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IL NAZIONALISMO MUSICALE

DOVE?
Nei paesi europei dove
1)forte è stata la cultura italo-franco-tedesca;
2)non c’è ancora unità nazionale o unità culturale ( come nel
caso della Russia);
3)è stata forte la spinta dalla rivoluzione francese e dalle
guerre napoleoniche

PERCHE’ ?

Per creare unità culturale e una maggior consapevolezza


nazionale

COME?
Attingendo al patrimonio popolare e agli aspetti peculiari
della propria musica:

-nell’OPERA
con temi nazionali,
soggetti storico-popolari, leggendari e fantastici;

-nella MUSICA STRUMENTALE ( sinfonica e cameristica ) con


temi popolari anche autentici,
ritmi di danze,
accordi paralleli,arcaismi modali…( sempre in ambito tonale),
esuberanti effetti timbrici orchestrali

MA SEMPRE SU MODELLI DELLA CULTURA MUSICALE


EGEMONE.
LA BOEMIA

Si può parlare di uno “ stile ceco” solo nell’Ottocento inoltrato.

BEDRICH SMETANA è tra i primi a valorizzare gli elementi


nazionali all’interno della sua musica strumentale e teatrale
( “La sposa venduta” ).
Importante il ciclo di 6 poemi sinfonici dal titolo “ La mia
patria” (1874/79) . Vi sono inseriti elementi naturali e
paesaggistici, leggende , vicende storiche attraverso il ricorso
di motivi popolareschi e ritmi di danze.
Il più famoso di questi sei poemi è il secondo dal titolo “La
Moldava”
https://www.youtube.com/watch?v=gmZHLqR47nI

ANTONIN DVORAK utilizzò elementi popolari cechi e anche


di altri popoli slavi ma inseriti nelle strutture strumentali della
tradizione tedesca ( sostenuto e ammirato da Brahms) .
Importanti le sue 9 sinfonie , numerate però solo dalla quinta e
poi, postume dopo la morte, anche le prime quattro. Famosa
la nona ( o quinta) in Mi m intitolata “ Dal nuovo mondo”
( 1892/ 95). Dvorak si stabilì a New York come direttore del
Conservatorio Nazionale di musica e inserì in questa sinfonia
elementi della cultura locale ( spiritual e canti dei pellerossa).
https://www.youtube.com/watch?v=0yIRRDaQreU

LA RUSSIA

Lo zar Nicola I e soprattutto Alessandro II attuarono una


serie di riforme politiche e sociali volte ad un rinnovamento
del paese. Dopo il 1820 si affermarono in letteratura e nella
poesia gli ideali della cultura romantica ( Puskin) e nella
seconda metà dell’Ottocento, un realismo volto ad evidenziare
i problemi sociali ( Dostoievskij, Tolstoj e Cechov).
Caposcuola e fondatore della scuola nazionale russa è Michail
Ivanovic GLINKA
( contemporaneo di Puskin).
Due i filoni che partiranno dalle sue produzioni musicali:
1) storico popolare (che si realizzerà in ambito teatrale da
parte dei futuri compositori) e
2) fiabesco-magico ( impiegato poi soprattutto nei poemi
sinfonici , nei balletti ma anche nel teatro musicale).

Pur rimanendo ancorato ad aspetti della vocalità italiana, al


grand opera o al sinfonismo tedesco, Glinka manifesta
elementi nuovi che saranno mantenuti nel “Gruppo dei
Cinque”:
-Scala per toni interi e accordo eccedente

-armonie particolari, slittamenti cromatici, giri armonici arditi

-melodie con intervalli particolari ( eccedenti/ diminuiti)

-ritmi ostinati

-melodia ripetuta con cambiamenti armonici o timbrici

-timbro orchestrale brillante e autonomo

Si formò in modo privato , fuori dalle istituzioni e non fu


professionista.
Inaugura la tradizione del DILETTANTISMO , che significa
“ antiaccademico”.
Dopo Glinka negli anni 1850/60 un gruppo di musicisti si
riuniscono nei salotti della società nobiliare di San
Pietroburgo, centro dell’attività culturale; si tratta del “gruppo
dei Cinque”:
BALAKIREV ( animatore del gruppo ), CUI,MUSORGSKIJ,
RIMSKIJ-KORSAKOV e poi BORODIN.
Il gruppo fu battezzato amichevolmente dal critico amico e
sostenitore Vladimir Stasov come “ il potente gruppetto”

ELEMENTI COMUNI:
- ammirazione per Glinka
- modernità
- realismo
- rifiuto di qualunque forma di accademismo
- in opposizione ai musicisti che si inserivano nella
tradizione musicale, specialmente tedesca.
Nonostante condividessero un programma comune ognuno di
loro diede vita ad una produzione variegata e , con l’eccezione
di Musorgskij , restarono comunque nell’ambito del linguaggio
musicale europeo pur inserendo elementi tratti dal folklore
russo.

Milij Balakirev : figura di riferimento per il gruppo.

Fu promotore della cultura musicale occidentale progressista


( Berlioz e Liszt)
Aprì una Scuola Libera di Musica, per un’educazione libera da
dogmatismi, con insegnanti russi e proponeva musica
contemporanea,
che si opponeva al Conservatorio fondato da Anton Grigor’evic
Rubinstejn di impronta filo -occidentale .
Autodidatta , scrisse alcuni poemi sinfonici , musica vocale da
camera e pianistica.
Ricordiamo tra le composizioni pianistiche “Islamey” , una
fantasia orientale, estremamente virtuosistica , con presenza
di un motivo caucasico e uno armeno, in una struttura
lisztiana.
https://www.youtube.com/watch?v=zizAJjwyCWs
Aleksandr Borodin : anch’egli autodidatta.
E’ il musicista più dotato del gruppo in ambito sinfonico e
nella musica da camera, con particolari armonie anche
modali. Tra la sua produzione ricordiamo lo schizzo sinfonico
“Nelle steppe dell’Asia centrale” dove egli contrappone e poi
unisce una melodia russa e una orientale, originariamente
destinate al melodramma “Il principe Igor” mai portato a
termine.
https://www.youtube.com/watch?v=wIYFBz7zang

Cesar Cui: fu il critico del gruppo. Scrisse alcune opere ispirate


da lavori di Puskin ( Un prigioniero del Caucaso e La figlia del
capitano).

Rimskij- Korsakov: fu il più aperto alle correnti musicali


occidentali e divenne maestro di composizione e di
strumentazione al conservatorio di San Pietroburgo. Scrisse
un trattato di armonia e un manuale di orchestrazione
integrando così la “ scuola russa” nell’ambito di una tradizione
didattica. Tra i suoi allievi ricordiamo: Glazunov, Stravinskij,
Prokofiev e Respighi.
L’elemento timbrico orchestrale è l’elemento più
caratterizzante, con sonorità anche per timbri puri.
La sonorità è elemento costruttivo ( vedi poi impressionisti
francesi). Tale valore si riscontra ad esempio nella suite
sinfonica Seherazade. In quanto abile orchestratore si adoperò
per la diffusione della musica del gruppo in particolare di
Musorgkij, morto prematuramente.
“Depurò ” la scrittura musicale da qualsiasi forma da lui
ritenuta di dilettantismo ma non sempre rispettò l’originalità ,
la peculiarità e la modernità dell’amico.

Modest Petrovic Musorgkij( 1839/1881): è sicuramente il


più grande musicista del gruppo.
A un’intensa attività compositiva non corrispose un adeguato
riconoscimento accademico ma soltanto un apprezzamento
da parte di un ristretto numero di amici.
Originale appare la sua concezione dell’arte e della musica:
l’arte deve comunicare con l’uomo russo, non ancora
occidentalizzato; la musica deve esprimersi cosi come la gente
parla, con le più intime sfumature del discorso sentimentale e
umano . Ecco allora un linguaggio realistico e che si ispira alla
tradizione popolare o ne attinge direttamente.

Ricordiamo tra le pagine pianistiche i “Quadri di una


esposizione” : descrizione di una visita di una mostra di
quadri dell’amico pittore e architetto Hatmann.
Si tratta di dieci brani , ispirati ai quadri, intercalati da cinque
Promenades ( in tempo oscillante tra i 5/4 e 6/4 , in un
impianto modale, con elementi di ispirazione ortodossa e
contadina) Fu composta nel 1874 e porta al limite le
possibilità dello strumento, con un suono stridente e ruvido.
Il lavoro fu pubblicato dopo la morte dell’autore con
rimaneggiamenti di Rimskij-Korsakov e solo molto tempo
dopo ripubblicata in edizione critica. Nel 1922 Ravel ne fece
una orchestrazione che sfruttava le particolarità timbriche .

Capolavoro del suo teatro e di quello russo in generale è il


Boris Godunov, tratto dalla tragedia omonima di Puskin.
La vicenda si snoda in un quadro storico ( tra fine 1500 e
inizio 1600) difficile per la Russia stravolta da lotte interne
popolari e minacciata all’esterno dalla Polonia.
Boris, dopo aver ucciso il legittimo sovrano, vive in solitudine
in preda al rimorso.
L’opera fu pronta nel 1869 ma fu rifiutata dai teatri imperiali
per la mancanza di pezzi chiusi, di un intrigo amoroso, di un
personaggio femminile di rilievo e per l’uso troppo massiccio
delle masse corali. L’autore rimaneggiò l’opera facendo una
seconda versione che andò in scena nel 1874 ( versione
eseguita attualmente). Il successo di pubblico fu immediato
ma non della critica . Uscì così dal repertorio e reintrodotto
con le “correzioni” di Rimskij-Korsakov. Solo negli anni
Settanta è stato ridata in partitura originale.
Essa è costituita da:
- “tableaux” staccati e distinti , veri e propri quadri non
collegati tra loro
- senza dialoghi tra i personaggi che si contrappongono alla
massa corale, in isolamento
- la linea vocale è un declamato arioso che segue le
inflessioni irregolari del parlato e la situazione drammatica
- le melodie prendono spunto o utilizzano elementi etnici
russi
- l’armonia è tonale ma con ricorso alla modalità e gli accordi
sono usati per il loro
“ colore” anziché per la funzione armonica ( vedi
influenza su Debussy)
- uso della enarmonia per passaggi modulanti lontani

Petr Il ic Cajkovskij (1840-1893) è uno dei più fecondi


compositori russi del secondo Ottocento e anche uno dei più
noti a livello internazionale.
Cajkovskij, fu il diretto antagonista del dilettantismo e
quindi del gruppo dei Cinque. Fu subito molto legato alle
istituzioni, studiando al Conservatorio di San Pietroburgo, e
poi divenne professore di Armonia al Conservatorio di Mosca,
di tendenza filo occidentale.
Cajkovskij seppur molto influenzato dalla musica occidentale,
in alcuni suoi lavori si sentono anche, i caratteri del linguaggio
tipicamente russo.
Compose per ogni genere, dal profano al sacro, allo
strumentale sinfonico e da camera.
Compone anche sinfonie, e altri poemi sinfonici, tra i quali
spiccano
Francesca da Rimini del 1876
e Romeo e Giulietta del 1880.
Scrisse inoltre, tre concerti per pianoforte e un concerto per
violino e orchestra.
Cajkovskij subisce molto le influenze di Beethoven e Listz, e
soprattutto di quest’ultimo, per la trasformazione costante
dei temi all’interno del movimento, per esempio dallo
staccato al legato e viceversa, riproponendoli poi, con caratteri
diversi di tempo.
Nel primo movimento in forma - sonata della Quarta sinfonia
in FA min.Op.36 del 1878, e precisamente il primo tema
Moderato con anima ne è un chiaro esempio .
https://www.youtube.com/watch?v=nMViOrqBzPk

Ma il genio di Cajkovskij, ha lasciato il segno specialmente, nei


tre celebri balletti sinfonici,
come Il lago dei Cigni del 1877, La bella addormentata nel
bosco, del 1890 e Lo schiaccianoci del 1892.
Con questi lavori, Cajkovskij ha riabilitato la musica del
balletto d’arte, dove la musica non diviene un semplice
accompagnamento alla danza, ma bensì un elemento attivo
e integrante della coreografia.
In precedenza soltanto il francese Leo Delibes (1836-1891) si
era impegnato nell’impegno artistico compositivo musicale di
un certo livello, per i balletti.
Il balletto, entra dunque nelle corti, ed in particolar modo in
quelle degli zar, dei granduchi, e di conseguenza nel secondo
Ottocento, la capitale del balletto divenne proprio San
Pietroburgo.
A contribuire a questo successo, fu anche grande coreografo
Marius Petipa (1819-1910), il quale collaborò con Cajkovskij
per Lo schiaccianoci e per La bella addormentata nel bosco.
Le musiche per questi balletti, si distinguono per il lirismo
dei temi e anche per l’eleganza del disegno ritmico.
Cajkovskij fu un orchestratore immaginoso, inserendo la
celesta, nella Danza della Fata Confetto
https://www.youtube.com/watch?v=Wz_f9B4pPtg

Anche in altre nazioni si fece ricorso al materiale popolare ma


con minor originalità rispetto alla corrente russa.

In Norvegia la personalità di spicco è Edvar Grieg.


Studia a Lipsia ed è innegabile l’influenza tedesca. Il suo
interesse per il folklore del proprio paese si deve soprattutto
all’incontro con il drammaturgo Henrik Ibsen con il quale
collaborò per la realizzazione delle musiche di scena del Peer
Gynt. Egli utilizza melodie originali o di ispirazione norvegese,
ritmi di danze tipiche, accordi senza legami funzionali.

In Spagna invece dove molto forte era stata la presenza della


musica francese e italiana, lo sviluppo della musica spagnola si
realizzò grazie alla riscoperta da parte del musicista Felipe
Pedrell , del patrimonio spagnolo passato e dimenticato
( medievale e rinascimentale).
Furono suoi allievi che si imposero nel panorama musicale tra
il 1890 e 1910, artisti come Isaac Albeniz e Enrique
Granados, che operarono però fuori dalla Spagna. Stabilitisi a
Parigi essi si dedicarono soprattutto ad una produzione
pianistica altamente virtuosistica con richiami melodici e
ritmici alla tradizione spagnola ma inseriti in contesti
armonici innovativi che influenzeranno gli impressionisti
francesi.
Di Albeniz ricordiamo i quattro quaderni della “Suite Iberia”
con richiami al suono delle nacchere e della chitarra,
https://www.youtube.com/watch?v=Vuv2DgNvF8I

e “Goyescas”, due quaderni, di Granados , ispirata ai quadri di


Francisco de Goya.
https://www.youtube.com/watch?v=qiFmxPUddco

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