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DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI

SPECIALMENTE INTORNO
AI PRINCIPALI SAMTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARII GRADI DELLA GERARCHI*
DELLA CHIESA CATTOLICA , ALLE CITTA PATRIARCALI , ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
AI CONCILII,
AI RITI, ALLE CEREMONIE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E
SACRE, ALLE
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NOI*
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIG1.IA PONTIFICIA, EC. EC. EC.

COMPILAZIONE

DEL CAVALIERE GAETANO MORONI ROMANO


SECONDO AIUTANTE DI CAMERA

DI SUA SANTITÀ PIO IX.

VCL. XXXIX.

IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA E!MILIANA
M D C G C XLV I .
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO -ECCLESIASTICA
m^^

LIS LIS

JUISIA, Lysias. Sede vescovile Gli edifizi più osservabili sono la


dell'esarcato d' Asia, nella Caria vecchia cattedrale, il palazzo già
secondo Plinio, nella Frigia Ma- vescovile, di cui si ammirano i

gna secondo Tolomeo, o nella giardini e la scala, il seminario e


Frigia Salutare e sotto la metro- il grande ospedale. Lisieux possie-
poli di Sinnada, eretta nel se- V de un collegio comunale, un tea-
colo. Ne furono vescovi, Teagene tro, e varie fabbriche massime di
che si unì cogli ariani a Filippo- tele, fra le quali quelle cretonnes,
poli ; Filippo che fu al concilio di cosi dette da Creton che ne sta-
Calcedonia e Costantino che tro-
; bilì i telai ; il suo commercio è
vossi al concilio di Fozio. Oriens considerabile. Tra suoi uomini
i

christ. t. 846.
I, p. illustri nomineremo Gabriele Du-
LISIEUX, Lexovium. Città ve- moulin, Pietro Vattier ed il padre
scovile di Francia nell' Alta Nor- Zaccaria. Questa antichissima città
mandia, dipartimento del Calva- ch'era la capitale dei popoli Lpxo-
dos, capoluogo di circondario e di vii o Lexobii, popoli galli de'qiia-
cantone, in una valle fertile sulla ii parla Cesare ne'suoi commenta-
riva destra del Toucques, presso rii, dicesi che da essi abbia preso
al confluente di questa riviera e il suo nome. piimi reSotto i

deirOrbec, distante cinque leghe francesidivenne la capitale di un


dal mare e quarantadue da Pari- paese chiamato Lieuvin e Li^'inus
gi. È sede di varie magistrature. o coniitatus Lisvinus, e fu perciò
Alle sue antiche mura furono so- da alcuni chiamata Lexovhim e
stituiti molti belli edifizi, ed im da altri Neomagus. l'rima dell'uso
pubblico ameno passeggio. Le stra- del cannone risguardavasi come
de sono assai larghe, e la mag- fortissima. Fu questo paese, col
gior parte delle case di legno. titolo di contea, dato al vescovo,
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che peiciò divenne signore tem- sai considerabile e fondala nel se-
porale (Iella città. I normanDÌ sac- colo XI. La diocesi comprendeva
cheggiarono Lisieux ntWS'j'j, ed i otto abbazie e cinrjuecenttjttanta
I)i-etoni 1' ahbriiciaiono nel i i 3o. parrocchie, divise in quattro ar-
Fu presa da Filippo Aiigu>«to nel cidiaconati.
iio3, dagl'inglesi nel i4'5, dai
generali di Carlo VII nel 148, i Coìicilii di Lisieux.
<lai protestanti nel i^ji, e da
Enrico IV nel 1 589. Il primo fu tenuto nel lo'JS
La sede vescovile vuoisi, al dire pei' le cure del duca Guglielmo
di Cotnmanville, istituita nel primo nipnte di Mangerò arcivescovo di
secolo della Chiesa, ma il primo liouin. Ermafredo vescovo di Sion
suo vescovo
che si conosca fu e legalo del Papa vi presiedette
Teodebando che sottoscri«se ai con tutti i vescovi della provincia,
concini d'Orleans del 538, 54 1 e e INIaugero vi fu deposto, venendo
549 : altri chiamano primo ve-
il sostituito in sua vece Maurilio.
scovo Litarde. Il vescovo Giovan- Bessin in Conc'iliis Normaniiiae.
ni Hennuier salvò dalla strage Il secondo nel 1106 per la pa-
delta di s. Bartolomeo molti pro- ce di Normandia, in presenza di
testanti della sua diocesi, e per Enrico I re d'Inghilterra. Marlene,
la sua «carità apostolica guadagnò Tlicsaur. t. IV ; Bessin; Labbé t.

il cuoie di molti e li convertì. X; Arduino t. VI.


L ultimo e cinquantesimo quarto Il terzo nel iZi\ sotto Ugo di
vescovo di Lisieux, fu Giuseppe Arcmt. Lenglet, Ta^'olelte. cronol.
Basilio Ferron de la Ferronays LISIMACHIA, Ly simachia. Sede
d'Angers, che Pio VI avea trasfe- vescovile della provincia di Euro-
rito da
Bajona a' i5 dicembre pa nell'esarcato di Tracia, sotto
1783, perchè Pio VII nel concor- la metropoli di Eraclea, eretta
dato del 1802 ne soppresse la se- nel V secolo. Tolomeo la chiama
de ch'era suIlVaganea della metro- Examillum o Ilexaniili, e Stefa-
poli Rouen. La chiesa cattedra-
di no di Bisanzio Cardia che vera- ,

le Pietro aveva un capitolo


di s. mente era un'altra città. Il re Li-
composto di undici dignitari, di simaco edificò la città nell' istmo
trentasei canonici, e di molti altri di Tiacia, presso le rovine di Car-
beneficiati. Nella vigilia e nel gior- dia. Furono suoi vescovi, iV. che
no di
s. Orsino od Orsino, cioè si trova rappresentato nel VII
nel IO ed 11 giugno, essi erano concilio generale, dal sacerdote
conti, ed apparteneva loro tutta Costanzo ; Metodio che intervenne
la giustizia civile e criminale, al concilio di Fozio ; N. che fu
quando il vescovo era signore e al concilio del patriarca Calisto
conte di Lisieux. Vi erano molte nel i35i, nel quale Barlaam ed
case religiose, tra le quali si di- Acindimo avversari dei palamiti,
stinguevano quelle de' domenicani vennero condannati. Oricns christ.
e de'trinitari ; gli eudisti aveano t. I, p. II 32.
li collegio e la magnifica chiesa LISINIA, LISINA, Ly.mnias,
della Madonna di Prato, eh' era Lysina. SeAe vescovile della se-
un'abbazia reale di benedettini as- conda Pamfilia, nella diocesi ed
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esarcato d'Asia, sotto la metropoli nella diocesi di Lismore, ha due
di Perga eretta nel V secolo. Ne chiese e conta sedicimila abitanti
furono vescovi A pagamo, che fu quasi tutti cattolici ; vi è il deca-
al concilio di Nicea ; Eugenio clie no, e suole risiedervi talvolta il

si unì agli ariani a Filippopoli e vicario generale di Lismore. In


sottoscrisse le loro lettere ; Diodo- questa città vi è il cimitero, che
ro che trovossi al concilio di Cal- conserva le ceneri di santi, di re,

cedonia. Oriens christ. t. I, p. e di grandi . Ha molte scuole


io3o. tenute dai fratelli monaci dell;*
LISMORE [Lismorien). Città dottrina cristiana, una casa di
vescovile delTIilanda, provincia di francescani riformati, ed altra del-
Blunster, contea di Waterford, le monache della Presentazione. In
baronia di Coshhride, sulla riva questa città si trovano molti
destra del Blackvvater, che vi sì quakeri.
passa sopra un ponte di pietra. LISSO, o ALESSIO, o LECH,
Evvi un castello eretto sulla cima LissHS, Elissus, Àlexien. Città con
duna roccia, che s'innalza perpen- residenza vescovile dell' Albania
dicolarmente al di sopra della ri- nella Turchia europea ,
pascialati-
viera. Si crede questa città fonda- co e sangiacalo di Scutari da cui
ta nel VII secolo, e si attribuisce è distante otto leghe, con un buon
il suo castello al re Giovanni. forte, ed un porto sulla riva de-
Sembra essere stata considerabile stra del Drin , ed è capoluogo
nel medio evo, che racchiudesse d'una giurisdizione. E situata so-
venti chiese e un'abbazia. Fu pre- pra una scoscesa montagna. La
sa e saccheggiata da Raimondo e residenza vescovile è in Capo-Re-
dal conte Riccardo nel iiyS, e doni nella limitrofa arcidiocesi di

dagli inglesi negli anni 1174 e Durazzo, dopo che fu incendi nta
1178. Nel 1707 un incendio la la casa del vescovo. La sede ve-
ridusse quasi interamente in cene- scovile di Lisso od J lessi (
Fedi)
re; Dia però mandava due mem- nell'Epiro nuovo, esarcalo di Ma-
bri al parlamento prima della cedonia , fu eretta nel IX secolo,
riunione. E oggi di poca impor- e fatta sulfraganea della metropoli
tanza, e tra gli uomini illustri di Durazzo, di cui lo è tuttora. Il

vanta il celebre Roberto Boyle. p. LeQuien nell' Oriens christ.


La sede vescovile fu eretta nel t. Ili, p. 956, riporta seguenti i

VI secolo da s. Carthago, sotto la vescovi. Biagio d'Albania domeni-


metropoli di Cashell. Commanville cano, fatto vescovo da Sisto IV
dice che fu fondata verso l'anno nel 1475. Giorgio eletto da Leone
63o, e che nel i363 venne unita X nel i5i3. Michele di Natara
al vescovato di TVaterford (Fedi). domenicano, nominato dallo stesso
Da Lismore uscirono i più celebri Pontefice. Bernardino di Gronana
banditori del vangelo : ivi risiede minore francescano, eletto nel
il vicario generale delle due dio- i5i8 da Leone X. N. che si uni
cesi. La sua popolazione è di sei- al vescovo di Croia, ed alla lesta
nnla abitanti una bella
: possiede dei loro diocesani misero in fuga
chiesa parrocchiale, Clonmel, capo- tremila turchi, i quali andavano
luogo della contea di Tipperary, è contro gli abitanti di Monte Ne-
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gi"o per separarli dalla repubblica LISTRA o LISTRI, Lystra. Se-
di Venezia. La serie de' vescovi de vescovile dell'Asia minore nella
del secolo passalo e del corrente Galazia ai confini della Licaonia, e
si legge nelle annuali Notizie di precisamente nell'Isauria, la cui
Roma : riporteremo quelli del se- cilfà antica era distante quattordi-
colo corrente. IVicola Malci delia ci leghe da Iconio, e poi fu inte-
diocesi di Durazzo, fatto vescovo ramente distrutta. Il vescovato ap-
da Pio VI nel 1797. Dopo lungo partenne all'esarcato e diocesi d'A-
vescovato gli successe Gabriele Ba- sia, sotto la metropoli d'Iconio, e-
rissich bosniese francescano, eletto retto nel I,V secolo. Gli apostoli s.

da Leone XII a' 3 luglio 182G. Paolo e s. Barnaba vi predicarono


Gregorio XVI ai 19 gennaio 184^ il vangelo, e fu in questa città, che
fece vescovo l'odierno monsignor per aver essi guarito un zoppo dalla

Giovanni Topicli de'minori osser- nascita furono presi per Dei. Quei
vanti. La popolazione cattolica dis- di Listri presero s. Paolo per Mer-

persa nel territorio ascende a die- curio, e s. Barnaba come più vec-
ci«etleiiiila ;
quella della città a chio per Giove, e vollero sacrifi-

seimila. cargli delle vittime, locchè a gran


Nella diocesi vi sono ventiquat- fatica ambedue poterono impedire.
tro chiese parrocchiali, cioè in A- In questo tempo giunsero in Listri
lessio, Veglia, Marchigna, Griscia, alcuni sinagoghe e-
deputati delle
Manattia, Trisci, Bocbiano, Bime- braiche d'Antiochia e d'Iconio, de-
no, Pedana, Bolghero, Criesesi, Cal- clamarono gli apostoli per demoni,
meti , Salhdreni , Carasichi, Ider- ed istigarono gli abitanti a lapidar-
fandina, Blinisti, Foudi-Voghel, Ca- li s.:Paolo fu creduto morto per
livara, Pucinari, Dileri, Corthepul- le ferite ricevute, e si sottrasse da

la, Treghna e Miriditti


Caslagnetti, Listri con s. Barnaba, passando a
con abbate. Vi è un convento senza Derba a predicar la fede. I vesco-
religiosi sulla riva del Brino, l'ospi- vi di Listri sono: Artema, di cui
zio di s. Maria Annunziata, 1' ab- parla s. Paolo, nella epist. ad Til.

bazia di Miriditti, e più di venti e. 3, V. \i; Tiberio che fu al primo


sacerdoti. Il vescovo di Alessio ri- concilio generale di Nicea ; Paolo
ceve dalla congregazione di propa- che trovossi al primo concilio ge-
ganda Jidej, da cui dipende, annui nerale di Costa'itinopoli ; Plutarco
scudi duecento, ed altri sussidi! ri- che fu al primo concilio di Calce-
cevono parrochi. L'ospizio vicino
i donia ; Eubulo che confutò un'o-
ad Alessio possiede lerieni incolti, peretta, che il patriarca dei giaco-
perchè ciistiani sono costretti la-
i bili, per nome Atanasio, avea pre-
vorare quelli de' turchi. La chiesa sentato all' imperatore Eraclio, per
di s. Maria dellAnnunziala, depre- provargli ch'eravi una sola opera-
dala dai turchi nelTincursione del zione in Gesù Cristo. Se ne leg-

j835, perdette sacri arredi. Mi-i geva un estratto nel cap. XXII di
riditti è governala da un piincipe una panoplia greca contro diffe-
cattolico trìbularìo della Porta ot- renti eresie, che trovavasi mano-
tomana. Il suo stalo consiste in scritta nella biblioteca del collegio
pochi villaggi, lutti cattolici, nella de' gesuiti di Parigi, per cui sem-
nionlasna. bra che il p. Pagi male a proposilo
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abbia messo in dubbio quanto dice LITANIA o LET^^Ì A, Litania,
Teofane intorno alla conferenza che Supplicationes. La parola Litania
Atanasio ebbe coli' imperatore. Al- si prende dagli autori ecclesiastici :

tro vescovo di Listra fu Basilide i


." per le Processioni [Vedi) sta-
che assistette al concilio in cui bilite dalla Chiesa, per le persone

Fozio venne ristabilito. Orienschrist. che compongono le processioni stes-


t. I, p. 1074. Al presente Lislri, se, e per le formole delle preghie-

Lystren, è un titolo vescovile in re che si cantano in queste pro-


partihus, sotto l'arcivescovato pure cessioni in onore de' santi o di ,

che conferisce
in parlibus d' Iconio, alcuni misteri, sia in generale che
Ja santa Sede. JVe furono per ul- in particolare. 1° per le Litanìe
timo insigniti Giovanni Bonyonski Maggiori [Vedi). 3." per le Lita-
di Riss-Jeszeniez diocesi di Nitria, nie Minori o Ro gazi ani [Vedi).
fatto vescovo di Listri e sulfraga- 4." per le Litanie Laurelane o della
neo della metropoli di Strigonia da Beata Vergine [Vedi). 5." per le
Pio VII a' 20 agosto 1820; e l'o- Litanie de" santi [Vedi). 6." per il

dierno monsignor Eleonoro Aron- Kyrie eleison (Vedi), perchè le li-

ne del Serrone, diocesi di Palestri- tanie de' santi e le lauretane inco-


na, arcidiacono di quella cattedra- minciano col Kyrie eleison, e per-
le, fatto vescovo di Listri ed au- chè finivano altre volte nello stesso
siliare della medesima sede subur- modo. Il Kyrie della messa da
hicaria di Palestrina da Gregorio molti autori è detto litania , cioè
XVI, nel concistoro de'22 luglio preghiera, secondo il vocabolo gre-
J842. co. Alcuni rituali antichi presciivo-
LISTRA. Sede vescovile del nuo- no nel sabbato santo doversi can-
vo Epiro, nella diocesi d'Illiria o- tare Litaniae septenae , (juintenae,
rientale, sotto la metropoli di Du- ternae, ovvero come altri scrivono
vazzo. L'imperatore Costantino Por- septenariae ,
qninariae , ternariae
firogenito la distingue da un'altra perchè si replicava il Kyrie sette
città chiamata Liisus o Lis<;a. Uno volte, poi cinque, e per ultimo tre
de' suoi vescovi chiamato Zenobio al fonte battesimale, e nella con-
assistette al concilio di Calcedonia. sacrazione della chiesa, nella pro-
On'ens christ. t. II, p. 2 52. cessione che si fa colle reliquie in-
LITA, LETE, Litae. Sede ve- torno alla medesima. Nell'Ordine
scovile dellaprima Macedonia, nel- romano, Iniponere Litaniani, signi-
l'esaicato del suo nome, sul golfo fica d;u'si principio a cantare il Ky-
di Tessalonica, sotto la mefro[)uli rie. Del diverso modo di cantare
di Tessalonica, eretta nel V secolo, le dette litanie nel sabbato santo
poi unita alla sede di Rendina. L,i- e nella vigilia di Pentecoste, a tre,
tae, secondo Plinio, fu una città di a cinque ed a sette cori, ne tratta
Macedonia, secondo Tolomeo alla il p. Chardon, Storia de' sacra-
estremità della Migdonia, ai confi- menti t. 1, lib. I, cap. XI, del bat-
ni dell' Amphaxitide. Attualmente tesimo. Nelle Stazioni [Vedi) si ri-
Lita, Leten, è un titolo vescovile peteva ordinarianiente per tre volte
in partibns, sotto 1' arcivescovato ciasciuia invocazione della litania ,

pure in partibns di Tessalonica ,


che si cantava recandosi professio-
che conferisce la santa Sede. nalmente alla chiesa stagionale: dal
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the provenne elicsi cliiamnvn termi- colla di adoperare il pallio nelle
ria, dicendosi qninaiia quella nella letanie, gli fece l'enumerazione del-
fjnale si ripeteva cinque volle l'invo- le Laetaniae o giorni solenni nei
cazione stessa, e se/tenaria quella quali è permesso agli arcivescovi
in cui ripetevasi sette volte, come di pollale il pallio, il quale non
tuttoia si suole praticare in qual- si portava mai fuori della chiesa ,
che città della Francia nel sabbato e le litanie maggiori e minori han-
santo. Delle litanie stazionali che no sempre luogo fuori della chiesa,
nella basilica laleranense si cantano come osserva il Sarnelli nelle Lett.
in processione dopo l'ora di terza, eccl., t. VII, p. 55. Delle litanie o
ogni domenica non impedita, prima Laudi ( J^edi), che si dicono nel
dellamessa solenne, il Crescimbe- giorno della coronazione e solenne
ni ne tratta nello Stato della ba- possesso del Pontefice, ne parlam-
silica lateranense, 179. Del si-
p. mo ancora nel voi. Vili, p. 167
gnificato di questa processione ne e i85 del Dizionario. Anticamen-
parlammo al voi. XII, p. 4' ^^^ te questa specie di litanie soleva-
Dizionario. Litania è parola greca, no dirsi nel giorno stesso dell'S/e-
che significa supplicazione, preghie- zione del Papa- [Fedi). Quando s.

ra, processione, rogazione, orazione. Leone III, come dicemmo altrove,


f^. Valfrido, De, rebus ecclesiast. ed all' articolo Giunizri di Dio, si

cap. 28. Trovasi in s. Basilio, epist. giustificò con giinamento nella ba-
63, t. MI, p. f)7, la parola litania silica vaticana, delle calunnie da-
per esprimere le supplicazioni pub- tegli, fu daacclamato di nuo-
tutti
bliche che si facevano a Dio per vo , riconosciuto per Pontefice e ,

implorare il soccorso della sua mi- dette le litanie dell'elezione, colle


sericordia. I latini hanno ritenuto parole responsoriali : Tu illuni rt-

il Kyrie eleison de' greci, e s. Gre- diuva, replicate all' invocazione di


gorio I aggiunse il Chrìsle eleixon; ciascun santo: dice l'Anastasio,
l'invocazione de' santi fu aggiunta otnnes archiepiscopi, episcopi, abba-
poco dopo s. Gregorio I, come ve- tes, et ciincti clerici , litania facta,
desi ne' martirologi del suo secolo^ laudes dedere Deo. Altrettanto a-
che portano il nome di s. Girola- veano praticato, dopo celebrate le
mo. Si possono consultare il Fio- litanie, Sisto III e Pelagio I nel-
rentino, Admonit. 8, praev. p. 89, r emettere egual Giuramento [Fedi).
4o, ed il Tomassini, Istoria delle LITANIE MAGGIORI. Proces-
feste mobili par. H, p. 17 3. Altri sione solenne con l'invocazione dei
presso il Baruffaldi lit. 79, n. 3, santi, orazioni e messa, che si ce-
chiamano la litania, prece seria, lebra dalla Chiesa a' 25 aprile nel-
«livota e frequente. Non si deve la festa di s. Marco evangelista; e
confondere la parola litania, con se accaderà doversi trasferire la
letania,laetania: questa ultima si- festa di tal santo, non si trasferirà
gnifica un giorno di festa, di gioia però la processione , se non che
e di allegrezza, dal verbo laetor, e quando la sua festa e il giorno ^5
come apparisce nel lib. IV, epist. aprile occorresse nel giorno di Pa-
io di S.Gregorio I, scritta a Gio- squa, perchè in allora si trasferirà
vanni arcivescovo di Ravenna, nella nella feria HI che segue. Ciò vie-
quale il Papa nel concedergli fa- ne ordinalo dal decreto della sa-
LIT LIT 11
era congregazione de' riti de' r4 col Quarti, punct. 4? "• ^35, ne vo-
lyoS, presso il Cardellini
feijliiaio gliono autori gli apostoli, e dico-
n. 356
ad 5: Si litaniae mnjo-
1 no che probabilmente s. Gregorio
iTs occnrrant in die Paschalis, Iras- I le abbia propagate ed ampliate,
fcraiìtnr in feriani lertiam sequeii- ciò che fecero eziandio gli altri
lem. 11 un precedente
Macri cita Pontefici, aggiungendo all' invoca-
decreto della medesima congrega- zione de' santi i nomi di altri. Af-
zione, cioè de' 25 settembre 1627, flitta Roma da una grave pesti-
dicendo che se maggio- la Litania lenza con numerose mortalità, a
re viene nel giorno Pasqua, si di segno che in un giorno nelle piaz-
trasferisse nel primo martedì se- ze caddero morti ottanta nelTatto
guente, acciò il popolo fosse piìi di sternutare o sbadigliare, s. Gre-
frequente essendo dì festivo; che gorio I ordinò che si dicesse Dio
si dirà però la messa solita delle ti sah'i a eh: sternutava, e si fa-
rogazioni senza commemorazione cessero segni di croce sulla bocca
dell'ottava , col prefazio feriale di coloro che sbadigliavano. Quindi
Pasqua, ed i! comuìunicantes, coi per placar 1' ira divina ed implo-
paramenti di colore paonazzo. Tal- rar misericordia, il Papa comandò
volta è avvenuto, come ne' i84i, per diversi giorni varie processioni
che la festa di s. Marco cadesse in e litanie. In una di queste alla ba-
domenica piivilegiata, la processio- silica vaticana coìV Immagine [f^cdi)
ne ebbe luogo e la festa si trasfe- della Beata Vergine, seguita dal
rì se la domenica non è privile-
; Pontefice, nel passare innanzi alla
giata la festa si celebra ; la pro- mole Adriana, udì egli le voci de-
cessione non è attaccata alla festa gli angeli che cantavano: Regina
del santo evangelista. Quanto al- Coeli,etc., a cui rispose s. Grego-
l'origine delle litanie maggiori o rio I: Ora prò nobis Deunij e nel
grandi, diverse sono le opinioni de- medesimo tempo vide sulla detta
gli storici. La maggior parte l'at- mole un angelo che rimetteva la
tribuiscono a s. Gregorio 1 Magno spada nel fodero, in segno di es-
del 590, ma egli stesso dimostra sere cessato il divino flagello, e po-
ch'erano già istituite, dicendo nel scia prese il nome di Ca-
l'edifizio
suo Ecgìslro, lib. Xi, cap. 2: So- stel s. Angelo [J^edi). La prima li-
lenmitas animae det'olionis, fralres tania di s. Gregorio 1 si celebrò
lìileclissiiìiì, iios ndiiionct, ut lila- nel mese di settembre per la pe-
nianij quae major oh omnibus ap- stilenza ma poi l' annua comme-
;

pcllantur, soWcilis, ac dcvolis de- morazione del ricevuto benefizio


beamus, auxilianle Deo, menlibux fu istituita nel giorno di s. Marco
celebrare. Il Platina, Polidoro Vir- evangelista, come tuttora si pratica
gilio ed altri sostengono che fosse- dalla Chiesa cattolica, e si raccoglie
io istituite da s. Leone 1 del 44^) dal secondo concilio d'Aquisgrana :

ma i critici lo controvertono. An- Ut litania major more romano ab


che Baronio in noi. ad
il marly- omnibus in septimo kalendas maji
rnlog. sub die aSaprilis, le crede ctlebrelur, can. io. Pare che il

jiiii antiche di s. Gregorio I, così Macri espressamente la litania di


il Martene, De divin. ofJ7<\ I. IV, s. Marco attiibuisca a s. Gregorio
e, 7j n. I. II Suarez poi ed altri 1, e producendo il passo del me-
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desimo, di sopra allegalo, cliia- 4^ ; o Paolo diacono, Dti longoharrl.
ramente dice che ogni anno volle lib. 3, cap. 2 5. AI clero fu slabi-
celebrarla in rendimento di grazie, lita la basilica laleranense, ai se-
e che Gregoiio I nel loco citato
s. colari la chiesa di s. Marcello, ai
dopo un lungo ragionamento con- monaci quella de' ss. Giovanni e
chiude, che la processione fu isti- Paolo, alle monache non ancora in
tuita in memoria del benefizio già clausura quella de' ss. Cosimo e
ricevuto. Tain de antiquioribiis Damiano, alle maritate s. Stefano
ffuant de praesenlibus beneficiis pie- rotondo, alle vedove s. Vitale, ai
tati ejus y in quantum possumus fanciulli e poveri la chiesa di s.

referre gratias mereamur. Cecilia. Con qualche diversità sono


L' Ugonio p. 4> Hisloria delle riportate le sette litanie da s. Gre-
xtazioni; il Severano, Memorie sa- gorio di Tours presso il Rinaldi
ere p. 262 e 725, ed il Piazza all'anno Sgo, n. 12. Il p. Bernar-
nella Gerarchia cardinalizia, p. do da Venezia nell'annotazione 44
432, narrano che s. Gregorio I al citato p. Chardon, dice che s.
istituì la litania maggiore nella Gregorio I per implorare la divina
chiesa di s. Sabina, ove convocato pietà ne' calamitosi suoi tempi ,

il popolo l'esortò a penitenza con istituì queste settenarie litanie, co-


un bel sermone, invitandolo pel dì sì dette perchè tutti gli assistenti
seguente a portarsi nella basilica in sette cori divisi, la medesima in-
di s. Maria Maggiore, e che da vocazione ripetevano; prima il cle-
questa chiesa nel settimo giorno, ro, e successivamente gli abbati coi
festa di Pasqua, il Papa si portò loro monaci, le abbadesse colle lo-
col popolo in processione a s. Pie- ro religiose, tutti i fanciulli, tutti
tro. Se l'immagine di s. Maria gli adulti maschi, tutte le vedove,
Maggiore o della chiesa di s. Ma- tutte Je maritate. Osserva, che al
ria in Araceli, o ambedue e in presente nelle chiese d' Italia si usa
giorni diversi furono portate io il duale, perchè o da una parte
processione, lo dicemmo a' loro intuona il clero e dall'altra i lai-

luoghi. Questa litania o processio- ci ripetono, oppure il clero solo in


ne fu detta Setti/orme, Septifor- due cori diviso fa la invocazione
mix, Litania septena, per aver s. replicata. Il Colti, nel Dici, liturg.
Gregorio tutto il popolo
I diviso par. I, tit. Litaniae mnjores, dichia-
in assegnando per adu-
sette classi, ra che queste litanie non si dicono
narsi a ciascun ordine la propria maggiori perchè sono state istituite
chiesa, donde nel giorno stabilito da s. Gregorio I, giacché prima di
dovevano partire, recandosi tutte lui la processione si chiamava li-

alla basilica di s. Maria Maggiore tania maggiore, ma così vennero


processionalmente , risuonando le chiamale ,
perchè la loro pro-
vie della città di gemiti e di fer- cessione si componeva di tutto
vorose preghiere ; indi cantando il clero secolare e regolare , e
le orazioni da s. Maria Maggiore con gran concorso di popolo, o
la processione portavasi a s. Pie- piuttosto per la lunghezza del viag-
tro con gran devozione, come nar- gio. perchè come si raccoglie da
ra Giovanni diacono che v' inler- un sagramenlario Gregoriano pro-
venne, l'ila di s. Gregorio j I. I, n. dotto dal Pamelio, usciva questa
LIT LIT i3

processione ia Roma dalla chiesa sione l'antifona degli Angeli; di che,


tli s. Lorenzo in Luciua, dove re- con altre notizie analoghe al pro-
citala sopra il popolo la colletta, digio del saluto che fecero gli an-
che incomincia : Mentem faniiliae geli all' immagine della Reata Ver-

tuae, si portava dalla Poita Fla- gine nella processione di s. Grego-


minia alla chiesa di s. Valentino, rio I, già parlammo al voi. XII,
della quale parlan)rao nei volu- p. 99 e I i5 del Dizionario. Quan-
me XIII, p. 4' *-^^^ Dizionario, to al clero secolare e regolare x'o-

nella quale si lecitava un' altra mano che si porla nella chiesa di
colletta, che principia : Deun qui s. ]Marco, quello dei capitoli assu-
culpa ; indi proseguiva il suo viag- me gli abili corali nel portico,
gio sino al ponte Milvio. Finalmen- nelle camere sopra di esso, nei
te progrediva la processione fino luoghi contigui, ed in chiesa. II

alla Croce, e terminava a s. Pie- capitolo laleranense, come il primo


tro, nel di cui atrio si recitava nell'ordine gerarchico, prende luo-
un'altra colletta, che incomincia: go in coro con quello della chiesa.
Adei^to Domine, e in quella basili- I cursori del vicariato dispensano
ca si celebrava la messa. Pare che al clero secolare e regolare il li-

l'avvenimento narralo di s. Gre- bretto : Ordo servandus in proce.<;-

gorio I accadesse nel jgi o nel sionibus faciendis in diebus s. Mar-


5ig3, giacché egli lu eletto nel Sgo ci Evangelistae et Rogationum . 11

e consacrato a' 3 settembre. Egli prelato vice-gerente dice in essa la


nella chiesa di s. Marco di Roma messa letta della feria, finita la

pose due stazioni, una delle quali quale assume il piviale paonazzo e
nel dì della festa a' 25 aprile. la mitra di lama d'oro, facendogli
Jn progresso di tempo in Roma da diacono e suddiacono due be-
non più la processione parti da s. neficiati del capitolo laleranense ,

Maria Maggiore, ma dalla chiesa che vestono la dalmatica e la to-


di 5. Lorenzo in Lucina, indi da nacella paonazza. Indi due cantori
quella di s. Marco ; laonde fu sta- in piviale paonazzo intuonano le
bilito, che nella mattina della li- litanie de' santi. Il cursore del vi-

tania maggiore il clero del capito- cariato chiama le corporazioni le-


lo valicano, si rechi nella chiesa ligiose, poi i capitoli secondo la

del Gesù, ove assunti gli abili co- loro graduazione, di che se ne può
rali passa a visitare la chiesa di s. prendere idea da quanto dicemmo
Marco, indi si porta processional- delle processioni delle Canonizza'
mente nella propria basilica, per zioni, e del Corpus Domini. Defi-
attendere dentro la porta di essa lando la processione, chi la com-
il clero secolare e regolare roma- pone fa riverenza, prima all' altare
no, che dalla chiesa di s. Marco maggiore, e poi al vice-gerente;
processionalmente si porta in s. Pie- quindi ogni corpo uscito dalla chie-
tro cantando le litanie de' santi, sa prosiegue il canto delle litanie,

coir antifona Regina Codi laetare, e giunto sul ponte s. Angelo i can-
alltluja. Ciò che cantano sul pon- tori ed ognuno canta 1' antifona
te s. Angelo ancora il capitolo di Angeli, Archangeli, eie, col ver-
s. Maria Maggiore ed minori os- i setto e responsorio. Il vescovo sen-
iervanti, dicendo tutta la proces- za mitra dice V orazione : Deus qui
i4 LIT L 1 l
ìiiìio etc. Ciò die pur fa il capi- l)iterio si eseguisce nel mercoled'i
tolo nomina-
vaticano, die con la delle rogazioni. Giunta la proces-
ta particolare processione, ha pre- sione in S.Pietro, si porta all'alta-
ceduta questa del clero secolare re del Sagramento, ove teriiiinate
e regolale, dicendo l'orazione un le litanie, monsign(jr vice-gerente
«^eriraonien; ; ma 1' antifona è quel- dice le preci, il salmo i cantori,
la di Rf^inn Coeli^ come si è det- ed il prelato i versetti e le orazio-
to. All'ingresso della basilica di s. ni, finite le quali intuona il 7'*;

Pietro, uno de' sagrestani minori di Dfum, che proseguono i cantori


essa distribuisce il presbiterio che vaticani, sebbene il capitolo avendo
tiene in una borsa di damasco ros- fatta la processione,, dopo il ricevi-
so, cioè un baiocco ad ogni par- mento del clero secolare e rego-
loco di Roma e luoghi suburba- lare siasi disciolto. II canto è ac-
ni ; ai capitoli delle basiliche, al compagnato dal suono dell'organo.
camerlengo del clero, ed ai capitoli Indi la processione si reca all'alta-
delle collegiale, come segue. Dieci re papale della Confessione, ove
baiocchi a quello lateianense , ed terminato il detto inno, i cantori
altrettanto a quello liberiano , il vaticani cantano l'antifona de' ss.

simile camerlengo del clero.


al Pietro e Paolo, e recitatasi dal vi-
Baiocchi sette e mezzo al capitolo cC'gerente l'orazione de'medesimi
di s. Maria in Trastevere, ed il santi apostoli, ascende I' altare, e
simile a quello Lorenzo in di s. comparte agli astanti la episcopale:
Damaso. Baiocchi cinque ad ognu benedizione, e si scioglie la pro-
no dei capitoli di s. Maria ad Mar- cessione.
tyres, di s. Celso, di s. Maria in Altri dicono che a questa sacra
A^ia Lata e di s. Eustachio. Baioc- funzione fu assegnato il 25 aprile
chi tre ad ognuno de' capitoli di nel declinar del secolo VII. Al
s. Nicola in Carcere, di s. Maria tetnpo di s. Gregorio 1 le grandi
in Cosniedin, di s. Angelo in Pe- litanie erano accompagnate da un
scheria, di s. Anastasia per il qua- rigoroso digiuno. iNon vi è oggid\
le prende s. IMaria in Cosniedin, che astinenza in parecchie diocesi
di s. Giorgio in Velabro, di s. Qui- a cagione del tempo pasquale, e
rico, di s. Prisca, e di s. Girola- osservasi ancora da alcuni il di-
tuo degli schiavoni. Il capitolo va- giuno delle stazioni, il quale fini-

licano impiega in questi presbiteri! sce a nona. Alcuni scrittori chia-


paoli quindici, perciò l'avanzo di marono questa litania, processio
ciò che distribuisce lo concede ai nigra, perchè anticamente in segno
chierici della basilica, i quali frui- di mestizia tutti si ricoprivano di
scono pure presbiterii de'canonici
i nero ammanto, come diceil Ma-
o capitoli che non intervengono cri. Nulla avvi di più commoven-
alla processione, come fanno or- te di quanto hanno detto i conci-
dinariamente quelli di san Gior- lii, i padri ed i santi pastori, die-
gio, di s. Quirico e di s. Prisca. tro alla maniera di assistere alle

E da avvertirsi, che non potendo- supplicazioni pubbliche ed alle pro-


si eseguire la processione a causa cessioni. 11 primo concilio d'Orleans

di tempo cattivo o d' impreveduta voleva che in questi giorni i pa-


circostanza, la distribuzione del pres- droni non obbligassero i loro servi
LIT LIT tS
alle fatiche ordinarie, affinchè lutti no, uscendo di chiesa, e proseguen-
i fedeh ragunati potessero unire i do le litanie. Precederà la croce
loro voti e le loro preghiere. 11 e seguirà il e nell'ultimo
clero,
concilio di Magonza ordinò die luogo il sacerdote apparato, come
tutti fossero alia cerimonia a pie- si è detto di sopra, nssieme coi
di nudi e in ahito di penitenza, ministri, vestiti de' sacri appara-
la qua) cosa fu per alcun terapo menti, per quanto lo richiederà
osservata. 11 cardinal s. Carlo Bor- la circostanza luogo. Se la
ed il

romeo adoperossi a tutto potere processione sarà più lunga del so-
in ridestale la pietà defedeli, nei lilo,o si ripeteranno le litanie, o
di delle grandi litanie e delle terminate queste, sino alle preci
legazioni. Conl'orme alle pie rego- esclusivamente, si diranno alcuni
le da lui fatte, le processioni co- salmi o penitenziali o graduali.
,

minciavano innanzi lo spuntar del ÌNon dicono poi inni o cantici


si

giorno, e duravano in fino a tre di allegrezza in questa occasione,


o quattro ore dopo mezzodì ; que- nelle rogazioni, o in altre pro-

sto santo arcivescovo di Milano cessioni istituite ad oggetto di pe-


digiunava iu questi giorni in pane nitenza. Se si dehba giungere ad
ed acqua e predicava più volte
, una o più chiese, sospese le litanie
per confortare il suo popolo alla o i entrando iu chiesa si
salmi ,

penitenza. Si possono leggere il canterà l'antifona col versetto ed


I\licro!ogocap. 57 nella Bihliot. orazione ( che si dice ne' suffragi
PP. XVlll, p. 489 ; Bona, De
t. per la commemorazione fra l'anno,

psalmod. cap, i4, § 4^ ^ Merati e non quella del giorno festivo, a


in addii, ad Gavaiit. t. I, par. 2, meno che non convenga con quel-
p. lao. 11 eh. Diclich nel suo la della detta commemorazione) del

Diz. sacro- liturgy sulle litanie mag- santo titolare di quella chiesa. Qui
giori nella festa di s. Marco, ri- va riportato il decreto de' sacri
porta quanto segue. de'22 marzo i63i, in Rhegien.
riti

» Radunato il clero e il popolo Non possunt in Litaniis inseri alii


de malie nella chiesa, tutti genu- sancii, praeter ibi descriptos, ne-
flessicon cuore umile e contrito que lempore pestis addendi sani
pregheranno il Signore. Poi il sa- titulares, et patroni cii'itatis sine

cerdote vestito di piviale, o alme- speciali concessione. Indi uscendo


no di cotta, e stola di color pao- la processione dalla chiesa, rias-
nazzo, assieme co'sacri ministri ed sunte le preci, tutti si porteranno
altri sacerdoti vestiti pure di cot- collo stesso ordine di prima alla
ta, stando iu piedi intuouerà l'an- chiesa dove si dovrà terminare
tifona: Exurge. Indi tutti genu- la processione. Perchè poi in mol-
fletteranno, e due chierici pure ge- li luoghi suole progredire la pro-
nuflessi innanzi all'altare maggiore, cessione da una chiesa ad un'altra,

comiucieranno a cantar divotamen- ed ivi celebrata la messa, ritorna-


le le litanie de' santi, rispondendo re collo stesso ordine alla prima
colla stessa voce tutti gli altri. donde si era dipartita ; perciò con-
Quando si avrà cantato : Sancta viene, che le litanie s' incominci-
Maria^ ora prò nobis, sorgeranno no in questa chiesa come sopra, e
tutti e ordiaatamente procederau- si proseguano fino a quella dove
i6 LIT LIT
si deve celebrare la messa. Final- l'Ascensione. Pieghiere pubbliche
ineule lenninata la processione si che si fanno per domandare a Dio
dirà la messa delle rogazioui ( si la conservazione dei beni della terra
deve però osservare il decreto dei e la grazia di essere preservati da
riti,25 settembre 1688: Occitr- ogni iliigello, e sono accompagnate
rente festa s. Marci die doiniuica, da digiuni o astinenze. Ftuono chia-
in iiiissa rogalionnr/i non dicilur mate Iriduane, e Litanie minori o
Credo ffuia est mìssa feriali), sen- piccole Litanie, ipev distinguerle dalla
za la coinmemorazioue di s. Mar- Litania maggiore o grande. Nelle
co. Se si terminasse poi la pro- litanieminori delle rogazioni si os-
cessione ad una chiesa dedicata a serverà tutto ciò che si è detto di
s.Marco, in allora si canterà la sopra intorno alle Litanie maggiori
messa di detto santo, e non delle (yedi), secondo le prescrizioni del
rogazioni, come ordinò la congre- Rituale romano. L'obbligazione di
gazione de'riti a'23 maggio i6o3, lecitare le litanie nella festività di
eil a' IO gennaio 1693, in una s. Marco o 25 aprile, e nei tre gior-
Galliaruni. Si in die s. Marci ni delle rogazioni, est sub mortali,
post processìoiieni i/i ecclesia mi- al Lezana t. I, cap. 12, n.
dire di
fiori, seu non collegiata cantelur 23, Suarez e Bonacina ibi relati;
unica niissa, ipsa dehet esse de imperciocché-, secondo il comune
rogationilnis, et seivanda est ru- parere dei teologi, e l'uso della
brica tnissalis roniuni posila ante Chiesa, si calcolano come una par-
missani festi s. Marci, ubi prae- te dell'uffizio di quei giorni. Onde
scribilnr, cjuod de praedicto san- quelli che sono obbligati all'uffizio
cto cantanda est niissa tantummo- divino, se non le recitano in pro-
do, cjuando processio lerminatur cessione sono tenuti de praeceplo
ad ecclesiani eideni sancto dicatant, a recitarle privatamente, come so-
(fiteniadinodu/ii cavetur in caere- gliono notare a' suoi propri luoghi
nioniali episcop. lib. 2 , cap. Sa, i calendari ; e ciò lo sostiene eoa
et dccrevil S. C. ut supra " . V. diversi autori anche Reinfestuel
il Ritual Rom.: Ordo servand. in Theolog. moral. tract. 6, dist. i, q.
Litaniaruni majoruai processione 3, n. 6 et seq. Sono poi tenuti
s. Marci et Piogationum ; Missal. a recitarle in quella mattina, e non
Rom. in festo s. Marci ; e gli ar- al vespero del giorno antecedente,
ticoli LiTAAiA, e Litanie minori per decreto della sacra congrega-
DELLE Rogazioni, ove diciamo che zione de' riti, settembre 1607.
del i.°
sono obbligati a recitare le litanie F. il Ferrari, Bibliolh. t. V, in Li-
in queste e nelle maggiori, tutti tania n. 16 e 17. Si attribuisce l'i-
quelli che sono tenuti alla recita stituzione delle rogazioni a s. Ma-
dell'uffizio divino, nella mattina merto vescovo di Vienna nel Delfi-
istessa. nato nel 4'J2, o 468, o469,ovvero
LITANIE MINORI DELLE nel 474>i'<l'J'ile esortò i fedeli della
ROGaZIONI. Tre processioni con sua diocesi a fare delle preghiere,
r invocazione dei santi, orazioni e delle processioni, delle opere di peni-
messa, che si celebrano nella Chie- tenza per tre giorni continui, a fine di
sa durante i tre giorni che prece- placare la giustizia divina, edi ottene-
dono immedialamenle la festa del- re la cessazione dei terremoti, degli
LIT LIT 17
incenJi, e la strage delle bestie fero • costume si propagò nelle altre
ci, dai quali inforluni eia atilitto eh iese.
il furono chiamale litanie
popolo : Alcuni fanno questo pio istituto
gallicane, perchè erano state istitui- anteriore a s. Mamerto, e non
te da un vescovo delle Gallie. Che questi istitutore, ma restauratore
le rogazioni minori furono istituite dell'antico rito interrotto, perchè s.

da s. Mainerto, lo disse espressa- i\gostino fa menzione di queste ro-


mente s. Avito, che succedette ad gazioni nel sermone 178 c/e tempo-
Esichio successore di s. jMamerto, re nella vigilia dell' /ascensione, ch'e-
nel sermone delle rogazioni, stam- rano in osservanza presso i fedeli
pato da Giovanni Cagneo, e ristam- dell'Africa ; il santo visse sino al
pato dal Aleiiardo nelle note al Sa- al 43o, ma gli eruditi attribuisco-
cramentario di s. Gregorio I; e no tal sermone a s. Cesareo d'Ar-

Io disse ancora Sidonio Apollinare les, contemporaneo di s. Mamerto.


nella lettera che scrisse al mede- Queste litanie triduane erano con-
simo san Mamerto lib. VII, e- giunte col digiuno, come alFerma
pisi. I, ed in un'altra ad Apruin il citato Sidonio, e ad imitazione
lib. V, epist. i4- Rogationnni con- de'penitenti ni ni viti; ed il Marlene
ttniplatioìie revocabere, quaruni no- t. IV, cas. 27, n. 4) ^'ce che in
bis soleninitaleni prinuis Mamerlus queste rogazioni si benediceva la
pater et pontifex, reverentissimo e- cenere, e si poneva sul capo di cia-
xemplo, utilissimo experimento inve- scuno. Di tal digiuno parla il pri-
nit, instituil, invexit. Il Macii dice mo concilio d'Orleans del 5i i, can.
che s. Mamerto istituì le processio- 1 9. Rogationes, sive litanias ante
ni delle rogazioni o litanie Iridua- Ascensìonem Domini placuit cele-
ne, nell'occasione di alcuni lupi brarij ita ut praemissum triduanum
che infestavano tutto il paese, con jejunium in A
scensionis Domini so-
grave danno del popolo; aggiunge, lemnitate solvatur. Per quod tri-
che ciò si conferma dal libro inti- duum servi, et ancillae ab opere re-
tolato Sacerdotale, dove descriven- laxerunt, quo magis plebs univer-
dosi la processione delle legazioni sa conveniat : quo triduo omnes ab-
si fa menzione di questi lupi, le stineaiit, et quadragesiinalibus cibi
cui figure portavano intagliate
si utantur. Questo canone colle mede-
sopra aste. Ado vescovo egualmen- sime parole è replicato nel concilio
te di Vienna, in Chron., riporta l'i- di Epaonacan. 27, e si ha Roga-
stituzione di s. Mamerto, lo che con- tiones,de consecr. dist. 3. In diver-
ferma il martirologio l'omano agli si luoghi si pratica ancora questo
I I maggio. Viennae s. Mamerti e- triduano digiuno, e dice il Macri
piscopi, qui oh invninentem cladeni verbo Litania, che si osservava in
solemnes ante Ascensìoneni Domì- Malta da' cavalieri gerosolimitani, se-
ni triduanas litanias in ta urbe in- condo i loro statuti. Generalmente
slituit; queni ritum postea universa- poi fu dismesso, per conformarsi col
lis Ecclesia recipiens coniprobavit. sentimento comune de' santi padri,
L'esito di queste preghiere le fece iquali stimarono non doversi digiu-
continuare in seguito come un pre- nare in tempo pasijuale. Quindi la

servativo contro le accennate ed al- chiesa ambrosiana per poter digiu-


tre calamità, e ben presto il pio nare celebra le rogazioni dopo l'A-
vnr.. xxxiv.
i8 LIT LIT
sceuslone, non essendo lecito il di- lanie di che pure trattano il Si-
;

giuno alla presenza dello sposo Ge- gonio, De regno Italiae ad an. 8u i

sù, com'egli stesso disse Mar- in s. p. 160 ; Bona, Psalmod. cap. 4>
co, e. 2, u. 19. Nella Spagna nel 5 4» Mabillon, De lilurg. GalLic. p.
VII secolo furono destinati i gior- iSg, e Marlene, De divin. off.
ni di gioved"ij venerdì e sabbato do- cap. 27.
po la Pentecoste per le rogazioni. L'Ugonio w^\ Istoria delle stazio-
La chiesa d'Angers nella feria IV ni di Roma, p. 4> racconta, che s.

delle rogazioni ordina la processio- Leone Ili ordinò che le litanie mi-

ne in modo, che le dignità incedo- nori si celebrassero in questo mo-


no vicino alla croce, seguite dai ca -
do. Dispose che nel primo giorno
nonici, indi dai chierici, probabil- la processione andasse dalla basili-
mente per denotare, come nella ce- ca di s. Maria Maggiore a quella
leste patria Erunt novissimi primi,
: di Giovanni in Laterano; che nel
s.

et primi novissimi, come disse Ge- secondo la processione partisse dal-


sti. Diverse da queste sono le ro- la chiesa di s. Sabina, per la ba-
gazioni istituite da s. Gallo vesco- silica di s. Paolo fuori le mura ; nel
vo, delle quali ragiona s. Gregorio terzo la processione si recasse dal-
di Tours lib. IV, e. 5 ; perchè si s. Croce in Gerusalem-
la basilica di

celebravano nella metà di quare- me, a quella di s. Lorenzo fuOri le


sima. Così ancora si fa menzione mura. Queste chiese dai successivi
di altre rogazioni nel primo conci- Pontefici furono valiate. Al presen-
lio di Lione, le quali si celebravano te le rogazioni stabilite da
s. Leo-
nel mese novembre. Similmen-
di ne HI, secondo alcuni nel 798, per
te il concilio Gerondense o di Girona l'allontanamento de' divini flagelli
celebrato l'anno 5 17, parla di altre e preservazione da disgrazie, e la
rogazioni, le quali si facevano nel- conservazione de'beni e frutti del-
le feria quarta, sesta, e sabbato do- la terra, si celebrano dal clero seco-
po la Pentecoste. Nella Chiesa ro- lare e regolare in Roma, col seguente
mana ebbero origine le mi-litanie regolamento. Nel lunedì il clero se-
nori, non da s. Liberio Papa, co- colare e regolare si porta nella chiesa
me scrisse Giacomo di Vitriaco, ma di s. Adiiaiio.ove quello dei capitoli
bensì dal Pontefice s. Leone 111, assume gli abili corali. Il vescovo vi-

come abbiamo da Anastasio Biblio- ce gerente di mes-Roma ivi dice la

tecario nella sua vita. Ipse vero a sa bassa della feria con paramenti
Dea protectus, et praeclarus Pon- paonazzi, finita la quale assume il
tifex consLÌUiit, ut ante tres dies piviale di tal colore, e la mitra
Asccnsionis doininicac celebrarentur. dilama d'oro, facendogli da diaco-
Il Novaes pertanto ci narra, che no e suddiacono due parrochi ve-
per cagione di uno spaventevole ter- stili di dalmatica e tonacella pao-
remoto, che nell' ultimo giorno di nazze. Indi due cantori con piviali

aprile dell' 801 sobbissò parecchie dello stesio colore intuonano le

città d'Italia e la basilica di s. Pao- dopo di che un cur-


litanie de'santi,
lo fuori le mura di Roma, s. Leo- sore del vicarialo chiama le coipu-
ne III comandò che ne' tre giorni razioni religiose ed i capitoli, secon-
precedenti all'Ascensione si cantas- do il rispettivo ordine gerarchico,
sero in pubblica processione le li- pei la processione, che detìla dalla
LIT LIT '9
chiesa di Adiiano, facendo quel-
s. l'altare maggiore il versetto: Ora
li che la compongono prima d'uscir- prò nobis s. Clemens, ed il vice-geren-
ne la riverenza al Crocefisso del- te recita l'orazione: Deus, qui nos
l'altare maggiore, indi al prelato vi- annua b. Clementis. Biassunte le li-

ce-gerente. Allorché ogni corpo è tanie, la processione lecasi alla ba-


fuori della chiesa, prosiegue il can- silica Lateranense, dove avanti l'al-

to delle litanie, e la processione tare del Sagramento, il vescovo di-


si reca nella chiesa di s. Maria dei ce il Pater noster j indi i cantori
Monti, ove all'altare maggiore can- i intuonano il salmo 69 Deus in ad- :

tori dicono il versetto: Gaiide el j'utorium, ed hanno luogo le altre


laetare etc, ed il vescovo senza mi- preci come nel giorno di s. Marco.
tra l'oiazione : Deus, qui per resur- I cantori inluonano poscia l'anti-
rectioncm. Uscita la processione dal- fona Salvator mundi, ed il vescovo
la chiesa, e ripreso il canto delle delta l'orazione Omnlpotens, inluo-
litanie si porla in quella di s, Pras- na il Te Deum, e la processione
sede, ove innanzi 1' altare mag- portasi in mezzo della chiesa avan-
giore i cantori dicono il verset- ti le teste de' ss. Pietro e Paolo.
to : Ora prò nohis s. Praxedes, ed Allora si canta l'antifona: Gloriosi
il vescovo l'orazione Exaudi della principes, col versetto Constitues eos,
santa. Riprese le litanie, la proces- inJi il vescovo recita l'orazione:
sione passa alla basilica di Maria
s. Deus cu/US dextera, e dopo YExau-
Maggiore all'altare del Sagramento. dial il vescovo comparle dall'altare
Dopo l'ultimo Kyrie il vescovo ge- la triplice benedizione, si fa l'cslei;-

nuflesso dice il Pater noster e le sione delle sacre teste, ed in sagre-


altre preci come nel giorno di s. stia depone le vesti pontificali. JXel

Marco. Indi la processione recasi mercoledì, terzo ed ultimo giorno


all'altare della Beala Vergine nella delle rogazioni, il clero secolare
cappella Borghesiana, inluouando i e regolale si porta alla basilica

cantori l'antifona: Regina coeli, do- di s. Lorenzo in Damaso, ove si

po la quale il vescovo dice l'ora- fa quello che si praticò in s. Adria-


zione: Deus, qui per reiurrectioneni, no, e processionahnente si reca a
e poi intuona il Te Deuni che pro- s. Pietro in Vaticano, al modo det-
sieguono cantori, procedendo la
i to nella processione Marco, a- di s.

processione sino all' aliare maggio- veiido ancora luogo quelle cose ed
re. Ivi dicesi l'antifona : j4nle cor- orazioni ivi descritte. In questo gior-
para sanctoruni, col versetto Con- no prima del Te Deuni il vice-
,

fìleantur, ed il vescovo dice l'orazio- gerente intuonava l'inno Feni Crea-


ne: Concede eie. ut ìiiletcessio b. tor Spiritus, e dopo il versetto E-
Mathiaeac ss. I cantori detto VEx- milte, recitava l'orazione: Deus qui
audiat nos onuiipotens, il vescovo corda. Il capitolo vaticano si tro-

comparte dall'altare la triplice be- va a ricevere il clero secolare e


nedizione. Nel martedì il clero se- regolare all' ingresso interno della
colare e regolare si aduna nella chie- basilica, e siccome in coro ha assi-
sa di s. MariaJNuova, ove si fa quan- stilo alla messa ed al canto delle
to dicemmo di sopra in s. Ailriano. litanie, nel luogo che gli compete
Giuntala processione nella chiesa di si pone in processione, e con essa
s. Clemente, cantori dicono avantii recasi agli allari del Sacramento e del-
20 LIT LIT
1.1 Confessione, ove si dicono quel- della Natività, dell'Assunzione e del-
le oia/ioni, ed ha luogo quanto di- la Purificazione, dovendosi portare
cemmo parlando della processione in tali feste il clero col popolo in
del giorno di s. Marco. Dopo di che processione dalla chiesa di s. Adria-
dal clero secolare si passa nella se- no, alla basilica di .s. Maria Mag-
gresliadove si fa l'elezione del Ca- giore. Fece questa disposizione san
merlengo del clero romano (Fedi) Sergio per render grazie alla gran
I,

nel modo descritto a quell'articolo. matlre di Dio, del segnalato bene-


1 orientali non conosco-
greci e gli fizio di averlo liberato da una e-
no le roga/ioni queste si osserva-;
norme calunnia. Le litanie della
vano dall' Inghilterra prima dello Beata Vergine contengono umili
scisma; altrettanto dicasi di altri suppliche a Dio e divote preghiere,
stali che fatalmente abbracciarono secondo anco il significato della pa-
la pretesa riforma. De sacris pro- rola Litania { Fedi), interponendovi
cessìonibus et supplicalionibus, dif- con diverse invocazioni la potente
fusamente scrissero il p. Gretsero intercessione di Maria Vergine, che
ed il p. Serrario. Il Sarnelli nel t. ivi è in modo particolare onorata
IX delle Leu. eccl. ci dà la lett. per i differenti titoli di mistiche fi-

XXXV: Della istUuzione delle ro- gure, di encomi sublimi, e di glo-


gazioni o litanie minori, e di al- riosi nomi, coi quali viene invoca-
tre processioni. ta. La Chiesa poi aggiungendo di
LITANIE LAURETANE o dell^ quando in quando nuovi attributi
Beata Vergine Maria. Le litanie vol- a Maria, accrebbe anche il nume-
garmentedette della Madonna vengo- ro delle litanie sino al numero che
no chiamate Litanie Laiiretane nelle sono al presente ; e s. Pio V per la

costituzioni dei sommi Pontefici Si- celebre vittoria riportata a Lepan-


sto V, Reddituri, degli i luglio i to dai cristiani contro i turchi, ri-
1587; di Clemente Vili, Sanctissi • conoscendola dalla valida protezio-
mus, de'6 settembre 1601; e di A- ne della Beata Vergine, ordinò che
lessandro VII, la supremo, de' 28 nelle litanie s'invocasse quale Àu-
maggio 1664, poiché in ogni sab- xiliuni Christianoru'ii ; Ora prò
bato con maggior solennità si can- nobis. qualunque giorno poi,
In
tano nel santuario della s. Casa in e in qualunque luogo si posso-
Loreto [Fedi). Sono esse antichissi- no recitare queste litanie ; ed il

me, e non senza fondamento si de- giorno principale , in cui nella


duce essere state istituite fino dai chiesa si sogliono cantare, è il sab-
primi secoli della Chiesa. Assicura- bato, siccome giorno sacro alla ss.

no tutti i che queste


sacri scrittori Vergine ed in ispecial modo a lei
litanie sono antichissime, e che fu- dedicato, secondo ciò che dice s.
rono recitate dai fedeli tanto nelle Tommaso d'Aquino Opusc. 6: Ser-
chiese che nelle case private. Il Pa- vamus christiani sabbatnm in ve-
pa s. Sergio I del 687 decretò che neratone Firginis gloriosae, in qua
queste litanie si recitassero ogni an- remansit totajìdes, tali die in mor-
no nel giorno dell' Annunziazione, la te Chris ti.
quale istituzione fu ampliata dallo Come la più antica tradizione ha
stesso Papa alle altre principali fe- trasmesse le litanie della Madonna,
ste della stessa ss. Vergine, cioè sempre si sono recitale dai fedeli
LIT LIT 21
nelle pubbliche chiese e nelle case fa di orazioni ec. dell'edizione di
private; e perchè tali si inantenessero Homa 1841, p. "254 e seg. Il sa-
in avvenire, proibì Clemente Vili cerdote Mondelli
Francescantonio
si cantassero altre litanie, fuorché le scrisse una Dissertazione sopra Le

laaretane, ed Alessandro VII proi- litanie Lauretane contro il signor

bì nella citata costituzione fare Rondat, ch'è la II nella l'accolta


qualunque innovazione circa le me- del Zaccaria di Dissert. ecclesia-
desime. Il eh. sacerdote Diclich nel stiche t. XVI, p. j48, Roma 1795.
suo Diz. sacro- liturgico e nel Hie- LITANIE DE' SANTI. Invoca-
rolexicon del Talù da lui accre- zione di Dio, della Beata Vergine,
sciuto, agli articoli Litania ripoita de' santi angeli ed arcangeli , dei
i corrispondenti decreti de'Papi e patriarchi e profeti, degli apostoli
delia congregazione de'rili, in un al- ed evangelisti, dei discepoli del Si-
le litanie aquileiesi, diverse atfatto gnore dei martiri, pontefici , con-
,

dalle lauretane, clie cantavano a si lèssori , dottori, sacerdoti, leviti,


Venezia. Acciò i lèdeli cristiani sem- monaci, eremiti, ed altri santi; del-
pre piìi sieno eccitali a ricorrere a le vergini e vedove. Invocazione
Maria santissima, perchè preghi Id- per essere preservati dal peccato
dio per noi, e nel tempo stesso ad dall'ira divina, dalla morte improv-
onorarla, il Papa Sisto V colla so- visa , dal terremoto, peste ,
fan»e ,

praccitata costituzione concedè due- guerra ; da altri flagelli e pericoli;


cento giorni d'indulgenza ogni volta dall'insidie del demonio, dall'al-
che divotamente, e con cuoie con- trui odio, dallo spirito di fornica-
trito reciteranno le dette litanie. zione, dalle folgori e tempeste, e
Benedetto XllI con decreto della dall' inferno. Invocazione di alcuni

sacra congregazione delle indulgen misteri principali, pel divino aiuto,


ze, de' 2 gennaio 1728, confermò
1 difesa e patrocinio della Chiesa, del
la stessa indulgenza e Pio VII con- ; suo capo e de' suoi ministri e con- ;

fermandola di nuovo con decreto tro nemici della Chiesa, infedeli


i

Urbis et orbis della medesima con- ed eretici per la pace e concordia


;

gregazione, de 3o settembre 1817, Ira' principi ed il popolo cristiano;


la estese in perpetuo anche a gior- per conservarci nel divino servigio;
ni trecento, concedendo inoltre in pregando pei fedeli vivi e defunti,
perpetuo a quei che ogni giorno le pei benefattori e per ottenere e
reciteranno ,
1' indulgenza plenaria conservare i frutti della terra, ol-
nelle cinque feste di precetto della tre altre orazioni e preghiere. Sul-
Beata Vergine, secondo il calenda- r esempio di queste litanie de'santi,
rio romano, cioè della Concezione, dice il Bergier all'articolo Litanie^
Nasci ta^ Ann unziazione, Purificazione si composero delle altre litanie par-
ed Assunzione; con che in tali fe- ticolari , ma che non sono tanto
ste veramente pentiti, confessati e antiche. Aggiunge, che Basnage di-
comunicati, visitando una pubblica scorrendo sulle litanie e rogazioni,
chiesa, preghino secondo l'intenzio- nella Storia della Chiesa, 1. 21, e.
ne del sommo Pontefice; dichiaran- 3, pretende che in origine nelle li-
do che tali indulgenze si possano tanie non si parlasse de'santi, ma
ancora applicale alle anime del pur- si dirigessero a Dio solo non ne ;

gatorio. Tanto si legge nella Raccol- reca però alcuna prova positiva;
1^ LIT LIT
si contenta di citare gli autori i bì la stampa o la recitazione di
qiinli che vi si pregava
scrissero altre litanie in chiesa , se non
JJiOj che se ne implorava la mise- quelle de' santi e della Beata Ver-
ricordia e l'aiuto. E chi mai ne gine dette Lauretane. 11 Macri dice
tlubilò? Egli inoltre osserva, che che la congregazione dei riti a'?,2
diciamo soltanto ai santi ,
pregale marzo i63i rispose ai canonici di
per noi, quando a Dio diciamo, ab- Reggio secondo il disposto di s.
,

bi pietà di noi, ci soccorri, ci per- Pio V. Molto meno si possono ag-


dona ; dunque queste preghiere si giungere santi non canonizzati nel-
riferiscono a Dio, alcune immedia- le litanie, come avverti il ven. Bel-
tamente e direttamente, altre indi- larmino, De sanclor. bcatitud. e. fo;
rettamente e per la intercessione dei e neppure privatamente, come scris-

santi. Cosi la intesero gli antichi ;


se Sancii. Iib. 2, e. 4^ , num. 5
così pure la intende la Chiesa cat- suni., almeno senza speciale facoltà,
tolica; dunque la riflessione di Bas- secondo che notò il Piazza a p.
iiage niente prova, come conchiu- 218 del Santuario romano. I de-
de il Bergier. Dell' invocazione dei creti della sacra congregazione dei
santi, antichissima nel cristianesi- riti su questo argomento si leg^o-
mo, ne parleremo all' articolo San- no nel Hivrolcxicoii del Talù dal
to. Le litanie che contengono l'in- eh. sacerdote aumentato.
Diclich
vocazione de'santi e petizioni , sono Dice il Sarnelli che Clemente XI,
antichissime, dicendo s. Basilio nel- per la frequenza de' terremoti fa-

r episl. 63, ch'erano in uso nella talmente accaduti al suo tempo,


chiesa di Neocesarea. Il Macri ed aggiunse alle petizioni delle litanie
il Sarnelli, citando Valfrido Stra- de' santi , dopo quella ab ira tua,
bene, De rebus eccles. cap. 28, di- questa altra: A flagello ter raeniotus;
cono che le litanie o invocazione Libera nos Domine. Quando Cle-
de' santi , non furono in uso prima mente XI compose 1' utlizio di s.
de' tempi dis. Girolamo, il che si Giuseppe sposo di Maria Vergine,
deve intendere nella Chiesa roma- per recitarsi nella Chiesa universale,
na. Il p. Zaccaria negli opuscoli del molte persone pie fecero istanza
p. Calogeri e nel t. I delle Dissert. perchè il nome dello stesso santo
i'arie italiane eccl., riporta alcune fosse messo in queste litanie, in
litanie de'santi antichissime, in cui vista della quale fu data 1' incom-
sono invocati alcuni santi poco noti benza al promotore della fede Lam-
nei martirologi. Alcuni chiamano bertini, poi Benedetto XIV, per
le litanie òe sax\\\ Litanie maggiori, darne il suo sentimento, il quale
quelle della Madonna Litanie minori. fu di parere affermativo, come pro-
11 Papa s. Pio V riformò le li- vò con una eruditissima disserta-
tanie de'santi, per nomi e cose i zione, inserita nella sua opera : De
clic in progresso di tempo eransi canon, ss. lib. IV, par. II, cap. 20,
andate aggiungendo, e comandò n. 7. Ma la congregazione de' riti

che niuno vi aggiungesse altri nulla volle decretare, per non es-
santi ancorché tutelari o altro, sersi addotte nell' istanza le sup-
inconsulta sede apostolica. Clemen- pliche de' principi , magnati e ceti
te Vili con pubblico decreto del- ecclesiastici. Passati nove anni so-
1 anno 1601^ espressamente proi- pravvennero quelle dell'imperatore,
L IT LIT 23
del granduca di Toscana, degli e- provincia di Tracia nell' esarcalo
lettori di Colonia e Palatino di , del suo nome, sotto la metropoli
quaranta generali e procuratori ge- di Filippopoli, eretta nel IX seco-
nerali di ordini e congregazioni re- lo, quindi divenne arcivescovato
ligiose, onde di nuovo fu proposta onorario. Ne furono vescovi N.
l'istanza a' 17 aprile 17^3; però che assistette al concilio del pa-
Innocenzo XllI prese tenopo a de- triarca Calisto, in cui gli avversari
liberare e morì nel seguente anno. dei palamiti Acindino e Barlaam
Gli successe Benedetto XIII al qua- furono condannati e Metodio che ;

le fu riprodotta la domanda, onde sedeva nel 1721. Oriens christ.


eglicon decreto della congregazio- tom. I, p. 16 18.
ne de' riti de' 19 dicembre 1726, LITTA Alfonso, Cardinale. Al-
fece introdurre nelle litanie de'san- fonso Lilta, di nobilissima famiglia,
ti, dopo s. Giovanni Battista, il no- nacque in Milano, e si può dire che
me del patriarca s. Giuseppe. Que- insieme col latte succhiò la pietà. Ed
ste litanie de' santi si cantano in in fatti in tenera età si sarebbe de-
diversi tempi nella Chiesa, nel sab- terminato di abbracciare l' istituto

bato santo dopo la XII profezia, de'cappuccini, se non l'avesse dal-

nelle processioni delle Lilnnie mag- la concepita risoluzione distolto il

giori, delle Litanie minori ( Vedi ), consiglio di dotti ed autorevoli per-


ed altre di penitenza e supplicazio- sonaggi, che attesa la di lui delicata
ne, nella esposizione e reposizione complessione gli dimostrarono l'im-
del ss. Sagramento in forma di possibilità di eseguire il pio suo propo-
quarant'ore, e per lucrare i' indul- nimento. Applicatosi allo studio del
genza delle stazioni, ed in altre sa- diritto canonico nell'università di
cre funzioni e tempi. Nel voi. Vili, Salamanca, lo compì poi in quella
p. 270 del Dizionario , abbiamo di Bologna, nella quale riportò la
parlato della distribuzione che nel laurea di dottore. A persuasione del
d'i delle ceneri si fa nella cappella cardinal Federico Borromeo condot-
pontifìcia, del libro deWe Litaniae et tosi in Roma, dopo aver ivi im-
preces, per recitarsi nel tempo del- piegati i suoi talenti nel pontificato
la quaresima nelle cappelle dome- di Urbano Vili in diverse congre-
stiche de'cardinali ed altri, per lu- gazioni, in parecchi governi e tra
crare r indulgenza delle stazioni. gli altri delle città di Rimini, Or-
Qui noteremo che il prefetto delle vieto, Spoleto e Camerino, e in tut-

cerimonie pontificie prende prima te e tre le legazioni col carico di


licenza dal Pontefice per far stam- vice legalo in luogo del cardinal An-
pare tali libretti interpellando se, tonio Barberini, fu eletto commis-
voglia farvi aggiunte o variazioni; ed sario generale dell' esercito ponti-
in quello che consegna ad un cap- fìcio, ed in tutte queste differenti
pellano segreto per uso del Pon- circostanze essendosi condotto con
tefice, nell'orazione: Deus^ omnium integrila e valore, fu provveduto
fideliinn pastor et rector, dopo que- delle insigni abbazie di san Giulio
ste parole vi si aggiungono ut me di Dolsago , e di s. Giovanni di
indignimi, proseguendosi col fama- Appiano , la prima .situata nel-
lii/n tuiim etc. la diocesi di Novara, la seconda
LITITZA. Sede vescovile della in quella di Milano. Appena Inno-
^4 LIT LIT
ccnzo X divenne Papa, Io iinndò li, di cui riceveva nota dai parrochi
in Ascoli con suprema autoiità, per (Iella città; e nella solennità del Na-
calmare i tumulti, le discordie e le tale, e nel giorno della Cena del
sedizioni ivi eccitatesi. In tempo del- Signore, praticava Io stesso officio
la sollevazione di Napoli, governata di carità con seicento poreri. Fu
la provincia di Marittima e Cam- pure mollo elemosiniero colle case
pagna, fu successivamente per un religiose, cogli spedali, coi carcerati,
triennio dichiaralo governatore di cogli orfuii, colle vedove, colle po-
quella della Marca d' Ancona. Va- vere fanciulle, in una parola con
cata frattanto la chiesa di Milano, tutti i miserabili non meno della
fu da Innocenzo X ad essa promos- città che del resto dell' arcidiocesi.
so nel i65?,. I suoi primi pensieri Dopo essere intervenuto ai ct)ncla-
furono di dare principio al suo go- vi Clemente IX, di Clemente X
di
verno colla visita de' luoghi alpestri e d' Innocenzo XI, mentre stava sul
e montuosi della sua arcidiocesi, punto (li restituirsi alla sua chie-
dopo che nel i658 celehrò il si-
di sa, fu sorpreso dalla podagra, che
nodo, che di nuovo convocò nel dopo averlo lormenlat«j per tre an-
iGyo con gran vantaggio della chie- ni conliiiiii, finalmente gli tolse la
sa milanese. Il nemico dell' uman vita ili Roma
1679, d'anni 71.
nel
genere seminò in cpiel fruttifero cam- Trasferito il suo
cadavere in Mi-
po la discordia, (juale si accese tra lano, trovò perpetuo riposo in quel-
l'arcivescovo e i regi ministri a la nietropolitaii;», nella cappella
cagione dell' immunità ecclesiastica ;
del ss. dove vivendo
Crocefisso ,

nella quale occasione provata come erasi apparecchiata la tomba, con


l'oro nel crogiuolo la di lui costan- una semplicissima iscrizione. Fran-
za ed intrepidezza sacerdotale, dal- cesco Maria Bordocchi pubblicò nel,
le gravi contraddizioni che gli con- 1691 la verace vihi di «piesto car-
venne sostenere in difesa della me- dinale, che III mai seni|)re in repu-
desima, senza alcun riguardo né tazione di uomo dottissimo, di egre-
alla propria vita, né all' interesse gio letterato, filosofo e giureconsulto,
de' suoicongiunti, alla fine contro lasciando le costituzioni de' sinodi
ogni suo pensiero fu rimunerata da diocesani XXXV e XXXVI, ed al-
Alessandro VII, che a' i4 gennaio quante lettere. Il Zani nelle Memorie
1664 lo creò cardinale dell'ordine degli accademici gelati di Bologna,
de' preti, indi lo puhblicò nel con- a car. 3 e seg. ne fa un breve ed
i

cistoro de' i5 febbraio 1666. Reca- espressivo ritratto. L'Argelati nel II

tosi a Roma a prendere le insegne tomo della sua ^/'/'//o/eca degli scrit-
cardinalizie, gli fu conferita per titolo tori milanesi, ci ha lasciato un esat-
la chiesa Croce in Gerusalem-
di s. to catalogo delle opere del cardina-
me, e provveduto di due altre abba- le.Il cav. Corraro nella sua relazio-

zie. Indi Clemente IX lo annoverò alle ne della corte di Roma, a p. 867


congregazioni de' vescovi e regolari, scrisse, ch'era uomo applicatissimo
del concilio, di propagandante, ed al negozio, non stancandosi mai di
altre. Ottenuta
eminente dignità l' studiare le cose che doveva trat-
cardinalizia, piìi che mai al-
si diede tare, dando sempre saggio di buoni
le opere della misericordia, onde ali- costumi e d'integrità di vita
mentava ogni giorno quaranta pove- LITTA LoRE.Nzo Cardinale , .
LIT LIT i5
Lorenzo de'marcliesi Lilla Viscon- vescovo di Chelma Skarze-ttski inno-
ti- A lese, nacque di chiarissima gen- cente, ma sentenziato a molle. Ed
te patrizia in Milano, l'anno 1766 un' eguale salvezza avrebbe egli al
a'7.3 lebbraio. ÌNella prima età sua certo arrecata ai vescovi di Livo-
venne inviato dai genitoii a Roma nia e di Wiliia, Knssaco'jvski e
nel collegio dementino, onde Vi Massalski, barbaramente sagrificali,
apprendesse gli erudimenli d' ogni se più sollecitamente gli fossero per-
maniera di lettere. Ne si inganna- venute le notizie della loro tristis-
rono nel loro consiglio, mentre e- sima sorte, per cui liuscirono vane
gli vi alte'>e con tale studio, e svi- le sue vigorose ed energiche oppo-
luppò tali talenti da essere fino da sizioni. IMa l'apostolico di lui co-
allora la speranza più bella della fami- raggio ivi dimosti-ato quasi per un
glia e della patria. IN'el 1778 con spi- triennio, rimase coronato dall'ono-
rito e gravila pronunziò nella cap- revolissima sliaordinaria ambasce-
pella pontificia per la festa della ss. ria Mosca, a cui fu destinato da
a
Tiiiiità, un eloquente discorso su Pio VI, per assistere alia solenne
qiiell ineffabile mistero. Uscito di col- incoronazione dell'imperatore Paolo
legio nel 1782 intraprese la carrie- 1, seguita nell'aprile 1797. Da Mo-
ra prelatizia, venendo ascritto da sca passò in pari grado di delega-
Pio VI tra i protonotari apostolici to apostolico ed ambasciatore a Pie-
partecipanti; e ti e anni appresso troburgo, ove animato sempre da
tra' ponenti della sacra consulta^ di- quello zelo santissimo di religione che
venendo poscia vicario della basili- caldo sentiva in petto, provvide ai
licaLateranense. Nel 1791 si recò gravi bisogni di quei cattolici coll'im-
a Napoli e negli importanti dintor- petrare ed ottenere l'utilissima ere-
ni, onde ammirarne i pregi per sua zione di sei vastissime diocesi di rito
erudizione. Avendo il Papa osserva- latino, e di altre tre ancor più e-
to in lui valore ed abilità, non che stese di rito greco, componenti più
senno superiore alla verde sua età, milioni di cattolici di ambedue ri- i

nel concistoro de'aS giugno i7q3 ti. Di tuttociò e della memoria che
lo fece arcivescovo di Tebe in par- egli scrisse intorno a questa impor-
tibus, e chiamandolo a parte delle tante sua legazione se ne parlerà
piìi ditìlcili negoziazioni, lo destinò all' articolo Polonia, Avvenuta la
allo nunziatura di Polonia. Giunto morte di Pio VI nel fine di ago-
in Varsavia a'24 mar?o 1794) ^i sto 1799, Lorenzo si recò in Ve-
scoppiò poco dopo quella fiera ri- nezia per assistere al conclave ove
voluzione^ che fece a torrenti scor- fu eletto nel marzo 1800 Pio VII.
rere sangue de'cittadini, mentre
il Questi in Roma,
restituitosi ne'pii-
la Polonia tumultuante era in pre- mi di novembre dichiarò il prela-
da e lacerata dalle più feroci di- to tesoriere generale, nel quale di-
scordie. Armatosi il prelato di tut- ficile e cospicuo ministero, fece egli
ta la prudenza e fortezza sacerdo- propria la sentenza del romano o-
tale, si diportò qua! pratico ministro ratore che : gli uffizi di tutte le
ecclesiastico, onde suo nome tra
il magistrature devono aversi come
i polacchi si ricorda ancora con ri- cose sagiosante, di che il principe
verenza. Col supremo capitano Ko- non ci fa un dono, ma bens'i un
sciusko potè perorare la causa del deposito dei quale si deve rendergli
-
26 LIT LIT
confo. Con (ali massime avendo e- dioma francese intorno le proposi-
gli preso la suprema prefi^tlnra del- zioni del clero gallicano, che poi
l'erario, la tenne da sasigio, pef la anonime in tre edizioni successi-
integrità della sua vigilanza, per ve furono stampate, e tutti am-
la perizia che dimostrò nell'amuii- mirarono in esse la gravità dei
nistrazione economica, per avere pensieri, la scelta erudizione ec-
rimosso molti abusi, ed introdotto clesiastica, e la purezza della lin-
i più ulili stabilimenti. In premio gua quantunque non fosse la pro-
de' suoi servigi resi alla santa Se- pria.Da s. Quintino il cardinale
de, lo slesso Pio ^'II lo creò car- venne trasferito a' 20 febbraio
dinale ai 23 febbraio i8ot riser- 181 3 a Fonlainebleau, donde ai
vandolo in petto, indi lo pubblicò 3o gennaio dell'anno seguente fu
dell'ordine de' preti nel concistoro condotto a iVimes, ove giunse ai
de' 28 settembre del medesimo an- i4 febbraio, essendone poi felice-
no, conferendogli per titolo la chie- mente partito a'20 aprile, dopo il
sa di s. Pudeiiziana, ch'egli pensò prodigioso ed istantaneo cangia-
subito eruditamente ad illustrarCj mento di tutte le cose, che fece
avendo più volte assistito o ponti- cadere e sparire in un soffio la più
ficalmente ivi eseguile le sacre fun- colossale potenza, quale fu quella
zioni nelle feste principali. Succes- di Napoleone. Piestituita in tal mo-
sivamente fu annoverato alle con- do la calma all' Italia, e ricondot-
gregazioni del s. ofilzio, del conci- to il Pontefice in mezzo al voto
lio, de'vescovi e regolari, dell'immu- di tutta la cristianità alla Sede dei
nità, de'riti, dell'esame de'vescovi, Vaticano, il cardinale si trovò pre-
di consulta, deireconomica, degli af- sente al trionfale ingresso di Pio VII
fari ecclesiastici e degli studi: piefet- in Roma, li 24 maggio 18 14- 'n
lo di quella dell'iiidice, e degli sludi compenso de'pericoli affrontati e del-
nel collegio romano. Invaso nuova- le sciagure sofferte con rassegna-
mente lo stalo pontificio dai fran- zione, il Papa lo promosse alla
cesi, 1809 Pio
nel \ 11 fu strappa- prefettura della congregazione di
to da Roma, ed il cardinale in ta- propaganda fide e sua non meno
li politici sconvolgimenti fu depor- celebre stamperia. Ottima scelta, e
tato sul Senna nella città di s. Quin- conveniente ad un cardinale, che
tino, dove colla sua edificante con- perito in diverse delle principali
dotta ed eroica costanza mantenne lingue, pe' suoi viaggi, per le sue
lo splendore di quella porpora che cognizioni e zelo, potè corrispon-
si era tentato di olfuscare, procac- dere al grave incarico, e provve-
ciandosi la commendazione e 1 affet- dere alle urgenti necessità delle
to de'biioni. Né altro sollievo diede missioni disperse per tutto mon-
il

a'suoi mali, se non quello della re- do, e rimaste per tanto tempo nel
ligione e degli sludi. Valentissimo più deplorabile abbandono. 11 gran-
nella lingua greca, intraprese allo- de e maraviglioso stabilimento di
la la versione in linijua italiana propaganda fide ossia della cattoli-
dell' Iliade d' Omero, la quale da ca religione, venne per le sue cu-
quei sapienti ch'egli onorava di sua re e pie largizioni rinnovato, or-
])enevolenza, fu trovata liegiia di lo- dinando con sollecitudine le mis-
de. Scrisse parecchie lettere in i- sioni straniere j e facendo rifiorire
LIT LIT 27
la encomiata stamperia, al modo lombara e Monte rotondo ; de' ba-
narrato dall'erudito sopraintenden- siliani di s. Giovanni in Soairo dei
te della medesima, il eh. France- greci melchiti; de' monaci armeni
sco Cancellieri, nella lettera dedi- di s. Gregorio Illuminatore; delle
catoria, equivalente sino a quest'e- maestre pie di Roma delle reli- ;

poca ad una biografia, che pose in giose non claustrali della compa-
fronte alle Osservazioni intorno al- gnia di s. Orsola nella città di
la (questione sopra l'originalità del- Tours ; delle arciconfraternite del
la divina commedia di Dante, Ro- Gonfalone, del ss. Nome di Maria,
ma i8r4) e che intitolò al por- di s. Trifone; e della collegiata par-
porato. Nel concistoro de' 26 set- rocchiale e maggiore chiesa di s.

tembre i8r4, Pio VII lo fece ve- Paolo naufrago della Valletta. Tro-
scovo suburbicario di Sabina, e vandosi il cardinale a' 27 aprile
neir anno seguente ebbe il merito 1820 in monte Flavio a celebra-
di raccomandare al celebre cardi- re per la seconda volta la visita
nal Consalvi segretario di stato pastorale della sua diocesi di Sabi-
Francesco Capaccini, che venendo na, cadde infermo in mezzo le fa-
perciò collocato fra minutanti
i tiche dell'episcopale ministero, di
della segreteria di stalo, incomin- gastrica-biliosaieumatica , che ra-
ciò quella splendida carriera diplo- pidamente lo condusse alla tomba
matico-ecclesiastica, che gli meritò il primo di maggio d'anni sessan-
da Gregorio XVI il cardinalato, e taquattro passati, ad ore ventuna,
l'ammirazione universale, per quei con estremo dolore de' suoi dioce-
singolari pregi che narreremo alla sani, i quali in folla a piedi nudi,
sua biografìa nelle Addizioni a
, in atto di filial divozione, si reca-
questo Dizionario JNel settem- . rono a baciar la fredda mano di
bre i8i8 il cardinale Litta, lascia- quel benefattore, che di frequente
ta la prefettura di propaganda, fu gli avea soccorsi e benedetti. Il suo

dal Pontefice eletto a suo vicario, cadavere nel trasportarsi in Roma


uffizio quanto onorevole altrettanto fu onoialo in tutta la diocesi di
geloso, ch'egli funse religiosamen- Sabina con alti gemiti dagli abita-
te, sino a privarsi di tutti i pia- tori, che fecero a gara di sostener-
ceri della vita, tutto consecrandosi ne per un tratto il l'eretro. Appres-
al bene spirituale de' romani , ed sandosi questo a Monte Libretti, fu
all'onore di chi lo avea preposto incontrato con riverenza dal prin-
a farne le veci. Successivamente Pio cipe d. Maffeo Barberini-Sciarra,
VII lo fece prefetto della congre- che unitamente al clero ed ai prin-
gazione de' libri della chiesa orien- cipali della terra, sino a questa ed ai
tale ; protettore della nobile acca- confini lo corteggiarono. Le spoglie
demia ecclesiastica, della chiesa e mortali dopo essere stale esposte
monastero di s. Caterina de' fu- nella sua abitazione, posta nel pa-
nari; dell'accademia teologica nella lazzo Odescalchi a' ss. Apostoli, in
Sapienza; de'filippini di Norcia, e questa basilica furono trasportate
di questa città ; del monastero del- pei solenni funerali , e nella sera
le pnssionisle di Conieto; della con- vennero tumulate nella chiesa dei
fraternita del ss. Sagramento di ss. Giovanni e Paolo secondo la ,

Pofi; delle terre di Moalicelli, Pa- disposizione del defunto. 11 suo se-
28 LIT LIT
gretario d. Pietro Filippo Gamhi- l'attività dell'abile capo Er-
suo
ni erede fiduciario, fece porre nella (li vii, che prese le armi a dife-
cassa riìortiuiria una elegante epi- sa dcll<i patria, si rese anche pa-
grafe composta dal eh. piof.
Ialina drone; diuna parte della Rus-
Salvatore Celli, che si legge nelle sia neir.iimo 1217 ed , esigette da
IS'oiizie intorno la persona del car- essa (|uello stesso tributo, che fino
dinal Lorenzo Lilla vescovo di Sa- alloraavevano pagato lituani. Rin- i

bina e vicario di N. S,, pubblica- gold, uno de'suoi successori, aven-


ta colle stampe nella collezione dei do spinte le sue conquiste nella
Diari di Roma. Cos'i terminò l'u- Prussia, nella Masovia, e nella Po-
mana un cardinale di gran
carriera lonia, prese il titolo di granduca
riputazione, un vescovo zelantissi- di Lituania, ed il paese quello di
mo, un luminare della Chiesa, pio granducato. Ecco la serie dei graa-
conforto de' buoni mecenate dei , duchì o gran principi suoi succes-
letterali, ed egregio cultore delle sori. 12 38 Mendog o ÌMuidowe.
lettere. i 263 Troinat. 265 \'ol»tinik. 26H
i 1

LITUANIA, Lithavia o Litavia. Swen torog. 1270 Germond. 1275


Antico paese d'Europa, fra la l^o- Gilligin. i278Piomond. i28oTrab,
lonia al sud, la Prussia all'ovest, 1280 Narimund. 1282 Troiden.
la Curlandia al nord e la Russia 1282 Viten. i3i5 Gedimino. 1828
all'est. Ha circa i.5o le"he di lun- 33o, morto nel
lavnnt, deposto nel 1

ghezza, loo di larghezza, e 6 1 co i365. i33oOlgierd. i38i Kicistut.


rpiadrate. La sua superfìcie, unita, I 386 Jagellone re di Polonia. 1887
piatta, e su molli punti paludosa, Skirgell o Casimiro, deposto nel
è intersecala da laghi numerosi e 1382, morto nel '394- 1892 Vi-
da gran fiiuni abbondanti di pesce, toldo Alessandro. i43o Suidrigel o
alcuni de' quali vanno a discendere Bolislao, deposto nel i432, morto
nel mar Nero, ed altri nel Baltico. nel 1432. 1432 Sigismondo che
I laghi sono formati dallo sciogli- mori nel i44<^ diventando gran
j

mento delle nevi. 1 suoi fiumi prin- principe di Lituania Casimiro IV


cipali sono il Dnieper, il Boriste- le di Polonia, ed i re suoi succes-
iie e la Vilia, che hanno origine sori.
nella Lituania. La Dwina lo attra- Mendog o MindoAve o IMindaiio
versa , ed il Nieinen , formato da granduca di Lituania che nel i2 38
diverse riviere, va a perdersi nel successe a Ringold, camminò pure
golfo di Curlandia. Vi si tiovaìio stille sue traccie, ma alla fine i

pascoli eccellenti, ed il suolo è fer- saccheggi che faceva di continuo


tile. La religione dominante è la sili p(jpoli vicini gli attirarono il

cattolica romana, ma vi si trova- loro odio, ed i cavalieri teutonici


no molti protestanti e greci. Conta di l'russia lo attaccarono vivamen-
un milione e quallrocenlomila abi- te. IMendog per salvare suoi stati i

tanti , che parlano una lingua par- si dichiarò cristiano, e mise il suo

La Lituania, ch'ebbe ri-


ticolare. granducato sotto la protezione della
motameote suoi principi partico-
i santa Sede e del Papa Innocenzo
lari, fu nel secolo XI conquistala IV, il quale trovandosi nel J25i
dai ruteni e resa loro tributaria ;
in Milano, accettò tal sommissio-
ma scosie un tal giogo mercè ne, creò re Mendog, ed ordinò al
LTT LIT 09
vescovo di Culm che nel pontifìcio loro duca VVilenes ferito nella testa,
suo nome lo coronasse colle inse- e due suoi conti. In memoria di
gne reali la coronazione el)l)e luo-
: questo trionfo i cavalieri teutonici
go nel fj52 in iVowogroclek. li- I edificarono in Turon un monaste-
tuani adoravano come Dei il (no- ro di monache e lo dotarono. Ge-
co ed serpenti, e solevano ardere
i dimino o Gcdymin re o duca dei
col morto signore il seivo eh' era lituani, fece con successo la guerra
stato a lui più caro. Meiidog dipoi ai polacchi ed ai russi. Esso in-
abbandonò il cristianesimo , e ri- titolandosi re de' lituani e de' ru-
prese la Curlandia sugli indeboliti teni, nel iSiS scrisse al Papa Gio-
cavalieri teutonici. In prova del ri- vanni XXII, che tocco da divina
torno dei lituani al paganesimo, il ispirazione di convertirsi co' suoi
Rinaldi all'anno 1279, ""fii- 4^5 al cristianesimo, voleva soltoporsi
racconta le crudeltà da loro com- all' obbedienza della santa roma-
messe contro due cavalieii tedeschi na Chiesa, domandando legati a-
cristiani; indi dice che ne! 1282 poslolici perchè l'ammettessero al-

avendo i polacchi sconfitti i jadz- la fede cattolica e in essa l'ammae-


"vvingi o sudavi, questi collegatisi coi strassero. Il Pontefice si rallegiò
lituani ne vendicarono aspra-
se con Gedimino, raccomandandogli i

mente; ma che Leszko ISegro du- suoi nunzi, Bartolomeo vescovo E-


ca di Cracovia e di Sandon)iria, col lellese, Bernardo abbate del
e mo-
patrocinio dell'arcangelo s. Michele nastero di s. Teofredo della diocesi

mise a morte quasi tutti jadzAvin- i Aniciese, quali accompagnati da


i

gi, e gran pai te de' lituani vi pe- pii e dotti religiosi, si dovevano af-

rirono, senza che alcun polacco vi faticare di convertire alla fede ì

restasse ucciso. Neil' anno seguente pagani lituani e ruteni. Ed essen-


i lituani entrarono furiosamente in dosi Gedimino lagnato col Papa
Polonia manomettendola senza pie- de' cavalieri teutonici, che avendo
tà, (piando il duca Leszko, mentre oppiesso già il re Mendog o IMin-
partivano carichi di bottino, aven- dowe eiano slati causa ch'egli e
do fatto ricevere la santa Eucari- la sua gente dopo ricevuto il bat-
stia a' suoi soldati , e quantunque tesimo tornassero al paganesimo,
inferiori di forze ai nemici, gli scon- peichè aspiravano al dominio di
fìsse, e molti fece prigioni. Mante- Lituania, Giovanni XXII gli pro-
nendo lituani le conquiste fatte
i mise che si sarebbe autorevolmen-
da Mendog, l'estesero ancora, e con- te interposto per una costante con-
dotti dal loro duca "Wilenes nel , cordia, ed in fatti gli riuscì paci-
i3ii entrarono in Prussia. La de- ficarli, onde ne approvò le condi-
predarono barbaramente, e con or- zioni.
ribile disprezzo calpestarono la san- Tutlavolta non perseverò il re
ta Eucaristia, e fecero più di n)ii!e Gedimino nel buon proponimento.
e quattrocento schiavi. Dio però Arrivali a lui i nunzi apostolici, il

punì tanta iniquità a mezzo di , barbaro principe disse loro non co-
Enrico di Plosko maestro de' ca- noscere il Papa, e voler rimanere
valieri teutonici di Prussia, il quale nella religione de' suoi padri, clie
investendo co' suoi i lituani, ne fece avrebbe difeso sino alla morte. I le-
tale strage, che appena si salvò il gali dopo SI lungo cammino, e do-
3o LIT LIT
|)o tanti pericoli di terra e di ma- rono nei boschi sacri gli alberi che
re sofferti, tuortincati se ne parti- pure veneravano, ed eslinsero il fuo-
rono. Nel i32 5 Gedimino die in co cui prestavano culto, e che custo-
moglie una sua figlia a Casimiro, divano perpetuo, distruggendo pu-
figlio di Uladislao 1 V re di Polo- re gli altari profani. Il re Uladis-
nia, e invece di dote liberò lutti i lao V fece un gran parlamento a
polacchi che teneva in ischiavitìi. Vilna capitale di Lituania, per an-
La sposa venne battezzata solenne- nullare l'idolatria, sostituire alle an-
mente nella chiesa di Cracovia, ve- tiche superstizioni i riti cattolici, e
nendogli imposto il nome di Anna. quanto riguardava la dilatazione dei
Cos'i si fece tregua tra i polacchi vangelo. In un sol giorno trenta-
ed i lituani, ma per giusto giudizio mila lituani licevettero il battesimo.
di Dio, Gedimino fu miseramente Allora Jagellone edificò in questa
ucciso da un' archibugiata, in una regione due chiese vescovili, ohe fu-
battaglia contro i crociati, sotto le rono quelle di f^ibia e di SaniO'
mura di Wiclonar in Prussia nel glzia (redi), e le dotò di rendile
i34o, morendo da bravo cavaliere. convenienti al mantenimento dei
Olgierd e Kicistut figli di Gedimi- vescovi che si doveano creare, ed a
no fecero gran conquiste nella Prus- quello de' sacerdoti per istruire i

sia; secondo ebbe una parte della


il popoli nella fede. La Lituania e
Lituania, ed usurpò il restante al la Samogizia nelle antiche notizie
fratello, che fece morire in prigione. ecclesiastiche sono registrale sotto
Suo figlio Jagellone, essendosi re- la Lituania, ed il metropolitano di
so formidabile alla Polonia, e te- Gnesna. Gli storici fanno grandi e-
mendo le vicissitudini della fortu- logi di Uladislao V, per lo zelo
na, offrì ai polacchi di unire a questo ch'ebbe in dilatar la cattolica re-
regno il ducato di Lituania, e di ligione, chiamandolo apostolo, per-
ricevere il battesimo, sposando la chè esponeva a'suoi popoli il sim-
regina Hedwige secondogenita del bolo e r orazione domenicale in
defunto Luigi I re di Polonia ed lingua lituana, e servendo d'inter-
Ungheria, i quali regni alla sua mor- prete a' sacerdoti. Indi spedi al
te eransi divisi. Accettarono i po- Pontefice Urbano VI suo amba-
lacchi le sue offerte, Jagellone fu sciatore, per prestargli obbedienza,
battezzato a Cracovia il giorno 12 il vescovo di Posnania. Della sua
febbraio 1 386, prese il nome di La- esemplare pietà molte cose si rac-
dislao o Uladislao V, sposò Hed- contano dall'annalista Rinaldi.
wige, e fu proclamato re di Po- Nell'anno i4i4 *' compì la con-
lonia. In tal modo abbracciarono versione della Samogizia, ove prin-
la fede la Lituania, la Samogizia, e cipalmente si adorava il sole, e sic-
quei russi ch'erano sudditi di Jagel- come i sacerdoti cattolici ignorava-
lone, come pure ebbero fine le fre- no ridioma samogitico , Uladislao
quenti guerre tra ed
i lituani i V fece l'ulVizio di apostolo, ammae-
polacchi. jXel 1387 grandemente si strando ([uelle genti ne'misteri del-
dilatò il cristianesimo in Lituania, la ftede. Martino V lo dichiarò per-
i cui popoli in folla porlavansi a ciò vicario della Chiesa l'omana nei
ricevere il sacro lavacro, ucciden- suoi regni e piovincie, onde me-
do i serpenti che adoravano; taglia- iilio diffondere la luce del vange-
LIT LIT 3i

Io tra i barbari, e ridurre i greci Trinità di con quelli


Lituania ,

all'obbedienza della Sede apostolica. del Patrocinio della Beata Vergine

Somiglianti grazie concesse Maili- di Polonia. I basiliani essendosi im-


iio y a Vitoldo Alessandro duca padroniti delle dignità primarie
di Lituania. Questi ed il re ricu- del clero secolare , i capitoli e le

sarono di prendere le difese degli collegiate giunsero comporsi di a


eretici boemi contro l' imperatore soli basiliani, ad onta delle frequen-

Sigismondo, tuttoché questo gli a- ti ammonizioni della santa Sede.


\esse fatte delle ingiurie. Tuttavia Al tempo della prima divisione
essi mandaronoBoemia Sigismon-in della Polonia [Vedi), nel 1773,
do Coribulo, nel i^iS Mar- ma una porzione considerabile della Li-
tino V ammoni il re e il duca tuania passò alla Russia [Vedi), for-
a richiamarlo. Eugenio IV dichia- mando i governi di Mohilow, e di
rò Isidoro arcivescovo di Riovia Polock e Witebsk. Così la Russia
legato a lalere nella Lituania, e poi incorporò la gran parte della Li-

lo creò cardinale all'articolo Kio- : tuania che gli toccò, alla Podolia
via [Fedi) vi sono molte notizie ed alla Volinia. Ciò che restava
che riguardano la Lituania , i cui ancora alla monarchia polacca
principi protessero sempre i me- componeva per anco le sei woi-
tropolitani di Riovia. Sotto Casi- wodie di Vilna Troki Polock, , ,

miro IV figlio di Jagellone, gran JXowogrodek, Brzese e Minsk; le


principe di Lituania nel 144° e due prime erano la Lituania pro-
re di Polonia nel i44^> ' polacchi priamente delta; le altre la Li-
confermarono eh' essi non farebbe- tuania rutena, che dividevasi ia
ro più che un solo popolo coi li- Russia bianca, Russia nera e Pole-
tuani, e si stabiPi che il re sareb- sia; la Samogizia vi era annessa.
be eletto in Polonia, che i litua- Per le divisioni del 1793 e 179^
ni avrebbero seduta e sulfiagi nel- la Russia ebbe della Lituania ciò
la dieta che la moneta sarebbe
, che forma i governi di Vilna, di
l'istessa, e che ciascuna nazione se- Grodno e di Minsk, e la Prussia
guirebbe i suoi antichi costumi. Il [Fedi) ebbe un territorio che fa
Papa Gregorio XI li fondò un col- attualmente parte della reggenza
legio in Vilna, e nel i583 creò di Gumbinnen nella provincia della
caidinale Giorgio Radzivil nobile Prussia orientale. La quinta gran
lituano, de'duchi di Olika e Nies- divisione russa è conosciuta oggi
wiez, vescovo di Vilna, che mori col nome di Lituania. La Lituania
in Koma nel 1600. Clemente XI ebbe sino alla conquista russa tre
nel 1709, colla costituzione Desi- vescovati latini, uno per la Samo-
deiaiilibus, presso il Bull. Roni. gizia, quello di Sinolensko per la

t. X, par. 1, p. 2og, eresse iu Russia bianca , il terzo di Vilna


congregazione col titolo di s. Croce per la Lituania^ il quale fu anche
i monasteri dei benedettini di Li- chiamato il vescovato di Lituania
tuania. Benedetto XIV con la co- spesse volte. La città di Smolen-
stituzione Inter plures, de'2 maggio sko essendo ceduta per i trattati

1744. ^"^i- Mogli, t. XVI, p. 198, alla Russia, lino da due secoli, i

approvò l'unione tlellu congregazio- cattolici, principalmente nobili, emi-


ne de' monaci basiliani della ss. erarono nella Polonia: il vescovo
32 LIT LIT
non risiedeva Smolensko
in e fu vigio che i sacerdoti e i leviti ren-
quasi in partibus. Questa sede devano neltempio al Signoie. Que-
vescovile essendo stata abolita dai sta parola o per meglio dire espres-
russi come quella di Livonia, in sione è consecrala nella Chiesa j)er

loro vece Caterina li ottenne da siguKJcare in generale l' ollicio di-


Pio VI r erezione del vescovato vino, e (|ualsiasi altra sacra funzio-
poi arcivescovato metropolitano per ne, e pÌLi particolarmente per si-

tutta la Russia in Mohilow. Il ve- gnificare r ofllcio ossia i riti della


scovato di Kiovia essendo distrut- messa. Ed è in questa idtima si-

to per violenza Cate- della stessa gnificazione che è ricevuta fra gli

rina li l'imperatore Paolo I dan-


, orientali, i quali chiamano liturgia
do pace alla Chiesa cattolica, non lordine o la forma delle preghiere
ardi ristabilirlo, ma quasi in com- e delle cerimonie della messa. Altri
penso, e col consenso di Pio VII, fanno derivare il termine di litur-
fondò il vescovato di Minsk nella gia dal verbo latino litare, cioè
Lituania rutena; e cosi l'antica Li- sacrificare^ e poigere preghiere, il
tuania venne ad avere l'arcivesco- Muratori nella dissert. De orig. sacr.
vato di Mohilow, ed i vescovati li/ur. cap. I, ecco come definisce la
di Minsk, di Vilna e di Samogizia. liturgia con queste parole. Ratio
Per altre notizie, massime ecclesia- colendi De.uin veruni per externos
stiche, della Lituania, oltre i citati Irgitiinos rilus, luni ad illius hono-
articoli, si possono leggere i seguen- rem ttstandnni, luni ad ipsius in
ti. Minsk, sede vescovile tanto di lioniines beneficia derivanda. Oc-
rito latino, che di rito greco unito. corre [)iìi volte nelle sacre Scrittu-
Pinsk e Turovia , sedi vescovili re il verbo da cui discende la pa-
unite di rito greco- ruteno. Ula- rola liturgia.Che l'uonjo, formato
diniiria e Brest, sedi vescovili di di anima e di corpo, debba a Dio
rito greco-ruteno. Vilna, sede ve- un culto esterno, ella è una veri-
scovile con quattro sutfraganei. Nel tà che anco col solo lume della
1839, come si è detto all'articolo ragione si manifesta ma in che
;

KioviA, per opera principalmente modo poi, e con quali piatiche este-
dello scismatico Sieraaszko vescovo riori debba tal culto esercitarsi, è
di Lituania, la chiesa rutena venne diffìcile poterlo investigare. Da que-
separata dalla cattolica ed unita sta ignoranza 1' uomo non può non
alla russa scismatica. arguire la necessità d' una rivela-
LITURGIA, Liturgia. Studio dei zione, che determini suliicien temen-
sacri riti ; scienza che tratta delle te un alFare importante da e-
così
ecclesiastiche cerimonie, e propria- seguir^i, non
che a conoscersi. In
mente i riti sacri della Chiesa. Li- fatti la rivelazione appunto, tanto

turgia è parola greca composta da nell'antico quanto nel nuovo Te-


leiioii che significa pubblico, e da stamento, ha disvelato lutto l' au-
ergon che significa opera, vale a gusto apparato dei sacri riti e ce-
dire l'opera, la funzione o l'azione rimonie, colle quali Dio ha manife-
pubblica, che noi chiamiamo il ser- stato, secondo i diversi tempi, voler
vigio divino, o semplicemente per essere onorato dagli uomini. Evvi
eccellenza il servigio. Nei libri del- diilerenza tra lecerimonie dell'an-
l'aulico Testamento si^nilica il ser- tico e del nuovo Testamento. Nel
LIT LIT 33
primo Iddio slesso si degnò indivi- vin culto, e la cerimonia nel modo
duare le Feste e solennità, e minu- col quale questa azione si adempie.
tamente circostanziare le parlico- Le cerimonie sono nella Chiesa atti

Uvi cerimonie e riti, ciascuno dei esterni di religione cristiana, ed i

quali adombrava, secondo diveàsi i riti il modo di farle, innalzando


aspetti, Gesù Cristo, e i misteri che essi le menti de' fedeli alla medi-
da lui oprar si dovevano per la sua tazione delle cose altissime, ed in-
Chiesa onde tutte le prescrizioni
; fiammando i loro cuori col fuoco
liturj^iche della vecchia legge en- della divozione; ciò meglio dicesi
travano a formare una delle parti agli articoli Ceremonie, Riti, e Mae-
pili sacrosante della legge stessa ,
stri DELLE Ceremome, edagli altri
che noi leggiamo raccolte special- relativi. La liturgia è una scienza
mente nel Levitico. Non così nel sacia, tutta propria degli ecclesia-
nuovo Testamento, poiché Gesù stici, cui incombe attendere per a-
Cristo contentandosi d'istituire l'in- dempiere il loro ministero : essa
cruento sacrifizio ed i sacramenti, abbraccia la cognizione dei doni-
ha lasciata alla Chiesa la cura di mi, dell' antichità , della disciplina
istituire i riti e cerimonie, onde e della storia ecclesiastica, ne ri-
decentemente e pomposamente ce- getta le varie opinioni e dottrine,
lebrare un tal sacrifizio, ammini- ove trattasi dell'amministrazione dei
strare i sacramenti, solennizzaie le sacramenti. Tuttavia può distin-
feste, che ella slessa ha avuto l'in- guersi in due parti, cioè nell'eru-
earico di stabilire, ed in una pa- dita e nella pratica. La prima si

rola quanto appartiene al divin raggira sull' investigare l'origine,


culto; avendo perciò promesso alla l'antichità ed i significati di ciascun
stessa Chiesa la sua assistenza, ed rito ecclesiastico, argomento che
avendola arricchita dello spirito di tratto in questo mio Dizionario ai
sapienza a dovizia assai maggiore suoi luoghi ; la seconda si attiene
della sinagoga. Quindi è che la ad esaminare la presente disciplina
Chiesa, tanto raccolta nei concilii, della Chiesa in tal fatto, ricavando
quanto per 1' organo del sommo qualsiasi cerimonia dai legittimi
Pontefice, cui è stato dato di reg- suoi fonti per via di giuste conse-
gerla , ha avuto tutto l' impegno guenze, ciò che non manco rileva-
d' istituire quei riti adattati in tutte re, ma secondo la natura di qnestaL
le a sollevar l' uomo
circostanze compilazione, in gran parte conse-
sensibile a venerare la maestà di crata alle cose liturgiche ,
per le

Dio, e decentemente trattare i mi- quali ebbi sempre trasporto, divo-


steri dell'umana redenzione; ha avu- zione ed amore. Non senza ragio-
to sempre a cuore di custodire in- ne poi la scienza liturgica ha la
tatti tali riti ; ed ha venerato mai più stretta relazione alla teologica,
sempre le sue prescrizioni in tal poiché prima del XII secolo le IrR
fatto, come il deposito il più pre- facoltà, cioè la canonica cui appar-
zioso e sacrosanto della canonica tiene la liturgica, la teologica e l'i-

disciplina, p^. Culto, e Disciplina storia non formavano


ecclesiastica,
ECCLESIASTICA. che un corpo solo ed una scienza
Il rito si fa consistere nell'azione stessa. L' istoria ecclesiastica nuda
santa colla quale si eseguisce il di- ed isolamente presa , nou è una
VOL. XXXIX. 3
34 LIT LIT
scinnzn, m;i connessa colle altre due no sotto un punto stesso di ve-
làcolUi, fuiina (xu te d'una scien/.ci, duta.
xouiniinistrando i prìncipìì da rica- Quanto abbiamo Onora accenna*
varne il domina e la disciplina ,
to, secondo il citato liturgico, ap-
mas^sinie qucst'nllinìa, la (piale non partiene ai fonti interni necessari
si poggia che sopra i iàtii. Il <lollo della liturgia ; sieguono ora non i

e eh, canonico A mina l'\irigni l'i- necessari, i


me-quali al dire d<'l

sone, nella sua /Jisscrlazionc sull'i- desimo si possono piesentare in un


dea gfiiciuile della liliir^ia e sul sol punto di veduta riducendoli ,

metodo di irallaiiay Nap(jli iS/|o, tutti alla classe degli autori. Per
divide i fonti htnrgi(;i in interni etl l'analogia che passa tra la scienza
este.rniy suddividendo i primi in ne- liturgica e la teologica, questa pre-
cessari e non neeessaii. Chiiuna senta due vie onde a noi viene la
fonti liturgici interni (pu Ili che con- parola di Dio, cioè la scrittura e
tengono la liturgia istessa, quali i la tradizione, della quale ultima i

sono necessari se da essi si rica- padri della Chiesa ne furono te-


vano aigomenti certi, non necessa- stimoni. I padri, oltre all'essere te-
ri se si ricavano argomenti proba- stimoni della tradizione, sostengono
bili soltanto. Gli esterni poi, egli anche il carattere di dottori, la ca-
dice, somministrano idee opportu- tena de' quali viene chiusa da s.

ne, COSI ad insegnare che a difen- Bernardo. che fiorirono


1 dottori
dere la liturgia. Ai fonti interni ne- dopo di lui sono chiamati scolastici
cessari riduconsi le rubriche del o teologi, e sebbene non abbiano
Alessale [Vedi)j le ridjriche del l'autorità de' padri, fanno però an-
Bre\nario o Vffìzio divino (Vedi)j che molto peso in teologia, ed ap-
il Caerenioniale episcoporuni, di cui partengono ai luoghi esterni della
parleiemo all'articolo ì^escovi [P^e- medesima. Applicate queste idee
di); il Rituale Romano (Fedi); il alla liturgia, colla dilferenza però
Pontificale Romano; ed il Caere- che passa tra il domma e la disci-
moniale sanrtae ronianne Ecclesiae, plina, due sono le vie, onde rica-
di cui trallereuio cjui appresso di- vare la presente disciplina : la legge
scorrendo della Liturgia di Roniaj e la consuetudine. La legge si pre-
ne' quali libri si contiene tutta la senta in tutti i fonti liturgici suc-
liturgia , secondo un di-
ciascuna cennati; per consuetudine poi non
verso ramo. A questa classe appar- deve intendersi quella ch'è contra-
tengono decreti della sacra Con-
i ria alla legge, ma quella che spiega
gregazione de' riti [Fedi), autoriz- la legge slessa. Gli autori liturgici
zata a decidere tutte le controver- non sono è vero né legge né con-
sie della liturgia presa in tutta la suetudine, nondimeno essi sono te-
sua estensione : coll'autorità di essi stimoni della consuetudine, che spie-
tratto gli articoli liturgici, e molti ga la legge slessa. Se la loro testi-
ne riporto per intero. Ai fonti poi monianza è unilorme, l'argomeiilo
non necessari, dai quali soltanto si che da essi si ricava è certo, pur-
ricavano argomenti soltanto proba- ché non sia contraddetto da una po-
bili , riduconsi gli autori liturgici ,
steriore decisione. La ddferenza che
i vari usi o decreti delle partico- passa tra il domma e la disciplina

lari chiese, e simili cose, che vau- è che questa, u dissomiglianza di


LIT LIT 35
<juelIo, è variabile; onde una po- della .sacra liturgia , dellaquale
steriore coslihizione di Pontefice ,
daremo un breve siuito. La Chiesa
o dichi.iiazione della sacra conj^i-e- cattolica non mttfe innanzi agli oc-
gazione de' riti, mena a lena tutto elli de' suoi figli l'augusto apparato
il loro consenso. Essi sostengono de' sacri liti e cerimonie, se non
pure l'altro carattere di dottori, per innalzare le menti loro alla
quando fondano la loro dottrina sublime verità della religi<»ne, ed
su di stabili fondamenla ; in caso in fiamma le i loro cuori col fuoco
oppnslo la loro autorità poco farà di quella calila che fa i santi. L'uo-
peso. In ultimo si deve notare la mo è sensibile , e come tale, per
dilfcren/a che passa tra autori, poi- sollevarsi alle idee spirituali, ha bi-
ché i hanno un credito che
classici sogno di mezzi sensibili ed esterio-
non hanno nierilalo; quelli
gli nitri ri ; ed appunto fra questi più i

che sono molto antichi, sono più idonei sono stali dalla Chiesa adat-
venerabili dei recenti, ma talvolta tati a produrre tin tale effetto, lo
quelli riferi.scono cose non più in che forma il bello della sacra li-

uso. Bisogna qui notare la diffe- turgia. Che se l'antica sinagoga


renza elle passa tra le cerimonie e vantava riti e cerimonie che om-
il modo di eseguirle. Le cerimonie breggiavano il Messia che dovea
debbono essere prescritte dai fonti venire, e quanto avea con lui rela-
lifuigici interni, cioè dalle ruliriche zione; la Chiesa cattolica vanta riti
del messale, del breviario , del ri- e cerimonie ch'esprimono Gesù Cri-
tuale, del pontificale, e dai decreti sto già venuto, ed i misteri ch'egli
della sacra congregazione de' riti. ha operato per la comune ripara-
L'aggiunqire altre cerimonie a quel- zione onde ; cristiani ravvisando
i

le prescritte da tali fonti liturgici, in ciascuna dille parti della sacra


si è oprare a capriccio, oppure farla liturgia questo centro dell'ammira-
da legislatore, lo che non è dato zione di tutti i secoli e di tutte
se non a chi ha l'autorità necessaria r età, pur compresi dai sen-
restino
a stabilire i sacri riti. Laonde non timenti più commoventi e subli-
i

avendo gli autori liturgici tale au- mi. Qual degno oggetto dunque è
torità, non possono ordinare nuove dell' applicazione de' fedeli, e spe-
cerimonie. 11 modo poi di eseguire cialmente degli ecclesiastici incari-
le cerimonie prescritte dev' essere , cati della istruzione religiosa de' po-
ilpiù decente, ed insieme il più poli, internarsi nei significati della
semplice e naturale, per non mol- liturgia, che la Chiesa noslra ma-
tiplicarsi gli enti senza necessità. dre ci propone , anziché perdersi
In questa seconda parie vale l'au- nelle favole di una superstiziosa
torità degli autori liturgici, perchè gentilità ! Che se l'aspetto solo del-
essi testificano la comune pratica, l' apparato ceiimoniale ha colpito
colla quale sono state decentemen- mai sempre gli stessi nemici i più
te osservate le prescritte cerimonie; accaniti del nome
cristiano, qual
non bisogna però procedere ad ar- diverrà un tale sfoggiante apparato
bitrio, ma dietro la pratica univer- pei figli della cattolica Chiesa, quan-
sale. do avranno penetrato profondi
i

L'encomiato liturgico è pure au- sensi di tali riti? 11 Macri nella


tore della Dissertazione sui sensi prefazione alla sua Notizia de' vo-
36 LIT LIT
caboli ecclesiastici y in cui discorre voluto mai sempre e vuole, die i

delia slima che si deve fare delle ministii del santuario, a' (|uali è
sa (re cerimonie di santa Chiesa ,
dato pa-cere le anime, non sola-
narra che l'imperalorc Valenle, ac- mente spieghino al popolo lèdele
canito ariano, si mitigò verso i cat- le parole della sacra liturgia , ma
tolici per avere osservato Ja divota anche sviluppino i sensi delle au-
celebrazione che s. Basilio faceva guste cerimonie che le accompagna-
de' divini ulfizi, nel giorno dell'E- no, ficendo loro vedere i misteri
pifanìa, quali prosegui con l'animo che in esse si contengono, come
tutto in Dio, senza curare la ve- prescrissero i concilii, massime (juelli
nula dell'imperatore. Mentre s. Am- di Magonza , di Colonia e (piello
brogio nella basilica maggiore di generale di Trento. La relazione
Milano celebrava i divini uflki ,
che passa tra la scrittura e la tra-
l'imperatrice eretica inviò due com- dizione nella teologia , colla legge
pagnie di soldati, idolatri e crudeli, e non
consuetudine nella liturgia ,

acciò trucidassero quanti assisteva- si quanto dicemmo ma


arresta a ,

no al sacrifizio. Ma i soldati neh SI estende anche ai sensi, i sensi


l'ammirare il silenzio e la divozio- della liturgia non sono diversi da
ne del popolo, il canto de'chierici, quelli che padri ed teologi as-
i i

l'ordine de'ministri, e la veneranda segnano alla santa Scrittura. Essi


maestà del celebrante restarono , sono di due sorte, cioè Icllerali e
commossi, edeposte le lancie, doman- niislici, 1 mistici poi si suddividono

darono ad alta voce il battesimo. \n tre classi, che con vocaboli pro-
Luitprando re de'Iongobardi e fe- i pri chiamansi allegorici, tropologici
roci suoi nazionali restarono com- ed anagogici. Si dice senso lettera-
punti e piìi umani, alla vista delle le di un rito, quello eh' è diretta-

cerimonie della consecrazione del mente inleso e riguardalo dal rito


vescovo di Terni nella chiesa di s. slesso, e conviene colla ragione di'
Valentino, fatta dal Papa s. Zacca- retta e primaria della istituzione
ria, con gravità, decoro e divozio- di un tal rito; ond' è che questo
ne. Un turco qualificato si conver- senso si dice ancora istorico. Per
tì per avere udito la gravità e dol- esempio, il senso letterale della la-
cezza del canto ecclesiastico : Mao- vanda delle mani che fa il sacer-
metto li ne fu tocco anch' egli in dote prima di vestirsi per la messa,
varie congiunture. Carlo Luigi de è la mondezza esteriore, eh' è na-
Haller si convertì dal protestantismo turale alla convenienza ed alla ri-

per aver letto un libretto in cui verenza clie devesi a' sacrosanti mi-
erano spiegati i riti e le cerimo- steri che si accinge a trattare. Il

nie della Chiesa cattolica. Il tiala- senso allegorico è quello che ri-
sciare omutare alcuna delle ceri- guarda i misteri della nostra ripa-
monie ordinate dalla Chiesa, di sua razione, che sono oggetti di nostra
natura è peccato mortale contro la fede. Per esempio , il senso allego-
virtù della religione, come insegna rico di tutta la funzione delle can-
Laimano, De sacram. Bapliim. lib. dele, che fa la Chiesa a' a febbraio,
V, tract. 2, cap. 8, citato dal Ma- si è il riconoscere Gesù Cristo vera
cri. luce venuto per illuminare le genti,

Quindi a ragione la Chiesa ha siccome viene chiamato replicate


LIT LIT 37
volte Bel vangelo, e come fu con- volle si ritrovano insieme tutti io
fessato da Simeone, alla di cui al- una stessa funzione, come nella pro-
Jegiezza la Chiesa intende prendere cessione delle palme.
parte in tale giorno, lo clie espri- Non devesi però punto confon-
mono tutte le parole ciie accom- dere il senso mistico, sia allegorico,
pagnaiio tal funzione. Il senso tro- tropologico, o puie anagogico, col
pologico è quello che ha relazione senso accomodatizio de:' sacri riti,

ai costumi, e che indica le azioni cioè con quel senso, col quale da
di virtù che debbonsi da noi in un rito ecclesiastico, per una certa
questa vita operare. L'esetnpio po- analogia quahuique , la mente è
c'anzi addotto della lavanda delle trasportata alla considerazione di
mani che fa il sacerdote prima di qualche mistero; come dal cingo-
vestirsi per la messa, può servire lo, di cui si cinge il sacerdote nel
iuiche a questo proposito; poiché prepararsi alla messa, si passa alla
mentre il senso letterale di questa considerazione dei legami che cin«
cerimonia è la mondezza esteriore, sero Gesù Crit-to. Un tale senso ,

il senso mistico-tropologico è che comechè non è inteso propriamente


questa esteriore mondezza indichi dal rito, raa escogitato dalla mente
la mondezza interiore, colla quale per qualche analogia che ha coi
devesi appressare a' tremendi mi- rito siesso, non forma pro[)riamen-
steri, siccome esprime 1' orazione
1'
te oggetto di questo discorso. Per-
che vi accompagna la Chiesa Da : tanto sensi accomodatizi potran-
i

Domine etc, e come lo spiegano i no servire per l' edificazione spe-


padri ed i dottori tutti. Finalmente cialmente del volgo ( al cui gusto
il senso anagogico è quello che ed intelligenza sogliono essere più
esprime le cose della patria celeste conformi dei sensi reali ), se però
e della gloria beata , che forma si osserveranno le seguenti regole.
l'oggetto delle nostre sperf^nze. Per La prima è, nel proporsi un senso
eseuipio , nella funiione della con- accouiodatizio astenersi dalle espres-
secrazione di una chiesa, l' ingres- sioni : questo rito signifìca ciò, e.

so solenne che fa il vescovo in essa, simili; poiché, ripeteremo, un tal


secondo il senso anagogico, espri- senso non viene significato dal rito,
me l'ingresso trionfale nella celeste ma escogitato dalla mente per l'a-
magione del paradiso, di cui è fi- nalogia del rito slesso. La seconda
gura la chiesa materiale, nella quale è, di non proporsi cosa opposta al
noi uiiitiamo ciò che fanno i santi domma, o ai sentimenti della Chie-
perfettamente in cielo; ond'è che sa, del che non sarebbe difficile
si adattano quelle parole , che al- ritrovarne esempio. La terza final-
ludendo al cielo dice il salmista : mente è, di non proporre un senso,
Atlollìte porlas principes veslras, et o troppo lontano dai rito che si
cievainini portae aeternales , con renda ridicolo, oppure opposto al-
quel che siegue. Di questi tre ul- l' idea ed al vero senso del rito
timi sensi, i quali si chiamano mi- stesso, come se si dicesse ; allorché
sticij perchè sono reconditi e con- il sacerdote si lava le mani al La-
tengono subhmi misteri, alle volte vabo, possiamo considerare in una.
&e ne ritrova solamente uno o pur tale cerimonia come Pilato si la-
due per una funzione, ed altre vò le mani prima di condannar
38 LIT LIT
Cristo, non polendo popolo il in tà, la decenza, la fucilila e simili
modo ylciino imonagìnare come il vedute sono slate la cagio-
fisiche,

sacerdote possa fare n(J lempo stes- ne di stabilire molte cerimonie; e


so la (Ifijiira di Cristo e quella di nel dai' la (Chiesa al motivo d'isti-
J'ilato. T'issatosi in lai motto dal tuzione una ragione spirituale e
eli. lilmgico Ferrigni il numeiu simbolica, questa appartiene al sen-
de' sensi della sacra liturgìa, fa \t- so mistico, non al letterale. Nella
flere il modo, come ricavare que- quarta riferisce, che vi sono molte
sti sensi, in quattro regole. INella cerimonie nelle quali il senso let-
prima dice che il senso letterale
, terale coincide col mistico, poi-
essendo la ragione direlfa dcU'isti- ché la Chiesa nell' istituire tali ce-
lu/ione o dell'origine del rito, non rimonie, altra mira non ha avuto,
solo si deve appurare discoprendo se non (juclla di esprimere qualche
i tempi ed i luoghi dove ogni ce- mistero, in tal caso invano si cer-
rimonia è connnciata, ma anche si ca per senso letterale una cagione
deve ricavare da quei medesimi che sia fìsica non avendone che
,

fonti, donde si ricava l'origine stes- mistica e sindxtlica, laonde un co-


sa un tal punto appartenendo al-
; stume introdotto per convenienza
l'istoria, questo senso si chiamò an- o per comodo si è mutato in mo-
co islorico, per cui le istoiie eccle- tivo di mistero; analogamente cita
siastiche, le opere de' padri e le gii esempi d'orare in piedi nelle
altre opere degli scrittori ecclesiasti- domeniche e in tutto il tempo pa-
ci, e quanto ci possono presentare squale ne' primi quattro secoli della
tal sorte di fiitli, sono monumenti
i Chiesa, e l'origine del manipolo
più propri all' uopo. Dove manca- che la Chiesa continua a ritenere.
no tulli predetti fonti, o per ap-
i Con queste regole si traccia il me-
purare l'origine di un rito, o per todo di conoscere i sensi de' sacri
discoprirne la ragione, è lecito qual- riti, e si provvede ai due opposti
che fondata congettura. Nella se- partiti degli scrittori liturgici, uno
conda regola dice, che il senso mi- formato dai mistici antichi, l'altro
stico, sia allegorico, sia tropologi- dai pretesi odierni letterati o cri-
co, o anagogico, si ricava o dall'au- tici.

torità dei padri della Chiesa e de- Fra tutte le opere de'mistici an-
gli altri scrittori ecclesiastici accre- tichi, le più rimarchevoli sono quel-
ditati, o più comunemente dalle la del cardinal Lotario Conti poi
preci cui la Chiesa fa accompagna- Innocenzo 111, e quella di Gugliel-
le le sue cerimonie, dappoiché la mo Durando vescov(» di Mende,
mente della Chiesa ordinariamente ambedue del secolo XIII, oltre quel-
si trova nelle orazioni medesime la di Gabriele Biel, quella di Gio-
che ne manifestano lo spirito ed vanni Stefano Durante, e quella
il vero senso : dove mancano que- di Gio. Battista Paibeo. Questi co-
ste fonti sarà lecito tentar fondite sì detti mistici antichi, nello svi-
tongetturq. Nella terza regola av- luppare sensi della liturgia sono
i

verte, che non bisogna mai confon- inciampali in niolti difètti, che il
dere il senso letterale col mistico, dotto Ferrigni riduce ai seguenti
quando tra l'uno e l'altro vi è di quattro capi, i," Eglino non han-
stuizione. La necessità, la piopiie- no spesse volle iailracc»ata la ve-
LIT LIT 39
ra origine ^' sacri riti, tlisco- la nostra riconoscenza per aver
prenclo i tempi ed i luoghi dove soniininisliati dei lumi, onde pro-
ogni cerimonia è cominciata, cosa gredire nell'investigazione de' sensi
che forma la base de'scnsi htiirgi- liturgici , e correggere i loro slessi
ci.Parlandovi Le Brnn d'Innocen- dillMti, da coloro, i quali
inevitabili
zo 111 e di Durando, dice che non danno la prima mano ad un'ope-»
erano mollo versali nell'antichità, la. n' Innocenzo III, di Gugliel-
uè nveano avuto tempo per fare le mo Durando, e delle loro opere,
debite ricerche, ciò ohe essi mede- come dei principali liturgici , ne
simi pt olestaroiio nel principio e parliamo alle loro biografie.
fine delle loro 0[ìere; che il genio Dai cos'i detti mistici antichi,
loro li poitò a fare ricei'che su passiamo a riportare il giudizio del
tutto, ed m ogni luogo mibti- chiar.Ferrigni sui moderni criti-
che lagioiij pretesero, per cui , se cio pretesi letterati. Egli primie-
le loio allegorie soddisfano alla ramente fa notare, che i secondi
divozione d' un gran numero di avendo rimarcato gli scogli ne'qua-
fedeli , non però sono state di li hanno urtato pren-i mistici col
generale appi'ovazione. 2." Il secondo dere tutte l'ecclesiastiche cerimonie
diitllo, conseguenza del primo, si sotto sensi simbolici, e sotto una
è, che il senso primario o let- allegoria talvolta ridicola e capric-
terale, non s'inconira quasi mai ciosa, hanno battuta una via tutta
nelle loro opere; anzi, quel che è opposta, applicandosi a spiegar tut-
peggio, per senso letterale si pren- to ne' sacri riti per niente altro,
dono mistiche ragioni, che punto che per cause fisiche e naturah.
non Io sono. 3.° Anclie quando essi M fatto sta, eh' essi cosi facendo
rintracciano una veduta di conve- sono andati in un altro eccesso, an-
nienza o di facilità, che unicamen- zi, quel che è peggio, quantunque
te diede origine a qualche cerimo- abbiano camminata una strada op-
nia, vogliono non pertanto aggiun- posta ai mistici, pure hanno urta-
geteci mistiche ragioni pretese, dove to nella stessa origine rovinosa del
punto non e' entrano, e sono in loro sistema. Ciò che diede ori-
tutto superflue. 4-° Finalmente spes- gine ai mistici di prendere tutto
se volte essi per gli stessi sensi in allegoria, fu la mancanza di co-
mistici prendono gli accomodatizi gnizione isterica sul cominciameiito
escogitati con mente arbitraria , de' riti, e l'ignoranza de' tempi e
con cui la Chiesa non ha parte de'Iuoghi ne'quali si sono introdol--
alcuna; e quel ch'è peggio, fra que- ti, ampliati e sostenuti, onde ap-
sti alcuni sono ricercati si da lon purare le vere lagioni, .senza lam-
tano, che si rendono ridicoli ed , biccarsi a congetturarne delle arbi-
avviliscono i sensi liturgici. Gou- trarie. Se duncpie i pretesi lettera-
chiude il Le lirun^ che i pretesi ti volevano opporsi ragionevolmen-
mistici, forse sono più nocevoli di te ai mistici , dovevano prendere
quel che si crede, in questi tempi per base l'investigazione dei monu-
specialmente di analisi e di critica. menti propri dell'istoria liturgicaj
Per altro essi meritano scusa pei dai quali potevano anche discerne-
secoli d" Ignoranza e di barbarie re o acquistare il gusto a discerné-
nei quali scrivevano; anzi esigono re il vero mistico dal falso; ma cs-
4o LIT LIT
si hanno tiabcurala questa osallu letterati il dotto Mazzinelli , nel-
investigazione sopra ciascun rito o r Ofjizw della stUiniaua sonli^,
cerimonia, e solamente con un ge- neir introduzione al giovedì santo.
nio opposto ai primi si sono dati " S' ingannano costoro che per far
a congetturare colla loio imaiagi- tro[)po l'arguto, fanno il disgustato
nazione altre ragioni, purché non delle allusioni, delle figure, de'n)i-
fossero mistiche, sihbene natuiali e steri. Volendo fermarsi nel sensibile
fisiche. Bisogna qui aggiungere, che e nello storico, ed oltre alla mate-
essi in ciò, a ditìèrenza de' mistici, rialità delle cose nostre non voler
sono iriescusabili, non \ivendo nei passare a ciò che in esse vi è d'i-
tempi d'ignoranza e di barbarie struttivo e di misterioso, è appun-
ne' <|uali quelli vivevano. E veio to un voler fermarsi alla lettera
però ch'essi si mostrano eruditi che uccide, e trascurar lo spirito
sull'origine liturgica, ma questo ser- che dà vita : imperocché il miste-
ve a dare più colore alle loro ro è la sostanza e l'anima delle
congetture; del resto chi esamina nostre cerimonie, e certe spiegazio-
addentro le loro dottrine, conosce ni puramente letterali non solo ri-
che solamente certi principii gene- mangono fredde e morte, ma so-
rali animano le loro congetture, no di scapito alla pietà ed alla re-
ma non già una cognizione circo- ligione ". Ed in vero , non così
stanziata , esatta e profonda del- praticavano gli antichi cristiani no-
l' origine e progresso di ciascun stri padri , anzi essi procuravano
l'ito, che sia fondato su de'propri sempre di alzarsi al cielo, diven-
monumenti. Alla testa de' pretesi tando ogni cosa, per cosi dire, mi-
critici e letterati liturgici sia Clau- stica nelle loro mani, ancorché for-

dio du Vert, primo tesoriere della se dalla prim^ origine non aves-
chiesa di Clugny e poi visitatore se avuta una ragione di conve-
dell'ordine cluniacense nella pro- nienza. E questo sì che è stato
vincia di Francia, il quale ha lavo- sempre, ed è lo spirito della Chie-
ralo una compila opera sulle spie- sa, siccome ha dimostrato l'erudito

gazioni letterali de'sacri riti, divisa e zelante vescovo di Soissous Giu-


in che incominciò
quattro tomi , seppe Langlet nellq sua opera in-
a stamparsi nel 1707. Col Le Brun titolala: Lo spirilo (iella Chiesa
i\ lodalo lituigico dà pn'idea della nella celebrazione de' sacri misteri,
medesima, del suo sistema e difet- ch'egli scrisse in opposizione al si-

ti, come del falso supposlu su cui stema di Vert. Ond' è che questa
si poggia ; declamando contro il ge- Chiesa nostra madre Jia bramato
uio di quei moderni letterati, che sempre e brama che i suoi figliuo-
seguaci del sistema di du Vert li attendano a penetrare i misteri
hanno il genio di abolire tulio il rappresentati dalle cerimonie, leg-
snnbolico e misterioso delle sacre gendosi nei sacramentari più an-
cerimonie, togliendone cos\ l'au- tichi (|uesta orazione, la quale si

gusto ed il subUme, faticando a recita ogni anno nella benedizione


proprio danno, ed operando con- delle palme. Fate, Signore, che i

tro lo spirilo ed mlenzioni della cuori de' vostri Jedeli intendano con
Chiesa. frutto ciò che questa cerimonia
A proposil(> gridò contro ài falli disegna col fallo. E su questo ri-
LIT LIT 4i
(lesso dai concilii viene ordiuato ai pe in Napoli nel 1842 l'erudita
parrochi d' insegnare al popolo e critica Dissertazione sull'origine,
quanto vi è di misterioso nelle progresso e vicende della sacra li-

cerimonie. Anzi sotto questa vedu- turgia, della quale nel volume XX,
ta il sacrosanto concilio di Trento p. 270 degli Annali delle scienze
ha difeso contro i protestanti l'ap- religiose, si legge un importante e-
parato cerimoniale della Chiesa cat- stratto di monsignor Pio Marti-
tolica, insegnando adoprarsi dalla nucci, uno de'maestri delle cerimo-
Chiesa le sacre cerimonie, come so- nie pontificig. Dopo aver egli di-
no le mistiche benedizioni, lumi, i mostrato quanto dev'essere a cuo-
gr incensi, le vesti, per apostolica re la cognizione de' liti sacri, al
tradizione, ad affetto d' imprimere pari di qualunque altra scienza ec-
nella mente de' fedeli la maestà clesiastica, a chi si dedica al mini-
del tremendo sacrifizio della messa, stero della Chiesa, osserva che ii

e per elevarli per mezzo di questi suo bello ed utile studio riesce
segni di religione e di pietà, alla talora alquanto diflicile a chi vi si

contemplazione delle altissime cose applica, per mancanza di una sto-


che sono in quel sagri fìzio nasco- ria compiuta per tutto che riguar-
ste. Sessione 22, Cfip. V, de sacri- da laliturgia, dalla quale come da
celo missae. Colla quale dottrina scorta sicura potesse essere condot-
del sacro concilio di Tiento dilli- to chi bramasse trattare o cono-
cilmeiite può accordarsi il divisalo scere le questioni, che sopra ogni
sistema di Vert, come rillette Be- punto possono agitarsi, ed avere
nedetto XlVj
Delle feste (ii Gesù in tal guisa liunito tutto quello
Cristo al mercolech santo. Quindi che sparso in opere vaste ed eru-
a senso del eh. Ferrigni, i pretesi dite, conviene qua e là cercare.
odierni letterati o ciilici tli tal ge- Dice poi che a riparare tale man-
nere, sono più peiniciosi e tuncsll canza il lodato canonico teologo
dei così detti antichi mistici, poiché della metropolitana chiesa di Napo-
pon solo operano contro lo spirito li, professore di sacra scrittura nella
e le intenzioni della Chiesa, ed av- regia università degli studi, e regio
viliscono i sacri riti con toglierne revisore de'libri, ci ha presentato
l'augusto ed il subliinej ma anche, il metodo che potrebbe tenersi ,

salva la loro per altro retta inten- nel tessere una storia completa
zione, danno ansa ai pretesi rifor- della liturgia. Egli rileva che dalla
mati di considerare le cerimonie citata dissertazione sono dimostra-
della Chiesa cattolica come pratiche ti i vantaggi che sieguono dalla
superstiziose. Pertanto a prendere pratica de' riti santi, cioè quanto
una via di mezzo tra 1 mistici possa sull'animo dell'uomo il culto
e 1 letterati, ed evitale i difflti esterno, poiché mosso mirabilmen-
d'entrambi, fa d'uopo osservare le te dagli oggetti sensibili ed este-
quattro legole di sopra proposte, riori, per via di questi viene rapi-
le quali potranno servire di norma to al comprendimento degl'invisi-
nell'iuvestigare i sensi della lilur- bili e sojMannaturali. Secondo il

contenuto della dissertazione stabili-


Da ultimo il canonico Andiea sce poi Ire eptjche per la storia,
Feuigni Pisone pubblicò colle stam cui appella di coniincianitnlo, di
4^ LIT LIT
/Kcrrscìmenfo, e di perfezione ; al- rebljfi alla Cìiiesa, mcnti'e nella e-
ia prima prefigge i termini dal sposizione ilella storia liturgica, ol-

nascere della ()l>iesa sino all'ifiipe- tre l'illnstrazione di moltissimi pun-


10 di Costantino il Grande; la se- ti controversi, si chiarirebbero net
conda da fpiesti alla celebrazione vero senso molti liti, die alle vol-

del concilio di Trento; la terza te anche tra buoni cattolici, per


da tale epoca ai giorni nostri. Ana- contraria prcvcnzioiie, si slimano
logamente a ciascuna epoca sono falsamente poco onoiHivoli a Dio,
divise ie malciie, a seconda ezian- e forse uncln; nocevoli alla edifi-

dio de'tirnipi e delle circoslanze ;


cazione de'li'deli.

dovendosi n«!lla prima trattare plin- Gesìi (jnsto istituendo YEiicnri-


ti critici, le questioni sulla liturgia, stia (^f é'(ìi) si s<Mv"i di pregliiere,
i punti coiiti^)versi, \ì merito «Ielle di benedizioni, di azioni di grazie;
liturgie divulgale col nome degli ma la Scrittura non ci dice quali
apostoli o de' loro discepoli ; nella fossero tali preghiere e tali ceri-
seconda le usanze sulla costruzio- monie, ìi parimenti non vi si scor-
ne de saeri edilìzi, vesti, ari-edi ed ge che gli apostoli abbiano messo
altro «elativo al cullo divino, con in iscrillo i termini delle preghie-
le leggi dai Papi, dai concilii, dalle re, né regolate cenmonie tutte le

diocesi, e dalle città emanale, ri- che dovevano accompagnare il sa-


guardanti le cerimonie, i riti, l'an»- grifìcio in lutti i tempi e in tulli

ministrazione de'saciamenti, pai lan- i luoghi ; essi limitaronsi ad inse-


«losi de principali scrittori liturgici gnale a viva voce, e non si sapreb-
e del merito intrinseco delle loro be citare alcuna testimonianza di
o[»eic ; nella paile terza della sto- un autore conosciuto nei primi quat-
ria liturgica, dovrebl>e dimostrarsi tro secoli, che abbia parlalo di una
lorigine delle rubriche e de'codici liturgia scritta ed usata in (pialche
liturgici, I energica riforma operata chiesa, la quale esponesse l'ordine
nel depurare il culto esterno dal di tuttociò che dovevasi fare, e le

superstizioso e ridicolo introdot- preghiere che il sacerdote doveva


to nei secoli barbari, e dichiarare recitare per la consacrazione del-
le vie tenute dalla Chiesa romana l'Eucaristia. Le liturgie che por-
per mantenere la purità de'suoi ri- tano il nome di s. Giacomo apo-
ti, ilandosi contezza degli scrittori stolo, di s. Marco evangelista, o in
liturgici, essendo questa terza epoca generale degli apostoli, non sono
l'epoca dei classici in questo gene adunque, al dire de'critici, propria-
re. Si (là termine a questo sun- mente scritte da essi j ma tutto al
to, con tributale congratulazioni e più, secondo medesimi, sono la so-
i

lodi all'autore della dissertazione, stanza (Ielle preghiere e delle ce-


per le sue vaste idee ed intei'essa- rimonie ch'essi praticavano nell'of-
uiento preso a vantaggio di quella frire il saciilicio, le quali furono da
scienza, da cui si apprende il mo- essi insegnale soltanto a viva voce,
do di onorare il Signore; non che che vennero in seguito poste in i-
col far voti al cielo che presto si scrilto, ed alle quali poi furono
adempiano le di lui mire sulle fatte molle aggiunte., La testimo-
11 acce sej^nate , col sorgere chi si nianza appoggiata ad im fiammen-
accinga all'impiesa the iildc liuici lu di Pi odo in favore delle liUu-
LIT LIT 43
^ie fli 5. numerile \, e di s. Gia- giornaliero; erano però persuasi che
como, non ò di nlnin peso, percliè non fosse loro permesso di farvi il

non è di quell'aiitoie, dappoicliè menomo cambiamento. P'. Arcano


egli era vescovo di Cnstantinopcjli pisciPLiNA, e gli articoli relativi,

nel 4^4^ ^ "^' ^'"«Tii'ncnto suindi- i padri della Chiosa ci fanno os-
cato il Giovanni di Co-
celebre s. servare questa istruzione tradizio-
stantinopoli è chiamato Crisostomo, nale. La loro fedeltà nel conserva-
nome che non fu dato che nel re questo deposito è attestata dalla
VII secolo. Il p. Le Binn provò, conlormità che si trovò quanto alla
che nessuna liturgia è stala sciitta sostaii/a tra le liturgie delle diverse

prima del V secolo, eccello quella chiese del mondo ,


quando furono
che trovasi nelle cosliluzioiii apo- poste in iscritto. Sovente è diverso
stoliche colla data almeno dell'an- lo stile delle preghiere, il senso in
no 3qo. Però il sacerdote roma- ogni luogo è lo stesso, v' è poca
no Mondelli pubblicò una disser- vaiielà nell'ordine delle cerimonie.
tazione, che al p. Le Brun tolse In tutte si trovano le stesse parti;
il pacifico possesso della sua opi- la lettura delle scrittine dell'antico
nione. La liturgia che si attribui- e nuovo Testamento, 1' istruzione da
sce a s. Clemente I, ignorandosene cui era seguila, l'oblazione de' sacri
il vero, solo merita pregio per la doni falla dal saceidote, la prela-
antichità; di quella che dicesi di s. zione od esoilazione, il Sa netti a ^ la

Dionisio si dubita della genuinità, preghiera pei vivi e pei morti, Li

ma quello che contiene di liturgi- consecrazione fatta colle parole di


co può solo servire di un docu- (iesìi Cristo, l'invocazione sui doni
mento circa i riti e la fede pub- consecrati, Tadorazione e la frazio-
blica de' primi secoli. Parlando il ne dell'Ostia, il bacio della pace,
Bergier dell'antichità ed autorità l'orazione domenicale, la comunio-
delle liturgie, aweile Ani non si ne, il rendimento di grazie, la be-
deve conchiudere come fecero talu- nedizione del sacerdote. Tale è a
ni ed protestanti, che le litur-
i un dipresso il metodo uniforme del-
gie le quali portano nomi <li s. i le liturgie, tanto in oriente, che in
Pietro, di s. Giacomo, di s. Mar- occidente. Potrebbe trovarvisi que-
co, ec sieno opere apocrife e sen-
, sta rassomiglianza, .se ciascuno di
za autorità. Le stesse ragioni, le quelli che le hanno raccolte avesse
quali provano che non subilo fu seguito il suo genio nel modo di
scritta la liturgia, provano [(ali- disporle? f^. Mfssv, Canone della

menti clip lon diligenza è stata con- Messa, e gli analoghi articoli. Piac-
servala \Htf tradizione in ciascuna coglicndo ciò che dissero i padri
chiesa ;
e fl-delmente trasmessa dai dei primi quattro secoli , si vede
vescovi a che iiuialzavtino ai
ipieili che al loro tempo le liturgie era-
.sacerdozio. Questo era nn mistero no già furono scritte nel
(piali V
od un .secreto che si voleva na- secolo. iMoile sette separandosi Malia
scondere ai ma i pastori pagani, Chiesa cattolica, conservarono la li-
scambievolmente se ne confidavano turgia come era avanti il loro sci-

a memoria le preghiere e le cei i sma, uè ardirono di mettervi ma


inonie ; ciò era tanto più tacile no; tanto erano persuasi che que-
pei che ciano pratiche di un uso sta alterazione fosse una temerità.
4', LIT LIT
IS'ei piinii secoli nessuno ehhe que- paesi cattolici, si celebri la liturgia
sto ardire ; JXeslorio è ilprimo cui e In salmodia. Quasi in tutta la

/L' rinfacciata, conifi si ha da Leon- Chiesa latina da moltissimi secoli,

zio bisanlino ron/r. Nfit. et /ùifych. e nella romana fino dai principii,

J. 3; S£n7a did>l)io questa è una si usa generalmente la lingua la-

flelle ragioni che fecero conoscere tina ; la greca presso de' greci in

[a necessità di scrivere le liturgie. molle chiese d'oriente, in altre l'a-


Da quel momento non fu più pos- raba e dove qualche altro idio-
;

sibile alterarle senza die i fedeli ma adopera, dò è sempre pei


.si

reclamassero ,
poiché allora erano pubbliiui approvazione e per con-
scritte in lingua volgare. Qui no- senso ilella prima Chiesa del cri-
teremo, die agli nrlicoii La/io, par- stianesimo. Cos'i per quanto è u-
Jundo della lingua Ialina, e Lingua, manameiite permesso, si provvede
Iraltanutio dell'uso costante tenuto che la varietà de' riti dentro una
dalla Chiesa occidentale di celebra- sola medesima Chiesa cattolica non
re i divini uffizi in lingua latina , si moltiplichi soverchiamente, e che
di che non si lice mai cambia- i libri del culto pubblico non .si

mento nella sacra liturgia ; e che espongano a evidentissimo rischio


in questa non conviene adoperare di ricevere alterazioni essenziali e
|ii lingua volgare anche presso al- peiicolo.se, se si rimettesse a ogni
tre nazioni. Nel Supplemento al chiesa particolare l'arbitrio di vol-
Giornale ecclesiastno di Roma del tarli e adopeiarli suo proprio
nel
1791, a p. 68, prendendosi ad esa- linguaggio. A buon conto e per ,

me r opuscolo di Pehem professo- cosa certa questa è la legge ; il cul-

re dell' luìiversità Vienna, di inti- to pubblico non


ha a