Sei sulla pagina 1di 5

Nella penombra della stanza, stava sdraiata sulle lenzuola, a occhi chiusi; di tanto in tanto sussultava.

La
fiammella della lampada che ondeggiava mossa dalle correnti d'aria, non le illuminava il viso, ma disegnava sul
suo corpo ombre fluttuanti. Gli sembrò di attendere un'eternità. Poi, senza fare rumore, uscì dal buio e si
affacciò sulla soglia. La porta si chiuse, la musica in lontananza si interruppe, Angélique aprì gli occhi e lo vide.

Un altro sorso di champagne. Immerse un dito nel calice e si bagnò i capezzoli turgidi imitando le grandi

cortigiane parigine di cui aveva letto, che per prepararsi mettevano sul seno e in altre parti del corpo il dolce

Cháteau Yquem. E' curioso che le due cortigiane di cui noi francesi andiamo più fieri siano inglesi. “Grazie,

sì...” “Probabilmente torneranno domani, mademoiselle” la rassicurò Vervene, diplomatico come sempre.

Nonostante il suo seno delizioso e le labbra invitanti, è pur sempre una stupida gallina, pensò. “Non ha

importanza” proseguì con il suo sorriso più accattivante, “la cena sarà servita tra poco. Monsieur McFay, vi

fermerete con noi, bien sùr?” Si addormentarono insieme, e quando un'ora dopo lei si svegliò, lo trovò ancora

sdraiato accanto a sé. “Non ce n'è bisogno, Jamie” rispose Angélique. Per un attimo lui non capì dove si

trovava, era come un sogno, poi la vide, sempre bella, desiderabile e ancora vicina a lui, con quel suo strano

mezzo sorriso che lo inondava. Affascinato, allungò la mano e lei rispose. Con dolcezza gli sfilò la camicia e la

fece scivolare lungo il braccio destro e sulla mano che ancora stringeva il minaccioso pugnale. Il suo sguardo

intenso percorse il corpo di Ori, la ferita alla spalla da poco guarita, i muscoli forti, e di nuovo la ferita.

“Davvero?” piagnucolò. Mentre si vestiva lei gli stava accanto, lo aiutava e, dispiaciuta di separarsi da lui, lo

tratteneva protettiva. “Credo che starò più comodo nella mia suite. E' possibile, Jamie?” “Se desiderate, posso

lasciarvi le mie stanze, tai-pan” si offrì Jamie. Non preoccuparti di quel maledetto Babcott, pensò Struan

sempre più sicuro di sé grazie alla mistura di brandy e oppio. Domani o dopodomani manderai Jamie, no,

manderai Dmitri da Norbert. Non Jamie, perchè di lui non ci si può più fidare. Si farà il duello vicino

all'ippodromo e la Nobil Casa offrirà a Norbert delle nobili esequie. E le offrirà anche al maledetto Brock, se

dovesse mai azzardarsi a venire qui, per Dio! Ah, è Henri, pensò riconoscendone il tocco. Suona bene, meglio
di Vervene, anche se non è nemmeno lontanamente paragonabile ad André. Chopin. Dolce, delicato e

romantico. Avrebbe solo finto di accettare e di andarsene per tornare all'imbrunire. Quando avrò fatto uno o

due figli e avrò forse ventun anni, Malcolm avrà un'amante e... anch'io sarò pronta per il mio favorito e farò

così, per il suo piacere e anche per il mio, e prima di allora per quello di Malcolm. Entrambi respiravano

appena. Immobili. In attesa che fosse l'altro a fare la prima mossa. Sconvolta, Angélique lo guardò: era giovane,

appena più vecchio di lei, un pò più alto, teneva la mano destra sull'elsa del pugnale infilato nel fodero legato in

vita, aveva la barba e i capelli ben curati e corti, le spalle ampie, i fianchi stretti, una rozza camicia, pantaloni

corti, gambe e polpacci forti e calzava sandali da contadino. Il volto era in ombra.  

La notizia della sfida che i due si erano lanciati a pranzo si era diffusa immediatamente e tutti attendevano la

prossima mossa di quel gioco rimasto in sospeso da quando il nonno di Malcolm, Dirk Struan, era morto prima

di poter uccidere Tyler Brock, come aveva giurato di fare. Convincerò Malcolm e Jamie a fare la pace, pensò

euforica, litigare non giova a nessuno dei due. Aveva ancora sete ma era serena e sazia di vino. André sia

benedetto. Sarei curiosa di sapere com'è lo Yoshiwara, chissà che tipo è la sua ragazza. Lo incoraggerò a

parlarmi di lei, così potremo ridere un po'...” Lei indicò la finestra chiusa da tende e imposte e si portò un dito

sulle labbra. Dall'esterno si avvicinò il rumore di qualcuno che fischiettava, poi il suono si allontanò. “Io

dormirò altrove, la signorina Angélique può sistemarsi nella camera di Vargas.” “Le carte possono attendere, il

piacere viene prima degli affari” intimò Seratard con tono autoritario e cordiale insieme. “Abbiamo bisogno di

musica per concludere la serata, qualcosa di romantico per Angélique.” Improvvisamente contagiato

dall'irrealtà e dal sogno in cui era immersa Angélique, Ori ubbidì. Stupefatta da quei lineamenti scolpiti, così

diversi e strani, da quegli occhi scuri pieni di desiderio, lei aprì la bocca per chiedere: Chi sei?, Come ti chiami?,

ma Ori pensò che stesse per gridare e assalito dal panico balzò in avanti e le puntò il coltello alla gola.
Un'intuizione improvvisa le suggerì che era proprio lui, l'assassino della Tokaidò, il padre del bambino che non

sarebbe mai nato, l'uomo che l'aveva stuprata senza lasciarle alcun ricordo di dolore o di violenza, ma solo

confusi pensieri erotici che l'accompagnavano nel sonno e nella veglia. Capì anche di non avere via di scampo,

che quella notte lui l'avrebbe uccisa. Nella stanza vicina, Ori aveva socchiuso un'anta e senza far rumore era

uscito dall'armadio. Fermo nelle ombre scure della porta semiaperta, la osservava con il cuore che pulsava nelle

orecchie. Non gli era stato difficile nascondersi tra le valigie, i vestiti e le crinoline appesi, rendersi invisibile

sprofondando nel suo nascondiglio quando la domestica aveva aperto e richiuso l'armadio, riconoscere il rumore

delle ultime serrature che si chiudevano per la notte, e capire quando Angélique era rimasta finalmente sola.

“La prossima volta che mi chiamerete in quel modo, vi darò del bastardo e vi farò saltare la testa senza aspettare

i padrini, per Dio.” Scese il silenzio, solo accentuato dal crepitio delle fiamme e dal sibilo leggero e tormentoso

del vento.

Non preoccuparti di quel maledetto Babcott, pensò Struan sempre più sicuro di sé grazie alla mistura di brandy

e oppio. Domani o dopodomani manderai Jamie, no, manderai Dmitri da Norbert. Non Jamie, perchè di lui non

ci si può più fidare. Si farà il duello vicino all'ippodromo e la Nobil Casa offrirà a Norbert delle nobili esequie.

E le offrirà anche al maledetto Brock, se dovesse mai azzardarsi a venire qui, per Dio! Le ombre ora erano più

sfumate e la persona nello specchio continuava a guardarla con tenerezza e voluttà. Le sue dita cominciarono a

vagare, a scorrere sul corpo come dotate di vita propria e il cuore batteva a un ritmo sempre più veloce

sussultando di piacere. Angélique chiuse gli occhi, vedeva l'immagine di Malcolm, alto, forte, molto forte e ne

sentiva il profumo della pelle: lui la accompagnava in camera, la distendeva sul letto, si sdraiava al suo fianco,

nudo come lei, e le sue dita cominciavano a esplorarla silenziose e amorevoli. Ori si commosse. Non aveva mai

visto un'espressione simile sul viso di una donna, una passione così intensa, al di là della sua comprensione, ma
non poteva definirla, perchè in giapponese la parola amore non esiste. Ne fu sommerso, ma non tornò sulla sua

decisione. D'improvviso, Angélique vide l'immagine del suo aggressore dibattersi nella ragnatela che tante

generazioni di donne cadute prima di lei nella trappola maschile la aiutavano a tessere. Era determinata e

concentrata. Continua, sussurrò la voce, non aver paura... “Oh!” esclamò Angélique con palese disappunto.

André avrebbe dovuto ritirare la medicina l'indomani. Gli altri la fissarono. “André mi ha detto... che sarebbero

tornati al più tardi domani mattina, dopo l'incontro di oggi con lo shògun.” Non spaventarti, disse la voce.

Continua... “Grazie, sì...” Lungo High Street qualche sottile colonna di fumo si alzava ancora dalle macerie

dopo gli incendi. Deserto intorno, l'Insediamento era tranquillo, addormentato. Per un attimo lui non capì dove

si trovava, era come un sogno, poi la vide, sempre bella, desiderabile e ancora vicina a lui, con quel suo strano

mezzo sorriso che lo inondava. Affascinato, allungò la mano e lei rispose.

Quando avrò fatto uno o due figli e avrò forse ventun anni, Malcolm avrà un'amante e... anch'io sarò pronta per

il mio favorito e farò così, per il suo piacere e anche per il mio, e prima di allora per quello di Malcolm. Era la

prima volta che vedeva un uomo nudo. La pelle di Ori, a parte la ferita, era perfetta, intatta. Come la sua. Per un

istante Ori rimase paralizzato. Struan mise a fuoco André e non riuscì più ad ascoltare: il francese, con il suo

portamento severo ed elegante, sorrideva ad Angélique e lei gli rispondeva più raggiante che mai. Fu assalito da

un moto di gelosia ma lo scacciò. Non è colpa sua, pensò stanco, e nemmeno di André, lei merita i sorrisi e io

non sono una buona compagnia, io non sono più io, sono solo stanco da morire di soffrire in questo modo e di

essere così debole. Dio, quanto amo questa donna, quanto ne ho bisogno. “Sto bene, Angel” la tranquillizzò

Struan, colmo d'amore per lei. “In privato, Malcolm, da gentiluomo” ripeté Babcott più forte. Lungo High

Street qualche sottile colonna di fumo si alzava ancora dalle macerie dopo gli incendi. Deserto intorno,

l'Insediamento era tranquillo, addormentato. Nella stanza vicina, Ori aveva socchiuso un'anta e senza far
rumore era uscito dall'armadio. Fermo nelle ombre scure della porta semiaperta, la osservava con il cuore che

pulsava nelle orecchie. Non gli era stato difficile nascondersi tra le valigie, i vestiti e le crinoline appesi, rendersi

invisibile sprofondando nel suo nascondiglio quando la domestica aveva aperto e richiuso l'armadio, riconoscere

il rumore delle ultime serrature che si chiudevano per la notte, e capire quando Angélique era rimasta finalmente

sola. “Questa sera no” si rifiutò brusco André. “Se non vi dispiace, ho da preparare alcune carte entro domani.”

Potrebbero piacerti anche