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Profilo di un Millennio
Alfio Cortonesi
riassunto
Indice generale
il tramonto dell'impero di Roma..........................................................................................................2
Il Cristianesimo....................................................................................................................................3
Le migrazioni e i regni latino-germanici.............................................................................................4
L'impero di Bisanzio e il mondo slavo................................................................................................5
I Longobardi........................................................................................................................................6
Gli arabi e l'espansione islamica.........................................................................................................8
L'impero carolingio.............................................................................................................................9
Le seconde invasioni e l'Europa postcarolingia................................................................................10
L'affermazione dei poteri locali.........................................................................................................11
Crescita demografica e sviluppo agrario...........................................................................................12
Lavoro artigiano e ripresa dei commerci...........................................................................................13
Le monarchie feudali e la ricostruzione politica dell'Occidente.......................................................13
Fermenti religiosi e riforma della chiesa...........................................................................................16
Le crociate..........................................................................................................................................17
I comuni italiani e l'impero................................................................................................................18
Impero e papato nel XIII secolo........................................................................................................20
Consolidamento delle monarchie nazionali......................................................................................21
Gli stati europei nei secoli XIV e XV...............................................................................................23
Signorie, regimi oligarcici e stati regionali in Italia alla fine del Medioevo....................................25
confine nel 406 vi fu una formidabile ondata di alani, svevi, vandali e burgundi. Dopo ci ci non
si riusc a ridifendersi dai visigoti nel 410, guidati dal re Alarico. Il sacco di Roma, con la caduta
del mito dell'inviolabilit, lasci attoniti i contemporanei. Inoltre iniava il ritiro delle legioni
romane dalla Britannia, dalla Pannonia, dall'Africa , dalla Gallia, dalla Spagna.
Per fermare gli Unni si ricorse all'alleanza con le genti germaniche, tuttavia nel 455 Roma sub
il secondo saccheggio mentre nel resto della penisola erano le milizie romano-germaniche a
dettar legge. Fu Odoacre a deporre nel 476 l'ultimo imperatore d'Occidente, Romolo Augusto.
Il Cristianesimo
Le vicende dell'impero diffusero un sentimento di insicurezza che spinse alla ricerca di nuove
religioni. Si comincia a diffondere il cristianesimo, dapprima negli esponenti della diaspora
ebraica e ben presto fra i ceti sociali pi diversi. Quella cristiana fu oggetto di persecuzioni
perch vista come forza eversiva per i suoi legami con il mondo giudaico e per l'intransigenza
del suo monoteismo. Tuttavia nel 380 con l'editto di Tessalonica divenne religione di Stato.
Per quanto riguarda l'assetto dottrinale esso venne emergendo dal confronto di due anime di
fondo: quella rigorista condizionata dalle dottrine gnostiche e della loro visione del mondo
come contrasto fra bene e male; l'altra pi moderata espressione dei ceti dirigenti, fautrice di
un'istanza di riorganizzazione istituzionale del cristianesimo.
Episcopato e potere politico
L'evoluzione delle comunit cristiane fini per favorire l'integrazione nel sistema sociale
romano. Il cristianesimo, infatti, gdeva dell'appoggio di quei ceti che fornivano i quadri
amministrativi dell'impero. La svolta politica si ebbe con Costantino con l'Editto di Milano con
cui, oltre alla libert di culto, deliber la restituzione dei beni confiscati e attribu' ai vescovi
funzioni giudiziarie, istituzionalizzando la collaborazione fra impero e episcopato.
La cirolazione con cui i vescovi esercitavano il loro ministero prese il nome di diocesi e fu il
presupposto di una penetrazione capillarle anche nei territori pi lontani.
Le grandi dispute teologiche
Il problema centrale della dottrina cristiana era l'incarnazione di Cristo e gli interrogativi su una
duplice natura, divina e umana. L'assenza di un organo gerarchicamente superiore inaspr il
conflitto a tal punto che Costantino decise di convocare nel 325 a Nicea un'assemblea generale
dei vescovi (concilio ecumenico). Il concillio condann la dottrina di Ario, prete di Alessandria
che attribuiva al Padre una natura superiore al Figlio e riconobbe alle due persone un'identica
natura divina. Il credo di Nicea prevalse definitivamente con il Concilio di Costantinopoli del
381, ma nel frattempo le dottrine ariane si diffusero tra i popoli germanici.
Sul tema della natura di Cristo prese posizione anche il patriarca di Costantinopoli, Nestorio
sostenendo che in Cristo esistevano due persone distinte, quella umana e quella divina. La sua
dottrian fu tuttavia avversata al Concilio di Efeso del 431. Tuttavia ad Alessandria si stava
sviluppando una nuova dottrina, il monofisismo, sostenitrice dell'esistenza in Cristi di una sola
natura quella divina che al momento dell'incarnazione aveva assorbito la natura umana.
Il monofisismo fu poi condannato nel 451 a Calcedonia. Il concilio riconobbe al patriarca di
Costantinopoli il primo posto tra le chiese oerientali e aquello di Roma una sorta di primato
nelle questioni di fede e di giurisdizione ecclesiastica. La controversia sul monofisismo aveva
evidenziato la necessit di un coordinamento delle chiese in materia teologica e disciplinare.
Il monachesimo
Parallelamente alla definizione di un apparato ecclestiastico e dottrinario prese vita un
movimento monastico. Il monachesimo cristiano nacque fra il III e il IV secolo nei deserti
dell'Egitto, per iniziativa di singoli individui di provenienza sociale varia, che scelsero di
condurre una vita di ascesi e penitenza nella forma eremitica. Ben presto si formarono gruppi
di eremiti, i cenobiti, organizzati in comunit. Dall'egitto le comunit monastiche si diffusero in
Palestina e in Siria e da. qui in Asia Minore. Dal IV secolo il monachesimo si cominci a
nestoriana avvenne uno scisma, detto di Aquileia, che vide i metropoliti distaccarsi da
Costantinopoli.
Giustiniano e la riconquista dell'Occidente
Salito al trono nel 527, Giustiniano dovette affrontare difficili problemi interni tra cui una rivolta
nel 532 per l'eccessiva pressione fiscale. Soppressa la rivolta si organizz per riconquistare la
pars occidentali. Risolto in fretta il problema dei vangali nel 535 inizi la guerra goto bizantina
le cui devastazioni si abbatterono per circa un ventennio sulla penisola. L'Italia fu ridotta allo
stremo.
Distrutto il regno italico degli ostrogoti con notevole sforzo militare e finanziario, Giustiniano
dovette affrontare il problema della ricostruzione. Restitu ai latifondisti le terre, risarc la
chiesa per i danni e con la Prammatica sanzione del 554 intervenne a disegnare un quadro
giuridico, amministrativo e militare che fosse di valido supporto alle politiche avviate. Tale
quadro prevedeva l'introduzione del Corpus iuris civilis e una netta distinzione fra incarichi civili
e militare.
Conquistata la Spagna si conquist velocemente la parte peridionale della Penisola Iberica.
Tuttavia queste vittorie risultarono effimere mentre la codificazione del patrimonio giuridico
romano si dimostr duratura e profonda.
Il progetto fu portato a compimento negli anni 539-534 e ne scatur un codice diviso in
quattro: il Codex, che raccoglieva le leggi emate dai predecessori di Giustinian; i Digesta che
riuniva le sentenze e i commenti di giurisprudenza romana; le Institutiones una sorta di breve
compilazione di diritto romano a uso scolastico; le Novellae ovvero le leggi emanate da
Giustiniano.
Da Giustiniano all'iconoclastia
Dopo Giustiniano le strutture amministrative e militari dell'impero conobbero una profonda
riorganizzazione per iniziativa degli imperatori Maurizio ed Eraclio. Proseguendo l'opera di
Maurizio, Eraclio ridisegn le circoscrizioni territoriali d'Oriente mettendo a capo di ciascuna
uno stratega, e procedette a distribuirvi terre a beneficio di militari, coltivatori ex schiavi.
Frail 626 e il 630 arriv a occupare la capitale di Persia, tuttavia l'offensiva degli arabi priv
l'impero di gran parte dei territori orientali. Tra il 674 e il 684 gli arabi giunsero a minacciare
Costantinopoli. Fu merito della dinastia isaurica salita al trono co Leone III (717-741) che si
salv la capitale sbaragliando il nemico nella battaglia di Akroinos del 740. Gli imperatori
isaurici sostituirono anche le prefetture con quattro logotesie e ponendo strateghi alle dirette
dipendenze dell'imperatore, avanzava il processo di ellenizzazione dello stato.
Inoltre, in questo periodo, si svilupp in Asia Minore il movimento iconoclasta, che si
caratterizzava per l'avversione al culto delle immagini di Dio, della Vergine e dei santi. Tale
culto era diffuso specialmente nell'ambito della religiosit popolare ed era promosso dai
monaci. Leone III fece proprie queste rivendicazioni e impose, nel 726, un decreto per la
distruzione delle icone. Ci gli cost la scomunica del pontefice Gregorio III (731). La lotta che
deriv fra iconoclasi e iconoduli assunse coloriture politiche e sociali. Le province orientali si
trovarono cosi contrapposte a quelle orientali. Lo scontr and avanti per oltre un secolo. Nel
VII concilio di Nicea del 787 si ebbe un fermo pronunciamento contro l'iconoclastia, tuttavia il
conflitto si chiuse nel 843 quando Michele III reintrodusse il culto delle immagini e delle
reliquie.
I Longobardi
Nella primavera del 568 i Longobardi sotto la guida di re Alboino entrano in Italia senza un
progetto preciso di conquista e di stanziamento. Iniziarono a conquistare territori italiano,
segnando la rottura dell'unit politica italiana. Operando sotto la guida dei duchi senza un
piano preciso i Longobardi occuparono il Friuli, il Veneto, la Lombardia, il Piemonto e la
Toscana; pi a sud formarono i ducati di spoleto e Benevento. L'avanzata dei Longobardi nei
territori conquistrati non fu ostacolata da resistenze significative. Il risultato fu quello di un
complesso intreccio di terre sottoposte alle due dominazioni, con l'impossibilit per i
Longobardi del centro nord di comunicare con la Langobardia minor stante l'esistenza del
papa Stefano II si alle con i franchi pipinidi i quali sconfissero ripetutamente i Longobardi.
Desiderio fu detronizzato da Carlo Magno nel 774 e costretto a vedere il regno sottomesso ai
franchi.
Gli arabi e l'espansione islamica
Quando maometto si affacci sulla scena mondiale la penisola arabica abitata da beduini e
contadini artigiani, si caratterizzava per una trama insediativa debole cui davano corpo le
numerose oasi.
L'importanza della citt della Mecca era legata proprio all'essere ubicata all'incrocio dei diversi
itinerari dei mercanti, in particolare quello fra Yemen e Gaza. Gli abitanti della citt e i beduini
del deserto erano organizzati in trib che potevano confederarsi o contrapporsi; politeismo e
animismo erano le religioni prevalenti, ma si registrava nei centri anche la presenza di ebrei e
di cristiani. Per tutti rappresentava un punto di riferimento il santuario della Ka'ba alla Mecca,
che si riteneva costruito da Abramo e da Ismaele.
Maometto e l'islam
Secondo fonti tarde, le uniche sulla vita di Maometto, egli sarebbe nato alla Mecca intorno al
570 da famiglia di mercanti, allevato poi da uno zio, sposato una ricca vedova si sarebbe
dedicato alla riflessione religiosa. La predicazione di Maometto non ebbe difficolt ad attecchire
in un contesto gi sensibilizzato alle istanze delle religioni monoteiste. Tuttavia Maometto
proclamava la necessit di un ritorno alle radici, con la totale dedizione del fedele ad Allah,
unico Dio, e a Maometto come suo profeta. L'elit mercantile che governava la citt guardava
con sospetto l'ampliarsi del fenomeno, nella quale scorgeva una minaccia agli assetti di potere.
SI giunse nel 622 all'egira, la fuga di Maometto e i suoi seguaci dalla citt. I fuggiaschi
ripararono a Yathrib che avrebbe preso il nome di Medina. Qui Maometto riusc a prendere il
potere della citt e aformarvi uno stato.Nel 629 anche la Mecca cadde in potere di Maometto.
Le rivelazioni fatte da Dio al profeta sarebbero state raccolte nel 653 nel Corano, il libro sacro
dell'islam. Esso annuncia la fine del mondo, il giudizio divino, il premio per i buoni credenti, la
punizione per chi contravvenga alla legge coranica e individua i cinque pilastri della religione
musulmana.
I quattro califfi (632-661) e la prima espansione dell'islam
Maometto non aveva designato un successore ne i criteri per individuarne uno. Alla sua morte
(632) il problema si pose drammaticamente: venne imposto con forza Abu Bakr, suocero del
profeta, a cui fu riconosciuto il titolo di califfo, "successore dell'inviato di Dio". Egli consolid le
conquiste e il suo successore espanse l'avanzata musulmana in Asia Minore e Africa del Nord.
Quando nel 661 finirono i califfi legati da parentela si esaur l'"et dei quattro califfi", gli arabi
dominavano la Siria, l'Egitto, la Palestina, l'Israq e la Persia. I territori furono organizzati in
privince, affidate al governo emiro e sottoposti al controllo di presidi armati stabili. A seguito
delle conquiste la societ islamica si fece pi complessa. I capi delle trib assunsero un ruolo
egemone; la distribuzione delle ricchezze acquisite determin una stratificazione sociale ed
economica che non coincideva con i principi di eguaglianza del Corano. Inoltre i non-arabi
convertiti si trovavano in una situazione di subalternit, non erano ammessi nell'esercito e non
beneviciavano di quanto era legato all'esercizio delle armi.
L'islam sotto la dinastia omayyade
Con l'avvento degli mayyadi la capitale divenne Damasco la cui presenza risultava pi
incombente sull'impero.I Califfi s proiettarono in incessanti campagne di conquista che
dilatarono in ogni direzione i confini del dominio. Costantinopoli fu assediata pi volte grazie
anche anche alla flotta di cui si erano armati. Nel 711 cominci da Gibilterra la rapida
conquista della penisola iberica per la quale occorsero cinque anni. A questa fece seguito la
conquista della Gallia. La sconfitta patita a Poitiers nel 732 a opera dei franchi guidati da Carlo
Martello non imped agli islamici di presidiare ancora per qualche anno alcuni territori della
provenza.
Il califfato abbaside
La permanente ostilict degli sciiti e l'iirequitezza di alcune province determin la caduta degli
omayyadi e l'avvento della dinastia abbaside, che derivavano il nome da quello dello zio di
Maometto Al-Abbas. Si posero nel 747 alla testa di una rivolta che partiva dalla Persia e nel
750 giunsero al potere. Cuore del califfano divenne l'Iraq dove nel 762 il califfo al Mansur
fond Baghdad.
La struttura dello stato esalt la centralit della figura del califfo e di altri funzionari, in
particolare il visir, cui competeva sul piano amministrativa la massima responsabilit. Si pass
da una prevalenza araba ad una concezione aperta che vedeva nella comunit islamica un
insieme eterogeneo i cui membri erano uguali dinanzi allo stato.
La solidit del califfato abbaside vene minata da spinte autonomistiche e secessioniste
arrivando a frammentare l'unit islamica in diverse dinastie che governavano autonomamente i
territori.olfingiaL'impero carolingio
Nel regno franco del VI secolo acquista sempre pi importanza la carica di maggiordomo o
maestro di palazzo. Dopo la morte di Dagoberto (629-639) l'egemonia politica pass nelle
mani della Neustria che riusc a imporsi sull'Austrasia, dove per si stava affermando una
dinastia di maggiordomi. Gli esponenti di questa famiglia, arnolfingia-pipinide (carolingia), gi
grandi proprietari riuscirono a ereditare la carica di maggiordomo e riuscirono cosi a crearsi
una potente clientela armata avvalendosi dell'istituzione del vassaticum.
Ci si ricollegava al commendatio romano, cio un uomo libero senza mezzi di sostentamente
si commendava a un grande proprietario. Nel corso dell VIII secolo il termine vass and a
identificare la condizione di persone agiate, che prestavano alle principali grandi famiglie un
servizio armato.
A consolidare i destini della dinastia fu il figlio di Pipino, Carlo Martello, il quale riusc a
respingere un'offensiva araba sconfiggendoli a Poitiers (732), conferendogli il ruolo di difensore
della cristianit e quindi rafforzando il prestiogio e l'autorit in tutta la Gallia. Ma il
maggiordomo riusci in altrettante imprese, comportandosi difatto come un re tanto che quando
mor Teodorico IV nel 737 Carlo Martello lasci il trono vacante. La formale liquidazione
avvenen con il figlio Pipino il Breve il quale, con l'appoggio del papato, depose Childerico III,
nel 751. Pipino si fece eleggere re dall'assemblea dei grandi e si fece consacrare con l'olio
sacro da Bonifacio. La nuova dinastia avvi una campagna denigratoria nei confronti dei
meroving presentando i Merovingi come "re fannulloni".
Da Pipino il Breve a Carlo Magno
Con l'ascesa della nuova dinastia riprese l'espansionismo militare. Per vincolo con Stefano II,
Pipino condusse due spedizioni in Italia (755-56) e riconquist l'esarcato, consegnandolo al
papa. Con gli accordi di Ponthion si erano di fatto consolidate le premesse della dominazione
territoriale pontificia. Negli stessi anni venivano conquistate la Settimania e l'Acquitania e si
avviava una campagna contro i sassoni. Alla morte del sovrano il regno fu diviso tra i figli Carlo
e Carlomanno, ma la morte di Carlomanno nel 771 consegn l'intero fratello che riprese la
politica espansionistica.
Carlo inizi contro i sassoni una lunga guerra (772-804) conclusa con la conversione forzata al
cristianesimo del capo sassone Vitichindo e della sua gente. A render ancora pi stabile la
situazione si aggiunse la sottomissione e la conversione degli avari.
Il re Longobardo Desiderio prov a fermare la minaccia franca facendo sposare sua figlia a
Carlo ma il tentativo fall con l'ascesa al papato di Andriano I, antilongobardo. Desiderio reag
muovendo nel 773 verso il ducato di Roma, tuttavia l'intervento di Carlo fece cadere sotto la
proprio dominazione il rex langobardorum.
L'organizzazione amministrativa dell'impero carolingio
Carlo Magno cerc di dare al regno una struttura politica e organizzativa centralizzata. Il
territorio fu inquadrato in una rete di distretti territoriali, i comitati, che vennero affidati ai
comities (conti), funzionari regi gi presenti in precedenza, posti a capo delle terre appena
conquistate. Alle frontiere vennero istituiti ducati e marche, circoscrizioni pubbliche connotate
da una pi forte organizzazione militare. Per sorvegliare l'operato dei funzionari fu istituito il
missi dominici, esponenti dell'aristocrazia laica ed ecclesiastica periodicamente ispezionavano
una circoscrizione e riferivano al sovrano.
Carlo per rafforzare l'autorit del governo centrale scelse come residenza principale Aquisgrana
che fu sede di soggiorni sempre pi lunghi. Il potere centrale intervenne nella vita dell'impero
anche attraverso un'intensa attivit legislativa che si concretizz nei "capitolari" emanati dal re
nel corso di assemble annuali dette "placiti".
Allo scopo ri rendere pi solida l'amministrazione e garantirsi la fedelt dei funzionari si ricorse
ai rapporti vassallatico-beneficiari. Anche l'istituto dell'immunitas fu usato per dare maggiore
coesione al regno. L'immunit era nata principalmente per tutelare gli enti ecclesiastici dagli
abusi dei funzionari regi e consisteva nel privilegio di vietare l'ingresso dei funzionari regi nelle
terre sottoposte alla autorit di quest'ultimi.
La rinascita carolingia
Quanto detto finora mostra la preoccupazione di Carlo Magno alla creazione di una classe
dirigente responsabile e affidabile. Si trattava di un vero e proprio programma culturale
concretizzatosi in centro propulsore nella Schola palatina, un'accademia sorta presso la corte di
Acquisgrana e formata da intellettuali provenienti da ogni parte d'Europa. L'anima di questo
cenacolo fu il monaco Alcuino di York. La corte di Carlo divenne un luogo di elaborazione della
cultura ecclesiastica dal quale sarebbe partita non solo la riforma della chiesa franca ma anche
una nuova organizzazione scolastica.
Dopo Carlo Magno: la frammentazione dell'impero
Nel 806 Carlo Magno risolse il problema della successione dividendo i territori dell'impero fra i
tre figli maschi. Tuttavia la scomparsa precore di Carlo e Pipino fece si che alla morte di Carlo
Magno (814) Ludovico fosse l'unico a sopravvivergli. Denominato il Pio, Ludovico mise al centro
della sua politica il problema dell'unit imperiale. Nel 817 pubblic una costituzione, l'ordinatio
imperi, nella quale proclamava l'unit dell'impero e lo affidava al figlio Lotario; agli altri figli
(Pipino e Ludovico) assegnava i regni di Acquitania e Baviera. Lotario venne subito reso
partecipe del potere e mandato in Italia dove impose al papato la Contitutio romana (824), la
quale prevedeva un giuramente di fedelt del papa all'imperatore. La situazione rimase
tranquilla fino al 829 quando Ludovico volle modificare l'assegnazione dei regni per favorire un
nuovo figlio, Carlo il Calvo. Morto Pipino, Ludovico e Carlo si coalizzarono contro Lotario che fu
costretto ad accettare il trattato di Verdun e a spartire con i fratelli l'impero. A succedere
Lotario nel titolo di imperatore fu il figlio Ludovico II (855-875), ormai per il potere imperiale
era indebolito
Le seconde invasioni e l'Europa postcarolingia
Una nuova ondata di invasioni invest l'Europa occideentale tra il IX e X secolo, modificandone
profondamente gli assetti sociali. L'Europa centrale si trov sotto minaccia degli ungari che
presero a compiere veloci scorrerie a scopo di bottino nelle regioni limitrofe. Il loro metodo di
combattimento basato su un armamento leggero e rapidi spostamenti a cavallo impression gli
eserciti occidentali. Tra la fine del IX secolo e il 955, anno in cui furono sconfitti da Ottone I, gli
ungari compirono numeroso incursioni. Erano incursioni militarmente organizzate, rapide e
violente contro le campagne e i monasteri. La loro minaccia inizi ad essere contrastata
quando si diffuse anche in Occidente la cavalleria leggere, cosi Enrico I, re di Germania, li vinse
nel 933 a Merseburg ma a sconfiggerli definitivamente fu suo figlio Ottone I a Lechfeld nel 955
Nello stesso periodo le regioni mediterranee erano minacciate dai saraceni nome con il quale la
cristianit indicava le popolazioni islamizzata di varia origine etnica che abitavano il Nord
Africa. Continuarono a compiere incursioni e atti di pirateria arrivando alla conquista della
Sicilia nel 902. Nel 846 la stessa Roma sub un attacco. Negli ultimi decenni del IX secolo gli
eserciti bizantini riuscirono a liberare Bari e Taranto ma il fatto che gli attacchi fossero opera di
assoggettamento del territorio. Inoltre dopo la morte di Almanzor inizi il declino dello stato
omayyade(1031) sostituito da piccoli emirati locali. Nelle regioni in cui i musulmani erano pochi
vennero fondate nuove citt attirando abitanti con le concessioni franchigie e l'assegnazione di
terre. Dove erano numerosi furono costretti ad abbandonare le principali citt o ad accettare di
essere relegati in un sobborgo loro destinato.
Nel XII secolo si arriv alla decisiva vittoria di Las Navas de Tolosa (1212) dove gli
eserciticastigliano e aragonese combatterono insieme. Alla met del Duecento la reconquista
era ormai conclusa.
Fermenti religiosi e riforma della chiesa
Nel corso dell'XI secolo si afferm nella chiesa una forte esigenza di rinnovamento che diede
luogo a un movimento di riforma della vita e dell'organizzazione del clero destinato a
modificare radicalmente i rapporti tra papato e impero. Oggetto delle istanza riformatrici
furono i problemi creati dallo stretto legame che sin dal tempo dei merovingi aveva unito
strutture ecclesiastiche e poteri politici. Questo legame aveva determinato l'ingerenza dei laici
nelle nomine religiose, trasformando gli enti ecclesiastici in strumenti politici. L'ingerenza laica
nelle nomine ecclesiastiche port a un impoverimento culturale e morale del clero. Il risultato
fu che presso di esso si diffusero il matrimonio e il concubinato con la conseguente dispersione
die beni delle chiese.
Nuovo monachesimo e rinnovamento della chiesa
L'esigenza di una riforma che restituisse credibilit e prestigio alla Chiesa divenne molto sentita
sia presso i laici che presso i religiosi nei monasteri. I primi segni di rinnovamento partirono da
Cluny, abbazia benedettina dela Borgogna fondata nel 910 dal duca Guglielmo d'Acquitania
(dunque privata) nella quale si afferm una nuova interpretazione della regola benedettina: i
monaci di dedicarono esclusivamente alla preghiera e allo studio. L'abbazia aveva ricevuto dal
suo fondatore l'immunit dalla giurisdizione vescovile, confermatele poi dal papato; autonomia
e appoggio pontificio la protessero dai condizionamenti dei poteri laici.
Le istanze di rinnovamento e la critica del clero corrotto vennero portate avanti anche dai laici
tra i quali cresceva la domanda di partecipazione alla vita religiosa e all'elaborazione dottrinale.
L'impero e la riforma della chiesa
Gli imperatori appoggiarono con Enrico III il movimento di riforma. Enrico si impegn nella
moralizzazione dell'episcopato e si propose di restituire dignit al papato. Nel 1046 fece
eleggere papa un suo candidato il vescovo sassone Suidgero, che prese il nome di Clemente II
(1046-47). Sia Clemente II che i successori Leone IX e Vittore II si impegnarono nella riforma
della chiesa. Leone pose le basi della teoria della supremazia del papato facendo approvare al
concilio di Rims del 1049 due canoni che affermavano l'indipendenza degli ecclesiastici dai
poteri laici e il primato della sede romana sulla chiesa. La seconda posizione compromise
l'equilibrio dei rapporti con la chiesa d'Oriente e la delegazione inviata a Costantinopoli per
trovare un accordo fall.
Il problema dell'intromissione dell'aristocrazia nella nomina del papa venne risolta nel concilio
lateranense del 1059 da papa Niccol II (1059-1061) con un decreto che stabiliva che
l0elezione del papa avvenisse a Roma e fosse riservata ai cardinali, cio un collegio di 7
vescovi delle diocesi situate intorno a Roma da 28 preti titolari di altrettante chiese romane e
da 14 diaconi responsabili delle circoscrizioni assistenziali.
Enrico IV e Gregorio VII
La strada intrapresa dal papato era destinata a entrare in conflitto con l'impero, cosa che
avvenne con il papa Gregorio VII che accentr le istituzioni ecclesiastiche rafforzando il primato
del papa e suscitando l'ostilit dell'imperatore. Gregorio VII si trovo davanti un imperatore
deciso a contrastare i progetti pontifici. Enrico IV fece ricorso all'appoggio di vescovi e abati
fedeli attribuendo vescovadi e monasteri con criteri che ormai il movimento riformatore
qualificava come simoniaci (termine con il quale si indica il commercio delle cariche
ecclesiastiche).
Lo scontro divenne inevitabile quando Gregorio VII nel sinodo romano del 1075 depose
numerosi vescovi ed eman un decreto con il quale vietava alle autorit laiche di concedere
l'investitura di vescovati e abazie. Dello stesso anno la stesura del Dictatus papae che
raccoglieva in 27 proposizioni il pensiero di Gregorio circa il ruolo del papato e della Chiesa.
Enrico IV rispose convocando a Worms e Piacenza (1076) due concili di vescovi,
rispettivamente tedeschi e lombardi che deposero Gregorio VII, questi scomunic l'imperatore
e sciolse i suoi sudditi dal giuramento di fedelt. I grandi del regno si opposero a Enrico il
quale fu costretto a cercare un accordo. Gregorio revoc la comunica solo dopo aver umiliato
Enrico facendolo aspettare tre giorni in mezzo alla neve e avendogli imposto la veste del
penitente.Tornato in Germania Enrico mise fine alla ribellione e riprese la politica antipapale.
Scomunicato nuovamente depose Gregorio e fece diventare papa l'arcivescovo di Ravenna con
il nome di Clemente III.
Il concordato di Worms e la libertas ecclesiae
Spentosi Gregorio prese il sopravvento la ricerca di un compromesso per risolvere il conflitto.
Un primo accordo fu raggiunto da Urbano II (1088-1099) con il re di Francia. La soluzione
prevedeva la separazione fra investitura spirituale e attribuzioni temporali della carica
vescovile: il re e i grandi del regno avrebbero rinunciato all'investitura dei vescovi con l'anello e
il pastorale per riservarsi quella dei beni temproali dietro giuramento di vedelt.
L'accordo con l'impero venne raggiunto tra Enrico V e il papa Pasquale II. Essi trovarono una
prima intesa nel febraio 1111 con il cosiddetto "Compromesso di Sutri" che prospettava una
soluzione rivoluzionaria: Enrico V rinunciava alle investiture e la Chiesa a tutti i beni materiali e
alle funzioni pubbliche concesse da re e imperatori. L'accurdo non fu attuato per l'opposizione
die vescovi tedeschi. Il definitivo accantonamento della soluzione avvenne nel concilio
lateranenre nel 116. La chiesa rivendicava il diritto di essere ricca e potente, di governare e di
usare gli strumenti del mondo per affermale la dottrina di Cristo. L'intesa con l'imperatore fu
trovata nel 1122 da Callisto II (1119-1124) con il concordato di Worms. L'imperatore
rinunciava all'investiture ma concercaca il diritto di presenziare all'elezione e la prerofativa
dell'investitura di funzioni e beni temporali.
L'affermazione del primato papale
Nel 1123 Callisto II convocava a Roma un concilio ecumenico. Segn l'inizio di una serie di
assemblee che scandirono la progressiva affermazione della supremazia papale. Il concilio
conferm oltre alla condanna della simonia e dl concubinato l'estraneit dei laici
all'ordinamento ecclesiastico. Anche l'elezione del papa fu definitivamente liberata da ogni
residuo di influenza laica.
Un contributo importante alla costruzione della supremazia papale venne dalla scienza
canonista che nel corso del XII secolo conobbe una scolta decisiva giungendo alla sistemazione
di tutta la produzione giuridica determinatasi nel corso dei secoli in maniera eterogenea e
disorganizzata.
Le crociate
Nel quadro del rinnovamento religioso che si dispieg nei secoli X-XI, conobbe una crescente
diffusione la pratica del pelligrinaggio, fra cui mete dominante si mantennero Roma e
Gerusalemme. Alle mete di pi antica tradizione si aggiunse quella di Santiago di Campostela,
nella spagna nord-occidentale. Qui era venuto affermandosi il culto di San Giacomo maggiore.
Il culto del santo and a identificarsi con le istanze religiose che animavano la lotta contro
l'islam, cui tutta la cristianit fu chiamata dal poneteifce Alessandro II con la concessione
dell'indulgenza (1064) a queanti avessero preso le armi contro i mori. Nel 1095 in occasione
del concilio di Cleremont papa Urbano II condannando le lotte fra cristiani esort a prendere il
cammino verso Santiago per mondarsi dei peccati e contribuire a tener lontani gli infedeli.
Quindi subito si esort al pelligrinaggio e non propriamente a una crociata.
Le prime spedizioni e la conquista di Gerusalemme
L'appello lanciato a Clermont trov ascolto immediato in quelle componenti umili e marginali
della societ, che avevano gi partecipato al movimento di riforma della chiesa. Gi nel 1096
Pietro l'Eremita con una folla di qualche migliaio di persone fra le quali anche donne, ammalati
e bambini si mise in marcia verso la terrasanta cominciando la caccia agli "infedeli". Saccheggi,
razzie, uccisioni misero ben presto in allarme nobili e contadini che in Ungheria riuscirono a
infliggere a questo esercito di disperati una dura sconfitta. Sopravissuto Pietro L'eremita pot
assistere nel 1099 alla conquista di Gerusalemme. La crociata ufficiale ebbe inizio poco dopo e
vide la mobilitazione di alcuni fra i maggiori rappresentanti del mondo feudale europeo: tutti
sotto la guida del legato pontificio Ademaro di Monteil. I singoli contingenti militari confluirono
a Bisanzio fra l'autunno 1096 e la primavera dell'anno successivo; nel giugno 1097 mossero
verso la terrasanta. Posta sotto assedio per cinque settimane e conquistata il 15 luglio 1099,
Gerusalemme divenne la capitale dell'omonimo regno, alla conquista fece seguito lo sterminio
di gran parte della popolazione musulmana ed ebraica che abitava in citt.
Diversi fattori determinavano, per, la debolezza degli stati latini d'Oriente: le divisioni interne
ai gruppi dominanti; un territorio modesto che non andava molto alla zona costiera; lo scarso
numero dei crociati; i difficili rapporti con le popolazioni locali.
A fronte di tale situazione finirono per assumere un ruolo importante quegli ordini religiosi di
tipo nuovo nati in Gerusalemme e che gli storici denominano monastico-militari, i cui membri
erano tenuti alla lotta contro gli infedeli e alla difesa dei pellegrini. Di questi ordini i principali
furono gli Ospedalieri di San Giovanni costituitisi nel 1113 e esistenti oggi con il nome di
Cavalieri di Malta; i cavalieri del Santo Sepolcro, incaricati di proteggere la tomba di Cristo; e i
cavalieri del Tempio (o templari) che cosi denominarono (1120) per il fatto di avere la loro
sede in una ex moschea eretta nella spianata del tempio di Salomone.
La riscossa islamica e la debole risposta dell'occidente
Neppure il supporto dei monaci-cavalieri valse. L'emiro di Mossul e Aleppo, mosse al recupero
dei territori perduti dall'islam e riusc senza problemi a conquistare la parte orientale del
principato di Antiochia e della contea di Tripoli (1135-37) e a conquistarsi poco dopo di odessa
(1144). Da ci scatur per la preoccupazione che si diffuse in europa, la seconda crociata
(1147-48), bandita da Papa Eugenio III e fortemente voluta dal cistercense Bernanrdo di
Chiaravalle, che riusc a mobilitare alcuni fra i pi potenti sovrani. Tale crociata non consegu
per alcun risultato. L'offensiva islamica era destinata ad andare avanti. A seguito
dell'unificazione di Egitto e Siria in un'unica dominazione, sotto il sovrnao turco conosciuto
come "Saladino" sferr un attacco nel 1187 che port alla riconquista di Gerusalemme (2
ottobre). La clamorosa caduta della citt santa spinse per una terza crociata (1190-92) che
vide impegnate alcune fra le maggiori personalit politiche del Mondo occidentale: Federico I,
Filippo Augusto, Riccardo I Cuor di Leone. Federico anneg dopo aver sconfitto i musulmano
nell'Anatolia sudorientale(1190). Tuttaviua gli altri sovrano non riuscirono a liberare
Gerusalemme. La capitale del regno latino fu duqneu posta a San Giovanni d'Acri, che divenne
la base operativa degli ordini monastico-cavallereschi.
La quarta crociata e l'impero latino d'Oriente
La morte di Saladino avvenuta nel 1193 e la frammentazione conseguente dei suoi regni
segnalavnao lapossibilit di pi fortunati interventi. La quarta crociata si ebbe solo nel 1202
per iniziativa di Innocenzo III. Confluiti a Venezia i crociati si trovarono, tuttavia, a non di
sporre di una somma di denato sufficiente per noleggiare le navi necessarie. In loro soccorso
venne il doge Enrico Dandolo, il quale si offr di fornire in ogni caso le imbarcazioni a patto che
gli eserciti crociati aiutassero Venezia nella riconquista della citt adriatica Zara.
Conquistata Zara vollero fare un ulteriore deviazioneper aiutare il figlio del deposto imperatore
di Bisanzio Alessio il Giovane a soccorre il padre nell'impresa di tornare sul trono. Nel 1203
entrarono a Costantinopoli riconquistata. Tuttavia Alessio venne meno alle promesse fatte
spinsero gli occidentali ad un nuovo intervento. Il 13 aprile 1204Bisanzio divenne impero latino
d'Oriente.
I comuni italiani e l'impero
L'origine del comune urbano ha generato un intenso dibattito storiografico, in particolare
nell'Ottocento: si volle vedere nella genesi dei comuni l'espressione della volont di riscatto
soprattutto verso l'episcopato. Cosi nel 1213 con la Bolla d'oro emanata a Eger il sovrano
rinunci ai diritti in materia di elezione dei vescovi e degli abati riconosciuti all'imperatore dal
concordato di Worms; si trovo anche a dover legittimare l'esercito da parte dei principi, quali la
riscossione dei dazi e il batter moneta. Dopodich l'imperatore poteva dedicarsi a sistemare la
situazione del regno di Sicilia, dove i baroni e, soprattutto, i nobili avevano approfittato prima
della sua minorit, poi della sua assenza per accapparrarsi beni demaniali e prerogative regie.
In questo caso l'atteggiamento di Federico fu improntato alla massima intransigenza,
portandolo ad affrontare in armi i feudatari ribelli.
Altro problema fu quello dei saraceni che, padroni di vasti territori della Sicilia, lo costrinsero a
ripetute campagne militari. Una volta sconfitti li deport nella Puglia settentrionale.
La struttura amministrativa dello stato, facente capo alla Magna curia, ebbe l'attenzione di
Federico che fond a Napoli, nel 1224, la prima universit statale europea. Con la riforma del
sistema tributario lo svevo punt ad accrescere le entrate fiscali.
Federico II, la crociata e i comuni italiani
Diventato pontefice Ugolino di Ostia con il nome di Gregorio IX, dotato di un temperamento
assai determinato, Federico non pot pi tergiversare e nel giugno 1228 part per la crociata.
Tuttavia egli con dei negoziati ottenne la corona del regno di Gerusalemme, con l'impegno di
smantellare tutte le fortificazioni della cit e di lasciare anche agli islamici la possibilit di
andare nei luoghi santi. Questo non piacque ne ai guelfi ne al papa che ordin una crociata
contro Fedeirco. Vinte le truppe del papa lo costrinse a sottoscrivere la pace di San Germano
1230, in cui l'imperatore e re di Sicilia fu prosciolto dalla scomunica, ma dovette rinunciare a
ogni ingerenza nell'elezione dei vescovi e concedere al clero meriodionale la piampia
immunit giudiziaria.
Nei confronti dei comuni dovette intervenire contro la Lega lombarda. Furono anni di conflitto
anche ideologico. Il papa arriv a identificarlo come "l'anticristo". Dovette anche far fronte a
rivolte in Germania ma il 13 dicembre 1250 mor.
Dalla fine della dinastia sveva alla pace di Caltabellotta
Corrado IV, figlio e successore, mor presto nel 1254. Il trono imperiale rimase vacante fino al
1273 anno dell'elezione di Rodolfo d'Asburgo, la cui attenione and ai domini avti.
Nel regno di sicilia la continuazione della dominazione svava fu garantita dal figlio di Federico
Manfredi che nel 1258 si fece incoronare re. L'avvento di quest'ultimo preoccup i papi . Ne
deriv che Urbano IV (1261-64) nel 1263 invest del regno Carlo conte d'Angi e di Provenza,
fratello del re di Francia Luigi IX. La vittoria conseguita a Benevento il 26 febbraio 1266 apr ai
francesi le porte del sud, ma il saccheggio di Benevento trov l'opposizione del papa. Inoltre la
pesante pressione fiscale e lo spostamento della capitale a Napoli scaten il luned di Pasqua
del 1282 a Palermo che prese il nome di "rivolta del Vespro". In chiave antiangioia gli insorti
sollecitarono l'intervento di Pietro III d'Aragona, sposo della figlia di manfredi. Papa Martino IV
giunse a bandire una crociata contro Pietro III affidandone la coduzione al re di Francia Filippo
l'Ardito. Tuttavia con l'avvento di Bonifacio VIII fu possibile pervenire al trattato di Anagni nel
1295 con il quale Giacomo II d'Aragona si pieg al ricongiungimento della sicilia con il regno
continentale angioino. Per una nuova rivolta fece riprendere il conflitto che si concluse
definitivamente nel 1302 con la pace di Caltabellotta. Con essa la Sicilia veniva assegnata a
Federico III che assumeva il titolo di re di Trinacria, concordandosi che alla sua morte l'isola
sarebbe tornata angioina. Quindi a Caltabellotta la Sicilia su separata dal Mezzogiorno
continentale.
Consolidamento delle monarchie nazionali
Nel Duecento si rafforzarono gli ordinamenti monarchici sviluppatisi nel corso dei secoli XI e
XII in Inghilterra, in Francia, nella penisola iberica e nell'Italia meridionale. I sovrani si
vedevano riconosciuta la piena autorit sugli stati di cui venivano a profilarsi i quadri
amministrativi e territoriali. Al re si affiancavano forze locali, aristocrazia, elites urbane, che
cominciavano a essere coinvolte nella gestione del potere. Nel corso del secolo si ebbe inoltre
Nel Quattrocento, dunque, l'autorit regia fin per imporsi su quasi tuta la Francia. Per
l'Inghilterra il Quattrocento risult invece un secolo contrassegnato da una forte instabilit
politica. Fu in tal contesto che alla met del secolo deflagr il conglitto dinastico fra Lancaster e
York, conosciuto come guerra delle due rose (1455-1485).
Signorie, regimi oligarcici e stati regionali in Italia alla fine del Medioevo
Nel corso del del XIII secolo si evidenziarono le difficolt che il comune cittadino incontrava nel
dare stabilit ai propri ordinamenti e nel disciplinare, entro una cornice istituzionale solida e
duratura, l'antagonismo degli autonomi nuclei di potere. La coesistenza di ceti in perenne
disputa fra loro, generava dinamiche politiche di notevole complessit. In assenza di
compromessi politici le violenze dilagavano. Quindi facile comprendere come si aprissero
ampi spazi a chi mirava a una ascesa al potere. Nacquero, per questa via, le signorie urbane
che diedero alla citt una nuova dimensione politico-istituzionale, sovente di latandone, con la
progressiva sottomissione di altre comunit ed altri territori, gli originari domini.
Fra le prime esperienze ve ne furono che si svilupparono su iniziativa di stirpi feudali radicate
nel contado. Assume rilievo la vicenda di Ezzelino III da Romano, che, pervenuto a una solida
alleanza con Federico II fin dagli anni trenta del Duecento riusc a imporre il proprio dominio su
Verona, estendendo subito a Vicenza, Padova e Treviso. La sua forza derivava da una solida
base di potere concentrata soprattutto nella Marca Trevigiana. La signoria ezzellina si sostanzi
nel controllo delle magistrature comunali ed ebbe fine nel 1259 con la sconfitta subita a
Cassano d'Adda per parte dei suoi numerosi nemici, agli ordini di Oberto Pelavicino. Questo
pervenne alla signoria su molte citt quali Cremona, Pavia, Alessandria, Parma, Piecenza e
Milano. Tuttavia tale signoria si disgreg nel 1269 a seguito della discesa in Italia degli
Angioini.
Meno effimere furono le signorie che scaturirono dalla dinamica politica del comune urbano. A
Verona si impose la signoria scaligera con Mastino della Scala (podest nel 1259). A Padova si
sarebbe affermata la signoria dei carraresi.
Quanto delineato mette in evidenza l'affermazione di regimi signorili attraverso il
consolidamento di un potere effettivo che non comport alcun sovvertimento del profilo
costituzionale.Tuttavia il passaggio dal regime comunale a quello signorile non ebbe carattere
di irriversibilit. Vi furono, infatti, contesti in cui si ebbe un ricorso intermittente al governo
signorile o in cui questo si configur come una parentesi legata talora
a circostanze
straordinarie.
Le spedizioni imperiali in Italia e la fine del sogno ghibellino
Gli eventi qui delineati vennero a intrecciarsi, nei primi decenni del Trecento, con gli interventi
nella pernisola di due imperatori: Enrico VII di Lussemburgo e Ludovico IV il bavaro. Enrico
VII salito al trono nel 1308 al fine di arginare l'intraprendenza di Filippo il Bello torn a
rivolgersi all'Italia, dove in molti ne invocavano la venuta, vedendo in esso la possibilit di
instaurare un regime di giustizia. Nel 1310 ricevette a Milano la corona d'Italia e nel 1312 a
Roma quella di imperatore. Tuttavia si dimostr essere un'esperienza irta di difficolt, tra
l'ostilit di signori e comuni. Drammatico fu l'esito: mentre ripiegava verso nord, Enrico si
ammal di malaria e mor.
Anche il suo successore Ludovico IV il Bavaro scese fino a Roma chiamato dalle forze
ghibelline, per cingervi la corona imperiale in rappresentanza del popolo di Roma (1328).
Verso gli stati regionali
L'affermazione dei regimi signorili diede impulso a profonde trasformazioni dell'assetto politicoterritoriale dell'Italia padana. I diversi centri di potere vennero inglobati in entit statuali pi
vaste, i cosiddetti "stati regionali", governate da famiglie nobiliari di radicamente urbano.
Mentre l'Italia del centro-sud continuava a essere inquadrata nell'esperienza monarchica, le
nuove realt statuali del nord contribuivano a determinare anche in tale ambito una
semplificazione del quadro politico.