Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
“Non lo so, davvero non lo so. Non l'ho ancora vista da... da quando sono salito a bordo. E allora non mi aveva
parlato nemmeno una volta con lucidità. C'è ancora Hoag con lei” aggiunse Jamie cercando di controllare il
dolore che provava. “Possiamo soltanto sperare.” “No, ma... oh, ecco, suppongo che sia la soluzione migliore.
Come sta?” “André me ne ha parlato alcune settimane fa. Ritengo che fra tutte le persone che lavorano qui voi
dobbiate esserne messo al corrente perchè queste esplosioni potrebbero diventare più frequenti. “Farò l'autopsia
questa sera, mi sono preso la libertà di far portare il corpo a Kanagawa perchè là posso lavorare meglio. Mi
assisterà Hoag, e domattina avrete il nostro rapporto. Firmeremo il certificato di morte e tutto sarà a posto.”
“Quando l'avrete detto. Non è colpa mia!” Lei fissò il suo torturatore con odio e poi gli gridò: “Colpa mia, non
colpa mia, non è colpa mia, siete soddisfatto adesso? Fuori di qui!”. No, non povero me. Io ho appena salvato
una vita. Mercoledì, 10 dicembre “Farò l'autopsia questa sera, mi sono preso la libertà di far portare il corpo a
Kanagawa perchè là posso lavorare meglio. Mi assisterà Hoag, e domattina avrete il nostro rapporto. Firmeremo
il certificato di morte e tutto sarà a posto.” “Dov'è il tai-pan della Dannata Casa?” domandò rude Norbert
sporgendo il mento con protervia. “Jamie McFay è appena arrivato, signore, e c'è una delegazione che propone
“Io sono colpevole.” “Non piangete, Angélique” le disse Hoag in tono tenero e dolce, ogni fibra concentrata a
cogliere i primi segnali di un eventuale disastro, “va tutto bene, la vita continua e voi state bene ora, davvero.”
Le stringeva una mano. Lei si asciugò le lacrime con un fazzoletto. “Dovremo rimandarlo a casa, a Hong Kong,
signore.” Mon dieu! Un incontro privato con Yoshi! E se Babcott potesse davvero esaminare quel cretino di
Anjo, magari persino curarlo, dietro mio suggerimento, non importa che sia un inglese, patteggerò il colpo con
sir William in cambio di un altro favore, avremo fatto un grande passo avanti.Capitolo 45 “Bene, vi ringrazio,
tenetemi aggiornato sul conto di Angélique e non dimenticate la cena di questa sera. E il nostro bridge?” Alzò il
bicchiere per un brindisi: “Vervene, mon brave, all'inferno gli inglesi e vive la France!”. “Fuori di qui!”
“Vorrei una tazza di tè.” Perlomeno questo era ciò che lui avrebbe fatto poiché non era degno di un gentiluomo
tirare fuori un coltello né schernire la morte di qualcuno, neanche di un nemico, pensò soddisfatto della vittoria
di McFay. “Smettetela!” Il suo tono brusco la fece tornare dal precipizio. Hoag riprese a respirare ma capì che
doveva agire in fretta altrimenti lei, come altri che aveva visto durante la sua carriera di medico, sarebbe stata
perduta.
Questa volta Hoag la strinse con forza assumendo su di sé i tremiti e i violenti singhiozzi. Dopo qualche tempo
i singhiozzi diminuirono e Angélique cadde in un sonno riparatore. Ma lui continuò a stringerla con dolcezza e
fermezza insieme, gli abiti appiccicati al corpo per il sudore, e non si mosse fino a quando il sonno di lei non fu
profondo. Poi si alzò faticosamente poiché la schiena gli doleva e aveva i muscoli delle spalle contratti. Sir
William andò a sedere alla sua scrivania e con un sospiro prese una penna e un foglio di carta intestata: La
ragazza dormiva ma Malcolm no e quando l'ha scosso e si è reso conto che non dormiva è quasi morto anche lui
per lo spavento ed è corso fuori a chiamarmi e a quel punto lei si è svegliata. Spaventato, balzò in piedi.
Strongbow lo stava fissando perplesso. Siete soltanto res...” I due uomini erano più o meno della stessa altezza
ma Jamie pesava una decina di chili meno dell'altro, Norbert inoltre era più coriaceo e più perfido.
All'improvviso tra le sue mani comparve un coltello. Jamie e Gornt gridarono all'unisono mentre lui si lanciava
per colpire: mancò il colpo, si riprese e colpi ancora facendo correre il sangue da una ferita aperta nella spalla.
“D'accordo, fate come ritenete meglio.” Sir William cercò di distogliere la mente da quella macabra faccenda;
gli sembrava particolarmente sgradevole anche perchè detestava trovarsi troppo vicino a un dottore, qualsiasi
dottore: per quanto zelo mettessero nella pulizia personale avevano sempre gli abiti macchiati di sangue e un
lieve odore di acido fenico o di qualche altra sostanza chimica. “Povero giovane. Rallegrandosi Hoag aprì la
porta; sebbene la voce di Angélique fosse fievole non v'era traccia di nessuna sotterranea isteria e la luce nei
suoi occhi era buona, il volto non più gonfio a causa delle lacrime e il polso fermo a novantotto pulsazioni al
minuto, finalmente non più irregolare come prima. E molto sfortunato. Doveva liberarla da quella belva che
annidata nella sua mente aspettava di balzarne fuori per trasformarla in una irrecuperabile demente o quanto
meno per danneggiarla in modo grave e irreparabile. “Mi dispiace ma dovete capire bene questa cosa. Voi siete
“Responsabile” ripeté lui fingendo una rabbia che non provava. Ma come, in nome di Dio? “Scusate” esordì
con il respiro corto. “Sì, sì, abbiamo sentito.” Babcott aveva la barba lunga ed era visibilmente scosso. “Hoag
l'ha portata, ha portato Angélique alla Legazione francese, siamo tornati insieme a terra... non voleva rientrare
nel palazzo Struan.” “La verità è che questa inutile e precoce morte di un giovane gentiluomo è direttamente
attribuibile alle ferite riportate in seguito all'attacco sulla Tokaidò!” Con amarezza sir William aggiunse:
“Perpetrato da assassini non provocati che non sono ancora stati consegnati alla giustizia. Avete ragione”. Alzò
il bicchiere per un brindisi: “Vervene, mon brave, all'inferno gli inglesi e vive la France!”. Spaventato, balzò in
piedi. Strongbow lo stava fissando perplesso. “C'è fuori il dottor Babcott, sir William” annunciò Tyrer. “Sì,
ecco, non ho proprio bisogno di conoscere i dettagli” rispose sir William nauseato. “Mio Dio, il giovane Struan!
Dopo quella che a tutti e due parve un'eternità, le orecchie ancora ronzanti, la mente confusa, McFay mormorò:
“Non lo so”. I due uomini erano più o meno della stessa altezza ma Jamie pesava una decina di chili meno
dell'altro, Norbert inoltre era più coriaceo e più perfido. All'improvviso tra le sue mani comparve un coltello.
Jamie e Gornt gridarono all'unisono mentre lui si lanciava per colpire: mancò il colpo, si riprese e colpi ancora
facendo correre il sangue da una ferita aperta nella spalla. Allungò una mano e prese l'ultima fetta di un
formaggio Brie che era arrivato impacchettato nel ghiaccio e a un prezzo esorbitante, con l'ultimo postale. “Siate
paziente con il poverino, Vervene, capito?” Ogni giorno si aspettava di vedere i primi segni della malattia, ma
ancora non era comparso niente; anzi André sembrava ringiovanito e aveva perduto quell'espressione
tormentata. Quando svoltò l'angolo vide Norbert e Gornt in piedi nella Terra di Nessuno, in attesa sul luogo
dell'appuntamento, e notò, senza tuttavia provare alcun interesse, la piccola borsa che Gornt teneva in una mano
e che certamente conteneva le due pistole sulle quali si erano accordati. “Sì, sì, abbiamo sentito.” Babcott aveva
la barba lunga ed era visibilmente scosso. “Hoag l'ha portata, ha portato Angélique alla Legazione francese,
siamo tornati insieme a terra... non voleva rientrare nel palazzo Struan.” La voce di Dio riecheggiò nella cabina
e gli rispose: “Lo impacchetti nel ghiaccio e lo spedisci a casa!”. La mente di Jamie sembrava funzionare al
rallentatore. In quel momento notò Ah Tok accovacciata accanto alla cuccetta, una fragile vecchietta che si
dondolava sui talloni aprendo e chiudendo la bocca senza che ne uscisse nessun suono. “Ah Tok, adesso vai di
sopra, non c'è niente da fare qui per te, heya?” “Nel mio appartamento.” Il suo tono era incolore, gli occhi
inespressivi. La preoccupazione di Hoag aumentò. “Sapete che cosa è accaduto?” E' giovane e forte, ma non si
può dire... comunque spero proprio di no.” I due uomini si guardarono con espressione grave e preoccupata.
“Una vera disgrazia, per entrambi. E' morto dissanguato, insomma?” “Sapete dove vi trovate?”
“Oh. E... le sconvolgerà la mente?” “Il perchè non importa, non in questo momento. Sarà ovviamente
Angélique ad andare, la nostra signora Struan, e il dottor Hoag. Avete saputo che ha cambiato idea e ha deciso
di tornare nel palazzo e di occupare il suo vecchio appartamento anziché restare alla Legazione francese?”
“Dite loro la verità” rispose Babcott, furente per quella morte e arrabbiato con se stesso per non aver fatto di più
per lui e perchè avrebbe disperatamente voluto prendere Angélique tra le braccia e proteggerla dalla vita e dalle
sue minacce. “Sì. Dovranno esserne informati, è ovvio. Ma non è il caso di raccontare per filo e per segno
l'accaduto, sia nel caso di Struan che in quello di Greyforth. Nel caso di Norbert è ovvio che si tratta di una
morte accidentale, ma quanto a Struan?” “Io neppure.” Sir William raddrizzò il colletto della camicia. Come
sempre il suo ufficio era freddo, il fuoco nel camino bruciava a stento e gli spifferi che passavano dai vecchi
infissi delle finestre molto forti. Però non farti ingannare dal diavolo che ti porterà all'inferno perchè il suo
gioco è come quello della sorte ma in un certo senso diverso, e la differenza la riconosci soltanto quando la
vedi...” “Quando giochi, tempismo ed esecuzione devono essere perfetti” era una delle frasi che il suo patrigno
gli ripeteva in continuazione mentre gli insegnava a giocare a carte. McFay non aveva incontrato anima viva
eccetto qualche ubriaco rannicchiato a russare nell'angolo, di una baracca o sbracato su una panchina o sulla
nuda terra. “No, signore. La signora Struan... ho paura di non avere più la sua approvazione, e se tornassi non
farei che renderle ancora più difficile la situazione, povera signora. In privato vi comunico che il mio incarico
termina a fine mese.” † Avrebbe voluto stringerla tra le braccia e tranquillizzarla e convincerla a dormire ma
Cominciava appena ad albeggiare. Mentre aspettava tolse i proiettili a salve dall'altra pistola, la pistola di
Malcolm sulla quale Norbert aveva insistito. Sorrise tra sé. Ci avrebbe pensato lui a scambiarle al momento
giusto dando a Norbert, se avesse deciso di combattere anziché cancellare il duello come stabilito, quella
innocua. “Responsabile” ripeté lui fingendo una rabbia che non provava. Comunque non fa nessuna differenza,
in un modo o nell'altro metterò le mani sulla Nobil Casa prima di quanto avessi previsto. “André” disse
Seratard al tavolo da pranzo della Legazione, “aveva fatto testamento?” Insieme a loro sedeva Vervene. “Vuoi
dire che la giovane canaglia è morta fottendo? E' morto mentre si dava da fare? Io sono venuto qui per
ammazzarlo e lui se ne è andato fino alle porte celesti dandosi da fare in un letto? Il vecchio Brock non
sopravviverà alle risate...” “Quando giochi, tempismo ed esecuzione devono essere perfetti” era una delle frasi
che il suo patrigno gli ripeteva in continuazione mentre gli insegnava a giocare a carte. “Hoag dice che sta come
ci si potrebbe aspettare, qualsiasi cosa questo significhi. Faremo partire la Prancing Cloud non appena me ne
darete l'autorizzazione. Quando ritenete che potrà far vela per Hong Kong?” “Proprio quello che pensavo
anch'io.” E il volto di sir William si contorse: “Proprio quello che pensavo anch'io. Preferirei che non si sapesse
in giro”. E' giovane e forte, ma non si può dire... comunque spero proprio di no.” I due uomini si guardarono
con espressione grave e preoccupata. “Una vera disgrazia, per entrambi. “Nel mio appartamento.” Il suo tono
era incolore, gli occhi inespressivi. La preoccupazione di Hoag aumentò. “Sapete che cosa è accaduto?”Capitolo
45
“Sì. Dovranno esserne informati, è ovvio. Ma non è il caso di raccontare per filo e per segno l'accaduto, sia nel
caso di Struan che in quello di Greyforth. Nel caso di Norbert è ovvio che si tratta di una morte accidentale, ma
quanto a Struan?” Norbert doveva essere eliminato per molte ragioni. Una perchè avrebbe potuto limitare in
parte il disastro della Brock facendolo ricadere sulla Struan. Un'altra perchè il vecchio Brock aveva ordinato a
Norbert di usare qualsiasi mezzo per eliminare Struan, e un'altra ancora, forse la più importante, perchè era un
uomo volgare, senza educazione né garbo né senso dell'onore, tutt'altro che un gentiluomo. “Marina ed esercito
sono soggette al controllo e all'opinione dei civili e per Dio quaggiù il controllo sono io!” “E' stato... è stato
Chen” cominciò a dire Strongbow in preda a una grande agitazione. “Per Norbert?” “Mi dispiace ma questa è
la verità, e da allora ha vissuto una vita e un tempo presi a prestito. Non avete colpa, non avete mai avuto colpe.
E' stata la volontà di Dio, ma posso dirvi con tutta sincerità che noi, Babcott e io, non abbiamo mai visto un
uomo con un'espressione più tranquilla e serena, mai, mai, mai.” Mon dieu! Un incontro privato con Yoshi! E
se Babcott potesse davvero esaminare quel cretino di Anjo, magari persino curarlo, dietro mio suggerimento,
non importa che sia un inglese, patteggerò il colpo con sir William in cambio di un altro favore, avremo fatto un
grande passo avanti. Soltanto il suo carattere era peggiorato. “Jamie!” gridò Gornt per avvertirlo.
Come gli altri due indossava un soprabito e il cappello per proteggersi dall'aria fredda del mattino, umida e
pesante. “L'equivalente di quattro mesi del mio salario” aveva risposto con amarezza André, “un'inezia. A
proposito, Henri, avrei bisogno di un anticipo o del premio che mi avevate promesso qualche mese fa. “
“Quanto è modesta questa somma?” “Scusa, Jamie, non volevo... non volevo essere...” Strongbow si asciugò il
sudore dalla fronte: “Che cosa vuoi che faccia?”. “Sì, per quello che può valere dirlo, Malcolm... nella morte
era l'uomo più sereno che io abbia mai visto, come se fosse stato lieto di arrivare dall'altra parte.” Annaspando
in cerca d'aria, in uno stato di confusione mentale, viso e mente in fiamme, occhi gonfi e semichiusi, vide a
pochi passi di distanza McFay che cercava di rialzarsi dandogli la schiena, e poi vide Gornt che teneva ancora in
una mano le due pistole a doppia canna. “Marina ed esercito sono soggette al controllo e all'opinione dei civili e
per Dio quaggiù il controllo sono io!” In bocca aveva il sapore della bile e del sangue. Sputò. Erano anni che
desiderava umiliare Norbert e finalmente ci era riuscito, una volta per sempre... e aveva anche vendicato
Malcolm che era stato deliberatamente provocato. “Subito” rispose Hoag con un'espressione di sollievo dipinta
sul brutto volto. Era la prima volta che parlava in modo coerente e i primi momenti di lucidità erano segni di
vitale importanza.