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INTRODUZIONE
Il mondo dei suoni parla all'interiorit dell'uomo, al suo io immortale, e fin tanto che
egli non iniziato gli dato in un primo tempo nella musica, il devachan,ossia la sua
vera patria.
Quando si parla di conoscenze dei misteri, quali l'evoluzione dei mondi, l'azione delle
gerarchie quali se ne parla nella Scienza Occulta, ci si sente come animicamente
trasportati in un'atmosfera musicale.
La musica un'arte dell'avvenire; ad essa saranno sottoposti dei grandi compiti per
l'ulteriore evoluzione dell'umanit: nello sperimentare della musica si prepara
inconscia- mente qualcosa del tutto nuovo.
I compositori del passato furono soltanto dei timidi precursori rispetto a quanto di
poderoso verr raggiunto in questo senso; pu venir sentito come un segno del
destino il fatto che Steiner abbia chiuso uno dei suoi ultimi cicli di conferenze con un
accenno cos tanto significativo ai futuri compiti della musica.
Tutte le arti, escludendo la musica, traggono i loro modelli dal mondo fisico; esse
rivestono le loro manifestazioni prendendo esempi e modelli ispirati dal mondo
esterno, fatto di colori, forme e movimento.
Quando ad esempio uno scultore crea un'opera artistica, la crea traendola fuori dalla
sua propria rappresentazione, ossia dalla sua facolt di sentimento sorretta e
trasposta nel pensare. Egli combina insieme molte e varie impressioni, o immagini
ideali, conservate nella sua memoria. Prende dall'insieme delle forme o dei colori
esistenti in s o nella natura vari immagini che si andranno a configurare in un'unica
espressione, che le riunifica, fondendo tante immagini in una sola.
Nella musica invece accade un'altra cosa: non potendo attingere ad alcun modello
esistente nel mondo fisico che esprima l'elemento musicale, come se il musicista
stesse col suo orecchio appoggiato sul cuore della natura: egli percepisce la Volont
della natura e la riproduce in una sequenza di note musicali.
L'uomo nella musica percepisce il battito del cuore della volont del mondo; l'anima
trova nel suono la sua vera natura, la propria affinit di essenza.
Come le altre arti sono espressioni di immagini della volont, la musica l'espressione
immediata della Volont stessa, senza l'intervento della rappresentazione.
Quindi :
musica = ispirazione.
Nella musica l'uomo si sente molto vicino all'essenza della natura.Il fatto che essa
possa parlare a tutti, come una sorta di linguaggio universale, ed agisca sin dalla
prima infanzia, significa che in essa si muove l'essere divino del cosmo, essa
rappresenta la vita attiva di Dio.
Il musicista, quando crea non pu copiare nulla, prendendolo dalla natura fisica
esteriore; (tranne il canto degli uccelli) da dove egli tragga il materiale delle sue
creazioni lo si deve ricercare nella sfera della sua anima, nei mondi spirituali.
Il modello della musica sta nello spirituale; i modelli delle altre arti sono nel fisico.
Ogni notte noi penetriamo con il sonno, nel devachan, o mondo spirituale.
Quando il discepolo riesce ad ottenere la continuit della coscienza nel sogno, gli
appare dapprima il mondo astrale, fatto di luce e colore e poi, piano piano giunge ad
un altro mondo fatto di suoni, ove si percepisce un "risuonare": ildevachan.
Ad ogni cosa, nel mondo fisico, sta alla base un suono; il suono ci tramite il quale
venne creato l'universo.
Durante il sonno, entrando in tale mare di suoni, veniamo permeati da essi nel corpo
astrale e nell'io; ritornando il mattino nel corpo, imprimiamo tali suoni dal corpo
astrale nel corpo eterico.
Questo il misterioso rapporto tra la musica che risuona nel fisico e l'ascolto della
musica spirituale durante la notte. La musica fisica non che la copia della realt
spirituale.
Come l'ombra sbiadita sta in confronto all'uomo vivo, cos la musica-ombra fisica sta
alla vera musica-luce spirituale.
L'uomo pu creare e accogliere in s, la musica fisica, solo in virt del fatto che deve
per forza averla gi in s e quindi averla conosciuta in un tempo passato; egli la
riconosce perch l'esperienza musicale ricorda e stimola in lui una sorta di affinit con
ci che fuori di lui, avverte in lui. Come guardando una forma fisica inedita, dobbiamo
obbligato-riamente riconnetterci con qualcosa da noi gi sperimentato in passato e
quindi inciso nella nostra memoria, dobbiamo intendere che se possiamo ascoltare o
creare musica ci possibile solo perch essa deve essere necessariamente gi
esistente in noi. Come il pensiero non pu pensare una cosa che non conosce se non
ha in s nella percezione, il ricordo di averla gi conosciuta, sperimentare musica non
significa conoscere l'elemento musicale, ma ricordarlo.
Il corpo eterico un modello eterico come pi fine del corpo fisico; vi un corpo ancor
pi fine parente del corpo eterico e tendente al corpo astrale, o meglio che s'interpone
fra eterico e astrale: il corpo senziente. In esso incorporata l'anima senziente, che vi
s'inserisce come una spada nel fodero, formando cos un tutt'uno, tanto da far
apparire tale corpo senziente come un veicolo di supporto ove contenuta l'anima
senziente. L'uomo possiede inoltre l'anima razionale e l'anima cosciente la quale
congiunta al manas o s spirituale.
( Mia considerazione )
Occorre distinguere fra corpo astrale e corpo senziente: nel libro Teosofia, il corpo
astrale inteso quale raggruppamento di corpo senziente (parte animale, elemento
della corporeit fisica) e anima senziente (elemento pi spirituale) in un unico
elemento denominato appunto corpo astrale, mentrel'a.razionale e l'a.cosciente sono
intese quale corpo dell'Io.
L'animale e l'uomo hanno in comune il corpo fisico, il corpo eterico e il corpo astrale;
avendo appurato che il corpo astrale da considerarsi come una compenetrazione
dell'anima senziente dentro il corpo senziente durante lo stato di veglia, mentre nel
sonno quest'ultimo rimane nel letto, rilasciando nel cosmo l'elemento pi spirituale
dell'anima senziente, si potrebbe affermare che come nell'animale agisce un'anima di
gruppo che supporta e offre la vita di di sensazione e di istintivit nella veglia, come
fame, sete, sonno, paura, ecc, anche nell'uomo appare qualcosa di simile ad un'Entit
che presiede alle necessit puramente animali.
Il corpo senziente una parte del corpo astrale oggettivo appartenente all'Anima di
gruppo spirituale: come un contenitore nel quale s'inserisce, nello stato di veglia
diurna, l'anima senziente.
Si pu dire che le Anime di gruppo discendono sul piano fisico solo con la loro parte
pi bassa, l'anima senziente, ossia penetrando nel corpo senziente e agendo in corpi
eterico/fisico animali onde guidarli lungo la loro vita terrena: la loroanima razionale e
cosciente, quale corpo dell'Io, resta nel soprasensibile.
Nell'uomo invece, avendo egli in s un Io che discende nel fisico completamente nello
stato di veglia, con le sue due anime superiori, attraverso l'a. razionale e cosciente
egli determina un dominio sui suoi elementi corporei, acquistando cos la possibilit di
compiere pensieri, sentimenti e azioni libere, in modo cos ben dissimile da ci che
invece accadrebbe se agisse in lui un'anima di gruppo spirituale, allineata alle leggi
eterne.
Tra l'altro ci si reso indispensabile causa la libera missione che l'uomo deve attuare.
Si pu azzardare di dire che anche l'uomo ha quindi un'anima di gruppo che presiede
le necessit di conservazione e di evoluzione della specie; l'anima senziente dello
spirito di gruppo umana, vivente nel corpo astrale, e l'anima senziente umana sono da
intendersi come la medesima cosa, fusa insieme; solo l'anima razionale e cosciente
umana sono manifestazione e esplicazione dell'Io umano, come si potrebbe intendere
dal libro Teosofia. (vedi pag.46, riportata all'inizio della mia considerazione)
Nel passato antico, accadde allora che entit resero disponibile la discesa di Io
individuali, ossia di anime, entro corpi che avessero sviluppato un'affinit tale da
poterlo accogliere. L'anima, dall'alto, dovette condensarsi, e il corpo senziente, in
basso, dovette affinarsi; con ci si produsse un'affinit fra i due che permise una
compenetrazione.
Nel sonno quindi, mentre il corpo senziente rimane nel letto, il corpo astrale ossia
l'anima senziente, insieme alle altre due anime vanno nel cosmo.
L'animale non ha per un Io, quindi sprovvisto di anima razionale e cosciente; questi
due elementi non sono incarnati sul piano fisico, ma si trovano nel soprasensibile,
entro lo spirito di gruppo che anima tali animali.
Anche nell'animale avviene che il corpo senziente nel sonno resta sulla terra, ma
essendo l'anima senziente non parte di un Io, ma bens di un'io o anima di gruppo
animale penetra nell'atmosfera o sostanza astrale (suo corpo astrale oggettivo) del
suo spirito di gruppo.
Ci avviene anche all'uomo: egli penetra con il sonno nell'atmosfera astrale dell'anima
di gruppo Umana, per provvisto del suo Io, a differenza dell'animale singolo che non
ha un'individualit propria.
Anche l'uomo possiede in s come gli animali, tali spiriti di gruppo: essi fanno sentire il
loro influsso tramite la loro anima senziente .
Il corpo astrale appare quindi come un veicolo per "viaggiare" nel mondo astrale, o
meglio, per muoversi nei mondi superiori all'interno del proprio spirito o anima di
gruppo umano; esso non assolutamente di propriet dell'umano, lo
apparentemente, solo nella veglia:
esso pi propriamente di propriet dello spirito di gruppo umano o di razza, che nella
veglia ha un influsso che per dominato dall'azione dell'Io umano tramite la facolt
che l'uomo usufruisce dall'interazione del corpo eterico e corpo fisico, mentre nel
sonno, cessando tale legame con gli elementi pi corporei si attua un dominio pi alto
da parte dello spirito di gruppo. A causa di ci, l'uomo si trova nel sonno nella stessa
condizione o stato di coscienza presente nell'animale in stato di veglia.
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Quando l'uomo dorme, il corpo senziente rimane nel letto con il corpo fisico e il corpo
eterico; le altre parti pi alte, compreso il corpo astrale (o anima senziente), entrano
nel devachan.
Nel devachan e nel mondo astrale gli esseri e le cose si compenetrano, all'opposto che
nel mondo fisico: a tal uopo esso anche chiamato sfera della permeabilit.
L'io e le tre anime vengono compenetrate cos da suoni spirituali, dalle vibrazioni
devachaniche; quando l'uomo ritorna nel mondo fisico, pu trasmettere discendendo i
gradini della sua costituzione occulta, dal corpo astrale sino all'anima senziente, la
quale fa
risuonare il corpo senziente che a sua volta trasmette le vibrazioni al corpo eterico.
Si pu dire quindi che se l'uomo crea o accoglie musica, questo avviene in quanto egli
ha gi in s quei suoni nel suo corpo senziente; se li crea e quindi li traspone nel fisico
come se ricopiasse, rivestendo di suoni fisici ci che in ispirito aveva percepito
durante la notte, se invece ascoltando musica altrui ne attratto o respinto dipende
dal livello di affinit che riscontra fra quei suoni fisici e quelli che sono stati infusi in lui
precedentemente di notte. Come guardando una forma fisica dobbiamo per forza
riconnetterci con qualcosa che a noi sia gi noto, per poter capire donde venga la
musica la dobbiamo riconoscere come gi in noi, averla gi conosciuta in un altro
momento.
Mentre al suo risveglio mattutino l'uomo non cosciente di aver accolto dei suoni nella
notte, egli sente in modo vago quando ascolta musica, che insite in lui esistono gi
come atavicamente, quelle impronte del mondo spirituale.
Al contrario, quando le armonie e le melodie udite nel fisico sono povere e deboli e
non hanno quindi in loro alcuna espressione dell'eterno, vengono sopraffatte da quelle
presenti nel corpo eterico, donando l'esperienza nostalgica della tonalit minore.
(equivalente allo sperimentare un senso di mancanza, di non poter ritrovare la propria
perduta patria perduta)
(mia considerazione)
- Nel maggiore si trova un'espressione del sentirsi sostenere da un quid che ci porta un
sentore che testimonianza in noi, la veridicit dell'esistenza della realt spirituale fuori
di noi; una sorta di conferma, di messaggio occulto che ci sussurra che lo spirito
esiste, anche nella materia, e che ci ricorda della nostra vera natura divina: in esso
troviamo affinit con la nostra anima. Nel maggiore possibile accogliere, ricevere
indizi che rivelano nell'espressione dei suoni fisici, l'esistenza dello spirito.
L'uomo che ricerca e crea in maggiore quindi colui che sentendo il Logos, il divino in
lui tramite il suono, ha fede in s e nello spirito: avverte in s il soffio della Parola
primordiale. IL maggiore d conferma della realt dello spirito da fuori di noi, in noi.
vive in noi, fuori di noi. Il Logos che vive in noi, esiste solo in noi, non esiste fuori di
noi.
- L'essere inclini al minore, invece esprime grande nostalgia, malinconia, timore che il
non trovare nel fisico testimonianze dello spirito, significhi che lo spirito non esiste e
che quindi mai ritroveremo quella patria smarrita. E' un urlare, un lamentarsi, un
piangere se stessi nella propria agonia nostalgica che pur avvertendo un che di divino
dentro al proprio essere, alla ricerca di un divino nell'esterno che sembra non
esistere.
Nelle armonie minori avvertiamo invece una mancanza, una solitudine immensa che ci
pervade, una nostalgia per un passato che sembra non debba mai pi ritornare; in
poche parole rimpiangiamo una condizione di grazia che abbiamo perduto.
- I temperamenti che prediligono il Maggiore sono esseri sognanti (quali i mistici) certi
che verr un tempo in cui verr raggiunta la patria spirituale; ci determina un
atteggiamento rivolto verso l'esterno, spesso altruista.
- I temperamenti che sono inclini al Minore sono invece esseri all'eterna ricerca di
trovare
nell'agonia della ricerca su questo mondo, un qualcosa che gli confermi o gli dimostri
di poter un giorno venir consolati e quindi poter raggiungere la patria spirituale, non
trovando nel mondo fisico l'esistenza di alcun elemento spirituale che li sostenga nello
sperare; per tal motivo appaiono chiusi in s, seppur maggiormente attenti e coscienti.
Quindi:
Maggiore = vita o fiducia nello spirito; lo spirito ben presente nel
mondo, nella natura;
Minore = morte, sfiducia nello spirito; ricerca dello spirito dentro s stessi..
Solo ci che percepibile dai sensi conoscibile all'uomo; tutto deve passare dalla
percezione, attraverso la rappresentazione, per sviluppare conoscenza.
(Schopenhauer)
Vi una sola cosa per la cui percezione non abbisogna di alcuna azione dall'esterno:
l'uomo stesso. Mentre tutto ci che nel mondo mutevole, in trasformazione, l'uomo
avverte in s un elemento invariabile, sempre uguale in lui.
Nel cuore umano sta la facolt di pensare e di portare a compimento quel che era
l'intenzione della natura: la musica l'espressione della volont della natura, mentre
tutte le altre arti solo l'espressione dell'idea della natura.
Con l'Iniziazione, dapprima si penetra coscienti nella vita di sogno; appare un mondo
pieno di fluenti colori, un mare di luce pieno di scintillanti esseri viventi : il mondo
astrale.
Proseguendo, con l'Iniziazione si arriva a sperimentare nello stato di sonno senza sogni
il
fatto che il suddetto mondo astrale, di luce e colori, diviene permeato e attraversato
da suoni. E' il devachan, o mondo mentale concreto, (le prime 3 regioni) la cui
peculiarit quella appunto di essere un mondo risuonante nella sua essenza. Ci che
prima nella grande calma del mondo astrale veniva percepito come forma e colore,
ora comincia a risuonare.
Esiste un piano ancora superiore al Devachan, (4 regione del mondo spirituale, ossia
la prima del mondo mentale astratto) ove dal suono esce un qualcosa di simile alla
Parola; da cui viene ogni reale ispirazione artistica, il mondo da dove attinge l'artista
per le sue creazioni: qui risiedono i modelli e gli archetipi dell'arte.
GLI ARTISTI
Non soltanto l'iniziato vive in questi mondi; anche l'uomo comune vi vive
continuamente: la differenza sta nel fatto che egli non ne per attivamente
cosciente; ci avviene in modo occulto, incantato, per lui: egli non s donde attinge la
sostanza delle sue creazioni. Quando al mattino l'uomo si risveglia, porta con s l'arte
attinta da quei mondi.
Difatti, il pittore dove ha visto quei toni, quei colori risplendenti? Sono l'effetto
dell'esperienza astrale notturna incosciente. Nella pittura vediamo un'immagine
riflessa, un'eco del mondo astrale nel mondo fisico; si possono anche constatare gli
effetti che suscitano in modo cos grandioso sull'uomo.
astrali non hanno bisogno di imprimersi sino alla coscienza fisica per vivere nelle sue
opere.
Le melodie, le armonie sono vere immagini di entit viventi dimoranti nella 4 regione
del mondo spirituale, o mondo mentale astratto.
Il senso del benessere musicale consiste nel giusto accordarsi delle armonie accolte
durante la notte nel devachan, che sono quindi state portate gi dall'alto, con i suoni e
le armonie percepite quaggi nel mondo fisico, attraverso gli strumenti musicali. Se i
suoni esterni ascoltati nel fisico corrispondono a quei suoni interiori, allora sentiamo
benessere musicale.
La facolt, per l'uomo, di poter essere un ente cosciente sulla terra nella veglia,
consiste sempre in una specie di superamento del mondo esteriore da parte del
mondo interiore.
Tutto ci che l'uomo sperimenta come gioia e piacere avviene in virt di una lotta fra
corpo senziente e anima senziente. (in mezzo a questi due elementi sta il corpo
astrale)
Sotto l'azione della tonalit minore le vibrazioni del corpo senziente sono pi forti; ci
determina dolore nell'anima, perch in tale impulso che proviene dalla materia essa
avverte la morte dello spirituale, sente che predomina in lei l'elemento mortale:
come appesantita, priva di ali.
In un'immaginazione, il corpo senziente come se urlasse all'Io: "La patria dello spirito
molto lontana da te, cos lontana che forse non esiste pi." E in ci essa geme, si
lamenta, si rammarica, sconsolata.
Quindi si pu dire:
- Minore= dolore, nostalgia dell'anima per timore di non poter ritornare alla vera casa:
vittoria della morte sulla vita. Disperazione.
Fino a che egli non un iniziato, il mondo spirituale, la sua vera patria, gli d dei cenni
attraverso l'elemento musicale, gli si presenta nella musica; in tal modo come se lo
spirito gli inviasse occulti messaggi.
Le opere architettoniche, i dipinti, le sculture sono opere fate dalle mani dell'uomo;
esse sono modelli spirituali trasposti nella materia, che hanno preso forma grazie
all'azione dell'uomo. Essi sono durevoli nel tempo: possono venir contemplate in
diverse epoche, da individualit che nelle diverse incarnazioni furono diversi uomini; in
tal modo, avendo voluto fermare nella materia, l'arte, ossia il modello vivo tratto dal
mondo della vita spirituale, lo si dovuto come uccidere, rendendolo immoto quale si
presenta.
Le opere musicali invece non si possono fissare nella fisicit, essendo l'elemento
sonoro costituito unicamente da fluente vita: devono sempre venire riprodotte, per
poter essere contemplate e ascoltate dall'uomo.
In un rapporto uguale, di come l'uomo sta alla sua ombra proiettata sul muro, ci si
presenta la musica del Devachan, rispetto l'ombra che appare nel suono fisico.
Gli animali superiori hanno in comune con l'uomo il fatto di avere un corpo fisico, un
corpo eterico e un corpo senziente, sulla terra.
Gli animali hanno un'anima oggettiva, non personale, un'anima di gruppo, che li
muove, la quale rappresentata da un'entit che si manifesta nel fisico tramite una
specie animale, ma che vive nel mondo astrale, non scendendo sulla terra quale entit
spirituale individuale. Nell'uomo invece l'anima individuale, soggettiva, personale, ed
presente sul piano fisico. Il corpo senziente nell'uomo quindi soltanto una parte del
corpo astrale. (Sembrerebbe cos che nell'animale il corpo senziente sia lo stesso
corpo astrale.)
La terra allora era popolata da animali ora estinti che erano i progenitori degli attuali,
dai quali sono provenuti, come una sorta di discendenti decaduti; quegli animali
primordiali di cui non esiste alcun residuo sulla terra, furono i progenitori dell'attuale
natura fisica dell'uomo: essi avevano corpo fisico, corpo eterico e corpo senziente.
Avvenne allora che il corpo senziente di quegli animali si era evoluto in modo da poter
accogliere in s un Io umano; gradatamente l'io si colleg con quegli esseri,
discendendo dai mondi superiori. Cos come l'animalit crebbe verso l'alto, allo stesso
modo l'Io scese verso il basso. L'Io era consisteva delle tre anime: senziente, razionale
e cosciente.
Il corpo dell'Io, con le sue tre anime, e in particolare l'anima senziente dovette dall'alto
condensarsi, mentre il corpo senziente dal basso, dovette invece affinarsi.
Solo allora si produsse un'affinit vibratoria fra i due elementi, (fra corpo senziente e
anima senziente) tanto da potere compenetrarsi l'un l'altro.
Come una sciabola nel fodero, l'anima senziente si incorpor nel corpo senziente; vedi
Genesi:
La materia ha 3 stati:
solido: terra;
liquido: acqua;
gassoso: aria;
il mondo eterico ha invece 4 stati:
Gli stati della materia, possono mutare solo in modo susseguente, ossia da solido
divenire liquido, da liquido aereo, e inversamente dall'aereo divenire prima acqueo e
poi terroso; ci avviene attraverso l'azione del calore, il quale muta gli elementi da
stato in stato: il fuoco un mediatore quindi, o meglio, un trasformante.
I tre stati, solido, liquido, gassoso, dal basso possono farsi permeare direttamente e
arrivare solo fino all'elemento del fuoco; allo stesso modo l'astrale, dall'alto, pu
giungere solo fino all'elemento del calore, non fino agli stati della materia, nel basso.
Si pu dire che il corpo eterico fa da mediatore degli impulsi, delle impressioni che dal
corpo fisico vanno al corpo astrale e che dall'astrale sono diretti al fisico. L'eterico un
ponte fra astrale e fisico, fra fisico e astrale.
Nell'antichit, gli animali avevano il sangue freddo proprio in virt del succitato fatto
occulto: essi non erano in grado di elevare gli elementi fisici sino all'etere di fuoco; il
fuoco non permeava che debolissimamente nei processi. Quando i corpi fisici si resero
idonei ad accogliere in s l'elemento di calore, ossia si affinarono, per avvicinarsi
all'essenza del fuoco, (ovviamente partendo dall'elemento dell'aria che si avvicin allo
stato di vapore che aria pi fine, cio riscaldata) allora il loro sangue cominci a
riscaldarsi, e rendersi idonei a poter accogliere in s un Io. Difatti solo un corpo fisico
in grado di sviluppare sangue caldo in grado di accogliere in s un Io. Gli animali che
rimasero indietro allora sono gli anfibi odierni.
L'animale a sangue caldo attraendo in s un Io, diede origine all'umano, quale essere
vivente cosciente.
L'orecchio un organo antico; esso, rispetto gli altri organi si trova al pi alto livello di
evoluzione; la laringe invece pi recente.
Oggi la coscienza del senso dello spazio del tutto ignorata, suppur esistente in
minore o in maggior modo negli uomini. Il senso dello spazio offriva l'opportunit di
percepire lo spazio circostante; oggigiorno l'orecchio percependo il suono, sente
invece quello che trapassa dallo spazio nel tempo.
Schopenauer dice che vi qualcosa nelle arti che conduce dal transitorio all'eterno;
Goethe nel suo viaggio in Italia dice: "Nelle opere create secondo leggi naturali, quindi
riunendo ordine, misura e armonia, cade ogni arbitrio, ogni finzione, diviene Arte :
necessit, Dio stesso che parla."
Le altre arti, come architettura e scultura, sono musica irrigidita; se i dipinti potessero
essere resi fluidi, scorrevoli, agirebbero in modo simile alla musica.
La musica dapprima agisce dai sensi verso il corpo astrale, poi passa nel corpo eterico.
1il corpo eterico inferiore, proveniente dal suo passato animale primordiale,
quando non aveva ancora in s un Io;
La tonalit maggiore invece facendo vibrare l'eterico superiore, esprime una sorta di
vittoria della parte eterica superiore sul quella inferiore: l'uomo si sente purificato dalla
natura animale.
Nella musica vi insita una disposizione per una nuova evoluzione; vi qualcosa
diprofetico per l'evoluzione futura.
Ogni uomo sperimenta in modo diverso il singolo suono; ci lo porta ad una differente
ed individuale comprensione ed emozione dell'armonia musicale.
In futuro la musica verr composta in modo diverso da oggi; ci avverr solo se verr
ampliato il sistema tonale.
Un'opera musicale l'espressione dell'intero uomo che l'ha creata, il quale in modo
completo, si svela all'altro uomo.
Quando si parla dello spirito occorre trovare artisticamente una sintesi fra un altare e
un tavolo di laboratorio.
la A sta in mezzo.
la E nella laringe,
la A nelpetto;
la O nell'addome;
la U piin basso.
come nella musica cinese, indiana, greca, italiana, irlandese, scozzese, ecc.
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Il suono sarebbe percepito in modo veramente adeguato se fosse percepito nel suo
proprio etere.(in ci si allude alla corrispondenza d'azione fra elemento liquido ed
etere del Suono o chimico)
Onde poter ascoltare il suono nella sua vera essenza, occorrerebbe ascoltarlo
nell'acqua o nell'aria molto umida; l lo si udrebbe nella sua realt, nelle giuste e reali
armoniche.
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Nella musica vive un elemento sognante che porta l'uomo in una sorta di stato di
incoscienza; lo sperimentare della musica pu venir fatto coscientementesolo se
supportato dalle conoscenze antroposofiche.
Nelle antiche scuole dei misteri la Conoscenza spirituale chiaroveggente era anche
chiamata Conoscenza musicale: l'uomo un tempo vedeva e sentiva veggentemente i
Suoni, quali espressioni di entit divine, che usavano la musica per creare.
spirituale l'uomo collega e genera la parola e il linguaggio; poi realizza nel fisico degli
strumenti che sostituiscono le immaginazioni o entit che prima percepiva per
veggenza istintiva.
L'elemento musicale non esiste nel mondo fisico; essendo la musica tutta forma e
contenuto, non richiede nessun altro supporto se non quello che le dato entro il suo
proprio elemento. Le altre arti, come la pittura, abbisognano di supporti o modelli tratti
dal mondo fisico; la musica no. L'intellettualismo non pu occuparsi della musica,
perch esso pu farlo solo nei campi in cui esistono oggetti esteriori; il parlare
dell'elemento musicale, possibile solo se non si fa appello ai concetti comuni che
servono solitamente per comprendere il nostro mondo fisico.
Mentre pensiamo usiamo il cervello per esporre concetti grossolani riguardo ci che
concerne il mondo esterno delle forme, vivendo come dentro di esso: siamo davvero
come chiusi dentro al nostro cervello; quando formuliamo concetti, usciamo fuori dal
mondo della musica: difatti tale mondo sta in un'altro piano rispetto quello delle idee e
delle rappresentazioni. Sui pu certo dire che esiste in noi, una nota vitale che a
seconda della sua struttura si esplica in pensare o musica.
Quando facciamo musica, dobbiamo uscire dal pensare; quando pensiamo non
possiamo fare musica: si pu dire che in entrambi i casi la "nota" vitale comincia a
turbarsi e a vibrare su frequenze dissimili da quelle che caratterizzano il momento
pensante e l'esperienza musicale.
Quando tale nota assume un carattere vibratorio particolare, allora non viene pi
sentita come nota musicale: ove penetra il concetto, che poi si rende obiettivo nel
pensiero pensato parlato, assume la particolarit di abolire la sonorit trasformandola
in lettera alfabetica. Essa elimina il suono, in quanto divenuto lettera, distaccando
l'elemento musicale.
(E' fondamentale l'aver ben chiaro e comprendere dapprima di tutto che la musica,
vive nell'uomo interiormente, soprattutto tramite il corpo eterico, essendo l'elemento
sonoro un'essenza di carattere vitale. Tale vitalit si esprime e si palesa maggiormente
con l'esperienza nelle terze maggiori e minori.)
L'occhio mette in relazione l'uomo con le forme esistenti nel mondo esterno; ci non
vale per l'orecchio: esso difatti non mette l'uomo in relazione con nulla di presente
fisicamente all'esterno, ma si pu dire che invece lo mette in rapporto alla dimensione
del sentimento, della vita dell'anima, che non ha manifestazione nelle forme fisiche.
I suoni fisici abbisognano, per manifestarsi onde venir percepiti dall'orecchio, dello
spazio aereo, ossia dell'elemento dell'aria: senza esso non sarebbe possibile percepire
con i sensi uditivi fisici, le manifestazioni sonore. Il mezzo di trasmissione del suono
l'aria.
stato eterico = 4 calore o fuoco, 5 l'etere di luce, 6 l'etere chimico o del Suono, 7
l'etere vitale.
l'etere di Fuoco funge come azione mediatrice fra gli elementi e gli eteri.
elemento sonoro: azione o causa di Forze dell'etere del suono o etere chimico;
L'orecchio ci rimanda all'interno del nostro organismo umano il suono che vive
nell'aria, ma in modo da separarlo dal supporto aereo, donandoci e facendoci
presagire cos l'esperienza eterica o vitale che contenuta nel suono. (Il fatto che la
musica sia un mezzo cos largamente coinvolgente e profondo per tutti gli umani,
dovuto al fatto che nel percepirla si penetra in contatto, anche se di riflesso, con la
realt della Musica delle Sfere.)
Nell'antica epoca atlantica, tutto veniva accordato con una successione di settime, con
scarsissima somiglianza con la musica odierna: non si conoscevano per nulla le quinte.
L'atlantideo costruiva le sue melodie basandosi sull'appoggio delle varie settime poste
sulle varie ottave; nello sperimentare della settima, egli si sentiva come rapito,
liberato dal suo legame sulla terra, come trasportato in un altro mondo. La musica lo
faceva immergere nel mondo spirituale, come una sorta di ricordo, di reminescenza.
(la scala di settime si attua tramite un bicordo composto dalla tonica insieme alla
settima;
es.: do-sib, re-do, mi-re, fa-reb, sol-fa, la-sol, si-la.) oppure forse con solo 2 note nelle
varie scale es.: Do-sib.
Poi, nell'epoca postatlantica, nella stessa misura in cui l'uomo prendeva possesso del
suo corpo fisico e penetrava nella materia, avvenne che ci venne percepito come un
quid di antipatico, di doloroso. Fu allora che l'uomo percep il sentimento della quinta,
ossia forma le sue scale musicali per senza usare la tonica e la quarta; esempio: re,
mi, sol, la, si. (pentatonica)
(Le esperienze di tale scala di quinte si trovano tuttora nella musica cinese: es. di
scala pentatonica, ossia per intervalli di 5:
do- re-mi-fa-sol
sol- la-si-do-re
re- mi-fa-sol-la
la- si-do-re-mi
mi- fa-sol-la-si
(oppure la scala di quinte si forma usando dei bicordi, ossia muovendo la tonica
contemporaneamente insieme con la quinta; es.: do-sol, re-la, mi-si, fa-do. sol-re, lami, si-fadies.)
L'uomo si sentiva, ascoltando una musica, un essere unitario vivente sulla terra, ma
che grazie ad essa si effondeva nel mondo, si sentiva nel mondo.
L'epoca moderna, sta in mezzo a due tipi differenti di sentimento musicale: il primo,
abbastanza recente, il sentimento della Terza, l'altro, non ancora percepibile, il
sentimento dell' ottava. Difatti la tonica spesso viene confusa con l'ottava. La
percezione dell'ottava, in futuro sar intesa in tal modo: "ho trovato il mio nuovo Io":
cio la percezione del s superiore.
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Nel corpo fisico di esprimono do, do diesis, re e re diesis; nel corpo eterico mi, fa, fa
diesis e sol; nel corpo astrale sol diesis, la, la diesis, si.
IL BAMBINO E LA MUSICA
Dai 9 ai 12 anni lo si abituer invece alla comprensione delle terze, mentre dopo il 12
anno lo si cercher di farlo giungere al sentimento dell'ottava.
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Qualsiasi microfono per trasmettere il suono deve avere una membrana che stimolata
da una sorgente sonora, vibra; ci viene poi trasformato in corrente elettrica.
La velocit del suono nell'aria di circa 340 metri al secondo; pi essa fredda, pi si
muove lentamente. Nell'acqua esso viaggia pi velocemente: 1400 metri al secondo.
Il tono basso o alto, dipende dalla velocit di vibrazione al secondo, detto anche
"frequenza" di vibrazione: 100 Hertz= 100 vibrazioni al secondo.
Il suono si chiama analogico quando copia dell'originale, ossia anologo alla fonte
originaria.
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SECONDA CONFERENZA
LA QUINTA
L'esperienza di quinta porta l'uomo fuori di se stesso; con il suo io, l'uomo in
movimento al di fuori della sua organizzazione fisica: egli prende come coscienza del
cosmo esteriore, entro l'ordinamento divino. Tale esperienza esisteva nell'uomo sino al
4-5 secolo a.C.; non vi erano altre esperienze. Oggi giorno non pi possibile avere
in s tale sentimento della quinta qualera in quell'epoca antica. L'uomo moderno
avverte come una sensazione di vuoto nell'esperienza di quinta; ci dovuto al fatto
che essendo la quinta l'espressione di particolari entit spirituali, non avendo oggi
l'uomo pi nessuna facolt di percepire tali immaginazioni, deve riempire tale vuoto
per mezzo della materia che va poi a costituire uno strumento musicale.
LA TERZA
L'esperienza di terza invece, egli avverte come un movimento interiore ; l'io si trova e
si sente entro i confini dell'organismo fisico: essa porta a diventar coscienti all'interno
di se stessi. L'uomo sente di ritornare nella sua propria casa, nel corpo fisico.
LA QUARTA
Nella quarta l'uomo si sente come innanzi e in mezzo agli Esseri divini; egli si aggira
nel mondo divino come uomo fisico, si sente esattamente come dentro una frontiera
posta fra la sua umanit e la sua spiritualit. E' una sorta di vento sacro, che ha in s
un qualcosa in comune con quel "Soffio" primordiale che aveva immesso l'uomo stesso
nel mondo fisico.: la quarta dona il sentore di un vivere e di un tramare in qualcosa di
eterico.
L'uomo sperimenta in s, nel risuonare e vibrare della quarta, la presenza del suo
corpo eterico, percependo come la delimitazione dei contorni della sostanza eterica
entro il suo corpo fisico. Con la quarta l'uomo entra in s stesso: con la terza in s
stesso.
do-re-mi-fa
fa-sol-la-si
si-do-re-mi
mi-fa-sol-la
scala finale = do mi fa si )
LA SESTA
Esprime ancora uno stato di rapimento, trovandosi fra settima, (massima dissoluzione
dell'individualit) e la quinta.(sensazione di sentirsi fuoti dal corpo, nel mondo)
(es.scala di seste:
do-re-mi-fa-sol-la
la-si-do-re-mi-fa
fa-sol-la-si-do-re
re-mi-fa-sol-la-si
si-do-re-mi-fa-sol
sol-
LA SECONDA
Gli strumenti musicali non sono stati inventati per mezzo di esperimenti, ma ricavati
da immaginazioni tratte dal mondo spirituale, ad eccezione del pianoforte.
Come ilcapo dell'uomo nell'indagine del suo karma passato, risulta come un'
immaginazione di ci che egli fu moralmente in una incarnazione precedente, allo
stesso modo un violino appare come l'immaginazione, ossia un ricordo di come era
"fatto"quel Dio che in un tempo passato veniva contemplato in ispirito dall'uomo
primordiale.
L dove risuonano degli strumenti, vi erano prima veramente, delle entit spirituali.
Esse sono scomparse, perch l'uomo non le percepisce pi nella loro vera essenza:
difatti egli ha perso le facolt chiaroveggenti. Non potendo cogliere nella natura
qualcosa che gli dia una rispondenza circa il campo musicale, egli ha bisogno degli
strumenti musicali.
L'uomo ha fabbricato gli strumenti musicali fisici, perch voleva riempire quel vuoto
che la perdita della veggenza aveva causato in lui: non potendo percepire pi gli
Gli strumenti a fiato che sono monofonici, ossia possono emettere una sola nota per
volta, sono espressione del pensare, perch nella melodia una sorta di armonia
concettualizzata, desta e libera.
Gli strumenti a corda che sono polifonici, quindi emettono pi note in un solo tempo
quale armonia, sono invece espressione del sentire, ponendo l'essere in una
condizione di sogno.
Mentre si pu dire che tutti gli strumenti musicali sono come discesi gi dal mondo
spirituale, il pianoforte invece una pura creazione dell'uomo stesso.
Ma lo strumento che deve venire superato; l'uomo deve liberarsi da esso se vuole
sperimentare il vero elemento musicale.
IL SENTIRE: l'armonia
E' assoluto il fatto che prima di pensare e di volere si debba maturare un"sentire"in se
stessi l'evento.
Dopo ci, da un lato il sentire fluisce nel pensare, da un'altro nel volere.
IL PENSARE: la melodia
La melodia ha in s una specie di luce che illumina la via del tempo musicale;
l'armonia invece pi simile ad un campo o ad una visuale aperta, quale un
panorama, nel quale non possibile cogliere i particolari, che appaiono come parte di
un unico elemento indifferenziato e uniforme, in un insieme di colori e forme. La
melodia si muove, volando o strisciando su tale campo o panorama, come una farfalla
che plana su un prato: essa libera.
IL VOLERE: il ritmo
Come l'armonia del sentire tende verso il pensare, pu anche tendere verso il volere;
ci avviene per mezzo del ritmo. Esso imparentato con la natura del volere.
Il ritmo scioglie, libera la musica: esso riposa e ha le sue origini sul misterioso legame
fra polso e respiro. Ogni uomo ha un differente e individuale ritmo respiratorio e
cardiaco: tale fatto determina anche la diversa e individuale sensazione che ogni
uomo ha del ritmo.
L'uomo nella volont espressa nel ritmo impigliato, prigioniero, non coglie alcun
riferimento spirituale, come avvolto in un sonno.
L'elemento armonico che ha la sua propria natura similare con il sentire, pu venire
portato nella testa, divenendo melodia affine alla natura del pensiero, per poi venir
spinto sulle onde della circolazione sanguigna dal cuore alle membra come ritmo,
restando impigliato quindi come volere.
Si pu quindi dire che tramite la musica possibile veder apparire innanzi a noi
propriamente il vero uomo eterico, ossia tale corpo, suddiviso in tre parti:
TERZA CONFERENZA
LA VEGLIA E IL SONNO
Tutto ci che viene sperimentato dall'uomo nella veglia diurna avviene mediante il suo
corpo eterico, perch esso ha in s organi di senso, che attivando quelli corrispondenti
nel fisico, sono ben attivi. Oppostamente, non avendo l'uomo nel corrente stadio
evolutivo gi attivi in s organi animico-spirituali, non pu sperimentare
coscientemente lo stato di sogno e di sonno.
E' un pregiudizio errato credere che i pensieri si generino dal cervello, che vivano e
prendano vita grazie al cervello; noi non sperimenteremmo nulla guardando le cose se
i pensieri stessero e si generassero dentro al capo umano.
Se si ha per esempio l'istinto di aver sete, ridicolo credere che l'acqua attinta dal
bicchiere sia stata invece generata dalla propria lingua: l'abbiamo dovuta prendere da
fuori di noi; il desiderio di bere una necessit istintiva che sorge in noi ma che ben
dissimile da tutto ci che la capacit di generare la sostanza liquida. Allo stesso
modo, errato credere che la necessit di pensare sia la stessa cosa che generare il
pensiero. Abbiamo in noi s un'istintiva facolt di richiedere in noi l'elemento pensante,
ma solo di domandarlo, non di generarlo.
Conoscere un ricordare.
Non il mio cervello a secernere pensieri, ma sono i pensieri nelle cose che gli
ricordano ci che un tempo esso conobbe. Esso ha solo facolt di riflettere all'anima le
impressioni esterne.
Il cervello soltanto un mezzo che, dal serbatoio delle forze pensanti cosmiche
esistenti al di fuori di esso, attinge ci che accoglie e diviene in lui come pensiero.
Tali entit lasciando fluire le forze del pensiero, inserirono i pensieri nei processi e nelle
manifestazioni fisiche, presentandole cos all'uomo come fenomeni della natura.
La caratteristica di tali entit era la loro peculiare "loquacit" nel manifestarsi agli
uomini: esse sussurravano all'uomo i misteri e la loro presenza in modo molto vivo.
Tale azione ad opera delle Exusiai mut, quale importante avvenimento cosmico, nel
4 secolo avanti Cristo; tale podest di Intelligenza cosmica venne trasmessa ad entit
di un gradino inferiore, quindi pi vicine agli umani: le Archai; da allora furono esse ad
agire e a portare i pensieri agli umani. Le Archai invece hanno la caratteristica di
essere molto silenti, di lasciare agire nel silenzio libero, l'umano.
Lo sviluppo del processo di podest da parte delle Archai non avvenne di colpo, ma si
protrasse in crescendo sino al XIV secolo d.C..; mano a mano cominci ad oscurarsi la
facolt di guardare nel mondo soprasensibile. Contemporaneamente le Archai, in virt
della loro peculiare essenza, fece sentire maggiormente l'uomo racchiuso nella sua
individualit, calandolo nell'illusione di credere che i pensieri fossero appartenenti a lui
stesso, o che addirittura sia egli a creare i suoi pensieri.
Nell'era lemurica l'uomo sperimentava solo un intervallo che superava l'ottava: ossia
egli percepiva come la tonica insieme alla 9superiore dell'ottava successiva.
Ci che ora noi portiamo in noi come sentimento di minore comparato al dolore e di
maggiore espresso nella gioia ha recondite origini che provengono dall'era lemurica.
Esse sono espressioni di stati d'animo che un tempo furono provate dagli stessi Di.
Se musicalmente si suonano solo delle settime, senza gli intervalli minori, ci si sente
come fuori dal corpo, nel cosmo. L'atlantideo viveva in tale atmosfera:"Io vivo dentro
la musica fatta dagli Di."
I segreti del sistema solare si esprimono mediante suoni; chi s'innalza sino
all'ispirazione impara a conoscere tali segreti.
Come nelle figure di Chladni, la polvere posta su di una lamina si dispone in figure
ordinate, se fatta vibrare da suoni, allo stesso modo i suoni provenienti dai pianeti, dal
sole, causano i processi del divenire, della vita nel mondo fisico.
Per mezzo della coscienza immaginativa si vive nel mondo astrale; esso si presenta in
uno stato di immensa calma, in una luce fluttuante, con meravigliosi fenomeni
luminosi.
Terra, acqua, aria e fuoco, stanno fra loro in rapporti sonori del tutto particolari; i primi
Iniziati accordavano con quelli, i loro strumenti:
- il suono pi basso della lira corrispondeva al suono terra; ( R. Lupi indica il "Sol"
basso.)
Vi sono entit elementari che hanno come parte costitutiva pi bassa il corpo astrale,
le quali trovano la possibilit di entrare in comunicazione con l'uomo nelle arti che si
esprimono in forma mobile e mutevole, come nella musica.
Uno spazio riempito di suoni un'occasione per la discesa o la comparsa di tali entit;
in tal modo si genera con l'uomo, tramite la musica, un azione comune fra lui e quelle
entit.
Se si suona una musica elevata e importante, si attireranno buone entit; con una
musica scostante e repellente si richiameranno invece cattive entit.
I musicisti sono esseri che hanno un corpo astrale pi ricettivo; le percezioni attinte
durante la notte nella musica delle sfere devachanica, si fanno strada durante il giorno
sotto forma di ricordi.
Il musicista quando crea, potrebbe dirsi: "I suoni dell'orchestra sono per me come quei
suoni primordiali che risuonavano in me in un'era antica, quando ancora non avevo
orecchi fisici per percerpirli."
da I SENSI DELL'UOMO
L'uomo oltre i 5 sensi ne possiede altri, che si sono atrofizzati nella vita fisica, ma che
divengono di massima importanza quando egli varca la soglia della morte.
Il senso del creare o comporre musica, dopo la morte diviene un senso attivo esteriore
per orientarsi nell'ambiente circostante; si percepisce quello che si muove
nell'universo, poich l'universo permeato da ritmo-armonia-melodia.
Tutto quanto l'uomo accoglie sulla terra in s come musica, ha una funzione
importantissima nella configurazione del suo organismo animico dopo la morte: questo
viene configurato, plasmato, nel kamaloka, per la prossima vita.
L'avere in s ricordi musicali causer nella prossima vita una propria migliore
conformazione animica; nelle scuole esoteriche antiche veniva insegnato che la
musica il mezzo difensivo contro le forze luciferiche sorgenti nell'intimo dell'uomo.
La pianta che con la testa fruga nella terra, l'animale con la sua colonna vertebrale
orizzontale, e l'uomo con la sua posizione eretta, questi tre riuniti insieme, formano
una croce. Quando l'uomo si capovolger, ossia sar in un lontano futuro casto e privo
di passioni, un calice spirituale si aprir dall'alto verso il basso e guarder in gi verso
l'uomo. Questo il mistero del Santo Graal.
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Ogni ente della creazione il risultato di un atto del Suono o Volont cosmica.
Da tale suono primordiale vengono formati sia i sistemi galattici che il pi piccolo degli
esseri viventi; le forme permangono in s in virt delle forze eteriche, che null'altro
sono se non elementi sonori, regolati da matematiche. La musica terrestre solo una
debole eco o pallido riflesso delle azioni musicali della divinit.
La musica delle sfere solo un'espressione astratta che cela in s la potente azione di
Enti spirituali superiori, i quali stanno nei confronti dell'uomo, nello stesso ordine e
grado di coscienza ch'egli stesso ha con i vari regni della natura a lui inferiori:"Le
Gerarchie celesti."
Le leggi della meccanica, della fisica a noi note, sono solo l'estrema manifestazione
sensibile della Loro attivit tradotta in leggi e numeri. I rapporti, i ritmi e le proporzioni
matematiche sono da Esse espresse in musica.
Tutte le antiche tradizioni, parlano della Creazione del mondo basta sul Suono: i Veda,
la Bibbia, gli Egizi, e altri popoli primitivi.
IL CANTO
Nel canto l'uomo nutre gli Di: dapprima gli esseri elementari; egli fornisce sostanza
necessaria per la loro ulteriore evoluzione.
Noi sperimentiamo con la terza minore il corpo senziente(o corpo animico senziente) il
quale un elemento legato alla corporeit; con la terza maggiore invece sentiamo il
l'anima senziente, la quale invece un elemento slegato dalla fisicit, pi luminoso e
sottile.
(corpo senziente e anima senziente sono due aspetti legati in un'unica realt: una
moneta con due facce; come dal libro "Teosofia" il raggrupparli insieme d origine ad
un unico termine: il corpo astrale, e l'anima razionale raggruppata con l'anima
cosciente esprimono l'Io)
Analogie fra note, corpi sottili e in scala macrocosmica, con i pianeti e le Gerarchie:
-1 corpo fisico
DO
= Terra : UOMINI
-2 corpo eterico
RE
= Luna : ANGELI
= Venere : ARCANGELI
-4 anima razionale
\ Io
-5 anima cosciente
\"
FA
SOL
= Sole : EXUSIAI
= Marte : DYNAMEIS
-6 S spirituale
LA
= Giove : KYRIOTETES
-7 Spirito vitale
SI
= Saturno : TRONI
-8 Uomo spirito.
DO
Nella creazione e nel fluire della musica sono attivi due tipi di forze o entit : le
Exusiai, (spiriti della forma) e Dynameis (spiriti del movimento).
Per le altre arti si abbisogna di prendere sempre il materiale dal mondo fisico:
Riguardo la musica invece, non esiste nulla di similare nella natura, come non esistono
gli strumenti per riprodurla, che devono venire costruiti dall'uomo. Il suono deve venire
creato: gli strumenti stessi possono venire esclusivamente usati solo per fare musica,
mentre lo scalpello, il pennello, le parole, il corpo umano possono essere usati anche
per altri scopi.
Nell'esperienza musicale l'uomo vive in uno stato di coscienza simile ad una semi-sub
coscienza; essendo un fatto di sentimento, compare l'elemento sognante.
L'Io vivente o Entit del mondo sonoro spirituale non pu manifestarsi in modo
immediato, ma deve servirsi degli strumenti dell'anima; la mediazione di questa pone
grandi limiti alla manifestazione di esso, cause gli squilibri in essa contenuti.
Non esistendo nella natura alcun modello che ispiri l'elemento musicale, si pu
pensare che il fare musica si originato partendo dall'interno dell'uomo:
istintivamente egli emise un suono, dando origine ad un primitivo canto. Il suono non
si trova in natura perch esso connaturato con la natura umana, esistente in quanto
essa esiste: se non ci fosse l'uomo sulla terra, non esisterebbe la musica.
Il vero suono o Logos vive e ha origine nella regione spirituale degli archetipi degli
esseri viventi(2 gerarchia) : l'IO SONO. Il vero suono, o logos spirituale inaudibile
alla percezione fisica dell'orecchio: la musica fisica ne solo una copia riflessa, una
eco.
Nel suono vi vita, vi un'anima; se cos non fosse noi proveremmo indifferenza
innanzi alla musica.
Gli animali esprimono la loro gioia e il loro dolore con versi o rumori: essi si esprimono
con ripetizioni o intonazioni modulate diversamente; in special modo l'usignolo o il
merlo, ripetono sequenze o formule fisse che si alternano.
L'uomo non avrebbe potuto prendere i modelli musicali originariamente dagli uccelli o
dagli animali, perch altrimenti non avrebbe creato nulla di nuovo, ma solo ripetuto
una serie di suoni alterni.
L'etere del suono o chimico, produce una condensazione dell'aria attraversata dalle
vibrazioni di un corpo in movimento, mentre l'etere della luce f invece l'opposto,
ossia produce una rarefazione dell'aria. L'alternarsi fra condensazione e rarefazione,
quale lotta fra i due eteri, produce l'elemento sonoro percepibile all'orecchio.
In antichit l'uomo percepiva, viveva in mezzo agli Esseri del suono; dopo la caduta,
non essendo egli pi chiaroveggente, e quindi non vedendoli pi ha dovuto, per
necessit interiore, colmare quel vuoto, quella mancanza, costruendo gli strumenti
musicali.
Gli strumenti a pizzico, (arpa, chitarra, liuto) esprimono gli Archetipi sonori in modo
oggettivo, pi simile alla celestiale provenienza.
Ogni pianeta ha la sua Tonica, o nota base; la nota base della terra un "fa".
Il nostro mondo interiore, cos come ci viene dato con la nascita, un mondo malato,
incerto, oscuro, corrotto; se vogliamo creare della musica rimanendo a livello istintivo,
cio utilizzando tale mondo interiore, dobbiamo metamorfosarlo, altrimenti ci che
creeremo semplicemente l'impronta di ci che noi siamo, non riflesso del mondo
spirituale.
Se un suono viene diretto o emesso senza alcuna coscienza morale, esso pu venire
attratto da potenze maligne e influenzato ancor maggiormente in modo malato; la
musica deve venire considerata come un prezioso e pericoloso mezzo di moralit e
amoralit.
Roberto Lupi: "Bisogna riproporre l'arte come atto morale; bisogna che la musica si
imprima nel tempo quale risonanza umana divenuta cosciente delle sue origini
cosmiche."
Non corretto parlare di musica, di arte nell'ascolto di suoni naturali; sono piuttosto
rumori: la musica soprattutto colma di sostanza umana, ed quindi impossibile
trovarla in enti che non hanno in s il grado di umanit, come quindi, le cose della
natura.
Durante il sonno l'uomo viene permeato dalla musica delle sfere; quando si risveglia,
la sua volont ancora compenetrata di quelle armonie cosmiche che sono la stessa
Volont cosmica; il compositore traduce in simboli tramite le note e i suoni terreni, la
sua esperienza notturna insieme agli Di.
L'io sperimenta la musica durante la notte, si trova come un pesce che nuota nel mare
dello spirito.
Per poter avere facolt compositive musicali necessario avere una pi stretta e facile
connessione fra corpo eterico e corpo astrale; difatti il corpo astrale, rientrando nel
corpo fisico la mattina, porta in s la musica cosmica e la pu tradurre in suoni udibili.
Se la connessione fra i succitati corpi pi facile, allora possibile percepire tale
musica, che si esprime come "creativit ispirata" nel musicista.
Nel libro di Steiner Miti e misteri dell'antico Egitto, parla di come si sono formati i 28
fasci di nervi tramite le fasi lunari; tali fasci sono importanti per la decodifica
neurosensoriale.
Quando noi ascoltiamo una musica, il maggiore o il minore benessere o malessere che
sperimentiamo pu significare che la musica percepita nel mondo fisico pi o meno
in armonia con la musica notturna, ossia con le azioni degli Di percepite durante la
notte.
Tali modi si possono applicare ovviamente anche facendo scorrere su di essi, una scala
minore di DO.
I MODI ZODIACALI
- " Greca = " " il sistema modale su scala di sette suoni;(scala eptatonica)
LA MELODIA
es.: 1= nascita
2 = giovinezza
3 = vecchiaia
4 = morte
oppure: 1 = nascita
2 = infanzia
3 = adolescenza
4 = giovinezza
5 = maturit
6 = vecchiaia
7 = decrepitezza
8 = morte
L'anima deve pensare la scala, percorrendola mentalmente, per poi raggiungere una
data altezza o bassezza.
L'intensit o volume del suono invece sperimentata dallo strumento della volont ;
solo la volont conferisce dinamica ad un suono.
BEMOLLE E DIESIS
Il bemolle (b) un'alterazione calante, tendente verso l'ombra; il diesis, (#) all'opposto
invece una modificazione crescente verso la luce.
GLI INTERVALLI
Primo tetracordo : do re mi fa
L'intervallo di 1, viene percepito come un risuonare della medesima nota, per due
volte, o meglio, il ritorno al medesimo suono; ci si sente come racchiusi entro un
oscuro sarcofago, senza luce: nessuna vita, nessun movimento, nessuna espressione.
Si avverte la dura realt minerale, priva di qualsiasi pensiero, sentimento o volont.
Perdurando nell' esperienza si tende ad addormentarsi nella monotonia, nel nulla.
Con la2, ( do - re) comincia a baluginare una piccola luce, con un piccolo movimento;
si avverte il mondo eterico, vegetale, ove fluttua una vita impersonale, oggettiva. Si
avvolti in un mondo puro, scevro di passioni, di istinti e di ambizioni.
avverte nel minore una malinconia, nel maggiore un gaudio. E' qualcosa che
appartiene, egoistico.
Molte musiche del passato si realizzavano entro lo stretto ambito della quarta, o
1tetracordo.
Nell'esperienza della 5, (do - sol) l'anima supera i limite della pelle e si sente muovere
nello spazio direttamente circostante, si percepisce dal di fuori del suo corpo fisico.
Essa si sente con un piede nella materia e con l'altro nel soprasensibile.
Nella 7, (do - si) si sfiorano le porte del cielo, completamente "espirati" fuori di s,
verso il divino.
Il diluvio atlantideo avvenne nel 7.200 circa a.C.; la futura catastrofe che muter
l'aspetto della terra avverr verso il 7.800 D.C.
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La musica come tale, cio provvista di numero (tono), misura (lunghezza) e peso
(intensit), non esiste, fuori nella natura: in essa abbiamo un risonanza di ci, mai una
vera e propria armonizzazione "logica" che prettamente propriet dell'uomo. Nei
suoni della natura si manifesta uno spirito unitario, privo per di coscienza pensante
umana; l'attivit dell'io nell'uomo determina la nascita della musica.
LA SCALA PENTATONICA
La prima scala primordiale che l'uomo ha segnato sulla terra come primo indice di
cultura la scala pentatonica o pentafonica: sono state trovate tracce di tale scala in
epoche remote nel Tibet, in Cina, in Scozia, fra i pellerossa, e nell'america del sud.
Quando l'uomo ha segnato la scala di 5 toni, non ha fatto altro che trasferire nel
mondo sensibile ci che in esso viveva come ricordo spirituale. Tale scala esprime in
s qualcosa che distaccato dall'elemento fisico-sensibile.
Il continente dove si generato il seme che ha dato origine a questa scala e allo
sviluppo culturale di tutte le razze l'Atlantide.
Allo stesso modo, non esistendo parole, forme terrestri per descrivere quell'emozione
che era ancora presente negli antichi atlantidei in modo reminescente, (come
esperienza della contemplazione di entit spirituali e del loro mondo che era cessata
da poco di conseguenza l'influsso luciferico) esse suscitarono attraverso la musica un
qualcosa che era ci di pi affine alla sostanza dello spirito, insita nei loro ricordi
emozionali spirituali.
La musica era un ch di simile alla natura dello spirito, la sola che potesse dare
un'impressione verosimilmente uguale a ci che divino essi avevano contemplato:
essa recava in s i segni e i colori dell'antica patria donde l'uomo era provenuto.
La musica era considerata, dai popoli originari, come una forma di religione:
l'avvicinarsi alla musica era un vero e proprio atto sacro.
Essi avvertivano nelle note musicali, una sorta di risonanza dei pianeti, quale suono o
tonica base di ogni singolo pianeta; la musica delle sfere il risuonare dei pianeti,
nella loro totalit. Per i cinesi ad es. la "Re" rappresentava la forza del sole: quando
l'imperatore entrava nel tempio le trombe suonavano un Re. Le note avevano in s
un'essenza che assomigliava al pari di quell'emozione che essi avevano sperimentato,
innanzi ai loro occhi chiaroveggenti, le entit divine: la nota "Re" ad es. era affine con
ci che essi provavano davanti ad un'entit solare: l'Essere Solare del "Re".
La musica nata per un bisogno di poter ricordare quel passato spirituale, per
riempire quel vuoto generatosi con la perdita della visione veggente diretta.
Steiener dice che il sistema delle scale modali Greco fu donato dagli Di all'uomo,
affinch nell'Occidente si potesse sviluppare il pensiero logico. E' stata la musica a
sviluppare il pensiero logico occidentale.
Il Cristo ha portato l'Amore, ossia l'armonia; dopo tale evento si svilupp l'accordalit,
quindi la possibilit di armonizzare con pi note contemporanee in un solo tempo, la
melodia. Accordarsi, significa anche "stare insieme", mettersi d'accordo: l'accordo
musicale difatti una sorta di raggruppamento, di unione fra varie note, che si
fondono insieme per fungere da campo di base per sostenere o supportare una base
melodica. Da questo impulso Cristico che fa protendere verso la riunione, la
riunificazione di tanti enti in uno solo, nacque la necessit interiore di voler cantare
insieme, originando la polifonia. La polifonia vocale possibile solo se vi sono un
minimo di due o tre persone: difatti la voce singola umana monofonica, non pu da
sola esprimere contemporaneamente se non un solo suono alla volta nel tempo. Da
Si pu dire che i popoli latini hanno portato l'elemento dinamico animico della melodia;
i popoli nordici invece l'elemento della forza del ritmo e della polifonia.
IL RITMO: Volere
Il ritmo una forza plasmatrice: gli Di esprimono la loro Volont tramite l'Io umano,
nel ritmo. La Parola o Logos degli di, diviene ritmo nell' Io umano.
Il ritmo legato al veicolo del corpo eterico; nella musica esso non pi espressione
del Sentire, ma piuttosto della Volont. Dal cuore va alla periferia delle membra, per
tramutare l'esperienza musicale in azione, in danza o movimento.
Nelle lettere antiche, indicanti le note musicali troviamo l'espressione delle 5 vocali:
I popoli latini e greci usavano, per indicare la nomenclatura delle note con le lettere
dell'alfabeto, iniziando con la lettera "A" per definire la nota "La".
A = La
B = Si bemolle
C = Do
D = Re
E = Mi
F = Fa
G = Sol
H = Si naturale.
Essa comparsa sulla Terra all'incirca nel 1.400 D.C.; essa agisce quale risvegliatrice
della propria egoit; sperimentare la Terza propriamente come dirsi: "In questa
armonia che percepisco, io mi accorgo che vi in essa un qualcosa che mi fa gioire o
rattristare: questa musica mi penetra nel profondo, mi tocca personalmente e mi fa
accorgere dell'esistenza di un mio mondo interiore che si attiva; io sento che vi in
me un'anima emotiva, che vibra."
Nel Faust Dio dice a Lucifero: "Io metto, quegli esseri come te vicino agli uomini,
altrimenti questi non farebbero nulla, sarebbero come addormentati."
Nell'uomo oltre alle forze luciferiche sono presenti anche quelle "delle tenebre" o
arimaniche; quando l'uomo riesce a dominare e a guidare queste due forze presenti in
lui, allora egli diventa il Genio, o anche l'Iniziato.
IL TIMBRO
Il timbro la materia fisica del suono; il veicolo che lo rende percepibile nel mondo
della fisicit.
Beethoven disse che, "per comprendere la musica nella sua vera essenza bisogna
conoscere prima il ritmo dello spirito."