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Silvia Achilli cl.

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Anno scolastico 2007/2008
Liceo Scientifico "Lorenzo Respighi
Val Trebbia: . la valle degli di .

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1. Tettonica e geologia della Val Trebbia
1.1. Geologia della Val Trebbia pagina 4
1.2. Tettonica della Val Trebbia pagina 5
1.3. Complesso ofiolitico del Monte Mangiapane e Val Perino pagina 7
1.4. Successione di Case Calderola e Pietra Parcellara pagina 8
1.5. La finestra tettonica di Bobbio tra Marsaglia e San Salvatore pagina 10

2. Il petrolio in Val Trebbia
2.1. Estrazioni petrolifere in Val Trebbia
2.1.1. Boom del petrolio piacentino pagina 12
2.1.2. "Loglio di sasso a Rallio di Montechiaro pagina 12
2.1.3. Rallio: decenni di delusioni pagina 13
2.2. Raffineria del petrolio
2.2.1. Trattamenti preliminari pagina 14
2.2.2. Il treno pre-riscaldato pagina 14
2.2.3. La distillazione topping pagina 15
2.2.4. La distillazione vacuum pagina 15
2.2.5. La torre di frazionamento pagina 17
2.3. Le basi per lo studio del petrolio: la chimica organica
2.3.1. Definizione pagina 17
2.3.2. Gli idrocarburi pagina 17
2.3.3. I gruppi funzionali pagina 18
2.3.4. Idrocarburi saturi: gli alcani
2.3.4.1. Generalit pagina 18
2.3.4.2. Nomenclatura IUPAC pagina 19
2.3.4.3. Propriet fisiche degli alcani pagina 19
2.3.4.4. Reazioni degli alcani pagina 20
2.3.5. Idrocarburi insaturi: alcheni
2.3.5.1. Generalit pagina 20
2.3.5.2. Nomenclatura IUPAC pagina 21
2.3.5.3. Reazioni caratteristiche: addizione elettrofila pagina 21
2.3.5.4. Regola di Markovnikov pagina 22
2.3.6. Idrocarburi insaturi: alchini
2.3.6.1. Generalit pagina 22
2.3.6.2. Tautomeria cheto-enolica pagina 23
2.3.7. Idrocarburi aromatici
2.3.7.1. Molecola del benzene pagina 23
2.3.7.2. Energia di risonanza pagina 25
2.3.7.3. Nomenclatura pagina 25

3. Nuove centrali idroelettriche in Val Trebbia
3.1. Struttura delle centrali idroelettriche
3.1.1. Bacino pagina 27
3.1.2. Diga pagina 27
3.1.3. Turbina pagina 28
3.1.4. Condotta forzata pagina 29
3.1.5. Valvola pagina 29
3.1.6. Opera di restituzione pagina 30
3.1.7. Trasformatore pagina 30
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3.1.8. Alternatore pagina 31
3.2. Centrali idroelettriche in Val Trebbia
3.2.1. Lopera di presa pagina 33
3.2.2. Gallerie di derivazione pagina 33
3.2.3. Vasche di carico pagina 33
3.2.4. Condotte forzate pagina 34
3.2.5. Centrale di produzione pagina 34

4. Applicazione dell'analisi infinitesimale in fisica
4.1. Derivate
4.1.1. Definizione pagina 35
4.1.2. Applicazione: forza elettromotrice indotta pagina 35
4.2. Integrali
4.2.1. Definizione pagina 36
4.2.2. Applicazione: energia di un campo magnetico pagina 36

5. Resistenza in Val Trebbia e Val d'Aveto
5.1. Il "Ventennio a Bobbio pagina 37
5.2. lArmistizio dell8 settembre 1943 a Bobbio pagina 37
5.3. Il movimento di Resistenza pagina 38
5.4. A peli sorge il primo nucleo partigiano pagina 38
5.5. Altri nuclei partigiani nella media Val Trebbia pagina 38
5.6. Il primo rastrellamento della Val Trebbia pagina 39
5.7. Reazione partigiana pagina 39
5.8. La prima citt libera del NordItalia: Bobbio pagina 39
5.9. La liberazione si estende alle valli pagina 39

6. La letteratura della resistenza: Beppe Fenoglio
6.1. Lautore: Beppe Fenoglio
6.1.1. I primi anni pagina 40
6.1.2. La vita partigiana pagina 40
6.1.3. Il dopoguerra pagina 41
6.1.4. La malattia e la morte pagina 42
6.2. Lopera: Il Partigiano Johnny
6.2.1. Il ritorno di Johnny pagina 42
6.2.2. Johnny diventa partigiano pagina 42
6.2.3. Primavera ed estate pagina 43
6.2.4. La presa di Alba pagina 43
6.2.5. Il lungo inverno pagina 43
6.2.6. La fine di Johnny pagina 44

7. When Hemingway crossed the Valley of Gods
7.1. Life and his emotional participation in his works
7.1.1. Early years pagina 45
7.1.2. First World War pagina 45
7.1.3. First novels and other works pagina 46
7.1.4. Key west and the Spanish Civil War pagina 48
7.1.5. The Forty-Nine Stories pagina 48
7.1.6. For Whom the Bell Tolls pagina 49
7.1.7. World War II and its aftermath pagina 49
7.1.8. Suicide pagina 49
7.2. Hemingway and Val Trebbia pagina 50

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1. Geologia della Val Trebbia

Le catene montuose, assieme ai vulcani, ai terremoti ed ad altri fenomeni
naturali, rappresentano lespressione pi evidente dei processi dinamici che
avvengono allinterno della Terra. Nel tempo si sono susseguite varie ipotesi
sullorigine dellAppennino Settentrionale, ma solo alla fine del 1800 sono stati
pubblicati i primi lavori scientifici nel senso moderno del termine. La vera
rivoluzione copernicana nel campo della geologia i per avuta nei primi anni 70
con lavvento della teoria della "tettonica a placche. Questa teoria si basa
sullipotesi che la parte esterna della terra sia costituita da un involucro rigido,
detto litosfera, spesso circa 100 chilometri. Questo involucro suddiviso in un
certo numero di elementi, detti placche, che si incastrano luno nellaltro come un
puzzle. Queste placche non sono immobili, ma si muovono luna rispetto allaltra e
questo avviene al di sopra di uno strato completamente plastico. Dove le placche si
allontanano abbiamo la formazione di una nuova crosta, ma dove esse convergono
abbiamo un processo di sottoscorrimento di una placca sotto laltra, detto
subduzione. Questo processo porta alla formazione delle catene montuose ed
inoltre connesso allo sviluppo di terremoti di grande intensit e di cinture
vulcaniche, conosciute con il termine di archi magmatici. La teoria della tettonica a
placche ha individuato lorigine delle catene montuose nei processi che avvengono
quando due grosse placche crostali convergono e poi collidono.
Nel caso dellAppennino Settentrionale la collisione avvenuta tra due placche
crostali: quella europea e quella adriatica. Nel Giurassico Medio, i margini
continentali di queste due placche erano divise da un vasto bacino oceanico,
conosciuto come oceano ligure-piemontese.
A partire dal Cretaceo Superiore le due placche crostali hanno iniziato a convergere
luna contro laltra, fino alla completa collisione avvenuta durante lEocene. In
questa fase il bacino oceanico scomparve completamente, ma il processo di
convergenza tra placca europea e quella adriatica non si arrest e, seppure con
diverse direzioni e modalit, perdura fino ai nostri giorni, come testimoniano i
terremoti che sconvolgono lintera penisola italiana.
Durante questo lungo periodo di convergenza tra le due placche, proprio nel
settore dove esse collidevano, si formato lAppennino Settentrionale, che quindi
pu essere immaginato come una cicatrice che segnala ed evidenzia il luogo della
collisione. La sua struttura interna risulta costituita da unit tettoniche, ovvero da
volumi di rocce che per effetto della convergenza si sono scollate dal dominio ove
si erano formate e sono traslate per diverse centinaia di chilometri.
NellAppennino Settentrionale sono state riconosciute le Unit Liguri, derivate dal
bacino ligure-piemontese, le quali sono sovrascorse sulle unit Subliguri e Toscane,
il cui dominio di formazione stato identificato nel margine continentale della
placca adriatica. Osservare direttamente la struttura di una catena montuosa non
facile ed occorrono osservazioni in diversi settori. Vi sono per delle situazioni
favorevoli rappresentate da settori della catena che sono stai sollevati per effetto
delle spinte dinamiche e profondamente incisi dallerosione dei fiumi. Questo il
caso della Val Trebbia dove lerosione ha scavato profondamente mettendo a nudo
i fianchi della valle la struttura interna dellAppennino Settentrionale. Partendo dai
rilievi che sovrastano Bobbio e scendendo verso la valle del fiume Trebbia
possibile osservare le varie unit tettoniche che costituiscono la struttura
dellAppennino Settentrionale. Strutture come queste sono conosciute in geologia
con il termine di "finestre tettoniche. Quella di Bobbio, assieme a quella delle Alpi
Apuane, forse la finestra tettonica pi ampia e profonda dellAppennino
Settentrionale.
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2. Tettonica della Val Trebbia
Analizziamo ci che
possibile osservare allinterno
della finestra tettonica di
Bobbio, partendo dal livello
strutturale pi basso. Questo
livello rappresentato dalle
unit Liguri, caratterizzate
dalla presenza di ofioliti. Le
ofioliti o "rocce verdi sono
rocce magmatiche di
caratteristico colore verde, le
cui caratteristiche indicano
una provenienza da bacini
oceanici. Si tratta di basalti e
gabbri, di et giurassica, che
per composizione e chimismo
sono del tutto analoghi a
quelli che si possono dragare
oggi sui fondali delloceano
atlantico, e costituiscono
quindi le prove dellesistenza
del bacino oceanico che
separava i margini
continentali della placca
europea ed adriatica. Le
ofioliti includono anche altri
tipi di rocce, generalmente
scure e pesanti, denominate
lerzoliti, che sono
rappresentative del mantello
ovvero dei livelli pi profondi
delle terra; esse infatti si
sono formate a profondit di
diverse decine di chilometri e
sono poi state traslate a livelli
Schema geologico dell'Appennino Settentrionale
Schema tettonico della Val Trebbia
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strutturali superficiali durante la fase di convergenza. Esse costituiscono gran
parte dei rilievi che circondano il paese di Bobbio, come ad esempio il monte
SantAgostino. Le ofioliti sono associate a sedimenti del cretaceo depositati in
ambiente pelagico cio di mare profondo, che caratterizzano appunto il bacino
oceanico ligure-piemontese. Gli effetti della convergenza sono ben visibili negli
strati che costituiscono le successioni delle unit liguri, che sono spesso contorti e
fratturati in quanto sottoposti a pi fasi di piegamento. Queste deformazioni
testimoniano lintensit dei processi che hanno portato alla distruzione del bacino
oceanico. Al di sopra delle successioni delle unit liguri troviamo la successione
epiligure, che affiora estesamente in corrispondenza dei rilievi del monte Roccone e
Monte Piattello. Si tratta di una spessa successione sedimentaria costituita da
materiale detritico, come conglomerati e arenarie grossolane derivati dallerosione
delle ofioliti e delle coperture sedimentarie ad esse associate. Al di sotto delle unit
Liguri abbiamo le unit SubLiguri. Queste unit sono rappresentate da successioni
di rocce sedimentarie di et terziaria, prevalentemente oligo-miocenica,
originariamente depositatesi sul margine continentale della placca adriatica. Una di
queste successioni, rappresentata dalla formazione dellAveto, presenta una
caratteristica molto importante per le ricostruzioni dellevoluzione tettonica. Essa
contiene infatti livelli di conglomerati, al cui interno sono stati rinvenuti dei clasti di
andesiti, ovvero rocce vulcaniche tipiche degli archi magmatici. Gli archi magmatici
si formano al di sopra di una zona di subduzione. Queste rocce segnalano quindi
che in quel periodo esistevano un processo di subduzione e il relativo arco
magmatico, localizzati proprio in corrispondenza dellarea dove si former
lAppennino Settentrionale. Lunica testimonianza di questo arco magmatico
rappresentata dai clasti di andesiti che si ritrovano nella formazione dellAveto. Al
di sotto delle unit Subliguri affiorano i livelli strutturali pi profondi della finestra
di Bobbio, rappresentati dalla unit Toscane. Uno degli elementi pi significativi
rappresentato dalle arenarie della formazione di bobbio del Miocene inferiore, che
affiorano estesamente, che affiorano estesamente lungo i meandri del fondovalle
del Fiume Trebbia. Si tratta di alternanze di strati di arenarie e di rocce sempre
sedimentarie ma a granulometria pi fine, come stiliti e peliti. Questa formazione si
deposta in ambiente marino profondo mediante le correnti di torbida. Le correnti
di torbida sono correnti ad alta densit che trasportano grosse quantit di
sedimento. Esse si originano grazie a eventi catastrofici come i sismi e grandi
alluvioni, che mobilizzano il sedimento accumulato sui margini dei bacini e lo
trasportano a grandi profondit. Queste correnti di torbida si muovono sottacqua
come un fluido pi denso allinterno di un altro fluido meno denso. Quando la
corrente di torbida si arresta il sedimento trasportato dallonda torbida precipita sul
fondo in ordine di dimensione. Si crea quindi uno stato "gradato, caratterizzato da
una variazione granulometrica che risulta pi grossolana alla base e pi fine al
tetto. Questi meccanismi sono allorigine della formazione di Bobbio, che appunto
costituita da numerosi strati gradati di arenarie e sedimenti pi fini. Associati ai
depositi torbidici, troviamo anche altri depositi che hanno la stessa origine ma che
si sono deposti mediante meccanismi diversi , come ad esempio le brecce o i
depositi caotici derivati da gigantesche frane sottomarine. Questo il caso del
complesso di Marsaglia o di quello di Coli, costituita da blocchi di varie dimensioni
immersi in una matrice fine, generalmente argillitica. Importanti informazioni
derivano anche dallo studio della composizione delle arenarie della formazione di
Bobbio. In tal caso, questo studio ha permesso di stabilire che i granuli sono
costituiti in maggioranza da rocce metamorfiche che oggi ritroviamo nelle Alpi. Ci
significa che quando lAppennino era sempre caratterizzato da profondi bacini
marini, le Alpi erano gi emerse e sottoposte a unimportante erosione. I materiali
derivati da questa erosone si accumulavano per poi venire trasportati mediante le
correnti di torbida fino ai bacini profondi dellAppennino settentrionale.
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3. Complesso ofiolitico del Monte Mangiapane e Val Perino
Analizziamo ora il tratto di
crinale tra i fiumi Trebbia e Perino,
interessante per il complesso ofiolitico
del Monte Mangiapane che ne
caratterizza il paesaggio e per i
numerosi ambienti che si possono
osservare. Fra i termini pi
caratteristici che compaiono allinterno
dei complessi argillosi troviamo le
ofioliti, la cui distribuzione risulta
frammentaria e possono rinvenirsi in
singoli blocchi oppure associati a
costituire dei complessi pi estesi.
Lambiente ofiolitico riveste
unimportante interesse geologico, in
quanto le ofioliti, cosiddette per il colore che ricorda quello della pelle di un
serpente, sono ci che rimane del fondo di un antico oceano e trasferite su
terraferma dagli intensi processi geologici responsabili della formazione degli
Appennini. Con il termine ofioliti si vuole indicare un insieme di rocce eruttive
ricche in minerali di ferro e magnesio che comprende i basalti, i gabbri e le
peridotiti. Nellarea in esame il complesso del M. Mangiapane costituito da un
particolare tipo di peridotiti che hanno subito un processo di trasformazione pi
o meno spinto, che ne ha mutato aspetto e struttura.
Queste rocce vanno sotto il nome di serpentiniti ed a seconda del grado
di trasformazione si osservano rocce a prevalente colore nerastro, dove si
notano ancora gli originali minerali e rocce dove i minerali originali sono stai
statuiti da nuovi minerali che mostrano le tipiche venature e marezzature di
colore verde-azzurro.
Il pianoro nella foto a sinistra
rappresenta lultimo stadio evolutivo
che ha portato alla scomparsa di una
antica conca lacustre. Quasi tutti i laghi
sono destinati ad un pi o meno rapido
interramento causato dalla acque
piovane che, operando unintensa
erosione sui versanti, trasportano verso
le zone pi depresse abbondanti
frammenti rocciosi e quando giungono
al lago rallentano improvvisamente con
perdita di energia cinetica e
conseguente deposito del materiale
trasportato.
In questo modo i laghi vengono colmati
di sostanze minerali alle quali si aggiunge abbondante materiale organico. In
questo tratto emergono numerose vallecole minori ricche di zone umide.
Lacqua pu uscire in punti discreti a formare delle sorgenti oppure
diffusamente su un arenale pi o meno esteso a costituire delle zone
sorgentizie.
Lesistenza di queste sorgenti da mettere in relazione al gruppo ofiolitico del
monte Mangiapane che in questo settore costituisce un serbatoio idrico dovuto
allestrema fatturazione che rende queste rocce porose e permeabili. In modo
particolare si possono distinguere due tipi di sorgenti.

Tipico aspetto delle rupe ofiolitiche di natura
serpentinitica che si osservano risalendo il rio
d'Aglio.
Spettacolare panoramica del pianoro di versante che
caratterizza dal punto di vista paesaggistico questo
settore della Val Perino.
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La circolazione dell'acqua nel complesso ofiolitico
M.Mangiapane-Poggio Alto-M.Belvedere
sorgente di contatto tra rocce
insolubili (peridotiti
serpentinizzate) permeabili e
porose per fessurazione e
rocce, sottostanti
prevalentemente fini a minore
permeabilit;

sorgente di fessura, in rocce
insolubili rese permeabili e
porose dalla fessurazione.









4. Successione di Case Caldarola e Pietra Parcellara
























Questo paesaggio deriva dallazione degli agenti atmosferici, soprattutto lacqua
e lazione gelo/disgelo che per un lungo periodo di tempo si esercitano su una
superficie composta da rocce di natura diversa e interessato da deformazioni.
Questo corpo roccioso a composizione carbonatica prevalente noto come
"successione di Case Caldarola. Nel territorio presente unimponente
paleofrana di Case Levratti. Con il termine paleofrana si indicano antiche frane
di notevoli dimensioni formatesi in quei versanti geologicamente meno stabili.


La successione di Case Caldarola che emerge in rilievo con il suo
profilo rispetto al panorama circostante.
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Panoramica sulla imponente paleofrana di case Levratti










una delle forme caratteristiche del paesaggio e che risultano facilmente
individuabili per la presenza a monte di una nicchia di distacco generalmente a
forma di cucchiaio, da cui si stacca il materiale e da un corpo di frana ad
andamento nastriforme pi o meno sinuoso il cui fronte mostra la caratteristica
forma a ventaglio. La diffusione delle antiche e recenti frane da ricondurre ai
seguenti fattori principali:

labbondante presenza di rocce a composizione prevalentemente argillosa
facilmente erodibili se vengono a contatto con lacqua;

il disarticolamento delle successioni rocciose per effetto delle varie fasi
deformative che ne hanno profondamente alterato le caratteristiche
originarie rendendole meno stabili;

linfossamento dei corsi dacqua in terreni maggiormente erodibili, con
conseguente destabilizzazione e cedimento di interi tratti di versante.
In direzione nord-est si pu osservare la Pietra Parcellara e uno degli elementi
caratteristici del paesaggio dellAppennino: i calanchi. Si impostano
prevalentemente su terreni argillosi impermeabili, facilmente erodibili per
lazione dilavante dellacqua piovana che penetra nelle fessure dovute a un
precedente essiccamento.


- a: Fronte della paleofranaa forma di ventaglio. Zona di accumulo
- b: Arenarie di Scabiazza in facies prevalentemente fine
- c: Localit Zucconi
- d: Rio degli Alterelli
- e: corpo della frana ad andamento nastriforme. Zona di trasporto
- f: Localit levratti
- g: Area di provenienza del materiale che compone la paleofrane
- h: M.Pradegna (ofiolite)
- i: notare la profonda incisione operata dal Rio Gatto
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Presso le case Caldarola
affiora un corpo roccioso che
permette di osservare il
passaggio, molto
probabilmente in continuit di
sedimentazione, tra
lintervallo prevalentemente
arenaceo delle arenarie di
Scabiazza e una successione
a composizione carbonatica
dominante. Questo intervallo
stratigrafico legato alla
storia geologica pi antica di
questa porzione di territorio
quando, nel corso del
Giurassico, esisteva un mare in corso di formazione, denominato "Oceano
Ligure-Piemontese che separava il blocco paleoafricano da quello
paleoeuropeo. Per questo motivo i sedimenti di Case Caldarola sono tra le rocce
sedimentarie pi antiche che possiamo osservare nella zona. Dal basso verso
lalto lintervallo costituito da:
calcari a liste di selce: alternanze di arenarie fini ricche in carbonato di
calcio di colore grigio, localmente silicizzate e di marne e marne arenacee
in strati medi e spessi;
scisti ad Aptici: scisti di asprigni rossastri con sottili intercalazioni
marnose di colore grigio, localmente ricche in aptici;
diaspri: fitta alternanza di strati sottili intensa,ente fratturate di colore
variabile prevalentemente bruno rossastro a seconda dello strato ossidato
o ridotto delle impurit presenti al proprio interno; nel caso del colore
rossastro prevalgono le impurit ferrose tipo ematite; la frattura
concoide p scheggiosa e spesso la superficie ricoperta da numerosi
piccoli cristalli di quarzo;
maiolica: calcari di colore grigio-chiaro o biancastri, compatti, con frattura
concoide o scheggiosa, in strati medi e spesso; la grana fine.

5. La finestra tettonica di Bobbio tra Marsaglia e San Salvatore
Questo percorso che si snoda tra i paesi di
Marsaglia, Brugnello e Bobbio
parallelamente al decorso del fiume
Trebbia, attraversa la "finestra tettonica di
Bobbio. Lo studio di queste rocce ha
rappresentato un importante banco di
prova per le varie teorie che si sono
evolute nel corso degli
anni allinterno del pensiero geologico.
Il paesaggio che si osserva seguendo
questo percorso il prodotto
dellazione erosiva del fiume Trebbia
Le Arenarie di Scabiazza in prossimit di Case Caldarola
Panoramica sul nucleo della sinforme che
interessa le Arenarie di S. Salvatore
Modello tridimensionale ipotetico di come
avviene la deposizione di uno strato torbiditico.
In arancio sabbia, in giallo argilla
Strato torbidico
Val Trebbia: . la valle degli di .

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provocato dal sollevamento della catena appenninica inducendo il fiume ad
assolcarsi su un substrato costituito da rocce resistenti ai processi di erosione
meteorica, e che sono in grado di registrare questo particolare tipo di
evoluzione del paesaggio con conseguente formazione di spettacolari incisioni
simili a veri e propri canyons. Il risultato finale di questo processo di incisione
la formazione di unapertura simile ad una finestra che permette di osservare e
descrivere i corpi rocciosi pi profondi della successione. Percorrendo da Bobbio
in direzione di S. Salvatore possibile osservare lungo una ripida parete, gli
effetti della deformazione responsabile del
piegamento degli strati delle arenarie di S.
Salvatore a formare una piega con la
concavit rivolta verso lalto (sinforme). Il
tratto di successione analizzato permette di
apprezzare quella che viene considerata la
forma di organizzazione pi evidente che
queste rocce di natura sedimentaria
possono mostrare: la stratificazione. Queste
superfici sono da mettere in relazione con il
meccanismo deposizionale responsabile
della formazione di queste rocce, ovvero le
correnti di torbida. Lelemento simbolo
che dal punto di vista del paesaggio
contraddistingue questo settore di
Appennino sono i spettacolari meandri
incassati che il fiume Trebbia forma
tra le localit di Brugnello e S.
Salvatore, unici nel loro genere per
quanto riguarda il settore di
montagna. Queste caratteristiche
forme sinuose si formano
normalmente quando il fiume scorre
lungo una superficie poco inclinata
come accade in pianura con
conseguente formazione di una
tracciato serpeggiante e tortuoso. In
questo caso i meandri derivano dallazione erosiva che il fiume ha esercitato nel
corso di migliaia di anni su un substrato resistente ai processi di degradazione.
Un ulteriore forma che caratterizza il paesaggio in questo tratto del fiume
Trebbia sono i depositi a forma di ventaglio chiamati "conoidi di deiezione.
Questi particolari depositi si formano quando un torrente, per effetto di una
rottura di pendenza, perde capacit di trasporto abbandonando parte del suo
carico (essenzialmente ciottoli e sabbia). Con il susseguirsi di questo fenomeno
nel tempo il torrente costretto ad
abbandonare il suo percorso originale per
scorrere in una posizione topografica pi bassa.
Il risultato la formazione di un accumulo di
materiale prevalentemente grossolano con
fronte a forma di ventaglio e una superficie che
mostra una caratteristica forma convessa pi o
meno pronunciata. Uno spettacolare esempio di
conoide di deiezione quello formato dal
torrente Cordarezza, su cui costruito il paese
di Marsaglia.

Meandro del fiume Trebbia in prossimit dell'abitato di
S. Salvatore. Notare la profonda incisione operata dal
fiume Trebbia che si esprime nel forte dislivello di
quota tra le cime circostanti e l'alveo attuale del fiume
Panoramica sul conoide di deiezione sul
quale stato costruito il paese di
Marsaglia
Panoramica sul nucleo della sinforme che
interessa le Arenarie di S. Salvatore
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1. Estrazioni petrolifere in Val Trebbia

1.1. Generalit
Quello della Val Trebbia un territorio ricco di risorse petrolifere sotterranee. In
particolare, la zona nel comune di Rivergaro, fino alla fine del secondo conflitto
mondiale, ha contribuito alla produzione di combustibili grazie alla presenza di
giacimenti petroliferi di buona qualit.

1.2. Boom del petrolio piacentino
Il continuo bisogno di manodopera port molti contadini ad abbandonare il
lavoro dei campi e trasformarsi in perforatori (allora chiamati "pozzari).
Complessivamente si calcola che in Valchero e nella vicina Valriglio trovarono
lavoro circa 200 persone. Parallelamente, nel 1878 a Rallio di Montechiaro, dove
i Morandi avevano cavato petrolio gi tre secoli prima, un altro imprenditore
Wickersham, effettu trivellazioni di una certa importanza. Seppure i risultati
non fossero stati subito confortanti, le colline del piacentino erano diventate il
riferimento italiano per gli idrocarburi. Il petrolio della Val Riglio e di Rallio
aveva tuttavia un grande pregio: era quasi puro come la benzina.
Inizialmente, per scavare i pozzi si usavano piccone e pala, proprio come una
buca qualsiasi. Cos furono scavati nel XVI secolo i pozzi di Rallio di
Montechiaro, in Val Trebbia. Dal 1890 al 1934, con linizio delle perforazioni
industriali, furono utilizzate sonde a percussione. I primi rudimentali movimenti
a percussione consistevano in una palla di ferro sospesa con una corda che,
avvolta ad una puleggia, veniva tirata e mollata da un uomo in modo da colpire
continuamente il terreno. A Rallio di Montechiaro avvenne un grave incidente
nel 1912 durante lestrazione. Una violentissima esplosione con ripetuti colpi di
gas fu udita addirittura a Rivergaro ed a Travo, cio a pi di 6-7 chilometri di
distanza. Limprovvisa eruzione spinse fuori tutta lapparecchiatura di
perforazione (del peso di ben 20 quintali) e blocchi di arenaria che furono
lanciati fino a 30 metri di distanza.

1.3. "Loglio di sasso a Rallio di Montechiaro
Vicino alla strada che porta da Rallio
a Coni e Travo, a circa 300 metri
dallabitato di Rallio, la chiesa
possiede tuttora e possedeva gi nel
1700 un campetto chiamato
dapprima "Campor e poi chiamato
"oglio di sasso per un pozzo che vi fu
nel detto campetto (cos si legge
nellinventario dei beni della chiesa
del 1763). "Oglio di sasso era il
petrolio che nel territorio di Rallio si
estraeva gi, con mezzi rudimentali,
nei primi decenni del Settecento,
mentre era feudatario di Montechiaro
il conte Morando Morandi, al quale si devono le prime ricerche petrolifere sul
territorio piacentino. Il Dizionario Topografico dei Ducati di Parma e Piacenza,
compilato nel 1832 da Lorenzo Molossi, dice "assai celebrato e ricercato era il
petrolio di Montechiaro. Nel 1808 in una lettera scritta ad una specie di
Intendente di Finanza il naturalista Gianbattista Guidotti faceva menzione di un
Pozzi petroliferi a Montechiaro
Val Trebbia: . la valle degli di .

13
petrolio particolarmente chiaro e bianco che si estraeva a "Montechiaro, a 12
leghe da Piacenza. Allora il petrolio aveva usi assai limitati: serviva per
lilluminazione e per usi di guerra in quanto le bombe ignee imbevute di petrolio
divenivano, nella credenza di quei tempi, fonte inestinguibile di incendio, atto
alla distruzione di qualsiasi materia combustibile. I pur modesti successi del
conte Morando, risvegliarono altri proprietari nelle vicinanze della zona sfruttata
da lui, ad iniziare scavi di pozzi nei loro terreni; quindi il successore conte
Niccol fu costretto ad iniziare una lite per rivendicare a s lesclusivo diritto di
coltivare la miniera. Intervenne nella controversia il provvedimento del Duca di
Milano, il quale, riconoscendo al Conte Morando il merito di avere per primo
coltivate con suo rischio e dispendio le vene di olio di sasso, concedeva "al
conte Niccol Morando e ai suoi
discendenti maschi in infinito limpresa
di dette escavazioni dei pozzi di olio
tanto nel feudo di Montechiaro quanto in
ogni altro luogo del piacentino. Il 18
luglio del 1903 due sorelle di 18 e 14
anni visitando il pozzo di petrolio del
campo "olio di sasso morirono bruciate
vive per un improvviso incendio del
pozzo stesso, insieme a tre operai del
cantiere. I pozzi di petrolio di Rallio
ebbero una discreta fortuna nei primi
cinquantanni del XX secolo cio fino alla
seconda Guerra Mondiale. Vi si estraeva un buon gas naturale che veniva
compresso in bombole e un ottimo petrolio quasi gi raffinato. Purtroppo la
scarsit del prodotto, la concorrenza d pi potenti societ e vari incidenti che ne
hanno danneggiato gli impianti ne hanno consigliato labbandono. Il 6 aprile
1945 poco prima della fine della guerra, i pozzi di Montechiaro subirono un
bombardamento che distrusse la vicina villa Nielli provocando tre morti.

1.4. Rallio: decenni di delusioni
Alla fine del XIX secolo Luigi Scotti riattiv il pozzo numero 1, scendendo fino a
raggiungere i 437 metri di profondit dove trov altro gas e altro petrolio: per
un breve periodo si ebbe una produzione massima di 4000 litri di petrolio al
giorno. I risultati portarono la societ Anselmi&Culetti a perforare un secondo
pozzo che diede violente eruzioni di gas, che veniva in superficie insieme ad
acqua salata, calcare ed argilla. Negli anni 1906 e 1907 fu perforato il pozzo
numero 3, che non 1909 fu proseguito dalla societ Petroli d Italia alla quale la
miniera era stata ceduta in esercizio. La Petroli dItalia prosegu le ricerche fino
al 1924 con la perforazione di otto pozzi, tutti nella zona de rio Fontana Cavalla
e dellabitato di Coni. I risultati on furono buoni: il petrolio era poco e tutte le
perforazioni provocarono violente uscite di gas che si esaurivano posto. Nei sei
anni successivi al 1924 la societ Petroli dItalia perfor altri undici pozzi. Per
nove anni, fino alle prime arie di guerra, a miniera di Rallio fu abbandonata
quando per anche quei pochi idrocarburi che stavano sotto le falde del Monte
Romola potevano essere utili la SURGI-RAI ritent lavventura, estendendo le
ricerche anche verso Fabiano di Rivergaro. In quei tempi di autarchia anche
quel poco gas che si riusciva ad estrarre veniva messo in bombole per
alimentare auto e gas. Finita la guerra, nel 1946 si ritent nuovamente. La RAI
perfor altri undici pozzi fino al 1950. Nel 1958 un nuovo gruppo finanziario
riprov ancora con un ultimo pozzo. Per la piccola frazione rivergarese, la
miniera di Rallio (che durante la seconda guerra mondiale era stata bombardata
pi volte dagli aerei inglesi) continuava a rappresentare limmagine di una
Cartolina illustrata degli anni 20 raffigurante
panorama di Montechiaro e i pozzi di petrolio
attivi all'epoca
Val Trebbia: . la valle degli di .

14
speranza ed il miraggio di una ricchezza, tanto che nel 1965 unaltra societ
chiese ed ottenne di riavere la concessione. Questo fu lultimo tentativo, con il
quale si arriv a perforare un nuovo pozzo raggiungendo i 411 metri.

1.5. Petrolio di ottima qualit
La qualit del petrolio piacentino fu sempre elevata. Era infatti molto diverso da
quello dellItalia Centrale e Meridionale. Mentre il petrolio di queste zone
nerastro, spesso vischioso e di densit raramente inferiore a 0,900, quello
piacentino leggero e limpido, spesso di colore rossastro e ha raramente una
densit superiore a 0,800. Quello di Rallio aveva addirittura una densit di
0,750 con unelevata percentuale di benzina che poteva raggiungere il 55% e
solo una lievissima percentuale di oli pesanti. Nelle ricerche sul petrolio emiliano
lo studioso modenese D. Pantanelli definiva in particolare il petrolio di Rallio di
Montechiaro "Il petrolio pi ricco di benzina; o meglio, tutta benzina. Il
petrolio piacentino poteva essere usato, dopo la sola filtrazione, direttamente
nei motori a scoppio. Ci avvenne soprattutto durante la seconda guerra
mondiale e fino al 1946-1947. Come avveniva con il metano, che consentiva a
molti mezzi di circolare sempre durante la guerra, costitu anche un lucroso
commercio.

2. Raffineria del petrolio

2.1. Trattamenti preliminari
Il petrolio, prima di poter essere lavorato, deve essere separato dallacqua, dai
sali e dalla sabbia che sono eventualmente presenti in sospensione. Queste
operazioni, insieme alla stabilizzazione (allontanamento della frazione gassosa
che accompagna il petrolio) vengono effettuati anche in fase di estrazione. Si
preferisce ripeterli, in maniera molto pi approfondita, prima di iniziare qualsiasi
lavorazione di raffineria. A causa della sua elevata viscosit le goccioline ed i
solidi sospesi non riescono a sedimentare spontaneamente quindi necessario
eseguire unoperazione di dissalaggio. Il petrolio viene riscaldato in uno o pi
scambiatori di calore fino a 50 - 150C, a seconda della viscosit iniziale, allo
scopo di diminuirla. Questo pre-riscaldamento avviene a spese di una o pi
correnti di prodotti caldi che lasciano limpianto. Il petrolio, cos riscaldato,
viene miscelato con una certa quantit di acqua ed alcuni additivi ed attraversa
una valvola di laminazione che aiuta a miscelare il tutto molto bene. I Sali
presenti nel petrolio passano cos in soluzione e le uggioline piccole possono
aggregarsi con lastre gocce pi grandi che possono essere agevolmente
separate in un desalter. Il desalter una sorta di grande serbatoio che ha
allinterno due piastre elettriche. Tra queste piastre viene applicato un forte
campo elettrico che favorisce la coalescenze delle goccioline dacqua che si
separano cos dal petrolio. Il petrolio viene generalmente trattato in un ulteriore
desalter e lacqua oleosa viene inviata allimpianto di trattamento biologico delle
acque.

2.2. Il treno pre-riscaldato
Il petrolio, per poter essere separato nei suoi componenti, deve esser riscaldato
e parzialmente vaporizzato a circa 350C. Questa operazione si effettua in un
forno e richiede notevole quantit di combustibile. Per ridurre al minimo il
consumo di combustibile, si pre-riscalda la corrente di petrolio dissalato a spese
dei prodotti caldi che abbandonano limpianto di distillazione topping. Il numero
di scambiatori di calore impiegati pu essere notevole (anche 20 o 30). Per
massimizzare il rendimento del recupero termico, il petrolio scambier calore
con le correnti in ordine crescente di temperatura, prima quelle pi fredde e poi
Val Trebbia: . la valle degli di .

15
quelle pi calde. Insieme ai prodotti che lasciano limpianto, cedono calore al
petrolio anche i "pump around che sono dei riflussi intermedi di prodotti.
Questi prodotti vengono prelevati, raffreddati e reimmessi in colonna qualche
piatto pi in alto. In questo odo si opera la condensazione di parte dei vapori
che risalgono in colonna. Questo insieme di scambiatori viene comunemente
chiamato "treno di scambio o "treno pre-riscaldato.

2.3. La distillazione topping
Il greggio una miscela molto complessa di idrocarburi che non pu essere
impiegata direttamente. Necessita
innanzitutto di essere separata in frazioni
(o tagli petroliferi) tramite loperazione di
distillazione topping. I tagli atmosferici
sono miscele di idrocarburi che hanno
una temperatura di ebollizione compresa
in un determinato intervallo. Le frazioni
che tteniamo da una colonna di
distillazione sono generalmente:
- Incondensabili
- GPL
- Benzina
- Kerosene
- Gasolio leggero
- Gasolio pesante
- Residuo atmosferico
Il petrolio dissalato e pre-riscladato viene
alimentato in un forno che lo porta fino ad una temperatura di 350C. la carica,
parzialmente vaporizzata, viene immessa nella zona di flash della colonne dove
vaporizza ulteriormente in virt di una riduzione di pressione. Tutti i prodotti
che hanno una temperatura di ebollizione inferiore sono vaporizzati e risalgono
verso lalto mentre i prodotti pi pesanti (residuo atmosferico) escono dal
fondo. La corrente gassosa, man mano che sale in colonna, viene in contatto
con il liquido che scende dai piatti di distillazione superiori. Da alcuni piatti di
distillazione sono prelevati i prodotti che poi vengono inviati alle lavorazione
successive. La corrente liquida che scende costituita dai pump around e dal
riflusso (portata di liquido) immesso in testa alla colonna.

2.4. La distillazione vacuum
Il residuo topping contiene ancora altri composti che possono essere utilizzati
ma la loro temperatura di ebollizione cos elevata che subirebbero una rottura
se li si vaporizzasse a pressione atmosferica. Questo processo si chiama
cracking termico. Per ovviare a questo inconveniente si distilla il residuo topping
ad una pressione notevolmente inferiore. Il residuo topping viene riscaldato in
un forno nuovamente a 380C ed immesso nel fondo della colonna vacuum. I
prodotti ottenuti dipendono dal tipo di grezzo utilizzato e sono, nel caso di
grezzi paraffinici per lubrificanti:
- Gasolio da vuoto
- 3 frazioni lubrificanti leggere e medie
- Residuo da vuoto (asfalteni + frazione lubrificante pesante)
Nel caso di grezzi per la produzione di combustibili:
- Gasolio leggero da vuoto
- Gasolio pesante da vuoto
- Residuo vacuum (asfalteni)
Figura 1 - Schema di distillazione del greggio
Val Trebbia: . la valle degli di .

16
I gasoli da vuoto possono essere utilizzati per alimentare le navi oppure per
produrre benzine e gasoli per autotrazione tramite dei processi di cracking
termico o catalitico. I prodotti di distillazione vengono di solito inviati a
trattamenti di desolforazione, in cui si inietta H
2
che viene poi separato in forma
di H
2
S (acido solfidrico) e in seguito ridotto, nei classici impianti a solfo
elementare. Dalla distillazione sotto vuoto si ottengono quindi prodotti pesanti,
quali gasolio e olio combustibile. Questi prodotti non sono subito utilizzabili
commercialmente, perch spesso non rispettano tutte le specifiche come il
numero di ottano il il contenuto di zolfo. Inoltre improbabile che le quantit
prodotte rispettino le proporzioni delle quantit vendute. Si sono quindi
sviluppate nel tempo delle tecniche di processo mediante le quali le molecole di
idrocarburi pesanti vengono spezzate in molecole pi leggere (reazioni come
C
13
H
28
+ H
2
C
7
H
16
+ C
6
H
14
). Questi processi sono detti processi cracking e
consentono di ottenere, nel caso indicato, una molecola di eptano e una di
esano (cio una di benzina leggera) partendo da una molecola di C
13
, ossia di
gasolio. Si pone evidentemente anche il problema inverso: greggi molto leggeri
possono dare un eccesso di benzine a scapito di gasoli. Sono stati allora
sviluppati processi di reforming, inversi di quelli di cracking. Attraverso tutti
questi trattamenti si ottengono, nelle quantit desiderate, tutti i prodotti che il
mercato richiede. Tra questi, si distinguono le frazioni pesanti che hanno poco
interesse commerciale e soprattutto la virigin naphta che la principale materia
prima per lindustria petrolchimica quindi per la produzione di materie plastiche,
gomme sintetiche e altri materiali.































Val Trebbia: . la valle degli di .

17
2.5. La torre di frazionamento
La torre di frazionamento composta da una torre cilindrica in acciaio alta circa
30 m e larga 3,50 m. Allinterno della torre ad intervalli regolari si trovano dei
piatti orizzontali forati, muniti di appositi passaggi, alcuni dei quali sormontati
da coperchi detti campane di gorgogliamento. La temperatura della torre
elevata alla base e va diminuendo con laltezza. Il petrolio che entra alla base
della torre preriscaldato in un forno fino a 360C. I componenti che hanno
punto di ebollizione inferiore a quella temperatura, salgono la torre sotto forma
di vapore. Incontrando i piatti e le campane di gorgogliamento che sono al di
sotto della temperatura di ebollizione, condensano e si depositano sul piatto allo
stato liquido. Apposite tubazioni possono raccogliere queste frazioni liquide e
allontanarle dalla torre. Le frazioni ad elevato punto di ebollizione che non
evaporano entrando nella torre, si spostano alla base e, data lelevata
temperatura, passano allo stato aeriforme e, condensando, si raccolgono sui
piatti inferiori.

3. Le basi per lo studio del petrolio: la chimica organica

3.1. Definizione
In passato, i composti chimici erano suddivisi nettamente in due gruppi,
inorganici e organici, in base alla loro origine. Con il termine organico si
indicavano le sostanze prodotte dagli organismi viventi, mentre si classificavano
come inorganiche tutte le altre sostanze. Gi dalla fine del Settecento, le
tecniche analitiche avevano mostrato che le sostanze definite organiche
contenevano costantemente carbonio e idrogeno e spesso anche ossigeno,
azoto e fosforo; tutte erano caratterizzate da una discreta complessit di
composizione e da particolari propriet, quale ad esempio la combustibilit. Si
riteneva inoltre che i composti organici obbedissero a leggi diverse da quelle
della chimica inorganica e, soprattutto, che fossero prodotti esclusivamente
sotto l'influenza della cosiddetta forza vitale e non potessero quindi essere
preparati artificialmente. Nella prima met dell'Ottocento, il susseguirsi delle
prime sintesi artificiali di composti considerati di esclusiva origine animale (la
prima di esse fu storicamente quella dell'urea) fece cadere la distinzione fra le
due classi, che fu tuttavia mantenuta pur perdendo il significato originale. La
chimica organica diventava cos la chimica dei composti del carbonio,
definizione che tuttora valida. Il mantenimento della distinzione era ed
giustificato dal fatto che tutti i cosiddetti composti organici contengono il
carbonio, che i composti del carbonio sono molto pi numerosi (alcuni milioni)
dei composti di tutti gli altri elementi messi insieme e che il carbonio ha
reattivit e caratteristiche del tutto particolari, in virt della propria
configurazione elettronica.

3.2. Gli idrocarburi
Tranne rarissime eccezioni (ad esempio, CO e C
2
), il carbonio forma sempre
quattro legami. Gli idrocarburi sono i pi semplici composti del carbonio con
l'idrogeno. Sono le molecole di base della chimica organica poich, oltre ad
essere molto numerosi, tutti gli altri composti si possono considerare come
derivati da essi per sostituzione di un atomo di idrogeno con un cosiddetto
gruppo funzionale, quel gruppo chimico, cio, che conferisce al composto
propriet caratteristiche, diverse da quelle dell'idrocarburo di origine e peculiari
di una classe di composti. I composti organici possono essere suddivisi in tre
grandi gruppi:Alifatici e Aliciclici; Aromatici; Eterociclici
Val Trebbia: . la valle degli di .

18 Metano
Etano
Propano
Il primo gruppo comprende i composti alifatici (dal greco "aleifar" = olio,
grasso), sinonimo di composti a catena aperta (detti anche aciclici) e gli
aliciclici, o ciclici, composti chiusi ad anello, con propriet relativamente simili
agli alifatici. Gli idrocarburi alifatici si suddividono a loro volta in alcani, alcheni
e alchini.
Gli alcani contengono esclusivamente legami di tipo o e sono detti pertanto
saturi. Sono caratterizzati da una certa inerzia chimica: il termine alternativo di
paraffine (dal latino "parum affinis") deriva appunto dal fatto che questi
composti hanno scarsa tendenza a reagire, perfino con acidi e basi forti.
Quando reagiscono danno principalmente reazioni di sostituzione.
Alcheni e alchini sono invece idrocarburi insaturi, in quanto contengono legami
multipli: un doppio legame gli alcheni, un triplo legame gli alchini. Le loro
reazioni caratteristiche sono reazioni di addizione, che tendono a portare la
molecola nella condizione satura, con ibridazione sp
3
.

Gli idrocarburi aromatici sono composti caratterizzati da propriet chimiche del
tutto particolari che, come vedremo, ne fanno un gruppo omogeneo,
completamente distinto dagli altri idrocarburi. Gli aromatici in senso stretto
sono gli idrocarburi che contengono almeno un anello benzenico.
Gli eterocicli, infine, sono composti ciclici che contengono nell'anello atomi
diversi dal carbonio.
3.3. I gruppi funzionali
Per gruppo funzionale si intende quel gruppo chimico che determina le propriet
chimico-fisiche e la reattivit di un composto. I composti che contengono lo
stesso gruppo funzionale, hanno caratteristiche molto simili fra loro, tanto da
costituire una classe di composti organici. Ad esempio, il gruppo -COOH
(carbossilico) caratterizza la classe degli acidi carbossilici, tutti composti con
propriet acide; il doppio legame carbonio-carbonio il gruppo funzionale degli
alcheni, tutti caratterizzati dal fatto di dare reazioni di addizione e cos via.

3.4. Idrocarburi saturi: alcani
3.4.1. Generalit
Si definiscono cos gli idrocarburi che contengono solo legami semplici nella
catena. Il primo termine della serie il metano (CH
4
), cui seguono etano
(C
2
H
6
), propano (C
3
H
8
) e butano (C
4
H
10
).




Val Trebbia: . la valle degli di .

19
importante memorizzare subito questi quattro nomi, che ricorreranno
costantemente nella nomenclatura dei loro derivati. I termini successivi si
ricordano pi facilmente poich vengono chiamati genericamente n-ano (dove n
= penta, esa, epta, otta etc.). A partire dal butano si incontra negli alcani il
fenomeno della isomeria. Si ha isomeria quando due molecole che hanno la
stessa formula molecolare, hanno struttura diversa.Il butano ha due isomeri:
normal butano (n-butano) e isobutano (o 2-metilpropano). Il n-butano qui
rappresentato mediante la formula razionale, l'iso-butano mediante la formula
di struttura.

CH
3
- CH
2
- CH
2
- CH
3
oppure

Si definisce "normale" la struttura lineare, mentre si parla di forme "iso" quando
la catena ramificata e pi precisamente quando, comunque si consideri la
molecola, la massima lunghezza sempre la stessa: le forme iso degli alcani
portano sempre un metile laterale legato al secondo carbonio della catena
normale.
3.4.2. Nomenclatura IUPAC

Si sceglie come struttura base la catena pi lunga possibile.
Si considera il composto come derivato da questa struttura per
sostituzione degli atomi di idrogeno con gruppi alchilici.
Si dicono alchilici quei gruppi che contengono un idrogeno in meno del
relativo alcano. Un generico gruppo alchilico si indica comunemente con una
R. Il nome di questi gruppi si ottiene semplicemente sostituendo con -ile il
suffisso -ano dell'alcano corrispondente:
CH
3
-, metile; CH
3
-CH
2
-, etile; CH
3
-CH
2
-CH
2
-, propile; etc.
Si numerano gli atomi di carbonio della catena principale cominciando
dall'estremit che permette di usare i numeri pi bassi per indicare i
sostituenti.
Se lo stesso gruppo compare pi di una volta come catena laterale, si
aggiunge il prefisso di-, tri-, tetra- etc.
Se vi sono gruppi alchilici diversi legati alla catena principale, si elencano
in ordine di grandezza crescente (prima i metili, poi gli etili, i propili, i
butili etc.).

3.4.3. Propriet fisiche degli alcani

Gli alcani sono composti apolari in quanto contengono solo legami covalenti
pressoch omopolari, disposti in modo del tutto simmetrico. Poich le
attrazioni intermolecolari sono dovute unicamente a deboli forze di Van Der
Waals, tanto pi forti quanto pi grande la molecola, i loro punti di
fusione e di ebollizione sono piuttosto bassi ed aumentano con le
dimensioni della molecola. I primi quattro termini della serie sono tutti
gassosi a temperatura ambiente. Non potendo formare legami a idrogeno,
CH
3

|
CH
3
- C - CH
3

|
H
Val Trebbia: . la valle degli di .

20
gli alcani non sono solubili in acqua, mentre lo sono nei solventi apolari,
quali benzene, etere etc.

3.4.4. Reazioni degli alcani

Gli alcani sono chimicamente inerti verso la maggior parte dei reagenti e
danno solo poche reazioni che avvengono in condizioni drastiche, con
produzione di miscele di prodotti. Poich negli alcani sono presenti legami
covalenti pressoch omopolari, essi non danno reazioni di tipo ionico.
Danno invece reazioni radicaliche, che procedono con meccanismi a catena
di radicali liberi e sono esplosive se l'alcano di basso peso molecolare.

Un esempio di questo tipo di reazioni l'alogenazione. In presenza di luce
o alte temperature (250-400C) gli alcani reagiscono con gli alogeni allo
stato gassoso per formare una miscela di prodotti mono, di, tri,
tetrasostituiti. Dalla reazione del metano con il cloro si ottiene, ad esempio,
cloruro di metile, dicloruro di metilene, cloroformio e tetracloruro di
carbonio.
Un'altra reazione caratteristica degli alcani l'ossidazione (combustione):
CH
4
+ 2O
2
CO
2
+ 2H
2
O

La combustione totale fino a H
2
O e CO
2
una propriet caratteristica dei
composti organici; viene anzi spesso usata per la determinazione del
contenuto di C e H in una sostanza organica. Altrimenti l'ossidazione per
combustione non ha altra importanza che per la produzione di calore: la
combustione degli idrocarburi produce infatti notevoli quantit di calore (ad
esempio, il calore di combustione del metano di 213 kcal/mole).

3.5. Idrocarburi insaturi: alcheni
3.5.1. Generalit
Gli alcheni sono gli idrocarburi caratterizzati dalla presenza di un doppio
legame carbonio-carbonio. Il primo termine della serie l'etene, o etilene:
CH
2
=CH
2


Il doppio legame carbonio-carbonio formato da un forte legame o, derivante
dalla sovrapposizione di due orbitali sp
2
dei due atomi di carbonio e da un pi
debole legame , dovuto alla parziale sovrapposizione dei due orbitali p non
ibridati. Il doppio legame quindi pi forte di un legame semplice e la
distanza di legame risulta inferiore . I termini successivi di questa famiglia di
idrocarburi sono: propene (CH
3
= CH - CH
2
) e butene (CH
2
=CH-CH
2
-CH
3
).
Con il butene "inizia" il fenomeno dell'isomeria negli alcheni.
Val Trebbia: . la valle degli di .

21
A seconda della posizione del doppio legame, il butene pu esistere come
1-butene o 2-butene; il 2-butene pu a sua volta esistere in tre strutture
diverse.
3.5.2. Nomenclatura IUPAC
Le regole di nomenclatura seguono lo schema gi indicato per gli alcani. Gli
alcheni prendono il loro nome dai corrispondenti alcani di pari numero di
atomi di carbonio: sufficiente sostituire la desinenza -ano con -ene:
quest'ultima dovrebbe acquistare il sapore di composto insaturo,
contenente quindi almeno un doppio legame.
La numerazione della catena idrocarburica in questo caso imposta dalla
posizione del doppio legame (il gruppo funzionale degli alcheni): si deve
infatti numerare la catena in modo che il primo carbonio impegnato nel
doppio legame abbia il numero pi basso possibile.
Alcuni gruppi alchenilici caratteristici, vinile (CH
2
=CH-) e allile (CH
2
=CH-
CH
2
-) hanno nomi correnti, non derivati dai corrispondenti alcani e
dovrebbero pertanto essere ricordati poich sono spesso usati nella
nomenclatura di alcuni alcheni-derivati (vedi ad esempio l'alcol vinilico).
3.5.3. Reazioni caratteristiche: addizione elettrofila
Mentre le propriet chimico-fisiche degli alcheni (punti di fusione e di
ebollizione, solubilit) sono molto simili a quelle dei corrispondenti alcani,
la loro reattivit molto diversa.
Per il fatto di contenere un doppio legame carbonio-carbonio e quindi un
gruppo insaturo, gli alcheni sono molto reattivi e danno reazioni tipiche che
impegnano il doppio legame. Una reazione caratteristica del gruppo
funzionale C=C la reazione di addizione, che porta alla formazione di
composti saturi.
Reazione di addizione: Abbiamo visto che il doppio legame formato da
un forte legame o e da un legame pi debole. logico allora aspettarsi
che la reazione di addizione provochi la rottura del legame . Ci in effetti
quanto si verifica e avviene con la rottura generalmente eterolitica del
legame.
La reazione di addizione una reazione in cui il reagente viene
semplicemente sommato alla molecola organica; questo tipo di reazione
quasi esclusiva di composti contenenti atomi di carbonio legati da legami
multipli.

Gli elettroni esercitano nel legame un'azione molto minore degli elettroni o e
inoltre si trovano ad una distanza maggiore dal nucleo: sono quindi meno
saldamente legati e perci pi disponibili per un reattivo alla ricerca di
elettroni. Il doppio legame risulta, in definitiva, una sorgente di elettroni;
Val Trebbia: . la valle degli di .

22
agisce cio come una base di Lewis. ovvio quindi che tenda a reagire con
composti che hanno una lacuna elettronica, che sono cio acidi di Lewis. I
reagenti alla ricerca di elettroni si definiscono reagenti elettrofili e la reazione
tipica di un alchene pertanto l'addizione elettrofila. La reazione si svolge
solitamente in due tappe, attraverso un carbocatione intermedio.
Il primo passaggio (passaggio difficile) costituito dalla vera addizione
elettrofila e cio l'alchene addiziona il componente "positivo" dell'addendo.
La reazione di addizione catalizzata da acidi; in tal caso l'idrogenione
che funziona da elettrofilo, favorendo la rottura del doppio legame e la la
formazione del carbocatione. Successivamente il carbocatione si lega con il
componente "negativo" dell'addendo o pi in generale con una qualsiasi
molecola di natura basica.

3.5.4. Regola di Markovnikov
La reazione di addizione all'etene non richiede particolari commenti: i due
atomi di carbonio impegnati nel doppio legame sono infatti perfettamente
equivalenti e avremo comunque un unico prodotto. Non cos nel caso di
un termine superiore all'etene, qualora i due atomi di carbonio insaturi si
trovino in una "condizione elettronica" diversa. Ad esempio, nel caso del
propene, uno dei carboni impegnati nel doppio legame lega due atomi di
idrogeno, mentre l'altro lega un idrogeno e un gruppo metile. In questi
casi, la reazione di addizione segue la regola di Markovnikov, ossia:
Nell'addizione ad un doppio legame carbonio-carbonio, l'addendo positivo
(generalmente un protone) si lega al carbonio che ha gi il maggior
numero di idrogeni legati a s.

3.6. Idrocarburi insaturi: alchini
3.6.1. Generalit
Gli alchini sono gli idrocarburi caratterizzati dal triplo legame carbonio-
carbonio. A differenza del doppio legame che si incontra in numerose
molecole di interesse biologico, il triplo legame assai raro nel regno
vivente. Per questo motivo, ci limiteremo solo a poche nozioni su questi
composti.
Il primo termine della serie l'acetilene o etino, H-C C-H. Per quel che
riguarda la nomenclatura, si fa riferimento al corrispondente alchene di pari
numero di atomi di carbonio, cui si sostituisce la desinenza -ene con -ino.
A differenza di alcani e alcheni, che sono tra le sostanze meno acide che si
conoscano, gli alchini sono caratterizzati da una debole acidit: l'atomo di
carbonio impegnato nel triplo legame si comporta infatti come se fosse pi
elettronegativo di un carbonio impegnato in un legame semplice o doppio.
Per questo motivo gli alchini possono reagire con i metalli dei gruppi IA e IIA
(ad esempio, Na e Ca) per dare composti di natura ionica: acetiluri e carburi:
Val Trebbia: . la valle degli di .

23

3.6.2. Tautomeria cheto-enolica
L'alcol vinilico, che il prodotto diretto dell'addizione di acqua all'acetilene,
nonostante il nome non un vero e proprio alcol in senso stretto, ma un
enolo. Il gruppo ossidrile infatti portato da un carbonio insaturo, sp
2
. Gli
enoli sono composti piuttosto instabili e tendono a trasformarsi
spontaneamente nella forma aldeidica o chetonica corrispondente, per il
fenomeno della tautomeria. Tra le due forme c in realt un equilibrio,
normalmente molto spostato verso la forma chetonica (o aldeidica).
La trasposizione cheto-enolica pu essere considerata un tipico esempio di
trasformazione di un acido pi forte in uno pi debole.
A causa della forte elettronegativit dell'ossigeno, l'idrogenione tende a
separarsi da esso con relativa facilit.

Lo ione enolato molto pi stabile dello ione alcossido poich la carica
negativa sull'ossigeno pu essere dispersa per effetto della risonanza della
coppia elettronica del doppio legame (vedi figura successiva).
Nella direzione opposta, l'idrogenione pu legarsi:
1) all'ossigeno (da cui potr di nuovo dissociarsi con la stessa facilit);
2) al carbonio (e tender allora a fissarsi saldamente poich, essendo
l'elettronegativit di carbonio e idrogeno molto simile, non c' in questo
caso polarit di legame).
La struttura favorita dunque quella meno acida, quella che porta l'H
legato al carbonio, anzich all'ossigeno. Il chetone, inoltre, ha una maggior
stabilit perch contiene un carbonio ibrido sp
3
, pi stabile rispetto ad un
carbonio sp
2
(l'atomo di carbonio tende normalmente a "saturare" i propri
legami).
3.7. Idrocarburi aromatici
3.7.1. Molecola del benzene
Il termine aromatico fu usato inizialmente per designare i composti
organici dotati di odore gradevole. Oggi il termine ha piuttosto un
significato "strutturale, poich con esso si indicando molecole
caratterizzate da un particolare assetto elettronico, che conferisce loro
un determinato comportamento chimico. Il primo termine di questa
famiglia il benzene, che ha formula molecolare C
6
H
6
, con un rapporto C:H
uguale a 1.
La struttura della molecola del benzene ha rappresentato un enigma per i
chimici, a partire dalla seconda met del diciannovesimo secolo. La sua
Val Trebbia: . la valle degli di .

24
formula molecolare, C
6
H
6
, indicava che il benzene doveva essere un
composto altamente insaturo (il corrispondente alcano a 6 atomi di
carbonio contiene 14 idrogeni) e pertanto avrebbe dovuto dare con facilit
le reazioni tipiche degli idrocarburi insaturi.
Fu ben presto chiaro che il benzene si comportava come se contenesse tre
doppi legami. Questi doppi legami mostravano tuttavia un'insolita inerzia
chimica, tale da non poterli equiparare a "normali" doppi legami carbonio-
carbonio. Il termine aromatico inizi ad assumere un significato volto
piuttosto a descrivere il loro particolare comportamento chimico, cio la
tendenza a dare reazioni di sostituzione nonostante l'elevato grado di
insaturazione. Il problema era quindi quello di definire una struttura del
benzene in grado di accordarsi con le osservazioni sperimentali.
Il primo a ipotizzare che il benzene avesse una struttura ciclica fu Kekul
(1865). Successivamente, egli sugger che la molecola si trovasse in uno
stato di equilibrio tra due forme; un equilibrio talmente rapido che nessuna
delle due poteva essere isolata:

In un certo senso, l'ipotesi di Kekul anticipava l'idea della risonanza,
anche se lo faceva attraverso quell'interpretazione che si deve
assolutamente evitare nella descrizione del fenomeno: ovvero,
immaginando che la molecola passasse met del proprio tempo in una
forma e met nell'altra. A Kekul si deve comunque riconoscere il merito di
quella geniale rappresentazione -era il 1872-, che peraltro rimase per
molti anni la miglior descrizione della molecola del benzene.
I dati sperimentali sono perfettamente in linea con questa
rappresentazione: ogni legame C-C equivalente e la lunghezza di legame
intermedia a quella prevista per un legame semplice e uno doppio.
L'ordine di legame 1.5; la molecola planare con angoli di 120; la forma
quindi quella di un esagono regolare. Ogni carbonio ha ibridazione sp
2
e i
rimanenti orbitali p non ibridati, uno per atomo, sono disposti
perpendicolarmente al piano e parallelamente fra loro. In questo modo, i
sei elettroni rimanenti possono delocalizzarsi in un unico orbitale esteso a
tutto l'anello.





allo scopo di mettere in
evidenza questo aspetto
che si usa rappresentare il
benzene come un esagono
con un cerchio al centro.

Val Trebbia: . la valle degli di .

25
Questo particolare assetto elettronico giustifica la reattivit anomala di un
sistema immaginato come insaturo, ma che in realt non pu considerarsi
tale. In questa osservazione implicito che la molecola del benzene
molto pi stabile di quello che ci si aspetterebbe per strutture come
quelle rappresentate dalle formule canoniche di risonanza. L'aspetto
veramente notevole, legato al fenomeno dell'aromaticit, proprio
l'elevato valore dell'energia di risonanza della molecola del benzene. Si
preferisce in questo caso parlare di stabilizzazione per delocalizzazione,
piuttosto che di stabilizzazione per risonanza.
3.7.2. Energia di risonanza
L'energia di risonanza di un composto si pu valutare dal confronto dei
calori di idrogenazione, ovvero dell'energia che si libera in seguito alla
addizione di molecole di idrogeno ai doppi legami. Tale confronto si effettua
ovviamente tra il valore sperimentale ottenuto con la molecola reale e
quello teorico calcolato per la struttura limite a pi bassa energia.
Il calore di idrogenazione di un doppio legame carbonio-carbonio circa
28.6 kcal/mol. Se il benzene fosse un ipotetico 1,3,5-cicloesatriene, come
quello rappresentato dalle formule di Kekul, dalla sua idrogenazione
completa si dovrebbero liberare 85.8 kcal/mol; in realt sperimentalmente
si ottiene un valore di 49.8 kcal/mol. La differenza, 36 kcal/mol,
l'energia di risonanza del benzene: un valore decisamente elevato.
Questo significa che la molecola reale del benzene ha un'energia potenziale
inferiore di 36 kcal rispetto ad un ipotetico cicloesatriene ed pertanto
notevolmente pi stabile.
importante capire che l'energia di risonanza un valore relativo e
virtuale, poich si ottiene dal confronto di un valore sperimentale con un
valore calcolato per una molecola immaginaria, che non esiste. Le
dimensioni dell'energia di risonanza dipendono dal modello molecolare che
si sceglie (o "si costretti" a scegliere) come riferimento. La molecola reale
del benzene molto lontana, almeno energeticamente, dalle due strutture
limite usate per rappresentare l'ibrido. Non deve pertanto stupire il
risultato ottenuto per l'energia di risonanza, tenendo conto che si confronta
un sistema altamente insaturo, come l'ipotetico cicloesatriene, con un
sistema che per effetto della speciale delocalizzazione degli elettroni , non
ha pi niente di insaturo in senso classico.
3.7.3. Nomenclatura
Normalmente i derivati del benzene si indicano aggiungendo il suffisso -
benzene al nome del sostituente:

Molti derivati hanno tuttavia nomi di fantasia:

toluene anilina fenolo acido benzoico
Val Trebbia: . la valle degli di .

26
Nel caso sia presente pi di un sostituente, le posizioni vengono identificate
mediante i prefissi orto- (o-), meta- (m-), para- (p-):




(orto) (meta) (para)
Val Trebbia: . la valle degli di .

27
( (( ( ( (( (c cc c c cc ca aa a a aa at tt t t tt tc cc c c cc ca aa a a aa a| || | | || |l ll l l ll l l ll l l ll l c cc c c cc co oo o o oo oc cc c c cc c| || | | || |c cc c c cc ct tt t t tt tt tt t t tt tc cc c c cc cl ll l l ll lc cc c c cc c c cc c c cc c

1. Struttura delle centrali idroelettriche
La centrale idroelettrica
trasforma l'energia idraulica di un
corso d'acqua, naturale o
artificiale, in energia elettrica. In
linea generale lo schema
funzionale comprende l'opera di
sbarramento, una diga o una
traversa, che intercetta il corso
d'acqua creando un invaso che
pu essere un serbatoio, o un
bacino, dove viene tenuto un
livello pressoch costante
dell'acqua. Attraverso opere di
adduzione, canali e gallerie di
derivazione l'acqua viene
convogliata in vasche di carico e,
mediante condotte forzate, nelle
turbine attraverso valvole di immissione (di sicurezza) e organi di regolazione della
portata (distributori) secondo la domanda d'energia.
L'acqua mette in azione le turbine e ne esce finendo poi nel canale di scarico
attraverso il quale viene restituita al fiume. Direttamente collegato alla turbina,
secondo una disposizione ad asse verticale o ad asse orizzontale, e' montato l'
alternatore, che e' una macchina elettrica rotante in grado di trasformare in energia
elettrica l'energia meccanica ricevuta dalla turbina. L'energia elettrica cos ottenuta
deve essere trasformata per poter essere trasmessa a grande distanza. Pertanto
prima di essere convogliata nelle linee di trasmissione, l'energia elettrica passa
attraverso il trasformatore che abbassa l'intensit della corrente prodotta
dall'alternatore, elevandone per la tensione a migliaia di Volts. Giunta sul luogo di
impiego, prima di essere utilizzata, l'energia passa di nuovo in un trasformatore che
questa volta, alza l'intensit di corrente ed abbassa la tensione cos da renderla adatta
agli usi domestici.

1.1. Bacino
Il bacino e' un invaso dacqua che si ottiene per effetto dello sbarramento del corso
di un fiume. Forma e dimensioni di un bacino idrografico sono generalmente
determinati dalle caratteristiche geologiche della zona, mentre la ramificazione del
reticolo idrografico, ovvero la densit dei corsi d'acqua minori, dipende in modo
essenziale anche dal regime delle precipitazioni, dai tipi di suolo e di vegetazione e
dall'attivit umana.

1.2. Diga
Opera di sbarramento di un corso d'acqua, che serve a formare un bacino o un
serbatoio, dotata di opere di imbocco di gallerie o canali, di opere di sfioro
dell'acqua in eccesso e di opere di scarico. Le dighe si possono dividere in due
grandi categorie: diga a gravit e dighe ad arco. Le dighe a gravit hanno
generalmente sezione verticale triangolare o trapezoidale, e sezione orizzontale ad
asse rettilineo o talvolta curva. La stabilit e la resistenza alla spinta idrostatica
sono affidate unicamente al peso della costruzione. Nelle dighe ad arco la spinta
idrostatica delle acque d'invaso viene trasferita, sulle pareti laterali su cui poggia la
Val Trebbia: . la valle degli di .

28
diga stessa. Con forma convessa, possono essere costruite solo per sbarrare valli
non molto larghe con fianchi rocciosi.

1.3. Turbina
Una turbina idraulica e' essenzialmente costituita da un organo fisso, il
distributore, e da uno mobile, la ruota o girante. Il primo indirizza e regola il flusso
d'acqua, la seconda trasferisce all'albero su cui e' montata l'energia cinetica
sottratta all'acqua. Dal punto di vista costruttivo si hanno 3 diversi tipi di Turbine:

Pelton: costituite da un distributore a "spina" e
una girante a "cucchiai" che vengono investiti dal
flusso d'acqua che gli conferisce il moto; una
turbina idraulica utilizzata di solito con alti salti
(50-1300 metri) e piccole portate.
Le turbine Pelton sono costituite da un
distributore a uno o pi ugelli (fino a 6) in
relazione alla portata da inviare alla girante e da
una ruota, calettata sull'albero motore che
trasmette la rotazione all'alternatore elettrico.
Ogni ugello crea un getto, la cui portata
regolata da una valvola a spillo.
Francis: costituite da un distributore
a spirale, a pale orientabili, che
avvolge la girante, a pale fisse, che
viene investita dall'acqua in uscita dal
distributore; una turbina idraulica
con pale della girante fisse, utilizzata
di solito con medi o bassi salti (da 10
a 250 metri) e con portate medie.
Le turbine Francis sono caratterizzate
da un ingresso dell'acqua nella
girante, che annegata, in direzione
radiale centripeta e da uno scarico
assiale. Nelle turbine Francis veloci,
l'alimentazione sempre radiale,
mentre lo scarico dell'acqua solitamente assiale; in queste turbine l'acqua si
muove come in una condotta in pressione: attraverso il distributore (organo fisso)
perviene alla ruota (organo mobile) alla quale cede la sua energia, senza entrare in
nessun momento in contatto con l'atmosfera.
Kaplan: costituite da un distributore a
spirale, a pale orientabili, che avvolge la
girante, a pale orientabili, che viene investita
dall'acqua in uscita dal distributore. una
turbina idraulica con pale della girante
regolabili utilizzata di solito con grandi
portate e bassi salti (da 5 a 30 metri). Sono
turbine a flusso assiale, utilizzate
generalmente per bassi salti (2-20 metri). Le
pale della ruota nella Kaplan sono sempre
regolabili, mentre quelle del distributore
possono essere fisse o regolabili. Quando sia
le pale della turbina sia quelle del
distributore sono regolabili, la turbina una
vera Kaplan (o a doppia regolazione); se
Val Trebbia: . la valle degli di .

29
sono regolabili solo le pale della ruota, la turbina una semi-Kaplan (o a singola
regolazione).

La scelta dei diversi tipi di turbine viene effettuata in base al salto e alla portata
d'acqua disponibili

1.4. Condotta forzata
Le condotte forzate sono generalmente costituite da tubazioni metalliche in lamiera
d'acciaio o in calcestruzzo armato. Sono munite in testa di organi di chiusura e
sicurezza (in genere valvole a farfalla) ed al piede di organi di intercettazione
(valvole rotative o a farfalla) di sicurezza delle turbine, a valle delle quali sono
installati gli organi di regolazione (distributori di turbina) direttamente connessi alle
stesse turbine.

1.5. Valvola
I tipi di valvola utilizzati nelle centrali idroelettriche sono:



a Farfalla: costituite da una lente circolare che
ruota attorno ad un perno girevole ad asse
perpendicolare alla tubazione in cui la valvola e'
inserita. Sono impiegate in impianti con salti fino
a 200 m ed hanno diametri massimi di 4-5 metri.







Rotative: costituite da un corpo sferico
nell'interno del quale si muove un otturatore
rotante, che ha la stessa sezione trasversale della
condotta. L'impiego di questo tipo di valvola, che
ha raggiunto diametri di 4 metri, e' adatto a salti
fino a 1500-1600 m.





a Fuso: l'organo otturatore di questo tipo di
valvola ha la forma di un fuso che viene
spostato in direzione assiale per le manovre di
chiusura o apertura.







Val Trebbia: . la valle degli di .

30
1.6. Opera di restituzione
Le opere di restituzione sono principalmente costituite da un canale o galleria a
pelo libero o in pressione, che attraverso un opportuno manufatto di sbocco,
restituiscono le portate utilizzate al corso d'acqua

1.7. Trasformatore
Il trasformatore e' una macchina elettrica statica
atta a trasferire, sfruttando il fenomeno
dell'induzione elettromagnetica, energia elettrica
a corrente alternata da un circuito a un altro
modificandone le caratteristiche.
Schematicamente un trasformatore e' costituito
da due avvolgimenti, ciascuno formato da un
certo numero di spire di filo di rame avvolte
attorno a un nucleo di ferro di elevata
permeabilit magnetica, dei quali uno riceve
energia dalla linea di alimentazione, mentre
l'altro e' collegato ai circuiti di utilizzazione.


Lidea di base di un trasformatore stata descritta nellesperimento effettuato da
Faraday, un chimico e fisico inglese che era a conoscenza dei risultati di Oersted
che cerc di capire se un campo magnetico potesse produrre un campo elettrico.


Il dispositivo mostrato in figura pu essere pensato come una trasformatore
rudimentale. Fondamentalmente il flusso magnetico generato dalla bobina primaria
induce una forza elettromotrice nella bobina secondaria. Se nelle due bobine il
numero di avvolgimenti differente anche le forze elettromotrici saranno
differenti. Per vedere come tutto ci funzioni consideriamo il sistema mostrato
sotto.


Val Trebbia: . la valle degli di .

31
Qui un generatore CA produce una corrente alternata nel circuito primario di
tensione V
p
. questo circuito primario avvolto intorno a un nucleo di ferro con N
p

spire. Il nucleo di ferro intensifica e concentra il flusso del campo magnetico e
assicura che la bobina secondaria sia attraversata dallo stesso flusso magnetico di
quella primaria.
La bobina secondaria ha N
s
spire intorno al nucleo di ferro ed collegata a un
circuito secondario che pu alimentare un lettore CD, una lampadina o qualche
altro dispositivo.
Per trovare la tensione V
s
nel circuito secondario, applichiamo la legge
dellinduzione di Faraday a ciascuna bobina. Per la bobina primaria abbiamo:
t
N
p
p p

=

Analogamente la forza elettromotrice della bobina secondaria :

t
N
s
s s

=

Bisogna ricordare che grazie al nucleo di ferro i flussi magnetici che attraversano le
due bobine sono uguali. Di conseguenza possiamo dividere membro a membro
queste due equazioni (semplificando quindi il flusso) per trovare:

s
p
s
p
N
N
=


Assumendo che la resistenza delle bobine sia trascurabile, in modo da poter
uguagliare la differenza di potenziale alla forza generatrice, otteniamo:

s
p
s
p
N
N
V
V
=


Questa equazione nota come equazione del trasformatore.
La differenza di potenziale ai capi del secondario quindi semplicemente:

=
p
s
p s
N
N
V V

1.8. Alternatore
L'alternatore e' un generatore di corrente elettrica. costituito da due parti
fondamentali, una fissa e l'altra rotante, dette rispettivamente statore e rotore, su
cui sono disposti avvolgimenti di rame isolati. I due avvolgimenti si dicono
induttore (sul rotore) e indotto (sullo statore). Lalternatore un generatore di
corrente alternata. Un generatore elettrico uno strumento progettato per
trasformare in modo efficiente lenergia meccanica in energia elettrica. Lenergia
meccanica pu essere fornita da una sorgente qualunque, come la caduta
dellacqua in una centrale idroelettrica. Lenergia meccanica utilizzata per
muovere un conduttore allinterno di un campo magnetico per produrre una forza
elettromotrice indotta. Un modo pratico per mostrare questo effetto quello di
Val Trebbia: . la valle degli di .

32
utilizzare una bobina o una spira che ruotano in un campo magnetico. Facendo
ruotare la bobina, il flusso del campo magnetico varia,e possiamo continuare il
processo per un tempo indefinito. Immaginiamo una spira di area A situata in un
campo magnetico fra i poli di un magnete, come illustrato in figura. Due anelli
metallici sono attaccati agli estremi del filo che forma la spira, e due spazzole di
carbone sono a contatto con gli anelli, per consentire alla forza elettromotrice
indotta di essere trasferita al mondo esterno.

Quando la spira ruota con una velocit angolare o, la forza elettromotrice indotta
data dalla legge di Faraday:
t
) B (

=

Il calcolo esatto ci fornisce il risultato seguente:

t sin NBA =


dove N il numero di spire dellavvolgimento.
Rappresentando landamento della funzione c otteniamo:


Osserviamo che la forza elettromotrice indotta nella spira ha segno alternato, il che
significa che la corrente nella spira gira in senso alternato. Quindi, come detto in
definizione, questo tipo di generatore chiamato generatore di corrente alternata
o pi semplicemente alternatore.


Val Trebbia: . la valle degli di .

33
2. Centrali idroelettriche in Val Trebbia

Il progetto di un impianto idroelettrico sui fiumi Aveto e Trebbia nasce a fronte
del forte impulso dato dalla normativa nazionale ed internazionale in materia di
energia rinnovabile. Lidroelettrico costituisce una delle fonti di energia pi
promettenti per produttivit e compatibilit con lambiente. Limpianto idroelettrico
in progetto utilizza opera di presa "ad acqua fluente, che non necessitano di bacini
di invaso ma derivano solo una parte dellacqua del torrente, in funzione della
disponibilit idrica dello stesso: quando il corso dacqua in magra e la portata
scende al di sotto del valore di deflusso minimo previsto dalla legge sommato alla
minima portata derivabile determinata dallefficienza delle turbine, la derivazione si
arresta e con essa la produzione di energia.
Lopera da inquadrarsi a fronte del deficit energetico evidenziato sia a scala
nazionale sia a scala regionale. Limpianto contribuisce alla diversificazione
dellapprovvigionamento energetico e diminuisce la dipendenza da fonti estere.
A scala locale la costruzione dellimpianto avr ricadute dirette sulleconomia in
termini di creazione di posti di lavoro.
Le traverse permetteranno un miglioramento della regimazione idraulica dei
corsi dacqua per le seguenti motivazioni:
azione di laminazione delle piene indotta dal prelievo di acqua (riduzione dei
picchi di portata, allungamento dellonda di piena, regolazione dei deflussi);
diminuzione del potenziale erosivo e delle capacit di trasporto solido della
corrente.

2.1. L'opera di presa
Le opere di presa previste sono costituite da:
Traversa di derivazione finalizzata al convogliamento della quota parte di
acqua da destinare alla produzione elettrica
Sfioratore di captazione per la derivazione della sola quota di acqua prevista
Paratoie finalizzate allo svuotamento del piccolo bacino formatosi a ridosso
della traversa di presa
Scala di risalita per littofauna

2.2. Gallerie di derivazione
Le acque derivate dalle traverse di captazione verranno convogliate vero le due
vasche di carico tramite due gallerie di derivazione.
lopera di adduzione Trebbia si svilupper in sotterraneo per circa una
lunghezza stimata di 5300 m e sar caratterizzata dallesecuzione di una
galleria di derivazione che attraverser i crinali montuosi che separano la
Valle del Trebbia da quella dellAveto.
Lopera di adduzione Aveto si svilupper in sotterraneo per circa una
lunghezza stimata di 4700 m e sar caratterizzata dallesecuzione di una
galleria di derivazione che si svilupper lungo il versante sinistro della Valle
dellAveto sino a raggiungere la zona di confluenza con il fiume Trebbia.

2.3. Vasche di carico
Le vasche di carico sono ubicate presso l`imbocco delle due gallerie di derivazione,
sul versante idrografico sinistro della Valle del torrente Aveto, in corrispondenza
della sua confluenza con il fiume Trebbia. Il volume contenuto allinterno delle
gallerie di derivazione consente di minimizzare la dimensione delle vasche di
carico. Tale volume deve comunque essere in grado di contenere lacqua
necessaria ad assorbire il colpo dariete derivante dalla manovra istantanea
dellorgano a valle.allinterno della vasca viene posizionata una sonda di livello:
Val Trebbia: . la valle degli di .

34
lazione combinata degli ugelli della turbina posta a valle e dello sfioratore laterale,
consente di garantire il livello costante nella vasca di carico.

2.4. Condotte forzate
Dalla base di entrambe le vasche di carico partono le condotte forzate che
collegano le vasche alledificio centrale di produzione. Le condotte saranno posate
su celle in corrente alternata a distanza fissa.

2.5. Centrale di produzione
La centrale di produzione verr realizzata nella zona di raccordo versante-terrazzo
alluvionale nella sinistra idrografica dellAveto, presso la sua confluenza nel fiume
Trebbia. Ledificio previsto contenere tutte le apparecchiature elettromeccaniche
e di misurazione. La centrale sar composta da pi aree e locali disposti su due
piani:
area turbine posta al piano terra in cui saranno installate le turbine
idrauliche e dove troveranno spazio i quadri di controllo;
area generatori posta al piano rialzato in cui saranno installati i generatori;
area AT esterna alla centrale dove verranno posti i trasformatori di potenza
e dalla quale partir la connessione elettrica;
locale misure che servir allinstallazione dei contatori e gruppi di misura.


Val Trebbia: . la valle degli di .

35
| || | | || |l ll l l ll lc cc c c cc ca aa a a aa az zz z z zz zl ll l l ll lo oo o o oo oa aa a a aa al ll l l ll l c cc c c cc c| || | | || || || | | || |' '' ' ' '' ' a aa a a aa aa aa a a aa aa aa a a aa a| || | | || |l ll l l ll ls ss s s ss sl ll l l ll l l ll l l ll la aa a a aa a[ [[ [ [ [[ [l ll l l ll la aa a a aa al ll l l ll lt tt t t tt tc cc c c cc cs ss s s ss sl ll l l ll lm mm m m mm ma aa a a aa a| || | | || |c cc c c cc c l ll l l ll la aa a a aa a [ [[ [ [ [[ [l ll l l ll ls ss s s ss sl ll l l ll lc cc c c cc ca aa a a aa a

1. Derivate
1.1. Definizione
Data la funzione y = f(x), definita in un intorno completo di x
0
, e costruito il suo
rapporto incrementale nel punto x
0
, facciamo tendere a zero lincremento h, sia
per valori negativi sia per valori positivi; consideriamo quindi il limite del
rapporto incrementale cos costruito al tendere a zero dellincremento dato alla
variabili indipendente.
Si consideri dunque il
h
) x ( f ) h x ( f
im l
h
0 0
0
+


Tale limite, se esiste finito, prende il nome di derivata della funzione per
x = x
0
e lo si indica con f(x
0
). Se il limite del rapporto incrementale infinito si
usa dire che la derivata infinita. Se tale limite non esiste, si dice che la
derivata non esiste. Si ha cos la seguente definizione:

La derivata di una funzione f(x) in un punto x
0
il limite, se esiste, del rapporto
incrementale, al tendere a zero dellincremento dato alla variabile indipendente.

1.2. Applicazione: forza elettromotrice indotta
Ricordiamo dalla fisica che, dato un circuito elettrico chiuso di superficie S, se a
esso concatenato un flusso O del campo di induzione magnetica B, variabile
con il tempo t secondo una relazione O = O(t), nel circuito si produce una forza
elettromotrice media c
m
definita da
t
) t ( ) t t (
m

+
=

e una forza elettromotrice istantanea
) t ( '
dt
) t ( d
i i

= =

evidente che questultima formula, che d il valore di c si ottiene dalla
precedente passando al limite per At 0.

Consideriamo una spira di superficie S inserita in un campo uniforme di
induzione magnetica B, libera di ruotare attorno a un asse perpendicolare alle
linee di forza e sia q langolo formato dal versore n

, normale alla spira, con il


vettore campo B

. Se la velocit angolare o di rotazione della spira costante,


al tempo t si ha q = ot e il flusso del campo B concatenato con la spira,
allistante t, espresso da
t cos BS ) t ( =

Il valore della forza elettromotrice indotta nella spira allistante t dato da:

( ) t sen BS
dt
) t ( d
i

=


ed quindi una forza elettromotrice ad andamento sinusoidale.

Val Trebbia: . la valle degli di .

36
2. Integrali
2.1. Definizione
Se F(x) una primitiva di f(x), cio F(x) + C la primitiva pi generale e
rappresenta tutte le funzioni la cui derivata uguale a f(x). Questa primitiva
generale prende il nome di integrale indefinito di f(x) e si rappresenta cin il simbolo

( )

dx x f


La f(x) si dice funzione integrando. Per definizione si ha:

( ) ( ) ( ) ( ) x f x ' F C x F dx x f = + =



Questa definizione evidenzia che:

- lintegrale indefinito di f(x) la totalit delle primitive di f(x), cio linsieme di
tutte le funzioni la cui derivata f(x)
- lintegrale indefinito pu essere considerato come operatore inverso della
derivata perch associa alla funzione integrando f(x) linsieme di tutte le
funzioni primitive di f(x) stessa.

2.2. Applicazione: energia di un campo magnetico
Quando un solenoide di induttanza L viene collegato a un generatore di forza
elettromotrice continua E, si genera nel circuito una forza elettromotrice
autoindotta
dt
di
L = legata a E e alla resistenza R del circuito dalla relazione:
Ri
dt
di
L E Ri
dt
di
L E Ri E + = = = +
,

dove i lintensit della corrente al generico istante t. Se nel circuito fluisce la
carica elementare dt i dq = , lenergia fornita dal generatore

dt Ri di Li dq E
2
+ =


Il termine Ri
2
dt rappresenta lenergia che si trasforma in calore nel conduttore,
mentre il termine Li di rappresenta lenergia che si accumula nel campo
magnetico concatenato con il conduttore. Se lintensit della corrente varia da 0
a i
0
, lenergia accumulata nel campo

2
0
0
2
1 0
Li di Li W
i
= =
.
Val Trebbia: . la valle degli di .

37
J JJ J J JJ Jc cc c c cc cs ss s s ss sl ll l l ll ls ss s s ss st tt t t tt tc cc c c cc ca aa a a aa az zz z z zz za aa a a aa a l ll l l ll la aa a a aa a ( (( ( ( (( (a aa a a aa a| || | | || | c cc c c cc cc cc c c cc co oo o o oo oo oo o o oo ol ll l l ll la aa a a aa a c cc c c cc c ( (( ( ( (( (a aa a a aa a| || | | || | ' '' ' ' '' ' c cc c c cc ct tt t t tt to oo o o oo o

1. Il "Ventennio" a Bobbio
Il fascismo ripresent a Bobbio poco alla volta e smantell quasi
interamente linsieme delle sue strutture sociali e culturali: tra il 1922 e il 1923
Bobbio perdette il Tribunale, il Commissariato di Polizia e la Scuola Normale. Il
17 giugno 1923 alcuni cittadini chiesero lannessione del Circondario di Bobbio
alla Provincia di Piacenza, perch solo in quel modo poteva essere salvato. La
petizione era stata consegnata a Mussolini in Piacenza. Il direttore del giornale
cattolico, don Gaudenzio Bisetti, divenne in quei giorni il capo spirituale del
primo movimento antifascista di Bobbio. Dalla sua parte vi era la maggior parte
della popolazione. La tattica fascista prefer la linea morbida. Il 2 aprile 1945 il
Consiglio dei Ministri approv la ricostruzione del Circondario di Bobbio. La
notizia calm gli animi. Il 19 febbraio 1929 si spense don Bisetti e con lui
moriva la pu coraggiosa voce antifascista di Bobbio. Lantifascismo di Bobbio si
chiuse nel silenzio. Lo stesso regime fascista si mantenne a Bobbio su posizioni
moderate.

2. L'Armistizio dell'8 settembre 1943 a Bobbio
La notizia dellarmistizio fu come una ventata di libert. Molti lo
scambiarono come la fine del regime fascista, purtroppo fu soltanto il principio
della fine. Nel diario di un professore di storia si legge:

8/9/1943. Si annuncia larmistizio con gli Anglo-Americani. A Bobbio il popolo fa
chiasso e suona disperatamente le campane come se si trattasse di una grande vittoria,
mentre questa la data pi nera della storia dItalia.

La cruda realt apparve il giorno dopo: gi nelle prime ore del mattino la citt si
trovava nelle mani dellesercito tedesco. Nei giorni successivi il presidio tedesco
si estese alla Val Trebbia e alla Val dAveto. La presenza delle truppe tedesche
aument notevolmente lo stato di tensione, fino a trasformarlo in vero terrore.
Una piccola reazione, da parte dei giovani, si era avuta proprio il giorno
dellarmistizio: questi erano corsi ai depositi cittadini di armi e ne avevano
prelevato un discreto numero, nascondendole poi sotto il palco del cinema
comunale. Di nascosto alle truppe occupanti, cominciarono ad affluire i militari e
gli ufficiali dellesercito che si era sfasciato. Verso il 10 settembre giunse a
Bobbio il sottotenente Italo Londei, proveniente da
Alessandria. Egli ha lasciato nelle sue memorie una
descrizione del nuovo clima che si era instaurato a
Bobbio:

In citt gi alcuni giovani si arruolano nei reparti nemici
istruiti dai tedeschi. Nello stesso tempo si provvede a
rastrellare armi e si ordina la consegna persino dei fucili
da caccia e delle armi bianche. a Bobbio, come negli altri
centri della Val Trebbia, regna un regime di terrore. in
vigore il coprifuoco, non sono ammessi assembramenti di
persone superiore a tre, in vigore la legge marziale, il
selciato risuono giorno e notte sotto il cadenzato passo
delle pattuglie nemiche e si sente nellaria o sgranare
rabbioso di raffiche di mitragliatore, che creano sgomento
nellanimo dei civili ed unatmosfera pesante di paura.

Val Trebbia: . la valle degli di .

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Londei non diede subito vita ad un gruppo di resistenza, ma prefer esprimersi
in azioni personali: egli form una brigata solo nel settembre del 1944.

3. Il Movimento di Resistenza
La molla che fece scattare il primo Movimento di Resistenza armata fu senza
dubbio lingiunzione a tutti gli uomini di leva di presentarsi per la ricomposizione
dellesercito. Non si voleva, ufficialmente, riconoscere laffossatura del regime,
per poter mantenere la credenza in una legalit italiana, gi scomparsa da
tempo. Una parte dei giovani locali trov una forma di compromesso,
arruolandosi nel reparto della DCAT. Costoro di giorno attendevano al loro
lavoro usuale, di notte e quando si sentivano braccati correvano nei loto
nascondigli. Li avevano scavati un po ovunque: nelle cantine, nelle stalle, e in
campagna persino sotto i letamai. Col passare dei mesi e perdurando quella
situazione di disagio, matur poco alla volta lidea di formare un gruppo
clandestino armato che potesse difendere il proprio paese, opponendosi agli
invasori. Diversi fattori contribuirono alla nascita di questo nuovo tipo di
patriottismo:
la presenza di ogni presidio di truppe straniere
il rifiuto di molti ufficiali di riprendere il loro posto nellesercito
repubblicano
lopera paziente educatrice di alcuni ideologi
si trattava quasi sempre di pochi uomini raccolti attorno ad un comandante,
disposti a condividere disagi e privazioni, fortemente uniti nella volont di
essere liberatori dItalia. La loro presenza sulla montagna e labbandono delle
proprie case erano un fatto nuovo, simbolo di suggestione e sfida.

4. A Peli sorge il primo nucleo partigiano
Intorno al 20 settembre 1943 giunse a Peli
Emilio Canzi, per realizzare la lotta per la libert. A
Peli ebbe contatti col parroco don Bruschi, anchegli
avverso la fascismo. Insieme elaborarono il progetto
di costituire in loco un gruppo armato. Nel nucleo
partigiano entr anche don Bruschi. Canzi tenne le
riunioni serali in una cascina situata nella frazione
Case Agnelli, vera culla del movimento partigiano. Il
CLN di Piacenza volle accertarsi della seriet del
movimento, inviando sul posto un ispettore in
incognito. Alla scuola di Canzi a Peli vennero molti
partigiani, in seguito futuri comandanti di nuclei di
Resistenza.

5. Altri nuclei partigiani nella media Val Trebbia
Lopera di Canzi in montagna non and
completamente distrutta. Sul suo esempio, sorsero ben
presto altri nuclei, per opera di comandanti che
avevano avuto contatti con il grande ideologo della
Resistenza piacentina. Alcuni di questi gruppi si erano
gi formati nella seconda met del dicembre 1943. uno
di questi fu quello fondato dal tenente dei bersaglieri
Virgilio Guerci che ben presto venne battezzato Ribelli
di Virgilio. Allinizio si tratt di un gruppo di pochi
uomini, per lo pi renitenti di leva, ma gradualmente il
gruppo crebbe. Lattivit principale dei mesi invernali fu
quella dedicata al reperimento di armi. Nella zona di
Val Trebbia: . la valle degli di .

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Cerignale sorse il Gruppo di Gaspare, domato dallo slavo Gaspare Ciameranik,
nativo di Lubiana.

6. Il primo rastrellamento della Val Trebbia
Nei primi tre mesi del 1944 i gruppi di Resistenza di diedero un gran da
fare per rifornirsi di armi e per aumentare il numero dei loro componenti. La
gente vedeva di buon occhio il movimento partigiano in quanto appariva come
lunica speranza vero la libert. Quellingrandimento di uomini e di armi fin nei
servizi di informazione nazifascismi, causando molta apprensione. Nacque come
reazione un piano ricognitivo chiamato "rastrellamento. Il primo rastrellamento
della Val Trebbia ebbe come obiettivo la zona di Peli e di Coli, il uoghi dove era
nato il primo movimento partigiano.

7. Reazione partigiana
Limpresa criminale di Zanoni (responsabile del rastrellamento) impaur
tremendamente la popolazione. Le formazioni partigiane della zona colsero
loccasione per uscire ormai allo scoperto. In una delle incursioni i partigiani
distrussero gran parte dei registri comunali, per togliere ai fascisti la possibilit
di scoprire i renitenti di leva. Londei con il suo piccolo gruppo fece saltare il
ponte di San salvatore, isolando il presidio nazifascista di Bobbio dallalta Val
Trebbia

8. La prima citt libera del Norditalia: Bobbio
I nazifascismi evacuarono la citt di Bobbio in gran segreto; non
sapevano che no del presidio aveva passato la notizia alle formazioni partigiane.
Loperazione di sgombero avvenne di notte. Essi subirono un attacco partigiano.
Gi da tempo il tenente Guerci aveva saputo della possibilit di un trasferimento
dellintero contingente militare di Bobbio, e proprio per questo aveva
intensificato le sue ricognizioni sulla citt. Nei primi giorni di luglio, il comando
del presidio chiese con urgenza il permesso di smobilitazione. Senza sparare un
colpo, Bobbio divenne citt libera il 7 luglio 1944. qualche giorno dopo Radio
Londra diede la notizia trionfante: ".Bobbio, la prima citt del Norditalia,
stata liberata.

9. La liberazione si estende alle valli
Lalta Val Trebbia e la Val dAveto furono liberate pochi giorni dopo
Bobbio. Nelle due valli erano gi presenti i partigiani della Cichero, ma le strade
furono continuamente sotto il controllo nazifascista. Con la costituzione del
fronte di Barberino i partigiani assunsero il controllo di tutti i centri abitati. Sul
piano strategico Bobbio costitu come una specie di diga: quel punto fermo
rendeva possibile la creazione della retrostante zona libera. Era nata la
Repubblica di Bobbio. Il territorio libero venne a coincidere con le zone
dinflusso delle due grandi formazioni partigiane. In quellepoca le due solo
strade percorribili, quella della Val Trebbia e quella della Val dAveto,
permettevano lingresso e lattraversamento della zona appenninica. Chi voleva
raggiungere i piccoli centri aggrappati alla montagna doveva per forza
avventurarsi lungo i sentieri e le vecchie strade mulattiere. Quella zona era la
pi idonea per dar vita alla guerriglia, fatta di attacchi improvvisi con la
possibilit di occultarsi al nemico subito dopo. Un anonimo poeta partigiano
piacentino cant le grandezze dei monti.

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A AA A A AA Aa aa a a aa a | || | | || |c cc c c cc ct tt t t tt tt tt t t tt tc cc c c cc cc cc c c cc ca aa a a aa at tt t t tt ta aa a a aa ac cc c c cc ca aa a a aa a c cc c c cc c| || | | || || || | | || |a aa a a aa a c cc c c cc cc cc c c cc cs ss s s ss sl ll l l ll ls ss s s ss st tt t t tt tc cc c c cc ca aa a a aa az zz z z zz za aa a a aa a. .. . . .. .
+ ++ + + ++ +c cc c c cc c c cc c c cc c A AA A A AA Ac cc c c cc ca aa a a aa ao oo o o oo oa aa a a aa a| || | | || |l ll l l ll lo oo o o oo o c cc c c cc c A AA A A AA A| || | | || | J JJ J J JJ Ja aa a a aa ac cc c c cc ct tt t t tt tl ll l l ll la aa a a aa al ll l l ll la aa a a aa aa aa a a aa ao oo o o oo o o oo o o oo o a aa a a aa aa aa a a aa a

1. L'autore: Beppe Fenoglio
Giuseppe Fenoglio stata uno scrittore e partigiano italiano.

1.1. I primi anni

Primogenito di tre figli, Beppe nacque da Amilcare,
garzone di macellaio di fede socialista e seguace di
Filippo Turati, e da Margherita Faccenda, donna di
forte carattere che ambiva per i suoi figli una vita
migliore della propria, ad Alba nelle Langhe il 1
marzo 1922. Nel 1928 il padre riusc a mettersi in
proprio, acquistando una macelleria che gli forn
buoni proventi.
Il piccolo Beppe frequent la scuola elementare
"Michele Coppino" di Alba e si dimostr un
bambino intelligente e riflessivo, anche se affetto
da lieve balbuzie. Terminate le scuole elementari,
la madre, su consiglio del maestro e malgrado le
persistenti ristrettezze della famiglia, iscrisse il
figlio al Liceo Ginnasio "Govone" di Alba.
Alunno modello e appassionato della lingua inglese, fu lettore vorace e inizi
anche alcune prime traduzioni. Al liceo ebbe come insegnanti professori illustri e
per lui stesso indimenticabili, come Leonardo Cocito, insegnante di lingua
italiana e che sarebbe stato poi impiccato dai tedeschi il 7 settembre del 1944,
e Pietro Chiodi, docente di storia e filosofia, grande studioso di Kierkegaard e di
Heidegger, in seguito deportato in un campo di concentramento tedesco.
Nel 1940 si iscrisse alla facolt di Lettere dell'Universit di Torino, che frequent
fino al 1943, quando fu richiamato alle armi e indirizzato prima a Ceva (Cuneo)
e poi a Pietralata (Roma), al corso di addestramento per allievi ufficiali.
1.2. La vita partigiana

Lo spettacolo dell'8 settembre locale, la resa di una caserma con dentro un intero
reggimento davanti a due autoblindo tedesche not entiredly manned, la deportazione in
Germania in vagoni piombati avevano convinto tutti, familiari ed hangers-on, che
Johnny non sarebbe mai tornato
(da Il partigiano Johnny)

Dopo lo sbandamento seguito all'8 settembre 1943, Fenoglio nel gennaio del
1944 si un alle prime formazioni partigiane. In un primo momento si aggreg
alle bande dei "rossi" comunisti, ma presto pass con i badogliani "azzurri" che
operavano nelle Langhe, tra Murazzano e Mombarcaro. Partecip allo sfortunato
combattimento di Carr e all'effimera esperienza della Repubblica partigiana di
Alba, indipendente tra il 10 ottobre e il 2 novembre 1944.



Val Trebbia: . la valle degli di .

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1.3. Il dopoguerra
Alla fine della guerra, Fenoglio riprese per breve tempo gli studi universitari
prima di decidere, con grande rammarico dei genitori, di dedicarsi interamente
all'attivit letteraria. Nel maggio del 1947, grazie alla sua ottima conoscenza
della lingua inglese, fu assunto come corrispondente estero di una casa vinicola
di Alba. Il lavoro, poco impegnativo, gli permise di contribuire alle spese della
famiglia e di dedicarsi alla scrittura.
Nel 1949 comparve il suo primo racconto, intitolato Il trucco e firmato con lo
pseudonimo di Giovanni Federico Biamonti, su Pesci rossi, il bollettino editoriale
di Bompiani. Nello stesso anno present ad Einaudi i Racconti della guerra civile
e La paga del sabato, romanzo che ottenne un giudizio molto favorevole da
Italo Calvino.
Nel 1950 conobbe a Torino Elio Vittorini, che stava preparando per Einaudi la
nuova collana "Gettoni", ideata per accogliere i nuovi scrittori; nella stessa
occasione Fenoglio conobbe di persona Calvino (con il quale aveva intrattenuto
fino a quel momento solamente una cordiale corrispondenza) e Natalia
Ginzburg.
Incoraggiato da Vittorini, riprese La paga del sabato e ne attu una nuova
stesura, ma a settembre abbandon definitivamente il romanzo per organizzare
una raccolta di dodici racconti, alcuni dei quali gi inclusi nei Racconti della
guerra civile.
Nel 1952 la raccolta di racconti usc, nella collana "Gettoni", con il titolo I
ventitr giorni della citt di Alba. L'anno seguente Fenoglio complet il romanzo
breve La malora, pubblicato ad agosto 1954.
Segu un'intensa attivit come traduttore dall'inglese: nel 1955 usc sulla rivista
Itinerari la traduzione de La ballata del vecchio marinaio di Samuel Taylor
Coleridge. Inizi intanto un grosso romanzo sugli anni 1943-1945, che present
in lettura all'editore Garzanti nell'estate del 1958.
Nell'aprile del 1959 usc, nella collana "Romanzi Moderni Garzanti", Primavera di
bellezza; firm con Livio Garzanti un contratto quinquennale sui suoi inediti.
Nello stesso anno ricevette il premio "Prato" e inizi a scrivere un nuovo
romanzo di argomento partigiano.
Nel 1961, stimolato da Calvino a raccogliere i suoi nuovi racconti per presentarli
al premio internazionale "Formentor", si mise a lavorare alla raccolta Racconti
del parentado; alla firma del contratto con Einaudi, tuttavia, accett il titolo di
Un giorno di fuoco. La pubblicazione fu per sospesa: Garzanti rivendicava i
diritti e le due case editrici non riuscirono a raggiungere un compromesso.
Inizi cos a scrivere Epigrammi ed una nuova serie di racconti, oltre alla
collaborazione ad una sceneggiatura cinematografica di tema contadino.





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1.4. La malattia e la morte
Nel 1960 Fenoglio si spos con Lucia Bombardi, con la quale ebbe una figlia di
nome Margherita.
Sempre sulle lapidi, a me baster il mio nome, le due date che sole contano, e la
qualifica di scrittore e partigiano
(da I ventitr giorni di Alba)
Nell'inverno tra il 1959 e il 1960, in seguito ad un esame medico, gli venne
accertata un'affezione alle vie coronarie, con complicazioni dovute alla forma di
asma bronchiale che lo affliggeva ormai da anni.
Nel 1962, mentre si trovava in Versilia per ritirare il premio "Alpi Apuane"
conferitogli per il racconto Ma il mio amore Paco, venne colpito da un attacco
di emottisi. Rientrato precipitosamente a Bra, a una visita medica gli venne
diagnosticata una forma di tubercolosi con complicazioni respiratorie.
Si trasfer per un breve periodo (settembre e ottobre) a Bossolasco, a 800 metri
d'altitudine, dove trascorse il tempo leggendo, scrivendo e ricevendo la visita
degli amici. Ma presto per un aggravamento della malattia fu ricoverato in
ospedale, prima a Bra e poi alle Molinette di Torino, e gli venne diagnosticato un
cancro ai polmoni.
La morte lo colse la notte del 18 febbraio 1963; venne sepolto nel cimitero di
Alba. Il suo romanzo pi noto, Il partigiano Johnny, venne pubblicato postumo
nel 1968.
2. L'opera: Il Partigiano Johnny
Il partigiano Johnny un romanzo di Beppe Fenoglio. considerato unanimemente
uno dei pi importanti romanzi della Resistenza e del Novecento italiano. Tuttavia
Fenoglio non riusc mai a pubblicarlo in vita: lo stesso titolo non autografo, ma va
attribuito ai curatori della prima edizione Einaudi (1968).
2.1. Il ritorno di Johnny
Il partigiano Johnny la continuazione di Primavera di bellezza, il romanzo
pubblicato da Garzanti nel 1959 che aveva come protagonista un giovane
studente di Alba soprannominato Johnny dagli amici a causa del suo amore per
la letteratura inglese (una chiara proiezione autobiografica di Fenoglio). In
Primavera Johnny, giovane sottufficiale dell'Esercito Italiano sbandato dopo l'8
settembre, tornava nelle sue Langhe per morire in una delle prime azioni della
guerra partigiana. In realt questo finale era stato consigliato a Fenoglio dai
suoi editor della Garzanti (tra gli altri, Piero Citati). Il partigiano J. riprende la
storia di Johnny a partire dal ritorno a casa dopo l'armistizio: invece di aderire
subito alla Resistenza, Johnny si rifugia presso la sua famiglia, che lo imbosca in
una villetta in collina.
2.2. Johnny diventa partigiano
Dopo aver vissuto, per qualche tempo, la monotona e angosciosa vita
dell'imboscato, Johnny prende parte a una sommossa davanti alla caserma dei
carabinieri per la liberazione di alcuni prigionieri. In seguito all'episodio, Johnny
decide di lasciare Alba e la famiglia, e di unirsi al primo gruppo di partigiani che
incontra nelle Langhe. All'inizio Johnny milita in una formazione comunista,
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anche se non ne approva l'ideologia e la disorganizzazione. Ma dopo le prime
azioni di guerriglia, i partigiani commettono l'errore di fare prigioniero un
ufficiale tedesco catturato per caso durante un incidente stradale: la
rappresaglia dei tedeschi immediata, e la formazione partigiana si sbanda.
Johnny, che riuscito a sfuggire al rastrellamento, ne approfitta per ripassare
da Alba e poi unirsi ai partigiani badogliani.
2.3. Primavera ed estate
la primavera del 1944. Johnny trova tra i badogliani (detti anche "gli azzurri")
del comandante Nord un'organizzazione pi consona al suo ideale militare:
eppure anche qui non mancano errori e ingenuit. In particolare, gli azzurri
tendono a operare come un esercito regolare che tiene le posizioni, mentre
Johnny preferirebbe partecipare a operazioni di guerriglia vera e propria.
Durante un'incursione delle camicie nere ha modo di mettere in pratica le sue
idee guidando un'imboscata alla coda del convoglio fascista. In estate, i
partigiani hanno praticamente il controllo delle Langhe, tanto che possono
godersi una vera e propria sagra di paese a Santo Stefano Belbo.
2.4. La presa di Alba
Nell'ottobre del 1944 i fascisti abbandonano anche la loro base ad Alba, che
viene cos occupata dalle formazioni partigiane delle Langhe. Anche Johnny, che
aveva esplicitamente manifestato a Nord i suoi dubbi sull'operazione, scende ad
Alba (e almeno nella prima stesura passa a salutare la famiglia). Ma in cuor suo
sa che i partigiani non hanno la possibilit di tenere la citt durante l'inverno, e
che la "presa di Alba" rischia di esporre la cittadinanza alle rappresaglie dei
nazifascisti. Infatti, dopo una lunga tregua dovuta alla piena del fiume, all'inizio
di novembre Alba viene attaccata duramente. Le poche centinaia di partigiani
rimasti a difenderla battono rapidamente in ritirata: Johnny tra loro.
2.5. I lungo inverno
Gli Alleati sono ancora lontani, e le cose iniziano a mettersi male per i partigiani
delle Langhe. Gli "Azzurri" attendono con impazienza un lancio aereo di armi e
rifornimenti. Ma proprio il fatidico lancio ad attirare l'attenzione dei
nazifascisti, che compiono una massiccia operazione di rastrellamento. Johnny e
i suoi compagni devono fuggire ancora una volta: le pagine che raccontano
questa fuga concitata attraverso le colline sono forse le pi intense del
romanzo. Riparatosi insieme agli amici Ettore e Pierre in una casa di contadini,
Johnny ascolta alla radio il messaggio del generale Alexander che chiede ai
partigiani di sbandarsi durante l'inverno per poter resistere in vista del colpo
finale nella primavera. In una riunione clandestina, Nord conferma l'ordine.
("Cessiamo di far gli uomini, ora e per lungo tempo faremo le marmotte.
bestiale, rapidamente logorante, ma necessario"). Di l a poco Pierre,
seriamente malato, decider di rifugiarsi in citt presso la famiglia della
fidanzata. Alcuni partigiani vengono trovati misteriosamente uccisi:
probabilmente in zona attiva una spia. Durante una spedizione nella nebbia
per procurarsi un medicinale in farmacia, Johnny evita la cattura da parte dei
fascisti, che prendono Ettore. L'indomani Johnny cattura un fascista (in realt
un povero disertore) per scambiarlo con Ettore. Dopo questa e altre imboscate,
Johnny rimane il solo partigiano sulla collina. Il racconto del lungo inverno
termina quando Johnny scova e uccide la spia, travestita da commerciante di
pelli.
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2.5.1. La fine di Johnny
Il primo febbraio 1945 Johnny tra i cento uomini "slavati, scoloriti, goccianti e
rabbrividenti" che partecipano al "reimbandamento" dei partigiani azzurri. La
ripresa delle ostilit sembra per molto deludente: pochi e male armati, i
partigiani non possono che abbandonare il paese di Mango all'arrivo dei fascisti.
A malincuore, Johnny e Pierre devono ritirarsi ancora una volta. La loro fuga si
interrompe per con l'arrivo del padre di Nord, un anziano combattente che li
rifornisce di munizioni e li sprona ad "agganciare la loro retroguardia".
Rincuorati, i partigiani inseguono i fascisti e li coinvolgono in un conflitto al
fuoco: il padre di Nord viene colpito. L'episodio conclude la prima stesura del
romanzo: alla fine Pierre afferma che "era stato un pasticcio", e Johnny
risponde "Ma andava fatto". Nella seconda stesura, invece, Fenoglio lascia
intendere che Johnny trovi la sua morte nel conflitto a fuoco, a due mesi dalla
liberazione. "Johnny si alz col fucile di Tarzan e il semiautomatico. Due mesi
dopo la guerra era finita".
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T TT T T TT Tc cc c c cc ca aa a a aa ac cc c c cc cs ss s s ss st tt t t tt t c cc c c cc cm mm m m mm ml ll l l ll la aa a a aa aa aa a a aa av vv v v vv va aa a a aa a ( (( ( ( (( (i ii i i ii i o oo o o oo oo oo o o oo o - -- - - -- - i ii i i ii io oo o o oo o6 66 6 6 66 6i ii i i ii i; ;; ; ; ;; ;
Ernest Hemingway (July 21, 1899 - July 2, 1961) was an American novelist, short-
story writer, and journalist. He was part of the 1920s expatriate community in Paris,
as well as the veterans of World War One later known as "the Lost Generation", as
described in his posthumous memoir A Moveable Feast. ("'That's what you are. That's
what you all are,' Miss Stein said. 'All of you young people who served in the war. You
are a lost generation.'" Stein had overheard a garage owner use the phrase to criticize
a mechanic.) He received the Pulitzer Prize in 1953 for The Old Man and the Sea, and
the Nobel Prize in Literature in 1954.
Hemingway's distinctive writing style is characterized by economy and
understatement, in contrast to the style of his literary rival William Faulkner. It had a
significant influence on the development of twentieth-century fiction writing. His
protagonists are typically stoic men who exhibit an ideal described as "grace under
pressure." Many of his works are now considered canonical in American literature
1. Life and his emotional participation in his works
1.1. Early years
Ernest Miller Hemingway was born on 21 July 1899 in Chicago and he was the
second of six children. Hemingway's mother once aspired to an opera career and
earned money giving voice and music lessons. Many themes in Hemingway's work
point to destructive interactions between male and female sexual partners, within
marital unions and among most other combinations of men and women; in
addition he published pieces contain ambiguous treatment of gender roles.
However, no connection between Hemingway's depiction of these human
conditions and his own early childhood experiences has been established.
While his mother hoped that her son would develop an interest in music,
Hemingway adopted his father's outdoorsman hobbies of hunting, fishing and
camping in the woods and lakes of Northern Michigan. These early experiences in
close contact with nature instilled in Hemingway a lifelong passion for outdoor
adventure and for living in remote or isolated areas.
Hemingway attended Oak Park and River Forest High School from 1913 until
graduation in 1917. He excelled both academically and athletically; he boxed,
played American football, and displayed particular talent in English classes. After
high school, Hemingway did not want to go to college. Instead, at age eighteen, he
began his writing career as a cub reporter for The Kansas City Star. Although he
worked at the newspaper for only six months, throughout his lifetime he used the
guidance of the Star's style guide as a foundation for his writing style:
"Use short sentences. Use short first paragraphs. Use vigorous English. Be
positive, not negative.
1.2. First World War
Hemingway left his reporting job after only a few months and, against his father's
wishes, tried to join the United States Army to see action in World War I. He failed
the medical examination due to poor vision, and instead joined the Red Cross
Ambulance Corps. On his route to the Italian front, he stopped in Paris, which was
Val Trebbia: . la valle degli di .

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under constant bombardment from German artillery.
Instead of staying in the relative safety of the Hotel
Florida, Hemingway tried to get as close to combat
as possible.
Soon after arriving on the Italian Front Hemingway
witnessed the brutalities of war. On his first day on
duty an ammunition factory near Milan blew up.
Hemingway had to pick up the human, primarily
female, remains. Hemingway wrote about this
experience in his short story "A Natural History of
the Dead". This first encounter with death left him
shaken.
The soldiers he met later did not lighten the horror.
In 1918, Hemingway was wounded delivering
supplies to soldiers, which ended his career as an
ambulance driver. He was hit by an Austrian trench
mortar shell that left fragments in his legs, and was
also hit by a burst of machine-gun fire. He was later
awarded the Silver Medal of Military Valor from the
Italian government for dragging a wounded Italian soldier to safety in spite of his
own injuries.
Hemingway worked in a Milan hospital run by the American Red Cross. With very
little in the way of entertainment, he often drank heavily and read newspapers to
pass the time. Here he met Agnes von Kurowsky of Washington, one of eighteen
nurses attending groups of four patients each, who was more than six years his
senior. Hemingway fell in love with her, but their relationship did not survive his
return to the United States; instead of following Hemingway to America, as
originally planned, she became romantically involved with an Italian officer. This
left an indelible mark on his psyche and provided inspiration for, and was
fictionalized in, one of his early novels, A Farewell to Arms. Hemingway's first story
based on this relationship, appeared in 1925.
1.3. First novels and other works
After the war, Hemingway returned to USA in 1920. He found a job with the
Toronto Star newspaper. He worked as a freelancer, staff writer, and foreign
correspondent. He also worked as associate editor of the Co-operative
Commonwealth, a monthly journal. In 1921, Hemingway married his first wife,
Hadley Richardson. They settled in Paris, where Hemingway covered the Greco-
Turkish War for the Toronto Star. Anderson gave him a letter of introduction to
Gertrude Stein. She became his mentor and introduced him to the "Parisian
Modern Movement" then ongoing in the Montparnasse Quarter; this was the
beginning of the American expatriate circle that became known as the "Lost
Generation", a term popularized by Hemingway in the epigraph to his novel, The
Sun Also Rises, and his memoir, A Moveable Feast. . His other influential mentor
was Ezra Poundthe founder of imagism.
After much success as a foreign correspondent, Hemingway returned to Toronto,
Canada in 1923. During his second stint living in Toronto, Hemingway's first son
was born: Jack. Hemingway asked Gertrude Stein to be Jack's godmother.
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Hemingway's American literary debut came with the publication of the short story
cycle In Our Time (1925). The vignettes that now constitute the interchapters of
the American version were initially published in Europe as in our time (1924). This
work was important for Hemingway, reaffirming to him that his minimalist style
could be accepted by the literary community. "Big Two-Hearted River" is the
collection's best-known story.
In 1925 Hemingway met F. Scott Fitzgerald. Fitzgerald and Hemingway were at
first close friends. They sometimes exchanged manuscripts, and Fitzgerald tried to
do much to advance Hemingway's career and the publication of his first collections
of stories.
Hemingway's relationships in France provided inspiration for Hemingway's first full-
length novel, The Sun Also Rises (1926). The novel was semi-autobiographical,
following a group of expatriate Americans around Paris and Spain. The climactic
scenes of the novel are set in Pamplona, during the fiesta that the novel made
famous throughout Europe and the U.S. The novel was a success and met with
critical acclaim.
Hemingway divorced Hadley Richardson in 1927 and married Pauline Pfeiffer.
Pfeiffer was an occasional fashion reporter, publishing in magazines such as Vanity
Fair and Vogue. Hemingway converted to Catholicism himself at this time. That
year saw the publication of Men Without Women, a collection of short stories,
containing The Killers, one of Hemingway's best-known and most-anthologized
stories. In 1928, Hemingway's father troubled with diabetes and financial
instabilities, committed suicide using an old Civil War pistol. This greatly hurt
Hemingway and is perhaps played out through Robert Jordan's father's suicide in
the novel For Whom the Bell Tolls. He immediately traveled to Oak Park to arrange
the funeral and stirred up controversy by vocalizing what he thought to be the
Catholic view, that suicides go to Hell. In that same year, Hemingway's second
son, Patrick, was born (his third son, Gregory, would be born to the couple a few
years later).
Published in 1929, A Farewell to Arms recounts the romance between Frederic
Henry, an American soldier, and Catherine Barkley, a British nurse. The novel is
heavily autobiographical: the plot was directly inspired by his relationship with
Agnes von Kurowsky in Milan; Catherine's parturition was inspired by the intense
labor pains of Pauline in the birth of Patrick; the real-life Kitty Cannell inspired the
fictional Helen Ferguson; the priest was based on Don Giuseppe Bianchi, the priest
of the 69th and 70th regiments of the Brigata Ancona. While the inspiration of the
character Rinaldi is obscure, he had already appeared in In Our Time. A Farewell to
Arms was published at a time when many other World War I books were
prominent, including Frederic Manning's Her Privates We, Erich Maria Remarque's
All Quiet on the Western Front, Richard Aldington's Death of a Hero, and Robert
Graves' Goodbye to All That. The success of A Farewell to Arms made Hemingway
financially independent.
1.4. Key west and the Spanish Civil War
Following the advice of John Dos Passos, Hemingway returned to Key West, Florida
in 1931, where he established his first American home. Death in the Afternoon, a
book about bullfighting, was published in 1932. Hemingway had become an
aficionado after seeing the Pamplona fiesta of 1925, fictionalized in The Sun Also
Rises. In Death in the Afternoon, Hemingway extensively discussed the
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metaphysics of bullfighting: the ritualized, almost religious practice. Hemingway
considered becoming a bullfighter himself and showed middling aptitude in several
novieros before deciding that writing was his true and only suitable professional
metier. In his writings on Spain, he was influenced by the Spanish master Po
Baroja. Baroja agreed and something of the usual Hemingway tiff with another
writer ensued despite his original good intentions.
A safari in the fall of 1933 led him to Nairobi, and in Kenya, moving on to
Tanzania. 1935 saw the publication of Green Hills of Africa, an account of his
safari. The Snows of Kilimanjaro and The Short Happy Life of Francis Macomber
were the fictionalized results of his African experiences. Hemingway fell ill on this
trip, suffering a prolapsed intestine.
In 1937, Hemingway traveled to Spain in order to report on the Spanish Civil War
for the North American Newspaper Alliance. While there, Hemingway broke his
friendship with John Dos Passos because, despite warnings, Dos Passos continued
to report on the atrocities of not only the fascist Nationalists whom Hemingway
disliked, but also those of the elected and radicalized left-leaning Republicans
whom he favored. Hemingway, who was a convert to Catholicism during his
marriage to his wife Pauline, began to question his religion at this time, eventually
leaving the church. The war also strained Hemingway's marriage. Pauline Pfieffer
was a devout Catholic and, as such, sided with the fascist, pro-Catholic regime of
Franco, whereas Hemingway supported the Republican government. During this
time, Hemingway wrote a little known essay, The Denunciation, which would not
be published until 1969 within a collection of stories, the Fifth Column and Four
Stories of the Spanish Civil War. The story seems autobiographical, suggesting that
Hemingway might have been an informant for the Republic as well as a weapons
instructor during the war.
Some health problems characterized this period of Hemingway's life: an anthrax
infection, a cut eyeball, a gash in his forehead, grippe, toothache, hemorrhoids,
kidney trouble from fishing, torn groin muscle, finger gashed to the bone in an
accident with a punching ball, lacerations (to arms, legs, and face) from a ride on a
runaway horse through a deep Wyoming forest, and a broken arm from a car
accident.
1.5. The Forty-Nine Stories
In 1938 49 stories were published in the collection The Fifth Column and the First Forty-
Nine Stories. Hemingway's intention was, as he openly stated in his foreword, to write
more. Many of the stories that make up this collection can be found in other abridged
collections, including In Our Time, Men Without Women, Winner Take Nothing, and The
Snows of Kilimanjaro.
Some of the collection's important stories include Old Man at the Bridge, On The
Quai at Smyrna, Hills Like White Elephants, One Reader Writes, The Killers and
(perhaps most famously) A Clean, Well-Lighted Place. While these stories are
rather short, the book also includes much longer stories, among them The Snows
of Kilimanjaro and The Short Happy Life of Francis Macomber.


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1.6. For Whom the Bell Tolls
Francisco Franco and the Nationalists defeated the Republicans, ending the
Spanish Civil War in the spring of 1939. Hemingway lost an adopted homeland to
Franco's fascists, and would later lose his beloved Key West, Florida home due to
his 1940 divorce. A few weeks after the divorce, Hemingway married his
companion of four years in Spain, Martha Gellhorn, his third wife. His novel For
Whom the Bell Tolls was published in 1940. It was written in 1939 in Cuba and Key
West, and was finished in July, 1940. The long work, which takes place during the
Spanish Civil War, was based on real events and tells of an American named
Robert Jordan fighting with Spanish soldiers on the Republican side. It was largely
based upon Hemingway's experience of living in Spain and reporting on the war. It
is one of his most notable literary accomplishments. The title is taken from the
penultimate paragraph of John Donne's Meditation XVII.
1.7. World War II and its aftermath
The United States entered World War II on December 8, 1941, and for the first
time in his life, Hemingway sought to take part in naval warfare. After the FBI took
over Caribbean counter-espionage, he went to Europe as a war correspondent for
Collier's magazine. Hemingway acted as an unofficial liaison officer at Chteau de
Rambouillet, and afterwards formed his own partisan group which, as he later
wrote, took part in the liberation of Paris. Although this claim has been challenged
by many historians, he was nevertheless unquestionably on the scene. It has also
been purported that while traveling to the front he threw a hand grenade into a
basement room full of German field grade officers despite his official non-
combatant role.After the war, Hemingway started work on The Garden of Eden,
which was never finished and would be published posthumously in a much-
abridged form in 1986. At one stage, he planned a major trilogy which was to
comprise "The Sea When Young", "The Sea When Absent" and "The Sea in Being"
(the latter eventually published in 1952 as The Old Man and the Sea).
Hemingway's first novel after For Whom the Bell Tolls was Across the River and
into the Trees (1950), set in post-World War II Venice. He derived the title from
the last words of American Civil War Confederate General Stonewall Jackson.
1.8. Suicide
Hemingway attempted suicide in the spring of 1961, and received ECT treatment
again. Some three weeks short of his 62nd birthday, he took his own life on the
morning of July 2, 1961 at his home in Ketchum, Idaho, with a shotgun blast to
the head. Judged not mentally responsible for his final act, he was buried in a
Roman Catholic service. Hemingway himself blamed the ECT treatments for
"putting him out of business" by destroying his memory; some medical and
scholarly opinion has been receptive to this view, although others, including one of
the physicians who prescribed the electroshock regimen, dispute that opinion.
Hemingway suffered from manic depression, now known as bipolar disorder, and
was subsequently treated with electroshock therapy at Menninger Clinic. He later
credited this to his memory loss which he cited as a reason for not wanting to live.
Hemingway is interred in the town cemetery in Ketchum, Idaho, at the north end
of town.

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2. Hemingway and Val Trebbia
Hemingway wrote in his short stories about the Aveto, comparing it, because of is
savage beauty, to some American rivers in the Rocky Mountains area. Here is a
passage from one of his diaries:
. In the early fifties Mr Callegari had just opened another dentists surgery in
Bobbio, and while he was there a friend of his, Mr Bellocchio (a lawyer from
Piacenza), got in touch with him to know whether he could go trout fishing in the
Aveto with me. I arrived in Bobbio driving an American jeep, a war surplus. We
took Val dAveto from Marsaglia and we rested in Salsominore. There we went to a
tavern and, even though I had not eaten any meal yet, I drank two bottle of white
wine from Piacenza hills. We had a good haul and at midday we ate a whole
nisso cheese. We talked about the Spanish War, the First and Second World wars
and the partisan war in Val Trebbia and meanwhile we also drank five more bottles
of white wine. The way back to Bobbio was quite venturesome because I drove
recklessly and the jeep kept on skidding on the road, that was full of bumps and
holes. We stopped in Piazza San Francesco, we embraced hardly and I sang my
praises for being good at fishing and I also talked about the white sparkling wine
we drank in Salsominore. I liked it so much. Ive just crossed the most beautiful
valley in the world. Ive just crossed the Valley of Gods.



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B Bi ib bl li io og gr ra af fi ia a
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