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Il periodo umanistico rinascimentale e le sue caratteristiche generali.

Lo sviluppo della civiltà rinascimentale del quattrocento e cinquecento coincide sul piano storico
con eventi di grande portata: la fioritura delle monarchie europee, le scoperte geografiche,
l'invenzione della stampa, la riforma protestante, la formazione degli Stati sul piano politico e
l'ascesa della borghesia sul piano economico.
In questo periodo ci fu un mutamento non solo del pensiero filosofico, ma di tutta la vita dell'uomo
in tutti i suoi aspetti: sociali, politici, morali, letterari, artistici, scientifici religiosi.
Il termine umanesimo recente; è stato usato per la prima volta nel 1800 per indicare l'area culturale
degli studi classici in contrapposizione a quella delle discipline scientifiche.
Il termine umanista del quattrocento indicava gli insegnanti e cultori di grammatica, retorica, poesia
e filosofia morale.
Già nel trecento si parla di studia humanitatis per indicare queste discipline; humanitas era per
Cicerone l'educazione o paideia dell'uomo.
dalla metà del trecento in poi si attribuì grande valore agli studi umanistici
e si considerò l'antichità classica latina e greca un punto di riferimento e un paradigma per la cultura
Umanesimo significa dunque questa generale tendenza che si manifestò in una maniera nuova, tanto
da contrassegnare l'inizio di un nuovo periodo: della storia, della cultura, e del pensiero.
,
Ci sono due interpretazioni dell'umanesimo:
Paul Kristeller, studioso del 1900:
umanesimo riguarda solo l'ambito delle discipline letterarie.
non la filosofia, gli umanisti non furono filosofi ma solamente filologi.
La filologia è quella disciplina che studia criticamente un testo per farne emergere la verità.
QUINDI: umanesimo rappresenterebbe dunque solo una metà del fenomeno rinascimentale, la metà
non filosofica.

Eugenio Garin, filosofo e storico italiano vissuto nel 1900


attribuisce una valenza filosofica all'umanesimo.
La filosofia del quattrocento è diversa da quella del passato: non è quella delle grandi costruzioni
logiche e teologiche, ma quella delle indagini concrete, precise, della natura e relative alle scienze
morali.
L'essenza dell'umanesimo sta nell'atteggiamento che ha assunto nei confronti del passato,
caratterizzato da una coscienza storica distaccata: gli umanisti scoprirono i classici perché li
distaccarono da sé, perciò li hanno veramente riscoperti. Infatti una caratterisitca importante di
questo nuovo modo di fare filosofia è la considerazione della dimensione storica, con relativo senso
del distacco critico dall'oggetto storicizzato.
Per Garin inoltre la filosofia umanistica era espressione del momento della vita storica italiana: il
primo umanesimo fu una Esaltazione della vita civile perché legato alla libertà politica del
momento.

Le ipotesi dei 2 studiosi si possono completare a vicenda:


- l'umanista e' il mestiere del letterato, ma esso entra nella vita attiva; l'umanista si contraddistingue
per il nuovo modo con cui legge classici: l'antichità fu per gli uomini dell'umanesimo un ideale da
fare ritornare nella sua purezza.
- si crea una nuova filosofia che illumina i problemi della vita quotidiana.
Umanesimo guarda al passato con gli occhi della storia: si capisce il passato dell'uomo solo se si
capisce la sua diversità dal presente e dunque si capisce anche la peculiarità della propria epoca.
(Le dottrine più tipiche del Rinascimento sono quelle circa l'uomo, la storia, la natura.) ciò
contraddistingue l'umanesimo e' il nuovo senso dell'uomo e dei suoi problemi.
Celebre è l'affermazione: l'uomo è il fabbro della propria sorte, cioè può forgiare se stesso e il
proprio destino nel mondo.((( L'uomo è libero e sovrano artefice di se stesso. )))
Quest'immagine dell'uomo coesiste con una concezione religiosa che vede nell'uomo plasmatore
(risoluto, definito)l'immagine del Dio creatore. Ma lo spirito della rinascita e' antropocentrico:
L'uomo è al Centro dell'universo e Dio in periferia.
La difesa della dignità dell'uomo implica un rifiuto dell'ascetismo medievale e la concezione della
vita come impegno concreto nel mondo e non come fuga.
L'uomo è un essere radicato sulla terra, destinato a giocarsi la propria sorte del mondo.
Si elogia la vita attiva contro la vita speculativa, la filosofia morale prende il sopravvento sulla
fisica e metafisica.
Si ha una nuova idea della felicità come realizzazione armonica e completa delle possibilità dell'
uomo. Da ciò deriva il riconoscimento del valore del denaro, elemento indispensabile alla vita.

Rinascimento e' un termine sviluppatosi nell'ottocento per merito dell'opera di uno studioso
svizzero Jacob Burckhardt dal titolo: "La civiltà del Rinascimento in Italia". Per l'autore, il
Rinascimento è un fenomeno italiano d'origine, caratterizzato dall'individualismo pratico e teorico,
dall'esaltazione della vita mondana, dalla liberazione dalle autorità che in passato aveva dominato la
vita spirituale, dal forte senso della storia, dal naturalismo filosofico, dal gusto artistico. La Chiesa
perde il suo predominio in campo culturale che passa ai laici, esponenti di una borghesia in ascesa
che amano l'arte, l'eloquenza, la storia, la filosofia, la pittura, le lingue antiche. Tutte le discipline
manifestano interesse per ciò che è stato prodotto nell'età classica. Il Rinascimento indica dunque
un'età con una cultura opposta a quella medievale, caratterizzata dalla rinascita del mondo antico.
Questa interpretazione è stata da molti criticata: è nato il dubbio che il Rinascimento non sia una
realtà storica, ma un'invenzione della storiografia ottocentesca. In realtà gli umanisti anche se non
hanno parlato espressamente di Rinascimento, hanno usato espressioni come: far rivivere,
rinnovare, restituire nuova vita, far rinascere il mondo antico, e hanno contrapposto la nuova età in
cui vivevano al medioevo, come l' età della luce a quella delle tenebre.
L'umanesimo creò i presupposti per la rinascita della cultura: il Rinascimento è un clima artistico e
culturale che pervase l'Europa tra il quattrocento e il 1500. Ci fu il fenomeno del mecenatismo delle
corti: intellettuale era il cortigiano alle dipendenze di un signore; egli godeva della sua protezione e
ospitalità. L'artista si levò al rango di intellettuale; come il filosofo, il letterato, il poeta, anche lui
produceva cultura, diffondendo con le sue opere una nuova visione del mondo e dell'uomo. L'artista
era pittore, scultore, architetto, scienziato. Nel Rinascimento ci furono grandi artisti: Donatello,
Brunelleschi, Leon battista Alberti, Leonardo, Raffaello, Michelangelo etc.
Dunque il Rinascimento fu un fenomeno di spirituale rigenerazione e di seconda nascita in cui il
ritorno gli antichi significò il ritorno al principio, all'autentico. Imitazione degli antichi si rivelò
efficace stimolo a ritrovare, a creare, rigenerare se stessi. Per questo umanesimo e Rinascimento
sono una sola cosa, le due facce in un medesimo fenomeno. Gli antichi sono stati infatti la massima
incarnazione dei valori dell'esistenza e gli studi classici erano indispensabili per educare l'uomo,
mettendolo in possesso delle sue capacità autentiche. L'umanesimo e Rinascimento occupano 2
secoli: nel quattrocento prevale il pensiero sull'uomo; nel cinquecento il pensiero si allarga anche
alla natura.
Ricapitolando: l'umanesimo ha origine nel 400 nelle città italiane, in particolare Firenze; centrale è
l'interesse per gli studi classici e la riflessione sulla libertà e dignità dell'uomo. Il rinascimento si
diffonde nel 500 in Europa; il rinnovamento si estende a tutti i campi: artistico, filosofico, religioso
e scientifico. Si ritorna al principio: agli antichi e al cristianesimo originario (riforma protestante),si
ha una nuova attenzione per la natura.

Il neoplatonismo rinascimentale.
Nell'età del Rinascimento vi e' una rinascita del platonismo, non però come rinascita del pensiero di
Platone quale troviamo espresso nei dialoghi, ma il testo platonico venne letto alla luce di
parametri neoplatonici. Solo nell' ottocento si e' iniziato a scindere le dottrine neoplatoniche da
quelle di Platone. Il neoplatonismo era una dottrina mistico religiosa che si ispirava a Platone il cui
esponente più importante è stato un filosofo chiamato Plotino vissuto tra il 205 e il 270 dc.
Ciò è accaduto per diversi motivi: in primis l'antichità attribuiva al fondatore della scuola tutte le
dottrine successive a lui ispirate. In particolare accadde per Platone il quale non lasciò scritti
sistematici, consegnò alle lezioni orali le sue dottrine sui principi supremi e non autorizzò i
discepoli a comporre un quadro generale del suo pensiero. Poi l'Accademia platonica subì le sorti
più avventurose: in età ellenistica piegò verso lo scetticismo, poi si fece portatrice di istanze
eclettiche, mentre in età imperiale cercò di creare una sistemazione metafisica complessiva che
culminò con Plotino e i neoplatonici. Infine il platonismo accrebbe il proprio patrimonio con la
speculazione cristiana. Dunque, il platonismo è giunto ai rinascimentali nella forma di
neoplatonismo con tutte le infiltrazioni cristiane.
Un esponente principale del neoplatonismo è stato Marsilio Ficino, (1433-1499) fondatore
dell'Accademia platonica Fiorentina. Tre furono le sue attività principali: quella di traduttore, di
filosofo, e di mago. Infatti egli tradusse una gran quantità di testi, non per erudizione, ma per precisi
bisogni spirituali seguendo un disegno filosofico. Le tre attività sono intimamente connesse e
inscindibili. Il suo pensiero e' neoplatonismo cristianizzato,con alcuni concetti interessanti. La
filosofia era da lui intesa come rivelazione: essa nasce come illuminazione della mente che accoglie
la divina rivelazione e coincide con la religione. I filosofi del passato e Platone sono stati
ugualmente illuminati da questa luce e sono quindi profeti: il fatto che essi abbiano potuto cogliere
una medesima verità si spiega in funzione del logos, cioè del verbo divino uguale per tutti. La
venuta di Cristo segna il completamento di questa rivelazione.
Lo scopo della sua filosofia era rinnovare l'uomo e il suo mondo: l'uomo è veramente il centro della
sua speculazione.
La struttura della realtà, secondo Ficino, presenta 5 gradi decrescenti di perfezione: Dio, gli angeli,
che costituiscono il mondo intellegibile, l'anima, la materia e la forma che costituiscono il mondo
fisico. L'anima e' in mezzo: sia ascendendo dal corpo a Dio, sia discendendo da Dio al corpo, essa
si trova nel mezzo. Perciò e' il centro della creazione, indistruttibile, infinita. L'anima è termine
medio tra Dio e angeli e il mondo corporeo; essa e ' il centro della natura ed è chiamata copula
mundi cioè punto di congiunzione tra mondo fisico e mondo spirituale. Dio è il creatore del mondo
e rivela in esso la sua presenza: è perciò trascendente e immanente. Trascendente perché è distinto e
separato dal mondo; immanente perché nel mondo sono presenti le idee di tutte le cose che
costituiscono l'essenza divina.
Il filosofo sviluppa anche il tema dell'amore in cui l'eros platonico si sposa all'amore cristiano;
l'amore e' principio fondamentale dell'universo che sospinge gli esseri verso Dio. Come Dio ha
creato il mondo per amore, così il mondo per amore ritorna verso Dio. L'amore al più alto livello e'
reintegrazione dell'uomo in Dio, resa possibile attraverso la progressiva ascesa nella scala d'amore.
Ficino si proclamò mago, seguace della magia naturale la quale si fonda sull'introduzione, di origine
neoplatonica, di un elemento speciale, lo spirito, sostanza sottilissima che pervade i corpi, che
costituisce il mezzo con cui l'anima agisce sul corpo e viceversa. lo spirito e' diffuso ovunque: in
noi, nel mondo, nel cielo. La magia naturale tendeva a predisporre lo spirito che e' nell'uomo a
ricevere lo spirito del mondo e ad assorbirne la sua vitalità. Pietre, metalli, erbe, conchiglie
potevano essere utilizzati in modo vantaggioso per fare degli incantesimi.
Un altro esponente importante del neoplatonismo rinascimentale fu Giovanni Pico della Mirandola
(1463-1494)che scrisse un famoso discorso sulla dignità dell'uomo: la dottrina della dignità
dell'uomo è presentata come una derivazione dalla sapienza orientale. Egli sostenne che l'uomo è un
grande miracolo perché è artefice di se stesso, auto costruttore: a seconda di quali tendenze
coltiverà, potrà diventare o pianta o animale o razionale o addirittura potrà unirsi a Dio. L'uomo è
un essere intermedio che possiede le caratteristiche di tutti gli altri esseri dell'universo e pertanto
può, con un atto di libera scelta, influire sulla sua stessa natura, abbassandosi alle creature inferiori
o innalzandosi a quelle superiori. Questo processo di elevazione spirituale può essere ottenuto solo
recuperando la vera sapienza, che si trova dispersa nelle varie filosofie e correnti religiose e
riportandone i principi all'unità. Lo scopo della sua speculazione era la pace, l' unione e l'amicizia
tra gli uomini; il suo obiettivo era armonizzare le varie filosofie e credenze religiose. proprio in
vista di tale obiettivo, Pico si era fatto promotore di un grande convegno di dotti che avrebbero
dovuto incontrarsi a Roma per discutere 900 tesi tratte da fonti diverse, in cui, secondo lui, erano
racchiusi i principi della sapienza universale. Il convegno però venne proibito dalle autorità
ecclesiastiche perchè alcune tesi vennero dichiarate eretiche.

Un filosofo molto importante dell'età del Rinascimento fu Bernardino Telesio (1509-1588); egli
visse tra il 1509 e il 1588 e studiò fisica, medicina e filosofia a Padova. Il suo capolavoro è l'opera
"La natura secondo i propri principi".Se considerato nell'ottica del suo tempo, il pensiero di Telesio
è un tentativo radicale di avviare la fisica sulla strada di una ricerca autonoma, sganciandola dai
presupposti metafisici e soprattutto dalla filosofia di Aristotele. In Aristotele la fisica è collegata
alla metafisica; Telesio pur non negando un Dio trascendente e un'anima soprasensibile, li pone
fuori dalla fisica e stabilisce l'autonomia della natura e dei suoi principi e di conseguenza
l'autonomia della ricerca di questi principi. L'uomo non deve imporre schemi a priori alla natura ma
deve scoprirne le leggi. La natura ha in se stessa i principi della propria spiegazione; l'uomo per
conoscerli deve far parlare la natura, affidandosi alla sua rivelazione. L'uomo può conoscere la
natura in quanto lui stesso è natura cioè sensibilità; il filosofo privilegiò la conoscenza sensibile
come mezzo per scoprire la verità. Il senso rivela la realtà della natura essendo la natura vitalità e
sensibilità. Principi fondamentali della sua filosofia sono la massa corporea, il caldo e il freddo. La
natura cioè è massa corporea pervasa da due forze incorporee: il caldo freddo. Il caldo e' fattore di
movimento e di vita; il freddo è fattore di immobilità e di morte. Gli elementi e le forme di tutte le
cose derivano da questi principi. Gli animali si distinguono dalle altre cose perché hanno una
sostanza corporea tenue che è nel corpo come nel proprio rivestimento; è come l'anima sensitiva di
Aristotele, ma anche l'anima è corporea. La funzione dell'anima è quella di sentire, cioè un contatto
sensibile attraverso il quale l'anima percepisce le cose; sia la memoria che l'intelletto derivano dai
sensi, ma offrono una conoscenza generica e fredda, perché l'intelligenza offre immagini indefinite
prive di vivacità. Ma nell'uomo esiste un genere di anima divina e immortale. Alla ragione occorre
dare fiducia come ai sensi, ma i sensi sono molto più credibili.
Il bene per l'uomo e' la propria autoconservazione; il suo male la propria autodistruzione. Il piacere
è ciò che diletta lo spirito cioè ciò che gli è favorevole; è la sensazione della conservazione. Il
dolore è ciò che abbatte lo spirito, il nocivo; e' la sensazione di distruzione.
Ammette Dio, ma non bisogna farne ricorso nella fisica: Dio non può essere ridotto a motore
immobile, e' anche provvidenza verso gli uomini ed è creatore e reggitore del mondo. Infusa da Dio
e' l'anima immortale, forma del corpo: con essa l' uomo intende il bene eterno e lo vuole.

Un altro grande filosofo del Rinascimento fu Giordano Bruno.


Nacque a Nola, in provincia di Napoli nel 1548. Entrò in un convento domenicano a 18 anni, dove
fu ordinato sacerdote nel 1572. Sin dalla giovinezza si mise in mostra per le sue doti di memoria e
per la sua grande intelligenza; era un ragazzo prodigio. Grave fu il processo nel 1576 per il
sospetto di responsabilità, in realtà infondato, nell'uccisione di un confratello. Bruno lasciò l' abito e
si rifugiò in Svizzera a Ginevra, frequentando ambienti calvinisti e quali ben presto si ribellò. Le
strette celle monastiche non si addicevano ad uno spirito libero come il suo. Dal 1579 visse in
Francia, nel 1583 a Londra; nel 1585 tornò a Parigi; scelse poi la Germania luterana. Nel 1593 ci fu
un processo per eresia conclusosi con la condanna al rogo avvenuta nel 1600.
Tutti gli scritti presentano una nota comune: l'amore della vita nella sua infinita espansione. Da qui
nasce il suo interesse per la natura considerata viva, animata, compresa tramite la magia.
Giordano Bruno credeva nel culto degli dei naturali dell'antica Grecia e nella religione degli
egiziani. L'antica religione dei greci e degli egiziani è la buona religione, distrutta dal
cristianesimo, a cui bisogna tornare e di cui si sente profeta che ha la missione di farla rivivere.
L'antica religione era una sapienza originaria ed era una religione della natura. Egli critica la
religione cristiana come sistema di superstizioni e di credenze che servono per commettere delle
ingiustizie, un'arma nelle mani dei potenti per opprimere i deboli. Bruno voleva fare una sua
controriforma egiziana: è chiaro che non poteva andare d'accordo con i cattolici, con i protestanti,
con i calvinisti, e per questo provocò in tutti gli ambienti in cui si trovava violente reazioni. La
religione cattolica era per Bruno un insieme di superstizioni contrarie alla ragione e alla natura. La
tappa più significativa della carriera di Giordano Bruno fu il soggiorno in Inghilterra, dove compose
alcuni dialoghi che sono i suoi capolavori. (De l'infinito universo et mondi, Degli eroici furori, Lo
spaccio della bestia trionfante, De la causa, principio et uno). Egli espose una visione dell'universo
copernicana, cioè eliocentrica e basata sul l'infinitudine del cosmo. Egli sosteneva una visione
panteistica cioè vedeva Dio presente nella natura delle cose. I fondamenti della sua dottrina sono
tratti dal neo platonismo con spunti delle filosofie antiche presocratiche.
Tutto l'universo e' effetto di un supremo principio, mente sopra le cose, inconoscibile, oggetto solo
di fede. Dal primo principio deriva un intelletto universale, mente nelle cose, facoltà dell'anima
universale, da cui scaturiscono le forme immanenti alla materia. In questo caso Dio e' immanente e
accessibile alla ragione. La realtà è fatta di materia e di forma: le forme sono la dinamica struttura
della materia che vanno e vengono, cessano si rinnovano, perché tutto animato e vivo. L'universo è
un organismo dotato di un'unica forma e di un unica materia: la forma e' Dio come anima del
mondo che da' le forme, l'unica materia e' la massa corporea che l'intelletto divino plasma del suo
interno. In Giordano Bruno, Dio e la natura, materia e forma, atto potenza coincidono. Dio è
l'energia produttrice del cosmo; la sua filosofia è una forma di panteismo. L'universo è infinito,
perché se infinita è la causa, infinito deve essere l'effetto. Esistono infiniti mondi simili al nostro.
L'universo è uno spazio infinito, costituito da infiniti mondi e si identifica con Dio stesso. Egli
inoltre accettava l'eliocentrismo perché il sole aveva un significato particolare, rappresentava
l'intelletto divino.
Una delle opere principali scritte da Bruno e' "Degli eroici furori". Eroico furore e' lo sforzo che
l'uomo deve fare per penetrare nella natura e fondersi con essa. Attraverso la morale dell'eroico
furore, l'uomo partecipa alla vita dell'universo e si congiunge alla natura e a Dio che in essa è
immanente. Furore è uno slancio che si manifesta come amore e come dedizione di se stesso nella
ricerca di una conoscenza sempre più completa e nel tentativo di nuove esperienze. Questo farsi
tutto uno dell'uomo con la natura riguarda anche il campo pratico e morale. Il filosofo è favorevole
ad una morale attivistica che esalta i valori della fatica, dell'ingegnosità e del lavoro umano. Infatti
l'individuo che contempla la natura deve continuare a suo modo l'opera creatrice della natura. In
altre parole, la contemplazione di Dio non è fine a se stessa, perché rappresenta un incentivo a fare
come Dio, ossia realizzarsi come creatività ed energia produttrice, dando luogo ad altre nature ad
altri corsi, ad altri ordini. Infatti un tema rinascimentale molto importante è quello dell'uomo fabbro,
artefice del proprio destino.
Giordano Bruno esalta l'uomo che ha ricevuto dagli dei la capacità di contemplare e trasformare il
mondo. Ciò che caratterizza l'uomo è il possesso delle mani e dell'intelletto. Queste 2 capacità sono
fondamentali per la comprensione e la trasformazione delle cose in vista del progresso tecnico e
scientifico. La conoscenza delle cose non può prescindere dalla loro manipolazione: solo toccandole
e modificandole, l'uomo può arrivare a ottenerne il controllo e utilizzarle in vista dei propri progetti.
La dignità dell'uomo non è affidata solo all'intelligenza, ma anche al lavoro manuale.

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