buonauqurio Antonella, prossimi congiunti di
Buonauqurio Michela; Picanza Paolo e Ciavarra Maria quali prossimi
congiunti di Picanza Raffaele; Ianiri Celestina in proprio e quale genitore
esercente la potestà familiare sul minore Visconti Guido e Ianiri Giuliano
prossimi congiunti di Visconti Umberto; Patavino Ivano e Petti Margherita
Maria in proprio e quali genitori esercenti la potestà familiare sui minori
Patavino Antonio e Patavino Marco; affermarsi la responsabilità penale di
tutti gli imputati per i reati loro ascritti , e condannarli, in solido tra loro e
con il responsabile civile, al risarcimento dei danni morali e materiali, da
liquidarsi in separata sede, in favore delle parti civili costituite ed alla
refusione delle spese processuali come da nota depositata, condanna degli
imputati in solido tra loro e con il responsabile civile al pagamento di una
provvisionale immediatamente esecutiva non inferiore ad € 150.000,00;
Avv. Libero Mancuso: per Francario Vincenzo e Ferrucci Adriana in
proprio e quali genitori esercenti la potestà familiare sui figli Raffaele e
Margherita quali prossimi congiunti di Francario Lorenzo: affermarsi la
responsabilità penale di tutti gli imputati per i reati loro ascritti . e
condannarli, in solido tra loro e con il responsabile civile, al risarcimento
dei danni morali e materiali, da liquidarsi in separata sede, in favore delle
parti civili costituite ed alla refusione delle spese processuali come da nota
depositata, condanna degli imputati in solido tra loro e con il responsabile
civile al pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva non
inferiore ad € 150.000,00;
Avv. Nicola Cerulli: per Riggio Ciro e Di Stefano Maria Ermelinda nella
qualità di genitori di Riggio Luca e Riggio Gianmaria; Picanza Raffaele e Di
Cesare Rosalba nella qualità di genitori di Picanza Maria Celeste e Picanza
Valentina; Di Cera Amedeo Demetrio e Di Rosa Maria nella qualità di
16
genitori di Di Cera Sergio; Iacurto Lino e Barbieri Maria Luisa nella qualità
di genitori di Iacurto Paolo Romano; Lafratta Giuliano e Lafratta Maria
Antonietta nella qualità di genitori di Lafratta Domenico; Buonagurio
Vincenzo nella qualità di genitore di Buonagurio Michela; Iacurto Amedeo
Giuseppe e Cerri Antonietta nella qualità di genitori di Iacurto Luca;
Barbieri Vincenzo e Barbieri Natalina nella qualità di genitori di Barbieri
Pompeo, ritenuta la penale responsabilità degli imputati, condannarli in
solido al risarcimento dei danni tutti, patrimoniali e non patrimoniali,
quantificati in € 1.500.000,00, (€ 3.000.000,00 per le p.c. Barbieri Vincenzo
e Barbieri Natalina) oltre rivalutazione ed interessi come per legge, o in altra
misura ritenuta di giustizia, condanna provvisoriamente esecutiva, condanna
degli imputati in solido ad una provvisionale immediatamente esecutiva
calcolata in € 200.000,00 (€ 400.000,00 per le p.c. Barbieri Vincenzo e
Barbieri Natalina) o in altra ritenuta di Giustizia, condanna in solido gli
imputati al pagamento delle spese processuali sostenute dalle parti civili
come da nota depositata;
Avv. Sante Foresta: per Di Renzo Raffaele e Tammaro Loredana in proprio
e quali esercenti la potestà genitoriale sui minori Di Renzo Giuliana e Di
Renzo Liliana; Astore Felice e Robecchi Natalina in proprio e quali esercenti
la potestà genitoriale sul minore Astore Anna; Nardelli Giacomo, Barbiero
Anna in proprio e quali esercenti la potestà genitoriale sui minori Nardelli
Crisante e Nardelli Carmela, dichiarare la penale responsabilità di tutti gli
imputati per le condotte loro ascritte e, per l'effetto, condannarli in solido al
risarcimento di tutti i danni patiti in favore delle parti civili, come da
conclusioni rassegnate nell'atto di costituzione, per una somma non inferiore
ad € 1.000.000,00 per ciascuna parte, da liquidarsi in separata sede, con una
provvisionale immediatamente esecutiva non inferiore ad € 250.000,00 per
ciascuna parte oltre alla refusione delle spese di giudizio come da nota
depositata; per Cercè Michele, Di Biase Orientina in proprio e quali
esercenti la potestà genitoriale sul minore Cercè Vincenzo, Astore Fedele,
Cirinelli Giulietta in proprio e quali esercenti la potestà genitoriale sul
minore Astore Gianluigi, Sebastiano Claudio Maria, Piras Gigliola in proprio
e quali genitori esercenti la potestà genitoriale sul minore Sebastiano
Antonella, una somma non inferiore ad € 250.000,00 per ciascuna parte, da
17
liquidarsi in separata sede, con una provvisionale immediatamente esecutiva
non inferiore ad € 100.000,00 per ciascuna parte;
Avv. Roberto D'Aloisio per Mastrantonio Elena esercente la potestà
genitoriale
sulla minore Astore Rossella, condannare tutti gli imputati per i reati loro
ascritti e
realizzati ai danni della parte civile costituita che risulterà di Giustizia ed alle
pene
accessorie previste dalla legge; condannare gli imputati in solido al risarcimento
di
tutti i danni morali materiali, patrimoniali e non, subiti e subendi dalla p.c.
liquidabili in una somma non inferiore ad € 200.000,00 ovvero quella che riterrà
di giustizia, con l'attribuzione di una provvisionale immediatamente esecutiva
non inferiore ad € 60.000,00 oltre alla refusione delle spese diritti ed onorari,
come da nota depositata.
Avv. Andrea Petito: per Occhionero Michele quale genitore esercente la
potestà su Occhionero Giuseppe, affermare la penale responsabilità degli
imputati in ordine ai reati loro ascritti e condannarli alle pene ritenute di
Giustizia; condannare in solido gli imputati al risarcimento dei danni
patrimoniali e non patrimoniali nella somma di € 400.000,00 per sé in
qualità di genitore del minore, e di € 250.000,00 per il figlio minore
Occhionero Giuseppe, condannare gli imputati al pagamento di una
provvisionale immediatamente esecutiva nella misura di € 200.000,00 per sé
in qualità di genitore del minore , e nella misura di € 125.000,00 per il figlio
minore Occhionero Giuseppe, condannare gli imputati in solido al pagamento
delle spese e competenze legali come per legge, pubblicazione della sentenza
di condanna a titolo di risarcimento ulteriore del danno non patrimoniale,
derivante dai reati;
Avv. Giancarlo Ventrella: per Lafratta Giulietta quale esercente la potestà
sui figlio Occhionero Giuseppe: affermare la penale responsabilità degli
imputati in ordine ai reati loro ascritti e condannarli alle pene ritenute di
Giustizia; condannare in solido gli imputati al risarcimento dei danni
patrimoniali e non patrimoniali nella somma di € 400.000,00 per sé in qualità
di genitore del minore, e di € 250.000,00 per il figlio minore Occhionero
Giuseppe, 'condannare gli imputati al pagamento di una provvisionale
18
immediatamente esecutiva nella misura di € 200.000,00 per sé in qualità di
genitore del minore , e nella misura di € 125.000,00 per il figlio minore
Occhionero Giuseppe, condannare gli imputati in solido al pagamento delle
spese e competenze legali come per legge, pubblicazione della sentenza di
condanna a titolo di risarcimento ulteriore del danno non patrimoniale,
derivante dai reati;
Avv. Antonio Giannone: per Giannone Maria: condanna degli imputati al
risarcimento dei danni materiali e morali, da liquidarsi in sparata sede, salva
una provvisionale per una somma non inferiore ad € 30.000,00, condanna
degli imputati alla refusione delle spese processuali sostenute dalla p.c.
come da nota depositata;
Avv. Vittorio Piccirillo: per l'Associazione "Cittadinanzattiva - Qnlus"
chiede la condanna di tutti gli imputati, ed il risarcimento dei danni
patrimoniali e non patrimoniali da liquidarsi in separata sede, con una
provvisionale pari ad almeno € 100.000,00 al cui pagamento subordinare, ex
ari. 165 c.p., l'eventuale concessione della sospensione condizionale della
pena, con declaratoria di provvisoria esecuzione della condanna al
risarcimento dei danni ai sensi dell'ari:. 540, l° comma c.p.p., sussistendo
giusti motivi rappresentati dall'istituzione di un fondo speciale per le vittime
del sinistro nel quale far confluire il risarcimento liquidato, da rendere
tempestivamente accessibile, e con immediata esecutività della condanna al
pagamento della provvisionale, ai sensi dell'ari:. 540, II0 comma c.p.p.; oltre
spese, diritti ed onorari, come da nota depositata, con distrazione in favore
del sottoscritto anticipatario.
Avv. Domenico Bruno: per Ianiri Maria Rachele, in proprio e nella qualità
di esercente la potestà genitoriale sul figlio minore Astore Ferdinando,
nonché sulla figlia minore Astore Mariella: dichiarare la penale
responsabilità degli imputati per i reati loro ascritti, con condanna alla pena
di giustizia ed al risarcimento dei danni morali e patrimoniali da liquidarsi in
separata sede; condannare tutti gli imputati al risarcimento del danno,
assegnando una provvisionale da quantificarsi in una somma non inferiore ad
€ 100.000,00, per la Ianiri Maria Rachele ed € 50.000,00, per ciascuno dei
figli minori, da versarsi in favore della Ianiri nella qualità di esercente la
potestà genitoriale, condanna degli imputati alla rifusione delle spese di p.c.
come da nota depositata.
19
Avv. Maria Calabrese: per Morelli Giovanni Antonio e Di Stefano
Antonia, in proprio e quali genitori esercenti la potestà sulla minore Morelli
Nicol, rispettivamente genitori e sorella di Morelli Morena affermare la
penale responsabilità degli imputati in ordine ai reati loro ascritti, e
condanna alla pena che riterrà equa, e in caso di concessine della
sospensione condizionale della pena che la stessa sia subordinata al
pagamento della somma liquidata a titolo di risarcimento del danno o
provvisoriamente assegnata sull'ammontare di esso ex art. 165 c.p.;
condanna degli imputati in solido e con il responsabile civile al risarcimento
dei danni patrimoniali e non patrimoniali che si quantificano in €
1.500.000,00, o a}la somma che si dovesse accertare di giustizia con
dichiarazione della provvisoria esecutività della condanna ai sensi dell'ari.
540 c.p.p., in subordine che gli atti siano demandati al giudice civile per la
determinazione del danno; condanna degli imputati al pagamento di una
provvisionale immediatamente esecutiva non inferiore ad € 150.000,00,
condanna al pagamento delle spese come da nota depositata;
Avv. Michele Liguori e Avv. Antonio Zio: per Ianiri Pietro e Ceresetto
Anna costituiti anche per le figlie Ianiri Maria Ianiri Teresa, ritenere gli
imputati responsabili dei reati loro ascritti e condannarli alla pena ritenuta di
giustizia, condanna degli imputati in solido tra loro al risarcimento dei danni
morali materiali e biologico, da liquidarsi in separata sede, concedendo una
provvisionale nella misura di € 100.000,00 per ciascun genitore ed €
25.000,00 per ciascuna sorella, condanna alla refusione delle spese di
costituzione di p.c. come da nota depositata;
Avv. Elsa Pietroniro: per Zeppetella M. Lucia, affermarsi la penale
responsabilità degli imputati per i reati loro ascritti con condanna alla pena
di giustizia, condanna al risarcimento dei danni patrimoniali e non, da
liquidarsi in € 70.000,00 e/o nella misura che si riterrà di giustizia, con una
provvisionale immediatamente esecutiva di € 15.000,00, condanna al
pagamento delle spese di costituzione di p.c. come da nota depositata;
Avv. Antonio Zio: per Testa Maria Rosaria in proprio e quale esercente la
potestà sul minore Androne Vito entrambi anche quali eredi legittimi di
Androne Luigi; per Ciniglio Carmela; per Cicoria Franca e Ferrucci Luigi in
proprio e quali esercenti la potestà sul minore Ferrucci Michele; per Cirinelli
Felice Antonio e Colantuono Giuseppina in proprio e quali esercenti la
20
potestà sul minore Cirinelli Luigi; per Persichillo Umberto e Mascia Elisa in
proprio e quali esercenti la potestà sul minore Persichillo Giovanni ritenere
gli imputati responsabili dei reati loro ascritti e condannarli alla pena
ritenuta di giustizia, condanna degli imputati in solido tra loro al
risarcimento dei danni morali materiali e biologico, da liquidarsi in separata
sede, concedendo una provvisionale nella misura di € 80.000,00 per Androne
Vito, per sé e quale erede di Androne Luigi; € 20.000,00 per Testa Maria
Teresa anche nella qualità di erede legittimo di Androne Luigi; € 20.000,00
per Ciniglio Carmela; € 50.000,00 per Ferrucci Michele, ed € 10.000,00 per
ciascuno dei genitori; € 50.000,00 per Cirinelli Luigi ed € 10.000,00 per
ciascuno dei genitori; € 20.000,00 per il minore Persichillo Giovanni ed €
5.000,00 per ciascuno dei genitori; ovvero nella somma ritenuta di giustizia;
condanna alla refusione delle spese di costituzione di p.c. come da nota
depositata;
Avv. Valentina Bozzelli: per Petacciato Modesto e Porrazzo Nunziatina in
proprio e nella qualità di genitori esercenti la potestà genitoriale sulla figlia
minore Petacciato Micaela, rispettivamente genitori e sorella di Petacciato
Luigi; per Petacciato Mariangela nella sua qualità di sorella di Petacciato
Luigi; Di Renzo Giovanni e Pistilli Caterina in proprio e nella qualità di
genitori esercenti la potestà parentale sul minore Di Renzo Antonio prossimi
congiunti di Di Renzo Maria; Visconti Massimo in proprio e nella qualità di
genitore esercente la potestà parentale sul minore Visconti Guido
rispettivamente padre e fratello di Visconti Umberto; D'Ascenzo Franco e
Porrazzo Rachele Antonietta in proprio e nella qualità di genitori esercenti la
potestà parentale sulla minore D'Ascenzo Veronica; Di Renzo Michele e
Calisto Filomena in proprio e nella qualità di genitori esercenti la potestà
parentale sulla minore Di Renzo Lilia; Di Renzo Giuseppe e Ferrante
Filomena in proprio e nella qualità di genitori esercenti la potestà parentale
sul minore Di Renzo Dino; Ferrante Andrea e Ianiri Nunziatina in proprio e
nella qualità di genitori esercenti la potestà parentale sul minore Ferrante
Maria Pia; Russo Andrea e Macchiarolo Maria Domenica in proprio e nella.
qualità di genitori esercenti la potestà parentale sul minore Russo Giovanni;
Ianiri Giuseppe e Nardelli Maria Grazia in proprio e nella qualità di genitori
esercenti la potestà parentale sul minore Ianiri Mario Nardelli Pasquale e
Silvestri Maria Rita in proprio e nella qualità di genitori esercenti la potestà
21
parentale sulla minore Nardelli Rachele:Mastrantonio Elena quale genitore
esercente la potestà parentale sulle figlie minori Astore Marica e Astore
Gioanna: Barbieri Giuseppina; Nardelli Mario in proprio e prossimo
congiunto di esercente la potestà di Nardelli Giulia: dichiarare la penale
responsabilità degli imputati per i reati loro ascritti con condanna che sarà
ritenuta di giustizia; condannare in solido gli imputati al risarcimento dei
danni patrimoniali e non, in favore delle parti civili nella misura non
inferiore a € 1.000.000,00 o nella somma che si riterrà di giustizia;
concedere una provvisionale di almeno € 250.000,00 per Petacciato Modesto
e Porrazzo Nunziatina in proprio e nella qualità di genitori esercenti la
potestà genitoriale sulla figlia minore Petacciato Micaela, rispettivamente
genitori e sorella di Petacciato Luigi; per Petacciato Mariangela nella sua
qualità di sorella di Petacciato Luigi; Di Renzo Giovanni e Pistilli Caterina
in proprio e nella qualità di genitori esercenti la potestà parentale sul minore
Di Renzo Antonio prossimi congiunti di Di Renzo Maria; Visconti Massimo
in proprio e nella qualità di genitore esercente la potestà parentale sul
minore Visconti Guido rispettivamente padre e fratello di Visconti Umberto;
nella misura non inferiore a € 500.000,00 o nella somma che si riterrà di
giustizia; concedere una provvisionale di almeno € 1000.000,00 per
D'Ascenzo Franco e Porrazzo Rachele Antonietta in proprio e nella qualità di
genitori esercenti la potestà parentale sulla minore D'Ascenzo Veronica; Di
Renzo Michele e Calisto Filomena in proprio e nella qualità di genitori
esercenti la potestà parentale sulla minore Di Renzo Lilia; Di Renzo
Giuseppe e Ferrante Filomena in proprio e nella qualità di genitori esercenti
la potestà parentale sul minore Di Renzo Dino; Ferrante Andrea e Ianiri
Nunziatina in proprio e nella qualità di genitori esercenti la potestà parentale
sul minore Ferrante Maria Pia; Russo Andrea e Macchiarolo Maria Domenica
in proprio e nella qualità di genitori esercenti la potestà parentale sul minore
Russo Giovanni; Ianiri Giuseppe e Nardelli Maria Grazia in proprio e nella
qualità di genitori esercenti la potestà parentale sul minore Ianiri Mario
Nardelli Pasquale e Silvestri Maria Rita in proprio e nella qualità di genitori
esercenti la potestà parentale sulla minore Nardelli Rachele; Mastrantonio
Elena quale genitore esercente la potestà parentale sulle figlie minori Astore
Marica e Astore Gioanna; Barbieri Giuseppina; Nardelli Mario in proprio e
22
prossimo congiunto di esercente la potestà di Nardelli Giulia; condanna alla
refusione delle spese di costituzione di p.c. come da nota depositata;
Avv. Arnaldo Tascione per De Lisio Nunzio, Gentile Felicetta Antonietta,
in qualità di genitori di De Lisio Melisa; Antignani Domenico in proprio ed
in qualità di genitore esercente la potestà genitoriale sulla minore Antignani
Pia Antonietta: dichiarare la penale responsabilità degli imputati per i reati
loro ascritti con condanna che sarà ritenuta di giustizia; condannare tutti gli
imputati in solido e con il responsabile civile al risarcimento dei danni in
misura non inferiore ad € 1.000.000,00 con una provvisionale
immediatamente esecutiva di € 500.000,00 per De Lisio Nunzio, Gentile
Felicetta Antonietta, in qualità di genitori di De Lisio Melisa; con una
provvisionale immediatamente esecutiva di € 70.000,00 per Antignani
Domenico in proprio ed in qualità di genitore esercente la potestà genitoriale
sulla minore Antignani Pia Antonietta; condanna alla refusione delle spese di
costituzione di p.c. come da nota depositata;
Avv. Lorenzo Gnocchini: per Licursi Michele e Vitulli Anna in proprio ed
in qualità di esercenti la potestà genitoriale sul minore Licursi Angelo
dichiarare la penale responsabilità degli imputati per i reati loro ascritti con
condanna che sarà ritenuta di giustizia; condannare tutti gli imputati in
solido e con il responsabile civile al risarcimento dei danni nella somma di €
2.029.890,00 o nella somma che si riterrà di giustizia, con una provvisionale
immediatamente esecutiva non inferiore ad € 700.000,00 per Licursi Michele
e Vitulli Anna in qualità di esercenti la potestà genitoriale; nella somma di €
1.000.000,00 o nella somma che si riterrà di giustizia, con una provvisionale
di € 300.000,00 per Licursi Michele e Vitulli Anna in proprio; condanna alla
refusione delle spese di costituzione di p.c. come da nota depositata;
Avv. Franco Cianci: per Antignani Domenico e Serrecchia Amantina in
proprio ed in nome e per conto della figlia minore Antignani Pia Antonietta;
per Ferrante Pasqualino e Di Renzo Florestina in proprio ed in nome e
rappresentanza del figlio minore Ferrante Raffaele: dichiarare la penale
responsabilità degli imputati per i reati loro ascritti con condanna che sarà
ritenuta di giustizia, condanna al risarcimento dei danni, da liquidarsi in
separata sede, con una provvisionale, provvisoriamente esecutiva di almeno
€ 70.000,00 da attribuirsi ad Antignani Domenico, Serrecchia Amantina e
Antignani Pia Antonietta; con una provvisionale provvisoriamente esecutiva
23
di almeno € 50.000,00 da attribuirsi a Ferrante Pasqualino, Di Renzo
Florestina e Ferrante Raffaele; condanna alla refusione delle spese di
costituzione di p.c. come da nota depositata;
Avv. Benedetto Cianci: per Picanza Michelangelo e Morelli Antonietta in
proprio ed in nome e in rappresentanza del figlio minore Picanza Michele;
Tolo Giuseppe Nicola e Di Stefano Clementina Giuseppina in proprio e in
nome e rappresentanza del figlio minore Tolo Maria Pia; dichiarare la penale
responsabilità degli imputati per i reati loro ascritti con condanna che sarà
ritenuta di giustizia, condanna al risarcimento dei danni, da liquidarsi in
separata sede, con una provvisionale, provvisoriamente esecutiva di almeno
€ 70.000,00 da attribuirsi a Picanza Michelangelo Morelli Antonietta e
Picanza Michele; con una provvisionale provvisoriamente esecutiva di
almeno € 50.000,00 da attribuirsi a Tolo Giuseppe Nicola Di Stefano
Clementina Giuseppina e Tolo Maria Pia; condanna alla refusione delle spese
di costituzione di p.c. come da nota depositata;
Avv. Enrico Bruno Di Siena: per Simone Clementina Grazia, dichiarare la
penale responsabilità degli imputati per i reati loro ascritti con condanna che
sarà ritenuta di giustizia, condanna al risarcimento dei danni, da liquidarsi in
separata sede, con una provvisionale, provvisoriamente esecutiva non
inferiore ad € 50.000,00; condanna alla refusione delle spese di costituzione
di p.c. come da nota depositata;
Avv. Antonio Di Cesare: per Nalli Giovanna in proprio; Astore Giovanni in
proprio; Iacurto Giuseppe e Androne Nunzia in proprio e quali genitori
esercenti la potestà genitoriale sul minore Iacurto Paolo; Macchiarolo Ennio
e Di Stefano Giovanna in proprio e quali genitori esercenti la potestà
genitoriale sul minore Macchiarolo Gianni; Iarocci Luigi e Santoro Maria in
proprio e quali genitori esercenti la potestà genitoriale sul minore Iarocci
Raffaella; Di Tullio Giuseppe e Iacurto Rosina in proprio e quali genitori
esercenti la potestà genitoriale sulla minore Di Tullio Eleonora; dichiarare la
penale responsabilità degli imputati per i reati loro ascritti con condanna che
sarà ritenuta di giustizia, condannare tutti gli imputati in solido e con il
responsabile civile al risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniale
nella misura di € 450.000,00 o nella somma che si riterrà di giustizia,
condannare gli imputati al pagamento di una provvisionale immediatamente
esecutiva nella misura non inferiore a € 150.000.00 per Nalli Giovanna;
24
Iacurto Giuseppe e Androne Nunzia in proprio e quali genitori esercenti la
potestà genitoriale sul minore Iacurto Paolo; Macchiarolo Ennio e Di Stefano
Giovanna in proprio e quali genitori esercenti la potestà genitoriale sul
minore Macchiarolo Gianni; Iarocci Luigi e Santoro Maria in proprio e quali
genitori esercenti la potestà genitoriale sul minore Iarocci Raffaella; Di
Tullio Giuseppe e Iacurto Rosina in proprio e quali genitori esercenti la
potestà genitoriale sulla minore Di Tullio Eleonora; nella misura di €
60.000,00 e di una provvisionale immediatamente esecutiva nella misura non
inferiore a € 20.000,00 per Astore Giovanni; condanna alla refusione delle
spese di costituzione di p.c. come da nota depositata;
Avv. Giovanni De Notaris: per Marino Rachelina Antonietta: dichiarare la
penale responsabilità degli imputati per i reati loro ascritti con condanna che
sarà ritenuta di giustizia; condannare in solido gli imputati al risarcimento
dei danni patrimoniali e non, in favore delle parti civili nella misura non
inferiore a € 500.000,00 o nella somma che si riterrà di giustizia; concedere
una provvisionale di almeno € 1000.000,00; condanna alla refusione delle
spese di costituzione di p.c. come da nota depositata;
Avv. Anna Ferreri: per Ianiri Giuseppe e Pistilli Angela Maria: dichiarare
la penale responsabilità degli imputati per i reati loro ascritti con condanna
che sarà ritenuta di giustizia; condannare in solido gli imputati al
risarcimento dei danni patrimoniali e non, in favore delle parti civili nella
misura non inferiore a € 500.000,00 o nella somma che si riterrà di giustizia;
concedere una provvisionale di almeno € 1000.000,00; condanna alla
refusione delle spese di costituzione di p.c. come da nota depositata;
II difensore del Responsabile Civile, Comune di San Giuliano di Puglia:
chiede la non condanna del Comune di San Giuliano di Puglia al risarcimento
dei danni;
In via subordinata chiede la rimessione delle parti davanti al Giudice Civile;
In via ancora subordinata, in caso di condanna, di non concedere la
provvisionale;
Avv. Andrea Ruggero per Abiuso Carmine Antonio: assoluzione per non
aver commesso il fatto e in linea gradata assoluzione per non aver commesso
il fatto in fase di esecuzione dei lavori della scuola; in via ancora più gradata
25
assoluzione per non aver commesso il fatto in riferimento al reato più grave
di omicidio colposo plurimo, cercando nella subordinata il minimo della
pena;
Avv. Claudio Santoro per Marinaro Mario: che conclude chiedendo
l'assoluzione per tutti i capi di imputazione contestati al proprio assistito
perché il fatto non sussiste, o per non averlo commesso, in via subordinata
assoluzione ex art. 530 2° co. c.p.p.;
Avv. Gianfederico Cecanese per Abiuso Carmine: conclude chiedendo
l'assoluzione per non aver commesso il fatto e si riporta alle conclusioni
rassegnate dall'Avv. Ruggiero;
Avv. Agostino De Caro per Martino Giovanni: assoluzione ex art. 530, 1°
co. c.p.p., perché il fatto non sussiste o perché non lo ha commesso, in
subordine, ancora ai sensi dell'ari. 530, 2° co. c.p.p.;
Avv. Luigi Greco per Martino Giovanni: chiede l'assoluzione con la
formula più ampia, in subordine assoluzione ex art. 530 2° co. c.p.p.;
Avv. Vittorio Rizzi per Uliano Giuseppe: conclude chiedendo l'assoluzione
con la formula più ampia, in subordine ai sensi dell'ari:. 530 2° c.p.p.;
Avv. Arturo Messere per La Serra Giuseppe e Marinaro Mario: chiede
l'assoluzione perché i fatti non sussistono;
Avv. Fabio De Vecchio per Borrelli Antonio Mario: chiede l'assoluzione
per non aver commesso il fatto;
Avv. Giuseppe Ruta per Borrelli Antonio Mario: conclude chiedendo
l'assoluzione per il proprio assistito perché il fatto non sussiste;
Prima dell'udienza preliminare si erano costituite parte civile buona parte delle
persone danneggiate dai reati (cfr. elenco di cui al decreto che dispone il giudizio).
26
All'udienza fissata per l'apertura del dibattimento, il 13.1.2006, dinanzi al
allegato al verbale, era presente, degli imputati, solo Borrelli Antonio Mario.
Considerato altresì che la notifica del decreto era invece nulla con riferimento alla
reperimento di una struttura idonea alla celebrazione del processo, essendo l'aula
parti - molto numerose stante l'elevato numero di soggetti costituiti parte civile -, i
Il 3.3.2006, verificata la regolarità della nuova notifica del decreto che dispone il
costituzione di parte civile di: Nardelli Giacomo e Barbiere Anna, quale esercenti
27
Michela, Di Cristofaro Lucietta e Ritucci Adriano, in proprio e quali genitori
"Cittadinanzattiva" (quale ente rappresentante gli interessi lesi dai reat, ex art. 91
c.p.p.)
l'udienza disponendo che la stessa riprendesse, circa un'ora dopo, presso la sala
rilevante numero di persone, allestita allo scopo su disposizione del Presidente del
Tribunale.
costituivano nuovamente.
28
Quindi era data la parola al Pubblico Ministero ed ai Difensori, delle parti civili,
dell'udienza.
Con tale ordinanza il Giudice dava atto della regolare instaurazione del
contraddittorio, e, respingendo ogni diversa eccezione, dichiarava l'esclusione dal
processo del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, citato come
responsabile civile, e dichiarava inammissibile la costituzione di parte civile del
Comune di San Giuliano di Puglia (presente invece nel giudizio come responsabile
civile).
Il 17.3.2006, data dell'udienza successiva, il Giudice dichiarava aperto il
dibattimento.
Quindi le parti formulavano le rispettive richieste istruttorie come riportate a
verbale.
All'esito della discussione il Tribunale pronunciava ordinanza con la quale
ammetteva tutte le prove -, documentali e testimoniali - richieste, con l'eccezione
di quelle ritenute manifestamente superflue ed irrilevanti, riservando di procedere
ad ulteriori esclusioni a seguito di valutazione effettuata nel corso del
dibattimento.
Le successive udienze (24 marzo, 7 e 21 aprile, 5 e 19 maggio) erano interamente
impiegate per esame e controesame dei testimoni del Pubblico Ministero e delle
parti civili (con l'eccezione di quelli a cui i richiedenti, con il consenso delle altre
parti, rinunciavano).
L'udienza del 9.6.2006 era dedicata ad esame e contro esame dei periti nominati dal
G.I.P. i quali avevano effettuato le indagini tecniche e redatto la relazione
rispondendo ai quesiti loro formulati in sede di incidente probatorio.
Nelle successive udienze (7 luglio, 29 settembre, 6 ottobre e 3 novembre)
l'istruttoria proseguiva con gli altri testimoni e consulenti tecnici del Pubblico
Ministero e delle parti civili.
Già nell'udienza del 3.11.2007, terminata l'assunzione delle prove a carico, e preso
atto dell'impossibilità di espletare l'interrogatorio degli imputati (nell'ordine
previsto dall'art. 150 disp. atto c.p.c.) - chiesto dal Pubblico Ministero e da alcune
29
parti civili -, non essendo nessuno di essi presente in aula, era iniziata l'assunzione
della prove a discarico, consistite nell'esame dei consulenti di parte degli imputati
(udienze del 3 novembre, 1 dicembre 2006, 5 gennaio e 2 febbraio 2007), nell'
acquisizione dei relativi elaborati e di altra documentazione.
Quindi, esaurita l'istruttoria come richiesta dalle parti (anche la Difesa degli
imputati, con il consenso delle altre parti, rinunciava ad alcuni testimoni),
nell'udienza del 2.2.2007, il Tribunale, respinta ogni altra istanza, disponeva, ex
art. 507 c.p.p., alla luce delle risultanze derivanti dall'esame dei consulenti di
parte, un esame integrativo dei periti del Tribunale, ing. Braga ed ing. Burghignoli.
Questi ultimi, ritualmente convocati, comparivano all'udienza del 2.3.2007.
In quella sede, avendo i periti risposto alle domande formulate dal Giudicante,
l'istruzione dibattimentale era dichiarata chiusa.
La complessa ed articolata discussione si svolgeva nelle udienza del 4 maggio
(requisitoria Pubblico Ministero), 18 maggio (conclusioni parti civili) 1, 8, 15, 22,
29 giugno (arringhe Difesa imputati).
Il 6 luglio 2007 trovavano spazio le repliche di Accusa e parti civili e, infine, il 13
luglio 2007, data la parola ai Difensori degli imputati che ne facevano richiesta, il
Giudice, dopo essersi ritirato in camera di consiglio - nel proprio ufficio nel
palazzo di giustizia, non disponendo, l'albergo utilizzato per il dibattimento, di
adeguati supporti per le consultazioni, informatiche e telematiche, necessarie per la
decisione -, pronunciava sentenza come da dispositivo di cui era data immediata
lettura in aula.
Tutti gli odierni imputati sono accusati di avere cooperato, con condotte colpose tra
loro indipendenti, nella causazione del crollo dell'edificio scolastico "Jovine" in
San Giuliano di Puglia, il 31 ottobre 2002, in occasione di un evento sismico.
Tali condotte colpose, e soprattutto l'illecita autorizzazione alla frequentazione
dell' edificio scolastico da parte di alunni, insegnanti, personale amministrativo e
pubblico, sarebbero state l'antecedente causale diretto, non solo del crollo, ma
anche della morte di ventotto persone (venti sette alunni ed un'insegnante), presenti
all'interno dell'edificio il giorno 31 ottobre 2002 (capo B).
La lunga e complessa attività istruttoria svolta nel corso del processo ha avuto
come obiettivo quello di verificare la fondatezza di una specifica ipotesi accusatori
a che ricostruisce in termini analitici quello che è il cardine di tutta la drammatica
vicenda - umana, prima ancora che giudiziaria - che ha interessato il Tribunale: la
dinamica del crollo dell'edificio.
Perché è certo che l'evento - crollo - descritto nell'imputazione c'è stato (purtroppo,
date le irreparabili conseguenze che ne sono derivate), ma non altrettanto pacifiche
sono le modalità, dal punto di vista causale, con cui tale evento si è verificato.
L'Accusa - pubblica e privata - ipotizza una "complessiva catena di inosservanze di
leggi, di e di negligenze di inadempimenti, omissioni, imperizie...specificamente
riferibili a ciascuno degli indagati, tutti cooperanti nel porre le condizioni per il
crollo dell'edificio scolastico che, prima del terremoto ed al primo modesto
incremento delle azioni verticali determinato dalle prime scosse sussultorie del
terremoto del 31.10.2002, si presentò predisposto al collasso per schiacciamento:
in particolare, porzioni di muratura - con funzione portante, sottostanti la trave di
primo piano a confine tra la zona sopraelevata e quella non sopraelevata - erano
in condizioni prossime al collasso già per i soli carichi verticali e quindi ben al di
fuori dei limiti previsti anche per le zone non sismiche; diversi muri alla base
dell'edificio, sotto carichi verticali massimi, presentavano coefficienti di sicurezza
largamente inferiori a quanto previsto dalla norma, in condizioni prossime al
collasso...oltre la tensione di <splitting> ...; il tutto, nel quadro di una struttura di
per sé non sufficientemente sicura e per giunta reduce da un intervento
severamente invasivo (conclusosi nel 1979) consistito ne Il 'abbattimento del corpo
scala e nella sua ricostruzione ex novo, compiuto nella più completa inosservanza
31
delle prescrizioni dettate dalla Legge 1086 del 5.11.1971 e comportante il taglio
parziale della trave in cemento armato che sosteneva il ballatoio dell'atrio interno
e la conseguente sostanziale modifica del suo funzionamento strutturale e statico
(circostanza, quest’ultima, che avrebbe dovuto imporre preventive verifiche e
specifiche adeguate misure prima dei lavori di sopraelevazione della scuola dei
quali alla presente imputazione)" (cfr. capo A della rubrica).
L'evento in senso naturalistico sarebbe quindi un "collasso per schiacciamento",
verificatosi in un determinato lasso temporale - "prima del terremoto ed al primo
modesto incremento delle onde verticali" -, e sotto la spinta delle "prime scosse
sussultorie" .
Occorre comparare i "fatti", come emersi nella realtà processuale, alla ipotesi
accusatoria, e quindi verificare la sussistenza, in primo luogo, dell'elemento
materiale del reato: evento, condotta e nesso di causalità.
Solo in un momento successivo, in caso di esito positivo di tale verifica, potrà
essere considerata l'opportunità di valutare la sussistenza dell' elemento soggettivo.
L'EVENTO
Sull'evento occorre spendere ben poche parole perché i fatti, nella loro
incomparabile gravità, e nei loro tratti salienti, sono certi.
Il giorno 31 ottobre del 2002, alle ore 11.32, in concomitanza con una scossa di
terremoto di magnitudo stimata intorno a 5.4 della scala Richter, crollava un'intera
ala dell'edificio scolastico Jovine in San Giuliano di Puglia.
Va dato subito atto del fatto che il Pubblico Ministero ipotizza un ben determinato
tipo di crollo: un "collasso per schiacciamento".
Del riscontro che l'istruzione processuale ha dato a tale ipotesi si parlerà, per
ragioni di continuità argomentativa, nella parte della motivazione dedicata al nesso
di causalità.
Conseguenza immediata e diretta dell' evento-crollo è stato il decesso di ventisette
bambini, studenti della scuola elementare, e di una maestra, oltre alle lesioni, più o
meno gravi, subite da bambini, insegnanti ed operatori scolastici.
LA CONDOTTA
32
Le condotte, di cooperazione, che secondo la prospettazione accusatoria avrebbero
causato il crollo sarebbero riferibili a due momenti ben distinti: quello della
edificazione originaria e quello della sopraelevazione effettuata con un intervento
edificatorio concluso si nel 2002.
La condotta riferibile al primo momento è ascritta al solo Uliano Giuseppe.
Alla verificazione dell' antecedente causale costituito dalla soprae1evazione
avrebbero invece contribuito, con diverse condotte colpose – analiticamente
attribuite a ciascuno nel capo di imputazione -, gli altri cinque imputati.
Edificazione realizzata negli anni 60/70.
Quanto alla prima fase edificatoria, risalente agli anni 1960, vale osservare quanto
segue.
A Uliano Giuseppe, titolare della impresa appaltatrice dei lavori di costruzione del
primo lotto della scuola (la parte crollata) si contesta: la violazione delle regole
tecniche ai sensi del R.D.L. 22.11.1937 n. 2105, art. 5 (convertito in legge n. 710
del 25.4.1938) per avere "realizzato strutture murarie non rispondenti ai prescritti
requisiti tecnici relativi alla costruzione di muratura con pietrame irregolare,
peraltro nettamente insufficienti e conseguentemente di elevata vulnerabilità
(circostanza rilevante nella dinamica per schiacciamento subito dalla scuola il
31.10.2002).
Ora, il regio decreto n. 2105 del 1937 dettava alcune regole, alquanto generiche, e
solo qualitative, di buon costruire.
Solo a partire dal 1987 (D.M. 20.11.1987) sono stati introdotti, per gli edifici in
muratura, specifici parametri di progettazione e verifica.
L'art. 5 del citato regio decreto prevede, tra le altre cose, 1'obbligo di utilizzare di
materiali di buona qualità, il divieto di impiego di ciottoli di forma rotonda se non
convenientemente spaccati e l'obbligo, qualora il pietrame non presenti piani di
posa regolari, che la muratura venga interrotta da corsi orizzontali di mattoni a due
filari o da fasce continue di conglomerato di cemento dello spessore non inferiore a
cm. 12 estesi a tutta la larghezza del muro.
Per ciò che è emerso nel corso del dibattimento, le violazioni ascritte a Iuliano -
non specificamente descritte nel capo di imputazione - avrebbero riguardato il
divieto di uso di "ciottoli di forma rotonda se non convenientemente spaccati" e la
prescrizione secondo cui, in assenza di piani di posa irregolari, la muratura dovesse
33
essere "interrotta da corsi orizzontali di mattoni a due filari o da fasce continue di
conglomerato".
Ora, la scuola Jovine era costituita da due edifici, collegati tra di loro, oltre ad un
terzo edificio adibito a palestra.
Solo il primo dei- suddetti edifici è crollato a seguito del terremoto del 2002.
Si trattava di un edificio costruito con "fondazioni e pareti verticali in muratura di
malta cementizia e pietrame calcareo (di dimensioni molto variabili e di forma
irregolare) dello spessore di circa 0,6 metri al piano terra e di circa 0,5 metri al
piano superiore ed orizzontamenti laterocementizi" (pag. 37 relazione peritale).
Il secondo edificio - collegato al primo - è stato invece realizzato, a seguito di una
perizia di variante, con murature verticali di mattoni dello spessore di circa 0.4 m.
Detto edificio, benchè gravemente danneggiato, non è crollato.
Lo stesso dicasi della palestra che, sempre a seguito di progetto di variante, fu
realizzata in strutture di cemento armato e tamponature in laterizio.
Date tali premesse, e tenuto conto delle diverse caratteristiche strutturali – come da
progetto - delle diverse parti del complesso edificatorio, occorre valutare se la
costruzione relativa al primo lotto (quello crollato) sia stata conforme al progetto
ed effettuata secondo le regole del buon costruire dettate dal R.D. n. 2105/37.
Per tale verifica non può il Tribunale che riferirsi a quanto emerso dalle
deposizioni testimoniali e dagli accertamenti peritali.
I periti hanno hanno accertato, osservando direttamente, diverse violazioni delle
regole del buon costruire, come riportate nell'articolo del regio decreto sopra
richiamato.
In primo luogo è stato violato il divieto di utilizzare ciottoli di forma rotonda se
non convenientemente spaccati.
Come si ricava agevolmente dalla documentazione fotografica allegata alla perizia,
oltre che acquisita altrimenti nel corso del dibattimento, il pietrame utilizzato era
irregolare e di dimensioni variabili.
Tuttavia, non tutti i ciottoli utilizzati, benché arrotondati, erano spaccati.
Questo dato, oltre che confermato dal prof. Braga (pag. 171 della trascrizione
dell'udienza del 9.6.2006), è evincibile soprattutto dall'osservazione della copio sa
documentazione fotografica allegata alla relazione dei consulenti del Pubblico
Ministero.
34
Va però rilevato che, almeno in base ad una osservazione visiva, la percentuale del
pietrame non squadrato appare limitata, nel senso che la maggior parte delle pietre
con cui è stata realizzata la muratura appare conforme alle prescrizioni tecniche.
La violazione del divieto, però, esiste.
Se ne dovrà valutare la rilevanza sotto il profilo causale.
Un'altra violazione delle regole del buon costruire è stata individuata dai periti nel
"disassamento" di uno dei muri esterni rispetto alla base della fondazione.
In sostanza, il muro sporgeva dalla fondazione di circa dieci centimetri.
Tale circostanza, pur integrando una violazione delle leges artis, non ha influito -
vale la pena di precisarlo subito - in alcun modo sul comportamento statico dell'
edificio, e quindi, secondo i periti, non può in alcun modo essere posto in relazione
causale con il crollo.
Ciò si è reso evidente in quanto la struttura della fondazione non ha subito alcuna
lesione in conseguenza del sisma.
Quanto alle malte, la normativa prescriveva, alI'epoca, unicamente l'utilizzo di
"buoni materiali" come "adottati nei rispettivi territori".
I periti hanno constatato che le malte utilizzate erano "di qualità medio bassa, con
ridotto contenuto di legante" (pag. 43 della relazione peritale).
Inoltre, i campioni esaminati presentavano tracce di argilla che, nei conglomerati di
buona qualità dovrebbero essere praticamente assenti, oggi come quaranta anni fa
(dichiarazioni del prof. Braga all'udienza del 9.6.2006, pago 181 delle trascrizioni).
Dice in proposito il prof. Burghignoli: "...era una muratura sicuramente povera,
con poco legante, come peraltro mediamente si faceva in quei tempi, in quelle
zone" .
Quindi non erano rispettate le prescrizioni normative - peraltro generiche -, ma si
trattava di un fenomeno comune nella zona appenninica.
Infine, i periti non hanno riscontrato la presenza di legami tra i due paramenti dei
muri (i corsi orizzontali di mattoni a due filari o le fasce continue di conglomerato)
come prescritto dalla normativa.
La sopraelevazione.
Sono contestati agli imputati La Serra, Marinaro, Martino, Abiuso e Borrelli una
serie di condotte - attive ed omissive - in violazione di specifiche prescrizioni
normative.
35
l. Inosservanza della legge n. 1086/71
36
alcuni cordoli, c'erano degli elementi di collegamento, ma sempre tipicamente
utilizzati ed utilizzabili in un edificio in muratura".
Ora, è evidente che la valutazione dei periti in ordine all'applicabilità delle
normativa in questione concorre a formare il convincimento del Giudice soltanto
con riferimento agli aspetti tecnici della questione che, nel caso di specie,
riguardano essenzialmente le caratteristiche costruttive dell' edificio.
I periti hanno parlato di "alcuni elementi in calcestruzzo".
Occorre valutare se, a tenore della normativa sopra citata (art. 1 L. 1086 del 1971),
i suddetti elementi assolvessero ad una “funzione statica”.
La statica è il complesso delle condizioni di stabilità di una struttura muraria.
Il prof. Braga ha individuato le parti dell'edificio costruite in calcestruzzo
individuandole nei "cordoli di piano", nei solai (costruiti in calcestruzzo armato e
laterizi), nel sottotetto, nel tetto, ed in genere tutti gli "orizzontamenti" (pag. 27
trascrizione verbale udienza del 9.9.2006).
Tali elementi, con riferimento alla resistenza della struttura ed ai suoi
comportamenti, sono stati valutati, nell’indagine tecnica, come "diaframmi", con
comportamento "rigido nel loro piano", e quindi "inessenziali".
Di qui, evidentemente, la decisione dei periti di prescindere, nelle proprie
valutazioni, dall' applicazione della legge n. 1086 del 1971.
Date le premesse di carattere tecnico sopra riportate (quelle sulla "inessenzialità"
degli orizzontamenti nella valutazione della struttura edilizia), ritiene il Tribunale
che l'opzione dei periti sia condivisibile anche sul piano giuridico.
Sulla questione relativa all'obbligatorietà delle prescrizioni di cui alla legge n.
1086/71 anche alle costruzioni in muratura che presentino però alcuni elementi in
cemento armato, si fronteggiano due orientamenti giurisprudenziali divergenti:
secondo un primo orientamento (Cass. sez. III, 23 novembre 1998, Consolo; Cass.
sez. III, 19 novembre 1996, Elia), un'opera in tanto è sottoposta alla disciplina
della legge 1086/71 in quanto risulti dal concorso di una pluralità di strutture,
restando invece al di fuori della normativa le opere costituite da un'unica struttura;
secondo un altro orientamento, invece, rientra nella normativa anche una struttura
unitaria (come la realizzazione di un'architrave o di una scala) atteso che non è
necessario che l'elemento materiale sia costituito da un complesso di strutture,
essendo rilevante l'elemento funzionale (Cass. sez. III, 3 novembre 1995, Civello;
Cass. sez. III, 29 novembre 2000, Arena).
37
Una indicazione, sempre sotto il profilo tecnico, sull'ambito di applicazione della
legge, e quindi per la scelta di una delle due opzioni interpretative, può essere
desunto, a parere di chi scrive, dalla circolare del Servizio tecnico centrale del 14
febbraio 1974, allegata alla relazione dei consulenti del Pubblico Ministero.
La predetta circolare chiarisce che "si considerano, ai sensi della legge 1086,
opere in conglomerato cementizio armato normale, quelle costituite da elementi
resistenti interconnessi, compresi quelli di fondazione, che mutuamente concorrono
ad assicurare la stabilità globale dell'organismo portante della costruzione, e che
quindi costituiscono un <complesso di strutture>, ossia un insieme di membrature
comunque collegate tra loro ed esplicanti una determinata funzione statica".
Alla luce dei chiarimenti ricavabili dalla suddetta circolare - senza dubbio
illuminante sul concetti di "funzione statica" e di "complesso di strutture" – ritiene
il Tribunale che l'opzione interpretativa preferibile, tra quelle giurisprudenziali
sopra citate, sia quella che richiede, ai fini dell'applicabilità della legge in
argomento, la presenza di una pluralità di strutture in cemento armato, che siano tra
di loro collegate e che concorrano ad assicurare la stabilità degli elementi portanti
dell'edificio.
Tale complesso di strutture, come riferito dai periti, non caratterizzava l'edificio
della scuola Jovine che, pertanto, non era soggetto alle prescrizioni normative sui
fabbricati in cemento armato.
39
L'art. 1 dell'ordinanza predetta ha quindi disposto l'approvazione dei "criteri di
individuazione delle zone sismiche - individuazione, formazione e aggiornamento
degli elenchi nelle medesime zone, contenuti nell' allegato 1.
Il punto 3 di quest'ultimo allegato, infine, supplendo all'inerzia delle regioni, ha
individuato le zone sismiche sulla base della proposta di riclassificazione sismica
del territorio nazionale elaborata dal gruppo di lavoro costituito sulla base della
risoluzione della commissione nazionale di previsione e prevenzione dei grandi
rischi nella seduta del 23.4.1997.
In tale elenco (allegato A dell'allegato 1 all'ordinanza) è inserito il Comune di San
Giuliano di Puglia che, come pure indicato nel documento, in precedenza non era
classificato.
Dato il suddetto quadro normativo occorre chiedersi: il Comune di San Giuliano di
Puglia, alla data in cui furono realizzati l'edificio scolastico "Jovine" e la sua
sopraelevazione, era inserito nell'elenco delle zone dichiarate sismiche?
Assolutamente no.
L'assetto legislativo vigente, però - impossibile negarlo - presentava, a partire dal
1998, una evidente inadeguatezza rispetto allo stato delle conoscenze scientifiche.
Dall'istruzione dibattimentale è emerso infatti con chiarezza che, a seguito del
terremoto del Friuli, nel 1997, il dipartimento della protezione civile, su iniziativa
del prof. Franco Barberi, istituiva una commissione scientifica finalizzata
all'aggiornamento della "mappa" del rischio sismico in Italia.
La commissione, composta ad autorevoli esperti del settore, raccolta ed elaborata
una enorme mole di dati, perveniva alla elaborazione di un elenco dei comuni del
territorio nazionale ad "elevato rischio sismico", elenco recepito nell' ordinanza
della Presidenza del Consiglio dei Ministri n.2788 del 12 giugno 1998, pubblicata
sulla Gazzetta Ufficiale del 25 giugno 1998.
Nel suddetto provvedimento il Comune di San Giuliano di Puglia è indicato come
soggetto a rischio sismico medio-elevato (intensità massima prevedibile: nono
grado della scala Mercalli).
Occorre chiedersi quali conseguenze sul piano delle prescrizioni tecniche in
materia edilizia abbia portato il provvedimento sopra indicato.
L'Accusa non ha dubbi: una volta pubblicata la suddetta ordinanza ogni costruzione
realizzata nell' ambito dei Comuni inseriti nell' elenco avrebbe dovuto conformarsi
alle prescrizioni antisismiche, e quindi all'insieme di tutte le regole progettuali e
tecniche di cui alla legge n. 64/74 e decreti attuativi.
40
Come già accennato, il Tribunale dissente in maniera netta da una tale
prospettazione.
E' sufficiente infatti leggere l'articolo unico dell'ordinanza n. 2788 del 1998:
"Sono individuati i comuni ad elevato rischio sismico, di cui al! 'allegato elenco
che fa parte integrante della presente ordinanza, nei quali si applicano le
disposizioni previste dall'art. 12, comma 3, della legge 27 dicembre 1997 n. 449, in
aggiunta a quelle previste dall'art. l della medesima legge".
Il dato normativo è, ancora una volta, inequivocabile, l'inserimento di un
determinato comune nell' elenco di cui all'ordinanza comporta, sul piano
normativo, l'applicazione "dell'art. 12 comma 3 della legge 27 dicembre 1997 n.
449, in aggiunta a quelle previste dall'art. della medesima legge".
Null'altro.
L'art. 12 comma 3 della legge n. 449 del 1997 (intitolata "Misure per la
stabi1izzazione della finanza pubblica") prevede il riconoscimento di contributi ed
agevolazioni fiscali a coloro che costruiscano secondo criteri antisismici nei
territori delle regioni Umbria e Marche colpiti da eventi sismici e nelle altre zone
ad elevato rischio sismico.
Un incentivo, quindi, ad edificare secondo requisiti di maggior sicurezza rispetto a
quelli previsti dalla legge n. 64 del 1974.
Certamente non un obbligo.
Le dichiarazioni rese nel corso del dibattimento da coloro che promossero e
parteciparono all'iniziativa volta ad adeguare il patrimonio edilizio italiano al
rischio sismico effettivamente esistente, così come accertato dalla comunità
scientifica, evidenziano un notevole ritardo del Legislatore nell'adeguare le
normative vigenti al mutato livello di conoscenza in materia.
Particolarmente significativa appare la deposizione di Franco Barberi, responsabile
della protezione civile fino al 2001, il quale esaminato come testimone all'udienza
del 29.9.2006, ha dichiarato: "Uno dei più grossi problemi, peraltro ancora
esistenti, del rischio sismico nel nostro paese, è legato al fatto che troppo tardi è
stata adottata una classificazione sismica del territorio nazionale, diciamo, con
criteri scientifici aggiornati.
Questa classificazione risale agli anni ottanta, primi anni ottanta, dopo il
terremoto dell'Irpinia.
Classificare un comune come sismico significa stabilire le norme essenziali per la
prevenzione sismica, cioè la classificazione sismica comporta l'obbligo di costruire
41
nel rispetto della normativa tecnica antisismica, comporta anche l'obbligo, nel
caso si faccia un intervento di ristrutturazione di un immobile, di rispettare
determinati criteri antisismici.
Ovviamente questa classificazione antisismica andrebbe aggiornata a scadenze
abbastanza ravvicinate, perlomeno una volta che le conoscenze scientifiche sulla
pericolosità del territorio lo richiedessero...L'ultima risale al 2003...Erano
passati, al 1998, più di quindici anni dalla classificazione, quindi, ovviamente, si
era andati approfondendo gli studi sulla pericolosità sismica, quindi c'era
l'esigenza di procedere ad un aggiornamento. n problema, dicevo, del rischio
sismico in Italia nasce dalla ritardata adozione di questa classificazione. Ancora
oggi possiamo stimare - ovviamente la cifra è variabile da comune a comune -, ma
che in media, in Italia, oltre il sessanta, in alcuni casi l'ottanta per cento degli
edifici è stato costruito prima della classificazione sismica, quindi, dal punto di
vista strettamente tecnico, deve essere considerato sismicamente insicuro,
comunque non con criteri rigorosi di strutture antissismiche. Questa situazione fa
sì che terremoti violenti, ma anche non particolarmente gravi, producano un
danneggiamento diffuso, in alcuni casi, purtroppo, anche numerose vittime.
L'unica maniera per d!fendersi da questa situazione, per cercare di ridurre il
rischio, è quella di fare degli interventi sugli edifici esistenti, chiamiamoli vecchi,
nel senso di costruiti prima dell'adozione della classificazione sismica, rafforzarne
le strutture, in modo da renderli in grado di resistere meglio ai filtri terremoti.
Consapevole di questo problema io avevo promosso - il Parlamento approvò – in
una legge finanziaria, dei benefici, degli incentivi finanziari, a chiunque, strutture
pubbliche, edifici privati, decidesse di fare interventi di consolidamento
antisismico".
Il prof. Barberi ha chiarito altresì che il presupposto scientifico per l'adozione
degli incentivi fiscali - concedibili, come si è detto, per gli interventi edilizi
realizzati nei comuni dell'elenco di cui all'ordinanza n. 2788 del 1998 – era
costituito dalle conclusioni cui era giunta la commissione costituita dalla stesso
Barberi nel 1996.
Il medesimo presupposto scientifico ha determinato l'adozione del provvedimento
dell'8 marzo 2003 con il quale il comune di San Giuliano è stato classificato come
sismico ai sensi della legge n. 64 del 1974 (domanda del P.M.: "L'ordinanza del
2003, con la quale si dette formale esecuzione ad una riclassificazione del
territorio italiano dal punto di vista sismico, nelle sue motivazioni tecniche, perché
42
si definiva come zona sismica quella-quella, lei ha già detto che i comuni erano
quelli, alla fine, del 1998 ". Risposta del prof. Barberi: "Si, sostanzialmente...
Diciamo sostanzialmente le stesse. Ovviamente c'è stata qualche differenza, la
novità fondamentale della classificazione del 2003 è quella di avere introdotto una
quarta zona, che prima non era ricompresa nella classificazione sismica nazionale.
L'informazione era sostanzialmente quella".
La deposizione di Franco Barberi - che è stata riportata nei suoi tratti salienti, ma è
conforme, nella sostanza a quella di altri autorevoli rappresentanti della comunità
scientifica che parteciparono ai lavori di cui si è parlato, quali, ad esempio, il prof.
Boschi -, oltre a chiarire l'ambito di operatività, nell'intenzione del soggetto
emanante, dell'ordinanza n. 2788 del 1998 evidenzia un dato significativo, e forse
inquietante: nel 1998 esisteva un livello di conoscenza scientifica sufficiente per
procedere ad una nuova classificazione sismica del territorio - che non veniva
aggiornata dal 1980 -.
Tale classificazione, però, utilizzando gli stessi dati scientifici che erano
conosciuti quindici anni prima, era aggiornata nel marzo 2003, pochi mesi dopo il
sisma del 31.10.1998.
Il prof. Barbieri offre una chiara spiegazione di tale ritardo: "L'informazione
scientifica era la stessa, era diversa la competenza della struttura governativa che
aveva il potere di adottare i provvedimenti. Allora è parallelamente ali 'avvio di
quella ordinanza, io insediai una commissione tecnica, fatta dai massimi esperti,
c'era dentro il servizio sismico nazionale, il gruppo nazionale difesa del terremoto
CNR, l'istituto nazionale di geofisica, con l'incarico di elaborare una nuova
proposta di classificazione sismica. Questa proposta fu elaborata, ovviamente
l'elenco dei comuni era sostanzialmente quello dell'ordinanza, fu trasmessa al
Ministero dei lavori pubblici, che aveva la competenza al 'adozione.
Lì, purtroppo, si impantanò nei meandri burocratici. del Ministero, non è andata
avanti".
L'incaglio del provvedimento nel "pantano" burocratico è durato fino al marzo
2003, quando, probabilmente sull'onda emotiva della tragedia della scuola Jovine,
la classificazione sismica del territorio italiano, presupposto per l'applicazione
della normativa antisismica è stata finalmente aggiornata.
Sostiene il Pubblico Ministero (pag. 50 della memoria depositata il 16 maggio
2007): "La conclusione, secondo siffatto assunto, sarebbe la seguente: il
proprietario di immobili o chi avesse inteso sistemare un suo vecchio immobile o
43
costruirne uno nuovo (in Umbria, nelle Marche o nei comuni inseriti tra quelli ad
elevato rischio sismico) si trovò al cospetto di un 'alternativa netta e semplice: se
avesse scelto di adeguare il tutto alle regole antisismiche, sarebbe stato aiutato
dallo Stato; se no, se la sarebbe vista lui, per conto suo, senza alcuna cautela
antisismica. Secondo questo assunto (già nella sua formulazione letteralmente
delirante) un cittadino che avesse inteso costruirsi un albergo con cento stanze,
peggio: una scuola con cento aule, a San Giuliano di Puglia, comune ad elevato
rischio sismico (gazzetta ufficiale alla mano) avrebbe ben potuto farlo senza
alcuna cautela antisismica purché avesse deciso di non chiedere aiuto allo Stato".
La provocazione dialettica è apprezzabile e suggestiva, ma alla domanda retorica in
essa contenuta l'interprete del diritto che si attenga ad un canone rigoroso non può
che dare una risposta: sì, fino al marzo 2003, il soggetto, privato o pubblico, che
intendesse effettuare interventi edificatori nel comune di San Giuliano (o in un
altro dei comuni di cui all' elenco dell' ordinanza n. 2788 del 1998, purchè non
classificato come sismico), poteva o seguire criteri antisismici, e beneficiare delle
agevolazioni fiscali di cui alla legge n. 449 del 1997, oppure rispettare solo le
ordinarie prescrizioni in materia, rinunciando ad ogni beneficio.
Né vale ad imporre il rispetto delle prescrizioni antisismiche il richiamo al D.M.
18.12.1975 secondo il quale "ogni edificio scolastico nel suo complesso ed in ogni
suo spazio o locale deve essere tale da offrire a coloro che lo occupano condizioni
di abitabilità (...), condizioni di abitabilità che comprendono condizioni di
sicurezza statica delle costruzioni, difesa dagli agenti atmosferici esterni, dagli
incendi, dai terremoti..".
E' evidente come detta disposizione, lungi dal prescrivere la necessità di costruire
gli edifici scolastici con criteri antisismici, anche in zone non classificate come
sismiche, faccia riferimento a condizioni di sicurezza nelle scuole, relativamente ai
terremoti, nell'ambito delle normative vigenti nei singoli comuni (in quello di San
Giuliano non era prescritto il rispetto della normativa antisismica, e ciò per tutti gli
edifici, anche quelli scolastici; nello stesso senso: sentenza del Tribunale di Larino,
G.U.P., n. 112/05).
45
E' evidente quale sia la ratio del complesso normativo sopra riportato: poiché
prima del 1987 non esistevano disposizioni specifiche - che garantissero, quindi,
determinati standard di sicurezza - in materia di costruzioni in muratura, ogni
intervento che riguardi parti strutturali degli edifici preesistenti - costruiti, quindi,
in assenza di prescrizioni tecniche restruttive - presuppone una verifica delle
condizioni dell'organismo strutturale preesistente e, in caso di esito negativo di tali
verifiche, impone un intervento di consolidamento tendente ad adeguare l'edificio
ai coefficienti di sicurezza previsti dalle nuove norme tecniche.
E' interessante richiamare l'affermazione del prof. Braga, perito del Tribunale, il
quale descrive in modo alquanto efficace il meccanismo di verifica ed intervento
imposti dalle norme in caso di sopraelevazione su strutture preedificate: si trattava
di una "forca caudina" (pag. 159 trascrizione verbale del 9.6.2006) sotto la quale il
progetti sta avrebbe dovuto passare inevitabilmente, accorgendosi, così, di
eventuali deficit di sicurezza e ponendovi rimedio.
Con opere di consolidamento, appunto.
Ora, secondo quanto risulta dalla documentazione in atti, ed alla luce degli
accertamenti
svolti periti, recenti opere nell' esecuzione delle dai sopraelevazione della scuola
"Jovine" non risulta sia stata fatta alcuna delle verifiche sulla struttura preesistente
prescritte dalla norma né, tantomeno, che siano state fatte opere di consolidamento.
E tali opere di consolidamento andavano sicuramente fatte.
Lo si ricava dalla relazione e dalla deposizione in dibattimento dei periti laddove si
dice che lo stato tensionale sotto i carichi verticali dei maschi murari di tutta la
scuola crollata - non solo di quelli sotto stanti la parte sopraelevata - erano ben al
di sotto dei coefficienti di sicurezza di cui al D.M. del 1987.
I periti hanno detto che i muri erano ai limiti dello splitting, definibile come il
fenomeno della separazione dei paramenti determinato da un eccessivo carico
verticale, determinando il collasso per instabilità.
Quindi, un intervento di consolidamento avrebbe dovuto certamente comportare dei
lavori tendenti a riportare i muri perimetrali del piano terra nei parametri di
sicurezza imposti dalla legislazione vigente.
Con quali modalità tecniche un tale obiettivo avrebbe dovuto essere realizzato, non
è emerso dall' istruttoria.
46
La scelta sarebbe ricaduta sul progetti sta che avrebbe potuto valutare diverse
opzioni sulle quali possono essere fatte solo delle ipotesi (cfr. quanto dichiarato in
proposito dal prof. Braga, all'udienza del 9.6.2006, pago 77 della trascrizione).
Viene però da chiedersi se la verifica sullo stato tensionale della struttura
preesistente avrebbe dovuto riguardare - sempre in base alle norme cautelari
imposte dalla normativa - solo i muri sotto stanti la sopraelevazione o anche quelli
dell'altra ala, pure crollata, non interessata dai lavori di ampliamento.
Il prof. Braga, interpellato sul punto, ha dato una risposta certamente improntata ad
un canone di buon senso: "...non c'è dubbio che l'indagine avrebbe dovuto
cominciare, per come io leggo la legge del 1987, dalla zona che riguardava la
sopraelevazione, ritengo anche che trovando quella zona insufficiente, un tecnico
accorto avrebbe proseguito il proprio esame anche alla zona non interessata alla
sopraelevazione, consatando che la zona nella quale trovava i risultati negativi
aveva un piano,ma intorno c'era un edificio che ne aveva due di piani, quindi la
preoccupazione avrebbe dovuto essere addirittura maggiore. Cioè dire: se qui va
male e c'è un piano, andiamo a vedere dove ce ne sono due" (pag. 189 trascrizione
udienza del 9.6.2006).
Tuttavia, da un punto di vista strettamente giuridico, ritiene il Tribunale che,
essendo l'attività doverosa prevista dalla norma relativa all'edificazione di una
sopraelevazione, l'obbligo di verifica non avrebbe potuto che essere limitato ai
muri sotto stanti l'ampliamento, che avrebbero potuto, astrattamente, subire una
sollecitazione aggiuntiva, sotto il profilo statico, a causa della modifica strutturale.
E' evidente che una verifica sulla restante parte dell'edificio avrebbe esulato dai
compiti professionalmente assunti dal progetti sta, il quale, ben avrebbe potuto
segnalare all' ente appaltante la possibile esistenza di anomalie, ma in nessun caso
una sua omissione in tal senso potrebbe essere valutata come penalmente rilevante.
Un'altra delle condotte omissive contestate attiene al mancato collaudo statico della
struttura sopraelevata, sempre ai sensi del DM. 20.11.1987 (è esclusa, per le
ragioni innanzi spiegate, l'obbligatoriatà del collaudo previsto dalla legge n.
1096/71 ).
Il decreto, al capitolo 4, intitolato "collaudo statico degli edifici in muratura",
prevede: "Il collaudo statico degli edifici in muratura dovrà comprendere i
seguenti accertamenti: a) ispezione generale dell'opera nel suo complesso con
particolare riguardo a quelle parti di strutture più significative da confrontare con
i disegni esecutivi progettuali; b) esame dei certificati di prova sui materiali
47
quando prescritte; c) esame delle risultanze delle eventuali prove di carico fatte
eseguire dal direttore dei lavori; d} controllo che l'impostazione generale della
progettazione strutturale sia coerente con le presenti norme. Inoltre, potranno
discrezionalmente essere richiesti i seguenti ulteriori controlli: prove di carico,
eventualmente integrative di quelle già effettuate dal direttore dei lavori; saggi
diretti sulle murature o sui singoli elementi resistenti; controlli non distruttivi
sulla struttura. Potranno altresì essere richieste documentazioni integrative di
progetto atte a definire compiutamente lo schema strutturale assunto o a meglio
specificare dati incerti e non quantificati assunti a base della progettazione
dell'edificio".
Non c'è traccia, nella documentazione acquisita ed esaminata dai periti, della
certificazione relativa al collaudo statico.
Tuttavia, un dato normativo va rilevato: l'art. 28 comma terzo della legge n. 109/94
prevede che, nel caso in cui i lavori appaltati non superi i 200.000 ECU 200.000
E' vero che esistono due tipi di collaudo: quello tecnico-amministrativo e quello
statico.
al capitolato di appalto.
48
rispondenza della progettazione rispetto alle norme tecniche, il tutto fatta salva la
Ebbene, ritiene il Tribunale che tale tipo di collaudo non avrebbe potuto esser
sostituito dal certificato di regolare esecuzione di cui alla legge nel 1994, il quale
Altre specifiche violazioni riscontrate nel corso del dibattimento attengono, infine,
pubblici).
Di tali elaborati non è stata rinvenuta alcuna traccia tra la documentazione relativa
IL NESSO DI CAUSALITÀ
L'evento costituito dal crollo della scuola Jovine è stato preceduto dalle condotte
descritte nel paragrafo che precede, condotte riferibili al primo ed al secondo lotto
dei lavori (quelli completati nel 1970), e come tali ascrivibili al solo Uliano
cinque imputati.
Prima di affrontare il problema del nesso di causalità, così come si configura nel
E' ben noto che non esiste un significato univoco del concetto di causa.
49
Nel campo giuridico il punto di riferimento non può che essere individuato nella
giurisprudenza di legittimità che - elaborando anche quelli che sono stati i decisivi
contributi della dottrina sul punto - ha subito una significativa evoluzione nel corso
sentenza delle Sezioni Unite del 10 luglio 2002, n. 30328, la notissima "Franzese".
Punto comune dei diversi stadi evolutivi è l'accettazione della teoria della condicio
eliminazione mentale" (condicio sine qua non): un'azione è condicio sine qua non
di un evento se non può essere mentalmente eliminata senza che l'evento venga
50
Nel reato omissivo si ricorre invece ad un modello di valutazione ipotetico-
condizionalistica "pura" e dei correttivi che sono stati utilizzati dalla dottrina e
dalla giurisprudenza.
insufficienza della teoria condizionalistica qualora non sia possibile stabilire, sulla
La spiegazione del nesso causale deve necessariamente effettuarsi alla stregua del
generale di copertura".
creatore di leggi causali, con buona pace del principio di stretta legalità che
51
informa il diritto penale (come affermato da autorevole dottrina, il giudice è un
Ora, premesso che le leggi scientifiche, per ciò che interessa l'operatore del diritto,
che la struttura delle spiegazione causale in diritto penale sia di tipo probabilistico.
E' opportuno a questo punto chiarire brevemente come tale modello di spiegazione
evento ogni qual volta sia possibile stabilire che, qualora il comportamento
probabilità che l'evento non si sarebbe verificato (cfr. Cass. sez. IV 7.1.1983,
limitandosi a richiedere che sia stata posta in essere una condotta idonea a
provocare l'aumento del rischio delle probabilità che l'evento dannoso si verifichi.
Intorno alla fine del 2000 la Suprema Corte ha operato una vera e propria "svolta"
può affermare che un'azione od omissione siano stati causa di un evento, in quanto
scientifica che “enunci una connessione tra eventi in una percentuale vicina a
cento" (cfr. Cass. sez. IV, 28.9.2000, Baltrocchi; 29.9.2000, Musto; ed altre).
52
Il contrasto createsi all'interno della IV sezione della Corte di Cassazione è stato
finalmente risolto dalle sezioni unite con la già citata sentenza Franzese che ha
sulla causalità.
La sentenza Franzese - che, come spesso è accaduto per i provvedimenti che hanno
seguito.
causale, temperata dal principio della "causalità umana" con riferimento alle
determinare l'evento (esclude cioè il decorso del flusso causale innestato da una
condotta umana quell’evento che sia determinato da fattori eccezionali, cioè non
dell'evento se, eliminata naturalmente dal novero dei fatti realmente accaduti,
53
l'evento non si sarebbe verificato; b) la condotta umana non è condizione
condizione necessaria solo se esso rientri nel novero di quelli che, sulla base di
IV. Con riferimento alla causalità nel reato emissivo, le Sezioni Unite dissentono
che, esclusa l'interferenza di decorsi alternativi, la condotta, alla luce dei dati
dell'evento.
54
V. Non è consentito dedurre automaticamente dal coefficiente di probabilità
caso concreto, sulla base delle circostanze del fatto e dell'evidenza disponibile,
così che, all'esito del ragionamento probatorio che abbia altresì escluso
meccanismi sinergici dei plurimi antecedenti, per ciò sulla reale efficacia
in cui sono state ritenute provate dal Tribunale - non fossero state realizzate (se
55
cioè fossero stati tenuti i comportamenti doverosi richiesti dalle prescrizioni
lesiva?
accertate siano state condizione necessaria dell'evento lesivo con "alto o elevato
E' precisa convinzione del Tribunale che, ai quesiti sopra riportati, all'esito
certezza (processuale).
Ancora una volta, tale individuazione non può essere effettuata se non
ricorrendo all'apporto tecnico che all'istruttoria è stato dato da periti del giudice
56
I periti, nella relazione depositata, hanno dato una risposta chiara, almeno ad
una prima lettura: "Il crollo del complesso scolastico è avvenuto poiché le
strutture non erano state progettate e costruite per resistere ad azioni sismiche
muratura di pietrame"
verticali e dalle azioni orizzontali indotte dal sisma non sono risultate
sopportabili dalle murature in pietrame del piano terra dell'edificio'' (pag. 121
della relazione).
antecedente causale del crollo, hanno richiesto, però, in sede di esame dei periti,
giuridico una spiegazione causale che gli esperti hanno dato, come era loro
Ciò che è stato necessario chiarire nel corso del dibattimento - ed a questo fine
Anche per affrontare tale tematica sarà opportuno distinguere tra i due momenti
1970, e la sopraelevazione.
57
Quanto alla sopraelevazione, nell'ottica dell'Accusa essa avrebbe avuto
Ciò sarebbe sufficiente per affermare l'assoluta inefficienza, dal punto di vista
Ciò accadeva per i maschi murari relativi all'intero edificio, e non soltanto per
aggravamento del carico verticale dopo i lavori del 2002: quello indicato nella
58
coefficiente di sicurezza superiore a quello richiesto dalla norma ad uno
inferiore.
Tutti gli altri maschi murari interessati dalla sopraelevazione o sono rimasti nei
limiti di sicurezza (1-1, 5-1 e 5-2) o hanno addirittura aumentato il rapporto tra
della struttura.
Ora, le conclusioni peritali sul punto sono state contestate dall'Accusa, la quale,
dal parere dei propri consulenti - e ragionamenti tratti dal senso comune, ha
Uno degli argomenti forti della prospettazione accusatoria, sotto tale profilo, è
il seguente: "a crollare fu solo la scuola Jovine, una sua ala, quella
Come si ricava dalla lettura della relazione, dalla documentazione relativa agli
appalti e, soprattutto, dalla semplice visione del plastico realizzato dai periti -
Quindi era "sopraelevata" sia la parte crollata (scuola elementare e media) che -
59
Se invece con la locuzione "parte sopraelevata" l'Accusa avesse voluto fare
interamente crollata.
condizioni strutturali, dal 15.7.1960, data di ultimazione dei lavori del I lotto
aderenza a quella crollata (la scuola materna), era stata realizzata con materiali
crollata rispetto a quella non crollata non può quindi costituire un indizio
in base ad un simile raffronto, affermare che l'ala della scuola crollata, qualora
fosse stata costruita nel rispetto delle leges artis (come si presume sia stata
E' evidente infatti come non possano essere oggetto di paragone, sotto il profilo
Né d'altro canto - rimanendo nel campo degli argomenti tratti dal senso comune
60
sostegno della prospettazione accusatoria - che la scuola Jovine (o meglio, una
Giuliano ci sono stati altri due crolli totali - in corso Vittorio Emanuele III ed in
via Cardarelli - e diversi crolli parziali - ad esempio di solai - nei quali hanno
trovato la morte altre due persone (cfr. deposizione del maresciallo Ruggiero,
Piena conferma a quanto appena detto è ricavabile anche dalla relazione dei
seguito delle considerazioni che più avanti verranno svolte sulla cosiddetta
"amplificazione locale".
In particolare, nella foto n. 5.1, pag. 69, si osserva che i tre edifici che hanno
subito il crollo totale - tra cui la scuola Jovine - e quello interessato dal crollo
del solaio - in via Giovanni XXIII - sono dislocati lungo la medesima direttrice,
Ancora, i crolli degli edifici in corso Vittorio Emanuele III ed in via Cardarelli
un cumulo di macerie (cfr. foto nn. 5.2, 5.3, 5.4, 5.5 e 5.6, pagg. 70 e segg.
E' vero, però, come pure si evince dalla documentazione fotografica in atti, che
nella zona circostante la scuola, subito dopo il terremoto, gli edifici sono
61
Manca però un dato, indispensabile per effettuare una valutazione comparativa
costruttive di
quegli edifici?
come si è detto, con riferimento all'ala della scuola non crollata (costruita in
Il raffronto con tali edifici non fa che confermare l'assunto dei periti: le diverse
sismica.
Ma torniamo nel campo delle leggi scientifiche, e quindi alle indagini peritali
costruzione dell'edificio.
Sul punto è opportuno riportare, come premessa, una precisazione del prof.
Alla domanda del Giudice che chiedeva se era possibile, sulla base di un
giudizio prognostico, sussumibile sotto una legge scientifica, affermare che una
62
un'azione fortemente aleatoria, aleatoria significa che non è che possiamo
prevedere con esattezza quale sarà l'intensità che la scossa ha, anche qualora
probabilità che tutto funzioni bene, c'è una probabilità, non nulla, che ci sia
ritengo proprio alla luce di quello che ho già detto, è impossibile dirlo, io avrei
di quell’edificio, ma certo non avrei e non potrei dare certezze" (pag. 208
costruzione fosse stata realizzata per essere antisismica (quindi nel rispetto
delle prescrizioni imposte dalla legge n. 64/74, non operante, come si è detto,
nel caso di specie), con una scossa dell'intensità di quella registrata a San
63
Ora, una tale affermazione sarebbe stata senza dubbio significativa, sotto il
efficienza causale.
Dire cioè che l'edificio "si sarebbe comportato meglio", pur non potendosi
causalità.
rispetto delle comuni leges artis (domanda del Giudice: "Adesso eliminiamo il
nel rispetto delle leges artis di una costruzione in zona non sismica").
Alla domanda il perito ha dato una risposta molto diversa dalla precedente
(riferita, appunto, alle costruzioni realizzate con criteri antisismici), pur sempre
elevata".
del cinquanta per cento, se non sono antisismiche" (pag. 210 trascrizione
udienza del 9.6.2006). Chiamati a fornire ulteriori chiarimenti - anche alla luce
64
delle acquisizioni istruttorie costituite dalle deposizioni del consulenti delle
carichi verticali sui maschi murari - ed il crollo, ma, in ogni caso, non possono -
nesso di causalità.
verticali, derivante da quel tipo di fenomeno, che abbiamo già evidenziato, cioè
per tutti gli edifici investiti dal sisma, è la componente orizzontale del sisma
particolare, per motivi legati alla trasmissione delle onde, i due treni di onde,
tempi diversi, cioè giungono prima le azioni verticali poi le azioni orizzontali.
Bene, in questo caso particolare, le azioni verticali, che sono quelle giunte per
65
Data questa premessa, i periti, ben lungi dal l'affermare che il crollo si sia
Essi hanno detto che, qualora ci fossero elementi di fatto che evidenziassero che
il crollo è avvenuto all'inizio del terremoto, nei primi secondi, sarebbe possibile
affermare che il crollo è stato determinato dal carico indotto dalle onde
verticali.
degli spostamenti del terreno da esse provocate, e cioè esistono le onde verticali
Le onde verticali sono quelle che investono per prime gli immobili, ma sono
anche le meno distruttive (il prof. Boschi, nel corso del proprio esame
Le onde orizzontali sono quelle che producono i danni più significativi e che
generalmente sono determinanti nella causazione dei crolli (quelle che il prof.
Ora, poiché l'anomalia strutturale dell'edificio della scuola Jovine era proprio la
verificato in concomitanza con l'arrivo delle onde P, quelle onde che, nelle
66
Qualora fosse confermata tale ipotesi, il terremoto, nella sua componente più
del 2.3.2007: "Se avessimo evidenze di un crollo all'inizio del terremoto, nei
primi secondi, siccome nei primi secondi onde orizzontali ancora non sono
un nesso di causalità").
azioni verticali determinato dalle prime scosse sussultane del terremoto del
Dice il prof. Braga all'udienza del 2.3.2007: "...c'è un secondo dato, che a mio
edificio che crolla per effetto delle azioni orizzontali, è facile trovare gli
67
dato è meno forte del precedente, di quello che in precedenza evidenziavo,
siccome non ci sono stati spostamenti dei solai sulla verticale, significativi, di
verticali. Si può dire che i solai lo abbiamo trovati con gli orizzontamenti quasi
questo non basta. E' un indizio, non è un nesso causale diretto, immediato,
come sarebbe invece nel caso precedente... Per l'entità delle accelerazioni, che
Quindi, per trovare conferma alla tesi accusatoria, i periti, non essendo in grado
- per carenza di dati obiettivi - di dare una risposta definitiva, danno due
dichiarazioni di coloro che hanno potuto osservare l'evento e che allo stesso
sono sopravvissuti.
68
In primo luogo, la maestra Clementina Grazia Simone, la cui deposizione è stata
indicata dal Pubblico Ministero come costituente quel riscontro - ignorato dai
il primo colpo sarà stato sussultano, perché io, il terremoto, l'ho percepito da
sotto... Un colpo, come se la scuola avesse avuto un balzo in avanti. Io ero così,
con la testa, con il libro davanti piegato che spiegavo, ho alzato di colpo la
testa, ho urlato: <Il terremoto >, insieme ai bambini. Anche loro l'hanno
sotto i banchi!> Mi sono buttata sotto la cattedra, ...ho preso la testa tra le
mani, ho chiuso gli occhi, sono stata lì, sentivo tutto il rumore delle finestre, il
Si potrebbe dire, ad una prima lettura, che il crollo sia stato percepito come
percepito da sotto").
mattina del 31.10.2002, alle ore 11.30, stava svolgendo la propria attività di
69
del 29.11.2006: "Io mi trovavo in cattedra. Ho sentito un rumore, dopodichè ho
alzato gli occhi in alto. Ho visto muoversi il soffitto. Per cui fiduciosa anche
del corso che avevo fatto (sui comportamenti da tenere in caso di terremoto), mi
sono mossa verso i bambini, ho detto di andare ai muri. Siccome mi sono mossa
velocemente, ho visto che io non sarei mai arrivata in fondo ali 'altro muro,
dall'altra parte dell'aula, un'insegnante non sa che deve fare. Io cercavo di non
accorta che era impossibile. Per cui li ho incitati, gridando, di mettersi sotto i
dalla parte più lontana dalla porta, proprio perché c'erano..., è stata una cosa
sta che questa gamba è rimasta imprigionata, per cui l'ho dovuta metter e... mi
sono dovuta aggiustare alla meglio. Poi mi sono riversata riparando la testa
sotto il banchetto di Giovanni Marinaro, il bambino che era in linea con me.
diversa.
descrive una serie di azioni da lei compiute (alzarsi dalla sedia, muoversi verso
i bambini, rendersi conto che non ce l'avrebbe mai fatta a raggiungere il muro,
lei stessa sotto un banco) che senz'altro hanno occupato lo spazio di qualche
secondo.
70
Dati i suddetti - controversi - elementi di fatto, è necessario chiedersi quale
lasso di tempo sia intercorso tra l'arrivo in superficie (dall'ipocentro) delle onde
quale entità sia stato l'intervallo tra l'impatto sull'edificio delle onde P e quello
delle onde S.
In realtà, i rilevamenti sismometrici sul sito sono stati effettuati solo dopo la
In ogni caso, anche qualora si volesse ritenere che le onde S abbiano viaggiato
ad una velocità pari alla metà delle onde P, e si ipotizzasse che queste ultime
71
Ora, sostenere che dalla deposizione della maestra Clementina Simone sia
ricavabile, come dato certo, che la scuola sia crollata prima dell'impatto delle
E' vero infatti che dal racconto della maestra Simone emerge una successione di
pochi secondi, e con precisione - dato il ridotto scarto cronologico tra l'impatto
rispetto all'inizio del sisma (quindi all'impatto delle onde P) appare impossibile,
posizionamento delle macerie - già di per sé non univoco, come sostenuto dai
Infatti, sebbene essi abbiano valutato che gli spostamenti orizzontali delle
metro.
prospettazione accusatoria.
72
delle prove di carico sui muri svolte dai periti - e l'incidenza causale di tale
Per dare maggior forza dialettica a tale tesi il Pubblico Ministero ha affermato
che la scuola era talmente vulnerabile per i suoi carichi propri che sarebbe
nevicata.
Ora, a parte il fatto che una tale possibilità è stata recisamente smentita dai
periti (prof. Braga; pag. 64 trascrizione udienza del 9.6.2006) sulla base degli
31.10.2002, prima del crollo, lesioni sui muri) registrate la notte tra il 30 ed il
E se è vero che la scuola sarebbe crollata per una abbondante nevicata, come
mai non è crollata per le nevicate che certamente si sono succedute dal 1960
Quindi, la scuola, nella sua parte più estesa (poi crollata) è sopravvissuta, nelle
73
convincimento di chi è chiamato ad esprimere un giudizio di penale
che ha trovato la sua affermazione nel diritto positivo nella nuova formulazione
razionale.
Prima fra tutte quella del prof. Boschi, presidente, come si è detto, dell'Istituto
sull'argomento.
Racconta il prof. Boschi che, subito dopo la scossa del 31.10.2002, l'INVG, così
capire come, sulla base della scala Mercalli, si distribuivano i danni, perché
sono già un elemento importante per capire che cosa è successo" (pag. 27
all'epicentro era stato registrato un sisma del settimo grado della scala Mercalli
74
(comunque molto forte sotto il profilo degli effetti), in una zona ristretta del
spiegato solo attraverso due ragionamenti, cioè può essere dovuto alla
combinazione dei due fattori. Quindi abbiamo fatto tutta una serie di studi,
più antica, ha sofferto danni meno gravi. Questo è un indizio che la causa
da tutte le dichiarazioni rese nel corso del dibattimento da esperti del settore –
sono stati pubblicati numerosi studi. Il prof. Boschi introduce nella propria
deposizione quello che d'ora in avanti definiremo "effetto di sito" e che trova un
preciso riscontro - sia pure per giungere a conclusioni tra loro diverse - nelle
Ora, quando si parla di effetto di sito - è bene chiarirlo subito -, non ci si basa -
75
degli effetti del sisma sull'edificato, ma si fa riferimento a dati scientifici
obiettivamente riscontrati.
Questi dati sono stati ricavati dalle registrazioni delle repliche all'interno del
repliche ali 'interno del centro abitato di San Giuliano di Puglia. L 'INGV ha
registrato centinaia di terremoti di'magnitudo tra 2.5 e 4.5 in diversi siti sia
della zona danneggiata che nel centro storico. Dall'analisi di questi dati è
emerso che, durante ogni terremoto, nella zona più colpita, le ampiezze del
un fattore 5 più alte rispetto alla zona meno danneggiata. Anche se il livello di
attribuito <tout court> anche alla scossa principale a causa delle non-linearità
durante la scossa del 31 ottobre 2002 una parte del centro abitato di San
Giuliano di Puglia deve essere stata colpita con maggior violenza dal sisma"
Sulle cause di tale fenomeno sono sostanzialmente d'accordo tutti gli esperti che
hanno contribuito all'acquisizione dei dati scientifici nel presente giudizio: ciò
che differenzia le due zone con diversa risposta sismica è la natura geologica
dei terreni.
76
Ed è proprio in questa zona argillosa, situata fuori dal centro storico del paese
che si sono verificati gli altri crolli totali di cui ha parlato il maresciallo
Vale la pena di richiamare quanto dichiarato dal prof. Burghignoli, perito del
Tribunale, all'udienza del 9.6.2006 (pag. 106 della trascrizione): "Quindi non
appare, a mio giudizio, affatto non coerente con il rilievo del danno, vedi
Sia i dati scientifici (rilevazioni simologiche) che quelli tratti dal senso comune
(dislocazione dei danni maggiori) confermano una circostanza che può darsi per
fonda sul fatto che quello di San Giuliano sarebbe stato "un terremotino" –
questo il termine usato nel corso della requisitoria orale -, certamente non in
L’anomalia del crollo della scuola Jovine sarebbe consistita proprio in questo
(pag. 3. cap. IlI della memoria del Pubblico Ministero depositata il 16.5.2007):
77
"a crollare fu, nel contesto del terremoto del Molise, la scuola Jovine di San
non ci fu un altro crollo totale come quello della scuola, nemmeno a due passi
dalla scuola. I morti del terremoto del Molise, le persone direttamente uccise in
occasione del terremoto del Molise furono 28; non una di più a San Giuliano e
Maestra? Nella scuola Jovine; erano disperse nella scuola, chi di qua, chi di
là? No. tutte in un'aula: dov'era collocata la loro aula? Nella parte della
l'indagine ed il processo sul crollo della scuola. Bastava e basta per chiedersi
come mai crollò quell’ala della scuola e non altro. La ormai storica foto di San
Giuliano subito dopo il. crollo, quella che i Consulenti del Pubblico Ministero
che ritrae la scuola in piedi per metà, l'altra metà ridotta ad un fossato come a
Ora, se questi sono i fatti che chiariscono quello che accadde, determinando
occorrerà pur spenderla per dissentire, alla luce dell'istruzione espletata, dalle
a) a crollare non fu, nel contesto del terremoto del Molise, solo la scuola Jovine
CTP del Pubblico Ministero); b) non è vero che "nella stessa San Giuliano non
78
ci fu un altro crollo totale come quello della scuola, nemmeno a due passi dalla
scuola": ce ne furono altri due. nella stessa zona del paese - quella costruita su
possa assumere una qualche rilevanza processuale - che "i morti del terremoto
Molise, furono 28: non una m più a San Giuliano del Molise": i morti - almeno
secondo quanto riportato dagli stessi consulenti del Pubblico Ministero, furono
30; infatti, ai bambini ed alla maestra deceduti nel crollo della scuola vanno
corso Vittorio Emanuele III, e la signora Annantonia Peluso, deceduta nel crollo
parziale del solaio di un edificio sito in via Giovanni XXIII, poco distante dalla
crollare fa, dell'edificio scolastico Jovine, “una ben definita parte, esattamente
parte, l'edificio completato nel 1960, mentre la parte sopraelevata nel 2002, non
costituiva più della quinta parte dell'ala crollata; e) ancora: non nemmeno esatto
collocata "nella parte della struttura sopraelevata"; pur non essendo stati
fomiti elementi precisi sul punto, un dato è certo: i bambini deceduti erano
"dislocai, nelle varie aule" (cfr. deposizione della signora Clementina Grazia
dieci nell'aula attigua: sotto la parte sopraelevata nel 2002 c'erano solo due
aule); ne consegue che gli altri dodici bambini sono deceduti nel crollo di quella
79
Quindi, date le considerazioni che precedono, rapportati i fatti al parametro di
giudizio enunciato nella parte iniziale del presente paragrafo, deve escludersi
dubbio, condicio sine qua non dell'evento costituito dal crollo della scuola di
sarebbe verificato; b) che non vi sia stato un decorso causale alternativo rispetto
Un tale esito dell'accertamento istruttorie non può non portare - piace ripeterlo
terremoto sul crollo della scuola priva di rilievo, sotto tale profilo, tutte le
condotte colpose elencate nel capo A) della rubrica. Se, come accertato
80
condotte colpose prospettate - tutte, sia quelle ritenute sussistenti dal Tribunale,
sia le altre, come quelle relative alla legge n. 1086/71 o al collaudo statico -
Se la scuola fosse stata realizzata con tali criteri probabilmente avrebbe retto
E' evidente che il difetto di prova in ordine al capo A) della rubrica debba
Ciò in quanto i decessi dei ventisette alunni della scuola Jovine e della maestra
del crollo dell'edificio e quindi, in via mediata, delle condotte colpose attribuite
anche un'ulteriore condotta, distinta - almeno così pare - rispetto a quelle di cui
ottobre 2002, la morte dei ventisette bambini e della maestra "che non
81
In effetti è questa una "diversa angolazione" del problema del nesso di
Ritiene il Tribunale che una tale configurazione del nesso causale non sia
penale.
Lo si ricava anche dall'alt. 43 c.p. il quale prevede che nel reato colposo
quest'ultimo l'agente risponde solo se c'è un nesso tra colpa e risultato, non già
non è la materializzazione della colpa (e non solo della condotta), è simile alla
82
In definitiva, nell'ipotesi in esame, se si parte dal presupposto - e questa è la pur
rilevante.
imputati, ai sensi del secondo comma dell'ari. 530 c.p.p., perché il fatto non
sussiste.
Il reato ipotizzato al capo C della rubrica non sussiste nella sua materialità.
Ciò può essere affermato non per carenza, insufficienza o contraddittorietà della
prova, ma sulla base della interpretazione del contenuto dell'atto che si assume
- ed a Marinaro Mario - nella sua qualità di tecnico del comune di San Giuliano e
83
avvenuta, e ciò al fine di superare il dato di fatto e giuridico del mancato collaudo
statico.
Ora, prescindendo dallo scopo perseguito, elemento estraneo alla fattispecie, che
atto: “Il sottoscritto ing. Giuseppe La Serra, iscritto all'albo degli ingegneri della
provincia di Campobasso al n. 834, con studio tecnico in via Tito Livio, 43, per
media, alfine di accertare la piena funzionalità degli stessi. Premesso che i lavori
l'agibilità e staticità dei locali anzidetti, 'efficienza degli impianti elettrici, idrici e
11.9.2002”.
84
Non appare chiaro al Tribunale quale sarebbe stato l'apporto causale dato da
Dalla copia del documento contenuta nel fascicolo del dibattimento si rileva, come
In ogni caso, nel valutare la genuinità di quanto attestato nel documento in parola,
sopralluogo dei locali"; b) che era stato redatto il certificato di regolare esecuzione
(crepe, lesioni, etc.), è stato ripetuto da quasi tutti i testimoni esaminati nel corso
del dibattimento.
agibilità dei locali, nonché l'efficienza degli impianti idrici, viene effettuata "in
Ebbene, il D.P.R. n. 1688 del 1956 contiene una serie di prescrizioni relative alla
progettazione di edifici per uso scolastico (ampiezza delle aule, luminosità, etc.),
85
mentre il D.M. 26.8.1992 riguarda, come è scritto anche nel documento, la
prevenzione incendi.
Non v'è dubbio, pertanto, che l'autore della certificazione abbia inteso attestare
l'agibilità e la staticità dei locali, nonché l'efficienza degli impianti, ai soli fini
E sotto tale profilo non risulta sia stata resa alcuna dichiarazione falsa.
Che poi l'attestazione - genuina nel sui contenuto - sia stata utilizzata come mezzo
ipotizzato nel capo di imputazione) è cosa che esula del tutto dalla fattispecie di
cui all'art. 479 c.p., il quale - giova ricordarlo - punisce il pubblico ufficiale che,
che un fatto è stato da lui compiuto o è avvenuto alla sua presenza, o attesta come
da lui ricevute dichiarazioni a lui non rese, ovvero omette o altera dichiarazioni
da lui ricevute, o comunque attesta falsamente fatti dei quali l'atto è destinato a
provar e la verità".
Anche per tale reato, quindi. La Serra e Marinaro devono essere assolti perché il
fatto non sussiste, ai sensi del primo comma dell'ari 530 c.p.p.
sequestro.
P.Q.M.
II Tribunale, visto l'art. 530 secondo comma c.p.p., assolve Uliano Giuseppe, La
Borrelli Antonio Mario dai reati loro ascritti ai capi a) e a) della rubrica perché il
fatto non sussiste; visto l'art. 530 primo comma c.p.p., assolve la Serra Giuseppe e
86
Marinaro Mario dal reato loro ascritto al capo e) della rubrica perché il fatto non
giudiziale sequestro.
Larino, 13.7.2007
87