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Tutto il resto te lo racconterò a voce.

Grazie a Dio ha finito di soffrire, ma sono stati i Brock, il mio


stramaledetto padre e mio fratello Morgan, che non ci danno pace e gli hanno fatto venire quei colpi...

  In quanto al Messico, adesso che è chiaro che quell'arraffone di Napoleone Terzo è deciso a farne un dominio

francese, abbiamo richiamato il nostro esercito. Carestie e sommosse in tutta Europa.” McFay esitò. “Desiderate

qualcosa?” Restarono a guardarlo bruciare in silenzio. Schiacciò poi le ceneri sotto il piede calzato in un

minuscolo stivaletto. “Quando sarai tai-pan non ti dovrai fidare di nessuno” disse. E inspiegabilmente aggiunse:

“Nemmeno di me”. “Niente. Solo che tu, tu mi fai sentire così orgoglioso, così bene. “Non è stata colpa sua,

povero ragazzo, è stato un parto difficile.” Quell'infame lo saprà presto, se non ne è già venuto a conoscenza,

pensò, e sentì un brivido di paura. Ci saranno sempre segreti per noi. Di alcuni tuo padre e io non ti metteremo

e conoscenza fino a quando non sarai diventato tai-pan. Io ne terrò per me alcuni che non racconterò a tuo padre

e altri che non racconterò a te. “Si, mi dispiace. Avete sentito il segnale?” Quando veniva avvistato il postale la

tradizione voleva che il capitano del porto sparasse un colpo di cannone per avvisare l'Insediamento. Era una

procedura seguita in tutto il mondo, ovunque vi fosse un insediamento britannico. “Non ho ancora controllato

tutto ma... ecco...” Preoccupato per l'improvviso pallore di Struan, MeFay gli tese l'Hong Kong Observer a

malincuore. Sobbalzò terrorizzato quando la mano del ninja gli coprì la bocca per impedirgli di gridare. “Sono

io” sussurrò Hiraga furioso prima di lasciare la presa. “Avrei potuto ucciderti venti volte.” In quei minuti che

precedevano l'alba era immersa nel più profondo silenzio; clienti e cortigiane, mama-san, cameriere e inservienti

dormivano.

“E' morto papà.” La sua tristezza la commosse. Non le era difficile piangere; riusciva a farlo a comando, fin

dall'infanzia, poiché aveva imparato molto presto quale effetto facessero le lacrime sugli adulti, soprattutto sugli

zii. E per provocarle le bastava pensare alla madre morta dando alla luce suo fratello. Quando avvicini la carta

come ho fatto adesso apparirà lo scritto.” Accese un altro fiammifero e con grande serietà bruciò un angolo del
foglio. “Vostro padre è deceduto nove giorni fa, lo stesso giorno in cui il vapore ha lasciato Hong Kong diretto

qui senza fare scalo a Shanghai. I funerali erano previsti per tre giorni dopo. Vostra madre mi chiede di

organizzare al più presto il vostro ritorno. “Con... ehm... i saluti di sir William, signore.” “Lasciatemi il

giornale, Jamie, esaminate la posta e poi tornate per decidere come organizzarci prima della mia partenza.” Un

rumore improvviso li fece voltare verso la porta semiaperta. Sulla soglia c'era Angélique, avvolta in un'elegante

vestaglia. Abbattuto, Ori lo seguì. “Non proprio, ma non importa” rispose lei, benché avesse dormito

splendidamente. “E' la casa offrirà da bere a tutti” gridò un altro. “Benone, avremo un matrimonio tutto nostro

all'Insediamento, il nostro primo matrimonio.”

Giovedì, 18 settembre “Si, mi dispiace. Avete sentito il segnale?” Quando veniva avvistato il postale la

tradizione voleva che il capitano del porto sparasse un colpo di cannone per avvisare l'Insediamento. Era una

procedura seguita in tutto il mondo, ovunque vi fosse un insediamento britannico.Capitolo 11 “Con... ehm... i

saluti di sir William, signore.” Fino a questo non hanno compiuto alcun gesto ostile né ci hanno impedito di

uscire. Certamente hanno il diritto di far stare i loro soldati dove più gli aggrada e forse è soltanto un bluff per

cercare di farci saltare i nervi. Per sicurezza tuttavia tratterò da solo con la Bakufu, se si faranno vivi. I morti

devono aver cura dei morti e noi vivi dobbiamo continuare a lottare finché abbiamo vita. “E il braccio?” “con

grande tristezza ti comunico che tuo padre è morto e che adesso il nostro futuro è nelle tue mani. Mamma non

sa niente di lei, e quando conoscerà la verità l'amerà come l'amo io, altrimenti, per Dio, staremo a vedere! Lei...

“Meglio farsi dare un'occhiata, neh?“ Per alcuni lunghi secondi lei non parlò, poi con tutta la tenerezza di cui

era capace disse: “Prenderò seriamente in considerazione la proposta, ma prima mi devi promettere di guarire in

fretta”. “Non è stata colpa sua, povero ragazzo, è stato un parto difficile.” Fino a questo non hanno compiuto

alcun gesto ostile né ci hanno impedito di uscire. Certamente hanno il diritto di far stare i loro soldati dove più
gli aggrada e forse è soltanto un bluff per cercare di farci saltare i nervi. Per sicurezza tuttavia tratterò da solo

con la Bakufu, se si faranno vivi. “Cosa succede?” chiese Struan. “Si, mamma, lo prometto.” Lui le afferrò la

mano con amore. La busta scivolò sul pavimento. La raccolse aggrottando la fronte. “Perché sei così triste?” “Il

patrimonio degli shishi deve essere protetto, e tu mi fornisci spesso delle ottime idee.” Ori accettò il

complimento con un inchino. “Oh, mamma, c'è davvero? Ci sono davvero le diecimila sterline? “Accendimi la

candela, per favore.” “Non ho ancora controllato tutto ma... ecco...” Preoccupato per l'improvviso pallore di

Struan, MeFay gli tese l'Hong Kong Observer a malincuore.

Giovedì, 18 settembre Ci saranno sempre segreti per noi. Di alcuni tuo padre e io non ti metteremo e

conoscenza fino a quando non sarai diventato tai-pan. Io ne terrò per me alcuni che non racconterò a tuo padre e

altri che non racconterò a te. Quand'ebbero finito di lavarlo gli infilarono una camicia da notte pulita e

inamidata. “Dove la vuoi la candela, figlio?” Lui indicò il comodino. “Forse, quando sarai guarito... e soltanto

se mi obbedirai senza mai discutere, se avrai cura di me...” Un altro irresistibile sorriso. “Forse si, monsieur

Struan, ma prima dobbiamo conoscerci, poi dobbiamo fidanzarci e poi, monsieur le tai-pan de la Noble Maison,

perchè no?” Tutti, ad eccezione di un gruppo di shishi intenti ad armarsi. “Quando la missione sarà finita.”

Sfiorò inavvertitamente con le dita la ferita in suppurazione e una fitta lancinante lo attraversò. Non c'è fretta, si

disse, un dottore potrà sempre inciderla e toglierne il veleno, ma ci credeva solo in parte. Karma. E se

peggiorerà sarà sempre questione di karma. Era così assorto che non sentì un ninja scivolare oltre lo steccato e

assalirlo alle spalle. Benché fossero soltanto le otto era già uscito incontro al postale, che arrivava ogni quindici

giorni alle prime luci dell'alba, a ritirare la posta, i dispacci e gli ultimi giornali, che il mio assistente cinese

stava già ammucchiando su un carretto. Tutto il braccio sembrava pulsare e Ori sapeva di avere un bisogno
immediato dell'intervento di un dottore. “Ma se non sono nemmeno fidanzati, per Dio! Ripetilo un'altra volta,

fai altre insinuazioni sul conto di Angélique e te la faccio vedere io!”

“Per Geova che saltella, stai forse insinuando che ce ne sia già uno in pentola?” “Oh be', vedete...” E adesso

Struan stava dicendo le stesse parole mentre le lacrime scendevano copiose e la sua tristezza era sincera. Povero

Malcolm che aveva perso il padre. E' gentile con me, tanto gentile. Povero Malcom che cerca di essere

coraggioso. Non importa, presto starà meglio, e poi adesso è molto più facile stare nella sua stanza, adesso che

non c'è più quell'odore, che non c'è quasi più odore. Lo spettro improvviso di suo padre le venne alla mente:

“Non dimenticare che questo Malcolm erediterà tutto molto presto, navi e potere e...”. Tutte le volte che ti

scriverò aggiungerò P.S.: Ti voglio bene. Tu farai lo stesso, sempre, senza fallo. Ma quando non ci sarà la scritta

P.S.: Ti voglio bene, vorrà dire che la lettera contiene informazioni importanti e segrete che io voglio farti

pervenire o che tu vuoi fare pervenire a me e a nessun altro. Guarda bene!” Accese alcuni fiammiferi e vi

avvicinò fin quasi a bruciacchiarlo un foglio che aveva preparato. Come per miracolo comparve un messaggio

nascosto: Buon compleanno. Sotto il tuo cuscino c'è un assegno di diecimila sterline. E' un segreto, spendile

bene. Quand'ebbero finito di lavarlo gli infilarono una camicia da notte pulita e inamidata. L'ammiraglio aprì la

lettera. Indossava una lunga camicia da notte di flanella e un berretto con le nappe. “Si, mamma, lo prometto.”

“Forse, quando sarai guarito... e soltanto se mi obbedirai senza mai discutere, se avrai cura di me...” Un altro

irresistibile sorriso. “Forse si, monsieur Struan, ma prima dobbiamo conoscerci, poi dobbiamo fidanzarci e poi,

monsieur le tai-pan de la Noble Maison, perchè no?” “Non m'importa. Ha ucciso maman, l'ha uccisa!”

Grazie a Dio niente ha mai toccato mamma, né le epidemie o le febbri, né il passare degli anni o l'aria

insalubre. “Lasciatemi il giornale, Jamie, esaminate la posta e poi tornate per decidere come organizzarci prima

della mia partenza.” Un rumore improvviso li fece voltare verso la porta semiaperta. Sulla soglia c'era
Angélique, avvolta in un'elegante vestaglia. Aprì una porta senza far rumore e sbirciò all'interno. La guerra è

cambiata in modo drastico ormai, con i fucili a retrocarica, le mitragliatrici e i cannoni portatili. Era un uomo

piccolo e pienotto Gabriel Nettlesmith, con gli abiti stazzonati che puzzavano lontano un miglio d'inchiostro e

sporcizia e dei sigari che fumava senza sosta. “Camminando. Mi hanno lasciato passare in mezzo senza dire

neanche una parola, mi hanno lasciato passare e basta. Non mi vergogno di dirvi che ero spaventato a morte;

sono ovunque eccetto dentro la Legazione e sul molo.” La sentinella davanti alla porta della cabina salutò.

“Buongiorno signore!” “Ciao, chèri” salutò. “Mi sembrava di aver sentito delle voci. Come stai oggi?

Buongiorno, Jamie. Alle prime luci Phillip Tyrer si affrettava verso la banchina seguito da due highlander, un

sergente e un soldato semplice.

“Ayeeyah.” Ah Tok era la amah personale di Struan e si prendeva cura di lui fin da quando era nato. “Ce

l'aspettavamo, sì.” Era un uomo piccolo e pienotto Gabriel Nettlesmith, con gli abiti stazzonati che puzzavano

lontano un miglio d'inchiostro e sporcizia e dei sigari che fumava senza sosta. Benché fossero soltanto le otto

era già uscito incontro al postale, che arrivava ogni quindici giorni alle prime luci dell'alba, a ritirare la posta, i

dispacci e gli ultimi giornali, che il mio assistente cinese stava già ammucchiando su un carretto. “Mi devi un

tael d'argento per le medicine.“ “Sì.” Ori si sforzò di sorridere e indicò tra i cespugli il samurai con l'arco e una

freccia avvelenata già incoccata. “Ma tocca a lui fare la guardia, non a me.” “Quando avrai fatto il bagno ti

sentirai meglio e potremo parlare. Il tuo onorabile padre era in ritardo per il suo appuntamento con gli dei.  

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