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PONTIFICIA FACOLTÀ TEOLOGICA DELL’ITALIA MERIDIONALE

ISTITUTO SUPERIORE DI SCIENZE RELIGIOSE


“SAN FRANCESCO DI SALES”

Elaborato di Storia della Chiesa

GUGLIELMO DI OCKHAM E IL
NOMINALISMO

Docente Alunno

Prof. Pierfrancesco Diego Gaetano Elia

Anno Accademico 2022/2023


I

IL NOMINALISMO

I.1. La disputa sugli universali

A partire dal XII secolo uno degli elementi centrali nelle discussioni in ambito
filosofico è quello degli universali1. Le due soluzioni fondamentali al problema
risultano essere due: il realismo e il nominalismo. Esse costituiscono perciò, le due
estreme posizioni che vengono a fronte nella disputa degli universali, mentre il
concettualismo di Abelardo2, scolaro del realista Guglielmo di Champeaux e del
nominalista Roscellino, nega nominalisticamente la realtà esterna degli universali ma
non li riduce a voci considerandoli invece come entità mentali; occupa perciò una
posizione intermedia. La disputa assunse ben presto un carattere teologico.

Roscellino, sostenendo il nominalismo, affermava che come l'umanità non è nulla di per
sé poiché la sua vera realtà è costituita dagli uomini che la compongono, così la divinità
non è qualcosa di comune alle tre persone della Trinità, ma ognuna delle tre persone è
una realtà distinta dalle altre, identiche per il potere e la volontà.

Roscellino venne accusato, da Anselmo d'Aosta e da Abelardo di triteismo3, poichè


negatore del dogma della Trinità. Tale dottrina fu condannata
dal concilio di Soissons4 nel 1092. Roscellino per sfuggire alla condanna dichiarò di
avere errato e ritrattò.

I.1.1. Il nominalismo « classico »

« La discussione sugli universali non ha avuto originali sviluppi in seguito ad


Abelardo: sarà necessario attendere Guglielmo di Ockham per una ripresa della
posizione nominalistica, che diventa fondamentale nella logica del XIV secolo. Questo
1
concetti universali
2
Filosofo e teologo influente del XII secolo
3
Distinguere nella Trinità tre nature diverse
4
Concilio non ecumenico, Sinodo locale tenutosi a Soissons
non vuol dire che gli autori del XIII secolo non affrontassero le discussioni sugli
universali; in ambito logico essa si sviluppa con modalità analoghe a quelle del XII
secolo all’interno di un’opzione generalizzata per il realismo; si parla quindi, in termini
molto schematici, dell’universale come essenza della cosa (in re), come forma causante
(ante rem), e come concetto (post rem). I nuovi testi di Aristotele portano alla luce le
definizioni degli universali presenti negli Analitici Secondi « l’universale è uno nei
molti ed è uno al di fuori dei molti », nella Metafisica « l’universale, in quanto
universale, non è una sostanza » nel De anima « l’universale esiste nell’anima » . In
questo modo il problema degli universali entra a far parte di un nesso complesso in cui
si intrecciano problemi di teoria della percezione, formazione dei concetti astratti,
ontologia degli oggetti e delle entità generali »5

I.2. Il nominalismo di Ockham

Il nominalismo di Ockham si sviluppa in primo luogo in ambito logico, tuttavia


presuppone una scelta metafisica e si connette alla concezione della conoscenza
intuitiva. La logica è concepita da Ockham come una scienza del linguaggio,
senza unione con la metafisica, e come conoscenza pratica centrata sulle
operazioni mentali che dirige il nostro intelletto, dettando le regole delle sue operazioni,
le proposizioni composte da termini, i quali sono segni che si riferiscono alle cose, di
per sé sempre singole: in questo senso la dottrina di Ockham è propriamente una forma
di nominalismo. Ockham distingue fra termini mentali, conceptus, dictiones, e scritti.
Riformula la teoria della suppositio, permettendo un nuovo rapporto fra termini
universali e significato degli stessi: gli universali infatti cadono nella suppositio
simplex, dove il termine indica un’intenzione dell’anima, senza essere assunto
significativamente. Ockham concepisce l’universale come una « intenzione o concetto
formato dall’intelletto », che non si differenzia dal singolare atto di intellezione con cui
5
A. DE LIBERA, Il Problema degli Universali da Platone alla fine del Medioevo, La Nuova Italia, Firenze
1999
la mente comprende una pluralità di cose singolari, ed è in grado di riferirsi
significativamente a una molteplicità di cose, anche se è composto da un atto astrattivo
singolo. Nel nominalismo di derivazione Ockhamista, che ha caratterizzato la via
moderna nel tardo medioevo, l’universale spogliato in modo definitivo da ogni referente
ontologico, viene definito come un termine o contenuto mentale in grado di riferirsi o di
essere predicato di più individui.

I.2.1. Gli universali per Ockham

Secondo Ockham il principio metafisico essenziale è quello dell’individualità del


reale. Ockham rifiuta allora qualsiasi dottrina che ripone l’universale nella realtà; esso è
esteriore al reale, come lo è la parola che pure esprime la cosa, ed è duplice:
nell’anima è concetto, segno naturale predicabile di molteplici res6, mentre nella voce è
segno ordinario significante più cose. Il concetto è segno naturale generato
nell’intelletto, dall’azione delle cose che, presenti e intuite, procurano le notizie e poi
danno luogo alle nozioni comuni, che sono proprio i concetti. La stabilità del processo
che dalla cosa intuita porta all’universale garantisce l’autenticità del segno naturale.

II

GUGLIELMO DI OCKHAM

II.1. Dati storici

La vita di Guglielmo di Ockham è profondamente legata alla storia politica e


culturale del suo tempo. In campo politico la chiesa stava attraversando uno dei suoi
periodi più complessi, mentre per quanto riguarda il pensiero, Ockham si trovò di fronte

6
Termine latino utilizzato per indicare la realtà
a diverse dottrine. Parallelamente alla nascita della scolastica si svilupparono diverse
correnti filosofiche, che avevano fra i temi centrali quello degli universali. « I realisti
estremi vedevano negli universali qualcosa di reale, mentre i nominalisti e i
concettualisti attribuivano la reale esistenza esclusivamente agli individui; il genere o la
specie venivano considerate come semplici parole o concetti. Roscellino fu un
esponente di questa opinione che presto venne avvertita come pericolosa per la fede e
sostituita con il realismo. La sua tesi infatti era in contrasto con il dogma trinitario
poiché in assenza degli universali, Dio, Cristo e lo Spirito Santo sarebbero tre persone
separate; naturalmente la chiesa non poteva essere d’accordo con tutto ciò. »7

II.1.1. Dati biografici

Nato intorno al 1280 nel Surrey, in Inghilterra, Guglielmo di Ockham entrò


nell’ordine francescano prima del 1306. Intorno al 1310 fu selezionato per studiare
teologia all'Università di Oxford, dove i Francescani avevano un proprio istituto. Era
abitudine degli universitari analizzare e commentare i quattro libri delle sententiae8 del
teologo italiano Pietro lombardo. Guglielmo terminò il suo commento
alle Sententiae tra il 1317 e il 1319. Dopo aver acquisito la licenza in teologia intraprese
l'insegnamento nella stessa università. Come magister prese parte a diverse disputatio;
sette di esse furono trascritte, tutte revisionate da Guglielmo. Nel 1325 a seguito di una
denuncia viene citato presso la corte di Avignone; Dopo un primo rapporto, giudicato
non abbastanza severo, ne fu redatto un secondo nel quale 7 articoli furono giudicati
eretici, 37 dichiarati falsi, 4 ritenuti ambigui, 3 non censurati. « Nonostante tale
giudizio, la condanna formale da parte di Papa Giovanni XXII, per motivi poco chiari,
non fu mai pronunciata. In questo periodo Ockham si allea con gli avversari di Giovanni
XXII e nel 1327 con il generale dei minori, Cesena, raggiunge Lodovico il Bavaro a
Pisa, dove accusò il papa di eresia e ne chiese la sospensione. Nel 1329 il Cesena viene
destituito dai francescani e Lodovico ritorna a Monaco con l’intenzione di condurre
7
A.FLICHE, V. MARTIN, Storia della chiesa, dalle origini fino ai giorni nostri. XIII Movimento dottrinale
nei secoli IX-XIV.
8
Trattato di teologia del XII secolo
trattative. Nonostante ciò, Ockham continua la sua lotta con Giovanni XXII e in seguito
alla sua morte con Benedetto XII. Ockham appoggia gli elettori del sacro impero e allo
stesso tempo si distacca da Marsilio e Padova. Clemente VI pone fine allo scisma. Gli
elettori sostituiscono Carlo IV di Lussemburgo a Lodovico. »9

II.2. I princìpi fondamentali

Completamente coinvolto con la lotta contro il primato politico della Santa Sede.
Ockham non ha lasciato un’esposizione sistematica della sua tesi perciò bisogna partire
da testi sparsi per ricostruire la sua dottrina, chiamata più specificamente occamismo
poiché gli universali occupano un ruolo marginale e la figura di Ockham è considerata
iniziatrice della via moderna. L’occamismo deriva da due princìpi fondamentali già
presenti in Duns Scoto10 : « l’onnipotenza divina limitata dalla sola esigenza della non-
contraddizione e la legge di economia che impone, per spiegare le cose, il ricorso al
minimo di esseri » . Entrambe le formule sono care ad Ockham, ma comunque non si
può affermare che siano perfettamente conciliabili. Il principio della nulla pluralitas
sine necessitate potrebbe portare alla negazione della libertà divina . La potentia
absoluta esclude ogni eliminazione del contingente mediante il calcolo algebrico de
minimis et de maximis. Infatti il ricorso all’onnipotenza è un procedimento «
dialettico » opposto a qualunque argomentazione che confonderebbe l’abituale col
necessario. Per cio che riguarda il « rasoio di Ockham »11 non bisogna vedere in esso
né una razionale limitazione della divina potenza, né una determinazione positiva del
volere provvidenziale.

II.2.1. Teologia

9
A.FLICHE, V. MARTIN, Storia della chiesa, dalle origini fino ai giorni nostri. XIII Movimento dottrinale
nei secoli IX-XIV.
10
Giovanni Duns Scoto, filosofo nato nel 1266 in Scozia
11
Principio metodologico che indica di scegliere tra più soluzioni egualmente valide di un problema
quella più semplice.
Allo stesso modo con il quale difende la purezza evangelica, Ockham vuole
proteggere la fede da una ragione tanto più arrogante quanto meno sicura dei suoi
fondamenti. In riferimento a tale atteggiamento il suo comportamento è stato definito «
positivistico » e dato che la sua maggiore preoccupazione è quella dell’esperienza, la
sua visione del mondo suppone un pluralismo di individui che esclude ogni realismo
dell’ordine come della relazione, dell’incertezza come della partecipazione.

II.2.2. La volontà di Dio


Al centro del pensiero di Guglielmo di Ockham vi è la non attribuzione di potere
(spirituale e temporale) alla Chiesa. Il teologo inglese rinnega il ruolo di mediazione fra
Dio e l’uomo attribuito alla Chiesa. Il ragionamento di Guglielmo di Ockham era
fondato sul volontarismo, ovvero sulla concezione secondo la quale Dio non avrebbe
creato il mondo per "intelletto e volontà" ma solo per volontà e quindi in modo
arbitrario senza né regole né leggi. Conseguenzialmente l’uomo è libero e questa libertà
fonda la moralità dell'uomo, i cui meriti o demeriti non influenzano in nessun modo la
libertà di Dio. La salvezza dell'uomo perciò non è frutto della predestinazione; è
solamente la volontà di Dio a determinare, in modo totalmente inconoscibile, il destino
del singolo essere umano.

II.2.3 La separazione tra fede e ragione

Ockham separa nettamente la ragione dalla fede dichiarando impossibile


l’accordo tra la ricerca filosofica e la verità rivelata . Afferma che non si può dare
alcuna dimostrazione razionale riguardo ai problemi della trascendenza, poiché essi
oltrepassano i limiti dell’esperienza umana. Perciò la fede non è in grado di trovare
nessun sostegno nella ragione. La fede, regolata esclusivamente dal dogma, ha assoluta
libertà in campo soprannaturale; la ragione, regolata solamente dalle intuizioni sensibili,
ha piena libertà nel campo dell’esperienza. Con tale separazione assoluta, Ockham
segna la dissoluzione dell’intero pensiero scolastico, per il quale era essenziale arrivare
al mondo della fede con la speculazione filosofica. La scolastica medievale termina il
suo ciclo storico e si apre la ricerca filosofica, con la considerazione di altri problemi,
primo tra tutti quello della natura.

II.3. La separazione dei poteri

Guglielmo era un grande sostenitore della separazione dei poteri, assolutamente


contrario all’esercizio del potere temporale, ovvero politico e amministrativo, da parte
della Chiesa. La Chiesa, secondo Ockham, doveva limitarsi ad esercitare il potere
spirituale , nel cui campo doveva avere piena autonomia. Peraltro, il papato doveva
essere un’istituzione al servizio dei fedeli e lavorare per il benessere della comunità, non
per arricchirsi. Infine, secondo Guglielmo, il papato non deteneva il potere assoluto
neanche in ambito spirituale.

II.4. Conoscenza intuitiva e astrattiva


Un altro filosofo francescano, Duns Scoto, grande teologo, aveva identificato
due tipi di conoscenza: l’astrattiva, ovvero la conoscenza dell’universale per mezzo
dell’intelletto; e l’intuitiva, cioè la comprensione dell’oggetto particolare presente ai
sensi o all’intelletto. La conoscenza astrattiva prescinde dalla presenza o dall’esistenza
delle cose, la conoscenza intuitiva è invece legata all’incontro effettivo con gli oggetti.

II.4.1 Primato della conoscenza intuitiva

Per Ockham, la conoscenza intuitiva aiuta a conoscere l’esistenza o inesistenza


delle cose e, quindi, precede quella astrattiva. La conoscenza astrattiva conosce gli
stessi termini dalla conoscenza intuitiva, prescindendo però dalla loro esistenza. Il solo
sapere possibile è, allora, basato sull’esperienza di cose ed eventi individuali, e la
conoscenza intuitiva ha un primato su quella astrattiva. Secondo Ockham, non si può
avere conoscenza intuitiva delle verità teologiche. Per tale motivo, la teologia non può
essere scienza.

II.5. Il principio del rasoio


« Con le sue argomentazioni, logiche, teologiche o metafisiche, Ockham
utilizza un principio di metodo che conosciamo oggi col nome di rasoio di Ockham.
Consiste in un principio di economia secondo il quale è inutile introdurre più entità di
quelle che sono necessarie, «è inutile fare con più ciò che si può fare con
meno». Ockham utilizzava solo gli elementi, gli argomenti e i principi necessari per
evitare di complicare inutilmente le proprie tesi e argomentazioni. »12

III
L’OCCAMISMO

III.1. La fine della scolastica


« In seguito ad Ockham la scolastica non possiede più grandi personalità né
grandi sistemi. Il suo ciclo storico sembra essere concluso. Le scuole che si contendono
il campo sono quindi: il tomismo, lo scotismo e l’occamismo; esse difendono
polemicamente le proprie dottrine, talvolta deformandole e senza apportare loro sviluppi
o contributi originali. Di fronte al tomismo e allo scotismo che rappresentano la via
antiqua, l’occamismo rappresenta la via moderna, ovvero la critica e l’abbandono della
tradizione scolastica. I moderni sono i nominalisti che si affidano alla ragione naturale
ed escludono ogni possibilità di interpretazione razionale della verità rivelata. »13

Nonostante proibizioni e condanne, l’occamismo si diffonde in modo rapido e ben


presto conquista diversi discepoli nelle più famose univerità.
12
N. ABBAGNANO, G. FORNERO, Itinerari di filosofia, protagonisti, testi, temi e laboratori. Volume 1B,
dall’ellenismo alla scolastica. Paravia Bruno Mondadori editore, 2002
13
N. ABBAGNANO, Storia della filosofia, vol. I, La filosofia antica, la patristica e la scolastica. UTET
S.p.A., Torino, 1993
III.2. I primi scolari di ockham
Scolaro di Ockham a Oxford fù il francescano inglese Adamo Wodham, morto
nel 1258, al quale il maestro dedicò la summa totius logicae. Abbiamo di lui un
commentario alle sentenze nel quale vengono difese le tesi fondamentali di Ockham.
Ritenne la fede fondata addirittura su di una logica diversa da quella naturale, una logica
nella quale non vale il principio di contraddizione. Di Giovanni di Mirecourt, nel 1347
furono condannate dai maestri di teologia di Parigi 40 tesi desunte da un commentario
alle sentenze, che è rimasto inedito. Queste tesi sono esagerazioni di principi
occamistici; tra esse si trova quella che Dio è causa del peccato, e che l’uomo pecca con
il consenso della volontà divina; e l’altra, che la carità non è necessaria per la salvezza
dell’anima e quindi l’odio del prossimo non è necessariamente demeritorio. Giovanni
apparteneva all’ordine dei cistrercensi ed era perciò chiamato dai suoi contemporanei
«il monaco bianco».

III.3. La scuola occamista


Nella seconda metà del XIV secolo, l’occamismo è l’indirizzo dominante nelle
maggiori università d’Europa. « Alla base dell’occamismo vi è la dottrina
dell’onnipotenza divina come principio assoluto dal quale deriva la contingenza radicale
del reale e delle sue leggi; anche il rapporto fra oggetto e intuizione viene reso
problematico dalla possibilità che Dio possa causare l’intuizione di un oggetto non
esistente. Separando la ricerca filosofica dalla fede, la teologia perde tutte le possibilità
di mostrarsi come disciplina scientifica e di utilizzare le strutture della filosofia
aristotelica; chiara è altresì l’autonomia dell’organizzazione politica dello Stato rispetto
alla Chiesa, che in qualità di insieme di fedeli non può avere finalità terrena. Nella storia
l’occamismo, oltre ad esporre il primato dell’individuale, unica realtà nell’ordine
dell’essere e del conoscere, ha designato e sviluppato metodologie di analisi logico-
linguistiche che hanno portato ad una considerazione delle strutture filosofiche come
fatti linguistici, discostando l’orizzonte delle ipotesi mentali dal riferimento alla realtà
concreta. »14

Pietro di Ailly, nato nel 1350, vescovo di Cambrai, partecipò al concilio di Costanza nel
quale contribuì alla condanna della teoria della superiorità del concilio del papato. Fù
autore di numerosi scritti di filosofia, teologia e scienze naturali. La sua filosofia
dipende prevalentemente da quella di Ockham. Nel commentario delle sentenze, che è
la sua opera principale, egli afferma che il filosofo può servirsi soltanto della ragione
naturale e che la ragione naturale non consente di dimostrare neppure l’esistenza di Dio;
da questo punto di vista l’esistenza di Dio è solo probabile e l’affermazione di essa
spetta soltanto alla fede. In questo caso la fede è infusa direttamente da Dio, cioè la fede
soprannaturale, non quella acquisita. La fede acquisita, diversamente da quella infusa, è
compatibile con la conoscenza dimostrativa o scientifica. Gli occamisti attraverso il
metodo nominalistico separano la teologia dalle basi aristoteliche togliendole ogni
possibilità di presentarsi come scienza e riducono la fiducia nella ragione applicata alle
dimostrazioni dell'esistenza di Dio e dell'immortalità dell'anima. Nell'onnipotenza
divina vi è anche il caso che Dio possa far intuire un oggetto inesistente: tema del "Dio
ingannatore" usato da Cartesio nella soluzione della certezza del cogito ergo sum.

Dopo Pietro di Ailly, l’Università di Parigi rimase il centro della via moderna, cioè del
nominalismo e dell’occamismo. Il 1° marzo del 1473 re Luigi XI proibiva la dottrina di
Ockham e le opere dei nominalisti, suoi seguaci. In Germania il nominalismo trova
numerosi seguaci; colui che contribuì maggiormente alla diffusione del nominalismo in
Germania fu Gabriele Biel. I seguaci dell’occamismo nell’università di Erfurt e di
Wittemberg si chiamarono gabriellisti e lo stesso Lutero venne indirizzato
all’occamismo da Biel.

L'occamismo ha avuto larghissima influenza nel periodo tra il Trecento e il Seicento,


contribuendo alla progressiva dissoluzione dell'aristotelismo scolastico.

14
ENCICLOPEDIA TRECCANI, occamismo
BIBLIOGRAFIA

Fonti
A.FLICHE, V. MARTIN, STORIA DELLA CHIESA, DALLE ORIGINI FINO AI GIORNI NOSTRI,
XIII MOVIMENTO DOTTRINALE NEI SECOLI IX-XIV.
N. ABBAGNANO, STORIA DELLA FILOSOFIA, VOL. I, LA FILOSOFIA ANTICA, LA
PATRISTICA E LA SCOLASTICA.

N. ABBAGNANO, G. FORNERO, ITINERARI DI FILOSOFIA, PROTAGONISTI, TESTI, TEMI E


LABORATORI. VOLUME 1B, DALL’ELLENISMO ALLA SCOLASTICA. PARAVIA BRUNO
MONDADORI EDITORE, 2002

K. BIHLMEYER – H. TUECHLE, STORIA DELLA CHIESA, 2-IL MEDIOEVO


A. GHISALBERTI, GUGLIELMO DI OCKHAM, BREVE DISCORSO SUL GOVERNO TIRANNICO.
A. DE LIBERA, IL PROBLEMA DEGLI UNIVERSALI DA PLATONE ALLA FINE DEL
MEDIOEVO.
G. GUADAGNI, GUGLIELMO DI OCKHAM: BIOGRAFIA, PENSIERO FILOSOFICO E OPERE.
ENCICLOPEDIA TRECCANI, OCCAMISMO

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