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“Posso farvi qualche domanda? Se siete stanca ditemelo senza timore.

Mi dispiace ma è molto importante per


voi, non per me.”

“E stata un'ottima idea! Adesso statemi a sentire...” Nell'alba grigia Jamie McFay si affrettava a lasciare il

molo della Città Ubriaca. “Mon Dieu, è ovvio!” ribatté con irritazione André al posto di Seratard. Quella rissa

poteva forse tornargli utile? si domandò valutando tutte le possibilità mentre aspettava di vedere quale sarebbe

stata la prossima mossa di Jamie. “Quando mi direte che vi rendete conto che il vostro Malcolm è morto ma che

in nessun modo voi ne siete responsabile!” Però non farti ingannare dal diavolo che ti porterà all'inferno perchè

il suo gioco è come quello della sorte ma in un certo senso diverso, e la differenza la riconosci soltanto quando

la vedi...” Karma? “Norbert, sei proprio un bastardo” disse. E si stupì di come suonava sgradevole la sua voce

e di quanto si sentiva male. “Se ti azzardi a dire un'altra volta qualcosa, qualsiasi cosa, contro il mio tai-pan, o a

ridere alle sue spalle, ti faccio a pezzi.” “Quando l'avrete detto. Non è colpa mia!” Lei fissò il suo torturatore

con odio e poi gli gridò: “Colpa mia, non colpa mia, non è colpa mia, siete soddisfatto adesso? Fuori di qui!”.  

“Sissignore?”

Devono comportarsi come persone civili, rispettose delle leggi... intanto il tempo passa e sento che una notte o

l'altra ci tenderanno un agguato e ci daranno fuoco mettendo fine a tutto. “Malcolm è morto.” Gornt sorrise con

una smorfia. Certo il suo patrigno non intendeva parlare di un vero colpo di pistola, tuttavia per lui le cose erano

andate così: il suo dono del destino si chiamava Norbert. “Fatene una copia e mandatela subito a Ketterer.”

“Una tremenda sfortuna. Sì, non c'è dubbio. Dunque adesso passiamo a Norbert: come potete immaginare,

dovremo aprire un'inchiesta.” Tornerete a casa?” Fingendosi stupito e sgomento, Gornt lasciò che il corpo

ricadesse a terra. Gornt sorrise con una smorfia. Certo il suo patrigno non intendeva parlare di un vero colpo di

pistola, tuttavia per lui le cose erano andate così: il suo dono del destino si chiamava Norbert. “Gesù Cristo”

aveva esclamato Jamie, e accasciandosi su una sedia si era abbandonato a un'interminabile sequela di
imprecazioni, incapace di accettare la realtà. Malcolm? “Che cosa diavolo faccio adesso?” si chiese disperato.

“Nel mio appartamento.” Il suo tono era incolore, gli occhi inespressivi. La preoccupazione di Hoag aumentò.

“Sapete che cosa è accaduto?”

Dopo una quindicina di metri incespicò in una radice sporgente, cadde imprecando e rimase immobile, sulle

mani e sulle ginocchia, dimentico di tutto, esausto, distrutto dal dolore. “Fatelo entrare, per Dio! George,

buongiorno, che cosa diavolo è successo a quel poveretto... che notizia terribile! E che ne è di Angélique?

“Posso farvi qualche domanda? Se siete stanca ditemelo senza timore. Mi dispiace ma è molto importante per

voi, non per me.” “Fareste molto meglio a decidere voi, decidere di seppellirlo qui o rimandarlo indietro

immediatamente, voglio dire. Possiamo conservarlo nel ghiaccio, circondare la bara di ghiaccio e tenerla sul

ponte sotto le tende, si conserverà perfettamente.” Sir William annuì, sul punto di sentirsi male. “L'equivalente

di quattro mesi del mio salario” aveva risposto con amarezza André, “un'inezia. A proposito, Henri, avrei

bisogno di un anticipo o del premio che mi avevate promesso qualche mese fa. “ “Jamie!” gridò Gornt per

avvertirlo. “Proposta respinta! Fate entrare Jamie.” McFay aveva il volto coperto di lividi e una spalla fasciata.

“Fate in modo che il vostro contatto organizzi una visita di Babcott a questo scimmione di tairò e... e io vi darò

un aumento dello stipendio del cinquanta per cento.” Sospirò. Conosceva soltanto una risposta: innanzitutto

devi riappacificarti con lui! “Norbert, sei proprio un bastardo” disse. E si stupì di come suonava sgradevole la

sua voce e di quanto si sentiva male. “Se ti azzardi a dire un'altra volta qualcosa, qualsiasi cosa, contro il mio

tai-pan, o a ridere alle sue spalle, ti faccio a pezzi.” Quando era riuscito a vederla per un istante le aveva

suggerito di tornare nel palazzo della Struan anziché stare al palazzo della Legazione: “Per l'amor del cielo,

Angélique, il vostro posto è con la gente di vostro marito!”. Era talmente ovvio che fosse necessario rafforzare

la sua posizione all'interno della Struan, e a qualsiasi costo, che avrebbe voluto urlare, ma la sua ira improvvisa
si era trasformata in pietà quando aveva visto la profondità della sua disperazione. Karma? “Quando giochi,

tempismo ed esecuzione devono essere perfetti” era una delle frasi che il suo patrigno gli ripeteva in

continuazione mentre gli insegnava a giocare a carte. “D'accordo, ma quanto?” chiese Seratard. E una vera

ironia, Morgan, che tu abbia dedicato la tua intera esistenza alla rovina della tua unica sorella e della sua

famiglia, e tuo padre ha fatto lo stesso con la sua unica figlia, mentre io, tuo unico figlio, e nemesi, la proteggo e

l'aiuto a rovinare te. “Nemmeno io.” Mentre il giorno nasceva e la coltre di foschia si ispessiva, Yokohama

veniva assalita dallo sgomento, dall'incredulità, dalla rabbia, dal timore della guerra, dal ricordo della Tokaidò, e

tutto si mescolava a molte osservazioni maligne sussurrate facendo attenzione a eventuali orecchie nemiche

perchè Angélique aveva paladini violenti per i quali qualsiasi risata od osservazione significava mancanza di

rispetto. “Suvvia, Henri, sapete che questo non è possibile!”

Accecato dalla rabbia McFay si lanciò in avanti colpendolo con il pugno destro sul volto, lo fece cadere ma

mancò un violento montante sinistro e perse l'equilibrio cadendo a sua volta sulle ginocchia. Con l'abilità di un

gatto Norbert si era rimesso in piedi esprimendo a gran voce la sua rabbia, il volto insanguinato e tumefatto.

Cercò di colpire McFay con un calcio alla tempia. “André me ne ha parlato alcune settimane fa. Ritengo che fra

tutte le persone che lavorano qui voi dobbiate esserne messo al corrente perchè queste esplosioni potrebbero

diventare più frequenti. “Ne ha le prove?” “Scusate” esordì con il respiro corto. “Phillip” gridò attraverso la

porta, “chiedete a Jamie di venire immediatamente! George, credo che la cosa più saggia da farsi, sempre che

resista, sia di rimandarlo a Hong Kong, voi che cosa ne pensate?” “D'accordo, fate come ritenete meglio.” Sir

William cercò di distogliere la mente da quella macabra faccenda; gli sembrava particolarmente sgradevole

anche perchè detestava trovarsi troppo vicino a un dottore, qualsiasi dottore: per quanto zelo mettessero nella

pulizia personale avevano sempre gli abiti macchiati di sangue e un lieve odore di acido fenico o di qualche altra
sostanza chimica. “Povero giovane. “George dice che farà l'autopsia quest'oggi e firmerà il certificato di morte

che io avrò domani. Il veliero potrebbe salpare domani, l'unico problema è Angélique: potrà già viaggiare?” Sir

William lo scrutò con attenzione: “Che cosa ne pensate?”.

“No, per Malcolm. Occupiamoci prima di Malcolm.” “Non avevamo stabilito niente di preciso, caro André. A

tempo debito avrete ciò che vi spetta, ma per il momento niente anticipo, mi dispiace. D'accordo per quella cifra

dopo l'incontro.” “Per Norbert?” Vide gli altri due guardarlo con gli occhi sbarrati, increduli. “Sono appena

sceso dalla nave. Ero andato a prenderlo prima dell'alba e... be'... ha trascorso la notte a bordo della Prancing

Cloud. Era...” Gli mancarono le parole. Gli tornarono le lacrime agli occhi e rivisse il suo arrivo con la lancia:

Strongbow sul barcarizzo, pallido e spaventato che gridava prima ancora che lui riuscisse a salire a bordo che il

giovane Malcolm era morto, che aveva già mandato la lancia a prendere un dottore ma che per l'amor di Dio era

proprio morto. Accompagnò Babcott alla porta, congedò Tyrer con un cenno e andò a fermarsi accanto alla

finestra turbato dalla sua impotenza. Devo fare in modo che la Bakufu si sottometta al più presto, altrimenti la

nostra speranza di nuove prospettive col Giappone sarà perduta. E loro non lo faranno da soli quindi bisogna

dargli una spinta. Mon dieu! Un incontro privato con Yoshi! E se Babcott potesse davvero esaminare quel

cretino di Anjo, magari persino curarlo, dietro mio suggerimento, non importa che sia un inglese, patteggerò il

colpo con sir William in cambio di un altro favore, avremo fatto un grande passo avanti. “D'accordo, fate come

ritenete meglio.” Sir William cercò di distogliere la mente da quella macabra faccenda; gli sembrava

particolarmente sgradevole anche perchè detestava trovarsi troppo vicino a un dottore, qualsiasi dottore: per

quanto zelo mettessero nella pulizia personale avevano sempre gli abiti macchiati di sangue e un lieve odore di

acido fenico o di qualche altra sostanza chimica. “Povero giovane. Fingendosi stupito e sgomento, Gornt lasciò

che il corpo ricadesse a terra. “In una situazione normale lo seppelliremmo in mare, perchè non si può tenere...
ma lo si potrebbe anche seppellire a terra... che cosa vuoi che faccia?” “Bene, è quello che pensavo anch'io. Voi

lo... accompagnerete?”

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