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Nella lettera a MacStruan, Tess lo aveva ammonito a non intraprendere alcun commercio di armi e nel caso

gliene fosse fatta richiesta a non parlarne con nessuno ed eventualmente a servirsi di McFay.

“Buonasera. Grazie, Albert, non è necessario che mi veniate a prendere, mi farò riaccompagnare a casa da

qualche invitato, adesso andate, o prenderete freddo.” MacStruan rise e si allontanò. In quell'istante Gornt

apparve sull'ingresso per accoglierla. Libri, scatole, risme di carta, penne e i registri nuovi che aveva trafugato

in attesa di ricevere quelli ordinati a Hong Kong erano sparsi ovunque. La scrivania era coperta di documenti e

di lettere e di una pila di volantini da spedire per annunciare la nascita della nuova ditta e sollecitare relazioni

d'affari. Doveva essere tutto pronto prima della partenza della Prancing Cloud. Raccontò del funerale e del

motivo del ritorno di Hoag. “Dovrebbe essere un segreto, ma sembra che ormai lo sappiano tutti. E' un gioco di

attese, Tess aspetta e pare che anche Angélique abbia accettato di aspettare, almeno secondo Hoag, d'altra parte

non potrebbe fare diversamente finché non sa se è incinta o no.” “Oh! Sire, che... difficile tradurre parole dei

Grandi Capi quando... molti significati. Io non conosco le parole miori... migliori, per favore, scusatemi.” “Be',

perché...” Benché decine di risposte gli affollassero di nuovo la mente lui riuscì soltanto a dire: “Il motivo è

evidente, per l'amor del cielo. Non volevo...”. Non poteva dire, non volevo ferirti raccontandoti che avevo un

appuntamento, che volevo vedere Nemi e allo stesso tempo non lo volevo, che non volevo che tu sapessi di lei e

che in realtà non mi sono divertito affatto. Per favore, Phillip, traducete e ditegli che non ho ucciso questo

maleducato, ma che soffrirà di mal di testa per almeno una settimana”. Nelle sue stanze del castello di Edo,

Yoshi era ansioso e irritabile. Angélique, le ho risposto che non mi avevate chiesto niente, che volevate soltanto

sottoporle il progetto accarezzato da vostro marito e che per voi sarebbe stata una ricompensa sufficiente se

queste informazioni, che peraltro non conoscevate nei dettagli, si fossero dimostrate utili.” Ho trentanove anni e

sono sempre in forma, dovrei sposarmi, anzi dovrei essere già sposato. Lei ne ha ventotto, e ne dimostra perfino

meno, sa sicuramente quello che vuole e fa davvero scintille... Non importa. Anjo, malato o no, adesso mi
ascolterà, e anche gli altri finalmente accetteranno le mie proposte. Per calmare i nervi tornò al tavolo e riprese

l'esercizio di calligrafia.

“Ho pensato che oggi pomeriggio potremmo andare dal reverendo Tweet, spero soltanto che non sia stupido

come il nome che porta, per chiedergli di fare le pubblicazioni.” Lui sgranò gli occhi, “Cosa?” Dalla Francia

avrebbero poi legalmente inviato il cotone via Ginevra alle manifatture del Lancashire, disperatamente

bisognoso di materia prima. Non importa. Anjo, malato o no, adesso mi ascolterà, e anche gli altri finalmente

accetteranno le mie proposte. “Non ti preoccupare, sono cose che capitano” rispose lei sorridendo. Sollevato,

Jamie abbassò la guardia, prese il cappello e il mantello e aprì la porta. “Sono contento che ti sia divertita.” “Le

cose non si fanno così, per l'amor del cielo.” Aveva fatto tutto il possibile, l'Insediamento era stato perlustrato

palmo a palmo e i soldati stavano nuovamente setacciando la Città Ubriaca e il villaggio. Il capo dei gai-jin, sir

William, non aveva una preferita e Serata ne aveva due che usava di tanto in tanto. La concubina del capo dei

mercanti si chiamava Nemi ed era una buona fonte di informazioni. Il dottore non andava allo Yoshiwara.

Perché? Meikin lo scoprirà... Nel frattempo non è affatto necessario che io condivida con Ogama, con Anjo o

con altri la verità immortale che ho scoperto sui gai-jin: e cioè che i gai-jin intendono, considerano e

concepiscono il tempo in un modo completamente diverso da noi. Pensano che il tempo sia finito. Noi no.

“Lo sa soltanto Dio.” Sconcertato si guardò in giro. Non era lei. Quella risata proveniva dal corridoio insieme

ad altre voci. Tess ha ascoltato il mio resoconto sui Brock con imperturbabile attenzione, mi ha fatto qualche

domanda e poi ha detto: “Per favore, tornate domani mattina poco dopo l'alba con le prove. Passate dall'ingresso

posteriore, lo troverete aperto, e badate di non farvi notare, i Brock hanno spie ovunque”. L'indomani...” Un

attimo per chiudere il lucchetto e riporre il diario, un'ultima occhiata allo specchio, vestito di seta nera con molte

sottogonne, capelli raccolti ordinatamente in un foulard di chiffon nero e al dito la fede nuziale col sigillo, e uscì
di corsa. “Signore kwai-loh.” “No, mi dispiace, la Cloud tornerebbe troppo presto, a meno che non la lasciate

in giro per un paio di settimane. Comunque lo porterò per tempo.” “Hai dormito bene?”

“Non capisco come potesse sembrare tanto... alta. E' dura. Dura un istante e dolce subito dopo, ma sempre

senza abbassare la guardia. Ho dovuto ricorrere a tutte le mie forze per non scappare via. “Ti credo, non

preoccuparti, Tess mi ha scritto, ha mantenuto la parola, mi ha mandato i soldi, più di quanti ne abbia mai

posseduti, e comunque abbastanza per cominciare, e tutto per merito tuo.” Il viso di Maureen si bagnò di lacrime

per il rimorso. “Sì? Che cosa intendi?” Maureen saggiava il terreno con cautela, animata dalla prospettiva di

tante cose da imparare e da insegnare. Sapeva che quella era soltanto la prima di un'infinita serie di discussioni.

Lui si fermò e la guardò sbalordito. Il nuovo ufficio di McFay era nell'edificio del “Guardian” affacciato su

High Street, vicino alla Città Ubriaca. “Il tempo, per esempio. Questa sera vi inviterò a cena, niente di formale,

così potremo parlare e...” “Sì, ma in questo momento non ha nessuna importanza, lasciatemi proseguire. Io...”

“Un momento! Le avete parlato... della morte di Malcolm e del nostro matrimonio?” Non appena ho

pronunciato le parole “in bancarotta Tyler” è sembrata tornare in sé, o perlomeno non aveva più

quell'atteggiamento terrificante; si è seduta e dopo una lunga pausa, sempre senza staccarmi gli occhi di dosso,

mi ha chiesto: “Quali informazioni?”. Le ho risposto che sarei tornato l'indomani, ma con un tono tagliente

come un coltello lei ha ripetuto: “Quali informazioni?”. Poi sformato di pollo e per finire una sorpresa

veramente degna di questo nome.” Le si riempirono gli occhi di lacrime. “Scusa, amore, è colpa del vento”

mormorò asciugandosi le guance. “No, è stato il tuo bel capitano Strongbow, e il dottor Hoag non è un idiota,

caro. Ho chiesto a Strongbow come facevate tutti voi a non impazzire senza donne e se anche qui era come in

India e in Cina.” Rise ricordando quant'era stato difficile convincere Strongbow a parlare con franchezza.

“Vincerò? Non mi manderà in tribunale?” “Sì e no. Grazie, alla vostra salute, che Dio vi conceda una vita lunga
e felice.” Gornt bevve un lungo sorso e sussultò quando il liquido gli scese in gola. “Grazie. La sua reazione è

stata tale da farmi pensare di aver fallito. Quella donna fa davvero paura, non vorrei averla come nemica.” Non

importa. Anjo, malato o no, adesso mi ascolterà, e anche gli altri finalmente accetteranno le mie proposte.

Subito dopo aveva invitato Anjo per la visita. “No, nel palazzo accanto, ho accettato un invito del signor

Gornt.” Angélique vide che MacStruan si irrigidiva. “Un invito all'ultimo momento con amici comuni, Dmitri e

Marlowe. Mi ha chiesto di pregarvi di unirvi a noi e di accompagnarmi, se potete. Avete altri impegni?”

“E' un rischio.” Babcott lanciò un'occhiata a sir William e non aggiunse altro. La decisione non toccava a lui.

Nell'eventualità avrebbe accettato l'iniziativa e come tutti nell'Insediamento avrebbe anche insistito per

partecipare alla spedizione. Si alzò. “Importante, Jami-san. Quando matrimonio? Importante oku-san e nee goh-

san amiche, neh?” Tieni a freno la lingua, devi giocare duro anche tu, si disse Jamie. “Non c'è dubbio, avete

ricevuto delle direttive. Il dispaccio sollecita quell'azione, per quanto io la consideri stupida.” “Adesso che è

arrivata la nostra graziosa ospite vogliamo accomodarci?” Gornt le assegnò il posto a capotavola e si sedette di

fronte a lei. La tavola era abbastanza piccola da sembrare intima e tuttavia abbastanza grande da incutere

soggezione. “Un brindisi” disse sollevando il calice di champagne. “Alla signora!” Mentre bevevano Gornt

tenne gli occhi fissi in quelli di Angélique: un garbato invito. Lei rispose con un sorriso che non svelava i suoi

pensieri. Il rischio era minimo: se il governo dell'Unione avesse conosciuto ufficialmente la destinazione finale

del cotone avrebbe dovuto impedirne l'esportazione facendolo sequestrare, perchè pur essendo la Gran Bretagna

in apparenza neutrale, la maggior parte degli inglesi erano attivi alleati della Confederazione. “Adesso ascolta”

disse Jamie stringendole la mano, “Tu mi piaci moltissimo e no, non voglio che parti, e si, aspetteremo un

pochino, e no, non sono arrabbiato, e si, ti credo e ti ringrazio con tutto il cuore, e no, non hai fatto male a

pensare al reverendo. Concediamoci un pò di tempo per pensarci e ne parleremo a cena, Scintille, io e te da soli,
va bene?” Senza riflettere lei si sollevò sulla punta dei piedi e lo baciò, contenta che avesse usato quel

soprannome. “La verità!” Jamie la prese per le spalle. “Adesso!”

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