La bugia del giorno è di B: “Mai fatto l’editto bulgaro.
Se avessi tolto 3 puntate
a Fazio sarebbe stato un inferno”. Si limitò a togliere Biagi, Luttazzi e Santoro
Mercoledì 15 maggio 2019 – Anno 11 – n° 132
Redazione: via di Sant’Erasmo n° 2 – 00184 Roma
tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230
11 ANNI DOPO Il porto delle nebbie e l’assalto neofascista a “Chi l’ha visto?” Mannelli
CasaPound in Rai, il processo
all’editore di Salvini è sparito
p I leader del movimento fa-
scista e Francesco Polacchi
(editore di Altaforte) dove-
vano andare a giudizio per
minacce alla trasmissione
nel 2011. Il Tribunale di Ro-
ma ‘dorme’ per 8 anni e fissa
l’udienza solo dopo il caso
q LILLO
A PAG. 8 - 9
IL “NUOVO” PD Zingaretti vede il condannato andreottiano, che appoggia i dem
Il Patto del Pomicino
’O Ministro al neosegretario: “Ora i miei amici voteranno per voi”
Nuova&vecchia politica Zingaretti e Cirino Pomicino
LE BARRIERE DI CEMENTO
Stop ad Autostrade Spa:
voleva riciclare i jersey
q MARTINI A PAG. 14
CENTRI PER L’IMPIEGO
Reddito: solo uno su 4
per ora avviato al lavoro
q ROTUNNO A PAG. 19
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PREVISTO A NAPOLI
Il vicepremier
fugge dai fischi:
niente comizio
q RODANO
Gli scontri Francesco Polacchi A PAG. 4 - 5
p Almeno due gli incontri, tra Napo-
li e Roma, fra il leader dem e l’ex mi-
nistro della Prima Repubblica, che
si candida a ruolo di eminenza gri-
gia del Pd. Ex democristiani e figli
di ex democristiani campani propo-
sti in voto. L’uomo che rappresenta
50 anni di vecchia politica con
l’uomo “nuovo”: prove d’alleanza?
q FIERRO, IURILLO E MARRA A PAG. 2 - 3
IN COMMISSIONE
Conflitto d’interessi,
in forse tetto 2 mandati
q DE CAROLIS A PAG. 6
MORTO A 94 ANNI
Gabetti, il “Richelieu”
dei segreti di Agnelli
q BOFFANO A PAG. 15
CAPITAN FUTURO La società non rinnova, lui sceglie l’addio La cattiveria
Via De Rossi, Roma senza cuore
» ANTONIO PADELLARO
C osa ha detto Daniele?
Da quando è meno pre-
sente sul campo la sua voce,
la vera voce della Roma, si è
fatta più limpida, più auten-
tica, più indispensabile. Ascol-
limenti, ascoltare De Rossi si-
gnifica sapere che lui c’è. Che c’è
tarlo a fine partita mi ha sempre aiu-
tato a stemperare la rabbia, a ragio-
la persona di cui ti fidi, capace di e-
sprimere concetti semplici, argo-
nare quando sragiono, a sorridere in-
sieme a lui quando il sorriso gli spun-
mentati, in un italiano corretto per-
ché chi parla bene pensa bene.
ta sotto la barba, e andiamo a letto
L’INCHIESTA Pirellone & Fontana
Il professore della Bocconi
in affari col nipote del boss
Credibilità La pagina di presentazione del professore
contenti. In un mondo di fake
men, di patentati avvelena-
tori di pozzi, di cosiddetti
comunicatori che passano
il tempo a comunicare i loro
cattivi umori e personali fal-
A PAGINA 22
y(7HC0D7*KSTKKQ( +;!"!,!=!\
a 1,50 -Arretrati: a 3,00
e -1,50
a 8,00 con il libro e
– Arretrati: “Il gesto”
3,00
Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)
Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009
I pomicioni
» MARCO TRAVAGLIO
L
o so che non dovrei, ma è
più forte di me: appena
sento parlare di Paolo Ci-
rino Pomicino non riesco a non
pensare alla sua leggendaria
tangente della Madonna. Sullo
scorcio degli anni 80, alla vigilia
di un intervento a cuore aperto a
Houston, l’allora ministro Dc fa
un voto alla Vergine: se tutto an-
drà bene, aiuterà i piccoli ospiti
del Villaggio dei Ragazzi di don
Salvatore D’Angelo, a Maddalo-
ni. L’operazione riesce perfetta-
mente. Ma Pomicino, anziché
metter mano al portafogli, chia-
ma un noto costruttore, France-
sco Zecchina, in lista d’attesa
per gli appalti del dopo-terre-
moto. “Mi chiese – racconterà
Zecchina al processo sulle tan-
genti per la ricostruzione po-
st-1980, poi caduto come sem-
pre in prescrizione – di dare un
contributo di circa 100 milioni,
in rate da 10 a Pasqua e 10 a Na-
tale, per cinque anni, a don
D’Angelo. Obiettai che mi sem-
brava singolare che dovessi pa-
gare io di persona un voto fatto
da lui. Ma lui replicò che dovevo
pagare io”. “Se non fosse per la
gravità delle imputazioni e per
l’entità dell’esborso imposto –
scriverà la Procura di Napoli
nella richiesta di autorizzazione
a procedere alla Camera – la vi-
cenda sarebbe veramente grot-
tesca... Pomicino pretende di fa-
re opere caritatevoli con il dena-
ro altrui, e questo appare fran-
camente eccessivo”. Pomicino è
fatto così: un mariuolo sveglio,
pronto, intelligente, spiritoso e
spudoratamente creativo. An-
che come tangentaro.
Perciò, a dispetto della con-
danna definitiva a 1 anno e 8 mesi
per finanziamento illecito (ma-
xi-tangente Enimont), del pat-
teggiamento di 2 mesi per cor-
ruzione (fondi neri Eni), dell’ar-
resto per estorsione e degli altri
39 processi finiti fra prescrizio-
ni, autorizzazioni a procedere
negate, archiviazioni, proscio-
glimenti e assoluzioni, nonché
del suo fondamentale contribu-
to al boom della spesa e del de-
bito pubblico negli anni 80-90,
non riesce a starmi antipatico.
Nel 2016 riuscì persino a render-
q MILOSA A PAG. 10 si utile (capita a tutti, prima o
poi), schierandosi per il No al re-
ferendum di Renzi e inviando al-
cune letterine contro la schifor-
ma Boschi-Verdini all’unico
giornale che difendeva la Costi-
tuzione: il nostro. Infatti non è
Alfieri (Pd), detto Mister
Fritture, indagato per voto
di scambio politico-mafioso.
con lui che ce l’ho, ma con Nicola
Zingaretti. Il “nuovo”segretario
del “nuovo” Pd ha incontrato il
Friggere! E friggeremo! 79enne andreottiano all’hotel
WWW.FORUM.SPINOZA.IT Vesuvio di Napoli e gli ha strap-
CINA E TIMORI USA
pato il prezioso sostegno per le
Europee e le Amministrative del
26 maggio. In attesa della versio-
ne di Zingaretti, ecco quella di
Sarà il cannone Pomicino, intervistato ieri dal
nostro sito: “Se io dico che mi o-
ad allargare riento a votare per il Partito de-
mocratico, i miei amici votano –
la Via della Seta per una parte – per il Partito de-
mocratico”.
q GRAMAGLIA A PAG. 20 SEGUE A PAGINA 24
2 » POLITICA | IL FATTO QUOTIDIANO | Mercoledì 15 Maggio 2019

UMBRIA IL PD SI È RIUNITO per concordare u- Andrea Orlando, il commissario umbro Walter rizzare i risultati e le conquiste dell’azione di

Nazareno, riunione
q na exit strategy riguardo la situazione
della governatrice umbra Catiuscia Marini. La
presidente regionale aveva annunciato le di-
sul caso Marini: missioni dopo lo scoppio dell’inchiesta sulla
sanità locale nella quale è indagata. Ma la scor-
ancora non si dimette sa settimana il consiglio regionale ha rinviato la
data del voto sulle dimissioni. Ieri al Nazareno
si sono incontrati il vice segretario nazionale
Verini, il vicepresidente della giunta regionale
Fabio Paparelli, la presidente dell’assemblea
Donatella Porzi e il capogruppo Gianfranco
Chiacchieroni. L’obiettivo, ha spiegato Verini, è
“dare uno sbocco ad una situazione difficile,
che ha provocato una grave ferita all’istituzio-
ne regionale e al Pd dell’Umbria”.“Dalla riunio-
ne – continua – è emersa la necessità di valo-
governo del centrosinistra in Umbria. Senza
minimizzare il grave giudizio politico su quanto
avvenuto in ambiti del sistema sanitario-am-
ministrativo”. La formula bizantina descrive lo
stallo: “L’orientamento è quello di tenere conto
del gesto che la presidente Marini ha compiuto
a tutela delle istituzioni e voltare pagina nel mi-
gliore dei modi”. Ma ancora niente dimissioni.

ALLEANZE

L’incontro con Zingaretti

Il segretario vede
l’ex ministro del Bilancio
democristiano, che ha
convinto i “suoi” a votare
i democratici alle Europee

» VINCENZO IURILLO Ras di voti

Paolo Cirino

P
aolo Cirino Pomicino Pomicino, sto-
ha visto il segretario rico esponen-
del Pd Nicola Zinga- te Dc. A fianco,
retti per offrirgli il so- Nicola Zigaret-
stegno elettorale suo e di una ti; sotto, Vin-
pattuglia di fedelissimi po- cenzo Scotti
miciniani, semisconosciuti Ansa/LaPresse
politici ed ex politici locali,
alle imminenti Europee. Ci
sarebbero stati almeno due
incontri tra Roma e Napoli e

L’ultimo acquisto dei dem:

la strana chiave di lettura di
questa costruenda intesa la
offre un big dei dem parteno-
pei dietro garanzia di anoni-
mato: “Sono le prove tecni-

l’eterno ritorno di Pomicino

che del futuro governo
Pd-Cinque Stelle. L’eminen-
za grigia del M5S è un ex an-
dreottiano come Vincenzo
Scotti, no? Bene: un altro ex
andreottiano come Pomici-
no parteciperà al Pd e aspire-
rà allo stesso ruolo ed insie-
me lavoreranno a un’intesa
tra Zingaretti e Di Maio”.
Sorride a trentadue denti il
parlamentare napoletano
mentre rilascia la confiden-
za, consapevole che la chicca
resterà impressa nelle orec-
chie di chi ascolta. Per il resto,
conferma tutto: l’interesse di
Pomicino per il Pd, gli incon-
tri tra l’ex ministro del Bilan-
cio della Prima Repubblica e
il segretario che ha vinto le
primarie, le riunioni su input
di Pomicino tra ex democri-
stiani e figli di ex democri-
stiani per convincere i recal-
citranti e i perplessi. “Ma
quel mondo –spiega la nostra
fonte – da qualche parte do-
veva andare: certo uno come
Pomicino non può offrirsi ai
Cinque Stelle, Forza Italia si è
dissolta, della Lega al sud
manco a parlarne. Il Pd forse
è rimasta l’ultima forza poli-
tica che può definirsi un par-
tito, con il quale dialogare”. E
perché Zingaretti dovrebbe
assorbire Pomicino nel Pd?
“Perché, glielo assicuro, non
ha chiesto nulla in cambio. Ed
a uno che ti propone di por-
tarti qualche voto e basta, tu
che fai? Gli dici di no?”.
I POMICINIANI recalcitranti,
dicevamo. Il 41 enne France-
sco Ranieri, sindaco di Terzi-
gno e candidato del centro de-
stra alle ultime politiche, è u-
no di loro, una collocazione e-
reditata dal padre. “Pomicino
ci ha riuniti e qualcuno di noi
ha espresso dei dubbi”. Qua-
li? “Per me questo Pd di Zin-
garetti è troppo a sinistra, io
mi sentirei a disagio. Io spero
sempre nella ricostruzione di
una nuova forza politica di
centro moderato”. Ma i ten-
tativi di rifare la Dc sono tutti
falliti. “Lo so”. E il Pd può es-
sere la casa dei moderati?
“Non lo so. Ma se non mi ri-
vedo in quello che si sta co-
struendo, se non me ne inna-
moro, non escludo di restare a
fare solo il sindaco e ritirarmi
a fine mandato”. E Pomicino
come vi ha convinti? “Guardi
che non abbiamo ancora pre-
so una decisione definitiva:
tra qualche giorno ci rivedre-
mo, ci sono da fare ulteriori
passaggi per capire in che di-
rezione andremo”. Quindi
scriverei una sciocchezza se
scrivessi che Ranieri voterà
Pd alle Europee? “In questo
momento sì. Ma ho molti a-
mici tra i dem”. Chi sono?
“L’onorevole Lello Topo e il
IL RITRATTO
» ENRICO FIERRO
E adesso vai con Zingaret-
ti, vai col “nuovo Pd”.
Non c’è che dire, a Paolo Ci-
rino Pomicino bisogna dare
una medaglia. Il tempo non
lo ferma, il cuore ballerino
resiste alle prime, seconde e
terze repubbliche. Lui c’è.
’O ministro, il viceré, il capo
della “banda dei quattro”
(gli altri tre, secondo Guido
Bodrato, democristiano di
sinistra, erano Francesco
De Lorenzo, Carmelo Con-
te e Giovanni Prandini), c’è.
E lotta insieme a lui. Dise-
gna scenari, patteggia can-
didature, indica la strada da
seguire. Il potere è una cosa
seria e lui, che la politica
strappò alla neurochirur-
gia, sa come si esercita.
invano per una dichiarazio- alcuni mastelliani. Che han-
Prove di dialogo ne, attraverso un paio di tele- no ascoltato interessati e poi
Il filo rosso con un fonate e un messaggio lascia- avrebbero preferito rimane-
to a un collaboratore. re con il sindaco di Benevento
altro ex andreottiano, e con la moglie parlamentare
il “consigliori” grillino UNO DEGLI EX DC che se ne in- di Forza Italia.
tende e che nel centrosinistra Pomicino, sornione, si go-
Vincenzo Scotti c’è già stato, Clemente Ma- de la scena ritrovata. Intervi-
stella, commenta così l’ini- stato dal fattoquotidiano.it,
ziativa di Pomicino: “Gli vo- spiega i perché e i percome:
consigliere regionale Mario del l’europarlamentare u- glio bene ma è come un gran- “Scelgo un partito che si dif-
Casillo. Con Mario c’è un’a- scente Giosi Ferrandino, di de talento del calcio che gioca ferenzia dagli altri, è l’unico
micizia più stretta, siamo vi- nuovo in pista dopo l’assolu- bene, dribbla tutti, ma non fa partito non personalizzato.
cini anche territorialmente”. zione dell’anno scorso nel mai gol. Vivendo a Roma ha C’è stato un tentativo di per-
Topo è uno degli esponenti processo sulla metanizzazio- perso il polso delle realtà lo- sonalizzarlo ma è stato scon-
dell’area guidata da Lorenzo ne Cpl a Ischia. Lei è amico cali e non si rende conto che fitto”. Traduzione: se c’era
Guerini che secondo le indi- anche di Ferrandino? “No, quello lui che era una volta ancora Renzi non si sarebbe
screzioni di questi giorni do- ma lo conosco e lo stimo, l’ho non lo è più”. A Benevento si avvicinato. Invece ha bussato
vrebbe trasformare l’intesa conosciuto per la sua attività racconta che ad un raduno a Zingaretti. Che l’ha accolto
tra Pomicino e Zingaretti in di sindaco di Ischia”. Ferran- all’Excelsior di Napoli Pomi- a braccia aperte.
un sostegno alla candidatura dino che ieri abbiamo cercato cino avrebbe invitato anche © RIPRODUZIONE RISERVATA
La carriera Il neurochirurgo diventato braccio destro del “Divo” ancora dà le carte
Dalla Prima fino alla Terza Repubblica
’O Ministro dalle sette vite non molla mai
Come dimenticare quel soprattutto non voleva sfi- vanissimo alla Dc, diventò nanze pubbliche, fu la Com-
pomeriggio di marzo a Na- gurare con i suoi clienti. E assessore comunale a Na- missione Bilancio della Ca-
poli, uffici e studi della sede allora sbottò, tirò un calcio poli negli anni Settanta. Ga- mera. Un centro di potere
Rai, il “ciuccio” giocava una al portone e fece un ingresso vetta e voti, che lo portarono dove Pomicino occupò la
delle sue partite più impor- trionfale al grido di “Gua- nel ’76 alla Camera. Lo presidenza dal 1983 al
tanti, ’o mini- g l i ù , m o ’ t r a- scranno si riprodusse nel 1987.
stro e un codaz- simme tutti tempo, fino al 1992. Voti,
zo di amici e quanti, la Rai è strappati uno ad uno, con- DAI SUOI UFFICI passavano
clienti aveva di tutti, non è quistati in quel Vietnam le voci più significative della
deciso di vede- A Bruxelles vero?”. delle preferenze che era la spesa pubblica. Una manna
re in differita il In Parlamento Di tutto e di Napoli di Antonio Gava e Al- per amici imprenditori, sin-
match. Bussò più era il potere fredo Vito, mister centomi- daci, presidenti di provin-
alla porta. Gli dal 1976 al 1992 in Italia in que- la voti. “Ho portato più soldi cia, capataz nelle regioni.
addetti alla vi- L’ultima sfida gli anni. E la po- io a Napoli di quanti ne sono Soprattutto del Sud. Un
gilanza consul- litica, malattia arrivati dall’Unità d’Italia trampolino di lancio per
tarono i funzio- nel 2004 che attirò fin da ad oggi”, replicò ai giorna- conquistare ministeri im-
nari ai piani alti, con Mastella: giovane il futu- listi che lo accusavano di u- portati, quello della Funzio-
ma Pomicino ro braccio de- sare metodi clientelari. La ne pubblica nel governo De
non aveva tem- prese 42 mila voti stro di Andreot- sua arma di distruzione di Mita (1988-1989) e del Bi-
po da perdere e ti. Iscritto gio- massa, soprattutto delle fi- lancio col governo del suo

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Mercoledì 15 Maggio 2019 | IL FATTO QUOTIDIANO | POLITICA »3
NOMINE L’EMENDAMENTO punta ad allen- Di Maio e dalla ministra della Salute Giulia la deputata Dalila Nesci, venisse approvato

Sanità, la norma
q tare i legami tra sanità e politica, in
attesa di una legge organica che li rescinda.
E di fatto vuole essere un primo passo per
anti-raccomandati riequilibrare la possibile, futura autonomia
dei sistemi sanitari di alcune regioni, cen-
fa litigare il governo tralizzando il controllo sui dirigenti. È anche
questo il senso della norma “anti-racco-
mandati” presentata ieri in Senato da Luigi
Grillo, che prevede l’introduzione di una
graduatoria per titoli dei candidati direttori
generali, che diventi vincolante. Si introdur-
rebbe così una norma transitoria in attesa di
una riforma organica rappresentata dal ddl
M5S in materia che, ha detto Di Maio, "va
approvato entro l’anno”. Intanto però il Mo-
vimento vorrebbe che la norma, scritta dal-
con un emendamento al decreto sul com-
missariamento della Sanità in Calabria, in
votazione in queste ore in commissione Af-
fari sociali. E Di Maio già solleva il problema:
“Vengo a sapere che nella maggioranza
qualcuno ne sta bloccando l’approvazione.
Sarebbe molto grave”. L’ennesima puntata
dello scontro con il Carroccio.

Zanda, Tav, Calabria CAMPANIA

Altro guaio

e l’ex andreottiano:
per Mr Fritture
Roberti (Pd):
“Si dimetta”

“Zinga” come Tafazzi È indagato anche per

concussione Franco
Alfieri, il candidato
s i n d a c o P d d i C a p a c-
cio-Paestum, in provincia
di Salerno, nonché braccio
Da quando è stato eletto segretario, il governatore destro del go-
vernatore
del Lazio non ne ha indovinata una. E Renzi non va via d e m V i n-
cenzo De
Luca, fini-
to nella
» WANDA MARRA sanità (ora il Pd locale s’è mezzo ri- bufera di u-
mangiato questa decisione), ma non na indagine

L’
abbraccio con Paolo Cirino ha preso nessuna decisione per il pre- per voto di
Pomicino, uno dei grandi sidente della Calabria, Mario Oliverio, scambio politico mafioso
vecchi della Dc, è solo l’ulti- Di Maio indagato per corruzione. con esponenti della fami-
ma delle mosse di Nicola Zin- è diventato Così il Pd si avvia alle Europee del 26 glia Marotta, gli “zingari”
garetti da quando si è insediato alla se- di sinistra? maggio. In vista delle quali, peraltro, il di Agropoli, ritenuti dal tri-
greteria del Pd. Nei primi mesi della È un trucco segretario ha cercato di tenere dentro bunale del Riesame un clan
SARDEGNA Il leghista eletto il 24 febbraio sua leadership non si è fatto notare per Le tutti. Non solo in Europa, secondo lo camorristico (la Cassazio-
scelte di rottura. Per le candidature al- polemiche slogan da Tsipras a Macron, ma so- ne ha eliminato questa ag-
le Europee, ha presentato tutta una se- prattutto in Italia, dove in lista si va da gravante). E il capolista
Solinas riesce a fare la giunta rie di dinosauri come Patrizia Toja, scaricano Carlo Calenda a alcuni esponenti di dem alle Europee, l’ex pro-
sulle
Dentro ci sono anche due ex Pd Mercedes Bresso, Enrico Morando,
oltre a riconfermare la prima fila ren- famiglie
Mdp. E ha appena riconquistato alla
causa pure Laura Boldrini, che ha di-
curatore nazionale anti-
mafia Franco Roberti,
ziana (da Simona Bonafè a Pina Pi- un prezzo chiarato il suo voto per il Pd. Per quel prende posizione: “Come
LA PARENTESI della “mini Giunta” sarda è finita. Con la cierno) per arrivare a notabili napo- che riguarda le dinamiche interne, ho sempre pensato nei casi
q nomina dei sette assessori mancanti viene superato lo
stallo che durava ormai da oltre due mesi, dalle elezioni del 24
letani, come Andrea Cozzolino. Poi
c’è stato il capitolo Luigi Zanda: no-
insopporta-
bile l’approccio è quello di essere il più
conciliante possibile pure con la mi-
in cui un pubblico ufficiale
è accusato di reati gravi, Al-
febbraio. Il presidente Christian Solinas – senatore della Lega – minato tesoriere dem, il senatore ha NICOLA noranza postrenziana. Fino al voto. fieri dovrebbe farsi da par-
ha completato ieri la compagine presentato una proposta di legge per ZINGARETTI Poi cercherà di portare il più possibile te per sgomberare il so-
dell’esecutivo, che vede tre dele- aumentare le indennità dei parla- a sinistra il partito. Non solo: un’al- spetto che voglia strumen-
ghe pesanti a favore del Carroccio, mentari (che il segretario gli ha leanza con i Cinque Stelle in questa le- talizzare la propria posi-
fra cui la Sanità e i Trasporti, due al chiesto di ritirare) e una per ripri- gislatura viene esclusa categorica- zione per difendersi. L’ho
Partito Sardo d’Azione (Turismo e stinare il finanziamento pubblico mente da tutti. Ma dopo il voto (so- detto per Siri, vale anche
Urbanistica), due a Forza Italia, u- dei partiti. Appena vinte le prima- prattutto se anticipato) in prospettiva per lui. La politica non è oc-
na ai Riformatori, che dovranno rie, Zingaretti ha scelto di andare futura, una maggioranza con un M5S cupazione del potere, ma
accontentarsi dei Lavori Pubblici. nella Torino del Tav e non s’è fatto magari meno incentrato su Luigi Di servizio per i cittadini, da
Fratelli d’Italia ricopre, già da un mancare neanche la nomina di Maio, appare realistica. Non a caso, nel svolgere immuni da ombre
mese, la casella dell’Ambiente e Arcibaldo Miller, uno dei po- suo libro appena uscito, il segretario che ingenerino sfiducia”.
con Paolo Truzzu si aggiudica, fuo- chi pm graditi a Silvio Ber- del Pd ha chiarito che “il reddito di cit- Agropoli è la città dove
ri sacco, la candidatura a sindaco per le comunali di Cagliari nel lusconi, a capo dell’Ipab (I- tadinanza non va deriso o contrastato Alfieri è stato sindaco per
mese di giugno. A sorpresa, le “quote rosa” nell’esecutivo sono stituto Pubblica Assisten- con iattanza”. Oltre a fare un’apertura due mandati fino al 2017 e
ricoperte da due assessore ex-Pd: si tratta di Anita Pili, oggi mi- za e Beneficenza) Santa di credito sul salario minimo. l’accusa di concussione è
litante di “Sardegna 2020” ma eletta nel 2016 nel collegio di Margherita. contenuta nel decreto di
Oristano all’interno dell’Assemblea dem in quota alla corrente PER LE EUROPEE, i renziani han- perquisizione eseguito
“cristiano-sociali” e di Gabriella Murgia, anche lei in corsa nel O SC IL LA ZI ON I pure sulla no fissato un’asticella alta: il l’altro ieri su ordine del
2016 nel collegio oristanese e renziana doc fino alle elezioni dello “questione morale”: Zinga- 25%. Sotto, non sarà conside- pm della Dda di Salerno
scorso 4 marzo, quando dai suoi profili social invitava ancora a retti ha fatto dimettere Ca- rata una grande prova. In realtà, Vincenzo Montemurro.
votare Pd. tiuscia Marini, presidente il numero atteso è il 22%: e gli e- Si indicano alcune delle
PAOLA PINTUS dell’Umbria, dopo l’inchiesta quilibri rimarranno più o meno quelli imprese che hanno avuto
sulle raccomandazioni nella di adesso. Perché Matteo Renzi sem- appalti ad Agropoli e sulle
bra aver capito di non avere lo spazio quali Alfieri avrebbe fatto
per uscire dai dem, ma neanche ha la pressioni per alimentare
possibilità di riprendersi il partito. Si piaceri e assunzioni intor-
darà al fuoco amico. Previste una serie no al voto di scambio. Rac-
di iniziative: a fine giugno, l’ex segre- colte carte relative agli ap-
suo mensile Itinerario scri- tario riunirà i suoi Comitati, Ritorno al palti concessi alla Dervit
vevano economisti di sini- Futuro. A inizio luglio, Lorenzo Gue- spa, titolare del servizio di
stra, giornalisti vicini anche rini, Luca Lotti e Andrea Marcucci riu- illuminazione pubblica
al Pci, fior di intellettuali. niranno la loro Base riformista (notare aggiudicato nel 2017 con
la sigla, Br) a Montecatini. un contrattone di 25 anni,
POMICINO ha sette vite per- ed alla Agropoli mare
ché ha attraversato gli alti e A PROPOSITO di riorganizzazioni, ne- sport. Il pm ha chiesto an-
i bassi della vita. Il potere e gli scorsi giorni, l’Ufficio di presidenza che documentazione “i-
“Mani Pulite”. 42 processi, del Pd Senato, ha discusso e deliberato nerente i servizi svolti dal-
il carcere, le assoluzioni e le una nuova consulenza: la comunica- la famiglia Marotta a mez-
prescrizioni, le riabilitazio- zione del gruppo si avvarrà anche dei zo delle società cooperati-
ni. Un ciclone che avrebbe servizi della Jump, società di Marco ve”, a cominciare da quel-
ammazzato un toro o consi- Agnoletti. Ovvero, l’ex portavoce di le che hanno fornito ma-
gliato un dignitoso ritiro Renzi ai tempi della scalata a Palazzo nodopera alle imprese
dalle scene. Ma il viceré non Chigi e poi il suo capo ufficio stampa della spazzatura. Dove
è uomo da giardinetti, nel nell’ultimo anno alla segreteria del Pd. trovò impiego Fiore Ma-
2004 si candidò alle Euro- Una vicinanza che non può essere rotta, l’uomo intercettato
pee con Clemente Mastella smentita dal fatto che ora la Jump sta nel 2013 con Alfieri men-
e rastrellò 42mila voti. Una facendo anche la campagna elettorale tre l’allora sindaco gli as-
città. di Elisabetta Gualmini e Pierfrancesco sicura di poter “inciarma-
Il viceré punto di riferimento politi- ’O ministro aveva in mente Con il ritorno in campo di Majorino. L’iniziativa pare sia stata re”per trovargli un posto e
Paolo Cirino Pomicino co Giulio Andreotti, la disarticolazione, anche Pomicino la Prima Repub- dello stesso Marcucci, il contratto non così avere l’affidamento
circondato dai cronisti 1989-1992. dal punto di vista culturale, blica sfiora l’eternità. E allo- è ancora stato chiuso, ma si parla di in prova ed attenuare i do-
in una foto del 1992 Ma ritenere che Paolo Ci- dell’avversario. I soldi degli ra auguri a Zingaretti e al qualche decina di migliaia di euro. Nel miciliari.
LaPresse rino Pomicino sia stato solo “amici” gli servivano per fi- suo Pd che hanno scelto di frattempo, i renziani fanno campagna VIN. IUR.
il capo di un sistema clien- nanziare giornali e riviste. correre con lui. elettorale solo per i “loro” candidati. © RIPRODUZIONE RISERVATA
telare corrotto, è sbagliato. Sono passati decenni, ma sul © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA

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4 » POLITICA | IL FATTO QUOTIDIANO | Mercoledì 15 Maggio 2019

L’ULTIMA POLEMICA RITORNA LO SPREAD. E stavolta di- to anche ieri: “Sforare il vincolo Ue Deficit/Pil lando dello sforamento del rapporto debi-

Di Maio bacchetta
q venta l’ultimo argomento di scontro tra
Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Ieri il differen-
ziale tra i titoli di stato italiani e quelli tedeschi è
l’alleato: “Se parla salito fino a quota 280 punti base, proseguen-
do un’ascesa che va avanti da due settimane.
fa salire lo spread” Un periodo in cui il leader leghista è tornato a
criticare – dichiarazione dopo dichiarazione – i
vincoli di bilancio imposti dall’Europa. L’ha fat-
del 3%? Non si può, ma si deve”, ha detto Sal-
vini. “Se servirà infrangere alcuni limiti del 3% o
del 130-140% – ha aggiunto – tiriamo dritti”.
Frasi ovviamente pronunciate a mercati aperti.
E subito censurate dal dirimpettaio di governo:
“Mi sembra abbastanza irresponsabile far au-
mentare lo spread – ha detto Di Maio, senza
mai nominare esplicitamente il leghista – par-
to-Pil, che è ancor più preoccupante dello sfo-
ramento deficit-Pil”. In serata, ospite di DiMar-
tedì su La7, ha aggiunto: “Si può anche parlare
del 3 per cento ma bisogna sapere come ar-
riviamo a quel punto. Sempre con un dialogo
con la Commissione europea, altrimenti rico-
minciamo da capo come a dicembre. Questo lo
so io, lo sa Salvini, lo sanno tutti”.

NAPOLI Terroni chi?

Una protesta
contro Salvini
a Palermo.
Una nuova “lenzuolata” Il leader della
Lega ieri in co-
I manifestanti erano già mizio a Vero-
na LaPresse/Ansa
pronti a tappezzare i muri
della città, ma il ministro
ha cancellato l’evento
annunciato per domani sera

N
on sarà una fuga,
come assicurano
dal Viminale, però
I punti è un fatto: Matteo
Salvini ha rinunciato al suo

1
Domani sera
comizio di Napoli. Domani
pomeriggio alle 18.30 sarà in
città, ma solo in prefettura
Salvini avrebbe per partecipare al Comitato
dovuto partecipare provinciale per l’ordine e la
a un evento sicurezza pubblica. Poi tor-
elettorale al Teatro nerà subito a Roma. L’even-
Augusteo di Napoli to elettorale che si sarebbe

Salvini diserta il comizio

dovuto tenere in serata – i-

2
Salvini sarà in città
potizzato prima in piazza
Matteotti, poi al teatro Au-
gusteo – è stato annullato.
ma solo per Come accade sempre più

(e un’altra contestazione)
un incontro spesso, ad accogliere il vice-
in prefettura, poi premier ci sarebbe stata una
tornerà a Roma vivace contestazione. In
passato a Napoli i cortei an-

3
In questi giorni si
ti-Salvini si sono trasforma-
ti spesso in scontri di piazza
con la polizia, stavolta non
sono moltiplicate sarebbe stato così: gli an-
le proteste contro ti-leghisti partenopei stava-
Salvini non solo no preparando una protesta
in piazza, ma differente. Simile a quella
con lenzuolate già sperimentata con suc-
e striscioni (spesso cesso a Catanzaro pochi
rimossi dalla giorni fa: a parlare sarebbe-
polizia) sui muri ro stati i muri. Lenzuola e
delle città. Anche striscioni avrebbero tap-
Napoli era pronta pezzato l’area del comizio
ad accoglierlo così del ministro. E poi un’altra
trovata creativa: la diffusio-
ne pubblica del celebre au-
dio di Salvini a Pontida del
2009. Quello in cui il giova-
ne Matteo – ancora seces-
sionista – cantava con i mi-
scia intendere che l’evento
non fosse nemmeno stato
organizzato in via ufficiale.
Sicuramente però era stato
annunciato sabato scorso (e
con una certa solennità) da
Pina Castiello, donna forte
del Carroccio partenopeo e
sottosegretaria con delega al
Sud: “Il 16 maggio sarà il pri-
mo comizio in piazza a Na-
poli di Matteo Salvini. Se-
gnerà anche l’inizio dello
sfratto per De Magistris e
per il governatore della
Lotta e ironia
I centri sociali volevano
diffondere in pubblico
l’audio con i vecchi
insulti ai napoletani
Campania De Luca”.
Nessuno sfratto, invece, e
nemmeno un comizio. A Na-
poli invece è arrivata (ieri)
Marion Maréchal, la nipote
di Marine Le Pen, leader dei
nazionalisti francesi. Ha
raggiunto il fidanzato Vin-
cenzo Sofo – noto per il blog
sovranista Il Talebano–can-
didato della Lega alle Euro-
pee nella Circoscrizione
Sud, per un comizio al centro
culturale di destra “Pietro
Golia”.
I SALVINIANI locali per ades-
so dovranno accontentarsi.
Non c’è ragione di dubitare
che “il capitano”abbia scelto
di disertare l’evento napole-
tano per impegni soprag-
giunti. Ma è difficile non no-
tare – a prescindere dal co-
mizio annullato – un salto di
qualità nel rapporto del mi-
nistro dell’Interno con i con-
testatori: l’espressione stiz-
zita (e virale) per il se l-
fie-beffa con le due ragazze
che si baciavano accanto a
lui, il telefonino fatto seque-
strare alla Digos alla giovane
salernitana che chiedeva
conto delle frasi sui terroni,

Partiti, servizi, massoni:

litanti il coro contro Napoli e L’INTERVISTA
i suoi abitanti (“Senti che
puzza, scappano anche i ca-
ni...”).

una vita da Ferramonti

“Sarebbe stato un modo
per ricordare a tutti chi è
Salvini, anche a chi ha la me-
moria corta”, spiega Viola
Carofalo, attivista del cen-
tro sociale Je so’pazzo e por-
tavoce di Potere al Popolo.
Il 16 maggio
“Non sorprende che abbia
annullato il comizio – ag-
sarà il primo giunge – visto che queste
comizio contestazioni gli stanno ca-
di Salvini pitando sempre più spesso e
a Napoli, in sempre più luoghi”.
un avviso CHI È VICINO a Salvini ovvia-
di sfratto mente nega che la sua arrin-
per De Luca ga elettorale sia stata annul-
e De Magistris lata per paura di contesta-
PINA CASTIELLO zioni (“È stato a Napoli sen-
(LEGA, 11 MAGGIO) za battere ciglio anche quan-
do fuori c’era la guerra civi-
le”, fanno notare). Però nes-
suno sa spiegare le ragioni
dell’annullamento.
Per lo staff di Palazzo Chi-
gi “non c’è una ragione spe-
c if i ca ”, ma mancanza di
tempo e impegni generici
che gli hanno imposto il ri-
torno a Roma e il cambio di
programma. Chi collabora
con Salvini al Viminale la-
» TOMMASO RODANO
B en nascosta nello stermi-
nato elenco delle liste per
le Europee c’è una candidatu-
ra a suo modo eccellente: tor-
na in pista Gianmario Ferra-
monti. Un pezzo di storia ita-
liana, scritto tra la politica di
superficie e il potere vero, sot-
to traccia. Tra realtà e millan-
terie; partiti, massoneria na-
zionale e internazionale, ser-
vizi segreti, Un arresto (nel
1996, poi redento con l’archi-
viazione). “Non sono masso-
ne – dice lui – perché sono un
uomo libero, ma i massoni li
ho conosciuti bene”. Ha ini-
ziato con Pontida Fin, la cas-
saforte della Lega di Umberto
Bossi. Quasi 30 anni più tardi,
riparte con l’ex ministro Ma-
rio Mauro e il suo partitino:
Popolari per l’Italia.
Una candidatura di bandie-
ra, la sua... chi glielo fa fare,
con lo sbarramento al 4%?
Faremo il 5%.
Non vorrei turbare il suo ot-
timismo...
Vedrà. Per ora siamo invisibi-
Il “faccendiere” Torna in pista l’ex tesoriere della Lega Nord di Bossi,
candidato alle Europee con il partitino dell’ex ministro Mario Mauro
li sui media, ma abbiamo in gelo Sandri. Purtroppo ci
serbo una bella sorpresa. hanno negato lo scudo cro-
Mi dica. ciato, rimasto all’Udc. Ma con
Non le anticipo niente. Un e- i democristiani sono sempre
vento di portata internazio- stato a casa.
nale. Abbia pazienza. Credevo fosse leghista.
Pazientiamo. Ma che c’en- All’epoca (primi anni 90, ndr)
trano i popolari di Mauro con c’era il pericolo che tutto an-
la Lega? dasse a puttane con la “gioio-
Nel 2002 sono stato segreta- sa macchina da guerra”di Oc-
rio della Dc rifondata da An- chetto, mi sono messo a lavo-
rare per tenere uniti insieme i
vari pezzi del centrodestra.
È anticomunista, quindi.
Anti-totalitario. Il comuni-
smo di per sé sarebbe una co-
Umberto era un ingenuo, usato sa meravigliosa.
Era pure trumpiano, ricordo
dai poteri forti per fregare B. bene?
Salvini ha combinato dei guai... Conservo ottimi rapporti con
il presidente, ma non ho mai
detto che volevo fare un par-
tito trumpiano, l’Italia è
un’altra cosa.
Però da Trump a Mauro...
Ci danno per morti prima di
nascere. Mi viene in mente un
ministro socialista che mi
prendeva in giro quando ini-
ziai a lavorare per la Lega:
“Vai con i cadaveri”. Gli ri-
sposi che entro tre anni al go-
verno ci sarebbero stati i le-
ghisti. Tre anni dopo lo stesso
ministro mi chiedeva di orga-
nizzare un incontro con Bos-
si. Lui rispose così: “(imita la
voce roca del Senatur, ndr) La-
scia stare, con i cadaveri non
si parla”.
Lei ha lavorato in tutti i par-
titi del primo centrodestra.

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Mercoledì 15 Maggio 2019 | IL FATTO QUOTIDIANO | POLITICA »5
BATTAGLIA IN RAI I PALINSESTI estivi sono il nuovo te, affidato a Pierluigi Diaco (voluto dall’a- timi tempi, anche per via di un libercolo da

Diaco e De Girolamo:
q bubbone scoppiato a Viale Mazzini.
Oggi era prevista la presentazione della
programmazione di Raiuno per l’estate
stop dell’ad Salini messa a punto da Teresa De Santis, ma l’ad
Fabrizio Salini ha bloccato tutto, rinviando
ai palinsesti estivi la conferenza stampa al 7 giugno. Cosa non
va giù a Salini? L’ad avrebbe alzato il soprac-
ciglio per il nuovo programma, dal titolo Io e
rea leghista), in programma dopo il Tg1 delle
13.30. Altro nome finito nel mirino dell’ad è
quello di Monica Marangoni, cui verrà af-
fidato uno spazio al mattino. Marangoni, la
cui manager è Francesca Chaouqui (molto
amica di De Santis), è la compagna del capo
di gabinetto del ministro leghista Lorenzo
Fontana, Cristiano Ceresani, che negli ul-
lui dato alle stampe, si è fatto notare per le
sue posizioni ultra cattoliche e conserva-
trici vicine a quelle di certi ambienti leghisti.
Nell’estate di Raiuno, poi, ci saranno anche
l’attore Beppe Convertini, per condurre La
vita in diretta, e Nunzia De Girolamo, reduce
da Ballando con le stelle, assoldata per quat-
tro puntate di Linea Verde.

Imprese, clima e famiglia

Come vota la destra in Ue
Il report sull’analisi dei rapporti tra gli europarlamentari di 14 partiti e le lobby

» LORENZO BAGNOLI tema, con meno dell’1% dei voti pro-am-

biente. Discorso analogo per gli austriaci

il lenzuolo con la scritta
“Non sei il benvenuto” ri-
mosso dai vigili del fuoco a
Brembate e quello di Salerno
(“Questa Lega è una vergo-
gna”) sequestrato dalla poli-
zia. Ieri a Verona un altro
striscione polemico è stato
issato fuori da un palazzo da
un gruppo di manifestanti
No Tav (con la scritta “Prima
gli esseri umani e poi... i 49
milioni”). La scritta è stata
filmata dagli agenti della Di-
gos. L’unica parola che conta
davvero sul consenso della
Lega e del suo leader sarà
pronunciata alle urne la sera
del 26 maggio. Intanto, però,
si registra un salto di qualità
nella forma delle proteste e
nella quantità delle manife-
stazioni contro Salvini. E il
suo nervosismo nello sce-
gliere sempre gli stessi ne-
mici: i centri sociali. “Quat-
tro zecche” o “mosce rini
rossi”.
TO. RO.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
E
siste una distanza abissale tra quello che
i partiti sovranisti dichiarano e quello
che votano in aula. Lo dicono i dati del
report Europe's two-faced authoritarian
right, in uscita oggi. Lo cura Corporate Europe
Observatory, think tank con sede a Bruxelles che
analizza le relazioni dei gruppi di interesse con
i partiti che siedono all’Europarlamento. Secon-
do i risultati dello studio, a dispetto della reto-
rica, i sovranisti dipendono economicamente da
donazioni di industria e filantropi stranieri (rus-
si o americani) e non sempre votano compatti sui
temi della famiglia.
I partiti analizzati sono 14. Tra i big compaiono
i francesi di Rassemblement National (RN), i te-
deschi di Alternative für Deut-
schland (AfD), gli austriaci di
Freiheitliche Partei Österreichs (F- Finanziamenti e accordi
PÖ) e la Lega di Salvini. Ci sono par- Il deputato leghista
titi che vanno oltre la rete degli alleati
del vicepremier in Europa, che pro- Angelo Ciocca
vengono da gruppi europarlamenta- in 20 mesi ha incontrato
ri più moderati, con diverse conver-
genze con il fronte sovranista. Come 7 volte Confindustria
Ano, la Forza Italia della Repubblica
ceca, fino ad oggi iscritta ad Alde; Fi-
desz, ancora al seguito dei Popolari europei per
quanto modello di Salvini & Co; lo Ukip, il partito
pro-Brexit inglese, e Diritto e Giustizia (PiS), po-
lacchi capofila dei Conservatori e riformisti.
SECONDO il report di Corporate Europe, sui temi
dell’ambiente i sovranisti votano sempre allo stes-
so modo: contro le politiche che vogliono ridurre le
emissioni di CO2. Il caso più clamoroso riguarda il
no all’emendamento per eliminare le sovvenzioni
europee ai combustibili fossili. Salvini, sul cambia-
mento climatico, diceva che oggi scontiamo “trop-
pi anni di incuria e malinteso ambientalismo da sa-
lotto”. La Climate Action Network, alleanza di ong
dal 1989, definisce il suo partito un “dinosauro” sul
di Fpö e gli olandesi di Pvv.
I SOVRANISTI sono compatti anche quan-
do si tratta di proteggere le grandi mul-
tinazionali. Lo dimostra il voto di tutti
e 14 contro la creazione di un’authority
per il contrasto all’evasione fiscale al-
l'interno dell’Ue. Il motivo lo si scova
tra i donatori e i lobbisti incontrati più
di frequente dai partiti. Confindu-
stria tra il settembre 2017 e l’aprile
2019 per sette volte si è presentata a-
gli uffici dell’eurodeputato leghista
Angelo Ciocca. Il think tank della
parlamentare europea Barbara
Kolm riceve finanzia-
menti principalmente
dalla Japan Tobacco In-
ternational e la British American
Tobacco.
Ci si aspetterebbe compattezza
dal fronte dei partiti di destra sulle
politiche per la famiglia: non è così.
Se la Lega ha votato a favore dell’in-
troduzione della paternità in Euro-
pa, Fidesz, il partito di Viktor Orbàn,
ha votato no. Eppure la ministra per la Famiglia
Katlin Novak presenzia costantemente i meeting
pro-family tipo quello di Verona.
Male anche quando si tratta di difendere i diritti
dei lavoratori. Il voto sul framework strategico
2014-2020 per salute e sicurezza sul lavoro ha visto
solo Lega, Jobbik e Fidesz (entrambi ungheresi)
votare a favore. Eppure partiti come l’estrema de-
stra di AfD in Germania dicono di voler proteggere
i tedeschi dalla manodopera straniera a basso co-
sto. Non interessa però quali siano le condizioni di
lavoro. Tutti e 14 i partiti analizzati da Corporate
Europe hanno votato contro o si sono astenuti sulla
legge per migliorare l’equilibrio tra lavoro e vita.
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Uomo ombra Gianmario Ferramonti ha lavo-

rato con Lega, Forza Italia e An negli anni 90.
Si candida alle Europee con Mario Mauro Ansa

stro. Cascò nella trappola e mi ha aiutato ad apprezzarla

Lo sa che il nome “Alleanza
n az i o na l e ” fu inventato da
Vittorio Feltri? Lo propose
nel 1993 per uno strano patto
elettorale tra Lega e Msi per le
Comunali di Belluno. Qual-
che tempo più tardi, quando
era evidente che gli ex missini
avrebbero dovuto cambiare
nome, ne parlai con Pinuccio
Tatarella. E lui rispose:
“Gianfranco (Fini, nd r ) ha
detto che è una cazzata”. Poi
Tatarella si è convinto: “Sai
che c’è, lo facciamo lo stes-
so!”. E registrammo lo statu-
to. Poi Fini si prese An nel
1995.
fece crollare la baracca. Um-
berto era un po’ ingenuo.
Invece Salvini ingenuo non
è...
Non ho ancora capito se mi
piace o no, ma è un ragazzo
molto intelligente. Ha avuto
anche culo, va detto (ride).
Ma prima di arrivare al potere
temo abbia combinato qual-
che guaio... ho paura che glieli
faranno pagare.
Sarà il prossimo premier?
Questo governo non durerà a
lungo, ma Mattarella non
scioglierà le Camere. E il
prossimo premier sarà anco-
ra Giuseppe Conte. Senza la
Lega, ma con ampie conver-
genze. Scommette?
Non indovino mai. Il sovra-
nismo le piace?
Quel centrodestra era mag- Io sono un patriota.
gioritario, ma Berlusconi fu Ma ha conosciuto le patrie
abbandonato prima da Bos- galere .
si e poi da Fini. Come mai? Sono finito in carcere per
Non piaceva ai poteri forti i- un’inchiesta che non è arriva-
taliani. E segnatamente ad A- ta nemmeno a processo, fu ar-
gnelli e Cuccia. Lo fecero fuo- chiviata prima. Ma la priva-
ri sfruttando Bossi, che in zione della libertà è stata
quell’occasione fu un polla- un ’esperienza importante,
di più una volta uscito.
Ci racconta il suo legame con
la massoneria?
È molto chiaro. Sono sempre
stato affascinato da quel
mondo, senza farne parte.
Non sopporto i vincoli di ub-
bidienza. Ma i vari faccendie-
ri italiani li ho conosciuti qua-
si tutti. Se vuole glieli metto in
fila.
In ordine di notorietà.
Licio Gelli, Flavio Carboni,
Francesco Pazienza, Luigi
Bisignani, Alfredo Di Mam-
bro, Renato D’Andria, Filip-
po Rapisarda, Mario Foligni.
L’amicizia più stretta?
Di Mambro era il grande capo
della massoneria americana
in Italia. Abitavo a casa sua, lo
chiamavo “papà”, avevamo
un rapporto fortissimo. Ma la
lobby più potente del mondo
è un’altra.
Quale?
I culattoni.
È un’espressione un po’ co-
lorita, diciamo.
(ride) Gli omosessuali.
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6 » POLITICA | IL FATTO QUOTIDIANO | Mercoledì 15 Maggio 2019

NIENTE PALCO LUIGIDIMAIO , il nuovo capo da un pitale per la serata conclusiva. Se i piani mente tramite un proprio blog, separato

Grillo non chiude

q paio d’anni, chiuderà la campagna
elettorale a Roma, venerdì 24 maggio. E il
vecchio capo, cioè Beppe Grillo, non è pre-
la campagna visto sul palco del comizio finale in piazza
della Bocca della Verità. L’ennesimo se-
elettorale a Roma gnale del M5S che cambia trapela da
un’anticipazione dell’Adnkronos, secondo
cui l’artista genovese non sarà nella Ca-
non cambiano all’ultimo minuto, Grillo si
farà sentire solo tramite un videomessag-
gio. E sarebbe la prima assenza del co-fon-
datore in un comizio di fine campagna e-
lettorale, da quando esiste il Movimento.
Ma soprattutto l’ennesima conferma del
ruolo sempre più marginale nel M5S di
Grillo, che ormai parla quasi esclusiva-
da quello del Movimento, il cosiddetto
blog delle Stelle. Una distanza riassunta
mesi fa così al Fatto da un big del M5S: “Or-
mai alcuni di noi chiamano Beppe solo per
farlo sentire partecipe”. E fu sempre
un’occasione per farlo sentire in gruppo u-
na cena organizzata nello scorso Natale a
Roma. Con Grillo, ma pochissimi big.

TAGLI FINALI Via l’incompatibilità per i patrimoni sopra i 10 miioni

» LUCA DE CAROLIS
Fatto a mano ria che tira: “Il conflitto di in-
teressi non solo è ridicolo ma

I
l progetto di legge sul con- anche incostituzionale. Han-
flitto d’interessi, un fasti- no paura di me e vogliono e-
dio per Matteo Salvini e u- liminarmi, ma la Corte costi-
na minaccia per Silvio tuzionale boccerà questa pro-
Berlusconi, c’è, ed è stato de- posta di legge”. Però può ras-
positato. Ma senza quella nor- serenarsi per il taglio della
ma contro i proprietari di pa- norma che voleva vietare le ca-
trimoni sopra i 10 milioni di riche di governo ai proprietari
euro: innanzitutto perché è di patrimoni mobiliari e im-
incostituzionale, e lo hanno mobiliari sopra i 10 milioni di
riconosciuto gli stessi Cinque euro. Cancellata lunedì, dopo
Stelle. Invece la proposta che una riunione interna con il mi-
vorrebbe rendere norma per nistro per i Rapporti con il Par-
tutti la regola dei due mandati lamento, Riccardo Fraccaro. Se il livello
in Parlamento, un totem del Perplesso per vari aspetti dalla di litigiosità
M5S, è stata congelata. Perché norma, raccontano. Mentre è resta
la pdl a prima firma Fabiana pronta anche la pdl sulle lobby, questo
Dadone va ancora discussa, costruita dal vicecapogruppo il governo
visto che il limite dei mandati Francesco Silvestri.
è a forte rischio di incostitu- non potrà
zionalità e, dicono, “c’entra VERRÀ calendarizzata dopo andare
poco in quel testo”. Ma non so- quella sul conflitto d’interessi avanti
lo, soffiano voci dai 5Stelle. Ed e prevede un registro pubblico dopo le
è la conferma di una sensazio- dove dovranno iscriversi “tut- Europee
ne che confina con sospetto: la ti i portatori di interessi par-
regola dei due mandati oggi ticolari”(cioè i lobbisti), tenuti GIANCARLO
c’è, ma domani chissà. a “conformarsi a un codice e- GIORGETTI
tico” nei rapporti con la poli-
SUSSURRI in un tica. È poi previ-

Conflitto d’interessi, il M5S

giorno di ordi- sta anche un’a-
naria rissa tra genda degli in-
M5S e Lega, in contri, che “ren-
cui affiorano i ti- de trasparente
mori del Movi- l’operato e gli in-

congela il tetto dei 2 mandati

mento per il
Consiglio dei
ministri ufficio-
samente previ-
sto per lunedì. E
con il numero
due del Carroc-
cio, Giancarlo Giorgetti, che a
Porta a Portadice: “Se il livello
di litigiosità resterà questo do-
po il 26 maggio, è evidente che
non si potrebbe andare avan-
ti”. Di certo se ne parlerà dopo
il voto anche per la discussione
sulla proposta sul conflitto
d’interessi, a prima firma di
Anna Macina. Perché l’inizio
dei lavori è fissato il 29 maggio
in commissione Affari costitu-
zionali alla Camera. Prima sa-
rà solo campagna elettorale,
che bloccherà il Parlamento
per due settimane. Poi si ripar-
tirà dalla proposta di Macina e
solo da quella, visto che il Mo-
vimento ha rallentato sul pac-
chetto annunciato pochi gior-
ni fa dal capo Luigi Di Maio e
dal M5S tutto, composto da tre
proposte di legge su conflitto
d'interessi, incompatibilità
parlamentari e rapporti tra
lobby e politica.
Perché c’erano regole da li-
mare e soppesare, meglio. An-
che nella pdl Macina, dove so-
no previste norme per tutti “i
titolari di cariche di governo
statali, regionali o locali”, non-
ché per “il presidente e i com-
ponenti delle Autorità indi-
Gialloverdi pendenti di garanzia, vigilan-
di governo za e regolazione”. Cariche de-
Sopra, il vice- finite incompatibili con “qual-
premier Luigi siasi ufficio o carica pubblica
Di Maio. Ac- anche di natura elettiva” fatta
canto, Gian- eccezione per quella di parla-
carlo Giorgetti mentare, o in enti pubblici di
LaPresse vario tipo. E che soprattutto
non si potranno ricoprire se si
detiene la proprietà o il pos-
sesso di partecipazioni supe-
riori al 2 per cento di “un’im-
presa che svolge la propria at-
tività in regime di autorizza-
zione o concessione rilasciata
dallo Stato, dalle regioni o da-
gli enti locali” o che operi “in
Dopo le Europee
La proposta Macina
calendarizzata per
il 29 maggio. Rinvio
per quella con il limite
regime di monopolio”, nonché
di “imprese che operino nei
settori della radiotelevisione e
dell’editoria o della diffusione
tramite Internet”.
Così si comprende l’irrita-
zione di Berlusconi, ieri a L’a-
contri dei sog-
getti che opera-
no nelle istitu-
zioni”. E le op-
posizioni? Il Pd
ha presentato u-
na sua proposta
chiaramente pensata per Da-
vide Casaleggio, che riguarda
“chi abbia un incarico politico
che dipende da società priva-
te, le quali usino piattaforme
online per influenzare le scel-
te politiche”. Intanto, solite
zuffe gialloverdi. Con Salvini
che punge: “Inizio a notare
troppi accoppiamenti fra Pd e
5Stelle”. E il M5S che ironizza:
“Il vicepremier Di Maio ha
chiesto un vertice all’ultimo
Cdm, se la Lega ci tiene faccia-
mo una richiesta con carta bol-
lata”.
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8 » CRONACA | IL FATTO QUOTIDIANO | Mercoledì 15 Maggio 2019

LA DENUNCIA DI AMNESTY “LA NAVE SAUDITA “Bahri Yan- Anversa, ha visitato o tentato di visitare anche a Genova possano essere caricate

“No all’attracco
q bu”, carica di armi che rischiano di
essere utilizzate anche nella guerra in Ye-
men, sta cercando di attraccare nei porti
della nave saudita europei per caricare armamenti destinati
alle forze armate della monarchia assoluta
carica di armi” saudita". Lo denuncia Amnesty Internatio-
nal in una nota, spiegando che "dopo aver
caricato munizioni di produzione belga ad
porti nel Regno Unito, in Francia e Spagna, e
dovrebbe attraccare nel porto italiano di
Genova a partire dal 18 maggio prossimo.
La nave partita dagli Stati Uniti, passata per
il Canada prima di arrivare in Europa, ha co-
me destinazione finale Gedda, Arabia Sau-
dita, con arrivo previsto il 25 maggio. È per-
ciò reale e preoccupante la possibilità che
armi e munizionamento militare; ricordia-
mo infatti che negli ultimi anni è stato ac-
certato da numerosi osservatori indipen-
denti l’utilizzo contro la popolazione civile
yemenita anche di bombe prodotte dalla
RWM Italia (con sede a Ghedi, Brescia, e
stabilimento a Domusnovas in Sarde-
gna)".

IMPUNITI La spedizione contro “Chi l’ha visto?”

È sparito il processo
» MARCO LILLO

ai capi di CasaPound
F
rancesco Polacchi, il
titolare della casa edi-

trice Altaforte e di Pi-
vert, l’uomo che veste
Salvini e ha pubblicato il libro
intervista al ministro, è impu-
tato a Roma per violenza o mi-
naccia a incaricato di pubblico
servizio per l’irruzione alla
Rai nel 2008 controChi l’ha vi-
sto?. Insieme a Polacchi sono
imputate altre 11 persone,
compresi i vertici di Casa
Pound: il presidente Gianluca
Iannone, il segretario nazio-
nale Simone Di Stefano e il vi-
cepresidente Andrea Antoni-
ni. Polacchi e la sua casa edi-
trice sono stati esclusi dal Sa-
lone del Libro di Torino e de-
nunciati per le idee espresse in
un’intervista sul fascismo. U-
na scelta discutibile. Anche
perché dimostra come in Ita-
lia si dia più peso alle chiac-
chiere in radio che ai fatti con-
testati dai magistrati in un fa-
scicolo che dorme da 8 anni
nel disinteresse di tutti in Pro-
cura. Se non fosse stato per
quell’intervista a La Zanzara,
Polacchi sarebbe stato am-
messo al Salone accanto al tre-
no della memoria e allo stand
della Rai e chissà se sarebbe
mai iniziato il processo in cui la
stessa Rai è parte civile contro
di lui e i leader di Casa
Pound.
Nella notte tra il 3 e il 4 no-
vembre del 2008 un gruppo
compatto di circa 25 persone
entra poco prima dell’una di
notte nel palazzo Rai di via
Teulada che nel 1970 era uno
dei primi obiettivi del golpe
Borghese. Ovviamente l’in-
tento nel 2008 è diverso ma le
immagini di quella notte fan-
no impressione. Nel video gi-
rato dagli stessi invasori e poi
postato con le immagini in
parte oscurate si vedono tre
ragazzi con il casco in testa, u-
no con il passamontagna, qua-
si tutti con il cappuccio a co-
prire il volto. Il vigilante li la-
scia passare e un testimone
racconterà di aver sentito dire
agli invasori che ce l’avevano
con Chi l’ha visto?.
Federica Sciarelli aveva
mostrato due ore prima in tv
per la prima volta immagini
che ribaltavano o almeno
completavano la ricostruzio-
ne di Casa Pound sugli scontri
avvenuti il 29 ottobre 2008 a
Piazza Navona durante la ma-
nifestazione contro le politi-
che scolastiche del Governo
Berlusconi.
Nei primi giorni dopo gli
scontri del 29 ottobre 2008 i tg
mostrarono solo le immagini
dei militanti di destra attacca-
ti verso mezzogiorno da quel-
li di sinistra a piazza Navona.
Federica Sciarelli mostrò il 3
novembre le immagini inedi-
te dell’antefatto: gli scontri a
colpi di cinta in cui ad avere la
meglio erano i militanti di Ca-
e all’editore di Salvini
2008, l’irruzione in Rai. Per anni il Tribunale di Roma dorme
I giudici: “Entro settembre processo a Polacchi e altri 11”
Aggressioni
e cinghiate
sa Pound su quelli di sinistra.
La ricostruzione priva
Gli scontri tra dell’antefatto è stata ripropo-
Blocco stu- sta di recente da un breve ser-
dentesco e vizio de Le Iene (in passato in-
studenti di si- vece ‘ostili’ a Casa Pound per
nistra. Sopra, la storia del palazzo occupa-
il frame di to) lodato da Davide Di Stefa-
“Chi l’ha visto” no, dirigente di Casa Pound.
Davide Di Stefano è stato con-
dannato con Francesco Po-
lacchi a un anno e 4 mesi nel
2017, in primo grado, proprio
per quegli scontri. Suo fratel-
Le date lo, Simone Di Stefano, do-
vrebbe a breve andare a pro-
29 cesso per l’irruzione in Rai.
ottobre Chi l’ha visto? quella sera
2008 trasmise proprio la scena in
Durante cui si vedeva Davide Di Stefa-
lo sciopero no che colpiva duro a colpi di
nazionale cinta un ragazzo di sinistra,
della scuola anche lui con cinta in mano.
contro Federica Sciarelli non faceva
la riforma nomi ma sottolineava l’ora: le
Gelmini gravi 11 di mattina. Lo scopo era
scontri tra correggere e completare lo
studenti scenario noto allora.
di sinistra
e di destra IL SOTTOSEGRETARIO berlu-
in piazza sconiano Nitto Palma il 5 no-
Navona vembre partì da quelle imma-
a Roma gini nella sua relazione al Se-
nato: “le riprese hanno evi-
3e4 denziato che appartenenti al
novembre Blocco Studentesco, intorno
2008 alle 11, hanno alzato cinghie
Nella notte verso altre persone (...) uno del
un gruppo Blocco, spalleggiato da un al-
di militanti di tro, ha colpito una persona ri-
CasaPound presa di spalle anch’essa in
fa irruzione possesso di una cinghia. Con-
negli studi temporaneamente altri giova-
Rai di via ni studenti si sono allontananti
Teulada per spaventati”.
“punire” “Chi Tra i militanti di destra im-
l’ha visto?” pegnati in quello scontro della
mattina mostrato da Chi l’ha
visto? si vede anche Francesco
Polacchi, senza cinta in mano,
che si spinge con altri nel pa-
rapiglia. Federica Sciarelli
(che nei giorni successivi fu
LA GENESI DELLA TARTARUGA
Il centro sociale di destra
LA PRIMA occupazione abusiva fatta
utilizzando il nome CasaPound risale al 26
dicembre 2003 a Roma da parte di un gruppo
di giovani facente riferimento all'area ONC/OSA
(acronimo di "Occupazioni Non Conformi e
Occupazioni a Scopo Abitativo") e provenienti
dall'esperienza precedente di CasaMontag
alle porte di Roma. L'edificio, un ex-palazzo
governativo al n. 8 di via Napoleone III nel Rione
Esquilino a Roma (tuttora occupato da una
ventina di famiglie), è diventato in seguito
la sede nazionale del movimento
e dell'associazione. Nuove occupazioni, che
fecero seguito a quella del 2003, prima nella
Capitale e poi un po’ in tutta Italia, connotano
minacciata al telefono da igno- solo a una multa. Non sapremo
ti) faceva solo servizio pubbli- mai cosa sarebbe accaduto se i
co. Non chiedeva di identifica- “futuristi” avessero incontra-
re gli aggressori e non lanciava to i giornalisti appena andati a
una caccia al militante di de- casa.
stra. Comunque Casa Pound
non gradisce. L’INCURSIONE nel palazzo du-
ra pochi minuti. Su Youtube
circola un video con un com-
In via Teulada mento nel quale si afferma fal-
L’azione per “punire” samente che la conduttrice a-
vrebbe chiesto al pubblico di
Federica Sciarelli per “fornire nomi e indirizzi dei
il video delle cinghiate ragazzi del Blocco Studente-
sco (…) la televisione pubblica
a studenti di sinistra auspica dunque la caccia
all’uomo”. Il video si chiude
con questa scritta: “Chiedete
Così in 25 persone circa en- ancora i nostri nomi? Cosa vo-
trano in Rai a mezzanotte e 50. lete il morto? Non giocate mai
Sul web diranno di voler fare più sulla nostra pelle”.
“una corsa futurista”. Termi- Qual è stata la reazione dello
ne poco rassicurante visto che Stato a tutto questo?
è stato usato da Gianluca Ian- La Rai denuncia e il pm Pie-
none per definire lo “schiaffo” tro Saviotti chiede il rinvio a
all’organizzatore del festival giudizio nel 2010. L’udienza
Caffeina, Filippo Rossi, del preliminare è fissata a marzo
2012, (un pugno secondo Ros- 2011. La Rai si costituisce parte
si) per il quale Iannone è stato civile. Il Gup però ritiene che il
condannato in primo grado, reato contestato (violenza e

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Mercoledì 15 Maggio 2019 | IL FATTO QUOTIDIANO | CRONACA »9
AFFISSIONI A ROMA q“CARA GRETA, vuoi salvare il to" dal Comune fa sapere la polizia locale. Altri due maxi-manifesti dello stesso te-

Manifesti Pro Vita:

q pianeta: salviamo i cuccioli d'uo-
mo". È bufera sul maxi-cartellone affisso
dai "Pro vita" in via Tiburtina a Roma: ritrae
“Greta, salviamo l'immagine di un embrione in riferimento a
Greta Thunberg, la giovanissima attivista
i cuccioli d’uomo” svedese fondatrice dei Fridaysforfuture, il
movimento che si batte contro i cambia-
menti climatici. Il manifesto "è autorizza-
L'immagine è al vaglio del dipartimento al
Turismo del Campidoglio; la casistica fa
capo alle prescrizioni previste dal comma
2 dell'articolo 12 bis del regolamento sulle
affissioni pubbliche, che vieta espressa-
mente "esposizioni pubblicitarie dal con-
tenuto lesivo del rispetto dei diritti e delle
libertà individuali".
nore sono stati affissi nel quartiere Por-
tuense e in via Cristoforo Colombo. Lo an-
nuncia la Fondazione CitizenGO, tra i pro-
motori del Family Day e del Congresso del-
le Famiglie di Verona, che inaugura così u-
na nuova campagna per sostenere i can-
didati al Parlamento europeo contrari l’a-
borto.

Corte Ue: “Rimpatri PALERMO

Il ghanese Paul

vietati per rifugiati”

vince al Tar
dopo il digiuno
di fratel Biagio

Delinquenti inclusi » LUDOVICA DI RIDOLFI

N
on era stato pos-
sibile rinnovare
il suo permesso
di soggiorno: per questo
Sentenza favorevole a un ivoriano, un congolese e un ceceno motivo, Paul
Yaw, gha-
Salvini sbotta: “Cambierò l’Europa, chi sbaglia torna a casa” nese di 51
a n n i , a-
v e v a r i-
cevuto
» GIAMPIERO CALAPÀ Il capo infatti, la Carta vieta, in termini categorici, la un decre-
della Lega tortura nonché le pene e i trattamenti inumani to di espul-

N
on si può rimpatriare i rifugiati o i ri- Matteo o degradanti, a prescindere dal comportamen- sione dall’Ita-
chiedenti asilo se in pericolo di vita, Salvini, to dell’interessato, e l’allontanamento verso u- lia. Ma Biagio Conte,
neppure se questi hanno commesso 46 anni, no Stato dove esista un rischio serio che una francescano laico fon-
un reato. Una sentenza europea da ie- vicepremier persona sia sottoposta a trattamenti di tal ge- datore della missione
ri toglie complica la vita al ministro dell’Inter- e ministro nere”. Inoltre per la Corte “la revoca dello sta- Speranza e Carità di Pa-
no Matteo Salvini che, subito, tuona: “Ecco dell’Interno tus di rifugiato o il diniego del riconoscimento lermo dove Paul era o-
perché è importante cambiare questa Europa, dal 2018 non hanno l’effetto di far perdere lo status di spite da ormai dieci an-
Piazza con il voto alla Lega del 26 maggio. Comunque rifugiato a una persona che abbia un timore fon- ni, aveva ritenuto que-
Navona io non cambio idea e non cambio la legge: i ri- dato di essere perseguita nel paese d’origine”. sto provvedimento “u-
Francesco chiedenti asilo che violentano, rubano e spac- na palese ingiustizia”:
Polacchi ciano, tornano tutti a casa loro”. PER IL PD la sentenza è una “picconata alle po- per questo, entrambi a-
durante litiche del Viminale” e +Europa esulta: “I prin- vevano cominciato un
gli scontro QUESTA LA SENTENZA della la Corte di cipi della Convenzione di Ginevra e della nostra digiuno di protesta che
dell’ottobre giustizia Ue del Lussemburgo: “Fintan- Convenzione europea dei diritti umani si ap- durava da 16 giorni, esi-
2008 Ansa to che il cittadino di un paese extra-U- plicano a chiunque si trovi in uno dei territori bendo anche delle cate-
nione europea o un apolide abbia un degli Stati Ue – scrivono il deputato Riccardo ne ai piedi. I due aveva-
fondato timore di essere perseguita- Magi e Francesco Mingiardi, candida- no scelto come teatro
to nel suo paese di origine o di re- to alle europee –non possono essere della protesta piazzale
CasaPound come un movimento politico sidenza, questa persona dev’essere elusi o aggirati. Salvini se ne faccia Anita Garibaldi, il luogo
nazionale di estrema destra, dotata dal 2006 qualificata come rifugiato ai sensi una ragione: a presidio dello Stato in cui venne ucciso pa-
di un’organizzazione studentesca denominata della direttiva (del Parlamento eu- di diritto ci sono ci sono norme dre Pino Puglisi. E lì so-
Blocco Studentesco. A partire dalle elezioni ropeo e del Consiglio, 2011) e della internazionali e nazionali, co- no rimasti fino a che, ie-
amministrative 2011 CasaPound ha presentato Convenzione di Ginevra e ciò in- me l’articolo 10 della nostra ri, non è arrivata la no-
propri candidati alle elezioni locali in liste dipendentemente dal fatto che lo Costituzione, di fronte alle tizia che aspettavano:
civiche o di centro-destra riuscendo a far status di rifugiato ai sensi della di- quali le sue direttive non so- l’espulsione non ci sarà,
eleggere alcuni rappresentanti. Dalle elezioni rettiva le sia stato formalmente no che carta straccia”. almeno per il momento.
2013 invece decide di presentarsi ufficialmente riconosciuto”. La Corte si è e- Riccardo Noury, portavo- Il Tar ha infatti accolto
con una propria lista autonoma sia in ambito spressa sui casi specifici di ce di Amnesty International la sospensiva del rigetto
nazionale sia amministrativo. Alle Elezioni un ivoriano, un congolese e Italia, spiega: “Il punto fermo di permesso di soggior-
Europee 2014 sostenne l'elezione nella un ceceno ai quali è stato re- è che non si può rimandare una no, in seguito al ricorso
Circoscrizione Italia centrale del leghista Mario vocato e negato lo status di ri- persona indietro laddove rischi depositato da Giorgio
Borghezio. Da qui l’avvicinamento alla Lega, fugiato in Belgio e in Repubbli- di subire gravi violazioni dei di- Bisagna, membro
saldatosi poi con la “presa” del partito da parte ca Ceca. ritti umani o persecuzione. Il pas- del l’Associazione Ad-
di Matteo Salvini. La direttiva del 2011, per la Corte, “de- so avanti è che questa protezione duma che si occupa di
CasaPound Italia si è presentata alle elezioni ve essere interpretata e applicata nel ri- ora è inderogabile: anche nel caso diritti umani e aveva se-
politiche nel 2013 3 nel 2016, ottenendo lo spetto dei diritti garantiti dalla Carta dei di commissione di reato da parte guito il caso di Yaw. Nel
0,14% alla Camera e o lo 0,13% al Senato diritti fondamentali dell’Unione euro- del migrante non può essere inde- caso di rimpatrio forza-
la prima volta, 0,945 e 0,84% la seconda pea, i quali escludono la possibilità di un bolita da disposizioni nazionali”. to, il tribunale ammini-
respingimento verso un siffatto paese; © RIPRODUZIONE RISERVATA strativo ha infatti rico-
nosciuto il pericolo di
“un grave danno” per il
dienza. Al Fatto, Monastero Antonini, più Francesco Po- gi”La spedizione è definita dal ghanese. Paul aveva la-
spiega: “Abbiamo ereditato un lacchi e altre 8 persone, per il pm “senza esito per l’allonta- vorato per dieci anni co-
carico di decine di migliaia di pm Saviotti dovrebbero essere namento pochi minuti prima” me idraulico all’interno
fascicoli come questo davanti processate per minaccia a dei giornalisti e autori della della missione, veden-
al giudice monocratico. Li pubblico ufficiale aggravata: trasmissione. Interessante an- dosi però negato il rin-
stiamo smaltendo. Appena ho “Perché in concorso tra loro, che il movente. La spedizione novo del documento
avuto notizia del caso in que- in numero superiore a dieci era portata a termine “al fine di perché la sua attività
stione ho chiesto di fissare l’u- conseguire per alcuni di loro e non era stata ritenuta
dienza. La data sarà fissata en- per terzi l’impunità per la par- sufficiente ad ottenere il
tro pochi giorni. Dovrebbe es- Il Tribunale tecipazione alle aggressioni e provvedimento per mo-
sere entro luglio. Al massimo a “Abbiamo ereditato alla rissa in piazza Navona il 29 tivi di lavoro. Oltre che
settembre perché c’è la que- ottobre”. Per il pm, Polacchi e per lui e Biagio Conte, è
stione delle ferie di mezzo”. migliaia di fascicoli compagni volevano impedire stato un giorno di festa
come questo a Chi l’ha visto? di mostrare le anche per le centinaia di
AL PROCESSO OVVIAMENTE immagini in cui si vedevano i palermitani che si erano
si dovrà verificare se il com- Li stiamo smaltendo” militanti di Casa Pound che uniti alla loro protesta
Casi aperti Federica Sciarelli nello studio Rai Ansa pianto pm Saviotti avesse visto picchiavano. pacifica e silenziosa.
giusto. Se i 12 militanti di de- Per questo i leader di CP Anche il sindaco Leolu-
minaccia a pubblico ufficiale non lo ha ritenuto urgente poi- stra, compresi i vertici di Casa (…) facevano ingresso in grup- “minacciavano i giornalisti, ca Orlando è intervenu-
aggravata) deve andare subito ché il reato si prescrive nel Pound, siano colpevoli o inno- po compatto e con atteggia- redattori e registi del pro- to, chiedendo loro di in-
a giudizio davanti al giudice 2028”, spiega l’avvocato della centi. Anche perché non è mento intimidatorio nella se- gramma televisivo Chi l’ha vi- terrompere lo sciopero
monocratico senza il filtro del Rai Marcello Melandri. Nel chiaro dalla richiesta di giudi- de Rai di via Teulada, superan- sto?, incaricati di pubblico ser- della fame, anche se la
Gup. Subito si fa per dire. Il fa- 2017 c’è stato un sollecito. Non zio del 2010 come siano stati do gli addetti alla vigilanza e vizio per impedire l’assolvi- mobilitazione contro u-
scicolo 53213 del 2008 da sette accolto. Nei giorni scorsi - su identificati i 12 imputati, visto scavalcando i tornelli di in- mento delle attività di infor- na “legge inumana”,
anni è fermo. Nel frattempo il sollecitazione dell’avvocato che il numero dei partecipanti gresso alla ricerca di giornali- mazione (...) in relazione e a se- quale sarebbe il decreto
pm Saviotti è morto. “La dot- Melandri, (probabilmente in- è il doppio. Il capo di imputa- sti e addetti. Spingendosi fino guito della trasmissione del 3 Salvini secondo il primo
toressa Santina Lionetti, che teressato dai vertici Rai dopo il zione è molto duro. Il presi- all’interno degli studi di regia, novembre (...) in cui potevano cittadino, “prosegue e
ha preso in carico il fascicolo ‘caso Polacchi’) il presidente dente Iannone, il segretario manifestando di ‘avercela con essere riconosciuti alcuni dei proseguirà”.
ha chiesto di fissare l’udienza del Tribunale Francesco Mo- Simone De Stefano, il vicepre- il programma Chi l’ha visto?’ e partecipi”. © RIPRODUZIONE RISERVATA
già nel 2011 ma il Tribunale nastero ha deciso di fissare l’u- sidente di Casa Pound Andrea imbrattando i muri con ortag- © RIPRODUZIONE RISERVATA

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10 » CRONACA | IL FATTO QUOTIDIANO | Mercoledì 15 Maggio 2019

PROCESSO A LECCE AMMONTEREBBERO a due milioni di di procedimenti penali favorevoli, che lo scorso per provare a sistemare i suoi problemi giudi-

L’imprenditore:
q euro le tangenti pagate dall’imprendito-
re Flavio D’Introno ai due ex magistrati di Trani,
Antonio Savasta e Michele Nardi (nella foto), in
“Diedi due milioni cambio di sentenze favorevoli. L’avrebbe di-
chiarato ieri D’Introno, secondo i quotidiani lo-
ai pm Nardi e Savasta” cali, durante l’incidente probatorio in corso a
Lecce, davanti al gip Giovanni Gallo, nell’in-
chiesta su presunte tangenti pagate in cambio
14 gennaio ha portato all’arresto di Savasta (ai
domiciliari) e Nardi (in carcere), e dell’ispet-
tore di polizia del commissariato di Corato
(Bari) Vincenzo Di Chiaro (in carcere). D’In-
trono, raccontando quello che è stato definito il
"sistema Trani", avrebbe dichiarato di aver da-
to 1,5 milioni di euro, un rolex, diamanti e alcuni
viaggi a Nardi, e 500 mila euro a Savasta: tutto
ziari. Inoltre avrebbe detto che Nardi gli con-
fidò di avere aperto un conto allo Ior (l'Istituto
per le opere religiose in Vaticano). D’Introno è
indagato con l’ex pm di Trani Luigi Scimè, l’av-
vocato Giacomo Ragno, l’ex cognato di Sava-
sta Savino Zagaria e il carabiniere Martino Ma-
rancia. Contestati episodi di corruzione, con-
cussione, falso, calunnia ed estorsione.

MILANO Inchiesta tangenti Morabito, non indagato, insegna Management

In una sua società un parente di Molluso, padrino della ‘ndrangheta

Il prof della Bocconi

» DAVIDE MILOSA
Milano
e il nipote del boss meo è comparso nelle società”. La
cosa viene segnalata dai carabi-
nieri anche se al momento non ci

D
a Reggio Calabria a Mi- sono sviluppi penali. Raggiunto La scheda

fanno affari insieme

lano. A due passi da piaz-
za Duomo, appartamen-
to di pregio dietro la sto-
rica Pinacoteca Ambrosiana. In
curriculum una cattedra all'Uni-
versità Bocconi: oggi è professore
associato del dipartimento di Ma-
nagement e tecnologia. Laurea
alla Luiss, specializzazioni in Flo-
rida e decine di pubblicazioni. In-
segnamento e ricerca, ma non so-
lo. Anche affari, tanti, dall’immo-
biliare alla ristorazione di alto li-
vello. Il tutto gestito attraverso
società il cui procuratore è il ni-
pote di un boss della ’ndrangheta
lombarda. Un bel cortocircuito
per il professor Vincenzo Mora-
bito nato a Reggio Calabria nel
1968, il quale, nel 2015, dichiarava
un reddito di 421 mila euro. Nel
1994 non superava i 3 mila. Già
all’epoca risultava dipendente
della Bocconi. Nel 1993, il profes-
sore – scrivono i carabinieri –,
viene condannato a un anno e sei
mesi dal Tribunale di Reggio Ca-
labria con le accuse di associazio-
ne a delinquere ed estorsione. Un
pasticcio. Anche per l'università.
Il rettore della Bocconi Gianma-
rio Verona contattato dal Fatto
non ha voluto commentare.
IL NOME DI MORABITO emerge
dagli atti dell'indagine “Mensa
dei poveri” che vede tra i 96 in-
dagati, oltre a diversi politici, an-
che il governatore Attilio Fontana
con l’accusa di abuso d’ufficio.
L’indagine prosegue e ieri è stato
sentito come testimone Massimo
Bonometti, il presidente di Con-
findustria Lombardia. Vincenzo
Morabito non risulta indagato e il
suo nome viene collegato a quello
di Bruno Romeo, calabrese di o-
rigine e nipote del boss Giosofatto
Molluso, il padrino di Corsico che
Monza. Tutto nasce da un inci-
dente avvenuto all'interno della
società Bto. Un danno provocato
da un camion di D'Alfonso. Ne
parla Giuseppe Molluso e svela
che il cugino Bruno Romeo vi la-
vora come procuratore. Titolare
del 100% delle quote è lo stesso
Vincenzo Morabito. La Bto spa,
annotano i carabinieri, ha un ca-
pitale sociale di oltre 2 milioni di
euro e sedi dislocate in diverse re-
gioni. Si occupa di business e or-
ganizzazione: la materia insegna-
ta dal professor Morabito. Si legge
di seguito: “Morabito” ha “parte-
cipazioni in numerose società (...)
dalla consulenza aziendale alla ri-
storazione agli affari immobilia-
ri”. Una, la Hermas srl, è proprie-
taria del ristorante Valentino Vin-
tage di corso Monforte 16. “Presso
queste società – scrivono i cara-
L’informativa Redditi
quadruplicati in 4 anni
Lui si difende: “È solo
un omonimo”. L’ateneo
non vuole commentare
Sul Web La pagina di Vincenzo Morabito sul sito della Bocconi
assieme al figlio Giuseppe faceva luso, entrambi collegati alla ’n- binieri –è stabile il legame tra Mo-
affari con Daniele D'Alfonso, l'im- drangheta di Platì e dall'altro con rabito e Romeo, il quale ricopre la
prenditore che, secondo i pm, fo- il padre Salvatore anche lui con- qualifica di procuratore”. I due
raggiava i politici di Milano. Nem- siderato vicino alla cosca Barba- vanno in tandem. Di più: l'incre-
meno Romeo è indagato e risulta ro-Papalia di Buccinasco. L'intera mento di reddito di Morabito
incensurato. Le ombre stanno vicenda emerge nel marzo dello “passato da 99 mila euro nel 2011
nelle sue parentele, da un lato con scorso anno e viene ricostruita in a 421 mila nel 2015” corrisponde
gli zii Giosofatto e Francesco Mol- una informativa dei carabinieri di alla “stessa epoca in cui Bruno Ro-
telefonicamente dal Fatto, Vin-
cenzo Morabito ha spiegato:
“Bruno Romeo è un mio dipen-
dente ed è stato selezionato da u-
n'agenzia interinale, abbiamo ve-
rificato essere una omonimia”.
Verifica errata, perché il Romeo
procuratore della Bto è nato il 22
maggio 1975, stessa data di nascita
del nipote dei Molluso. n “MENSA
DEI POVERI”
E CHE IL PROFESSORE sia ben mes- È l’indagine
so economicamente “disponendo che il 7
di considerevoli somme di denaro maggio
c on t a nt e ” lo spiega Giuseppe ha portato
Molluso a Daniele D'Alfonso. Di- a 43 misure
ce: “Quello lì sta andando a com- cautelari per
prare gli appartamenti all'asta, ne corruzione
compra due o tre tutte le mattine, e altri reati
qualche giorno ti faccio racconta- a Milano
re da mio cugino che personaggio
è (...). Quelli hanno tutte le cose
con le banche”. Per questo “se non n INDAGATI
si fanno figure con loro è meglio, In carcere
stanno comprando appartamenti il consigliere
in centro (…) anche a Roma e Fi- regionale
renze”. La Hermes ne ha 25. Due Fabio Tatarella
di questi in via Torino, uno in cor- e l’ex
so Venezia, un altro in corso Vit- coordinatore
torio Emanuele. Insomma, i salot- di Varese Nino
ti buoni di Milano. Tre, invece, a Caianiello
Roma, due in via del Portico d'Ot- considerato il
tavia nel centro del ghetto ebraico “burattinaio”.
e uno in via Vittoria. Ai domiciliari
Di Morabito parla poi France- il consigliere
sca Pantano, compagna di D'Al- comunale
fonso e immobiliarista del lusso. È Fabio
il 7 marzo 2018, in quel momento Altitonante.
Pantano si occupa della vendita Tutti di Forza
del ristorante “Bebel's”locale sto- Italia.
rico in via San Marco a pochi metri Indagato
da via Solferino e dal Corriere della il governatore
Sera. La donna va dritta: “Minchia leghista
è arrivato Morabito”. Poi riferisce Attilio
le parole del professore: “Voglia- Fontana
mo comprare, ti diamo tutto in
contanti”. Chiude Pantano: “Que-
sto compra ristoranti à gogo”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Processo P3, prescrizione per Marcello Dell’Utri

S e Marcello Dell’Utri abbia
mai fatto parte dell’asso-
ciazione denominata P3 (la
Primo grado Non si saprà mai se l’ex senatore abbia fatto pagnia di giro, animata da
progetti puramente velleitari
nanziamento illecito.
Tra i rapporti di Carboni ri-

cui esistenza è stata ricono-

sciuta in una sentenza di pri-
mo grado) non si saprà mai. Il
processo in cui era imputato
ieri si è concluso con la pre-
scrizione. I giudici del Tribu-
nale di Roma hanno disposto
il “non doversi procedere”
nei confronti dell’ex senatore
di Forza Italia, ora ai domici-
liari dove sta scontando (do-
po un periodo in carcere) la
pena a sette anni per concor-
so esterno a Cosa Nostra.
Il processo P3 per Dell’Utri
– accusato della violazione
della Legge Anselmi sulle as-
sociazioni segrete, corruzio-
ne e finanziamento illecito –
ha subito un rallentamento
perchè con la sua latitanza in
Libano dopo la sentenza de-
parte di un’associazione segreta (già riconosciuta dai giudici)
finitiva per concorso esterno,
bisognava attendere la deci-
sione del governo libanese in
merito al via libera per l’estra-
dizione.
PER QUESTO nel 2014 la posi-
zione dell’ex parlamentare è
stata stralciata mentre il pro-
cedimento principale inizia-
va ad essere discusso nelle au-
le di giustizia, arrivando il 16
marzo del 2018 ad una senten-
za di primo grado, con otto
condanne inflitte – come
quella a sei anni e sei mesi per
Flavio Carboni o a quattro an-
ni e nove mesi per Arcangelo
Martino –ma anche molte ac-
cuse prescritte.
Secondo l’ipotesi di accusa
iniziale, obiettivo della P3 era
quello, “di condizionare il
funzionamento degli organi
costituzionali, nonché di ap-
parati della pubblica ammini-
strazione dello Stato e degli
enti locali, con l’obiettivo di
rafforzare sia la propria capa-
cità di penetrazione negli ap-
parati medesimi mediante il
collocamento, in posizioni di
rilievo, di persone a sé gradite,
sia il proprio potere di in-
fluenza, sia la propria forza e-
conomico finanziaria”.
I giudici di primo grado non
hanno dubbi sull’esistenza di
questa associazione segreta:
era una “struttura operativa –
Marcello Dell’Utri, 77 anni Ansa
è scritto nelle motivazioni
della sentenza – facente capo
a Carboni, Martino e Lombar-
di” che “risulta essere tutt’al-
tro che un’improvvisata com-
e irrealistici: possiede invece
gli strumenti e le risorse per
portare a termine le proprie
strategie attraverso una siste-
matica, sotterranea opera di
penetrazione nella sfera degli
organi pubblici, volta a condi-
zionarne e inquinarne i pro-
cessi decisionali e le concrete
modalità di azione”.
I PM ROMANI i nizi alme nte
accusavano di far parte
d el l’associazione segreta
anche Denis Verdini, ma per
lui in primo grado è arrivata
un’assoluzione con formula
piena, ossia per non aver
commesso il fatto, dall’a c-
cusa di far parte della P3
mentre lo hanno condanna-
to a un anno e tre mesi di re-
clusione per un’ipotesi di fi-
costruiti nella sentenza di pri-
mo grado ci sono anche quelli
con Dell’Utri. “Flavio Carbo-
ni –scrivono i giudici –appare
disporre (...) di relazioni pri-
vilegiate con esponenti di ver-
tice del partito allora al gover-
no”. E quindi con l’ex senato-
re Dell’Utri, “figura ‘storica‘ –
lo definiscono i giudici – no-
toriamente vicina a (...) Silvio
Berlusconi (mai indagato, n-
d r): elemento, questo, che
funge da leitmotiv della vi-
cenda oggetto del processo, o-
ve gran parte degli episodi
trattati attengono a questioni
che direttamente o indiretta-
mente sono collegate allo
stesso Berlusconi o comun-
que a problematiche di suo in-
teresse”.
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 P G
12 » | IL FATTO QUOTIDIANO | Mercoledì 15 Maggio 2019

iazza rande Inviate le vostre lettere (massimo 1.200 caratteri) a: il Fatto Quotidiano
00184 Roma, via di Sant’Erasmo n°2 - lettere@ilfattoquotidiano.it

Una targa nelle scuole nali, per assistere e aiutare se ri-

per la Liberazione
Propongo di affiggere una targa in
ogni edificio pubblico (ex. scuole,
municipi, musei) che reciti: “Il 25
aprile l’Italia festeggia la liberazio-
ne dal nazifascismo”. “Prima di
tutto vennero a prendere gli zinga-
re, e fui contento, perché rubac-
chiavano. Poi vennero a prendere
gli ebrei, e stetti zitto, perché mi
stavano antipatici. Poi vennero a
prendere gli omosessuali, e fui sol-
levato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comuni-
sti, e io non dissi niente, perché non
ero comunista. Un giorno vennero
a prendere me, e non c’era rimasto
nessuno a protestare”: non dimen-
tichiamo ciò che scrisse Martin
Niemoller.
V. R.
Un risata li seppellirà:
l’ironia contro i potenti
Come mette bene in evidenza il di-
rettore Travaglio, l’ironia è l’arma
più potente contro i falsi messia
che cercano di sedurre le masse
presentando se stessi come leader
carismatici in grado di risolvere
magicamente tutti i problemi della
terra. L’aveva intuito anche il mo-
vimento studentesco del ’68 che,
riprendendo una frase del passato,
gridava ai potenti: una risata vi sep-
pellirà.
DOMENICO FORZIATI
La retorica antifascista
e il pericolo dell’intolleranza
Ho letto della cacciata dei rappre-
sentanti antimafia del M5S da
parte del fratello di Peppino Im-
pastato.
Questo gesto di intolleranza fana-
tica verso chi combatte la mafia da
parte di un parente di una vittima
dimostra una volta di più a quale li-
vello di follia è giunta la lotta tra fa-
zione e camarille in Italia, e come la
demagogia del dare del fascista a
vanvera abbia ormai portato ad at-
teggiamenti fanatici e intolleranti,
e che non basta dirsi antifascisti,
ma bisogna esserlo nella condotta
pratica.
Tale episodio conferma ciò che ha
scritto il vicedirettore Feltri pochi
LO DICO AL FATTO chiesto i direttori di rete e di testata
nel loro complesso compito di ap-
Salone del Libro Le polemiche politiche plicare la normativa sulla par con-
dicio: riunioni pubbliche e richie-
hanno davvero soffocato i temi culturali? ste di pareri. Così è accaduto nel ca-
so citato nel vostro articolo (una in-
tervista del vicepresidente del
Consiglio Di Maio a una puntata di
IL SALONE DEL LIBRO si è chiuso, quest’anno, con un Che tempo che fa): ho risposto a una
grande successo di pubblico ma con un lungo strascico richiesta arrivata dal responsabile
di polemiche di carattere politico. È giusto ammettere Rai della trasmissione, a cui ho ri-
questo tipo di argomenti in riferimento a un evento co- cordato le norme in questione e al
me quello del Salone, che quindi dev’essere riorganiz- quale è stata poi rimessa la decisio-
zato in futuro tenendo maggiormente conto di questa ne di effettuare la intervista, che è
componente, oppure l’attenzione su questi temi disto- poi stata realizzata. Questi i fatti.
glie dall’interesse principale, che dovrebbe essere co- Nessun tentativo di bloccare l’in-
stituito dai libri e dalla cultura? tervista come si vorrebbe far cre-
MARTINA GERARDI dere. Riguardo invece alle etichet-
te che spesso vengono attribuite da
GENTILE MARTINA, come diceva Terenzio, tutto fa alcuni giornali, mi corre l’obbligo
brodo in cultura, anche la politica, anche – nella fat- di ricordarne alcune che ho ricevu-
tispecie – il dibattito su un editore che si dichiara or- to: esponente del mondo cattolico,
gogliosamente fascista e perciò è stato denunciato e vicino al pd, amico di Rutelli, area
successivamente estromesso dalla fiera. Non cada, per Opus Dei, moderato, amico di Gen-
favore, nella trappola maliziosa del direttore del Sa- tiloni, ora pure sovranista. Ho ov-
lone Nicola Lagioia e del suo staff, che prima escludono Lingotto Visitatori della 32esima edizione Ansa viamente le mie idee e i miei liberi
dal programma ogni riferimento (presentazioni, in- convincimenti che mi formo ogni
contri, firmacopie...) alla politica – “Bisogna parlare di litiche” si è discusso di poc’altro: nessuna grossa novità giorno sulla base dei principi in cui
libri”, hanno detto, ben sapendo che il tabù erano gli editoriale (al contrario, molte celebrazioni delle vec- credo e a cui mi sforzo di aderire.
imminenti appuntamenti elettorali –, poi incolpano al- chie glorie: i 90 anni della Bompiani, i 70 di Bur, i 50 di Ho iniziato a collaborare con la
tri per la scelta di ospitare la casa editrice di Casa- Sellerio, i 40 di e/o...); un mercato asfittico che cresce Rai 40 anni fa e ne sono dipenden-
Pound, infine fanno pressioni sulla politica (leggasi, dello zero virgola; una platea di lettori risibile, se non te da 32 avviato a questa professio-
Comune e Regione, nelle persone di Appendino e fosse preoccupante; nessun romanzo scandalo, figuria- ne da Ettore Bernabei, sono stato
Chiamparino) affinché sia la politica a espellere d’im- moci uno Houellebecq nostrano; nessun gossip sullo addetto stampa con il governo
perio Altaforte. Un gioco raffinatissimo, se non furbo, Strega e dintorni. Ma se n’è sentita davvero la man- Fanfani nel 1982, notista politico
che si è attirato la massiccia attenzione dei media e del canza?... di Avvenire e del Tg 3 con Sandro
pubblico a costo zero, ovvero senza assumersi alcuna Quanto al prossimo Salone del Libro (e anche a quello Curzi, sono stato vicedirettore del
responsabilità. del 2021), l’ideazione, progettazione e direzione è sem- Tg1 per 14 anni con sei direttori di-
Però, evviva, proprio grazie a una manifestazione cul- pre affidata a Lagioia and company: fossi in loro, ini- versi. Ognuno è libero di mettere
turale si è tornati a parlare di neofascismo, censura, zierei a contattare qualche politico come consulente di etichette, io altrettanto libero di
libertà d’opinione, Costituzione, che, su questo concor- marketing. rifiutarle e di cercare di far meglio
derà, sono Cultura. Poi, certo, oltre alle “polemiche po- CAMILLA TAGLIABUE il mio lavoro per la Azienda per la
quale, come tanti miei stimati col-
leghi, mi impegno da professioni-
sta ogni giorno .
giorni fa sulla retorica insulsa del mente cercavo, un sollievo alle mie Rai orienterebbe in senso leghista FABRIZIO FERRAGNI
dare del fascista a vanvera. idee, perché non potevo continua- l’attività della Azienda. Non entro
VINCENZO MAGI re a leggere il lupo mannaro capi- nel merito della tesi ma a questo Caro Ferragni, non posso fare altro che
talista che tira i fili legati alla mano punto devo fare una doverosa pre- confermare quanto già scritto. A quanto
Il giornalismo ha bisogno dei giornalisti, a mo’ di pupi sicilia- cisazione, altrimenti si ingenera u- mi risulta, lei ha contattato direttamente
di imparzialità e oggettività ni, a impormi le sue idee. Grazie an- na clamorosa confusione e un gra- una persona dello staff di Fabio Fazio per
Due righe per ringraziare la vostra cora e continuate così. ve equivoco. Con un ordine di ser- chiedere se fosse il caso di intervistare
direzione e tutti i giornalisti della FULVIO DA PORDENONE vizio aziendale, come in occasione Luigi Di Maio nella puntata del 7 aprile
testata che ogni giorno si prodiga- dell’ultimo voto politico e del pre- 2019, facendo presente l'impossibilità di
no per portare a noi lettori la noti- DIRITTO DI REPLICA cedente referendum costituziona- controbilanciare la cosa con una succes-
zia per così com’è, senza genufles- Leggo un suggestivo articolo del le, è stato istituito un gruppo di la- siva intervista a Matteo Salvini (dato
sioni di sorta. Leggendo il vostro collega Roselli sul Fatto di oggi ri- voro in Rai, coordinato da me e dal- che Salvini da Fazio non ci va).
giornale ho trovato ciò che vera- guardo una struttura Delta che in la mia direzione relazioni istituzio- GIANLUCA ROSELLI

PROGRAMMITV

09:55 TgG 1 08:40 Delitti in Paradiso 08:00 Agorà 06:55 Miami Vice 07:59 Tg5 06:46 Cartoni animati 07:00 Omnibus News 19:00 Moschettieri del re
10:00 Storie italiane 09:40 Sereno Variabile 10:00 Mi manda Rai3 09:00 Carabinieri 08:45 Mattino Cinque 08:30 Hart of Dixie 07:30 Tg La7 - La penultima missione
11:30 La prova del cuoco 10:00 Tg2 Italia 10:45 Tutta Salute 10:20 Detective in Corsia 11:00 Forum 10:15 Bones 07:55 Omnibus - Meteo 21:00 100X100Cinema
13:30 Tg1 10:55 Tg2 Flash 11:30 Chi l'ha visto? 11:20 Ricette all'italiana 13:00 Tg5 12:10 Cotto e Mangiato 21:15 Hotel Transylvania 3 -
14:00 Vieni da Me 11:00 Tg Sport Giorno 12:00 Tg3 12:00 Tg4 12:25 Studio Aperto 08:00 Omnibus
13:41 Beautiful Una vacanza mostruosa
15:40 Il Paradiso delle Signore 11:10 I Fatti Vostri 12:25 Fuori Tg 12:30 Ricette all'italiana 13:00 Grande Fratello 09:40 Coffee Break
14:10 Una Vita 23:00 Quanto basta
16:30 Tg1 13:00 Tg2 GIORNO 12:45 Quante storie 13:00 La Signora in Giallo 13:22 Sport Mediaset 11:30 L'Aria Che Tira
14:45 Uomini e Donne 00:40 Exposed - Nell'ombra
16:40 Tg1 Economia 13:30 Tg2 Costume e Società 13:15 Passato e Presente 14:00 Lo Sportello di Forum 14:04 I Simpson 13:30 Tg La7
16:10 Grande Fratello di un delitto
16:50 La vita in diretta 13:50 Tg2 Medicina 33 14:20 Tg3 15:30 Hamburg Distretto 21 15:20 Big Bang Theory
16:20 Amici di Maria 14:15 Tagadà 02:25 La Torre Nera
18:45 L'Eredità 14:00 Viaggio nell'Italia del Giro 15:20 Tg3 #Stavolta voto 16:34 Amore, Ritorna! 15:48 Mom
20:00 Tg1 14:30 Giro in diretta 15:30 Doc - Martin 18:55 Tg4 16:30 Il Segreto 16:10 The Middle 16:15 The District
20:30 - Calcio: TIM Cup 15:00 Giro d'Italia 5ª tappa 16:15 Geo 19:30 Fuori dal Coro 17:10 Pomeriggio Cinque 16:37 Due Uomini e 1/2 18:00 Josephine, Ange Gardien
Atalanta-Lazio - Finale 16:15 Giro all'Arrivo 19:00 Tg3 19:50 Tempesta d'amore 18:45 Caduta Libera 17:34 La Vita Secondo Jim 19:55 Il meteo della sera 14:00 Vikings
23:34 Tg1 60 Secondi 17:15 Processo alla Tappa 20:00 Blob 20:30 Stasera Italia 20:00 Tg5 18:05 Mai Dire Talk 20:00 - Tg La7 14:50 Merlin
23:35 Porta a Porta 18:15 Tg2 20:25 Che ci faccio qui 21:27 FILM The Terminal 20:40 Striscia La Notizia 18:30 Studio 18:10 Westworld - Dove tutto
01:10 Tg1 NOTTE 18:30 Tg Sport Sera 20:45 Un posto al sole 23:52 FILM Jobs 19:00 Grande Fratello 20:35 Otto e Mezzo
21:20 Live Non è La D'Urso 21:15 L'uomo della pioggia è concesso
01:45 Cinematografo Speciale 18:50 N.C.I.S. 21:20 Chi l'ha visto? 01:14 Tg4 - Night News 19:19 Sport Mediaset
00:30 Tg5 20:20 Sharp Objects
Festival Internazionale del 20:30 Tg2 20.30 00:00 Tg3 Linea notte 02:22 Stasera Italia 19:44 C.s.i. 00:50 Tg La7 Notte
Cinema di Cannes 21:00 Tg2 Post 01:05 Grande Guerra cento anni 03:17 Media Shopping 01:06 Striscia La Notizia 21:25 Inside Out 23:05 Il Trono di Spade
01:32 Uomini e Donne 01:00 Otto e Mezzo (R)
02:15 Gold - Movie Mag 21:20 Dove eravamo rimasti dopo - Il viale del tra- 03:34 FILM Stavisky Il Grande 23:20 Pallottole Cinesi 02:00 Westworld - Dove tutto
05:00 Media Shopping 01:40 L'Aria che tira (R) è concesso
02:40 La vita di Leonardo 23:05 Elezioni Europee 2019 monto dell'Impero Otto- Truffatore 01:35 Drive Up
da Vinci 23:35 La parrucchiera mano 05:30 Tg4 - Night News 05:15 Centovetrine 02:10 Studio Aperto 04:00 Tagadà (R) 03:05 Merlin

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Mercoledì 15 Maggio 2019 | IL FATTO QUOTIDIANO |
XYLELLA, EMERGENZA
O SPECULAZIONE?
I
l Gip di Lecce ha disposto il 3
maggio un decreto di archi-
viazione dell’indagine rela-
tiva alla Xylella in Puglia, il
batterio che starebbe di-
struggendo gli ulivi, prima del Sa-
lento e ora anche della provincia
di Brindisi. Il decreto, che vede
imputati diversi docenti, ricerca-
tori e dirigenti di istituzioni re-
gionali, è stato adottato in quan-
to, sostiene il giudice competen-
te, gli elementi raccolti non ap-
paiono sufficienti e idonei a di-
mostrare la sussistenza del nesso
causale tra le condotte (pur ac-
certate) e l’evento del delitto col-
poso di inquinamento ambienta-
le. Ma l’interesse del provvedi-
mento non sta nell’archiviazio-
ne, quanto nei motivi che hanno
spinto il giudice a rinviare la que-
stione alla Procura di Bari.
QUESTO SIGNIFICA che la Procura
di Lecce, suffragata dal Gip, ha ac-
certato, a carico dei suddetti im-
putati, molteplici a-
spetti di irregolarità
n el l ’affrontare la vi-
cenda Xylella: pres-
sappochismo, negli-
genza e ove verranno
dimostrati nelle sedi
giudiziarie competen-
ti, anche reati di falso,
ritardo nell’affrontare
la fenomenologia se-
gnalata dagli agricolto-
ri e la non corretta ap-
plicazione delle proce-
dure imposte da nor-
mative e direttive eu-
ropee. Reati rilevanti,
accertati e rinviati per
competenza al giudice
di Bari. Si tratta di com-
portamenti assoluta-
PIOVONO PIETRE
» ALESSANDRO ROBECCHI
I
n principio fu la Digos. Poi
si chiamarono i pompieri.
In entrambi i casi qualche
polemica ha turbato le coscien-
ze civili del Paese. E ora, chi to-
glierà dai balconi d’Italia gli
striscioni che contestano Mat-
teo Salvini durante i suoi pitto-
reschi comizi? Il Fatto Quoti-
diano è in grado di rivelare le
prossime mosse dello staff del
ministro dell’Interno per stac-
care dalle case le lenzuola con
messaggi e scritte a lui dedica-
ti. Ecco le forze chiamate a in-
tervenire.
I lagunari. Contattato da Lu-
ca Morisi e retribuito con otto
barattoli di Nutella, il famoso re-
parto d’assalto anfibio dell’eser-
cito interverrà prontamente in
caso di contestazione al capo
della Lega. Giunti nei paesi della
bassa padana a bordo di un som-
mergibile, i lagunari saranno
per l’occasione dotati di cesoie
per staccare gli striscioni dai
balconi degli italiani più ingene-
rosi, colpevoli di non amare il
Capitano. Azione rapida, silente
ed efficace, solo un po’ compli-
cata dal dover attraversare di
corsa le piazze italiane con le
pinne.
I cosacchi. Forte di una col-
laborazione con i corpi speciali
della polizia russa, il ministro
dell’Interno italiano si è assicu-
rato il fedele supporto di un reg-
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» ALBERTO LUCARELLI E MARGHERITA CIERVO*
mente disarticolati, caratterizzati trasto al batterio. Sembrerebbe
da scarsa trasparenza e professio- che tutto si sia mosso per realiz-
nalità e non consoni a una corretta zare, attraverso lo stravolgimento
gestione dell’emergenza, ancor di del territorio e del paesaggio, pro-
più se si considera che a tutt’oggi, getti industriali di natura econo-
come afferma il giudice di Lecce, mico-finanziaria che nulla hanno
non vi è chiarezza scientifica sulla a che vedere con l’e m er g e nz a
piena conoscenza del fenomeno Xylella. Anzi, l’emergenza viene
naturale, sulle sue cause, né tanto- utilizzata per drenare risorse, an-
meno sui rimedi. Insomma, emer- che europee, con la giustificazio-
ge un quadro che da tempo i vari ne che bisogna intervenire con la
movimenti ambientalisti e civici, massima urgenza. Pochi giorni
con il supporto di scienziati indi- dopo il provvedimento della pro-
pendenti, denunziano, chiedendo cura di Lecce, l’Osservatorio Fito-
di aprire sulla vicenda Xylella, in sanitario pugliese ha comunicato
Europa e in Italia, un dibattito se- la sospensione immediata degli
rio e plurale. Cosa dire? È evidente abbattimenti dell’ulivo di Mono-
che le ultime vicende giudiziarie poli sequestrato dalla Procura di
sulla questione degli ulivi e della Bari e delle piante ospiti del bat-
cosiddetta emergenza Xylella de- terio presenti nei 3,14 ettari circo-
cretano l’inaffidabilità dei moni- stanti, a seguito delle analisi svolte
toraggi e la scarsa credibilità e i- sull’albero dichiarato infetto nel
nefficacia delle misure di attua- dicembre scorso e risultato, ades-
zione e gestione del Piano di con- so, negativo al batterio. Questo si-
gnifica che, se si fosse
dato seguito agli esiti
tramessi dalla Rete dei
Laboratori Selge (gli
unici accrediti per le a-
nalisi per il rinveni-
mento della Xyella) a-
desso avremmo una
superficie di tre ettari
pressoché desertifica-
ta!
Se a questo si ag-
giunge che proprio in
questi giorni è in di-
scussione al Senato il
decreto Emergenza – i
cui articoli 6, 7 e 8 ri-
guardano la questione
Xylella –per la conver-
sione in legge, approc-
ciata con una logica di
Lagunari, cosacchi
e libici: ecco chi staccherà
i prossimi striscioni
gimento di cosacchi del Don. rio Feltri che daranno un tono di
Abbeverati i cavalli alle fontane scanzonato buonumore alcolico
pubbliche, i valorosi combat- alle location scelte da Salvini per
tenti, giunti in pullman da Vla- i suoi comizi. Gli striscioni di
divostock, hanno staccato a col- contestazione esposti alle fine-
pi di sciabola due lenzuola ma- stre verranno sostituiti con pit-
trimoniali dal secondo piano di toresche vedute di Bergamo alta
una palazzina di Carugate. Po- e gigantografie di grandi del pas-
lemiche per i saccheggi e i rapi- sato che non sono stati capiti, co-
menti di giovani donne del luo- me Mussolini, Videla, Pinochet
go. Vodka esaurita in tutta la e altri geni incompresi che han-
Brianza. no fatto “anche cose buone”.
Olindo e Ro-
sa. Ottenuto dal
AL SERVIZIO DI MATTEO ministro dell’In-
terno uno specia-
Le scritte anti Salvini le permesso pre-
sui muri saranno coperte con mio, i due dina-
mici simpatiz-
gli editoriali di Vittorio Feltri, zanti della Lega
i nt e rv e rr a nn o
Rosa Bazzi realizzerà scritte pe rs on alm en te
per staccare gli
“Bacioni” a punto-croce striscioni sgradi-
ti al vicepresi-
dente del Consi-
I redattori di “Libero”. Mi- glio in carica. Mentre Olindo, af-
lizia ardita e coraggiosa, famosa fronterà le pareti in mattoni ar-
per lo sprezzo del ridicolo, in- rampicandosi fino ai balconi,
terverrà agli ordini dello staff di Rosa realizzerà all’unc inet to
Matteo Salvini per rimuovere stendardi alternativi con frasi di
graffiti offensivi e manifesti elogio al Capo, ricette del coni-
sgraditi al Capo. Le scritte sui glio in umido ed enormi scritte
muri (“Salvini vattene” o “Salvi- “Bacioni” tracciate a punto-cro-
ni non ti vogliamo”) saranno co- ce. Timide proteste del ministro
perte con gli editoriali di Vitto- della Giustizia.
Stato di polizia, su massicce era-
dicazioni e limitazioni di libertà
personali, intendiamo rendere
noto all’opinione pubblica che, in-
sieme a un gruppo di docenti uni-
versitari, negli scorsi mesi abbia-
mo inviato alle massime cariche
dello Stato e ai ministri dell’Am-
biente, dei Beni culturali e della
Salute, una nota nella quale espri-
miamo forti perplessità rispetto
all’applicazione delle misure di-
sposte per il contenimento e l’era-
dicazione della Xyella (abbatti-
menti degli alberi infetti e degli al-
beri sani nel raggio di 100 metri
dalla pianta infetta, utilizzo di
trattamenti fitosanitari neurotos-
sici per il controllo del vettore), in
mancanza della valutazione di im-
patto ambientale, della valutazio-
ne ambientale strategica e della
valutazione di impatto sanitario.
Misure che, associate alle soluzio-
ni che si prospettano all’orizzonte
(in primis, la sostituzione degli u-
livi secolari con cultivar brevetta-
te e dell’oliveto tradizionale con
gli impianti superintensivi), apro-
no a inquietanti scenari di stravol-
gimento del territorio.
Pertanto, abbiamo richiesto al-
le suddette istituzioni un inter-
vento urgente a tutela del paesag-
gio, dell’ambiente e della salute,
valori e diritti fondamentali ga-
rantiti dalla nostra Costituzione,
allegando una relazione su ele-
menti e aspetti che meriterebbero
di essere approfonditi e segnalan-
do la nostra preoccupazione per
un clima che appare sempre più
intimidatorio verso coloro i quali
manifestano dubbi sull’efficacia
delle misure di lotta al batterio e
sulle soluzioni sopra richiamate.
*Costituzionalista e geografa
© RIPRODUZIONE RISERVATA
La guardia costiera libica.
Forza di interdizione addestra-
ta alla cattura e compravendita
di disperati diretti in Europa,
collaborerà all’azione di bonifi-
ca delle piazze destinate ai co-
mizi di Salvini, rimuovendo stri-
scioni e cancellando scritte sui
muri. Si tratta di un’azione
spontanea per sdebitarsi dai fa-
vori ricevuti dal ministro
dell’Interno italiano. “Da quan-
do comanda lui i nostri affari nel
settore schiavismo vanno a gon-
fie vele”.
Gli scrittori di CasaPound.
Seccato dalle critiche sulla sua
indifferenza per la letteratura,
Matteo Salvini passa all’attacco
e decide di utilizzare gli autori
della casa editrice di CasaPound
per stroncare sul nascere le con-
testazioni a base di lenzuola ap-
pese ai balconi. Purtroppo, mol-
ti autori della casa editrice sono
stati impiccati dopo il processo
di Norimberga, alcuni hanno su-
perato i novant’anni e altri, an-
che più anziani, vivono nascosti
in Argentina. Restano dunque
pochi arditi disposti a scalare le
pareti delle palazzine fino ai bal-
coni e ad agire con virile deter-
minazione armati di otto milioni
di baionette.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
PIAZZA GRANDE » 13
FATTI DI VITA
Il diritto alla casa
e il disprezzo
dei democratici
» SILVIA TRUZZI
Q
ualche giorno fa monsignor Kra-
jweski, elemosiniere del Papa con
un passato da elettricista, è interve-
nuto di persona personalmente nel palazzo
Spin Time di Roma, occupato da centinaia
di persone, per riallacciare la luce, staccata
per una perdurante morosità.
Il Segretario di Stato vatica-
no Parolin ha provato a
spiegare il senso del gesto
così: “L’intenzione era at-
tirare l’attenzione di tutti
su un problema e cercare
insieme di risolverlo”. Inve-
ce il ministro Matteo Salvini,
che notoriamente non si lascia scappare oc-
casione per commentare episodi di crona-
ca, ha invitato il Vaticano (indovinate un po’
a fare cosa???) “a pagare le bollette degli i-
taliani in difficoltà”. Nel palazzo vivono 450
persone (tra cui 98 bambini) che da giorni (e
giorni freddi) vivevano senza elettricità e
acqua calda. Secondo le cronache, gli inqui-
lini provengono da 18 paesi diversi, ma molti
sono italiani. A Salvini, hanno fatto sapere:
“Pagheremo le bollette a rate, come la Le-
ga”. Intanto è stato inviato in Procura un e-
sposto a carico di ignoti che denuncia il fur-
to di energia. Ieri, a corollario della vicenda,
Repubblica faceva giustamente notare che a
nemmeno un chilometro di distanza dal pa-
lazzo di via Santa Croce in Gerusalemme
teatro del furto, c'è lo stabile occupato da
CasaPound dove ugualmente le bollette
non si pagano. Eppure, come si sa, tutto con-
tinua a funzionare nonostante un pignora-
mento del tribunale: dopo 15 anni di occu-
pazione, lo sgombero è una prospettiva re-
motissima. Il palazzo non è compreso
nell’elenco dei 20 immobili che la prefet-
tura vuole liberare urgentemente. Che vo-
lete, ognuno ha le sue priorità.
MA LA CIRCOSTANZA che più dà da pensare
non è nemmeno questa. Facendo zapping
tra i talk show, si capisce che il gesto di mon-
signor Krajweski ha fatto arrabbiare molti
insospettabili. Perché questa gente che oc-
cupa a sbafo è uno schiaffo a tutti gli onesti
che tirano cinghia e pagano le tasse, facendo
sacrifici enormi. Ora, è evidente che non si
dovrebbero violare le leggi e dunque non si
dovrebbero occupare le case. Però ascol-
tando le testimonianze di molti inquilini si
scoprono storie di disperazione e, nella
maggior parte dei casi, storie di cittadini che
hanno fatto, avendone diritto, richiesta di
un alloggio popolare da dieci o anche quin-
dici anni e che si sentono profondamente
umiliati da quanto la necessità li spinge a
fare. Ogni caso fa storia sé e noi non siamo
qui a difendere persone che non conoscia-
mo (ma allora, se permettete, nemmeno a
ingiuriarle perché sono povere: la povertà
non è una colpa). Colpisce, e non poco, l’ac-
canimento e il livore con cui la vicenda del
palazzo romano è stata commentata, anche
da opinionisti soi disant di sinistra. Nessu-
no, o quasi, che abbia puntato il dito contro
l’emergenza abitativa che affligge la capi-
tale. È davvero sensato che ci si occupi di
case popolari solo quando una famiglia rom
viene minacciata (intendiamoci: episodio
vergognoso, indegno e penalmente rilevan-
te) a Casal Bruciato? Possibile che la sof-
ferenza sociale venga non solo ignorata ma
addirittura vilipesa? Possibile che nel mi-
rino di critiche tanto spietate finiscano i po-
veracci e non gli evasori o i grandi impren-
ditori e manager italiani che preferiscono
pagare le tasse in Svizzera? E sì, certo che la
Costituzione garantisce la proprietà priva-
ta. Ma impone anche alla Repubblica “di ri-
muovere gli ostacoli che, limitando di fatto
la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, im-
pediscono il pieno sviluppo della persona e
l'effettiva partecipazione di tutti i lavora-
tori all'organizzazione politica, economica
e sociale del Paese”. Ci sarebbero altri ar-
ticoli da citare (il 47, per esempio), ma basti
questo ai dispensatori di disprezzo: verreb-
be da augurar loro di trovarsi un giorno sen-
za sicurezze e prospettive. E senza casa.
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14 » ECONOMIA | IL FATTO QUOTIDIANO | Mercoledì 15 Maggio 2019

L’ALLARME DI CANTONE NORME PERICOLOSE. Il presidente ne la norma sui commissari straordinari che tutto negli enti locali.

“Lo Sblocca-cantieri
q dell’Anac Raffaele Cantone lancia l’al-
larme sul decreto sblocca cantieri e punta il
dito sui tanti aspetti problematici e in par-
rischia di favorire ticolare sulla misura sui subappalti per i ri-
schi di infiltrazione mafiose e per la qualità
infiltrazioni mafiose” delle opere. “Più che al far bene si pensa al
‘fare comunque’”, afferma. “In questo prov-
vedimento, sulle grandi opere c'è poco, tran-
è molto pericolosa” per le deroghe concesse
ai commissari stessi. Il numero uno dell’Anac
annuncia poi uno studio sul provvedimento.
La normativa è finito anche nel mirino del-
la Corte dei Conti: troppe deroghe, troppe
continue modifiche, troppi cambiamenti
in corso d’opera, un ginepraio che lascia
spesso “sgomenti” gli operatori, soprat-
Tra le cause del blocco degli investimenti, la
Corte dei Conti elenca anche l’assenza di
“ordinarietà”, di regole semplici e stabili nel
tempo, comprensibili e applicabili da tutti.
Per il presidente dei magistrati contabili,
Angelo Buscema “sono più le deroghe che le
regole, ma le deroghe quando diventano
prevalenti non aiutano nessuno”.

SICUREZZA?
L’ultima di Autostrade: LIGURIA

Frode sull’Iva,

riciclare vecchie barriere

» DANIELE MARTINI blitz della GdF
dal senatore FI

N
on si possono spac-
ciare per efficienti, Biasotti & C.
omologate e a prova

di incidente le vec-
chie e logore barriere di ce-
mento ai bordi delle auto-
strade solo perché nel frat-
tempo sono state sottoposte a
un semplice rattoppo con la
sostituzione dei tiranti di an-
coraggio all’asfalto. Con un
parere dettagliato espresso
nell'adunanza dell'11 aprile
2019 il Consiglio superiore
dei lavori pubblici oppone un
no secco al tentativo di Auto-
strade per l'Italia del gruppo
Benetton di riciclare le bar-
riere di cemento del tipo New
Jerseyinstallate, in alcuni ca-
si, una quarantina di anni fa
su molti tratti della rete au-
tostradale e messe sotto os-
servazione speciale dopo il
disastro del viadotto Acqua-
longa: un bus precipitato nel-
la scarpata il 28 luglio 2013
dopo aver urtato contro le
barriere che non avevano re-
sistito al colpo, 40 morti.
SUL TRATTO di autostrada tra
Napoli e Canosa dove avven-
ne la sciagura, le barriere New
Jersey sono state di recente
messe sotto sequestro su 12
viadotti per ordine della ma-
gistratura che nel frattempo
aveva condannato per la tra-
gedia del bus alcuni dirigenti
del tronco autostradale. No-
nostante ciò, la società del
gruppo Benetton tira dritto
ritenendo che si possa fare a
meno di sostituire le vecchie
barriere piazzate sui 3 mila
chilometri della sua rete. Bar-
riere che dopo un'esposizio-
ne di decenni alla pioggia, alla
neve e alla corrosione del sale
GENOVA
Stoppata la furbata di conservare Jersey desueti pure sul tratto della sciagura 2013
Il Viadotto Acqualonga Nel 2013 un bus precipitò dalla scarpata sfondando le protezioni: 40 morti Ansa
Niente certificazione
I risultati delle prove
fatte dal Gruppo non
bastano al Consiglio
dei lavori pubblici
sparso d'inverno contro il
ghiaccio, risultano ormai ro-
vinate da tutti i punti di vista
e non solo nella parte fonda-
mentale dell'ancoraggio, ma
anche del calcestruzzo che si
sfalda fino ai manicotti di
giunzione. Le barriere costi-
tuiscono un sistema di sicu-
I lavori del nuovo ponte Scatta l’interdittiva antimafia. Già 92 imprese controllate
rezza composto da più ele-
menti e quel sistema dopo
tanto tempo non appare più
idoneo allo scopo.
AUTOSTRADE per l'Italia ha
però unilateralmente deciso
che fosse sufficiente un inter-
vento concentrato solo sul si-
stema di ancoraggio. Nel fitto
carteggio intrattenuto con le
autorità statali competenti
riportato nel parere del Con-
siglio superiore dei lavori
pubblici, si viene a sapere che
dopo il disastro di Acqualon-
ga, la società dei Benetton ha
provveduto a sua totale di-
screzione al “rinnovo dei di-
spositivi di ritenuta” su tutta
la rete autostradale sosti-
tuendo i precedenti ancorag-
gi di tipo Liebig con barre fi-
lettate inghisate. Nel loro pa-
rere i 14 tecnici del Consiglio
dei lavori pubblici precisano
però che in tale autonoma de-
cisione di Autostrade “non si
rinvengono le motivazioni
che avrebbero indotto il Con-
cessionario ad attuare la so-
stituzione se si eccettua una
generica finalità di migliora-
mento di durabilità e manu-
tenibilità”. Ma soprattutto
“non si rileva la valutazione di
soluzioni alternative, incluso
il rinnovo dei dispositivi di ri-
tenuta”, cioè la sostituzione
completa delle barriere.
A LUGLIO di un anno fa, il Con-
siglio dei lavori pubblici ave-
va già avvertito che non “era
sufficientemente documen-
tata la sostanziale equivalen-
za di prestazioni tra il dispo-
sitivo modificato” con le bar-
re filettate rispetto a quello
precedente. Autostrade per
l'Italia aveva ritenuto di su-
perare la pesante obiezione
effettuando questo inverno
una serie di crash test i cui ri-
sultati sono stati inviati alle
autorità competenti. La so-
cietà dei Benetton riteneva
che a quel punto il rattoppo
effettuato potesse consentire
l'omologazione e la certifica-
zione ex post delle vecchie
barriere. Il Consiglio dei la-
vori pubblici ha detto di no:
“Non sussistono i presuppo-
sti e i contenuti tipici delle
procedure di qualificazio-
ne... non è possibile estendere
una certificazione CE a un si-
stema esistente, già installato
e non qualificato, anche se
sottoposto a modifiche atte a
renderlo del tutto simile al
campione oggetto di qualifi-
cazione”.
Sulla faccenda ora dovrà e-
sprimersi anche l'Agenzia
per la sicurezza delle ferro-
vie, delle strade e autostrade
(Ansfisa) diretta da Alfredo
Mortellaro.
U
na frode sull’Iva
per 9 milioni. È l’i-
potesi dei pm di
Genova e della Finanza che
ieri hanno perquisito le so-
cietà del gruppo Biasotti
(tra i più grandi
d’Italia nella
vendita
delle au-
to) e altre
12 impre-
se. Il grup-
po Biasotti fa
capo a Sandro
Biasotti (non indagato), se-
natore di Forza Italia, in
passato governatore della
Liguria. Ma cosa contesta il
pm ai due indagati (uno,
Antonio Barba, è cognato
di Biasotti nonché presi-
dente e ad del gruppo) per
dichiarazione fraudolen-
ta? In quattro anni sarebbe
stata evasa l’Iva su 200 au-
to. Il meccanismo, secondo
l’accusa, era questo: la Bia-
sotti avrebbe ceduto le au-
to a società che presenta-
vano lettere di intenti in cui
si dichiarava che i mezzi e-
rano destinati all’esporta-
zione. Quindi l’acquirente
non pagava l’Iva. Ma le au-
to sarebbero rimaste in Ita-
lia per essere vendute a un
prezzo ridotto del 20%. Se-
condo il pm Francesco Pin-
to i concessionari che ac-
quistavano dal gruppo Bia-
sotti potrebbero essere te-
ste di legno. Immediata la
replica di Biasotti: “Io non
ho mai parlato di giustizia a
orologeria e non lo faccio
oggi. Ma mi pare un abba-
glio in buona fede. Non ho
più ruoli operativi nel
gruppo, ma da anni faccia-
mo controlli sulle ditte che
acquistavano le auto per e-

Morandi, fermata società vicina ai clan sportarle. Aggiungo che

» FERRUCCIO SANSA
Genova
L’ammini-
stratrice è
L a prima pietra e la prima inter-
dittiva antimafia. I lavori per il
nuovo ponte Moranti proseguono
parente del a fatica, ma ecco che arriva il primo
pluripregiu- allarme. La Dia (Direzione inve-
dicato stigativa antimafia) ha notificato
Varlese, la prima interdittiva emessa dal
prefetto. Destinataria un’impresa
legato napoletana, la Tecnodem. Non u-
ai Misso- na delle principali ditte impegna-
Mazzarella- te, ma comunque è un segnale,
Sarno, già perché, secondo la Dia, la società
appartenente sarebbe “ritenuta permeabile ed
alla ‘Nuova esposta al pericolo di infiltrazione
Famiglia’, della criminalità mafiosa”.
La Tecnodem, ricorda la Dia,
i cui boss di “si occupa di demolizione indu-
riferimento striale di materiale ferroso”. Che
erano cosa ha fatto scattare l’intedittiva
Zaza e (che, ricordiamo, non è una con-
Mazzarella danna penale)? Amministratrice
e socio unico della Tecnodem è
DIREZIONE Consiglia Maragliano, priva di ti-
INVESTIGATIVA toli o esperienze professionali di
ANTIMAFIA settore”. La donna, precisa la Dia,
“è consuocera del pluripregiudi-
cato Ferdinando Varlese”. Prose-
guono gli investigatori: “Tra le
condanne riportate dal Varlese, e-
merge la sentenza emessa dalla
Corte d’Appello di Napoli nel 1986
per associazione a delinquere.
Tra i coimputati vi erano soggetti
affiliati al clan Misso-Mazzarel-
la-Sarno, già appartenente all’or-
ganizzazione camorristica deno-
minata “Nuova Famiglia”, i cui
boss di riferimento erano Michele
Zaza e Ciro Mazzarella”.
FINO A OGGI GLI INVESTIGATORI
hanno eseguito controlli su 92 so-
cietà e 4.062 persone fisiche impe-
gnate nella ricostruzione del pon-
te. Da subito infatti c’era stato chi -
compresa l’Anac - aveva segnalato
il rischio di infiltrazioni mafiose:
centinaia di milioni piovono in Li-
guria e devono essere spesi velo-
cemente. Senza contare che le pro-
cedure di assegnazione sono state
‘snellite’. Un varco attraverso il
quale molti temevano l’infiltrazio-
ne delle mafie che in Liguria sono
già molto forti: ‘ndrangheta, mafia
non conoscevamo nessuna
delle persone citate”. Bia-
sotti assicura: “Una truffa
siciliana e camorra. Eppure di mafia si del genere nelle nostre ta-
Da qui l’allarme per parla ancora poco. E sche non porterebbe un
l’interdittiva di ieri molti, anche tra i poli- euro, anzi, ce ne farebbe
che pure riguarda un
subappalto di 100 mila
euro.
tici, negano le infiltra-
zioni. Tra le poche voci
impegnate (non senza
perdere. Sarebbe folle eva-
dere 9 milioni per un grup-
po che in quattro anni fat-
Ma il clan Zaza non rischi) contro le mafie tura 900 milioni e vende
è certo una presenza c’è Christian Abbon- 20mila auto con decine di
di secondo piano nel danza: “Chi oggi si dice migliaia di clienti. Anche
panorama camorri- stupito può essere solo tanti politici vengono da
stico. La presenza in Sotto i piloni un inetto o uno dei noi, dal centrodestra al
Liguria di figure a esso La Dia al Morandi troppi negazionisti”, centrosinistra”.
vicine è già stata se- attacca il presidente F.SA.
gnalata più volte in documenti e in- della Casa della Legalità, “Quando
formative degli investigatori. So- abbiamo lanciato un allarme, già
prattutto al confine con la Francia: nei giorni successivi al disastro
in particolare alcuni membri della Morandi, ci hanno preso per i soliti
famiglia Tagliamento tra cui “un ‘rompiscatole’; così come quando
pluripregiudicato che, nelle diver- lo abbiamo rinnovato viste alcune
se inchieste giudiziarie in cui è sta- delle imprese incaricate. Nei can-
to coinvolto, viene indicato come tieri s’erano già evidenziate infil-
una delle figure apicali della ca- trazioni dalla criminalità organiz-
morra nel Ponente. Negli anni 80 e zata. In Liguria funziona così. An-
90 veniva accostato al più noto cri- che ora che nel Ponente, come a
minale Michele Zaza. Nonostante Ventimiglia e Sanremo, si vota, ma
le sue origini”napoletane “ha sem- quasi nessuno parla di mafia. E an-
pre stretto legami con la malavita che tanti elettori voltano la testa
calabrese tra Riviera dei Fiori e Co- dall’altra parte”.
sta Azzurra”. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Trova questo quotidiano e tutti gli altri molto prima,ed in più riviste,libri,fumetti, audiolibri,e tanto altro,tutto gratis,su:https://marapcana.icu

MORTO A 94 ANNI Addio al più fedele servitore dell’Avvocato, che gli affidò le sorti di Fiat. Per anni
ha gestito le finanze del Lingotto e della dinastia torinese. E salvato il gruppo portando Marchionne
A
» ETTORE BOFFANO
veva gli occhi chiari, con un’im-
pronta metallica, quasi d’a c-
ciaio. “Freddi, come quelli di un
cane husky” scrissero una volta
di lui. Per coincidenza, l’animale
preferito da Gianni Agnelli e da
sua moglie Marella. E dell’Avvo-
cato, Gianluigi Gabetti era stato
forse il più fedele servitore; stra-
tega e regista dei salvataggi della
dinastia e dell’azienda nei mo-
menti più difficili delle crisi e
delle tragedie familiari: sino a
meritarsi l’appellativo di “Ri-
chelieu”.
SE N'È ANDATO ieri a Milano,
all’età di 94 anni (era nato a To-
rino il 29 agosto 1924), a quasi un
anno dalla scomparsa di Sergio
Marchionne: l’ultimo suo capo-
lavoro quando, da Ginevra, lo a-
veva chiamato a guidare una Fiat
disperata, con il futuro in mano
alle banche e un “diritto di ven-
dita”a favore di General Motors.
Come finì è noto: il manteni-
mento della proprietà, l’acqui-
sto della Chrysler e l’esodo verso
gli Usa col nome di Fca. Un per-
corso che aveva poi visto la lenta
uscita di scena di Gabetti: ma la
nuova multinazionale di Mar-
chionne era diventata possibi-
le solo grazie alle mosse del
finanziere, affiancato da
Franzo Grande Stevens,
“l'avvocato dell’Avvocato”
che inventava i
m a rc h i n g eg n i
societari per le
sue intuizioni.
Erano i due
“Lord Pro-
tettori” che
l’A v v oc a-
to, malato,
aveva scel-
to come ga-
ranti della conti-
nuità oltre la sua
stessa esistenza,
affidandogli ca-
riche persino nei
trust riservati
del Liechten-
stein creati per
una successione di-
versa da quella previ-
sta dal Codice civile.
Piemontese, di una
famiglia originaria di
Murazzano nelle Lan-
ghe, figlio di un prefetto
di Sassari, fratello
dell’architetto neoliber-
ty Roberto, il Richelieu
della Fiat aveva comin-
ciato nella sede torinese
della Banca Commerciale
salendo sino alla carica di
vice direttore, scelto da
Raffaele Mattioli. Giovanis-
simo era stato partigiano
nelle “sue” Langhe e rac-
contava quei giorni con i-
I nei di una lunga carriera
La mossa che riportò l’azienda
alla famiglia gli valse un processo
per falso in bilancio. Poi la querelle
con Margherita per l’eredità
Trova questo quotidiano e tutti gli altri molto prima,ed in più riviste,libri,fumetti, audiolibri,e tanto altro,tutto gratis,su:https://marapcana.icu
Gabetti, il “Richelieu”
custode dei segreti
della real casa Agnelli
ronia: “Ho rischiato la pelle so-
prattutto in una bettola. A uno di
noi partì un colpo che fece volare
le posate. Mi salvai e lui fu pu-
nito”. Laureato in Legge, posse-
deva una cultura cosmopolita e
si definiva rappresentante di un
“capitalismo umanista”.
Doti che dovettero affasci-
nare l’industriale-intellettua-
le Adriano Olivetti che lo
strappò a Matteoli e lo mandò
a rappresentare l’Olivetti a
New York, dove conobbe la
moglie, Bettina Sichel. Sino a
un giorno del 1971, quando
l’Avvocato lo pregò di accom-
pagnarlo al Moma, chieden-
dogli di decidere in 24 ore se
diventare amministratore
dell’Ifi: nell’ottobre di
quell’anno, arrivò nella sede
torinese di corso Matteotti, la
casa di “Vestivamo alla mari-
nara”.
Gabetti governava le finanze
dell’impero, mentre il “mastino”
Cesare Romiti teneva in pugno
la fabbrica negli anni del terro-
rismo rosso. Sarà Gabetti a con-
cludere nel 1976 l’accordo con la
Libia di Gheddafi per l’ingresso
nel capitale da 515 milioni di dol-
lari. Dieci anni dopo, i libici u-
sciranno, incassando un miliar-
do e liberando la Fiat da un al-
leato inviso a Washington. Nel
1990, Gabetti lascia l’Italia e si di-
| IL FATTO QUOTIDIANO | Mercoledì 15 Maggio 2019 |
ALL’INTERNO Rc Auto, compagnie al risparmio • Eni, indagini fuori dall’assemblea
Unicredit pensa a Commerz (col niet di Berlino) • L’Italia e la sicurezza energetica
Partigiano vide tra New York e Ginevra, se-
Gianluigi guendo gli investimenti interna-
Gabetti zionali del Gruppo. Poco dopo,
nacque a Tori- per limiti di età, si dimetterà e si
no il 29 agosto ritirerà, continuando però a in-
1924. Fu parti- contrare i grandi conosciuti co-
giano nelle me “ambasciatore” di Casa A-
Langhe. gnelli (David Rockefeller, He-
A fianco, nry Kissinger) e coltivando la
Agnelli LaPresse passione per l’arte e la musica.
Ma tutto, con la crisi dell’azien-
da, stava precipitando: il 13 di-
cembre 1997 muore Giovannino
Agnelli, figlio di Umberto, erede
designato dall’Avvocato. Il 25
Sentimmo gennaio 2003 se ne va Gianni A-
un gnelli, seguito il 27 maggio 2004
elicottero dal fratello Umberto.
che portava
via Morchio IL SABATO prima dei funerali, a
dopo che una breve colazione al ristorante
“Il Cambio”, Gabetti si incontra
l’avevo con Grande Stevens e con il nuo-
avvertito. vo capo della famiglia, il giova-
E diventò nissimo John Elkann. Li avverte
ufficiale che Giuseppe Morchio, l’ad,
Marchionne pretende la nomina a presidente
e il giorno dopo, nella riunione al
Lingotto, convince tutti a dire
no: “Sentimmo un elicottero che
portava via Morchio dopo che
l’avevo avvertito. E diventò uf-
ficiale Marchionne”. Le scelte
successive della Fiat e degli ere-
di dell’Avvocato avrebbero pro-
vocato a lui e a Grande Stevens le
due esperienze più imbarazzan-
ti nella loro carriera di “civil ser-
vant”. L’equity swap, la mossa
che riportò l’azienda nelle mani
degli Agnelli, costò loro un pro-
cesso penale per “false comuni-
cazioni alla borsa”. L’eredità
dell’Avvocato divenne invece u-
na querelle mediatico-giudizia-
ria con la figlia Margherita che li
citerà a giudizio, assieme alla
madre Marella. Un contrasto
durissimo, simboleggiato da una
frase mai confermata: “Marghe-
rita, lei non è degna della memo-
ria di suo padre”. L’istanza della
figlia di Gianni Agnelli, però, fu
poi respinta, mentre nel 2013 la
Cassazione dichiarò la prescri-
zione del reato legato all’equity
swap, dopo un’assoluzione e una
successiva condanna. Gabetti e
Grande Stevens rivendicarono
sempre la fedeltà al mandato a-
vuto dall’Avvocato: quasi come
quella di due ufficiali del Savoia
Cavalleria. Negli ultimi anni, do-
po la scomparsa della moglie, vi-
veva a Torino: poche cerimonie
ufficiali, le cene da due antiche
amiche, Romilda Bollati di Saint
Pierre e Gianna Recchi, incontri
a Dogliani con Carlo De Bene-
detti. Concedendo rare intervi-
ste e non rivelando mai nulla
sull’uomo, la famiglia e l’azienda
che aveva servito per quasi 50
anni. Segreti che si sono spenti
assieme ai suoi occhi chiari e
d’acciaio.
» 15
CAPITANI
DI SVENTURA
La sharing
economy
era una bolla
» STEFANO FELTRI
A VOLTE i mercati
q finanziari sono
irrazionali, a volte
dimostrano buon senso: il
debutto di Uber a Wall
Street, venerdì scorso, è stato
pessimo. Il valore delle azioni
è salito fino a 45 dollari, poi
ha iniziato a scendere fino a
36, l’azienda ha dovuto
scrivere ai dipendenti per
spiegare che anche Amazon
e Facebook avevano faticato
all’arrivo in Borsa. Gli
investitori non hanno capito
il potenziale della app che
permette di avere passaggi in
auto a prezzi competitivi
(non in Italia)? Forse lo
hanno capito fin troppo bene:
la continua espansione in
nuovi mercati, nuovi servizi e
di fatturato (11,3 miliardi)
non basta a generare utili.
Nell’anno fiscale che si è
chiuso a marzo prima della
quotazione, Uber ha perso
3,7 miliardi di dollari.
Nessuna start up aveva mai
registrato un rosso così
pesante prima di andare in
Borsa, ricorda il Wall Street
Journal. Difficile che gli
investitori, che pure hanno
comprato titoli Uber per 8
miliardi di dollari, rivedano a
breve il proprio scetticismo.
Lyft, la app concorrente di
Uber, si è quotata il 29 marzo:
ha raggiunto un picco a 88
dollari per azione, ma dopo
meno di due mesi il titolo è
scambiato intorno ai 50
dollari. C’è un confine sottile
tra una start up e un’impresa
che ha fallito. Quel confine lo
stabilisce la pazienza degli
investitori. Più il pioniere
tecnologico è carismatico,
vedi Elon Musk con la sua
Tesla, più gli investitori
saranno disposti a
concedergli tempo per
trasformare una intuizione
geniale ma in perdita in una
fonte di guadagni. Nel caso di
Uber il fondatore, Travis
Kalanick, è stato allontanato
da due anni per il suo stile di
gestione aggressivo e le
accuse di molestie. In
assenza del leader
carismatico, ora gli
investitori guardano solo ai
profitti. Che non ci sono.
Quella che con una geniale
idea di marketing è stata
fatta passare per sharing
economy, economia della
condivisione (dei servizi, non
della ricchezza da essi
generata) si sta rivelando
una bolla. Che, come tutte le
bolle, lascerà morti e feriti ma
anche tecnologie e idee su
cui altri potranno costruire
nuovi business più
sostenibili.
16 » Il Fatto Economico | IL FATTO QUOTIDIANO | Mercoledì 15 Maggio 2019

PARADOSSI L’Ania firma con Cna e Confartigianato un’intesa che farà diventare gli autoriparatori “dipendenti”

L
delle assicurazioni per tagliare costi (e qualità). L’Antitrust nel 2013 definì “anticoncorrenziale” un accordo simile

» MARCO PALOMBI

a Rc auto, come si sa, è un ob-

bligo di legge e, in Italia, pure
croce dell’automobilista e de-
lizia delle compagnie assicu-
ratrici: il primo ha costi me-
diamente alti, le seconde alti
hanno invece i profitti. Per ca-
pirci, nel periodo che va dal
2012 al 2017, a fronte di premi
raccolti per circa 90 miliardi,
gli utili sono stati circa 9 mi-
liardi (dati Ivass), un’enormi-
tà se si pensa che nel mondo
l’assicurazione obbligatoria è
in genere in pareggio o ha red-
ditività molto bassa e funge,
più che altro, come fonte di li-
quidità da usare per rischi più
redditizi: non un dato sor-
Cos’è prendente, però, se si consi-
LA POLIZZA dera che le sole cinque com-
RCA pagnie maggiori (Unipol, Ge-
(acronimo di nerali, Allianz, etc.) si divido-
responsabilità no oltre il 70% del mercato i-
civile auto) taliano; in Francia per arriva-
è il contratto re alla stessa quota ne servono
assicurativo una ventina.
stipulato E dunque? Chiederà il let-
con la tore. Qual è il punto? Il punto
compagnia di è che, nonostante gli ottimi ri-
assicurazione sultati economici (e altri ne

Rc auto Le compagnie provano

che copre vedremo in seguito), le com-
i danni pagnie stanno tentando di ab-
involontari bassare ancora i costi di quel
causati agli che pagano ai danneggiati.
altri quando Per riuscirci, come altre volte

(ancora) a risparmiare sui danni

si usa l'auto. in passato, stanno puntando
Le polizze sull’anello più debole della
auto coprono catena: chi ripara i veicoli,
danni fino carrozzieri e meccanici. A
a un questo fine domani al Cnel
massimale formalizzeranno un accordo
prestabilito con Cna, Confartigianato e al-
e hanno tre che punta a realizzare, e-
tariffe xtra legem, una sorta di con-
diverse venzionamento di massa de-
a seconda gli autoriparatori: la cosa cu-
delle varie riosa è che viene di fatto ri-
compagnie proposto un modello di ge-
assicurative stione dei “sinistri” che fu di-
e servizi sdettato dalle associazioni
offerti. nel 2003 dopo che l’Antitrust
L'assicurazio- aveva aperto un’indagine per
ne auto è “intesa anticoncorrenziale”.
obbligatoria
I FATTI. La legge sulla concor-
renza approvata nel 2017 sta-
biliva che si dovessero redige-
re delle “linee guida per la ri-
parazione a regola d’arte”del-
le auto: una sorta di prontua-
rio che – definendo regole,
procedure e costi certi (ad e-
sempio quali pezzi di ricam-
bio per essere “a regola d’ar-
te”?) – aiutasse l’assicurato a
capire cosa succedeva alla sua
auto e di cosa avesse diritto ri-
spetto all’assicurazione. Ora
l’Ania, la Confindustria delle
assicurazioni, insieme a Con-
fartigianato, Cna e altre asso-
ciazioni – disertato il tavolo al
ministero dello Sviluppo eco-
nomico – si mettono d’accor-
do tra loro per produrre le “li-
nee guida”: il documento letto
dal Fatto Quotidiano, però,
non fissa affatto alcuna “linea
guida”, e anzi rinvia tutto a un
oscuro futuro di successive
“sessioni tecniche”, ma con-
tiene un’assai interessante se-
conda parte “facoltativa”, che
è l’oggetto di questo articolo.
L’accordo funziona così: se
il carrozziere accetta di rice-
vere dalla compagnia quanto
offre quest’ultima (“concorda
il danno”), viene pagato diret-
tamente e senza che l’assicu-
razione provi a resistere con-
testando l’importo del risarci-
mento. Chi accetta – ma solo
previa iscrizione a Cna, Con-
fartigianato eccetera – sarà i-
scritto in una lista di “carroz-
zieri buoni” sp o ns o r iz z at a
dalle compagnie anche attra-
verso una app a venire: i repro-
bi, invece, verranno calda-
mente sconsigliati al danneg-
giato. In pratica le assicura-
zioni rinunciano a esercitare
eventuali clausole vessatorie,
peraltro illegali, in cambio di
un’influenza decisiva su costo
e tipologia della riparazione:
Interessi in sostanza si mira, come in
La presidente passato, a “convenzionare” i
di Ania, carrozzieri trasformandoli in
l’Associazio- “di p en d en t i” delle compa-
ne nazionale gnie. L’obiettivo è uno solo,
imprese assi- cioè ridurre il costo dei risar-
curatrici Ansa cimenti che, peraltro, già cala
SISTEMA CHIUSO
Potrà aderire solo chi si
iscrive alle associazioni,
che poi gestiranno insieme
alle imprese la piattaforma
per le liquidazioni...
da solo: il “costo medio dei si-
nistriӏ sceso di quasi il 6% dal
2012 al 2017; quello totale da
oltre 14 miliardi di euro a circa
10. Parola di Ania. Anche il
contenzioso (che costa parec-
chio) è calato moltissimo: in
un decennio le cause sulla Rc
auto sono passate da 350 mila
a 145 mila. L’incidenza dei si-
nistri ogni cento polizze è or-
mai in media europea: 6,16%
nel 2017, sopra al 10% qualche
anno fa. Solo i costi per i clienti
rimangono fuori scala: nel
2016 – dice l’Ivass, che vigila
sul settore – si trattava di 100
euro l’anno in più rispetto alla
media Ue (in discesa, va detto,
dai 185 euro del 2011).
Ma evidentemente ancora
non basta e così si ritorna ai
carrozzieri. La cosa può appa-
rire secondaria, ma non lo è:
sposta miliardi da alcune ta-
sche ad altre tasche. Detto vol-
garmente: tra due soluzioni
tecniche, il carrozziere “con-
venzionato” sceglierà quella
meno costosa per i suoi “datori
di lavoro”. Le “linee guida sul-
la riparazione a regola d’arte”,
ad esempio, avrebbero dovuto
fissare regole chiare sui pezzi
di ricambio: l’accordo Ania &
C. prevede, bontà loro, che sia-
no “a norma di legge”, ma i ri-
cambi possono essere molte
cose (originali, equivalenti, al-
ternativi, usati...) e, a parere
delle compagnie, devono es-
sere semplicemente quelli
che loro stesse vendono ai car-
rozzieri convenzionati ten-
tando di integrare l’intera fi-
liera del danno (e di certo non
sono quasi mai marchiati “ca-
sa madre”). È un futuro che in
realtà è già il presente: citere-
mo a titolo di esempio due
programmi di Unipol, la pri-
ma compagnia italiana per la
Rc auto, ovvero la convenzio-
ne con MyGlass e il cosiddetto
“Auto presto e bene”.
SE QUESTO ACCORDO ch e
prova a mettere in riga i car-
rozzieri conviene alle imprese
riunite in Ania, l’intesa che
viene presentata domani al C-
nel – che, sia detto en passant,
ha spaccato il mondo associa-
tivo e non piace ai ministeri
dello Sviluppo e del Lavoro –
ha i suoi lati positivi anche per
Confartigianato (che nacque
nell’area Dc), Cna (area Pci) e
soci: intanto per aderire biso-
gna iscriversi a una delle asso-
ciazioni firmatarie – e questo
genera soldi e, soprattutto, po-
tere contrattuale – e poi que-
sto nuovo sistema prevede pu-
re la creazione di un consorzio
tra i contraenti che gestisca il
nuovo sistema informatico “di
rendicontazione e liquidazio-
ne del danno” (se ingrana, un
discreto business). A questo va
aggiunto, solo per dare un’i-
dea della pervasività poten-
ziale dell’intesa che sarà pre-
sentata domani al Cnel, che la
stima del danno e del lavoro
necessario a ripararlo in Italia
si appoggia su due soli databa-
se: il primo dell’editore di
Quattroruote (Domus), a cui
collabora Cna, l’altro della Ba-
da srl dell’imprenditore Stefa-
no Silla, realizzato con Con-
fartigianato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Mercoledì 15 Maggio 2019 | IL FATTO QUOTIDIANO |
ECONOMIA
IN PILLOLE
Conad compra
Auchan: nasce
un gigante
da 17 miliardi
VIA LA BANDIERA
q francese dagli
ipermercati, ritorna quella
italiana: dopo 15 anni,
Auchan si ritira dal Paese
per lasciare quasi la totalità
dei suoi punti vendita (circa
1.600) a Conad,
che se ne
appropria
pagando la
maxi-cifra di
un miliardo
di euro. Un
prezzo non
indifferente, che
potrebbe però tradursi in
guadagni più che cospicui:
dopo l’operazione, il gruppo
avrà potere sul 19% del
mercato, con un fatturato
aggregato di 17 miliardi di
euro. Proprio per questo,
l’operazione dovrà passare
il vaglio dell’Antitrust. Per il
momento però i competitor
non sembrano essere
preoccupati, anzi: “È
positivo che a rilevare un
operatore estero sia un
gruppo italiano",
commenta il gruppo Coop.
“Oggi nasce una grande
impresa, che porterà valore
alle aziende e ai
consumatori italiani”,
festeggia l’a.d. di Conad
Francesco Pugliese.
Vodafone,
primo trimestre
in rosso. Taglia
i dividendi 2019
I PRIMI TRE MESI
q dell’anno non hanno
portato buone notizie in casa
Vodafone: i conti chiudono in
rosso e l’azienda decide di
tagliare i dividendi. Le
difficoltà si riflettono anche
in Borsa, dove il titolo ieri ha
chiuso in calo del 3,75% a
126,84. La società spiega i
risultati con la cessione di
Vodafone India, che avrebbe
notevolmente appesantito i
bilanci. Passando dal
generale al particolare, la
filiale italiana del gruppo
rispecchia questo trend
scoraggiante: Vodafone Italia
chiude l’anno fiscale con
ricavi pari a 4,979 miliardi di
euro, in calo del 5,9%
rispetto all’anno precedente.
Alla base di tutto ciò, spiega
la compagnia, ci sono "gli
effetti della
regolamentazione e della
pressione competitiva sul
segmento mobile,
parzialmente compensati
dalla crescita dei ricavi e
della base clienti di rete
fissa". La società Vodafone in
Italia punta molto sullo
sviluppo del 5G, sul
segmento business, dove
sono previsti investimenti
per 240 milioni. Il 5G per
diffondersi ha però bisogno
di strutture apposite, come le
torri Inwit: per realizzare il
progetto sarà quindi
fondamentale un accordo
con Tim.
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RIMOZIONI I vertici non parlano delle indagini per mazzette in Nigeria e Congo
e dei conflitti d’interessi di lady Descalzi. E la consigliera Litvack scompare dalla sala
Eni, all’assemblea dei soci
solo silenzi sulle inchieste
» GIANNI BARBACETTO
D
elle due signore
dell’Eni, l’una ha ce-
lebrato con tono otti-
mistico i successi
della compagnia e i
programmi futuri. Emma Marce-
gaglia, la presidente, ha espresso
“grande soddisfazione per i risul-
tati raggiunti nel 2018” e per il raf-
forzamento della “nostra posizio-
ne in Norvegia, Indonesia, Messi-
co e Medio Oriente”. E ha annun-
ciato un nuovo piano di acquisto
di azioni proprie (buyback) e due
possibili innovazioni al sistema di
governance: la scadenza differen-
ziata degli amministratori (stag-
gered board) e il sistema monisti-
co, nel quale l’organo di controllo
è un’articolazione del cda.
LA SECONDA delle signore dell’Eni
aleggiava invece nel salone
dell’Eur dove si è svolta l’assem-
blea 2019 degli azionisti, ma il suo
nome è stato accennato soltanto da
un azionista di Re:common (l’as-
sociazione che da anni fa inchieste
contro la corruzione) che nelle sue
domande ha detto l’indicibile. Ma-
rie Magdalena Ingoba, moglie
de ll ’amministratore delegato
Claudio Descalzi, secondo i docu-
menti provenienti dal Lussembur-
go è la proprietaria di una società
(Petro Services Congo) che ha for-
nito servizi a Eni per 104 milioni di
dollari. Se n’è liberata nell’aprile
2014, sei giorni prima che suo ma-
rito, già capo del settore Esplora-
zione di Eni, diventasse ammini-
stratore delegato. Dunque la com-
pagnia petrolifera di cui Descalzi è
ai vertici ha affidato lavori per mi-
Il caso Reuters svela il mandato a Lazard e JP Morgan per una fusione con l’istituto tedesco in crisi
Unicredit pensa a Commerz, ma Berlino non vuole
» CARLO DI FOGGIA
I
dubbi degli osservatori finan-
ziari sulle mosse dell’ad di Uni-
credit, Jean Pierre Mustier
hanno ieri avuto una risposta con-
creta. La Reutersha rivelato che U-
nicredit ha ingaggiato Lazard e il
suo banchiere Joerg Asmussen (ex
vicemistro delle Finanze tedesco)
e Jp Morgan per una potenziale of-
ferta d’acquisto per Commer-
zbank. Solo in serata l’istituto ita-
liano ha precisato che “non è stato
firmato alcun mandato relativo a
possibili operazioni di mercato og-
getto di indiscrezioni ”. La banca fa
sapere che cambi di strategia non
arriveranno prima del piano indu-
striale che sarà presentato a dicem-
bre. La notizia ha però affossato il
titolo di Unicredit, che in Borsa è
arrivato a perdere il 2,5%, per poi
chiudere a -1,69% mentre ha fatto
schizzare quello della banca tede-
sca (+5%), che ha appena visto sal-
tare le nozze con Deutsche Bank.
AL DI LÀ della smentita, gli advisor
sono stati effettivamente sondati
dai vertici di Unicredit, da tempo
interessati a espandere le attività
in Germania, con un tentato ap-
proccio avvenuto già nel 2017, fer-
Imbarazzati La presidente Emma Marcegaglia e l’ad Claudio Descalzi Ansa
lioni di dollari a una società della
moglie di Descalzi. A questo con-
flitto d’interessi, che farebbe tre-
mare i vertici di qualunque azien-
da e impegnerebbe le migliori e-
nergie della libera stampa, si ag-
giungono due procedimenti penali
contro Eni e i suoi vertici promossi
dalla magistratura italiana, per
corruzione internazionale in Ni-
geria e in Congo. Una terza inchie-
sta della Procura di Milano ipotiz-
za un “complotto” per “intralciare
lo svolgimento dei processi in cor-
so a Milano contro Eni e i suoi di-
Desaparecidos
Nessuno sa che incarico
hanno avuto i manager
del gruppo indagati
nei procedimenti milanesi
mato da Berlino e dalla pesante ri-
strutturazione del gruppo italiano,
che in Germania è presente da anni
con la controllata Hbv. Dopo aver
detto solo pochi giorni fa di con-
siderare “molto difficili” le fusioni
transfrontaliere, si scopre così che
Mustier ha provato a dare concre-
tezza alle sue strategie. La velocità
con cui la notizia è trapelata sem-
bra suggerire che la fuga di notizie
sia partita da Berlino. Un segnale
della contrarietà del governo tede-
sco all’operazione, su cui i rumors
erano già circolati un mese fa.
Tutte le mosse del banchiere ex
Société Général, arrivato a giugno
2016, si spiegano solo col tentativo
di puntare ad acquisizioni o fusioni
sul mercato estero. Finora ha ba-
dato a pulire la banca dalla zavorra
delle sofferenze, costata una per-
dita monstre nel 2016 con una ri-
capitalizzazione da 13 miliardi che
ha schiantato i vecchi soci storici
italiani. Per coprire una perdita in
realtà di quasi 20 miliardi, creata
dalle pesanti rettifiche sui crediti
deteriorati, Mustier ha ceduto i
gioielli di casa: la polacca Pekao, il
gestore del risparmio Pioneer e il
30% della banca online Fineco. Nei
giorni scorsi con un’operazione
lampo ha ceduto un altro 17% di Fi-
rigenti” e “per screditare i consi-
glieri indipendenti di Eni spa, Lui-
gi Zingales e Karina Litvack”. Lit-
vack, la terza signora di questa
giornata, che siede in cda in rap-
presentanza di fondi internazio-
nali, scompare misteriosamente
dalla sala dopo un intervento di
Marcegaglia che la cita e smentisce
una sua testimonianza sotto giura-
mento al Tribunale di Milano.
Quanto all’inchiesta sul “complot-
to” – dice Marcegaglia – “Eni si è
dichiarata parte offesa”. Eppure a
capo del “complotto”c’è–secondo
la Procura milanese – un manager
Eni di primo piano, l’ex responsa-
bile degli affari legali Massimo
Mantovani.
Sono poi in corso due procedi-
menti promossi dal governo nige-
riano, che ha emesso un mandato
internazionale d’arresto per il di-
rigente Eni Roberto Casula, oltre
che per gli ex ministri del petrolio
neco (incasso 1 miliardo), la più
grande e profittevole fintech euro-
pea che in questi anni ha garantito
forti acquisti di bond della control-
lante e utili corposi. La mossa, ha
spiegato la banca, è parte di una
strategia che prevede anche un al-
leggerimento graduale dei titoli di
Stato italiani in portafoglio (il
gruppo ne ha per 54 miliardi di eu-
ro), portandoli a scadenza.
Il sospetto che la seconda banca
italiana, l’unica sistemica, si stia di-
simpegnando dal Paese per fon-
dersi con un gruppo estero è sem-
pre più concreto. Di fatto la “cura”
Mustier, che ha sempre detto di
voler puntare a una crescita orga-
Il Fatto Economico » 17
e della giustizia del Paese africano; I PROTAGONISTI
e ha chiesto a Eni e Shell, davanti
all’Alta corte di giustizia di Londra,
i danni per la corruzione che ritie-
ne di aver subìto a proposito del
campo petrolifero denominato O-
pl 245. Acquisito dalle due compa-
gnie nel 2011 con un versamento di
1,3 miliardi di dollari, che però non
sono andati al governo nigeriano MARIE
ma sono finiti a politici africani, INGOBA
mediatori italiani e internazionali, Moglie
con un “r it or no ” (nelle ipotesi di Descalzi:
d’accusa) a manager Eni. Ora il go- fino al 2014
verno della Nigeria chiede che il aveva società
giacimento gli sia pagato, ipotizza in affari
che il suo vero valore sia di 3,5 mi- con l’Eni
liardi di dollari e sonda la possibi-
lità di revocare la concessione.
NIENTE DI TUTTO ciò è filtrato
nell’assemblea Eni. Descalzi, nella
sua relazione, ha detto che in Me-
dio Oriente e nel Golfo la società ha
ottenuto dieci permessi di esplo-
razioni. Poi ha illustrato la svolta MASSIMO
verde della compagnia, con inve- MANTOVANI
stimenti di 80 milioni di euro per Il manager
trasformare il Centro Olio Val D’A- indagato per
gri, in Basilicata, in una specie di il presunto
Mulino Bianco dell’energia. Non “complotto”
ha detto nulla dei business di sua per fermare
moglie con Eni. Non ha detto dove le inchieste
sono finiti due degli indagati nelle
inchieste milanesi. Un portavoce
Eni fa sapere che Roberto Casula
“non ricopre incarichi operativi in
Eni spa e società operative affiliate
e si occupa di iniziative e attività di
innovazione”. E Mantovani “ha as-
sunto un incarico in una società di
Eni che opera a livello internazio-
nale in ambito Oil&Gas con base a
Londra e si occuperà di alcune i-
niziative legate alla transizione e-
nergetica”.
nica, si è ridotta a una pulizia di bi-
lancio e alla cessione degli asset
che finora hanno garantito margi-
ni positivi (il titolo ne ha risentito,
tornando verso i minimi storici,
-95% dai massimi del 2007), visto
che la banca retail fatica come tutti
i competitor del settore, che infatti
si sono gettati sul risparmio gesti-
to. Anche le attività in Germania
non vanno benissimo.
NEL SILENZIO del governo italiano
(e ieri pure della Consob), i dubbi
riguardano anche il bersaglio. È
vero che Unicredit si posizione-
Il banchiere rebbe in un mercato dove la rac-
d’affari colta non è appesantita da uno
L’ad di Uni- spread alle stelle - con l’ipotesi di
credit, Jean uno scorporo delle attività italiane
Pierre Mu- (considerate più rischiose) dal re-
stier, arrivato sto del business - ma Commerz è in
nel 2016 Ansa crisi da anni, con margini bassis-
simi e costi che superano l’80%. Al
suo interno, col 15%, ha peraltro lo
Stato tedesco. L’interesse per una
banca retail in cattive acque è com-
plicato poi dai dubbi sull’atteggia-
mento dei regolatori. È però in
quest’ottica che alla presidenza è
stato scelto Fabrizio Saccomanni,
ex ministro e direttore generale di
Bankitalia, da sempre legato al pre-
sidente della Bce Mario Draghi.
18 » Il Fatto Economico | IL FATTO QUOTIDIANO | Mercoledì 15 Maggio 2019

SCELTE Nei prossimi anni i consumi di combustibili fossili dovranno calare

drasticamente. Non ci servono altri gasdotti, ma una vera “rivoluzione verde”

G La sicurezza energetica
» GIULIANO GARAVINI appena annunciato un inve-
stimento di oltre 6 miliardi di
li americani starebbero ag- euro per produrre una “bat-
gredendo il Venezuela per teria europea” per auto elet-

di cui ha bisogno l’Italia

mettere le mani sul suo pe-
trolio. In Libia sarebbe la
stessa cosa, solo che questa
volta con Francia e Italia co-
me protagoniste. Dall'inizio
dell'800, quando i combusti-
bili di origine fossile, prima il
carbone e poi gli idrocarburi,
si sono affermati come le
principali fonti energetiche
(oggi carbone, petrolio e gas
coprono quasi l’80% del fab-
bisogno energetico globale),
la sicurezza energetica è sta-
ta spesso identificata con il
Biografia controllo diretto di queste ri-
GIULIANO sorse, oppure con la garanzia
GARAVINI di potersele procurare a
Classe 1976, prezzi moderati.
è uno storico,
esperto L'IMPERO britannico ha basa-
di politiche to il suo dominio sulla grande
energetiche. disponibilità di carbone per
Si è laureato alimentare l’industria e poi la
in Lettere flotta. Dopo la decisione di
nel 1998, Winston Churchill nel 1914 di
nel 2001 convertire il sistema di pro-
ha ottenuto pulsione della Marina impe-
un Master riale dal carbone al petrolio, i
al Collegio britannici acquisirono il con-
d’Europa trollo diretto di Anglo Persian
di Bruges. Oil Company (oggi BP) per
Attualmente garantirsi rifornimenti certi a
lavora a NYU prezzi vantaggiosi in Iran. La
Abu Dhabi Germania nazista investì
come Senior massicciamente nella tecno-
Research logia per produrre combusti-
Fellow in the bile sintetico e, quando que-
Humanities. sto si rivelò insufficiente, o-
Fa parte del rientò la campagna di conqui-
direttivo sta verso i ricchi giacimenti
di Etica ed petroliferi del Mar Caspio.
Economia Gli Stati Uniti avevano sup-
ed è membro portato la presenza di società
del RICHIE petrolifere americane in Me-
(newtork
di studio
dio Oriente già dopo la Prima
guerra mondiale. Hanno poi
sulla storia partecipato a un colpo di Sta-
dell’integra- to contro il primo ministro
zione Mossadeq, reo di aver nazio-
europea). A nalizzato nel 1951 il petrolio
luglio uscirà il iraniano; hanno poi dichiara-
suo nuovo to guerra all’Iraq per due vol-
libro, te in poco più di un decennio,
dal titolo per impedire a Saddam di
“The Rise controllare il Golfo Persico, la
and Fall of regione con le maggiori riser-
OPEC in the ve petrolifere del pianeta.
Twentieth La storia sembra insegnar-
Century” ci che l’avvento dei combu-
stibili fossili avrebbe costret-
to le grandi potenze a inter-
venire per prevenire choc dal
lato dell’offerta o dei prezzi.
Questa interpretazione si
scontra però con il dato che,
da dopo la Seconda guerra
mondiale a oggi, i grandi pae-
si esportatori di idrocarburi
hanno bloccato le esporta-
zioni per una sola volta: con
l’embargo dei paesi arabi del-
l'Opec nel 1973 (misura com-
pensata però dall'aumento
della produzione nei paesi
non arabi dell'Opec come il
Venezuela e l'Iran).
I grandi esportatori, dal
momento in cui hanno acqui-
sito il controllo delle proprie
Transizione In Usa
e Inghilterra la sinistra
ha capito la partita:
servono però forti
investimenti pubblici
risorse naturali a metà anni
70, hanno sempre avuto co-
me principale interesse quel-
lo di venderli. Sono stati sem-
mai i grandi consumatori, in
particolare gli Stati Uniti, ad
aver ostacolato a più riprese
il flusso globale del petrolio.
È avvenuto dopo la naziona-
lizzazione di Mossadeq, e
continua ad avvenire oggi
con l'embargo all’Iran. È av-
venuto dopo la sconfitta di
Saddam nel 1991 con l'Iraq
sottoposto a sanzioni. Avvie-
ne oggi ai danni del greggio
venezuelano.
SE GLI ESPORTATORI non
hanno mai veramente creato
problemi in passato, possia-
mo star certi che non lo faran-
no in futuro. Il dibattito di do-
mani non riguarderà più il ri-
schio del possibile raggiungi-
mento del “picco” di produ-
zione del petrolio, quanto il
cosiddetto “picco della do-
manda”: il fatto cioè che il
consumo di idrocarburi do-
vrà necessariamente dimi-
nuire in modo da ridurre, fino
ad azzerare, l’aumento delle
emissioni nette di CO2 entro
metà di questo secolo.
La questione centrale per
la sicurezza sarà dunque il
modo in cui gestire la neces-
saria riduzione nell’utilizzo
dei combustibili fossili. Tra i
problemi principali vi saran-
no: evitare di rimanere indie-
tro nella corsa alle nuove tec-
nologie per il risparmio ener-
getico e le fonti rinnovabili
(Francia e Germania hanno
ILLIBRO
La competizione
è truccata anche se
il prezzo non sale
lIs
competition
SE VOLETE farvi un’idea di
q quello che diventerà il di-
battito principale in Usa e Ue, c’è
one click
away?
Mannoni
un utile libro, chiaro e conciso, di
e Stazi
Stefano Mannoni (ex Autorità
Pagine: 112
delle comunicazioni) e Guido Sta-
Prezzo: 10
zi (Antitrust). Il dibattito è il se-
Editore:
guente: Facebook e Google, crea-
Editoriale
no pericolose distorsioni della
scientifica
concorrenza (e della democrazia)
anche se i consumatori sembrano
avere solo benefici dalla loro posi-
zione dominante? C’è qualcosa di
male nel ricevere sempre nuovi servizi a costo zero?
Negli Usa si è affermata una cultura antitrust che so-
steneva di no: quello che conta è l’efficienza, se il
monopolista digitale si rafforza mentre i consumato-
ri stanno sempre meglio, va bene così. La Commis-
sione Ue, invece, vuole preservare anche la concor-
renza: se Google strozza i competitor di alcuni suoi
servizi, il benessere complessivo scende. Ora negli
Usa alcuni candidati democratici vogliono smantel-
lare Google, Facebook e Amazon, per ridurre il loro
potere di mercato, separando i vari rami d’azienda.
triche); garantire energia a
prezzi abbordabili alle fasce
più deboli della società; limi-
tare la dipendenza dei bilanci
pubblici dalle entrate per l’u-
tilizzo di prodotti petroliferi
(come le accise); creare infra-
strutture tecnologiche e giu-
ridiche per un “new deal ver-
de”, progetto verso il quale si
stanno muovendo le sinistre
dei paesi cardine dell’età del-
le energie fossili, gli Stati U-
niti con Sanders e la Gran Bre-
tagna con Corbyn.
SECONDO lo stesso Piano E-
nergia e Clima 2030 del go-
verno, l’Italia dovrà passare
da un consumo lordo di ener-
gia (escluse fonti rinnovabili)
di 120 milioni tonnellate e-
quivalente petrolio (mtep)
nel 2017 a 116 mtep nel 2025.
Il consumo di carbone dovrà
nel medio periodo azzerarsi;
quello di petrolio diminuire
drasticamente; il consumo di
gas dovrebbe passare da 75
miliardi di metri cubi a 60 mi-
liardi di metri cubi nel 2030.
Questa strada è tracciata non
dalla cospirazione delle Gre-
ta Thunberg di turno, ma dal
fatto che l’attuale modello di
consumo energetico genere-
rà danni climatici e fenomeni
migratori dai costi sempre
più impossibili da sostenere.
Ogni nuovo investimento in-
frastrutturale orientato
all’aumento del consumo di i-
drocarburi, dal Tap al ga-
sdotto East Med, avrà dun-
que l’effetto paradossale di
diminuire, piuttosto che au-
mentare, la sicurezza ener-
getica dell’Italia.
L’energia viene prodotta e
consumata non tanto tramite
libere scelte individuali ma
mediante l’utilizzo di sistemi
e infrastrutture energetiche
che derivano da decisioni po-
litiche e da investimenti dei
grandi attori economici pub-
blici e privati. Garantire sicu-
rezza energetica agli italiani
implicherà non un nuovo ga-
sdotto, o l’estrazione di un ba-
rile in più in Basilicata, ma u-
na drastica riduzione dei con-
sumi di energia e una “rivo-
luzione verde”che, se non av-
viata per tempo e con saggez-
za, produrrà inediti problemi
per il territorio e un massiccio
incremento della disegua-
glianza sociale.

LA PROMESSA DEL GOVERNO Cinque milioni di euro per completare le stabilizzazioni (dal Cnr all’Ingv) iniziate con la legge Madia

Precari della ricerca, uno spiraglio

D nella prossima legge di Stabilità
opo la manifestazione di ieri in
piazza Montecitorio, i precari de-
gli enti pubblici di ricerca hanno
strappato una nuova piccola promessa al
governo: con la prossima legge di stabi-
lità saranno stanziati almeno 5 milioni di
euro aggiuntivi da destinare alle assun-
zioni a tempo indeterminato al Cnr. Que-
sto significa che la strada per risolvere il
problema è ancora lunga, ma la cifra po-
trà garantire il posto fisso a un centinaio
di persone in più.
A GUIDARE IL SIT-IN alla camera dei Depu-
tati è stato il coordinamento Precari uniti
del Cnr, che è il centro di ricerca più grande.
Con loro, i colleghi degli istituti di astro-fi-
sica (Inaf), di fisica nucleare (Infn) e geo-
fisica e vulcanologia (Ingv), oltre ai sinda-
cati della conoscenza di Cgil, Cisl e Uil. Tutti
insieme per chiedere la piena applicazione
della legge Madia, approvata nel 2017, la
quale permetterebbe ai centri di ricerca di
stabilizzare quei precari con più di tre anni
di anzianità negli ultimi otto, definiti quindi
“storici”. La stessa ex ministra della Fun-
zione pubblica, che ha dato il nome alla nor-
ma, ha raggiunto i ricercatori durante il pre-
sidio. Il problema è che nei 22 enti di ricerca
posti sotto la vigilanza dei ministeri oggi si
aggirano ancora oltre 1.500 studiosi che, pur
avendo i requisiti, sono ancora costretti a o-
perare con un contratto a termine. A frenare
il completamento delle assunzioni perma-
nenti sono stati finora vari fattori. Inizial-
mente il problema erano le risorse distribui-
te con il contagocce. Al Cnr, per esempio,
sono arrivati nel 2018 40 milioni - messi a
disposizione dal governo Gentiloni –ai qua-
li l'istituto avrebbe dovuto aggiungerne al-
meno 20 tirandoli fuori dalle casse proprie.
Solo mesi dopo, il governo Conte ha vinco-
lato alle stabilizzazioni i fondi premiali,
quindi altri 34,5 milioni. In teoria, 94,5 mi-
lioni tutti da spendere per superare il pre-
cariato. Il Cnr, però, non ha messo sul piatto
i 20 milioni di co-finanziamento obbligato-
rio, considerandoli assorbiti dai 34,5 milio-
ni. Nonostante abbia ancora almeno 700 ri-
cercatori idonei alla stabilizzazione, que-
st'anno ne farà entrare solo 208.
L'INFN E L'INGV, invece, non hanno nemme-
no avviato i concorsi per trasformare in po-
sti fissi quelli che oggi sono collaboratori o
assegnisti di ricerca. Per scelta e non per ne-
cessità. Insomma, anche ora che si può con-
tare su una dote più ricca – ancora non del
tutto sufficiente – i vertici degli istituti si
mettono di traverso. Solo il governo può
prendere di petto la situazione, aumentan-
do i fondi alla ricerca e destinando quello
che serve alle stabilizzazioni.
ROB. ROT.

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Mercoledì 15 Maggio 2019 | IL FATTO QUOTIDIANO | ECONOMIA » 19
L’IPOTESI PER I CONCORSI ALLARME ROSSO per la Pubblica volgersi ai giovani: c'è in cantiere un dise- so, di poter fare un concorso direttamente

Pa, servono 250 mila

q amministrazione: con mezzo milio-
ne di impiegati in dirittura d'arrivo verso la
pensione, l'ente rischia di svuotarsi. E il mi-
assunzioni: “Corsia nistro della Pa Giulia Bongiorno ritiene che
gli effetti dell'esodo non si fanno aspetta-
diretta dalla laurea” re: già adesso “servirebbero oltre 250 mila
persone in più”. Per risolvere il problema,
sembra che il governo stia pensando di ri-
gno di legge per consentire agli universi-
tari un accesso "diretto" ai concorsi pub-
blici. Personale qualificato, che potrebbe
godere di una corsia preferenziale: "Con il
ministro dell’Istruzione Bussetti, abbiamo
deciso di creare un corso - spiega la Bon-
giorno - che permetta al ragazzo che stu-
dia all’Università, alla fine del suo percor-
nella Pa". Questo rivoluzionerebbe la com-
posizione dell'ente: ormai “non è possibile
che si venga assunti solo a 35 anni”, ag-
giunge il ministro. Tuttavia i sindacati non
sembrano convinti: la Cgil parla di un con-
creto “rischio di desertificazione”, e la Uil
chiede di "passare dagli annunci ai fatti"
sui rinnovi contrattuali.

INPS E REGIONI Primi dati Da fine giugno in 120 mila ai centri per l’impiego tra chi
ha fatto domanda ad aprile. Ma il numero è provvisorio e può salire

Reddito, sono 1 su 4
» ROBERTO ROTUNNO

i richiedenti idonei giugno è destinato a raddoppia-

re, perché prima del 10 maggio

S
ono 120 mila i primi be- le domande totali sono state 1
neficiari di reddito di milione e 125 mila. I numeri

da avviare al lavoro
cittadinanza che saran-
no obbligati a cercare un
lavoro. Saranno convocati dai
centri per l’impiego non prima
di fine giugno quando – si spera
– saranno anche stati assunti i 3
mila navigator. Il numero più
atteso da quando è stato avvia-
to il nuovo strumento contro la
povertà è finalmente venuto
fuori: è contenuto in uno scam-
bio di documenti che c’è stato
in questi giorni tra l’Agenzia
nazionale per le politiche atti-
ve del lavoro (Anpal) e le venti
regioni. Si trattaperò di una ci-
fra provvisoria. Innanzitutto
perché, per ora, sono stati map-
pati solo i “capi-famiglia”, cioè
le persone che materialmente
hanno compilato e firmato il
modulo e non anche tutti gli al-
tri componenti del nucleo.
L’i n da g in e de ll ’Inps ha
quindi riguardato i 470 mila
che figurano come richiedenti
ammessi al sostegno nella pri-
ma infornata di aprile, non an-
che mogli, mariti, fratelli, so-
relle e figli potenzialmente at-
tivabili nel mercato del lavoro.
Considerando questa platea ri-
stretta, insomma, quelli che
dovranno darsi da fare per tro-
vare un’occupazione, pena la
perdita del reddito, sono uno o-
gni quattro.
FACCIAMO un passo indietro.
Come si fa a decidere se chi sta
ricevendo il reddito di cittadi-
nanza ha o non ha il dovere di
andare presso il centro per
l’impiego? La legge lo stabilisce
sulla base di criteri oggettivi:
quelli che hanno un’età com-
presa tra 18 e 29 anni, e gli over
30 che hanno perso un lavoro
negli ultimi due anni. Tutti
La legge Gli over 30 hanno l’obbligo di andare nei centri per l’impiego LaPresse
quelli che non sono compresi in
questi due casi sono esonerati
dal dovere di cercarsi un posto,
ma devono stipulare il “patto
per l’inclusione”. Significa che
questa misura per qualcuno
funzionerà come un percorso
di reinserimento; per altri inve-
ce costituirà solo un’assistenza
di tipo sociale. La domanda che
in questi mesi ha infuocato il di-
battito politico è stata sempre
la stessa: in quali proporzioni
avverrà questa suddivisione?
La proposta tecnica inviata ieri
dall’Anpal alle Regioni dà una
prima importante indicazione,
parlando di 120 mila da impe-
gnare nella ricerca lavorativa
su 470 mila. Questo rapporto
conferma la previsione che l’I-
stituto di analisi delle politiche
pubbliche (Inapp) aveva tra-
smesso durante le audizioni al-
la Camera, ossia che l’obbligo di
presentarsi al centro per l’im-
piego avrebbe coinvolto solo il
25% dei beneficiari. Come det-
to, però, la percentuale potreb-
be in parte subire qualche va-
riazione.
IL DECRETONE che ha istituito il
reddito di cittadinanza, infatti,
impone la dichiarazione di di-
sponibilità anche a tutti gli altri
componenti della famiglia, a
patto che anch’essi siano mag-
giorenni under 30 o persone ri-
Ulteriori inserimenti
La chiamata riguarda
chi ha firmato i moduli,
non gli altri componenti
del nucleo familiare
maste disoccupate nell’ultimo
biennio.
Quindi ora bisognerà indivi-
duare tutti quelli in possesso di
questo requisito tra il totale dei
percettori del reddito di citta-
dinanza, circa 1,2 milioni nel
primo mese. Numero che entro
Dal dato emerso sembra che
il provvedimento bandiera del
Movimento 5 Stelle stia andan-
do soprattutto a chi è in gravi
420
mila:
difficoltà e meno a chi ha biso- gli italiani
gno solo di un sussidio di disoc- che hanno
cupazione. Anche questa ten- ottenuto
denza trova una spiegazione il reddito
nella legge. Oggi chi viene li- di
cenziato ha già un’ammortiz- cittadinanza
zatore sociale: la Naspi, che e- ad aprile,
quivale inizialmente al 75% nella prima
dell’ultimo stipendio e può du- tranche
rare fino a due anni. Viene con- possibile
teggiata nell’Isee, quindi chi fa
domanda di reddito di cittadi-
nanza rischia di sforare i requi-
siti proprio perché prende già
1
milione circa:
quell’altro tipo di sostegno. Ec- le richieste
co perché la maggior parte del- di reddito
le persone ai quali è stata asse- di
gnata la carta acquisti gialla è cittadinanza
formata soprattutto da chi, se che erano
mai ha lavorato, ha comunque state
perso il posto più di due anni fa presentate
ed è da tempo rimasto senza so- all’Inps
stegni al reddito. al 30 aprile
LE REGIONI, intanto, si prepara-
no per prendere in carico il pri-
mo contingente di 120 mila di-
26%
La media
soccupati poveri. Entro fine del tasso
giugno l’Anpal metterà a dispo- di rifiuto
sizione una applicazione web delle richieste
per lo scambio di informazioni di reddito.
tra le banche dati dell’agenzia e “Tra il 25
quelle delle Regioni, che po- e il 27%”
tranno anche scegliere di invia- ha detto ieri
re i documenti in formato testo. Tridico
Entro novembre invece sarà
completato il sistema informa-
tivo centralizzato. Questo il
crono-programma, in attesa
che arrivi il software per incro-
ciare domanda e offerta di la-
voro, per il quale sembra inevi-
tabile una gara pubblica attra-
verso Invitalia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

CYBER “Pegasus” Telefoni infettati da uno Spyware creato per i governi

Hacker o sorveglianza di massa: la falla

di WhatsApp senza mandanti chiari
» VIRGINIA DELLA SALA

N on è un virus ma uno
spyware quello che ha re-
so vulnerabili – po ten zi al-
mente – 1,5 miliardi di utenti
di WhatsApp (sia Android che
Apple), differenza non da po-
co: un virus è un software ma-
levolo che infetta i dispositivi
e ne modifica i connotati ren-
dendoli spesso inutilizzabili.
Si trasmette e si moltiplica. Lo
spyware è invece un malware
che è in grado di spiare (come
suggerisce il nome) il disposi-
tivo in cui entra quasi comple-
tamente. Questo significa che
neanche la crittografia previ-
sta per i messaggi di What-
sapp può proteggere le con-
versazioni perché diventano
intercettabili dal dispositivo.
In sintesi, un difetto di sicu-
rezza di Whatsapp consentiva
di installare essere legato a sua ultima versione che ha sa-
spyware sugli un’azienda priva- nato la falla.
smartphone con ta che collabora
una semplice con i governi rea- IL PRODUTTORE dello spywa-
chiamata voca- lizzando spyware re è un’azienda israeliana che
le. Lo spyware, in grado di con- si occupa di cybersicurezza, la
Pegasus, veniva trollare le funzio- NSO Group. Al Financial Ti-
installato trami- ni dei sistemi ope- mes non ha negato la produ-
te una chiamata rativi degli smar- zione di Pegasus, ma ha detto
anche senza ri- Da Israele È dove è sta- tphone. Abbiamo lo spyware è prodotto per uso
sposta (che in al- to creato lo spyware Ansa contattato diver- esclusivo di agenzie governa-
cuni casi scom- se organizzazioni tive e forze di polizia impegna-
pariva dalla cronologia). che difendono i diritti umani te nella pubblica sicurezza e
per condividere le informa- nella lotta al terrorismo. E fin-
LA NOTIZIA era stata anticipa- zioni in nostro possesso e sia- ché non si riuscirà a scoprire
ta dal Financial Times e l’a- mo impegnati con loro per l’origine della diffusione di Pe-
zienda, dal 2014 di proprietà di metterne al corrente la società gasus e il numero degli utenti
Facebook, dopo poco l’aveva civile”. Non si sa quanti utenti infettati, ogni teoria – dagli
confermata con un comunica- siano stati colpiti ma da Face- hacker indipendenti che ruba-
to. “Questo attacco –ha detto – book raccomandano di “ag- no le informazioni alla sorve-
ha tutte le caratteristiche per giornare l’applicazione alla glianza di massa – sarà lecita.

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20 » ESTERI | IL FATTO QUOTIDIANO | Mercoledì 15 Maggio 2019

USA GOLFO: “L’IRAN ATTACCA LE NAVI” trolio globale, come conseguenza della decisione
I militari americani accusano l’Iran di aver usato e- degli Usa di non interrompere le sanzioni all’Iran. Il
splosivi per danneggiare quattro petroliere degli E- ministro della Difesa spagnolo intanto ha fatto sa-
mirati Arabi Uniti nello Stretto di Hormuz, secondo pere che proprio a causa della crescente tensione
quanto dichiarato da un funzionario Usa al Wall tra Teheran e Washington, la Spagna ha richiamato
Street Journal. Nel Golfo Persico la tensione è alta e la fregata Mendez Nunez, che accompagnava la por-
se l’ipotesi fosse confermata, rischierebbe di au- taerei Usa Lincoln in Medioriente. “Nessun even-
mentare. L’Iran un mese fa ha minacciato di chiude- tuale scontro o nessuna azione di guerra sono pre-
re lo Stretto attraverso cui passa un quinto del pe- visti da Madrid”, ha spiegato la ministra. Ansa

IL DOSSIER
Le paure del Pentagono
La strategia di Pechino:
approfittare dei patti
commerciali per costruire
basi militari in Medio
Oriente e nell’Artico

U
» GIAMPIERO GRAMAGLIA

na rete di basi militari stesa in-

torno al mondo, per protegge-
re gli investimenti del pro-
gramma d’infrastrutture glo-
bali One Belt One Road, la co-
siddetta “Nuova Via della Se-
ta”: il Pentagono ritiene che
Pechino stia progettando l’al-
lestimento di punti d’appog-
gio militari, di terra, d’aria, di
mare e spaziali, secondo
quanto contenuto in un rap-
porto pubblicato ai primi di
maggio. L’esplicita percezio-
ne d’una crescente minaccia
militare cinese coincide con
un picco delle tensioni com-

Cina, la nuova Via della Seta

merciali e tecnologiche tra
Washington e Pechino, inne-
scato dalla guerra dei dazi
riaccesa, quasi in contempo-
ranea alla pubblicazione del

apre la strada ai carri armati

rapporto, dal presidente Do-
nald Trump. È un cane che si
morde la coda: così, Pechino
vede sempre più ostili gli Usa
di Trump, che cercano di fre-
nare l’espansione del potere
cinese.

ATTUALMENTE, Pechino ha due sommergibili, 13 navi di Ora il Dipartimento per la si propone d’installarvi una terra, mare e cielo e nello spa- A macchia
solo una base militare al di superficie, elicotteri, aerei. U- Difesa Usa prevede che la Cina stazione di ricerca e una sta- zio. Nel rapporto del Pentago- d’olio
fuori del proprio territorio, a nite dalla rivalità con gli Usa, punterà “su quei Paesi con cui zione a terra per i satelliti, d’e- no si legge che “i leader cinesi Una parata
Gibuti; ma ne starebbe pro- Pechino e Mosca condividono ha relazioni d’amicizia conso- spandere la sua presenza nel stanno usando la leva del loro a Pechino;
gettando altre, fra cui una in – dicono fonti della Difesa ci- lidate e interessi strategici settore minerario e d’ampliare crescente potere economico, il presidente
Pakistan, tradizionale nese – una “partnership stra- coincidenti, come il Pakistan, e rinnovare le strutture aero- diplomatico e militare per Xi-Jinping
quanto inaffidabi- tegica contro un mondo uni- in funzione pure anti-indiana, portuali. I danesi temono che consolidare la loro prominen- e l’area
le alleato dell’A- polare”, a dominio americano. o che hanno l’abitudine d’ac- “le ricerche civili fungano da za regionale ed espandere l’in- commerciale
merica, cercan- A settembre 2018, circa 3.200 cogliere installazioni militari supporto a una rafforzata pre- fluenza internazionale”. Nel del Sichuan
do di darsi una soldati cinesi presero parte ai di altri Paesi”. Potrebbe però senza militare cinese nell’Ar- Mar cinese meridionale, Pe- LaPresse
dimensione “giochi di guerra”in Siberia, le succedere che gli sforzi cinesi tico”. L’anno scorso, fonti di chino ha già stabilito avampo-
da Super-Po- più grandi manovre mai fatte siano ostacolati da Paesi stampa riferirono di trattative sti militari. Qui s’intersecano
tenza globa- in Russia con la partecipazio- preoccupati d’avere sul pro- per una base cinese nel “cor- interessi di vari attori: dalla Ci-
le. Altre basi ne di circa 300 mila militari. prio territorio una presenza a ridoio del Vacan”, nel Nord-O- na alla Malaysia, agli Usa.
cinesi po- vest dell’Afghanistan, una © RIPRODUZIONE RISERVATA
trebbero striscia stretta (tra i 12 e i 60
trovare
c o l l o c a- La potenza del Dragone km) e lunga (circa 260 km),
nella provincia del Bada-
Direttore responsabile Marco Travaglio
Vicedirettore vicario Stefano Feltri
z i o n e
n el l ’A si a Finora l’unico presidio estero khshan, che rende più agevole
il transito tra Cina e Pakistan
Vicedirettore e responsabile libri Paper First Marco Lillo
Vicedirettori Salvatore Cannavò, Maddalena Oliva
Caporedattore centrale Edoardo Novella
s u d - o- via Tagikistan. Poco tempo fa,
era a Gibuti, ma per i danesi
Caporedattore Eduardo Di Blasi
ri en tal e, il Washington Post ha indivi- Vicecaporedattore Stefano Citati
Art director Fabio Corsi
nel Pacifi- duato un avamposto militare
c o o c c i-
dentale, in
“le ricerche al Polo servono dove sarebbero dislocate nu-
merose truppe cinesi nel Ta-
mail: segreteria@ilfattoquotidiano.it
Società Editoriale il Fatto S.p.A.
sede legale: 00184 Roma, Via di Sant’Erasmo n° 2
Medio Orien-
te. E, un conflitto da supporto all’espansione” gikistan orientale. Cinzia Monteverdi
(Presidente e amministratore delegato)
Luca D’Aprile (Consigliere delegato all'innovazione)
militare a bassa IL PRESIDENTE CINESE Xi Jin- Antonio Padellaro (Consigliere)
tensione tra Cina e ping intende proiettare il po- Layla Pavone (Consigliere indipendente)
Lucia Calvosa (Consigliere indipendente)
Usa è già in atto nel tere o almeno l’area d’influen-
Mar cinese meri- tempo pieno delle forze arma- za del suo Paese al di là del tra-
Centri stampa: Litosud, 00156 Roma, via Carlo Pesenti n°130;
dionale. La scelta te cinesi. Il rapporto del Pen- dizionale e immediato “cortile Litosud, 20060 Milano, Pessano con Bornago, via Aldo Moro n° 4;
di Trump di alzare tagono è stato pubblicato dopo di casa” dell’Asia orientale e Centro Stampa Unione Sarda S. p. A., 09034 Elmas (Ca), via Omodeo;
Società Tipografica Siciliana S. p. A., 95030 Catania, strada 5ª n° 35
il livello del con- l’uscita d’una nota d’allarme sud-orientale. Ciò può com- Pubblicità: Concessionaria esclusiva per l’Italia e per l’estero
fronto, invece di per l’intensificarsi delle attivi- portare un rafforzamento del- SPORT NETWORK S.r.l., Uffici: Milano 20134, via Messina 38
Tel 02/349621– Fax 02/34962450.
smussare le tensioni, tà cinesi al di là del Circolo po- la presenza della Cina nelle I- Roma 00185 – P.zza Indipendenza, 11/B.
rischia d’indurre Pe- lare artico, che potrebbero a- stituzioni internazionali – mail: segreteria@sportnetwork.it, sito: www.sportnetwork.it
Distribuzione: m-dis Distribuzione Media S.p.A. - Via Cazzaniga, 19
chino a riavvicinarsi an- prire la via a una rafforzata dall’Onu all’Accordo di Parigi 20132 Milano - Tel. 02.25821 - Fax 02.25825306
cora di più a Mosca: è no- presenza militare nella Regio- contro il riscaldamento globa- Resp.le del trattamento dei dati (d. Les. 196/2003): Antonio Padellaro
tizia recente un ciclo di ne, compreso lo spiegamento le –, l’acquisizione di tecnolo- Chiusura in redazione: ore 22.00 - Certificato ADS n° 8547 del 18/12/2018
Iscr. al Registro degli Operatori di Comunicazione al numero 18599
manovre navali congiunte di sottomarini come arma di gie d’avanguardia e il consoli-
russo-russo-cinesi, deno- deterrenza contro un attacco damento di una forte presenza
minate “Joint Sea 2019” e nucleare. La Danimarca, dal economica in tutto il mondo. A COME ABBONARSI
svoltesi nelle acque di canto suo, ha espresso preoc- ciò s’accompagna, non esplici- È possibile sottoscrivere l’abbonamento su:
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Qingdao, provincia dello cupazioni per l’interesse cine- tata, una proiezione globale • Servizio clienti abbonamenti@ilfattoquotidiano.it • Tel. 0521 1 687 687
Shandong, coinvolgendo se per la Groenlandia: Pechino della forza militare cinese in

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Mercoledì 15 Maggio 2019 | IL FATTO QUOTIDIANO | ESTERI » 21
BAYER ALTRA CONDANNA PER L’ERBICIDA SVEZIA DONNA EBREA ACCOLTELLATA
Nuova tegola sulla casa farmaceutica Bayer, con- Dopo l’aggressione in pieno centro di Helsin-
dannata per la terza volta, ora in California del Nord, gborg a una donna di 60 anni, moglie del capo
a pagare 2 miliardi di dollari a una coppia che ha ri- della comunità ebraica locale, la polizia svedese
cevuto una diagnosi di cancro dopo aver utilizzato ha rafforzato la sicurezza attorno ai centri ebraici
l’erbicida a base di glifosato, prodotto dalla Mon- della città, nonostante al momento non siano no-
santo, della Bayer. Secondo il tribunale l’azienda – te le ragioni dell’aggressione. Ferita gravemente,
che farà ricorso – non ha avvisato del rischio di can- la donna è ricoverata in ospedale, mentre il suo
cro correlato all’uso del prodotto. Ansa aggressore è riuscito a fuggire. Ansa

FRANCIA Piombo e affari Le miniere nel Niger, l’influenza in Burkina:

la presenza dei soldati non serve solo a combattere i jihadisti

» LUANA DE MICCO Ouagadougou, denunciando i

Parigi “crimini incontestabili” della
colonizzazione europea e la fi-

S
ul ponte Alexandre II, a ne della “politica africana”
Parigi, la folla ha aspet- della Francia.
tato l’arrivo delle bare
dei due soldati morti in UNA PROMESSA di rottura col
missione il 10 maggio scorso in passato che era stata già avan-
Burkina Faso. Il convoglio ha zata, senza mai tradursi in fatti,
poi raggiunto il cortile del pa- dal suo predecessore, François
lazzo degli Invalides dove si Hollande. L’accoglienza che
svolgono tutti gli omaggi na- Ouagadougou aveva riservato
zionali ai militari morti per la al presidente francese però non
Francia. era stata calorosa. Contro i vei-
Questa volta l’omaggio ri- coli del convoglio presidenzia-
guardava Cédric de Pierre- le erano state lanciati sassi e da-
pont, 33 anni, e Alain Bertocel- vanti all’ateneo decine di mani-
lo, 28 anni, del Commando Hu- festanti avevano montato delle
bert, un’unità d’élite della ma- barricate con slogan “Abbasso
rina francese, rimasti uccisi lo sfruttamento dell’Africa da
durante un blitz per liberare parte dell’Occidente”.

La Françafrique
due turisti francesi rapiti il pri- I giovani, che rappresentano Caduti
mo maggio mentre si trovava- la metà della popolazione in in battaglia
no nel parco nazionale del Pen- Burkina Faso, vogliono farla fi- Cédric de
djari, nel nord del Benin, al con- nita con quella che comune- Pierrepont, 33
fine col Burkina Faso. Una zona mente viene chiamata la Fran-

costa all’Eliseo
anni, e Alain
pericolosa per il ministero de- çafrique, un termine che indica Bertocello, 28
gli Esteri a causa della presenza l’influenza della Francia sulle anni, erano
di gruppi jihadisti legati ad al sue ex colonie grazie ad accordi del Comman-
Qaeda o all’Isis. economici privilegiati, alle do Hubert; la

altri due morti

NELL’OPERAZIONE quattro o-
staggi, anche una sudcoreana e
un’americana, sono stati libe-
rati. Per Macron i due soldati
sono “morti da eroi per la Fran-
cia”. Dal 2000 a oggi almeno 231
soldati francesi sono morti in o-
perazioni esterne, ricorda il si-
to di Le Figaro. Ma negli ultimi
anni la Francia conta i suoi
morti soprattutto nel Sahel,
l’ampia regione desertica che si
estende tra Mali, Burkina Faso,
Niger, Ciad e Mauritania dove
Parigi nel 2014 ha lanciato l’o-
perazione Barkhane, con una
presenza fino a 3.000 soldati.
Per quanto riguarda il Burkina
la collaborazione militare con
Parigi era stata rinnovata appe-
na lo scorso dicembre, siglata
da Macron e dal presidente Ka-
boré. L’accordo prevedeva an-
che la consegna da parte di Pa-
rigi di 34 pick up armati. È in-
vece in Mali che si trova l’ul-
timo ostaggio francese, il me-
dico Sophie Pétronin, rapita
nel 2016 dai terroristi di al
Qaeda nel Maghreb islamico.
Se la colonizzazione si è con-
clusa nel 1960, nei fatti la Fran-
cia non ha mai smesso di esten-
dere la sua sfera di influenza
nelle sue ex colonie, dove resta
presente tanto sul piano eco-
nomico che militare. La prima
tappa del primo tour ufficiale
di Macron sul continente afri-
cano, nel novembre 2017, era
stata proprio a Ouagadougou,
la capitale del Burkina Faso.
Macron, arrivato all’Eli seo
appena sei mesi prima, aveva
tenuto un dibattito fiume con
gli studenti dell’università di
presenza dei grandi gruppi missione si è
francesi sul territorio, come A- conclusa con
reva, che sfrutta le miniere di la liberazione
uranio in Niger, e al franco Cfa, degli ostaggi.
la moneta corrente nelle ex co- A sinistra, la
lonie francesi stampata dalla cerimonia del
Banque de France. Un movi- loro funerale
mento sociale, il Balai citoyen con il presi-
(“balai”significa “scopa”), nato dente Macron
nel 2013 in opposizione all’ex Ansa
presidente Compaoré, si batte
per la fine del “paternalismo
francese”.
Una politica contro cui molte
voci critiche si levano anche in
Francia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Sudan, i paramilitari che non vogliono la pace

» MASSIMO A. ALBERIZZI
Sette morti Gli ex “janjaweed” sostenitori di Bashir seminano al-Din Kabashi. Trent’anni fa,
30 giugno 1989, quando Omar

A lmeno sette dimostranti,

che partecipavano in
piazza a Khartoum al sit-in
contro i militari, e un ufficiale
dell’esercito, sono stati am-
mazzati domenica a tarda not-
te a sangue freddo, poche ore
dopo l’annuncio di un accordo
per nominare un governo di
transizione misto. Diversi mi-
litanti sono stati feriti assieme
a due soldati. Non è ancora ben
chiaro a chi appartenga la ma-
no omicida. I manifestanti ac-
cusano le autorità, i soldati
hanno addossato la colpa a e-
lementi estranei “inf il tra ti
nella protesta”.
SEMBRA PROPRIO però che
l’attacco al cuore della piazza
miri a fare deragliare il proces-
so di pace, il cui obbiettivo è
quello di varare un governo di
transizione a partecipazione
comune, civili-militari, per ar-
rivare a elezioni democratiche
e a una nuova leadership. Lo
stringer del Fatto Quotidiano,
il terrore, alta tensione fra dimostranti e ufficiali al potere
sentito al telefono a Khar-
toum, non ha avuto dubbi:
“Responsabili del massacro
sono i paramilitari della Rapid
Support Forces, gli ex janja-
weed, i diavoli a cavallo che ne-
gli anni scorsi terrorizzavano
le popolazioni del Darfur. At-
taccavano i villaggi indifesi,
massacravano gli uomini, vio-
lentavano le donne, rapivano i
bambini e bruciavano le ca-
panne. Sono paramilitari che
sostengono il presidente O-
mar Al Bashir, cacciato un me-
se fa dalle proteste di piazza e
ricercato dal Tribunale Penale
Internazionale, proprio per
quei crimini contro l’umanità
perpetrati delle province occi-
dentali del Paese”.
Insomma milizie formate
da criminali, cui il governo su-
danese ha affidato il controllo
delle frontiere settentrionali
per bloccare il passaggio dei
migranti, un compito finan-
ziato – ufficialmente, con for-
niture logistiche, camionette,
fuori strada, carburante e at-
trezzature diverse, ma non
con denaro – dall’Unione Eu-
ropea, con il concorso dell’Ita-
lia, ai tempi dell’amministra-
zione Gentiloni. Certamente i
Proiettili
sui civili
Giovani suda-
nesi mostra-
no i bossoli e-
splosi dai sol-
dati durante
i cortei LaPresse
gravi episodi di ieri avvalorano
la tesi che una parte dell’élite
militare del Paese non intende
lasciare il potere. La piazza ha
dato segni in insofferenza
quando pochi giorni fa porta-
voce dell’amm inistrazione
transitoria dei militari è stato
nominato il generale Shams
Al Bashir prese il potere e com-
parve in televisione per an-
nunciare il successo del suo
colpo di Stato, alle sue spalle
c’era proprio Kabashi. Ovvio il
nervosismo della folla che
protesta dal 18 dicembre dello
scorso anno e in questi mesi ha
sempre chiesto la rimozione di
tutti gli ufficiali compromessi
con il regime di Al Bashir.
Per altro Kabashi, in una
conferenza stampa tenuta
nella notte, ha tenuto a di-
chiarare che i soldati hanno
l’ordine di non sparare sui ci-
vili e “mai spareranno”. L’at-
tacco di ieri segue di qualche
ora l’annuncio del procurato-
re generale secondo cui l’ex
presidente è stato incrimina-
to per gli omicidi di manife-
stanti l’11 aprile scorso. Una
notizia accolta con tripudio e
giubilo dai dimostranti ac-
campati da mesi davanti al
quartier generale delle forze
armate a Khartoum.
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22 » | IL FATTO QUOTIDIANO | Mercoledì 15 Maggio 2019

Cultura | Spettacoli | Società | Sport

Secondo Tempo
L’ADDIO La Roma non gli rinnova il contratto, il capitano va via

C Tolto De Rossi
» ANTONIO PADELLARO

osa ha detto Daniele? Da

quando è meno presente sul

ci resta solo
campo la sua voce, la vera
voce della Roma, si è fatta
più limpida, più autentica,
più indispensabile. Ascol-
tarlo a fine partita mi ha
sempre aiutato a stempera-

il veleno
re la rabbia, a ragionare
quando sragiono, a sorride-
re insieme a lui quando il
sorriso gli spunta sotto la
barba, e andiamo a letto

(e i fake men)
contenti. In un mondo di fa-
ke men, di patentati avvele-
natori di pozzi, di cosiddetti
comunicatori che passano il
tempo a comunicare i loro
cattivi umori e personali fal-
limenti, ascoltare De Rossi
significa sapere che lui c’è.
Voce della Che c’è la persona di cui ti
squadra fidi, capace di esprimere
Non sarà concetti semplici, argo-
più lui mentati, in un italiano cor-
a darci retto perché chi parla bene
pensa bene. Bello immagi-
equilibrio, narlo nello spogliatoio
a tenerci mentre incoraggia i più an-
calmi, con ziani e cazzia i più giovani,
la lingua con le parole giuste di un ca-
italiana e pitano che non si fa chiama-
la traspa- re capitano perché capitano
renza dei lui lo è e basta. Puro godi-
mento guardarlo allo stadio
pensieri mentre prevede lo sviluppo
del gioco, e se le gambe non
sono più le stesse eccolo
mentre entra col tempo giu-
sto sull’avversario, magari
con una stecca sulla caviglia
tanto per capirsi. E fa niente
Pillola se nello slancio esagera e si
becca un bel rosso e la vena
pulsa. DDR c’è. business, questa volta James Diciotto anni dallo juventino Antonio co ci sarà un altro addio, e sa-
Pallotta ha sbagliato i conti stessa maglia Conte, la tifoseria cade in remo di nuovo lì a mangiarci
COSA HA DETTO Daniele? di brutto perché con De Ros- De Rossi con depressione, ti era rimasta il cuore (destino di chi si af-
Che il presidente non lo ha si viene cancellata una voce Totti e Cassa- una grande bandiera e tu co- feziona alle persone e non
chiamato, che il consigliere essenziale per un marchio no. A sinistra, sa fai, l’ammaini (questo Da- alle figurine). Che forse si
del presidente non lo ha che vende emozioni. Hai ce- campione del niele non lo ha detto, ma for- tratta solo di aspettare che
chiamato, che dopo tanti an- duto i pezzi più pregiati, hai mondo Ansa se lo ha pensato). Daniele, un giorno, ritorni
ni ha capito che era finita sbagliato allenatore e diret- tra noi come allenatore. Il
n NUOVI perché nessuno glielo ha tore sportivo, solo un mira- COS’ALTRO RESTA? Che il 26 problema è che lui di anni ne
DIRETTORI: detto. Fino all’altroieri, colo ti può mandare in maggio, due anni dopo ha 36. Io 73.
MAFFEI quando il chi glielo diceè toc- Champions, ti fai snobbare Francesco Totti, all’Olimpi- © RIPRODUZIONE RISERVATA
A CASERTA cato al manager Guido Fien-
E GUERRINI ga, triste e solitario: brutto
A GENOVA mestiere congedare un sen-
Nominati ieri timento e farsi odiare da una
GIALLOROSSI FERITI Migliaia le dichiarazioni d’affetto dei tifosi che puntano il dito contro la società

L’abbraccio dei compagni

dal ministero città. Daniele ha detto che
per i Beni e le non sarà mai un dirigente se
attività cultu- dirigente significa strappa-
re quella maglia e cacciare

e un futuro (forse) all’estero

rali i nuovi di-
rettori della
Reggia di Ca-
serta e del
un capitano che, chissene-
frega degli acciacchi, sa an-
cora lanciarsi da un’ar ea
Palazzo Reale all’altra per spingere il pal-
di Genova: ri- lone dentro la rete, come a
spettivamen- Genova con la Sampdoria, e
te, l’architet- gridare al cielo con i pugni
to Tiziana chiusi e restituire speranza.
Maffei, presi- Cos’altro ha detto, e non ha
dente di Icom detto, Daniele? Che nello
Italia, e la spogliatoio non ci sarà più
dottoressa nessuno a spronare i vecchi
Alessandra e a cazziare i giovani, con u-
Guerrini, fun- no sguardo. Che non sarà
zionario sto- più lui a darci equilibrio, a
rico dell’arte tenerci calmi, con la lingua
in servizio al italiana e la trasparenza dei
Polo museale pensieri. Voce la sua, spenta
del Piemonte la quale ci sarà tempo e spa-
zio solo per gli avvelenatori
di pozzi, per massacrare la
Roma e spargere sale sulle
ferite. Che se per gli ameri-
cani nella Roma business is
“O ggi è un giorno triste. Oggi
si chiude un altro capitolo
importante della storia dell’As
Roma, ma soprattutto di Roma...
della nostra Roma. In questi anni rato servizio, ha annunciato di una proposta di rinnovo da cal- quella maglia giallorossa che gli
ne abbiamo passate tante insie- dover lasciare la squadra a fine ciatore, DDR, che invece non è sembrava cucita sul petto. Dove
me, siamo cresciuti insieme, di- stagione, il 26 maggio prossimo, arrivata: “Abbiamo espresso a andrà? Di ufficiale ancora non c’è
ventando prima di tutto uomini, quando l’Olimpico – a soli due Daniele la volontà e il desiderio nulla, valuterà caso per caso, fi-
poi calciatori, per poi infine di- anni di distanza dall’a dd i o di averlo nell’organico della so- nora si era concentrato sulla
ventare genitori. Ma sapevamo dell’ex capitano – piangerà nuo- cietà per continuare la sua car- Champions. Sicuramente pren-
che questo momen- vamente per la chiu- riera all’interno della Roma nel derà in considerazione offerte in
to prima o poi sa- sura di un’era. percorso che lui deciderà”, ha co- Italia, se ci saranno, ma con at-
rebbe arrivato”. Sui “La società mi ha municato il ceo Guido Fienga. Un tenzione maggiore quelle prove-
profili social di comunicato lunedì posto nel management, proprio nienti dall’estero, magari dagli
Francesco Totti, al- l’intenzione di non come il dirigente Totti. Risposta, Stati Uniti.
le 17.30 di ieri, è rinnovare, io però lo per adesso, respinta al mittente. Innumerevoli le attestazioni
comparsa la foto di avevo immaginato: “Lascio a Francesco il lavoro di stima e di affetto giunte ieri al
un abbraccio in ho quasi 36 anni, se sporco, spero che prenda più po- capitano. Innumerevoli le di-
campo e queste fra- nessuno ti chiama tere possibile – ha proseguito De chiarazioni d’amore dei suoi ti-
si, che per i tifosi ro- per un anno o per 10 Rossi –. Mi sento ancora calcia- fosi che, per tutto il giorno, han-
manisti sono, dav- mesi per ipotizzare tore, mi ci sono sentito tutto que- no continuato a puntare il dito
vero, la parola fine. un eventuale con- st’anno nonostante i problemi fi- contro la società, rea di aver tra-
Daniele De Rossi, Florenzi e Manolas tratto la direzione è sici e ho voglia di continuare”. fitto er core giallorosso.
dopo 18 anni di ono- ieri a Trigoria LaPresse quella”. Si aspettava Il futuro, dunque, senza più © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Mercoledì 15 Maggio 2019 | IL FATTO QUOTIDIANO |
Berrettini batte Zverev
Impresa del tennista 23enne numero
33 del ranking mondiale, che si è
qualificato agli ottavi degli Open
d’Italia battendo in due set il tedesco
72ESIMA EDIZIONE Jim Jarmusch ha inaugurato ieri il festival con la commedia horror
“The Dead Don’t Die”. Per il resto, la Croisette si conferma un “ancien régime” classista
Riusciranno i morti viventi
a rianimare la moscia Cannes?
» FEDERICO PONTIGGIA
Cannes
P
otrebbe esistere
film migliore di
uno sui morti vi-
venti per aprire
Cannes? Non so-
no forse gli zombie il preci-
pitato di una guerra dei
mondi, nello specifico i vivi
e i morti, che proprio la 72e-
sima edizione del festival
francese sembra declinare a
più riprese? Tredicesima
volta dietro la macchina da
presa e decima sulla Croi-
sette, l’americano Jim Jar-
musch porta in Concorso I
morti non muoiono (Th e
Dead Don’t Die), che arrive-
rà nelle nostre sale il 13 giu-
gno, ma è già da ieri in quelle
francesi: ha torto Ted Sa-
randos dell’arcinemica
Netflix, quando stigmatiz-
za che “Cannes ha scelto di
celebrare la distribuzione e
l’esercizio più che l’arte del
cinema”?
LA CERIMONIA d’inaugura-
zione, impreziosita da Javier
Bardem e Charlotte Gain-
sbourg, è stata trasmessa in
diretta in 600 cinema gallici,
perché sarà pure una batta-
glia di retroguardia, quella
contro il colosso dello strea-
mi ng , ma il festival vuole
combatterla sino all’ultimo.
Una guerra di mondi che non
divampa come l’anno scorso,
però non si placa: “Il cinema
è nato per essere fruito col-
lettivamente, ma Netflix sta
NOMEN OMEN LAZIO E NAZISMO “Giuliano mi ha illuminato: la sigla della squadra nasconde l’indicibile...”
Ferrara e la S.S. (Stronzata Stratosferica)
“Mio pa- » STEFANO DISEGNI
dre men-
tiva” Lui,
tifoso, mi T utta colpa di Giuliano
Ferrara. Tempo fa (l’ho
letto ieri, e allora? gli edi-
racconta-
toriali mica scadono come
va di aver lo yogurt) il Multistrato
aiutato i (alludo alla sovrapposizio-
partigiani, ne di tessere e banconote,
ma doveva non di tessuti adiposi, io
essere un non satireggio la fisicità)
infiltrato ha scritto che quei tizi in
della Ge- debito di neuroni autodefi-
nitisi laziali, che a Milano
stapo... inneggiavano al mascellu-
to che ridusse l’Italia come
manco i Marziani col rag-
gio desertificatore, erano
“Indementiti dalla formi-
dabile tradizione razzista e
fascista della S.S. Lazio
(nomen omen).” La rivela-
zione mi ha tramortito. Io,
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Giro, quarta tappa a Carapaz
L’ecuadoriano ha vinto per distacco
la tappa da Orbetello a Frascati
Caduta rovinosa per Tom Dumoulin,
giunto sanguinante all’arrivo
facendo un gran lavoro”,
concede il presidente di giu-
ria Alejandro G. Iñárritu.
Già laureato per Broken
Flowers (Grand Prix della
Giuria, 2005) e St ranger
Than Paradise (C a m er a
d’Or, 1984), stavolta Jarmu-
sch serve una commedia
horror con “un cast che farà
risvegliare i morti”: i sodali
Bill Murray, Adam Driver,
Chloë Sevigny, Tilda Swin-
ton, Iggy Pop, Steve Buscemi
e Tom Waits, e i nuovi arri-
vati Selena Gomez, Danny
Glover, Caleb Landry Jo-
nes.
Planato sulla Montée des
Marches, The Dead Don’t Die
risolve più di qualche pro-
blema al direttorissimo
Thierry Fremaux: annacqua
l’ormai cronica siccità di film
americani; rimpolpa il tapis
rouge di divi e divine, merce
anche qui sempre più rara; si
fregia di uno spin politico,
scorciando tra gli zombie l’a-
pocalisse ecologica e il de-
plorevole stato dell’unione
sotto Donald J. Trump; tri-
buta onori e oneri dell’inau-
gurazione a un signor Jar-
musch e non, per dire, a una
“signora nessuno” qua le
Emmanuelle Bercot, A testa
alta nel 2015. Insomma, me-
glio morti viventi che morti
di fama, e quando escono
dalle tombe di Centerville
toccherà a tre agenti di po-
lizia, lo sceriffo Murray, il vi-
ce Driver e l’ipersensibile
Sevigny, rimandarli ai più. Il
sangue scorre a fiumi, ed ec-
da laziale ingenuo, non pen-
savo che S.S. stesse per
Schutz-Staffel.
Per me voleva dire Socie-
tà Sportiva, sigla nata quan-
do Hitler ancora si cagava
nei pannolini (e dava la col-
pa agli ebrei).
COSÌ MI AVEVA detto mio
padre, assai laziale e assai
socialista fin dai tempi di
Piola, come i suoi fratelli,
laziali e antifascisti pure lo-
ro. Papino mi raccontò (in
verità un centinaio di volte)
di quando a 16 anni rischia-
va la galera o peggio come
fattorino di volantini sov-
versivi. E della polizia fasci-
sta che si presentò a casa a
cercarlo, con mia nonna
che sviene a foglia morta. E
PRIMO FILM co il dubbio: e se fossero que-
IN CONCORSO sti nostri tempi a minacciare
di divorarci vivi? Voltaggio
metaforico, come genere
vuole, e punteggiatura satiri-
ca, l’America è qui e ora. E a
tornarci è anche Iñárritu,
complice il muro in costru-
zione al confine con il suo
Messico: “Non sono un poli-
tico, ma c’è chi sparisce nel
THE DEAD deserto e chi affoga nel mare.
DON’T DIE Il problema è l’ignoranza:
“I morti non quando non si conosce, è fa-
muoiono”, cile essere manipolati”.
diretto da Jim Belligerante è anche il
Jarmusch, fronte del #MeToo. Per ora
in sala dal 13 nel mirino delle femministe
giugno è finito la Palma d’Onore,
Monsieur Alain Delon, bol-
Lo striscione di quando dopo l’8 settem-
Alcuni laziali bre lui e un gruppo misto
fascisti vicino Lazio/Roma, età media 17
piazzale Lore- anni, andarono dai grana-
to a Milano. tieri “a chiedere fucili per
Qui sopra, Giu- combattere l’invasore nazi-
liano Ferrara sta”, ricevendo una selva di
Ansa calci in culo che gli misero a
SECONDO TEMPO
Torna Beverly Hills 90210
Orfana di Luke Perry, la celebre serie
torna con nuove puntate in onda dal
7 agosto su Fox. Il cast sarà lo stesso
dell’originale, conclusasi 19 anni fa
Zombie
Iggy Pop nel
film di Jarmu-
sch e la Gain-
sbourg Ansa
lato manesco,
omofobo e rea-
zionario e quin-
di indegno: pre-
mi diversi, Pal-
ma e non Nobel,
ed epoche di-
verse, l’ha difeso
Fremaux, ma
potrebbe non es-
sere l’ultimo. Il
gender gap rima-
ne questione in-
candescente: un
conto è la parità –
raggiunta – tra sele-
zionatori e selezio-
natrici del festival,
altro tra registi e re-
giste. Alice Rohrwa-
rischio l’osso sacro ma gli
salvarono la pelle. Però… se
ha ragione il Multistrato…
se S.S. sta davvero per
Schutz-Staffel… allora pa-
pà mi ha mentito per rifarsi
una verginità! Come Men-
gele in Argentina!
Non era un fattorino di
volantini, era un infiltrato
della Gestapo, lui, zio Gian-
carlo e zio Marcello! Nonna
svenne davanti ai partigiani!
E i calci in culo dei granatie-
ri, quale altra menzogna na-
scondono?
FERRARA ha scoperchiato
l’incubo, mi sento Jessica
Lange in Music-Box quando
scopre che babbo era un na-
zistone! Rivango tutte le pa-
role dettemi da quell’acca-
» 23
cher, regista e giurata, trova
la metafora buona: “Non
chiedete a un naufrago di
spiegare come è arrivato sul-
la spiaggia, chiedetelo a chi
ha fabbricato la barca, a
chi ha venduto i bigliet-
ti”.
MENTRE il festival di-
spensa disagi con em-
barghi e proiezioni
stampa in con-
temporanea
a ll ’ufficiale e
perpetua un
classismo da an-
cien régime (an-
teprime per soli
300 giornalisti
eletti), l’unico i-
taliano in gara, Il
traditore di Marco
Bellocchio, inizia a
far parlare di sé.
Querelle via Insta-
gram, con Giovanni
Montinaro, figlio del
caposcorta di Gio-
vanni Falcone, Anto-
nio, morto a Capaci,
che scrive al protago-
nista Pierfrancesco
Favino: “Sinceramen-
te, l’uscita nelle sale il
23 maggio è solo mar-
keting, da orfano di
quella strage mi per-
metto di scrivere che è
decisamente offensivo.
Nulla di personale, da i-
gnorante in materia, la
considero un attore fe-
nomenale”.
@fpontiggia1
© RIPRODUZIONE RISERVATA
nito laziale, quindi incallito
fascista, di mio padre, che a-
desso acquistano opposto e
doloroso senso. Ferrara ha
tolto il velo: sempre, dietro
due “S” si celano svastiche! I
Separatisti Sipontini! I Ses-
suomani Stremati! I Segaio-
li Solidali! Le Six Sisters!
Tutti depositari di una “for-
midabile tradizione razzi-
sta e fascista!”.
Multy, perché mi hai fat-
to questo? Non potevi la-
sciarmi nella mia ignara se-
renità? Oddio, e se fossi an-
ch’io indementito? Non sa-
rò nazista? Ma un momen-
to... S.S. può voler dire an-
che Stronzata Stratosferi-
ca! E considerando che si
tratta di Ferrara…
© RIPRODUZIONE RISERVATA
24 » ULTIMA PAGINA | IL FATTO QUOTIDIANO | Mercoledì 15 Maggio 2019

Dalla Prima
V
e lo ricordate il “combinato di-
sposto”? No, non in generale,
» MARCO TRAVAGLIO ma quello di cui si parlò ai tempi
del combinato disposto, appunto, tra la
RIMASUGLI parlamentari appena passato in rappresentanza: per la Carta il vo-
prima lettura e la legge elettorale: to, tra le altre cose, è “uguale”.
le Camere hanno infatti votato pure Questo è il conto pro domo sua di
Il Rosatellum 2 una riforma del Rosatellum –un ter- Federico Fornaro di LeU: un anno fa

“P oi – ha aggiunto –, per en-

trare nel Pd, bisognerà ra-
gionare”. È l’ultima transuman-
riforma costituzionale di Renzi e la sua
legge elettorale (l’Italicum). Il Senato
era non elettivo e non votava la fiducia,
ad Hyde Park:
zo dei seggi uninominali, il resto pro-
porzionali – che delega il governo ad
adattarlo ai futuri 400 deputati e 200
con quasi un milione di voti e il 3,28%,
Bersani & C. elessero 4 senatori, doma-
ni sarebbero 2. Insomma, il nuovo
za del peripatetico partenopeo,
che dopo la Dc trasvolò nell’or-
la Camera era eletta col super maggio-
ritario: un capo, il suo governo, la sua meno eletti, meno senatori. Ecco, domani ogni collegio u-
ninominale alla Camera sarà da 400
combinato disposto trasforma milioni
di voti in fantasmi: e allora i risparmi
dine: in FI, in Democrazia eu-
ropea, nel Ccd, nell’Udeur, nel-
maggioranza blindata e, absit iniuria
verbis, un bacione a tutti (per i nostal- rappresentanza mila abitanti in media, in Senato da 800
mila con punte oltre il milione (Abruz-
per carità, la governabilità vabbè, ma la
democrazia rappresentativa non è il
la Nuova Dc di Rotondi, nella li- gici: pensateci coi sondaggi di oggi). zo): ora immaginate, a proposito di co- diritto di salire su una cassetta della
sta Dc-Psi, nel Pdl, nell’Udc, nei Ecco, il combinato disposto è ritorna- sti della politica, la campagna elettora- frutta ad Hyde Park o su Rousseau per
fittiani di Noi con l’Italia e ora to. S’allude a quello tra il taglio di 345 » MARCO PALOMBI le per questa platea. Poi ci sarebbe la urlare mentre nessuno ti sta a sentire.
nel Pd. Un po’ a destra, un po’ al
centro, un po’a sinistra (si fa per
dire). Lui naturalmente è libe-
rissimo di riciclarsi e camuffar-
si come e con chi vuole. Ma il
bello è che trova sempre qual-
cuno che ci casca. Il problema
non è Pomicino che s’offre, ma il
Pd che se lo piglia. Zingaretti,
dopo lunghe ricerche, era appe-
na riuscito a trovare un buon
candidato per la circoscrizione
Sud, non solo incensurato – im-
presa già ardua nelle terre dei
De Luca, dei Pittella, degli Oli-
verio e degli Adamo –, ma ad-
dirittura magistrato: Franco
Roberti. Forse non sa che,
trent’anni fa, nel battaglione di
pm che indagavano a Napoli su
Pomicino, c’era pure Roberti. O
forse lo sa e ha pensato bene di
riequilibrare quel tasso eccessi-
vo di legalità con un simbolo
conclamato dell’illegalità. Co-
me se non bastasse Franco Al-
fieri, detto Mr Fritture di Pesce,
indagato per voto di scambio
politico-mafioso con la camor-
ra e candidato Pd a sindaco di
Capaccio-Paestum. O l’incredi-
bile inciucio in Sicilia con Gian-
franco Miccichè, già braccio e
naso destro di Marcello Dell’U-
tri. O gli scandali delle giunte
dem da Milano all’Umbria alla
Calabria.
Noi, se guidassimo un parti-
to che vuole rinnovarsi intorno
ai valori della sinistra, e Pomi-
cino ci avvicinasse per aderire,
ci domanderemmo dove abbia-
mo sbagliato, cos’abbiamo fat-
to di male per piacergli tanto. E
risponderemmo: “No, grazie,
come se avessi accettato”. An-
che se quello ci garantisse il suo
pacchetto di voti, veri o presun-
ti (“Se io dico che mi oriento a
votare per il Pd, i miei amici vo-
tano per il Pd”), gratis. Anzi,
proprio per quello: chi vuole
rinnovare un partito non può
accettare l’idea che i voti appar-
tengano a qualcuno che se li
porta appresso, ora a destra, ora
al centro, ora a sinistra, manco
fossero calzini o mutande. Poi
dovrebbe domandarsi chi siano
questi “amici” di Pomicino, e
con quali mezzi e a che prezzo
un ex politico che non conta più
nulla da 25 anni “controlla” an-
cora uno stock di elettori. Infi-
ne dovrebbe rifiutarli pubbli-
camente, per motivi di decen-
za, ma pure di convenienza: se
qualche persona di sinistra, di
bocca buona e di stomaco forte
era tentata di tornare a votare
Pd per l’arrivo di Zingaretti (e
per la simultanea dipartita di
Renzi), ora ne sarà dissuasa dal-
la notizia del sostegno di Pomi-
cino. Che, per quanti voti con-
trolli, non basteranno mai a su-
perare quelli che farà perdere
col suo bacio della morte. So-
prattutto ora che la questione
morale è tornata in auge col ca-
so Siri, le retate da Nord a Sud e
il trionfale ingresso della fami-
glia Genovese nella Lega sici-
liana. Tutte ottime occasioni
per segnare la distanza di una
nuova sinistra da Salvini, che
imbarca di tutto e non butta via
niente. Ma parlare di morale a
chi ignora persino l’abc del
marketing, facendosi beccare
mentre pomicia con Pomicino,
è fatica sprecata.

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