Dalla metà del 1700 al 1830 ci troviamo di fronte a numerosi capovolgimenti mondiali,
dall’indipendenza delle 13 colonie britanniche in nord America, fondando così gli
Stati Uniti d’America, alla rivoluzione francese, avvenimento che fece tremare le
monarchie di tutta Europa.
In questo periodo abbiamo anche l’inizio di qualcosa di totalmente nuovo, ovvero
l’aumento delle prime industrie, con la prima rivoluzione industriale, la nascita della
macchina a vapore e lo sviluppo dell’energia elettrica.
Grazie a questi cambiamenti, nasce una nuova classe sociale che prende il nome di
Borghesia, fatta di scienziati, imprenditori, avvocati e studiosi, in contraddizione con la
vita languida della nobiltà, i borghesi cercano di creare con la loro conoscenza il
mondo del futuro.
Si espande così il movimento culturale denominato “illuminismo”, dove la
razionalità viene messa al di sopra di ogni cosa, insieme ad ideali come libertà e
uguaglianza.
In questo periodo le orchestre si allargano, si evolvono verso nuovi insiemi: oltre agli
archi e al basso continuo del clavicembalo si aggiungono i primi fiati, come il
clarinetto, l’oboe, il corno francese e i flauti, dando all’insieme un suono più
impastato e morbido.
Anche nel melodramma, inizia ad esserci maggior equilibrio tra vocalità e parte
strumentale, permettendo anche alle donne di prendere parte alle opere.
Molti sono i compositori celebri di questo periodo, ma i più significativi, che hanno
portato ad una vera e propria svolta nella storia della musica sono: Franz Joseph
Haydn, Wolfgang Amadeus Mozart e Ludwig Van Beethoven.
All’età di 17 anni, a seguito della muta della voce dovette lasciare il coro della chiesa.
Iniziò quì un periodo nuovo nella città di Vienna, in cui Haydn mise a frutto le sue
abilità come musicista, iniziando a lavorare a pagamento per suonare a feste private.
Ebbe la possibilità di conoscere ed imparare alcuni fondamenti di composizione da
Nicola Porpora, compositore Italiano di fama ed ammirato dai suoi contemporanei.
Haydn ebbe sempre la capacità di guardare con un occhio al passato e allo stesso
tempo oltre, verso nuovi stili e forme. Si sposò con Maria Anna Theresia Keller, dal
quale però non ebbe figli.
Dal 1761 iniziò la sua lunga carriera come Kozertmaister presso la Corte dei
principi Esterhàzy a Eisentadt, una delle famiglie più ricche ed importati degli stati
asburgici. Il suo ruolo era quello di dirigere l’orchestra, comporre musica, suonare
musica da camera ed impartire lezioni ai suoi protettori. Haydn prestò servizio alla
famiglia Esterhàzy per 30 anni, sentendosi estremamente grato per la lunghezza della
sua carriera.
Intorno al 1781, Haydn strinse amicizia con un giovanissimo Mozart, il cui talento
echeggiava per tutta Europa. Il giovane era stato fortemente affascinato dalle
opere del più anziano, trovando in lui un mentore che nominò affettuosamente
“Papà Haydn”.
Nel 1790 il principe Nicola I Esterhaàzy muore ed il figlio decide di licenziare
l’orchestra, assicurando però al compositore una pensione. Haydn, ormai anziano,
decise di accettare una nuova offerta più vantaggiosa, ovvero di viaggiare in Inghilterra,
dove la sua musica era molto acclamata e poter dirigere le proprie sinfonie.
Infatti, in tutta la sua vita Haydn scrisse ben 108 sinfonie, delle quali più celebri si
ricordano: le sinfonie dette “Londinesi” che vanno dalla numero 93 alla 104 e la
sinfonia detta “digli Addii” numero 45, che rappresenta una prima forma di
“sindacalismo”, ovvero a causa di mancanza di spazio, i musicisti non poteva essere
raggiunti dalle loro famiglie nei lunghi periodi di prova, lamentandosi con il
compositore. Così Haydn decide di aggiungere nel finale della Sinfonia un tipo di
scrittura in cui i musicisti lasciano la scena, uno dopo l’altro spegnendo ognuno la
candela del proprio leggio. Gli unici a rimanere fino al termine sono due violini.
Haydn scrisse moltissimo anche per quartetto d’archi e musica sacra.
Morì, infine a Vienna, nel 1809 all’età di 77 anni.
L’opera lirica era il suo genere prediletto, che gli permetteva di esprimere al meglio le
sue idee, grazie all’aiuto del librettista Lorenzo da Ponte (il librettista era colui che
scriveva i testi delle opere).