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"E tu chi saresti?" chiese un pastore con accanto un piccolo agnellino vicino alla
gamba sinistra
Ren esitò un attimo: non poteva dire a questi sconosciuti chi era. "Ehy, sono un
guerriero che piomba giù dal cielo ad cacchium e che se fatto arrabbiare ti
disintegra il cugino a ceffoni". Si queste parole non risuonavano bene nella sua
testa
"Oh, sono solo un mercenario assoldato da un conte che abita in mezzo ad una
foresta qui vicino. Ho sentito il boato e come voi sono venuto a controllare di
persona. Mi chiedo cosa possa averlo causato" rispose Ren cercando di sembrare
sicuro di sé (fallendo miseramente). Questa frase poteva tranquillamente essere
intesa dalle persone come un'emerita cazzata, ma per fortuna gli credettero e non
fecero domande sul cratere creato dall'impatto.
Ren tirò un sospiro di sollievo. Ma quando cercò di levarsi la terra dai capelli,
notò che aveva una specie di cappuccio di tela sulla testa, che oscurava
completamente la faccia. Notò anche che sul braccio sinistro, sotto al polso era
comparso il simbolo della sua casata.
"Ma sono degli imbecilli questi qua. Seriamente hanno creduto a ciò che ho
detto?" penso Ren
"Questa città è fantastica: non ho mai visto nulla di simile in vita mia" esclamò
Ren
"Bella eh? I nostri protettori l'hanno costruita al termine della guerra" rispose il
pastore
Nel mentre che parlava, esso gli fece cenno di accomodarsi nella sua casetta: una
casa vicino ad una chiesa con un campanile molto alto.
"Di quale guerra? La Guerra dei Tre Secoli, ovvio. Strano che tu non la conosca"
disse sorpreso lui, appoggiandosi ad una finestra
"E nel dettaglio, cosa successe?" Chiese ancora Ren, sedendosi su una sedia
Guardando fuori dalla finestra con uno sguardo malinconico gli raccontò tutto dal
principio.
"Prima, questa città non esisteva. Noi abitavamo in un villaggio nelle regioni
centrali di Astoria. Tutt'ora siamo nelle regioni centrali. Piano piano, cominciò ad
affluire sempre più gente grazie ai nostri commerci e alla produzione di tessuti. In
pochi anni, da piccolo villaggio, diventammo una città. Ma nessuno...poteva
immaginare cosa sarebbe successo dopo. Non si sa come, ma dei negromanti, che
noi ribattezzammo Figli degli Inferi attaccarono la nostra città. I loro mostri
divorarono molti dei nostri concittadini: donne, uomini vecchi e bambini. Ma non
rimasero incontrastati. In nostro aiuto, giunsero gli eserciti dei regni del nord, che
coprirono la nostra fuga verso le montagne. Ma i negromanti erano preparati per
questi attacchi. E nemmeno i più potenti eserciti potevano fermarli. Senza
speranza di vittoria, Klas, re della confederazione del nord, ci fece nascondere in
delle vecchie miniere abbandonate nelle montagne. Per un pò di anni, riuscimmo a
vivere tranquillamente. Riuscimmo a costruire un'intera città sotterranea, piena di
caverne e tunnel. Ma non si sa come, dopo 23 anni di pace e tranquillità, i Figli
degli inferi ci trovarono. Quello che restava della mia famiglia riuscì a salvarsi,
anche se il mio trisavolo e la mia trisavola morirono. Un soldato nemico si fece
esplodere, facendo crollare il tunnel. Tutti noi piangemmo la tragedia e giurammo
di non scappare mai più e di affrontare il nemico a testa alta. Tornando sulle
vecchie macerie del nostro villaggio, costruimmo una città, cominciammo a
raccogliere alleati ed armi e allo scontro successivo fummo pronti a vendere cara
la pelle. I regni del nord ci fornirono progetti per armi di difesa, quelli del sud
interi eserciti. Ma nonostante tutto, i negromanti non potevano essere fermati. Le
sorti dello scontro cambiarono quando un giovane generale si piazzò in prima
linea con il suo numeroso esercito. Il generale era Sueltine Galatean, capostipite
della casata che tuttora ci difende e ci accudisce. Ma nonostante questo la guerra
si protrasse per ben trecento anni. Numerose anime valorose persero la vita per
permetterci di vedere l'alba di un nuovo giorno. Ma grazie alla guida di Sueltine e
alle forze del nord e del sud, nella battaglia finale riuscimmo ad uccidere due dei
tre Figli degli Inferi. Del terzo non si seppe più nulla. In loro onore, decidemmo di
concedere a loro ogni potere decisionale sulla città. Da allora, nacquero nuove
cinte murarie, miglioramenti al sistema fognario, nuove riforme per la giustizia e
tanto altro ancora. Da quel momento, la nostra città non è stata più attaccata e
viviamo in pace da allora" raccontò il pastore accarezzando l'agnellino
CAPITOLO 8: LA FAMIGLIA
"COSA?! ANCHE TU SEI UN GAL...." urlò il pastore, che venne zittito da Ren
"Non urlare, idiota. Non so come, ma faccio parte di questa famiglia. Devo
arrivare da loro. Sai come arrivare al castello?" chiese Ren
"Comunque mi chiamo Franco, e non chiamarmi più idiota!" rispose lui "e si, so
come ci si arriva. Seguimi"
"Da qui, a ogni cittadino è vietato andare oltre. Ora va, giovane Galatean" disse
Franco, scomparendo nei vicoli della città
Mentre Festus se ne andava, Wineso prese per mano Shadow e lo portò di forza nel
capannone. Con forza lo disarmò e lo spinse dentro, facendolo cadere.
"Ormai è troppo tempo che rubi tutto l'amore di mamma e papà. Da quando sei
nato tu, abbiamo avuto sempre tanti problemi. Io ho smesso di andare a lezioni di
nuoto, per pagarti le lezioni di scherma. Ho rinunciato ai miei amici per badare a
te quando avevi le “crisi del vuoto” (cit. problema mio verissimo che mi capita
ogni tanto). Ho rinunciato anche all'amore della mia vita che si era innamorata di
te.
"Ma io non l'ho mai voluta, era lei che rompeva le scatole" rispose tra sé e sé
Shadow.
"Non puoi fare niente per aiutarlo Festus?" Chiese l'uomo vestito elegante
"E tu chi saresti, nobile eroe del mio pargoletto?" Chiese la donna in lacrime
abbracciando il figlio
"Le presentazioni le rimandiamo a dopo, se non vi dispiace. Ora dobbiamo isolare
l'incendio. Se il vostro ingegnere dice il vero, saremo tutti rispediti al padre eterno.
Le fiamme sono troppo alte e il calore è troppo intenso per intervenire e spegnere
l'incendio. Dobbiamo trovare un modo per isolare il capanno ed evitare che
arrechi danni all'ambiente circostante. Servirebbe una protezione anti-esplosione
di qualche tipo" non appena dette queste parole, un bagliore nero apparve nelle
sue mani
"Che sia..." Pensò Ren. In quel momento, le parole del vecchio rimbombarono
nella sua testa ("In caso di bisogno estremo, riuscirai ad evocare una bolla oscura
indistruttibile. Ti apparirà un bagliore dalla forma sferica sulla mano e ti basterà
agitarla per farla apparire. Naturalmente, oggi ti insegnerò a crearla. Forza!").
Agitò la mano verso la capanna. La sua supposizione fu corretta: una bolla oscura
si formò attorno alla capanna che esplose in mille pezzi e non recò danni a ciò che
la circondava. Tutto ciò che rimaneva erano delle assi di legno che continuavano a
bruciare.
"Come, come come hai fatto?" chiese Wineso, cercando di nascondere il suo volto
visibilmente seccato e sconsolato
Tutti rimasero stupiti: come poteva essere un Galatean? (eh sapessi...) Questa
domanda se la fece anche il signore elegante, che chiese
"Sono...ehm sono...Un Galatean come voi" rispose lui, cercando di apparire sicuro
di sé e non rivelando la sua identità, fallendo ancora miseramente
"E come facciamo a sapere se non sei un truffatore?" Chiese Festus in tono
interrogativo, puntandogli contro il collo una sega
"innanzitutto, metti giù questo attrezzo" disse Ren. Dopodiché estrasse la spada
dal fodero e la mostrò
Ren seguì la donna, che disse di chiamarsi Wysin, che lo fece accomodare nel
grande salone principale, accanto ad un'immensa cucina e ad un'anticamera
sproporzionatamente grande
"Wow è 'immensamente' bello, nel vero senso della parola" disse Ren
"Bella eh? La progettata Festus per noi quando ci siamo sposati io e Wysin. Ops,
mi sono scordato di presentarmi. Il mio nome è Soren" disse lui
"E lei è Benedetta, una nostra amica. Mi ha aiutato a fare la spesa al mercato
molte volte, mi aiuta mentre ricamo ed è molto brava ad ascoltare" aggiunse
Wysin, aggiustandosi la sua collanina d'oro. La donna aveva capelli lunghi e mossi
di colore viola, indossava degli orecchini d'oro, una collana anch'essa dorata, un
lungo vestito di seta e lino purpureo e bianco. Aveva una faccia che ispirava
simpatia e che trasudava affetto e amore da tutti i pori. Una vera regina.
"Non so neanche io il mio nome. Sono stato orfano... fino ad ora. Ho saputo da un
pastore che abita in città che voi siete la mia famiglia. Da generazioni " racconto
Ren. Guardando meglio Shadow, Ren notò una cosa scioccante. Era identico a lui.
Come poteva essere? In quel momento, Festus fece capolino dalle scale
"Ora quando si sveglia, lo concio per le feste, quel piccolo birbante " sbraitò
Festus cambiando discorso
"Non è stato lui ad appiccare il fuoco " spiegò Ren, accarezzando i capelli del
ragazzino
"Strano che colui che formula tale domanda, sia anche la risposta al quesito da lui
proposto"
"Non hai prove! Come fai a sapere che è stato lui?" Chiese il fabbro
"Mentre ti raccomandavi con i due, io stavo osservando la scena. Poi vidi Wineso
spingere il piccolo Shadow nel capannone, blaterando che lui gli aveva rovinato la
vita, aveva rinunciato a tutto e bla bla bla" rispose lui, parlando anche ad
entrambi i genitori
Wineso corse sulle scale, scappando da Festus e dalla sua sega e dallo sguardo
sprezzante di suo padre
"Quindi, tutti i singolari avvenimenti, erano per causa di Wineso, non di Shadow"
disse Wysin, carezzando il piccolo.
"Aspetti, mi sta dicendo che sono successi altri eventi del genere?"
"Non proprio di questo genere. Una volta Wineso ci disse che aveva ucciso a
sassate il nostro gatto, che mostrava rispetto e amore nei confronti di Shadow.
Infatti all'inizio ci parve strano che Shadow uccidesse il suo 'migliore amico' .
Quindi deve essere stato Wineso anche in quella circostanza
"A quanto pare" rispose Ren stirandosi
Nel mentre arrivò un maggiordomo dai lunghi baffi scuri che stava portando su un
vassoio fatto di metallo con piccoli ricami floreali sui manici, degli snack al riso e
mais.
"Perché non si leva il cappuccio e non assaggia qualche snack prima della cena,
signore?" Chiese lui
"Mi andrebbe molto volentieri di levarmi questo dalla testa, ma per qualche
assurdo motivo, non riesco a farlo" spiegò Ren, dimostrandolo
"Mh, che è successo? Dove sono? Mamma, sei tu?" Chiese lui confuso e cercando
di mettere a fuoco la sagoma della madre
"Si piccino, sono io. Come stai?" Chiese la madre con un sorriso
"Mi gira la testa, ma sto bene. E chi è questo signore?" chiese lui con un filo di
voce
"Anche se non sembra, sono un ragazzo. Vedo che tuo fratello ti vuole tanto
bene..." rispose Ren sarcastico
"Da tre anni a questa parte, io e lui abbiamo... un rapporto che cammina sul filo
del rasoio" rispose Shadow alzandosi e stropicciandosi gli occhi
"Tu, senza offesa caro mio, ma non sembri uno spadaccino. Non saprai neanche
tagliare un oggetto in volo" rispose Wineso ridendo e scendendo dal piano di
sopra, assicurandosi di non avere Festus alle calcagna
Senza proferire parola, Ren prese una pietra dalla tasca del pantalone (non
chiedetemi perché avesse una pietra in tasca) e la lanciò in aria. In un lasso di
tempo brevissimo, estrasse la spada e ridusse in pezzi quel sasso
"Beh, come potrei rifiutare l'offerta di colui che mi ha salvato" rispose Shadow
"Splendido! Vi ricordo inoltre che il giorno prima dell'inizio del torneo, verrà
annunciata una fantastica sorpresa. Ora se mi permettete, vado a riferire al
sindaco. Arrivederci e buon proseguimento di giornata" e Camille se ne andò
Arrivato in giardino, vide Shadow che iniziava a menare fendenti e stoccate contro
un manichino di paglia con una spada di legno.
"Piano, frena il guerriero che è in te. In questo torneo, dovrai combattere con
astuzia. Dovrai combattere come un legionario, non come un oplita
"Quando sarà il momento, te lo dirò. Per ora, fammi vedere come combatti" disse
Ren, estraendo la sua spada
Shadow partì alla carica, ma nessuno dei suoi attacchi arrivò in porto. Ren li
schivò con molta facilità
"Attaccare senza senso sperando di ferire il bersaglio, non fa che diminuire le tue
chance di vittoria" spiegò Ren
Nel mentre, qualcuno aprì il cancello che dal vialetto principale dava sul giardino.
Era una ragazza poco più piccola di Shadow. Aveva lunghi capelli rossicci,
lentiggini, occhi verdi e un neo sulla gota sinistra. Indossava un abitino di seta
color rosso porpora, orecchini dorati e un anello di metallo al medio destro.
Quando la vide, Shadow si portò la mano destra sugli occhi, cercando di non
incrociare il suo sguardo
"Io? Io sono semplicemente la sua amata. Lui ucciderebbe per me. Piuttosto, tu chi
sei?" rispose la ragazzina con voce viziata
"Un suo parente. Addestro Shadow" rispose Ren, cercando di non strangolarla e
buttare il suo cadavere nel secchio dell'umido
"Sasha, per favore torna domani. Ora mi stai facendo perdere quei pochi minuti
che ho per allenarmi per il torneo" spiegò lui
Nel mentre Wineso assisteva al tutto dalla finestra del primo piano
"Se questo qui la sgozza, sai che divertimento a vederlo prendere le mazzate da
Festus?" pensò Wineso ridacchiando tra sé e sé
"Allora, non ti è chiara una cosa, razza di minorata mentale: io sto addestrando
questo ragazzo perché vedo del potenziale in lui. Quanto a tua sorella, non è
minimamente paragonabile a me. Se la vedo, le disinstallo le articolazioni a
ceffoni Quindi o te ne vai o ti spezzo quelle gambine che ti ritrovi" disse lui,
minacciandola e puntandole una daga sul petto
Una volta che tutti ebbero finito e la luna era già alta nel cielo, Ren rimase in
giardino, colpendo con la spada il manichino e scrivendo sul quaderno
"Cosa sta facendo?" Chiese un maggiordomo uscito per prendere una boccata
d'aria
"Io? Sto solo preparando gli esercizi per preparare Shadow al torneo. Ho quasi
finito e andrò a letto" rispose Ren.
"Quelli di cui ti devi preoccupare sono quelli che, anche senza spada, riescono a
muoversi molto velocemente e riescono a recarti danni, anche molto elevati.
Attaccami" e Shadow ubbidì
"Meglio rispetto a ieri, hai attaccato con maggior convinzione e con più
intelligenza, ma non sei ancora in grado di combattere nel torneo. La forza di un
combattente si misura in tre passaggi: abilità nell'usare la propria arma, la
propria intelligenza e la posa pre-lotta. Te non riesci a trovare armonia nella tua
posa e per questo non riesci a mettere in difficoltà nessuno" spiegò Ren
"La fai facile tu, sai già combattere e anche da più tempo di me" replicò Shadow
frignando
"In realtà ho imparato a combattere poco tempo fa. Ora copia le mie mosse: piede
destro a perno"
e Shadow ubbidì
Shadow chiuse gli occhi, respirò profondamente e... riuscì a procurargli una ferita
sul braccio, facendolo sanguinare
"Vedi? Hai trovato armonia nella tua posa e sei riuscito a farmi male!
Complimenti!" disse Ren abbracciandolo
E i giorni prima del torneo passarono in fretta e furia: Ren insegnava a Shadow
quel che poteva, aiutava Wysin in casa e con le mansioni domestiche - pulire i
pavimenti, apparecchiare e sparecchiare la tavola e altre cose - e legava sempre di
più con Benedetta, nonostante lei non lo riconoscesse. Benedetta, in una delle loro
chiacchierate, raccontò qualcosa di più sul suo passato: durante una passeggiata
in montagna con la sua famiglia, si era offerta di accompagnare la madre a
raccogliere dei funghi per farne una zuppa per la cena. Purtroppo durante la
raccolta furono attaccate da alcuni briganti: la madre riuscì a salvarla, ma lei
venne rapita, molestata, violentata e infine...uccisa. Da quel momento, suo padre
iniziò a diventare paranoico e iperprotettivo nei suoi confronti. Inoltre, raccontò
anche che le mancavano i suoi amici. Ren accusò molto questa affermazione,
anche a lui mancavano.
Il giorno prima dell'inizio del torneo, l'intera famiglia dei Galateans (ma tutti per
davvero) si riunirono nel villone di Wysin e Soren. Ren osservava queste persone
che, una ad una, entravano nel grande salone allestito a dovere. Ma tra questi
invitati, spuntò un viso molto familiare: era la zia Carmela. Cosa ci faceva sua zia
li?
La zia voltò lo sguardo verso Ren, gli fece l'occhiolino e mimò con la bocca
"buona fortuna" e andò in cucina a prendere qualcosa da mangiare
Nel mentre, Soren arrivò nel salone, vestito tutto d'un pezzo e richiamò a sé
l'attenzione
"Grazie a tutti per essere qui in questo giorno speciale. Come saprete, domani i
nostri Shadow e Wineso parteciperanno al torneo per festeggiare il centenario
della fine della Guerra dei Tre Secoli, ma c'è un piccolo cambio di programma:
infatti per volere del sindaco parteciperanno anche gli istruttori dei partecipanti,
tranne Camille che non potrà partecipare poiché malato. In questi giorni, il nostro
Wineso ha affinato le sue tecniche di combattimento, ma neanche Shadow si è
adagiato sugli allori. E' diventato una spietata macchina da guerra. Tutto grazie al
suo istruttore. Prego vieni avanti amico mio" e Ren si mise accanto a Soren,
accompagnato da una moltitudine di applausi
"Grazie, grazie mille. Ma è a questo fenomeno che dovete fare gli applausi.
Shadow vieni qua" e un'altra ondata di applausi rimbombò nella sala
"Allora, mostriamo ai nostri ospiti cosa hai imparato in questi giorni?" Chiese Ren
sfidandolo
La serata passò in fretta e il primo giorno del torneo cominciò. Shadow non
riusciva a contenere l'emozione e Wineso continuava a vantarsi con cugini e zii che
lui avrebbe vinto sicuro io torneo
"Rilassati, riuscirai a fare cose incredibili. Poi ci sarò io a suggerirti tutto dagli
spalti" lo rassicurò lui
Dopo questa affermazione, l'intera famiglia dei Galateans si avviò verso il grande
stadio costruito in queste settimane pre-torneo, ai margini della città vicino alla
porta sud.
Quando Ren entrò nell'arena non poteva credere ai suoi occhi: era enorme e
imponente. Sopra gli spalti vi erano varie stoffe a proteggere dal sole gli
spettatori, come il velarium nel Colosseo ai tempi d'oro dell'Impero Romano
Una volta che tutti gli spettatori furono assegnati ai loro posti e che tutti i
combattenti (esclusi per il momento gli allenatori) si sistemarono nello
"spogliatoio" dell'arena, il sindaco iniziò il suo discorso:
"Benvenuti a tutti per festeggiare il centenario dalla fine della Guerra dei Tre
Secoli" e un boato di applausi riempì lo stadio
"Da ogni landa di Astoria si sono raggruppati combattenti molto promettenti, dalle
montuose terre innevate del Nord fino alle desolate terre dell'Orchonidon. Ma ora
basta parlare: CHE IL TORNEO ABBIA INIZIO!!" e un fragoroso applauso venne
accolto da tutti gli spettatori.
I primi due ad impugnare le armi furono Shadow e un ragazzino poco più grande
di lui chiamato Viktor. Brandiva una spada a doppia lama dal manico ricurvo e
dalle lame contundenti.
"Allora, con lui devi attuare lo schema Alpha, tattica 03. Cerca di effettuare colpi
netti e veloci, non pensare troppo a dove colpire: colpisci e basta. E ricorda, trova
l'armonia nella tua posa da battaglia, troverai l'armonia nel combattere. Un'ultima
cosa: Audaces Fortunas iuvat" spiegò Ren a Shadow
"La fortuna aiuta gli audaci. Ora vai a spaccare i culi dei tuoi avversari" concluse
Ren dandogli il cinque
"E' meglio che ti togli dai piedi nanetto. Il torneo è praticamente mio" disse Viktor
preparandosi a combattere
"Audaces Fortunas iuvat, ma chi troppo vuole nulla stringe" e Shadow partì
all'attacco
"Ma cosa..." Viktor non riuscì a finire l'esclamazione che Shadow cominciò a
menare fendenti veloci e precisi
"Eddaje cazzo, non gli hai dato tregua" esultò Ren dandogli il cinque
"Adesso tocca a te. Sfasciali anche da parte mia" disse Shadow dandogli delle
pacche sulla spalla
Quando Ren entrò nel campo da battaglia, l'intera arena esplose in un applauso
fragoroso. L'intera famiglia dei Galateans, in particolare Benedetta; applaudirono
più forte degli altri. L'avversario di Ren era un combattente di nome Giampaolo
che come arma aveva una spada corta ma grossa e affilata.
"La tua corsa al trofeo termina ancor prima di comicniare" disse Giaampaolo
battendo il pugno destro contro il petto
Giampaolo partì all'attacco, tirando un fendente in salto molto forte, che fu parato
abilmente da Ren, che venne sbalzato all'indietro per il contraccolpo. Ren si
scrocchiò il collo e le mani e partì al contrattacco, colpendo con una stoccata
bassa il fianco sinistro del suo avversario, che apparte qualche lieve smorfia di
dolore, era rimasto in piedi e non mostrava segni di cedimento
"Resistente, eh? Vediamo se resisti a questo" pensò Ren partendo all'attacco.
Indietreggiò abbastanza e cominciò a correre verso Giampaolo, buttando per terra
la spada il più lontano
"Questo è tutto sciroccato. Sapevo che era idiota ma non pensavo così tanto" disse
Sasha, che si era seduta accanto a Wineso e Shadow
Non appena Ren fu abbastanza vicino a Giampaolo, tirò fuori le daghe, le cui lame
furono circondate da una fiamma nera accesa. Vedendo la confusione sul viso di
Giampaolo, Ren tentò di sfruttare il leggero momento di vantaggio. Giampaolo
infatti subì colpi abbastanza importanti al costato, facendolo indietreggiare di
diversi metri. Ma nemmeno questo gli fece affievolire la fiamma del desiderio di
sconfiggere il nemico. Lo scontro andò avanti per ore, fino a giungere alla sera.
Tentando un colpo finale, con la sua spada alzò un polverone creando una nebbia
abbastanza fitta. Ren faticava a vedere perfino la punta del suo naso, per farvi
capire. Giampaolo sgattaiolò quatto quatto dietro di lui e gli menò un fendente
lungo la schiena, facendolo sbalzare via per diversi metri
"Ma perché tutti hanno una fissa nel sfasciarmi la colonna vertebrale?" pensò Ren
rialzandosi
"Povero piccolo illuso, non puoi competere contro di me. E' meglio che ritorni
dalla tua mamma, oppure dalla tua fidanzatina" disse Giampaolo con tono di
scherno
"Lo sai una cosa?" rispose Ren rialzandosi tra gli applausi del pubblico"Io non ho
una fidanzata, e mia mamma non so dove sia. Ma conosco una ragazza... una
ragazza che mi ha fatto perdere la testa" urlò, levandosi con forza la mantellina
che fino ad ora gli aveva nascosto il viso "E per lei io scalerei montagne,
prosciugherei fiumi, farei di tutto pur di proteggerla"
"Qualcuno mi prometta che non dovrò più rifarlo" rispose Ren accarezzandogli i
capelli e reggendosi sulla spada
"Ren, io... da quanto tempo tu..." ma non fece in tempo a finir la frase che Ren la
baciò. "Da quando ti ho messo gli occhi addosso" rispose lui. Allora Benedetta si
lasciò andare ad un bacio romantico e per la prima volta, si sentiva libera da
qualsiasi problema
Gli incontri a venire furono più o meno uguali: tutti i combattenti diedero sfogo
alle loro abilità, ma si sa: solo i più forti e impavidi riescono ad arrivare fino in
fondo. Anche Wineso non fu da meno: grazie alle sue abilità, affinate anche grazie
all'addestramento con Camille, riuscì a sbalordire il pubblico tanto da essere nella
top 3 dei combattenti più promettenti del torneo dietro a Ren e Shadow.
Ma con Ren e Shadow era tutta un'altra storia: i loro duelli erano i migliori poiché
più imprevedibili e ricchi di azione, lasciando di stucco ogni volta il pubblico.
Durante il loro dominio al torneo, Ren dovette affrontare una spadaccina alla pari
(se non più forte) di Giampaolo: si chiamava Sofia. Lei aveva lunghi capelli biondi
e occhi azzurri. Indossava un top bianco e magenta, dei pantaloni sempre dello
stesso colore e le scarpe sempre bianco e magenta. La sua spada aveva la lama
grigia e l'elsa sempre magenta. La battaglia durò anche di più di quella contro
Gianpaolo. Ma pure stavolta Ren riuscì ad uscirne vittorioso, anche se con
molteplici ferite al costato, sulle braccia e sul collo. Per Shadow, le battaglie
sembravano un gioco per trascorrere il tempo, visto che i duelli contro di lui
duravano meno di 3 ore.
I giorni passarono e Ren e Shadow arrivarono in finale nelle loro categorie: Ren si
doveva scontrare contro una combattente di nome Melissa che combatteva con due
daghe d'ossidiana, mentre Shadow si doveva scontrare contro...suo fratello Wineso
Non ci vien detto come si svolse la sfida tra Shadow e Wineso, ma dai resoconti
vinse Shadow all'ultimissimo istante, dopo un altro tentativo di omicidio da parte
del fratelllo che tentò di recidergli la gola. Shadow si aggiundicò il titolo di
campione junior del torneo.
"Semplicissimo: schema gamma tattica 43. Colpi alle gambe e poi sul petto" pensò
Ren entrando nell'arena
"Che bello! Ora mia sorella farà il culo a strisce al tuo maestro" disse lei con
quella sua vocina da so tutto io
"Seeeeeee, speraci. Ma tu lo sai si, che se Ren combatte, a tua sorella le fa un culo
così" rispose Shadow infastidito
"Eh, guarda. Aspetta che cerco il cazzo che me ne frega" rispose Ren, che
finalmente, nonostante le numerose ferite, cominciò a sferrare attacchi combinati
tra Spada e daghe, per non darle tregua. Ma niente da fare, Melissa era in netto
vantaggio. Con una mossa abilissima, fece perdere la spada e le daghe al suo
avversario e a metterlo in ginocchio.
"Mi avevano detto che eri forte. Ma invece aveva ragione mia sorella Sasha: sei
più debole di una mosca" disse Melissa preparandosi al colpo di grazia
Ma qualcosa di strano accadde: prima che Melissa potesse tagliare la testa a Ren,
quest'ultimo bloccò il colpo con una mano, frantumando l'ascia. Il pubblico, i
giudici, tutti erano stupiti. Ren chiuse gli occhi, respirò, gli riaprì, ma stavolta
erano neri. Ren colpì il petto di Melissa con il palmo della mano, facendole fare un
volo fino all'altro capo dell'arena. Una nebbia nera cominciò ad addensarsi sul
campo di battaglia, l'aria si fece di colpo pesante, la temperatura scese
rapidamente, nelle sue mani cominciarono ad ondeggiare bracieri neri. Le sue
armi ritornarono nei loro rinfoderi e scomparvero. Al loro posto, dietro la sua
schiena comparve una grande falce nera e appuntita. Lo sguardo di Ren incrociò
quello della ragazza e per un momento, lei si sentì togliere il respiro, come se
stesse avendo un infarto. Vampate di fuoco nero avvolsero gli avambracci di Ren,
che cominciò ad avvicinarsi a Melissa facendo roteare la falce. In un lasso di
tempo brevissimo, Ren la prese, la scagliò verso l'alto con forza inaudita e
cominciò a colpirla con la falce. Nonostante fosse tutto sfocato a causa della
foschia, nel cielo si vedevano le scintille che venivano a formarsi quando la falce
colpiva l'armatura della sfidante. Fino a quando Ren, lanciando un urlo pieno di
determinazione e rabbia, la colpì duramente, facendola cadere per terra e facendo
tremare l'intero stadio. La nebbia si diradò. L'aria tornò normale. La temperatura
risalì. Dopo di lei, anche Ren tornò nell'arena cominciando ad avvicinarsi con fare
minaccioso roteando la sua arma. E quando fu sul punto di tagliarle la testa, i suoi
occhi diventarono bianchi e disse:
"Allora, ti arrendi?"
Stremata dalla lunga battaglia e dalle batoste subite, Melissa alzò il pollice in su.
Un fragore di applausi e urla d'approvazione si sostituirono al silenzio tombale di
qualche minuto prima. Ren alzò la falce e gli spettatori urlarono di più.
Alla premiazione, oltre alla medaglia, a Ren venne dato un rotolo di pergamena da
un omino basso vestito in modo elegante. La premiazione avvenne tra urla e
applausi.
CONTINUA...