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DI ERUDIZIONE
STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI
SPECIALMENTE INTORNO
AT PRt^rciPALl MARtlRl, PADRf, AI SOMMI PONTEFICI, CARDlNAI.t
SAffTIj BEATI,
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARlI GRADI DELLA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA , ALLE CITTA PATRIARCALI , ARClVESCOVlLI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILlIj ALtE FESTE PIÙ SOLENNI,
AI RITI, ALLE CEREMONIE SACRE, ALLE CAPPEtLE PAPALI, CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NO*
CHE AlLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC*
COMPILAZIONE
GREGORIO XVI.
VCL. XXXtV.
IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCXLV.
l.y
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE
STORICO-ECCLESIASTICA
IMM IMM
IMMAGINE, /wrtg^o. Sembianza,
I. tore delle medesime. Inoltre dicesi
somiglianza apparenza , ed anche
, in greco Hagiomachus per inimi-
figura di rilievo, o dipinta, o stam- co de' santi. Dice il Bergier, sareb-
pata ritratto. Con voce greca l'im-
; be inutile che ci mettessimo a
magine si chiama Icona o Icon, provare 1' utilità delle immagini e
pittura o immagine, come si rac- l'impressioni che fanno sull'animo
coglie dalle seguenti parole ripor- di tutti gli uomini ; sono più ef-
tate dal Macri Considera ìconani
: ficaci delle parole ; sovente fanno
ejiis in Sardanay, quae in car- comprendere cose che non si pos-
neni versa, oleum sine cessatione sono esprimere con parole; dicesi
stillat. Caesar. 1. 7, e. 25. Il me- quindi con ragione che questo è il
desimo Macri aggiunge che con catechismo degl' ignoranti. La pit-
questa voce d' Icona fu formata tura, al dire di s. Gregorio I, è
l' altra voce Iconostasion, che si- pegl' ignoranti ciò che la scrittura
gnifica Riposto delle immagini , è pei dotti, 1. 9, ep. 9. Dunque
Questo vocabolo presso i greci si- non è meraviglia che lamaggior
gnifica anche il leggio o pulpito parte dei popoli n' abbiano fatto
acconciato con drappi, sopra del uso per rappresentarsi gli oggetti
quale pongono l'immagine di quel del culto religioso, e che se n'ab-
santo, di cui si fa in tal giorno la bia confessato l'utilità nel cristiane-
festa, e viene posto in mezzo alla simo. Tuttavia alcune sette di ere-
chiesa per essere venerato dal po- tici asserirono che l'uso delle im-
polo. Dalla stessa voce Icona fu- magini è una superstizione, e l'o-
rono chiamati Icononiachus ed /- nore che loro si presta un' Idola-
conoclasla i persecutori delle san- tria (Fedi). Gli ebrei ed i mao-
te immagini, perchè significa op- mettani non hanno alcuna imma-
pugnatore delle immagini, e di&trut- gine nelle loro sinagoghe o moschee,
6 IMM IMM
Ile in alcuno dì quegli altri luoghi drizzassero dai sudditi statue d oro
destinati all'orazione o ad altri at- e d'argento, ma sibbene le doves-
ti di divozione. se formare ne' cuori degli uomini
Antico è il costume delle irnma- col beneficarli , perchè tali statue
gìni o de'quali parla Eze-
ritratti mai non sarebbero dal tempo lo-
chiele, ove dice al cap. 23, v. i4; gorate. Plotino, fra i seguaci di Pia-
Cam que vidisset viros depicLos in ione il più rinomato, non volle
pariete y imagines caldaeoruni ex- mai acconsentire d'essere da pitto-
nressas colorihus. Ma sieno pur re veruno ritratto in tela, perchè
effigiati bronzo e
i volti in in mar- disdicevole cosa stimava, che si e-
istatue, rimettendosi alle sue azio- i4> ^* '^•'* Acerbo enim luctu do-
ni che erano famose. A che servo- lens pater, cito sibi rapti filii fé-
Belo; gli altri poi moltiplicati fu- mali esempi da cui erano circon-
rono detti Bel, Baal, Baalim, Be- dati, e perchè in quel tempo pen-
lia, Beelphegor, Belzebub, perchè savasi che ogni immagine rappre-
Bt;£ iu lingua ebraica significa Si- sentasse una divinità. Ciò nondi-
gnore. Sembra dunque che il primo meno Mosè pose due figure di
motivo dell'idolatria sia stato l'af- cherubini sull'arca dell' alleanza, e
fetto grande verso morti, come i Salomone ne fece dipingere sopra
pur dicemmo al citato articolo Ido- le mura del tempio, e sulla corti-
latria, parlando degli dei dome- na del santuario ; prova che la
stici Lari o Penati ; ed oltre a proibizione non avea più luogo,
Nembrot fu Nino re di Babilonia quando non v'era pericolo che que-
che pure a suo padre piorto in- ste figure fossero prese per un
nalzò altari, e comandò adorazioni. oggetto di adorazione.
E nei susseguenti tempi Semirami- Così non sono proibite ai cri-
de, e altri sino a Nabucco, il qua- stiani le immagini di Gesù Cristo
le fece la famosa statua d'oro or- e de'santi, perchè questi non sono
dinando a tutti che l'adorassero. 11 idoli; sono idoli le immagini di
secondo motivo dell' idolatria fu falsi perchè sono similitudine
dei,
l'adulazione, come nell'apoteosi dei degli dei che non sono dei, e fal-
gentili, di cui parlammo all'artico- sa rappresentanza di un oggetto non
lo Divinità, il terzo la gratitudine, vero, o del culto di latria solamen-
quindi furono riposti tra le dei- te dovuto a Dio onnipotente. Ma
tà Eusculapio primo maestro del- le immagini de'santi e di Cristo
la medicina, Trittolemo che inven- non possono chiamarsi idoli, per-
tò il coltivare campi, Bacco per-
i chè sono immagini di cose vere,
chè insegnò a fare il vino, ec. istituite a rappresentare quello che
Quarto il timore, il quale mosse essi veramente sono. Siccome l'im-
gli uomini a tenere per idei quel- magine del re non si può dir ido-
le cose che potevano nuocere, co- lo perchè rappresenta quello che
me le Eumenidi. Quinto la vita è; sicché il culto che si dà alle
licenziosa fece piti idoli di persone sacre immagini si riferisce al pro-
viziose, come di Giove, Marte, Ve- totipo, che in quelle è rappresen-
nere, Mercurio ec, per potere con talo; cioè non si dà l'onore al
minor vergogna praticare ogni dis- legno, air oro, al metallo od al-
solutezza. Tutti siffatti dei venne- tra materia assolutamente, come
ro rappresentati con immagini scol- se avessero iu sé qualche divinità,
pite, dipinte, o in altro modo rap- ma come rappresentante Cristo ,
del Buon Pastore ne' vasi cimiteria> vetri dipinti e scritti, credette di
li anche di vetro. Uno di questi vedere nelle tre figure così aggrup-
che si conserva nel museo Borgia- pate una matrona romana orante,
no del collegioUrbano rappresen- e due che a diminuirle il
servi
ta la Beata Vergine in mezzo ai disagio le sostenevano le braccia.
ss. Pietro e Paolo; non è quindi Disconveniente e falso giudizio, che
un arbitrio temerario quello di giu- per confutarlo basta il riflettere
dicare che rappresentino Maria tia che la disciplina primitiva della
i principi degli apostoli quelle tre Chiesa vietava che le donne fos-
immagini dipinte a fresco ne'cimi- sero mischiate cogli uomini ne'luo-
teri, somiglianti in tutto a quelle ghi d'orazione.
simili dei vetri, quantunque man- Antichissimo eziandio è l'effi-
chino di nome scritto. Una copia giare la Beata Vergine Maria, at-
si vede nel cimitero de' ss. Mar- tribuendosene molte dipinte da s.
1^ IMM IMM
di edifìcazioue riescouo di icati- tustate consumpta, incendio dentur
idalo. etc, cineres quoque eorum in ba-
Il sinodo Quinisesto del 707, col ptisterium inferantur, ubi nuUus
can. 100 proibì le pitture lascive, transitum habeat, ut in pariete,
e scomunica chi le eseguisce. Il aut in fossis pavimentorum jactea-
concilio di Magonza sotto Paolo IH turj ne introeuntium pedibus in-
nel 1 decretò « Procaces ima-
549 : quinentur ". Quindi narrando il
cune immagini^ che sono state mi- intorno al capo delle immagini, è il
racolosCf logorate dal tempo e dif- simbolo de'beati: quanto a\V Aureo-
formate. Egli opina doversi fare, la^ Corona^ Diadema Nimbo (P^edi) ^
così dette perchè quasi coronate conchiudere che tempo del se- al
di alloro , corona resa particolare condo concilio di Tours celebrato
agl'imperatori a' quali furono ri- nel 566 o 56^^ sull'altare non vi
servati i trionfi. Da questa testi- si mettevano immagini, cioè in que-
monianza di s. Oliato^ oltre il ri- gli altari ove cuslodivasi l'Eucari-
to di accomodare solennemente gli stia che soleva custodirsi in dis-
Altari (Fedi), il Buonarroti sem- parte, e sotto la croce. Da san
bra vedervi il costume, che quan- Paolino apprendiamo che Severo
do per le feste si adornavano gli fece porre la statua di Gesù Cri-
altari, e in tempo de* sacrifizi, le sto nel battisterio. Filostorgio as-
immagini sacre si collocassero in sicura che la statua del Salvatore
luogo vicinissimo , ed in sito che eretta in Cesarea sunnominata, fu
si potesse dire eh' esse fossero so- collocata nella diaconia o sagrestia
pra gli altari ; poiché se non vi della basilica , e colà veneravasi
fosse stato generalmente un tal com' era dovere. medesimo s.
11
IMM IMJVI i5
templi. Il Macri nella Not. de^vo- gure, ne immagini, ne insegne del-
caholi eccl. dice die nella cappella la Passione. Le croci così velate
pontifìcia le immagini si copriva- dovranno rimanere coperte fino al
no nella domenica di Passione venerdì santo, e le immagini sino
pronunciate le paiole del santo alla fine delie litanie del sabbato
vangelo: Jesum autem ahscondit se, santo. Le dette immagini non si
i6 IMM IMM
re onorare pubblicamente le
di tro e di Paolo ch'erano stale
s.
to che nel sedicesimo secolo. Come suoi riprovevoli ordini. Quelli che'
allora era cessato il pericolo d*ido- si conformarono a tale decisronef
latria, il culto de'santi e delle lo- furono chiamati iconomachi, nevaio
ro immagini divenne più comune ci delle immagini, e iconoclasti^
e più manifesto; però non si deve spezzatori delle immagini ; per lo-
conchiudere che abbia cominciato ro parte, essi appellarono gli oi'to-
allora, poiché si professava di crede- dossi iconoduli e iconolatri, servi
re e di praticare soltanto ciò che si o adoratori delle immagini; né
aveva appreso per tradizione. I pro- racconta la storia il Bernino, e noi
testanti sono soliti di dire, prima la facemmo compendio all'arti-
in
della tal epoca non troviamo al- colo Iconoclasti. Primieramente
cuna prova positiva di tal uso, vi si oppose con sommo zelo ed
dunque cominciò allora: questa energia il Pontefice s. Gregorio II
prova è solo negativa, e nulla con- che fu imitato dai successori j co-
chiude; essa è combattuta da una me nella persecuzione ed eresia
prova positiva generale che la di- r imperatore ebbe altri augusti a
strugge, cioè che sino dai primi seguaci. Condannò s. Gregorio II
secoli si fece professione di non far l'imperatore, dopo averlo inutil-
novità. Così il Bergier. Se ancora mente con paterna sollecitudine
in oggi da' piotestanti si tacci d'i- invitato ad emendarsi. 11 Severano
dolatria il culto delle sacre imma- nelle Memorie sacre, a pag. 66,
gini, è a vedersi il Zaccaria nel suo parla di una parte della bolla di
jfinti-Feb rollìo i L I, p. VII. Quanto s. Gregorio III contro i profana-
alla qualità del Cullo (Fedi) dovu- tori delle immagini, rinvenuta nel-
to alle sacre immagini, lo dicem- l'altare maggiore dell' antica cap-
P./t*s^/^V\jfY»«i
.
i8 IMM IMM
pratica della Chiesa : gli fu perciò ra dopo la morte dell' imperatore
troncata dagl' iconoclasti la mano Teofìlo nemico delle immagini, e
con cui aveva scritto, e mentre sta- fautore dtgli eretici iconoclasti
va appesa nella piazza a vista del Veramente i greci in seguito abu-
popolo, il santo la chiese per gra- sarono delle sacre immagini con
zia air imperatore e V ottenne; diversi atti e riti descritti dal p.
quindi applicandola al proprio brac- Panlaleone domenicano nel suo
cio, gli si riunì per miracolo del- trattato contro gli errori de'greci.
la ss. Vergine, siccome raccontano Ecco i canoni de' principali con-
molti storici ecclesiastici ed il Ri- cilii risguardanti le sante immagini,
naldi all'anno 728. I protestanti »» Chiunque disprezzcrà l'uso della
commendarono il furore degl' im- Chiesa intorno alla venerazione del-
peratori iconoclasti nel distruggere le sante immagini; chiunque le to-
le sacre immagini, ma non ardi- glierà, le distruggerà, le profanerà,
rono approvar le stragi e le inau- o ne parlerà con disprezzo sarà
dite crudeltà che commisero con- privato del corpo e del sangue di
tro di esse e i loro veneratori. Gesù Cristo, e separato dalla co-
S. Gregorio II scrisse all' impera- munione della Chiesa". Conc. di
tore Leone, che quando andava Roma an. 782 sotto il Papa s.
IMM IMM ig
la immagine passa all'originale, e per la quale debbasi rendere loro
chi adora la immagine adora il questo culto ovvero che sia ne-
;
gini. Il Buonarroti nelle Osserva- d'oro dice che nelle monete per se-
zioni sopra' i vasi antichi di vetro gno di verità della materia e del pe-
dice che probabilmente gì' impera- so s'incominciò ad imprimervi il no-
della abitazione ,
questa divozione legittima l'elezione degl'imperatori
però non è esente da superstizioni. greci,con ricevere le loro imma-
Anticamente e sino ad Alessandro gini ed esporle nel principal tem-
"VII servi di Dio pubblicamente
i pio o sia nella basilica lateranen-
si beatificavano col porre la loro se, ed altrettanto praticavasi nelle
ghi delia diocesi , come Torrice e licenze. Laonde non solo diremo
Ceprano, ec. ec; di Frascati l'Ad- dell' immunità propriamente detta,
dolorata Angelo in Vado ed
; di s. ma ancora dell'asilo e delle fran-
Urbania, diverse immagini ; Mer- chigie. Il vocabolo immunità fu par-
IMM IMM 23
gì' inconvenienti, che non bastando con insidie e con animo deliberato
le leggi emanate per reprimerli, Abncr ed Amasa, benché si fosse ri-
si dovette venirne alla soppressio- covrato nel tempio, e tenesse con le
ne. Il privilegio dell' asilo fu da mani il corno dell'altare, non volen-
Dio istituito, quando ordinò a Mo- do uscire dal luogo ivi fu scannato da
sè neir ingresso del popolo israeli- Banaia per comando di Salomone.
tico nella Terra Promessa, che sta- Siccome gli ebrei non avevano che
bilite fossero sei città di rifugio, un tempio ed un tabernacolo e ,
nelle quali ritirar si potessero con quindi era probabile che recando-
sicurezza coloro , i quali o casual- visi da tutte le parti gli omicidia-
mente o pure in qualche rissa rì, essi avrebbero turbato colla lo-
godesse l' asilo , si ha dal capo bro II narra che in Egitto alla fo-
XI, del IV libro de' Re , ove si ce del Nilo era un luogo di fran-
legge che l'empia regina Atalia chigia, cioè il tempio di Ercole, al
essendo entrata nel tempio, il som- quale se fuggivansi gli schiavi, era-
mo sacerdote Jojada ordinò non : no liberi dalla servitù, ed era sti-
occidatur in tempio Domini ^ e mata cosa nefanda e sacrilega il
perchè rea di mille morii, fu quin- toccarli. Strabene fa menzione deU
di estratta ed uccisa. Le sei città r asilo d' Osiride nel medesimo E-
d' asilo degli ebrei erano tra le gitto altri di quello di Tebe che
;
asilo, oltre gli uccisori con animo greci romani , ed altre nazioni
e
deliberato, i rei di altri delitti, co- istituirono gU asili ed i luoghi di
me di furti, adulterii ed altre scel- franchigia in diversi luoghi e in
leratezze: Gioab per avere ucciso parecchi de' loro templi, stabilendo
,,
a4 IMM IMM
che fossero luoghi d' immunità a sulla piazza ove è ora la statua
quelli che per qualche delitto vi equestre di Marco Aurelio; lo cir-
erano stati dal loro avo. In Atene fosse alcun tempietto sacro alla
pertanto sei asili erano in altiet- Misericordia, a Veiove o a Cei*ere,
tanti templi, cioè in quelli della Mi- ne tratta il Nardiui nella Roma
^ericordia, delle Eumenidi, di Mu- amica 281, 289 e 290. E sic^
p.
nichia, e ne'due di Teseo. Aflinchè come ancor lui alferma che l' asi-
però un tal privilegio non servisse lo fu sempre sul Campidoglio, non
di fomento ad eccessivi delitti, in sembra probabile l'opinione d' ai-
alcuni casi più enormi non som- cuni riportata dal Severano a p.
ministra vasi cibo al delinquente 333 delle Memorie sacre , che
onde moriva di fame, oppure apr 1* asilo o tempio della Misericor-
piccatovi il fuoco era costretto ad dia , sorgesse ov' è al presente la
uscirne. Bella è la sentenza di Plur chiesa di s. Maria Egiziaca. A
tarco sugli od immunità Siasili : quest' asilo concorse da ogni parte
terra ab eas invenire poteris Urbes moltitudine di gente facinorosa ed
mitris , liUeris y regibiis , doniibus armigera, col di cui valore inco-
opibus numismate carenles : Urbeni minciò l'ingrandimento di Roma;
templis , diisque carentem nenio quindi l'asilo, anche tra' romani,
iispiani yidit. La religione nacque fu tenuto per santuaiio di religio-
poir uomo , il rispetto e la vene- ne, come scrisse Livio iib. 35. Non
razione ai luoghi , cose e persone ostante che romani concedessero
i
so i templi, gli altari e le statue templi : non permise però che gli
degli dei, ma pure presso quelle abitanti vi si rifugiassero, e pose
degli eroi, dappoiché credevano che alle loro porle soldati a custodirli,
i numi stessi fossero i protettori per cui i fuggitivi albanesi si que-
dei rei , ed i vendicatori di chi relavano di dover lasciare come
violasse l'asilo, rispetto al quale si imprigionate le loro deità. Dipoi
accordava l' impunità ai 'più gravi nella guerra civile tra Caio Mario
delitti. Ad imitazione de'greci, Ro- e L. Siila, essendo esausto l'erario,
molo a fine di popolare la sua il senato spogliò i templi degli dei
nuova città di R.oma, formò sul di tutti gli ornamenti d'oro e di
Campidoglio un asilo ch'era situa- argento, impiegandoli per stipendio
Ip, §ecopdo i più accurati storici, delle milizie. Non però tutti i terar
,
IMM IMM 25
pli di Roma, come di altre regio- sero nelle chiese. Dice inoltre che
ni, godevano quest' asilo, quantun- ciò ricavasi dagli atti del Papa s.
do l'asilo delle chiese non solo si- Marcella e Principia, siccome te-
no alle porte di esse, ma ancora stifica Procopio, De bello goth. 1. 2.
ai loro portici, atri, abitazioni, or- Ivi racconta come furono puniti da
ti e bagni, quale distesamente fu Dio con fulmini i soldati del du-
ìnserila negli atti del concilio ge- ca Ermanno, per aver occupato t
so anno, sebbene per alcuni casi Paolo. A pag. 588 parlando della
occorsi, gli convenne poscia correg- basilica Lateranensc
Costantiniana
gerla. Nell'anno 4^6 l'imperatore dice che fu pure chiamato tempio
Leone altra legge amplissima e della Misericordia ed asilo, che per-
severissima promulgò contro i vio- ciò vi erano tre porte, sempre a-
latori di questa immunità delle perte,come meglio dicemmo nel
chiese, perchè il capitano Ardabu- volume XII, pag. 19 del Diziona-
rio volendo far estrarre
ariano , rio, All'articolo Chiesa (Vedi)^ §
un monistero degli a->
rifugiato dal VII, della venerazione die si deve
cemeti, visibilmente apparve sopra alla chiesa, parlammo dell'antichis-
quel luogo l'immagine del Croce- sima sua immunità, e di alcuni
fisso circondata di fuoco, che vi- autori che scrissero sugli asili del-
brando per ogni parte folgori con- la medesima. Nei tempi poi delle
tro gì' insolenti soldati, li pose in successive irruzioni barbariche, e in
fuga. Lo stesso Leone annullò la quella dura e procellosa epoca che
legge del predecessore Teodosio I, tenne lor dietro, quando la legge
in cui comandava a' vescovi , che era nella spada, e il diritto nella
prestando il rifugio nelle chiese a forza , quando scompigliato ogni
coloro ch'erano gravati di qualche ordine sociale, restava qualunque
debito, eglino pagassero a* credito- violenza impunita, ed era il debo-
ri la somma dovuta. le abbandonato all'arbitrio del più
iVei primi anni del quinto seco- forte, la misericordia della Chiesa,
lo avendo Alarico re de' goti pre- unica autorità tutelare che si frap-
sa Roma, la saccheggiò, e pubblicò ponesse fra gli oppressi e gli op-
un editto col quale perdonò e lasciò pressori, ampliò ed estese a molti
la vita e le facoltà non solo de'cri- luoghi considerati come sacri il pri-
trenta passi, e alle croci pianiate sto, dappoiché in esse non si olire
sulle grandi strade. Godendo que- il sangue degli agnelli e vitelli co-
che spetta e si conviene alle stes- stenti nella canonica; le case par-
se chiese, sacre case, cimiteri e Iot rocchiali, che non distano dalla
cali tutti alle chiese addetti ed a- chiesa parrocchiale mi- un terzo di
derenti, nelle quali chiese e pii luo- glio, purché non siano appigionate
ghi si esercita il divin culto^ ed a laici, come dichiarò la sacra con-
altre opere pie e di religione, così gregazione dell'immunità, in Rea-
è di dovere che questi luoghi sic- tina i4 decembris 1628. Final
IMM IMM 29
mente alcuni dicono che il ss. Sa- conoscere il loro carattere. Tertul-
cramenlo che si porta per le stra- liano nel suo apologetico e. 4*^- >
trattato; per gli stali de'principi se- nità munerihus civilibus, le immu-
colari deve starsi a' rispettivi con- nità personali. Quanto alle chiese,
cordati conchiusi colla santa Sede. fece prima ima legge, in forza del-
Esempi delle immunità reali ve la quale venne permesso a chiun-
ne sono nella sacra Scrittura. Al que di lasciar per testamento be-
tempo di Giuseppe le terre del- ni stabili alle medesime; e con
l' Egitto pagavano al sovrano il un'altra legge accordò ai beni tutti
quinto del reddito, mentre quelle delle chiese 1' immunità a Jiovis
de'sacerdoti erano esenti da ocni collaclioiiihiis j assolvette cioè i be-
tributo. Cosi era anche al tempo ni stessi da qualunque delle con-
di Mosè. Artaserse re di Persia tribuzioni, che gl'imperatori sole-
esentò dai tributi tutti coloro che vano di tanto in tanto riscuotere
andarono con Esdra a Gerusalem- straordinariamente. In seguito lo
me. Nei primi secoli del cristiane- stessoimperatore Costantino con
simo però tali immunità non erano nuova legge accordò alle chiese
ancora stabilite, giacché Gesù Cri- cattoliche l'esenzione da ogni tri-
sto medesimo nel vangelo parlan- buto anche ordinario, cioè le im-
do dei tributi, decise in generale, munità reali. Fr. Paolo Sarpi, De
che bisogna dare a Cesare ciò jure asflornm, ripete l'origine del-
eh' è di Cesare, ed a Dio ciò che l' immunità ecclesiastica dagl'impe-
appartiene a Dio. E ne avea già ratori ; ma s. Gregorio Nazian/eno
dato egli medesimo l'esempio fa- neWoratio 20 fa conoscere il con-
cendo pagare il censo per sé e per trario e che nell'età di s. Basilio
;
tutti i fedeli in generale senza ec- quella determinata dal Saipi quìii'
cezione: rendete a ciascuno ciò gentis annìs post Cìiristwn natimi^
che gli è dovuto, il tributo o l'im- vi fossero leggi sugli asili ed immu-
posizione a chi ha diritto di esi- nità, lo si rileva dal fatto di quella
gerla. Si sa che sotto gì' imperatori donna difesa nel tempio: tiietur
pagani i ministri della religione Dei clementia, et legi quae altari-
cristiana non godevano di alcun bus honorem haberi jubet wanuni
privilegio ne esenzione; essi ave- porrigeret, etc. Il concilio d'Oran-
vano tutto i'inteiesse di non far ges celebrato nel 44 ' >
^^' suoi ca-
3o IIMM IMx\I
noni ci fa conoscere, die dentro Io venuta de' barbari in Italia. Dice
spazio (lei primi cinque secoli della egli dunque, che dopo aver Costan-
Chiesa, occuparono i padri con
si tino donata la pace alla Chiesa,
impegno ed in opposizione all'au- non tutte le persone sacre gode-
torità secolare, per sostenere l'im- rono esenzione totale dai pubblici
inunità ecclesiastica, e senza limo- aggravi, e che neppure immuni
re e con intrepidezza pubblicare furono i beni di tutte le chiese e
opportune leggi, onde non può am- di tutto il clero. Molto più tardi
mettersi che imperatornm tantum^ provò la milizia ecclesiastica i fa-
modo Icgìbus stami tur. Le leggi im- vorevoli effetti dell' indulgenza dei
periali doveano difendere e con- principi. Chi più figurò nelle chie-
servare le leggi della Chiesa, non se, vale a dire i vescovi, i capitoli
toglierle e regolarle. de' canonici, e i monisteri più rag-
Delle immunità reali nuove leg- guardevoli d'ambo i sessi, questi
gi spogliarono ora alcune, ora tutte tutti goderono immunità maggio-
Je chiese cattoliche di quel privile- ri. A parte di sì fatta fortuna non
gio. Tali leggi trovansi nel codice furono già le chiese piccole, ai fon-
Teodosiano, e sono di Costanzo, lib. di e terreni delle quali si conce-
XVI, De episcop. eccles. et cler. lit. deva l'esenzione, ma si negava poi
H, leg. i5; di Costante, lib. XI, ai beni patrimoniali de' chierici.
De immunìfate concessa^ tit. XII, Mai ne' secoli rozzi fu conceduta
leg. I ; di Valentiniano II, lib. XI, immunità ampia degli oneri e tri-
tit. XIII, si per obrcptionem leg. r ; buti pubblici ad alcuna chiesa, che
e dì Onorio, lib. XVI, De episcop. non restassero obbligati e soggelll
eccles. et clericis, tit. II, leg. 4o. i luoghi sacri a qualunque ordina-
Un*altra prova che queste immu- ria o straordinaria funzione. Sul
nità reali non furono sempre con- particolare di questa varietà si no-
servate a tutte le chiese, l'abbiamo ta un gran cambiamento di leggi,
da un passo Ambrogio, epist.
di s. e dissomiglianza di consuetudini in
XXI, class. I. E s. Gregorio I que' tempi. 11 Tomassino nella part.
Magno, scrivendo a quelli che a- Ili del lib. I, al cap. XXVI ripor-
"vevano cura delle terre di Sicilia, la alcuni capitolari dei re Fran-
che appartenevano alla santa Sede chi, da' quali sembra bastantemen-
come suoi patrimoni, raccomandò te dichiararsi, che non solo tutti i
di farle ben lavorare, a fine di po- chierici per riguardo delle persone,
ter più facilmente pagare le impo- ma i beni anche di tutte le chie-
vi del clero e delle chiese dopo la ti, ed anche il resto de' chierici^
IxMM IMM 3i
offerivano al principe dona annua- nica a chi non la rispettasse. Di
liUy particolarmente quando le ne- frequente in tempo di guerra le
cessità del regno li richiedevano. immunità ed esenzioni venivano e-
Secondo i tempi, i re a titolo di normemente lese con violenza. Il
donativo li esigevano dal clero Muratori di tutto riporta diverse
maggiori o minori. Ve ne furono testimonianze documenti
e indi ,
cio VII! fosse stato sostenitore a- sono, e non a coloro che usi erano
cenimo dell' immunità ecclesiastiea di procacciarsi così fatto privilegio
Io dicemmo agli articoli Francia^ a schifare i mandamenti de* vesco-
e Bonifacio UH (Fedi). Nelle vi. Rinnovossi la costituzione del
biogialie de' Papi, e negli articoli concilio generale di Vienna cele-
degli slati e regni, come in altri re- brato da Clemente V, che i moni-
lativi articoli, si parla de' princi- steri esenti di monache fossero vi-
pali avvenimenti riguardanti l'im- sitali una sola volta l'anno dal
munità ecclesiastica , e riportansi i diocesano; e annullaronsi tutte le
canoni de'concilii trattandosi di que- immunità che si concedessero sen-
sti.Benedetto Xll, Innocenzo VI, za chiamare in giudizio Ja perso-
Innocenzo Vili ed altri Pontefici e- na, in cui danno ciò potesse tor-
manarono zelantissimi decreti a di- nare.
fesa dell' immujiità ecclesiastica. Nel pontificato di Giulio III, es-
riti. E infatti dice Tucidide, che quale godeva annui scudi mille dal
fra i greci de' suoi tempi era un tesoro pontificio.
diritto sacrosanto, che quelli i quali Nel pontificato di Alessandro VII
si scagliavano contro i loro nemi- abusando delle franchigie i fami-
ci, si astenessero dai luoghi sacri. gliari dell'ambasciatore di Francia
Nel i565 Pio IV con costituzio- Crequi, ebbero luogo que' disgu-
ne, confermata poi da Gregorio stosiavvenimenti che registrammo
Xin, proibì che i palazzi de' car- Avignone (Vedi), che
all'articolo
dinali ed ambasciatori servissero di perciò fu occupato dai francesi sic-
asili ai delinquenti e malfattori. come dominio della santa Sede.
Inoltre Gregorio XIII nel i573 Nel pontificato di Clemente X, a
proibì severamente tutte le fran- cagione dell'abuso che facevano gU
chigie, non eccettuato lo stesso pa- ambasciatori delle franchigie ed
lazzo pontificio. Il suo successore esenzioni di gabelle, poco mancò
Sisto V nell'istituire la congrega- che non succedessero gravi sconcer-
zione de' vescovi e regolari, a que- ti, come narrammo al voi. XX, p.
sta aflidò il geloso incarico di tu- 160 del Dizionario. Al voi. XXVII
telare e vegliare sui diritti della poi, ed a pag. 5o e 5i si descris-
sacra immunità, per la quale decre- se come Innocenzo XI rinnovò le
tarono provvidenze Gregorio XIV costituzioni di altri Pontefici, cioè
e Clemente VIII, non che Paolo di Giulio III nel i552 , diPio IV
V ed Urbano Vili Barberini. Al- nel i56i, di Gregorio XIII nel
lo zelo di quest^ultimo si deve nel 1573, di Sisto V nel i585, di
1626 l'istituzione della cardinalizia Urbano Vili che emanò analoghi
Congregazione dell'immunità eccle- editti a' 5 gennaio 1626, e i5 no-
siastica (Fedi), di cui ora n'è pre- vembre 1634, per non nominarne
fetto un suo discendente, il cardi- altri, che tutti avevano abolito e
nal Benedetto Barberini, e segre- severamente proibito le franchigie
tario monsignor Stefano Scerra ve- che gli ambasciatori de' sovrani in
scovo d'Orope. A tale articolo fa- Roma volevano godere intorno ai
cemmo menzione dei Pontefici che loro palazzi, e talvolta eziandio al-
si distinsero in tutelare l' immuni- le case adiacenti e pressoché ad un
tà, della raccolta che dei decreti intero quartiere, donde nascevano
ne fece il p. Lantusca ; della Sy- gravi e riprovevoli conseguenze,
iiopsis decreta et resoluliones, com- l'alterazione della pubblica tranquil-
pilata dal p. abbate Ricci , la cui lità, l'esposizione del governo ponti-
seconda edizione di Torino 17 19 ficio e de' sovrani, e la protezio-
VOL. xxxiv. 3
,
34 IMM IMM
«e dei malviventi, omicidinri, pre- xcit Asyli eie. Et trfatantur ratiO"
potenti, e rei d'altri delitti ; si dis- nes a Lavardini advocato ( Talonii
ile ancora come il zelante Ponte- regiì advocnti ) productae , in li*
fice fulminò la scomunica contro hello gallico cn/an initium : Si Vau"
chiunque nell'avvenire pretendesse teur, etc, anno 1688.
di aver a godere di tal preteso di- Nel medesimo volume XXVII
ritto ,
per Io che molte poten- pagina 52, dicemmo come Lui-
ze acconsentirono a giuste restri- gi XIV re di Francia e gli
zioni. Ma Luigi XIV rispose con altri sovrani promisero ad A-
alterigia che non era avvezzo a
, lessandro Vili di rinunziare alle
regolarsi sulla condotta altrui, ed franchigie, il qual Pontefice proibì
ordinò al suo ambasciatore mar- agli aitisli, cittadini, ed ai no-
ai
chese di Lavardino di sostenere il bili,seppur non fossero ministri di
suo diritto colla massima pubbli- qualche corona, di tener sulle loro
cità. Questi fece suo ingresso in
il porle gli stemmi pontifìcii, o di qiial-
Roma a' 16 novembre 1687 con sivoglia sovrano, affinchè sotto l'om-
nn corteggio di ottocento persone, bra del rappresentalo principe non
gentiluomini d'ambasciala, uffiziali, avesse da ricovrarsi la malvagità.
guardie di marina^ in apparato piti Gli successe Innocenzo XII nel
ostile che diplomatico. I doganieri 1 691, il quale siccome d'animo co-
quando volevano visitarne le baga- stante, con petto sacerdotale su-
glie, si minacciò di tagliar loro il na- bilo intimò seriamente agli amba-
so e le orecchie. L'ambasciatore si sciatori presso di lui residenti, ch'e-
recò nel palazzo Farnese, ed il suo gli voleva essere il solo padrone
seguilo alloggiò nel quartiere cir- della sua capitale, onde non sof-
convicino, e fece la ronda giorno e frirebbe afifallo le franchigie de' lo-
notte. Papa, come si disse
Allora il ro palazzi, ne sconcerto alcuno pro-
al scomunicò l'am-
succitato luogo, dotto dai loro domestici e fami-
basciatore Lavardino, e pose l' in- gliari ; poiché aveva osservalo nelle
terdetto alla chiesa nazionale di nunziature di Firenze, di Polonia
s. Luigi. Si disse inoltre che Inno- e di Vienna, disimpegnate allorché
cenzo XI fece cessare l'uffiziatura era prelato, che i sovrani altret-
della basilica latei'anense quando tanto esigevano che si osservasse
vi sì recò l'ambasciatore, forse nel nelle loro capitali e corti, non sof-
giorno di s. Lucia per la festa che frendo le nocevoli franchigie. A te-
gli ambasciatori sogliono celebrare nore di questa risoluzione Inno-
con messa
assistere
alla canta- cenzo XII fece rondare sessanta
ta. pur citammo il celebre o-
Ivi Birri (Fedi) (al quale articolo sono
puscolo stampato nel 1688, che alcune notizie analoghe a questo
vuoisi di Celestino Sfondrali poi argomento )
per tutti i palazzi o-
cardinale, e qui ne ripeteremo ma ve si pretendevano le franchigie,
intero il suo titolo: Lrgatio Romani e nello stesso tempo ordinò alle
M archi onìs Lavardini, et oh ean- milizie della guarnigione di Roma,
dtm regi's Chrìstianìssìini ami Ro- che in caso di bisogno prestassero
mano Pontijice dissidiuni. Ubi a^ forza ed assistessero i detti mini-
gitur de jure, orìgine, pregressa^ et stri delia giustizia. La squadra dei
ahtisii quanirioriuìi Fra ne hi lia rum birri ch^ passando innanzi al pa-
,
I uu IMM 35
lazzo dell* ambasciatore imperlale ritti, e la buona concordia si ri-
dannò alia forca, ed uno scudiere ordinò che a che li com- quelli
j»l taglio della testa, ne mai Tolle mettessero non potesse giovare il
ritirare tali sentenze. Vedendo Lui- luogo immune ; affine poi di to-
gi XIV quanto Innocenzo XII era gliere la causa dell'acciecamento
costante in riprovar le franchigie, nelle risse , volle che passate sei
e com'era obbedito dai suoi mini- ore dopo queste, ogni omicida, an-
stri, -definitivamente rinunziò alle corché chierico, fosse soggetto alla
pretensioni sulle franchigie. Delle sua leg2[e, come se avesse commes-
dispute di precedenza tra gli am- so il delitto a caso pensato. Ol-
basciatori ed alcun ministro della tre a ciò, confermò le bolle dei
santa Sede, massime di quelle av- predecessori sull' immunità eccle-
venute sotto Innocenzo XII e Cle- siastica, dichiarò i casi per poter
mente XI, se ne tratta ai rispetti- godere quella della chiesa nei do-
"vi articoli, giacché anche Clemente minii pontifìcii , e la forma da
XI appena 1700 avvisò
eletto nel praticarsi nell'estrazione de' delin-
gli ambasciatori che mai soffrireb- quenti rifugiati. Nell'anno santo
be le franchigie. 1750, in Roma i birri furono mal-
Benedetto XIII con la bolla Ex menati dagli individui addetti allo
quo divina^ de' 18 giugno 1725, spedale nazionale di s. Giacomo
confeitnò quella di Gregorio XIV degli spagnuoli, per cui ne avven-
Cwn alias, e circa l'immunità ec- ne conflitto , che i superiori del
clesiastica dichiarò quali delin- medesimo rappresentarono con falsi
quenti che di essa non godono rapporti alla corte di Spagna ; ma
sebbene l'estese ad altri delitti, Benedetto XIV che allora regnava,
prescrivendo il modo da osservar- fece passare avanti allo spedale e
si dalle curie ecclesiastiche nell' e- chiesa i birri armati, in segno di
dai luoghi im-
strarre gì' inquisiti essere V unico padrone della città,
muni. Nel pontificato di Clemen- come nel libero passaggio de'&uoi
te XII passando una pattuglia per sudditi per tutte le strade.
le vicinanze del palazzo di Vene- Tanto Benedetto XIV che il succes-
ria in Roma, aletmi servitori del- sore Clemente XIII furono benemeri-
l'ambasciatore veneto, dalmatini di ti dell'immunità per le costituzioni
36 IMM IMM
lo, che trovandosi in luogo im- blìcò la costituzione Prncstat ro»
mune un reo di delitto eccellunto, manum Pontificem^ a' 23 agosto
come omicidio proditorio, medita- 766, presso il Guerra, Epil. Bull.
1
ed eflfetti di loro uso formanti il giunga alle somme come sopra ac-
bagaglio che porteranno seco, non cennate.
soffrirà alcuna difficoltà. d. Le merci dovranno essere as-
2. I signori ambasciatori , mini- soggettate alle discipline doganali
stri, ed incaricati di affari, purché per la liquidazione de' dazii, anche
questi sieno accreditati direttamen- perchè possa conoscersi quando siasi
IMM IMO 39
l'imniunità ccclejìiaslica si celebra catfolicQy e di agni altro sacerdo-
nella cappella interna del collegio zio creduto dagli uomini legittimo
inglese, essendo distrutta la con tigna e santo, Cesena 1791. Questa ope-
chiesa ove si teneva coll'intervento ra fu lodata dal num. del XVUi
in cotta del rettore ed alunni del Giornale ecclesiastico di Roma del
medesimo, ne parlanimo ai voi. 1 792. Si può anche consultare il Pi-
Dizionario. Qui aggiungeremo, che de' sacri asilij Roma i 766 ; e quan-
"vi canta messa un vescovo invita- to scrisse sulla congregazione del-
lo dal cardinal prefello dell' im- Timmunilà l' autore della Pratica
munità, il quale domanda prima della curia romana, voi. II, ca-
la solita licenza al Papa per tene- po XI.
re questa cappella, per la quale IMOLA (Imolen). Città con re-
invila pure i cardinali e gli altri sidenza vescovile nella legazione a-
che riceve in una camera vicina, postolica di Ravenna, situala in aria
e poscia ringrazia i cardinali, onde salubre nella via Flaminia, sulla si-
quelli che non possono recarvisi nistra sponda dei fiume San terno»
mandano al cardinal prefetto un VatrenuSj in una amena e fertile
gentiluomo a tare la scusa. Nella pianura, circondata da vaghe ed
cappella di prospetto all' aliare e ubertose colline, essendo ampiamen-
presso la quadratura de* cardinali te bagnata da detto fiume che
siedono i prelati e consultori. Un scendendo dal sud ovest la bagna
sacerdote in colta nell'ingresso por- da questo lato, e da quello di sud-
ge l'acqua ai nominali, ed
santa est, il quale a quattro leghe circa
all'elevazioniportano le torcie ac- di distanza dal lato sud-ovest, scen-
cese quattro alunni del collegio in de dall'apennino, ed entra dopo
cotta. Olire i citati autori, suU'im' un lungo corso nel Po di Prima
munita ecclesiastica si possono con- ro. Nel 1749 venne costruito sul
sultare Alessandro Ambrosino, De Santerno il ponte di legno, lungo
imniunilale et libertale ecclesiastica piedi 4^8} 6 si ristorò la via che al
tram immunitatis et libertatis ec- gno piti non esiste, ed aliro se ne so-
elesiaslicae, Romae 17 14' L'avvo- stituì di pietra, terminato nel 1826,
calo concistoriale Lucio Bonzetti, di bella costruzione. Prossima al
De jiire sacri asy li ad l.fideli^cod. fiume s'innalza la vecchia rocca.
de his qui confugiunt ad Ecclesìas, La città è circondala da antiche
1746, dissertazione che si legge mura fiancheggiate da torri, cinte
nella collezione importante di Barto- da fosse. È assai bene fabbricata,
lomeo Belli, ed intitolata: Disserlatio- ha belle strade, essendo denomi-
nes advocatoruni sacri romani con- nate le principali via Emilia, Cor-
sistorii ab
anno MDCCXLV in so, e Seminario. Fuori della città
lucem edilae, quo prinuim eas pii- poi vi sono le strade Montanara e
hlici juris faciendas niandavit sa. Selice: la prima ora si sta prose-
Tra le sue numerose chiese faremo del conte Paolino Mastai Ferretti
menzione delle seguenti. La catte- di Senigallia, dedicate a Pio VI, a
drale; le chiese parrocchiali di san p. 61 si legge, che in Imola fiori
Nicolò de' domenicani , di s. Miche- l'accademia nel i656 in casa di
le già degli agostiniani, di s. Giaco- Orazio Celoni imolese, da dove fu
mo nella chiesa della ss. Annunzia- trasportala in altre case, essendo
ta già dei carmelitani, di s. Agata, allievi di essa il giureconsulto A-
di s. Maria in Regola riedificata dai lessandro Tartagna scolare di Gio-
vescovi, e quando nel 1782 si fe- vanni da Imola, e il dottor Gia-
cero gli nuovo tempio, fu
scavi pel como Filippo Porzio oracolo delle
ritrovalo un mascherone di bron- leggi pontificie e cesaree, e carissi-
zo forse già appartenuto a qualche mo Pio V. Di que-
al Pontefice s.
antico acquedotto o fonte stabilito sta accademia Giuseppe Garuffi
nei tempi di L. Cornelio Siila, ed Malatesta ne tratta ndV Iialid ac-
involato nelle vicende politiche del cademica^^ p. 382. L'anonimo imo-
1797; poi fu restituito, ed ora è lese alla parte IH della sua Storia
collocato nella pubblica biblioteca. scrive, che verso la metà del seco-
Merita anch^ menzione la chiesa lo XVII, sotto gli auspicii del car-.
1
IMO IMO 4t
dinal Mesceva Donghi venne istitui- Maria Mancurti, tesse il copioso
ta in Imola l'accademia àe^' Indu- novero di quegli imolesi che fio-
striosi, la quale ha per impresa: rirono in santità, dignità ecclesia-
Duin a^tatur agit. Nata in un se- stiche, nelle lettere, nella giurispru-
colo alla purità e al buon gusto denza, nella medicina, nella poesia,
delle amene troppo fatale,
lettere nelle magistrature, nelle armi , e
ebbe un' infanzia alquanto lunga. nelle arti belle. Noi oltre quelli di
Ria i chiarissimi ingegni imolesi che cui faremo onorata menzione in pro-
fiorirono nel secolo XVII I la fece- gresso dell'articolo, qui appresso,
ro ben presto salire ad uno stato di ed alquanto classificati, accennere-
vigore, di consistenza e di lustro. mo i nomi di quelli che più si di-
Concorse Giovanni Francesco della stinsero in detti pregi.
Volpe in una speciale maniera a In santità abbiamo, s. Cornelio
far rifiorire la quasi estinta acca- vescovo; s. Pier Grisologo arcidia-
demia degV Industriosi j gli diede cono della chiesa imolese, poscia
asilo, fu suo preside, e V animò coi arcivescovo di Pro- Ravenna ; s.
4l tuo IMO
suUi, oratori, poeti, magistrati e lògna. Giacomo Carradori, Alidosio
gncineri furono più Nel- celebri. vescovo di Rimini, Nicolò Ugudo-
l'arte militare, Cassio, Fausto, Al- nico, Nicolò dall' Orto arcivescovo
berto Alidosi , Troilo e Curzio di Ragusi poi di Manfredonia, Lo-
Nordigli, Gigio Accarisi, Roberto dovico Alidosio anco prode guer-
Cassio, Alvanito, Bulrice, Anselmo, riero, Feraldo, Giovanni Strada
Giovanni ed Eugenio Ferroaldo, il vescovo di Comacchio poi di For-
secondo poi vescovo , e Scipione lì, Alessandro Tartagni celebre giu-
Buonmercati. Baldassare fu racco- reconsulto a cui fu coniata una
glitore delie opere del Grisologo, medaglia. Francesco Ferroaldo, An-
ed illustrò l' epistole di s. Paolo : tonio Tartagni , Matteo Faella
Teodorico re de'goti lo fece mori- Giannantonio Zarrabini detto Fla*
re di fame. Salviano Troilo ora- minio ad onore del suo figlio Mar-
:
tore e poeta, Fausto, Norbano, Cor- c' Antonio fu battuta una meda-
nelio Carvassalli, Benvenuto Be- glia. Sebastiano Flaminio, Gabriel-
ebbe a dire essergli parso Giovanni Prassede di Roma. Nel secolo XVU
in quell'assalto un cagnaccio, locchè fiorirono Valeriano Zampieri , A-
tenne egli in gran conto, amò di es- lessandro Magnani , Alberto della
sere così chiamato, e volle che ai Iati Volpe Domenico del Carretto
, ,
le figure di due cani. Militò Gio- Francesco del Pelo , Silvestro Mu-
vanni sotto Alessandro VI e Giulio II, zio , Roberto Poggiolini, Antonio
il quale gli donò con mero e mi- Abbondanti, Lodovico Stagni, Giu-
sto impero il castello di Bellaria seppe ed altri della famiglia Mac-
nel territorio di Pisa. Leone X chirelli, Domenico e Cesare Miti,
r investi del dominio del castello Nicola Gambe rini benemerito della
di Reggiano, e Clemente VII di patria storia per aver raccolto le
44 IMO IMO
capitana Nel secolo XV^III fioriro- patrie istorie; Luigi Bragaglia li-
to in ogni genere d' antichità, mas- verio Magni nardo Bonetti ar-
di
sime della patria storia. Antonio chiatro di Nicolò V, Onorio figlio
Alaria Manzoni canonista e sacro dell'altro valente medico Sebastiano
jslorico, e come tale dai cardinali Flaminio, Luca Ghini, Andrea Fer-
del Verme e Gozzadini fu inte- ri, Girolamo da Ponte, Giambat-
ressato a scrivere le notizie relati- tista Codronchi che compose una
ve a que' corpi di santi che si dissertazione sulle acque di Riolo e
venerano nella cattedrale, e la storia di Casola Valsenio. Ovidio Gibet-
de' vescovi d' Imola, perciò lodato ti, Bartolomeo Manzoni , Camillo
ilal Muratori , e delle quali poi Zampieri, Lodovico Barbieri, An-
parleremo. Giovanni ed Antonio tonio Maria Fini di Valsalva de-
Maria Cardinali ; Domenico, Fran- gno discepolo di Malpighi divenne
j^esco Maria, e Gio. Francesco del- bravo anatomico, celebre medico,
la Volpe; Martino, Giovanni Se- valentissimo chirurgo, e meritò al-
bastiano, e Giovanni Carlo Vespi- ti encomi da un Morgagni di lui
gnani. Domenico Gaspare, canonico allievo. Antonio Galloni, Giuseppe
Francesco Maria, Giovanni Dome- Maria Conti Tiberio Codronchi
,
IMO IMO 47
ma Ariolo quindi Oriolo, e poscia tenendo ai primi i potenti Manfre-
Riolo. Questo paese fu fondato da di di Faenza, furono questi costret-
Siila nell'anno 67 1 di Roma. Nel ti abbandonar il luogo del loro do-
difizi. Né vago è meno dal canto lustri e la nobile stirpe dei Soglia.
della natura, dappoiché gli ameni In Roma nel 1826 co' tipi de Ro-
colli ond'è cinta, formano una sim- manis uscì alla luce l'opuscolo in-
metrica gradazione , cui accresce titolato : Gentis Ceroniae in Aemi-
pregio la feracità de* campi, olive- Ha vetusta aliquot monimenta au-
ti, vigne e le deliziose villeggiatu- ctore Dominico Mitay avente nel
re con buoni edifizi. Vi sono due frontispizio lo stemma dei Ceroni
chiese, un convento di cappuccini, Soglia, ed in fine una tavola geo-
uno spedale e diversi belli fabbri- grafica riguardante le cose narrate
cati. Celebrate sono le sorgenti me- nell'opuscolo sulla gente Ceronia.
dicinali per quanto scrisse Giam- Di questa fu pure l'esemplare re-
battista Codronchi, e particolarmen- ligioso Gio. Battista Ridolfi, nato
te per quanto riuscì discoprirvi nel i588 Casola Valsenio da
in
l'altro dottore Giovanni Montani cavalier Giovanni, e da Alessandra
nel 1824, delle quali acque l'una Soglia da Ceruno, che nel 1610
è semplicemente salata, l'altra mar- vestì l'abito cistcrciense col quale
ziale , una terza epatica forte, e la morì in odore di santità nel i62[
quarta epatica leggiera; di tutte al monte Soratte nel celebre mo-
istituendo il lodato professore esat- nistero di s. Silvestro. Il suo di-
ta analisi, ha procurato al paese scendente monsignor Giovanni So-
un beneficio segnalato, e lascia dei glia , nato, in Casola Valsenio , a-
suoi studi onorevole testimonianza. nonimo ne pubblicò il commenta-
Verso il 12 18 gl'imolesi presta- rio con questo titolo : De vita Joati-
IMO IMO 49
ni» Baptistae a Bernardo mo-
s. dinaie si recò a visitarla. Si legge
nachi fuliensi commentarius^ Ro- pertanto nel num. Sy del Diario
niae i83r, col ritratto del vene- di Roma 1839, che a' i3 luglio
rando religioso. In questo commen- giunse in Casola Valsenio il cardi-
tario il dotto autore dice aver dato nal Soglia, che sebbene per la nota
alla luce alcuni antichi monumenti sua modestia inaspettato , appena
della famiglia Ceroni illustrati dal la deputazione del comune potè
dottissimo sacerdote Domenico Mi- incontrarlo a poca distanza del pae-
li o Mila fino dal i635 da cui se, la popolazione ricolma di gioia^
derivava la sua famiglia, encomia- suonando a festa le campane, lo ac-
to da parecchi letterati , massime colse. Tal giubilo patrio si rin-
di Milano, che giudicarono il com- novò affettuosamente in diverse for-
mentario degno di essere posto fra me nelle ore pomeridiane, quando
le memorie delle cose italiane, ri- il cardinale accompagnato dalle au-
trovate e raccolte dal celebra tissi- torità locali si recò a visitare il
mo Muratori. 11 commentario poi convento de' cappuccini, pio e re-
scritto con aurea semplicità dall'il- ligioso dono di sua munificenza;
lustre prelato ora cardinale , ven- Nel numero poi 64 del medesima
ne volgarizzato, e pubblicato colle Diario , si narra come il cardinal
stampe dal eh. Giuseppe I-prof. Giovanni Soglia Ceroni a' i25 lu-
gnazio Montanari. Intorno al testo gliocon solenne pompa consacrai
latino ne parlarono con lode il la chiesa de' cappuccini , costrutta!
giornale Arcadico nei fascicoli di a sue spese nel 1825 col conven-
luglio i83i e settembre i832, cioè to annesso; com' egli avèa incomin-
il medesimo Montanari e il eh. , ciato ad istituirvi le maestre pie
prof. Domenico Vaccolini, il quale per la cristiana educazione dellcì
pur lodò il volgarizzatore] ed il giovinette; del convito ed accade-
eh. monsignor Tommaso Azzocchi mia vocale ed istromentale coil
nella dedicatoria che fece al car- cui il comune addimostrare
volle
dinale del suo utile Focabolarìo al benefico cardiìiale la sua rico-^
domestico di lingua itali ana, disse noscenza, e coli' intervento dell'o-
essere scritto colle grazie di Corne- dierno vescovo d' Imola. Descrive*
lio Nepote. 11 Papa regnante Gre- ancora la festa che il magistrata
gorio XVI rimunerò le vìkIù ed celebrò nel dì seguente, in rendi-
i lunghi eminenti servigi prestati mento di grazie per all' Altissimo
alla santa Sede da monsignor Gio* l'esaltamento porpora
alla sacra
vanni Soglia , che da arcivescovo dell'eminenza sua, con messa can-
d'Efeso l'avea fatto patriarca di Co- tata in musica , e Tè Deum ne!
stantinopoli, creandolo cardinale ai maggior tempio. Indi il cardinale
12 febbraio i838, e pubblicandolo partitosi appresso la processione del
a' i8 febbraio 1839 con dichiarar- clero dalla cappella del propria
lo pure vescovo d' Osimo e Cingo- palazzo, procede tra l'esultanza del-
lij che con zelo paternamente go- l' immensa moltitudine alla posi-
verna. Esultò la patria per un tan- zione della prima pietra di unai
to onore concesso al suo conter- chiesa in onore della Beata Vergi-
raneo, e lo espresse in più modi, e ne del Carmine, che a pubbliche
njaggiormenle allorquando il car- spese incominciavasi ad erigere ert*
VOL. XKXIV.
4
5ù IMO IMO
Irò il paese, per rendere Juievole di fortino, eh' è di buona costru-
Ja memoria un avvenimento &1
di zione. Quivi nacque il carilinal
glorioso per Casola. Tra le altre Francesco Alidosi , Della fami-
dimostrazioni di giubilo del ma- glia Alidosi signora d'Imola, in Ro-
«bistrato in questa circostanza, volle ma fiu'ono pubblicate le Memorie
ridurre a forma elegante e vaga storiche deli antica ed illustm fami'
la facciata esterna della chiesa prin- glia Alidosiay ne fu ano-
di cui
cipale, decorata di pilastri corinlii nimo lodato autore abbate d. il p.
alla Bramantesca, disegno ed opera Pietro Ginanni ravennate , mona-
dell'egregio architetto casolano d. co cassinese. M.r Chasor nelle Gc'
Luigi Ricciardelli, e sulla porta vi nealogies hist. t. II, p. 53 1, tratta
ha fatto scolpire in marmo analo- des seigneurs d'Imola de la mai-
ga iscrizione in onore del cardina- son d'Alidosio.
le. Inoltre sulla genealogia , dira- Fontana. Comune soggetto al
mazione, alleanze e gesta della po- governo di Casola Valsenio, distret-
tente famiglia Ceroni dififusamente to e diocesi d'Imola. Giace quasi
parla Linguerri ne' suoi Cenni sto- alle sponde del fiume Santerno, in
rici della Valle del Senio. Una piana vallea, fertile ed abbondevo-
parte de' Ceroni si stabili in Imo- le del necessario : é circondata da
la, e furono aggregati alla nobiltà; ubertose colline e monti^ in salu-
ebbero uomini illustri in leggi, in tifero clima. Prima era circondata
lettere, ed in altri pregi, e fini tal di mura con sua porta, dividendo
nobile ramo imolese a' dì nostri il borgo del castello un bell'arco,
nel canonico Ippolito e in due fem- disegno di Luigi Zampa ottimo ar-
mine nubili. Casola Valsenio no- chitetto forlivese. A questi pur si
vera comuni di Castel del Rio^
le deve l'odierno ed elegante palazzo
Fontana^ e Tossignano , folte di pubblico. L'ospedale o ospizio di
popolosi villaggi. Ventuno poi ne s, Antonio abbate ebbe origine nel
sono uniti alla sua amministrazione secolo XVI. JXel 1823 incominciò
principale. la fabbrica del bel cimiterio. Vi
Castel del Rio. Comune sogget- sono inoltre due chiese. Siccome
to al governo di Casola Valsenio, Fontana seguì i destini d'Imola ed
distretto e diocesi d' Imola. Non in parte di Tossignano, qui appres-
è al certo recente l' epoca in cui so ci ad accennare le
limiteremo
originò, essendo antica e ragguar- cose principaliavendo ultima-
,
IMO IMO 5i
fjuanlo elice a p. 122 e seg. della sanguinose civili discordie d'Imola
sua storia, così Io storico di Fon- La prudente condotta di Corrado
tana, ha creduto bene a pag. 268 Sassatelli intiepidì l'odio dei fon-
di riportare la fede del battesimo tanesi che stettero
e tossignanesi,
ricevuto da Domenico nella chiesa indifferenti nella guerra tra i fio»
arciprelale di s. in Fonta-
Pietro rentini e gl'imolesi del 1062, an-
na nel 1 590. A seconda della tra- zi in quella co' bolognesi i fonta-
dizione dicesi fondata dalla repub- nesi aiutarono Imola.Nel declinar
blica fiorentina, poco lunge dalla del secolo XII Fontana, e massi-
presente, seguendo ne'suoi primor- me Tossignano, avendo scosso il
di la ventura del vicino Tossigna- dominio imolese, furono severa-
no e d'Imola. Fu cinta poi di mu- mente punite. Quando i bolognesi
ra, e fornita di torre dal forocor- s'impadronirono del contado d'Imo-
neliese Marzio Coralto, quando nel la,Fontana andò soggetto ad essi,
554 da Narsete gli fu donato il suo e poscia versoil 1222 rinnovò il
agro, mosso a compassione che nel- giuramento di obbedienza all' imo-
l'eccidio della patria avea perduta la lese repubblica. Dopo aver giurato
moglie coi figli. 11 castello fu chia- con tutta la Romagna fedeltà a Fe-
mato ancora Fontana d'Illice, prima derico II, venendo questi scomu-
del o65j Fons Illicis o Castnun nicato da Gregorio IX, Imola si
Illicis. Questa denominazione vuoi- collegò coi luoghi del contado con-
si ripetere, secondo le tradizioni, tro l'imperatore, quindi le fatali
perchè presso la terra esisteva un fazioni deso-
de' guelfi e ghibellini
copioso fonte coperto d'un bellis- larono ancora queste parti. Nel
simo elee. Dopo la morte di Co- 1262 con Imola soggiacque di
ralto soggiacque alla dominazione nuovo Fontana ai bolognesi, e poi
de* longobardi, ed al termine del passò ad essere dominata da Pie-
loro regno passò sotto quello della tro Pagano da Susinana, cui la
santa Sede. Nelle successive guer- ritolsero bolognesi , quindi da
i
re che ebbero gl'imolesi coi faen- Mainardo Alidosio. Nel secolo XIV"
tini, forlivesi e ravignani. Fontana i francesi furono scacciati dalla
ne provò le triste conseguenze, valle del Santerno , e disfatti a
come patì le devastazioni prima Gallisterna : la Romagna tutta stra-
degli ungari, poi de' saraceni, i ziata da guelfi e ghibellini} Fon-
quali furono fugati dal Papa Gio- tana passò in potere prima di Man-
vanni X da Tossignano. Unitosi fredi, poi di Monalduccio da No-
Fontana a Tossignano contro gli cera, indi a molti altri. Gli Alido-
imolesi, onde scuoterne il giogo, si la dominarono più a lungo, al-
furono in vece di nuovo assogget- la cui signoria pose fine il duca
tati alla loro divozione. Non passò di Milano. Al duca subentrò la
gran tempo che Fontana e Tos- Chiesa, a questa Imola e poi Man-
signano nel 966 insorsero nuova- fredi di nuovo Fontana passò al
:
mente colle armi a danno d' Imo- duca di Milano, finche divenendo*
la ; ma per le forze maggiori di ne signore Girolamo R.iario, dopo
questa, furono battute e fatte segno la sua morte fu occupata da Ce-
al militare furore. Bramosi di ven- sare Borgia duca Valentino. All'e-
detta, nel 983 presero parte nelle saltazione di Giulio II nel i5o3.
^2 IMO IMO
Cesare fu spogliato delle signorie te e la chiusa, e ì danni divenne*
usurpate, onde Fontana ritornò al- ro maggiori che prima. Ed è perciò
l'obbedienza della Chiesa. Guido che lo stesso Pontclice prorogò di
Vaini nel i523 mosse guerra ai altri tre anni la concessione. In-
signori di Cerone, ne assediò il tanto 1757 comprò il feudo
nel
castello che fu virilmente difeso: il marchese Francesco Marvelli
divenuto signore di Fontana, Cle- Tartagni forlivese, in un a Tossi-
mente VII gliela tolse e ne inve- gnano dalla famiglia Spada. Fu
stì Ramazzotto , che voleva rite- sotto di questo nuovo signore che
nerla quando Paolo III la cede ad i francesi invasero le legazioni, ed
Imola, quale concesse al castel-
la ebbero luogo quella serie di avve-
lo nel 154B il mercato in vantag- nimenti che ancora deploriamo.
gio del commercio: a questa epo- Sta il territorio in colle e in piano.
ca il convento de' religiosi serviti Tossignano. Comune soggetto al
già fioriva in Fontana. Questa con governo di Casola Valsenio, distret-
Tossignano ed altri luoghi Paolo to e diocesi d'Imola. È posto su
IV diede in feudo al nipote An- ameno colle, le cui falde sono ba-
tonio Caraffa marchese di Montebel- gnate dal Santerno. Vi sono tre
lo, indi passò al dominio ecclesiasti- chiese ed un oratorio, cioè l'arci-
stico, a Federico Borromeo, al car- pretale di s. Michele ch'è la mag-
dinal s. Carlo, e ad Annibale Altemps. giore e fu un tempo de' domeni-
Dopo di guerre e
diverse vicende cani, ove in sontuosa cappella si
XIII, concedendo l'esenzione dei letto Papa nel 914, nato in Tos-
dazi per tre anni. Eransi quasi signano. Dal dominio degl' imolesi
finite le quando furio-
riparazioni, passò in detto secolo a quello dei
sa tempesta rovinò il nuovo pon- fiorentini ,
quindi ritornò sotto i
,
IMO IMO 53
primi che ne distrussero la rocca. che nel 1399 Bonifazio IX die la
Si diede poscia ai bolognesi , ma terra in vicariato a Lodovico Ali-
nel io3o Ugolino Alidosi punì i dosi, di cui qual ribelle fu spoglia-
ribelli col saccheggiare il paese. Nel to dal cardinal Cossa che nel i4o4
1062 Cassiano Oiaboni tossigna- ne investì Alberico di Cunio conte
nese generale d'Imola, riportò se- di Barbiano. Non andò guari che
gnalato trionfo sui fiorentini pres- l'Alidosi, fatto senno, riebbe il vi-
so Sassatello. Divenuti potenti i cariato, di cui nel 14^4 lo spogliò
tossignanesi tentarono inutilmente il duca di Milano, il quale nel
digiogarsi dagl' imolesi, però molti 1426 restituì ad Imola, e poscia
si unirono a quelli che andarono nel 1435 riprese, finche sotto Eu-
alla conquista di Gerusalemme col- genio dominio ai Man-
IV passò il
nico delia cattedrale imolese. Nel della moltitudine accorsa dai luo-
12 56 il senato di Bologna ordinò ghi circostanti. Fu alloggiato dalla
che si edificasse una rocca in que- famiglia Orsolini , mentre dodici
sta terra, che ricusò nel 1292 sog- cardinali e i prelati furono ospitati
gettarsi all'Alidosio divenuto capo cogli altri delia corte nelle case
della repubblica d'Imola, e più volte Ungarelli, Passeri, Zagnoni, Favelli,
si difese da diversi attacchi coll'aiu- Fini , Caravaglia ed altre , e nel
to dei bolognesi, da' quali ancora chiostro de' conventuali il cui con-
dipendeva nel iSoy. Dopo il i36o vento poi distrutto era stato colla
di nuovo dipendelte dal vicariato chiesa edificato nel i326 da Gio-
d'Imola, e continuò ad aver parte vanni Ranucci. I tossignanesi in si
nelle vicende tra guelfi e ghibelli- fausta occasione diedero ogni ma-
ni comuni. Nel i386 in Tossigna- nifesto argomento del loro giubilo.
no, anzi in Codrignano suo villag- Dipoi Giulio II investì di Tossi-
gio, ebbe i natali il b. Giovanni gnano Ricciardo Alidosi, di cui Io
Tavelli, che fu vescovo di Ferrara spogliò Clemente VII per alcuni
{Fedi). Nel 1397 i tossignanesi di misfatti, avendolo di là discaccialo
nuovo si tolsero dalla dipendenza il presidente di Romagna unito ai
d'Imola, ma furono repressi, fin- Ceroni di Casola Valsenio. Le osti-
,
54 IMO IMO
lità e le fazioni che avevano de- gnano fu venduto al conte Fede-
solato il contado nei secoli prece- rico Borromei, e dopo due anni gli
denti, si rinnovarono nel poutiQ- successe il fratello cardinal s. Car-
cato di Clemente VII, massime nel- lo arcivescovo di Milano: il suo
la vallata del Senio, per le ostililù governo fu quello di un santo, e
commesse contro i guelfi signori giusto era stato quello del fratel-
di Cerone, i quali non mancarono lo.Nel i565 s. Carlo cede il feu-
con valore sostenere i replicati as- do al cognato conte Annibale Al-
di Guido Vaini e Ramazzot-
salti temps, cui successe il cardinal Mar-
ti; che anzi assistili dai loro alleati co; nel i577 il conte Roberto, e
Soglia, Fichi, ed altri in gran par- nel 1587
il duca Gio. Angelo Al-
te parenti, a* 28 ottobre i523 fe- temps, che mori in Tossignano.
cero dei due uniti nemici completo Successivamente ne furono feuda-
sterminio. Tutta volta riuscì allo tari il duca Pietro Altemps dal
scaltro Ramazzotto ottenere dal Pa- 16*25 al 1692, e il duca Giusep-
pa in feudo Tossignano, Fontana pe Maria Altemps, tutti romani,
ed altri luoghi, ma fu acerbo si- sino al 1700. Sotto il governo dol-
gnore. Paolo III ,
pe' suoi misfat- ce e saggio di tali feudatari, nelle
ti, lo fece esiliare, e benché Ra- scienze e nelle lettere fiorirono in
mazzotto avesse reso inespugnabile maggior numero delle precedenti
Tossignano, questo fu preso dalle epoche molti tossignanesi, senza con-
milizie pontifìcie di Magalotti ve- tare i numerosi sacerdoti e clau-
scovo di Chiusi, presidente di Ro- strali. Il detto duca Giuseppe nel
magna, in un a Fontana ed altri 1700 vendè il feudo al marchese
luoghi che tutti restituì ad Imola, Giacomo Filippo Amatore Spada
a patto di pagare alla camera a- di Bologna, il quale ebbe a suc-
postolica cinquemila ducati, e de- cessori i marchesi Francesco Ma-
molir la rocca di Tossignano , Io ria Alerano nel 1706, Giuseppe
che fu eseguito con grave pregiu- Nicola nel 1728, e Leonida nel
dizio delle fabbriche della terra. 1752. Questi eccellenti feudatari
Paolo IV nel i556 die Tossigna- non furono diversi dai precedenti,
no, Fontana, e la Rocca di Codron- encomiati per beneficenza e pietà.
co con altre comuni in investitu- Però il marchese Leonida nel 1757
ra al suo nipote Antonio Caraffa vendè il feudo al marchese Fran-
marchese di Montebello e capita- cesco Maruelli Tartagni di Forlì
no della guardia pontifìcia: con il amorosa cura prese
quale con
questi incominciò la serie de' ba- il governamento de' suoi popoli, e
Mordano. Comune soggetto alla nome d'ilia o Illione con cui viene
diocesi e distretto d'Imola. Il ter- disegnata una porta della città, è
ritorio è in piano, i cui fabbricati l'unico fondamento a cui si appog-
furono circondati di mura l'anno gia questa debole opinione. Due-
i loo. Quando nel i494 Carlo cent'anni dopo Troia
l'eccidio di
Vili si portò in Imola con i4ooo i tirreni, detti anco etruschi o to-
taviano suo figlio. Dopo avere i come vollero taluni. Verso l'anno
francesi dato inutilmente l'assalto i56 di Roma molti galli, celti,
a Bubano, si volsero contro Mor- bretoni, cenomani, insubri e car-
dano, castello assai ben fortificato, nuti da Ambigoto loro re, e sot-
che gli abitanti aveano giurato con- to la condotta c^i Belloveso suo
servar ad Ottaviano a costo della nipote, furono mandati a pro-
vita. L'armala assalitrice adoperò cacciarsi stanza e alimenti nel-
il maggior impeto e la più calda le regioni occupate dagli etruschi,
ferocia, che mordanesi sostennero
i mentre i boi ed i lingonesi, al di-
valorosissimamente, ma sopraffatti re di Polibio lib. 2, e di Tito Li-
da forze sproporzionate dovettero vio lib. 5, si dilatarono fra Bolo-
cedere. Entrati i francesi nel ca- gna e Ravenna. Nellanno poi di
stello incrudelirono contro ogni età Roma 363 Breuno condusse in
e sesso, come narrano molti veri- Italia i galli senoni, cos\ appellati
dici storici. Dopo il 1766 e nel da Sens loro capitale, che giunsero
pontificato di Clemente XIII ten- persino a Roma ove furono respinti
tarono i mordanesi sottrarsi dalla dal dittatore Camillo. Non bramanr
giurisdizione d'Imola, come pur do i senoni procu-
ulteriori conquiste,
facevano quei di Casola Valsenio rarono assicurarsi quelle delle pro-
ed altri comuni, ma Clemente XIV vincie occupate, le quali dalle Alpi
nel 1770 con suo chirografo di- si estendevano sino all'Arno ed al
chiarò che Mordano e gli altri Jesi, alla Marca d'Ancona, e che
luoghi dipendessero da Imola. ottennero dai romani il nome di
Imola come altre antighe città Gallia Cisalpina, Citeriore, Togata.
andò soggetta per la storia della Fu dunque dai galli conquistato
sua origine a congetture e a di- quel luogo su cui sorge
ancora
versità di opinioni. Dopo la di- Imola al presente, ed alcuno opi-
struzione di Troia, perseguitati dai no che ne furono i primi edifica-
greci, vennero i troiani condotti in tori. Tal fondazione fu pure attri-
Italia da Antenore, uno de' loro buita ai romani dopo la discesa
capi, ed alcuni vuoisi che passas- d'Annibale in Italia, a Scipione
%^V0 ad abitare que' luoghi che or^ Nasica, ai qimbrijf ai teutoni o 41
IMO IMO ^7
ligurlnl senza prove positive. In tan- di con una popolazione eh' erasi
ta discrepanza di pareri è cer- mostrala cauta, fedele e generosa.
to Imola verso V anno del
che Quindi Siila dichiarò questo suolo
mondo 388o ebbe dai romani se colonia romana, in un modo di-
non l'erezione, almeno il nome, stinto e privilegiato, perchè venne
lo splendore e V ingrandimento. ascritta ad una delle trenlatre tri-
Jjucìo Cornelio Siila valoroso vin- bìi nelle quali rimaneva divisa la
citore di Mitridate, conquistatore cittadinanza romana, cioè alla tri-
della Grecia e della Tracia, dopo bù Follia. In virtù di questo ono-
di aver trionfato dei partigiani di revole legame gli abitanti della co-
Caio Mario, proclamare dit-
si fece lonia avevano luogo e voto ne'gene-
tatore dal senato romano. Fu al- rali comizi, diritto alle supreme ma*
lora che cessate le guerre. Siila gistrature, ed altre prerogative. Che
introdusse il costume di accordare Imola fosserealmente colonia mi-
in premio ai soldati veterani be- litare romana, che in Roma avea
Demeriti, parte di quei terreni ove ì suoi procuratori, e che tra i set-
mena collina alle rive del Vatre- prestò pel ben essere dell'occupato
no, la quale venne dall'esperto du- paese, e consapevole che la felicità
ce fortificata col farvi sorgere un de' popoli dipende dalle provvide
castello che si chiamò dipoi il Ca- leggi, dalle ben ordinate magistra-
stello d' Imola^ ed ora viene detto ture, e dalla rehgione, ogni cosa
Castellaccio. stabilì nel luogo. A piedi del mon-
Alla esatta disciplina e pruden- te detto Castellaccio fissò un luo-
contegno dell'esercito romano
te go pei comizi , ivi radunò il po-
nel tempo che si aspettavano da polo insieme coi magistrati ed uf-
Roma le risoluzioni, corrisposero i fìziali del medesimo, e vi pubblicò
lo, si fabbricò il soggiorno per gli non lasciò quindi di onorare con
auguri falli venire dalla Toscana. amplissimi privilegi quella novella
L' indefesso Appio per affezionar la militare colonia, e di mandarle da
gioventù ai laboriosi esercizi e per Roma uomini integerrimi e illu-
addestrarla alle armi fece edifica- minati, che con onore ammini-
re il teatro o sia arena pei gla- strassero la giustizia. Inoltre im-
diatori, nel luogo ov'è oggi la chie- pose ad Appio di fondare nel
sa di s. Maria in Regola, e in mez- paese due tribunali, ai quali pre-
20 ad esso v'innalzò la statua di siedessero due prelori per la facile
Siila ; disegnò il campo Marzio, trattazione delle cause, per cui il
scritti giorni i rusticani. Si Irò va- l'uno che l'altro furono investiti
rano i due campi nella pianura di sommi poteri, co' quali decide-
presso al ponte posto sul Valreno, vano affari che per l'addietro al
per mezzo del quale gli abitanti solo senato romano erano riserba-
del monte erano uniti a quelli del- ti; ed è perciò che in questo luo-
la pianura, il ponte divideva il go dovevano concorrere gli abitan-
paese, che per l'ampliazione di Sii- ti delle Provincie per la spedizione
la estendevasi dal monte Castel- delle liti. Appio in tale circostan-
laccio sino quasi al torrente Cor- za fece pubblicare per la provincia
recchio, comprendendo non solo il queste supreme disposizioni del dit-
luogo ove è ora Imola, ma anco- tatore, e fu in quel tempo ch'egli
parte delle sue diffìcili intraprese Ircio e Pansa e Caio Giulio Ce-
,
nel cingere l'ampio Foro di mura, sare Ottaviano nipote ed erede del
ornò la città dalla parte del fiu- trucidato dittatore. Ottaviano fer-
me verso oriente di nuova porta, mò il suo esercito nel Foro di
che per lui si chiamò Spuria e Cornelio ; Ircio andò ad accam-
poscia per corruzione di vocabolo parsi presso eia terna, presenlemeu-
Spu viglia, e la cinse di larghe fos- te Quaderna. Ircio e Pansa dopo
se profonde, di un ponte amovibi- vari combattimenti peiderono la
le, e d'una ben munita torre. Pe- vita, onde Marc' Antonio, Emilio
tilio tàbbricò sopra uno de'vicini Lepido, ed Ottaviano formarono
colli una magnifica villa, dal suo un triumvirato , e alla presenza
nome chiamata Pediliano, ed ora degli eserciti schierati nella cam-
Tediano. M. Porzio Catone, nel pagna bolognese si divisero l'im-
monte che fu detto Catone, in- pero dell'universo. Dipoi Marc'Au-
nalzar fece un ameno soggiorno tonio ed Ottaviano divenuti ne-
per villeggiarvi, e qui si trattenne, mici, questi vinse il primo ad A-
sinché le politiche vicende di Ro- zio, restò arbitro dell' impero, e fu
ma Io chiamarono a porre un ar- salutato imperatore ed augusto.
gine col rigore di sua condotta Applicatosi neir ordinamento d' un
alla depravazione, e a farsi scudo sistema di governo corrispondente
alla libertà vacillante. alla vastità dell' impero, Imola co-
Dopo tre anni di dittatorato Sii- me le altre città nella somma del-
la rinunziò, e tornato alla condi- le cose dovette dipendere da Au-
zione di semplice cittadino, poco gusto: tutlavolta restandole la li-
dopo morì. INon andò guari che bertà di usare di quel diritto che
Koma fu divisa dalla guerra civi- r era stalo conceduto da Siila, prò-
6Ò IMO IMO
seguì essa forse sino all' abolizione stanlìno il Grande trionfato del-
de' romani comizi a congregare i l' usurpatore Massenzio, si rallegrò
suoi decurioni, onde dassero il voto r Italia tutta : questa che da Au-
per l'elezione di quei magistrali gusto era stata divisa in undici
che risiedevano nella capitale del- Provincie , fu da Costantino ripar-
l' impero , e a mandar suggellati tita in diecisette, e per ciascuna di
secondo gli ordini di Cesare i vo- esse vennero create nuove magi-
li a Roma, per unirsi ai suffragi strature, nuovi consoli, nuovi pre-
delle altre città che godevano un sidi e correttori. Due erano pri-
egUHi diritto. Del rimanente que- ma i prefetti pretoriani, Costanti-
sto Foro eslrasse dal suo seno quei no n'elesse quattro con giurisdi-
soggetti che destinar si dovevano a zione territoriale sulle provincie
regolar l' interna polizia ad am^ , assegnate. Trovossi perciò la città
ministrar la giustizia e decidere le d' Imola dipendente dal prefetto
questioni, a formar leve nelle ur- pretoriano, che sorvegliava a tutta
genze di guerra
ad imporre , e la provincia Flaminia, e ad un
quelle contribuzioni che si voleva- consolare o governatore che risie-
no pei bisogni del paese egualmen- deva in Ravenna, e veniva scello
te che dell'impero; restava per dal prefetto. La vicinanza degl'im-
^llro ai cittadini un pieno diritto periali pretori, servì di freno alle
di appellarsi dai decreti e giudizi rispettive autorità municipali, e di-
municipali, alla decisione de' ma- minuì il il comando
potere loro :
gistrati romani. Indi il Foro sog- di questi non ebbe fine che
prefetti
giacque alla sorte delle città del- (il tempo d' Onorio imperatore di
l' impero, avvenimenti che si
agli occidente. Tra i prefetti va lodato
successero, ed alle conseguenze pro- Tauro, uomo giusto e discreto, sot-
dotte dalla bontà o crudeltà degli to cui vide Imola chiusi per sem-
imperatori , non che dalle guerre pre i templi innalzati dalla genti-
civili prodotte da quanti aspirarono lità, e cessati i sacrifizi a que'nu-
all'impero. Sotto l'imperatore Vespa- mi che dalla fervida fantasia rice-
siano, come negli altri municipii vettero l'essere. Allorché Massimo
così nel Corneliese venne ristabili- ribellatosi a Graziano si fece pro-
to il governo introdotto da Au- clamare imperatore^ nel tempo che
gusto, saggio e moderato principe. Imola avea concepito timori per
Però sotto Adriano e verso l'anno le minaccie dell' usurpatore, narra
i35 dell'era cristiana Imola colle il Gamberini che i bolognesi coi
altre città d' Italia scemò di molto modenesi e reggiani mossero guer-
nel potere e nella libertà. Al dire ra agli abitanti di Claterna, e che
dell'annalista Gamberini dopo la questi coUegaronsi cogli imolesi e
metà del terzo secolo patì molto il ravennati marciando contro il ne-
Foro di Cornelio, indi fu risarcito, mico. Dopo aspro conflitto i bolo-
e posto in istato di difesa da Au- gnesi vimasero vincitori ; ma con-
reliano che pacificò l' Italia e ne
, tro questi, già ribellatisi nel 386
riordinò il suo governo, ed Imola a Graziano, rivolse armi il suo le
ubbidì a norma delle altre città capitanio Asclepio, che dopo aver
d'Italia. per venti giorni dato riposo in
Avendo il saggio e benefico Go- Imola alle sue numerose truppe
I MG IMO 6r
soggiogò i bolognesi. Nel 887 di era afflitta da orribile carestia.
nuovo insorse Massimo contro Va- Profittando gli abitanti del paese e
lentiniano U, s'impadronì del-
e della campagna dell'avvenimento,
l' Italia riducendola a compassione- presero le armi, e ne discacciarono
vole stato, come descrive s. Am- i con perdita si riti-
vandali, che
brogio. Avendo questi taciuto lo rarono in Monte del Re, invocan-
stato d' Imola di cui era primate, do il soccorso di quelli ch'erano a
vuoisi inferirne o eh' essa era sla- Modena. Cassio imolese valoroso
ta ridotta a deplorabile condizio- guerriero, presso cui era la supre-
ne, specialmente quando Massenzio ma amministrazione della città , si
sene poi con solennità l' avveni- che fondò un nuovo regno in Ita-
mento in Narbona. Nel ^5i Imo- lia, la quale volle fosse governata
la provò il furore del feroce At- dal prefètto del pretorio nelle an-
tila re degli unni, indi quello pur tiche forme. Diversi storici dicono
desola tore di Genserico re de' van- che Imola fu chiamata Odoacrìca,
dali, che ne occuparono il forte o come quella che venne arricchita
rocca ma a cagione di un fulmi-
, dal nuovo re di molti privilegi,
ne rovinata in parte, la guarnigione ornata di pubblici e privati edi-
ne uscì nel /^5S, mentre la città fizi, fortificata, e resa cospicua pei
,
talia, nella quale regione die prin- quistatore. Clefo o Clefi successo-
cipio al regno gotico. Principe sag- re di Alboino proseguì le vittorie
gio, giusto e splendido, rinnovò ed occupò nel 5^^, altri dicono
molte città, e probabilmente anco nel 575, anche il Foro di Corne-
Imola ne sperimentò le beneficen- lio. I longobardi poco dopo, e cer-
ze. àSotto il regno del goto Vitige, tamente quando viveva il violento
Giustiniano I imperatore d' oriente Clefo, fortificarono questa città per
spedì al ricupero d'Italia Belisario opporsi ai tentativi de' ravennati,
e l'eunuco Narsete: le provincie e la ornarono di ben munita roc-
italiane abbracciarono il partito ca, eh' ebbe da essi il nome di
imperiale; Imola con tutta l'Emi- Imola, nome il quale dappoi deri-
lia, tranne Cesena, fu occupata da vò alla ci uà medesima per con-
Narsete; Ravenna fu presa da Be- senso di molti storici : questa è la
lisario, e colla prigionia di Vitige più probabile origine della parola
nel 540 ebbe fine la guerra tra i Imola applicata col Foro di Cor-
greci ed i goti. Dopo circa due nelio, benché altri dicono che la
anni Totila re de' goti battè i ne- città cominciossi a chiamare Imola
mici presso Faenza , s' impadronì ai tempi di s. Cassiano, per opera
d' Imola ove lasciò un forte pre- del quale ì cittadini abbandonando
sidio , e riconquistò l' Emilia , la i sagrifizi alle false divinità, comin-
Toscana , Roma ed altre
, parti. ciarono ad offerire ostie incruente
Narsele fu rimandato in Italia e pacifiche al vero Dio. Veggasi
vinse, i goti e Totila fu ucciso, co- r A Iberti , Descrizione dell' Italia
sì Teia suo successore. Si fortifica- p. 32 1 ; ed il Pistoiesi, Fila di
rono i superstiti goti Cuma,in Pio Vlly p. II, tom. L L'avari-
Lucca ed Imola, ma dopo lungo zia e crudeltà di Clefo lo resero
assedio riuscì a Narsete impadro- sì odioso, che fu svenato dopo die-
nirsi di tali città. Raccontano gli ciotlo mesi di regno. Successe un
storici imolesi, che la loro patria interregno di dieci anni , e trentasei
fu presa per assalto a' 24 aprile duchi governarono da tiranni cia-
554 da Yaleriano prefetto di Ra- scuno i propri sudditi. Faroaldo
venna, e da Antioco spediti da primo duca di Spoleto portossia
Narsete alla testa del greco eserci- formare in Imola una piazza di
to, e che abbandonata
la città fu armi per potersi impadronir poi
al saccheggio, ne furono rovescia- di Classe, come fece; ma dopo po-
te le mura, ed incendiali gli edi- chi anni fu costretto ad abbando-
fizi. Terminata la conquista d'Ita- nare con perdita le sue conqtJiiste.
lia cadde la gotica monarchia; e Si narrache l' esarca Smaragdo, e
la bella regione fu per quattordici Drottulfo alemanno ribelle ai lon-
anni governala da Narsete. Questi gobardi, non fiume Valreno nel
indispettito dalla conocchia e fuso ma nel Badrino, unirono una flotta
inviatigli dall' imperatrice Sofia ,
di piccole barche piene di valoro-
,
IMO IMO 63
si fallii,con che sconfissero Faioal- risaurico al Papa s. Gregorio II,
stava diviso longobardoil paese confine del loro regno. In fatti nel
dalle città dell'esarcato di Raven- 742 il Pontefice s. Zaccaria man-
na, sotto il quale comprendevasi dò a Luitprando Stefano prete e
Imola. Allorché il re Rotari scon- Ambrogio primicerio, per avvisarlo
fisse r esarca Isacco, s' ignora se la del vicino suo arrivo, e di questi
città fu conquistata dai longobar- spediti scrive l' Anastasio in Fila
di ; però, al dire degli annalisti Zachariae : u ingressi fines longo-
imolesi, il re Grimoardo a vendi- bardorum in civitate quae vocatur
carsi degli imolesi i quali non
, Imola, cognovisse quod prope ditio-
aveano voluto accettare nella città nem ( longobardi ) meditabantur
la di luiarmata, quando nel 663 facere praedicto sancto viro ( Za-
portavasi a soccorrere Romualdo chariae) ne illuc ambularci ". Do-
duca di Renevento attaccato dal- po Luitprando obbedì Imola a* suoi
l'imperatore Costante , distrusse successori, ed Orso duca di Persi-
Imola e fece un orribile massacro, ceto ebbe in dono la città dal re
tuttavolta il suo successore Perta- Astolfo. Avido questi di nuove con-
rito o Rertarito restaurò Imola, quiste , nel 75 1 o 752 cacciò i
fabbricò un castello detto Pertari- greci dall'esarcato, e con Eutichio
to, e dopo chiamato Massa Lom- si estinse la dignità di esarca ;
64 IMO IMO
in efTeltuare precedente accordo.
il postolica. Adriano I eccitò Carlo
Fu dunque nel 7 5/) che la santa Magno a frenar l'ambizione del-
Sede ebbe da Pipino reintegiato e rarcivescovo, e ad assicurare alla
ampliato il dominio temporale ,
Chiesa romana l'esercizio pacifico
compresa la cessione dell'esarcato de' suoi diritti, la quale piìi tardi
e della Pentapoli, e perciò Imola realmente li ricuperò, e Leone mo-
come si legge nel diploma di Lo- rì nell'anno 777. Benché la città
dovico I il Pio. d' Imola fosse passata a far parte
Eseguì Astolfo parte delle im- dei dominii pontificii, essa però fu
poste condizioni, ma Imola insie- per lungo teìnpo governata in for-
me con altre città rimase in pote- ma di repubblica dai magistrati
re de' longobardi; e benché Stefa- particolari che si formavano nel
no III fosse concorso all'esaltazione seno de'suoi medesioài concittadini,
al trono longobardico di Desiderio, e de* quali vuoisi che fòsse molto
questi restituì solo Faenza e il du- esteso il potere. La prima magi-
cato di Ferrara, per cui il Ponte- stratura era affidata, come nella
fice, e s. Paolo I che gli successe maggior parte delle città italiane,
fecero gravi doglianze. Desiderio ad un solo che portava il nome di
minacciando la rovina di Roma, il marchese, di conte, o di governato-
Papa Adriano I ricorse all'aiuto di re, ed a tempo di s. Gregorio VII,
Carlo Magno che nel 778 impri- come rilevasi dalia sua lettera e da
gionò il re e diede termine al re- altra di s. Pier Damiano, un Gui-
gno de* longobardi in Italia, con- done era conte corneliese o conte
fermando alla Chiesa romana le dei corneliesi, cioè presiedeva agli
donazioni fatte dal padre Pipino, imolesi coH'autorità di conte. Il piìi
Agitata Imola dalle italiche ver- p. 216 e 401. Giovanni XII pre-
tìgini, dalle incursioni de' vicini, e miò Troilo colla esenzione dai pub-
dalle intestine sommosse, narrano blici pesi, e tornato ad Imola con
alcuni che mentre ne governava sì benefico privilegio, fu acclamalo
Fausto la repubblica, ravennati i padre della patria. Troilo fece ri-
vanni XII nel gSG. Antonio Bui- 986, ma con perdita dovettero ri-
garello che per tal conferma con tirarsi. Morto Alberto gli successe
Curzio TjoìIo era stalo spedito al Roberto Alidosi, che subito appli-
Papa, saccheggiò e distrusse la roc- cossi a piomovere i vantaggi della
ca della sollevata Tossignano, e città aumentò il pubblico erario,
:
sottomise gli altri paesi della mon- ricuperò i paesi ribelli, decorò il
tagna insorti ; quindi aiutò Nordi- foro colle spoglie prese ai vinti, e
lio che verso il fiume Sillaro com- in mezzo a tanta calma e benefi-
batteva coi bolognesi perciò fugati. cenze ebbe luogo altra civile sedi-
Nordilio non avendo figli adottò zione. La plebe si allontanò dal
Bulgarello, lo dichiarò suo erede, e senato, e scelse l'indegno Scipione
dopo avergli conferito il governo Bulgarelli, avido di comando, iu
della repubblica in pieno senato suo duce: vane riuscirono le trat-
mori nel 97 5. Bulgarello confer- tative di pace, laonde Roberto
mato nel potere dal Papa Bene- chiamati in aiuto i cispadani, fu
detto VII pose termine alle guer- costretto marciare contro Scipione,
re, ornò la città, ristorò molte che dopo breve combattimento coi
fabbriche, espulse da Imola gli e- suoi prese la fuga. Decretò il se-
brei tollerandone alcuni ne' sobbor- nato perpetuo esilio a Scipione, e
ghi, e proibì il lusso ne' femminili si chiuse con pietra quadrata la
ornamenti, fissandone la pramma- porta Montanara da cui era uscito.
tica con provvido consiglio. Attese poscia Roberto ad accresce-
Morto Bulgarello, per approva- re i borghi della città, a compiere
zione del senato assunse il coman- l'abitazione del pretore, a ristorare
do della città Gigio Accarisi, pro- i sacri edifizi , e tra 1* universa-
bo militare e letterato. Portatosi le compianto mori nei primi anni
a Ravenna, con bravura combattè del secolo XI. Rimase per qualche
contro i greci che volevano conqui- tempo la repubblica senza principe,
starla, ed ivi morì di febbre nel e profittandone i ravennati, faenti-
983. Alla sua morte in Imola ni e forlivesi, nel ioo3 devastaro-
nacque terribile rivoluzione, divi- no le campagne imolesi. Fioriva
dendosi il popolo in due partiti, allora in Imola Corrado, discenden-
uno detto degli Accarisi, l'altro te dall' alemanno Selvaggio sullo*
dei Volusi, per cui le pacifiche fa- dato, che ritiratosi in ameno e
miglie si ricoverarono nella rocca. forte castello denominato Sassat^Uo,
,
68 IMO IMO
posto sui colli Apennini^ e di cui patrio eccidio, raccolse prontamen-
era signore, die origine alla cospi- te buon numero di soldati, e piom-
cua famiglia de'Sassatelli. Prescelto bato sul nemico con strage lo fu-
dal senato a capitano delle mili- gò. Esultanti i cittadini per l'insi-
zie, intrepidamente affrontò i ne- gne vittoria, in premio di loro li-
soccorsa dal generoso Corrado che te Vatreno, costruì forte rocca nel
fu poscia dal consenso e riconoscen- luogo ove tuttora si vede, e di-
za de'cittadini salutato padre della spose che sentinelle vegliassero sul-
patria, e chiamato a regolarne i le mura della città a prevenire ul-
destini. Ad evitare le turbolenze teriore sorpresa. Divise la città in
avvenute in Italia per la morte quattro centurie, ordinò in deter-
di Ottone HI, indusse Corrado il minati giorni la convocazione del
senato, ad esempio di altre popo- senato per trattare gli affari , e
lazioni dell'esarcato, a riconoscere volle che da ogni ordine si sce-
in Enrico II il re d' Italia. Poscia gliessero i cittadini a governar la
colle proprie facoltà, e con oppor- repubblica. Gli ebrei che abitavano
tune misure scampò la città dalla i sobborghi invitarono i ravennati
carestia che affliggeva le altre. Ab- ad occupar ma
furono pu-
la città,
bellì e ristorò gli edifizi, munì di niti i traditori colla morte, gli al-
fosse la porta Appi a, richiamò i tri coir esilio. Grati gì* imolesi a
Bulgarelli e loro aderenti, aggre- Ravenna che in catene aveagli ri-
gò all'imolese giurisdizione parecchie messi gli ebrei deputati, esternaro-
ville e castella; il nobile castello no viva riconoscenza, e strinsero col-
di Monte Catone fu ceduto in do- r illustre città più stretta concordia.
no ad Imola, la quale concesse ai Dopo una serie di magnanime ge-
castellani la propria cittadinanza, sta, Ricciardo morì verso il 1046
col privilegio che due loro indi- senza lasciar mezzi pe' suoi fune-
vidui sarebbero membri del senato. rali, avendo consumato pel
tutto
Tanto fu amara la perdita del pubblico vantaggio. Però il suo ca-
benemerito Corrado, che molto si davere fu portato dai senatori nel-
faticò per dargliene il successore la chiesa di s, Lorenzo, ed a spese
riero Ugolino Alidosi che trova vasi, ro. Questi governò per ott'anui
tra i cispadani^ com miserando il con somma equità e generosità,
IMO IMO %
Tenendo pianta la sua perdita. Do- coi Macchinando som-
fiorentini.
po i tumulti eccitati dall'ambizioso mosse Ramberto Aliotti, fu impri-
Alberico Spinelli ,
probi cittadini gionato da Giuliano Gigi, indi stra-
fecero affidar governo d* Imola
il scinato per la città fu gittato il
a Gherardo Nascimbeni^ che si re- cadavere nel Vatreno, e la sua fa-
se in pili modi benemerente della miglia esiliata. Dopo il 1070 di-
patria. Alla sua morte furono in- venne conte d'Imola Guidone, e
ti'odotte innovazioni nella forma probabilmente fu quello cui scrisse
del governo : si decretò che dal ce- gravi incombenze s. Gregorio VII
to de' senatori ogn'anno quattro se per reprimere le pretese di Gui-
ne scegliessero, i quali riconoscen- berto arcivescovo di Ravenna. Sci-
do sempre il loro capo col titolo pione Bonmercati castigò i tossi-
di conte, dovessero di concerto trat- gnanesi per aver incitato i fioren-
tare i pubblici affari j si crearono tini a danno d' Imola Fortebrac- :
pure due magistrati eletti fra la cio Farolfo voleva distrutto Tossi-
plebe, ed investiti della potestà gnano, ma l'eloquenza di Sinibal-
tribunizia, perchè entrassero nel do Patarino lo salvò. Anche i ci-
senato per impedire aggravi al po- spadani, sino allora fedeli, spiegaro-
polo. Questo nuovo illustre magi- no il vessillo della rivolta, fomen-
strato resse felicemente e con lode tati da Lorenzo Graziano e Cari-
la patria, ignorandosi chi fosse al- sio Attendoli : Cottignola e Massa
lora conte d'Imola. 1062 i Nel Lombarda erano il centro de' sol-
fiorentini mossero le armi contro levati repressi verso il 1078, e Ro-
gì' imolesi , occuparono vari paesi gerio Cunio fu dichiarato ribelle.
della montagna, i cui abitatori es- 11 di lui Angelo in ven-
fratello
sendosi rifugiati in Sassatello, que- detta uccise nel foro Pirondo Car-
sto pure fu stretto d' assedio. I se- mecosta, uno de' quattro senatori
natori elesseroduce della guerra principali. Insorta la guerra civile,
Cassiano Oraboni , il quale co* ci- due donne dierono prove di eroico
spadani e faentini pose in fuga i coraggio, allorché la militare licen-
fiorentini dopo grave pugna Si . za si abbandonò a mille eccessi.
distinse Bonasera comandante della Livia moglie di Priamo Patarino,
cavalleria, e gli abitanti di Sassatel- per serbare la fedeltà a questo, si
lo dierono prove di singoiar co- uccise alla presenza di un soldato
raggio. Morirono duemila fioren- che minacciava; la moglie di
la
tini, e trecento ne furono fatti prigio- Lucano Feroaldo della chiara fa-
nieri :con amichevoli trattative fu miglia de' Nasci mbeni tenendo eoa
segnala la pace. Tornò Cassiano una mano il proprio figlio, chia-
pieno di gloria in senato, depose mò coir altra un irruente soldato,
nell'erario le somme acquistate, e r uccise ; circondata la casa da
rinunziò la magistratura, e si ri» molti armati per saccheggiarla ,
tirò in Tossignano. combattè con valore sino alla par-
Nel io63 Uguccio Sassatelli ca- tenza del consorte, poscia si die la
pitano degl' imolesi con truppe si morte. Sedati i tumulti e i disor-
portò in soccorso de' ravennati in- dini, Imola riacquistò la tranquilli-
festati dai veneti, e ne riportò ono- tà ; si ristorarono gli edifizi , e
revole pace, ed operò altrettanto riedificarono le atterrate torri, iD'
70 IMO IMO
di ricbiamaronsi gli esuli. Nelle lestina dai maomettani, col premio
gravi tra s. Gregorio
differenze di amplissima indulgenza; anche
FU (redi), ed Enrico IV re dei gl'imolesi tratti da pio entusiasmo
romani, scismaticamente fu eletto presero la croce, e si cuoprirono di
antipapa Clemente Ili , Guìberlo gloria: i Sassatelli contano vari
di Ravenna, venendo questi e ca- individui tra i crocesignati , e i
tedrale per eccitar ne' cittadini l'a- chè cesare perdonò tutti o per ne-
mor patrio ,
per cui posero subito cessità , o per accattivarsi i popoli.
in piedi forze poderose, e le affida- Frattanto Zaccaria Sulimano tribu-
rono al comando di Lodovico, con- no ordì congiure, sostenuto dal po-
ducendo Antonio Fanio le ausilia- tente Ortensio Fanio, ma ambedue
ri. Riportarono completa vittoria vi perderono la vita, e le loro case
con orrida strage de' bolognesi, e furono atterrale. Nel 1 1 24 i faen-
fu seguila dalla pace. La peste af- tini si accinsero ad espugnar Cu-
flisse pure Imola nel declinar del nio, antico castello di Romagna po-
secolo. co lunge da Cotignola, che conte-
Urbano II nel logS eccitò i neva nel suo distretto Donigallia,
fedeli alla crociata o sia sacra guerra Zagonara, Barbiano, Granarolo ed
per liberare i santi luoghi di Pa- altri luoghi, e ch'era regolato da un
IMO IMO 71
conte dal quale discendono i nobi- lemarchl a sorvegliare le cose di
Jissimi Belgioioso, famiglia che ripete guerra ^ i legisti a presiedere alle
^4 IMO IMO
uali cui si assoggettarono per quin- le lombarde. Tultavolta pare
città
dici anni. In fatti non tardarono che Imola fosse partigiana di Fé-
ì nominati ad assediare Imola, dcrico I, dappoiché il comune dovette
mentre i demoUti castelli vennero cedergli tutti (jne' diritti di sovra-
l'iedificati, facendovi ritorno ca- nità chiamati che prima regalie,
strimolesi e sancassianesi. Non an- godevano i vescovi , i marchesi , o
dò guari che nel ii5o gl'imoiesi conti in Italia. Nel iiSg l' impe-
orsero e distrussero il castello di ratore onorò Imola di sua pre-
Imola, e commisero eccessi su di- senza, e ad istanza di Pellegrino
Tersi abitanti ; egual sorte ebbe il Bulgari reggitore della città, Tarric-
caslello di s. Cassiano. Il vescovo chi di privilegi con insigne di pio-
Ridolfo portò acri reclami al Papa ma riportato dall'anonimo imolese
Eugenio 111, che fulminò contro i a p. ii6. Sebbene nel 1168 gii
distruttori le censure, ed impegnò imolesi fossero stati obbligati a
i bolognesi al sollecito risorgimento giurare di sostenere colle armi i
74 JMO IMO
icastrimolesi, non essendo ei*o che ed annullò qualunque conces-
tri,
:ii bolognesi e faentini fosse dalo sione che in favore dei medesimi si
in custodia il castello d' Imola. Re- fosse fatta.
IMO IMO 75
lado d'Imola e gli ostaggi ; ma ri- lega delle città lombarde. L'impe-
sposero che occorreva il consenso ratore recossi in Imola, ove a' 12
de' bolognesi. Allora Corrado ve- luglio 1226 con diploma dichiarò
scovo dì Metz e Spira legato im- ribelli dell'impero dette città; e
periale intimò ai bolognesi di di- tanto si trattenne in Imola Fede-
mettere senza ritardo il castello e rico li, che si potè cingere la cit-
contado d'iaiola, ed ebbe effetto, tà di fosse e bastioni. Passato ce-
per cui abrogò il bando di pro- sare in Messina nel 1227 coman-
scrizione emanato contro Bologna, dò a' signori e comuni di Roma-
condonò l'ammenda, e richiese che gna di prestar aiuto agi' imolesi
si dassero compensi agl'imoiesi dan- per ridurre la città al primiero suo
neggiati, tutto approvando cesare. stalo, esi vide libera da ostilità.
to con imponente esercito per ri- lesi ritornati alla piena obbedien-
«lune la Romagna sotto la legitti- za e sudditanza del Pontefice, la
ma sovranità della Sede aposlplica. città fu prosciolta dall'interdetto,
Dopo aver preso Dozza, Piagnano, in cui erano comprese tutte le città
Casal Fiumanese e Sassatello, Imo- e luoghi Federico II ,
seguaci di
la venne per necessità a conven- che mori a' i3 dicembre i25o.
zioni amichevoli con fr. Giacomo Innocenzo IV da Lione restituen-
Boncambio vescovo di Bologna. Sta- dosi in Roma nel i25i, da Bolo-
biliti gli articoli nel campo schie- gna nell'ottobre giunse ad Imola,
rato presso la città, 6 maggio
a' e come per tutto vi fu ricevuto
giurò il comune di abbandonare la con pubbliche feste e con grande
parte imperiale, e di unirsi alla magnificenza, quali si convenivano
Chiesa romana sua antica signora, ad uno de* più gran Pontefici che
e promise amore e società al co- degnamente con zelo, profonda dot-
mune Bologna, altrettanto que-
di Irina e prudenza governarono la
sta giurando ad Imola, finché fosse Chiesa di Dio. Intanto per evitare
rimasta fedele al Papa. Conseguen- le crudeltà di Eccelino III da Ro-
za della fortunata composizione si mano, già capitano di Federico li,
ciare del 1211 nelle due potenti senato li pacificò per non ispargere
famiglie dei Bricci e dei Meadolì, sangue civico. ^ Veliero pure sopir-
IMO IMO 77
le certe differenze die incomincia- sembrò diminuirsi il livore dille
vano coi bolognesi die volevano fazioni ghibelline e guelfe. Rodol-
imporre un tributo, ed esigevano fo I confermò i privilegi e con-
la riedificazione di Monte Catone cessioni de' predecessori, riconoscen-
che sino dal ioo3 formava parte do insieme l'antica sovranità della
della signoria de'Sassatelli. In die- santa Sede sulla Romagna ed esar-
ci mesi nel territorio morirono di calo di Ravenna.
fìinie e di peste cinquemila abi- Per le rinnovate sedizioni civili
tanti, per cui gì' imolesi per si gra- di Bologna si sottrasse Imola dal-
vi flagelli implorarono sbigottiti il la dipendenza, ma i bolognesi pas-
divino aiuto con penitenze, proces- sarono ad occuparla cacciandone i
dovevano essere soggette per virlù nuove leggi ed impose alla provin-
di possesso immemorabile, offren- cia l'annua contribuzione di ven-
dosi difendere le delle terre e ra- timila fiorini pel mantenimento
gioni delcomune, invocando l'an- delle milizie. Nel 1292 Alidosio
nullamento delle novità fatte in pre- sorprese la città, e si fece salutare
giudizio d'Imola. Nicolò III a ricon- principe della repubblica imolesc.
durre la pace ed unione in Roma- Ilconte Ildebrandino pronunciò la
gna, destinò legato il nipote cardi- sentenza di scomunica e l'inter-
nal Latino, e Bertoldo Orsini, altro detto contro gl'imolesi; ma Alido-
nipote o fratello, col titolo di con- sio disprezzando le censure eccle-
te di Romagna, i quali furono ri- siastiche, volle il giuramento di
cevuti in Imola con festose acco- fedeltà da tutti i comuni che pri-
glienze, e pacificarono i guelfi coi ma erano soggetti al senato imo-
gliil>€llini un ai Geremei e
, in lese, cioè Orsara, Sassatello, Casal
Lambertazzi. Non tardò Bertoldo Fiumanese, Belvedere, Piancaldoli,
ad abusare in potere, approprian- Fiangoni, Monte Morosino, Monte
dosi diritti a pregiudizio de'comu- Catone, Linaro, Torranello, Pedia-
ni, quando morto Nicolò III gli no, Mezzocolle,Mazzolano, Aguzzano,
successe Martino IV che spiegò Biancanigo, Doccia, Limadiccio, La-
un carattere distruttore del ghi- derchio, Anconata, Trecento, Ca-
bellinismo. Creò conte di Romagna stelnovo, Casanola, Gesso, Serra,
Giovanni d'Appia che principal- Mordano, Fabbrica,Casalecchio, Col-
mente prese di mira i forlivesi, ed lina, Stifonte, Casola, Stignano, Ve-
Imola dovette somministrare uo- dreto, Guercinorio, Sassiglione, Mu-
mini e denaro. Nel 1297 fu per rata. Se non che il conte di Romagna
la prima Tolta nominato un di- vieppiù irritato da simile procedere,
fensore del comune e del popolo, ricorse ai bolognesi promettendogli
nella persona di Litto A li dosi. Nel- il dominio d'Imola , subordinato
la sede vacante di Onorio IV il per altro alla Chiesa, purché la
sacro collegio de' cardinali spedi in ricuperassero. La custodia d'Imola
Romagna Pietro col carattere di affidata ai bolognesi, a' io luglio
legato, che in Imola convocò un 1294 fu rivocata, riducendosi la
fico suo testamento^ del quale lasciò col suo cattivo governo , fu cagio-
esecutrice la nobilissima ed antica ne che Ricciardo Manfredi fòsse
famiglia de'Mazzi, da cui usci quel- proclamato signore d' Imola, quan-
la de'Guidalotli di Bologna. Sotto do Benedetto XII dichiarò vicario
Benedetto XI gl'imolesi giurarono d'Imola Lippo Alidosi. Questi fece
al partito ghibellino nuova confe- riformare gli statuti della città, iti
derazione. Divenuto Pontefice Cle- cui tra le altre cose venne dispo-
mente V, che stabilì la sua re- sto, che ventiquattro savi e loro
sidenza in Francia ,
per frenare notari potessero insieme col capi-
gli sconvolgimenti dell' Emilia e tano spendere quanto occorreva ;
le violenze che si commettevano che tutto il governo politico mi- ,
8ò IMO IMO
Oltre la slrnge della peste la Roma- antipapa Clemente VII, non che
gna era a soqquadro per le prepotenze dalle malaugurate compagnie di
de' piccoli ed infesti tiranni, ed A- ventura. La condotta saggia di Bel-
storgio Duraforte conte pel tradi- trando gli procurò
conferma e la
iTìenlo usato contro Giovanni Pe- nuova investitura del vicariato da
poli ,
per ricuperare le signorie Urbano VI, e morì nel 1391. Ri-
della Chiesa , fu costretto ritirarsi mase Lippo di lui figlio signore
in Imola. Assalita la città dall'e- d'Imola, e siccome minorenne gli fu
sercito ghibellino di Bernabò Vi- data a tutrice e curatrice la ma-
sconti di Milano , seppe valorosa- dre Elisa. Sembra che anco Lodo-
mente difenderla Roberto, onde fu vico fratello del defunto esercitas-
applaudito prode liberatore
qual se il potere, perchè ricorse contro
nel i35r, e vuoisi che il Papa lo gli attentati de' bolognesi , ed in-
confermasse in vicario come fermo vocata da Bonifacio IX l'investi-
sostenitore de* dominii della Chie- tura, l'ottenne a' 16 gennaio i3g9,
da romana. Non andò guari che venendo dichiarato nella tempora-
Innocenzo VI spedì legato in Ro- lità vicario d* Imola per la Chiesa
magna il celebre cardinal Albornoz romana. Instabile e variato come
per ricuperare le terre della Chie- incerto fu nel secolo XV il gover-
sa, e con armi, crociate e scomu- no della città pei molti signori che
niche abbassare l'arroganza de* ti- ne regolarono i destini. Seguendo
ranni, facendo comandante dell'e- Lodovico le parti de' Visconti fu
sercito Roberto, che prese Cesena scomunicato e privato del vicaria-
(Fedi). Benemerito della patria e to; indi reintegrato e fatto prefet-
della Chiesa, Roberto Alidosi mo- to della milizia nel i^o5 dal car-
rì verso il i363. Ebbe a succes- dinal legato Cossa, che gli accor-
sori nel vicariato due suoi figli dò Toranello, Pediano e Gallister-
Azzo e Beltrando, ma essendo ve- na con mero e misto impero, e
nuti a grave contesa, Cornelio Al- giurisdizione temporale, in premio
bornoz rettore di Bologna quivi li di sue fatiche e dispendi. Resse
condusse, finche riconciliati i fra- Lodovico la patria e il contado con
telli ricuperarono la signoria, tran- vigilanza pel pubblico bene; visitò
ne la fortezza che fu affidata alle di frequente i sua giu-
luoghi di
genti pontificie. Morto Azzo, da Gre- risdizione ; legami con di-
strinse
gorio XI ottenne nel iSyS Bel- versi potenti di Romagna per as-
trando la conferma del vicariato e sicurare il suo dominio, dando in
il possesso delia fortezza, e fu utile matrimonio la figlia Lucrezia a
alla patria pe' suoi provvedimenti, Giorgio Ordelaffi signore di For-
fra* quali moderò l' eccessive doti lì. Divenuto Pontefice nel i4io >l
alle donzelle. Istigate dai fiorentini cardinal Cossa col nome di Gio-
molte città nel iSyS si ribellaro- vanni XXI li, e continuando a fa-
no, e Beltrando si dichiarò assolu- vorire Lodovico, con breve degli
to padrone d' Imola i e per le mi- II ottobre i4i 2 accordò all'Alido-
sure vigorose di difesa preservò la sio con mero e misto impero le
città dalle feroci soldatesche bre- castella di Tossignano, Doccia, Rio-
toni guidate dal non men crudele Io, Pieve di s. Andrea, Gaggio, Ca-
cardinal Roberto di Ginevra, poi slellaro, e le ville di Monte Ca-
, 1
IMO IMO 8t
tone, Mancincollo, Belvedere, Or- rato capitano del popolo, cui prin-
sara, Casola, Pregno, Monte For- cipalmente fu affidato il reggimen-
tino, colle pertinenze di Casola, to della patria ; il capitano e gli
Beltrando suo figlio; così ebbe ter- resistenti anche ucciderli. Essendo
mine il principato degli Alidosi in state le magistrature assegnate ai
Imola. Il senato spedì al duca am- soli nobili insorse la plebe, che pa-
basciatori per riconoscerlo a nome cificò Lodovico della Bordella , il
glia, Baffadi, Slifonte, anzi nel i45o giunge che la città fu espressamene
assediò Imola, indi si venne a con- te comprata dal Papa , e che la
cordia. Nel 1453 Nicolò V mi- dote che il duca avea assegnata a
nacciò Taddeo come usurpatore Caterina quando voleva sposarla
d'Imola; e piìi tardi Astorgio fu ad Onoralo Torelli era di soli die-
da Pio II nel 1462 pacificato cimila ducati d'oro. D'altronde va-
con Taddeo, e la città tornò al- ri scrittori e il eh. Righi, Annali
lo stato tranquillo. Nel 1/^65 l'e- di Faenza voi. II, pag. 229, asse-
sercito veneto tenne in angustie il riscono vero il compenso dato da!
contado ; ma Paolo II ricondusse duca a Taddeo, e che la signoria
la pace tra le parti belligeranti, e d' Imola e suo distretto fu la dote
Taddeo fu nuovamente vicario d'I- che portò Caterina a Girolamo.
mola, indi barbaramente imprigio- Forse il duca avrà realmente dato
nato dal figlio Guidaccio. Narra tale dominio per dote, ma ritiran-
l'anonimo imolese che interponen- do dal cardinal Riario in compenso
dosi Galeazzo Maria Sforza duca i quarantamila ducati d'oro. L'a-
di Milano, creò cavaliere Guidaccio nonimo imolese allerma che Sisto
e gli promise in isposa una sua IV con breve de' 6 novembre i473,
sorella, poscia s'impadronì della segnalo da ventiquattro cardinali,
città nel i470> sulla quale Tad- approvò tutti gli atti, investi Gi-
deo con solenne islromento di con- rolamo dello stato d'Imola, e lo
venzione de' 5 maggio avea cedu- dichiarò conte e signore dell' imo-
to al duca le sue ragioni, riceven- lese contea.
do in compenso Castel Nuovo ap- La minorità
di Caterina fece dif-
partenente alla città di Tortona. ferir nozze con Girolamo, e l'es-
le
IMO IMO 83
incominciarono a far sentire agi* i- pe, il che dai
terzo nella stessa via
molesi gli effetti di loro benevo- Machirelli l'acquistarono i Dal Poz-
lenza con togliere vari pedaggi ed zo. Inoltre Girolamo istituì un'ac-
alcune gabelle. La fìgliuolanza na- cademia letteraria, promosse l' in-
ta ai nobili sposi, e Tinvestituri dustria, favorì l'agricoltura, ed o-
di Forlì concessa da Sisto IV a però altre beneficenze; soggiornò
Girolamo accrebbe il tripudio de- parte in Imola e parte in Forlì ,
l'agosto i4^i> dopo essere stati in- resto onde conciliarsi l'affetto di
contrati a Loreto dagli ambascia- tutti. Neir anno i485 Taddeo
lori, consolarono della loro presen- Manfredi pentito della vendita d'I-
za Imola. I Sassatelli ed i Vaini mola tentò di ricuperarla ma la ,
84 IMO IMO
L* eroica Caterina Sforza, come conoscere ad Alessandro VI gli an-
tiitrice del figlio, assunse le redini tichi crediti della famiglia Riario,
del governo, con abolire i dazi im- per onorari dovuti al conte Giro-
posti, con presidiare le fortezze in lamo generale di santa Chiesa, e-
modo sicuro, e con
altre utili prov- sibendosi a pagare il resto; ma inu-
videnze, per che gl'imolesi, al
lo tilmente. Non perciò avvilitasi Ca-
dire delTanonimo, gli coniarono una terina, sebbene priva di alleanze,
medaglia avente l'epigrafe: catha- fece un generale armamento e si
ce alleanza con Alessandro VI, pro- ritirò co' suoi figli in Firenze, ove
mettendo in isposa di Cesare Bor- mori encomiata altamente per le
gia figlio del Papa, Carlotta d'Albret sue preclare doti. Cesare Borgia la-
figlia del re di Navarra, facendolo sciato in Imola suo rappresentante
duca del Valentinois, ed impegnan- il cardinal Giovanni Borgia legato
dosi dì aiutarlo contro i signori d'Italia, portatosi in Roma fu fatto
d' Imola , Faenza , Forlì , Rimini gonfaloniere e capitano generale di
Pesaro e Camerino. Intanto il Pa- santa Chiesa. Giurarono gl'imolesi
pa dichiarò decaduto Ottaviano del- fedeltà a Cesare, e compilarono al-
la signoria d' Imola perchè da
,
cuni capitoli per una regolare am-
vari anni non avea soddisfatto alla ministrazione, che Cesare approvò
camera apostolica il consueto cen- in Roma agli 11 marzo i5oo, in-
so,mentre Caterina a mezzo del- di nominò luogotenente generale
l' ìmolese Giovanni dalle Selle fece d' Imola Giovanni OHvieri vescovo
IiMÓ IMO 85
d'Isernia. Alessandro VI col con- satelli la parte guelfa giunse a
senso de' cardinali- costituì Cesare trionfare dei ghibellini che furono
in temporale vicario perpetuo e cacciati dalla città. Il valoroso
generale d* Imola, per cui il luo- venne acclamato libera-
Sassatelli
gotenente prese nuovo possesso del tore della patria, che ne eternò la
contado. memoria con iscrizione incisa sulla
Si narra che mentre Alessandro campana maggiore della cattedrale.
VI trattava co'cardinali di far Ce- Nel i5o4 Giulio II ottenne dalle
sare re di Romagna, Marca ed Um- genti di Cesare la consegna della
bria, morte nell'a-
fu colto dalla Rocca, ed il comune spedì amba-
gosto i5o3. Allora Cesare avendo sciatore Giambattista Rondinelli per
presso di sé e da lui beneficati, assicurarlo di fedeltà e divozione;
Giovanni Sassatelli e Guido Vaini ed il Papa destinò a
governatore
capi delle fazioni che avevano ere- e castellano Stefano Negroni, che
ditato lo spirito de' guelfi e ghi- riconciliò nemiche famiglie, e
le
bellini, li spedì in Imola per te- pubblicò Andanis et coni'
la bolla
nere in fede la popolazione. Poco munitati ^ riportata dall' anonimo
visse l'eletto Pio III, onde gli suc- imolese a p. 275, con cui Giulio
cesse il Giuliano della
cardinal II accordava esenzioni e privilegi
Rovere, nipote di Sisto IV, col no- alla città. Quindi fu istituito un
me di Giulio II, acerrimo nemico nuovo consiglio di sessanta sena-
del duca Cesare. Informati i po- tori, cinque de'quali componevano
poli di Romagna di ciò, si diedero il magistrato bimestrale, il primo
a vari signori, e mentre Imola si chiamò gonfaloniere della giu-
era ed incerta, Guido
irresoluta stizia, gli altri conservatori dell'ec-
Vaini co' suoi avea disegnato ac- clesiastica libertà: Gentile Sassatel-
cordare il dominio della città a li fu il primo gonfaloniere. I nuo-
Galeazzo Riario nato in Forlì da vi magistrati si occuparono dei
Girolamo e Caterina, e Giovanni vantaggi della patria, mentre con-
Sassatelli avea risoluto difendere chiusa la pace tra Giulio II ed i
Imola a nome della Chiesa roma- veneziani, questi restituirono Tos-
na sua antica e legittima signora, sìgnano, Monte Battaglia e Casola
per cui i partiti erano sulle armi. Valsenio che avevano occupato: i
le emanò utilissimi decreti pel buon una porzione di botteghe poste sul-
governo della città, che ottenne la pubblica piazza, e fossero di
dal Pontefice la reintegrazione di ragione dei Riario molino di Po- il
diversi comuni già occupati dai jano, diverse botteghe sotto il pub-
faentini e da altri. Nella guerra blico palazzo ed alcune cassine
,
8S IMO IMO
jllti gli vennero incontro. Sulla ni ed altro, e siccome le ca-
porta Bolognese erano tre gran- stella soggette non volevano som-
d'armi di pietra, una del Papa, ministrare aiiiti, l£^ congregazione
l'altra del cardinal Pietro Aldo- del buon governo ve le obbligò,
btandini suo nipote, la terza del dichiarando Imola città dominan-
cardinal Bandini legato di Roma- te dei castelli medesimi. Nel pon-
gna; tutta la prospettiva della por- tificato di Clemente XII di nuovQ
ta era dipinta. Presso al monte di il territorio imolese solfri non po-
pietà sorgeva un arco di bellissi- co per la guerra tra gli spagnuoli
ma architettura, ornato di emble- e \ tedeschi, per gli alloggi, vive-
ini, piramidi
ed iscrizioni. Sulla ri e contribuzioni che dovette som-
prospettiva del maestoso arco del ministrare ai secondi; ciò rinno-
palazzo pubblico fu rappresentato vossi anche npì pontificato di Be-
dipinto il Papa sedente in trono, e nedetto XIV, e gli austro-sardi
nelle facciate dell'arco medesimo si fissarono il loro quartiere genera-
volle in quattro quadri dipingere la le in Imola. Il detto Papa stabili
pace conchiusa da Clemente Vili nel contado la hbertà del com-
tra Enrico IV e Filippo II, la sua mercio; questo venne favorito da(.
coronazione, l'ingresso trionfale in Clemente XIV, anche colla diminu-
Ferrara, e l'assoluzione data ad zione de'dazi. Nel 177^ succes-
Enrico IV, con analoghe iscrizioni. se Pio VI della famiglia Braschi
Si compiacque il Pontefice delle di Cesena, che nel medesimo an-
straordinarie dimostrazioni di os- no creò cardinale lo zio Gio. Car-
sequio dategli dagli imolesi, e creò lo Bandi vescovo d'Imola. Recan-
cavalieri dello speron d'oro i sud- dosi nel 1782 il Pontefice a Vien-
detti paggi. I detti quadri, opera na dall'imperatore Giuseppe II, si
del celebre Cesi bolognese, tuttora legge nel Diario del viaggio y ec.
si conservano. che nella sera di giovedì 7 mar-
Leone XI nel i6o5 liberò la zo giunse ad Imola, ricevuto nel
città dalle gravezze imposte dal discendere alla porta della catte-
predecessore. Paolo V restituì al- drale dal cardinal Bandi, da mon-
la giurisdizione d* Imola Cascia signor Caccia Piatti vicelegato di
Valsenio, ma la città nel i63o Romagna, dal clero della medesi-
provò terribile pestilenza. Clemen- ma cattedrale, dal magistrato e
te IX concesse agi' imolesi la li- nobiltà. Portatosi dipoi al palazzo
bertà del commercio, diminuì le vescovile, ivi ammise tutti al bacio
imposte, e pose una salutare pram- del piede, e vi restò a riposare.
matica sull'abuso del vestiario, Nella mattina seguente il Papa ac-
gioie e carrozze; anche Clemente compagnato dal cardinale ritornò
X diminuì i contributi, ed Innocen- alla cattedrale, e disceso nel vene-
zo Xt soccorse i cittadini pei dan- rabile sotterraneo in cui riposano
ni sofferti nel terremoto del 1687. con somma venerazione i sacri cor-
Nella guerra per la successione di pi di s. Cassiano martire, di s^a
Spagna volendo Clemente XI os- Pier Grisologo, e di s. Proietto,
servare perfetta neutralità, gì* im- iviascoltò la messa celebrata da
periali gravitarono sopra Imola e monsignor Ponzetti caudatario, am-
luoghi circQstt^nti, con contribuzici- mise poscia nella sacrestia al bacio
IMO IMO 89
del piede le dame della cillh, pas- vile. Nella sera ammise all'udienza
sò al palazzo pubblico per bene- il cardinal Alessandro Mattei, pro-
dire dalla loggia il popolo, quindi veniente dal suo arcivescovato di
riprese il corso del suo l'iaggio, Feriara per ricevere nel dì seguen-
avendo permesso allo zio cardina- te il cappello cardinalizio. A tale
le di accompagnarlo sino alla chie- effetto Pio VI tenne nel lunedi
sa di s. Maria del Piratello lunge concistoro pubblico nella gran sala
due miglia dalla città. dell'episcopio coi suddetti sei car-
Reduce Pio VI da Vienna, da dinali, e vestito pontificalmente,
Bologna partì per Imola, ove ar- con tutte le consuete formalità
rivò come nell'accesso ad ore i/\. impose il cappello cardinalizio al
di sabbato 25 maggio, essendo pas- cardinal Mattei, cui pure assegnò
sato sotto un bellissimo arco trion- il titolo e congregazioni cardina-
fale eretto con disegno dell' imo- lizie : dopo il concistoro il cardi-
lese cav. Cosimo Morelli, in cui nale visitò la cattedrale, essendo
era rappresentato l'abboccamento soliti i cardinali che in Roma ri-
greggia, fu costretto cercare asilo governo un altro, per cui tre imo-
in estere contrade, finche adunato lesi recaronsi a Lione ove a' 20
il sacro collegio per de' cardinali gennaio 1802 fu accettata dalla
dare un successore al defunto Pa- straordinaria consulta una nuova
pa, recossi a Venezia pel concia- costituzione. La repubblica che pri-
ve. A' i4 marzo 1800 il cardinal ma chiamavasi Cisalpina prese il
Chiaramonti fu esaltato al pontifi- nome di repubblica Italiana e ,
aprile si recò ad Imola con esul- così Imola tornò sotto il pacifico
tanza della città e diocesi, che lo dominio de' romani Pontefici e ,
to ne fosse pur vescovo, come pre- luogo stesso ove Appio aveva or-
tesero alcuni, o anche di altra chie- dinato il teatro pei gladiatori : il
tire; altri dicendolo vescovo d'Augu- Maria in Regola. Presso questo sa-
stoduna, di un s. Cassiano facendone cro edificio eravi un magnifico pa-
tre. Altra questione è quando il lazzo, ove dimorarono gì' impera-
glorioso atleta rese col proprio san- tori Enrico li. Federico I, Ottone
gue un'insigne testimonianza della IV e Federico li. A s. Cornelio fu
tede da lui professata, lo che pare sostituito r arcidiacono imolese s.
siaavvenuto prima che Dioclezia- Proietto verso l'anno 4^o ed il >
de' goti i il suo corpo si venera nel- Lorenzo sinché fosse edificala la
la cattedrale. Antonio Maria Man- nuova canonica. Un tal genere di
zoni ci diede l'opuscolo intitolato: vita comune trovavasi in vigore tra
Tumulus ss. Projecd et Maure.lii i canonici imolesi anche nell'anno
civium episcoponini , ac proteclo- 1255. Quanto poi alla elezione dei
rum urbis Corneliensis illustratuSy vescovi d' Imola, è noto come s.
Imolae lyoS, apud haeredes Mas- Leone I Magno accennò come re-
sae. Verso l'So l'imolese Eugenio,
i gola dettata dai padri, e conforme
lodalo per dottrina, ascese alla cat- che la elezio-
all'apostolica autorità,
tedra vescovile. Qui noteremo che ne de' vescovi si facesse dal clero,
a cagione de* tempi venendo trascu- ad istanza e secondo i voti del
rata la vita comune nei canonici popolo. Tale lodevole costumanza
delle cattedrali , a richiamarla in a tutte le antiche chiese occiden-
vigore i conci li i di Magonza , di tali, fu nei vetusti secoli adottata
Tours e di Acquisgrana vi presero anche dalla chiesa imolese; ma nel-
provvidenza, e furono ordinate le 1*88') essendo accaduta la morte
canoniche abitazioni, a facilitar l'e- del vescovo, volle il popolo tutta
rezione delle quali l'imperatore arrogarsi la elezione del successo-
Lodovico neirSig fece un capi-
I re, ciò che diede luogo a dispareri,
tolare, indi il Papa Eugenio li i quali furono portati a cognizio-
neir 826 prescrisse in un concilio ne del Pontefice Stefano VI. Que-
discipline sulla vita canonicale. Tali sti ponderata maturamente la cau-
quale credesi fosse legalo s. Cas- zione del vescovo allora cadeva so-
siano quando sostenne il martirio: pra i soggetti più ragguardevoli del
al presente si venera il sacro mo- clero,massime sui canonici di que-
numento a tergo dell' aitar mag- sta Bennone ottenne dal
chiesa.
giore delia chiesa parrocchiale dei Pontefice Onorio II l'ampio privi-
ss.Bartolomeo e Cassiano nei sob- legio con cui si accordò al vescovo
borghi della città. Nel iog4 im- d' Imola e successori gli antichi
perversando fierissima pestilenza, diritti di esiger dazi nella città, di
molti scismatici tornarono al seno pronunciar pubblici giudizi , e di
della Chiesa romana all'obbedien- , possedere il temporale dominio su
za del legittimo Urbano II, e si molti luoghi del contado imolese,
allontanarono dal falso Papa Cle- donde poi fu che i 'vescovi imolesi
mente III ed è probabile che gl'i-
; assunsero il titolo di conte. L'im-
molesi cacciassero da questa sede portante diploma pontifìcio l' ano-
r intruso Morando, il quale rifu- nimo imolese lo produce a p. 74:
giossi in Cesena, e di dove- come morì Bennone nel i Sg. Sotto di i
il vescovo d'Imola era stato sog- ria in Regola ottenne a favore del
getto alla giurisdizione del metro- suo monistero di benedettini di-
IMO IMO 97
corpo di s. Sigismondo re di Bor- era già ritornato in Imola. Se pe-
gogna : i forlivesi, ì milanesi ed i rò il clero di s. Cassiano, seguen-
piagesi M vantano di possedere il do esempio del vescovo,
l'ottimo
corpo di tal santo. Ridolfo fu pure spiegò il suo attaccamento ad A-
al concilio di Reims tenuto da Eu- lessandro HI, non venne imitato
genio II r. Questo vescovo ampliò dai cittadini corneliesi, che segna-
Je rendite della chiesa e la sua rono ne' loro atti certuni Papain :
98 IMO IMO
•vigna. Inlei-Tcnne Ennco al concì- lettori, e vuoisi compresevi pure
lio Interanense III, e conseguì da quelle di s. Cassiano. Morì Enri-
Alessandro IH la conferma di tutti co nel I 193 pieno di grandi me-
i privilegi concessi dai romani Pon- riti,ed autore di utilissimi statuti
tefici alla chiesa imolese. Ritorna* in decoro della sua chiesa. Sotto
to iu Imola, e trovato il castello il successore Alberto I, benché fos-
IMO IMO 99
stino III cui fu accettissimo, non al i4%> nel qual tempo furono
solo sopì le discordie tra' cittadini, dal vescovo Volta trasferiti in ara
ma tra i canonici di s. Lorenzo e nuova, come egualmente lo furono
t monaci di s. Donato, i quali do- nel 16 16 sotto il vescovato di Pa-
po la distruzione del castello di leotti; però la ricognizione ebbe
s. Cassiano trasferirono il corpo di solo luogo a' 21 aprile 1700 sotto
s. Donato nella chiesa di s. Paolo il vescovo cardinal del Verme. Ot-
ora distrutta ; così le differenze tra tenne nel 12 IO dall'imperatore Ot«
il vescovo ed i canonici della cat- tone IV un diploma con cui con-
tedrale. Con questi il successore fermò alla giurisdizione del vesco-
Alberto II premuroso di stabilire vo quelle terre e castella, che l'a-
una perenne concordia, li dispensò nonimo enumera a pag. 109 , in-
dall' offerta della candela, dalle spe- sieme a quelle confermate da Fe-
se per accompagnar il vescovo a derico II con diploma emanato nel
Ravenna, confermò loro le decime 1226 in occasione che i bolognesi
con facoltà di punir colie censure e faentini le avevano violentemen-
i renuenti. Con approvazione del te occupate. Anche Innocenzo IH
medesimo Alberto li i canonici di confermò al vescovo Mainardino
s. Maria del Castello d' Imola e i lutti i diritti e beni conceduti da
monaci de' santi Matteo e Mattia Eugenio III ed Alessandro III. Nel
intrapresero a convivere insieme 1227 Mainardino giltò la prima
sotto la presidenza di un solo ar- pietra fondamentale della chiesa di
ciprete o abbate da essi eletto, e s. Maria della Carità presso alle
confermato dal vescovo. Nel 1202 mura della città, con dichiarazione
Alberto II meritò essere trasferito che appartenesse ai canonici. 11 Ga-
air arcivescovato di Ravenna, e nel- ra m pi nelle Memorie ecclesiastiche
la sede iraolese gli successe Gere- pag. 399, dice che Mainardino fon-
mia : sotto di lui e nel 1204 fu dò la chiesa e monistero della Ca-
dato ai monaci camaldolesi il mo- rità, acciò fosse canonica regolare
uistero di s. Caterina, detto di s. secondo la regola del b. Agostino,
Eustachio, situato ne' sobborghi di e i frati e suore della medesima
s. Giacomo, già doppio cioè di uo- dovessero prestare ubbidienza, se-
mini e di donne ; verso il secolo condo detta regola, al priore dal
XV passò il monislero nelle mani quale dovessero correggersi ; obbli-
de' chierici secolari , e Giulio 11 gando medesimi frati e suore a
i
de' divini uffizi, che per quindici beni. Diminuite le rendite della
mesi era slata sospesa. In mezzo a collegiata di s. Lorenzo , V Ordini
,
riforma del clero : nel giubileo che Pontefice Clemente Vili restituì
concedette alla città e diocesi fu la chiesa d'Imola sufiraganea della
veduto visitar le chiese assegnate metropolitana di Ravenna, e lo è
coi piedi scalzi. Nel iSyg essendo tuttora. Paolo V nominò il cardi-
stato trasferito a Perugia, Grego- nal Gio. Garzia Millini legato a
rio XIII elesse vescovo Alessandro latere in Francia, che rassegnò la
Musotti bolognese, ma qual teso- chiesa nel 161 1, ed ebbe a suc-
riere segreto pontificio restò in cessore Ridolfo Paleotti bolognese.
Boma. Nella vitadi tal Papa si Fece questi la visita delle chiese,
legge che nel i582 a' 10 dicem- pubblicò savie costituzioni pei chie-
bre innalzò al grado arcivescovile rici del seminario, con gran solen-
la chiesa di Bologna sua patria, e nità il sinodo
celebrò diocesano,
tra le chiese che gli assegnò per e nel 161 5 fu coronata nel pub-
sulfraganee vi comprese questa
, blico foro l'immagine della Beata
d' Imola, sottraendola dalla spiri- Vergine delle Grazie. Morì il ve-
tuale soggezione della metropolita- scovo benemerito nel 161 9, dichia-
na di Ravenna. Sotto il vescovato rando suo erede universale il cle-
del Musotti cominciò a rendersi ro imolese. Paolo V dichiarò suc-
celebre per prodigi l'immagine di cessore Ferdinando Millini nipote
Maria Vergine detta di Ponte rot- del cardinale, che qual zelante pa-
to, oggi di Ponte santo; e furono store fece la visita, celebrò due
tante e sì generose le oblazioni sinodi che pubblicò colle stampe,
de' fedeli che potè erigersi un ma- coronò nel foro l'antica e prodi-
gnifico tempio, negli ultimi tempi giosa immagine di Maria Salus
diroccalo. Ma il pio sacerdote An- infirmorum per aver liberato la
tonio Fanti avendo fatto a pro- città dalla peste, e dopo aver ce-
prie spese riedificare un'elegante lebrato il terzo sinodo, virtuosa-
chiesa , vi collocò la sacra im- mente morì nel i644' Innocenzo
magine che per di lui cura nel X fece occupar la sede dal cardi-
io4 IMO IMO
nal Mario Tcodoli, e per sua ri- Ferrara. Clemente XI fece vcsco*
nunzia uel 1646 da Marc* Antonio vo Filippo Antonio Gualtieri di
Cuccini, alla morte del quale vi Orvieto poi cardinale: fatto legato
promosse il cardinal Fabio Chigi di Romagna colla residenza in Ra-
segretario di stalo, con gran giù- venna, fu sollecito del reggimento
bilo della diocesi. Supplì alla sua di sua chiesa, istituì diverse pie
assenza con zelantissime ordinazio- congregazioni, fece la visita di tut-
ni, e nel i655 fu sublimato al te le chiese, ampliò il palazzo ve-
pontificato col nome di Alessandro scovile, regalò magnifici donativi
VII. Questi nominò suo successore alla cattedrale, fu generoso co'po-
il cardinal Gio. Stefano Bonghi veri e per l'istituzione del monte
genovese, che a* 29 novembre die frumentario, indi nel 1709 venne
splendido alloggio alla celebre Cri- trasferito a Todi. Clemente XI
stina regina di Svezia. Visitò la nominò successore il cardinal Ulis-
diocesi, emanò utili provvidenze, se Gozzadini bolognese, poi fatto
approvò la concordia tra il capi- legato di Romagna: terminò la li-
tolo e il magistrato suU'accompa- te sul cerimoniale, fece edificar in
giiameuto del vescovo alla catte- Imola magazzini annonari!, e sel-
drale, e circa il luogo e l'incen- ciare le pubbliche vie, onde nel
sazione del magistrato nelle solen- foro gli fu eretta onorevole me-
ni funzioni. Nel 1659 celebrò il moria. Nel 1714 siccome legato
sinodo diocesano stampato in Imo- per benedire in Parma le nozze di
la pel Massa ; abbellì la cattedra- Elisabetta Farnese con Filippo V,
le, ampliò l'episcopio, e nel i663 decorò il capitolo colle onorevoli
venne ti'asferito alla chiesa arcive- insegne del rocchetto e cappa ma-
scovile di Ferrara. gna. Celebrò nel 17 18 il sinodo
Alessandro VII nel 1664 nomi- diocesano, regalò e
la cattedrale,
nò vescovo Francesco Maria Ghi- finì di vivere nel Benedet-
1728.
silieri bolognese, traslocandolo da to XIII assegnò in vescovo Giu-
Terracina, e per sua rinunzia Cle- seppe Accoramboni di Spoleto poi
mente X nel 1672 gli die a suc- cardinale. Fatta la visita pastora-
cessore il cugino Costanzo Zani. le, volle ampliar l'edifizio del se-
Questi mosse lunga e grave lite minario, ed accrebbe il numero
sul cerimoniale de'vescovi col ma- degli alunni cui die abili precet-
gistrato, ed avendo ottenuto dal tori nelle filosofiche e teologiche
Papa favorevoli decreti, fu largo discipline. Nel1788 celebrò il si-
di preziosi doni alla cattedrale. nodo diocesano che fece stampare
Piitornò alle questioni sul cerimo- in R.oma, e fu in questa circo-
niale che furono lunghe, siccome stanza che i parrochi della città
acerrimo difensore dei diritti ec- furono da lui decorati di mozzet-
clesiastici : visitò la diocesi, tenne ta nera foderata con tafFettano vio-
nel 1693 il sinodo, e morì nel letto. Generoso colla cattedrale di
generale della diocesi, a' 19 aprile nimico. Trattò con urbanità gli uf-
1786 l'incominciò dalla cattedra- fìziali dall'esercito invasore, consa-
,
la festa e pub-
del santo Natale, to non poterono rimoverlo, per cui
blicata collestampe con questo ti- fu immediatamente spogliato della
tolo Omelia del cittadino cardi-
: mensa vescovile, ed il suo rispet-
nal Ciùaramanti vescovo d' Imola tabile nome infamato ne' pubblici
nel giorno del ss. Natale V anno fogli,come aderente alle opinioni
1797. Ne fece l'esame il nominato e papaline. Fu dunque il cardinale
eh. cav.comm. Artaud nella Storia di d'ammirabile esempio e d'istruzio-
Pio Fl/f voi. I, p. 43 e seg. della ne non solo al clero, ma agli uo-
seconda edizione e traduzione del mini di qualunque condizione , la
eh. cav. ab. Cesare Rovida, il quale maggior parte de' quali però co-
vi aggiunse i diversi brani tolti stantemente ricusarono di prestare
dall'originale dell'opuscolo stampa- il detto giuramento, quantunque
to in Imola, non quelli della tra- spogliati di beni , uffizi, e fino del
duzione francese. Dice l'Artaud che necessario sostentamento.
tutta la città d' Imola era in pre- Quando le truppe tedesche coi
da alla costernazione dopo che il soccorsi degl' inglesi discesero in
general Beithier si mise alla volta Italia, e si avvicinarono alla dio-
di Roma per la violenta morte cesi d'Imola, allora fu l'epoca la
dell'imprudente general Duphot, e più pericolosa della sua vita, men-
perciò chiedeva una regola di con- tre si trovò in procinto di per-
dotta al cardinale. L' omelia che derla. E in fatti appena ritirati i
quattro calici, Ire d'argento ed uno zio apostolico di Madrid, che a'2
d' ornato di gemme , e fece
oro ottobre del medesimo anno creò
un'urna d'argento nobilissima ed cardinale. Siccome di questo par-
ornata per custodia delle sacre re- lammo con qualche diffusione alla
liquie. Finalmente nel concistoro sua biografìa , ivi trattammo del
degli 8 marzo 1816 si dimise dal suo governamento della diocesi imo-
governo della chiesa d'Imola, con- lese. Di esso se ne parla nell'Or^-
ferendolo al cardinal Antonio Ru- zione funebre del conte Alberghet-
sconi bolognese nato in Cento, con ti,che annunziammo in delta bio-
dichiararlo vescovo della medesima. grafia, e posciastampata in Roma
Wel 1817 promosse il pro-vicario nel i844' Ivi dicesi quanto fece
Monti imolese al vescovato di la magistratura e tutti i buoni
Sarsina, e nell'anno seguente lo cittadini sdegnati e dolenti pel mal
trasferì a quello di Cagli e Per- inteso zelo di quelli che invasero
gola. Quanto al cardinal Rusconi, e saccheggiarono l'episcopio, e co-
questi d'abbreviatore di parco mag- me il cardinale ritornò in città a
giore Pio VI lo annoverò alla modo di dopo la sua riti-
trionfo
congregazione de' pubblici sgravi, rata, e come benignamente perdo-
indi lo fece uditore di rota, e passa- nò il grave fallo.
ti quindici anni Pio VII stesso nel Per sua libera dimissione il Pa-
1804 lo elevò al cardinalato, co- pa Gregorio XVI nel
regnante
me quello che si distingueva per concistoro de' 17 dicembre i832
,
no IMO IMO
tratlatò a qnesUi dalla cliiesa ar- quale migliorò riformandone gli sta-
civescovile di monsignor
Spoleto, tuti. Istituì una cosa di ritiro pet
Gio. Maria Maslai Ferra Ili di Se- clero presso la chiesa del cimiterio,
iiigallin, già direttore in Roma dol- e cpiesto pure fu da lui beneiìca-
l'ospizio dell'Aisunta detto di Ta- to. Fondò un'accademia biblica con
ta Giovanni, deputato della pia ca- analoghe regole , stabilendo adu-
sa degli orfani, presidente dell'ospi- nanze al clero una volta al mese
7Ìo apostolico di s. Michele, e spe- nell'episcopio, ove uno degli acca-
dito nel Chili per affari della san- demici traila un argomento bibli-
ta Sede. A premiarne i meriti e co. E per non dire di altro, va
lo zelo pastorale lo slesso Grego- ad ultimare un ricetto per le gio-
rio XVI, con tripudio della diocesi vani pericolanti nelle convenienti
imolese che tuttora paternamente case da lui acquistate, dappoiché
governa, nel concistoro de' ^3 di- sono molti plici le sue cure pasto-
cembre i83g lo creò cardinale, rali, le sue sollecitudini per la pub-
pubblicandolo in quello de' i4 di- blica istruzione, è gl'immensi van-
cembre 1840. Il dolio canonico d. taggi che ne sperimenta la dio-
Antonio Fantini nella tornala de- cesi.
gli accademici industriosi tenutasi La chiesa cattedrale, bellissimo
li i84i pronunziò una
10 gennaio edilìzio, è dedicata a Dio in oiio-
eloquente orazione per tal promo- re di s. Cassiano martire, con bat-
zione in lode dell'amabilissimo ve- listerio, e cura d'anime che si fun-
scovo^ che fu stampata in Imola ge dal canonico deputato. Il ca-
dal Benacci. A pag. 6 e seg. prin- nonico che ha cura d'anime in cat-
cipalmente ne enumerò le bene- tedrale avea titolo di arciprete nel
merenze, lo zelo, la mirabile atti- capitolo normale, ma ora è cano-
vità, l'esempio di sue virlù
e nico parroco. Al piesente il capi-
massime vantaggio de' pii sta>
in tolo si compone di nove dignità,
bilimenti. Ha impiegato vistosa som- la maggiore delle quali è il pre-
ma per rendere splendida di or- posto, di nove canonici comprese
namenti e marmi la cappella del- le prebende del teologo e del pe-
la Vergine Addolorata nella chiesa nitenziere, di sei mansionari, e di
de* servili ; abbellì con eletti mar- altri preti e chierici addetti all'uf-
mi il sepolcro del martire proletto- fìziatiira. Però essendosi aggiunti
re nel sotterraneo recinto; aumentò nel 1889 due mansionari onorari
i comodi dell'episcopio, lo abbellì e con diritto di successione alla pri-
decorò di elegante facciala. Nel semi- ma vacanza, al presente i mansio-
nario eresse un convitto pei chierici nari sono otto. L'episcopio è situa-
di tenue fortuna. Provvide agli or- to incontro la cattedrale, ed è un
fani ed alle orfane, ed alla islru- ottimo palazzo. Oltre la cattedra-
«ione religiosa della gioventù di le nella città vi sono altre dieci
bassa condizione; chiamò da Na- chiese parrocchiali, due delle quali
poli le figlie della Carità di s. Vin- munite del sacro fonte; tre con-
cenzo de Paoli, e le pose nei con- venti di religiosi, due monisteri di
«ervatorii delle Giuseppine e delle monache, un conservatorio, diversi
esposte, ed ancora nell'ospedale, sodalizi, ed altri pii stabilimenti
i' economica amministrazione del già nominati. La mensa ad ogni
IMP IMPn. 1
3674 j e finì colla morte di quel di Cesare [Fedi), dal nome di Giu-
conquistatore nell'anno 368 1. Es- lio Cesare, sebbene il senato lo at-
sendosi Giulie Cesare fatto nomi- tribuì all'erede dell' impero. Gl'im-
nare dittatore perpetuo nell'anno peratori d' occidente o di Germa-
708 di Roma, pigliò il nome d'im- iiia assunsero anch'essi i titoli di
IMP IMP ii3
cesare e di augusto ad imitazio- imperatori Valente , Teodosio sé*
ne degli antichi imperatori romani niore^ Arcadio e Giustiniano I fe-
4 .L^ùix
IMP IMP ii5
incominciala ad usare fino dai tem- leopardi. Alcuni opinano che i ro-
pi di Costantino imperatore , per mani pigliassero l'aquila da Giove
dimostrare riunito nella sua per- cui era sacra, o per, imitare i to-
sona l'imperio occidentale ed o- scani, ovvero che la ricevessero da-
rientale, e perciò Blosio Palladio gli abitanti dell'Epiro. Le aquile
cantò : romane non erano dipinte sopra gli
stendardi, ma scolpite in oro o ia
Pietà hiceps Àquila hinc Occasum, argento, o piuttosto in rame o in
hinc ditm adsptcìt Ortum, bronzo , e si portavano in cima
Alter y ait^ nostri est, Caesaris d'un' asta: esse avevano le ali di-
alter erit. stese, e talvolta erano effigiate col
fiilmine tra gli artigli. Sotto l' a-
Ma niuno ne ha trattato più quila si appendevano al legno del-
dottamente del Du Gange nella dis- l'asta ora degli scudi , ora delle
sertazione De Impp. Cp. seii de in- corone. Costantino fu il primo,
ferioris aevi , vel imperii , uti vo- dicesi , che introdusse l' aquilaa
calitànumismatihus, dal num. XIV due teste, per significare che l'im-
al num. XVIII, ove si descrive A- pero, sembrasse diviso,
tuttoché
quila imperii symholum Romano^ non formava però che un sol cor-
rum hiceps in nummis hyzantinis po politico, opinione che vuoisi
et occidentalis imperii. D. Sebastia- dubbia. Secondo altri, fu Carlo
no Ciampi Ferìae Varsa-
nelle sue Magno che nel riprislinamento del-
vienses eruditamente ragionò del- l'impero occidentale, ripigliò l'a-
l'aquila, insegna degl' imperatori quila come insegna de' romani, e
d'occidente e di Germania fino al se- che vi aggiunse una seconda te-
colo XIV , e della bicipite intro- sta ; tuttavia non si vede che una
dotta dai greci imperatori, per di- sola testa all'aquila nel sigillo del-
stinguersi dagli occidentali, ed adot- l' imperatore Carlo IV sulla bolla
tata nel 1 284 da Amadeo V eon- d'oro. Sembra che si possa conve-
te di Savoia, e poi secondo il Lu- nire col dotto p. Menestier, il quale
dewig nel i447
imperatore d^^^' dice, che nello stesso modo che
Federico III, oltre varie belle no- gì'imperatori d'oriente, quando era-
tizie aggiunte sull'aquila nera de- no due sul trono , improntavano
gl'imperatori di Germania, e dei sulle loro monete una croce a dop-
marchesi di Brandeburgo poi re di pia sbarra, che ciascuno degl' im-
Prussia, e della bianca vessillo ed peratori teneva con una mano, co-
insegna dei polacchi. Si legge nel me essendo il simbolo de'cristiani,
Dizionario delle origini le seguenti così fecero egualmente rispetto al-
notizie sull'aquila, uccello che ser- l'aquila nelle loro insegne, ma in-
vì d'insegna agli stendardi di diver- vece raddoppiare le aquile le
di
se nazioni, e che vuoisi pei primi unirono insieme , rappresentandole
adottato dai persiani. I romani do- con due teste, nel che furono po-
po aver portato altre insegue, nel scia imitati dagl'imperatori d'oc-
consolato di Mario si appigliarono cidente, i quali lo furono dagli o-
all'aquila definitivamente , dappoi- dierni imperatori d'Austria e di
ché prima portavano indilferente- Russia. Delle cose principali che ri-
menle per insegne aquile, lupi e guardano gli antichi imperatori ro-
ii6 IMP IMP
mani se ne tratta ai relativi arti- stantinopoli. Altri dicono che il
no fra gì' imperatori romani, tut- suoi tre figli Costantino, Costanzo
toché non ubbia professata pub- e Costante : Costantino ebbe le
blicamente la cristiana religione, e Gallie e tuttociò ch'era al di là
il di lui figliuolo Filippo ancora delle Alpi; Costanzo la Tracia,
denominato ; propugnando alcuni l'Asia, l'Oriente e l'Egitto; Co-
che Costantino il Grande fosse il stante Roma, l'Italia, l'Africa, la
Sede e della città di Roma. Di- scovi e tre conti, ordinando loro
poi Stefano li detto III invocan- d'informarsi di quest'affare. Giun-
do pel medesimo motivo l'aiuto di ti in Roma ed esaminate le que-
Pipino re de' franchi figlio di Car- rele, e trovatele insussistenti e fal-
lo, e contro Astolfo re de'longo* se, mandarono con buona guardia
bardi, non solo lo conseguì, ma al re i due delinquenti. Indi por-
Pipino ampliò il principato del ro- tatosi nell'anno 800 in Roma \o
mano Pontefice. Già Stefano III stesso Carlo Magno, in un giorno
,Io avea consaci'ato re in un ai fi- fatticongregare in s. Pietro per
gli Carlo Magno e Carlomano, di- ordine e commissione del Papa gli
chiarandoli patrizi romani, protet- arci vescovi j vescovi, abbati e tutti
tori Sede aposto-
e difensori delia i signori romani e franchi, si parlò
lica. Carlo Magno incominciò ad della causa che si trovò piena di
ìi8 IMP IMP
falsità Tanto il re
ed imposture. li consapevoli del suo disegno, ed
quanto l'assemblea avendo dichia- il re v'intervenne seguito dai suoi
rato che la prima sede non poteva franchi. Il Papa ed il re giunti
essere da alcuno giudicata, e non nella basilica tra le acclamazioni
\oler sopra ciò dare giudizio, san del popolo si portarono ad ora-
Leone HI saUto sul pergamo col re avanti la tomba del principe
Jibro de' santi evangeli, ed invoca- degli apostoli ; levatisi ambedue
to il nome della ss. Trinità, di- in piedi, s. Leone IH impose sul
chiarò la sua innocenza, atto che capo del re una corona ricca, gri-
fu stimato da tutti solenne giusti- dando tutti quelli cui era nota la
ficazione. cosa : Vita e vili orla a Carlo Au'
Il Pontefice s. Leone III fino gusto, grande e pacifico impera-
dall' assunzione al pontificato si tore de'romanij coronato da Dio.
era proposto di sottrarsi in ogni Sorpreso Carlo Magno da que-
maniera dall' impero orientale, per- st'alto improvviso, titubava ad ac-
chè questo sempre mirava a tener cettare sì sublime dignità, quando
soggetti romani, benché si era-
i le acclamazioni si rinnovarono ge-
no ritirati dalla sua obbedienza, nerali, e più volte ripeteronsi, per
e perchè sempre andava di male cui Carlo giato al Pontefice ed
in peggio il potere degl' imperatori alla moltitudine illustre, accettò il
Carlo Magno lasciato il titolo di temporali e gli stati della Sede aposto-
patrizio romano, prese quello d'im- lica centra qualunque nemico. Quin-
peratore ed augusto, come si legge di i romani non meno che gh altri
I20 IMP IMP
sudditi della santa Sede giuravano derc della stirpe Carolina, poiché
di riconoscere gì' imperatori Caro- da questa non potevano aver più
lini come avvocali della Chiesa, che soccorso i romani Pontefici, furono
vale a dire di non far novità in questi obbligali a creare qualche
pregiudizio de' Papi, de' quali essi gran principe in figliuolo adottivo
erano difensori per convenzione di della santa Sede, come digemmo
palli giurati, e passati poscia in re- al mentovato articolo Figlio, per
taggio a tutta la loro schiatta. La dargliil governo de'loro stati, pas-
medesima dignità del patriziato e sando così per allora in questo li-i-
Calvo, il solo che sussisteva anco- quella de' successivi imperatori una
ja de' tre ch'erano discesi dai figli clausola, colla quale vincolati rima-
di Lodovico 1 il Era allora
Pio. nessero gli eletti a questo riguardo.
re di Francia Carlo IH il Sem- A Corrado I nel 919 successe
plice; ma i tedeschi posta in non Enrico I VUccellalorc, i quali non
cale la giustizia dei diritti, perchè furono coronali da'Pontefici, e nel
egli era incapace di sostenerli, scel- 986 nel regno di Germania ad
sero un re tolto dal corpo della Enrico I gli successe il figlio Qt-
Ili IMP IMP
Ione I il Grande che divenne re di cidente, come capo dell'impero ro-
Italia 961. Dappoiché essendo
nel mano-germanico lo governava se-
Giovanni XII travaglialo da Be- condo le leggi e gli statuti che im-
rengario Il re d' Italia, e dal di posti gli venivano per mezzo della
lui figlio Adalberto, cliiamò in soc- capitolazione imperiale. Il Rinaldi
corso il re di Germania Ottone I parlando all'anno 996 del conci-
promettendogli l'impero e lo stato lio di Gregorio V, nel quale si
di Milano. Portatosi Ottone I in crede effettuata la concessione agli
Italia ne venne coronato re colla elettori eleggere il re de'romani
di
Corona di fenx> [Pedi), e secon- cesare che prenderà il nome di
,
ni , Ristretto dell origine e prò- razione per tali non sarebbero stali
di ad essa devesi ascrivere l' ele- laonde pare che il Pontefice ro-
zione del romano impeiatore. Ciò mano dovesse ricercare questi pri-
primieramente si deve perchè de- mati della Germania per onestà
gradali gl'imperatori greci dell'im- per equità e per pubblica utilità,
pero occidentale, umiliati i Reren- siccome esigevano i tempi, le cose,
garii e morto senza figli maschi ì luoghi ed altre circostanze. Ciò
Ottone III, in virtù dell'ecclesia- si richiedeva per parte di Otto-
stica suprema giurisdizione com- ne III, non solo perchè per con-
messa da Cristo a'Pontefici, accio- venzione fatta con la Sede aposto-
chè la Chiesa piantala dalla sua ma- lica aveva il diritto di nominare
no non sentisse danno, fu in libera il successore nel regno d'Italia, ma
volontà del Papa eleggere un im- anche perchè la consuetudine di
peratore da qualunque nazione gli Germania portava che , quegli il
dello,ben insegna chi ben distin- Gregorio VII, dice « che il mondo
gue. Che r impero romano o ger- è retto dalle forze armoniche di
manico fu offerto alla santa Sede, due grandi astri e luminari, l'uno
e che venne considerato come uno maggiore eh' è il sole, l'altro mi-
de' tanti suoi stati tributari , lo nore cioè la luna. L' autorità del-
abbiamo dal Gretsero nel dotto suo l' apostolo è simboleggiata dal so-
libro: De munijicentia principum le, e dalla luna il potere dei re.
iti Sedem apostolìcam. Siccome questa non risplende che
Dopo la morte di Ottone III pel lume riflesso da quello, cosi
nel I002 fu eletto s. Enrico II di gì' imperatori e i principi sovrani
lui cugino, come discendente d'En- traggono il loro potere dal Pon-
rico duca di Baviera figlio del- tefice ,
perchè il solo Pontefice lo
l' imperatore Enrico I, e fratello di attinge da Dio, unico fonte d'o-
Ottone 1: ebbe per successori Cor- gni Pertanto
autorità. il potere
rado II il Salico ed Enrico III, della santa Sede avanza il potere
cui la morte impedì di rendere de' troni; e l'impei atore è suddito,
ereditaria nella sua famiglia la co- vassallo, e fedele del santo Padre.
rona imperiale; Enrico IV, ed En- Poiché il Papa è costituito da Dio,
rico V, tutti della casa di Franco- perciò cade ogni cosa sotto la su-
nia. Con fatale pregiudizio della prema ragione di lui ", ec. ec.
Chiesa universale e dell' impero ro- Quelli stessi fra i moderni i quali
mano germanico ,
gravi vertenze hanno scritto sull' Alemagua del
talvolta insorsero tra il sacerdozio medio evo non ignorano il diritto
e l'impero, cioè tra' Papi e gì' im- di pontificia supremazia. Pfeffel ci
dal lib. Ili, art. LIV. L'eletto non consuetudine assunse il titolo d'im-
otteneva il titolo né T autorità im- peratore. Enrico III mandò i suoi
periale se non dopo che il Ponte- ambasciatori al concilio della Chie-
fice l'avesse consacrato, art. LII ; sa, i quali presentarono le sue que-
ed allorché recavasi a Roma per rele. Ildebrando legato in Francia
la consacrazione, doveva aver seco di Vittore II, e poi Papa s. Gre-
cinque de' primari elettori, quali i gorio VII facilménte persuase En-
garantissero la regolarità dell' ele- rico III che la sua dignità, la qua-
zione, art. XXXI. Il medesimo co- le in tutto l'orbe cristiano era la
dice riserva al Pontefice esclusiva- più grande, correva per tale usur-
mente il diritto di scomunicare pazione un grave pericolo, e che il
l' imperatore, e per tre sole ragio- re Ferdinando I ben più facilmen-
ni : I." nel caso d'eresia o d'a- te avrebbe potuto essere rimesso nei
postasia ;
2.° pel ripudio della le- suoi confini da una sentenza della
gittima consorte; 3." per pertur- Chiesa, che non dal sempre dispen-
bata religione o per saccheggio sul dioso ed incerto mezzo delle armi.
tener delle chiese, lib. IH, art. Enrico III pertanto fece dai suoi
LVII Sachs Land rechi, Dir. sass.y legati pregare il concilio, che qua-
Schwab Landrecht, Dir. svevo^ arti- lora Ferdinando I anche dopo le
colo XXIX. Il dotto e celebre esortazioni della Chiesa non desi-
protestante Eichhorn , Glossa I _,
stesse dal suo proposilo, si pro-
art. 1, Dir. sass., dopo aver enu- nunciasse sentenza di scomunica
merati tutti i diritti che compete- contro di lui, e se ne ponesse il
vano all' imperatore come capo regno sotto l'interdetto. Il Maria-
della aggiunge queste
cristianità
, na riporta la lettera di Enrico III
parole. « Tal potere è dato da Dio presentata al concilio, colla quale
all'imperatore, ma questi all'atto rappresentò quest'usurpazione co-
della sua incoronazione è obbligato me assai pregiudizievole alla Chie-
di giurare al Pontefice obbedienza sa romana. I padri del concilio ri-
e fedeltà". Tale fu il giuramento conobbero giusta la causa dell'im-
prestato da Enrico II , e pejciò peratore, e decisa col consentimen-
anteriore all' epoca di s. Grego- to del Pontefice la lite dei due so-
rio VU. Goflredo di Viterbo, in vrani, mandarono legati al re Fer-
ii6 IMP IMP
dinando I, inlimandogli dovesse ob- aggiungendo ch'essa rivela la men-
bedire al decreto del Papa, dasse te di quel Papa, ed è il compen-
soddisfazione all' imperatore, rinuii» dio delia pubblica giurisprudenza
ciasse al titolo usurpato; minac- d' allora. La lettera è la seguente.
ciandolo che in caso di renitenza, >y Gesù nostro Salvatore ha pro-
la Chiesa assoggetterebbe lui e l'in- nunciato le parole evangeliche : Tu
tera Spagna alle più gravi censu- sei Pietro e su questa pietra edifi-
re. Il re di Castiglia radunò tosto cherò la mia Chiesa; ti conferisco
i vescovi e principi del suo re- la facoltà di sciogliere e di legare
gno, e consigliò con loro la risposta quaggiù ciò che dev'essere sciolto
da farsi ai legali pontificii. Essen- e legato ne* cieli. Da questa giu-
do maggior parte convenuta in
la risdizione di ha forse Dio
Pietro
quest'opinione, che si dovesse pre- esclusi monarchi ? Forse che l
i
con una lettera di tanta importan- mente dichiararono che a lei sola
za che ivi il Voigt la riprodusse, appartiene il governo e il giudizio
,
salute de' figli redenti? E chi di gli discaccia gli spiriti maligni, ed
noi può ignorare che gì' imperato- è terribile a Satana. Il pio sacer-
mini che con rapine, perfidie, vio- non imperano che per soddisfare
lenze, assassinii hanno esercitato so- l'orgoglio e le vili passioni del cor-
pra i loro simili l'esecrando diritto po. Un monarca cristiano, quando
del forte, e che, fatti despoti, hanno giace sul letto di morte, implora
dominato con tirannico orp[0£jlio? l'assistenza del prete, perchè gli
Chi può dubitare che i ministri rimetta i peccati, lo salvi dagli ar-
del tempio, i sacerdoti di Cristo, i tigli di Satana, e dalle tenebre lo
successori dell'apostolo Pietro non guidi al regno degli eterni splen-
debbano essere venerati per pa- dori ; ma quando mai vedeste un
dri e maestri dei re , dei popoli , prete od un laico rivolgersi nell'a-
del genere umano? E non è dun- gonia al suo re? Qual principe,
que follia il volere che il discepolo qual re della terra si arroga la fa-
dubitare che l'autorità del Ponte- po morte dello zio Corrado III,
la
fice non sia sovrana a (piella del il quale per non avere ricevuto la
le ? Quegli non cerca che le cose consagrazione imperiale, ne'suoi di-
di Dio, e vive austero in mezzo al- plomi s' intitolava semplicemente
le vanità della terra ;
quesli non re de'romani, solo nelle lettere a-
si occupa che del proprio interes- gl'impcratori greci d'oriente si chia-
se, e nemico della sua salute, op- mava imperatore, per trattare in
prime con giogo pesante i fratelli. parità con essi. I signori di Stau-
Quegli è membro del corpo di fen o più germanicamente Hohen-
Cristo, questi dell'angelo della pri- staufen, da semplici cavalieri del-
ma menzogna. Quegli rinnega il suo la S ve via, dopo che Federico I
co VI, del quale pur si parla agli sacerdozio sui re , la Chiesa sul-
articoli Germania, ed Innocenzo HI, r imporo, con l'allocuzione che ri-
e morì Tanno 1197, poco prima portiamo alla sua biografia. In se-
dell'elezione di tal Pontefice. Laon- guito Innocenzo IH stimò oppor-
de Filippo di Srevia che dal fra- tuno il tempo per dichiarare qual
tello defunto era stato chiamato in fosse colui che la Chiesa intendeva
Sicilia, per condurre in Germania riconoscere per suo protettore, te-
il di luì figlio Federico II, per ri- nendo Ottone IV per più idoneo
cevere la corona reale promessagli all' impero laonde emanò quella
;
passavano, non potendo entrar nel- loro seguito senza ordine al pub-
la città con più di duecento ca- blico palazzo della città. Ivi giunti
valli di treno, de* quali soli cin- ognuno si ritirava in una camera
quanta armati: dipoi gli elettori , particolare ove assumevano gli abiti
massime secolari, portarono ciascu- elettorali, cioè i tre elettori eccle-
no un treno di circa seicento ca- siastici lui gran manto di scarlat-
valli. Entrati nella città obbliga- to, lungo e maestoso, il quale ro-
vano il magistrato e gli abitanti vesciandosi sulle spalle, rappresen-
a ricevere con giuramento le loro tava una mozzetta guarnita di pelli
altri nelle mani del primo giura- di Treveri, e cosi procedendo si-
vano sopra l'evangelo di s. Gio- no all'ultimo secondo l'ordine con-
vanni con la formola prescritta dal- sueto; poscia egli stesso dava il vo-
la bolla d'oro, vale a dire gli elet- to nelle mani del Trcvirense, e
tori ecclesiastici col porsi la mano fattane la revisione di tutti, quello
destra sul petto, i secolari sul li- che restava nominato dalla plura-
bro de' vangeli. Tornati ognuno litàdelle voci s'intendeva che fos-
a' loro luoghi, per la terza volta si se l'eletto, potendosi votare in
cantava il Feiii Creator, e poi gli proprio vantaggio quando erasi pro-
elettori si ritiravano in un luoga posto per candidato. Si narra che
|)oco discosto dal coro, quale era
il Sigismondo nel i4« ' elesse se stes-
come un conclave preparato per so con il concorso degli altri, ma
1' elez.ione. Quivi facevano entrare non si stimò lodevole cosa re- ,