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È ambientata negli Anni Venti, la giovane arriva a Torino per studiare, una città, per lei,
malinconica e struggente, antiquata come i suoi decori. Va all’Università e intanto
dipinge, è brava, vuole approfondire il proprio talento e lo fa, prima presso Giovanni
Guarlotti poi con la guida di Felice Casorati. È un romanzo bello e inteso, pieno di
interrogativi e turbamenti, un po’ malinconico, che ripercorre la vita di una ragazza, la
sua educazione sentimentale. E l’amore per l’arte, che Lalla Romano ha coltivato per tutta
la sua vita, lasciandoci non solo romanzi, ma anche opere, così simili alla sua scrittura,
nature morte parlanti e ritratti di vite fragili. Sono piccole cose, luci e bottiglie, cose
silenziose e potenti allo stesso tempo, tragiche.