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La tua devota madre.

Ci saranno sempre segreti per noi. Di alcuni tuo padre e io non ti metteremo e conoscenza fino a quando non

sarai diventato tai-pan. Io ne terrò per me alcuni che non racconterò a tuo padre e altri che non racconterò a te.

“Salve John, dov'è l'ammiraglio? Un dispaccio urgente da sir William. La Legazione è circondata da migliaia di

bastardi musi gialli.” Poi spronò i due che lo lavavano con cura e attenzione: “Sbrigatevi col vostro lavoro. Mio

figlio il tai-pan deve sopportare la vostra presenza tutto il giorno?”. “Ah Tok, chiudi la sua porta senza far

rumore.” La donna obbedì. Avvicinandosi alla camera comunicante sentì il fruscio delle vesti della ragazza.

Decise che avrebbe vigilato su quella straniera. Una diavolessa nasuta, una puttana brutta come un rospo con

una porta di giada così affamata che una persona civilizzata può quasi sentirla salivare... “Ma Angélique”

rispondeva sempre la zia in tono piagnucoloso, “il piccolo Gerard è il tuo unico fratello, non ne avrai mai un

altro nemmeno se quel buono a nulla di tuo padre si risposasse, perchè in questo caso sarebbe soltanto un

fratellastro. “No, grazie. Entra, siediti pure. Sei magnifica. Hai dormito bene?” Appoggiò con mano tremante il

foglio sulla fiamma nuda e lo guardò bruciare, poi polverizzò le ceneri, spense la candela e la scagliò sul

pavimento, si riadagiò in preda a una forte nausea, con il cuore in tumulto. Come osa indagare sul conto di

Angélique e della sua famiglia senza chiedermelo! Poi spronò i due che lo lavavano con cura e attenzione:

“Sbrigatevi col vostro lavoro. Mio figlio il tai-pan deve sopportare la vostra presenza tutto il giorno?”. Erano

stati quasi sempre tempi difficili per Culum Struan, soprattutto a causa dell'alcol, che usava come medicamento

contro le insopportabili emicranie e gli attacchi della malattia di Happy Valley, la malaria, quella misteriosa

febbre assassina che aveva decimato la prima popolazione di Hong Kong e che adesso qualche volta veniva

tenuta sotto controllo dall'estratto di una corteccia, il chinino.


Tutto il resto te lo racconterò a voce. Grazie a Dio ha finito di soffrire, ma sono stati i Brock, il mio

stramaledetto padre e mio fratello Morgan, che non ci danno pace e gli hanno fatto venire quei colpi... “Sì.”

“Si, mi dispiace. Avete sentito il segnale?” Quando veniva avvistato il postale la tradizione voleva che il

capitano del porto sparasse un colpo di cannone per avvisare l'Insediamento. Era una procedura seguita in tutto

il mondo, ovunque vi fosse un insediamento britannico. Per un attimo Malcolm smise di leggere inviperito.

Presto ci sarà una resa dei conti, promise a se stesso prima di riprendere la lettura: L'ultimo è stato appena dopo

la tua partenza, quando abbiamo scoperto troppo tardi i dettagli della manovra segreta delle Hawaii contro di

noi. Jamie è al corrente di qualche dettaglio. Hiraga prese stancamente posto. “Ora, Malcolm, leggi la lettera di

tua madre per favore e io resterò seduta qui accanto a te.” “E il braccio?” La tua devota madre.”

“Sì.” Tutti, ad eccezione di un gruppo di shishi intenti ad armarsi. Signor Tyrer, fate colazione e poi tenetevi

pronto a tornare con la mia risposta alla Legazione entro pochi minuti”. “Gli altri sono pronti, Ori?” Gli diede

un altro bacio lieve, ma questa volta sulle labbra, pieno di promesse. “Non ho ancora controllato tutto ma...

ecco...” Preoccupato per l'improvviso pallore di Struan, MeFay gli tese l'Hong Kong Observer a malincuore.

Una scazzottata tra ubriachi e qualche bottiglia rotta, poi i due uomini erano stati allontanati dal circolo dove

avevano fatto ritorno un'ora dopo accolti da un chiassoso benvenuto. Poi spronò i due che lo lavavano con cura

e attenzione: “Sbrigatevi col vostro lavoro. Mio figlio il tai-pan deve sopportare la vostra presenza tutto il

giorno?”.

“Non m'importa. Ha ucciso maman, l'ha uccisa!”Capitolo 11 “Ce l'aspettavamo, sì.” “Eh? Ti fanno male gli

occhi, figlio?” “Ne abbiamo avuti già molti, Charlie; dimentichi le nostre musume?” Ritengo che sia per voi

assai meglio evitare di presenziare all'incontro odierno insieme al generale e ai ministri. Siamo completamente

circondati da centinaia, per non dire migliaia, di samurai armati fino ai denti. “Stento a credere che un uomo
come il principe Yoshi corra il rischio di uscire dal castello scortato da poche guardie soltanto per incontrare

qualche puzzolente gai-jin, anche se travestito. E' troppo intelligente, e di certo sa di essere nell'obiettivo degli

shishi subito dopo lo shògun e prima del traditore Anjo.” “Lasciatemi il giornale, Jamie, esaminate la posta e

poi tornate per decidere come organizzarci prima della mia partenza.” Un rumore improvviso li fece voltare

verso la porta semiaperta. Sulla soglia c'era Angélique, avvolta in un'elegante vestaglia. Ritengo che sia per voi

assai meglio evitare di presenziare all'incontro odierno insieme al generale e ai ministri. Siamo completamente

circondati da centinaia, per non dire migliaia, di samurai armati fino ai denti.

Capitolo 11 “Grazie.” “Buongiorno Jamie” disse Malcolm Struan dal letto. Ora Struan protese la lettera della

madre verso la fiamma della candela. Le parole comparvero nitide: “Per carità” rispose morto di paura, “chi

diavolo pensi che sia? Sono io, Phillip Tyrer, con un messaggio urgente per l'ammiraglio e per il generale.”

La posta dall'Inghilterra arrivava in otto, dodici settimane, tempo e pirati permettendo. E il giorno dell'arrivo del

postale era sempre denso di aspettative, bello o tremendo ma sempre atteso con ansia. “Scusa, Hiraga-san, ma

sei proprio certo che si trattasse del principe Yoshi?” chiese uno dei samurai mori.

“Brutte notizie, figlio” disse. Le novità si erano già diffuse nella comunità cinese. I due servitori cantonesi che

l'avevano seguita nella stanza portavano asciugamani e acqua calda per lavare Struan. Ah Tok ordinò loro di

chiudere la porta. “La padrona vuole guardare?” chiese indicando Angélique. I due servitori cantonesi che

l'avevano seguita nella stanza portavano asciugamani e acqua calda per lavare Struan. Ah Tok ordinò loro di

chiudere la porta. “La padrona vuole guardare?” chiese indicando Angélique. “Si dice che sulla nave fossero

sempre avvinti come l'edera... non che io lo condanni, se è per questo. “Scusate, signore.” Tyrer si affrettò a

salire a bordo della lancia e venne portato a remi fino all'ammiraglia. Era così felice d'essere sfuggito alla

trappola della Legazione che sarebbe scoppiato a piangere volentieri. Incitò i marinai a remare di buona lena e
sali sulla scaletta dell'ammiraglia due gradini alla volta. “Se? Il principe Yoshi potrebbe escogitare uno

stratagemma?” “Ma signore, non credete...” † “E' tutto? Nessun postscriptum?” Inciampò in un uomo

addormentato, evitò un gruppo di marinai vocianti che in preda ai fumi dell'alcool non riuscivano più a trovare

la loro nave, imboccò di corsa i gradini che conducevano al grande ingresso del palazzo, poi percorse le scale

fino al pianerottolo e infine il corridoio che correva lungo il magazzino finendo nell'appartamento di Malcolm.

Sentì un tuffo al cuore: Mercanteggiare con lei era d'obbligo. Appoggiò con mano tremante il foglio sulla

fiamma nuda e lo guardò bruciare, poi polverizzò le ceneri, spense la candela e la scagliò sul pavimento, si

riadagiò in preda a una forte nausea, con il cuore in tumulto. Come osa indagare sul conto di Angélique e della

sua famiglia senza chiedermelo! Hiraga annuì soddisfatto e gli sorrise facendo nel frattempo un cenno a uno dei

suoi compatrioti. “Quando la casa si sveglia, di' alla mama-san che deve trovare in gran segreto e in gran fretta

un dottore per Ori.” “Stento a credere che un uomo come il principe Yoshi corra il rischio di uscire dal castello

scortato da poche guardie soltanto per incontrare qualche puzzolente gai-jin, anche se travestito. E' troppo

intelligente, e di certo sa di essere nell'obiettivo degli shishi subito dopo lo shògun e prima del traditore Anjo.”

“Io, lo farei se fossi in lui. Lo chiamano la Volpe.” “Sii seria, Angélique, ascoltami. Io non scherzo!” “Sì.” Ori

si sforzò di sorridere e indicò tra i cespugli il samurai con l'arco e una freccia avvelenata già incoccata. “Ma

tocca a lui fare la guardia, non a me.” Intanto a Yokohama la lancia della Struan, l'unica barca a motore di quel

Porto, beccheggiava davanti al molo. Jamie McFay, ne scese agilmente e, percorsa la banchina di buon passo, si

diresse verso l'edificio a due piani che dominava High Street.

“Sii seria, Angélique, ascoltami. Io non scherzo!” “Eh? Ti fanno male gli occhi, figlio?” Nemmeno le

infusioni di quella preziosa corteccia di china che il nonno aveva portato dal Perù erano servite a curarlo.

Comunque avevano impedito che la febbre lo uccidesse, e che uccidesse anche altri. Ma non aveva salvato la
piccola Mary, morta a quattro anni. Aprì una porta senza far rumore e sbirciò all'interno. “Forse, quando sarai

guarito... e soltanto se mi obbedirai senza mai discutere, se avrai cura di me...” Un altro irresistibile sorriso.

“Forse si, monsieur Struan, ma prima dobbiamo conoscerci, poi dobbiamo fidanzarci e poi, monsieur le tai-pan

de la Noble Maison, perchè no?” “Gli altri sono pronti, Ori?” “Cristo!” Marlowe lo precedette con ansia lungo

il barcarizzo e a poppa. “Come diavolo avete fatto a uscirne vivo?” “Meglio farsi dare un'occhiata, neh?“

“Lasciatemi il giornale, Jamie, esaminate la posta e poi tornate per decidere come organizzarci prima della mia

partenza.” Un rumore improvviso li fece voltare verso la porta semiaperta. Sulla soglia c'era Angélique, avvolta

in un'elegante vestaglia.

Inciampò in un uomo addormentato, evitò un gruppo di marinai vocianti che in preda ai fumi dell'alcool non

riuscivano più a trovare la loro nave, imboccò di corsa i gradini che conducevano al grande ingresso del palazzo,

poi percorse le scale fino al pianerottolo e infine il corridoio che correva lungo il magazzino finendo

nell'appartamento di Malcolm. “Quando la missione sarà finita.” Sfiorò inavvertitamente con le dita la ferita in

suppurazione e una fitta lancinante lo attraversò. Non c'è fretta, si disse, un dottore potrà sempre inciderla e

toglierne il veleno, ma ci credeva solo in parte. Karma. E se peggiorerà sarà sempre questione di karma. Era così

assorto che non sentì un ninja scivolare oltre lo steccato e assalirlo alle spalle. Per alcuni lunghi secondi lei non

parlò, poi con tutta la tenerezza di cui era capace disse: “Prenderò seriamente in considerazione la proposta, ma

prima mi devi promettere di guarire in fretta”. Autoritaria e dispotica, aveva occhi solo per lui e ignorava

Angélique con ostentazione. Era una donna di cinquantasei anni, tarchiata e robusta, indossava il tradizionale

camiciotto bianco con i pantaloni neri. La lunga treccia che le scendeva sulle spalle significava che aveva scelto

di essere amah e di restare casta per non correre il rischio di avere dei figli propri che la distogliessero dal suo
primo dovere. “Il patrimonio degli shishi deve essere protetto, e tu mi fornisci spesso delle ottime idee.” Ori

accettò il complimento con un inchino.

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