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Quando svoltò l'angolo vide Norbert e Gornt in piedi nella Terra di Nessuno, in attesa sul luogo
dell'appuntamento, e notò, senza tuttavia provare alcun interesse, la piccola borsa che Gornt teneva in una mano
e che certamente conteneva le due pistole sulle quali si erano accordati. Tempismo perfetto, colpo perfetto, alibi
perfetto. Quella rissa poteva forse tornargli utile? si domandò valutando tutte le possibilità mentre aspettava di
vedere quale sarebbe stata la prossima mossa di Jamie. “Io sono responsabile.” “Jamie, vi sentite meglio?
Bene. George Babcott mi ha fatto il suo rapporto.” E gli raccontò ciò che aveva saputo a proposito del corpo di
Malcolm. “Che cosa ne pensate?” “Io torno a terra, Angélique, a terra. Capite? E' ... è meglio dirlo a sir
William, capite?” Vide che la ragazza annuiva e la sfiorò con una carezza paterna. Nel corridoio disse a
Strongbow: “Metti la bandiera a mezz'asta, tieni tutti gli uomini a bordo, gli ordini precedenti sono annullati.
Tornerò appena possibile. La cosa migliore da fare è non toccare niente fino all'arrivo di Hoag o di Babcott”.
“D'accordo, fate come ritenete meglio.” Sir William cercò di distogliere la mente da quella macabra faccenda;
gli sembrava particolarmente sgradevole anche perchè detestava trovarsi troppo vicino a un dottore, qualsiasi
dottore: per quanto zelo mettessero nella pulizia personale avevano sempre gli abiti macchiati di sangue e un
lieve odore di acido fenico o di qualche altra sostanza chimica. “Povero giovane. “Jamie McFay è appena
arrivato, signore, e c'è una delegazione che propone di fare di questa giornata il “Giorno dell'Angelo”, una
giornata di lutto.”
“No, ma... oh, ecco, suppongo che sia la soluzione migliore. Come sta?” “Non ho timori.” “D'accordo, fate
come ritenete meglio.” Sir William cercò di distogliere la mente da quella macabra faccenda; gli sembrava
particolarmente sgradevole anche perchè detestava trovarsi troppo vicino a un dottore, qualsiasi dottore: per
quanto zelo mettessero nella pulizia personale avevano sempre gli abiti macchiati di sangue e un lieve odore di
acido fenico o di qualche altra sostanza chimica. “Povero giovane. “L'unica cosa di cui voi siete responsabile è
la gioia dei suoi ultimi mesi di vita. Vi amava, non è vero?” “Non piangete, Angélique” le disse Hoag in tono
tenero e dolce, ogni fibra concentrata a cogliere i primi segnali di un eventuale disastro, “va tutto bene, la vita
continua e voi state bene ora, davvero.” Le stringeva una mano. Lei si asciugò le lacrime con un fazzoletto. Ma
come, in nome di Dio? “Nel mio appartamento.” Il suo tono era incolore, gli occhi inespressivi. La
preoccupazione di Hoag aumentò. “Sapete che cosa è accaduto?” Jamie restò a guardarlo ansimando mentre
Gornt si aspettava di vedergli finire il nemico con un calcio ben assestato all'inguine e uno alla testa e poi
magari anche con un bel colpo dato con il tacco della scarpa in modo da rovinargli per sempre i lineamenti. “Sì,
ma è morto e...” Si controllò per non aggiungere Come è morto l'altro uomo, di cui non conosco il nome, che
però è morto e mi amava e adesso anche Makolm e... Avrebbe voluto stringerla tra le braccia e tranquillizzarla e
convincerla a dormire ma non lo fece perchè riteneva che fosse troppo presto.
“Malcolm è morto.” “Ben fatto. “George dice che farà l'autopsia quest'oggi e firmerà il certificato di morte
che io avrò domani. Il veliero potrebbe salpare domani, l'unico problema è Angélique: potrà già viaggiare?” Sir
William lo scrutò con attenzione: “Che cosa ne pensate?”. “Bene, non mi piacerebbe perdervi. Sull'anima mia,
non riesco a immaginare la Nobil Casa senza di voi.” “L'incontro varrà qualsiasi cifra.” “Metà prima e metà a
incontro avvenuto. Il mio informatore mi ha anche detto, e gratuitamente, che il tairò Anjo è ammalato e che
potrebbe non arrivare alla fine dell'anno. Mercoledì, 10 dicembre “No, ma... oh, ecco, suppongo che sia la
soluzione migliore. Come sta?” Se lo acchiappi al volo fai un buon colpo, vinci il piatto. E non puoi perdere se
la sorte è davvero dalla tua parte perchè il tempismo è perfetto. “Sì, ecco, non ho proprio bisogno di conoscere i
tua unica sorella e della sua famiglia, e tuo padre ha fatto lo stesso con la sua unica figlia, mentre io, tuo unico
figlio, e nemesi, la proteggo e l'aiuto a rovinare te. “Sì, ve ne prego.” André uscì e chiuse la porta. “Che cosa
diamine gli ha preso!” chiese Vervene tirando su col naso. Rallegrandosi Hoag aprì la porta; sebbene la voce di
Angélique fosse fievole non v'era traccia di nessuna sotterranea isteria e la luce nei suoi occhi era buona, il volto
non più gonfio a causa delle lacrime e il polso fermo a novantotto pulsazioni al minuto, finalmente non più
irregolare come prima. Dopo una quindicina di metri incespicò in una radice sporgente, cadde imprecando e
rimase immobile, sulle mani e sulle ginocchia, dimentico di tutto, esausto, distrutto dal dolore. Era fiero di aver
previsto ciò che Norbert era stato in procinto di fare e di aver rischiato il tutto per tutto. “Sì. Ne terremo conto.
Una volta rimasto solo, Gornt sospirò di sollievo compiaciuto di sé. “In stato di shock, è naturale. Le abbiamo
dato dei sedativi. Sono terribilmente dispiaciuto per lei, qui ha avuto la vita difficile: prima la Tokaidò, poi quel
delinquente ronin e adesso... Una grande sfortuna, la peggiore che potesse toccarle. La ferita è profonda.” “Io
sono responsabile.” Durante la notte, mentre dormiva, senza soffrire e senza rendersene conto, in caso contrario
i suoi contorcimenti avrebbero svegliato Angélique, la vita gli è scivolata via. Farò un'autopsia, devo farla per
compilare il certificato di morte”. Quando svoltò l'angolo vide Norbert e Gornt in piedi nella Terra di Nessuno,
in attesa sul luogo dell'appuntamento, e notò, senza tuttavia provare alcun interesse, la piccola borsa che Gornt
teneva in una mano e che certamente conteneva le due pistole sulle quali si erano accordati. “Bene, vi ringrazio,
tenetemi aggiornato sul conto di Angélique e non dimenticate la cena di questa sera. E il nostro bridge?” “Se la
portato Angélique alla Legazione francese, siamo tornati insieme a terra... non voleva rientrare nel palazzo
Struan.” “Questa è la mia casa, qui o in Cina” rispose McFay con semplicità. “In qualche modo riuscirò ad
aprire una società per conto mio.” “Ditelo! Dannazione, ditelo!” Questo è sicuro!” Oh, sì, certo, la rappresaglia
poi si abbatterà su di loro con grandi perdite di vite ma nel frattempo io avrò fallito nel mio incarico e saremo
tutti morti, e questo è un pensiero davvero irritante. Se soltanto Ketterer non avesse una mentalità così ristretta!
Come diavolo faccio a piegare quell'ostinato bastardo alla mia volontà? “Malcolm è morto.” La morte di
Malcolm non gli faceva alcun piacere. Era una eventualità che non aveva nemmeno preso in considerazione,
non per quel giorno almeno. Adesso doveva riorganizzare il suo piano, e in gran fretta. “Spero di no, ma non si
può mai dire. “Il perchè non importa, non in questo momento. Sarà ovviamente Angélique ad andare, la nostra
signora Struan, e il dottor Hoag. Avete saputo che ha cambiato idea e ha deciso di tornare nel palazzo e di
“In stato di shock, è naturale. Le abbiamo dato dei sedativi. Sono terribilmente dispiaciuto per lei, qui ha avuto
la vita difficile: prima la Tokaidò, poi quel delinquente ronin e adesso... Una grande sfortuna, la peggiore che
potesse toccarle. La ferita è profonda.” Allungò una mano e prese l'ultima fetta di un formaggio Brie che era
arrivato impacchettato nel ghiaccio e a un prezzo esorbitante, con l'ultimo postale. “Siate paziente con il
poverino, Vervene, capito?” Ogni giorno si aspettava di vedere i primi segni della malattia, ma ancora non era
comparso niente; anzi André sembrava ringiovanito e aveva perduto quell'espressione tormentata. Sospirò.
Conosceva soltanto una risposta: innanzitutto devi riappacificarti con lui! Tutto era accaduto nel giro di pochi
secondi. In bocca aveva il sapore della bile e del sangue. Sputò. Erano anni che desiderava umiliare Norbert e
finalmente ci era riuscito, una volta per sempre... e aveva anche vendicato Malcolm che era stato
deliberatamente provocato. McFay non aveva incontrato anima viva eccetto qualche ubriaco rannicchiato a
russare nell'angolo, di una baracca o sbracato su una panchina o sulla nuda terra. Perlomeno questo era ciò che
lui avrebbe fatto poiché non era degno di un gentiluomo tirare fuori un coltello né schernire la morte di
McFay si girò, fissò sbigottito l'arma puntata contro di lui mentre Norbert alzava il cane, ma Gornt con un altro
grido gli colpi il braccio deviando lo sparo verso l'alto, poi, dando la schiena a McFay, coprì la pistola con il
proprio corpo e afferrandola con entrambe le mani, con forza sorprendente, simulò una momentanea lotta con
Norbert per il possesso dell'arma. Karma? “Io neppure.” Sir William raddrizzò il colletto della camicia. Come
sempre il suo ufficio era freddo, il fuoco nel camino bruciava a stento e gli spifferi che passavano dai vecchi
infissi delle finestre molto forti. In bocca aveva il sapore della bile e del sangue. Sputò. Erano anni che
desiderava umiliare Norbert e finalmente ci era riuscito, una volta per sempre... e aveva anche vendicato
Malcolm che era stato deliberatamente provocato. “Per sparare qualche colpo a salve in modo da impressionare
i nativi, ma non ho mai detto che avrei cannoneggiato Edo, e per l'ultima volta vi ripeto che non lo farò fino a
quando non mi mostrerete l'ordine scritto e approvato dall'ammiragliato. Buona...” Spaventato, balzò in piedi.
Strongbow lo stava fissando perplesso. “Sì, lo siete, è vero” aveva gridato l'ammiraglio paonazzo, “ma non
avete il comando delle mie navi e fino a quando non riceverò ordini che dicano il contrario, approvati
dall'ammiragliato, farò della mia flotta soltanto ciò che riterrò più opportuno. Buonanotte!” “Jamie!” gridò
Gornt per avvertirlo. Gornt si allontanò di qualche passo e accese un sigaro. Scrutò la Terra di Nessuno ancora