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Philip

Glass
1) Lo stile compositivo di Philip Glass è tra i più identificabili: la sua l’identità stilistica è una
novità che non viene condizionata, ma amplificata da un continuo interscambio di idee

2) All’inizio degli anni Settanta, il compositore, fonda un ensemble composta soprattutto da
fiati e tastiere elettroniche con la quale tiene circa 80 concerti ogni anno in giro per il mondo e
per il quale ha composto la maggior parte dei pezzi del suo catalogo

3) Oltre a comporre, P. Glass scrive diversi libri e colonne sonore per il cinema, è presidente di
una casa discografica destinata a diffondere i lavori di giovani compositori di tutto il mondo,
supervisiona la sua casa editrice musicale

4) La musica di Philip Glass nasce da influenze indiane. Questo suo interesse per l’India è nato
alla fine degli anni 60 quando ha collaborato con musicisti come Ravi Shankar e Allarakha

5) Da bambino studia il flauto presso il Peabody Conservatory of Music; in seguito frequenta
la Julliard school di New York dove si dedica principalmente alle tastiere; nell'estate del 1960
studia con Darius Milhaud e compone un concerto per violino per una compagna di studi,
Dorothy Pixley-Rothschild. Nel 1964, a Parigi, essendo interessato a ottenere una solida base
tecnica in discipline come il contrappunto, l’armonia e l’analisi (le scuole americane
frequentate approfondivano più di tanto queste tecniche) va a studiare con Nadia Boulanger
in quanto ella era stata insegnante di tutti i migliori musicisti che Glass conosceva.

6) In Germania

7) Il pubblico si divide in due parti, una che applaude e una che fischia. Negli ultimi anni,
tuttavia, questo non succede più: alcune persone sembrano addormentate ai concerti, non
sembrano prendersela più per nulla, sono come anestetizzate.

8) Viene criticato per avere commercializzato la sua musica per adattarla ai film e viene
accusato di riciclare sempre le stesse figure musicali. Glass ormai non da’ molta importanza ai
critici anche perché molti di essi sono ormai morti o in pensione

9) Cerca ogni volta di fare qualcosa che non ha mai fatto prima attraverso
nuove tecniche e nuovi ambiti

12) A 39 anni, nel 1975

Steve Reich
1) Il compositore Steve Reich ha un cattivo rapporto con il mondo musicale accademico e con
le orchestre sinfoniche tradizionali alle quali ha dedicato pochi brani del suo catalogo perché
preferisce comporre per il suo ensemble di tastiere e di percussioni
2) Per “Pendulum Music” ) si utilizzano 4 microfoni penzolanti tenuti in mano da 4 esecutori
che li lasciano andare allo stesso tempo: il risultato è una specie di cinguettio di uccellini;
questo suono progressivamente si allunga fino a formare un’unica nota prolungata.
Per “phase patterns” Reich utilizza i tasti dell’organo come un set di tamburi intonati, in modo
esclusivamente percussivo e senza preoccuparsi di rapporti melodici o armonici.

3) Reich ritiene alcuni dei suoi brani troppo lunghi

4) “Vermont Counterpoint” si tratta di una serie di pezzi in cui il solista suona con un nastro in
cui sono registrate altre 10 parti diverse per lo stesso strumento. Viene annullata, quindi, la
tradizionale figura del solista e anche il nastro magnetico non è più considerato come un
arsenale di rumori strani.

5) Secondo Reich il direttore in un ensemble non serve e quindi non dovrebbe esserci

6) Innanzitutto ha scelto la musica decidendone i tempi e le tonalità, in seguito, grazie ad un
software sofisticato, ha aggiunto le parti parlate sulla musica modificandone le altezze ma
senza cambiarne il ritmo originale.

7) Il compositore ritiene la vocalità operistica perfetta per la musica che va da Mozart a
Wagner, in quanto nata per farsi udire al di sopra dell’orchestra
ma con l’invenzione del microfono che permette di cantare normalmente senza sforzare la
voce, secondo Reich, non c’è bisogno di una vocalità operistica

8) Il compositore non pensa che il suo successo lo condizioni artisticamente, e non ritiene sia
necessario raggiungere altre persone, gli basta il pubblico che ha in quanto il genere di musica
che fa è diretto a un pubblico necessariamente più ridotto. Reich è comunque felice della
popolarità che ha e si considera uno dei compositori viventi più fortunati

9) Secondo Reich la cosa più importante per un compositore è l’intenzione musicale

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