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Pos. 1   Prot. N. /245.03.11 

Oggetto: Edilizia - L.r. n. 4/03, art. 20 - Opere interne.

Allegati n...........................

Assessorato regionale
del Territorio e dell'Ambiente
Dipartimento regionale Urbanistica
Area Affari generali e comuni

PALERMO

1. Codesto Dipartimento ha sottoposto allo Scrivente - per eventuali


osservazioni - la nota emarginata con cui si forniscono, al Comune di Xxxx,
indirizzi interpretativi in ordine all'applicazione dell'art. 20 della legge
regionale 16 aprile 2003, n. 4, ritenuto di "oggettiva difficoltà
interpretativa".
In particolare, il Comune, nella nota inoltrata a codesta Amministrazione,
riferiva l'avvenuta presentazione di comunicazioni di "inizio dei lavori", ex
art. 20 della l.r. n. 4/03, anche in relazione alla "totale copertura di terrazzi
di notevoli dimensioni, in assenza peraltro del parere favorevole della
Soprintendenza BB.CC.AA. e dell'Ufficio del Genio Civile e nell'ipotesi anche
di realizzazione su costruzioni abusive oggetto di sanatoria non ancora
definita".
Le questioni nascono, dunque, dall'esigenza di verificare la legittimità della
procedura seguita per la realizzazione delle sopradescritte opere,
sostanzialmente sottratte a qualsivoglia richiesta di concessione o
autorizzazione, in quanto ritenute assoggettabili alla disciplina di cui al
citato art. 20 della l.r. n. 4/03, in forza del quale vengono sottratte al
comune regime concessorio, "in deroga ad ogni altra disposizione di
legge...la chiusura di terrazze di collegamento e/o la copertura di spazi
interni con strutture precarie, ferma restando l'acquisizione preventiva del
nulla osta da parte della Soprintendenza dei beni culturali ed ambientali nel
caso di immobili soggetti a vincolo".
Ai sensi del secondo comma, per le opere che rientrano nelle ipotesi di cui
al soprariportato primo comma, "il proprietario dell'unità immobiliare,
contestualmente all'inizio dei lavori, deve presentare al sindaco... una
relazione...che asseveri le opere da compiersi ed il rispetto delle norme di
sicurezza e delle norme urbanistiche, nonché di quelle igienico-sanitarie
vigenti,..."; dal dato testuale del successivo comma 3 si ricava, inoltre, che il
regime agevolato riguarda anche "la chiusura di verande o balconi con
strutture precarie".
Al quarto comma il legislatore ha inteso espressamente definire la nozione
di veranda, definendo tali "tutte le chiusure o strutture precarie come sopra
realizzate (cioè suscettibili di facile rimozione), relative a qualunque
superficie esistente su balconi, terrazze e anche tra fabbricati. Sono
assimilate alle verande le altre strutture, aperte almeno da un lato, quali
tettoie, pensiline gazebo ed altre ancora, comunque denominate, la cui
chiusura sia realizzata con strutture precarie, semprechè ricadenti su aree
private".
Il quinto comma, infine, estende le disposizioni di cui ai commi 1 e 2 anche
alla "regolarizzazione delle opere della stessa tipologia già realizzate".

*****

Codesto Dipartimento è dell'avviso che le disposizioni di cui all'art. 20


devono essere lette come integrazione delle altre disposizioni già regolanti
l'esecuzione delle "opere interne" e, poiché la relazione tecnica da
presentare al Comune deve asseverare che le opere da effettuarsi rispettino
anche le "norme urbanistiche" (e, tra queste, quella fondamentale è quella
contenuta all'art. 36 della l.r. n. 71/78 e le norme ad esso strettamente
connesse) ritiene, pertanto, che la prefigurata "deroga ad ogni altra
disposizione di legge", contenuta nel primo comma dell'art. 20, debba
trovare il proprio limite applicativo nella relazione tecnica di asseveramento
del rispetto delle "norme urbanistiche", previste al successivo secondo
comma e delle prescrizioni degli strumenti urbanistici comunali e
sovracomunali, non riguardanti i parametri edilizi oggetto della deroga in
argomento. Conseguentemente ritiene "evidente che la copertura di terrazzi
nei modi descritti non può che essere soggetta al rilascio di apposita
concessione edilizia, in quanto trattasi di ampliamento o sopraelevazione di
un edificio esistente, comportante trasformazione edilizia ...del territorio
comunale".
Riguardo al secondo quesito, relativo cioè alla legittimità della realizzazione
delle suddette opere, relative ad immobili soggetti a vincolo, in assenza del
parere favorevole della Soprintendenza BB.CC.AA e del Genio Civile,
codesto Dipartimento rappresenta la necessità del preventivo ottenimento
delle prescritte autorizzazioni favorevoli da parte degli enti cui è preposta la
tutela dei vincoli medesimi, essendo previsto sì espressamente l'obbligo
dell'acquisizione preventiva del nulla osta da parte della Soprintendenza
BB.CC.AA, ma non essendo prevista altresì nessuna deroga per
l'acquisizione preventiva di qualsivoglia altro parere imposto dal vigente
ordinamento.
In ordine, poi, all'ultima questione posta viene evidenziato che gli unici
interventi edilizi ammessi sugli immobili abusivi oggetto di sanatoria non
ancora definita con provvedimento concessorio o autorizzatorio, sono solo
quelli di "completamento" descritti dall'art. 26, comma10, della l.r. n.
37/85 e nei limiti descritti dalla medesima disposizione normativa.

2. In ordine alle questioni poste si osserva quanto segue.


Premesso che la norma in esame costituisce estrinsecazione di prerogativa
riservata al legislatore siciliano in forza di espressa previsione dell'art.14,
lett. f dello Statuto della Regione, non può, tuttavia, non rilevarsi che il
regime edilizio che ne deriva appare radicalmente differenziato da quello
riservato agli identici interventi nel resto del territorio nazionale, in cui la
sottrazione al generale principio della sottoposizione al regime
concessorio/autorizzatorio è riservata solo alle opere destinate a far fronte
ad esigenze temporanee e contingenti.
Una prima fondamentale peculiarità, in ordine alla disciplina regionale
sopradelineata, è data dalla circostanza che l'attributo di precarietà,
ritenuto meritevole di normazione agevolata, è riferito, nella l.r. n. 4/03
(art. 20), alla consistenza e tipologia delle strutture (dal momento che rileva
espressamente, ai fini della definizione di una struttura in termini di
precarietà, la facile rimovibilità della stessa), anziché, come in ambito
nazionale, alla destinazione di durata dell'opera, ovvero alla predeterminata
provvisorietà dell'intervento.
Altra notazione, in ordine alla disciplina regionale delle opere interne
"precarie", riguarda la generalizzazione del regime di esenzione, poiché il
legislatore assoggetta le sopradescritte opere alla procedura di denuncia
d'inizio attività indipendentemente dalla loro estensione: il comma quattro
dell'art. 20 ha, infatti, precisato, con riguardo alle verande ed alle strutture
equiparate (tra le quali la norma ricomprende anche le tettoie), che
rientrano nella disciplina agevolata anche le loro "chiusure...relative a
qualunque superficie esistente su balconi, terrazze e anche tra fabbricati".
Per ciò che rileva, dunque, ai fini della soluzione del primo dei quesiti posti,
è la stessa lettera della norma (nonostante i possibili rilievi cui la stessa si
possa, eventualmente, prestare circa la portata discriminatoria dei suoi
effetti rispetto alle opere aventi le stesse caratteristiche, ma assoggettate ad
un regime edilizio differenziato, in quanto insistenti sul resto del territorio
nazionale) che consente di estendere la procedura d.i.a. anche alle ipotesi
di opere consistenti nella chiusura, realizzata con strutture precarie, di
tettoie indipendentemente dalle loro dimensioni, ma non anche alle sole
coperture di terrazze, stante che l'assimilazione alle verande è
espressamente limitata, dal quarto comma del citato art. 20, alle altre
strutture, aperte almeno da un lato, quali tettoie, pensiline gazebo..., la cui
chiusura sia realizzata con strutture precarie, semprechè ricadenti su aree
private.
In altri termini, come rileva correttamente codesto Dipartimento, la
"chiusura di terrazze" (in cui sia già stata realizzata in precedenza una
tettoia, nel rispetto delle norme urbanistiche vigenti) è cosa ben diversa
dalla "copertura" delle stesse, stante che la chiusura delle verande, tettoie,
pensiline e gazebo è "riferita solamente a manufatti architettonici aperti
lateralmente, ma già coperti" (e, dunque, già autorizzati).
Dunque, soltanto la "chiusura delle tettoie", nel senso sopra delineato, è
assoggettabile al regime agevolato di cui al citato art. 20
(indipendentemente dalle dimensioni), e non anche la "copertura di
terrazze", che, non essendo espressamente contemplata dalla norma in
questione, rimane, pertanto, sottoposta al normale regime concessorio.

In ordine alle altre problematiche sottoposte alle valutazioni dello Scrivente


sembra condivisibile l'orientamento di codesto Dipartimento circa la
necessità - nel caso di immobili sottoposti a vincoli - della preventiva
acquisizione del nulla osta da parte della Soprintendenza BB.CC.AA.,
obbligo espressamente sancito dal comma 1 del citato art. 20, nonché di
eventuali altri pareri la cui acquisizione sia comunque imposta dalle norme
attualmente vigenti, non essendo previste, dalla normativa de qua, deroghe
in tal senso.
E, per quanto riguarda, infine, le ipotesi di realizzazione delle opere
descritte dall'art. 20 su costruzioni abusive oggetto di sanatoria non ancora
definita con provvedimento concessorio o autorizzatorio non può che
concludersi per la non ammissibilità delle stesse, essendo consentiti, sugli
immobili abusivi assoggettati a sanatoria, unicamente interventi quali
quelli descritti dall'art. 26, comma 10, della legge regionale n. 37 del 1985,
ai sensi del quale "...il presentatore dell'istanza di concessione o
autorizzazione in sanatoria può completare sotto la propria responsabilità le
opere di cui all'art. 31 che hanno diritto al conseguimento della concessione o
autorizzazione in sanatoria ai sensi del primo comma dell'art. 23 della
presente legge..."

Nelle superiori considerazioni è l'avviso di quest'Ufficio.

*****

Si ricorda che in conformità alla Circolare presidenziale 8 settembre 1998,


n. 16586/66.98.12, trascorsi 90 giorni dalla data di ricevimento del
presente parere senza che codesta Amministrazione ne comunichi la
riservatezza, lo stesso potrà essere inserito nella banca dati "FONS".

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