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Se Londra era così qualsiasi cosa sarebbe stata migliore, qualsiasi cosa.

“E' triste che il Figlio Numero Uno Malcolm sia morto in quel modo.” Una fine davvero tragica quella di

Malcolm. Poveretto, ha lavorato tutta la vita per un destino che non avrebbe mai raggiunto, per qualcosa che non

sarebbe mai stato. “No” rispose Hoag fraintendendolo. Gli posò la mano sulla spalla con un gesto affettuoso.

“Siete una brava persona, Settry, se avrete bisogno di me non vi sarà difficile trovarmi. L'India vi piacerà, buona

fortuna!” Si allontanò per salutare Angélique e Gornt. Ciò deve bastare. Sanjiro ignorò la richiesta

considerandola insolente. La settimana seguente lo squadrone al completo salpò con sir William e i suoi uomini

a bordo dell'ammiraglia. Eppure era una postazione vitale per l'Impero perchè era il luogo da cui erano passati

gli invasori mongoli, persiani e russi. Assalito da una oscura premonizione fu costretto ad aggiungere: “Là non

si seppellisce in mare, dottore”. Johnny Twomast rise. “Lo impiccherebbero, sicuro come l'oro. “Sì, dovrei

arrivarvi il mese prossimo.” Il volto poco attraente del dottore si aprì in un sorriso. “Non vedo l'ora, venitemi a

trovare, vi piacerà.” Pallidar disse: “Non è escluso, mi hanno appena comunicato che sono stato trasferito

proprio nell'Hindu Kush, nella zona di frontiera, al passo di Khaiber”.

Sulla banchina il nostromo gridò: “Ultima chiamata per la Belle, tutti a bordo!”. “Grazie.” Jamie si guardò

intorno. La cabina era piccola, con una cuccetta, un tavolo per le carte nautiche e un altro per quattro persone,

ordinata, spartana e adatta al mare, come Johnny Twomast, originario della Norvegia e cugino di Sven Orlov il

gobbo, il capo della flotta Struan dopo Dirk Struan. L'Atlanta Belle, un vapore mercantile di mille tonnellate di

stazza, poteva trasportare quattro passeggeri di prima classe, dieci di seconda e cinquanta di terza oltre a un

carico notevole. “Dove li sistemerai?” “Chi di voi due parla inglese?” “Maureen” chiamò, felice di vederla

sulla banchina. Sebbene ne parlasse con indifferenza, Pallidar odiava l'idea di partire per l'India. Troppi morti in

quell'inferno, troppi assassinii, proiettili vaganti e pugnali che sbucavano dal buio, pozzi avvelenati e nessuna
gloria, soltanto la fatica di combattere e di salvarsi la pelle in un paesaggio di rocce aspre e deserte dove

cresceva solo la morte. “Se ci sono problemi venite da me. Non fate a botte se non nel caso che vi aggrediscano.

Le armi, per, favore.” Con riluttanza Hiraga gli porse le spade avvolte negli stracci. E il Derringer. “Marinaio!”

La porta della cabina si aprì. “Sissignore?” Nella confusione che segui Maureen lo raggiunse. “Phillip, quando

torna Jamie?” “La nave è della Struan, a lei il viaggio non costerebbe niente.” Portava la cartella ufficiale dei

dispacci del governo di Sua Maestà e in tasca aveva la traduzione redatta all'ultimo momento alla quale avrebbe

invece voluto dedicare molta più attenzione. Affrettò il passo. “No, non credo, cara Angélique. E' che, è solo

che...” Maureen esitò ancora, poi esplose: “Oh, Dio, non volevo infastidirvi, ma oggi pomeriggio la sua amante,

l'amante di Jamie, è venuta a trovarmi”.

Kagoshima era rasa al suolo, quasi tutte le batterie erano state danneggiate. Sulla banchina il nostromo gridò:

“Ultima chiamata per la Belle, tutti a bordo!”. Sforzandosi di apparire forte disse: “Di fronte a una circostanza

tanto terribile il mio vecchio era solito... una mia sorella è morta di morbillo a sette anni, era una bambina molto

bella, le volevamo tutti bene... In realtà sono contento se si vedrà un pò d'azione, tutto questo temporeggiare sta

facendo infiammare il collo e le emorroidi del generale.” Fine “No” rispose Hoag fraintendendolo. Gli posò la

mano sulla spalla con un gesto affettuoso. “Siete una brava persona, Settry, se avrete bisogno di me non vi sarà

difficile trovarmi. L'India vi piacerà, buona fortuna!” Si allontanò per salutare Angélique e Gornt. Ciò lo

rasserenò e lo calmò; pensare a lei gli fece ricordare Meikin e il suo ultimo desiderio: “Un bagno e indumenti

puliti. Per favore”.

“No” rispose Hoag fraintendendolo. Gli posò la mano sulla spalla con un gesto affettuoso. “Siete una brava

persona, Settry, se avrete bisogno di me non vi sarà difficile trovarmi. L'India vi piacerà, buona fortuna!” Si

allontanò per salutare Angélique e Gornt. “Che vi abbiano salvato la vita? Ne dubito.” Lo trapassò con lo
sguardo. “Se avete approfittato del tempo di Sua Maestà per trasformarvi in un agente di viaggio credo che mi

dobbiate una spiegazione soddisfacente. Pallidar, presentatevi da me in forze tra un'ora e preparatevi a portare il

mio messaggio con la necessaria durezza, per Dio!” E' così dicendo se ne andò. “Io invece mi sento morire.”

Angélique era confusa. “Dovreste... no, non va bene...” “Di che cosa stavate parlando?” chiese Tyrer. Non gli

era sfuggito l'improvviso cambiamento di umore di Pallidar. Sentì che le lacrime gli solcavano il viso ma non se

ne preoccupò. Si allontanò verso la spiaggia e finalmente solo con le onde e il cielo e la notte si abbandonò al

pensiero di Fujiko e la ricordò con immensa passione, poi sigillò quel ricordo nel segreto del suo cuore.

Angélique agitò il braccio in un ultimo saluto, poi si avvicinò a Maureen che stava aspettando accanto alla

lampada.   “Non accadrà mai.”

Il principe Sanjiro vorrebbe rendervi noto che Satsuma è un'antica potenza marittima che dovrebbe disporre di

una marina pari alla vostra. Il principe è ricco e può pagare in oro o argento o carbone quanto è necessario per

ottenere navi inglesi e istruttori inglesi...”. “Non dimenticartene.” Angélique gli aveva chiesto di dire a Tess che

sperava un giorno di poterla incontrare da amica. “E' importante.” “Lei è perfetta per lui, era tempo che si

sposasse e sarebbe stato bello se avesse avuto qui i suoi bambini.” Gli doleva la testa come mai prima d'allora,

non aveva avuto il tempo di cenare né di pensare a Hiraga e a Fujiko, non si era occupato d'altro che di lavorare.

“Phillip!” Tyrer finse di non sentire e non si voltò, limitandosi a prendere la ricevuta dal commissario. Gli

uomini intorno lo sollecitavano con modi rudi e sbrigativi: “Veloce, per Dio, quanto tempo ti ci vuole... muoviti,

sta arrivando!”. “Imparare cosa? Come fustigare un uomo a morte e vivere in questo letamaio per mesi? Hai

visto come il capitano se ne è andato senza neppure rispondere al nostro inchino? Andiamo... anche se dovessi

tornare a riva a nuoto!” “Mon Dieu, povera cara, che cosa tremenda! Ma... parla inglese?” “E' soltanto una

diceria.”
“'Notte, Maureen” disse Angélique. “Ci vediamo domani.” “Lei è perfetta per lui, era tempo che si sposasse e

sarebbe stato bello se avesse avuto qui i suoi bambini.” Dal giorno del ritorno di Floag i punti essenziali

dell'ultimatum di Tess erano di dominio pubblico e oggetto di appassionate discussioni. “Vi auguro un buon

viaggio. Andrete in India, vero?” “Ma se ci aggrediscono?” Questione di karma. Angélique esitò. “Io

aspetterei di vedere la lancia e poi me ne andrei.” Chiuse la porta. Sforzandosi di apparire forte disse: “Di

fronte a una circostanza tanto terribile il mio vecchio era solito... una mia sorella è morta di morbillo a sette

anni, era una bambina molto bella, le volevamo tutti bene...

Posso esservi di aiuto?” La serata era piacevole. “No, spiacente.” Jamie spiegò che i marinai quando

disubbidivano a un ordine venivano legati al sartiame e fustigati. Inorridito da tanta crudeltà Hiraga riferì la

spiegazione ad Akimoto e poi disse: “Ma, Anjin-sama, tu non hai paura? Che dopo un simile affronto l'uomo,

libero di girare sulla nave, ti uccida?”. Sorrise, felice di averglieli concessi, anche se solo in virtù delle sue

buone maniere. La serata era piacevole. “No, dopo quello che è successo oggi” disse Vargas in tono cupo.

“Penso che... be', preferisco aspettare qui.” Angélique la prese con fermezza per un braccio. “Di che si tratta?

Quasi subito Yoshi fu messo al corrente dell'offerta dalla spia Inejin e ne fu terribilmente dispiaciuto. Non aveva

previsto né immaginato quella mossa che capovolgeva gli equilibri del potere.  

“Consegnale la mia lettera non appena arriverai a Hong Kong.” “Dove? Santo cielo, che vista d'aquila avete,

io la distinguo a stento.” Angélique strinse il braccio di Maureen in modo amichevole. “Sono certa che voi e

Jamie...” Vide che l'altra era impallidita. “Non temete, Maureen, andrà tutto per il meglio, ne sono sicura.”

Angélique era confusa. “Dovreste... no, non va bene...” Sentì che le lacrime gli solcavano il viso ma non se ne

preoccupò. Si allontanò verso la spiaggia e finalmente solo con le onde e il cielo e la notte si abbandonò al

pensiero di Fujiko e la ricordò con immensa passione, poi sigillò quel ricordo nel segreto del suo cuore. “Va
bene, va bene, cosa c'è di tanto urgente?” Mentre il commissario prendeva diligentemente nota sul suo libro del

plico consegnatogli Tyrer lanciò un'occhiata a sir William che, avvicinatosi a una lampada, scorreva il foglio.

Sono armati, Jamie?”. In realtà sono contento se si vedrà un pò d'azione, tutto questo temporeggiare sta facendo

infiammare il collo e le emorroidi del generale.” “Sono vestiti, ma come si possono indossare cose tanto rigide?

Senza le spade mi sento nudo.”

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