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L'OPERA ROMANA

L'opera romana è una "variante" dell'opera di corte. Tra il 1623 e il 1644 Maffeo
Barberini è pontefice con il nome di Urbano VIII; la sua famiglia ha un grande potere a
Roma ed esercita una fondamentale funzione promotrice nell'allestimento di opere
musicali. L'ambiente romano (e il legame col papa) porta a privilegiare argomenti
letterari e agiografici (relativi cioè alla vita dei santi). La volontà è di proporre soggetti
edificanti capaci di garantire, nel periodo di Carnevale, un divertimento lecito e
formativo.

La stesura dei libretti è sempre affidata a Giulio Rospigliosi, futuro Papa Clemente IX
che, in collaborazione con diversi musicisti, tra il 1631 e il 1643 realizza otto opere.
Ricordiamo la prima e l'ultima: Sant’Alessio di Stefano Landi (1590-1639) e
Sant'Eustachio di Virgilio Mazzocchi (1597- 1646).

Le caratteristiche principali delle opere romane legate al binomio Barberini-


Rospigliosi sono:
- l' inserimento di personaggi comici, che hanno la funzione di divertire il pubblico nel
periodo di Carnevale pur all'interno di trame serie e modellati sulle tipologie, anche
linguistiche, della commedia dell'arte (in genere figure di umile estrazione sociale cui
si assegna spesso un idioma con inflessioni dialettali);
- l'ampliamento, rispetto all'opera di corte convenzionale, del numero dei versi
librettistici, dei personaggi e delle scene per potenziare la spettacolarità delle
rappresentazioni;
- l'accentuazione, nella vocalità solista, delle differenze tra lo stile recitativo, che
asseconda le necessità narrative dell'opera con un procedimento di declamato
intonato scorrevole e di andamento ritmico- metrico libero, e l'aria, destinata a
valorizzare gli aspetti lirici del libretto con una scrittura melodicamente mossa e
ornata;
l'utilizzo di cori e balli legati alla trama;
- la presenza, nell'orchestra, di strumenti destinati alla realizzazione del basso
continuo (clavicembalo, chitarrone ecc...) e di strumenti melodici (violini e viole,
flauti, cornetti ecc...) destinati alla realizzazione di sinfonie, ossia brani introduttivi
agli atti o alle arie e ai cori, e ritornelli, vale a dire sezioni strumentali che intercalano
le arie.

Un'ulteriore fase della vita operistica romana si apre con l'arrivo di Cristina di Svezia
nel 1655 che, sostenuta dalla famiglia Colonna e in contrasto con la sempre più
esplicita opposizione papale nei confronti degli spettacoli drammatici, contribuisce
all'allestimento di numerosi lavori di teatro musicale influenzati stilisticamente dal
modello veneziano. Emergono le opere di Bernardo Pasquini, di Andrea Stradella e,
soprattutto, di Alessandro Scarlatti che, nella fase giovanile della sua importante
carriera compositiva, scrive sette opere per Roma, tra le quali ricordiamo Gli equivoci
del sembiante.

IL SANT'ALESSIO di STEFANO LANDI

Il Sant'Alessio è un dramma musicale in tre atti di Stefano Landi su libretto di Giulio


Rospigliosi, basato sulla vita di Sant' Alessio.
Composto nel 1631, fece il suo debutto il 23 febbraio 1632, a Roma, al Palazzo
Barberini.
È la composizione più famosa di Landi ed una delle opere più significative del
primo Barocco. Fu la prima opera scritta su un soggetto storico- sacro e, oltre a
descrivere in modo particolareggiato il tormento spirituale del santo, presenta danze
e scene comiche tratte dalla vita quotidiana della Roma del XVII secolo. Compaiono
qui i primi personaggi comici di un'opera: i paggi Marzio e Curzio.

La parte di Sant'Alessio è estremamente acuta ed è stata concepita per essere


cantata da un castrato, così come gran parte delle altre, comprese quelle femminili,
non essendo all'epoca consentito alle donne di calcare i palcoscenici in gran parte
dello Stato Pontificio. Alla prima esecuzione, metà dei cantanti provenivano dal coro
papale.
L'organico orchestrale prevedeva violini, violoncelli, arpe, liuti, tiorbe e clavicembali.
Nel Sant'Alessio, Landi impiegò la forma della canzona con funzione di sinfonia, per la
prima volta nella storia dell'opera. Danze e sezioni comiche si alternano
ad arie serie, recitativi e ad un lamento in forma di madrigale, ciò che conferisce
all'opera quella varietà drammatica che contribuì al suo successo, come testimoniano
le frequenti esecuzioni negli anni successivi alla prima.

link: https://www.youtube.com/watch?v=KyVSVYt_DMk
https://youtu.be/QwO3rUCUyOk
palazzo barberini

stefano landi

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