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CHIESA DI BOLOGNA

PRESENTA*IONE VICARIATO DI PERSICETO-CATSELFRANCO


CONGRESSO EUCARISTICO VICARIALE
Ogni qualvolta celebriamo lEucaristia sentiamo il presidente affermare: Mistero della fede. In un inno eucaristico leggiamo: Non i sensi, ma la fede prova questa verit. Lintera azione liturgica della Messa manifestazione della fede della !iesa c!e interpella la nostra fede e alimenta la fede di ogni fedele. "estimonianza di questa convinzione sono le c.d. mistagogie dei #adri della !iesa dei primi secoli c!e facevano non solo con i neofiti ma con lintera assemblea, cosicc! ogni anno ogni fedele potesse sempre pi partecipare attivamente e trasfondere nella vita ordinaria ci c!e avveniva nella celebrazione liturgica. #ensiamo ad es. al $e m%steriis e al $e sacramentis di &mbrogio, ad alcune omelie denominate &d infantes di &gostino: non sono dei testi di catec!ismo, bens omelie ove si spiegava ci c!e si celebrava. NellOrdinamento generale del Messale 'omano, secondo la III edizione del Messale in lingua latina del ())*, al n. +, si legge: -.Lomelia/ deve consistere nella spiegazione o di qualc!e aspetto delle letture della 0acra 0crittura, o di un altro testo dellOrdinario o del #roprio della Messa del giorno 1. I 2escovi Italiani gi nel 345* nel documento Eucaristia, comunione e comunit al n. *6 scrivevano: -0e la #arola sempre lucerna ai nostri passi .0almo 335, 3),/, lo soprattutto quando ci avviciniamo al grande rito, in cui non solo racc!iuso tutto il bene spirituale della !iesa ,7 ma l8evento pasquale c!e !a fatto scoccare l8ora della salvezza si fa

Riflessioni sulla Celebra ione Eu!aris"i!a in se""e "a##e


Per una $is"a%o%ia sulla &essa e la 'erifi!a (ella $o(ali") !elebra"i'a

19 gennaio-2 marzo 2014

presente con tutto il suo potenziale di grazia. "ornano alla mente le parole c!e $io disse a Mos: "ogliti i calzari perc! il terreno c!e calpesti sacro .Es *, ,/. !iesa ed Eucaristia sono apparse cos strettamente connesse, da non poter esistere l8una senza l8altra. Ma l8itinerario biblico non l8unico. e n8 un altro con cui i credenti fanno immediatamente l8impatto, ed la celebrazione. Essa tuttavia non altra cosa rispetto alla divina #arola. La !iesa, infatti, quando si raduna per celebrare l8Eucaristia, fa quello c!e !a fatto il suo 0ignore, obbedendo al suo comando. E la 9ibbia non descrive precisamente il gesto del 0ignore e la sua portata: I due itinerari dunque si corrispondono e si illuminano a vicenda. $8altra parte la celebrazione in cui si incarna il gesto del 0ignore segno efficace: quindi fa quello c!e dice e di conseguenza dice quello c!e fa. Lo dice attraverso il segno , c!e rende visibile la grazia e le esigenze del mistero, con un linguaggio in cui parola e gesti si compongono nell8unit del rito, parlando con efficacia pedagogica a tutto l8uomo e non solo alla sua mente.1.
In occasione del ongresso Eucaristico 2icariale abbiamo insieme deciso di dedicare le domenic!e dal 34 gennaio al ( marzo ()36 a una riflessione per approfondire sempre meglio il grande dono della celebrazione eucaristica. 0imile iniziativa ci pone sulla scia della tradizione della mistagogia dei #adri della !iesa c!e veniva fatta sia ai neofiti sia allintera assemblea, cosicc! ogni anno ogni fedele potesse sempre pi partecipare attivamente e trasfondere nella vita ordinaria ci c!e avveniva nella celebrazione liturgica. #ensiamo ad es. al $e m%steriis e al $e sacramentis di &mbrogio, ad alcune omelie denominate &d 2

infantes di &gostino: non sono dei testi di catec!ismo, bens omelie ove si spiegava ci c!e si celebrava. "utti siamo c!iamati a fare questo cammino nelle nostre comunit, come segno di comunione fra tutte le parrocc!ie. In appendice sono stati riportati alcuni paragrafi del documento pastorale Eucaristia, omunione e comunit, ove i 2escovi Italiani offrono alcuni suggerimenti per la revisione di vita e limpegno della comunit cristiana a partire dalla celebrazione eucaristica. #ossono essere utili per la vita pastorale delle nostre comunit.
Il cammino prevede sette tappe c!e considerano le parti del 'ito della Messa: 3. 'iti di introduzione .34 gennaio/; (. Liturgia della #arola .(+ gennaio e ( febbraio/; *. Liturgia eucaristica .4, 3+ e (* febbraio/; 6. 'iti di conclusione .( marzo/. #er ogni tappa verranno indicate le letture biblic!e, alcuni punti per la riflessione, alcuni numeri della nuova edizione dellOrdinamento generale del Messale 'omano , alcune spunti per un approfondimento pastorale riportando passi del documento della EI Eucaristia, comunione e comunit c!e accompagn lanno del ongresso Eucaristico Nazionale del 345*, qualc!e breve suggerimento per le famiglie. Il sussidio risulta molto corposo perc! si preferito riportare tutti i testi piuttosto c!e ric!iamarne soltanto i numeri. E una scelta c!e si spera faciliti limpegno di ciascuno. <ueste pagine sono uno strumento offerto innanzitutto ai preti, ai quali in quanto presidenti delle assemblee liturgic!e

demandato il servizio dellomelia, ai diaconi e ai ministri istituiti, ai vari collaboratori e a c!i vive lesperienza della vita consacrata. Il materiale ric!iede un approfondimento personale nella preg!iera e nella riflessione in vista della celebrazione dellEucaristia domenicale. 0arebbe opportuno c!e il gruppo liturgico delle singole comunit cercasse di evidenziare per ogni tappa qualc!e elemento del rito considerato e un canto adatto facendo riferimento al 'epertorio nazionale con lappendice del 'epertorio diocesano. =acciamo nostre le parole scritte da &gostino riguardo alla celebrazione eucaristica: -O sacramento di bont, o segno di unit o vincolo di carit. !i vuoi vivere, !a qui dove vivere, !a qui donde attingere la vita. Non disdegni la compagine delle altre membra, non sia lui un membro cancrenoso da amputare o un membro deforme di cui ci si debba vergognare. 0ia bello, sia valido, sia sano, unito al corpo, viva di $io e per $io; sopporti ora la fatica qui in terra per regnare poi in cielo 1. .&>O0"INO, "rattato su >iovanni, (+, 3*/.

NOTE PER L1APPROFONDI&ENTO DEI RITI Il ristianesimo si esprime nella sua liturgia. Nella teologia !a la sua dottrina, la ricerca della sua verit ; la liturgia invece il luogo e il tempo in cui si manifesta, sia pure in una forma non ancora interamente svelata, il mistero delleterno disegno di $io. Nella liturgia misteriosamente si compie il segreto nascosto da secoli in $io e ora rivelato ai suoi santi. Mediante la fede possiamo lentamente e progressivamente ?entrare in questo mistero c!e si manifesta ai -puri di cuore1 cui promessa la visione di $io. Il Mistero, di cui tanto ci parla san #aolo, si sintetizza in ununica, grande rivelazione: il mistero risto, il =iglio di $io -in cui sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza1 . ol (, */ e in cui -abita corporalmente tutta la pienezza della divinit1 . ol (, 4/. & questo Mistero siamo c!iamati ad attingere per avere almeno uniniziale esperienza della profondit di risto e poterla testimoniare nella nostra vita. Il luogo privilegiato in cui possiamo attingere la ricc!ezza inesauribile del Mistero e immergerci in esso, lazione liturgica il cui punto pi alto rappresentato dalla celebrazione eucaristica. In essa si svela il Mistero eterno di risto nella sua attualit : la sua morte, resurrezione e ascensione nella gloria presenti e operanti nellazione liturgica. E necessario quindi lasciarci avvolgere da questa realt c!e si dispiega misticamente sotto il nostro sguardo incredulo per lo stupore e lasciarci da essa possedere.

DO&ENICA II DEL TE&PO ORDINARIO +, GENNAIO -.+/

RITI DI INTRODU*IONE
LETTURE BIBLICHE0

Is 49, 3. 5-6; Sal 39; 1 Cor 1, 1-3; Gv 1, 29-34


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Non sar inutile esaminare nei suoi vari aspetti e nelle sue parti questo Mistero in cui il 0ignore vuole attirarci per comunicarci la vita. &nzitutto i riti con cui siamo convocati e introdotti nellEucaristia: semplici eppure ricc!i di tanta luce e sapienza cristiana. Il segno di croce con cui si apre la celebrazione ci pone immediatamente alla presenza della "rinit 0antissima, nel cui nome ogni realt !a la sua fonte e la sua origine. "utta la "rinit, #adre, =iglio e 0pirito 0anto impegnata fin dallorigine alla nostra salvezza, profondendo in questopera la sua infinita sapienza e il suo immenso amore. >i in questo semplice gesto del segno di croce, c!e spesso compiamo superficialmente, siamo convocati e adunati nel nome dellunico e trino 0ignore. #er questa convocazione siamo gi costituiti come popolo santo di $io, entriamo a far parte pi consapevolmente della sua grande famiglia cui gi apparteniamo per il 9attesimo. ome figli amati siamo c!iamati, da -ogni trib, lingua, popolo e nazione1 .&p ,, 4/ e siamo invitati a partecipare al mistero di luce e di grazia c!e sta per manifestarsi. La nostra risposta allinvito divino, se consapevole, esprime gi un desiderio e una speranza, forse non ancora espressamente formulati, ma gi presenti in noi per lopera dello 0pirito c!e ci attrae verso il risto e, attraverso il risto, al #adre. $esiderio e speranza di essere coinvolti nel Mistero c!e si rende ora attuale per strapparci al nostro piccolo ?io, egoista, limitato e contraddittorio, per farci gustare, almeno per qualc!e momento, linfinita santit di $io e lasciarci intravedere qui ed ora - cieli nuovi e una terra nuova1 .( #t *, 3*/. Il popolo cos radunato un -popolo regale e sacerdotale1, 4

consacrato dal 9attesimo per costituire una realt nuova, la !iesa di risto, generata dalla Nuova &lleanza, sancita nel sangue di risto; lassemblea dei redenti unificati e convocati dallo 0pirito per formare un solo corpo, il orpo di risto, e c!iamati a celebrare nello 0pirito e nella fede il mistero della salvezza. In questa assemblea santa dobbiamo accoglierci lun laltro come fratelli, cos come il 0ignore !a accolto noi, senza distinzione, accettandoci come siamo, nella nostra debolezza e infermit. 0iamo tutti egualmente poveri davanti a $io, tutti egualmente bisognosi della sua misericordia e dellaiuto dei fratelli. 0olo cos, nella nostra reciproca solidariet e fraternit , il 0ignore sar in mezzo a noi, come !a promesso: - $ove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro 1 .Mt 35, ()/. &llora la liturgia della terra sar davvero unimmagine della liturgia del cielo c!e si svolge davanti al trono di $io, circondato dalla corte celeste, c!e intona, come noi, il triplice 0anto per dare gloria e onore a - olui c!e era c!e e c!e viene1; accanto al trono di $io, l&gnello immolato, vincitore del peccato e della morte e autore della nostra salvezza .cfr &p capp. 6 e ,/. "utto questo misteriosamente si compie nella nostra liturgia. Oltre al rito iniziale del segno di croce, ci sono altri momenti c!e servono a introdurci alla celebrazione. &nzitutto il saluto del sacerdote allassemblea c!e di nuovo, con formule diverse, evoca la presenza trinitaria come fonte di benedizione sul popolo e dispensatrice di gioia, speranza e pace. 0egue un atto penitenziale c!e ci mette davanti a $io nella nostra reale situazione di peccatori bisognosi del suo continuo

perdono e della sua forza c!e sana le nostre ferite. <uesto atto, c!e pure si esprime in formule diverse, ci sollecita a riconciliarci con $io, ci apre al perdono reciproco e ci orienta sulla via della conversione profonda del cuore. 0egue .solo nelle domenic!e e feste/ un grande inno di >loria , iniziato dagli angeli, c!e ci rivela la santit e la maest del $io onnipotente a cui rivolgiamo la lode e ladorazione e addita in >es, il =iglio unigenito, assiso alla destra del #adre, l&gnello immolato per il nostro riscatto, santo e altissimo, immerso con lo 0pirito nellunica, eterna gloria del #adre. &ccompagnati da queste comuni preg!iere e gesti simbolici, siamo pronti e disposti ad entrare nel grande mistero per cui siamo stati convocati come esprime la colletta . DA ORDINAMENTO GENERALE DEL MESSALE ROMANO 6+. I riti c!e precedono la Liturgia della #arola, cio l8introito, il saluto, l8atto penitenziale, il @%rie eleison, il >loria e l8orazione .o colletta/, !anno un carattere di inizio, di introduzione e di preparazione. 0copo di questi riti c!e i fedeli, riuniti insieme, formino una comunit, e si dispongano ad ascoltare con fede la parola di $io e a celebrare degnamente l8Eucaristia. In alcune celebrazioni, connesse con la Messa secondo le norme dei libri liturgici, si omettono i riti iniziali o si svolgono in maniera particolare. 6A. <uando il popolo radunato, mentre il sacerdote fa il suo ingresso con il diacono e i ministri, si inizia il canto d8ingresso. La funzione propria di questo canto quella di dare inizio alla celebrazione, favorire l8unione dei fedeli riuniti, introdurre il loro spirito nel mistero del tempo liturgico o della festivit , e accompagnare la processione del sacerdote e dei ministri. 5

65. Il canto viene eseguito alternativamente dalla sc!ola e dal popolo, o dal cantore e dal popolo, oppure tutto quanto dal popolo o dalla sola sc!ola. 0i pu utilizzare sia l8antifona con il suo salmo, quale si trova nel >raduale romanum o nel >raduale simpleB, oppure un altro canto adatto all8azione sacra, al carattere del giorno o del tempo, e il cui testo sia stato approvato dalla onferenza Episcopale. 0e all8introito non !a luogo il canto, l8antifona proposta dal Messale 'omano viene letta o dai fedeli, o da alcuni di essi, o dal lettore, o altrimenti dallo stesso sacerdote c!e pu anc!e adattarla a modo di monizione iniziale .cfr. n. *3/. 64. >iunti in presbiterio, il sacerdote, il diacono e i ministri salutano l8altare con un profondo inc!ino. <uindi, in segno di venerazione, il sacerdote e il diacono lo baciano e il sacerdote, secondo l8opportunit , incensa la croce e l8altare. ,). "erminato il canto d8ingresso, il sacerdote, stando in piedi alla sede, con tutta l8assemblea si segna col segno di croce. #oi il sacerdote con il saluto annunzia alla comunit radunata la presenza del 0ignore. Il saluto sacerdotale e la risposta del popolo manifestano il mistero della !iesa radunata. 0alutato il popolo, il sacerdote, o il diacono o un ministro laico, pu fare una brevissima introduzione alla Messa del giorno. ,3. <uindi il sacerdote invita all8atto penitenziale, c!e, dopo una breve pausa di silenzio, viene compiuto da tutta la comunit mediante una formula di confessione generale, e si conclude con l8assoluzione del sacerdote, c!e tuttavia non !a lo stesso valore del sacramento della #enitenza. La domenica, specialmente nel tempo pasquale, in circostanze particolari, si pu sostituire il consueto atto penitenziale, con la

benedizione e l8aspersione dell8 acqua in memoria del 9attesimo .cfr. ME00&LE 'OM&NO, &ppendice II/. ,(. $opo l8atto penitenziale !a sempre luogo il @%rie eleison, a meno c!e non sia gi stato detto durante l8atto penitenziale. Essendo un canto col quale i fedeli acclamano il 0ignore e implorano la sua misericordia, di solito viene eseguito da tutti, in alternanza tra il popolo e la sc!ola o un cantore. Ogni acclamazione viene ripetuta normalmente due volte, senza escluderne tuttavia un numero maggiore, in considerazione dell8indole delle diverse lingue o della composizione musicale o di circostanze particolari. <uando il @%rie eleison viene cantato come parte dell8atto penitenziale, alle singole acclamazioni si fa precedere un tropo. ,*. Il >loria un inno antic!issimo e venerabile con il quale la !iesa, radunata nello 0pirito 0anto, glorifica e supplica $io #adre e l8&gnello. Il testo di questo inno non pu essere sostituito con un altro. 2iene iniziato dal sacerdote o, secondo l8opportunit, dal cantore o dalla sc!ola, ma viene cantato o da tutti simultaneamente o dal popolo alternativamente con la sc!ola, oppure dalla stessa sc!ola. 0e non lo si canta, viene recitato da tutti, o insieme o da due cori c!e si alternano. Lo si canta o si recita nelle domenic!e fuori del tempo di &vvento e <uaresima; e inoltre nelle solennit e feste, e in celebrazioni di particolare solennit. ,6. #oi il sacerdote invita il popolo a pregare e tutti insieme con lui stanno per qualc!e momento in silenzio, per prendere coscienza di essere alla presenza di $io e poter formulare nel cuore le proprie intenzioni di preg!iera. <uindi il sacerdote dice l8orazione, c!iamata comunemente colletta, per mezzo della quale viene espresso il carattere della celebrazione. #er antica 6

tradizione della !iesa, l8orazione colletta abitualmente rivolta a $io #adre, per mezzo di risto, nello 0pirito 0anto .cfr. "E'"CLLI&NO, &dversus Marcionem, I2, 4; O'I>ENE, $isputatio cum Deracleida, n. 6, (6; 0tatuta oncilii Dipponensi 9reviata, (3/ e termina con la conclusione trinitaria, cio pi lunga. Il popolo, unendosi alla preg!iera, fa propria l8orazione con l8acclamazione &men. DA EUCARISTIA, COMUNIONE E COMUNIT +. risto per primo si mette sulla nostra strada. Invita, convoca e apre al dialogo. cos, soprattutto, nella celebrazione eucaristica. Il primo atto del singolo e della comunit c!e celebra l8incontro con risto. 0e non si avverte nella fede l8alito della sua presenza, come direbbe 0ant8&mbrogio, non si accende la scintilla della preg!iera. L8Eucaristia molto pi di un rito da ripetere; il 'isorto da incontrare, per percorrere con lui la stessa strada. elebrare l8Eucaristia vivere in pienezza il giorno del 0ignore, far tesoro di un tempo provvidenziale nel quale risto risorto ci si dona in un gesto di infinita tenerezza. In tutti i giorni E ricorda >iovanni #aolo II E perdura quell8unico giorno fatto dal 0ignore, giorno c!e opera della potenza di $io, manifestata nella risurrezione di risto. La risurrezione l8inizio della nuova vita e della nuova epoca; l8inizio del nuovo uomo e del nuovo mondo .>IO2&NNI #&OLO II, &llocuzione all8Cdienza >enerale, 4 aprile 345)/. (5. $i grande attualit anc!e la seconda linea di riflessione legata al simbolismo dell8unico pane: #oic! c8 un solo pane, noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo: tutti infatti

partecipiamo di un unico pane .3 or 3), 3A/. Nell8Eucaristia c8 la radice dell8unit e della fraternit. Ogni divisione c!iusura su di s, ogni settorialismo la inquina alla radice. L8attenzione al povero e il servizio reciproco per farci carico gli uni dei pesi degli altri .>al +, (/ la rendono autentica. In nome dell8Eucaristia, la comunit cristiana non pu lacerare la veste senza cuciture del risto, non semina discordie e malumori, non emargina nessuno e neppure si emargina, staccandosi dagli altri. L8Eucaristia forza c!e plasma la comunit e ne accresce il potenziale di amore: la rende una casa accogliente per tutti, la fontana del villaggio c!e offre a tutti la sua acqua sorgiva, come amava dire #apa >iovanni. In essa ogni diversit si compone nell8armonia, ogni voce implorante riceve ascolto, ogni bisogno trova qualcuno c!e si curva su di esso con amore. Incontro, dialogo, apertura e festa ne sono le note caratteristic!e.
*+. Il primo grande segno di cui si fa esperienza nella celebrazione, e all8interno del quale si pongono tutti gli altri, l8assemblea. Essa !a il suo punto di partenza nella iniziativa libera e gratuita del 0ignore c!e convoca i credenti intorno a s. ome ad Emmaus, il 0ignore scende cos sulla strada dell8uomo per farsi suo compagno di viaggio e animarlo di speranza per il suo cammino. Il tutto inizia gi quando, al suono della campana E ed bene oggi riscoprire questo suono E i fedeli escono di casa e si avviano verso la !iesa. In quel movimento c!e fa convergere i fedeli verso lo stesso luogo per diventare il soggetto attivo dell8unica azione, il mistero della !iesa trova una manifestazione sensibile, e insieme l8attuazione pi piena .cfr. 0acrosanctum oncilium, n. 63/. L si vede c!e la !iesa E 7

come dice 0an ipriano E popolo radunato nell8unit del #adre, del =iglio e dello 0pirito 0anto . I#'I&NO, $e oratione dominica, (*/. il nuovo popolo sacerdotale c!e $io !a convocato in risto >es in modo permanente, ma c!e !a il suo tempo forte proprio nell8Eucaristia, in cui la !iesa si costruisce e si rinnova incessantemente. Ma il segno rituale dell8assemblea !a il suo contenuto nella comunione dello 0pirito. Occorre distruggere tutti i residui di diffidenza e di incomprensione c!e ci dividono. Mentre i corpi sono gomito a gomito, i cuori devono fondersi nell8unit: Molti corpi ma non molti cuori commenta 0ant8&gostino riferendosi all8ideale della comunit di >erusalemme. I fedeli possono cantare con l8antico inno: i !a raccolti insieme l8amore di risto . !i entra nell8assemblea deve quasi vedere e toccare con mano la natura della !iesa. *A. In ogni assemblea, per quanto piccola, si realizza tutto il mistero della !iesa, Cna e 0anta. Essa si fa evento ovunque c8 comunione di fede intorno al 'isorto. #erci ogni assemblea, segno della !iesa intera, deve aprirsi sulle altre comunit e sull8intera cattolicit, assumendo un respiro universale. oesione interna ed apertura agli altri sono i due poli di ogni gruppo ecclesiale. <uando al contrario un gruppo si c!iude su se stesso, intristisce. "utto ci si fonda sulla universalit della salvezza e sulla esigenza di entrare nel grande disegno di $io c!e abbraccia tutto l8arco del tempo e dello spazio. *5. La !iesa in un determinato luogo non costituita semplicemente dalle persone c!e si aggiungono l8una all8altra, non il frutto dell8umano stare insieme. <uesto sfocerebbe in una unit psicologica. La !iesa trascende tale unit , essendo comunione dello 0pirito 0anto c!e riunisce i figli di $io

dispersi. 8 una comunione fondante c!e discende da presso $io come la >erusalemme celeste .cfr. &p (3, (/, ed !a la forza di abbattere ogni divisione e di ristabilire il circuito dell8amore nell8unico corpo di risto. $iventa quasi un riflesso del divino scambio: del ricevere e del donare. <uesto appare con somma evidenza nell8Eucaristia, spazio totale di grazia, dono gratuito c!e discende dall8alto. E questo ogni celebrazione lo deve evidenziare evitando ogni orizzontalismo sociologico. *4. Nell8&ssemblea Eucaristica convocata da $io, ogni fedele da lui accolto sotto il segno della gratuit. E questo deve suscitare lo stesso atteggiamento verso i fratelli, cominciando da quelli c!e sono riuniti nell8assemblea. 0i traduce cos in atto. l8invito dell8&postolo: &ccoglietevi gli uni gli altri come risto accolse voi per la gloria del #adre .'om 3,, A/. Ognuno si sente effettivamente accolto come fratello, come membro di una famiglia, come un uomo c!e !a una sua dignit e merita perci attenzione e rispetto, specie se povero ed emarginato. Ne nasce uno stile evangelico c!e si inscrive poi nei rapporti quotidiani. 6). #oic! il peccato sorgente di ogni divisione, i convitati avvertono c!e la comunione con risto e con i fratelli offuscata e compromessa dai loro tradimenti. $a questa consapevolezza nasce l8esigenza della conversione e della riconciliazione c!e si esprimono nell8atto penitenziale: il rapporto infranto si ricompone. 0e tale atto non !a valore sacramentale in senso stretto, e non sostituisce dunque il sacramento della #enitenza, !a tuttavia una grande valenza spirituale e pedagogica: associa il senso del peccato, c!e ostacola l8avvento del 'egno, a una fiducia sconfinata nella misericordia del #adre c!e nel sacrificio di riconciliazione ci viene incontro in modo inaudito. 8

SUGGERI&ENTI PER LA FA&IGLIA 3. 0i valorizzi e compia bene il segno di croce prima di ogni pasto. (. 0i suggerisce ai genitori di abituarsi a benedire i propri figli tracciando su ciascuno il segno di croce sulla fronte, possibilmente, al mattino e alla sera. Esso esprime per i genitori il riconoscimento della loro responsabilit , assunta nel giorno del 9attesimo dei figli tracciando sulla loro fronte il segno della croce, e della loro volont di impegnarsi per il bene dei loro figli.

DO&ENICA III DEL TE&PO ORDINARIO -2 GENNAIO -.+/

LITURGIA DELLA PAROLA 3I4


LETTURE BIBLICHE0

Is 8,23 - 9,3; Sal 26; 1 Cor 1,10-13. 17; !" 4,12-23


NOTE PER L1APPROFONDI&ENTO DEI RITI Lassemblea liturgica convocata anzitutto per ascoltare la #arola di $io. -&scoltate oggi la sua voce: non indurite il cuore...1.0al 46F4,, 5/. <uesto invito, c!e gi nell&ntico

"estamento risuonava alle orecc!ie del popolo della prima alleanza, si ripete oggi al nostro cuore perc! si apra ad accogliere la voce di $io c!e ci parla. i parla anzitutto attraverso la voce del suo =iglio nel 2angelo e attraverso la voce dei suoi profeti e apostoli da Lui ispirati. #erci la proclamazione della #arola di $io , sullesempio del culto sinagogale, divenuta una caratteristica essenziale dellassemblea cristiana, affermatasi progressivamente fin dai primi secoli, costituitasi come tradizione stabile, confermata dallautorit del oncilio 2aticano II .cfr 0 (6/. >es stesso, come attesta levangelista san Luca, spieg ai discepoli di Emmaus -ci c!e in tutte le scritture si riferiva a lui1 .Lc (6, (A/; e apparendo agli &postoli riuniti nel cenacolo dopo la risurrezione, afferm c!e doveva compiersi tutto quello c!e era stato scritto di Lui -nella legge di Mos, nei profeti e nei salmi 1 .Lc (6, 66/; confermando in ambedue gli episodi la validit dei testi dell&ntico "estamento. Ecco perc! questi testi entrano a pieno titolo nelle celebrazioni liturgic!e. &ccanto ai testi dell&ntico "estamento, ascoltiamo anc!e noi, come i primi cristiani, la voce degli &postoli a cui >es !a affidato il suo mistero perc! lo divulg!ino tra le genti. &lla prima lettura, dopo un momento di silenzio meditativo, segue il canto del salmo responsoriale , scelto in conformit con la lettura appena proclamata. Il salmo costituisce il dialogo fra $io e il suo popolo c!e esprime nel canto la fede e lesultanza per lopera di $io, o la gratitudine per i suoi interventi di salvezza o, ancora, linvocazione di soccorso nei momenti di prova. Essenziale allo svolgimento della Liturgia della #arola, il salmo responsoriale offre ai fedeli la possibilit 9

di intrattenersi in un incontro contemplativo col $io della speranza e della pace. Ma il nostro ascolto si fa particolarmente attento alla voce del 0ignore >es c!e ci parla attraverso i quattro 2angeli. ome i discepoli di Emmaus, di fronte alla parola diretta di >es, anc!e noi esclamiamo: -Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi... quando ci spiegava le 0critture:1 .Lc (6, *(/. I 2angeli costituiscono il vertice della rivelazione e rappresentano il compimento di tutte le 0critture, sia dell&ntico c!e del Nuovo "estamento, su cui proiettano la luce dellinterpretazione autorevole e definitiva. #er questo il libro c!e raccoglie i quattro 2angeli, noto come Evangeliario, circondato da grande rispetto e venerazione: viene portato in processione accompagnato dalla luce dei candelieri, preceduto dallincenso e salutato dal canto dellassemblea. Cnantica tradizione attesta c!e - lingresso dellEvangeliario rappresenta lingresso del =iglio di $io nel tempio santo1, ingresso accompagnato dalladorazione di tutta lassemblea e dal canto: -2enite adoriamo e prostriamoci al risto: salva o =iglio di $io... noi c!e a "e cantiamo alleluia 1. <uesto rito processionale dellingresso ancora vivo nella Liturgia 9izantina e si conclude poi, dopo la lettura, con la benedizione su tutto il popolo con il Libro santo. 0econdo questa tradizione, mai smentita, lEvangeliario costituisce dunque la presenza stessa di >es c!e, mediante la proclamazione della 0ua #arola, trasmette a tutti, presenti e non, la sua forza vivificante e trasformante. La 0ua #arola infatti comunica la pace e da essa si sprigiona una nuova e reale effusione di 0pirito 0anto, come gi accadde nel cenacolo, dopo

la resurrezione, per gli &postoli, su cui per la prima volta >es alit il suo 0anto 0pirito .cfr >v (), ((/. La voce di >es c!e sentiamo in quella proclamazione una voce c!e non solo parla a tutti i presenti, ma la cui forza divina si trasmette anc!e ai pi lontani, comunicandosi tuttavia in modo particolare a ognuno dei membri dellassemblea e risuonando nel cuore di ognuno con accenti esclusivi e personali. Cna tradizione antica della liturgia delle !iese Orientali giunta fino a noi, fa precedere la lettura del 2angelo dal canto ripetuto dell&lleluia c!e vuole sottolineare il carattere pasquale dellannuncio evangelico e il sentimento di esultanza e di gioia con cui questo annuncio deve essere accolto. Il contenuto del canto alleluiatico lascia presentire quello c!e il 2angelo ci annuncer. La proclamazione del 2angelo viene ascoltata in piedi; atteggiamento c!e manifesta la vigilanza e lattenzione ric!ieste dallascolto ed il simbolo della nostra condizione di risorti con risto. &lla fine, viene accolta dallacclamazione corale dellassemblea : -Lode a te, o risto1. La proclamazione dei 2angeli, a differenza di tutte le altre letture, normalmente affidata a un diacono o .in sua assenza/ a un sacerdote per sottolineare la centralit del testo c!e viene annunciato. &lla lettura del 2angelo tutti i presenti imprimono tre segni di croce, sulla fronte, sulle labbra e sul petto. <uesti segni stanno a significare c!e questo annunzio sacro deve imprimersi nella nostra mente ed esservi accolto con fede affinc! ogni nostro pensiero sia ispirato e permeato dalla #arola di risto; deve essere impresso sulle nostre labbra perc! ogni credente sia sempre pronto ad annunciarlo con la parola e a manifestarlo 10

con la testimonianza; e deve essere impresso sul cuore perc! ognuno lo accolga e lo custodisca come - la perla preziosa1 c!e orienta ogni nostro atto e diventa la sostanza della nostra vita. "utto dunque concorre a fare della proclamazione del 2angelo un momento centrale della celebrazione eucaristica e a riconoscere nellEvangeliario il grande libro c!e contiene la parola e la vita di risto, punto di arrivo di tutta la storia sacra e sintesi ultima e definitiva della storia della salvezza. Le testimonianze dei #adri della !iesa relative al 2angelo, sia in Occidente c!e in Oriente, sono innumerevoli. 0i cita soltanto una frase di santIgnazio di &ntioc!ia, il cantore di >es risto, c!e, nei primi anni del II secolo dellera cristiana, mentre si disponeva al martirio, scrisse ai cristiani di =iladelfia: -...qualcosa di pi eccellente contiene il 2angelo: la venuta del 0alvatore, il 0ignore nostro >es risto, la sua passione e risurrezione....I profeti amati fecero lannuncio in ordine a Lui, ma il 2angelo consumazione di incorruttibilit 1 .&i =ilad., IG/. DA ORDINAMENTO GENERALE DEL MESSALE ROMANO ,,. Le letture scelte dalla 0acra 0crittura con i canti c!e le accompagnano costituiscono la parte principale della Liturgia della #arola; l8omelia, la professione di fede e la preg!iera universale o preg!iera dei fedeli sviluppano e concludono tale parte. Infatti nelle letture, c!e vengono poi spiegate nell8 omelia, $io parla al suo popolo .cfr. ON . E CM. 2&"I &NO II, ostituzione sulla sacra Liturgia, 0acrosanctum oncilium, n. **/, gli manifesta il mistero della redenzione e della salvezza e offre un nutrimento spirituale; risto stesso presente, per mezzo della sua #arola, tra i fedeli .cfr. ibidem,

n. A/. Il popolo fa propria questa #arola divina con il silenzio e i canti, e vi aderisce con la professione di fede. os nutrito, prega nell8 orazione universale per le necessit di tutta la !iesa e per la salvezza del mondo intero. ,+. La Liturgia della #arola deve essere celebrata in modo da favorire la meditazione; quindi si deve assolutamente evitare ogni forma di fretta c!e impedisca il raccoglimento. In essa sono opportuni anc!e brevi momenti di silenzio, adatti all8assemblea radunata, per mezzo dei quali, con l8aiuto dello 0pirito 0anto, la parola di $io venga accolta nel cuore e si prepari la risposta con la preg!iera. <uesti momenti di silenzio si possono osservare, ad esempio, prima c!e inizi la stessa Liturgia della #arola, dopo la prima e la seconda lettura, e terminata l8omelia .ME00&LE 'OM&NO, Lezionario, seconda edizione tipica, Introduzione, n. (5/. ,A. Nelle letture viene preparata ai fedeli la mensa della #arola di $io e vengono loro aperti i tesori della 9ibbia .cfr. ON . E CM. 2&"I &NO II, ostituzione sulla sacra Liturgia, 0acrosanctum oncilium. n. ,3/. onviene quindi c!e si osservi l8ordine delle letture biblic!e, con il quale messa meglio in luce l8unit dei due "estamenti e della storia della salvezza; non permesso quindi sostituire con altri testi non biblici le letture e il salmo responsoriale, c!e contengono la #arola di $io .cfr. >IO2&NNI #&OLO II, Lett. &p. 2cesimus quintus annus, 6 dicembre 3455, n. 3*: &&0 53 .3455/ 43)/. ,5. Nella celebrazione della Messa con il popolo, le letture si proclamano sempre dall8 ambone. ,4. Il compito di proclamare le letture, secondo la tradizione, non competenza specifica di colui c!e presiede, ma di altri ministri. Le letture quindi siano proclamate da un lettore, il 11

2angelo sia invece proclamato dal diacono o, in sua assenza, da un altro sacerdote. 0e non presente un diacono o un altro sacerdote, lo stesso sacerdote celebrante legga il 2angelo; e se manca un lettore idoneo, il sacerdote celebrante proclami anc!e le altre letture. $opo le singole letture il lettore pronuncia l8acclamazione, e il popolo riunito con la sua risposta d o nore alla #arola di $io, accolta con fede e con animo grato. +). La lettura del 2angelo costituisce il culmine della Liturgia della #arola. La stessa Liturgia insegna c!e si deve dare ad essa massima venerazione, poic! la distingue dalle altre letture con particolare onore: sia da parte del ministro incaricato di proclamarla, c!e si prepara con la benedizione o con la preg!iera; sia da parte dei fedeli, i quali con le acclamazioni riconoscono e professano c!e risto presente e parla a loro, e ascoltano la lettura stando in piedi; sia per mezzo dei segni di venerazione c!e si rendono all8Evangeliario. +3. &lla prima lettura segue il salmo responsoriale, c!e parte integrante della Liturgia della #arola e c!e !a grande valore liturgico e pastorale, perc! favorisce la meditazione della parola di $io. Il salmo responsoriale deve corrispondere a ciascuna lettura e deve essere preso normalmente dal Lezionario. onviene c!e il salmo responsoriale si esegua con il canto, almeno per quanto riguarda la risposta del popolo. Il salmista, quindi, o cantore del salmo canta o recita i versetti del salmo all8ambone o in altro luogo adatto; tutta l8assemblea ascolta restando seduta, e partecipa di solito con il ritornello, a meno c!e il salmo non sia cantato o recitato per intero senza ritornello. Ma perc! il popolo possa pi facilmente ripetere il

ritornello, sono stati scelti alcuni testi comuni di ritornelli e di salmi per i diversi tempi dell8anno e per le diverse categorie di 0anti. <uesti testi si possono utilizzare al posto di quelli corrispondenti alle letture ogni volta c!e il salmo viene cantato. 0e il salmo non pu essere cantato, venga proclamato nel modo pi adatto a favorire la meditazione della parola di $io. +(. $opo la lettura c!e precede immediatamente il 2angelo, si canta l8&lleluia o un altro canto stabilito dalle rubric!e, come ric!iede il tempo liturgico. "ale acclamazione costituisce un rito o atto a s stante, con il quale l8assemblea dei fedeli accoglie e saluta il 0ignore c!e sta per parlare nel 2angelo e con il canto manifesta la propria fede. 2iene cantato da tutti stando in piedi, sotto la guida della sc!ola o del cantore, e se il caso lo ric!iede, si ripete; il versetto invece viene cantato dalla sc!ola o dal cantore. a/ L8&lleluia si canta in qualsiasi tempo, tranne in <uaresima. I versetti si scelgono dal Lezionario oppure dal >raduale. b/ In tempo di <uaresima, al posto dell8 &lleluia si canta il versetto posto nel Lezionario prima del 2angelo. 0i pu anc!e cantare un altro salmo o tratto, come si trova nel >raduale. +*. <uando vi una sola lettura prima del 2angelo: a/ nel tempo in cui si canta l8&lleluia, si pu utilizzare o il salmo alleluiatico, oppure il salmo e l8 &lleluia con il suo versetto, b/ nel tempo in cui non si canta l8&lleluia, si pu eseguire o il salmo e il versetto prima del 2angelo o il salmo soltanto. c/ l8&lleluia e il versetto prima del 2angelo, se non si cantano, si possono tralasciare. 12

+6. La 0equenza, c!e, tranne nei giorni di #asqua e #entecoste, facoltativa, si canta prima dell8&lleluia. DA EUCARISTIA, COMUNIONE E COMUNIT A. Il primo passo c!e >es fa compiere quello di aprire il cuore e la mente alla comprensione della sua vita e di tutta la storia della salvezza. os >es educ i due di Emmaus, si fece loro maestro e, cominciando da Mos e da tutti i profeti, spieg loro in tutte le 0critture ci c!e si riferiva a lui .Lc (6, (A/. Nell8Eucaristia la !iesa convocata dalla #arola e diventa comunit in ascolto del suo $io. una #arola c!e risuona viva e attuale, e viene colta sulle labbra del 'isorto, presente nell8Eucaristia, come lo era sulla strada di Emmaus. &ccogliendola in religioso ascolto, la comunit si ciba di quella #arola pi dolce del miele .0al 35, 33/ e ne vive. Nella risposta, si apre il dialogo: $io parla e il popolo risponde, come ai piedi del 0inai, quando Mos rifer al popolo tutte le parole del 0ignore e il popolo rispose insieme: 7tutti i comandi c!e !a dato il 0ignore noi li eseguiremo7 .Es (6, */. 63. &l popolo nuovo c!e !a convocato in assemblea, $io rivolge la sua #arola: Egli, nel suo immenso amore, parla agli uomini come ad amici, e si intrattiene con essi .$ei 2erbum, n. (/. Inizia cos l8azione .concreta di cui l8assemblea, presieduta dal sacerdote, soggetto. un unico atto di culto, in due .momenti distinti ma strettamente connessi: Liturgia della #arola e Liturgia eucaristica. 0i accoglie la #arola e poi si partecipa al mistero. ome ai piedi del monte 0inai: dal s al 0ignore c!e parla nasce la nuova alleanza, matrice del nuovo popolo, c!e risto sigilla poi con il suo sangue.

Nella Liturgia della #arola trova espressione tutta la vicenda della storia della salvezza, dalla quale emerge sempre il primato di $io c!e c!iama. $io c!e va incontro all8uomo, lui c!e incomincia a parlare. #erci intorno all8altare c8 un popolo in ascolto del suo $io c!e quiEora parla. Nella proclamazione della #arola, risto annunzia ancora il suo 2angelo .0acrosanctum oncilium, n. **/. E non solo una parola c!e dice, cio comunica. forza di salvezza per c!iunque crede .'om 3, 3+/ perc! il 'isorto presente c!e parla. come se vedessi la sua bocca , direbbe >regorio Magno. #erci insieme glorificazione di $io ed evento salvifico per gli uomini .cfr Il rinnovamento della catec!esi, n. *6/. #artecipa. dell8efficacia dell8evento pasquale c!e !a dato gloria al #adre e riconciliato il mondo. <uesto faceva dire ad Ignazio d8&ntioc!ia: Mi affido al 2angelo come alla carne di risto .I>N&HIO $I &N"IO DI&, &i cristiani di =ilippi, 2, 3/. 6(. In quest8ottica la liturgia della #arola appare un momento di fondamentale importanza sia per l8edificazione della comunit c!e per la fede c!e la deve animare. &nzitutto, oggi come ieri, la !iesa nasce dall8annunzio del 2angelo e ad esso si alimenta per la sua crescita. <uando gli &postoli predicano, quelli c!e accolgono la #arola si aggiungono alla comunit .cfr &tti (, 6A/. E se vero c!e con l8iniziazione cristiana, culminante nell8Eucaristia, c!e si entra nella !iesa, altrettanto vero c!e si tratta di sacramenti della fede; e quindi non solo presuppongono l8annunzio, ma lo esigono di loro natura con la proclamazione della #arola. Il 2angelo accolto dunque l8atto costitutivo della !iesa .cfr #&OLO 2I, Evangelii nuntiandi, n. 3,/. $i conseguenza la !iesa esiste per evangelizzare. la sua grazia e vocazione propria, la sua identit pi profonda .Ibid., 13

36E3,/. Essa !a l8unico scopo di essere per tutti strumento di salvezza: non con le sue sole forze, ma con i mezzi di grazia c!e risto !a posto nelle sue mani, anzitutto la #arola e i 0acramenti. $8altronde, se l8annunzio riveste forme e modalit molteplici, rimane pur sempre vero c!e la liturgia culmine e fonte di tutta l8attivit ecclesiale e quindi l8annunzio, c!e in essa si realizza, culmine e fonte di tutta la predicazione. 0trettamente congiunto alla 0crittura e al 0acramento, e fondendoli nell8unico atto di culto, l8annunzio realizza in pienezza il passaggio del 0ignore in mezzo al suo popolo. SUGGERI&ENTI PER LA FA&IGLIA Nella casa si individui un angolo ove intronizzare la 9ibbia e porvi accanto un lume da tenere acceso durante il tempo in cui qualcuno della famiglia si trova in casa. In questo angolo si valorizzi il silenzio. 0i provi, almeno, alla domenica, prima del pranzo, a leggere insieme il brano del 2angelo della domenica.

DO&ENICA IV DEL TE&PO ORDINARI PRESENTA*IONE DI GES5 AL TE&PIO - FEBBRAIO -.+/

LITURGIA DELLA PAROLA 3II4


LETTURE BIBLICHE0

!l 3,1-4; Sal 23; # 2,14-18; $% 2,22-40


NOTE PER L1APPROFONDI&ENTO DEI RITI

&lla proclamazione del 2angelo segue lomelia , sempre nelle domenic!e e feste, ma raccomandata anc!e nei giorni feriali. Lomelia parte integrante della celebrazione eucaristica, riservata prevalentemente allo stesso presidente. Lomelia !a lo scopo prevalente di spiegare i testi della 0crittura c!e sono stati proclamati nella Liturgia della #arola e vuole aiutare i fedeli a riflettere sui testi stessi e ad assimilarli cos da tradurli nella propria vita. In questo modo si crea un vincolo fecondo tra il mistero c!e lomelia cerca di penetrare e limpegno dei fedeli a vivere una vita ispirata dalla 0crittura. &llomelia fa seguito la professione di fede, cio il redo , normalmente nelle domenic!e e feste. 'iservato inizialmente al 9attesimo, entrato pi tardi anc!e nella celebrazione eucaristica. $etto in prima persona, attesta ladesione personale del credente alla fede proposta dalla !iesa. Nel redo ogni cristiano rinnova la propria fede nellunico $io, #adre onnipotente e nel =iglio suo >es risto, per cui tutto stato creato. #ercorre in poc!i, sintetici versetti lintero evento salvifico dallincarnazione alla resurrezione e ascensione di risto, annunziandone il ritorno glorioso come giudice e il suo regno eterno. &fferma la fede nello 0pirito e la sua eguaglianza con il #adre e con il =iglio, lunit e universalit della !iesa e definisce con poc!i versetti i principi basilari su cui poggiano la fede e la speranza del cristiano: dal 9attesimo alla vita eterna. La ?traditio simboli, cio la consegna del redo era, nellantico rito battesimale, latto c!e consacrava lingresso nella comunit cristiana del nuovo discepolo di >es . Inserito nella celebrazione eucaristica, il redo, forte sintesi 14

dellidentit cristiana, ci immette per la fede nella vita e morte del 0ignore, per farci partecipi della sua resurrezione. La preg!iera universale o preg!iera dei fedeli, c!e segue la recita o il canto del redo, raccoglie le invocazioni, le intercessioni e le supplic!e dellassemblea c!e le esprime tramite un sacerdote, un diacono o un laico. $opo secoli di abbandono, viene oggi, dopo il 2aticano II, ripristinata per dare possibilit ai fedeli di unire la propria preg!iera di intercessione a quella c!e il sacerdote far, nel cuore della celebrazione, dopo la consacrazione e tutta venga assunta nellunica, grande intercessione c!e risto rivolge incessantemente al #adre per la !iesa e per tutta lumanit. Il 0ignore >es, sempre vivo a intercedere per noi .Eb A, (,/ ci d la certezza c!e questa preg!iera gradita e accolta da $io. DA ORDINAMENTO GENERALE DEL MESSALE ROMANO +,. L8omelia fa parte della liturgia ed vivamente raccomandata .cfr ON . E CM. 2&"I &NO II, ostituzione sulla sacra Liturgia, 0acrosanctum oncilium, n. ,(; I , can. A+A, I 3/: infatti necessaria per alimentare la vita cristiana. Essa deve consistere nella spiegazione o di qualc!e aspetto delle letture della 0acra 0crittura, o di un altro testo dell8 Ordinario o del #roprio della Messa del giorno, tenuto conto sia del mistero c!e viene celebrato, sia delle particolari necessit di c!i ascolta .cfr 0& '& ON>'E>&HIONE $EI 'I"I, Istruzione Inter oecumenici, (+ settembre 34+6, n. ,6: &&0 ,+ .34+6/ 54)/. ++. L8omelia di solito sia tenuta personalmente dal sacerdote celebrante. "alvolta, potr essere da lui affidata a un sacerdote concelebrante e, secondo l8opportunit, anc!e al diacono; mai per a un laico .cfr I , can. A+A, I 3; #ON"I=I I&

OMMI00IONE #E' L8IN"E'#'E"&HIONE &C"EN"I & $EL I , risposta al dubbio circa il can. A+A, I 3: &&0 A4 .345A/ 3(64; Istruzione interdicasteriale su alcune questioni circa la collaborazione dei fedeli laici al ministero dei sacerdoti, Ecclesiae de m%sterio, 3, agosto 344A, art. *: &&0 54 .344A/ 5+6/. In casi particolari e per un giusto motivo l8omelia pu essere tenuta anc!e dal 2escovo o da un presbitero c!e partecipa alla celebrazione anc!e se non pu concelebrare. Nelle domenic!e e nelle feste di precetto l8omelia si deve tenere e non pu essere omessa se non per un grave motivo in tutte le Messe con partecipazione di popolo. Negli altri giorni raccomandata, specialmente nelle ferie di &vvento, di <uaresima e del tempo pasquale; cos pure nelle altre feste e circostanze nelle quali pi numeroso il concorso del popolo alla c!iesa .cfr 0& '& ON>'E>&HIONE $EI 'I"I, Istruzione Inter oecumenici, (+ settembre 34+6, n. ,*: &&0 ,+ .34+6/ 54)/. opportuno, dopo l8omelia, osservare un breve momento di silenzio. +A. Il simbolo, o professione di fede, !a come fine c!e tutto il popolo riunito risponda alla #arola di $io, proclamata nella lettura della 0acra 0crittura e spiegata nell8omelia; e perc! , recitando la regola della fede, con una formula approvata per l8uso liturgico, torni a meditare e professi i grandi misteri della fede, prima della loro celebrazione nell8 Eucaristia. +5. Il simbolo deve essere cantato o recitato dal sacerdote insieme con il popolo nelle domenic!e e nelle solennit ; si pu dire anc!e in particolari celebrazioni pi solenni. 0e si proclama in canto, viene intonato dal sacerdote o, secondo l8opportunit, dal cantore o dalla sc!ola; ma viene cantato da tutti insieme o dal popolo alternativamente con la sc!ola. 15

0e non si canta, viene recitato da tutti insieme o a cori alterni. +4. Nella preg!iera universale, o preg!iera dei fedeli, il popolo risponde in certo modo alla parola di $io accolta con fede e, esercitando il proprio sacerdozio battesimale, offre a $io preg!iere per la salvezza di tutti. conveniente c!e nelle Messe con partecipazione di popolo vi sia normalmente questa preg!iera, nella quale si elevino supplic!e per la santa !iesa, per i governanti, per coloro c!e portano il peso di varie necessit, per tutti gli uomini e per la salvezza di tutto il mondo .cfr ON . E CM. 2&"I &NO II, ostituzione sulla sacra Liturgia, 0acrosanctum oncilium, n. ,*/. A). La successione delle intenzioni sia ordinariamente questa: a/ per le necessit della !iesa; b/ per i governanti e per la salvezza di tutto il mondo; c/ per quelli c!e si trovano in difficolt; d/ per la comunit locale. "uttavia in qualc!e celebrazione particolare, per esempio nella onfermazione, nel Matrimonio, nelle Esequie, la successione delle intenzioni pu venire adattata maggiormente alla circostanza particolare. A3. 0petta al sacerdote celebrante guidare dalla sede la preg!iera. Egli la introduce con una breve monizione, per invitare i fedeli a pregare, e la conclude con un8 orazione. Le intenzioni c!e vengono proposte siano sobrie, formulate con una sapiente libert e con poc!e parole, ed esprimano le intenzioni di tutta la comunit. Le intenzioni si leggono dall8 ambone o da altro luogo conveniente, da parte del diacono o del cantore o del lettore o da un fedele laico .cfr 0& '& ON>'E>&HIONE $EI 'I"I, Istruzione Inter oecumenici, (+ settembre 34+6, n. ,+: &&0 ,+ .34+6/ 54)/.

Il popolo invece, stando in piedi, esprime la sua supplica con una invocazione comune dopo la formulazione di ogni singola intenzione, oppure pregando in silenzio. DA EUCARISTIA, COMUNIONE E COMUNIT 6*. L8omelia assume in quest8ottica .dellannunzio durante la celebrazione/ un grande rilievo. $a una parte essa attualizza il messaggio biblico tenendo conto sia del mistero celebrato, sia delle particolari necessit di c!i ascolta . $all8altra l8unico mezzo per spezzare il pane della #arola alla massa dei battezzati, non raggiunti dalle altre iniziative di catec!esi. 0e essa dunque non funziona, il messaggio non arriva e la casa di $io piomba nel buio. I tre cicli festivi c!e proclamano i 2angeli, le pagine centrali dell8&ntico "estamento e le lettere apostolic!e, permettono di presentare tutto l8universo rivelato, tutta la grande storia con cui $io ci !a salvato. 0e si fedeli alla oggettivit del messaggio ne risulta c!e, nel complesso, da una parte non ci sono ripetizioni, dall8altra tutto il messaggio biblico presente, secondo un nuovo tipo di organicit c!e non quello dei manuali, ma quello della storia della salvezza. Inoltre, i fedeli sono condotti a partecipare vivamente all8Eucaristia, in cui l8annunzio si traduce in evento, e poi ad esprimere nella vita quanto !anno ricevuto nella fede .cfr Ordo Lectionum Missae, n. (6 /. esattamente quello c!e !a fatto il risorto 0ignore con i discepoli di Emmaus: E cominciando da Mos, attraverso tutti i profeti, spiegava loro in tutte le 0critture ci c!e lo riguardava .Lc (6, (A/. 66. & $io c!e !a parlato, i fedeli rispondono anzitutto con il 0almo, preg!iera ispirata, nella convinzione espressa da #ascal, c!e solo $io parla bene a $io. 'ispondono poi con il 16

redo, un s c!e esprime la totale adesione alla #arola ascoltata, c!e rinnova e rilancia le promesse battesimali e c!e fa entrare in comunione di fede con $io. os la comunit non solo confessa la sua fede, ma esprime la volont di conformare la vita a ci c!e crede e di impegnare nella missione ogni sua forza, ogni sua disponibilit. $opo l8ascolto della fede , l8obbedienza della fede: quella c!e !a spinto i discepoli di Emmaus a correre a >erusalemme per professare con gioia insieme agli Cndici: $avvero il 0ignore risorto ed apparso a 0imone .Lc (6, *6/. In questa prospettiva di dialogo tra $io e il suo popolo assume speciale rilievo la preg!iera universale, nella quale il popolo, esercitando la sua funzione sacerdotale, prega per tutti gli uomini. #regare gli uni per gli altri, anc!e nel discorso ecclesiale di Matteo, un elemento essenziale della vita di comunit: .cfr Matteo 35, ()/ la forma suprema di carit , perc! fa appello all8aiuto del 0ignore c!e trascende le povere risorse di cui noi disponiamo. "ale preg!iera, pur con la dovuta attenzione alle istanze del territorio e con lo sforzo di tradurre nel dialogo orante la #arola ascoltata, deve caratterizzarsi soprattutto per la sua universalit. Il suo orizzonte la !iesa universale e il mondo intero. 0iamo educati cos a superare l8egoismo anc!e nella preg!iera, e a dimenticarci per pensare ai grandi interessi del regno di $io. La !iesa primitiva di >erusalemme, assidua nelle preg!iere oltrec! nell8ascolto, ci modello per la sua apertura sul vasto mondo in cui, dispersa dalle persecuzioni, !a seminato il 2angelo. 6,. Il dialogo c!e si compie nel rito poi c!iamato a esprimersi e a prolungarsi in tutta la vita. Il cristianesimo la religione del dialogo, come ebbe a ricordare #aolo 2I nella sua

enciclica Ecclesiam suam. La !iesa, entrando nel dialogo iniziato da $io nella storia della salvezza, nelle sue caratteristic!e di gratuit, di accoglienza, di apertura universale e di rispetto per ogni uomo, impara a dialogare con il mondo, al cui servizio pone la sua missione di portare il lieto annunzio. La partecipazione all8ufficio profetico di risto stesso E ci ricorda >iovanni #aolo II E plasma la vita di tutta la !iesa, nella sua dimensione fondamentale. Cna speciale partecipazione a questo ufficio compete ai #astori della !iesa, i quali insegnano e, di continuo ed in diversi modi, annunciano e trasmettono la dottrina della fede e della morale cristiana. <uesto insegnamento, sia sotto l8aspetto missionario c!e sotto quello ordinario, contribuisce ad adunare il popolo di $io attorno a risto, prepara alla partecipazione all8Eucaristia, indica le vie della vita sacramentale... Inoltre bisogna sempre pi pro E curare c!e le varie forme della catec!esi e i diversi suoi campi E a cominciare da quella forma fondamentale, c!e la catec!esi familiare, cio la catec!esi dei genitori nei riguardi dei loro figli E attestino la partecipazione universale di tutto il popolo di $io all8ufficio profetico di risto stesso. 9isogna c!e, in dipendenza da questo fatto, la responsabilit della !iesa per la verit divina sia sempre pi, e in vari modi, condivisa da tutti .>IO2&NNI #&OLO II, 'edemptor !ominis, n. 34/. SUGGERI&ENTI PER LA FA&IGLIA #rima del pranzo, si legga il brano del 2angelo proclamato nella Messa della domenica e, poi, si invitino i presenti a recitare insieme un&ve Maria per imparare dalla 9eata 2ergine come si ascolta e si mette in pratica la #arola di $io.

DO&ENICA V DEL TE&PO ORDINARI PRESENTA*IONE DI GES5 AL TE&PIO , FEBBRAIO -.+/

LITURGIA EUCARISTICA 3I4


LETTURE BIBLICHE0

Is 58,7-10; Sal 111; 1 Cor 2,1-5; !" 5,13-16


NOTE PER L1APPROFONDI&ENTO DEI RITI Nel tempo dellesilio, come gi nel deserto, Israele, con laiuto dei profeti, apprende il significato vero dellofferta a $io e del sacrificio. #rivato del tempio, distrutto dai 9abilonesi, dove si svolgevano i sacrifici rituali e le azioni liturgic!e connesse al sacrificio, il popolo impara a sostituire il sacrificio cruento .di animali/ col sacrificio incruento, cio il sacrificio interiore, c!e esige lofferta del cuore, della volont , della mente a $io. Nell&ntico "estamento possiamo trovare decine di testimonianze nei salmi e nei profeti di questa progressiva trasformazione c!e passa dal sacrificio esteriore, spesso frutto di una religiosit superficiale, a quello spirituale, espressione pi pura e autentica del culto da rendere a $io. #er attestare questo bastano due testi, ben noti alla piet cristiana: -Non !ai c!iesto olocausti e vittima per la colpa. &llora !o detto: Ecco io vengo. 0ul rotolo del libro di me scritto, c!e io faccia la tua volont. Mio $io, questo io desidero, la tua legge nel profondo del mio cuore1 .0al *4F6), AE4/. 17

E ancora: -... tu non gradisci il sacrificio e, se ti offro olocausti, non li accetti. Cno spirito contrito sacrificio a $io, un cuore affranto e umiliato, $io, tu non disprezzi 1 .0al ,)F,3, 35E34/. Lobbedienza diventer cos lautentico sacrificio, la vera lode offerta a $io da uno spirito e un cuore purificati dalladesione sincera a $io e alla sua parola. $io stesso !a educato il suo popolo a comprendere il significato interiore del sacrificio: vuole lumilt del cuore e la piena obbedienza alla sua volont, come si manifestata lungo i secoli attraverso i testi ispirati dei giusti e dei santi dellantica legge. <uesta offerta sostituir in modo definitivo e totale il rito sacrificale cruento, c!e avrebbe dovuto essere solo un segno esteriore dellofferta spontanea del proprio essere al $io dellalleanza. Linsegnamento c!e $io !a dato al suo popolo nell&ntico "estamento viene trasmesso e anzi approfondito nel Nuovo "estamento come possiamo vedere nelle varie fasi della celebrazione eucaristica. Cna prima espressione, ancora in germe, possiamo riconoscerla al momento della presentazione dei doni , rito c!e, precedentemente, era anc!e definito ?offertorio. I doni del pane e del vino, portati allaltare dai fedeli in processione, vengono accolti dal sacerdote c!e li presenta al 0ignore, accompagnando ogni dono con una preg!iera particolare, una -benedizione1, cio un ringraziamento per i frutti della terra, dono di $io e della collaborazione delluomo allopera creatrice di $io. La preg!iera del sacerdote si conclude con linvocazione c!e questi doni diventino per noi, rispettivamente, cibo di vita eterna e bevanda di salvezza. Nelle 18

celebrazioni solenni i doni vengono incensati a significare c!e la preg!iera dellassemblea sale come incenso alla presenza di $io. La presentazione dei doni esige gi, per se stessa, un cuore puro e rappresenta un segno di distacco dai beni terreni. <uesto era certo pi evidente un tempo, quando i fedeli portavano i doni per il servizio liturgico presi dalla propria mensa, come attestano i #adri della !iesa. <uesto rito tuttavia conserva ancora un significato spirituale. >i sant&gostino vedeva in questa processione degli offerenti, allinizio della liturgia eucaristica, uno scambio di doni: - risto assume la nostra umanit .rappresentata dai doni/ per donarci la sua divinit 1. $i questa intuizione rimane uneco nella preg!iera privata c!e il sacerdote recita mentre versa lacqua nel calice del vino: in essa c!iede c!e questo atto sia segno della nostra unione con la vita divina di risto c!e !a assunto la nostra natura umana. >es stesso esaudir questo desiderio assumendo, nel momento culminante della celebrazione, gli umili doni del pane e del vino, simboli della nostra realt umana, nella sua realt divina. Cnaltra preg!iera privata del sacerdote esprime con un versetto del 0almo ,)F,3 il desiderio di purificazione interiore, mentre compie il simbolico lavacro delle mani. Cn breve dialogo col popolo e la preg!iera finale del sacerdote conclude questo rito di presentazione dei doni c!e avr il suo vero compimento nel grande sacrificio. Il disegno salvifico messo in atto da $io in nostro favore fin dallorigine, rivelato ai profeti dellantica alleanza, si realizzato nella parola e nellopera di >es e si manifesta a noi soprattutto nella celebrazione eucaristica. &d essa siamo c!iamati a partecipare con lofferta del nostro cuore e del nostro spirito, supplicando $io c!e la voglia accogliere come

espressione di uno spirito umile e contrito. Nella fiducia c!e il nostro sacrificio gli sia gradito, ci accostiamo allaltare col desiderio e la speranza di unirci interiormente a risto e ci disponiamo a entrare nella grande preg!iera sacrificale in cui risto -nello 0pirito eterno si offre immacolato a $io 1 .Eb 4, 36/. DA ORDINAMENTO GENERALE DEL MESSALE ROMANO A(. Nell8ultima ena risto istitu il sacrificio e convito pasquale per mezzo del quale reso continuamente presente nella !iesa il sacrificio della croce, allorc! il sacerdote, c!e rappresenta risto 0ignore, compie ci c!e il 0ignore stesso fece e affid ai discepoli, perc! lo facessero in memoria di lui .cfr ON . E CM. 2&"I &NO II, ostituzione sulla sacra Liturgia, 0acrosanctum oncilium, n. 6A; 0& '& ON>'E>&HIONE $EI 'I"I, Istruzione Euc!aristicum m%sterium, (, maggio 34+A, nn. *a, b: &&0 ,4 .34+A/ ,6)E,63/. risto infatti prese il pane e il calice, rese grazie, spezz il pane e li diede ai suoi discepoli, dicendo: #rendete, mangiate, bevete; questo il mio orpo; questo il calice del mio 0angue. =ate questo in memoria di me. #erci la !iesa !a disposto tutta la celebrazione della Liturgia Eucaristica in vari momenti, c!e corrispondono a queste parole e gesti di risto. Infatti: 3/ Nella preparazione dei doni, vengono portati all8altare pane e vino con acqua, cio gli stessi elementi c!e risto prese tra le sue mani. (/ Nella #reg!iera eucaristica si rendono grazie a $io per tutta l8opera della salvezza, e le offerte diventano il orpo e il 0angue di risto.

*/ Mediante la frazione del pane e per mezzo della omunione i fedeli, benc! molti, si cibano del orpo del 0ignore dall8unico pane e ricevono il suo 0angue dall8unico calice, allo stesso modo con il quale gli &postoli li !anno ricevuti dalle mani di risto stesso. A*. &ll8inizio della Liturgia Eucaristica si portano all8altare i doni, c!e diventeranno il orpo e il 0angue di risto. #rima di tutto si prepara l8altare, o mensa del 0ignore, c!e il centro di tutta la Liturgia Eucaristica .cfr 0& '& ON>'E>&HIONE $EI 'I"I, Istruzione Inter oecumenici, (+ settembre 34+6, n. 43: &&0 ,+ .34+6/ 545; Istruzione Euc!aristicum m%sterium, (, maggio 34+A, n. (6: &&0 ,4 .34+A/ ,,6/, ponendovi sopra il corporale, il purificatoio, il Messale e il calice, se non viene preparato alla credenza. #oi si portano le offerte: bene c!e i fedeli presentino il pane e il vino; il sacerdote, o il diacono, li riceve in luogo opportuno e adatto e li depone sull8 altare. <uantunque i fedeli non portino pi, come un tempo, il loro proprio pane e vino destinati alla Liturgia, tuttavia il rito della presentazione di questi doni conserva il suo valore e il suo significato spirituale. 0i possono anc!e fare offerte in denaro, o presentare altri doni per i poveri o per la !iesa, portati dai fedeli o raccolti in c!iesa. Essi vengono deposti in luogo adatto, fuori della mensa eucaristica. A6. Il canto all8offertorio .cfr n. *A, b/ accompagna la processione con la quale si portano i doni; esso si protrae almeno fino a quando i doni sono stati deposti sull8altare. Le norme c!e regolano questo canto sono le stesse previste per il canto d8ingresso .cfr n. 65/.

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sempre possibile accompagnare con il canto i riti offertoriali, anc!e se non si svolge la processione con i doni. A,. Il sacerdote depone il pane e il vino sull8altare pronunciando le formule prescritte; egli pu incensare i doni posti sull8altare, quindi la croce e lo stesso altare, per significare c!e l8offerta della !iesa e la sua preg!iera si innalzano come incenso al cospetto di $io. $opo l8incensazione dei doni e dell8altare, anc!e il sacerdote, in ragione del sacro ministero, e il popolo, per la sua dignit battesimale, possono ricevere l8incensazione dal diacono o da un altro ministro. A+. <uindi il sacerdote si lava le mani a lato dell8altare; con questo rito si esprime il desiderio di purificazione interiore. AA. $eposte le offerte sull8altare e compiuti i riti c!e accompagnano questo gesto, il sacerdote invita i fedeli a unirsi a lui nella preg!iera e pronunzia l8orazione sulle offerte: si conclude cos la preparazione dei doni e ci si prepara alla #reg!iera eucaristica. Nella Messa si dice un8unica orazione sulle offerte, c!e si conclude con la formula breve. Il popolo, unendosi alla preg!iera, fa propria l8orazione con l8acclamazione &men. DA EUCARISTIA, COMUNIONE E COMUNIT 6+. In ogni rapporto di comunione, soprattutto sponsale, viene il momento in cui le parole non bastano ad esprimere tutta la ricc!ezza e la fecondit dell8amore. 0i fa allora prepotente l8esigenza del dono totale di s. os avviene nel progetto di alleanzaEcomunione di $io con i suoi. Egli dopo aver parlato a pi riprese e in diversi modi per mezzo dei profeti .Eb 3, 3/, nella pienezza dei tempi non solo ci parla nel =iglio, 20

ma ce lo dona. E il =iglio si dona per amore a noi. il pi grande atto d8amore della storia, e rivela la seriet con la quale $io fedele all8alleanza e vuole stare con l8uomo, per essere solidale con il suo destino di miseria e di morte. #erci il dinamismo della celebrazione, c!e muove dalla convocazione e raduna l8assemblea, si sviluppa nel dialogo e raggiunge il suo vertice nella Liturgia Eucaristica. Essa riproduce la cena, la stessa c!e >es !a compiuto nell8ultimo vespro della sua vita, ma contiene la #asqua: risto stesso, cio, nell8atto di donarsi per amore. il corpo dato e il sangue versato , dato per noi e versato per noi, c!e viene consegnato alla !iesa negli umili segni del pane e del vino. Infatti E secondo il rilievo di "ertulliano E nello stile di $io la sproporzione tra i mezzi umilissimi c!e usa e le cose grandiose c!e fa. SUGGERI&ENTI PER LA FA&IGLIA &lla domenica, prima del pranzo, la famiglia legge il testo delle beatitudini in Matteo ,,3E3(.

DO&ENICA VI DEL TE&PO ORDINARI PRESENTA*IONE DI GES5 AL TE&PIO +2 FEBBRAIO -.+/

LITURGIA EUCARISTICA 3II4


LETTURE BIBLICHE0

Sir 15,15-20; Sal 118; 1 Cor 2,6-10; !" 5,17-37


NOTE PER L1APPROFONDI&ENTO DEI RITI LEucaristia la celebrazione del sacrificio pasquale del Nuovo "estamento in cui la volont salvifica di $io giunge al

suo compimento. in questo rito ?memoriale dellEucaristia c!e si manifesta a noi levento pasquale dellimmolazioneE resurrezione di risto c!e la stessa celebrazione rende presente e attuale. 0ul significato pasquale della morte di risto concordano le molte testimonianze dell&ntico e del Nuovo "estamento, soprattutto il riferimento a >es come -agnello pasquale1, immolato come #asqua definitiva per una -redenzione eterna1 .cfr Eb 4, 3(/. La preg!iera eucaristica vera e propria .nota come ?canone/ inizia con il -prefazio1 .introduzione/ un inno di lode e ringraziamento, c!e ric!iama e illustra il mistero particolare c!e viene celebrato in quel giorno o il santo la cui memoria o festa ricorre in quella data. &bbiamo oggi, dopo il oncilio 2aticano II, una grande ricc!ezza di prefazi c!e esprimono il mistero di $io, di risto e della !iesa nelle diverse forme con cui si manifesta e negli aspetti accessibili alla nostra mente limitata; inoltre invocano lassistenza e la protezione della 2ergine e dei santi, invitandoci e riflettere sulla testimonianza da loro resa nella forza dello 0pirito. Nel prefazio della #reg!iera eucaristica II, gi messo particolarmente in luce il significato pasquale dellofferta di risto c!e -stese le braccia sulla croce, morendo distrusse la morte e proclam la risurrezione1. Le preg!iere eucaristic!e, pur nella loro diversit , !anno in comune una caratteristica importante: linvocazione allo 0pirito sul pane e sul vino perc! la 0ua forza santificante, unita alla benedizione onnipotente del #adre, trasformi questi doni nel orpo e nel 0angue di risto. Linvocazione allo 0pirito precede immediatamente il racconto dellistituzione, in cui le parole consacratorie sono identic!e, pur nella diversit delle preci eucaristic!e. 21

on le parole stesse c!e ci sono state tramandate nei testi del Nuovo "estamento, viene narrata lofferta c!e risto fece di s al #adre nella sua ultima cena, donando il suo corpo in sacrificio e versando il sangue della nuova alleanza in riscatto per noi. Il sacrificio spirituale, a cui la 0crittura pi volte ci !a ric!iamato, trova nellofferta sacrificale di risto la sua massima realizzazione. In essa risto trasforma e assume ogni nostra offerta per presentarla al #adre in rendimento di grazie, cio come -eucaristia1. Laltare su cui si offre la croce, c!e sar il suo trono di gloria. Lui stesso la vittima sacrificale e lofferente, il sacerdote eterno eletto da $io per lofferta definitiva c!e avrebbe dato al #adre la gloria perfetta a cui ogni offerta umana sarebbe stata inadeguata. "utti i sacrifici, compiuti nella storia dellumanit, se veri e sinceri, sono assunti e valorizzati da questo unico e interiore sacrificio con cui risto rende al #adre lobbedienza perfetta c!e realizza ogni profezia. Era scritto infatti: -Entrando nel mondo, risto dice: Non !ai voluto n sacrificio n offerta, ma un corpo mi !ai preparato. Non !ai gradito n olocausti, n sacrifici per il peccato. &llora !o detto: ecco io vengo per fare o $io la tua volont...1 .Eb 3), ,EA/. "utto il Mistero #asquale di risto, la sua -elevazione1 sulla croce, la sua risurrezione e ascensione al #adre reso vivo, attuale e presente nella celebrazione eucaristica, come siamo invitati a proclamare subito dopo lelevazione dellostia e del calice: -&nnunziamo la tua morte 0ignore, proclamiamo la tua risurrezione, nellattesa della tua venuta 1. ompiuta la glorificazione del 0ignore >es , attendiamo con fede, secondo la sua promessa, il suo ritorno nella gloria al termine della storia, per la salvezza finale di tutti i giusti.

NellEucaristia dunque si svela agli occ!i della fede il mistero totale del risto c!e la !iesa attualizza in obbedienza al comando c!e il 0ignore stesso le !a dato nellultima cena: -=ate questo in memoria di me 1. Il c!e non significa la pura e semplice ripetizione del ?rito compiuto da risto, ma implica anzitutto lassunzione interiore della sua offerta al #adre, del suo atteggiamento di preg!iera e obbedienza a $io, dellamore con cui si offre per la salvezza del mondo. &llora il nostro cuore e il nostro spirito si immergono veramente nei sentimenti di lode, amore, adorazione e ringraziamento al #adre c!e, per mezzo del =iglio, sta operando, in quella celebrazione, la salvezza dellumanit. 0e davvero ci siamo uniti intensamente a risto in questa offerta, siamo, a nostra volta, attratti nel suo sacrifico unico e irripetibile, come >es stesso disse: - <uando sar innalzato da terra .sulla croce e nella gloria/ attirer tutti a me- .>v 3(, *(/. &llofferta unica e perfetta gi compiuta da risto, segue -lanamnesi1 o -memoriale1, cio la rievocazione dei momenti salienti dellopera della redenzione: morte, risurrezione, discesa agli inferi e ascensione di risto al #adre; memoria c!e il sacerdote fa a nome di tutta lassemblea santa e in questo ricordo offre a $io la vittima immolata: allimmolazione sacrificale di risto, massimamente gradita a $io, segue lofferta c!e tutta la !iesa fa, in unione con il suo capo, della vittima sacrificata c!e appartiene anc!e alla !iesa, perc! per la sua salvezza stata data. La !iesa poi prega c!e $io accolga la nostra partecipazione al sacrificio del =iglio e c!iede per tutti i fedeli c!e si nutrono del corpo e del sangue di risto il dono dellunit nello 22

0pirito, perc! siano in risto - un solo corpo e un solo spirito1 .#reg!iera eucaristica III/. Lanamnesi perci un punto centrale della preg!iera eucaristica e tutte le liturgie, dopo il racconto dellistituzione, ne esprimono, in forme diverse, il contenuto mettendone in luce lalto significato. 0egue la preg!iera di intercessione c!e la !iesa presenta a $io per tutta lumanit, per tutti i membri della !iesa stessa, per i vivi e per i morti, nella speranza di ritrovarci un giorno tutti insieme -a godere per sempre della gloria eterna1. risto !a lasciato alla !iesa il memoriale del sacrificio della croce perc! il sacerdozio non venga mai meno; esso si manifesta massimamente ogni volta c!e lofferta perfetta di risto si attualizza nellofferta ben pi debole e povera c!e il discepolo fa di se stesso - quando si consacra a $io per morire al mondo e vivere a $io solo...1 .sant&gostino/. Il sacrificio spirituale del discepolo, per quanto inferiore rispetto a quello di risto, non differisce essenzialmente da esso. La !iesa non cessa e non cesser mai di presentare al #adre lofferta del =iglio e, con lui, lofferta di s e dellumanit nella celebrazione eucaristica, vero e reale sacramento del sacrificio di risto. La grande dossologia finale per - risto, con risto e in risto1 c!e rende onore e gloria al #adre nellunit dello 0pirito 0anto, suggellata dall&men dellassemblea, conclude la #reg!iera eucaristica. DA ORDINAMENTO GENERALE DEL MESSALE ROMANO A5. & questo punto !a inizio il momento centrale e culminante dell8intera celebrazione, la #reg!iera eucaristica, ossia la preg!iera di azione di grazie e di santificazione. Il sacerdote

invita il popolo a innalzare il cuore verso il 0ignore nella preg!iera e nell8azione di grazie, e lo associa a s nella solenne preg!iera, c!e egli, a nome di tutta la comunit , rivolge a $io #adre per mezzo di >es risto nello 0pirito 0anto. Il significato di questa #reg!iera c!e tutta l8assemblea dei fedeli si unisca insieme con risto nel magnificare le grandi opere di $io e nell8 offrire il sacrificio. La #reg!iera eucaristica esige c!e tutti l8ascoltino con riverenza e silenzio. A4. >li elementi principali di cui consta la #reg!iera eucaristica si possono distinguere come segue: a/ L8azione di grazie .c!e si esprime particolarmente nel prefazio/: il sacerdote, a nome di tutto il popolo santo, glorifica $io #adre e gli rende grazie per tutta l8opera della salvezza o per qualc!e suo aspetto particolare, a seconda della diversit del giorno, della festa o del "empo. b/ L8acclamazione: tutta l8assemblea, unendosi alle creature celesti, canta il 0anto. <uesta acclamazione, c!e fa parte della #reg!iera eucaristica, proclamata da tutto il popolo col sacerdote. c/ L8epiclesi: la !iesa implora con speciali invocazioni la potenza dello 0pirito 0anto, perc! i doni offerti dagli uomini siano consacrati, cio diventino il orpo e il 0angue di risto, e perc! la vittima immacolata, c!e si riceve nella omunione, giovi per la salvezza di coloro c!e vi parteciperanno. d/ Il racconto dell8istituzione e la consacrazione: mediante le parole e i gesti di risto, si compie il sacrificio c!e risto stesso istitu nell8ultima ena, quando offr il suo orpo e il suo 0angue sotto le specie del pane e del vino, li diede a mangiare e a bere agli &postoli e lasci loro il mandato di perpetuare questo mistero. 23

e/ L8anamnesi: la !iesa, adempiendo il comando ricevuto da risto 0ignore per mezzo degli &postoli, celebra il memoriale di risto, commemorando specialmente la sua beata passione, la gloriosa risurrezione e l8ascensione al cielo. f/ L8offerta: nel corso di questo stesso memoriale la !iesa, in modo particolare quella radunata in quel momento e in quel luogo, offre al #adre nello 0pirito 0anto la vittima immacolata. La !iesa desidera c!e i fedeli non solo offrano la vittima immacolata, ma imparino anc!e ad offrire se stessi .cfr. ON . E CM. 2&"I &NO II, ostituzione sulla sacra Liturgia, 0acrosanctum oncilium, n. 65; 0& '& ON>'E>&HIONE $EI 'I"I, Istruzione Euc!aristicum m%sterium, (, maggio 34+A, n. 3(: &&0 ,4 .34+A/ ,65E ,64/ e cos portino a compimento ogni giorno di pi , per mezzo di risto Mediatore, la loro unione con $io e con i fratelli, perc! finalmente $io sia tutto in tutti .cfr ON . E CM. 2&"I &NO II, ostituzione sulla sacra Liturgia, 0acrosanctum oncilium, n, 65; $ecreto sulla vita e sul ministero sacerdotale, #resb%terorum Ordinis, n. ,; 0& '& ON>'E>&HIONE $EI 'I"I, Istruzione Euc!aristicum m%sterium, (, maggio 34+A, n. 3(: &&0 ,4 .34+A/ ,65E ,64/. g/ Le intercessioni: con esse si esprime c!e l8Eucaristia viene celebrata in omunione con tutta la !iesa, sia celeste c!e terrena, e c!e l8offerta fatta per essa e per tutti i suoi membri, vivi e defunti, i quali sono stati c!iamati a partecipare alla redenzione e alla salvezza ottenuta per mezzo del orpo e del 0angue di risto. !/ La dossologia finale: con essa si esprime la glorificazione di $io; viene ratificata e conclusa con l8acclamazione del popolo: &men.

*+6. I numerosi prefazi, di cui arricc!ito il Messale 'omano, mirano a mettere pi pienamente in evidenza i motivi dell8azione di grazie nella #reg!iera eucaristica e a porre maggiormente in luce i vari aspetti del mistero della salvezza. *+,. La scelta tra le #reg!iere eucaristic!e, c!e si trovano nel rito della Messa, regolata dalle norme seguenti: a/ La #reg!iera eucaristica I o anone romano, si pu sempre usare; il suo uso tuttavia pi indicato nei giorni ai quali assegnato un In comunione proprio, o nelle Messe con l8&ccetta con benevolenza proprio, oltre c!e nelle celebrazioni degli &postoli e dei 0anti di cui si fa menzione nella #reg!iera stessa; cos pure nelle domenic!e, a meno c!e, per ragioni pastorali, non si preferisca la #reg!iera eucaristica III. b/ La prg!iera eucaristica II, per le sue particolari caratteristic!e, pi indicata per i giorni feriali o in circostanze particolari. <uantunque abbia un prefazio proprio, pu essere collegata con altri prefazi, specialmente con quelli c!e presentano in sintesi il mistero della salvezza, come ad esempio i prefazi comuni. <uando si celebra la Messa per un defunto, si pu inserire la formula particolare proposta a suo luogo, cio prima del 'icordati dei nostri fratelli. c/ La #reg!iera eucaristica III si pu dire con qualsiasi prefazio. preferibile usarla nelle domenic!e e nei giorni festivi. 0e questa #reg!iera viene usata nelle Messe per i defunti, si pu usare la formula particolare per un defunto, inserendola a suo luogo, cio dopo le parole 'icongiungi a te, #adre misericordioso, tutti i tuoi figli ovunque dispersi . d/ La #reg!iera eucaristica I2 !a un prefazio invariabile e offre un compendio pi completo della storia della salvezza. 24

0i pu usare quando la Messa manca di un prefazio proprio e nelle domenic!e del tempo ordinario. In questa #reg!iera, in ragione della sua struttura, non si pu inserire una particolare formula per un defunto. DA EUCARISTIA, COMUNIONE E COMUNIT 6A. <uella di risto non solo una preEesistenza .il =iglio esiste da sempre presso il #adre, prima di incarnarsi/, ma ancor pi una proEesistenza: una vita, cio, completamente donata e spesa per gli altri. <uesto mistero tocca il suo vertice nella #asqua e nel segno eucaristico c!e la attualizza. #artecipare ad essa non un gesto rituale da compiere, magari in modo meccanico e ripetitivo. $icendo: =ate questo in memoria di me. risto non !a c!iesto la pura ripetizione di un gesto rituale. Da c!iesto di farlo come l8!a fatto lui, assumendo i sentimenti c!e furono i suoi .cfr =il (, , /, modellandosi sulla sua autodonazione. L8Eucaristia perci il momento in cui tutta la vita della !iesa viene raccolta intorno al risto pasquale, riceve il dono del suo amore oblativo e poi viene rilanciata per le strade del mondo, per essere un segno della sua presenza di buon 0amaritano, quasi per far sperimentare ai fratelli l8intensit e la forza con cui $io li ama, con la qualit stessa del suo amore. Cn amore c!e pensa pi a dare c!e a ricevere. <uesto lo esprime attraverso i suoi martiri di ieri e di oggi. 64. Il cuore della liturgia eucaristica la grande preg!iera di azione di grazie e di santificazione. In essa il sacerdote, e con lui l8assemblea, rende grazie: E fa memoria di tutta la storia della salvezza culminante nella #asqua;

E invoca lo 0pirito perc! il pane e il vino siano trasformati nel risto immolato e glorificato, E e perc! i partecipanti diventino in risto un solo corpo e un solo spirito .cfr #reg!iera eucaristica III/; E offre il sacrificio della nuova ed eterna alleanza per la vita del mondo, E in un clima di confessione in cui sale al #adre, nel giubilo della fede, ogni onore e gloria. "ale preg!iera non solo un testo da recitare, ma una grande azione da compiere. In questo il sacerdote non solo ma, agendo a nome di tutti, associa strettamente tutta l8assemblea presente, la quale deve partecipare con una tensione interna di fede e di carit. ,). La ricca tematica del canone, c!e non pu trovare qui sviluppo adeguato, si raccoglie intorno a un suo centro: il memoriale. Esso non solo ricordo, non fa riferimento unicamente al passato. Implica la presenza attiva di ci c!e ricordato: e cos le meraviglie di $io rivivono nell8oggi, perc! $io si ricorda di ci c!e !a fatto e interviene nel presente. Ma anc!e la comunit, insieme a lui, si ricorda: e lo fa attivamente, partecipando a ci c!e $io !a fatto. I credenti cio mostrano l8agire di $io nel loro agire. #oic! $io fa misericordia, anc!e noi facciamo misericordia. #oic! $io perdona, anc!e noi perdoniamo. #oic! $io fa alleanza, anc!e noi stringiamo vincoli di comunione con i fratelli. os il fedele, lasciandosi plasmare dal dono divino, si modella sull8atteggiamento del 0ignoreEc!eEsiEdona e diventa lo strumento per cui quel dono passa ai fratelli. <uesto il memoriale autentico, liturgia vissuta. &llora si supera la barriera del formalismo, e la celebrazione provoca l8impegno, compromette la responsabilit. 25

SUGGERI&ENTI PER LA FA&IGLIA &lla domenica, prima del pranzo, la famiglia legge il testo delle beatitudini in Matteo ,,3E3(.

DO&ENICA VII DEL TE&PO ORDINARI PRESENTA*IONE DI GES5 AL TE&PIO -6 FEBBRAIO -.+/

LITURGIA EUCARISTICA 3III4


LETTURE BIBLICHE0

$v 19,1-2.17-18; Sal 102; 1 Cor 3,16-23; !" 5,38-48


NOTE PER L1APPROFONDI&ENTO DEI RITI I fedeli sono ora invitati a prendere parte pi direttamente al sacrificio di risto mediante la omunione , parte integrante del sacrificio stesso. Il sacrificio raggiunge il suo vero significato quando sfocia nella omunione, punto culminante della partecipazione dei fedeli e piena partecipazione allofferta sacrificale del 0ignore >es. #arte essenziale della celebrazione eucaristica, la omunione si ispira alle parole stesse di risto c!e pi volte !a detto: - !i mangia la mia carne e beve il mio sangue !a la vita eterna e io lo risusciter nellultimo giorno1 .>v +, ,6/. Il rito semplice, ma solenne della omunione, c!e rinnova latto con cui >es, nellultima cena, !a distribuito agli apostoli il suo orpo e il suo 0angue, circondato da un insieme di riti e preg!iere c!e vogliono introdurre il fedele allincontro personale col 0ignore >es.

0iamo introdotti a questa pi intensa partecipazione al mistero di risto dalla preg!iera consegnataci da >es stesso: il #adre nostro , preg!iera domenicale per eccellenza, ma ora introdotta a questo punto della celebrazione per predisporci a ricevere il sacramento del orpo e 0angue di risto con gli stessi sentimenti c!e animarono >es nel suo rapporto intimo col #adre. La preg!iera sacerdotale c!e segue c!iede la liberazione dal male, la pace e la speranza di essere liberati dal peccato mentre viviamo nellattesa del ritorno del nostro salvatore >es risto. Il popolo risponde con la dossologia presa dalla $idac!, tradizionalmente usata dalle !iese dOriente e dai #rotestanti: -"uo il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli 1. &llaugurio di pace del sacerdote, segue, tra i fedeli, lo scambio reciproco di un gesto di comunione e di pace , come sempre stato nei riti pi antic!i nelle forme pi diverse. omunque si esprima questo gesto fraterno, la pace vera non frutto della volont o del desiderio delluomo, ma pu venire solo dallaltare come frutto del sacrificio di risto c!e !a offerto la sua vita come pegno efficace di unit e comunione fra gli uomini. Linvocazione c!e segue rivolta al simbolo pasquale per eccellenza, l&gnello immolato , a conferma c!e solo la misericordia di $io pu liberarci dal peccato, causa dellinimicizia, e pu ottenere e donare quella pace c!e il 0ignore ci !a trasmesso tramite gli apostoli. Mentre si canta o si recita linvocazione all&gnello, il sacerdote spezza il pane consacrato in tanti frammenti, lasciandone cadere uno nel calice dicendo: - Il orpo e il 0angue di risto, uniti in questo calice, siano per noi cibo di vita eterna1. 26

<uesta breve invocazione trasmette la certezza c!e il corpo vivo e santificante di risto, unito al sangue, costituisce ununit e ci comunica, attraverso il sacramento, la sua vita immortale. >li altri frammenti vengono disposti sulla patena per distribuirli poi ai fedeli. <uesto rito dello spezzare il pane per dividerlo fra i commensali era comune agli Ebrei e anc!e >es laveva compiuto in diverse occasioni, ma soprattutto nellultima cena e aveva voluto c!e fosse rinnovato in sua memoria. <uesto rito stato in passato tanto significativo c!e fin col dare a tutta la celebrazione eucaristica il nome di ? fractio panis .frazione del pane/, nome abituale per gli apostoli come ci attesta anc!e il libro degli &tti degli &postoli .(, 6(/. <uesto termine rest perci nella tradizione sacra come sinonimo di Eucaristia. 'ito di antica tradizione, quando si confezionavano dei pani grandi c!e esigevano il concorso di pi persone per dividerlo, gli fu attribuito molto presto un simbolismo mistico. 0econdo la tradizione pi antica, il pane consacrato e diviso, rappresentava il corpo di risto spezzato nella sua passione. La frazione simboleggiava cos un rito di sacrificio. <uesto simbolismo decadde progressivamente, ma di esso rimase il significato spirituale ad attestare c!e noi tutti, come quei frammenti, siamo un unico corpo formato dai molti costituiti in unit dalla comunione al orpo e al 0angue di risto, cio al suo sacrificio. $opo una breve preg!iera silenziosa del presidente e dei fedeli, la omunione preceduta dallinvito solenne, rivolto al sacerdote e allassemblea: -9eati gli invitati alla cena del 0ignore. Ecco l&gnello di $io c!e toglie il peccato del mondo 1, invito fonte di beatitudine, c!e segna la nostra partecipazione alla cena

dell&gnello pasquale, anticipazione mistica del sacrificio del alvario, in cui siamo coinvolti per essere con Lui offerti. & questo punto i fedeli si accostano allaltare per ricevere il orpo e il 0angue di risto, pur consapevoli della loro indegnit, ma fiduciosi di essere sanati da questi santi misteri. Il ministro porge loro lostia e il calice pronunciando lantica e semplice formula: -Il orpo di risto1 e -Il 0angue di risto1 distintamente mentre porge il pane e il vino consacrati. Il comunicando suggella con un - &men1 la sua fede certa nel mistero sacro cui partecipa. La omunione sotto il duplice segno del pane e del vino esprime pi pienamente la ricc!ezza del sacramento e riflette pi scopertamente il simbolismo biblico: il pane il nutrimento vitale per il cammino c!e conduce fino al monte di $io, come fu il pane dato a Elia dallangelo . ( 'e 34, ,E5/; il vino contiene le primizie del banc!etto del regno come attest lo stesso 0ignore quando, nellultima cena, diede agli apostoli il calice da distribuire, dicendo: - Io vi dico c!e da ora non berr pi di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berr nuovo con voi nel regno del #adre mio 1 .Mt (+, (4/. <ueste ultime parole mostrano lo stretto rapporto fra il convito eucaristico e il convito escatologico nel regno del #adre. &nticamente e per molti secoli la omunione veniva data sotto le due specie. In seguito alle molte difficolt , agli inconvenienti insorti, e per il moltiplicarsi dei fedeli, si giunse alla decisione, gi adottata in >recia, di intingere il pane consacrato nel calice del sangue. <uesto rito, iniziato in occidente nel sec. GI, incontr un certo favore, ma molte pi opposizioni; progressivamente, fra molte contestazioni e opposizioni, si giunse a dare la omunione al popolo solo sotto la specie del pane. Nel GIII secolo questa prassi era ormai comune e, come noto, 27

perdura fino ai giorni nostri .cfr 'I>DE""I M., 0toria Liturgica, vol. III, pp. ,6E,4/. Ma questa disputa secolare non infirma lalto significato spirituale della omunione, partecipazione mistica allofferta sacrificale di risto nella forma di convito. Nella diocesi di 9ologna il ardinale &rcivescovo !a disposto c!e, a giudizio del parroco o del rettore della c!iesa, nelle Messe festive si possa dare la omunione sotto le due specie. >i nel tempo apostolico -la omunione fu considerata il segno sacramentale non solo dellunit di vita divina c!e risto conferisce alle anime, ma altres dellunit c!e per mezzo suo stringe in uno stesso corpo mistico tutti i fedeli ...1 .'I>DE""I M., o. c., p.,))/. Molte testimonianze del tempo subEapostolico confermano la verit del mistero eucaristico. 9asti fra tutte la testimonianza di santIgnazio di &ntioc!ia, vescovo e martire dellinizio del II secolo; mentre condotto a 'oma per subirvi il martirio, scrive alcune lettere in cui attesta la sua ?passione per il corpo e il sangue di risto: -Non gusto ... gioie di questa vita. 2oglio il pane di $io c!e la carne di >es risto ... e per bevanda voglio il suo sangue c!e amore incorruttibile1 .'om. A, */. -2oi, rivestendovi della mitezza, rinnovatevi nella fede c!e la carne del 0ignore e nellamore c!e il sangue di >es risto1 ."ral. 5, 3/. -... lEucaristia la carne del salvatore nostro >es risto, quella c!e !a patito per i nostri peccati e c!e il #adre ... !a risuscitato1 .0mir. A, 3/. Nei primi secoli in cui era vivo il paganesimo e frequenti le dispute dottrinali, la omunione era il segno dellappartenenza alla !iesa, segno del vincolo fraterno c!e univa i vescovi fra

loro e con i sacerdoti e i fedeli e, ancora, segno visibile della stessa fede c!e tutti accomunava. LEucaristia !a il suo compimento proprio nella omunione, punto culminante di tutta la celebrazione, perc! in essa noi ci offriamo insieme al =iglio, c!iedendo c!e - Egli faccia di noi unofferta a $io gradita1. Nella omunione si ravviva lo 0pirito 0anto, il principio vivificante c!e realizza la nostra progressiva trasformazione in offerta. E noi aspiriamo ad essere trasformati in offerta, con la 2ergine, Madre di $io e tutti i santi, per poter conseguire leredit promessa. $iventando figli nel =iglio conseguiamo leredit: - se siamo figli siamo anc!e eredi: eredi di $io, coeredi di risto, se veramente partecipiamo alle sue sofferenze per partecipare anc!e alla sua gloria 1 .'om 5, 3A/. $a tutto questo deriva il dovere di accostarci a questo grande mistero in timore e tremore perc!, ci ammonisce san #aolo: -Ogni volta c!e mangiate di questo pane e bevete di questo calice, annunziate la morte del 0ignore finc! egli venga. #erci c!iunque mangia il pane o beve il calice del 0ignore in modo indegno, sar reo del corpo e del sangue del 0ignore... c!i mangia e beve senza riconoscere il corpo del 0ignore, mangia e beve la propria condanna1 .3 or 33, (+E(A.(4/. La omunione esige dunque la nostra conformazione allofferta santa del 0ignore >es, per compiere cos lopera fondamentale c!e ci stata affidata di popolo regale e sacerdotale c!e, in stretta unione con risto, c!iamato a portare la salvezza a tutta lumanit. $opo la omunione, il sacerdote, mentre purifica i vasi sacri, dice sottovoce unaltra breve preg!iera in cui c!iede di poter accogliere con purezza di spirito il sacramento ricevuto e 28

prega c!e il dono fatto nel tempo diventi sorgente di vita eterna. $opo un breve tempo di preg!iera silenziosa c!e segue alla omunione, il rituale termina con una preg!iera conclusiva. <ueste preg!iere sono moltissime e varie, a seconda del mistero del 0ignore o della 2ergine c!e si celebra, del tempo liturgico particolare c!e ricorre in quel momento, o del santo di cui in quel giorno si fa memoria. Nella sostanza quasi tutte contengono una ric!iesta perc!, mediante lEucaristia, e in particolare la omunione al orpo e al 0angue di risto, siamo conformati alla sua passione in vista della felicit eterna e siamo perseveranti nella sequela del 0ignore >es fino alla fine. Il popolo suggella con l&men. DA ORDINAMENTO GENERALE DEL MESSALE ROMANO 5). #oic! la celebrazione eucaristica un convito pasquale, conviene c!e, secondo il comando del 0ignore, i fedeli ben disposti ricevano il suo orpo e il suo 0angue come cibo spirituale. & questo mirano la frazione del pane e gli altri riti preparatori, c!e dispongono immediatamente i fedeli alla omunione. 53. Nella #reg!iera del 0ignore si c!iede il pane quotidiano, nel quale i cristiani scorgono un particolare riferimento al pane eucaristico, e si implora la purificazione dai peccati, cos c!e realmente i santi doni vengano dati ai santi. Il sacerdote rivolge l8invito alla preg!iera, c!e tutti i fedeli dicono insieme con lui; ma soltanto il sacerdote vi aggiunge l8embolismo, c!e il popolo conclude con la dossologia. L8embolismo, sviluppando l8ultima domanda della preg!iera del 0ignore, c!iede per tutta la comunit dei fedeli la liberazione dal potere del male. L8invito, la preg!iera del 0ignore, l8embolismo e la dossologia, con la

quale il popolo conclude l8embolismo, si cantano o si dicono ad alta voce. 5(. 0egue il rito della pace, con il quale la !iesa implora la pace e l8unit per se stessa e per l8intera famiglia umana, e i fedeli esprimono la omunione ecclesiale e l8amore vicendevole, prima di comunicare al 0acramento. 0petta alle onferenze Episcopali stabilire il modo di compiere questo gesto di pace secondo l8indole e le usanze dei popoli. onviene tuttavia c!e ciascuno dia la pace soltanto a c!i gli sta pi vicino, in modo sobrio. 5*. Il sacerdote spezza il pane eucaristico, con l8aiuto, se necessario, del diacono o di un concelebrante. Il gesto della frazione del pane, compiuto da risto nell8ultima ena, c!e sin dal tempo apostolico !a dato il nome a tutta l8azione eucaristica, significa c!e i molti fedeli, nella omunione dall8unico pane di vita, c!e il risto morto e risorto per la salvezza del mondo, costituiscono un solo corpo .3 or 3), 3A/. La frazione del pane !a inizio dopo lo scambio di pace e deve essere compiuta con il necessario rispetto, senza per c!e si protragga oltre il tempo dovuto e le si attribuisca esagerata importanza. <uesto rito riservato al sacerdote e al diacono. Il sacerdote spezza il pane e mette una parte dell8 ostia nel calice, per significare l8unit del orpo e del 0angue di risto nell8opera della salvezza, cio del orpo di risto >es vivente e glorioso. &bitualmente l8invocazione &gnello di $io viene cantata dalla sc!ola o dal cantore, con la risposta del popolo, oppure la si dice almeno ad alta voce. L8invocazione accompagna la frazione del pane, perci la si pu ripetere tanto quanto necessario fino alla conclusione del rito. L8ultima invocazione termina con le parole dona a noi la pace. 29

56. Il sacerdote si prepara con una preg!iera silenziosa a ricevere con frutto il orpo e il 0angue di risto. Lo stesso fanno i fedeli pregando in silenzio. <uindi il sacerdote mostra ai fedeli il pane eucaristico sulla patena o sul calice e li invita al banc!etto di risto; poi insieme con loro esprime sentimenti di umilt, servendosi delle prescritte parole evangelic!e. 5,. 0i desidera vivamente c!e i fedeli, come anc!e il sacerdote tenuto a fare, ricevano il orpo del 0ignore con ostie consacrate nella stessa Messa e, nei casi previsti, facciano la omunione al calice .cfr n. (56/, perc!, anc!e per mezzo dei segni, la omunione appaia meglio come partecipazione al sacrificio in atto .cfr 0& '& ON>'E>&HIONE $EI 'I"I, Istruzione Euc!aristicum m%sterium, (, maggio 34+A, nn. *3, *(: &&0 ,4 .34+A/ ,,5E,,4; 0& '& ON>'E>&HIONE #E' L& $I0 I#LIN& $EI 0& '&MEN"I, Istruzione Immensae caritatis, (4 gennaio 34A*, n. (: &&0 +, .34A*/ (+AE(+5/. 5+. Mentre il sacerdote assume il 0acramento, si inizia il canto di omunione: con esso si esprime, mediante l8accordo delle voci, l8unione spirituale di coloro c!e si comunicano, si manifesta la gioia del cuore e si pone maggiormente in luce il carattere comunitario della processione di coloro c!e si accostano a ricevere l8Eucaristia. Il canto si protrae durante la distribuzione del 0acramento ai fedeli .cfr 0& '& ON>'E>&HIONE #E' I 0& '&MEN"I E IL CL"O $I2INO, Istruzione Inestimabile donum, * aprile 345), n. 3A: &&0 A( .345)/ **5/. 0e per previsto c!e dopo la omunione si esegua un inno, il canto di omunione s8interrompa al momento opportuno. 0i faccia in modo c!e anc!e i cantori possano ricevere agevolmente la omunione.

55. "erminata la distribuzione della omunione, il sacerdote e i fedeli, secondo l8opportunit, pregano per un po8 di tempo in silenzio. "utta l8assemblea pu anc!e cantare un salmo, un altro cantico di lode o un inno. 54. #er completare la preg!iera del popolo di $io e anc!e per concludere tutto il rito di omunione, il sacerdote recita l8orazione dopo la omunione, nella quale invoca i frutti del mistero celebrato. Il popolo fa sua l8orazione con l8acclamazione &men. DA EUCARISTIA, COMUNIONE E COMUNIT ,3. I riti di omunione, c!e sono parte essenziale del rito conviviale, si aprono con la preg!iera del #adre nostro. on essa l8assemblea esprime la coscienza esaltante di appartenere alla famiglia dei figli di $io. #erci osa rivolgersi a lui c!iamandolo &bbE#adre, e si accosta con fiducia al banc!etto c!e egli !a preparato per i suoi figli. L8abbraccio di pace, scelto per significare l8unit, diventa simbolo trasparente dei vincoli fraterni c!e intercorrono fra i credenti. &nc!e la frazione del pane si colloca nella stessa logica di comunione, quella c!e #aolo !a ric!iamato ai orinzi: un solo pane spezzato fra tutti, quindi un solo corpo. La omunione sacramentale acquista cos la pienezza delle sue dimensioni: mentre il modo pieno di partecipare al banc!etto della nuova alleanza, anc!e piena inserzione nel corpo mistico del 0ignore, ove vige la legge della piena comunione di vita tra le membra. come se ogni comunicante potesse dire al fratello: c!e cosa ci potr separare se viviamo tutti del pane spezzato c!e il #adre ci offre, donandoci il suo risto: #er questa strada la omunione eucaristica si riscatta da una visione intimistica e devozionale, c!e tende a separare il apo divino dalle membra. 30

,(. Nella liturgia i segni parlano: il pane non fatto solo per essere mangiato. Esige anc!e di essere condiviso. <uindi il dono ricevuto si inscrive nella vita solo se spinge c!i si comunica a farsi commensale di ogni uomo. E questo soprattutto con c!i nel mondo, ancora afflitto da disuguaglianze ed ingiustizie, soffre la fame. 0ono una sc!iera senza numero. 0pezza il tuo pane con l8affamato, diceva gi Isaia .cfr Is ,5, A/. L8Eucaristia sostiene cos con la divina energia l8impegno quotidiano di condivisione con ogni forma di miseria. ome abbiamo gi accennato, facendo eco della prassi comune e interpretando l8istanza operativa del mistero celebrato, 0an >iustino, fin dai primi tempi della !iesa, esorta a mettere nelle mani di colui c!e presiede... quanto viene raccolto per essere poi consegnato ai pi bisognosi .cfr >IC0"INO , &pologia I, +A/. SUGGERI&ENTI PER LA FA&IGLIA 0i inviti la famiglia a riscoprire limportanza della recita del #adre nostro prima del pasto festivo.

DO&ENICA VIII DEL TE&PO ORDINARI - &AR*O -.+/

RITI DI CONCLUSIONE
LETTURE BIBLICHE0

Is 49,14-15; Sal 61; 1 Cor 4,1-5; !" 6,24-34


NOTE PER L1APPROFONDI&ENTO DEI RITI 0egue laugurio c!e il 0ignore sia con noi e quindi la benedizione nel nome del #adre e del =iglio e dello 0pirito

0anto. La celebrazione eucaristica c!e era stata convocata nel nome della "rinit, si conclude evocando ancora la presenza trinitaria perc! ci accompagni ora nel cammino della vita c!e ci attende. #oi il congedo con tante formule diverse c!e possono, anc!e queste, essere suggerite dal mistero particolare celebrato in quel giorno, o possono essere solo un augurio di pace, o un invito generale a diffondere la gioia c!e ci stata comunicata, o a glorificare il 0ignore con la nostra vita. Il popolo risponde rendendo grazie a $io. <uesto ringraziamento esprime la profonda gratitudine per tutto il bene immenso c!e la celebrazione eucaristica ci !a trasmesso facendoci partecipi del frutto inesauribile della morte e resurrezione del 0ignore e consentendoci limmersione nella vita divina in comunione col 0ignore >es. DA ORDINAMENTO GENERALE DEL MESSALE ROMANO 4). I riti di conclusione comprendono: a/ brevi avvisi, se necessari; b/ il saluto e la benedizione del sacerdote, c!e in alcuni giorni e in certe circostanze si pu arricc!ire e sviluppare con l8orazione sul popolo o con un8altra formula pi solenne; c/ il congedo del popolo da parte del diacono o del sacerdote, perc! ognuno ritorni alle sue opere di bene lodando e benedicendo $io; d/ il bacio dell8altare da parte del sacerdote e del diacono e poi l8inc!ino profondo all8altare da parte del sacerdote, del diacono e degli altri ministri. 3++. $etta l8orazione dopo la omunione, si possono dare, se occorre, brevi comunicazioni al popolo. 31

DA EUCARISTIA, COMUNIONE E COMUNIT ,*. La diaconia ecclesiale procede dunque dall8Eucaristia. =orse per questo Luca collega con il racconto della cena l8esortazione di >es al servizio .cfr Lc ((, (6E(A/. E il risto della cena, nel racconto di >iovanni, in atteggiamento essenzialmente diaconale: mentre a tavola con i suoi compie un servizio riservato agli sc!iavi, lavando i piedi ai discepoli. Lui c!e il maestro e il 0ignore .cfr >v 3*, 36/. anc!e questo un memoriale consegnato alla !iesa, un invito a fare come !a fatto lui nell8atto di spezzare il pane. L8evangelista >iovanni non narra l8istituzione dell8Eucaristia, ma ricorda quel gesto c!e conduce al cuore dell8Eucaristia: >es si alz da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. #oi vers dell8acqua nel catino e cominci a lavare i piedi dei discepoli .>v 3*, 6E,/. In questo gesto definito plasticamente lo stile messianico di risto, e lo stile di vita di quella !iesa c!e nel mondo segno della sua presenza. ,6. La celebrazione si conclude con il congedo. Esso non va banalizzato come semplice avvertimento c!e tutto finito ed lecito uscire. piuttosto l8invito ad iniziare un8altra celebrazione in cui impegnata tutta la vita. L8assemblea si scioglie solo per disperdere i partecipanti nelle strade del mondo, affinc! siano in mezzo ai fratelli testimoni della morte e della risurrezione di risto. <uando la bella notizia del 2angelo arde nel cuore, non si riesce a tenerla per s: si sente l8urgenza di comunicarla. <uando si accolto il dono di un amore spinto fino all8estremo limite, si sente c!e troppo bello per custodirlo in un geloso intimismo. ome avrebbero potuto i due di Emmaus restarsene tranquilli nella loro casa:

In questa forte esperienza si radica la missione della !iesa, e il congedo liturgico, insieme all8orazione conclusiva, ne il segno espressivo. $8altronde, collegata con l8Eucaristia, la missione colta nella sua esatta portata: non si va a portare qualcosa di proprio, ma a comunicare il dono ricevuto, con la forza dello 0pirito c!e l8Eucaristia comunica attraverso il corpo del 'isorto. ,,. La missione si trova cos legata alla consacrazione, elemento c!iave messo in luce dal oncilio .cfr 0 , n. 65; cfr anc!e L>, n. 3) e &&, n. */: non appare quindi come pura funzione tattica, pragmatica o organizzativa. #i c!e una cosa da fare, un modo di essere. Lo stesso modo di essere del risto, c!e l8inviato del #adre. $el resto egli presenta l8invio dei suoi come la continuazione immediata della missione ricevuta dal #adre: ome il #adre !a mandato me, cos io mando voi .>v (), (3/. La !iesa !iesa proprio perc! mandata: e nell8Eucaristia affonda le radici della sua missione, per attingere alla vita del 'isorto. Il 'egno infatti non si costruisce con le sole energie umane, ma con la forza dello 0pirito. =are l8Eucaristia in memoria di risto, servo obbediente, sofferente e glorificato, diventa gesto autentico e pieno solo per quelli c!e dalla celebrazione escono con la c!iara coscienza di essere inseriti attivamente nella grande missione ecclesiale. ,A. La storia un intreccio continuo di bene e di male, luogo di scontro fra l8azione del maligno e la potenza dello 0pirito; ma non va per questo demonizzata, va vissuta come lotta e nella speranza. La visione di >iovanni nell8&pocalisse, c!e una descrizione di questo scontro e della vittoria finale del risto, avviene in un quadro liturgico nel quale il libro della storia aperto 32

dall8&gnello pasquale, il solo capace di toglierne i sigilli .cfr &p ,, 3 ss./. Il senso della storia viene gradualmente svelato attraverso questa immagine del libro, c!e ripropone il tema della vita della !iesa in mezzo al mondo. L8Eucaristia, vertice della liturgia, svela il senso della storia perc! lo contiene: forza per attraversarla coraggiosamente, per riconciliarla e consacrarla a $io. Nell8Eucaristia intrinseco il suo orientamento alla storia, perc! sacramento dato per la vita del mondo .cfr >v +, ,3/. os la !iesa una !iesa della speranza perc! stata lavata nel sangue dell8&gnello .cfr &p A, 36/ ed rivolta al mondo, al quale porta l8appello eucaristico della nuova alleanza: lasciatevi riconciliare con $io .( or ,, ()/. ,5. L8Eucaristia non , dunque, sacramento c!e isola dal mondo e dalla storia, ma immerge profondamente in essi per ricomporli e salvarli in risto. In essa l8uomo non solo proteso verso il domani, ma accoglie $io per l8oggi: per questo, ogni volta c!e celebriamo l8Eucaristia siamo interpellati dalla storia. <uello c!e abbiamo visto e contemplato con i nostri occ!i, toccato con le nostre mani, mangiato con la nostra bocca, non solo dobbiamo annunziarlo ma viverlo, rendendo 7Eucaristia7 tutti i nostri rapporti col mondo, fino alla testimonianza del martirio al quale risto ci c!iama per essergli somiglianti . .0ignore, da c!i andremo: Il atec!ismo degli &dulti, pag. (66/. Lui, c!e l8uomo perfetto, deve venire in ogni uomo per condurlo al compimento definitivo della sua vita. #er questo nella celebrazione eucaristica la !iesa accoglie e fa propria la speranza di tutti gli uomini, perc! nel ritorno di risto si attui pienamente la salvezza: Ogni volta c!e farete questo, lo farete in memoria di me: predic!erete la mia morte, annunzierete la mia risurrezione, attenderete con fiducia il mio ritorno, finc!

di nuovo verr a voi dal cielo .ME00&LE &M9'O0I&NO, anone/.


+3. Non si pu essere !iesa senza l8Eucaristia. Non si pu fare Eucaristia senza fare !iesa. Non si pu mangiare il pane eucaristico senza fare comunione nella !iesa. <ueste affermazioni, c!e raccolgono l8esperienza viva e la tensione costante della comunit cristiana di ogni tempo, riconducono ad interrogarci, nell8oggi, sulla nostra fede, per verificare la reale portata di questo vincolo indissolubile tra !iesa ed Eucaristia. Molti cristiani vivono senza Eucaristia; altri fanno l8Eucaristia ma non fanno !iesa; altri ancora celebrano l8Eucaristia nella !iesa, ma non vivono la coerenza dellEucaristia. Cna autentica comunit ecclesiale, c!e voglia vivere la comunione, pone al suo centro l8Eucaristia e dall8Eucaristia assume forma, criterio e stile di vita: l8Eucaristia la vita, ed la scuola dei discepoli di >es. +(. Nell8Eucaristia siamo ogni giorno convocati per seguire il 0ignore con donazione totale: per riconoscerlo nella parola e nel pane spezzato, per accoglierlo nel mistero della fede. Ogni Eucaristia un rinnovato invito al discepolato , cio a stare alla sua scuola, per vivere con lui e testimoniare la sua reale presenza tra noi. 2ivere la nostra vita come discepoli, vuoi dire accettare lo scandalo della croce. &nc!e l8Eucaristia, c!e della gloria della croce massima celebrazione, scandalo da vivere. Il nostro radicarci nell8Eucaristia ci libera dalla logica dell8efficienza: mettendoci in comunione personale con il corpo e il sangue di risto, ci fa vivere la logica della croce e ci fa maturare per la risurrezione .cfr >v +, ,6/. 33

+*. qui la vera sequela di risto, liberata dai risc!i dell8intimismo o del formalismo esteriore, diventata sottomissione al #adre e accoglienza del suo giudizio e del suo progetto sulla nostra vita, sulla storia, sull8ambiente, sugli uomini. "ale sequela fatta di ascolto, di preg!iera, di sacrificio, ed presenza responsabile, incarnata nelle vicende del tempo ove solo si compie il cammino della santit, e di operosa attesa della venuta gloriosa del 0ignore. >iorno per giorno rispondiamo all8appello di risto con un cammino di fedelt c!e trasforma tutta l8esistenza in luogo d8incontro col 0ignore e con i fratelli, e in offerta a lui gradita. =rutti di questa esistenza eucaristica quotidiana sono la fiducia, la libert di spirito, l8impegno sereno a capire sempre pi la realt, il dialogo, la competenza nel lavoro, la gratuit , il perdono, la dedizione nei rapporti interpersonali, la verit verso se stessi. questo modo di interpretare l8esistenza e di viverla c!e inserisce l8Eucaristia nella vita e trasforma la vita in permanente rendimento di grazie. +6. Eppure l8Eucaristia pu sempre essere, per i battezzati, una sorta di sacramento incompiuto. 0e essa non entra a fondo nella loro vita, rimane un episodio datato. ome sede di una c!iamata e di una risposta d8amore per alcuni, diventa per altri il mistero di una risposta respinta, di un invito non accolto, come rivela la parabola del banc!etto nuziale .cfr Mt ((, 3E 36 /. #er l8Eucaristia, infatti, passa la discriminante della nostra adesione a risto. & afarnao, all8indomani della moltiplicazione dei pani, >es invitava le genti sfamate a cercare un altro pane, quello c!e dura per la vita eterna .>v +, (A/. os egli si proponeva come pane di vita, al quale si aderisce per la fede e il sacramento, e poneva se stesso, presente in quel pane,

come segno discriminante della sua sequela. La gente trovava troppo duro quel linguaggio e cercava un alibi alle proprie decisioni. la gente di sempre alla quale >es rivolge la domanda decisiva: &nc!e voi volete andarvene: .>v +, +A/. +,. L8Eucaristia diventa, cos, momento determinante della fede, discorso duro, segno di contraddizione per ogni uomo, per questo nostro tempo, per le stesse comunit cristiane. come il crinale della storia, su cui si ripercuotono i problemi del mondo. Nel dilemma fedeEdurezza di cuore c!e la vede al centro, l8Eucaristia diventa giudizio di riconciliazione dell8umanit. #er questo l8Eucaristia va continuamente riscoperta. ome #ietro, siamo sempre posti di fronte alla scelta di fondo: mettere o non mettere risto al centro della vita; decidere se mangiare o bere del suo corpo e del suo sangue, per fare vita di comunione con lui; se edificare la sua comunit sulla comunione con lui; se dominare o servire. Molte altre preoccupazioni, di ordine sociale e di ordine pastorale, stanno giustamente a cuore alla !iesa italiana, anc!e per la sua missione nel #aese. 0ono preoccupazioni c!e devono essere attentamente studiate, con il contributo delle scienze umane e di pi vaste competenze. Ma alla fine, per vivere la comunione c!e viene da $io, la comunit cristiana deve tutto misurare sull8Eucaristia, per esprimere nella sua vita l8abbandono adorante della fede: 0ignore, da c!i andremo: "u !ai parole di vita eterna .>v +, +5/. A). Cn8altra serie di tensioni da sottoporre a revisione di vita nasce dalla fatica di lasciarsi plasmare dalle leggi di comunione c!e l8Eucaristia fonda ed esige. 0ono sempre ricorrenti, infatti, artificiose contrapposizioni e dialettic!e infruttuose c!e minacciano la crescita organica e 34

articolata della comunit ecclesiale. In questi casi si risc!ia di celebrare Eucaristie ambigue, settoriali, espresse in un rito svuotato dai suoi contenuti etici profondi. 0i tratta a volte di Eucaristia parallele, come vengono c!iamate, disarticolate dall8intera comunit c!e crede e confessa il suo 0ignore, come catturate entro ideologie preconcette, e comunque non celebrate secondo la ininterrotta tradizione della !iesa. Il c!e tanto pi grave quando, specie nel >iorno del 0ignore, si perde il senso del popolo di $io e si fanno liturgie per gratificare i propri progetti, distogliendo la propria esperienza dall8esperienza autentica dell8assemblea domenicale. Ogni celebrazione ric!iama la totalit della comunit dei credenti. A3. ome non possibile una !iesa senza l8Eucaristia, cos non possibile l8Eucaristia senza la !iesa. Non basta mangiare il corpo di risto, bisogna diventare il corpo di risto c!e la !iesa. La vivacit delle associazioni, dei gruppi, dei movimenti in questa stagione ecclesiale arricc!iscono indubbiamente la !isa. Non esitiamo per a ricordare a tutti la casa comune: la !iesa locale con le sue parrocc!ie, verso cui ogni Eucaristia deve portare e da cui ogni altra celebrazione prende espressiva autenticit. SUGGERI&ENTI PER LA FA&IGLIA 0i inviti ogni famiglia a cercare di ospitare a pranzo o a cena una famiglia o di un compagno di classe di un figlio, oppure di un collega di lavoro, oppure della parrocc!ia, ma con la quale non ci sono particolari rapporti di amicizia.

APPENDICE

0i offrono alcuni numeri da Eucaristia, omunione e comunit c!e i 2escovi Italiani !anno proposto come spunti per una revisione di vita e limpegno della comunit cristiana a partire dalla celebrazione eucaristica. Non c8 Eucaristia senza fede ++. L8intimo nesso tra Eucaristia, comunione e comunit, deve essere di continuo sottoposto a revisione di vita personale e comunitaria. doveroso, innanzi tutto, porre in tutta la sua gravita il problema della disaffezione di tanti cristiani all8Eucaristia. una costatazione evidente soprattutto se si considera il loro comportamento nel giorno del 0ignore. Non solo in questione il precetto della Messa domenicale; in senso pi ampio, in questione l8autenticit e la maturit della vita cristiana. "anto c!e l8immagine della domenica pu essere l8immagine di tutta la vita della !iesa e dei cristiani, come della loro presenza nel paese. $inanzi a questa situazione occorre seriamente interrogarsi: perc! tanti battezzati interrompono il loro rapporto con l8Eucaristia o lo vivono ad intermittenza: perdita o debolezza di fede: perc! il rito non significativo per i problemi essenziali della vita: perc! si allentato o smarrito il senso comunitario della preg!iera o dell8appartenenza alla comunit ecclesiale: Oppure perc! l8esperienza comunitaria dell8Eucaristia puramente esteriore e non tocca in profondit la coscienza personale: +A. Le ragioni, evidentemente, sono molte e complesse. &nc!e l8attuale contesto socioEculturale fa sentire la sua incidenza nel fenomeno: proposte facili e alternative di celebrazione della vita sembrano svuotare il senso cristiano della domenica. 35

Non si possono certo contestare le aspirazioni umane del riposo personale e familiare, dell8evasioni dai tormenti degli impegni quotidiani delle aggregazioni culturali, sociali e politic!e, c!e caratterizzano i giorni festivi anc!e nel nostro paese. 0emmai, una sana coscienza sa giudicare il valore morale di tali aspirazioni e sa dire quando i comportamenti nei giorni di festa sono espressione di libert e di vita, e quando o perc! , dietro l8apparenza, sono segno di disperazione o di deludente compensazione di una vita convulsa, costretta a battersi quotidianamente senza un senso. elebrare con autenticit i giorni festivi, significa salvare i giorni feriali. &nc!e la quotidiana vita della !iesa e dei cristiani si pu misurare dalla loro capacit di celebrare la festa del 0ignore. 0enza questa festa, non c8 il dono della comunione c!e viene da $io, e la !iesa non pu sussistere, come non pu proporre la festa di $io al mondo. +5. Ma la ragione ultima della disaffezione all8Eucaristia va ricondotta, anc!e a questo proposito, alla crisi c!e tocca la risposta di fede e il senso di appartenenza alla comunit e alla sua missione. #er questo, compito permanente della evangelizzazione quello di riproporre la centralit dell8Eucaristia nella vita del cristiano e della comunit , mostrando come in essa confluisce e da essa parte ogni realt e ogni impegno di autentica comunione nella !iesa e tra gli uomini. "utto ci possibile attraverso opportuni itinerari di fede c!e conducono alla riscoperta o alla consapevolezza progressiva e personale della propria adesione a risto e seguono gradualmente il cristiano dall8infanzia alla maturit . +4. la scelta c!e in questi due ultimi decenni !a orientato il progetto pastorale della nostra !iesa italiana e sta

caratterizzando le varie tappe di un lungo cammino, il quale parte dalla consapevolezza suscitata in noi dal dono della fede, e passa attraverso precisi giudizi evangelici, c!iare testimonianze, geniali servizi e necessario mediazioni storicoEculturali, sempre attenti alla situazione del paese e alle realt sociali in essa operanti. la scelta della catec!esi permanente , c!e anc!e i nuovi catec!ismi !anno avviato, e c!e esige l8impegno pastorale di tutta la comunit, in modo da favorire il superamento di uno dei pi gravi risc!i oggi lamentato: la separazione tra fede e celebrazione, tra celebrazione e vita, tra celebrazione delle opere di $io da una parte e delle opere dell8uomo dall8altra. Ed la scelta di un8azione pastorale concorde unitaria c!e fa seguito alla celebrazione ed educa all8impegno nella !iesa e nel mondo: evangelizzazione, sacramenti, promozione umana, ministeri, comunione e comunit per ogni membro responsabile della !iesa italiana costituiscono ormai i pilastri di un edificio spirituale nel quale si sente c!iamato non solo a consumare i doni offertigli, ma anc!e a giocare di fronte al mondo la sua vita e a rendere ragione della sua speranza. Non c8 Eucaristia senza missione A(. Cna terza serie di tensioni da considerare, nasce quando il naturale rapporto esistente fra Eucaristia e misEsione non tradotto in adeguata testimonianza, il rito ne come svuotato e appare come una pratica usuale di nessuna incidenza nella vita quotidiana. <uesto avviene quando il respiro universalistico non attraversa l8intera celebrazione, ed essa rimane nei limiti di una convocazione c!e non sa di essere per il mondo e con il mondo. investita in questo senso la responsabilit di una comunit a volte ancora troppo passiva nei confronti di una Eucaristia, da cui non vengono fatte scaturire le conseguenze a livello di 36

ministerialit. Il celebrare, nel senso pi ampio del termine, non cos avvertito in tutta la sua ricc!ezza. Cna Eucaristia c!e non converte e non trasforma o non fa servi gli uni degli altri, risc!ia di essere solo scadenza di calendario e non attrae a risto. &bbiamo cos comunit c!iuse, c!e scoprono la loro missionariet verso i lontani di tanto in tanto; per altre, diseducate nell8arte del saper donare, la missionariet pressoc! sconosciuta. Eppure le sollecitazioni non mancano, favorite oggi da una accentuata esigenza di cooperazione fra le !iese e da una forte riflessione culturale c!e indica di partire dagli ultimi per farli con noi tutti privilegiati soggetti di speranza. A*. $alla consapevolezza c!e l8Eucaristia plasma il credente come colui c!e serve, nasce l8impegno verso una umanit c!e drammaticamente invoca la giustizia, la libert e la pace. Il pane spezzato non pu non aprire la vita del cristiano e la intera comunit, c!e ne celebra il mistero, alla condivisione, alla donazione per la vita del mondo. Ed proprio l8Eucaristia c!e fa scoprire fino in fondo il rapporto fra comunione e missione. Esse si ric!iamano a vicenda, abbiamo ricordato in omunione e comunit , ed abbiamo aggiunto: "ra esse vige un intimo rapporto, perc! sono dimensioni essenziali e costitutive dell8unico mistero della !iesa, La missione porta ad aprirsi, allo scambio del dare e ricevere, al dialogo, nella consapevolezza del deposito della fede c!e il 0ignore ci !a consegnato e dei semi del 2erbo c!e sono presenti nel mondo. A6. Le tensioni c!e abbiamo segnalato non possono far perdere di vista le linee di quel rinnovamento pastorale c!e sono il

frutto di lung!e e sofferte riflessioni e pertanto le raccomandiamo alla vigile attenzione di tutti. i riferiamo al rinnovamento liturgico, catec!istico e caritaEtivo c!e, fino ad oggi, !a trovato valida e promettente espressione nei documenti magisteriali, nei libri liturgici, nei catec!ismi e in generose risposte agli appelli dei pi bisognosi. Mentre esortiamo a prendere iniziative anc!e coraggiose nel vasto e sempre nuovo ambito della carit: I poveri infatti li avete sempre con voi ci !a assicurato >es ; mentre esortiamo a far tesoro dei nuovi catec!ismi per la vita cristiana c!e nell8arco di un decennio abbiamo affidato alla solerte cura di tanti operatori pastorali; mentre rimandiamo ai nostri precedenti documenti con la speranza c!e da essi si possa attingere ispirazione e incoraggiamento all8impegno di comunione intraecclesiale e alla testimonianza nel mondo, vogliamo, nello stesso tempo, ricordare c!e solo nell8Eucaristia ogni nostra parola, ogni nostro rito, ogni nostro gesto trovano il loro pi profondo significato e realizzano la loro pi vera intenzionalit. "utta l8azione pastorale deve essere, in certo modo, azione eucaristica. #ertanto ogni iniziativa pastorale, cos come ogni partecipazione alla vita ecclesiale, deve essere ricondotta allEucaristia come al suo centro nevralgico e al suo alveo naturale. #rimo, settimo e ottavo giorno A,. Il primo giorno della settimana, ci eravamo riuniti a spezzare il pane .&t (), A/. os gli &tti degli &postoli introducono nel clima fraterno della celebrazione eucaristica svolta a "roade, presieduta dall8apostolo #aolo. una delle icone pi antic!e c!e rivelano lo stretto legame tra la celebrazione eucaristica e il primo giorno della 37

settimana, cio il giorno dopo il 0abato, indicato dai 2angeli come quello della risurrezione del 0ignore e di numerose sue apparizioni. <uel rinnovarsi della presenza del 0ignore in mezzo ai suoi, in questo giorno, sembra indicare la precisa volont di risto di invitare i discepoli a riunirsi per fare memoria della sua #asqua e attenderlo nella sua seconda venuta. Il ric!iamo alle fonti biblic!e e a quelle patristic!e permette di cogliere in profondit la ricc!ezza di memoria, presenza e profezia c!e il giorno del 0ignore contiene. la festa primordiale dell8&nno liturgico, memoria viva della #asqua di risto, in cui la comunit rivive tutti i misteri del suo 0ignore e li celebra in un clima festoso. #rimo giorno, dunque, in cui si compie in risto la nuova creazione e l8autentica liberazione dal peccato e dalla morte. il primo giorno ricorda 0an >iustino in cui $io, volgendo in fuga le tenebre e il caos, cre il mondo il medesimo giorno in cui >es risto nostro 0alvatore risuscit dai morti. In questo primo giorno, la comunit cristiana raccolse fin dagli inizi il senso religioso del 0abato ebraico. La domenica divenne cos anc!e settimo giorno, benedetto e consacrato da $io. >iorno del riposo, in cui l8uomo c!iamato a riscoprire la ricc!ezza liberante dell8incontro con il suo 0ignore e a dargli culto. Ma la domenica anc!e anticipo della grande festa del 'egno nel compimento futuro. 0otto questo aspetto viene giustamente c!iamata dai #adri della !iesa ottavo giorno, cio fuori della settimana; nella mensa eucaristica consumata nel giorno del 0ignore si anticipa il banc!etto escatologico del mondo futuro.

>iorno del 0ignore e della comunit A+. <uesto, il giorno c!e !a fatto il 0ignore, rallegriamoci ed esultiamo, canta la liturgia. La domenica, prima di essere il giorno c!e i cristiani dedicano al 0ignore, il giorno c!e $io !a deciso di dedicare al suo popolo, per arricc!irlo di doni e di grazia. L8iniziativa sua; suo il dono e la convocazione, e la !iesa ne coinvolta e partecipe. #er questo, la domenica anc!e il giorno della !iesa, dedicato alla !iesa e alla sua missione nel mondo. &l centro della domenica la celebrazione eucaristica, c!e esprime nell8assemblea riunita e festosa il mistero di comunione della !iesa convocata e inviata. Nell8Eucaristia appare la !iesa, luogo di salvezza, comunit c!e intercede per il mondo, segno visibile dell8invisibile mistero c!e si rinnova per la salvezza di tutti gli uomini. Nasce da qui il vero significato della festa cristiana: in essa l8uomo pu ritrovare se stesso ed restituito ai suoi valori pi profondi di fede e di umanit. In un mondo dove prevale la funzionalit e si quotidianamente condizionati da mille affanni della vita, la festa cristiana afferma con forza il diritto e il dovere al riposo, lo spazio del gratuito, della creativit, del rapporto con gli altri e con $io. $a queste considerazioni, appena accennate, nasce la sollecitazione per alcuni impegni pastorali delle comunit cristiane. Obiettivi pastorali prioritari AA. Il carattere pasquale della celebrazione eucaristica domenicale ric!iama l8esigenza di orientare la domenica, nel rispetto dei tempi liturgici, verso la #asqua annuale. 38

&nalogamente le Messe dei giorni feriali e l8intera vita della comunit, siano orientale verso la domenica, come verso il loro naturale approdo. In questa visione, anc!e la celebrazione della Messa festiva anticipata la sera del giorno precedente deve essere compresa nel suo vero significato domenicale e festivo, in modo c!e i fedeli superino il risc!io di farne una abitudine dettata da ragioni di comodo e di evasioEne, vanificando il contenuto stesso del giorno del 0ignore. A5. La Messa domenicale sia adeguatamente preparata, coinvolgendo sempre meglio gruppi di fedeli durante la settimana per la riflessione sui testi liturgici, particolarmente sulle letture della 0crittura. Nella scelta dei canti, si curi la qualit dei testi e delle melodie, tenuto conto della diversit culturale delle popolazioni e della capacit di ciascun gruppo; nello stesso tempo si curi la massima partecipazione dei fedeli, escludendo nella celebrazione l8uso di musica riprodotta. Nella preparazione della preg!iera dei fedeli si cerc!i di entrare in sintonia con i tempi liturgici, con la preg!iera universale della !iesa e con le concrete esigenze della comunit. &nc!e l8immediata preparazione alla celebrazione nei diversi suoi momenti rituali sia pi sicuramente curata con un necessario tempo di raccoglimento. A4. La celebrazione della Messa non deve esaurire l8azione liturgica e la preg!iera comunitaria propria del giorno del 0ignore. 0econdo le tradizioni locali, doveroso offrire ai fedeli altre possibilit di ritrovarsi insieme: per celebrare i 2espri .almeno nei tempi forti dell8&vvento e della <uaresima/ o per

specific!e celebrazioni della #arola, collegate con i tempi liturgici, o per la preg!iera di adorazione eucaristica. <uesti incontri di preg!iera sono tanto pi importanti per i fedeli c!e partecipano alla celebrazione eucaristica nei giorni prefestivi. Occorre inoltre promuovere coraggiosamente l8educazione delle famiglie a pregare insieme, soprattutto nel giorno del 0ignore. 5). La tonalit festiva e gioiosa c!e deve caratterizzare il giorno del 0ignore risorto e presente in mezzo ai suoi discepoli, non pu ridursi alla celebrazione liturgica, ma deve trovare modi e forme espressive nei rapporti interpersonali, familiari, comunitari. perci importante curare iniziative pastorali verso i malati, le persone anziane, gli !andicappati e le loro famiEglie, in modo c!e nessuno resti escluso dalla comunione della carit e dalla gioia della festa. In tale contesto assume un significato ancor pi profondo portare l8Eucaristia nel giorno del 0ignore ai fratelli malati, affidandone il compito, qualora le circostanze lo ric!iedano, agli accoliti e ad altri ministri straordinari dell8Eucaristia seriamente preparati e maturi. 53. ome giorno dedicato alla !iesa, la domenica deve esprimere con evidenza le sue note caratteristic!e: l8unit , la santit, la cattolicit e l8apostolicit. L8unit della !iesa esige, tra l8altro, molta attenzione per non dividere o disperdere la comunit c!e celebra l8Eucaristia. 0i eviti pertanto la moltiplicazione immotivata o inopportuna delle Messe, c!e spesso comporta l8uso non giustificato della binazione o della trinazione, e finisce per convocare assemblee frazionate e frettolose in orari troppo ravvicinati. Non si consente cos ai fedeli di condividere consapevolmente gli impegni apostolici di tutta la comunit cristiana. 39

0i educ!i dunque al senso della comunit e della missione ecclesiale, si abbia grande attenzione per le celebrazioni del 2escovo nella !iesa attedrale, e si privilegi la celebrazione dell8assemblea parrocc!iale, il cui pastore fa le veci del 2escovo. &llo scopo inoltre di far fiorire l8unit della comunit parrocc!iale, le Messe per gruppi particolari si celebrino non di domenica, ma, per quanto possibile, nei giorni feriali. 5(. &nc!e la santit della !iesa pu e deve trovare nel giorno del 0ignore una sempre pi adeguata espressione. perci importante c!e i cristiani siano educati a celebrare il giorno del 0ignore pienamente riconciliati con $io e con i fratelli. & tal fine, raccomandiamo ai presbiteri c!e siano generosamente disponibili per la celebrazione del sacramento della #enitenza nei giorni precedenti le domenic!e e le feste di precetto, cos da consentire ai fedeli una sincera comunione eucaristica, nella quale trovi fondamento e alimento l8incessante crescita di una vita santa. 5*. Infine la nota della cattolicit della !iesa potr avere particolare espressione nel giorno, del 0ignore, se si avr cura di aprire la comunit orante ed offerente sugli orizzonti sconfinati della divina provvidenza e sulle dimensioni cosmic!e della redenzione. "ale apertura deve caratterizzare innanzi tutto le preg!iere dei fedeli, ma deve arrivare a gesti di accoglienza fraterna, soprattutto verso coloro c!e sono in condizioni di particolare necessit, verso coloro c!e pi soffrono e, c!e per vari motivi, non appartengono alla comunit celebrante e non ne condividono la vita e gli impegni pastorali. <uanto alla apostolicit della !iesa ovvio c!e tale nota si manifesta in modo pieno ogni volta c!e, in comunione di fede e di azione pastorale, tutto il popolo santo di $io, nella variet

dei carismi e nella complementariet dei ministeri, si raccoglie per fare la memoria viva del suo 0ignore morto e risorto, per accogliere i doni della #arola e del pane e per lasciarsi inviare nel mondo quale testimone del suo amore. 56. & questo punto anc!e doveroso riflettere sul precetto della !iesa. L8insistenza con cui la !iesa !a sempre proposto ai cristiani l8impegno di partecipare all8Eucaristia domenicale non !a infatti perso la sua attualit. 0i manifesta qui un tratto della pedagogia materna della !iesa, c!e si preoccupa di sostenere i cristiani deboli nella fede, ricordando loro c!e la partecipazione all8Eucaristia ogni settimana dovere elementare per la vita cristiana: per la propria identit, per il proprio amore a risto e alla !iesa, per la propria missione. #erc! l8animo si liberi da ogni genere di formalismo e non risolva la Messa come una parentesi d8obbligo, necessario rimotivare il precetto domenicale, affinc! esprima da una parte l8amore di $io c!e convoca e dallaltra il nostro bisogno vitale dell8Eucaristia. Il precetto pu essere meglio compreso, se si mette in evidenza l8esigenza della comunione e della comunit , il senso della domenica e del celebrare insieme per comando del 0ignore, come segno di fedelt alla nuova alleanza. Cna opportuna catec!esi deve pertanto aiutare i fedeli a superare il livello della pura osservanza esteriore della legge ed educarli alla libera e gioiosa convocazione dellassemblea in risto. & Messa per vivere il mistero della !iesa 5,. Il valore inestimabile e la dimensione sacramentale dell8assemblea liturgica largamente testimoniata dalla tradizione della !iesa fin dai primissimi tempi. =acendo nostra l8esortazione della $idascalia degli &postoli, desideriamo dare forte risalto al rapporto EucaristiaE !iesa, in modo c!e anc!e le 40

indicazioni pastorali, per altro solo avviate, siano accolte come impulso a vivere il mistero della !iesa: Insegna al popolo, con precetti ed esortazioni, a frequentare l8assemblea e a non mancarvi mai; c!e essi siano sempre presenti, c!e essi non diminuiscano la !iesa con la loro assenza, e c!e essi non privino la !iesa di uno dei suoi mmbri... #oic! il nostro capo. risto, secondo la sua promessa, si rende presente ed entra in comunione con voi, non disprezzate voi stessi e non private il 0alvatore dei suoi mmbri; non lacerate, non disperdete il suo orpo. Itinerari di fede 55. Il nesso inscindibile tra l8Eucaristia e gli altri sacramenti, particolarmente quelli della iniziazione cristiana, c!iede di verificare la prassi pastorale in atto, su questi aspetti, nelle nostre comunit. necessario c!e la celebrazione dei sacramenti esprima concretamente l8itinerario di fede e di vita cristiana entro cui sono inseriti, e il clima ecclesiale c!e li deve accompagnare. Emerge qui, ancora una volta, l8insostituibile necessit degli itinerari di fede in preparazione ai sacramenti, sostenuti da un8opera paziente di evangelizzazione e di catec!esi, ma anc!e da una corresponsabile azione da parte di tutta la comunit. 54. Non ci si pu accontentare della celebrazione avvenuta; l8azione pastorale c!e deve seguire, si pone su un duplice livello: di catec!esi e di impegno nella storia per il servizio del 'egno e per la promozione umana; di inserimento nella comunit per lavorare nella vigna del 0ignore, secondo i doni e i ministeri concessi a ciascuno dallo 0pirito. L8anno liturgico costituisce, in questo orizzonte, il grande itinerario di fede del popolo di $io: l8intera comunit ,

soprattutto nei tempi forti, c!iamata a riscoprire, a celebrare e a vivere il dono della salvezza. Mediante la pedagogia dei riti e delle preg!iere, tutti insieme siamo guidati all8esperienza del mistero pasquale di risto, c!e !a il suo culmine nell8Eucaristia e a noi comunicato con la #arola e i sacramenti. Esistenza cristiana 4). Mediante i sacramenti ricevuti nella fede, nasce l8uomo nuovo, e tutta la vita viene trasformata, in una progressiva configurazione a risto. Mediante i sacramenti, lo 0pirito 0anto edifica la !iesa, ed opera, con gesti efficaci, la salvezza. Mediante i sacramenti, l8umanit rinnovata resa capace di consacrare e trasformare il mondo. &l centro di tutta questa azione sacramentale della !iesa l8Eucaristia. Intorno all8Eucaristia cresce il popolo di $io. Nell8Eucaristia si svela in pienezza di significato la struttura sacramentale dell8esistenza cristiana. $all8Eucaristia procede la vita e l8energia della comunit ecclesiale. La celebrazione ecclesiale dell8Eucaristia provoca e sostiene la vita sacerdotale del battezzato; rinnova l8impegno testimoniale della onfermazione; esige la conversione e la comunione piena, c!e la #enitenza sacramentale di continuo ricostruisce e rafforza; realizza in maniera propria il servizio ministeriale del presbitero; nutre e rinsalda i vincoli dell8unione sponsale e l8unit nell8amore; aiuta i malati a unirsi al mistero della passione e della risurrezione, in vista dell8incontro con il 0ignore. Il rapporto tra Eucaristia e vita sacramentale si manifesta con particolare evidenza quando i sacramenti vengono celebrati durante la Messa, per necessario allora c!e l8Eucaristia non appaia solo una occasione entro cui si celebra il 9attesimo o la onfermazione o il Matrimonio o l8Ordinazione dei ministri o 41

l8Cnzione dei malati, ma sia colta realmente come la fonte e il culmine della vita sacramentale. Eucaristia e 9attesimo 43. L8intrinseco rapporto 9attesimoEEucaristia dovr essere costantemente ric!iamato. 0i devono pertanto valorizzare i segni e i gesti liturgici della celebrazione eucaristica c!e ricordano ogni domenica il mistero battesimale. on opportune catec!esi per tutte le et, si conduca l8intera comunit a compiere, nei tempi forti dell8anno liturgico E <uaresima in particolare un cammino appropriato di riscoperta del dono e della realt battesimale. Infine, si orienti l8intero cammino catec!istico e missionario della comunit a riscoprire la grande veglia pasquale, c!e segna ogni anno la tappa pi espressiva della vita battesimale ed eucaristica e della crescita nella fede del popolo di $io. La medesima preoccupazione dovr guidare il periodo di preparazione del 9attesimo: le famiglie dovranno essere condotte ad inserirsi nell8assemblea ecclesiale per superare una mentalit privatistica del sacramento. Nello stesso tempo occorre c!e l8assemblea domenicale sia cosciente e responsabilizzata in ordine al cammino di fede, c!e le famiglie compiono nella comunit in vista della celebrazione del 9attesimo. &nc!e la celebrazione del sacramento del 9attesimo nella Messa, opportunamente preparata in occasioni determinate dai tempi e dai testi liturgici, si rivela occasione propizia per mettere in risalto l8unitariet tra 9attesimo ed Eucaristia nella vita del credente e della !iesa. Eucaristia e onfermazione 4(. on il sacramento della onfermazione, i battezzati ricevono il dono ineffabile dello 0pirito 0anto, c!e li fa nel mondo testimoni di risto risorto, artefici e responsabili della convocazione e della missione della !iesa. dalla

onfermazione c!e dovr maturare, con sempre maggiore incisivit, la presenza, la crescita e l8abilitazione ad esercitare molteplici servizi ecclesiali, sia all8interno della comunit cristiana, sia nella vita della societ. #er questo potr essere utile porre in risalto, nei tempi e modi opportuni, come nellEucaristia si esprima la ricc!ezza dei doni e dei ministeri dello 0pirito e come in essa trovino il loro fondamento e la loro fonte le grandi vocazioni cristiane, da quella al matrimonio e alla famiglia a quelle di speciale consacrazione, dalle vocazioni al sacerdozio ministeriale alla vocazione missionaria. $allEucaristia il cresimato parte, riconfermato nella forza della testimonianza, per la sua missione di salvezza nella !iesa e in mezzo agli uomini. Il fatto c!e il sacramento della onfermazione sia celebrato dopo la Messa di #rima omunione, non deve far pensare c!e esso sia slegato dal ritmo proprio dei sacramenti della iniziazione. necessario c!e la catec!esi sulla onfermazione ponga invece in evidenza c!e sacramento della piena maturit cristiana resta sempre l8Eucaristia e la vita nuova c!e da essa scaturisce. sempre urgente, pertanto, impostare una pastorale dell8adolescenza e dell8et giovanile c!e segua i nuovi cresimati e li aiuti a inserirsi sempre pi attivamente come responsabili nella !iesa assumendo l8impegno cristiano nel loro ambiente di vita . Eucaristia e #enitenza 4*. #articolarmente urgente appare la necessit di una catec!esi sul rapporto tra il sacramento della 'iconciliazione e l8Eucaristia. Il 9attesimo fa dell8intera esistenza cristiana un evento continuo di morte e di risurrezione. L8Eucaristia rende presente e attuale il sacrificio di risto per la remissione dei peccati. Ma nella 'iconciliazione c!e agisce con singolare evidenza la misericordia redentiva di $io. 42

In questo sacramento lo 0pirito 0anto, mediante il ministero della !iesa, provoca e assume la volont di conversione manifestata dal penitente e la fa incontrare visibilmente, nel segno sacramentale, con la volont divina di rimettere i peccati. Il sacramento abilita cos, con la sua efficacia, il penitente a distaccarsi decisamente dal male, a vivere la volont di $io, a desiderare di fare nuovamente comunione con lui e i fratelli. "utto questo introduce continuamente ed efficacemente in un cammino permanente di conversione c!e porta all8Eucaristia e da essa riparte per una vita rinnovata di riconciliazione fraterna. 46. Cn8adeguata azione pastorale dovr aiutare i fedeli a recuperare il valore proprio e insostituibile del sacramento della #enitenza, a fronte di una diffusa disaffezione. Il senso vivo del peccato c!e separa da $io, c!e rompe e raffredda la comunione ecclesiale e pesa sul cuore del mondo, dovr condurre a sempre maggior consapevolezza del senso ecclesiale della #enitenza e della sua connessione con l8Eucaristia. Nello stesso tempo una convinta e insistente presentazione di $io ricco in misericordia, di risto buon pastore c!e si commuove dinanzi alle folle quando le vede stanc!e e sfinite, come pecore senza pastore e della !iesa come la casa del perdono, porter alla riscoperta del sacramento della 'iconciliazione come momento privilegiato nel quale gustare quanto buono il 0ignore e quanto soave c!e i fratelli vivano insiemeJ . ondividere con trepidazione la stessa esperienza del perdono per partecipare con coraggio allo stesso pane consacrato: questa l8unica vera ed efficace medicina operante per la potenza salvifica del sangue di risto. 33, 4,. #ertanto bisogner offrire tempi e occasioni stabili e permanenti per la celebrazione della #enitenza sia comunitaria

c!e individuale, sottolineandone la caratteristica di tappa o momento forte di un cammino pasquale, ecclesiale e missionario c!e !a il suo culmine e la sua fonte nell8Eucaristia. <uesto impegno aiuter anc!e a far superare la sovrapposizione del sacramento della 'iconciliazione con l8Eucaristia durante la Messa. irca la preparazione e la celebrazione della #enitenza nell8itinerario della iniziazione cristiana dei fanciulli, necessario riservare al sacramento un suo specifico cammino e un tempo proprio di celebrazione, distanziato dalla Messa di #rima omunione. Ma per sorreggere l8azione pastorale oggi necessario rievangelizzare coraggiosamente il sacramento della #enitenza, perc! tutti i cristiani 2escovi, sacerdoti, religiosi e fedeli E ne comprendano la ricc!ezza e il bisogno spirituale: Nella !iesa E dice >iovanni #aolo II E c!e, soprattutto nei nostri tempi, si raccoglie specialmente intorno all8Eucaristia e desidera c!e l8autentica comunit eucaristica diventi segno dell8unit di tutti i cristiani, unit c!e sta gradualmente maturando, deve essere vivo il bisogno della penitenza, sia nel suo aspetto sacramentale, come anc!e in quello concernente la penitenza come virt. Eucaristia e Matrimonio 4+. ome il battezzato nella celebrazione eucaristica ritrova la pienezza della comunione ecclesiale ed energie sempre nuove per la costruzione di un mondo pi giusto, cos gli sposi sono c!iamati a rinsaldare i vincoli della propria unione nell8Eucaristia e a celebrarla nella vita come ringraziamento al #adre, sacramento di unit e vincolo di carit tra gli uomini c!e essi quotidianamente incontrano. La loro partecipazione alla comunit c!e celebra l8Eucaristia li spinge a uscire dai limiti della casa domestica, ad aprirsi alle 43

altre coppie, ai problemi e alle gioie e sofferenze degli uomini, ai bisogni di giustizia e di solidariet verso tutti. Nell8Eucaristia la coppia cristiana sperimenta la propria salvezza e se ne fa portatrice: da comunit salvata si trasforma in comunit c!e salva. ompito della evangelizzazione della !iesa quello di aiutare le famiglie cristiane a vivere con consapevolezza l8Eucaristia come dono di comunione c!e incessantemente fonda e rinnova l8unit indissolubile del loro amore e le costituisce !iesa domestica, ricca del dono dello 0pirito e segno efficace dell8amore del #adre tra gli uomini. $iversi sono i momenti in cui una opportuna catec!esi e una adeguata opera pastorale possono favorire questo impegno di vita: nell8itinerario di fede c!e prepara i fidanzati al matrimonio e la sua celebrazione durante la Messa; in occasione di anniversari di matrimoni, celebrati anc!e da pi coppie di sposi e partecipati dalla comunit; nell8assemblea domenicale promovendo la partecipazione comunitaria delle famiglie alla Messa e ai diversi momenti del rito liturgico; nelle circostanze in cui, per validi motivi, si celebra la Messa nelle case o si amministra l8Cnzione degli infermi con il 2iatico; e infine durante l8insostituibile cammino di fede c!e deve accompagnare le famiglie alla celebrazione dei sacramenti della iniziazione cristiana dei figli. Messa, culto eucaristico e vita di carit 4A. L8Eucaristia non si esaurisce nella celebrazione della Messa, anc!e se questa ne la espressione centrale. $ata anzi la centralit della Messa, tutte le altre espressioni del culto, liturgic!e o no, ne derivano o vi si riconducono: estendono in vario modo, nel tempo e nelle forme, la ricc!ezza celebrativa dell8Eucaristia.

"anto pi questo vale per le espressioni dirette del culto eucaristico fuori della Messa. La Messa ne rappresenta senza dubbio l8origine e la fonte, ma esse sono a loro volta estensione della grazia del sacrificio. #er antica prassi di fede della !iesa, l8Eucaristia stata sempre conservata per essere portata ai malati e a quanti, per impedimenti diversi, non possono partecipare alla celebrazione. $a questo uso sono scaturite lungo i secoli forme diverse di culto eucaristico, c!e sempre le comunit cristiane sono c!iamate a riscoprire e a vivere: l8adorazione pubblica e quella personale e silenziosa; l8esposizione breve e quella prolungata, con letture della parola di $io, canti, preg!iere, sacro silenzio; la solenne esposizione annuale; le processioni eucaristic!e, i conE gressi eucaristici, ecc. una luce, quella dell8Eucaristia, c!e non solo illumina lo spirito di c!i contempla e adora, ma s8irraggia e si diffonde in tutti gli aspetti della vita e nel fluire stesso delle cose e del mondo, precisandone le dimensioni e i contorni. os l8Eucaristia sprigiona la sua forza trasformatrice non solo sul pane e sul vino, ma pure sui fedeli, e rende la loro vita culto spirituale gradito a $io, come risto gradito al #adre. 45. 'iguardo ad un aspetto del culto eucaristico, ricordiamo le sapienti indicazioni dateci da >iovanni GGIII il giorno del orpus $omini 34+): i piace toccare il significato profondo della nostra adorazione a >es eucaristico, come omaggio sociale di tutti i componenti la nazione sua pi vera, la 0anta !iesa universale... erto grande godimento dello spirito cogliere il carattere pubblico e collettivo del orpus $omini, segnato nelle significazioni pi alte del grande mistero. Il popolo cristiano ci sta intorno e ci avvolge nella sua compagine, c!e , ad un tempo, ineffabilmente intima, e insieme trionfalmente esteriore. $al pubblico omaggio c!e tutti insieme noi rendiamo, 44

diletti figli, traluce l8intima fusione dei nostri cuori: unum corpus multi sumus: e la tradizionale processione di questa sera rende una celeste intensit di significazione, la cui dolcezza ci inebria e ci esalta. 44. La piet c!e spinge i fedeli a prostrarsi presso la santa Eucaristia E dice assai bene la Euc!aristicum m%sterium E li attrae a partecipare pi profondamente al mistero pasquale e a rispondere con gratitudine al dono di colui c!e con la sua umanit infonde incessantemente la vita divina nelle membra del suo corpo. "rattenendosi presso risto 0ignore, essi godono della sua intima famiEliarit e dinanzi a lui aprono il loro cuore per loro stessi e per tutti i loro cari, e pregano per la pace e la salvezza del mondo. Offrendo tutta la loro vita con risto al #adre nello 0pirito 0anto, attingono da quel mirabile scambio un aumento di fede, di speranza e di carit. &limentano quindi cos le giuste disposizioni per celebrare, con la devozione conveniente, il memoriale del 0ignore, e ricevere frequentemente quel pane c!e ci dato dal #adre. #ertanto se da un lato la presenza permanente di risto nel sacramento porta ad onorare con il culto eucaristico il mistero del corpo e del sangue del 0ignore, dall8altro ric!iama la esigenza di una partecipazione sempre pi vera alla Messa e di una vita c!e, per la comunione al sacrificio eucaristico, si dona e si consuma per amore dei fratelli. &dorazione e contemplazione 3)). Nella silenziosa adorazione del risto presente, nella visita al 0antissimo 0acramento, nell8esposizione, nella benedizione e nelle processioni eucaristic!e, nella celebrazione delle <uarantore, la !iesa afferma c!e risto sempre vivo per intercedere a nostro favore. Il suo sacrificio, compiuto una volta

per tutte, resta incessantemente attuale nel sacramento; e di continuo risto c!iama la !iesa, suo corpo, a offrirsi al #adre insieme a lui in un8unica oblazione, con cui egli !a reso perfetti per sempre quelli c!e vengono santificati . Il ritmo incalzante dell8attivit di oggi non sembra aiutare la preg!iera adorante davanti al tabernacolo. Eppure non possiamo dimenticare come proprio a partire da un contatto vivo e permanente con risto attraverso l8adorazione e la contemplazione, troviamo forza e vigore non solo per la nostra crescita spirituale ma per la testimonianza della carit verso la !iesa e il mondo. 3)3. & questo proposito, vogliamo cogliere la forza di testimonianza e l8appello c!e in tal senso ci viene dai monasteri di clausura: segno e profezia dell8eterna adorazione nella gloria. In realt il culto eucaristico fuori della Messa anticipo di quei tempi definitivi in cui non vi sar alcun tempio, ne alcuna ritualit simbolica, ne mediazioni discorsive, ma un puro immediato immergerci nel 0ignore $io, l8Onnipotente, e nell8&gnello, tempio definitivo della >erusalemme celeste: Infatti, quando risto apparir e vi sar la gloriosa risurrezione dei morti, lo splendore di $io illuminer la citt celeste e la sua lucerna sar l8&gnello. &llora tutta la !iesa dei santi, nella suprema felicit dell8amore, adorer $io e l8&gnello c!e fu immolato esclamando a gran voce: 7& olui c!e siede sul trono e all8&gnello, lode e onore, gloria e potenza nei secoli dei secoli7. &more al 0antissimo 0acramento 3)(. i preme ric!iamare l8attenzione di tutti i fedeli, ma soprattutto quella dei presbiteri, sull8amore di 0an =rancesco per l8Eucaristia e lo additiamo alla loro imitazione. 45

Cn plauso speciale rivolgiamo a tutti quelli c!e impegnano le loro forze e consacrano il loro tempo nell8adorazione perpetua o notturna; a quelle comunit parrocc!iali c!e nel nostro paese organizzano scuole di spiritualit eucaristica, facendo tesoro di un patrimonio di preg!iere e di tradizione popolare c!e, se sono opportunamente aggiornate e purificate, contribuiranno a tener viva nelle nostre comunit la fede nel mistero eucaristico e l8amore alla divina Eucaristia; a quelle comunit religiose c!e, fedeli al carisma del loro fondatore o sensibili alle necessit spirituali del mondo contemporaneo, si dedicano a tempo pieno all8apostolato eucaristico in tutte le sue espressioni valide e atte a far maturare la vera devozione; a tutti quei gruppi e associazioni ecclesiali c!e, soprattutto a livello parrocc!iale, dedicano al culto eucaristico il meglio della loro passione apostolica. La celebrazione eucaristica come atto missionario 3)*. L8Eucaristia l8azione missionaria per eccellenza, perc! contiene ed esprime in se stessa la missione totale di risto e della !iesa. La sua radice missionaria contenuta nel comando del 0ignore: =ate questo in memoria di me .Lc ((,34/, e nella destinazione universale del suo sangue sparso per tutti in remissione dei peccati. Il popolo di $io, con la celebrazione dell8Eucaristia, entra in comunione col suo 0ignore ed coinvolto con lui nell8impegno della salvezza universale. La celebrazione eucaristica deve accogliere e riflettere questa carica missionaria con un rinnovamento autentico non solo dei riti, ma dell8amore c!e in risto viene celebrato. $ovremo dunque curare celebrazioni liturgic!e c!e consentano a tutti di trovarsi a casa propria, nella casa dell8unico 0ignore. E ci per il modo con cui ciascuno si

sente accolto nel segno di una genuina fraternit ; per la certezza di essere accettato nella dignit della sua persona; per il fatto c!e si sente coinvolto nella preg!iera; e per la solidariet cristiana c!e la celebrazione deve far trasparire, in forza dell8unico sacrificio di risto e della comunione con lui. Missionari sulla via della croce 3)6. Impegnarsi nella missione secondo il comando del 0ignore significa percorrere la stessa via della croce con l8atteggiamento di carit del risto c!e offre se stesso al #adre, mostrando c!e questo sacrificio realizza la vera redenzione degli uomini. ome risto, le nostre comunit devono compiere gesti e dire parole forti per liberare gli uomini del nostro tempo dagli idoli c!e ogni giorno costruiscono al posto di $io e per convincerli c!e vera radice di ogni idolatria il peccato. da qui c!e si scatena la logica della civilt della morte, c!e risc!ia di svilupparsi nella societ moderna, segnandola drammaticamente. 0e l8Eucaristia segno di contraddizione, tale deve essere la !iesa. 0i tratta di andare contro corrente e di porre sui valori morali le premesse di una organica cultura della vita. La presenza dei cristiani, laici soprattutto, l dove si consumano i grandi drammi del mondo di oggi, deve ric!iamare a tutti il coraggio della speranza c!e nasce dalla #asqua di risto. L dove l8uomo soffre violenza, dove l8ingiustizia, la fame o la guerra sfigurano il volto dell8uomo e ne oscurano la piena vocazione nel cammino della storia, il cristiano deve dare ragione della sua speranza e la !iesa deve mostrarsi segno di salvezza. Missionari nel segno della carit , della giustizia, della pace 3),. L8Eucaristia immette nella carit di risto c!e !a dato se stesso per noi fino al sacrificio di s . &nalogamente, forti del 46

suo stesso amore, dobbiamo fare dono di noi stessi ai fratelli. Ed di questo supplemento di amore generoso c!e la nostra societ !a bisogno, per ricreare un tessuto di comunione nel paese, nel territorio, nelle famiglie, nella scuola, nel mondo del lavoro, in ogni ambito dell8impegno sociale. Non mancano mai gli spazi di carit per prevenire la giustizia, per provocarla e suggerirla, per oltrepassarla e giungere l dove nessuno arriva. 0e #aolo 2I ci !a sollecitato alla testimonianza osservando puntualmente c!e la giustizia la misura minima dell8amore, >iovanni #aolo II, con sapiente sollecitudine, ci ammonisce: L8esperienza del passato del nostro tempo dimostra c!e la giustizia da sola non basta e c!e, anzi, pu condurre alla negazione e all8annientamento di se stessi, se non si consente a quella forza pi profonda, c!e l8amore, di plasmare la vita umana nelle sue varie dimensioni. 3)+. $a qui nasce la scelta di ripartire con gli ultimi e con i nuovi poveri, c!e la societ continua a produrre, e poi ignora ed emargina, e c!e sono segno drammatico della crisi attuale anc!e del nostro paese. $obbiamo assumere l8impegno per la giustizia a favore di quanti sono privi tuttora dell8essenziale per una vita dignitosa, operando in quegli organismi dove si decide il futuro dello 0tato, della citt, del quartiere, della scuola e del lavoro, in dialogo e in collaborazione con tutti gli uomini c!e vi operano, ma portando il contributo della piena carit cristiana ed ecclesiale e della visione dell8uomo secondo il 2angelo. In questo senso i cristiani, contro i sempre crescenti strumenti di morte, sanno di dover essere costruttori di pace, perc! la pace il dono c!e risto !a lasciato in eredit. 3)A. Ma la pace non viene da s. Essa frutto di una giustizia da realizzare con amore, perc! ogni uomo veda riconosciuti i

propri diritti inalienabili: alla vita, alla salute, al lavoro, alla famiglia, alla libert, all8esercizio di essa in campo sociale, politico, religioso. Non certo un compito facile: esige competenza, costanza e disponibilit, impegno di presenza e partecipazione nei diversi ambiti della vita sociale. L8Eucaristia un segno povero e umile, ma ricco della potenza di $io, capace di rinnovare in radice l8uomo e la sua vita. &nalogamente la missione della !iesa e del cristiano, povera nei mezzi, forse, e carica di debolezze e deficienze umane, quando rivestita del dono di risto celebrato nel sacramento, sa tramutarsi in germe fecondo di nuova vita per tutti. La vera frazione del pane E ci invita a meditare >iovanni #aolo II E quella c!e fondamentale per noi cristiani, solo quella del sacrificio della croce. $a questa tutte le altre scaturiscono e ad essa confluiscono. E perc! l8umanit non si arresti nel rifiuto, perc! l8ingiustizia non abbia l8ultima parola, perc! sia cancellato l8odio e la storia si apra a un avvenire nuovo, risto accett di essere lui stesso sulla croce la vittima offerta per il peccato, per l8incredulit e l8ingiustizia . La tensione ecumenica e universale dell8Eucaristia 3)5. L8Eucaristia educa le nostre comunit ad avere un respiro ecumenico e universale nella loro missione. & partire dalle assemblee eucaristic!e domenicali, il nostro sguardo interiore e il nostro pi vivo desiderio non possono non sintonizzarsi con le parole di >es: !e tutti siano una cosa sola . >v 3A,(3/. Nello stesso tempo il pane c!e spezziamo e il calice cui partecipiamo, mentre ci mettono in comunione con il 0ignore, morto e risorto, ci fanno sentire una grande tristezza ed un continuo dolore per tanti nostri fratelli c!e !anno perduto o stanno perdendo l8orientamento verso la casa del #adre comune, c!e non sentono pi la fame e la sete della parola di $io, c!e 47

non gustano pi le dolcezze del dono celeste e non condividono la responsabilit della evangelizzazione. Cna pi intensa e pi metodica pastorale eucaristica potr risvegliare in tutti non solo il desiderio dell8unit ma soprattutto l8impegno a rinsaldare i vincoli della carit, per affrettare il giorno nel quale tutti coloro c!e credono in risto potranno unirsi intorno all8unica #arola e allunico pane. 3)4. Eucaristia e unit della !iesa sono inseparabili. La rinnovazione del testamento di >es ric!iama la sua preg!iera: ome tu, padre, sei in me e io in te, siano anc!8essi in noi una cosa sola, perc! il mondo creda c!e tu mi !ai mandato .>v 3A, (*/. La divisione dei cristiani pone un controsegno all8unit voluta da risto e impedisce la comunione eucaristica a c!i pure professa l8unica fede in risto e loda l8unico #adre. $a qui la necessit c!e penetri sempre pi anc!e nelle nostre comunit italiane una mentalit ecumenica c!e mantenga vivo nell8animo, nel cuore e nell8impegno dei fedeli il desiderio dell8unit . 33). L8Eucaristia apre a tutta la !iesa sparsa nel mondo. os la nostra missionariet si arricc!isce di una visione universale, cattolica, quale scaturisce dal sacrificio offerto per la salvezza di tutti gli uomini. Le !iese locali infatti non sono una riduzione della !iesa universale, ma la realizzano pienamente in un determinato luogo. La comunione di carit tra le diverse !iese c!e celebrano l8unico sacrificio, manifesta l8unit della !iesa e le arricc!isce in un mutuo scambio di doni spirituali di cui sono portatrici. I problemi, le preoccupazioni e le istanze delle giovani !iese dell8&frica, e dell8&sia, dell8&merica Latina e di quante soffrono a causa di persecuzioni e difficolt politic!e, non

possono lasciare indifferenti. L8Eucaristia unisce a loro in un vincolo di comunione nel sangue di risto e impedisce di spezzare l8unico pane senza vivere la comune carit , perc! vi sia uguaglianza. 333. Nella sua profonda carica missionaria, l8Eucaristia ci spinge a desiderare e ad affrettare il giorno nel quale tutti quelli c!e sono gi uniti nel vincolo dell8unica fede in $io possano godere la gioiosa condivisione di un banc!etto nel quale ogni contrasto sar eliminato, ogni scandalo superato e trionfer l8&more. 33(. Il mistero c!e celebriamo, se compreso nella sua carica interiore, strappa ad ogni genere di settorialismo e sospinge a comunicare, in qualc!e modo, con tutti. La parola c!e ci interpella, se accolta con religioso ascolto, educa all8arte del dialogo, esercitato senza esclusioni preEconcette e senza accettazione di persona. Il pane c!e ci viene donato, se considerato in stretto rapporto alla passioneEmorte di >es , rimanda alla situazione esistenziale di tanti fratelli e sorelle c!e portano nella loro carne i segni della violenza e anelano alla piena libert dei figli di $io. #er questi motivi, finc! ci saranno guerre fratricide tra i popoli, finc! dovremo lamentare sperequazioni sociali ed economic!e tra gli uomini, finc! la terra non sar resa abitabile per tutti, non potremo vivere pienamente il dono della salvezza nelle sue dimensioni universali e, pur mangiando del pane consacrato, ci sentiremo in qualc!e modo responsabili di ogni minaccia alla pace e alla concordia tra i popoli. 33*. La tensione missionaria nell8Eucaristia spinge anc!e verso i non credenti, gli indifferenti e i lontani per annunciare loro c!e $io non assente dal mondo. &l contrario, egli ama questo mondo e tutti quelli c!e oggi lo abitano e per essi continua a 48

donare il suo figlio >es, come via e verit c!e illumina la ricerca di ogni giusto progresso umano. ancora la legge del dialogo e della comunione c!e ci guida, consapevoli c!e la fede non contro l8uomo ma in armonia con le aspirazioni pi segrete del cuore umano. Cn dialogo c!e ci trova protagonisti, ma prima ancora attenti alla azione misteriosa di $io. L8Eucaristia rinnova la certezza c!e la gioiosa speranza della #asqua di risto si diffonde anc!e al di l delle barriere c!e sembrano ostacolarla e sa penetrare nei cuori in maniera imprevediEbile. #erc! l8Eucaristia redenzione piena di ogni angoscia e di ogni tristezza. Nell8Eucaristia possiamo dire c!e l8uomo !a sempre un futuro. "estimoni del 'egno nel mondo 336. L8Eucaristia ci conduce a investire nella nostra misEsione cristiana quella tensione spirituale e morale c!e deve animare ogni impegno temporale del cristiano: l8atEtesa della seconda venuta di risto. Il nostro compito quello di lavorare nel mondo, per aprirlo al 'egno di $io. L8Eucaristia a questo ci spinge e per questo ci da forza. Nello stesso tempo per essa ci impedisce di assolutizzare le realt terrene e ogni conquista umana, e ci rimanda sempre in avanti verso una meta c!e resta dono da attendere nella speranza. questa speranza c!e il mondo oggi c!iede ai cristiani. In forza di questa speranza, siamo c!iamati, anc!e in mezzo alle presenti difficolt, a conservare il senso consistente e sereno della vita, come ricorda l8&postolo: Non siate pigri nello zelo; siate invece fervidi nello 0pirito, servite il 0ignore. 0tate lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preg!iera, solleciti per le necessit dei fratelli, premurosi nell8ospitalit .'m 3(,33E3*/.

33,. Non certo una attesa passiva e tanto meno alienante quella a cui l8Eucaristia ci invita. >es, nelle parabole cosiddette della vigilanza, presenta gente attiva, dinamica, avveduta e intraprendente. In esse vengono raccomandate la perseveranza e la necessit di tenersi pronti per il futuro, mettendo a frutto i talenti ricevuti e rifornendo di olio la lampada. <uesto saper resistere e durare nella sofferenza e nella pazienza un fondamentale atteggiamento di fortezza e di perseveranza, capace di sviluppare mirabili energie di rinnovamento spirituale e di trasformazione del mondo. Eppure ogni passo avanti, ogni fatica, ogni conquista storica, ogni impegno nel presente non pu c!e avere un valore relativo rispetto al compimento futuro, c!e rimane dono imprevedibile di $io. "utto va giudicato sulla base delle istanze radicali del 2angelo. nel segno del 'egno e della croce dunque c!e l8Eucaristia ci immette nel mondo, e ci impegna a gettare la vita in memoria di Lui, per essere coscienza critica e fermento continuo di novit e di progresso umano. &llora ogni impegno diverr concreta partecipazione al mistero della morte e risurrezione di risto, in attesa c!e Egli sia tutto in tutti.

In&i%e
#resentazione p. 3 I riti di introduzione p. * Liturgia della #arola .I/ p. 4 Liturgia della #arola .II/ p. 3, Liturgia p. 34 Liturgia p. (( Liturgia p. (A I riti di conclusione p. ** &ppendice p. *5 Indice p. ,6 Eucaristica Eucaristica Eucaristica .I/ .II/ .III/

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Pro manuscripto a cura dellUfficio Liturgico Diocesano e del Centro Servizi Generali dellArcidiocesi Via Altabella, ! "#$% &ologna ! tel' #($' "')#'*** ! fa+ #($'%,('%#* posta elettronica- csg%.bologna'c/iesacattolica'it

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