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L'AGAPE RITUALE MASSONICA

Giovanni M. Marischi
Siracusa 2022

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L'AGAPE RITUALE MASSONICA
Premessa
In tutti i tempi e in tutte le società, i pasti sono stati, con ragione, considerati come uno dei più
potenti mezzi per cementare e rafforzare l'unione e l'amicizia fra gli uomini.
Il conferimento di contenuti simbolici a sfondo sacrale e talvolta schiettamente iniziatici, infatti,
è fenomeno pressoché generalizzato in tutte le epoche e presso tutte le civiltà, nelle quali "il
pasto sacro" trova frequentissima anche se estremamente varia collocazione. Per limitarsi
all'area mediterranea, si dispone di molteplici e persuasive testimonianze circa l'esistenza di
momenti sacralizzati e ritualizzati di pasti collettivi in contesti a carattere iniziatici, quali quello
orfico, pitagorico e mithraico.
Per alcuni popoli, poi, essi rivestivano un carattere di gravità e solennità tale da ubbidire ad un
rituale ben preciso e codificato.
In Egitto per esempio, nel bel mezzo del banchetto si faceva apparire uno scheletro e il portatore
di esso diceva a ciascun invitato: "Gettate gli occhi su quest'uomo, voi gli rassomiglierete dopo
la morte, ora bevete e divertitevi". In pratica, usate bene della vita, ma non dimenticate che
essa deve lasciarvi. Anche i Greci avevano i loro banchetti sacri; i Romani i lectisternia.
A livello delle stesse grandi religioni monoteistiche - la giudaica e la cristiana - che hanno
maggiormente ispirato l'attuale civiltà occidentale, non mancano esempi di rilievo, come i
banchetti pasquali e i pasti religiosi prescritti da Mosè e, sotto alcuni profili, la stessa
celebrazione della messa, provveduti di elevatissima ispirazione simbolica ed indubbiamente
coessenziali ad una rigorosa visione del sacro.
La parola agape, infatti, nel suo significato etimologico si traduce proprio con amore, amore
fraterno. Ed è con questo spirito, che travalica la Fratellanza per realizzare la Comunione, che i
Fratelli compiono insieme un "pasto sacro" in forma rituale per trasmutare gli alimenti offerti
dalla terra in cibo spirituale.
Il problema della ritualizzazione del pasto comune fra i Liberi Muratori non può, quindi, essere
analizzato al di fuori di una precisa ricostruzione delle coordinate storiche, simboliche e
finalistiche proprie del fenomeno in discussione, quali si sono andate precisando in una società
iniziatica legata, dapprima in forma cosiddetta operativa ed in seguito meramente speculativa,
alle caratteristiche di un preciso mestiere, quello dello scalpellino o tagliapietre ovvero, più
estensivamente, all'arte della costruzione.
Orbene, un'abbondantissima documentazione, che risale almeno al XVII secolo per quanto
concerne la Scozia e l'Inghilterra, e via via più ricca a partire dal XVIII secolo fino all'epoca attuale,
dimostra l'antichità della consuetudine di praticare il pasto collettivo quale momento abituale
di ogni riunione o tornata di Loggia, il più delle volte a conclusione dei lavori rituali ma non di
rado, almeno dal XVIII secolo, durante i lavori medesimi.
Il Lessing afferma addirittura che la Massoneria derivi da "Mase" cioè "tavola" per cui "masonei"
cioè quello che egli considera l'antico nome della Massoneria, altro non significherebbe che una

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"compagnia di tavola". Ma qui il discorso ci porterebbe troppo lontano. Tuttavia, non si può
ignorare che le prime Logge storiche si riunivano nelle taverne da cui, fra l'altro, hanno ereditato
i loro titoli distintivi. Così abbiamo le Logge: "Alla Spada", "Al Melo", "All'Oca e il Girarrosto" etc.
Tutto ciò detto, è indubbio che le Agapi Massoniche, oltre al carattere celebrativo, hanno un
significato plurimo: il significato che i massoni danno alle loro Agapi, oltre che filosofico ed
esoterico è anche un significato mistico e religioso.
Sotto l'aspetto filosofico ed esoterico, celebrando le feste solstiziali (e cioè la festa del Sole), i
massoni vedono in questo astro la loro stessa Istituzione che illumina i propri adepti con la luce
della Verità.
Sotto l'aspetto mistico e religioso il significato dell'Agape vuole essere una solenne azione di
ringraziamento al G⸫A⸫D⸫U⸫ per i benefici che spande sulla terra. Così l'Agape di dicembre,
per il giorno di San Giovanni Evangelista o solstizio d'inverno, viene dedicata alla speranza;
mentre l'Agape di giugno, per il giorno di San Giovanni o solstizio d'estate, è consacrata alla
riconoscenza.
Allontanata così l'idea di banchetti profani, l'Agape è una vera e propria tornata rituale che va
compiuta quanto meno ai due solstizi e in coincidenza della data di fondazione della Loggia. La
cura organizzativa e la preparazione interiori dei Fratelli devono essere pari alle tornate rituali.
Dopo l'apertura dei lavori, dopo l'approvazione della tavola della tornata d'Agape precedente e
dopo il tracciamento del Quadro di Loggia, i Fratelli consumano i cibi e le bevande rituali nel più
assoluto silenzio e al termine della consumazione e dei brindisi rituali, i lavori vengono
ritualmente chiusi.
Per i cibi e le bevande è la tradizione ebraica, i cui apporti sono stati cospicui dalla nascita storica
della nostra Istituzione nel 1717, a fornircene l'elenco affine a quello utilizzato nella "Pesach",
la Pasqua, che segna per Israele (lo spirito) la fine della cattività in Egitto (la materia). Pertanto
i Fratelli consumeranno, ovviamente a mani nude:
Pane azzimo, vale a dire non lievitato e insipido, da condire con il sale; il seme di gano -
si ricorda - è legato all'iniziazione solare con il suo "mistero" di morte e risurrezione, mentre il
sale è un cristallo di forma perfettamente cubica.
L'uovo sodo, che ci ricorda l'archetipo dell'Uovo Cosmico e, con le sue quattro
componenti, cioè guscio, pellicola, albume e tuorlo, ci richiama gli elementi Terra, Acqua, Aria e
Fuoco.
Le olive che, a essere i frutti dell'albero caro a Minerva dalla Proverbiale saggezza,
forniscono l'olio che alimenta il fuoco perenne dei Templi.
L'agnello sacrificale.
Le verdure analogicamente legate al lavoro di "purgazione e purificazione" indispensabili
prima dell'operatività.
La frutta - fresca e secca - per simboleggiare la delizia dei lavori compiuti.

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Il vino rosso, con il suo simbolismo legato alla "vigna" da coltivare.
L'acqua che, al pari della cazzuola del M⸫V⸫, serve ad amalgamare il tutto.
Non si può parlare delle Agapi senza parlare dei brindisi o libagioni rituali.
L'uso del brindisi è antichissimo e se ne fa cenno anche nella Bibbia. Nei poemi omerici, dei ed
eroi ci sono rappresentati nell'atto di bere scambievolmente gli uni alla salute degli a.lfri. Presso
i Greci, l'atto del brindisi era accompagnato da una formula augurale: "bevi, accetta questa
bevuta in amicizia" oppure: "bevo alla tua salute".
Dai Greci, l'uso del brindisi passò ai Romani i quali, addirittura erano soliti bere tanfi sorsi quanti
erano le lettere del nome della persona che si voleva onorare.
Ciò sta a dimostrare come in qualsiasi epoca ed in qualsiasi società il brindisi ha assunto sempre
un preciso significato.
Negli antichi banchetti lo scopo apparente delle sette libagioni era quello di onorare le sette
divinità planetarie, e cioè: Sole, Luna, Marte, Mercurio, Giove, Venere e Saturno. Ma lo scopo
reale, svelato ai soli inziati, era quello di adorare il Dio unico, regolatore supremo dei diversi
corpi celesti come dei diversi destini degli uomini.
In Massoneria il numero dei brindisi cosiddetti obbligatori fin dalla fine del XVIII si è cristallizzato
in sette. Circa la forma del brindisi, almeno dal XVIÐ secolo si è generalmente istaurata una
pittoresca ma in verità abbastanza semplice procedura che, facendo uso di una nomenclatura
in parte muratoria ed in parte castrense, abbina l'elevazione dei calici all'idea della
materializzazione del fuoco-luce e del calore.
È verosimile che il gergo costituisca una sovrapposizione intesa a conferire un carattere
cavalleresco all'organizzazione libero-muratoria.
Nondimeno esso appare suggestivamente allusivo all'idea del "tuono" e del suo simbolismo,
connesso in modo diretto alla figura di San Giovanni Evangelista, come pure al simbolismo della
"folgore" nel quadro dell'esperienza iniziatica.
Molto si è discusso sul significato dei sette brindisi massonici odierni.
Alcuni autori hanno voluto vedere un accostamento tra i sette pianeti divinizzati ed i valori da
essi rappresentati nella società moderna.
A nostro modesto avviso, i sette brindisi sono invece, molto semplicemente, la manifestazione
di un atto referenziale che sgorga naturalmente ed ubbidisce ad una ordinazione gerarchica.
così :
Il primo brindisi è dedicato al Capo dello Stato
Il secondo al Gran Maestro dell'Ordine
Il terzo al Maestro Venerabile della Loggia
Il quarto ai Sorveglianti di Loggia

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Il quinto ai Fratelli Visitatori
Il sesto ai Fratelli di Loggia
Il settimo a tutti i Massoni sparsi nei due emisferi (Tyler toast)
Tanto nell'Agape quanto nei brindisi, atti e parole, oggetti e vettovagliamenti rispondono ad una
nomenclatura ben precisa, in genere non conosciuta, che è consigliabile usare.
Questo pasto deve essere pervaso, nella massima spontaneità e schiettezza, dei sentimenti
d'amicizia e di solidarietà che attraverso ben noti collegamenti simbolici e semantici, evocano i
concetti di Amore e Fraternità, mattoni elementari ed essenziali dell'edificio iniziatici
dell'Ordine, cardini e fili conduttori intrecciati in una significativa catena della sua stessa
esistenza. Come abbiamo già ricordato lo stesso nome di Agape (dall'identica parola greca, che
vuol dire amore), in italiano sta a significare convito fraterno.
Il pasto in comune è un completamento dei lavori rituali propriamente detti, che sono quelli
fissati e scanditi del primo grado muratorio. In nessun caso esso può divenire un "lavoro" a sé
stante, svincolato dalla subordinazione logica cronologica e simbolica ai lavori in grado di
Apprendista.
Generalità sull'agape massonica
Ai Fratelli partecipanti all'Agape:
l'Agape costituisce una vera e propria Operazione Iniziatica, la cui tecnica costituisce la
trasmutazione, in compagnia (cum panem), del "cibo materiale" in "cibo spirituale".
È quindi necessario impiegare tutte le energie e le facoltà dei singoli Fratelli affinché tale
operazione conduca alla realizzazione di stati di coscienza superiori. Pertanto si raccomanda:
- Di lasciare fuori dal lavoro di Agape ogni cura profana.
- Di osservare durante i lavori il più assoluto raccoglimento possibile, senza parlare o fare
commenti e di compiere quanto è necessario perché sia raggiunto uno stato di serenità e
di pace interiore.
- Di non essere frettolosi nella "consumazione" dei cibi, ma di sforzarsi di trovare il
opportuno con i Fratelli.
- Di attendere le disposizioni del M⸫V⸫ o degli altri Ufficiali di Loggia per iniziare a
"consumare" i cibi.
- Di impiegare tutte le facoltà per la partecipazione attiva al rito; al riguardo si raccomanda
particolarmente di concentrarsi su quanto esposto dai Fratelli che parlano.
- Di parlare soltanto ed esclusivamente dopo aver chiesto ed ottenuto la parola al
Sorvegliante della propria Colonna.
- Di abbandonare il luogo dell'Agape in dignitoso silenzio, secondo l'ordine che verrà regolato
alla fine dei lavori.
- Di sistemare, dopo la fine dei lavori, con ordine gli arredi, gli strumenti e gli indumenti
rituali.

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Infine, dopo che sia stato consentito, di intrattenersi in letizia con i Fratelli.
I lavori d'Agape sono diretti e regolati come nelle tornate di Loggia dal Maestro Venerabile e
dai Sorveglianti, assistiti dagli Ufficiali.
Il Venerabile ordina i vari brindisi, fatta eccezione per quello a lui diretto, che, con il suo
permesso, è comandato dal 1° Sorvegliante.
Il Maestro Venerabile siede a capo del tavolo approntato a ferro di cavallo, alle due estremità
siedono il 1° e 20 Sorvegliante.
L'ex Maestro Venerabile siede alla destra del Venerabile; gli ospiti siedono sia a destra sia a
sinistra del Maestro Venerabile; il Copritore Interno siede alla sinistra del 1° Sorvegliante.
Tuffi i partecipanti indossano la clamide nera, o, in assenza, l'abito scuro con la cravatta di
Loggia; i Grembiuli del proprio grado e gli opportuni gioielli.
La posizione d'Ordine è uguale a quella d'Apprendista: il braccio anziché disteso lungo il fianco,
viene piegato all'altezza del tavolo: la mano sinistra si poggia a "piatto" sulla tavola con le dita
riunite ed il pollice a squadra.

L'Agape si divide in sette parti:


1. Preparazione delle Vivande — Simbolicamente è costituita dall'incontro dei Fratelli nella
Sala de Passi Perduti: qui gli animi si preparano per il rito.
2. Preparazione della Mensa — È costituita dall'ingesso dei Fratelli preceduti dal Maestro
delle Cerimonie, secondo l'ordine rituale previsto nell'ingesso in Loggia.
3. Consacrazione dei Cibi e delle Vivande — Viene eseguita dal Maestro Venerabile per
ciascun tipo di Vivanda da consumare. È costituita dall'Offerta del pane che ciascun Fratello
farà al suo vicino di destra (dopo aver cosparso il pane con un pizzico di sale), e del vino che
ogni Fratello verserà al suo vicino di sinistra.
4. Consumazione delle Vivande — Rappresenta la Comunione dei Fratelli, che
mangeranno e berranno in silenzio, ascoltando brani di musica.
5. Consacrazione del Vino — È I 'Offertorio, costituito dai sette brindisi di Rito.
6. Digestione dei Cibi — È costituita dall'identificazione dei Fratelli fra loro, operazione
sottile, guidata dal fratello Oratore.
7. Assimilazione dei Cibi — È costituita dalla Catena d'Unione dei Fratelli.

RITUALE D'AGAPE
Il Maestro delle Cerimonie, dopo aver predisposto con l’aiuto del Maestro di Casa gli arredi
occorrenti all'Agape, va a prendere il Fuoco dal Maestro Venerabile per accender il Testimonio.
Dopo aver preparato i profumi opportuni, farà entrare ritualmente i Fratelli nel luogo d 'Agape.

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Entrati nel Tempio, e rivestite le rispettive insegne, Dignitari ed Ufficiali, il
M. V. - Fratelli, assistetemi ad aprire i Lavori d'Agape. Fr⸫ 1° Sorvegliante qual è il primo dovere
di un Sorvegliante in Loggia?
1° Sorv. - È quello di assicurarsi che il Tempio sia debitamente coperto.
M.V. - Assicuratevene Fratello mio.
Copritore Interno (si alza e dopo aver controllato la copertura dice sommessamente al 1°
Sorvegliante): "Fratello 1° Sorv. Il Tempio è debitamente coperto.
1° Sorv. - M.V. il Tempio è debitamente coperto.
M.V. - Fratello 2° Sorvegliante qual è il secondo dovere di un Sorvegliante in Loggia?
2° Sorv. - È quello di assicurarsi che tutti i presenti siano Fratelli Liberi Muratori.
M.V. - Assicuratevene Fratelli 1° e 2° Sorvegliante.
Tutti i Fratelli si alzano e si pongono all 'Ordine. I Sorveglianti osservano restando al loro posto.
1° Sorv. - M.V., dai segni che danno riconosco tutti i presenti come Liberi Muratori.
M.V. - Per chi siede all'Oriente rispondo io. Fratelli, sedete ●. Fratello 1° Sorv. a quale scopo i
Liberi Muratori si Riuniscono in Agape fraterna?
1° Sorv. - I Liberi Muratori si riuniscono in Agape fraterna affinché il cibo materiale si trasformi
in cibo spirituale.

Ma al Solstizio d'inverno
M.V. – Fratello 1° Sorv. perché i Liberi Muratori si riuniscono in Agape nel Solstizio d'inverno?
1° Sorv. - Per celebrare degnamente, secondo la Tradizione liberomuratoria, riuniti in serena
armonia, in amicizia e fratellanza, intorno ad un desco, la Festa di San Giovanni d'Inverno, e
perché il Solstizio è il simbolo della raggiunta e compiuta rinascita spirituale: il sole è al nadir
ed è pronto a donarci i suoi frutti.

Ma al Solstizio d’Estate:
M.V. – Fratello 1° Sorv. perché i Liberi Muratori si riuniscono in Agape nel Solstizio d'inverno?
1° Sorv. - Per celebrare degnamente, secondo la Tradizione liberomuratoria, riuniti in serena
armonia, in amicizia e fratellanza, intorno ad un desco, la Festa di San Giovanni d'Estate e per
rendere un solenne ringraziamento al Grande Architetto dell'Universo per i benefici che
spande sulla Terra.

M. Ven. Fratello 1° Sorvegliante, a che ora gli Apprendisti Liberi Muratori hanno consuetudine
di aprire i loro Lavori d'Agape?
1° Sorv. A Mezzogiorno, Maestro Venerabile.

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M. Ven. Fratello 2° Sorvegliante, che ora è?
2° Sorv. (Si fanno risuonare 12 rintocchi di campana) - Mezzogiorno in punto.
M.Ven. (●) Fratelli 1° e 2° Sorvegliante, avvertite i Fratelli delle vostre Colonne che sto per
aprire i Lavori rituali di Agape.
1° Sorv. (●). Fratelli della mia Colonna, vi informo che il M.V. sta per aprire i Lavori rituali di
Agape.
2° Sorv. (●) Fratelli della mia Colonna, vi informo che il M.V. sta per aprire i Lavori rituali di
Agape.
M.Ven. (• ). Fratelli in piedi e all'Ordine
Il M.d.C., il quale impugna l’asta con la mano sinistra al di sopra della destra, si reca dal Primo
Sorvegliante passando per la Colonna di Meridione, e lo accompagna – precedendolo - all’Ara,
dove si ferma nell’angolo sud-est.
Il 1° Sorvegliante dà il segno al Maestro Venerabile che gli risponde. Il 1° Sorvegliante, senza
lasciare il maglietto, apre il libro della legge sacra - prologo del Vangelo di Giovanni - vi
sovrappone la squadra al compasso, - apre il compasso di 45 gradi posandolo, con le punte
rivolte in basso, sulla pagina del Vangelo. Poi vi sovrappone la squadra, con le punte rivolte
verso l’Oriente. Se la squadra ha i bracci diseguali, quello più lungo dovrà rimanere sulla destra.
Il M.d.C. inverte la posizione delle mani ponendo la destra al si sopra della sinistra.
Il 1° Sorvegliante dà di nuovo il segno al Maestro Venerabile che, nuovamente, risponde.
Successivamente il 1° Sorvegliante., camminando sulla Colonna del Meridione, torna al proprio
posto, sempre preceduto dal M.d.C Anche il M.d.C. torna al proprio posto procedendo lungo la
Colonna del Settentrione.
M. Ven. (●) Fratelli 1° e 2° Sorvegliante, giacché in grazia dell’Ora e dell’Età è tempo di aprire i
nostri Architettonici Lavori d’Agape: avvertite i Fratelli delle vostre Colonne che, nel corso dei
medesimi, non è più permesso ad alcuno di passare dall’una all’altra Colonna e di intrattenersi
in questioni di politica e di religione. Non è inoltre permesso ad alcuno di coprire il Tempio
senza che ciò gli venga consentito. Tutto, in questo Tempio, deve essere serietà, senno,
benefizio e giubilo.
1° Sorv. Fratelli della Colonna del Meridione, giacché in grazia dell’Ora e dell’Età è tempo di
aprire i nostri Architettonici Lavori, vi avverto che, nel corso dei medesimi, non è più permesso
ad alcuno di passare dall’una all’altra Colonna e di intrattenersi in questioni di politica e di
religione. Non è inoltre permesso ad alcuno di coprire il Tempio senza che ciò gli venga
consentito. Tutto, in questo Tempio, deve essere serietà, senno, benefizio e giubilo.
2° Sorv. Fratelli della Colonna del Settentrione, giacché in grazia dell’Ora e dell’Età è tempo di
aprire i nostri Architettonici Lavori, vi avverto che, nel corso dei medesimi, non è più permesso
ad alcuno di passare dall’una all’altra Colonna e di intrattenersi in questioni di politica e di
religione. Non è inoltre permesso ad alcuno di coprire il Tempio senza che ciò gli venga
consentito. Tutto, in questo Tempio, deve essere serietà, senno, benefizio e giubilo.
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M. Ven. (●) Fratelli, in piedi e all’Ordine. (Pausa). (● ● ●) Alla Gloria del Grande Architetto
dell’Universo - in nome della LIBERA MURATORIA Universale - sotto gli auspici del Grande
Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani - per i poteri a me conferiti - dichiaro aperti i Lavori in
Grado di Apprendista di questa Rispettabile Loggia dal titolo distintivo ………………
…..................., n. …...... all’Oriente di...........,
1° Sorv. (●●● - attenuati - alza la Colonnina).
2° Sorv. (●●● - ancor più attenuati - abbassa la Colonnina).
Il Maestro Venerabile e i Sorveglianti scendono dai loro scranni e si avvicinano ai candelabri
posti al centro del Tempio. il Maestro delle cerimonie porge il lucignolo – acceso al testimone –
al Maestro Venerabile.
Il M. Ven. accende il primo cero M. Ven. Che la Saggezza illumini il nostro Lavoro.
Il M. Ven. passa il lucignolo al 1° Sorvegliante il quale accende il secondo cero.
1° Sorv. Che la Forza lo renda saldo.
Il 1° Sorv. passa il lucignolo al 2° Sorv. il quale accende il terzo cero.
2° Sorv. Che la Bellezza lo compia e lo irradi.
Il 2° Sorv. passa il lucignolo al maestro delle cerimonie che lo spegne soffocando la fiamma con
le dita o altro strumento, ma non soffiandovi sopra.
Ex M Ven. (o, in assenza, l’Oratore) - Per il bene dell’Umanità e Alla Gloria del Grande
Architetto dell’Universo.
Il Maestro Venerabile ed i Sorveglianti tornano ai loro posti completando la deambulazione
Il Maestro delle cerimonie traccia o colloca il quadro di loggia fra i tre candelabri, e completa
l'illuminazione del Tempio
Fratello M. delle Cerimonie osservate se nella Sala dei Passi Perduti vi sia qualche Fratello che
chiede di entrare e introducetelo nella debita forma; provvedete in ultimo all'appello.
Il M. delle Cerimonie esegue
M. Ven. A me, Fratelli, per il Segno e per la Batteria (● ● ●). Fratelli, sedete. Fratello Segretario,
vi prego di leggere la Tavola Architettonica tracciata nella precedente Tornata.
Il Segret. legge in piedi, salvo contraria concessione.
Segretario - A.G.D.G.A.D.U. in nome della Massoneria Universale, nella ininterrotta secolare
Catena, sono presenti all'Agape i Liberi Muratori che risultano dal Libro delle Presenze. Aperti
i Lavori, faticosamente ma incessantemente, essi impastano con la cazzuola il cemento
necessari alla costruzione del Tempio. Essi usano gli Strumenti ricevuti in eredità dalla Libera
Muratoria ed i materiali messi a disposizione dalla Natura. Consumato il cibo necessario,
raggiunta l'Armonia, i Lavori vengono chiusi nelle forme di Rito.
A lettura ultimata.

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M.V. - Fratelli, togliamoci i guanti. (stende le mani sul desco) Consacro le vivande che stiamo
per consumare ed invito tutti voi carissimi Fratelli a vivere spiritualmente quest'Agape, a
liberare il vostro essere dalle passioni e a gioire della serenità dei Saggi.
M.V. - Fratelli, dedichiamoci serenamente, in silenzio, al nostro Lavoro.
Fratelli, nessuno nasce, vive, muore soltanto per sé. Dividiamo con il nostro Fratello di destra
il Pane della Terra, condito con il Sale della Saggezza.
Si esegue la distribuzione del pane azzimo
M.V. Il Pane che noi dividiamo con i Fratelli è simbolo del Lavoro di Officina. Per costruire il
Tempio è necessario che la saggezza di ogni Fratello sia il condimento dei nostri Lavori.
Oratore - Il ciclo solare del grano, il suo morire e il suo risorgere, configura la vicenda umana
ed iniziatica. Come il seme muore ed imputridisce nel gelo della notte invernale, preparando il
germoglio primaverile e poi il frutto della estate, così l'Uomo, nel misterioso silenzio del
Gabinetto di Riflessione dapprima, e con la crescita favorita dalla Luce iniziatica poi, matura le
forze per affrontare gli Elementi e per meritare il nome di Iniziato.
M.V. - Mangiamo il frutto della Terra, Madre feconda, penetriamo i Misteri della sua esistenza.
Si esegue - Qualche momento di musica; al termine...
M.V. Ed ora Fratelli, mesciamo il vino e porgiamone al nostro Fratello di sinistra.
Oratore - La Sapienza è un vino prezioso e vecchissimo che ognuno di noi deve versare e
ricevere con gioia, in un continuo scambio con i Fratelli, per consentire la spontanea
manifestazione dello Spirito che opererà in noi.
Oratore - Come il sole feconda il seme dell'uva, così il prodotto della vigna sia il Fuoco d'Amore
che alimenta il nostro diuturno.
M.V. - Fratelli, bevete il succo estratto dal frutto della vigna, che fermenta nei grappoli sotto lo
stimolo fecondatore del sole.
Si esegue - Qualche momento di musica; al termine...
M.V. - Fratelli miei, l'autunno ci ha offerto la gaia vendemmia e lo splendore dei colori più vivaci.
Con questo ci ha preparato al grigiore dell'inverno. È però nei mesi più freddi che, nelle viscere
della madre terra, il seme germoglia per la resurrezione primaverile. È attraverso tale germoglio
della vita che nasce, che si giunge poi alla pienezza delle forme dell'estate, che ci consente di
godere lo splendore delle Luce.
Oratore - Con la legge del ritmo, così la Natura testimonia l'armonia del G.A.D.U.
M.V. - Fratelli, raccogliamoci in meditazione. Il sole simbolo visibile dello spirito risplende ed
irradia energia.

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Oratore – Al solstizio d’inverno, nel ciclo che continuamente si rinnova, il Cielo e la Terra hanno
raggiunto la piena potenza. Ora può avere inizio la manifestazione interiore dello spirito che
spontaneamente discende di noi per irradiare tutta l'energia accumulata nella fase del duro
lavoro di ascesa. Il sole splende nel cielo, le giornate sono giunte alla loro minima durata.
Nuovamente si allungheranno.
Fratelli carissimi, noi viviamo, in questo culmine della rinascita rituale del sole, una fase
dell'eterno ciclo della vita entro la quale ci manifestiamo. Ora il Sole è al nadir della nostra
coscienza. È questo il tempo di meditare profondamente sul significato della salita interiore che
segue, con ritmo cosmico, alla fase di discesa esteriore. È proprio in questa fase di Luce e di
Gioia che ci circonda che l'Uomo deve riaffermare la propria indipendenza spirituale. Fratelli,
siate sempre vigili! La vita non si ferma al culmine dell'estate: confrontando il vostro stato di
veglia con il fecondo gioire della Natura estiva giungerete a conoscere voi stessi.

Oratore - Al solstizio d’estate, il Sole raggiunge la sua massima inclinazione positiva, irrorando
la terra. Esso, simbolo del fuoco divino, entra nella costellazione del Cancro, simbolo delle acque
e dominato dalla Luna dando così origine all'unione delle due opposte polarità che si
incontrano. Il Sole rappresenta la parte maschile e la Luna quella femminile. Simbolicamente
questo fenomeno è rappresentato dalla stella a sei punte, l’esagramma perfetto di Re
Salomone, dove il triangolo di Fuoco e il triangolo dell’Acqua si incrociano.

M.V. - Ad Oriente il Sole è salito nel cielo.


1° Sorv. - Ad Occidente il Sole ci irradia con il suo calore.
2° Sorv. - Il Meridione rispecchia il fulgore della Luce.
M.V. - Fratelli, restiamo in attesa della manifestazione interiore dello Spirito.
Qualche momento di musica in sottofondo, mentre vengono distribuiti l'uovo e le olive; al
termine...
M.V. - L'uovo è il simbolo del progetto della vita. Offriamo il nostro progetto al Fratello che
siede alla nostra sinistra come di gioia per la vita che si evolve. Le olive sono il frutto dell'albero
che è simbolo della Saggezza.
Oratore - La superficie dell'uovo non ha né un principio né una fine: essa è simbolo dell'eternità
della vita.
2° Sorv. - Fratelli, riflettete: l'uovo è come l'Arte. Per giungere al rosso tuorlo, che racchiude in
sé la qualità ignea ed aurea, è necessario usare la forza della volontà; per spezzare la corteccia,
la prigione saturniana, e per penetrare l'albume simbolo della qualità mimica.
1° Sorv. - Per conquistare la Verità dobbiamo giungere fino al suo centro aiutati dalla saggezza.

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Il M. V. rompe l'uovo, nel massimo silenzio e senza far rumore, imitato dai Fratelli, mentre
continua la consumazione delle olive.
M.V. - Nella luce del giorno risplende il Sole. Esso testimonia l'avvento di un sole interiore.
Oratore - Noi attendiamo con gioia la nascita del Sole interiore, nuovo fuoco celeste, bello,
forte; eternamente creatore, che darà forma e sapore ai nostri frutti interiori. Che la luce
esteriore del sole non ci offuschi, ma che al contrario ci consenta la percezione di una più
sottile ed abbagliante Luce.
Qualche momento di musica... al temine
M.V. - Fratelli miei, il viaggio diurno è terminato. Il sole inizia la sua discesa esteriore. La fatica
del Lavoro è terminata: ora possiamo godere la leggerezza della manifestazione dello spirito
che produrrà in noi i frutti da raccogliere nell'autunno. - Fratelli, prendiamo l'agnello.
Viene servito l'agnello, quindi le verdure e il formaggio; in ultimo la frutta
M.V. - L'agnello, l'Ariete Celeste, sotto il cui impulso di Fuoco nasce l'ispirazione della Creazione,
è il simbolo del Lavoro creativo ed anche dell'eterna comunione di cammino dell'Uomo con la
Natura.
Oratore - Il sole, salendo, rinasce e poi di nuovo ridiscende, così le stagioni si succedono anno
per anno, in eterna comunione affinché lo spirito divino della natura "discenda" continuamente
sulla terra e la natura risalga, "ritornando a sé stesso". In questo eterno discendere e risalire si
creano i progetti della Vita.
M.V. - Insieme all'agnello consumiamo le verdure offerte dalla Madre Terra, perché ci
rinfreschino durante il nostro duro cammino. Consumiamo anche l'olio, dono dell'ulivo,
simbolo di pace e di concordia. Dopo consumeremo la frutta, che racchiude in sé, oltre il germe
della vita, anche la dolcezza del progetto compiuto.
Oratore - Come l'Uomo consuma il frutto del sapere, così noi rinasciamo alla vera Conoscenza
consumando i frutti dei nostri alberi: essi sono il prezioso dono del sole in questo giorno di
festa. Ma il sole, nel solstizio d'estate, ci regala anche un altro dono: esso ci insegna che anche
noi, al pari degli alberi, dobbiamo produrre frutti interiori, maturati dal sole, Luce di conoscenza
iniziatica, che dobbiamo offrire alla vita.
Si mangia nel più assoluto raccoglimento, senza parlare o fare commenti. I cibi vengono serviti
dai Fratelli Serventi (in genere gli Apprendisti più giovani, sotto la guida del Maestro delle
Cerimonie).
Durante questa parte dell'Agape verranno eseguite musiche e letti brani da parte del Fratello
Oratore su argomenti di carattere iniziatici.
Dopo la consumazione della frutta...
M.V. - ● Fratelli in piedi e all'ordine.
Fratelli 1° e 2° Sorv. Invitate i Fratelli che sono sotto i vostri Ordini a prepararsi a caricare i
cannoni (bicchieri) per i brindisi di rito.
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I Sorveglianti ripetono I 'annuncio.
M.V. - Fratelli miei, il primo brindisi è per il Capo dello Stato al quale aggiungiamo quello per la
gloria e la prosperità dell'Italia. (Pausa) - Attenzione Fratelli miei! La mano destra alle armi! In
alto le armi! Fuoco per la salute del Capo dello Stato!
Fuoco per la gloria e la prosperità dell'Italia! Le armi in riposo!
I Fratelli portano i cannoni contro la spalla destra, all 'altezza del mento.
M.V. - Fratelli, il secondo brindisi di rito è per il Gran Maestro, la cui salute ci è così cara.
Accompagniamo questo brindisi con i più fervidi voti, per la prosperità della nostra Comunione.
(Pausa) - Attenzione Fratelli miei! La mano alle armi! In alto le armi! Fuoco per la salute del
Gran Maestro! Fuoco per la prosperità della nostra Comunione! Le armi in riposo!
I Fratelli portano i cannoni contro la spalla destra, all 'altezza del mento.
1° Sorv. - Fratelli miei, il terzo brindisi di rito è per il nostro Risp.mo M.V. e per la sua famiglia,
oltre che per la nostra R⸫L⸫, per la prosperità della quale formuliamo i voti più ardenti. (Pausa)
Attenzione, Fratelli miei! La mano alle armi! In alto le armi! Fuoco per la salute del M.V. e della
sua famiglia! Fuoco per la prosperità della nostra Loggia! Le armi in riposo!
I Fratelli portano i cannoni contro la spalla destra, all 'altezza del mento.
M.V. - Fratelli miei, il quarto brindisi di rito è in onore dei carissimi Fratelli 1° e 2° Sorv., dei
Dignitari ed Ufficiali tutti di questa nostra R⸫L⸫ e delle loro famiglie. Giungano loro i voti di
tutta l'Officina. (Pausa) - Attenzione, Fratelli miei! Mano destra alle armi! In alto le armi! Fuoco
in onore dei Dignitari ed Ufficiali, Fuoco per la salute delle loro famiglie! Le armi in riposo!
I Fratelli portano i cannoni contro la spalla destra, all 'altezza del mento.
M.V. - Fratelli miei, il quinto brindisi di rito è alla salute dei carissimi Fratelli visitatori che hanno
voluto onorarci della loro presenza. (Pausa) - Attenzione Fratelli miei! La mano destra alle armi!
In alto le armi! Fuoco per la salute dei Fratelli visitatori! Fuoco per la salute delle loro famiglie!
Le armi in riposo!
I Fratelli portano i cannoni contro la spalla destra, all 'altezza del mento.
M.V. - Fratelli miei, il sesto brindisi di rito è alla vostra salute e di quella delle vostre famiglie.
(Pausa) - Attenzione Fratelli miei! La mano destra alle armi! In alto le armi! Fuoco per la vostra
salute! Fuoco per la salute delle nostre famiglie! Le armi in riposo!
I Fratelli portano i cannoni contro la spalla destra, all 'altezza del mento.
M.V. - Fratelli miei, il settimo ed ultimo brindisi di rito è in onore di tutti i Massoni, sparsi sui
due emisferi e sempre uniti nella prospera come nell'avversa sorte. Rivolgiamo i nostri voti al
G.A.D.U. perché si compiaccia soccorrere gli infelici e condurre i viaggiatori in un porto sicuro,
se questo è ciò che desiderano. (Pausa) - Attenzione Fratelli miei! La mano destra alle armi! In
alto le armi! Fuoco! Ancora Fuoco! Triplice Fuoco! Le armi in riposo!
I Fratelli portano i cannoni contro la spalla destra, all 'altezza del mento.
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M.V. - Presentate le armi! Le armi in avanti! Poi; …uno: (i Fratelli portano i cannoni verso il seno
sinistro), …due (poi verso il destro), …tre (in ultimo in avanti).
I Fratelli ripetono tre volte il movimento.
M.V. - Posate le armi in tre tempi! Uno! ...due!.. .tre!
A quest'ultimo tempo, tutti i cannoni debbono essere posati sulla tavola d'un sol colpo.
M.V. - Le spade nella mano destra! Saluto con la spada! Spada in riposo! Posare le spade sulla
tavola simultaneamente.
M.V. - A me Fratelli per il Segno e per la triplice batteria ●●● ●●● ●●●
Huzza! Huzza! Huzza!
● Fratelli, sedete. (Pausa) - Fratello Oratore, vogliate pronunciare la vostra orazione.
Oratore: - (Nella sua orazione spiega qual è il settimo alimento: l'acqua, che, quale principio di
vita, penetra tutte le cose della natura). - L'Acqua è l'Elemento sotto il cui simbolo agisce la
Loggia di I grado. L'Acqua è l'Elemento essenziale alla vita. Essa, oltre a placare la nostra sete,
assicura l'equilibrio dei liquidi nel nostro corpo. L'Acqua simboleggia la fonte della vita cui
sempre, simbolicamente, ci abbeveriamo per soddisfare la nostra sete di Conoscenza.
M.V. (Al termine dell'orazione). Fratelli tutti, versate l'acqua nei cannoni e bevete.
Qualche momento di musica; al termine...
M.V. - Fratelli, indossiamo i nostri guanti. Fratelli 1° e 2° Sorv:. chiedete ai Fratelli delle Colonne
se hanno da presentare proposte per il bene dell'Ordine in generale e di questa Loggia in
particolare.
1° Sorv. - Fratelli della Colonna del Meridione, se qualcuno ha proposte da fare per il bene
dell'Ordine in generale o di questa Loggia in particolare, la parola è concessa.
2° Sorv. - Fratelli della Colonna del Settentrione, se qualcuno ha proposte da presentare per il
bene dell'Ordine in generale, o di questa Loggia in particolare, la parola è concessa.
Al termine degli interventi...
2° Sorv. - Fratello 1° Sorv. la mia Colonna tace.
1° Sorv. - M.V. le Colonne tacciono.
M.V. - Fratello Oratore vi prego di darci le vostre conclusioni.
Oratore - Maestro Venerabile, abbiamo compiuto i nostri Lavori di Masticazione in armonia,
amicizia e fratellanza. Abbiamo celebrato in letizia la Festa di San Giovanni d'Estate. Abbiamo
elevato un ringraziamento solenne al G.A.D.U. per i benefici che spande sulla Terra. Abbiamo
caricato le Armi e fatto Fuoco in onore delle nostre Gerarchie, della nostra R.L., riunita in Agape
fraterna e di tutti i Massoni sparsi nei due Emisferi. Poiché tutto si è svolto nel rispetto delle
norme che ci governano e nell'osservanza della Tradizione libero muratoria, propongo che si

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proceda alla chiusura del Lavoro d'Agape. M.V. chiedo che si proceda alla chiusura rituale dei
lavori d'Agape.
M.V. - Fratello Elemosiniere, fate circolare il Tronco della Vedova unitamente al Sacco delle
Proposte Tacite.
L 'Elemosiniere, o il Maestro delle Cerimonie esegue: col sacco per le proposte tacite – sacco
rosso – ed il tronco della vedova – sacco nero – procede nel tempio in senso orario – dopo avere
messo per primo, e come tutti faranno, la mano sinistra guantata e chiusa nei due sacchi e
ritirandola ancora chiusa dal sacco nero, e aperta dal sacco rosso, soffermandosi – nell’ordine –
presso il maestro venerabile, il 1° sorvegliante, il 2° sorvegliante, l’oratore, il segretario, il
tesoriere, i fratelli all’oriente, i Fratelli della Colonna del meridione, i Fratelli della Colonna del
settentrione, il copritore interno – porta i due sacchi alla cattedra del maestro venerabile – il
sacco rosso vi sarà rovesciato – il sacco nero vi verrà deposto – il maestro venerabile trattiene il
sacco nero “sotto maglietto” – sovrapponendovi per un istante il maglietto – poi lo fa recapitare
dal maestro delle cerimonie all’oratore – rimandando il conteggio dell’oratore e la consegna
all’elemosiniere a dopo la chiusura dei lavori – il maestro delle cerimonie torna al suo posto.

Oratore - M.V. Il Tronco della Vedova ha fruttato tre e più gioie per il soccorso dei bisognosi.
M.V. - Fratelli, i poveri hanno partecipato alla nostra mensa. (Pausa) - Fratelli in piedi e
all'Ordine. Formiamo la Catena d'Unione.
Ciascun Fratello dà l’estremità della sua bandiera (tovagliolo) ai suoi vicini di sinistra e di destra.
Il M. V. comunica le parole semestrali.
M.V. -● Fratelli, sedete. - Fratello 1° Sorv. il cibo materiale è divenuto cibo spirituale?
1° Sorv. - M.V. l'assimilazione è avvenuta. Lo spirito è nutrito.
M.V. - Fratello 1° Sorv. a che ora i Liberi Muratori hanno consuetudine di chiudere i Lavori d'
Agape?
1° Sorv. - A Mezzanotte, M.V.
M.V. - Fratello 2° Sorv. al momento che ora è?
2° Sorv - Mezzanotte in punto.
Il 1° Diacono riceve, nel modo prescritto, dal Maestro Venerabile la Parola Sacra – procedendo
in senso orario si reca dal 1° Sorvegliante – gliela trasmette allo stesso modo e torna al suo posto
Il 2° Diacono si reca dal 1° Sorvegliante - ne riceve la Parola Sacra – e procedendo in senso orario,
si reca dal 2° Sorvegliante e gliela trasmette - poi torna al suo posto.
2° Sorv. - M.V. tutto è giusto e perfetto.
M.V. - ● Fratelli, in piedi e all'Ordine.
(Il M.d.C. si reca dal I Sorvegliante e lo accompagna all'Ara, il Fratello 1° Sorv., dà il Segno,
chiude il Libro Sacro dopo aver riposto la Squadra e il Compasso, dà nuovamente il Segno e
ritorna al proprio posto.

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M.V. - ●●● A.G.D.G.A.D.U. in nome della Massoneria Universale, sotto gli auspici del Grande
Oriente d’Italia, per i poteri a me conferiti, dichiaro chiusi i Lavori d'Agape di questa R.L. n°
…………………. dal titolo distintivo ……………….all'Or. di ……………… ed ordino al 1° Sorv. di chiudere
la Loggia d'Agape. - A me Fratelli per il Segno e per la triplice batteria di plauso
Tutti i Fratelli fanno il Segno ed eseguono la Batteria di applauso. ●●● ●●● ●●●
1° Sorv. - Fratelli, per ordine del M.V. chiudo la Loggia.
2° Sorv. - La Loggia d' Agape resterà chiusa fino a data da destinarsi.
M.V. - Fratelli, ora che abbiamo raggiunto la Concordia e l’Armonia, siamo pronti a costruire il
Tempio dell'Umanità. Ritiriamoci in pace, dopo aver giurato il segreto sui lavori compiuti.
Tutti: - Lo giuro!
M.V. - Fratello delle Cerimonie, provvedete a togliere il Quadro di Loggia, a spegnere le Tre Luci
e a far uscire ordinatamente i Fratelli dal Tempio.
Il Maestro delle Cerimonie prima di riporre il quadro di Loggia, procede allo spegnimento delle
Luci
2° Sorv. Che la Luce della Bellezza resti nei nostri cuori.
1° Sorv. Che la Luce della Forza resti nei nostri cuori.
M. Ven. Che la Luce della Saggezza resti nei nostri cuori.
I fratelli non debbono tornare all’ordine.
Dignitari e Ufficiali depongono, all’unisono col Maestro Venerabile, le insegne e gli strumenti di
lavoro.
Il M. delle Cer. Spegne le luci, e poi torna al suo posto.
Al termine dello spegnimento delle luci:
Oratore: che la Luce di quell’amore che mai si spegne continui a brillare nei nostri cuori per
illuminare il nostro cammino.
M. Ven : Fratelli, separiamoci in pace. Fratello Maestro delle Cerimonie, provvedete a fare uscire
ordinatamente i Fratelli dal Tempio.

USCITA ORDINATA DAL TEMPIO


Alla fine dei Lavori la marcia di uscita si svolge in senso ANTIORARIO ed in forma non quadrata,
nello stesso ordine d'ingresso.
Il Maestro delle Cerimonie si limiterà a porsi tra le Colonne e ad invitare il MV alla porta,
chiamando poi per l'uscita in ordine decrescente di importanza rituale: il 1° Sorv, il 2° Sorv,
l'Oratore, il Segretario, il Tesoriere, l'ex MV, i Fratelli all'Oriente, i Maestri, i Compagni d'Arte, gli
Apprendisti, ultimo il Copritore interno.

Non si daranno segni. I fratelli usciranno traversando direttamente il Tempio, con un lieve cenno
del capo e portando la mano destra al cuore. Il MV risponderà con un lieve cenno del capo.
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I Fratelli sostano nella Sala dei Passi Perduti in silenziosa attesa, il Maestro Venerabile,
accompagnato dal M. delle Cerimonie, rientra nel Tempio, spegne il Testimone, esce dal Tempio
e rivolgendosi ai Fratelli, rimasti in ordinata attesa, dice:
"Fratelli il nostro Lavoro è compiuto".

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In appendice le considerazioni sui lavori d’Agape della R.L. La Sebezia all’Or. Di Napoli, 1864:
DEI BANCHETTI O AGAPI
(del Fr. Domenico Angherà)
Li banchetti si tengono sempre al grado di Appr affinché tutti li FF potessero
indistintamente parteciparvi, ed essere ammessi senza eccezione.
La tavola, rigorosamente parlando, dev’essere una sola, confermata a guisa di un ferro di
Cavallo. Li fratelli si piazzano tutti al di fuori, eccetto il M di Cerim e i due Diaconi, che nel
rito scozzese antico ed accettato prendono posto al di dentro, di fronte al FrVen.
Ciò non ostante quando i Fratelli saranno numerosi, e la condizione del locale non si offre,
anche al di dentro si possono collocare i FF.
Il V occupa il centro esteriore, ovvero nel mezzo della curva esterna, ed ai rispettivi estremi
della Tavola (come si disse fatta a ferro di cavallo) prendono posto i rispettivi Sorv nello stesso
modo e distintamente come si pratica in Loggia.
I travagli di masticazione vengono diretti dal Ven nello stesso modo come dirigonsi in Loggia
i lavori ordinari, comunicando gli ordini per mezzo del 1° Diacono.
Il Ven comanda ed ordina i rispettivi brindisi, eccetto quello che viene diretto a lui stesso, e
che col suo consenso vien comandato dal Primo Sorv.
Il Ven qualche volta delega, a solo motivo di particolare distinzione, uno degli Ufficiali o
Fratelli della L, per comandare, e dirigere i rispettivi brindisi di rito.
Tutti gli oggetti che si mettono in Tavola devono essere disposti in linee equidistanti e parallele,
con tanta ricercatezza, che si è stimato situare dei cordoni colorati per meglio, ed esattamente
disporre le allineazioni.
La prima linea, a partire dalla curva interna, è formata dai piatti colle vivande; la seconda dalle
bottiglie; la terza dai bicchieri; la quarta dai piatti per mangiare.
Si deve avvertire però che queste linee crescono in proporzione che il caso porta di prender
posto i Fratelli anche dalla parte interna, e questi fratelli,quando si comandano li brindisi
rimarranno seduti, per non impedire la presenza dei FFche seggono al di fuori.
Tutti gli oggetti che forniscono la tavola hanno presso i Fratelli liberi MM un significato
mistico, ed allegorico, come a ragion d’esempio:

Nomi ordinari Nomi allegorici


La tavola da mangiare Piattaforma
Tovaglia di tavola Velo o gran bandiera
Salvietta Bandiera

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Piatto Coppa di bilancia
Tondino Tegola
Cucchiaio Cazzuola
Forchetta Marra o Zappa
Coltello Spada
Bottiglia o caraffa Barile
Bicchiere Cannone
Lumi Stelle
Smoccolatoio Morsa
Sedia Stallo di Coro
Cibi in generale Materiali
Pane Pietra bruta
Vino Rosso Polvere forte rossa
Vino bianco Polvere forte bianca
Acqua Polvere debole
Birra o sidro Polvere gialla
Liquore Polvere fulminante
Sale Sabbia o arena
Pepe Cemento o arena gialla
Mangiare Masticare
Bere Tirare una cannonata
Trinciare Dirozzare o digrossare

Osservazione necessaria sopra i sette brindisi ordinari


Fin dalla più remota antichità, nei banchetti ordinari che si praticano dalla Società filantropica
dei LL MM, si ebbe la cura di formolare sette brindisi, il primo, cioè al Capo della nazione; il
secondo al Gran Maestro dell’Ordine; il terzo al Fr Ven; il quarto ai due Sorv, il quinto ai
FF Visitatori, qualora ve ne siano; il sesto agli Ufficiali e Dignitari della L, e nuovi iniziati o
affiliati se ve ne sono; il settimo ed ultimo a tutti li FFliberi MM sparsi su tutta la superficie
del Globo.
Da qualche tempo si è creduto fare anche economia nel numero dei brindisi, e da sette ridurli a
cinque. I Fratelli che hanno consigliato simile riforma hanno considerato, come al solito,

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l’apparente indicazione del saluto, senza mai approfondire l’esame sull’allegoria misteriosa alla
quale indeclinabilmente allude questa Società di uomini probi, e virtuosi.
Questa mutilazione bastantemente indiscreta, desta il riso in tutti coloro che ne conoscono i
misteri. È necessario accennare per sommi capi lo sbaglio.
Li sette brindisi, cui noi alludiamo, si riferiscono alle sette misteriose libazioni dei nostri antichi
iniziati, in onore dei sette Pianeti di cui ciascuno ha un nome nei giorni della settimana.
La prima libazione era dedicata al Sole, Re dell’Universo, a cui la Natura deve la sua fecondità. A
questa libazione si riferisce il primo brindisi dei liberi MM.
La seconda si dedicava alla Luna, come un pianeta, il quale, secondo il ragionar degli Antichi,
illustrava i più segreti Misteri. I FF liberi MM hanno consagrato il secondo brindisi al Capo
Supremo della Massoneria nazionale.
La terza era consacrata a Marte, divinità che secondo gli antichi presedeva tanto ai consigli che
ai combattimenti. I FF liberi MM hanno dedicato, in rispetto a questa terza libazione, un
brindisi al FV.
La quarta era dedicata a Mercurio, a cui gli Egiziani avevano dato il nome di Anubi, o Dio
invigilatore. Quindi il quarto saluto , o brindisi, che ha rapporto con questa quarta libazione,
viene dai FF diretto al 1° e 2° Sorv della Loggia.
Il quinto brindisi rappresenta la quinta libazione degli Antichi, che dedicavano a Giove, nominato
anche Senio, Dio della Ospitalità, e perciò da noi tributato e diretto ai Fratelli Visitatori.
La sesta libazione era offerta a Venere, la Dea della generazione. Questa Divinità, simbolo della
Natura, forma, al ragionar di Lucrezio, la delizia degli uomini e dei Numi. Questa libazione, che
ha rapporto col sesto brindisi, o saluto, è diretta agli Uffiziali della Loggia, ai suoi membri, e
soprattutto ai nuovi iniziati, la di cui principale occupazione dev’essere diretta allo studio della
Natura.
La settima, ed ultima libazione veniva offerta a Saturno, che presso gli antichi era stimato come
il Dio dei periodi, e dei tempi, e di cui la immensa orbita sembra abbracciare tutto il mondo. Il
settimo brindisi, relativo a questa libazione, vien diretto dai FFliberi MM a tutti li confratelli
sparsi sulla superficie della Terra.
Non bisogna dimenticare che presso gli antichi quando si celebravano le feste di Saturno, gli
schiavi aveano il privilegio di sedere a mensa a fianco dei rispettivi Padroni, egli è perciò quando
si dirige questo saluto, si fanno intervenire tutti li FF serventi, affinché partecipassero di tutte
le felicitazioni ed auguri e ciascuno di essi potesse rappresentare uno anello nella gran catena
della Famiglia umana, perché il banchetto vien chiuso formando la CATENA DI UNIONE.
N.B. Fra il sesto, e settimo saluto, o brindisi, è a piacere del V fare che s’interponghino altri
brindisi, o saluti, diretti a chi si vuole felicitare.

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Questi Banchetti o Agapi massonici si possono determinare a piacere e talento dei Fratelli,
secondo la prudenza del Ven.
È necessario però avvertire che nel corso di ciascun’anno sono indispensabili tre banchetti
relativi alle tre solennità, cui dovranno andare tassativamente soggetti tutti li Fratelli di ciascuna
Loggia, cioè, la Festa della Fondazione della Loggia, e le due feste solstiziali di obbligo, che si
celebrano il 27 dicembre, giorno di San Giovanni Evangelista, o Solstizio d’Inverno, consagrato
alla SPERANZA, ed il 24 giugno, giorno di San Giovanni Battista, o Solstizio di Està, consagrato alla
RICONOSCENZA.
Modo pratico di eseguire i brindisi nei Banchetti ordinari dei FF liberi MM
Primieramente il V ordina che si caricassero i Cannoni, e si mettessero in linea. Ciò nel
linguaggio di convenzione significa colmare di vino, o altro liquore i bicchieri, e metterli
all’ordine.
In secondo luogo il V avrà cura di avvertire se il brindisi dovrà farsi collo stare in piedi, o seduto.
Quando tutto è ben disposto, il V fa sentire un sol colpo col suo maglietto, ed a tal segno tutti
li FF si alzano, ponendo sul braccio sinistro la propria bandiera (la salvietta), e si mettono
all’ordine.
Il V annunzia il brindisi che si anderà a fare, e se gli esercizi (movimenti) non saranno comandati
direttamente da lui, è necessario che indichi quel fratello che stima incaricare onde
rappresentarlo.
I movimenti saranno comandato come siegue.
La mano destra alla spada (coltello di tavola)
la spada in alto:
Saluto di spada:
Si passi la spada dalla mano destra alla sinistra:
La mono destra alle armi (al bicchiere):
Le armi in alto:
Le armi in viso:
Fuoco! (si beve la terza parte del liquido compreso nel bicchiere)
Buon Fuoco! (si beve la metà del primo avanzo, ola seconda terza parte del tutto)
Perfetto Fuoco! (si vuota il bicchiere)
In ordine le armi (si abbassa il bicchiere al petto)
Le armi in avanti (il bicchiere si spinge in avanti)
Facciamo segno con le armi: (qui il bicchiere dal punto in avanti si passa verso la mammella
sinistra; quindi verso la mammella destra, in modo che il punto in avanti, la mammella sinistra, e

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la mammella destra formino un triangolo, di cui la base ne sia il petto, ed il vertice, opposto alla
base, sia il punto rappresentato dal bicchiere quando è spinto in avanti.)
Ciò si pratica per tre volte, ed in ciascuna volta si dirà UNO quando il bicchiere è in avanti, DUE
quando il bicchiere si porta alla mammella sinistra, TRE quando il bicchiere si porta alla
mammella destra.
Finito il triplice segno triangolare, fatto col bicchiere, chi comanda i movimenti o esercizi dirà:
Le armi in riposo: UNO, DUE, TRE.
Ciascun Fratello abbassa il bicchiere gradatamente sulla tavola in maniera che quando chi
comanda il brindisi dice “TRE” i bicchieri poggiando sulla tavola non facciano sentire che un colpo
solo.
Dopo di ciò chi comanda il saluto siegue a dire:
La spada alla mano destra:
La spada in alto:
Saluto con la spada:
La spada in riposo:
I coltelli si poggeranno tutti sulla tavola in maniera da produrre un colpo solo.
Dietro tutto questo, si farà colle mani la solita BATTERIA DI ACCLAMAZIONE.

N.B. É necessario conoscere che dei sette brindisi di obbligo il primo, il secondo, il terzo ed il
quinto si eseguiscono stando all’impiedi, ad eccezione di coloro a cui il brindisi sarà diretto e che
si trovassero presenti. Il quarto, il sesto ed il settimo, si eseguiscono stando seduti.
Bisogna però non dimenticare che qualora la necessità porta che dei Fratelli assistenti al
banchetto, alcuni debbano sedere nella curva interna della Tavola, costruita, come sempre
dovrebbe essere a ferro di cavallo, costoro rimarranno seduti anche quando si fanno i primi tre,
col quinto brindisi.
Non è ozioso l’avvertire, ch’è a libertà di ciascun Fratello di colmare il suo bicchiere di vino, di
acqua, o di altro liquore, in proporzione delle sue ordinari abitudini, stante è di assoluta necessità
che si mantenghi affatto lontana dal convito degli uomini saggi una smodata ebbrezza, che non
può partorire altro effetto fuori dalle lacrimevoli o almeno indecorose e buffe dimostrazioni.
Per non interrompere il pranzo, si opina generalmente eseguire il brindisi di obbligo
successivamente l’uno dopo l’altro. Ma è a volontà del V il disporre diversamente.
Finalmente è utile conoscere che nella esecuzione dei Banchetti, la Loggia si dichiara dal
Venerabile essere messa nello stato di recreazione, e di una fratellevole ilarità; ma tostocché il
Venerabile fa sentire il suo maglietto, il tutto rientra all’istante in un perfetto silenzio.
ORDINE DEL FR LIB M IN TAVOLA

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Quando si dice «un Fr stare all’ordine di tavola » s’intende che il F tenga la mano diritta
all’ordine di Apprendista, e facci poggiare distesa la mano sinistra sulla tavola, in modo che il
pollice stia sul contorno della stessa tavola, e formi una squadra col dito indice che giace unito
insieme alle altre dita della mano distesa.
La Catena di Unione che si pratica da tutti li FF liberi MM senza eccezione alcuna
Pria di comandare li movimenti o esercizi del settimo ed ultimo brindisi di obbligo, il V ordina
che convenissero tutti li fratelli, compresi anche i fratelli serventi, dei quali ciascuno è obbligato
portar seco il coltello, la salvietta, ed il bicchiere.
Appena il V dice: ALL’ORDINE; SPADA ALLA MANO: ciascun fratello colla mano sinistra, avrà cura di
stringere colla stessa mano una delle punte della sua salvietta insieme ad una delle punte della
rispettiva salvietta che gli viene offerta dai due fratelli che gli stanno ai due lati, formando in tal
modo una catena continuata coi rimanenti Fratelli.
In tale posizione, avendo ciascuno libera la mano destra, esegue con essa tutti li movimenti ed
esercizi prescritti, come negli altri brindisi.
Pria di bere si suole cantare in coro qualche canzonetta allusiva ai principi fondamentali
dell’Ordine, cioè alla riconoscenza verso il GAdell’U, apostrofando le virtù morali, ed i
sentimenti di attaccamento alla gran famiglia umana.
Si avrà cura colla voce, e coll’esempio di fare sì che il tutto siegua con decenza, con dignità e con
quella notabile delicatezza, tutta propria di una Società di Uomini saggi, onesti e virtuosi.

A cura di gmm 10/04/2020


Rivisto il 14.4.2022

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