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di Carlo Cilia
Appunti sui pi celebri filosofi medioevali, formatisi sulla dottrina cristiana e
autori delle pagine pi illuminanti nella storia della Chiesa. Gli scritti di
Sant'Agostino, le prove dell'esistenza di Dio di Anselmo d'Aosta, le quattro
leggi di Tommaso d'Aquino e il celebre "rasoio" di Ockham
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Anche i concetti di tempo e movimento stanno sempre in relazione con le cose: esistono perch esistono
cose che si muovono. Ed inoltre dal momento che lesperienza ci fa conoscere solo cose individuali, anche
ci che chiamiamo causa ed effetto sono due cose diverse che vanno conosciute singolarmente, attraverso
due atti di conoscenza distinti; in questo senso allora non detto che dalla conoscenza di una si pu
infallibilmente risalire alla conoscenza dellaltra. E vero che se affinch esista una causa che d un effetto,
sufficiente che quando presente la causa, a parit di condizioni, ci sia sempre anche leffetto. Ma non
vero il contrario: perch esista un effetto sempre uguale dovrebbe essere sufficiente lesistenza di una causa,
ma lesperienza ci dice che un medesimo effetto pu provenire da cause diverse. Questo dimostra che le
cose non possiedono un loro finalismo: anche questaltro caposaldo della scienza aristotelica salta.
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Anche a proposito del concetto di anima Ockham utilizza il principio del rasoio: nessuno ha il diritto di dire
che intelletto e volont agiscano indipendentemente dallanima; anzi sono gli atti di intellezione e gli atti di
volizione a differire tra loro, ma ci che li genera sempre e cmq lanima. La distinzione allora tra intelletto
volont e anima solo nominale. Non esistendo universali, e dunque non esistendo fattori intermedi nella
conoscenza tra un soggetto e un oggetto, non pi necessario ammettere lesistenza di un intelletto agente
che aiuta lintelletto umano a conoscere portandolo allatto di volta in volta, o ad attualizzare luniversale
che in potenza in tutte le cose. Lanima allora possiede la facolt di autodeterminarsi. In effetti lesistenza
della liberta non dimostrabile ma lesperienza ci mostra che la volont pu rifiutare ci che la ragione
comanda. possibile solo che Dio si ponga, se vuole, come fine delle creature. Proprio cos si giustifica la
Rivelazione. su questo che si basa la sua morale teologica: un atto morale tale solo se come fine ha Dio,
lamore di Dio. solo Dio a stabilire cosa bene o cosa male. Nessuna legge valida se prescinde dal
volere di Dio. Un atto allora per essere moralmente buono deve essere libero e non il risultato di una
costrizione; sar con la retta ragione che luomo scegliera liberamente i aderire al comando di Dio. Il destino
ultraterreno per esclusivamente appannaggio di Dio: Lui con la sua grazia che decide chi vuole salvare
e nulla esclude che egli applichi maggior misericordia per chi meno lo merita o vive esclusivamente secondo
ragione. Se cos allora prede ogni funzione mediatrice la Chiesa nelleconomia della salvezza.
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Indice
1. Quattro fasi del pensiero medioevale
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