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Dopo Chopin, con Ciajkovskij, Smetana e Mussorgsky entriamo nella seconda generazione
romantica. Con essi si svilupperanno in particolare i generi del balletto e del poema sinfonico.
Balletto
in qualche modo musica e danza sono sempre state unite, dalle danze tribali primitive, fino alle
forme codificate con le prime “scuole” di ballo e coreografia del Rinascimento (allemanda,
sarabanda, corrente ecc. - confronta pp. 158-59), alle successive istituzioni di corpi di ballo dei
teatri più prestigiosi (come quello parigino), fino a compiersi nella seconda metà dell’Ottocento
con le scuole di ballo nazionali. Di queste, la scuola russa sarà una delle più amate e prestigiose
dell’epoca (e, come vedremo, di quella successiva del primo Novecento).
Nel balletto, distinguiamo: (1) le musiche fatte per essere ballate dalla società nobile e alto
borghese (valzer e polka), di cui vengono delineate sempre meglio la coreografia (ossia le
figure dei passi e dei movimenti da eseguire, singoli o di gruppo); (2) le musiche composte per
raccontare una storia ed eseguito da una scuola di professionisti, un corpo di ballo di un teatro
importante, appunto. Nascono in questo periodo le étoile (pron – etoàl, letteralmente “stella”),
ossia danzatori e danzatrice di punta dei corpi di ballo (chiamati anche il primo ballerino o
prima ballerina).
Di questo secondo gruppo di musiche, vale la pena ricordare Ciajkovskij [pron. Ciaicò(v)sky]
e i suoi indimenticabili balletti: “Lago dei cigni” “La bella addormentata nel bosco” “Lo
schiaccianoci”, opere in cui i nuovi timbri aggiunti all’orchestra (come ad es. la celesta e l’arpa,
ma anche un maggior utilizzo di percussioni e ottoni) vengono sempre più sapientemente
impiegati per contribuire alla creazione di diversi stati emotivi.
Di nuovo, osserviamo anche come i temi del fiabesco e del popolare prendono sempre più importanza. Noteremo
la stessa cosa in Verdi e Wagner ancor di più, e anche nei successivi autori del poema sinfonico.