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LALLA ROMANO

- Nata nel 1906

UMA GIOVINEZZA INVENTATA


- Libro autobiografico di Lalla Romano, negli anni vinti, quando va a studiare a Torino.
- Scrive il libro nel 1979.
- Libro che parla della vita di una ragazza borghesa che comincia a studiare il corso di
Lettera nel educandato femminile, i suoi genitori fanno con che lei va vivere com suoi
zii.
- Ci sono diversi personaggi appresentati in ogni capitolo: la zia Giuseppina, la sua amica
francesa Andreé, il professore di filosofia Pastore, il professore di pintura , suo primo
Nino (che era um militare fascista) e tanti altri.
- Lalla Romano è nata nel 1906 e scrive il libro nel 1979, ossia, lei aveva 73 anni quando
ha scritto. E questa situazione parla um po’ del titolo del libro “Una Giovinezza
Inventata”, su l’azione di scrivere e diventare vivo un personaggio. Questo lei spiega nella
introduzione del libro [leggere Introduzione da “i personaggi dei romanzi...”]
- Il libro si svolge nel quotidiano, nei principali momenti della vita, coinvolti nella
descrizione dei personaggi che sono più importanti nella storia.
- Gli studi, la malinconia, l'amore, i disagi e le difficoltà legate alla condizione femminile.
- Il libro è diviso in tre parti, com più di piccoli 10 capitoli in ogni parte.
- Anche se la storia si trascorre nel periodo del fascismo, non si parla molto della
situazione politica, solo quando descrive i personaggi.
Esempio 1: il zio, pag. 9 [“lo zio, per aiutarmi a vincere l’imbarazzo”]
Esempio 2: suo primo Nino, pag. 36 [“per me, il fascismo... solitudine vera]

È ambientata negli Anni Venti, la giovane arriva a Torino per studiare, una città, per lei,
malinconica e struggente, antiquata come i suoi decori. Va all’Università e intanto
dipinge, è brava, vuole approfondire il proprio talento e lo fa, prima presso Giovanni
Guarlotti poi con la guida di Felice Casorati. È un romanzo bello e inteso, pieno di
interrogativi e turbamenti, un po’ malinconico, che ripercorre la vita di una ragazza, la
sua educazione sentimentale. E l’amore per l’arte, che Lalla Romano ha coltivato per tutta
la sua vita, lasciandoci non solo romanzi, ma anche opere, così simili alla sua scrittura,
nature morte parlanti e ritratti di vite fragili. Sono piccole cose, luci e bottiglie, cose
silenziose e potenti allo stesso tempo, tragiche.

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