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11^ LEZIONE – 01/03

Nel 1059 si tiene un Concilio lateranense, durante il quale viene emanato


un documento che prevede che il papa non venga eletto più
genericamente dal clero e dal popolo, che consisteva in settori
dell’aristocrazia romana o un imperatore/re, ma dai cardinali. I cardinali
erano divisi in tre gruppi:
- i titolari delle principali chiese di Roma: i cardinali presbiteri;
- i titolari delle diaconie: i cardinali diaconi;
- i titolari delle diocesi suburbicarie, cioè quelle intorno a Roma: i
cardinali vescovi.
Il documento ci è pervenuto in due versioni diverse: uno sostiene che
l’elezione del papa vada comunicata ed accettata dall’imperatore; l’altra
elimina qualunque intervento dell’imperatore nell’elezione papale. Ad
esempio, Enrico IV sostiene che Gregorio VII non sia stato eletto
regolarmente poiché non è stato accettato da lui accettato.
Nel 1179 ci sarà un secondo concilio lateranense che stabilirà la
maggioranza dei due terzi nell’elezione papale.
Tra XII e XIII secolo si decide che per evitare pressioni esterne ed
ingerenze, i cardinali si riuniscono presso un luogo separato, sia esso
dentro o fuori Roma, per eleggere il papa: si tratta del conclave.

Alla fine dell’XI secolo il Corpus iuris civilis comincia ad essere studiato
integralmente quando nasce l’Università di Bologna, che allora veniva
chiamata studium, attorno al 1088, quando Irnerio, un maestro di studi
giuridici, comincia ad insegnare pubblicamente e non più privatamente. Il
diritto romano è un’arma utilizzata da Federico Barbarossa per rilanciare
pienamente i diritti dell’impero nei confronti della Chiesa e dei Comuni,
grazie al quale veniva garantito solamente all’imperatore di emanare le
leggi.
Comincia ad emergere quindi la figura dell’intellettuale laico, mentre
prima la cultura era esclusivamente in mano agli ecclesiastici.
L’intellettuale comincia anche ad essere pagato per insegnare,
nonostante non tutti siano d’accordo.
Nasce contemporaneamente il diritto canonico, da non confondere con
quello ecclesiastico, che è l’insieme di regole che stabiliscono i rapporti
tra Stato e Chiesa. Il diritto canonico regola invece la vita interna della
Chiesa, e i canoni sono le delibere dei vari concili. Esso nasce per via del
monaco Graziano, attorno al 1130-1140, anch’egli professore di Bologna.
Nel mondo bizantino, invece, è l’imperatore a comandare.
A Parigi nasce un’università come centro di studi teologici e poi anche
filosofici. Il discorso su Dio comincia quindi ad essere derivato da analisi
razionali e non più solamente dalla fede.
Uno dei maestri di Parigi è Abelardo, maestro di dialettica, che utilizza le
arti liberali per occuparsi di teologia. Nel Medioevo le discipline erano
divise in: arti meccaniche, ossia quelle manuali, tra cui anche la pittura;
arti liberali, quelle di chi non si sporca le mani. Le arti liberali vennero
definite fra IV e V secolo da Marziano Capella, il quale le divideva in due
gruppi:
- trivio: grammatica (studio del latino), dialettica (arte di sviluppare
un ragionamento e vincere una disputa), retorica (arte di costruire
un discorso per persuadere il pubblico);
- quadrivio: aritmetica, geometria, astronomia (studio degli astri),
musica (studio del ritmo basato sui numeri).
Abelardo diviene il maestro privato di Eloisa, per via dello zio di lei,
Fulberto, un canonico; si innamorerà quindi della ragazza, venendo poi
ricambiato. Eloisa rimane incinta, lui è disposto a sposarla ma Fulberto gli
manda delle persone che lo castrano. I due si chiudono quindi in
monastero continuando però uno scambio epistolare. Abelardo viene
difeso da Pietro il Venerabile abate di Cluny, mentre alcuni lo considerano
eretico, come Bernardo di Chiaravalle che lo vede troppo incentrato sulla
ragione e poco sulla fede.
Oggi non si danno più le entità etniche come fatti rigidi. Walter Pohl, un
professore austriaco, parla della costruzione di entità etniche: gruppi
umani che, a partire da un certo momento, definiscono la propria identità
differenziandosi dagli altri; in ogni caso, non vi è alcuna prova che
determinate popolazioni fossero pure.
La parola acculturazione consiste nell’apprendimento di una cultura
nuova (adozione della cultura scritta da parte dei barbari). La parola
inculturazione sta ad indicare che una cultura penetra in un popolo in
particolare, assumendone alcuni elementi (liturgia bulgara).

Ogni popolo, ogni nazione, si costruisce un mito delle origini, che non
sempre ha fondamento storico. Ad esempio, secondo la leggenda, i
longobardi furono anche in Scandinavia, pur provenendo dalla Pannonia;
tuttavia, non vi è alcun documento che lo attesti.
Stessa cosa vale per l’Inghilterra, dove si diffonde tutta una serie di storie
legate ad Artù, Galvano o Mago Merlino; ci sarà sicuramente stato
qualcuno che abbia tentato di resistere alle invasioni anglosassoni, ma
non è detto che si chiamasse necessariamente Artù. Questi racconti
vanno a costituire il ciclo bretone.
Affianco al ciclo bretone, si sviluppa quello carolingio, dedicato ai paladini
di Carlo Magno. Nella memoria culturale francese, essi furono uccisi dagli
arabi, anziché dai baschi; questo evento è narrato nella Chanson de
Roland, poema epico che lancia la letteratura in volgare.

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