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MONACHESIMO BIZANTINO
E CIVILTA'/CULTURA RUPESTRE
NEL TERRITORIO DI ACQUAVIVA DELLE
FONTI
INDICE
- A pagina 3: PREMESSA
Eustachio
MADONNA DI COSTANTINOPOLI
Bibliografia p. 20
Fonti storiche p. 20
3
PREMESSA
<<La chiesetta rurale conserva ancora tracce di affreschi risalenti ad epoca bizantina;
inoltre dimostra di aver subito nel corso degli anni dei rimaneggiamenti: non si esclude
che essa possa sorgere su una chiesetta paleocristiana; non si esclude che almeno in un
periodo sia stata una grande chiesa>>1.
Una seconda fonte è il testamento olografo di Don Paolo della Rosa il quale dice
che <<lega al Beneficio di S. Rocco, S. Sofia e S. Sebastiano nella cappella sita
alla Ruga Maggiore della Terra di Acquaviva, un vignale di terre laboratorie alla
1
F. CHIARULLI, in l’ ”Acquavivese” n.u., marzo-aprile 1978, p. 2.
2
Cf. A. LUCARELLI, Notizie e documenti riguardanti la storia di Acquaviva delle Fonti in terra di Bari, rist.
anast., Bari 1968, p. 11 nota 4 e p. 23 nota 2.
5
via di Conetto verso la strettula di tre tarì, juxta le terre beneficiali di S. Maria dei
Salentini…>>3
Descrizione: ecco come descrive il Zirioni la cappella:
<<La cappella di S. Maria di Palma, detta ancora la Madonna di Salentino, distante
dall’abitato da circa un miglio, è di qualche capacità, et a tetto. Su la porta vi è l’imagine
di detta Vergine. Nel mezo della chiesa vi sono tre archi grandi, che danno il comodo di
poter eriggere tre altari per ciascuno. Ha un’altare coll’imagine della Vergine dipinta al
muro. Vi è il suo baldacchino, ma vecchio. Vi è la pila dell’acquasanta. Ha una sola
porta. Vi è il campanile ma senza campana; è mattonata. Avanti la chiesa vi è come un
cortile circondato di pietre riposte a modo di parete serrato che serve per ricetto di bovi,
et è una cosa assai indecente per essersi trovato pieno di immondezze. Attaccata a questa
chiesa vi sono fabriche antiche, che
dimostrano esservi stata chiesa.>>4
3
Archivio Capitolo Acquaviva, Benefici Ecclesiastici, cart. 3, f. 171.
4
ZIRIONI, p. 169-170. Cfr. Archivio Curia Metropolitana di Bari, Stato delle Chiese di Acquaviva nel 1717, cart.
n.2 Acquaviva, f. non numerati.
5
<<Verso occidente si trova la chiesa sotto il titolo di S. Maria dei Salentini; il suo beneficio è in possesso di Don
Francesco Latilla del borgo di Casamassima, e propriamente nella via che porta alla contrada del Piano. L’onere
delle messe è quello di celebrare ogni venerdì del mese di marzo e in tutte le feste mobili dell’anno, le domeniche e
le singole feste della B. V. Maria>>. ZIRIONI, p.171. (cfr. Archivio Curia Metropolitana di Bari, Stato delle Chiese
di Acquaviva nel 1717, cart. n.2 Acquaviva, f. non numerati).
6
Archivio Stato di Bari, Stato delle Chiese di Acquaviva nel 1809, “Ramo Finanze 1811”.
6
Il sito Salentino indica una presenza di civiltà rupestre, probabilmente trattasi della
prima comunità acquavivese dalla quale si è sviluppata la cittadina di oggi.
Riferisce un articolo di Franco Chiarulli del 1978 che l’insediamento antico del
Salentino risale al IV – V secolo. Ciò è documentato a partire da una notizia di
cronaca del 1973 quando un gruppo di appassionati inizia una ricerca a partire
dalla chiesetta rurale diroccata e dal
ritrovamento di una tomba7.
<<Dopo il ritrovamento della
tomba e la denuncia alla
Sopraintendenza Archeologica per
la Puglia, sono state fatte un gran
numero di osservazioni in
campagna, sulla disposizione di
alcuni muri, sulla forma e sulle
dimensioni di alcune pietre, sulla
gran quantità di frammenti di
ceramica sparsi sul terreno. Si è
giunti così a delimitare, anche con
l’aiuto di fotografie aeree, la estensione dell’insediamento che è davvero grande.>>8
7
Cfr. F. CHIARULLI, in l’ ”Acquavivese” n.u., marzo-aprile 1978.
7
Proprio in occasione degli scavi per la costruzione del nuovo acquedotto vennero
rinvenute le prime tombe. Gli scavi successivi portarono alla luce un antico abitato.
<<Queste sono fatte con muri a secco. Il pavimento è di terra battuta; spesso si
rinvengono tracce di focolari con cenere e terreno bruciato. […] Accanto alle abitazioni si
trovano delle sepolture. La maggior parte delle tombe sono orientate verso Est – Ovest,
con la faccia rivolta verso il sorgere del sole; questa sistemazione ha senza dubbio un
significato religioso. […] Tutto il materiale è stato portato presso il museo Archeologico
di Bari per essere studiato.>>.9
8
Idem.
9
ZIRIONI, p. 178.
10
Idem, p.186.
8
11
Cf. “La Gazzetta del Mezzogiorno”, martedì 8 aprile 1986, p.15.
9
12
Idem, p. 13.
13
Ibidem.
14
Idem, p.14
10
15
Idem, p.84-85.
16
Ibidem.
12
Il Zirioni riferisce che la chiesetta già dal 1717 non era più funzionante, citando
quanto riportato dallo stesso archivio di Bari:
17
Archivio Curia Metropolitana di Bari, Stato delle Chiese di Acquaviva nel 1717, fondo Acquaviva, cartella 2, f.
non numerati.
13
abbattute nel 1935. Dai pochi elementi architettonici si può dedurre lo stile
bizantino che ci rimanda al VII – VIII secolo.>>18
Fonti: scrive così il Can. Rosa nel 1729: <<Andando oltre, sulla via dei
Cappuccini, s’incontra il sacello gentilizio di S. Eustachio del can. De Rosa.>>19
La successiva è quella dei beni di Giovanni Battista Pellegrino elencati nel catasto
onciario del 1751 che possedeva delle terre seminatori ali <<in luoco detto la lama
di Cianferra alla via che si va a S. Eustachio, confine le terre del beneficio di S.
Nicolò alla Ruga delle Stalle…>>20. Nulle sono invece le fonti di archivio circa
l’esistenza del culto di Sant’Eustachio e delle sue origini, ma è probabile che sia
stato introdotto in Acquaviva dal conte normanno Roberto Gurguglione (o
Surguglione).
18
ZIRIONI, p.107.
19
Archivio Capitolare di Bari, Breve Storia della Chiese di Acquaviva… scritta dal Can. Don T. G. Rosa nell’anno
1729, cartella 2 Acquaviva. Cf. S. ZIRIONI, Acquaviva Sacra e Antica, vol. I, p. 61-62.
20
Cfr. A. LUCARELLI, Il conte normanno Roberto Gurguglione e la pretesa origine della chiesa Palatina di
Acquaviva delle Fonti. A. LUCARELLI, La chiesa di Acquaviva delle Fonti è Palatina?, Trani, Vecchi, 1903.
14
21
ZIRIONI, p.224.
22
<<Che qui ci fosse un’antica comunità Benedettina si deduce dalla lettura degli elementi architettonici ancora
visibili nelle fabbriche dell’ex complesso conventuale di S. Benedetto in Acquaviva>> (ibidem)
23
Archivio Storico del Comune di Acquaviva delle Fonti, Culto, Monastero di S. Benedetto.
24
ZIRIONI, p. 227. Cf. G. VITOLO, Insediamenti Cavensi in Puglia, Galatina 1984, p.153. <<Circa l’antica
esistenza di un monastero dei Benedettini in (o presso) Acquaviva, si può anche ricordare quanto è scritto dal
Lombardi nel Compendio delle vie degli Arcivescovi Baresi…, Napoli 1697, parte II, p. 142. L’A., parlando
dell’Arcivescovo D. Sersale, dice che nel 1653 furono fondati due monasteri di monache. In quello di Valenzano
15
b. La Pietà
Da segnalare che il Zirioni indicando un sacello dedicato alla Madonna della Pietà
descritto come ubicato accanto a una chiesa conventuale dedicata ai Padri
Osservanti (detti anche Riformati o Zoccolanti) di S. Francesco, oggi Parrocchia di
S. Maria Maggiore. Pertanto tale ubicazione ci fornisce una informazione utile alla
nostra ricerca. E qui dice l’archivio che <<A lato del convento dei Padri Osservanti
vi è la piccola cappella della B. V. della Pietà.>> 25 Aggiunge il Zirioni che la
costruzione della cappella, secondo la tradizione, è precedente alla costruzione del
Convento, ossia prima del 1524, <<epoca in cui il Lucarelli documenta
l’ampliamento del Monastero.>>26
d. S. Vito Martire
La cappella di San Vito attesta la presenza di un sito di PP. Cappuccini: <<Vi è
un’altra chiesa sotto il titolo di S. Vito M., dietro il convento dei Cappuccini. È
beneficio ecclesiastico del chierico Giovanni Pupilla di Bari, con l’onere di due
messe ogni settimana. È profanata.>>27
e. Santa Croce
Questo sito testimonia la presenza di una comunità dedita anche a un culto
religioso per la presenza di tracce di una cappella, dice Zirioni per la presenza sul
terreno circostante la masseria di cocciame di manufatti in cotto e ceramica, di
blocchi di tufo, conci di pietra squadrata incastonati nei muri a secco. <<Coloni e
furono mandate due istitutrici molto esperte prese dall’antichissimo monastero di S. Antonio Abate di Acquaviva. Il
superlativo antichissimo riferito a tempi molto remoti, darebbe ragione alla perizia fatta dall’ing. Vinaccia circa la
datazione di opere d’arte poste nei muri del monastero di Acquaviva e risalenti al XII – XIV secolo.>> (ZIRIONI, p.
228).
25
Archivio Capitolare di Bari, Breve Storia delle Chiese di Altamura… delineata dal Can. Don G. T. Rosa nell’anno
1729, cart. Acquaviva 2. Cf. S. ZIRIONI, Acquaviva Sacra ed antica, vol. I, p. 63, nota 73.
26
A. LUCARELLI, Notizie e documenti riguardanti la storia di Acquaviva…, pp. 93 e 100, nota 2.
27
Archivio Capitolare di Bari, Breve Storia delle Chiese di Acquaviva… scritta dal Can. G. T. Rosa nel 1729; cf.
ZIRIONI S., Acquaviva Sacra e Antica, vol. I, pp. 60 e seg.
16
28
ZIRIONI, p.133.
29
ZIRIONI, p. 147. Cfr. anche un articolo apparso nella “Gazzetta del Mezzogiorno”, datato 16 dicembre 1983
intitolato: “Di quella chiesetta rimane ben poco”.
30
Idem, p. 145.
17
greche che - a partire dalla fine del medioevo - dai Balcani si mossero verso tutta
l’Italia meridionale. Folti gruppi – questi – che affluivano nelle nostre regioni
spinti prima da motivazioni economiche e di sopravvivenza poi da fattori politici e
religiosi, diffondendo in tutto il Sud Italia il culto di Maria SS. di Costantinopoli.
L’analisi di alcuni documenti anche di natura fiscale (come un censimento del
1472) attesta con certezza - nelle nostre terre - la presenza di Slavi con il proprio
bagaglio di tradizioni, lingue e fedi religiose. Il processo di integrazione lento e
graduale, e di assimilazione sociale, nell’ambito di tutto il Regno di Napoli,
iniziava a comportare anche quella religiosa e culturale allorquando si professava
una fede cristiana di rito greco “tenacemente attaccati alle tradizioni liturgiche –
non meno che a quelle teologiche – della chiesa di Costantinopoli”. In definitiva, è
certo che alla caduta di Costantinopoli ad opera dei turchi (1453) popolazioni
balcaniche avviarono massicciamente flussi migratori diretti sulle coste italiane
diffondendo il culto per Santa Sofia e Maria SS. di Costantinopoli. Sebbene il culto
della Vergine sotto tale titolo, in Acquaviva, sia palesemente antecedente alla
prima metà del ‘500, ampi riscontri documentari e notarili di una certa fondatezza
si hanno solo a partire dall’inizio del XVII secolo, per proseguire, poi, in occasione
delle pesti del 1656 e del 1691. Il 1656 è, in definitiva, una data cruciale nella
storia che stiamo narrando: gli acquavivesi, scampati ad una memorabile pestilenza
che “in men di sei mesi, desolò le Provincie del Regno” si radunarono in pubblico
parlamento e con solenne atto si obbligarono ad astenersi dall’uso delle carni e dei
latticini nel giorno della festa dedicata alla Madonna di Costantinopoli. Col rogito
del Regio notaro Antonio Rosa (il 14 settembre) l’Università di Acquaviva con un
voto perpetuo stabilì e deliberò - in onore della Vergine Santissima, Patrona e
Protettrice della Città - di corrispondere annualmente, il primo martedì di marzo, al
Regio Capitolo della Chiesa di Sant’Eustachio, la somma di 30 ducati d’argento.
Da allora non ci è pervenuta notizia di alcuna sospensione o interruzione di tale ex-
voto.
20
BIBLIOGRAFIA
- SANTE ZIRIONI, Acquaviva Sacra e Antica, chiese rurali, corti, borghi e
casali nel territorio di Acquaviva delle Fonti, Studi e ricerche 1990, vol. V.
- G. VITOLO, Insediamenti Cavensi in Puglia, Galatina 1984.
- ANTONIO LUCARELLI, Notizie e documenti riguardanti la storia di
Acquaviva delle Fonti in terra di Bari, Trani 1904.
- ANTONIO LUCARELLI, Il conte normanno Roberto Gurguglione e la
pretesa origine della chiesa Palatina di Acquaviva delle Fonti, Trani 1903.
- ANTONIO LUCARELLI, La chiesa di Acquaviva delle Fonti è Palatina?,
Trani, Vecchi, 1903.
FONTI STORICHE
- Archivio Capitolare di Acquaviva delle Fonti.
- Archivio della Curia Prelatizia di Acquaviva delle Fonti.
- Archivio della Parrocchia di S. Eustachio presso la Cattedrale.
- Archivio Storico del Comune di Acquaviva delle Fonti.
- Archivio di Stato di Bari.
- Archivio di Stato di Napoli.
- Archivio della Curia Metropolitana di Bari.
- Archivio Capitolare di Bari.
- Archivio di Notarile di Bari.
- Archivio di Notarile di Acquaviva presso la Pretura di Acquaviva.
- Archivio di Stato di Trani.
- Biblioteca Nazionale Sagarriga Visconti di Bari.
- Biblioteca Provinciale De Gemmis di Bari.
- La Gazzetta del Mezzogiorno, martedì 8 aprile 1986.
- L’Acquavivese, articolo di FRANCESCO CHIARULLI, n.u., marzo-aprile
1978.