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IL PERIODO ROMANTICO (parte 2)

CHOPIN 1810-1849 COMPOSITORE E PIANISTA


Compositore appartenente alla prima generazione romantica appena fatta, Chopin è di origine
polacca e viaggia attraverso l’Europa riscuotendo successo. Morirà infatti a Parigi e al suo
funerale parteciperanno principi, autorità e artisti e una nutrita folla.
Nelle sue composizioni farà spesso riferimento alla musica popolare del suo paese lontano,
infondendo un tratto di nostalgia e malinconia. Come gli altri artisti romantici, anche Chopin
ha forte l’amore per gli ideali di libertà, uguaglianza e giustizia, fratellanza e amicizia.
Ritornando al tema della “fragilità” che ritroviamo in questa prima generazione, possiamo
quindi evidenziare: una salute cagionevole, una morte precoce, artista esiliato e patriota,
malinconia e nostalgia.
La sua produzione più importante è dedicata al pianoforte, di cui fu anche un eccellente
esecutore. Per questo strumento compose un gran numero di pezzi di durata piuttosto breve,
molti dei quali prendono il nome da danze e in cui si ritrova l’influsso della musica popolare
polacca, come nelle mazurke e nelle polacche, ma compose anche notturni, studi e preludi, e
in ognuno sviluppa uno stile originale e tecnicamente molto avanti per l’epoca (ossia: di
difficile esecuzione perché prevedono grande agilità e velocità delle dita). A questo tipo di
categoria appartengono in particolare gli “Studi”, pensati proprio per risolvere un certo tipo di
problema tecnico musicale.
Da lui molto amato sarà il genere del notturno, in cui si ricotrovano altri elementi romantici
quali l’amore per la notte, che rende le cose indefinite, misteriose, alla quale appartengono i
sogni, espressione dell’attività non razionale, incoscia. Con questa ricerca emotiva comporrà
melodie e armonie fluttuanti, mai ben definite.

Dopo Chopin, con Ciajkovskij, Smetana e Mussorgsky entriamo nella seconda generazione
romantica. Con essi si svilupperanno in particolare i generi del balletto e del poema sinfonico.

Balletto
in qualche modo musica e danza sono sempre state unite, dalle danze tribali primitive, fino alle
forme codificate con le prime “scuole” di ballo e coreografia del Rinascimento (allemanda,
sarabanda, corrente ecc. - confronta pp. 158-59), alle successive istituzioni di corpi di ballo dei
teatri più prestigiosi (come quello parigino), fino a compiersi nella seconda metà dell’Ottocento
con le scuole di ballo nazionali. Di queste, la scuola russa sarà una delle più amate e prestigiose
dell’epoca (e, come vedremo, di quella successiva del primo Novecento).
Nel balletto, distinguiamo: (1) le musiche fatte per essere ballate dalla società nobile e alto
borghese (valzer e polka), di cui vengono delineate sempre meglio la coreografia (ossia le
figure dei passi e dei movimenti da eseguire, singoli o di gruppo); (2) le musiche composte per
raccontare una storia ed eseguito da una scuola di professionisti, un corpo di ballo di un teatro
importante, appunto. Nascono in questo periodo le étoile (pron – etoàl, letteralmente “stella”),
ossia danzatori e danzatrice di punta dei corpi di ballo (chiamati anche il primo ballerino o
prima ballerina).
Di questo secondo gruppo di musiche, vale la pena ricordare Ciajkovskij [pron. Ciaicò(v)sky]
e i suoi indimenticabili balletti: “Lago dei cigni” “La bella addormentata nel bosco” “Lo
schiaccianoci”, opere in cui i nuovi timbri aggiunti all’orchestra (come ad es. la celesta e l’arpa,
ma anche un maggior utilizzo di percussioni e ottoni) vengono sempre più sapientemente
impiegati per contribuire alla creazione di diversi stati emotivi.

Di nuovo, osserviamo anche come i temi del fiabesco e del popolare prendono sempre più importanza. Noteremo
la stessa cosa in Verdi e Wagner ancor di più, e anche nei successivi autori del poema sinfonico.

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