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Riccardo Corsi
Ingresso rituale, con le modalità consuete, guidato dal Maestro delle Cerimonie.
1° Sorv. E’ quello di assicurarsi che tutti i presenti siano Fratelli Liberi Muratori.
M?V?I? Questo Tempio è dunque situato sotto la custodia dei Guardiani del Cielo,
Fr. 1° Sorvegliante.
M?V?I? Ciò è giusto, Fr. 1° Sorvegliante, quindi i nomi celesti si riflettono sulla
Terra nei nomi terrestri affinché ciò che è in alto sia come ciò che è in
basso, secondo l’insegnamento del Maestro Ermete Trismegisto.
Fr. 2° Sorvegliante, quanti Templi ci sono nell’Universo?
2° Sorv. Per le stesse ragioni che in esso vi sono le due Colonne J e B, e le cariche di
Loggia sono dodici, Maestro Venerabile.
M?V?I? E’ così cari Fratelli, il Tempio è come il cielo in tutte le sue parti
1° Sorv. 3 cubiti per la base, 4 per l’altezza e 5 per l’ipotenusa, Maestro Venerabile.
1° Sorv. Per edificare Templi alla Virtù, scavare oscure e profonde prigioni al Vizio
e lavorare al Bene ed al Progresso dell’Umanità.
Fratelli in piedi.
1° Sorv. Fratelli della Colonna del Meridione, giacché in grazia dell’ora e dell’età è
tempo di aprire i nostri architettonici Lavori, vi avverto che, nel corso dei
medesimi, non è più permesso ad alcuno di passare dall’una all’altra
Colonna e di intrattenersi in questioni di politica e di religione. Non è
inoltre permesso ad alcuno di coprire il Tempio senza che ciò gli venga
consentito. Tutto in questo Tempio, deve essere serietà, senno, benefizio e
giubilo.
2° Sorv. Fratelli della Colonna del Settentrione, giacché in grazia dell’ora e dell’età
è tempo di aprire i nostri architettonici Lavori, vi avverto che, nel corso
dei medesimi, non è più permesso ad alcuno di passare dall’una all’altra
Colonna e di intrattenersi in questioni di politica e di religione. Non è
inoltre permesso ad alcuno di coprire il Tempio senza che ciò gli venga
consentito. Tutto in questo Tempio, deve essere serietà, senno, benefizio e
giubilo.
M?V?I? Carissimi Fratelli, alcuni tra Voi hanno deciso di costituire una nuova
Loggia che sarà un ulteriore centro di formazione e perfezionamento di
tutti noi.
Fratelli in piedi e all’Ordine.
M?V?I? Promettete di sottomettervi agli antichi doveri, usi e costumi della Libera
Muratoria e di mantenerli fedelmente come lo hanno fatto i Maestri di
tutti i tempi che ci hanno preceduto all’Oriente Eterno?
Candidato Lo prometto.
ti ricevo
ti costituisco
ti consacro
Maestro Venerabile della R:.L:. ........ n. ... all’Oriente di ................. .
Fratelli rimanete in piedi e non all’Ordine.
Le spade vengono ritirate; il M:.V:.I:. consegna la propria ed il maglietto al
M.d.C. e ne riceve il cambio il grembiule da M:.V:. per il neoeletto, al quale
1
La formula del giuramento è la stessa che si usa ogni anno per l’installazione dei dignitari di loggia.
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Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
dovrà essere messo, il M.d.C. affianca il M:.V:. per aiutarlo nella vestizione
del neoeletto.
Carissimo Fratello, Vi ricopro con il grembiule di Maestro Venerabile,
distinto dalle tre “TAU”, simboli della conoscenza del piano fisico, del
piano animico e del piano spirituale dell’Uomo.
Fratello mio Vi rivesto del collare con il gioiello della Vostra carica che,
essendo una squadra, simbolo della Rettitudine, Vi ricorderà
l’obbligazione solenne che Voi avete prestato da pochi istanti.
si effettua il passaggio del collare tra i due M:.V:.
Vi consegno quindi il primo maglietto di questa Loggia, simbolo
dell’autorità Massonica, affinché Voi manteniate fermamente i nostri usi e
le nostre tradizioni, all’Oriente come all’Occidente, a Mezzogiorno come al
Settentrione. Esso dovrà poggiare sempre sul Vostro cuore. In virtù di
questa stessa autorità che noi Vi deleghiamo, Vi consegno la Spada
Fiammeggiante, simbolo del fuoco serpentino con il quale potrete
“ricevere”, “costituire”, “creare” e “consacrare”. Vogliate ora consentirmi
di dirigere una triplice batteria di giubilo in Vostro e nostro Onore.
Fratelli all’Ordine.
A me per il segno e per la triplice batteria.
Cessa la musica
M?V? Con questo fuoco che abbiamo ricevuto accendiamo la Sapienza di questa
R:.L:. ............. .
1° Sorv. Con questo fuoco che abbiamo ricevuto accendiamo la Bellezza di questa
R:.L:. ............. .
2° Sorv. Con questo fuoco che abbiamo ricevuto accendiamo la Forza di questa
R:.L:. ............ .
Oratore Che questi tre fuochi, conformemente alle nostre leggi, illumino, irradino e
compiano i nostri lavori.
Fratelli sedete.
2
I candelabri, all’apertura dei Lavori, non sono ancora disposti a triangolo e in questo momento il M.d.C. li
prepara per essere accesi.
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Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
Fr. Maestro delle Cerimonie vogliate osservare se nella sala dei passi
perduti vi sia qualche Fratello che chiede di entrare ed introducetelo nella
debita forma. 3
Al termine: 7
M?V? Fratello Maestro delle Cerimonie fate passare il sacco delle proposte tacite
e voi Fratello Elemosiniere fate passare il Tronco della Vedova. 8
3
Se qualche Fratello chiede di entrare, verrà introdotto con le modalità consuete, altrimenti il M.d.C. pronuncerà
la frase di rito: Nessun fratello bussa alla porta del Tempio.
4
Il momento delle felicitazioni è sempre critico perché una bella cerimonia può essere appannata da un eccesso
di interventi, a volte anche inopportuni. E’ buona regola che il M:.V:. avverta i Fratelli che la parola viene
concessa prima alle colonne e poi all’Oriente; dopo che sono intervenuti i fratelli all’Oriente, e soprattutto dopo
che ha parlato la più alta autorità, la parola non è più concessa.
5
Se i tempi lo consentono la Catena Fraterna viene effettivamente eseguita ma in questo caso è preferibile che
venga estesa a tutti i presenti anche perché, alzandosi il M.V., tutti si devono alzare in piedi.
6
E’ di tutta evidenza che la domanda è rituale e perciò si intende che la parola è concessa solo su argomenti
effettivamente importanti, escludendosi quelli amministrativi – perché non è l’occasione – e quelli di saluti e
felicitazioni che hanno già avuto il loro spazio.
7
Questo è il momento più adatto per far uscire dal Tempio la più alta autorità, se lo desidera, e i Grandi Dignitari
che la accompagnano.
8
Tutti devono introdurre la mano sinistra senza il guanto; per la beneficenza la mano viene ritratta chiusa perché
i bisognosi possono anche prelevare il denaro, mentre per le proposte tacite la mano viene ritirata aperta a
dimostrazione di nulla aver sottratto.
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Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
Si esegue procedendo in senso orario, nel seguente ordine: Maestro
Venerabile, 1° e 2° Sorvegliante, Fratelli all’Oriente, Oratore, Segretario,
Tesoriere, Fratelli della Colonna del sud, Fratelli della Colonna del Nord,
infine chi regge il Tronco. Il tronco della beneficenza viene portato al Maestro
Venerabile che vi appoggia il maglietto e poi lo fa recapitare all’Oratore. Il
sacco delle proposte tacite viene rivoltato sulla cattedra del Maestro
Venerabile.
Oratore Maestro Venerabile il Tronco della Vedova ha fruttato tre e più mattoni
per la costruzione del Tempio.
2° Sorv. Per osservare il Sole al suo tramonto e rimandare gli Operai dal lavoro
alla ricreazione, per il bene dell’Ordine e dell’Umanità.
1° Sorv. Come il Sole tramonta in questo punto per chiudere il giorno, così il 1°
Sorvegliante siede ad Occidente per chiudere la Loggia, pagare gli operai e
mandarli via contenti e soddisfatti a gloria ed onore dell’Ordine.
9
Si rammenta che nei rituali attuali sono stati esplicitamente aboliti gli scuotimenti di mani e grembiuli, è
ammesso solo un cenno affermativo del capo.
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Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
M?V? Fratello 2° Sorvegliante al momento che ora è?
1° Sorv. Fratelli delle due Colonne per ordine del Maestro Venerabile chiudo la
Loggia.
Tutti: Lo prometto.
10
Quando il 2° Diacono occupa il posto a lui destinato, alla destra del 1° Sorvegliante, si siede senza
nuovamente squadrare il Tempio.
11
Dopo la batteria non si ritorna all’Ordine ma solo al rispetto.
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Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
Mentre il Maestro delle Cerimonie spegne le tre Luci.
Dopo l’uscita dal Tempio di tutti i Fratelli, il M?V? ed il M.d.C rientrano nel
Tempio per spegnere il Testimonio.
Cessa la musica
e, nuovamente usciti nella Sala dei Passi Perduti, il M?V? comunica:
Nel Tempio regnano la Pace e l’Armonia. Fratelli in libertà.
12
Eugenio Bonvicini: “Massoneria moderna”, Bastogi, Foggia 1997, pag.235.
13
Patrick Geay: “Tradizione e Massoneria”; Atanor, Roma 1997, pag. 37.
14
Leonardo Bigliocca: "Il Tempio come spazio sacro"; www.zen-it.com.
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Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
In alcune Logge la sacralizzazione del Tempio è accompagnata da musiche
appropriate, quale ad esempio la “Marcia dei Sacerdoti”, brano del “Flauto magico” di
Mozart; mentre la chiusura dei Lavori, immediatamente prima dell’uscita dei fratelli dal
tempio, è puntualizzata dal dispiegamento della Bandiera italiana, da parte dell’Ex Maestro
Venerabile, con l’accompagnamento dell’Inno “Fratelli d’Italia”15 , per simboleggiare il
ritorno alla società ed alle sue leggi.
Ciò non ostante, nella tradizione Libero Muratoria è d’uso un Rituale di
Consacrazione del Tempio ed un Rituale di Devitalizzazione, poiché è lasciata ai Fratelli
libertà di espressione in una materia così delicata.
15
Più propriamente: “Canto degli italiani”.
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Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
RITUALE PER LA CONSACRAZIONE DEL TEMPIO 16
Preparazione
La porta del Tempio da inaugurare è chiusa.
All’interno vi sono, in attesa, tre Fratelli: un Apprendista Libero Muratore, un Compagno
d’Arte, un Maestro Muratore, ciascuno munito di una lanterna accesa; uniche luci che
rischiarano il Tempio.
Il Compagno avrà anche una Cazzuola ed il Maestro una Spada.
Il Tempio è normalmente arredato ma Squadra, Compasso e Libro Sacro sono sul tavolo
dell’Oratore, senza alcuna particolare posizione.
Un braciere è acceso, per esservi poi versato l’incenso.
Mancano il Labaro di Loggia e la Spada Fiammeggiante.
All’ora stabilita i Fratelli di Loggia e i visitatori si raduneranno nella Sala dei Passi Perduti e
formeranno il corteo.
Corteo:
x il Porta Stendardo in testa, fra due Maestri muniti di spada (tenuta con la mano sinistra
e appoggiata alla spalla sinistra), porterà il Labaro di Loggia, che poi sistemerà
nell’angolo del Tempio a sinistra del M:.V:.;
x il M:.V:., con il maglietto in posizione d’ordine sul cuore;
x alla destra del M:.V:., il Porta Spada che terrà sulle braccia (meglio se è su un cuscino)
la Spada Fiammeggiante, che poi deporrà sulla cattedra del M:.V:.;
x alla sinistra del M:.V:., il Maestro delle Cerimonie (assume questa collocazione dopo
avere invitato i Fratelli a disporsi in corteo), che porta la Riga, che non abbandona
mai, e la Stella 17 (candela);
x i due Sorveglianti, appaiati, con il maglietto all’ordine;
x l’oratore e l’ex M:.V:., appaiati;
x sempre due a due, gli aventi diritto all’Oriente (in ordine decrescente), i Maestri, i
Compagni, gli Apprendisti;
x il Copritore Interno, che all’interno del Tempio si metterà subito al suo posto;
x per ultimi i visitatori che non hanno diritto di andare all’Oriente.
16
Non esiste un rituale ufficiale per la consacrazione di un Tempio massonico; il presente testo, al quale si
ispirano – più o meno – tutti gli Orienti, è tratto da una pubblicazione dal titolo RITUALE E CATECHISMO
DEL TERZO GRADO SIMBOLICO DI MAESTRO LIBERO MURATORE, edita dalla tipografia Dott.
Giovanni Bardi, Salita de’ Crescenzi, 16 – Roma, probabilmente nel 1945. In un fascicolo analogo, ma per il
grado di Compagno Libero Muratore, è specificato che la stampa è a cura del Rito Scozzese Antico ed Accettato.
17
Da non confondersi con le stelle dorate montate su bastoncino o deposte su cuscini, previste in altre cerimonie.
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Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
INIZIO DEI LAVORI
M:.V:. Giunto alla porta del Tempio, batte da Apprendista con il maglietto
IL MAESTRO da dentro:
Siamo operai che lavorano alla costruzione del Tempio, ai quali fu
comandato di costruirlo.
M:.V:. Siano i benvenuti tutti coloro che entrano nel Tempio per
completare l’Opera.
18
Nel testo originale viene chiamata “facella”, cioè piccola torcia: il presente testo è stato, perciò, adeguato con
termini attuali.
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Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
Il Corteo avanza e si ferma poco oltre la porta. Il M:.V:. va ad
osservare se tutti i Lavori sono regolari (sempre accompagnato dal
M.d.C. con Riga e Stella, simbolo di Verità, Virtù e Giustizia), poi
abbraccia i tre Guardiani che attendono tra le Colonne.
Il Tempio sarà illuminato solo dalle tre lanterne che, mentre il M:.V:.
visita i Lavori, i Guardiani avranno deposto sulle cattedre delle tre
Luci.
Il Corteo riprende poi la sua marcia e i fratelli, via via che giungono
all’altezza del rispettivo posto vi si istallano. Il Gran Maestro o il suo
rappresentante delegato, si istallerà alla destra del Maestro
Venerabile.
Tutti restano in piedi.
M:.V:. Fratelli miei, il voto primo che dobbiamo fare è che questo Tempio,
innalzato alla Virtù ed alla Verità, sia sempre degno del
G:.A:.D:.U:., al quale intendiamo dedicarlo e che tutti i Liberi
Muratori che verranno qui a lavorarvi siano animati da sentimenti
di Unione, di Fratellanza, di Pace e di Amore.
MUSICA
19
Si intende il simbolo posto alle spalle del M:.V:., al di sopra del tronetto.
20
Prevedere un’illuminazione, molto tenue, per lo svolgimento dei lavori.
21
Il Corteo si reca nell’angolo Sud-Occidentale del Tempio e sempre procedendo in senso orario raggiunge la
cattedra del M:.V:. e poi torna all’angolo Sud-Occidentale per iniziare il secondo viaggio.
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Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
Che il Fuoco Sacro riscaldi e purifichi i nostri spiriti; che la Luce ci
illumini e ci guidi e che i Lavori di questa Loggia siano accetti al
G?A?D?U?
22
Il Corteo raggiunge nuovamente l’angolo Sud- Occidentale e compie un giro completo per raggiungere la
cattedra del 2° Sorvegliante, in quanto i viaggi iniziano sempre da questo angolo.
23
Questo passaggio è stato inserito successivamente all’edizione del 1945.
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Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
2° Sorvegliante Fratelli della Colonna del Settentrione, vi avverto che il Maestro
Venerabile si accinge a proclamare la consacrazione e
l’inaugurazione di questo Tempio.
TUTTI
M:.V:. Fratello M.d.C., vi prego di guidare fra le Colonne quei Fratelli che
comunque hanno direttamente contribuito alla esecuzione dei
Lavori.
M.d.C. Esegue.
TUTTI
24
La consuetudine fa si che, a causa del protrarsi dell’orario, spesso si concluda la Cerimonia senza l’apertura
dei Lavori; in questo caso si procede all’uscita del solo Gran Maestro o suo delegato, nonché dei Grandi
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Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
RITUALE DI INSEDIAMENTO DEL MAESTRO VENERABILE
e delle altre cariche di Loggia 25
NOTA ILLUSTRATIVA 26
3. Si ritiene pertanto che il “dialogo rituale” debba limitarsi a rammentare le facoltà che
competono al Maestro Venerabile prima che gli sia trasmesso il Potere Iniziatico.
4. Ne consegue che il Rito deve limitarsi alla COSTITUZIONE (con trasmissione del
Potere Iniziatico), alla PROCLAMAZIONE, all’INVESTITURA,
all’INSEDIAMENTO da parte di un Ex Maestro Venerabile, alla presenza dei Fratelli
di Loggia e dei Visitatori eventuali, SENZA rilascio di alcuna Parola Sacra speciale; il
Maestro Venerabile è solo ”primus inter pares” fra i Maestri di Loggia..
5. Per l’Insediamento dei Dignitari, degli Ufficiali e dei Giudici di Loggia27 da parte del
Maestro Venerabile già insediato, si ritiene sufficiente il richiamo alle responsabilità
che si assumono con la carica ed alla riflessione (esclusa per i Giudici che non hanno
Collare, non avendo Funzioni rituali), sul Gioiello di Loggia senza ulteriori aggiunte.
6. Il tutto è così compatibile col Sistema ritualistico del G.O.I. nei tre Gradi
dell’Ordine.28
Dignitari, e poi il M:.V:. si porta alla porta del Tempio e riceve l’omaggio di tutti i Fratelli che escono senza
squadrare il Tempio.
25
Rituale approvato dalla Gran Loggia del 26.11.1994 e promulgato con decreto del G.M. n. 108/VG del
17.12.1994, con la dicitura, però, di Testo Provvisorio; è stato aggiornato con le modifiche regolamentari
intervenute successivamente.
26
La nota è quella originale del testo del 1994.
27
I Giudici di Loggia sono stati aboliti dalla Gran Loggia del 2004 e nel Rituale non ne verrà più fatto cenno.
28
Questa, in verità, è una forzatura della Commissione Rituali che non ha tenuto conto del fatto che i nostri
Rituali storici, cioè quelli che furono adottati nel 1859, alla rinascita della Massoneria in Italia, erano di
derivazione francese, nei quali per l’investitura del M.V. è previsto un particolare Rito, celebrato da soli M.V. o
Ex M.V., con la trasmissione di una parola segreta. Ugualmente avviene nel rituale Emulation.
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Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
PREMESSA
2. I Sorveglianti eletti, l’Oratore eletto, il Segretario nominato siedono nei primi posti
della Colonna del Meridione, insieme al Tesoriere eletto e - consentendolo lo spazio -
agli Ufficiali; il posto alla destra del M?V?I? deve essere lasciato libero dall’inizio
del Rito.
29
Dopo la riforma, dall’Ispettore Circoscrizionale:
30
Questa è la conferma che, in verità, la Tradizione prevedeva una Cerimonia condotta da soli M.V. o Ex M.V..
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Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
INSEDIAMENTO DEL MAESTRO VENERABILE
ELETTO PER LA PRIMA VOLTA
e delle altre cariche di Loggia
M?V?I?
Fratelli, procediamo ora all'insediamento dei Neoeletti e Neodesignati
nelle cariche di Loggia.
1° Sorv.
2° Sorv.
31
Tutte le cariche sono ricoperte da Insedianti.
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Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
MUSICA Musica di sottofondo.
M?V?I?
Fratelli,in piedi e all'Ordine.
Fratello Maestro delle Cerimonie, recatevi dal Fratello Maestro
Venerabile eletto e conducetelo con la dovuta forma all’Ara.
M.d.C. Si reca dal M.?V? Eletto e battendo la Riga per terra, lo invita a
seguirlo:
M?V?I? ho l’onore di presentare il Rispettabilissimo Fratello .....,
Maestro Venerabile Eletto di questa Rispettabile Loggia.
M?V?I? Vi prego, allora, di porre la mano sinistra sulle Tre Grandi Luci poste
sull’Ara e la destra sul cuore per prestare la Promessa Solenne.
M?V?I?
Fratelli piedi e all’Ordine.
Scende dal Trono con la Spada Fiammeggiante che incrocia sul capo
del Maestro Venerabile Eletto con quelle dei Sorveglianti Insedianti. Poi:
Dopo il triplice abbraccio lo invita a prendere posto sul Trono e si mette alla
sua destra, gli affida successivamente la Bolla di Fondazione, il Libro della
Costituzione e del Regolamento dell’Ordine il Libro dei Verbali, il Libro
Matricola e - se è stato adottato - il Regolamento di Loggia.
Pausa
M?V?
Fratelli, in piedi e all’Ordine.
Rispettabilissimo Ex Maestro Venerabile, in virtù dei poteri a me
conferiti VI DECORO del Collare di Ex Maestro Venerabile di questa
Rispettabile Loggia. 32
32
Dovrebbe sempre esserci un Fratello ex M:.V:. per ricoprire la carica, in difetto rimane vacante e il periodo
rituale è omesso.
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Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
INSEDIAMENTO DEGLI ALTRI DIGNITARI
M?V?
Fratelli tutti, in piedi e all’Ordine.
Eseguono; i Dignitari danno il Segno.
M?V? Protendete la mano sinistra verso l’Ara, sopra le Tre Grandi Luci e, con
la destra sul cuore, prestate la Promessa Solenne.
Dite nome e cognome, la carica che ricoprirete e leggete uno alla volta:
33
33
E’ preferibile invitare ciascun Dignitario a leggere personalmente la Promessa Solenne; ancora meglio è far
leggere la Promessa Solenne all’Oratore Insediante e poi ciascun Dignitario dice nome, cognome, la carica che
rivestirà e Promette Solennemente.
Riccardo Corsi- ottobre 2006 32
Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
M?V? Dite: “Lo prometto solennemente”.
34
Il loro posto è ad Oriente in quanto le cariche per l’insediamento dovrebbero essere ricoperte da M.V. o Ex
M.V.
Riccardo Corsi- ottobre 2006 34
Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
MUSICA La musica si affievolisce.
Pausa
M?V?
Fratelli, vi comunico che nomino i Fratelli ....... Maestro delle Cerimonie,
Copritore Interno, l° Diacono, 2° Diacono, Oratore Aggiunto, Segretario
Aggiunto, Tesoriere Aggiunto (eventuali altri)
Ad ogni chiamata il Fratello interessato si alza dando il Segno.
M.d.C.I. Cura che i Collari, precedentemente preparati accanto agli Ufficiali, siano
presi in mano senza che vengano indossati; al Copritore Interno viene
consegnata una spada, precedentemente preparata.
Rispettabilissimo Maestro Venerabile, tutti gli Ufficiali sono in
possesso dei rispettivi Collari ed il Copritore Interno ha ricevuto anche la
Spada.
APERTURA RITUALE
IN GRADO DI APPRENDISTA LIBERO MURATORE
Il Lavori sono aperti dal Maestro Venerabile in carica. Dopo che sono entrati anche i
Fratelli ospiti, come primo lavoro della tornata cede il Maglietto all’Ex Maestro Venerabile,
o altro Maestro Venerabile o Ex Maestro Venerabile di altra Loggia della Comunione, in
veste di Maestro Venerabile Insediante, e si siede alla sinistra della cattedra.
La carica di Maestro delle Cerimonie è assunta dal Fratello nominato per il nuovo anno.
Tutti i collari dei Dignitari e degli Ufficiali sono depositati nei pressi dell’Ara; solo il collare
del M:.V:. è sul Trono.
M.d.C. Esegue.
35
La trasmissione del Potere Iniziatico avviene solo una volta, e la cerimonia di investitura completa non si
ripete più, anche se sono passati molti anni dalla prima volta. Rituale approvato nella Gran Loggia del
26.11.1994 e promulgato con decreto del G.M. n. 108/VG del 17.12.1994, come Testo Provvisorio.
36
E’ opportuno che la carica di M.d.C. sia da subito ricoperta da chi poi svolgerà poi le funzioni nel corso
dell’anno.
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Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
LOGGIA ........................, NUMERO ..... ALL’ORIENTE ..................,
ALL’OBBEDIENZA DELLA MASSONERIA UNIVERSALE –
GRANDE ORIENTE D’ITALIA – LIBERAMENTE E
SPONTANEAMENTE, SUL MIO ONORE ED IN PIENA COSCIENZA
PROMETTO SOLENNEMENTE DI TUTELARE E DIFENDERE GLI
INTERESSI MORALI E MATERIALI E LA DIGNITÀ DELLA
LOGGIA, DI ADEMPIERE A TUTTI GLI OBBLIGHI IMPOSTIMI
DALLA CARICA, NELL’INTENTO DI COOPERARE CON
PERSEVERANZA ALLA DIFFUSIONE DEI PRINCIPI MASSONICI E
AL DECORO DELL’ISTITUZIONE, DI OSSERVARE IN OGNI
EVENIENZA LE COSTITUZIONI E LE DELIBERAZIONI DEGLI
ORGANI DEL GRANDE ORIENTE D’ITALIA”.
M?V?I? Cede il suo posto al Maestro Venerabile eletto e si pone alla sua destra. Lo
investe del collare, gli consegna il maglietto col triplice abbraccio rituale.
Pausa di 5 secondi
37
La cerimonia, della promessa dei Dignitari e degli Ufficiali, differisce quella dell’istallazione – per la prima
volta – del M:.V:.
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Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
Cerimonie pone per tutti la sua sinistra sulle TRE GRANDI LUCI DI
LOGGIA.
Fratello Oratore, leggete la formula della Promessa Solenne.
M?V? Fratelli, guardate il Gioiello che orna il vostro Collare: esso simboleggia la
vostra funzione. Siatene degni.
Alla Gloria del G?A?D?U? in nome della Libera Muratorìa
Universale, sotto gli auspici del Grande Oriente d’Italia, per i poteri a me
conferiti
VI PROCLAMO – VI INSEDIO – VI INVESTO
nelle Vostre rispettive cariche per il corrente anno massonico.
M?V? Maestro delle Cerimonie, accompagnate i cari Fratelli che loro compete.
38
E’ ammesso formare la catena con i soli Dignitari e Ufficiali della Loggia, quando l’affluenza alla tornata e le
dimensioni del Tempio sono di ostacolo.
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Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
INVESTITURA E INSEDIAMENTO DEL MAESTRO VENERABILE 39
E DEI DIGNITARI E UFFICIALI DI LOGGIA
M:.V:.I:. Tre Fratelli Maestri, .................. , preceduti dal Maestro delle Cerimonie,
si rechino nella Sala dei Passi Perduti a prelevare il Maestro eletto e lo
introducano nel Tempio scortandolo fino all’Ara; successivamente questi
si ritirino e riprendano i loro posti.
cessa la musica
Fratello ....... accertato che siete stato iniziato in una Loggia giusta,
regolare e perfetta, successivamente elevato al grado di Maestro, nel quale
grado per oltre tre anni avete esercitato le vostre migliori capacità e che in
tale periodo siete stato insediato Dignitario di Loggia, riconosco in voi
tutte le qualità ed i requisiti necessari per essere insediato nella massima
dignità della Loggia, alla quale siete stato indicato dai Fratelli di questa
Officina.
Poiché siete Maestro, e come tale capace di interpretare ogni disegno
tracciato dai Fratelli Liberi Muratori, vi invito a leggere la formula della
promessa solenne.
Fratello Maestro delle Cerimonie vogliate porgere al Maestro eletto la
formula della promessa solenne.
Fratelli in piedi ed all'Ordine.
39
Questa versione del rituale di installazione del M:.V:. è ancora molto diffuso nelle Logge della Comunione, in
quanto quello approvato nella Gran Loggia del 26.11.1994, a motivo della sua provvisorietà, non è mai stato
completamente recepito.
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Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
PROMETTO DI TUTELARE E DIFENDERE GLI INTERESSI
MORALI E MATERIALI E LA DIGNITA’ DELLA LOGGIA. DI
ADEMPIERE A TUTTI GLI OBBLIGHI IMPOSTIMI DALLA MIA
CARICA, NELL’INTENTO DI COOPERARE CON PERSEVERANZA
ALLA DIFFUSIONE DEI PRINCIPI MASSONICI ED AL DECORO
DELL’ISTITUZIONE. DI OSSERVARE, IN OGNI EVENIENZA, LE
COSTITUZIONI E LE DELIBERAZIONI DEGLI ORGANI DEL
GRANDE ORIENTE D’ITALIA.
M:.V:.I:. Fratello ........ avvicinatevi alla mia Cattedra affinché io possa procedere
alla vostra investitura.
Vi cingo questo Grembiule, ornato da tre Tau simbolizzanti la massima
conoscenza e la più alta dignità massonica, che continuerete a portare
anche dopo la scadenza del vostro mandato.
Posa sulle spalle del Fratello eletto il collare trattenendo in mano il Gioiello
Lascia il Gioiello
Lascio qui sulla vostra Cattedra questa Colonnina che con il suo stile
corinzio sta a rappresentare la sintesi delle altre due simbolizzanti la
Forza e la Bellezza, e quindi simbolo di Saggezza.
Lascia il Gioiello
Pongo ora nelle vostre mani questo Maglietto, quale simbolo di autorità
che vi permetterà di assistermi nel conservare l’ordine nella Loggia.
Lascia il Gioiello
Fratelli, sedete.
Lascia il Gioiello
Lascia il Gioiello.
La Chiave appesa al vostro Collare, rammenta che voi siete il custode del
Tesoro della Loggia. Avrete perciò cura di incassare tutte le capitazioni
dei Fratelli ed annotare tutto in apposito registro.
Lascia il Gioiello.
Fratelli, sedete.
Il M:. d:. C:. ritira il Collare e l’Asta ed accompagna il Fratello indicato alla
Cattedra del M:.V:.
Lascia il Gioiello.
Fratelli, sedete
Fratelli sedete.
Lascia il Gioiello.
Lascia il Gioiello.
AI termine:
Pausa
40
Le Agapi celebrate dai Riti sono tutta altra cosa, anche se i relativi rituali si sono contaminati con quelli
dell’Ordine e viceversa.
41
Il Fr? Luigi Sessa è Gran Maestro Onorario del GOI; ha al suo attivo numerose pubblicazione, apprezzate per
la precisione storica e aderenza alla Tradizione. E’ considerato tra i massimi esperti di simbologia massonica.
Riccardo Corsi- ottobre 2006 51
Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
x in piedi all’Ordine d’Agape, ci si pone all’Ordine di Apprendista, la salvietta è posata
sull’avambraccio sinistro piegato a squadra, i dignitari mettono la salvietta sulla spalla
sinistra, la mano sinistra impugna il coltello (spada), con la punta della lama in avanti.
I lavori sono diretti e regolati come nelle tornate di loggia dal Maestro Venerabile e dai
Sorveglianti, assistiti dagli Ufficiali di Loggia.
Il Maestro Venerabile siede al vertice esterno del tavolo approntato a forma di ferro di
cavallo, alle due estremità siedono il 1° ed il 2° Sorvegliante.
Il Maestro Venerabile ordina i vari brindisi, fatta eccezione per quello a Lui diretto, che - con
il suo permesso - è comandato dal 1° Sorvegliante. L'Ex M?Venerabile siede alla sinistra del
M?V?; gli ospiti siedono sia a destra che a sinistra del M?Venerabile; il Fr? Copritore
siede alla sinistra del 1° Sorvegliante
Tutti i partecipanti indossano abito scuro da cerimonia, cravatta, guanti bianchi, i
grembiuli del proprio grado, le fasce, i collari, le decorazioni.
Tutto ciò che è posto sulla tavola ricorda i tre regni della natura e deve essere collocato su
linee parallele. La prima linea è quella dei piatti, la seconda dei bicchieri, la terza delle
bottiglie o caraffe.
42
Questo è il rituale più comune, adottato dalla quasi generalità delle Logge del GOI.
Riccardo Corsi- ottobre 2006 53
Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
CIBI PER L’AGAPE RITUALE
Pane azimo
Vino rosso
Uova non gallate, cotte in 5 minuti e non sgusciate
Verdure cotte (cicoria – rucola – valeriana – spinaci – catalogna) e ortaggi freschi di
stagione (peperoni, finocchio, sedano, porro) e olive verdi
Lenticchie cotte
Agnello cotto arrosto su carboni di legna
Frutta fresca di stagione (mele – pere) e frutta secca (noci – mandorle)
Acqua di fonte
UTENSILI D’AGAPE
Tavola La Piattaforma
Tovaglia Il Velo
Salvietta La Bandiera
Piatto Il Vassoio
Scodella La Tegola
Cucchiaio La Cazzuola
Forchetta La Zappa
Coltello La Spada
Bottiglia (Caraffa) Il Barile
Bicchiere Il Cannone
Lampade Le Stelle
Sedie Gli Stalli
Vivande I Materiali
Pane La Pietra Grezza
Vino La Polvere Forte (P. Bianca; P. Rossa)
Acqua La Polvere Debole
Birra La Polvere Gialla
Liquori La Polvere Fulminante
Sale La Sabbia
Pepe Il Cemento, La Sabbia Gialla
Mangiare Masticare
Bere Tirare una Cannonata
Tagliare Sgrossare
(Colpo di maglietto)
43
Quando si è all’Ordine d’Agape, si resta seduti con la mano sinistra a piatto sulla tavola, con le dita riunite
verso l’interno della tavola ed il pollice a squadra, allineato al bordo, e la mano destra come in grado di
Apprendista.
(Pausa)
1° Sorv. Fratelli della mia colonna vi informo che il M? Venerabile sta per aprire
i Lavori rituali di Agape.
2° Sorv . Fratelli della mia colonna vi informo che il M? Venerabile sta per aprire
i Lavori rituali di Agape.
In nome della Massoneria Universale, sotto gli auspici del Grande Oriente
d’Italia, apro i Lavori Rituali d’Agape di questa R?L? .......... n. ...
all’Oriente di ..... .
Accende la propria Luce con lo stoppino che gli porge il Maestro delle
Cerimonie.
Accende la propria Luce con lo stoppino che gli porge il Maestro delle
Cerimonie.
44
In piedi all’Ordine di Apprendista.
Accende la propria Luce con lo stoppino che gli porge il Maestro delle
Cerimonie.
(Pausa)
Oratore Mangiare costituisce uno dei chimismi base dell’esistenza fisica dell’uomo
nel suo momento individuale; è la trasformazione di materia in energia; è
il momento di socializzazione. Il pasto in comune era l’atto comunitario
fondamentale dei Pitagorici, degli Esseni, dei Cristiani, dei Sufi, dei
Massoni operativi, e Agape significa pasto comune in latino ma vuole
anche dire “amore”, in greco; amore di benevolenza, di protezione, di
cura, non di passione.
45
In piedi all’Ordine di Apprendista.
M?V? Fratello Segretario date lettura della tavola architettonica tracciata nella
precedente tornata d’Agape 46 .
46
Se non vi è tavola precedente il Segretario procederà senza menzionare alcunché.
Riccardo Corsi- ottobre 2006 58
Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
M?V? Fratelli 1° e 2° Sorvegliante, avvertite i Fratelli delle vostre colonne che se
non trovassero il tenore della Tavola in conformità con il disegno tracciato
nella precedente Agape, la parola è concessa.
1° Sorv. Fratelli della colonna del Meridione, se qualcuno non trovasse il tenore
della Tavola in conformità con il disegno tracciato nella precedente Agape,
può prendere la parola.
2° Sorv. Fratelli della colonna del Settentrione, se qualcuno non trovasse il tenore
della Tavola in conformità con il disegno tracciato nella precedente Agape,
può prendere la parola.
Si esegue
47
Quando si è all’ordine d’Agape, si resta seduti con la mano sinistra a piatto sulla tavola, con le dita riunite
verso l’interno della tavola ed il pollice a squadra, allineato al bordo, e la mano destra come in grado di
Apprendista.
(Pausa)
Oratore Il Pane ed il Vino hanno bisogno per esistere del lavoro dell’uomo: Grano
e Vite, dalle origini misteriose, hanno bisogno della conoscenza dell’uomo
per trasformarsi in alimento. Pane e Vino, Grano e Vite: chicchi secchi di
grano, umidi d’uva. Corpo e Sangue.
Leggiamo dall’Ecclesiaste: “Orsù dunque! Mangia il tuo pane in allegria,
bevi il tuo vino di buon umore, giacché Dio ha fatto prosperare la tua
vite”.
M?V? Dopo essersi accertato che lutti i FFrr. abbiano mangiato un pezzo di pane:
Fratelli, versate del VINO al vostro vicino di sinistra.
Come il sole feconda i nostri campi, così il prodotto della nostra vigna
alimenti il nostro lavoro.
(Si esegue)
Oratore La simbologia dell’uovo è tra le più estese. L’uovo cosmico, nato dalle
acque primordiali, covato alla loro superficie, si separa in due metà per
dare origine al cielo ed alla terra; il Brahmanda Indù si separa in due
semisfere d’oro e d‘argento, l’uovo di Leda genera i due Dioscuri.
L’uovo è una realtà primordiale che contiene in germe la molteplicità degli
esseri.
L’inizio dell’opera alchemica avviene mediante un calore costante e
continuo, ottenuto con un lavoro fatto di dedizione e rinuncia, il calore
dell’Athanor, necessario per far dischiudere l’uovo cosmico.
Oratore Simbolo di tutto ciò che è curativo e vivificante le erbe ridonano salute,
virilità e fecondità. Ma se assunte in quantità eccessiva, per ignoranza o
ingordigia, possono avere effetti devastanti e rivelarsi velenose, psicotrope
emetiche: quindi vanno utilizzate con conoscenza equilibrio, misura.
Dal Vangelo di Filippo: “L’albero della vita è in mezzo al giardino,
tuttavia è dall’ulivo che si estrae il crisma, per mezzo del quale si ha la
resurrezione”.
(Si mangiano le verdure senza sale, pane o bevande; solo leggermente condite
con olio d’oliva)
Oratore Le lenticchie, prodotto della terra, sono simbolo del dono della vita, che
può essere solo un dono degli Dei.
Simbolo della continuità e della molteplicità evocano il ritorno delle messi
e la perennità del ciclo delle stagioni.
48
E’ uno degli alimenti controversi, non tutti lo ammettono tra i cibi dell’Agape Rituale.
Riccardo Corsi- ottobre 2006 61
Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
(Si esegue senza sale, pane o bevande)
(Pausa)
M?V? Fratelli l° e 2° Sorvegliante invitate i fratelli che sono sotto vostri ordini a
prepararsi per il primo brindisi di rito.
2° Sorv. Per ordine del Maestro Venerabile invito i Fratelli della mia colonna a
prepararsi per il primo brindisi di rito
49
Si versa al vicino di sinistra.
50
Ci si pone all’Ordine di Apprendista, la salvietta è posata sull’avambraccio sinistro piegato a squadra, i
dignitari mettono la salvietta sulla spalla sinistra, la mano sinistra impugna il coltello (spada), con la punta della
lama in avanti.
Riccardo Corsi- ottobre 2006 62
Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
(Si esegue)
1° Sorv. Fratelli della mia Colonna vi invito ad effettuare il primo brindisi per il
Capo dello Stato e per la gloria e la prosperità del nostro Paese.
2° Sorv. Fratelli della mia Colonna vi invito ad effettuare il primo brindisi per il
Capo dello Stato e per la gloria e la prosperità del nostro Paese.
In alto i cannoni.
1° Sorv. Per ordine del Venerabile Maestro invito i Fratelli della mia Colonna ad
effettuare il secondo brindisi per l’Illustrissimo Gran Maestro del Grande
Oriente d’Italia.
1° Sorv. Per ordine del Venerabile Maestro invito i Fratelli della mia Colonna ad
effettuare il secondo brindisi per l’Illustrissimo Gran Maestro del Grande
Oriente d'Italia.
51
Si posa il cannone sulla piattaforma.
Riccardo Corsi- ottobre 2006 63
Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
(Braccio dx in avanti e in alto)
M?V? FUOCO per l’Illustrissimo Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia.
Deponete i cannoni in tre tempi.
Salute …
Pace ...
Prosperità …
2° Sorv. Per ordine del Venerabile Maestro invito i Fratelli delle due Colonne a
prepararsi per un terzo brindisi.
In alto i cannoni.
Fuoco per il Risp.mo Maestro Venerabile, per la sua Famiglia e per tutta
la Loggia.
Deponete i cannoni.
1° Sorv. Per ordine del Venerabile Maestro invito i Fratelli della mia Colonna ad
effettuare il quarto brindisi per tutti i Fratelli della nostra Loggia per i
Fratelli Visitatori che onorano i Nostri Lavori e per la prosperità delle
nostre Famiglie.
2° Sorv. Per ordine del Venerabile Maestro invito i Fratelli della mia colonna ad
effettuare il quarto brindisi per tutti i Fratelli della nostra Loggia per i
Fratelli Visitatori che onorano i Nostri Lavori e per la prosperità delle
nostre Famiglie.
52
In piedi all’Ordine d’Agape, si sta all’Ordine di Apprendista, con la salvietta posata sull’avambraccio sinistro
piegato a squadra, i Dignitari sulla spalla sinistra, e con la mano sinistra che impugna la spada (coltello) con la
lama in avanti.
53
Solo se sono presenti Fratelli Visitatori, altrimenti il brindisi è solo per i Fratelli della Loggia e le loro
famiglie.
Riccardo Corsi- ottobre 2006 65
Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
M?V? Attenzione Fratelli miei.
In alto i cannoni.
Fuoco per tutti i Fratelli della nostra Loggia, per i Fratelli Visitatori e per
la prosperità delle nostre Famiglie.
Deponete i cannoni.
(Si pone il calice sul tavolo)
1° Sorv. Per ordine del Venerabile Maestro invito i Fratelli della mia Colonna ad
effettuare il quinto brindisi per la prosperità della Nostra Famiglia
Iniziatica.
2° Sorv. Per ordine del Venerabile Maestro invito i Fratelli della mia colonna ad
effettuare il quinto brindisi per la prosperità della Nostra Famiglia
Iniziatica.
In alto i cannoni.
Salute …
Pace ...
Prosperità …
(Pausa)
1° Sorv. Per ordine del Venerabile Maestro invito i Fratelli della mia Colonna a
prepararsi per il sesto brindisi di rito.
2° Sorv. Per ordine del Venerabile Maestro invito i Fratelli della mia Colonna a
prepararsi per il sesto brindisi di rito.
1° Sorv. Fratelli della mia Colonna vi invito ad effettuare il sesto brindisi per i
fratelli passati all' Oriente Eterno, la cui memoria ci è tanto cara.
2° Sorv. Fratelli della mia Colonna vi invito ad effettuare il sesto brindisi per i
fratelli passati all' Oriente Eterno, la cui memoria ci è tanto cara.
54
Quando si è in piedi si sta all’Ordine di Apprendista, con la salvietta posata sull’avambraccio sinistro piegato
a squadra e con la mano sinistra che impugna una spada (coltello) con la lama in avanti.
In alto i cannoni.
Deponete i cannoni.
1° Sorv. Per ordine del Venerabile Maestro invito i Fratelli della mia Colonna ad
effettuare il settimo brindisi per tutti i Fratelli Liberi Muratori sparsi nel
Mondo.
2° Sorv. Per ordine del Venerabile Maestro invito i Fratelli della mia Colonna ad
effettuare il settimo brindisi per tutti i Fratelli Liberi Muratori sparsi nel
Mondo.
In alto i cannoni.
Salute …
Pace ...
Prosperità …
(Prima delle conclusioni del Fratello Oratore ogni Fratello riempie circa 1/2
bicchiere di Acqua al Fratello alla sua sinistra)
Oratore (Pronuncia le sue conclusioni. Nel concludere spiega quale è il settimo cibo,
cioè l’acqua principio di vita; l’acqua che penetra tutte le cose della Natura.)
Conclude sempre con:
Carissimi Fratelli ogni scuola iniziatica ruota attorno ad un asse centrale
rappresentato dalla Operatività; operatività interiore ed esteriore cui è
strettamente legato il concetto di edificazione.
Esiste un momento in cui l'operatività è rivolta alla distruzione dei
materiali: ciò si realizza nell’Agape con il travaglio della masticazione.
Distruzione dei materiali che non ha significato di fine, bensì di
Rigenerazione, rigenerazione alla vita.
L'ingestione di cibo e la metamorfosi metabolica compiuta dal nostro
corpo per trarre l'energia indispensabile alla sua sopravvivenza, si
Oratore Maestro Venerabile, i poveri hanno preso parte alla nostra Agape.
1° Sorv. Fratelli della mia Colonna i poveri hanno preso parte alla nostra Agape.
2° Sorv. Fratelli della mia Colonna i poveri hanno preso parte alla nostra Agape.
55
In piedi all’Ordine di Apprendista.
Riccardo Corsi- ottobre 2006 70
Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
M?V? In nome della Massoneria Universale, sotto gli auspici del Grande Oriente
d’Italia dichiaro chiusi i lavori d’Agape di questa R?L? ................. n. ...
all’Oriente di ........ e ordino al 1° Sorvegliante di chiudere la Loggia.
M?V? Maestro delle Cerimonie provvedete a spegnere le luci della Menorah, indi
a distruggere il tracciato del quadro di Loggia
7–6–5–4–3–2–1
Rabbi Simeone diceva: “Se tre persone hanno mangiato insieme in una medesima
mensa e non hanno detto parole di Torah, è come se avessero mangiato sacrifici per morti,
secondo quanto è scritto: “Poiché tutte piene di vomito e di sterco sono le mense quando vi
manchi Iddio. (Isaia 28,8).
Invece se tre persone hanno mangiato insieme in una medesima mensa e vi hanno
detto parole di Torah, è come se avessero partecipato alla mensa Divina, secondo quanto
scritto: “E mi parlò: Questa è la mensa che è dinanzi al Signore.” (Ezechiele 41,42).
(Pirqè Avoth 3,4)
LETTURA N. 2
SUL SIGNIFICATO DEL MANGIARE
(n.b. Il brano è molto lungo e, perciò, è bene fare delle pause)
Akhal, mangiare.
Questa parola della lingua ebraica si applica, parlando di un animale, all’azione di
prendere del nutrimento e ciò non esige esempi per essere spiegato.
In seguito la lingua ha considerato, nell’azione del mangiare, due cose: primo, che la
cosa mangiata si perde e se ne va, cioè che la sua forma si corrompe e, secondo, che l’animale
cresce per mezzo del nutrimento che prende e che perciò si conserva in vita, prolunga la sua
esistenza e reintegra le forze del corpo.
In rapporto alla prima considerazione si è impiegato metaforicamente il verbo akhal
per tutto ciò che si perde e si distrugge ed in generale per ogni disgregazione di forma; per
esempio: “E la terra dei vostri nemici vi consumerà” (Numeri 13, 32);
“Voi sarete divorati dalla spada” (Isaia 1, 20); “La spada ti divorerà II (20 Samuele 2, 26); “E
il fuoco dell’Eterno arse in essi e consumò all’estremità dell’accampamento” (Numeri 1, 11);
“Dio è un fuoco divorante” (Deuteronomio 4, 24), cioè a dire che distrugge coloro che Gli si
ribellano, come il fuoco distrugge tutto ciò con cui viene a contatto. Questo impiego del verbo
akhal è frequente.
(pausa)
In rapporto al secondo significato, il verbo akhal è stato impiegato metaforicamente
per indicare il “sapere” e la “istruzione” e, in generale, le percezioni intellettuali per mezzo
delle quali la forma umana continua a conservarsi nello stato più, perfetto, così come, per
mezzo del nutrimento il corpo resta nel suo stato migliore.
“Venite, comprate e mangiate...” (Isaia 55, 1); “Ascoltatemi e mangerete ciò che è
buono” (Isaia 55, 2); “Mangiare troppo miele non fa bene, ma chi ricerca l’onore dovuto ai
giusti fa onore a se stesso” (Proverbi 25, 27); “Mangia il miele, figlio mio, poiché è buono; il
miele puro, dolce al tuo palato. Tale è per la tua anima la conoscenza della saggezza”
(Proverbi 24, 13-14).
(pausa)
L’uso del verbo mangiare per indicare il sapere è frequentemente usato dai sapienti.
“Venite e mangiate carne grassa presso Rabbà (Baba Batral 22a).
Essi dicono, inoltre: “Ogni volta che si tratti in questo libro, di mangiare e di bere non
si vuole parlare d’altro che della scienza” o, secondo qualcuno, della Legge.
Ugualmente si chiama con frequenza la scienza, acqua: “O voi tutti che avete sete,
andate verso l’acqua” (Isaia 55, 1 ).
Così come è scritto: “E' Lui che fa uscire –HaMotzì- le loro armate”. (15.40, 26).
“Colui che chiama -HaKorè- le acque del mare.” (Amos, 5, 8).
Tutti questi versetti si riferiscono ad un mistero del mondo inferiore. E quando l'uomo
benedice Dio, la Schechinah lo avvolge.
Con le parole: “E tu mangerai là alla presenza dell’Eterno” la Scrittura stabilisce il
dovere che incombe all’uomo di pronunciare parole di Torah durante il pasto. Si, bisogna che
l’uomo agisca così, poiché il Santo, benedetto Egli sia, in quel momento si trova davanti a lui,
così come è scritto: “Questa è la tavola che è davanti all’Eterno.” (Ez. 41, 22), ed ancora: “E
tu mangerai là alla presenza dell’Eterno tuo Dio.”
Alla presenza del suo Maestro, l’uomo ha anche il dovere di dare prova di bontà nei confronti
dei poveri, di dare loro da mangiare, proprio come il santo, benedetto Egli sia, da dà mangiare
a lui.
“E tu ti rallegrerai alla presenza dell'Eterno, tuo Dio. “Questo versetto tratta della coppa della
benedizione; allorché l’uomo “benedice”, tenendo nella mano la coppa della benedizione,
deve essere gioioso, manifestare la sua gioia, una gioia priva di ogni tristezza.
Poiché nel momento in cui l’uomo prende la coppa della benedizione, il Santo,
benedetto Egli sia, è davanti a lui. Dunque, egli deve coprire, avvolgere la propria testa con la
gioia, pronunciare la benedizione sulla coppa, in presenza di tre convitati, e dire:
“benediciamolo, perché abbiamo mangiato di ciò che Gli appartiene”, ...”e per l’effetto della
Sua bontà noi viviamo.”
(Zohar, II, 168 a,b)
UN INNO DI GLORIA A RÂ
Salve, o Râ!
Simile a Tum tu sorgi all’Orizzonte;
E simile a Horus-Khuti tu culmini nel cielo
La tua bellezza rallegra i miei occhi
Ed i tuoi raggi illuminano il mio corpo sulla terra.
Quando tu navighi nella tua Barca celeste
La pace si diffonde nella vastità dei Cieli.
Ecco che il vento tende le vele e rallegra il tuo cuore,
Velocemente tu attraversi il Cielo.
I tuoi nemici sono sgominati
E la Pace regna a te d’intorno.
I Geni Planetari percorrendo le loro orbite Inneggiano alla tua Gloria.
E quando tu discendi all’Orizzonte,
Dietro alle montagne dell’Ovest,
I Geni delle stelle fisse
Si prostrano a dinanzi e ti adorano...
Grande è la tua bellezza all’alba ed al crepuscolo,
O tu, Signore di Vita e dell’Armonia dei Mondi!
Gloria a te, o Râ, quando sorgi all’Orizzonte
E quando alla sera, simile a Tum, tramonti!
Poiché in verità, sono belli i tuoi raggi
Quando dalla sommità della Volta Celeste
Tu appari in tutta la tua gloria!...
E’ là che dimora Nut che ti ha generato ...
Ecco che ti sei incoronato Re degli dei.
La dea dell’Oceano celeste, Nut, tua Madre,
Si prostra in adorazione a te dinanzi.
L’Armonia e l’Equilibrio dei Mondi emanano da te.
Dal mattino, alla partenza e fin alla sera, all’arrivo,
Con ampie falcate tu percorri il Cielo.
Il tuo Cuore esulta ed il Lago Celeste è pacificato...
Sgominati sono i demoni!
Le loro membra sono divelte, le loro vertebre spezzate!
Venti propizi sospingono la tua Barca verso il porto,
Le divinità delle quattro Regioni dello Spazio
Ti adorano, o tu, Sostanza divina, Horus-Khuti (o horakhte, Harmakhis) è “Horus dai Due
Orizzonti” il cui celebre tempio si trova ad Edfu.
Dalla quale procedono tutte le forme, tutti gli Esseri ...
Ecco che tu stai per pronunciare una Parola;
E la Terra, in silenzio, ti ascolta ...
Tu, Divinità unica, regnavi di già in Cielo
In un’epoca in cui la Terra e le sue montagne
Non esistevano ancora ...
Tu, il Veloce! Tu, il Signore! Tu, l’Unico!
Tu, il Creatore di tutto ciò che esiste!
All’Alba dei tempi.
Tu modulasti la Lingua delle Gerarchie divine;
56 Utilizzato dalla R?L? Giustizia e Libertà n. 767 all’Oriente di Roma nell’Agape per il Solstizio d’Estate del
1994.
57 Il presente lavoro è opera del Fr? Luigi Sessa, Gran Maestro Onorario del Grande Oriente d’Italia.
Riccardo Corsi- ottobre 2006 77
Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
hanno preceduto, viventi in un’epoca nella quale il modello militare era il solo in cui si
riscontravano l’ordine e l’efficienza, valori comportamentali che il Massone, da sempre,
impone a sé stesso per il conseguimento del suo perfezionamento, non hanno certo trasfuso sé
stessi nel modello, ma lo hanno, invece, utilizzato ed adattato alle loro esigenze.
Se, poi, in qualche lettore malevolo e prevenuto, potesse mantenersi il sospetto che i
Massoni si rifanno a tradizioni “paramilitari”, basterebbe a fugare ogni ombra la semplice
considerazione che il bersaglio, del rituale caricamento e puntamento dell’arma non è altri
che l’Artigliere stesso.
PANE
Un cereale è sempre alla base dell'alimentazione dei popoli della Terra. Nel bacino del
Mediterraneo, fin dai tempi più antichi, si utilizza principalmente il frumento sotto forma di
pane: farina di frumento, impastata con acqua e cotta in forno, con o senza aggiunta di lievito.
L’aggiunta del lievito ha effetto sui soli caratteri organolettici; nella volontà di massima
ragionevole semplicità, che abbiamo posto a base della scelta degli alimenti, ben rientra la
preferenza per pani di tipo azzimo e cioè non provenienti dal procedimento elaborato della
lievitazione. D'altronde, se il reperimento di azzimi fosse particolarmente difficoltoso, per
converso, sarebbe più coerentemente semplice, l’utilizzo di pani lievitati, avendo cura di
scegliere tra quelli le cui preparazioni siano meno elaborate.
Una immediata considerazione simbologica da applicare al pane è che non esiste cibo il
quale, più del pane, si presti ad essere spezzato e, sempre uguale a sé stesso, offerto ai
Fratelli, così come l’Amore, sempre uguale, che ci impegniamo ad offrire loro.
UOVA
Ad ogni latitudine le uova di uccello sono un alimento comunemente diffuso. Le uova di
più comune reperimento nelle nostre condizioni sono certamente quelle di gallina, preventiva-
mente rassodate per ragioni pratiche di servizio e consumazione.
Di immediata evidenza è la simbologia legata alla potenzialità vitale presente nell'uovo,
all’interno del cui guscio si forma il nuovo individuo che, per manifestarsi, proprio quel
guscio deve rompere; semplice Allegoria della Conoscenza che si nasconde e può essere resa
evidente solo dopo un lungo lavoro.
CARNE O PESCE
Le considerazioni fatte per la scelta del pane e delle uova, possono essere ripetute per la
scelta della componente del pasto destinata a fornire l’apporto energetico in modo che tale
componente consenta, sia di dilatare il tempo intercorrente tra un pasto e l’altro, sia di
ottenere, al contempo, la forza per affrontare la fatica del lavoro. Tali caratteristiche, scoperte
dall’uomo fin dai tempi più remoti, particolarmente riscontrabili nella carne e nel pesce,
hanno, infatti, determinato, sin dall'antichità, l’uso abituale di questi alimenti su tutte le mense
del mondo.
La scelta che, per lunga consuetudine, si fa all’Oriente di Roma, in occasione
dell’Agape massonica, senza che debba, perciò, esserne interdetta altra conforme alle suddette
giustificazioni, è quella della carne di Agnello. Tale carne è facilmente reperibile, di costo
contenuto, (questo particolare non va sottaciuto, essendo l’Agape esercizio di fraternità, non
occasione di ostentazione), divisibile in pezzi ragionevolmente omogenei (per dare anche
visivamente il senso dell’uguaglianza, a differenza di altre carni, più caratterizzate nelle loro
parti), di comune e semplice preparazione secondo l’abitudine gastronomica del luogo, infine,
di facile veicolazione verso la mensa.
Il più semplice significato simbologico, da attribuire alla consumazione in Agape di
carne o di pesce, è il richiamo al fatto che il lavoro comporta fatica e dispendio di energia,
della quale bisogna fare debita scorta, pronti ad impiegarla ad ogni occorrenza, in vista della
meta.
VERDURE ED ORTAGGI
La distinzione potrebbe apparire superflua, essendo ambedue prodotti simili della Terra,
oltretutto, collocati nella cultura della nutrizione in modo omologo. La differenza da
riscontrare consiste nel fatto che le verdure possono nascere e crescere spontaneamente e
richiedere la mano dell'uomo soltanto per la loro raccolta, mentre gli ortaggi necessitano di un
lavoro attento ed assiduo, pressoché quotidiano, che va dalla preparazione del terreno, alla se-
mina, alla difesa dalle erbe infestanti e dai parassiti, all'innaffiamento costante e sapiente, alla
raccolta al momento giusto.
Sembra di tutta evidenza che, la riflessione debba essere portata sul fatto che il piacere
della freschezza che le verdure provocano al palato è come il ristoro che consegue al
progresso nella Via iniziatica: si può incontrarlo o sapientemente coltivarlo.
Va da sé, che per le premesse già fatte, anche nella scelta di verdure ed ortaggi, va
mantenuto il principio di semplicità.
OLIVE
Nel bacino del Mediterraneo le olive sono un alimento importantissimo, tanto da essere
largamente consumato da tutte le classi sociali. Risponde, pertanto, a tutte le caratteristiche
già finora elencate.
Consumare olive è ritenuto, poi, in modo pressoché assiomatico, cibarsi del frutto,
Simbolo, per eccellenza, della Pace. L’albero d’Ulivo, infatti, fruttifica solo dopo molti anni
dal suo impianto e necessita di cure attente per dare raccolti copiosi. Disporre, quindi, di olive
in abbondanza è dimostrazione di aver goduto della Pace necessaria a che la piantagione
crescesse indisturbata e ben curata. Difficile, pertanto, nella nostra cultura, individuare un
altro alimento da potersi consumare in comune con i Fratelli che, altrettanto chiaramente,
possa simboleggiare il frutto o il risultato della Pace.
VINO
Non vi sono dati storici precisi che individuino il tempo ed il luogo in cui si iniziò a
trarre vino dalla vite. Notissimo è, però, l’episodio biblico che riguarda Noè e, quindi, è da
ritenere che la “cultura del vino” inizi qualche millennio prima di Cristo. Infinite sono le
disquisizioni possibili sulle innumerevoli diverse provenienze e caratteristiche organolettiche
degli altrettanto innumerevoli tipi di vino, si può, però, in estrema sintesi, affermare che il
vino è un liquido inebriante, prodotto dalla fermentazione del succo ottenuto dalla spremitura
dei grappoli d’uva, frutto della vite e maturati dal sole.
Nell’Agape massonica, il vino, per la sua proprietà di indurre allegria in chi lo consuma
in quantità moderata, assume la caratteristica di alimento (il vino, a differenza dell'acqua, è un
vero e proprio alimento) idoneo a rendere i commensali ancora più disponibili a far circolare
fra loro sentimenti di fratellanza e amicizia.
La simbologia concernente il vino è particolarmente ricca. Un riferimento simbologico
che appare particolarmente appropriato all'Agape massonica, senza, per altro, escluderne
alcun altro, è quello per cui, come il chicco d’uva concentra il calore del sole per maturare il
suo succo che si trasforma, mediante il processo di fermentazione, in vino, così il Libero
Muratore concentra in sé l'insegnamento iniziatico, che si trasforma, mediante il Lavoro
interiore, in Amore per i Fratelli.
Per l’Agape massonica deve essere scelto un vino unico per tutti: come uguali devono
essere le altre vivande, così uguale deve essere il vino (per eventuali incompatibilità, vedasi
più avanti).
Il colore del vino non assume particolare importanza, si raccomanda, piuttosto, di
scegliere vini da pasto che si accordino alle vivande prescelte e siano di gradazione alcolica
contenuta per permettere al palato di goderne senza compromettere la compostezza.
Tale operazione di scelta, come di consueto, non deve avere fini di raffinatezza, ma
rispettare, comunque, quei canoni armonici che sono propri dei Liberi Muratori e possano
essere osservati senza difficoltà e con modica spesa.
Una volta che il vino sarà stato introdotto sulla mensa e, dopo l’invito a mescerne da
parte del Maestro Venerabile, ogni fratello potrà berne nella misura che riterrà opportuna, ben
conscio che si tratta di una bevanda inebriante il cui consumo in eccesso fa perdere il
controllo di sé stessi, controllo che va categoricamente mantenuto.
Opportuno e specifico invito a mescere del vino sarà dato dal Maestro Venerabile per
effettuare i Brindisi d'uso.
ACQUA
L’acqua non è un vero e proprio alimento; è, però, l’elemento senza il quale è impossi-
bile la vita biologica, così come la conosciamo e costituisce addirittura la componente
principale del nostro corpo.
CONDIMENTI
(Sale, olio, altre eventuali spezie) - Postosi l’interrogativo se attribuire ai condimenti
che si utilizzano di solito al desco, o che siano stati utilizzati nella cottura, una precipua
valenza simbolica, o piuttosto considerarli presenze incidentali, collegate all’usanza gastrono-
mica, si è ritenuto più coerente considerarli nell’ambito della seconda ipotesi, dovendosi,
altrimenti, o forzare le interpretazioni simbologiche per far rientrare la gastronomia nella
simbologia, o al contrario, creare una “cucina massonica” che è al di fuori di ogni costumanza
o, peggio, dalla Tradizione liberomuratoria.
LA MUSICA E L’AGAPE
Del tutto superfluo è sottolineare il legame molto stretto esistente tra la Libera Muratoria
e la Musica. Gli antichi documenti, cui abbiamo accennato, mettono in evidenza tale legame
narrando che i Liberi Muratori contrappuntavano le loro Agapi con canti e musiche
appropriati. La diminuita predisposizione attuale, almeno nel nostro Paese, al canto corale e il
crescente uso di apparecchiature di riproduzione fa, oggidì, propendere per l’impiego di
queste ultime per dare vita alle sonorità più idonee in occasione delle attuali Agapi.
La scelta delle musiche da ascoltare è bene sia affidata alle cure di un Fratello
particolarmente esperto (nella presente occasione, la scelta delle musiche, è stata compiuta dal
Fratello che in Loggia dirige la cosiddetta Colonna d’Armonia) il cui contributo sarà quello di
far sì che la musica nei momenti salienti dell’Agape sia elemento armonico coinvolgente e
non un riempitivo estetico-formale.
SERVIZIO A MENSA
È costumanza liberomuratoria che le vivande siano servite al desco dai Fratelli
Apprendisti, sotto la guida attenta del Maestro delle Cerimonie. Tale particolare fa chia-
ramente intendere che essi partecipano all’Agape svolgendo una importante funzione quella,
cioè, di custodire le vivande e farle giungere amorevolmente ai Fratelli, immuni dalla
indiscrezione profana. Essi, poi, dopo questo fraterno servizio, partecipano di pieno diritto
all’Agape e per la loro prestazione suscitano la riconoscenza ed il rispetto di tutti gli altri
Fratelli. Essi rappresentano, in qualche modo, la premurosità dell’ospite nell'assoluto
disinteresse materiale.
BRINDISI
L’uso del brindisi è antichissimo e se ne fa cenno anche nella Bibbia. Nei poemi
omerici, dei ed eroi ci sono rappresentati nell’atto di bere scambievolmente gli uni alla salute
degli altri. Presso i Greci l’atto del brindisi era accompagnato da una formula augurale come:
pìne, labè ténde fiulotesìan (bevi, accetta questa bevuta in amicizia); oppure: propìno sòi
kalòs (bevo alla tua salute).
Dai Greci l’uso del brindisi passò ai Romani i quali, addirittura, erano soliti bere tanti
ciati o sorsi quante erano le lettere del nome della persona che si voleva onorare.
Ciò sta a dimostrare come in qualsiasi epoca ed in qualsiasi società il brindisi ha assunto
sempre un preciso significato.
Molto si è discusso sul significato dei sette Brindisi nei banchetti massonici odierni.
Alcuni autori, verosimilmente molto forzatamente, hanno voluto vedere un
accostamento tra i sette pianeti divinizzati ed i valori da essi rappresentati nella società
moderna.
I sette Brindisi, molto più probabilmente, sono, invece, la semplice manifestazione di un
atto riverenziale che sgorga quasi naturale ed ubbidisce ad un’ordinazione gerarchica,
connaturale alla esperienza massonica.
1. Per il Capo dello Stato. (Si può aggiungere anche il brindisi per la gloria e la
prosperità dell’Italia).
2. Per l’Ill?mo e Ven?mo Gran Maestro. (Si accompagna questo brindisi con i voti
più fervidi per la nostra Comunione).
3. (Questo brindisi viene proposto dal Fr? I Sorv?) Per l’Ill?mo e Car?mo Maestro
Venerabile e la sua famiglia, oltre che per la nostra R? Loggia, per la prosperità
della quale formuliamo i voti più ardenti.
5. (Questo brindisi può essere proposto dal Fr? II Sorv?) Alla salute dei Car?mi ed
Ill?mi FFr? Visitatori che hanno voluto onorarci della loro presenza.
6. Alla Vostra salute, Car?mi ed Ill?mi Dignitari, Ufficiali e FFr? tutti della
nostra R? Loggia, e alla salute delle vostre famiglie.
7. (Si forma la Catena d’Unione, dando ciascuno le estremità della sua Bandiera – cioè
il tovagliolo- ai suoi vicini di destra e di sinistra e prendendo quelle dei suoi rispettivi
vicini, tenendole con la mano sinistra). In onore di tutti i Massoni, sparsi sui due
Emisferi e sempre uniti nella prospera come nella avversa sorte. Rivolgiamo i
nostri voti al Grande Architetto dell’Universo perché si compiaccia soccorrere gli
infelici e condurre i viaggiatori in un porto sicuro.
Inizio Musica
Fine Musica
2° Sorv. È quello di assicurarsi che tutti i presenti siano Fratelli Liberi Muratori.
1° Sorv. Maestro Venerabile, dai segni che danno, riconosco tutti coloro che
compongono le due Colonne come Liberi Muratori.
(Il Maestro Venerabile si alza e si mette all’Ordine; così fanno i Fratelli che
siedono all'Oriente).
58 E’ opinione che il Rituale possa essere utilizzato anche in altri periodi dell’anno, eliminando i riferimenti a
San Giovanni d’Estate.
Riccardo Corsi- ottobre 2006 86
Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
(Batte un colpo di Maglietto)
Inizio Musica
Fine Musica
M?V? Alla Gloria del Grande Architetto dell’Universo, in nome della Massoneria
Universale, sotto gli auspici del Grande Oriente d’Italia, per i poteri a me
conferiti, dichiaro aperti i Lavori d'Agape in primo grado di questa R?L?
Giustizia e Libertà n. 767 all’Oriente di Roma. 59
Inizio Musica
(Il 1°
e il 2° Sorvegliante ripetono, a loro volta, nell’ordine, i colpi
di Maglietto con intensità decrescente.).
(Si procede ritualmente all’accensione delle Tre Luci o Fuochi).
59
Il riferimento alla R?L? Giustizia e Libertà n. 767 all’Oriente di Roma, è stato mantenuto in omaggio a
questa Officina.
Riccardo Corsi- ottobre 2006 87
Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
M?V? Che la Saggezza illumini il nostro Lavoro.
Ex M?V? Per il Bene dell’Umanità e alla Gloria del Grande Architetto del-
l’Universo.
Fine Musica
Fratelli, sedete.
Fratello Segretario, vi prego di leggere la Tavola architettonica tracciata
nella precedente Tornata d’Agape.
1° Sorv. Fratelli della Colonna del Meridione, se qualcuno non trovasse il tenore
della Tavola in conformità col disegno tracciato nella precedente Tornata
o avesse osservazioni da fare, può chiedere la parola.
2° Sorv. Fratelli della Colonna del Settentrione, se qualcuno non trovasse il tenore
della Tavola in conformità col disegno tracciato nella precedente Tornata
o avesse osservazioni da fare, può chiedere la parola.
M?V? I Fratelli che approvano la Tavola alzino la mano al colpo del mio
Maglietto
Inizio Musica
Fine Musica
Inizio Musica
Fine Musica
Oratore Fratelli, sgrossiamo la nostra Pietra Grezza col Fratello che ci è prossimo.
(Il fratello Oratore spezza il suo Pane e ne porge al Fratello alla sua destra).
Inizio Musica
(Tutti consumano).
Fine Musica
Inizio Musica
(Tutti bevono)
Fine Musica
Oratore L’Uovo è simbolo della potenzialità vitale. Al suo interno si forma il nuovo
individuo che per manifestarsi deve romperne con fatica il guscio, così
come la Conoscenza si forma dopo un lungo Lavoro ed il superamento di
ostacoli.
Inizio Musica
(Tutti consumano)
(Il M.d.C. guida i Fratelli Apprendisti e, ove per esigenza di servizio fossero
necessari, anche i Compagni d’Arte nel compito di servire l’Agnello - Quando
tutti i Fratelli sono stati serviti:)
Fine Musica
Inizio Musica
(Tutti consumano)
Fine Musica
Inizio Musica
(Tutti consumano)
Fine Musica
Inizio Musica
(Tutti consumano)
Fine Musica
M?V? Fratelli, mano ai Barili, caricate i Cannoni con Polvere Rossa e allineate le
Armi.
(Tutti eseguono)
60
Questo è il parere del Sessa, la mia opinione è che si dovrebbe portare la salvietta sull’avambraccio sinistro,
piegato a squadra, con la mano sinistra che impugna un coltello (spada).
Riccardo Corsi- ottobre 2006 91
Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
M?V? Le Bandiere sull’avambraccio sinistro.
Spada nella mano sinistra.
Mano destra alle Armi.
In alto le Armi.
Puntate.
Per il Capo dello Stato
Fuoco, buon Fuoco, il più vivo di tutti i Fuochi.
(Tutti ripetono: “Fuoco, buon Fuoco, il più vivo di tutti i Fuochi!” e sparano)
(Tutti ripetono: “Fuoco, buon Fuoco, il più vivo di tutti i Fuochi!” e sparano)
1° Sorv. Per l’Ill.mo e Car.mo Maestro Venerabile e la sua famiglia, oltre che per
la nostra R?L? ................. n. .... per la prosperità della quale formuliamo
i voti più ardenti.
Fuoco.
M?V? In onore degli Ill.mi e Car.mi FFr. 1° e 2° Sorv. e delle loro famiglie.
Fuoco.
2° Sorv. Alla salute degli Ill.mi e Car.mi FFr. Visitatori che hanno voluto onorarci
della loro presenza.
Fuoco.
M?V? Alla Vostra salute, Ill.mi e Car.mi Dignitari, Ufficiali e FFr? tutti della
nostra R?L? e alla salute delle vostre famiglie.
Fuoco.
(Tutti eseguono)
M?V? In onore di tutti i Massoni, sparsi sui due Emisferi e sempre uniti nella
prospera come nella avversa sorte.
61
La mano destra rimane libera per impugnare il bicchiere.
Riccardo Corsi- ottobre 2006 92
Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
Rivolgiamo i nostri voti al Grande Architetto dell'Universo perché si
compiaccia soccorrere gli infelici e condurre i viaggiatori in un porto
sicuro.
Fuoco.
(Tutti eseguono)
(Tutti eseguono)
Inizio Musica
(Tutti eseguono)
Fine Musica
Inizio Musica
Fine Musica
2° Sorv. Fratelli della Colonna del Settentrione, chi abbia proposte da fare per il
bene dell'Ordine in generale e di questa Loggia di Agape in particolare,
può chiedere la parola.
Inizio Musica
Oratore Maestro Venerabile, i poveri hanno preso parte alla nostra Agape.
1° Sorv. Fratelli della mia Colonna, i poveri hanno preso parte alla nostra Agape.
2° Sorv. Fratelli della mia Colonna, i poveri hanno preso parte alla nostra Agape.
Fine Musica
Inizio Musica
Il M.d.C. si reca dal 1° Sorvegliante e lo accompagna all'Ara.
Il 1° Sorvegliante, giunto all’Ara, dà il Segno, chiude il Libro della Legge
Sacra vi sovrappone Squadra e Compasso chiuso, dà di nuovo il Segno,
quindi, accompagnato dal M.d.C. ritorna al proprio stallo.
Il M.d.C. ritorna al proprio stallo.
Fine Musica
1° Sorv. Fratelli delle due Colonne, per ordine del Maestro Venerabile chiudo la
Loggia (batte tre colpi di Maglietto attutiti).
Inizio Musica
Fine Musica
Il maestro delle Cerimonie, dopo aver predisposto tutti gli arredi occorrenti
per l'Agape, va dal Maestro Venerabile a prendere il “Fuoco” con cui
accenderà il Testimone.
2°Sorv. E’ quello di assicurarsi che tutti i presenti siano Fratelli Liberi Muratori.
1° Sorv. Maestro Venerabile, dai segni che danno riconosco tutti i presenti come
Liberi Muratori.
62
Rituale ricevuto dalla R?L? Lira e Spada n. 168 all’Oriente di Roma.
Riccardo Corsi- ottobre 2006 97
Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
1° Sorv. A mezzogiorno, Maestro Venerabile.
63
Le tre Luci (candelabri), che nel Tempio sono poste davanti all’Ara, nelle Agapi vengono collocate sopra al
tavolo e consistono in candelabri di minori dimensioni.
Riccardo Corsi- ottobre 2006 98
Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
1° Sorv. Accende la Luce Che la Bellezza lo irradi e lo compia.
Fratelli sedete.
Pausa
Fratello Segretario date lettura della tavola architettonica tracciata
nell’Agape precedente.
Segretario Alla Gloria del Grande Architetto dell’Universo, in nome della Massoneria
Universale sotto gli auspici del Grande Oriente d’Italia, nel .... giorno del
.... mese dell’anno ... V:.L:. e ........ E:.V:., la R:.L:. ............ n. ... all’Oriente
di ........ si è riunita in tornata d’Agape, nel punto geografico noto ai soli
Figli della Vedova.
I Fratelli che hanno partecipato sono quelli che risultano dal registro delle
presenze. Aperti i Lavori i Fratelli si sono accinti alla preparazione della
malta necessaria alla costruzione del Tempio.
Essi hanno usato gli strumenti ricevuti dalla Massoneria e i materiali messi
a disposizione dalla Natura. Consumato il cibo e raggiunta l’armonia, a
mezzanotte in punto i Lavori sono stati chiusi con le formule e le batterie
di Rito.
1° Sorv. Fratelli della colonna del Meridione, se qualcuno non trovasse il tenore
della Tavola in conformità con il disegno tracciato nella precedente Agape,
può prendere la parola.
2° Sorv. Fratelli della colonna del Settentrione, se qualcuno non trovasse il tenore
della Tavola in conformità con il disegno tracciato nella precedente Agape,
può prendere la parola.
Terminate le eventuali osservazioni, debitamente annotate dal Segretario e
quando nessuno più chiede la parola
2° Sorv. Fratello 1° Sorvegliante, la mia colonna tace.
Si esegue
M:.V:. (dopo una pausa) Fratelli, dedichiamoci con serenità e letizia al nostro
lavoro.
2° Sorv. Il ciclo solare del grano, il suo morire ed il suo risorgere configura la
vicenda umana ed iniziatica.
Come il seme muore ed imputridisce nel gelo della notte invernale,
preparando il germoglio primaverile, così l’Uomo, nel misterioso silenzio
del Gabinetto di Riflessione, matura le forze per affrontare gli elementi e
meritare l'iniziazione.
2°Sorv. Come il Sole feconda il seme dell’uva, così il prodotto della vigna sia un
Fuoco d’Amore che alimenta il nostro diuturno lavoro.
M:.V:. Fratelli, bevete il succo estratto dal frutto della vigna che fermenta nei
grappoli sotto lo stimolo fecondatore del Sole.
Pausa
Fratelli miei, nel ciclo vitale del Sole si susseguono il giorno e la notte,
regolando l'attività ed il riposo. Così si susseguono le stagioni: al
desiderio invernale di fecondità riproduttrice, segue la gloria della
resurrezione primaverile, la magnificenza opulenta dell’estate, la serenità
dell’autunno col quale, nell’offerta all'uomo della gaia vendemmia, il ciclo
si chiude ed uno nuovo comincia.
Oratore Con la Legge del Ritmo, la Natura testimonia l’armonia del Grande
Architetto dell’Universo.
Oratore Il Sole, simbolo Visibile dello Spirito, con il suo ciclo configura l’uomo.
Il Sole splende per un giorno a per una stagione, l’alba succede al
tramonto. Il germoglio succede al seme che muore.
L’Uomo opera di giorno in giorno; la somma delle sue opere è l’intera
esistenza.
Il Sole trascorre il solstizio d’estate e declina verso il riposo.
Anche l’Uomo va da Oriente a Oriente, dalla Terra all’Eternità, anelando
opere feconde, come il Sole che suscita fiori, frutta e messi.
M:.V:. Come fu nei tempi dei tempi, come sarà nei tempi dei tempi.
Oratore La superficie dell’uovo non ha ne’ principio ne’ fine: essa è simbolo
dell’eternità della vita.
2° Sorv. Fratelli riflettete: l’uovo è come l’Arte: per giungere al rosso tuorlo che
racchiude in se la qualità ignea ed aurea è necessario usare la forza della
volontà per spezzare la corteccia, la prigione saturnina e per penetrare
l’albume simbolo della qualità animica.
1° Sorv. L’uovo, con le sue quattro parti, simboleggia l’uomo e le quattro fasi
dell’opera che deve essere una nel corpo, nell’intelletto, nell’anima e nello
spirito.
Oratore Fratelli, ogni progresso verso la verità è testimonianza della fatica umana
nei secoli.
Tutto vive, nulla muore.
Di là della Materia è l’Anima, di là dell’Anima è lo Spirito.
Ciò che in apparenza è distrutto, risorge perfettamente in nuove forme.
M:.V:. Il Sole, al Solstizio d’estate, conclude uno dei suoi infiniti cicli di
rinnovamento perenne.
Compiuta l’opera fecondatrice si avvia al riposo. Lascia sulla Terra la vita
che ha suscitato.
Così ogni esistenza di buone opere conclude il suo ciclo dal transitorio
all’eterno.
Nascita e morte, principio e fine, alfa ed omega, per la resurrezione e la
vita.
La parola della Vita è: AMORE!
1° Sorv. Che l’Amore si diffonda su questa Loggia, come i raggi del Sole
nell’Universo. Ci sia dato di distinguere chiaramente ciò che è giusto e ciò
che non lo è, di separare il denso dal sottile, con cura, come fanno i
benefici raggi del Sole.
M:.V:. I frutti che il Sole ha prodotto nel regno animale e vegetale possono ora
essere offerti alla Gloria del Grande Architetto dell’Universo quale
simbolica azione sacrificale che ci renda partecipi dello Spirito Uno.
Oratore Il Sole continua il suo ciclo e le stagioni si succedono anno per anno in
eterna comunione perché lo spirito divino della natura “discende”
continuamente sulla terra e, attraverso la materia, “ritorna a se stesso”.
Si mangia nel più assoluto raccoglimento, senza parlare e fare commenti. I cibi
vengono serviti dai Fratelli diaconi e da altri Fratelli Apprendisti sotto la
guida del Maestro delle Cerimonie. Durante questa ultima parte dell’agape
verranno eseguite musiche appropriate ed il Fr. Oratore darà lettura di brani
scelti.
1° Sorv . Dopo essersi assicurato che tutti i Fratelli hanno consumato l’agnello e le
verdure:
Fratelli consumeremo ora la frutta che racchiude in se, oltre al germe
della vita, anche la dolcezza del dovere compiuto.
M:.V:. Dio disse: “la terra produca germogli, erbe che facciano seme, alberi da
frutto che diano frutti ciascuno della propria specie contenenti il loro seme
sulla terra. E così fu.
La terra produsse germogli, erbe che fanno seme secondo la loro specie,
alberi da frutto contenenti ciascuno il seme della propria specie. Dio vide
che era cosa buona. Così fu sera e fu mattino, un terzo giorno. (Gen. 1, 11-
13)
Fratelli sedete.
1° Sorv. Fratello Maestro delle cerimonie provvedete a che tutte le coppe siano
riempite di acqua.
M:.V:. Benedetto Tu, o Signore, Dio nostro, Re del mondo, con la Cui parola tutto
si è formato.
2° Sorv. Fratelli della colonna del Settentrione, la parola è concessa a chi abbia
proposte da fare il Bene dell’Ordine in generale e di questa Loggia di
Agape in particolare.
Oratore Maestro Venerabile, i poveri hanno preso parte alla nostra Agape.
M:.V:. Fratelli, ora che abbiamo raggiunto la Concordia, siamo pronti per
iniziare a costruire il Tempio dell’Umanità.
Ritiriamoci in pace dopo aver promesso di non svelare nulla sui lavori
compiuti.
Fratello Maestro delle Cerimonie, provvedete a spegnere le Luci, togliere il
Quadro di Loggia e a guidare i fratelli all’uscita.
Il maestro delle Cerimonie, dopo aver predisposto tutti gli arredi occorrenti per
l'Agape, va dal Maestro Venerabile a prendere il “Fuoco” con cui accenderà il
Testimone.
Dopo aver preparato i profumi opportuni (se possibile) farà entrare ritualmente i
Fratelli nel luogo dell’Agape.
2°Sorv. E’ quello di assicurarsi che tutti i presenti siano Fratelli Liberi Muratori.
1° Sorv. Maestro Venerabile, dai segni che danno riconosco tutti i presenti come
Liberi Muratori.
1° Sorv. Perché il Solstizio d’Inverno simboleggia la vittoria della luce sulle tenebre, la
testimonianza dell’Armonia dell’Universo, dell’Amore fecondo delle cose
create, della Legge che ciclicamente si compie nello splendore visibile della
Natura.
64
I tre candelieri, che nel Tempio sono posto davanti all’Ara, nelle Agapi consistono in candelabri di minori
dimensioni e vengono collocati sopra alla tavola, davanti alle Luci.
Riccardo Corsi- ottobre 2006 108
Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
2° Sorv. Accende la Luce Che la Forza lo renda saldo.
M:.V:. Fratelli 1° e 2° Sorvegliante, avvertite i Fratelli delle vostre colonne che se non
trovassero il tenore della Tavola in conformità con il disegno tracciato nella
precedente Agape, la parola è concessa.
1° Sorv. Fratelli della colonna del Meridione, se qualcuno non trovasse il tenore della
Tavola in conformità con il disegno tracciato nella precedente Agape, può
prendere la parola.
2° Sorv. Fratelli della colonna del Settentrione, se qualcuno non trovasse il tenore della
Tavola in conformità con il disegno tracciato nella precedente Agape, può
prendere la parola.
Terminate le eventuali osservazioni, debitamente annotate dal Segretario e
quando nessuno più chiede la parola.
2° Sorv. Fratello 1° Sorvegliante, la mia colonna tace.
Orat. Dà le sue conclusioni, la tavola non viene posta ai voti e perciò conclude con:
M.V. vi prego di far regolarmente sottoscrivere la tavola architettonica
tracciata nella precedente tornata d’Agape.
Si esegue.
Orat. E fu sera e fu mattina; il sesto giorno. Il cielo e la terra e tutto il loro esercito
erano ormai completi. Nel settimo giorno Dio aveva completato l’opera sua
che aveva fatto, così nel settimo giorno cessò da tutta la sua opera che aveva
compiuto.
Dio benedisse il settimo giorno e lo santificò, poiché in esso aveva cessato da
tutta la sua opera che egli aveva creato per poi elaborarla. (Gen. 2, 1-3)
M:.V:. Dopo una pausa: Fratelli, dedichiamoci con serenità e letizia al nostro lavoro.
Orat. Questo pane azzimo è il Pane dell’afflizione che i Padri di Mosè mangiarono
in Terra d’Egitto. Erano schiavi e furono liberi.
2° Sorv. Il ciclo solare del grano, il suo morire ed il suo risorgere configura la vicenda
umana ed iniziatica. Come il seme muore ed imputridisce nel gelo della notte
invernale, preparando il germoglio primaverile, così l’Uomo, nel misterioso
M:.V:. Mangiamo il frutto della Terra, della Madre Feconda; penetriamo i misteri
della sua esistenza.
M:.V:. ALLA GLORIA DEL GRANDE ARCHITETTO DELL’UNIVERSO, creatore del frutto
della vite.
2°Sorv. Come il Sole feconda il seme dell’uva, così il prodotto della vigna sia un Fuoco
d’Amore che alimenta il nostro diuturno lavoro.
M:.V:. Fratelli, bevete il succo estratto dal frutto della vigna che fermenta nei
grappoli sotto lo stimolo fecondatore del Sole. (Pausa)
Fratelli miei, l’Autunno ci ha offerto la gaia vendemmia e lo splendore dei
colori più vivaci. Con questo ci ha preparato al grigiore dell’inverno.
Ricordatevi però, che nei mesi più freddi, e nelle viscere della Madre Terra il
seme germoglia per la resurrezione primaverile.
Orat. Con la Legge del Ritmo, la Natura testimonia l’armonia del Grande
Architetto
dell’Universo.
Orat. Il Sole, simbolo Visibile dello Spirito, si è ritirato nelle Caverne del
Settentrione.
Le giornate si sono accorciate e allungate le notti.
Il dolore è nella nostra anima perché il Sole è calore, vita Luce.
Noi, Fratelli carissimi, ravvisiamo in questa rituale morte del Sole una fase
dell’attesa lotta del Bene e del Male.
Ma il nostro dolore è temperato dalla certezza che il Sole, dopo la sua annuale
discesa agli inferi, risalirà allo Zenith della nostra coscienza.
Così lo spirito dell’Uomo, dopo aver dormito nella misteriosa tomba di
Saturno, vegliato dai neri corvi della morte, risorgerà a nuova vita in un volo
di bianche colombe.
E’ proprio in questa fase di solitudine e tristezza che l’Uomo deve riaffermare
la propria indipendenza.
Fratelli, siate dunque vigili! In tal modo, confrontando il vostro stato di veglia
col fecondo silenzio della Natura, giungerete a conoscere voi stessi.
1° Sorv. Fratelli, come nella tradizione ebraica che noi rispettiamo e amiamo, si usa
offrire un uovo a chi è in lutto, nel primo pasto che consuma dopo il
seppellimento di un congiunto, così anche noi offriamolo al nostro Fratello (di
sinistra) in lutto per la morte del Sole.
M:.V:. Alla Gloria del Grande Architetto dell’Universo, creatore degli alimenti.
Orat. La superficie dell’uovo non ha ne’ principio ne’ fine: essa è simbolo
dell’eternità della vita.
2° Sorv. Fratelli riflettete: l’uovo è come l’Arte: per giungere al rosso tuorlo che
racchiude in se la qualità ignea ed aurea è necessario usare la forza della
volontà per spezzare la corteccia, la prigione saturnina e per penetrare
l’albume simbolo della qualità animica.
1° Sorv. L’uovo, con le sue quattro parti, simboleggia l’uomo e le quattro fasi
dell’opera che deve essere una nel corpo, nell’intelletto, nell’anima e nello
spirito.
1° Sorv. Nelle tenebre della notte, brilla la Luna. Essa testimonia che il Sole non è
morto.
Orat. O tu che splendi nelle solitudini notturne, Iride dea del disco lunare: osserva!
Io ti accompagno nel tuo viaggio notturno, penetrando con te nella regione dei
morti, laggiù oltre Occidente. E tu, o Sole, torna fra noi.
Attendiamo con angoscia la tua rinascita, o Fuoco Celeste, bello, forte,
eternamente creatore.
Che le tenebre tue nemiche siano disperse.
Splendi su di noi e illumina la Terra.
1° Sorv. Che l’Amore si diffonda su questa Loggia, come i raggi del Sole nell’Universo.
Ci sia dato di distinguere chiaramente ciò che è giusto e ciò che non lo è, di
separare il denso dal sottile, con cura, come fanno i benefici raggi del Sole.
Orat. Fratelli, l’agnello simboleggia il sacrificio senza il quale è vano aspirare alla
realizzazione.
Orat. Il Sole continua il suo ciclo e le stagioni si succedono anno per anno in eterna
comunione perché lo spirito divino della natura “discende” continuamente
sulla terra e, attraverso la materia, “ritorna a se stesso”.
1° Sorv. Insieme all’agnello consumiamo le verdure offerte dalla Madre Terra perché
ci
rinfreschino durante il nostro duro cammino e l’olio, dono dell’ulivo, simbolo
di pace e di concordia.
M:.V:. ALLA GLORIA DEL GRANDE ARCHITETTO DELL’UNIVERSO, Creatore dei frutti
della terra.
Dopo che tutti i Fratelli hanno avuto le verdure.
Si mangia nel più assoluto raccoglimento, senza parlare e fare commenti. I cibi
vengono serviti dai Fratelli diaconi e da altri Fratelli Apprendisti sotto la guida
del Maestro delle Cerimonie. Durante quest’ultima parte dell’agape verranno
eseguite musiche appropriate ed il Fr. Oratore darà lettura di brani scelti.
1° Sorv. Dopo essersi assicurato che tutti i Fratelli hanno consumato l’agnello e le
verdure.
Fratelli consumeremo ora la frutta che racchiude in se, oltre al germe della
vita, anche la dolcezza del dovere compiuto.
M:.V:. Dio disse: “la terra produca germogli, erbe che facciano seme, alberi da frutto
che diano frutti ciascuno della propria specie contenenti il loro seme sulla
terra. E così fu.
La terra produsse germogli, erbe che fanno seme secondo la loro specie, alberi
da frutto contenenti ciascuno il seme della propria specie. Dio vide che era
cosa buona. Così fu sera e fu mattino, un terzo giorno. (Gen. 1, 11-13)
Orat. Come l’uomo consuma il frutto del sapere, così noi rinasciamo alla vera
Conoscenza consumando i frutti dei nostri alberi: essi sono il prezioso dono
del Sole in questo giorno di festa.
M:.V:. ALLA GLORIA DEL GRANDE ARCHITETTO DELL’UNIVERSO, Creatore del frutto
dell’albero.
Dopo essersi accertato che tutti i Fratelli hanno mangiato la frutta.
1° Sorv. Fratello Maestro delle cerimonie provvedete a che tutte le coppe siano
riempite di acqua.
M:.V:. Benedetto Tu, o Signore, Dio nostro, Re del mondo, con la Cui parola tutto si
è formato.
1° Sorv. Fratelli della colonna del Meridione, la parola è concessa a chi abbia proposte
da fare il Bene dell’Ordine in generale e di questa Loggia di Agape in
particolare.
2° Sorv. Fratelli della colonna del Settentrione, la parola è concessa a chi abbia
proposte da fare il Bene dell’Ordine in generale e di questa Loggia di Agape
in particolare.
Terminate le eventuali proposte, debitamente annotate dal Fr. Segretario, e
quando più nessuno chiede la parola:
2° Sorv. Fratello 1° Sorvegliante, la mia colonna tace.
II Fr. Elemosiniere, dopo aver fatto ritualmente il giro, deposita il Tronco davanti
al Fratello Oratore, che, senza contare i mattoni e dopo che il Fr. Elemosiniere è
tornato al suo posto:
Orat. Maestro Venerabile, i poveri hanno preso parte alla nostra Agape.
chiudere la Loggia.
M:.V:. Fratelli, ora che abbiamo raggiunto la Concordia, siamo pronti per iniziare a
costruire il Tempio dell’Umanità.
Ritiriamoci in pace dopo aver promesso di non svelare nulla sui lavori
compiuti.
Fratello Maestro delle Cerimonie, provvedete a spegnere le Luci, togliere il
Quadro di Loggia e a guidare i fratelli all’uscita.
Il Maestro delle Cerimonie spegne prima le sette Luci, seguendo l'ordine inverso
rispetto a quello di accensione:
Spegne quindi la Luce del 2° Sorvegliante, poi la Luce del 1° Sorvegliante e per
ultima quella del Maestro Venerabile ed infine dispone per l’ uscita dal luogo di
Agape.
I Fratelli della prima fila, di entrambe le colonne, hanno a disposizione una spada ciascuno
Nel centro, presso l’Ara, è collocato un tavolo sul quale sono posti un vassoio con le due fedi,
alcuni fiori
65
La struttura del rituale è quella del 1908 del libro IL VERO MASSONE di Ulisse BACCI, aggiornata nel
lessico e adattata all’attuale operatività delle Logge del GOI.
Riccardo Corsi- ottobre 2006 117
Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
I LAVORI SI APRONO IN GRADO DI APPRENDISTA LIBERO MURATORE
M?V? Fratelli, Sorelle e ospiti carissimi. Scopo di questa cerimonia è ricevere una
dichiarazione di unione, già realizzata nella vita civile.
Lo spirito di unione, di amore e di pace che emana dalla nostra Istituzione
e dai nostri Lavori può far molto per aiutare a mantenere la concordia in
due cuori uniti dal vincolo della vita in comune. Il nostro concorso può,
dunque, assumere un carattere di alto valore sociale, perché il
riconoscimento muratorio del vincolo è la valorizzazione della coppia, e
valorizzare la coppia è rigenerare la Società. Per questo rapporto,
felicitiamoci della scelta che si è fatta sotto il nostro fraterno ministero.
Tutti i sentimenti che i nostri riti possono ispirare, si trovano stimolati in
questo giorno. Vi prego dunque, carissimi Sorelle e Fratelli di prestare a
questo riconoscimento quel raccoglimento che impone un atto così solenne.
66
Sono stelle dorate, di metallo o cartone, montate su bastoncino o deposte su piccoli cuscini.
Riccardo Corsi- ottobre 2006 119
Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
Il Fratello entra tenendo per mano la compagna
67
Nel testo del 1908 si parlava esplicitamente di matrimonio che, nella fattispecie, è stato sostituito da vincolo
coniugale, con ciò intendendo comprendere qualsiasi forma di convivenza.
68
In origine era previsto che l’esortazione fosse interamente pronunciata dal M?V?; l’esperienza ci ha
suggerito di spezzare la monotonia della prolusione, incaricandone l’Oratore di una parte, mantenendo inalterato,
nella sostanza, il discorso.
Riccardo Corsi- ottobre 2006 120
Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
questi due esseri deve mirare sempre ad una unità di vedute e di benessere
che alimenta, all’unisono, due cuori che si amano. Il sentimento e la
ragione, facendo loro comprendere il valore di questo vincolo, li inducono
anche a concepire che, dandosi l’uno all’altro, ciascuno cede parte della
propria indipendenza a favore dell’altro e che questa mutua concessione
corrobora la forza morale di ciascuno di loro e ristabilisce l’equilibrio.
L’uomo deve essere guida amorosa e protettrice per la sua compagna.
Mentore benevolo, non dominatore, accolga le esortazioni della sua
compagna con rispetto ed affetto.
Nulla deve essere intrapreso che non sia precedentemente ben vagliato da
entrambi; nella casa non regna né l’uomo né la donna: comandano la
ragione e la concordia.
Non si può mai abbastanza rammentare che i figli che nasceranno non
vengono al mondo per la sola soddisfazione dei genitori. Se essi sono la
speranza e l’orgoglio delle famiglie, non va dimenticato che, con essi,
l’Umanità si rinnova e la Patria si perpetua. Essi divengono membri della
famiglia umana e per esserle di giovamento devono ricevere un’educazione
appropriata all’avvenire e alla prosperità del genere umano. Non
dimenticate mai che paternità e maternità impongono doveri sacrosanti.
M?V? Caro Fratello e carissima Sorella, l’unione coniugale, quando sia compiuta
nelle condizioni di un riconoscimento muratorio, può giungere a riformare
il mondo. La Libera Muratorìa può contribuire a rendere, sopra basi
attraenti e durevoli, quest’ unione di due esseri salda e sacra.
Il nostro codice, precisando i Doveri del Libero Muratore verso l’Umanità,
verso la Patria e verso se stesso, regola sia i Doveri verso la donna sia quelli
di uomo e di padre. Si è detto: L’uomo non è solamente un uomo, è una
coppia incompleta. Isolarlo equivale a mutilarlo; la donna lo completa. E
viceversa.
Ma perché il legame coniugale produca tutto il bene che la Società si
attende e la Libera Muratorìa promuove, è necessario che la donna
acquisti un’istruzione morale pura, quanto quella che è propria in un
Libero Muratore. Bisogna che essa sia illuminata da quella Luce che fa
distinguere il Vero dal falso, la Verità dall’errore; da quella Luce che
dissipa i pregiudizi, le vane paure, che sostituisce le credenze false, assurde
ed insensate, con nozioni sane, chiare e incontrovertibili.
Allora l’amore, la fiducia reciproca, la fede, la devozione, tutto sorgerà da
un medesimo spirito, da una medesima anima, da un medesimo cuore. I
figli nati in questa scuola di moralità familiare, si avvantaggeranno presto
e meglio degli insegnamenti ricevuti, contrariamente a coloro che, per
ricevere ed apprendere il Vero ed il Bene, devono prima dimenticare gli
esempi di una falsa e improvvida educazione.
Caro Fratello e carissima Sorella, voi conoscete ora i doveri reciproci e
sacri degli sposi: persistete ancora nel chiedere a noi la conferma, al
cospetto dei nostri e vostri Fratelli, dell’unione da voi liberamente
contratta?
Sposi Si, Maestro Venerabile.
M?V? Sposi alzatevi!
La vostra unione, come ciascuno di questi anelli, consta di due metà che,
separate, non hanno valore per se stesse e, congiunte, formano la
prosperità dell’una e dell’altra e del mondo che resta edificato dal buon
esempio di un felice connubio.
Inginocchiatevi.
Tutti in piedi. Carissimi Fratelli, mano alle spade eseguite la Volta di
protezione.
Si esegue.
Riccardo Corsi- ottobre 2006 122
Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
Il M. Venerabile stende le mani sulle teste dei festeggiati
Alla Gloria del G?A?D?U?, nel nome e sotto gli auspici del Grande
Oriente d’Italia, per i poteri a me conferiti da questa R?L? vi confermo
nel sacro legame coniugale e vi impartisco la consacrazione muratoria che
le vostre Virtù meritano. Che il nostro Ordine, benedicendo la vostra
unione, possa rendervi reciprocamente fedeli ai vostri giuramenti e perciò
perpetuamente felici.
Fratelli deponete le spade e Voi sposi alzatevi.
Il M. Venerabile fa alzare i festeggiati e risale sul Trono
Fratelli e ospiti tutti, sedete.
Oratore La libera Muratorìa è lieta di vedere due persone che contraggono un
sacro legame, che giurano di amarsi per la vita e che credono
sinceramente nella perpetuità del loro giuramento. Noi plaudiamo a
questa promessa che non solamente onora chi la contrae, ma che è di un
valore morale altissimo.
Il Maestro Venerabile batte un colpo di mazzuolo
Fratelli sedete.
M?V? Fratello 1° Sorvegliante, che cos’è il legame coniugale?
1° Sorv. È l’associazione dell’uomo e della donna, che si uniscono per simpatia e
liberamente, per la propagazione della specie umana e per la
1° Sorv. Deriva da quella libertà che rende più costante l’affetto: perché l’amore
non è soggetto se non al giogo che esso stesso impone.
M?V? Che cosa occorre perché il legame coniugale sia felice?
1° Sorv. Occorre purificarlo, favorendo le inclinazioni oneste e disinteressate, che
sole possono formare le unioni contratte dal cuore e che non si infrangono
mai.
M?V? Fratello Oratore avete la parola. 69
Il Fratello Oratore rivolge parole di circostanza ai festeggiati.
Dopo le conclusioni dell’Oratore il M. Venerabile prende la parola. Al termine:
M?V? Fratello Segretario, voi rilascerete ai festeggiati un estratto autenticato
della Tavola architettonica tracciata nella presente tornata che constati la
consacrazione muratoria della loro unione in cui siano ricordate le
rispettive obbligazioni, i loro giuramenti e le nostre fraterne istruzioni.
Pausa
Fratelli, in piedi.
Fratello M. delle Cerimonie accompagnate i festeggiati ed i profani nella
Sala dei passi perduti.
69
Nel testo del 1908, prima della parola all’Oratore, c’era un passaggio sui propositi di operare per
l’introduzione del divorzio che, oggi, non ha più motivo di essere ancora citato.
Riccardo Corsi- ottobre 2006 124
Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
A?G?D?G?A?D?U?
MASSONERIA UNIVERSALE - COMUNIONE
ITALIANA
Le luci sono spente; sono accese solo quelle che illuminano l’altare e le tre cattedre
FRATELLI
Solo i guanti bianchi
70
Il rituale è stato mutuato da quello in uso nella R:.L:. IL DOVERE all’Oriente di Lugano, all’Obbedienza
della Gran Loggia Alpina Svizzera.
Riccardo Corsi- ottobre 2006 126
Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
ENTRATA IN TEMPIO DEI FRATELLI
Si prende posto nel tempio, occupando le posizioni del grado ma senza cerimoniale.
La prima fila delle colonne viene lasciata libera per le Sorelle e gli ospiti.
M?V?
M?V? Fratello M.d.C, conducete nel tempio le nostre care Sorelle e gli ospiti.
M.d.C Si reca nella sala dei passi perduti. Invita le Sorelle e gli ospiti a volerlo
seguire
2° Sorv. No Fratello Maestro Venerabile, perché le luci che fra breve saranno
accese hanno significato puramente simbolico.
M?V? Poiché Saggezza, Bellezza e Forza sono fra noi, in nome e sotto gli auspici
del Grande Oriente d’Italia, apro questa Tornata Bianca alla Gloria del
Grande Architetto dell’Universo.
RITUALE
1° Sorv. Per facilitare l’evoluzione dei Fratelli, la Massoneria fa uso di simboli che
sono stati tramandati dai primi Liberi Muratori che cristallizzarono nei
principali strumenti del loro lavoro un’idea, così che in tutte le Officine del
mondo gli stessi simboli dicono le stesse cose a Fratelli di razza, lingua e
credo diversi.
M.d.C. Si porta verso il tavolino con gli strumenti del lavoro e solleva gli strumenti
citati, oppure indica con il bastone quelli inamovibili o ingombranti.
1° Sorv. Gli attrezzi che per noi hanno un significato essenziale sono:
Il Compasso: che non serve solo a tracciare cerchi ma anche a prendere e
riportare misure.
M?V? Sull’Ara troviamo il Libro della Legge Sacra, che per noi occidentali è la
Bibbia, insieme a Squadra e Compasso.
Pure le tre Piccole Luci che voi vedete accese ci ricordano che Saggezza,
Bellezza e Forza devono ognora presiedere i nostri lavori.
2° Sorv. Nel nostro paese la Massoneria è sorta con Logge auto costituitesi con
nuclei di residenti inglesi, a Firenze nel 1732 ed a Roma nel 1735. Tutte e
due le Logge cessarono i lavori quando fu emanata la Bolla papale In
Eminenti nel 1738. L’Officina fiorentina è tristemente ricordata per uno
dei suoi appartenenti: il Fratello Tommaso Crudeli, che fu imprigionato e
processato dalla Santa Inquisizione, cosa che ne provocò la morte.
Riccardo Corsi- ottobre 2006 132
Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
Nel 1805 in Milano viene finalmente fondato il Grande Oriente d’Italia, la
più antica e legittima Massoneria operante in Italia, alla cui obbedienza
lavora dal 1973 questa R?L?, sotto il nome distintivo di ....... n. ...
all’Oriente di ................ .
M?V? Care Sorelle e rispettabilissimi ospiti, in linea generale ora sapete che cosa
è la Massoneria: un ordine iniziatico che guida i suoi adepti sulla via che
conduce al perfezionamento spirituale e morale.
Care Sorelle e rispettabilissimi ospiti, noi siamo sicuri che con il vostro
appoggio ed il vostro rispetto potremo contribuire a migliorare l’uomo ed
il suo modo di vivere.
M?V? Care Sorelle, Vi ringrazio per la Vostra presenza che ha portato gioia al nostro
lavoro.
Ispiratevi anche voi alla saggezza ed abbiate un fiore simbolo di bellezza.
M?V? La nostra coscienza, che dovrà sempre essere per noi giudice severo e
amorevole guida verso il traguardo del Bene.
M?V? Fratelli, prima di lasciare questo Tempio, sacro alla solidarietà tra gli
uomini, offriamo il nostro obolo per lenire qualche sofferenza.
ELEMOSINIERE
x Esegue
x Consegna il Tronco al Fratello Tesoriere
x Si porta tra le Colonn)
M?V? Fratello Elemosiniere, cosa puoi dirci sullo stato di salute dei Fratelli di
Loggia?
ELEMOSINIERE
Fratello Maestro Venerabile, non ho notizie di Fratelli in stato di bisogno
morale o materiale.
Fratelli, in piedi.
I lavori sono chiusi, ritiriamoci in serenità.
M.d.C. Si posiziona vicino alla porta del Tempio e chiama i fratelli all’Oriente,
secondo l’ordine di precedenza.
M.d.C. In silenzio fa uscire tutti i Fratelli dal Tempio, senza alcun ordine, e dopo
spegne la musica,
poi esce dal Tempio, si chiude la porta alle spalle, e dice:
71
Il Salvatore FARINA, nel suo: RITUALI DEI LAVORI DELL’ORDINE DEGLI ANTICHI LIBERI
ACCETTATI MURATORI, MILANO 1960 EDIZIONI G. BOLLA, così introduceva il termine Ulivelli: I
rituali sono in disaccordo sul nome da dare ai giovanetti adottati: Lowton, Lofton, Loveson, Luston,
Lupetto ed Ulivello: quest’ultimo nome, tenuto conto che l’ulivo è antico simbolo di pace, riscuote maggiori
consensi. Il nome Lupetto, una volta molto in uso, per quanto al diminutivo, ricorda pur sempre un animale per
certo non mansueto. L’adozione è riservata ai soli figli maschi dei LL?M? e una volta si svolgeva subito dopo la
nascita. Alcuni avversari della Libera Muratoria vogliono vedere in questo rito la parodia del battesimo. Premesso
che il Cristianesimo ha ereditato da altre religioni il carattere rituale e magico dell’acqua, è bene precisare che,
tra le due cerimonie, corre una sostanziale differenza: il battesimo monda una colpa che risale ad Adamo, mentre
l’adozione è una promessa per l’avvenire, Iniziazione alla vita dell’intelligenza. Si concorda con quanto detto dal
Farina, anche perché l’appellativo di lupetto è già utilizzato nel mondo scout.
MUSICA
Ingresso dei genitori e dei parenti e amici dei fanciulli da adottare; dopo che il M.d.C. ha
fatto accomodare tutti gli intervenuti ai posti previsti, e distribuito i fiori alle signore, inizia
la cerimonia.
MUSICA Cessa
CERIMONIA 72
M?V? Fratelli miei, carissime Sorelle, ospiti e amici, vogliate considerare per un
momento i fanciulli che qui stanno per essere introdotti e sarete animati
da quegli amorevoli sentimenti con i quali conviene partecipare a questo
solenne rito.
Fratelli, in piedi e mano alle spade.
I soli Fratelli si alzano in piedi, senza porsi all’Ordine
M?V? G?A?D?U?, Forza e Legge che tutto muove e regola, che riceve
sempre, con amore fraterno, i nostri sentimenti ed i nostri voti, degnati di
esaudire quelli che oggi qui Ti presentiamo.
Noi veniamo umilmente a renderti un nuovo omaggio, legando al culto
della Verità fanciulli che amiamo. Lascia cadere su di noi un raggio della
Tua intelligenza infinita affinché i nostri insegnamenti, i nostri voti siano
l’espressione della Tua volontà suprema.
Che questo raggio sia rappresentato dal Fuoco di cui si accende questo
Altare .............
il M.d.C. accende la lampada a spirito sull’Ara, la cui fiamma rimarrà accesa
per tutta la cerimonia
72
Il rituale è quello pubblicato su IL LIBRO DEL VERO MASSONE, di Ulisse BACCI, ROMA 1908, con
alcuni aggiustamenti lessicali per adattarlo, il più possibile, al linguaggio moderno. E’ stato tenuto conto anche
di quanto pubblicato dal FARINA, il quale aveva adattato il rituale agli usi della sua Obbedienza.
Riccardo Corsi- ottobre 2006 139
Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
M?V? Fa’ pure che siano benedetti questi frutti che la Terra da Te fecondata ci
dona e che adornano questo Altare per trasformarsi, tra poco, in simboli
della nostra Fede massonica. Da’ loro potenza di imprimere, nel cuore dei
nostri figliuoli adottivi un ricordo imperituro, che li renda, nell’età
matura, sempre fedeli alle promesse della loro adozione.
Ospiti, miei cari Fratelli e Sorelle, vogliate sedervi.
Cop. Int. Fratello 1° Sorvegliante, vi sono figli di nostri Fratelli che si sono smarriti
nel mondo profano, dove passioni colpevoli li minacciano.
1° Sorv. Maestro Venerabile, vi sono figli di nostri Fratelli che si sono smarriti nel
mondo profano, dove passioni colpevoli li minacciano.
Ciascuno è condotto da uno dei nostri Fratelli i quali, guidati da volontà di
bene, chiedono per loro asilo e protezione.
2° Sorv. Ammettiamoli nel Tempio con i Fratelli che li conducono, onde ciascuno
di essi trovi in ognuno di noi un protettore e sia così difeso dai pericoli.
Oratore Ritengo che sia il caso di iniziare questi fanciulli alla via dell’intelligenza,
affinché sparisca il velo materiale che copre i loro occhi; la loro bocca
impari a pronunciare solo parole amabili; l’amore al Lavoro sia loro di
guida; lo spirito di Forza, di Virtù, di Unione ispiri sempre l’animo loro, e
l’adozione muratoria schiuda ad essi la via della felicità.
M?V? E sia. Fratello Copritore Interno, aprite dunque a questi fanciulli l’asilo
del nostro tempio. Fratelli delle due Colonne, che la volta d’acciaio 73 si
formi e li protegga.
73
In questo caso detta Volta di Adozione.
Riccardo Corsi- ottobre 2006 140
Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
MUSICA Possibilmente una melodia solenne di organo.
M?V? Fratello 1° Sorvegliante, quale deve essere l’obiettivo principale del nostro
insegnamento?
1° Sorv. Noi dobbiamo insegnare il nostro primo precetto, base di tutta la morale:
“Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te stesso”. E poi: “Sii
verso ciascuno come vorresti che fossero verso di te”.
M?V? Fratello Oratore, intratteneteci brevemente sopra gli altri nostri precetti e
la nostra morale.
Oratore Noi onoriamo il Grande Architetto dei mondi e gli rendiamo grazie per i
benefici, di cui egli ci colma, attraverso buone azioni verso il prossimo.
Noi consideriamo gli uomini nostri Fratelli, senza distinzione di razza, di
rango e di fede.
Combattiamo l’ambizione, l’orgoglio, l’errore, i pregiudizi; lottiamo
contro l’ignoranza, la menzogna, il fanatismo e la superstizione, tanti
flagelli, causa di tutti i mali che affliggono l’Umanità. Raccomandiamo la
giustizia reciproca, salvaguardia dei diritti e dei doveri di tutti; la
tolleranza che, con il rispetto degli obblighi assunti, lascia piena libertà di
coscienza e di pensiero.
Noi condanniamo il pervertito e facciamo ogni sforzo per ricondurlo sul
retto cammino; finalmente veniamo con tutte le nostre forze in aiuto degli
sventurati e degli afflitti. Noi adempiamo a tali doveri, perché siamo
animati da quella fede che incoraggia e conduce al progresso; da quella
perseveranza che finisce per abbattere ogni ostacolo ed infine da quella
convinzione che ci induce a fare il bene anche con nostro sacrificio, senza
attesa di ricompensa all’infuori della soddisfazione che ci perviene dal
nostro cuore.
M?V? Fratelli padrini, voi conoscete le afflizioni ed i mali che turbano il mondo;
vi è stata or ora rammentata l’opera della Libera Muratoria. Vi si è detto
pure quali sono le qualità del Libero Muratore. Persistete a chiedere
l’adozione dei fanciulli qui presenti?
Un P. Si, Venerabilissimo.
M?V? Promettete di seguirli con vigilanza costante, nel mondo profano affinché
essi vengano educati come buoni e degni figli di Liberi Muratori e di
inculcare loro, sin d’ora, i Principi e le Virtù del nostro Ordine?
Un P. Lo promettiamo.
M?V? Che la vostra vista si estenda e si apra alla Luce della Verità; che essa vi
dia la facoltà di discernere il male per vincerlo e di conoscere la dritta via
che conduce alla felicità.
M?V? Che il vostro udito non resti insensibile alla voce di coloro che soffrono e
che ascolti quella del G?A?D?U? che dice ai suoi figli in Terra:
“Amatevi, soccorretevi scambievolmente”.
M?V? Che la vostra bocca non profferisca se non frasi amiche, dolci come questo
miele; che la collera e la calunnia non vengano mai a deturparla con
parole sconvenienti e ingiuriose; che la vostra lingua non pronunci mai
verso i vostri simili grida imperiose, ne’ accenti di vendetta o di disprezzo.
Aborrite la menzogna. Cari fanciulli, l’uomo nasce buono e puro; la
ragione, d’accordo con la sua natura, non ammette che alcun peccato
originale possa essergli imputato; egli è venuto al mondo innocente, quindi
non ha nessuna colpa da espiare. Ecco perché la Libera Muratorìa attende
che il fanciullo abbia raggiunta l’età della ragione per sottoporlo alle
purificazioni simboliche.
Immerge in una bacinella d’acqua la mano destra di ogni fanciullo, che viene
poi asciugata dal M.d.C.
M?V? Che le vostre mani siano sempre pure; che ad esse non venga mai
rimproverato di aver preso la roba altrui, di aver tracciato degli scritti
nocivi alla morale, ne’ di aver sparso il sangue del vostro prossimo.
M?V? Che questo pane, simbolo d’unione e di energia, dia al vostro organismo
sviluppo, salute e perfezione. Faccia il cielo che esso non vi manchi
giammai.
M?V? Che questo vino, simbolo della forza vivificante, vi ispiri il desiderio del
bene e della saggezza; che esso dia alla vostra anima ed al vostro spirito la
volontà ed il coraggio di resistere alle seduzioni ed alle avversità.
Pausa
M?V? Che questi baci vi siano graditi e che le vostre labbra ne diano sempre di
ugualmente sinceri. Baciate i vostri genitori, e che i vostri baci siano per
voi e per noi un pegno dell’affetto che vi portano ed un attestato della
vostra riconoscenza.
Padrini Lo giuriamo.
M?V? Alla Gloria del G?A?D?U?, in nome e sotto gli auspici del Grande
Oriente d’Italia, in virtù dei poteri a me conferiti, vi creo e proclamo
Ulivelli della R?L? ................. n. ............ all’Oriente di ......... ed invito i
Fratelli a riconoscervi come tali, ad aprirvi l’animo loro per darvi aiuto e
protezione in ogni circostanza.
Alzatevi.
M?V? Fratello Maestro delle Cerimonie, vogliate collocare questi fanciulli a capo
della colonna del Settentrione.
Carissimo Fratello Oratore, avete la parola.
Oratore _____________________________
74
Il rituale del 1908, di Ulisse BACCI, prevede delle acclamazioni che abbiamo preferito sostituire con la
versione del FARINA.
75
Nel rituale originale a questo punto era previsto di far circolare il Tronco della beneficienza; poiché non
concordiamo con questa procedura, in quanto dovrebbero parteciparvi anche i profani, abbiamo omesso i passi
relativi, ritenendo che la beneficienza è opportuno che venga fatta nella chiusura dei lavori rituali che, al
momento, sono sospesi.
Riccardo Corsi- ottobre 2006 146
Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
M?V? Fratelli, in piedi: spade in pugno.
MUSICA
Una volta che tutti sono usciti, ed il Maestro delle Cerimonie ha ripreso il suo
posto all’interno del Tempio, cessa la musica.
Gli architetti medievali, che usavano celebrare i solstizi con usanze rituali risalenti a
remotissimo epoche pagane, forse allo scopo di poter di fatto conservare vive tali tradizioni
che erano divenute sospette dal punto di vista cristiano, può darsi che scegliessero a loro
nuovi patroni i due “San Giovanni”, le cui ricorrenze cadono appunto nei solstizi. O forse, più
verosimilmente fu la Chiesa stessa che provvide in questo senso, secondo un collaudatissimo
metodo di “cristianizzazione” delle festività pagane 76 .
Etimologicamente “Giovanni” deriva da “Jeho h’annan” o “favorito da Jeho”.
Jeho è nome e titolo del Sole ed appunto i mistagoghi di Israele vi vedevano
l’immagine del Dio-Luce, che illumina l’intelletto; perciò Giovanni è sinonimo di “uomo
illuminato” ed è giusto titolo per l’Iniziato per considerarsi Fratello di San Giovanni.
SAN GIOVANNI BATTISTA, o San Giovanni d’Estate, ci è presentato come il
precursore immediato della Luce redentrice: Egli è l’alba intellettuale che - negli spiriti -
precede il giorno della comprensione totale e la sua voce, aspra e rude, risveglia gli echi
assopiti nello sterile deserto, preparando le menti ribelli ad afferrare nuove verità.
Come il Precursore si collega simbolicamente al pallore scialbo dell’aurora, SAN
GIOVANNI EVANGELISTA, o San Giovanni d’Inverno, dobbiamo rappresentarlo
circondato dalla gloria purpurea del tramonto; Egli personifica la luce crepuscolare che
infiamma il cielo quando il sole è scomparso dietro l’orizzonte.
Infatti il discepolo preferito del Maestro fu il confidente dei suoi insegnamenti segreti,
riservati alle intelligenze dei tempi futuri. L’Apocalisse, col pretesto di svelare i misteri
cristiani, li maschera con calcolati enigmi per trascinare le menti perspicaci al di là delle
strettezze del dogma; così della tradizione gioannita si sono avvantaggiate tutte le scuole
mistiche che, sotto il velo dell’esoterismo, hanno mirato alla emancipazione del pensiero. Non
dimentichiamo che il quarto Vangelo inizia con un testo di profonda portata iniziatica, sul
quale viene prestata la promessa solenne del Libero Muratore.
La dottrina del Verbo fatto carne, cioè la ragione divina incarnata nell’Umanità, risale
- attraverso Platone - alle concezioni degli antichi gerofanti.
(da 0. Wirt).
76
Così commentava Umberto Goral Porciatti, nel 1946: Il Sole anche nella Chiesa Cattolica Romana è il
simbolo di Dio Manifestato, e nelle pianete delle cerimonie solenni troviamo il sole ricamato in oro, così pure
nell’Ostia consacrata c’è il sole sul quale sta il Cristo crocifisso. Anche il Ciborio è a forma di Sole Dorato. Del
resto lo stesso simbolo abbiamo in Mitra.
La Chiesa ha abolito il culto solare perché non è al “Bel pianeta che ad amar conforta” ma al Cristo da essa
rappresentato che va reso al culto; perciò ha conservato integro l’esoterismo magnifico dello stesso culto che sta
alla base di tutte le grandi Religioni, eccettuate quelle lunari dei Druidi, degli Ebrei e dei Mussulmani.
San Giovanni (Grazia di Dio) o come Precursore (il Battista) o come Confessore (l’Evangelista, confessore del
Logos) è logicamente in ambo i casi l’esponente tanto del Logos che nasce quanto di quello che trionfa.
Riccardo Corsi- ottobre 2006 148
Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
CELEBRAZIONE DELLA RICORRENZA
DI
SAN GIOVANNI BATTISTA
RITUALE DEL SOLSTIZIO D’ESTATE 77
MATERIALE OCCORRENTE:
x una candela accesa su candeliere (testimonio);
x n. 3 recipienti, uno per l’olio, uno per il vino, uno per il grano;
x un braciere (con alcool puro), per il fuoco di S. Giovanni;
x una torcia (in mancanza una candela);
x un paio di molle da caminetto (per tenere la pergamena sul fuoco);
x una pergamena con le firme di tutti i presenti;
x tante rose rosse quanti sono i presenti.
M.d.C. Esegue
M.d.C. Esegue
77
Questo rituale ci è giunto dalla R:.L:. Montepirchiriano n. 916 all’Oriente di Avigliana (TO).
Riccardo Corsi- ottobre 2006 149
Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
Noi lo commemoriamo al Solstizio d’Inverno, quando intorno a noi regna
l’oscurità e ci ritiriamo in noi stessi per ritrovare la Luce.
Commemoriamo Giovanni Battista al Solstizio d’Estate quando siamo
irrorati dalla Luce del Sole, pienamente coscienti del nostro posto nel
Cosmo e della nostra Comunione con l'Universo.
M?V? La Festa di San Giovanni d’Estate non è soltanto la Festa del Battista ma
anche quella del trionfo della Luce.
In quest’epoca dell’anno, quando la Natura trionfa, noi apprendiamo
chiaramente che è nostro dovere sforzarci di trionfare sulle tenebre
sempre in agguato dentro di noi: i nostri vizi, i nostri difetti, le nostre
paure.
La tragedia della nostra vita terrena è che tutte le nostre migliori
intenzioni, tutti i nostri sforzi per realizzarle sono destinate a continui alti
e bassi: cadiamo spesso e dobbiamo sempre ricominciare spinti da quella
Luce interiore che sgorga dalla sorgente originale, in virtù della quale tutti
viviamo.
E dobbiamo imparare ad ascoltarla, questa spinta interiore che ci aiuterà
nel nostro sforzo e ci guiderà alla rinnovazione ideale totale, in cui
l’Essere Supremo si rifletterà nel nostro essere di uomini.
PURI NELLA VITA – ONESTI NELLE AZIONI – FEDELI A NOI STESSI – GIUSTI
VERSO LE ALTRE CREATURE – TESI ALLA RICERCA DEL GRANDE
ARCHITETTO DELL’UNIVERSO.
In questo giorno i nostri pensieri vanno anche al passato e ciò é come deve
essere, poiché noi possiamo e dobbiamo imparare dal passato.
Questa conoscenza può proteggerci dal ricadere negli stessi errori, può
renderci riconoscenti per i benefici ricevuti e ci può rattristare al pensiero
di ciò che abbiamo perduto.
In ogni caso,possiamo apprendere dal passato come affrontare il nostro
futuro.
E’ nostra responsabilità realizzare gli ideali libero muratori e trasmettere
questi tesori, in tutta la loro gloria, a coloro che verranno dopo di noi.
IL SIMBOLO DI TUTTO QUESTO E’ LA ROSA ROSSA A CINQUE
PETALI.
In questo senso vi invito ad adornarvi con le rose rosse di San Giovanni.
Fratelli sedete.
Fratelli l° e 2° Sorvegliante, riprendete i vostri posti e voi, Maestro delle
Cerimonie, distribuite le rose.
M?V? Prende la torcia con la mano e sinistra, l’accende col Testimone o Luce
Eterna, la leva in alto e dice:
Porto questa fiamma verso il Fuoco di San Giovanni Battista, lungo il
cammino che abbiamo percorso in cerca della Luce libero muratoria.
Intraprende il giro del Tempio in senso orario, sempre tenendo alta la torcia,
ma non lo completa e si ferma a tre passi dall'Ara; avvicinatosi poi ad essa con
i tre passi dell’Apprendista, descrive con la torcia un triangolo sopra il
braciere, poi dà fuoco a l’alcool dicendo:
Segretario Compie il giro del Tempio, sempre in senso orario, tenendo con la mano
destra il rotolo levato in alto, per poi porgerlo – a giro ultimato – al M?V?
M?V? Fratello 1° Sorvegliante, che cosa significa quel posto vuoto nella nostra
catena?
1° Sorv. E’ il posto dei nostri Fratelli passati all’Oriente Eterno; gli attrezzi sono
caduti dalle loro mani ed essi sono stati chiamati a compiti più alti. E’
nostro dovere proseguire l’Opera che non hanno potuto portare a
compimento.
1° e 2° S. Chiudono la Catena
PREMESSA 81
Il Rituale è di tipologia solare e creato per il Solstizio d'Inverno, nel momento stesso in
cui il buio è più fondo ma nel contempo la luce comincia a crescere.
Per quanto le liturgie per il solstizio d’Inverno siano state effettuate fin dalla più
inimmaginabile preistoria, storicamente sono state stabilite nella civiltà occidentale
dall’Imperatore Eliogabalo, siriano che portò il culto del dio beduino di Emesa, Deus Sol
Elagabalus, fra gli dei di Roma.
Il rito solstiziale d’Inverno, tradizionalmente da compiersi nell’ora successiva al
compiersi della fase astronomica, che non coincide necessariamente con il 25 dicembre, fu da
allora fissato in tale data, giorno natalizio di tutti gli dei solari orientali.
La persistenza archetipale di questa festività indusse il cristianesimo ad assumerla
come giorno natale del Cristo, fino ad allora attribuito ad altra data, causando così,
meritoriamente, la persistenza del rito solstiziale d'Inverno fino ai nostri giorni.
La schematicità del Rito della Festa della Luce è molto semplice e si inserisce fra
quella dell'apertura e della chiusura dei lavori, che garantiscono l'indispensabile correttezza
liturgica.
L'impossibilità di rintracciare il testo tedesco ne impedisce la collazione con quello italiano.
Vi sono certamente delle corruzioni nella descrizione della “piramide” di Luce, da costruirsi
ed adornare con rami di abete o da sostituire con un piccolo abete naturale.
In realtà la cosiddetta “piramide” potrebbe consistere in un tradizionale candeliere
nordico usato nelle festività natalizie, in legno sagomato a forma di abete e dipinto in verde,
con piccole candele decorative.
Questo attrezzo, in forma ridotta a giocattolo infantile, si può ancor oggi ritrovare in
commercio dagli specialisti di giocattoli in legno naturale, provenienti per lo più dalla
Scandinavia.
Molto simile alla piramide rituale è anche il cosiddetto “Ceppo” fiorentino usato fino
al ‘700 per le festività natalizie, una sorta di costruzione piramidale cava adornata di candele,
nelle cui cavità si inserivano doni come agrumi, dolci e giocattoli.
E’ comunque un simbolismo di origine nordica, in quanto uno degli usi rituali per il
Solstizio d’Inverno consisteva nel rogo di un frassino rappresentante Yagaddrasil, l’Axis
Mundi a significare, come di consueto, la rinascita della Luce.
Lo spegnimento delle candele poste sul candeliere posto sulla cattedra del Maestro
Venerabile simboleggia la notte oscura, il caos primordiale precedente il Fiat che creò la luce.
79
La Massoneria celebra il Solstizio d’Inverno il 27 dicembre, festa di San Giovanni Evangelista, e dà a tale
ricorrenza il primo posto tra le solennità dell’anno, quando il sole si trova nel punto più basso dell’eclettica. Tale
ricorrenza è la celebrazione per eccellenza della nascita. Già nell’antica Persia in tale data si celebrava la nascita
di Mitra, mentre nell’antico Egitto quella di Oro (Horus) figlio di Iside e di Osiride. A Roma il giorno del
Solstizio era indicato come “natalis solis invicti”, ma per poter soppiantare questa tradizione, fortemente
radicata nella popolazione, nel 390, Papa Giulio I anticipò il natale di Gesù al 25 dicembre, facendo sì che il
popolo esaurisse i festeggiamenti in questo giorno e, nel tempo, lasciasse cadere nell’oblio la festa del sole.
80
Questo rituale ci è giunto dalla R:.L:. Montepirchiriano n. 916 all’Oriente di Avigliana (TO); nella copia,
tuttavia, è visibile un timbro parziale che, insieme ai caratteri di stampa, sembrerebbe ricondurre lo scritto al Fr?
Perondi di Lecco, che a metà degli anni ’90, quale Presidente della Commissione Rituali del GOI, mise mano ai
rituali per una codificazione che però non risulta sia mai stata approvata.
81
Commento tratto dal rituale adottato per l’Agape Bianca annuale nell’Oriente di Massa Marittima.
Riccardo Corsi- ottobre 2006 154
Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
MATERIALE OCCORRENTE:
x una candela accesa su candeliere (testimonio);
x sul tavolo del Segretario un vassoio contenete tanti piccoli ramoscelli di abete, quanti sono
i partecipanti;
x una piramide luminosa, rivestita con fronde per simulare un abete, costruita con l’impiego
di sei listelli di legno lunghi circa cm. 80, fissati tra loro a formare una piramide
triangolare equilatera. Alla base di ciascun lato viene fissata una candela, una quarta va
fissata al vertice e due in posizione intermedia su ciascuno spigolo per un totale di dieci
candele bianche, che vanno mantenute spente all’inizio dei lavori.
x una candela spenta presso ciascuna delle tre Luci di Loggia: M?V?, 1° Sorvegliante, 2°
Sorvegliante.
Tutte le luci sono spente, ad eccezione del testimone e del simbolo della Luna ad Oriente.
2° Sorv. Il Sole è ormai scomparso dietro l’orizzonte ed i miei Operai, alla pallida
luce della Luna, vedono vagamente le cose ma sono pronti per mettersi al
Lavoro. Che devo fare Maestro venerabile, per aiutare i miei Fratelli
Apprendisti?
Oratore I Liberi Muratori non dovrebbero mai dimenticare che – qualsiasi Grado
rivestano e quale che sia la loro qualità – restano sempre degli Apprendisti
e noi ora lavoriamo in Grado di Apprendista: rivolgiamoci dunque verso
noi stessi, riprendiamo Martello e Scalpello e sbarazziamoci di tutte le
impurità che una vana ambizione, che un interesse meschino avrebbero
2° Sorv. Fratelli della mia Colonna, il Maestro Venerabile ci invita a unirci a Lui
per la celebrazione del Solstizio d’Inverno.
Pausa
2° Sorv. Fratello 1° Sorvegliante, l’invito è stato compreso dai Fratelli della mia
Colonna.
1° Sorv. Maestro Venerabile, l’invito è stato compreso dai Fratelli delle due
Colonne.
M?V? Fratello 2° Sorvegliante, Voi che guidate gli Apprendisti sulla via della
Libera Muratorìa, diteci come possiamo riprendere il cammino verso la
Luce.
M?V? Fratello Oratore, vedete qualche mezzo per farci uscire da questo vicolo
cieco?
M.d.C. Accompagna il Maestro al suo posto, depone la torcia spenta sull’Ara, e torna
tra le Colonne
2° Sorv. FORZA
1° Sorv. BELLEZZA
M?V? SAPIENZA
MUSICA Gioiosa, per tutto il tempo che il M.d.C. impiega per distribuire i
ramoscelli di abete all’Oriente, facendosi aiutare da più Fratelli che
contemporaneamente distribuiscono i ramoscelli alla Colonna del sud ed a
quella del Nord; poi la musica cessa
M.d.C. Si reca all’Ara, prende la torcia spenta, si porta alla cattedra del 2°
Sorvegliante e accende la torcia
M?V? Fratello 1° Sorvegliante, che cosa potrete fare perché maggiore Luce
rischiari il Tempio?
M.d.C. Con la propria torcia spenta, si porta alla cattedra del 1° Sorvegliante e
l’accende alla candela che è sulla cattedra
M.d.C. Con la propria torcia spenta, si porta alla cattedra del Maestro Venerabile e
l’accende alla candela che è sulla cattedra
Oratore Ecco che brilla la Fiamma della sapienza, che purifica tutto ciò che tocca,
mentre il suo splendore nobilita tutto ciò che lo circonda.
M?V? Al colpo del mio maglietto sia Luce piena nel Tempio.
Batte un colpo di maglietto
PREMESSA
Da sempre si onorano i morti. Gli Antichi li invocavano, con il nome di Mani, in feste
annuali. In Grecia era proibito parlar male di un morto, persino quando fosse insultato da uno
dei suoi figli.
Presso gli Egizi, il corpo morto di un parente prossimo era un pegno sacro, sul quale si
poteva prendere a prestito; ma chi non liberava il pegno era macchiato d’infamia. Quel popolo
aveva stabilito leggi penali che si applicavano alla memoria dei morti. La privazione della
sepoltura era considerata come la pena più infamante.
Nessuno poteva sperare di essere seppellito che per pubblico decreto e solenne; il
tribunale, dal quale emanavano queste sentenze temibili, era composto di quaranta giudici che
si riunivano il giorno indicato per la sepoltura del defunto. La legge permetteva a tutto il
mondo di venire ad esporre le proprie querele contro il morto.
Si pesavano le sue azioni buone e cattive. Se era giudicato di aver mal vissuto, gli si
negava la sepoltura; se, al contrario, non vi era alcun rimprovero contro la sua memoria, lo si
seppelliva onorevolmente.
Ciò che vi era di più ammirevole nell'inchiesta pubblica, era che la corona non
garantiva i re: le loro anime erano punite o ricompensate, secondo le loro azioni buone o
cattive.
In epoca successiva anche i Greci accettarono questa tradizione Egizia, immaginando
che le anime fossero giudicate negli inferi da tre giudici: Minasse, Eaco e Radamente, e
inviate ai Campi Elisei o al Tartaro, secondo le loro virtù od i loro crimini.
82
Questa versione di rituale funebre è la più usata nelle Logge del Grande Oriente d’Italia, ed è la più aderente
alla tradizione Libero Muratoria; il presente testo è quasi identico a quello reperibile in una pubblicazione dal
titolo RITUALE E CATECHISMO DEL TERZO GRADO SIMBOLICO DI MAESTRO LIBERO
MURATORE, edita dalla tipografia Dott. Giovanni Bardi, Salita de’ Crescenzi, 16 – Roma, probabilmente nel
1945. In un fascicolo analogo, ma per il grado di Compagno Libero Muratore, è specificato che la stampa è a
cura del Rito Scozzese Antico ed Accettato. Esistono anche altre versioni per onorare i Fratelli passati
all’Oriente Eterno ma le differenze sono di scarsa rilevanza. Se l’Officina non intende far partecipare ai Lavori i
profani, allora si eliminano le parti relative e l’apertura e chiusura dei Lavori avviene con il Rituale in Grado di
Apprendista Libero Muratore.
Riccardo Corsi- ottobre 2006 162
Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
Sulle pareti sono rappresentati i segni dello Zodiaco: i Gemelli ed il Leone a
Settentrione; la Bilancia e l’Acquario a Mezzogiorno per indicare che la morte miete gli
uomini in qualunque stagione.
Il tempio è rischiarato da ventisette candele gialle, distribuite in nove gruppi di tre 83 ; i
candelabri sono contornati da un crespo nero.
Al centro il catafalco tappezzato di nero e di bianco; su di esso si dispongono i decori
ed i gioielli Muratori del defunto, dei guanti bianchi e una spada con un crespo nero, intorno
sono posti tre bracieri. Alla testa s’innalza, su tre gradini, una colonna triangolare e nera, che
porta un’urna funeraria sormontata da una lampada sepolcrale.
Sul lato avanti della colonna, sono iscritti i nomi del defunto (se i defunti sono più di
uno, sono iscritti nell’ordine temporale del loro decesso); al di sotto l’occhio dell’Eterno al
centro di un serpente che si morde la coda. Su un lato, un teschio sormontato da una farfalla
che esce dalla sua orbita destra; sull’altro lato …
I Fratelli indossano le proprie insegne, il grembiule ed i guanti bianchi.
M:.d:.C:. Prima dell’apertura dei Lavori verifica che tutto l’occorrente sia pronto:
1. candele per l’illuminazione;
2. vassoi con i fiori d’acacia;
3. carboni per bruciare gli aromi;
4. musica,
5. aromi:
¾ misto di sandalo ed incenso per l’apertura dei lavori;
¾ mirra per l’evocazione dei defunti;
¾ incenso per i lavori;
¾ rosa per la chiusura dei lavori.
Provvede quindi ad accendere i ceri, i carboni nei tre bracieri e ad immettere la mistura di
SANDALO E INCENSO per l’apertura dei lavori.
83
In alcuni rituali sono, invece, previsti candelabri a gruppi di tre, cinque e sette ceri.
84
Il rituale senza i profani prevede che, al momento previsto, si abbia l’accensione delle tre Luci della Sapienza,
Bellezza e Forza, l’apertura del libro della Legge Sacra con l’apposizione della squadra e del compasso. Non si
traccia il quadro di Loggia perché si tratta di lavori funebri. Al termine si procede come per la chiusura in grado
di Apprendista.
Riccardo Corsi- ottobre 2006 163
Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
Quando il Maestro delle Cerimonie ha preso posto, il Maestro Venerabile,
restando in piedi, indossa le insegne imitato dalle Luci, dai Dignitari e dagli
Ufficiali di Loggia.
Il Tempio è in penombra.
Copritore Spada in pugno, chiude la porta del tempio e depone la chiave sul tavolo del 1°
Sorvegliante.
Fratello 1° Sorvegliante, il Tempio è debitamente coperto.
1° Sorv. Venerabile Maestro, dai segni che danno riconosco tutti coloro che
compongono le due Colonne come Liberi Muratori.
1° Sorv. Perché questa è l’ora nella quale le tenebre più fitte stendono un velo di
dolore sulla terra e la Natura attende il ritorno dell’astro che la vivifica.
M?V? Poiché è Mezzanotte e poiché questa è l’ora nella quale i Massoni aprono i
loro Lavori funebri, Fratelli 1° e 2° Sorvegliante annunciate alle vostre
colonne che mi accingo ad aprire in grado di Apprendista Libero
Muratore i Lavori Funebri di questa Officina.
1° Sorv. Fratelli della mia Colonna vi annuncio che, poiché è Mezzanotte, il M:.V:.
si accinge ad aprire, in grado di Apprendista Libero Muratore, i Lavori
funebri di questa Officina.
2° Sorv. Fratelli della mia Colonna vi annuncio che, poiché è Mezzanotte, il M:.V:.
si accinge ad aprire, in grado di Apprendista Libero Muratore, i Lavori
funebri di questa Officina.
85
In alcune versioni del Rituale per i Lavori Funebri, la cerimonia prosegue con i doveri delle Luci della Loggia
e degli ufficiali (copritori interno e esterno, 1° e 2° diacono) ma questa parte, che è lunga e ridondante perché vi
sono i familiari che attendono di entrare, è preferibile adottarla solo nella cerimonia senza profani.
Riccardo Corsi- ottobre 2006 165
Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
Palazzo Giustiniani, dichiaro aperti i Lavori funebri di questa R:.L:.
………. N. ….. all’Oriente di ……………… .
A me Fratelli, per il segno e la triplice batteria di lutto.
Terminata la triplice batteria tutti i Fratelli restano in piedi senza più essere
all’Ordine.
Tutti i Fratelli girano le insegne dal lato funebre e restano in piedi al rispetto
durante l’attesa dei Visitatori.
Da questo momento in poi non deve essere più eseguito alcun Segno
massonico. La posizione di Ordine è quella detta di Rispetto: il braccio destro
piegato a novanta gradi sul pettorale sinistro, la mano destra aperta sul cuore,
il braccio sinistro lungo il corpo.
M.d.C. Coadiuvato da un M.d.C. Aggiunto, si reca nella Sala dei Passi Perduti ed
accompagna i Visitatori alla porta del Tempio, che è rimasto aperta.
Il Tempio è in penombra illuminato dal solo testimone sulla cattedra del
Maestro Venerabile
Copr. Int. Armato di spada, con la punta rivolta verso il basso, accoglie i Visitatori che
sono introdotti nel Tempio e fatti accomodare (in piedi) nella prima fila delle
due Colonne.
Quando tutti sono accomodati il Copritore Interno chiude la porta
Tutti riprendono il loro posto restando in piedi e al rispetto.
2° Sorv. Maestro Venerabile, la Catena d’unione è rotta; uno dei suoi anelli è
spezzato e la Parola è smarrita.
M?V? Fratello Segretario, diteci i nomi di coloro che non hanno risposto al
nostro appello e per i quali la Parola è andata smarrita.
Segretario Maestro Venerabile, sono i nostri carissimi Fratelli (prima il nome e poi il
cognome), i quali hanno lasciato la compagnia dei viventi.
M?V? Fratelli, i nostri carissimi Fratelli (prima il nome poi il cognome), ci hanno
lasciato. Fratelli 1° e 2° Sorvegliante, annunciate la dolorosa perdita alle
vostre Colonne.
M?V? Scende dal trono accompagnato dai Fratelli che siedono all’Oriente; quindi,
seguito dal Maestro delle Cerimonie con il vassoio dei fiori, lentamente compie
un giro orario (partendo da Mezzogiorno) intorno al cenotafio e sparge sul
tumulo i fiori d’acacia che gli sono porti dal maestro delle Cerimonie,
pronunciando la frase:
Questa Acacia, che una volta segnò il luogo della provvisoria sepoltura di
un Maestro o di un Martire, è l’emblema della nostra certezza di
immortalità. Fiorisca per sempre nella eterna primavera.
I Fratelli che lo seguono compiono anch’essi il medesimo rito. Quindi ritorna
al proprio posto seguito dai fratelli che siedono all’Oriente.
1° Sorv. Scende dal trono accompagnato dai Fratelli che siedono a Meridione e dal
Segretario; quindi seguito dal Maestro delle Cerimonie con il vassoio dei fiori,
lentamente compie un giro orario (partendo da Mezzogiorno) intorno al
cenotafio e sparge sul tumulo i fiori d’acacia che gli sono porti dal maestro
delle Cerimonie. I Fratelli che lo seguono compiono anch’essi il medesimo
rito. Quindi ritorna al proprio posto seguito dai fratelli che siedono a
Meridione e dal Segretario.
2° Sorv. Scende dal trono accompagnato dai Fratelli che siedono a Settentrione e
dall’Oratore; quindi seguito dal Maestro delle Cerimonie con il vassoio dei
fiori, lentamente compie un giro orario (partendo da Mezzogiorno) intorno al
cenotafio e sparge sul tumulo i fiori d’acacia che gli sono porti dal maestro
delle Cerimonie. I Fratelli che lo seguono compiono anch’essi il medesimo
rito. Quindi ritorna al proprio posto seguito dai fratelli che siedono a
Settentrione e dall’Oratore.
M.d.C. Depone il vassoio dei fiori, prende il contenitore della MIRRA e si reca all’Ara
in attesa del M:.V:.
M?V? Scende dal trono e, accompagnato dal maestro delle Cerimonie, si reca ai
piedi del tumulo versando, per tre volte in ciascuno dei tre bracieri, la MIRRA.
M?V? Che la memoria dei Fratelli estinti ci ritorni sempre alla mente come un
dolce e soave ricordo. Il nostro dovere, nei loro confronti, non cessa con la
loro morte. Alla presenza di questi tetri colori e del lugubre silenzio di
morte che qui domina, ricordiamoci, o Fratelli, che dalla corruzione
nascono i profumi e le bellezze della vita, che la morte non è che
l’Iniziazione ai Misteri di una seconda vita e che nulla si disperde e si
estingue in natura.
Fratelli tutti sedete. Maestro delle Cerimonie, vogliate accompagnare le
care Sorelle, i parenti e gli amici, dei nostri carissimi Fratelli defunti, a
compiere un pellegrinaggio intorno al tumulo.
M?V? Fratelli in piedi. Forza immensa che regoli e muovi la natura, accogli nel
tuo grembo gli elementi che informarono i nostri compianti Fratelli. Fai
che la loro memoria e l’esempio delle loro virtù parlino al nostro cuore e ci
conducano, con assiduo Lavoro, alla ricerca della Verità e della Luce.
Fratelli tutti sedete. Fratello Oratore avete la parola.
M?V? Alla presenza di questi emblemi del nostro dolore, sotto di queste volte
funeree, mesti testimoni del nostro sconforto, dinnanzi a questi simboli di
morte, ogni pensiero egoistico, ogni risentimento deve essere bandito. Vi
invito quindi a promettere con me che obliate ogni offesa. La pace e la
concordia regnino fra noi; non si pensi che alla Grande Opera. Non
dimentichiamo giammai il fondamentale precetto: Non fare agli altri
quello che non vorresti fosse fatto a te, e fa’ agli altri quello che per te
medesimo brameresti.
Tutti Stendono il braccio destro versi il tumulo, mettendo la mano sinistra sul cuore:
Lo prometto. 86
M?V? Fratelli tutti sedete. Care Sorelle, gentili Ospiti, grazie per aver
partecipato ai nostri rituali Lavori in questo momento di comune dolore.
Fratello M.d.C. accompagnate i nostri ospiti nella sala dei passi Perduti e
pregateli di attendere la chiusura dei nostri Lavori. Fratelli in piedi.
M.d.C. Aiutato da un M.d.C. Aggiunto, accompagna tutti i Visitatori fuori del Tempio.
Il M.d.C. Aggiunto, toltosi le insegne, li scorta nella Sala dei Passi Perduti e si
intrattiene con loro fino al termine dei Lavori.
Quando tutti sono usciti ed il M.d.C. è rientrato nel Tempio:
86
In origine veniva giurato.
Riccardo Corsi- ottobre 2006 170
Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
M?V? Fratello 1° Sorvegliante, quando i Liberi Muratori hanno consuetudine di
chiudere i loro Lavori?
1° Sorv. Come l’astro che nasce disperde le tenebre della notte, così la speranza che
i nostri Fratelli riposino nell’Oriente Eterno, dissipa ogni nostro dolore e
cambia in giubilo il nostro sconforto.
2° Sorv. L’ora in cui il sole si mostra sul nostro orizzonte e spande la gioia sugli
esseri viventi.
1° Sorv. Fratelli della Colonna del Meridione, poiché è giunta l’ora in cui i Liberi
Muratori chiudono i loro Lavori, siete invitati ad unirvi al Maestro
Venerabile per una calorosa triplice Batteria di Giubilo, che glorifichi i
nostri Fratelli.
2° Sorv. Fratelli della Colonna del Settentrione, poiché è giunta l’ora in cui i Liberi
Muratori chiudono i loro Lavori, siete invitati ad unirvi al Maestro
Venerabile per una calorosa triplice Batteria di Giubilo, che glorifichi i
nostri Fratelli.
M?V? Fratelli in piedi ed all’Ordine. A me, Fratelli, per il Segno e per la triplice
Batteria di Giubilo.
Tutti eseguono.
M.d.C. Esegue, iniziando dall’Oriente. Quando tutti sono usciti, rientra e spegne tutti
o ceri, le braci e la musica.
87
Dopo la batteria non si torna all’Ordine ma si porta la mano al cuore, al rispetto.
Riccardo Corsi- ottobre 2006 171
Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
MUSICA Cessa la musica.
n.b. Il Testimonio verrà acceso dal M.d.C., solo prima dell’apertura dei Lavori in grado di
Apprendista, con il Fuoco datogli dal M?V?.
Con il Fuoco del Testimonio il M.d.C. accenderà, nell’ordine, anche le candele sui tronetti
del M?V?, del 1° e 2° Sorvegliante.
Nel rituale sono indicati i momenti delle accensioni.
88
Tratto dall’Enciclopedia Massonica di Riccardo Chissotti, Fratello al piedilista della R:.L:. Pentalpha n. 935
all’Oriente di Ciriè, e integrato in alcuni aspetti ritualistici.
89
Diventerà Tempio, dopo la consacrazione.
Riccardo Corsi- ottobre 2006 173
Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
Annuncia l’ingresso dell’Ex Maestro Venerabile, Ispettori Circoscrizionali,
Giudici Circoscrizionali, Vice Presidente e Presidente Circoscrizionale,
Consiglieri dell’Ordine, Garanti d’Amicizia, Grandi Architetti Revisori,
Giudici e Presidente della Corte Centrale, Grandi Ufficiali e Dignitari del
G.O.I., che vengono introdotti uno alla volta con l’annuncio del nome e della
carica ricoperta. Solo per l’ingresso del Gran Maestro, o in sua sostituzione di
un Gran Maestro Aggiunto, dopo l’annuncio e durante il tragitto dall’ingresso
al posto assegnatogli all’Oriente, il Maestro Venerabile ed i due Sorveglianti,
all’ordine: Maglietti battenti, batteranno in sequenza, intervallandosi con
solennità, un colpo di Maglietto ciascuno. Sarebbe molto opportuno, da questa
fase in poi, un commento musicale solenne di sottofondo. A questo punto
restano esclusi dal Quadrato del Lavoro soltanto i due Maestri porta bandiera
italiana e porta stendardo di Loggia, con i tre Maestri precedentemente
designati per l’introduzione delle tre Grandi Luci che sosterranno un cuscino
su cui è adagiata una Luce, ovvero il Libro Sacro, la Squadra ed il Compasso.
1° Maestro Accede ora al Quadrato del Lavoro il 1° Maestro con il Libro Sacro,
procederà verso l’Oriente e, giunto di fronte all’Ara, si rivolgerà al M?V?
chiamandolo per nome
Fratello (nome e cognome), ti porgo il Volume delle Legge Sacra.
1° Sorv. No, Maestro Venerabile, perché questo luogo non è stato consacrato.
Ex M?V? Si, Maestro Venerabile. Bastano tre Fratelli illuminati per formare e
tracciare le Tau necessarie a determinare il centro del Cerchio.
M?V? Così sia. Fratello .... (nomina il Fratello Decano fra i Maestri presenti che
abbia ricoperto la carica di Maestro Venerabile), sei sicuramente il decano
dei Fratelli illuminati presenti. Vuoi procedere alla formazione delle Tau,
facendoti aiutare da altri due Fratelli?
M?V? PER IL BENE DELLA LIBERA MURATORIA UNIVERSALE, SOTTO GLI AUSPICI DEL
GRANDE ORIENTE D’ITALIA, CONSACRO QUESTO LUOGO PER I LAVORI
STRAORDINARI ODIERNI DELLA RISP. LOGGIA (NOME) N° (NUMERO)
ALL’ORIENTE DI (NOME).
M.d.C. Si reca dal 1° Sorvegliante che si affianca alla sinistra del M.d.C. Insieme si
recano all’Ara, il 1° Sorvegliante saluta il M.V. che risponde al saluto. Quindi
porge il Maglietto al M.d.C. e, inginocchiatosi, stacca Squadra e Compasso
che chiude, richiude il Volume delle Legge Sacra e vi sovrappone Squadra e
Compasso affiancati. Erettosi in piedi, riprende il Maglietto, saluta
nuovamente e, alla destra del M.d.C., ritorna al proprio posto.
M.d.C. Maestro Venerabile, gli ospiti sono alla porta del Tempio.
M?V? Allorché il programma è stato condotto a termine, rivolge agli ospiti alcune
frasi di ringraziamento e di saluto. Infine dice:
Fratelli M.d.C. e Copritore Interno, vogliate accompagnare gli ospiti fuori
dal Tempio.
n.b. Dopo la chiusura dei Lavori è opportuno prevedere la custodia delle tre
Grandi Luci e cioè la Bibbia, la Squadra ed il Compasso, perché non
rimangano incustodite. Non pare, tuttavia, opportuno procedere ad un Rito
di devitalizzazione del Tempio ma più semplicemente disponendo che i tre
maestri che all’inizio del Lavoro hanno portato sui cuscini le tre Grandi
Luci, provvedano ora a ritirarle. I rimanenti arredi non hanno rilevante
valore simbolico, ad eccezione del Testimone il cui Fuoco viene restituito al
Maestro Venerabile che provvede a spengerlo..
PRELIMINARI
OCCORRENTE:
x Alcool (contenuto in apposito recipiente e nella quantità necessaria per
officiare il Rito)
x Aria (da insufflare con un piccolo mantice oppure, in mancanza di
esso, l’operazione verrà effettuata da uno degli officianti
soffiando)
x Acqua (come per l’Alcool)
x Terra (come per l’Alcool)
OFFICIANTI:
x un Oratore (per la lettura delle operazioni)
x quattro Officianti (posti attorno all’ara ed al braciere)
x quattro Assistenti (posti presso le Colonne)
x tutti in grado di maestro, con i previsti paramenti.
90
Eggregoro: Termine derivato dal greco HJUHJRULHQvegliare, impiegato per la prima volta nell'apocrifo Libro
di Enoch, dove designa certe entità sovrumane dal carattere piuttosto enigmatico. In tale accezione starebbe a
significare colui che veglia. Altre implicazioni si hanno nel suo impiego moderno, introdotto da Eliphas Levi,
che diede alla parola la dubbia origine latina di grex, gregge, per cui l'E. starebbe ad indicare un qualsivoglia
psichismo collettivo. Tale sembra essere anche il parere del Boucher, che in un'annotazione del suo libro
(Simbologia Massonica) designa nel libro di Enoch gli angeli che avevano giurato di vegliare sul monte Hermon,
e li tradusse come i veglianti. Definisce E. un'entità, un essere collettivo evocato e sorto nell’ambito di una
assemblea. Ogni Loggia ha il suo E., una sorta di invisibile protezione superiore evocata nel corso d'ogni Tornata
rituale. Ogni Obbedienza muratoria possiede il suo, e la riunione di tutti questi E. forma il "Grande E.
Massonico". Giuditta Dembech, giornalista, scrittrice e studiosa di esoterismo, nel suo libro Gli Angeli fra noi
(Ediz. L'Ariete, Settimo Tor.se, 1993), alla pag. 175 ed al capitolo "Lavorare in gruppo", sostenuta l'esistenza e
la presenza attiva di Angeli, uno per ogni essere vivente (custode) ed uno per ogni forma di collettività (quindi,
oltre al Custode individuale, ve n'è uno per la famiglia, uno per la casa, uno per il quartiere, uno per la città,
ecc.), ribadisce la disponibilità eterica di un Angelo particolare, preposto all'assistenza delle assemblee
particolarmente qualificate. Suo compito, se correttamente evocato, sarebbe quello di realizzare gli intenti
programmati dal "gruppo di persone affiatate, riunito allo scopo di inviare energia rinforzante o risanante a
persone debilitate o comunque bisognose. La preparazione alla riunione richiede il lavaggio delle mani, la
focalizzazione concordata dell'obiettivo, una breve meditazione e la visualizzazione dell'Angelo, cui andrà
richiesto l'intervento a nome dell'assemblea; al termine un breve ringraziamento per l'aiuto fornito concluderà il
semplice rito". In questo ultimo particolare caso, l'E. sarà quindi rappresentato dall'Angelo dell'assemblea. (da:
Moderna Enciclopedia massonica di Riccardo Chissotti).
I Fratelli predisposti per il Rito si raccoglieranno all’esterno del Tempio e quando esso
sarà preparato come già descritto, muniti dell’occorrente entreranno nella posizione di
rispetto.
L’Oratore prenderà posto ad Oriente e gli altri Fratelli come già descritto.
Oratore il Libro della Legge Sacra, quale depositario della Verità ...
Oratore Spogliato dei Tuoi poteri, richiamiamo nel Tuo Centro, nel Tuo
Cuore:
L’ORIENTE, L’OCCIDENTE, IL MEZZOGIORNO E IL SETTENTRIONE,
così che i quattro Punti di espansione si identifichino con
l’assorbimento nei quattro Elementi.
91
Alcool, Aria, Acqua, Terra.
Riccardo Corsi- ottobre 2006 180
Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
Venga versato nel Braciere il liquido dello Spirito e quindi sia
espressa la fiamma quale simbolo del Fuoco ...
1° Officiante Versa nel Braciere una quantità d’Alcool sufficiente a produrre una
fiamma abbastanza viva e quindi procede all’accensione mediante uno
stoppino innescato dal Testimonio.
Oratore Sia insufflata l’Aria, come simbolo del ritorno della Mente al
Principio ...
3° Officiante Soffia con il mantice, o con la bocca, sul fuoco del braciere.
Assistenti Eseguono tirando le nappe del cordone, sganciandolo dalla parete quel
tanto da giustificare l’azione.
92
Il sempre è, ovviamente, simbolico poiché la devitalizzazione di un Tempio viene praticata anche in occasione
di ristrutturazioni che richiedono l’intervento di profani. Al termine dei lavori di ristrutturazione si avrà la
consacrazione del Tempio che, proprio per la ristrutturazione intervenuta, sarà un Tempio nuovo.
Riccardo Corsi- ottobre 2006 182
Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
ELEVAZIONE DEI LAVORI DI LOGGIA
RITUALE ABBREVIATO 93
1° Sorv. Andare.
93
Elaborato dalla Commissione Rituali del GOI, nell’anno 1995, con la prescrizione: da usarsi solo
eccezionalmente.
Riccardo Corsi- ottobre 2006 183
Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
1° Sorv. Stando al proprio posto Maestro Venerabile, i Fratelli delle due Colonne
sono tutti Compagni d’Arte (o Maestri) Liberi Muratori.
Dopo la lettura della Tavola, i Lavori procedono secondo l’ordine del giorno.
La chiusura dei Lavori, ed il ritorno in 2° o 1° Grado, avviene dandone
disposizione al 1° Sorvegliante ed al M.d.C.
Quando tutti sono rientrati, i Lavori proseguono nel Grado oppure si procede
alla chiusura con le modalità di rito.
Voci recitanti:
Oratore
1° Sorvegliante
2° Sorvegliante
Segretario
Maestro delle Cerimonie
Ex Maestro Venerabile
Esperto (deve stare seduto alla sinistra del Maestro delle Cerimonie)
ISTRUZIONE
94
Non esiste un Rituale standardizzato ed ogni Loggia può adottarne uno storico oppure realizzarne uno ex
novo, purché assolva la tradizionale funzione. La presente istruzione è la rielaborazione di un testo che si
asserisce essere stato estratto dal rituale conservato nella esposizione dei cimeli storici in Parigi, e che veniva
impartita al neofita dopo la consacrazione nelle Logge operanti al tempo del 1902. Prescindendo dalla veridicità
della fonte storica e dalla corretta traduzione, il rituale è stato conformato alla tradizione delle Logge del GOI.
Riccardo Corsi- ottobre 2006 185
Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
Oratore Che faceste Voi in questo luogo?
2° Sorv. La professione della mia Fede, in seguito alla quale un Fr? mi mise nello
stato in cui deve essere ogni profano che aspira a diventare Massone.
Oratore In quale stato foste messo?
2° Sorv. Una benda copriva i miei occhi, ero ne’ nudo ne’ vestito, ne’ scalzo ne’
calzato, privo dei miei metalli, rinserrato in un pesante cappio che mi
opprimeva.
Oratore Perché avevate gli occhi bendati?
2° Sorv. Per sottolineare le tenebre dell’ignoranza in cui vive ogni uomo che non
abbia visto la Luce.
Oratore Perché eravate ne’ nudo ne’ vestito?
2° Sorv. Per esprimere lo stato di debolezza dell’uomo, schiavo dei pregiudizi e
dell’errore.
Oratore Perché siete stato privato di tutti i Vostri metalli e siete stato caricato di un
pesante cappio?
2° Sorv. I metalli erano l’emblema dei vizi. Con ciò mi si insegnò che dovevo
rinunciarvi per divenire Massone. Il cappio era il simbolo dei pregiudizi di
cui mi dovevo liberare, come lo fui dal cappio al primo stadio della mia
purificazione.
Oratore Che Vi fecero fare in questo stato?
2° Sorv. Un Fr? mi presentò una bevanda amara, simbolo dei dispiaceri e dei
disgusti che l’uomo prova in questa vita, e che il Saggio sopporta senza
lamentarsi. In seguito mi fecero intraprendere un lungo e penoso viaggio;
la folgore, la grandine e tutti gli sconvolgimenti meteorologici si
scatenarono attorno a me.
Oratore Cosa indicava questo viaggio?
2° Sorv. Altra cosa che non il senso proprio, ovvero la mia purificazione e la mia
preparazione a ricevere i segreti importanti che dovevano essermi
confidati. Esso inoltre ha un senso morale e rappresentava tutte le
vicissitudini della vita umana, dalla nascita alla morte. Essa aveva infine
un senso fisico e misterioso ed era l’immagine della natura e dava ai Saggi
la chiave di tutti i segreti e delle più alte conoscenze.
Oratore (Rivolgendosi al Segretario) Dove Vi condusse questo viaggio?
Segretario Ad una piscina salutare, da cui uscii libero dei ceppi che mi opprimevano.
Allora un Amico mi spiegò una parte delle verità nascoste sotto gli
emblemi di questo primo viaggio.
Oratore Che cosa si fece allora di Voi?
Segretario Dopo essersi assicurato che io persistevo nella mia risoluzione, questo Fr?
mi fece continuare sulla mia strada.
Oratore Cosa sopportaste in questo terzo viaggio?
Segretario Fui posto nella regione dell’Aria per essere purificato e infine la tempesta
si quietò e venne la calma.
Oratore Cosa significava questa tempesta?
Segretario Essa rappresentava le incertezze che prova l’uomo in età matura, al
termine della propria vita.
Oratore Quali ostacoli ancora trovaste?
Segretario Un fuoco ardente si trovava dinanzi a me, ed io fui costretto ad
attraversarlo.
Oratore Che cosa significava questo fuoco?
Durante una tornata in grado di Apprendista 95 , al punto in cui il M:.V:. incarica il M.d.C. di
osservare se nella Sala dei Passi Perduti vi sia qualche Fratello che chiede di entrare:
M.d.C. : Rispettabilissimo M?V? alla porta del Tempio c’è il carissimo 96 Fr. ...
già membro di questa Loggia che chiede di essere riammesso tra le
Colonne, con le prerogative ed i diritti del Grado ricoperto.
M:.V:. : Fratello Segretario mi assicurate che sono state espletate tutte le formalità
previste dalla Costituzione e dal Regolamento e che è giunto il Nulla Osta
della Gran Segreteria del Grande Oriente d’Italia?
Fratello : Si.
95
La riammissione avviene nel corso di una seduta di primo Grado, come previsto dall’art. 19 comma 5 del
Regolamento dell’Ordine e poiché nel medesimo comma è previsto che il riammittendo debba prestare la
promessa solenne, si ritiene che questa debba essere prestata con la formula del Primo Grado ma indicando
l’effettivo Grado rivestito. Non si concorda con coloro che ritengono che il riammittendo presti la promessa,
eventualmente, anche nelle camere di 2° e 3° Grado, in quanto non è nelle previsioni del Regolamento.
96
Carissimo per gli Apprendisti ed i Compagni, Rispettabile per i Maestri e gli ex Maestri Venerabili
97
Idem
98
Idem
Riccardo Corsi- ottobre 2006 190
Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
xdi difendere chiunque dalle ingiustizie;
xdi non professare principi contrari a quelli della Libera Muratoria
Universale;
x Fedeltà ed obbedienza al Maestro Venerabile ed ai Dignitari della
R:. L:. ... n. ... all’Oriente di ... , secondo quanto disposto dall’art.
32 del Regolamento99 ;
x di rispettare scrupolosamente la Carta Costituzionale della
Repubblica e le leggi che alla stessa si conformino.
Lo prometto.
M:. V:. : In quest’ora lieta salutiamo secondo l’antico Rito il Fratello ... che si
inserisce nella nostra Catena.
A me, per il segno ... e per la Batteria di Giubilo xxx xxx xxx
Fratelli sedete.
Fratello M.d.C. accompagnate il Fratello ... al posto che gli compete per il
grado che riveste.
Fratello Oratore avete la parola.
99
I Fratelli, al piedilista della Loggia, hanno già espresso uguale volontà di fedeltà ed obbedienza, al M:.V:. ed ai
Dignitari, durante la cerimonia di insediamento delle cariche.
Riccardo Corsi- ottobre 2006 191
Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
AFFILIAZIONE DI UN FRATELLO
PROVENIENTE DA ALTRA LOGGIA DEL G.O.I.
Durante una tornata rituale in grado di Apprendista (vds. Art. 15 del Regolamento
dell’Ordine) 100
M:.V:. : Fratello M.d.C. accompagnate davanti all’Ara il carissimo 101 Fratello ....
che ha chiesto di essere affiliato a questa Loggia.
Fratello Segretario mi confermate che è giunto il Nulla Osta della Gran
segreteria del Grande Oriente d’Italia?
M:.V:. Carissimo 102 Fratello ... questa Loggia ha acconsentito a ricevervi quale
membro effettivo ed ora vi viene chiesto di prestare “promessa solenne” di
obbedienza al Maestro Venerabile, ai Dignitari ed agli Ufficiali della
Loggia, secondo quanto disposto dall’art. 15 del Regolamento; stendete la
mano sinistra sul Libro Sacro e promettete.
100
Nel Regolamento non è specificato il Grado della Tornata ma in analogia con la promessa di obbedienza
prestata dai Fratelli della Loggia, di cui all’art. 32 del Regolamento, è opinione che anche la promessa solenne
dell’affiliando debba essere prestata in Primo Grado.
101
Carissimo per gli Apprendisti ed i Compagni, Rispettabile per i Maestri e gli ex Maestri Venerabili.
102
Idem
Riccardo Corsi- ottobre 2006 192
Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
REGOLARIZZAZIONE DI UN FRATELLO
PROVENIENTE DA ALTRA OBBEDIENZA
Durante una tornata in grado di Apprendista, al punto in cui il M:.V:. incarica il M.d.C. di
osservare se nella Sala dei Passi Perduti vi sia qualche Fratello che chiede di entrare:
M.d.C. : Venerabilissimo alla porta del Tempio c’è il carissimo 103 Fr. ... già
membro di altra Obbedienza che chiede di essere ammesso tra le Colonne
di questa Loggia, con le prerogative ed i diritti del Grado ricoperto.
M:.V:. : Fratello Segretario mi assicurate che sono state espletate tutte le formalità
previste dalla Costituzione e dal Regolamento e che è giunto il Nulla Osta
della Gran Segreteria del Grande Oriente d’Italia?
M:.V:. : Fratello Esperto e Fratello Copritore Interno, recatevi dal Fratello ... ed
assicuratevi che conosca l’Arte del Grado che chiede gli venga
riconosciuto, dopodiché lo affiderete al Fratello M.d.C che lo
accompagnerà davanti all’Ara.
M:.V:. : Carissimo 104 Fratello ... l’iniziazione con la quale siete stato creato
Massone è indelebile ed il giuramento che avete prestato al Grande
Architetto dell’Universo è ancora valido.
Devo, tuttavia, chiedervi di rinnovare il vostro impegno di fedeltà e
obbedienza nei confronti di questa Loggia, del suo Maestro Venerabile e
dei suoi Dignitari nonché di osservare le Costituzioni e le deliberazioni
degli Organi del Grande Oriente d’Italia.
Siete disposto?
Fratello : Si.
M:.V:. : M.d.C. consegnate al carissimo 105 Fratello ... la formula per affermare
fedeltà e obbedienza a questa Loggia ed agli organi del Grande Oriente
d’Italia e voi carissimo Fratello ... leggete, con la mano sinistra stesa sopra
il Libro Sacro.
103
Carissimo per gli Apprendisti ed i Compagni, Rispettabile per i Maestri e gli ex Maestri Venerabili
104
Idem
105
Idem
Riccardo Corsi- ottobre 2006 193
Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie
- di non professare principi contrari a quelli della Libera Muratoria
Universale;
- fedeltà ed obbedienza al Maestro Venerabile ed ai Dignitari della R:.
L:. ... n. ... all’Oriente di ... , secondo quanto disposto dall’art. 32 del
Regolamento 106 ;
- di rispettare scrupolosamente la Carta Costituzionale della Repubblica
e le leggi che alla stessa si conformino.
Lo prometto.
M:. V:. : In quest’ora lieta salutiamo secondo l’antico Rito il Fratello ... che si
inserisce nella nostra Catena.
A me, per il segno ... e per la Batteria di Giubilo xxx xxx xxx
Fratelli sedete.
Fratello M.d.C. accompagnate il carissimo Fratello ... al posto che gli
compete per il grado che riveste.
Fratello Oratore avete la parola.
Al termine i lavori proseguono con i punti all’ordine del giorno.
106
I Fratelli, al piedilista della Loggia, hanno già espresso uguale volontà di fedeltà ed obbedienza, al M:.V:. ed
ai Dignitari, durante la cerimonia di insediamento delle cariche (vds. Art. 32 Regolamento dell’Ordine).
Esistono numerose versioni per i brindisi massonici, tutte valide e con riferimenti alla
tradizione; di seguito le versioni più accreditate.
107
Secondo il Fr:. Luigi Sessa della R:.L:. Giustizia e Libertà n. 767 all’Oriente di Roma, G.M. Onorario e
insigne studioso della Massoneria.
1. Per il Capo dello Stato e per la gloria e prosperità del nostro Paese.
2. Per l’Illustrissimo Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, la cui salute ci è
tanto cara.
4. Per i Fratelli della nostra Loggia e per i Fratelli Visitatori110 che onorano i nostri
Lavori. Accompagno questo brindisi con i voti più fervidi per la prosperità delle
nostre Famiglie.
108
Versione pubblicata su La Melagrana Net.
109
Versione Riccardo Chissotti, è la più utilizzata nelle Agapi piemontesi.
110
Solo se sono presenti Fratelli Visitatori, altrimenti il brindisi è solo per i Fratelli della Loggia e le loro
famiglie.
Riccardo Corsi- ottobre 2006 197
Compendio dei Rituali ad uso del Maestro delle Cerimonie