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Sinossi
«La controversia, di cui prendo a scrivere la istoria è,
fra le contese agitate sin d’ora dall’ingegno humano, una
delle più celebri che si siano accese sin da i primi secoli
della Chiesa»1: la frase d’inizio della Controversia della
Concezione della Beata Vergine Maria descritta istorica-
mente del gesuita Tommaso Strozzi, pubblicata a Palermo
nell’anno 1700, esprime bene il secolare dramma che a-
nimò le coscienze intorno all’argomento descritto in queste
pagine. Per ironia della sorte infatti quella che può oggi ri-
tenersi la più popolare fra le ricorrenze dedicate alla Ma-
donna, ovvero la festività dell’Immacolata Concezione,
corrisponde viceversa a uno dei passaggi più controversi
della teologia cattolica2. La festa si celebra l’8 dicembre e
1
STROZZI 1700, vol. 1, p. 1.
2
È opportuno anticipare che il dogma di fede sull’Immacolata Con-
cezione afferma per verità rivelata come «la beatissima Vergine Maria
nel primo istante della sua concezione, per singolare grazia e privilegio
di Dio onnipotente, in vista dei meriti di Gesù Cristo, salvatore del ge-
nere umano, è stata preservata immune da ogni macchia di peccato o-
riginale», cfr. DENZINGER, HÜNERMANN 1996, nn. 2800-2804; la storia
134 MAURO MUSSOLIN
4
BOSCO 1950, p. 166.
136 MAURO MUSSOLIN
5
Le pagine seguenti approfondiscono e ampliano quanto contenuto
in BOSCO 1950, pp. 103-20, 137-66, 233-66; quest’ultimo saggio costi-
tuisce una parziale pubblicazione della tesi inedita di BOSCO 1940, che
non è stato possibile consultare; sull’argomento si veda quanto già de-
scritto in MUSSOLIN 1997, pp. 138-57; MUSSOLIN 2006. Non è stato inol-
tre possibile consultare la tesi di laurea di Sara Donati, La battaglia di
Camollia e l’iconografia dell’Immacolata Concezione, Università de-
gli Studi di Siena, relatore F. Bisogni, anno 2002.
138 MAURO MUSSOLIN
6
Alcuni recenti saggi di Adriano Prosperi hanno approfondito l’a-
nalisi delle ragioni sociali e culturali che stanno dietro alla promozione
del culto dell’Immacolata Concezione a partire dalla fine del Quattro-
cento. Chi scrive ha tratto beneficio dall’inquadramento al problema
offerto dallo studioso in una conferenza sul tema Il Battesimo nell’età
della Riforma: rituali, teologie e forme di identità tenuta presso Villa I
Tatti, The Harvard University Center for Italian Renaissance Studies
in Florence (13 marzo 2003); l’argomento, già considerato in PROSPERI
1999, è stato in parte ripreso in PROSPERI 2005, pp. 279-81. Sul mo-
derno concetto di persona cfr. PROSPERI 2005, pp. 285-99; LAVENIA
2006. Un importante contributo alla precisazione del significato di
‘concepimento virginale’ secondo un’interpretazione rabbinica è for-
nito da DI SEGNI 1990, il quale, analizzando il concetto di purezza vir-
ginale espresso nella Bibbia, mette in rapporto ciò che i cattolici defi-
niscono come immacolatezza di Maria con la purità rituale e l’assenza
di sangue mestruale delle vergini veterotestamentarie.
IL CULTO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE 139
7
L’espressione ebbe enorme portata teologica ed è tratta dal De
conceptu virginali et originali peccato già attribuito a sant’Anselmo
d’Aosta arcivescovo di Canterbury, cfr. ANSELMUS CANTUARIENSIS
1853, vol. 158, caput XVIII, col. 451A. Allo stesso Anselmo sono dubi-
tativamente attribuite altre opere relative alla concezione della Vergi-
ne, quali il Sermo de conceptione Beatae Mariae e il Miraculum de
conceptione Sanctae Mariae, che descrivono i più antichi e noti mira-
coli operati dalla Vergine sotto questo titolo, cfr. ANSELMUS CANTUA-
RIENSIS 1853, vol. 159, coll. 319-24; LE BACHELET 1922, coll. 1001-4.
140 MAURO MUSSOLIN
8
Ancora al tempo di Clemente XI (1700-21) risultava necessario
precisare come nella costituzione apostolica Commissi nobis [ut festum
Conceptionis Beatae Mariae Virginis Immaculatae de praecepto ubi-
que in posterum observetur] del 6 dicembre 1708 (cfr. Bullarium Ro-
manum 1857-72, tomo XXI, p. 338, n. 120), che estendeva de iure la
festività all’universalità della Chiesa, l’aggetivo Immacolata è riferito
non alla Concezione, bensì alla persona della Vergine, come già co-
mandato da un precedente decreto del Sant’Uffizio del 23 febbraio
1627, poi confermato il 29 aprile 1639, cfr. SERICOLI 1956, pp. 137-8:
per non incorrere in ambiguità nei documenti ufficiali si preferì defini-
re l’Immacolata Concezione con l’espressione ‘Virgo sine labe concep-
ta’; sulle censure e sui fraintendimenti delle costituzioni ecclesiastiche
relative all’Immacolata, cfr. LAURENTIN 1956, pp. 29ss; PIANA 1957,
pp. 27-30.
IL CULTO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE 141
9
Nella Chiesa d’oriente, a partire dall’VIII secolo, la data della fe-
sta della Concezione della Vergine coincise con il 9 dicembre, come do-
cumenta un calendario napoletano del IX secolo, cfr. LE BACHELET
1922, col. 987; da una tradizione copta deriverebbe l’uso circoscritto
alla Chiesa irlandese del IX secolo di celebrare la festa nei primi tre
giorni di maggio; la data dell’8 dicembre con pieno significato immaco-
lista fu invece stabilita nell’Inghilterra pre-normanna a partire dal XI
secolo, cfr. LE BACHELET 1922, coll. 987-95; RAES 1951; LÖW 1951;
LAMY 2001.
142 MAURO MUSSOLIN
10
JACOPO DA VARAGINE 1995, p. 656, ma si veda anche p. 639.
11
Vangeli apocrifi 1990, pp. 445-74.
IL CULTO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE 143
12
L’episodio evangelico della ‘visitazione’ di Maria ad Elisabetta (e-
semplato su un modello vetero-testamentario derivato da Geremia 1,5)
dava forza a ritenere che l’animazione del feto avvenisse proprio nel-
l’utero della madre: «Ecce enim, ut facta est vox salutationis tuae in
auribus meis, exsultavit in gaudio infans in utero meo» (Luca 1,44);
l’esultazione del Battista nel grembo di Elisabetta dava dunque modo
di ritenere che l’anima si infondesse nel corpo circa nel momento di
passaggio dallo stato di embrione a quello di feto. Questo episodio co-
stituiva pertanto un fondamentale termine di confronto per la ben più
eccezionale e gloriosa santificazione dell’anima di Maria nel grembo di
Anna. Sul problema dell’animazione dei feti nel Medioevo, cfr. LAVE-
NIA 2006.
144 MAURO MUSSOLIN
Solo a partire dalla fine del primo millennio può farsi ri-
salire la credenza, elaborata con tutta probabilità tra Ir-
landa e Inghilterra, secondo cui Maria sarebbe stata sine
labe concepta: vale a dire ‘generata’ o ‘concepita’ senza
che avvenisse, neanche per quell’ipotetico istante, alcuna
trasmissione di peccato originale13. Questa interpretazione
ebbe una diffusione progressiva e a macchia d’olio nell’Eu-
ropa del XIII e XIV secolo, quando il culto della Madonna
conobbe un incremento senza precedenti. Come conseguen-
za, il fenomeno fu responsabile dell’avvio di un più serrato
dibattito teologico sull’argomento il quale dalle cattedre
delle università raggiunse presto i pulpiti dei predicatori.
In breve, le interpretazioni che ne seguirono raggiunsero
posizioni così dissimili da implicare assunti dottrinali in-
conciliabili e il soggetto della materia andò a sfidare diret-
tamente, e con esiti drammatici, ogni conoscenza scientifica
e biologica sull’animazione umana in un terreno in cui nes-
suna fonte, nemmeno apocrifa, poteva giungere in soccor-
so. Mai prima d’allora nessuno aveva considerato la santi-
ficazione di Maria in rapporto al suo concepimento e, per
quanto la nascita della Vergine potesse aver costituito un e-
vento eccezionale, bisognava pur che ciò rientrasse nei li-
miti delle potenzialità che la natura concedeva agli uomini.
Al riguardo, la Chiesa si trovò sempre concorde nel respin-
gere come eretica qualunque dottrina basata sulla procrea-
zione non comune della Madonna.
Gli oppositori dell‘Immacolata Concezione ritenevano
pertanto che, proclamando la totale solidarietà di Maria
con la condizione umana, anche solo per un infinitesimo
istante la Vergine avrebbe dovuto essere toccata dalla ne-
cessità, definita teologicamente debitum peccati, di con-
trarre il peccato originale per poter poi beneficiare della
13
FRANCIA 2004, p. 51.
IL CULTO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE 145
14
Indicativa è la leggenda medievale che narra come san Bernardo
di Clairvaux avesse dovuto espiare in Purgatorio la colpa di esser sta-
to in vita contrario all’Immacolata, cfr. LE GOFF 1982, pp. 183-4. Al-
tra leggenda narra come san Bernardo, apparendo a un confratello, a-
vesse rivelato che tutto il Paradiso glorificava l’Immacolata Concezio-
ne. Ma sul culto dell’Immacolata Concezione presso i cistercensi, cfr.
HONTOIR 1954.
15
Secondo la formulazione di Duns Scoto (esemplificata dal passo
spurio «potuit, decuit, ergo fecit») «anche Maria avrebbe contratto il
peccato originale per comune generazione, se non ne fosse stata pre-
servata per la grazia del Mediatore. E come gli altri ebbero bisogno di
Cristo, perché per suo mezzo venisse loro rimesso il peccato già con-
tratto, così ella ebbe ancor più bisogno di un mediatore che la preser-
vasse dal peccato, affinché non fosse soggetta a contrarlo e non lo con-
traesse», Duns Scoto, Opus oxoniense III, d. 3, q. 1, in Maria 2000, p.
702; cfr. anche FRANCIA 2004, pp. 36-40; ma sul contributo di Scoto al
dibattito, si cfr. le precisazioni in ROSCHINI 1951, coll. 1653-4.
146 MAURO MUSSOLIN
16
Conflitti dottrinari fra diversi schieramenti religiosi erano da sem-
pre all’ordine del giorno. Solo a titolo di esempio si ricorda un’acerri-
ma disputa teologica, magistralmente narrata da Enea Silvio Piccolo-
mini nei Commentarii, tra francescani e domenicani alla metà del seco-
lo XV intorno a una questione, che oggi appare davvero sorprendente,
relativa alla natura del sangue di Cristo separato dal corpo nei giorni
della Passione; ovvero se questo sangue dovesse continuarsi a conside-
rare divino, e quindi essere oggetto di latria, oppure riconoscersi sepa-
rato dalla divinità di Cristo e pertanto divenire semplice oggetto di du-
lia, cfr. PICCOLOMINI 1984, pp. 2049ss, PICCOLOMINI 1883, pp. 299-336;
PICCOLOMINI 1997 con bibliografia; si veda anche il notevole contributo
alla discussione in VASOLI 1988 e l’approfondimento in BIANCA 1986.
17
Questo modo di solennizzare la ricorrenza fu istituito in un capi-
tolo generale dell’Ordine nel 1388, cfr. LE BACHELET 1922, coll. 1102-
8. Mentre secondo STROZZI 1700, vol. II, pp. 158-62, erano stati i do-
menicani della regione tedesca di Treviri che avevano iniziato a uffi-
IL CULTO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE 147
22
Bullarium Franciscanum 1949, vol. III, p. 665, n. 1336.
23
Su Bernardino Busti, cfr. ALECCI 1972.
24
Bullarium Franciscanum 1949, vol. III, pp. 852-3, n. 1685 e pp.
888-9, n. 1773; DENZINGER, HÜNERMANN 1996, nn. 1425-6.
25
Per l’atteggiamento della Santa Sede nei secoli XII-XIV a favore
dell’Immacolata, cfr. DONCOEUR 1907-08; per l’atteggiamento di Sisto
IV, cfr. SERICOLI 1945; SERICOLI 1954; e inoltre FRANCIA 2004, pp. 44-
60; ZUCCARI 2005.
152 MAURO MUSSOLIN
26
LE BACHELET 1922, coll. 1164-6.
27
DENZINGER, HÜNERMANN 1996, nn. 1516-6; i decreti della V ses-
sione del Concilio tridentino, protrattasi dal 24 maggio al 17 giugno
1546 sul tema del peccato originale, confermarono comunque la vali-
dità di tutte le precedenti disposizioni di Sisto IV relative all’Immaco-
lata Concezione.
28
Il 6 luglio 1616, con la costituzione Regis pacificis Paolo V (1605-
21) proibì la possibilità di predicare pubblicamente contro la sentenza
immacolista; il 24 maggio 1622 Gregorio XV (1621-23) con ulteriore
decreto estese la proibizione anche ai colloqui privati; da allora fu po-
sto il veto alla celebrazione «sub modo ‘sanctificationis’», ammetten-
dosi «non alio quam ‘conceptionis’», cfr. DENZINGER, HÜNERMANN
1996, nn. 2015-7.
29
DENZINGER, HÜNERMANN 1996, nn. 2015-7.
IL CULTO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE 153
30
Nel Seicento fu soprattutto la monarchia asburgica spagnola ad
abbracciare il culto dell’Immacolata come manifesto della ritrovata i-
dentità nazionale, cfr. PROSPERI 2005, p. 279; per gli altri paesi, cfr. i
vari contributi in Virgo Immaculata. Acta 1955-58, vol. XIV (1957),
De Immaculata Conceptione apud varias nationes; MORETTI 2005;
sulla diffusione dell’iconografia dell’Immacolata Concezione nell’età
barocca, cfr. PIGLER 1976, alla voce «Die Unbefleckte Empfängnis».
31
DENZINGER, HÜNERMANN 1996, n. p. 611 (nota al n. 1400), vedi
qui a nota 8.
32
SERICOLI 1945, p. 144.
33
Si potrebbero forse citare fra questi, Urbano VIII (1623-44) e In-
nocenzo X (1644-55), cfr. LAURENTIN 1956, pp. 37-44, si veda qui a no-
ta 8.
154 MAURO MUSSOLIN
34
DENZINGER, HÜNERMANN 1996, nn. 2800-4.
35
DENZINGER, HÜNERMANN 1996, nn. 3900-4.
36
«Egli [i.e. Cristo] vuole stabilire nel mondo la devozione al mio
Cuore immacolato»: tale messaggio è riportato fra le memorie di suor
Lucia, rese pubbliche nel 1973. Sulle apparizioni dell’Immacolata tra
IL CULTO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE 155
38
Sull’importantissimo culto di sant’Anna e sulla relativa iconogra-
fia, cfr. GALIZZI KROEGEL 1999, pp. 227ss; sul culto a Firenze, VALEN-
TINI 1998.
39
Anche questa interpretazione eterodossa fu derivata da alcuni
passi corrotti del Vangelo dello pseudo-Matteo, cfr. qui a nota 3.
40
Solo a titolo d’esempio, si fa notare come il superbo realismo di
Giotto nell’Incontro di Gioacchino e Anna alla porta Aurea della Cap-
pella degli Scrovegni a Padova si tinge di accenti popolareschi nelle
leggende apocrife di omonimo soggetto eseguite da un maestro della
cerchia di Nardo di Cione (1345-55) nel chiostro dei morti della dome-
IL CULTO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE 157
vol. II, pp. 64-76; uno degli esempi più rappresentativi del soggetto re-
sta la lunetta affrescata da Domenico Ghirlandaio all’esterno della
cappella Sassetti in Santa Trinita a Firenze, a introduzione del ‘pole-
mico’ ciclo di storie francescane (1485); interessante è l’interpretazio-
ne del tema proposta in TOSCANO 1986, riguardo al complesso dipinto
di Gerolamo Bedoli della Pinacoteca di Parma, ma si veda al riguardo
il parere differente in FRANCIA 2004, pp. 221-5.
45
Un classico esempio di questa tipologia è rappresentato dalla ta-
vola dipinta da Antoniazzo Romano (1467-72 circa) proveniente dalla
cappella del cardinal Bessarione in Santi Apostoli e ancora oggi custo-
dita nell’omonima chiesa romana, notamente affidata alle cure del-
l’Ordine francescano; tale immagine, pur appartenente al tipo del-
l’Hodigitria esemplata sull’icona di Santa Maria in Cosmedin, reca la
scritta «Concepta abque ulla labe» a cui si accompagnavano in origine
altre inscrizioni di chiaro senso immacolistico incise sull’edicola mar-
morea originaria, cfr. ZUCCARI 2005, p. 65.
160 MAURO MUSSOLIN
46
La puntuale interpretazione del fenomeno fornita in MÂLE 1984,
pp. 50-2, resta fondamentale per acume, incisività e buon senso.
IL CULTO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE 161
47
Esemplare, al riguardo, la lettura offerta in BARGELLINI 1954.
48
Si vedano in FRANCIA 2004, i giudizi sulla Disputa sul peccato ori-
ginale dello Staatliche Museum di Berlino, attribuita a Girolamo Gen-
ga, a p. 185, le obiezioni mosse all’iconografia vasariana a pp. 216-7 e
soprattutto il capitolo conclusivo alle pp. 247-50. Il volume resta co-
munque un fondamentale aiuto all’inquadramento dottrinario del
problema.
162 MAURO MUSSOLIN
49
«A fifteenth-century painting is the deposit of a social relation-
ship», BAXANDALL 1972, p. 1.
50
La grande diffusione di incisioni provenienti dal nord Europa
con il tema della Donna dell’Apocalisse potrebbe avere influito sulla
fortuna dell’interpretazione del soggetto in chiave immacolista, come
dimostrato dal caso di Albrecht Dürer, cfr. G. Morello in MORELLO,
FRANCIA, FUSCO 2005, pp. 118-9.
51
Si veda solo a titolo d’esempio, il catalogo di opere in MORELLO,
FRANCIA, FUSCO 2005, pp. 114-27.
IL CULTO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE 163
52
Per la tavoletta di Stoccolma, attribuita alla cerchia del Pinturic-
chio intorno al 1510, cfr. A. Cavallaro, in MORELLO, FRANCIA, FUSCO
2005, pp. 176-7.
53
Per la tavoletta di Lucca, cfr. G. Dalli Regoli in Matteo Civitali
2004, pp. 370-1; per una attribuzione al pittore Michele Ciampanti e
per una datazione all’ottavo decennio del Quattrocento, cfr. MASSAGLI
2001-02, p. 78; ringrazio Riccardo Massagli per le gentili precisazioni
fornitemi su Vincenzo Frediani e sulla Chiesa lucchese tra Quattro e
Cinquecento.
54
Benché correntemente nominata Disputa sull’Immacolata Con-
cezione, il soggetto della pala lucchese sarebbe meglio indicato quale
Immacolata Concezione di Maria come figura di Ester; fu merito di
Michael Carmichael aver riconosciuto il soggetto, prima di allora im-
propriamente interpretato come Incoronazione di Maria, cfr. CARMI-
CHAEL 1909.
55
Il contratto è integralmente pubblicato in TAZARTES 1987, p. 36;
la derivazione dall’ufficio del Busti è discussa in DAL PRÀ 1988, pp.
279-81; ma vedi anche FRANCIA 2004, pp. 147-57.
164 MAURO MUSSOLIN
56
Sul culto della Concezione in San Frediano a Lucca, oltre che
CARMICHAEL 1909, pp. 20ss, cfr. BARACCHINI, FILIERI 1986, pp. 753-5;
DAL PRÀ 1988, p. 279; FRANCIA 2004, pp. 157-61; M. Ferretti in Mat-
teo Civitali 2004, pp. 546-9. Vale la pena aggiungere che, ad inaugura-
re nel 1279 le celebrazioni della festa della Concezione nella Diocesi
lucchese era stato il monastero di Santa Cristiana (o Santa Maria No-
vella) in Santa Croce sull’Arno, mentre in città il primato spetterebbe
al convento di Santa Maria della Rosa, dove, dal 1365, è attestato un
altare al quale faceva capo una confraternita della Concezione con
larghissimo concorso di popolo; nel tempo tuttavia il maggior contri-
buto alla diffusione delle tesi immacoliste in Lucca fu dato proprio dal
convento di San Francesco, cfr. BERTAGNA 1957b, pp. 368-75; FREDIA-
NI 1957, pp. 393-5.
IL CULTO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE 165
57
Nell’elenco che raccoglie rappresentazioni dell’Immacolata Con-
cezione destinate a una raffinata e colta committenza possono farsi
rientrare: la pala di Giovanni Antonio Sogliani del 1521 con un’Allego-
ria della Concezione per il fiorentino Giovanni Serristori, oggi alla
Galleria dell’Accademia di Firenze, ma in origine destinata alla chiesa
francescana dell’Osservanza di San Salvatore al Monte nell’omonima
città, cfr. VASARI (1568) 1906, vol. V, pp. 130-1; il progetto irrealizzato
del Rosso Fiorentino del 1528 per una simile Allegoria destinata alla
chiesa della Madonna delle Lagrime di Arezzo la cui iconografia, ca-
ratterizzata da un complesso disegno con l’immagine dei progenitori
nell’atto di cogliere il frutto proibito e la figura della Vergine come
nuova Eva, era stata suggerita dal canonico letterato e umanista Gio-
vanni Pollastra, cfr. VASARI (1568) 1906, vol. V, p. 164; la Disputa sul-
l’Immacolata Concezione di Pier Francesco Foschi nella chiesa di
Santo Spirito di Firenze, commissionata da Raffaello Torrigiani. Poco
o nulla è noto intorno alla sofisticata e misteriosa Disputa sul peccato
originale dello Staatliche Museum di Berlino, attribuita a Girolamo
Genga in FRANCIA 2004, pp. 184-6, e a Guillaume de Marcillat, in CHA-
STEL 1989, p. 24.
58
VASARI (1568) 1906, vol. VII, pp. 668-9.
166 MAURO MUSSOLIN
59
Cfr. CORTI 1989, pp. 36-7; VIRDE 1997-99; FRANCIA 2004, pp.
215-7; B. Moreschini in MORELLO, FRANCIA, FUSCO 2005, pp. 182-3. Il
modello vasariano riscosse infatti molto successo, come testimoniano
le versioni dipinte da Jacopo da Empoli, dal Pomarancio, da Carlo
Portelli, dal Poppi, dal Cigoli, da Santi di Tito, da Giovan Battista
Naldini, sull’argomento cfr. A. Griffo in PROTO PISANI, NATALI, SISI,
TESTAFERRATA 2004, pp. 118-9; MORESCHINI 2005. Ringrazio Laura
Corti per l’amichevole guida all’universo vasariano.
60
MORESCHINI 2005, p. 55.
61
Esistono pochi studi storici dedicati all’Immacolata Concezione
quale culto civico; un provvisorio e perfettibile elenco potrebbe sulle
prime comprendere il caso della chiesa francescana dei Frari a Vene-
zia, dove nel promuovere l’Immacolata Concezione i frati restarono a-
IL CULTO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE 167
65
Vittoria gloriosissima s.d. [post 1530], ottava 180, cfr. qui a nota
125.
66
GIGLI 1854, vol. II, p. 620; ma si veda anche, GIGLI 1716, pp. 48-
9.
170 MAURO MUSSOLIN
67
STROZZI 1700, p. 237; in Siena l’anno 1363 fu effettivamente ri-
cordato per una pestilenza particolarmente grave, cfr. Cronaca senese
di Donato di Neri e di suo figlio Neri, in LISINI, IACOMETTI 1931-39,
pp. 599, 605.
68
Fasti Senenses [1661 ca.], p. 168; si veda anche padre Sebastiano
Conti nella sua manoscritta Vittoria maravigliosa per intercessione
della Venerabile Madre Margherita Bichi terziaria di S. Francesco ot-
tenuta a 25 di luglio del 1526, in Biblioteca Comunale di Siena [d’ora
in poi BCSI], ms A.VI.15, c. 107; Sebastiano Conti fu anche curatore
della seconda edizione dei Fasti Senenses 1669, che a Margherita Bichi
dedica le pp. 331-47, con trascurabili variazioni rispetto alla prima e-
dizione. I Fasti Senenses dichiarano esplicitamente che le fonti usate
per il profilo agiografico della Bichi furono il volume dell’Orlandini, le
delibere della Balia e del Concistoro e i manoscritti delle Storie senesi
(1512-1526), di Agnolo Bardi in BCSI, ms A.VI.51, cc. 21-31v.
69
La notizia di un voto all’Immacolata Concezione avvenuto nel
1363 non deriva da GIANI 1618-22, vol. II, p. 93, come altrimenti so-
stenuto. Alla luce della documentazione disponibile resta dunque ar-
duo spiegare su quali basi fu elaborata una simile affermazione. In at-
IL CULTO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE 171
70
L’ipotesi sul sigillo espressa in GIGLI 1716, pp. 39-40, 48-9 (con ri-
produzione a p. 73), poi accolta in BERTAGNA 1957b, p. 360, è respinta
in MARCHETTI 1991, pp. 95-6. Sul sigillo, cfr. CIONI 1989, scheda 2; per
l’immagine del sigillo nella Maestà di Simone Martini in Palazzo Pub-
blico, cfr. BAGNOLI 1999, fig. 43 e p. 40, nota 27 con bibliografia.
71
La polemica fra Benvoglienti e Gigli è narrata in PETRUCCI 1966.
72
La nota del Benvoglienti è nel cosiddetto Chronicon sanense at-
tribuito ad Andrea Dei in MURATORI 1729, tomo XV, coll. 32-3. Benvo-
glienti specifica il motivo del drago quale «simbolo dei nemici di Siena,
IL CULTO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE 173
75
Archivio di Stato di Siena (d’ora in poi ASS), Consiglio generale
179, c. 92v, citato in BERTAGNA 1957b, p. 361.
76
ASS Mercanzia 3, c. 13v, cfr. BERTAGNA 1957b, p. 361; La festi-
vità è registrata come semplice «Conceptione della nostra donna vergi-
ne Maria» anche nello Statuto di Mercanzia del 1472 (ASS, Mercanzia
6), cfr. CHIANTINI 1996, p. 13.
77
VALENTINI 1998; ASHLEY, SHEINGORN 1990.
78
Per riflessi immacolistici nell’opera di Jacopone da Todi, cfr. DI
STOLFI 1957, p. 341. Sulla festa della Concezione a Firenze, cfr. BER-
TAGNA 1957b, pp. 376-81.
IL CULTO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE 175
79
Sulle controversie in sede di predicazione, cfr. PIANA 1957; DESSÌ
1991, pp. 273-83.
80
Per le allusioni a favore dell’Immacolata nel ciclo di prediche se-
nesi dell’Albizzeschi (1427), cfr. BERNARDINO DA SIENA 1989, vol. II,
pp. 824-5 (predica XXIX, 16-18). Gli appelli alla prudenza in BERNAR-
DINO DA SIENA 1935, pp. 56 e 223, sono discussi in DESSÌ 1991, pp. 276-
7; ma al riguardo si veda soprattutto EMMEN 1964, il quale, eviden-
ziando l’intento agiografico della precedente letteratura (SCARAMUZZI
1930, p. 139, nota 139; FOLGARAIT 1939, in part. p. 521; ABATE 1957;
DI STOLFI 1957, pp. 352-4 e soprattutto BERTAGNA 1957a), ha notato a-
cutamente come in realtà tutta la posizione immacolista nell’opera
bernardiniana resti assai difficile da definire.
81
BERTAGNA 1957b, p. 361-2, ricorda anche il ms G. IX. 28 in BC-
SI, firmato da Giovanni Minnocci nel 1441 e contenente un trattato De
conceptione o De peccato originali sostanzialmente macolista.
176 MAURO MUSSOLIN
82
Nel biennio 1457-58, anche Francesco Della Rovere (futuro Sisto
IV) fu maestro di teologia allo Studio di Siena, cfr. PUSCI 1976, p. 282;
DI FONZO 1986, pp. 234-7. Le università furono fra i centri più attivi
nel sostegno all’Immacolata Concezione. In assoluto, la più antica con-
fraternita dedicata alla Concezione sembra sia stata quella degli stu-
denti normanni alla Sorbona di Parigi risalente al 1311; lì, a partire
dal 1497, fu imposto a tutti candidati di difendere in un sermone la
dottrina dell’Immacolata Concezione e ciò in breve tempo fu ripetuto
in moltissime altre università (Colonia, Magonza, Oxford, Cambridge,
Tolosa, Bologna, Vienna etc.).
IL CULTO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE 177
83
Un recente profilo biografico sul Sansone e sulla sua commitenza
è in DI FONZO 2000.
84
GUERRINI 1935; BEGNI REDONA 2000; questa commissione brescia-
na a Leonardo andrebbe considerata parallelamente alla commissione
assai più complessa della Vergine delle rocce, destinata alla chiesa di
San Francesco Grande a Milano come pala dell’altare della Confrater-
nita della Concezione, cfr. le schede di V. Arrighi, E. Villata e P.C. Ma-
rani in ARRIGHI, BELLINAZZI, VILLATA 2005, pp. 67-9, 141-3; e da ulti-
mo le nuove scoperte in SYSON, BILLINGE 2005.
85
Sui lavori quattrocenteschi nel convento di San Francesco di Sie-
na, cfr. ZANELLI 1897; MUSSOLIN 1999; MUSSOLIN in c.d.p.
178 MAURO MUSSOLIN
86
STROZZI 1700, vol. II, pp. 136-8; DI STOLFI 1957, p. 358, nota
115; DI FONZO 1986, p. 457. Il Bandello, vittorioso disputatore a Imo-
la nel 1474-75, era stato invitato a Ferrara nell’aprile 1478 dal duca
Ercole d’Este a tenere una analoga pubblica disputazione, che sembra
avesse spinto i più colti cittadini ad assumere una posizione contraria
alla ‘pia sentenza’. Questa situazione provocò nel papa la necessità di
far redigere il secondo ufficio del Busti e successivamente la bolla Gra-
ve nimis, cfr. PIANA 1957, pp. 11-9; DESSÌ 1991, pp. 270-1, DAL PRÀ
1988, p. 278. Sulla fondamentale figura di Vincenzo Bandello, autore
di un Libellus di fortissima condanna contro l’Immacolata, cfr. FER-
RUA 1963; sull’influenza del Bandello sul giovane Savonarola, cfr.
DESSÌ 1991, p. 269, nota 11, CATTIN 1973, pp. 168-71.
87
Tanto il Sansone, quanto l’amico lucchese Paolo Ghiova, maestro
di teologia francescano e allievo di Francesco Della Rovere, figurano
fra gli artefici dell’erezione di numerose compagnie dedicate alla Con-
cezione della Vergine negli ultimi decenni del Quattrocento. Relativa-
mente a Siena, in SERICOLI 1956, p. 113, nota 74, è ricordato che «in-
dulgentia Conceptionis [...] concessit Iulius II ann. 1509 pro domo S.
Francisci civit. Senarum», senza tuttavia fornire alcun riferimento bi-
bliografico. Una relazione del 1849 (Brevi notizie interessanti il simu-
lacro di Maria Santissima sotto il titolo della Concezione che si venera
nella chiesa parrocchiale di San Mamiliano in Valli, suburbio di Sie-
na, portato in solenne processione la domenica in Albis dell’anno
1849, copia cons. in ASS, Biblioteca, Miscellanea VII/12), citata anche
in MERLOTTI 1995, p. 506, riferisce di una miracolosa immagine lignea
della Vergine della Concezione, così pregevole da essere attribuita a
Jacopo della Quercia, custodita nella chiesa di San Mamiliano fuori
porta Romana, ma proveniente dalla cappella maggiore della chiesa di
San Francesco di Siena; si tratterebbe con tutta probabilità della me-
desima ‘statua’ condotta in processione l’8 dicembre dai confratelli
IL CULTO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE 179
91
In effetti, i sostenitori dell’Immacolata Concezione hanno sempre
cercato di dimostrare questo punto, cfr. ROSSI 1954a, ROSSI 1954b.
Sull’argomento cfr. Virgo Immaculata. Acta 1955-58, vol. VI (1955),
De Immaculata Conceptione in Ordine S. Dominici. Una curiosità po-
trà interessare i lettori senesi: in ambiente domenicano, la stessa Cate-
rina da Siena veniva portata come testimone contrario all’Immacolata
Concezione, si veda BOSCO 1950, p. 161, nota 136 e p. 265, nota 29;
spetta al lucchese Ippolito Marracci, forse il più eroico sostenitore del-
l’Immacolata Concezione nel Seicento, aver scritto una risolutiva Vin-
dicatio S. Catharinae senensis a commentititia revelatione eidem S.
Catharinae Senesi adscripta contra immaculatam conceptionem bea-
tissimae Virginis Mariae, cfr. MARRACCI 1663; nell’opera è inoltre con-
tenuta un’esplicita incisione che mostra l’autore di fronte al ritratto di
santa Caterina colta nell’atto di porgere all’Immacolata un cartiglio
con scritto «Concepta sine labe originalis peccati et numquaquam re-
velatum fuit mihi contrarium»; cfr. BISOGNI, DE GREGORIO 2000, p.
106; sul Marracci, vedi FREDIANI 1957, pp. 398-401.
92
SCHREINER 1995, p. 6.
93
Cfr. ASS Concistoro 2357, c. 2, la fonte è analizzata in NEVOLA
2000, p. 172, nota 12.
IL CULTO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE 181
Dramatis personæ
Qualche anno fa, ebbi modo di studiare il comporta-
mento dei frati appartenenti ai due conventi domenicani di
Siena di fronte all’obbligo imposto dai governatori di cele-
brare la festa dell’Immacolata Concezione nel torno d’an-
ni compreso tra il 1526 e il 153294. I due conventi erano
quelli di San Domenico in Camporegio e di Santo Spirito ai
Pispini. Nei due conventi risiedevano rispettivamente i
frati predicatori cosiddetti conventuali e quelli osservanti
della Congregazione Tosco-romana riformata, meglio co-
nosciuta come Congregazione di San Marco di Firenze e
nella quale erano fioriti sant’Antonino Pierozzi e Girola-
mo Savonarola. L’antefatto storico di quei giorni è fin
troppo noto e data ai giorni di poco precedenti il sacco di
Roma. La disfatta francese di Pavia del 1525 aveva inde-
bolito l’autorità papale di Clemente VII (1523-34). A Sie-
94
MUSSOLIN 1997, pp. 138-57. Mentre queste pagine erano in fase di
correzione editoriale è comparso nel «Bullettino senese di storia pa-
tria» un lunghissimo saggio di John Koenig dal titolo Saving Siena: a
Renaissance State’s Religious Response to Political and Military Cri-
sis. A una pur rapida lettura del lavoro, non può non encomiarsi la
sorprendente abilità dell’autore nel saper condurre una tal massa di
riferimenti archivistici a un numero così limitato di argomenti; il sag-
gio tenta infatti di documentare come la promozione della festa del-
l’Immacolata Concezione dal 1526 abbia significato, in qualche modo,
«a hasty, unceremonious overthrow of the revered Maria Assunta» (p.
129) dietro cui è registrabile «a significant new approach of this go-
vernment [dei libertini] to the application of religious solutions to poli-
tical problems» (p. 119), operazione quest’ultima descritta come una
riattualizzazione di ciò che è definito come «Siena Strategy» (pp.
46ss). La complessità del fenomeno presentata dall’autore può essere
condensata senz’altro dalla frase: «As always, where there was a crisis
there was religion» (p. 139). Non si tralascino tuttavia le conclusioni a
fine saggio (pp. 198ss) né l’affermazione a p. 46, nota 13.
182 MAURO MUSSOLIN
95
Per il quadro storico è ancora fondamentale PECCI (1755-60)
1988, p. II, pp. 167ss; una pennellata a forti tinte è offerta da DOU-
GLAS (1904) 2000, pp. 173-83; per un più documentato commento, si
vedano ASCHERI 2000, pp. 162-79; TERZIANI 2002, pp. 218ss. In parti-
colare, intorno al quadro politico e militare della battaglia di porta
Camollia, le più equilibrate descrizioni sono in CALLEGARI 1908, pp.
307-81 e PELLEGRINI 2004. Desidero anche ringraziare Juan Carlos
D’Amico per le conversazioni sull’argomento, i cui studi sono riassun-
ti in D’AMICO 2002.
IL CULTO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE 183
96
ORLANDINI 1527; come dimostra lo stesso nome di Achille Maria
Orlandini, nel decennio successivo alla battaglia di porta Camollia fu-
rono moltissimi i casi di nuovi battezzati e persino di maschi adulti che
adottarono in segno di devozione il secondo nome di Maria.
97
LUTI 1699; in tale volume, pubblicato per celebrare il rinnovo del
voto della città alla Vergine dopo i drammatici terremoti del 1697, l’e-
saltazione dell’opera della Bichi a favore dell’Immacolata Concezione
serviva per fornire un glorioso precedente alla cerimonia di votazione,
sotto gli auspici dei frati minori di San Francesco di Siena; il tentativo
costituisce soprattutto un’amplificazione retorica di quanto già nel-
l’Orlandini e nelle fonti d’archivio relative, corredate dai meno pro-
babili aneddoti ricavati da Fasti Senenses [1661 ca.], pp. 165-73 e Fa-
sti Senenses 1669, pp. 331-47. Classici studi sulla Bichi restano MI-
SCIATTELLI 1966, pp. 163-71; MENCHI 1968; ARGENZIANO 2000, pp. 21 e
125.
98
Il passo del Tizio da cui è tratta l’espressione «futilis mulier» è in-
tegralmente riportato qui a nota 156; una breve raccolta di giudizi sul-
la Bichi è in PECCI (1755-60) 1988, parte II, p. 212 in nota.
184 MAURO MUSSOLIN
99
«Erat igitur in Senensi Urbe Mulier quedam saga atque fatidica
ex Bichia Familia, nomine Margarita, Uxor Francisci Bonsigniori,
cuius iam elapsis annis, cum eiusmodi ministerio fungeremur, Confes-
sionem Sacramentalem audivimus ad plures annos. Hec, relicto Viro
et Filijs, a quibusdam Canonicis Senensibus nimis credulis alebatur in
Edibus Sancti Stephani nunc, et in Camollie Regione. Hec dicebatur
eiecisse malum Spiritum a Clamidata quadam Vite Eterne, et Georgii
de Georgiis Filia in nomine Sancte et Individue Trinitatis. Nunc ut va-
leant quidam contra Fratres Sancti Spiritus agere valeant, mutave-
runt nomen Trinitatis in nomen Conceptionis, ita ut Fratres illos non
modicum persequerentur. Nec sane Mulier Johannem Canonicum Iu-
venem Hieronjmi Simonis Procuratoris Filium ad Senatores, et Liber-
tatis Conservatores per hos dies, obsessa Urbe, destinavit, nam et ex
Senatoribus quidam ita fidem Margarite adhibebant, ut inconsulta illa
nihil agerent, mihique ipsi, eorumque Tabellio rettulere vera eccenisse
cuncta, que predixerat. Mandat igitur, atque exposuit, ut pro Senato-
res solemniter decernatur ea die, qua Senensis Civitas fuerit liberata
ab Hoste, celebretur solemnis super alias omnes Festivitas Immaculate
sue Conceptionis, non venationibus, aut ludis ceteris, sed spirituali-
bus, utpote Confessione Peccatorum, et assumptione Sacramenti Eu-
charistie, precipue ab omnibus Magistratibus in posterum, ut diebus
celebretur [?]ibus Festivitas custodiatur. Secundo exposcere Virginem
Urbis Dominam, quod sua in Urbe disputari, neque predicare valeat
adversus Conceptionem suam, sed illam observare et tenere, Religio-
sosque omnes, atque alios, qui eiusmodi celebritatem non accepta-
bunt, nec solemnizabunt, sua in Urbe habitare non valeant, aut ali-
quod habere Domicilium. Tertio denuntiat, Virginem exposcere, ut
Dominica proxima, que erit dies Julij vigesima secunda Marie Magda-
lene dicata, et Dies Dominica, omnes Magistratus, qui in Dominio sue
Urbis erunt, ad Maiorem confluant Ecclesiam, facta prius Confessio-
ne, et Communione accepta et coram eadem Imagine, in conspectu
cuius alias fuere, Missam Conceptionis celebrari faciant», S. Tizio,
BCSI, ms B.III.15, tomo X, c. 296r-v; ringrazio Gabriele Fattorini per
l’aiuto gentilmente fornito nella trascrizione del citato passo del mano-
scritto. È documentato che nel 1526 ai domenicani fu levata la cura
IL CULTO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE 185
102
Nel 1530 Antonio Vignali fu costretto a lasciare la patria per aver
«offeso troppo altamente la maestà della gentilissima citta di Siena», c-
fr. l’introduzione di N. Borsellino, in VIGNALI 1984, p. 13. Sulle con-
greghe del primo Cinquecento, si veda CATONI 2001.
103
ORLANDINI 1527, c. 8v.
IL CULTO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE 187
104
ORLANDINI 1527, c. 7v.
105
Sulla pittura di Giovanni di Lorenzo, cfr. ROMAGNOLI [ante
1835] 1976, vol. V, pp. 395-413; CORNICE 1981; BISOGNI 1984, p. 387,
nota 40; SRICCHIA SANTORO 1990a, p. 36; BAGNOLI 1990b; MOSCADELLI,
ZARRILLI 1990, pp. 704-6, nn. 263-87; CIAMPOLINI 1997 e in ultimo
FATTORINI 1998-99, con nuovi documenti inediti e rigoroso apparato fi-
lologico. Nel 1525 il pittore aveva realizzato uno ‘stendardo della li-
bertà’ su commissione della Repubblica; i documenti relativi al citato
‘stendardo di Nostra Donna’ datano invece dal 16 giugno al 10 agosto
1526, mentre la dedica all’Immacolata Concezione fu aggiunta il 18 lu-
glio: va anche notato che nell’espressione «gonfalonis intemeratae et
gloriose nostre Virginis Marie», usata nel pagamento del 16 giugno,
l’appellativo di ‘intemerata’ in questi casi va riferito alla persona del-
la Madonna e non alla natura eccezionale della sua Concezione.
188 MAURO MUSSOLIN
106
ORLANDINI 1527, c. 11v.
107
LUTI 1699, p. 26; per quanto mi sia stato possibile verificare, la
notizia dell’antichità del culto non sembra essere mai riferita in OR-
LANDINI 1527.
IL CULTO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE 189
108
La copia ufficiale di questo documento, da cui sono tratti i passi
citati, è contenuta fra le delibere in ASS, Balia 85, cc. 61-3 [21 lug.
1526]; il testo è integralmente trascritto e tradotto in TOTI 1870, pp.
39-42 (senza indicazione di data); ampi stralci sono anche in PECCI
(1755-60) 1988, p. II, p. 213; BOSCO 1950, pp. 108-9.
109
LUTI 1699, p. 29. A quei giorni dovrebbe risalire anche un enig-
matico patto di ‘fratellanza’ sottoscritto da anonimi «difensori de la
190 MAURO MUSSOLIN
113
GIGLI 1716, p. 58.
114
ARGENZIANO, 2001, pp. 92-7.
192 MAURO MUSSOLIN
115
GIGLI 1854, vol. II, pp. 192-3; MARELLI 1908; ARGENZIANO 2001,
p. 108.
116
Cfr. Ephemerides Senenses di Allegretto Allegretti, in MURATORI
1733, p. 815; SHAW 2006; di questa cerimonia resta l’immagine nella
Gabella dipinta da Pietro di Francesco Orioli, cfr. la scheda di A. An-
gelini, in BELLOSI 1993, pp. 366-7; ma vedi anche BORGIA, CARLI, CEP-
PARI, MORANDI, SINIBALDI, ZARRILLI 1984, pp. 184-5.
117
La cerimonia del voto alla Vergine fu istituita, come detto, nel
1260 e rinnovata nel 1483; dal 1526 fu espressa in nome dell’Immaco-
lata Concezione e ripetuta sotto stesso auspicio nel 1550, nel 1555 e nel
1697, cfr. LUTI 1669, pp. 57ss.
118
ASS, Concistoro 959, c. 8v, TOTI 1870, p. 37; LUTI 1699, p. 32.
IL CULTO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE 193
119
In ORLANDINI 1527, cc. 13v-14, la questione è posta esattamente
in questi termini: «Comandando ciò la Vergine gloriosa ai suoi suggetti
espressamente per li servi suoi e permettendo Ella per testimonianza e
chiarezza d’Essa ne’ bisognosi avvenimenti, tempestivo aiuto compie-
re si dovessero a ogni modo i giusti desii de la santa Vergine e coman-
dare che chiunque per li paesi a Lei suggetti far volessi dimoranza, co-
sì dela Concezzione sua credessi come Ella intendeva che creduto fosse
e i ripugnanti a quella credessero a lor senno in altra parte ove più ag-
gradiva loro, fuor del terreno a tal Signoria legato. Et se mal fatto pa-
reva a qualcuni di licenziare una così fatta religione [i domenicani],
peggior cosa stimar dovevano che per cagione di pochi la città loro gis-
se in perdizione».
120
ORLANDINI 1527, c. 14; sull’intolleranza dei senesi verso i frati di
Santo Spirito, vedi qui a nota 155.
194 MAURO MUSSOLIN
121
La vittoria è ricordata tra le deliberazioni in ASS, Balia 85, c.
69r-v [25 lug. 1526].
122
ORLANDINI 1527, c. 18; CALLEGARI 1908, p. 353.
123
FATTORINI 1998-99, p. 22, nota inoltre come tale sentimento mi-
stico fosse estraneo alle imprese politiche e militari del governo nove-
sco di Pandolfo Petrucci. All’autore va tutta la mia riconoscenza per
aver consentito la lettura del suo prezioso lavoro inedito.
IL CULTO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE 195
124
MACHIAVELLI 1999, p. 436.
125
Vittoria gloriosissima s.d. [post 1530]; il rarissimo poemetto in
206 ottave fu pubblicato in due tirature pressoché identiche, entrambe
seguite da quattro stanze e una barzelletta «composte da altro autho-
re» (c. 13); è assai probabile che il volume sia stato stampato da Simo-
ne di Niccolò Nardi o dal libraio Alessandro da Siena che figura spesso
come suo socio; riguardo all’autografia, MANGO (1886) 1969, pp. 1ss,
lo attribuisce allo stesso Orlandini, diversamente da MAZZI (1882)
2001, p. 264, che lo assegna a Giovanni Tondi e POLIDORI 1854, p. IV
che lo dà a Giovan Battista Garghi. Tuttavia il colophon dell’operetta
riporta «F.N. Faciebat», come giustamente descritto in Guerre in otta-
va rima 1989, vol. I. Repertorio bibliografico e indici, a cura C. Ivaldi
e D. Diamanti, pp. 105-6, cat. 20, nn. 161-2. Il testo del poema è inte-
gralmente trascritto in MANGO (1886) 1969, pp. 1-116, mentre in Guer-
re in ottava rima 1989, vol. II. Guerre d’Italia (1483-1527), a cura di
M. Beer, D. Diamanti, C. Ivaldi, pp. 673-96, è pubblicata la riprodu-
zione anastatica della seconda tiratura contenuta nel codice Chigiano
G.II.40, cc. 267r-278v della Biblioteca Apostolica Vaticana; una copia
della prima tiratura, caratterizzata per una impressione assai più niti-
da, è custodita in ASS, Biblioteca, Miscellanea VII/1.
196 MAURO MUSSOLIN
126
Un più ambiguo passo della Vittoria gloriosissima sembra far ri-
ferimento alla battaglia di Tunisi del 1535, cosicché la datazione dell’o-
pera potrebbe persino far pensare a un poema composto in occasione
della trionfale entrata di Carlo V in Siena nel 1536, cfr. Vittoria glorio-
sissima s.d. [post 1530], ottave 6-7, cfr. MANGO (1886) 1969, p. 43.
127
Vittoria gloriosissima s.d. [post 1530], ottava 120, cfr. MANGO
(1886) 1969, p. 81.
128
L’episodio di Elisabetta è in Vittoria gloriosissima s.d. [post
1530], ottave 198-199, cfr. MANGO (1886) 1969, p. 107.
129
G. Tommasi, La seconda parte inedita della Historia di Siena,
BCSI, ms A.X.74, (libro VIII, II deca) c. 334v.
IL CULTO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE 197
130
S. Tizio, BCSI, ms B.III.15, tomo X, p. 314: «Et nos vidimus
mulierem iuvenem annorum viginti unius fune brachium ligatum cap-
tivum florentinum perducere, vini cado oneratum ac telo, quod dexte-
ra gerebat, ut ambularet minitantem, et multi ridentes viderunt. No-
men mulieris Betta nutrix», citato in POLIDORI 1854, p. 338 e nota 3, e
ricordato in Bellum Julianum; GIGLI 1856, vol. II, p. 625.
131
L’episodio di Usilia caratterizza tutte le versioni dei racconti di
Montaperti, a partire da quella edita da SPAGNOLO 2004, p. 61.
132
GARRISON 1960, pp. 23-58 (citaz. a p. 55).
198 MAURO MUSSOLIN
133
SPAGNOLO 2004, pp. XXIV-XXVI, XXXII-XXXIII, 55, 58.
134
Cfr. BCSI, ms C.VI.14, c. 106; GIGLI 1856, vol. II, p. 623.
IL CULTO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE 199
135
GIGLI 1716, p. 15; anche DOUGLAS (1926) 2000, p. 175, non fu in-
sensibile a tali narrazioni e ripeté che «la gloria di Montaperti s’illan-
guidì di fronte a quella della battaglia di porta Camollia».
136
ORLANDINI 1527, c. 15.
137
Cronaca senese di autore anonimo in LISINI, IACOMETTI 1931-39,
p. 58.
200 MAURO MUSSOLIN
138
SPAGNOLO 2004, p. 27 (per facilità di lettura nella trascrizione
del passo ho separato alcune parole ed eliminato i raddoppi iniziali).
139
Sull’uso politico del mito di Montaperti nella storia senese, cfr.
KAWSKY 1995, pp. 122-6; e l’accurata analisi in PARSON 2004, pp. 1-31.
La battaglia di Montaperti stimola ancora oggi l’identità collettiva dei
senesi come dimostrato dal continuo revival storico ed editoriale.
140
SPAGNOLO 2004, p. XVII.
141
SPAGNOLO 2004, p. 21 avanza efficacemente l’ipotesi che la com-
posizione del perduto archetipo posto alla testa della famiglia delle più
antiche cronache di Montaperti dovrebbe risalire, per una serie di ri-
mandi interni, al regime politico dei Dodici governatori e difensori del
Comune, databile agli anni 1355-68, e composto in massima parte da
rappresentanti del popolo minuto.
IL CULTO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE 201
142
ORLANDINI 1527, c. 28v.
143
ORLANDINI 1527, c. 24.
202 MAURO MUSSOLIN
144
SPAGNOLO 2004, p. 21; ma si veda anche la retorica degli stendar-
di in Vittoria gloriosissima s.d. [post 1530], ottave 116-20, cfr. MANGO
(1886) 1969, pp. 79-81.
145
SPAGNOLO 2004, p. 30.
146
Si veda anche la Cronaca senese di autore anonimo in LISINI, IA-
COMETTI 1931-39, p. 58. Lancillotto Politi ne La sconficta di Monte A-
perto del 1502, diffusamente analizzata più avanti, pone quell’origina-
rio vessillo di Camollia addirittura come la rappresentazione della
«magnifica bandiera del comune di Siena, tutta pura, tutta candidissi-
ma, in similitudine o vero in segno della purità della regina nostra,
quasi sola purità e innocentia dovesse essere vexillo contra e nimici»,
cfr. POLITI (1502) 2002, c. 62.
IL CULTO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE 203
147
SPAGNOLO 2004, p. 35.
148
L’8 settembre 1260, quattro giorni dopo la battaglia, gli abitanti
di Montalcino dovettero fare atto di pubblica sottomissione ai senesi di
fronte al Carroccio con il gonfalone, cfr. Caleffo Vecchio 1931-34, vol.
II, pp. 846-52, n. 628; nel 1262 il terzo articolo del Constituto del Co-
mune di Siena prevedeva che di fronte al carroccio ardessero costante-
mente delle candele e che ivi fossero pronunciati i massimi giuramenti
dei magistrati, cfr. ZDEKAUER 1897, p. 26. Un approfondito studio sui
‘cimeli’ della battaglia di Montaperti, tra i quali, oltre il gonfalone
bianco, il carroccio, la campana dei fiorentini detta ‘la martinella’ e il
celeberrimo Libro di Montaperti, potrebbe essere avviato sulla base di
quanto riferito in PORRI 1844, pp. 76-8, 81; PAOLI 1860; PAOLI (1889)
2004, pp. XLIIII-LXV; KAWSKY 1995, pp. 245-9 e gli spunti forniti in
PARSON 2004, pp. 1-31.
149
Cronaca senese di autore anonimo in LISINI, IACOMETTI 1931-39,
p. 65. Altre dettagliate descrizioni del carroccio sono contenute nella
204 MAURO MUSSOLIN
154
CREYTENS 1970, pp. 191-2, nota 263. Sull’argomento restano
ancora fondamentali: BOSCO 1950, pp. 103-20, 137-66, 233-66 e LIBE-
RATI 1950, pp. 140-41; diffuse precisazioni e documenti sono in MUS-
SOLIN 1997, pp. 138-57, a cui si rinvia per ogni ulteriore approfondi-
mento.
155
I senesi avevano già mostrato insofferenza verso i frati di Santo
Spirito in occasione del tentativo di riforma del convento da parte di
Girolamo Savonarola nel 1494, cfr. MUSSOLIN 1997, pp. 52-70. Nei fat-
ti del 1526, i motivi erano stati acuiti da tre fattori: la principale com-
IL CULTO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE 207
156
«Edicuntque fratribus Sancti Spiritus et Sancti Dominici ut aut
celebrent Conceptionem, aut alio migrent [...] Migrandi edicta fra-
tres, non ferebant, neque audebant, adversus divi Thomae doctrinam
celebrare. Abierant autem prius fratres Sancti Spiritus quotquot e-
rant florentini, cum pro moenibus pubblicis habitarent. Mihi quidem
non fit verosimile mandasse Virginem ut urbem incolere non valerent,
qui conceptionem non dicerent. Non enim mandasset Maria quae pec-
catum continerent. Peccatum vero et excomunicatio ut laici eiiciant
clericos. Praeterea cur magis eiiciendi ex urbe Sena, quam de aliis. In-
super ex Sisti constitutione quae incipit Grave Nimis utraque opinio
teneri potest, neque determinatum est ab Ecclesia quod Margharita
futilis mulier audet determinare. Verum universus orbis vanitate re-
fectus est, ubi tot inania referuntur. Nos enim ex his adducimur crede-
re, ut neque Margharita neque illius ministri et executores intelligant
peccatum originale nec Virginis conceptionem», S. Tizio, BCSI, ms
B.III.15, tomo X, pp. 293-6.
157
Sull’argomento si vedano POLIZZOTTO 1994, capitoli VII-VIII;
VERDE 1995, pp. 403-17; MUSSOLIN 1997, pp.152-3 e note.
IL CULTO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE 209
158
Nella stessa deliberazione di Balia si aggiunge: «Item che il dì di
dicta festività de la Inmaculata Conceptione sia feria [per l’ottava] e
come supra la festa di Sancta Maria di Agosto, e questo s’intenda per
la città et contado», ASS, Balia 92, cc. 215-7 [28 nov. 1527]: altre no-
tizie in ASS: Balia 93, c. 87v [31 dic. 1527]; Balia 95, c. 202v [10 nov.
1528]; altri documenti citano spesso anche i frati di San Domenico:
Balia 85, c. 97v [1526]; Balia 90, cc. 131v, 152 [1527]; Balia 92, cc.
246r-v [1527]; Balia 93, c. 226 [10 feb. 1527(1528)]; Balia 94, c. 38v
[13 mag. 1528]; Balia 98, cc. 67, 82 [1529]; solo alcuni di questi riferi-
menti sono riportati in BERTAGNA 1957b, p. 365.
159
CREYTENS 1970, pp. 191-2.
160
Noto al secolo come Lancillotto Politi (1484-1553), egli è ampia-
mente conosciuto con il nome regolare di Ambrogio Catarino Politi (la
storiografia senese e i documenti relativi si riferiscono a lui piuttosto
come ‘Caterino’). Professore allo Studio senese all’età di diciott’anni,
divenne presto avvocato concistoriale a Roma sotto Leone X; il Politi
fu patrizio senese di ferma integrità morale, di solida preparazione
giuridica, di battagliero e terribile spirito polemico. Ispirato più tardi
dagli scritti di Savonarola si fece frate domenicano nel 1517 nel con-
vento fiorentino di San Marco, prendendo il nome in omaggio ai due
210 MAURO MUSSOLIN
166
Non mi è stato possibile rintracciare il documento originale, inte-
gralmente pubblicato in LIBERATI 1950, pp. 141-3; BOSCO 1950, pp.
234-5 pubblica alcuni passaggi copiati dal Catarino nel proprio carteg-
gio; su Tommaso di San Miniato, cfr. VERDE, GIACONI 1992, p. 710 e al-
l’indice.
167
Per via di una clausola del Concilio Lateranense V, sess. XI
(1516), Catarino dovette accettare che i magistrati potessero far cele-
brare ad altri religiosi l’ufficio della Concezione in Santo Spirito. Nel-
l’approssimarsi dell’8 dicembre 1527, è documentato che le magistra-
ture diedero incarico a quattro presbiteros secolari di andare a cele-
brare gli uffici dell’Immacolata Concezione in San Domenico, ASS,
Balia 92, c. 246r-v [7 dic. 1527].
168
Uno dei primi riferimenti al breve è in ASS, Balia 92, c. 209 [26
nov. 1527].
IL CULTO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE 213
169
ASS, Balia 95, cc. 146-8 [11 ott. 1528].
170
Le vicende del breve, spedito dopo lunghe peripezie il 16 novem-
bre da Roma e giunto a Siena entro il 25 novembre, sono ricostruibili
attraverso il carteggio della Balia con Jano Calvo Salimbeni a Roma
(ottobre-novembre 1528), cfr. ASS, Balia 95, cc. 161, 166v, 194v, 197;
Balia 429, cc. 110, 122, 127v, 142v, 153v, 158, 160, 163 (ringrazia-
mento al Muscettola del 25 nov.), 164v; Balia 584, cc. 14, 31, 45, 91;
Balia 585, cc. 2, 28, 56, 64 (conferma della spedizione da Roma), 70;
con qualche imprecisione fanno cenno del breve anche, BOSCO 1950,
pp. 137-9; BERTAGNA 1957b, p. 366.
171
ASS, Balia 95, cc. 228v-9v [24 nov. 1528]; giova notare che in
queste delibere non è ancora fatto cenno alla basilica di Santa Maria
dei Servi.
214 MAURO MUSSOLIN
172
Dalla Chronica quadripartita del convento di Santo Spirito,
conservata in ASS, Patrimonio resti ecclesiastici 2348, c. 28; molti do-
cumenti inediti e la trascrizione integrale del primo libro della Chroni-
ca, insieme a un’ampia analisi delle fonti del convento è in MUSSOLIN
1995, in part. 21-30.
173
Si veda la delibera di poco precedente all’8 dicembre in ASS,
Balia 95, c. 259 [4 dicembre 1528].
174
ASS, Balia 600, c. 89 [30 gen. 1529]; Balia 431, c. 61 [20 nov.
1529].
IL CULTO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE 215
175
La posizione immacolista del cardinale francescano Francisco
Quiñones è evidente dal suo Breviarium romanum composto nel 1535,
cfr. FRANCIA 2004, p. 58.
176
PECCI (1748) 2002, pp. 347-8, riferendo dell’assedio del 1526, ri-
corda che Giovanni Piccolomini era stato «principal consigliere de’
reggenti della Repubblica, esortandoli con pubbliche preghiere a ri-
correre agli aiuti di Maria Santissima, antica, e particolar protettrice
della città di Siena».
177
VALERIO 1992, pp. 71-3, n. 41.
178
MUSSOLIN 1997, pp. 152-3; CREYTENS 1970, pp. 136ss.
216 MAURO MUSSOLIN
179
STROZZI 1700, vol. II, pp. 241-2.
180
RIEDL, SEIDEL 1992.
181
Le giustificazioni del Catarino riguardo all’incendio sono assai e-
splicative: «Sed ecce ibi insperato aliud novum atque oppido mirum:
templum enim Beati Dominici igne quopiam, nescio unde, repente
exorto, euro perflante bona parte succenditur. Quam rem cum prodi-
giosam omnis populus interpretaretur, coepere magistratus eius multo
maiore instantia a nostris fratribus eam celebrationem Immaculatæ
Conceptionis exigere; nam et opportune et quasi de industria factum
videbatur, ut tunc id prodigii eveniret, quum eiusdem Sanctæ Concep-
tionis festivus dies celebrandus instaret [...]. Tunc vero maxime adver-
sum me multi denuo infremere, meque huius rei authorem falsissime
criminari; quorum indignatio, ne dicam furor, cum neque tempore de-
ferbesceret, sed magis cresceret. Stimulo mihi fuit ut saluti et quieti
meæ et christianæ libertati consulere cogitarem», cfr. POLITI 1533, c. 5.
IL CULTO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE 217
182
ASS, Concistoro 1739, cc. 150v-2v [8-9 dic. 1531]; ampi passi
del relativo carteggio sono trascritti in MUSSOLIN 1997, pp. 154-7.
183
Si tratta dello spagnolo Garsia de Loaysa vescovo di Osma, mae-
stro generale dell’Ordine domenicano dal 1526 e cardinale titolare di
Santa Susanna dal 1530.
218 MAURO MUSSOLIN
184
ASS, Concistoro 2086, cc. 84 [15 dic. 1531].
185
ASS, Concistoro 2086, c. 86 [16 dic. 1531].
186
ASS, Concistoro 2086, c. 90 [29 dic. 1531].
187
ASS, Concistoro 2086, c. 90-1 [30 dic. 1531].
IL CULTO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE 219
188
ASS, Balia 105, cc. 244-4v [9 lug. 1532], contiene, oltre ai citati
ringraziamenti, un’altra trascrizione del breve con la liberatoria alla
celebrazione spedito da Roma; il breve è registrato anche in ASS, Con-
cistoro 2207, filza [19 giu. 1532].
189
Tale trattato è conservato in tre edizioni leggermente differenti;
la prima edizione fu stampata a Siena e corrispondente a POLITI 1533;
ai fini della vicenda senese è la più rilevante poiché è anticipata da u-
na interessante lettera di Giovanbattista Politi, fratello del Catarino,
e seguita dalla Expositio controversiae inter ipsum et quosdam de Pa-
tribus eiusdem Ordinis exortae, anche citata come Explanatio erro-
rum in controversia super celebrationem Conceptionis Immaculatæ
Virginis inter Fratres nostros et Senenses Cives oborta, in cui l’autore
risponde alle accuse lanciate dai confratelli della Congregazione di
San Marco; la seconda edizione fu edita a Lione nel 1542 all’interno
degli Opuscola; la terza, destinata ai padri del Concilio di Trento, fu
pubblicata a Roma nel 1552, cfr. POLITI 1552; cfr. BOSCO 1950, pp.
156-65.
190
POLITI 1533, cc. 2v, 79.
220 MAURO MUSSOLIN
191
Si veda la V sessione del Concilio di Trento del 17 giugno 1546, di
cui fu protagonista il Catarino, cfr. DENZINGER, HÜNERMANN 1996, n.
1516; a Trento, al fianco del Catarino nella difesa dell’Immacolata
Concezione, si sarebbe trovato anche l’arcivescovo di Siena Francesco
Bandini Piccolomini, succeduto allo zio Giovanni Piccolomini il 7 a-
prile 1529, vedi GIGLI 1716, p. 50; su Francesco Bandini Piccolomini,
cfr. PECCI (1748) 2002, pp. 351ss.
192
BOSCO 1950, pp. 264-5.
IL CULTO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE 221
193
Sullo stampatore Simone di Niccolò Nardi, cfr. IACOMETTI 1926,
pp. 184-202; PALLECCHI 2002; LEONCINI 2002; PELLEGRINI 2003.
194
La recente edizione anastatica di POLITI (1502) 2002, è stata
pubblicata senza la dedica iniziale al Magnifico Pandolfo Petrucci si-
gnore di Siena, contenuta a c. 1v dell’originale.
195
Si veda l’ampia scheda di E. Pellegrini in L’immagine di Siena
1999, pp. 26-7, che approfondisce e revisiona quanto già in PELLEGRI-
NI 1986, pp. 31-2.
222 MAURO MUSSOLIN
196
Nel cartone preparatorio di Raffaello, correntemente datato al
1503, lo sfondo della scena è significativamente lasciato in bianco, cfr.
GREGORI 1984, p. 22; SCARPELLINI, SILVESTRELLI 2003, pp. 265-9, con
bibliografia.
197
Per la protezione della Madonna in rapporto ai terremoti del
1467, cfr. GIGLI 1854, parte II, p. 182; cfr. la recente scheda di M.C.
Paoluzzi, in TOMEI 2002, pp. 198-200 con bibliografia precedente.
198
Sul combattimento di Santa Petronilla, cfr. PAOLI 1869, pp. 24-
5. Un ampio racconto delle battaglie combattute nell’area di Camollia
è in MERLOTTI 1995, pp. 355-66; un approfondito studio sul contesto
medievale del Terzo di Camollia e sul suo sistema difensivo è in BROGI-
NI 1995; la presenza ecclesiastica e le dinamiche sociali sono analizzate
IL CULTO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE 223
207
Si veda anche la Biccherna che ritrae la solenne entrata in Siena
di Cosimo I nell’ottobre 1560, cfr. BORGIA, CARLI, CEPPARI, MORANDI,
SINIBALDI, ZARRILLI 1984, pp. 258-9.
208
ASS, Balia 92, c. 205v [25 nov. 1527].
209
PECCI (1755-60) 1988, p. II, p. 176; GIGLI 1716, pp. 45-6.
210
ISRAËLS in c.d.p.; sulla Cappella di Piazza, cfr. LIBERATI 1942.
IL CULTO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE 227
211
BORGIA, CARLI, CEPPARI, MORANDI, SINIBALDI, ZARRILLI 1984,
pp. 250-1.
212
MERLOTTI 1995, p. 364.
213
Sulla data e sul significato della dedica si rimanda agli informa-
tissimi MOSCADELLI 2004 e PAPI 2004.
214
Sulla scorta di Sigismondo Tizio altri storici senesi hanno de-
scritto la battaglia di Camollia e, pur non negando alla Vergine il meri-
228 MAURO MUSSOLIN
217
PELLEGRINI 1986, pp. 22, 33-4; E. Pellegrini, in L’immagine di
Siena 1999, pp. 11, 28-9. La stessa matrice della xilografia dell’Orlan-
dini fu riutilizzata come frontespizio della lettera a stampa di Cecchi-
no Cartaio a madonna Gentile Tantucci, cfr. La Magnifica et honora-
ta festa fatta in Siena per la Madonna d’agosto l’anno 1546 (copia
consultata ASS, Biblioteca, Miscellanea VII/2), ripubblicata in CEC-
CHINO CARTAIO (1546) 1879; il riutilizzo dell’incisione sembra motivar-
si con un passo della lettera dove si descrive la bandiera di Giovanni di
Lorenzo: «e doppo seguiva un grande stendardo di Nostra Donna,
sott’il qual milita la nostra Signoria e tutti li magistrati che ordinata-
mente lo seguano» (c. 2v, o p. 14); ); ciò è confermato anche in MALA-
VOLTI (1599) 1982, p. 129v: «In Siena poi che per ordin pubblico fu
fatto uno stendardo con l’immagine della Nostra Donna, et in honor
della medesima accompagnato alla chiesa catedrale dalla Signoria e
dagli altri magistrati, come s’è poi usato sempre dalla Signoria d’haver
voluto per guida quel gonfalone». Tranne che nei documenti, in queste
pagine si è sempre indicato con il termine ‘gonfalone’ il manto-reliquia
medievale della battaglia di Montaperti, mentre con quello di ‘sten-
dardo’ la bandiera dipinta da Giovanni di Lorenzo.
218
Fasti Senenses [1661 ca.], p. 171.
219
GIGLI 1716, p. 15: «In uno degl’istessi trionfali vessilli della pa-
tria, che oggidì ancora sogliono portarsi avanti all’eccelso Senato, fu-
rono scritti questi versi in testimonio del benefizio ricevuto».
230 MAURO MUSSOLIN
220
Molte opere di Simone di Niccolò sono corredate da interessanti
xilografie che contengono il profilo della città di Siena (per esempio la
Vita del beato Ambrogio Sansedoni, Siena 1509, c. 1; la Vita della se-
raphica s. Catherina da Siena, di Raimondo da Capua, Siena 1524, c.
1v, in quest’opera è da notare il volgarizzamento curato da Ambrogio
Catarino Politi), inoltre nell’editore assai frequente è l’adozione del
simbolo della Lupa con i gemelli, accoppiato alla parola Libertas; altri
argomenti a sostegno di una collaborazione tra Simone di Niccolò Nar-
di e Giovanni di Lorenzo sono in FATTORINI 1998-99, pp. 13ss.
221
ORLANDINI 1527, c. 9 (corsivi miei).
IL CULTO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE 231
222
Questa ipotesi secondo cui l’immagine dello stendardo potesse
rappresentare una ibridizzazione fra l’iconografia dell’Assunta e
quella della Madonna della Misericordia costituisce un profondo ag-
giornamento persino di quanto sostenuto in MUSSOLIN 2006.
223
ORLANDINI 1527, c. 9.
232 MAURO MUSSOLIN
224
ORLANDINI 1527, cc. 8v-9; LUTI 1699, pp. 20-1; STROZZI 1700,
vol. II, pp. 237-8.
225
ASS, Concistoro 972, c. 2v [1 sett. 1528], ISRAËLS in c.d.p.
226
Agnolo Bardi descrive «una bandiera biancha dipintovi l’Assun-
ta della gloriosa Vergine», BCSI, ms A.VI.51, c. 22; Sigismondo Tizio
sembra descrivere il lato opposto dello stendardo, facilmente indivi-
IL CULTO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE 233
229
Incunabula Ordinis Servorum sub Deiparæ Virginis vexillo mili-
tantium, Siena, per Simone di Niccolò Nardi, 8 marzo 1533 (1532, sti-
le senese); il volume raccoglie in appendice le vite dei beati serviti se-
nesi Filippo, Gioacchino e Francesco, quest’ultima scritta da Niccolò
Borghesi (volume cons. BNCF, 1314.4 miscellanee).
230
Giovanni di Lorenzo fu forse battezzato nel 1494 e risulta morto
nel 1562, cfr. MOSCADELLI, ZARRILLI 1990, p. 704, n. 263; G. Fattorini,
in PICCINNI, ZARRILLI 2003, p. 78.
231
Rispetto a quanto riferito in PELLEGRINI 1986, pp. 35-6, ed E.
Pellegrini, in L’immagine di Siena 1999, p. 30, giova precisare che
questa piccola incisione non è tratta da ORLANDINI 1527, ma dalla Vit-
toria gloriosissima s.d. [post 1530].
232
FATTORINI 1998-99, pp. 11ss; datazione, attribuzione e funzione
della tavoletta di Gabella sono da ultimo discussi da V. Ascani, in TO-
MEI 2002, p. 224-5; ma vedi anche BORGIA, CARLI, CEPPARI, MORANDI,
SINIBALDI, ZARRILLI 1984, pp. 27 e 228-9.
IL CULTO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE 235
233
CIAMPOLINI 1997; TURRINI 1997, pp. 61-74; FATTORINI 1998-99,
pp. 45ss.
236 MAURO MUSSOLIN
234
Nei Fasti Senenses [1661 ca.], pp. 165ss, il dies natalis della Bi-
chi, ovvero data della morte, coincide con il 25 luglio, occasione certa-
mente strumentale per fissare il trapasso della donna all’anniversario
della battaglia di porta Camollia; il testamento della Bichi è ricordato
in LUTI 1699, pp. 50-2; inoltre vedi qui a nota 254.
235
ROMAGNOLI [ante 1835] 1976, vol. V, p. 403.
236
BISOGNI 1988, p. 344.
237
La chiesa di San Martino fu profondamente trasformata da Gio-
van Battista Pelori dopo il 1540, cfr. LIBERATI 1954; sulla localizzazio-
IL CULTO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE 237
240
Cfr. BORGHINI 1983, pp. 310-1, 328-9; il testo seguente integra e
corregge leggermente quanto ivi trascritto a p. 310: «Album Deiparæ
Virginis ad coelum assumptæ vesillum per eam precibus et votis in
maiori templo divinum ausilium imp[l]oras cum a magno florentino-
rum et Clementis VII exsercitu Senarum suburbia vastarent S.P.Q.S.
tante matri addicitus explicuit mense julio MDXXVI quo firmissimo
auspicio et si viribus longissime [...]ar mactatis profligatisque hosti-
bus eorumque spoliis ac aeneis tormentis direptis insignem atque adeo
miram potitus est victoriam hinc publice exeuntes de magni reipublicæ
editus excelsi viri primarii et magistratus sacrum vexillum sibi prefer-
ri consueverunt».
241
La cacciata di Carlo IV da Siena avvenne nel 1369, ma la scena è
ambientata alla fine del XVI secolo, cfr. BORGHINI 1983, p. 295, fig.
385.
IL CULTO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE 239
242
Le due serie mostrano una minima variazione del diritto, consi-
stente nell’aggiunta di due teste di cherubini a fianco della Vergine, c-
fr. TODERI 1992, pp. 348-53, cat. 53 e 54. È noto anche il caso di falsi-
ficazione di un grosso d’oro, del tutto identico all’esempio di cat. 53,
cfr. TODERI, VANNEL TODERI 1992, pp. 231-4; ma si veda comunque il
parere contrario espresso in GIGLI 1716, p. 44.
243
TODERI 1992, p. 354, cat. 55.
240 MAURO MUSSOLIN
244
TODERI 1992, p. 348; ISRAËLS in c.d.p. propende invece per l’ini-
zio del primo quadriennio, in concomitanza con il rinnovamento arti-
stico avviato dopo la battaglia.
245
PORRI 1844, pp. 125-9, p. 128; PAOLOZZI STROZZI 1992, p. 169,
nota 45.
246
Anche il sigillo del Magistrato dell’Abbondanza (in questo perio-
do chiamato con la più classica espressione di ‘Otto sopra l’Annona’)
ed eseguito nel quadriennio 1540-44, mostra il profilo turrito di Siena
sormontato da una Vergine a mezzobusto con il Bambino in braccio e
una cornucopia, cfr. LIBERATI 1894.
IL CULTO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE 241
247
BAGNOLI 1990b, pp. 332-3. Rispetto al catalogo numismatico in
TODERI 1992, al primo tipo di figura della Vergine corrispondono le se-
rie: mezzo giulio da 20 quattrini (1540-41, cat. 56); giulio (1542-44,
cat. 59); giulio (1546-48, cat. 62); mezzo giulio (1548, cat. 67); giulio
(1551, cat. 74).
248
CIAMPOLINI 1997, pp. 32-3; FATTORINI 1998-99, pp. 39-41. Ri-
spetto al catalogo in TODERI 1992, al secondo tipo di figura della Vergi-
ne corrispondono le serie: mezzo giulio da 20 quattrini (1540-41, cat.
57); giulio (1548, 1549, cat. 65); scudo d’oro largo (1549, cat. 69); giu-
lio (1549, 1551, 1553, cat. 71); giulio (1549, 1550, cat. 72); giulio
(1550, 1551, cat. 73); giulio (1551, 1553, cat. 75); giulio (senza data,
cat. 80); cfr. TODERI 1992.
249
Vedi qui a nota 240.
242 MAURO MUSSOLIN
250
BERTAGNA 1957b, p. 376; RICHA (1754-62) 1989, vol. VIII, pp.
135-7.
251
Nel 1539 l’ingresso dell’oratorio fu spostato da via dei Fibbiai a
via dei Servi per assicurare una più onorevole entrata, cfr. DEL MI-
GLIORE (1686) 1976, pp. 317-23, dove è raccolto un erroneo aneddoto
relativo alla pala d’altare dipinta da Ridolfo del Ghirlandaio e secon-
do cui vi sarebbe stato ritratto Ambrogio Catarino Politi, «il quale
chiese in grazia d’esservi posto, per segno della sua ilarità d’animo in
confessare apertamente quelché già da’ suoi religiosi frati era stato a-
gramente difeso intorno al misterio della Concezione» (p. 322); l’affer-
mazione è poi corretta in RICHA (1754-62) 1989, vol. VIII, p. 140, il
quale riconobbe nel citato ritratto il volto del committente Leonardo
Buonafede, vescovo di Cortona.
IL CULTO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE 243
252
MUSSOLIN in c.d.p.
253
Il numero complessivo dei soldati senesi caduti nella battaglia fu
intorno al centinaio cfr. UGURGIERI AZZOLINI 1649, vol. II, pp. 141-6;
LUTI 1699, pp. 47-8; GIGLI 1856, vol. II, p. 628.
254
Cfr. Fasti Senenses [1661 ca.], p. 170; LUTI 1699, pp. 50-2.
255
Sulla scomparsa lapide di Ambrogio Catarino Politi, cfr. UGUR-
GIERI AZZOLINI 1649, vol. I, pp. 116 e 155; LUSINI 1894b, pp. 151-7.
256
MARRACCI 1663, citato in GIGLI 1716, p. 51.
244 MAURO MUSSOLIN
257
GIGLI 1716, p. 51: «Altare della Concezione (oggi ragione di mia
famiglia)»; GIGLI 1856, vol. II, p. 618: «[8 dicembre] festa in S. Fran-
cesco all’altare di casa Gigli, dove si venera l’immagine di Maria Vergi-
ne Immacolata, la quale a’ 24 di agosto nel 1655 restò miracolosamen-
te illesa col velo che la ricopriva dalle fiamme che rovinarono tutto
quel gran tempio, quasi che Dio volesse far palese che ancor Maria Im-
macolata, nella comune rovina del peccato, rimase intatta dalle mac-
chie della colpa originale»; sui rapporti di parentela sui due Gigli, cfr.
BANDINI PICCOLOMINI 1894, pp. 67-8; lavori di restauro alla cappella
sono documentati nel 1660, quando alcuni dei pochi scalpellini attivi
in Siena sono impiegati «per l’altare della Concettione in San France-
sco», cfr. BUTZEK 1996, p. 114, n. 84; sull’altare furono anche colloca-
te due statue bronzee di Fulvio Signorini, GIGLI 1854, pp. 618-9; sul-
l’incendio, cfr. MUSSOLIN in c.d.p.
258
Sul legame fra la chiesa di San Giorgio e la battaglia di Monta-
perti, cfr. la Cronaca senese di Paolo di Tommaso Montauri in LISINI,
IACOMETTI, 1931-39, p. 215, nota 2, e p. 222; LIBERATI 1903; si vedano
anche le risoluzioni relative alla chiesa di San Giorgio nel Constituto
del 1262, in ZDEKAUER (1897) 1983, pp. 54-5; in particolare sulla chie-
sa, cfr. LIBERATI 1953a, pp. 246-7; sulla scelta di san Giorgio come
santo protettore per la battaglia di Montaperti, cfr. WEBB 1996, pp.
265ss.
IL CULTO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE 245
259
Non mi è stato possibile rintracciare il documento pubblicato in
MILANESI 1854-56, vol. III, p. 107; e corretto in LIBERATI 1953b, p.
255, nota 1; ma si veda anche MUSSOLIN 1997, pp. 150-2. Sulla succes-
siva costruzione dell’oratorio di San Giovannino della Staffa, cfr.
CECCHERINI 1995, pp. 88-97.
246 MAURO MUSSOLIN
261
ASS, Balia 95, cc. 148r-v [11 ott. 1528].
262
BOSCO 1950, p. 262, nota 25, e p. 264; copia della lettera è in
ASS, Concistoro 1737, cc. 15v-16 [29 feb. 1529].
263
MOSCADELLI, ZARRILLI 1990, p. 705, ma va sempre ricordata la
confusione delle fonti nei confronti dell’altare dell’Immacolata Conce-
zione in San Martino, come ricordato qui a nota 237.
248 MAURO MUSSOLIN
264
GIGLI 1854, vol. II, p. 38; TURRINI 1997, p. 42, sottolinea fra le
possibili ragioni della localizzazione dell’oratorio dei Santi Giacomo e
Cristoforo in Salicotto anche la presenza nel Terzo di San Martino di
molti soldati spagnoli, il cui santo protettore fu san Giacomo Maggio-
re, come evidenziato anche dalla dedicazione della cappella di San
Giacomo degli Spagnoli nella chiesa di Santo Spirito, dipinta dal Sodo-
ma nel 1530, su cui si vedano MUSSOLIN 1997, pp. 96-115, e FATTORINI
1998-99, pp. 65-75 con opportune precisazioni.
265
ROMAGNOLI [ante 1835] 1976, vol. V, p. 405.
IL CULTO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE 249
266
Si può aggiungere che Alessandro, fratello di Giovanni di Loren-
zo, e Callisto, figlio di Simone di Niccolò Nardi, appaiono come reviso-
ri dei conti dell’oratorio di San Giacomo e Cristoforo in Salicotto dal
luglio 1536 al febbraio 1538; cfr. TURRINI 1997, in part. pp. 43-4, 58;
TURRINI 2003 (con ampie trascrizioni dalle fonti); sull’architettura
dell’oratorio, cfr. CECCHERINI 1995, pp. 166-73. Ringrazio Marco
Ciampolini e Patrizia Turrini per i consigli e le precisazioni sull’argo-
mento.
267
BAGNOLI 1990b, pp. 332-3; CIAMPOLINI 1997, pp. 21; FATTORINI
1998-99, pp. 39-40, sembra che l’immagine fosse posta per qualche
tempo sull’altar maggiore, ma oggi si trova sulla parete laterale dentro
una monumentale cornice ottocentesca, cfr. le note manoscritte di A.
Picchioni, Chiese senesi, BCSI, ms A.VIII.3, cc. 122v-124v, nella tra-
scrizione in TURRINI 2003, p. 37, nota 3.
268
Si tratta del compimento di un voto di una certa Onoria Orsini,
quasi omonima della citata Onorata Orsini, sulla cui committenza var-
rebbe la pena condurre ulteriori indagini; si veda qui a nota 100.
250 MAURO MUSSOLIN
269
Questo è il senso generale della preghiera, che andrebbe ulte-
riormente confermato con una più attenta lettura dell’originale e della
documentazione raccolta in occasione dell’ultimo restauro; sulla tavo-
la, cfr. BAGNOLI 1990b, pp. 340-1; sul culto dei Gesuati per l’Immaco-
lata Concezione cfr. GAGLIARDI 2004, pp. 150-6.
270
ASS, Concistoro 965, cc. 33 [29 luglio 1527], nello stesso volume
sono compresi molti altri provvedimenti per la festa.
271
SRICCHIA SANTORO 1987, pp. 450ss; SRICCHIA SANTORO 1990b, p.
347; BISOGNI 1988, pp. 344-5, quest’ultimo rintracciava negli affreschi
di Belcaro una collaborazione fra Peruzzi, Giovanni di Lorenzo e Bar-
tolomeo di David; si veda anche FROMMEL 1967-68, pp. 146-9; il ruolo
di Peruzzi alla decorazione della cappella è nuovamente ridimensiona-
to in FROMMEL 2005, pp. 58ss.
IL CULTO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE 251
272
Per la rappresentazione delle sibille a Siena, cfr. CACIORGNA,
GUERRINI 2004, pp. 13-51; vedi qui a nota 44.
273
ROMANI 2003, p. 20; la datazione dell’affresco non è nota, ma es-
sa certamente precede il momento del definitivo trasferimento di Da-
niele a Roma, avvenuto fra il 1536 e il 1537 (ROMANI 2003, p. 175); nel-
la commissione potrebbe essere ravvisate istanze filo-imperiali che
parrebbero far pensare a una commissione coincidente con l’annun-
ciata entrata di Carlo V del 1530; sulla scorta di un’assegnazione a Pe-
ruzzi dell’affresco di Fontegiusta, Giulio Mancini attribuisce al senese
anche una perduta storia con Augusto e la Sibilla dipinta a Roma
presso la chiesa di San Salvatore in Lauro, ma che Vasari – senza tut-
tavia specificare il soggetto – assegna a Polidoro da Caravaggio, cfr.
MANCINI 1956, vol. I, pp. 77, 189, vol. II, note 319, 652, 722; VASARI
(1568) 1906, vol. V, p. 143; l’elaborazione del tema a Roma all’interno
della cerchia post-raffaellesca è documentata anche dai disegni del
Parmigianino e da una xilografia a chiaroscuro di Antonio da Trento,
cfr. A. Gnann, in FORNARI SCHIANCHI, FERINO-PADGEN 2003, pp. 338-
9; sull’attribuzione dell’affresco di Fontegiusta, cfr. FROMMEL 1967-
68, pp. 144-6; SRICCHIA SANTORO 1987, pp. 443-9; da ultimo, FROMMEL
2005, pp. 57ss, che ritorna a riavvicinare l’opera alla mano del Peruz-
zi intorno al 1530.
252 MAURO MUSSOLIN
274
Il disegno è conservato al Metropolitan Museum di New York,
Inv. n. 80.3.147. Cfr. SRICCHIA SANTORO 1987, p. 457-67.
275
La tavola si trova oggi nel Museo d’Arte sacra della Val d’Arbia
di Buonconvento, cfr. SRICCHIA SANTORO 1982, pp. 32-5; BISOGNI
1984, pp. 283-7; BAGNOLI 1990a, pp. 316-7; sulla scomparsa predella,
PADOVANI, SANTI 1981, p. 50. Giova ricordare che il presente saggio si
limita ad analizzare la tradizione del culto dell’Immacolata Concezio-
ne nella sola città di Siena, escludendo i riflessi nel contado e nei terri-
tori posti sotto il suo governo, dove restano tuttavia altri importanti
capolavori tra cui si ricordano solo l’Immacolata Concezione di Fran-
cesco Vanni (1588) nel Duomo di Montalcino, di stile baroccesco, e
l’Allegoria dell’Immacolata Concezione di anonimo pittore dipinta
per l’oratorio della Santissima Concezione a San Casciano dei Bagni
alle pendici del Monte Amiata, assegnabile al terzo quarto del XVI se-
colo e di chiara derivazione vasariana, la cui conoscenza mi proviene
da una gentile segnalazione di Alberto Cornice.
IL CULTO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE 253
277
ASS, Balia 92, cc. 215v-217 [28 nov. 1527]; BOSCO 1950, pp.
112-4; BERTAGNA 1957b, p. 365.
IL CULTO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE 255
278
Si veda quanto riportato in GIANI 1618-22, parte II, p. 93v.
279
Le citazioni sono tratte dal manoscritto di F. Montebuoni Buon-
delmonti, Memorie di Santa Maria dei Servi di Siena, BCSI, ms
B.VII.14, cc. 12v; cfr. qui a nota 69.
280
CECCHINI 1954, pp. 60-1, doc. 1.
256 MAURO MUSSOLIN
281
ASS Balia 107, c. 151v [23 nov. 1532]; va notato che nella deli-
bera di pochi giorni precedente e relativa alla festività dell’Immacola-
ta Concezione, contenuta in ASS, Balia 107, c. 147v [20 nov. 1532], la
chiesa dei Servi non compare ancora fra i luoghi deputati per le cele-
brazioni.
282
Sull’importante figura di Girolamo Amidei da Lucca e sul ruolo
da questi svolto in Germania nel 1517 nella lotta contro l’eresia lutera-
na, cfr. ROSSI 1956, p. 79.
283
Su questo punto gli Annalium di Arcangelo Giani sono estrema-
mente espliciti, cfr. GIANI 1618-22, parte I, pp. 153-4, in part. p. 153v.
IL CULTO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE 257
284
Le trascrizioni dei capitoli delle celebrazioni del 21 ottobre 1533
contenuti in LIBERATI 1943, pp. 110-1 e CECCHINI 1954, pp. 61-2, doc.
2, provengono da due fonti archivistiche differenti, ma analoghe nel
contenuto; cfr. anche PECCI (1755-60) 1988, p. III, pp. 18-9; GIGLI
1854, vol. II, pp. 134, 620.
285
LUSINI 1908, p. 50, con trascrizione integrale della bolla di Pio
X; ma si veda anche LUSINI 1908, p. 54, nota 50.
286
BERTAGNA 1957b, p. 384 nota 32.
287
L’immagine della campana è riprodotta in CEPPARI RIDOLFI,
CIAMPOLINI, TURRINI 2001, pp. 321-2.
258 MAURO MUSSOLIN
288
ASCHERI 2000, pp. 167-8; mentre GIGLI 1856, vol. II, pp. 619ss,
riporta le singole offerte di cera da parte della Biccherna all’inizio del
XVIII secolo per ciascun altare dedicato all’Immacolata Concezione.
IL CULTO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE 259
289
ASS, Conventi 1439, cc. 38-9 [5 sett. 1527], trascritto in RIEDL,
SEIDEL 1992, tomo 1.2, p. 874, doc. 76.
290
Sul monastero di Santa Maria Maddalena a porta Tufi, si veda
JACKSON in c.d.p.
291
ASS, Conventi 1443, c. 112 [30 dic. 1546]; Conventi 1444, c. 2;
si veda anche GIGLI 1716, p. 50; GIGLI 1854, p. 618; S. Conti, Vittoria
maravigliosa [...], BCSI, ms A.VI.15, c. 110r-v. Una guida alla docu-
mentazione del monastero è raccolta alla voce ‘SS. Concezione di Ma-
ria’ in RIEDL, SEIDEL 1992, tomo 1.1, pp. 325-34; altra documentazio-
ne sul monastero della Concezione è presso l’Archivio Arcivescovile di
Siena, cfr. CATONI, FINESCHI 1970, pp. 229, n. 3652, p. 242, n. 3942.
Vale la pena aggiungere che a Roma, nel 1525, presso il Campidoglio e-
ra stato fondato un monastero di monache concezioniste, appartenenti
cioé a quella congregazione femminile chiamata delle Vergini della
Santissima Concezione, costituita a Toledo dalla beata Beatriz de Syl-
va sorella del citato beato Amadeo (vedi qui a nota 19); la congregazio-
260 MAURO MUSSOLIN
ne era stata confermata da Innocenzo VIII nel 1498 e dal 1511 posta
sotto la giurisdizione dei francescani per intervento del cardinale
Francesco Quiñones, cfr. STROZZI 1770, pp. 162-79; SERICOLI 1956,
pp. 104-6; OMAECHEVARRÌA 1975, coll. 1395-6.
292
PORRI 1844, p. 154.
IL CULTO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE 261
293
PAOLOZZI STROZZI 1992, p. 167, tav. 118; G. Angeli Bufalini, in
BALBI DE CARO, ANGELI BUFALINI 2001, pp. 273-5, nn. 347-52. Si veda
anche coeva la Biccherna del 1558 con una Madonna della Misericor-
dia del tipo di Giovanni di Lorenzo, cfr. BORGIA, CARLI, CEPPARI, MO-
RANDI, SINIBALDI, ZARRILLI 1984, pp. 252-3.
294
GIGLI 1854, vol. II, p. 31; ASCHERI 2000, p. 166.
295
Si veda, tra gli altri, Cronaca senese di Paolo di Tommaso Mon-
tauri, in LISINI, IACOMETTI 1931-39, p. 222.
262 MAURO MUSSOLIN
296
FATTORINI 2001, in part. pp. 225-9.
297
Si vedano le Tavole che riproducono le miniature dei Libri dei
Leoni, in ASCHERI 1996, pp. 397-501; inoltre ARGENZIANO 1996, p. 291,
nota 24.
298
PELLEGRINI 1986, pp. 37-8, 87-98; E. Pellegrini, in L’immagine
di Siena 1999, pp. 44-5.
299
F. Bellini, in SRICCHIA SANTORO 1980, pp. 242-3; PELLEGRINI
1986, pp. 105-9; E. La Spina, in L’immagine di Siena 1999, pp. 46-7.
IL CULTO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE 263
300
In ARGENZIANO 1996, p. 291, nota 24 e p. 313, la Vergine gloriosa
dell’incisione del Vanni è riconosciuta come figura dell’Immacolata
Concezione.
301
MORESCHINI 2005; D’ADDARIO 1972, p. 189.
264 MAURO MUSSOLIN
302
GIGLI 1716, pp. 62-3; MAZZI (1882) 2001, in part. pp. 263-9, ri-
corda l’iniziale spirito libertino di matrice popolare dei membri della
congrega, incarnato – nei primi tre decenni del Cinquecento – dal gri-
do ‘Impero e libertà’; ciò è inoltre testimoniato da una produzione di
poemetti, stanze e barzellette fortemente antifiorentina e filospagnola,
ma caratterizzata da una saldissima devozione alla Vergine; non è e-
scluso che lo stesso Achille Maria Orlandini possa esser stato vicino al
circolo culturale dei Rozzi.
303
CIAMPOLINI 1988, p. 356, nota che la Madonna del Salimbeni,
seppur posta sopra una mezzaluna, è tratta da una Annunciazione di-
pinta da Giuseppe Valeriano e da Scipione Pulzone nella chiesa del
Gesù a Roma:a questa data è significativo che per le contemporanee
rappresentazioni dell’Immacolata Concezione gli artisti senesi si affi-
dassero agli esempi più svariati; si veda anche A. Bagnoli, in SRICCHIA
SANTORO 1980, pp. 150-1; sulla Compagnia degli Artisti, cfr. E. Avan-
zati, in L’Università di Siena 1991, pp. 345-7; GIGLI 1856, vol. II, p.
619.
304
L’unico segno che lascia identificare questa Vergine stante con
Bambino in braccio con la rappresentazione di una Immacolata Con-
cezione è la presenza in basso di una mezzaluna; sull’opera cfr. A. Ba-
gnoli, in SRICCHIA SANTORO 1980, pp. 188-9.
IL CULTO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE 265
305
Sull’affresco, cfr. CARLI 1979, p. 138; D. Capresi Gambelli, in
SRICCHIA SANTORO 1980, p. 148; LANDI 1992, pp. 13-5.
306
BAGNOLI 1978, pp. 123-4; E. Pellegrini, in MORELLO, FRANCIA,
FUSCO 2005, pp. 168-9.
307
BISOGNI, CIAMPOLINI 1987, p. 89.
308
ARGENZIANO 2001, pp. 106-8.
309
All’interno del convento dei cappuccini, oggi chiesa parrocchiale
di Santa Petronilla, si trovano due tarde immagini dell’Immacolata,
266 MAURO MUSSOLIN
che ringrazio per aver facilitato la lettura dei suoi saggi sulla diffusione
del culto dell’Immacolata Concezione nei paesi Bassi ad opera di Ales-
sandro VII, cfr. DELBEKE 2001; DELBEKE in c.d.p.; sulla devozione di
Alessandro VII alla Vergine, cfr. BONICELLI 2001, in part. pp. 78-80.
313
GIGLI 1854, vol. II, p. 617; sulla cappella della Madonna delle
Grazie poi detta del Voto, cfr. BUTZEK 2000; ANGELINI 2001; la docu-
mentazione relativa all’erezione della cappella da parte di Alessandro
VII è in BUTZEK 1996, pp. 31-8.
314
ANGELINI 1995, pp. 84-6; inoltre A. Angelini, in ANGELINI, BUT-
ZEK, SANI 2000, pp. 481-2; Carlo Maratta aveva precedentemente di-
pinto una pala di identico soggetto per la chiesa romana di Sant’Isido-
ro, luogo di culto dell’Immacolata Concezione in quanto centro di stu-
di scotistici, oltre che chiesa nazionale dei francescani spagnoli prima
e irlandesi poi, cfr. AMATURO, CASTELLANI 2001, pp. 105ss; ZUCCARI
2005, pp. 71-2; si veda anche G. Serafinelli, in MORELLO, FRANCIA, FU-
SCO 2005, pp. 134-5.
268 MAURO MUSSOLIN
315
San Tommaso da Villanova fu canonizzato nel 1658 e san Fran-
cesco di Sales nel 1665.
316
ANGELINI 1995, pp. 81-6.
317
LIBERATI 1943, p. 113.
IL CULTO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE 269
ABSTRACT
6. Domenico Beccafumi, Cerimonia di ringraziamento in Cattedrale (1526?), pittura su tavola. Chatsworth (UK), Trustees
of the Chatsworth Settlement Devonshire Collection.
7. Anonimo La Vergine protegge Siena, xilografia (da Lancillotto Politi, La sconficta di Monte Aperto, Siena 1502,
frontespizio). Siena, Archivio di Stato.
8. Bernardino di Betto detto il Pinturicchio, San Bernardino giovinetto in preghiera davanti all’immagine della Vergine
dipinta sulla Porta di Camollia (1486), affresco. Roma, Santa Maria in Aracoeli, Cappella Bufalini.
9. Ventura Salimbeni, San Bernardino giovinetto in preghiera davanti all’immagine della Vergine dipinta sulla Porta di
Camollia (1598), affresco. Siena, Palazzo Pubblico, Sala grande del Capitano del popolo (oggi sala del Consiglio
comunale).
10. Giorgio di Giovanni, Tavoletta di Gabella (1555), pittura su tavola. Siena, Archivio di Stato.
11. Giovanni di Lorenzo (attribuito), xilografia (da Achille Maria Orlandini, La gloriosa vittoria dei Senesi per mirabil
maniera conseguita nel mese di luglio del anno MDXXVI, Siena 1527, carta 10v). Siena, Archivio di Stato.
12. Anonimo, xilografia (già frontespizio di Lancillotto Politi, La sconficta di Monte Aperto, Siena 1502, e qui riutilizzata
come frontespizio di Anonimo, Vittoria gloriosissima deli Sanesi contro ali Fiorentini nel piano di Camollia adì XXV di
Luglio anno MDXXVI , s.l., s.d., ma Siena post 1527). Siena, Archivio di Stato.
13. Giovanni di Lorenzo (attribuito), xilografia (da Anonimo, Vittoria gloriosissima deli Sanesi contro ali Fiorentini nel
piano di Camollia adì XXV di Luglio anno MDXXVI , s.l., s.d., ma Siena post 1527, pp. non nn., ma 17). Siena, Archivio di
Stato.
14. Giovanni di Lorenzo (attribuita),Tavoletta di Gabella (1526), tempera su tavola. Siena, Archivio di Stato.
15-16. Giovanni di Lorenzo, Vergine dell’Immacolata Concezione protegge i senesi durante la battaglia di Camollia
(1528), tempera su tavola. Siena, Chiesa di San Martino.
17. Antonio Gregori, Lo stendardo dell’Immacolata è portato in Duomo dopo la battaglia di Porta Camollia (1619),
affresco. Siena, Palazzo Pubblico, Saletta del Capitano del popolo.
18. Sebastiano Folli (?), Matteo da Mensano impone a Carlo IV di uscire con le sue truppe dalla città (1593), affresco.
Siena, Palazzo Pubblico, Sala grande del Capitano del popolo (oggi aula del Consiglio comunale).
19. Grosso da 40 quattrini, diritto (1536?). Firenze, Museo Nazionale del Bargello, inv. 334.
20. Mezzo giulio da 20 quattrini, diritto (1540-41), Roma, Museo Nazionale Romano, Collezione ex Reale.
21. Lapide marmorea dedicata all’Immacolata Concezione, «IM[maculatæ] MAR[iæ] OB VICT[oriam] 1526 - 1536 F[ecit]
P[opulus]» (1536). Siena, Chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo, oggi Oratorio della Contrada della Torre.
22. Giovanni di Lorenzo, Vergine fra san Giacomo e san Cristoforo (1530 circa), pittura su tavola. Siena, Chiesa dei SS.
Giacomo e Cristoforo, oggi Oratorio della Contrada della Torre.
23. Pieter de Jode (da Francesco Vanni), Veduta di Siena, dettaglio (post 1595), incisione. Siena, Biblioteca Comunale
degli Intronati.
24. Ventura Salimbeni, Ester davanti ad Assuero, (1611), affresco. Siena, Duomo, tribuna
25. Fregio dedicatorio all’Immacolata, «Dei matri beatæ Mariæ / Virgini Immaculatæ / Alexander VII Pont. Max / D.
MDCLXI». Siena, Duomo, Cappella della Madonna delle Grazie.
26. Carlo Maratta, Madonna Immacolata fra i santi Tommaso da Villanova e Francesco di Sales, (1670 circa), olio su
tela. Siena, Chiesa di Sant’Agostino.
Tavola fuori testo. Francesco Vanni, Immacolata Concezione con l’Eterno, penna inchiostro, biacca su carta, Casa
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1502, frontespizio). Siena, Archivio di Stato.
8. Bernardino di Betto detto il Pinturicchio, San Bernardino giovinetto in preghiera davanti all’immagine della
Vergine dipinta sulla Porta di Camollia (1486), affresco. Roma, Santa Maria in Aracoeli, Cappella Bufalini.
9. Ventura Salimbeni, San Bernardino giovinetto in preghiera davanti all’immagine della Vergine dipinta sulla
Porta di Camollia (1598), affresco. Siena, Palazzo Pubblico, Sala grande del Capitano del popolo (oggi sala
del Consiglio comunale).
10. Giorgio di Giovanni, Tavoletta di Gabella (1555), pittura su tavola. Siena, Archivio di Stato.
11. Giovanni di Lorenzo (attribuito), xilografia (da Achille Maria Orlandini, La gloriosa vittoria dei Senesi per
mirabil maniera conseguita nel mese di luglio del anno MDXXVI, Siena 1527, carta 10v). Siena, Archivio di
Stato.
12. Anonimo, xilografia (già frontespizio di Lancillotto Politi, La sconficta di Monte Aperto, Siena 1502, e qui
riutilizzata come frontespizio di Anonimo, Vittoria gloriosissima deli Sanesi contro ali Fiorentini nel piano di
Camollia adì XXV di Luglio anno MDXXVI , s.l., s.d., ma Siena post 1527). Siena, Archivio di Stato.
13. Giovanni di Lorenzo (attribuito), xilografia (da Anonimo, Vittoria gloriosissima deli Sanesi contro ali
Fiorentini nel piano di Camollia adì XXV di Luglio anno MDXXVI , s.l., s.d., ma Siena post 1527, pp. non nn.,
ma 17). Siena, Archivio di Stato.
14. Giovanni di Lorenzo (attribuita),Tavoletta di Gabella (1526), tempera su tavola. Siena, Archivio di Stato.
15-16. Giovanni di Lorenzo, Vergine dell’Immacolata Concezione protegge i senesi durante la battaglia di
Camollia (1528), tempera su tavola. Siena, Chiesa di San Martino.
17. Antonio Gregori, Lo stendardo dell’Immacolata è portato in Duomo dopo la battaglia di Porta Camollia
(1619), affresco. Siena, Palazzo Pubblico, Saletta del Capitano del popolo.
18. Sebastiano Folli (?), Matteo da Mensano impone a Carlo IV di uscire con le sue truppe dalla città (1593),
affresco. Siena, Palazzo Pubblico, Sala grande del Capitano del popolo (oggi aula del Consiglio comunale).
19. Grosso da 40 quattrini, diritto (1536?). Firenze, Museo Nazionale del Bargello, inv. 334.
20. Mezzo giulio da 20 quattrini, diritto (1540-41), Roma, Museo Nazionale Romano, Collezione ex Reale.
21. Lapide marmorea dedicata all’Immacolata Concezione, «IM[maculatæ] MAR[iæ] OB VICT[oriam] 1526 -
1536 F[ecit] P[opulus]» (1536). Siena, Chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo, oggi Oratorio della Contrada
della Torre.
22. Giovanni di Lorenzo, Vergine fra san Giacomo e san Cristoforo (1530 circa), pittura su tavola. Siena,
Chiesa dei SS. Giacomo e Cristoforo, oggi Oratorio della Contrada della Torre.
23. Pieter de Jode (da Francesco Vanni), Veduta di Siena, dettaglio (post 1595), incisione. Siena, Biblioteca
Comunale degli Intronati.
24. Ventura Salimbeni, Ester davanti ad Assuero, (1611), affresco. Siena, Duomo, tribuna.
25. Fregio dedicatorio all’Immacolata, «Dei matri beatæ Mariæ / Virgini Immaculatæ / Alexander VII Pont.
Max / D. MDCLXI». Siena, Duomo, Cappella della Madonna delle Grazie.
26. Carlo Maratta, Madonna Immacolata fra i santi Tommaso da Villanova e Francesco di Sales, (1670
circa), olio su tela. Siena, Chiesa di Sant’Agostino.
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