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DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE
STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI
SPECIALMENTE INTORNO
AI PRINCIPALI SAMTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARII GRADI DELLA GERARCHI*
DELLA CHIESA CATTOLICA , ALLE CITTA PATRIARCALI , ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
AI CONCILII,
AI RITI, ALLE CEREMONIE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E
SACRE, ALLE
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NOI*
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIG1.IA PONTIFICIA, EC. EC. EC.
COMPILAZIONE
VCL. XXXIX.
IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA E!MILIANA
M D C G C XLV I .
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE
STORICO -ECCLESIASTICA
m^^
LIS LIS
christ. t. 846.
I, p. illustri nomineremo Gabriele Du-
LISIEUX, Lexovium. Città ve- moulin, Pietro Vattier ed il padre
scovile di Francia nell' Alta Nor- Zaccaria. Questa antichissima città
mandia, dipartimento del Calva- ch'era la capitale dei popoli Lpxo-
dos, capoluogo di circondario e di vii o Lexobii, popoli galli de'qiia-
cantone, in una valle fertile sulla ii parla Cesare ne'suoi commenta-
riva destra del Toucques, presso rii, dicesi che da essi abbia preso
al confluente di questa riviera e il suo nome. piimi reSotto i
dagli inglesi negli anni 1174 e Durazzo, dopo che fu incendi nta
1178. Nel 1707 un incendio la la casa del vescovo. La sede ve-
ridusse quasi interamente in cene- scovile di Lisso od J lessi (
Fedi)
re; Dia però mandava due mem- nell'Epiro nuovo, esarcalo di Ma-
bri al parlamento prima della cedonia , fu eretta nel IX secolo,
riunione. E oggi di poca impor- e fatta sulfraganea della metropoli
tanza, e tra gli uomini illustri di Durazzo, di cui lo è tuttora. Il
Giovanni Topicli de'minori osser- nascita furono presi per Dei. Quei
vanti. La popolazione cattolica dis- di Listri presero s. Paolo per Mer-
persa nel territorio ascende a die- curio, e s. Barnaba come più vec-
ci«etleiiiila ;
quella della città a chio per Giove, e vollero sacrifi-
j835, perdette sacri arredi. Mi-i geva un estratto nel cap. XXII di
riditti è governala da un piincipe una panoplia greca contro diffe-
cattolico trìbularìo della Porta ot- renti eresie, che trovavasi mano-
tomana. Il suo stalo consiste in scritta nella biblioteca del collegio
pochi villaggi, lutti cattolici, nella de' gesuiti di Parigi, per cui sem-
nionlasna. bra che il p. Pagi male a proposilo
LIT LIT 9
abbia messo in dubbio quanto dice LITANIA o LET^^Ì A, Litania,
Teofane intorno alla conferenza che Supplicationes. La parola Litania
Atanasio ebbe coli' imperatore. Al- si prende dagli autori ecclesiastici :
che conferisce
in parlibus d' Iconio, alcuni misteri, sia in generale che
Ja santa Sede. JVe furono per ul- in particolare. 1° per le Litanìe
timo insigniti Giovanni Bonyonski Maggiori [Vedi). 3." per le Lita-
di Riss-Jeszeniez diocesi di Nitria, nie Minori o Ro gazi ani [Vedi).
fatto vescovo di Listri e sulfraga- 4." per le Litanie Laurelane o della
neo della metropoli di Strigonia da Beata Vergine [Vedi). 5." per le
Pio VII a' 20 agosto 1820; e l'o- Litanie de" santi [Vedi). 6." per il
cap. 28. Trovasi in s. Basilio, epist. giustificò con giinamento nella ba-
63, t. MI, p. f)7, la parola litania silica vaticana, delle calunnie da-
per esprimere le supplicazioni pub- tegli, fu daacclamato di nuo-
tutti
bliche che si facevano a Dio per vo , riconosciuto per Pontefice e ,
nella quale si lecitava un' altra mano che si porla nella chiesa di
colletta, che principia : Deun qui s. ]Marco, quello dei capitoli assu-
culpa ; indi proseguiva il suo viag- me gli abili corali nel portico,
gio sino al ponte Milvio. Finalmen- nelle camere sopra di esso, nei
te progrediva la processione fino luoghi contigui, ed in chiesa. II
pose due stazioni, una delle quali quale assume il piviale paonazzo e
nel dì della festa a' 25 aprile. la mitra di lama d'oro, facendogli
Jn progresso di tempo in Roma da diacono e suddiacono due be-
non più la processione parti da s. neficiati del capitolo laleranense ,
del Gesù, ove assunti gli abili co- loro graduazione, di che se ne può
rali passa a visitare la chiesa di s. prendere idea da quanto dicemmo
Marco, indi si porta processional- delle processioni delle Canonizza'
mente nella propria basilica, per zioni, e del Corpus Domini. Defi-
attendere dentro la porta di essa lando la processione, chi la com-
il clero secolare e regolare roma- pone fa riverenza, prima all' altare
no, che dalla chiesa di s. Marco maggiore, e poi al vice-gerente;
processionalmente si porta in s. Pie- quindi ogni corpo uscito dalla chie-
tro cantando le litanie de' santi, sa prosiegue il canto delle litanie,
coir antifona Regina Codi laetare, e giunto sul ponte s. Angelo i can-
alltluja. Ciò che cantano sul pon- tori ed ognuno canta 1' antifona
te s. Angelo ancora il capitolo di Angeli, Archangeli, eie, col ver-
s. Maria Maggiore ed minori os- i setto e responsorio. Il vescovo sen-
iervanti, dicendo tutta la proces- za mitra dice V orazione : Deus qui
i4 LIT L 1 l
ìiiìio etc. Ciò die pur fa il capi- l)iterio si eseguisce nel mercoled'i
tolo nomina-
vaticano, die con la delle rogazioni. Giunta la proces-
ta particolare processione, ha pre- sione in S.Pietro, si porta all'alta-
ceduta questa del clero secolare re del Sagramento, ove teriiiinate
e regolale, dicendo l'orazione un le litanie, monsign(jr vice-gerente
«^eriraonien; ; ma 1' antifona è quel- dice le preci, il salmo i cantori,
la di Rf^inn Coeli^ come si è det- ed il prelato i versetti e le orazio-
to. All'ingresso della basilica di s. ni, finite le quali intuona il 7'*;
romeo adoperossi a tutto potere processione sarà più lunga del so-
in ridestale la pietà defedeli, nei lilo,o si ripeteranno le litanie, o
di delle grandi litanie e delle terminate queste, sino alle preci
legazioni. Conl'orme alle pie rego- esclusivamente, si diranno alcuni
le da lui fatte, le processioni co- salmi o penitenziali o graduali.
,
Diz. sacro- liturgy sulle litanie mag- santo titolare di quella chiesa. Qui
giori nella festa di s. Marco, ri- va riportato il decreto de' sacri
porta quanto segue. de'22 marzo i63i, in Rhegien.
riti
giuno alla presenza dello sposo Ge- gonio, De regno Italiae ad an. 8u i
sù, com'egli stesso disse Mar- in s. p. 160 ; Bona, Psalmod. cap. 4>
co, e. 2, u. 19. Nella Spagna nel 5 4» Mabillon, De lilurg. GalLic. p.
VII secolo furono destinati i gior- iSg, e Marlene, De divin. off.
ni di gioved"ij venerdì e sabbato do- cap. 27.
po la Pentecoste per le rogazioni. L'Ugonio w^\ Istoria delle stazio-
La chiesa d'Angers nella feria IV ni di Roma, p. 4> racconta, che s.
delle rogazioni ordina la processio- Leone Ili ordinò che le litanie mi-
tecario nella sua vita. Ipse vero a sa bassa della feria con paramenti
Dea protectus, et praeclarus Pon- paonazzi, finita la quale assume il
tifex consLÌUiit, ut ante tres dies piviale di tal colore, e la mitra
Asccnsionis doininicac celebrarentur. dilama d'oro, facendogli da diaco-
Il Novaes pertanto ci narra, che no e suddiacono due parrochi ve-
per cagione di uno spaventevole ter- stili di dalmatica e tonacella pao-
remoto, che nell' ultimo giorno di nazze. Indi due cantori con piviali
processione sino all' aliare maggio- veiido ancora luogo quelle cose ed
re. Ivi dicesi l'antifona : j4nle cor- orazioni ivi descritte. In questo gior-
para sanctoruni, col versetto Con- no prima del Te Deuni il vice-
,
gatorio. Tanto si legge nella Raccol- reca però alcuna prova positiva;
1^ LIT LIT
si contenta di citare gli autori i bì la stampa o la recitazione di
qiinli che vi si pregava
scrissero altre litanie in chiesa , se non
JJiOj che se ne implorava la mise- quelle de' santi e della Beata Ver-
ricordia e l'aiuto. E chi mai ne gine dette Lauretane. 11 Macri dice
tlubilò? Egli inoltre osserva, che che la congregazione dei riti a'?,2
diciamo soltanto ai santi ,
pregale marzo i63i rispose ai canonici di
per noi, quando a Dio diciamo, ab- Reggio secondo il disposto di s.
,
che niuno vi aggiungesse altri nulla volle decretare, per non es-
santi ancorché tutelari o altro, sersi addotte nell' istanza le sup-
inconsulta sede apostolica. Clemen- pliche de' principi , magnati e ceti
te Vili con pubblico decreto del- ecclesiastici. Passati nove anni so-
1 anno 1601^ espressamente proi- pravvennero quelle dell'imperatore,
L IT LIT 23
del granduca di Toscana, degli e- provincia di Tracia nell' esarcalo
lettori di Colonia e Palatino di , del suo nome, sotto la metropoli
quaranta generali e procuratori ge- di Filippopoli, eretta nel IX seco-
nerali di ordini e congregazioni re- lo, quindi divenne arcivescovato
ligiose, onde di nuovo fu proposta onorario. Ne furono vescovi N.
l'istanza a' 17 aprile 17^3; però che assistette al concilio del pa-
Innocenzo XllI prese tenopo a de- triarca Calisto, in cui gli avversari
liberare e morì nel seguente anno. dei palamiti Acindino e Barlaam
Gli successe Benedetto XIII al qua- furono condannati e Metodio che ;
tosi a Roma a prendere le insegne tomo della sua ^/'/'//o/eca degli scrit-
cardinalizie, gli fu conferita per titolo tori milanesi, ci ha lasciato un esat-
la chiesa Croce in Gerusalem-
di s. to catalogo delle opere del cardina-
me, e provveduto di due altre abba- le.Il cav. Corraro nella sua relazio-
nel concistoro de'aS giugno i7q3 ti. Di tuttociò e della memoria che
lo fece arcivescovo di Tebe in par- egli scrisse intorno a questa impor-
tibus, e chiamandolo a parte delle tante sua legazione se ne parlerà
piìi ditìlcili negoziazioni, lo destinò all' articolo Polonia, Avvenuta la
allo nunziatura di Polonia. Giunto morte di Pio VI nel fine di ago-
in Varsavia a'24 mar?o 1794) ^i sto 1799, Lorenzo si recò in Ve-
scoppiò poco dopo quella fiera ri- nezia per assistere al conclave ove
voluzione^ che fece a torrenti scor- fu eletto nel marzo 1800 Pio VII.
rere sangue de'cittadini, mentre
il Questi in Roma,
restituitosi ne'pii-
la Polonia tumultuante era in pre- mi di novembre dichiarò il prela-
da e lacerata dalle più feroci di- to tesoriere generale, nel quale di-
scordie. Armatosi il prelato di tut- ficile e cospicuo ministero, fece egli
ta la prudenza e fortezza sacerdo- propria la sentenza del romano o-
tale, si diportò qua! pratico ministro ratore che : gli uffizi di tutte le
ecclesiastico, onde suo nome tra
il magistrature devono aversi come
i polacchi si ricorda ancora con ri- cose sagiosante, di che il principe
verenza. Col supremo capitano Ko- non ci fa un dono, ma bens'i un
sciusko potè perorare la causa del deposito dei quale si deve rendergli
-
26 LIT LIT
confo. Con (ali massime avendo e- dioma francese intorno le proposi-
gli preso la suprema prefi^tlnra del- zioni del clero gallicano, che poi
l'erario, la tenne da sasigio, pef la anonime in tre edizioni successi-
integrità della sua vigilanza, per ve furono stampate, e tutti am-
la perizia che dimostrò nell'amuii- mirarono in esse la gravità dei
nistrazione economica, per avere pensieri, la scelta erudizione ec-
rimosso molti abusi, ed introdotto clesiastica, e la purezza della lin-
i più ulili stabilimenti. In premio gua quantunque non fosse la pro-
de' suoi servigi resi alla santa Se- pria.Da s. Quintino il cardinale
de, lo slesso Pio ^'II lo creò car- venne trasferito a' 20 febbraio
dinale ai 23 febbraio i8ot riser- 181 3 a Fonlainebleau, donde ai
vandolo in petto, indi lo pubblicò 3o gennaio dell'anno seguente fu
dell'ordine de' preti nel concistoro condotto a iVimes, ove giunse ai
de' 28 settembre del medesimo an- i4 febbraio, essendone poi felice-
no, conferendogli per titolo la chie- mente partito a'20 aprile, dopo il
sa di s. Pudeiiziana, ch'egli pensò prodigioso ed istantaneo cangia-
subito eruditamente ad illustrarCj mento di tutte le cose, che fece
avendo più volte assistito o ponti- cadere e sparire in un soffio la più
ficalmente ivi eseguile le sacre fun- colossale potenza, quale fu quella
zioni nelle feste principali. Succes- di Napoleone. Piestituita in tal mo-
sivamente fu annoverato alle con- do la calma all' Italia, e ricondot-
gregazioni del s. ofilzio, del conci- to il Pontefice in mezzo al voto
lio, de'vescovi e regolari, dell'immu- di tutta la cristianità alla Sede dei
nità, de'riti, dell'esame de'vescovi, Vaticano, il cardinale si trovò pre-
di consulta, deireconomica, degli af- sente al trionfale ingresso di Pio VII
fari ecclesiastici e degli studi: piefet- in Roma, li 24 maggio 18 14- 'n
lo di quella dell'iiidice, e degli sludi compenso de'pericoli affrontati e del-
nel collegio romano. Invaso nuova- le sciagure sofferte con rassegna-
mente lo stalo pontificio dai fran- zione, il Papa lo promosse alla
cesi, 1809 Pio
nel \ 11 fu strappa- prefettura della congregazione di
to da Roma, ed il cardinale in ta- propaganda fide e sua non meno
li politici sconvolgimenti fu depor- celebre stamperia. Ottima scelta, e
tato sul Senna nella città di s. Quin- conveniente ad un cardinale, che
tino, dove colla sua edificante con- perito in diverse delle principali
dotta ed eroica costanza mantenne lingue, pe' suoi viaggi, per le sue
lo splendore di quella porpora che cognizioni e zelo, potè corrispon-
si era tentato di olfuscare, procac- dere al grave incarico, e provve-
ciandosi la commendazione e 1 affet- dere alle urgenti necessità delle
to de'biioni. Né altro sollievo diede missioni disperse per tutto mon-
il
a'suoi mali, se non quello della re- do, e rimaste per tanto tempo nel
ligione e degli sludi. Valentissimo più deplorabile abbandono. 11 gran-
nella lingua greca, intraprese allo- de e maraviglioso stabilimento di
la la versione in linijua italiana propaganda fide ossia della cattoli-
dell' Iliade d' Omero, la quale da ca religione, venne per le sue cu-
quei sapienti ch'egli onorava di sua re e pie largizioni rinnovato, or-
])enevolenza, fu trovata liegiia di lo- dinando con sollecitudine le mis-
de. Scrisse parecchie lettere in i- sioni straniere j e facendo rifiorire
LIT LIT 27
la encomiata stamperia, al modo lombara e Monte rotondo ; de' ba-
narrato dall'erudito sopraintenden- siliani di s. Giovanni in Soairo dei
te della medesima, il eh. France- greci melchiti; de' monaci armeni
sco Cancellieri, nella lettera dedi- di s. Gregorio Illuminatore; delle
catoria, equivalente sino a quest'e- maestre pie di Roma delle reli- ;
poca ad una biografia, che pose in giose non claustrali della compa-
fronte alle Osservazioni intorno al- gnia di s. Orsola nella città di
la (questione sopra l'originalità del- Tours ; delle arciconfraternite del
la divina commedia di Dante, Ro- Gonfalone, del ss. Nome di Maria,
ma i8r4) e che intitolò al por- di s. Trifone; e della collegiata par-
porato. Nel concistoro de' 26 set- rocchiale e maggiore chiesa di s.
tembre i8r4, Pio VII lo fece ve- Paolo naufrago della Valletta. Tro-
scovo suburbicario di Sabina, e vandosi il cardinale a' 27 aprile
neir anno seguente ebbe il merito 1820 in monte Flavio a celebra-
di raccomandare al celebre cardi- re per la seconda volta la visita
nal Consalvi segretario di stato pastorale della sua diocesi di Sabi-
Francesco Capaccini, che venendo na, cadde infermo in mezzo le fa-
perciò collocato fra minutanti
i tiche dell'episcopale ministero, di
della segreteria di stalo, incomin- gastrica-biliosaieumatica , che ra-
ciò quella splendida carriera diplo- pidamente lo condusse alla tomba
matico-ecclesiastica, che gli meritò il primo di maggio d'anni sessan-
da Gregorio XVI il cardinalato, e taquattro passati, ad ore ventuna,
l'ammirazione universale, per quei con estremo dolore de' suoi dioce-
singolari pregi che narreremo alla sani, i quali in folla a piedi nudi,
sua biografìa nelle Addizioni a
, in atto di filial divozione, si reca-
questo Dizionario JNel settem- . rono a baciar la fredda mano di
bre i8i8 il cardinale Litta, lascia- quel benefattore, che di frequente
ta la prefettura di propaganda, fu gli avea soccorsi e benedetti. Il suo
Pofi; delle terre di Moalicelli, Pa- disposizione del defunto. 11 suo se-
28 LIT LIT
gretario d. Pietro Filippo Gamhi- l'attività dell'abile capo Er-
suo
ni erede fiduciario, fece porre nella (li vii, che prese le armi a dife-
cassa riìortiuiria una elegante epi- sa dcll<i patria, si rese anche pa-
grafe composta dal eh. piof.
Ialina drone; diuna parte della Rus-
Salvatore Celli, che si legge nelle sia neir.iimo 1217 ed , esigette da
IS'oiizie intorno la persona del car- essa (|uello stesso tributo, che fino
dinal Lorenzo Lilla vescovo di Sa- alloraavevano pagato lituani. Rin- i
tanti , che parlano una lingua par- si dichiarò cristiano, e mise il suo
gi, e gran pai te de' lituani vi pe- pii e dotti religiosi, si dovevano af-
punì tanta iniquità a mezzo di , barbaro principe disse loro non co-
Enrico di Plosko maestro de' ca- noscere il Papa, e voler rimanere
valieri teutonici di Prussia, il quale nella religione de' suoi padri, clie
investendo co' suoi i lituani, ne fece avrebbe difeso sino alla morte. I le-
tale strage, che appena si salvò il gali dopo SI lungo cammino, e do-
3o LIT LIT
|)o tanti pericoli di terra e di ma- rono nei boschi sacri gli alberi che
re sofferti, tuortincati se ne parti- pure veneravano, ed eslinsero il fuo-
rono. Nel i32 5 Gedimino die in co cui prestavano culto, e che custo-
moglie una sua figlia a Casimiro, divano perpetuo, distruggendo pu-
figlio di Uladislao 1 V re di Polo- re gli altari profani. Il re Uladis-
nia, e invece di dote liberò lutti i lao V fece un gran parlamento a
polacchi che teneva in ischiavitìi. Vilna capitale di Lituania, per an-
La sposa venne battezzata solenne- nullare l'idolatria, sostituire alle an-
mente nella chiesa di Cracovia, ve- tiche superstizioni i riti cattolici, e
nendogli imposto il nome di Anna. quanto riguardava la dilatazione dei
Cos'i si fece tregua tra i polacchi vangelo. In un sol giorno trenta-
ed i lituani, ma per giusto giudizio mila lituani licevettero il battesimo.
di Dio, Gedimino fu miseramente Allora Jagellone edificò in questa
ucciso da un' archibugiata, in una regione due chiese vescovili, ohe fu-
battaglia contro i crociati, sotto le rono quelle di f^ibia e di SaniO'
mura di Wiclonar in Prussia nel glzia (redi), e le dotò di rendile
i34o, morendo da bravo cavaliere. convenienti al mantenimento dei
Olgierd e Kicistut figli di Gedimi- vescovi che si doveano creare, ed a
no fecero gran conquiste nella Prus- quello de' sacerdoti per istruire i
lo creò cardinale all'articolo Kio- : tuania che gli toccò, alla Podolia
via [Fedi) vi sono molte notizie ed alla Volinia. Ciò che restava
che riguardano la Lituania , i cui ancora alla monarchia polacca
principi protessero sempre i me- componeva per anco le sei woi-
tropolitani di Riovia. Sotto Casi- wodie di Vilna Troki Polock, , ,
1744. ^"^i- Mogli, t. XVI, p. 198, alla Russia, lino da due secoli, i
to per violenza Cate- della stessa gnificazione che è ricevuta fra gli
KioviA, per opera principalmente modo poi, e con quali piatiche este-
dello scismatico Sieraaszko vescovo riori debba tal culto esercitarsi, è
di Lituania, la chiesa rutena venne diffìcile poterlo investigare. Da que-
separata dalla cattolica ed unita sta ignoranza 1' uomo non può non
alla russa scismatica. arguire la necessità d' una rivela-
LITURGIA, Liturgia. Studio dei zione, che determini suliicien temen-
sacri riti ; scienza che tratta delle te un alFare importante da e-
così
ecclesiastiche cerimonie, e propria- seguir^i, non
che a conoscersi. In
mente i riti sacri della Chiesa. Li- fatti la rivelazione appunto, tanto
metodo di irallaiiay Nap(jli iS/|o, tutti alla classe degli autori. Per
divide i fonti htnrgi(;i in interni etl l'analogia che passa tra la scienza
este.rniy suddividendo i primi in ne- liturgica e la teologica, questa pre-
cessari e non neeessaii. Chiiuna senta due vie onde a noi viene la
fonti liturgici interni (pu Ili che con- parola di Dio, cioè la scrittura e
tengono la liturgia istessa, quali i la tradizione, della quale ultima i
che sono molto antichi, sono più idonei sono stali dalla Chiesa adat-
venerabili dei recenti, ma talvolta tati a produrre tin tale effetto, lo
quelli riferi.scono cose non più in che forma il bello della sacra li-
avendo gli autori liturgici tale au- mi. Qual degno oggetto dunque è
torità, non possono ordinare nuove dell' applicazione de' fedeli, e spe-
cerimonie. 11 modo poi di eseguire cialmente degli ecclesiastici incari-
le cerimonie prescritte dev' essere , cati della istruzione religiosa de' po-
ilpiù decente, ed insieme il più poli, internarsi nei significati della
semplice e naturale, per non mol- liturgia, che la Chiesa noslra ma-
tiplicarsi gli enti senza necessità. dre ci propone , anziché perdersi
In questa seconda parie vale l'au- nelle favole di una superstiziosa
torità degli autori liturgici, perchè gentilità ! Che se l'aspetto solo del-
essi testificano la comune pratica, l' apparato ceiimoniale ha colpito
colla quale sono state decentemen- mai sempre gli stessi nemici i più
te osservate le prescritte cerimonie; accaniti del nome
cristiano, qual
non bisogna però procedere ad ar- diverrà un tale sfoggiante apparato
bitrio, ma dietro la pratica univer- pei figli della cattolica Chiesa, quan-
sale. do avranno penetrato profondi
i
delia slima che si deve fare delle ministii del santuario, a' (|uali è
sa (re cerimonie di santa Chiesa ,
dato pa-cere le anime, non sola-
narra che l'imperalorc Valenle, ac- mente spieghino al popolo lèdele
canito ariano, si mitigò verso i cat- le parole della sacra liturgia , ma
tolici per avere osservato Ja divota anche sviluppino i sensi delle au-
celebrazione che s. Basilio faceva guste cerimonie che le accompagna-
de' divini ulfizi, nel giorno dell'E- no, ficendo loro vedere i misteri
pifanìa, quali prosegui con l'animo che in esse si contengono, come
tutto in Dio, senza curare la ve- prescrissero i concilii, massime (juelli
nula dell'imperatore. Mentre s. Am- di Magonza , di Colonia e (piello
brogio nella basilica maggiore di generale di Trento. La relazione
Milano celebrava i divini uflki ,
che passa tra la scrittura e la tra-
l'imperatrice eretica inviò due com- dizione nella teologia , colla legge
pagnie di soldati, idolatri e crudeli, e non
consuetudine nella liturgia ,
darono ad alta voce il battesimo. \n tre classi, che con vocaboli pro-
Luitprando re de'Iongobardi e fe- i pri chiamansi allegorici, tropologici
roci suoi nazionali restarono com- ed anagogici. Si dice senso lettera-
punti e piìi umani, alla vista delle le di un rito, quello eh' è diretta-
per aver letto un libretto in cui verenza clie devesi a' sacrosanti mi-
erano spiegati i riti e le cerimo- steri che si accinge a trattare. Il
nie della Chiesa cattolica. Il tiala- senso allegorico è quello che ri-
sciare omutare alcuna delle ceri- guarda i misteri della nostra ripa-
monie ordinate dalla Chiesa, di sua razione, che sono oggetti di nostra
natura è peccato mortale contro la fede. Per esempio , il senso allego-
virtù della religione, come insegna rico di tutta la funzione delle can-
Laimano, De sacram. Bapliim. lib. dele, che fa la Chiesa a' a febbraio,
V, tract. 2, cap. 8, citato dal Ma- si è il riconoscere Gesù Cristo vera
cri. luce venuto per illuminare le genti,
ai costumi, e che indica le azioni cioè con quel senso, col quale da
di virtù che debbonsi da noi in un rito ecclesiastico, per una certa
questa vita operare. L'esetnpio po- analogia quahuique , la mente è
c'anzi addotto della lavanda delle trasportata alla considerazione di
mani che fa il sacerdote prima di qualche mistero; come dal cingo-
vestirsi per la messa, può servire lo, di cui si cinge il sacerdote nel
iuiche a questo proposito; poiché prepararsi alla messa, si passa alla
mentre il senso letterale di questa considerazione dei legami che cin«
cerimonia è la mondezza esteriore, sero Gesù Crit-to. Un tale senso ,
torità dei padri della Chiesa e de- Fra tutte le opere de'mistici an-
gli altri scrittori ecclesiastici accre- tichi, le più rimarchevoli sono quel-
ditati, o più comunemente dalle la del cardinal Lotario Conti poi
preci cui la Chiesa fa accompagna- Innocenzo 111, e quella di Gugliel-
le le sue cerimonie, dappoiché la mo Durando vescov(» di Mende,
mente della Chiesa ordinariamente ambedue del secolo XIII, oltre quel-
si trova nelle orazioni medesime la di Gabriele Biel, quella di Gio-
che ne manifestano lo spirito ed vanni Stefano Durante, e quella
il vero senso : dove mancano que- di Gio. Battista Paibeo. Questi co-
ste fonti sarà lecito tentar fondite sì detti mistici antichi, nello svi-
tongetturq. Nella terza regola av- luppare sensi della liturgia sono
i
verte, che non bisogna mai confon- inciampali in niolti difètti, che il
dere il senso letterale col mistico, dotto Ferrigni riduce ai seguenti
quando tra l'uno e l'altro vi è di quattro capi, i," Eglino non han-
stuizione. La necessità, la piopiie- no spesse volle iailracc»ata la ve-
LIT LIT 39
ra origine ^' sacri riti, tlisco- la nostra riconoscenza per aver
prenclo i tempi ed i luoghi dove soniininisliati dei lumi, onde pro-
ogni cerimonia è cominciata, cosa gredire nell'investigazione de' sensi
che forma la base de'scnsi htiirgi- liturgici , e correggere i loro slessi
ci.Parlandovi Le Brnn d'Innocen- dillMti, da coloro, i quali
inevitabili
zo 111 e di Durando, dice che non danno la prima mano ad un'ope-»
erano mollo versali nell'antichità, la. n' Innocenzo III, di Gugliel-
uè nveano avuto tempo per fare le mo Durando, e delle loro opere,
debite ricerche, ciò ohe essi mede- come dei principali liturgici , ne
simi pt olestaroiio nel principio e parliamo alle loro biografie.
fine delle loro 0[ìere; che il genio Dai cos'i detti mistici antichi,
loro li poitò a fare ricei'che su passiamo a riportare il giudizio del
tutto, ed m ogni luogo mibti- chiar.Ferrigni sui moderni criti-
che lagioiij pretesero, per cui , se cio pretesi letterati. Egli primie-
le loio allegorie soddisfano alla ramente fa notare, che i secondi
divozione d' un gran numero di avendo rimarcato gli scogli ne'qua-
fedeli , non però sono state di li hanno urtato pren-i mistici col
generale appi'ovazione. 2." Il secondo dere tutte l'ecclesiastiche cerimonie
diitllo, conseguenza del primo, si sotto sensi simbolici, e sotto una
è, che il senso primario o let- allegoria talvolta ridicola e capric-
terale, non s'inconira quasi mai ciosa, hanno battuta una via tutta
nelle loro opere; anzi, quel che è opposta, applicandosi a spiegar tut-
peggio, per senso letterale si pren- to ne' sacri riti per niente altro,
dono mistiche ragioni, che punto che per cause fisiche e naturah.
non Io sono. 3.° Anclie quando essi M fatto sta, eh' essi cosi facendo
rintracciano una veduta di conve- sono andati in un altro eccesso, an-
nienza o di facilità, che unicamen- zi, quel che è peggio, quantunque
te diede origine a qualche cerimo- abbiano camminata una strada op-
nia, vogliono non pertanto aggiun- posta ai mistici, pure hanno urta-
geteci mistiche ragioni pretese, dove to nella stessa origine rovinosa del
punto non e' entrano, e sono in loro sistema. Ciò che diede ori-
tutto superflue. 4-° Finalmente spes- gine ai mistici di prendere tutto
se volte essi per gli stessi sensi in allegoria, fu la mancanza di co-
mistici prendono gli accomodatizi gnizione isterica sul cominciameiito
escogitati con mente arbitraria , de' riti, e l'ignoranza de' tempi e
con cui la Chiesa non ha parte de'Iuoghi ne'quali si sono introdol--
alcuna; e quel ch'è peggio, fra que- ti, ampliati e sostenuti, onde ap-
sti alcuni sono ricercati si da lon purare le vere lagioni, .senza lam-
tano, che si rendono ridicoli ed , biccarsi a congetturarne delle arbi-
avviliscono i sensi liturgici. Gou- trarie. Se duncpie i pretesi lettera-
chiude il Le lirun^ che i pretesi ti volevano opporsi ragionevolmen-
mistici, forse sono più nocevoli di te ai mistici , dovevano prendere
quel che si crede, in questi tempi per base l'investigazione dei monu-
specialmente di analisi e di critica. menti propri dell'istoria liturgicaj
Per altro essi meritano scusa pei dai quali potevano anche discerne-
secoli d" Ignoranza e di barbarie re o acquistare il gusto a discerné-
nei quali scrivevano; anzi esigono re il vero mistico dal falso; ma cs-
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si hanno tiabcurala questa osallu letterati il dotto Mazzinelli , nel-
investigazione sopra ciascun rito o r Ofjizw della stUiniaua sonli^,
cerimonia, e solamente con un ge- neir introduzione al giovedì santo.
nio opposto ai primi si sono dati " S' ingannano costoro che per far
a congetturare colla loio imaiagi- tro[)po l'arguto, fanno il disgustato
nazione altre ragioni, purché non delle allusioni, delle figure, de'n)i-
fossero mistiche, sihbene natuiali e steri. Volendo fermarsi nel sensibile
fisiche. Bisogna qui aggiungere, che e nello storico, ed oltre alla mate-
essi in ciò, a ditìèrenza de' mistici, rialità delle cose nostre non voler
sono iriescusabili, non \ivendo nei passare a ciò che in esse vi è d'i-
tempi d'ignoranza e di barbarie struttivo e di misterioso, è appun-
ne' <|uali quelli vivevano. E veio to un voler fermarsi alla lettera
però ch'essi si mostrano eruditi che uccide, e trascurar lo spirito
sull'origine liturgica, ma questo ser- che dà vita : imperocché il miste-
ve a dare più colore alle loro ro è la sostanza e l'anima delle
congetture; del resto chi esamina nostre cerimonie, e certe spiegazio-
addentro le loro dottrine, conosce ni puramente letterali non solo ri-
che solamente certi principii gene- mangono fredde e morte, ma so-
rali animano le loro congetture, no di scapito alla pietà ed alla re-
ma non già una cognizione circo- ligione ". Ed in vero , non così
stanziata , esatta e profonda del- praticavano gli antichi cristiani no-
l' origine e progresso di ciascun stri padri , anzi essi procuravano
l'ito, che sia fondato su de'propri sempre di alzarsi al cielo, diven-
monumenti. Alla testa de' pretesi tando ogni cosa, per cosi dire, mi-
critici e letterati liturgici sia Clau- stica nelle loro mani, ancorché for-
dio du Vert, primo tesoriere della se dalla prim^ origine non aves-
chiesa di Clugny e poi visitatore se avuta una ragione di conve-
dell'ordine cluniacense nella pro- nienza. E questo sì che è stato
vincia di Francia, il quale ha lavo- sempre, ed è lo spirito della Chie-
ralo una compila opera sulle spie- sa, siccome ha dimostrato l'erudito
ti, come del falso supposlu su cui stema di Vert. Ond' è che questa
si poggia ; declamando contro il ge- Chiesa nostra madre Jia bramato
uio di quei moderni letterati, che sempre e brama che i suoi figliuo-
seguaci del sistema di du Vert li attendano a penetrare i misteri
hanno il genio di abolire tulio il rappresentati dalle cerimonie, leg-
snnbolico e misterioso delle sacre gendosi nei sacramentari più an-
cerimonie, togliendone cos\ l'au- tichi (|uesta orazione, la quale si
tro lo spirilo ed mlenzioni della cuori de' vostri Jedeli intendano con
Chiesa. frutto ciò che questa cerimonia
A proposil(> gridò contro ài falli disegna col fallo. E su questo ri-
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(lesso dai concilii viene ordiuato ai pe in Napoli nel 1842 l'erudita
parrochi d' insegnare al popolo e critica Dissertazione sull'origine,
quanto vi è di misterioso nelle progresso e vicende della sacra li-
cerimonie. Anzi sotto questa vedu- turgia, della quale nel volume XX,
ta il sacrosanto concilio di Trento p. 270 degli Annali delle scienze
ha difeso contro i protestanti l'ap- religiose, si legge un importante e-
parato cerimoniale della Chiesa cat- stratto di monsignor Pio Marti-
tolica, insegnando adoprarsi dalla nucci, uno de'maestri delle cerimo-
Chiesa le sacre cerimonie, come so- nie pontificig. Dopo aver egli di-
no le mistiche benedizioni, lumi, i mostrato quanto dev'essere a cuo-
gr incensi, le vesti, per apostolica re la cognizione de' liti sacri, al
tradizione, ad affetto d' imprimere pari di qualunque altra scienza ec-
nella mente de' fedeli la maestà clesiastica, a chi si dedica al mini-
del tremendo sacrifizio della messa, stero della Chiesa, osserva che ii
e per elevarli per mezzo di questi suo bello ed utile studio riesce
segni di religione e di pietà, alla talora alquanto diflicile a chi vi si
salva la loro per altro retta inten- nel tessere una storia completa
zione, danno ansa ai pretesi rifor- della liturgia. Egli rileva che dalla
mati di considerare le cerimonie citata dissertazione sono dimostra-
della Chiesa cattolica come pratiche ti i vantaggi che sieguono dalla
superstiziose. Pertanto a prendere pratica de' riti santi, cioè quanto
una via di mezzo tra 1 mistici possa sull'animo dell'uomo il culto
e 1 letterati, ed evitale i difflti esterno, poiché mosso mirabilmen-
d'entrambi, fa d'uopo osservare le te dagli oggetti sensibili ed este-
quattro legole di sopra proposte, riori, per via di questi viene rapi-
le quali potranno servire di norma to al comprendimento degl'invisi-
nell'iuvestigare i sensi della lilur- bili e sojMannaturali. Secondo il
nel 4^4^ ^ "^' ^'"«Tii'ncnto suindi- i padri della Chiosa ci fanno os-
cato il Giovanni di Co-
celebre s. servare questa istruzione tradizio-
stantinopoli è chiamato Crisostomo, nale. La loro fedeltà nel conserva-
nome che non fu dato che nel re questo deposito è attestata dalla
VII secolo. Il p. Le Binn provò, conlormità che si trovò quanto alla
che nessuna liturgia è stala sciitta sostaii/a tra le liturgie delle diverse
menti clip lon diligenza è stata con- Messa, e gli analoghi articoli. Piac-
servala \Htf tradizione in ciascuna coglicndo ciò che dissero i padri
chiesa ;
e fl-delmente trasmessa dai dei primi quattro secoli , si vede
vescovi a che iiuialzavtino ai
ipieili che al loro tempo le liturgie era-
.sacerdozio. Questo era nn mistero no già furono scritte nel
(piali V
od un .secreto che si voleva na- secolo. iMoile sette separandosi Malia
scondere ai ma i pastori pagani, Chiesa cattolica, conservarono la li-
scambievolmente se ne confidavano turgia come era avanti il loro sci-
zio bisanlino ron/r. Nfit. et /ùifych. e nella romana fino dai principii,
flelle ragioni che fecero conoscere tina ; la greca presso de' greci in
reclamassero ,
poiché allora erano pubbliiui approvazione e per con-
scritte in lingua volgare. Qui no- senso ilella prima Chiesa del cri-
teremo, die agli nrlicoii La/io, par- stianesimo. Cos'i per quanto è u-
Jundo della lingua Ialina, e Lingua, manameiite permesso, si provvede
Iraltanutio dell'uso costante tenuto che la varietà de' riti dentro una
dalla Chiesa occidentale di celebra- sola medesima Chiesa cattolica non
re i divini uffizi in lingua latina , si moltiplichi soverchiamente, e che
di che non si lice mai cambia- i libri del culto pubblico non .si