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M° Teresa Chirico
.
Il ‘’Libro Primo di intavolatura di chitarone’’,
scritto per uno strumento a soli cinque bordoni,
prototipo abbastanza diverso dallo strumento
che in seguito si affermò, rappresenta forse il
libro di intavolatura per strumenti a pizzico più
conosciuto nel barocco italiano. Esso si apre
con sei brillanti toccate, nelle quali K. Ottiene
un particolare contrasto tessiturale intervallando
sezioni strettamente contrappuntistiche a
sezioni fiorite e improvvisate.
Nelle Toccate, Kapseberger fa uso di una scrittura idiomatica strettamente connaturata al chitarrone ed
arricchisce notevolmente il vocabolario degli abbellimenti che si cominciavano ad utilizzare su questo
strumento, ricorrendo ad esempio a tecniche come quella dello ‘’strascino’’ (successioni rapide di note
ottenute tramite la mano sinistra).
Sempre per la famiglia Barberini K. compose il ’’Coro
musicale’’ (cantata) per le nozze di Taddeo Barberini e
Anna Colonna avvenute nel 1627.
La giostra del Sarracino allestita a Piazza Navona
il 25 febbraio 1634 dal cardinale Antonio Barberini, ancora dura
nte i festeggiamenti per il
Carnevale
. Lo spettacolo era stato organizzato per il principe Alessandro C
arlo di Polonia, ma anche se questi era partito improvvisamente
due giorni prima, la giostra si era tenuta ugualmente: infatti, essa
aveva anche lo scopo di celebrare degnamente il matrimonio tra
il Prefetto di Roma Taddeo
Barberini e Anna Colonna
, cioè due esponenti delle più importanti famiglie aristocratiche
dell'epoca.
Alla fine della Giostra, vale a dire alle 11 di sera, era entrata in c
ampo una nave con ninfe, pastori, satiri, musicanti e ballerini. Er
a bellissima: a poppa c'era un trono, a prua una Sirena che regge
va il Sole e la Colonna, emblemi araldici dei Barberini e dei Col
onna; sartie, corde e scale erano tutte d’argento. La nave era entr
ata
nel recinto sparando dai cannoni di cui era dotata ed ondeggiand
o come se fosse spinta dalle onde, dipinte nella parte inferiore e
che in realtà nascondevano ruote spinte da facchini. Era illumina
ta dalle torce di 16 pescatori vestiti d’azzurro con squame d’arge
nto, che le camminavano al fianco.Più tardi questa meraviglia er
a stata portata in giro per la città, mentre i partecipanti alla Giost
ra si recavano al ricevimento offerto da Anna Colonna.
Altro esempio della produzione del musicista connesso
con la famiglia fu il VI Libro di Villanelle intitolato “Li
Fiori”: un omaggio musicale al rinomato giardino
costruito dal Bernini e dal Borromini per il Palazzo del
Quirinale di Francesco Barberini.
https://www.youtube.com/watch?v=ao6_Dc9yYj8
Giovanni Paolo Foscarini, chitarrista, liutista,
compositore e teorico, fu attivo in Italia e all'estero tra il
1620 e il 1649. Nelle prefazioni delle sue opere di
carattere teorico, Foscarini dichiara di essere stato al
servizio di numerosi principi e personalità di spicco sia
in Italia sia all'estero, tra cui l'arciduca Alberto (VII)
d'Asburgo a Bruxelles, Charles de Lorraine duca di
Guisa, Francesco Peretti a Roma, Delionne (H. de
Lionne) a Parigi e Detio Roncalli a Venezia nel 1649.
Probabilmente oriundo delle Marche, visse per qualche
tempo ad Ancona ove divenne membro dell'Accademia
dei Caliginosi, con lo pseudonimo Il Furioso con cui
firmò le sue pubblicazioni.
Celebrato come chitarrista e liutista, legò il suo nome
soprattutto all'attività di teorico, testimoniata da
pubblicazioni che ebbero grande diffusione ai suoi tempi, e
sono anche oggi considerate fondamentali per la conoscenza
della prassi esecutiva e la notazione chitarristica, si ritiene
tra l’altro che sia stato il primo compositore a introdurre
l'intavolatura legata di chitarra utilizzando una notazione
mista di lettere alfabetiche e intavolatura legata di liuto.
La sua opera più importante è l'Intavolaturadi chitarra
spagnola. Libro secondo, Macerata 1629. Ad essa fecero
seguito I quatro libri della chitarra spagnola nelli quali si
contengono tutte le sonate ordinarie, semplici e passeggiate,
pubblicati tra il 1624 e il 1640 senza indicazione del luogo.
Particolare importanza riveste il trattato del 1629 in cui
illustra le tecniche d'accompagnamento in accordi di danze
del XVII secolo, quali la passacaglia, la follia e altre danze
trascritte in notazione alfabetica stenografica.
il F. fu tra i primi a trattare la passacaglia come base per
variazioni nella letteratura chitarristica, come testimoniato
dalle "partite sopra passacagli". Indicazioni assai precise
sulla intavolatura, l'accordatura, gli abbellimenti, le regole
per l'accompagnamento del basso continuo sono contenute
in Il primo, secondo e terzo libro e in Li cinque libri, ove
sono contenute anche due sinfonie per chitarra e basso
continuo.
https://www.youtube.com/watch?v
=iXGl6cHtM7I
https://www.youtube.com/watch?v=nNvtCsksWho
(Roma 1629 – 1680) trascorse i primi anni di vita in un ambiente
ra i più stimolanti della Roma del XVII secolo: abitò nel
ad angolo tra via del Corso e via Lata, non
Marcello con lo oratorio del SS. Crocifisso,(dove si esibiva al liuto e fu
Cappella dal 1661 al 1667),
olonna, dei Mancini, degli Aldobrandini e il
ano, noti centri propulsori delle varie attività
erarie della città. Nel 1648, a diciannove
elebre come liutista, chitarrista, tiorbista e
insignis Cytharaedus, & veré Romanae
"..
Con la salita al soglio pontificio di Alessandro VII Chigi,
inizia uno splendido periodo nella vita del compositore.
Nel 1664, al seguito del cardinale legato Flavio Chigi in
missione diplomatica, fu a Parigi, dove tenne con grande
successo dei concerti per Luigi XIV insieme con Bernardo
Pasquini.
Nel 1656 il suo nome appare fra i ventidue scudieri nella
famiglia di Alessandro VII con la paga di 4 scudi e mezzo
al mese.
Dal 25 dic. 1659 ricoprì la carica di “stilus Curiae
Romanae” e, rimasto vacante il posto di "custode delle
pitture della cappella pontificia" per la morte di Francesco
Marini (ottobre 1658), il C. firma per la prima volta il1º
genn. 1660 la ricevuta allo stipendio del camerlengo con le
parole: "Io Lelio Colista custode delle pitture della cappella
di Sisto…’’
A Roma lavorò a S. Luigi dei Francesi nel
1658-59 e dal 1673 al 1675,nel 1675, anno
santo, fece parte, con C. Mannelli e
B. Pasquini,
del "concertino" dell'orchestra costituita per
l'esecuzione di quattordici oratori dalla
Compagnia della Pietà in S. Giovanni dei
Fiorentini.
Fin dall'inizio della sua attività il C. si
presentò come un rivoluzionario nell'ambito
della tradizionale struttura della musica
romana; nelle arie, nelle cantate e soprattutto
nelle sonate a tre il C. si abbandonò a libere
improvvisazioni non solo nella parte del
violino ma anche in quella dei bassi