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ARCANGELO CORELLI (1653-1713)

Nato a Fusignano, Corelli studiò a Bologna che all’epoca vantava un fiorente ambiente artistico
e culturale. Nel 1670 venne accolto nella Accademia filarmonica fondata nel 1666 dal conte
Vincenzo Maria Carrati nella propria casa di Bologna che riuniva una cinquantina fra cantanti e
strumentisti, imponendosi presto come uno dei principali centri di cultura italiani. Nel 1675 si
stabilì a Roma dove svolse prevalentemente la sua attività e dal ’79 divenne violinista
nell’orchestra del Teatro Capranica perfezionandosi in composizione. Fu al servizio dei tre
maggiori mecenati del tempo: la regina Cristina di Svezia, e i cardinali Benedetto Pamphili e
Pietro Ottoboni. Alla prima dedicò nel 1681 la raccolta delle dodici Sonate a tre da chiesa op.
1 mentre al secondo le dodici Sonate a tre da camera op. 2. Nel 1700 la pubblicazione delle
Sonate a Violino e Violone o Cimbalo…opera quinta dedicate a Sofia Carlotta, elettrice di
Brandeburgo, sancì la fama europea di Corelli ottenendo di questa opera una cinquantina di
ristampe. Nel 1706 Corelli fu ammesso nell’Arcadia insieme ad Alessandro Scarlatti e Bernardo
Pasquini con il nome di Arcomelo Erimanteo.
Riconosciuto come il padre della scuola violinistica italiana, fu un grande violinista, un raffinato
compositore e un eccellente didatta. Con Corelli studiarono diversi musicisti che portarono la
sua lezione in giro per il mondo favorendo la diffusione di un violinismo di matrice italiana.
Può essere individuato come il ‘codificatore’ della sonata e del concerto grosso, forme non
inventate da lui ma che nella sua opera trovarono una compiuta organizzazione e
approfondimento espressivo e strutturale. Fu anche colui che ha portò al meglio le capacità
tecniche ed espressive del violino, strumento cardine dell’orchestra barocca.
Tra gli allievi di C. ve ne furono sia in Italia che all’estero tra cui Francesco Geminiani (1687-
1762) che si trasferì a Londra ed ebbe rapporti con Händel, Antonio Locatelli (1695-1764)
che rappresentò una delle punte più alte del violinismo barocco in senso virtuosistico.
Opera
Opus 1: 12 Sonate a 3 da chiesa (1681)
Opus 2: 12 Sonate a 3 da camera (1685)
Opus 3: 12 Sonate a 3 da chiesa (1689)
Opus 4: 12 Sonate a 3 da camera (1694)
Opus 5: 12 Sonate per violino e basso continuo (6 da chiesa e 6 da camera) (1700)
Opus 6: 12 Concerti grossi (8 da chiesa e 4 da camera) (1714, postuma)

Sul piano formale le sonate tendono ad avvicinarsi le une alle altre: alcune sonate da chiesa
propongono movimenti di danza, anche se non dichiarati. Variabile è inoltre il numero dei
movimenti. Le sonate da chiesa sono in genere in quattro movimenti ma possono variare da tre
a cinque. Alcune non iniziano con un tempo lento e la n. 12 dell’op. 3 è addirittura in sette
movimenti.
In merito alle sonate da camera quelle dell’op. 4 sono introdotte da un Preludio mentre nell’op.
2 otto iniziano con un Preludio e tre con un’Allemanda. Variabile è il numero dei movimenti.
L’op. 5
Tra le raccolte più fortunate di tutto il Settecento, l’op. 5 è articolata in due parti: le prime sei
sonate sono da chiesa mentre le ultime sei da camera.
Celebre è la Follia1 è una Ciaccona cioè una serie di variazioni su un basso ostinato. Il tema è
esposto in un tempo lento in re minore in 16 battute. Seguono 23 variazioni nelle quali C.
affronta vari aspetti tecnici ed espressivi. Il tema è ovviamente sempre riconoscibile.
I concerti grossi
I 12 Concerti grossi furono pubblicati postumi ad Amsterdam nel 1714 ma erano senza dubbio
stati composti molti anni prima. C. organizzò il concertino con due violini e basso continuo.
L’op. 6 è divisa in due parti: la prima comprende otto concerti nello stile da chiesa (l’ottavo reca
il titolo Fatto per la notte di Natale) mentre la seconda è costituita da quattro concerti da camera
con movimenti anche in tempi di danza da 4 a 6.

1
Tema musicale di origine portoghese tra i più antichi della musica europea, originato nei secoli XVI e XVII. Consiste in un tema
melodico preciso sul quale l'esecutore era libero di improvvisare.

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