Luigi Pirandello, Il treno ha fischiato, da Novelle per un anno in Tutte le opere di Pirandello, Mondadori,
Milano, 1992
Veramente, il fatto che Belluca, la sera avanti, sera fieramente ribellato al suo capo-ufficio, e che poi,
allaspra riprensione di questo, per poco non gli sera scagliato addosso, dava un serio argomento alla
supposizione che si trattasse duna vera e propria alienazione mentale. Perch uomo pi mansueto e
sottomesso, pi metodico e paziente di Belluca non si sarebbe potuto immaginare. Circoscrittos, chi
laveva definito cos? Uno dei suoi compagni dufficio. Circoscritto, povero Belluca, entro i limiti angustissimi
della sua arida mansione di computista, senzaltra memoria che non fosse di partite aperte, di partite
semplici o doppie o di storno, e di defalchi e prelevamenti e impostazioni; note, libri-mastri, partitarii,
stracciafogli e via dicendo. Casellario ambulante; o piuttosto, vecchio somaro, che tirava zitto zitto, sempre
dun passo, sempre per la stessa strada la carretta, con tanto di paraocchi. Orbene, cento volte questo
vecchio somaro era stato frustato, fustigato senza piet, cos per ridere, per il gusto di vedere se si riusciva a
farlo imbizzarrire un po, a fargli almeno drizzare un po le orecchie abbattute, se non a dar segno che
volesse levar un piede per sparar qualche calcio. Niente! Sera prese le frustate ingiuste e le crudeli punture
in santa pace, sempre, senza neppur fiatare, come se gli toccassero, o meglio, come se non le sentisse pi,
avvezzo comera da anni e anni alle continue solenni bastonature della sorte. Inconcepibile, dunque,
veramente, quella ribellione in lui, se non come effetto duna improvvisa alienazione mentale. Tanto pi che,
la sera avanti, proprio gli toccava la riprensione; proprio aveva il diritto di fargliela, il capo-ufficio. Gi sera
presentato, la mattina, con unaria insolita, nuova; e cosa veramente enorme, paragonabile, che so?, al
crollo duna montagna era venuto con pi di mezzora di ritardo. Pareva che il viso, tutta un tratto, gli si
fosse allargato. Pareva che i paraocchi gli fossero tutta un tratto caduti, e gli si fosse scoperto, spalancato
dimprovviso allintorno, lo spettacolo della vita. Pareva che gli orecchi tutta un tratto gli si fossero sturati e
percepissero per la prima volta voci, suoni non avvertiti mai. Cos ilare, duna ilarit vaga e piena di
stordimento, sera presentato allufficio. E, tutto il giorno, non aveva combinato niente. La sera, il capo-
ufficio, entrando nella stanza di lui, esaminati i registri, le carte: E come mai? Che hai combinato tuttoggi?
Belluca lo aveva guardato sorridente, quasi con unaria dimpudenza, aprendo le mani. Che significa?
aveva allora esclamato il capo-ufficio, accostandoglisi e prendendolo per una spalla e scrollandolo. Oh,
Belluca! Niente, aveva risposto Belluca, sempre con quel sorriso tra dimpudenza e dimbecillit su le
labbra. Il treno, signor Cavaliere. Il treno? Che treno? Ha fischiato. Ma che diavolo dici? Stanotte,
signor Cavaliere. Ha fischiato. Lho sentito fischiare Il treno? Sissignore. Allora il capo-ufficio che
quella sera doveva essere di malumore urtato da quelle risate, era montato su tutte le furie e aveva
malmenato la mansueta vittima di tanti suoi scherzi crudeli. Se non che, questa volta, la vittima, con stupore
e quasi con terrore di tutti, sera ribellata, aveva inveito, gridando sempre quella stramberia del treno che
aveva fischiato, e che, perdio, ora non pi, ora chegli aveva sentito fischiare il treno, non poteva pi, non
voleva pi esser trattato a quel modo. Lo avevano a viva forza preso, imbracato e trascinato allospizio dei
matti.
DOCUMENTI
Libert
Sono felice di unirmi a voi in questa che passer alla storia come la pi grande dimostrazione per la libert nella
storia del nostro paese. Cento anni fa un grande americano, alla cui ombra ci leviamo oggi, firm il Proclama
sullEmancipazione. Questo fondamentale decreto venne come un grande faro di speranza per milioni di schiavi negri
che erano stati bruciati sul fuoco dellavida ingiustizia. Venne come unalba radiosa a porre termine alla lunga notte
della cattivit. []
Cerchiamo di non soddisfare la nostra sete di libert bevendo alla coppa dellodio e del risentimento. Dovremo per
sempre condurre la nostra lotta al piano alto della dignit e della disciplina. Non dovremo permettere che la nostra
protesta creativa degeneri in violenza fisica. Dovremo continuamente elevarci alle maestose vette di chi risponde alla
forza fisica con la forza dellanima.
Questa meravigliosa nuova militanza che ha interessato la comunit negra non dovr condurci a una mancanza di
fiducia in tutta la comunit bianca, perch molti dei nostri fratelli bianchi, come prova la loro presenza qui oggi, sono
giunti a capire che il loro destino legato col nostro destino, e sono giunti a capire che la loro libert
inestricabilmente legata alla nostra libert.
Martin Luther KING, da I have a dream, 1965
una delle opere pi note dellartista. La libert che guida
il popolo nasce in relazione ai moti rivoluzionari del luglio
1830, che rovesciarono il regno di Carlo X in soli tre giorni.
La tela dominata dallimpeto travolgente del popolo che
avanza e che nessuna forza reazionaria potr arrestare.
, questo, un quadro nel quale rappresentata con
chiarezza lideologia liberale dei giovani romantici.
Nei contesti paesaggistici tutto , invece, solido e stabile, frutto dell'instancabile sovrapporsi di azioni umane,
innumerabili quanto irriconoscibili, ritocchi infiniti a un medesimo quadro, di cui liconografia principale si preserva,
per cui tutto muta nellinfinitesimo e al tempo stesso poco cambia nellampio insieme, ed il durare di questa nostra
conchiglia che racconta la nostra qualit di popolo, in una sintesi suprema di memoria visibile, ordinatamente
disposta. S, i paesaggi non sono ammassi informi n somme di entit, ma ordini complessi, generalmente involontari a
livello generale, spontanei e autoregolati, dove milioni di attivit si sono fuse in un tutto armonioso. E unarmonia e
una bellezza questa di tipo poco noto, antropologico e storico pi che meramente estetico o meramente scientifico, a
cui non siamo stati adeguatamente educati. [] Capiamo allora perch le Costituzioni che si sono occupate di questi
temi, da quella di Weimar alla nostra, hanno distinto tra monumenti naturali, storici e artistici, [] e il paesaggio
[], dove natura, storia e arte si compongono stabilmente []. E se in questa riscoperta dellItalia, da parte nostra e
del globo, stesse una possibilit importante di sviluppo culturale, civile ed economico del nostro paese in questo
tempo di crisi?.
Dal discorso del Presidente FAI Andrea CARANDINI al XVII Convegno Naz. Delegati FAI- Trieste 12 aprile 2013;
(http://www.fondoambiente.it/Dal-Presidente/Index.aspx?q=convegno-di-trieste-discorso-di-andrea-carandini)
Il paesaggio italiano rappresenta lItalia tutta, nella sua complessit e bellezza e lascia emergere lintreccio tra una
grande natura e una grande storia, un patrimonio da difendere e ancora, in gran parte, da valorizzare. La sacralit del
valore del paesaggio [] un caposaldo normativo, etico, sociale e politico da difendere e tutelare prima e sopra
qualunque formula di sviluppo che, se avulsa da questi principi, pu risultare invasiva, rischiando di compromettere
non solo la bellezza, ma anche la funzionalit presente e futura. Turismo compreso.
Dallintervento di Vittorio SGARBI alla manifestazione per la commemorazione del 150 anniversario dellUnit dItalia a
Palermo-12 maggio 2010- riportato su La Sicilia di Giorgio PETTA del 13 maggio 2010
Tutti, vero, abbiamo piacere di stare in un ambiente pulito, bello, sereno, attorniati dalle soddisfazioni scaturenti
in buona sostanza da un corretto esercizio della cultura. Vedere un bel quadro, aggirarsi in unarea archeologica
ordinata e chiaramente comprensibile, viaggiare attraverso i paesaggi meravigliosi della nostra Italia, tenere lontani
gli orrori delle urbanizzazioni periferiche, delle speculazioni edilizie, della incoscienza criminale di chi inquina,
massacra, offende, opprime lambiente naturale e urbanistico.
Claudio STRINATI- La retorica che avvelena la Storia (e gli storici) dellarte- da lHuffington Post del 06.01.2014
(http://www.huffingtonpost.it/claudio-strinati/la-retorica-che-avvelena-storia-e-gli-storici-dellarte_b_4545578.html)
Malala Yousafzai, premio Nobel per la pace 2014, la ragazza pakistana che ha rischiato di perdere la vita
per aver rivendicato il diritto alleducazione anche per le bambine.
Il candidato rifletta criticamente sulla citazione estrapolata dal libro di Malala Yousafzai ed esprima le sue
opinioni in merito, partendo dal presupposto che il diritto alleducazione sancito da molti documenti
internazionali, come la Convenzione sui diritti del fanciullo del 1989, ratificata anche dallItalia con Legge
n. 176 del 27 maggio 1991.