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V O L U M E I.
Storia «lei Papi nel periodo ilei Hi nascimento
tino all'elezione di l'io II.
(M a r tin o V, Eogenio IV, Niccolò V. Tallsto I I I ) .
M odb. P ro f. A N O K L O M KRCATI
n i r m o M n 'i K i i r i o
M u o r it r t l i x i o n r h i t r r a m r i i t r r l f n M t i
M ìi/ I 'u lt im a etU stU n te t r t lr n m .
ROM A
DESCLÉE \ CV EDITORI PONTIFICI
I iasza Grastoll, 4 (!*>!*«*<• Doti«)
1931
OESCLÉE & C: EDITORI PONTIFICI — R O MA
O. MARUCCHI
» r
M A X U A L E
Dl
A R C H E O L O G I A C R I S T I A N A
Terza edizione migliorata o corretta secondo i più recenti studi. Un
volume in-8°, riccamente i l l u s t r a t o ............................. L. 22,50
D E L L A V I T A D I
VOLUME I.
»Storia dei Papi nel periodo ilei Rinascimento
lino all'elezione di Pio II.
(M a rtin o V, Eugenio IV, Niccolò V, Calisto III).
N U O V A V E R S IO N E IT A L IA N A
DI
Mons. P ro f. A N G E L O M KRCATI
PREFETTO DELL* ARCHIVIO VATICANO
N u o r a e d iz io n e in te ra m e n te rifa tta
s u l l 'u l t i m a e d iz io n e tedenea.
ROMA
DE8CLÉE \ C.' EDITORI PONTIFICI
Piazza Grazioli, i (Palazzo Doria)
1931
La m igliore difesa dei l'a p i è lo scoprimento
del lo ro essere.
Pkrtz nel Ì 8J3.
PROPRIETÀ LETTERARIA
lui la coron a d i spine, che però il tem p o d ella p ro v a e d ella croce era
a llo stesso tem p o qu ello del m a g g io r trio n fo m orale. T u t t i g li attacch i,
tu tte le oppression i hanno accresciuto la sua p o ten za su t u tti i cuori
anziché d im in u irla. O g g i il p a p a to p r iv o d i m ezzi u m ani p iù che in ogn i
a ltro secolo ha gu ad agn ato senza lin e n ella fo rz a m o r a le ».
In q u egli an n i g io v a n ili P a s to r attese con uguale passione al r i
sveglio d e g li stu di storici, com e pu re al trio n fo d el p rogra m m a c a tto
lico. Di fro n te al K u ltu rk a m p f, che im p e rv e rs a v a a llora fu ren te, eg li
non restò m ai in d ie tro con il suo credo in tre p id o e sereno, cosicché il
celebre v e s c o v o v o n K e t t e le r disse un g io rn o a lla zia d i P a s to r: « V e n ti
di qu esti g io v a n i eam bierebbero u n ’in tie ra n azion e e la salverebbero
d a ll’in cred u lità ».
N é in ta n to e g li trascu rava la sua p rep a ra zion e scien tifica; a n zi un
la v o ro d a lu i presen tato sul co n veg n o d i B a y o n n e p er il Sem in a rio
storico, fu g iu d ic a to d al suo professore B it t e r m od ello p er la ric
chezza d elle ricerche a rch ivistich e e p er la gran d e conoscenza della
lettera tu ra .
N e lla P asqu a del 1876, in com p a gn ia del suo a n tico p recetto re
P a s to r in traprese il suo prim o v ia g g io a B o m a .
G ià v i si era p rep a ra to con la le ttu ra d ella D escrizione di Noma di
l ’ iatner: m a nessuna d escrizion e p o te v a esser così eloquent e per lui com e
la realtà. Q u an do fin alm en te si intese in questa c ittà che « e r a sta ta la
m éta d e lle sue asp irazion i fino d a lla prim issim a g io v e n t ù », quando
p o tè gu sta re g li insegnam ent i d i questa « U n iv e rs ità d i tu tto il m ondo »
eg li p ro v ò l ’im pressione più p rofon d a e ne rip o rtò una m em oria in d e
lebile. E g li eb b e udienza presso P io I X ed a lui u m iliò un in d irizzo
a nom e d ella società u n iversitaria « A rm in ia ».
I gra n d i m on u m en ti deH’ E tern a C ittà v is ita ti an cora una v o lta
rich iam aron o su i suoi occhi le lacrim e.
Fu qu in d i a N a p o li e poi n e ll’A lta Ita lia , rip o rta n d o ovu n qu e
una im pressione ohe d o v e v a esercitare la più b en efica in flu en za sul
p rogram m a «Iella sua v ita .
N el sem estre d 'in v e rn o 1876-77 P a sto r fu a B erlin o . In qucH’ U ni-
versità e g li fu discep olo di celebri d o tti: E rm a n n o G rau ert, G u glielm o
Nitzsch. prese p a rte al celebre S em in ario storico d i G io rg io W a itz , e
frequ entò le lezio n i d i L e p o ld o v o n Iìa n k e.
II g io v a n e stu d en te pen sava p erò già a lla sua S toria dei P a p i e
con una prem u ra d ilig e n te com in ciò lo sp oglio dei ricchi m an oscritti
della R egia B ib lio teca . N e lle feste d i N a ta le fu a Fu ld a per s tu d ia rvi
bene il cod ice così im p o rta n te p er la storia d ella C on troriform a , in cui
sono le n ote scritte d ai G esu iti dal 1570 al 1650.
M en tre R om a con la gran diosa m e ra v ig lia dei suoi m onu m enti e
con 1 im ponente gran dezza d elle sue m em orie lo a v e v a com m osso sino
alle lacrim e, B erlin o, la m etro p o li d ell'in te llig e n za , non in con trò a ffa tto
il suo gusto. Q uelle lunghe v ie u n iform i e m oderne, qu ei luoghi aridi
di m em orie, eran p er lui tediosi e m on oton i; soleva d ire: « T u non pu oi
Il barone Ludovico von Pastor. xi
cercare qua alcun m onum ento; nulla parla «lei passato, né v i è cosa
che in c o rp o ri in sé o un’epoca o un period o d e ll’arte. M onaco, F ra n c o
fo r t e , D resd a e m agari una piccola c ittà ita lia n a sono “ c a p it a li,, cento
v o lt e m e g lio di B e rlin o r. M a il suo sp irito tro v ò là pure gran di con forti.
F re q u e n tò iv i l'associazione u n iversitaria « Ascania ", d o v e tro v ò dei
co m p a g n i dello stesso pensiero, e p o tè conoscere W in d th orst ed a ltre
illu s tri person alità del Centro.
E p ro p rio il c o n ta tto con ta n te illustri personalità della v ita r e li
giosa, in te lle ttu a le e p o litica della G erm ania cattolica, fu uno dei
fa v o r i speciali che P a sto r riconosceva dalla P ro vvid en za . F u ron o questi
u om in i che in d irizza ron o il gio va n e e appassionato studente su la retta
v ita , fu ron o essi che basarono su di un fon dam en to sicuro la vast a cult tira
d ella m en te e d e l‘ cuore di questo gio va n e storico e che im pressero al
suo ca ra tte re profon da e seria ferm ezza. 1 nom i d i questi grandi maestri
d el P a s to r sono p er sé ognuno una storia.
O ltre al m en zion ato Janssen, che restò sem pre l'a m ico paterno
d i L u d o v ic o , v a rico rd a to il grande vesco vo di M agonza von K e tte le r,
H e r tlin g , E rm an n o H iiffe r, A lfre d o von R eu m on t, P a olo Leopoldo HolT-
ner, p iù ta rd i vesco vo d i M agonza, il decano «Iella catted rale di questa
c it t à e professore d i dom m atica G iova n n i B attista H ein rich , il quale
d e tte nel 1874 il prim o im pulso alla fon dazion e della celebre (¡A rre*
G esellsch aft (società destinata a prom uovere nella G erm ania la scienza
c a tto lic a ). « F u questi, dice il Pastor, che dopo Janssen esercitò su me
il m a ggiore influsso ».
A questa cla-sse d i uom ini che form ò il suo sp irito nelle profonde
c o n v in zio n i della fed e e n egli a lti ideali della lotta per lei, va aggiunta
una seconda classe: quella degli storici e particolarm en te degli storici
d e ll’a rte, d elle più diverse tendenze. Fu in F ran coforte «lessa che egli
im p a rò ad ap p rezzare l ’arte ita lia n a per opera di S teinle, non ostante
che M iin zen berger, e più ancora A ugusto Reiehen*|>crger, « uno d egli
uom ini più versatili caratteristici ed interessanti » con il quale a v e v a
più v o lte v is ita to i musei berlinesi, lo portassero ad apprezzare « l'a r t e
g o tic a » com e l ’apice d e ll’a rte cristiana, e la straniera arte «Iella R in a
scenza » com e un rifiorire d e ll’a rte pagana. Ma |w*r fortuna del Pastor,
a ltri storici, illu stri e più equ anim i, com e Francesco S a verio Kraus,
che e g li conobbe a F ra n coforte, e F ed erico Kchneidcr, conosciuto a
M agon za, esercitaron o sul suo an im o un giusto contrappeso, inducen
dolo ad un più equ o apprezzam en to d e ll’arte «Iella Rinascenza. E cosi
con ob b e pure a m ezzo del suo suocero, L ep o ld o K a tlfm a n n , un line
in terp rete d e ll’a rte «li D iirer, lo storico d e ll’a rte J u sti. I n R asilea fu a
c o n ta tto con G ia com o B u rckh ardt, uno «lei più illustri con oscitori della
R inascenza, il cu i ricord o eg li ram m enta con gi«iia nelle sue m em orie.
C ircon d ato da uom ini eoe) d istin ti sia nel cam po scien tifico che a r ti
stico e religioso, P a sto r si senti sempre più c«»n forlato nel suo p rop osito
d i scrivere la storia dei papi non nella form a a p o lo getica , m a secondo
lo s tile d i R an k e, nella pura form a o g g e ttiv a , su la base d e i d ocu m en ti.
MI Il barone Ludovico von Pastor.
• * *
nn im pronta com plessa cil universale; e g li sap eva far conoscere i sin
goli even ti, com e pure la loro ripercussione su la storia europea, v a lu
tan doli col sicuro g iu d izio del grande storico. I n m aniera particolare
incontrarono l ’a p p ro va zio n e generale le le zio n i che eg li tenne sul
secolo x ix , a rgo m en to che in pochissim e u n iversità v e n iv a tra tta to .
In queste lezion i, che furono freq u en ta te d ai discepoli d i tu tte le
facoltà, P a s to r pose in luce la u n ila tera lità della produ zione storica
tedesco-pru ssiana allora in voga, la sua d eficien za nel v o le r fa r credere
che la gra n d ezza d ella storia tedesca consista tu tta ueU’ap p arire «lei
p rotestan tesim o, ed in opposizione a questo co n cetto errato, pose in
Ilice la gra n d ezza d ella storia d ell'im p ero austriaco, che ebbi* |M-r
base la c iv iltà occid en tale cristiana.
N e l 1889 e g li ric e v e v a la distinta on orificen za di b o c to r ad hono
rem d e ll’ U n iversità d i L o v a n io ; in quegli an n i trascorsi nella piccola
e g e n tile c ittà di Innsbruck egli potè godere ili un v a n ta g g io non c o
m une per la sua Storia dei P a p i: g li arch ivi ita lia n i erano a lui vicin i,
ed e g li nelle vacanze, non escluse quelle n atalizie, si reca va a studiare
in q u elli d i M a n to va , V en ezia, M ilano, raccoglien do cosi larga mèssi-
d i d ocu m en ti. Rubacchiando così il tem po alle vacan ze, p o tè e g li esa
m in are in qu egli anni ben 35 arch ivi ita lia n i, 38 tedeschi e 5 francesi.
M a una fe lic e circostanza d o veva a g evo la rg li a n cor m eglio l’opera
ili in d a gin e p er la sua Storia dei P a p i. N el 1901 P a s to r v e n iv a ch ia
m a to a R o m a quale successore d i T eo d o ro v o n Sickel nel posto di
d ire tto re d e ll’is titu to storico austriaco. L o stesso im peratore, nel
n om in a rlo, disse che qu esti era « l ’ uomo a d atto per questo posto com e
il p o sto era a d a tta to p er lui ». P a stor in R om a si tr o v ò nel pu n to cen
tr a le d ei suoi studi. O ltre che form are d o tti scrittori d i storia per la
sua p atria, e g li p o teva con la più grande com odità trur p r o litto d egli
im m en si tesori a rch ivisti d e ll'E te m a C ittà . E cori il suo la v o ro fu d iviso
fra la fo rm a zio n e culturale d e i suoi discepoli e la ricerca di m ateriale
p e r la sua gran de opera.
Com e tem a per i la v o ri ufficiali d e ll’is titu to , eg li scelse le cosi
d e tte «N u n z ia tu re di pace » deH’A rc h iv io V a tica n o , fon do che abbrac
c ia le istru zioni, relazioni, e corrispondenze dei N u n zi straord in ari
in v ia t i d a lla Santa Sede ai v a ri congressi jn-r la pace, ten u ti in Europa
n e i secoli x v u e x v n i, fon do che illu stra m irab ilm en te l ’opera p a ci
fica trice s v o lta dalla Santa Sede in m ezzo ai p op oli in tu tti i secoli.
A l tem ilo stesso, com e d iretto re d e ll'is titu to , v o lle unire a llo studio
d e i docu m en ti anche qu ello dcH’arte, occupandosi del B arocco in R o m a
e dan d o così un fo rte con tribu to a lla storia artistica ili quel periodo.
P a s to r non si distaccò del tu tto da Innsbru ck; iv i to rn a v a con
la sua fa m ig lia per elab orarvi i volu m i, per poi recarsi in a ltre c ittà
in cerca d i m ateriale per il suo ca p ola voro. E ad Innsbruck a v e v a
e g li o ttim i am ici nei celebri professori Jungm ann, H u rter, M ichael,
e G risar, il quale ultim o alla sua vo lta d o v e v a d iv e n ta re lo storico
d e i p a p i p er il p eriodo del m edio e v o . F u in quella c ittà che e g li si
P a s to r, Storia dei P a p i, I* h
X VIII Il baróni» Ludovico von Pastor.
•
• *
• •
Q uesti volu m i, da lui s c ritti nel fo rte v ig o re d e ll’età m atu ra, sono
1 più o rig in a li e i più b elli «li tu tta l ’opera. E in questa caratteristica
data dal l ‘ ast«»r alla sua Storia dei P a p i, che essa si differen zia «la
XXII Il barone Ludovico von Pastor.
<‘J dicem b re), in occasione <1«*1 «n o ijiu b ileo im periale, j»li co n fe riv a
ii tito lo ered ita rlo d i Barone.
P a sto r era d o tto re in lilosotìt» c teo lo g ia , professore d i storia m o
d e m » a ll’ U niversità d i Innsbruck. d ire tto re d e ll’is t it u t o storico au-
siriaco, m em bro del C om ita to d ir e ttiv o d elle due celebri società seien-
tifictie cattolich e tedesche l ì ‘>m*g<k*rtl*chnft e Leogrxfllxrh a fl; m em bro
delle A ccadem ie scientifiche d i V ien n a, M onaco. K om a. F irenze. V en ezia,
Parigi, M adrid, Stoccolm a. Bruxelles. B udapest, P re g a , Z a ga b ria , C r a
covia e Colum bia (in A m erica): d o tto re ad honorem delle U n iversità di
B re s la v i» e L o va u io . C avaliere |M >ntitlcio d e ll’O rd in e dello Sperone d 'O ro
nonché m unito d i numerosissime d ecorazion i d i ogn i p arte del m ondo.
Non ostante ta n ti onori era um ile ed allattile, ma sop ra ttu tto
era vero credente. Q uesta b ile profonda é il to n o fon dam en tale che
colorisi-e tu tta la sua v ita ili c itta d in o e d i studioso.
K questa fede, che lo a v e v a sorretto nella v ita , e che a v e v a gu id a to
la sua penna nel lavori», fu il suo c o n fo rto nella m orte. Il suo cogn ato.
Brasili, d o tt. P a o lo K au fu ian u , dice di avere a m m ira to Var* m o rirn d i
che pmnto il suo le tto si riv e la v a in m an iere m isteriosa e indim eli*
I (cabile.
K g li si era am m alato im p rovvisa m en te alla line d i agnato dcH 'aiiuo
I d i rito rn o da una passeggiata. K g li v o lle su bito il co n fo rto di
un um ile padre Cappuccino, l'O rd in c da lui ta n to e lo g ia to nella sua
opera. do|x> quello ilei G esuiti. P ro p rio in quel m om en to doloroso il
S ignore ris e rb a v » al d o tto e p io uom o un co n fo rto inatteso.
Sua Hmineiixa il C ardinale M erry del V a l. di passaggio per ln n -
«bru ck. a v e v a preso dim ora in un a lb ergo di fron te a casa Pastor.
L 'illu stre |Hirponito cercò di visitare lo storico d ei papi, e con suo
rincrescim ento apprese che in quel m om en to eg li era rin carato » » » a lit o
da un attacco del m ale, che |m>ì d o v e v a condurlo alla tom ba. Il g io rn o
appresso però In Pastor s te .«o che chicae ad eb b e la visita d el porpo-
r»tn . »ciiibratidogli quasi che il ven erabile P io X . che ta n to lo a v e v a
am ato, g li avesse m andato d suo S egreta rio d i S ta to a ¡»o rla rg li la
sua b en e d illo ne. K g li stesso con la sua fa m iglia ri|»eteva: • l i l'u ltim o
porporato che m i ha b en ed etto ». Nel decorso ilella sua mutai t u .
durala circa tre settim an e, ben tre v o lte v o lle ricevere la Santa C om u
nione. I suoi u ltim i giorn i oltrech é d a ll'a n io n v e prem ure dei suoi.
Jim»no c o n fo rta li dairintcres.»ainctito di tu tto il m onili» ca ttolico, e
•la una h en ctlitioiie speciale che il Santo Padre P io X I g li in v iò a ccom
p a g n a i» da tenere parole d i a ffetto . P a sto r l'accolse commo*-*o. ( i l i
ultim i due giorn i non potè parlari-, ma la sua in telligen za restò lucida
s in « w pochi istan ti prim a d ella m orie.
C om e O V u n n ol. l'eroe d e irirla n d a . m orendo a v e v a lasciato il suo
cuore a Bontà in segno del suo a ffe tto per il c en tro »lei ca tlo tici»in o .
v,,n I V l o r . lo storico dei papi. in caricava il prof. IV n g H d i seri-
vere al S an to Padre clu- - g li idi im i |»alpiti del suo cuore eran o |»-r
la Chieda e | w il P »| M
Il bnrono Ludovico von Pastor. xxvit
P . C k x c ì.
NOTA D E L L ’E D IT O R E
(¿ucsta nuo a i 1 edizione del I rotarne dell* Storia ilei P ap i del com
pianto barone ton Ptuior i itala condotta tuli'ultima edizione ledeteti,
metta come 5*-7» a Freiburg nel 19ÌS.* L'illustre Autore introdussi
in usa tante e tali variazioni, correzioni ed aggiunte da rendere necci-
»aria una nuora edizione della traduzione italiana.
Per soddisfare alle richieste dei molli eie possederano la recchia rdi ■
zurne li penitò, prima, a un Supplem ento eie seguine pagina per pagina,
linea per linea H nuoro tetto tedesco, risultalo di ulteriori ricerche, per
•Atre due decenni, di una mirabile attiriti scientifica.
-1 questa cera mente “ improba fatica " si sottopose il benemerito
traduttore dell'opera mons. Angelo Mercati.
Ora, a meno di un anno da che era stato pubblicalo, il Supplem ento
è stato incorporalo nella vecchia edizione. X el corso dei non facile lator»
i stato tenuto costantemente presente tl testo tedesco: si i supplito cosi
a qualche lieve, inevitabile i » latori dei genere, omissione dei Supplem ento.
V o» si i perdonalo a fatica perchè dalla fusione del nuovo col vecchio
• rnisse fuori un volume organico, fedele, per ogni rispetto, al tuo originai*.
In questo modo la Casa editrice confida di essere renula incontro
al desiderio di quanti sono in Italia, specialmente tra il clcro, studiosi
e ammiratori di questa monumentale opera storica.
l i agotlo I 8À5.
L u d o v ic o P astor.
PREFAZIONE ALLA SECONDA EDIZIONE
M'ENA avuto dalla Casa Editrice l'avvino, che »'era fatta nc-
V cessarla una nuora edirione del primo volume di quest’opera,
m'occupai ininterrottamente del miglioramento e arricchimento del
presente volume lasciando da parte tutti gli altri lavori. Avanti
tutto mi sforzai di valutare tutta la letteratura nazionale e stra
niati apparsa dal 1S86 in poi e di tributare la conveniente consi
derazione alle dichiarazioni della critica. Insieme furono tratte a
profitto tare opere vecchie, che non ebbi accensibili per la prima,
t dizione. utilizzando anche un certo numero di nuove comunica
zioni dupli archivii e biblioteche di città tedesche, svizzere, francesi
r specialmente italiane, come Roma, Firenze, Milano, Mttdena,
Siena, Venezia. A proposito pensato non ampliai l'appendice di
documenti inediti, allo scopo di non acci fscere di troppo la mole
dell'opera: una sola eccezione eredetti di poter fare a questo ri
guardo comunicando da un codice vaticano l’importante lettera, che
eoini, il quale più tardi fu l’antipapa Clemente V II , scrisse da
Roma il U aprile IS78 all'imperatore Carlo I V per comunicargli
la canonica elezione di Urbano V I. £ rimasta immutata la con
cezione generale delle correnti spirituali del tempo illustrata in
•(testo volume, la quale ha incontrato l’approvazione di eminenti
competenti come Burckhardt. Muntz e de Rossi.
PREFAZIONE ALLA TERZA E QUARTA EDIZIONE
L. P .
PREFAZIONE ALLA NUOVA EDIZIONE
Roma. 2» giugno I Si f .
L. r. P astok.
I ......................................................................................................... ............. HlÉMÉM
SOM M A I U O
INTRODUZIONE
I l rinascimento, uno «lei più p olw iti fa tto ri ¿1«*! ] «orinilo <li transtxionc
■lui timi io evo aUV|MM*n moderna. Doppio carattere dH rinancitiMmlo let
terario in Ita lia . Suoi p rin rip ii fai P etra rea e R o c n e d o . Come questi ni
•«importassero verno la Chieda: loro relaxioni eoi papi .‘1*7.
I<o mitiche tradizioni ecc!e*ia*ti«-lie circa lo studio dei classici 7-LI.
In d irizzo n n tirrixtin n » drl rinnvrim rmlo tr llm ir ù i. L o r e n x o V a l l a
>■ il mio scritto Sul p ia rrrr. programma dell'irtMrixxo radicalmente miti
'■hegpiante — il V a lla avverso j««t principio agli O rdini religiosi ■— ano
«¡•dento assalto e m ir o il «Inniiuio temporale ilei papi — mia niannnxa
di carattere 15-25. A . U c c e » « I r l i i predica la « em an cipaton e della
' • m ie .. — op|M>sizione dii parie della Chi«i«a (E ugenio I V ) '£>.27. In-
tlnenie rovinose d ell'iod iriszo anticristiano sul eani|Mi morale e religioso.
Sentimenti non cristiani di «•erti umanisti — lo m indifferentismo verno la
t ’hiesa — loro sogni di un m o rii» ideale rla m iro 27-31. P o g g i o rap
presentante d ell'in d irizco anticristiano — suo indifferentism o — le sue
oscenità — i suoi vitu p eri! contro i monaci restano senxa effetto di fronte
al grandi p redicatori d i penitenza S W I. Im jxirtanxa di costoro. H, Ber.
nardino «la Siena e le sue prediche 3540.
t/r r o n rfi:i»s i rrliginmr dril'rpnm drl ri*tl*rim * min. HI rÌcon<s*e ne-
o w a r ia una riform a. N e ll'Ita lia tfc>l rina*ri«neiit«» continua il sentimento
religioso — prove della cosa — C o n tra iti dei l e poca. Sensualità e smania
dei piaceri nelle c in s i su|>eriori. I Santi e I I M ' «M l'epoca «lei prim o
rinascimento H I*«, t ’o w si spieghi il favore «lato aH'im lirixxo an ticri
stiano da m olti d ig n ita ri! e*vle*ia*tici 15 Iti.
/u d iri::n cristiano drl ri*a*rim rmln Irltrm rin . Program m a degli tio
mini d i questo indirixxo 46-17. Manetti. T ra Terna ri, li. t'o rra ro , F. B ar
ta ro. M. Vegio, V itto rin o da F e ltre come umanisti criatiani 47.53.
I l problema Vici giusto ap pretta menu« dell antichità elam ica. Van
taggi « danni del rinascim ento per la Chkan .'»1-55 f a i avversa rii degli
umanisti n egli O rdini religioni vanno q n H e volta trop|M> avanti — il
loro concetto p a rzia le non è diviso dai papi. Clemente V I « G regorio X I.
xi.il Sommario.
In giu stizia delle accuse generali contro la San<a Swle |>erchè promoKs:-
« l i stnrtii «•lassici. N iccolò V a lla testa «lei rina^sc'nnento 50-00. 13 rin a
scimento. Pensiero fondam entale di Niccoli» V tIl-02.
L IB R O I.
In tim o nesso «Iella Santa Scile <*011 Rotini — sciolto per «»peni «li <'!«--
mente V e Giovnnni X X II. Pregiu dizi d eriva ti alla condizione mondiale
ilei Papato. L a «li|>eiMÌen(a «lei |»a|>i avignonesi e sue «•«ìiua^guenze. Il
sisteiiMi cu riale «Ielle imposte e D'opposizione contro il me«U»*hno <¡5-7**.
Esagera* ione «lei la ti brutti rtel p e ritilo «vignon«*se. A ttiv ità j>er le mis
sioni e nu*rit.i «lei papi a vigni mesi quanto a lla scienxa «* « l l ’arte 70-74.
Inconvenienti nati «bilia «limora dei papi in A vign on e — la ti d'ombra e
«li luce d el ihvhmIo avignirncse V in i brama «libili Ita lia n i p e r ria vere il
P a p a to : D n n te — P etra rca e i «n o i giudizi i p a rzia li 74-78. Roma senza
papa 7!>-M.
L'au torità pontificia viene w u m «la Ali «'m igrazione art A vign on e 82.
( l i « » v a n i t i X X I I e la »¡uà lotta con Ld fen ico il Itavaro le
iil«-«> radicali «li M arsiglio 82-88. Conseguenze del contlitto X9.
Hen«dettlO X I I la rm ra papale in A vignone riform e .li
Itenertetto '.Hl'.tl. C l e m e n t . « * V I . C arlo IV . Firn* « M I » contesa « i l e
M a s tic a — Rivoluzione «li f i d a «li ICienzo; sua importanza. t a t i «M udi
di Clem ente V I. <>p|io*izione a n t n i il sÌMt«>mn curiate «Ielle im|>ost'-
'.>2-97. I n n o c e n z o V I . riform atore, ma non uomo politico
U r b a n o V torna p«*r breve teinp«» a ltoma — suoi ten tativi di
rifo n n a 100.101.
G r e g o r i o X I — (ìu errn dei F io ren tin i contro il papa. Riv«du-
zione nello Stato |iontirtcio — santa Caterina «la Siena e il ril«»rno «Iella
S. Nedo 101 I I I . <5regori«» X I. la guerra con F iren ze e la rivolta nello
Stato |Hintifirio. T r a tta tiv e «li par«. M iwte «lei papa 114-117.
G r e g o r i o X I I e B e n e d e t t o X I I I — lo ro contegno nella
•liioMtione dell'unione — defezione «lei loro cardinali e « concilio » «li co
ston i 1S;U1S7. L a «lo!trina «m (<olirà «n i prim ato si anneliliia 1X7 1Sii. l/np.
|>ello n un con cilio gein*rnle — nuove teorie con ciliari — I.aiig«>nxtcin —-
(tersone — Z ìi Ita rei la loro intluenzii in Pisa U9-11M A I e . s a n
«I r p V , il papa con ciliare — CI i o v a n n i X X I I I l!*S2i*l.
Ib sH lerio «lcH’ uuione a«l ojrni costo — Tw slorico «li Nicheliti — Ue Ki-
giuntomi«» e«l il sinodo «li ( ’«»stanza 201-30&. Folta «li G iovanni XX I I I —
i discreti intorno aliti sujnìriorità del n m eiiio — de|»>sizi<iiir «li ttio-
' anni X X I l i e rinunzia, «li fin ito ri«» X I I 2U52KI. Pratiche d iv a la ri
forma — perche fa llite — elczi«»ne «li Mari ino V 210-216.
L IB R O II.
1. Martin« V. 1417-1431.
2. Eugnnio IV . 1431-1447.
L IB R O III.
b. Z elo <1p1 papa per la o d tu rn delle sci«*n*e .VH-512. <'urte «lolle muse
d i N¡«S'oliò V — A llie rti — M anctti VeiqraN’ ano «la Bisticci T or
tello 512.543. Eccessiva mdiilfienza «!i N iin il» \' con i rappnfu'iitnnti
d ell’in dirizzo paga-no — o o n p ttio n e «l«*l V alla 511.>15. Traduzioni «lai
greto — lo r o importanza 545^V49.
Ombre della posizione dominante d egli milanisti in Curia — con tene
degli umanisti 549-551. T. Mutici ctn itr» i nemici del l'umanismo 552-553.
Opera apologetica «li tWosotìa religiosa «li Itaffiude <le Pornnxio, in «mi
si riconosce l'im portanza «l«»gli stu dii umanistici 55X551. Zelo «lei pupa
per la letteratu ra w clesiastica — Manetti — G regorio «i.i C ittà di C a
stello — A n ton io «lell’A g li 554-555.
N iccolò V raccoglitore «li lib ri — I «n oi infinti lib ra rii si spingono
fin«» in P ru ssia e nell’ O riente — Fondazione «lidia Vaticana 55C ¡WS,
Fnegi «lei iinanosiritti — T o rte llo hi ldiotera rio 55M-S60. Numero «lei vo
lumi della Biblioteca W tic a Ila suo più aliti«-»» inventario iinpor.
tanza «li «pirata gram i iosa raccolta 5WW54M.
L IB R O IV .
D O C U M E N T I I N E D I T I E C O M U N IC A Z IO N I D ’A R O H IV II
D I C U I M I SON'O S E R V IT O
1 H o d ato un’ indicazione più precisa del luogo o v e si trovan o i docum enti
in qu e«to archivio egregiam ente ordinato solo quando feci uso d i una serie
speciale. T u tti i dispacci d egli in v ia ti da R om a hanno la segnatura E . x x v ,
n. 3, le lettere dei papi e cardinali quella E. XXV, n. 2; m i p arve quindi inutile
ripetere sempre queste indicazioni.
Indice degli archivii e delle collezioni di codici. i.vit
1 P er le cita zio n i ila questo a rch ivio va n otalo che, «»ve non si da indi*
'a zio n e più precisa, » ’ intende sempre la serie P rt. Md., Itamn. I m i e c ita '
• '«n i datano dal 1882. A llo ra non era ancora finito il nu ovo ordinam ento
deJTarchivio, j ^ r il quale alcuni docum enti hanno fra ttan to av u to un altra
ubica*ione, com e poiwono anche essere venuti fuori alcuni pezzi m ancanti.
**reb b e in giustizia se qui non rico rd a«»! che la difficolta offerta al ricerca
tore dalla disposizione d ell'a rch ivio venne rtsa meno sensibile dalla cortesia
ternamente am abile degli im p ie g a li, fra i quali sono m olto ob b ligato « p e
nalm ente al «ign u r G h i n i o s i .
lv iii Indico degli archivii e dello collezioni di codici.
»KLI.K
OPERE R I P E T U T A M E N T E CITATE
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AiwiNa. A. (n‘), Orlffinl rlt-l teatro italiano. Con due »pp. s. rappresentazione
dranunatlea del contatto toscano e s. teatro Mantovano nel sec. xvi. 2 voli.,
2* edizione. Torino 1881.
A n iik ì : J. F., Il ist id re poM tique d e la m on arch ie p on tifica le all x iv * s ie d e ou la-
pnpanté il A vign o n , l ’a r i» 1845.
A n d r e n U „ C a t a lo g o d e i c o d ic i u u iiio s c r it ti d e lla fu m i g l i » C a p ilu p i <11 M a n to v a .
Mantova 1787.
Anecdota lltte ra ria ex Mas. codicilli»» eruta. 4 voli. Rom ae 1772-1783.
Aumile» Bononlensws fra tris H ikrony mi de B u rh elu b . Muratori. Script XX1I1,
867-810. Me,Hi,Inni 1733.
Annales Fornii vlo n sos. Mi r a t o r i . Scrl|>t. X X II, 135-240. Mtsliolani 1733.
Aanale» L a v ie k iu B oni.ncontrii. M uratori, Script. X X I. 8-102. Mtsliolnni
1732.
Annales Piacentini ab anno 1401 unpie ad 1483 ah Antonio i»: K ii -alta pa-
trlcio l’la<-entlno consrrlptl. M tra tori. Script. X X . MMtss M««lh>lanl 1731.
Anm iles Forull vlcnses, a cura «Il <5. Mazzatinti, presso M uratori. Script., nuova
«■dixlone. vol. X X I I 2. <Httù di C astello 1903.
Annali Veneti dal 1457 al 1800 «li Dom. M a u i -d .ro. ordinati e abbreviali dal
senatore F rancesco I xknoo. A rdi. st. Hai. T . V II. Firenze. 1MS.
A n t o n i N u s . archlcptacopux Florentinus, Chrotiicou. 1*. I I I . I.ugduni 138*.
Archiv der Geeetlachaft fdr altere deutsch«' Geaeliichtakumle « i r Beförderung
einer (kwnnitausgahc «h-r <Juclk>ii«chrlftcn «Ionischer GeseMchten «Ics Mit
telalter*. II. raus« v.Hi J . !.. Bt'cu uca. C. O. Dt'uor. und G. H. l’ijrr/..
12 voll. Fran kfu rt ». XI. e Hannover 1820-1874. Neues Atvhlv .ter Gcsell-
fllr ältere deutsche OenchIch tsk ululo. Vol. I ss. Hannover 1 8 7 0 « .
A rch iv fü r K unde «'ìstvrrvlchlscber Gescttlchtsiiuclleu. Ile ra n -g von d e r Z u r
Bleue vaterländischer I »«--M-hli'lit«* anfgi**t«*llt«»n Kom m ission ite r kalserl.
Akadem ie der WiWMoiischnfton voll. I II. W ien 1848 »*.
Arehlv ftlr I.ltteratu r und Klrchcngoachlchte «Uv« M iitelali.r*. Heraus«, vou
P. II. D cN in j: und P. F. EuBLK. Vol. I s s . Berlin e pol Freiburg 1883 m .
Archivio storico a r t is tW a r r M i v i i i i e letterario della c ittà e pnoineia <11
Riunii fondato e d iretto da F a b io C o r i . Rom a-Spoleto 1375-1883. 4 voll.
Archivio della Società Romana <11 storia imtria. Ruma 1878*». V o lt I n .
Archivio storico Italiano <«wla raccolta di opere e documenti inediti o divenuti
rarissim i rid ila a lan ti la storia d’ Italia. 5 serie. Firenze 1842 m.
AiVhlvh> storico tornii«ni», giornale <k*lla Società xtnrk-n Lumlmrda. e bollet
Titolo completo delle opere ripetutamente citate. M i Ut
tino della consulta archeologica del museo storico-artistico <11 Milano. Vo
lume I ss. M ilano 1874 ss.
Archivio storico per le provinole Napoletane pubblicalo a cura della Società
di sto ria patria. Voi. I ss. Napoli 1870 ss.
Ar e t im -h. L eo.nardus (B a u s u s ) , Iterum suo temi>orc in Italia gcNlnrum oom-
mcutarius ab anno 1.178 usque ad annttm 1440, in M r i a t o r i, Script. X IX ,
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At u II., Ilritr iiy i' r i ir Urm 'hiehte <!<* K ardinalkolU nium * in <U-r Z e li rom K<m-
tta m e r Mn rum T rU len tin cr K nnzil (Miss.) 1‘ m età. Bonn. 11*14.
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Asoli b a c ii J „ Allgvmeines Kircheniexikou <*Ier alphabetlach gvonlnote I >ar-
stellung <!<•« Wissenswtlrdlgsten aus <lcr m -w n trn Tlieologle und Ihrer
IlIlfswlHsenselmftoii. F ran k fu rt a. M. 1840-1850. 4 voli.
Atti e memorie delle K it. deputazioni <11 storia patria per le provinolo Modenesi
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Atti e memorie delle KB. deputazioni ili storia lattila |>er le provinole deU'Kiuilia.
T. I ss. Mi «Iona 1S77 ss.
Atti e memorie della It. deputazione <11 Moria |ia(ria |ier le provliK'ie <11 Ito-
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B a c iim a x ji A.. George* von Podlebrad Wahl. Krònung tusi Anerk<iiiiung, in
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medesimo titolo. Wien 1*ah«.
H *on m xx A.. (ìrteh ieh le Ituhmen». Voi. 2*. (« Al l i S tailw ie^d tliH iti- 1 . voi. .’Il)
Gotha 1U15.
1 « « ^ * I«.. sto ria il'lta lla . T. IV e V. M<«lena IHTi.
H u . a x P .. I Ielle rt la zi o lii fra la *1ib-«i e a t t o lim e gli S la v i «Iella Bulgaria.
Ibisnia. Serbia. Kr»egr»vtna. Ibim i 1HSO.
I ì i U k u s k i A vr . ì j i lliMa d'Oro ohe *1 I«enedi«v india quarta domenica <11
quaresima «lai Sommo Poutefloe. Venezia 17*W.
U ttM a n » , G.. Memorie l-t- ri.-h.- della città dl ie r i. Je s i 17*15
B * t .r z ir s iIltL i n i S t o t i .. V ltae Paparnm Avonilonensiutn. h<«e e«i Motoria
pontlBcutn Rotnanorum qni In Galli» sederant ah anno <'tirisi! SIl’l ’CV
n*|tie ad annum M OrXTETV. 2 voli. Parisll« 1**0.
B u . r * i r s S n u 'ii.. l'ila « paparum Armitmmmimm. Nonv. M , ren io d’aprfa*
le* maniMrrits et oim pietée <le notes crHJqoee p ar G. M oij-at. Voli. !• e 3".
P ari* Iftin. 1921.
* '* , r n I - . Istruzioni a<l amhaw-latari Senesi e relazioni dl m i alla repoi»,
hlloa trascritte da alcnnl cadici del B. Archivio dl S tato In Siena. Siena
1***B <i*-r le a fta » G . Bleol e S t - f Pianigiani-Sa nfranceschi).
B 'V cn i L , Il Piccinino nello S la to di Siena e la Lega Italica 1455-1150. la
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B e r iiìr e C .. I,e* t'hapilre* O étlérau j de VOrdre de Saint Heit oft dann In
(wm -incr dr Colnpne — T ré ve*. 1 e l i . B ru x e lle s 1900, 1901. (D a l * Bui
letiu «le la C om m ission Ito y a le «ritin to!re d e B elglq u e » , X e X I ).
B k sx y ru ix i A q tii« v N i. lt.. Chronica F ra lru m ni in »ru m ohterranliae. E s co-
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H e r n in o D o m .. 1lis i o rla d i tu tte l ’ H e resle d escritta da D. B. T o m o qu arto,
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Ik'schreitmng der Stad t Rom von Kunst P i .atner. K ari. K in k k n . E ihtahd G er -
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R ickkll G.. Synodi B rlxtn en scs «aeculi xv. Ocnipontc isso .
H i n t e r i m A. .1.. Prti ginn t in c h e Genehiclite der deutschen National-, Provinzial-
nn<l vorztigiU-hsten IHöaesankonssllien vom 4. Jahrhun dert bl» a u f das Kon
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Iti.iKvi ktzuedkk F r.. Abt J.udolf * io n Sa i/o n Traktat SolUoi/uium ncUm nti».
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B i-o sd i -» F ijvv.. Opera varia. 2 voll. B asileae 1559.
B o e h m e * J . F r.. Fontes rvrnm G cm m nicaniin. I-1V (vol. edito dal prof. I»r. A.
H fBEal. S tu ttg art 1843-UKW.
Bonvnni P h i l , Numi-sniata Pontltlcum Roman< nun «pme n tempore Martini V.
ad anntnn 1680 •vvi authoritnte puhlica vel privato genio In lui’ Hi prodiere.
T . I conti ne ns numismala a M artino V. usque ad Clemente ni V i l i. Romae
1099.
B o rg ia A.. isto ria della ehUisu e città «il Velletrl d escritta ln ipiattro libri e
devileata a lle m . e rev. principe 11 81*. cantinate 1». B e r n a r i s i C orti . No-
cera 1723.
B o rg ia S te p ., Memorie Isteriche «iella pontificia r i t t i di Rem-vento. P arte terza,
volume I. che contiene la storia delle sue vlcemle e d«4le g«*sta ih-' suol
»'•vernatoli 'ini l'anno MI.I all'anno MOL. Roma 1769.
Boi- »g in G„ f a » co n tim iu r frn n ea it et te diaire ram erai de /(.W /J/tti, in « Mé
lange* d'archéot. e t « lh isto ire » X X IV (1904). 277-318.
Ba»or Mazikre W„ The Kptscotmi .Sncrawlan in Kngtaml. Scotland ami Irelam l.
A. 1>. u n o to ,1875. 3 voL». Rome 187«.
I 'u s n t a K.), Die klassischen Studien in ihrem Verhältnisse zur christlichen
Blldnn* wahrv-nd «kr ersten Periode de« Humanismus, in J a h n n jic rieht
Aber «He Erzh-hungsa listai t «le* Itemeli kt inersti ft cs Maria-Kinsksleln Im
StiMlienJahr 1858/1859. Eimriedein 185».
« o r u U i Papi, L e
t.X Vl Titolo completo delle opere ripetutamente citate.
dein Franzitaisehen ttbersetzt timi berausgeg. von l>r. I. lux. R ittkk. 3 voli.
Paderliorn 1883-1854.
C uhintopiik J . B., H istoire ile la Pnjm uté ìiendant le x v sifs ie «vec deci pièce»
justilk-ativcs. 2 vols. Lyon-Paris 18(13.
(Tlironiken <U*r deutmihen Stillilo vom 14. bis imi 1(!. Jalirhundert. Herausgejr.
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n«-litllHn‘ NnUir «ler WrtdmHinif «le» P rim ati« mit «W-r K n W Romana
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HdUUPno. H.. llan«II>u<-b «ler ile-w-blelit«- de» Franzlskam-roribii««. Freiburg
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U v e c i f H i s ( I I kbm . m Huu»t»). Ine«liliun r a m n antiquata prò pace In «lu«si
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I n U t r*pi, L f
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I.OMI.HTH K„ B ell rii gè xur O o n 'liM I« d«r hmdt lachcn BewvKiinic. I l i : Der Trae
talli» <U< longevo -«-titxmatc <Ioh Alile* I.iulolf von S a la li. In Arehiv. filr
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.VIiKt'srKY V„ lll«tori«clie rntcrsuchunm -n tibrr «tic Sla««n In Alitatigli wiUiren I
ti«-» M¡Itela Iter*. U*ari«-linu 1S71 (In russo).
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Mu t i .u n 4».. Istoria «lei fa tti e guerre de' Sanrsi. P . I I I . «lai 141».' a l MBS.
Venezia 1Me.»
U i l i n i t n !>.. Annali Veneti dall'anno 14."»? al l.'aai orvilnall o l sMin-viati «lai
«enatore Fa.»scsjwst I i i k a in « Arvhlvln «torio) italian o » V II 1 e 2
Firenze 1M3.
M e scisi li., la 2* edilità»-, im i della Vita «Il tjetm B a llista Alberti.
\l a m i s i tj„ Vita «li I zh.ii BatU .tn A lberti. Firenze ISJC.
V U scisi l i . v ita «li Utrenz» Valla. Firenze 1»M1
i l u z i u u M.. Pietro Vitali e«l un tltsmiMenl» Inedito rlcu ird an tc la « to rli di
KtMna l« n x ln SVI film ilo Konia t » 7 .
M v srrri 4 - Vita X lro lal V »unitili |»>ntitW-it ex n n i v r r i l t i i cndlcs» Fiorentino,
•a vii u i t w . i«crt|it I I I t n m n Meridiani ITA«
D i s t a i v i 4'.. Storia «Iella mar'.na Italiana «bilia riHlala «Il «VNtantliHi|«4i alla
tsillactla «U 1«-|anl<> llonia I t i i .
M vssi |i. ) | . |*|urta «tetti anni nauti «lai torvi priartpta im i al |>rrsenle Marta.
Titolo completo delle opere ripetutamente citate. LXXXltt
(■ratta in «rati parte da i|tn-lin del I ’. !.. F. T oumaro Maria A i .kam del
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limila l x l t t i
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M«ro x k K., A ntcll der Minoreten am Kami fé zvvlsrlien Kiinlg l.ttdwig IV,
vou Hayeru timi Paint Johann X X II. hi« ziini Ja lire l.'RJK. Kmmcrlch 1x74.
'U w. rvk J „ K lrche nnd .Sklaverei «eli Kntdocktiiig Anierlka«. Tllblngen 1X05.
VI ««ini (¡a kt.. Itegli arch iatri Pontifici. Voi. I. II. Konia 17H4.
MuMciu>' II., l'e b e r ila« Verhilltni« des K¡¡nli:« (Icori; voli Itohnicn zìi Pillisi
Piti« 11. 1 1.Vs 1402, in Jahivaberk-ht de« kiiutgcl. Frled rlcbiMìy mtiaalum zìi
ltr»-«lan l««7.
'l'it r t jiK ( Kiiu i m iii, The.«anni« dov. n n e c d o to ru u i c o m p lw te n ti re g im i ite p r i n
c ip im i a llo r tin u in e v lr o r u m etc. f> v o li. I . n le lla e 1717.
IU ( t £ nk (K liut Nili) et 4 M ranii I ( ’MINI). Veleruui wrlptornm et monumeii
toriini lil»lnrlcornm. dogmathuruni. inora li uni min pii ««Ima eolleetlo. Il voli.
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M ivtkxh J „ I ile lei r ie K a l*e rk ro iiitn g in H<«u. I/-i|>tl( limo.
'■»ancN* \V„ Irte Ilezlehtingen <h-r l'elu-rordnuiiK Xela-iiordiiiing timi l'titc r
■•rilming z»i«ctien KIrclM- limi Slnnl. lll«lori*cli krltlsche Interniti-liungcn
mlt Ite/.ne j,n f <ll«* klnlien|Militl«<’lM-n Fragen der (¡egcnwnrt Stuttgart
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U u n S o ii K.. Annali della Xceca ili Itoinn. t*rimilo V lilovnnnl X X III. Koiiin
1*17. Martlnn \‘ -Kugi-ulo IV, Ibid. ltlM , NlerolA V-Plo II, Ihfd. UHM
U»*u * \ t Kla vii Hi ondo, »-in lii-ben unii »-Ine Werke, l>clpzlg IxTIt.
^>•1 1 « A.. I e l« r die StellunK de* Kauialdiiiciiw r» Ambrogio T rnver*arl znni
P ai»! F.ugen IV. timi rum lta«b-r Konzll. IKiheln Ixxk
'•*» l.tm iK. i r . T tw n r de c b ro n u to g le d h l«lo rle «*t de gf«Nrraphlc. Paria IMMI
'* " w « l (!►«.. Sa m io «torieo-nnillni M ille |ie «llh-lize di Perugia e «ili governo
» a n d a rlo d i e««e d a l am ilo XIV «no ai giorni mwtri. Penuria l*CW.
'• " t * » . I'aou» ci H in iìh tto ih ( V*.a t a t l n , Il Memoriale ili -, a i-ura di
Fr. I«olili, i i m » Muratori. Ser1|it.. nuova edizione. X X IV 2. « I li * di ('»•
••elio 1111(1. HI-100.
^»»».ait. l 'n e rébalillitallon irAIcvandn- VI. ih B r t n r ile« i|Oe«t liUl T . IX.
R « a ; « , l'a ri* 1x70.
'• » m t it r Mmh ij£ ( ‘u n i » u . U |mnv«lr letnpurel <>•*« |«i|«-* Jn«tin/- par
lltiitiiln - rtm ie «iir l'origine. l'exenrlne et l'Inllueni-e «le ta nouveralnet/*
t«ailn rale. P a ri* IMR.
'**i i « t . K . I*-« Ju lf« dan* Ir* (;tal> francai« <lu Kalnl-Hlfcge. Ituriimi-nt* |*iur
• rv Ir | I hlMoire de* l« r» *lltr* et de 1» l ’a | a a l f l'aria IR««.
U A i a m i , , « * , Stndien unii Kklm ni « i r (iew blrble der KcformallonMielt
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'•ino |»^ |t| Kainaidn I tr in r a n in (O rdinale e <11 o n o r a t o I. (ìa e ta n l. c« n te di
P«*dl. Hi una IM S
' * * » ' < M U JJ fi. M . (ili « T i l t o r i d itali» 2 voli. Hre -e ia 175» *.
' * ' * ' * 4*. Vita Ambrn*il T ra ver«« ri: (davanti a A nnu i* T a *v « *» « tt e|d-
Molae a 1*. t 't v v r m in Uhm* XX V Iriliotaei Fiorentine 175#.
K la-t*-n«l»'«rbrribangm herdbmler Mfintter au« ilrn Z rllm <ler Wlr-
deflM-r«iel|unc der W la a m v te rim . Voli. II. SUIrlcb 171«.
'*‘ * * » 1 » d'arrM olo«te et ilU ilu r lr (C ralr franral««- de lt o m e i. fa r i» l * l i aa.
I. XXXIV Titolo cúmplelo dell« operi* ripetutamente citate.
'im iM ir , fifw K Ichlo dor bildenden Kfliixte. 2* cd. Voli. V II «• V ili. IXU m-I-
d.<rf 1K7R-1n7».
».n.ajr, Iti«- lUIckkehr X I. v«n A f i n e n iiua-h Itami. Illr«alil«-rs 1*M.
l 'a * .« / I t . l>lc l*uhllzUtlk m r Zeli Philipp» di*« St-lioncii mui Itonlfns' V ili.
I « Klrrbenrcchtlli-I«- Abhandlungen » M ) . ¿«tu li gii ri UNO,
>* in *jt It.t'n h ck an n te Kln-heii|«dltl«<'lie Mtreltm-hrlflcn mi« il**r X rll laiidnlgx
ab-a Ila yorti ( I.TJTUTU i Analywtt iiimI T exte. 1* «• 2* parie <« ItlMIothck
'N K kI pm i«». Iil «t. Iu«tltiit« lo Hom ». voll. IX e Xl. Moni 11*11. UHI
*« ua»-rrra lì.. I*r. M artin M alr E ia bl«*rni|ihtwÌH'r Ita-limi; wir llew hlehte i | i t
paalliIw-ba-n und kirchlichen Urform frage <l<-« 1.1 Jahrliunda-rt« München loia;
'a n i KI..IH A., Heinrich I I I . n w Prandi». Abt tu JBtoxiedela und lllachof tu
K»n«tanx. und wlna* Zelt. Kndburg I. Hr. lsTll.
Ita n r I T * Jott l’u n « , ron. IHe Oeorh lch tf der Quellen und l.ltteratu r de«
kanonlM-lta-n Macht» von Pni*»t Uregur IX . hl« tum Konxll von Trl«iil
i fiew-hlrbtc «1er Quellen n r . von (¡rallan III* au f die (iesvnwart Vail III.
Xiultgart 1H77.
"an « »« Jam. IU i t ., Johanne« lirrw n . Profcaaar iler Tlo-olaaglc unal K atitler «1er
1'u lten.llät |*arl«. W M h | IXW
l*» « » » *» W.. luirent» Valla. Kin I la-1tra e mir ISewtila-lite alea Huma lilain ita.
IVrlln IHM.
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Katerina Vuo Mlena unter P»|«»t tir«-g«.r X I. 11.171-137*1. K in Ver««ieb tu r
H állenm e Ih re r H riefc (• Ahham llungeo M ir m ittleren unal neueren «îe
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it t i Titolo completo delle opere ripetntamente citate.
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H|«-yi-r1«rli«- <lir.m lk Ton m «V U ÌH In Musi:. Quel lenita uimlunK il**r bailtiM'Iieti
l.amle»o-M liliitltv Voi. |. 3«7-.’iC!t. Kit riuniti«- IRtH.
! * I Ì U » I*. K , lim rlilrlitr WIIrtteinU-rK*. l'rlnio volume, «econdu mt-lA. tin i
al l «ai Cotha IKK7.
S tu riv i VIl a n i i i r t i r d i l>ii-n«, lui orla fioren tin a palili I. ila Kr. Iiim 'om m t>i
Hxy 1,1-ML T . V i l i . flH-llxle «lettiI en n lltl Tow n ni T . NIVV KIron*e 17*1
S rv .isiira/ H„ Ita» (SrliUma vini l.‘t7N nml die IInittintr K arl* IV.. In Mlt(elliinK>'n
dea rnti'rrelrhliM-tien Tiixlltntu X X I. rw ttsill lnn«tinirk 1?inn
X m s M v s* IV , Hom In der lti-nnl«Mani‘e. M-Ipsli: l N t . 3* edlalom- 11MK
• in n a iM i l i . I Vnkmfiti-r iler INlpxte In ile» Vatlkani«<-liini Orotten. nella
« Deutoche t t e r u r ». wv* anno. voi. I l i (luKllo-*rttpmt>re llHOi. :ittWM;i
S i r i s n * » * K.. I>li- JSerat Brune ilcr G ralidetikinllcr «ler Pllpatv in Avi ruoti h
« Moiiatabefle ftlr Kiin»twl*<a>ii«<'liaft * X I flOORl, 1t." *».
sriM 'M tiiu i l . t 'u n ì , vii.» i l ih m h i.iiim tiS t.. l'rknmU-n timi lu-iIttirvu sur
•-hleht«- llirxoK» Allirei-ht IV. voti llayrrn unii nelner Zeli. Voi. I. m . I.
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StmU •• A M n n t t di Morta e diritto. I*nl>hlli-o»limi- perindW-a ilell artadenil»
■Il ronferenxe nlorl<-<> eltirldk-lie A* I mi. Kotna IMO «a.
••»ri ila t’ . I>le ••n.-nnl-Mitloii unti i:«-«ii*ifl»orilmiiiB de» PU aner timi Kon«lanier
K k i i II» rilm rrtaxlone Iteri Ine««*- Srliwerln IMH.
S i i.r s n r iu 8 . iM'»>iili-lit<’ der Kiitnlelinns timi Atixtoldiinic de« Klrt-lieti»taalr«
M ira le 1MM.
HV vi mosto llim . A vrò* in. lll«lorln della rltlA e m n w di Na|xMI Tom« l«-rx*’
Napoli Irti.*
StMostM J . A.. Il ItlnaM-lniento In Italia l.'K ra «tri T iranni Vendo** Ital. del
•-onte l ii d i n m i m i U F u « . Torino IUOD.
SiM »»m J . A . Untai» •ami- In Jta ly . T i r Ite* Irai n( M arnine M-m|on 1W*'
X rvl.n 1 . n i» , OeacMetite I ncanì« Voi. H I. S«TL | |tiu~ h n w II \V.«,r*m
IV»! IHTa
Ta lattar •i«llnim m anaxr1|4om in proeli-r «raer»» et «wteMtalea In liIM M bem
P alatina Vlnd<«U>urn«l a*.«ertalorum. etlidlt neaitrmla «Tanna rea Vlml-t»i
nen.l* V«l I V II. VIihMhnm» Iw w 1*73
T v a n s n » 1. \l . Kerum Italica rum ib-rlplorr» a b a non aerar .tw Uiian«,- Mille
• In » ad MillmimaM «r*rmte»1ninm 2 ra ll I V m i t U c IT 4* I77n
T k liM t Hvmib». iV ik irM * «le rtim a e i jr de tndm II» m a r lH « de la l«lerfa
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T ncisu n A i « , V rtrm Monumenta hl*tn«Va IlanxnrtoM « m a 1lln*tninlla
T . II. M K I 3 » Romae D M )
T o ri» ™ Ah . Velerà Monumenta IVdiailae H lilb o a n la e «m llnnniae «nlll
M arn a ki<4nrtaM lll<i«tranila m aìim am parteai MMwtaM edita, e * l a t a
tarila Valk-nni». T . I l 11»10 1372» lloowe IM I.
T M ris tn A l ' « . I W v HI|4omalW-n« >t>« a l a l i le M im ra lU 1« I W l » t t r r w l l «te «lo
r a n n i « pm ir « » r v l r è lt t U t i'lr r «In « w n r r n u l l r « | * « H .W-« M a l» da
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T a u vn A r «. M m o n n it a K l a n r a n m» i W I i m I I m k W « « i » n llh M r n a
Ito. T t I I M R - I I « iUwone I * «
r a n n i A r a . V n n t M im a rn e «!» H I M i m i w « t ^ o r ih f«< -w iM b ii.- r ia m II
IM m a lt o . 1 2 1 *4 5 «. Ik a M r W W
TmIkmb X . A lla rm e te e * M v lk o n der M M k w fe * K « * r t t o r VaU. P * -* w «li
I el|Mi* t m «a.
Titolo completo dello opere ripetutamente citate. XCI1I
E LA C H IE S A
I
Il rinascimento letterario in Italia e la Chiesa.
1 K ir n A a r r A y t i a i r i» , " E X J jjw r i* in 4 » V ?
!'-5ìhÌWjì XpùmSw ( SInumala. |. J|.
* Htntmmlm I. 17: 11. I. Sul (t a H iin chr (V t t r n li- A l r a U f l r t w «14 drl
•)-"»*l catti r f r | | *rr*n . HrmmdUmtei1 2W7 ». r K s r r m . t u li* rad
>• •JtuurtaWliiirt di TOMoarn. *nu .V. )»..
* II. Jmtmt. fhr tlaaminrkr lìiUmmp « a d dir mltr Kirrhr i H l ’. llly n » T.’ •
l“ » ' * » » . IM I V.4 p ssa. I t r C la jm I I» . .Id rica ras Cornilo « I » ,
« *Yr l i m a asm. s s «.: m i p*d Attuar x x x iv . « s s » . r
h 'r trW a M k i ktoiHtrr da <TVW IMMi m * J StvJ.M»V«.
* <rrén,rmirr n d M a u i ;itmmt (114. F.rg H rft d ir »ia iM • » M »«»
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W n M M In Wiafnr. J m M . X X X 1 1 1 »*. Q w l « « « • * » di S Ila
«U à ari I*of. o lin e fn I s h M I » la latlao da I J m x I a B r w i r * « » “
<Mla a i r n d h a r i M M i l r l a r o d U T a 4 n r «H nmnlm n t * » Ir
12 Introduzione.
* -41 a - « l . il. n rv 1 | a ta liirì Intinti «IH |iul4ilia-o. H it non «-irrito <11 va-ra- ramvla-
i ni li* rati «• ra-lljcliaa-. <|nant» a n r m w « « T i i a<l an o «Ta to tirila* n a n ir n ir ,
twU'alm», «'amlavano fatalni<*ntr intalllla-anal« <la un n w « r r i » i I InaltfTVrati
•'««««. 'lill a lln i n-m > Il lll*-r<> iw n u r» — hi i « i t r 1« m a rn i« » . Mal jr iA «I
-4r* «tdillinr r i a i r r t r n a <pmnt<» vH im o •puniti* lia lw i> al <Tt»lianmlMo
•' - « t u ari In m In tim o •cn tim cn tn eli m oaiiM I. « T A <-hr in manl<tuc<> <■ In • » -
- . !«a at-aipUii-ma-nt«- iiumtiv che la t<-n«l«tua <11 molti lim anteI arila- <(wn>,
>' r tM w W « ii la lutti <■ « v i l i i w <h*l mollalo, mai #• rti«U aM . ma in san a.
JtM n u h ik MI. Crini « M IT . l»/ri«M rim fo ra r tu 75.
* lai •k'tMrtnltvtxlonr ■<rita nrllr p re m im i I «-allattali <11 « rlna-* Ina lilo )<■-
Ma» r r r ia tlig n i. ha tlaio i i m i i i n r a |»irm ini n<« ra U a a lr te fr A l ’ t n j .
Il nm rril'i tli'trmman4 KÌmii d ii Paalnr. Ita a IfflCVi mi a Tari frinii * : ¡r r tift
» ?* «allibila-. w ipkìkIii II niiwKUo <11 ita «-tniwillr •torti'» <b<Ua
" • (11. I’. K ih h m tx*lla «aia i w « < i< « f <Mta V r-lliioan- tirila filtir*« M
la M i r r i ; , Kaa4arAaa. ZW.l l'h » aWain-tatuila |a* |*rtar»- i a t i
* * <lar inu trM r. ilUtlnslonr I m i ramatoci ha fa llo anr-hr r n o m n a r a lr
" o n - I. P r u M i i t t i * . J tk r b X X X IX . 72i t'u n ila lrra l.* ta-l <M lir a -
'* » « • » 'Irl l a n t l m - l a n n u <M l ll u i r i n n il i > n1* <llna<«trafa a w i r r H t in a»
•trolt.il*-: itali J . S i r i a iia-lta l.ilrr. Hmm4actmm I MI . II v aiala* a»ln t»
* O b Aa lia r drr t r a a l ia a nrc. <IH n * t u l'h a, aara» r ltr M r . al4aaial<*iata :
« r U r ttta i Infatti il 12 a a a n t» 1**® : a Klla »»pilota nn araarh- » - r i t » ram.-
Wr^wlai 11 lOTdaalltio aarialratr arila < u ( t r in a , alaw ao la («a-naaala. n a l r »
® lUaaaa iawala* la iw a iv M'ha rallrlM ato <|taiart*» ar»ll • siio lk i haaao «lato
■ tmn- «Il «lanata avalliti r k *a haaao *l<4<» e b r antro II B l a t a i a r a l o artbakai
» -<lr«art« l'Ita lia la «raa<V* •* fu rlr ™ rn irtr * ««ala 41 T a n ta « !« al rial»»lo
la M l i W r alla d a r illn u k a r iM Ir n » a <M tr. n a n t r a t l * " * fa r » I altra
' * * w * a «ua pania MI rlocanVi < a r a n n a i l a v a t r q a a lr la ga w t 'a i r ail tnm
* *«■!•» nrl miri aliali qanMo I n a a M a r M i ho r * r 4a * 1 * « r » ali mai
m'*T r i m a «ulta» la n a a ram maio ri nr arto: aaai tr«-ataael fa 4 «a» la «|<n<r
n 4 o « i| 4 r ta a m tr aaVl r la a»4tItortlar alrtb* la ^ n airimai iH r i i <*•> l» r
»»a aaorn m a at craa-V- rk r ari fu l ^ o a i W r a t o a n aaa triaca (•‘l » » -
art a r t i » E unaatn paro r i a la tta rla r i * l i ' l a a ^ r r » r n a a a r t * la
* ■ • * * * » m ila laai— »ai«* raaaaalna» r i a qanKI alarii haaao n c d n l a 41 | 4
* K tarliain arair |a r l r t * d r il^ .a - a aaa ». M«4l» arwtaaamtr R l i v a » «/#**
* a » « r 4rr « r a a i m a m •IV ri in 19141. aiUtlBror fra I a tignali m nm Oo la
v« a - a aicwalawaria» ari I «am ari rirtTaaJJrfclU n tv a tl al 41 M <M tara* a
* r i laalr v I t a aartw O f f * * * . kèrrkrn fr * r * * + l l DraW. 4ra « r a a u t I r t M -
***» tYrttarr« 1804 51.
liitri>iliizioiie.
non era superflua. Per mettersi del tutto al sicuro egli aggiunse
anche una conclusione pia, nella quale dalle persone del dfalogo
viene aggiudicata la vittoria al Niccoli, rappresentante delle vedute
cristiane.
Ora quale mai era il pensiero reale del Valla? Fino al presente
1« opinioni in proposito sono molto differenti. Gli uni identificano
Vnlla col pagano Beccadelli, gli altri col cristiano Niccoli. A ll’o
dierno stato degli studi non può decidersi con piena sicurezza quale
idea allora professasse Valla nel suo interno.* 6 anche possibile
che l’umanista tuttor giovane non avesse ancora fatta sua propria
una fissa concezione del mondo.’ M a in ogni caso il modo con cui
trattò il suo tema è tanto caratteristico che si form ò in molti
l’idea »he egli abbia dichiarate il piacere siccome il bene sommo.
Persino dei contemporanei hanno espresso il pensiero, che la vitto
ria da lui riconosciuta al rappresentante della morale cristiana sia
destinata unicamente a salvare l’apparenza e che invece il Becca-
deli esprima il sentimento proprio dell’autore. A d ogni modo la
vita per niente irreprensibile del V a lla 1 diede in certa qual maniera
occasione a simile giudizio. A lla fine poi la questione in fondo era
secondaria quanto al giudizio da darsi del libro : la sola circostanza
che esso esponeva le velenose dottrine di Epicuro come idee di con
temporanei e dipingeva a smaglianti colori un naturalismo illim i
tato. doveva contribuire in sommo grado a ingarbugliare i prin-
cipii morali ed a distruggere la morale cristiana.* E ciò tanto
* V« u m O f f TW iW M o n » ) l i n m i m SS-%4
’ Il i n ra. Q r> H iM (< ..la | f« w m ( 13. h n u m V. 706 A n d f » ciinLro
V w t lt M II r <|U'wll aartir oantro V a lla il f f i s a r ( H n K S i ■— r n a t i » è
->HWH«4bOr T fu d rrr « d o I papi « M ia dtaonloor «I tu tta «Osrt/»
^ la quanto M in ia n o ad una pw hd oer p olK V a » te n ito ri« Ir. non poteva
o ri la ro iM it r r t i » plani ru n iti I m r t n l l M U ) «rtlalla M a Motto «a
W « r| f» M t o a n aia M i a m » « tra a W b : ma no« * — o o r t o f W la iia r rir
W » » Ir * I • n iH a n t l * Ir t n r i n » < M I M m U Ita lia n i tmramo | rt lunatiI»
tnapu | loro altrati r quindi portano a n rh r naa | « ftr a rila ™ t| a "trita
•tl’U lo n r d 'Ita lia »
» Inlrtxltuionr.
l Vwu» l« H a 9 «
• v uj.it n i.
• v tu .u upp
• I jot rii. TKk A l V t l u p*n> Iv V M l» M r t » Il Ut«*« «ti € ik a r t » 41 I V
In i» «xpp T7«i m fo li» a t r o » w « A n a u M la n o w m n (M n t M t f.
». Munì*»»« » IO. r t j Ije m X
» C lt V tw t. V M n r f a M n t I*. M » . I I m u * 1»9C
C u i w s. I. U l t i K j i h a k t i * I M I ) « S r a » un« Sìa .
Il rinaaciinento l.-u.-rano in Italia o la Chinw.
costumi dei monaci e del clero. Pel Poggio non c’è frase a suffi
cienza pungente ed offensiva per bollare l'ipocrisia, l’avarìzia, la
ignoranza, l’arroganza e immoralità del clero: in modo affatto pri-
vihKiato »ono poi i religiosi contro i quali è diretto in passi senz..
num« ro il suo scherno e derisione.* O ltraggi violenti in guisa spe
ciale contengono, sotto questo rispetto, i dialoghi sull’ avarìzia,
nulla miseria umana e l'opera contro g l’ ipocriti, ove si legjfw:
« una sorta di monaci si dice mendicanti quantunque paia che ri-
dumno altri al bastone del povero, essi poi essendo poltroni e vi
vendo del sudore altrui. Alcuni dei medesimi si attribuiscono il
nome di Osservanti. Io non so qual fortuna possa attribuirsi a tutti
costoro: una sola cosa conosco ed è che la m aggior parte di quelli
che si dànno il nome di Minoriti e si attribuiscono questo titolo
di Ooservanti, consta di rozzi contadini e mercenari! poltroni, i
quali pensano non alla santità della vita, ma solamente alla fu ga
del la v o r o ».’ Stando al Poggio i monaci, eziandio nelle loro pre
diche, non mirano alla salute delle anime, ma cercano unicamente
il plauso e 11 favore del popolo sciocco, che fanno ridere o diver
tono: essi poi predicando si abbandonano alla loro ignorante g a r-
rulità e spesso più somigliano a scimmie che a predicatori.*
Se vogliamo farci un concetto della turpe caricatura dei clau
strali qui disegnata dal Poggio, col generalizzare ingiustamente
i difetti dei singoli, bisogna che ci rammentiamo come furono ap
punto gli Ordini i quali nel secolo XV produssero in Italia una serie
di predicatori di penitenza, la cui vocazione religiosa e grande
celo, anche dopo secoli, hanno strappata l'alta ammirazione ezian
dio di persone d'altro pensare. Esorbiterebbe dai limiti della «sp o
sizione. che dobbiam fare, l’enumerazione completa della lette-
•vii en trò nel terreno della politica ed, a differenza del Savona
rola, eg li ai tenne sempre sopra i partiti. Dal celebre domenicano
«gli differisce anche in questo che mai inveì intemperantemente
o n t r o gli errori delle autorità stabilite da Dio, secolari od ec-
c italiche che fossero; parlando di abusi ecclesiastici egli sempre
< •'trvò form a conveniente e dignitosa e il rispetto dovuto ai supe
riori spirituali. 1 Avea caro sopratutto di parlare della B. V .; i
suoi biografi fann o sapere che allora il suo macilente viso irra
diava come trasfigurato da luce celeste.
Le prediche di san Bernardino sono uniche nel lo r o genere e
¡tanto le lettere di santa Caterina, dell’altro genio religioso che
S m a diede alla Chiesa, ponno starvi al pari. Qui arde lo stesso
fuoco dell’entusiasmo, qui risuona la stessa musica dell’antico
•haktto senese. Come nessuna riproduzione è capace di ridare
l'-ncanto celestiale delle teste del beato Angelico, cosi nessuna
tradu zion e è in caso di rendere la grazia e freschezza, la nobiltà
• limpidità del parlare bernardiniano: queste parole come quelle
ligure vengono da un altro mondo.
Nessuna m eraviglia che in grande numero i predicatori del
Quattrocento venerassero in Bernardino il loro modello e tipo.
Questi rappresentanti d’una riform a prettamente ecclesiastica
^«nno scosso profondamente migliaia e m igliaia d ’uomini ricon-
•• ùendoli a Cristo. Dai pulpiti di questi uomini un fiume di be-
«iizione si riversò sull’Italia turbata da selvagge faxioni di par
titi: sanguinose contese e vendette, durate per anni, vennero
rimosse. ' espiati grandi delitti, convertiti peccatori ostinati. Non
*ok> capitò spesso che dopo le prediche di Bernardino si abbru
nassero « v a n it à * , giuochi e ornamenti muliebri, ma in conse-
Jfrenza delle medesime vennero anche emanate disposizioni di
legge per limitare il lusso, contro l*usura ed altri mali. Più d ’una
città si cambiò totalmente. Noi credevamo di essere tutti santi,
tanto eravam o ripieni di pietà, dice l’ingenuo cronista di Viterbo.*
Nè il superbo disprezzo degli umanisti, nò l’ avversione larga
mente diffusa contro i Mendicanti e provocata da membri indegni
< I:» Mutua iliM a n n ilf l'a ltm h a r ni i|W»lo fatto U Iti mn.ittai>T Cat
tar II'. IM*» a qnnto *rndlto II mwrtlo di a tvre pel primo la*! «Ilio
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3» aprii«- I i-V. iaa A a lu a lo da IM I mairi, n a r paia la W in » dai d arà a Ha-
ta ti« da l*<vr. a «Unaattf» l« M U rw ~ tl a ri rad. t é li <M f W . M a i fe ria
Na a i a a a la d i P a r i g i . A ltra W ttat* d i F S fa ra i a l p < f a i i . la K u r r * .
ftaarwar. 1. 13*. I**3«a.
II rinascimento letterario in Italia e la Chiesa. 41
» V. te ta I I I » . ta**»«» t « » r * la ftar.
• lïr K u r i l l i I : S i c 3 î. 3 & * Il n a n U n . M l art«- «tel
«ter» ta M w w a t a t r r m k i'lt ta • » ! » • « n a quantu r«; »1
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* U n *>«**. ttnrfr m i l : l.ar*»j» fi, »27. « 3 Si**«« j r 25. II*
3SÎ 9 \ Ï H <V» l'4 rw «u m > 4 V n M ISA i. O «HITV
4*1 mr4'0 e n ta flatte IR n a a IM S t U A v M i . Hmm
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A. t.t'M isi. ¡4P «a r r r f » y p r n > » l IM ( 4 n • * » xt*. i » * * * i ( P i V n a » IsTTl m
> u . n n II. 180*. I »
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an Util (tauira «tel I I » ». #«ll» al rM(4i«te 3 «tel U N * lit.
Il rius»ciineiito letterario in lutli* e 1« Chiesa.
»¡ma amico Cosimo de’ Medici e tradusse le V'ite dei filosofi di Dio-
P ’ìh- Laerzio, egli non trovò consolazione se non nel pensiero che
anche quest’opera poteva tornare utfle alla religione cristiana
« ¡»erchè quanto più fossero conosciute le dottrine dei filosofi pa
gani. tanto più si comprenderebbero i pregi del cristianesim o».
Erano di fam iglie patrizie veneziane G regorio CoRlURO, con-
jr.unto finemente colto di papa G regorio X II e il diplomatico F ran -
. <0 B MtBaro. : Per tradizione di fam iglia e per suo proprio sen-
t:mento questo umanista, amico di quasi tutti i dotti d ’Italia, era
cordialmente devoto della Chiesta. A ll’esaltamento della podestà pa
pale n:*Ue trattative col Concilio di Basilea e di Firenze egli dedicò
lo stesso interesse che ai bisogni religiosi dei auoi protetti : egli è
un magnifico esempio dell’unione della tendenza umanistica ed ec
cita« astica in un tempo, in cui l’ultima comincia già a ritrarsi molto
Ir. addietro. *
Nè può venir qui trascurato Maffeo V k g io (1407-1458) alta
mente benemerito dell'investigazione degli antichi monumenti cri-
«tiani di Roma. Come sul Petrarca, cosi su di lui fece profondissima
ir-pressione « l'eloquente e dolce libro delle Confessioni di sant'Ago-
* t > n o c h e produsse un completo cambiamento d'idee in lui fino
allora entusiasta soltanto degli studii pagani e lo mosse a dedicarsi
^'•-ramente alla letteratura ecclesiastica. Non è qui il luogo di enu
merar» la rispettabile serie delle opere di questo dotto, ma aia ri
cordato soltanto il suo libro, un tempo molto letto, sull'educazione,
che assicura in ogni tempo al suo autore un posto distinto nella
«o r la della pedagogia. Come mezzo di istruzione vi è calilamente
raccomandata la lettura dei classici, ma insieme, come contravve-
alla penetrazione della concezione pagana dell* vita, si vuole
»»che lo studio della Sacra Scrittura: espressamente si mette in
ria rd i* dagli elegiaci a causa del loro contenuto lubrico, ed anche
1 « «mici debbono riservarsi per l'età matura. * Vegio venne a Roma
l ItM i *m IV»- L 4
ÙO JnuoduiioiM’.
K nrr. U I r*to i Liu rru IS87). ««ai»- pur» la vt>r»l«in»j e llliiotrm lour «lei nawlr-
rim» a»t*«rv alla dottrina p n la s c c k a Ori Vmrt» nel voi. I l tirila R iU W t> t
4 talk. P M t m f it ( Krvllmrg IwìHi. l 'f t . Inoltre A. F u n n i i l . I.'uptra pr4a-
f « * * « 4l Ua/fr» ìrfto , |j«ll 1WW.
• V iiiiiT/.irvi» U n , ; II. A. lalura» olla rita 41 ìlaffro l 'r f v ■
4a l.mll. W i: lr lardilr. In .I»tA tlor. Hai . .V w rir, XI .11 IIKiM . »77 rm ; Il
■ » * • 1 » ^ l a amamlala « ylofra fo : Magro Vrpio <la t.o4i (1 ^ 7 1 (1 « ). I U m
na I» ® ; (le t tu ra 1 4 9 « .; Il Ntaatu. / « rfiri di Uaffro V tvlo a ri!» Yaticmma
In Rama c la l*mkar4ta. IlTO. 41 » . ; U R k r r u u , II. I rjHo. B a la a m I W
Ititi Vr«Jo «talari., «rfr ». l l o r u t » * . l'vrarhaaom li. W*. P arlam i» d i X k r « * * »
« t i r . it*.. « M l'q v n / M V««to mi S Itrtm . rtH * «ritta liu ti!» ikrUa leltcratara
arrhm lutfira rrU lia n a ( P ir a . Itram eni. Meoloyi, 6711. So V r*lo «pio-
». Ukm *b in f ittirlfaknehrifl fa r K aliar aaé U llt r a la r 4rr Krmataaaarr
iiw '. i i. in»«., i d i .
B i a t n U M r . A'aliar tl, asa. rln- « a l p«chl irm tll lui aiartcralo fl
aUctiur ritra ilo «trltW rv«!» m w C fr l '. a u t Krmattaamta I H ; Vow r.
drrh'h+am* I», v a m ; lU t M ra I». 33».; K A u t m . nrll K acvllopàl* 4ra Brr*
kama* aaé t a l *mrtklturarma IX . 722»». ; Kt tiMI». Orarti 4rr firririh m # I I S.
3«; A **a *» 1 3 *. V .« 1 9 a.; la p ir t m » M M m t n la tU H oaaost. I4ra 4rtTai-
Urna parrtHart « r ; Ir Vati?«r alar. Imi. a. »Ia4ia fra AM r4 al mar.Ir, 4 r l « y*
a » il rA r ln a r m traola la Ummlara. InHit 4airart-hlt h> Har. Utmrapa prr
IH lU r w i (M a a tom l*7 « > : R t a r a r . r . 4. F. S »»41. (P a ria l« a » r l a Cam
Vi«™ * iP a rla 1*77» OIV a n rh r f lio n al 4. Irti. IlaK X V I. 113*.; «■»•>
« M l f n n a l . 3 » « ; «1 A ìt o m w , I ppaali r mrmarit lim o la l*M » t> 9 w ) ;
A. Il» a trr. r w 4t r. rt la Uaiamm J aprati ma aa Iprrr mtajtlr am I I 4 l t M <
« Ha»* 11« lla r r r IM O ); U -« txa. Iramtmtn* Erstthaapairkrt If t H ; O o n u .
OH mrrillart pntap Mal, 4rt » *» |Turino l<W lt r W. I l II- « * » u » . Ì'UI. 4)
tr llr . t < \ m l4 V » I««7i K H i’t i m Framrtart Carnuta* mata rUa U r t a r e
FrUrrmai* l|w.«r « Ita I t t m IS M Ì; P V m i l l I ttlw ta * da f tllrr. M m
im a ; s> tt« rn n « 233». ; «al. »apf4, |> <<«*; lin a » , tn grtlmritr. /. ( i M « y r « A
XV IID O l. 333. rtr K i k i m h Ut Mrm4. 4. latti. I.aattar4a 4i trinata l. V II
( IK it i I s V illn rt*» > M ra Ma» r a m r t t i l r i» ona »uta M i r t i . ». M in »
ar»t( l« C i: II l u t a rtanrl a » « « r » rtaqar a ltrr » r ii« « » n lIr t M Ir W W » i *
* »»•*► H * m # > a rfl A r r fc 1 » I o l i o n a t a a W t a t H M n rflM rrA
P ra rta l v . \ X V 1II. 3 3 9 « I na o l t l a a M H T a . I w n l«n llla . p M I M I . I U »
T «a l»r . ITI« tamamtal, Amiàadmptr » * .
Il rinasciineuto letterario in Italia e la Chiesa. 51
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Il riiiasciinvnlo letterario in Italia e la Chi<**a. 53
¡oco a poco radice anche nell’eterna città, come gli uomini più
t.nti, che portarono la porpora nel secolo xv. Albergati, Cesa-
rin; e Capranica, favorirono l’umanismo nelle sue m igliori ten-
ii.-nz«. quale influenza decisiva esercitarono la dim ora di E uge
nio IV a Firenze e quel concilio tenutovi per l’unione, fmtanto
■-he con Niccolò V salì sul trono di S. Pietro quell’uomo, che pieno
di confidenza nella forza della scienza cristia n a1 ardì mettersi
alla testa del grande movimento intellettuale. Questa condizione
di cose introdusse una nuova èra nella storia del papato, nonché
in quella della letteratura e dell'arte, un’ èra, che raggiunse il
ulmine durante i governi di Giulio II e di Leone X. Ancor più
che la letteratura, sotto questi papi, fiorì l’arte del rinascimento.
Il loro mecenatismo diede l’occasione ai più geniali maestri del
'**rolo, a Bramante, a Michelangelo e Raffaello, di sviluppare in
'ramo grado i doni loro naturali e di utilizzarli a servizio della
Chiesa. Nell’intiera storia della civiltà si dànno pochi fatti, i quali
’■ostano compararsi alla gloriosa attività allora svolta dalla Santa
Sede nel campo estetico.
Fu spesso ripetuto che con Niccolò V, il fondatore di questo
mecenatismo, la stessa rinascenza salì il trono papale. Chi vuole
adottare tale frase, bisogna non dimentichi che questo veramente
. nmde pontefice fu un seguace del genuino, cristiano indirizzo del
rinascimento. Come il Fiesole, al quale affidò le dipinture della sua
'anta da lavoro tuttora esistente in Vaticano, il fondatore della
biblioteca vaticana seppe congiungere armonicamente l’am m ira-
rione pei tesori dello spirito antico colle esigenze della fede cri
stiana, abbracciare con venerazione Cicerone ed Agostino, apprez
zar* la grandezza e la bellezza dell’antichità pagana senza perciò
d. menticare il cristianesimo. 1
11 pensiero fondamentale di Niccolò V fu di elevare per sempre
(’«ma, la capitale della cristianità, a capitale altresì della lettera-
,Jr* classica, • centro delle scienze e delle arti, ma l'attuazione
di questo pensiero altrettanto nobile che grande andò congiunta
* 'a r ie difficoltà, a molti e gravi pericoli. L ’unica cosa che può
rimproverarsi a Niccolò V è che non conobbe a sufficienza a chiuse
eli occhi sui pericoli che da parte degli umanisti pagani e rivo-
-Kfonaril minacciavano gli interessi della Chiesa. In sé la sua
ftira fu nobile, grande e degna del papato. L ’intrepidezza con cui
quest'uomo dal cuore largo si oppose ai pericoli di quell'sndirizzo,
inspirano necessariamente spontanea ammirazione* ed appare poi
ScNWAa. fìm o m 7. Sul riempi monto dpi »noti nel collegio o r d in a litio
Unt*. m o n o ! c f r . H i u t h o x U t * a«.; S a o u C i j x * O S *.; W m r r a » . W n . T f «
K -j’+tm U rU im IX *. 114 a. e M n n r ♦ ; M a u t r M I Urli» dera«k-nai d riU Vttt
«irUurn un <ina«lro terribile A lv i» . P rjjiT o nella mia «n»ra < ! >r
** ‘ rrtrtime > term inata nel 1.TS2 (cfr. G ram r M I; ». «prc-uiaiealr llb. II.
* ” - > . iti rt m . C fr, In profaadto anche H cm w , S lr r i f r k r i /lm I. 1OT.
**•» ; II. S II. J l n u j t (B e r . f h h l . etri**. r (19041. 5 * ) aaaerra ohe A lv.ro
,v * f * arti*» « t la manWtv «l'un prM Ieatenr qui. ( n a r k hwmln de «a rana».
•«*<*»» |«« m aut de mn »Mele »fin <U> premunir «oo aodltotr* p a l i » et1* *.
n ' * te Uuarntete mille comllxlool e o -k « i» .tlcb r di qoel t r a n » * . Im IU *
L Mi**. I.m irti ran Hick.tr» ( f 1377| * k r r 4 U U rrkl. tm M m è e itm I 1.
la ffW . Jmkrk. X X IX (ttOft). Ort a».
1 • » ■ v r » generalr. purtroppo. ma ara ItrM n rtn *ra tla rr II I f d a rru m
."*■» »levar a a i r iailcm l rrla tlv r a qoeMo an raaen lo IH la»«rl apertali
• "TTl tm. fu , p ip ili A in 13. Jmkrkmm4rrtt M irili
m * * » * I.«Kt r H u i. Jmkrh X X . « B a . Da» r*# « r e *ra 4rr
* 'mm 13. Ma tmr U d i r 4 r» IS. Jmkrkmminrh la » « I r t i 4r* M r r r .
X III. 1 « : Svt . w v . » la W r»l4r»lm rkr Krtlmrkr 1*»7. M a .; K oala.
f*~ Kmmmrr mmlrr rtrm em . r. w»4 Jokmmm X X I I . «Wlea l> * 4 l: K l*m « .
'**» *4|Mft KrJUltnnrm n k r r m 4 4rm #(. Jtkrkmm4rr1, IP a .W tn ra l«*4< e mi
O orrum la IM I. Rmm4mrk*m I W i eoi 347 «, A! K i t » * «k*WaaK>
<* ' v W » « 1— **(<mr «Mia *>•» K » r 4t m » t M + 9*mm* Ma 13.
* ( Jmkrkmm4rn I f a H I n r » I W il t / u t o t » iffifM m (p TO| la r e f ill»
«**>4 la « u n papa Ir per la tmrtertpaatoae del rard laali alle S a i * rea-
68 Libro I. Capitolo I. I papi in Avignone. i;i0f>-1376.
1 LoMCBra. K<rrhrn p o l l i n 4 t I. 19
76 Libro I. Capitolo 1. I pupi in Avignone. 1305-1376.
stesso Petrarca anzi che nel patrio suolo italiano preferì dimorare
per molti anni nella cattività di Babilonia da lui sì spietatamente
condannata, dove era trattenuto dalla comodità e da motivi d’in
teresse per la ricerca di prebende, laddove i papi erano legati alla
loro residenza in Francia da tanti vincoli difficili a sciogliersi.
Se pertanto si deve assolutamente contestare al Petrarca 11 di
ritto di mostrare la sua morale indignazione contro la C u ria avi-
gnonese, ed attenuare senza dubbio in molti punti le dipinture
che egli fa della corruzione di quel luogo, la critica amante del
vero non può tuttavia negare che nella Corte pontifìcia trasferita
sulle sponde del Rodano s’infiltrasse in una maniera deplorevole
lo spirito di mondanità e di tempo in tempo si sviluppasse un lusso
eccessivo. In conferma del qual fatto doloroso si possono addurre
testimonianze ben più degne di fede che non le descrizioni ret-
toriche del poeta italiano.’ Si dovrebbe solo essere tanto giusti
da tener conto, oltre il resto, anche della circostanza che con l’a f
fluire di m igliaia e migliaia di persone in quella piccola città di
provincia, elevata d ’un tratto a capitale del mondo, dovevano
troppo bruscamente risaltare tutti i lati deboli, che sono proprii
dei luoghi assai popolati.* Per quanto sia profonda l'impressione
prodotta dalle violente querele degli esacerbati contemporanei
sulla corruttela d’A v ig n o n e.* d’ altra parte quest’ epoca mastra
anche consolanti manifestazioni della vita ecclesiastica, le quali,
com’è naturale, fanno poco risalto nella tradizione storica, perchè
di preferenza il loro campo fu la solitudine e la quiete. Anche in
quel periodo agitato non mancarono alla Chiesa santi, nei quali
rifulse lo spirito del cristianesimo e del suo divin fondatore. Persino
> (ilu iltlio <k>t Vomit 1*. S3 II. JtrortV. Die tt'rllan*ckam*mo Pttrmrrat
(P m u u . Jahrft ISS2. X L I X 570) ilW M -ni'altro: « I n poittira II P rtra rra r f»
tm h m lM tlrn t. StmiU- sithtUlo (ironutwiano Htt.no. I 'E r t s « « <2H|-3*2k. l i v
n « t 11. 421*. 450) «• H ttrfoll (Milk.
* (tr «iw w lalm rn te Ir ttrw rttb m l «11 A t.vta o P r u w . a « a t brat* ln f« r -
mat.» 'ti llv !■.««• tl'ArlxnoiM". In tin lii«e>> ( I I . 4 *) qtievto « t l l l o n ' a a u l d r tn to at
l»lM «14«-»* r « Lupl sum •lam lttanti'« In r o r li-»ta : p a w u n tn r « a iu n it t * ; anlm a
unln<nttit*tti<> « » r u m In «anitthw- w t *. C fr. I ' » m h /’ o r a 4 X X V I I . H rl
In «... «V ila t 'n i l r a v i i w r n w n r r tilr a w n t«» trattft col la «tm p atla d rib * « t o d lo w
ib 'll'artp U M t’ x t * In K r r 4. qursl. k it I. L X V I . 5 m , 37** «a. 1*1 «1 a r m tn a
im rv a lia U 'W l l r r n i « d rl popl. I V II l a w « t l t n p p i t « »o tto t a r t I rapportl
f i « w • Ir a o n lln a r la m r a lr r m i x l r l'a m iw ttn aarbt* II M (’ : eft. «npratu ttn
3 S 4 ««. C fr. attrttr M « u t W * » » .
* K iW im 1. 130
* In-I rrwto b«W * h a d ob h lo rh r Intrano *1 w r r f c r n W * UK ir t ln £ ir »li* io
•ttllV|H>ra a t i l B o t r a r ■M'lla |alt1 f a i t * <k>l « T o o l» tl H allan l V, B u i Hit. 10. 14.
i s . 9 ». 21 ; c fr . (In m u tr . U m a n r l f a p r » 79 S u l!r fn rtl w m w w U n t l r <ta
| « r v a t «Mat «locutw nti «- w w t l laltl daD’A t r U d *
Vat trait« ( I I I I . n > * l t w e iw . ) . m l JwrtMln rfr. S*m * rva arlta
H -m Q « « r t « M r X X (I B » * » , G w rh 133 m.. d o * » rrM nato tH o ttr alia
m Su ra W r a a m t iia t i r nan d m U t n it f i m m lt m ilc a l tWBo h n n t a t d .
Lati oscuri e belli del )h<riodo aviguonest*. 7!*
• ilórua. Kmnti n . U r l i 131-133. Cfr. Kau-a. /*•»/ 4SI. 487«.; Seni-m ora
2®*. »74: Wrrxra u. W e i.tk'* Klrrkrttir r i ton IX *. 115*.; Ilt « u n n m ( « II,
149». 115» «> SllzungtbrrirkIr 4rr H 'fra rr t In4. hutor. hi. 97. p. *78». Su l
*•*?«linai im t o M a rtin o cfr. M o L ia m , f u A rlfn o n tir Poteri forhoM in Itam-
i K n fv a h a g ra 1*WI> U S X.
* D t 'w r i m i i 240 m . P t m r a m , N le n to 3 7 « . ; A. «w B«<'*in>. I.a m e «-
m ìn rt* 4■ p n p r t u r R om e a u r x tlt* r i j j r t l r r l r i In R ee. k ltla r. C X V l
«l*»l4». e ia « .; M o ii.tr HWaa.. 171«.
* O fr. L a r o , l * t n n SIO. SBSaK, » * > « . . S t i l l i n i* !« » H I » riera« n i*l«K >
lei U i i t i i k » r. an rttr K r r n . D r r h ir r h r n t l n n l n n te r K l m n i f . . IterU a 1007,
11 * Sol rm ta iiro i M te tt o d i H P W r o ad o p n n «li IW n w lft t « X l t « a l l 1‘*a -
l * " la U H . 4 < t r r k r » l r i ¿ - It iti X X X V (1918). *1 a. * A r r » Rum . X M . 3S3 m . ;
r « t l iln a i d i R n m l i i t n X I I ani ano restau ro d el M i o d i * Pietre». cooapr*ala
* >lk‘ O M I r vatican e. h rip ro d o tta r ceaan M i ' « « . R a m o 41 t in n ir . M ilan o U R I.
«alla bolla d i «¡loTmanl X X I I per I u w l d d i H I*a<4o w l i W m ij n .
* - - * Uoomikrn mm4 llnlcrtlen «27 a Itella aotterlt odine d i Cteowntc V I p w
*1 U i n a i o * Ira tr tuttora la aoa a n o» o ri rhloatm delta W i l d O. •'»ICO
n r ir a c r * 4. Sor Rom X X X It (1900«. 411 « l. un calai«® " delte
m -m jtttrrt « •«pedali d i B o n i del p rincipio del « c o lo X* <proba bU-
*"» » * |«to dopo II 13131.
* I t r . r o d i . .(ip r iti 41 Ram i uri T r r m i o «p ila H r b U Rontn I I I « ® ) .
1I* ** N e ir> rw to 1373 l'a i« l1 iiU » i I.a ld M a o is t i » rT l'rta a tìu ld o del
l'a la « *: « t u r a n t i cM »note te ctotea» d i R o o a . M i <ttr» m ***> coperii
**> altari, r i» «tella polvere nono piA «o«-venni ! e h * d i a ltro rteoprtinm to da
**■»11- Cte I titoli letnrnno 41 rnm; n o * dteo » *mk» o * r la le o cani onci«!
^ H » hanno tetti. tM rl o »arra ad ». U ll« r » M rra. !.. i l urtigli J -*t
»0 Libro I. Capitolo 1. I papi in Avignone. 1305-1376.
a e w 4M N K I. *
Libro I. Capitolo 1. I papi in Avignon*. 1306-137t>.
fetta povertà conferm ata dalla loro vita, povertà che è fiaccola
della nostra fede.1 Dopo una diffusa e appassionata spiegazione dog
matica intorno alla povertà e dopo una quantità di rim brotti segue
il formale appello ad un concilio generale, ad un fu tu ro papa le
gittimo, alla Santa M ad re Chiesa, alla Sede Apostolica e in gene
rale a chiunque si possa app ellare.1
Questo atto, che mescolava la questione politica colla teologica,
venne a bello studio divulgato in G erm ania ed in Italia e dovunque
affoso in luoghi pubblici. Ciò doveva avvelenare insanabilmente
tutto il conflitto. Colla lotta politica si univa ora l’ecclesiastica,
d«-ila quale Lodovico, semplice uomo di guerra, non fu capace di
misurare la portata nè di fren are lo sviluppo. D ’ora in avanti
questo funesto conflitto si fa sempre più violento ed appassionato.
In seguito i M inoriti non rimasero soltanto nel campo teologico,
sul quale originariam ente si era agitata la questione fr a essi e
Giovanili X X II, ma invasero anche quello politico. Certo indot
tivi dalle controversie teologiche, essi vennero a creare un sistema
politico, il quale propugnava teorie, che con audacia fino allora
inaudita minacciavano di sconvolgere dalle fondam enta le idee
giuridiche fino allora vigenti e in particolare la posizione del pa
pato. l a vera importanza della entrata in scena dei Minoriti sta
appunto nell’avere emesso e propugnato questi principii.*
Uno dei più appassionati e insieme dei più abili difensori di
Lodovico il Bavaro fu il minorità Guglielmo Oocam ( f nel 1349
o 1350 a Monaco), che ha contribuito essenzialmente alla crisi
spirituale del secolo xiv, la quale distrusse l’arm onia della fede
* della scienza, della teologia e della filosofia, della Chiesa e dello
Stato * preparò la rivoluzione luterana.4
1 « lu tM ia ritn VI*. 153»«. Il pmwo qui addotto (j>. 3uh. n. ®l) «In un ina-
f t - r itto della R||> 11 o t e r n V a t i c a n a (C o d . Val. V m : Stentai il inor.
m'! '’’Mirrilo geitornm tempore Johnnni* X X I I »uprr quartilonr dr pauitrrtalr
fol. 27-non 25) è M ito del iv*to pubblicato per Intero »u <11 una cosila
*1 f'irx ra «In I I i h i h nel voi. IV del Fontet «lei B o liv ia (p. 500). Il principio
® 'l 'M o notevole |wsm> era iciA »tato |tubili irato neU'anno 1IOT1 dal ltw.rzt'.
0 . Tuli m o n d o un codice parigino.
‘ Coal giudicano G iin u i (nella prefaalooe a lla vita e agli « -ritti <11
*"-»r SiMuue editi da M. PliataniBnCK. Ilrgrnthmrii 1H2». SXIX-XXX) <• Iti «im i«
I#*•*.!*tirn l.ndtrig• d r» Haprrn. Fran kfu rt IT O . m , n o ta : cfr.
B:\mrrn U h m I. 2S4i.
1 lN>U'attlrhA di Giovanni X X II. ebe abtirarrift tutto 11 mondo, f a n n o
l * ' " ! I M ot volumi di recenti conservati n ell'A r c b 1 r I o » e « r e t o im o -
• • f l e l o . contenenti c irc a 80.000 (aecoodo a ltri computi, r. d r . Vali. ISH4
•**<*. P- 38. c ifra S0000). lito ti» . I l r r rum. I I . 4.
• Numrruw prove autentichi- all'uopo dà la jcran<lr oliera di * n i r a mille
della Camera Apostolica Ir . «opra], C fr. a orbe M o i x a t M i » . * K r r .
* * i* t. rrcUa. V (1904). 5 2 2 « .: V I (19051. 33 » . : In o lt r e GfiU-ra In Ròm. tjuar-
^ •r k r . 1902. IMI ».
1 rno.mo fiorini d’oro e non lft milioni, come afferma 11 V t i jji x i ; T. V.nmjr.
«* A erhit / . U tt.-H . K irrk m fe trk . V. 150 a. e B X an U xxm in II Ut. Jahrb
* ' 'W . » 7 » .
• » d i J ir y n t in < !• :. d. ttra u x -A rU 1*W7. X X X V I. 9 ® « . ; « to !< » i» » » ,
^ U m k m t i U r 155 *
<«) Libro I. Capitola 1. I papi in Avignonu. 1305-137«.
1 * C o llo d io farla piT dominum Clcm entem papam quando con stituit Ludo-
rictim tir I l ¡»pania. prin d pcm insulari!m fortu na ta rum . Cod. X I . S ’/S. f. 185*-
ìsiih «M ia B i b l i o t e c a del M o n a stero «li S a n e t - F I o r i a n,
lin c i»' nel Coil. 1195, f. 105-154 d ella B i b l i o t e c a <li C o r t e i n V i e n n a
(c fr. I l o 11 Kit, Roman. W elt 123-124). I/O p red ic h e d i C lem en te y I fe c e r o gra n d e
Im pressione sul con tem poran ei ed elrf>ero una assai la r g a d iffu sio n e. S e ne
trovan o copie a B a r c e l l o n a : A r c h iv io d e lla C oron a d ’A r a g o n a (su que
sto m anoscritto p ro ven ien te d a l c o n v en to d i It ip o ll v. Scrapeum V i l i . 87).
B r u x e l l e s : B lbl. d i [Borgogna ; Cod. 3Jf80. E i c h s t ä t t : B ib lio te c a (v .
H ü w .er, Im« Avignon 10, 18, 201. S a n c t - F l o r i a n : B ib i. Cod. X I, IM .
f. liKlbs, e -X1-343. F r a i i i o f o r t c sul M e n o : B ilio te c a c iv ic a (Cod. 71
d ella g ià B ib lio teca d e l Duomo, id e n tic o al m a n o s critto con tem poran eo, che
ScH uifK [ B eiträge zu r M ainzer Qeseh. F r a n k fu r t 1788] pose a fon d am en to
della, sua stam pa). S. Gallo: B ib l. d el M on a stero, Cod. 1023 O n e s e n :
B ib lioteca cap ito lare, Cod. 53 (saec. x iv ). I n n s b r u c k : B ib lio te ca u n iv e r
sitaria, Cod.. 25, f. 1 19 ss.; 23.}, f. 204>-ss.; 769, f. S2ss. K r e m e m U n s B e r :
Bib lioteca, Cod. .} (v . Schm id, Cat. Cod. C rcm if. f. 76). L i p s i a : B ib llo t.
Paul. (M o n t fa u c o n . Il ibi. 595). M e t z : B ib lio te ca , Cod. 97. M o n a c o : B i
b lioteca d i C orte. Cod. ¡taf. 8826 (v . M ü l l e r I , 1 4 4 ); in o ltre Cod. lat. 903.
18205, 1SUGO, 212'i7; e fr . anche i l c a ta lo g o d e i m a n o scritti. O l m U t a : B ib lio
teca (v . Architi’ X , 076). O x f o r d e C a m b r i d g e (v . IO ijd in I I I . 931). P a
r i g i : B ib llo t. (v . M ü l l e r I, 166; I I , 361, 363). R e i m a : B ib lio te c a a r c iv e
scovile. secondo Z i i x ì e l b a f e r , [Ilis t. r e i litt. <rrd. 8. lìened. I l i , 181 (s i tr o v a
a n co ra?) T r e v e r d : B ib lio te ca d el S em in a rio , Cod. I I I . 10 (o liin montisi.
8. I la tth ia e). V e n e z i a : B ib lio t. M arcian a, cl. V I. cod. 9. V i e n n a : B ib lio t.
di C o rte (v e d i sopra e Talvulac I. 32S; I I , 487). P e r le p red ic h e d i C le m e n te V I
cfr. anche Rev. d h ist. c c d t's. V i l i (1907). 714 s. e P . E d o u a r d d ’ A l e n ç o k . Pa-
nr m ir il/in: inédit de S t. François cPAssise pa r le pape Clément Y I , in Etude*
Francise. X X V I (1911), 337 ss.
2 C fr. K ai.tf.nhrt vner. P ic Vorpcsch. d er Greg. K a lenderreform , n ei 8 it-
sungsher. d e ll'A c c a d e m ia d e lle S cien ze d i V ien n a , Philos.-hi.it. K l. L X X X 1 I
(1876), 315 ss.: r . B e r l i ère in Rev. B énfd. X X V (1908), 240 s.
s < Chinent is ti m il» illc Clemens, clcm cn lia c spéculum >. T v rtia l ila d é
mentis r i in B alttze I , 300; c fr . 263.
Lati oscuri di Clemente V I. Opposizione in tema tributario curiale 95
1 Sul sepolcro ili C lem en te V I v e d i F.xxcox nel Hull, n rrh rol. du C otnil■
ile* travaux hint. 1SS4, 410 ss. e FattCON, X o tic c (v . qu i sopra p. 23) eoe. 41
(¡7. Pfr. Mt'NTZ. \I.a Tia re 48 s.
2 Inn ocen zo V I non *-ra n a tiv o (li M aum ont, com e si d ice da m o lti eil
anche d a l G rb o o ro v to b V I * 322, m a d el v illa g g io d i M ont presso B eys^i
vicin o a l c a stello d i l ’om^iodonr ; v. Christophk, I I . 170 e Werunsky. *>1.
nota 5. Sul suo »»epolcro a W iJlen eu ve lè a-A vlgn o n , che fu d is tru tto n ella grand •
rivolu zion e, ved i Duuuxtuic 4Ì13. <'fr. M I'n t z , loc. cit. : II. M i c h e l n ella Ber.
Vari rhn'l. XL1 (1S>11), 2(KVss. ; IStteinmant«. Grabdenkmäler 102 s.
* O fr. A n d ré , 'Mtmarch. pon lif. 243 s „ 310.
* C h r is to p h e I I , 173: iv i i d a ti p a rtic o la r i. C fr. anche S e n w a b 17 e " y
Rt’ NBKY (53.
s C fr. Scnumor.R 162 s. e Stimmen nun ila ria -L a a ch M IX , 341.
Innocenzo V I (1352-1362) e le sue riforme. 99
i Ofr. la sua lettera a Carlo IV ilei 28 aprile 13(11 presso M artèxk . The-
uà tir. 11. 940-M7. Sulla poca sicurezza del p a i« in Avignone v. H kkquet 49 s .:
Aniirì: 4 0 2 s .; Q otti.ob S 7 s.. 88 e specialm ente D k m t le , l)t*o la tirm I I.
aso ss., 49S.
» .1. II. A i.iia n k s . A rlttt tuie ien* et riorum cuts concerna n I le bienh. U rbain J*
pape, pubi. iiar l T. C iik v a i.ik r . P a ris 1907 : O. S c h m ib t , D e r h i*tor. W ert 4 rr
eicrcch n atte» lllot/raphic n den /’apule* Urban V ( K irchenge*ch. Abhandlungen
h r nil. von M. S b ra I-k k III). Breslau 1905. 135 as. : E . H o c t o e z , La rifui primo
U rbani V ti net ore anonim o. In lim i. Holland. X X V I (1907), 305 »s. Lft pi ft
recente biografia : M. C i i a i l u s , /.e bienh. U rbain I', P aris 1911. S u l ritra tto
<1’C rbano V vedi II. K . M anx, The p o rtra it* o f the Pope*, in P a p rr* o f
llr iti* h School at Home IX (1920), 190 ss., 202 s., ove anche sulle statu e di
altri papi avlgnonesl.
a P u o i-, R cla t. polit. dn pape. U rbain I ' aree le* r t 'it tie France Jean J/ et
CharU'* V ( P a r is 1888) 0 4 ss.
* Cfr. l’eccellente <M»era del K u s c h . />i* Itiikkehr der Piip*t 11 s. Vedi
inoltre MatXAT 113 s » .: Kakiinkr 01 s s . : A. Sai'TIKK. Pap*t Urban V. u n ti die
SSUnerkompagnicn in Italien in tlen Jahren 1362-1367. Zürich 1911. C ir c a la
dimora del lMpu « Viterbo cfr. P. Kgiiu. I.e croniche di Viterbo »critte da
Frate Frane. tCAndrea. in .4rrA. d. Soc. /foni. X X I V (1901), 38Sss. V. nnclH'
l ì . C o c h in . I.ti grande controrcm e de R o m r et d'Arignon au x iv * *ièele { f i t t i
tit « Hai.), P a ris 1921.
» ll<)Fl.KR. Roman. Welt 129. « Quando sì scriveva l’anno 1307. le due spade
del mondo erano concordi » . Cronaca iti L im b u n jo 55. C fr. X o v a t i I. S7. (Jakj*-
NKK 00 8.
Urbano V ritorna per breve tempo a Hoina. 101
i Kkum ont. llricfe 19; c fr. G iteli. Roma II. 950s.. 9 5 6 ss., '.*12ss. S n ll’ope-
rositil nlont'afTatto infruttuosa <li U rbana durante 11 suo soggiorno in Italia
v. 1/ K i‘ lx o i s 327-&TT.
s Gem er, /V ira m i 179: cfr. Xov.vrt I, 140 s. SuU'afTctto di Urbano V per
la Francia c sulla sua arrelHlevolezizH verso la corona, v. P ro u , Relat. polii,
dii pupe I rhain V a rre le» r o i a He F ra n o ' Jean H r i C harlc* V (P a r is 1SS8).
» (¡IKSfXER II 3, 114. SouC H O N 72. A favore <11 I 1ri van o V s'esprim e F r o is -
s a r t (V r. 5 0 4 ; cfr. V i l i . 55). Anche cronisti tedeschi tributano a questo pnpa
la p ift alta lo d e . « Fuit lux munti! », si d ice in una cronaca <11 Magonza
(l)e u l* r h c H tiHit celi rollilo n X VI I I . 172). « e t via veritatis. ainator iustitiae.
recedens a nuilo et tim eus Deum ». C fr. Cronaca di l.imhur/io 51 e 59. Sul se
p o lc r o di Urbano v. DcrcHBBinc 4!M Sui monumenti di Urbano V. d istrutti
nella grande rivoluzione, a S. V ittore in Marsiglia (dove fu seppellito) e a
S. M a r z ia le d'Avlgnone. vedi S T E M M A in r, Orabdcnkmàlcr 165 ss.
Decadenza morale. Sforzi di Urbano V per le riforme. 103
che nel corpo mistico della santa Chiesa, il cui capo è Cristo, e noi
siamo le membra. E chi sarà inobediente a Cristo in terra, il quale
è in vece di Cristo in cielo, non partecipa il frutto del sangue del
Figliuolo di Dio; perocché Dio ha posto, che per le sue mani ci
sia comunicato e dato questo sangue e tutti li sacramenti della
santa Chiesa, li quali ricevono vita da esso sangue. E non possiamo
andare per altra via, nè entrare per altra porta; perocché disse
la prima Verità: ” Io sono Via, Verità e Vita”. Chi tiene dunque
per questa via, va per la verità e non per la menzogna. E questa
è una via d’odio del peccato, e non d'amor proprio di se mede
simo; il quale amore è cagione d’ogni male... Adunque vedete,
figliuoli miei dolcissimi, che colui che si ribella come membro pu
trido alla santa Chiesa e al padre nostro Cristo in terra, è caduto
nel bando della morte; perocché quello che facciamo a lui, fac
ciamo a Cristo in Cielo, o riverenza, o vituperio che noi facciamo.
Vedete bene, che per la disobbedienza e per la persecuzione che
avete fatta (credetemi fratelli miei, che con dolore e pianto del
cuore vel dico) voi séte caduti nella morte, e in odio e dispiacere
a Dio, e peggio non potete avere che esser privati della Grazia
sua. Poco ci varrebbe la potenza umana se non ci fusse la divina.
Poniamo che molti sono quelli che non si credono per questo offen
dere Dio, ma pare a loro fare sacrificio a lui perseguitando la
Chiesa e Ì pastori suoi, e difendendosi dicendo: ” E’ sono cattivi;
e fanno ogni male”. E io vi dico che Dio vuole, e ha comandato
così, che eziandio che e’ pastori, e Cristo in terra fussero dimoni
incarnati, non tanto che buono e benigno padre, e* ci conviene
esser sudditi e obedienti a lui, non per loro in quanto loro, ma per
la obedienza di Dio, come vicario di Cristo».1
Purtroppo queste parole caddero su terreno sterile. Col più
profondo suo dolore Caterina dovette ben tosto comprendere, che
i Fiorentini, che l’avevano inviata in Avignone quale mediatrice
di pace (giugno 1376), in realtà non volevano un accordo col
papa,1 poiché la mira di quelli che allora tenevano il governo
nella città dell’Arno era rivolta sopra tutto a spogliare totalmente
il papato del suo potere temporale, affine di poter liberamente
governare a loro talento senza timore di castighi.5La pace colla
quale la vergine di Siena vedeva strettamente congiunto l’avve
ramento de’ suoi più cari desiderii, cioè il ritorno del papa a
Roma e la crociata, pareva più che mai lontana, perchè anche i
cardinali di sentimenti francesi si opponevano con successo all'ac
1 O fr. ilo ti. Vng. I l i , 141 s. e la " S upplica d i G re g o rio a lla regin a d i N a-
!*>U, in d ata [1377] o tto b r e 12. A n a gn i, e la • L e tte r a a P ie t r o R a ffin i n elT A p p .
n- s . am bedue nel m a n o s c ritto d e lla B i b l i o t . M éjanes di A 1 x. L a
supplica d i G re g o rio X I è o r a e d it a In A d a P o n tif. I, 4 s .
• G r e g o r io X I a R o d o lfo <la V a ra n o , 26 lu g lio 1377 ( B i b l . M éjanes
•1 * A i x , loc. c it.).
* Sulla ricom pen sa a c h i g li e ra fe d e le v. i.’ E p ix o is 354. G h e r a r o t V , 2, 107.
F j'M t, O rvieto 561 ss. G. C e c c o n i. A s t o x e l u , in A rch. d. Soc. Rom . X X X I ,
*s Carte dipi. Osimane (A n c o n a 1878) 28 s. N e l * L ib c r croccili! magm i*
f '<llar. et privilegiar. d e ll’A r c h i v i o di Ancona tr o v a i, segn ate nei
Ill-V b , q u a ttro b o lle d i G r e g o r io X I d e ll’an n o 1377, con p r iv ile g i p e r
<ino*ta c ittà .
4 Così giu dica uno storico, che d el re s to è tu tto fa v o r e v o le a i F io re n tin i,
'■ n ii/ n o n u s I I I . 526. L 'im p o s s ib ilità d i accon d iscend ere a lle e so rb ita n ti pre-
dei F io re n tin i è r ile v a ta d a G r e g o r io X I n ella sua * L e tte r a a l c a rd in a le
P ierre d ’ E stain g. in d a ta [1377] sett. 1 . A n a gn i. Cod. 915, f . 260-2C1 d e lla
l ' i bi . Méjanes di Aix.
5 G re g o rio X I a F ire n ze , 15 lu g lio 1377. A r c h i v i o di Stato fio
rent i n o (A p p . n. 6 ).
* C. S a l u t a t u s, Epist. ed. R t o a c c . I, 141-143. V i t a l e 330-331.
7 O fr. C ronichctte antiche 212-213.
116 Libro I. Capitolo 1. I papi in Avignone 1305-1376.
L e * Condi-
limili alla p rim a e d izio n e d e l 2° v o lu m e d i qu est’ opera, p. 11 *.
ti-met paci ir pronunciate per D. Gregorium. X I in te r Populum Ronuinum et
Prcfeetum Vrìiix ac nobile» de S c ia m i in ric c m con certa n te» (1377). nel Cod.
H'-'tin. .178 d e lla B ib lio te ca Vaticana.
1 • G re g o rio X I a l c a rd in a le <le L a gra n ge e a ll’ a rciv e s c o v o d i N a rbon a,
2 marzo 1378 (A p p . n. 9 d a l m a n o s c ritto d i A i x ).
J C fr. B at.u zk I, 1221-1223; M u r a t o r i, S crip t. I l i 2, 718.
3 R a yn a ld 1378, n. 2 ; c fr . V a l o i s 358.
4 <Vr. S o u ch o n 110, a l q u a le tu tta v ia è s fu g g ito il • d isp a c cio da me pub-
Micato n ell’A pp. n. 10 (n o ta ) d a ll’A r c h i v i o G o n z a g a di Mantova.
L i tomba <11 G re g o rio X I in S an ta F ra n cesca R om an a fu e r e tta n el 1584 d a l
S filato e p op olo d i R om a , in m e m o ria d e l r ito r n o d e lla S an ta S e d e ; un r ilie v o
'li P. O liv ie ri rapp resen ta qu esto a vven im en to . Sul sep o lcro d i G re g o rio X I
' ir. L a s c ia s i in H a ll arch. eom. X X I , 272.
2.
> Loc. cit. 148. Sul conclavista e sulla sua credibilità v. Vai-ois 417-41* e
K nììph.kr in Pa ttau er thrtrì. Mnnntuchrift 1891. 103.
- Cfr. V a l o i s :»19. 384-388. dove sono i documenti. V. anche J a h r ¡56F-
s Deposizione giurata di Xarrtus apotecariu* civili romani/*, qui fuit ban-
d trciixi* hic in urbe tempore quo fu it electux D. Urbanun P. V I. .presso O.vyrr
I , P. J. 10.
* C.AYKT I I , P. ./. 40.
8 I/affrettam ento dell’elezione fu senza dultblo In conseguenza del tumul
tuare del Romani, ma non per questo l’atto fu non libero.
Elezione di B. Prignano (Urbano V I) l’tì aprile 1378. 121
imparziale e degno di fede, «si fece sempre più forte il grido del
popolo eccitato e veramente invasato dal demonio: ’’Vogliamo un
romano!”. Con tal grido in bocca, uomini armati irruppero colle
spade sguainate fino davanti alla cappella». Adesso sì era mi
nacciata la libertà, anzi la vita dei cardinali — ma il papa era
già eletto.
Quanto accadde dopo, non fu più un atto libero, ma effetto
della paura dei cardinali minacciati a morte. Solo ora questi co
nobbero il pericolo da parte del popolo, al quale non bastava il
non romano e mezzo italiano. Pieni di sgomento, non osarono di
partecipare ai furibondi intrusi l’elezione del Prignano; per cal
mare l’eccitata moltitudine spacciarono per papa il vecchio car
dinale Tebaldeschi.1 «Anche noi», racconta il conclavista del
cardinale de Luna, «acclamammo eletto il nominato cardinale
e, vestitolo del manto papale, benché si rifiutasse lo ponemmo
sull’altare. Qui fu trattenuto quasi due ore dalla plebe introdot
tasi. Il grido del vecchio uomo: ” Io non sono il papa, ma un altro
lo è” dapprima non fu osservato 1cardinali approfittarono della
terribile confusione che regnava nel palazzo per svignarsela. Al
cuni si rifugiarono in castel S. Angelo, altri nelle loro abitazioni,
quattro abbandonarono Roma per trovare nei dintorni un sicuro
rifugio. Però la sera stessa si sparse per la città con sempre mag
giore certezza la voce dell’elezione del Prignano.3
La mattina del giorno seguente (9 aprile) alcuni magistrati
della città si recarono dal cardinale Luna portando la nuova: il
popolo riconosce d’avere sbagliato e sa che il Prignano e non il
Tebaldeschi è stato eletto papa; ciò ha detto e confermato que
st’ultimo stesso. « Poiché », segue a dire il conclavista del cardinale
Luna, «chi era stato realmente eletto -si trovava col nominato
cardinale in Vaticano, essi pregarono il mio signore di recarsi
colà e di incitare gli altri cardinali, che si tenevano nascosti in
Castel S. Angelo e altrove, a compire quanto, riguardo al Prignano,
avevano cominciato. Così infatti avvenne. Sul far della sera tutti
i cardinali, ad eccezione dei quattri fuggiti dalla città (quindi in
tutto dodici e perciò una maggioranza di due terzi), si adunarono
nel palazzo apostolico e intronizzarono l’eletto. Poiché per l’im
mensa folla non si potè menarlo in S. Pietro, vi fu condotto il
giorno seguente (10 aprile), dove celebrò una messa bassa. L’eletto
si chiama U r b a n o VI. Lo stesso giorno vennero anche i quattro
1 Tu tta questa scorni di terrore, com e pure la fuga che ne seguì dei c a r
dinali, rimane inesplicabile «e si am m ette un'elezione non libera. Che cosa
in fa tti avrebbero dovuto temere i cardinali dopo d i avere assecondata la volontà
dei Rom ani?
3 GaYET loc. clt. 149 : cfr. 42 ss. e 50 ss.
s Vedi V a l o i s 401 ss., dove sono anche i documenti.
I cardinali minacciati dai Romani. Intronizzazione di Urbano V I. 123
nn chi ’1dice, mente sopra il capo suo. Potreste dire a me: ’’Per
chó non credimi? meglio sappiamo noi la verità, che lo eleggemmo
che voi”. E io vi rispondo, che voi medesimi mi avete mostrato
che voi partite dalla verità, in molti modi. Se io mi volgo al prin
cipio della vita vostra, non vi conosco tanta buona e santa vita,
che voi per coscienza vi ritraeste dalla bugia. Chi mi mostra la
elezione ordinata con che eleggeste messer Bartolomeo arcivescovo
d Bari, il quale è oggi papa Urbano VI fatto in verità? Nella
solennità fatta della sua incoronazione, ci è mostrata questa
verità. Che la solennità sia fatta in verità, si mostra la riverenzia
che gli faceste, e le grazie domandate a lui e voi averle usate in
tutte quante le cose. Non potete denegare questa verità, altro che
con menzogne. Ahi stolti, degni di mille morti! Come ciechi, non
vedete il mal vostro... Chè, eziandio se fusse vero (che non è,
anche confesso, e non lo nego, che papa Urbano VI è vero papa),
ma se fusse vero quello che dite, non areste voi mentito a noi,
che cel diceste per sommo pontefice, com’egli è? E non areste
voi falsamente fattagli reverenzia, adorandolo Cristo in terra?
E non sareste voi stati simoniaci a procacciare le grazie e usarle
ilícitamente?».1
E così in realtà stavano le cose. La colpa principale dello scisma
la porta il collegio cardinalizio, mondano, anelante di ritornare in
1 Questa splendida lettera (stampata in T ommaseo IV, 190-101; cfr. 107 s.),
traduzione presso Rei mont II, 10.'14 s. e presso Koi.n 212 ss.) è diretta anzi
tutto ai cardinali italiani, tuttavia le eloquenti parole di Caterina valgono
ii"ii meno per gli altri cardinali. Fa riscontro a quella di Caterina l'importante
ì* Mera che Coluccio Salutato diresse ai cardinali «ultramontani»: «Quls non
' le t », esclama contro 1 cardinali il celebre canceUiere. «vo s non veruni
i’;i|iani quaerere, seti solimi Pontiflcem natione Gallicum exoptare?». Dopo
lia messo a nudo le contradizioni dei cardinali e confutato specialmente
In lero asserzione, che la nomina sia seguita sotto l’impressione della paura.
Salutato scrive, (trasportandosi per nn momento nel punto di vista dei
bidenti : « Malum fuit per metum electionem Stimmi Pontifieis celebrare;
>•¡118 confirmare iani factam: pessimum autem exhibere reverentiam confir-
aiato. Turpe fuit non veruni Pontiflcem In Christi Vicarium fldelibus exhibere:
cuiuntinre litteris turpius: turpissimum autem rei verltatem cum tadturnitate
nti itemporis occultare. Perlcolosum fuit In sede intrudere qui i>er ostium
'jon intravit: tolerare tam diu periculosius fuit intrusimi, sed omnium perlcu-
rum periculosissimum est Pontifici Pontiflcem inculcare». S a lu ta ti: 8, Epint.
ed. Kigacc. I. 18-30. Cfr. anche l’esortazione presso Hat>_at.d 1378. n. 30. e il
parere dei Certosini sulla rimozione dello scisma presso Tbomby VII, cxr. Un
>ltro riscontro alla lettera di S. Caterina ai cardinali è (secondo Bijem etzrie-
^er) anche la lettera, studiata pel primo da Ehhi.e (M a rlin de A lp a rlil* Chro-
nicti 426ss.), scritta da nn ignoto domenicano ai cardinali a FondL: «Quid
agitìs o celestis ostii cardine* » prima dell'elezione dell’antipapa. Cfr. Bt.ie-
uktzhieder. Raim und ro n Capila u. Caterina ron Siena su B cginn des grò*-
■»<*» abendi. Schiuma», in H is t. Jahrb. XXX (1909). 231 ss., che accetta come
siuste le notizie del codice vindoboneuse, secondo le quali ne sarebbe autore
Kaimondo di Capua. per la ragione che la lettera è appieno secondo lo spirito
•Ielle relative lettere di S. Caterina, cosa che indicherebbe essere essa uscita
dalia cerchia dei suoi (p. 23Ss.).
186 Libro I. Capitolo 2. Lo scisma e le agitazioni degli eretici. 137fcS-l 406.
1 Valois, La Fra lice I. 114. Derivi.F„ Chartularium III. 558 (n. 1614).
• Vai.ois. La France I, 117-120.
* Piena luce sull'attitudine di questa corporazione verso la grande que
stione di quel tenuto hanno arrecata le splendide pubblicazioni del D c t in t
'■ del Ciiatklaix Gli editori hanno premesso un succinto sommario sull’at-
'«‘Wiamento dell'università (Chartuì. I l i , 552) e della nazione inglese (A u c ta -
r'«m I. i.xvss.).
* 1>f.nifi.k, Chartularium III. 561.
5 I>kjìifle, Chartuìarium III. 560-561 (n. 1616).
• DtnoufrCBATEUm, Auctarium I, i..xvii ss. Qui sono messe in piena luce
lotte le fasi della posizione della natio Anglicana rispetto allo scisma.
5 Denifle, Chartularium III. 562.
9 Su questa dimostrazione efr. Valois, La France I. 136 ss.
9 Dexifuc, Chartularium III, 564. Vai.ois, La France I, 137.
138 Libro I. Capitolo 2. Lo scisma <■ le agitazioni degli eretici. 1378-1406.
» (ììan Galeazzo Visconti <11 Mllnno osservò una politica «li n e u tra lità ;
<11 K. M aiocchi, Lo sciama (¡'Occidente e Giannal. Visconti, in R iv. d. scienze
■f"r. I I (1 9 0 5 ). 199 ss.. 467 ss.
2 Secondo G i ' e r i k e (I®. 71 9 ) anche in seguito, quanto aU’astensione del
i rò riconoscimento, l’autorità dei pontefici romani restò sempre in preva-
• nza. Sarebbe un lavoro utile e anche non senza importanza sotto l’aspetto
te o lo g ic o il determ inare con precisione il rapporto numerico delle diverse
“Miedienze.
3 Glii verso la fine del maggio 1379 Clemente V II si era portato ad Avi
gnone. Il trag itto segui sotto la protezione di un ebreo, che più tardi si con
v e r ti ai cristianesim o ( M a t tl d e 37 «.).
4 t'ir , sopra p. ¡123, n. 4 ; come pure S av ig tsy V I, 20& 228; f i n i u lte 257 S.,
-75 ss. ; S c h w a b , Gerson 109 ss. ; S o u c h o n 103 s.
» LtKBSER. V rb a n V I 421 s., 542.
• S u lle v a r ia b ili r e la z io n i d i N a p o li con U rb a n o V I c fr . M. R o t h b a r t ,
l'rbtin V I. litui A'capei, B erU n 1913.
• T e o d . d e N ie m I . 2 2 A to rto R a t t c s o e r ( Litltra r. Rundschau I , 251)
mette in d u b b io questa n o tizia ; c fr . 11 b rev e d i U rb a n o a g li a r c iv e s c o v i d i N a
poli e d i Capua presso L t'itio , Cod. Ilaì. dipi. IV , 534. V. anche l ’e d iz io n e d i
T h e o d . d e N ie m d e ll’ E R ixB 43 e la sua m o n o grafia su T eo d . d i N ie m 55.
144 Libro L Capitolo 2. Lo scisma e le agitazioni degli eretici. 1378-140*;.
i Giornali Xopolit. 1052. Da p arte loro gli assediatiti prom ettevano in pre
mio 10,000 fiorini «l’oro a ehi loro consegnasse, vivo o morto, il papa (Ba-
ut'ZE II, 082).
* Cfr. Kki.kk, A'lem 6 5 $ ., 78 s.. 3 2 7 : R ru m o n t I I , 1068; C ip o lla 189-11*1:
Saurki.and 1 5 s .; B ayer, Gob. Persona (Leipzig 1875) 2 9 : l’edizione di J anskn
del Ponmodromiu» 08 s. ; Sim o.nsfklo. Anatektcn 7 s. : Flint. Jahrb. X IV , 820 e
L ’esecuzione capitale d ei cardinali ordinata da T'rbano V I è designata da Egidio
ila Viterbo nella sua * Htutoria rigin ti nacculor. come « scelus nnllo antea sae
ttilo «uditim i » (Cori. 0 . 8. 70 della B i b l i o t e c a A n g e l i c a d ì R o m a » .
3 C fr. H kroknriìtiiek I I . 4 1 ; B alai» IV . 42T! ; C hkic.hton I. 92 ss. ; S o r
chon, Pnpntirahlrn I. 40 s.
4 Sulla sua tomba, che dal 1606 si trova nelle grotte vaticane, v. I >n Cb ssm
I I. 506. Riproduzione presso D io n ys ii -b pi. 56. K . M. K a i -fmas >- nel Katholik
1001, i l , 536>s.; C irrati 7 6 ; Medrdeliuiicn van hrt Xedcrlnnd-»ch flint. Inntit.
tc Rome IV , 130«. i
Fine di Urbano V I. Giudizio su questo papa. 145
1 Niem I , (19. E r i.k r . Xiein 84. Sugli ufficiali deUa Curia di l'rb an o V I
'ifpo che ne ebbe com pletato il ruolo fortem ente ridotto per il passaggio
‘'••dia parte dell’antipapa, cfr. T h. G r a f , Papst Urban V I. Vntersuchungen
: 'f r die röin. Kurie während seines Pontifikates. B erlin 1913, cap. 1-3 coi
'■atalogo dei nomi degli ufficiali.
s M a r t ì n e - D u r a n d , Coll. V II, p. x x x v i i i ; c fr. I I e f e l e V I*, 810. Gli atti
•li Clemente V II relativi alla Germ ania presso G ö l l e r , Repert. German. I :
Kh'mens V II. ron Avignon 1 3 7 8 -1 3 9 B erlin 1916. C fr. in proposito Em seh
in Bist. Jahrb. X X X V III (1917), 1 1 9 ss. Sull’influenza dello scisma nello svol
gimento «Iella scrittu ra c ifra ta nella cancelleria pontificia sotto l'rb a n o VI
“ Clemente V II e loro successori cfr. A. M e i s t e r , Die Geheimschrift im
Dienste der päpstl. Kurie, I ’aderbon 1906. 21 ss.
* I.oskrth. Beiträge 3«1. 308, 375, 404, 4,'.ft-4r»7. 553. c Fu di tu tti gli a ltri
!"*eisrai] il pessim o», dice l’istoria di Chiusi 961.
10
P a s t o r , S to ria dei P a p i , I .
14ti Libro I. Capitolo 2. Lo scisma e le agitazioni degli eretici. 1378-1406.
era avvenuta in circostanze così singolari, che non era diflì i!,
nascondere e svisare la verità. Di più ai lontani non era po'si-
bile l’esame dello stato delle cose. Finalmente il fatto che tutti
coloro, che avevano eletto papa Urbano VI, si staccarono da lui,
prestavasi assai bene a intimorire e confondere gli animi.1Quanto
fosse difficile o impossibile per gli uomini d’allora conoscere qua'e
dei pretendenti fosse il vero e legittimo papa, non lo può giudi
care una generazione posteriore, che ha sott’occhio numerosi do
cumenti e può abbracciare collo sguardo tutto lo svolgimento su -
cessivo di quei fatti. Nulla vi è di più caratteristico per l’orribiie
confusione allora dominante delle idee, che il sapere come dal!*-
due parti si trovavano persone venerate come sante; di fronte a
santa Caterina da Siena - e alla sua omonima di Svezia stavano
san Vincenzo Ferreri e il beato Pietro di Lussemburgo come ade
renti all’obbedienza francese.;i II contrasto delle idee si fa più o
meno sentire in tutti gli scritti di quel tempo; eccellenti caratte i
più tardi dichiararono apertamente di non aver saputo chi sia
stato il papa legittimo. 4
La confusione generale si accrebbe ancora per la circostanza
che più volte fu interrotta in Germania l’obbedienza ad Urbano VI
e in Francia quella a Clemente VII. Su che deboli fondamenti po
sasse nell’impero germanico-romano il riconoscimento di Urbano,
lo dimostra fra l’altro il fatto che in Augsburg vi furono degii
ecclesiastici i quali accettarono impudentemente e senza ostacolo
cariche e prebende dalle mani dell’antipapa e dei suoi fautori e
che dei predicatori ambulanti bandivano pubblicamente che l’unico
Gli uomini sono immersi nei peccati e nei vizi, indarno cer-
> asi pace e giustizia. L’infausto anno 1378 ha tolto al mondo un
imperatore e un papa; ora si ha un papa di più e un imperatore
di meno. Solo Dio può porre termine a questa calamità; e il poeta
lo prega sulla fine:
D ue capi <là a lla c ris tia n ità - un papa e un im p ila t o r e - che In tu tto il
mondo - ren dan o fioca l ’in g iu s tizia . »
1 Cfr. On. Mkykk. ita » Schhmtt untrr Kónig Wcnzel unti die ileutxchcn
tintiti in Forschungen X V I. 355-356. T ra tta egregiam ente in modo riassun
tivo degli aderenti a Clemente V II in Germ ania E . Oot.i.KR, Reperì, Gennan.
I. specialm ente p. 99*-170*. ove son d ate precise indicazioni bibliografiche
> t i singoli principi e terrttorii.
■ (*fr. l'im portante opera del H aupt, Zar fienehiehte drr rrrolut. Ilrtrc-
ingcn in Wurshursi m itcr Hixchnf Gerhard fon ftchicarzhurg (W iirzburg
1S91).
3 Ofr. V a lo is, La Franco I, 305 ss. ; I I . 316 s. V. a lidie gli studi speciali
'lell'ErBEL. assai importanti per assegnare 1 contini deH’ohbedienzn, in Riim.
'JuartaUchrift 1893. 405 s. ; 1894. 259 s. ; cfr. 1896, 99 s„ 507«.
* X el vescovati di T rev iri e Magonza girovagava nel 1386 un fa lso ve
scovo ( Cronaca Limburgheie 1-8). Ofr. inoltre Korretpon denzhl. d. irm i deut neh.
Oexch.-Vcr. 1887. 275-276. Altri esempi nell'im i>ortante meimiria del H a k f t su
Giovanni Malkaw in Zeitxchr. f. Kirehrngcxch. V I. 324 ss.
5 Opere di I’. S ich k .n w irt. pubblicate da A. Pkim ikskr (W ien 1827) 107-
109. Cfr. ZiMMKKMA.VN 2 e H a u p t in Zeitxchr. /. Grxch. de* Oherrhein* nuova
serie, V I. 228 ss.
148 Libro I. Capitolo 2. Lo scisma e le agitazioni degli eretici. 1ÌJ7H-140I.
La lotta fra le due parti venne poi condotta con violenza senza
pari. Mentre i partigiani del papa romano disprezzavano le messe
dei « Clementini », questi reputavano le messe degli «Urbanisti»
come sacrilegio; sovente tali lotte fecero sospendere totalmente il
servizio divino.1 «Il colmo del male», come dice santa Caterina
da Siena, «è penetrato nella Chiesa». «Odio vicendevole», scrive
un biografo di questa santa, «cupidigia di signoria, pessimi in
trighi di ecclesiastici e laici erano in pienissimo fiore; e chi sa
rebbe bastato ad infrenare questi vizi ? Dio solo poteva dare aiuto,
ed egli attraverso grandi e lunghe tribolazioni condusse di bel
nuovo la Chiesa all’unità, mostrando chiaramente, come gli uomini
con tutta la malvagità loro possono bensì recar danno alla sua
Sposa, non già annichilarla; poiché la Chiesa ha in se stessa un
divino, indefettibile elemento di vita». Per tale ragione Caterina
anche in mezzo alle più fiere procelle della discordia potè scri
vere : « Io vidi come la sposa di Cristo desse vita, perocché essa
abbia in sé tale forza vitale che neuno la può occidere; io vidi
che ella spandeva forza e luce e che neuno essa può privare di
t'i>rza e di luce, e io vidi che il frutto di lei non isminuisce mai,
uà cresce di continuo».1
Il dolore e l’angoscia della Santa non erano tuttavia meno
grandi. « D’ogni tempo è tempo», scriveva ad una monaca, «ma
tu non vedesti mai, nè tu nè veruno, altro tempo di maggiore
li.'cessità. Sentiti, figliuola mia, con dolore e amaritudine, della
tnebra che è venuta nella santa Chiesa. L’aiuto umano pare che
venga meno: conviene a te e agii altri servi e serve di Dio
invocare l’aiuto suo. Non è adunque a dormire, ma da sconfig
gerli (i nemici) colla vigilia, lagrime, sudori, e con dolorosi e anno
isi desiderii, con umile e continua orazione».2
Ma Caterina non si tenne paga di pregare pel papa. Andati a
;ioto i suoi sforzi diretti a soffocare in germe il tremendo scan
dalo dello scisma, si adoperò a tutto potere per procurare il trionfo
1diritto e della causa del romano pontefice. Per ogni dove scrisse
>ttere ora di preghiera, ora di esortazione, or di minaccia, al papa,
ii cardinali e ai principi più ragguardevoli. Devesi in parte alla
Mia influenza, se Urbano VI potè sostenersi in Italia e se qui fu
nto l’antipapato francese.8 Tuttavia non fu concesso alla Santa
1 D ö m .in g k h . K irc h r unii Kirchen i>. Janus 315. L i nz, Sìi/ìhìiiuììiI und Hein
rich r 16i>. I H'I tu tto s im ile è anche i l g iu d iz io d i K . H ase. « Se lo scism a
d ella C h iesa » . s c riv e e g li (('n t . ron Siena 21!*). « fu a n z itu tto cau sato d a l con
te g n o p assion ato d i U rbano, tu tta v ia la sua p ifì p ro fo n d a ra g io n e fu il te n ta tiv o
del p ap ato francesi* di sosten ersi c o m e tale. In f a t t i fa c ilm e n te nasce e a lt r e t
ta n to fa c ilm e n te si consolida i»er un po’ d i e go ism o n a zio n a le l'o p in io n e che
abbia sem p re d ir it t o di sussistere uno stato d i cose d u ra to settan ta anni e
che ognuno n ella sua p u e rizia già a v e v a con o sciu to com e un fa t t o e s is te n te ».
2 C fr. in to rn o a lu i l'e c c e lle n te m on ografia d i C a r lo O r i'h e (K ö ln 1883).
V. an ch e Z e its ch rift f. Kirchengesch. X I . 577 ss. : A v c e r . Les m astique« iles
Pai/s-Ras (M ém . ile V.Acati, 'le B eìgique X L V I . 1SOI) e S a le m b ie r 82. È ancora
in ed ita la le tte ra d i G. G ro o t su llo scism a, n ella q u ale s’esp rim e il d esiderio,
«iq u o d am bo p on tífices cum om n ibu s c a rd in a lib u s c a n ta ren t in c o e lo em p y reo
g lo ria in excelsis. et aliu s veru s E l.vachim pon eret pacein et unitatene in te rris »
(Cod. J/SI23, f. 196 d ella b i b l i o t e c a di Corte a Vienna).
Lamenti dei contemporanei sulla piaga dello scisma. 155
m olte miglia da lontano. Per lo più l’interno delle chiese era troppo
r is tr e tto per contenere gli uditori; laonde Gerardo assai spesso
p re d ica v a nel camposanto. Non parlava il linguaggio della scuola,
bonsì quello del cuore e per ciò le sue parole facevano breccia
an ch e nel cuore degli uomini. La sua vita poi era una pratica
illu s tra z io n e della sua predica. Tutta la sua attività può compen
d iarsi in questo so lo : «risveglio dell’imitazione di Gesù Cristo».
Della massima importanza fu il fatto, che col tempo intorno
a quest’uomo apostolico si raccogliesse un circolo di discepoli,
i iiuali vivevano sotto la direzione di lui e del suo amico Fiorenzo
Radewin, trascrivevano libri spirituali procacciandosi in tal modo
il sostentamento e curavano l’istruzione religiosa del popolo.
Per consiglio di Fiorenzo depositavano i loro provetti in una cassa
comune e sotto un capo da essi eletto cominciarono a condurre
vita comune. Poscia, dietro consiglio di Gerardo, Fiorenzo abbozzò
una regola di vita ed uno statuto domestico. Tutti gli abitanti di
quella casa promisero a lui come a loro superiore di obbedire e
ili rimanere per tutta la vita. Voti propriamente detti non veni
vano pronunziati, perchè la nuova congregazione non era stata
ancora riconosciuta dalla Sede Apostolica come istituto eccle
siastico. Inoltre ogni membro dovette promettere di contribuire
al sostentamento del sodalizio mediante il lavoro manuale, spe
cialmente scrivendo.1 In tal guisa si volle rinnovare la vita dei
primi cristiani, «la vita della perfezione ed imitazione di Cristo».
Appunto per questo la nuova società distinguevasi essenzialmente
dagli Ordini già esistenti.2
In tal guisa sorse la celebre congregazione dei « fratelli della
v ita comune ».3La vita, che svolgevasi in seno a loro, l’ha più tardi
d e s c r itta con entusiastiche parole Tomaso da Kempis. «L ’umiltà,
la p r im a di tutte le virtù, vi fu esercitata dal più grande fino
■‘1 più piccolo. Questa rende la casa terrena un paradiso e trasmuta
gli u o m in i mortali in perle celesti, in pietre viventi del tempio di
Dio. Sotto sì grande disciplina fioriva l’obbedienza, la madre delle
v irtù e la fiaccola della cognizione spirituale. Era somma sapienza
o b b ed ire senz’indugio, ed orribile delitto trasgredire il consiglio o
1 R aumer , Gesch. der Pädagogik I 2, 72 ss. B ursian 89. L eitsm ann , Gesoh.
mul Darstellung der pädaflog. W irksam keit der B rü d er des gemeins. L e
hens (D is se rta z. lip sien se 1886). B onet-Maur y , lìe opera seholast. fra t. vitae
coinmun. in Nederlandia (P a r is . 1889). C fr. an clie l'in tro d u zio n e a lle p red ic h e
di Giov. V eghe p u b b licate d a F . Jostes ( H a l l e 1883). L 'a t t iv it à le tte r a r ia d ella
congregazione d i W in d e sh e im è d e s c ritta d iffu s a m e n te in K a th olik 1881
(I. 42 ss.) d a l D r. G rube , illu s tr a to r e assai b en e m erito d i qu esto argo m en to.
Ofr. anche Geschichtsquellen der P ro v in z Sachsen ( H a lle 1866) X I X , x v m s s .
2 C fr. M üller , K irchengesch. I I , 122 s .; W etzer und W elte ’* K irch e n -
lerikon I I 2, 345 s. ; T hu keau -Dangln 264 ss. ; H eimbuchkr I. 306 e E ubel ,
Avignone». Obedienz x m s s .
8 Grisar in H is t. Jahrb. I , 628. A n ch e n e l 1437 e 1438 i s in o d i d i S a lis
burgo e d i B ressa n o n e d o v e tte ro p re n d e re m is u re c on tro le c on v en tico le d ella
natura in d icata. O fr. B ickel 34.
4 O fr. * L ih e r de consideratione scriptus ad U rbanum papam seoetum d i
Giovanni di Jenzenstein (Coci. V a tic. 1122, f. 46, 48. B i b l i o t e c a V a t i
cana) .
6 O fr. T heod. de N iem I I I , 41, 43. H öfler, C oncilia Pragensia 1353*1413
(P rag. 1862) sxi. H artwig I, 21, 49, n. : I I , 8 . D ö h in g e r , Weissagungs
glaube 270. I I lpler 62. A n ch e G io v a n n i d a lle C elle, p iù ta r d i b ea tifica to , cre
deva a lla p ro fe z ia d e lla line d el1 m o n d o ; v . L e tte re del b . D. Giovanni dali.e
Celle, ed. B. Sorio (R o m a 1845) 188 s. L ’id e a d e lla ven u ta d e ll’A n t ic r is to
e di un fa ls o p on tefice rin acqu e n e ll’ I t a l i a su p erio re n e l 1420, 1433, 1443 e
158 Libro I. Capitolo 2. Lo scisma e le agitazioni degli eretici. 1378-1406.
I» unione con tre antipapi questo re del Nord ( rex Aquilonis) pu
nirà il clero e lo spoglierà dei suoi beni terreni, rinnoverà il mondo
t. incarcererà il re Carlo di Francia, ma Iddio miracolosamente
lib e re rà il re della casa dei gigli. Frattanto sarà innalzato sulla
a t t e d r a di Pietro il pastor angelicus. Al tempo di questo santo
pontefice il clero rinuncerà spontaneamente al suo possedimento
mondano e un concilio generale stabilirà che gli ecclesiastici non
ric e v a n o altro che il vestito e il vitto conveniente. Il pastor ange-
i'cus toglie ai principi elettori tedeschi il diritto della nomina del
l’imperatore, incorona imperatore il re Carlo di Francia e ricon
duce la Chiesa alla povertà e al servizio di Dio. Imperatore e
pontefice intraprendono tosto una crociata in Terra Santa, che
.onquisteranno, quindi i Greci, i Giudei e gli altri infedeli si con
vertiranno a Cristo.1 Il punto centrale di tutta la profezia di
ì e le s fo r o consiste nella fine da lui annunciata dello scisma papale
per opera della Francia e nel trasferimento della dignità imperiale
¡Ila reai casa di Francia. L’intera profezia è un programma di spe
ran ze francesi e di aspirazioni politiche, redatto nella forma pro
fetica allora in voga.2
La grande diffusione del fantastico scritto di Telesforo e il suo
c a r a t t e r e di ostilità alla Germania mossero « il più reputato teo
logo tedesco di quel tempo», Enrico Hainbuch3 di Langenstein
( Henricus de Hassia), ad entrare in lizza nel 1392 con un suo
s c r itto polemico contro l’eremita Telesforo vaticinatore degli ul
tim i tempi.4 L’onesto erudito di Assia si volge anzitutto contro
¡¡a an ali una replica dell’inizio del secolo XV, che comparve sotto
il nome di Gamaleone, parente di papa Bonifacio. Ivi si vuole
<i(j( irittura il distacco della Germania da Roma e un patriarcato
n: d o n a le ; Roma perde la sua posizione come centro della Chiesa,
in uo luogo deve subentrarvi Magonza.1
in quei tempi così terribilmente agitati questi profeti, che si
n: itevano fuori con sfacciata sicumera,2 trovavano tanto più
f: . le ascolto, in, quanto che la grande maggioranza dei contem-
¡i anei era ingenua e poco atta alla critica. Si accoglievano le
P ¡lizioni, come se si trattasse di nuovi vangeli e di inoppugna
bili rivelazioni di Dio. La stessa accuratezza e gli ornati dei ma
ni critti contenenti tali profezie attestano del valore che loro attri-
bi vasi. Eppure fra tutte neippure una si avverò.3
La crisi, che la Chiesa passò in questo terribile periodo, fu
la maggiore che la sua storia conosca; essendo che, nello stesso
t<:ipo in cui, per opera dei due papi fra loro in lotta di vita, e di
morte, ogni cosa era precipitata nell’estrema confusione, le entrate
lavori ecclesiastici servivano quasi solo a rimunerare i parti-
v':.'mi, lo spirito secolaresco dovunque toccava il massimo grado,
si fecero sentire in, Inghilterra, Francia, Italia e Germania e
- talmente in Boemia moti ereticali,4 contro i quali l’inquisi
(«1. H ardt 25) e Z accaria T revisano n e lla sua * O ra tio habita ad Grego-
rium. X I I (1407) n el Cod. lat. X I V - C C X C I I I e X I - L X T I I d e lla B i , b l . M a r -
c ll| n a a V e n e z i a .
1 H. Haupt 17 s., 21-22; F. Falk, W aldcnsertum in M ainz zu Ende des H .
•t'ihrh.' nel K a th olik 1903, I I , 262 ss. ; H. Boemer, D ie W aldenser von Zw ickau
Uli" Umgegend, in N . A rc h iv f. sächs. Gesch. u. Altertum skunde X X X V I (1915),
: H. W eigel, E in W aldenser oerh ör in R oth enbu rg i. ■!. 1394, i n B e itr.
~ '“ Dir. Kirchengesch. X X I I I (1917), 81 ss.
2 Ofr. G. K . F riess , Pa tarener, Begharden und W aldenser in Oesterreich
""Im -n d des M ittela lte rs in Oesterr. Y ie rte lija h rs s ch rift f. kath. Theologie
, , s , 2) X I, 242, 2 5 7 s s . ; v. a n ch e D olxingee , Sektengesch. I I , 367 ßs.
3 H au pt , E in Beghardenprozess in E ich s tä tt vom Ja h re 1381 in Zeitsch r.
U,r Kirchengesch. V , 488.
* Chroniken der deutschen Städte X V I I I , 240. H a u p t 52-54.
I>a H . H a u p t , E in Beghardenprozess ece. loc. eit., dal quäle 6 tolto quasi
• lettera quanto 6 sopra.
164 Libro I. Capitolo 2. L o scisma e le agitazioni degli eretici. 1878-1406.
mania,1 venne esposto nel modo più chiaro ed efficace nel capii
d’anno 1424 da un messo del Cardinal legato Branda nella su;
presentazione al re di Polonia. « Scopo della mia missione »,
dic’egli, «è l’onore di Dio, il bene della fede e della Chiesa, :
salvezza dell’umana società ». Gran parte degli eretici afferma eh
tutto ha da essere in comune e che alle autorità non si debli
prestare censo, tributo od obbedienza di nessuna sorta, massim
queste, per le quali è annientata l’umana civiltà ed è tolta ogr
sapiente ed esperta direzione del genere umano. Essi mirano
distruggere colla violenza brutale ogni diritto divino ed umano e :
andrà tant’oltre, che nè i re ed i principi nei loro regni e dominii,
nè i cittadini nelle città, nè insomma alcuno nella propria cas,:
sarà più sicuro dalla loro audacia : questa abominevole eresia per
seguita non solo la fede o la Chiesa, ma, ispirata dal diavoli
muove guerra a tutta l’umanità, i cui diritti manomette e ca-
pesta ».2
pop^io del re contro gli Angiò costò al papa ingenti somme, senza
deli'' quali Ladislao non avrebbe potuto riportare la vittoria sul
pretendente francese. In tal modo fu allontanato dall’Italia lo
s i-ma e Napoli fu guadagnata all’obbedienza romana.1
Da principio presero una piega molto più difficile le condi
z i o n i dello Stato della Chiesa, che Bonifacio aveva trovato nel
nu^simo disordine. Anche qui tuttavia col tempo egli conseguì dei
•ni -essi non disprezzabili, ma con mezzi non esenti da pericoli.
Ai randi e piccoli dinasti, dietro il pagamento di denaro e la pre
si,./ione di un modico canone, fu lasciata, sotto il titolo di vica
ri;; o papale, quella sovranità, che dovunque si erano usurpata.
P tal guisa fu riconosciuta formalmente almeno la supremazia
della Sede Apostolica e fu garantita una base giuridica ad ulte
r i o r i mutamenti in favore dei papi. Mediante questa politica Boni
facio non solo ricavò i mezzi pecuniarii necessarii per opporsi ai
disegni francesi di conquista, ma egli fu ancora di nuovo ricono-
- ito come sovrano nel Patrimonio, cosa nella quale da lungo
1 apo nessuno dei suoi predecessori era riuscito.2 II più grande
su; cesso Bonifacio IX l’ottenne nella città eterna. Dopo varie
vicende potè indurre nel 1398 i Romani ad abolire la loro costi-
t ; ione repubblicana e a riconoscere la sovranità pontifìcia anche
n iili affari comunali. In ciò deve avere influito decisamente la
!> ispettiva dei guadagni pel prossimo anno giubilare.3Ma Boni-
ì io IX, in vista del giubileo già celebrato nel 1390, ricusò che
ne celebrasse uno nuovo nell’anno 1400. 4 Nondimeno anche
iesta volta si recarono a Roma molti pellegrini. Fenomeno degno
di nota furono le processioni dei «penitenti bianchi», che ricor
dano quelle dei flagellanti, le quali ebbero conseguenze tanto pe-
■olose che il papa le proibì.5Per assicurare la sovranità del papa
-illa città di Roma Bonifacio IX fortificò il Vaticano ed il Campi-
Oglio, restaurò Castel Sant’Angelo, lo munì di merli e di mura
1 R r u m o n t I I , 1071 s.
• StJOESTKEiM 310. G b e g o ro v tu s V I 3, 519. O fr. G u ir a u b 39 s., 45 s., 127,
' 193. 199, 213, 2 25; Janhkx 9 ss.
3 G r e g o r o v iu s V I 8 520, 525. C fr . G u i r a u d 11 s. e M a b t i s o r i , Zecca 41 ss.
' Hi' micmete b attu te In R om a.
4 Vtìdl K r a t t s , D . « Anno Santo » in B eilagc z iir A llg. Z e ilu n g 1900, n. 125.
'¿ »iv i si han n o anche 1 p a rtic o la r i su l G iu b ile o d e l 1390. C fr. in p ro p o sito
'axsen 142ss., che tr a tt a a n ch e d e lla con cession e diell'in du lgen za g iu b ila re
; città tedesche n e g li an n i segu en ti. N e l 1400, a d isp etto d e l d iv ie to d ei
inverno fran cese, m o lti p e lle g rin i p e l g iu b ile o v en n ero a R om a an ch e d a lla
Francia ; c fr . V a lo is , L a F ra n ce I I I , 321 s. S u lla perm anenza a R o m a n el
l l°4 d i tr e « r is t ia n i d i S. T om m aso, c fr . la le tte ra p u b b licata d a Z a n u t t o ,
It'bìifacio I X 57 ss.
5 K eumo .nt I I , 1086 fi, K raus loc. c it. e B urckhardt II " , 3 4 9 s.
170 Libro I. Capitolo 2. Lo scisma e le agitazioni degli eretici. 1378-1408.
e nel mezzo vi eresse una torre.1 II castello offrì (al papa sicuro
rifugio, quando nel gennaio 1400 i Colonna tentarono un assalto
improvviso di Roma. Questo tentativo pertanto andò a vuoto;
coll’aiuto di Ladislao furono poi atterrati i castelli dei Colonna
nelle vicinanze di Roma. Il potente casato si sottomise nel 1401,
dopo che l’accorto pontefice aveva concesso vantaggiose condi
zioni di pace. Da questo momento regnò la quiete e Bonifacio IX
governò Roma come un « austero imperatore » . 2 Ma sorse per lui
un nemico assai pericoloso in Gian Galeazzo Visconti duca di M -
lano, che ambiva la signoria di tutta l’Italia. 3Nel luglio 1402 costui
si fece signore di Bologna. La sua morte, avvenuta nel settembre
dello stesso anno, fu pel papa una grande ventura. Bologna fu
ora riguadagnata alla Chiesa (2 settembre 1403) e subito dopo
si sottomise anche Perugia. A Roma il governo di Bonifacio IX
fu una benedizione pel popolo : il papa si curò con zelo dei poveri
vigilando perchè ci fosse pane a prezzo moderato. Quanto alla
giustizia egli si oppose rigidamente alle usurpazioni dei nobili.
Pertanto la figura di Bonifacio IX come sovrano temporale
grande. Al contrario bisogna giudicare sfavorevolmente la sua atti
vità come papa. Teoderico di Niem fa un quadro assai fosco dello
stato di cose che sotto di lui si svolse nella Curia: egli taccia
il papa della più esosa avarizia e della peggiore simonia. È bens:
certo che Teoderico, corrucciato per l’insuccesso della sua caccia
a prebende, ha dipinto molte cose con colori troppo neri ; pure i
suoi dati di fatto, confermati da altri contemporanei, non lasciano
luogo a dubitare, che i mezzi usati da Bonifacio IX per empire
le casse della Camera apostolica hanno danneggiato gravement
il prestigio e la venerazione della suprema dignità ecclesiastica.
1 K örting I, 5208; cfr. 449; Voigt l i 3, 342; W oltm a.nx I I , 132; Ottklntuaj,
Müntz, La Renaissance 38s.
: Con qual cura i papi del secolo x n e x n r badassero a l Latino delle loro
•Tt'. lo dim ostra 11 D e u s t.e in R itti. ile Tflcole ile » Charten, sór. IV , t I V
•ari» 1858), 30.
' Quanto gli um anisti sentissero afta mente di sé, lo prova la superb«
: '!»<>sta d ie F ile i f o esiliato diede a Cosimo de' Medici : « Cosimo usa del pu
le e del veleno «antro idi me, io del mìo spirito e della m ia penna contro
lui. — Non ■voglio l ’amicizia di Cosimo e sprezzo la sua inim icizia». È ben
notarsi anclie la prem ura di Cosimo per distruggere lo scritto di Filelfo
' ‘•II 1 esilio, che infamò lui e la sua stirp e davanti ai posteri. « I.a te o ria » ,
' 'e il V oigt (I», 365), « c h e la sua propria i>eima potesse d istribuire l’iiu-
■rtalità come l'infam ia, (non germogliò solo nel tracotante cervello «lei F i
glio. ma fu creduta anche da uomini delia più a lta c u ltu ra » . Un altro esem-
•o in proposito n arra il V oigt I>, 5 2 4 s . ; c fr. 448. Del Poggio rife risce V b -
' siajco da B istic c i (M ai I, 550) che domiina va una generale paura della
w.a penna).
4 Cfr. l'espressione di Eugenio IV rife rita sotto nel libro l ì . Sull'auim o-
tà del Salu tati contro i papi contemporanei \ve<li le sue lettere ed. R i-
■ c o i I, ìoo, 177 as. ; I I , 29, ed. M ehub, Fiorentine 1741, 131. Sull'ostilltA po-
¡'■a di lui ni papi del suo tempo c fr. W a lsk r in 7.ritnehr. 1. Kulturgesrh. X I
'1914), 282 e v. M a rtis , Salutati 249 ss. ; a p. 40 s. Ma r ti x osserva : «C on
*>»tta la sua (u tilità a l papato politico e divenuto mondano, egli (S a lu ta ti]
tuttavia è tu tt’altro c h e un nemico del Papato in genere : secondo la sua coll
azione la questione dello scism a tocca il bene spirituale d'ogni individuo
I**ichè può salvarsi Solo chi aderisce a l papa le g ittim o *. Sulla oonce«iir>ne
•li Salutati (tei pupa quale vicario di Cristo cfr. v. ìMabtdt, UittelaUcrl. Wclt.-u.
''fx'nsauffassung im Spiegel der S ch rifte n Col. Salutati*. München 1913, 83 ss.
Salatati sostiene anche la subordinazione del potere civile (impero) al P a
pato: soltanto che to Chiesa neU'attunzione del suo diritto deve servirsi solo
'U mezzi spirituali, non temporali ; egU esige volonterosa subordinazione a l
M 'I* e jierclò dà severo giudizio d i Ludovico il Bavaro. N'ovati (IV , 4 4 s ., n.)
‘rimenti rileva, d ie in S alu tati non può parlarsi <K sentim ento ostile al
■'•‘ liuto coinè ta le : la siia acredine contro l paid contemporanei deriva anzi
176 Libro X. Capitolo 2. Lo scisma e le agitazioni degli eretici. 1378-1406.
Fin dal primo anno del pontificato d’Innocenzo VII, che pel
primo battè la strada più tardi proseguita da Eugenio IV, Niccolò V
ealtri papi,1anche il noto Pietro Paolo Vergerio fu chiamato come
segretario alla Curia romana. Il Vergerio divenne consigliere in
timo del papa e fu trattato con grandi riguardi.2 A mostrare la
potenza, cui con meravigliosa prestezza salì in Roma l’umane
simo, basta il fatto, che prima dell’elezione di Gregorio XII toccò
a questo umanista l’incarico di tenere ai cardinali in concistoro
un discorso per l’unione della Chiesa, e che il Vergerio non si
peritò di rivolgere a questi principi della Chiesa parole assai
amare.8 Col tempo invalse sempre più il costume di adoprare,
come quelli che erano forniti di più elevata cultura, gli umanisti
a servizio dei papi, nella cancelleria ed anche nella diplomazia.
Ben presto venne il tempo, in cui nulla conduceva più sicura
mente alle dignità ecclesiastiche quanto la cultura classica. Sotto
il successore di Innocenzo XII, cioè sotto Gregorio XII (1406-1415),
furono di nuovo accaparrati alla Corte papale altri umanisti, fra
i quali Antonio Loschi da Vicenza. Egli è l’autore di un nuovo
formulario per gli affari curiali, col quale doveva introdursi in
questi lo stile tulliano. Benché l’impresa del Loschi non sia riuscita
a superare le difficoltà inerenti al carattere giuridico delle formole,
pure i documenti della Curia redatti da quel tempo in avanti si
distinguono per lo stile più puro e per le elocuzioni più eleganti:
1 I’.M’BcoRor (495) lo rileva giustam ente. Sull'um anesim o alla Curia sotto
l:i; «viizo V II efr. F. N ovati, lìarlol. della Capra e i primi suni puniti in
'Orli- di Koma (1)02-1412), in R o m a e la Lombardia, M ilano 1903, 25 ss. e
irrA. »(or. Lom b. X X X V I I I (1903), 374 ss. B . della Capra c irc a il 1402 era
-Ti tario <k‘l card inale Cosimo de’ M igliorati e isotto il pontificato di questi
'livenne segretario apostolico e vescovo di Cremona nel 1405. I)oi»o che Ole-
' ••iiie VI ebbe creata nel 1342 per il monaco greco B arlaam . il m aestro di
i'irtirca, la prima catted ra di greco in Occidente, Innocenzo V II nel 140(5 ne
una sim ile a ll’universltil romani» ; vedi Pobchkb. Recherches nur le*
k‘ llrnUte> A la Cour pontificale au tnoycn-ftgc 1312-1 in Campten llentlu#
f-lcod. des Tnscripl. et B elles-Lettres 1924, 136.
5 Cfr. C. A. Combi . M em orie su irEpistolario di P. P. Vergerio (Venezia
,l4S0) e Hist. Jahrb. X V I I I , 2 9 4 ; B ischoff, Studien ru P. P . Vergerio d. A.
1 «*. : ibid. 91 ss. un catalogo cronologico delle lettere.
1 « MIM quidem vkletur. si nuno voi u n tate I M Petrus e t Paulus resurge
n t a mortuis. bue in tra venientes Ecclesia m liane non recognoseerent : opinar
"e magis earn pro sua recipe rent quam ip si reclperentur a untila. Nani nisi
illas baberent (in quibus ipsi nihil habent nisi efligiem), non halieretur eis
rix nutein hnbere tSdem possent, si quidem eis ncque argentum esset
■•«lue aurum » etc. « Cavete, p atres con scrip t!», dice il Vergerlo in un altro
i,K'Ro. «n e dum nrbem custodltis, orl>em am lttatls e t pro exiguo temporali
'■TOinio universa spiritu alis obedentia d ep ereat», e in un a ltro p asso: « S i
praesentem owasionem negligitls spe nnionis omnino sublata nova statu entur
••«’reta, insoliti exeogitabuntur articu li, lnveterabitur ree ista quemadmodum
iiisma Graeeorum ». L ’orazione fu pubblicata ila C. A. Combi nell’.4 refi irlo
•lotico per Trieste, r is in a ed U Trentino (Rom a 1882) I, 360-374. Sn d ò
, fr K opp tn Hist. Jahrb X V I II , 295 ss. B is c h o ff, 49. 55. 58 ss.
mezzo che colla forza delle armi. Subito dopo un reputato profes
sore di teologia, probabilmente Egidio de Campis, dichiarava alla
presenza del re, che tutti i principi, anzi tutti i fedeli, sopratutto
poi l’università, avevano il diritto e il dovere di interessarsi della
questione dell’unione. Carlo VI, in tutto favorevole a Clemente VII,
respinse bruscamente tale istanza, impose anzi all’università il
più rigoroso silenzio.1 L’antipapa avrà creduto di avere soffocato
n movimento tanto a lui pericoloso; ma s’ingannava. Benché la
facoltà giuridica seguisse il comando del re, pure parecchi distinti
teologi di Parigi perseverarono nei loro sforzi per l’unione. Fu
decisivo il mutamento che da ultimo si compì nell’opinione del re ;
mutamento che si spiegò sull’inizio dell’anno 1394. Carlo VI era
allora guarito da una malattia e accordò udienza ad una deputa
zione dell’università. L’oratore di questa, Stefano di Chaumont,
fece le più vive rimostranze e giunse persino a dire che il re do
veva o por mano a levare lo scisma o rinunciare al titolo di « cri
stianissimo ». Allora il duca di Berry dichiarò che la corona era
pronta ad adoperarsi per rimuovere la scissura, purché l’uni
versità facesse proposte adatte. Il 28 gennaio il re nominava dei
knipotenziarii per tenere consiglio coi deputati dell’università.
Questa quindi fece appello a tutti i suoi membri perchè presen
tassero in iscritto il loro parere sul modo di comporre lo scisma.2
Atlinchè ognuno potesse esprimersi liberamente, fu ordinato che
tutti i pareri sarebbero deposti a S. Maturino in un forziere chiuso.
Nulla meglio del fatto che pervennero circa diecimila di tali pareri
denota l’agitazione che allora dominava. * Allo spoglio di questi
venne deputata una commissione formata di membri di tutte le
facoltà. Da tutti i pareri risultarono tre principali proposte. La
prima richiedeva che ambedue i papi rinunciassero spontanea
mente (cessio). La seconda voleva deferire il componimento circa
il punto giuridico ad una commissione eletta da ambo d papi
<compromesso). La terza finalmente consigliava di rimettere la
decisione ad un concilio ecumenico. Il 6 giugno 1394 l’università
>n un magnifico scritto esponeva a Carlo VI queste tre vie di
comporre lo scisma. Ne furono autori Pietro d’Ailly ed Egidio de
('ampis (Gilles des Champs). Niccolò de Clamengis (di Clemanges),
il « maestro di tulliana eloquenza » aveva fornito al solido conte
nuto la forma elegante. Quale via più semplice e sicura l’univer-
i DenifiJl, C hartul. I I I . (104ss.. 617 ss., 627. Valois 407 ss., 416; Bi.i
metkkiedeb, G encralkonzil 123, 127 s. O la nel 13S1 11 Langenbtein aveva pre
posto lo tre vie sopra dette e poscia nel 1393 nel .suo Carmen p fo porr
(ed. Hardt 26) aveva perorata caldamente l'abdicazione del due papi. Le ni'
deslme Idee dell’università propugnò a fiche Jean P e tit nel * Com plainte <l>
l'E glise ( B i b l . N a z i o n a l e d i P a r i g i , A/s. frane. i'ì.’f lO ), composto »1
principio del 1394; v. Vai.ois II, 408 ss. Anche O o irccio S a lu ta to in una
lettera dell'anno 1398 (in Martène, Thesaur. II, 1156-1166) ora presso Novati III,
197 ss., si dichiara contro il compromesso ed il concilio ed in favore della
t’ossio del due papi: « Hunc modum, hanc viam non liumanam sed /divinai»
sanctisslmam. optlmain, tutam, certam sine scrupulo et sine murmuratioi»'
commendo». Ofr. Bliem btzrieder, Gcncralkonzll 1 4 0 s. ; v. M artin 257 ss. N ella
tetterà allo stesso Innocenzo V II, del 24 gennaio 1405 (v. sopra), Salutati
vuole parimenti la cessione del due papi come mezzo p e r ristabilire ¡L’ untone.
Per la cessione « i dichiara pure 11 * Oialopus de tollendo schiumate di G io
v a n n i da Spoi-kto (Cod. .}.} G. della B i b l i o t e c a d i 8. P i e t r o l n R o s a i
di cui si parla nell'App. n. 14. Su Pietro d'Ailly quale rappresentante del con
dllarismo cfr. Illusoli 82 ss. (su cui in generale Salf.mhikr, P . d 'A illy . Con;
piègne 1900). I suol pareri sulle vie per togliere lo scisma, degli anni 139.".
1403 sono comunicati da Euri., M a rtin de A lp a rtiU Chronica 462 s. Ibid. 440 ss
uno sguardo sulle vie d'unione proposte ad Avignone dal 1394 al 1398: *
guendo a p. 451 ss. comunicazione del pareri della commissione cardinalizia
della fine del 1394 o principio del 1395. Bui trattato <V’un anonimo abitante
a T o lo s a (circa 1405), con tendenza o stile a Benedetto X III, cfr. A. B a t o i
in R cv. d'hist. ccclés. IX (1908), 728 ss.
a Cfr. in proposito la dissertazione di T ueod. M f ij .f.r, Fra nkrcich s Union-
versuch ¡$93-1398 (GUtersloh 1881). Su un tentativo dell’università di Parigi
nel 1.195 di guadagnare a favore della via cessionis Riccardo II e le uni
versìtii Inglesi vedi B u e m e tz r if.d e r , T ra k la t des M in a rli enpromngials voti
uhind F r. N ik . de Fakenham (1395), in A rch. Francisc. hist. I (1908), 5 7 7 e.
I I (1909), 79 ss. Gli inglesi n<derirouo a questo punto di vista solo qua ini“
mandarono rappresentanti al concilio di Pisa nel 1409. Su trattative di Be
n ed etto X I I I colla corte di Castiglia nel 1396-98 cfr. IOu r i .e loc. tpit. 500 —
» SATTERI.AND loc. Cit.
3.
I Sinodi di Pisa e Costanza. 1409-1417 (1418)-
» Cfr. B eck OS s.
a Cfr. Schwab 194-195. V aloib ITI. 479 s. Sullo cause del m utato contegii"
di Gregorio X I I v. H e f e l b V I, 701, 767 s. (2* od. 890 ss.) o<l il lavoro <l<
S.vdkkland che citerem o a momenti. Tonta una d ifesa di Gregorio X I I B \ u n
G rcgor X I I und dna Pinaner K on eil in Stimm en a u » Ìlaria-Laach (1871) 1
479-198; c fr. in proposito H o f i . i r . Rupreeht 433 e M agi*ter Il u n und dcr A b :i
d ir deutachen JProJc»»oren und S tu dente* aun Prati (Prng 1804) 205. C on ti"
Rosi.eh, Kard. Joh. nom inici (Freibu rg 1893), il S Arrisi, ano (Zeitsehr. /.
K irchengesch. XV , 387 s.) tenta «li difendere la precedente sfavorevole pittura
da ilul fa tta d i Gregorio X I I e del Dominici. Cfr. M a n d o x x e t in Ilist. Jahrh.
(1900) X X I, 395 s„ e G o f i x e r 10 s.
a Sai'ERI.and, J . Dom inici 17 ss., 02 ss. ; V a lo is I I I , 502 ss. H a ix e r (I, 2 9 - 1
giudica piti favorevolmente di Yai.ois lo zelo m anifestato «In Benedetto X I II
nella faccenda. P er il contegno di Gregorio X I I ofr. anche IIa u c k V 2. 2SO st
ello credo « essere molto verosimile che la rottura del p atto fu opera della
politica p arig in a» (p. 8 2 8 s.). C fr. anche L. Z a n u tto . Itinerario del ponti'/.
Gregorio X I I da Rom a (il agoxto 1\01) a Giridale del Friuli (26 maggio ti09).
l ’dine 1901.
* Siebekino 16. Saueki .axd. ,/. Dom inici 40, 66 ss. K.ri.kr, Niem 4 4 2 s.
» Ofr. Q i m n 15 ss., che ]>er il primo motte In chiaro la grande ini por
tanza dell’attitu d ine di Sigismondo in quel tempo. T'n documento trovato «tal
F i n k k a Barcellona e che imité u sare il G oeu.ek 20. n. 1 (invece di C RO legei
Curtah Realen Dipi.) conferm a questa esposizione.
Gregorio X II e l’affare dell'unione. 185
che, per ragione della parte rilevante presa dalla Francia nel
l’impresa del concilio, assunsero un contegno ostile,1ma in gene
rale il numero degli aderenti ai cardinali ribelli crebbe di giorno
in giorno e sebbene, a norma delle prescrizioni canoniche d’al-
lora, ne fosse affatto illegale la convocazione, il loro concilio rag
giunse somma importanza.2
A dar spiegazione di questo singolare avvenimento non basta
accennare al desiderio salito al sommo grado del ristabilimento
dell’unità ecclesiastica. Il concilio pisano (1409) urtava contro i
principi della fede cattolica e del diritto canonico sul supremo
magistero e ufficio pastorale ecclesiastico e perciò dovette ben
tosto cadere nelle peggiori contraddizioni;8 ma che esso potesse
tuttavia sollevare la pretesa di ordinare definitivamente le cose,
che questa assemblea essenzialmente rivoluzionaria potesse rag
giungere tanta estensione e tale autorità, fu possibile soltanto in
conseguenza dell’oscuramento, avvenuto in causa dello scisma,
della dottrina ecclesiastica intorno al primato di Pietro ed alla co
stituzione monarchica della Chiesa.4 Della grande confusione dei
concetti teologici, del pericolo offerto dalle tendenze antipapali,
che, in parte riattaccandosi alle dottrine di Marsiglio, si afferma
rono in quel periodo nei paesi principali della cristianità, noi
irilmti per la sto ria del concilio pisano. Comunicazioni dagli a tti del concilio
di Pisa In quanto c ’entran o le sue relazioni con Benedetto X IIT , anche prese«
Ehhls, loc. d t 357 ss.
1 KÖTZ8CHKE 18.
* Un prospetto sul numero dei .partecipanti al concilio pisano presso Seo re
'■00s. Sull’influente partecipazione del card inale Giordano Orsini cfr. E . K önig
11 in proposito G W o lf nelle M itt. aus der hist. Lit. X X X V (1907), 283 ss.
3 Cfr. G regorovius VI« 577 s., il quale osserva Inoltre, che la teoria della
- 'perioritft del concilio a l papa approvata a P isa « f u il primo gran passo
••(Tettivo, che si fece per liberare il mondo dalla gerarchia pontificia: orm ai
la riforma batteva a lle porte ». I l sinodo pisano è condannato anche da a ltri
protestanti, per es. da F l a t o e I I , 95, e da L esz, D re i Traktate 2. H a u c k
' V 2, 837 s.) dice che col modo d i procedere dei cardinali, « vacillarono le fon-
•lamenta della Chiesa c a tto lic a » (e fr. p. 8 5 5 ss.). B liem etzried eb (Genc-
n'lkonTil 231 ss.) cerca di provare la competenza dei cardinali a convocare il
neiiio col rinviare a lle condizioni esisten ti delle cose e a lle opinioni dei c a
nonisti e teologi d’allo ra ; a p. 294 ss. e 306 ss. egli difende II Pisano siccome
‘•vittima rappresentanza della Chiesa intiera. Nella U t . Rundschau 1912. 6 il
G ö lle r conviene con lui in quanto il concilio non m eriti la qualifica di un'« a s
amblea rivoluzionaria, di un’aperta rib ellio n e», « p u r essendo» che B lie-
wetzrieder « v a troppo oltre nel giudicare tu tto il m ovim ento». Nello stesso
senso s'esprime anche M u ld er ( Drietrich van N ie heim 128). Una d ifesa in
M ite del Pisano tenta anche P f ü l f in Stim m en aus M aria-Laach L X IV (1903),
‘'t?>**. K. K irsch inveae nel U t . Anzeiger di G raz X X (1906). 108 fa rilevare
'>i,ntro Biiem etzrieder che «co n tro la volontà del papa legittim o i P isani po
terono bensì tenere un tronco di sinodo, ma non un concilio generale ».
* Cfr. Schw ane. Dogmcngesch. d. mittl. Zeit (1882) 557 s. Salem u ier 1 1 8 s*
188 Libro I. Capitolo 3. I Sinodi di Pisa e Costanza. 1409-1417 (1418).
Quanto avanti già fossero giunte le cose risulta dal fatto, che
a lato della teoria della superiorità del concilio al papa già soste
nuta da Marsiglio di Padova e da Guglielmo di Occam,1vennero
espresse e propugnate idee, le quali negavano affatto l’unità della
Chiesa e la divina istituzione del primato. Si disse apertamente
che poco importava quanti papi vi fossero, se due o tre o dieci
o dodici e che ogni paese potea avere il suo papa proprio e indi-
pendente. Si pensò potesse anzi essere volontà dii Dio che per
qualche tempo o per sempre il papato rimanesse diviso, come già
era avvenuto col regno di Davide e come in generale qualunque
reggimento umano è soggetto al cambiamento. Non aversi cer
tezza di questa volontà, ma esservi pur sempre la possibilità
di agire contro il volere di Dio sforzandosi a stabilire l’unità!
Contro quest’ultima opinione uscì però in campo col suo lavoro
intorno a un Conciiium pacis, cioè un concilio per ristabilire la
pace, E n r ic o d i L a n g e n s t e i n , teologo molto stimato, che lo
scrisse nel 1381. Nello scisma egli vede una permissione di Dio,
la sapienza del quale, sempre rivolgente a bene il male, non h a
impedito anche questo grande guaio perchè da esso nasca la neces
saria e giusta riforma della Chiesa, per mandare ad effetto la quale
è necessario un concilio ecumenico.3
Il inuovo sistema qui proposto da Langenstein, che doveva giu
stificare in teoria l’invocazione di un concilio ecumenico, era m o lto
ardito e per l’età seguente raggiunse somma importanza. Stando
a d esso non va dato alcun speciale valore alla istituzione del p ap a
operata da Cristo. Secondo Langenstein se Cristo non ne avesse
fissato uno, la Chiesa avrebbe avuto il diritto di nominarsi un papa.
Nel caso che i cardinali abbiano eletto un papa, il quale non con
venga alla Chiesa, questa ha il diritto di rivedere l’operato dei
suoi commissarii, anzi di sottrarre intieramente a costoro la mis
sione loro data, essendoché la podestà di eleggere il papa sta in
prima linea nell’episcopato, al quale ritorna ogniqualvolta i car
dinali non vogliano o possano far l’elezione o abusino del loro d i
r ig i l’ anno 1406.1 G u glielm o F illa s tre , che fu poi card in a le, v i neg .
espressam ente il d ir itto del co n cilio ecum enico a g iu d ic a re e con
dan nare il papa. P ie tr o d’ A illy fe c e la gn a n ze pel lin g u a g g io c<
tan to dozzinale, che alcuni m em bri d ell’ u n iversità p a rig in a tene
vano verso il papa. E g li d ich ia rò non canonico l’abbandono delia
obbedienza di B enedetto perchè l ’obbedienza non può rifiutar-;
neanche a un pontefice sospetto d ’eresia. In fa tti non può negar-
che la teo ria della so ttra zio n e ren deva stabile la rivolu zion e a
soggettan do la le g ittim ità del papa al ca p riccio so g iu d iz io dei sin
goli. 2 II cen tro di g r a v it à n ella C h iesa era t r a s fe r it o a lla p eriferia .
E s’andò sem pre più dim entican do il fa tto , che necessariam ente
uno dei papi do veva essere il le g ittim o e che il le g ittim o cai -
della Chiesa in nessun caso p o teva v e n ir deposto.
M a ben poco si badò alle eccezioni solleva te con tro le nuov
teo rie in torn o alla costitu zion e d ella C h iesa : la fe d e nel d iritto d i
vin o del p rim a to era orm a i p rofo n d a m en te scossa, lo stato cala
m itoso della Chiesa diven n e sem pre più in to llera b ile, sem pre più
gra n d e Ita co n fu sion e gen era le. Si rin u n ziò a in d a g a re chi dei pai
fosse il le g ittim o ed essendosi a d d im ostra ti in esegu ib ili la rinunz:
e il com prom esso, tro v ò sem pre m a g g io r sègu ito l ’ idea di a p p lic a r
la violen za, solleciti soltan to di u scire d a lla con d izion e dello scisma.
L ’abbate di M on t-S t.-M ich el, P ie r r e L e r o y , sostenne che s’era
a u to rizza ti a una « p a r z ia le s o t t r a z io n e » : non devesi denunziar
del tu tto l’obbedienza a un papa, che abusa della sua podestà, m
g li si possono s o ttr a rre le p ro v v is io n i e le annate : ciò e g li chi.
m ava rito rn o a ll’an tica lib e r tà .* I l p ro fe sso re p a rig in o Plaoul di
ch iarò scism atici contum aci e p erciò e re tic i am endue i papi e eh
doveansi rep u ta re fa u to ri dello scisma e d ell’eresia tu tti i lor '
seguaci. L ’ u rgen za delle circosta n ze giu stifica e o b b liga il re a con
vo ca re un concilio ed a m e tte re in opera tu tti i m ezzi per toglier*
lo scisma, perchè, così continua Plaou l, il d o vere di sta re in pac-
essendo fo n d a to sul d ir itto d iv in o e n atu rale, p reva le su tutu-
le costitu zion i ed abolisce tu tti g li o b b ligh i in co n tra rio, g li stes--
giu ra m en ti. Se qu indi il papa ostacola la pace, devesi fa r e Ja
p a ra zion e da lui. '
ili teorie, più d is tru ttiv e che ric o s tru ttric i, si fe c e ro stra d a
non solamente in F ra n cia . In Ita lia la R ep u b blica di F iren ze , che,
in i.-perìe dopo l’elezion e di G re g o rio X I I , la v o rò col m assim o zelo
p< - la santa causa d ell’ u n ità ,1 a fferm ò a p erta m en te nel 1408,
eli ■ nelle circostanze v ig e n ti il m ig lio r esp edien te era la n eu tra lità
o l’ indifferenza a rig u a rd o dei due p a p i.2 Q uanto al m odo di t r a t
ta*. la questione ecclesiastica unicam ente sotto v is te u tilita r ie è
c a n tieristico anche il con tegn o della R ep u b blica veneta, la quale
f: ori G rego rio X I I fino a che ne sperò l’aiu to a lla p ro p ria p o li
ti nel F riu li, m a si vo lse poi alla p a rte opposta appena ta le
?;> ranza s v a n ì.3 In quel tem p o un dom enicano tedesco, G iova n n i
ri Kalkenberg, im p u gn ò a P r a g a la penna p er d ich ia ra re eretico
Gregorio X I I e a ttr ib u ì ai ca rd in a li il d ir itto di d ep o rre il lo ro
signore senza che sp etti al papa la fa c o ltà di p r iv a r li delle loro di-
gi tà !* Opinioni non m eno pericolose sosteneva il celeb re canonista
Zaiiarella. ®L a base p er le idee svolte da costui è d ata dalla d o ttrin a
d i a sovranità p op olare a llo ra la rg a m en te diffu sa e t r a s fe r ita nel
dn <iurlll dell» Scheu ff geli. Secondo lui la |>rimn parte del tra tta to <' <•»'
30 dicembre l-l<ics. rutilim i del 4 novembre 1408. Sono «knio'.l le eccezioni •
S O H E rm iE N c o n tro qu esta datazione (cfr. anebe K ix k e in I M I . lim it i ir r i# *
1S.“9. 285). Probabilm ente In tutte le ,-tte tre im rtl. certo nelle prime due. Il Ini!
tato è un parere giuridico. P artico lari pii) minuti Ui Knf.t.r, Kardinal Zaba-
retiti (M ünster tstil) 1, 5 7 s. V. anche IrrA . *f«r. Hai. r>* serie X X t l , 1 ;
S o m a r a in Wktzkk mi<1 W e ltv 'i Kirchm lr-r. X II* . 1845 ss., e P b ito » . Card.
barrila ( Potenza 1S8S): Zoirr.v. F r. Zaban lla 53 ss.
» ZlM M KKM ANN lOC. d t .
3 llt m.KH. 37S. 350. ZiMMr.RM.vNx 1«. F.h iir 33.
a Vedi Wicr/sÄCKKK. Rch'h.*tai)*akrn V I. 3 2 3 s. e K ü t/s c iik e 2S-Ì3*. Sui’.»
nota di Marstjtlto at> l liciteli (Uno nt 1882 re tto re dcU'universi t A di Ilei di'!
bertt) i*>r Itol**rto I I I n favore della leiritttmltft di Crbano V I cfr. Rommkb-
KFj,i»T nella Zrlluthr. /. <1. Gr*ch. ile* O brrrhrin* X . K. X X I I (11X171. s
Opposizione alle teorie pericolose.
' lt< irh*t<in*<iklni V I. 887-422 e K ììtz sch k e 80-83: Ibld. <t8 ss. ralla rlpe-
<' "!)*• del usi,-ri i ^ m w i nelle postille fatti) «Ini le sa ti «11 Roberto a Pi««.
'• ‘ * * t o un F ro n zo u v si ro lsc con 14 comdnatoni «"antro le postili«- nella «lieta
principi dell'im pero a Francoforte (gennaio 1403). « In testa «Iella sua
«Mixlonp «-gli imo« la massima .che le «lue obbediente « n o rim aste ncll'ium
1 hi«** universale «dbbelle ognuna abbia riconosciuto un differente capo. Phl
l'attuale scisma è un eretico, anche 11 im i« si rifiuta <U «lar la
»ano per l'unione e non a«lemple ni giuram enti fatti all'uopo, ma stando ai
rUp-nti principi! giuridici. contro un papa, che In modo dim ostrabile s e reso
rv" d'eresia, «l’un d elitto «piindi già com binnato «lalle leggi, o n u m una sen-
tcno» giuridica solo peT procedere «li fa tto contro «11 Ini. quindi per de|n»rlo,
:i iU l*‘r n*-varili I'nliliedicnza. 11 giudice competente sul iMipa <' il ro nd ilo
" " « khì « ) : impa e im peratore sono im-npad «li «convocarlo non essendo rico-
^"•Inti in tutta la Ohk'sa. Il d iritto spetta quindi ai cardinali : l'in tiera
193 Libro I. Capitolo 3. I Sinodi di Pisa e Costanza. 1409-1417 (141« .
GhW'xn, riunita dal due collei?! allo stesso rompo nello stesso luogo, è per ■!
ritto competente ed anche «li fa tto capace di fare passi |>er l’unione «Iella
C h iesa» (loc. cit. 4 fi). Nel Coti. Valle. 4/54. 1. 1 5 6 s s . ( 1 ! H . l l o t e c a V a
t i c a n a ) ho trovato il tra tta to ili R d e F r o n z < jla su llo scism a, che li <;•
n n x rs menzioni! In Coti. dipi. M oo. I I , «10. Sulla base «11 certi punti <11 «■> ’
ta tto fra le ìxwtlll« e II tra tta to P e aquatoribus Romanae Curine Iti.irvKT/
araucu in Stutlien unti M iti, oh* dem Brn.-Orden X X V (1 0 0 4 ), 544 ss. vuol di
mostrar«* «p ro b ab ile» che Matteo *11 Cracovia sla anche autore delle postili*
Cfr. anclie H i.ikm k t z r ik o k r , Oeneralkonzil 286 ss. F r a n k ( Mattiniti* ' "
Krnkttu W s s.) rigetta questa tesi Probabilm ente composto collo sc o p o r*v~
clpuo «U polemizzare contro V postili«* £ l'opuscolo «k*rivante ila Ha sfera
«h*l l'un (versiti» di Vienna, pubblicato da B u r ji n z u n i E i t sotto il titolo f~
kannninl. Traklat fiir «io* Pitan er K->nzil ( Htì9 ) : Trxt und l ntcr*Mt'hiin‘j r *
Graz 1902. Cfr. R. v. S n in in i In I.it. Kuntl»rhnu 1904, 158 ». R elativa monti
allo .scritto di Antonio da Bttdrlo (| 4 ottobre 1408) sullo scism a. comt><>st
per difendere l'impresa «lei con d ilo fatta «lai cardinali, v«««lt G ì's th e r . I * *
Vorpvtn'hichlr de* Konril* rem Pi*<t fi-Hìss.
* Iliin.KR . Kupeeehl 448. «,
* Il i »are re dell’unlv«vslti» «il ltologna. (4>e ilei ivsto non tocca m anche le
eccezioni principali risultanti dal C vrpu » iuri* tunonii'l, «' stam pato in MAWfcsofr
DtJRANn, C o fl V II, 894-897. «ì(V. T s c h a c k ir t 1 5 3 s. V aloui IV. 8 2 ss. H ijem ett
riviikr in S’t itili en unti Miti, a un dem Ifeu.-Oeden X X IV (190,1), 10*5»*.. X X '
(19041. 7,14 .ss,. X X V I I (1906). «57 ss. ; U H oc. P ie C M v e r tU M c n unti die Ktm-
zilien eon Pina mid h tmnlanz, F relittiri; 1910, 3 ss.
» Y r ia r t e 4(1 : <-fr. 54-62.
* I I efej.e V I. 863 (2* ed. 1003-1004).
» Cfr. S t i ' i ir 1 9 : B UKUET?.RiEt>m . fìeneralkonzil 2 9 5 s„ SO Sas.; Vvixus IV.
79. 90 Ss.
Il sinodo di Pisa. Elezione di Alessandro V. 199
i Cosi giudica IlKFEUS VI. 002 (2* ed. 1002): efr. Ki'>T7.8riiKt: 05.
s Ofr. .IrNGHANK8 6 3 -s. ; V a lo is IV. 1 0 9 ss., 140 ss.. 17.1 ss. ; M oraw ski I
127 s. Venezia passò da Gregorio X I I a<t Alessandro V ncU'agosto 1409: v*
GÜU.KR, SÌj iix m H tH Ì* M r c h c n p o l H i k 107 ss.
» Cfr. H avck V 2. 865 s.
* t’fr. I I a v <K V 2, 851 ss.. 850 ss. Ite Sigismondo d’I'n jjberia s i vo ls
probabilmente »ella seconda metft del 1400. dalla parte del partito conciliare
e riconóbbe l'antlpnim p isan o : vedi G 0 U r.it. loc. clt. tiOss.
» ltrich*tatl*aktcn V I. 486 a. K H tm crk k 04 s„ 100 ». I t d u i . Quartaltchr
1896, 101 ».
« F in k b , Forttchuugcn 1 e 281.
152.
* T s c h a c k f .r t
» Zi \i \ tm \ n :o 18-22.
* Cfr. V ie ta c o u * M In A r c h i v i o concistoriale del Vat'
c a n o (v . .Vpp. n. 16) e F in K t. l'apulchronik 151 e 362. S 'è conservata s i n '
a noi la descrizione dell'imbalsam azione della salma del papa. eseguita da!
famoso m elico P ietro «11 Argelata ; cfr. M inici, Compendio storico riilln scuola
anal om in i ili Itologna ( Bologna 1857). 40«. Sul s«fiolcro di Alessandro V. eh**
ora si vede nel Campo Santo di Bologna. cfr. S>\ii-»r. Donatello 3 2 : Kicct*
Kunst in O hcritalicn. S tu ttgart 1911. 3.T2 e l’opera Alrxm intlro V papa a Í »
Lninr\ ec.-;. c ita la sopra a |>. 1JW>. n. 1. Il sepolcro di Alessandro V si trova ora
iwila chiesa »11 S. Francesco di Bologna : vedi F l u iT O I in L'.lrchh/inna-
» io IX . .102 ss.
Conseguenze del concilio pisano. 301
K .u jn ueb li 1, 286.
•ililHtamente H Ki.nkb ( F o rtc h m w m 1. n. 1) rife r e n d o * ! 11 G io va n n i X X I I I
' ' * rva. che la sua p erso n alità m e rita a n o stu d io s p e d a le p er sce ve ra re 11
' dal fa ls o corso in to rn o a lui. IlKaGENRonira I I . <17: K c d i i o s t I I . USO
'• Thrnl. ¡J ltir a tu r h la ll 187i). 748t e H k m x e V I I . 9 s.. 130*., da m e s egu iti
•""Ila {«rim a edizion e, posola Kbi.kr, X i'm 229. *1 fa n n o on con cetto trop p o
favotvrole di G io va n n i X X I I I . È s icu ra in e n t« fon d ata l'a c cu sa d i Im m ora lità
;" r'“ 'n « !f c o n tro 11 {Mifva p is a n o : in una liolla d i A l e m n d n V . a qu an to no
i>rt sa (inora In con siderazion e. lo tr o v o la p ro va <)ocum entaria d'nn A g lio
f*''•’ •licatnente ricon osciu to e d'u na fig lia di B a ld a ss a rre C o s s a : r . Iìa v v a u »
H "’*». n. V!. O fr. ora B l c m c i t i i a i In Z r il* r h r . f ù r K<r<'hrntjr*ch. 190« X X I.
e G flO in : F in k k . R itd rr ro m K o n *la n ;cr K on zil 0 * . ; Bt-tJ-
u r 'T U a l nella F a**. Z citu tig 1901. n.” 553 d el 25 novem bre. P e r le finanze
: * •invanni X X I I I c fr . »ju a n to com unica GoM.i.k in Hóm. QuartaUchr. 1902.
, v ‘ «il duo c o d ic i p e r «eli an n i 1410 e 1413-14 n ella B ib lio te ca N a zio n a le d i
1 ' M i * . O fr. in o ltre F is k e . Z u r C h ara ktcri*tik de* Unuptonklagrr* Jo-
* * * * * X X I I I nuf dem K rm *ta n :er K nuzil, in l/ («c»H . E h rlr I I I . 1 5 7 * .
4 Ascbbach I. 372. Sulle trattative «11 Sijrisinondo con Giovanni X X I I I
''’ tute 1410 cfr. G ììia e * in flótn. fjw irtal*rhr. X V II ( l i * « ) . 169»*.
* l'tXKS, A et u none. Con*!. I. 14. SS ss.
1 f"be anebe la liorghesia delle città tedesche pr«*n!e*se |*arte alla <|ue-
*, i ‘Tie iK»i concilio è dim ostrato dall'iscrizione imbldicata dallo S c ili.« » T in
dr* 1,1*1. C e r v ia « F.irh*tdtt 1891, 98.
202 Libro I. Capitolo 3. I Sinodi di Pisa e Costanza. 1409-1417 >1418 .
i p rela ti, prin cip i, sig n o ri e d o tto ri della cristia n ità . A lla firn ■!;
n ovem b re il papa pisano s’ abboccò a L o d i con S igism on d o firman
d ovi addì 9 dicem bre la bolla d ’ in v ito al co n cilio «g e n e r a le
Costanza e p rom etten do di re c a rv is i in p e rs o n a .1 S igism on do gua
dagnò a fa v o r e del con cilio l’ In g h ilte rr a , i re g n i d ell’ E u ro p a ori ri-
t a le 2 e la m a g g io ra n za d eg li S ta ti ita lia n i. In F r a n c ia l’ u niver .t
p a rig in a ed il m a g g io r nu m ero dei p re la ti ved eva n o sim pati a-
mente il p ro g e tto del concilio, m en tre il g o v e rn o assunse una po
sizione tu tt’a ltro ch e fa v o r e v o le al r ig u a r d o .8 P e r il m om ento si
a ddim ostraron o c o n tr a r ii la S pagn a e la Scozia, che o ra come
prim a s te tte ro dalla p a rte di B ened etto X I I I , nonché g li adert ;;t:
di G re g o rio X I I in Ita lia .
A llo rc h é n ella sua d istretta si decise d ’ann u ire alla conv i-
zione del con cilio a Costanza, G iova n n i X X I I I col p a rtecip a rn e
convocazione a v rà sp e ra to di o tten ere un c erto qual d iritto di
d ir ig e r lo e di giu d ic a re più o m eno secondo il suo sen tim en to quel
l’ assem blea a m ezzo dei m olti suoi p re la ti ita lian i, m a s’ inganni»
fo rtem en te. Secondo quanto racconta il cron ista U lric o Richent i.
alla v is ta del la go di C ostanza G iova n n i a vreb b e esclam ato :
si p ig lia n o le v o lp i! » . Se dobbiam o p re s ta r fe d e a questa notizia,
il papa pisano, g ià p rim a di por p ied e nella città del conci .
i Vedi Finkk, Forschungen S, 11 243 ss., eri .1(7« I, 171 88., 17t> ss,. S37 fi
stigli antecedenti dpi con cilio di Costanza c fr . anche Sciiw krufbokr. / “<’
Johann X X I I I . unii dir Wahl fSigUwiunil* (W ien 18!*T>), la dissertazione
H. B i.it MENTIIAl. (H allo 1Sf)7), Mamionnkt in Ilixl. Jahrb. 15)00. XXI , 3 » -
IIkiikk in Quellen u. l'orxch. den prruxx. fnxlilutx 11)01 IV , ‘i l s„ a ) s .: (»¿il ' ‘ *
loc. <'it. 124 ss., 127 ss., 189 88., 1.'Vi ss. : V a lo is IV, 221)88.; /.onta. Zabari
7 3ss. ; H aI'cK V 2, 0(1t ss. In Zeitnchr. f. il. Oexch. ilex Obcrrhcinx N. F . X X M
(11)1(5), 25.'! ss. FlNKK dii una rassegna 'del m ateriale dell»“ fonti per la st.-
difl concilio di Costanza, (delle pubblicazioni lino allora uscite e speciahme
((ielle sue j>r<*i>rle rise n ti ricerche in archivi e biblioteche. Le « Ford 1»-
re s » <11 .T. II. Wvi.ik (T h e Council of Conxlance lo thè ilcu Ih of John II
I.ondon 11M10) non «(Trono alcun che di nuovo c non hanno carattere s. .
tllk'o.
a SuH'nttegglamento della Polonia verso imperatore e |>ni>a prima «lei i
cillo di ('«stanza e sulla missione mandata al sinodo dalla Polonia cfr. I*
j.t.r. 1 ss.
•
’ Vedi Ukixkk. Frankreich und Pàpxl Johann VA I I I . (M ünster lllOOl I"
(1fr. anche Vai.oih IV . 232 ss., 254 ss. In contraddizione «-ou Heinke. Vai •
crede (240 8.) clic anche l'università da principio jmrtecipA al contegno s fa '
rettole del governo. H i u n (I, 314 s.) rigetta come « fa n ta s ie patrio ttich e»
considerazioni ili V aI.o is alla fine delta sua igieni (IV . 4 0 0 ss.) sul m cri':
della Francia |>er l'unione della Chiesa e per la riuscita dell'opera dwli'uniei*
al con d ilo di Costanza in ìm rtlcolare : di'! anzi 11 seguente giudizio (p. 31'"
che «u n re tedesco In lina coll'Ingh ilterra e passando sulla segreta opp*“
zlone «lei francesi abbia assedio felicem ente U compito, costituì una delle pi**
gravi d isfatte riportate dalia F ra n c ia » e non solo una d isfatta morale, w*
anche una politica. « d ie causò una perm anente perdita di potenza, poiché 1‘
ristabilito papato romano fu sottratto per sempre all'influenza fran cese».
Giovanni X X III e il concilio di Costanza 205
> Che Attesta «riunir rivoluzione neU’andainento del sinodo. |>er tu «j» •'
»'agitarono specialm ente ct'In glesi, abbia avuto luogo senza decisione <’■n-
elUare e che anche dopo non sia stata sanzionata, lo dimostra Kinkf. Porteli
gen 30 ». ; efr. nuche Sciimitz 13, Tschackkrt 200 e iS m u t .">3: Valois IV.
271 ss. : Wkkmimìhokf, Vcrfa**HHi/*<>t * c k ', 203 s. : li. SciivncDEl.. Sik. I.u t
B erlin 1011, 82 ss.
a Nikm. Vita Johanni» X X I I I api>o v. n. H ardt IL 389.
» Vedi Ukinkk. Frankrcirh unii J 'n p »! Johann X X I I I . (M iinster 1900) !>S i.
Ivi inoltre 1 |>artlcolari sulla posizione presa (Invìi inviati del governo irti■
che miravano ad ottenere con tutti i mezzi il trasferim ento del cotni
ili Francia.
* Ofr. I ’. Rieti e s t u a i . »52: il diario del Cardinal F illa stre presso F i n k -
Fttr*chtinfi<n USO; A m c iiiia c h ] l , 3 t ) a : J . Kkpplkb. D ir Polilik ilet Kardinatkoil■
plinti* in Jion»1anz, Mtinster 1S99. 3 9 ; F ix k t . Btidcr timi Kontlanzcr K « - " ;
2t ss. ; Finkk, Dan hoJUche l.aml and itat Konttanzcr lionati, nella F e tta »* *
drr limi Il i» !. Konimitttion rum 9 Juli 1917. K arlaruhe 1917. 10 ss. Nel Fr<
hurm-r D io 'cti'fia rrh ir S . F. IX (1908). 304 ss. K. U irnm pubblicò una lettera
«li ««’Usa del duca FVderieo d'A ustria stilla fuga del i«a|w da Costanza, in data
di W aldshut 30 marzo 1415. In essa il dtiea sostiene d ie la fuga era avvenuta
«lei tu tto contro il suo volere, ma che poi Imbattutosi in lui a Sciaffusa non
aveva potuto ev itare di darsene cura a canata del salvacondotto d ie egli *>'•
aveva fatto (per la sua andata a Costanza. A. Seohk <1 Conti di Sa colo 007 ss- )
pubblica una lettivn di Giovanni X X I I I ad Amedeo V I I I di Savoia sulla prw
pria fuga, datata da Friburgo 11 aprile 1415. Malgrado 11 ricco m ateriale docu
mentarti» non è facile stabilire l'ora della fuga. A l l ' A r c h i v i o c i v i c o d i
S t r a s s b u r g o (4 .4 13$) in una ‘ lettera ile! conte palatino Ludovico a
Fuga ili Giovanni X X III. Decreti sulla superiorità del concilio. 207
S' 'lnirso (dola al campo aranti 8. Croce l'anno dopo la nascita ili Cristo
Hi il sabato ilopo l'invenzione ili 8. Croce = 4 miliario) trovai i seguenti
•tati deU'antilMtpn : si deve « c e rca re un uomo ehi» sia forestiero e non
u-'.-m.) p sin anche pingue, Ma pure ventato da prete o da laico ». Vn'aitrn
rizinne *11 Giovanni X X I I I In Xcitschr. f. ircstfal. flcsrh. X L V , 14.Y
' Cfr. il diario di F illa stre loc. olt.
Cfr. H i ukr. Qcsch. Oestcrreischs I I. 9 0 5 ). V. aiK’he Zohm.uk. Hcrzog
Fr‘> irichs Flucht r<tn Konslanz naek Tirol ( Innsttrnrk 18IM) 7 s.
Sul diversi gruppi rappresentati a l cwncillo di Costanza efr. U r u w
t,:' 'rick ran Xichcim 203 s s .; P ietro d’Ailly quale ran>resen tante ««lei destri
Bx n.i radicali, del p artito sostenente la forma aristocratica di governo della
1 •■■>»»; (tersone quale oratore « d el centro con tendenza a sin istra *. del
ieratici ; poi l’estrem a sin istra, per la quale 11 carattere monarchico della
in genere cessa ed ha fatto posto alla repubblica : una posizione questa,
dalla quale non c'è più che un mezzo (tasso per arriv are al pnKcstanteslm o
iri appartiene ’’autore «lei Oc motti» unicruli). SuH 'attività iW cardinali fran -
*>f,l Pietro d’Ailly e Fillastre cfr. anche V a l o is IV, 2KÌ ss. ; J . IteaT. Kant,
fillastre his ;tir Absctzuna Johann* X X l l t . auf <tcm Konslanzer. K ’mzit. Frei-
!"lrl! 1ÌWS; H o lle b r a c r 4 2 ss.. r>4 ss. ( Rimi. Quartalsrkr. X X IV . Gewch. 7 ss.,
5'*«.). Su un poco piacevole tipo di questo tempo. Giovanni M auro*!! (M ia
la n c ia meridionale. che dapprima M fO l Beneiletto XI I I . prd salerolo la fo r
cina di Giovanni X X I I I iwissO dalla [«arte di costui e cominciò la m attiv ità
*! -..ncilio <l| Costanza eonje suo zelante fautore. j««cia diventò presidente
* ’’la nazione francese al concilio ed tino «lei capi del partito radicale per
I salone e per la riform a e ohe finalmente aderì a re Sigismondo, trattan o
PtXRit In Róm. Qtiartalschr. I I (1SS8), 1 0 5 » . e W. H vsnom a. Patriarck Joh.
V a iron i ron Anliochlen. Fin C h am k terbiH aus iter Zeit der Reform koncfUm ,
! * parte. Berlin unii l^eipzig 15*09.
* W nofis III. 706. che (703 a ) fa vedere inoltre come la teoria della an
teriorità del concilio a l papa era id i stata com battala dai propugnatoti della
t“»le«ià papale quando le tra tta tiv e per l’elim inazione dello scisma *1 trova-
T* ° o ancora nel primo stadio.
208 Libro I. Capitolo 3. I Sinodi rii I’ isa e Costanza. 1409-1417 .141«').
8
i Sui |tosto autentico «lei decreti r . J . FrjEnRK'U in it:ung»berichte dir
Miinch. Akùil., ¡.h ll.-M «t. Kl. 1871. 243-251.
* PtnULlPR I. 250-251 ; H n n iC H noi Knthollk 1854, I I. 1 5 7 ss.
» Il iriitdlzlo d ito nel testo f- «lei ITERflKimDTitK.it: v. Kirchcngctch. I I . 78.
e Anti-Janu* 129-130. Ofr. inoltre D liu n to tat, l.chrhiich I I . 1. .'10.1-307: P iin A irs
I. 250 ss, ; IV. 435 ss. ; D I'x I . 1*55 s .; S n n i.Tr. System dr* Kirchcnrrcht * 183 :
HtrrrtjtcìER, Fuiidnmcnlal-Thridogie l i . 188 e F e r k t IV . 74. Ofr. anche S u r «
iu e r 313 ss. ; T h o m a s , Concordai I, 153 ss. ; 1 04; l ’rf't-F in Slim m cn nu* V a ria -
J.aach I.X X IX (1910). 108 ss. Sul non riconoscim ento da parte di M artino V
ilei decreto sulla supremazia del concilio vedi I ' i t i r s nel IJt. Ilandic. 1891.
1 2 : 1V\K. Abhanillunocn I. Paderbom 1807. 480 ss. ; VAtota. La cri*c refi:t.
I, x-xxtv, 01 s. Gfr. anche S c n trw r in Throl. I.il.ltta ll di Bonn I I I . 10 s-
e Hksh In Reali nziiklopddlr di Ilntzoo XI I - , 3S4. Sul contepno di M artino V
verso ti decreto della supremazia conciliare v. P etrks In IM I . Ilandiccifrr
1801. 12 e F c n k . Abhantllungcn 1 (P aderbom 1897). 4808. Cfr. anche Scnri-TE
in Throl. I.iti.-filati <11 Bonn I I I . 10 s.
Rinuncia del legittimo papa Gregorio X II. 209
1 I l t m K U , 54-55; V II, 104. 372-373 ; Ai.zoo Ilio , 3 3 ss. C fr. anche Oiimei,
f'n.'irirh I V I , 450. e D tìx I , 3518.
: P h k u f b I I I , 324.
Per Impedire a Giovanni X X I I I a ltri intrighi, re Sigismondo lo consegnò
principe elettone Ludovico I I I d el P alatin ato, dalla cui avversione per Glo-
>*nnl era meno che m ai da temersi che lo lasciasse in libertà. Ludovico fece
Portare Giovanni nel castello di H ausen presso Mannheim. Solo nel 1419, al-
• mando si ruppe con Sigismondo, Ludovico lasciò in libertà 11 papa deposto
< »tro il riscatto di 38,000 fiorini. Cfr. D. P a r k t s , IIi*t. Palai. (Franeof. 1833)
■l 1; H aukser I, 277-278: Arch. »lo r. Ilal. TV, 4 2 9 8 8 .; Fat.k nella Z riU chr. f.
‘ Thcol. X X II (189S), 1 8 7 8 .: A u i k r t i!4d. 4 0 2 s. e in Uattnhelmrr Getchicht-
• laltcr I, n. 1 ; F ix k e . Rii dar 52 ss. Del restii anche nel 1418 v’erano molti,
non giudicavano le g ittim a la deposizione violenta di Giovanni X X I I I .
Ah etisuk , Commetti. 930-031.
* H e te le V II, 1 8 2 ; H o u n s A c n CI ss.. (57 ss». (K óm . QuarkiUchr. X X IV ,
“ ■ l. 32 as.
dalla gra n d e m a ggiora n za dei riu n iti a C ostanza, chè non soltanto
fr a i Tedeschi, ma anche a ltro v e re g n a v a p er v a r ii risp etti una
disposizione veram en te in velen ita verso il co lle g io al quale attrl
buivasi non a to rto la colpa p rin c ip a le dello scis m a .1 I cardi
nali dovettero ripetutam ente m u o vere la gn a n ze per gra n d e noncu
ranza usata a loro rigu ard o. C om e si pensasse a proced ere contro
di loro rilu ce dal fa t t o m em orabile, che fin dal 17 a p rile 1415
fu da un prelato presen tata la p rop osta di escludere i card inali da
tutte le trattative rifle tte n ti l ’unione e la r ifo r m a .2 L a proposta
non riuscì, ma svelò in tie ra ai ca rd in a li la gra n d ezza del pericolo
che li m inacciava, al quale p r o v v id e r o con a b ilità cercando di
assumere nelle loro m ani l ’im p o rta n te causa della r ifo r m a . A lla
fine di lu glio essi proposero la n om ina d’una com m issione per di
scutere la rifo rm a ecclesia stica : a ll’ eloquenza del d’A illy e di Z a -
barella riuscì di vin cere l’o pposizion e che a n d ava sorgen d o cont <
questa m ossa.’ L a proposta c a rd in a li?ia di fo r m a r e una commis
sione per la rifo rm a passò in d ecreto e g ià f r a il 26 lu glio e il
1° agosto 1415 se ne costitu ì il p r im o com itato, in cui a la to di otto
deputati per ogni nazione sedevano t r e c a r d in a li,1 m a il cozzo dei
v a rii interessi non p erm ise che questa com m issione riuscisse ad
unirsi n elle questioni più im p o rta n ti. N e ll’ autunno del 1416 in ter
venne una sospensione assoluta n elle tr a t t a t iv e sulla r ifo r m a eccl< -
siastica. M an cava un im pulso poten te « a m an tenere v iv o il concili'
en tro l’ u n iform ità di in te rm in a b ili discussioni » e l ’in teresse pn
m iero andò sem pre più ra ffre d d a n d o s i.'
In vista dei lie v i risu lta ti otten u ti dal con cilio di Costan za
quanto alla rifo r m a ecclesiastica, s ’è fa t t a m olto a p rop o sito la
seguente osservazion e : « m ancò fo r s e a pochi la buona volontà,
a tu tti il c o ra g g io d i co m in cia re la lo tta co n tro g li in teressi cotanto
glone F inkk fa rilevare che quotato «gruppo di fonti più di tu tti vivo» è sto
ricam ente (11 grande importanza polche perm ette ohe vediamo eutxo le coodi
zlonl e umori del condilo, entro la lotta del principi e delle nazionalità, di'
altrim enti el sarebbero rim asti ignoti.
1 Ofr. Morawbki. ¡ l i t i d e l'un icertité de Craeotie ( l ’a ris 1900) I, 141, ov<
si esamina minutamente la notevole dissertazione D e annali* di P a o lo Wuh>
kowicz. Ibkl. 143 sa.. 1S1 ss., sulla partecipazione della Polonia e speda Unent-
del .rappresentanti dell’università di Cracovia a l condilo dalla p arte del rad:
caltsmo cond Ilare.
« Con W. B esM iaro t, D ir h'in/ius* de* K ardiñal-Kollcg* auf dio Y crhon-
/imperi 4 M Konslanzcr KonziU, dlss. llpslense, 15, c fr. Fi.nkk, For»chuni¡< *
8 5 ii, e From m l ò l s. ; K i r n o , Potitik de* KardinalkoB. in K on iton a (v. <l!ì
u a f n p. 200.
* 11 discorso tenuto da Za barella U 22 luglló 1415, presso Zonta 135**-
« HUb l s b 8.
» HC oler 10. Cfr. S chwab 048. 071.
Trattative per la riforma al concilio di Costanza. 213
I L R IS T A B IL IM E N T O D E L L ’A U T O R IT À P A P A L E
E LA SUA LO T T A C O LL’O P P O S IZ IO N E C O N C IL IA R E .
GLI I N I Z I D E L L A R IN A S C E N Z A A RO M A .
1417- 1447.
1.
Martino V. 1417-1431.
> Ofir. A acn iu cn 11, 800 ; f o n a In Slnm tbtiryrr stu d i** ri& H ) I I . W ;
«Urj.uKovit « I I I . 0.29; SofrwoTt I I . S i i Sulla fam iglia ('«lesina cfr. U tt>
f. 5 5 ; A. C o rri. \tmutrie w . : R e n i m i , f ír it r if r V, S a *., 3 9 0 **. ** T
W t n t x r u In Otìll, Ori. Amjr. 1S58, n.,~» 1<«'J . O m jjt>ow *ki. Knm. 1*. 9»*
Iti» *. |Wf rutimna 1. L rlp ctj; 1912. 7 iw. rurlndtA nut I’“1'* rh»inlBr‘
rln> lo una * Intiera al «*'srn*tario «Wla città di 8tr»«burao In data «U t'wrtat»*»
[141?| 17 novcmhrr Knrtm KUbt dkv< di M artino V : * Po*t iìu m tuim m ?!»*
•cu» aon bibU (111 de rtoo mro quad rtt F M I m i >. OH Binai»' n p ll'A rc b i
v i o c i v i c o d i S t r a s b u r g o .4 1. 166.
1 V«dl Schwab 1182*170 «* H f m i 42 ss.; W o w c n a to r v , Krítrrbuufr»
27 «st. : VAioli». /Yaywa/H/i»«- Humrtioa i l , ! ■**'. ; T b * » i u». C tm m rM I. IB S »*
Cfr. V. os U f u c m 434a • la XtU*ekr. 41 Q rin n i IV. 1 **.. 375 In IV.
« 0 sa. V&Lota tratta i M I 'i t u t t l a m i i l i ) M i a Francia v r r w l'ntedoo* di Mar
Uno V. Sulle variabili r c l a i M *>11« N m l a ron M artino V r fr . B n j f r 21 *
V. p a r » NItscmmaxk. Ole FlrUmm/j M orii** 1’ rum / k -sf*r*r» Rillrrurdr» m
dir (irrm j. poi» >'rs 9«i K&oicatvrs ISSI
• Ciftr. v. KnTMA.'O, Forte*mmiftn ] . l i s a ; l ì . 5 ss.
Martino V e la riforma della Chiesa. ¿¿1
I P la tin a . Vita Mortimi V. « a . Ofr. «l.jm m uct».« 270 e r • l/.» l« rt* o»r>
M im tu ru m «Il Kulpto tu V iraum In Corf. C. H. 19. t 27* dell'A n e •-11 o « •
l ’rniK’H volevano mai m i» olir 11 im i« In n i A k i iu In O s a r la . ■-
«•Ile Ivi ni ti-in 'i* anrhe 11 pnwdni» ro o rilln : rfr. fammti»»ioml di Rimttén
A lb in i 1. 2TO, Pronto ritorno a Koma perora aneti" la Kpittiti» 4i Albrrto érfti
A lb in i a Martini» V ilfadocna IM53I IS a .. 2S. o re «4 V « * > : i V « l ale«* a*t*«
tato n Roma non aobtum it* <tagli Italiani, ma ila tutti qiioitU «*he Iianno t t "
renata at venerabile non»' di t*rt»to ».
* l a pnrtenxa iV I papa «la C oatann ebbe luocu II Iti u m ori« 141S, « M * « t -
al 22 «l'ap rile era s*ato «-blu»» I l m ortilo. Sul v la scio del 1* 1« v. f « i m a
« t r a 12#., Il prim o rolume del * U»mdal» Mortimi f nell'A r c h 1 v I o di
Stato I n H o in a tefr. HiYKAUt ad a. H I » n 3 « eolia txKa ilei
(im U M . Caia. Ap. 33; sii • A r t » m a »¡»torta Ha «teli'A r eh I v I o c o n c i a i »
r i a l e a l V a t i c a n o trfr. A|<p. n. Hit e la tabella «Il M iin .M u :».m C «n lu
tata col «tMsddio d » i volumi «Ielle «umJIrbe. In W illefl. «Ir» imtrrr. Imttil»1*
IMM. mil a. «• F u t i in tr r * . *tor. i/al. X I. V i I I IIV IU . 117 m.
» l a »tatua. Il capolavoro «li Jarop ln » ila T rsilate. * riprodotta in O ir tJ » *
111. »14. MCimt, Il Ut. 4r r » n I. V I . M n n t)brril»lirm l 'r é U i n K W I-
Iterlln 1*W7. 112. IH e VlO tTru VI. XS> Sotto la «tatua « a un't«*fÌlto«e
Klaute il papa, roropnrta «lall’umanUta (liuwinw Rrippt K i » n . i3 U > i nel «“ •
del n a to r p r ( l o articolo ini quevto nuaiutncnlo ha |«reerhl «Trorl : «IA al !**•«»
Martino V a Firenze. — Morte di Giovanni X X III. 223
N. flnMiow, m inateli» (In rtMxo). Moaca 1011* (vfr. Itenltchc J.lt.X citn nt U*l
9543); \Vot.r. Mirkelosto 3 0 * . lttproituztune del «epolcro In < '* r u .r c c i . t v
« I o |trrr del Donatello (M ilano 1R<6) tav. 9. t pn**»o V c m ilt ì V I, S » '» .
> (Tfr. U. Z a..n . ¡ ‘afta Martina f i I Holaoncti: rapporti c r v U s .-rc H t"*
anni H ts/1 0 . Itoli>ena 1»12 e Liberta» Hononie r Papa M artino 1*. Itologna !»»’>
s A. u t T v u M tr u tjji« 2 3 : A. O m t i K R : U m m - t l i r a o l i l. M - ® e J ' ’’ *
d. Soc. Hom, X. 4 a s : cfr. «otto p ¡¡tWa. * l>nm aBJ in Ki-m. Quartal*rkr XXIN
(1D1S). 2 0 * . Secondo gli • .Irla la partetua del Moroatai da Manto**
l«’r Napoli avvenne 11 1 dlcetnbre 141S.
* M i m i s l-ltn r io l i 1, 5W 9.
* Cfr. Z r tU , Libertà* limumir **.. io s a *. Cfr. H. jV a u a m s t. Bracci* da
Montone e I I romane ili O ritela. l’ i m ( U W f f l
* l it m u t 'M IKcrum . Corp. U h i. I I 1. 1-*Ì73) dà coro«' giorno i W l l n t t '' * '
Il W «ettemhre. Io |irrA e m lo fh » vada |*vfiTlta la data degli • A d a « « « " • »
riatta uHIIxmta nel te s ta Non al capUee come a vece di questa fonte a «tenti.«
11 T iim uah ixj nella *o a n lliim « d eirinfn w nra 23 citi 11 molto p « t « t K * r Ce»
n a u u . Sullo m itre rito lte a l papa In i l renar e che non furono la vera «•<**“
della «ma partenza (C irdU A SM. n. 2) ». IbUl. 3SO, M * n tir c f (417 ») p«wa
quanto tei* prima della «tua venuta U papa i o * » preoccupato dalla aollerH»
dine pel ristabilim ento detto S ta to pontificio.
Condizioni di Koiua al ritorno di Martino V. 225
« k r K * rt t*mps I. là
22H Libro II. Capitolo 1. Martino V. 1417-1431.
' Sol )d|i| r. la notizia <11 rat la rlm -m » trattand o <N Eusrolo IV. «la no
'’»Bwnto <lrH'A r r h I r I o d p i C a m p o S a n t o a l V a t i c a n o . Ofr.
tl ncorvwMim-uto «WH «fatati rom ani I. I t i . c. 118.
! Im ( n w iiM iH T I. V #
* V*»H Tiim m :* I I I . » K :I.L K U S I I. 47: .lm * . Knm. XI . I I I . Una.
• < Kom »tara mollo •rnrrllm r pirna i l Imi ri ». irrlt» ln n jw r u 1122
'•* T » v « u i5 i 32). Il «inalr poi narra rbc I Immilli non rtaparaU’ aao m a r t e
* 5*"*rt romei. Il 17 M*fiiTOt>r»* I3W sii in vi* ri di Colaula forano l o m i l U
* '' « i | 4 i u w w * « lla tl ila ladri a d n r mieti a r u r n a <la K»naa: oa» rtntli
r!1**1A una frrlta mortai*- ». Kr.r<«ct. 7. ir r i Kólmry flr m n ilm lm flr »
"* r* Hom In I W M . M i Jrm Kótm. W a ila rrh lr. ffear. 12.
! K ia n . 2S21V»»» M tv rr t . 1 *H . 1#-17. n. • T m m . C oi. U f i I I I,
*■» 2W Hall. IV . T18-71S Irr*. i l H a i. 3* m-rl*. IH . 1 » . UH. farrhérA. IV .
»ta a .
22S Libro II. Capitolo 1. Martino V. 141714:¡l.
mente servì a lui ed ai nepoti come dim ora estiv a .1 Soltanto qua
nti due palazzi possono dirsi fabbriche nuove: lo stato delle cose
spingeva più a restauri che a creazioni di libero senso estetico.:
A ndrebbe però e rra to chi am m ettesse, che al papa colonn< ->
abbia fa tto d ife tto il senso p er lo splendore della rappresentazion e
th è anzi M a rtin o V , il quale p er sè v iv e v a tan to parsim oniosa
mente da poter ven ire accusato di a v a r iz ia ,’ m olto curava di
com parire ovunque, ma specialm ente nelle azion i di culto, in tutta
la m agnificenza. * F in da quando risied eva a F ire n ze ordin ò un pi-
viale sontuosam ente ricam ato ed una tia ra d 'oro, della cui bellezza
si pa rla va anche 150 anni più ta rd i. N ie n t’ a ltri che L o ren zo Chi-
berti eseguì per questa tia ra otto g ra zio se figu re d ’an geli in oro
tra fo g lie dello stesso m etallo e pel p iv ia le il prezioso ferm aglio,
che lo teneva unito sul petto, con C risto in a tto di benedire. Però
più che queste com m issioni s tra o rd in a rie fu ro n o im p ortan ti per
lo sviluppo dell'indu stria a rtistica le re g o la ri, che il papa ripeteva
a determ in ate occasioni. Sono del num ero I cappelli e le «pad«
d ’onore, che al N a ta le di ogn i anno ven iva n o benìedette e mandati
ad alti p erso n a gg i: in oltre g li anelli, che si davan o ai cardinali
eletti di fr e s c o : finalm ente le rose d’ o ro o rn ate di p ietre prezio*«
che ven ivan o benedette prim n della Pasqua di ogn i anno, netla
dom enica Lattare, la quale ne trasse il nom e di dom enica delle
rose, e poi donate com e alta distin zion e a p rin cip i, uom ini em i
nenti, nobili dame, chiese e città. U n a ltro cam po d e ll’a rte indu
s tria le fu fa v o rito m ediante la com m issione dei m olti vessilli ric
cam ente ricam ati, che ven ivan o decorati colle a rm i della Chiesa e
del papa, spesso anche con figu re d i Santi, e p er lo più si davano
a go n fa lo n ieri e capitan i della Chiesa. E insiem e ric e v e tte ro im
portanti com m issioni i ricam a to ri p er la decorazione di m itre e
dalm atiche. P e r queste ed a ltre ord in a zion i M a rtin o V . il quak
addim ostrò un interesse afTatto speciale p er i la vo ri del ricam o
a rtistico e della tessitura, si se rv ì quasi esclusivam en te di o f f i c i m i
fioren tin e: e g li vi fu costretto poiché Rom a era sì im p overita «•
scesa in basso, che non a veva più alcun a rtista indigeno. L ’ impul*>
d*io all’a rte in du striale dalle num erose o rd in a zio n i di sim ili doni
in .rifici da parte del papa, c o ll’ an d ar del tem po non potè rim a n ere
•erni influenza anche su R o m a .1 L a stessa m oneta papale prese
• »Ito Martino V uno slancio, che non s’è sm en tito in tiera m en te
M im he fr a l’ im b arb a rim en to del gu sto di secoli p o s te r io r i.3
A malgrado dell’ instancabile sollecitu dine di M a rtin o V , esten
d etes i a tutti i ram i d ell’am m in istrazion e, la città ete rn a non si
ria lzò che m olto lentam ente. O ccorse lu ngo tem po a sanare
fe r it e fa tte da un secolo di te r r ib ile d iso rd in e e ciò tanto piti
perchè al tem po stesso di M a rtin o V non m ancarono infortuni, i
quali non poterono che a g ir e m olto sva n ta g gio sa m en te: colle e n
dem ie pestilenziali, che rip etu tam en te a llora vis ita ro n o Roma, va
specialm ente m enzionata la g ra n d e in on dazion e del 30 novembt-
1422, che o g g i pure ci è ricord a ta da un’ iscrizion e in S. Maria
sopra M in e r v a .1 N e l period o d ell’esilio a vign on ese e dello scisma
l’opera di distru zione e ra stata sì o rrib ile , che anche sotto il
successore di M a rtin o uno s c ritto re potè d esign are la residen ti
papale siccom e una città di m a n d ria n i.’ T u tta v ia una p iega in rrv -
g lio sotto tu tti i ra p p orti è in n egabile dacché con M a rtin o V il
papato fu ritorn a to stabilm en te a Rom a. U n ’èra m ig lio re si apri
anche pei monumenti a n tich i.* O gn i cu ra di go vern o m ite rivol
M a rtin o V al ris ta b ilim en to del benessere d ell’ordin e, m erita •
dosi cosi, non per m era adulazione, ma in v e rità , il nom e di « patire
della p a t r ia » .* Ora cessò, g li è vero, l’ indipendenza e libertà pò-
litica di Rom a com e città, ma alla città fu concesso di muover-;
liberam ente in tu tti i ram i del suo g o v e rn o in terio re. ' M artin o V
lasciò perfettam en te in ta tta la costitu zion e com unale della patria
sua: per suo ordin e Io scritto re del S enato N iccolò S ig n o rili riunì
i d iritti e p r iv ile g i di Rom a in un libro, del quale si tro va n o copi»
in parecchi a rch ivi e bibliotech e rom an e.*
Sotto un papa, che in d irizza va tu tto il suo pen siero ed aziona
a sanare le fe r it e a rreca te a ll’ in fe lic e città du ran te la lunga a-*
* Of» V i u w , l>. M
* A c W n 1 «» M is iia i R i t o » I l l « « I." • < M * tmciaa O l a
* * * * * a M a t v 'A a t « « * » <U * A a s r te n a l » 41 S i M m . 41 a r t i « » r , M 4 n *
Libro II. Capitolo I. Martino V. 1117 14.11
' • * ti-M tt, <1H rn araw taii Al 5» 4*s|WtV «r i l«?l l»n.rV* il ,ur4 «
* Marra m iilir to u 41 « W t t i» ra**»«ta 41 e
« *»-*«rU •IfoMn-raan r*«»lar» <Mn>f4tar ae-tftetsa»: *. • rmé t> XV.
4 l . t IT* <MU r i v i r a b i b l i o t e c a 41
i.twwm. Kfttq XI. » 7 . Hatrattivi«* M Rnu4a * r « « la » « » w a
1* ' r tr M m o t ||. SIA
'« W i n «. f R n r M l / i r * * f i l i . *?«*.: « a Uno» r ii * 9 »
*' K * x 4 I H « . W a ; K r a i l i n rbmpitrr* gtmént mr l I l a Salta r t f w n
" t e s a t e <U U.IK | »r»w 41 M a r t i»» V ari l « H r fr K n a i w n . » < »
*• * « « • r IWaj i l a* la X I I <I **»“•< J M « « . 9 0 «a
* »«Il !•**. rara MT 11 X » • W W 4 lassa, I*. I » a
* aatt r «* ia . I. M Uwnnw 3*2
* W l l o u u m i l U « : n t i v i M O JU»« U-4VI f brmaam. >4 U s M M t i a.
« *a0 |V. ar> , * y T«U TMX TOT T U a, 7 » T U « l l r n m < a t t I. I H
,1; «»a «TX Wl V «* l/«a *w* « MmrUt VII. B iv i l««V I » «*11,
r i i niMt. |a«ta. T*« • « ' IHvmv TTi S t i a Mrmui « k * > * d.
*',“ « * * a I w *r. il. ||«| a i s t W s m r t a i r t n d * i n w r U M » « Mar-
*■“ V raa m w M t pertL rtw 4 n *M <a|*t* 4 » I m w U (« < « « * * •
4 M b tei«« 4a Stante» V v i r t t a i r /. ** »» tW at !«• * « 3 « M U l
■2M) Libro II. Capitolo 1. Mariino V. 1117-1 tal.
esp oste,' cd una nuova preziosa reliqu ia per suo mezzo vennr »
Homa nel 1430, cioè una parte d elle ossa di Santa Monica, m a i «
del grande A gostin o. Il papa a veva fa tto fa r e ad Ostia, rie- h*
di quei ven erabili resti e quando fu ro n o giu n ti a Rom a o r : *>
in S. T r ifo n e una fu n zion e s tra o rd in a ria : celebrò e g li stesso il u »
to sacrifìcio e poi a g li E rem iti a go stin ia n i, ai quali affidava q . ila
sacra cosa ed al popolo a ffo lla to nella chiesa in d irizzò un con no,
vente discorso. Un passo di esso è di speciale interesse pervi» f*
vedere che M a rtin o V era tu tta via a ffa tto v e r g in e della tendermi
umanistica dell'età sua. Dopo la p ittu ra delle virtù d i sa.'.Ut Mo
nica. della sua mansuetudine, della sua pazienza, della sua
citudine di madre, che tro v ò il prem io in tan to Aglio, il
esclam a: ■ Poiché possediam o A g o s tin o che c'im p o rta d ell’a cu tefli
di A ristotele, che d ell’eloquenza di Platon e, che della proti *
ili V arron e, della d ign itosa sev erità di S ocrate, deU’autorftà <fc
P ita go ra , dell’ abilità di K m pedocle? N on abbiam o bisogn o di qu>
u om in i: A gostin o ci basta. In lui tro va n o la loro spiegazior. k
sentenze dei p ro fe ti, g l'in s e g u im e n ti d eg li apostoli, la sacra t>- i-
rità della Bibbia. In lui è riu n ito ciò che costituisce la caratteri- a
i In dottrin a di tu tti i P a d ri della Chiesa e di tu tti i sapienti 3*
cerchiam o la verità, l’eru d izion e e il tim o re di Dio. chi trover. v>
più istruito, più sapien te e p er così d ire più santo di Agostin
Questo discorso è rom e la bolla di can on izzazione d i santa M o
nira. I.e reliqu ie della Santa fu ro n o sotto C alisto I I I tra s fe rii a
S. A gostin o, dove un p io umanista. M a ffe o V’ egio. le fece coDoc *
in un bel sa rc o fa g o di m arm o bianco nella cappella da lui fonda* %■
Due nobili donne rom ane a gg iu n sero il dono di tre lampade d V -
g o t t o dorato, che fu ro n o accese davan ti le sacre reliqu ie e d’aH
in poi arsero g io rn o e n o tte .:
I*
Libro II. Capitolo I. Martino V. 1117 U3l
» i f r l l w i r n r n II. J U « . S I A « . a v « « . H I . M I V ta»
lli mx» a n o ««; C iM c n n » I I . S tia , r H n ijl u v 1M>a*. i w V tU W » »
4e» »telar. I . XXVl l I I H » ) STA*». . Tnouta. roarerdal I. 1 * 3 «
P, S<M¥ rr*. Zar I w y n r » . 4rt ft a a « a r d a l» m Jlaar*ra |I^M ) /»*' * * • - »
K o lM lla a » « Rrtlrmrr»m»tfrmtr tm I W a t r r M <a 4rm J »h rm IJfJ 11'*1
M tln-trr i m i
• «Tr J 11x14n . Hm»i»m4 mm4 Ram » » /rr t l » r i i » I . la i/»rll<m » f —* *
a a«, (la lir a 4 re*, a. JMU V i l i |1*n&|. 34» m
• O fr U » r * u » I C Ì . a. IB ; H ® a 1 » « r : I n m i u i m » » : I"*
t. K M n v r r t l X V I I I . 1« . l u i i u » » u |. M i ; ( i u v s r e 31 » aarW t »
M a * t ’r t m f n M l VI I . z x n ; V i l i , t t n t « Itrwrl di M a r ti»» V a l *
nt»8 B > «1 al « w * n » r i a « » M i a fafnatddlr» m lali«1 alta e o a . la **
«■•ma 3 a 4 «rottalo 1C7 tm ra i ari ( ’<4. / I l ti » . f mvhT «fella H i t " *
U f i H n r i t f t » , 4 « * « P aaN S raa I. H o .
• U t i li » t * t r i »H »» » »Pari«, irato 11. JM1 «. A n> W W R u t r m i l II.
1 « « * r dal rlla la m H iv «M ia n i k l U t f r a l l o r « b r « * 11 • I » * ’ » •
O r l o di Honrtna « a n t a ! » tw ir Ars» a. I*.
1 (Ifr. l i A r u t gaaa • » . tT rf» ISTf ; r v w ' l t v i T : T t t i u L » r r U » r»N T
I. V I « a
I-» qasMione del ronrUio r la riforma della CMasa,
n»U razione era una urgente noceti là. poiché gii avvenimenti
. i.mo secolo, la dimora dei papi ad Avignone e te conseguenze
4 r r ..«!•.-ne avevano invittamente fatto vedere la necessità che la
stai» —de. munita di sovranità temporale, consisterne au base sua
jr v p : a.' Ma a Roma stessa Martino V avrebbe dovuto almeno
taf gli abusi più stridenti e non può invece nè scusarsi, nè
in dubbio che anche qui Martino V non mise la mano con
«tiVimte energia. ’
t molto tetro il quadro, che lettere confidenziali, specialmente
W relazioni degl'inviati dell'Ordine Teutonico a Roma ai loro
• -a ri, i gran maestri in Prussia, danno delle condizioni romane
dV *ra. Fin dal 1420 uno di questi inviati scriveva in Prussia:
•Caro s gnor Matwtro, voi dovete spedir danaro, perchè qui alla
Cerfe ugni amicizia finisce non si tosto dà volta il centesimo ».
la b- altra lettera lo scrittore osserva che non si possono deaeri-
te»oie varie astuzie in vigore a Roma per avere denaro: là Toro
♦ farnico e fautore di tutto quanto vuole ottenervi. « L ’avarizia
às <! sopravvento alla Corte di Roma •. ai dice in una relazione
4ȓ tuo. se con nuove astuzie e raggiri aa di giorno in giorno
»P' -7n*nr di Germania il danaro pei fetidi ecclesiastici, si che se
•"ha .-rande scalpore, lamento e scandalo appo i dotti • i corti*
g*p... • ne nascerà grave contrasto sul papato od anzi ai farà alla
fi» * ’’trazione di obbedienza, affinché il denaro non cada al mi-
'¡mento in mano agli Italiani e quest‘ultima cosa, come sento.
«*«i*be il pensiero di molti paesi s.*
Vadano pure limitati e reietti in particolare i dati di quarte
»* uiooi.» in generale però esse dov rebbero darri un ritratto fé-
* stimo delle condizioni di Roma a quel tempo, poiché in modo
*•*»11« simile ai sono espressi allora Svizzeri. Polacchi • persino
ht'iaai. *
' L » * » — » U n tir..f Z r t f c * r mmmm s u l» XIV. K i al « — Ir mm
* ul M ia pni+rrmm f r r la S-rf* patitela. r1te«a r t » te M elasi V
k s s b twtit Ira tr «T li»n «lp r f l « « M is t a bus w m SU S>* H —s »
' O s s H t ra s ft» «nitoalo t»4 ssi ts * r t H «Sl |*r la Rate Iteti IV.
**ss)k m aoa fa i —gallo a n flr b a it . ila w iis s » I k m t e n a
tein lutassi.
* Vas«* . r i t m a «M a*. « a 108: r f r 1«S s. I I S * . I » « . 1 9 1 «. I M S . I »
»5» i n . U r lim i I 4 « t e M V .M li m » ; W . W s i « I I . Sa M a .
a » tos. n s . i t a is s * . i m . v. aar*> a « « « « « * «
Hn a
* <teaata al anUW « ^ a n s s * ttenaa— !*■••»» i^ s — U ri» «s to Iter
*te» V) ria » alato di— ..trito Om mm l s f « s a s l « s » aawaSafte « •««*.
* S fi* : rtr aarte IM ttm d F r t m t e i « r t VII. t « m rtsss lo mthrm»rteal
m+tUmi ris s a lite* ••«•»a ITM bW te IT» ■manr»» « X m asta «al
•te* terso— iato i iiasrsto l~ar-nmt-— sUr to o » « u s b «s «m i «s a *»
* c n lln r t r. H r »o ~rUm TX. H 4 *. 2BI ; r « o « * » a fVteM III- SM;
^ • a «M fl / tf,o«rW rv flteOl XVIII 7 » (JtasU ss 4 l s » * 1 1*3» sn l
t e i «I is r — san s K - « « A l la rwcto *■ M m « s a *• t e s i * ss ttersr
t e ® * sa r«|a tatsorajarat* s I O h s II. *1*N
360 l.ibro II. Capitolo I. Martino V. 1417-1431.
l «te i I l I. I.Vi
* Sai ra n iitrrr iniernaalonale drlla l'o r i» e la una p n e r v o t o > H »n
“¡ ‘tur In amrulto rfr. ». ||»rw&s*. r m r à w i f r i I. 2 W « . : m l*a a «»l alla O » -
h n w i f a r h .M IQ 3 M
* * lh(Mr>> rartacoo «li Ornarla Xt. <•••• V it i, pmrt pmiem. I Ai
afflata* t 4 » 3M ■ /.I W rtufreienontm rt rrUltmMmm te c iritu lr A»*•
pati rrrrttmm Rat* fnrhtr M u 4r mandalo «M X P QnywH I* XI
r h I r I a » » g r e t o p o n t i f i c i o ! . I M t e r > n n u w a q o r«t‘ im t»*rtaale a*’
tiala all'amleo pn>f A P t t m (’ tir, ora aorbe P t ^ i u >'.h « i a trHM r 1. «T T * >
Net peritalo a t l m o m . | h M m i rH w ro aa tara in v e ì* » o t t o 11 « f n n * a < >
nella . orte |»pale (rlrra U t e a (anelo lattano A r d i erri! tori m a r e * aaUa *****
fora «lei dorumeotl p m tM ri ». Hprrimtmm palaeapr. r opre! or ttmmmmwr. pmmh'
lt»m ar ISSAI : quando .tal priaripia M i o »riama ta tti I Fraaem l »p r*r*r
o n ili alla «la w ello rla abfaandrauiraao £a Caria «li l'rim a o V I p x « • ! « > ' *
lentp» M M i W r a I T W im rU ; » . E u n . XtrhHm 41
• V e«« I V iiia r n r a la JMaa. Q aarfai*e*r l < « a 9 * Ha T M la rM la A * li»* '" r
rtr. SrM \rr» IN d XX l l«n »v i<C «a e (WHxra la Tèmai. ffee v r X X |IW >k 3PS-
» IV» te McatraAa .« O P i«»»« OOuaa I* Maa. p — e*al«r*r XVI IIW «
l*t rima»*» a do* W ( n » ;«*!»•li lardile nel * « Imi, I t i K t ** e W
• l a ■!»> «— » leeiMtr«* faa*Oi«rt* pope « i nei Itti fainde del f W *
» I l o di Martino V; redi n u i a u i c i la M ttt J •>.,*. XXVI. »*& S»r«mdn H*a
M O T I 1/ pupi e le Walt», la famfmlU detto D w n M tt |I W a ti Mar
ita» V t n a d r u qoaMo fa r» « m B a n liw t ia in l» d«M<««li «la aa alari’»
«aria. Ha dal manto m i* IMd. *■ f « m # a m e m t t i «tt t%» Il » Malo IV
Ne a t w r t i r * la m m I i a*4 fWttfc «r i N || w ill» «I Vtficmm»
i IH qwoit a *ri. dri ««nati la d i i * di Martino V in r * T r i le ria e ta I"*
tarla rU > r« aaa forma |M ladlda. Ifallano mfaartam»-nt> Rttu.'. IH* rrfn»*«r*«
Jt»rv (MBaater iSMt » P m u ir t M i T q t M a * ( M e a M U Ctr aariw
Carattere internacional«* «iella Curia romana. ¿M
* A. se W u i. U •> X h u L i m i n . tl * lifcfo
Malati ibi ea tentai. mtìii» mt («rcaatrna • W tto d n n m ir untalo, JoKa*
ewao* h i t M M «trita M rh U • Ila** foli* < f* M l m a w a M an n * di— 7*
KOala» n Ultraak* tea tfcr a Sor«« « a i IMwWh i t t o M l a i » »oa w tlW y» »
XI tr«rra n H l ' A r r b l * l o d e l C a a p » ( a t t o l a V a t l e a a *
« A. M W u l. S a M n a W in n fm la • Cmmfm « « a f a 17*: J n w a I V r *
I"-»*. M 1 « rk b w di * A l ia t o la, «tra «Ila cnè—te Wikwra f* r r t « o *
M h aaall 41 4ata aotki • i w n a . fa m w » « a l a ari |W«S dal M a b t H * •
Hmm • dMltaala atta il» aitilaIn— i t r Kt—re . IMr P n l i r l i a mmd * * » ré*—a
% • J m trA * k a < )» i» l a f i io R ao» l a I I Jtkrkm a d rrl «ri fwartudtr»
Ite r tata. JteWNryrr I M I .
» Ufr. N w i-U w r m i t 'i i
« A, « m - t n O w » W ( * * » » a ttM O h rlM M i aa4 ! « » » » * '•
r»i«è M «a 4 /M mm lla M d t l*SO> I agi.
C f~ □amerò del visitatori di Roma. — L e fo n d u io u i nazionali
Più grande ancora del numero dei Tedeschi residenti nelia ca-
t. ■ rina era quello di coloro che vi si ferm avano solo di
iyamirv «N essun popolo», dice uno scrittore, al quale compete
e*r ' di avere pel primo indagato minutamente queste cose,
. a e ».: popolo ha come il tedesco conservato in ogni tempo tanta
¿<t;a e e smania per Roma. G nessuno, tanto se in pace come se
a r> ‘ » ’è così profondamente incrociato nelle sorti della città e
Ad pa . talvolta nel male, ma per lo più a tiene e salute ; nessuno
toalr te ha goduto in tanto alto grado la sollecitudine e affezione
putr u dei successori di san P ie t ro » . 1 Di innumerevoli romei te-
. .itviralmente è andata perduta qualsiasi traccia della loro
in Roma, ma il numero documentabile di coloro, che visi-
la città dei sette colli nei secoli xrv e XV, é molto considere-
«ah. ! hbri della confraternita delI’Anim a e dell’ospedale di Santo
i>rir nonché il catalogo dei benefattori della chiesa di S. Pietro
nporuno nei loro fogli una risp«<tabile serie di pellegrini tedeschi
- nefattori. a lato dei quali anche Boemi e molti Ungheresi.*
fai f rale nel secolo xv fu straordinariam ente grande il numero
r md dai paesi d ’Europa germanici, slavi e romanici, non
> le difficoltà del viaggio. Molti pellegrinarono a Roma spen
ta.'!* wnte. ad altri il viaggio fu imposto come penitenza o come
•** -e lo imposero. Altri ancora trassero là per fa r la loro for-
**aa nella città eterna, altri recaronsi alle università italiane,
>aobbero nobili Romani, che seguirono più tardi nella capi
ta della cristianità. Se Analmente si prendono in considera-
» r,e anche le conferme, nomine, dispense, appellazioni, riserve
• soluzioni papali, allora può fam i un’idea del grande numero
A loro, i quali dagli affari furono condotti alla città dei sette
«►¡i.* Un quadro approssimativamente giusto dei commercio dei
T« k*chi « delle altre nazioni colla città dei papi sarà possibile
1 >ra soltanto, che siano diligentemente studiati i differenti libri
4 «e confraternite con tutti gli atti affini.* M a non è da dubitarsi
* A. M W . * u .V a ffc m Itl.flaa^rm t.
* a . aa V i a . sa it -a n i. r** > « « j. isr ■> m
* taptmm b w f t r t w n S r. < H l b l l » t » r a 41 « P i e t r a i |HH>
^ «tt ì » » A I M i w M e M m osa • n a fr a ir n iu M H n « l ». aariaL
'* * awrnuM n a n o la «*1 U di n. h*tn> Mau. II. taA
* K > u .n fu r a ta M . <T i la H i»! patti Hi I- X X V I I S IS ;
1 «IT Rhr>mtém4*r «
* Sai ratataa» M b ■atnlMalta 4ril'Aaiaa ». a a «* 33A. (W U s i rwala
'■* t » a a * « rirmro 4M aaiaat el M t roaftalaealta 4rt " < a f « s a i » ; * a*
* m . Campa «aala M a II M a » 4rOa n a rn lffa tla 41 S t r i l l a * «Sai« aaa-
M I U a n t r pM I la u V r ia «■ p»t (H aaal IM M IS I. Vaa taf, t a f
*’ « V . I. V. <Wo»a|aaa )* * • O r la Itaariliaala t. ! ■ « » » »> «a » « / » » » f
* “ *•a H » . Ia a4>a«a a4* !*•». * * » XK>. I.tw |R| a H la la 4MM4w II 4a«a 41
“ « W . n ria p i tH aaal |«r<MI«a> ri a*aa» n t M n v |M 41 S a a a i
W a a « . l a «aaalta « v a n t » 4a a 4 aaptrata <U art l « l «al « M e » «ritta
Libro II. Capitolo 1. Mutino V. 14171441
n on fra ten tila «il a H ^ r it a < artl'An rfci*to < a x a la > i r f r li m » l n ) w i II* *
« n i Itaalm eate «la K I I * r a i n a . !Hr 4<rml»r é * » u u t * * 4 " * *
H m i f f r i s l Jtrad rra-A afl in N a a mm I • < W | < r i H U I r l a l l m . P w k r t a n '
l o ^ - a l l r o t e ».n«wt|<o ,«- f la rw a p fe ta l o M k t i i w d i l o t t i I l i t r i
mUrnlma rummmmi fa d a to <ia t o m i ra t MM4 V n n h f l r M iri 4. j r a r * » '* '
r w w M «a «otaMat. K.awa ! « • » « 1 *1 4 ): u rml I I . 1 1 S 4M 4 * U M M m
a lia li* H S p i r t i » » M * . M a r t i* «a « M i a 4 » M e ,
• ltu>»a<-a, ltaaa Im< I t i . alla ta ». i lw w a w n « I V I I » . * » « » l * t " * '
iW M I a > * t r r M I M b la d i n Ma ara |artn > n a qaat*ta*l U r ik M b a ' *
N «| w »» Ila aattaia <11 K h m i » i a r a » . <4a f i a l i aM4a p rw llaat» te •**“
m i» a |w|intrlol a n i i n a Sai <tat4trl rtt a ^ m 113«. • II i a * * * *
(M IM»n» 111.
* la o U i* tolte te nadaakau aaahaaH la Ha i m w M M i t t a M »
« w w w » a ri tara b h k n l a t a f c la p a a iM llà I n « * * 1 « a a t f a i l » *
< « « * i i i l dalla far« t—l a * r i a i m a rtaM Ult a b a i » . ac W * a .
A t t a n/actrèa»* S&
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l.'uspUio uasiooal«* w diw o di'U .-innita. 2f>T
' • s » . S M » 4M N S L IT
¡ffiti Ubro II. Capitolo 1. Martino V. 14171431.
v e l l n n l a R i « « m l l J. I . k m x v . ami rtrmrAr I R ^
** 1 « f IK4r mrhmmdrrrlr. la H » n i * l AiW Ti4m$rift 1>DI. IJMmI «■ / I t w lr
•«i I Uanrnmé» I Haamilalrt M. Vari* érir l a t a « . la ktrtrkUt Hmmhm+T
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* A. ItU ij /*r iu rmmr a W a lr *> Ruma 4 » pmrrrrki marnimi Mmatri ilfarsa
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IV a latprratnfr m rmmr la l*a*toa <H I S u
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* M « ,»|. R,.*m rVmrràma* S « k : > « . I l |i S h 4 (1 « m i è aa et*
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* N O t t i lir ri* S I « . .W * K «<r>i. I eia I riam i 1/ r i Rumi fatti IX .
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ÌM Libro II. Capiloto I. Martino V. 1417-143).
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XXVtl. avo*
| «teli anuumtno w l S«rrn CoUeffta R nw li, Cotenna* ?TT
del ite ro .1 Per tal v i« si evitò intanto un« piena rottura Ir* At
to r n o e Martino V, ma rimase un« pericolo«« tettatone
Anche nel Mezzogiorno della Francia l’antipnpa Benedetto 1111
contava tuttavia parecchi aderenti. che trovavano un Appoggio **<■
conte Giovanni d'Armagnac. Ivi uno dei principali partigtar dr’-
r«n tlp «p a era un certo Giovanni Carrier comparilo nel |m.‘ ^a
del conte anzidetto come vicario generale di Benedetto XJII. W
1420 Martino V' emanò una sentenza contro queafostinato « m b »
tico, mj» Carrier *1 sottrasse al castigo fuggendo In un «*♦'
situato nelle «ole rocciose de) Viaur, dove sfidò tutti gli assai- 1
nemici. * Ma ecco morire «i 23 di maggio del 1423 ‘ il vecchio B*
detto XIII. una delle cui ultime azioni era «tata la nomina di
quattro cardinali, tra i quali anche Giovanni Carrier. * Tre & *
Il IO giugno 1423 elessero pontefice, probabilmente d'iato*« ■ ■
■*
m Alfonso. Gil Sánchez Muñoz prevoeto di Valenza, che pne» c
nome di Clemente Vili. A compiere poi la commedia d'uno «a n u
Giovanni Carrier, che «1 considerava unico legittimo rappr*»
tante del Collegio cardinalizio, il 12 novembre 1425. abate*
proprio capriccio in asaohito segreto un nuovo papa, che ai e h a » !
benedetto XIV. fuggendo poi p remo il suo antico proiettar«,
conte d'Armagnac. al quale però solo dopo «nni rivelò la aem-a*
da lui segretamente compiuta d'un papa. * Le due i l n loa i era-
plu ridicole che pericolose e per l'avversione del clero «pagano!» *
un nuovo scisma ('temente V ili sarebbe come Benedetto XI*
»comparto dalla storia senza traccia se le condizioni politici* »
gli avessero dato un'importanza che in «è * per «è non aveva A
fonso V non »'era dimenticato dei rifiuto opposto da Martha» '
alle sue prete«*: la sua avversione al p«pa crebbe Ano « dieent* >
odio feroce «Uotvhè Martino V non appoggiò le pretensioni ò
sovrano potente e senza scrupoli sul regno di Napoli ed «azi n»
nobie il suo nemico l,udoviro d'Angvò. * Ctetnerle V ili era la ****■
d‘Alfonso un eccellente strumento per preparare continoi ite*»»
razzi «I p«p* Senz« una rincoociliazione con hi) non era f r i» *
• r w «m t u Me.
t V u n t fviias»»nrn«ii St e w r i n *H w m W i s f x w » IV Mi **
» Vtaoss i WO* .1 f e r > « x IV t a s * , la ■**■*. «a I « * * * '
■srt«»n «al («sais» M « an ta» « « n M i » XIII MI mmm M M *M g l a»nsr '‘
U H setta l a » M a * resa» «Si A M itn sa a* J U n r t « >iw « * i f * ” ’
r l a t t v «e*. M TwMOa » « Baaas, a *»n » mali '<■*• s a « a ra« « * * • <•*
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la r»*w* tv aaa
• t i»a f**a»*aM a « * » <n Valso* r » «t « i » iiiai «Se M t e . Iti *<*
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L'antipapa ( V a n i r \ III
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*** * it iim L M H k gn % # a *v*«m m m m
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M I.i>.ro 11 rapitolo 1 Martino V. 14171431.
« H iiiit t i m uà 1 *
* V**fl Ttoau» T o t ra>MM* 143: « ' » « I S O X. 1:9 : ctt t * * « . «ut a « * *
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* V o li P ia i IV. e * 5i«3; l l m u VI I . 4 I T 4 I 9: U t HO I I I I. a»T». ; T r J « .*
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I t r l ' n u n m X X I I . « I r V, « t u F r t * r r l e Halla «nrt*1HI l'a r i W t
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'• '» • a I» data di li.xna 12 .tkvmttfv l « 3 » A rch in o (to n a ta **
M a n i o c a . A ttaana |wr«t«w.v h * w » M i a rlnatKw drl n a r tt lo : » la »***
atoar dri «carnaio 1 4 » la Utldm d. I tiiwmdrmlmrè V i l i . S a rm ari taars» *
taaeete l « W al toro* a malia falft adifr- della (Serrarla : t. I «r rta. H tt l2 *
• litici • »»»»> » 11. Sa
lu-: «Inizi' perchè si tenfra un concilio ecutnrnicn.
ir! -»p*to e questo era ciò che più temeva papa Martino, il quale
aito tropo di prevenire il concilio volle prendere nelle sue proprie
b riforma. Fu istituita una commissione di cardinali, di
n ì I stolto vasti progetti sussistono ancora in parte. 1
A quali mezzi s'appigliasse il partito conciliare ci vien dimo
ivi!© dal fatto, che la mattina dell’8 novembre 1430 si trovarono
afiw: al palazzo pontifìcio ed in varii altri luoghi principali di
& « a dei cartelli, i quali rilevavano la necessità d’un concilio ecu-
r«-nkii c minacciavano il papa di sottrargli l’obbedienza e di
4tf» rio qualora non lo aprisse entro breve termine. ' Tali cartelli
• ur tarono in Roma grandissim o rum ore: non si seppe donde ve-
t ebbene vi si parlasse di due principi, che avrebbero vo-
■iio l'afliiiione.* Da allora in poi a quanto n a rra Giovanni di
Ìa *«M rii amici del concilio in Roma diventarono più arditi e
•r n ^ r o la cosa anche presso il papa. Il l* gennaio 1431 M a r-
: a*> V aveva nominato il C a rd in a l Cesarm i legato della Sede Apo-
4oJmi nell'imminente crociata contro gli M ussiti;* un mese dopo
«*i> ‘ i decise a stabilire che questo cardinale amico della riform a.
si riunisse il concilio a Basilea, ne prendesse la presi-
•Jroia f 1« direzione. Furono redatte due bolle pel Ceaarini, nella
(¿¿ma delle quali gli si dava l’incarico d ’aprire e di dirigere
fl coor ilio; nella seconda di scioglierlo o di trasferirlo ad altra
te fa *«» necessario. Questa seconda bolla, conservataci da
G ia n n i di Ragusa, * mostra chiaramente in quale posizione M a r
t e » V pensava di mettersi rapporto al concilio. Non ai venne p e r»
un'aziooe contro il sinodo, dal quale non senza fondamento
Mutino temeva una nuova diminuzione dell'autorità papale già
■ofc® danneggiata dallo scisma, perchè fin dal 20 febbraio 1431
■B'apopieaaU pose fine alla vita del papa.* Lo storiografo dei
Platina, dice che il rimpianto del popolo romano e
fiero al funerale fu ai grande come se la Chiesa di Dio e
• -tà di Roma fossero state private dell'unico e migliore dei
padri. ' .
' » « a . fmmrH |. «7 « t . A an tt W
* ( t r la • M tr r a al F ioren ti*! d rl card. A a t w ia l'n r r w arrMta II d i a m a
%Q» « w t e . k ril'A p p a. I » dal fW . K. ri. 1*7 drOa n i b l l o t # r a C h l s t l
11 > »a t.
• l a t r a r « mtrfUrr. rrril mttlUrr. o*tU aaarfr » dhw r « « i r » « d i r I I I «
«are X V p v M d ir a » da OuuwcMaBaaa la Kim. < **«rfa U r*r IM I . IW .
Libro li. Capiloto 1. Martino V. 1117 14.il
* tU M H H TV * t i . e t » l’ tra a n ru W ; R o t u n t 3 3 * * . ; R lV M O S T I t i t. ♦ * »
• tvV ¡ m i Mt <mu l.m K r»«iM ««n |. I.* r Il iti 4r T ir» 1. 3TS: SMnmm /►
multila ni « U T : I r r t *1 4 I n . |\w, Burnirà w M o*T*V l.t III. 3 * * *
V w n m VI. 3T8 * . nw ftewr* Al»r*> rt|>mtu«i«&l «W nwwwwaio In I* »*,»«■- *
c u e n K ir * It. * * * : t»*m n t . «*t. l.ttr * f SS: H . . s * r t t |4. i v i-*« ■*
H X X I I . r nella prima «»-r» l u ì .il .|on>tn < » l n w | »r l ’ U n t i t i iT r.*ot« I"*»’
Su altri ritm iti «Il Martin*« l > K u m IX* Sol di Marti»** V rtt » » •
* iHmiMin. S, rifai « « » i ia isst.
* R i i »1»!«. H rilnipr IV. S S ; V » t f r t 'w i w i *,*. r V lU tH .
riilt l». tó, *h r rvrtanMpnlK* re a ra n ti qua mi» d i » M arti»» V U
| «l| a a >|p| « * m | a
» IV*U ll*.M Tni « i lliit 4r ('km rirt t'# / ì | « * k 1 » i r t t •jwrialmrSt»' f * * *
r.4o ili Wtti.H in l . 'r m l n n i l f rmlhol i «*0 1 2 » « .. ru n p ital» rw4 V
lwf*>»| >irlt'artrtiÌTiu i v l r t n (wwtlftiria
Giudizio Anale su Martino V’ . 289
IV « * « » • * a n r * t u » Il a » I W . l.'ktrmt w V " la a J -
*"*'* •~‘ 0')a tagli * acni || braiMrato * 1« «tela «W >* ttnsao un)
• V * « X k o u k u j T v c c u I C : T u t n n III. © r * * » • » » « d 'E «*»-
*“ IV -Urna» < r i t i r o \ * h é . rm pH L me ». pmtmttt rmmimr. am4U *1 Km4m»tm mr4
aki. pmemUemHmrio « n m Thmmmt emmmmin * Umrtmr IVsaart* é*
' * * • * la data < p i * , mmmm ime. d o » I»J| » . t a l «#«*.m o rmt ImH* l^mUf
***“ t r » Copia dal Ckrnrimt H. Morirne la Valle. SM I. t !•*>
k l k l U i « r a V a l I r a a a ora d w l » I » Aelm t*mH0rmm I. * * *
' ^ «a u moj > T v c a » l » l f ì Vtata m I s m » P rr»a «» la M *a »*»«l
**W , IWT a Im UrHtrmmsm. r4 lnnUK S
* *1 a n * rW 01 m i la IM a artWa. Ka**at» IV r * * a » !«■» Sorta! : » » *
f a a r SU.
^ u ( t i N M 41 T a n n ila a Tw^aoU praaa V »r t * » « ■ « « • ta
Libro II. Capitolo 2. Eugenio IV. 1431-1447.
1 1j» fa ra ltcrlstio « itala nel testo siw n d o I ’apf-mobiit 477. tir. pure ***-
«oaoviua I I I , 7 14: K c r m on t 111 1. « S s., 4x". x. : VooflL USI ss. o Q a u v rt. A pf
O. l ’iXZI, Lettere dei It i/alo Yilcllr.nchi ai priori di Y itrrbo dal J J J S •! 1'
In Arvh. d. Soc. ttom. X X X I ( 190S). 357 ss.
* Vedi Ouonoaonva VII». 3 1 * . ; P i m o o n r 47(1-477: Ciampi a N itv ‘
T l'C C lA 4 0 7 « » .; .4rch. d. Soc. Kom. X, 423 a*. Il decreto i » t F r. O rsini *1- '
Oortm.oHira. />*• praef. 5 no. Vna * lettera originale di Jarubu» de Vico •)*“
urbi* praefeetn» alla cittft di Siena in data di Civitavecchia 2fl ma sari"
lo vidi tn Carte Slrozs. I I I . t. 158 neU'À r c h t v l o d l S t a t o l o F 1 r e n * *
* Vedi P u tr ì* !, l/r»». Prenctl. 175».. 4 4 S ; Corei. U c m . Colo»»- * * ' !
tuoni:, I.a Mesticanza, ed. I SOLDI 29«. IH«r 1*occhimi aitine ila imrte d*4 ' t!*
loschi, coll’aiuto delta clttA di Velletri. della fo rte u a di 1.a ri» no
m ulo a l Colonna, efr. T\>m v sjtcm . Cam pagna Humana I I. Roma W ’ .
< P a p c m co b d t 47H-470. M iir n s o m . Kccca 27.
* Ofr., con P sra m t 44S-452. C o it i in 4111 d. Accad. rnm. di .4 rrhoii
:t2S; N ic c o li to u .v T w ccia 55 n.. 161. ICS. 171; Atti dei Lincei. M*rie IH- 1
324-325; l'opera magnifica di U ltorrt. I l palazzo dei Yitellc*chi ( Milano 1*'*'
e O e ih ì‘I M In Chroniq. de* A r i * ISitÌ, n. 28. D ia v i. Kcnaitaancr in I I * 1" '
1 3 !» .; V. D 'A ciuim t, I l Palazzo r it e n e te li in C o rn e i« Tarquinia recenlrm-
Giovanni Vitelleschi. 3Ò3
* Ofr. la rassegna ili V oiot II» , com e pure G triu u D , H> »ai*». 136 31-4S
Il documento pubblicato ueU’ArcA */. ¡tal. »* serie, X IX . 100-1&I prova fin
anche il famoso L. B . A lberti nel 1482 era IHterar. apoti, althretialor. i f r
MAXCtXl. A lb e rti 1 .si» ». A. M kist»* ( D i r (ieh rim »rh rifl ini ¡tien ile drr p é p i'-
h'Hriti, l’adorborn 180(1) |Mirlu a i>. 34 s*. ilei trattato , ila ini rintracciato. d<-I
l'A lbert! stilla cifra, la plft antica trattazione teoretica sulle scrittu re «••irrct-
orisi nata dalla Curia rom ana. Circa l'impiego di I* Dati v. (¡io n i. 4. Irli. /*«*•
XVI , 33. Su 'Engenlo IV «' Tommaso ro tila no v. ibid. X X X I I 1 - Im m ani
llrunl dedicò ad Eugenio IV la sua traduzione, c o m p itila nel 1137. dell»
¡ ‘ollllca di A risto tile: v. Ja sua lettera a Flavio Biondo del 1* marzo Uff*-
Kpitl. V I II , 1. Ofr. BrCK. I» Bruni 7.V Lapo ila ('ustijclloncliio ile d lc A al i*»!*
nel 1434 le sue versioni della vita di «¡«olone d i n a to n e e ilecll scritti iir
e de Komnio iH L uciano: vMH L n a o 3 1 3 sa.. 3(53. 376 ss. HuU'Effimrriiim emn
di Andrea da Santa O o c e . avvocato concistori«*!- in ttoma dal principi«» *!•'■
governo di Eugenio IV. efir. t». II. P t c o m In S i r . d. 8 iU . X X IV . 10-13. FI
rem e 1014.
i (3 ha conservato questo detto E cidio da X'm ano. • ¡¡M o r i a rifin ii ***
eulorum : • « Amavlt likr viro» dodo» permulllsque liberali» admi>dum fu*1
dlctltaus doctorum vlrortun non im»lo ama mia in cruditioocm . sei etiam Indiana-
tionem formulami» ni qui|>pe qui Impune laedl noti mileant : teli» ilio» a r m a t o »
esse quac v itari non possi ut * U ’od. C. S. 9. f. 3Sfi dell’A n g e l t c a a B o m a > •
Cardinali protettori degli um anisti. 311
1 •’ »ia U .' i i h IJ9 . Su lla ric c im in del card, o n d ai mollo favorito da Ku-
* *k» i v x. GrtBAi'D 121». « K ò n o . O rtini 7!» ss. Sulla data giusta della morte
• Giordano Orsini (2» minori« 143S. non 1 c o d k comunemente viene Indi-
*»UJ. c f r Kcisio 77. n. 2.
* Voiot. WitxUrbrlcbung II* . SO: cfr. 1«. 243«. Alla notizia della morte del
’ ’ j land rian o Rnea Si Irlo neri ve II 4 gennaio 1 UH a Giovanni f'amplwlo
II A b t- p. 5 l : Puuianum quasi patreni dntninunqoe dllexl ». Su lui
***• anche G v n u v o . HrnaUtanc* 2flS a.
* V « ! | G A T .v t jlX f» 2B2.
* VokiT II*. 2 * ss. V jutt. A M N fkm Ki3 s. V. sotto p. 2S*?*s.
* lUtMOMT I I I 1. 314.
Libro I. Capitolo 2. Eugenio IV. 1431-1447.
1 I <!rw ì »'erano mrml In rU fiti« nel novembre 1437 Milk- navi loro «tv
Wf’'o !*te dal papa. C fr. Z h i .hjima* 215. 218 *».
* H i t e l e V I I . QB3-6S7. S U M C *. T r a r r r to r i x a ; V u o i * I I . 1 1 5 «*. Su nuovi
"fU tlvl di m ed ia zion e d e H 'lm | *ra lo re S U d «ro «n d o e »n i «n o i « fo r a i jie r in du rre
* ’i n d i l o a r itir a r e 11 m o n ito rio d el 31 In d i o 1437. c fr . O m la a ft* K rich tla g n k try i
**• . 1 1 3 «„ g t H , 251 ■ . Ib id SOR««, le ron su ltasin n i e d e rilio n i d ella d ieta e le t
a l e a F ra n co fo rte nel n ovem bre 1437 c i m i la m ediam one fr a papa e « lo r ilin .
31« Libro II. Capitolo 2. Eugenio IV. 14.-11-1447.
pronu nziata nel decreto d ’ unione dal con cilio fioren tin o in to r :..
a ll’estensione della podestà pon tificia. « Il papa — così venne or»
definito da un con cilio ecu m e n ic o 1 — è non soltan to il capo de •
sin gole chiese, m a della C h iesa c r is tia n a ; ha il .suo potere n ::
dalla massa dei fed eli, ma im m ediatam en te da C risto, di cui e
v ic a r io ; eg li non è soltan to padre, ma anche d o tto re di tu tti i cri
stiani, al quale tu tti hanno da an d ar d i e t r o » . “ Con questa deci- -
ne, d iven ta ta fo n d a m en ta le p er l’evolu zion e te o lo g ica della dot
trin a sul prim ato, e ra sostan zialm en te dissipato l’oscuram ento d*
l’ idea del papato p rod o tta d a llo s c is m a .3
A lato di qu ella d ogm atica le t r a tta tiv e fa t t e coi G reci p
l'unione hanno anche una gra n d e im p orta n za le tte ra ria e p»r
la s to ria della civ iltà . P e r esse fu a v v ia to un nuovo comm ercio
in tellettu ale fr a l’O rie n te e l’O ccidente, tr a la cu ltu ra greca *
latina dello sp irito, che ebb e le più n otevo li conseguenze. È dit!ì
cile esp rim ere a parole quanto quelle t r a tta tiv e abbiano contri
buito vuoi a ll’ in crem en to d eg li stu dii g re c i, vu oi a ll’adozione del!.*
filosofia greca. S olo a p a rtir e da questo tem p o fu reso possibile
studio u n iversale del greco. A n ch e l’a rte ric e v e tte v a rii eccitn
m enti dal con cilio fio ren tin o .*
L e pratich e p er l’ unione hanno ese rcita to influenza durevole
sulla C u ria p on tifìcia e dato im p orta n za ancor m a g g io re alTel-
m ento u m anistico che g ià v ’e ra m olto poten te.* P e r tra tta re c<
rapp resen tan ti della Chiesa greca E u gen io I V di necessità abbiso
gn a va di uom ini a b ili a tra d u rr e dal greco, a fa r e da m ediatori
Vedi VOIOT. W ictl.rbtl' tmnu Ila. .117. <’fr. l’i u u v . I. .10 3 2 » - Sui dotti
,,r' ‘ a Firenze v. I 'z i e u j, Paolo ToteanelU tKotiui lsJM) 132*».
1 l‘> reut urei II si distili«'- andie nelle trattativ e jier l'unione cogli Armeni,
‘ ¡u irft| „ i E n 0 p i ; v . M a,. Spirti. I. .10.
• <Y r. St m ina um | fo rn e h . iiher da* L e ben unii d ir U rti de* h a rd inai* ite*-
W v " t I & S -m S . Abhandlunffcn, Hegetten unii Kolleklanei'n ron W oi.fxìa\ < ì v o b
I. h ir yirji ,1, 1, K o u ;il* ron Florrmt. 1. Starnimi« co n o manoscritto
ISTI).
* 1*»1 II asf. In K asn i ttBnoH , KneyU. w t 1. IX. 28S. Il m ateriale
*»eraflco fi l»>n messo Insieme da V oler (II * . 121. n. 1). Intorno al suoi s c ritti
* ' ‘ unione v. E iiouabd presso K ir U B tr u c a 117». CktflR me ne persnasl
è senza valore l'oliera d'occasione del Hux.i. dedicata al
,r,! Uatt»si Mattel. Commentario *ulla rila del rard. II. lltom a 1 *»+4 > U s c io
* desiderare li lavoro di V a k t (P a ris 1S7 S|. b monografia di >aoov
•'N'Jii'aia nel IknB a Pietroburgo (cfr. Mec. d. quest. hi*l. 1»*M. gennaio, i t l i
J”®da esclusivamente su fonti edite ed ha fa tto avanzare !>en poro le nostre
4 lionl. Nè apporta cose essenzialm ente nuove il. KocnoM. nella sua o jiera :
'»•«rio«, Studien zar fin ir», der Renaissance. fo>ipzig li*H ; inoltre U n rn n u
•<mita per principio a rappresentare Ileiwarlone soltanto da nn lato, come
e nella sua ini|>onanza per la storia del rinascimento. Cominciò ima tdo-
|*8a tiasata sul m ateriale documentario ed esauriente per tu tti I lati I> Mmn tat
; firm ario» al* Tkeologe. am m oniti m. Ktaal*mamm. voi. I. J : hariIrlUtnp
, forteti, au* d «m ticbicle der fìesch. voi. ‘J 0 (. Paderhom lirjTi «lt*l<l.
I*J0 era uscito «lei M o iiu x come dissertazione teologica di FYlburgw. Ilc t-
J * 9e *d ;rit a. ari» Amtell am h~omzll ron F e m r * -F ln n m :\ . I f r anche
' ' * * * * In Zciltrhe. /. tcitscmsehafll Theol. X I.IX 1 llM ii. Sfili M. V. Inoltre
Hir. »tur. Hat. X X V III ( liti 1 ». lo t. li*.", ; Mud a ti, Autografi di H.. In li •
ri«««' 11*17. •Siillv rrlnitioni «Ivi It. con (¡ro ttiifo rrata v. Itix v m . I.n Badia
S. Marta ili (¡rollìifi rm iti i limila 1nh4*. sul suol briii'tlcl n M|»lnt« /<• «••>
V. .sii ss., suol ritra tti K i.n M k 1.17 •• Stkinm a x m . Sistina I. 1 4 7 " . V ■
S to rn a to lo , Ricrrrh r nulla rila ilei i arti. H. i Strini lSJ*7l. J»n unii «■fwr-r*
«lulnrlo. i’Iio Urssnrlonr ilonù all*' Scuola v en ite «K'Iln enritA. r fr . S iiiio IT a i» !
In ». tallitili ni ¡/m irala militi l il in fa ri! a li» Id i« /, a n in i. II. itomi datai". '
n**tiIs 17117: <«. i ’ozza l.t'z i, l.a etnee a l ini zia del card. H.. In /i«*MI "
■J* s,.rlo VI (1IMI4): FoooutRi nella rivista h> data 111 ilir.Mi. im i*-
i IV r le differenti notizie suD'aono ili ita*<■!ta del B rssa rione rfr. M<*in 1*
40».. li. 1“. olir jilit delle notizie ehe rl|>ortnno alla tino ilei seeolo xiv re; 51
probabile In ila la 2 gennaio 1403 stabilita « seecmdn I rompili i ili Vasi 11* - •
ehe (nasin o i « » « ' giusti ».
« Ku «inrsia la grande e rra Rione. |»*r la quale vrtiuero uominatt 17 nu-
rarillnall In ta tto . Krn iw l, oltre I «lui1 (liv ei sunnominati. rn in o 5 H all*»1
< luannes r\ roiiiitlbus T aglrarotio. M iniati* de .\eiii|<neeli>. Oeorglw »!•* Kit"“
«•eruttiti* I jim lrlanus. Albert un ile A lberti*). 4 Kranrosl ( Krginaldn* de ' ,iar
tres. I.tidovirtt* dr t.UM'UilHtrso. loanurs luvenls, tiiiilrliiiti* ile K stonlrvlll»1
I Spaglinolo i loanurs «le T u rrerrvniatai. 1 Ingl«**«- llo an n rs Kriup). 1 Ted*-“
(l'e tru s a Schnuiubiirg. i r s u v o <11 Augslmrgi. 1 Portoghese (Antonio» V,J
tini dr t'iavlbusi. l |*olarro ( sliljnieil* liH—niriu* Zt>ltiileiv Htnwlekl) r i 1 !
librresr ilo b . HwVbi: v. l ì i c n s u ' i II. IHIMIIII: K ri/on 4(Ci s». ; P arv i S U * '
K ritrX, lliira n 'h ia I I. 7 -d :lli« m ils . I.c» cardino uj- franavi» 283 ss. inolio 8*>*
n lrtr Illrsn lrk l rfr. MoRawski II. * m . 57 **„ 7 4 *.. S 2 ss.. « 1 * .. I4t*»s.. 17?***
/lOAksKI. l'otcn «. da» R m lrr fio n d i. l ’osen 11*10, 44»., 71 ss. : Itu 1 f l t»t -
( llrsulrkl ricevette II ea|i|iello rosso solo nel 1441*. Sulle «ne relazioni o »
K. S. Plreoloinlni r fr . M orwvski H. 27 ss. U l l e t e ili Knra Silvio a lai I * ' ' “
II c.trdiiinlc Bpssnrinue,
non a veva sim ili in Ita lia vu oi pel num ero, vuoi per la preziosità
dei suoi codici. In ciò il ca rd in a le non fu gu id a to da sem plice sm i
nia di ra c c o g lito re : dando m ano a d iffo n d ere n ell’Occidente la
cogn izion e e l’ in te llig en za dei g ra n d i sapien ti g re c i d ell’età pacate,
e g li aredeva di p oter a ccrescere la stim a pei suoi connazionali e
fa v o r ir e per questa via l’ unità sp iritu a le della cristia n ità , che era
l’ ideale a cui m ira va con ta n to calore. Insiem e, specialm ente dopo
la caduta di C ostan tin op oli, v i ebbe la sua p a rte il bel patriot
tico pensiero di sa lva re al possibile d a llo s p irito di distruzione
e dalla b a rb a rie d egli in fe d e li le ricchezze s p iritu a li del mondo
g reco antico e di co n serva re così pei posteri la più preziosa ere
d ità del suo popolo, quantunque ne fosse già a n n ien tata l’ indipen
denza n a z io n a le .1 A l B essarione torn ò qui specialm en te oppor
tuna la ispezione dei m on asteri basilian i d ’Ita lia affidatagli dal
papa nel 1446.3 A poco a poco B essarione mise insiem e 746 codici
(d i cui 482 g re c i), il v a lo re dei qu ali e g li calcolava in 15,000 du
cati. Sulla sera della v ita sua, q u a ttro anni p rim a di m orire, il
m agnanim o p o rp o ra to c o ll’assenso di papa P a o lo I I donò questa
b iblioteca alla repu bblica di V en ezia , l ’antica in te rm e d ia ria fra
l’O rie n te e l’ O ccidente. In un am ico cotan to appassion ato dei libri
quale era il cardinale, sim ile decisione a ppare quasi inconcepib: <.
ma è sp iega b ile o v e si calcoli la circostan za, che non poteva esser.-
se non lim ita to il num ero d eg li utenti d ’ una biblioteca p r iv a ta ; a
V en ezia il tesoro de’ suoi lib ri doveva essere messo a liberissim o
uso del pu bblico.* . *
Fra i greci che p resero p a rte al con cilio per l’ unione spiccava
a lato del Bessarione il m aestro suo, il filo so fo G e m is t o P le t o n e .
L'attività svolta da quest’ uom o fo r n it o di m olte doti, m a appas
sionato ed estrem o, fu d ire tta con tro la causa d e ll’ unione, ma
avanti tutto e g li la vo rò p er la d iffu sion e della filosofia pla ton ica
e sotto questo rig u a rd o e g li ha lasciato tracce du ratu re della sua
opera in Ita lia . L e sue in fu oca te p a role accesero l ’anim o suscet
tibile di Cosim o d e’ M ed ici e s v e g lia ro n o in costui il p ro g e tto di
ritornare a v ita la filosofia platon ica in Ita lia . « Il gra n d e C osim o » ,
dice M arsiglio F ic in o nella sua version e delle o pere di P lo tin o ,
«al tempo in cui si ten eva a F iren ze il con cilio convocato da
papa F.ugenio, ascoltava di freq u e n te le lezioni del filo so fo g reco
Pletone, che com e un secondo P la to n e disp u tava sulla filosofia pla
tonica. Il v iv o lin g u a g g io di quest’ uomo lo colpì ed infiam m ò ta l
mente, che nel suo a lto anim o sorse il pensiero di fo n d a re un’a c
cademia appena si fosse presen tato il m om ento fa v o r e v o le » . ’
Pletone rito rn ò in p a tria non m olto dopo la fine del c o n c ilio ;
abbi sogna tu tto ra di più p rofo n d a in d a gin e l’am p iezza con cui
egli svelò a g li Ita lia n i, da lui con siderati com e b a rb a ri in colti, le
vedute religiose, colle quali eg li era rito rn a to al pagan esim o g reco .’
A quella coi G reci segu iron o a ltre unioni, il m a g g io r num ero
delle quali ebbe p a rim en ti o rig in e in linea p rin cip a le d a bisogno
esteriore e m ancava quindi di solid ità in tern a. Il 22 n ovem
bre 1-J39 E u ge n io I V ebbe la consolazione di concludere co gli
inviati degli A rm e n i un p a tto sull’ unione della lo ro Chiesa colla
romana,* a! quale nel 1443 tenne d ietro l’unione con una parta
1.1 m.tKrm li. MS. ZlxKIIMR 1. 03*. «71. (Jl'tKDVIl *. Hitt. ferrar
***''•<• 'laciéatio (Venet. is*«» I. 820-321.
: ' « I I RayjaI-o 1444. n. 5. Z ix K r ia o í I. «71 ■> Vok.t. Kara Sil o n |. . t K
*■ ' *nr- elt. 4 4 0 »».; J n a u . X o lc t r l c x tr a ilt I I I . I K ! « . « N on nulo O a a r ln l ».
•J " < m t tIV 1. U Q , . ni» nni lif KuKvnl» IV «• |.rv% w br tu lli I |»>p»ll
i!'n»l «Iella rrUtianltft rltrnnrro favorevole II m i'nrntu p rr rarr-iane Hnal
*"1 lutto | T n rrlil <l»H Kur"i*n e »1 Bppoaero a lla |aMV ». I. Ip n t H di
" '« » o » « ! if i m i r t r r r . ¡‘et!naie. w r l n prima. f a * . 1 I V a a o U r 1v i*«.
rtf H cttrrrrirk . I.ittrra ta rh la tt J. 315 *.) rlw a S *r*w lln un» «la •tala ro n d o »a
*“ ” » N « a . ml parr p r r * tn>|’t»> ardita, t'ir, » » - t i r le n jw » ríla te sella
*"** 14) «nntrnle.
*■1 l«»<aiorl<> «VU'merrilu turni, «-hr »1 Jivrtrwir rompiólo roll'alalo <11
■“’ > *eo»vr»l. V. Ot uiiM.Mirrrt H. I l » ; Zl*KH«i.x II. lKV»í»l; O r a L U Blfl.
M * »r a o * i |4; I . Kb V a ls o n e 37.
* Sm Varna ». Rimira. D ir Srhtor*fra M \itopolit aad l'arma. <ItrW » o
*Q|, lYr. anrhe g rlla rir. far iitlrrrrirk . figmaasirm UHI. W a .; K. V a m o i.
e l 'dbrmrh W laditlatrt II . aad dir S ch ia rii roa t arma i l'r<«ramata del jfa-
'•l Haal»» lvv4: Kt r n v i n u i * 3 « .; F u n só i. fetarimi i l « . * « . »
^ ■ « l i l i a r , errata In partr. di J. S c i w a n In fa ta r. Krrac 1M& 170a.;
* J 'rr 1 Hixicb Io 1/fll drt la ti. /. ¿»/rrr llctch irh ltfvn rh XXV <IWM».
^ ** e li. 1Human, tja battaglia prrtm, t arma met m i - Varna im » Un Irai
relatione di K m Silvio VUrolomlai a Filippi» Maria VbroatL dora
filano, «olla ballastla prr.«.. Varna, da Wlrarr Nro.tadt 13 dlrnafcre 1444.
I I. 4f>7 •« r M a j. S ì m. l/oraitl. ttr fuori««- di | v « l » llr»<
'*«*1 »olia marie drl cardinal» <>«arlnl. ad «bratti. |i» w Jiau . Xa4m r i
>11. M m . IWd. l'io a». I doro menti «alla par» fra II .«Ita »« K u la n
•*'1 * Vennla. del 25 fr Miralo 144<V
Libro II. Capitolo 2. Kupenio IV. 14:11-1474.
*«tt*attlrua .1.1 <f>n<lll<> <* (lrfl*anll|ia|« .!"[«• la »«a «-U-xi.*»- «*fr. I pro-
**' i <WI mix-ili» ilreU anni 1440-1443 In fonWI. /(« n i. V II ftOIOt: «u! n w »
t ar.llnaliiriii form ai» .lall anti|m|Mi : K . R i nrx. I H ' 4*rr+ 4« . ffaafar
* ' i #* •rkaffrm- Ilìrrarrkir. iu H " ‘u. tfmartalnrhr. XVI i Itami. J»** — <|* *“
aik*n*nif allo w t-m n »* U* <lu|'ll«i tVxiim i r n " w l w : I*. 51- l u t i *
1 < •«»». h it brH rm r rifm Sai4 >m a U Ltm .i.l»r>> m 4 r * • l 'r l L r r ,
\M| i im k i i». i n a » . : (¡v'U n Et-wi. III. a < i«
! 1 fr. ( l u t a I. 2Ki».
H anc««»1 « 33 k. 3 » *.. TE». < fr H m » III. 453. Il * Balterimm <11 Ki-Hrr V in
* n » i «| n o w t g oeU‘ A r c h i r i » di Sialo a Torino. <*»•-*«. rv
' lai|4anialo «• ti-nut» rm nf iin rll" «I'KiisciiI" IV. Ila <-»**■ ili n « « » i< M Ì " a l
p* ' ■ <CT In Wrm IIr la Snr. S*rni*»m m r 4 "h M . I W » * ) « fr. « » ' V
Za r finam-.lagr r r t i S I . a. 4>. Hatlrr K>m*:II. IWrUn I » I 2 : K A.
T r ' »inRDMB. Il pamiomr 4> F rlirr I a H a.ih a. in Rir. Hai. 41 mami.malir* X X I :
*•* «Mwaair ile raml>,,. f é t i r I'. In Itr r. marni.m. 4* -«•ri«- X I »Itali». Ita ;; I m
' - ~<W I«<rr imr4il 4r lamlip. t 'H i r I . In H i’ 4, t otltfia wrmléém lU -i«.ai V
****?». l u r .
• V*-U V u o i» II. 12!»«*.. 2 1 2 « - 2 i : . ~ r t r . anH*«- A h.m-
*"•*4 a. 4a. lto .h r t w f f . IW-rlln I# I3 «■ in tT"t»««lro lltU Ja a la H i* l Z'IImràr.
' i la iS i. .-»il n .
Libro II. Capitolo 2. Eugenio IV. 1481-1447.
per la gu erra turca e 5U0O uom ini p er cacciare dalla M arca ti Ab.
cona Francesco S fo rza . In com penso il papa co n ferm ò come vahda
l’adozione del re fa tta da G iovan n a II , in feu d ò A lfo n s o del r. »>r. »
di N a p oli e d ie tro un in sign ifica n te trib u to g li lasciava finch- v
vesse le due città di B en even to e T e rra c in a apparten en ti al >r-
rito rio papale. In a ltre disp osizion i secon darie si concessero a r;
a ltri am pli in du lti. P iù ta rd i (15 lu g lio 1444) il papa ricon
anche la capacità a succedere di F e rra n te, tìglio naturale d'A
fonso. In p rem io della sua abile m ediazion e A lon so de B orja ot
tenne la p o rp o ra (2 m a g g io 1444).'
Il tra tta to con A lfo n s o produsse im m ediatam en te un cam la
m ento com pleto nella situ azion e del p a p a : con esso e ra devi .
sua v itto r ia sul co n cilio di Basilea e sui suoi nem ici in Ita
poiché il re napoletano, su b ito dopo concluso il patto con Eug»
richiam ò i suoi sudditi presen ti a Basilea, p e r cui q u ell’asjcm ea
p erd ette alcuni dei m em bri più im p orta n ti, specialm en te l’an c-
scovo di Palerm o, Tu desch i, fa tto card in a le da F e lice V e cì •
suoi contem poranei repu tavan o il più gra n d e c a n o n is ta .! A i
il duca di M ilan o, che a veva g ià p rim a rich ia m a to da Basii»-« i
suoi p rela ti, o ra passò dalla p a rte di E u gen io IV .
O rm ai nulla più im p ediva il rito rn o del pontefice nella *
v e r a ca p ita le : e r a passato il tem po difficile della prova ed i
gen io IV , dopo un esilio di quasi 10 anni, il 28 settem bre l ì - '
rie n trò in Rom a com e v in c ito re dei suoi nem ici.
Quel popolo, che da gra n tem po avea visto com e senza il p » *
Rom a dovesse d iv e n ta r sim ile ad una desolata spelonca.* lo .-•»*
lutò con gio ia . In fa t t i la c ittà etern a era scesa quasi a ll’ ist*
stato di decadenza e di m iseria, in cui l’a veva tro v a ta Martin* •
nel 1420. A i fo re s tie ri g li ab ita n ti della C am pagna nei loro ra
teili e stiva li da cam pagnu oli a p p a riv a n o com e pastori di vactrr
' Vr, II< iiijoi 321. il quale rileva Beatamente la ( t M i n M t h w »-«I con-
‘ * * * 11 •« ' ‘»tunza.
: '"«"Il II. lliu.TZMA.'tx. fra n co*. I c r 1at*nn9 *9c * t t „ M linchen 1910, 303*.
'W i . i M d r r i d,M r o í» de t ra ncr dr la Iro U ljm e race par il. u. Vlur
1,1 IT l'a ri« 1782) X I I I . 267-291. « i r . llK m r . V II. 7fM; U r r r v f x . I l l t l d.
r t ti.w dr Iram cr tl.yon 1861) V II. 408-185: Kt.íBí. V I. I « » « . ; K ll»t »-a In
* * « a « Haría l.aach (1*72) I I I . 1 1 0»*.: I I Jnrvl*. //••» »/ !*• rkmrck
k • 'amcr Mandón ÌKTJ» 1. I»7 e «in v i»lin e in e o r | l u t > w « t I I I . 311*«..
‘ **. n| «r o «peetalm eiite X. Vauh-. I l u t dr la f•tagmatiqmt •a««'/,...,
*■ 1 w m C h a rlrt VI I . l'a r i* 1906. t f r . inoltri- VaUMM. ! j» c r i- n r lif
'* ' “ » • * , z n **.. Mi.; I_ U iK U X . f u cmmui «rc a lli' - p a r * rm Ica a cr
* * ■ * * ’ »W rtr: I ai pragm aliqac mamrtiom, in Ite r, det iH m r ìlo m d c 3 |rft
* * " '1 1 1 I1U07). 234 M .; W a u iu tctio rr. Hcflrrbmmgrm » 1 « IV r 1 pn-f<e.lcoti
* I T la «o r la della pram m alic* sancione v «ielle «u*- r e w i n m » . l«-r 1« t « t
/eu‘ <W ce*arupapi«tno r n n r r w rom r a w l l r t i l « » «W T M w ta tta w * n t i »
^ «alla C h lM i del | a rw v. a n rlv i M u n m u T o t a I. » « . : II.
* * * • 2*>*W. * T u o MA*. I o n c i* dai I. « * * . . ¡SOM**.. 3*1 «H J. I l m » t/M*
' * * * Xaaktitm r o » Hoargct. in //**». X H Itchc. « I l ( H * » l 1. I •*-» « * •
« i t i » al libro del V a u h *. al quale rimprovera d i w » . f r r tendenu
r»ltnenle fra Ree«-, la v ia t e da pari«* di |>nn»~*to I fatti e m -~ ì Indi
S"«M«i,(ij j„.r comprender* « l i avvenimenti r di l»* r la re di p r»t*•*<!“ lU 'o w t u »
ebe fanno ila lo-*- alla polìtica f r a w r » t f r anche « l i l» i » r t a n t
*' •W l <H II m u nella tua «fie n i P a p tlla m m. A’ irrkcmrrfarm |. 197 1TV. Mal-
T * 0 * * delle libertà «Bilicane. che «ccond.. Il «n« «in d ia i« a l« » » mwi « • » «
i " ’ ••»ati*® di trapiantare la Francia la <1iic*a di S*lat» *1* «r ip e ó le in
‘terra. Approvano quewtl nuovi ri «a ita ti V a w i M a o f r iT k ra l. M I. /.camma
0.- 1« , ^ OtìMjai i! M . Rmmdmcttam H ill. 3 7 3 « .!. * o lle c w c - w w della
,'**»»a tV a cedi anche 11 wx4n> voi. I l» , libro I. 4 « In prtartpi«
* M i llm n u i n loe. d i . 4 3 3 *.
* ‘ Vr l i n a . n ra lm r*r lirte li i n . 457.
******* * « • dm h f t . 1- 21
.'JtfH Libro II. Capitolo 2. Eugenio IV. 14.'il-1447.
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«atr* Bella cancelleria imperiai« come « t n r U r i o . 1 Come il auo
«*»■>«. il cancelliere dell’impero (auparr Schlick. e*it la breve
pan» dalla parte di Eugenio IV.
k aolo quali violente accuae mano »tate «olleva!» contro Enea
v in per quarto »uo puto. Ma per quanto aia vero, che «gii non
fa « » a i » da difetti di carattere e che, nella coacienza delia aua
fcru «rmtuale, pieno di ambizione anelante a grandi eoa*. egli
ha apprettato d'ogni occasione per aaiir* dalle mm rtalrett» con»
db**! a un poeto degno della tua importanza, pur» no« può met*
Ima in dubbio, che la apiegaziooe da lui data più tardi di quarta
' «meato di partito ha riaperto alia verità e che vi haano dato
li «» sto motivi più nobili che non mero «goiamo ed utile perao-
aab. poiché di fronte a quello occupato preaao Felice V il a uovo
perno nella cancriirria imperiale non offriva alcun vantaggio
aa^rtak, anzi, al contrario, ae a ciò aolo ararne egli badato. Eaaa
H * » tendere al proprio interra» i molto piò energicamente »tao-
di al «enrizio di Felice V e piò tardi, qualora m ae addimoetrawee
P * rta la cauaa. concludere pur sempre una pace vantaggio«*
*“ So*», come hanno fatto taat'altri aderenti di Febee V e co-
**4 «lama. Che il paaaagio del geniale uiraai«ta aia rtato ai farlo-
«fruttato a mio «favore ai «piega eoa quarta*, che mai Enea
*• «* ha diaaimulato le proprie azioni e penateti e perciò coloro,
‘ «tali a‘erano «tati confidenti e «od in partito furono ia grado
é trar profitto contro di lui da tutte le »Madera del m m carat*
***• * da parecchie imprudenti «ue diehtarazioai. Fu qoort» una
maniera di vendicar«!, che ha contribuita nao poco a «m -
la verità «lorica*
Cai tempo iatervenne un grande cambiamento di idee aoa «olo
opinioni di politica ecchaiartira. ma aache ae» cnaortti mm*-
r*--' di Enea Silvio, la luogo della lk«nz*a»iU pmoata «abeatrù in
^ **e peerocrmente invecchiava, una coaceubme piò » ‘ era della
y > » però differì ancora a lungo di farai prete- Ne concepì 0 prò-
•*■«**» dacia*vo «oltaato aei 1444. facendo a primo pnaao all’uopo
JJ* *44* « t o a uomo mùerabiie e non partecipe «Mia grazia di
“ **• ammoniva egli un amico ad marzo del 144*. «calai, dbe
al» noa torna alla «un migiioe* ialtrnit*. aoa neatra ia aà.
tu i » » rsi. « *» »orti* « * # * » » » » * a » e tm *
Liti*« II rapitolo a Kujrrnkt IV. I U t -1147.
• H I » a»"«aaftea t u ; « a M r a M V I « n • m h l w M t k
H W » « H l l n a t u . (N t 4 n * n f > M t l Srr 4 N m < M a i n a « » « la * > e*
* r «a 4 n l«r y a « r M m 1417. ta l f l « I * * “
x » l « « H» Sf. * n n la r m x w u M M m e . a • a». « *a » *e •*
*a«M«ar*aa m a a * a,
* ta itola 4M A M 4 n h ‘ * S t a is i« la t o l t a * 144? a t **» f M•*'
Ila« <«l>«lw>M> N ik i IbenM M . la * r saK )a» S W »««» f *
« I T » * V W M t KaiM*M AM * « * Vt >t * * * v 4 K »
» V, h M a r i a » 41 K—a M M * ■ « * « « V i %>nai 1413. «s a «, «s*“*
W 41 AM.. v> «&l *. «Naa** a t m a t « * « a> 4fa*»a*. I» *”•
«U x . **» «a4 M i » * aweia a ¡ » « t » w M » H »a s « l . « * » •***»
itasele « a W » «afa m « ! » fa* la «ala»» A»il aaUaa laa. ■*» la «a * tosa* •*'
«Ma tri l'ara a» l W » k mm r » s « l a a » M ia laa a « | M » ’ ♦ «»«sa <•»
« ta—a 4 «tal* « i f i m w i » ta a « 4 i I H a M U a w b u i «V . I M ) I W « «
tat«to «4 » «aaaraa» «ella aMta w to«S'M ««Ito — SI» M eafa a*aa— «■*■'
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K ttfra i« IV (N idrp d e i p O T rri • irgU lo ft-b e i.
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a i.4 I jk p t I I C i| M il* 2 K a « r« io IV . 14.11 1«4<
«»ito -ic iaglioni coi busti degli evangelisti e nel margine inferiore
«aa nma di angioletti.1 Questo lusso del pontefice tuttavia in
«•¡ito *1 comprenderà meglio ove si sappia, che quella tiara era
¿-•usata per un'azione, la quale sembrava un grande trionfo del
pa*«to combattuto a morte dai Basitasi, per il compimento del-
r M m coi Greci.
Snrwndo anche in questo punto le orme del suo poderoso
aateraaaore. Kugenio IV nell’eterna città si diede sopratutto cura
p rr b rr«uurazione delle chiese, però senza dimenticare gli edilizi
civili: il palazzo dei senatori sul Campidoglio, le porte, le mura
città. I ponti e Cantei 8. Angelo. Nelle chiese di 8. Pietro.
S- Paolo, S. Maria Maggiore, 8. Maria sopra Minerva. 8. Maria
la Trastevere. 8. Spirito in Saasia e al Laterano furono da lui
•*tj.nati dei lavori di riparazione. ’ Nella chiesa nominata da ulti-
a » Eugenio IV’ fece compire da Vittore Pisanello gli affreschi con
«*ne toh« dalla vita del Battista cominciati sotto Martino V da
da Fabriano. * A 8. Maria sopra Minerva fu tenuto occu
pi*» U famoso miniaturista francese Joan Foocquet- • Anche Ilo-
tot*!'« stette per un po' di tempo a servirio del papa.* il quale
avrebbe cortam ente p ro tetto an cor più l’a rte .se le tempesta fr fa
politica ecclesiastica non avessero p er lungo tem po rivolta l* t u
attenzione ad a ltre cose. M a anche du rante il suo esilio Eu*r- IV
seppe fa r flu ire non in d ifferen ti som m e pei la vo ri di r v * u .
Roma, coni per es. più di 3000 ducati nei soli anni 1437-14:W (1 *
se continuò anche sotto E u gen io I V l’uso di adoperare ma«“ f o
m ateriale di m onum enti antich i p er restau rarn e dei c r is ti« ;
questo papa spetta però il m e rito di a v e r fa t t o ria tta re un* d*Br
costruzioni più splendide dell'an tich ità , il Pantheon trasform a!«
in chiesa di S. M a ria Rotonda. D ietro suo o rd in e il tetto dr ■*
ponente R oton da fu rin n ovato, fu ro n o messe in libertà fin « tJì*
base le g ra zio se colonne di g ra n ito d e ll'a trio e lastricato eon t i »
v o t i n o l'in gresso e il pavim ento. In quest’occasione si t n » i - »
due leoni di basalto di p roven ien za egizia n a , che più tardi v«r
tra s fe riti da P io V I I nel museo e g iz io del V a tica n o, ed una n * - *
vi gl iosa vasca d i porfido, che la fa n ta sia dei contemporan*
tezzò per il sa rc o fa g o d ’ A g r ip p a : qu est'u ltim a abbellisce o r » il ’•si
gn ifico sepolcro di C lem en te X I I al Ln terano. * U n ordin e amar.*'-»
da F iren ze tu telò colla m inaccia d elle più g r a v i pene le chic*- re
mane contro coloro, che cercavano di ric a v a rn e porfido e m anr
parim en ti un a ltro ord in e da F iren ze tu telò la veneranda «* *
zione del Colosseo con tro lo s p irito d is tru ttiv o d egli specula! *
a rch itetti rom ani. D istru g g ere i m onum enti di Roma, vi si Wgs
com e dim inu ire la d ig n ità della città e d ell'orb e terrestre : p>
sotto g r a v e pena non si d o vrà tra sp o rta re a ltro v e dal C o l o b o < U
qualunque aiasi a ltro e d ificio a n tico neanche la più p k e o la p k t
Dicem m o g ià del p rofo n d o influsso ese rcita to su Eugeni ! '
dalla lunga dim ora in F iren ze, che a llora e ra il cen tro delta »•-
nascenza. ma o ra bisogna che la nostra esposizione ritorn i «*
questo punto.
F\i in F iren ze che E u gen io I V vid e la p rim a porta del
b erti pel b a ttistero ed è m olto ben fon d ata la congettura, ih * **
vis ta di quella m e ra v ig lia abbia dato occasione al P »P *
N IC C O L O V ,
FONDATORE DEL M ECENATISM O PO N T IF IC IO
1447-1455
L
r
jlt 'XXto IV aveva me*.«o tutto U suo vigore pel ristabilimento
J iella potenza papale, ma aveva «ottanta iniziata « non già
empiuta la grande opera. Infatti tenevano tuttavia le loro sedute
1 resti del concilio baaike»e. tuttavia risiedeva in Svinerà l'anti
t«pa t rii sforzi del partito conciliare per cambiare la coatitu-
ùoot della Chiesta contavano ancora da vari« parti molti caldi
fautori. Aggiungi poi la condizione imbrogliata e incerta della si
tuazione politica d'Italia, avanti tutto dello Stato pontificio, in cui
fono 1444 Bologna, la città più patente dopo Roma, »'era ribellata
?*pa. In vista di questo pericoloso stato di cosa. Eugenio IV.
(*>co prima della sua morte, aveva rinnovato i decreti di Gre-
r-'rio X e di Clemente V sull'elezione pontificia e pd caso di sua
nominato il cardinale Searampo a comandante di tutti i
l*wti forti nel territorio romano. • Quest'uhima misura fu certo
t r m * in considerazione dell'attitudine singolare assunta da Al
fa«»© re di Napoli.
Costai, che aveva concertato con Eugenio IV una campagna
"»tro Firenze, dai principio dell'anno 1447 era accampato con un
''•«Trito di 4000 uomini nelle prossime vicinana» di Roma, praaso
Titoli : la libertà deH'imminente conclave parev a seriamente mi
r-»«ia U da lui. • Il re. ancor prima della morte di Eugenio, aveva
‘•0*1 dato ai cardinali l'assicurazione, che nel caso di morte del
avrebbe osservata rigorosa neutralità e prometeo solenne-
**n»e b ma protezione contro ogni r i n b f » ma In hmga per-
* t h 7. a. IX
» • ta m r« 4» Kmm. 4. 4. U t * <•»«• * • » * *»
^ tg. »17 ( A r c h i v i * 4% « I I I * »■ r i f * a # * * OtT X. m T rn w v -
tiUn *rt ftfi
• • l u i I r i M i t U a i * « IL 'it lia t » s «feao. la «sta 41 M s h * * » * < *
«Ri butterà Ofetgl: « W K « W t.» U « * W » * ■ •
’* * * * » la a » a 37 M i H m » «M » > ■ * «* •« * • * * * » *■ * * * * »
m a» «mot» sin« 4s a la «> V» m — •* 4» H*
I.lbro IH. Capitolo 1. Niccolò V. 1447-1 t.VV
* " r tw n o m i, l >
* » « « , Kmrm S éIr» I. S » ( t t V. m U f i * * n t t t 4M
*« «M ix r S a n i III. 711.
* U js u » r » f » «u r ib o lla «re «« ia a »* u > s i «*J *
> » « salili (U r b i.* * 3 * > «—« *■
la N H I H II M A M a u U ta 1«
* «■ urn* «tri F M M M . 11 | « i « « * * ! « » U 5» mmrtm tm «afOs
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*m « « < H<tmi tt 4 4 »*» «• »*»«■ »» 4«
*■ « V . L ?»
970 Libro III. Capitolo I. NirroWi V. 1447-14'<ì>
<U Mirtino V e ila Eugenio IY\ nelle quali furono considerate tutte
Ir ausoni. 15 non erano Italiani. 1 Ma di costoro 7 soltanto ai tro-
mnxw a Koma (3 Spagnuoli, 2 Francesi, un Portoghese e un
Civtro). mentre non mancò al conclave nessuno degli 11 cardinali
ttalitfti. ' Perciò questi ultimi, qualora riuscissero a guadagnare
fl iuta d'un solo cardinale, avevano la necessaria maggioranza di
M e terii. La decisione avrebbe quindi potuto intervenire molto
ripidamente se tra gli Italiani avesse regnato la concordia. Ciò
ìam e non fu, anzi nel conclave comparvero tosto di fronte gli
«■tulli partiti romani dei Colonna e degli Orsini. Il primo partito
• ' n i U preponderanza: Prospero Colonna, suo candidato, era
■"ito tradito al re Alfonso come al potente cardinale Scarampo,
u eoatro di lui lavorava il cardinal Giovanni di Tagliacozzo, un
Orami. Subito al primo scrutinio, il cardinal Colonna riunì sul
prepr u nome 10 voci, ma non potè raggiungere le due mancanti
•ife auffgjoranza di due terzi. Col Colonna ebbero un certo nume
ra di voti Domenico Capranica e Tommaso Parent ucelli. Il secon
di scrutinio diede 4o stesso risultato colla sola differenza che ai
in.' ’ ..trono ancor più i voti caduti su Capranica e Parentu-
*, ic«ta volta ebbero voci anche persooe estranee al Sacro
CsiVryio, come 11 santo arcivescovo di Firenze e il dotto N kcoiò di
Can. Il colpo per la decisione definitiva fu dato dal cardinal di
T a*U cooo proponendo Parentucelli cardinale di Bologna aie-
i*r*ona per il suo amore della pace, per la sua dottrina.
Carnalità e purezza di costumi adatta alla suprema dignità
'T r a . A l terzo scrutinio il Parentucelli. che da soli due
• mezzo aveva ricevuto il cappello rosso, * eh* de» cardinali
**» «erto colui, che meno pensava di abbandonare come pontefice
Ì «ttcla««. ottenne 1 12 voti necessarii. L’accordo straordinaria-
• Wj!* repentino della maggioranza del Sacro Collegio nel deai-
***** la persona di lui suscitò tal meraviglia, che il cardinal Ca-
* » » « a non se ne persuase fino a che non ebbe nuovamente scorso
b schede ' e poiché la maggioranza di due terzi era innegabile,
* * * • gli «Uri cardinali facaro l’acceasiooe • eoa» la mattina dei
qnakro <1 rifiuta**«, egli lo pigliar* pel braccio sicché dorerà poi
Mdrr»; volesse o no. Personalmente aperto, retto, (incero e molto
papa Niccoli V era nemico d'ogni finitane e adulazione. '
V I trattar* era amichevole, cortese e allegro, «Quando ci par*
Uva n a lui», dice un prelato francese, ««gli addimostrar* la
auggior i-ontà. fine umore e straordinaria affabilità, tanto eh«
|Xn <nrder*i di parlare col signore del mondo, che ai foMe «pò*
r kte di tutta la tua maestà.* Niccolò V ai dedicar* agli affari
« a r*r» iiwlancabilità ed in ciò arera come aiuto il suo segretario
pt iato Pietro da Noceto.' Prima quest'uomo fedele, modesto ed
» . era stato al servigio deli’Albergati col Parenturelli e fu
r » « che esercitò un certo inllu»>o sul molto indipendente pan*
«*See. • Niccolò V si mostrava al popolo piò sposso che i suoi pre*
dtr«Mori e dava udienza a tutte le ore del giorno. Coen* servi te*
► «ottanta Tedeschi e Francesi: gii Italiani, covi penaava egli.
hsKr» ~tnpre l’animo diretto a cose superiori, mentre i Francesi
« Tedeschi ai contentano di ciò a cui vengono applicati, non a*
rsriao d'altro e sono contenti e fedeli anche nei servigi più bassi.
Ir. ‘ •tioguevano grande sobrietà e temperanza: anche diventato
h » te sua tavola rimase semplice come prima; non beveva vino
** m « mescolato a moit’acqua e * * faceva portate vini fini dò era
► prelati e signori di Francia. <»ermanla e Inghilterra, che ave.
* * «parati a conoscere nei suoi viaggi e che ora per lai era una
r »* particolare ospitare a Roma. * Come da vescovo e cardinale.
«**»ì anche da papa egli era cotanto famigliare e buono con tatti
che andavano * trovarlo, che nessuno se ne partiva senza
•»se»* preso tutto di h»i.* Il sen’imento mite di Nkcolò V è cara«*
’ H |l».Tl<. I | S t « l «*93
■WM» e«SM> II ■— -I- « i »|<1S»N af «tass—S» , rt» r. * • a
«I X W * » . • r t N < e n ««Us sruo W » » « ■■■» " * » * * la
rw r - * — r « * $ s s rtie k itis
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«il. t .i rtif -T « f - a r a s v * « * » . . t n iM k , r ^ * a « a n »*■
V «n » H Ila M l IL c v «|sHb « ***•>***• * f " * » * *
* ' M ' mas Z*W»4»I I n W » ( « r e - f a r a u v i * *s
*»s*M r cimiate* ». «a «■*•»-- Casa* *•
♦ « * a , a t « V i s n a ss V i m « > I» « ’ « * « • » * «
3W» Libro HI Capitolo J. Niccolò V. HI7U.V1
* n VrwmMnvr* JM S C w
• I I « « « lw. , « » 1.
!N Libro III. Capitolo 1. NirroM V. I l i ' I4t&
(luto che la Sua Santità fusa« ¡stata ajwunta mediante la «un *u.
e metterebbe Italia in pace. A questa parte rispuo*« e d
prego Dio che mi dia grazia che io possa mettere in opera
che lo ho nella mente che è di fa re cote«to effetto, e n< ?
altra arme nel mio pontificato, che quella che m’ha data < •«*»
per mia difetta, che«* la croce sua In un colloquio confci< t
del 28 maggio 1447 il pupa disse agli ambasciatori boemi : >»-
tano tre soli passi dal sepolcro e salito di basso stato alla *u; -i
dignità, in questo mondo non posso avere ambizione m a*,
altra mira fuorché accrescere l’onore e la gloria di Dm» « e*-
muovere la salute degli uomini ■.* Annunciando la sua elrva e«
al trono di S. Pietro Niccolò V’ assicurava al re e princip?
scovi ed arcivescovi, che serio suo scopo sarebbe rìcondur t
Camera Apostolica alla sua migliore form a antica e allo«? -
gli abusi ; ai preghi Iddio, cosi invocava egli, perchè l'A lt i*«^ »
assista colla sua grazia a ben reggere la Chiesa, a promoo**^* «»
salute delle anime, a sterm inare gli errori, a dar pace alla ?
stianità ed a proteggerla contro gli assalti degli infedeli
Anche nei suoi grandi progetti per la protezione d rll'a r »
della scienza sempre alla mente di Niccolò V risplendette t o p * " * »
linea il bene della Chiesa, di cui e ra capo: ultimo acopo ór
pontificato fu la glorificazione della mistica spoaa di Cri* •
mezzo delle opere dello spirito e dell’art«. P er e*.«a. a orna»
della medesima. questo pontefice, venerato egualmente per
cera pietà che per virtù e varia cultura, intese svolgere in * « " *
le sue imprese quella magnificenza e grandezza, che caratteri:
le sue opere o, meglio, i suoi piani, poiché per la brevità ór * **
governo le opere rimasero incompiute. *
» * r+tMii <15 X V « * * V « r i i » l
> <W)M ai ts - JM «sai rb
t» Ohm i > » a i tr K * « V*
"*■** « r * n » U X i l T T * t r a » * • * « a » * * * * * # «*
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Libro 111. Capitolo 1. Niccolò V. 1147 U i6
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LIUro III. Capitolo 8. Niccolò V. I447-I4S&
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delle decime per sci anni e del denaro di san Pietro per prj
la Polonia venne soddisfatta con una somma di 10.000 du
applicati a redditi ecclesiastici. *
Nessuna di tutte queste ambasciate fu distinta più di
dei Fiorentini, poiché Niccolò V volle manifestare qual r .
desse alla continuazione delle sue amichevoli relazioni per»
colla repubblica e con Cottimo de' Medici. Ve«pasiano da B •
descrive con orgoglio patriottico il solenne ingresso degii
della sua città con 120 cavalli e il ricevimento avuto dal papa
in pubblico concistoro. Lai sala era grem ita di gente: 11 d i* ~m
che Giannozzo Manetti tenne con eloquenza ciceroniana, d a r
que quarti d'ora. Il papa ascoltavate a occhi chiusi • cm u *
attenzione, che uno dei camerieri più vicini più d’una volta <r*>
dette l»ene di urtarlo alquanto al braccio pensando nientemnv >tfe*
Sua Santità si fosse addormentata, ma ebbe appena Anito il M*
netti, che Niccolò V si aliò e con m eraviglia di tutti rispose p-
per punto alla lunga orazione. * Questo fatto produsse g r » - v
rumore e contribuì molto a diffondere la fam a di Niccolò V IVr
comprendere la cosa, bisogna tener presente quanto «domina.*
allora « tutti gli spiriti l'im m agine fantastica del senato « B i * *
e dei suoi discorsi «. Nel periodo della Rinascenza un'orazioa* •
teva venir» a costituir« un'avvenimento: ai narra, che il di«
tenuto da Tommaso Parentucvlli pel funerale di Kugenio IV tì
bia spinto i cardinali ad innalzarlo alla Sede Apostolica. '
Date queste circostanze, le acconce risposte, con cui Nlecofc '
replicò ai discorsi degli inviati che gli fecero omaggi, furo*
somma importanza. Ovunque si diffuse la notizia del t ratta rr « » »
bile e affabile, della fine cultura e magnanimità del nuovo ! • ! *
e ben presto con amore e venerazione tutti i cuori giubilar
per lu i.'
» <*v P f«•***» W *
• * It e r a « VII. « i « » . m Itu i «»< n IV. 9 H w Ijtmt m U M * * I- ^
Vurt*. I * irto >«i<y II. a » «
* Il I» aprU* l u i ; e. Il N w » »n Wauu», Il Afe* . |l f i »
t l l u a i VII. «K*,
* I1» » « . C r y n l » «“ 3W U x n tt 9
* I f r V i twtM«. #■«**» cl'wm-i a a : l u n w ^ Oùl » » « .**J *•> *
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t e » a Vienna Federico III rinnovò solennemente questa dichla-
nooor per «è e per le sue terre. * ma precisamente in questa dr-
«H U a ia ai fece chiaro quanto ai fosse lungi da una reale unione.
Il re t» À pensava di dare maggior importanza allatto qui ricor-
A*!' Ari pubblico riconoscimento di Niccolò V mediante l'assenso
« r.i vr%ento dell'università viennese, e invece ivi egli trovò al
ferie «¡wsizione. che do\ette minacciare la sottrailo»« dei bene-
fili e irgli stipendi con altre pene. Allora i giuristi * I medici
>narono l'opposizione e Analmente — ma soltanto perchè
♦ws retta e in certo qual modo cedendo alla violenta — anche la
teologica si acconciò a »oddisfarr cogli artisti II desiderio
W tv. Allorché, alcun tempo dopo, il cardinale Carrajal ai però a
V maa conte legato di Niccolò V. apparve di nuovo l'attacca*
dell'università al sinodo combattuto dal rr e dal papa.*
&» • mili «entimenti erano allora penetrati non pochi dotti in O r*
Che ae pur con queste circostanze Roma Analmente ri-
|nn*» « sttoria. la cosa si drnette non in ultima M ann all'abilità.
cui le difficili trattative furono condotte dai aaoé «enti II
ttm y u io ne fu che il conte Palatino Lodovico del Reno. I duchi
<**<ne e Stefano di Baviera, il conte di Wurttemberg, I ««aravi di
• ' ' « s « Spira, come pure gii elettori di Colonia. Trevi ri e Ha»-
« « a rinunciarono alla loro opposizion« « fecero omaggio al papa
»■f^ann. •
Mediante questi accordi a parte fa preparato U concordato
tt% Ia Sede pontificia « il rr romano concluso a Vienna il I? fefe-
^ 144* e confermato da Nkvoiò V (1 1* m an» dello sI*«mo
•sao.»
* «S S . «W S SUttm I. 411 K a «M *k I » *.
* « i m a n n a I. I « l 4« ssm « t f l » * » « • » " * ***** * » * * «• • *
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mm y s h a a r r •. ( « U H I L u t m t M 9 1 < U f c n i a ia
*= Piina «l’una parte del clero tedesco, d’altra però anche nella
tiTPPo grande spensieratezza, con coi i successori di Niccolò V
t r'»'d r tt e ro nell’esercizio del diritto di collazione. ’
IsaSii a |K » . »«-nia «Urne la fonie, n a rra che I canonici <11 l ’a~*aa «I ttó m *
ili »bt>e<ltro a M m ilA V, pereti* n «n era iii<4>Hii..ii»> capitolare! rais-
l U t r » 1 1>*»> reputa jam ltiile ebe itili «-«acerata >|ih-«la iw llila «Il K < n
i II iti frid, I I I . M S ).
• ItlS M ctlll-a I I I , 13». » . X ■
• N*«n l'a iH t m n it ii di M as»n>n. come dk-mm m iti I canoni«!! ed «
Voli*i tA'ar* Stir ... I. c v II relativo * M l i r n l n iti I n k r l n i a r r l i f * "
Sall«l>unt». 4. 4. Smlr.hmrpr atnaata Iprilli dir XXII aaao damimi Hi-* * te
la «-.«pia In nna n d k w m r d i ra rtr tenute «U ll «n-.HU «lei «a rd laale Trae -
Tcnlrwblnl rk e«|»m in t III futuro I l o H i t nel Cod. #, I. I ««eli A a « e l i ' »
K o i n a . Se«-<>n«l» K U n t n i t o . .Vorfcrtefcfr* roa A r a r l a t« a l* lm r i l i * *
iM-U'.\rvhlvln di rtalMaurtt» nulla »1 ir o r a *u «júrala M M ita ih a r . » ' l » '
una l»>lla di M m 4 A V la data I n .in u l.re 144» In m i «t <IWtatara. * * *
coiMHtrdaio non «leve nasrere II minimo danno a ll'a fe ltra ro n » di S«*H«t**-i-
« I al ano! •urrenmrt quanto alla libera mllaabme del r e * c «» »d i d i !*»»*■*»'
I-a>am e l'hlemaee II «bn-tnarnhv la «lata del quale r r o rro tu pwaw R u «
uvtna. * Mampato appo J, M rm .cn. Il iti s aliali. i»a ifd > I S O ) W M * ’ : ; ai'«.1
IU w m » II. 4 R I- M e W » K Itrmlmrèr* « r l r t M n k f a X V I. l o t i
» M a e « «« r n y a M l i n O c n M M n M t C H -*44 24*. 3C3f«I: efr II*’
«kx II. a i * : Ijwwm In f r w . ln * l> iw 111. j } ¡ || K i i » a ha J T oi«'*
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latte «laIla r i « » I I I * fra H a n lm a r r a o S « e « i » e «lai f » « » r e «tato d » re tM aaM aa»
a ll a « r e m u n e r o Via rvello. d a l I M S t r a » « « d i S k ilb o t t
» A tlm K a il « I I . IK
Fine del concilio di D tu li'i.
* * ® - # r r . l y v > t i a b it a d i K H H d I W l * n a » M I i i H w i a t » . ata
r |« r r f cf ■ llo r a II p a | « « i t r o t a r a m l B r * l r U i « t i o l l n i o o 4 1 * 1« *
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ICJO Libro III. Capitolo 2 Niccolò V. H I7 14.V>
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402 Libro III. Capítol.. 3. Niccoli’. V. I 447-1 I.V.,
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(■incorno di JiHefbogk intorno alta riforma 103
* (*fr. U n t u t 174 «.
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» Su iinrat'iM m i a tro n U u r tn Irrondo Ori rampo I r l l m r l n rtt «*> « ’
I II . » M I JIUVI /I.M pamHf. 1 4 3 3 * » : «<W kìtp eri. I I. 3®7 » ‘ 4. SOM"«”
31 *317: V. m i « » V i v r t 4«3 •«! Il I I * voi .li Mfc*w I I. I a to'- *
3 In u r li ratnti 6 *■ »» si |*rt» «Wla «Il «Jtoritto 1-n ìW w al • »
l>rtiKl|*<> » . 7 In prtiM'Mo o r a tarik
* Itooralil* ut A n i i l * forn ir* H « * « ìr « jn r i 4r tr4*m4a alU l ' l *
(r a i. 1*1. I * « r , |M I. f 121 171 r «'«4. lai talir ||J|; | t | l . l ( . . U r a Va
llratal.
* Non clrv» 1«tot raow loJH-a la Bìk» kit? tri II. 2** aia 0*4 I * « •*
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p o rta n o «M ia jo a lr «aito « 4 a o t » «11*4», fa o|4akoal ,fa>t » . i m i « 'f r S ro tto »*
r a « * ai* 7 » a».: «\ K H a m m u « . .V M M r » a dr r« n i « « t o '
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{fu orla ltrk r |«W . « I » «
* * O r a li. . U . a t n . 1 r t r r i | a r (r r r y i* H i* fm m i* r md a r m a » * » rn d rrw * *
Im p m tn rrm |<|r>l r r lk a r f a f a r M „4 «»M in * ri pom a rrrirtim r. ri fM l 4 rr.* l
ÌUkI Saneio de Aravaio e il Capistrano contro la dottrina conciliare. 4<i*
* • (W . «u f. 3 « » : f. « T « * 11. r a p . » <•! t s » .
* • C«#, rii, t .W M '«, Srraarfa |>trt la <)M mtUnrmmlmr w w a » r i a r t "
prtiirmlt* rrmrdit» arf rrtrrmmémm r r W . jr t » . l'f r . •fax'ialm ralr f. 72 « t. **
«• «It i | r rfr lia m m ir i w a l » il «r a t* Ir ( W l r i 41 K « } * r < l * n i «W r ( i * ta*«=
l'nnini «alni«- |«T la i n l r « a arila **Vr*!«or «n tam il t w * n l ; t. K a » ’ *
In II iti. pai « » . M .V 1 II. WS2
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* * tjmrdmm « K M a i r a l a tmprr nr/ara i a lt — r pmpr r i ew t*» t****
prr / r l. rr-r* w f » duci. W rmnmmm 1« i i‘ ij» |V a l *
C ol. /»■/-#> «M ia « ' a v a n a ! a R o a i : ar la o*s»ìa alla
rirli'atalr» (*r»«Ì . V n M a r I rwlkri. a a < | n i« la n il« rat U n»'
n l t l r t . i- t r In (» ir c r h l lixxttii m * |4ft |ww4MW « a b i l i '* au M a h-etV *
In airon i «wnl>(». « « n i a t f a m a a . r h r 11 rrp i*«a abbia u r i a
In tlM m «W Sn-unrfu Agnato» IC a rla » fomilmrr» V a lr M liW , V. a »-'■ w
nr I r w i nn !«■«•> «-mUno netta > S M 4 » l M i » « l a n a r i u r l i i l i a i l *
n o v a . t>nl i « m > m i p w U r M i t l r W ia a n > M » r t « a lt « «lib ro IV . 4> c> a ila * *
H m> gli l i i M a r a l a anno u l r r k r i a l 1*48
(’rogano di riforme del cardinal« l). Capnuiiea.
tto *.*rit!o diviso in tre libri purtroppo è ancora inedito, pur me
ritai ' > r iifjfior attenzione già anche pel motivo, che l’autore ap
parteneva al circolo degli umanisti, i quali nella loro grande m ag-
r ranza -lavano indifferenti di fronte alle questioni conciliari.
Di Piero del Monte si conserva anche un altro interessante
U oro, nel quale egli si occupa minutamente del primato e della
rriaijone del papa col concilio. 1 F ra altro ivi si svolge il prin
cipio cIh* la convocazione dei concilii ecumenici spetta al papa o
ai «u«i ’egati e che se non si verifica questa condizione non si
ha ; ù che fare con un concilio, ma bensì con un conciliabolo. A l
papa oltanto spetta pure la presidenza del concilio. È trattata
i r «lo particolarmente minuto la questione molto dibattuta della
« p e r o r it i del concilio e della deponibilità del papa. « In uno
w iw .4 », insegna il del Monte, « nel caso che siavi dubbio chi sia
il papa legittimo, può e deve agire il concilio, ma ciò non è per-
contro il pontefice legittimo. Anche se il papa dà scandalo
•là < hiesa o produce scompigli », dice il canonista bresciano, « non
ai da alcun tribunale, che possa chiamarlo a render ragione.* poi-
tbè tri; è il pastore, il concilio, il gregge. Confesso p e r ò », pensa
P « tl del Monte, ■ che sarebbe da lodarsi il papa, se in tal caso egli
Me umiltà si purgasse dalle accuse e si sottoponesse al concilio;
*•* «*’ noi vuol fare, certamente non vi può essere costretto: di
J»**ib»U fallì egli è responsabile solo a Dio Signore », In seguito il
■ ^ t * ' precisa la relazione del papa col concilio nella massima, che.
Ì» virtù de’ suoi pieni poteri, il capo della Chiesa, se esista una
« a * a fi usta, possa sciogliere un concilio canonicamente riunito, e
k 4«luce da questo, che il concilio ecumenico riceve la forza di
' incoiare e l’autorità dal papa. 0 quale ala » opra la Chiesa e il
n " 'io.* Se è al governo un vero pontefice, secondo le dimostra*
***** del Monte, il concilio non può immischiarsi in ciò, che è riser-
*•*« al capo supremo della Chiesa, e per dar fondamento a questo
Principio ai accenna, che nel caso opposto si avrebbero nella Chiesa
***■ basi giuridiche* indipendenti a vicenda, la quale posizione è
«ito (jua.'i altro che buoni cardinali. Nella prim a creazione fatta
lì 16 febbraio 1448 ricevette la porpora un solo prelato. Anto-
m de la Cerda, ma nel dicembre del medesimo anno seguì la
johMifazione di altri sei cardinali. Nella scelta di questi uomini
*; pa!*';» chiaramente la m ira di soddisfare alle diverse nazioni.
U Germania fu onorata coll’esaltazione del geniale Niccolò di
Casa. nel quale ai appaiavano morale riform a ed elevatezza in-
v kiJuak*.1 Veniva dalla penisola iberica Antonio de la Cerda,
mmo eminente per straordinaria dottrina filosofica e teologica,
* » ! ’<> intimo di Niccolò V ed al quale venne affidata la legazione
V.'U M i rea d'Ancona e più tardi una missione alla corte del re
è Napoli. La Francia ebbe due nuovi cardin ali: Alain de Coetivy
♦ Jfan Kolin: pel primo, di sentimenti assai mondani, aveva in
terceduto re C arlo V I I . Alain si cost russe a Roma un magnifico
presso Campo de’ Fiori sulle rovine del teatro di Pom peo:
Ittlin visse di preferenza in Francia, ove si occupò con liberalità
W a Littedrale di Autun e dell’ospedale di Beaune fondato da
*»o padre. A questi 4 cardinali stranieri Niccolò V non accom-
he tre italiani : il napoletano Astorgio Agnesi. il romano
ktin Orsini e il proprio fratello Filippo Calandrini, eletto que-
*J'ah mo dietro espresso desiderio del Sacro Collegio, ma. sebbene
fosv persona molto egregia, pubblicandolo Niccolò V evitò qual-
;*arola di lode. Anche l’Agnesi era degno della porpora : nella
r*c*r-ZA della Sede e poi come governatore di Bologna s’era gua-
speciali benemerenze. Fondò poi a Roma un ospedale.
Insieme però è vero che. quale frutto nefasto delle loti« « t>
»ionate dal concilio di Basilea, cominciò a svilupparvi un omaro-
papismo, che racchiudeva grav i pericoli per l’avvenire. 1 In ge
nerale non fu interiormente vinta (’opposizione antipapale. »i**.
cinlmente dei prìncipi tedeschi e dei loro servitori letterari ; e»'.«w
riormente essa in verità appariva solo più di rado alla su p e r- •
degli avvenimenti, ma approfondendosi tanto più efTWacemmN
Molto notevole sotto questo rispetto è una lettera di Knea 8 .
»lei 26 novembre 1448, in cui egli con fine intuito delle cor 1».
zioni esponeva al papa il vero stato delle code. • Incombe unrtt
pericolosa. Ovunque minacciano tempeste e ai riconoscerà d* a
burrasca l’abilità dei m arinai. I flutti basileesi non sono a » *
quietati, sotto l’acqua lottano ancora i venti e scorrono per car
misteriosi, (juello stregone del diavolo si trasform a alle voltr
angelo di luce. Io non so a che cosa si miri in Francia: n u il
concilio ha tuttavia dei seguaci. Siam o in armistizio, non
in pace. Abbiam o ceduto, dicono essi, alta forza, non a rag:
persuasive; quanto ci siamo messi in testa una volta, lo tee.*'*
ferm o Ano ad ora. Con) si aspetta il campo di battaglia, sul q u a *
ai tornerà a combattere per la maggioranza a.*
’ ••k m ca w 4*2 t.'£n s«tt 435 IT I al.» I. Unm rnemrtl «U . 1*0. «37-491.
•->**»!» > )n data 13 ¿ « n » 1447. a telefcew kw di Alfaaao 4 A n s «n * .
J * * 46 V n u » i:<ancr!txa 4e' »taedi «■ iwct rri 41 rivolta. • Co4 r i t e .
^ * * * 1 B i b l i o t e c a V a l l e a a a.
* b t H on II I 1. IUH17 (¡«M niva i **'-a». «Ci ac 4 i la particular» le
**■! «T***U 4dl'AnUi|a a (T» « o patUrta. tTtr laoitlv t ' M » i |. 330 a. ;
-■*«. A iv IT I« .! 1. Muât«. M o ri* «rito etité éé MmifUàm IIMd. 1 7 «T.i
*® * « I I J U I » H. 235
* itm n c n t SUS. IIu h u m u m u m i . lai »reo all* tratta t i '» per Sa m*il-
***“* • 41 l* t . d a XkraU V rlr to w awllo w t d n a w li; eoa parili piliMI
«III. 3 a ta m . u n . a m ctr. «aa «erte 4i * 4 ¡ * j « « i « un
* Marmila» ItartaiarU • Atmnaartro «fo n a deffaprt!» * a »q t » 1« 17
*** fi* * dei fmmd* UmL 4cUa N a a l o a a l c 41 P a r i g i .
* '*a«ix»i M i Nktou m u .. T r o u ZI5
418 Libro III. rapitolo i . N icoli. V. IIIM I.V .
■«atenesse nel suo territorio, ina anche perchè dei benefici della
!■ (« fosse partecipe anche il resto d ’Italia. *
Veramente più d’una volta parve che si venisse a grossi con
fitti: co«) in particolare subito nel prim o tempo di governo del
papa in conseguenza delle imprese guerresche di Alfonso re di
Napoli contro la Toscana, 2 poi nell’agosto del 1447, quando morì
Filippo Maria Visconti duca di Milano senza lasciare figliuolanza
bulico lina e legittima. 3 Infatti ora. oltre a Venezia avida di terre,
♦levarono pretesa al ducato di Milano niente meno che quattro
pretendenti : re Alfonso, che sosteneva d ’essere stato istituito ere-
4 »da un testamento contestato di Filippo M aria, il duca di Savoia
# quello d'Orleans siccome figlio d ’una Visconti, finalmente F ran -
tncv Sforza perchè marito di Bianca M a r ia ultimo, ma illegitti*
■*> rampollo di casa Visconti. Sem brava imminente una compii*-
razione di incalcolabile portata. Nessuna m eraviglia che il papa
« t e n e in sommo sconcerto allorché da lettere del suo amico e
banchiere Cosimo de’ Medici la mattina del 20 agosto apprese
a.
Nel corso delle feste di questi grandi giorni Roma non ebbe
a m it r a r e spettacolo più impressionante della moltitudine di pel
la m i, che salivano all'Aracoeli per vedere in quel convento, con
vertito allora in ospedale. 800 monaci, i quali erano occupati uni
camente nellaccogliere e curare infermi, indigeni e stranieri, e
che col loro esempio dovettero svegliare anche nelle anime più
tepide lo zelo del sacrilicio e della preghiera. Era là. che pel suo
raro eroismo nella cura degli ammalati ai distingueva specialmente
lo spairnuolo Diego (Didacu*) canonizzato di poi.1
la lieta novella della canonizzazione di Bernardino fu salutata
con irìubilo in tutta Italia e il culto di lui prese uno alancio gran
dioso. Ovunque predicatori senza numero ai diffondevano sulla
»ita del Santo. Non vi fu città alcuna, per quanto piccola, che
•oo t 'ieggjasse con processioni la canonizzazione : specialmente a
Perugia, Bologna e Ferrara e naturalmente poi ad Aquila e Siena
queste solennità religiose furono splendide in maniera particolare:
•cM'ultima delle città ricordate la canonizzazione venne ripro
dotta dalle varie arti belle.* Pittori, come il pio Sano di Pietro,
•nitori, medaglisti gareggiarono nella rappreaenladotte dei tratti
del Santo, consunti e trasfigurati dalla fatica e dalla mortifica-
»»«ne.* Poeti, come il Beicari, ne cantarono la gloria. * Certamente
■»•«un santo è stato al popolare in Italia nel Quattrocento come
Bernardino. Molto presto sorsero numerose chiede e cappelle dedi
cate al Santo. • La prima chiesa portante il nome di lui fu edificata
>lal 1452 nella città di Aquila, ove mori, e dove oggi pur» ai
il sepolcro di Bernardino terminato nel 1506 « I eretto da
**> cittadino di là.* Niccolò V promosse anche la canoninaaione di
quella Francesca Rom ana, che. colla pace di Cristo nel cuore.
*'eva aleggiato come angelo di pace e di carità selle vie di Rom a
1 ' « i r » « « i i a a r t l r la r t r . « m a w u i T t « r i » 21« i t r R u m i
'* »* « » ; « n n t B n t u « 124: » Em i m u n I. U » r • <4* « ■ i n i m «
**” * • * » ' « Wmaal la i l r r v M T . A l » V « B t i m w i u 3 » » »mito,
a Hooaa «r i quarto m a «ri <n . W m « V. ». aa»-t» ana M H a
X. /»a «trita X a » I o a a I > a V a d r I -1 * m Marta S a » * »
* 1 f r w nwr^ tn » |U asiani lati r i » m a i « H I » >1» » H ia ita n i»
** Ir pia «T rrlt»a ll • tar» ; r. M * » « i 71 A M lla a » m i 143« a w l m n
■'»'1» « « d p r m u r . x. lac. J*nn. l b a w > t * l i n a t « r t * a i B m i a . t*T
fa tto » « r t t S m l a i . rn «tettala «tolto v m * » r i I G a M K M
* ' * • ' * » * l. 217 J. A, r. ( l u u a . « U M n 4 » a r i«A tr a éf*4. ir»rt* 1«CS> V, »
1 N i* Hkr Rnaaua «4a Mata rtsafailaia 4 «Ite patir ari 1447. I » ih a w i M
** ab-aaaa M ista iria llia M 1 4 » l~nA4<iaa .m—f i n M k m il
^ **W »IM ^ ® tot r «* »a lallr l<fr la *• tetlrta >to*t »-« »a ir j* « la Motto
'1*11141 ai «te lra a » IW IM M alto a i w to a ta rta n rii HaMfMa i r -
* • » * « • ' ¡ a i u t a I » M i a t s t i l . «*a |ri l B ata la Irta fW tlr w a
*■ ® ; M (M «fcrirata : prrtteo alto a r i* 41 m < « l w . '»'ma l aaaa ‘ triarixM
••abaia» «Villaaow alto la iii't ' 'a tri ri - • Haas H i* )'*> < «4 » 1» :
' l , ' l a O a i i m l a Ma a l a « a I. a *ft< «a » ria riar a U » >al a a » al
f * * * ' Vr Itrta a t a» IM2 ro to aa-»t«aaa» M ia i m ». « I » U M u a l t i.lriaar
1 V '*1* * » » « » rt> arila aamllatoa» • a ltea n «lm a t » M te r » la P ttH l».
m aariaaall la aaa r a tfr a ta tiita « r i i * la «alla H X.
Libro III. Capitolo 8 a . Niccolò V. 1I47-!I.Vi
fcft. P * ‘ro Unta massa di gente quanta mai prima p*r venerar*
li «tafe»' di G. C. • ricever* la benedizione papaie. Ksaendoai fatto
r *i r Ito tardi — circa le 4 del pomeriggio* — il papa fece capere
aU - rudi ne. che per quel giorno non ai sarebbe più «lata la
Wanl ’ -a* e allora tutti, per recarti a cva. s'affnettarono verno
|M4* > Angelo occupato da botteghe di venditori. Ora avvenne
«hi «1 predetto ponte Tonda della majuta frettolosa »‘incontra***
ma *: uni cavalli e muli «paventati, sicché ne nacque un arcai-
<amrr*o delia folla.’ Si fornW* un gruppo compatto di popolo e
l'IWgrini vennero parte gettati a terra e calpestati dalla
■ °* ■- ha» fluttuante, parte precipitarono nel Tevere e tutto dò
f* r. ;*ra d*un momento. Frattanto dal di dietro con tenibile
fcm ‘ùngeva in avanti b folla, che occupava tutte b strade Ano
• t Pietro e non sapeva che coaa »igni Aca*** l'acralcamento : in
**!c -stanze b catastrofe avrebbe assunto tutt'altra Mtnwionc,
***■ « il castelbno di S. Angelo non svasa* avuto b presenza
• »7 nto di far «barrare il ponte. Indi persone coraggi«** tratten-
b folb •errante*! con violenza indescrivibile. ma il «erra
•ma moftab durò tuttavia sul ponte per un'ora intiera. PoscU i
cominciarono a trasportare i morti nelb vicina chiesa di
• Oh®. * lo st***o — racconta il cronista Paolo M io Mastro —
h r *l it morti ♦. Più di 170 cadaveri furono menai sul cataletto
- « • la - *7***l * * ™ ” ?” >*"** +
«—* «*h e . (• M S O s . l t « » »*
dietro. coni anche or« la Santa Sede «volse il suo «ho «1* -, *
mediai rie« di par« nell’interense dei popoli tribolali. Pmo a tau
di queato «copo officialmente r iim o in prima lineo. l'fU i«»-r. .fe
ebbe probabilmente a voce altre missioni altrettanto impofUci.
doveva egli scrutare I «entimemi di Carlo V’II re di Francia u
no alle condizioni politiche d’Italia, avviare una riforma dk
tersità di Parigi e cercare d’ottenere l'abolizione della pra-- •»-
tka «arnione del 1438.1 A buon diritto la Santa Sede oelk
•ioni allora unilateralmente preae dalla Francia vedeva una V- «•
dei «uoi più essenziali diritti. La naturale conseguenza fu «s> •
Itoma. «penalmente dopo II rinvigorimento della potenza f» eà
negli ultimi anni, ti fere il tentativo di eliminare quell‘odicw» •■■««•
ilell’eta conciliare.
Il cardinale Eatouteville non «i nasco** la diflkoltà della
•ione toccatagli • avanti tutto cercò di guadagnare 11 re. ebr u è
•empre pel capo il pensiero di convocare un concilio a 1 ***
Mirava a tal fine una lettera che. ancor prima d'aver ava'- '*
bolla della «uà nomina, il cardinale dlresae al sovrano di Fr< ••
relativa alle intenzioni del papa. In una seconda lettera, d»
agnato. E*touteville annunziava la sua nomina • insieme Mtik *>*
a Carlo VII l’iavio del protonotario apostolico Guglielmo *■
che avrebbe esposto a Sua Maestà lo scopo della min t a » **
legato apostolico.
Il re francavo fu poco soddisfatto di queste notìzie e la «** H
•posta fu un brutto presagio di ciò che dovrebbe avvenire: Car
10 VII infatti accennava alla legge, la quale intercedeva la c^-a#
parva di un legato pontificio nel regno francese senza # e *
permesso e diceva che non tollererebbe una lesione di quell*ori
Quando ricevette questa comunicazione. EatouteviUe *i t*»
vav» già io viaggio verso la Francia.1 Immediatamente dio
11 23 ottobre 1451. una lettera al re. redatta eoo tanta ahi- u
rhe Carlo VII rinunciò alta sua opposizione e permise R o g g
ia Francia del cardinale come legato. Eatouteville. che frotta*
aveva visitato I duchi di Milano e Savoia, fu per ordine **
ricevuto in Lione eoo tutti gli onori rispondenti al suo A » * *
poi. accompagnato da un grande numero di prelati e o o tó « •
nenti. ai recò da Lione alla Corte a Tour», ove entrò nel febèe»-*
del 14&2 esponendo al re prima di tutto lo scopo peiocipah -V h
* ■ H o t .o ra r V. n » i l » ta s a u . IV. **. ,
M w liM (M O t t A s e t e 0*1 ratO asb M O e ia»t
rw» in . m an » u r i » la la«««« O Owr; » •»* 4.
«M M a r o » r » > t » / r e *»» twr a s e i» p B »
* «e nurnMM v. m ..
* a»««» imm u ta « u h O o m i • w » w + *» o»«ra***
r i » » » « r e t o g o a llfle le ^ «O . l*o »w . rfcwirf»««* 1 ' * *
Miaaiou«* del card. bioulrvill« In Francia. 4.V<
* •* l k t r t « x n V. I M a * . l » s
» t. e»— *. \ m. *. . -
^ IV àtz ttcsasa *> J‘ ~ ~ r -
* ttra s n -. v. ìs o s ìt *•- ^ r— *
* „ V. y * l 'u a u s IL Jts. X * I“ »*** ,
•e» I W t IT . U «•». . I*»*"* I*. .M S ». » .
t«Ne <Ur«*s»
Bm>u t . M* * « M ** - , + .iy.
*- mi v 314«a : »f» A « a «a-**» m* ^
“»swaMi,» « M b » „ «s «40 mmrtm «evasasi a. ^ *•**
* I h » VI. m « « a h « ■■<■»»>■ <n Bie»»" < * «a^** “
**•**'«» a t t n w. SS «a
IJW» III. C a f«a ia a » Nkrrota V. I44VI4M
rardin»!« tedesco ebbe dal papa i più csteti poteri, fra alta «*
la facoltà di poter tanere concilii provinciali. '
VI si è rivolta poca oaservaxlone. eppure è piuttosto de, 4
nota il fatto, eh« in c«rti circoli di (Germania fa »U rtata th - >
po«ixioiir alla nomina del Cusano a legato per la t o r m a »« *•
parti da coloro eh«, non istruiti dagli avvenimenti dei! .
decennio, si mantenevano tuttavia fermi ai principi! aat*»* >n
del concilio di Batik*, poiché. sebbene il prefato siaode • •
•piegato la sua assoluta incapacità a riformare gli abasi *«
nella Chiesa, vi erano pur sempre dei dottrinarii. che w ir »» ■*
riforma soUmnto a meno di un concilio c costoro aoa «ak «a»
saperne di riforma a metio del papa, anche «e m * dote»» •
guirsi da un uomo sotto ogni rispetto coni distinto coeoe il Cu«
Nè mancarono principi vuoi ecclesiastici, vuoi serolan. < .
senta capir« 1« grandi idee di Roma, ove il figlio «Tua t* "*
medica potè diventar papa, scandaliwronsi dei basai nat* **■
cardinale. ' Nel loro sentimento antiromano altri allora or
si avanti da non aver fiducia nel legato già setu'attro $»*' *
era stato elevato alla dignità cardinalisia. * la compie** »
fu salutato eoa gioia. In realtà la tuuione tedesca prfeca t*l ^
d'avere un visitatore e legato della propria lingua «i ari*- •
assennato, che conosceva esattamente 1« magagne « le tm à
della Germania e infatti 11corso della *ua legaa*ooe ha aarh* •? * *
• « a l i n e » » ! » » m i, M iH m i- m t tf i t « « L a a
AlrrSJtrfcr > S r U K ln t tr f W l l . » « « n O W * ' ■" m
r v * so — O rs a a m i v w O s ti a l n n B M l » tm rm* » i t s « m W h s » * • '•
I l f M . M k mmm S » f S « o r t l s | *t l » n '— Is » » — ■ a I O * * 1J
» « s e t t a | M M U t t n Is « < n e « i N i v m * « « V « * t e T *t>
«•* « S u * » p i U H i H i . U .1 M T t
I <m k i« «| h» « mS . n w t i < • M l t M É iim
4»w» « la Aie a ■* «si «e>*i M T A irk i« (• * » « » * • •
» t asi tr» «art ii s s . r n w it m v w o * n « u « 4 * ar.«*»«*»-
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r*« . V *. W » « . tv sr ««-* a » «***» ■
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■ r*nr<M ! « » < IS S I» 01 O s s s e a w
•**«; V Sri. U p i i .
»»■ »e » «Or a iim s m a i a a s i i * <•
t > « « »> » ■ » » » m»— e » , « r * P h w « m * • * * « » X I X. * * » a « s s s » We —
f o n » ( 4 > 41 a»W O W « » 1 «■ > ! >■< ■ 4 M c w «» M S I « IMSIU»SS< *• »
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*t*m <s**n M itili a i a * » * s * ta a i s * « * « »> Ut. s a .« a »
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«a (brasn*» * RwOwi ti*** «tr I n « » « « ! a *. a«»**"»'«
Vi .« e riformai!* » «li Xkeott «Il C t a la Oenaaaia Ma
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T * * *•* •* im a M a m a «a w t» »» a m «M <a«a«air.
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M » a . I x M t a O li a s i l U n i V a « v »■ .«. a
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r*r4laaa«»aia a l* * «k ta »k « « * » * » » » t > M 4» * »*
• te * X V m tt « «V a I* a
«*•*•. R l l l l « l » a 4 »ir * * * » 4 a I« .
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* « M ; •> a M a a a e * . M l t > l l a i » * a 4 1 r » M n o m i «a« S a » < r * «
1 * < » l i r » * M ft: » « » 1r> * m la i «a *«a 4a» * » s > * a m JMI|«ì
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y* 4*1 la l . a * f * l * a * a i • l ' U a t k r « « ! * l a »
* ** «• »• «aBia— la n a » » « f t n » ma l l a m i n » |>i U ì « a r a l**
«a » la a m 41 t > t r u tartaaii aH te a » * aa«M e* 4«ia. >W
r •• a » a w m /• Il a * fv a r q|| M h
<i i w m <m u 4» « a « v w ^uf f f raar
a a , m h e . l
Ì4*»*e III <'»ruolo 3h Ntrroi» V. H IM U v
•**1 detti Sode Apostolica. avranno tatti «!i onori * diritti d'un
apostolico od agli ordini M quali i monasteri dovranno
« fltn HUni in tutto •. 11 Cuaano ti**** come tate vUitatore In
p ia * tengo il fummo prevosto i;iovanni Huerh, ni quale uni come
il (travolto dottor PaoJo R u m * Tutti i coment! ago
vite provincia di Magdebur* e do «mrovndi »utTra*anei
me«'ite! Halboratadt. HiMaiteim » W ntra dovevano io (t»ta r*
*te r a’i d iite u di qumti viaitatori. Quanto poi all*ufficio dot
4 A tf«1 il Cuaano o a m a eeprrmammle (te mai •comincino
te prua* col prmtdonte «tei cooxento. poi «ondano alte altre por*
«m «à a t n li. Ano airinftma t metiano coattamente in territto
1»Wtetj «tette toro indagini. Il ighoreranno tutto * ungule te com.
■te> tn>.«ranno allontanarvi •talla m ota deifOrdiuo 0 dagli «ta*
'*1 4» Hildeoheim approvati da Martino V noi concilio di Co-
* i * a Or* poi in tate rialta irò* imo m erari ircoaai » pmon*
»"»•r r ib ili. mol con Offni mio. anche chiamando in aiuto II
«ecotere. d*bteoo promtera alToetirpaiinne dei vt*i • de-
* otandah i. Finalmente tutti i miranti, cte accotfooo te rifar*
«a, tortociparann» alta grana detl*iadutg*Ma « perei* i duo «tei*
rtm inu la facoltà di mmh-rr» da tatti I caai ri«errati «
«Nnra *crteola*Urhr 0 di dUpenmre da tutte te irregolari!*.
iati II potare eziandio di taftera rtatmtetto. di mnfer*
***» «o degni. | prrroati « priori arrivati al pnmemn dotte loro
M*tetmo per la Via drtla «imooia * di ra-iogHerii dal dovere dette
« M ; taiione per te entrato putat« illegittimamente Ite un con*
••te non accoglie i viaitatori. a g lin e atTiabrM U) ed I «noi
•teliteli alla ammonirà maggioee. rimanendo amfcedoe te cenmre
*1 cardinal legato e alte Sede ApoMofttc* t/importanta
•t «wote facoltà rteiede oetTaotorìixarwme pacate, che non defe.
pii te riforma alla (mona «otentà dei monasteri «d alTaiuto
t«ra> « n r M a
* » «a t « v * a a « <a>»
474 I.»**«> Ili e s i l i a i » } » Xtrf*tlk T U C I M
« • * * • * * tm m tm ir a - - q » «
• • • • • . . , » . . . a . t i . n i r ^ r *?a • * r * * r m ** *
«-*»* < * * * * ,,« * * Z I Z L u T ' w '* u ~ * k «e ra . a . d e—
* * * ••*«**» * m a i » «a * a « • » . i t o .
•m * * * l "*'* '**■ m e f t « H B K - n i » k * e n i i « a r a r a ra - ®
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C*n ;*•n om a ttn u rl(uirdi predicando ovunque ponitene*,
i C v 4 n a o partendo da Vienna ptiranc gran pari* dalla t*er-
aa*^ A4 Augmburg. Kkhatatl. b A u b o u . Norimberga, Barnber-
rv trftrt, Wrimar. Jena. Halle. Magdeburg. 1.4paia. Ornala. Uro
« * • » « la notti altri luoghi «gii ha annunciato con inatancablk
ai» la parola di Dio a guadagnato migliaia di panane ad una vii*
la Moravia «gli lavorò contro b huMitiamo a molti
w— hHé eoa la China, ma. conforma ni rolar» di Podiebrad. non
r fa Invoco rooreaia l'entrata nella vera a proona Boemia. 1 II
nide* ; ml>catoro oftaoe In «un attività anche alla Polonia. donde
0 n w i M fatto avere un invito il cardinale di Cracovia e II re
f o la ru •
L'attività dal Capiatrano tornò utile in poma linea alla fami*
« * M W Online. Con grande U lto «gii teppe eccitar* lo aefc»
à* pr.a/ipi « città todaache : netta maggHicana detta città, ove
* * • * > In aun potante voce, vennero eretti mona**eri e guadagnali
abitanti pei medesimi. indirizzando in ciò il Captatraao W * *
•portai» attenzione ai baccellieri cd agii *tudenti allo acape * « «
dttrrt per tal ria numero»! membri dotti a! h w Ordtae I
«capo principale dell» sim innumerevoli prediche f i di *w*Tia#a
nel popolo vero spirito di penitenza e di migliorai* I» M ki -*m
morali. A nche «otto quoto r inpetto egli ottenne te i w m t*
molti luoghi 1« «uè predirli» fecero a), che uocnlat 9 daauo p * 1 ♦
damente aro mi gridassero: (* > » . MMarwordta' • rte abbr m
o r o aul pubblico merrato i loro oggetti di tomo. dadi, c a r * ia
«inoro, le acconciatura con caprili fatai. I battetti am Ite
SchAufalein ha raffigurato in una inciakme in lagno « a » di t “«*
abbruciarne«» di vanità compiuto dnl poderoso p m t « * -« *
p e n i tenta. che sapeva esercitare meraviglia** i a t t n rt **à
•*•>•* « a » « » * • r u o * «
«».’ LO»« n i Capitolo 3 » Xlccafc. V 11«: IV A
in i „ • * a «o o «v e * «m » «•**• 41 Ò n a f e a * e t » « e » *m
• "»- a n e «aat a» a» ■■»%*»» » e * i t * » l « l « C e l t a l a » « « l » » * a i *
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“ a f»«a »«e m lb ««»e v ii nc « t . n » i a w a ia » N t «< o »
tjbra IH. Captato a b NWrofc. V. IH7 11«
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Kto-rTiuwnti in Italia • M m » 111
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t * sd *fc he in Bologna ebbe per t è e pel tuo seguito ospitalità
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• ItkM M II I. I i s . Il» * « » ta«s» «a r t w * « I«* - w r ti 4a m
III. « a » t a s IL t t f . « « « s o . H etr mmmmnmu li
libro III. Capti«!« 4 Klrrob. V. I4 IM IÌ6
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1
***» 4» ad primo anno di governo dd papa, nominando*« inoltre
«a© «periate « ingegner» dd paiarso La costrurione fu
*•*»** * vanii con grande aelo e già ndTaaoo giubilare 1460 il
«*• Rwdlai potè ammirare la b d i m dd Vatuaao Irasfor
***•■• va*isrririone trovala da poro fa vedere che in «M a n u il
potar«n era terminato nei 1444 * l * morie dd papa impedì
2 ***a «Mcuiiaae dd progetto grandma» 4mrritto rosi al minuto
•** MaartU. Che »‘intendesse il compimento ddHntiero progetto
2 * * * dd fertorv con coi tennero erette mura e torri a tutela del
**»*» caateOo papaie che «ergeva Di qweete torri rotonde sussiste
oodla gagliarda, che porla il non» dd papa e termina il
* ' » • » verso porta Angd*a Quanto altro Nincoiò V eutimie
*2*«ticaaek. pio urdi andò in massima parte abbattuto o compie*
Ili* trasformato •
M m a» a i »*■*» « mi •
»«I »te »««u a.1» a V M H U # •!*««. w <w «a . • » ♦ •*"**]
'**• •aa'BOi'» a l***w «I a»ragliali <n rH»«aa> in 1« hwm « m * •
I k c v u i m . ram nw . ||. a a j t | t i n u a n « la * w * a » » » * * w '« *«*
M a a i M » * « * » et» I « * IB: O T, I b a n i w . a » «—« «'«ai» »» « a »
* » * " • t fc - u i«» * u w w » r »m h i a
• •r» Mia»»«»«, a*—in . K aa*«a Va« n». »* «» f m * .
H i«* n in n a , rv a a fc 2 «, ►» rta«v «w M » la ^ a u » . ( W « > »«a * »* • '
• « * » « » » , « » < M « l a a l I t i . *. p s e » . . M e a •— * a ri»« ........... .
* * • *a«a- «et» «a » < * !» * « • «ara» U I m o m r « a ,n^nia >U 1« «a *aa-
* * *«» » ■ « ^ la *.«*» iM ù a M M f . t a l •««•* <*«a »•
***• .»a»da«k i#*fc» twe *t Wtaaavwm. ,•<« a* /«*•»» «a »* * »
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fq a rs 4HTaH» Hw i* »»!« ««MI IImsb*. I* * » » 4* t •»« «*««».
'V X » II. Ma aarfca «a»£ì» d itti < « n d l» 1* (larvi-
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InttiUu» drIU rilU Mrrna « I IV*-!*- t& ì I
•*«*. R i.
Uhm III Capitolo 3fc S tr r a iè , V U V iC A
» W a a ra n sa B M c S w a a a» I H H S 4 *
f « a M t « » k o « m i* vm « * « « aa a «« «a>aa» a»
*•* d »«e am v it i sn«» '•!*»«* «n* «n*» a»«aM*n« ninna*»
""■•v a u m . *„«■*** mi « r « * i «amati. a*s ai»»»
*4 im i 11 a» T«Mt ><• S i ptmmm a* «*. » « • » IWw (» • * » «* «re
*Ma«v4. «twn» aa» < *•»«■ * aia* * W«»m>»■*>■>» IH* *U • la«—»».
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•***■**• »- * ' " * * • « «se. K+m. H a i *8>SM, a* «M e m toem •*
***•*’ *rs«r*M«.i» M m 04 ss « r e t t a l e a i a i a * * lo » le s e
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Oema le ** t> M )* W > «SSKiMra» s s * O w I
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i h a a a * « » *«f» » u t * , l e i « » i « w h . i n s*< ••*»*«♦
III. M > h a n « I l I n « » m i m w — -- n in n is i « ii» » b » |»i
« I I mmi
Micco!* V r gtt m*4 ì « w a l fl MI
Tarn» a*l affitti, coti anche alla tcieoaa. che era «tata la lo»
•Ma dc«!i n a l MMé giovanili. Niccolò V praet* U «no braccio pò.
protettore e promotore CU emani»*« «apetano perchó
P " * 'ifM l la aperto giubilo per fihcanrme di Tommaao Parra-
*¡w» H pomo, non nobile. meiUu.tr «ali « anni «d eri erte»rmrate
** appartacente la M 0 M parte di « a i conoarota di per-
•a » m i poterò «rodilo, «aurtano che **ti era b e i » « gettar*
*» *»■ Mancia per la caato delia orienta l*a«toritt • I ricchi meni
» Ifc tacenti enllWItajjoac a rapa toperma «Mia ( lie t i
la corto qnal modo U nestore della repubblica lett*.
^ diramo a Niccolò una Mirra di coagral«tarino». nella qwW
«ao ri^w nliennt» le «perann» * i dwUderti de*ti omanitli
* r wwo. tonto Padre', che non «i «tornino dalla toa ewmoria
etichi amici: fra W ah»* m cor* non latciar addietro «iorila
* '«»d a r t i di lora. Pe***, che «1 « m motti «omini, che li «ami-
* **>* aftathl in «pawto «ecolo tariaram le arti Weraü. le «inali
•"***• f«a*i «pentr # morir prr <«lya dril tempo. Ika 1« mio «I
aa*«d* panato tanfi hanno i m n n l a A lo «ottanta «patta la
* remora di corar* che «»ano rtwfc w ll aeUa lora antica
** ** ò o a»Qa loro antica cm td im io w gh «ladii w«ratidei, che
!****■• 1* p,, aafcb arti ». «*•«*> pmtéeel «rane gu « m del-
di X ioo b V ; con « t a n a m * egli paoi* a peeetaro. come
arti mol anrhe alia «fieou». la «ma patriara beaodca. pro*
•««ira* « promotrice.
T«sii I «operati dei a m k m o n ta Votpot laioi da RMirri.
*moaro a Roana ni tempo <& Nocot* V. pan* per loro impolm.
* * * * chiamati da lai perche «g£ t o ib ra n di cederti alta rao
«*V » rom e aatorale. la ewaa n«n «a pram a&a Mieta, ma
«d «gai «odo tirar«, che *a dal prtanipio del «no governo « H
» *>» * » * « tu i m
* » m «a
’ * «• »♦ « t in * » . « li* • • «a ««•<*<• a» » « w »
*** '■ “< t m m «J 9m am>»s w«o» »i««» i'«am«air ♦ariaiHino«-
""*•**!*» OMMWI * -• »* n **
* r » i.«n tm * «a t «»><«< t •*»•»«« » » » i n w » » k • * > » ( » » » «¡i»
- a » «limi a <g nomiii « « ■ % » « a * r * n a »dm O m » i n «| | «>
IJI»ro III. Capitolo &a . Niccolò V. IIIM I.V .
i r i n espiteli« * i * n a s
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l i u l l M ttm ri* 4ri rmli f wfitrr f n r i r
Z I i S t p r i l ! « • * * S S * «. • • • » H n u a > la # l i a a n « » VwW
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7 *“ * * * t a r a r » <|aa r i i . M i a lla C a » « a * aaraéa » « a I H » « » « l a i M i a o a v a
Sai « m i » a l — a l w i a i a l » r e a < * U * > la « a am a« : n a K » 13«
**«*«» f ^ . i l a i . a t a , . < « a > a a • * » S U » tmrtmHivtA 4 r i laaaa»
* * V f N i t t i i i I alSa 3*1.
* » S t a t o al ( M u a a > IM aaad . ,*«ra *» t | S < « » < ? » » * • « t a h <fw»
C a o t o t , « I « « M a I . U n a » sai « a - • « « M < » i i r a . t a « n « T w « . .
atfcaa* »JìaU itifM U • «Uo Audio M t lm d * «!« latin« ■wrilMl«
m+Mi dM. — Ignito tatti l dtfrtti ftk*ahrl « a w a id haaao
w ^ lW i aa potrai» tadtwoo w lfw oittti i iK vlM tw It d'Ktirop*
Ai M u 41 *aa<r«tA al procacciò aaa aqu ila (uditorato col p »
a b w t a a » di aurata tradotioad ad amai» chi—tro ddl'Kl
«a-.-a* rdTarcradvrtt alla ava batiooa paaaa di pinaaUi a odt*at-
f t p n M a i valori di (h ik à dal h »»H M i i i p l u i Ah p a »
W'. gnvi 1('«a * dagli arrìttort gran attutati dal pupo in n i ra
tta ina tta ari—lMtii rAliarti, è dfaaotfrato dalla grandr «tu
"*ITarrfcttattara. *
far rraaaaaiailn la fervida «Ha M im ria ’ rkianaU la rila
ddb ffaalliaa tiboraditA dd paataAor. aaa dabUaaw parò rida-
*»r« gb orchi mQ» aaabri drtia awdeaia». Itro rá ia a o gu «aa
«**♦ paca è S f n a d pw w Jwii adia arati» dd dalli. K»* da
»»aaéaaat «ha awarrdò rm acaadab Grori a Lattai «U ««a d
ttp w iiala di (aatre a «a a td tm a M «aa «gal tona: man «atra
di daaal daa partiti d www a T W n tiaiaa taaanal. a odiUtA ad
A9B r fi «afra*»» K Ir «aaa «raa* prggiarl aamra d a al b «p >
'< w | a rinmm • t di&riW a dtrd ««a li a rra » ad iaaolraa»
d la>rtÉ*aaa aliara da «aa parta a daira» ra : d «aaa* pvrdao
* » d&fatta n addtaw Giorgio di Tra> turada i i d * dar ohiafT.
* ■antida Paggio «d ia «w rflrrta papaia, aawaadnaa aaa far-
«■ la n a ri i a fra I d a r a r in ata » d a «a a atr a ía g li a ltri lai pia
**"• «a la ca a ra tW la a a i t a r » Aaa a «aaata arano i d r g u 11
U ftM Ut raH tat» hk X t o n i» T. H it t m
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c'a a lia la »« a» v * t * a * « i « « m « mm •*. ,
• M i m * «Ma k - i i m * * « « i a * » » * * « » » m « * • • * * ♦
a. » « a la i* a *» r » i * n .«a w in * m-» m m Ht « P t a a « „
% qua.« «á *rm « i * dichiarato il fraari» do«toro «fella O rim i Min
C t r à M la coatrm*to co« qun u h . eh» r»p o U »»a o (li »turiti
» i « x i la n i M <W1U pw u. a Matta. adrioroario »»atroto rii
w rm m «arri « profani. nwotra quali fraudi «aata«vt fU atariii
rife*'. pnaaaan portar» aarhr ai « » a r i Inrii ai appaia «apro»
■ • M t * al papa, al qual» a «ila può farri di pio «rariito cfc»
p « M x m tali «turili. •
I a rilo a o to to l» anche ua'oprr* ar* + * * * < » rii flkxMriU delia
**• r-roa, eh» a d a M lc a a o kaffa*> ri» f*oraa»k> M i r i a papa
* b J » « tra tta ririTarrorrio fra la natura a la «ratta.* a «M a
« r U aataraW a rtrotaU. «Ari alruai paro lao til»». riiro lau
•W» «rife p ro fa n o «* . . cW «a roltobro. .*-c ia l»ro to aa rogoUro.
i l P~«aaia rivila vorilà «opeaaaaturalairot» rivolala, ai am i pi
€•*** ««• «. a n d lo al rischiara rio«** rii biaairoo Q vuato aia
• “ V * ta l» opiaioao ritolta rial fatto r i » la «frfrtto umano ftaw»
• » »oro a O U tn « proparato afl*iairiit«nua «M I» <«*a» riirta » ria«l>
* * * * M U M k i . Croi fo rm » a a rW oroaiai «aati. <fc» aoo apro*
«U A -a a « t i «ta riti «M atetici a a 4a a r i rfearanroo r « t i l » a
• N w ta profeta » . K q u i il riotto rio w e k o a o r t U CW aarot» ro a n o
>«aat,Mu » Boria « Boa rM » la roaa ». proawrw raotoro. «C la -
r a p w la u qua ario roa aaa b m proilri ai crtallaai rii riiri-
P ro a aarfc» «rio rii frw«a»atar* 1» -raai* rin pa«aai ». la a f r i t o
fcotaaio ai n »o t*» roatr» rolara, «fc» faaia» il ria» riafTana» a#t»
riaroaaiU p m M por aroi «fa ■ «rotai o w M a w rroi «atra-
latoro I tosti etangvhri vrafaiw p o rt i w
tutt'attorno in forma di
* illaslrntieaw «toil'arrordo del V*n**L co»
M » L VI *1 fila n o « li *rfittoci gratili
«M ite Cl n r ox . Srotra. Platino*. Artatotok. (h t 4 n . Vtrr- ■ * *
rito • Litio, l a parto storica dei V aac*h Raffaafe d » N r *»->
la tytig » con C lu M p p » P iario • Fìtta», a * a t r * p*r la parta -■<*■
rato addaca I ta ri! autori p a n n i P w f ir n llè raro» a « b fa a« »
al fatta, rh * nache papa laaocwaao III * a a T m m w * C A
hanno ritato rispetti ram m t* Catana a la farato C lU a * » V i a
M i r a a Kkcoto V 11 «tolto nriigtoaa ai rito rte * a la a r a . ■»
n u f « i k a di «a a Tommaso affla* al M a l a r a * * dfcaadai rto «m
fe Iti Et *n «*ii m m » pt* g»t i laadianto fe «*a i*a a » ért ito»- 4
•*K tai ra <to»a illustrarli mad tanta p u a i talli dai fttoaa* l è i •»
scrittori pajfaai
ito fa r fe « a «ataaiaatka pradifeetaa* ♦ F *» I * a »*—
baptoghi è M a r o prrcipeaawato a f a r à « « è g t i «mài rto*- a
attirò p i« 4Taa riaipror*ro. Mkcaèè V d a * « parto fea pr«~
«a * d b anrh* fe Mtoratara »cr tornai im. it o « « è
eafcitatn a a lla prima M a «aa » tornai n» »
r - ‘ U *•*“
* * * * * P «rtn a ^ il V a a **to « « « « i i t e ^
w W * t E ra M a di tatto fe ^ 4a fa r*. *■ -
d arà a «a n a s i* » «a lo ** • M a * o aam ir*ii. f a n » ' «
?T - * *wfeatoalMto prua n .i, da X in a fe V M a»*'
J * * * * * * " " f e — f e * » a drf M . « m » drf * —
. . . T f 1* * rf * * * " > • « * a fd la * U T w W b d a«*«to t*ad*r*r a
rito d> *aat A tannato « « Ntoaa « Gtaayta di T ^ -
* * * * * di Tir IK Ra. fe* * I . * w J
. V * 111^ A l TVBpaawMio fa ia w * r » attuato fe a**toaa» M *
'J , * • » * • * » C t a n M l O te ato a a* ari V « ^ 41 «■»
*a a b a papa attritorta* f r n a . tato»» ana • * * * »
r « p * r » drf T w p H M i » riaart taadfcì a li. «tt ia l«a O »
G «a . da C « U di C f e M n a » j. « « * tonato a *«•«*
•* »* * • tt « n * a i » tt h
• t a » . a i t » sta B u m .» I t a » r « aa a u r* » r-»i««w a » I * *■"**
w » i * « M a H* tm r « u«'»*si t» m a a * » »•.«,. »»a a » « * a**«**
» — .a » « « » » a . *» m i inminai«! a»«—».* » aa m*» *"*’
n ti.M tM i* i* a « » » • « • ^ . a » « , a i t i l a » » « * » a i u t a i * * **
n*i iraa in i«»
• « * Sktalè V. tradu«»« un« «cric d'altre a n riw «tri C rinm U m M . *
« ■» * M h «M ira a Niccolò V. eia* a u torvéon* dei paMfirira
4K fM ataw «u Giobbe p am » ran ttatn t« in modo parlkotar«
d ^ o a w to flubileo, nel q u lr uaao «odoriteli od abbnttiu*
llU M t i. a far« par lai« m rr» prait«Btt *d a usar» ««lutar -
• " > » à l tMopo «Mia frasia
Otta» a qiaeete v«r»kaot pei liberale iafitaiaeoto od aiuto «Il
ftm tt V I i r q w anche un buon numero di la o w oper* di b t t »
"V •r» srctaalnatlcn. Man*tti r w » * t u l'apportano iocark® di caia*
P » * -» »pera apoiofvtka r a a ln i fintai • i pafmaì. «eaaottoa*
feo ad «Ma una buoi a w ri Ona «feO*Antica T w U a t a tn, ma II
> • * « ■ vtoo* abb*«tasta per »edere il c«aop4*o*nto di qw aia
Pd>‘ lavoro.' Il f a a o w cardinale doaaeaicaao T o n )W M 4 a
M * A al papa «la* opere leetoflco-fteridicW ' Il caaoafeo ftorea-
feo Aatoala <fe«i> Afti. pi* tordi »« a w w di H w ala • Volterra.
Ma**'.ao por lai H i* « «.•>«•> di .tanti • NeOa pnadaakaa* a qaawto
" « a la lavoro Taaator* rifeva m m w «tato il papa a lodarlo
* '*> f ^ r e la fatica f i * a b l a o k a i U A ttàa a a laoltr» avito f r a
•** *M i avita gora Uno» a «he <cmo taira*— l'opera. Purtroppo.
«■* « I h » rA fìi. la m affto* pari* dati* l iffo n d a è pteaa di
MMA» a i ♦ arrltta « A i a p a l a a «flettotaawato. per cui il «rtatia-
* * * * * appare opcvgviu fa alfe pan nar « f e aa n ofeUta i a a t». A
•fe “Affi telando di «avviar« * vaafe «jaMdi alUa p n dnlfe aaà-
fonti patrM khe • opavuhnaat« r**rta re aatirM cadki
ciò aitano pi* «icari 6 * fvart, pMr*d tana pmata I papi al
» « 11« aaa*
• «a f C T ì « * a i-> J»**% n » a u
* m w « a , « , • a< »• i « * <• aaa. a* »* * r X X i a a >
£ »U m *».
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* I n o « « «bo« a Mm t SIS. o a n « o n w f i n m « a im
«**o * U « mmm «M> • iniiim «a M>«w m m < »m«o
* «.«« » •
* * * * t. a» »% r» «oi iiii'hui a 4M f e n oli t •» n w M t tmm am # '* 1“» * o “- *
m »oow m m M a v a rtiitu i» ti*ia p « a u fi# u • * * * '
* * » • » • » U l t a < o i t t > u i a »am* a » « « v n tana *m * *
u l k b « t i u i i i t pubblicò castro U i t p o r u totnpo-
• n « » « I I » t * t«fc « * < * O i * * 9 « m»
« a » >«• « « a » o » « *
« « imm • » ■»■riaa ■41
M fa lta la *» 4t C a r i* a V la a aa i n «a n u m » n » * >«•
r i * * » <» ii » « a W tua M « * • rial » mn. « a * n - -**
■kJMkr m ao rkanato W p »r»t» « h m u u liberta *, «toU'aHrci
♦<—léiirn» M I» Ubartt *. la aiaHW gwtaa aulU manwa drü'aMtO
• f k i :iw Porcaro id n v i di portar» m m r» di #fow*. Wnfr»
m d a ''ir r w rkanato la oro Piarruio»#: • IJbaratore «W1U
• » » » » l i t i * ai a ia * « «a •«■»•V
»aa* a m a * a » . «
41 ria**» «****•'
« « * .• » 13» -«a» a a*i«a 4» • a w m - »«* • » «a a i»* «"" *
a*«* «MMa. f i a »«a» » » « » aa » **m» a » a a « <aa <r a « m>» •**
• * i a * W M n < w M i « a « » a « a » « ar - p i a n * « * • * « » l l ' i l t i
motoxioa» r t w ) bm * » Roma, dopo pochi mon 1 I m i * n »
vaa© g ià abitataaaxa d’un* libertà, eh* M ila i m i tot ;• f'ttm
foorcht rtBkirbia • l i m n t o il rita n o dai pop*. Il • » » » «
*T«4fimn»to ai «arabfeo « f r í t a l o «neto quarto «otto, o t>» ‘ato
pi* peretta U Porraro » ' m alleato cogli «tonanti pi* f - »
Sa partaato i coalan po ru al h u a o p a r a r o n o Porrai- « lo
tiliaa. la riè aoa va veduto dello padaaterta • dal d » *
curiali, eh* I« realtà la boada albata dal Forcar* aap^oan a
« a i a * • al b o llita m a m a eh* troppo gronda a a > ( i ^ * »
aori di Catiliaa. *
La c a t it a n pervariaaa anaci!* aoaaaa» iatoroi o la ta¿u I *
fea: a « « è ricordala, ma aoa aecoprv coadaaaata. la g*o>» ttato
la cronache rooteasporaoae • 11 glodita© dalla atona oca r * » d *
rodai d i r o n i o b all'autore. ' A Roana, dota ta dad»** •
pi* atraao vota aalTeataaatane dalla cnagtara.' « n a t a » a * » *•*
porenaa ha Mao a« tatto II fatto anao alata di «aria agov-. 1 »*•
latra L R Attorti, rtfarvndoai al tonaorl dal papa, dk» 1w
odo portara «taail» gente, aoa art laccano par aoOa la *oa far»"'
**«•* «tutti ««Il occhi U manta pootiAri*. Ma ia fatto * * n *
ma* dkr il péh parifico dai papi ria «tato ooetretto a dar di pigilo
4ham ; >.* *
ti I n a * armavi però anche di tali, eh» » » i n a » 0 «a htrearo
• sortir» par f astica libertà della d i t i Per questo m i i s m i b
* «n ev ro tic o l'aiotho, che lo acnbaaenato IsfeMura dedica al
» * ad «aa diario: »C o ri stori <j«ot'»aa» am m ta. V um ico dal
• 4*3» hbertà di Roma. Kra alato «i|t>alo m turn ra«x<oe
* f c * » ; ara aua mira porr* la propria vita per la hbrraiioee
patria dalla Barrita. n o e ha addis«wtrato col f a t i» » .*
Vm frusta d 'ia te m w il co«te«»o <Je*ii umasiati « m i indorati
A i Carla di N im iA V. Per «wm la n a r a n di Parraro fa uà
«rtrtmamrnf. ipiam oie • « 6 lauto ptè perché Il
W papa cadde anche «opra alnmi dei loro «ari. comi» .
* * **• «ad ferrare«» Paride Avogadm. ctoe f a n i a < apaa. * I T »
*• Niccolò V r k o w n m » ria la decWinoe » arherao. di
• P t f f lo a Fltoifo a m a n o reperto tWn> » aaoaari. alava
» * U M t o p m i to coirodio de; Porràr» oootn» la tlfktria « e » .
***&• *»fla Santa Aede? Gli «a u a id i i w r i a a w tale p a albllHà
11 i»du <paa*i tatù H e p r * * del P w w n » K «ori a v n a t ».
^ * papa aoa tesse il pm atero di evader» d i «a d ii deilasti
" » p i « a b i l i delle M p r w M «. alto btoeetA |adaU«4aaa»aite
*■ * H T a ltM ra di Parraro M w « w rtnaawwera aaa Haaatrinae
w*tia»eoto w pubblica an natrjt» dallo etod*» drfTasti-
rito dtrtprrau castro tatto «aaate « e a m M « a i t o «a• »
M opvrw p « M r k * castro Porcaro. Caal 0 prfc «alto r x w i ,
h * r a do* Godi 4* V iran u «erta«« u t «torta M i n a s i n i r-
rnanpMameata Bota «alo la qucNti ultimi taapL • C m » t la 1 ^ ' *
41 dialogo fra carta dottar Bernardino do SM m «d oso «
di snmo Fabio CutBt, rba ha «ilio 11 (atto, fa la norma*««* »• %
tra il dottora, fittalo pio tardi a Rocna. ■dds roadti ■— im i f*-~
U U k ì fa n a n id rru ia e l »ulta miratela p fw n iiw in Al tte> « « .
pororao «croiivate di N ic c d i V. Lo arrttlarwttn » godio t e r
M la «otta ptè d a » lifttardo. Atanti tatto # osa fia t * imp»1 ■•
par r i m a i O M t o «ta n a od è affatto fad«da«ao a l i a l i U »
«itela p M lu g t i n poi papa. E m o por6 è Baita nolranii a K k ***
r top n ono a m a n o d o vi ai fa. aotiaato Roana palar iiani-n te « a
dal papa a por te «Itaca dtfaaa dot p o im torna t a la detta ite *
M a I » «tata di n a t o fatto <«aa* aoprama te aoa tei«*- - *
caeeottara. r i » il diatelo dal Godi ala alato aoa aeriti* M * -
«aoiaat» iaap*ralo svosto lo «rapo di ra a b a tlH * I» ida* di * * »* •
I quali a roano «ataaimtiri dotte libona w patM m uo «M a * * »
cacciata i papi da Roana, a eoa Larvato Volte aaga«aao » t
notala al papato qaalaiaoi diritta a peana itila iato tansparaW *
A t f w osa «unite toadoaaa te lu s«a oteffte di Glaaofg* I »
lr| eoa eroda parate «I n n fn m a al popolo n a a w te aoa » ■ - '
M n l i l i ingrntttadino. Il poota. aa tate pate dirat ■ ftrtpte- *
««o d » poi l I m i t i r io i popi te » — aro « poi « M L d o K m ««* 1
la lavarlo, a m u » fatto alte rtttà. S<aoataal* lotte T m r n r ^ ' *
ai travasa aatto «crUto alcuno gl arto n* M r«n rioni : «sai. «or a»,
« oondr Brippt rtrfcisms rattoatteao dal Ram ini oa aoa a* »
aégooria pap»ì* «la aompru «tata piè « i l o rio quatta émg a
capi «tette «itti d* Italia latorao alte can f o r o Brìpp« «4 • t « * » '
nate la nonoo a rte a l dal tatto ««aorali, la rampo« »* te** * * •*
papa motti taoani caa*i«ti: roaapia la (a r t d n t e t a dal ^ate‘
aoa ami «oda a S. Ptetro «onta 30« aratati » a a * Inori « * » ' * "
la «voattn ridaoa noooan altra a m a to : ta*te«m potò « « i » H * f***
dngoaro raamro da«6 ahitaali. astrarrò i pooot i. ^arialmp««
I nateli sodati la minarla, palato ramerò dai «tttadtei « te »
Ijr< Italianr e 1« r»agiar»
tu a » ! n e It i l i c t w i M » l o « * « * « « «M « w rf
* •'«**»•* «ar (t m m tm **m A M * * « Mw* z ìi»»*«» **»*»» *
« u T ^ ll ’ ’ ' „ « W IW -4 r * * »> •— * r*
* * » • • ¿ -a r a i t o » r i - w— " r *— * i # M I * » » * * w * * * ««• »
* ««« M< mi m tn « « ______ . , ________. _
*• 41 sm t^MaasM a *a s *a 4M* * * iriir * *
«wati. m i deHa titoftt d»lla città, m » drila raHgtaa» ctM u m a
<11 m i • ' « » p fo fr fU t* 1« carri» ta d t l f l U l k P n W b it a iM « u ~
parai» *Il»da«a> aITmIIm dei p*p*tr> d a lli U h * imUmm d i N n t n i
t mtft» diflril» rt»|»xwWf» «11» d o a u d t : lim ito «'* « ì m i
la M P w i r o ! la Amili fatti »Dar», e o a » |M t w à ,
aaa « a » * » * » * * » I» p i» m r i i l * taratptikMt. M eati» da amttl «wn-
gattaria»! eh» Mi U bo « F ir m a saa f u— « ra «tata la a ltin t r i n » -
»tana. I Ptacvatial carrara»© di randtra MMpriti ra AK m » a I
Yeaaaiaai tH falla »k a a l cangianti vr»ao faggttl a V a a a é •
Napoli; ma a<««nn. fallita il plano. qamti Stati a t a n > t rat I»
potar» M papa, e t» li f«ca parimente gtw tùiar». * A k n ari»
«inai w aU agaaa. e l » d»i » » miai di famigli» Cotona» i m a M »
»mai a»i giaar*. * Fratta»!o aoa poMcaia »varai a qwad n ra pit i»
» ra w a n a » «t» M iu M r a « k 11 M . I l i M »
a imm« IH »•«•• m IN*«*** « « a » w a a a n * Aia— . mm a > a a »
IN'— «» » « a f % a a t a a a * U N m i ia H a t A r t » a * a»wwa » t
«a * u w w > « t n aa». « u m a i i i M . i — «■■linai. I tane « r Ba*
M tM ttm n i ia < a » a i i » . in a ia |W w m i »«■»: i l aa** t a n a
taia**» «tgL tv > u •«■*■»» a a» rw w e v «a» «n » «a «a *
" » * a a r « ih t a a m *a«e*iaia a » « r * i * » . » i u u i « ,
**M f ; « u» - >n |- axtia alm a* OrtU t e i gR * «* «»«« *• *« « • « « * tmlttm
cisto di craacoro. tl papa gti « m i«r i la podaata dì
( m u « fraate apirttaali a tutti rotar«, e h * r i a h
tra quarti • t a (« M i ».* A corroborar* r a t t a * m t i * I f * u >
JKkcalfr V mandò a d ittifno 1410 la Botala im m o t * m i . . • «
potori di fegato, il quafe d o m a lavorar« «neh« p*r fe fm >,
rtoro di qaai paaaw.’ A quarto pa**o il papa aoa fa ««km 4.
taato d *li'i»trf«M * «crhoiaatko, eh* fu di fra »ili ÉaBaaw *> *•
U (alto «M'accordo fra Pataroai • Turchi. M i qoak. eoa* «
•torneate « riconobbe a Kocaa. riaiadava « a grato p -n t .*
« • 0 » torva h in ia o parata» dot cloro a n h i * « Mo t o r i • «
q a n rta llia » •pacialawato «Inani owtnbri Indagai daTOrd *» te a »
drtUno, «tom no putte «ella eoa«: fondando» «al favor» dai «i
taao carta *n toatavnno di porro a a a a «ai h*nt archam*
papa coaaaadò «I aoo a u s i » à i nm rUw dappnaaa a l i »
quarti «Miaquoati. aia di prucodara pai eoa paM atvte»..*
od «ooataabaaato coU'aìuto dal braccio acni« r«. *
Haayadf « Hhandarb*g romunemaato «Cnano M i a * a » «
Ioga dagli a*oi cha aai «acolo n oyp a a w rtnwtnata ro» *
«1 w a i » «rvditarto dotta criattaaltà. » i i a é n a a a a n *
paftk«k«rv la 8 à a a d a b a f quando tratto n ae di Caftrta 01 *
aia taaaplir*—anta astata, cha Nkcotò V corra di «iato/* hi '
I a r ti aach« qaatta « ca»apieoi« « «cada datka cm utaiu ■»«
I Turchi a. 0 quale aol 1449 ottona« « a (»p a r t a ««* i w w ■JK
gli iafodoh 1
Con qaarta M fu parò ««aartta r a t in a dai p q a « a » » -
Turchi CaB» laaaiaai attoaalona «gli «agni la ring»*» fa** drtU
gaarm attorno a Radi * la varia a r n i a » «a d a r # di * m »
«iato dai Utoanaaftl aaOa laro «roiea r aUotonaa. * B a t ì M * <
dì ad» paaaiaru daOa r«a>«*rvaitwai di O pra, bada «atoaa* •»■**'*
taat* p*c la aoa proitina i « cha aoi 14*1 aaaahra«* «ariana«*
itM c v tota datta patena« larva, tl papa a a a d i fa*ti *•»«*«*-'•
d'alato »a a mia alTinpnata««. ma «neh* agt> atot pnaat# da««
cvMtaatth. « B » Fmnrla. Poionin. S n a ia ttaaaaar«*, *
JkMtmmm « V )«4 . V
aa*-* m T Z f m a T T m m » m k 1 M » r< «M » J* *m im
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* * * ma la aaap»acta«n dtotro Te
*•" «h » al t r a taafmemde b a ri* aaeoen 4rl teanpe ter ronar frutti
• S a a t * a « n a 4 la Ina importa* «SSe«an* t m g n Niccolò V.
•<hr m i a «a l n p t a > m n « a » a «he «n a t o M «*m Valere ahhia
i a t o a o m t r n grandi * 0 1 m papale prem
«amijgho e aaeegfiainaa ili darre«« d'anim e ta tre-
m I fatte w d ù B l * r«m > o M d'una fortana tal Bonforo w p n
CaatoautNfmii. d o m a t i UflMtr* U w i i m t n r i n » M l i ritte col
Sar«d 2 ¡imparativi per qwr*t» ( « t n o M » «Matarterano te dal-
I t e t t iM r t a m M U S I l-a notula M b w t « m it e a Cmtea-
ten 4 B piè f n a d r tb ifo d im n la « O r a * d to m ri ♦ ««reo la
te* Arib ritte; ««reo I mfn> p i«ra n o n Ari tramonto Arila a v it a
« a « a I fiorai Aell'Antiertrto. C W a r i Ai «ai? Ci ai tolga. a
i r tr* I» «ite piatte»lo chr ftl orchi Ar' tari «arri »hhitmn a
««Arte k rovina Arila citte. aAtvrh* i tari am ari a Hlfaara, aaa
* > « a : » « aooo | «nati. chr oaatoAàarotM la ritte? ».'
t toporatora Coateatino maaA» ad Adnaaopri» degli lafaawia-
kr| par (ara rtOKMtraaar «alla p n fr t U ia raatrocton* Arila far-
•Ma. Il «altea» riapaae. chr farebbe w r i i o r r chi vra U w aarw a
par la ir caftan«. Nella p r u u w » Ari liSS ri rantinriè la
hèhrv» Arila fort»tx*. Arila qaaW il ealtea* ri— an a m a a b b « -
m> R piano. arafliradn rotar aite «parila totalità. awa il M a »
i ) B «tratta ad aaa fo n * corrwat* »p ap > la aari dalla mata d*Aria
• » r i i » d*Earapa «al pmaeoatorio E n a »
1» paca tempo h i rara* aaa f a t t t a . di col la » a r a e ra *»
► a » SS a SS p M I • W torri mprfto AB p atata aito « a piadi
I T.*rhé Ir diedero il a<*nr di B<*g*a Kmatn. ria» tegttatora dH h
•toott» «d aarhr Ari caOa. * C i» Baiarid « m » erriti« «al lato op-
to«'> • tintile caatoda, chr paria«* B aatar Ai A aa » rio II; « a r i
la Am tortora« Aotniaa«**« r i p a » la a i d U a rendrtanu hi
«ra paaribilr al «alteao « colpirà ori «Mda p i» f r a « « «al
•arto pi» anribile I* patonae affittiate mattana. tp artalnaatrie
^ n « iia • Gvaora. poto* A» • p a r t a n t e interdire • chiodata alle
• ^ ^ « a e B l i n a f i n a) «aar JCr** ad afta lata «atonia I» «ri-
***U . Ora dipendev a Ari «a * toaopiartto a r i « B tartara a
CMaatioapali rtedUprtaaahiV ioiparla ri— e » « t o r i * « a riè
h brutto alto faaae ori eoa* <Taa a a r i » *
to fa n i» la caatnuftaaae Arila ferteosaa « n a * aarlr twm alenai
•* ‘«ati di CaatanUnapadL eh* p u aeAwaaa ni a p i «etnia**« ntH*
Affla r a a t r m r ó * . Ir ««Bah rna » aaaarai * wtofatoeri ma*
t e l i A f ' d a ponto r<tap*r*sora frara ri « w t o m * ataa fette»*
***** a dfeaito«* al «altana. B aaa»* tatto« «a « « ri dtoAa aaanrhr
M » U h * ttl ( V W * i I. « • « M iti I W t « I* *
u »»*rn Ma K i m a i A n n ^ r x - - fin «m a M i*
^ »a aitata Im i, i.
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I W I I t. la * t v * « « ta» am ar , » u n a> r « H i «(*«*•> 1 * 0 a r t * '*
«* * * * ». a » i «o > « «r t t% > i m * w n » r t i i n «aa r t » ì » r f < i *• »"• * * ’ '
Cadala di CastaauaopoU. 90?
1 r i w t a s n a r i » na ni« »» i b n » r i a t t a i »
c o n i« * awwttr « i v s m H w H i ttr M sai * « • Ut
• k s e \ » * * «sM > l ì t m i is i. «■*»• »ea «so s s «»>s 11
— Ori Is t i» s M s s M a l* Is r s S la ■ » «»»■ * » M ! « « * * • * * * * *
«s i iM S t k V. l a n a « * - 4 « M*»*w * f M S » M I 1>ie»rs «s «a » »• »’
Prttw m * l « l ss* M I I
> V u M i e « » « I ea f M i H U » art n r t l M b to A s m »9
• i l . » » « * I. Ma
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• I I » » * . ■ » a r w n n e n i SO * 1 « ae*a»i»fe> s * »»tr t» • a*
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*10 UWe III. Capitato 7.1. » » u n i .Irt Turriti a 1« ramata « <-—■----1
« K «M M r «u v a r h » — * «i»ra *. » « M k *»w M
• a ie r a i* i• ai a ia to i» m i a i « ■ » » « « « o e w f io a h * r-»»< »
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• c i i i i i . aaa • w i m « i m w « «■ <», « * « * t> u * a «i
^ NL ( I » M i» e » « la H H Ì» l* » a 4 »tl*A | a
• ln e »i «« ita» i<d Tuo«**«** K< '►*»•< * Tinta J » «too*»
ai u i h i « r. a « ■■■»! >»o i». a a a * » m «*a h.m*« ria me»
" * w i ti. st. aa : • • la» i n m <• * » - « ir* •* ■ *»»n»ia
F i u r n IV t. K i « 1 » H m » *1 * X lw > 4 » V a «MAnu
4» I « e r n la M e tfar*# »oa * 1 1 » . K m
’ Sa» * rr n ■ h w > <■ »s e i rie» la U b n t e * M laai —li n ls ll«l
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tmnm - i n n i i M «IV «—-a» 41 N M l> Os im i. 4* U B I « r « H » .
la a a a w t b « Oisumi » a i e 41 I. t « H iflaar» « 4 M * «art RVI.
* a > : a4 sa t n iu m s^ a i i» i> n Rat«a» <t «M » « I M a *««* a» i w a i l »
" « e W * etr*g#eaewM a rawiM liaa*aM eaa a*» t M h n a r » M » « * w ta
' • * fra. M i f » a 4*«a M ia I t a l e « » V e t l r a e e V « e t * r * . o U
• « * 1 4) aaa ( e u M la rmtmt* a r a l<** «f *•>* T r i»* * «al. Itt e
« 4 M i « a i U . M e ; M«aa* e h u n t a n f i stane« 4e« e
i n t * e i n I M « a IMS. tl. » « . U ffa». aM a it e M u * * . >f
• ‘**M»* u t. » a Salta M i « a ) « n « I p a i c m i le ••**» * ta |<fw* ««41
4« « a m a a 4 t * * a a f t e » e » M . K e n w * « Jba » n i» e* ■ri '»
~**» aai M ( ara r « jj *a» l « » i l i i ) a i » H la SW a a » * >e «re M aae*are I M I
* » V i « « m 4 . sa<*~ - f a s t a a I M ( I M I . «aar I « » a * INI r a l M a *
« « ■ a * m a a r m « a « » la s a i s » t a * M a ( i l l l a i « * 41 C a r t e a
y » i a e a Ce* laaaaae é<* « * u a * v « «rtaar- aae #ar«wa «, r u « a AsfaaM
IL t u * A W »a a Ha t e t a ila M » fe # *« la f e S a M Ì I e>—
t»> <Q»aae««Sae> «a* M «a a a k n y d i M u t i 4M I m M J H f » Ma
M w **a » I s a e t IM S I M a ; e ! « • « ■ la • * • » * * « nse l < w * a M
‘ • * * n a «ea a W « 4 M M « * w a t a*waaap*a» f » a «a a l e t a m a t ' « |1 <
I W « a « « i u t a Me4M* M « • «s»a» «4 f»eaa» I f * « . r *»!•«#»>**
^•e*aa a l a t e « «al r w » » U t/ * I A a l l fctfctlaiteee 41 r « e
fata
armi, chi ardirebbe assumerne il comando supremo? -
namento militar* deve seguirai? Quale disciplina stabilirai? C « ^
garantir» la disciplina? Chi aarà il pastore di quarto | rrn >
popoli? Chi poi intende i molti al diverti linguaggi «d è ia gn .
di dominare e guidare i costumi e i caratteri cotanto ih— m
fra di loro? Qual mortale potrebbe riconciliar» gli IngW.
Francesi, i Genovesi cogli Aragonesi, i Tedeschi cogli l'aghrr. <
Boemi? Se un piccolo numero trae alla guerra «anta, « n o 4>
venir sopraffatto dagli infedeli, ma se andassero grosi i (Hurrr
• s m dovrebbero perire pel loro proprio peso e w a fa rin » t*
tutte le parti si è nelle strette. Si vegga solo eo a » le vana
cose nella cristianità. ' In questo stato delle eoa» IT a g W ru .*
più immediatamente minacciata, dovette imprender» da «ala i»
lotta col terribile nemico.
Con tutta l'energia II legato Giovanni de CaatigUone spiar »
in Ungheria r* Ladislao alla crociata contro i Turchi. Il r» f « -
dipendente dal voto della dieta convocata a Buda una éat«m
nata decisione. Le conclusioni di tale dieta fatte nel g f nan" U *
corrispondevano alla gravità della situazione. II famoso Usar*
fu eletto capitano generale per un anno e ai decretò ua bar- •>
g»neral». in virtù del quale non solo 1 grandi » pkvoll p ro p ri*.-
terrieri, ma anche I prelati venivano obbligati a praata r* m rtu
militari. I nobili, che lasciassero 11 campo aenza motivo « d b « ! '
sarebbero poniti colla perdita dei beni. I non nobili coda ftta
Malgrado ciò. Huayady dovette ben presto c M p n a d m . A »
suo »serrilo era troppo debole per ottenere un iaerasse 4 a s < ' ►
Uopo ITngheria il pericolo maggior» rimaneva team dal*
alla repubblica di Venezia, di cui dalla caduta di Costaat.sof»?
era seriamente in rischio la posizione di potenza a w s lia if *3»
tracciò il sultano (‘aveva direttamrnle provocata, aaaandocb* p»*
ordine suo fu giustiziato li bailo veneziano di Cortaatiaopaii » p *
di 800 sudditi veneti erano stati fatti prigioni, aggtaage**““
sensibili perdite in merci, eh» Sanodo calcola a SOMOO
Appena avuta notizia (M ia caduta di Costai»tiaopofa il Bewsar» -
arrisse una pressante lettera al dog» Francesco Foacari. ae&»
quale con eloquenti parole lo incitava alla difesa della c fW ìa a W
« 4 1 M h n » » rwttm u r t o la « « « I t o V w w to «• l*—H » • f t a M i i * to
t « H t a p «* l alto r a t a » t r i fra a« ara* t » ti»saw~ <M r a t » * * « ! l * a a » a r a * « » «
*. I V » » . Q r t > «t o a lM 4 I l a
» p ( * M * < M t « a it a t a » la I r a i « » tT . 30* « a la M *ra *iaai«i «■ *-
r « Iteri. t | * m l i r a * la r < « . h t m I W I I * *
M n w ra rra ra 4f » n n M V I I * 0 3 » ? Me 4 M * a « « n a a nae
In a i I t i * a * k aaa aÉtO » f a n n a o i t i « M S » *%. fa «a* - *
«atta « » I U n » U t . a m n a t n a « t a M M a r r a » , - f » p ara T a ra r '
a * . f e » « » » IV . 3M»a. : H ia u a n a t a M l r 4 riTaaa«4 la a l O a w » M * ’• * '
K * «a a a S R . .Inailit I I . U m . K n i a t t i l t O r a »* r « a f r a » * » OL « M a . •**
« » i r a 41 mrwmr? H *> « l i q t i i 41 T i a m h r a a aaatfc» <i
* t i« in «n 11. *? Il |.iTlira>nrai 41 Malto
t « » « a » t a b i , a M o r i .a » , t o m t o Q la
nma» « a a a a rta to ' t a l m n i i l a w i ■ laM aa • rmm mm m
raaa *»a*» aar»t» r w « > i a > a a .l < »«*»» t x n a II I »a ia a » « « ) * 1*
41 » l a i * l a T * a « i l t
• T r a « « ) » 4 l a i » U <1 ■>— « . I l » IM f r a . * » , « m m * It i t B *
A N k l t l t 41 a i a ! • l a T r a e a i a ( t o n a i » !• <
»■Ma t'a » .tot i V « i n 41 « a i M m «la n a In - 4aO « « ■ ■>»■ 41 «1
P»toi*a * v « .« ? * * j u i ««a*. * a > » « a «
» h r«oi a n«M»a « «*•» r»a » a«a ir »waj\ « •
Genova e il prnr4> t u r a MI
M i in x f * n t sa tm i«i* 41 s u i * <•
ftte a a »!
• •« X k n tt a « w s » «a « > w » » * !•»
U » f M » l s 41 M I a lai l a r t r e a a » ; « * W • **’
« B trattai» la T m i I. C « U N U W 41 & * « i si f*
•*»daik> stesso parere. Volesse Iddio che papa Niccoli non a v e «««
M *o fabbricato e m'avesse creduto! Quante volt* non gli ho
M io che. oltre altri innumerevoli vantaggi, anche l'onore di Sua
Sutità sarebbe maggiore se si stabilisse la pace in Italia ! •. •
Come l'Italia, di cui. secondo la frase di un cronista ountem-
I M M » . ' le principali potenze si dilaniavano come cani, anche
I usto d'Europa di fronte aU’im p m a della crociata ai contenne
tassi *rnza interessarsene affatto. In verità nessuno confessava
ttsrta" <«te la cosa, offkialmente ansi tutti I principi assicura
t a » la loro disposizione a prender parte nella cacciata del Turchi
AtJrK^ropa,' ma nessuno di oasi era pronto a fatti. Kik » Silvio
f«afc*>ò apertamente che nulla era d a aspettarsi dai regni set-
Matronali. Parimenti, a causa delle continue discordie intestine.
M jxrfevasi aperare aiuto dall'Inghilterra, dove vanamente Nic-
V ai sforzò per stabilire almeno pace e concordia. * Narrerem o
Pk acanti come finissero in nulla i grandi progetti per una ero*
«sta di Filippo, il potente duca di Borgogna * Anche nel grande
francese andò quasi del tutto spento l'appello del papa alla
ratrra «anta. Carlo V I I . re di Francia, non reputo neanche necwa-
• » v degnare di una risposta il piano di spedizione presentatogli
■ e t * prima della caduta di Costantinopoli dal messo greco Fi-
molto più che quella contro il nemico comune ia Oriente
*» >!" ‘er»»aa*n la guerra contro gli Inglesi. * Finalmente l'impera-
t ir * IU M it a n t 1 »«a. t r a i n a 111 l a » . Ma
It iiM ia n n a « M i «m>* A«-v*> »11* • Ksiiw • * ! M 1* ' " '
#<st«r«r |. w » n m i m « a r a : t ir * * * * n*r I » a w * a » sa**-**** •
l a rrti a to | M « » > / J M t d a C M a « « r % « t IV .» * • * ' « • » ! a w
». uaanta* m ia >*» m » i > * « » « « « s s * r
usaatoa la <laia a to l i
• «V * N sssrn - «H S H « « S s s » « im lSsii (S )« M « W H H a n s e
* •n i « s « «S A a « M « sssSISt «Vsr «tt.1 m N s s i t u t i l t ri e **■
* » '— « IX M I M | S » « n «» « s t o A sissi—Si i s s s te s t * » '« » S S * t t a » • « * n .
la v i U r r h l « l s 41 S l ils I» fc* rW t »k i.
' • l » |sn u n Xsnrsrss ss ss«» 41 H*s s4 e»s>hns M w fc» «eli» «ss
r~m » « V n U V ts è i a 41 k x a * 3» s s s s lo l » U • I » «M <» «s <
ta t a m » « R t M I a i e e a A a l t a i l a a a . r w i . * n * « » i *•
« U ta a la Cterts t IV .« I X L XI «ft SI «Mi T * « U III «*'
• n» X la f « 1 e « «Inaiai *CD tortai» «aoM H 4a » a a i
*•» Il fa « rje |oe n
aoot ii al »*• pala» rade «Mio aaa a* >4 4 » ***** a»
4fcalla r«taa 4 * a»»»4a laaillaa 1: tS IV»ta>»« « la f iM sua * •*»•*
«CIMI- <aia nata a a * « aa4batts ao a «*i4Nah a> «4 i M » I* «
I ( M a l 4*1 sarai « I a a a » a t a i l l ; IR laaasrf l **»< a l Z I a f a t a • * <
« l a la«àa a a a ka <a*ia aaataaas a p a » w a » ; ZI nassa*» ■ pa*a * aa»*»« •
la b i I M H »a a « 4 4 n a t a a * a i l i d l t l * 41 a l a i * I» T
n » l » lar. * « . » . W l » 4i<a a » » a » 41 « * * . » ? , » » a - a h » a l « a * * « * « * ta t# *»*»*
4 * I l a a a a . Maaaa » ai a a a l ■ I M ( A r i l l t l a tì»a ta «a la * • *
la t a a.
M s ls iti* 4*1 | « | 4 «Il
tento dei Fiorentini per gli insopportabili balzelli « che era i>m -
mie anche a Firenze il desiderio della pace. Francesco C «a U r *
che negli anni 14&4 e 1455 «tette a Siena nella qualità d*us»
veneto, in molte lettere diede relazione alla sua S ig n o ra 4» »•
more dei Fiorentini. Nell'aprile 1454 scriveva, che i cittadini «t
liero elevato grossa voce per le nuove lam e e sarebbero «ari!,
invettive contro Cosimo e gli altri che volevano la guerra
I » trattative di pace avviate da fra Simone trovarono la - * *
et-nel uà ione a l » d i il 9 aprile 1454. In conseguenza del pati» ¿*1
stipulato, Francesco Sforza restituiva ai Veneziani tutto e*-
aveva conquistato nei territorii di Brescia e Ber gamo, ad e r r a
di alcuni castelli c mettendo Tunica condizione, che r im a n e »
impuniti odoro, che avevano abbracciato il suo partito Se int»-
dessero partecipare alla prosperiti» della pace, il duca di Sa» »
e il marchese di M onferrato dovevano restituire le conquisi»
nei territorii di Novara. Pavia e Alessandria, che. rifiatando^ «
il duca di Milano era libero di togliere loro. I signori di C a r m * •
e i Veneziani dovevano ridare al marchese di Mantova quaat
avevano tolto di territorio dovendo egti poi riservare al fra-
Tarlo4 a sua parte di eredità: Analmente il castello di Cast'gt* r '
della Pescaia conquistato da re Alfonso in Toscana doveva r i »
nere ad A lfo n so sotto la condizione che il suo «se rrilo si ritira*
dal resto dello Stato fiorentino. Tutte le poterne d'Italia «vai*a-
invitate a conferm are entro un tempo determinato la par*
volevano partecipare ai benefici della medesima. *
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A3H U b n > IH . C a p ito lo M. N irro i» V . IM Ì1 4 &
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• «V » «« «» * a jt • < m «> n 41 n ae#S# a trta a * a «r*" *
Nm* ita H i— I t i ■ «■ ■ In 1t.Vt «la 15 ta tti a pw* * tasse a*aa*
•rW rt t t M a «tri n> < T A A e «i M |a» |aftel«ll f lK i a w U * * * * a* ♦
aetr A r e n i v i * 41 M a t a l a M e a * . e » > t « n l i S M « * S ' * * '
Munta. I N m l i ItM «A r e k i v i » ai «iste la UH*
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«te GNaft, «ra n a » a C U a tl «la U n »« I e ta a M » l « l l IH !•*» •l* r"
t x a i ; I l «*>a*e> i t m a la to ih a M M A r e n i s i * 41 I l a ! «
» I r t a . iMe tr t e » tu O rn a l aa i l » a Aro » U H a tanta» A a*»->—
i l i l 41 4a<m aM a» j in >f < h S a a ia u «atrastaiaat» m *f A » « a i * le
« l a i * l a M l l a a * — vaaa*. alTaaitata M pam al *m t*i * X sw a » «e 1
T » « n » *K. fWt ta ri* «'aaarasewaa. A r«r »> «w lIM r V » «a » « 1«S0* la
» « N a ia« » -tri nmnmrn «a rWawt • Uhm b a a a aSe» 111»
• A l t*s m * atuetaa«» la « « s t a te tta «e * D a « « a M a a a » « Su « — «*#.»■
t e e a*4 f e « * a a » a— » a a m « e » » L e < a «m * tannati» i < m a » U * * *“
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« a » a a w a o a n — a >» «— »»■« ■ >> « Il t a l « a t t e » » ( A » r h l M e « I * » * • *
t a * t e a a. tm . a n i Sa* tmgglm 'mm a i i a » a T t n t « I t M . • V « a « « I H “
• iu u m marna
I*Itimi fiorai 41 X m <Oì V. MI
fcWr-e di mercenarii. rhe .«‘erano form at« coi soldati. i quali avo-
tite vertaci palo «Ila guerra lombarda, turbavano le te n e *poghe
è. ir ;>p* e in b m « il papa do veti« riconoscere. chr non c > ra
di far affidamento neanche tu molti della Mia propria gente. Coai.
ari «. mpio, venne imprigionato come sospetto l'uditore del rrt-
fceedtl Patrim onio.’
T .-dolerne molto forti scoppiarono nel Patrimonio e nel ter
ri*.. 'lo adiacente dell'Um bria verno la fine del governo di N ic
ch i V. Ne fu occasione una controvenia fra 1« città di Spoleto e
é N rcia. nella quale il conte E v e n o d’A n gu illaia ai mia» dalla
| W degli S potati ni. Sperando di poter riconciliare le d u « città.
Jt»*wlfc V proibì al conte questa intrusione e d ’altra parte cercò
a» di distoglie re Spoleto dall’un iooe eoo (Sveno, ma le due
pwti t o t ai curarono del romando del papa, aierbè quarti ai vide
«anrvtto a procedere colla f o n a della armi. In ronaeguen ia Spo-
*i sottomise. il conte Invece, per tradimento di Angelo Jtoo-
aar». nasci a fuggire. Niccoli V punì il traditore colla morte. *
La primavera del nuovo anno non arrecò alcun alleviamento
ai Valori del papa. Dal principio di m ano le eue coodUionl di
•a- te peggiorarono di giorno in giorno e l’ammalato non al faceva
&* illuaione in propoeito: infatti ai ? di m ano gli Inviati mila*
•*» reificano, che il papa parla già del luogo, dove vuole aaasr
•5 «Ulto • che ai prepara aeriamante alla propria fine : il I t dello
« a * « mese «gli riceveva l'olio aaato. Anche il giorno precedente
* alfe V, ammalato a morte, aveva dovuto ordinar» rinvio di
tovl alle città principali dello Stato pontificio, «ni quali vanivano
"-Me ad ubbidire In tutti 1 enei ai cardinali fino a che Dio
<4U Libro III. Capitolo 0. SkeoW» V. IM M U &
• V a v u i t M h B i m a ì lo liti loc. (i l Al I#
•tai ta i«a« am. Nm»u mju T t - t r » » a » , «a* b
« ift w M V aaOan* «Moto 1« lotto lo Stalo i m H M . »w rta U i » r » •" >
«••«lo . KNatf*. toa i mtu. traah—», tartara ram ai».**.
i»aa. itko o dotai» ai loti* I» «Irta ». 1. 10 * 1» aat*** «Tea * <
«atS V (alto ao*aat* la « M a n M ta Moata « » a » U » atri». It i* la aa »
la | » a a > u <kiu n i f c l U t o r a M a a l c l p a l o l a ■ « * • ! * * *
i « W » w fc t m a Hurnm. o»M I alUail f«*U . f . 3Bf o • * * !«• m » é>tm* 1
aro: « Vt r * o r r * a a la r » * < l
Ito u t o ««.: «ti ala» .lk|*a |«r> ila ir ~»i t»W V i
*H *k a im u iii t*a>por» «•«
•ta l»« M l««a»oW «eo r» «ao.lt «Sappia. •<
H » * >« i « H ( a l a l i » p*0at» *■ IVtrt. H fc»u n a ■ •ta l« hi* n»a* * •
hwrt» «eaa. ac tatolim IL M a** a a M l a * ru ta . A Jiin aM» l a « * » »
<ita4l*to aa W c o l » V. Sm w | »lrw «I*
A te hi « la 41 * » • « • la • » » ! • * • sw
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« J* » » » iwnwfw s a « I i • ma
fisdc." • alcun rinulUto decisiva ' Per un po' di tempo p*rv*. che
>ttenere la tiara Domenico Caprantca. col Carvajal l'uomo
yt*r »ilente del Sacro Collegio. La Chiesa avrebbe dovuto dirai fo.
fecequalora quarto porporato egualmente distinto per pietà, adonta,
• r e xa di carattere e abilità politica avesse raccolto au di «è
• •* «gioransa dei voti. Ma Capranka era romano e propendeva
peti ( i >nna. la qual cosa lo r m «gradito a molti. Poiché però
•su .n partito, né il franco*«. né l'italiano, né quello dai Colonna,
•e r tro degli Orsini potè raggiungere I propri! intenti, « ‘andò
» ì' ~ca d’un candidato neutrale. Come tale raccomandava«! il
ètti' ■ardinale Beaaarione. il quale, essendo greco, era straniero
«rifusioni italiane, non aveva nemici • di cui ovunque erano
«e*it rati a ragione il valore scientifico e l'attività benefica come
hgs'o a Bologna. Aggiungeva**, che per dare nuovo slancio al
me -nento dell* crociata nesauno appariva più adatto di quatto
m •*ndo rappresentante della Grada. Pel Bassartooe si dkhin»
mrvmn otto cardinali e la domenica • il lunedi di Pasqua sembrò
« b fuori dello scrutinio si sarebbe venuti ad un'intasa sulla sua
ter *mn • che egli sarebbe tosto proclamato pontefice « età «1
mr .adà a chiedergli grazie come «e fosse avvenuta la sua eie-
» la una lettera ai duca di Milano Roberto Saneeverino pensa.
<b* •* il Cardinal greco si foase adoperato di piò gli sarebbe toc
m*a la tiara.1 Stando alla rotazione di Eneo Silvio sarebbe stato
FAlala, cardinale d'Avignone. che da ultimo avrebbe mandalo a
• * * » l'elezione di quarto umanista, il quale ssmea dubbio avrebbe
n nettalo l'opera di Niccolò V. Sconviene. cosi avrebbe «sporto
* mai coi leghi U cardinale francasi «conviene mettere alla tswta
* 3 a Chiosa Romana un neofita, aa crac*, che porta ancora la
fca barba orientale e che ha appena lascialo lo «risma. ' Qisast*
•Al Mbro IV. Ca|iilolo I. Calte*» Ut. IU&.IIM .
•sm * • a s c w * . t u a « u * m n « e i M M M i s i o ■ ■ i s i iW a n * 11
a
«*«* t.Mttu «mi« c a i c i s a s • a »i rea . crucii a*ua
a C r a r e l e « r n i t U s a » lw « M n » e»H s v i u e r i e
s s e l e i l a is U B m i m 4 H i t t H a i t i m i i l M i « M n s m o «
M sS M rrU t» ra ts U s e * r l M » a s tte Ss 4 f * > r a r » « a » U i « i k « » s<<'
Artla —m skM s la n i . l 4 . n i e » . I n i » « M Vali«»*
a * « 1— — > >sr e « r w U. m 4 «m * i le f a n * w..>e «t . r o r l t l s * •
4 * 11, a e s t r l e « « e 11 arrttte la p e r i. a « o « i * a s M t # a l a r-
i w m i mi ««a i v i m i * N t a s r il* . am> a « a
* « m » » » re i» a i a V ta rw m * x i w a s a a « « » a s p r a » i« a a i s r . a i »
41 a i s i e la M llsee; * a flk
* »«a «» Amm. ira xit>.
» on V a » e « * a « s » « a t t t m m . I ' « | r n u i lar. r S . • * i n t ------ s i « * * “'
• t r a r r t i a f f i areta « r i T l i e a SI l a * «vrta a » m ^ t » f * M « s > l"‘
«»sa m m » * k w s i * la »«S rt sarà» e .s * faretr « «
««w s s rHi* m «*«— rtea .. aal a • »Misto e i a m OS*”"
ra r«a a w la M . C 4 a b M h l t e t e r * <1* i r • • * « 4 e l e 41
* o r» n a t f a x i r a i a s t a w m u . ia m > < u u w u « a m » * i. <**
IU etafarrt* I l « t e a * art « a a e n f t a * m «U ste e a 3Wk mivimét » « • "
A. a»*> * » r t t * . M I . . M I . r>* msaePMlB a i «e A f . W L mm fk «arte a» * »
a r t T A ' e k l e l e 41 a l a l e l a • ------1 - --------- Jg « w r PM* * » '* '
nai«iMaSa a*arA t r a i n e segrete p*si iMeie le An> a IA *•* *
«s m • M an «r«a w fisnsi 41 r*~m m si a*» * »* »• • r < «M u n s - i
l’ w c riim i di ('aiuto IH. «Si
ti
a* n e u
U bro IV. Capitolo I. C'aliato i l i
n fU m i* i m «a a a la a n e t t i H la a » c >
is r * . a » * XX. r » A r e k la le al « t a t e la Veaeaia.
* l i » Q « H w r * » « K s u e n « » la 1V i» « . » h i aaeaa « a m » « : "*
* Lette*» « O aM * a rvte 41 » ■*■»'» 4V I M M * 4 '
X a i > * U M a Iv* M ane * M « n » m *ti*u i » «- tea fi me » * 1 «_* *'
a « e » tate»» V II* n>t S »a <M m m « tatf* I» «ha**» 4* taawae «He»-» "
la m tv «M 4a amiti tiO aal «*e ri if w ia v « torti N » a i « la * "»**> *
4 » « « a * la lata a t la n ri al n a à tw < «ia *»* » ■' ita » • *
aaaa rtmm. m i a - a f t « » < v a^wta 4a*a» pwk* 41 «»■—" «a’Via i» *•** * *—
lo e fa y e * tf »n aH aM « niaa XVII. a D I * * r f c l * l « 4 i • >» 1
la n r e a a e i
• V i i s «a r d I. t m U a n m « i l i a V *a>a~ la r * * a a a N « r » ' » ’
S * rt'a a le a a IV IM »< l a
1 1 «4 m * < n o m i , f u m « * i m i l » I * a e * n v « r
IM M 4M N ata • S a » « * |«U i r a i H » « ** * r i # « • « * ■ * • * ♦ * * • *
Veaeaia
CWaUeritUra di Cali«« III. «b>
mtM. con cui essa succedette, è però stata dipinta dajrli urna-
te.; r » colori un po’ troppo vivaci. Calisto III. il calmo, secco
pmn0*. di fronte »1 movimento della rinascenza comportassi non
imm ratamente nemico, ma soltanto come indifferente; du
na*« i! governo suo intervenne semplicemente una sosta nella
o r» >nfale del moto novello, nè più nè meno. Alcuni umanisti.
:«nr « i «*. Leonardo Dati. G aspare da V eron a' e Niccolò l ’erotti.
tmm pure la università romana ; ebbero a fru ire della benevolenza
m ' a. ‘ Calisto III non disconosceva i servigi, che in quel tempo
ret* -.a prestare i letterati. • ma a lui sembrava più importante
t • .«rio impiegare i suoi mezzi nella guerra turca che pagare
àMerati abili nei maneggiare la penna.
Strano e non ancora sufficientemente spiegato è il favore go
t o » pr ««so Calisto III dall'umanista Valla. Probabilmente vi con»
tftbo.roao le strette relazioni con re Alfonso. Il papa lo promosse
* ** ì -lario pontificio e liberu^m nle lo forni di canonicati. * Il
ralh <-rò moriva già il primo agosto del 1457: la sua pietra se
ntirai» al Laterano, che un grande storico tadesco salvò dalla di-
< n ’O*. * ha dovuto cambiare nuovamente di posto nell'ultimo
di quella chiesa. A l »occhio Poggio, che verso la fine del
|ar. ato di Niccolò V aveva lasciato la curia per l'ufArio di can-
« • e r e fiorentino, dietro sua richiesta Calisto III lasciò come
A th u ioaa d'onore il titolo di segretario apostolico e ne firmò il
‘fl decreto il giorno deU’iocoroaaziooe. *
f- itersssa nte vedere come gli umanisti seppero bentosto adat-
*»»■«« all« mutate condizioni. La biblioteca Vaticana conserva tilt-
* V la «a «a fn n S n l» e M * .«• • • • . •• * » * 6
' **»• altri « «• al U fw a i : * Musa*. i< **«w t. X I e M»»r«*i *< *•
'** ***#. *S». t ftS<S « Wl. t lArcf cl *! « * * | ffl« t»«a 11 •
b* in
' '« « * » » larfr. il* r mim imi » IS «rl. I > r « » « r f «a a I m i » . Matita
^ Il SM « | a l n » * « r a S n « * « « t « w III l S S * a » « . A K M r i I, M i
«a a H a » . |«| a s v —
' li m » « * * » « r 1a * 1 S M »ar«» ! » »«■■■ U « « a «SSàna « r a s * « « « » Il
*'"'*«««► M a ta 41 f i f i » ai r S « a u » a a »«as a s ««a «sarta im m * 4 l»v .
lu m r ^ a » 3M. I M M v U * . < « » ai fbIMU. Ili
IJV® IV. I. Caha* Ut ICJ» l l >
( « • ■ « • t e a i n . w » . «* e e » *
r « < o . -a**». •»-** «* o » • "*
la »*»;*»■»» M T v « » » *a* «s* •*«»•
im>r gia ra o Cali«to III si recò a S. Pirtra. ovr per nrardtr* li
m* » «li o«ni (r a n d r a a terrestre. un canoa ira della chieoa. m»
«ani» antica con »uct udine. abbrjciA damanti ai tuoi occhi uba
«■ara di «toppa dicendo: aacto Padre. coai paaaa la (torta del
wrr *! Il papa «temo celebrò la Santa Mrwu, ari quale il Cardinal
hd- antò Copiatola e il Cardinal ('«donna levan(elo. Finito il
e i», ai tenne davanti alla butilica la iacoronaUone Pruapero
» a to*i* 1« |t M M } a K i n i U I t ó a SJ * » » * • • « » * « • a * «# II
Ifwnw «wnrtnOia». i2í*j5Bl »«■*« te «MBOMI 4r4
« * »• • 11 k | k n . laooaw a .« « * « » « * « • » 4rt ' » •
"«•a «a* n m . » a . o u * i*v . » r * ....« ^ ti. k b « t » i .
* * * * * HM tt&m. o » « » n * « » n m ■« a # * « a u n *« » » «
*** '** * • t p t #1« t « ««t » < « » n u « e a r e i» paallftcla.
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4 >"i O ««« | « i« la >■*«« O f> » » » w i< W O B»< ¿ I »a «, « i »
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• * * • « « a * M O l fe r a * a M n m ** f • *«< **♦ »•
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■o*« «*oa» m «s o«*»**» i *5* «H
ita«!» a * » i* o«** ai t w » «• a«n»
* * '«• . III M («I* « « n o ««• • «-w *. ai r«*rt. II *4 0 M O *
•OS - >#«<«•,*, I n*»ne««i w *» I 11*11 «M*a
■ « M * « « ib a « j t r»u i m M * * !»■*»■ m a l o « a mor
— "■—«e ibiit i •*«*« om«oo »t«M>na» a» io»tonn mw »io .» «a*
» a : A r « a i * i o • • * * . * • « o a illie ia .
* k.t*d* IOS. t » O M«** »«* ««»**»«•• >1 i; “
* * M m * a i •«»«m ai f%«to a r» «taño a* ato a im w a «o
ta a **«- a a h a # » a i * i * ai a i* »o i« m u ««,
* I U «* M » . I *,*. % Il . » ' in a . a M n .M it. m n iM ilO «A la ta n o n a « 4 »‘ 0 a o »
* " « » <* »*•*, « « » «oh » roa a » «a a « « » *•*»• o u í « « i i h * » » g r a t o
*** * 11 ri< i » non* o »««»»** ao . — ■o **» * a »au n ««**- ai •
*» «Omn» a* I I m r r a t r i a a a » « k t i l * a i * 1 * 1 « l a M lla a «* .
• N # > • . « * jm*. « t » m 4*0 a o* a • o > «. « <«ooa«
• * • a» a s a r a i d i i i « t i * i « a
* 'a o < m m o > «io « » m a w » a»<¡' » ♦ < % » • ! • i » * » » l » a«a*
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na M 4« f> — |p. r. aa n ^ a e * a» f M * » m m »
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Multa >i .«n .»*«»« M I » » or* im n D in a * tt, aa# IMM m +
<4 i M t n r n r a a icVMhMl »«M- V| * * » « Mm . Twt»«
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a f f i l a » a di aa» Iftta C alM a Iti fava p a la r « a la t a a o ' |ar
a a «rdtaa at traafora»^ la a t t ta fava M b w d i di aa«a laaat*
a * U I rada vari. dH ambra di « in a laaa t a r a i : r rn aawal» s a »
4 "»M a aadar i a parato »alla r a m a l a a a t « o M a p a a d ,
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•arto 11 p a l« rrm ripteno drtW m . * W ¡ i f M U » . atad* l u í » p*é
«T wteroÜ fti fano*>o i todadi di rarrm ni«H U I. a*4r|t*lia aanba
f e «aadttttara Ucopo FVriaiaa
K ín H u m io | ü ro m
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k " < « U a la Roma*na m* pobb» n u k d u d a « a atad» di
4 N M aoaaJat. il dura di Mflaao fmtm w d w d a aaa luftinrifch
la ararataxiata* di t a r t o t w » ía «aa«W « r t n » , U Pw daiaa da*
í ik t di laatarr aa'ahra ía p r a a A t s n im é r Appaaalaa a «t «afta»
« a i » il h frilw fe di .t M a S «tr«M ata p a r r a «avala w p iliM la
ara «Cata m t n I Florcaliai a i V ia w ^ a l. a a t a n taatnaa
* ^ « a atada» il r* di Ñapo« * 9 « «aaata il (V rtetea aaatral fl aaa
pwaa ABorqvaado farota» M r la aaa frrtaatlaal. (U a b it a n di
H—« a caddrro i« m I b * » a r a a m la M r t a a iiaaaaéttta— a la «I
r : -daafe a tatt» la potaaaa ddla W » »pariatetarta al pipa. an a.
t »»Mídala ad aiotadi caatra rardiawalin» raa ftdllif i . Ctft>
al» Itl. ru p M » íta lo pM di h a a ( r a b a « a a U
1» rí aparí ara dafla p a r r a aair!t*ba di
h * í i aaai p m an lh i par la r w i a l t Nal giafao li t t (1 papa
tfarfcáaf* a«ti ¡avian *»a»*>aa) da» uppimXm al «aarta tVrtalaa
li «laaaa raaiabata « l a al T n t b a da» la tai Aaaatatba aa aataa*
lia par la r a fia »» «ha > aaaafaaia—art« M a para ia haba «la
«a « * a caarv alU «laaaa « a b a f b la dtfaa» drAa (« b «iM ia i ,
«Manía tatabra i daa aapani «aiapaaraUt»m » a nU taaal » A étím m
| di Ib ta 0 papa aaanab» caalva il f b r i a b a TmmttHm M a l"fcá*aa,
•ba ara praato ad a d » la raaap» n a b a I T w t b C aatafaib
'•»ptstaa di «aaala a ra a U . la rai i r a a 'a a » ¡ a a t b Katmbaata Or*
« a i Sladaao ('a b a t a a dar S Iharaa »«arta d' Atra illara.
«aba a Atraabv ara H tbiftaM C4a«aaa4 V#arfua*fba ’ Ma
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A » Menata«!, d un n n o i« «tarnta. a aoanw« <taU» ««ta o n t a »
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la W44 a u ìB u , Snou • un ta n n ili *
venata trapp» p n n a t t u M ta port» 4 * h a a . C H U a io flta .
tai«aa a I V i a j u . la pari« <ta >«r«u» • itatatao,, I r » « « i m a
h m 1 «arti 4'AnffUilUr» « I mitri « o M I m i , eh» atovaa» «oa>
t a id a coatto il IV c riu M 1! p p «to ta « a i » a « a » a a in ragua
i i^ fU fta M V i t a « » F i t i u : ta ( a a a a i p i t a a ü m a » «tot»
a c ^ « iia a ir a n f BB ii » A K m h » <ta U k U a t a a * N t C ì p a h ta
i » » * p a la Aucu torto a u M U t i a » f i * a Itauwa t a o l l . *
ta» acopo dt tolto ta a p o d o ««« ora. 4a naa porta, 41 p»«a»**
f o » ffe aM U aU «taita tanta crutiaa» propra» io «ori
taap» l i i n m o u o a t a i i U «tat l u n a , dalToJUa 4> « n a * w a raa
«a woeMo por auuo ta farà » anUttart 4 « « « la lwtah , * Itar rog
r a w «ooatolUHK» intani«*, ta tartto età nano 4ahh)a trapp»
«P «ta a porcta ta p r ia * cora t a p»po lo «rotata 41 pratwtarta
taKianL Por toi aaouvo ta hcoroaop». taipuawarta fon ala *> fa>
l a t a e e k i i i e « • « t a l » I « MMa»«»<
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**««■* lut«»** lata a tt> m m «m m « « » **«»•«»» ea A»»«
*>»■ M i a m a» » « • « • « « » * * * • a »««*e» » »Mt «ta »
k rtk ltle «ta rvle a e e lK U l» (M a a a e n
Ubfo iv. r»p*t«k. a rata*» tu. u v ,u >
altrettanto che quell« per riconciliar* Carlo VII rat tgi**. w •««*
dolore recò al papa, che anche il legato mandalo ia Fra- . i
Cardinal Alain, non iarena« in modo auflkieate d prw; ■ «a,
vere.1 Vi accenna una serie di lettere esortatorie «M 1 «
a lui dirette e tuttora inedite. La prima di asse * dri «.
bre 1466. In e*aa (aliato III eaprimc avanti tolto la *»• 1 »
viglia pel contegno del re francese, il quale, seb bene rare*,u* -»
egli abbia tornato a dargli una prova deila sua otaHtnc«- - t*
non permetteva nel auo regno la raccolta delle dec>m*
data, anai non lasciava neppur pubblicar« la baia dràa <■*■»
riala. la qualcosa toma vagli molto dolorosa appuato la q-v
mento. Alla fine al «aorta con tutta l'energia la i t o » A.» » »
mostranti telante nel l'adempimento degli incarichi a rati ** <**
n«a si verifichi ciò che già molti dicavano beffeggia»*» f t a
vano egli era stato mandato in Francia dalla Santa S«i< '*«4
l'ottobre dello ateaso anno il papa si vedeva obbligate a n «1 f*
ancora una lettera somigliante «II* Alata. « Quei rrtrtiar < *o »
Ile«, che ai di d*eggf non pori« «luto per proseguire la * va
data da D io », vi al legge con allusione alla «M oria >*»• * h t
grado, « s i dimostra indegno dei benefici di D io*. Caa q«*»
et lamento alla guerra turca andava urlio II comande di e* » *t
| m «4 aholtnr la prmmmalic» n t i t n r . • m * Ca#4t» VII rttaM
I W M i « M U et>er*i*. che «Ache ia m m a fanr«ala r Alafa
« a «t’eana Ralla. ‘ Cirra lo t t o w leaapa aach» i catiitofl
ftta «fa lk a ro o u per a**re « a « ;*rte * * e 4*U>
4NÉ*- da rtanaoiani ia Fraari*. n a la *a a t«*ca M i « « « a
C * e >’11 Calirto vi al d x k u n n a l r t t l» peorW I « « imhw »«a
#a «ata falto per Rodi «1 oca 4 > m a « iM a h n t la p rta » k a n
* m rtv r * la Aotta *
> « fafcbrato del 1417 i'Alaia t «a a » u m m h M » wwrtrti Mfla
hrr . p<u pre« a n v a ma«datT fe»ai*ir*»te i <ftma/> detta
a«ar ,i>» quHli rarrofti ia Italia U * fear* dal Nataan» al
I V > • rtofono dril* N u («M a «r H r*
•a» * cfacial* aoa «oh» dalla F in ara, m aaarhe M T l a d u A t m
í » - ( M i a coloro, «uriana <pu (I | « K . che «m oa• " • * * a l i a *
cfacíala, chluaqu» « mí #taee" • A la t e * A - n a C a lifa III
• a *>«ra aneara ricrralo « a <aate*áaw | «r la n r m tan a áai
| v . v ra sa « fraaca«v II prndma ilaawa l» la
► » a t a » qiaaato falto «Iraso per laUi taia^aaa *»pa
f A k a percha »e m e cota p > » t a i« a a id a wgwtan M a matada
* » ' * « N d a t a a Idlera ti papa da « f * f » al «a a dala«« peevh» I
(altoU d ap4a#r*«a» caá U ata taatwcaa * patricia la «aaaaa
• ■ a * . ' Final metate ata a a | f » 1*17 C a ld a III pta* t a i t a
a » " u r» f n x w a d*a««r | e r * >a » ata aaa *» m m ilita»
*• a darlm . * Al te * «naferrorarie aanar fd i. II pata* pam dap»
•»-■'4» al ra la rota d'on» ' l*aa ipurtab a n a ta » era taaUt «a *»
>W W » |W «a» *
■L5
••‘<aa fM «a b>Mn> a w • * » » «aaa a»* t, t • a # «*««»* **•>
•a h i» , i» . « m *.• i* w » i a r *«an> «»«« » »a» >r *>*•• »**«>
" t a . a M m a U a a *« •» * - »■■■».,<» < U t\ H «. w a*
* • Aaa a*»» t. t aaa » «•» M»a. «m* • anana «aaata »a m<■«** » *»»»»
Ubro IV. Capitolo t Calta« IU I t i& lO
XV» M * »» a a**r m —» » » *
VUt H a 4
• *T» l i n d a IB I » la
• r a a a » I I I a » a » « i la
I M x k » %*»<*«• Ila Ir * » t. t MM A a * ai * la » • ! * * ! * f , ‘ . ,,
e i a * t f » iH t M * t «n k M > Ba**k « M * r k e « a »1# «* ♦ • ' * '
M «a <a fa r q ra
t l/l*— » akaaa <M diritti **£U (kJM (tiM M »,*
L 'ttitm iU 41 Pariti u n ari | b « M M IU7 « t v « « — —*t»~
* K m aa praprie m h ph (« « M a i» > w i U (*•** * I <mr-
i « l raartr» D aM b 44 é w n i frar»«te »1 la» la— pnanriar»
t* »itinB u lip iN li a rfctatH* aa riaanlte ir w n in * La ri-
« r 4 i i'aJWo m ImvM ««Aa a 4ma4a*m** fiaaaifa * n»w f 4
i * » fa b M w lu p*r I* ma traarantecai * M m gli « a a i
aar Mia» A cartftafrf» raalnmNft pa*i«iaa • ritirai« rap|4k
rt»: P*«W • Wewrsno «4 « p i * a. fa 4vteaniU m éi < 4 p n è4
r tpptOuii n a pia* «n t a M ir l» *
< « • * Cari» VII. raal aada (I p*mm to 4aca 4 llwtapn, m
a»-..*ato tatto la graadi iiriam ii Mai f « * «tati* 41 «a*«* prr In
r »*ta lan a Par» d a ««al 4aca ataato èri fa te m aUria
awaaate aaa4alo a Un—a I é»airi rw aM ad awa paaaa p*r la
*w * «a pnkh» bkH m M n 4ai baat 41 Calate 111 «I Im a «M
a- *r» arrttu a hhppo. la «4 al puk érte fiaaA <aaaaa*, (te
f >a* «tal» tam il* la t e «a (M «ap i <M» rrarMa a il
P a » pnaa «te aa aaa M U . «fi w an haaa n a d a ta i « a
parta 41 «»all» mammut pir la p a rti natta * Kd dtr*aal*a HIT.
» i*4» arrtaaraa* ia l « a —rate aw&» adaanrhaa a«i piwlaaaal
P^afathrt 4ai Tvrrfcl. fl papa mané* aa'allfa totani ewlalerlB
a t e n P lt t fm rte p>r4 aaa alta« « » «d g te r m
anraaaa 4ate pa*.
atei,«
A w ia a a fatto «raa4i p t a a a a » pw la | w m tanca M ete ( H
* aaa r» 4i Daaiauna a .NontpU a A t e a a t* 41 fWtafaMti
n m um
• * la n »w»» •***•-• • a ai «*un» ita* «a
* * a k f » « u t a « i p a i t « a * *a * « » * M
• ** tea* tm m r » * * n rw M «a* ( t a t t » a t
' m» i» • «(» * !• t* !<•« r m«» a«*!» t, aa* n a*r »» «a
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• *»**■— ■ rm a» a » . « r a a *• « » <A a »* », « asa <w a * «
* «a*«— w * m . a»a ■«■»■-. i « « » i » l » < » i « * t * > « i l l ( l <
**a a«aa *■*««•» « rairt» « a . « * « * * . a » «**.<•*•««• t m i *
a I t e i w « » « W ia *a in * * ». t o n « » T ^ C * ««. r u à u *
* »• % !• !• » • « » * !• | * » t i y i r l a
libro IV. Capilul» 2. Calta» III ttj&tile
• ix w t » t «e J t»». i m » sm u I n - . »*< • • * *•
U ltW M »»?*, Il*
• murn M « a *■ njmm N n > l > » é « I* » %** f* ' *
•**e ?. I « M | M p~t,Ti natrftti 4» . V M » V ai m >nea<» —
ai »»«M i • n«Mwr<tiMri <rArvv» •* « » « « « » » ia > «a* ?»»«»■
•*» <Ua> Iti « a » MI* • Ittn rmémt» . M 0 M W I U J * ’ *
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A otdtirte d » ri«ftin M la {b u rfu a m • fl P w l^ > » i Ib
* I— 41 f w t l pae*i «Tu r io n «n * aa'an» f w n i l M r M m»
• t f t «vida 41 g w m i o m I k tí M i* rtM itM U ,4
AU u Imito d* tutt» I» |W>« W I t ar ip i ('•H m III rwb
4 b «II r i H K M o «o to g t í £U«U l U b t i t i q w l i ft< « ( p w l | ( a
fi. ♦ MH*lnri b M m í i l é f c M « , b •#*•«■> tr*4¡mmmtm M b
» « • n M i u a e l» aayii *hn pHH w w M »iaaaiMtei émfgU m M
P (M «MTluJla d’mliarm wa tu p a n él «bnuat aVMaa 4 b »
» U tan >(mi4o rr» rh a b —b— b alfaUb I »
«ss» *»» it e n s i
a l t » SS* su « tmmm m « e e * M im
* V«OT.
* tt.
Ir qwMto «stremo perìcolo furono i tre uomini ricordati. ognu
ni én d ii portava il nome dì Giovanni. • coloro che «ah arano
n * f V r i a dalla marea terribilmente creecente deil'lilam llunjrn-
4 f a u » in piedi a atte »pene 7000 uomini : Carvajal. che dietro
«ma [ r-tfhiera del governatore rimaae a Roda, lavorò di là iacea-
«a s'< -n te in tutte le dim ioni per aver» rìnfonù. \e»unagiie
<d - iU mentre il Capiatrano riunirà i rraro U . che aveva a r r a »
« b ~*dlantc prediche ardenti insieme ai mlaokanarìi Giovanni
ii f i r i a n a o , Niccolò da Fara e Ambrogio di Liaguadocn.
r thè. »alvo poche ecco ioni, la nobtltà ungherae ad imita*
É m t dd Tedeschi «e ne stette colle mani alla datola, le «chteto
it»rul» raccolte da Capiatrano e C a m ja l forano gli unici auai-
U-i «-nuli all'eroico Hunyadv. * l a ma«*ima porte di quanti ero-
«tati ruttava di poveri cittadini e contadini, di am aci. ereaniU
* « c Jenti. eoo armi, quali arava loro meaao In mano il caoa. con
"Tfe. ■piedi, coreggia ti e forche. * Se fra quarta variopinta ma—
am mancavano avventurieri avidi di M tia o , la grande maggio-
< » u tuttavia aveva la ferma volontà di combatter* per la fede
• è Tvorìra pel ciclo. Tutti portavano dal lato sinUtro dal petto
» * «roto roana ed anche la loro bandiere mostravano da una
m n * la croce, dalI'aKra l'immagine di & Fnuw t o , ft. AaIonia
& IAligi o 8. Bernardino t’n certo numero di lanaichenarchl
•teefcl • 800 crociata polacchi davano almeno un po' di canai*
<**4a alle maa*e senta regola e male armate condotte dal Capi.
*-'«ao: il gonio militar« di ttunjmdjr. coadiuvato cotanto dali'ar-
«ettuagenario che era 11 Capi*« ran a fare 11 rarta *
•U «M »1 t«t* a» lo km *
n— « « Im m . t r ir m k h a ■ « « * « p * ltlr t> M lk iiw « i « m *a u
t » H n n ■ ■ »■ m i — a ix iw a m a i é t a » . / v » a ...... . / « — w
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?l* U ta» IV. rapitolo 1 C ih ii n i 1 0 ^ 1 0
P a s to r, Storia dei P a p i, I. 46
*22 L ib ro IV . Capitolo 3. Calisto III. 1455-14&8.
viri morto alla fine di maggio del 1456, era a capo degj oppositori
il principe elettore di Magonza, Dietrich, conte di Erbach, già
avanzato negli anni, standogli a lato il suo giovane cancelliere
51 rtino Mair violentemente spingente in avanti e che indirizzava
a questo punto tutta la sua abilità diplomatica e intrigante.1
Fin dal giugno 1455 l’arcivescovo maguntino aveva fatto sten
dere in un sinodo tenuto ad AschalFenburg un’intiera serie di lagni
contro la Curia romana. Essi, che riferivansi specialmente alla
violazione del concordato, sono contenuti in un'istruzione per
u:.'ambasceria da mandarsi a Roma e hanno importanza perchè
formano la base di parecchi posteriori documenti della specie. *
Finito quel sinodo, Dietrich s’accordò cogli arcivescovi di Colonia
e Treviri per fare un grande concilio nazionale tedesco, scopo del
quale doveva essere: assicurare i decreti basileesi, «provvedere
ai gravami, dai quali muovamente è oppressa la cieca Germania,
che è strano si lasci strappare gli occhi da essa riacquistati me
diante quei salutari decreti ». *
Il sentimento antipapale dell’elettore maguntino si appalesò in
modo violento in un sinodo da lui tenuto a Francoforte sul Meno
nel febbraio e marzo del 1456, ove si concluse un patto, pel quale
1arcivescovo e i suoi suffraganei dovevano opporsi uniti alle viola
zioni dei decreti di Costanza e Basilea da parte della Curia ed alle
oppressioni della nazione tedesca mediante decime e indulgenze.4
Per la festa di S. Pietro in Vincoli (1° agosto) del 1456 i rappre-
entanti dei cinque elettori — il neo-eletto di Treviri si trattenne
perchè non ora ancora confermato da Roma 3—, come pure gli ar
» Kankp, Jje u ttc h e Ctotck. V I. 21. <’fr. S p c y rrlte h r C h ron ik 413-115; JaKk-
kx. Rcich*korrc*pondenz I I , 331 e S c B B 'n M . U . U n ir UH ». V. anche Lai.kk.
Johann l i . ro ti lin d r n 2 4 R. Ottenuta la conferma patitale Giovanni il 27 mas-
»in 1457 aderì « a ll’ unione elettorali* dell'anno 144«. che in fondo non ern ('In
diretta contro 11 papa e l ’im p erato re» (Lai;mi 28).
* R avnai.d 145«. n. 40.
* Mf i,t.ER. Rcirh*tag*thratcr OKI ». rfr. GnntAWrr 20; Bjchmakx, Konlffr
"uhi 318 ss. ; K elsscì 71». v c*ciiitf>m* 105».
726 Libro IV. Capitolo 3. Calisto III. 1455-1458.
» Voiot I I . 232-233. T>n lettera (lei Mair (in data di Xorim bersa 31 te "
sto 1457) è .«tata stampata m olte v o lte : alle edizioni indicate in Archtc. ! » r
ìUtcrrclch. Clcsch. (X V I, 41(5) vanno nciriunte quelle in Goloart, PoVt. /»«P-
(F ran eof. 1614) P . X X I I I . p. IflROs.; in Fucinai. Script. I I, 3S1 s. e 4n
ticr Xuntlcn I I . 668-664.
* Ijettera elei 20 settembre E1457. Anx. Syt.v. Opp. 822 ss. « M alr e il *n"
s ig n o re », osserva giustamente il V o io t Z d i neh r. V . 454), * volevan o sem
plicemente spaventare la Curia per farsi com prare da essa a buon p r e « '» * -
L opposizione antipapali* In Germania e Roma. 727
Sebl»ene poi la podestà della Santa Sede sia del tutto indipendente,
nè debba venir limitata da vincolo alcuno di un patto, pure egli per
mera liberalità, per zelo della pace e per amore alla persona deM’im-
ptr.;tore intende che il concordato rimanga e non permetterà mai,
fin!anto che egli sederà al timone della Chiesa, che venga violato.
Che se la nazione ha altri lagni intorno a ordinamenti della sua
Curia e reputerà necessario un miglioramento (giacché egli pure
come uomo può mancare e errare, specialmente in opere), non con-
viene tuttavia nè ai vescovi nè ad altri mortali arrogarsi un'auto-
rit.i sopra la Sede Apostolica ed imitare l’esempio di coloro che,
a danno del governo ecclesiastico, a distruzione del mistico corpo
di Cristo, a ruina della loro anima, mettono fuori massime, se
condo le quali dovrebbe esser lecito dispregiare i comandi della
Sode Apostolica e disporre sulle cose della Chiesa secondo il pro
prio capriccio. Chi ardisce far questo, non può dire Dio suo padre,
perchè non riconosce per propria madre la Chiesa. Nessuno può
0 porsi alla Chiesa romana, ma se crede che essa non gli faccia
giustizia deve rappresentare alla medesima le sue lagnanze. In
modo molto efficace il papa fa risaltare la sconvenienza dei la
menti circa le somme riscosse in Germania per la guerra santa
e endochè le grandi spese, che egli fa per tutta la cristianità ar
cando una flotta in Oriente, aiutando Skanderlwg in Albania,
[»tgando tanti nunzi in tutte le parti della terra, soccorrendo in
finiti bisognosi in Grecia e in Asia, sono aperte agli occhi di tutti.
1 ovremmo gloriarci, dice Calisto, nel Signore, il quale a mezzo dei
sol servi, che, mentre quasi universalmente i principi cristiani
abbandonano alla poltroneria e al sonno, sostengono da soli la
•inta opera, ha rotto in Ungheria le superile falangi dei Turchi
<d ha abbattuto quel grande e potente esercito, che aveva minac-
1iato di schiacciare non soltanto l’Ungheria, ma l’intiera Germa
nia. Francia e Italia e di rovesciare la legge di Cristo.1
Da Roma si mandarono copie di questa lettera in varie parti,
• ra altro al re d’Ungheria e al cardinale Niccolò di Cusa parten
done insieme sollecitazioni al cardinale Carvajal e al minorità
Iacopo della Marca di opporsi all’agitazione antipapale in Ger
mania.5 Una lettera molto seria diresse il pontefice al promotore
1 Breve del 31 agosto 1-157. incompleto in IU t*aU > 1457, n. 4«. compialo
in Akx. Sti.v. Opp. S40 ss. e in tirarli. «fcr \ u n llr n II. IMO*«. « Hate h*
''Olirmi spese », dice l'untore di quest'opera l3.»3i dai sentimenti molto aliti! a*
tuli, « d u n a guerra i**r mare, alla quale 11 |«n|«a aveva pennato, <• fucile ..
'Tederai, che nella lettera ali'iniperatorc egli nitida detto la latra veritA ; che
invece di guadagnare, egli dovesse an d aggiungerti d-I <n« •. A spiegazione
della frase sulhi faliibllltù del I apa v H m oesw Tilt*. K ir r h r un.l fila a t «M .
* H atn au i 1457 . n. 4^ e I aiPD! 7U. I * data qui mancante del breve al
' u rvajal ( p m u llim . Xovem b. /4-771 rim ila dal TJb. I r r r . 7, A r r Ti t r I <j
segreto pontificio.
728 Libro IV. Capitolo 3. Calisto III. 1455-1458.
« el qual «>1 stimino pontefice voleva j>er uno suo nepote et la reale maiest.i
voleva etiam i>er uno suo p a re n te »). Coti. Hai. Y II-M V X G Y I alla M a r c i a •'
in V en e zi a.
i * Dispaccio ili T. C alcatem i del 23 luglio 1455 ; t . App. n. fi3 : A r e li i v *0
d i S t a t o in Mi l a n o .
* Vedi R pseb SS. .sT>. S7. Ofr. X r x zian tk 23 e 4'kboxk. La politica o r i'• '
in .1refi. Xapolet. X X V I I I , 1^4 ss.
3 V. il ‘ dispaccio 2i> agosto 1455 di Fr. Contarm i citato a P- ’ '
n. 4 ( M a r c i a n a d i . V e n e z i a). — « * La M u d e l I t e » , riferisce I*1
nardo de’ M edici a Fr. Sforza, N apoli 4 gennaio 1455 (stile fior.), » non si !<•
del papa et il papa biasima la M *» (Stia e t sdegno c re s c e » (Voi. Est-, Firenzi
A r c h i v i o di S t a t o in Milano).
« Cfr. V oigt, Enea Silvio I I , ISO.
Calisto I I I in discordia con Alfonso di Napoli. 7:ìl
1 Ofr. H.aìi.a.n (V. 172 ss. ; V ig xa V I. 4«3 ss. : T om SI 2.'»l ss., 2T.«ss. Knnn
n" ardi prender parte alla c ro e U ti f^ r tim ore di venire assalita ila Al-
r' ( A MIAXI, 3/et», d i F a n o I, 421).
5 Ofr. Sis m o s w X, 83; C ipo M-a 482: B r i « * »S s .: V i «¡e* V I. 787 ss.
* R z v m o h t I I I 1, 128.
4 Ofr. R a t x u .d 1457, n. fi» ; V igna V I. «¡»7 ss., 727. • Dispaccio di Antonio
! Trlcio a Fr. .Sforza da Napoli 20 aprile 14.77 ( A r c h i v i o d i S t a t o I n
M i l a n o , Po t. Bui.. X a p o li I). Ofr. anche i • brevi a Genova <». d.) e ni doge
1* Oampofrcgoso del 5 febbraio e 10 m aggio 14ó7 <IAh. h rrr. 7, f. 71. 04 e 8JV90:
A r c h i v i o s e g r e t o p o n t i f i c i o ) . Ooiose. L a p o litica o rim i., clt. 194 ss.
'•lentie come sempre la lealtà delle mire di Alfonso, 11 cui Interesse politico
1*1 suo regno avrebbe proprio voluto, che venisse Impedito il progresso del
Turchi : soltanto che ora egli non avrebbe pii) voluto una azione offensiva, ma
che un esercito sotto 11 Piccinino foste mandato fino In fìr e c l» per salvare a
«1M deboli principi indigeni il paese e per aiutare a trattenere i Turchi.
A p. 208 ss. C erosi: tratta delle truppe ausiliari assoldate e mandate da Alfonso
•n aiuto dell'Albania : A lf o n s o avrebbe Impiegato rilevanti spese nell'impresa
•libanese (p. 204 ss.), congiungendovi perii l ’intento di sottoporre al dominio di
Napoli qnel paese. Solamente nel suo ultimo anno (14r>7) — cosi am mette flnal-
“ wnte anche C e r o s e (p. 200 ss.) — egli non avrebbe avuto più alcun interesse
P e rii negozio orientale. Non potei avere l’opera di J. M ire t t «a s s . I.a p o litic a
orientai de A lfo n s o r de Arag/m, Barcelona 1904.
* Z i- R ITA IV , 44b.
732 Libro IV. Capitolo 3. Calisto III. 1455-1458.
1 Ofr. N'IOCOLA d e lla TUOCIA U53-'.J54 ; l'IU s li., C o m m in i. 'Sì « CCUHOM 184.
I-a notizia di P a o lo d e l lo M as tuo (C’ron. Uom. 2E>), che Lucreshi »la tri un tu
» liouia i l i) ottobre, è confermata da un * disimccio di Ix-ouardua Ucm-vo-
Wmus a Siena In data d i liom a 10 ottotx r 1157: cM ad. l.ucrctia Ieri entro in
lioma con gran soleniniUi u grandissima compuguia ; . . . Oggi ondo a visitare
U isipa essendo insieme con 11 cardinali convocati ; voune con grumi Insilila et
u n itissim a compagnia, fu ornato e l palazzo con molU panni d'arazo e orn i-
»Usimi e richi paramenti e in tutte Imi rii ricevuta con grandissim i poliiiw
« ¡muore, se fusse «ta ta la propria regina, non sa se « l fusse fa tto più »
l' od. A. 111. Iti nella B i b l i o t e c a d i S i e n a ) . Con qucKto vanno corretti
I *iaU di lì. C u o ce, L u cre rà d'A lagno (T o rre del Greco 188«), di ti. JftLAX-
■a in Arvh. star. Aapolit. X I, 124 e di Montkmajob nel periodico X apuli
*obUitaima 18SK», 100. C fr. anche S. BeunicoLI, La d 'ta <U Al/unto d Aragona.
in Romagna 3* serie V I I (liftJUj, fase. 7 ; .ire *, «/or. A apoi. XX, 514 s*. ; It. Caocis
in ì i. Antologia 11)10, 1* settem bre; 1*. 1». 1’as o li s i in Rendiconti dei Lincei
X X V I (11)17), (H óss. ; 15. C u o c e . M one e leggende A apoi., Ilari 11)11); 11. Ckutt!
la Xapoli nobilissima X . S. I (1ÌTJ0) ; v. Bii-dt in Ord och BUA 11)25.
1 Dispaccio cifra to d i Ottone de C arretto a Fr. Sforza, Homa JU ottobre 1457
' A r c h i v i o d i S t a t o i n M i l a n o ) , stampato ora in Arch. it. Xapoi. X I,
114; cfr. tSuuMosTE 110.
* * Dispaccio c ifra to di Ottone de C arretto a Fr. Sforza da «orna "JH mar-
*> 1408 ( A r c h i v i o d i S t a t o i n M i l a n o ; s u per errore in Voi. Kil^
Homa U t il). Secondo un * dispaccio dello stesso inviato, Homa 17 gennaio 145«,
anche il cardinale Barbo ai offri per procurare una riconciliazione con re A l
onso (L oc. cit.).
4 • Dispaccio c ifra to d i Ottone de O irretto a Fr. Sforza, Itoma 21 manto
1tò8 (L oc. cit.).
Ì34 Libro IV'. Capitolo 3. Calisto 111. 1455-145*.
» T u t a * « , i l o » Star. ]. 431-433.
• K o v u o 14CK, n. 14-13, ltk Kam usai 11. 133 sa. C fr. Il »b rev* a 0
X avar del fi febbraio 14TiS ( l . i b . b n w . 7, f. 1 » » * : A r c h i v i o s e g r e t o P
H fle to ).
» l*anlenlari in Hoft 133.
« lU t i u u i 14.**. n. «5 e Vii.ma V I. : » » .
» V, la lettera ilei (m in al Iwnco di » . G iorgio in parte in lUrsuM » * v ‘
n. 32. IntegTa In V l W » VI. 4«r,-4il7; efr. ibld 305, S t a S90».. 407m>.
• XH 4 t \ I. i l i ! i l i A l principio <11 novembre del 1455 il ban»t» di »- *'
Rio aveva mandato a Itonia un» speciale m etto (rea . *acr. iill. p r o f'* ' <h
M m sì per rappresentare al p a i « 1 1 bi*»tn>o d elle colonie sul Ponto. Ctr
l<n>|Knlto una lettera, a quanto ne so lo ancora inedita, a t'a li sto I I I . in <*fs*
di Genova 5 novembre 14.’« , elu- trovai nel CoiL 1). 4. 4. /. f. S M 11
v I e a di Genova.
Cure dpi papa per i cristiani in Oriente. 741
dento, e che i due inviati promisero l’aiuto de’ loro governi.1 Ca
listo III tributò alta lode al Carvajal per questo viaggio e lo incitò
a riconciliare l’imperatore con Ladislao d ’Ungheria, affinchè am-
(«du e potessero rivolgere uniti le loro armi contro i Turchi e gli
mi.ndò in aiuto Lorenzo Roverella . 2 Quantunque il papa lavo
ra-«’ in vario modo per recare al re bosniaco dell’aiuto, * pure
qup io non fu sufficiente: re Stefano Tommaso riportò bensì,
al principio del 1458, alcuni successi contro i Turchi, ma nella
primavera dovette rinunciare di nuovo alla guerra contro i me
desimi. *
Quanto alla flotta le fatiche del papa furono sempre rivolte
per un lato a procurarle rinforzi d’ogni fatta 8 e per l’altro a sol
levare l’animo del legato ed a spingerlo affinchè tenesse unite
per ogni evento le sue forze navali. •
In questo stato di cose fu un grande conforto pel papa la splen
dida vittoria riportata sui Turchi dalla sua flotta nell’agosto 1457
presso Metellino, in cui si conquistarono niente meno che 25 navi
nemiche.T In memoria di questa battaglia navale il papa fece
coniare una medaglia con la scritta: F u i eletto per l’annienta-
m uto dei nem ici della fede.*
Questo nuovo successo incoraggiò Calisto III a fa r di tutto
perchè pervenissero rinforzi ed aiuti allo Scarampo ed alle sue
genti. • Anche in seguito egli attese instancabilmente ad esortare
1 F r a k x A i , loc. clt.
* Akx. SrJ.vrrs, Opp. SIS.
* K l a i S 401.
* Nel m aggio 11 re pagava nuova monto tributo ai Turchi : v. K i a i ì 402-40TI
» Cfr. 1 ‘ brevi nll'arel vescovo di M ilano 15 febbraio 1457, allo Sca rampo
febbraio e 20 marzo 14T,7. a l O irv a ja l 5SI marzo 1 157. n P o n ilo Fenollot
S* marzo 1457. tutti In Ub. brev. 7. t. ORb. 72, 7«. 7B, 74 : A r c h 1 v I o a e jr re t o
l " > n t l f l e i © . (Spetta qui anche 11 hreve 15 fe lt r a lo 1407 a Fr. Sforza ( A m
b r o s i a n a ; stampato non coattamente In C ittì s t o nnc I I . ¡584-585). Sca-
fsmpo stesso chiedeva a lato pressantemente Cfr. la sua »le tte r a a Onoralo
f; “ taiil da Rodi 19 m ando 1457 ( A r c h i v i o G a e t a n i : v. App. n. 7T*).
* Ofr. 11 • breve a llo fica rampo del 10 marzo 1457: c Super omnia autem.
'lilw te fili, le hortamur. ut nullam (rateata ant navigium recedere a te permlt-
l«». sed omnes tua solita prudentla rei inere studeas, ne claaslx Ipsn nlla e *
parte Immlnuatur. ocd potiua corrohoretur ». JAb. brrv. 7, f. flOb; cfr. Ibld., 1. 72
un • breve Inviato a l 28 di febbraio del 1457, al medesimo cardinale c Tnraxwt.
rnd. III. 300.
* Vedi Ratsam » 1457. n. 31 «• 32. A r m t n x v a X X II . e. 14. I 1. Aejc. Hr»-
> ti'«. o pp. 7i>7. 7 !». SOR. 1*1r s II.. f'nmmmt. 245 e ( ‘ l e s o s i 132. Q uest‘ ul ti ma
<e«tlm onianza f a vw lerc. ohe non è irln«tlfl<-ata la In terp reta zio n e d i M a x -
' » » s i 35.
* M o u s e t f». BojtAjn*tT* I. B7. V n t u n 10. ( 2 r « u a m o t t i II. 28!)s*. AH 1
4fUa Sor. JAg. TV. s o . V ib sa V I. 7CCS
* Cfr. • Itrevo a llo S c a r a m p o del 2 » agosto 1457 ( « Bcce ad le Improwmtla-
>um mlttlmus tre » gal«as >1 e 31 agosto (colle p tvfate navi M ichele «le Borja
« r t e r t denaro). I.fy. N r r . 7. t. 11«. 118: A r c h l r i o s e g r e t o p o n t i f i c i o .
7M Libro IV. Capitolo 4. Calisto III 145M458
« Col • h r m 31 aerato 1457 or ora citato cfr. nti altro * breve a ll« S*"
rampo del 4 dicembre 1407, d i cui IU yk au » (1457. n. SS) non comunica
un frammento (U h . brer. 7. f. 132M33b).
* • Itrere a B. V lla. 4 dicembre 1457 (Llb. bree. 7. f . 134).
* • B rere a Scarampo, 15 m a n o 14SR (¡A b. brev. 7. f. 1 3 2 M M ). C fr B »i
s u » 1408, n. IR.
« Anche «1 a » di maculo 145S egli notificava allo Scarampo 11 p r » 1
a rriv o di Olov. N avar mandato con soccorsi e la prossima spedizione di q u i ' ‘
calere costrutte a Roma (Llb. brer. 7. f. 372): cfr. ihld.. t. 174, 41 * bre*. a
Michele « de Ttorga ». In data del 0 giugno 14T»«ì.
• PuhbilrA la lettera del sultano 11 Sathas. Oontmrttlt inèditi retai, è 11
4 « la Ortee Prem ière «érte, P aris IS^fl. T. 23«. Anche al 30 d ’ottobre del H '*
Venexla dlchlarA al sultano la sua ferma Idea di mantener la pace con lui. * ' "
peralorl Tureorum In Perniili» Secreta X X . 135: A r c h i v i o d i « t a t o • *
Venezia. I , i * ’ .
• Gfr. R i s i * f*V « f a * 41 1* novembre 1438 11 papa pregava gli r ie f -
tedeschi a Interporsi per la collazione dell'investitura a llo .sforna i t e
la C o * 1613 della N a z i o n a l e a I ' a r l g l ) .
Giorgio di Podiebrad e Roma. 745
* v«n paljloky iv i. « » .
* Itrliiio n o ila liom a 3 npeile 14JW <lel parnx-o r o tn a n o U c h lm frlw r In '■ *
i-M’ KY, I rirvmdl Uri trüge l « . S ti E . K o ra n - (R o h ra u ) c f r . V o i o t I I I . 42rt:
rrr. Silrtir. V I I I . 1 « sopra p 281. P er Ciwlmo dl Monserratn T. W **
IV SOS. SM.
» O fr . P a U m -k y I V 2. S3. B a t i i m a x * . Po<Hrbra<U W a h l 1 1 0 «.
* V. rimpnrtante leltwra rtel Orvnjal a CftUsto I I I del t* agnslo 14.V1 *»
rrr. Hitct i »tv s U u 1873* 7-8. <?fr. M a & k g k a f 7, 3 «*. « Bachma5J>.
ü ttra d i Wahl 135!».. 132 s. e Octch. J lo k n n u II. 4 M m.
Giuramento di G iorno di Podiebrad. 747
» • K.yrtl 46S. f. 50: /.«dar. lo* Krpobrir (rp la r,) com»tUmilmr citmrim,
M T ilu ri fabm uH or in rifilale Rum m ì*« r i rim» mmUalm cmm poUit k f * '
Imi.. 4. 4. l\SS 14. Imm. 4 * J* : A r r h l T l o » r « r r t o p « n t i r i c l o (a art*
l’ A r e b i v i o d i S t a t o l a l l o l u t s i . v % f. 23). Vo »tramo «B Orti««1' 111
ro A frrn ò I rapilmla n w r ld t dal l M o n m l coti NUxolA V : » . qarata * 1
In c*4. B. I*. t. 143 della V a 11 l e « 111 a a a a H » ai a. S tilla rti™ • eoa*!.* '
iM nl|»*il a ll»l«e n a t . Cronica 4i Boiofma T I ? : AimmL Bomvm. ! W ; A » l*,t
v ir a . Smrorna r. 9 : Mi-avruoi I I I S. K B«. Fa.vtt « i T I. e F. O h m la >r
4. t t o M f M l « » V V i l i . I l o 4 », il qua lo per«. < * n « Boa con aUlc d rl w » »■’
calo, * pa g ato aopra Importanti a lti da a » addotti.
a • le tte r a i M l 'a R i t n t i n « di I t i « a F irm a r da noma 1 » a o T o a l « 1, 4 '
a 'm r i i m i t a t i il p rim e. X V I , a 3M : A r c h i v i o d i s t a t o l a F l r c a * *
* H u d rt*» quia-li e ra rrrm lm » . W aa a p m tlira tm » . n o m a no i m i » il «la »* *
atra. CVr. t ' M a U i r a 375 r s o p ra |> M ) . I l d r r tv to d i noaalua. te n rv
nuMriaiu. aoU 'A pfv a d a l rvsaatl d rU 'A r e b I v I o « t i r a l a p a a t l f l f l *
tbtd. * » . t I I » il • d o r m o d i a o a a iM d i ton ar* a ffa tto id r a t ilo per I - » ”
Jan d r l M ila.
• l l i w c i t ò n t a II. 130
a M t a i t a l i I I I X H » V (ia w a w itv a w L Bargia V
Lettera ammonitrice di l’ io U n liodriffn Rorja. T53
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ÍM Libro IV . Capitolo 4. Calisto lü . U.V» 14&*.
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latto II 1 ottobre 143* (* Irttrra m t\«*fro/r»<»r*a, uridna Ir drll'A t e l i t i * ■**
S i a l o l a M t l a a a . l ai rumi « d. H i t : Il dora al roogralolara da MI *■'
Il 7. al rii» Il rardlaalr Htairliu rt*t»«r al IO dattcbnr i m • ai
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I»'lm> wmndo B r i m a i i r . a c m m t II*. .KKV ow (*rt 11 Cardinal«* è
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• Vcawr I I . 1 « : i n (I 4 S a » . 1 « l « l »n Il'a n M x lo w di K w t |wl cardinalato
«dal t*G3l I.adM ao l * di B orn ia - t*n«fccria fln dal 13 w 4 f«m N * I4 M a r r t »
■Iirrito a patai NlmnlA T la |w « M iTa di a>tnlnarr mattinale Eo*-a a lt r i»
« « % * .* » * . I l i A b «. p 303 «V n lo ia la Slm a ( r r 1« « a flnalmcnt«- a m m a la
■•«alna : r. t U x m i Kda t «a o « l i lai »n a n i»» non a r t m a * n* al 1 « d lw n h rr
• Vototi, mk at I » m itrran*. aM « a dal 17: *. • Irta nmMal a l T A r r h l r l o
• n e r v i « p o n t i f i c i « * n • ! * * » » . H » l « t n dlrn-ato. dall-* r r h I r I n
> ' a | « n a II m rd la a l* P fc ie te a la l ara pnt*ro « prrrlA ln»W*n>» m i cardlnal
Bodrifln fk > r n nna m erla metto l a d w a bnwB al: tr d l V alof II. 14Ó a»,
• Sa qnmt'ooaao ¿ M ie t o roana canoni»«* e fr F t-e r r * « « I . 47».
758 Libro IV. Capitolo 4. Calisto III. 1155-145«.
papa e aveva avuto molto per tempo la nuova della morte del
n*. «ra fuggito in tutta fretta. Le robe da lui lanciate vennero
»*• heggiate. Subito il giorno dopo Calisto tenne un conciatoro,
nel quale conferì al Cardinal Rodrigo il vescovado di Valencia
fruttante 18.000 ducati ed a Cosimo di Monaerrato ' auo datario il
vtMcovado di Gerona: la mattina medesima il cardinale Luys
Juan ed altri parenti del papa ottennero una serie di benefizi,
«uU’attribuzione dei quali Calisto e Alfonso avevano potuto in
tendersi sì poco come sulla proviaione dei due predetti vescovadi.
S V I pomeriggio il papa ebbe un colloquio durato fino a sera coi
eurdinali Eatouteville e Alain, in cui dichiarò essere sua inten
ta ne di fa r di tutto per riacquistare il regno di Napoli, che era
di spettanza della Chiesa e che Don Ferrante non poteva esser re.
Venendo in suo potere il regno, prosegui il pontefice, e vedendosi
che spetti a re Renato, egli lo darebbe a costui; in caso divento
ne investirebbe chi gli sembrerebbe idoneo. Fin d'allora sJ cre
dette, che il papa avesse in mente di dare il regno a Don Pedro.
L'inviato, che riferisce queste caie, aggiunge che il papa repu
tava il prefato nipote un secondo Cesare. Quest'ulti ma notizia
ricorre anche in altre relazioni di ambasciatori : * anzi diventi
fontemporanei esprimono 1‘idea, che Don Pedro fosse destinato
«! >po la conquista di Costantinopoli a imperatore di quel regno
o a re di Cipro! * Maggiore probabilità ha per aè ciò che s'attri-
* ’lisce a Calisto quanto a Napoli, a ma anch'easo rimane tuttavia
dribblo. * È un fatto, che, sebbene Ferrante facesse tutti gli sforzi
per avviare una conciliazione, il papa ai rifiutò ostinatamente a
riconoscere il suo diritto alla successione. • Arnaldo di Sane»,
• Jrtt H Vapot. i x «u
• « T » la a l a s t e * n riacloa* dagli ta r la t i a ttu a r * ! a l k »rv da a la d a u -
t'afaaa 31 l u t t i « 143*. » e t C o * | js s. t. 1 0 7 * , l'wada U si. d rlta X a S l a a a I '
a Parigi
• «ioaata M i r a d a ta ta <tel SD l o g l i « I t a » f a j x d * t ira ta da iiu a»rr-
JToaaapoo nrtl. d I r l i «la i I I . S l a
• * I < M » n W» di Aatuala da a l i s ta n a . Roma SI ! « * * • 5*"'*
« • ■ » » * » la a V. bara ta ta »» rfcr q a rl ma «U ri» |<rrgratr d a nar| r i » l»<*
M I* n « a r |aMil l>ah> «lai ruatra rt K r * rito rn a i« a Ifcaaa a «* ’ *■*
*M ar1 a m i * l a n t * H » l » im w M aiip la M I » oa t a r a m e r la r t i la •»»**
ha «d a a a a i* i* t»ita t u n r t * hi<tnaair > l A r r k l t l o 41 S t » t * ts *
Ia a o N i I d i
• V In * ai » * H XI. atiu. Ni t o k h >«•*»
• aiwanvrr» •>*-.<UT., r a a . n l 111 II. p m litr o * » i l i : rf» “
•«««Si l*t, « aartir |ti « n m
• * I r ilr t ir di •H loar da I k M t » a i t «Karaa. M-ww t f » s45 '
IA r e h i v l o d i S t a t o l a M 11 a ao| a * d i l a n i a d A a la a io ' W » i » ’ "•
M « l a o i g a Un— a I* ala lia 143* U r r h l r l e l i o n a t a l a * • • • • "
» Vadl X w w u s u « T l WS* »> » • M i a i » d A sin aio <ia FU *«ia a »
S fo tta la date di JUxaa M • X log lio l t > arti A r «- b I * i « 41 * • * *
l a M I l a a * . Il Jwpa. m a rita II 3 * .li lo g li» a U d i h a u o Aai f t t » < *
* a a a a l a t « d a cim a «Sto giurai : • • da 4 ia f m a i t e lr da Hrfcen * *— 1
^ *
i r a r i U a M a 41g*ftaa* atru aa ( « n . r a d rasar taira 11 rih a ra<l a ir i1”' ’
(Archivio «inaiata la N a a u i a l
l'itim i giorni di Calisto III. Ttói
« rm*. 1. 49
Libro IV. Capitolo 4. Calisi« 111. l o l i t e .
» M u t , « « M m i * Iti. .iM&ann
* ’ * Mriaawar 2 l t > d A a la a l» da Fiatata « B i b l i o t e c a * »
b r e a l a a a k Is A H o / W J S r « a » I. ¡Ma. t » . I • d ia f a n i di m i o » de
t*4 t- a r » » f r « n > « t o a da H m u l o f i | M o 1I.V* IT. A p p a. « I. •
rardtaaB art d b fa ff b i del 1* a«•»(.> W n la a a r • • B caS » O n t e « ao O * » 5*
«a a e o a in la w da otto di la qna H n a n l o (v e dablo r i » s o w V i < * s 1
a liti tati rardlaall la polaan «n o h a n u d tir a a il |»r I t a t f M » ore. « A r c b l » » •
d i S t a t o l a M l l a a o ^ /•«« gai.*,
» • « Tata q * n u tetra » la n M l w ». r ife rita al 5 » d» la*Uo è ri >«*•
A a i r k to k W H ( A r r b l t l o C o n t a v a l a M a a t o r a * .
* * lettera d 'A s tra i» do S t ria t i a Lederlo» < k a ia 0 . W«faa 4 f a*»-
Ik M ( A r r b I t | o f io a l a s a l a M a a l r t s l Q e n t « asti la titi rfr 4 « *
•» JtO faM I X TI
* * IH*»»o*rio d 'A a to a ki da n a to la a »> M o n a la data 41 II« « ** » >•
«tto | *S * (A r e h I r i o d i S t a t o l a M l l a a « . M . KM x «taspato la *•**
r*mH*nmo ». S I o • M ir r a I a ffa to l i » da K a a * d i Aot«ak> Cfcta»o**» *
t e darla a iiumamt» « A r r b l r l o l ì o a t a t a l a M a a t o r a L
Ultimi giorni di Calisto III. Caduta <!<•! Uorju. 771
«ditto del 14»ti ejtli «otto pena di scomunica fatar »entratine ta-
terdisse il far prigionieri e »chiavi dei cristiani, che «triterò n
patiti d'inft<deli o di là «ti recassero a luoghi cristiani, la vendi',«
dei medesimi come schiavi e che pirati o commercianti e manna
cristiani li saccheggiassero. ‘
La nuova della morte del papa mise in fermento Roma in
tiera. Tutti i nemici dei Borja, gli Orsini in ¡specie, inalzarono uà
grido di gioia. In gran parte i Catalani erano già fuggiti: i r
masti cercavano di nascondersi in luoghi riposti, poiché il pup.4»
furibondo piombava sulle case di tutti gli Spagnuoli ed anct»
sulle case di quei Romani, che appartenevano al partito dei Borj*
L'odio contro questa famiglia colpi anche il cardinale Rari)«. »1
i Vo«0T I I I . a
» V rd l M i u « « l i l Z . V 74 a la p m fm it » 11.«m *. J rtr
. V a r A fa lfr r < »>r* 4i r p * p t lr iC M N n t i d M in U I t C l Tí.
* V rdl la • M l r n la parle a r r a l a 41 • N l a w 4 » l i m i t o a IT. S f » * i » *»
•falta di H tw a » In d io IVV* <A r c b I T I o d i « l a t o l a M 11a a •». la A***
m n A w a I. n » « r II * di*f<an-to drl w M m la d ata U a « > * > l * > ■ * * *
pato ir tt A K i a. M d rli'A a b r a t l l i i v
♦ • l i i r n i » « ' cífrala di Fr x N m a m in a r d r i a m t t « . M i t o o S a # »
» t » 1ISs Alia « a » ) i t o o » : • «parala ln ir n t lna r aaa a a a x n m r ad !■ <»“ • "
a tom a. «rd «41 w i a a arad «< a t. M ía nía arU' A a i b r n a l a a a I I » II
Ha IH n lt lx ll 41 iHtoar dr 1'amMllo 4a Wa i 13 M M » 1*6*: h W ! * « “
I. SíS «•. r ¡U o n H ija S¡& a 1.
* * iV r r e Ü l a w l l a a (KIom d r ra rr » « t» M Q a a a 3 ifn to Itt* <C»t li***
t I I X F a a d * iM t a lia X a a l a a a l « d i t * a r l « t .
• C m i r a u j |. .•:» • • iiu p k t t # d r llla t t e ! * a « y lita n » AMonto d a T»***“
a P» M o ra * 4 a T V a a » la a a m t» I I M IU aaaaa 4r l f h in a k * * la d f t » v Ar •
« fc I *1a d i « t a la la M lla a * . M Jto.
Sjruardo sulla vita del Cardinal Caprattica. "77
#jf lardo sulla vita pura « sulle rare qualità di questo uomo vera
mente grande.
Domenico Capbanica era nato l'anno del Giubileo 1400 nella
piccola cittadina omonima preteso Palestriti».1 La sua famiglia,
s-iibene fornita di pochi mezzi, era legata in amicizia coi Colonna.
A 15 anni Domenico, che dalla prima giovinezza addimostrò
rrande voglia d’apprendere, frequentava già l'università di Pa
dova per studiare diritto civile e canonico. Là egli fu scolaro del
- ('««.trini. Fra maestro e discepolo si formò in breve una bella re
lazione d’amicizia, che diventò ancor più intima in seguito,
i .andò lo stesso giorno amtmdue vennero onorati della porpora,
«apranica continuò con instancabiie zelo i suoi studii giuridici a
Bologna, non trascurando le belle lettere : allora II sonno, che egli
«i permetteva in misura troppo scarsa, spenno lo sorprendeva
•opra i suoi libri. Collo studio della giuriaprudenia egli non tra
scurò quello delle scienze belle. Fino da allora da molti «I profe
tava un grande avvenire a quel giovane fornito di svariate doti,
he superava tutti i discapoli ed era il beniamino dei suoi profes
sori. La modestia del Capranica era al grande, che arrossiva ad
»gni interrogazione d'un più vecchio. ' Giamma. durante tutto il
•«npo dei suoi studii egli prese parte a pubblici divertimenti o
!mochetti e cosi non può recar sorpresa se egli ottenne il berretto
dottorale a soli 21 anni. A quel tempo Martino V stava a Man
tova ed ensendo egli propenso alla famiglia del Capranica. Do
menico diventò in età molto giovanile chierico della Camera Apo
stolica. Si narra, che anche nella sua nuova posizione il Capra
nica attendeva con fervore agli studii e Agostino. Girolamo. Caa-
»i&no e Seneca vengono indicati siccome gli scrittori da lui pre-
leriti. *
Quanto più imparava a conoscere II giovane impiegato, tanto
più papa Martino V andava persuadendosi non soltanto della
straordinaria dottrina, ma anche delle rare virtù del medesimo.
Per tale via diventa spiegabile che decorasse il Capranica della
> R tttu ir « IT * a*
• • S t* M I1 U M iS < *H p tw .»-«» « R «e «l> IV « «■*»*
e STI. I .» M ir r a 4r4 <"<t« a > » a ! « | * K « s » » * * IV « 2 mmrtm I U I «4>a
* r w r r » n a w t W » • M M » « tal a «a rt rarOaaM I t o * « » pafc
» « r a t . 4 . t U m la v « — » * » « * ' X ' I I < lW »i
• * r w r « e u n , t u r s i « ut. Oh f t t t u « « « a*«*. K at
7«0 Libro IV. rapitolo 4. Calisto HI. 145ó 1 l i -
• Y « i n p aon
• l'U iU ii » C « . ;« « S a lta n m i h >»a a « lm » M « ìip ra a fc-a a tvc* * * ‘
* l'a llN I U I H d a h il » » » ita p o r i l a l t l k n m t« 4H r m w i ». <*•*»»‘ M I C
M ia . ll«
» «tr n di M u n ii« » ttartnm rt* rM aioa JV a c . a S f K a a l »
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• r«d i mttr |«i» » o i i n i » (Mia C a * a a a i * a « e : rfr « < « e «**■
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» • <l l n l a Ih a a a a a •. t | i4 « t » 1« a » (a ra i* e e w t fe « IrU «
f i — a wM • > r w Ifl« 1 * 9 . f. |T n ifc lt« l* ra V a lle a » al
Sjruanlo sulla vii* <!<•! rariiiial ('apranira. T»l
i V. Ibid f. 3S «• l ’ i t U . n r . Uh
* tir. « qwrsto paatv n * l U q a n k 41 larufao U W M m a fT S#>rw
«la lt-*aa » ottabtr IKK ( A r c h i v i o d i S t a t o l a M i I a a o>
* «Co*. I‘s Ite S U I , t. IL
* ( ’« n u u i r i i IX.’ sa., tasta, i ’ t l v o a s t i t i X s j u c SM. Obm« H H o »
Insalai. r « a l* r i& la > u r s t t i s n sotto la | « M i 4 ri < tt*a a tra « a r W "
rsrtllaaW la c o f » Am manati, t . M f n P M B. V i t s n . >• T w »
IN » (Kmmtmtrrim H » 4tcknllrm 4 rr I m a m la a 'ic o /4 Su . Ir lp s ic la t i *1*
* l*afn la morto «tri i^iptsalrs. > «o fratrilo. U r s M iH lr A » y >». sto —» •
« 4 I M » a la to 4 ri palarsi» ir fr . A U s M ts i ST». a r i «t«aW ( u a M » « H I * *
<11 scola rt > la n i o m M > iattura M. «Vttecto i ^ p n u n ( I W W U la * » * ’
saiafro |. S i? ; 1*1 aarfc» « I M t a d l a l b t a u M « i r M I t a M o i : cit
Iti XCJV. « s e «m u to p a la n o «a praatra ». « c o liaasMaunca « VI I * « I *
« cko < • « * « * Il r*é «a ltr o moooaaro«o 4*1 prtmn r*m**rtmrmlm ta s s i» a.
pUk a s a l t M » »«s-mpt ■ «trita tarmo n a r a l al taa a t «a lla stJW «o O ro a afmO*
OC» ton a» » I ti ». l’ twtoa. # «a w K m *• A rr R rm H m * *9
a l 's u l U a l w r i n flryM t mpr . m raro la «o M l| r r n : • Cm* I s l » ' w i
* r o * Jfrwor JtCHI. ora o i l i «trita V i t t o r i o E a a i a t l « l a H o » *
* m » « « • t I M r l « * > stampata la Soma, ma te 4 a » l i t i i r a l « n M «ama f**
n+rntmu Ist rtem r s l i r i i s a » « I c o 4 l * l 4 « l C o l t a c i « « r i» f a *
i « r v t u * m s i a l i * s a t t la r » port» s t u a t « . r v r i « * ì » t a « » » » < « • « * '
Capranira modello di raniinalr.
P » « « . a » « a» r»a». I lo
Libro IV. Capitolo 4 C alino I I I ll.'& llà *
DO C U M E N T I IN E D IT I E C O M U N IC A ZIO N I
D ’A R C H IV I
AVVERTENZA PHCUMDfARK
Krnmm. B M k Ili?
; . ndoaa, qucxl ad ron rord iain nolum u« in rliu a re . qui fra te p a r i« annon>
riu » ventijfiii* in h e re n te« c u iu « virea llcet ira m erili g e m u ti» in hum ani*.
Vrrralxaix. non obatantibuir, |«trrm «e«|icr a p p e tiv im u » et nunr erta ai
»animi» tlenlilrrii« .iffertan iu «. S.*l u ltim a te ilr»t in a li« ad no* «a la ora
liribn a qua lem n o i« * p a rra i ob tirierin t, a u d la tl«. En volumi In primi»,
quod rebelle* nostri et r i n«tieni e c r le «ie nem oti tira n n i, qu i I r m i lp«lu»
er«W*»ie dirtorum rectorum et an tepiM itorum fa v o r e et a u s ilio orru p a
ruat, In esecrabili »ta tù re b e llio n i» et tir a n n ls a lk ia l» huiu«m «ali im pune
tM teani bine ad aesennium renianere. V olu nt ln»u|trr, qixtd eia « I l tir i
tu m . dirlo d u ra n te «e s e n n lo rum d irtia r rb r lltb u « quam ruuque ligam et
rontra quoarunque. r e i a In no« et d irtam errleniam . p rò lib ilo
et prò premi«»)« om n ib u « nernon d i r l i » irmi rii» et offra«!« p rim o visitili,
•iemom vero q u in q n a gin la m ilia «o re tio ru m «iu g u li« a n n i» lp »o «runain
|vnlgniit« «olum tnotlo olitu leru n t. Mi ig ilu r l«ta p a r i« u b la lio d ir i <|r
l « i l , ulti primo p e tim r . qural novtri «u b d itl In r ib e llio n e perniatami M
tirannia nthorrtur, ubi «rru n d o fu tu ra interra la ni ordii ur. (incagliar
et aperte trar-tafur. ubi te r tio rie t ant i « tlamni« ta a ti»q u r . .ffm .i» . I n i«
r ii* rt iarturi» t a l i * et la ir. e lu «o r ia rtrm|ten«atiri nubi» o « r r t u r . naawt.
■pai ruaaidrrarv |rtife»ti». Kl quamria no«, qui «ub «fae «rururdie rt pa i«
i* tota Italia, ausiliante Ileo. reforroande, «ulo Mlitn, amena pairia.
politila irato panter et deroto ae alila malli» «leleciabilibu« ilerei M i*,
nernon retribuì prinripibu» el multi» rardlnallba« errlrnl» predirle nm
tradirentilru« «eu «upplirantibu« de r»mt rario, nullairau« esauditi«. a<l
i|«am in n a in u ii non »ine magai» perirai!», laburtba* et eipeaaW «I
r'iw inietti lune finti* n-parandl. «I qua |trr oIRrialr» em ina et rlawtm«
«r ie » Ir mimi» bear g*» 1a faUarat. ad malta aobi« 1mirerà ila et mina*
boaeata irlo pari» roadrwttdrrr t ..loerimit », faerllqae tum prefali» ora
loriba» prr non nuli»« e* fralrtba» ao»iri» rardiaalilia» mollai ori Ir«»
e lam et imtaatibo» rarWlaw la ( I r M a Alle tatuane regine Mirili» llla.
«tri» et Uilertitrum Nilorum duri* et naamaai» \ r t t r i» r « a amba sla lo
ribn» barro iam irto)-«ri» deraroa Irartatam. Ip»l tatara orai o r«» ad
aliad nffrrendam. qaam «aperta» e*pre.«aai e«t. aaaqaam potarraat
I ad Ori «Iterale*, «e ad ampliata noe kahef» ataadatam. • " ! de die la
dirai aliad espertarr. «Ir «-ala« qnMr«a an««fc»ae aalli ko*a««jar rrmat**
prr n o aaat ha bili aer babeatar, et «Ir prr «erta» dartmar «iae f rari a .
Hee antrtn «obi« imatr beaigni patri». o « f a prrdilam «allrit* rnqairaiti«.
«trrrwlm a* a|erlnr. al de aoM» oblalia prr « r » l » i » » piantonai mrrmm
ter!latrai bahralr«. prr «Irlirampa ta a ratimi d M l a a lar%m. alia fa lw »
aobi* obia la. aoa rirraanraiam iai. aer lim n a r t a farti altra danuatal
la rrfnreai a rrrto trarale». qaorf aaoqaam parte nostra «tetri, qanatiaa*
n a m n iia «eret. arqae «labi! d a »» Dm. al m W i «era. «n a a et a4kar
aitata» « « m i r e r à » o fle r a t a r l a v a l e I g it a r o r a lo » et rWlate. q a i » «v i e s i t a «
«le l a a l a k a m i lll a le a o «tra et t a a ta t r .ln .r a t a ia d a r a la «a p rr t r ia «il
«r r t a ia r t lit r r M a ra la ra «. et a t ia a m q ao d b a i a r « l e l ig r a t r » . q a e « o r a l i
b a 't r a a « . m rtor m » et • a t e p m rt o r a m p t a d ir t o ra a i ralIMlfatr d a m p a a b ilt
a a a r H k m « . s tilla r p a tt e Irn a ia a a » ia *p ira a u > rrtla tv a i a a t r t i la lata
p »rib «« r ifila » K W r a lia a *r lr »lt t» ta a *ra . q a a d ahi aa tri« a a a e t«»
r a a t a r a l la , c m k i ì . p r t a r ip a * . a u ig a a t ib a * et n c a a m a ta lrb a « o rt b u d o s ia
A|ipnnlici>.
(In w w o :)
Poptilo riritati* Fiorenti«*.
AnacnU 7 « I l (1*771
:i» n o » )
I r t o i i k « « a t t i « » ac v *»ltn r*ro loatlrto
portoti et m m a l i «i'Ita tk » n > * m r h
t » n * a t ia i a.
a ( t t w ^ ia p Ita
• Aottl I Veaxoianl m n w » « » I — rtro all I m aM a' la ttaodr». « fi la W
I»ta 41 riatta itaaaol»» dei tlatvottal a Veaiala : dL d n arvali » 4m r< # i*» t
>*»—» aaetaa*» M f w l i d»r<aaa | M rl» tadluWaot ofllt* « « m m l n l a t a»»*—
prd a a « K a tVjia oett’A r e t a t a l o d i C a'aa. d i C o r t e e di » t a l * a
VI*ooa ra d SU ItO H n o m i voi V iti irv«> X K 1 l i
Documenti inediti e comunicaaioni d'archivll. N. ? e M, a. 1377 797
h U |*trte p ro ren serin t, qua«* s rrip »ÌK ti* ru b i» retata fu im e, nani uita r i»
r i u » a n o stro r « r » « n r it r a in tan ta qu iete f ui l con tinue s lr t u ll I nl un
qaam, n u llo n o r ila t i* a tiru iu * in d ir io ; «r ii |ier quowlam m al it o lo » U t *
«•tu* ad lnruie»ioncin t im o r i» fo r e »u g g m ta r m lim u ». ut ve! |*icrtn 1 im
pediant r e i iteclinent ad p arta e is fo r tita n g ra rlo ra . K al a u Irtu « pruni,
qtH«l quidntn A n to n iu * de A la la v o lli* de certo tra rta tu su»|«ertus, p ro n i
«a le ve stn im rere.rtum p o tu isti* aud iriase, raptus et drlentua, tandem
plurimo* «c ru n a v it. L u c a » autem ile s o r te f a g li, quod r m lim u * p rò m e
U r i fu im e. Populun r e r o d ir ti A n to n i! con fe ** Ione |iemq>ta unanim i,
n m w in n «rotali. quod lu o lilia Aerei de eodem. p ro n i est fa r i uni, nani
taluni et pulii ir e n u llo quorunque e s o r to rum ore t a lli «r n le n lia m rapi-
Ul t r a; * no* autem d iv in a su ffragan te rlem en tia p ro s p e ra r» q u le tilo d in ia
aaw aitate gutrlem us. ro s a tten te rogante*, a l am ni la r b a llo n e ro n re p l*
ti » ni luoru m Il net uà rio n e d e p o s iti« vobis rom m lssum n eg n rlu n Inrun
« o h m en ti Imi» prosegu am in i d ilig r n te r . p re g re s s a » r e m a r «uoressura
qnarlibet n o til* assidue resrribentes. Ila lu m llom ae d ie 2. m artll.
««pUa.tAI*. i n b l lo t h»«,ue M * J a a e • ; O i . H i , t. »1 1 *1 1
ttoma. * aneli' t u r s i ,
> IH p a n »«
* Ha qoesta nm glora M r V »r é a «a « a l ■ di r a i « Kmm ifir t » .
«mrr. U a m n ao u t • e l i i M » n im r a l a b r a * » asdan lo le d m »m u t e m ~
(W M t : 1» C b w :« * m H a i n i » » o i a M a r s t o aO ad» * 4 m a i w a * . la o sa WS-
: » r » m i R n u n n s II. l i f t in data « V'-nmm * m arm H fJ U T »» *
i M t a a J o b » l t o * t * « 4 i d i T u n t l t u n • M m v m . O. Armi», n
im m I M I , « t i l t : • w an m m l u t i v i M X g*m w**» r e » « m e l t a f a m
» » p e r m e b ra m a i- U M •: S> M i a rara •*•*■** 41 lv .«r**> IU u m . f a i
f f f W a i « di f V n « * r . I. T«mMla » U « m i mi «errtl alla t t l b L a i a .
d i r i r e n a e . » t IJ M «I t r * »a ami n !■« <■■» e la m a l» pia dU N na e m
I H nm trsltoM le ari m al l a i l l n l w t
s I t r —'pm p 131«
• *lJ t«p m rta é, 4 « m a » A l l III •*■*#** t « B » | : « t u * « M «t«m am >
a y «im p r e s ili m a * M a s « a m a i g r a n « de bar « m i » rim a le m m i
Im a m t a r i l i a. I » r «IL A H m o a a I U ♦ d « « i u una.«.» « m n K
» U 7 7 AfO lle 14 I B S » «a«r«md* O s s i . sSft
s nm*mda M » I l a * a*s» M al V *e *V X U T , 21* i <a M i o d i ' «
«ou Appendice.
• <Tr »opta p. I S
• nationallU italiana dal aaovo p a i « » «abito rilevala pia ratta aart»
da CbMroOo l u i l i t m <TTr. la le tte r« 4M 3D a i* lt r e 8 m alato aell'ed
k M M t l c » l i . ISt c trt". « t V a <à tri aste* ». al l i a » arila Irtm » «d l» t* a ®
p rorM ratiaai o r d in a »». qu.*d la a p a t a lir » veda n m i n U v ir !*> *»• ** *
(•»agnine Italico »allaient** allena» » e«v. t ir ara a o r te la lattata I* *J*
U » del cardinal* <‘tortini ta cU tn r I I . U * « V
» P W rr» da X m it r a c , « » n lla a l» w t t » l aa ucaaau V I. f 1 M . ( V x o n i " ti
B4K
• Xanaa loc. HI. letnte «a* U M w ,
• d r . anpra p 121. H a O M » t « w aaa tu » faalan. r i a laan w» wr**£
*p»taa » a l a a a *« i« p » . * « a m i l i » dal pmmmeh* l u m a » UT 1 a U rifa rò
d * a» n a iiw rttl» deU'atvfeWfe» w f M » (e a lt t r i» <T* 4 *r acétia»., p **•
• (U o tan n a d i X « | a l t
• O r i >M a langn U I » »p itie n a nmaaaU m» tr i». \ i n t. l i . aaa • »
1erbata a I m a m I j H e n a r M » a. rama il w » » a a m a t » k I K l i ü u a * « *
M * U t . S a dal f W . lai, M<mm- l i » . L t a n r a n M W i i n w « l a *••»>*
M a te r a » I t I X t t • ; r i i . t t i l t t r t » 3M&
• tir la p » | s * i t a h n i U H V 1 a c «
Documenti illudili c eomuiilcasioni darrliirii. N. 11 e 12, a. liti». « il
tr^rt unioni* bonuntl ronroiMia. liberta»» ere. Olir* *1 codice nella 11I-
k i i o t e r a d i S P i e t r o , «landò al rat«loft» n i t i n » un xraaJa
(olir* di questo dialogo nell« It i b i i n t e r a I l o r g k e s e a Il orna
iSrr. I l , n. 57); ma non » era più nella primavera del 1NM — l»i grande
ì*-.rresae* è la lettera seguente del cardinale di CJine»ra al l'impera torà
t arlo IV rontenuta nel fot/. I'«(ir. Jftìi. f. 1*:
<• M iteni * G*bennm«i» ad imperatorrm Kamlum <5e nMaeadatioae
et rrea|j«me domini Urbani pape «extl.
• Herenit>i>ime prtnrep» et domine cunsangulnee Itarimlme ISat fa.
b r i » rei-orda tioni» orcasum domini no»tri Gregorll pape X!.. quem per
alta* llttera» mea* «em ulati vaatr* larrimabillter nanclavi. ali!» dnmiata
mela rardlnalibu» et me kic exisientibu*, m ola ti* X diebo» po»i obli am
- mutala furi« ranonirl rii uni. rlan«l» in coitrlatri In aprkieptanipam
Barattami lune nane «ummum pontifleem, natione Neapatllanum. qui
domini m el cardinali» l’ampilunm»!« vlceraacrllarll *po*lollcl ahmmli»
tire» ge reKtt in curia dirti dumlnl mel, ra ni In» le» r* ego uoaalmiter
- iellata» «ore» n o . tra* eundem ad apmtolalam eligeulc» V ili* di«
measla kuiu» in coartavi »ol ammodo unla» mirti» »parto mora perirà ria.
•tuia llomani in longiori» tempori» in dirlo conclavi m ora tu raa»ra tir»
»'•lu e m n t. Voratuaqoe r»t Irbanu» «està» mi Iti, dum era! In mlaoriboa.
»Ide (lummtirni et amira* quamvls de grado inflmo nane all »abitatala*
ad »apmnum roiu» c o m a n d o la pagliate rr.urrr-vri.att. damisi penala»»
’ catare mi ordinila orlebrari. Ipw calai de «ereallate te»ira maltam
•perat et quoti airut alila pred»r» «Miribn» sai«* rade» « m i U a Mia
fall et luvaminl* bracklam «iagalare »le la eum <oo*taater per*evvrmr»
'l»b*at maieata. ve*tra. Kt qaaatata ««l i» farti» laagealiba» aereailaUm
•'«tram et «creai»*imam aatam le*tram saper qaiba» caa eo »t r in i»
•Ima pi a rie* »am tarala» ip»am reperio dl»po*ltam calde bea* ad»» qaod
«i opera verbi» raa ln u b it. «Icat «pem. atforlam dirti aereaimlml nati
»estri fello ter expediet Ad caia» c» f»dir t Ioaem loto nmamlae ateo l|»am
»Ilicita re mm dr*i»tam. la qalba* etiam m*gi»ter foarada* «rrratlatl»
»••tre «ec retano, rat» amai «ollenia ««Brada k ille r la bora t, tv fiiw w -
ii*a» • Me sempnr »erraiU tì ie*tre. qaam m i w n v l «maipetemi felM U-r
et votive Script am Roane die XI I I I * aprili* »
I/ignoto autore dell* m a n i dei papi "dita .lai h » M ebbe rogai
firme della lettera p n n d r a lr rum» ri»alta rklaro dal pam » ck# a f f i :
• T em p o re la tta » la r e p li g r a t i « i m a m «ria m a , q a la p a i d —-ti n a i a «Im i
aliqai c a r d ia * le . K T ip w n tl K a noto Im p e ra to ri f»W ìjm» I rfcaaa»
f»t > «r | » M i i w t i r r « i r r f a a d*r t a r i » Viti ipriti», e f f » « J fmtrmmt a ir i
* tir. «apra P I S e I *
* r. ta M M i «stia W V t f e a « ( V t * a t M a a : * n a n a * O »
U aliai»«! migUect «al a »« a » *H «ad. d a M o a m aaBa a*afra!f* «a
a d k la « a se»» mnaina»« Il cadtaa r iam a*. «t» ad J**l la s * * * a aala
rn n %*«
* t a p i »1 * «Cala M H I » a»t aa emm« U t » l a i t l a l i » MmpfU
* D «f» »1 * •***• « v t m « p ia ««a it t i» m w a ii» m r n a n i »
Appendici«.
u n a n o r ie in r o n r l n r i p r o p t e r R o m a n o » r i r m p o n ti rru m t im p rrm lm
f i t t o q u i lu n e in n t n b n n t , u t r ii n i m t u u m . nit u r r r f> m /ì. k-
W m r z r ila u m
roaufibai « 4 k..
m ia e , p r o m o v e r e n t in i m p r r a l o r e m , n u o ti r e t i m i l o t i »
n p e r a r i. Qui* littcra dilli (Ulijr»-iiti*xiiiia custixlia in archiiia parti» «w-r-
m m i l n r » (Fixkb, P a p s le k r o m ik .147-348). 1* lettere itei canliaalt » . »
ricordate anche nell’orazione edita da Esrti«.»rii 77 che U » k n i «
vescovo di Itaniliergu doveva tenere alla dieta del 137# per ia<-*r «
di Carlo IV : «e t de hoc», vi ni dice, » imperator hnbct mattona»'. ■-r
dinaiium litteras, quartini qut-dein |ier inanu« carJinalium aeriptae - -■
et qua* im|M-rator tata custodia wrvari mamlavit ». K *k inoltre
menzionate nella lettiera di fa r lo IV del 2Ti settembre 137M citata *oj»r% •
p. 141 e ». e nella coni detta lega il'lrtiano del 27 febbraio 1379. Eai-i»!-»
il principe elettore del l'alatinato in una lettera del 10 ottobre 1.TT? -! •
d’aver vinto 18 lettere di cardinali e pretinamente alcune del «r>! -
di Ginevra, che a'eaprimono a favore della legittimità dHiVIruUtn»- f*tu
IH aprile 137S <HAl.ru II. «87. V a l««, ì a F m n r r I. 65 «A No» V»»
recar »oprerà cIk* piti tarili l'antipapa abbia cercato di togliere il i
■irini|iortante documento qui «opra comunicato e tanto ciw prw K^» ’
per lui. col presentarlo sieeome estortiteli dalla paura della morte v < *
»¡curo — come ammisi per ('addietro •■he l'inviato imperiale Oam • I»
M'rnel abbia coniwciuto la lettera del 11 aprile del cartlinal di (lineir»
cfr. SttiM iii!* CK, n. I. 1 « relaiiime di Corrado (stampata in Ourr 11
P . J . 1(39sa.) è molto importante per le trattative con l'rbano VI c-.r* »
l'approvazione di Wonceslao: i fatti del conclave ««no narrati *t*K
quasi nolo alle relazioni di altri: « t ’nn c iò » sentenzia 4o H n »u o u
«uscita rubilo l'impressione tirila credibilità |>el resto dell« «arra»
per la narrazione ilei fatti, « i quali preae parie egli iteuo. Quest'impr-
» tour viene radunata dall'abile esposizione che lascia »piccar»* fà**'-
mente le personalità dei dae popi, l 'r batto V i e Clemente V II. IVr q**
ci e dato di controllarne la rrlaiione, ai ammetterà che mai Corr
dire 11 fatuo. Ma non dice neanche l'intera verità: tare enne, che sii «r»"* ■
indubbiamente noie e le tace perrhè »Otto svantaggiose per il f*?*-
quale aveva aderito, per ( ’lente«te V II. iWoitdn 1« relazione di lui. 4* l‘ :
principio Clemente t Roberto di Oinevra» ha ritenuto Invalida l 'i l w i * '
l'rbano e ardo per prwlenza o paura ha tenuto celato il ino pensiero («*•
ra*lo però mhi narra, che pochi stortiì dopo l'elezione itoberto ha U « t '; »
oh» l'rbano ■till'wpprovazione di Mence*!«» e che rat ciò ha riew t»'
con.e r tirano |HXet« darla ed era quindi papa legittimo K anatre l'e»r*
• Ue>nedi Cor ratio mini « il imo» tran- che »ottanta per motivi d'utiK
per icua<taenare l'imperatore, l'rbano V I pronunciò l’ approvai**»-'- »
AVenietka, egli tralascia di narrare che anche Clemente »«le v « p( » ■ '
•lere all apprtn aaione per lim ili motivi. 1tannaita bensì, che a Feael i
cantinoli oltramontani e ( ‘Immite V II d i dettimi relazioni »«U'etr*> »
di t riamo, ma tare, che ai torà r«ntip«|m «v e «« g ì« fatto Uemkfe l*
bolla J»r l'approt « n o t t e di WeneeaUoi. Con qae»tr od anche a lti* p H «
tim i di fa lli « lui noti. ( orn ilo ha ia p iw n « I mk> racconto il ma^h*
di u t ili* partigiano*. Cfr. anche le n w r u t i w i di V tu n 412-M3
e K t o m n nella ««a nuova «ditisar di l l t m i . K a m r i l i n n f r t e k * k i '
V I, 77x *. 1
Documenti inediti e cotnunicatiotii d archivii X. 15 (a. 1399)0 Iti su7
» dir, w « n p I *
* tT r R a m o v M ani ia * ( a r i. W aaf «a« Vnm i 117* U + i
« Ita lie a. K l « i aF«rietiw a*» fi «
» O ft D a m a i la * W Jahe* Vt. ttt,
Appendice.
> li 11 primo Ar-tla «erto trama dal Cardinal camerlengo. meati«' quella
atti owciatoriall tenuta dal tWwtwctIIWw prò tempore non ramtnrta col
I W : cfr. K o m e u o s itn M » C
• Il primo volnaw degli aul (saHutortall drllarcbivlo segreto poolHWo. che
la tutto debbono riempir» d ir a IOO volami, ni dal 1517 al 1234. ItsAtrT non si
mrvt né di questa neretta a* de#t! atti eo*ct«toriall dal 143» al 14MI di cui
porterà soMto
• Ofr. «opra p 241 a
Appendice.
Martino V indifese un giubileo: qui però è dato il 1425. Che »otto Mar.
tino V Ri aspettasse la promulgazione d'un giubileo risulta ik Voiur,
fi lim a te ti 138, e d M ’E p i i t o l a di A u n n o m o li A l m z z i 23 24.
Itimi« 11427).
« CYr. to p n |> 2* 6.
Appendice.
[In T e r s o ) :
Ma pii if. et potentibus prioribus et vexillif.
iii-titie communis et populi civiiat. Florentin.
Card1“ Bononien.
« < fr. aopra j». JHC » • JO*> e fr a s d a R s r s v n III 1. 4*» ; Vmjov*. Meriti.
Pad. II. ISAas, » -1e r* d S a e K o m . VIII. fTS, S a . U n i suo monument» wpol-
craie aarfcr oggi bee e e o w r r a i e e. Amsnurt I. 404 «06; rlproduxlone la Tool,
tav. 2».
*1»; Appeudice.
( In w s o l :
Magnifici« ar Rumorosi* domini* niei* domini* comu
nità ti* Fiorenti«' domini* inei* »iugularissimi».
Eugenio* etc. Dii. Alio nobili viro Antonio de Uido rivi l’udunno
uluteni etc.
S o let sedi!« a p o s to lic i d e m e n tia recu rren tibu ii ini e «n i rum lumia-
» l a t e fi li ìh p o s t cxceaaum lienigne c o n »u le re et «I uni id »u p p lic ile r po-
•tulaut p io t a t i» g re m ì uni ap erin t. E x h ib ita alquideiu nobia uup«-r pr<»
|>-<rte tua p e t it io cou tin eb at. quoti o lim rum p er quondam ItunianiM r iv e »
et i n a c|<regios et p ri'M rn lia litrr in bum anla a g e n te » ue a lio » pluren et
dive rito« v i r o » fid e d ig ito » ac n o ta b ile » notti» et K oui.nie ecclesie d e vo to«,
H "rum n o n n u lli bone m em orie lo b a n n i» l i t ul i aan rti la iu r e u lii In Lu>
«•ina p re x b y te ri t a n l i u a l i » fa m ilia r e » »et-reli et ron tin u i riim iu eu »ate» e x i.
•i- hant et c e r ti al i i sub eo, qui lune in alm a U rite et quibusdunt al t i »
p . r t i b u » p rò nobia et ecrteaia p rw licta le g a lio n la nflieio fu u g eb a tu r a«-
>i.|wr ornile» g e n te » a r m ig e r a » n i*»tra » e x fa r u lta te in n iru » ib i d e*u p er
(M ilit a iu ria d irtio n e m plenaritun ( hal teti at] , m ilita r e vid eb an tu r, ite
rulla vicibua nuncialum fuiaae, quoti itirw eardinalia le, qui lune in ca
stro nostro »aneli Angeli de dieta l'rbe castellano* |wr no» «lepululu«
era» prout exlatia, cape»* et decapitar! fan-re dictutuque malrum occu
pare intenti«'bat. qutxl<|ae pu»|ea vWelirrt diun in l'rlie ip«a ultimo per
manerei, buiuMiiodi intentiouem «uam |wr |H>ntem aatirtl Tetri eidem
naatro ronliguum tranurundo et te inibì incautum re|ierlend«i explere co-
citatemi, tieni uni tu, qui per antea «le premi »»i». dura liononie rmidere-
juu«, dilcctum fi 1min no»trum Franri«cum Ilt. »aneti t'iementia pmbjr.
tri uni Cardinal« m nanne II tana ne ecclesie virerà ncellarium lune camera*
l’ium ntMlruin per tua» llMera* eertiorew feceraa, cun»iderao» lune qnu«l
prefatua legatoa, evi eoaIinno «Irhitam reterenliam ptealiteraa, nullam
■A te odii rau»ain gerere ttebeUat, «wl quoti ambilione .luminii a<l caplu
rata et orrupolionem farieodaa buiu»m»di multo nostrum et diete ecele-
*ie alatum et honorem «Jevenirv ailebatar, « r alleniteti* quod ex ambi»
tione pretiirta, ai illa tane ad opinioni «ffertum ledutla fui**el, multa
maxima n«»bi» ar «Mele ardesie dampna atque |ierirula pervrniaamt,
ad ¡liuti termioamlam tamqoam nostri «pecialUaimu» lelalor rredm*
premima vero e»*r. eanti>« lega ta « capere et infra ta. Imiti pmlUtum.
*toner mandatum «le Ulto» Irne relax« tione a notti» »uacipere«, boneate
• t t r . «o p r o |k 306 «t
P a m . « i m i 4U / V . I
818 Appendice.
* (t r . «opra p 377
* Nel rad. : B ix w k B ti» p n ié m iL
f*ÙO Appendice.
Uomn. 10 ( n o 144:
IVr In canon iixaaiom- «li s. Derni rii ino nulla può fa r-i |>oJ momento
perelte la Su ili X. S. non da molto aiidiciitin |>eri h<> ò auro (lottile la
K. H* et anco è occupata in cose che richlcgltono celere provlaion« per
<*t\¡are ali scandali che |totrolliamo advenire non (trovi)lemlovl. Li ini
bì- latori de l!» ile Itoin'.iiii e degli elei-tori eil altri |irincl|il ultramontani
■ ’Mi <|ita come |ter altra rendi «vinate le M. S. V. Rapoiae la im1tn»rialn
ia i-imie di tucti gli altri in coueeatoro -«-vieto lo eh *|iienlimonio Intorno
I«* la mimicr Enea Picogliuomini ci plinti no venirti; cupone in tal modo
H con tanto ornato la imh.i»ciata in w ndioiui et ilUplai-ovolc che «la
un.-ai S. è «tatti Minimamente nuiuncndaln io ingengno e la pruilentia
»uà et min «luliito che in lireve «aratimi in qualche parte remunerate le
virtù sue mediante le quali lionoro e gloria ne r»in*eghulla la cipta
tentra. Ktai in Kiinuna adimandann i|uatm cime ciascuna piti esorbitante
» lio-a alla Su di X. S. e generalmente a tucto collegio ile cartleuali
e ¡ter la mala condii ione ile) tempo aara nccetmtarin che nella maggior
parti» mciio «-salditi |ter * hifare magiori jM*ricnll a annidali che adve-
l'ifU m no m> coai non «i farantr. K* nrlie 'SI. ian. IIWU [*L flor.].
*
Kotua. U frfcfar H IT
cju< <ti|>rove<limenti dannu assai che pensare a >1« lineata 1.. . Sto cor.
tifratu Ma uno ile medici che sono stati al governo di Xro S"’ che «' quasi
ini|-sibila ch’ella Sua Sw ci sia doniatina.. . Kx uri«* XVI. febr.
fcon X V II».
Ori*. alla B Ib l. C h l g l In Kom a. i'o d . K. 17. 181, 151.
della fe«ice memorili ilei »omino pontefice nostro papa Kncnin tlell.
inerte rinsruno r i i ristiano sommamente ni deliba dolere rt M a i .
«luelli della ri pia le n irà ... Kx urite X X III. feltr. bora XI*.
Orljf. alla II liti. <’ h i i t i In I t o ma. C o4. K. VI. in. p. 13*MS®
34. Tre Bolle di Papa MreoM» V ■ favore dei Gin» ami iti di Hodi, *
III.ma. «I nnr< mlire ||M.
Fintine, 21 dicembre l C s i
114011.
«> « Nicola un etc. Carissimi* in Chriato tllii» (tornano, l'ngarle,
IV'lotiic, Boemie, Suecic, l>acic, Dalmutic et Norvegie regihu* illuniritum
i untvcrxis et aiugulia venerabilibu* fratrlbu* arebiepiaropis, cpiacopia,
a li.it iliu* et klil. tlliia nobilibua viri* ducibua, principili!!«, lungi «tri*.
» rchionibu», coinittbu», capita nei*... baronibua, niilitibu* ... et ceteria
ruiuscunique sexus Chriatifldelibu« eccicsiaaticl* et aecuiaribua — in
Germania e altre parti del mondo — salutem eie.
l 'i de talenu>...'llodie aiquideui in curiaalmi in (1irl«lo UHI noatri
L’hannift regia Cipri illustri* et ipalu» regni Cipri Inmlarum et bablta.
tv rum Adelium... favorem I Itera» min«*» «Inni» tenoria cub»e<|umtia:
a Xicolaus etc. Ad futuram rei memoriam. Kalutlfere rathulice
fi le i... IVnaautes qualiter Tbeucrl... ehrial la nom ni lerraa et preaer.
tin i modernia tempori bua.. . lotiannia regia Cipri regnimi h<»tiliter...
invadere... non ile*lnunt quodque. nin i... viriliter re«i«latur, |M*aaent
'eriaimiliter brevi temporia apaiio non m«ab» regnu tu ipaum ocvupare,
•ed ili u<l eiuitque fldelea ad tota lem ruinam. ac minerà filiera pmaertini
'ii ima rum desolai ionetn Jierduoere ». mai non a torto egli chlnle aiuto,
et ut ad id lldelea eo ferrenctu» atiimentur... apirituviia eia tnunera
¡uc tei tetta antecedetti elarglmur... Ilinc eat quod n o «... univeraoa
et «inguloa... cathollcoa regir« e t ... regina* etc. (come aopra] obae
<ratuu» in damino... et per a»per«ionem »anguini» domini noatri Ieau
l 'li rial 1 exhortamur, eiaqoe in reml*»i«mem *u*>mra pecca lontra. . . ut. . .
|>rodefeuaione regni buiuamodi prefato regi grata Itnponanl subaidia ca.
rifalla, noa... ipaia omnibu* et alngulia. . . , qui de facultatlbua aula
magia et minua prout ipaorum fldelium mnarlentlla vklebilur, per die.
inni lohannem deputamlia nuatll» ve( procura tori bua aeu alila ab eia
• vbatiluendL« pie erogaverint, au-torllale apwalolica tenore pneaentlum
indulgerai!«. qu «l »inguli confragore»... prò ruttiti! ¡»ai« bacienti* etiara
«edi apoatolirae iwervati* r « e » l l * a .,. alque d e lirila ... debilititi ab
aolnllonem impetiderv.. . et rmamria («ranibua] abaolver* . semel in
» i t a et «etnei ¡a m o r ti« a r i ir a l o . . . v a l e a n t . . . l ’ raetert-n un iveraia e l
«in g u li» arrfclep iaro p ia e t c . . . m andam ua, q u a t e n u a ... p rm en lea lit .
t e r a a . . . u b i l i b r t . . . p u M iren t. V o lu m n * au lem quoil o m n i a . . . in pru.
27 agnato I4AI
30 o t to b r e 1V C .
Dilecto filio Nicolao lit. *u IVtri ad viitr. presb. cardinali >• llcgla
pa ittci * . . . Ila appreso le controventi« tra l'imperatore Federico I I I «
te l.a<li>lao. e per ciò — « volutiti!* et voltiti tterie preacntium mandamus,
qitateiiux ad ipsutti dielatii (acil. in opido Vieniteli, l'a t a v ie u . dlor. de pro
ximo wrvandatn) accedente« vice nostra huluttniodi eftlciemdU paci et
riardi« iuxta datani voltili a Deo prudeutla v o s dillKrntee inter|>o.
M i l s » . . . <.»11 dà I poteri « T o r r e n t i «oc. D a l. X I l i . b a i. n o r r m b . I ¿ii .
.Vieoi. r . Nerrrt. T. X V I. Hrg. J00. f. 1««>. A r e li I r l o d e c r e t o p o n
ti f I e I o. i
3 ottobre I4&2.
t i t i «o|ira |v M t
» ( ili altri si trovano ora nella pnMd tesatane «tei O ii'U u a di m i
tusto. i | | » . ; ì 11
* H ro m lii II c a la ta f» drlla U M U iv a M r im a lr « m p m M r Innttrr a n i*
tirm serie d i rapir d rl discorri del I S x a M . ma |s4rM <|ul non mirai ad r * » < *
com pirlo rd II c a la lo «» « r * |srr Ir • ) ■ ■ ! * . In p«r«H n do da nltrriorl esmwn» *
stani I f r . I l ’udiri PaUttmt -4. ilìM. jrms. 41 f I l 3 «tto n a I * » > *
Documenti inediti e coinunicaxioni d'areliivii. N. 4:1« 4i>, a U k l. K it
f i r n * Darti 4m taf*. L ta
K34 Appendere.
voluctoneiu duuruin follorum ». 1mh* fo g li |a<f> avanti «non- |«>l II A r t a r t ' '
Ululo: U n i « n r . Non »1 nari «la duhltsrp dalla (in u in llA i » n b i qua»l tuli
«IW-hlsra aloni sono con ferina te da fumi <s>nlrm|»*ra nw . 1 « co|4a chr
al sr«s>li> x v i- molteplicemente scorretta: ho lixlii-ato t Inotthl. d ote h » leatai
«•meintarlimi Inoltre U Nbllotrs-srio M «S l i t i r r t x l a miri zia del quale a>* t*
tmlarsl shhsstsnis. ha avuto la ImuII di rullaxloaarr ancora una «ulta la c»: >
roH'orictnale. t T » 11 l ’orcan> a liti» f a l l » i i n f r a d i * ! <■ «letto « i i n s w i a r « 1'
molti cualein|>uraaoi. Anche la • |»*-«la di I . I » » n . . U XtmUmm 4. la f n l
della C i v i c a d i H e r n a ricorda f. lil* la «sn fraslaa* di « I . Poirar> - •
w u T i m i tSWi, la lettera |>ttt>tiit>'ala la A h « a: e A r r o s ti » OH*
e. I X | S i n a r r a no e h e «|u«*«*lv c o a fe s s io iit fu rn a u f a l l e d a l co«| > lral«*»e a l l » *' '
t a r a , ta e tttre 41 m o lt o b e a I n fo r m a t o i c f r . sa K i w i t f « i I V n « l a O r « * * *
d ir e , c h e l ‘o r i-a ro le h a f a l l e e m e n d o | >ri*i«aier>» n e l p a l a i » « V e l k a a » • 1
¡»lert**|Uc e * h ls, q u i e n n i r n * t « a J M « a t . la le r r > «c a a t it ia » tpomtt m a lia <r«af«'"
e s t : r i t lla d m a v i lu e I | l»»t n u lli p a r e e re . » e d u m o e * f e r r o , l e w » e t a>i«v* r1 1
S W i v «le» r e t e r a i ». I l « « i i I 'o i m i i i 1 7 ; la ra is s a o r T l i d ic e ( « r t a r i l l . cfcr !'• -
«ra ro f a I n t e r r o g a t o n e l p a i s à » V a lic a n o .
» N im t A (¡alto, canonico di S*aa l ' H r " ( t i . M I «•*••> mi lt»~ «i l««- rii si»
.Hn-ontlo N’ i n v U m i « T e n t a •Z>>‘ anrbe na a lleo cannale» di Man I W r
Implicalo nella constar* N ella II I b i l a i e r a «rt*i> Ar«h lrl«n d i > P I « » * '
Bulla «1 tro ta intorno ad !*a Ila iiu ta Srlarra ». wt>ra p, S7X
* la»trta dlceatare m a tn n a Ibwu ■t i e t Ho m i tal «• T u ì ì i « » i •
t)>icd:n<'iiti in o liti « i-ouiiinionzioni d'areliivii. N*. 45, a I (Mi. K ’ft
io .
• 4 granala.
* 1Y r l ' i u u i i i A I j n x i a a t 71.
Docum enti inediti e comunicazioni d'arrhivil. N. tft, a. 1463. 887
Itera dixit, quod inm in dieta prepara vera I ultm XI,U portegna
sa XVI balista», X lorica s et qunm più re« targoiim ' illa nocte, et a<ia
ani' » ad dictam doniuni (toriata fuinsent.
Dixit eciani idem domimi-* Stcpli [anui»], quoti llcet ip»c iuirni»«rl
ilidi« eius t-onipliciliu» et «equa ri Ini» Miipnidictn* tre» via* ad diciatti
liln-rtatem recu pera nda ut. qui«! nidi i Ioni inuh ip«e cognoacelttt et certuni
eral. quod due prime vie «uprn*cripfc non enit miffW’ienten*. et quod |p«e
non dubitai»!, idum ip*e Capitolimi invmlerel et caliere»! et per Itoniam
riamando: vivnt liberta*. dhKurrvNt, aut primo |mt Itoniam tllseurwet
et ’lemum Capitotimn caperet, interim Inde «[anctUftimu*] d[ornimi»]
a[<-»ter] papa castrimi «aneti Angeli intrnret et pn* «ul« eciitibu« anno-
mi i mittcret et tam rum «lieti* eius gntlbim qua tu cum favor» et auxilio
cui iHclam maxiini domini, qtiem mimine amicar! et uffect innari ip«l «[a n
ni-timo] H[omino] n[o«tro] pa|«e adeliat, ip«um dominimi Kteph[animi]
et '« n e i suo* periditaret et Romani rreupcrarrt et ad prUtinuni «taluni
rrducerct, et quod propterea ip*c domimi« Ktephanu« tMiheravcrat ter
ri un viam capere et onlincm infradicendum tenere. Nam decreterai,
q •*1 nocte precedente diem »abati, in qua die era! iestum Kpipbanie
et in quu die credchat «[anct i-«»imuin] d[mainimi] n(<t»trum] papaia In
e le«in »aneli Pelrl celebrare et ibidem ornar« domino« caidiaaltst et
(•■••lato* intere«*e. di«currere per lto[mam] et per»onalitcr amico« et be-
i volo« suo» requirere et cum ip«ia et alibi «upradlcti«, quo» ut a»»eralt
« *n <liiliilnli.it, quod exee««i»»ent nunieruin (T O C armatonim. «e dirigere
»»•t>u« dietimi palla cium »[ancti«»im i] d (omini] pape radendo vlam per
Tran»! Uterini, et cum e««ent po«t dictam ecde»iam «aneti IVlr! iuxt.i
'awallMM 1 et domuneula* iiibabitala« ibilem «Ita«, dieta» annali» In
'tualoor parte* «eu qiudra» divnlerr et Ipaoa in dletl» domunciHI« rccon.
'lere et ordinem dare. quttd die advenienle, rum orrtiflratu« fui»«et quod
>[anrti«*imu«] Hfominu«] n(o«ter] papa e»*et rum n i!« cardinsllliu« et
■celati* in espella erri«.ir noeti retri. * qw ll diete »quadre exirent et
una a d portam diete errlesie «aneti Petrl veruna Inliain. " alla vewu*
portam pallarii prrt+icti. alia ver«n* |»»rta«t dictr crdr»ir a parte ante,
riori transferrent e« invwlerent. et quod quarta «tarrt in platea ecclesie
predirle ad »ucrarrctiduni. nbi »pu« tuM«rt.
T »!x it eciani. in-at »r u m p t o j» » it u m . -u ai ad Dtirm it n liiiv n |x>.
'.■ {«•e t. o r d in a r e ¿ r v » e » e r s t , qaod d ir t i a n c a * ! ir w * * n v ju e e i» int|*di>
mentum d a r e v o le n te » «eu in d ie ta e v d e d a » r i e x tr a p e r n ii e r e « t. »al -
ir r s r e n t et in terflerren t et ip»tu a s [a u r ti* »iu u «] d f n t a i n a m] n (o -
> * tanta, v. p v d i m
» Vedi D r fin a *
a (V ane ( r a t ilm n s t r a l r a a i i l W ». E II n w Int. A ir» » » » v. U m a a v r .
■|Ol d o T T v tjb r la lr t K t m t r* * rll» n > T B ttc s a o i n d i l i , r b r s ta v a t o lt a i l a a l *t*i
a n tic o a lto a r t c ir r o a t m t a a c ts s p ie tr a e o a ts rrU lo o s . v ir in o a lta « a fr o t t a
d i S. P ie tro . In d ic a e s a u a a r s t r p e r» l'u t lc o p o s ta
K18 Ap|iellllÌCe.
R o m a. «e o o .
i ( H : ««t a n la r t i.
* O .L : » Rr.su aa *.
Appendice.
Nota quod i»tu«l eoutigit anno viti. MOOCCL1II circa diem ante»'ri,
Nota i-tiani qui»! doni imi» Ktephnnu» dieelmtur fui»»e coiiwanguii»
ne|M>» »eu flliu» frutri» aut »on*ri» pape Martini fel. record. |--->
ccnnnrin vid. tercii Nirolai V. pajie moderni et quod sic cr>-i tt
»ueccdero »ibi debere regnimi Rnmauortim.
ia ••tnporesati» proximo. VI capti principe»! faci ioni« et nera ti. llec «unt
ffr.culn : 1 sed ut inani hic fini» sit |h i I ì u k qumu ineont io imilorum.
» ' pi a B o l o g n a . Universitaria. Co4. ¿692 Jm tm br. tare. J V rt.
et X V I in. - fif bibl. S. S a lta liirU ), t. 24.
itunia, I fe M f liU .
a Ood. « pericolo ».
• Cfr. aopra p 573. OMK M L T om * «Wm nella n u ed. di ln n n u im i cita IGS)
'toento dla|an4o eoiae ae reti U w w » tr o ia io « pobUlcato pel prim o! li A t •
e l a l v l o d i S t a l o l a S l e a a llor. e ilJ caanerva Inoltre di <i«lc««o in vialo
oa altro * Ui«pocr-V>. *• * * < * * ( I V «M lle JW ■ rota iju»-«a» «U le * datato a o rte
il dl*t«cr| o ptrr«letale) T. la etri *1 d ii* : « IV r fra n r* di Janni d'Amelia
abitante In «n o ia ri »rTlp«l Ieri e l u n ocronao nu»« »«nenie In ll«n a« d m 1»
trattala i-he f » . v « a im **. »«»e fa o » r ie n t r i rwttln» la t » S 1* .1. N. «* • et come lui
era «ta to p e r « » * . I H « n a * a i a a m l » «inrM«. 4 l«|arrio del A gennai» n«n *•> pili.
fUmmlamiB» anpra altri iH«|*r * 4H l a n u t i : cfr. I Indire «Ielle |mrmmr I na
lettera di dlovattal «T A a rtla a Vt. Sforata. In data di Vrtaexfa Iti die. 1419. «I
trova alla X a a l e a a l e 41 P a r i g i , t'ami* timi. M t ì. f . ioti
• I W « darlo a.
« 11 granato : U n x i a* «lU&t d W 11 12; In £ n t w (11. IIM?j a l i l i I t
• Il aoaae <M r a t a a « : • lY a a ra w o «Jabbadlo • iC a ta d m *). * rife rito da
l * r r * « t a u Itae. r ii 15 « W l « t » tadecan w * Panila» de Alba. <Yr. «opra p. <5i e
( V r u la C B O W H »
• .Valla r i e « dopo la t * * » alla «w affara.
t CTr «opra p S A
M2 Appendice.
i l man- I * 13
S i j . ).*.!, f. 17ft A r «• h I v I t* « p s r r I n p o n t i f i c i a
Veoeala. t* « h i . l i s i
Roma. IO « t l . tV.
Itom i. IT « e li . 1 * »
l Wrruada r W . Krttr «MS gli Inviati ersoo rtilam atl a Roma pel IO ottobre
tessi erosero aw lto |S» to n ti»; v. m era p <X> . Noi • brrrr di M o r o » V a Pr.
a fo n a . 4*1 III. *4. mrp*. IhJO (tw l* aetr A r c h i v i o 4 * M i s t o a M l l a a u
Art. r+mtif 11. si din» rbe — di I mm4 tortali » salin a ad d ie * txmata m onti«
t«rto6rt» ».
* IT r. sopra pi ftST » 4 X
>*4« Appendice.
I l o r a » -X. I * m II In o . S s e t i . I W
rei m eri. B en«1 fe c e r lt, ut a r ltitr o r . tua s a n c tita *, si de M etriu d <•<-«■Ir »i.t
«■uni red d itìe rit c e r t io m n . Ii<-di menda sunt hitrc tem |K(ra. V in i* trulli ru m
in A la n u m ia m p e n e tra re n ititu r. u ì k ì um irltiu m retineuius eorutn, q u i
M ultitu diiiis ducvt* halKMitur. U«*s nostra in p r r ir u lo »ut. I la r e rum fiducia
d ix e rim a e p rò d e b ito , qu o ten eo r tua«* n a n etitati, cui me it e n im atque
itrrutn recom m endd. K x n ova r iv it a t e d ie r lc m im a prinui f e lin i« r ii
M cC C C L q u in to .
•Vip. colla a c ri ttu : Etti*tuia X X X V III . Kuathl bcar/tcrt kit qui pruà. ttr
puttun t . ¡ ‘ h i t . LIV. Voi. 19. t. 30. I . i u r r n i U n n a K l r i o i f
debiu spassare. H o .ateso et attendo cum questi Srt C ardinali che to g li. ■
intender e l bisogno de la chiesa, el lo ro et che mandino queste lo r» g»
verso Romagna. Usano i e più gra te risposte del mondo, tamen le
vciighono qua tute e eia ce ne e la più parte. Intendessi vogliono pr
salvar el gioco lo ro qui et l ’a-ltri de poy et forse è necessario ni prr
s|«*fto del popolo tuto per se et |«er la gelosia hanno de Onditi e «' •
r.esi [K-r rfcspecto al papato, et per Idubio del He, che corno da w o
sugestione e conforti d e il am ici sor Car*‘ voglia cercare de haver •
papa a suo modo; pur la solicitudine se fa per vostra parte, ve n--n!i
in honor, et ognuno ne favella in stimma vostra comendatione, fln a <1
presertim «li C ar11, che qualunque nera papa, ve restara obligat*", »•
questo uiaiormente campando se V’. L “ S. g ii fa un poco de «pale flt •
provedano al bisogno loro qui. Sento qui e t da un canto wrio (».•. ••
fa re poco o quasi niente, e forse dispiace a V. ("el“*, de l'n-ltro Sion •
chiunque ama V. I. S. me conforta a restare in tanta reruni novit
pur me stontaro non perdere tempo, consigliarom i col tempo et l»i«i i>«r
n w ittla p igliar) quel p a rtito che più p ia d a a V. C cl"’ a la qual-
posso a u g n a re chi «telila essere novo papa, perche tati questi f a r 11 in...
nano l'un l’a ltro, et nel secreto, per santo e boti che sia, tu li aspu
a la loro ¿(pedalila e m eritam 1*, percti'è bello oflicio i|uc', eh » sia;
per n itro dissi, Coluiina e li sov avanzano de voce, gra fia , e pru*k'
e ('O rsino e li sov i e *>p*tda o potentia. Tiensi el He favoreaara Mo*'* •
Caniorlcitgho quale è cum Colulina. Ma »e vedrà jiotere per ne, la«*-
Collimili e omne altro. A lt r i tendono che li o li ni monta ni quali sono p a r-*
numero a li Ita lia n i aiutarono mantenere le g a tre de li Italian i, i*"
fatan o saltare In sorte in tino de loro, ma de «•erto non ite ne potrà • L i -
vero in d illo fln al ultim o del ro n d a v i vel quasi. Iterum e semprr re-
ree'*» a V. O d »». Ex urbe X V I. M*" 1455.
» «T r. «opra n « H i
» A l n i » «le tiesarl JH tal o e tfA r r k l v l o d i S t a t o l a J i t » » * 1
altri trovai I s t u r a li * d isfa rci qui spetta a li : a i da Ruma 12 ft>W*r 14.V. « A * '
dì «lo c lie . . . * st fu rlrtu rolr gravato ehe eu crsadl pa«stoni sta nel Urt o e **»
• u b o di X V ette nullo cardinale ha v e d a lo » : i l ita R » m 13 B a r » : • TVo*< l*
Rntna per h w bob st d ira • ili tasto * guasto» « et papa a ove V i t i di uo^t
pa-ma a » di qn eila vita ». «Jvesto disfarete * p n t a U l a n l * l'a c tM a a l» dsl
O a r iu ta L
Documenti inedili e comunicazioni d'archi vii. X. tìti « 62. a. 1456. sòl
fil. F ra n c e s c o f o u l a r in i a V e n e z ia .1
Rima, 27 u n o I41T.
i « T r «a fr a p. W t
* *tr. «apra p *sc iv in -u n mm.i «unttt l. ansam
• Qoeato e «H a liti p m « M a ia la li n n l t r t r *pa«lal«p nel dNparrlo mmo
c ifra li.
Appendice.
lt<>uia, 4 aprile 1
aurora date v ille o possessioni conio a de l'a ltrl, Milititi me ha pur dato
e da continuamente tanta reputation che .sto e ho de «ta re conteiitis.
*11110 e m olto più che de tuta la roba del m oiri». Kt quando Itene noti
me rccordaasi che V . I. S. me ha facto de un poverello Pontrem olese un
vnstro fidato e assav Itene reputato fa meglio le de jhiv a D io) datomi
|t - sere, pur non me se « conia ra mai, che me havete dato boti petso el
primo loco de C hristianita et a l tem]»o che ho veduto el iu b ileo,1 la co-
ronatione de lo im peratore e mo la nova creatione del M im m o pontefice,
in le quale tute ho stato honorato corno vostra creatura et in modo d ie
•Mime 8 ” ne seria meritam** posmito restar contento, D io «la che «e tlepni
retribuirne m erito a V . Il*“ 8. per me.
Servai. Xicmlrm.
u r i* o c l l A r e h I t I o «I» MI a l o la M ila » « /* K . R « a < ,
> Otr. «opra j». iffi. la d ii * breve a ikdncaa la data 3 w tt, 1308 .%ks*»r
d m V I parta del «on amore a Itoluaaa. oxv a m i M adiata « a>M)ar daaa la ■ '
Bori boa m a x lari ( » « l i n d o ia Uio iaraaaasi<> «p rra ai d n tia a i ». A r c h i * * *
d i S t a t o a l U l v i K i y. 4
Documenti medili e comunicazioni d'srchivli. N. n t;7. «. 14.V<.
( In Temo |:
spicciai reformatorìbus «tatù* lib. coin muti. iio*lre Itonon
neU'A re b I r i o di titilli In II olii gii a (J . U h i .
H o a i» 22 In a ilo 1455.
Rnma. 30 H fm la 1155
L . Tberuml.i
I l o versoi :
l>llo«tls filli» nobilitili* vlrls unlvcrsltatl et hnminlbus rlvitatU Colooro
. . . la . U c m
B o n a , 3 aeit. 1 4 «
Itoma. 30 M b r IMA.
C a liM u « etr. D iletto Alio Hoderiro d e H oria «am iti N icolai In car.
cere T u lia n o diacono cardin ali nalutra». etc. lamga diu r e n ili a llooe pen.
«a M i liu« quo potift»imum linaio grave humeria m adri« im|«MÌtum |k k iiì .
ilratua m axim i IM Iu» tollerare poa*iraaa, nictiil eque vla u m n*t U tile , nichil
nttimniialum m agi» quam ut data legifero Moyai a Deo m »t r o ma mia la
• verni uri viroa noliia a»«u m rrrn iu » prudenria. Ode et ririu lib u a coieria
ronapirticnt, quibu* ad iu to ribo* nunc Diteli gravique nm ailin nane aolerti
■nduatrique opera oportane a«»i»tentil>u» opemqur prestanti boa ran cia
Miluliriter et p n » p * r e in Dei etrleaia dirigaiitu r Itaque m atura cum
venerali, fra tri Ima noatri« M a rte Romane errlm ii- rarvtinatibua, proni
ta n t« rei g r a v i t a * exigehat, deliberariooe p raeba bila. badie ad pemonam
tuam, quam gracia rum la rg ito r alliaaim u* doni* illi« ijrn irn r* dignatu*
•ut, de quibua virtatum tuararo riara le iu m m ia probataque ex|«prienri.i
■ina inform ant aoatrr direxim o» a p u *lo lirr ranaialcrarionia intentum a r
de eoru m lem fra tra m no»t mirare roanillo ad a ltl»«im l n o m in i» glo ria m
«ta lu n i aanrtr Humane « w lw i » oxaltarionetuque M r l ei ni noblarum
buluam odi onera ad a lR lla trm p raefale ere leale |w retarla ilia q u e ut co
m odini p erferre potala, mota proprio, non ad tuam. v e l alteriua p rò te
nobia «u p er b or olila te peticionia iaatanciam. «e d de noatru mera lib e ra
lit à !«, a l om nia et »¡a g a ta heueécU enleialaatira ram cu ra et «in e cura,
arro tarla et re g a la rla , que nnnr la tiiulum vel rommentlam ex qn ib u a vU
Kgo G [u illc u iiiu s] lit. ». M artin i in munì il*, prodi, can i. libotoniag.
¿[alateti p a i].
Kgo I o h [a n n e » ] lit. a. M arie in Traustib. proab. cani. a [u b * c r ip * i].
Kgo L [u d o v i< -u »] t it . i. I-aureiicti in Dama mi presti, cani. a [u lm crip ai].
K g o D [o n iin ie iis ] tit. a. C ru cia [in 11io n i »a le n i.] munii p ro p ria .
Kgo A [n t o n i u * ] Ut. a. Criw igoni pro*b. e a n l: Ilcnlon. marni p ropria
»[u b a c r lp a l].
Kgo L f a l i n u s ] lit. a. I « [a n n i a ] el l'a u lì raH 1* ile t'ra ln i» ine
> [u lj«eri| M Ì].
Kgo F fiilip p t w ] tit. a U n m r i i in I.ucina pre»b. cani, llo n f <mtcn»i»]
ni*« « [u h a c r ip a i].
Kgo P etru * tit. a. M arci p rrsb. cani, a [u l* s c rlp »l].
Km u . 15 a I t ó r t
7(5. Ia c o p o C a lf a t e r r a a F r a n c e s c o S forza,
d u ca di M i l a n o . 1
veilendo la inclite «1** S. S u |«-r ogni modo (disposta che andasse «v.wi cu
■erlengo senza <|iii*lc silice qua mio bavere min le |»>U*skc, pur u In lille
rf le ha d a t e ' e cosi se p artito el perfido M o n " ciiinerleiipi, per In pur
lit.i del quale dice X . .Sig" queste parole form ale: che Ithal ì a he liberata
del maiorc schorpione fusse in q u el«. Ln p rò « perita de In antmiictn
rirtoria parerne a mi babia ellatn la mente de X. Sin'» quanto dire *<■
p o "a parindo a »e che questa no lo «v e n ire tuti li siit*' principi e «!«'*•
•le <hriM ianitn debbono fare altra estim a de lur che non fascin ilo prima
« I ili ni mente e*-sere oliedienti e l>en dis|tosti ni «m i volere, parindo a
K lt»* «le in fe rire che adeso ogni homo eh inni niente cofnooceni essere
m isnim o quelle che m ille volte questo anno hu «lieto he «crip to in
» • I t e parte, cioè chel al temjKi suo la perfida et iniqua »octu macho,
fteticha in lu to serrelie consumata e d o stru c ta ... K * castro lubileo.
Si \ng. 115«.
O r l r nell'A r c h l v l o d i S t a t o I n M i l a n o . / * . « . Noma
(M a per errore all'an oo m i n ,
7?. P a p a Calisto I I ! al c a rd in a le A la in .*
R oaa. a r ia m o j 14(57 i
l«»te ct>rain papa et cardim i Ubila e a inthnaripli derwm et orto art ir ilio«
multi in fam atori e doinamla lo ronrilio. Non ne «tato a m b o n i da lo
papa: questo lo a i o «la persomi asai gravi, non so si »eia vero. A ncora
«apia corno 'la Mai«*stade de lo He da H apm a liaviva m andato da X. 8"*
per la «■onfirniiicitine «le una pontulacione fata de li canonie! d e uno ve-
»•■ivato fa t a in lo flglo lo de don Fera mio: non inalando lo papa confer
»lare, lo dicto am lm xatore interpone una appellatione ad futurtim con.
riiiiun; p a p a m nledixit illi et exrom m uniravlt eum. In dlxe a lo papa
thè se un npellava a Ileo itinto che lo liben*ra de la maledirione. Lo
papa scrise uno breve in questa cima a lo He, e la line era qunsta e in
queste p a ro le : verba pape: Seiat tua maiestas, <|u«m| papa » r i i deponere
ft-ites. L o He li f««ce risposta e la line de la lettera diriva ro si: verità
r-s is ; S ria t tua S a n n it a * quando voluerimua reperirmi»* motlum depo.
nt-irli (Hint iti m i Signore. per questi vescovati è questa ru * Ine 1 in fra lo
papa e lo He, ogni volta che lo He vocia compiacere a lo papa «le quatti
i escovati fa rà fa re a lo papa quello rhe volerà. K questo creda In 8. V.
A viso a u ro ra la 8. V . corno mosero llorge cerrha e rum grande «im ito
ite avere un a nepote de lo cani, «le la ('o lo n a e lo ra n lin a le 11 prm ta
li o r i c e . . , * K x Homa XXI I I . Innil ( 1 4 0 7 ’ ] .
K . V. D. a e r v ito r H. • A b ita » a. A m b n is li.
Canoa. M e a da r « a . t. ab
Appendice.
coita ha vento voluto notificare per Jacom o lia lis ie r u " fam iliare a la
V. I. K____‘ Kx F a b ria n o V . Octob. 1157.
[a termi I
In d irizzo a Iati. «le Oonzapa «* il nome dello apedltor»:
R. Cardinali«« de Borala t xl .. ,
.... „ ,, ... .. [ .Marclne eie. ledati!«.
8 *' Ito. E . V ic e c u m B , j
« c t r . M | « l p. TM .
* P io-tata®
Appendice.
Rom a. -1 lu g lio l i V
« r t r . «opra pi 181
t L e Battale «pii «opra « a » ««-afm aial* da aa M l * i a o i o di N M a » n a
Fr. S farla, la data di P l m m 15 log lio 1«S& /'«•da <»«» IHW. f »1 della S a -
alaaale a Parigi.
»70
K o ra a . 3 a r
ponto la San tita d i X ostro Signore sta molto g ra ve; lieri a e n bebbe lui-
».ma unctione,1 et non è più speranta de la v it a ,8 mn |>er fo rta dt me
ti ¡cine lo tegneno v ir o i|uan!o ponno. L o HI*“ prefetto «L Ilorgcs Ita
r unissi l i consegni de tutte le forteto in mano (lei coleglo de li rovereti,
riissimi cardin ali et hanno già havuta la fortemt del castello s. Angelo
et consigliata al peverend*” cardi ita) Ilian lcn M *1 et de d. J a cobo Mota-
rollo chierico de camera a nome del ctdegio, et cosi tutte le gente il«rute
hanno giu rato in mano del ricecanterlengo a nome del rolegio prefato,
in modo che ogni co*a è in seciiro et h<N' «clin i saputa de la S alitila de
X " Signore. Preterea essendo Sua Kant ita già più d i fa in grande
estrem ità da tre d i in qua fora quasi doglii sentimento, hanno li I I * 1
C ardinali tolta una ca**a piena d e ducati, iu la qual sa dire erano du-
rati trecento m ilia. licet per essi cardinali non «e dica se non de l'X X
rnilia; de questi ha lassato il papa j>er testamento X X I I m ilia durat i *
al prelato lio rgc«. li quali ha bavuti fin Iteri in drnari m utanti, et quelli
sono stati casone de fa r li lassare M castello s. Angelo. A l p red illo
d. Jlorges rotne per a ltre scrissi a V i s i r » K * ,u ha la S alitila «le X » 81.
gnore |*er Itolle a|Mwloliche concesso che sia duca de Itenevenlo, mute
de Terracina, et luntvhixe de t 'ir lla V egb la; Itero se dire de alcune terre
i|iiale teneva il prefetto vegbio, de la qual la più parte tene II m ote
Kverso; de Benevento et de Terracina non so come bavera la posses
sione da la M i o t t i «lei Ite de S icilia ; item non intendo sia tal conce»
sione de queste ne de le a ltre terre preditte approbata |*er lo rolegio
de cardinali, ma ha vendo opinione che questo santissimo papa debia
presto inanellare non hanno fatta a ltra rondirtlone, ras) anmru non ba
havuta C ivita Vegbia l>en che 11 sia castellano Catalano. Il reveren
dissim o cardinale O rsino m olto è adversanto al prefato d. Ilorges, et di
manda restauram m o de m olti danni fa tti a lu* in casa sua senta <<«nan-
«lamento o mmmissione del papa, et già I! ha fa tto fare alcuni »o p ra venti,
et quanto è in lu r eerrba de le v a rli il modo non se possi p artire de qui,
ne per terra ne per aqua, et dubito ae altro remedio non «e p iglia li dara
molta molestia. Q ai i ren alo laM taie de P a rfa fra tello de d irto ca r
dinale, qual intendo sia m olto protnpto a la v e n irla de le In iarie ricevute.
A V lterb io sonno ititrati m olli «le quelli erano Iran«lesa li et maxime «Ir
la parte Calescba et siano sa le arme, et qui « e dice barerà 11 populo già
O t t o de Carrwto.
l 'o s t s u p ra « c r i p t a . Q u e lli d a X e p e p e r u n o o l t r a g i o f a t o l i d a l ».
s t e l l a n o h a n n o forn ita tu ta la n x 'h a q u a le e r a m o lt o f o r t e e t p e r ( ris ta pr>>
v i*.io n e h a v eu i l c a s t e lla n o , lh a n o p r e s o e t t a g l i a t o a |>e*e d i r l o castri,
la n o e t a p p ia n a t a la fo r t e z a . Q u i h a v e v e n o c o m in c ia t o a t a g lia r . .
|>ew C a t a l l a n i in m o tlo c h e p o c h i a n d a r o n o p e r la t e r r a p u r se g lie pi.
g l i a t o r e m e d k » e t « ( » c r a s i o g n i c o « a a ia p a c ific a d u m m o d o i*e c o n c i «pi -'-»
ton a Ira T’ rttin i et 11 c a p it a n e « .
Idem O t t o .
O ri*. a ll'A m b r o i l i D t In Milano. Cod. T.-ÌIO-Sup.
Uotna, 0 ag. 1
■toma. 14 as 143*.
584. 002, «12, 014, 015. 021, «22. «524, : A ngela Caterina (beata fr a n o ««:.
020, »¡30. 033, <«7, (» 2 , «53, «54, «57. 44.
«58. 600. Otti, 002, 070, «8 2 , «8 3 , «Hi». A n ^ -la Folle® (beata ) 44.
«81. 003, 01*4, 700, 700, 710, 710, 729- Angelico, F ra Giovanni da F li-
7AJ, 730. 737. 738. 733. 74». "«*>. 820. 44, 57. 01. 22». 302. 300, 378. 3>-
821, 822, 830. 845. 849. 855. 8«2. SOÓ, 141, S2S- 537. 530. 547.
808. Angelina da M a n d a n o , Iteata 44.
Alfonso V (r e di Portogallo) 340, «24. Angelo «la Chlvasso. beato ( f a n o -
•3*1-700, 708, 718. 720, 744. no) 44.
Alfonso, don (nipote di Alfonso di Xa- AnglA. Glov. d’ Giglio di lionato) 7' i
poli) 731. Angld. I.ulgl d' (re d'I'ngherla e 1
Alldonlo. Ilertando d’ (vli-arlo pontifi Ionia) 125.
cio) 100. AnglO. I.ulgl d' (duca fratello
Altprunrilft, A m broslu* de «VIO. 84«. d a rlo V) 112, 131, 136. 137. I
Atinado, E n rlro de 3«!0. 282.
A liw rtil. Martino ile (cronista) 135. Angld. Roberto d’ (re di Napoli) <•
USO, IH ’*. 171, 182, 186, 82«), 282. Anglft-l'rorenxa, lionato duca di 7«W
Alunno Niccolò (pittore) 537. A ngu lllara, Ascanlo d' (Aglio W
A lvare* Giacomo (um anista) 401. conte Evento ) «83, ODI.
Ambroglnt Angelo (am m iraglio ) «14. A ngulllara. D elfobo d' (figlio del eoo!»
Amedeo <11 Savoia (conte) 284. Kverao) 083, a « l.
Am edeo di Savoia (duca, antipapa Fe A ngulllara. Everso (conte) 417. «*41.
llo* V i 174. 200. 390, 331. 382. 334. 005. c m 083, (» 1 . 847. 841). 871.
XUÍ. 33». 844. 345. :ts«ì, 30CÍ, 31*7. 3 » , Anna, di iloemla i moglie di Riert:
31». 414. do l i d 'In gh ilterra) 10«.
Am ella. Pranceaco di Giovanni d ’ 811. Anod<-voli Gregorio (cospiratore) '
Amelio Pletro (cronista) 112. Anton la s«o (pittore) 309.
Amldano. VIncollilo (Inviato) 451, 452. Antonino 8. larvi vescovo di F lr
«co, * o v ae) 4|. 50. 104. 17«, 30«. 371. »'• -
A m ld an K Giovanni de (Inviato) 7»*«. 442. 444. 4Kt. 530. 0f)l. 094. 6M
Am ldanl*. Gugilefoio «la « 'rvmoua (ge 03». 087. «72. 74». 7*2. 783. *'-•
n e rile «Sogli AgostIntatti! 87. 834. 873.
Aiutila no. Vincolilo (Inviato) 451. -•52. Antonio (vescovo «li Uam berga) * « '
c o n » ) 573. Antonio ab Bcvlesla. boato (d o a ro
Atnigrianl. NI«vo|<\ «logli (n w o v u «H e * noi 44.
Placcala ) S73. Antonio da Bltonto (m inorità. p«r»*l
Ammanasti Jacopo «cardinale) »42. calore di penitenza) 35. 40. 677
747, 784. Antonio da Muntefalesine 0M. 677
A m uran». P ietro de (canonista) 20 Antonio «la Murano l a t t a r « ) S37.
A n dre« bealo (agostiniano) 44. Antonio da Piatola «Inviato) 7«4. 76»
Andrea da ('asola 242 7«J» 773. 775. 782. *44. M & « « *
A n dre« da IVarhlera. beato (dom eni 872. •
cano) 44 Antonio da RIn»lni (predicatore di
A m lira di R u m iar (anche Andrea di p m lt e a n 35
ttandu lf» Andreas ilWpantts) 2tC. A n to a l» da Rtm orooe. beato (ftan cr
2BO arano) 44.
A n drai da Manta (V ore (avv. conci Antonio da T r t n » (In viato) 505. «12.
«toriate) 310 M i «N5, 732, 7ft4. 7W,. 77tV
A ndrà« <ia Tublsnoda 575. _ Antoak» «la V arrrtll « f r a a n m a » .
A n dra» di tU tM xxu t 3 W p t e lk s lu i» di pm ltettia« 35
Indice delle persone. 877
B no) 44.
Bellini i pittore) 430.
Bachi. Charles de (M arqnla d'Aofaais) Benedetto (rim atore e o w i 38,
7W7. lienedetto X II (pa|a| *. * . 7», *1,
11*.In ailo IVragn IWmaventara (ranU- K W !. 08, 104. 3M
naloi 531. Ilenededo X I I I (a»ll|«a|«l. r. I^tui.
IValaxiii (sultano) WT, Pedro de.
Baldo da IV rogla (canonista) 123. Ileaedelto X IV (sotl|«|«a(. r, Gareler
143. Bertrando.
Balneo. (ilo v . Frane, «le 772, 776. Beni 1v o c ìi» Lotfotleo «li C arlo (in
Barbaro ¡Francesco i um ani*!*) 47. viato) 590.
4». 373. 507. 016 Or». 01« Urtili voglie «a n te I t m r r » di A h i»
Barba tia, Andre» de (ca n o n ic a ) 433 •andrò « f o r a i 422. 424.
Ila rt>a varia Marrvtinu (la via lo ) M i. Ben vogl lenti. l*w nardo de' (la via lo»
372. » 7 . 417. 7*0 a*4. aaa. «37. « « . « a . m x t u ».
Barbo Paolo l a M s M a i *>1 71«. 7X3. 727. 701. M 3. *««7.
Barbo .Niccolò 300 B rrigw rtfc P rtros «le « Invialo) 431
Barbo It e fr o (B*1W> di NWnnoli, a i[«4 e IW raanllao (fr a ) 37.
d i H u n l a IV . c a r d i»* lei affli. » 0 Hrrs>r«ll*n «fai Peltre ( h n n w u o ,
T H . 31®. 433. «351. «52. OS*, o «V predicalore di p r a it « « ia i 35
672. M ) . 733. TU», ritti. 771, 772. | Bernardino «la »len a, 8 *n ZI. 28. 20.
774. Ut. «fi». *&*. »a ». »7 2 35. 3 *4 * . 40. 43. l i / i f l . 327. 228.
B a r » « I.«»k n iro ( t s s n » » «B T re « iso) saa. XU. 330 357. 477. 535,
357. 707. 774, ICO. 821. M B
878 índice delle persone.
Ii«n iiirc ]» (vescovo di S poleto) 774. llo rja . Giovanna de ! Min-Ila di l'ali
Iterry, (loca in i. sto I I I ) 750
Iteri rii mio (aitate di San .Nicol#) 11«, llo rja isabella (sorella di Cullato 111.
71*!, « 4 . moglie di Jofr* ile llo rja ) 730. 751.
Bi-**a rione (cardinale di Xlceno) 811, 7 ««.
818, 858, :«H». 371. 3!*t. 407. Itorja Jofrt5 de ititeli.. di limi ri e » GII)
488, 484. 402, 53W, 545, 54». 750.
.V.7. ¡MB, 571. 572, 575. B87, «Iti, Itorja, Juan «le (canonico) 761
«51, 664, «5T|. 600, «68, 858, 83». llorja. Michele de 750. 701.
IW-stn-x, Giacom o A m im i «Il (Inalato) llorja. Fedro Lqjrs de (Aglio di Jofr*.
301. 750. 159-161. 7«5. 76«. 770. 771. 7T.’
Itevaxan l.ulici (segretario di Klato. 775. 782. 806.
veneto) « i l . Itorja y R orja Rodrigo de lpa|ai Al«-»
I<erllaii|iia (artista e Ingegnere) 229. sandro V I. Aglio di Jofré) 91. 3SS.
Itlcardo Antonio (In viato) 714. j 1161, 750, 151-159. 762. 765. 771. 772.
lllclilii, Giovanni ile 733. *57. 850. M15-866. 870.
itlondo F la v io Iumanista i 17K. 25U. llorja. Itodrlgo GII. de 75o.
21«. .KM). 30K-310, 81». 824. 44*. 3»M. | Itmeoll IMetro Paolo (cospiratore»
SU . 522, 080. 784. 816. 507.
M irato L (scrittore) 547. 532. Boyer P ietro ( vw covo di Orvieto) 1»!
I Honrbwii. C arlo di (conte di ( V r
Bisticci. V«s|m slatto da (lib ra lo ) 17,
monti 2444
» . 84. 42. 48, 47. 50. OB, 175. S12.
Bouts lilr k (p itto re) 50«.
272. 278. 274. 275, 270, M i . ì»».
Hovrer W alter (cronista scoiar«-
WL 876, 878, 879, 881, 3tC, 3*8.
?*4. SUO, 500. 542. 544. 540. 547. 357. 886.
Braccio di Montone (ejod ottler
550. 500. 5M. 042. «44. 652. «54. «58.
224. U ».
«C . «74. 777.
liramsnt«< 01.
Iton-aorlo Giovanni (poeta) 8. 8-7, 14.
B ra m irc i Felice lAorentlno) 3 C
SO. 844. 50«.
Branda (festigllooe (cardinale* 1»>
IW'ihni lla iu «la Nlklasliausen 160.
23». 278. 274, F r i -m .
tlouelti Ila re rlo (m edico) IBS.
Itrankovlc (principe di Herbla) 8 ^
ttonlfaclo V i l i ||«|iai €5. (IO. »1. 173.
Brigida. Santa 163.
2W>. IIS.V 580. 5H2. ,
Ilrippi Giuseppe iumanista i 222. 531
|U»nlf««lo IX ( l*tetro Tomai-rii 1. ( « -
302. 655, 6MX
pai 141. 142. 130. 136. 161. llr « « ilo i m iniata i 184.
ir.*. l.HO, 257. 201.
Itrocnoll (ta rla to ) 457.
Borghese «¡a lia n o (In v ia lo ) 640. «N5. I l r n i m . Simo ne da (cardlnalei ll>
6Kt. 71«. 737. BroneUeschl F lllp i«. (arehltettoi 22*-
Borja. Alonso «le ; t. p a i« Calisto U t. 278, 807. 522. «01.
llorja. Aiooso de (canonico) 763. Brani F r u ì * « « «o n a n ista ) SI.
B orja. ("aterina de (sorella di t r ill Bruni le c a a n io i umanista 1 12, l i I*
ato 111 B K «lle «U l.ujr« del MUan) 2 * SS. 17«. 1 « . 2i-4. SIO. 877. 3 »
750 Banca Ukrr. di u n t a vo di OtaràM
llorja. IK>mlo(r\> de (padre di O i li I cantina lei 27«
sto I I I ) «5 0 Ito d a M i t n t n 7SB
B oria Prnnrewm de (m adre iti Con Bama Glov. de S U
sto U t ) «50. B o i« A d i i p l t t » r « ) 987.
llo rja h M m r a de i sorella di (V B s na l i s m i «sto ric o « 56D.
listo U t ) 780. Ito r w llu O in t a a s de « e rm i sta) 424
Indie* delle penan?.
Huach Giovanni (prevosto) 150 Hi-, | Cant'uai* Michele 377, 380, 42«.
471. 473. 474. C ap i»!rano, 8. Giovanni (predicatore,
Hilare P a olo (prevosto) 473. fra invocano) 35, 40, 41, 44. 350 <<«.
Itittigpllj Franceaco (Inviato) 443. 433, 485. 430 412. 470-180 552. 038.
053. «77. ODI. 7<«3, 71)7. 700. 711. 712.
713, 714. 713. 717. 718. 710.
[ (3n|K*Uferro M am -llo 227.
Cabedo G lo ri;)» <!<• » E t (Vtppnni AgnrtImi 507.
Cuccia Stefano 572. 574. 575, 570 577. Capponi l*letro (In viato) 753.
578, 57». 580. KM Capranii-a Angelo (veacovo di Uletl.
Cacclacontl (abbate di 8. G allan o) cardinale) 433, 784.
348. 34S). 305, 308, 307, 372. 374. Capranicn 1fcitiienlco (cardinale fr a
.-187. 41». 420. 433, 830-824. tello di Angelo) 01, 234. 90*« f í t .
Caffnrl Htvfano 3«!7. 413. 274. 3M. 303. 311. 343. 352. .K17. 371.
Calandrlnl Filippi* (fratellaatro di 31)8. iatf-409. 428, 442. 400 575. 014.
Niccolo V, cardinale) U t . 422. «• ». «13. « I O 031. «52. «53. 737. 752.
504. 583. «45. 051. 704. 841-848, 853. 700. 774. 770 778. 77». 785, 780
sai. 844. 850. 874.
Calandrlnl T oim n a t» ( ¡«.tri (fini di I Caracollili! Marino (In v ia lo ) 028.
Niccolò V ) 375. Carabclln Antonio (untatilata) .11)7.
Calca torra Iacopo (Inviato* <W. 701. ! Carillo (cardinale) 247, 272.
712. 713. 716. 717. 7 3 0 737. 7,*4>. C ariti liornanlo (canonico) TUO.
705. 784, 855. MI2. Carlo (m arch**- (Il liaden) 44».
Calderluo Valerlo (»eacwvo di Savo Carlo (r e di N avarra) 13».
na) 741. C arlo Magno 25«.
Oaklertno Doni. (um anUta) 323. C arlo di licmrlKm 240
( ’allato I I (papa) «W* Carlo di Ihirasao (r e di Na|*oll) 143.
(A lla to I I I (papa). A l o e » de lu.rjai 144.
228. 24(1. 251. 257. 2M. 334. 353. Carlo IV (Im peratore) 02. 1«. 100.
3)1). 371. 426. 513. SOI. MS. OfC. 101. 100 123. 125, 201, 201.
010. 825. M8, 853. 854. 835. *«14. 805. 823.
h57. 83». M*l. * * t . srtJ s o » «74. Cario V (r e di Francia) 130. 131. 132.
Calvino Glov. ifi. 87. 134. I M 0 9 , 140. 142. 17». 1«2
c a m m o rw rl.trr H artaos «bantnma Carlo V I (r e di Francia* 13». 130, 17».
atro di R rfn rti 471. IM . 180
Campana. Giacomo «Iella t laviatoi i Carlo V I I ( iv di Franela) 243. 337.
« t 338. 384. 301. 307. 413, ¿¿8 pi/. 6M.
(Campano <amaniata) S S 338. 023. 007. 07». (U5-<M«. 7tJ8, 71».
Campi». F g id i» de «J lllm de e b a n i» * 7’jn. 744. 75». »17. «Vi.
M I. • a r i« di Am ato (am aniata) 370
Campiate G iovassi SU . 340 578 C ir io («Ignore di Areaaui «M
•'ampofre«DM>. Jaao» de 374. Carretto. Ottone de I Inviato) 733.
Itempofragoao. IxaJovtco 375 730 740. 7«0. 701. 705. 7B7. 7**». 7 «».
Camporn-gMo Paolo ( i m t w o w o di 770. 77J. 772. 773. 770 782. 7W4.
O M m n ) 741. »07. 870*72, 873. 874.
1'*» mpnfr*co«o. P ietro de i* > # f di t i » Carrier G lor. (aelatnaUro) 3 C
Biava) «12. «73. «87. 731. « Oarrierl M atte«, beato (Onnu-nleanoi
OampafteWWk Jtpiaetta d i 374. SS. 43.
O m b D o . A a b a l a de K a m o M a i 412. • larva Jal, Iteraardlne de (nardi naie)
* ’a prii. IlartBBS v a » MB.
SSO Indice delle persone.
C arvajal, Joan de (cardinale) 339, 200, 271. ¿13-215, 287, 295, 290. 311
341. 368, 371, 389, 394, 395. 420, 494. 317, 327, 329, 34«, 020, 778. 780. dZ:
50*. 871, »75, 578, 580, 014, 015, 010. Cescases L. 079, 090, 008. 74«, s*i
«17. 051, 052, <(74, 075, 082, 092. 700. soo.
700, 707. 708. 700. 710, 710, 721, 722, Challant (cardinale) 308.
, 723. 724, 736. 727, 728. 742, 743. 745. Charpaigne M artino Gouge «le ( « v
740, 749, 7CO, 780, 853. 850. scovo «11 Clermont, cancelliere frar.
Casanova Giovanni (cardinale) 271. cesie) 240. 813.
( tosimi ro (r e di ro lo n la ) 380. 479. Chartrei, Hegnault de (are. di ttetm
075. cardinale) 24«. 322.
Canini Antonio (cardinale) 270. Cbaumont Stefano di 181.
Cantatolo. Andrea del (p itto re) 537. (Thlaves, Antonio Martlm-z de (card
• '««te lilo Glovaunl (cardinale) 739. naie) 2<!ì, 322, 353.
(tostigiionc. Giovanni «Il (vescovo di CHli, Federico conte di 442
P a via ) 018, 737, 039, 739. 758, 70*. C111I P iric o ronte di 70«, 722.
SW1, 803. 804. ' (in o da Kinncclnl 30.
Cantine Rancio 837. C iriaco di Ancona (um anista) 40. 4 ("
Caatrlota G iorgio «letto Hkandertieg 449. 500.
• principe d 'A ltan lat 328. 502. 01«. I (b rillo (preteso profeta) 100.
7 » , 135-1+0, 744. >43. 803. 807. 868. Ci «Itale Matteo (artista) 379.
• 'antro. Coronato Giovanni di (p red i Clam eogi» e. CIAmangen.
catore d'indulgenza) 308. <lavih u s Antonio M artini de (card.
(totabenas Antonio (In viato ) 059. 701. naie) 322.
7 »». 70». 770. 771. 775, 78«. 871. Ci •’«Dance«. Nleeold di 138. 145. 14-
( 'atañéis, Vannozxn <U-' (am ante di Ro ISJ. 181.
drigo «le llo r ja ) 753. Clemente I I I (p a in i 458.
Caterina (marrbe.ta del Haden) **3. ( V a ie n te IV (pepai (8*.
Caterina Angela, heata 44. Clemente V (papa) 05. ( « . 08, 71, 72.
Caterina «la Ik>i«gna » . (d a rissa) 44. 74. 70. 79. KU 95, 130. 231. 305. 557.
l'aterina di Pallanaa, tenta (agosti Clemente V I «papa Pierre. Roger de
niana) 45. Rea u forti 8. 50. 73. 74. 75, 70. 9*-tn.
Caterina da Siena (domenicana) 38. 108. 438. 7S8.
45. 73, 74. 105. 101-11», 117, 127. (tem en te V I I (antipapa) v. Roberto
138. 129. / » f IS5, 140. ISO. 528. 532. di Ginevra.
Clemente V I I (papa) 414. 45*. 90»
in terin a <11 Svezia l i f t Oeiueoto V i l i (papa) 28S. 284. 2WV
•fettatvnl*. Franceaco de (In viato ) «57.
3N6. 280 «tem ente X (papa) 810.
Cattaneo O a km n o *37. Clemente X I I (papa) 300.
Cavalieri P ie r Paolo 837. Coeleo (teologo cattolico) 26,
O jr n U , Giov. «le (In viato) 707. O w ilv y . Alain de (cardinale) 2W2.
( M a . Antonio «k> la («o rd in a le ) 413. 415. «S I. 653. 054. 68«. «75. 079. «Ufi.
«V I. 7 * . SCI. 8 » . 871. « 7 . trn. 000. 700. 702. TUO. 7 la.
CVrvant** Giov. t cardinale) 27a 3 ® . 74». 798. 708. T70i 771. 863. S65. 850.
814. MB.
«Vaari. A i « * ! « de ( n w w * di Chlo- O w r Jarqne* 3M8. 4SK.
Id) AM. « « ' . 650. (Me. 007. « 'f i. 821. Coletta, s. aaa
«a CotonM ni Giovanni (fon dato*» dei
«Vnartal G ialla no •cardinale i 2*1. (Ut G essiti) UH.
Indie« drlle jicnuar. SUI
roM . i K
882 Indice delie pc-r»one.
( i i n w l v X «papal Sffi. U t
tir.-»urlo X I «papal K « » . «*> 74. VW. 1
/•f-//7. 1 » . 127. I » . I I » . I7.Y 330.
'■»»*. 7*C. 7»0. TflI, 71«. 7WI, 7WV 71*7. Iacopino di Tra ila Ir ta rlls la l 223
7M. 7W. »Ufi lan a» l*ann«nlii» i «m aníala i 432.
O n p l» x ii » . i " . 17-. i<c. |rnwn»irln. tìlutannl di la r r lr n m r o
IHJ4IO. 2 » . 273. 3J7. di fr a s a i 114. t27. 1 » . I »* . lfln. 131.
lin t n r io X I I I Ipapai 3 1 . »7 «. 031. 133. I.*.7, l « i . 71»
«irretirlo l*al<lin i w u i l i t a i V »l 617 I ufi-mura « arti ti» ama lo ) 230. 321». 2 B ,
tìrluialdl laro]<o «archiviala) U n 341. 20«. SUU. 4SI. m 4SI. 4-V4. ««*..
(S iili Tri».lu n a* 11orlatili 41*. (Mn. «*7. ami. 3IH. S U , 071. 574. 877. 57«,
O N l « . tiluraBUi dir 74» .1711 S U . 3»3. « « . «12. «SS. 71«. *13.
(iruoi «>rrar<l-i iluM talorr «M fratelli •04. *13. *41. M7. »4#. »73.
ilrlla rlta m a g a r i 11 } 11*. Insttlraml (ilatlsnann iran u a U t»! JC7-
liitla r a liir r l»r (llu raaal if r a t r ll» na- it * « «
tu r»Ir «Srl dora Albrrto <11 R atiera) Insti!rlanl (llorannl (u m an i»«« | 4M-
m . 4M. « n *3».
«••tarino «la Vrruna <um ani*«»i 27. 4». lucrati (llaruino «a i.
x » . 4w. 4Pi. .vm m*. mk In a ia m i» I l i l|mpai «W. 73. -Vii. ti?«l,
(inania N k w l » iln r te lo i ili* Innannui IV (|ai|ial 7». m m .
tlORllrlaai (dnra «Il K a a n tia t «4M Ina<«v i i a» V I < t»i| «l 0». 74. «8 . W . M-
iM . 2 »), j » i . ao a
«iu lrrlardlal F ran rr-m M o r ir v i 781.
«itiirvi»riH »l. Inaisi 4r* <Inviato) « f i» Innnrrna» V II Ipapa. i W I n o «Ir' MI*
CnMabonoa Aat<ala I l a r i » ! » « «Qfl sdorali 38. 124. I l i n » . 17«. ITT. 21».
S » . 311. 321. 323
I n a u r a i « V i l i tpapal .Vai OflB
la a o rra io X (papai MR. «12.
a In m rm ao X II t|<a|ai) SUI.
I*»l«-e 7:«. 7S»
I m i» d » 1*1»» («ra lln rv i Xiii
l l r r t r M r l a . « i b - f f i» «Il W
I la r ra «ilotan al I a hai r i Kt*
3122. Mi. M i . itM,
I aldorá ira r d in a tr i
«27. «S I. no. on. «•«. BBS, 15U
l U l a l w h di l » i r M ( r i a KnrW- « i r »
lantani « . » n l l o a l n a *
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H a k « m 4 J.4 n 7W» i
I I » nana i alfa*«- di M a n W t ^ i 7 >
llriio . ran l minorità i 411. i< w * t » ) J r»n ii n r a t u di A rra *) 37»,
Ilrtm hars ( i n f r i o i dar1»<a « S to « C 3-0. 413. 439. «4 2
Ur o»a» -rlla I»r. F W k * (p rrto a lo i l'.V -loaa I I <lv d'Arason». fr a lr llo d'AI
4 H C 1 4 C fon m i 732. 704. 7 7 «
llr a r ir i X b r a U i s t a r t « » ■ san Joan (« s ilo 41 -lo»a I I I 732
IliarWrtarfc «ilora an i >s t o r i « » - «7 . In a li* ln «n»rda> *1» « Inviala! d i
*m . «7n. 7ir.
Illad rk l-o r» i | « m w m r a lrm r i 7*S K
llu n r»*.* '.t«^ »a n l i n » t«* « » .
» t . MC. ana « 7 . «i<* <a*. 7<H. K »lir i* r a Enrico t tr o ia «» papal») 231,
Tifi. 7W. 7W7 712L 713-71». 722. «SSL 2SM. 3*0. 444. 302. «3 «, «77. 707. 714.
I I I » «Haranal ir ru ir ® . «7. I « / « . 211. 728
23. Krm p Joba «ra n lla a l»! 328
II tu tr e U rto » « l Barn» )• * » ■ » K ilt* E a rfe» 21».
88« Indie« delle pentirne.
Kock Alberto (im piegato [«ontlflcio» 1 Leonardo I I I Tocco <d«"*|iota «lei Ro
•¿11. m ei) 740.
K rulliti ri;. Iterunrdn di ( e u w l l i m mi- Leonardo (arclv. di .Miritene) «01. «27
INburghc<ie) 463, 70!), 711, 713. 843.
Kri'lw C lara (sorella di Niccolò di Leone i l i (paim ) 236.
<’ uh« i 482. l.eone IV (|Mlmi 514.
Krelm Giovanni (fra te llo di Niccoli) Leone X (papa) 21. ai. 47. 61, 230. 447
di Cuaa) 482. «23. 671. 676, S0B.
K rt*l» Niccolò detto Niccolò di C n u Leone X I I I (|hi|nu 73. 33». 0O&,
(cardin ale) 22. 210. _>71*. 203. 317. »40, U-onora. Donna tprlncl|ie»fta portogli
332. 302, 40«. 412. 431. 430, 43®, }tì/- W l 4N*. 4.MI, 4SH. 40.-1, 407. 4!*!i .»1
47«, ÌSI 487. 543. 340, 837, t«*i. 644. Leonora ( figlia di Ferrante) 780.
«31. 034. «73, 714, 727. 760. 838, 880. I/copulilo I I I d 'A u »lrla 140.
831. Leroy IMerre «abate) 11H. 10«
Leto, Pomponio * uninnUta i 23. 31. 32-*
LUmt I o ( palai) 220.
L Licci Giovanni. lauto (domenicano) 4*.
Ugnano. (¡Invaim i da («-anonima > VSK
U lm t w lr IMilltppe (vescovo) On . 141. 131.
Ijtd ln h o (O silo di Carlo di D o r a ti». IJonardo d 'A re u o (umanista) 37«.
re di N apoli) IKK |«t», 172. 21«. I j k Iov U » ( patriarca d'Aiptllela) HI«.
L ad N lao 1Va.turno (r e d T u g h e ria ) 4Sii, I>Mlorieo da Veneala ■minorità) 71»-
4*0». 480. M M I 1. 306. M i , «a i. 7ol. U hI ov Ico di Siam ia (princl)ie dell-
706. 7UW. 722. 72?. 727. 73». 742. 743. Inole Canarie) IO.
737. « 2 . Longu lìloranni Guglielmo non
In d i.ta o (r e d T n g b e rla i 327. l/>nia-il. o llr le r ile (cardinale) 73*
Lugazara. Bartolomeo de (In viato) 373. ma.
371». 3*4. OHT, *41. Loredana Iacopo (am m iraglio) 9 0 , 82».
I-agrami* (can lln alel 116. 131. 700 «88.
Ijtmlx-rto ( r n c o r o di Hamta-rga» viT. I .orala no L a ic i (am m iraglio) 3:>
U u t u n a D l 367. l « r i i u i lahate di M aria-Zelli 467.
I-norie marni N iccolò (cappellano della l/irraiu da M anto»a <certo«!noi 642.
■•orto Imperiale) 4M». 30B. Lorrn to ila R ipafratta. im ito tdomeni
Uindrtanl (ierard o (cardinale) ‘A 310. ca noi 44.
322. UMchi Antonio i umanUta i 27. 177. itti.
U tn lo llii (cardinale» 1*7. 387. 2*0. aw».
U M P t< ti> lg, r. Mainimeli Loca (pittore* SS*.
U | » da <"n*tlgtlouchlo ( umanUta > Lad olfo ili Sagan (abate) 146. 14*. 113.
27«. 274. 27«. 2*1. 310. S2ft L"*
liq u o r Niccolò l domenica no) <53»l I^Htorico i n a i » di A s t ili -W , *12
U u r o tilo r itaItUtn larvh lrU tai n ». la d a t im «dora di R i d m i <03.
l a r i p v l l . filam m o ile' («rn a torei 37*. U a la r lr « (d a r * di S a n ta ) 177. 1*1.
S tó a n . aan. ♦•*>. 4«7
!<•f r a w Martino («n trrla rlo di I V t a d n i i f » (eiettore 4rl DaUlinatoi 2011.
tire V ) 332. a » «, s t* . aas
I » Jeuoe Jean ( fantina lei 322. S B . l.a d u iV o || B a ra r« i l n | e n t « m *2.
371. •O» A . - 1 « . Ks. •«. *1. 143. 173
1-rllk-eortil liiaentno in s p ira to m i <H1 Lutei i I M l a p 41 Francia. U futuro
t « U « IVtrww. Paolo 41 ( r r m W » i W 1 Lutai X I» X*». » 1 . 400 « t t
331. 441. Luigi 41 R r W 9ML
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888 Indice delle pe mone.
Matteo Giovanili (segretario papale) 605-609, «15, 6184120, 627, 634. » > .
855. 671. 704. 705, 708, 700, 710, 712, 713
.Matteo Giovanni <ln Viterbo (p ittore) 730, 744.
HI. Monwerrato, C o r I iiio de ( vescovo di G*
M atteo M. «la Camerino (im piegato rona) 808. «64. 746. 765.
pontilk’lo) (HO Montalto, Ixirenzo da 641.
M attia Ilunyad? Corvino (r e d 'U n Montani, Cola de' (umanlaia) 567.
gheria) 745. Monte. P lvro del (veacovo di Breada >
M attlottl Giovanni (p rete) 244. 460. 411.
Mnurocviius Iiartiomi* ( i nvi ato) 687. Montefalcone, Antonio di (minorità*
Maxzlngbl, Angelo de'. Iieato (carm e «54. 677.
litano) 45. M ontefeltro, Federigo da (duca di t'r
M edld, liernarilo do’ 73«. bino) 53. 562.
Medie). Ooslmo ile’ 10. 27, 49. 175, 224. M ontefeltro. Guld'Antonlo da 236.
324. 300. 418. 411). 441. 542, 54». 550. Montarne, Pierre «le (cardinale) 801.
«HI. 0157. 708. 84Ü.
Medici. Filippo de’ tarclv. di I l m ) 752. M ontfort. Guglielmo de (cardinale! 274
Medici, Giovanni dé’ 451. 4(17, 067..827. Moro ('rl«to fo ro (In viato) 620.
Medici. Giuliano de’ 567. Moro GlovannI (Inviato) «B4.
Mettici, Giulio de’ (cardinale, papa Cle Morosini (cardinale) 225.
mente V I I ) 507. WO. Mórs, Dietrich. conte di (arclv. di Co
M edld. I.orenx<> de' (Il Magnifico) -10, lonia) 308.
4«>4. Mota Giacomo (cappellano della corte
Medici, P iero «li tNwlmo de' 7*12. I» *I *•r ia le * 4M*.
Mella. Juan de (vescovo di Kamora. Muffei Nlccotò « p otrillo ) 42». 445. 44«..
cardinale) 757. 770. 863, 447 440. 501).
Mt'loaao ila Forti (p itto re) 413. 534. MQlich E ttore «cronista) 443. 452.
S38, Mulner Giacomo 450.
M.-rills. de (notalo) >*73. MOlnbelm llurkart. cav. di ( gener»t'
M etrofane (patriarca greco) 588. imperia le) 401
Meyer Giovanni t domenicano) 383. M o h « GII Oancbei (antipapa Clemen
Mc*M»re*. Ftllp|>o de 180. te V i l i ) 2fil. 282. 284, «57.
Michele f a ne nel* da Viterbo 377. 380, Murad I I I«aitan o» 328. (¡HO.
430 Mussato (cronista ) .<4*.
Michavllbus, IV tru » de (In viato) 433.
Michelangelo «2. 517. 52H 1»
Mie he le (burgravio di Magilebnrgi 4U8.
Michele llartolom eo «SO Saldi N aldo 48.
Michele da Milano (predicatore di pe Nanni* N iccolo (giurista) 438.
nltenaa) 35 N ardi P ietro (alBciale |«>ntifW-loi > » .
M lc h e lo m I art 1*1« i 225. 270. Nardlni * Stefano) 7SU
Milan. I.o r* del Iq w M di O tlr r iM N avar Giovanni (In via lo) 730. 740, 744.
llorja * 750 Neik* (In viato) 428. 504. 540.
M ila*. I . « j » Juan del (Osilo di l.u r» Xerooc. lHe4lsalv| di v. IHrtisal’ l
del Milan. cardinale) 700. 751. 752. Vejrr>*t 41 K I H i Aatoolo. bealo (do-
7515. 758. 7*1. 772. 888407. MI» a rn lra a o i 45.
ilw lp r t» (Ilapiegalo papale* t t l . <C9. Niccoli. Nlerolò 4e‘ « umanista t la. Í7.
«4 i*, » i . s e òso. atti, sax
M odici tana, conte di 773. 775 N in s U ( « tstovo 41 Viterbo) 123 125.
Mi«b a ia » ed I I I «o lian o ) 32». s e n a * . IM .
Indice delle j«T»onf KM*
l ’ iiradinas (rescovo) A lfon so 2«2. 052. (¡55. (»59. (505, 066, 6458, (»til. «7*
Pnrvntiicclll Andreoln ( madre di Xlc- 457«. (582, 085. lírj. (8«. (B*í. UJK. 701
colò V ) 373. 707. 716. 719, 720, 727, 729. 737. 730.
Paivntucelli Caterina (sorella <11 Nic 753-755. 750. 757. 700, 71M. 766. 77*
colò V ) 374. 779, 783. 7S4. 786, 821, 848. 8414. S57
Parentucelli Tornim i«», r. Niccolò V S4í3, 872. 873.
< !»!* ). Plccolom lni Francesco Todeicbinl i|>a
Partenlo I I I (patriarca «re c o ) 610. |m F io I I I) f«Ki.
P a «e lll P ier Antonio 054». Fletro da Corvara (m inorlts. an tlpai*
Patrie! ua Aueu»tlnt]« 500. Glovannl X X IIi 89.
Patriclus Francesco (In viato ) 419, 49«. Pletro da Molino. Iieato (francescan-
P w w lt Begtnsldo (vescovo <11 Chlche- 45.
uteri 22.
Pletro da Monterotondo (medico) 83«
Pedrlno. tìiovanni di (cronista) 387,
842.
«4 ». 573. 798.
Pletro di I.ussemtiurso (Iv a to ) 1KV
l'edro il'Aragona ( francescano) 101.
H c tr o <11 Monaco ( O le s tino, InquWI
I3S.
torel 102.
IVlnjro A lvaro ON. 70, 79, »7 . 88, 102.
P letro da Xoceto (secretario pontlti
107.
cloi 37». 779. 839. 848. 851.
IVirlin W slpnrgs 479.
Peroni N liva lò (umsnluts) 33, M3, .'»47, Pletro Suchenwlrt (poeta) 147.
•Mi). Pletro. Sano di (p lttore) 37. 435. «8«
iv rp ln ya tilacomo (In visto) «sii, t*rj. PIkIIo. Beoedstto da lumanlstai 2W
(»7 . s«ìa Pinturirchio (p ltto re) 37. 435. 494.
l i o II (i«i> a i. r. Plccolomlni Kix-o Sil
IVrson (iota-lino 170. 173. sai.
vio de'.
Persona, >11 Ilanista di B81.
IN-rndn» (p itto re! 537. P ío IV (papa) Mis.
IV ters di I>ordreclit. (»Invaimi 257. P ío V (papai 272.
IV ters (Vi (crina (musile «lei preceden P ío VI (papa) 829.
te) 287. P ió V II tpapai :»»•.
IV I II Jean 181. P irro i.lsnrio 449.
IV tra rrs Francesco (poeta e umanista! Plsanello Vlttore (artista) 04. 22». 350
J-4Ì. 8. 14. 30. 47. 49. &. 7S-78. SI. 9«. PtwiceUl. Klnaldo de (c sn lln a lei 75«.
S4SJ
101. 102. 110, »■ ». 70B.
I V t n x » Paolo r. Ideilo Petroli*. Platorlo. Antonio de (In vlatoi « i ( i
Piccinino Jarnim (con dottieri) ISO. P itis lia n » (conté d i) 848. 851.
«35, «57. m i * * «. 731. 740. 775. #83. P ittl (¡ianiH'Uo (In v is to ) (tai
«7 Plsonl iproíessore parisino! 195.
Pteclnlno X lcnd ò (con d ottiero aio. Platina («to rico l 20. 222. 235. 2HS. .Til
0B4 418. 431. 498. 451. 452. 513. 53». 54«
llc v o lu m lil Knea Silvio de' ((« )• • 571. 57»*. 57». 9ML »W2. <M3. «72. 7 l»
r io i l i ss. su, st. sa, st. so. 242. 24« . l ’letoaw «¡em isto (umanlstai 318. 331.
260. 263. »95. 2S9. 2»2. 310. 314. 31«. MMM.
330. J|fJJ*. 351. 352. 353. 387. 372. Pwlietwad (¡iur*W. (r e di Rorm lai 47».
373. 381. 382. 3*7. 38<*. 3K.\ 3»ft. 404. 7*i.7|*.
416. 418. 43tt. 431. 442. 455. 477-478. iN W tt» B n o io ila l lam snU tsi 15. 17.
488. 4*9. 48n. «RI. ««. *•»., 407. 4»* 27. 38. 2». 32•35. 57. 58. n m * . 22«.
800. Sui 041. 542. 55*. 571. 57«. 67«. ■K7. 24«. 241. M H « t . 2X5. 277. 2**'
580. 582. om. «mi. « l i «HV «17. « 18. 307. SOK 323. 32». 37«. 387. ¥ » . 43»
«1». Ci. I5>1 0«. <97. <a». «45. «fil. 447. 448. 30«. 51». 523. 541*42. 544.
In d ire d r l l f |trnun>.
3 *8 .VV*. » 1 . 332, KM. :.7>l. 381. «13. Itom Domingo irardlualei aro. 271, 77'
r t » . «S I. I«sj) 720. 7.T0. 812. Unlmll.i. Calartele ila i ta rla lo ) 373. 374.
l'ngglo tilorannl ItattUta iv n n w o «11 371*. tm . «SS.
llolognai f i . 422. 423. TT7. R eali«. «W> tila n m t» ile 83«.
l'utl. U r l i l o Coati 41 (cantinalei 271. Itlin. Antonio ila (francescano) X
r-.Uaco. (ilo ranni de («r r tlc o ) 837. Itlcvn nlo I l (r e «l'Inghilterra t 139. 1«4.
IN iu>t»tian » Hlrtpii m inanUta) 31. 170. 181.
IV utnn» T o m m iw mtuauUtai M i, ORI Iticelo Miritele (In v ia lo ) «2 8
I*<>nlrlll Itanrlo ««rrh lte tto i 370. Klrhental. l'Irtn « 41 (rnanWtal 2n2
IV nl remoli, N lr a d r a » ila ((u rla to ) Rido. Antonio «le IraM ellao» p aiate)
On. 4.K». t u 4IH. «U.V 304. 340. 383. 303. 813. 817-KIA
5M. «13, «1 «. 021. «22. «W . «28, «30. Ridolfl, A n ioni» ili d ire n a » <M7.
«37. «ESI. «40. «40. «47. «4P. «31. «52. RImuh, C ol« «Il Kt. 01.
«74. «73. «K3. «84. 732. 7«1. 703 7«3, Rinunci ««rgretarlo |<aan(IArlo) .Vii
8*7. 841*. *31 *33. Rita «la Oliarla 8. lag<»tlnlanai 43. 441.
i'onxlanl l^nrpox» (M arito 41 A Kran R olvrto «la l « w i |iw|lratore) » . 33.
n w i Humana) 242 41. 431». «12. «77
IV rra ra Mariano (fra te llo <11 HirCatm Iti berlo «le Tem pio tu A rt a le IanniI-
3M>. MB nirioi 3n>.
IV n-aro Ktrfan. (en ap in lorei 91. M I, R o to r i» «Il tlln erra (cardinale. am i
418. 433. 34«. «30. «40. «42. |«M<a d em en te V I I ! Imi. 114. 118.
«40. KB-M41. 123. 123. 130, 132 171. 178. 17». IMI.
I*»rrln «rl. Sicr«l& 4 r’ Ho-uatorel 373 ■jm. Tm. f a t t -m
l*i-raai!o. H aSarl* <tr (um anUtai 10, Ri allerto 1 i n r w « <11 8lra*liu rg») 442
SSJSSf. «U> K<- hetallMe. Jean «le la (ra rd la a lel
iv-rta. A ni tri ih> iM la irard laa lci 270 •jm». 27n
I lim a Or«r>rV> (o a d u n t o 41 Cali- Rode Dior, (nutriate |*>ntinrl»i 4M
Ma l i t i 730 Rodolfo i franca-«Tino, Itenllettaierei
l ’ nibo Meato IV tru a i» 331 »il.
l ’uliffnanl Kalorl 40. Rodolfo IV «fA u lirla 240
I*nlka. I W r . i 41 213 R.4o|fo «Il IUI<le.h.-tm 723
Roger Ulnr. l i n r l r m t o <U N ari—noi
Q 73*
Quadrarlo Antoni» KOB. R o d e r It. «m rd lo alei I »
( j u r l r l r l . tittg lM m » <arrfcllettoi 253 Rnlln Jean im ralinalei 413. 090. « • »
«Jnerlal ( l u t M w n a l r W « «etK-c» Raaneone Angelo «42. M i, *48
*4 1 R »ra «r K orlm » 1 . 74«
«.Mirini «Il RtMa da V It e t i». » . «33
V t lr la o t T U i M i r t u i m arcia noi 401 Rownlaerg Ermanno ( «t r a r l« letterale
41 Magvxxai 4*1
R R tw e llla » Antonio («rtlu ta i TM
H a lm lrt* lW < | 4 u 41 (ta rla to ) »48, Rouwrgtte. Ile n w ttl» de ( predicatore I
M i . SMv 2S*. 2*3
R ad e* In n o m a i ( | H a M » i l i * W Roverella Wartolnn»eo (arrtrearoro 41
Radala Ola w aw «*argretart» !•*!■« lei Rarensat K . 430. 483. 331.
811. Ilo«eretta l/ im u ii D n tla lo i 731. 723.
R affaello «1 . 440 SM. 330 328 331 72U 74»
(tomai C M io (a n u lo i 114. 11« i W Kurellai R e m a r «» 322
H a i « - « - ! « 41 l%l»>a 133 Rarwllal (Horaanl im etra a lei t29. |p -
la lo o M ll Cm m m (o a n a o M a * 18 09. 433. SS»
#82 Indice delle persone.
Hungerò t u iler W elden (p itto re) S ‘ JS. I fiso. «K7, «88. «NO, (ìsk), (IDI. 8B2. »«•;.
441-H2. 524. 702. 708. 718, 71». 720, 741. 7P7|1
llU|ie. Cgo de Oliti tv*clalIo pulitici 783. 740, 750. 788, 844. »47. 848, 848, 857.
Knperto I «lei Palntlnato 142. 173, 183, 882. 803.
l!Hi. 187, 20«, MDl. Sclmuniliure, Pietro di (vescovo (TAi).
itiiHtlel. Agapito de' (lum inista) 335, <burg, cardinale) 323. 441, *150, 851.
543. 730.
Rustici. Cencio de' ( iinmnl.sta) 'SSÌ. 205, Schllclc Gaspare (cancelliere di Ke*tc
268. rico 111) 388, 341, 344. 34«.
Ityrkcl, 1»ionici di (certosino) 4<H). 4(14. S c ia m i Battista (nipote di Stefan i
l'orcaro) 573. 570. 578, 585. 835. 842
S Senftleben Knrlco 4110.
Salicilico (cronista) 575. Sor Cambi Giovanni (novellista) 7
Satinino, K lglarlo ile (cim iInalo) 124. Sera fina <la renani. beata francescana
Sacchetti Franco (poeta) 114. 45.
Sacrhl 1*. « . 1* 300. Sesaelman (cancelliere brandenbnrghc
Saettili Zaccaria (Inviato! *¡30. liti. sei 348.
Sagnndlno Niccolo (umanista) 31*0, 501. SAve, Giacomo «le (Inviato) 128. MB
sia Severino Niccolo (In viato) 717. 801.
Saliceto, Itartolomeo ila (canonista) S fo n a A le« «andrò 381. 380. 417, 42?..
123. 124, WW. 482.
Mallento, lU tvanlo <la (Kiurbrtu) 103. S fo n a Attendolo (condottiero) 224.
Salutati Col uccio (cancelliere tinnii S fo n a Francesco (duca di Milano) 41.
tlnoi 57. MI. HO. 135, 173. /7S. 182, 2 ». 300. 333. SM , 307. 37B. 385. 381
78«. TUO. «00. 417. 418. 421). 421. 438. 443, 477. 4 M
R alu u o (¡lo r d o ( vescovo <11 I/omnna, 41«. 484. 48«, 487, 480, 804, 505. 5 « .
castellano «Il Castel 8. Angelo) hoo. 004. «13. «14. «15. «17. * » ) . «28. «30.
75», 7*18. •Sul. «32. «33. (Eli. (Kt5. «38. «41. »48
Salva. Martino ile (vescovo di l ’amplo- •mi, *150. «51. «58. «74. «75. «83, «8 i.
na) 78«. 780. «85. »Ut. *887. «DO. 701. 702. 71*1 72»
Sane*. Arnaldo di (In viato) 7 »L 730. 7S1. 732. 733. 73«. 740. 742. 743.
Kannevcrlno Cito $02. 748. 751. 755. 75«. 757. 75*. 73«. 780.
Sanse ve ri no Koberto (con d o ttiero t*Vt. 7«1. 7*3. 7«4. 785. 78«. 787. 768. 7(1».
iB7. *1*4. 770. 771. 772. 775. 782. 785. 814. 82«
Sanseverlno Tommaso (fra te llo d’ t'g o) 844. 8461 848. 850. .851. 852. 853. 854.
s «l KiS. 85«. 881. 8*52. 883. 8 *«. 8«7. «ffl*.
Sant'Angelo. Marc'Antonlo di (conte 888. 870. 871. 872. 873. »74.
di Materno) 295. Sforza (ialeaaao Maria 482. 507. 7S1.
Sa ru n a . Cotanto de (In viato) 640. S52. S fo r u Ippolita (Scila «Il FraMWsroi
Sa velli Niccoli) 304. 7SI.
Su vello l*andolfo (m aresciallo i«w tl- S to n a Marta (S cila di Francesco) 731.
Dclol XK.’. Sigismondo (d ora di T iro lo l i«5 . 4 "*
Savonarola 35. a». 41. 43. fin. Stri «mondo (im prratorr) 18«. 185. s o l,
S i a l i * » . Ylncenao «le (In viato ! 38«. 3 0 , 204. 2CK. 207. 20«. 210. SIS. 214.
s. ammacca D em anio. beato (d o n e il- 222. 287. 2W8 3 »«. 28K 280. SIS. 317.
canol 45, 3*8. 33«. am. 571. 814.
Sraram p» t cantina le. camerlengo» 35. 8 * le a K m * » ire d T a c h e rta l ano.
aoa. sms. ao7. s o . xuv a » v »4 ». ass. Siena. Martino da (agostiniano) 7.
2MC, ani. as7. 4M. 4M.V .v e. 575, 57«. Signori 11 \ W r t 4 6 (scrittore del « n a t o
«14. «15. «CO. «51. 053. «tti. «17. «79 romano i -¿ss. 390.
Indire dello |*er»oue. 8113
> 'il*e «iro ( r—to r o di ( H f i a w r i 333. j Totum a«» ( reurtivo <|l lx-«lnm 502. 510.
SII Teatro «la »le n a (predirà (ore <11 |<e- 842.
nltruxa) SS. Totum a»» (<le«|Mita del Peloponneiot
S lm «n e da Roma <pi (to rri 53«. (112. 7*1.
Sluiooe da T a n n in o Fra (n a iu m ! Timtmawi da Kenipl* 155. 138. 4-11.
a ciottolan o) 032. 033. «34.
I Tornimmo da K letl (rondoltierel 333.
Milli .net <11 Mone (p ittare) 90 Totum a«» <r.\<|ul«o (dottore tirila
Simonetta f e c e » (Inviato! 400. dio. 770. ttilra a ) 4M. 334. 503.
»IM O l i (p apa) 334. Toni tua «I l'Ie lro 204.
* i« t o IV (papai 50. 233. 2flS. JttO. SO». Tonpn niatlit, Juan ilo (rard ln alri 200.
404. 4 « . .US. ¡B1. 5 HI. 507. 020. (W!. 323. 4HÍ J«i, 555. «B l. 833.
MIMO V (papa) 513. 517. 800.
Mlltparber G iu n o n i (brnedettlnoi 407
Tortello i tuna d ittai 342. 344. 333. Ma.
y «h-rlol Xlccotò <fiorendo«* 107. 012,
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894 Ìndice delle persone.
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