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Conservatorio di musica “Gesualdo da Venosa” • Potenza

Anno accademico 2012-2013

Diploma accademico di II livello in Clarinetto

STEVE REICH: COMPOSIZIONI DEL SECONDO


NOVECENTO

Candidato Relatori

Michele Zaccagnino M.o Federico Fornoni

Matricola n. 7288

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INTRODUZIONE

La stesura di questa breve tesi nasce da una voglia personale di scoperta


delle avanguardie della musica del secondo Novecento. In particolare,
tratterò la figura del compositore Steve Reich, pioniere della musica del
Novecento e del minimalismo. Steve Reich è forse l'unico a godere di un
cauto e perplesso rispetto da parte dei suoi colleghi europei. Per il senso
dell'eufonia, la combinazione di suoni così perfetta nel risultato, da risultare
inebriante; per la complessità ritmica dei suoi pezzi, costruiti secondo una
logica di sovrapposizione di strati sonori diversi derivata da certa musica
africana e dal gamelan balinese e giavanese; per la padronanza della
scrittura, delle tecniche esecutive, della tecnologia. La Grande Mela tanto
amata da Reich e ascoltandone la musica se ne sente il respiro, l’incrociarsi
delle persone per strada, i colori, i suoni, a definire un ritmo, una
pulsazione che diventa la città stessa, il suo essere organismo complesso e
vivente. Siamo di fronte ad una musica che chiede sicuramente pazienza,
ma le trame sonore dei lavori meglio riusciti di Reich, regalano emozioni
sonore non indifferenti. Come decostruzioni invisibili create con il suono, i
mattoni musicali si ripetono in modo apparentemente uguale, ma la trama
circoscrive spazi che svelano nel tempo architetture di monumentale
bellezza.1

1
http://www.pianoinclinato.it/steve-reich-musica-contemporanea/
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1.STEVE REICH

Steve Reich nasce il 3 ottobre 1936 a New York, da una famiglia ebrea
di emigranti dell’Europa centrale. Entra in contatto fin da piccolo con la
musica grazie alla madre, cantante lirica ed al nonno materno che, oltre
ad essere un gioielliere, era anche un ottimo pianista e, soprattutto, un
appassionato di musica. Un anno dopo la sua nascita i suoi genitori si
separano; la madre andrà a vivere a Los Angeles, costringendo il piccolo
Reich ad intraprendere frequenti viaggi in treno. Pur avendo ricevuto
lezioni di pianoforte fin da bambino, Reich non se ne appassionò
particolarmente; la svolta invece avvenne a quattordici anni, quando
iniziò a studiare percussioni con Roland Kohloff. Nel 1950, costretto a
spostarsi continuamente e a viaggiare in treno, si trasferisce da New
York a Larchmont, in compagnia del padre, dove si avvicina al jazz e
subisce la grande influenza di un grande compositore di quell’epoca,
Igor Stravinskij. La scoperta e l’immersione nell’ascolto di un certo tipo
di musica lo porta verso l’idea che lui avrebbe sempre avuto più
interesse riguardo alla musica moderna piuttosto che a quella precedente
al 1750. Nel 1957 termina i suoi studi in filosofia. Dopo la laurea, Reich
inizia a studiare composizione sotto la guida di Hall Overton,
compositore prettamente di musica jazz, e successivamente si iscrive alla
Juillard School of Music. Dopo l’avventura alla Juillard School Reich
ritorna in California, dove si iscriverà al Mills College di Oakland, dove
per diciotto mesi seguirà le lezioni di Luciano Berio che in quel periodo
poneva i suoi maggiori interessi nella musica elettronica ed in particolar
modo nell’utilizzo del nastro magnetico e della voce come fonte sonora.

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1.1 IL PERCORSO MINIMALISTA
La sua esperienza di vita e di studio a San Francisco, porteranno Reich ad
entrare in stretto contatto con il formidabile ed eccitante mondo artistico
della città. I suoi ascolti principali e giornalieri erano: Miles Davis, Kenny
Clark e John Coltrane, che piano piano lo portarono alla decisione di
formare una jazz band. L’ evoluzione jazz non sarà l’unica alla quale Reich
si ritroverà ad esser testimone, contemporaneamente si andranno a
sviluppare, nel mainstream della musica popolare, generi come il Rhythm e
Blues e la cosiddetta musica Soul. Gli artisti che andavano a registrare per
etichette discografiche come la “Tamla”, “Motown”, “Stax” portarono un
nuovo e complesso linguaggio ritmico nel mondo della musica pop: questo
era il mondo musicale dal quale Reich era circondato durante il periodo dei
suoi studi californiani. Influenzato da compositori come Berio e
Stockhausen con la loro musica elettronica ed i loro nastri magnetici da una
parte, la musica africana ed il jazz modale dall’altra, cominciò ad elaborare
ed inserire nella propria musica questi elementi apparentemente lontani tra
loro, ma che grazie al suo genio creativo riuscirono a convivere e diventare
la caratteristica del suo nuovo linguaggio. 2 Dopo la sua laurea in
composizione, Reich si sentirà pienamente in contrasto e distaccato dal
mondo accademico e cercherà, quindi, una sua personalissima strada,
quella della sperimentazione. In quel periodo Reich ricopre comunque
alcuni incarichi come insegnante, sia in qualità di assistente al Mills
College, che come docente di teoria e composizione musicale in una scuola
di musica di San Francisco. Queste esperienze però gli faranno
comprendere subito che l’energia che gli occorre per portare avanti la sua
attività di compositore è rivolta principalmente verso i suoi allievi non
riuscendo così a rendere concreto, in maniera soddisfacente, il suo lavoro
compositivo. 3
2
Andrea Sorrenti: Il Minimalismo e Steve Reich. La Svolta Americana (1963 – 2013) p. 19
3
Ivi. p. 19
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<<Mi era chiaro che l’insegnamento richiedeva un talento diverso dalla composizione e
che i miei migliori maestri, Hall Overton e Vincent Persichetti, non erano
necessariamente i migliori compositori. Dai compositori più grandi come Berio ho
imparato non tanto chi fossi io come compositore, quanto chi fosse lui […]. Ci vuole
invece un insegnante che comunichi le informazioni di cui lo studente ha bisogno tenuto
conto della sua situazione particolare in un dato momento>>

Reich successivamente iniziò a lavorare come taxista a San Francisco, e


purché fosse impegnato in questo lavoro, portava sempre con sé un
registratore, in funzione rec, per registrare e studiare la voce dei suoi
clienti. Ad esempio il suo 'It's Going to Rain' nacque proprio da una
registrazione che Reich fece ad un predicatore nero, fratello Walter, che
annunciava la fine del mondo, rifacendosi al biblico diluvio universale
ripetendo diverse volte la frase: 'It's Going to Rain' (“sta venendo a
piovere”). Una delle ragioni per cui Reich fu attratto dal nastro che registrò
dal carismatico predicatore, fratello Walter, fu la pura musicalità del suono.

“A volte quando le persone parlano, quasi cantano"4

L’elaborazione della frase inserita su due nastri magnetici fatti partire inizialmente
all’unisono per poi farli lentamente sfasare crearono una delle tecniche compositive
principali di Steve Reich, il “Phasing” (defasaggio).5

<<Con It’s Gonna Rain Reich aveva trovato la sua strada minimalista ma non si trattava
soltanto di un procedimento, perché tutte le tensioni drammatiche contenute nella voce
del fratello Walter esplodevano letteralmente attraverso quel gioco di ripetizioni,
componendo un documentario sonoro in cui riverberavano le inquietudini intellettuali
ed esistenziali di una delle epoche più travagliate della nostra storia recente>>6
4
https://www.npr.org/sections/deceptivecadence/2015/01/27/381575433/fifty-years-of-steve-
reichs-its-gonna-rain
5
Andrea Sorrenti: Il Minimalismo e Steve Reich. La Svolta Americana (1963 – 2013) p. 20
6
ENZO RESTAGNO, Autori Vari Reich, Torino, EDT, 1994, p. 38
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Nel 1966 il compositore decide di tornare a New York, lavorando e
perfezionando la tecnica meccanica del Phasing. La nuova domanda che
Reich a questo punto si pose fu: “E se fosse l’uomo a comportarsi da
macchina?” “Avrebbe potuto un interprete eseguire il Phasing”. Questo fu
il nuovo punto di partenza, ricerca e sperimentazione di Reich. Registrò un
pattern al pianoforte e una volta messo in loop provò lui stesso a defasare la
cellula musicale, ci riuscì. Nel 1967 nascono Piano Phase e Violin Phase
dove rispettivamente due pianisti e due violinisti seguono le strutture dei
brani applicando la tecnica del Phasing dove indicato. Era nata una nuova
concezione dell’interpretazione musicale, il musicista avrebbe affrontato
queste nuove sfide cambiando il proprio modo di suonare, veniva richiesto
un diverso tipo di concentrazione ben lontano da ciò che si era soliti
imparare in ambito accademico. 7 Reich parlando in particolare della
propria musica e in generale della musica contemporanea, sostiene:

<<Per affrontare un certo repertorio bisogna amarlo e non subirlo […] è bene che il
compositore di oggi provveda a fondare un ensemble con il quale curare personalmente
l’esecuzione della propria musica>>8

Fu così che nacque l’ensemble Steve Reich and Musicians. Nel 1970 Reich
vince una borsa di studio del Dipartimento Progetti Speciali dell’Istituto
per L’Educazione Internazionale che lo porta in Ghana, dove avrà modo di
conoscere le soluzioni armoniche e ritmiche della musica africana.

Reich durante la sua vita non ebbe solo una crescita artistica ed
intellettuale, ma anche spirituale. Nel 1974 il bisogno di una spiritualità
introspettiva raggiunse il proprio culmine; le filosofie orientaleggianti, che
tanto andavano di moda in quel periodo, non rispecchiavano la sua
7
Andrea Sorrenti: Il Minimalismo e Steve Reich. La Svolta Americana (1963 – 2013) p. 22
8
1 ENZO RESTAGNO, Autori Vari Reich, Torino, EDT, 1994, p. 38
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personalità. Ciò che fin da ragazzo aveva sempre ignorato o vissuto con
indifferenza divenne, quell’anno, un aspetto importantissimo per la crescita
della propria persona e della sua arte: la religione ebraica. L’incontro con la
videoartista Beryl Korot, che nel 1976 divenne sua moglie, fu decisivo per
far innescare in sé la giusta determinazione per iniziare la propria ricerca
spirituale. Frequentò la sinagoga, imparò l’ebraico e fece un viaggio a
Gerusalemme dove poté studiare e registrare esempi di cantillazione dei
primi versi della Genesi. Da questa esperienza nacque un nuovo inizio
riguardante il concepire e l’ideare i propri pensieri musicali, la cantillazione
ispirò la nascita di una tecnica che lo stesso Reich avrebbe definito
“melodic construction” basata sulla costruzione di melodie più lunghe
utilizzando brevi frammenti; questo nuovo modo di concepire la musica fa
intuire un allontanamento degli schemi minimali utilizzati fino a quel
momento. 9 Caratteristiche di questa “nuova musica sono: sensibile
riduzione della durata, aumento dell’utilizzo tecnico armonico, dilatazione
delle melodie utilizzate, e grandissima varietà timbrica. Esempio molto
concreto di questo nuovo modo di comporre di Reich, è la sua
composizione “Music for a Large Ensemble”. Il pezzo è diviso in quattro
sezioni, ognuna contrassegnata da un cambiamento chiave iniziato dal
metallofono. Come in alcune delle sue altre opere dello stesso periodo,
Reich usa la tecnica dell'aumento in questo lavoro, per cui frasi brevi e
rapide sono distese per diventare linee più lunghe, che si combinano
puntualmente con altre melodie, quindi usando la diminuzione vengono
restituite alla loro lunghezza più breve. Ognuna delle quattro sezioni del
pezzo si sviluppa in una struttura ad "arco", ABCBA, caratteristica del
lavoro di Reich di questo periodo. Successivamente Reich iniziò a scrivere
per orchestra. Nel 1979 nasce Varations for Winds, Strings and Keyboards,
un lavoro decisamente nuovo e diverso. Nel 1983 il bisogno di espansione

9
Andrea Sorrenti: Il Minimalismo e Steve Reich. La Svolta Americana (1963 – 2013) p. 24
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e grandezza di Reich raggiunge il culmine. Il suo genio creativo produce un
vero e proprio poema sinfonico dei nostri giorni: The Desert Music. Viene
utilizzato l’organico più vasto di tutti i lavori del compositore, sia
precedenti che postumi; 89 esecutori costituiscono una grande orchestra e
27 cantanti formano un sostanzioso coro, il poema sinfonico raggiunge una
durata di 50 minuti. La struttura musicale scorre attraverso cinque
movimenti andando a creare una forma ad arco A-B-C-B-A: il primo e il
quinto sono rapidi presentando lo stesso ciclo armonico; il secondo ed il
quarto hanno un tempo moderato, ugual testo e lo stesso ciclo armonico; il
terzo si presenta come il più lungo fra i cinque (18 minuti) con una struttura
interna anch’essa ad arco A-B-A. 10 Tra l’80 e il 90 abbandona la scrittura
orchestrale, per dare interesse ai nuovi mezzi di registrazione ed ai
nuovissimi suoni degli strumenti elettrici. Nel corso degli anni Ottanta la
musica di Reich è andata incontro a un progressivo iscurimento: da un
punto di vista tecnico, ciò è dovuto dall’utilizzo dei modi ebraici, mentre
dal punto di vista contenutistico ciò rispecchia la sua presa di coscienza dei
problemi divenuti drammatici in quel decennio, ossia l’inquinamento,
l’Aids, il cinismo politico e il conflitto israeliano-palestinese. In Different
Trains (1988), che parla tanto dei viaggi in treno della sua infanzia, quanto
dei treni usati dai nazisti per deportare i bambini ebrei, Reich torna ai
dialoghi registrati, come già sperimentato vent’anni prima, tuttavia qui li
utilizza per la prima volta come fonte di materiale melodico. Riprende poi
la stessa tecnica in The Cave (1990-93), dove in luogo dell’orchestra
utilizza un ensemble di percussioni con voci e strumenti ad arco che
sostengono il canto. Il lavoro, realizzato assieme alla moglie, la video
maker Beryl Korot, è un documentario in cui la musica è a tutti i livelli
parte dell’argomento trattato: le parole degli intervistati sono riecheggiate
dal canto e dagli strumenti, come se ci si trovasse in una caverna.11 Steve
10
Ivi. p. 29
11
https://bibliolmc.ntv31.com/node/2662
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Reich, attualmente ancora vivo, nel 2009 è stato insignito del Premio
Pulitzer per la sua composizione Double Sextet e nel 2014 ha ricevuto il
Leone D’oro alla carriera durante il 58° Festival internazionale di musica
contemporanea della Biennale di Venezia.

ELECTRIC COUNTERPOINT

Electric Counterpoint (1987) è stato commissionato dal Brooklyn Academy


of Music's Next Wave Festival per il chitarrista Pat Metheny. È stato
composto durante l'estate del 1987. La durata è di circa 15 minuti. È il terzo
di una serie di pezzi (primo Vermont Counterpoint nel 1982 per il flautista

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Ransom Wilson, seguito da New York Counterpoint nel 1985 per il
clarinettista Richard Stolzman) tutti che trattano con un solista che suona
sopra un nastro pre-registrato di sé stessi. In Electric Counterpoint il solista
pre-registra fino a 10 chitarre e 2 parti di basso elettrico e poi suona l'ultima
11a parte di chitarra dal vivo sul nastro. Il contrappunto elettrico è in tre
movimenti; veloce, lento, veloce, suonato uno dopo l'altro senza pausa. Il
primo movimento, dopo una sezione introduttiva pulsante in cui sono
indicate le armonie del movimento, utilizza un tema derivato dalla musica
del corno centrafricano. Questo tema è costruito in otto canoni vocali e
mentre le altre due chitarre e bassi suonano armonie pulsanti, il solista
suona motivi melodici che derivano dall'intreccio contrappuntistico di
quelle otto chitarre pre-registrate. Questo primo movimento è tutto in 4/4.

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Il secondo movimento inizia con un ¾ e progressivamente alterna il ¾ con
un 5/8 e un 4/4,

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cambia chiave e introduce un nuovo tema, che viene poi lentamente
costruito da nove chitarre in canone. Ancora una volta altre due chitarre e
bassi forniscono l’armonia mentre il solista fa emergere modelli melodici
solistici.

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Il terzo ed ultimo tempo inizia in un 3/2 ad una velocità di 192 alla
semiminima.

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Progressivamente inizia un canone tra le quattro chitarre

e i due bassi entrano improvvisamente mettendo in luce il tempo 3/2

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Il solista introduce quindi una nuova serie di accordi strummed (è la
tradizionale tecnica di accompagnamento a corde piene, suonata con il
plettro, utilizzata con la chitarra acustica).

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Insieme alla chitarra solista anche le chitarre 5,6,7 (come anche visto in
figura precedente per la chitarra 5) riprendono la tecnica dell’accordo
strummed,

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fino a che la chitarra solista riprende con il suo tema melodico e le chitarre
5,6,7 continuano con un sottofondo di accordi strummed.

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Improvvisamente il pezzo viene continuamente stravolto da modulazioni che vanno da
Do min. a Mi min. , con continui cambio di ritmi in 12/8 e 3/2

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Questi cambiamenti ritmici e tonali accelerano sempre più rapidamente fino a quando
alla fine i bassi e le chitarre 5,6,7 svaniscono lentamente e le ambiguità vengono
finalmente risolte in 12/8 ed in Mi minore.

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Bibliografia

Andrea Sorrenti: Il Minimalismo e Steve Reich. La Svolta Americana (1963 – 2013)

ENZO RESTAGNO, Autori Vari Reich, Torino, EDT, 1994

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