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MUSICA DA CAMERA

Orvieto
Dispensa 1
O. Messiaen – Quatour pour la fin du temps

Quartetto per pianoforte, violino, violoncello e clarinetto scritto nel 1940 nel campo di
concentramento di Gorlitz (era prigioniero di guerra come soldato francese). Questo quartetto è
stato scritto per i suoi compagni prigionieri dello stesso campo. Messiaen compose il quartetto
trovando collaborazione in un ufficiale tedesco che gli forniva matite e gomme per rendergli
possibile il lavoro permetteva ai musicisti di studiare. Tornati in libertà, i primi interpreti del
quartetto non si rivedranno più tutti insieme. Nel 1981 rifiutò di recarsi a Gorlitz per assistere a
un’esecuzione del quartetto ma nel 92 accettò di prendere arte a una riunione dei prigionieri di
guerra e partecipò a una funzione religiosa per commemorare i compagni di prigionia.
Il compositore attinge alla Bibbia come fonte letteraria, cerca di far riferimento a specifici aspetti
biblici e teologici nella sua musica, infatti quasi tutta la sua musica è scritta con un esplicito
interesse teologico ed è quasi tutta strumentale.
Il quartetto di Messiaen mette insieme due innovazioni ritmiche che appaiono nel primo
movimento: il violoncello e il piano seguono una formula isoritmica indipendenti uno dall’altro, e
inoltre utilizza sequenze ritmiche non retrogradabili. Messiaen utilizza in questo quartetto la
notazione tradizionale per rappresentare ritmiche che non hanno corrispondenza con la segnatura di
tempo in battuta: voleva scrivere dei ritmi che non avevano a che fare con la strutturazione in
questo caso in ¾ del brano. Il terzo movimento mette in contrasto l’abisso del tempo e la sua
tristezza con gli uccelli, che sono il contrario del tempo. Nel canto degli uccelli sono presenti
esempi di lunghezze di note modificate dall’aggiunta o sottrazione di semicrome.

I. Stravinsky – Histoire du soldat

Brano che rappresenta una svolta in più sensi: sia nell’iter compositivo di Stravinsky, sia nella scelta
dell’organico. E’ considerato punto di rottura tra lo Stravinsky russo e quello europeo.
Vuole costruire uno spettacolo drammatico per un teatrino ambulante: l’opera doveva così avere un
complesso di esecutori ristretto per consentirne la rappresentazione in tournèe e doveva essere
abbastanza semplice per essere compresa facilmente da tutti. Il soggetto lo trae da racconti russi che
narravano di un soldato e del diavolo, e l’idea originale era di trasporre lo stile nell’epoca attuale.
Voleva incentivare che in ogni messa in scienza gli attori introducessero nomi e espressioni tipiche
del luogo in cui l’opera veniva rappresentata. L’intervento del narratore e l’utilizzo di un danzatore
furono inserite successivamente. Stravinsky in questo periodo si innamora del jazz americano, è
stato uno dei primi europei a conoscere il jazz. Histoire du soldat infatti utilizza un organico jazz
che segna una chiusura definitiva con la scuola russa. E’ uno stile jazzistico particolare e diverso:
per caratterizzare questo suono nuovo per Stravinsky è importante lo stridore del violino e i
tamburi.

Dispensa 2
Debussy simbolista e le sonate da camera

Debussy impressionista o simbolista? Considerarlo impressionista significherebbe limitarlo


all’interno del suo tempo, circoscrivere la sua musica entro limiti ristretti e ben definiti mentre
considerarlo simbolista lo fa vedere musicista volto al futuro il cui valore è ancora da esplorare.
Debussy però rifiuta ogni incasellamento e tutto ciò che tenta di stabilire canoni estetici per la
musica. La sua musica è susseguirsi di flussi istantanei che forma la continuità. L’accordo perde in
Debussy il suo valore funzionale legato all’armonia tradizionale, ma assume un significato timbrico
e coloristico: a partire da lui si inizierà a parlare di aggregazioni sonore che significa attribuire un
nuovo peso ai suoni senza necessariamente legarli all’idea di uno sviluppo. Debussy dice che la
bellezza deve esser immediata e deve insinuarsi in noi senza difficoltà.
Con l’inizio della guerra Debussy smise praticamente di scrivere e iniziò a occuparsi di revisione.
Scrive tra tre una sonata per violino e pianoforte, lavoro che si svolse dal 1916 al 17, Debussy in
questo periodo era già malato infatti questa è considerata la sua ultima opera. I giudizi negativi di
Debussy su quest’opera fecero si che venisse dimenticata per lungo tempo, ad oggi però l’opera è
molto amata. Dalla quarta sonata in poi conosciamo solo l’organico.
Debussy cerca di distruggere lo schema della retorica tradizionale: nei punti di arrivo della tensione
spesso ama smascherarli, li sfuma subito, quando deve fare una chiusa cerca di farlo in una maniera
non enfatica.

Dispensa 3
Schubert – l’ultimo anno

Gli ultimi anni di Schubert sono stati i più ricchi. Molte opere di Schubert sono indifferenti alla
concezione dell’arte come oggetto di consumo, la sua musica riesce comunque a coinvolgere tutti.
Le sue opere pubblicate in vita sono più di 100 di cui due terzi sono lieder e una gran parte sono
opere per pianoforte a quattro mani. Schubert ha composto tutto questo senza avere un pianoforte.
Nel 28 ci sarà l’evento del concerto monografico, in questo periodo Schubert scrive una serie di
capolavori e il 6 marzo del 28 chiede la disposizione di una sala per tenere un concerto: sarà indotto
a tenere concerti pubblici solo perchè non guadagnava abbastanza. Negli stessi giorni Schubert
dedica agli amici della musica la Sinfonia in do. Schubert nella sua vita ebbe molti dispiaceri, tra
cui quello di non ricevere risposta da Goethe e quindi non potergli dedicare dei brani. La società
musicale a Vienna in quel periodo viveva nello stile del Biedermeier: una forma d’arte che agisce
sulla classicità attraverso creazioni di piccoli oggetti di consumo dei nobili elevati a oggetti d’arte
attraverso raffinate interpretazioni di stilemmi classici.
Schubert preferisce esibirsi in serate tra pochi, definite schubertiadi: quel pubblico si definisce
eletto. Schubert in questo ultimo periodo si esibisce spesso come pianista pur non essendo uno dei
migliori.
Sinfonia in do maggiore - la grande → Schubert inizia a parlarne nel 25 e nel 27 si iniziano a
copiare le parti in vista di un’esibizione che però non avverrà. Nel 39 verrà scoperta da Schumann
che constata che di Schubert non si ascolta quasi niente oltre ai leader.
Le ultime tre sonate per pianoforte vengono completate nel 28 in cui Schubert obbliga una
riflessione su rapporto tra musica, organizzazione formale all’interno del sistema tonale e
percezione nel tempo dell’ascolto. I critici sostengono che queste tre sonate siano legate tra loro: la
prima in do minore, la seconda in la maggiore e la terza in si bemolle. Brendel dice che in confronto
a Beethoven Schubert scrive come fosse un sonnambulo, le sue sonate accadono, questo potrebbe
spiegare come mai negli ultimi decenni queste sonate vennero apprezzate sempre di più.

Dispensa 4
Musica in Germania tra il 1918 e il 1945

Dal 1919 inizia il periodo della Repubblica di Weimar (fino al 33), periodo in cui parteciparono
tutte le arti. Berlino era la capitale delle avanguardie e queste esperienze artistiche si svilupparono
nel contesto della accanita lotta politica che caratterizzava la Repubblica. La vita musicale tedesca
degli anni 20 fu di altissimo livello e molto ricca di stili ed esperienze diverse: Schonberg per
esempio presentò il sistema di composizione con i 12 suoni ma venne accusato di aver creato una
musica antinazionale. Lui però affermava che la sua musica fosse interamente tedesca. Tra i gruppi
di avanguardia di Berlino di quegli anni è importante citare il Novembergruppe: tra il 23 e il 25 ci
furono delle serate che proponevano discussioni interdisciplinari tra le arti, tra il 25 e il 27 gli eventi
organizzati da questo gruppo si volsero verso il dadaismo. Parallelo a questo ci fu il movimento
della Nuova Oggettività: in musica fu un movimento soprattutto interpretativo. A fine Prima Guerra
Mondiale arrivò il Germania il jazz che venne duramente attaccato in quanto musica
“americana, ebraica e da giungla”, nonostante questo ebbe molta influenza sui compositori tedeschi
degli anni 20 e 30 (per esempio Haba).
La famiglia Wagner era amica di Hitler: Wagner fu un riferimento culturale del nazismo, Hitler
infatti affermava che ci volesse capire la Germania doveva prima capire Wagner. I gusti musicali di
Hitler comprendevano anche Bruckner: il regime infatti fece di Linz, città natale di Bruckner, una
capitale musicale e culturale europea. Erano molto apprezzate le sue origini contadine in quanto si
pensava che la musica folkloristica fosse incontaminata e potesse quindi avvicinare alla cultura
tedesca “originale”.
La dodecafonia fu una questione chiave nella lotta politica che si formò intorno alla musica: fu
sottoposta a persecuzione che la trasformò in un simbolo di resistenza.
Molti compositori tedeschi furono esiliati negli Stati Uniti: alcuni riuscirono ad integrarsi, altri non
si trovarono a loro agio. Uno di questi fu proprio Schonberg: le sue musiche non furono valorizzate,
si sentiva a disagio ma non cambiò mai il suo modo di scrivere. Sosteneva che nessun compositore
serio potesse vivere della sua arte negli Stati Uniti. Anche Korngold fu un compositore di grande
successo esiliato negli Stati Uniti. Dovette lasciare Vienna nel 38 ed era già molto conosciuto, non
ebbe problemi a integrarsi in America e lavorò anche come compositore per musica da film. Di Orff
si ricorda che doveva scrivere la musica per il “Sogno di una notte di mezza estate”, per sostituire la
versione vietata di Mendelsshon: il risultato fu mediocre. Orff faceva parte di gruppi di
avanguardia, era interessato solo alla sua carriera e il suo modello era Stravinsky. Il suo linguaggio
musicale era innovativo soprattutto nella facciata più che nella sostanza, propose cosi una via
apparentemente moderna ai problemi che si erano aperti nella storia della musica con la crisi del
linguaggio tonale. Orff aveva creato una musica perfetta per le manifestazioni di massa naziste.
Meritano attenzione i “quattro lieder su poesie cinesi” e lo “studio per orchestra d’archi” Haas, nel
periodo di Terezin: lo studio è molto suggestivo e gioioso, caratterizzato da frequenti cambiamenti
di tempo e formule ritmiche complesse. Ulmann arrivò e Terezin quando era già un affermato
compositore: compose lì tre sonate per pianoforte, un quartetto d’archi, diversi cicli di lieder e
l’opera “Der kaiser von atlantis”.

Dispensa 5
Primi elementi di estetica musicale

La musica è più fantasia o più ragione? Più amore del suono o più fascino del numero? La maggior
parte delle dispute su questa tematica hanno visto la prevalenza di uno dei due termini. Nel 900 il
dibattito si fa più intenso: nella musica dii questo periodo si sono alternati fantasia e ragione,
numero e suono. Nel 900 ci troviamo davanti a tante rivoluzioni nel campo della musica e questo ha
portato a una rottura di un equilibrio che sembrava raggiunto. Prendiamo in considerazione Debussy
e Schonberg: entrambi nati nel 19 secolo e quindi in parte legati al passato. Si direbbe che
Schonberg abbia privilegiato una linea intellettualistica, la sua musica è percepita come calcolo e
ingegnoso procedimento compositivo. Per contro Debussy invita a lasciarsi andare alle impressioni,
ai sentimenti, al mondo dei simboli. Si direbbe che la musica di questi due autori porti a due
concezioni differenti della musica stessa, ma in realtà tra loro si trovano molte intersezioni.
Schonberg oscilla tra momenti di grande espressività e momenti in cui prevale la costruzione e la
razionalità (esempio suite op. 25).
Stockhausen negli ultimi anni poneva l’artista al centro dell’universo nella posizione di colui che
attraverso la musica sa cogliere l’armonia delle sfere celesti, fino a definire questa musica sacra.
Questo dimostra come nella musica del 900 si affianchino idee anche molto diverse come ad
esempio razionalismo, misticismo, espressionismo, formalismo.
Fin dall’antichità si è affermato che esiste una relazione tra la musica e le passioni: proprio per
questo motivo è stata spesso condannata. La musica senza parole era anche condannata in quanto,
secondo gli antichi, non poteva giungere alla massima razionalità. Dal rinascimento la relazione
musica-passioni diventa centrale: in questo periodo si sviluppa un pensiero musicale che rimane
nell’800 e anche in parte nel 900. Per capire questo pensiero è necessario iniziare a riflettere sul
melodramma. Il melodramma è nato in contemporanea all’uso di tonalità maggiori e minori, alla
polifonia e altri eventi. Per la prima volta il rapporto musica-passioni è messo su un piano
superiore: senza passioni la musica non vale nulla perché viene meno alla sua funzione primaria di
muovere gli affetti. Ancora ad oggi la musica che non riesce a toccarci il cuore è considerata arida,
intellettualistica e insignificante. Musica e passioni sono quindi legate indissolubilmente tra loro.
L’invenzione della tonalità ha rafforzato il concetto di universalità del linguaggio musicale:
importante tappa verso l’universalizzazione del linguaggio musicale. Si individuano cosi armonia e
melodia che fanno riferimento a ragione e sentimento umani. La tonalità è il linguaggio della
ragione? Possiede una sua validità universale? Dalla seconda metà dell’800 la crisi del sistema
tonale cominciava a dar segni sempre più evidenti. Hanslick per la prima volta parla in termini
espliciti di consumo musicale. Nella musica e nel pensiero musicale del 900 il contrasto tra chi
crede nell’eternità e universalità del sistema tonale e chi crede nella sua caducità è nettissimo. La
musica di questi ultimi decenni ha rafforzato la teoria dell’universalità del linguaggio musicale. La
musica è strettamente legata al linguaggio verbale, il romanticismo ci spiega l’autonomia del
linguaggio musicale nonostante abbia comunque bisogno di un linguaggio verbale.

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