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IL DISCERNIMENTO

LA CHIAVE PER TROVARE


LA VOLONTÀ DI DIO

IL REGNO DI CRISTO ES 91-98


Regole di discernimento [ES 318-319]

[318] La quinta regola. In tempo di desolazione non si facciano mai mutamenti, ma si resti saldi
e costanti nei propositi e nelle decisioni che si avevano nel tempo della consolazione.

In tempo di desolazione non si facciano mai mutamenti. Che vuol dire? Vuol dire che in
quel momento è il demonio che ci influenza e siamo sicuri, se seguiamo fino alla fine lo spirito
cattivo, di fare ciò che lui desidera. Questa regola è la diretta conseguenza di quanto è stato
affermato prima: se l’anima è in stato di turbamemto, ciò significa che non è sotto l’influsso
dello Spirito di Dio ma sotto il suo contrario, e così se non è sotto l’influsso dello Spirito di Dio,
tutti i pensieri che nascono in quello stato, per quanto possano essere convincenti nelle loro
argomentazioni, sono tuttavia illuminati dalla luce ingannevole e dalla suggestione del demonio,
e quindi non sicuri. E per questo, possiamo dedurre la prossima cosa: che solo al ritorno della
consolazione interiore, si potrà tornare ad avere fiducia nei propri pensieri.

[319] La sesta regola dice: Gioverà molto reagire intensamente contro la stessa desolazione,
restando per esempio più tempo nella preghiera e nella meditazione, soffermandosi nell’esame di
coscienza e protraendo, secondo che sarà meglio, qualche tipo di penitenza.

Si può capire molto bene quale e il principio fondamentale. San Ignazio intende dire che,
nello stato di desolazione, la cosa peggiore che si possa fare è quella di credere ai contenuti che il
male suggerisce nelle sue potenti suggestioni e non reagire con mezzi che la Chiesa ha messo a
nostra disposizione. Questi sono: la preghiera, la meditazione della Parola, la penitenza.

Non dobbiamo lasciare che la desolazione interrompa o distrugga la fedeltà raggiunta


nella preghiera, nella generosità nella missione e neanche quella intracomunitaria. Allora è
importante qui di non andare indietro, e affrontare la tentazione. Per questo, quando siamo
attacati dalla desolazione nei nostri contesti comunitari, in particolare il superiore o responsabile,
si deve trovare i mezzi concreti per combatterla: qualche incontro per chiarire o illuminare, un
ritiro spirituale, Eucaristie e momenti di meditazione per favorire il ritorno della consolazione
spirituale. Non permettere l’isolamento dei membri della comunità, nè la critica amara, nè i
dialoghi aggressivi nè i silenzi evasivi. È forse il momento opportuno per organizzare qualsiasi
evento di convocazione dei suoi membri: una festa, una cena, una passeggiata rilassante. La cosa
importante è fare il gioco contrario alle forze di disintegrazione della stessa desolazione.

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