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L'opera romana è una "variante" dell'opera di corte. Tra il 1623 e il 1644 Maffeo
Barberini è pontefice con il nome di Urbano VIII; la sua famiglia ha un grande potere a
Roma ed esercita una fondamentale funzione promotrice nell'allestimento di opere
musicali. L'ambiente romano (e il legame col papa) porta a privilegiare argomenti
letterari e agiografici (relativi cioè alla vita dei santi). La volontà è di proporre soggetti
edificanti capaci di garantire, nel periodo di Carnevale, un divertimento lecito e
formativo.
La stesura dei libretti è sempre affidata a Giulio Rospigliosi, futuro Papa Clemente IX
che, in collaborazione con diversi musicisti, tra il 1631 e il 1643 realizza otto opere.
Ricordiamo la prima e l'ultima: Sant’Alessio di Stefano Landi (1590-1639) e
Sant'Eustachio di Virgilio Mazzocchi (1597- 1646).
Un'ulteriore fase della vita operistica romana si apre con l'arrivo di Cristina di Svezia
nel 1655 che, sostenuta dalla famiglia Colonna e in contrasto con la sempre più
esplicita opposizione papale nei confronti degli spettacoli drammatici, contribuisce
all'allestimento di numerosi lavori di teatro musicale influenzati stilisticamente dal
modello veneziano. Emergono le opere di Bernardo Pasquini, di Andrea Stradella e,
soprattutto, di Alessandro Scarlatti che, nella fase giovanile della sua importante
carriera compositiva, scrive sette opere per Roma, tra le quali ricordiamo Gli equivoci
del sembiante.
link: https://www.youtube.com/watch?v=KyVSVYt_DMk
https://youtu.be/QwO3rUCUyOk
palazzo barberini
stefano landi