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Qualora non sussistano ragioni ostative a che l’accertamento tecnico preventivato

venga disposto nel corso di un ordinario giudizio civile, il ricorso avanzato ai sensi
degli art. 696 e 696 bis c.p.c.non è accoglibile.

Tribunale Alba, 17 maggio 2006

Tribunale Alba, 17 maggio 2006

Il Presidente
sciogliendo la riserva che precede;
sentiti i procuratori delle parti e preso atto della loro istanze,
osserva:

Il ricorso contiene una duplice domanda, ossia, mentre nell'intestazione e nella prima
parte dello stesso si chiede al giudice di disporre una consulenza tecnico preventiva a
norma dell'art. 696 bis c.p.c. (accertamento e determinazione di crediti), nella parte
conclusiva si ripiega invece, sull'accertamento tecnico delle caratteristiche del
manubrio in questione e delle cause della sua rottura, con implicito ma chiaro
riferimento al disposto di cui all'art. 696 c.p.c.
Tali domande devono supporsi, ovviamente, alternative.
Per quanto riguarda la prima richiesta, la stessa non è accoglibile nel ricorso.
In effetti, non vi sono ragioni a che il ricorrente non possa fare disporre
l'accertamento tecnico, preventivato, cui ritiene di avere diritto , nel corso di un
ordinario giuridico civile.
Per le suesposte ragioni, nessuna delle richieste può essere accolta.
Tenuto conto della novità della questione, portata dalla recente introduzione dell'art.
696 bis c.p.c., si ritiene di dover dichiarare la compensazione delle spese.
P.Q.M.
respinge le domande del ricorrente e dichiara compensate le spese.
Si comunichi
Alba 16.5.2006

Ai fini dell’accertamento tecnico e dell’ispezione giudiziale, per appurare lo stato dei


luoghi prima dell’inizio del giudizio, è necessario provvedere urgentemente
all’acquisizione di utili elementi di prova al fine di evitarne la dispersione. La
mancanza dell’urgenza, inoltre, ostacola l’espletamento dell’accertamento.

Tribunale Civitavecchia, 15 febbraio 2006

Tribunale Civitavecchia, 15 febbraio 2006

Il G.D.
A scioglimento della riserva che precede,
- ritenuta la propria competenza territoriale, atteso che l'art. 33 cod. proc. civ., in
deroga alla competenza territoriale cosiddetta semplice, consente il cumulo delle
cause contro più persone presso il giudice del foro generale di uno dei convenuti,
purché ricorra una connessione per l'oggetto o il titolo;
- osservato che presupposto per ottenere l'accertamento tecnico preventivo è la
necessità di provvedere urgentemente all'acquisizione di utili elementi di prova al
fine di evitarne la dispersione e che quanto dedotto dalla parte ricorrente in merito
"..alla necessità di un tale provvedimento (tenuto conto che dell') attività di charter
nautico, costretta da un guasto non riparato ad un forzato costoso ormeggio, al non
ottemperamento di contratti definitivi alla perdita di elevati guadagni.." non concreta
la condizione di urgenza richiesta dall'art. 696 c.p.c.;
- rilevato che l'assenza di tale presupposto ostacola l'espletamento dell'accertamento
richiesto e che ricorrono giusti motivi per compensare le spese di causa
P.Q.M.
rigetta il ricorso;
compensa tra le parti le spese di giudizio.
Civitavecchia 15.2.2006
Il G.D.

La richiesta di accertamento tecnico preventivo di cui all'art. 696 c.p.c. deve


contenere l'indicazione, oltre che delle ragioni giustificanti l'urgenza, della domanda
di merito cui l'atto è finalizzato; in difetto, l'istanza è da ritenersi inammissibile.

Tribunale Milano, 26 febbraio 2003

Tribunale Torre Annunziata, 04 marzo 2002, sez. I

- omissis -
A scioglimento della riserva del 25 febbraio 2002, nella causa 264/2002 tra Icar
costruzioni generali spa -in persona del legale rappresentante pro tempore, - contro il
comune di Torre Annunziata -in persona del sindaco pro tempore-, avente ad oggetto
procedimento ex articolo 696 o 700 Cpc;
letti gli atti di parte e vista la documentazione allegata,
Osserva
La Icar costruzioni generali spa -in persona del legale rappresentante pro tempore -
richiedeva con ricorso ante causam, depositato il 31 gennaio 2002, un provvedimento
ai sensi e per gli effetti di cui all'articolo 696 Cpc oppure ex articolo700 Cpc, onde
ottenere la nomina di un consulente tecnico d'uffico, che rapidamente accertasse
l'entità dell'incremento dei prezzi -dall'aggiudicazione all'attualità- dell'appalto
affidatole dal comune di Torre Annunziata, avendo come base di riferimento l'offerta
risultata aggiudicataria. Chiariva la ricorrente che, a seguito di licitazione privata, le
era stato affidato dal comune (con determina dirigenziale 1053/99) l'appalto dei
lavori di adeguamento ed ampliamento del locale Palazzo di giustizia, ma che il
contratto e la consegna dei lavori non erano stati nell'immediatezza perfezionati a
causa della pendenza di due contenziosi avanti al giudice amministrativo (il primo
promosso da altro concorrente e concluso favorevolmente per il comune e per la Icar
con sentenza 4773/01 del Consiglio di Stato; l'altro -promosso a seguito
dell'annullamento dell'aggiudicazione dell'appalto di cui trattasi per informazioni
sfavorevoli trasmesse dal prefetto di Napoli sul conto della Icar e, di poi, modificate-
e concluso con sentenza 1307/00 del Tar Campania di sopravvenuto difetto di
interesse); che, esaurito il contenzioso tra le parti, il comune aveva invitato l'Icar a
sottoscrivere il contratto de quo, ma la società subordinava la stipula
all'aggiornamento dei prezzi ex articolo1467 Cc, cosicché il comune -data l'urgenza
delle opere a realizzarsi- preferiva subito concludere il contratto e rimandare ad altro
momento la determinazione dell'ammontare dell'adeguamento dei prezzi.
Instauratosi il contraddittorio, preliminarmente il comune di Torre Annunziata
specificava che in data 14 febbraio 2002 venivano sottoscritti tra le parti il contratto
e il verbale di canteriabilità dei lavori, e poi chiedeva il rigetto del ricorso, essendo lo
stesso inammissibile ed infondato.
Ritiene questo giudice di dover preliminarmente esaminare, ex officio, la questione se
gli sia attribuita giurisdizione a decidere sul presente ricorso.
Il legislatore con il decreto legislativo 80/1998 (in attuazione del disposto di cui alla
lettera g) del comma 4 dell'articolo11 della legge delega 59/1997) e successivamente
(a seguito dell'intervento della sentenza 292/00 della Corte costituzionale che ne
aveva in parte dichiarato l'illegittimità per eccesso di delega) con legge 205/00 ha
parzialmente novellato la disciplina sulla giustizia amministrativa. In particolare, il
primo comma dell'articolo 33 devolve alla giurisdizione esclusiva del giudice
amministrativo tutte le controversie in materia di pubblici servizi, e al secondo
comma chiarisce -a mero titolo esemplificativo e sicuramente non in modo tassativo-
che tra tali controversie debbano sicuramente annoverarsi quelle «...d) aventi ad
oggetto le procedure di affidamento di appalti pubblici di lavori, servizi e forniture,
svolte da soggetti comunque tenuti alla applicazione delle norme comunitarie o della
normativa nazionale o regionale; e) riguardanti le attività e le prestazioni di ogni
genere, anche di natura patrimoniale, rese nell'espletamento di pubblici servizi...».
Detta disposizione normativa si caratterizza, sul piano letterale, per l'estrema
ampiezza e genericità della formula adottata, cosicché dottrina e giurisprudenza non
sono univoche sia nell'individuare il concetto di «pubblico servizio», sia nel ritenere
devoluta al giudice amministrativo anche la fase dell'esecuzione del contratto di
appalto. Pur tuttavia, in considerazione della ratio sottesa alla novella legislativa di
cui sopra (volta a devolvere alla cognizione del giudice amministrativo tutte le
controversie in materia di pubblici servizi, in modo da affidargli tali giudizi ratione
materiae, superando così la mera distinzione in funzione della situazione giuridica
tutelata), ne deriva che tutte le controversie concernenti pubblici servizi, ivi
comprese quelle relative all'esecuzione dei contratti di appalto e dei conseguenti
rapporti giuridici, spettano alla cognizione del Ga, senza che rilevi minimamente la
precedente distinzione (adottata in dottrina e giurisprudenza) tra fase
procedimentale, anteriore alla conclusione del contratto di appalto, e fase negoziale
ed esecutiva del contratto medesimo, dovendosi, invece, individuare il tipo di giudice
in ragione della sola inerenza di tali contratti ad un pubblico servizio. «...Ne consegue
che tutte le controversie relative alla fase successiva all'affidamento o alla stipula del
contratto ricadono nell'alveo della nuova giurisdizione esclusiva del Ga ex articolo 7
legge 205/00 sol che incidano direttamente sull'espletamento di un pubblico servizio,
e ciò proprio per effetto dell'attribuzione generalizzata di tale tipo di giurisdizione in
ordine alla gamma di controversie ipotizzabili ratione materiae nel vasto ambito
fenomenico dei servizi pubblici». Se, infatti, l'articolo 7 in esame deferisce alla
giurisdizione esclusiva del Ga tutte le controversie dei pubblici servizi, ad eccezione
soltanto di quelle espressamente indicate nell'ultima parte della lett. e) («...con
esclusione dei rapporti individuali di utenza con soggetti privati, delle controversie
meramente risarcitorie che riguardano il danno alla persona o a cose e delle
controversie in materia di invalidità...»)dell'articolo 33, comma 2, novellato dal
predetto articolo 7, non si può ragionevolmente dubitare dell'intenzione del
legislatore di includere nell'ambito di tale cognizione anche tutte le controversie
aventi ad oggetto i diritti soggettivi patrimoniali scaturenti dall'espletamento di
pubblici servizi, posto che il criterio di riparto proprio della giurisdizione esclusiva
consiste soltanto nella «materia», indipendentemente dalla presenza o meno nella
fattispecie controversa di provvedimenti od atti amministrativi e, quindi
indipendentemente dalla connotazione pubblicistica o meno della stessa fattispecie...
(cfr. Tar Sicilia -sezione distaccata di Catania, sezione terza, 12 luglio 2001-7 gennaio
2002 numero 7; cfr. altresì Tar Sicilia- Catania, sezione seconda, 1456/01). Ed ancora,
«...ai sensi dell'articolo 33 decreto legislativo 80/1998, come sostituito dall'articolo 7
legge 205/00, la giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo in materia di
servizi pubblici ricomprende anche le questioni che attengono al momento esecutivo
dei relativi contratti di appalto e ai diritti patrimoniali scaturenti dall'espletamento di
pubblici servizi...» (cfr. Tar Sardegna- Cagliari 1221/00, vedi anche Tar Puglia Bari
1401/00, cfr. anche Cassazione, sezioni unite, 8454/98 nello stesso senso per le
controversie insorte a partire dal 1 luglio 1998; Cassazione, sezioni unite, 64/1999 e
Cassazione, sezioni unite, 40/2000).
Ritiene questo giudice di doversi conformare a detto indirizzo interpretativo
apparendo esso il più aderente allo spirito della riforma: ne consegue che la
giurisdizione sul presente ricorso vada attribuita al giudice amministrativo.
Rifacendosi, invece, alla vecchia distinzione (cfr. Tar Marche 260/99, Tar Basilicata
198/99, Cassazione, sezioni unite, 72/2000) tra fase procedimentale e fase
contrattuale ovvero fra situazioni di diritto soggettivo e di interesse legittimo, viene
svuotato di contenuto il nuovo criterio legislativo «e la sua finalità di
razionalizzazione, concentrazione e semplificazione». Infatti, la giurisprudenza prima
dell'intervento del decreto legislativo 80/1998 riteneva che la giurisdizione del Ga
sussistesse fino alla conclusione del contratto, dovendosi affermare, per contro, la
giurisdizione dell'Ago in ordine all'esecuzione del contratto medesimo, non solo
avendo dette controversie per oggetto diritti soggettivi inerenti a rapporti
contrattuali di natura privatistica, ma anche perché non aveva più alcun rilievo il
potere autoritativo e discrezionale della pubblica amministrazione.
Detto criterio di riparto appare, invero, anacronistico a maggior ragione laddove si
consideri la possibilità oggi riconosciuta al Ga di disporre di mezzi di prova (perizie,
ecc.) che sono propri della giurisdizione di merito, di emettere provvedimenti
d'urgenza, decreti ingiuntivi, ecc.. D'altro canto, proprio rifacendosi alla ratio della
competenza esclusiva del giudice amministrativo (introdotta con la riforma del 1923
per soddisfare l'esigenza di attribuire ad un solo giudice la giurisdizione su quelle
materie in cui diritti soggettivi ed interessi legittimi sono talmente connessi da
rendere oltremodo difficile discernere in concreto quale sia la natura della posizione
giuridica fatta valere ed individuare di conseguenza il giudice competente), ne deriva
che il Ga deve necessariamente conoscere di tutte le questioni conseguenti al
pubblico servizio, non risultando agevole in questa materia discernere puntualmente
le diverse situazioni soggettive oggetto di tutela.
Per completezza di trattazione va precisato che nel caso di specie il ricorso concerne
sì l'adeguamento dei prezzi dell'appalto dei lavori di costruzione ed ampliamento del
Palazzo di Giustizia (materia inerente senza tema di smentita ad un pubblico
servizio), pur tuttavia, bisogna evidenziare che l'istanza è stata presentata in data
31.1.2002, ancora prima della conclusione del contratto (rep.417/02), tanto è vero
che nella premessa del contratto medesimo si fa specifico riferimento al presente
ricorso: ne consegue che, anche volendo accedere al vecchio orientamento, deve
ravvisarsi la giurisdizione del giudice amministrativo a trattare la presente
controversia, proprio in considerazione della fase procedimentale in cui è stata
presentata l'istanza.
Dichiarato il difetto di giurisdizione, tutte le altre doglianze, di conseguenza, restano
assorbite.
Ricorrono giusti motivi, stante, tra l'altro, la novità delle questioni trattate, per
l'integrale compensazione delle spese di giudizio.
- omissis -

TRIBUNALE DI NOLA
II SEZIONE CIVILE
G.D. Dott. Francesco Notaro
(Giudizio n……R.G.- Oggetto: Istanza di accertamento tecnico preventivo)
Il g.d., sul ricorso proposto dalla XXXX s.r.l., nei confronti della KKKK s.c.a.r.l.,
sciogliendo la riserva incamerata all’udienza del 22.1.2008, decorso il concesso
termine per note di giorni 15, osserva:
parte ricorrente ha avanzato istanza di atp per la verifica della quantità e della
qualità di una fornitura di ciliegie ricevuta dalla società resistente;
--instaurato il contraddittorio relativo alla presente fase, quest’ultima ha eccepito
l’incompetenza a disporre l’accertamento invocato, in capo a questo tribunale,
rilevando che essa KKKK ha depositato ricorso per ingiunzione di pagamento riferito
alla stessa fornitura di merce presso il tribunale di Treviso, ottenendo il richiesto
decreto ingiuntivo, regolarmente notificato alla odierna società ricorrente e che la
XXXX ha proposto opposizione al detto decreto, eccependo in quella sede i pretesi
vizi in relazione ai quali è stata fatta domanda di atp davanti a questo giudice; che,
pertanto, essendo stato il decreto ingiuntivo notificato alla XXXX in data 25.10.2007,
è da tale data che deve intendersi pendente il giudizio di opposizione, sicché a mente
dell’art.693 c.p.c., l’accertamento tecnico andava chiesto al tribunale di Treviso e non
al tribunale di Nola; nega, inoltre, che ricorra il presupposto dell’urgenza;
la XXXX replica, assumendo che il ricorso è stato depositato prima che fosse stata
proposta l’opposizione, di tal che non poteva ritenersi che il giudizio di merito fosse
già pendente; contesta, riguardo all’ultimo profilo segnalato dalla resistente, che non
ricorra nella specie il requisito dell’urgenza;
--ciò posto, ad avviso del tribunale, deve ritenersi che l’invocato accertamento tecnico
debba essere richiesto al tribunale di Treviso, giudice competente a conoscere
dell’opposizione;
in primo luogo si osserva che non vale sostenere che il presente ricorso è stato
depositato prima dell’opposizione, per potersi ritenere che il giudizio non era ancora
pendente;
è vero, infatti, che alla data della notifica del decreto ingiuntivo, il giudizio di merito
era ancora, per così dire, in una fase quiescente ed eventuale, ma dal momento in cui
l’opposizione è stata proposta, non può disconoscersi che l’effetto della pendenza
della lite retroagisce, sicché il giudizio è oramai pendente e lo è, per chiaro disposto
normativo, dalla data del 25.10.2007;
--inoltre, deve evidenziarsi che il deposito del ricorso oggetto d’esame è avvenuto
appena quattro giorni prima della proposizione della notifica dell’atto di citazione in
opposizione, quando l’attuale ricorrente, in quella sede opponente, era pienamente a
conoscenza della proposizione della domanda ingiunzionale avanzata (e ottenuta) nei
suoi confronti dalla KKKK, apparendo irragionevole consentire che, in tal modo, con il
deposito del ricorso ‘in prevenzione’ rispetto alla notifica dell’atto di citazione in
opposizione, l’opponente possa modificare il giudice competente a svolgere
accertamenti che spiegano, con ogni evidenza, particolare rilevanza circa le sorti
delle domande e delle eccezioni avanzate nel giudizio di opposizione (sul punto può
richiamarsi, per identità di ratio la questione relativa alla determinazione della
competenza in caso di giudizio di opposizione e di domanda, ‘a parti ribaltate’, di
accertamento negativo, in cui, dopo alcune oscillazioni, la giurisprudenza di
legittimità, proprio per scongiurare l’effetto delle opposizioni cd. “in prevenzione”, ha
statuito che occorre guardare addirittura alla data di deposito del ricorso, ai fini di
verificare la causa preveniente, sicché, a maggior ragione, in questa sede non può
che aversi riguardo al fatto che il deposito del ricorso per atp. è stato depositato in
epoca successiva alla notifica del decreto ingiuntivo al presunto debitore);
--infine si osserva che, sempre secondo la giurisprudenza di legittimità, per causa di
merito cui l’atp. risulta funzionale, deve intendersi quella che ha ad oggetto le
domande o le eccezioni i cui fatti costitutivi o rispettivamente impeditivi, modificativi,
o estintivi il ricorrente in istruzione preventiva intende fare accertare (cfr. Cass. nn.
4940 del 1996; 2389 del 1999); che, anche a voler prescindere dal fatto che la XXXX
s.r.l. ha allegato il presupposto dell’urgenza e non dell’eccezionale urgenza, che
potrebbe giustificare l’applicazione del comma 2 dell’art.693 c.p.c., sempre alla luce
dell’indirizzo di legittimità oramai consolidatosi e che per le ragioni che precedono è
da stimare certamente preferibile, l’istanza di istruzione preventiva a giudizio di
merito già instaurato, deve essere proposta al giudice di tale causa anche in caso di
eccezionale urgenza, “stante la stretta connessione dei provvedimenti cautelari con il
giudizio di merito, il cui risultato definitivo essi tendono a salvaguardare” (vds. Cass.
n.8943 del 1994);
--trattandosi di provvedimento negativo, devono essere regolate le spese della fase; la
particolarità della questione, sia in fatto che in diritto, induce ad una loro integrale
compensazione.
P.Q.M.
Rigetta il ricorso;
compensa integralmente le spese della fase tra le parti.
Nola, 11 febbraio 2008
Il Giudice
Dott. Francesco Notaro

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