Quand'ebbero finito di lavarlo gli infilarono una camicia da notte pulita e inamidata. “Brutte notizie.”
Malcolm sorseggiò il tè. Era molto buono. Per alcuni lunghi secondi lei non parlò, poi con tutta la tenerezza di
cui era capace disse: “Prenderò seriamente in considerazione la proposta, ma prima mi devi promettere di
guarire in fretta”. “Con... ehm... i saluti di sir William, signore.” “E se vuoi discutere ancora ti ricorderò che ti
ho già anticipato lo stipendio di sei mesi per le spese del funerale di tua nonna, il suo secondo funerale a voler
essere precisi.” Uno dei servitori ridacchiò ma Ah Tok finse di non vederlo. “Se lo dici tu, tai-pan.” Usò il titolo
con delicatezza perchè era la prima volta che si rivolgeva a lui in quel modo, e intanto non lo perdeva d'occhio.
“Buon Dio, Phillip, due uomini sono più che sufficienti” gli aveva detto sir William.
“Non ci voglio pensare. Né... né al resto.” Si asciugò gli occhi. “Raccontami tutto.” “Cosa farai una volta
laggiù?” Con fermezza Malcolm rispose: “Sono l'erede. Sono il tai-pan”. Giovedì, 18 settembre “Il patrimonio
degli shishi deve essere protetto, e tu mi fornisci spesso delle ottime idee.” Ori accettò il complimento con un
inchino. “Là” disse con aria scherzosa facendosi aria con un fazzoletto. “Si, vi sposerò monsieur Struan, ma
soltanto se voi...” esitò prima di aggiungere: “soltanto se vi riprenderete in fretta, se mi obbedirete senza mai
discutere, se avrete teneramente cura di me, se il vostro amore per me non avrà limiti, se costruirete un castello
sul picco di Hong Kong e un palazzo sugli Champs Elysées, se allestirete un bastimento come letto nuziale, una
stanza per i bambini tutta d'oro, e ci troverete una proprietà in campagna di un milione di ettari!”. “Non ho
ancora controllato tutto ma... ecco...” Preoccupato per l'improvviso pallore di Struan, MeFay gli tese l'Hong
“Si dice che sulla nave fossero sempre avvinti come l'edera... non che io lo condanni, se è per questo. “Meglio
farsi dare un'occhiata, neh?“ Autoritaria e dispotica, aveva occhi solo per lui e ignorava Angélique con
ostentazione. Era una donna di cinquantasei anni, tarchiata e robusta, indossava il tradizionale camiciotto bianco
con i pantaloni neri. La lunga treccia che le scendeva sulle spalle significava che aveva scelto di essere amah e
di restare casta per non correre il rischio di avere dei figli propri che la distogliessero dal suo primo dovere.
“Suoneranno le campane nuziali, per Dio!” disse qualcuno. Ori sedeva sulla veranda di una delle casette con il
kimono arrotolato intorno alla vita. “E' morto papà.” La sua tristezza la commosse. Non le era difficile
piangere; riusciva a farlo a comando, fin dall'infanzia, poiché aveva imparato molto presto quale effetto
facessero le lacrime sugli adulti, soprattutto sugli zii. E per provocarle le bastava pensare alla madre morta
dando alla luce suo fratello. “E' morto papà.” La sua tristezza la commosse. Non le era difficile piangere;
riusciva a farlo a comando, fin dall'infanzia, poiché aveva imparato molto presto quale effetto facessero le
lacrime sugli adulti, soprattutto sugli zii. E per provocarle le bastava pensare alla madre morta dando alla luce
suo fratello. La tua devota madre.” “Quelle non contano, per Dio, io parlavo di un vero matrimonio in chiesa e
Ori trattenne il respiro e strinse i denti quando la mano di Hiraga gli afferrò la spalla. Le lacrime gli rigarono le
guance ma non emise neppure un gemito. “Bene.” Hiraga salutò la sentinella e rabbonito si sfilò la maschera.
“Oh, mamma, c'è davvero? Ci sono davvero le diecimila sterline? “Salve Phillip!” Marlowe era l'ufficiale di
guardia sul ponte. “Che cosa diavolo succede?” Grazie a Dio niente ha mai toccato mamma, né le epidemie o le
febbri, né il passare degli anni o l'aria insalubre. “E' triste... ma... tai-pan della Nobil Casa, però, posso essere la
prima a congratularmi?” Gli fece una riverenza degna di un re e tornò a sedersi compiaciuta di se stessa.
Giardini ben tenuti circondavano l'ambiente principale e le casette sopraelevate a una stanza, riservate agli
ospiti di riguardo desiderosi di solitudine. “Per Geova che saltella, stai forse insinuando che ce ne sia già uno in
pentola?” In quanto al Messico, adesso che è chiaro che quell'arraffone di Napoleone Terzo è deciso a farne un
dominio francese, abbiamo richiamato il nostro esercito. Carestie e sommosse in tutta Europa.” McFay esitò.
“Desiderate qualcosa?” † “Il barbiere sta arrivando, signore, la vostra uniforme è stirata, la colazione sarà
pronta nel momento in cui siederete a tavola, il porridge è bello caldo!” Lo sguardo di Ketterer si posò su
Marlowe e Tyrer. “Che cosa diavolo state aspettando voi due?” (Se ciò accadrà farò issare uno stendardo
azzurro e cercherò di tenervi informato sugli sviluppi.) Qualora la Bakufu non si presentasse aspetterò un altro
giorno o due e poi mi troverò costretto a ordinare una ignominiosa ritirata. Nel frattempo se vedrete la bandiera
ammainata significherà che siamo stati sopraffatti. Prendete qualsiasi decisione vi sembrerà appropriata. Resto,
signore, il vostro obbediente servitore. Poi spronò i due che lo lavavano con cura e attenzione: “Sbrigatevi col
vostro lavoro. Mio figlio il tai-pan deve sopportare la vostra presenza tutto il giorno?”. Gli tese la lettera.
“Dipende dal numero di uomini che seguono il corteo” rispose un samurai mori, “se l'incontro dai gai-jin avrà
luogo.” “Come vi sentite quest'oggi?” Struan lo guardò con quegli occhi azzurri sprofondati in due occhiaie
profonde e scure. L'ammiraglio rilesse la lettera una seconda volta e poi in tono secco disse. “Signor Marlowe,
chiedete al capitano e al generale di venire subito da me. Inviate a tutte le navi il seguente messaggio: “Recarsi
immediatamente sui luoghi di combattimento. Tutti i capitani a rapporto sull'ammiraglia a mezzogiorno”. “Si,
mamma, lo prometto.” Aprì una porta senza far rumore e sbirciò all'interno. “Grazie” disse Struan rinfrescato. I
servi si inchinarono rispettosamente e scomparvero. Prima di andare a dormire McFay si era affacciato nella
stanza di Malcolm per dargli un'occhiata e l'aveva trovato profondamente addormentato. Angélique
sonnecchiava su una poltrona accanto al letto. “Tornerò dopo, chèri.” Struan si limitò ad annuire con un sorriso
e poi tornò a fissare assorto la lettera. Vorresti sposarmi?” Angélique ebbe un tuffo al cuore. Arrossendo cercò
d'essere prudente, di non precipitare le cose; si chiedeva se fosse meglio adeguarsi alla serietà di Malcolm o
“Ma signore, non credete...” “E' la casa offrirà da bere a tutti” gridò un altro. “Benone, avremo un matrimonio
tutto nostro all'Insediamento, il nostro primo matrimonio.” “Dove la vuoi la candela, figlio?” Lui indicò il
comodino. “Io lo odio.” Restarono a guardarlo bruciare in silenzio. Schiacciò poi le ceneri sotto il piede
calzato in un minuscolo stivaletto. “Quando sarai tai-pan non ti dovrai fidare di nessuno” disse. E
inspiegabilmente aggiunse: “Nemmeno di me”. “Si rimetterà in piedi prima che ve ne accorgiate” intervenne il
dottor Babcott. Quattro anni prima, in occasione del suo sedicesimo compleanno, la madre l'aveva portato sul
picco per parlargli: “Ormai sei abbastanza grande per venire a conoscenza di alcuni segreti della Nobil Casa.
“Scusa, Hiraga-san, ma sei proprio certo che si trattasse del principe Yoshi?” chiese uno dei samurai mori.
“Salve John, dov'è l'ammiraglio? Un dispaccio urgente da sir William. La Legazione è circondata da migliaia
di bastardi musi gialli.” Nessuno lo molestò né sembrò rendersi conto della sua presenza; ricevette soltanto
qualche occhiata distratta e veloce. Il mare era di fronte a lui. Accelerò il passo. “Alt, chi va là, o vi faccio
saltare le cervella” minacciò una voce nell'ombra. Tyrer si fermò di scatto. “Brutte notizie, figlio” disse. Le
novità si erano già diffuse nella comunità cinese. Sospirò con gravità. Struan era immerso in un bagno di
sudore. Lo sforzo era troppo grande per lui e troppo doloroso, e per di più l'unico risultato che ottenne fu
qualche goccia di urina piena di sangue. “Allora Jamie, che cattive notizie mi portate?” “Non c'è molto da dire.
Papà è morto. I funerali si sono svolti tre giorni fa e io devo tornare subito a Hong Kong.” “Come vi sentite
quest'oggi?” Struan lo guardò con quegli occhi azzurri sprofondati in due occhiaie profonde e scure. “Ecco,
monsieur, ma non beffatevi di questa giovane fanciulla indifesa.” Norbert Greyforth della Brock and Sons,
principale rivale della Struan, osservava con il cannocchiale McFay, a un centinaio di metri dalla riva. McFay si
rese conto d'essere spiato ma non se ne curò. “con grande tristezza ti comunico che tuo padre è morto e che
“Salve John, dov'è l'ammiraglio? Un dispaccio urgente da sir William. La Legazione è circondata da migliaia
di bastardi musi gialli.” “Ma avevamo deciso che non era sicuro.” L'ammiraglio stava già gridando verso la
porta chiusa. “Ne abbiamo avuti già molti, Charlie; dimentichi le nostre musume?” Ciò nonostante disse:
“Parlatene con il capitano. Convincetelo a tornare direttamente a Hong Kong. Che altro c'era nella posta?”.
“Ecco, monsieur, ma non beffatevi di questa giovane fanciulla indifesa.” Nemmeno le infusioni di quella
preziosa corteccia di china che il nonno aveva portato dal Perù erano servite a curarlo. Comunque avevano
impedito che la febbre lo uccidesse, e che uccidesse anche altri. Ma non aveva salvato la piccola Mary, morta a
quattro anni. “Si, mamma, lo prometto.” “Scusate, signore.” Tyrer si affrettò a salire a bordo della lancia e
venne portato a remi fino all'ammiraglia. Era così felice d'essere sfuggito alla trappola della Legazione che
sarebbe scoppiato a piangere volentieri. Incitò i marinai a remare di buona lena e sali sulla scaletta
dell'ammiraglia due gradini alla volta. Per la prima volta nella sua vita era furente verso la madre.